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Dettaglio seduta n.81 del 30/06/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 15.03 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 515 presentata dal Consigliere Monaco, inerente a "Servizio terapia anticoagulante orale (TAO) presso Polo Sanitario Giaveno"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
515, presentata dal Consigliere Monaco, che ha la parola per l'illustrazione.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda un argomento di incipiente attualità, per quanto avvenuto nell'ambito del distretto di Giaveno, sul territorio dell'ASL TO3.
La storia racconta che, diversi anni fa, il servizio del Laboratorio analisi dell'ASL TO3, che insiste sul territorio di Rivoli, avocò a sé la terapia anticoagulante orale, sia in termini di risposta degli esami sia in termini di predisposizione dello schema terapeutico ai pazienti, fino a raggiungere un livello di assoluta eccellenza e assoluto valore per il territorio. Tale modello è stato ben recepito anche dai pazienti, al punto da poter essere un esempio da adottare e misurare su altri territori e in altri distretti della regione, in termini di buona accoglienza e ottimo servizio ai pazienti.
Poiché un medico sarebbe andato in pensione nelle settimane scorse, i medici della medicina generale - e faccio un elogio ai tanto vituperati colleghi - si sono dovuti attrezzare, dall'oggi al domani, per fornire questo tipo di terapia. Peraltro, viene fornito anche ai medici di medicina generale in modo probabilmente improprio (via e-mail) il resoconto delle risposte al prelievo dei loro pazienti, che, quindi, potrebbe avere una scarsa attendibilità. Ma non si può far loro carico anche di questo.
Stamattina, il collega Boeti affermava in un suo intervento che presso quel Laboratorio analisi il personale sarebbe ridotto ad un numero esiguo.
Io rilevo l'inesattezza, poiché, ad oggi, ci sono ben sette medici, sette biologi più un biologo d'istanza a Susa. Occorre segnalare che uno di questi professionisti è in mutua, ma non credo che questo modifichi la situazione.
Ad oggi, i pazienti vanno a fare il prelievo, a ritirare la risposta la portano al medico di medicina generale, dal quale ricevono lo schema di terapia. L'ASL TO3 ha precisato, in un suo comunicato sull'argomento, che sta facendo circolare, che il laboratorio analisi non chiude il servizio di TAO, ma continua a seguire i pazienti di nuova induzione, quelli più complessi, cioè con valori molto instabili in attesa di cardioversione nonché quelli domiciliati. Si tratta di 867 pazienti (aggiungo anziani e con delle difficoltà), di cui 434 terapie non seguite dal Laboratorio analisi, mentre 433 passeranno, da giugno, a carico dei medici di medicina generale, che stanno facendo un grosso sforzo.
Chiedo scusa, Presidente, prendo ancora qualche secondo.
Alcuni di questi medici, non ancora perfettamente attrezzati (e va anche a questo, l'elogio) si stanno rivolgendo alle strutture private convenzionate per far eseguire lo schema di terapia.
L'interrogazione chiede cosa si può fare per evitare questo disagio e ripristinare la situazione precedente, perché la prassi adottata in passato era un elemento di grande efficienza. Non basta un medico che va in pensione per azzerare un servizio e dire, da un lato, che questa soluzione va bene se il servizio viene affidato ai medici di medicina generale, ma allo stesso tempo, contraddirsi dicendo: "Restano avocati a noi i casi più complessi".
Se il caso più complesso è in carico e in capo ad un servizio, che continui ad esserlo! L'aggravio di questi 21 pazienti, ammesso che restino in capo ai medici di medicina generale, potrebbe tornare esattamente com'era (alla situazione precedente). Potrebbe essere, invece, un modello sviluppabile in tutto il Piemonte e, in aggiunta, i medici di medicina generale sarebbero ben lieti di offrire il loro servizio anche per altre soluzioni.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il collega Monaco, sempre attento ai temi del territorio, avrà certamente saputo che l'ASL TO3 si è già attivata, come è stato ricordato nella fase conclusiva dell'intervento, per rispondere anche pubblicamente sul tema della terapia anticoagulante orale, a seguito di prelievo ematico di controllo per i pazienti che abitano nei distretti di Collegno, Rivoli Susa, Giaveno e Venaria.
Prima di entrare nel merito, non posso che richiamarmi al problema sollevato e richiamato anche dal collega Boeti, poco fa: il tema del personale.



