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Dettaglio seduta n.90 del 15/09/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(Alle ore 10.00 il Vicepresidente Boeti comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Prima di cominciare, auguro a tutta l'Assemblea una buona ripresa dei lavori per i quattro mesi che mancano alla fine dell'anno.
Credo, inoltre, di poter interpretare il pensiero di tutti rivolgendo alla Presidente della Lega Nord, Gianna Gancia, e a suo marito, Roberto Calderoli, i migliori auguri per una vita felice insieme.



(Applausi da parte dell'Assemblea)


Argomento: Assestamento di bilancio

Proposta di deliberazione n. 109, inerente a "Assestamento del Bilancio 2015 del Consiglio regionale. Applicazione della quota di avanzo libero di amministrazione accertato nel conto consuntivo del bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2014 e rideterminato in fase di accertamento straordinario dei residui attivi e passivi" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Propongo l'iscrizione all'o.d.g. della proposta di deliberazione n.
109, "Assestamento del Bilancio 2015 del Consiglio regionale. Applicazione della quota di avanzo libero di amministrazione accertato nel conto consuntivo del bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2014 e rideterminato in fase di accertamento straordinario dei residui attivi e passivi", licenziata a maggioranza dalla I Commissione il 14 settembre 2015.
Se non vi sono obiezioni, possiamo considerarla iscritta.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Mozione n. 452 presentata dai Consiglieri Andrissi, Batzella, Bertola Bono, Campo, Mighetti e Valetti, inerente a "Impegno della Regione Piemonte a promuovere la questione della legittimità costituzionale della legge statale n. 107, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 15 luglio 2015" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Chiedo se vi sono ulteriori proposte di modifica.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne fa facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Chiedo l'iscrizione all'o.d.g. della mozione n. 452, inerente a "Impegno della Regione Piemonte a promuovere la questione della legittimità costituzionale della legge statale n. 107, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 15 luglio 2015".
Sappiamo tutti che i termini per il ricorso contro questa legge sono scaduti da due o tre giorni. Avevo depositato la mozione prima della pausa estiva, ma purtroppo non c'è stata la possibilità di calendarizzarne l'esame prima.
Qualora venisse accolta la mia richiesta di iscrizione all'o.d.g.
proporrei di modificare l'impegno, chiedendo un impegno da parte della Regione ad aggiungersi, ad adiuvandum, al ricorso contro questa legge che modifica in modo radicale e, a nostro avviso, deleterio, la nostra scuola.



PRESIDENTE

Se nessuno si oppone, la mozione può essere considerata iscritta.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Diritto di asilo - Profughi

Ordine del giorno n. 467 presentato dai Consiglieri Marrone, Gancia Pichetto Fratin e Vignale, inerente a "Costituzione Commissione speciale di inchiesta su 'Gestione dell'accoglienza dei richiedenti asilo', ai sensi dell'art. 31 del vigente Statuto regionale, nonché dell'art. 43 del Regolamento consiliare'" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Vi sono altre richieste di modifica? Prego, Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Volevo chiedere l'iscrizione all'o.d.g. dell'odierna seduta di un ordine del giorno che presenteremo adesso, collegato all'ordine del giorno n. 463 inerente a "Accoglienza dei profughi in Piemonte", presentato dal Consigliere Giaccone, di cui al punto 5) dell'o.d.g.
Peraltro, ne avevamo annunciato la presentazione già in sede di Commissione.



PRESIDENTE

Va bene.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Scusi, Presidente, ha già dato lettura delle comunicazioni? Posso quindi intervenire con un'eccezione?



PRESIDENTE

Siamo in fase di richiesta di iscrizione di nuovi punti all'o.d.g.
Presidente Pichetto. Per adesso ci occupiamo di questo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
Poiché il punto 8) all'o.d.g. prevede la trattazione dell'ordine del giorno n. 73, la cui prima firmataria è la collega Caputo, ovviamente assente per ragioni di maternità, chiederei di rimandare l'argomento alla prossima volta.
Ovviamente questo punto è collegato ad altri ordini del giorno proposti da altri Consiglieri, per cui mi rimetto alla volontà dell'Aula.



PRESIDENTE

In assenza della Consigliera firmataria, è chiaro che non è opportuno discutere di quel provvedimento. Attenderemo, dunque, il ritorno della Consigliera Caputo, che ha appena avuto un bambino.
L'ordine del giorno è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 28 luglio 2015.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Caputo, Ferraris, Ferrentino e Ferrero.


Argomento:

c) Comunicazione relativa all'articolo 30, comma 9, del Regolamento interno


PRESIDENTE

In data 30 luglio 2015 la I Commissione consiliare, riunita in sede legislativa, ha approvato all'unanimità, la deliberazione legislativa avente ad oggetto "Modifiche alla legge regionale 29 giugno 1978, n. 38 (Disciplina e organizzazione degli interventi in dipendenza di calamità naturali).


Argomento:

d) Sentenza Corte Costituzionale


PRESIDENTE

La Corte Costituzionale, con decisione n. 188 del 9 giugno 2015, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale degli articoli 2, comma 1, 2 e 4 della legge regionale n. 9 del 7 maggio 2013 (Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2013 2015), in combinato disposto con l'Allegato A della medesima legge regionale, relativamente alla UPB-DB05011, nella parte in cui non consentono di attribuire adeguate risorse per l'esercizio delle funzioni conferite dalla legge n. 34 del 20 novembre 1998 (Riordino delle funzioni e dei compiti amministrativi della Regione e degli Enti locali).
E' stata inoltre dichiarata l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1 della legge regionale n. 16 del 6 agosto 2013 relativamente alla UPB-DB05011 per gli stessi motivi di cui sopra.


Argomento:

e) Impugnativa del Governo avverso leggi approvate dal Consiglio regionale


PRESIDENTE

Informo che il Consiglio dei Ministri, in data 31 luglio 2015 ha esaminato la legge regionale n. 12 del 23 giugno 2015 ("Promozione di interventi di recupero e valorizzazione dei beni invenduti") e la legge regionale n. 14 del 6 luglio 2015 ("Misure urgenti per il contrasto dell'abusivismo. Modifiche alla legge regionale 23 febbraio 1995, n. 24 Legge generale sui servizi di trasporto pubblico non di linea su strada") e ne ha deliberato l'impugnativa.
In particolare, per quanto riguarda la legge n. 12, presenta profili di illegittimità costituzionale relativamente alla disposizione contenuta nell'articolo 2, comma 1, lettera g). Nel definire i "beni invenduti" la legge prevede che tra questi rientrino anche i prodotti farmaceutici e parafarmaceutici di prossima scadenza. Tale disciplina, per evidenti profili di sicurezza, non può essere disciplinata dalla Regione.
La legge n. 14 presenta profili di illegittimità costituzionale relativamente alle disposizioni contenute nell'articolo 1 "Esclusività del servizio di trasporto", in quanto la previsione regionale eccede dalle competenze regionali e si pone in contrasto con i principi nazionali e comunitari in materia di concorrenza.


Argomento:

f) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato, in data 6 agosto 2015, le seguenti leggi regionali: legge regionale n. 16 del 13 luglio 2015 "Istituzione del Comune di Borgo Mezzavalle mediante fusione dei Comuni di Seppiana e Viganella"; legge regionale n. 17 del 13 luglio 2015 "Istituzione del Comune di Lessona mediante fusione dei Comuni di Crosa e Lessona"; legge regionale n. 15 del 13 luglio 2015 "Modifica dell'articolo 27 della legge regionale 3 maggio 1985, n. 59 'Piano Socio Sanitario della Regione Piemonte per il triennio 1985-1987'" e ha deliberato la non impugnativa.


Argomento:

g) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

h) Nomine e designazioni effettuate dalla Giunta e dal suo Presidente


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis, dello Statuto, si dà atto che sono state trasmesse le informative da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale in merito a n. 5 decreti di nomina della Presidenza della Giunta regionale.
Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

i) Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2014


PRESIDENTE

La Giunta regionale, in data 21 luglio 2015, ha trasmesso per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza del comma 7 dell'articolo 24 della legge regionale n. 7/2001 "Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte", n. 16 deliberazioni del 23 giugno 2015 e n. 3 deliberazioni del 29 giugno 2015.
Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 21 luglio 2015.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Richiesta, da parte dei Consiglieri Pichetto Fratin e Bertola, di chiarimenti relativamente alla lettera inviata ai dipendenti del Consiglio regionale in merito alla raccolta firme per la presentazione di una legge di iniziativa popolare in materia di contrasto alle false cooperative


PRESIDENTE

Adesso dovremmo procedere con la proposta di deliberazione n. 78, per non è presente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
In apertura, se mi è permesso, vorrei fare una considerazione. Avrei preferito farla alla presenza del Presidente Laus, ma rimarrà a verbale.
Nei giorni scorsi è arrivata ai dipendenti regionali una lettera del Presidente su un'iniziativa sulla quale non entro nel merito, perch l'iniziativa riguarda l'alleanza delle cooperative italiane e riguarda un disegno di legge d'iniziativa popolare per contrastare le false cooperative. Encomiabile, meritevole, nessuna eccezione quindi da porre sul merito; piuttosto sull'ortodossia del metodo e sul ruolo che ha il Presidente del Consiglio per quest'Aula e per questa Regione.
Mi riesce difficile capire i criteri: se si tratta del giudizio personale del Presidente del Consiglio nel raccogliere le firme di adesione ad un disegno di legge di iniziativa popolare nella sede del Consiglio regionale o altro. A questo punto vorrei conoscere i criteri per altre iniziative di tipo popolare, con raccolta di firme a disegni di legge: perché no a quella dei pescatori o perché no, se c'è il disegno di legge di iniziativa popolare, non so, per la soppressione del PD, non si concedono i locali? Dall'altra parte, ancor più grave è il fatto che la lettera venga inviata a tutti i dipendenti, creando quasi una selezione tra chi vuole venire a firmare il disegno di legge di iniziativa popolare e chi no.
Io sono convinto che la volontà del Presidente del Consiglio, che peraltro è un conoscitore del sistema e credo anche che abbia a cuore la difesa del sistema delle cooperative sane e serie rispetto a quelle false sia stata dettata da uno slancio di bontà, ma certamente questo slancio pu venire da cittadino e non da Presidente del Consiglio, altrimenti viene messo in difficoltà il Consiglio e vengono messi in difficoltà i dipendenti della Regione Piemonte. Tralascio il fatto di come i dipendenti della Regione Piemonte.
E' vero che dice "compatibilmente con le esigenze di servizio", cosa difficile da interpretare da parte di chi, ad esempio, esce da Piazza Solferino per venire a firmare: firma l'uscita dal lavoro (e su questo naturalmente credo che gli Uffici daranno anche disposizioni in merito) esce e poi rientra al lavoro, se mai verrà a firmare questa proposta? Onestamente, credo che questo sia un incidente molto pericoloso per il futuro ed è giusto che venga fatta una valutazione. Forse una valutazione di questo genere doveva essere fatta in sede di Capogruppo, mentre in quella sede siamo solo rimasti al fatto di dire: "Se vogliono presentare il disegno di legge nell'ambito di una sala del Consiglio (quante presentazioni facciamo?), va benissimo". Con ciò, devo dire che condivido assolutamente il merito del disegno di legge: sul merito, nulla da eccepire.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Pichetto, il suo rilievo sarà ovviamente trasmesso al Presidente Laus, che ne trarrà le opportune valutazioni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Anch'io non mi voglio occupare del merito della questione, perché anche noi pensiamo che quella proposta di legge di iniziativa popolare abbia degli aspetti più che condivisibili. Tuttavia, anche noi, nel nostro Gruppo, quando è arrivata la mail, ci siamo subito interrogati sull'opportunità di un'iniziativa del genere, perché stiamo parlando del Presidente del Consiglio regionale che, nell'esercizio della sua funzione quindi non in altro momento, non in altra veste, non nella veste di politico del Partito Democratico o altro, invita tutti a firmare, alla presenza di un autenticatore, nel suo ufficio. Questo è alquanto anomalo.
Ripeto, non voglio entrare nel merito della proposta di legge, però, se si è concesso questo spazio, se il Presidente ha concesso un'aula istituzionale per poter firmare una proposta di legge del genere, visto che ci sono svariate proposte di legge di iniziativa popolare, dovremmo supporre che da domani sia a disposizione l'ufficio ed un autenticatore per firmarle tutte.
Diversamente, a un diniego del Presidente del Consiglio regionale rispetto alla concessione dello spazio per poter firmare una legge dovremmo pensare che in quel momento sta prendendo una posizione contraria a una proposta di legge di iniziativa popolare. E allora, in quello si sostanzierebbe la prova del suo non essere terzo in questa fase, quindi di essere anche una persona che nella sua vita imprenditoriale, tra l'altro lavora nel mondo delle cooperative.
Nondimeno, anche noi riteniamo che, in qualche modo, questa sia un'iniziativa alquanto anomala e che esula dalle funzioni del Presidente del Consiglio regionale. Anche a noi sarebbe piaciuto, quanto meno, che il Presidente Laus avesse anticipato queste sue intenzioni in sede di Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Con tutto il rispetto per i Consiglieri, chiuderei qui questo capitolo anche per l'assenza del Presidente Laus.
Domani ci sarà una riunione dei Capigruppo e credo che quello possa essere, se i Consiglieri e il Presidente lo riterranno, il luogo nel quale affrontare tale questione.


