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Dettaglio seduta n.9 del 23/09/14 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(I lavori iniziano alle ore 14.34 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta - Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Interrogazione a risposta immediata n. 65 presentata dal Consigliere Rostagno, inerente a "Sostegno ai poli turistici minori per realizzare un sistema regionale omogeneo e integrato in vista dell'Expo 2015"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
65, presentata dal Consigliere Rostagno, che ha la parola per l'illustrazione.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
L'interrogazione nasce dalla considerazione della bell'opportunità che abbiamo - come territorio piemontese, ma ovviamente vale per tutta l'Italia dell'Expo 2015: occasione ghiotta per molti argomenti e, ovviamente, per il nostro sistema turistico, sia per l'indotto diretto dell'evento sia per la possibilità dell'aspetto promozionale.
La domanda che ho posto è di duplice effetto. Il primo: ovviamente rispetto a quest'evento il Piemonte si sta muovendo e sarebbe importante che la Regione facesse una regia in modo tale che la promozione avesse una veste coordinata, rispetto alla percezione che il fenomeno può avere dall'esterno.
Secondo: sul nostro territorio ci sono delle aree che sono più avanti nello sviluppo turistico e nella sua promozione (penso a Torino o a Venaria), che, per gli investimenti che sono stati fatti in passato e per la forza che hanno adesso, sono ovviamente in grado di proporsi, e altri territori che, invece, sono più deboli.
Vorrei capire cosa può fare la Regione per far sì che la forza che hanno messo e stanno mettendo in atto alcuni territori sia di trascinamento per i territori più deboli, che con quest'occasione potrebbero, se non mettersi al passo, sicuramente fare dei passi in avanti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessore al turismo

Fin dal nostro arrivo in Regione - tre mesi fa - stiamo lavorando per l'Expo in tre direzioni: la prima è quella che prevede la nostra presenza all'interno di Expo, costruendo un palinsesto nel contesto degli spazi che la cabina di regia formata da Regione Piemonte, Città di Torino Unioncamere e Camera di Commercio individuerà all'interno di Expo.
Sono in fase di definizione tutti gli spazi che verranno utilizzati: avremo sicuramente a disposizione due settimane cosiddette "di protagonismo", più una settimana espositiva. La settimana di protagonismo e quell'espositiva saranno nel mese di giugno 2015, mentre la seconda settimana di protagonismo sarà nel mese di ottobre.
Stiamo chiedendo a tutti i territori, attraverso le ATL e, ovviamente dialogando con i Sindaci, di segnalarci gli interessi precipui, cioè le filiere, sia di prodotto sia di promozione territoriale, che vorrebbero rappresentare all'interno di Expo.
La seconda modalità di lavoro è quella di costruire, così come è stato fatto per Torino, un palinsesto, sia di eventi culturali sia di itinerari turistici, che abbiamo denominato Expie. Un palinsesto che stiamo elaborando in collaborazione con le ATL e i Sindaci e che verrà utilizzato in due modi: da una parte sarà veicolato attraverso un sito web, che stiamo realizzando in collaborazione con la Città di Torino, in cui verranno caricati entrambi i palinsesti (Exto ed Expie), tenendo presente che Torino sarà uno degli hub dell'Expo, essendo a 35 minuti di treno da Rho.
Dall'altra sarà promozionato integralmente con una regia regionale, che stiamo definendo.
La terza direttiva su cui stiamo lavorando, sempre in collaborazione con le ATL e le attività produttive, è quella relativa ai trasporti immaginando degli "shuttle" che colleghino Rho con delle filiere di prodotto. Al momento stiamo lavorando con l'ATL di Alba su un'ipotesi di "Barolo Express", piuttosto che con l'ATL di Biella, sul tema cashmere.
Questo è, allo stato attuale, il lavoro che stiamo svolgendo. E' ovvio che si tratta di un lavoro in itinere: venerdì, ad esempio, abbiamo avuto un incontro con i Sindaci del quadrante VCO-Biella-Vercelli-Novara e, in taluni casi, si stanno ancora approntando alcune questioni, quindi non è un lavoro concluso. Il nostro obiettivo è quello di riuscire a portarlo a termine entro il 15 ottobre, ma naturalmente c'è ancora il tempo per aprire un dialogo.
Le modalità di lavoro sono quelle di creare dei sistemi territoriali ampi, di promozione turistica, perché non potremo promozionare le singole caratteristiche, ma solo dei sistemi allargati; pertanto, stiamo cercando di mettere insieme diverse manifestazioni per riuscire a creare percorsi strutturati.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 67 presentata dal Consigliere Bono inerente a "Condizioni lavorative dell'ex organico della società Villa Cristina S.p.A. assunto dalla Cooperativa EsseTre del Gruppo Orpea Italia S.p.A."


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 67 presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
E' difficile riassumere in tre minuti una vicenda che dura da diversi anni, che ho seguito direttamente con due interrogazioni ed un ordine del giorno nella scorsa legislatura e che cito anche in quest'interrogazione.
La situazione è la seguente: la clinica "Villa Cristina S.p.A.", che aveva accreditati 151 posti letto per cura delle patologie neuropsichiatriche, è stata chiusa nel 2012 per mancanza dei requisiti strutturali. Una questione che andava avanti da anni in quanto la struttura non era nata per questo e non aveva i requisiti fondamentali per svolgere questa principale funzione.
La proprietà e, pertanto, i posti letto sono stati acquistati dal gruppo multinazionale francese Orpea, che, in un primo tempo, doveva porre i posti letto nella struttura ex Richelmy. Ricordo che nella scorsa legislatura ci fu il tentativo, da parte dell'Assessorato, di portare i posti letto all'Amedeo di Savoia, cercando di risolvere anche una delle grandi problematiche della città di Torino: l'Ospedale Amedeo di Savoia che non ha una sede consona alle patologie infettive che tratta e che richiederebbero altri standard strutturali.
L'accordo tra la Regione e la multinazionale ha portato, alla fine, al trasferimento dei posti letto nella provincia di Novara (a 150 chilometri da Torino) e, con esso, anche i lavoratori. Per mesi, i lavoratori torinesi andavano con un pulmino aziendale a Nebbiuno, sul Lago Maggiore, nell'alto Vergante, facendo turni di 12 ore più quattro di viaggio (due la mattina e due al ritorno). Questo - capite - con estreme difficoltà.
In seguito, ci sono state delle contrattazioni con la multinazionale Orpea, che ha obbligato i lavoratori a passare alla cooperativa sociale "EsseTre", con un contratto peggiorativo rispetto a quello siglato prima con l'Aiop e poi con l'Aris, perdendo una serie di parti stipendiali.
Nell'accordo firmato dalla Regione, doveva essere mantenuto lo stesso livello stipendiale e i lavoratori avrebbero dovuto, via via, essere reintegrati tutti a Torino nella struttura ex Richelmy, che adesso è adibita a struttura RSA. Ciò ancora non è avvenuto, alcuni lavoratori ancora sono rimasti a Nebbiuno. E' stato loro tolto il pulmino, quindi oggi si devono organizzare con mezzi propri per arrivare al lavoro; la società doveva erogare 250 euro mensili a titolo di copertura degli oneri per il trasferimento dei lavoratori, ma questo quid stipendiale non è stato erogato.
Quindi, c'è tutta una serie di problematiche, non ultimo il citato problema contrattuale con la cooperativa EsseTre, rispetto al quale in Commissione spero si apra ancora una discussione con l'Assessore e con l'Assessorato, per comprendere come si intenda la funzione delle cooperative, che non dovrebbero svolgere intermediazione tra quella che, di fatto, è una multinazionale e i servizi erogati dalla Regione Piemonte.
Chiudo, perché il tempo è tiranno, sottolineando un ultimissimo punto che riguarda i posti letto nella provincia di Torino: alla fine, abbiamo perso 151 posti letto per pazienti con patologie neuropsichiatriche, che non sono stati ristabiliti. Allora, chiederei quale è la posizione dell'Assessore, visto che c'è una nuova Giunta e c'è un nuovo Assessore, e quali potranno essere gli sviluppi della situazione nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il collega Bono ha ricostruito, anche nei particolari, questa vicenda che, com'è stato ricordato, nasce nel 2012, quando il mio predecessore Monferino se n'era occupato attraverso un'intesa del 21 settembre e, poi mi pare, addirittura anche in una delibera di Giunta regionale del 18 ottobre 2011.
L'Assessorato aveva allora definito quest'intesa. I termini sono quelli ricordati: li riprendo velocemente anche per rispondere alle domande specifiche che sono state poste.
In base a quell'intesa, la società Orpea Italia s.r.l. si impegnava a definire, entro il termine di pochi giorni, un progetto idoneo a garantire temporaneamente parte delle attività di neuropsichiatria, a suo tempo autorizzate e provvisoriamente accreditate, presso la Casa di cura Villa Cristina e presso idonee strutture, che avrebbero comunque dovuto essere oggetto di autorizzazione e accreditamento regionale.
Contestualmente, la Regione si era impegnata, subordinatamente alla valutazione della conformità del progetto, alla normativa del settore vigente e alle linee della programmazione socio-sanitaria regionale, nonch alla valutazione della sostenibilità economica e ad una serie di punti precisi, ad avviare un percorso di revisione del titolo autorizzativo e del provvisorio regime di accreditamento da residuare in capo alla Casa di cura privata Villa Cristina, tenendo conto della proposta di variazione nosologica da parte dei posti letto neuropsichiatrici.
In più, si era inteso avviare le correlate procedure di competenza per la verifica della sussistenza dei requisiti di autorizzazione e accreditamento.
Contestualmente, la società Orpea Italia, a fronte del problema occupazionale, come è stato ricordato, conseguentemente alla sospensione dell'attività sanitaria presso la Casa di cura Villa Cristina, si era impegnata a garantire un immediato reimpiego, presso altre strutture socio sanitarie di proprietà del gruppo, del personale ancora in attesa di ricollocazione.
Al termine dell'iter amministrativo, avviato su istanza della società Villa Cristina, volto al rilascio del parere ex articolo 8, per il trasferimento, la situazione è praticamente questa.
Per quanto concerne la tutela dei lavoratori della struttura, la società Villa Cristina titolare dell'omonima Casa di cura, ha sottoscritto diversi accordi sindacali (31 ottobre 2012, 26 febbraio 2013, 9 aprile 2013), che stabilivano, tra l'altro, quanto segue: in caso di sostituzione di personale già operante presso altre strutture del gruppo Orpea, di cui la società Villa Cristina fa parte, o nel caso di nuove attivazioni, la società si impegnava a dare priorità vincolante di assunzione al personale mobilitato presso la sede di Nebbiuno, come è stato ricordato, secondo una graduatoria definita. In più c'era il riavvio dell'attività produttiva presso la sede di Nebbiuno, che ha permesso la ripresa dell'attività lavorativa dei dipendenti mediante un graduale e alternato richiamo in servizio dei medesimi, condizionato al progressivo reinserimento dei pazienti nella nuova struttura.
Tutti questi punti sono stati integrati da un altro accordo sindacale sottoscritto tra Villa Cristina e i rappresentanti sindacali CGIL-CISL-UIL che ha disciplinato il passaggio del personale ricollocato presso la sede di Nebbiuno nella struttura socio-assistenziale Richelmy di Torino anch'essa facente parte del gruppo Orpea.
Per tornare all'attualità, dopo questo richiamo ai fatti - ho aggiunto pochissime cose a quanto detto dal collega - la situazione è praticamente questa, sulla base di una comunicazione che oggi ci ha inviato la società Orpea. I dipendenti presenti nella graduatoria del 31 ottobre 2012, rimasti per loro scelta presso la sede di Nebbiuno, sono attualmente 22 su 93. Il servizio navetta è cessato il 10 agosto scorso. Ai lavoratori verrà riconosciuta fino al 31 gennaio 2016 un'indennità sostitutiva di 250 euro mensili, riproporzionata in base ai giorni di effettiva presenza in servizio; la prima erogazione sarà inserita sulle buste page di settembre 2014, che ha come riferimento le variabili del mese di agosto 2014.
Queste sono informazioni recenti; eventualmente, se il collega ritiene necessario un approfondimento in Commissione, quando sarà richiesto raccoglierò ancora ulteriori elementi per dare risposte più puntuali sulla base di questa ulteriore comunicazione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Interrogazione a risposta immediata n. 72 presentata dal Consigliere Sozzani, inerente a "Piemonte assente al cluster del riso - dichiarazioni Assessore Parigi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 72, presentata dal Consigliere Sozzani, che ha la parola per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie.
Dalle informazioni giornalistiche ho appreso le dichiarazioni dell'Assessore Parigi relativamente all'abbandono del progetto cluster del riso, tra l'altro nella regione che è la maggiore produttrice di riso in Italia e una delle maggiori produttrici in assoluto in Europa.
Ora, mi sono preoccupato di svolgere una verifica. Il Presidente dell'Ente Nazionale Risi, Carrà, da me contattato, ha detto che non è vero che loro hanno rinunciato al cluster del riso, semplicemente non avevano mai aderito fin dall'inizio, essendo loro presenti all'Expo nell'ambito del padiglione della Federalimentare. Questo, però, pone un problema sostanziale, perché il termine inglese "cluster" significa "gruppo" rappresenta una posizione della nostra Regione nell'ambito di una vetrina internazionale, come quella dell'Expo, che evidentemente diventa fondamentale. Voi lo sapete che il titolo dell'Expo 2015 richiama anche la cultura del cibo e lo sviluppo sostenibile attraverso il cibo.
Ora, la Giunta precedente aveva deliberato quasi tre milioni per la partecipazione a quest'evento e questa deliberazione era solo ed esclusivamente per la verifica nell'ambito della partecipazione, quindi senza entrare nel merito della definizione puntuale di quanto costasse in modo definitivo l'attività legata alla nostra presenza all'Expo; per evidentemente, mancare in una vetrina internazionale rispetto - utilizzo la parola italiana di cluster - ai gruppi che parteciperanno, vuol dire lasciare la vetrina solo ai produttori di riso extraeuropei, in particolare ai cambogiani e ai paesi a basso costo della manodopera, cioè a quei paesi che già fanno concorrenza ai nostri risicoltori, che così potranno incidere maggiormente dal momento che noi saremo assenti.
E' vero che noi possiamo fare attività diversa, ma quel momento, data la vetrina internazionale che avrà parecchie decine di milioni di visitatori, era sicuramente importante per far conoscere la nostra realtà e le eccellenze prodotte nella nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessore alla cultura

Innanzitutto, va detto, come lei ha ricordato, che il cluster del riso aveva un costo di due milioni e otto di euro, cifra che, praticamente rappresentava, posto che Camere di Commercio e Unioncamere hanno diminuito molto il loro impegno economico in seguito alle leggi di cui voi sapete rappresentava praticamente l'80% del bilancio destinato a Expo. Questo avrebbe voluto dire che veniva abbandonata completamente la promozione territoriale, cosa che non abbiamo assolutamente ritenuto opportuna, perch ci è sembrato più utile investire e supportare delle persone nei nostri territori.
Ma al di là di questa considerazione di carattere strategico ed economico, il cluster del riso e i cluster in generale sono stati immaginati come dei Paesi europei o dei prodotti leader europei che pagano per dei produttori dei Paesi emergenti o del Terzo mondo.
Avevo fatto una verifica, sia con l'Ente Risi sia con i produttori, e quest'assetto veniva giudicato non interessante, perché i Paesi produttori emergenti o del Terzo mondo sono esattamente i loro competitor, quindi nell'incontro con l'Ente Risi, fin dal primo momento, fin dall'origine di questo progetto loro avevano espresso delle perplessità, tant'è che hanno preferito aderire al Padiglione di Federalimentari (mi sembra).
Oltretutto, parlando con i produttori ci è sembrato più strategicamente utile, anziché confondersi con gli altri produttori, attuare la tattica di portare le persone nei territori, di portarle a vedere le riserie e quindi questa è stata la scelta che abbiamo condiviso con tutti gli attori del territorio.