(Commenti del Consigliere Monaco)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Questo, per dire che c'è un tema generale che riguarda tutto il Piemonte. Non per nulla, c'erano 2.500 persone in meno, pertanto ci attiveremo per dare delle risposte, compatibilmente con qualche criterio di priorità. Ma, in ogni caso, ci attiviamo.
Venendo al tema posto, dal mese di giugno viene predisposta e consegnata ai pazienti, non più dal Laboratorio analisi di Rivoli, bensì a cura dei singoli medici di medicina generale; i prelievi continueranno invece ad essere effettuati in tutte le attuali sedi, come pure la consegna degli esiti, che da luglio potrà essere inviata anche direttamente al domicilio del paziente.
La questione sollevata da alcuni pazienti è stata anche oggetto di un incontro di chiarimento che si è tenuto nei giorni scorsi fra l'Amministrazione comunale di Giaveno e - per l'ASL TO3 - la Direzione del distretto e del Laboratorio analisi di Rivoli. Nel corso dell'incontro, i dirigenti dell'ASL TO3 hanno precisato che la prescrizione della terapia ai pazienti in trattamento anticoagulante orale (TAO), come di tutte quelle conseguenti ad indagini di laboratorio, è da sempre una competenza del medico di famiglia. Si tratta di una terapia che mira a prevenire le complicanze di alcuni frequenti quadri patologici.
Infatti, tale terapia deve essere somministrata con dosaggi che tengano conto sia degli altri farmaci che il paziente contemporaneamente assume sia delle sue abitudini di vita sia del variare delle sue condizioni di salute.
Poiché il medico di famiglia è la persona che meglio conosce il paziente in gran parte del Piemonte la terapia TAO viene prescritta direttamente dai medici di medicina generale. I medici di famiglia hanno, infatti, le competenze e gli strumenti idonei alla preparazione della terapia.
In passato, il Laboratorio analisi di Rivoli (struttura di riferimento per le aree di Susa-Avigliana-Giaveno-Rivoli-Collegno-Grugliasco-Venaria) aveva fornito un servizio aggiuntivo, che peraltro non rientrava nelle proprie competenze di istituto, dando direttamente ai pazienti, oltre al risultato dei prelievi, anche uno schema di terapia TAO. Tale servizio non era erogato dal Laboratorio analisi di Pinerolo.
Dal mese di giugno, l'ASL ha stabilito di "regolarizzare", in conseguenza anche dei problemi che prima richiamavo, la prassi prescrittiva di tale terapia, anche per la concomitanza significativa di carenze di medici presso il Laboratorio di Rivoli (addetti alla predisposizione anche della TAO), che rende sostanzialmente impossibile offrire servizi aggiuntivi.
Tale circostanza, però, fornisce di fatto l'occasione per "riavvicinare e riaffilare" la prescrizione di questa terapia al singolo medico di medicina generale, come è già stato fatto nel frattempo, senza particolari problemi negli altri distretti (a Giaveno sembrano incontrarsi problemi e resistenze nella sua realizzazione pratica).
Nel distretto di Giaveno, il "passaggio" dalla prescrizione della TAO ai 20 medici di famiglia è avvenuto, come per gli altri distretti attraverso un primo incontro ad aprile 2015 con i rappresentanti sindacali locali, seguito, a maggio 2015, da un secondo incontro con tutti i medici di medicina generale del territorio. Il tutto è stato comunicato ai pazienti con una nota scritta, che segnala che dal mese di giugno progressivamente allo scadere dei singoli schemi terapeutici, il riferimento non sarà più il Laboratorio di Rivoli, bensì il proprio medico di famiglia.
In merito alla preoccupazione manifestata da alcuni utenti per l'ipotetica necessità di dover effettuare il prelievo presso altri centri privati, disponibili a consigliare anche la terapia, si è ribadito che si tratta di un'ipotesi priva di fondamento.
Va precisato che presso il Laboratorio analisi di Rivoli non chiude affatto l'ambulatorio per la TAO, continuando - questo - a seguire sempre i pazienti di nuova induzione, quelli più complessi, nonché quelli a domicilio.
In numeri: nel distretto di Giaveno, su 867 pazienti in TAO e 434 terapie, continuano ad essere seguite dal laboratorio analisi e 433 diventano da giugno 2015 di pertinenza di singoli medici generali: mediamente, quindi, i pazienti in terapia TAO in carico ad ogni medico sono 21.
Per far fronte alle preoccupazioni di alcuni medici di medicina generale, l'ASL TO3 ha organizzato incontri di formazione e aggiornamento come ad esempio quello già previsto per il prossimo 2 luglio.
Tra pochi giorni sarà inoltre possibile l'invio a domicilio (del paziente o di persona da lui indicata) dell'esito dei prelievi, riducendo anche il disagio del ritiro.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 516 presentata dal Consigliere Marrone, inerente a "Diritto all'assistenza per il piccolo Mattia"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 516, presentata dal Consigliere Marrone, che ha la parola per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Credo che l'Assessore Saitta sappia di chi parlo. Ovviamente, per tutela della privacy, non ho scritto il cognome, però Mattia è un bambino di Torino che non ha neanche due anni, spesso ricoverato al Regina Margherita, che ha la sfortuna di aver accumulato su sé due sindromi rarissime (sindrome di Angelman e sindrome Ring 14) ed è l'unico caso al mondo che assomma entrambe queste patologie rare, che peraltro creano una situazione sanitaria che lo vede bisognoso di un'assistenza continua perché sono continue le crisi epilettiche così come è molto pesante la terapia farmacologica.
La famiglia, in particolare la mamma, ha oggettivamente non solo bisogno, ma diritto - come sancito dalla Costituzione - a un'assistenza che vada incontro a questa situazione che è di particolare e rarissimo, quasi unico al mondo, disagio.
Da quello che è a nostra conoscenza, al momento è stata garantita un'assistenza di sole 10 ore alla settimana, peraltro presso Collegno, e dalla Regione Piemonte sarebbe stata offerta una sistemazione in una struttura, ma a Tortona, determinando una sorta di obbligo per i familiari a dover rinunciare alla presenza e alla compagnia costante del piccolo, una specie di divisione del nucleo familiare dal bimbo.
Quello che chiediamo oggi è che l'Assessore Saitta ci dica quali sono le misure che questa Giunta regionale intende offrire e proporre alla famiglia di Mattia, in modo da consentire che l'assistenza medica e sanitaria necessaria sia garantita, nel quadro però di una famiglia che possa rimanere unità per poter dare anche l'affetto che questo bambino merita e non essere invece strappata allontanandolo in una struttura che si trova addirittura in un'altra provincia, con tutte le difficoltà anche logistiche di collegamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Il caso del bimbo e della sua famiglia è conosciuto dai servizi ASL TO3 fin dalla sua nascita (circa due anni fa). Per Mattia è stato infatti attivato uno specifico progetto di presa in carico domiciliare non appena fatta richiesta da parte dei genitori nel 2013, ma dato il prolungato ricovero presso l'ospedale Regina Margherita è stato preso in carico effettivamente, a marzo 2014 (dopo il rientro in ospedale).
A settembre 2014, vista la situazione di forte instabilità e di resistenza clinica alle terapie somministrate, è stata meglio organizzata ed integrata la presa in carico con attivazione di un ampio (ed unico in ASL) progetto di assistenza domiciliare integrata, con coinvolgimento contemporaneo di pediatra, fisiatria, personale infermieristico delle cure domiciliari, specialisti volta per volta necessari, e con la somministrazione di tutti i presidi e il materiale sanitario fornito direttamente dall'ASL.
In particolare, al piccolo Mattia l'ASL TO3 fornisce, oltre alla presa in carico clinica da parte delle citate professionalità specialistiche presidi quali ad esempio il materiale preparatorio per la nutrizione entrale, i necessari presidi per la ventilazione respiratoria, le attrezzature statiche per sollevarlo dal lettino onde evitare piaghe da decubito, i pannolini necessari per l'incontinenza e tutti i farmaci prescritti. Riceve, fra l'altro, le prestazioni di fisioterapia domiciliare richieste dall'ASL TO3 e fornite in convenzione dal fisiatra della Fondazione Don Gnocchi.
Come progetto di supporto ai genitori, sono attualmente assegnate 24 ore settimanali sostenute a metà fra il distretto sanitario ASL TO3 e CISAP (consorzio assistenziale), tenuto conto che l'intera presa in carico sanitaria e assistenziale deve essere elastica a causa dei frequentissimi e continui ricoveri ospedalieri al Regina Margherita, quindi con attivazione immediata della presa in carico in tutti i periodi di ritorno a domicilio.
I genitori hanno avanzato richiesta di contributo economico, peraltro previsto dalla DGR 56 del 2010 (fondo per le non autosufficienze) e sono in attesa di poter ricevere tale contribuzione.
Si tengono periodicamente incontri fra tutti i referenti sanitari del progetto di presa in carico di Mattia (pediatra, neuropsichiatria infantile, commissione disabili adulti, servizi sociali, cure domiciliari e direzione distretto) ed i genitori. L'ultimo incontro di aggiornamento in ordine di tempo si è tenuto in data 27 maggio 2015.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 517 presentata dal Consigliere Valle, inerente a "Fondazione Ordine Mauriziano"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 517, presentata dal Consigliere Valle, che ha la parola per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione arriva a seguito dell'audizione che abbiamo avuto due settimane fa in Commissione e che riguardava lo stato delle finanze dell'Ordine Mauriziano, che oggi ha tra i suoi scopi principali la valorizzazione e la tutela di alcune parti importanti del patrimonio storico e culturale della nostra Regione e che, come ci illustrava il Commissario nel corso della seduta, ha di fronte a sé una prospettiva difficile dal punto di vista finanziario, perché ha ormai esaurito tutti i fondi di scorta e ha messo mano in maniera ormai irreversibile al patrimonio con cui poteva ancora far fronte alle proprie esigenze di carattere economico circa la gestione ordinaria.
Tra le varie informazioni che abbiamo potuto acquisire nel corso della Commissione, c'era anche quella relativa a due contenziosi aperti con la Regione: uno rispetto a dei debiti pregressi relativi ancora al tempo in cui l'Ordine svolgeva funzioni di carattere sanitario e l'altro invece relativo all'affitto di due presisi ospedalieri che sono ancora utilizzati adesso dal Servizio Sanitario Regionale e che, ovviamente, possono risultare determinanti circa la costruzione di un bilancio equilibrato per la Fondazione per dare più respiro all'azione di questo importante presidio culturale.
Pertanto è interessante poter avere un punto circa lo stato di avanzamento delle trattative tra Regione e Fondazione relativamente alle prospettive che la Giunta ha in mente per affrontare questi temi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Il collega Valle giustamente pone un tema sicuramente di grande interesse, ma è un tema sul quale il Consiglio regionale non si era soffermato a sufficienza. E' un tema nuovo per questo Consiglio, ma posso testimoniare per esperienza diretta che è un tema che è stato, ahimè lungamente dibattuto dal 2000, dal 2005 e forse anche prima.
La situazione che ereditiamo è complessa e questa Giunta deve trovare una risposta ai problemi non risolti in passato (e penso, in generale, al tema dell'Ordine Mauriziano) per scelte non sempre logiche, e non aggiungo definizioni diverse.
Su questa situazione finanziaria della Fondazione Ordine Mauriziano, i Consiglieri regionali hanno ascoltato - com'è stato riferito anche dai giornali - le parole in Commissione cultura da parte del Commissario Zanetti, che ha descritto una situazione preoccupante. In effetti, la Regione Piemonte dal 2008 non paga l'affitto relativo all'ospedale di Lanzo e nemmeno quello della sede di Valenza.
Per quanto riguarda questi edifici, che erano di proprietà dell'Ordine Mauriziano, in seguito ai cambiamenti che sono avvenuti - ma un giorno ne possiamo parlare anche con maggiore precisione - si decise che venissero dati in comodato ad uso gratuito alla Regione Piemonte (di fatto all'ASL) dal 2008, però scattava, l'affitto. Quindi, dal 2008 bisognava pagare l'affitto, e l'affitto non è stato pagato.
L'assurdo è che noi avevamo delle strutture utilizzate dal punto di vista sanitario e il sistema sanitario locale, complessivamente, la Regione non pagava l'affitto. Per cui il commissario, giustamente, pone il problema del pagamento degli affitti per il passato.
E' da un po' che ci lavoriamo, che ci lavoro insieme al collega Reschigna; stiamo raccogliendo gli ultimi elementi, ma abbiamo quasi concluso un'ipotesi transattiva basata sul pagamento dell'affitto, che è dovuto, scontato però degli interventi di manutenzione straordinaria che nel frattempo, sono stati fatti.
Questa ipotesi, che ancora va definita nei particolari, è un'ipotesi che il commissario Zanetti e la Fondazione ritengono possibile e compatibile. Su questo ci dovrebbe essere un'intesa, e quindi viene chiusa questa partita: vuol dire che paghiamo i locali che utilizziamo (che non è una cosa straordinaria), e che non vengono pagati dal 2008.
Poi c'è l'altra questione, molto più complessa e molto più delicata sulla quale c'è un contenzioso lunghissimo - parliamo del periodo in cui Assessore era D'Ambrosio - per attività sanitarie non riconosciute all'Ospedale Mauriziano, in due settori: uno riguardante attività svolte direttamente lì e l'altro relativamente ad attività svolte dall'allora Ordine Mauriziano a Candiolo. Non ricordo la cifra in termini assoluti, ma parliamo di cifre consistenti.
Il contenzioso è in corso e stiamo cercando, per quello che possiamo di fornire nel dibattimento elementi utili a contenere il più possibile cioè ad immaginare una soluzione che sia basata su ciò che la Regione deve pagare concretamente per funzioni svolte per il sistema sanitario, che poi non sono state riconosciute: di fatto, è questo quello che è capitato.
Per dare un'indicazione sommaria, negli anni 2000 venne deciso di non riconoscere più al Mauriziano le risorse assegnate. Questo determinò una grave situazione dal punto di vista finanziario dell'Ente, che ha dovuto ricorrere a prestiti e ad oneri finanziari enormi, e poi portò al commissariamento con vari problemi relativi al Commissario nominato.
C'era il patrimonio dell'Ordine Mauriziano. Tra l'altro, anche in virtù di quelle decisioni, non sempre straordinarie, si è giunti alla vendita di gran parte di un patrimonio straordinario (parlo anche di terreni e cascine).
Quella vicenda si è conclusa e oggi, per questo destino che c'è nella vita - se così possiamo dire - noi dobbiamo occuparci di dare una risposta agli errori che sono stati commessi nel passato.
Quindi, su Lanzo e Valenza pensiamo di chiudere velocemente la questione; sul resto, è aperto un contenzioso che, a un certo punto, dovrà concludersi. E' chiaro che dobbiamo fare in modo che, per quanto riguarda la Regione, sia il meno oneroso possibile, però è chiaro che bisogna arrivare ad un conclusione.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione n. 518 presentata dal Consigliere Boeti, inerente a "Prescrizione alle Aziende sanitarie regionali per l'impiego del farmaco Avastin nel trattamento delle maculopatie" (ritirata)


PRESIDENTE

L'interrogazione n. 518 presentata dal Consigliere Boeti è stata ritirata dal proponente.


Argomento: Trasporti aerei

Interrogazione a risposta immediata n. 519 presentata dal Consigliere Barazzotto, inerente a "Futuro dell'aeroporto di Cerrione: la Regione valuti lo spostamento dell'elisoccorso da Borgosesia"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione a risposta immediata n. 519, presentata dal Consigliere Barazzotto, che ha la parola per l'illustrazione.



