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Dettaglio seduta n.84 del 14/07/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 9.40 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 465 presentata dalla Consigliera Accossato, inerente a "Mebus - un progetto estendibile?"


PRESIDENTE

Buongiorno a tutti.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo con l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 465, presentata dalla Consigliera Accossato, avente ad oggetto "Mebus - un progetto estendibile?" La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie.
Volevo brevemente sottolineare e spiegare all'Assessore che con questa interrogazione più che avere dati numerici, che sono comunque disponibili sul sito, si vuole cogliere l'occasione per avere qualche ulteriore informazione, riflessione e commento da parte dell'Assessore e dell'Assessorato sulla possibilità di sviluppo di questo servizio.
Sono rimasta molto colpita quando, già qualche anno fa, in provincia di Torino, ho visto avviare dall'Agenzia Metropolitana questo tipo di servizio, prima nell'area dell'est torinese e, poi, anche nel mio territorio, nella zona ovest; ne ho colto le potenzialità rispetto ad una problematica del servizio pubblico, legata spesso alla difficoltà di avere un numero sufficiente di utenti che riescano a rendere compatibile la linea e, al tempo stesso, non rinunciare a servire determinati territori.
Mi sembra che questo servizio, dove è stato avviato, vada in questa direzione, pertanto volevo capire quali potenzialità ulteriori l'Assessorato pensa di evidenziare e di valutare per il Mebus e, in particolare - mi avvio alla conclusione - se si ritiene che questo tipo di servizio possa avere un significato non soltanto per zone dell'area torinese, ma anche per zone montane in una funzione di servizio sia ai cittadini che ai turisti. Penso ad alcune nostre vallate alpine, quelle che frequento con più regolarità, dove, ormai, il servizio pubblico (quello regolare, ad orario) è ridotto a una o due corse al giorno. Tale situazione mette in difficoltà non soltanto le persone che vivono lì, ma anche il visitatore che vorrebbe raggiungere quelle località, che pur non essendo sicuramente un frequentatore giornaliero ci va qualche volta durante la stagione, però non trova orari confacenti e linee adatte.
Allora, terminando la mia brevissima illustrazione, chiedo se si ritiene possa essere allo studio, all'interno dell'Agenzia del trasporto anche un'implementazione e un'estensione di questo servizio in quest'ottica, soprattutto per le zone che consideriamo marginali, che invece sono importanti per la vita del nostro territorio e per sviluppare quelle microeconomie locali.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Accossato.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente, e grazie, Consigliera.
La modalità del Mebus - sostanzialmente, è il modello del servizio a chiamata - è sicuramente sia da un punto di vista teorico che da un punto di vista pratico una modalità molto importante e molto interessante proprio per le aree di cui lei ci diceva, cioè le aree cosiddette deboli da un punto di vista demografico. Ci sono già esempi abbastanza significativi un po' in tutto il Piemonte di questa modalità che sicuramente dovrà essere ampliata e verificata in base alle esigenze, quindi parametrata sulle esigenze dei vari territori.
L'esempio del Mebus che lei porta è sicuramente molto interessante in aree urbane o comunque periurbane del territorio torinese. L'avvio è avvenuto nel 2012 e, solo per rendere l'idea, le riporto i dati del 2013 e del 2014, perché nel 2013 si è consolidato.
Nel 2013, il Mebus ha percorso nel suo complesso 104 mila chilometri trasportando 15 mila passeggeri, con una percorrenza media di sette chilometri per passeggero. Complessivamente sono state effettuate 11 mila corse, con una media di 1,4 passeggeri per corsa.
Nel 2014, il servizio Mebus nel suo complesso ha percorso 136 mila chilometri (quindi, il 30% in più), trasportando 21 mila passeggeri (quindi, il 40% in più), con una percorrenza media di 6,5 chilometri (quindi, con una diminuzione dell'8%). Complessivamente sono state effettuate 14 mila corse (circa il 30% in più), con una media di 1,5 passeggeri per corsa, sostanzialmente simile a quella dell'anno prima.
Questo ci dice che è una modalità sicuramente interessante così com'è organizzata, salvo il fatto che si utilizzano mezzi che, probabilmente, non sono adatti, nel senso che con questo tipo di uso forse converrà stipulare una convenzione con dei taxi.
Per quanto riguarda l'espansione di questo servizio in altre aree del Piemonte, questo già in qualche modo avviene, specialmente in aree dell'alessandrino o del nord-est; devono essere verificare e ulteriormente approfondite, ma sicuramente è la modalità più opportuna per ambiti territoriali segnati da una domanda debole, proprio perché demograficamente non intensi come territori. Sicuramente, questa è una modalità che nei prossimi anni verrà ulteriormente sviluppata, con qualche attenzione.
L'esempio del Mebus ci permette di compiere verifiche e considerazioni per migliorare questo tipo di servizio. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore, per la risposta.


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Interpellanza n. 335 presentata dal Consigliere Valle, inerente a "Normativa regionale in tema di Unioni di Comuni" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In merito all'interpellanza n. 335, il Consigliere Valle richiede risposta scritta.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 435 presentata dalla Consigliera Motta, inerente a "Cerimonia ufficiale di riconoscimento del sito Unesco 'I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato'" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In merito all'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 435 la Consigliera Motta richiede risposta scritta.
Dichiaro conclusa la trattazione del sindacato ispettivo; attendiamo l'apertura del Consiglio. Grazie.



(Alle ore 9.50 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.05)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano ulteriori proposte di modifiche.
BERTOLA Giorgio (fuori microfono) Siamo in 20...



PRESIDENTE

C'è il numero legale: 29.
Vi invito a recarvi a firmare, attendo ancora un minuto.
Scusate: purtroppo o per fortuna, c'è un Regolamento che non dà la possibilità di fotografare; già nella scorsa seduta sono state fatte delle fotografie e non ho preso provvedimento.



(I Consiglieri Benvenuto, Gancia e Marrone si siedono presso i banchi della Giunta regionale)



PRESIDENTE

Detto questo, la seduta non può iniziare ed è sospesa. Pensavo che occasionalmente stessero conferendo con il Vicepresidente Reschigna, invece c'è una forma di protesta da parte dei colleghi Gancia, Benvenuto e Marrone, pertanto la seduta è sospesa per un minuto e trenta secondi.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.08, riprende alle ore 10.09)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Boeti.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 7 luglio 2015.


Argomento:

c) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 10 luglio 2015 le seguenti leggi regionali, deliberandone la non impugnativa: l.r. n. 9 del 14 maggio 2015 ("Legge finanziaria per l'anno 2015"), l.r. n. 10 del 15 maggio 2015 ("Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2015-2017").


Argomento:

d) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

e) Nomine e designazioni effettuate dalla Giunta regionale e dal suo Presidente


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis, dello Statuto, si dà atto che sono state trasmesse le informative da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale in merito a n. 20 Decreti di nomina della Presidenza della Giunta regionale.
Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 30 giugno 2015.


Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita'

Comunicazioni della Giunta regionale in ordine alla sentenza del TAR di Torino emessa il 9 luglio 2015


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Noi vorremmo chiedere comunicazioni alla Giunta regionale relativamente agli esiti della sentenza del TAR dello scorso giovedì. Lo facciamo perch si tratta di un fatto rilevante, ma anche perché a mettere in discussione il proseguimento stesso della legislatura era stato proprio il Presidente Chiamparino ben prima della sentenza.
E non si può neanche - a nostro avviso, ovviamente - dire che adesso è tutto a posto.



PRESIDENTE

D'accordo, Consigliere Bertola: ha chiesto le comunicazioni del Presidente Chiamparino; perfetto.
La parola al Consigliere Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per unirmi alle considerazioni del Consigliere Bertola e per chiedere, in merito alle decisioni del TAR di giovedì scorso, una comunicazione. Infatti, agli atti di questo Consiglio risultano delle dichiarazioni del Presidente Chiamparino a cui era seguito un dibattito.
Potremmo anche non avere letto i giornali; noi leggiamo solo la Pravda non la legge più il Presidente Chiamparino e la leggiamo noi - che non riporta tutti gli elementi che credo giustamente debbano essere dati all'Aula e debbano essere portati ai verbali del Consiglio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Pichetto.
Do la parola alla Giunta; prego, Presidente Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Io non pensavo di essere chiamato a fare le comunicazioni e - devo dire la verità - non è che abbia molto da dire: ho appreso anch'io del dispositivo della sentenza del TAR e quel che dirò è quello che ho già avuto modo di dire in un incontro pubblico con la stampa. Eventuali ulteriori elementi, infatti, potranno venire solo da una lettura più attenta e approfondita delle motivazioni del dispositivo. Dico questo quindi, con beneficio di inventario.
Sulla base del dispositivo, mi pare che emerga in modo netto inconfutabile e nitido che vi sono tre punti dei ricorsi che sono stati respinti e resi inammissibili: quello che riguarda la presunta irregolarità sulle firme di sostegno alla lista del PD nel collegio di Cuneo, le presunte irregolarità o insufficienza di firme valide a sostegno della lista Monviso e le presunte irregolarità e mancanza di firme valide a sostegno del mio listino, che in tutta evidenza poi sarebbe stato il dato determinante ai fini di una invalidazione della legittimità formale - e quindi, a quel punto, sostanziale - della mia elezione. Ovvero, nel caso in cui il TAR avesse deciso di collegare la legittimità formale del listino a corredo della mia candidatura con la vicenda aperta in sede penale presso la Procura di Torino, avrebbe fatto scattare la clausola che io, fin da febbraio, avevo annunciato in quest'Aula, cioè che io non sarei stato un minuto in più - contrariamente a come fece il Governatore Cota - appeso alla poltrona.
GANCIA Gianna (fuori microfono) No, eh. Basta! E dai! Basta! Lei aveva detto che si dimetteva il 9 luglio: non ci prenda in giro e non abusi della nostra pazienza! Anche il Presidente Mattarella.



PRESIDENTE

Collega! GANCIA Gianna (fuori microfono) Abbiamo detto che vale tutto, ma adesso basta! Non nomini più nessuno, ok?



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Io nomino chi voglio!



PRESIDENTE

Collega Gancia! GANCIA Gianna (fuori microfono) A tutto c'è un limite!



PRESIDENTE

Collega Gancia, il Presidente Chiamparino sta parlando solo ed esclusivamente per un motivo, cioè perché l'opposizione ha chiesto alla Giunta di rendere le comunicazioni.
Sicuramente ci sono delle posizioni divergenti: questa è la posizione del Presidente della Giunta.
Prego, continui, Presidente Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Io ho fatto il catechismo da bambino e mi ricordo che ci fosse solo il nome di Dio che non si può nominare invano.
Non ricordo di altri nomi che non si possano nominare.



(Commenti in aula)



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Nomino quindi il Presidente Cota, che è rimasto appiccicato alla poltrona per quattro anni, fino a che la giustizia non ha stabilito che le elezioni non erano valide.
GANCIA Gianna (fuori microfono) Ma quale giustizia, quella di Renzi? Mattarella l'ha chiamata alle 19.20.
Basta! Basta!



PRESIDENTE

Consigliera Gancia! L'opposizione considera terminate le comunicazioni del Presidente o lo facciamo concludere? Prego, Presidente Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

La ringrazio.
Dicevo, quindi, che se il TAR avesse deciso di tenere aperta la questione sarebbe scattata quella che qualche giornale aveva definito la "clausola Chiamparino", cioè quello che avevo annunciato qui: la volontà di dimettermi e dunque di sciogliere il Consiglio per ridare il voto ai piemontesi nel più breve tempo possibile.
Dato che questo non è avvenuto e dato che - ripeto - il Tribunale amministrativo ha riconosciuto la piena legittimità formale della mia elezione, la legittimità sostanziale e politica mi pare siano fuori discussione. Se andiamo a prendere i verbali di quella seduta di fine febbraio, mi pare di ricordare che persino l'opposizione riconobbe che essendoci circa 600.000 voti fra il mio risultato e quelli di Gilberto Pichetto e Davide Bono (i cui voti, sommati insieme, non raggiungevano i miei), fosse difficile da mettere in discussione la mia vittoria elettorale.
Come ho già detto, quindi, sarebbe un tradimento mio e nostro nei confronti degli elettori piemontesi, se noi dovessimo decidere di lasciare la guida della Regione.
Non mi nascondo affatto che il TAR - a conferma del fatto che non è una giustizia di parte o teleguidata, come vorrebbe far intendere la Consigliera Gancia - ha lasciato aperta, se non sbaglio ponendo i termini per la querela di falso, una questione che non è di secondaria importanza che è quella della lista del Partito Democratico nel collegio di Torino, a cui naturalmente guardo con grande serenità. Intanto, saranno i singoli Consiglieri interessati a gestire questa vicenda che riguarda loro in prima persona, oltre che il partito di cui sono rappresentanti; intendo ovviamente, dal punto di vista del procedimento giudiziario.
In ogni caso, immaginando, come si deve sempre fare, lo scenario peggiore che potrebbe succedere per capire come muoversi, se anche dovesse presentarsi lo scenario peggiore, al di là del dispiacere e delle preoccupazioni per perdere persone di valore, che hanno già dimostrato di esserlo in questo primo scorcio di legislatura, ci sarebbe comunque una maggioranza in grado di governare.
Quindi, stando al fatto che dopo il dispositivo del TAR questo Presidente e questa maggioranza sono legittimati ad andare avanti, mi pare che, da qualunque parte la si prenda, quand'anche ipotizzassimo gli scenari più foschi e più oscuri, questa maggioranza avrebbe e avrà i numeri per andare avanti.
Sarebbe - ripeto - un vero e proprio tradimento nei confronti degli elettori, di chi ci ha votato, ma anche di chi non ci ha votato - anche di chi non ci ha votato - perché giustamente si aspettano Istituzioni che funzionano, che lavorano e che danno risposte ai problemi aperti in Piemonte; problemi aperti da anni complicati - non voglio essere polemico che hanno lasciato un'eredità piuttosto complessa da affrontare e che nonostante tutto, anche con tutte le incognite, in questo primo anno di legislatura abbiamo affrontato con determinazione.
Mi pare che in modo significativo, sia sulla sanità sia sulla gestione del bilancio, abbiamo rimesso la nave in grado di riprendere la navigazione; navigazione che riprendiamo con un timoniere che, ancorch patisca il mal di mare, è abbastanza saldo al timone, e con tanti nocchieri e motoristi validi che ci consentiranno di raggiungere gli obiettivi per i quali gli elettori ci hanno dato il mandato lo scorso fine maggio.
Grazie per l'attenzione.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Chiamparino.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.
Per chiarimenti, Consigliere Marrone?