Argomento: Trasporti aerei

Interrogazione a risposta immediata n. 71 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Aeroporto di Cuneo Levaldigi - Dichiarazioni del Presidente Chiamparino"


PRESIDENTE

Esaminando ora l'interrogazione a risposta immediata n. 71, presentata dal Consigliere Graglia, che ha la parola per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

La ringrazio, Presidente.
Questa interrogazione nasce dal fatto che abbiamo letto sugli organi di stampa le dichiarazioni del Presidente Chiamparino, sempre che corrispondano a verità. Se mi permette, le cito: "Lo scalo di Cuneo Levaldigi deve vivere non con i soldi pubblici della Regione. Mettiamo i soldi oggi destinati a Levaldigi per finanziare le iniziative di promozione di Caselle. Non abbiamo intenzione di far vivere quella società, che l'anno prossimo avrà sicuramente un deficit".
Allora, considerato che un finanziamento di circa 200.000 euro, tramite Finpiemonte Partecipazioni, consentirebbe di proseguire la fase di rilancio e di sviluppo dello scalo e ciò renderebbe anche sostenibile il disavanzo della società senza gravare sui contribuenti, potrebbe evitare l'isolamento del territorio cuneese e salvare anche alcuni posti di lavoro, volevo sapere qual era la reale intenzione della Giunta a questo riguardo.
Infine, Assessore, volevo chiedere se al termine della sua risposta potevo avere una copia scritta. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere, le risposte scritte le hanno tutti gli interroganti, non c'è problema.
La parola all'Assessore De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore alle attività produttive Grazie, Presidente.
Consigliere, mi scuso, ma non ho una risposta scritta. Ho solo degli appunti, perché di solito non leggo esattamente pezzi di carta che mi sono stati messi in mano.
Vorrei intanto distinguere una questione immediata e una più di prospettiva. La questione immediata è la prossima assemblea di GEAC, la società che gestisce l'aeroporto di Levaldigi, che dovrà prendere atto del fatto che quella società ha consumato il suo capitale sociale: ad oggi, ha un patrimonio netto negativo. Questo segue ad anni - naturalmente non è un fatto solo di quest'anno - di risultati di gestione negativi.
L'orientamento della Regione è di non accedere a una ricapitalizzazione in occasione della prossima assemblea, sulla base del fatto che non sussistono, ad oggi, in nessuna forma, piani industriali credibili che ci garantiscano che, d'ora in avanti, la società possa essere avviata su un percorso di recupero di efficienza economica, quindi di un conto economico positivo.
Il fallimento del bando per la ricerca di un partner privato conferma purtroppo, la situazione difficile in questo momento, dovuta evidentemente anche a una più generale difficoltà degli aeroporti, soprattutto in Piemonte, per effetto della crisi economica e anche per il fatto che quella società di gestione aeroportuale non pare avere all'intorno un bacino di utenza sufficiente a remunerare i costi di gestione della società stessa (i margini, per le società aeroportuali, oltretutto si sono ridotti dappertutto).
Rispetto a ciò che si prospetta nella prossima scadenza (l'assemblea di GEAC), l'orientamento assunto è quello che le ho appena riportato. Altra questione è chiedersi: superato questo passaggio, cosa potrà essere non tanto di quella società, ma diciamo di quella struttura di quell'aeroporto? Su questo effettueremo gli approfondimenti del caso, tenendo naturalmente in considerazione le questioni che lei solleva nella sua interrogazione e quindi, da un lato, quelle che possono essere le esigenze del territorio e dall'altro, il tema dei dipendenti della società, avendo tuttavia ben presente che, intorno a quella vicenda, a quella società e a quello scalo occorre ricostruire un quadro di compatibilità economica.
Non è sostenibile da un punto di vista economico-finanziario e non è sostenibile neanche da un punto di vista normativo continuare a ripianare deficit; questo potrebbe, oltretutto, portarci a una procedura di infrazione da parte dell'Unione Europea. Quella è una società privata e non si possono ripianare deficit di una società commerciale a ripetizione: questo è proprio tassativamente vietato e, ripeto, potrebbe portarci addirittura a una procedura di infrazione da parte dell'Unione Europea.
All'interno di queste compatibilità da verificare, certamente non mancherà l'attenzione della Giunta rispetto a possibili soluzioni per quell'infrastruttura.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 66 presentata dal Consigliere Gariglio, inerente a "Impiego off label di farmaco a base di bevacizumab presso l'Ospedale Oftalmico"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 66, presentata dal Consigliere Gariglio, che ha la parola per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Sappiamo che la maculopatia è una malattia degenerativa diffusa ed è una delle cause più frequenti di perdita complessiva della vista.
Negli anni la pratica empirica ha portato ad utilizzare per la cura della maculopatia un farmaco a base di bevacizumab. Un farmaco registrato per altre patologie, ma questo è un utilizzo cosiddetto off label.
L'utilizzo off label, cioè fuori dalle prescrizioni del bugiardino (passatemi questo termine atecnico) è stato, in qualche modo, coperto da una decisione dell'AIFA del 10 giugno 2014, con cui l'AIFA si è espressa a favore di questo utilizzo, individuando una serie di condizioni indispensabili a tutela della salute dei pazienti. L'utilizzo del farmaco può comportare anche delle controindicazioni.
Il rispetto delle condizioni di AIFA è necessario per prevenire l'insorgere di reazioni avverse di tipo sistemico, quali emorragie oculari e non oculari, ed eventi tromboembolici arteriosi.
Noi partiamo da un'osservazione. Pare, ed è quello che chiediamo, che presso il Presidio Ospedaliero Oftalmico di Torino il suddetto farmaco venga utilizzato in condizioni non conformi alle prescrizioni di AIFA (per certi versi non ci stupisce, conoscendo la prassi di non governo dell'ASL TO1).
In particolare, ci pare che non vengano seguiti i protocolli e i piani terapeutici, quindi che non siano rispettate le modalità prescritte da AIFA, tuttavia lo appureremo presto, perché basterà chiedere se il protocollo terapeutico e il piano terapeutico sono stati effettuati per ogni utilizzo.
Ci risulta, inoltre, che la Regione non abbia ancora fatto la sua parte, cioè non abbia ancora indicato quali sono i centri autorizzati a manipolare queste fiale per crearle in dosi utili per l'utilizzo off label.
Si dice anche - ma non si dice, quindi vale quello che vale, ma è opportuno porgere attenzione - che in centri privati si faccia uso di questo farmaco anche dietro costi sopportati dai pazienti, seppure privatamente, molto onerosi.
Voglio sottolineare una dichiarazione importante: "L'Italia è l'unico Paese in cui non si è verificata nessuna reazione avversa all'utilizzo di Avastin per via intraoculare, quando in altri Stati si va dall'1% di reazioni gravi al 28% di reazioni lievi. Per questo sospettiamo un'associazione a delinquere mirata a non segnare volontariamente le reazioni avverse". Queste sono parole di Luca Pani, Direttore generale di AIFA, in Parlamento, in un'audizione della Commissione Affari Sociali della Camera.
Siccome emerge questo problema, denunciato apertamente il 29 luglio scorso in Parlamento, vogliamo sapere, anzitutto, se corrisponde al vero che ci sia un uso non conforme alle prescrizione di AIFA e, soprattutto sollecitare, a seguito di ciò, l'Assessorato affinché si faccia attenzione su questo utilizzo e la Regione faccia quanto prima la propria parte per individuare i centri che possono manipolare questo farmaco e quindi somministrarlo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il Consigliere Gariglio ripropone un tema - non so se il Consiglio avesse avuto modo di discutere in passato - che, sicuramente ha avuto un grande spazio nei giornali e in televisione. Tra marzo e maggio questo tema era salito agli onori della cronaca nazionale in tutta la sua gravità.
L'Antitrust aveva deciso una multa di 180 milioni, che ha colpito tutte e due i colossi farmaceutici, la Roche e la Novartis che, per la verità, mi pare facciano riferimento allo stesso gruppo, una società svizzera, ma i proprietari sono gli stessi.
L'Antitrust aveva comminato quella multa perché, di fatto, i due colossi farmaceutici avevano ostacolato in modo illecito la diffusione di un farmaco più economico, Avastin, per la cura della maculopatia, com'è stato prima ricordato, a vantaggio della Lucentis, che costava molto di più (dieci volte tanto, mi pare 800-900 euro a fiala).
Ricordo anche gli interventi della Procura di Roma e della Procura di Torino, che hanno aperto inchieste con gravi imputazioni (mi pare che l'inchiesta abbia riguardato il comportamento dell'AIFA). Prima di entrare nel merito, dico subito che ieri ho chiesto una nota di chiarimento all'ASL TO1 per vedere se le indicazioni dell'AIFA sono state rispettate in termini di trattamento del prodotto (ho qui la nota sottoscritta dal Direttore Sanitario e dal responsabile della farmacia). Mi viene risposto, in modo esplicito, che le modalità di funzionamento e di utilizzo del medicinale sono corrette, quindi rispettano tutte le indicazioni fornite dall'AIFA.
Detto questo, volevo aggiungere un'altra considerazione. E' chiaro che noi ci troviamo di fronte ad un tema molto complesso. Si sa perfettamente che la molecola della Lucentis e la molecola dell'Avastin sono la stessa cosa, ed era stata fatta in modo evidente un'operazione illecita, da parte delle due case farmaceutiche, che hanno creato grandi problemi. Ho riletto la cronaca di quegli anni e, in qualche maniera, il fatto che venisse prospettato, con quelle modalità decise dall'AIFA, un nuovo medicinale, ha indotto le aziende pubbliche a non fornire più l'Avastin, determinando grandissimi problemi.
Sicuramente c'è ancora tutta una parte della vicenda che deve essere chiarita; i comportamenti delle due case farmaceutiche sono stati, possiamo dire, cinici, perché si trattava della salute delle persone. Potrei citarvi tutte le interviste fornite da tanti malati che hanno dovuto subire il gioco delle due società, che hanno deciso di mettere da parte un farmaco che costava poco per vendere quello più costoso.
Ci sono risvolti di carattere giudiziario, ma posso confermare al Consigliere Gariglio che questa è la dichiarazione, non ho dubbi di pensare che non sia così. Ora, è chiaro che se ha elementi e risulta che questo non viene rispettato, ovviamente ci sono problemi di responsabilità di chi, in qualche maniera, deve tutelare le applicazioni delle norme dell'AIFA.
Quindi, se c'è qualcosa di nuovo, volentieri, ci muoveremo.
Per quanto riguarda l'individuazione delle sedi che possono utilizzare Avastin, la Regione Piemonte ha individuato quali centri prescrittori tutte le strutture oculistico-ospedaliere e a direzione universitaria. E' chiaro che tutti quelli che sono stati individuati devono rispettare le norme dell'AIFA, perché questo è un vincolo.
Questa è la situazione che mi è stata riferita, ma se vi sono elementi per dare maggiore sicurezza, sono a disposizione.



PRESIDENTE

Ricordo che nella precedente legislatura il Consiglio si era occupato della questione su una mia interrogazione.


Argomento: Opere pubbliche

Interrogazione a risposta immediata n. 68 presentata dal Consigliere Valetti, inerente a "Posizione in merito alla costruzione del tunnel stradale sotto il fiume Po"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 68 presentata dal Consigliere Valetti, che ha la parola per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
E' da tempo che tra le varie amministrazioni piemontesi c'è un dibattito su un'infrastruttura che dovrebbe agevolare il traffico cittadino e smaltire parte degli attuali ingorghi che interessano specialmente l'area est.
Vi è stato il dibattito sulla "Tangenziale est" che, di fatto interessava poco il traffico cittadino, perché collegava Santena a Settimo torinese passando ad est della collina, quindi avrebbe risolto poco i problemi di viabilità interna.
Quest'opera sarebbe costata all'incirca 750 milioni di euro. All'epoca persino l'Assessore ai trasporti della Giunta Chiamparino, allora Sindaco si era mostrato molto perplesso sulla questione, anche per l'impatto dei lavori all'interno della città.
Ad oggi, la situazione è un po' mutata: innanzitutto abbiamo dati storici piuttosto precisi che dimostrano una decrescita del trasporto privato nell'area torinese e una crescita di domande di trasporto pubblico cosa che, curiosamente, è in controtendenza con il dato nazionale Di fatto abbiamo un traffico urbano in riduzione del 10% negli ultimi tre anni (dato riportato dalla società 5T) e abbiamo un incremento del 23 della domanda di trasporto pubblico dal 2003 al 2012 nell'area urbana di Torino (quindi in un arco di dieci anni, situazione abbastanza eccezionale in Italia).
Allo stesso tempo, la situazione economica è quella che conosciamo; la Regione è in difficoltà; si preannunciano tagli ai trasporti e ad altri servizi, tanto che la stessa AMMR, insieme ai Comuni del Torinese denunciano nove milioni di taglio al TPL (mi riferisco ad un articolo di pochi giorni fa de La Stampa e l'abbiamo sentito nell'audizione con l'Assessore Balocco, oggi non presente).
Stando a tutto questo, ci chiediamo, come indicazione politica, se la Giunta, in questo momento storico ed economico, ritiene pertinente un'opera che va nel senso di un incremento del traffico stradale urbano. Ricordiamo che allargare gli spazi per il trasporto, sì, toglierà gli ingorghi nell'area est della città, ma indurrà e faciliterà uno scorrere del traffico automobilistico verso il centro, in un momento in cui la domanda di trasporto privato è in calo.
Questo pone due problemi: uno di carattere economico, nell'eventualità in cui la Regione voglia sponsorizzare politicamente e magari finanziariamente l'opera; l'altro di carattere politico, perché un eventuale parere tecnico positivo in questo senso andrebbe contro i dati statistici storici della richiesta di trasporto.
Rischia, quindi, di essere una spesa eccessiva, perché nella citazione del progetto che verrà presentato al Presidente Chiamparino si parla di 1,5 miliardi di stima di euro.
Una bozza di progetto esiste già; vogliamo capire cosa pensa la Giunta di questo progetto e se intende avvallarlo in qualche modo.
Grazie.



PRESIDENTE

Prego, Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Impresto la mia voce al collega Balocco, che oggi non può essere qui con noi.
Sotto il profilo strettamente tecnico, qualunque proposta potrà e dovrà essere valutata solo a fronte della presentazione, se non di un progetto vero e proprio, quanto meno di uno studio di fattibilità, che ad oggi non esiste.
Ad oggi ci sono sogni, idee ed affermazioni sui giornali, ma non esiste un dato oggettivo, quindi si attende un progetto, uno studio di fattibilità, che dovrà contenere gli elementi per poter affrontare le alternative di intervento, compreso il progetto "Tangenziale est", e non solo sotto il profilo strettamente economico e finanziario.
Pertanto, con uno studio di fattibilità sottomano, si potranno fare le puntuali valutazioni in merito, sia rispetto alla fattibilità dell'opera sia rispetto al rapporto dei volumi di traffico previsto, al costo, alle modalità di realizzazione e alle risorse necessarie.
In sostanza, quindi, aspettiamo che ci sia un dato più oggettivo, come uno studio di fattibilità, per fare dei ragionamenti più concreti e più puntuali.
Grazie.


Argomento: Protezione civile

Interrogazione a risposta immediata n. 69 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Intenzione della Regione Piemonte in merito allo stralcio dell'esame delle ipotesi di trasferimento del Centro Guida Sicura gestito dalla società Consepi dall'approvazione del progetto definitivo della linea Lyon Turin"


