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Dettaglio seduta n.82 del 07/07/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 9.39 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze)


Argomento: Giovani - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 470 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Prevenzione e promozione della salute ripristino attività consultorio per adolescenti 'Punto Giovani' di Bussoleno"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
In merito punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni ed interpellanze", iniziamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 470.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione riguarda il "Punto Giovani" di Bussoleno, una struttura di riferimento particolarmente importante per la Val di Susa perché ha svolto un servizio fondamentale per tutti i giovani che si sono rivolti a tale struttura, nel corso degli anni. Il "Punto Giovani" è stato istituito nel 2008, ed era una sorta di consultorio familiare: forniva assistenza, con personale qualificato, ai giovani che avevano delle problematiche, con un rapporto costante che ha saputo creare un legame di fiducia tra gli operatori ed i ragazzi stessi.
A partire dal 2010, il "Punto Giovani" prevedeva due aperture settimanali al pubblico, per un totale di sei ore, coinvolgendo circa 450 ragazzi. Il servizio si svolgeva all'interno dei locali comunali, messi a disposizione dell'ASL nell'ambito della rete aziendale per l'assistenza.
Dalla fine del 2014 ad oggi c'è stato un progressivo esaurimento del finanziamento: la Regione aveva previsto dei fondi per mantenere vivo questo servizio, ma, a causa della mancanza di fondi, sono stati attuati dei tagli sempre più crudeli sul territorio e il "Punto Giovani" è stato una delle vittime di tali tagli.
Inizialmente, sono stati ridotti gli orari di apertura al pubblico, con conseguente sostituzione e riduzione del monte ore e di alcune delle figure professionali impegnate: principalmente quella dell'educatrice e della psicologa.
Ovviamente, tutto ciò ha causato delle difficoltà nell'accesso al servizio da parte dell'utenza ed anche una flessione del numero di utenti poiché, se il servizio viene ridotto, gli utenti si avvicinano meno facilmente.
Con quest'interrogazione chiediamo se s'intenda ripristinare un adeguato livello di investimento economico e di professionalità (ricordo che gli operatori che offrivano questo servizio avevano un alto livello di professionalità, oltre ad avere instaurato un rapporto di fiducia con i ragazzi che si rivolgevano a tale struttura), al fine di garantire la medesima qualità dell'offerta, coerentemente con gli obiettivi progettuali prefissati, privilegiando la continuità necessaria al mantenimento del rapporto fiduciario tra operatori e utenti, di cui parlavo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente, e grazie, Consigliera Frediani, perch quest'interrogazione ci consente di affrontare un tema molto delicato ed importante.
Abbiamo articolato una risposta scritta, affinché si possa poi leggere con attenzione, nel dettaglio dei singoli aspetti. Tale risposta è articolata in due parti: la prima, fa riferimento a quanto è avvenuto in Piemonte, in quest'ambito, tra il 2004 e il 2010, perché dal 2004 - dopo l'approvazione della legge n. 1 - la Regione Piemonte si è impegnata, con specifiche risorse del proprio bilancio regionale, a mettere in campo degli strumenti, o comunque a potenziare e favorire la diffusione di strumenti finalizzati alle politiche di sostegno alle famiglie. All'interno di questi strumenti e percorsi è stata prestata un'attenzione particolare, attraverso i consultori familiari, anche agli aspetti legati alla vita e alle problematiche adolescenziali.
I soggetti gestori delle funzioni socio-assistenziali, in raccordo con i consultori familiari operanti presso le ASL, sono stati chiamati a realizzare attività riconducibili ad alcuni obiettivi ben specificati, che qui vado elencando: progettazione comune del percorso di informazione orientamento, attivazione dei servizi o delle prestazioni necessarie e di competenza dei diversi attori sociali; potenziamento degli interventi laddove gli stessi sono già strutturalmente presenti presso un unico punto di riferimento (per esempio, come viene ricordato nell'interrogazione, il consultorio familiare pediatrico); la creazione di una struttura specifica denominata Centro per le Famiglie, cui ricondurre tutte le attività erogate su un determinato territorio.
Questa è la situazione delineata fino al 2010 con gli interventi specifici, anche dal punto di vista finanziario, del bilancio della Regione Piemonte. Dentro questo quadro, tra il 2008 e il 2009 sono stati assegnati fondi statali aggiuntivi - cui l'interrogazione fa riferimento - rispetto a quelli regionali sopra specificati e destinati proprio agli interventi di riorganizzazione dei consultori familiari, al fine di ampliare e potenziare gli interventi sociali a favor delle famiglie.
I beneficiari di questi finanziamenti sono stati i soggetti gestori delle funzioni socio-assistenziali e le ASL, individuati quali capofila attraverso specifici controlli a livello distrettuale, sottoscritti dai soggetti gestori (quindi i consorzi), per quanto attiene ai Centri per le Famiglie, e dalle ASL per quanto attiene ai consultori familiari pubblici.
A partire dal 2011, questa situazione è entrata in crisi, in ragione del fatto che le risorse sono state progressivamente contratte e, pertanto anche il canale di finanziamento specificamente regionale destinato ai Centri per le Famiglie si è interrotto.
In questi anni, alcune realtà distribuite sul territorio piemontese hanno resistito a tale situazione, pertanto abbiamo Centri per le Famiglie o attività connesse a tale ambito che hanno proseguito il loro lavoro individuando, attraverso iniziative specifiche, risorse che permettessero la continuità delle attività; altri, invece, hanno dovuto fermarsi e chiudere.
Alla fine del 2014 abbiamo voluto prendere in mano questa situazione e abbiamo incontrato, in più di un'occasione, quello che è stato, in questi anni, una sorta di coordinamento informale dei Centri per le Famiglie: un coordinamento mai riconosciuto, che costituiva, però, un punto di riferimento per cercare di ricomporre un filo di ragionamento ed ipotizzare un nuovo percorso.
A marzo, abbiamo approvato una deliberazione della Giunta regionale che istituiva formalmente il Coordinamento regionale dei Centri per le Famiglie, al fine d'individuare delle linee guida da scrivere insieme, che andassero a ricostruire o ripotenziare esattamente quei filoni di lavoro ed attività indicati all'interno dell'interrogazione. Non solo, nella legge di bilancio 2015 abbiamo ripristinato, nei limiti delle possibilità che avevamo, un canale di finanziamento regionale specifico e indirizzato a questo tipo di attività.
Pertanto, da una parte, il raccordarsi con i Centri per le Famiglie e formalizzarli come interlocutori per la costruzione delle politiche dall'altra, il ricostruire, sia pure in maniera ancora insufficiente, un canale di finanziamento, ci consente di recuperare e riprendere una tipologia di lavoro tipico di questa Regione, molto rilevante dal punto di vista degli effetti sociali che aveva prodotto e che negli ultimi anni si era, per diverse ragioni, anche oggettive, interrotto o comunque depotenziato.
Tengo a precisare che, all'interno del lavoro sul Patto per il sociale appena sarà possibile, porteremo all'attenzione della Commissione consiliare competente un capitolo specifico e dedicato a questo, quindi alle politiche per le famiglie e alle politiche di sostegno alla genitorialità, con un'attenzione agli interventi relativi al disagio dei minori, proprio in cui raccontiamo queste cose, perché riteniamo che sia una delle questione strategiche delle politiche sociali della Regione Piemonte.
Comunque ho la risposta scritta, in modo tale che possa essere ancora più dettagliata.


Argomento: Ordinamento sportivo

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 454 presentata dalla Consigliera Ruffino, inerente a "Impianti sciistici soggetti ad IMU Sentenza della Corte di Cassazione n. 4541/2015"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 454.
La parola alla Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

La mia interrogazione verte proprio sulle problematiche legate all'applicazione dell'IMU sugli impianti di risalita.
Brevemente ricordo all'Aula che questa decisione mette in crisi il sistema delle aziende funiviarie e di tutte le attività dei Comuni turistici alpini ed appenninici.
Penso che sarebbe interessante ed importante adottare un adeguato provvedimento per ricomprendere le stazioni degli impianti di risalita all'interno della categoria catastale E1 e non nella categoria D8 riconoscendo proprio sotto il profilo giuridico a queste strutture, anche ai fini fiscali, la funzione pubblica di trasporto.
In particolare, evidenzio l'aggravamento dei conti delle società degli impianti e anche il rischio di tracollo di un'alta percentuale delle aziende delle località minori e di tutta l'economia montana che ovviamente, ruota intorno al turismo generato dalle imprese funiviarie.
Voglio anche ricordare che la realizzazione di questi impianti in molti Comuni è proprio stata possibile attraverso il contributo pubblico, poich l'Unione Europea li ha qualificati come impianti di trasporto. Ed è per questo che chiedo di conoscere di quali informazioni sia a disposizione la Giunta regionale rispetto alla situazione che ho prima descritto, come si ritenga di chiarire gli aspetti legati al pronunciamento della Corte di Cassazione e anche quali azioni si intendano adottare, proprio per evitare che tale sentenza possa avere delle conseguenze negative su un settore che ritengo strategico per l'economia piemontese e ovviamente anche a tutela delle società degli impianti di risalita e di tutto l'indotto esistente.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessore al turismo

In merito all'interrogazione della Vicepresidente Ruffino devo dire che anche noi riteniamo questo settore assolutamente strategico per una buona fetta dell'economia piemontese, ma soprattutto per l'economia montana, che molto ci sta a cuore anche dal punto di vista turistico.
La sentenza della Corte di Cassazione contraddice molte decisioni che sono state prese dalle numerose Commissioni tributarie locali e ha ritenuto le società degli impianti soggetti non ricompresi fra gli esercenti attività di trasporto, quindi contraddicendo la vigente normativa sia tributaria sia civilistica.
Tale decisione, nel caso in cui non intervengano disposizioni legislative a chiarimento della vicenda, potrebbe veramente comportare per le società degli impianti un gravame tale da condizionare il futuro delle società stesse, senza dimenticare che la Pubblica Amministrazione stessa è proprietaria di impianti sia nella nostra Regione sia su tutto il restante territorio nazionale.
Per questo motivo l'ARPIET (Associazione regionale piemontese delle imprese esercenti trasporto a fune in concessione), unitamente all'Associazione nazionale di categoria, sta promuovendo azioni a livello parlamentare al fine di promuovere iniziative legislative tese a chiarire definitivamente la questione ed a considerare gli impianti di risalita e le loro pertinenze (stazioni di partenza e di arrivo) come normali manufatti ricompresi nella categoria catastale E1, nell'ambito di un'attività di trasporto, e non alla stregua di un immobile industriale come vorrebbe far intendere la sentenza.
Anche la Giunta regionale, per quanto di propria competenza e possibilità, sta mettendo in atto le necessarie azioni di sensibilizzazione nei confronti degli organi coinvolti, al fine di evitare che la sentenza in oggetto possa avere conseguenze negative su un settore che anche noi riteniamo così importante per l'economia piemontese.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 500 presentata dai Consiglieri Ruffino, Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto e Vignale, inerente a "Trasporto pubblico locale - Linea Pinerolo-Torino"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 500.
La parola alla Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Questa interrogazione è particolarmente importante. Partecipo al Tavolo che si è costituito presso il Comune di Pinerolo proprio legato ai tagli di linee di bus.
Devo dire che, in questo periodo, sono state riscontrate da parte dei pendolari - che, come saprete, hanno anche formato un comitato - parecchie carenze, innanzitutto da parte dei treni che sono costantemente in ritardo e, ci viene raccontato, anche sporchi. Devo dire che questo è un aspetto assolutamente reale.
Questi tagli toccano tantissimi Comuni. Ad oggi, non si è ancora a conoscenza dei servizi che verranno espletati nel mese di agosto.
Il disagio è ben più ampio nella linea Pinerolo-Torino che ho citato.
Faccio anche presente all'Aula e ai Consiglieri presenti che, oltre a quelle riportate nell'interrogazione, questa problematica si è estesa a molte altre Amministrazioni, ad esempio Barge, Cavour, Cumiana, Piossasco Orbassano e Val Chisone.
E' stata fatta, da parte del Vicesindaco del Comune di Pinerolo, una richiesta di incontro urgente al Vicepresidente della Città metropolitana Avetta, per cercare di avere delle risposte in tal senso.
Questo disagio tocca lavoratori e toccherà gli studenti nel mese di settembre. Non riusciamo a capire come si troverà spazio negli autobus perché il numero è assolutamente insufficiente.
Chiedo alla maggioranza e all'Assessore quali provvedimenti si intendono attuare. Chiedo anche se è possibile, ma molto serenamente, di non avere la risposta che ho già avuto alla mia precedente interrogazione ossia che è competenza della Città metropolitana, anche perché una delle richieste che perverrà è quella di un Tavolo congiunto tra Regione e Città metropolitana.
Non devo sicuramente ricordare, ma lo faccio ugualmente, quali siano le distanze di questi Comuni dalla città, quanti lavoratori, per fortuna prendono ancora il mezzo pubblico e le difficoltà nelle coincidenze, che sono praticamente impossibili, perché spesso il treno è in ritardo.
Credo che ci sia una condizione di sicurezza che debba essere assolutamente garantita, ma penso anche che debba essere garantito ai pendolari il diritto di poter fruire di un mezzo pubblico.
C'è poi la parte legata agli abbonamenti e ai costi, che tratterò in una futura interrogazione.
Ringrazio per la risposta e per l'attenzione che verrà dedicata alla presente interrogazione e credo, peraltro, che verrà anche richiesta un'audizione in Commissione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente, e grazie, Consigliera Ruffino, per l'interrogazione.
Io sono ovviamente in contatto con il Sindaco di Pinerolo, proprio perché alcuni giorni fa - il 3 - mi ha inviato una lettera in cui lamentava dei problemi, specialmente sul fronte del servizio autobus per la città di Pinerolo; problemi in gran parte collegati al fatto che è una riprogrammazione in corso, da parte della Città metropolitana.
Mi spiace doverle rispondere ancora con questa argomentazione Consigliera Ruffino, ma tali funzioni, per ora - anzi, tra l'altro continuerà ad essere così - sono di competenza della Città Metropolitana per ovvie ragioni (competenza, tra l'altro, mantenuta anche dalla legge n.
56, per quanto riguarda la mobilità). E' chiaro che appena l'Agenzia della Mobilità Piemontese si avvierà (in questi giorni, come lei saprà, vari Enti stanno ratificando lo Statuto approvato dalla Giunta venti giorni fa) e quindi sarà in piena attività, sarà anche più facile razionalizzare ed integrare il trasporto ferro e il trasporto gomma, ed avere un'interlocuzione tra le competenze regionali e le competenze della Città metropolitana in modo più coordinato e sinergico.
Ma per ora così è. Infatti io ho già scritto alla Città metropolitana per..