Argomento: Organizzazione turistica

Esame proposta di legge n. 16, inerente a "Disciplina del turismo naturista"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 16, inerente a "Disciplina del turismo naturista", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Bono, che ha facoltà di intervenire.



BONO Davide, relatore

Grazie, Presidente.
Ringrazio i colleghi della Commissione che hanno portato ad una rapida approvazione di questa proposta di legge regionale presentata dal nostro Gruppo consiliare. E' una proposta di legge che ha una storia antica, nel senso che, pur in termini diversi - perché diverse sono le proposte di legge - era stata già presentata nella VIII Legislatura, ma non era riuscita ad arrivare al termine proprio per l'accumularsi di diversi progetti di legge che hanno impegnato la Commissione competente.
Pertanto, ho inteso riprendere il progetto di legge nella IX Legislatura, ma anche in quella fase purtroppo non c'è stato il tempo anche per la fine prematura della Legislatura stessa, di affrontare la proposta di legge.
L'ho ripresentata subito all'inizio di questa Legislatura, proprio come testo richiamato da me stesso, ed ha avuto un iter abbastanza rapido pertanto oggi siamo in Consiglio a discutere di un testo licenziato, se non sbaglio, all'unanimità.
Ci sono state delle modifiche, c'è stato un dialogo costruttivo con l'Assessorato e di questo siamo lieti. Sicuramente il testo ha avuto alcune aggiunte soprattutto nelle parti relative alla regolamentazione delle sanzioni, della vigilanza e del controllo, che permettono di specificare meglio quali sono e a chi spettano le funzioni. Tutto questo per far sì che la finalità del progetto di legge, che è la disciplina del turismo naturista, possa avere le gambe per svolgersi in sicurezza per la pratica del naturismo.
Noi abbiamo voluto subito nel primo articolo dare la definizione riconosciuta dal Congresso Internazionale della Federazione del Naturismo nel 1974, che è la definizione riconosciuta da tutti i praticanti il naturismo, per cui "il naturismo è un modo di vivere in armonia con la natura caratterizzato dalla pratica della nudità in comune, allo scopo di favorire il rispetto di se stessi, degli altri e dell'ambiente".
Il naturismo è un fenomeno in crescita in tutta Europa ed è per questo che abbiamo inteso presentare una proposta di legge che ne disciplinasse la pratica e la promuovesse da un punto di vista soprattutto turistico.
La Regione Piemonte è una regione di per sé già fortemente attrattiva dal punto di vista turistico; è vero che non ha spiagge marine, ma ha spiagge lacustri e fluviali e ha diverse aree collinari e diverse aree di interesse paesaggistico, architettonico e storico. Per cui può essere - e noi crediamo fortemente in questo - un ulteriore attrattore di turisti che praticano il naturismo e che attualmente non convergono molto in Italia proprio perché c'è una normativa a macchia di leopardo, nel senso che manca una normativa nazionale. Proposte di legge in questo senso sono state presentate fin dagli anni '90, ma non hanno mai trovato un accordo e non sono mai arrivate all'approvazione.
Ci sono solo alcune Regioni che stanno approvando, nell'ambito delle loro competenze, una disciplina di questo tipo; ad esempio, ricordo che alcune delle prime Regioni sono l'Abruzzo, l'Emilia Romagna e il Veneto. In questo senso il Piemonte non arriva proprio per primo, ma quarto su 21 tra Regioni e Province autonome, quindi possiamo dire che siamo sul pezzo.
Speriamo di trarne beneficio anche in questo senso.
Proseguendo l'analisi degli articoli, dopo le "Finalità", l'articolo 2 prevede le "Competenze della Regione", che riguardano anche la possibilità di promuovere il turismo naturista, grazie agli incentivi previsti dalle vigenti leggi del settore turistico; quindi, non si prevedono, come si leggerà nell'ultimo articolo, finanziamenti dedicati, perché ci troviamo in un momento di difficoltà finanziaria dell'Ente. Oggi, tra l'altro, c'è stata la nuova sentenza di parifica del rendiconto 2013 e credo che l'Assessore al bilancio Reschigna non avrà buone notizie. Quindi, abbiamo inteso ricomprendere le forme di incentivazione all'interno dei fondi già stanziati dal bilancio di previsione pluriennale 2015-2017 con le leggi oggi esistenti.
L'articolo 3 prevede una distinzione nelle tipologie di strutture naturiste: quelle proprie (che sono per il naturismo tout court) e quelle miste, cioè sono individuate all'interno di aree, ad esempio campeggi alberghi, strutture extra-alberghiere e quant'altro, delle aree dedicate e delimitate per la pratica del naturismo.
L'articolo 4 e l'articolo 5 distinguono tra aree pubbliche ed aree private destinate al naturismo. I Comuni possono destinare alla pratica del naturismo spiagge lacustri o fluviali, aree montane, boschive e quant'altro di proprietà del demanio o di enti pubblici. Ovviamente devono essere scarsamente visibili, non inquinate e rispettose dell'ambiente, proprio per la definizione internazionale della pratica del naturismo. Possono essere lasciate al libero accesso, e quindi gratuite, oppure possono essere date in concessione di gestione ad imprese, associazioni (come già ne esistono oggi) ed organizzazioni che ne garantiscano il buon funzionamento ovviamente applicando delle tariffe previste dalle rispettive normative.
L'articolo 5 riguarda le aree private destinate a naturismo, che possono essere all'interno delle varie strutture ricettive presenti e previste dalla normativa sul turismo (strutture alberghiere, extra alberghiere, agrituristiche, campeggi, villaggi turistici), delimitando ovviamente specifiche aree ad esclusivo utilizzo dei turisti naturisti, ed anche altre aree ed ambienti all'aperto organizzati per favorire attività ludico-ricreative ed eventualmente per la sosta di caravan e autocaravan.
Ovviamente qualunque realizzazione deve essere vincolata alle norme in materia di urbanistica, edilizia, igienico-sanitaria, di sicurezza e di prevenzione incendi. E' giocoforza, ma è stato importante segnalarlo nell'articolo 5.
L'articolo 6 prevede l'avvio delle attività e si prevede, come da normativa aggiornata (n. 241/90), la semplice segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) da segnalare al competente sportello unico delle attività produttive (SUAP). Anche in questo caso vengono dati i requisiti per l'esercizio dell'attività, che riguardano il rispetto della normativa in tema di antimafia, di sicurezza, di prevenzione incendi, di tutela igienico-sanitaria e ambientale.
L'articolo 7 prevede i casi di sospensione e cessazione dell'attività ovvero nel caso in cui l'attività venga svolta in assenza di segnalazione di inizio attività (SCIA) vi è la cessazione dell'attività. In tutti gli altri casi, come per violazione di alcune norme o mancanza di alcuni requisiti, su segnalazione dell'autorità competente, ovviamente il Comune o altre autorità assegnano un termine per il ripristino delle condizioni. Se questo termine non viene rispettato, vi è la sospensione. La sospensione può avere una durata massima di 180 giorni, eventualmente prorogabili se entro questi termini ulteriori, non viene ripristinata la condizione e i requisiti fondamentali per l'esercizio e l'attività, c'è la cessazione dell'attività. Mi sembra ampiamente condivisibile ed è una tempistica abbastanza ampia per permettere di mettere a norma, eventualmente, alcune carenze dal punto di vista della sicurezza o quant'altro.
L'articolo 8 prevede un regolamento, come spesso succede, per un'ottica di delegificazione e di rinvio a regolamenti regionali, con tutta una serie di norme che riguardano, ad esempio, le disposizioni da rispettare, ai sensi della normativa in materia urbanistica, edilizia, igienico-sanitario e sicurezza, di prevenzione incendi e tutela ambientale. Ricordo soprattutto il comma b), con "i criteri per l'identificazione di opportuni strumenti e accorgimenti, volti a delimitare e a rendere non visibili a terzi le aree private e pubbliche destinate alla pratica e naturismo", per garantire un esercizio in sicurezza dell'attività stessa. Sarà il regolamento ad individuare quali sono gli strumenti e gli accorgimenti migliori ed, eventualmente, la previsione di cartelli, segnaletica, loghi per individuare le strutture in maniera uniforme sul territorio regionale in modo tale che non si abbiano plurindicazioni in questo senso.
L'articolo 9 prevede le funzioni di vigilanza e di controllo, che spettano al Comune e agli altri soggetti competenti anche eventualmente in forma coordinata con altri Comuni o altri soggetti competenti. Deve essere anche svolta, alla fine di ciascuno anno, entro il 31 gennaio, una relazione sull'attività di controllo esercitata nell'anno precedente.
L'articolo 10 prevede le sanzioni. Sono previste delle sanzioni. Su questo presenteremo un emendamento, perché sono state previste sanzioni per le lettere a), b), c) e d) del regolamento, ma forse ci è sfuggito il riferimento alla lettera e), che riguarda i periodi di apertura delle strutture. Sono previste sanzioni da 250 a 1.000 euro nel caso di violazione delle lettere a) e b), quindi le disposizioni proprie per rispettare le normative urbanistiche, edilizie, igienico-sanitaria e quelle volte a delimitare e a rendere non visibile a terzi le aree private. Una sanzione da 500 a 3000 per le lettere c) e d) che riguarda, soprattutto, il rispetto degli strumenti di pianificazione comunale e il rispetto dei vincoli nelle aree e negli ambienti naturali e pubblici, oggetto dell'attività, quindi differenziate.
L'articolo 11 prevede l'applicazione delle sanzioni. Ovviamente l'accertamento di erogazione, la riscossione e l'incasso materiale spettano al soggetto competente, che è il Comune, ai sensi della normativa esistente, in particolar modo la legge n. 689 per quanto riguarda l'applicazione delle sanzioni di cui ho detto prima.
L'articolo 12 è un semplice articolo di rivalutazione degli importi sanzionatori, ai sensi della legge n. 3 del 2015, sempre la normativa regionale in materia di semplificazione, che prevede l'aggiornamento delle sanzioni agli indici di consumo ISTAT delle famiglie di operai e di impiegati, quindi con un aggiornamento annuale.
Infine l'articolo 13, che si richiama a quanto detto prima all'articolo 2, alle competenze della Regione, quando ho detto che non sono previsti stanziamenti aggiuntivi proprio perché comprendiamo la difficoltà del momento del bilancio regionale, quindi una clausola di neutralità finanziaria, ma ci si rifarà, per eventuali incentivi, alle leggi oggi esistenti in materia di turismo regionale.
Si tratta di una legge che, una volta approvata, speriamo abbia una ricaduta positiva. Nell'ultimo anno abbiamo approvato tante leggi che riguardano l'aumento delle tasse e la riduzione della spesa pubblica con tagli e non solo efficientamento, ma con tagli effettivi ad alcune funzioni che vengono svolte dalla Regione o dagli Enti come Province e Comuni (adesso ne discuteremo ancora con il DDL n. 145).
In questo caso, invece, c'è una legge che, pur non comportante l'investimento di particolari risorse della Regione Piemonte, si spera che possa avere un ritorno positivo, un maggior numero di turisti sul territorio regionale e magari anche con una ricaduta complessiva per il Piemonte e i cittadini piemontesi, anche in termini di tasse e non solo.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al secondo relatore, Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico, relatore