MARRONE Maurizio

Per il dibattito.



PRESIDENTE

Per il dibattito?



MARRONE Maurizio

Voglio chiedere il dibattito.



PRESIDENTE

Me lo chiede espressamente?



MARRONE Maurizio

Espressamente e formalmente.



PRESIDENTE

Va bene. Dichiaro aperto il dibattito.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente, per averci consentito il dibattito: ormai bisogna godersi anche queste piccole gioie in questa Italia.
Guardi, sono abbastanza basito da questa comunicazione del Presidente Chiamparino, perché tutti noi ricordiamo benissimo che lui disse che si sarebbe dimesso, non qualora fosse stato respinto il ricorso sul listino presidenziale bloccato, ma qualora fossero rimaste delle ombre sulla legittimità del mandato di Presidente.
Ora, io vorrei ricordare a tutti noi, o almeno fingere di ricordarvelo perché tutti noi lo sappiamo benissimo, che quando nella scorsa legislatura è caduta la maggioranza Cota, non è caduta perché sono state evidenziate irregolarità sul listino del Presidente, ma perché è stata annullata, per la questione delle firme false, una singola lista di coalizione, peraltro quantitativamente piuttosto marginale, che era la lista Pensionati, con la verifica.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Determinante.



MARRONE Maurizio

Neanche determinante, Vicepresidente Reschigna, perché non può fingere di non sapere che anche la lista dei pensionati della Bresso presentava le stesse irregolarità e con l'eliminazione dei voti dei pensionati di Giovine e dei pensionati di Bresso, la maggioranza del centrodestra avrebbe comunque avuto la maggioranza dei voti.
Voi non potete fingere di averlo dimenticato e non potete fingere di aver dimenticato che, in quella occasione, la giustizia rivendicò che la legittimità della prosecuzione della legislatura non dipendesse dai voti in più o in meno, bensì da una singola irregolarità che viziava tutta l'elezione.
Quindi io non ma le sento di prendermela con il TAR, perché il TAR ha fatto quello che doveva fare. Leggeremo le motivazioni, ma ha sostanzialmente detto che, dove ritiene che ci sia un approfondimento da fare sulle firme false, si debba fare con la querela di falso. Quindi il processo continua. Non è finita, Presidente Chiamparino, perché il PD di Torino non è una sorta di qualche "listucola civetta" che si è collegata per grattare uno 0,1, ma è il principale partito della sua maggioranza, sul capoluogo di questa Regione.
Rimango semplicemente stupefatto quando vedo che voi, con una di sicuro innegabile abilità politica, riuscite a trascinare i giornali sul risiko o sul fantacalcio del chi subentra a chi, quando è semplicemente ovvio che se esiste ancora una giustizia in questo Paese, qualora decada la lista del PD di Torino, decade tutta la legislatura, esattamente com'è accaduto per la lista Giovine nella legislatura Cota.
E' un dato di fatto.
In realtà, quindi, le ombre ci sono, continuano processualmente e non le consentono, sinceramente, di prendere in giro, non tanto noi, perch dalle nostre parti in pochi ci hanno creduto alla sua promessa eroica di dimissioni, bensì i piemontesi, che legittimamente invece possono averci creduto.
Il punto è che lei sta continuando a governare il Piemonte in un clima di incertezza e di illegittimità, perché rivendico e ribadisco che se il PD di Torino cade, cade anche lei, e non cadono solo i Consiglieri su cui sinceramente di dispiace, anche se sono affari vostri, aver percepito una sorta di scaricabarile del tipo: il problema è dei Consiglieri del PD di Torino e per il resto chi se ne frega se subentreranno altri.
Non è un problema tra centrosinistra, come i giornali pensano di aver ridotto la questione. E' un problema di legittimità che permane. Per guardi, Chiamparino, io non me la prendo con lei, perché ognuno poi alla fine fa il suo gioco. Finché ci sono giornali che le consentono di far credere che va tutto bene solo perché il listino bloccato del Presidente è sopravvissuto al primo grado di TAR, mentre il primo partito di maggioranza rimane sotto le forche caudine della verifica, allora a quel punto lei fa bene ad approfittarne. Glielo dico veramente con sincerità e amicizia, per c'è un problema.
A fronte di una pacificazione che è durata mesi, da quando lei promise le dimissioni, e che le ha consentito di governare con un'opposizione che ha rimarcato, su temi, la contrarietà, senza mai bloccare i lavori dell'Aula o la vostra azione di governo, adesso invece le cose cambiano sono oggettivamente costrette a cambiare, perché è stata tradita una promessa.
Lei tradisce i piemontesi rimanendo, perché sostanzialmente aveva promesso che andava via, qualora non fossero stati rigettati tutti i ricorsi. Il ricorso principale va avanti e lei invece rimane lì.
Questo non funziona, noi dobbiamo riportare questa Regione al voto. E' un dato di fatto.
Concludo rivolgendo un appello, non a lei che ormai ha chiarito in modo cristallino la sua posizione, ma ai colleghi dell'opposizione. Giustamente abbiamo detto "Chiamparino a casa"; giustamente abbiamo lanciato "hashtag" sono state fatte conferenze stampa e manifestazioni; giustamente si è atteso questo momento, nella speranza che la buona fede del centrosinistra facesse seguire i fatti alle promesse. Ciò non è avvenuto, quindi l'appello che mi sento di rilanciare, e che ha già fatto il mio leader nazionale Giorgia Meloni, dalle pagine dei giornali, è di assumere una reale iniziativa politica di dimissioni contestuale di tutti i Consiglieri dell'opposizione.
Credo che questo sia l'unico vero gesto, che chiaramente funziona solo se ci stanno tutti, che vada a far seguire quella che è una condanna politica di illegittimità, soprattutto di diverso atteggiamento di queste forze di centrosinistra rispetto a quello che è successo. Non va a chiedere a Chiamparino di dimettersi, ma va ad indurre e a costringere questo centrosinistra, e non Chiamparino in quanto tale, a terminare questa legislatura.
Io credo che questo sia un gesto politico dovuto. Credo sia un gesto politico di serietà che ci sottrarrebbe a questo teatrino, in cui semplicemente ognuno ricopre il copione di chi finge di volersi dimettere e poi resiste, rispetto a chi invece deve, non a sua volta fingere di esigere le dimissioni in cui poi non spera, ma portare questa Regione nuovamente al voto.
Le sfide che citava il Presidente Chiamparino sono reali; proprio per questo non possiamo portare una Giunta che abbiamo già visto troppe volte scegliere un braccio di ferro nei confronti di parti sociali, di territori delle forze di opposizione con il record di contingentamenti finora mai visto; con il record di mancato confronto in assemblee pubbliche in giro per il territorio finora mai visto; con il record di "annuncite" sui giornali con cui addirittura interi ospedali, interi quartieri ed interi territori scoprono cosa sarà del loro destino dalle pagine dei quotidiani.
Personalmente credo che una Giunta che ha scelto di agire in questo modo vivrà con gravi difficoltà i mesi a venire, nella misura in cui rimane ancora forte l'ombra dell'illegittimità. Per tale motivo, questo appello alle dimissioni di massa non è un semplice attacco di parte nei confronti del centrosinistra: è invece un gesto di responsabilità nei confronti di una Regione che merita un governo che sia non necessariamente di centrodestra o di centrosinistra o 5 Stelle, ma un governo che sia rappresentativo della popolazione, e soprattutto nelle condizioni di governare veramente, senza ricatti e specialmente senza arroganza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente. Ringrazio il Presidente Chiamparino per le comunicazioni.
In una passata seduta, il Presidente Chiamparino, proprio quando chiedemmo comunicazioni relativamente alle affermazioni che faceva sugli organi di stampa circa l'eventualità di sue dimissioni, ha ricordato che anche le opposizioni avevano riconosciuto la chiara vittoria politica anche perché è una vittoria elettorale conseguita con un buon margine.
Questo è vero, lo confermiamo.
Penso che il Presidente Chiamparino, che ha una buona memoria, si ricorderà anche che noi avevamo detto che comunque una vittoria, un margine politico, chiamiamola una supremazia elettorale, non può mai prescindere dal rispetto delle regole. Nulla può prescindere dal rispetto delle regole perché le regole sono alla base del convivere civile, quindi sono anche alla base di una competizione elettorale che poi deve portare delle persone a rappresentare i cittadini nelle istituzioni, quindi uno dei momenti più rilevanti della vita democratica, il momento più importante per ricordarsi che esistono delle regole e che le regole vanno rispettate.
In questo senso, non possiamo dire che prima era tutto in dubbio e adesso va tutto bene, non è un interruttore acceso o spento. Glielo dico proprio perché si può dire che l'interruttore, Presidente Chiamparino l'aveva acceso lei: lei stesso aveva posto il tema della possibilità di continuare o di non continuare questa legislatura. Allora adesso diventa un po' riduttivo dire: "Va tutto bene così". Innanzitutto perché quello del TAR è un giudizio di primo grado, quindi un pronunciamento del Consiglio di Stato potrebbe rovesciare il giudizio del TAR di primo grado che ha "salvato" il suo listino, la lista del PD di Cuneo e la lista Monviso.
In secondo luogo, non si può dire che va tutto bene così perché abbiamo un Partito Democratico sub iudice e c'è una lista ancora sub iudice, che non è una lista qualsiasi, è la lista del Partito Democratico del collegio di Torino, che è il collegio che esprime più rappresentanti all'interno di questo Consiglio regionale.
Parliamo di otto Consiglieri regionali, tra i quali - giova ricordarlo ci sono due membri dell'Ufficio di Presidenza (rispettivamente, il Presidente e il Vicepresidente del Consiglio), un Capogruppo, Presidente di Gruppo consiliare, legale rappresentante di un Gruppo consiliare e anche un Assessore, mi ricorda il collega Bono. Quindi sono otto rappresentanti di questo Consiglio regionale che hanno pari dignità rispetto agli altri, ma tra essi vi sono almeno quattro persone che hanno cariche di rilievo.
Ripeto, in questo caso il TAR si è riservato di decidere, vuole approfondire, ha chiesto la querela per falso, quindi non ha fatto salva la lista del Partito Democratico.
Ci troviamo dunque di fronte a un Consiglio che esprime una maggioranza all'interno della quale ci sono dei Consiglieri che non sappiamo se porteranno a termine la legislatura. Ne derivano due effetti: il primo è che, da qui alla fine della legislatura, potrebbero venir meno dei numeri alla maggioranza; l'altro è un effetto anche politico, secondo noi immediato, dove abbiamo otto Consiglieri che prendono decisioni (e sono decisioni prese dalla maggioranza, che quindi hanno ovviamente un peso) che sono Consiglieri sub iudice. Di conseguenza, dire che il 9 luglio è finita così, è andata bene è, secondo noi, riduttivo.
Noi ci chiediamo, da un punto di vista politico, quale forza possa avere una maggioranza quando - com'è stato richiamato poc'anzi - magari impone un contingentamento o deve prendere delle decisioni delicate o fare delle prove di forza rispetto alle prerogative del Consiglio, magari anche prove di forza concesse e previste dal Regolamento.
Il tema c'è: è ancora in piedi. E' il tema dei ricorsi amministrativi mentre sono ancora in corso le indagini della Magistratura. Il giudizio del TAR non ha fermato le indagini della Magistratura e le indagini della Magistratura non riguardano solo il PD di Torino, ma riguardano anche le firme del listino. Quindi, da qui ai prossimi anni è probabile che continueremo a leggere, a vedere uno stillicidio di notizie che riguardano questa inchiesta della Magistratura; inchiesta nella quale - anche qui giova ricordarlo - sono coinvolti anche Consiglieri che siedono in quest'Aula.
Ebbene, di carne al fuoco ce n'è ancora ed è difficile toglierla quando il fuoco è acceso e la carne sta cocendo, quindi vorrei che non ci fosse il tentativo di chiudere la vicenda in modo così semplice, perché la questione semplice non è.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Era giusto aprire il dibattito in quest'Aula, e ringrazio il Presidente Chiamparino per le sue comunicazioni, che erano doverose per le motivazioni per le quali le avevo richieste, nel senso che ai verbali di quest'Aula nero su bianco stampato, c'erano delle dichiarazioni che oggi ha esplicato dicendo: "A seguito della sentenza, non si è verificata quella condizione che avevo posto".
Tuttavia non possiamo dimenticare che nell'ultimo anno c'è stata una serie di fatti, a partire dalla campagna elettorale dell'anno scorso, dove le parole più utilizzate erano quelli della legalità, della trasparenza oppure dove il PD chiedeva decoro e autorevolezza (ho visto un po' di comunicati dello scorso anno), chiedeva di chiudere la pagina dell'illegalità delle firme, faceva un richiamo all'orgoglio piemontese alla dignità e, per questa stessa dignità, chiedeva addirittura le dimissioni dei soggetti della lista Giovine (lista Pensionati), che era stata l'oggetto dell'illegalità, così come veniva definita nella passata legislatura. Questo per risollevare la bandiera del Piemonte e dell'Italia assieme.
Fatto questo, abbiamo la sentenza di giovedì scorso con un primo risultato che riguarda il listino, così come lei, Presidente, ha voluto esprimere, ma rimane aperta tutta la partita che riguarda il Partito Democratico sulla provincia di Torino, sul collegio elettorale di Torino.
Ho visto che le firme, per dichiarazioni lette in pochi stralci, erano decisioni del Capogruppo Gariglio e del Presidente Chiamparino. Tutto questo determina, in questo momento, in quest'Aula, un Presidente del Consiglio che - mi si permetta - forse non sarebbe Consigliere. Sì: un Presidente del Consiglio che.



PRESIDENTE

Mi scusi, ero distratto dal Vicepresidente. Può ripetere il concetto?