PRESIDENTE

Interrogazione a risposta immediata n. 69, presentata dalla Consigliera Frediani, che ha la parola per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione nasce da uno spunto giornalistico, da un articolo apparso la settimana scorsa.
Tutti noi conosciamo, o almeno dovremmo conoscere, l'impatto devastante che un'opera come il TAV avrà sul territorio della Val Susa.
Per far fronte ad alcune problematiche sollevate dal cantiere, si è avviata una procedura di gestione delle interferenze.
Queste interferenze vengono gestite imparzialmente con il territorio tramite Conferenze di servizi. Due delle più grandi interferenze riguardano la località di Susa, dove dovrà sorgere la stazione internazionale. In frazione tra due rivi si trovano attualmente l'autoporto, gestito dalla SITAF, e la società CONSEPI che gestisce, in questa località, corsi di guida sicura.
Questi corsi di guida sicura sono finanziati dalla Regione Piemonte.
CONSEPI è una società a maggioranza pubblica, di cui la Regione detiene la maggioranza, ed è formata da 5 Consiglieri e 4 dipendenti. Questa pista di guida sicura serve a tenere dei corsi, corsi quindi convenzionati e finanziati dalla Regione, ma che non garantiscono il successo di questa società, tant'è che la società CONSEPI ha chiuso il bilancio in passivo per molti anni consecutivi, fino ad arrivare al 31-12-2013 con una chiusura una perdita di esercizio di 372 mila 716 euro.
Il problema che si pone, rispetto a questa pista di guida sicura - e qui nasce l'interferenza - è dove posizionare l'impianto in vista dell'apertura dei cantieri per la stazione internazionale.
La parte relativa all'autoporto, gestita quindi da SITAF, verrà posizionata nella località compresa tra San Didero e Bruzolo (qui si aprirebbe un capitolo a parte, ma che non apro perché non riguarda l'interrogazione nello specifico).
Per quanto riguarda, invece, la pista guida sicura, al momento, nel progetto definitivo, risulta una ricollocazione nel Comune di Avigliana. Il Comune di Avigliana, però, si è opposto, attraverso la sua amministrazione proprio perché la sua ricollocazione è prevista in un'area esondabile, con un pesante consumo di suolo (cosa alla quale l'amministrazione non può dare parere positivo).
La scorsa settimana abbiamo letto sui giornali che la Giunta ipotizza di stralciare la valutazione dello spostamento di questa pista di guida sicura per poter approvare il progetto definitivo e non perdere, quindi, i finanziamenti per l'avvio del cantiere.
Chiediamo, quindi, lumi a questo proposito, per sapere se sono fondate le voci relative allo stralcio.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Presto nuovamente la voce al collega Balocco e leggo la seguente risposta.
Nella procedura di VIA della nuova linea Torino-Lione sono ricomprese le valutazioni delle soluzioni alternative, in termini sia di impatto ambientale sia di natura socio-economica.
I pareri e i contributi tecnici pervenuti hanno consentito di predisporre un provvedimento per l'esame della Giunta regionale del 29 settembre prossimo, in cui, per la risoluzione dell'interferenza della nuova linea Torino-Lione con il Centro di Pista di Guida Sicura, verrà ribadita la necessità, peraltro già indicata nella nota dell'11 aprile 2014, di esaminare alternative di localizzazione, in particolare a Buttigliera Alta e Cesana, così come da proposizione espressa dalla Provincia di Torino, con delibera della Giunta provinciale del 23 luglio 2014, acquisita anch'essa agli atti della procedura di VIA. Grazie.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 70 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Riordino della governance di vasta area - disegno di legge ATC"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 70, presentata dal Consigliere Berutti, che ha la parola per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Oggi si parla di riorganizzazione generale della Pubblica Amministrazione. E' di questi giorni la vicenda legata alle Province quindi a tutto quello che riguarda la nuova fase elettiva di secondo grado delle stesse. Si sta parlando di sburocratizzazione, di riorganizzazione degli Enti locali, di situazioni legate alle nuove Unioni, con la chiusura di Comunità montane. Quello che emerge è la necessità di dare un quadro normativo e chiaramente un'organizzazione concreta e strutturata alla nuova visione del sistema territoriale.
Alla luce di questo discorso, ed anche di quello che abbiamo affrontato stamattina, legato alle ATC (si parlava di tre o quattro sedi legate all'accorpamento delle stesse), probabilmente esiste la necessità di fare qualcosa a monte, di sostanziale, che definisca quali sono le aree territoriali omogenee, anche dal punto di vista della digitalizzazione e di tutto quello che riguarda l'aspetto legato alla funzionalità della Regione.
Questo, chiaramente, attraverso i legami con il territorio, perché non dimentichiamo che la Regione ha delle strutture territoriali.
Pertanto, il quesito che pongo oggi, ma che credo possa essere oggetto di una discussione più ampia, è se non si ritenga opportuno valutare l'ipotesi di prevedere, chiaramente normato, discusso ed approfondito, un decentramento del territorio amministrativo in quattro Quadranti, che possano comprendere Torino, Cuneo, Novara e Alessandria.
Naturalmente si tratta di un primo quesito, di una prima idea, ma è un discorso che può avere un senso con un lavoro ben fatto nella riorganizzazione.
A nostro avviso, i territori sono pronti e obiettivamente tutte queste rivoluzioni richiamano una presenza più massiccia della Regione, però il discorso deve essere fatto in modo organico e strutturale. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente e Consigliere Berutti, perché quest'interrogazione consente di riprendere il tema di come abbiamo pensato e proposto di riorganizzare e riaccorpare le Agenzie Territoriali per la Casa sul territorio piemontese.
Questo è un argomento che è stato oggetto di una lunga discussione: non è certo stato proposto in termini improvvisati e velleitari.
Lei sa che, dopo la discussione in Giunta, abbiamo avuto due sedute di Commissione; personalmente, ho incontrato tutti i soggetti del territorio compresa Federcasa, con cui ho discusso la questione nel merito, anche su come pensare all'articolazione territoriale. Non abbiamo svolto un'operazione ideologica, ma abbiamo valutato le possibilità che erano in campo e direi che il criterio oggettivo che abbiamo preferito utilizzare e proporre nella discussione in Commissione e all'Aula è stato quello d'individuare il patrimonio attualmente gestito dalle Agenzie Territoriali per la Casa come criterio attorno al quale provare ad immaginare una riorganizzazione che fosse il più possibile omogenea e che non avesse degli squilibri.
Il patrimonio gestito attualmente dalle Agenzie sul territorio piemontese è di circa 52 mila immobili, di cui 31 mila sono concentrati a Torino e nella provincia di Torino e, anche sommando Novara, VCO, Biella e Vercelli, arriviamo ad una dimensione di circa 10 mila alloggi. Abbiamo pensato che una situazione analoga, quindi omogenea, vi fosse anche sul Piemonte sud, perché se noi avessimo separato Cuneo da Asti e da Alessandria, probabilmente avremmo utilizzato un criterio territoriale più adeguato, però saremmo incorsi - a nostro avviso - in uno squilibrio a livello di gestione, perché avremmo avuto su Alessandria ed Asti più di 7.000 immobili e su Cuneo circa 3.500.
Nel tentativo di creare situazioni omogenee che permettessero anche di produrre economie di scala, discutendo anche al nostro interno se intraprendere la strada delle tre o delle quattro Agenzie, abbiamo allora proposto questa soluzione, che ci sembrava più funzionale.
Chiudo dicendo (l'abbiamo già detto in altre occasioni, anche nella discussione in quest'Aula con le Autonomie locali) che l'ipotesi delle tre Agenzie non prefigura aree territoriali identiche anche per altre funzioni ma è legata unicamente alla condizione specifica ed alla tipologia particolare delle Agenzie Territoriali per la Casa.
Questo è un po' il dato che ha portato a tale scelta, che - ripeto - ha una valenza pragmatica, non tanto politica o ideologica.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.31 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 15.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Balocco.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Proseguimento esame disegno di legge n. 2, inerente a "Riordino delle Agenzie Territoriali per la Casa. Modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale)(Presentazione atti d'indirizzo collegati n. 25, 45, 44, 26, 31, 32, 33, 34, 36, 37, 38 39, 40, 41, 42)"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 2, inerente a "Riordino delle Agenzie Territoriali per la Casa. Modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana si è concluso l'esame dell'articolo 9.
Non essendoci iscrizioni per le dichiarazioni di voto sull'intero testo passiamo all'esame degli atti d'indirizzo presentati: Ordine del Giorno n. 25 "Impegno della Regione Piemonte alla realizzazione di un tavolo di lavoro per elaborare proposte di abitare sociale alternative e complementari a quelle classiche di nuova edilizia sociale" presentato dai Consiglieri Bono. Andrissi, Batzella, Bertola, Frediani Mighetti, Valetti, Campo.
Mozione n. 45 "Nuovi innovativi interventi sulle politiche abitative" presentata dai Consiglieri Pichetto Fratin, Sozzani, Ruffino, Benvenuto Gancia, Vignale, Graglia, Marrone, Berutti.
Mozione n. 44 "Misure straordinarie per l'emergenza abitativa e la costituzione del Fondo Salvasfratti regionale" presentata dai Consiglieri Grimaldi, Conticelli, Rossi, Gallo, Chiapello, Accossato, Ravetti, Caputo Appiano, Gariglio, Ottria, Boeti, Ferrentino,Motta, Baricco, Allemano Giaccone, Molinari.
Ordine del giorno n. 26 "Programmi di social housing" presentato dai Consiglieri Mighetti, Andrissi, Batzella, Bertola, Bono, Frediani, Valetti.
Mozione n. 31 "Alloggi ATC sfitti" presentata dai Consiglieri Vignale Pichetto Fratin, Berutti, Marrone, Ruffino, Benvenuto.
Mozione n. 32 "Regione garante dei mutui" presentata dai Consiglieri Ruffino, Vignale, Berutti, Benvenuto, Pichetto Fratin, Marrone.
Mozione n. 33 "Voucher prima casa" presentata dai Consiglieri Ruffino Vignale, Berutti, Benvenuto, Pichetto Fratin, Marrone.
Mozione n. 34 "Fondo garanzia" presentata dai Consiglieri Ruffino, Vignale Berutti, Benvenuto, Pichetto Fratin, Marrone.
Mozione n. 36 "ATC garanti dei privati" presentata dai Consiglieri Pichetto Fratin, Sozzani, Ruffino, Porchietto, Graglia, Berutti, Vignale.
Mozione n. 37 "Voucher prima casa" presentata dai Consiglieri Porchietto Pichetto Fratin, Graglia, Sozzani, Ruffino, Berutti, Vignale.
Mozione n. 38 "Sostegno alle famiglie per l'acquisto della prima casa" presentata dai Consiglieri Ruffino, Sozzani, Berutti, Pichetto Fratin Porchietto, Vignale, Graglia.
Mozione n. 39 "Regione garante dei mutui" presentata dai Consiglieri Sozzani, Pichetto Fratin, Ruffino, Berutti, Porchietto, Graglia, Vignale.
Mozione n. 40 "Fondo per l'accesso alla prima casa" presentata dai Consiglieri Vignale, Pichetto Fratin, Sozzani, Graglia, Ruffino, Berutti Porchietto.
Mozione n. 41 "Misure di autorecupero edilizio privato" presentata dai Consiglieri Berutti, Pichetto Fratin, Sozzani, Graglia, Ruffino, Vignale Porchietto.
Mozione n. 42 "Misure di autorecupero edilizio" presentata dai Consiglieri Vignale, Sozzani, Ruffino, Berutti, Porchietto, Pichetto Fratin, Graglia.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto; ne ha facoltà.
Su cosa desidera intervenire?



PICHETTO FRATIN Gilberto

Intervengo sulla sua elencazione delle mozioni: mi pare che la n. 31 però chiedo conferma agli Uffici - la n. 32, la n. 33 e la n. 34, da parte del nostro Gruppo, siano state sostituite, quindi i relativi documenti n.
31, n. 32, n. 33 e n. 34 dovrebbero essere stati ritirati. Dico bene?



PRESIDENTE

Non risulta. A noi risulta ritirata una sola mozione, la n. 34.



PICHETTO FRATIN Gilberto

A lei risulta ritirata solo la mozione n. 34? Forse le mozioni n. 31, n. 32 e n. 33 sono state sostituite?



PRESIDENTE

La mozione n. 32 a noi risulta sostituita dalla mozione n. 39.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Esatto, sono state sostituite.
Quindi, visto che le ha citate, le mozioni n. 31, n. 32 e n. 33 sono sostituite o ritirate, valuti lei.



PRESIDENTE

Va bene, grazie.
Suggerirei all'Aula - però attendo da voi indicazioni - di svolgere un'unica illustrazione.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Volete fare per ogni mozione. Siete certi? Vogliamo sospendere dieci minuti?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.36, riprende alle ore 16.51)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Dalla Conferenza dei Presidenti è emersa la necessità di sospendere per il tempo necessario, circa un quarto d'ora, perché si sta cercando di trovare una sintesi degli atti di indirizzo, creandone uno unico.
Quindi, sospendiamo il disegno di legge n. 2. Saltiamo, se l'Aula acconsente, alla proposta di deliberazione dell'assestamento di bilancio del Consiglio.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'inversione all'o.d.g.)


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 23, inerente a "Rinegoziazione e ristrutturazione del debito regionale"


PRESIDENTE

Procediamo pertanto con l'esame del disegno di legge n. 23, inerente a "Rinegoziazione e ristrutturazione del debito regionale", di cui al punto 5) all'o.d.g.
La relatrice di maggioranza è la Consigliera Segretaria Motta e il relatore di minoranza è il Consigliere Bono.
Pertanto, la Consigliera Segretaria Motta ha facoltà di intervenire in qualità di Consigliera.



MOTTA Angela, relatrice

Grazie, Presidente.
Il disegno di legge n. 23 riguarda la rinegoziazione e la ristrutturazione del debito regionale.
L'articolo 1 intende attuare la proposta di rinegoziazione del debito da parte della Cassa Depositi e Prestiti, intervenuta il 5 agosto scorso.
L'operazione rientra infatti tra le iniziative poste in essere dalla Cassa Depositi e Prestiti a supporto degli enti territoriali per la gestione attiva del debito e, nello specifico, fornire l'opportunità di rimodulare la posizione debitoria della Regione Piemonte in funzione delle proprie esigenze.
In ogni caso. si dovrà tener conto della trasformazione eventuale del regime di tasso di interesse dei prestiti, da variabile a fisso (e non viceversa); dell'allungamento della durata dell'ammortamento del prestito.
Le caratteristiche dei prestiti secondo la Cassa Depositi e Prestiti presuppongono i seguenti requisiti: concessi alle Regioni con oneri di rimborso interamente a proprio carico (con l'esclusione dei prestiti gestiti dalla CDP per conto del Ministero dell'Economia e delle Finanze ai sensi del DM 5 dicembre 2003) coincidenza tra soggetto debitore e soggetto beneficiario in corso di ammortamento scadenza del piano di ammortamento successiva al 31 dicembre 2018 importo del debito residuo pari o superiore a 20 milioni di euro, dove per "debito residuo" si intende la differenza tra il capitale concesso di ciascun prestito originario ed il capitale ammortizzato del medesimo prestito originario tasso di interesse fisso o variabile e questa è l'ultima caratteristica prevista come presupposto per i requisiti.
A tal proposito, la Giunta regionale definisce, con propria deliberazione le posizioni dei prestiti originari suscettibili di rinegoziazione e la nuova durata dei prestiti rinegoziabili, in relazione ad una valutazione di convenienza economico finanziaria. In sede di esame del disegno di legge al comma 1 è stata proposta una modifica emendativa da parte di un gruppo di Opposizione; la proposta richiede sulla valutazione economico finanziaria il parere obbligatorio della Commissione Bilancio.
I prestiti, per i quali la Regione Piemonte può manifestare la volontà di rinegoziazione, dovranno rispettare diverse condizioni in relazione all'importo, alla data di effetto della rinegoziazione, alla durata del periodo di ammortamento, al tasso di interesse, alla modalità di rimborso alle garanzie e agli impegni contrattati, e, qualora si preveda un rimborso anticipato volontario, i termini e le condizioni.
Il comma 3 dell'articolo 1, in sede di Commissione, è stato riformulato a seguito di una proposta emendativa proveniente da un Gruppo di Opposizione. Pertanto il comma 3 evidenzia che le risorse derivanti dalla rinegoziazione dei mutui contratti con Cassa Depositi e Prestiti, qualora rispondente a criteri di convenienza economico finanziaria, sono destinate prioritariamente, alla riduzione del debito regionale e, secondariamente al finanziamento di spese di investimento.
L'articolo 2 del disegno di legge, attuazione dell'articolo 45 del decreto legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito con modificazioni nella legge 23 giugno 2014, n. 89, riguarda la ristrutturazione del prestito obbligazionario con il Ministero dell'Economia e delle finanze e l'estinzione anticipata dei contratti in strumenti finanziari derivati collegati. In particolare, il comma 7 dell'articolo 45 stabilisce che le regioni che intendano richiedere la ristrutturazione dei propri debiti debbano trasmettere entro il 20 giugno 2014 al Ministero dell'Economia e delle finanze una formale indicazione, con certificazione congiunta del presidente e del responsabile finanziario, delle operazioni individuate che presentino specifici requisiti oggettivi (comma 5 articolo 45). In tal senso, la Regione Piemonte ha presentato formale domanda al Ministero nei termini previsti.
In base al comma 2 dell'articolo 2, si dà mandato agli intermediari finanziari individuati dal Ministero dell'economia e delle finanze (comma 8, articolo 45 DL 66/2014 convertito con modificazioni nella legge 89/2014) a procedere al riacquisto dei titoli obbligazionari, definendo le condizioni di convenienza economica, al fine di ricomprendere i derivati con valore di mercato negativo nell'operazione di riacquisto dei titoli.
La somma del valore di riacquisto dei titoli e del valore di mercato dei derivati non dovrà essere superiore al valore nominale dei titoli stessi.
In base al comma 3 dell'articolo 2 del disegno di legge, a seguito della ristrutturazione, il debito residuo è rimborsato in trenta rate annuali di importo costante. La norma consente pertanto la ristrutturazione di parte del debito regionale. Ne consegue che i risparmi annuali nell'ambito delle spese regionali derivanti da codesta ristrutturazione del debito sono finalizzati a coprire le spese per le rate di ammortamento delle anticipazioni contratte nel corso del 2014 (artt. 2 e 3 DL 35/2013 convertito, con modificazioni, nella legge n. 64/2013).
In sede di esame di Commissione Bilancio, una proposta emendativa da parte di un gruppo di Opposizione ha inserito la possibilità di coprire qualora rispondente a criteri di convenienza economico finanziaria prioritariamente la riduzione del debito regionale e, secondariamente le spese di investimento.
Tenuto conto delle precise indicazioni della Corte dei Conti in relazione alle tipologie delle coperture adottate e alle tecniche di quantificazione degli oneri indicate nelle leggi della Regione Piemonte (deliberazione n. 146 del 2014), in sede di esame del disegno di legge della Commissione Bilancio, si è ritenuto di introdurre una apposita norma finanziaria (articolo 3).
La I Commissione, in sede referente, ha approvato, il disegno di legge n. 23, a maggioranza, lunedì 22 settembre 2014.
Colleghi, credo che l'approvazione di questa operazione sia molto utile, anche perché permette dei risparmi effettivi alla Regione Piemonte quindi vi chiediamo di votarla. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono, relatore di minoranza.