Grazie, Presidente.
Non ruberò molti minuti, in quanto il percorso sul testo è stato sostanzialmente condiviso e il Consigliere Bono è entrato bene nel dettaglio della legge che ci apprestiamo a votare in Aula.
Mi permetta solamente tre piccole sottolineature. La prima riguarda gli obiettivi, già ricordati dal Consigliere, che il naturismo si dà. Ha lo scopo di favorire il rispetto di se stessi, degli altri e dell'ambiente.
Bene, allora oggi, nel votare questa legge, credo che possiamo dire che stiamo facendo un passo avanti. Ogni volta che favoriamo pratiche che alimentano il rispetto di se stessi, degli altri e dell'ambiente, al di là del tema specifico che oggi stiamo affrontando, credo che stiamo andando nella direzione giusta.
Questa direzione, da un punto di vista culturale, dovremmo tenerla bene in mente anche per altri settori: rispetto di sé, degli altri e dell'ambiente.
La seconda sottolineatura che rilevo è già stata evidenziata dal collega. La questione di un'opportunità per il nostro territorio, da un punto di vista turistico. I dati parlano chiaro, il fenomeno del turismo naturista è in crescita in tutta Europa. Questi turisti che, sempre di più si organizzano in associazioni e in gruppi, tendono a scegliere mete sì caratterizzata da bellezza, ma anche da chiarezza giuridica, di modo che praticare del turismo naturista non significhi incorrere in problemi.
Da questo punto di vista noi, come Regione, ci poniamo all'avanguardia perché ci candidiamo ad intercettare segmenti di questo flusso turistico che, in questo momento, si dirige soprattutto nel Nord Europa o in quelle zone dove, da un punto di vista normativa, sono stati più celeri dell'Italia, come ad esempio Croazia, Spagna e Francia. Calcolando che uno degli elementi anche strategici quando parliamo del futuro del nostro territorio è quello del turismo, devo dire che questa proposta di legge si inserisce bene all'interno di questo contesto.
La terza sottolineatura riguarda il ruolo della Regione che qui, come spesso ci ricordiamo, assume il suo ruolo, che è quello di programmazione.
Abbiamo detto sempre di più che la Regione deve tornare a fare programmazione. Con questa legge lo fa e fa un'altra cosa importante: va a colmare un vuoto normativo. Certo, non può colmare il vuoto che esiste a livello nazionale, ma sicuramente si affianca ad Abruzzo, Veneto ed Emilia Romagna e diventa una Regione che, da questo punto di vista, è all'avanguardia nel contesto nazionale.
Mi auguro anch'io che nei prossimi anni, nell'analizzare i numeri del turismo, potremo davvero verificare che questa legge ha portato dei vantaggi e uno sviluppo sostenibile al nostro territorio.



PRESIDENTE

Se non ci sono altre richieste di intervento di carattere generale passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Non mi sembra ci sia tutta questa fretta, comunque intervengo per dichiarazione di voto su un provvedimento che proviene da un Gruppo consiliare.
Vi è una serie di articoli - come abbiamo già fatto presente in Commissione - che sono proprio quelli che vanno dal 6 all'11, in cui sembra che siano due Regioni differenti, due settori differenti e persone differenti a trattare la disciplina. Faccio due esempi calzanti, perch sono avvenuti a pochi mesi di distanza, trattando di turismo naturista o di agriturismo. Nelle modalità in cui l'Assessorato produce degli emendamenti ogni collega ricorderà con quanto zelo, quanta puntigliosità, quanto rispetto della norma e anche con quanto intervento punitivo si intervenne all'interno delle sanzioni, tant'è che la stessa Commissione consiliare dovette modificare alcuni emendamenti predisposti dall'Assessorato. Si è intervenuti in modo totalmente differente.
Il Presidente mi consentirà di fare una dichiarazione di voto per articolo (cerco di farne una di carattere generale); non tanto sulle modalità di avvio dell'attività, ma su altri articoli vi è una serie di aspetti singolari.
Già l'articolo 5, al comma 1, ha questa modalità che non risponde alle esigenze di cui parlava il collega Rossi, nel senso che noi diamo la possibilità ad una struttura alberghiera di dividersi fra turismo non naturista e turismo naturista, cioè quattro stanze le dedico al turismo naturista e le rimanenti dieci a quello non naturista.
Voi capite che complessità questo può comportare, proprio rispetto a ciò che diceva il collega Rossi: è bene che vi sia una norma precisa affinché si evitino quelle situazioni, che in molti casi sono avvenute, di criticità, tanto per gli ospiti di una struttura che vogliono fare del turismo naturista, quanto per quelli che non lo vogliono fare.
Sull'avvio dell'attività si segue più o meno la norma nazionale dopodiché vi è una serie di articoli - quelli relativi al regolamento, alle funzioni di vigilanza e controllo e alle sanzioni - che vedono sensibilità differenti.
Gli stessi colleghi del Gruppo Movimento 5 Stelle erano intervenuti in modo molto puntuale pretendendo o, meglio, chiedendo con forza che sugli agriturismi, relativamente a cui la competenza di controllo è in capo ai Comuni, vi fosse una percentuale certa di verifiche fatte.
Qui non accade, nel senso che all'articolo 9 noi diamo la competenza ai Comuni, ma non chiediamo a nessun Comune piemontese di mandarci una relazione; tanto meno l'Assessorato chiede - come ha fatto all'interno di quella norma - che i Comuni inviino entro il 31 marzo di ogni anno (vado a memoria) una relazione nel merito.
Tuttavia, l'aspetto più singolare è che non si comprende come invece possa agire la struttura della Regione Piemonte. Si vede come le sensibilità normative siano diverse nell'attività legislativa dei Gruppi consiliari, che non hanno la struttura dell'Assessorato, per cui le norme tendono ad essere più restrittive o meno a seconda di cosa si va a normare.
Se, da domani, io e il collega Sozzani apriamo una qualunque struttura per il turismo naturista completamente abusiva, non chiediamo nulla rispetto a quanto è previsto all'articolo 6, cioè non facciamo una dichiarazione di inizio attività, non siamo a norma con le norme igieniche e non abbiamo nulla, rischiamo - pensate bene! - una sanzione che va da due a 6.000 euro.
Voi capite che prendere la sanzione è un rischio di impresa. Nel combinato disposto, noi non chiediamo ai Comuni alcun tipo di relazione rispetto agli interventi che fanno, che sono spesso in luoghi poco conosciuti (la legge dice, salvo una parte dell'articolo 5, che tendenzialmente questa è la dinamica delle aree naturiste, che sono già in luoghi non molto visibili dalla popolazione). In più, posso essere tranquillamente abusivo, perché se faccio un'intera stagione senza una sanzione, al massimo rischio 6.000 euro: il rischio della sanzione, cioè, è decisamente minore rispetto a quella che può essere la prospettiva di profitto, non soltanto perché si tratta di un'elusione, ma perché si pu verificare anche un'ulteriore elusione dal punto di vista fiscale quando un soggetto non è conosciuto.
Per tutti coloro i quali violano gli altri commi che non riguardano l'abuso puro - non si hanno le cose a norma, non si è fatta la dichiarazione di inizio attività o di cambiamento di attività, non si ha l'adeguamento a tutta una serie di aspetti che la norma prevede - si ha invece una sanzione durissima, che va dai 500 ai 1.500 euro. Ricordo che nella stessa norma sull'abuso arrivammo ad una sanzione dai 15 ai 30.000 euro, che poi andammo a ridurre perché la cifra era oggettivamente elevata ma è comunque rimasta una cifra che, se non ricordo male, supera i 10.000 euro.
Allora, io mi domando in quale Regione viviamo e se viviamo, cioè, in una Regione in cui la legge è uguale per tutti, parlando di turismo: se si tratta della stessa Regione che quindi si comporta con le stesse modalità di regolamentazione legislativa anche delle sanzioni, sia che si ospiti un turista che alloggia all'interno di una struttura agrituristica sia un turista che viene albergato all'interno di una struttura naturista, oppure se viviamo in due Regioni diverse. Infatti, ad un qualunque cittadino che consulti le due leggi - quella sul turismo naturista e quella sulle strutture agrituristiche - sembra che queste siano due Regioni diverse: una molto più lasca, cioè che ha molta meno volontà sia di controllare sia di sanzionare i suoi cittadini, e invece un'altra molto più rigida.
Al contrario, parliamo sempre di turismo, con un ulteriore paradosso: che le strutture agrituristiche possono anche svolgere attività di turismo naturista. Quindi consiglieremo loro di svolgere attività naturista (o di dire che la svolgono in parte) perché così le sanzioni saranno decisamente inferiori rispetto a quelle che dovrebbero pagare nel caso di una struttura agrituristica che invece non svolge attività naturista. Questo è un paradosso - lo diciamo parimenti a quello dell'applicazione delle sanzioni perché davvero non è comprensibile una difformità rispetto alle differenti strutture che ospitano i turisti e che quindi svolgono lo stesso lavoro, contenute in due leggi votate nell'arco di tre mesi.
Noi l'abbiamo fatto presente in Commissione, dov'erano presenti anche gli Uffici dell'Assessore. Evidentemente vi sono sensibilità differenti a seconda della tipologia di turismo e di ricettività che viene praticata all'interno di questa Regione e ne prendiamo atto.