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Assessore.
Potremmo fare un po' di silenzio, così l'Assessore può terminare di rispondere all'interrogazione? Prego, Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Non c'è molta attenzione, Consigliera Ruffino, ai problemi dei pendolari, come lei constaterà, in quest'Aula.
Ho scritto alla Città metropolitana giusto per sollecitare una maggiore attenzione ai criteri con cui si va nel senso della razionalizzazione anche su gomma. In particolare, mi pare che l'ultima razionalizzazione chiamiamola così - abbia finito per essere molto condizionata dagli interessi delle aziende che gestiscono il servizio e meno dagli interessi dei pendolari, tant'è che sono state annullate delle corse nelle ore di punta. Cosa assolutamente poco saggia; quindi abbiamo scritto alla Città metropolitana affinché verifichi ulteriormente queste condizioni, se la nostra impressione è quella giusta.
Per quanto riguarda il servizio su ferro, lei ricorderà che già nel 2011 la passata Amministrazione scelse di potenziare il servizio ferro sulla Pinerolo-Torino (44 treni al giorno); scelta che fu poi riconfermata sempre dalla passata Amministrazione, nel 2013 (della Provincia di Torino anche all'ora), con la soppressione o, meglio, con una riduzione drastica del servizio bus tra Pinerolo e Torino, proprio per non entrare in concorrenza con il servizio ferroviario.
È una linea su cui mi pare ci sia poco da discutere: o si fa l'uno o si fa l'altro, cercando di integrare il bus nei cosiddetti punti di raccolta in modo più coerente. Questo è ancora in parte da farsi.
I problemi ferroviari di orari e di servizio sulla Pinerolo-Torino sono evidenti e sono in gran parte collegati alla situazione strutturale.
Ricordo che fino alla passata Amministrazione si è insistito su un progetto da 366,4 milioni per l'adeguamento di quella tratta, direi perseguendo una strada perlomeno poco realistica.
Con l'IGQ dell'agosto scorso noi abbiamo proposto una soluzione molto meno onerosa: 80-90 milioni, che va semplicemente nel senso di ridurre o sopprimere totalmente i passaggi a livello e di creare dei raddoppi selettivi.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Assessore, ma c'è troppo brusio in Aula e l'Assessore non riesce a parlare e a rispondere alla Consigliera Ruffino, che ha diritto di ascoltare la risposta.
Grazie.



BALOCCO Francesco

Grazie, Presidente.
Credo, comunque, di poter concludere qua, anche perché le varie interruzioni mi hanno fatto un po' perdere il filo.
In sostanza, la questione è che su questa linea, per quanto riguarda il ferro, evidentemente ci sono interventi strutturali da fare, ridotti rispetto a quanto si presumeva di fare anni fa, anche solo fino ad un anno e mezzo fa, ma sono assolutamente necessari per rendere il servizio accettabile.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 492 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Agenzia della mobilità piemontese"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 492.
L'interrogazione viene data per illustrata dal Consigliere Berutti.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Come il Consigliere saprà, l'Agenzia è in via di formazione, nel senso che, dopo l'approvazione, da parte della Giunta regionale e pubblicata sul BUR il 18 giugno scorso, entro i 30 giorni successivi...



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Assessore, le chiedo scusa.
Colleghi, è veramente impossibile sentire l'Assessore. Chiedo un po' di silenzio. Abbiamo quasi terminato.
Grazie.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Finisco immediatamente.
Stiamo quindi semplicemente aspettando che lo Statuto venga ratificato dai vari Enti e in quel momento l'Agenzia sarà formalmente costituita.
Nel periodo transitorio, l'attuale Consiglio di Amministrazione dell'Agenzia metropolitana avvierà le pratiche, anche dal punto di vista amministrativo, per assorbire i contratti, oggi distribuiti sui 22 centri di costo, quindi si avvierà il processo di coordinamento e razionalizzazione che l'Agenzia dovrà compiere, ovviamente utilizzando anche personale delle Province.
Questo non costituirà un aumento di costi, anzi, semplicemente perch si utilizzeranno risorse che già fin d'ora erano contribuite dal budget del TPL.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 410 presentata dal Consigliere Valetti, Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani e Mighetti inerente a "Costi TPL in Provincia di Biella e della linea Biella-Milano"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 410.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Con questa interrogazione vogliamo accendere un faro sulla questione del TPL del biellese, per capire qual è stata la gestione del servizio e quindi capire.



PRESIDENTE

Consigliere Valetti, le chiedo scusa, ma c'è troppo rumore.



VALETTI Federico

No guardi, Presidente, posso parlare, ma più che altro è una questione di metodo, nel senso che lo trovo un contesto poco adeguato all'ascolto.



PRESIDENTE

Prego, continui pure, Consigliere Valetti, perché mi pare che il clima si sia ripristinato.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Quindi noi chiediamo un monitoraggio e una comprensione dei costi del trasporto pubblico in Provincia di Biella, andando a conoscere il dettaglio delle linee, il dettaglio del servizio Biella-Milano, anche perché alcuni di questi integrano o supportano quel treno (quindi è molto importante fare questo tipo di analisi per i discorsi che faceva prima anche l'Assessore Balocco, cioè di non duplicazione di servizi e di non contribuzione di servizi che si fanno concorrenza tra di loro) e i dati relativi all'utenza dei servizi di trasporto pubblico, perché abbiamo avuto la sensazione che anche qui la governance fosse un pochino blanda.
Forse anche in questo caso - lo azzardo come ipotesi - potrebbe essere data un po' più di attenzione alle esigenze delle compagnie e un po' meno all'organizzazione, dal punto di vista dell'efficienza e del buon servizio a chi il trasporto lo usa.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Ovviamente, Consigliere, le farò avere i dati che lei ha chiesto per quanto riguarda i costi del TPL della Provincia di Biella.
Al di là di questo, la questione è esattamente come lei ha descritto cioè un problema di chiara integrazione da un lato e dall'altra di evitare le sovrapposizioni su gomma/ferro. Negli anni scorsi sono state fatte alcune scelte, alcune anche abbastanza recenti, nel senso che risalgono a due o tre anni fa, anzi, con modifiche ulteriori in tempi più o meno recenti. Stiamo monitorando la situazione di quella tratta, sia il collegamento Biella-Santhià sia il collegamento Biella-Novara-Milano, sotto il punto di vista del trasporto su ferro e su gomma per avviare ulteriori integrazioni.
Per quanto riguarda la tratta Biella-Milano, è evidente che quando si è, in qualche misura, potenziata la Biella-Novara-Milano, poi si è soppressa la Biella-Milano, mantenendo cadenzato, a livello orario, il Biella-Novara su ferro. Sono state date indicazioni, già nel 2013, affinch non venisse più svolto, almeno a livello contribuito, il servizio su autostrada, cosa che è continuata, come lei ricordava, in modo non contribuito per qualche mese, poi interrotto definitivamente dalla società ATAP per scarsa affluenza (almeno questa era la motivazione data dall'Agenzia).
E' chiaro che si tratta di verificare meglio la funzionalità della tratta ferroviaria che ha il grosso problema del Novara-Milano. Quello è dal punto di vista ferroviario, un imbuto importante e con scarse possibilità di soluzione, nel senso di velocizzazione della tratta.
Bisognerà fare qualche ragionamento sulla possibilità di ritornare anche ad utilizzare il trasporto su gomma, cosa che è in netta contraddizione con quanto cerchiamo di sviluppare più in generale, privilegiando il ferro rispetto al gomma.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.12 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.16)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Richiesta, da parte del Consigliere Bono, di una comunicazione della Giunta regionale relativamente a "Sviluppi in merito al trasferimento della sede dell'Ospedale Oftalmico di Torino"


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Chiediamo una comunicazione in merito agli sviluppi riguardante l'Ospedale Oftalmico di Torino. Ieri abbiamo letto sui giornali che è stata avanzata una proposta,da parte dell'Assessorato, con l'ipotesi di spostare l'Ospedale Oftalmico di Torino in blocco verso le strutture di via Cherasco, compresa anche la chiusura del pronto soccorso verso il pronto soccorso delle Molinette.
Visto che, se non sbaglio, la seduta tratterà temi di sanità chiederemo una comunicazione nel merito per sapere come prosegue il destino di uno dei principali ospedali, ancorché monospecialistico, della città di Torino.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Ordine del giorno n. 404 presentato dal Consigliere Marrone, inerente a "Omegna: Quadrante di Omegn. Quali i tempi per l'accordo con la Regione?" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Rispetto all'ordine dei lavori.
Ho visto che l'ordine del giorno rispetto al centro ortopedico di Quadrante di Omegna non è stato collegato alla discussione sulla legislativa. Visto che l'avevo chiesto sia alla Conferenza dei Capigruppo che nella seduta dello scorso Consiglio, volevo chiedere se fosse possibile inserirlo in collegamento visto che il tema è il medesimo.


Argomento: Diritti umani

Ordine del giorno n. 423 presentato dai Consiglieri Baricco, Appiano Accossato, Ravetti, Grimaldi, Allemano e Giaccone, inerente a "Caso di Nadiya Savchenko" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Chiedo, a nome del Comitato dei diritti umani, l'iscrizione dell'ordine del giorno su "Caso di Nadiya Savchenko".



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di intervento? Consigliere Bono, prima dell'apertura dei lavori, ci sarà una breve Conferenza dei Capigruppo: in quell'occasione affronteremo la sua richiesta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Chiapello, Conticelli e Ferrero.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 30 giugno 2015.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 16 giugno 2015.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Assessore e Consigliere regionale Gianni Alasia deceduto l'1 luglio 2015


PRESIDENTE

Il 1° luglio 2015 è scomparso, all'età di 88 anni, l'onorevole Giovanni Alasia, già Assessore e Consigliere regionale nella II e III Legislatura.
Nato il 7 febbraio 1927 a Torino, da giovanissimo fu partigiano della III Brigata Matteotti-Divisione Bruno Buozzi e anima nobile della Resistenza, con il nome di battaglia Astro.
Dopo aver offerto se stesso alla causa della Liberazione, l'onorevole Alasia aveva aderito al PSI, che lasciò nel 1964 per fondare, insieme con Vittorio Foa, il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, che lo vide appassionato militante sino allo scioglimento nel 1972, quando si iscrisse al PCI.
Dal 1959 al 1974 fu segretario della Camera del lavoro della CGIL di Torino e anche segretario dell'istituto Gramsci.
Tra i suoi incarichi istituzionali ricordiamo quello di Consigliere provinciale di Torino, dal 1956 al 1960, di Consigliere comunale di Torino dal 1960 al 1964 e di Consigliere economico della Comunità europea in rappresentanza della CGIL dal 1972 al 1974.
Nel 1975 fu eletto Consigliere regionale nella lista del Partito Comunista Italiano, circoscrizione di Torino, e divenne presidente della III Commissione lavoro, cultura e istruzione.
Nella II Legislatura, dal maggio 1976, fu Assessore con delega a Industria, Lavoro e Artigianato.
Rieletto nella III Legislatura sempre nella lista del PCI, fu Assessore al Lavoro sino al 1° dicembre 1980 e poi membro della Commissione Artigianato e commercio.
Al periodo dal 1983 al 1987 risale la sua carriera di parlamentare membro della Commissione industria e commercio della Camera.
Nel 1991, con Armando Cossutta, è stato tra i fondatori del Partito della Rifondazione Comunista, che poi lo volle come candidato nella corsa alla presidenza della Regione Piemonte, durante le elezioni del 1995.
Oltre che sindacalista e uomo politico, l'onorevole Gianni Alasia si ricorda per la sua feconda attività di saggista.
Lo scorso maggio aveva ricevuto, assieme ad altri sette partigiani ex Consiglieri comunali, il Sigillo Civico, ossia la più alta onorificenza del Comune di Torino, per il lungo e fattivo impegno politico e democratico svolto contro il nazifascismo.
Con il Consiglio regionale del Piemonte ha sempre mantenuto uno stretto rapporto, sostenendo e partecipando attivamente alle iniziative dell'Associazione fra Consiglieri regionali già facenti parte del Consiglio, di cui è stato socio fin dalla sua fondazione.
Coloro che lo hanno conosciuto, quelli con cui ha collaborato e gli sono stati colleghi, lo ricordano per il suo impegno ininterrotto in difesa del mondo del lavoro, dei valori di equità e di giustizia sociale e di promozione della pace. Lo ricordano quale esempio di rigore etico, per la grande correttezza professionale che ha esercitato con chiarezza e passione nei momenti più rilevanti dell'attività sindacale, politica e della vita amministrativa della nostra regione.
Al fratello Antonio e ai nipoti Nicoletta e Alessandro desidero rinnovare, a nome del Consiglio, le più sentite condoglianze e i sensi della nostra solidarietà e vicinanza.
Invito i presenti a osservare un minuto di silenzio in memoria del già Assessore e Consigliere regionale, Onorevole Giovanni Alasia.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.24, riprende alle ore 10.27)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

c) Nota programmazione lavori articolo 13 Regolamento consiliare


PRESIDENTE

Nella seduta della Conferenza dei Presidenti del Gruppi consiliari del 1° luglio 2015, si è provveduto, così come previsto dall'articolo 13 del Regolamento interno del Consiglio regionale, alla programmazione dei lavori consiliari quadrimestre 1° luglio-30 novembre 2015.


Argomento:

d) Contingentamento tempi esame disegno di legge n. 91


PRESIDENTE

Come stabilito nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari svoltasi il 1° luglio scorso, informo che all'esame del disegno di legge n.
91, di cui al punto 3) dell'o.d.g., verrà applicato il contingentamento dei tempi di discussione, di cui all'articolo 69 del Regolamento interno del Consiglio regionale, e che, a partire dalle ore 16.30, si procederà alla votazione degli emendamenti. Il tempo a disposizione è pertanto di tre ore e 30 minuti, pari a cinque minuti per ciascun Consigliere. Il dettaglio per ciascun Gruppo è a disposizione presso la Segreteria dell'Ufficio Aula.


Argomento:

e) Comunicazione relativa all'articolo 30, comma 9, del Regolamento interno


PRESIDENTE

In data 2 luglio 2015, la II Commissione consiliare, riunita in sede legislativa, ha approvato all'unanimità la deliberazione legislativa avente ad oggetto "Misure urgenti per il contrasto dell'abusivismo - Modifiche alla legge regionale 23 febbraio 1995, n. 24 (Legge generale sui servizi di trasporto pubblico non di linea su strada)".