BARAZZOTTO Vittorio

La sintesi l'ha già fatta lei Presidente nell'esposizione, anche perch l'interrogazione è molto chiara. La Regione Piemonte, in maniera anche comprensibile, ha annunciato la propria dismissione delle quote nella società dell'aeroporto di Cerrione.
Quest'ultimo serve le province di Biella e di Vercelli e possiede alcune caratteritiche, commisurate alla tipologia di scalo, che lo inseriscono fra i primi posti a livello nazionale. E' dotato di apparecchiature avanzate ed occupa un centinaio di persone, tra assunti direttamente e indotto creato.
Per questo motivo ci si pone il problema dell'utilità e se la Regione intende spostare l'elisoccorso da Borgosesia, utilizzando l'aeroporto di Cerrione, in quanto il semplice utilizzo per questa funzione ne garantirebbe la sopravvivenza ed un eventuale rilancio.
E' un peccato bruciare decine e decine di milioni di euro che sono stati spesi in alcuni decenni per realizzare un aeroporto. Una struttura che, in Italia, è una di quelle cose più complicate e più burocratiche dal punto di vista amministrativo. Lo smantellamento, invece, richiede all'incirca un giorno di attività.
Dato che ci sarebbero delle società intenzionate a svilupparsi e siccome tale aeroporto è in prossimità della zona montana, la domanda è molto chiara: la Regione intende utilizzare eventualmente l'aeroporto di Cerrione al posto di quello di Borgosesia per il servizio di elisoccorso?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Non intervengo e non esprimo neppure un giudizio sul futuro e sul passato dell'aeroporto di Biella, nel senso che mi trattengo dall'esprimere un'opinione sulla scelta che è stata compiuta.
So che c'è un dibattito in corso di cui ho letto, abbastanza ricorrente, cioè quello di utilizzare una struttura che ha richiesto parecchi investimenti, ma so perfettamente della dimensione economica del problema.
Il tema dell'elisoccorso nell'aeroporto di Biella è, in qualche maniera, una modalità che potrebbe consentire di dare una risposta, per quello che ho capito anche abbastanza parziale rispetto alla complessità e alla difficoltà economica.
Per cui mi limito a fare soltanto qualche considerazione per quanto riguarda la domanda specifica, rinviando ovviamente al Vicepresidente Reschigna e all'Assessore De Santis il tema più generale, sul quale però mi pare che il Presidente Chiamparino abbia già avuto modo di esprimere un'opinione anche abbastanza netta.
Però sulla questione del 118 e dell'elisoccorso volevo soltanto informare il collega e il Consiglio che l'allocazione di una base operativa del servizio di elisoccorso nell'area della Valsesia ha motivazioni di carattere operativo e collocazione di carattere geografico.
La base operativa è stata posizionata presso la vecchia sede dell'ospedale di Borgosesia, mentre veniva prevista una nuova struttura nell'ambito della progettazione e realizzazione del nuovo ospedale.
La nuova base operativa di Borgosesia è situata nelle immediate vicinanze del presidio ospedaliero, ma in posizione idonea a limitarne l'interferenza anche in termini di rumorosità sul centro abitato.
Attualmente tale base operativa è dotata di eli-superficie illuminata autorizzata dall'ENAC e di locali di stazionamento per il personale, di hangar per la manutenzione e il ricovero del mezzo aereo e del servizio antincendio.
Il mezzo di Borgosesia svolge circa 650-700 missioni all'anno sul territorio di competenza.
Nel 2013 è stata completata la realizzazione del nuovo ospedale di Biella, ora pienamente operativo, presso il quale è stata realizzata una eli-superficie già abilitata per il volo notturno.
A partire dal 1° novembre 2014 in Piemonte è stato avviato il servizio del volo notturno, in applicazione delle nuove normative europee che consentono l'estensione del servizio di elisoccorso anche nelle ore notturne.
Sono così stati individuati i campi sportivi dotati di impianto di illuminazione in quanto rispondono ai criteri indicati nel regolamento europeo. La presenza dei campi sportivi illuminati resi disponibili e utilizzabili per il servizio di elisoccorso rende capillare e diffusa la possibilità di fruire di una concreta riduzione dei tempi di trasporto dai siti di intervento dei mezzi a terra o dalle strutture sanitarie territoriali verso le strutture ospedaliere della rete.
Nel territorio regionale, come si sa, abbiamo alcune elisuperfici già attive per il volo notturno del 118 (tra cui, per rimanere nel quadrante interessato, Vercelli, Novara, Crescentino, Borgosesia, Biella e Borgo d'Ale) e sono molti i Comuni che hanno già attivato la procedura e stanno completando l'iter per mettere a disposizione altre elisuperfici.
Allo stato attuale gli investimenti - così mi è stato riferito dagli Uffici e credo che la motivazione sia condivisibile - per l'elisuperficie di Borgosesia sono stati ammortizzati. La struttura svolge in modo adeguato la sua funzione, dal punto di vista tecnico e operativo non si ravvedono criticità ed essendo opera recente può prevedersi l'utilizzo ancora per un lungo periodo. Non ci sono costi di locazione e i costi di utenza e l'investimento per la parte antincendio dovrebbero essere comunque sostenuti anche presso l'aeroporto di Cerrione e solo una convenzione completamente gratuita potrebbe essere ritenuta vantaggiosa. Mi pare che l'obiettivo di Cerrione, avendo problemi di carattere economico, sia quello di fare una convenzione gratuita.
L'attuale capacità operativa notturna potrebbe trovare limitazioni operative su un aeroporto che è soggetto - può sembrare assurdo - a normative maggiormente restrittive rispetto alle modalità per interventi da parte dell'elisoccorso.
Non c'è evidenza, sempre sul piano tecnico, che lo spostamento della base arrechi vantaggi a livello di interventi operativi.
Resta invece inconfutabile - il resto sono valutazioni di carattere tecnico - dal punto di vista di collocazione, il fatto che l'area della Valsesia e dell'Ossola e le valli collegate, nonché il comprensorio turistico del Monte Rosa, rappresentino un territorio di particolare complessità e quindi meritevole di particolari attenzioni dal punto di vista dell'organizzazione dei servizi di emergenza.
Ho comunicato il contenuto di queste valutazioni più di ordine tecnico sia al Presidente della Provincia sia al Sindaco di Biella che, in una lettera inviata al Vicepresidente Reschigna, ponevano il problema dell'utilizzo dell'aeroporto di Biella per quanto riguarda l'elisoccorso.
La situazione è questa.
In sostanza, al di là delle valutazioni che possono essere fatte dal punto di vista economico, qualora si dovesse decidere dello spostamento oltre ad esserci problemi di carattere operativo e di copertura di zone che non mi sembra rilevante, resta il fatto che i vantaggi economici agli effetti del salvataggio della SACES, sarebbero effetti limitati. Dopodich la valutazione più complessiva, è una valutazione che non mi compete, io esprimo soltanto un giudizio in relazione al problema.


Argomento: Telecomunicazioni - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 520 presentata dal Consigliere Campo, inerente a "Approvazione della proposta di convenzione tra CINECA e Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 520, presentata dal Consigliere Campo, che ha la parola per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
La domanda che ci viene spontanea quando ci troviamo di fronte queste cose è: perché facciamo azioni di questo genere che appaiono chiaramente scoordinate e prive di una pianificazione? Sul tema dell'agenda digitale il Piemonte era partito bene all'inizio degli anni 2000, 2002, 2005 (i piani di E-Gov), quando si fecero sistemi informativi per l'agricoltura e per il lavoro, ma misteriosamente nulla per la sanità. Per la sanità ogni ASL va per i fatti suoi, manca tutt'oggi un'integrazione, tant'è che non si ha il controllo di cosa succede in sanità. Anche su tutta la parte documentale, ogni ASL ha i suoi sistemi fornisce delle informazioni nelle sue modalità. Dall'Assessorato ci saremmo aspettati, visto anche il piano di rientro che prevedrebbe un'omogeneizzazione dei sistemi informativi, un'armonizzazione degli stessi, un'integrazione, o almeno un approccio strategico. Approccio strategico che, almeno nella lettera di quello che era il Patto della salute, è dichiarato tale, ma vediamo che anche a livello nazionale questa parte di agenda digitale sanitaria è rimasta lettera morta.
Ci ha colpito con un po' di stupore vedere che è stato affidato al consorzio interuniversitario CINECA, un ente di livello nazionale l'utilizzo di un cruscotto, cioè di un sistema che permette di visualizzare tutta una serie di informazioni a livello coordinato per i dati sanitari piemontesi, il tutto in forma gratuita per un anno, sostanzialmente nella forma di prova e poi vedi e paga. Questo quando la Regione stessa ha risorse proprie, interne, sotto forma di una cosa analoga al CINECA nel Consorzio per il Sistema Informativo del Piemonte, il quale ha addirittura avuto negli ultimi anni una cosiddetta business unit dedicata integralmente alla questione sanità, cui la Regione stessa, nelle sue delibere, ha affidato il compito di coordinare, uniformare, integrare i sistemi informativi anche per il settore sanitario.
Il 30 maggio esce sui giornali - l'ho letto su Il Fatto Quotidiano - un articolo che racconta come il CINECA non abbia neanche le caratteristiche di struttura in house, non sia neanche pubblico (al suo interno ci sono università come la Bocconi e lo IULM di natura privata) e quindi non dovrebbe essere trattato come fornitore cui si possono affidare le cose direttamente. E' chiaro che qui siamo nel caso di una fornitura gratuita per un anno, di qualcosa che si prova e poi si vedrà, ma diciamo che è un approccio un po' originale, soprattutto perché scoordinato. Non solo, in realtà neanche gratuito.
Noi forniamo a questo Consorzio i dati sanitari della regione Piemonte perché possano trarne profitto, diciamo, fin tanto che ci forniranno il servizio di prova. E' chiaro che questi dati, che riguardano i dati sanitari piemontesi, sono di grande appetibilità dal punto di vista soprattutto di privati, interessati a fornitori al servizio sanitario pubblico. Mi sarei aspettato anche una maggiore attenzione nel voler fare un'operazione di questo genere. Di nuovo, come minimo, avrei preferito che quando si affrontano questi temi, vista una chiara mancanza di strategia sulla questione dell'informatizzazione, si passasse dalla Commissione.
Ci chiediamo se non sia il caso di rivedere la delibera.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola all'Assessore vi chiedo, sia ai Consiglieri che agli Assessori, di stare nei tempi perché stiamo sforando parecchio e abbiamo ancora cinque interrogazioni.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

L'articolo de Il Fatto Quotidiano citato dal Consigliere Campo fa riferimento ad una fattispecie di natura diversa, in quanto riguarda affidamenti diretti di servizi informatici a pagamento e non la fruizione di servizi a titolo gratuito. Credo sia essenziale ricordare questo. Lo premetto subito all'inizio, perché questa è stata la conclusione dopo una serie di accuse: lo dico all'inizio, così rende anche coerenti le pochissime informazioni che darò.
Nel nostro caso parliamo della convenzione con il Consorzio CINECA, di cui è stato ricordato anche in questa sede la composizione. Io aggiungo, solo per completarne l'organigramma, che ci sono anche il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca (il MIUR) e il CNR, oltre che le Università. La convenzione con il Consorzio CINECA, approvata con delibera del 9 febbraio, prevede che la Regione Piemonte - mi pare che la stessa cosa faccia la Regione Veneto - fruisca a titolo gratuito per 12 mesi dei servizi informativi assicurati dal sistema di indicatori denominato ARN, a titolo gratuito per 24 mesi dei servizi informativi assicurati dal sistema di indicatori denominato Core Report e che trascorsi questi periodi, decida se e come, eventualmente, procedere.
Ad oggi CINECA è l'unica realtà che ha realizzato sistemi di indicatori clinici riconosciuti a livello nazionale, verso i quali abbiamo interesse per la gestione del sistema sanitario. Nel rispetto della normativa vigente sul trattamento dei dati sensibili, i dati forniti a CINECA dalla Regione Piemonte sono esclusivamente in formato anonimo e le eventuali successive elaborazioni dovranno essere esclusivamente di carattere statistico e aggregato.
La concessione a titolo gratuito a favore di CINECA del diritto non esclusivo alla fornitura a soggetti pubblici e privati di statistiche aggregate è in linea con le disposizioni di cui al D.lgs. 24 gennaio 2006 n. 36. Aggiungo che queste motivazioni, indicate chiaramente nella deliberazione in cui sono riportate anche le finalità, ci portano a dire che al momento le condizioni per sospendere la delibera non esistono.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 521 presentata dal Consigliere Mighetti, inerente a "Richiesta di derivazione idrica del Fiume Bormida nell'area ex ACNA di Cengio"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 521, presentata dal Consigliere Mughetti, che ha la parola per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