PRESIDENTE

Per la dichiarazione di voto sarebbero previsti cinque minuti, ma nel suo intervento il Consigliere Vignale ha dato un giudizio complessivo.
Ha chiesto la parola, sempre per dichiarazione di voto sull'articolo 6 il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Le contestazioni che sono state fatte dall'intervento precedente mi paiono abbastanza irrilevanti. Qui, infatti, non stiamo ridefinendo tutte le condizioni di contorno per la pratica del turismo. Se un agriturismo quindi, si dispone ad ospitare anche il turismo naturista, o solo quello continuano a valere le norme per l'agriturismo; idem per un bed and breakfast, un albergo o altri tipo di strutture turistiche. Per quanto riguarda le sanzioni, dunque, non è che si sostituiscono integralmente quelle di questa norma di legge.
Dopodiché, mi pare che in realtà qui si stia cercando di costruire un sistema che apra ad una categoria di turisti che ad oggi si vede discriminata e che è una categoria riconosciuta anche a livello internazionale come rispettosa dell'ambiente; non solo per propria filosofia, ma per la tipologia delle persone che fanno questo tipo di turismo che sono mediamente di livello culturale ed economico superiore proprio perché viene abbracciata una filosofia. Non è che lo si fa perch si vuole stare nudi e basta, anzi: laddove questo tipo di turismo è praticato vi sono anche effettivi controlli e barriere ai comportamenti scorretti (parliamo del voyeurismo o dell'esibizionismo) nei confronti della nudità.
Di conseguenza trovo abbastanza opinabili le osservazioni precedenti innanzitutto perché sbagliate: all'articolo 9, infatti, si parla di relazioni dei Comuni da presentare annualmente proprio sull'attività di controllo sul turismo naturista. Poi ricordo che sull'agriturismo noi avevamo chiesto anche un ruolo importante della Regione a regia del sistema dei controlli, affinché venissero estratte a sorte sull'intero territorio regionale le strutture da far controllare; questo per evitare le solite questioni che si verificano quando le Amministrazioni più vicine al territorio spesso sono anche le più coinvolte con lo stesso. Non sto a citare qui esempi di Sindaci, Assessori o Consiglieri comunali che sono anche proprietari di agriturismi, di aziende agricole, ecc. Sotto questo profilo, quindi, sarebbe meglio ci fosse una maggiore attività della Regione come Ente leggermente più super partes; poi le commistioni ci sono anche qua.
Da questo punto di vista, dunque, rigettiamo integralmente quanto detto prima, in quanto questa non è una norma sostitutiva delle altre norme sull'ospitalità turistica: è una norma che integra e va a regolamentare un'opportunità in più. Ricordiamo che a proposito di turismo naturista parliamo di 500.000 potenziali turisti solo italiani, cui bisogna aggiungere tutte le associazioni estere e in particolare del Nord Europa (pensiamo solo che gli olandesi iscritti alle associazioni sono oltre 80.000), che non trovano, se non a macchia di leopardo e grazie all'iniziativa dei Comuni, ospitalità in Italia.
Ben vengano quindi finalmente le Regioni, visto che è dal '93 che lo Stato latita - la prima proposta di legge a livello nazionale è di quell'anno - e la proposta di creare un contesto normativo che permetta la realizzazione di reti per i turisti naturisti, che è qualcosa che manca totalmente nell'organizzazione turistica italiana, sulla quale ci facciamo bagnare il naso dalla Spagna, dalla Francia e dalle altre vicine Croazia e Slovenia.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, in modo difforme dal Gruppo di Forza Italia il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie.
Vorrei segnalare la posizione differente perché vorrei mandare un massaggio diverso all'Aula rispetto a quanto ha dichiarato poc'anzi il collega Vignale. Io penso, cioè, che rispetto a delle leggi di questo genere questi temi vadano inseriti in un ambito più generale, quindi in una sorta di testi unici che la Regione dovrebbe redigere.
Nel contesto della crisi economica che coinvolge il Piemonte, infatti sarebbe bene andare a legiferare in un modo più pertinente rispetto a chi deve poi interpretare questi testi. Noi stiamo facendo delle leggi che si sommano ad altre leggi e che pongono nuove norme rispetto alla complessità normativa che va a caratterizzare i vari settori della Regione Piemonte.
Oggi, evidentemente, stiamo parlando di turismo e di attività naturista, ma questo tipo di considerazione può essere estesa anche ad altri argomenti.
La preghiera che io lancio - ed è per questo che io mi asterrò su questa legge - riguarda il fatto che queste norme devono essere inserite in una cornice più generale del comparto turistico. E d'altro canto l'avevamo anche indicato più volte all'interno della discussione sulla legge sui parchi, quando noi dicevamo che i parchi devono diventare un'occasione di investimenti industriali, produttivi e turistici - che dovevano essere previsti all'interno degli stessi - e questa legge, che comunque ha finalità sicuramente interessanti, va a complicare la situazione di quelli che possiamo denominare investimenti nell'ambito del turismo.
Il motivo di un'analisi diversa da quella svolta poc'anzi concerne la richiesta affinché anche in altri settori non si continui a legiferare. Per carità, uno porta a casa il risultato, che può vendere politicamente come meglio crede, ma si incide sotto il profilo della complessità legislativa in modo preponderante rispetto a coloro che, invece, devono attuare norme di questo genere.
Quindi, riteniamo - e lo ritengo, soprattutto in questo caso, a titolo personale - che l'attività legata ai testi unici, alla semplificazione amministrativa e alla delegificazione - e non quella volta a realizzare nuove leggi - sia fondamentale ai fini di una semplificazione normativa a beneficio dei cittadini che poi devono interpretarla.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
Prendiamo atto del voto di astensione del Consigliere Sozzani, in quanto non riesce a votare per problemi del sistema, che sono già stati comunicati agli Uffici, i quali stanno provvedendo.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 La parola al Consigliere Bono per dichiarazione di voto.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Volevo l'attenzione anche dell'Assessore e dei colleghi sull'articolo 10 solo perché mi sembra, se non sbaglio, che ci siamo dimenticati il riferimento riguardo alle sanzioni al comma e) del regolamento; nel senso che abbiamo previsto le sanzioni da 2.000 a 6.000, come ricordava il collega Vignale, in caso di assenza di SCIA, da 500 a 1.500 nel caso del venir meno agli obblighi di cui agli articoli 6 e 7, mentre per quanto riguarda il regolamento prevediamo le sanzioni per le lettere a), b), c) e d), ma non per la lettera e).
Quindi, se è corretto, presenterei un emendamento che introduce anche la sanzione per il non adempimento delle modalità di funzionamento e dei periodi di apertura delle strutture.
Allora, depositerei un emendamento adesso, chiedendo scusa per la tempistica un po' dell'ultimo minuto. Se può aiutare, Presidente, possiamo chiedere un minuto di sospensione.



PRESIDENTE

Lo scriva immediatamente, Consigliere Bono, e lo porti alla Presidenza siamo ancora sull'articolo 10, se è già pronto...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Interrompiamo la seduta per tre minuti, il tempo di risolvere questa questione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.36, riprende alle ore 11.37)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Chiedo all'Aula un po' di attenzione.
Ad articolo aperto, teoricamente, non si possono presentare modifiche.
Il Consigliere Bono lo considera un refuso, cioè un errore nella stesura...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Non lo presentiamo, benissimo.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 La parola al Consigliere Vignale per dichiarazione di voto.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Mi domando solo se a lei sembra normale arrivare in Aula a votare una legge che all'interno dell'articolo delle sanzioni dimentica un pezzo di legge. E' come se il Codice della strada prevedesse alcuni adempimenti e poi, non prevedesse le sanzioni.
Può accadere tutto - ieri abbiamo discusso a lungo delle difficoltà che hanno i Gruppi consiliari, quindi non è certamente una dimenticanza che imputiamo al Movimento del Gruppo 5 Stelle - però mi sembra che, senza sfumare alcunché, gli Uffici abbiano tali e tante risorse in termini di competenza legislativa, quando si parla di turismo e quando si parla di norme regionali, che mi sembra assurdo. Dopodiché, quando arriveremo ad una prima legge in cui inseriremo una sanzione, si farà una norma di coordinamento o una modifica, ma devo dire che questo è paradossale.



PRESIDENTE

Come lei sa, all'interno dell'Aula il Presidente fa l'arbitro e non entra nel merito delle questioni. La conclusione della nota che avevo rilevato era la seguente: considerato che non si possono fare modifiche in fase di votazione dell'articolo, avrei chiesto all'Aula se era d'accordo ad effettuare una modifica. Se l'Aula non fosse stata d'accordo, non avremmo modificato alcunché.
Naturalmente, le leggi possono essere rettificate in tempi successivi con modifiche alle leggi, come anche lei faceva giustamente notare.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Indìco la votazione palese sull'articolo 13.
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Grimaldi per dichiarazione di voto sull'intero testo.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Prima di svolgere la dichiarazione di voto, voglio ringraziare il Consigliere Bono ed anche quei Consiglieri che, nelle precedenti legislature e Consigli, hanno affrontato questo argomento, fra cui - come veniva ricordato - il Consigliere Travaglini.
Lo ringrazio, anche se non so se il turismo naturista sia l'uovo di colombo del turismo piemontese; so - come hanno richiamato alcuni Consiglieri - che la Francia, la Croazia, la Spagna e la Grecia hanno accolto da tempo una richiesta riguardante più di 20 milioni di europei che praticano questo tipo di turismo. Negli Stati Uniti ce ne sono addirittura 40 milioni.
Se avete letto le statistiche, di solito i naturisti si recano in paesi diversi dal proprio; forse la Francia è l'unico paese in cui un terzo dei campeggiatori sono turisti naturisti ed appartenenti allo stesso paese.
Più dell'interesse dal punto di vista economico - seppure interessante come diceva il Consigliere Bono - questo tipo di legislazione va a coprire delle lacune, spesso dovute all'ignoranza e ai pregiudizi. Dico questo perché chi è contrario spesso si appella ad un senso di pudore (ogni estate c'è la solita polemica di un Sindaco che chiede il rispetto delle regole) alla malsana educazione nei confronti dei minori (così ho letto in alcune dichiarazioni) e addirittura alla contaminazione di germi e patologie.
Diciamo la verità: nella maggior parte dei casi, anche a causa della mancanza di informazione, non si è proceduto a legiferare e oggi dobbiamo essere tutti felici perché, dopo le sentenze della Corte di Cassazione (la n. 1.765 e la n. 3.555), le persone potranno finalmente praticare un turismo naturista senza dover citare le sentenze stesse. Questa forse era la cosa più umiliante: dover spiegare magari ad un vigile, mandato da un Sindaco, che questo tipo di turismo è legittimo, in quanto i luoghi sono accettati se sono utilizzati, come consuetudine, dai naturisti.
Ritengo che la Regione Piemonte abbia fatto bene a proporre questo tipo di legislazione. Farà bene a demandare agli Enti locali la possibilità di selezionare delle aree protette, ovviamente non visibili al pubblico perché purtroppo, proprio perché non esiste una normativa in merito tantissime persone hanno altri tipi di interesse rispetto a questo genere di turismo.
Ritengo che oggi si faccia tutto quello che dovrebbe fare una Regione per sconfiggere i pregiudizi e normare una cultura sempre più diffusa sul territorio, anche se in realtà, se guardiamo i dati riguardanti l'Europa il naturismo non è molto praticato tra le giovani generazioni, proprio perché non ci sono legislazioni chiare.
Spero che questa scelta legislativa ci porti non solo ad essere tra le prime Regioni italiane ad avere una norma chiara, ma anche ad intercettare quel tipo di richiesta che Francia, Grecia, Croazia e Spagna hanno già intercettato da tempo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SÌ 32 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere si sono astenuti 5 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Assestamento di bilancio

Proposta di deliberazione n. 109, inerente a "Assestamento del bilancio 2015 del Consiglio regionale. Applicazione della quota di avanzo libero di amministrazione accertato nel conto consuntivo del bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2014 e rideterminato in fase di riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 109, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non intervengo in discussione generale, ma in merito all'ordine dei lavori. In apertura di seduta il Presidente ha chiesto l'iscrizione all'o.d.g. di questo provvedimento. L'iscrizione è avvenuta, nel senso che non ci sono state contrarietà.
In questo momento, però, è all'ultimo punto all'o.d.g. e non al secondo, perché - come il Presidente sa bene - ogni punto iscritto va in coda all'ordine dei lavori.
Noi riteniamo opportuno, anche data l'importanza del bilancio del Consiglio, che spesso trattiamo un po' come una sinecura, ma che in realtà è significativa anche per l'avanzo che il Consiglio ha, non procedere alla discussione di questo provvedimento oggi, ma la prossima settimana.