PICHETTO FRATIN Gilberto

Sto dicendo che la sua Presidenza potrebbe non essere sulla sua persona, né su quella del Vicepresidente Boeti. Dunque, già questa mattina mi aspettavo di veder presiedere la collega Angela Motta, per far riferimento alla maggioranza (naturalmente non Daniela Ruffino, perché è pur sempre "opposizione", anche dopo ogni ricalcolo possibile).
In questo caso, ci troviamo di nuovo in un problema di decoro, di dignità e di autorevolezza. Mi chiedo quale autorevolezza può avere questo Consiglio nel momento in cui è sub iudice la stessa Presidenza del Consiglio, nella persona del suo Presidente. Questa è una valutazione che dobbiamo porci, perché solleva davvero una questione di legittimità o illegittimità etica (su quella giuridica non ho nulla da dire, nel senso che la vedremo al termine di tutto il percorso). Ma certamente, rileviamo che veniamo rappresentati dall'Ufficio di Presidenza e quindi da un Presidente del Consiglio che potrebbe non essere Consigliere. Questo è il dato che dobbiamo porci in questo momento come Consiglio regionale; questo è il dato che dobbiamo comunque tener presente come Assemblea.
È chiaro che tutto questo - lei sostiene - è una conseguenza del "groviglio dell'illegalità", Su questo, onestamente, confermo che non è stata certo una pagina dignitosa. Non vado nemmeno a pesare se è più grave l'aver autenticato fuori luogo, con dei candidati che hanno delegato la firma come risultava, oppure, addirittura, il fatto di non aver neanche autenticato o aver messo una firma falsa da parte dell'autenticatore: sarebbe un po' come esprimere un'opinione sul "bello" o il "brutto", nel senso che è molto soggettiva. Ma certamente è una pagina penosa del sistema piemontese! È una pagina penosa che vede, su due legislature, una macchia pesante. Peraltro, in questo caso, la macchia è del partito di riferimento della maggioranza, ovvero del partito che ha la rappresentanza maggiore in quest'Aula. È dunque da questo partito che dovrebbe venire il primo segnale almeno di autosospensione.
Io non voglio impedire i percorsi giuridici di difesa, perché il sistema della giustizia deve funzionare - e mi auguro che funzioni - per cui se ci sono ragioni, che vengano riconosciute.
Ma in questo momento, per ridare un minimo di dignità e di cautela a quest'Aula, secondo me l'azione di autosospensione da parte sua Presidente, sarebbe un atto che farebbe del bene a questo Consiglio e al Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Eccoci qui, finalmente, col Presidente Chiamparino.
Martedì scorso, Presidente, aveva un'espressione un po' spenta, il viso un pochino smunto, un colorito poco vivo: forse era un po' in ansia. Oggi invece, la vedo con un colore.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Perché sabato sono andato al Rifugio Remondino, in Valle Gesso.



BATZELLA Stefania

Allora ha preso un po' di sole, ho capito! Detto questo per smorzare i toni, vorrei esprimere le mie considerazioni e sarò molto severa con lei, Presidente, ma anche con il resto dei colleghi del Gruppo di maggioranza.
Ho sempre pensato - è un principio che sostengo pienamente - che l'onestà, la trasparenza e la coerenza fossero dei valori cardine che devono essere alla base di ogni individuo, in particolare dei soggetti che si occupano del bene comune (come dovremmo essere tutti noi, in questo consesso), che si occupano di amministrare una Regione come il Piemonte.
Presidente, ho letto tanti suoi articoli e ho seguito anche le sue dichiarazioni durante la campagna elettorale. Ha sempre parlato di trasparenza e di chiarezza. E prima ancora che il TAR si esprimesse ed emettesse la sentenza, ha sempre dichiarato: "Se non ci sarà piena chiarezza, io rassegnerò le dimissioni".
Sarà anche vero che il TAR ha respinto i ricorsi sul listino (lista PD a Cuneo e lista Monviso), ma è altrettanto vero che nella lista provinciale di Torino non c'è così tanta chiarezza. Infatti è stata fissata una nuova udienza per il 29 ottobre.
Sinceramente, sono stanca di questi teatrini. Sono stufa di leggere tutti i giorni sui giornali, anche a proposito del Capogruppo Gariglio: "Mi dimetto, perché voglio avere la fiducia", "no, non mi dimetto", il Presidente che dice: "Fossi in lui mi dimetterei". Diciamo pure che questi teatrini bene non fanno! Se avete dei problemi all'interno del Gruppo risolveteli. Perché, francamente, i cittadini sono stanchi di essere strumentalizzati: con tutti i problemi che il Piemonte sta attraversando e tutte le incertezze che i cittadini vivono quotidianamente, si è stufi di assistere a queste continue scenate, a questi giochi, a questi teatrini che - lo ripeto - bene non fanno.
Dobbiamo anche precisare che è stata presa una decisione sub iudice: cosa significa? Che la situazione non è ancora risolta; vuol dire che è ancora da discutere e da valutare.
Io chiederei ai colleghi che si trovano coinvolti in questa situazione di fare un passo indietro e, spontaneamente, di sospendersi o di rassegnare le missioni. Perché non avrei il coraggio di stare qui, a parlare, o anche solo a stare seduta, con dei procedimenti pendenti ancora in corso, ma proprio per una questione di onestà e di coscienza, per dimostrare ai cittadini che non si è attaccati a questa poltrona, ma che gli obiettivi sono altri.
Se non ho nulla da nascondere e se ho la coscienza pulita, la prima cosa che farei sarebbe quella di dire: "Io momentaneamente mi sospendo rassegno le dimissioni in attesa di essere".



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Invito i colleghi e tutti i presenti ad abbandonare l'aula e ad uscire fuori dai locali, con calma.
La seduta è sospesa.



(L'Aula viene evacuata per sospetto incendio)



(La seduta, sospesa alle ore 10.45, riprende alle ore 11.04)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Collega Batzella, se vuole completare il suo intervento, ha ancora due minuti.
Prego.



BATZELLA Stefania

Aspettiamo che entrino tutti, Presidente.