Argomento:

f) Incontro con il Comitato Coordinamento Confederazioni Artigiane del Piemonte


PRESIDENTE

Ricordo che oggi, come stabilito dalla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari, alle ore 13, in Sala Viglione, ci sarà l'incontro con il Comitato Coordinamento Confederazioni Artigiane del Piemonte per illustrare le problematiche del settore attività estrattive.
Invito gentilmente i Capigruppo a recarsi in Sala A e chiedo una sospensione dei lavori di soli dieci minuti circa.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.30, riprende alle ore 11.02)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Proseguimento esame disegno di legge n. 91, inerente a "Modifiche all'articolo 27 della legge regionale 3 maggio 1985, n. 59 (Piano Socio Sanitario della Regione Piemonte per il triennio 1985-1987)"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 91, di cui al punto 3) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Sono stati ritirati gli emendamenti n. 1), n. 210) e n. 211).
Ricordo che inizia la rilevazione dei tempi e invito un membro dell'Ufficio di Presidenza, possibilmente un Vicepresidente, a recarsi verso la Presidenza.
Emendamento rubricato n. 11) presentato dal Consigliere Bono, Bertola Mighetti, Batzella, Campo, Andrissi, Valetti e Frediani: Dopo il comma 1 dell'articolo 1, è inserito l'1 bis: "Il quarto comma dell'articolo 27 della legge regionale 3 maggio 1985, n. 59, è così sostituito: 'La convenzione che regola i rapporti tra la Regione Piemonte e il presidio Gradenigo deve prevedere i seguenti provvedimenti: a) individuazione della struttura responsabile dell'attuazione del decreto legislativo 118/2011'".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Innanzitutto noi vogliamo contestare fortemente, chiaramente e duramente, se ci riuscirà, la richiesta di contingentamento dei tempi su questo disegno di legge. Lo dico al Presidente Chiamparino, lo dico al Vicepresidente Reschigna e lo dico anche a lei, Presidente del Consiglio che deve decidere dell'applicazione dell'articolo 69 del Regolamento, che parla appunto di contingentamento dei tempi.
Il contingentamento dei tempi si deve fare innanzitutto su argomenti di rilevante e strategica importanza per la Regione Piemonte, e questa è una prima valutazione politica che ovviamente crediamo che la maggioranza abbia fatto, ma riteniamo di non condividerla, di non condividerne le motivazioni, di non aver compreso le motivazioni alla base di questa richiesta, di questa urgenza (poi spiegherò il perché). Secondariamente, il contingentamento si fa, di norma, dopo una serie di sedute di Consiglio regionale in cui non si riesce a trovare un accordo, una "quadra" - sì Vicepresidente Reschigna, me l'ha confermato anche lei nella scorsa riunione dei Capigruppo - su un tema, non è che dopo una seduta di Consiglio si fa il contingentamento dei tempi. So che la tentazione "renziana" di mettere la fiducia su ogni provvedimento c'è in questa maggioranza, certo sarebbe bello, ma io l'ho detto più volte - faccio questa battuta provocatoria - al collega Allemano, in un incontro con gli psichiatri e gli psicologi: eliminiamo il Consiglio regionale, di sicuro si risparmiano un po' di soldi e di questo i piemontesi e gli italiani sarebbero contenti; rimane solo la Giunta e, se non vuole, il Presidente Chiamparino può anche fare a meno della Giunta, magari può tenere giusto le persone di cui ha maggiore stima.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Esageruma nen!



BONO Davide

Forse sarebbe troppo anche per lei, non lo so.
Non voglio richiamare ovviamente i podestà, che quelli erano più di ambito comunale, ma a parte le battute, il Consiglio ha una funzione, non è che la discussione si esaurisce in Commissione: dalla Commissione va anche in Consiglio.
Allora: una seduta, presentati tot emendamenti, si decide basta chiudiamo ogni possibilità di dialogo, facciamo il teatrino del contingentamento dei tempi in cui non c'è più nessuna discussione nel merito, perché nessuno ascolta più nessuno; già di norma l'attenzione non è altissima, ma quando si è deciso per il contingentamento, la maggioranza sa che a una certa ora dovrà votare sì e le opposizioni sanno che a una certa ora dovranno votare no.
Quindi, francamente questo utilizzo del Regolamento a noi non piace.
Come non piaceva sicuramente al Partito Democratico e al centrosinistra quando, nella scorsa legislatura, erano all'opposizione e non si permetteva un utilizzo così "disinvolto" - io direi anche scellerato - del Regolamento, perché il Regolamento non può calpestare la democrazia. La democrazia ha una sua funzione e viene svolta dai Consiglieri di maggioranza e di opposizione - ripeto: di maggioranza e di opposizione che possono presentare emendamenti di merito, come ha fatto, ad esempio, un Gruppo consiliare di maggioranza, o presentare emendamenti che tendono ad allungare i tempi del dibattito per cercare di addivenire a una soluzione che, ribadisco, non è che debba mettere d'accordo tutti, però che sia comunque una soluzione, un accordo che almeno possa accogliere alcune delle richieste dell'opposizione. Altrimenti il dibattito diventa sterile.
Chiudo su questo emendamento, poi prenderò altri tempi sui successivi emendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pichetto sull'ordine dei lavori.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Innanzitutto chiedo scusa perché sono senza cravatta, ma mi sono accorto qui di non averla presa da casa ed è per me la prima volta, in vent'anni di quest'Aula e in dieci di Consiglio comunale precedenti, che succede questo. C'è sempre una prima volta, dicono.
Ad ogni modo, voglio solo accennare a una questione relativa all'intervento del collega Bono, per ricordare come questo contingentamento dei tempi sia un contingentamento consensuale, irrituale, non regolamentare. Ricordiamocelo come Aula, ricordiamocelo adesso, e non sia un precedente regolamentare perché non lo è. Vorrei che questo - a verbale fosse chiaro.



PRESIDENTE

Su questo non vorrei aprire adesso un dibattito: lei ha espresso la sua posizione, il collega Bono anche, questa Presidenza pure.
Il contingentamento è assolutamente regolamentare. Siamo all'articolo 69, punto 6: "Quando è in discussione una legge finanziaria, il bilancio il rendiconto, l'assestamento o altro argomento di rilevante importanza, la Conferenza dei Presidenti stabilisce.". Chi stabilisce se una è questione è rilevante o meno, nell'interesse della comunità piemontese, è la Giunta quindi si apre.
Sì, è la Giunta.
BERTOLA Giorgio (fuori microfono) No, è la Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

La Giunta stabilisce e propone alla Conferenza dei Presidenti quella questione come di particolare importanza e chiede alla Presidenza di ottemperare all'articolo 69 del Regolamento. Questo è stato fatto.
La vostra posizione è chiara ed è altrettanto chiara la mia. So che su questo non c'è l'accordo.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Sì, anch'io voglio esprimere rammarico e sinceramente sono un po' perplessa, perché - lo sapevano tutti quanti - avete fatto in modo di portare avanti la discussione sul Gradenigo, dopo che ne avevamo parlato in Commissione: voi avevate già calcolato e progettato di arrivare qui in Consiglio e poi di passare al contingentamento.
Anche secondo me questa modalità è irrituale e non è regolamentare anche perché sinceramente questa - non mi stancherò mai di ripeterlo - non mi sembra affatto un'Aula dove si svolge un confronto democratico. La democrazia è morta e voi siete ancora l'ennesima prova del fallimento della politica, perché non si può continuare ad andare avanti così. Fra due giorni ci sarà la sentenza del TAR sull'illegittimità delle firme, che vi coinvolge; e voi, di corsa, in fretta e furia, fate di tutto per licenziare questo disegno di legge: Per poi fare cosa?



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Per far andare avanti il Gradenigo.



BATZELLA Stefania

Mi dispiace, Presidente Chiamparino, perché sinceramente metto un po' in dubbio la sua coerenza e la sua trasparenza. Anche dall'ottica dei cittadini, non mi sembra che loro siano così soddisfatti di tutte le promesse che avete fatto in campagna elettorale, della vostra trasparenza e della vostra coerenza. Questa, infatti, non è coerenza. Il fatto che voi siate la maggioranza e che siate l'organo esecutivo di questa Regione non significa imporre e non avere rispetto delle opposizioni, perché qua dentro, in un anno, non avete fatto altro che andare avanti con delle delibere di Giunta, solo elusivamente decise e valutate da voi: il Consiglio, organo legislativo della Regione Piemonte, non è mai stato tenuto in considerazione.
Continuiamo ad apprendere le notizie dai giornali. Mi accorgo che avete un ottimo rapporto con i giornalisti! Capisco che siete la forza di maggioranza, ma anche i signori giornalisti dovrebbero dare magari un po' più di spazio agli altri e avere un po' più di rispetto per i lettori, nel senso che non tutti i lettori sono del Partito Democratico. Oggi, infatti il Partito Democratico governa; domani, non si sa se il Partito Democratico governerà.
Mi auguro quindi che le notizie.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Anche noi vorremmo che i giornali parlassero meno del Partito Democratico.



(Commenti in aula)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Presidente e Vicepresidente, lasciamo parlare la Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Notizie ne date anche tante: ci piacerebbe, magari, saperle in anticipo anche noi e non apprenderle sempre dai giornali.



PRESIDENTE

Basta prendere Lo Spiffero, Consigliera Batzella: non si preoccupi.



BATZELLA Stefania

Vi ricordo infatti che la vita è come una ruota che gira: un giorno si ferma in un punto e magari domani - mi auguro - si ferma da un'altra parte.
Grazie.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia! Dato che il Movimento 5 Stelle ha circa 40 minuti a disposizione, non vorrei che si sprecasse il tempo.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Beh, se anche il collega Pichetto mi diventa ribelle, vuol dire che c'è qualcosa che non funziona.



PRESIDENTE

Ha però detto solo a proposito della cravatta.



BERTOLA Giorgio

Ma poi si è anche palesemente ribellato al metodo usato dalla Giunta.
Se si ribella il Consigliere Pichetto, un uomo di governo come lui abituato per sua stessa ammissione a quel ruolo - una delle prime cose che mi ha detto, quando ci siamo conosciuti all'inizio di questa legislatura, è stata il fatto che su quasi quarant'anni di attività ne ha fatti più di trenta al governo e pochi all'opposizione - vuol dire che c'è veramente qualcosa che non funziona.
E infatti questo contingentamento è decisamente irrituale, perché dire che è la Giunta che decide se un provvedimento è di rilevante importanza significa conferire il potere assoluto alla Giunta regionale. Da qui in poi, infatti, qualsiasi provvedimento può essere considerato di rilevante importanza e quindi approvato in Aula dopo due sedute. Io penso che questo non sia accettabile.
Premesso che non si vuole creare un precedente - e mi associo al collega Pichetto: non si consideri questo come un precedente - faccio per rilevare che quando si creano i precedenti, poi, spesso questi si rivoltano contro le persone che li hanno creati. E a questo proposito riprendo anche la considerazione della collega Batzella: questa è un po' una ruota che gira e quindi è sempre pericoloso creare precedenti.
A me sembra che questa legislatura stia costituendo un enorme precedente. Siamo tutti un enorme precedente; per i metodi e forse anche nell'epilogo, perché non sappiamo come finirà: se dobbiamo stare agli annunci ripetuti e prolungati, il mondo finisce il 9 luglio; tant'è vero che nella scorsa riunione dei Capigruppo non si voleva nemmeno fare la programmazione quadrimestrale dei lavori, perché il mondo finisce il 9 luglio.
Però anche in questo senso, allora, si crea un precedente. La situazione sembra un po' quella dei sistemi di governo presenti ad altre latitudini - no? - nei quali quando il Presidente si stanca e vuole più potere indice un plebiscito e si rifanno le elezioni.
Da questo punto di vista, dunque, vorremmo riportare non solo la discussione, ma anche la vita di questo Consiglio, a criteri maggiormente legati a fatti oggettivi, magari quali certe irregolarità nei procedimenti di creazione delle liste.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente Io uso i miei minuti per fare un po' di informazione a favore del pubblico che ci segue da casa, quindi mi limito a leggere, visto che è stato citato prima dal Presidente Laus, l'articolo 69 del Regolamento, che dice: "Quando è in discussione la legge finanziaria, il bilancio, il rendiconto, l'assestamento o altro argomento di rilevante importanza, la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari definisce la durata del dibattito e il tempo a disposizione per ogni singolo Gruppo".
Ecco, io adesso vorrei capire dove stia la "rilevante importanza". La rilevante importanza è sicuramente quella di un presidio ospedaliero che bisogna assolutamente tutelare e difendere. Quello che non capisco è dove sia la rilevante importanza di modificare questa legge, per consentire di dare questo presidio nelle mani dei privati.
Guardando i riferimenti del Regolamento, quindi, si parla di legge finanziaria, bilancio, rendiconto: sono tutte questioni che riguardano i cittadini e che incidono pesantemente sulle loro vite; si parla proprio di interesse del cittadino. Sul Gradenigo, sinceramente, faccio un po' fatica a capire dove stia l'interesse. Sicuramente lo scopriremo a breve; al momento io non sono così addentro alla faccenda per poter comprendere.
Certo è che dove si profila l'interesse di un privato c'è anche il dubbio che l'interesse del cittadino possa, a quel punto, soccombere.
Questa, quindi, è la nostra paura e mi stupisce che non sia anche la paura di questa maggioranza. State infatti compiendo un atto che potrebbe rivelare, poi, quali sono le vostre intenzioni riguardo alla sanità, che è un tema che sta a cuore a tutti i cittadini.
Se dunque voi avete una finalità precisa rispetto a quest'azione che state facendo, prima o poi verrà a galla, salterà fuori. Tutti noi, quindi ci auguriamo che sia effettivamente una finalità legata all'interesse dei cittadini e non ad altri interessi.
Purtroppo, oggi, dovremo "deporre le armi", come si dice in senso figurato (mi raccomando, non vorrei che questi cenni venissero fraintesi!).
Siamo obbligati a deporre le armi, ma non alzeremo sicuramente le mani.
Vedremo cosa accadrà il 9 luglio e quali saranno le sorti di questo Consiglio.
Per riprendere le considerazioni dei miei colleghi, è una ruota che gira, quindi vedremo come girerà dopo il 9 luglio. Aggiungerei anche che "verrà un giorno!", non vado oltre. Speriamo, veramente, che dopo il 9 luglio arrivi quel giorno.
Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Gariglio, non può intervenire perché siamo in fase di illustrazione degli emendamenti da parte del Movimento 5 Stelle.
Emendamento rubricato n. 12) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Batzella, Andrissi, Mighetti, Valetti e Campo: Dopo il comma 1 dell'art. 1 del disegno di legge 91 è inserito l'1 bis: "Il quarto comma dell'art. 27 della l.r. 3 maggio 1985, n. 59 è così sostituito: 'La convenzione che regola i rapporti tra la Regione Piemonte e il presidio Gradenigo deve prevedere i seguenti provvedimenti: a) progetto di unificazione dei sistemi contabili'".
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

L'aspetto che veramente salta agli occhi in tutta questa discussione è la totale disattenzione della Giunta e della maggioranza sul merito delle richieste avanzate dalle opposizioni. Mai come su questo disegno di legge si sono completamente ignorate le osservazioni mosse da tutte le opposizioni durante la discussione in Commissione.
Sostanzialmente, emerge, come neanche quando si è discusso del bilancio quello sì, un tema fondamentale e critico - quella che definirei una tendenza ad essere degli "sfaticati", perché almeno in quell'occasione una seduta serale l'abbiamo convocata; almeno in quell'occasione abbiamo tentato di lavorare di venerdì! Invece, qua, ce la vogliamo cavare entro la giornata, lavorando il meno possibile. Dopo un Consiglio, un altro Consiglio.
Signori, in democrazia ci si confronta! E se gli spazi per la discussione si allungano, si allungano anche i tempi di lavoro.
Persino in Parlamento, dove abbiamo il più becero esempio del "passar sopra" ai diritti democratici delle opposizioni, si fanno le notti ogni tanto! Qua, in un anno, non ne abbiamo fatta neanche una.
Se si ritiene che questo sia veramente un provvedimento importante, mi aspetterei non solo l'intensificazione delle Commissioni, che, per carità c'è stata ma senza neanche troppo sforzo! Perché ricordo un venerdì che alle ore 15 erano tutti in fuga! Direi che per i lauti emolumenti che riceviamo, potremmo anche fare lo sforzo di lavorare almeno come i normali lavoratori, otto ore al giorno. E poi, soprattutto, se è così importante si convoca la seduta notturna o la seduta serale.
Innanzitutto trovo vergognoso, per un provvedimento che è importante in termini generali, perché riguarda il lavoro di persone, ma che è marginale rispetto a temi ben più cogenti, che si vada a fare il contingentamento dei tempi e lo si imponga, obtorto collo, alle opposizioni, secondo me in barba al Regolamento! Perché se dev'essere la Conferenza dei Capigruppo a decidere che si deve andare in deroga al funzionamento ordinario del Consiglio, quantomeno questa Conferenza dei Capigruppo dovrebbe deciderlo all'unanimità, e non a maggioranza. Altrimenti sarebbe troppo comodo! In più, non deve essere deciso dalla Giunta che cosa è importante, per non svuotare il Consiglio dei suoi ruoli. Purtroppo questo svuotamento è in atto e lo si evince dalle delibere sul riordino ospedaliero, sul riordino del territorio, eccetera.
Sulla sanità, signori, state dando mostra del peggio del peggio della pratica politica.
Sinceramente, stigmatizzo e contesto in maniera energica quanto si sta facendo oggi e che mi auguro non si compia in quest'Aula. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Emendamento rubricato n. 13) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Batzella, Andrissi, Mighetti, Valetti e Campo: Dopo il comma 1 dell'art. 1 del disegno di legge 91 è inserito l'1 bis: "Il quarto comma dell'art. 27 della l.r. 3 maggio 1985, n. 59 è così sostituito: 'La convenzione che regola i rapporti tra la Regione Piemonte e il presidio Gradenigo deve prevedere i seguenti provvedimenti: a) progetto di unificazione dei sistemi amministrativi/contabili'".
Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Dovrebbe imparare a pronunciare bene il mio cognome! Non ha ancora imparato dopo un anno!