PRESIDENTE

La ragione per la quale abbiamo messo in discussione questo provvedimento è dovuta all'assenza dell'Assessore Ferrero. Questo era l'ultimo provvedimento iscritto all'o.d.g., ma è diventato il secondo perché il provvedimento precedente non può essere esaminato.
Poiché abbiamo ancora un'ora di lavoro, ritengo ci siano le condizioni per discuterlo ed approvarlo.
Oggi c'è la possibilità di avere a disposizione, da parte della Giunta sette milioni di euro, da utilizzare nei modi che saranno decisi e discussi dal Consiglio e dalle Commissioni competenti, pertanto ci sembra opportuno discuterlo. Se, però, lei o l'Aula ritenete che non ci sono le condizioni per la sua discussione, naturalmente possiamo rimandarlo alla prossima seduta. Ricordo che l'Aula ha accettato (non ci sono state opposizioni) di metterlo in discussione, e poiché l'Assessore Ferrero non è presente procederei in questo senso. Se, però - ripeto - questo diventa un problema lo possiamo esaminare la settimana prossima.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Volevo richiamare l'attenzione su alcuni aspetti del bilancio del Consiglio regionale. Come dicevo ieri in Commissione, con una battuta siamo...



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Bertola, non per toglierle la parola, ma il Consigliere Vignale ragionava sull'opportunità di discuterlo.



BERTOLA Giorgio

Va benissimo. Mi ero prenotato prima per la discussione generale quindi rinuncio.



PRESIDENTE

C'è una richiesta di sospensione da parte del Consigliere Gariglio.
Sospendiamo la seduta, se l'Aula è d'accordo, e poi vediamo se riprendere da questo punto oppure no.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.50, riprende alle ore 11.56)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
I Capigruppo hanno deciso di posticipare alla prossima seduta di Consiglio la discussione che riguarda l'assestamento di bilancio del Consiglio regionale.


Argomento: Diritto di asilo - Profughi

Esame ordine del giorno n. 463 presentato dai Consiglieri Giaccone Allemano, Baricco, Boeti, Conticelli, Ferrentino, Ottria e Valle, inerente a "Accoglienza dei profughi in Piemonte"; ordine del giorno n. 467 presentato dai Consiglieri Marrone, Gancia, Pichetto Fratin e Vignale inerente a "Costituzione Commissione speciale di inchiesta su 'Gestione dell'accoglienza dei richiedenti asilo', ai sensi dell'art. 31 del vigente Statuto regionale, nonché dell'art. 43 del Regolamento consiliare'"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 463, avente ad oggetto "Accoglienza dei profughi in Piemonte", presentato dai Consiglieri Giaccone, Allemano, Baricco, Boeti, Conticelli, Ferrentino, Ottria e Valle e dell'ordine del giorno n. 467, avente ad oggetto "Costituzione Commissione speciale di inchiesta su 'Gestione dell'accoglienza dei richiedenti asilo', ai sensi dell'art. 31 del vigente Statuto regionale nonché dell'art. 43 del Regolamento consiliare'", presentato dai Consiglieri Marrone, Gancia, Pichetto Fratin e Vignale, inerente a, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 467.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Sapete già che avevo posto all'attenzione di quest'Aula legislativa durante l'approvazione del bilancio, l'ultimo approvato come atto di indirizzo collegato - penso il primo atto di espressione da parte di quest'Aula sul tema dell'accoglienza dei profughi - ponendo, alcuni mesi fa, delle richieste che poi si sarebbero dimostrate di grande attualità partendo dal porre le quote di distribuzione come condizione precedente pregiudiziale e necessaria per sviluppare poi qualsiasi altra disponibilità all'accoglienza.
Abbiamo visto che questa stessa impostazione, che teoricamente era stata assunta dal Governo in Europa, sbandierata come "meraviglioso successo" è poi clamorosamente naufragata di fronte all'Europa che, nella stessa determinazione, prima afferma le quote necessarie e vincolanti per gli Stati membri e prevede contestualmente l'obbligo per Italia e Grecia di aumentare i campi profughi, e poi, dopo le pressioni di diversi Paesi membri (che evidentemente hanno a cuore il proprio territorio, a differenza del nostro), guarda caso, le quote vincolanti scompaiono con un colpo di spugna, ma rimane l'obbligo dell'Italia - Italia vuol dire anche Piemonte dei campi profughi in più, aggiuntivi, come necessità invece automatica e immediatamente da adottare con grande tempestività.
Allora, vedete che diventa di grande attualità dover ragionare soprattutto di sostenibilità dell'accoglienza, perché parliamo di una città capoluogo che annovera già una precedente scorsa emergenza profughi.
Guardate, parlo di un'emergenza profughi gestita da altri Governi e anche da altre maggioranza, ma che ci trasciniamo ancora nei ghetti, in particolare, al Lingotto, l'ex MOI, le palazzine olimpiche che il Governatore, ex Sindaco, di sicuro dovrebbe conoscere, attualmente trasformate in ghetto e occupate, grossomodo, da un migliaio di sedicenti profughi. Peraltro, abbiamo approfondito che sono provenienti da tante altre Prefetture che li hanno evidentemente scaricati sul nostro territorio; dall'altra parte, ci ritroviamo con delle quote che risultano essere davvero di difficile sostenibilità.
Approfitto anche della discussione, introdotta dal collega Giaccone per affermare che la strategia annunciata e già inizialmente messa in pratica dall'Assessore Cerutti e dalla Giunta Chiamparino, di cosiddetto "ripopolamento dei borghi montani" che, invece, dal nostro punto di vista è una sorta di invasione delle piccole comunità, dove si ritrovano Comuni dove magari il singolo centro abitato annovera un centinaio o due scarso di abitanti, che si ritrovano, magari da un giorno all'altro, con scarsa comunicazione preventiva e nessuna operazione di condivisione e di consenso da parte del Sindaco eletto da quei cittadini, una quota pari alla metà della loro stessa comunità, in strutture regionali o in strutture procurate dalle cooperative vincitrici dell'appalto.
Nell'introdurre la nostra proposta di ordine del giorno, vorrei ricordare degli elementi. Su questa assistenza profughi, cioè di questa ondata, ci ritroviamo l'Autorità nazionale anticorruzione che bacchetta i Comuni che hanno elusivamente frazionato gli appalti andando ad affidamento diretto, invece che a evidenza pubblica, ci ritroviamo una Prefettura che continua a bandire appalti di concessione, senza poi verificare minimamente il percorso di inclusione e di integrazione che le cooperative ed associazioni appaltatrici dovrebbero garantire a fronte dei 35 euro al giorno che la Prefettura versa per immigrato.
Ci ritroviamo inoltre - consentitemi di dirlo, oggi ne approfitto - una Regione Piemonte che il 14 agosto, di fatto, regala (spiegherò perché dico "regala") la struttura regionale dell'Albergo Crumiere alla Diaconia Valdese, che, ricordo, è uno tra i tanti soggetti vincitori di un appalto pubblico, quindi in condizioni di disciplina del codice degli appalti li individua senza alcuna evidenza pubblica e quindi, di fatto, avvantaggia uno dei soggetti che hanno vinto un appalto e che vengono remunerati dalla Prefettura per pagare anche le spese di alloggio e li avvantaggia...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Marrone.
C'è troppo brusìo in aula. Finora, ho lasciato fare, ma adesso l'Aula sta esagerando.
Poiché l'argomento è molto serio, vi prego di consentire al Consigliere Marrone di proseguire con il suo intervento.
Prego, Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Di fatto, la Giunta regionale avvantaggia uno tra i soggetti concessionari dell'accoglienza profughi, per cui questo soggetto riceve soldi pubblici per farsi carico delle spese di accoglienza anche a livello di alloggio e lo fa concedendo a titolo gratuito questa struttura. Sui giornali abbiamo letto che il titolo era una concessione in regime di comodato d'uso gratuito. Ecco, io con un accesso agli atti ho potuto approfondire che, in realtà, non esiste alcun comodato d'uso gratuito, non esiste alcuna scrittura privata, non esiste niente. Esiste un verbale di consegna dell'immobile, dove si dice espressamente che questo immobile viene concesso senza titolo giuridico e che l'eventuale scrittura privata si farà a dicembre 2015.
Di fatto, è stato consegnato un immobile ad un soggetto - devo dedurre amico di questa Giunta regionale; non si capisce perché "sì" ai valdesi e "no" alla tal cooperativa X e, cosa agghiacciante, questo immobile viene consegnato, com'è scritto nel verbale di consegna, con le certificazioni degli impianti (ascensore, elettricità, gas, certificazione antincendio) tutte risalenti al 2001-2002 e quindi scadute, quindi, non a norma. E gli immigrati sono già lì, insieme alla Diaconia Valdese. Questo è quanto ha fatto questa Giunta regionale.
Ora, vedete perché riteniamo, come Consiglieri di opposizione, che sia veramente paradossalmente funzionale al fatto che questa accoglienza, che ci imponete come maggioranza, almeno segua i percorsi regolamentari nel rispetto delle norme, dei regolamenti, delle leggi regionali e delle leggi nazionali, per evitare che si ripetano, anche qua, nella nostra terra anche qua, nel nostro Piemonte, anche qua, a Torino e nel Torinese, gli stessi scandali che abbiamo visto verificarsi in modo molto bipartisan in altre Regioni del nostro Paese che hanno portato addirittura loschi individui di sinistra, che "mangiavano" grazie anche ad una parte di destra, affermare nelle intercettazioni che con gli immigrati si fanno più quattrini che con lo spaccio di droga.
Allora, quello che chiedo è un'assunzione di responsabilità da parte di quest'Aula, di istituire una Commissione che abbia tutti gli strumenti per approfondire com'è avvenuta l'accoglienza in questo ultimo anno e mezzo (perché, di fatto, è già iniziata prima ancora del nostro insediamento), e che possa verificare e monitorare, magari in stretta collaborazione con la neo-nata Commissione per la legalità, anche le buone prassi degli attuali percorsi di accoglienza o di quelli che verranno ancora attivati.
Sul fenomeno dell'immigrazione in senso generale si possono legittimamente, avere posizioni diverse: la nostra - e mi avvio alla conclusione - è quella di cercare di prevenire il fenomeno. A nostro avviso, l'immigrazione di massa non è un fenomeno sano e virtuoso: non lo è per chi accoglie, ma nemmeno per chi parte (le tragedie in mare e a terra a cui stiamo assistendo nel Medio Oriente, nel Nord Africa, fino addirittura all'Est Europa, lo testimoniano).
Posto che si auspichi una convergenza politica magari anche a più alti livelli (sappiamo che anche la Regione ha delle competenze in cooperazione internazionale nel cercare di risolvere i problemi alla radice, cioè quei conflitti, quella miseria e quelle epidemie che, di fatto, istigano e spingono questa massa di persone a cercare, per disperazione, fortuna altrove), la convenzione è che il nostro sistema di welfare sia già inadeguato a far fronte alle necessità dei nostri cittadini italiani figuriamoci a far fronte all'accoglienza di ulteriori masse di persone provenienti dall'estero! Dal momento che voi, legittimamente, comandate, quindi imponete questi flussi di accoglienza, vi chiediamo almeno di dotarci di strumenti, anche consiliari, di verifica e di monitoraggio, affinché i processi di accoglienza avvengano secondo le regole.
Auspico - lo dico sinceramente - una convergenza trasversale che in altri ambiti, come nel Comune di Torino, ed esempio, non è avvenuta. Lo auspico anche perché ogni volta che sento opporre delle neanche troppo motivate opposizioni a queste richieste, non capisco sinceramente che cosa ci sia da nascondere.
Se si ritiene che il processo di accoglienza sia ben congegnato e ben strutturato e che il privato sociale sia un soggetto (o un insieme di soggetti) virtuoso, credo sia nell'interesse di tutti - del privato sociale, della Giunta regionale ma soprattutto del Consiglio, visto che alla fine siamo noi quelli eletti dai cittadini - garantire che almeno avvenga nel rispetto di tutte le regole. Altrimenti, bisogna davvero arrendersi al fatto che se continuano questi ostacoli, da parte di una certa area politica, alla dotazione di strumenti che facciano preventivamente chiarezza (senza che poi, a posteriori, debbano muoversi le Procure, quando ormai il danno è fatto), evidentemente non c'è tutta questa fiducia in queste dinamiche.
Se c'è la fiducia, se c'è la buonafede, se ci sono le buone intenzioni sono convinto che anche il centrosinistra e la maggioranza non dovrebbero avere problemi a votare questo atto di indirizzo che chiede l'istituzione di una Commissione che vedrà voi protagonisti tanto quanto noi.