PRESIDENTE

Aspetta altri colleghi? I colleghi sono quasi tutti presenti. Pu intervenire.
Il guasto è stato riparato: attenzione, quando chiedete le dimissioni perché appena sono state chieste, io stavo iniziando a riflettere e c'è stato un principio di incendio! Immaginate, provate a ragionare - per assurdo - ipotizzando che il sottoscritto dovesse rassegnare le dimissioni: a voi la responsabilità di tutto questo patrimonio immobiliare! Prego, Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente. Adesso non esageri: va bene avere la responsabilità di questo patrimonio immobiliare, ma insomma! Detto questo, concluderò il discorso che stavo facendo precedentemente.
Stavo chiedendo al Presidente Chiamparino di fare chiarezza e mantenere le sue promesse. Mantenere le promesse ed essere coerente, perché ha dichiarato (lo ha sempre dichiarato, parliamoci chiaro, non è una novità n un mistero): "Se non c'è piena chiarezza, darò le dimissioni". Pertanto valuti lei cosa fare. Io capisco che si senta responsabile nei confronti della Regione Piemonte, però deve essere coerente con chi l'ha votata, ma anche con chi non l'ha votata, perché ci sono anche forme diverse di pensiero. Non tutti i cittadini piemontesi hanno votato il PD: per fortuna hanno votato anche altre forze politiche (le forze di opposizione che sono presenti in aula).
Quello che chiedo è che vengano rispettate le regole e fatta chiarezza ma già all'interno del vostro partito e della vostra maggioranza. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Riprendo gli interventi, assolutamente condivisibili, dei Capigruppo Bertola e Pichetto, sul dubbio di legittimità politica di questa Giunta che è sicuramente toccata da uno dei ricorsi.
Non dimentichiamo che nella lista PD di Torino (ci saranno delle indagini ed aspettiamo l'esito di tali indagini) vi è un dubbio di legittimità. Questo dubbio persiste, non è fugato e coinvolge otto Consiglieri, tra cui un Assessore ed anche il Presidente del Consiglio.
Pertanto, è molto tirato per la giacchetta il fatto che il Presidente Chiamparino dica di sentirsi legittimato a continuare questo mandato perché se la giustizia procedesse e desse totale fondamento al ricorso sulla lista del PD torinese, noi avremmo una maggioranza fortemente ridisegnata ed anche mancante in alcuni dei suoi elementi chiave, tra cui anche l'attuale Capogruppo della più grande forze di maggioranza, del PD.
Pertanto, per quanto riguarda quest'Aula, ci aspettiamo che non si faccia finta di nulla, perché il dubbio di legittimità che vi è su una grossa fetta di maggioranza è esattamente lo stesso che vi era ai tempi di Cota. Parliamo dello stesso tipo di dubbio di legittimità. Dubbio di legittimità da cui, inspiegabilmente, il Presidente della Giunta si chiama fuori e che pare non toccare minimamente lo stesso partito di maggioranza perché non viene messo in discussione per nulla.
Abbiamo visto segnali molto timidi: noi non andiamo a fare i conti nei partiti degli altri, ognuno si governa come vuole, però qualche segnale politico di avere recepito che ci sono delle responsabilità precise ci vuole e chi è al comando di una forza politica deve anche capire quando è il momento di dare un segnale di discontinuità.
In ogni caso, il Presidente Chiamparino non può fare finta che questo non lo tocchi minimamente, perché stiamo parlando di otto Consiglieri e, se fosse confermata la legittimità dell'esposto, la maggioranza di questo Consiglio sarebbe fortemente ridisegnata.
Pertanto, stiamo ad aspettare le sentenze esattamente come è successo ai tempi di Cota, quando, invece, era messa in discussione la legittimità del Presidente. Nella forma non è cambiato nulla e l'atteggiamento è lo stesso, perché nei fatti non cambia nulla, anche se il Presidente Chiamparino ha detto: "Se fossi toccato, mi dimetterei subito". Ora, è molto tirata per la giacchetta la definizione secondo cui il Presidente non è toccato dal dispositivo del TAR.
Noi respingiamo questa situazione e vogliamo riportare lo stato delle cose a quello che è visibile a tutti: ci sono delle responsabilità, ma fino adesso, nessuno ha risposto di tali responsabilità e nessuno ha pagato. Non è una questione di giustizialismo, ma in politica certi errori si devono pagare almeno politicamente, almeno davanti agli elettori.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Mia nonna, che leggeva il Vangelo, mi diceva sempre che, prima di guardare la pagliuzza negli occhi del fratello, uno deve guardare la trave nei propri occhi.
Pertanto, vorrei esordire - e mi spiace farlo in assenza del collega Marrone - dicendo che mi stupisce che la predica che abbiamo sentito provenga proprio da lui, nel senso che le sue considerazioni sono, come sempre - essendo una persona intelligente e preparata - razionali e fondate. Mi stupisce che arrivino da una persona che, in primo grado, è stata considerata decaduta da un pronunciamento giudiziario, su cui pende un ricorso, un pronunciamento non immediatamente esecutivo. Ma credo, così evitiamo di fare rinvii, che il nostro collega Appiano - che è un'altra persona altrettanto puntuale e dotta - potrà illustrarci nei dettagli quella vicenda.
Credo che chi vuole portare avanti delle affermazioni deve essere coerente. Quindi, quando si invita il nostro Presidente del Consiglio regionale ad autosospendersi, credo che prima di farlo, chi è considerato decaduto da una sentenza di primo grado, nonostante la benevolenza dei Gruppi di maggioranza, che su questa vicenda non solo non hanno infierito in Commissione ma non hanno mai sollevato una parola in quest'Aula dovrebbe prima dare un esempio rimettendo il mandato, non ad un altro partito, ma al primo escluso della sua lista, e consentirci di fare questo dibattito in piena legittimità e trasparenza.
Archiviata la pratica Marrone, andrei a fare una riflessione sulle pronunce del TAR. Noi - l'ha ricordato il Presidente Chiamparino - abbiamo avuto due pronunciamenti del TAR. Il primo pronunciamento del TAR considerava irricevibili due ricorsi e rigettava del primo ricorso (quello dell'arzilla signora Borgarello) due dei cinque motivi di ricorso.
E' una sentenza del TAR che, per certi versi, per noi era sfavorevole nel senso che non accoglieva le nostre ragioni sui tre motivi principali di quel ricorso, ma che noi ci siamo ben guardati di appellare, perché abbiamo detto "non vogliamo iniziare una battaglia a carte bollate".
La seconda sentenza del TAR è una sentenza parziale, che abbiamo ricevuto giovedì. E' una sentenza parziale che, come ha detto il Presidente, considera irricevibili o, meglio, respinge i ricorsi su tutte le liste, tranne su quella del PD di Torino, considerando che se i ricorrenti avessero avuto ragione - la cosiddetta prova di resistenza - le firme dedotte dai ricorrenti nel ricorso, se fossero state tutte effettivamente invalide (come dedotto dai ricorrenti), non erano in numero sufficiente ad andare sotto il minimo indefettibile e quindi ad invalidare le liste.
Quindi, è un'altra sentenza che consideriamo favorevole, un secondo passo che ha un pregio: quello di togliere ogni dubbio sulla regolarità di questa legislatura. Tant'è che nello stesso dispositivo si legge giustamente che rimane aperto un problema, quello della lista del PD di Torino, quindi diamo possibilità ai ricorrenti di fare quello che hanno chiesto, cioè di avviare un processo in sede civile di querela di falso, ai fini - lo dice la sentenza - nel caso avessero ragione loro (non ce l'hanno, ma nel caso avessero ragione), di ottenere il possibile annullamento della lista del PD di Torino, limitatamente a quello.
Quindi, questa frase è molto chiara e fa capire in modo inequivocabile che la legislatura regionale, rispetto a questa sentenza, non è messa a repentaglio.
Ovviamente parliamo di una sentenza non definitiva; a noi parrebbe un senso di civiltà politica, prima che giuridica, che questa sentenza non venisse appellata, come noi non abbiamo appellato l'altra. Credo che ovviamente questo non succederà, ma ciascuno fa le proprie valutazioni, è liberissimo di fare le proprie considerazioni e decidere come vuole, salvo poi, quando si vengono a fare prediche all'Aula, essere coerente con quello che si è praticato.
Rispetto a questa vicenda, al collega Valetti, che è sempre pacato e che ha parlato di legittimità politica messa in dubbio, io mi permetto dire che la legittimità politica di questa maggioranza non è assolutamente messa in dubbio. Se c'è una cosa che è chiara è che la legittimità politica non era messa in dubbio già dall'inizio, come aveva già ricordato il Presidente Chiamparino durante il primo Consiglio dedicato a questo tema. Non metteva in dubbio la legittimità politica.
La vittoria del centrosinistra - perché è stata la vittoria del centrosinistra, non solo di una persona - è avvenuta con 570 mila voti di scarto. Se si sommano i voti dei due principali contendenti di Sergio Chiamparino, non si arriva a raggiungere il totale dei voti conquistati dal nostro candidato Presidente.
La lista del PD di Torino, che è la lista più importante a sostegno dell'elezione di Sergio Chiamparino, ha preso 370 mila voti; quindi nemmeno se questi voti venissero fatti sparire con la bacchetta magica del mago Silvan di quando ero bambino io, basterebbe a togliere a questa maggioranza il sostegno numerico per operare in quest'Aula.
C'è un problema di legittimazione formale, che non tocca più la Giunta regionale, non tocca nemmeno più la maggioranza. E' un problema che tocca otto Consiglieri regionali, perché c'è ancora pendente un ricorso o meglio, c'è la possibilità - che credo si avvererà - che i ricorrenti di fronte al TAR procedano, com'è stato loro consentito, in sede civile per acclarare la legittimità o meno di questa firma.
E' stato detto che i colleghi Consiglieri regionali sono sub iudice.
Purtroppo è da un po' di tempo che, insieme ad altri colleghi, mi sono trovato ad essere sub iudice e siamo in un Paese in cui si è sempre sub iudice di qualche iudice. Però questo fa un po' parte della vita.
Ci tengo però a dire che l'atto di proclamazione degli eletti non è una questione di lana caprina, ma è una questione sostanziale. Qua abbiamo atti di proclamazione degli eletti che sono validi a tutti gli effetti, fino a che un giudice non li dichiarerà non validi.
Capisco che c'è e ci sarà legittimamente una battaglia politica su questo, che può essere tranquillamente fatta. La accettiamo, fa parte del gioco delle cose, ma la accettiamo quando viene da persone che possono parlare senza avere scheletri nell'armadio e il collega Marrone, in realtà ha una necropoli nell'armadio.
Al di là di questo, però, noi non abbiamo mai gridato al complotto e non grideremo al complotto dei giudici contro di noi. A differenza di quello che ha fatto la Giunta di centrodestra e il Presidente Cota, non abbiamo alzato i toni. Abbiamo sempre detto che abbiamo rispetto dell'attività dei magistrati e ci rimettiamo ad essa, e parlano delle persone che, quando hanno avuto un problema abbastanza pesante con i magistrati, hanno chiesto loro di essere processati in via anticipata, per evitare che i loro problemi andassero a compromettere l'immagine del proprio partito e delle istituzioni.
Non abbiamo tirato per le lunghe e il Presidente aveva annunciato che se fosse rimasta in dubbio la sua legittimazione formale, si sarebbe dimesso e i Consiglieri che, come me, sono stati resistenti nel giudizio di fronte al TAR non hanno impugnato la sentenza di primo grado.
Abbiamo una legittimazione e questa è la vera differenza - lo dico all'amico e collega Pichetto Fratin - tra la vicenda precedente e questa vicenda. La vicenda precedente era una vicenda che vedeva i due contendenti che si erano praticamente posizionati su un piano di parità nel risultato elettorale. Roberto Cota aveva conquistato 10.000 voti in più di Mercedes Bresso. La differenza era di 10.000 voti. La lista dei Pensionati a sostegno di Cota aveva ottenuto 27.000 voti. E quando si è scoperto - e lo si è scoperto presto - e si è avuta una sentenza passata in giudicato che faceva emergere che la gran parte dei candidati in quella lista erano candidati "farlocchi", cioè candidati che non sapevano di essere stati candidati perché l'operazione era stata organizzata in modo tale da essere in grado di raccogliere consenso, ma anche di evitare di mettere a repentaglio l'esito ad personam del risultato, questo - voi capite - è diventato un elemento determinante del risultato elettorale. E' stato un elemento perturbatore determinante, ed è quello che abbiamo sempre accusato.
Io credo che Roberto Cota sia una persona per bene, credo che Roberto Cota sia una persona onesta e il mio rapporto personale, al di là della contrapposizione politica, è sempre stato di massimo rispetto. Non ha nessuna responsabilità in quello che è successo.
Però, nel momento in cui hai una lista che prende 27.000 voti ed è una lista inesistente perché composta da persone in gran parte non consapevoli di essere candidate o la cui firma è stata fatta artificiosamente, è chiaro che questo è un elemento perturbatore determinante.
Questo elemento perturbatore determinante in questo caso non c'è stato.
Emerge un problema sulle liste, in particolare rimane aperto sulla lista del Partito Democratico della Provincia di Torino. E' un problema di regolarità, che andremo a verificare, e sono fiducioso che possa essere chiarito. Ma voglio essere molto chiaro: il Partito Democratico quei voti li ha presi, i candidati del Partito Democratico erano veri candidati; la stragrande maggioranza, se non l'esclusività dei sottoscrittori, perlomeno quelli che sono stati interpellati dalla polizia giudiziaria, ha confermato di voler firmare per quella lista e il Partito Democratico non ha fatto una cosa per trarne un proprio vantaggio.
Il Partito Democratico aveva le due dichiarazioni del Segretario Nazionale Matteo Renzi e dell'allora Capogruppo Aldo Reschigna che legittimavano sia il PD sia il listino di Sergio Chiamparino ad essere rappresentati senza la raccolta delle firme. L'abbiamo fatto con una motivazione politica, l'abbiamo fatto per evitare che la legislatura che si apriva potesse essere viziata da ricorsi - e mal ce ne incolse - perché il Movimento 5 Stelle, come aveva onestamente annunciato, aveva deciso di aprire la tornata elettorale con una battaglia giudiziaria. Abbiamo fatto una scelta, c'è stato un errore inaccettabile e non scusabile, e noi abbiamo pagato in termine di immagine questo errore.
Personalmente, mi sono addossato la responsabilità di fronte al mio partito e di fronte alla comunità regionale, ma non c'è nessun paragone, in termini di gravità del fenomeno e in termini di condizionamento che questo fenomeno ha avuto sulla pratica elettorale, tra quello che è successo nel 2010 e quello che è successo oggi. C'è un problema di legalità. Le regole valgono per tutti. E' giusto che il giudice verifichi e se il giudice dovesse prendere delle decisioni che determinano l'illegittimità della nostra lista, non faremo nessuno show, ci rimetteremo e rispetteremo i pronunciamenti che arriveranno dalla Magistratura.
Credo che la questione sarà più volte oggetto di dibattito al nostro interno, quindi non voglio rubare altri minuti. Credo che, al più presto al nostro interno, dovremo metterci a lavorare per semplificare normative.
Il Consigliere Pichetto ha già avanzato una proposta dal punto di vista procedurale, per quanto riguarda il futuro, che mette in sicurezza le liste. Credo che su questa proposta, in qualche modo, si dovrà lavorare credo che, in qualche modo, la legge elettorale dovrà essere cambiata, ma avremo tempo per farlo.
Di qui si deve partire per una riflessione, perché su questi fatti la Regione Piemonte ha già perso molto tempo. Ora noi faremo tutto il nostro percorso con dignità, pacatezza e responsabilità per chiarire le cose.
Parallelamente, sentiamo la necessità e il dovere politico di creare le condizioni affinché in futuro queste cose non si ripetano più.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per fatto personale, il Consigliere Marrone ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Non riesco ad offendermi con il Capogruppo Gariglio, perché comprendo che quando usa affermazioni forti e anche offensive come "scheletri nell'armadio", che potrebbero addirittura lasciare intendere profili penali che lui e tutti i colleghi sanno benissimo non esserci - lo fa solo per l'evidente difficoltà ed imbarazzo in cui si trova il Partito Democratico e il centrosinistra in questo momento e in questa sede. Per cui lo perdono perché so che non c'è cattiveria, ma c'è solo una grande difficoltà.
Vedete che, con grande civiltà, i rapporti personali non vengono mai compromessi. Quello che volevo solo precisare è che, per quanto mi senta orgoglioso del fatto di essere paragonato dal Partito Democratico, come singolo Consigliere di opposizione, allo stesso livello di importanza del Presidente Chiamparino e della sua Giunta in termini di governabilità di questa Regione, il caso è un po' diverso, e lo dico senza volerlo riaprire perché non è questa la sede.
Sappiamo benissimo che in un caso è un problema di legittimità sull'elezione rispetto ad un adempimento formale che la Regione - la Regione, non io - doveva fare in termini di atto dovuto come ratifica dalla decadenza da un CdA. Questo è un caso. Un altro caso, quello che abbiamo già visto - per quanto voi vi sforziate, abbiamo già visto - la scorsa legislatura rispetto alla legittimità di una maggioranza e di una Giunta a governare. Sono due cose diverse.
Capisco la difficoltà e l'imbarazzo, ma chiedo solo l'onestà intellettuale non nei miei confronti (sono abituato nel Comune di Torino) ma nei confronti dei piemontesi, perché la scaletta della presa in giro nei confronti dei cittadini sta raggiungendo veramente il gong, per cui cerchiamo di fermarla prima che esploda.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliere Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Devo dire che questa mattina, a partire dal Presidente, siamo tutti molto ecumenici. Soprattutto il Capogruppo Gariglio mi perdonerà, in funzione delle sue assolutamente note, e anche mie, appartenenze religiose.
Credo che questa mattina si sia un po' esagerato ma, soprattutto, stiamo immaginando di sostituirci alla Magistratura nel momento in cui qualcuno pensa che ciò che è stato fatto nella raccolta delle firme oggi sia meno grave rispetto alla volta scorsa.
Mi permetto di chiedere al Capogruppo Gariglio di lasciare alla Magistratura di fare il proprio corso. Spesso il silenzio è la cosa migliore rispetto a situazioni di grande imbarazzo e anche di difficoltà.
A questo punto, ho fatto una sintesi, e se sbaglio correggetemi colleghi del PD. Con tutto il rispetto che ho nei confronti degli otto colleghi che, in questo momento, sono ancora sulla graticola, perché c'è una stima di carattere personale che ha nulla a che vedere con le riflessioni di carattere politico, ma va detto.
Se non ho capito male, questo significherà che nei prossimi mesi probabilmente, i nostri colleghi non faranno alcun tipo di appello qualora le decisioni pronunciate dal TAR non saranno favorevoli al PD di Torino. Da quello che ho capito, mi pare che sia inemendabile ciò che è stato detto ma aspettiamo che la giustizia faccia il proprio corso e ne prenderemo atto, come abbiamo fatto fino ad oggi, in modo sereno. Questo, se non ho capito male l'italiano, è quello che mi aspetto di sentir dire e di veder fare da parte del PD di Torino e degli otto Consiglieri.
Dopodiché, sono certa che, così come è accaduto nelle ultime settimane ci troveremo qui a discutere di altro. Mi permetto di dire che, da adesso in avanti, si possa discutere, e questo lo dico soprattutto al Presidente Chiamparino e al Presidente Laus, di cose un po' diverse. Il Presidente ha fatto bene sabato ad andare in montagna ma, Presidente, magari occupiamoci anche dei POR che non partono. Penso siano una cosa importante per la Regione, se anche un suo estimatore, com'è il Presidente di Confindustria Piemonte, in modo molto timido, l'altro ieri in Commissione non ha potuto fare a meno, come si farebbe con un caro amico, di dire che la Giunta è un po' in difficoltà sui POR. Si immagini quello che dicono gli imprenditori che stanno aspettando che la Giunta faccia partire le misure della nuova programmazione.
Presidente, non avevamo dubbi, stante la sua levatura e la sua grande esperienza politica, sul fatto che sarebbe uscito dall'impasse molto bene.
D'altronde, così come abbiamo un uomo solo al comando presso il Comune di Torino - lo dice anche un'indagine fatta un mese fa - abbiamo un uomo solo al comando in Regione Piemonte. Non so se questo faccia bene alla Regione o no, ma è un dato di fatto.
Tuttavia mi permetto di ricordarle sommessamente che, essendo lei orgogliosamente tesserato del PD, se succedesse qualcosa al PD di Torino mi preoccuperei un attimo. Anche lei è un grande rappresentante del PD e la faccia ce la sta mettendo nei confronti degli elettori. Mi permetto di dire che non mi pare che gli elettori, ma non soltanto loro, anche gli ex Consiglieri regionali (leggete quello che questa mattina Wilmer Ronzani scrive nella posta dei lettori), siano tutti quanti d'accordo con il Capogruppo Gariglio. In realtà, sul tema delle firme, la questione di legittimità non è diversa perché si sono presi 500 mila voti di scarto. Mi permetto di sottolineare che un conto è, giustamente, la volontà dell'elettore, un altro è la legalità con cui si fanno le cose. La brutta figura non la sta facendo soltanto chi ha apposto eventualmente delle firme falsificate o, eventualmente - sottolineo dieci volte il termine eventualmente, perché c'è un'indagine in corso - ha perpetrato un modo di operare che, magari, non era neanche necessario, ma è stato fatto, caro Presidente.
Il problema è diverso. Sicuramente gli elettori si sono espressi, come erano stati espressi i 27.000 mila voti sulla lista Giovine. Mi permetto di dire che non è che siano diversi gli elettori. Non ci sono elettori di serie A e di serie B, Consigliere Gariglio. Ai 27.000 mila che hanno votato la lista Giovine non gliene fregava niente delle firme false. Hanno voluto votare. Vorrei capire soltanto il motivo per cui quei 27.000 non dovevano essere riconosciuti e una prova di resistenza non è stata fatta quando c'era una Giunta precedente, mentre oggi invece le cose funzionano in modo diverso.
Mi permetto di sottolineare un passaggio. In quest'Aula, in quattro anni, abbiamo sentito dire e fare delle cose anche dall'attuale maggioranza, certo da alcuni rappresentanti e non da chi non era presente.
Credo che il collega Vignale, sempre molto attento e puntuale, potrà riportare alcuni passi del Capogruppo Gariglio che fece durante una serie di iniziative show in aula in funzione di quelle che erano le volontà o meno di tenere in piedi la Giunta Cota. Sono significativi messaggi che mi pare di aver tratto dall'iniziativa lessicale del Capogruppo Gariglio, per cui se vi è il centrosinistra al governo, va tutto bene, ma non quando c'è il centrodestra: non funziona così.
Io mi aspettavo veramente che questa mattina il Presidente Laus e gli altri colleghi, come minimo, in funzione di quanto è stato detto soltanto l'altro ieri, facessero un atto nei confronti di quest'Aula, cosa che sarebbe stata sicuramente apprezzata. Guardate che la giustizia non funziona soltanto da una parte e ci sono persone serie che vorrebbero uscire da quest'Aula a testa alta. Lo dico perché - a meno che io non mi sia dimenticata qualcosa, ma il Signore dall'alto mi guarderà - Capogruppo Gariglio, io non sono stata indagata per Rimborsopoli; sono stata, mi pare in modo lecito e legale votata, quindi posso parlare, penso di aver facoltà di parlare da questo punto di vista.
Credo che però la lezione che ci hanno dato non è servita, perché siamo i primi a chiedere che il Piemonte possa essere governato bene, siamo i primi a chiedere a questa Giunta di governare finalmente il Piemonte, ma non vogliamo lezioni da nessuno sulla legalità, perché ancora una volta si è visto che il buono non sta solo da una parte, abbiamo visto che la correttezza non sta soltanto da una parte. E io chiederei, soprattutto al PD in questo momento, stante che ogni volta che si litiga internamente sono discussioni e sono dialettiche interne che fanno bene alla democrazia mentre invece quando discute il centrodestra non funziona, che le dialettiche interne portino finalmente a una presa di posizione, da parte soprattutto del PD di Torino, che faccia luce su cosa è successo e soprattutto, su quale sarà il futuro di questa maggioranza, visto che otto persone - ribadisco, personalmente le rispetto una a una - oggi rivestono delle posizioni non da poco (un Presidente del Consiglio, un Vicepresidente, un Assessore, un Presidente di Commissione, il Capogruppo in Aula).
Allora, che cosa ci dite rispetto a questo? Cosa farete voi quando, io mi auguro, finalmente qualcuno metterà in luce ciò che è accaduto affinch non succeda più? Aspettiamo delle risposte.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai ragazzi della città di Bagneux (Francia), gemellata con la Circoscrizione VI di Torino