In maniera veloce ripercorro la questione, di cui già nelle scorse settimane ho avuto occasione di parlare con l'Assessore.
La Syndial è la società controllata da ENI che sta compiendo le operazioni di bonifica nel sito ACNA, a Cengio: si tratta del sito di importanza nazionale che insiste sul Fiume Bormida e l'ACNA è l'azienda che per un centinaio di anni ha inquinato il Fiume Bormida.
Negli ultimi anni le operazioni di bonifica sono andate avanti e adesso ci troviamo in una condizione che desta alcune preoccupazioni, nel senso che la Syndial richiede una concessione idrica di 300 litri al secondo da attingere dal Fiume Bormida, su una presa esistente ma che comunque lascia adito ad alcuni pensieri. Nello studio di impatto ambientale allegato alla richiesta di derivazione, cioè, non si comprendono bene le motivazioni e gli usi specifici che si fanno di quest'acqua.
Da una parte c'è un uso che attiene alla bonifica in quanto, seppure in maniera che stigmatizziamo un po' nel merito dei fatti, si tende ad utilizzare queste acque provenienti da monte del sito ACNA per diluire gli inquinanti ancora presenti nell'area e che vengono trattati attraverso appositi meccanismi di bonifica; dall'altro non capiamo alcune locuzioni che si trovano nello studio di impatto ambientale, che fanno riferimento ad un futuro sviluppo industriale della zona.
Fermo restando che nel Piano territoriale regionale ligure quest'area è indicata come preposta per la logistica, non si comprende cosa possano c'entrare questi 300 litri al secondo con la logistica, perché una portata di questo genere può riguardare uno sviluppo industriale di altro tipo, per esempio uno sviluppo chimico, che desta veramente grosse preoccupazioni per gli abitanti della Val Bormida.
Per questo chiediamo all'Assessore se sia stata analizzata la documentazione, se siano state approfondite alcune tematiche con la Regione Liguria, tanto da evidenziare se debbano essere mosse delle osservazioni in merito al provvedimento che si andrà ad adottare in quella Regione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Con nota del 18 giugno 2015, la Regione Liguria comunicava all'Amministrazione scrivente l'avvio del procedimento di valutazione di impatto ambientale regionale relativo al progetto di rinnovo della concessione di derivazione del Fiume Bormida proposta dalla Syndial S.p.A.
Nell'ambito di tale procedimento, la Regione Piemonte è chiamata ad esprimere il proprio parere, ai sensi dell'art. 30, comma 2, del D.lgs. n.
152/2006, in quanto l'intervento, ancorché localizzato interamente in territorio ligure, potrebbe determinare effetti ambientali sul tratto piemontese del Fiume Bormida.
Come descritto nella scheda riassuntiva pubblicata sul sito internet della Regione Liguria, il progetto consiste nel rinnovo quindicennale di concessione a derivare tre moduli di acqua, pari a 300 litri al secondo dal Fiume Bormida di Millesimo, mediante esistente opera di presa, al fine di alimentare l'impianto di trattamento di acque reflue ITAR che depura acque di falda contaminate e acque fognarie conferite dai Comuni di Cengio Millesimo, Roccavignale e Cosseria, e per altri usi industriali.
In data 23 e 25 giugno sono state trasmesse per le vie brevi dalla Regione Liguria le documentazioni progettuali presentate dal proponente con il conseguente perfezionamento degli adempimenti necessari.
In considerazione della peculiarità della derivazione richiesta, che incide su un sito ad alto rischio ambientale (SIN), da assoggettare necessariamente ad interventi di bonifica di interesse nazionale ed in ordine al quale è in corso un procedimento giudiziario per il risarcimento del danno ambientale subito dalla Valle Bormida, la Regione Piemonte ha prontamente trasmesso in data 22 giugno la nota della Regione Liguria al Ministero dell'Ambiente, per un suo formale coinvolgimento.
Successivamente, gli Uffici regionali hanno attivato l'organo tecnico per gli adempimenti istruttori relativi alla partecipazione della Regione Piemonte alle procedure di VIA, individuando nella Direzione Ambiente governo e tutela del territorio la struttura regionale competente, nonch le altre strutture regionali interessate all'istruttoria.
I funzionari della Direzione Ambiente, poi, proprio oggi, 30 giugno 2015, sono a Genova in una seduta pubblica di presentazione dell'istanza da parte del proponente, al fine di meglio approfondire i possibili impatti della derivazione richiesta, individuare gli Enti locali i cui territori sono coinvolti dall'opera richiesta, nonché valutare la necessità di richiedere eventuali osservazioni necessarie per le formulazioni del parere regionale.
Siamo ben intenzionati, quindi, e presenti sul tema per fare tutte le osservazioni del caso come Regione Piemonte.
Grazie.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 522 presentata dalla Consigliera Batzella, inerente a "Assegno di cura - rispetto sentenza del TAR"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 522, presentata dalla Consigliera Batzella, che la illustra.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Confidavo nella presenza dell'Assessore Saitta, ma vedo che non è in Aula. Alla mia interrogazione risponderà, dunque, l'Assessore Ferrari?



PRESIDENTE

Sì.



BATZELLA Stefania

In realtà, ci tenevo in modo particolare alla presenza dell'Assessore Saitta perché l'interrogazione non tocca solo la parte socio-assistenziale ma anche la parte sanitaria.
Detto questo, ho presentato l'interrogazione in oggetto perché volevo ricevere delle informazioni sia in merito agli assegni di cura, sia rispetto alla sentenza del TAR (il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di sospensiva della sentenza n. 156/2015 del TAR del Piemonte e l'esame è rinviato al 15 ottobre).
Vorrei ricordare che in Piemonte ci sono 21.000 non autosufficienti tra anziani, disabili e minori, che attendono l'assegno di cura. Di questi solo 6.000 sono in carico al Comune di Torino e ricevono un contributo di circa 600 euro. Altri 11.000, in Piemonte, percepiscono il contributo, ma sono a rischio.
Volevo chiedere, quindi, come mai non vengono erogati gli assegni di cura a coloro che ne fanno domanda per la prima volta. Infatti, si garantisce l'erogazione ai soggetti che ho appena citato, ma non viene erogata ai nuovi casi che presentano la domanda.
Mi chiedo, altresì, perché non venga applicata la delibera del TAR: la Giunta regionale, infatti, ha l'obbligo di dare attuazione alla sentenza in cui viene anche precisato che gli interventi domiciliari non possono essere negati con il pretesto della mancanza di mezzi economici. Se la Regione e le forze politiche che finora hanno governato il Piemonte non hanno saputo usufruire e spendere al meglio le risorse, spendendo molto di più rispetto a quanto hanno incassato, vorrei sapere per quale motivo devono essere i cittadini, soprattutto gli ammalati e i più bisognosi, a non ricevere l'assistenza domiciliare o l'assistenza di cura.
Volevo porre anch'io all'attenzione dell'Aula il caso del piccolo Mattia Maffei, l'unico bambino al mondo affetto da due sindromi genetiche rare: parliamo di un bambino che ha 28 mesi di vita e che ne ha trascorsi 23 in ospedale; un bambino che non parlerà mai, che non camminerà, che non potrà giocare e che non vivrà una vita come tutti gli altri. Questo bambino, come tutti gli altri 21.000 pazienti piemontesi, è in attesa di un assegno di cura. E, contrariamente a quanto ho sentito dire dall'Assessore Saitta per questo bambino, così come per tutti gli altri pazienti, non è vero che vengono dati i pannoloni, perché non vengono erogati; l'assistenza infermieristica pediatrica viene riconosciuta solo per 24 ore alla settimana e qualora il bambino venisse ricoverato in ospedale, l'assistenza infermieristica è di sole 12 ore.
Per cortesia, aiutiamo questi ammalati che hanno bisogno di cure e di vedere riconosciuti, finalmente, i loro diritti! Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Batzella.
Colleghi, vi chiedo cortesemente di stare nei tempi previsti altrimenti il Consiglio oggi inizierà davvero tardi.
Risponde l'Assessore Ferrari; ne ha facoltà.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Non sarò all'altezza dell'Assessore Saitta, ma cercherò ugualmente di fornire qualche risposta all'interrogazione testé illustrata.
Innanzitutto ci sono due ordini di problemi: la questione principale che però non è contenuta nell'interrogazione, riguarda le liste d'attesa in relazione alle prestazioni domiciliari, in particolare per i non autosufficienti. Credo che sia certamente il problema più importante che noi abbiamo di fronte e che dobbiamo governare.
Per quanto attiene la responsabilità delle politiche sociali certamente porteremo delle proposte anche alla luce del dibattito e degli incontri che abbiamo avuto in questi mesi, che cercano di affrontare insieme il rapporto tra la delibera n. 18, approvata nell'aprile del 2015 e la delibera n. 39, proprio con l'obiettivo di affrontare il nodo delle liste d'attesa.
L'altra questione che attiene in maniera più specifica all'interrogazione che ci è stata presentata riguarda la documentazione trasmessa all'ASL in merito al rispetto della sentenza del TAR n. 156/2015.
A tal riguardo, in pochissimo tempo, credo che sia opportuno precisare bene quello che è avvenuto.
Come sapete, la Giunta regionale del Piemonte, sia pure faticosamente ha deciso di fare appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR.
La discussione è avvenuta il 4 di giugno, ma in quella sede non è stata respinta dal Consiglio di Stato l'istanza di sospensione della sentenza impugnata del TAR (quindi non c'è stata un'operazione di questo tipo) piuttosto, l'istanza di sospensione è stata regolarmente discussa e in quella discussione si è giunti ad un accordo consensuale tra chi rappresentava la Regione Piemonte, che faceva ricorso al Consiglio di Stato, e chi rappresentava le associazioni resistenti rispetto a quel ricorso. L'accordo consensuale che si è raggiunto ha previsto il rinvio dell'istanza cautelare di sospensione alla seduta del 15 di ottobre e nel contempo - questo è un passaggio importante - l'accettazione verbalizzata della non esecuzione della sentenza del TAR in questo momento.
Quindi noi stiamo vivendo una fase di transizione che è necessario tener presente, perché non possiamo imputare una spesa ulteriore al Fondo sanitario, che dovrebbe essere di circa 45 milioni di euro, dal momento che non sappiamo ancora se è legittima o meno.
Certamente, in attesa di questa definizione ultimativa della situazione, abbiamo fatto e faremo tutto quanto è necessario - l'Assessore Saitta si è mosso in questo senso presso le ASL - per fare in modo che venga garantito il servizio che è già in essere, e, nello stesso tempo esprimiamo l'interesse da parte nostra, come da parte di tutte le associazioni e gli Enti locali coinvolti in questa causa, affinché vengano stabiliti definitivamente i presupposti di legittimità che consentano in ogni caso - quindi sia in un caso che nell'altro - di concordare politiche a favore delle persone non autosufficienti nell'ambito della legalità e, in prospettiva, di miglioramento e di adeguamento della normativa per conciliare le esigenze di tutela e di assistenza con quelle di una corretta gestione finanziaria.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Province - Città metropolitane

Interrogazione a risposta immediata n. 523 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Individuazione delle funzioni di Province e Città metropolitane"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 523, presentata dal Consigliere Berutti, che la illustra..