PRESIDENTE

La parola il Consigliere Giaccone per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 463.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Non voglio entrare nel merito delle considerazioni del collega Marrone che rispetto.
Io penso che il problema si origini nelle parole che lui stesso all'inizio del suo intervento, ha enunciato: quello che qualcuno vive come "invasione", forse difficilmente tollerata, per altri è la necessità di integrazione ed accoglienza; è la necessità di trovare una risposta ad un fenomeno a cui non possiamo sottrarci e che, peraltro, è l'Europa stessa che ci chiede di affrontare.
Ci sono due eventi recenti che ci sollecitano a questa riflessione: uno è la decisione del Governo tedesco di aprire le frontiere all'afflusso dei profughi, l'altro - quest'ultimo penso che sia condivisibile da molti in quest'Aula - è l'appello di Papa Francesco, che impegna direttamente le parrocchie d'Europa nell'opera di accoglienza.
Ci siamo lamentati a lungo del fatto che il Pontefice fosse una figura al di sopra del bene e del male, che non interveniva nelle questioni che dovrebbero essergli precipue, legate ai poveri e ai diseredati, e ci lamentiamo, invece quando lo fa.
Io penso che questi due eventi richiamino coloro che rappresentano il popolo sovrano nelle diverse Assemblee elettive ad una riflessione, a decisioni e a scelte di fondo che non sono facili. L'Europa - è questo, a mio avviso, il problema di oggi - è investita da un esodo che non è possibile paragonare a eventi precedenti nella storia per proporzioni inimmaginabili.
Concordo sul fatto che si potrebbe prevenire tale esodo se si trovassero delle soluzioni nei Paesi dai quali questi cittadini partono però, oggettivamente, le circostanze al momento fanno sì che debbano muoversi perché i problemi là non sono ancora risolti.
Penso che coloro che, con ogni mezzo e in ogni modo, cercano di raggiungere le nostre coste siano portatori innanzitutto di una sofferenza che ci accomuna e che non può lasciarsi insensibili, proprio perché fa appello alla comune natura umana.
Ritengo che sia compito delle istituzioni, nel loro complesso, fornire loro risposte tempestive e soluzioni concrete, e, nello stesso tempo - in questo accolgo il suggerimento del collega Marrone - offrire le necessarie rassicurazioni e garanzie anche ai cittadini piemontesi, che sono oggettivamente esitanti e preoccupati di fronte ad una richiesta di accoglienza così massiccia.
In questo scenario di emergenza che interessa tutto il Vecchio Continente e che ne sta trasformando, di fatto, la geografia, la nostra Regione può contare sull'appoggio e sulla intraprendenza dell'associazionismo, che è testimonianza della laboriosità piemontese.
Ci siamo contraddistinti nella storia proprio per la nostra capacità di rispondere alle necessità sociali. L'Assessore competente ha intrapreso azioni finalizzate all'accoglienza dei rifugiati mobilitando le potenzialità espresse dal territorio e le realtà che lo compongono, facendo della nostra Regione un esempio virtuoso e all'avanguardia nelle politiche di accoglienza con il Piano per l'accoglienza dei flussi non programmati 2014-2020.
Ciò che questo ordine del giorno vuole affermare è la necessità di sostenere ancora questa politica. Chiedo alla Giunta in generale di impegnarsi in tal senso, e agli altri Assessorati di appoggiare l'Assessorato direttamente coinvolto in maniera ancora più forte. Chiediamo che la Giunta si impegni a facilitare l'incontro tra la domanda di aiuto proveniente dai rifugiati e l'offerta di accoglienza già espressa da diversi soggetti in Piemonte.
Penso che la capacità di organizzare e di coordinare questo tipo di emergenza sia lo snodo fondamentale del tema: ciò che in molti casi, anche esecrabili, è stato visto solamente come assistenza - situazioni nelle quali si creano presupposti di conflitto tra la popolazione che vive già nei luoghi e i profughi che vi sono indirizzati - deve essere visto invece, come motivo di crescita e di ricchezza per chi riceve.
Recentemente ho sentito dire - per molti è così, anche per il sottoscritto - che una gestione intelligente e matura, e non assistenzialista, di questo problema epocale rappresenta il fondamento sul quale l'Europa di domani si creerà autenticamente. Grazie al cielo non ci sono altri motivi perché un insieme di Paesi si aggreghi in maniera "forte" com'è avvenuto in passato (per fortuna!). Questa è senz'altro un'occasione è la cruna dell'ago attraverso il quale l'Europa, faticosamente, deve passare per diventare una vera "unione di popoli", la sua capacità di rispondere a questa situazione.
Concludo facendo riferimento ad un esempio che ancora di recente ho sentito: nell'annuario telefonico della città di New York ci sono tutte le etnie rappresentate sulla carta geografica. Penso che sia condiviso da tutti il principio per cui la ricchezza della società americana sia legata al fermento, allo stimolo e all'entusiasmo portato dai contributi di tanti popoli diversi e di tante etnie diverse, che sono alla ricerca di un minimo di benessere e di sicurezza.
Penso che questo sia l'atteggiamento che dobbiamo seguire, che questo sia il criterio al quale dobbiamo ispirarci, compreso il rigore nell'attenzione ad accettare chi fa richiesta di essere accolto nel nostro Paese. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Avevamo affrontato questo tema e questa discussione alcuni mesi fa e avevamo provato a tratteggiare un percorso. Era un percorso delle ragioni: le ragioni per cui le moltitudini scappavano dai loro luoghi, dalle loro realtà; le ragioni di un viaggio, che avevamo definito un viaggio di speranza; le ragioni di chi ce la fa, l'approdo, l'approccio con le nostre terre ed infine la vita che verrà dopo. Avevamo suddiviso in quattro momenti questo viaggio continuo, questo moto che pare perenne.
Noi crediamo che, rispetto alle ragioni per le quali la moltitudine parte, dovremmo ancora riflettere e comprendere meglio quelle ragioni. E' un'analisi che non siamo stati ancora in grado di fare in maniera appropriata; noi "Occidente" non abbiamo ancora capito fino in fondo le dinamiche di quelle zone del mondo. Troppe volte il dibattito (quello politico e quello mediatico) è una disputa che non entra profondamente nel merito di quelle ragioni. Ricordiamoci soltanto che sono viaggi di speranza, bisogno di vita; ricordiamoci che nessuno scappa da quelle terre intanto scappa: non parte, ma scappa - se non per una ragione: bisogno di vita.
Poi, il viaggio. Avevamo parlato della tragedia del viaggio, di un viaggio che solo in parte è raccontato nel Mediterraneo, in particolare come un viaggio che non è più un bisogno di vita perché incontra la morte.
Il primo approccio e quindi il primo approdo con le nostre terre.
Rispetto al quarto passaggio, e cioè il futuro, noi avevamo provato a fare l'analisi corretta rispetto a quello che è e a quello che sarà l'Europa. Parte del destino dell'Europa, dicevamo, dipendeva dalla capacità di affrontare e contribuire a dare futuro a quel bisogno di vita. Dobbiamo dire che, nell'ultimo mese e nelle ultime settimane, diversi leader europei hanno dato la possibilità ad ognuno di noi di ricercare le ragioni fondative dell'Europa. L'Europa è, nel palcoscenico internazionale, un contenitore di diritti e di prospettive solidali, lo è in particolare l'Europa rispetto a tante altre nazioni in altri continenti, e i segnali che quei leader hanno dato sono segnali inequivocabili.
Ora mi sia permesso, con un po' di enfasi - me ne scuserà il Presidente parlare di quel viaggio di speranza, di quel bisogno di vita, che è nel mare, ma che è anche all'interno delle nazioni che vedono quelle persone camminare. A proposito della voce del verbo "camminare", l'Europa ha una frase, in particolare in questo periodo, che porta con sé e che noi dovremmo tenere salda come concetto per il presente e per il futuro. A quella gente noi stiamo dicendo: voi non camminerete mai soli, o perlomeno noi Europa proveremo a non farvi camminare mai soli. Guardate, vale per loro e vale per tutti noi: è il profilo solidale che noi dobbiamo dare all'Italia e all'Europa: nessuno di noi camminerà mai solo.
A proposito del terzo tratto di quel viaggio, e cioè la prima accoglienza, il bisogno di vita non trova risposte nell'accoglienza, sia chiaro, perché nessuno di quelle donne e di quegli uomini, di quei bambini e di quelle bambine immaginano il proprio futuro nell'accoglienza, nella prima accoglienza: il loro bisogno di vita ha altre prospettive, altre esigenze, altri afflati. Però, rispetto all'accoglienza, vorrei eliminare la ridondanza emotiva e riportare tutti al pragmatismo, un pragmatismo che il Presidente Chiamparino e l'Assessore Cerutti hanno dimostrato in queste settimane e in questi mesi, cercando (appunto con pragmatismo) di dare le migliori risposte a quelle fondamentali esigenze.
A proposito delle voci del verbo, ve n'è un altro che è stato inserito non soltanto dal collega Marrone, ma anche da molti noi (oggi dal collega Marrone), che è il verbo "controllare". Certo, in uno Stato democratico il controllo è fondamentale ed è evidente che tutte le istituzioni devono concorrere affinché attraverso il controllo tutte le pratiche possano e debbano essere svolte nel migliore dei modi. Questo mi porta a dire e ci porta a dire, con estremo pragmatismo, che - come dicevo prima, eliminando la ridondanza emotiva in un senso o nell'altro, non vorrei dire alla raccolta del consenso - noi gli strumenti li abbiamo già, non abbiamo bisogno di ulteriori strumenti. La IV Commissione (politiche sociali) pu chiedere conto all'Assessore di quanto capita rispetto alla prima accoglienza e la Commissione legalità, presieduta dal collega Bertola, pu assolutamente inserire all'o.d.g. dei suoi lavori questo argomento chiedendo conto delle attività svolte.
Non vorremmo, come ho detto prima, che altre Commissioni riportassero questo argomento all'interno di una discussione che è una discussione - per carità del cielo! - legittima, ma molto lontana dal profilo che ho voluto dare al mio intervento. Per questa ragione, il Gruppo del Partito Democratico non voterà la proposta del collega Marrone; voterà con convinzione l'ordine del giorno che ha come primo firmatario il collega Giaccone.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Io interverrò, anche se brevemente, su tutti e due gli atti di indirizzo.
Per quanto riguarda quello presentato dal Consigliere Giaccone sui profughi, mi verrebbe da dire che non ci dovrebbe essere bisogno di presentare un atto di indirizzo di quel tipo perché, se parliamo di profughi - e, ripeto, l'atto di indirizzo parla solo di profughi e rifugiati, quindi non apre la questione sui migranti, rispetto alla quale ci sono opinioni discordanti - stando ai profughi, ovviamente le leggi e le convenzioni internazionali, oltre che anche le spinte che possiamo avere tutti di tipo umanitario, dicono che bisogna accoglierli. Quindi, da questo punto di vista, possiamo essere assolutamente d'accordo.
Se si vuole fare un passo avanti, oltre a ribadire e mettere un punto fermo, da un lato, sulle normative e, dall'altro, sugli obblighi anche morali, ripeto, se vogliamo fare un passo in avanti, dobbiamo però anche ragionare tutti un momento sulle cause, su ciò che porta ad avere una situazione come quella attuale di fiumane di persone, di profughi che attraversano l'Europa per fuggire da una determinata situazione. Bisogna farlo, perché magari tutti insieme - poi la Regione in questo ha delle competenze che sono piccole: siamo una goccia nel mare - bisogna anche contribuire a creare una situazione per cui questi profughi non ci siano più.
Riguardo alla Siria, interrogandoci sulle cause, dobbiamo pensare anche alla vendita di armi. L'Italia è il primo Paese europeo per vendita di armi alla Siria.
Quindi, queste domande ce le dobbiamo fare, altrimenti ci troviamo qua siamo tutti d'accordo, siamo tutti buoni e accogliamo i profughi, però poi non andiamo a risolvere i problemi alla fonte e alla radice. Certo non siamo noi dal Piemonte a poter fermare il traffico di armi e la vendita di armi, però anche su questo possiamo e dobbiamo fare sentire la nostra voce.
Per quanto riguarda invece l'atto di indirizzo presentato dal Consigliere Marrone, ferme restando le motivazioni positive - come è stato detto anche dal Consigliere Ravetti - dove c'è una gestione (e qui c'è una gestione), ci deve essere anche il controllo. E ovviamente devono essere denunciati e segnalati tutti i casi in cui la gestione non è chiara e ci sono soggetti che lucrano o che commettono atti illegali.
Oltre agli organi preposti per questo tipo di problemi, cioè la magistratura e le forze dell'ordine, è chiaro che se vogliamo alzare il livello di attenzione a livello politico e da questo Consiglio regionale c'è già la possibilità di farlo. La Commissione per la promozione della legalità ha avviato i suoi lavori il 9 settembre e in quella sede sono state raccolte tutte le prime proposte di intervento, di discussione e di approfondimento. Da quel punto di vista, la porta non è chiusa, anzi tutt'altro: è ancora aperta a proposte di approfondimento sui vari temi.
Quindi, fermo restando quello che potrà decidere l'Aula del Consiglio sull'atto di indirizzo del collega Marrone, vorrei ribadire che attualmente abbiamo già la possibilità di approfondire quelle questioni che attengono comunque alla legalità nella Commissione per la promozione della legalità.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Non mi dilungo su quanto è già stato ribadito. Sicuramente, però, anche in Consiglio regionale dobbiamo fare una seria riflessione.
Una frase attribuita a Kissinger è: "Qual è il prefisso dell'Europa?".
Kissinger, con grande ilarità, pochi anni fa disse: "Non ricordo se quella frase la dissi io, ma sicuramente per quanto sta avvenendo me ne prendo tutta la paternità".
Effettivamente, rispetto a quanto è stato detto, è chiaro che qua nessuno è insensibile all'aspetto umanitario, ma ci rendiamo conto che secondo una parte di questo Consiglio - e io ho firmato l'ordine del giorno del Consigliere Marrone - ci stiamo veramente muovendo in ordine sparso e stiamo creando i presupposti per qualcosa di veramente spiacevole.
Considerato che questo è un fenomeno che non è destinato a fermarsi, ma è un fenomeno tuttora in corso: pare che ci siano 220 milioni di persone perché è giusto chiamarle persone, comunque sia - che sono in transito per un'ondata immigratoria.
Quindi, se l'Europa non fa la propria parte e tutti insieme non ci si pone nell'ottica di trovare un accordo, è chiaro che rischiamo di creare dei disagi e non solo, ma un vero e proprio caos, anche nazionale e sopranazionale, perché un conto è l'aspetto umanitario e un conto è l'irresponsabilità e l'impreparazione con cui sia l'Europa sia gli Stati membri si stanno ponendo.
E' facile notare come questi Stati, che dovrebbero fare parte di quella entità politico-economica che si dovrebbe chiamare Unione Europea, si muovono in ordine sparso. Alcuni un giorno aprono le porte, il giorno dopo lasciano passare, poi rifiutano, poi si ricredono, poi costruiscono barriere, poi lasciano nuovamente passare, poi mettono il filo spinato.
Alcuni danno ospitalità per poi fare sgambetti e dare randellate.
Siamo stati derisi in passato anche come Lega Nord, ma tutto questo era stato previsto. Il fenomeno è stato sottovalutato ed assolutamente non considerato, ma adesso è fondamentale mettere in campo una politica estera seria.
Noi chiediamo delle regole serie, che ci sono ovunque in tutto il mondo e che ci sono state anche per l'ondata migratoria storica degli italiani.
Vorrei precisare che c'è un'ondata migratoria altrettanto preoccupante per quanto riguarda il nostro Paese, che è quella degli italiani che vanno all'estero. Questa non andrebbe dimenticata.
Ricordiamo che la causa di questa scarsa coesione di questa entità politico-economica che è l'Europa dovrebbe ripercuotersi in qualche gesto veramente plateale, perché noi non possiamo obbedire all'Unione Europea in tutto e per tutto e prenderci alla fine solo le cose negative. Ad esempio so che in questi giorni è stato rimandato indietro il PSR con quasi 800 osservazioni.
Abbiamo dei burocrati che ci dettano legge e poi non siamo in grado di fare in modo che questa entità riesca a difendere i suoi confini.
Addirittura alcuni Paesi, e non sicuramente Paesi di ultimo piano, hanno sospeso Schengen. Su questo occorrerebbe fare una seria riflessione anche a livello piemontese.
Peraltro, parlando a nome della Lega Nord, la Lega Nord crede che il Piemonte abbia già dato e anche per le sollecitazioni che riceviamo dai Sindaci e da tutta la popolazione, riteniamo che non siamo più in grado di assorbire ulteriori ondate di persone.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non solo sull'ordine del giorno, ma anche su alcuni atti. Due per tutti: la concessione della struttura di Villar Pellice, la Crumiere, e il piano triennale sull'immigrazione approvato dalla Giunta, dove ci sono alcune parti di per sé singolari, come il concetto per cui i profughi sono lo strumento ideale per ripopolare i borghi alpini. Ognuno ha la politica di sviluppo delle zone alpine e appenniniche che crede.
Questa è quella che sta perseguendo questa Giunta. E dico appositamente "questa Giunta" perché almeno è venuta meno una giustificazione.
L'Assessore Cerutti è venuta due volte in sede di III Commissione a presentarci i numeri, non altro che i numeri.