BONO Davide, relatore

Grazie, Presidente.
Molto rapidamente. Siamo in fase di discussione di questo provvedimento che solo ieri pomeriggio abbiamo approvato in I Commissione, quindi penso che sia il Presidente, oggi presente in Aula, sia il Vicepresidente devono dare atto che, comunque, sotto questo punto di vista, su questo provvedimento, non c'è stata nessuna volontà ostruzionistica comprendendone anche l'importanza.
Il primo passo, che potrebbe essere anche l'ultimo, nel senso che non si va a perfezionare una rinegoziazione e una ristrutturazione del debito ma è comunque un primo passo fondamentale, è l'autorizzazione di legge, per la Regione Piemonte, in tal senso.
Paradossalmente, noi ci troviamo oggi a discutere dell'eredità lasciata dalle precedenti Giunte e, in particolare modo, di un'eredità pesante lasciata da una Giunta dello stesso colore, o poco differente, dalla composizione di quella che adesso sta amministrando. Può essere una responsabilità che ritorna: una Giunta di centrosinistra è alle prese con i disastri compiuti da una Giunta di centrosinistra precedente.
E' vero che una parte che riguarda l'articolo 1 della rinegoziazione dei mutui con la Cassa Depositi e Prestiti è anche targata 2010-20111 (la triennale), quindi giustamente è anche chiamata in causa l'ultima Giunta ma per la stragrande maggioranza sono mutui vecchi e, soprattutto, il secondo articolo, riguarda la ristrutturazione dei derivati, a seguito del prestito obbligazionario da un miliardo e 800 fatto con le banche Dexia Intesa Sanpaolo (giusto per non scontentare i vertici di quella banca, che un tempo era torinese, ormai sempre più e solo milanese) e Merril Lynch Bank of America.
Sui derivati sicuramente si è detto tanto, ma forse non abbastanza.
Stavamo ancora discutendone con i colleghi del Gruppo. Non capiamo come mai non ci sia stata un'azione di ricerca della responsabilità in sede penale dei firmatari del contratto dei derivati. La Città di Milano, se non sbaglio, si è mossa in questo senso.
Penso che quando vengono stipulati dei contratti in un'azienda privata in cui ci sono degli azionisti, dei soci che ne rispondono, ma a maggior ragione in un Ente pubblico, in cui ne risponde tutta la collettività piemontese - quattro milioni e 300 mila piemontesi che pagano le tasse forse, oltre ad andare - giustissimo Vicepresidente Reschigna e Presidente Chiamparino - a trovare un punto d'accordo per ristrutturare e rinegoziare i mutui e derivati, dovremmo cercare la responsabilità penale, se non civile, di chi ha sottoscritto quell'accordo nel 2007.
Non parlo, purtroppo, solo della responsabilità politica. Sappiamo che la politica, con un lungo dibattito che è stato fatto a partire dagli anni '90, ha separato un po' la responsabilità politica da quella amministrativa. A volte è un po' l'organo politico che decide, ma poi la responsabilità diventa amministrativa. Tuttavia, la firma su quel provvedimento è sicuramente di una persona su cui, ad oggi, la Regione ha deciso di non procedere nella direzione di un accertamento di responsabilità.
Me ne dolgo e penso che se ne dolgano anche i piemontesi, perché ci ritroveremmo, comunque, a pagare ulteriori tasse: questo è il timore che ho. Ovviamente l'Assessore Reschigna, il Presidente Chiamparino e il Presidente del Partito Democratico e gli altri Gruppi della maggioranza diranno "assolutamente no", che non aumenteranno le tasse nel 2015-2016 e l'addizionale IRPEF.
Vedremo poi se ho sbagliato nelle previsione o se ci ho preso.
Il primo articolo prevede una rinegoziazione dei mutui con la Cassa Depositi e Prestiti, in cui c'è un aumento di spesa. Per forza di cose. Noi andiamo a fare una misura che, da un certo punto di vista, è come se fosse un nuovo mutuo. Operazione che noi non possiamo fare per la norma nazionale e che prevede un tetto all'indebitamento tramite mutui del 20% rispetta alla spesa, titolo I e titolo II, non vincolata. E' come se facessimo un nuovo mutuo perché andiamo ad allungare i mutui esistenti di un tot di anni. Quindi andremmo, forse, a dieci anni, cinque, tre anni e quindi sono d'accordo con quello che diceva in Commissione il Vicepresidente Reschigna: se andiamo a fare un provvedimento del genere per rinegoziare un mutuo di tre anni, è la dimostrazione che la Regione Piemonte si trova in condizioni difficili.
Una Regione che ha una capacità di spesa di dieci miliardi e mezzo di euro va a rinegoziare un mutuo di tre anni in cui, forse, libererà un milione, un milione e mezzo di euro. Sorrido, ma non ci sarebbe tanto da sorridere, è una situazione drammatica. Nei documenti di analisi dei mutui fatti con la Cassa Depositi e Prestiti i mutui forse più interessanti sono i primi, quelli che sono a dieci anni, in cui ci può essere un risparmio subito.
La logica qual è? 2015 e 2016, in cui ci potrebbe essere un punto di rottura a giugno, in cui ci sono le rate dell'ammortamento dei mutui da pagare. Cerchiamo di spostare e di alleggerire quella rata di una cinquantina di milioni, come diceva ieri l'Assessore al bilancio, per prolungare di dieci anni dal 2034 al 2044.
Quindi è probabilmente un nuovo mutuo che facciamo sulla generazione dei nostri figli, e su chi verrà dopo. Questa è una misura abbastanza chiara per quanto riguarda la Cassa Depositi e Prestiti, ma c'è un "ma". La Corte dei Conti, ad oggi, si è pronunciata su un caso analogo. Diverse Regioni, Province e Comuni in quel periodo in cui andava di moda (anche nella Pubblica Amministrazione seguiamo le modo) a fare i derivati, su un Ente che ha rivalutato i mutui rivisti con la Cassa Deposito e Prestiti, la Corte dei Conti si è espressa con un dato molto chiaro: noi non dobbiamo rinegoziare con un aumento di spesa superiore al 5%. E' vero che è una sentenza della Corte dei Conti dedicata ad un tema, ad una particolare Provincia italiana, tuttavia dobbiamo capire se questa sentenza fa giurisprudenza, quindi noi ci troviamo con le mani legate per non poter fare questa rinegoziazione che sposta il debito in là negli anni.
Interessante anche valutare la tipologia di mutui e capire se, al momento, può essere visto ragionevole un passaggio da mutui a tasso variabile, quali sono nella gran maggioranza, se non tutti, dei mutui con la Cassa Depositi e Prestiti (in un momento in cui i mutui a tasso variabile hanno il tasso più basso possibile perché, se scendono ancora possono arrivare a zero, ma siamo prossimi allo zero, perché sappiamo quali sono le condizioni anche per le emissioni del denaro dal parte della BCE) a tasso fisso, che è più alto. Potrebbe essere visto come accettabile, nel senso di un'ipotesi di riduzione di rischio. Tra trent'anni, chi lo sa come saranno i tassi variabili? Potrebbero schizzare verso l'alto.
Anche noi ragionavamo, come Gruppo - con le esperienze di chi ha avuto a che fare con le banche dal punto di vista dei mutui per la prima casa che bisogna esplorare tutte le tipologie di tassi. Ad esempio il tasso variabile con CAP, con tetto, oppure, diceva il Vicepresidente Reschigna un mix tra tasso variabile e tasso fisso: i primi anni variabile e poi scommettere sulla ripresa dell'economia. Scommessa ad oggi un po' azzardata, per cui il tasso fisso potrebbe essere più conveniente.
Questa è la prima gatta da pelare che si dovrà prendere la Regione nelle prossime settimane.
L'articolo 2 lo vedo ancora più complicato. Francamente, quello della ristrutturazione dei derivati è un tema di sette anni fa, con molte difficoltà.
Adesso dovremmo ricevere da Roma un accordo tipo, per quanto riguarda i quattro istituti che dovrebbero fare da intermediazione con gli istituti di cui parlavo prima, con cui abbiamo stipulato i prestiti obbligazionari sopra cui sono stati ingegnerizzati i derivati. Ci sono grandi perplessità su questa manovra perché, come si diceva in Commissione, il mark to market cioè la stima del valore dei derivati alla Borsa di Lussemburgo, era di 63 su 100 originale.
In teoria, oggi le banche, cioè coloro i quali hanno ricevuto e hanno fatto girare i derivati, avrebbero una perdita del 37%, se venisse monetizzato immediatamente.
Loro, quindi, hanno tutto l'interesse ad aspettare la scadenza e prendere 100, anzi, 100 più gli interessi.
La vedo quindi molto difficile.
In alternativa, potrebbero venirci in soccorso le nuove regole bancarie Basilea 3 e simili - che obbligano le banche ad avere più liquidità in cassa. Questo forse potrebbe permettere di trovare un accordo con le banche dicendo: "Ti pago di meno del 100 - più del 63, perché è ovvio - ma subito".
Meglio pochi e maledetti denari subito, piuttosto che tutti dopo.
Ovviamente bisognerà sperare in un'abile contrattazione da parte della Regione. Ho chiesto anche al Vicepresidente, nonché Assessore al bilancio se è possibile individuare nelle nostre professionalità interne le competenze per poter gestire una partita di questo tipo, che ritengo molto complessa. Mi è stato risposto affermativamente, dal punto di vista dell'iter legale ed amministrativo, un po' meno dal punto di vista tecnico e finanziario.
Anche in questo caso la speranza - ovviamente non possiamo far altro che sperare - è che la situazione finanziaria della Regione Piemonte si alleggerisca realmente, perché questi derivati sono costruiti con una spesa iniziale, non dico neanche minima ma ridicola, per poi avere una crescita esponenziale delle rate annuali.
Nei prossimi anni, quindi, ci troveremo a pagare dei costi insostenibili. E' ovvio, quindi, la necessità di ristrutturarlo.
Forse il MEF (Ministero dell'Economia e Finanze) avrebbe potuto fare di più.
Ieri ho fatto una battuta fuori microfono e oggi la ripeto a microfono: forse il Governo Renzi (non solo Renzi, perché non esiste un uomo solo al comando) avrebbe potuto fare qualcosa di più per tutelare meglio le Regioni, perché una Regione da sola, contro banche sono colossi multinazionali, la vedo in difficoltà. Forse uno Stato nazionale (senza paura di essere troppo facilmente smentito dal fatto che anche gli Stati nazionali sono abbastanza schiacciati dal potere della finanza e delle banche) avrebbe potuto avere gli strumenti per gestire meglio un'unica partita tutti insieme.
Anche in questo senso va il mio auspicio di trovare un accordo in conferenza Stato-Regioni, affinché si possano suddividere le difficoltà, le responsabilità ed anche i costi.
Termino dicendo che siamo soddisfatti di essere riusciti ad approvare almeno l'emendamento che chiede che la relazione tecnica e finanziaria del provvedimento, ex articolo 1, passi in Commissione, con parere obbligatorio ma non vincolante, in quanto il provvedimento è di competenza amministrativa della Giunta regionale, in modo che la Commissione possa essere informata e possa esprimere anche un parere nel merito, a cui la Giunta potrà o meno adattarsi.
Tale emendamento riguarda anche la destinazione prioritaria dei risparmi che si faranno alla riduzione del debito piuttosto che agli investimenti. Ciò vuol dire che il risparmio che si ottiene dallo spostamento in là delle rate dei mutui deve essere prioritariamente destinato al riassorbimento dei debiti stessi.
Mi sembra una logica ragionevole, perché siamo sommersi dai mutui.
Stiamo facendo questa manovra - forse faremo questa manovra - per rinegoziare i mutui, quindi penso che le somme debbano essere destinate a quello e non a nuovi investimenti.
E' vero che, in una situazione di difficoltà economica come questa nuovi investimenti possono essere una risorsa per la Regione e per tutto il territorio regionale piemontese, portando un po' di ossigeno, ma in un momento tanto difficile, forse mi concentrerei sulla spesa corrente garantendo l'esercizio delle funzioni delle prerogative della Regione.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Ci sono interventi sulla discussione generale? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Solo qualche piccola integrazione a quanto detto dal Consigliere Bono.
In particolare, in merito a quanto abbiamo già discusso ieri in Commissione, ci sono un paio di punti su cui ci piacerebbe avere degli approfondimenti.
Iniziamo dalla Cassa Depositi e Prestiti.
Sono state prospettate delle possibilità e degli scenari.
Ci piacerebbe sapere, giusto come preliminare per avere un termine di paragone con quella che sarà la relazione tecnica e con quello che si otterrà effettivamente, qual è l'idea con la quale la Regione va alla trattativa.
Personalmente mi aspetterei che il fatto di poter accedere a queste rinegoziazioni, e lo stimolo a fare un provvedimento per avere l'autorizzazione, abbiano comunque alla base uno studio preliminare per cui la parte che si occupa di amministrazione della Regione avrà valutato alcuni scenari e obiettivi ottimali che si potrebbero raggiungere o, come minimo, tendenze o indicazioni con cui si andrà a negoziare con le banche richiedendo certi tipi di condizioni.
Tendenzialmente, chiunque va a chiedere un mutuo si informa sui tipi di mutui disponibili e va lì con degli obiettivi in mente dicendo: entro tali limiti per noi è sostenibile, poi si valuta l'offerta della banca.
Mi sembra che ieri il Vicepresidente Reschigna avesse ricordato di avere delle tabelline, puramente indicative, perché sarà decisivo il momento di negoziazione delle banche, però sarebbe interessante vedere quali potrebbero essere gli scenari ritenuti interessanti.
Questo come metodo di valutazione nei confronti di quello che poi arriverà in Commissione per il parere obbligatorio.
A maggior ragione, ci sembra che questo possa essere interessante per la questione dei derivati.
Già l'articolo 3 ci sembra prospettare una situazione abbastanza aleatoria, nel contesto macroeconomico attuale, nel senso che il valore delle obbligazioni emesse dalla Regione Piemonte è oramai condizionata anche dal rating assegnato alla Regione Piemonte. Se non ricordo male l'anno scorso il rating la definì un pessimo debitore, quindi quasi spazzatura.
Di conseguenza, presumiamo che l'atteggiamento, pur sponsorizzato dal Ministero e da altri istituti finanziari a cui vorremmo rifilare le nostre obbligazioni rinegoziando il debito, non sarà largamente positivo, se non negativo. E' a questo che si riconduce il fatto che ci saremmo aspettati e avremmo auspicato che fosse il Ministero a prendersi la briga di fare da interlocutore per conto di quelle Regioni che si trovano in queste significative difficoltà.
Fortunatamente non siamo soli, ma, in ogni caso, la situazione piemontese è abbastanza difficile, per non dire drammatica.
Secondo noi, la questione si dovrebbe porre anche in una prospettiva di più lungo periodo, al di là di superare il 2015 e il 2016, anche perché la rinegoziazione comporterà comunque un impatto di allungamento e, quindi, di più lungo periodo.
Pertanto, ci interesserebbe sapere le previsioni e gli obiettivi nell'ambito di queste rinegoziazioni non solo sul 2015-2016, ma almeno per l'intera legislatura. So che non è usuale, poiché generalmente si tende a programmare Piani triennali. Poiché parliamo, però, di Piani di ammortamento trentennali, probabilmente sarebbe interessante avere una panoramica almeno sul quinquennio, anche alla luce dell'entrata in vigore nei prossimi anni, delle norme che vincolano lo Stato italiano a situazioni di bilancio difficilmente raggiungibili: pareggio di bilancio e riduzione dello stock del debito pubblico, che, nella situazione macroeconomica attuale, che ci vede in sostanziale recessione ed in previsione, al massimo, di una stagnazione, configurano probabili interventi di ulteriore riduzione della disponibilità economica, da parte dello Stato, anche per gli Enti locali.
Di conseguenza, ci piacerebbe avere una stima delle previsioni dei prossimi anni, in relazione ad una potenziale riduzione - come quella del 5% che è stata richiesta quest'anno - che si prolunghi nei prossimi anni.
Anche su questo tema ci piacerebbe avere - se possibile - un prospettino, per capire, visto il mark to market delle attuali obbligazioni, quale potrebbe essere il limite considerato di sostenibilità per la Regione Piemonte nella rinegoziazione delle obbligazioni cui sono attaccati i derivati. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Voglio solo far notare la povertà d'informazione che hanno dato i giornali in tutti questi anni (parlo di tutti i media, della stampa) relativamente ad un argomento così delicato che tanto influenzerà e peserà sulle tasche dei piemontesi.
E' una riflessione seria, che tutti insieme dobbiamo fare. Se qualcuno accetta la sfida, potremmo andare davanti al Consiglio regionale, oppure in via Roma (decidete voi), fermare i passanti e vedere quante informazioni hanno sulle mutande da 20 euro di Roberto Cota e quanto sanno, invece, dei derivati, che pesano miliardi di euro, nelle tasche dei piemontesi.
Se qualcuno accetta la sfida (la rivolgo anche ai giornalisti), io sono pronta a scommettere; non so se in Consiglio regionale si possa scommettere, però questo è il sintomo di una democrazia che non è più tale.
Io ci sono: vado dove volete voi. Sono pronta a scommettere che una persona su dieci conosce il problema dei derivati, mentre dieci persone su dieci conoscono il problema di Roberto Cota.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Gancia.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore Reschigna, per una breve replica.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Brevemente, perché credo sia mio dovere fornire al Consiglio regionale le informazioni, che pure sono state sollecitate da alcuni interventi.
Primo: non ho alcuna difficoltà a prendere atto e considerare fatto responsabile i tempi con cui, complessivamente, il Consiglio regionale ha ritenuto di esaminare, prima in Commissione e poi in Aula, questo disegno di legge. Ritengo che questo dovrebbe invitare tutti noi - Giunta e Consiglio regionale - a concentrare molto il confronto, anche in termini molto aspri e duri, sul merito delle questioni, piuttosto che su altri tipi di atteggiamento.
Pertanto, ringrazio la responsabilità che il Consiglio regionale complessivamente, ha voluto esprimere attorno a questo problema.
Seconda considerazione: è vero - lo ripeto (l'ho detto ieri in Commissione) - che quando un'Amministrazione regionale valuta e pensa di valutare la convenienza economica, per la Regione Piemonte, nel rinegoziare la durata dei mutui contratti con la Cassa Depositi e Prestiti, che ad oggi hanno ancora una durata di vita di 27 anni, cercando di capire se portare da 27 a 30 anni arreca un elemento di beneficio sulla situazione economica e patrimoniale della Regione, è il segno più eclatante delle condizioni di difficoltà che attraversiamo e della rigidità della situazione del bilancio e della politica di bilancio della Regione.
Entro due o tre settimane al massimo, avremo modo di discutere e confrontarci su questi temi. Registro e confermo questo tipo di considerazione.
Terza valutazione: noi non siamo sicuri di ottenere benefici economici attraverso queste due rinegoziazioni. Quello che il disegno di legge contiene è l'autorizzazione, all'Amministrazione regionale, ad andare a verificare con la Cassa Depositi e Prestiti (per quanto riguarda l'articolo 1) e con le banche su cui si appoggiano le obbligazioni con derivati (per quanto riguarda l'articolo 2) se è conveniente o meno - non solo nel breve periodo, ma ragionando su un arco temporale più ampio - procedere a rinegoziare e a smontare quell'operazione di obbligazioni con derivati, per poi affrontare e coprire detto importo con un'altra operazione assistita dal Ministero dell'Economia e Finanze e con quattro banche che sono state individuate dallo stesso.
Per questa ragione, la Giunta regionale oggi non è nelle condizioni di poter esprimere alcuna certezza, ma è doveroso che da parte nostra ci sia rispetto alle valutazioni che verranno fatte in seguito alla trattativa una tempestiva e preventiva relazione alla I Commissione del Consiglio regionale, e che il Consiglio regionale sappia e possa conoscere, in un clima di totale trasparenza, le ragioni che porteranno l'Amministrazione regionale a chiudere le operazioni di rinegoziazione, oppure a non chiuderle, qualora non sussistano le convenienze economiche e le condizioni di rinegoziazione.
In merito all'articolo 1 (Cassa Depositi e Prestiti), vede Consigliere Campo - in questo momento il dottor Lepri, che ieri era con me in I Commissione, è alla Cassa Depositi e Prestiti, assieme ad altri dirigenti di altre Regioni, per cercare di discutere ancora una volta quali sono le condizioni che la Cassa Depositi e Prestiti può rappresentare rispetto alla rinegoziazione, o rispetto ad un tasso fisso, o rispetto ad un mantenimento di tasso variabile, o rispetto ad una soluzione intermedia.
Ieri avevo una tabella in mano e ho detto che quella tabella non ha alcun valore, se non rispetto all'individuazione delle singole posizioni di mutuo che sono aperte con la Cassa Depositi e Prestiti, perché ogni giorno cambiano le condizioni di discussione tra le Regioni e la Cassa Depositi e Prestiti stessa.
Ecco perché io, oggi, non sono in grado di dire se è più conveniente mantenere il tasso variabile, se opteremo verso una soluzione di rinegoziazione con tasso fisso, o se, invece, rappresenteremo un'operazione che abbia un periodo - il più vicino a noi - con tasso variabile, per poi passare al tasso fisso.
Quello che posso garantire è che tutte le condizioni conclusive con la Cassa Depositi e Prestiti saranno oggetto di tempestiva comunicazione ed informazione, ed anche le motivazioni, non solo sul breve periodo, ma anche sul medio periodo, che possano considerare l'opportunità di una o dell'altra opzione.
Sulle questioni legate all'articolo 3, il Presidente Chiamparino quando è nata quest'Amministrazione regionale e questa Giunta regionale, ci ha detto: "Non perdiamo tempo a guardare troppo al nostro passato, perch non ci aiuta ad affrontare e definire i problemi". Credo che ciascuno di noi abbia la piena consapevolezza che il presente è frutto di un passato pesante, difficile e non imputabile ad un'unica esperienza di Governo regionale. Pertanto, non ci mettiamo nella logica di dire: "Passeremo cinque anni a dire peste e corna di quello che è successo nella legislatura precedente, in quella precedente e in quella precedente ancora".
Credo che, in questo momento, il nostro dovere e il dovere di tutto il Consiglio regionale sia dire come intendiamo uscire da una situazione pesantissima. Okay? Non la voglio affrontare su questo piano.
Devo esprimere una considerazione. Attenzione: l'ipotesi di smontaggio delle operazioni in obbligazioni con derivati nasce non dalla circostanza che oggi queste operazioni stiano determinando danno economico alla politica di bilancio della Regione: in questo momento, l'incidenza della rata di accantonamento che il contratto prevede è assolutamente conveniente.
Il tema vero di quel contratto è che caricava gran parte degli accantonamenti in un periodo temporale che va oltre questa Amministrazione regionale, ma riteniamo giusto cercare di capire se siamo in grado di affrontare oggi per evitare che chi arriverà dopo quest'Amministrazione regionale si troverà con l'acqua alla gola e con rate di accantonamento annuali impraticabili e insostenibili per il bilancio della Regione.
Vogliamo verificare se esistano le condizioni e le opportunità per mettere in sicurezza le operazioni non nel breve periodo, perché nel breve periodo non ci sarebbe necessità di intervento, ma nell'arco temporale del periodo residuo di vita di questa operazione.
Questo è il quadro.
Dopodiché, vorrei anche aggiungere che l'operazione di obbligazioni con derivati fatte dalla Regione Piemonte è un'operazione che ha carattere di prudenza rispetto a operazioni fortemente speculative che altre Regioni e altre Amministrazioni locali, non per colpa - ripeto, non per colpa - hanno assunto negli corso degli anni.
Questo è il quadro.
Per quanto riguarda la richiesta del Consigliere Campo di qual è il limite massimo di convenienza e di opportunità sull'operazione di cui all'articolo 2, rispondo che valgono gli stessi impegni e le stesse considerazioni che ho espresso sull'articolo 1. Se oggi dichiarassi al Consiglio regionale qual è il limite massimo oltre il quale l'Amministrazione regionale non procederebbe allo smontaggio dell'operazione, sarebbe come se dichiarassi alla persona con cui la Regione deve andare a trattare quale è il prezzo che sono disposto a pagare, che rischia di diventare un prezzo vincolante per me. Magari, in questo momento, le condizioni degli istituti bancari sono tali da consentire altre operazioni.
Non nascondo la difficoltà, perché, come avete detto correttamente, è stato oggetto di discussione ieri all'interno della I Commissione, se guardo al valore di quotazione di questi prodotti sul mercato, dico che è conveniente, perché valgono 0,64, a fronte di un prezzo di emissione e di riscatto di un euro, quindi tutto ciò che è sopra lo 0,64 dovrebbe essere accolto a braccia aperte da parte degli istituti bancari. Purtroppo, so per certo che molti di questi istituti bancari a bilancio quei titoli li hanno a un euro. E' evidente che tutto ciò che è sotto uno rappresenta minusvalenza sul bilancio di quegli istituti bancari.
Ripeto e concludo. Noi tentiamo questa strada. Avremmo anche noi gradito un ruolo più forte di coordinamento e di regia da parte del MEF perché sono otto le Regioni che sono state ammesse dal MEF a trattare questo tipo di operazione e perché questo avrebbe reso più forte e probabilmente, anche più facile la trattativa con le banche, che poi sono quasi sempre le stesse, che hanno fatto tali operazioni.
Il nostro impegno, non solo formale, ma sostanziale, che assumiamo è quello di fornire tempestivamente tutti gli elementi e tutti i dati alla I Commissione. Sotto questo aspetto, non posso che ringraziare della disponibilità che il Consiglio regionale ha concesso nell'esaminare con celerità questo provvedimento.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
ARTICOLO 1 Non ci sono dichiarazioni di voto sull'articolo 1.
Il numero legale è 26.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Chiedo di mettere a verbale che il Consigliere Andrissi voleva votare a favore, ma non aveva preso la scheda.