BERUTTI Massimo

La mia interrogazione ha attinenza alla riforma delle Province e delle Città metropolitane.
La legge 56/2014 (legge Delrio) "Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni" ha ridisegnato confini e competenze delle Province. Considerato che la Giunta regionale il 30 dicembre scorso ha presentato il DDL n. 86 "Principi per il riordino delle funzioni amministrative in attuazione della Legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni)", del quale non è mai cominciato l'esame, in attesa di un nuovo testo, più organico, annunciato dalla Giunta stessa.
Rilevato che tale testo, di cui circolerebbero più versioni informali senza che una versione definitiva e ufficiale sia ancora stata presentata al Consiglio regionale, presenterebbe già alcune lacune, come segnalazioni giunte al sottoscritto da più parti.
Considerato che, in particolare, non vi sarebbe alcun riferimento rispetto alle aree protette gestite dalle Province e ciò potrebbe creare problemi di gestione, controllo e pianificazione allorquando le stesse saranno solo un Ente di area vasta con funzione di coordinamento.
Tenuto conto che mancherebbe il richiamo all'attuazione della l.r.
12/2010 "Recupero e valorizzazione del patrimonio escursionistico del Piemonte" con il rischio che l'attività relativa alla sentieristica si disperdano e venga meno il supporto degli operatori provinciali al ruolo di coordinamento del servizio regionale.
Considerato, inoltre, che non vi sarebbe alcun riferimento ai Centri per l'Impiego, che sono un importante punto di riferimento sul territorio per numerosi lavoratori e aziende, diretti a contrastare il problema della disoccupazione Rilevato che tra le funzioni che il DDL trasferirebbe le Province in materia di caccia non sarebbe prevista la vigilanza, determinando così incertezza sui soggetti e sulle modalità con cui tale attività dovrà poi essere svolta.
Ritenuto opportuno e necessario risolvere tali problematiche sotto il profilo sostanziale, si interroga in che modo si ritenga di garantire predisponendo il disegno di legge, l'individuazione puntuale che la Regione intende conferire a Province e a Città metropolitane al fine di salvaguardare e non disperdere l'attività amministrativa svolta dagli enti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
La parola all'Assessore Reschigna, per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Berutti faceva riferimento al disegno di legge assunto dalla Giunta regionale alla fine dell'anno scorso. Quel disegno di legge non ha avviato nessun iter per la semplice ragione, come ho avuto più volte modo di spiegare, che si tratta di un disegno di legge di principi che serviva unicamente per garantire il rispetto dei termini dell'avvio di un procedimento legislativo rispetto all'accordo firmato a livello nazionale.
Nel frattempo, però, è proseguita con molta intensità, soprattutto negli ultimi mesi, l'attività dell'Osservatorio regionale; è prevista una nuova convocazione per venerdì prossimo. Ci auguriamo che nella riunione prevista per la settimana prossima l'Osservatorio regionale possa chiudere le proprie attività sull'esame del disegno di legge complessivo che, a questo punto, affronta non sul piano dei principi, ma sul piano del riordino delle funzioni: il riordino dei rapporti tra Regione e Amministrazioni provinciali.
Il Consigliere, nella sua interrogazione, faceva riferimento ad una serie di tematiche che appartengono al dibattito all'interno dell'Osservatorio, alcune delle quali sono già state superate da lavori successivi che sono stati sviluppati all'interno dell'Osservatorio.
E' chiaro che nella predisposizione di questo disegno di legge si è vissuta anche una condizione di incertezza, perché i cambiamenti a livello di legislazione nazionale a volte sono stati repentini e a volte contraddicono l'accordo sottoscritto tra i Presidenti di Regioni e il Governo nazionale e anche la circolare dei Ministri Madia e Lanzetta che ha dato il via libera al riordino delle funzioni.
Quelle intese prevedevano espressamente il fatto che il Governo nazionale chiedesse che non fossero oggetto di riordino tematiche come il mercato del lavoro e la polizia provinciale, perché erano temi che dovevano essere oggetto di riordino a livello nazionale. Poi, sappiamo che nel decreto legge sugli Enti locali assunto dal Governo dieci giorni fa invece, il tema mercato del lavoro viene affrontato in termini completamente diversi, come tematiche che riguardano le Regioni, con una compartecipazione abbastanza irrisoria sotto il profilo degli stanziamenti economici, perché dal nostro punto di vista copre circa un quarto del costo complessivo della spesa, con una compartecipazione da parte del Governo quindi il lavoro dell'Osservatorio si è mosso in mezzo a queste difficoltà.
Quello che presenteremo nelle settimane prossime non sarà un disegno di legge di principi, ma un disegno di legge che affronterà puntualmente sia le funzioni di cui la Regione intende riappropriarsi e della cui gestione intende riappropriarsi, e anche le funzioni che dovranno essere confermate a livello di decentramento amministrativo.
Mi auguro che la Giunta potrà licenziare il disegno di legge in modo tale da consentirne l'avvio all'interno del Consiglio regionale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 524 presentata dal Consigliere Vignale, inerente a "Bando assegni di studio anno scolastico 2014-2015"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 524, presentata dal Consigliere Vignale, che ha la parola per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Durante la discussione della legge finanziaria sono stati approvati due ordini del giorno. Il primo prevedeva l'utilizzo delle risorse non spese relativamente al bando dell'anno precedente, sempre sulla legge 28, il secondo che vi fosse una proporzionalità fra le risorse complessivamente residuate, cioè tanto quelle stanziate sul 2015 quanto quelle avanzate sul 2014, in un rapporto di due terzi, per le attività di trasporto, libri e POF e un terzo per gli assegni di studio e frequenza.
Credo sia importante che vengano forniti due dati fondamentali. Uno è quello relativo al quantitativo economico, però la Giunta dovrebbe riprendere quanto è dato dall'indirizzo del Consiglio regionale, ma soprattutto la tempistica relativa alla pubblicazione del bando, perché uno dei due ordini del giorno votati prevede non solo la pubblicazione e lo stanziamento di risorse, ma anche modalità innovative come il voucher e l'assistenza dei Comuni e non più l'attività di istruttoria delle amministrazioni comunali.
Questo garantirebbe uno sveltimento dei tempi, ricordando sempre che siamo indietro di un anno. Già l'anno scorso il bando è stato pubblicato a fine novembre o ai primi di dicembre, ma è evidente che prima si pubblica questo bando, pur senza riuscire a garantire certezze alle famiglie per l'anno a venire perché siamo un anno indietro, si prova a recuperare una parte del tempo che, per motivi differenti, è stato perso.
Posto che le risorse sono state individuate, le modalità già utilizzate l'anno scorso e due anni fa, sempre migliorabili, sono state individuate chiediamo quando verrà pubblicato il bando con tempi certi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola all'Assessore Pentenero, per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessore alla formazione professionale

Grazie, Presidente.
Credo sia utile dire che tra le priorità che la Giunta si è data per questo periodo di tempo, da quando c'è stata l'approvazione del bilancio vi sia la pubblicazione del nuovo bando sugli assegni di studio; oggi peraltro,così come era stato definito dalla deliberazione, sarà pubblicata la graduatoria 2013-2014.
E' evidente, però, che per poter fare un nuovo bando, dobbiamo avere l'assegnazione delle risorse previste dal PO e quindi, fino a quando non abbiamo le risorse assegnate dal PO, non possiamo fare uscire il nuovo bando. Peraltro, abbiamo dovuto "dare gambe" alla programmazione legata alle risorse dei fondi comunitari, quindi quella che è l'attuale disposizione ci permette soltanto di lavorare con alcune voci previste all'interno del bilancio.
E' evidente però che, come ho detto prima, questa è una delle attività che riteniamo prioritaria, soprattutto per i tempi che implicano e per l'attività cui noi dobbiamo sottostare, anche nel rispetto di quello che è stato l'ordine del giorno approvato da quest'Aula. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Pentenero.


Argomento: Diritto di asilo - Profughi

Interrogazione a risposta immediata n. 525 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Patto di stabilità e accoglienza profughi nei Comuni"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 525, presentata dal Consigliere Graglia, che ha la parola per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Abbiamo appreso che il nuovo piano del Governo Renzi per l'accoglienza dei profughi prevedrebbe una maggiore elasticità nel Patto di stabilità interno per i Comuni disposti ad ospitare questi migranti, tra l'altro Comuni che versano anche in difficoltà economiche e sociali, soprattutto per aver dovuto affrontare diverse e pesanti emergenze per la messa in sicurezza del loro territorio, anche a seguito di eventi atmosferici che li hanno colpiti.
Proprio a causa di questi vincoli imposti dal Patto di stabilità, e ritenuto che i Sindaci devono essere messi nelle condizioni di poter garantire la messa in sicurezza dei propri cittadini, l'interrogazione è rivolta a capire se la Giunta regionale intende adottare lo stesso metodo utilizzato dal Presidente del Consiglio Renzi per svincolare i fondi disponibili dei Comuni bloccati dal Patto di stabilità, al fine di consentire l'intervento per la messa in sicurezza del loro territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde il Vicepresidente Reschigna; prego.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali

Quanto contenuto all'interno del decreto legge sugli Enti locali, circa l'allentamento di Patto di stabilità per importi peraltro non rilevantissimi che riguardano edifici scolastici, la difesa del suolo e la messa in sicurezza del suolo, prevede un rapporto diretto tra Comuni e Governo nazionale; tanto che, in alcuni ambiti, entro domani, scadono i dieci giorni della pubblicazione del decreto legge per la presentazione delle domande da parte dei Comuni al Governo nazionale.
Colgo l'occasione per dire che, all'interno del decreto legge sugli Enti locali, c'è una novità che personalmente considero importante e positiva, rappresentata dall'utilizzo, da parte delle Regioni, del cosiddetto Patto di stabilità verticale, che per il Piemonte vale circa 72 milioni di euro di cessione di quote.
La norma contenuta nella legge di stabilità vincolava pesantemente perché prevedeva che questa cessione di quote di Patto di Stabilità verticale fosse unicamente destinata a saldare i debiti commerciali di Comuni e Province alla data del 30 giugno 2014. La conseguenza del bando che avevamo fatto, come Amministrazione regionale, è che su 72 milioni di euro solo 25 milioni sono stati richiesti da Comuni e Province, perch l'entità dei debiti commerciali era molto limitata.
Quali sono i due elementi di novità contenuti nel decreto legge sugli Enti locali? Il primo è che lo spostamento della data è dal 30 giugno a debiti commerciali al 31 dicembre. Questo spostamento di data non dovrebbe cambiare moltissimo il quadro della situazione: prevedo che al massimo possano essere reimmessi all'interno del Patto di Stabilità verticale ulteriori dieci milioni di euro.
Il secondo è l'aggiunta della parola "prioritariamente". Tale aggiunta dice che, qualora venissero esaurite le quote di Patto di Stabilità verticale a chiusura e a copertura dei debiti commerciali dei Comuni e delle Province - prima al 30 giugno ora al 31 dicembre 2014 - le Regioni possono introdurre ulteriori criteri per la cessione di queste quote di Patto di stabilità verticale.
Noi abbiamo incominciato a ragionare all'interno della Giunta regionale e abbiamo individuato una serie di priorità, che voglio sinteticamente riassumere: in primis, cederemo quote di Patto di Stabilità a favore di quei Comuni e Province che devono restituire soldi alle Regioni, che hanno soldi in cassa e che non lo possono fare, altrimenti fuoriescono dal Patto di stabilità.
Secondo, cedere quote di Patto di stabilità, non per finanziare spesa corrente, ma per finanziare spesa di investimento e, sotto questo aspetto finanziare spesa di investimento a favore di quei Comuni che hanno disponibilità ad operare in questa direzione, dando priorità a due assi di interventi: quelli sugli edifici scolastici e quelli sul dissesto idrogeologico e sulla protezione del suolo.
Questo è l'orientamento.
Nei prossimi giorni, quindi, riapriremo i termini a favore dei Comuni e delle Province, dando priorità allo spostamento dei debiti commerciali dal 30 giugno al 31 dicembre e, successivamente, finalizzandolo per quei criteri e quegli obiettivi che ho cercato di rappresentare.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 16.17 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 16.20)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Accossato, Appiano e Gancia.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame disegno di legge n. 91, inerente a "Modifiche all'articolo 27 della legge regionale 3 maggio 1985, n. 59 (Piano Socio Sanitario della Regione Piemonte per il triennio 1985-1987)"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 91, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana odierna sono intervenuti: il Consigliere Ravetti, in qualità di Presidente della IV Commissione e l'Assessore Saitta.
In sede di discussione generale sono intervenuti i Consiglieri Grimaldi, Bertola, Vignale, Batzella, Allemano, Boeti, Monaco, Mighetti Frediani, Marrone, Porchietto, Campo, Valetti e Bono.
Dichiaro chiusa la discussione generale e procediamo con l'illustrazione degli emendamenti.
Comunico all'Aula che, nella Conferenza dei Capigruppo, il collega Bono aveva gentilmente chiesto se questa Presidenza potesse accordare, dalle 18 alle 19, un'ora per discutere gli atti di indirizzo. La discussione e l'illustrazione degli emendamenti, quindi, andrà avanti fino alle ore 18 e poi, dalle ore 18 alle ore 19 verranno discussi gli atti di indirizzo.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dal Consigliere Grimaldi: L'Art 1 è sostituito integralmente con il seguente testo: "art. 27. Presidi sanitari dell'Unita Socio Sanitaria Locale ex art. 43 della legge 23 dicembre 1978, n. 833. Il presidio Gradenigo è riconosciuto quale presidio dell'Azienda Sanitaria Locale TO 2. I presupposti per il riconoscimento di cui al comma 1 sono: l'ubicazione nel bacino territoriale di azienda sanitaria locale che, sulla base delle necessità demografiche e territoriali, richiede il suo apporto operativo; la dipendenza da una Istituzione o un ente no profit (non avente fini di lucro); la corrispondenza dell'ordinamento dei servizi esistenti a quello degli stabilimenti ospedalieri, come risulta dal regolamento organico del presidio con adeguamento alle disposizioni del d.lgs 229/1999 e successive modificazioni, approvato dal Ministero della Sanità con d.d. (dgrups iv/22033p) del 19/6/2006.
L'Ente titolare del presidio Gradenigo conserva l'autonomia giuridico amministrativa.
I rapporti e le integrazioni dei servizi e delle prestazioni del presidio Gradenigo con quelli dei presidi gestiti direttamente dall'ASL TO 2 sono definite da specifiche convenzioni tra l'ASL e l'Ente titolare, nel rispetto dell'autonomia tecnico funzionale del singolo presidio, in coerenza con gli accordi contrattuali di cui all' art. 8 quinquies.
Le convenzioni di cui al comma precedente sono stipulate sulla base di uno schema tipo di convenzione approvata dalla Giunta Regionale sentita la competente Commissione consiliare.
L'ottemperanza alle previsioni di cui all'articolo 4 comma 12 ed all'articolo 15 undecies del Dgl.s 502/92 costituisce presupposto per il mantenimento del riconoscimento a presidio di azienda sanitaria locale".
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 1), così come alcuni emendamenti, fra cui l'ultimo presentato dall'Assessore Saitta e l'emendamento n. 210) del Movimento 5 stelle, serve più a semplificare la nostra azione emendativa, nel senso che esplica tutti i punti che poi vedremo successivamente. Abbiamo detto, così come ha detto l'Assessore Saitta in Conferenza dei Capigruppo (e spero anche il Movimento 5 Stelle) che questi tre emendamenti servono semplicemente a raffigurare la situazione, per poi toglierli al momento della votazione, in modo da trovare il massimo consenso.
Dico, in fretta, cosa contiene.
Al punto iniziale spiega quali devono essere i presupposti per i riconoscimenti di cui al comma 1. Il punto a) spiega che l'ubicazione deve essere nel bacino territoriale di appartenenza dell'ASL di riferimento e deve essere sulla base, ovviamente, delle necessità demografiche e territoriali; il punto b), ovviamente, spiega il tipo di dipendenza dall'istituzione, ed è quello su cui divergiamo rispetto alla proposta della Giunta, cioè il "senza fini di lucro"; il punto c), invece, prevede la corrispondenza dell'ordinamento dei servizi sanitari a quello degli stabilimenti ospedalieri, così come risulta dal regolamento organico.
Abbiamo voluto citare le disposizioni del D.lgs. n. 229/1999 e le successive modifiche, che poi hanno portato lo stesso Ministero della Sanità, nel 2006, in qualche modo, a siglare l'accordo con il Gradenigo proprio perché in quegli anni non solo è stata registrata l'equiparazione con il Presidio pubblico, ma anche il tipo di concorso e i futuri e possibili rientri all'interno della sanità pubblica dei dipendenti del Gradenigo, quindi ci sembrava giusto citarlo.
Ricordo solo che l'Ente titolare del Presidio Gradenigo conserva l'autonomia giuridica, ma, successivamente, spieghiamo anche che i rapporti e l'integrazione dei servizi che svolge il Presidio Gradenigo - appunto l'equiparazione con quelli gestiti dal pubblico - sono da definire in specifici contratti, che poi è l'evoluzione di quanto ci siamo detti rispetto al tema che avevamo posto. Cioè, far sì che nelle Commissioni successive all'approvazione di questa legge si potesse rivedere questo tipo di accordo - e infatti chiudiamo l'ultimo emendamento - con l'ottemperanza delle previsioni di cui all'articolo 4, comma 12, e all'articolo 15 undecies del decreto legislativo n. 502/1992, proprio perché costituiscono il presupposto per il mantenimento del riconoscimento a Presidio e crediamo che questi debbano essere elementi non solo della fotografia iniziale di questa costituzione, ma anche del futuro. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
L'emendamento rubricato n. 210) viene ritirato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 211) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Saitta: "1. L'articolo 27 della legge regionale 3 maggio 1985, n. 59 (Piano socio sanitario della Regione Piemonte per il triennio 1985-1987) è sostituito dal seguente: 'Il presidio Gradenigo, ai sensi dell'art. 43, comma 2, della legge 833/78 è riconosciuto quale presidio dall'Azienda Sanitaria Locale TO2 in quanto: è ubicato in un'Azienda Sanitaria Locale che, sulla base delle necessità demografiche e territoriali, richiede il suo apporto operativo mantiene un ordinamento dei servizi esistenti corrispondente a quello degli ospedali gestiti direttamente dalle Aziende Sanitarie Locali ai sensi del D.Lgs. 502/92 e s.m.i.
L'Ente titolare del presidio Gradenigo conserva l'autonomia giuridico amministrativa.
La regolamentazione dei rapporti con il presidio Gradenigo è definita con accordo contrattuale ai sensi dell'articolo 8 quinquies del D.Lgs. 502/92 e s.m.i. in coerenza con gli atti di programmazione sanitaria regionale.
Le integrazioni dei servizi e delle prestazioni del presidio Gradenigo con quelli dei presidi gestiti direttamente dall'Azienda Sanitaria Locale T02 sono regolati dai programmi di cui all'art. 8 quinquies, comma 2 lett. a) del D.Lgs. 502/92 e s.m.i., definiti dalla Giunta regionale su proposta dell'Azienda Sanitaria Locale T02, sentita la competente Commissione consiliare.
L'ottemperanza alle previsioni di cui all'articolo 15 undecies del D.Lgs.
502/92 e s.m.i. costituisce presupposto per il mantenimento del riconoscimento a presidio di azienda sanitaria locale'." La parola all'Assessore Saitta per l'illustrazione.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Questa mattina ho già avuto modo di indicare le finalità di quest'emendamento che è stato proposto. E' un emendamento che sostanzialmente, cerca di raccogliere molte delle osservazioni - non tutte in quanto, evidentemente, ci sono opinioni diverse - emerse nella penultima e nell'ultima riunione della Commissione.
Nella penultima riunione della Commissione avevo, con questa finalità presentato un testo, che è stato oggetto di discussione ancora nell'ultima seduta, nella quale erano emerse questioni di carattere puntuale per quanto riguarda sia il primo che il secondo e il terzo comma. Tenendo conto delle osservazioni, evidentemente condivisibili e coerenti con l'impianto di carattere complessivo, l'emendamento n. 211) ha la finalità di raccogliere ciò che riteniamo condivisibile, quindi oggetto di modifica rispetto al testo presentato originariamente.
Ripeto qui ciò che ho avuto modo di dire: il significato di quest'emendamento è raccogliere, evidentemente, i suggerimenti emersi viene mantenuto, come credo gli emendamenti che cercano di raccogliere e mettere insieme tutte le osservazioni, ma, ad un certo punto, occorrerà considerato l'enorme numero di emendamenti che sono stati presentati, fermo restando il tempo di poterli illustrare - immaginare la conclusione di questa discussione, che spero potrà avvenire - mi sento di poterlo chiedere al Presidente - la prossima seduta, immaginando che oggi non si sia in grado di poterla concludere. Cioè, a conclusione di questa discussione, se i tempi andranno a rilento, noi, come Giunta, chiederemo per la prossima seduta il contingentamento dei tempi.



(Commenti del Presidente)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

No, l'emendamento viene mantenuto, vediamo la discussione e, in ogni caso, per la prossima seduta noi chiederemo il contingentamento dei tempi.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dal Consigliere Grimaldi: "All'art 1, dopo le parole "Art. 27. Presidi sanitari dell'Unità Socio Sanitaria Locale ex art. 43 della legge 23 dicembre 1978, n. 833" sostituire: "Nelle more dell'applicazione delle specifiche normative nazionali e regionali di cui all' art. 43 della legge 23 dicembre 1978, n.
833, ai fini di superare gli attuali squilibri territoriali nella Città di Torino e di non disperdere un patrimonio organizzativo e scientifico, il presidio Gradenigo, che ha già presentato istanza di riconoscimento, fa parte della rete sanitaria del presidio integrativo di base dell'Unita' Socio Sanitaria Locale TO X ed è riconosciuto presidio dell'Unità Socio Sanitaria Locale, nel presupposto che:" con le parole: "Il presidio Gradenigo è riconosciuto quale presidio dell'Azienda Sanitaria Locale To 2.1 presupposti per il riconoscimento di cui al comma 1 sono:".
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Sarò velocissimo.
Quest'emendamento spiega, in qualche modo, la necessità di andare oltre la legge del 1985, che rimetteva il Gradenigo dentro l'allora USSL TO10 ed era riconosciuto in tal senso.
Noi semplicemente procediamo ad un riaggiornamento spiegando che il Presidio Gradenigo è riconosciuto quale Presidio dell'ASL TO2. Per quanto riguarda i presupposti per il riconoscimento - ed è questa l'unica differenza circa le sollecitazioni che ci aveva fatto l'Assessore volevamo semplicemente dire che la fotografia non doveva essere antecedente, ma anche riguardare il futuro.
Quindi, più o meno, visto che anche nella sua versione non è dissimile spero che ci sarà l'intenzione da parte della maggioranza, ma anche delle altre forze, di riconoscere questo punto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 206) presentato dal Consigliere Grimaldi: "All'articolo 27, primo comma della l.r. n. 59/1985, il testo della lettera a) 'è ubicato in una Unità Socio Sanitaria Locale che, sulla base delle necessità demografiche e territoriali, richiede il suo apporto operativo;' è sostituito con il seguente: 'l'ubicazione in un'Azienda Sanitaria Locale che, sulla base delle necessità demografiche e territoriali, richiede il suo apporto operativo;'".
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Anche questa è una riscrittura: non parliamo più dell'USSL di allora ma, appunto, di ubicazione in un'Azienda Sanitaria Locale. In questo senso rafforziamo non solo le necessità demografiche e di bacino territoriale che rimangono le stesse, ma un rapporto anche organico che in qualche modo deve esserci con l'ASL TO2 e in particolare con il Giovanni Bosco, che deve in qualche modo essere l'hub di riferimento del Gradenigo stesso. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 4) presentato dal Consigliere Grimaldi: "All'art 1, il testo della lettera b) 'dipende da una Istituzione non avente fini di lucro;' è sostituito con il seguente: 'la dipendenza da una Istituzione o un Ente no profit (non avente fini di lucro);'".
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie.
Questo è quello che non ci vede, ovviamente, favorevoli con l'interpretazione maggioritaria - mi pare - di questa sala, che in qualche modo ricorda che la dipendenza deve essere di un'istituzione "no profit (non avente fine di lucro)" per essere equiparata esattamente al pubblico.
In caso contrario, ovviamente, come sapete, ci sarebbe la possibilità di avere un rapporto convenzionale diverso. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 208) presentato dal Consigliere Grimaldi: "All'articolo 28, primo comma della l.r. n. 59/1985, il testo della lettera c) 'ha già un ordinamento dei servizi esistenti corrispondente a quello degli stabilimenti ospedalieri.' è sostituito con il seguente: 'la corrispondenza dell'ordinamento dei servizi esistenti a quello degli stabilimenti ospedalieri pubblici, come risulta dal regolamento organico del presidio con adeguamento alle disposizioni del d.lgs 229/1999 e successive modificazioni, approvato dal Ministero della Sanità.'" Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