(Commenti provenienti dai banchi della Giunta)



VIGNALE Gian Luca

I numeri, le presenze, le nazionalità e quant'altro. Dicendo "noi, in qualche modo, non entriamo nella gestione degli immigrati, perché lo fa la Prefettura". Tant'è che, in più di un'occasione, abbiamo chiesto formalmente il numero delle strutture che ospitano immigrati, il numero di coloro i quali sono presenti e quant'altro, ma nessuno di questi dati è stato ad oggi comunicato. Perché vi sono una serie di elementi che, se si vuole intervenire all'interno di questo aspetto, non si possono non tenere presenti.
Uno: che la Regione non faccia il suo compito. Pensare che un Ente come la Regione Piemonte possa gestire passivamente una dinamica simile dicendo "lo fa la Prefettura", mi sembra una scelta, come ho detto in altre occasioni, un po' semplice.
L'Assessore Cerutti, come ricordate, è molto presente nelle situazioni facili come il Gay Pride; in situazioni in cui bisogna difendere il genere e quant'altro; a ricordarci che dobbiamo chiamarla Assessora, in tutte quelle situazioni fondamentali per i cittadini piemontesi, ma un po' meno su un aspetto dirimente come quello dell'immigrazione.
Noi vorremmo conoscere o, almeno, vorremmo che la Regione Piemonte potesse conoscere i dati. Ciò anche solo per alcuni aspetti banali. Già solo dagli ultimi dati che lei ci ha fornito a luglio, noi sappiamo che circa 5-6.000 immigrati - che abbiamo censito, quelli che non abbiamo censito, ovviamente, non li contiamo e non stanno dentro questi numeri sono a spasso. Sono arrivati all'interno delle nostre strutture e la Prefettura li ha censiti con una modalità che fa dare ragione a chi dice "chiudiamo le Prefetture". Pensare, come si sta facendo, che si possano inviare decine di persone in piccolissimi centri senza che l'autorità principale di un Comune, cioè il Sindaco e l'amministrazione comunale intera, ne siano a conoscenza, se non poche ore prima dell'arrivo dei profughi, va tenuto in considerazione.
Come dicevo, abbiamo qualche migliaia di persone in giro. L'Assessore dice, molti ci dicono: "Sono in altri Paesi, perché più semplici del nostro". Vero, ma questa tesi era sostenibile fino a qualche tempo fa. Nel senso che, con la revisione del trattato di Dublino o, comunque, con l'accordo europeo che si sta perfezionando, è evidente che chi si farà carico di un certo numero di immigranti, si farà carico di quelli, e non di quelli più quelli che noi non identifichiamo alla frontiera o che facciamo andare via dai luoghi in cui dovrebbero avere una collocazione, perché ce li rimandano indietro. Il trattato, da questo punto di vista, è chiaro: chi identifica è responsabile di chi scappa. Questo è un aspetto.
Ve n'è però un secondo, oltre all'ordine del giorno che apprezziamo rispetto alla volontà di fraternità mondiale, che è sempre molto significativa. Vorremmo che si iniziasse a discutere anche di una modalità corretta che, per esempio, è quella che oggi ci contestano.
Perché la Germania può dire, con una modalità che poi ognuno valuterà "mi faccio carico di un certo numero di migranti"? Perché è un sistema che funziona semplicemente in questo modo: i migranti vengono censiti; stanno all'interno di un luogo, all'interno del quale, entro al massimo due mesi verificano se hanno i requisiti per riconoscere loro lo status di rifugiato o no; chi non ha lo status di rifugiato viene riaccompagnato al luogo di provenienza.
Anche in questo caso, bisogna fare attenzione ad usare le parole e le modalità di cui stiamo discutendo. Noi stiamo discutendo di persone che richiedono lo status di rifugiato. Noi stiamo dicendo che stiamo intervenendo per dare una via d'uscita a chi, vivendo in luoghi di guerra vivendo in luoghi in cui è a rischio la loro vita - come ricordava il Consigliere Ravetti - scappa per venire in Europa.
I cittadini piemontesi devono sapere che, su 100 persone che fanno domanda, solo a 12, se la percentuale non è cambiata, viene riconosciuto lo status di rifugiato. Ciò significa che 88 sono immigrati clandestini.
Tuttavia, non possiamo neanche definirli clandestini, perché sono immigrati che non hanno alcun titolo per rimanere in Italia, ma che noi non teniamo in luoghi di identificazione per rispedirli a casa loro e che ci costano 35 euro al giorno. Ognuno di voi può fare un calcolo: prendere 60 immigrati moltiplicare il numero per 365 per due, perché minimo sono due gli anni di permanenza, e vedere il risultato.
Qualcuno può dire: non possiamo confondere il dovere d'accoglienza con le risorse economiche. Io non so se non possiamo confondere, perché poi va spiegato ai cittadini piemontesi - e non solo, ma noi parliamo per il Piemonte - che sono in una situazione di grave difficoltà, quanto un immigrato costa allo Stato italiano. Poi non ci venite a dire: "I fondi dedicati sono europei". Non è vero. Perché una parte sono fondi europei che potrebbero essere dedicati per altre misure e, una parte, sono risorse dello Stato italiano. Una parte di questi fondi potrebbero essere utilizzati per le famiglie in difficoltà.
Noi, da una parte, discutiamo di un bilancio che non ha neanche le risorse per intervenire sulle dinamiche dei più deboli, sulle fasce sociali più deboli, sulle dinamiche più significative, come quella dell'assenza e della mancanza di una casa; dall'altra, invece, troviamo migliaia di luoghi, migliaia di case, migliaia di tetti sopra la testa per chi scappa dalla povertà. Va distinto, perché quelli che sono da noi scappano dalla povertà.
Allora bisogna dire che noi abbiamo scelto, come ha scelto il Governo nazionale. Il Governo nazionale ha scelto di aprire una porta, la prima sul Mediterraneo, attraverso cui è stato possibile venire in Europa. Da due anni a questa parte è stata fatta una scelta, una scelta errata, ma non solo perché sono arrivati molti immigrati all'interno del nostro Stato bensì perché ha creato una massa di popolazione che si è spostata. Se provate a sentire le interviste di chi arriva all'interno del nostro Stato c'è gente che è stata due anni in giro e che non sa quale fine abbia fatto moglie e figli. Noi abbiamo creato questo. Abbiamo alimentato un sistema malavitoso negli Stati di partenza; abbiamo alimentato, coprendoci gli occhi, un sistema malavitoso negli Stati di arrivo e nelle Regioni di arrivo. A nessuno sfugge, e non è sfuggito ai cronisti più attenti, che ormai c'è un servizio navetta di pullman dai porti siciliani alla stazione di Milano, che è gestito dalle organizzazioni criminali. E poi c'è un sistema - che non voglio dire che sia criminale, ma certamente molto molto, molto, molto lucroso - gestito da un certo numero di soggetti che non sono casuali. Si tratta di un affare miliardario in euro. Un sistema che si guarda bene dal farsi controllare, perché è un sistema quasi incontrollabile.
Io vorrei vedere se all'interno di questa regione si spendessero alcune centinaia di milioni di euro per un qualunque altro intervento fatto dallo Stato, senza che il Consiglio regionale e la Giunta regionale non si dedicasse a fondo.
Perché - e concludo - la Commissione di inchiesta è indispensabile? Perché le Commissioni, ad oggi, non hanno svolto il loro ruolo. Perché le Commissioni non hanno fatto un minimo di attività di controllo, salvo i due passaggi doverosi che il Consigliere Gallo ha fatto convocando l'Assessore Cerutti, che ci ha fornito alcuni numeri. Va benissimo, ma il problema è un altro. Non è quello di sapere quanti sono e quanti sono scappati. Il problema è di provare a governare una dinamica e una dimensione che oggi è sfuggita di mano. Altri Paesi ci stanno provando.
Faccio due esempi (e ho finito). Quello della Germania e quello della Gran Bretagna, posizione che noi riteniamo migliore, la quale, giustamente dice: "Noi mandiamo i nostri uomini nei luoghi di guerra e di sofferenza dello Stato; lì si fa domanda per venire in Gran Bretagna e da lì si arriva". In questo modo, elimineremmo l'affare degli scafisti e prenderemmo in considerazione le persone nelle aree davvero in difficoltà.
Se poi uno si vuole occupare delle povertà mondiali, questa è un'altra questione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
In realtà, l'intervento del collega Ravetti riassume perfettamente la linea del Gruppo - voto convinto all'o.d.g. presentato dal collega Giaccone e contrarietà per quello presentato dal collega Marrone - però il dibattito successivo mi impone di fare qualche considerazione aggiuntiva.