PRESIDENTE

Ho detto "Batzella".



BATZELLA Stefania

Adesso è corretto.
Mi stupisce, Consigliere Boeti, che non abbia ancora imparato...



PRESIDENTE

Ho problemi con il russo!



BATZELLA Stefania

Ma il mio cognome non è russo, in realtà! È tutt'altro che russo, basta guardarmi e si capisce.
Rispetto a quest'emendamento, volevo segnalare e informare l'Aula credo che tutti abbiate letto i giornali - che su La Stampa di Torino di oggi si parla di problematiche di gestione di risorse e di budget fra Regione e Humanitas; si dice che forse salta l'accordo, eccetera eccetera.
Se non si hanno ben chiare le posizioni anche per quanto riguarda le risorse, mi chiedo il perché di questa fretta nel voler licenziare subito questa modifica di legge per dare in mano ad una società per azioni profit (quindi che fa profitto) il pronto soccorso del Gradenigo.
A questo punto, magari, sarebbe il caso di rinviare il provvedimento visto che non si capisce bene se ci sono gli accordi sul budget che è stato stabilito, considerato che la Regione l'anno scorso ha erogato un tot di risorse economiche mentre quest'anno ne eroga un'altra quota.
Signori - e mi rivolgo a tutti in quest'Aula - pare che qua dentro l'attenzione sia altrove, e non su un tema così importante come l'ospedale Gradenigo! Vi rendete conto che se oggi verrà licenziato il provvedimento e verrà licenziato, perché voi siete la maggioranza - saremo il primo caso in Italia, l'unica Regione in cui il pronto soccorso di un presidio pubblico no profit passa nelle mani di una società per azioni profit? Se ricordate, in audizione, anche i sindacati che arrivavano da Roma con tanto di esperienza avevano detto che se fosse accaduto, il Piemonte sarebbe stato il primo caso in Italia. Peraltro, sapete benissimo che ci sarà un ricorso al TAR, quindi non so bene che cosa potrà accadere.
Non distruggiamo una sanità che, ahimè, sta andando a rotoli! Voi sarete gli autori e i colpevoli di questa privatizzazione. Noi vogliamo una sanità pubblica, una sanità trasparente, meritocratica, uguale per tutti! Tutti devono avere il diritto di potersi curare. Non possiamo dare la sanità in mano ai privati, perché - non mi stancherò mai di dirlo - si tratta di un presidio pubblico. Giù le mani dalla sanità pubblica piemontese! Perché una volta fatti i danni, questi saranno irreparabili e a pagarne le conseguenze saranno i cittadini! Ricordatevi che i cittadini saranno vittime delle vostre scelte. E non sempre le scelte sono quelle giuste! Riflettete finché siete in tempo.
Riflettete, perché la sanità è importante. Tutti hanno bisogno di usufruire dei servizi sanitari: magari oggi stiamo bene, ringraziando il cielo, e mi auguro che sia sempre così, perché una volta ammalati, non è semplice, credetemi! Non è semplice! Uscite da quest'Aula e andate negli ospedali a parlare con le persone, con gli operatori, con i medici e con gli infermieri che ogni giorno prestano assistenza e cura ai pazienti. Ci sono persone che lo fanno che lo fanno veramente con grande professionalità e con grande passione.
Non distruggete la sanità piemontese, per favore! Non la distruggete!



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Visto che la collega Batzella ha citato La Stampa, io cito la Repubblica, per essere pari, che titolava: "Lite Regione-Humanitas. A rischio l'affare Gradenigo".



(Commenti in aula)



BONO Davide

Ci mancherebbe, lo abbiamo fatto solo per riportare due dei principali giornali con le cronache cittadine, ma erano stati anticipati dai giornali online di ieri, che non citeremo, perché ve ne sarebbero decine.
La notizia era filtrata dopo la riunione della Giunta, che ha approvato una deliberazione in cui si prevede il budget ai privati. Ad oggi non avrebbero firmato, tra altri, il gruppo Koelliker e il gruppo Humanitas che quindi ha la clinica Cellini e dovrebbe subentrare al Gradenigo.
Probabilmente, la mancata firma della clinica Cellini viene attribuita all'asterisco di sospensione di valutazione sul mantenimento o meno del servizio di emodinamica. Sul Gradenigo l'oggetto del contendere sarebbe se l'Assessore Saitta mi segue, poi confermerà, se interverrà - il mantenimento o meno del reparto della struttura complessa di otorinolaringoiatria.
Quindi, ma pare che il Presidente Chiamparino e l'Assessore Saitta alla fine, stiano venendo sulle nostre posizioni. Questo da un certo punto di vista ci fa anche piacere; non so se è un po' tardivo, perché alle volte scopriamo di avere un consenso più ampio di quello che crediamo e di avere più ampia ragione, ma alle volte forse è un po' tardi. Quante volte lo abbiamo sentito su casi che hanno coinvolto la Città di Torino, la Regione Piemonte e il Paese Italia.
Sul Gradenigo pare che l'Assessore Saitta e il direttore Moirano si siano un po' adombrati, se non adirati, sulla posizione di Humanitas perché dicono: "Come? Noi stiamo rivedendo il budget su tutti i privati, in maniera credo abbastanza uniforme?". Non ho motivi di ritenere l'Assessore Saitta disponibile a fare favoritismi ad una struttura privata rispetto ad un'altra, perché non abbiamo motivi per ritenere questa posizione credibile. Vediamo quindi Humanitas rifiutare l'accordo sul ridimensionamento del budget per il 2015-2016, un ridimensionamento del budget che fa il paio con i tagli che sono stati fatti su tutta la sanità pubblica.
Da questo punto di vista siamo concordi con le posizioni dell'Assessorato; forse, come ho detto prima, è l'Assessorato che sta venendo sulle nostre posizioni, e cioè che trattare comunque con un privato che fa profitto su un ospedale equiparato al pubblico con un pronto soccorso creerà dei problemi. E non è un caso che l'Assessore Saitta dica che oggi presenterà un emendamento per obbligare il pronto soccorso del Gradenigo ad accogliere tutte le persone che dovessero recarsi in quella struttura indiscriminatamente. Non so se sia chiaro il dato, ma a me sembra un dato lapalissiano, quasi una tautologia, perché è evidente che un ospedale equiparato al pubblico, quindi direi ospedale pubblico, debba accogliere tutti nel suo pronto soccorso e nelle sue strutture. Ma di cosa stiamo parlando? Quindi un emendamento in tal senso dell'Assessore Saitta mi sembra pleonastico, mi sembra un di più, mi sembra quasi un volersi difendere mettere le mani avanti, dicendo che in legge ha scritto che loro dovevano accogliere tutti, poi se non lo fanno, valuteremo il da farsi. Infatti sono curioso di vedere questo emendamento, perché magari lo estenderemo ad altri ospedali pubblici e magari diremo che il Giovanni Bosco o le Molinette devono accogliere tutti e anche quelli con la carnagione verde (dico verde proprio perché non esistono, per non fare discriminazioni) e alti più di due metri e 50. Mi pare veramente che stiamo andando nel paradosso.
Le difficoltà di trattare con un privato che fa giustamente i suoi interessi in un ospedale pubblico si incrementeranno in maniera esponenziale rispetto ad una clinica privata tout court che ha il suo budget, che sta sul mercato e che cerca di attirare clienti/pazienti magari ricorrendo a professionisti di fama o comunque molto capaci e molto competenti.
Quindi, stiamo creando un ibrido che, come diceva la collega Batzella non ha precedenti in Italia, e se non ha precedenti in Italia una motivazione ci sarà! Se non l'ha fatto la Lombardia e non l'ha fatto il Lazio, che per sanità privata sono parecchio avanti rispetto a noi (avanti nel senso non migliore del termine, perché hanno molte più strutture private), un motivo ci sarà. Un motivo ci sarà se il Lazio ha continuato a far mantenere i suoi presidi da parte di enti no profit o se non li ha privatizzati del tutto, tirandoli via dalla rete pubblica dei presidi ospedalieri della Regione Lazio, Presidente Chiamparino! Comprendiamo le motivazioni alla base di questo tentativo di salvare capre e cavoli, che però dal nostro punto di vista porterà solo conseguenze negative, cioè quello di salvaguardare un presidio ospedaliero salvaguardare i lavoratori, ma questa proposta di soluzione creerà veramente una serie di conseguenze a catena negative.
Non è un altro caso, e concludo, che a seguito delle fibrillazioni delle incomprensioni e del quasi litigio tra Regione e Humanitas ci siano altri tre gruppi privati che si siano detti disponibili a subentrare. Noi lo avevamo detto: perché fare una legge ad aziendam? Perché cambiare una legge per un ospedale solo per Humanitas? Era ovvio che altri gruppi fossero interessati, ma ci avete detto di no. Anche questo è un errore oppure una bugia, perché noi non sappiamo più distinguere se l'Assessore Saitta sbaglia quando ci risponde oppure volutamente ci dice cose non corrette.
Ci avevate detto che non c'erano altri gruppi privati interessati e che c'era solo Humanitas e invece.
E' un caso che appena Humanitas inizia a dire che con quel budget, se mi togliete l'otorino, mi togliete anche altri reparti - poi di questo parleremo oggi nel question time - si ritira, compaiono altri tre gruppi privati! E di nuovo, questi non sono benefattori, ma sanno che anche con il budget ridotto sicuramente ci sarà un margine di profitto e la possibilità di estendere la loro influenza e il loro posizionamento sulla sanità piemontese, perché questo è solo il primo passo per ulteriori difficoltà del sistema sanitario, perché a Roma il Governo Renzi, ma i governi che si susseguono continuano a tagliare sul Fondo Sanitario Nazionale.
Quindi, è un primo passo: noi contestiamo fortemente le modalità e i contenuti e chiediamo veramente uno scatto d'orgoglio a quest'Aula per dire che questa legge oggi non si deve approvare. Non si deve approvare, si deve rinviare fino a quando l'Assessore Saitta e la Giunta avranno capito cosa fare e quale accordo trovare con i privati interessati a rilevare il Gradenigo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 14) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Batzella, Andrissi, Mighetti, Valetti e Campo: Dopo il comma 1 dell'art. 1 del disegno di legge 91 è inserito l'1 bis: "Il quarto comma dell'art. 27 della l.r. 3 maggio 1985, n. 59 è così sostituito: 'La convenzione che regola i rapporti tra la Regione Piemonte e il presidio Gradenigo deve prevedere i seguenti provvedimenti: a) azioni volte ad una maggiore razionalizzazione, omogeneizzazione ed integrazione dei sistemi informativi" La parola al Consigliere Mighetti, per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Parto da un fuori microfono del Presidente Chiamparino che prima diceva che noi vogliamo mandare avanti il Gradenigo.
Su questa affermazione mi sono fatto alcune domande. Mandare avanti il Gradenigo così com'è ora? Mandare avanti il Gradenigo... Siamo sicuri che lo mandiamo avanti il Gradenigo in questa maniera? Su queste domande vorrei fare alcune riflessioni. Così come è ora per pensare se davvero sarà tutto come prima, dobbiamo pensare alla mobilità passiva. Dobbiamo pensare che non abbiamo veri e propri strumenti per impedire che questo avvenga; non abbiamo strumenti perché dovremmo avere un vigile per medico, dovremmo avere un controllo così capillare, un controllo che non possiamo fornire.
Non lo possiamo fornire, perché il contatto diretto con gli ammalati ce l'hanno gli operatori sanitari, che da domani obbediranno a un padrone non chiamiamolo padrone ma, in ogni caso, un committente privato - un imprenditore che deve produrre utili, perché quello è il suo mestiere, e che non darà più la libertà ai dipendenti del Gradenigo di operare nel settore pubblico secondo parametri esclusivi di coscienza, come fanno oggi.
Vorrei fare un'altra riflessione sui servizi. I servizi che noi offriamo in un ospedale pubblico devono rispondere al concetto di sanità di produzione di sanità, che hanno gli operatori sanitari. Come facciamo a mettere in piedi un sistema in cui un operatore sanitario che opera in logiche di mercato va a realizzare interventi che sono finanziati totalmente dal pubblico? Spesso, il sistema cui fa riferimento la sanità privata è quello americano, che ben conosciamo. In quell'ambito, però, non c'è un settore pubblico che finanzia, ma esiste, ad esempio, un settore assicurativo settore assicurativo che presenta tutti i meccanismi di controllo per andare a verificare eventuali distorsioni o problematiche riguardanti la tendenza a svolgere attività più remunerative rispetto ad altre che magari, sono più indicate per la salute delle persone, ma sono molto meno remunerative.
Seconda domanda: siamo sicuri di far andare avanti il Gradenigo? Io non lo sono per niente, per diversi motivi. Prima di tutto, per il fantomatico diritto di superficie, che - come abbiamo spiegato più volte - può essere dato solamente ad un'entità che agisce nel settore no profit e non ad un'azienda che genera guadagni. Pertanto, quel famoso diritto di superficie di 99 anni non è più valido nel momento in cui il Gradenigo viene acquistato da una ditta privata.
Sappiamo che valore avrà quel diritto di superficie riferito ad un privato? Non è dato conoscere la sua stima e, una volta stimato il diritto di superficie, ci sarà ancora la possibilità di fare un investimento? Se non sono stati fatti degli approfondimenti (che noi non conosciamo, e questo è anche molto grave), non è possibile verificare questo dato.
Questo è chiaramente un motivo per cui noi non siamo sicuri che l'operazione Gradenigo possa andare avanti. In più - lo citava il collega Bono - questo accordo vacilla, questo accordo non è scritto sulla pietra questo accordo ha delle falle. Cosa facciamo noi? Noi, prima di capire cosa veramente potrà succedere, incominciamo a modificare una legge regionale e a scardinare questo sistema.
Un'altra riflessione riguarda il momento in cui andiamo ad approvare questa legge. Sarà l'ultimo vero atto di questa maggioranza? Sarà l'ultima questione importante approvata in questo Consiglio? Se sarà così, voglio ricordare come abbiamo iniziato questa legislatura. Abbiamo iniziato facendo una battaglia su una parola: la parola "no profit" vicino a "privati". Era il provvedimento di modifica della legge sull'ATC, dove si prevedeva l'ingresso dei privati nel finanziamento delle attività di creazione e gestione delle case popolari. In quell'occasione, abbiamo presentato emendamenti, fatto le barricate in questo Consiglio (eravamo ancora inesperti), ci siamo difesi e, dopo il contingentamento, siamo arrivati a decidere che i privati sarebbero entrati nel discorso del finanziamento regionale rispetto all'ATC. Ora, come ultimo atto, torniamo a dare al privato un altro margine di guadagno, che passa dall'ATC alla sanità.
Ritengo sia un percorso ormai completato e credo che alle prossime elezioni dovrete spiegare ai cittadini come mai l'inizio e la fine di una legislatura passano attraverso due concessioni ai privati. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Mighetti.
Emendamento rubricato n. 15) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Mighetti, Batzella, Campo, Andrissi, Valetti, Frediani: Dopo il comma 1 dell'art. 1 è inserito l'articolo 1 bis: Il quarto comma dell'art. 27 della l.r. 3 maggio 1985, n. 59 è così sostituito: "La convenzione che regola i rapporti tra la Regione Piemonte e il presidio Gradenigo deve prevedere i seguenti provvedimenti: a) Individuazione delle funzioni assistenziali di cui al d.lgs. 50/92, con indicazione dei criteri di calcolo della relativa assegnazione economica".
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Ho iniziato a studiare, valutare ed approfondire la vicenda Gradenigo già in campagna elettorale. Uno dei tanti argomenti di discussione della campagna elettorale fu infatti l'apertura del centrosinistra all'entrata di un privato nella gestione di un presidio ospedaliero, ovvero un ospedale con pronto soccorso.
Questo fatto c'è sempre stato presentato quasi come un atto normale, ma il tempo, in realtà, ha dimostrato che atto normale non è. L'ultima audizione dell'Associazione Medici Dirigenti delle aziende no profit ha dimostrato che questo è un precedente unico in l'Italia, perché, per esempio, la Regione Lazio ha approvato recentemente la gestione di due presidi ospedalieri da parte dei privati, ma ha tolto il pronto soccorso.
Questo è un atto unico in Italia, che - tra l'altro - può essere inficiato da un ricorso al TAR, già preannunciato dall'Associazione Medici Dirigenti delle aziende no profit, perché la legge n. 833 stabilisce che solo le istituzioni possono gestire i presidi ospedalieri e credo che l'Humanitas non essendo un'istituzione, ma una società, non possa rientrare nella categoria di enti no profit che possono gestire i presidi ospedalieri.
Pertanto, a pasticcio si aggiunge pasticcio: un pasticcio dal punto di vista politico, perché non si è mai visto in un accordo pre-elettorale ad aziendam. Si sapeva che l'Humanitas aveva queste intenzioni, era già stato annunciato ed è stato dato via libera su pressione di poteri forti, e io credo che la politica non si debba mai piegare alla pressione dei poteri forti, ma debba stabilire delle regole che possano valere per tutti. Così non è in questo caso, perché si stabilisce una regola specifica per una società e lo si fa nel modo peggiore, perché la Giunta - secondo me e secondo il mio Gruppo - ha gestito veramente male l'intera vicenda. Una vicenda che si è trascinata fino ad oggi grazie al nostro ostruzionismo che ci ha consentito di far luce anche sui Piani operativi e sui requisiti tecnici che venivano chiesti dall'Agenzia nazionale della sanità alla Regione Piemonte, per uscire dal piano di rientro. Bisogna anche ricordarsi che, per quanto riguarda la sanità piemontese, l'ultimo dei suoi problemi è il Gradenigo, visto anche il contingentamento, che proprio non ci sta, come diceva prima il nostro Capogruppo e anche il Capogruppo di Forza Italia.
Infatti, abbiamo altri problemi.
Stavo parlando della cattiva gestione, perché più volte in Commissione abbiamo chiesto di avere il piano industriale della società Humanitas e ci è sempre stato rifiutato. E oggi leggiamo sui giornali che Humanitas è in trattativa con la Giunta perché, di fatto, che trattativa che doveva essere fatta in maniera trasparente e alla luce del sole non è stata fatta prima di fare questa modifica della legge. Addirittura vediamo che viene fatta una modifica di legge e il piano operativo di Humanitas si basava su strutture, possibilità di fare visite specialistiche ed avere reparti che adesso vengono messi in discussione.
Credo proprio che la gestione di tutta questa vicenda sia stata pessima da tutti i punti di vista, perché dal punto di vista della trasparenza, la gestione politica da parte di questa maggioranza è stata fatta nel modo peggiore, anche perché avremmo avuto tutto il tempo per poter analizzare nel dettaglio l'intera vicenda, cosa che non è stata fatta...