L'emendamento rubricato n. 208), invece, spiega che per mantenere l'equiparazione con il pubblico la corrispondenza dell'ordinamento dei servizi esistenti a quello degli stabilimenti ospedalieri pubblici deve essere in qualche modo equiparata grazie al regolamento organico del Presidio, che è un adeguamento alle disposizioni del D.lgs. n. 229/1999 e successive modifiche, approvato dal Ministero della sanità.
Però, voglio dire all'Assessore Saitta che, come ci aveva chiesto abbiamo tolto la sigla dell'accordo precedente, perché, ovviamente, è possibile che questo venga superato, però noi diciamo che qualsiasi regolamento sanitario deve fare parte del D.lgs. n. 229/1999 e deve essere poi approvato dal Ministero stesso. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 6) presentato dal Consigliere Grimaldi: dopo il comma 1, dell'articolo 1 del disegno di legge 91 è aggiunto il seguente: 1 ter, all'articolo 27, secondo comma della legge regionale 59/1985 sostituire le parole "L'Ente titolare del presidio anzidetto conserva l'autonomia giuridico-amministrativa, con le seguenti: "L'Ente titolare del presidio Gradenigo conserva l'autonomia giuridico-amministrativa".
Emendamento rubricato n. 6.1) presentato dal Consigliere Grimaldi: dopo il comma 1, dell'articolo 1 del disegno di legge 91 è aggiunto il seguente: 1 quater, all'articolo 27, terzo comma della legge regionale 59/1985 sostituire le parole "Apposite convenzioni tra l'Unità Socio sanitaria Locale TO X e l'Ente titolare, nel rispetto dell'autonomia tecnico funzionale del singolo presidio, definiranno i rapporti e le integrazioni dei servizi e delle prestazioni con quelli dei presidi gestiti direttamente dall''Unità socio-sanitaria Locale" con le seguenti: "I rapporti e le integrazioni dei servizi e delle prestazioni del presidio Gradenigo con quelli dei presidi gestiti direttamente dall'ASL TO 2 sono definite da specifiche convenzioni tra l'ASL e l'Ente titolare, nel rispetto dell'autonomia tecnico-funzionale del singolo presidio, in coerenza con gli accordi contrattuali di cui all'articolo 8 quinquies".
Emendamento rubricato n. 6.2) presentato dal Consigliere Grimaldi: dopo il comma 1, dell'articolo 1 del disegno di legge 91 è aggiunto il seguente: 1 quinquies, all'articolo 27, terzo comma della legge regionale 59/1985 sostituire le parole: "La convenzione sarà stipulata sulla base di uno schema tipo di convenzione approvata dalla Giunta regionale sentita la competente Commissione consiliare, da approvarsi entro 30 giorni dall'approvazione della presente legge", con le seguenti: "Le convenzioni di cui al comma precedente sono stipulate sulla base di uno schema tipo di convenzione approvata dalla Giunta regionale sentita la competente Commissione consiliare, da approvarsi entro 30 giorni dall'approvazione della presente legge".
Emendamento rubricato n. 6.3) presentato dal Consigliere Grimaldi: dopo il comma 1, dell'articolo 1 del disegno di legge 91 è aggiunto il seguente: 1 quinquies, all'articolo 27, terzo comma della legge regionale 59/1985 sostituire le parole: "Il definitivo riconoscimento a 'Presidio' dell'istituzione sopraccitata avverrà su istanza di riconferma da presentarsi dall'istituzione stessa" con le seguenti: "L'ottemperanza alle previsioni di cui all'articolo 4 comma 12, ed all'articolo 15 undecies del Dgls 509/92 costituisce presupposto per il mantenimento del riconoscimento a presidio di Azienda Sanitaria Locale" Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Presidente, chiedo di illustrare congiuntamente i tre emendamenti che avevo scritto come unico emendamento, ma pare non sia possibile, perché si tratta di commi che dicono cose diverse.
Il primo emendamento stabilisce non solo che l'ente titolare del Gradenigo conserva l'autonomia giuridica, ma anche che la regolamentazione dei rapporti con il presidio è definita dal decreto legislativo 502/1992 e successive modificazioni. Inoltre, l'integrazione dei servizi e delle prestazioni del presidio Gradenigo con quelli dei presidi gestiti dall'ASL sono regolati dai programmi di cui all'articolo 8 quinquies del decreto legislativo 502/1992 e definiti dalla Giunta regionale su proposta della Giunta stessa, in base ad un accordo che dovrà essere valutato preventivamente dalla Commissione consiliare competente.
L'ottemperanza alle previsioni di cui all'articolo 4, comma 12, e all'articolo 15 undecies del decreto legislativo 502/92 costituisce il presupposto per il mantenimento del riconoscimento a presidio di Azienda Sanitaria Locale.
Noi avevamo definito le procedure in termini convenzionali: adesso l'Assessore ci dice giustamente "contrattuali". Noi diciamo che, in ogni caso, tutte le ottemperanze del decreto legislativo 502/1992 che abbiamo citato devono essere il presupposto giuridico di questo contratto, pertanto speriamo che anche questi vengano accolti nella seduta successiva. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Mighetti, Batzella, Campo, Andrissi, Valetti, Frediani: Dopo il comma 1 dell'articolo 1 del ddl 91 è inserito l'1 bis: "Il quarto comma dell'articolo 27 della l.r. 3 maggio 1985, n. 59 è così sostituito: 'La convenzione che regola i rapporti tra la Regione Piemonte e il presidio Gradenigo deve prevedere i seguenti provvedimenti: a) progetto di unificazione dei sistemi amministrativi'".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Iniziamo con il primo di una discreta serie di emendamenti al disegno di legge di cui abbiamo discusso anche questa mattina, chiudendo la discussione generale, e di cui stiamo discutendo adesso.
Gli emendamenti hanno uno specifico intento: quello di dimostrare la contrarietà, non ideologica, del Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle a questo provvedimento. Contrarietà che proveremo a spiegare insieme, come Gruppo, in maniera corale, nell'arco di questo pomeriggio e della prossima seduta, per provare a smuovere qualche coscienza dei colleghi Consiglieri che dovranno votare il provvedimento, quindi spiegando le motivazioni per cui la modifica della legge regionale dell'85 è fortemente sbagliata.
Qualcuno probabilmente userebbe altri termini; io dico solo sbagliata, dal punto di vista politico, organizzativo ed anche sanitario, per le ricadute che ci saranno.
La prima serie di emendamenti riguarda la modifica dell'articolo 27. Il disegno di legge regionale chiede, in maniera molto succinta, di eliminare solo l'obbligo di avere un'organizzazione, un'istituzione, un ente no profit che gestisca un presidio ospedaliero (il Gradenigo, quindi vincolato solo al Gradenigo). Ribadisco questo unicum, che fa dire a molti (l'abbiamo detto anche noi) che questa sembrerebbe una legge ad aziendam, più che ad presidium (andiamo nello pseudo latino), dedicata proprio ad una sola Azienda.
Noi vogliamo modificare l'articolo 27 in vari punti. Esso è composto da cinque commi, uno dei quali riguarda la convenzione che fino ad oggi ha regolato i rapporti del Gradenigo con l'ASL TO2. Nella proposta di modifica dell'emendamento riassuntivo della Giunta si parla di accordo contrattuale e non più di convenzione. Noi abbiamo già dichiarato in Commissione che questa ci sembra una diminutio delle condizioni di indirizzo e controllo che il Consiglio regionale dovrebbe fare sull'Azienda nel suo complesso.
Quindi, il presidio dovrebbe essere una parte integrante dell'Azienda fermo restando l'autonomia contabile, giuridica e amministrativa delle Aziende Sanitarie, come da combinato disposto delle varie leggi.
Pertanto, noi riteniamo che debba essere siglata una convenzione, non solo un accordo contrattuale con solo la parte di budget, quindi non deve essere controllata solo la parte economica, ma anche tutta la parte organizzativa e gestionale.
Come diceva il collega Campo in discussione generale - e chiudo - non siamo in grado di controllare il pubblico, pertanto dovremo fare molto di più per controllare un'Azienda privata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intanto, per onestà intellettuale, esprimo soddisfazione, perch riusciamo ad iniziare la discussione degli emendamenti e discuterli in maniera approfondita: fino a mezzogiorno, mezzogiorno e mezza di questa mattina non era così scontato. Lo dico perché - come sapete - io uso toni anche molto duri quando è il caso, ma riconosco quando si addiviene ad una soluzione di buonsenso, evitando l'applicazione dell'articolo 84, comma 6 del Regolamento, che prevede il maxiemendamento, perché è un articolo molto controverso e contestato e, allo stesso modo, non era possibile imporre un contingentamento della discussione dopo solo tre ore di discussione in aula. Sarebbe stata veramente un'operazione violenta, se non anche un po' ridicola.
Questo è il primo di una serie di emendamenti che abbiamo presentato: qualcuno è un po' più specifico e migliorativo del testo; altri vanno ad arricchire un po' il carnet della discussione che pensiamo di fare in aula.
Riguarda l'unificazione dei sistemi amministrativi su scala regionale, che è una misura, un'azione presente nei piani operativi del Piano Socio Sanitario regionale.
In questo caso, si parla di informatizzazione di processi, quindi la gestione del budget, il controllo di gestione, della contabilità, la competenza e la funzione di gestione sanitaria della Regione Piemonte e del Governo e dell'Assessorato alla tutela della salute e sanità, consentendo la formazione del bilancio consolidato a livello regionale, con possibilità di disporre in tempo reale di informazioni aggregate e di dettaglio, per esigenze interne e per assolvere al diritto informativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Nella discussione in Commissione, l'Assessore aveva promesso un intervento in materia, che si è concretizzato solo nell'emendamento che è stato illustrato oggi, pertanto non è stato possibile confrontarsi, ad esempio, sul rafforzamento dei vincoli di governance e di controllo da parte della Regione, nei confronti di una struttura come il Gradenigo che con l'approvazione di questo disegno di legge, diventerebbe un po' un unicum in Piemonte, con una legge fatta ad hoc per tale struttura.
Con i nostri emendamenti intendiamo porre alcuni paletti dal punto di vista della controllabilità di tutto ciò che avverrà all'interno di quella struttura, perché noi la consideriamo una specie di fungo che spunta all'interno della sanità regionale e, quindi (poiché purtroppo questo disegno di legge sarà approvato), da tenere sotto costante controllo ed eventualmente, poi, da eliminare quanto prima, come anomalia, se mai ci capiterà di avere la possibilità di farlo.
Con questo primo emendamento, chiediamo - come diceva il collega Bono che non venga stipulato solo un contratto, ma una vera e propria convenzione e in questa vada chiaramente specificato che i sistemi amministrativi devono essere armonizzati, noi diciamo addirittura unificati, tra la gestione del Gradenigo, la gestione da parte dell'ASL e il controllo regionale. Tra l'altro, sottolineiamo che non abbiamo particolare fiducia nelle capacità delle Aziende Sanitarie di gestire la situazione, per cui speriamo che con la riforma del sistema sanitario regionale si giunga anche a una migliore - per non dire che almeno cominci capacità di controllo da parte dell'Assessorato e della Regione nei confronti di un sistema che - come la Corte dei Conti a settembre ci ha ricordato - era completamente fuori controllo e in cui l'Assessorato non sapeva minimamente che cosa accadeva. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Abbiamo già avuto modo di discutere nella mattinata ed esprimere la nostra contrarietà, i nostri dubbi e le nostre perplessità in merito alla privatizzazione dell'ospedale Gradenigo. Abbiamo sempre ribadito e continuiamo a ribadire questo concetto: abbiamo veramente bisogno di un controllo mirato, di un monitoraggio continuo. Non riusciamo a tenere sotto controllo neanche le Aziende Sanitarie Locali e i Presidi ospedalieri pubblici, figuriamoci se il Gradenigo verrà privatizzato! Stiamo sempre parlando della modifica dell'articolo 27 di questa legge regionale del 1985: chiediamo che, dopo il comma 1 dell'articolo 1, venga inserito il quarto comma, che dice che "la convenzione che regola i rapporti tra la Regione Piemonte e il presidio Gradenigo deve avere i seguenti provvedimenti", e cioè un progetto di unificazione dei sistemi amministrativi. Come già detto dal Consigliere Bono, dal Capogruppo e dal collega Campo, noi chiediamo che ci sia un'unione di tutti i sistemi amministrativi affinché ci sia una raccolta dei dati, affinché ci sia trasparenza e affinché si riesca a tenere sotto controllo e a migliorare la qualità dei sistemi e quindi delle prestazioni che vengono eseguite.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questa serie di emendamenti, oltre ad essere un messaggio politico nei confronti della Giunta e della maggioranza, sono anche un messaggio propositivo, un sistema capillare di interventi che possono comunque, in qualche modo, cercare di limitare i danni che un provvedimento del genere può generare sul sistema sanitario piemontese, sulla sua architettura e sugli sviluppi futuri che questo ingresso dei privati potrebbe determinare.
Lo strumento della convenzione che regola i rapporti tra la Regione Piemonte e il presidio Gradenigo è uno strumento che si presterebbe a stabilire molti paletti su cui basare il futuro rapporto che, ahimè, dovrà stabilirsi tra la Regione Piemonte e il nuovo proprietario, cioè Humanitas.
Con quest'emendamento, chiediamo un progetto di unificazione dei sistemi amministrativi proprio perché nei particolari si annidano le più alte probabilità di andare fuori dal seminato, di creare scompiglio e di creare le premesse per delle future incomprensioni e delle future realtà che premino di più l'Azienda e non la sanità piemontese. Quello che vogliamo dire, in sostanza, è che il controllo, anche dal punto di vista dei sistemi amministrativi, deve essere capillare e deve potersi confrontare con il sistema regionale. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io in questa discussione sugli emendamenti pensando che sarà l'unica occasione che avremo di esprimere ancora la nostra opinione su questo tema. Dopo tante settimane di opposizione in Commissione, immagino che oggi sarà l'ultima occasione per dire come la pensiamo. La settimana prossima penso che tutto questo finirà nel peggiore dei modi, almeno secondo quello che...