PRESIDENTE

Saluto i ragazzi della città di Bagneux, in visita a Palazzo Lascaris ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita'

Comunicazioni della Giunta regionale in ordine alla sentenza del TAR di Torino emessa il 9 luglio 2015 (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con il dibattito sulle Comunicazioni del Presidente Chiamparino.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Vede, Presidente Chiamparino, rispetto alla vicenda che si è verificata, o lei è il mandante, cosa che assolutamente non credo, o è la vittima di una banda di presunti falsari oppure di dilettanti allo sbaraglio.
Io proverei a distinguere due aspetti: un aspetto di carattere legale ovvero il pronunciamento del TAR, e un aspetto invece di carattere politico.
Nei quattro anni della legislatura precedente ricordo che ci fu un primo pronunciamento del TAR del 10 luglio 2010 e, da quel momento in poi abbiamo continuato una legislatura in cui si poneva continuamente l'attenzione sul fatto che fossero state raccolte delle firme in modo fraudolento. In quei quattro anni è avvenuto di tutto. E' avvenuto che il Consiglio di Stato ha dato torto al TAR; poi si è andati in sede penale poi si è tornati in sede amministrativa. Ovviamente, questo aspetto non riguardava una sentenza passata in giudicato che faceva decadere il Consiglio regionale, perché questo è avvenuto solo il 10 gennaio 2014, ma ha fatto sì che nel corso dei quattro anni i partiti allora all'opposizione sottolineassero in modo evidente come la legislatura fosse in qualche modo viziata da una partenza che era falsa, al di là delle valutazioni che le singole sentenze avevano in qualche modo dato.
Ricordiamo anche quanto è avvenuto qualche giorno fa. Qualche giorno fa, come il Presidente richiamava, rispetto ai ricorsi su quattro liste (il listino del Presidente, il PD di Cuneo, la lista Monviso di Torino e la lista del PD di Torino), anche sulle prime tre sulle quali c'è stato un non recepimento del ricorso - anche se dovremmo leggere la sentenza, e abbiamo letto, come ognuno di noi, solo il dispositivo - non si dice che non sono state raccolte firme in modo fraudolento; tant'è che ognuno di noi sa bene che oggi il Partito Democratico (non solo il PD, ma il centrosinistra) ha 12 o 13 (non ricordo bene) persone indagate dalla Procura per falso.
Questo evidentemente pone un tema di carattere politico, al di là di quella che è la sentenza. Perché, come dicevo, anche le tre liste che hanno superato quella che viene definita la prova di resistenza, non è che non avevano firme raccolte in modo non corretto; anche la lista del Presidente non aveva firme non raccolte in modo non corretto, ma aveva un numero di firme - tanto per spiegarla a chi ci ascolta - sufficienti per essere presentata. In pratica, il listino del Presidente ha raccolto 2.000 firme 490 di queste erano raccolte non correttamente ma, visto che erano sufficienti 1.500 firme, ha superato la prova di resistenza. Tuttavia quelle 490 firme - poi lo vedremo con la sentenza e quant'altro - raccolte in modo non corretto ci sono: ci sono sul listino del Presidente, sulla lista del PD di Cuneo e sulla lista del Monviso di Torino (se non ricordo male). Lo dico perché su questo tema, cioè la modalità con cui sono state raccolte le firme, da quel banco vicino alla collega Chiapello, la Presidente Bresso (e non solo) e molti altri colleghi (non li ricorderemo tutti) per quattro anni hanno principalmente basato la loro iniziativa.
Anche da un punto di vista sostanziale - non nel merito delle sentenze ricordo soltanto che cosa è avvenuto il 10 gennaio 2014, perché è vero che non si può guardare sempre al passato, però qualche valutazione è corretto farla. Non è vero - lo diceva il collega Gariglio, non nel suo intervento, ma mentre interveniva la collega Porchietto - che non vi è stata la prova di resistenza: non è stata ammessa la prova di resistenza.
Perché - sempre per ricordare correttamente ciò di cui abbiamo parlato nella scorsa legislatura era contestata la lista Pensionati di Torino, non le 27.000 firme raccolte sugli otto collegi. Il suo esponente è stato condannato, anche in sede penale, unicamente per la lista di Torino, che ha raccolto 16.000 voti.
Ricordo altresì che la signora Staunovo della lista Pensionati e Invalidi per Bresso raccolse 10.000 voti e ha patteggiato dicendo che li aveva raccolti in modo non corretto. La differenza fra i 16.000 voti raccolti dalle lista dei Pensionati e i voti raccolti dalla lista Staunovo portava comunque a più 6.000 per il centrodestra.
Ma cosa ci dice il TAR? Il TAR non ci dice che la prova di resistenza non si può fare, il TAR ci dice: "Una volta acclarata la rilevanza numerica delle liste legittimamente ammesse alla competizione elettorale, l'effetto perturbatore che ne discende sull'espressione della volontà degli elettori è da intendersi come direttamente proporzionale al numero e alla portata di dette liste illegittime. Sicché. giammai non attenua, ma al più aggrava l'effetto di alterazione della corretta espressione del voto, che è alla base, laddove se ne apprezzi una non trascurabile consistenza quantitativa" la somma fa 26.000 voti complessivi - "della invalidazione generale della procedura elettorale.".
Noi non contestiamo le sentenze, facciamo solo una valutazione: che un anno fa vi era una coalizione, con tutti i limiti che può avere, e che sono stati dimostrati alle elezioni.
Nessuno contesta il dato elettorale con cui il Presidente ha vinto le elezioni, perché non cambiamo idea, tendiamo ad essere coerenti anche rispetto a ciò che dicevamo precedentemente, ma il TAR dice: "No, non c'è solo una lista falsa, le liste false sono addirittura due e il numero dei voti complessivamente derivanti da quelle liste false sono 26.000, per cui l'effetto perturbatore non allevia, ma aggrava il risultato, quindi tornate a votare".
Ricordo che la sentenza della scorsa settimana (giovedì, se non ricordo male) ha fatto sì che tre liste superassero la prova di resistenza, ma non una lista che incidentalmente ha raccolto 372.000 voti, quindi è possibile non è certo, che questa venga dichiarata come illegittima, pertanto i Consiglieri decadono. E' possibile, io non me lo auguro, dico che è possibile leggendo quelli che sono i risultati.
Allora, da questo punto di vista, credo vi sia un effetto perturbatore: quando 372.000 persone pongono il proprio voto su una lista che pu decadere o che non ha superato la prova di resistenza davanti al Tribunale Amministrativo, credo si ponga un problema politico legato alla legalità e non di interpretazione delle sentenze. Le sentenze sono quelle: quando il 10 gennaio il TAR ha deciso che la legislatura era finita era finita! Io sostenevo che quando c'è un piano inclinato è impossibile fermarlo: eravamo su un piano inclinato, infatti siamo andati a votare, come era normale che avvenisse, ma non è un aspetto di natura legale contestare le sentenze, è un aspetto di natura politica! Il Presidente, all'apertura della sua campagna elettorale al Teatro Carignano, disse: "Cara Mercedes, tu sei la vincitrice morale della battaglia che ha portato al voto anticipato, grazie per quello che hai fatto".
Io non so chi dovremo ringraziare, se la signora Borgarello come la definiva il collega Gariglio, ma certamente quella modalità e quell'esposto hanno messo il centrosinistra di fronte ad una situazione di irregolarità formale e sostanziale rispetto, certamente, a una lista, ma soprattutto di carattere politico. Noi non dobbiamo arrabattare voti con liste fasulle, ma se si verificasse il caso che una lista che ha raccolto 372.000 voti è fasulla queste parole valgono ancora o non valgono più? Mi avvio alla conclusione cercando di richiamare alla coerenza, perch in tante occasioni abbiamo cercato di chiedere che vi fosse un limite. Noi tutti comprendiamo che quando uno fa l'opposizione può dire molte cose in più - noi cerchiamo di non farlo - rispetto a quando fa la maggioranza, che ha un compito di governo, ma c'è un limite che non si può superare peraltro nell'arco di un lasso temporale così breve, quindi credo che si debba essere coerenti con ciò che si dice.
Il 28 gennaio 2014, nel primo Consiglio regionale dopo la sentenza del 10 gennaio 2014, discutendo di legge finanziaria, si è inevitabilmente dibattuto anche della sentenza del TAR, come noi stiamo facendo oggi, e il collega Gariglio prendendo la parola disse: "Beh, mi sono rivolto ai Segretari dei partiti poiché, alla fine, è la politica che mette la faccia sono i partiti che danno la linea, perché non possiamo chiedere ai Consiglieri di, in qualche modo, staccarsi dalla loro poltrona", e lo diceva in questo modo.
E' chiaro che i Gruppi consiliari devono difendere il seggio e quando devono difendere il seggio comprano in ferramenta una valanga di bostik e lo attaccano sulla sedia, e questa è la reazione umanamente attendibile di chi è in quella situazione.
Presidente Gariglio, lei è in questa situazione. Lei non ha comprato una valanga di bostik, ne abbiamo comprata una piccola latta per lei e per il Presidente del Consiglio, che adesso le doniamo.