PRESIDENTE

Avete completato i 40 minuti, però concluda il ragionamento.



ANDRISSI Gianpaolo

Nonostante le nostre accorate richieste in Commissione, avevamo tutto il tempo per analizzare questa vicenda. Nell'ultima audizione si è preannunciato un ricorso al TAR e questo avrebbe dovuto fermare la vostra azione politica nei confronti del Gradenigo e portarvi ad un ripensamento.
Questo creerà una discussione che finalmente avete aperto con Humanitas per questo piano operativo e gestione dei reparti e dei posti letto - cosa che doveva essere fatta anzitempo, visto che era già argomento di discussione in campagna elettorale - ma arrivare oggi a leggere queste cose sui giornali veramente lascia di stucco, perché sono quattro-cinque mesi che parliamo di questo argomento.
Questa volontà di portare avanti quello che, in realtà, è un accordo pre-elettorale, perché già sui giornali era stato annunciato come accordo pre-elettorale di dare il via libera ai privati nella gestione di un presidio pubblico e, ripeto, per la prima volta in Italia, ha portato a questa situazione veramente confusa, che oltre tutto fa pensare al peggio dal momento che fra poco avremo una sentenza del TAR che potrebbe portare alle dimissioni della Giunta o, per lo meno, il nostro Presidente Chiamparino ha annunciato più volte che nel momento in cui le firme false saranno confermate, rassegnerà le dimissioni. Allora perché tutta questa fretta prima delle possibili dimissioni? Quello che io dico è: fermatevi un attimo, pensiamoci bene prima di aggiungere un pasticcio ad un altro pasticcio. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Emendamento rubricato n. 214) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore dall'Assessore Saitta: Dopo il primo comma dell'articolo 27 della lr 59/1985 è aggiunto il seguente: "1 bis. Il Presidio Gradenigo, ai sensi dell'articolo 1, comma 18 del d.lgs 502/1992, concorre alla realizzazione dei doveri costituzionali di solidarietà, dando attuazione al pluralismo etico culturale dei servizi alla persona".
Emendamento rubricato n. 216) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore dall'Assessore Saitta: Il terzo comma dell'articolo 27 della lr 59/1985 è sostituito dal seguente: "La regolamentazione dei rapporti con il presidio Gradenigo è definita con accordo contrattuale ai sensi dell'articolo 8 quinquies del D.Lgs. 502/92 e s.m.i. in coerenza con gli atti di programmazione sanitaria regionale".
Emendamento rubricato n. 217) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore dall'Assessore Saitta: Il quarto comma dell'articolo 27 della lr 59/1985 è sostituito dal seguente: "Le integrazioni dei servizi e delle prestazioni del Presidio Gradenigo ivi compreso il servizio di emergenza ospedaliera, con quelli dei presidi gestiti direttamente dell'ASL To2 sono regolati dai programmi di cui all'articolo 8 quinquies, comma 2, lettera a) del d.lgs 502/1992 e smi definiti dalla Giunta regionale su proposta dell'ASL TO2, sentita la competente Commissione consiliare; l'adeguamento al programma di integrazione dei servizi costituisce presupposto per il mantenimento del riconoscimento a presidio di azienda sanitaria locale".
Emendamento rubricato n. 218) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore dall'Assessore Saitta: Il quinto comma dell'articolo 27 della lr 59/1985 è sostituito dal seguente: "L'ottemperanza alle previsioni di cui all'articolo 15 undecies del d.lgs 502/1992 e smi costituisce presupposto per il mantenimento del riconoscimento a presidio di azienda sanitaria locale; i requisiti tecnico organizzativi, il regolamento sulla dotazione organica e sull'organizzazione del presidio sono adeguati, per la parte compatibile ai principi previsti dal d.lgs 502/1992 e smi, per le strutture pubbliche e sono approvati ai sensi dell'articolo 4, comma 12, del decreto medesimo".
La parola all'Assessore Saitta per l'illustrazione congiunta degli emendamenti.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

L'emendamento n. 214) è finalizzato a rafforzare gli obblighi di un presidio ospedaliero equiparato a quello pubblico. Nel caso del Gradenigo noi vogliamo mantenere questa caratteristica e richiamiamo qui anche il contenuto del comma 18 dell'articolo 1 del d.lgs 502. Viene ripetuto in modo che non ci siano equivoci che il presidio Gradenigo concorre alla realizzazione dei doveri costituzionali di solidarietà, dando attuazione al pluralismo etico-culturale dei servizi alla persona.
Quindi, è un richiamo preciso che serve per evitare tentazioni che, in qualche maniera, erano emerse, se non in modo completo per quanto riguarda questo tema.
E' un presidio ospedaliero equiparato e quindi deve svolgere tutto quello che fa un presidio ospedaliero pubblico.
L'emendamento n. 216) - ma anche questo l'abbiamo esaminato in Commissione ed è stato spezzettato per evitare un articolo unico che avrebbe determinato la decadenza di tutti, così come avevamo concordato in sede di Capigruppo - richiama in modo puntuale la coerenza con gli atti della programmazione regionale. Quello di prima è un altro elemento rafforzativo insieme a questo, cioè deve essere sempre coerente con gli atti della programmazione regionale.
L'emendamento n. 217) è ancora un altro elemento rafforzativo, con quelli che si possono definire paletti, anche per rispondere alle preoccupazioni che in ogni caso le norme esistenti già prevedono, e mi riferisco al d.lgs 502. Viene sostanzialmente detto: "Le integrazioni dei servizi e delle prestazioni del presidio Gradenigo, ivi compreso il servizio di emergenza ospedaliera con quelli dei presidi gestiti dall'ASL TO2, sono regolati dai programmi di cui all'articolo 8 quinquies, comma 2, lettera a) del d.lgs 502, definiti dalla Giunta regionale su proposta dell'ASL TO2, sentita la competente Commissione".
Quindi, c'è rispetto al testo originale questo riferimento anche al servizio di emergenza, cioè al pronto soccorso. E in più, c'è questo rafforzamento ulteriore, "l'adeguamento al programma di integrazione dei servizi costituisce presupposto per il mantenimento del riconoscimento a presidio dell'Azienda Sanitaria". Vuol dire che, qualora per motivi diversi e non dipendenti da noi, questa integrazione non dovesse esserci e in ogni caso le scelte non fossero coerenti con l'atto di integrazione, questo è un motivo di decadimento del rapporto con la proprietà del Gradenigo.
L'emendamento n. 218) - oltre all'emendamento presentato dal collega Grimaldi - in qualche maniera affronta il tema del personale e fa riferimento all'articolo 15 del d.lgs 502, dicendo che il riconoscimento di presidio ospedaliero porta in modo automatico al mantenimento dei requisiti tecnico-organizzativi (regolamento sulla dotazione organica e sull'organizzazione del presidio), ai principi previsti dal d.lgs 502, per le strutture pubbliche.
Pertanto, c'è questo riferimento preciso e c'è già un'indicazione addirittura di regolamento fatto dal collega Grimaldi, così noi abbiamo richiamato ancora la norma.
Quindi, questi emendamenti (dal n. 214 al n. 218) hanno il significato di rafforzare l'azione di verifica, di controllo da parte della Regione perché il presidio ospedaliero Gradenigo sia all'interno del sistema pubblico, che vuol dire che anche per quanto riguarda il personale - che come sapete, avendone parlato in Commissione - essendo presidio ospedaliero, mantiene evidentemente la natura di dipendente del sistema sanitario pubblico, e quindi possono avere quella mobilità all'interno del settore pubblico.
E' un richiamo che abbiamo voluto fare, rafforzandolo anche dal punto di vista del contenuto dell'emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Diamo per illustrati gli emendamenti del Movimento 5 Stelle fino al numero 212).
Emendamento rubricato n. 209.3) presentato dal Consigliere Grimaldi: dopo il comma 1, dell'articolo 1 del disegno di legge 91 è aggiunto il seguente: 1 quinquies, all'articolo 27, terzo comma della legge regionale 59/1985 sostituire le parole: "Il definitivo riconoscimento a 'Presidio' dell'istituzione sopraccitata avverrà su istanza di riconferma da presentarsi dall'istituzione stessa" con le seguenti: "L'ottemperanza alle previsioni di cui all'articolo 4 comma 12, ed all'articolo 15 undecies del Dgls 509/92 costituisce presupposto per il mantenimento del riconoscimento a presidio di Azienda Sanitaria Locale" La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come sapete, l'abbiamo già detto nella scorsa seduta. Anche se abbiamo un giudizio diverso sull'equiparazione fra le multinazionali e soggetti no profit, abbiamo provato fino all'ultimo, con tanti colleghi e con l'Assessore Saitta in primis, a trovare una formulazione giusta che comprendesse il riconoscimento quale presidio sanitario del Gradenigo dentro l'Azienda Sanitaria Locale ASL TO 2. Questo l'abbiamo detto sia in termini di rapporto, di controlli e anche in termini organizzativi sanitari. La cosa più importante, prevista nell'emendamento n. 5), è che in qualche modo, risultasse la corrispondenza dell'ordinamento dei servizi esistenti a quello degli stabilimenti ospedalieri, a partire dal regolamento organico del presidio con l'adeguamento alle disposizioni del decreto legge n. 229 del 1999 e successive modifiche.
Come abbiamo ribadito negli emendamenti n. 6), 6.1), 6.2) e 6.3), ad essi si aggiungeranno tutte le considerazioni che ha poc'anzi descritto l'Assessore Saitta, anche sulla parte del pronto soccorso e sulla parte che ho appena descritto del regolamento e dei contratti pubblici dei dipendenti. Vogliamo anche dire che non solo l'ente, titolare del Gradenigo, conserva l'autonomia giuridico-amministrativa, i rapporti e le integrazioni dei servizi e le prestazioni del presidio del Gradenigo, con quelli dei presidi gestite dall'ASL TO2 (sono definite da specifiche, in qualche modo, convenzioni), ma ci sarà un contratto, che per noi è fondamentale, in coerenza con gli accordi contrattuali che citavamo in precedenza. L'importante è che ci sia un'ottemperanza delle previsioni dell'articolo 4 al comma 12 dell'articolo 15 undecies, del d.lgs n. 552 del 1992 e che queste costituiscano il presupposto per il mantenimento del riconoscimento a Presidio di Azienda Sanitaria Locale.
Tutto questo per dire che, intanto, noi vogliamo evitare che i privati pensino che si possono socializzare le perdite e privatizzare gli utili.
Noi crediamo, e siamo stati convinti fino ad ora, che il Gradenigo abbia svolto una funzione pubblica e debba continuare a svolgerla. Crediamo che il miglior modo per evitare che si utilizzino le strutture pubbliche come hub di riferimento per attrarre i nostri cittadini in altri sistemi sia non solo il meccanismo dei controlli, non solo il meccanismo di garantire gli stessi regolamenti sanitari che fino ad oggi sono esistiti all'interno dei nostri presidi, non solo far sì che i dipendenti non siano dipendenti che in qualche modo, perdano il loro ruolo di funzione pubblica e i loro contratti di natura pubblica, ma che - lo dico e questa sarà la sfida più grande - su quei contratti che poi vedremo in Commissione, su quelle convenzioni che devono rispettare il decreto legislativo n. 502 del 1992 e il decreto legislativo n. 229 del 1999, ci sia effettivamente un controllo da parte dell'Assessorato, ma un costante aggiornamento dei rapporti fra l'ASL di riferimento, che sarà il Giovanni Bosco a detenere, e il Gradenigo stesso.
Spero che, alla fine della giornata, riusciremo non solo ad approvare questi emendamenti, ma che anche in futuro continui ad esistere questo livello di attenzione sui privati.
Ultima cosa. Non l'abbiamo potuto scrivere negli emendamenti ma è una riflessione che ci siamo fatti: attenzione a far sì che non siano i privati stessi, che stanno dentro il nostro sistema, che aumentano la mobilità passiva della Regione Piemonte. L'ho detto, l'ho fatto intuire più volte: sono molto preoccupato da chi non solo pensa coi solventi di risolvere i problemi di sbilancio del Gradenigo - e questo, lo sapete, speriamo che mantenendo il nostro regolamento sanitario, di fatto, queste cose non succedano - ma la cosa più pericolosa, ed è quello che non è descritto in questi emendamenti ma che si può fare solo con i controlli, è evitare che si utilizzino le diagnosi pubbliche e con queste si socializzino le perdite, e poi si facciano le operazioni più complicate e più onerose magari nei sistemi privati delle stesse cordate, delle stesse multinazionali, magari in altre Regioni.
Anche se questo non era possibile scriverlo in una legge, ma è possibile poi farlo con il contratto, la cosa che dobbiamo vigilare è che i privati non utilizzino il Gradenigo per portare i nostri cittadini nel sistema lombardo o, magari, in un'altra affiliata della stessa multinazionale. Spero che il lavoro svolto in tutti questi mesi abbia almeno acceso i riflettori sul nostro ruolo pubblico, non solo di controllo, ma di continuo monitoraggio di quelle che non devono essere le vere concorrenze sleali all'interno del sistema.