Il Capogruppo del Movimento 5 Stelle ha affermato - ed in punto di principio è corretto - che esistono convenzioni internazionali che fissano e riconoscono i diritti fondamentali dell'individuo e dell'uomo. Tuttavia basta ascoltare il dibattito su questi temi per capire che, purtroppo servono anche atti di indirizzo ed ordini del giorno, perché il fatto che esistano convenzioni internazionali, ed esista una Costituzione, quale quella italiana, che non a caso sui diritti sociali fondamentali parla di persone e non di cittadino, ci fa capire che, in realtà, spesso questi temi vengono ignorati e che, di fronte a fenomeni dalle dimensioni quali quelli prima ricordati (che oggi hanno il target particolare dello status di profugo, ma in generale attengono al fenomeno migratorio e alle profondissime disuguaglianze, povertà e drammi che la gran parte della popolazione mondiale vive), il disinteresse verso questi temi è il tema più all'ordine del giorno di tutti.
Nessuno in quest'Aula nasconde la difficoltà di governare e di gestire un tema tanto delicato; e credo che chiunque, tra coloro che si recano correndo serissimi rischi, in Europa o in Occidente per cercare una prospettiva di vita diversa, se potesse eviterebbe questo tipo di realtà.
Temo che, di fronte ad una prospettiva di morte certa o di povertà conclamata che non permette una vita dignitosa, spesso si accetti l'idea di una morte incerta o possibile, o di un rischio gravissimo, pur di dare una qualche prospettiva di vita un po' più positiva ai propri figli o ai propri familiari.
Noi non possiamo chiudere gli occhi dinanzi a questo, dinanzi al tema delle profonde ingiustizie che forse - anzi, senza il forse - anche nel mondo occidentale hanno precise responsabilità.
Detto ciò, l'ordine del giorno non arriva a monte di un intervento della Giunta, perché se uno ascoltasse il dibattito da fuori, e quindi si limitasse a registrare gli interventi, penserebbe che la Giunta l'esecutivo della nostra Regione (quindi la Regione), finora sia stata a guardare e ad attendere sul tema.
Ricordo ai colleghi che proprio il Bollettino Ufficiale di qualche giorno fa riporta la pubblicazione della delibera di Giunta regionale datata 5 agosto 2015, in cui si approva il Piano Regionale di Accoglienza dei flussi non programmati per le annualità che vanno dal 2014 al 2020.
Questo piano, pur nella necessaria sintesi e speranza di efficacia, non si limita a riportare dati e numeri e a fotografare una realtà, ma indica una serie di azioni su cui la Regione si impegna ad agire ed ha già iniziato ad agire: l'individuazione dell'hub a livello regionale, azioni di seconda accoglienza, redazione di un protocollo di intesa con tutte quelle realtà del mondo del volontario che contribuiscono a gestire questa problematica, attività formative, un'interlocuzione con gli enti gestori nel territorio regionale e, infine, una promozione di accordo con i Ministeri competenti del Lavoro e delle Politiche sociali che hanno competenza diretta sul tema.
In realtà, quindi, la ragione dell'ordine del giorno, nell'Aula più rappresentativa del consesso regionale, è proprio quella di porre un'enfasi maggiore sulle nostre responsabilità, da cui noi possiamo tirarci indietro e non possiamo limitarci a denunciare, com'è giusto denunciare quando ci sono, le patologie del sistema, per giustificare, indirettamente, il disinteresse al problema e il disimpegno sul medesimo.
Concordo sul fatto che abbiamo strumenti costituiti, di cui uno ricostruito recentissimamente, proprio per vigilare dal punto di vista della legittimità. Non è il caso di inventare o di creare nuove Commissioni o nuovi organismi, perché la mia opinione è che se ci si impronta tanto sull'etichetta specifica che l'organismo di indagine vuole avere, in realtà l'interesse specifico non sia tanto di indagare sulla specificità di quel problema, quanto quello di segnalare che, di fronte ad un'opinione pubblica, giustamente spaventata da come si può e si deve gestire un fenomeno così complesso, c'è qualcuno che dice: "Ci pensiamo noi blocchiamo, indaghiamo e fermiamo". Come se fosse possibile, con la costruzione di un muro o un filo spinato, o con navi che presidiano il Mediterraneo, bloccare quella che è la conseguenza, purtroppo necessaria di una profonda ingiustizia che divide il mondo in due aere: una minoritaria come popolazione più fortunata e una, maggioritaria come popolazione, dove la sofferenza, la guerra e la fame dominano.
Dico anche che se la stessa enfasi con cui trattiamo questi temi - la cui centralità è indiscussa - la ponessimo anche quando, per esempio mesi fa, si ragionava sul piano che sempre questa Giunta ha portato all'attenzione del Consiglio (poi approvato dallo stesso Consiglio), per quelle azioni di cooperazione decentrata ed internazionale che sono le azioni con cui un sistema cerca di intervenire nelle altre aree del mondo per creare condizioni affinché la dignità della vita delle persone che vivono in quei Paesi possa accrescersi, creando le condizioni per una vita serena proprio in quei Paesi, forse avremmo fatto ancora di più la nostra parte.
Questa maggioranza, con le poche risorse a disposizione, con le differenze e con l'approvazione dei piani che ho cercato prima di ricordare, sta cercando di lavorare e di svolgere la propria parte.
Ci auguriamo che in questa battaglia di civiltà ci si trovi in tanti e con il giusto entusiasmo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Graglia; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Intervengo su un tema delicatissimo che mi sta molto a cuore soprattutto dal punto di vista cristiano.
Purtroppo condivido pienamente le parole del collega Vignale; dico "purtroppo", non perché le ha dette il collega Vignale, che ovviamente ha tutta la mia stima, ma per il fatto di aver detto cose vere che non bisognerebbe dire in questa sede, ma che dovrebbero essere naturali.
Condivido anche la posizione del collega Appiano e della maggioranza perché non è una questione di civiltà: non è che la maggioranza, votando in un modo, è più civile della minoranza che voterà in un altro modo.
I presupposti da cui parto sono ovviamente cristiani.
Capiamo benissimo che sono viaggi di speranza di persone che fuggono dalla guerra, e quindi non sono contrario e non dico no ai profughi, che assolutamente devono essere aiutati, ma ritengo che il problema debba essere risolto alla base, cioè occorre creare dei presupposti per cui queste persone non siano costrette a fuggire in un viaggio che, spesso, li porta anche alla morte.
Ma noi stiamo dicendo una cosa ben diversa. La richiesta di questa Commissione speciale è solo la richiesta di un controllo maggiore e di una regolarizzazione maggiore. Il fatto che esistano già altri organi predisposti non vuol dire niente, perché mi sembra di capire che comunque il problema persista: non è che noi sappiamo chi entra sul nostro territorio e questa è un'esigenza ma anche un diritto che abbiamo, anche perché - l'ha detto prima bene il collega Vignale - ci sono delle organizzazioni mafiose che lavorano in tal senso e - l'ha detto anche il Papa - ci sono delle infiltrazioni possibili dell'ISIS. E' assolutamente un nostro diritto, quindi, sapere chi entra sul nostro territorio.
Ribadisco, tra l'altro, la posizione che Silvio Berlusconi ha enunciato a Fiuggi solo sabato scorso, e cioè che dobbiamo andare incontro a questi profughi e cercare di risolvere il problema. Poi, non vado nel merito di certi eccessi. E' ovvio che non possiamo pensare di ripopolare i Comuni montani con i profughi; questo l'abbiamo capito tutti.
E' indubbio, in ogni caso, che le nostre Amministrazioni siano in difficoltà ed è indubbio che nell'organizzazione dell'accoglienza ci siano delle falle; basta parlare con i nostri Sindaci e i nostri Amministratori.
Dobbiamo anche chiederci perché, spesso, i pullman arrivino nei nostri Comuni di notte.
E' chiaro che la gestione dev'essere un po' modificata, così com'è assurdo vedere gli atteggiamenti di qualche profugo per cui tutto è dovuto.
Queste persone devono assolutamente capire anche il fatto che noi abbiamo una buona volontà e devono apprezzare gli sforzi fatti in questa direzione.
Condivido anche il pensiero delle forze dell'ordine con le quali ovviamente, come Amministratori, siamo in contatto. Concordo con il fatto che queste persone, essendo precarie, non hanno alcun interesse a creare problemi, anche se questa è una frase che lascia il tempo che trova.
Il mio intervento, quindi, è solo per dire che non diciamo "no" ai profughi, ma che chiediamo l'istituzione di un'ulteriore Commissione di inchiesta per cercare di risolvere un problema che comunque esiste. Noi cioè, dobbiamo sapere chi entra sul nostro territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

Mancano due minuti alle 13 e credo non ci sia spazio per altri interventi, altrimenti il Consigliere Valetti, che è iscritto a parlare "splafonerebbe" di sicuro.
Interrompiamo qui i nostri lavori e riprendiamo alle ore 14.30 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Buon appetito a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.58)



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