(Il Consigliere Vignale consegna una latta di bostik al Consigliere Gariglio)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.48, riprende alle ore 11.49)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Non avendo regalato anche al sottoscritto la latta, sono riuscito ad alzarmi dalla sedia tranquillamente, sopravvivrete al mio discorso come siamo sopravvissuti alla prova di resistenza e come siamo sopravvissuti alla prova antincendio, o al principio di incendio, che è accaduto prima.
Spero che nel pomeriggio si torni a parlare di altri argomenti, di disegni di legge e di altri temi: per carità, è fisiologico che questa mattina un argomento politicamente grave e importante venga trattato, ma come dice ogni tanto il nostro Presidente, esageruma nen, nel senso che abbiamo iniziato con tre occupazioni simboliche di sedie della Giunta e poi, c'è stato lo scambio di battute con le latte.
Invece, vorrei tornare alla seduta di febbraio in cui sono state responsabilmente dette delle cose, anche gravi rispetto all'effetto che se ne poteva conseguire, perché è chiaro che oggi ragioniamo con il senno del poi.
Se la ragione per cui uno dei ricorsi che procede il suo iter in base alla sentenza del TAR avesse determinato le sorti anche degli altri tre ricorsi, oggi si ragionerebbe con le dimissioni del Presidente non già perché il TAR ha affermato nel merito che le liste e le firme dedotte nel ricorso sono false, e quindi vanno annullate, ma in quanto politicamente ci si è assunti la responsabilità di non trascinare l'Istituzione, quindi la Regione, con tutti i problemi e le aspettative che ha, in anni di ricorsi e di udienze in cui era messa in discussione la legittimità dell'elezione del Presidente in primis e, quindi, della sopravvivenza della legislatura.
Siccome il dispositivo della sentenza del TAR di giovedì è stato pubblicato - poi dovrà essere corredato dalle motivazioni, però è chiarissimo affermare, come si è affermato nel primo intervento in aula questa mattina, che "il Presidente non ha la piena legittimità e il TAR non gliel'ha data perché si è ricorso", "quell'ultimo residuo andasse avanti" "alla fine gli effetti si potrebbero comunque verificare anche in capo al Presidente" - vorrei leggere testualmente quanto dice il dispositivo del TAR, senza interpretazioni, laddove dichiara ammissibile il ricorso sulla lista del PD di Torino.
Il dispositivo "dichiara il ricorso ammissibile con riferimento alle censure dedotte con il terzo motivo nei confronti della lista provinciale in considerazione del superamento allo stato della prova di resistenza" cioè le firme contestate, se fossero tutte irregolari, porterebbero il numero di firme residue inferiore alla cifra di mille, quindi si porrebbe il problema su quella lista. Ma non si è limitato a dire questo, perché ha anche predeterminato gli effetti giuridici di questa pronuncia, in quanto si legge "limitatamente alla possibilità di conseguire l'annullamento dell'atto di proclamazione degli eletti nella sola parte relativa ai seggi assegnati alla predetta lista nella circoscrizione, con effetti da definire nell'ulteriore fase processuale", cioè il riparto eventuale successivo.
Se poi si va ancora avanti, laddove viene assegnato il termine per presentare la querela di falso nei 60 giorni dal deposito delle motivazioni non si parla di querela di falso erga omnes su tutte le firme raccolte, ma relativamente ai profili di falso denunciati con il terzo motivo, nei sensi e nei limiti precisati in motivazione. Cioè, dal punto di vista della legittimità di funzionamento e di prosecuzione di questa legislatura, il TAR nel dispositivo ha predeterminato ambiti, limiti ed effetti giuridici anche nella peggiore delle ipotesi; peggiore, ovviamente, dal punto di vista di chi sostiene una tesi e non da parte di chi la contrasta.
E' chiaro che se io ragionassi dal punto di vista individuale e quindi immaginassi che le sorti individuali della singola persona o del singolo Consigliere coincidono con le sorti della Regione, per il sottoscritto quasi sarebbe meglio l'opzione "o tutti o nessuno". Ma noi qui siamo in un'Aula istituzionale e stiamo parlando ad una Regione in cui dobbiamo affrontare dei problemi che in questo primo anno abbiamo iniziato ad affrontare e che devono essere risolti nel più breve tempo possibile. E' questo il profilo importante ed è questa la ragione per cui il Presidente e noi abbiamo condiviso quelle dichiarazioni - aveva detto nel mese di febbraio e ha ribadito in tutti questi mesi che, se sulla sopravvivenza della legislatura fosse restato anche il solo minimo dubbio, si sarebbe dimesso e si sarebbe tornati al voto. Ora, o il Consiglio di Stato ribalta la sentenza così com'è scritta, oppure su questo punto non c'è dubbio alcuno.
Io capisco, poi, che da qui possa aprirsi il dibattito politico. E personalmente penso che nelle sedi opportune, cioè quelle politiche, vada fatto: anzi, lo abbiamo anche già iniziato a fare.
Ma, attenzione: mi ha stupito anche quando in apertura è stato chiesto un atto di responsabilità al Presidente di quest'Aula, che dovrebbe cioè sospendersi o dimettersi in quanto il TAR ha dichiarato che la prova di resistenza della lista in cui lui è stato eletto è stata superata e dunque si entrerà nel merito, se verrà presentata querela di falso. Ora, secondo me la sospensione individuale - questo è un punto di vista e ovviamente pu essere confutato da altri - può essere messa in gioco laddove è in discussione un comportamento della singola persona. Ma qui nulla viene imputato alla singola persona o alle singole persone, tra cui il sottoscritto che sta parlando: qui si sta ragionando di legittimazione e di numero minimo di firme a sostegno della lista presentata.
Non vedo dunque ragioni di opportunità nella sospensione di chicchessia. Peraltro, se poi la richiesta avviene - ma su questo vorrei non tornare - da parte di chi invece ha ricevuto in primo grado una pronuncia sulla propria diretta persona, che ne dichiara la decadenza allora mi dico che, visti la doppia morale e il doppio profilo, ha piena legittimazione anche questa situazione.
Da ultimo, le sentenze ovviamente vanno lette per intero, anche quelle del passato. L'effetto perturbativo del voto che veniva giustamente ripreso dal Consigliere Vignale è iscritto nella sentenza di cui si stava discutendo, come aggravante di una situazione. Nel passato qualunque dispositivo, qualunque sentenza o qualunque ordinanza della magistratura veniva contestata come un attacco alla democrazia; altro che "latte di bostik"! E ancora in apertura di seduta la Consigliera Gancia ha insinuato che la sentenza di giovedì scorso fosse viziata dal punto di vista della discriminazione politica. Quell'atteggiamento, quindi, tale era e tale resta.
Ebbene, i fatti oggettivi erano di una vittoria sul filo del rasoio con pochissimi voti di scarto e quindi la prova di resistenza, se vogliamo era in re ipsa perché, espunta una lista che aveva più del doppio dei voti del margine di vantaggio, il risultato era - o sarebbe stato, prima della sentenza - evidentemente chiaro. Che poi si sia anche ripreso l'effetto perturbativo, come giustamente è stato rilevato dall'attento Consigliere Vignale, è un di più: quella è un'aggravante che però non sostituisce e non elimina la premessa.
Chiudo su questo. Noi faremo le nostre valutazioni politiche e quelle per un rilancio ancora più vigoroso di impegno per affrontare le emergenze della Regione; e le faremo con decisione. Però non illudetevi: è vero che l'origine del fatto che nella precedente legislatura si è tornati al voto un anno prima del tempo stabilito è stata una pronuncia passata in giudicato della giustizia amministrativa; ma quell'accertata raccolta delle firme dei candidati stessi (e quindi di una lista creata ad arte in una stanza, senza che neanche i candidati lo sapessero) da sola non ha giustificato i 600.000 voti di scarto che il Presidente Chiamparino, e quindi tutta la nostra maggioranza, ha preso un anno fa alle elezioni. Se vi illudete di quello, infatti, allora vi consiglio - ognuno dà consigli alla parte avversa - di fare un attento esame del messaggio che gli elettori un anno fa hanno voluto dare e anche delle colpe politiche che sono state attribuite alla Giunta precedente e che hanno portato al "cambio di verso" e di colore della maggioranza consiliare.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Io penso che nel pomeriggio si parlerà dei problemi del Piemonte, ma anche questi sono problemi se si dà valore all'istituzione della Regione.
Come hanno fatto molti colleghi, pur con un altro ruolo, ricordo cosa è successo nei passati anni in quest'Aula. E ricordo - come lo ricordate voi tutti - i cartelli sferzanti e in qualche caso anche offensivi che evocavano le dimissioni del Presidente.
Poi si sa come sono andate le cose: la crisi, le elezioni anticipate la vittoria della sinistra che stampava delle patenti di moralità da distribuire a dritta e a manca.
Non sono passasti molti mesi e siamo qui. Ed oggi è difficile non ricordare il vecchio adagio di Pietro Nenni, che diceva che un puro troverà prima o poi uno più puro che lo epura. Nenni diceva questo e credo che mai come oggi lo si possa ritenere esatto.
Penso che la vicenda delle firme false sulla lista del PD, per la quale il TAR ha ritenuto ammissibile la querela di parte, e di altre firme false seppur non preclusive, riscontrate nella lista del Presidente Chiamparino sia oggi un punto di arrivo di un costume discutibile, che purtroppo ha il suo epicentro nel PD, che ha fatto della moralità il suo cavallo di battaglia in passato e - mi sento di dire - anche oggi.
Ecco, allora, dove sono i moralisti in Piemonte (e non solo), che si affannano a mettere delle pezze, a volte anche colorate, agli sbreghi che hanno provocato alla legge elettorale regionale: un PD che è impegnato a disputare una partita di potere sulla pelle delle istituzioni che sono usate, in questo caso, come uno scudo per coprire un comportamento che per il futuro deve assolutamente mutare.
Penso che non sia sfuggita a nessuno la presa di distanza da parte del Presidente Chiamparino rispetto al suo partito: una scelta che mi sento di poter dire comprensibile, ma anche - consentitemi - discutibile sul piano politico. Ritengo che questa decisione possa metterlo temporaneamente al riparo da una tempesta politica sulle cui conseguenze nessuno può dire oggi una parola di certezza e soprattutto di chiarezza.
Io ritengo anche che Forza Italia debba riservarsi di valutare con la dovuta serenità, ma senza indulgenza, gli atti giudiziari - ne abbiamo parlato perché sono stati citati - che dovessero scaturire dagli sviluppi della vicenda.
Concludo dicendo che la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale non ha risolto la vicenda, lasciando al contrario aperti molti interrogativi. Noi aspettiamo delle risposte a questi interrogativi e credo di poter dire che, con noi, le aspettano gli elettori piemontesi. Penso che, proprio per rendere la politica una cosa seria come quella che dev'essere, non debbano e non possano rimanere delle ombre. La pena sarebbe quella di dare un colpo alle istituzioni e credo anche al rapporto con i cittadini.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Ruffino.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Qualche giorno fa è arrivata all'o.d.g. di questo Consiglio, dove si dovrebbe discutere, tra i tanti atti di indirizzo, interrogazioni e mozioni, in particolare una legge sul riordino dei parchi, che ha avuto un percorso complesso con un ampio dibattito, che probabilmente avrà anche in Aula, attesa dalla nostra Regione; invece, piuttosto che ad una seduta di Consiglio, mi sembra di assistere ad una sorta di replica di un'udienza giudiziaria, dove ognuno arriva con una sorta di arringa e delle memorie da sottoporre all'attenzione di tutti, dicendo che ci sono o non ci sono compatibilità o cose da fare in questo momento.
Sono state fatte delle comparazioni rispetto alla precedente legislatura. Mi piacerebbe ricordare esattamente le parole che disse il Presidente Chiamparino in quest'Aula quando, all'indomani della denuncia sempre perché ogni tanto ci si interrompe nei nostri lavori parlamentari perché dobbiamo dibattere di altro che sembra più importante, ci venne a riferire che, se ci fossero state ombre sulla legittimità della sua candidatura ed elezione, avrebbe fatto un passo indietro e avrebbe riportato il Piemonte alle urne.
Faccio un brevissimo inciso.
In questi mesi, da quando è stata pronunciata questa frase, ritengo che ci siano più punti di vista con cui guardare la vicenda. Mi sembra che nessuno, anche tra i più sfrenati sostenitori delle dimissioni del Presidente Chiamparino, ha chiesto le dimissioni anche del Presidente dell'Aula o di tornare al voto, anzi, i cittadini ci chiedono cosa stiamo facendo. Mi sembra più un esercizio da addetti ai lavori o da interessati al sistema: i cittadini ci fermano e ci domandano cosa stiamo facendo.
Piuttosto ci criticano o ci danno suggerimenti su quello che si potrebbe fare o migliorare.
A tal proposito, mi piace ricordare che questa esperienza si divide in due step: l'elezione diretta del Presidente (e mi sembra che su questo tema il TAR abbia posto la questione "fine") e l'elezione del Consiglio. Non è un caso che persino la legge elettorale disgiunge i due livelli e si pu votare in modo disgiunto. Ci sono ancora ombre e perplessità su una lista importantissima per la vita di questo Consiglio e per gli equilibri politici di questo Consiglio, ma alla fine, alla luce di tutte le considerazioni fatte, credo che per l'elezione diretta del Presidente siano stati fugati i dubbi.
Credo, quindi, che il Presidente Chiamparino abbia ampiamente mantenuto la parola con il Piemonte e con l'Aula, fermo restando il rischio che, se ci fosse stato qualcosa di diverso, andare nuovamente al voto sarebbe stata una vera iattura. Questa considerazione è stata fatta nei corridoi di Palazzo Lascaris anche da colleghi che non sono pienamente d'accordo e che oggi stanno protestando su quello che è accaduto.
Credo che si debba solo prendere atto della sentenza dal TAR e andare avanti.
Nei giorni scorsi ho letto che c'è una serie di iniziative in campo: una di queste potrebbe essere benefica per il Presidente Chiamparino perché leggo di "governo ombra", di una Giunta ombra che potrebbe formarsi.
Nella storia del nostro Paese, ogni qualvolta c'è stato un governo ombra ha portato male solo a chi stava in ombra e tanto bene a chi stava a governare, quindi potrebbe essere un'ipotesi importante da considerare.
Nei giorni scorsi ho letto un'hashtag: "Mai più Chiampa". Questo avveniva il giorno prima della sentenza; il giorno dopo mi sono permesso di fare, molto modestamente, l'hashtag "Più Chiampa".
In questo anno, nonostante le apparenti difficoltà e le sensazioni che ci potevano essere sulle concrete dimissioni del Presidente laddove ci fossero state ombre (pochi ricordano e molti hanno temuto che, se ci fosse stato anche solo un rinvio, forse il Presidente Chiamparino si sarebbe dimesso e quindi tanti erano spaventati da questa prospettiva, non solo nei banchi della maggioranza) si è comunque lavorato e tanto.
Ci sono le condizioni per avere, forse, più determinazione.
Credo che il Presidente, e non occorre che glielo lanciamo noi questo suggerimento, abbia energie, capacità ed esperienza sufficiente per reggere tutte le considerazioni di coloro che, più o meno, invocano le sue dimissioni o atti di trasparenza.
Credo che trasparenza ci sia stata; credo che occorrerà aspettare quello che accadrà. Era attesa questa sentenza, ma credo con un'atmosfera diversa da quella della precedente legislatura, che si insediò con un atteggiamento molto aggressivo rispetto ai comportamenti della precedente Giunta Bresso.
Le differenze sono nella storia e nei fatti.
In questo anno si è lavorato, si è già fatto tantissimo. Nonostante ci fosse questa incertezza e questo dubbio, si è andati avanti.
Credo che da questo momento si possa continuare a lavorare con "Più Chiampa", quindi penso che l'hashtag "Meno Chiampa" ritorni a chi l'ha pronunciata.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
La rassicuro, Presidente: non chiederò dimissioni di massa, così non si incendierà il Consiglio per una seconda volta. Chiaramente la provocazione del Consigliere Marrone è solamente una provocazione, penso, anche in ragione della sua posizione.
Quello che volevo rimarcare è questo.
Il Presidente Chiamparino ha portato avanti una campagna di stampa sulla questione della firme; una campagna di stampa che metteva al centro la sua figura; metteva al centro il listino del Presidente ed anche una posizione piuttosto chiara: o si fa chiarezza subito, o si va al voto.
Bene. Nessuno poteva sapere quanto fosse solida la posizione di questo listino meglio del Presidente Chiamparino e meglio dei suoi collaboratori.
Ma anche il PD aveva bene il polso della situazione per la lista torinese del PD.
La riflessione che viene da fare è questa: non c'è stata altrettanta chiarezza dal PD torinese rispetto a quello che sarà lo scenario futuro di questo Consiglio regionale. Che scelte faranno, nel prossimo futuro rispetto all'andamento del processo giudiziario? Questo processo è stato opaco; non ci sono state prese di posizioni precise, e viene da pensare che tutti gli annunci fatti, in realtà, fossero annunci viziati da una sostanziale sicurezza e che nascondessero, di fatto il vero problema, il vero problema che sta, appunto, nella lista del PD di Torino.
E' stata allora una foglia di fico questa campagna mediatica? E' stata una mossa per legittimare la Giunta regionale e coprire il problema sostanziale che si sta evidenziando, problema che forse ci porterà tra qualche anno ad avere una maggioranza risicatissima, una maggioranza che difficilmente potrà portare avanti scelte coraggiose o scelte che non possono coinvolgere la minoranza? E' forse stata una tattica elusiva, una tattica studiata per l'informazione pubblica, per nascondere quella che era la problematica? Questo lo sapremo tra qualche tempo, ma mi viene da chiedere al PD torinese: voi sapete che cosa avete in mano? Voi lo dovete sapere. Ve lo dice uno che dal 2007 fino a pochi anni fa ha raccolto tante firme, ma molte, in occasione dei V-day di Beppe Grillo, tutte le firme raccolte per le varie elezioni (dalle comunali, alle regionali, alle nazionali). A dir la verità, raccogliere le firme non è certo un'attività "simpatica", perch spesso si raccolgono d'inverno, al freddo, rincorrendo la gente, spiegando loro tutti i buoni motivi del tuo movimento, prendendo spesso pesci in faccia. Ci vuole tanto tempo per fare queste operazioni! Ma allora, se lo sapete - e dovete saperlo! - che cosa aspettate? Se ci sarà una sentenza sfavorevole tra qualche anno, potremo dirvi: "Che cosa avete aspettato a fare? Che cosa avete fatto fino a questo momento? Avete dilazionato i tempi, avete giocato sulla lentezza dei pronunciamenti". Ecco perché una delle parole che viene fuori più spesso è "pronunciamento". Ma il pronunciamento è una cosa, mentre la solidità morale, la solidità delle certezze rispetto ad un procedimento amministrativo da voi svolto, sono un altro discorso.
Dovete assumervi le responsabilità che necessitano nel più breve tempo possibile. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Non mi dilungherò, anche perché molto è già stato detto e, soprattutto perché non siamo in Tribunale.
Io credo che vada sostanzialmente evidenziato il fatto politico, che è molto semplice: ho vissuto la precedente legislatura dall'esterno, quindi ho potuto cogliere quello che è stato l'atteggiamento assolutamente aggressivo, fuori dalle righe di una politica corretta, da parte dell'allora opposizione, la quale, tra l'altro, ha usato tutto ciò che risultava legato a quella vicenda in campagna elettorale.
Alla luce di quanto insegna la storia - i corsi e i ricorsi storici tornano sui tavoli! - questo atteggiamento gli si è ritorto contro. Dunque il dato politico è che oggi, comunque, ci sono delle ombre, ma più che essere sul Presidente (essendo a capo di una coalizione, è comunque l'elemento di riferimento), sono sul maggior partito della maggioranza, e questo è un aspetto sicuramente da non sottovalutare.
Al di là di quanto si è detto e di tutti gli aspetti tecnici che ci porterebbero, probabilmente, a disquisire per mesi e mesi, come del resto è stato fatto precedentemente e come si farà ancora nei mesi o negli anni a venire, quando si fa politica e si lavora in questi consessi credo che l'obiettivo reale sia quello di essere garantisti, così come abbiamo sempre cercato di essere noi, sia in questo contesto che in altri su scala nazionale. Invece, da altre parti, si è sempre cercato di sfruttare, con l'abilità e la maestria che contraddistingue in questo caso il centrosinistra, tutto quello che la giustizia ha messo sui tavoli.
Se ci fosse coerenza, onestà e dignità, il Partito Democratico dovrebbe fare un esame di coscienza e prendere le dovute decisioni, soprattutto dopo il giudizio che, a suo tempo, era stato espresso nei confronti della Giunta Cota in campagna elettorale, a scapito del centrodestra. Da questo si misura la statura politica. Invece, contrariamente a quanto si è sbandierato in campagna elettorale, in termini di dignità e onestà, penso che debba essere messa da parte la differente statura delle varie contrapposizioni politiche, delle varie parti politiche. A questo punto forse, sarebbe più opportuno fare dei bagni di umiltà e di buonsenso e rimettere il tutto nelle mani del Presidente, per le relative valutazioni politiche. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Attendevo questo intervento perché, al di là del gorgonzola che le porterò quanto prima, relativamente alla ampia discussione che è già avvenuta sino ad ora, sono stati toccati tutta una serie di temi che hanno contraddistinto le fasi successive alla sentenza del TAR (abbiamo letto tutti il dispositivo).