PRESIDENTE

Abbiamo finito l'illustrazione degli emendamenti.
Passiamo alla discussione generale sugli emendamenti.
Ricordo che il Movimento 5 Stelle non ha il tempo per intervenire, ma la Presidenza, grazie alle pressioni esercitate sul Partito Democratico, è riuscita a darvi la possibilità di intervenire.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Non vorrei assolutamente dire che la ringraziamo, ma vorrei solo sottolineare che crediamo che il contingentamento dei tempi, oltre ad essere fortemente contrario alla pratica regolamentare, debba essere utilizzato solo in momenti topici della vita amministrativa della Regione Piemonte. Crediamo solo che debba essere anche gestita in maniera corretta e, possibilmente, dando adeguato spazio ai colleghi Consiglieri anche in relazione al numero degli emendamenti.
Suggerirei di fare una valutazione attenta, anche in relazione all'andamento politico dei lavori dell'Aula. Nel momento in cui il Presidente concede cinque minuti a Consigliere, sapendo benissimo che su 50 Consiglieri ne interverranno nove, è ovvio che allora non si dica che il contingentamento vuole durare tutta la giornata. Non solo volete portare a casa questa legge entro le ore 19, addirittura la volete portare a casa entro le ore 13.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere, la interrompo.
A me piace personalmente l'esercizio del potere. Tuttavia sono personalmente un po' frustrato psicologicamente perché mi rendo conto che ho poco potere. Detto questo, non è una mia discrezione, comprendo il ragionamento di natura politica, ma mi attengo, per dovere dell'Ufficio di Presidenza, che può essere utilizzato con uno o più interventi riservando comunque almeno un terzo del tempo complessivo all'intervento dell'opposizione. Il resto è tutta una questione politica.
Non vorrei essere tirato dalla giacchetta per le questioni politiche perché in questa legislatura mi sono abituato e mi piace tanto fare l'arbitro.



BONO Davide

Solo per comprendere se abbiamo capito bene, nel senso che adesso far un intervento di un'ora, fino alle 13, e poi i colleghi potranno andare avanti fino alle 16.30, come avevamo detto, se siamo d'accordo tutti perché.
Io inizio, almeno che i colleghi vogliano intervenire, perché.



(Commenti del Consigliere Gariglio)



BONO Davide

Consigliere Gariglio, abbiamo parlato mezzora, non credo che stiate tollerando a fatica la nostra.



PRESIDENTE

Avete parlato più di 40 minuti.
Al di là di questa questione, dato che oggi siete tutti e quanti molto sereni, questi sono i tempi, Consigliere Bono.
Il tempo per il Movimento 5 Stelle è esaurito; il PD, che ha più Consiglieri (e non perché qualcuno gli ha dato più Consiglieri, ma perch hanno vinto le elezioni e quindi hanno la maggioranza), ha più tempo.
Detto questo, abbiamo gentilmente chiesto al Gruppo di maggioranza, a titolo di cortesia (perché credo che il Gruppo di maggioranza abbia anche delle cose da dire per difendere le posizioni della Giunta), di sacrificare parte del loro tempo, e voi in questo momento lo potete utilizzare.
Lei faccia l'intervento, quando poi capisco che sta andando un po' oltre, io stesso le faccio un accenno.



BONO Davide

Benissimo, ci siamo comunque compresi. Mi sembra di capire che ci siamo compresi.
Presidente Chiamparino (non vedo l'Assessore Saitta, che mi piacerebbe fosse presente in Aula), noi siamo qui a ribadire per l'ennesima volta, e forse l'ultima, la nostra contrarietà a questo provvedimento.
Può sembrare banale e semplice, ma soprattutto in Commissione ci eravamo abituati a questo dibattito e a questa contrapposizione, perché è una contrapposizione, non dico sterile, ma una contrapposizione che noi riteniamo utile e produttiva, tra una maggioranza, una parte della maggioranza (perché non mi sembra che siete proprio compatti al vostro interno) ed una parte dell'opposizione (mentre magari un'altra parte è interessata), su un provvedimento molto importante - molto importante - che apre ad un privato profit la gestione di un ospedale equiparato a pubblico.
Se il Consigliere Gariglio dice che tollera a fatica la nostra giaculatoria e i nostri interventi, io ritengo invece che questo argomento avrebbe avuto bisogno di più sedute di Consiglio regionale.
Ha ragione il collega Mauro Campo: noi ci aspettavamo, da quando è iniziato questo Consiglio, che su argomenti importanti ci fossero più sedute consecutive di Consiglio regionale. Non occorre per forza convocare serali o notturne. Si possono poi anche fare, ma si può convocare il Consiglio regionale il martedì, mercoledì, giovedì e venerdì, tanto siamo in un momento anche abbastanza di stanca delle Commissioni; non siamo in sessione di bilancio, nonostante - ricordo - essendo a luglio, dovremmo essere in sessione di bilancio, ma avendo approvato il bilancio previsionale a maggio, l'assestamento, se arriverà, arriverà ad ottobre o a novembre (se in quel momento non saremo chiamati alle urne). Per quanto riguarda le altre Commissioni, sì, stanno affrontando provvedimenti, ma come ricordava il Capogruppo Bertola, neanche provvedimenti frutto di una programmazione concertata all'interno dei Gruppi consiliari, quindi stanno andando un po' allo sbando.
Sembra quasi un clima di campagna elettorale: mi sembra che stiano passando disegni di legge soprattutto della Giunta e programmi triennali sempre degli Assessori. L'altro giorno abbiamo visto il programma triennale della cultura e poi quello del turismo. L'Assessore Cerutti ha licenziato lunedì - magno cum gaudio - due disegni di legge riguardanti le pari opportunità, la discriminazione, l'omofobia, ecc.
Il particolare è che proprio tre giorni prima della sentenza del TAR vengano fuori questi disegni di legge, quando giace da mesi un disegno di legge della collega Batzella e del Movimento 5 Stelle sempre sullo stesso tema, che mai si è voluto affrontare prima.
Ma sono coincidenze, casi; nessuno può pensare che ci sia un'accelerazione della Giunta. Un altro esempio: il collega Reschigna tramite l'Assessora De Santis, stanzia 500 mila euro per finire il Palazzetto dello Sport di Gravellona Toce. Mai nessuno potrebbe pensare che in Giunta lunedì possa esserci un interesse quasi di campagna elettorale in questo senso. Un'opera ferma dal 2006: proprio lunedì 6 luglio 2015 viene voglia a questa Giunta di trovare 500 mila euro per l'importantissimo Palazzetto dello Sport di Gravellona Toce. E' proprio una cosa che anche noi sentivamo.
Il collega Andrissi tutti i giorni ci chiedeva se riuscivamo a finanziare il Palazzetto dello Sport di Gravellona Toce.
Potrei citare altri provvedimenti che avete approvato lunedì in Giunta però voglio tornare al tema di oggi, proprio perché non siamo in campagna elettorale, ma dobbiamo approvare oggi questo disegno di legge, perché non si può, visto che è saltato comunque l'accordo.
È saltato due volte l'accordo con Humanitas: uno, perché l'accordo doveva essere concluso entro il 30 giugno. Il Presidente Chiamparino sa benissimo che l'accordo aveva una scadenza di perfezionamento entro il 30 giugno, termine entro il quale doveva essere cambiata la legge. Giustamente non avete approvato la legge, grazie alle rimostranze del Movimento 5 Stelle (chiesto il contingentamento e approvato la legge) nella prima seduta, essendo saltato quel termine.
Da qui, forse, il risentimento di Humanitas, per cui è saltato anche il secondo accordo, cioè la firma del budget per i privati riguardanti Humanitas, quindi Cellini ed eventualmente Gradenigo.
Quindi, se è saltato due volte l'accordo, ma questa Giunta una domanda se l'è fatta sulla situazione politica regionale e sulla situazione di contratti e di posizionamento con il privato? Due domande se l'è poste? Sembra una macchina lanciata in corsa senza guidatore che ormai deve andare giù, forse verso il precipizio. Forse non sarebbe il caso di fare questo. Forse non è il caso, perché la macchina è della Regione Piemonte, una macchina amministrativa che si tira dietro anche i piemontesi.
Forse servirebbe un po' di riflessione, un momento di pausa da parte di questo Consiglio e dire: "Magari ci prendiamo ancora del tempo per ragionare di questi temi, visto che dei dubbi ci sono".
I dubbi ci sono: non è un caso che Humanitas non voglia firmare il contratto con il budget ridotto.
Di qui, quindi, due valutazioni: o Humanitas sta cercando di giocare al rialzo, oppure c'è un problema di specialità presenti all'interno della struttura, che non possono essere garantite con quel budget.
Io mi faccio delle domande. Non gestisco il Gradenigo, i bilanci non ci sono stati dati e abbiamo chiesto all'Assessore Saitta - e oggi lo ribadiremo con un'interrogazione urgente in Aula - di dirci quali specialità e che tipo di presidio ospedaliero sarà il Gradenigo, qualora sia venduto a Humanitas (o al gruppo Policlinico di Monza o a Villa Maria Pia non importa). Se sarà venduto a privati profit, vogliamo sapere quali strutture complesse verranno messe dentro. E non ci dica l'Assessore Saitta che non c'è e continua a non essere in Aula - che sarà l'ASL TO2 a determinare quali strutture complesse ci saranno lì dentro, perché non potete prendere in giro noi e - tra virgolette - i piemontesi, perché un privato che compra una struttura sa già quali strutture complesse ci sono dentro e quali specialità, non è che entra con un budget e non sa cosa cavolo andrà a fare in quella struttura. E infatti non è un caso che palesata volontà e intenzione di togliere una specialità importante come l'otorinolaringoiatria, Humanitas abbia alzato le barriate e abbia detto: "Beh, se è così non firmo, valutiamo", ecc. ecc.
Quindi, di cosa stiamo parlando? Voi sapete benissimo all'interno di quel presidio ospedaliero quali strutture specialistiche ci saranno, quindi non sarà un presidio ospedaliero di base con un pronto soccorso di base, ma sarà un ospedale cardine.
Noi stiamo dando un ospedale cardine (sede di DEA di primo livello, con un'anestesia, un'osservazione breve ed intensiva ma, soprattutto, con una rianimazione), ad un privato che fa profitti, fa profitti sulla salute, a cui l'Assessore Saitta deve fare un emendamento per dire di accogliere tutti in pronto soccorso.
Veramente non so dove stiamo finendo con questi ragionamenti. Un Ente amministrativo importante come la Regione deve fare un emendamento ad una legge per dire ad un privato profit, a cui viene dato un ospedale equiparato al pubblico, che deve accogliere tutti.
Ma stiamo scherzando? Presidente Chiamparino, diceva la collega Batzella - mi prendo ancora due minuti perché i primi due minuti...



PRESIDENTE

No, volevo dare la parola al Consigliere Gariglio, ma ha chiesto di intervenire anche il suo Capogruppo. Solo per questo sono intervenuto.