PRESIDENTE

A verbale sarà indicato che il Consigliere Andrissi intendeva votare a favore.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Il Consigliere Campo chiede di intervenire.
Ne ha facoltà, nonostante siamo in fase di votazione.



CAMPO Mauro

Non si possono fare dichiarazioni di voto sull'articolo 3?



PRESIDENTE

Sì. La parola al Consigliere Campo, per dichiarazione di voto sull'articolo 3.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Anche questo è già stato trattato ieri in Commissione, dove noi avevamo presentato un emendamento per chiedere se fosse negoziabile la parte delle commissioni previste per gli intermediari.
Quindi, possibilmente, visto che ci sono ancora alcune cose da chiarire relativamente all'intermediazione, o agli interlocutori, cioè se bisogna fare la rinegoziazione con tutti gli istituti finanziari elencati dal Ministero e idem pensiamo in merito alle condizioni con cui gli intermediari vorranno essere pagati, vorremmo invitare alla comune prudenza.
Nel senso se si può ottenere dal Ministero come minimo il fatto di un pagamento a percentuale di successo, magari con una quota minima di pagamento necessario per il servizio, ma che l'intera somma del compenso per gli intermediari venga possibilmente pagata solo se la negoziazione raggiunge il pieno successo e magari con delle percentuali intermedie.
In merito a questo articolo, la nostra posizione sarà quella di non partecipare alla votazione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Non ci sono altre dichiarazioni di voto sull'articolo 3.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Pichetto Fratin, per la dichiarazione di voto sull'intero testo.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
La manifestazione di voto del nostro Gruppo traspare dalla votazione degli articoli, avendo votato a favore.
Vorrei svolgere alcune considerazioni molto brevemente.
Questa rinegoziazione, questa autorizzazione alla rinegoziazione con la Cassa Depositi e Prestiti, per quanto riguarda la partita dei derivati, si è avuto modo di vedere che prende spunto dalla legge 66/2014, che peraltro per inciso, ha visto anche un ruolo in campagna elettorale, anche da parte del Presidente Chiamparino, anche perché, al momento in cui si stava predisponendo il decreto nei giorni di marzo, mi era venuto il dubbio di perdere le elezioni, sicché avevo invitato il Presidente Chiamparino a muoversi nella direzione del Governo perché si stava elaborando questa ipotesi.
Questa ipotesi certamente non dà grandi margini sulla rinegoziazione della parte che riguarda la Cassa Depositi e Prestiti, ma nella difficoltà e nella rigidità dell'attuale bilancio regionale, credo sia dovere di tutti tentare tutte le strade per creare quel minimo di margine che, peraltro, la legge nazionale stessa, la n. 66, va a destinare ad investimento o a riduzione del debito.
Più complessa è la questione della trattativa sui derivati. L'obiettivo della norma, articolo 45, era proprio quello di tentare di avere in mano uno strumento di legge che ci permettesse di affrontare la questione dei derivati. Sui derivati, vorrei ricordare al Consiglio e ai colleghi che non hanno seguito il percorso precedente, che la Regione ha svolto azioni di autotutela, in particolare per quanto riguardava i cosiddetti costi impliciti di negoziazione, che ha permesso, nel corso dei mesi di dicembre dello scorso anno e di gennaio di quest'anno, di chiudere una transazione sia con Bank of America Merril Lynch sia con Intesasanpaolo, per una parte.
Per intanto, non ho notizie in merito all'azione che pende sulla Corte di Londra con Dexia, ma una partita di questo genere, cioè la discussione sull'eventuale rinegoziazione o acquisizione, potrebbe anche essere occasione per raggiungere un punto di transazione anche con Dexia.
Qualora non fosse possibile, credo che la Regione abbia, al di là di cosa deciderà la Corte di Londra, fermamente ragione, visto che, se non avesse avuto ragione Bank of America Merril Lynch non avrebbe messo mano al portafoglio e nemmeno Intesa Sanpaolo, sia pure con modalità diverse.
Giustamente, condivido le considerazioni svolte dal Vicepresidente quando dice che la soluzione è, per ora, guardare avanti. Questo vorrei rimarcarlo a tutti i colleghi, non solo alla Giunta, perché il dovere di chi governa è proprio guardare avanti. Questa è una soluzione che va ben oltre il 2020. Se ricordo bene, gli anni più critici mi pare che siano 2026, 2027 e 2028.
E' un'azione che questa Regione deve perseguire proprio con il coraggio di guardare avanti e chiudere una pagina che, certamente, la mia parte politica e il sottoscritto vedono negativamente, perché frutto di un'azione considerata sbagliata.
Non condivido le considerazioni del Consigliere Bono, che dice: "Forse era un'azione da Procura". Non lo so, non ho mai condiviso mischiare le scelte politiche con la Procura, preferisco parlare di scelte politiche sbagliate e spero che non siano scelte politiche da Procura. Certamente questa era una delle scelte politiche sbagliate.
Speriamo, naturalmente, con l'augurio di un mandato alla Giunta che, a sua volta, darà mandato ai soggetti intermediari di trattare al meglio.
Trattare al meglio vuol dire che è positivo, perché si va a stabilizzare una situazione che, altrimenti, sarebbe difficilmente sopportabile da parte del bilancio regionale nel periodo 2026-2035, con il focus in particolare dal 2026 al 2030.
Ecco perché esprimo il voto favorevole del Gruppo di Forza Italia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Voteremo favorevole al provvedimento, nonostante alcune perplessità sulla manovra, su cui vorremo avere più informazioni, tuttavia capiamo le ragioni dell'Assessore Reschigna.
Ci siamo accorti che ci siamo dimenticati di inserire l'emendamento che facesse sì che si portasse in Commissione, con il parere della Commissione anche la proposta relativa alla rinegoziazione dei derivati.
In ogni caso, per senso di responsabilità, perché la manovra riesce a toglierci dal potenziale baratro dei derivati ed è un'operazione virtuosa il Movimento 5 Stelle voterà a favore.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Apprezzo il senso di responsabilità che sta emergendo dalle ultime parole che ho sentito. In particolare, apprezzo l'intervento del Consigliere Pichetto quando dice che bisogna rimanere nell'ambito della politica, senza andare alla ricerca di responsabilità passate, che pure ci sono. In prospettiva, la politica deve dare segnali per guardare avanti.
In questo senso, credo che la nostra operazione sia stata sviscerata bene in Commissione, è stato accolto anche l'intendimento vero dell'operazione. Sono apprezzabili anche le parole crude, ma di buon senso espresse dal Vicepresidente. Questa è un'operazione di serietà che tenta di reperire risorse che, nell'immediato, possono servire, com'è stato scritto anche nella relazione, ad abbattere prioritariamente il debito della Regione Piemonte Pertanto, in maniera convinta, esprimo il parere favorevole del Partito Democratico.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

La dichiarazione di voto del Gruppo Lega Nord è negativa proprio perch guardiamo avanti.
Vorremmo che le attuali generazioni - qui ci sono ancora le generazioni che lo hanno creato - risolvessero possibilmente subito il problema.
Altrimenti, mi viene in mente quel vecchio ubriaco in uno dei nostri paesi sempre al bar, che non paga mai il conto e che dice al barista "marc tut che ne von nan avere debit", che tradotto significa "segna tutto, perch non voglio avere debiti".
Poiché mi sembra che oggi stiamo facendo qualcosa del genere, il voto della Lega Nord sarà non favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Il Gruppo di Scelta Civica per Chiamparino, invece, voterà convintamente a favore.
Intervengo rapidamente per non rubare tempo alla sessione che si sta protraendo a lungo e per il senso di responsabilità della saggezza di questo provvedimento. Nonostante le enormi difficoltà, mi sembra che la Giunta abbia preso una direzione importante e, con grande umiltà, si è presentata al Consiglio.
Il voto è favorevole anche per un'altra considerazione, per una sorta di rinnovato augurio di buon lavoro per la coesione che si è trovata in Consiglio.
Il nostro voto è convintamente favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, collega Monaco.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 47 Consiglieri votanti 46 Consiglieri hanno votato SÌ 43 Consiglieri hanno votato NO 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Proseguimento esame proposta di legge n. 2, inerente a "Riordino delle Agenzie Territoriali per la Casa. Modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010 n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale)" (seguito) (Atti d'indirizzo collegati: ordine del giorno n. 25; mozione n. 45; mozione n. 44)


PRESIDENTE

Ritorniamo a proseguire l'esame della proposta di legge n. 2), di cui al punto 3) all'o.d.g., con gli atti di indirizzo collegati.
Se ho interpretato bene, sono state ritirate tutte le mozioni e gli ordini del giorno. Abbiamo solo la mozione n. 45 "Nuovi innovativi interventi sulle politiche abitative" presentata dai Consiglieri Pichetto Fratin Sozzani, Ruffino, Benvenuto, Gancia, Vignale, Graglia, Marrone, Berutti.
E' corretto? Qualcuno di voi vuole spiegarmi? La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

C'è la mozione che ha citato lei, e c'è anche l'ordine del giorno n. 25 "Impegno della Regione Piemonte alla realizzazione di un tavolo di lavoro per elaborare proposte di abitare sociale alternative e complementari a quelle classiche di nuova edilizia sociale" presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi, Batzella, Bertola, Frediani, Mighetti, Valetti, Campo.
E' ritirato il n. 26 e mantenuto il n. 25, ma con una piccola modifica nel dispositivo.