L'aspetto sul quale, probabilmente, non si è ancora posto un particolare accento riguarda le ricadute giuridiche di ciò che è avvenuto.
Questa sentenza, pur ammettendo che vi sono tutta una serie di circostanze poco chiare (l'individuazione delle firme false), solleva la questione della rettitudine di chi ne è coinvolto: evidentemente, coloro che hanno gestito la campagna elettorale, ben sapevano di compiere un reato - perch questa è la situazione in cui ci troviamo - ed è una situazione quasi dimostrata sotto il profilo tecnico; attendiamo la dimostrazione sotto il profilo giuridico.
Correttezza, trasparenza e onestà sono le parole d'ordine con cui si è partiti in questa legislatura; ma questi richiami a trasparenza e onestà sono venuti meno, in modo assolutamente grave. Vi è stato il riconoscimento di un errore, con 12 o 13 indagati, che, qualora fossero appartenuti ad un altro Gruppo politico, avrebbero sicuramente suscitato grandissimo clamore e un grande problema di inadeguatezza dei Consiglieri implicati.
Fra gli indagati ci sono anche dei Consiglieri regionali, quindi mi domando che ne è della trasparenza e dell'onestà, concetti sui quali stiamo conducendo la nostra battaglia quotidiana per rimettere su binari corretti il Piemonte.
Per quanto riguarda l'attività che ha contraddistinto l'anno in corso la mia prima esperienza in quest'Aula - è stato un periodo in cui non si è fatto quasi nulla, perché tutti eravamo con la spada di Damocle in attesa di questa sentenza del TAR. Una sentenza che è arrivata dopo quest'anno, ma prima abbiamo addirittura notato una sorta di rinvio delle sedute di Consiglio, dove dovevamo discutere una serie di ordini del giorno e mozioni. Infatti, in una settimana non si è fatta la riunione dei Capigruppo; la si è fatta il venerdì, invece del solito mercoledì, per poi leggere su Lo Spiffero che in Consiglio regionale era tutto bloccato, in attesa della sentenza del TAR. Si è, poi, cercato di recuperare, convocando le sedute di Consiglio regionale e iniziando la discussione dei punti all'o.d.g.
Pertanto, abbiamo notato una sostanziale carenza di attività amministrativa. Non sono stati discussi quei provvedimenti che hanno portato a definire la linea strategica rappresentata dal Presidente Chiamparino nella prima seduta di Consiglio, che aveva indicato una serie di obiettivi da raggiungere, ma non vediamo, almeno a livello di Commissioni, alcuna discussione rispetto a tali obiettivi. Non vediamo una volontà, o non l'abbiamo vista, e speriamo che, il cambio di passo, da oggi in poi, ci sia da parte della Giunta rispetto al dialogo con l'Aula.
Noi verifichiamo una serie di provvedimenti attraverso la lettura dei giornali, prima della discussione in aula. Avevo presentato una richiesta (lo dico a titolo di esempio, visto che la discussione verte su altro): avevamo letto sul giornale che l'Assessore Balocco aveva indicato come strategiche le aree di logistica del Piemonte. Ho chiesto una convocazione della Commissione con la presenza dell'Assessore, affinché ci spieghi meglio cosa significa il Piano della logistica regionale. Non solo non è stato invitato l'Assessore, ma non conosciamo nemmeno i contenuti;per abbiamo letto su La Stampa che è già stato rappresentato, non solo a livello regionale, ma addirittura al Ministero.
Pertanto, vorremmo capire (e mi attendo una risposta del Presidente Chiamparino) come intende lavorare rispetto a questo status quo - a questa certificazione di un'indagine in corso ed una serie di indagati che l'indagine ha prodotto - in questo momento, rispetto ad una situazione che va ad incidere pesantemente su un partito di maggioranza all'interno dell'aula e che prevede assolutamente la necessità di un cambio di passo della Regione Piemonte, rispetto a dei tempi che portano alla concorrenza assolutamente certa di altre regioni e di altre zone.
Dico questo, perché vivo al confine con la Lombardia: sappia che abbiamo grandi difficoltà a portare le aziende sul nostro territorio ed a portare avanti una serie di iniziative. Se non ci sarà questo cambio di passo ed una forte iniziativa regionale, la Liguria e la Lombardia sono due territori che faranno una concorrenza sfrenata, stante una situazione economica difficile come quella in cui stiamo vivendo.
Vorrei capire questo. Vorrei capire perché, nell'ambito della nostra quotidianità, stiamo ragionando sotto il profilo dell'assoluta legalità.
Chiedo come si possa andare avanti in questo modo.
Avevo letto, nelle parole del Presidente Chiamparino, una preoccupazione rispetto al fatto che la sentenza del TAR non fosse chiara.
Bene, abbiamo una sentenza chiara sul fatto che, dal punto di vista amministrativo, non ci sono problemi per lei, Presidente Chiamparino, ma è altrettanto chiara sul fatto che i problemi ci sono. I problemi sono stati sanciti, sono stati indicati e resi noti nell'ambito del dispositivo della sentenza che abbiamo letto.
Cosa cambia? Qual è la differenza? Quali sono gli elementi di novità tra la situazione pregressa (pre-sentenza) rispetto a quella attuale? Quali sono gli elementi che danno un'incompatibilità a dei Consiglieri, che oggi invece, sono indagati e quindi sono seduti su questo banco? Che differenza c'è tra loro e noi? E' questa la domanda che pongo: come si fa a parlare di legalità? Nella mia attività amministrativa, per la Presidente della Provincia, quando c'era un'indagine con un avviso di garanzia significava già la condanna. Era pregiudiziale, e si diceva: "Quell'indagato non può lavorare". Bene, se quell'indagato non può lavorare in un Ente di secondo grado com'era la Provincia, mi domando come faccia a lavorare un indagato all'interno di un Consiglio come quello regionale.
Oppure, in questo caso, aspettiamo la sentenza? Allora, se aspettiamo la sentenza, abbiamo indagati di serie A e indagati di serie B.
Questa è la domanda sulla quale si attende una risposta e rispetto alla quale saremo molto attenti all'attività che verrà condotta nei prossimi mesi, soprattutto in funzione di questo principio. Il principio della trasparenza e della legalità non deve assolutamente venire meno nella politica in generale, nella Regione Piemonte in particolare, e in tutti gli altri Enti di primo e secondo grado, dove si ha una responsabilità di tipo amministrativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Questa vicenda ci fa osservare un paio di cosette simpatiche: una, è la continuità istituzionale della presenza della colla per rimanere attaccati alle poltrone, che passa dal centrodestra al centrosinistra, così come le tipicità problematiche che riguardano la raccolta firme e l'intervento della Magistratura.
Sono tutti elementi che fanno riflettere: se non altro, dal lato del centrodestra abbiamo una chiarezza d'intenti non nascosta, perché - ad esempio - nella scorsa legislatura il Presidente Cota disse, fin dall'inizio, che non avrebbe mai "mollato", e infatti è rimasto saldamente incollato, finché i magistrati non l'hanno scrostato con la paletta, per buttarlo fuori. A quanto pare, rivedremo anche in questo caso questo film con un pochino di ipocrisia in più, perché a febbraio il Presidente Chiamparino fece un bel discorsetto e disse: "Assolutamente, non intendo farmi trascinare in situazioni di questo genere".
Ebbene, pur avendo fatto qualche sconto, il TAR ha dovuto ammettere (tutto sommato, sappiamo che in Italia i Tribunali Amministrativi sono i più politicizzati) uno dei ricorsi: quello relativo alla lista del PD di Torino. Evidentemente, lì la magagna era talmente grossa che era difficile dare un po' di bianchetto sopra. Altra prassi tipicamente del centrosinistra, che si fa bello nei suoi discorsi moralistici, ma, poi quando vengono fuori le porcherie che combina, cerca di sbianchettarle oppure nega che siano gravi come quelle create dagli altri.
Emerge un quadro, tutto sommato, desolante, Presidente Chiamparino.
Avrebbe fatto certamente una figura migliore a tacere a febbraio, tanto sapevamo già che giovedì non sarebbe successo nulla di particolare.
Personalmente, ne sono sempre stato convinto; addirittura, all'interno del mio Gruppo venivo chiamato "il giapponese", perché ero l'ultimo a credere che qualcuno si sarebbe dimesso! Ho detto: "Se si dimette qualcuno, finiamo nei libri di storia, perché non è mai successo! E, infatti, non finiamo nei libri di storia.
La questione è, tutto sommato, banale, ma è grave; tra l'altro, la questione della raccolta firme e il non doverla fare l'ha introdotta il centrosinistra nel 2009, guarda caso a luglio, dopo che il Movimento 5 Stelle - appena nato - disse che avrebbe partecipato alle elezioni regionali. La Presidente Bresso e il Consiglio, quasi all'unanimità (un solo contrario), votarono per farsi lo sconto della raccolta firme e lasciarla solo ai poveri novelli che volevano partecipare ad una competizione elettorale. Eppure, poi, sono caduti in queste trappoline anche provocatorie.
L'anno scorso, ad inizio campagna elettorale, facemmo una diffida dicendo: "Visto che il Consiglio è stato dichiarato illegittimo, è illegittimo anche appellarsi a quella legge, per dire che c'era una lista presente in Consiglio regionale (a parte il fatto che potevate collegarvi a quelle nazionali)".
Qualcuno ci è cascato, anche per un po' di spocchia e per dimostrare che potevate raccogliere le firme, che non era così complicato. Invece, è stato complicato, perché non siete capaci di preparare le liste con un sufficiente anticipo e vi trovate all'ultimo giorno a dover raccogliere le firme.
Il Movimento cosa fa in questi casi? Lancia un "firma day". Voi invece avete lanciato il "tarocca certificazioni day". Quindi, anche in questo l'approccio è decisamente diverso.
Quando qualcuno va a dire "non ci sono giusti da nessuna parte, non c'è nessuno che ha ragione", io rispondo "no, c'è una parte che ha ragione e siamo noi". E' dal 2009 che raccogliamo firme per i Consigli comunali, per i parlamentini regionali e per le elezioni regionali e saremo anche dei poveri sprovveduti e dei novellini, però, guarda caso, a noi queste porcherie non sono mai capitate.
Quindi, viene da sottolineare come di nuovo la millantata professionalità della politica e dei partiti - che ritengono che sia necessario avere risorse perché la politica è un lavoro che richiede risorse e professionalità - dimostra, invece, tutta la sua sciatteria con azioni dilettantesche in procedure importanti e fondamentali (anche se qua si cerca di minimizzarle) scritte nella legge elettorale, che è una legge speciale. E' una legge speciale, perché in base a quella legge si legittima la partecipazione alla competizione elettorale in cui ci si presenta ai cittadini per chiederne la rappresentanza.
Pertanto, non ci sono situazioni marginali nel non rispettare una regola. La regola va rispettata. Se poi la si viola in un senso o in un altro, la si è violata lo stesso.
Quindi, è illegittimo aver raccolto firme in una maniera scorretta avendo falsificato la modalità con cui venivano raccolte e presentate. Vi ricordo che non siete sub iudice solo dalla giustizia amministrativa, ma anche da quella penale, perché, se non ricordo male, è indagato anche qualcuno dei Consiglieri che oggi siedono in quest'Aula. Poi chiaramente andremo a sentenza, però questo pronunciamento di giovedì qualcosa ci ha detto, ha fatto chiarezza, ma io pensavo che la chiarezza, quella a cui si riferiva lei, dovesse essere sul fatto che o c'è stato l'illecito o non c'è stato. L'illecito c'è stato, è evidente; lo disse anche lei a suo tempo che era stato fatto qualche pasticcio.
Allora perché la trasciniamo? Perché tutta questa pantomima e questa perdita di tempo che lei ha cercato anche un po' di spolverare sotto il tappeto, dicendo "non mi aspettavo di dover fare delle dichiarazioni oggi in Aula". Un minimo di forche caudine se le merita per la presunzione di aver fatto un bel discorsetto moralistico, per poi dire: "Tutto sommato continuiamo con il mandato dei cittadini". E' un mandato che le dovrebbe essere oggi tolto, perché avete violato le regole della democrazia, cosa che, a quanto pare, in questo Paese non dà più fastidio a nessuno.
Avete violato le regole della democrazia, avete violato le promesse che avete fatto, ma l'avete fatto più volte da quando lei disse "non metter mai in lista e non porterò mai in Consiglio regionale persone che sono indagate e sotto giudizio per rimborsopoli", e poi se le tenne fino al momento del giudizio abbreviato. E oggi con una lista, quella torinese, del partito (si noti bene) che è il capolista della sua coalizione di governo.
Non stiamo parlando della lista Pensionati, stiamo parlando del PD; il PD che governa la nazione e che è maggioranza assoluta nella sua maggioranza.
Quindi, stiamo parlando di una questione significativa; se otto dei suoi Consiglieri verranno buttati fuori, a parte il suo problema di maggioranza in quest'Aula - perché potremmo arrivare ad una parità di 25 si porrà un problema che da qui a due anni le continuerà a risuonare perché continueranno a venire fuori notizie e ci sarà probabilmente il ricorso al Consiglio di Stato per le altre liste e cose di questo genere.
Quindi, la questione non è morta giovedì, come sperava lei, ma si trascinerà ancora con tutta una serie di problematiche e a mio parere - poi sono opinioni che penso valgano anche per i cittadini piemontesi che si interessano alla questione - con un piccolo colpo di piccone alla sua credibilità e alla legittimità del suo governo regionale.
E' chiaro che lei può camparci comodamente, nel senso che finché ha la maggioranza e finché nessuno la scrosta da lì, rimarrà saldamente attaccato. Però le ricordo che qua dentro, teoricamente, dobbiamo far rispettare le regole e facciamo noi le regole che devono rispettare i nostri concittadini, compresa quella elettorale, che adesso stiamo anche discutendo e da cui penso che misteriosamente sparirà la necessità di raccogliere le firme, visto che non ne siete capaci. Quindi, non è così banale per la credibilità di questa Assemblea e per la credibilità della vostra Giunta trovarsi nella situazione per la quale solo un anno cadde la Giunta Cota. Per cui tra un tempo indeterminato - perché la giustizia italiana non è mai certa nei suoi tempi - potrebbero sparire otto Consiglieri regionali e rimpiazzati da altri. Noi saremmo ben contenti perché dovremmo salire a 11 o 12, ma addirittura potrebbero esserne sostituiti altri per il reato penale.
E' una situazione veramente incresciosa, per cui mi aspetterei che qualcosa cambiasse. Invece, tristemente non fanno un passo indietro quelli che sono sub iudice, non fa un passo indietro lei, che pure aveva detto "io sono il più bello, il più bravo e il più onesto", però alla fine rimane comunque lì, e non cambia niente.
Quindi, abbiamo fatto una ricca pantomima, da febbraio a giovedì scorso. Oggi ci togliamo qualche sassolino e poi andremo avanti fino alle prossime sberle, che devono sempre arrivare dalla Magistratura, perché in Italia la politica non è capace di affrontare i propri problemi con dignità come negli altri Paesi d'Europa. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta regionale, Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Credo di aver raccolto abbastanza elementi per una doverosa replica e una comunicazione altrettanto doverosa, per la quale ringrazio, su una vicenda - e su questo concordo con il Consigliere Pichetto - che certamente non è stata e non è esaltante per il Piemonte. Su questo non vi è dubbio alcuno, per tutti. E non contribuisce certo nel suo insieme a ridurre quel solco tra politica, istituzioni e cittadini che non solo, purtroppo, per questa ragione, ma per altre ben più importanti, si è andato aprendo nel corso degli ultimi anni.
Intervengo adesso anche perché mi pare che il dibattito ripeta un po' le stesse cose. La proposta politica in campo, che mi sembrava forte (quella del Consigliere Marrone), non mi pare che abbia trovato molti adepti; poteva forse essere l'unica che effettivamente scuoteva e metteva in discussione la continuità del lavoro politico e credo che il Consigliere Marrone ne fosse consapevole. Però, al momento, non mi pare abbia trovato molti adepti negli interventi che ho sentito, quindi credo di poter replicare molto rapidamente ai temi che si rincorrono nei vari interventi.
Prima questione. Ripeto, io ho detto che, se c'erano ombre, mi sarei dimesso e difatti ombre non ci sono, perché sulla legittimità formale della mia candidatura e del listino legato a me, le ombre sono state dissolte. Se ci sarà un ricorso al Consiglio di Stato e si dovesse rivedere questo, non vi è ombra di dubbio che non avrò difficoltà ad essere coerente con quello che ho detto.
Lo dico con una battuta, naturalmente: non mi dispiacerebbe - se caso mai questo avvenisse - se fosse candidato per il Movimento 5 Stelle il Consigliere Campo, perché quella sarebbe la condizione che di sicuro mi porterebbe a scendere in campo, visto che il Consigliere Campo - e mi scusi la cacofonia - è un Consigliere specializzato, di qualunque tema si parli ad insegnare a tutti come si raddrizzano le gambe ai cani. Mi piacerebbe davvero misurarci nel confronto con l'opinione pubblica piemontese per vedere chi pesa, chi conta di più e chi ha più consenso.
Ma vedremo, ripeto. Il Consiglio di Stato è là, i ricorsi sono alla portata di chi li vuole presentare. Se sarà confermato quello che ha deciso il TAR, ombre non ve ne saranno. Se cambierà, ovviamente vale quello che dissi a febbraio. E' chiaro per tutti? Bene! Secondo passaggio. L'ha già detto il Consigliere Gariglio e non voglio ripetere peggio le cose che ha già detto. Il parallelo con la vicenda Giovine-Cota, mi spiace dirlo, non sta in piedi né dal punto di vista formale né da quello sostanziale.
Non sta in piedi dal punto di vista sostanziale perché - può piacere o meno, e capisco che non piaccia - la differenza di 9.000 voti non è la differenza di 620 mila voti. Gli elementi perturbativi, che giustamente richiamava la sentenza del TAR di quel 9 gennaio, Consigliere Vignale, sono valutabili tali a seconda del peso che ha il suffragio universale.
L'elemento perturbativo può essere tale se c'è una differenza di 9.000 voti, può non esserlo quando la differenza è cento volte tanto.
Signori miei, come direbbe Crozza, questa è la verità. Può piacere o meno, ma dal punto di vista sostanziale è così! Dal punto di vista formale, non c'è parallelo. Qui stiamo parlando di firme a sostegno di una lista, in quel caso era come se io avessi fatto una lista con personaggi, donne e uomini di spettacolo che non sapevano nemmeno di essere in lista e che prendevano voti ad una lista. Ripeto, in un contesto in cui la differenza stante di 9.000 voti può non averla fatta, ma può aver fatto la differenza. E' diverso anche dal punto di vista della forma.
Terza questione, perché non voglio abusare della vostra pazienza. Lo dico a me stesso e non vorrei suonasse offensivo con nessuno. Attenzione a trasformare la politica da teatro a teatrino. Che sia teatro, ci sta - la tragedia greca, non solo quella attuale, ma quella che conosciamo dalla letteratura, è stata un grande esempio di rappresentazione della comunità ateniese - ma la politica diventa teatrino quando le cose che ci diciamo sono cose che rilevano, nella migliore delle ipotesi, solo per noi che siamo qui. Questo lo dico con molta franchezza. Se andiamo fuori, e se io andassi in giro a dire "sulla base delle considerazioni del Consigliere Sozzani, piuttosto che del Consigliere Bertola, o di chi volete, io mi dimetto", sono convinto, ma lo dico senza iattanza, che sette persone su dieci mi direbbero: "Sei matto?".
Tra il teatro della politica - lo dico consapevole della profondità e del valore che ha la parola teatro - e la realtà ci deve essere un equilibrio. Oltre una certa soglia, ripeto, rischiamo di contribuire ad allargare quel solco di cui dicevo prima.
So di dire una cosa che può essere imbarazzante per qualcuno, e non chiamo nessuno a testimoniare, perché non voglio mettere in imbarazzo nessuno. Sono "andato in giro", qualche giornale ha detto che stavo già preparando la campagna elettorale, ma io vado in giro perché è il mio modo di fare politica e di fare il Presidente del Piemonte. Potrei testimoniare di molte persone che hanno votato per noi e che sono venute a dirmi: "Mi raccomando, vada avanti". Lo so che non sono argomentazioni che piacciono al Movimento 5 Stelle, ma sono argomentazioni di sostanza. La sostanza politica è importante, questo è quello che conta alla fine.
So che la cosa vi dispiace, lo capisco, ma è quello che, ripeto, va affermato senza se e senza ma: ombre legali non ve ne sono. Ora, se dovessero sopraggiungerne, non vi è dubbio alcuno che la risposta sarebbe quella scritta nei verbali di quest'Aula nel febbraio scorso, quindi sappiatelo, non vi è dubbio, ma se non fosse così, vorrei ricordarvi che c'è una sostanza politica che è quella che, insieme al riconoscimento di legittimità, dà la forza non al sottoscritto, non all'uomo solo al comando come la Consigliera Porchietto ricordava, ma ad una squadra per andare avanti con più determinazione di prima.
Mi è solo spiaciuto - lo dico ai Consiglieri Vignale e Sozzani, che in modo simpaticamente folcloristico hanno cercato di imitare l'inarrivabile Agostino Ghiglia - che si sia usato il bostik, che viene prodotto a Milano e non il vinavil, che viene prodotto a Villadossola. Sarebbe stato un modo per segnalare un maggiore attaccamento alle radici della nostra regione.
Tant'è.
Voglio solo dire, per concludere, sperando di essere riuscito ad essere chiaro, che non c'è un uomo solo al comando, ma una squadra che - credo che all'opposizione possa dispiacere, e lo capisco - in un anno è riuscita a far dire a tanti elettori e cittadini piemontesi del centrodestra, oltre che ad elettori del centrosinistra - poi c'è anche qualcuno scontento perché quando si governa, si scontenta sempre anche qualcuno - di non essere magari d'accordo su quello che vogliamo fare, ma che si capisce che da un anno la Regione è governata.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) Per favore!