BONO Davide

Sì, sì.
Diceva la collega Batzella che gli elettori del Partito Democratico saranno confusi sulla coerenza e trasparente del Presidente Chiamparino che ha fatto sempre mostra di essere una persona coerente, trasparente competente, almeno per gli elettori del Partito Democratico, ovviamente.
Ma veramente, Presidente, lei vuole prendere una posizione su questa vicenda e non lasciare solo l'Assessore Saitta a scrivere messaggi su facebook e su twitter un po' in stile renziano, rispondendo che "sul Martini non vi dovete preoccupare, perché è assolutamente tutto salvo l'Oftalmico, non vi preoccupate perché lo trasferiamo in blocco, ecc.; per il Valdese, non vi preoccupate, perché comunque una soluzione (non si sa cosa) la troveremo, ci metteremo dentro qualcosa; per il Gradenigo, non vi preoccupate, perché tanto i privati profit li gestiamo noi, li controlleremo, li vigileremo", quando non siete in grado - non come Giunta ma tutta la Regione - di controllare le strutture che ci sono in Piemonte? Prova ne sono - e lei le conoscerà bene perché, come ricorda sempre, ha legami forti col Biellese - presso le strutture del Biellese che hanno ricoverato dei pazienti psichiatrici in strutture che non erano riconosciute e accreditate, è arrivata la Guardia di Finanza, ha indagato ed arrestato diversi operatori e gestori del settore. E noi neanche sapevamo dove diavolo erano ricoverate queste persone per cui pagavamo la retta.
Questa è la situazione della Regione Piemonte. Non potete vendere né al Ministero né ai piemontesi che la Regione Piemonte è in grado di gestire una struttura assegnata a un ospedale, quando non siamo in grado di gestire neanche strutture piccole assistenziali e residenziali di cinque-dieci pazienti psichiatrici nel Biellese. Questa è la situazione, questi sono i fatti, quindi ci vuole una riflessione attenta e concreta, soprattutto in questo momento, a due giorni dalla sentenza del TAR.
A due giorni dalla sentenza del TAR, non si cambia né la legge elettorale né si regala - uso questo termine - un ospedale a un privato profit. Bisogna fare attenzione, perché guardate che la Magistratura è molto attenta in questo periodo sulle mosse della politica. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Gariglio, nel darle la parola le concedo una deroga: pu intervenire da seduto, se si stanca a stare in piedi. Riesce? Prego.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente, per l'attenzione, ma io ci tengo a dire che noi siamo disponibili - visto che lei lo ha fatto manu militari - a cedere una quota parte del nostro tempo alle esigenze dei Gruppi di maggioranza. Un terzo del nostro tempo, ossia mezz'ora, lo cediamo, però - Presidente - non ci piace nemmeno essere presi in giro o che si tratti il Gruppo del Partito Democratico e la maggioranza con i toni e le parole che ha appena usato il collega Bono.
Noi oggi non abbiamo fatto nessuna forzatura, né dal punto di vista formale né dal punto di vista sostanziale. E lo declinerò brevemente. Non l'abbiamo fatta dal punto di vista formale, perché la vicenda Humanitas Gradenigo è una vicenda che contraddistingue questa Regione ben da prima dell'inizio di questa legislatura, poiché ha avuto i suoi antefatti prima che questo Consiglio si insediasse. E' una vicenda che ha costellato l'intero anno (ormai passato) di vita di questo Consiglio; l'abbiamo fatto con pacatezza, moderazione, equilibrio, cercando di affrontare un problema nuovo ed è stato fatto un disegno di legge - potrà piacere o non piacere che è andato all'esame della Commissione propria. In quella Commissione usando le possibilità che il Regolamento attuale concede, Gruppi consiliari hanno deciso di fare una pluralità di emendamenti, cosa legittima, e hanno portato avanti - usando il Regolamento - un comportamento puramente ostruzionistico.
A fronte di questo comportamento, la maggioranza e la Giunta regionale hanno aperto alla possibilità di cogliere molte delle istanze che venivano dai Gruppi di opposizione o dai Gruppi di maggioranza come quello di SEL che hanno posto problemi veri, e il PD è stato disponibile, con i membri in Commissione, a ragionare, a percepire e a comprendere le ragioni degli altri. Siamo entrati nel merito, abbiamo cercato di accogliere le istanze degli altri, specie laddove si ponevano il problema di difendere l'interesse pubblico. E' stato fatto un grosso lavoro, ma a un certo punto ci siamo accorti di una cosa: che c'era una parte, in particolare il Gruppo del Movimento 5 Stelle, il cui orientamento finale non era quello di modificare la legge in meglio, ma era quello di impedire a questa legge di essere approvata. E lì, Presidente, casca l'asino, lì c'è il discrimine vero tra una maggioranza e una dittatura della minoranza, tra un sistema di democrazia rappresentativa che consente.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) Siete voi la dittatura! Ma roba da pazzi!



GARIGLIO Davide

Presidente, ero incerto sul fatto che la Consigliera Batzella mi ascoltasse.



PRESIDENTE

E' riuscito nel suo intento, Consigliere Gariglio.
No, assolutamente no: sta facendo un intervento pacato, con una proprietà di linguaggio consona a quella dell'Aula.
Prego.



GARIGLIO Davide

Presidente, noi siamo disponibili a confrontarci su qualsiasi cosa consapevoli del fatto che, avendo passato un po' di anni in questi banchi a volte in ruoli di maggioranza e a volte di opposizione, sappiamo che nessuno di noi ha l'esclusiva della scienza e delle soluzioni, e molte volte le soluzioni date da noi quando eravamo in opposizione o date dall'opposizione negli anni passati hanno concorso a migliorare la qualità della soluzione legislativa votata da questo Consiglio regionale. Ma quando si è compreso che di lì non ci si schiodava, cioè che la volontà del Gruppo del Movimento 5 Stelle era di impedire il passaggio di questa proposta in Commissione, la legge è stata richiamata in Aula. In Aula non ci si è nemmeno entrati, praticamente, nell'esame di questa proposta, perché lei ha fatto il suo lavoro e nella riunione dei Capigruppo si è trovata un'intesa che concordava un merito: il rientro in Commissione.
I lavori in Commissione sono durati una serie di settimane e sono stati onorati dal Presidente della Commissione Ravetti; poi il passaggio in Aula con l'intesa che in Aula ci sarebbero state due sedute d'Aula prima della chiusura. Questa è l'intesa che è stata fatta, e il comportamento della maggioranza, lunghi da ogni forzatura, è stato quello di rispettare un'intesa raggiunta con i Capigruppo dell'opposizione su questo punto. E anche nella giornata di oggi, prima dell'inizio del dibattito, si è cercata una soluzione con i Gruppi più critici rispetto a questo provvedimento affinché gli emendamenti che andiamo a votare siano rispettosi dell'iniziativa legislativa di ciascuno, in altri termini: che ciascuno possa vedere approvati gli emendamenti che rispecchiano il quid novi l'elemento di innovazione che ciascuno ha portato. Questo per l'aspetto formale.
L'aspetto sostanziale, che è quello che più fa indispettire il sottoscritto, perché più può confondere il quisque de populo che ci pu sentire dal di fuori senza conoscere gli antefatti di questa vicenda, è che questa maggioranza sia qui tutta tesa a fare un regalo ai privati prima di un appuntamento fatidico citato dai colleghi del Movimento 5 Stelle. Noi non facciamo nessun regalo ai privati.
Ricostruiamo la vicenda. Il presidio ospedaliero Gradenigo è un presidio da sempre gestito da privati.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) No profit.



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, non interrompete. Vi darò dopo la possibilità di replicare al Consigliere Gariglio.
Collega Batzella, lei potrà intervenire - perché non ha titolo per intervenire non avendo i numeri - solo ed esclusivamente se non disturba il collega Gariglio.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) E' difficile.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Come mi ricordano i colleghi del Movimento 5 Stelle, il presidio Gradenigo è un presidio da sempre gestito da privati no profit, a cui va il nostro massimo rispetto e gratitudine per quello che hanno rappresentato per questa città, tant'è che anche molti dei soggetti in quest'Assemblea che non sono mai stati molto propensi a sostenere le opere della Chiesa cattolica nel sociale, hanno in questo momento riscoperto una grande vocazione alla difesa delle opere della Chiesa in questo campo.
Questa situazione, quindi, è stata in qualche modo anche capace di realizzare un miracolo, convertendo coloro che in passato erano sempre stati critici sulla presenza di privati no profit di "marca cattolica" nel mondo assistenziale in strenui difensori. Ma si sa che sono i convertiti dell'ultima ora quelli che, in genere, sono un po' più accaniti nelle loro convinzioni. Ma questa è storia.
Per una serie di motivi, i privati senza fini di lucro che hanno gestito quest'ospedale finora non ce la fanno più e decidono di cedere subentra, secondo regole di mercato, un imprenditore terzo, privato, che potrebbe tranquillamente anche usare il sistema del "senza fine di lucro" creando una struttura ad hoc per aggirare la norma e stroncando ogni dibattito politico da questo punto di vista; ma non lo fa - e io preferisco la chiarezza di chi non lo fa al pragmatismo un po' falso di chi aggira le norme creando strutture ad hoc - e rileva la struttura. E qui dobbiamo intervenire noi.
Allora, credo che qui non ci sia nessuno che ha la volontà di fare regali ad altri, come dimostra la vicenda appena chiusa dei rapporti tra l'Assessorato alla sanità e le strutture private di cui leggiamo ancora oggi sui giornali. Non c'è nessuno che ha intenzione di fare regali, in particolare ad un soggetto specifico; tant'è che quel soggetto specifico è uno dei pochi con cui non si è chiusa la convenzione nemmeno per le strutture che già gestisce: come sappiamo, infatti, una delle cadute più importanti del nostro Piano sanitario è la chiusura di un'emodinamica, che tocca proprio quello stesso soggetto privato. Noi non facciamo regali a nessuno. E non ci piace nemmeno che venga detto che facciamo dei regali a qualcuno, perché non siamo la Croce Rossa su cui tutti sparano; anche se, a volte, i dibattiti al nostro interno portano un po' gli altri a pensarlo.
Chiederei quindi a tutti di misurare le parole, perché anche la pazienza ha un limite. E fino ad un certo punto tolleriamo anche le intemperanze da parte di alcune simpatiche e belle colleghe; ma c'è un punto oltre il quale queste intemperanze non ci piacciono più.
Allora, la Giunta deve affrontare un problema e lo sta affrontando.
Grazie al dibattito in questo Consiglio oggi voteremo degli emendamenti che mettono dei paletti molto puntuali. Sarà nostra cura - del nostro Gruppo consiliare, prima che di altri - verificare con l'Assessore pro tempore alla sanità che questi paletti vengano attuati. Ma si deve andare avanti perché l'unica cosa che la politica non può fare è fingere di non vedere i problemi. Questo problema è sul piatto, è frutto di una scelta imprenditoriale, di disimpegno di alcuni e di impegno di altri; può piacere o non piacere, ma non l'abbiamo determinato noi. La politica deve affrontare i problemi e prendersi le sue responsabilità.
Ci sono alcuni che pensano che la politica si possa fare mettendosi sempre contro, dicendo sempre "no" e non assumendosi mai le proprie responsabilità. In alcuni casi, nel breve, questa strategia ha anche successo, ma noi oggi questo problema lo dobbiamo assumere. E - si compiacciano o meno i colleghi del Movimento 5 Stelle - noi da questo Consiglio, oggi, usciremo con questo testo approvato. Anche questa infatti, è la democrazia: si discute fino ad un certo punto, poi si vota e la maggioranza che emerge detta la propria linea.
Noi, quindi, dobbiamo chiudere questa vicenda e lo stiamo facendo senza alcuna violazione formale né sostanziale. Invito tutti alla calma e alla pacatezza, perché sono convinto che questo Consiglio abbia tante cose di cui occuparsi e tante cose da fare. Meglio, insieme, riusciamo a ragionare rispettandoci reciprocamente e migliore sarà il lavoro che potremo fare nei prossimi anni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gariglio, anche per la chiarezza.
Per il Gruppo di Forza Italia ha chiesto di intervenire qualcuno adesso, o volete farlo nel pomeriggio per la dichiarazione di voto? Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Vorrei solo rispondere alle considerazioni del Consigliere Gariglio per ricordare che siamo disponibili anche noi a cedere dieci minuti ai colleghi del Movimento 5 Stelle, qualora ne avessero bisogno - o alla maggioranza qualora volesse ancora intervenire e aggiungere considerazioni alle motivazioni sulla "prova di forza" - e quindi naturalmente ricordando che se c'è il contingentamento è perché non c'è ostruzione "regolamentare" da parte nostra.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Oggi probabilmente ne ha sentite troppe persino il display dell'Aula che prima è impazzito e si è messo a dare i numeri: evidentemente ne ha sentite un po' troppe anche l'apparecchio. Come si dice, a volte, se i muri potessero parlare.
In più di quarant'anni quest'Aula ne ha sentite di cose! Lo dico perché, quando sento parlare di dittatura della minoranza veramente mi cascano un po' le braccia. Io posso capire, infatti, che il caldo sia arrivato a livelli tropicali già dall'alba e che quindi spesse volte si arrivi al lavoro, in Aula, già spossati dal caldo - capita anche a me - e si abbia qualche collegamento che fa fatica a mettersi in moto.
Capisco anche la tensione del momento: è comprensibilissima. Esprimo solidarietà alla "Croce Rossa PD" che è oggetto di tiro indiscriminato soprattutto dall'interno; ed è sempre un dispiacere. Capisco anche la tensione dovuta al fatto che sembra che il Presidente Chiamparino voglia mandare a casa la maggioranza più ancora di quanto non abbiano voluto fare i magistrati. Però, veramente, sentir parlare di dittatura della minoranza mi sembra un po' troppo.
Nel merito dei tempi, lungi da noi voler togliere tempi alla maggioranza: non è né nel nostro volere né nella nostra cultura.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Bertola: vorrei solo dirle che il tempo viene monitorato, perché è andato in blocco il sistema elettronico. So che lei si fida di me, più di quanto non si fidi del Consigliere Gariglio; e di questo la ringrazio.



BERTOLA Giorgio

Quando parlavo di display impazzito, infatti, mi riferivo proprio a quello.
Dicevo che parlare di dittatura della minoranza è un po' singolare.
In merito ai tempi, nessuno di noi - non è nella nostra cultura né nel nostro volere - vuole togliere tempi di discussione e di espressione ad alcuno. E' chiaro che, visto che si è detto che si arriva fino alle ore 16.30 e poi si inizia a votare, noi ci vogliamo attenere scrupolosamente a quest'orario. Ogni qualvolta i colleghi della maggioranza o di Forza Italia volessero intervenire, infatti, lo potranno fare sfruttando i loro tempi.
Diversamente, noi siamo disponibili a dare un servizio all'Aula e portare la discussione fino alle ore 16.30, esattamente com'è stato concordato.
Sempre sui tempi, vorrei fare un'osservazione. Si è detto dell'ostruzionismo del Movimento 5 Stelle, che saprebbe solo dire "no" e che vorrebbe solo allungare i tempi. Quando si è deciso di riportare questo provvedimento in Commissione, dopo che era "planato" sull'Aula senza arrivare alla discussione, su tre sedute di Commissione ne abbiamo perse due; ma mica per colpa del Movimento 5 Stelle; ne abbiamo perse due proprio per colpa dell'Assessore: perché avevamo chiesto dei documenti e lui non li ha portati, perché avevamo chiesto di finalizzare le proposte e le suggestioni che aveva avanzato e fino all'ultima seduta questo non era stato possibile. Quindi veramente, su tre sedute, di produttive ne abbiamo vista una, l'ultima, nella quale si è andati sul merito, seppur con posizioni legittimamente diverse.
E aggiungo che l'aver allungato così i tempi sul Gradenigo ha permesso a tutti quanti di monitorare la situazione, di monitorare ciò che accadeva.
Perché se il 7 luglio l'Assessore Saitta sente l'esigenza di presentare un emendamento, nel quale si dice che il presidio Gradenigo, ai sensi dell'articolo 1, comma 18 del decreto legislativo 502/1992, concorre alla realizzazione dei doveri costituzionali di solidarietà dando attuazione al pluralismo etico e culturale dei servizi alla persona. grazie Assessore! Grazie! Se il 7 luglio l'Assessore si sente in dovere di presentare un emendamento del genere, è perché qualcosa che non funzione c'è! Qualcosa che non funziona c'è, signori! Mi chiedo cosa sarebbe accaduto se, seguendo il volere della maggioranza e della Giunta regionale semplicemente si fosse fatto passare quel piccolo emendamento al disegno di legge n. 77, perché andava bene così. Andava tutto bene. Invece - guarda un po' - qualcuno ha tenuto per dei mesi fermo il provvedimento: abbiamo potuto vedere, ad esempio, che non si volevano accogliere determinate persone al pronto soccorso e tutta una serie di altri elementi che stanno emergendo.
Quindi, al di là delle legittime diverse posizioni che possiamo avere su questo provvedimento - provvedimento che, sottolineo, "voterete" (e non "voteremo", perché lo faremo fare a voi, lo farà chi si vorrà assumere la responsabilità di votare un provvedimento del genere!) - noi oggi, a buon diritto, possiamo affermare di aver reso un servizio a questo Consiglio regionale e ai cittadini piemontesi.