PRESIDENTE

Ossia?



BERTOLA Giorgio

Anziché: "Entro sei mesi", metteremmo "Entro 120 giorni". Invariato il resto.
Queste sono le determinazioni che abbiamo fatto.



PRESIDENTE

Sì, grazie.
Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

La ringrazio.
Rimane anche la mozione n. 44: "Misure straordinarie per l'emergenza abitativa e la costituzione del fondo salvasfratti regionale", presentata dai Consiglieri Grimaldi, Conticelli, Rossi, Gallo, Chiapello, Accossato Ravetti, Caputo, Appiano, Gariglio, Ottria, Boeti, Ferrentino, Motta Baricco, Allemano, Giaccone, Molinari. Rassicuro tutti dicendo che siamo giunti ad un testo coordinato di queste tre mozioni, ma ci sembrava giusto che ogni Gruppo e ogni coalizione mantenessero la paternità delle loro argomentazioni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 25 presentato dai Consiglieri Bono Andrissi, Batzella, Bertola, Frediani, Mighetti, Valetti e Campo, inerente a "Impegno della Regione Piemonte alla realizzazione di un tavolo di lavoro per elaborare proposte di abitare sociale alternative e complementari a quelle classiche di nuova edilizia sociale".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Anche in questo caso si è giunti, con estrema responsabilità, - forse troppa - ad una sintesi nella Conferenza dei Capigruppo. Quello che premeva, sicuramente al Movimento 5 Stelle ma credo a tutti - senza voler interpretare il pensiero di altre forze di opposizione - era di addivenire ad un tavolo di lavoro che portasse avanti le molteplici proposte di cui i singoli Consiglieri si fanno portavoce in Consiglio regionale.
Questo era il tema fondamentale, da parte del nostro Gruppo consiliare sia della presentazione degli emendamenti sia della presentazione degli ordini del giorno.
L'obiettivo - e lo dico guardando anche la Giunta - è di non avere un ennesimo disegno di legge, non dico calato dall'alto, ma fatto, sia pure giustamente, dalla Giunta, che però toglie un po' di potestà legislativa al Consiglio regionale che avrebbe la possibilità di fare proposte di legge.
Ultimamente (non mi riferisco solo agli ultimi tre mesi primi, cioè i primi tre mesi di questa Giunta, ma anche agli ultimi anni della scorsa legislatura in cui ero Consigliere) questo è un "andazzo" che mima l'andazzo nazionale: ci sono decretazioni di urgenza, i decreti legge hanno un'immediata validità e poi hanno 60 giorni per essere convertiti.
Noi non abbiamo questa procedura, ma mi piacerebbe pensare che, al di là del programma di governo, che è sacrosanto e fondamentale, con cui l'attuale maggioranza ha vinto le elezioni, ci fossero anche proposte di legge dei Consiglieri regionali, non solo di opposizione, ma anche di maggioranza.
L'ipotesi è un tavolo di lavoro a cui i Consiglieri possono veramente partecipare senza l'enfasi e l'ansia della Commissione (in cui bisogna presentare emendamenti, discuterli e poi votarli); un momento preliminare una specie di anticamera alla fase di analisi del testo referente, in cui le proposte possono essere discusse e socializzate tra i vari Consiglieri e non subito bocciate o approvate, per cui poi magari si creano dei risentimenti o delle giuste volontà di presentare, magari, "enne" emendamenti, per poterne poi approvare uno.
Molte volte, questo è successo.
Per cui, anche in un'ottica economica dei lavori e di efficienza ed efficacia, che noi condividiamo, ci deve essere una finalità che permetta una pluralità di espressione dei pensieri delle varie forze politiche dalle più grandi alle più piccole, all'interno del Consiglio regionale.
L'ordine del giorno è stato pensato proprio in quest'ottica sin dall'inizio, vista la chiusura - e questo è innegabile - della Giunta regionale fin dalle sedute della Commissione, nel dire: "Noi vogliamo fare un provvedimento snello solo di revisione della governance, tutto quello che sono altri temi non li vogliamo neanche sentire".
Magari li sentiva la Giunta per sbaglio, però non vogliano neanche analizzarli e discuterli, rinviando ad un provvedimento che si sarebbe dovuto fare il prima possibile.
Ora, sul prima possibile, io ed il nostro Gruppo abbiamo espresso più volte un po' di scetticismo, perché giustamente si sono viste diverse puntuali modifiche, addirittura minute e dettagliate di alcuni provvedimenti di leggi, mentre alcune leggi avrebbero bisogno di una revisione complessiva, di una vera riforma organica delle materie che trattano, perché senza di quelle - e su questo penso che, al di là delle giuste "ipocrisie" della politica tra maggioranza e opposizione, siamo tutti d'accordo - e senza ritirare fuori il tema dei risparmi dovuti alla revisione della governance dell'ATC, di cui abbiamo parlato per ore, non è che cambierà il tema dell'edilizia sociale, ma non daremo risposte immediate ai cittadini.
Probabilmente farà di più la Giunta con questa delibera già annunciata sui giornali, in cui si stanzieranno dei fondi, anche con la proposta di cui all'oggetto della mozione a firma del Consigliere Grimaldi del Gruppo Sinistra Ecologia e Libertà.
Per non sminuire il ruolo del Consiglio regionale, mi auguro che questo sia il primo di una serie di possibili tavoli di lavoro in cui le proposte vengono messe sul tavolo e possano diventare una proposta di legge, non un disegno di legge.
Qualcuno ha paventato la conflittualità, la cogestione conflittuale tra poteri che dovrebbero essere complementari, ma spesso non lo sono, cioè la Giunta che ha la sua potestà e il Consiglio regionale che ne ha una sua.
Personalmente la vedo più come un tavolo di discussione in cui anche l'Assessore è invitato, ma sono i Gruppi consiliari a fare le proposte.
Ovviamente, su questo ci siamo concentrati di più sul metodo che non sul merito delle proposte, perché le proposte le vorremmo proprio sviscerare all'interno di questo organo, di questo tavolo.
Abbiamo voluto fare un solo esempio, una proposta di emendamento che già presentammo, come Gruppo consiliare, nella scorsa legislatura (mi sembra di ricordare in una Finanziaria), riguardo alla possibilità di censire il patrimonio inutilizzato, sfitto, sia pubblico sia privato comprendendo soprattutto l'unità immobiliare di recente realizzazione.
Pensiamo a tutto quello costruito negli ultimi anni in cui la crisi immobiliare ha colpito di più, e che attualmente è invenduto. Abbiamo avuto e abbiamo ancora adesso Piani Regolatori Comunali e sovracomunali sovradimensionati. Lo sappiamo, chiunque di noi proviene da un Comune e potrebbe portare la propria esperienza dicendo i Comuni che hanno una previsione di crescita demografica zero hanno Piani Regolatori che prevedono una crescita del 50%, dell'80%.
Si è costruito tanto e male, quindi adesso sicuramente gestire questo patrimonio, perché non possiamo lasciarlo lì abbandonato. Un'ottica potrebbe essere quella, come detto in questa mozione, la possibilità di trovare accordi con i costruttori che spesso lamentano questa difficoltà cioè di dover poi magari pagare anche delle tasse su degli immobili invenduti, quindi cercare di trovare un accordo per non costruire nuovi alloggi la Regione Piemonte, perché ricordiamo il piano "dieci mila case" iniziato nel 2007 non è ancora terminato. Personalmente, negli anni passati ho contestato, non l'assegnazione di nuovi alloggi, ma la nuova realizzazione di alloggi, perché con tutto lo sfitto e l'invenduto, è molto meglio dare risorse magari alle agenzie locali, che gestiscono anche l'intermediazione tra chi cerca la casa e chi la offre (porto l'esempio di Torino, con l'Agenzia Lo.C.A.Re., che mi dicono funzioni abbastanza bene) piuttosto che costruire nuovi alloggi, di cui non c'è bisogno, che producono cementificazione, che hanno un impatto ed un costo ed abbassano il valore immobiliare, perché più alloggi costruiti sono invenduti più si abbassa il valore degli immobili in generale.
Di questo sicuramente non c'è bisogno.
La mozione da noi presentata va in questo senso ed impegna la Giunta a prendere in considerazione tutte le possibilità - quindi lasciare un ampio spettro di possibilità - che possano garantire il diritto ad abitare compreso il censimento dell'invenduto, inutilizzato, da ripristinare riaprendo il tema - che non abbiamo voluto approfondire in questa mozione della possibilità di ripristinare anche con modalità di autorealizzazione servendosi delle strutture dell'ATC, quindi far funzionare anche le ATC in questo senso, nonché censire l'effettivo bisogno della popolazione. Se non abbiamo contezza del bisogno, della domanda della popolazione, e non solo di Torino, non solo dell'area metropolitana, ma di tutte le nostre province, abbiamo poi difficoltà a calibrare l'offerta. In questo senso come ho detto - istituire un Tavolo consiliare sul tema, che possa portare ad una bozza di PDL entro 120 giorni (abbiamo modificato), quindi quattro mesi dall'approvazione di questa legge.
Siamo a settembre, pertanto direi che all'inizio dell'anno, poiché i lavori dei prossimi mesi saranno concentrati fondamentalmente sul bilancio potremo arrivare ad una proposta che possa essere considerata nel merito da parte di tutto il Consiglio e della Giunta regionale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Esaminiamo ora la mozione n. 45 presentata dai Consiglieri Pichetto Fratin Sozzani, Ruffino, Benvenuto, Gancia, Vignale, Graglia, Marrone e Berutti inerente a "Nuovi innovativi interventi sulle politiche abitative".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

La mozione è firmata da tutti i colleghi del centrodestra.
Svolgo alcune riflessioni, prima di illustrare la mozione.
Riteniamo positivo arrivare ad un momento come questo, in cui, al di là delle differenti parti, si riescono a condividere alcuni punti che, pur arrivando da Gruppi consiliari differenti, sono buone misure, buone azioni di politiche abitative per il Piemonte, perché questo è il nostro compito (sia della maggioranza sia dell'opposizione).
Rimarchiamo solo, con un po' di dispiacere, che questo è avvenuto tardivamente (con volontà, tardivamente), poiché prima si è passati all'esame del disegno di legge respingendo tutti gli emendamenti dell'opposizione, o almeno quelli presentati dal nostro Gruppo consiliare anche quelli che riprendono gli stessi temi presenti nella mozione, e, poi comprendendo che si rischiava di avere il Consiglio bloccato, si è data la disponibilità per l'approvazione di una mozione.
Questo aspetto è certamente positivo, però occorre che ci si intenda sulla positività.
Le mozioni presentate sono tre: una presentata dalla maggioranza e due dall'opposizione. Quando il Consiglio regionale presenta delle mozioni queste hanno tutte pari ed uguale dignità, nel senso che, ancorch legittimamente sostenga l'operato di questa Giunta, la maggioranza non è la Giunta regionale, pertanto, nel momento in cui il Consiglio dà delle indicazioni, la Giunta regionale deve fare tesoro di tutte le indicazioni provenienti dal Consiglio. Noi vedremo, cioè, che nei prossimi giorni usciranno delle deliberazioni di Giunta che conterranno le misure proposte dalla mozione della maggioranza, mentre non usciranno misure della Giunta regionale con le proposte avanzate dall'opposizione.
Siamo all'inizio di una nuova attività consiliare e molti di noi provengono da attività amministrative e non legislative. Crediamo, per che questa sia, ancora una volta, una dimostrazione di come noi riteniamo di essere uomini e donne di governo temporaneamente all'opposizione, e come tali ci comportiamo, così come abbiamo fatto in occasione della legge test votata.
Questo è un limite, cioè anche il senso di responsabilità istituzionale è un limite, nel momento in cui, per farsi ascoltare, è necessario bloccare i lavori del Consiglio o comunque rallentarli, mentre per farsi ascoltare è necessario avanzare delle proposte.
Vado ora all'illustrazione delle nostre proposte, che peraltro molti colleghi hanno già ascoltato negli interventi di oggi. Noi chiediamo che la Giunta, nel momento in cui andrà a scrivere il nuovo disegno di legge anche partendo da un confronto in Commissione consiliare, inserisca alcune misure, come il voucher per la prima casa, il sostegno ai mutui, l'housing sociale, l'autorecupero e l'autocostruzione, la definizione delle ATC non solo come soggetto di gestione del patrimonio di edilizia pubblica, ma anche come soggetto in grado di fare promozione sociale con gli Enti locali ed i soggetti privati, o di fare attività che garantiscano quel numero immenso di patrimonio abitativo privato che non viene dato in locazione.
Ritengo che questi dovranno essere gli aspetti positivi. Non abbiamo assegnato volutamente un termine, nel senso che il termine lo stabilisce la Giunta nel presentare il disegno di legge e, verosimilmente, lo stabiliremo anche noi nel presentare una proposta di legge.
Segnaliamo, però, un aspetto: le mozioni indicano in 120 giorni il termine per la presentazione del disegno di legge da parte della Giunta regionale. Lo dicevamo nella seduta di questa mattina: questo significa che fra 120 giorni la II Commissione inizierà a discutere - se vi sarà puntualità, in tal senso - una riforma della legge n. 3, e, quindi, che fra sei-sette mesi il Piemonte avrà nuove misure abitative.
Pertanto, avremo impiegato questi tre mesi per discutere la razionalizzazione delle ATC e ne attenderemo sei per stabilire alcune prime misure urgenti, anche se alcune - come ha annunciato l'Assessore - in realtà verranno date a legislazione vigente (questo, ovviamente, si pu fare) e, soprattutto, con le disponibilità economiche, perché - e concludo l'altro aspetto sarà (e i nostri Gruppi consiliari lo porranno) sull'assestamento di bilancio, perché oggi le risorse nelle politiche abitative della nostra regione, seppure poche, non mancano.
Non ho a disposizione il dato del 2014, ma segnalo che, fino agli anni passati, per esempio la legge 28 del 1976, quella che contribuisce alla cooperazione edilizia, è stata una legge fortemente finanziata in particolar modo dal Piano casa, favorendo la cooperazione edilizia e favorendo solo coloro i quali andavano ad acquistare una casa o coloro i quali la costruivano avendo - mi permetto di dire - un vantaggio competitivo sul mercato non indifferente, rispetto alle imprese edili, e non investendo, invece, le stesse risorse sul resto del panorama abitativo.
Noi crediamo - ebbi modo di dirlo all'Assessore Cavallera quando era Assessore all'urbanistica e, poi, all'Assessore Quaglia - che le risorse in questo settore ci siano; non sono sufficienti, ma ci sono. Vanno date anche in questo ambito, delle priorità, perché così l'Assessore come la Giunta potrà deliberare la legislazione vigente delle misure straordinarie di intervento sulle politiche abitative è assolutamente evidente che il passaggio dell'assestamento di bilancio fra le tante priorità che purtroppo la nostra Regione ha in assenza di risorse sarà un tema da affrontare.
Pur non ragionato con la testa dei gamberi (cioè con una valutazione necessariamente al passato), quando il Vicepresidente Reschigna trasmetterà alla I Commissione, magari l'ha già fatto, io non ho guardato, il grafico dell'andamento...
RESCHIGNA Aldo (fuori microfono) L'ho trasmesso ieri sera.