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Non si preoccupi, Consigliera Batzella, lei può pensare il contrario io le dico cosa sto pensando io. Le assicuro che sono tanti e da tante parti, da tanti ambienti, ivi inclusi gli ambienti industriali cui faceva richiamo la Consigliera Porchietto, richiamo che certamente faccio mio e su cui garantisco il massimo dell'impegno, come si vedrà tra questo scorcio d'estate e la ripresa di settembre.
Ripeto, da tante parti di questa regione c'è un messaggio chiaro.
Sicuramente tutte le sfide non sono state affrontate, ma sicuramente ci sono molte cose da fare.
Io ne ho una in testa, che resta quella del lavoro. Su questo non vi è ombra di dubbio perché, alla fine, quello che conta, come ho detto in campagna elettorale e ribadisco qui, è che potremo essere soddisfatti il giorno in cui i 100 mila posti di lavoro che si sono persi tra il 2008 e il 2015 saranno recuperati e ce ne sarà uno in più.
Sarà una sfida impervia, non so se ce la faremo in termini quantitativi, ma quando saremo su questa strada potremo dire di aver raggiunto l'obiettivo.
State sereni, l'hashtag "Mai più Chiampa" è diventato l'hashtag "Più Chiampa". State sereni, noi andiamo avanti con più determinazione di prima e siamo pronti ad accettare tutte le sfide politiche, tutte le critiche politiche e vedremo tra qualche anno quali saranno i risultati per la comunità piemontese.
Mi scuso se ho dato la sensazione, in particolare con il Consigliere Campo, di metterla, scherzosamente, in termini un po' competitivi, perch non è così. Com'è noto, fra quattro anni non mi candiderò più. Quello che mi interesserà fra quattro anni sarà poter dire di aver dato un contributo a rimettere il Piemonte, come si dice, all'onor del mondo e dell'Italia.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.51)



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