(Applausi provenienti dai banchi dei Consiglieri del Gruppo del Movimento 5 Stelle)



PRESIDENTE

Non si potrebbe applaudire, ma non c'eravamo capiti dall'inizio della legislatura, perché sono stato poco chiaro io.
Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente. Cercherò di essere veloce.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

No, no, prenda pure...



BATZELLA Stefania

Allora prenderò tutto il tempo che serve, Presidente. Grazie.
Iniziamo.



PRESIDENTE

Dovrà lasciare spazio anche al collega Valetti.



BATZELLA Stefania

Sì, sì, al collega Valetti lascerò lo spazio necessario, senza ombra di dubbio.
Mi spiace che il Capogruppo Gariglio sia al telefono; intanto esprimo le mie considerazioni e risponderò ad alcune sue accuse ed esternazioni.
Il Consigliere Gariglio sostiene che questa è una dittatura da parte della minoranza - ascoltate bene tutti - però, nello stesso tempo esordisce dicendo: "Noi oggi voteremo e approveremo le modifiche dell'articolo 27 del disegno di legge n. 91". Capite che c'è un'incongruenza tra le due affermazioni? Prima parla di "dittatura della minoranza" e poi dice: "Se vi va bene o meno, noi oggi voteremo e approveremo la modifica dell'articolo 27 del disegno di legge n. 91".
Francamente, non so dove sia la dittatura! Caro collega Gariglio e cari Consiglieri, vi ricordo che il Movimento 5 Stelle non ha fatto esclusivamente ostruzionismo. Torniamo indietro col tempo e valutiamo i vari passaggi: noi, sin dal principio, siamo stati chiari e abbiamo cercato in tutti i modi di trovare una soluzione. Ma non si è mai trovata perché c'è sempre stata chiusura da parte della maggioranza.
In Commissione sanità - il Presidente Ravetti potrà confermarlo abbiamo cercato in tutti i modi un confronto: abbiamo chiesto i dati, ma talvolta non tutti i documenti ci sono stati forniti; abbiamo chiesto tutta la documentazione, dalle mappe catastali agli accordi, alla convenzione. Ma ogni volta che si andava in Commissione i documenti non c'erano: "Non sono stati caricati", "non li abbiamo ancora", "la prossima volta ve li daremo".
Insomma, era tutto un giochino, un teatrino o una messa in scena, e questa documentazione non appariva mai. Naturalmente, col tempo, grazie al nostro impegno, ci siamo documentati; abbiamo studiato e continuiamo a farlo perché lo studio e il confronto sono la base dei nostri principi; stessa cosa dicasi per gli accordi che c'erano stati tra le tre forze sindacali CGIL, CISL e UIL.
In Commissione avevamo fatto presente che tutte le altre forze sindacali non erano presenti in occasione dell'accordo tra Humanitas e le forze sindacali. Mi chiedo, quindi, dov'è l'ostruzionismo da parte della minoranza. Dov'è la dittatura della minoranza? In tutti i modi vi abbiamo quasi supplicato e lo stiamo facendo ancora oggi. Vi abbiamo chiesto - io stessa l'ho ripetuto molte volte - di ragionare e di riflettere bene.
Guardate che stiamo andando a modificare un disegno di legge importantissimo! Abbiamo fatto diverse audizioni: abbiamo sentito anche i sindacati degli enti religiosi, i quali hanno detto che una legge regionale non pu violare una legge nazionale. Hanno anche detto che avrebbero fatto ricorso al TAR, e che il Piemonte sarebbe stato il primo caso in cui un presidio pubblico no profit (perché è un presidio equiparato al pubblico) sarebbe diventato un presidio profit, gestito dalla società per azioni Humanitas.
Abbiamo parlato a lungo. Vi abbiamo espresso le nostre perplessità e le nostre preoccupazioni riguardo la mobilità passiva, vi avevamo chiesto anche dei dati a tal riguardo, ma non ci sono stati forniti.
Abbiamo dimostrato che c'è un incremento della mobilità passiva, le cui conseguenze sarebbe ricadute sugli utenti piemontesi e sulle casse della Regione Piemonte. Perché se registriamo un incremento di mobilità passiva verso la casa madre di Humanitas o verso le cliniche private, la Regione Piemonte perde soldi e incrementiamo ulteriormente la mobilità passiva. Lo stesso collega Grimaldi ha portato l'esempio dell'assistenza agli immigrati; ne hanno parlato anche i giornali; Vi abbiamo detto che c'è uno scambio di operatori tra il Gradenigo, la Clinica Cellini e la Fornaca; ci sono dei liberi professionisti e gettonisti che prestano attività presso le cliniche private e presso il Gradenigo.
Ve lo abbiamo detto in tutte le lingue, ma avete fatto orecchie da mercante: e accusate noi di ostruzionismo? Noi diciamo semplicemente la verità. Noi stiamo dalla parte dei cittadini; noi vogliamo tutelare tutti quei lavoratori che sono là dentro. Perché non è vero, com'è stato affermato qui, che tutti i lavoratori sono felici perché avete garantito loro che nessuno perderà il posto di lavoro e che i contratti rimarranno tali! Non è vero! Perché quei poveri lavoratori non possono parlare, n esprimere le loro preoccupazioni o il loro dissenso all'interno del luogo di lavoro, perché soggetti a mobbing. Hanno paura di perdere il posto di lavoro! Perché chi lavora all'interno ed è indipendente, talvolta ha paura di parlare, c'è omertà; ha paura di subire delle ripercussioni.
Non dite, allora, che queste persone sono tutte felici, perché ne conosco tante che lavorano all'interno di quel presidio e non sono così felici. Ricordatevi che lì ci sono dei lavoratori assunti tramite concorso pubblico, e quindi sono dei dipendenti dell'ASL, ma ve ne sono altri che non sono stati assunti con concorso pubblico, per cui non risultano dipendenti delle ASL. Andate a verificare perché sono dei dati certi documentati che tutti possono apprendere.
Quindi, se vogliamo veramente tutelare i lavoratori e salvaguardare questa sanità, credo che non sia il caso, perlomeno cercate di evitare di prenderci in giro e addirittura oltre il danno la beffa di dire ancora che l''opposizione fa ostruzionismo. Per cortesia! Si può accettare tutto, ma non questo! Concludendo, mi spiace che l'Assessore Saitta che dovrebbe essere presente, visto che è l'Assessore alla sanità, non sia presente in Aula e questo credo sia una mancanza di rispetto.



PRESIDENTE

Per dovere della Presidenza, l'Assessore è stato sempre in aula. Magari sarà andato in bagno.



BATZELLA Stefania

Sinceramente, da quando ho iniziato a parlare...



PRESIDENTE

Poi, ci sono il Presidente della Giunta, il Vicepresidente e ci sono altri autorevoli Assessori.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Sta lavorando sugli emendamenti, sull'apertura che ha dato...



BATZELLA Stefania

Chissà perché c'è tutta questa fretta oggi di lavorare sugli emendamenti! Sugli emendamenti c'è tutta questa fretta, chissà perché oggi 7 luglio, si ha fretta! E' oltre un mese che discutiamo in Commissione sanità, però gli emendamenti non erano stati fatti. Oggi, si ha questa fretta di terminare gli emendamenti, perché come è stato detto dal Consigliere Gariglio, volenti o nolenti, vi piaccia o no, noi oggi voteremo questo disegno di legge. Bene! Evviva la democrazia! Evviva il confronto! Evviva il dialogo! Vi faccio anche l'applauso, evviva! E' veramente vergognoso! Non fate delle accuse e sappiate che voi oggi sarete i fautori della privatizzazione della sanità piemontese. La Regione Piemonte, che è la più indebitata tra le Regioni del Nord e d'Italia, in piano di rientro, si farà questa ennesima figura di aver regalato a dei privati un presidio pubblico di eccellenza, che tra l'altro lavorava bene.
Poi, mi raccomando, andate a dare spiegazioni a tutti i cittadini, e se ci sarà una prossima campagna elettorale, non andate a prendere in giro di nuovo i cittadini con delle false promesse, perché adesso non avete più scusanti, non potete più aggrapparvi alla Giunta Cota per quanto riguarda le firme false, rimborsopoli, eccetera, perché anche voi siete caduti nella stessa trappola, anzi avete fatto di peggio.
Quindi, complimenti, continuate così. Evviva la democrazia!



PRESIDENTE

Grazie per la chiarezza, collega Batzella.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Mi dice il collega Valetti che interverrà nel pomeriggio, visto che si è rassegnato, perché purtroppo deve andare via.
Volevo fare i complimenti al collega Gariglio, non tanto per la forza con cui è intervenuto nonostante il suo incidente e le sue stampelle, ma per il coraggio che ha avuto nel dire le cose che ha detto, perché ci va veramente un bel coraggio. Quindi, veramente ha tutta non dico la mia stima, però sicuramente ammirazione, che forse può andare bene come termine.
Contrariamente alla collega Batzella che è appena intervenuta rivendico con orgoglio il nostro ostruzionismo. E' vero, noi abbiamo fatto ostruzionismo, ed io stessa ho partecipato alla Commissione sanità, pur non facendone parte, proprio perché abbiamo cercato in tutti i modi di fermare quest'azione che la maggioranza sembra, anzi è determinata a portare avanti.
Sì, abbiamo fatto ostruzionismo, che è l'unico strumento che ci rimane.
E' l'unico strumento, però purtroppo, come vedremo dopo la pausa pranzo, è uno strumento che è diventato inefficace.
Speravamo che almeno grazie all'ostruzionismo si potesse ottenere qualcosa, aprire un dialogo, un dibattito. In realtà, devo dire che in Commissione sanità, almeno per quello che riguarda le sedute cui ho partecipato io, non ho visto grande confronto, non ho visto disponibilità al dialogo, non ho visto ascolto. E' vero che alcuni interventi, magari erano di natura puramente ostruzionistica, come i miei, non lo nego, io non sono un tecnico, quindi tanti aspetti relativamente alla sanità non li posso conoscere, però alcuni colleghi, a partire dal collega Bono, hanno lavorato seriamente sugli emendamenti, hanno fatto delle proposte, hanno cercato di aprire un dialogo su questa situazione del Gradenigo. Voi della maggioranza avete fin da subito fatto capire che l'unica via possibile era quella da voi prospettata, cioè la privatizzazione.
Siamo partiti dall'inizio di questo percorso già sapendo dove saremmo andati a finire. Questo per noi è molto frustrante, perché ci accorgiamo che, nel momento in cui voi decidete qualcosa, a noi non rimane nessuno strumento. Al massimo possiamo ritardare un po' le vostre decisioni possiamo cercare di innervosirvi e questo si è visto, siete un po' innervositi, infastiditi dal nostro ostruzionismo, però noi facciamo il nostro lavoro e voi fate il vostro.
Il nostro dovere, al momento, sembra essere quello di cercare di tutelare l'interesse dei cittadini; il vostro, almeno in questo caso, non si è ancora capito. Quindi, non riusciamo a capire veramente dove saranno i benefici per i cittadini nel dare questo importante presidio ai privati.
Certo è che dopo questa giornata, al di là di quello che succederà il 9 luglio, noi ci poniamo qualche domanda sul ruolo delle opposizioni. Perch ammesso che si vada ancora avanti, ci chiediamo se intendete andare avanti in questo modo. Dovete considerare che da questa parte dell'emiciclo siedono delle persone che hanno ricevuto un mandato. Quindi, siamo meno di voi, altrimenti, come diceva giustamente prima, mi pare, il Presidente, non ci sarebbe il discorso di maggioranza e minoranza, questo fa parte del gioco della democrazia ed è chiaro che alla fine la maggioranza, almeno qui, vince. Però una maggioranza che vince con strumenti come il contingentamento, una maggioranza che rifiuta il dialogo, che rifiuta il confronto, in realtà non ottiene una vittoria vera, perché una vittoria vera si ottiene nel momento in cui si ascoltano tutti, nel momento in cui si cerca di venire incontro anche alle richieste di quella parte di opposizione che tutela una parte dei cittadini. Nel senso che qualcuno ha chiesto a noi di svolgere un preciso mandato; noi abbiamo fatto delle promesse durante la campagna elettorale.
Ad esempio, abbiamo promesso di difendere la sanità pubblica e lo stiamo facendo, noi stiamo portando avanti quello che abbiamo promesso in campagna elettorale. Questo è il nostro mandato, questa è la faccia con cui ci siamo presentati davanti ai cittadini. Io ho qualche dubbio sul fatto che voi abbiate mantenuto la stessa faccia dalla campagna elettorale fino adesso. Lo dicevo già la scorsa seduta: voi avete detto questo ai cittadini e ai vostri elettori? Avete detto che avreste privatizzato la sanità? Io non credo. Alla fine dovremo tutti rendere conto di quello che si è fatto anche se non so se renderemo conto a breve, sempre in riferimento a quello che capiterà fra due giorni, o se lavoreremo ancora per qualche mese o qualche anno.
Questo dovrebbe essere un luogo di confronto e di dibattito, ma è diventato soltanto un luogo in cui si fa un breve comizio di cinque minuti i cittadini ascoltano; molto spesso immagino che non riusciranno neanche a capire quale sia il merito della discussione, ognuno si fa la sua "marchetta" e alla fine il dibattito è totalmente annientato in quest'aula.
Spiace, perché la forma di quest'aula dovrebbe anche agevolare il confronto. In realtà molto spesso ci si ritrova a parlare nel nulla con un brusio di sottofondo insopportabile e non c'è assolutamente un confronto quindi ognuno fa il suo intervento fine a se stesso e poi non c'è un dialogo. Il dialogo dovrebbe essere un passaggio di parole, in realtà ognuno dice la sua a beneficio della telecamera e poi si siede. Quindi concludo anch'io. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Interromperei qui la seduta e ricordo, come è stato stabilito dalla Conferenza dei Capigruppo, che oggi alle ore 13, quindi adesso, in Sala Viglione ci sarà l'incontro con il Comitato Coordinamento Confederazioni Artigiane Piemonte, per illustrare le problematiche del settore attività estrattive. La seduta riprenderà alle ore 14.30 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.58)



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