VIGNALE Gian Luca

Infatti, sapendo la solerzia e la puntualità dell'Assessore mi sono ben guardato dal dire che fosse colpa sua.
Ognuno che abbia voglia di verificare quel dato vedrà in un grafico in quali anni il grafico s'impenna. A tutto c'è una responsabilità.
Lo segnalo perché noi oggi abbiamo non soltanto il principio di parificazione della Corte dei conti sul conto consuntivo, ma abbiamo la Magistratura contabile che è estremamente attenta, giustamente, a quella che è la gestione della cosa pubblica. E' stata distratta per qualche anno.
Molto, molto, molto e ancora molto distratta, perché se il Presidente Scopelliti ha preso sette anni di condanna per 87 milioni di distorsione di bilancio, secondo me qualche esponente, anche di questa Giunta, uno, o la Giunta che ha cancellato 800 milioni se moltiplicate il numero di milioni cancellati per la pena rischierebbe l'ergastolo contabile.
Però, voglio dire, ci sono momenti in cui ci sono altre priorità, ma non questa non si può non chiedere a chi ha svolto attività di governo con quel peso e che oggi svolge attività di opposizione prima di aver sopportato quel peso e oggi giustificare l'assenza di denaro, perché c'è un indebitamento contratto anche da alcuni soggetti che sedevano e siedono all'interno di questa Giunta.
Non si può essere "cornuti e mazziati", come direbbero in regioni che non parlano il dialetto che io conosco. Ci si può chiedere tante cose, ma non questo. Anche a chi come il sottoscritto e i colleghi Porchietto e Pichetto, abbiamo rivestito dei ruoli di maggioranza dovendo sopportare alcune scelte impopolari e poi in Giunta non avendo un soldo per poter fare alcune attività.
Allora, le responsabilità sono sempre uguali.
In conclusione, nell'assestamento di bilancio sarà chiarissimo, ma sarà proprio di un'evidenza solare, perché sarà sufficiente prendere l'attività emendativa del partito oggi di maggioranza all'interno di questo Consiglio regionale e ripresentarla e si vedrà come in realtà c'è chi fa l'opposizione al più 1 e c'è chi invece tenta di fare l'opposizione ancorché essendo una compagine di governo.
Questa è la vera differenza: il vero senso di responsabilità che non si è mai riscontrato precedentemente. Allora va bene non guardare al passato va bene guardare al presente come stiamo facendo con questa mozione, per con senso di responsabilità da parte di tutti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Esaminiamo ora la mozione n. 44 presentata dai Consiglieri Grimaldi Conticelli, Rossi, Gallo, Chiapello, Accossato, Ravetti, Caputo, Appiano Gariglio, Ottria, Boeti, Ferrentino, Motta, Baricco, Allemano, Giaccone e Molinari, inerente a "Misure straordinarie per l'emergenza abitativa e la costituzione del Fondo Salvasfratti regionale".
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Dividerò l'intervento con la Consigliera Conticelli, con la quale insieme a tutti i Gruppi di maggioranza e Consiglieri abbiamo provato ad abbozzare parte della discussione.
Intanto, partiamo dai dati della recessione, da quello che ci siamo anche detti nelle premesse, dal fatto che sono tante le famiglie che in Piemonte vivono una situazione in particolare difficoltà.
La perdita del posto di lavoro segue in breve tempo quella della casa a causa degli sfratti per morosità, però in questo sono felice del lavoro fatto dalla Consigliera Conticelli e da quello che tutti insieme ci siamo impegnati a fare.
Un ridisegno delle ATC serviva come premessa a questa discussione ed io credo che semplicemente che ci siamo detti due cose, che poi raccogliamo in questi tre oggetti: anzitutto, è necessario un disegno di legge più ampio e credo che la Consigliera Conticelli riuscirà anche preventivamente a far seguire questa discussione. Questo disegno di legge deve prevedere cose che oggi non ci sono nella discussione, ne abbiamo parlato con i Consiglieri di 5 Stelle, con i Consiglieri Vignale e Pichetto, dai temi dell'autocostruzione, al ridisegno del ruolo delle ATC, ma penso anche a quel ruolo di ricognizione che ci richiedevano i 5 Stelle, tanto quanto il lavoro sulla prima casa.
Inoltre, abbiamo voluto far emergere un altro tipo di discussione, cioè quello che secondo noi bisogna fare entro i prossimi sessanta giorni e addirittura l'Assessore - di questo lo ringrazio - diceva che probabilmente questa deliberazione di indirizzo potrebbe essere pronta anche prima.
In questo senso, noi semplicemente diciamo che ci sono delle misure che non attendono i tempi della politica, sono delle misure anti-crisi. Fra le prime da affrontare, ovviamente, è confermare alcune risorse che finanziano il fondo di Lo.C.A.Re., il fondo sociale per la morosità incolpevole della legge regionale 3 del 2010, anche per evitare l'assai complessa morosità che si verifica all'interno le case ATC, ma anche una richiesta al Governo per ottenere il ripristino del fondo nazionale per il sostegno alla locazione.
Dall'altra, noi chiediamo di far diventare politiche alcune sperimentazioni. Ne parlerà anche la Consigliera Conticelli, però quello che abbiamo visto nella città di Torino è un primo esempio: siamo consapevoli che sempre di più ci vorrebbero degli ammortizzatori universali.
Le Regioni secondo me difficilmente possono mettere in campo quelle strutture anche a seconda dei bilanci che vediamo, ma si possono fare, come è successo nel caso di Torino, che però, ripeto, è una sperimentazione, dei fondi salva sfratti che evitino in qualche modo il peggiorare della crisi.
La dico così. E' chiaro che dai dati che abbiamo in mano, cioè quei 4.000 sfratti per la metà diventano esecutivi e, come diceva anche il Consigliere Vignale nelle premesse, la risposta delle case popolari è una delle forme. La possibilità di utilizzare agenzie come Lo.C.A.Re. è un altro tipo di risorse, oppure le ATC stesse, come dicevamo, come ruolo.
Noi, però proviamo a fare un'altra cosa, un'altra scommessa, cioè evitare che quelle famiglie escano da quel patrimonio privato, magari con questi fondi rotativi che possono servire a lasciarli lì, come dicevamo con l'Assessore, e provare anche delle ipotesi, anche per trasformar quei tipi di contratto in contratti concordati oppure che in qualche modo si lascino le famiglie lì dove sono, perché magari il periodo della loro crisi e quindi della loro morosità incolpevole è temporaneo.
Di questo sono sicuro che continueremo a discuterne e che la Consigliera Conticelli sarà in grado non solo di raccogliere le tante osservazioni, ma di mettere in campo degli strumenti, anche come Commissione, per far sì che sia la deliberazione generale che noi chiediamo all'Assessore e mi pare che l'Assessore abbia già raccolto, sia nelle premesse che in questi giorni nella discussione, sia un nuovo disegno che spero porterà nei prossimi 120 giorni, così come hanno chiesto le opposizioni subito una discussione in Commissione, anzi magari già l'approvazione all'inizio del prossimo anno. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
La parola alla Consigliera Conticelli.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Molto sinteticamente, intanto i temi che saranno affrontati nei prossimi mesi sono stati ampiamente sviscerati in queste due sedute consiliari, in cui si è parlato non solo di riorganizzazione, ma anche di tutta una serie di questioni legate a quello che è necessario per affrontare il disagio abitativo che - lo ricordo, lo avete detto in tanti al 95% è legato alla morosità incolpevole. Quindi, servono politiche per la casa, ma anche politiche che siano agganciate alle politiche di sostegno e al reddito. In questa direzione va la mozione che abbiamo presentato con il collega Grimaldi e con moltissimi dei colleghi di maggioranza.
Sono stati forniti tanti dati e tanti numeri.
Voglio solo ricordarne ancora uno: dei circa 4.000 sfratti esecutivi che hanno interessato la nostra Regione nel 2013 c'è un 26% di migranti, e questo ce lo potremmo aspettare. C'è un 21% di giovani, un 38% di anziani over 65 e un 62% di nuclei con figli.
Questo vuol dire che siamo fuori dalle fasce tradizionali (quando pensiamo agli sfratti o alla povertà) e vuol dire che si tratta di un'importante questione di coesione sociale. Il panorama variegato richiede degli anticorpi nella società e soprattutto richiede delle reti.
Per questo motivo, proponiamo qui un modello simile a quello messo in piedi dall'Amministrazione comunale di Torino (che è più in trincea rispetto al resto del Piemonte su questo tema, perché di quei 4.000 sfratti oltre la metà hanno interessato il capoluogo), attraverso un protocollo d'intesa che riunisce le due fondazioni, Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT, la Prefettura e l'Amministrazione comunale. Gli interventi devono essere di tipo variegato, oggi ne avete enumerati tanti anche voi ma la novità dovrebbe essere il fatto che si rendano omogenei i criteri di accesso e che si mettano in rete gli interventi, che sia il fondo per la morosità incolpevole, oppure il sostegno di Locare, o ancora il cosiddetto fondo salva sfratti.
Ricordo che c'era già stato un impegno dell'Assessore, ma dato che oggi ne parliamo, ricordo anche che ci sarebbe da rivedere il contributo minimo quello dei 480 euro all'anno, previsto nel 2010, quindi con una congiuntura del tutto differente, per evitare di avere quest'anno, come negli ultimi due anni, l'impennata degli sfratti tra gennaio e marzo. Oggi non c'è criterio, questo fondo è dovuto anche a chi ha reddito zero. Occorre il censimento degli alloggi sfitti - da tre a cinque anni, qui ci sono diverse scuole di pensiero - ma soprattutto quelli acquistati anche con fondi pubblici, a cui, in qualche modo, la comunità ha contribuito.
E poi occorre incentivare Locare, perché vale quello che dicevo prima: bisogna trovare delle misure che immettano anche degli anticorpi nella nostra società. Il fondo anti sfratti sostiene, da un lato, il proprietario perché anche i proprietari spesso appartengono a fasce fragili, a quella fascia grigia, e spesso anche il fatto che ci siano molti alloggi sfitti è legato proprio a questa problematica - quindi dandogli subito una parte della morosità che poi viene ripianata dall'inquilino, a seconda delle proprie possibilità reddittuali. Si mettono anche a rete, cioè si aiutano le due parti a rifare un contratto, come fosse un mutuo. In questo l'istituzione pubblica può fare molto, le esperienze di Locare, che ci sono sul territorio, sono esperienze positive.
La volta scorsa ci siamo impegnati in Commissione, ed è anche richiesto in un ordine del giorno, ad un aggiornamento con l'Assessore rispetto al percorso già avviato di rivisitazione complessiva della legge n. 3, da cui c'era un impegno, da un lato, a scorporare questi interventi di natura più economica, che per forza devono andare con l'assestamento di bilancio e dall'altro, vedere la possibilità di scorporare gli interventi di autocostruzione o, comunque, le misure atte a liberare nuovi alloggi da immettere sul mercato degli affitti calmierati delle case popolari.
All'interno di una Commissione straordinaria che, come concordato convocheremo nei prossimi giorni, si può vedere l'istituzione di un tavolo di lavoro che si rapporti in maniera più ristretta con l'Assessorato in seno alla Commissione.
Siccome il dibattito è già stato ampio e ha coinvolto un po' tutti i Gruppi politici - magari con parole un po' diverse, ma abbiamo anche detto cose molto simili - speriamo che possa essere un percorso proficuo e soprattutto, abbastanza rapido, che porti a dare un sollievo immediato a questa problematica sociale.



PRESIDENTE

Grazie per l'illustrazione della mozione.
Discussione generale sui tre atti d'indirizzo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Vorrei farei due aggiunte al dibattito.
La prima è l'auspicio che, all'interno dell'impegnativa che andiamo a votare tutti - ed è un fatto positivo - affronteremo entro 120 giorni la discussione su misure emergenziali, come quelle dell'autorecupero, che non credo esiga un eccessivo approfondimento, perché si tratta di armonizzare delle proposte che sono in campo.
Invito la Giunta a svolgere un po' il ruolo di sintesi rispetto a proposte che sono già state presentate da Gruppi omogenei fra loro come Fratelli d'Italia e Forza Italia e anche da altri Gruppi di opposizione come il Movimento 5 Stelle, così come dai suggerimenti che arriveranno dalla maggioranza. Chiaramente auspico che entro 120 giorni si possa sperare di approvare un eventuale provvedimento che parli solo di queste misure emergenziali. In politica l'emergenza dovrebbe cominciare anche ad adattarsi ai tempi dell'emergenza vissuta nella vita reale.
Secondo me, non è questa un'impegnativa che debba riguardare la Giunta è in realtà un appello che rivolgo a tutti noi come forze consiliari nella misura in cui i lavori di Consiglio - e per questo ringrazio la Consigliera Conticelli, che ha già richiesto una Commissione straordinaria, e che l'Ufficio di Presidenza sicuramente accoglierà in Conferenza dei Capigruppo inizieranno, sin da subito, questo dibattito per consentire un'approfondita, ma celere, discussione e conseguente approvazione.
L'ultimo elemento che voglio ancora ricordare è porre l'attenzione all'emergenza abitativa che troviamo in tutti i territori delle province al di fuori delle metropoli. In particolare, parlando di Torino, ricordiamo che molte delle misure pregevoli che sono state ricordate, come Lo.C.A.Re.
o fondi salva sfratti, sino adesso sono limitate alla metropoli e ai grandi Comuni della prima cintura, quando esiste tutta una fascia quantitativamente rilevante, di casi di emergenza abitativa che non meritano di essere abbandonati senza risposte solo perché vivono in piccoli comuni, lontani dalla metropoli, nel territorio provinciale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 25, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 45, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione sulla mozione n. 44, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato SÌ 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 16 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame proposta di deliberazione n. 4, inerente a "Assestamento del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2014 del Consiglio regionale" (Atti d'indirizzo collegati: mozione n. 46; mozione n. 47)


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 4, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Sulla proposta di deliberazione ci sono dichiarazioni di voto?



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Non c'è la discussione, Consigliere Vignale. L'abbiamo fatto in Commissione, quindi qui c'è solo la votazione.
Non c'è discussione, ci sono solo le dichiarazioni di voto.
C'è la mozione n. 46 presentata dai Consiglieri Laus, Ruffino, Benvenuto Boeti, Molinari, Motta, Chiapello, Giaccone, Pichetto Fratin, Gancia Gariglio e Grimaldi, inerente a "Utilizzo dell'avanzo di amministrazione risultante dall'assestamento del bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2014", quindi presentata dall'Ufficio di Presidenza, con la firma dei Capigruppo, che stabilisce di aprire la discussione sulla destinazione delle risorse - i famosi dieci milioni - durante l'assestamento di bilancio.
Do lettura del dispositivo: "A dare atto che l'importo risultante dall'assestamento del bilancio del Consiglio regionale, quale somma da restituire all'Esecutivo a titolo di avanzo dell'esercizio 2013, sarà, con appositi emendamenti in sede di approvazione in Aula consiliare del disegno di legge di assestamento del bilancio 2014 della Regione, dettagliatamente iscritto nelle specifiche unità previsionali di base del medesimo disegno di legge".
A seguire, c'è una mozione collegata - dovremo quindi votare le due mozioni. Mi riferisco alla mozione n. 47 presentata dai Consiglieri Bono Bertola, Frediani, Andrissi, Mighetti, Valetti, Batzella e Campo, inerente a "Impegno all'utilizzo dell'avanzo di amministrazione del Bilancio del Consiglio regionale 2013 nell'Assestamento del bilancio della Regione Piemonte del 2014", il cui dispositivo recita: "Impegna la Giunta regionale, in sede di assestamento del bilancio della Regione Piemonte 2014, a valutare con attenzione le DB precedentemente elencate e a reintegrarle con l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione del Consiglio regionale risultante la delibera dell'Ufficio di Presidenza, pari a 10 milioni, con suddivisione da decidersi in fase di discussione dell'assestamento".
Ho dato per scontato che non ci fosse discussione generale sulla mozione, non essendoci vincoli, però se volete intervenire per la discussione generale, ne avete facoltà.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Vorrei solo che il Presidente ci chiarisse perché, essendo una proposta di legge al Consiglio, ed essendo stata licenziata dalla Commissione, non avremmo titolo ad intervenire sulla stessa.



PRESIDENTE

Probabilmente non mi sono espresso bene.
Dato che ci sono le firme dell'Ufficio di Presidenza e di tutti i Capigruppo, ho detto "non ci sarà discussione", però ha ragione lei.
Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Regione Piemonte

Solo perché rimanga a verbale.
Ho seguito la mozione che ha illustrato e letto il Presidente del Consiglio regionale, ma vorrei che rimanesse a verbale che, laddove s'intende che sarà oggetto di destinazione con appositi emendamenti, non vorrei che, necessariamente, questo significasse che deve riguardare risorse aggiuntive, rispetto al disegno di legge di assestamento del bilancio. Così come è scritto ("con appositi emendamenti"), significa che queste sono risorse aggiuntive.
E' nella piena disponibilità del Consiglio regionale presentare emendamenti sul disegno di legge del bilancio e decidere che quelle ipotesi contenute nel disegno di legge debbano essere stravolte e destinate ad altro tipo di destinazione, ma, così com'è scritta la mozione, sembra quasi che sono emendamenti aggiuntivi, e non necessariamente, viste le condizioni, lo potranno essere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ovviamente, quanto dice il Vicepresidente è formalmente sacrosanto però vorrei chiedere al Vicepresidente un aspetto.
La Giunta ha licenziato il disegno di legge (che io, per la verità, non l'ho letto nei suoi singoli capitoli: ho provato a guardare l'allegato B ma non nella sua interezza); mi domandavo solo se il risultato, che già la Giunta conosceva, essendo stato licenziato dalla Commissione, fosse già iscritto nelle entrate dell'assestamento.
Perfetto! Quindi significa che, o trova corrispondenza a quanto la mozione oggi noi votiamo, in quanto già iscritta nelle entrate ed anche nelle uscite, o altrimenti, come il Regolamento d'Aula prevede, chi vota questo ordine del giorno dovrebbe, tendenzialmente, anche essere sottoscrittore di emendamenti che siano paralleli in uscita. I dieci in entrata ci sono, tanto scriviamo oggi nella mozione quanto sottoscriveremmo emendamenti che siano conseguenti al voto della mozione.
Solo per sapere se era nelle entrate. Se è nelle entrate, poi ogni Consigliere sarà conseguente o meno.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Non essendoci altre richieste di intervento, procediamo con le votazioni.
Indìco la votazione sulla mozione n. 47, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Ricordo ancora che la mozione n. 46, tenendo conto delle precisazioni del Vicepresidente della Giunta Regionale, è a firma dell'Ufficio di Presidenza e dei Capigruppo, ad esclusione del Capogruppo del Movimento 5 Stelle.
Indìco la votazione nominale sulla mozione n. 46, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SÌ 36 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 4, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Proseguimento esame mozione n. 9 presentata dai Consiglieri Grimaldi Accossato, Allemano, Barazzotto, Baricco, Boeti, Caputo, Chiapello Conticelli, Corgnati, Giaccone, Motta, Ottria, Ravetti, Rossi, Rostagno e Valle, inerente a "Denuclearizzare il Piemonte. Individuazione urgente del sito unico nazionale di stoccaggio delle scorie nucleari"


PRESIDENTE

ordine del giorno n. 30 presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Comunicazione precauzionale e preventiva del trasporto di materiale nucleare su rotaia, in vista dell'individuazione del sito unico nazionale"



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 9, di cui al punto 6) all'o.d.g..
Consigliere Grimaldi, la volta scorsa abbiamo stroncato questo dibattito e io l'ho trattata male, quindi vorrei ripristinare ex tunc lo status quo ante.
Consigliere Grimaldi, la volta scorsa aveva terminato l'intervento? C'è anche la mozione presentata dal Movimento 5 Stelle, che tratta lo stesso tema.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
In realtà, dovevo intervenire con la replica, ma, per quanto mi riguarda, possiamo anche chiudere qui e votare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono, sull'ordine dei lavori.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Solo per sapere - come il nostro Capogruppo aveva chiesto alla Conferenza dei Capigruppo - dove sono finiti gli altri documenti posti all'o.d.g. del Consiglio.



PRESIDENTE

Avevamo preso un accordo con gli altri Capigruppo per cui, in questa seduta - anche in altre, ma in questa in modo particolare - dovevamo iscrivere all'o.d.g. solo i testi potenzialmente licenziabili. Poiché oggi siete stati bravi e produttivi, siamo riusciti ad arrivare fino all'ultimo punto e questa è l'ultima mozione. Gli altri documenti non sono iscritti.
Sempre in quella riunione della Conferenza dei Capigruppo abbiamo pensato di organizzare, nei prossimi giorni (magari la prossima settimana) una seduta ad hoc per sfoltire tutti gli atti di indirizzo.



BONO Davide

Le chiedo solo - ovviamente avendolo concordato con il nostro Capogruppo - di mantenere l'ordine di iscrizione dell'ultima seduta altrimenti gli ordini del giorno che erano stati iscritti nella scorsa seduta perdono la loro priorità, quando ne arriveranno di nuovi. Solo questo, gentilmente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono. Se mi fa la gentilezza di avvicinarsi alla Presidenza, proseguiamo con i lavori.



BONO Davide

Sì. Solo una precisazione sullo storico del documento.



PRESIDENTE

Prego.



BONO Davide

Ricordo - se non vado errando - che nell'ultima seduta si erano iscritti a parlare due Consiglieri del Gruppo consiliare che rappresento (il Movimento 5 Stelle). C'erano due Consiglieri iscritti, quindi la discussione era aperta.



PRESIDENTE

Ricorda chi erano? In ogni caso non cambia nulla, perché c'è la possibilità di intervenire nuovamente.



BONO Davide

Erano i Consiglieri Campo e Frediani, quindi chiuderei la discussione e poi possiamo votare i documenti.



PRESIDENTE

Va bene. La parola al Consigliere Campo.
Consigliere Bono, può gentilmente avvicinarsi alla Presidenza? Prego, Consigliere Campo. Seguirà la Consigliera Frediani.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Questo tema mi sta particolarmente a cuore in quanto sono, di formazione, un ingegnere nucleare.
In particolare, relativamente al merito della mozione, personalmente la trovo abbastanza sconclusionata (mi perdonerà il Consigliere Grimaldi): è una mozione decisamente imprecisa e, tutto sommato, abbastanza inutile. Non voglio fare polemica, ma esprimere la mia opinione in merito.
Occorre chiarire un paio di questioni: qui si fa riferimento a delle linee guida che sono state rilasciate dall'ISPRA, per la realizzazione di un sito di stoccaggio temporaneo, di materiale a bassa o media radioattività. Nella mozione si citano queste linee guida come necessarie anche per la definizione del sito di stoccaggio definitivo, dove verranno immagazzinati i 90 mila metri cubi di materiale radioattivo, che saranno quelli che rientreranno in Italia al termine del riprocessamento che sta avendo luogo in Francia e Inghilterra.
Sono due cose sostanzialmente diverse, pertanto si rischia di fare confusione.
In particolare, cosa mi aspetterei io da una mozione di questo genere? Di per sé, questa, è lodevole, nel senso che il Piemonte e l'Italia hanno un problema nucleare significativo, in quanto il programma di decommissioning dei reattori nucleari esistenti è partito da pochi anni (se non ricordo male dal 2010), è tuttora in corso e non sono stati risolti i problemi dei siti di stoccaggio, ma neanche quelli temporanei.
Se ricordate, nel 2010 ci fu un ricorso al TAR contro l'utilizzo del sito di Bosco Marengo come deposito temporaneo per i prodotti del suo stesso decommissioning.
Uno dei nodi centrali del problema dei siti di stoccaggio è il fatto che sono dichiarati temporanei, ma sono lì da 40 anni. Il TAR, nel deliberare il fatto che il sito poteva essere usato per stoccare le scorie nucleari, disse che il requisito della temporaneità era chiaramente individuato, nel senso che questa temporaneità - come stabilito dalla legge vigente - ha una durata di vent'anni.
Allora, in una mozione che s'interessa della denuclearizzazione del nostro territorio, mi aspetterei che si chiedesse di definire in modo chiaro quali sono i termini dei depositi di stoccaggio temporaneo. Perché? Perché questo pone, poi, il problema successivo, che è quello dell'individuazione del sito nazionale, ma occorre fare attenzione, perch in relazione al sito nazionale, il problema è del tutto aperto.
Un altro dei motivi per cui questa mozione è superflua, è che il Governo è impegnato entro la fine.



PRESIDENTE

Scusate, colleghi.



CAMPO Mauro

E' difficile parlare così.



PRESIDENTE

Sono i suoi colleghi di Gruppo, Consigliere Campo!



CAMPO Mauro

Dicevo che il Governo è impegnato da una direttiva europea a definire entro la fine dell'anno, quale sia il programma nazionale in merito alla disposizione delle scorie. Quindi, sostanzialmente, quali siano le necessità per l'individuazione del deposito nazionale.
Su questo tema, tra l'altro, va sottolineato che ad oggi le località che sono state individuate per l'eventuale sito di deposito definitivo sono ancora quelle, addirittura meno di quelle originali, che vennero individuate dall'ENEA.



PRESIDENTE

Colleghi, gentilmente, un po' di silenzio, anzi tanto silenzio!



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



PRESIDENTE

Collega Grimaldi.



CAMPO Mauro

Ma li tocchiamo tutti i temi.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Come dicevo, gli aspetti sono due: sono i siti di stoccaggio temporaneo, tra i quali dovrebbe esserci quello di Saluggia e il sito di stoccaggio nazionale. Tutti questi temi devono essere affrontati dal Governo nazionale entro la fine di quest'anno, in seguito al recepimento della direttiva europea relativa.
Pertanto, dire che chiediamo alla Conferenza Stato/Regioni di porre il problema, mi pare leggermente ridondante, in quanto siamo già in ritardo e non mi sembra che il Governo attuale abbia intenti seri, sotto questo profilo.
Inoltre, la questione è tecnicamente irrisolvibile. Tenete presente che non è stato individuato nessun sito in Europa, o meglio, ce n'è uno in costruzione in Finlandia, ma come sito di deposito definitivo per le scorie nucleari non ce n'è nessuno attivo. Anche la Germania ha avuto problemi con il sito che aveva individuato a Gorleben e, soprattutto, ci sono Paesi come i Paesi Bassi e il Belgio che non avranno la possibilità di individuare un tale sito. Pertanto, è una problematica che va trattata necessariamente a livello continentale.
In merito al tema dei siti temporanei, il sito di Saluggia è sicuramente quello più critico. Tenete presente che anche le recenti opere tra l'altro soggette a critica per il dubbio nell'assegnazione degli appalti, sono critiche, ma la questione di Saluggia è ancora più grave perché quello è un sito di stoccaggio temporaneo, quindi anche lì vorremmo che venisse individuato in modo chiaro l'ambito della temporaneità.
Non so quanti lo sappiano, ma l'indicazione di Sogin S.p.A. e dell'ENEL in altri tipi di pubblicazioni è quella che lo stoccaggio temporaneo in realtà è un temporaneo a tempo indefinito. Soprattutto, il sito di Saluggia ha delle serie problematiche in quanto le vasche più vecchie non sono sicure e sono a rischio esondazione, ma anche le vasche quelle cosiddette "bunkerizzate" sono al sicuro per quello che riguarda eventi catastrofici del tipo l'impatto di un aeromobile, eccetera, ma non sono a tenuta stagna.
Nel senso che qualora ci sia un'esondazione, anche quelle non sono sicure.
L'altro problema che secondo me si sottovaluta è che è vero che non rientra nelle linee guida il sito di Saluggia, ma poiché è stato definito sicuro, guardate che non è assolutamente detto che non possa essere scelto come sito di stoccaggio temporaneo per i rifiuti liquidi.
Guardate che questa cosa non è così automatica, tant'è che nei siti dove si fanno le discussioni tecniche il sito di Saluggia in realtà è considerato uno dei più papabili.
Per cui la mozione personalmente la ritengo inefficace. Mi piacerebbe che la si rivedesse nel senso di affrontare in maniera più precisa i problemi effettivi che abbiamo sul territorio piemontese, in particolare relativamente alla temporaneità e ai siti di stoccaggio. Poi, per carità per quanto riguarda le altre parti relativamente all'informazione della popolazione sono anni che il Movimento 5 Stelle chiede che si faccia più informazione in accordo con i cittadini, ad esempio, sui trasporti del materiale di scarto che viene inviato per essere riprocessato, e anche maggiore trasparenza su quelle che sono le nuove scorie nucleari che vengono prodotte dall'attività radiomediche.
Ricordo di recente il caso dei cinghiali radioattivi che evidentemente si sono andati ad imbattere in qualcosa che hanno mangiato che era un rifiuto radioattivo. Quindi, da qualche parte sul nostro territorio ci sono rifiuti radioattivi non propriamente stoccati. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Considero il suo intervento anche come illustrazione del suo atto di indirizzo?



CAMPO Mauro

No.



PRESIDENTE

Esaminiamo quindi l'ordine del giorno n. 30 presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi, Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti inerente a "Comunicazione precauzionale e preventiva del trasporto di materiale nucleare su rotaia, in vista dell'individuazione del sito unico nazionale".
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 30.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Siamo arrivati a questa discussione. Ovviamente, non mi addentro sugli aspetti tecnici, perché il collega Campo che la volta scorsa era assente ci teneva particolarmente a sottolineare alcuni aspetti che non ci convincevano in questo provvedimento proposto dal collega Grimaldi.
Per quanto riguarda invece il nostro ordine del giorno, riteniamo che il provvedimento proposto dal collega Grimaldi sia carente per la parte che riguarda l'informazione alla popolazione.
Sappiamo che il nostro territorio è attraversato periodicamente da trasporti che sono ritenuti potenzialmente pericolosi, quindi trasporti che attraversano...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera.
Consigliere Grimaldi, la prego di non disturbare.
Consigliera Frediani, mi scusi se l'ho interrotta. Prosegua pure.



FREDIANI Francesca

Faccio un po' fatica a comprendere l'origine della discussione, perch il collega Campo è intervenuto nel merito con delle osservazioni tecniche io sto cercando di integrare con le informazioni estratte dall'ordine del giorno che riguardano un aspetto a nostro avviso piuttosto trascurato dalla proposta del Consigliere Grimaldi, che è appunto l'informazione alla popolazione.
Questo è un tema che ci sta particolarmente a cuore come dimostra anche un nostro ricorso al TAR, che abbiamo presentato in collaborazione con Pro Natura e con il Comune di Villarfocchiardo, che è uno dei Comuni della Val di Susa attraversato dal trasporto dei convogli che portano il materiale per essere riprocessato.
Il tema dell'informazione alla popolazione non è secondario. Anzitutto non possiamo assolutamente far prevalere l'idea che informare la popolazione possa costituire un pericolo. La popolazione ha diritto ad essere informata, ma è anche un diritto sancito dalla legge, come potete leggere nel nostro ordine del giorno, se l'avete consultato in rete essendo apparso da poco, se non sbaglio.
L'articolo 125 del decreto legislativo del 17 marzo 1995, trasporto di materie radioattive demanda con decreto ministeriale la disciplina dei casi e le modalità di applicazione e disposizioni del presente capo ad attività di trasporto e di materie radioattive, anche in conformità alla normativa internazionale e comunitaria di settore.
Non leggerò tutto il testo, anche perché mi state già abbastanza odiando, suppongo. Poiché è una materia importante e ci preme che sia sufficientemente esposta anche se non so se poi il collega Bono voglia integrare o riteniamo il dibattito chiuso a questo punto.
Quindi, appurato che manca un deposito unico sul nostro territorio e che queste scorie comunque sono destinate, almeno in base a questi accordi a percorrere il nostro territorio piemontese e come vogliamo comportarci nei confronti della popolazione.
Io a scopo esemplificativo ho portato qui in aula un opuscolo, anche se ormai passo per quella che distribuisce fascicoli informativi. Vi sarete trovati ovviamente l'opuscolo informativo redatto dal Presidente di Pro Natura Piemonte, Mario Cavarnia, e sempre in collaborazione con Pro Natura e questa volta con un gruppo di opposizione di un Comune della Val di Susa in particolare del mio Comune che è Condove, quindi con il Gruppo consiliare di opposizione "Buongiorno Condove", avevamo redatto questo opuscolo.
Questo opuscolo è un piccolo esempio di come si possa informare la popolazione sui rischi ai quali ci si può esporre proprio a causa del transito di questi convogli.
Non è un opuscolo destinato a creare allarmismo, è semplicemente un opuscolo informativo.
Se noi riteniamo che sia meglio tenere nell'ignoranza la popolazione piuttosto che informarla correttamente nella malaugurata ipotesi che si possa verificare un incidente - e a quel punto ci troviamo a dover rimpiangere di non aver diffuso le corrette informazioni - allora vuol dire che questo approccio è totalmente sbagliato.
Tra l'altro, se volete di questi opuscoli ne ho ancora qualche copia quindi sono a disposizione per chi voglia approfondire. Se qualcuno volesse approfondire ovviamente potrebbe immediatamente notare che non si tratta di opuscoli allarmistici, ma che, come premessa, si dice che i convogli sono sicuri, quindi che il rischio di incidente è molto remoto. Nella scorsa seduta, anzi, in quella ancora precedente perché il provvedimento è stato affrontato per la prima volta due settimane fa se non sbaglio, il Consigliere Ferrentino lamentava come i Sindaci non abbiano i mezzi per informare la popolazione.
In realtà nessuno pretende che il Sindaco corra per le strade del proprio comune con un megafono gridando che sta passando un treno nucleare è sufficiente fare un tipo di informazione preventiva. Dire: in caso remoto di incidente, dovete comportarvi in questo modo (oltre a fare gesti scaramantici che non so quanto possano essere efficaci in caso di incidente nucleare).
Sempre a titolo esemplificativo, nell'ultima parte del nostro opuscolo informativo, c'è tutta una parte su come gestire, quindi come comportarsi in caso di incidente nucleare. Quindi la popolazione è preventivamente informata, la popolazione sa che passerà un convoglio, sa che potrebbe capitare nello 0,00% dei casi un incidente e, in quel caso, sa eventualmente come potrebbe comportarsi. Per informativa alla popolazione noi intendiamo questo. Tenere la popolazione nell'ignoranza non è assolutamente una garanzia di sicurezza anzi, si rischia, il più delle volte che, magari, ci siano delle reazioni dettate dal panico.
Se noi sappiamo che passa un convoglio, come è successo in Valle di Susa, noi organizziamo dei presidi non per fermare il treno (nessuno di noi sarebbe totalmente pazzo ad arrivare al punto di fermare un convoglio contenente scorie nucleari), ma organizziamo dei presidi per attivare l'attenzione sul fatto che non sono state rispettate le leggi. Di questo si tratta. Le leggi ci sono, tutto sta nel farle rispettare.
Solo per chiudere. Vi dico soltanto che, a titolo di informazione aggiuntiva, questo opuscolo è stato realizzato grazie al taglio dello stipendio del nostro Consigliere regionale della precedente legislatura. E' un esempio di come ridurre i costi della politica possa anche servire ad offrire un servizio alla cittadinanza.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sulla mozione n. 9, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 30, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Ringrazio i Consiglieri per la loro disponibilità. Buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.05)



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