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Quién sabe?



FREDIANI Francesca

Potrebbe anche finire peggio, chissà! Con quest'emendamento inauguriamo la serie delle nostre proposte, tutte orientate - come dicevano i colleghi che mi hanno preceduto - a regolamentare la convenzione che governa i rapporti tra la Regione e il presidio Gradenigo.
Sono tutti emendamenti finalizzati a cercare di garantire la semplificazione, l'uniformità dei procedimenti e, ovviamente, una maggiore trasparenza. Questo perché uno dei principali aspetti critici relativamente a questa operazione che si sta portando purtroppo a termine è proprio quello riguardante il controllo sull'attività di un privato che si impossessa di una parte di sanità pubblica.
Attraverso le nostre richieste di modifica, che per la maggior parte sono propositive e alcune, come diceva il collega Mighetti, hanno anche un valore politico, perché noi continueremo ad opporci fino all'ultimo a questa operazione, noi cerchiamo comunque di migliorare il più possibile quella che riteniamo, senza tanti giri di parole, una vera e propria porcheria.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Mighetti, Batzella, Campo, Andrissi, Valetti e Frediani: Dopo il comma 1 dell'articolo 1 del disegno di legge n. 91, è inserito l'1 bis: "Il quarto comma dell'articolo 27 della legge regionale 3 maggio 1985 n. 59 è così sostituito: 'La convenzione che regola i rapporti tra la Regione Piemonte e il presidio ospedaliero Gradenigo deve prevedere i seguenti provvedimenti: a) responsabilizzazione relativamente all'attuazione del Programma Operativo'".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come dicevo nel mio intervento sull'emendamento n. 7), è ovvio ed evidente che questi emendamenti servono sia per dimostrare la nostra caparbia contrarietà al disegno di legge sia per provare ad imbastire una serie di discorsi riguardanti, appunto, il Gradenigo.
Noi siamo fermamente convinti che alternative alla vendita, previa modifica della legge regionale, ad Humanitas ve ne erano e ve ne sono, cioè nel tempo che intercorre tra il 30 giugno (oggi), quindi la scadenza di quel contratto sospeso che è stato siglato tra la parte cedente e l'acquirente (tra il Gradenigo gestito dalle suore e l'Humanitas) e il giorno dell'approvazione della legge, potrebbero esserci delle sorprese delle rivalutazioni, magari delle nuove manifestazioni di interesse da parte di soggetti no profit. Noi riteniamo che, finché una cosa non è approvata e definitiva, ci possono essere spazi per cambiare idea, per nuove proposte.
Noi pensiamo che, da parte del centrosinistra, sia stato un errore abbastanza importante quello di non aver cercato comunque - l'ho già detto in Aula, ma anche in Commissione - di essere proattivi in questa vicenda e propositivi.
E' vero che la congregazione delle suore ha detto "noi non ci sentiamo più in grado di gestire il presidio", perché una parte delle suore ha una certa età ed è in là con gli anni, ci sono alcune difficoltà operative organizzative, come la difficoltà del ricambio del personale", ma si poteva trovare una soluzione anche in questo senso.
Non è vero che la Regione ha tagliato pesantemente i trasferimenti. Sì c'è stato un taglio e una riduzione, ma esattamente come le riduzioni che ci sono state in altre strutture private e come ci sono state nel pubblico.
Quindi, con un minimo di attenzione a quello che era il budget si pu gestire questo presidio, tant'è che un operatore privato profit, che deve fare profitti, intende subentrare nel servizio e non solo erogare servizi ma anche ricavarne un utile, che non reinvestirà nella struttura, ma lo terrà per sé. Quindi, evidentemente avranno fatto le loro valutazioni e non penso che il gruppo Humanitas e il gruppo Techint abbiano perso di colpo le loro capacità e il loro fiuto imprenditoriale. Per cui c'è un margine e un'utilità.
In questo senso riteniamo che ci possano essere valutazioni alternative, cioè che il presidio sia salvabile e che possa essere gestito con delle alternative - che illustrerò nel prossimo emendamento - magari con un privato no profit, con una Fondazione o, addirittura, con il subentro della Regione stessa, perché se l'immobile è del Comune francamente non vedo perché la Regione non poteva trovare dieci milioni di euro (ma anche meno con una contrattazione) per subentrare direttamente con l'ASL TO2 a gestire il presidio.
Le scelte sono frutto ovviamente degli uomini e delle loro volontà.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intervengo sempre sull'emendamento n. 8). Devo dire che sono in totale accordo con quello che ha appena detto il collega Bono, perché anch'io penso che sulla questione Gradenigo ci sia stato un atteggiamento forse un po' arrendevole e ci si sia, in qualche modo, convinti che fosse un processo ineluttabile quello di andare a proporre una modifica ad una legge per permettere al privato di gestire il pronto soccorso.
Lo dico, perché al di là del periodo in cui è stato presentato per la prima volta il provvedimento, vale a dire con un emendamento al disegno di legge n. 77 (quindi siamo poco prima della fine del 2014) già qualche mese prima - se non ricordo male, forse addirittura quando si parlava delle linee di mandato in Commissione sanità - era già venuto fuori il discorso del Gradenigo. Già in quella occasione, a voce e non con atti concreti, si era un po' abbozzata la soluzione che poi la Giunta ha voluto trascrivere in un disegno di legge.
Quindi, anche secondo me o per atteggiamento arrendevole o proprio perché l'intenzione è tutt'altra e quindi perché c'era già in qualche modo un accordo a monte e a prescindere, non si è prestata la dovuta attenzione a quelle che potevano essere delle soluzioni alternative, non ultima la possibilità per la Regione di entrare direttamente nella proprietà del presidio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Stiamo parlando sempre della convenzione che regola i rapporti tra la Regione Piemonte e il presidio ospedaliero. Noi chiediamo la responsabilizzazione relativa all'attuazione del programma operativo quindi ricordiamo sempre che devono essere messi in atto i piani operativi 2013-2015.
Anche in Commissione sanità più volte ci siamo appellati ai piani operativi 2013-2015, che intendono proseguire e rafforzare l'azione di controllo della spesa sanitaria già intrapresa dalla Regione Piemonte e che deve essere proseguita e portata a termine, continuando ad erogare i livelli essenziali di assistenza.
Vi ricordo che non sono ancora messi in atto ed è indispensabile ed opportuno che questi piani operativi vengano attuati nel più breve tempo possibile. Se veramente vogliamo razionalizzare la spesa sanitaria e quindi i costi dobbiamo monitorare e tenere sotto controllo. Non ci stancheremo mai di ripeterlo, perché solo in questo modo si potrà veramente avere un risparmio della spesa sanitaria e, attraverso questi risparmi, possiamo avere una gestione ed offrire un servizio migliore a tutti gli utenti e a tutti i cittadini che usufruiscono dei servizi sanitari.
Riteniamo sia importante ed è arrivato il momento di avere un senso di responsabilità, perché la responsabilità è alla base di una buona spesa e di un servizio sanitario efficiente. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento noi chiediamo che nella convenzione che, secondo noi, dovrebbe regolare i rapporti tra la Regione Piemonte e il presidio Gradenigo - e, ripeto, tra la Regione Piemonte e il presidio Gradenigo - ci sia scritto che ci deve essere una chiara responsabilizzazione anche da parte di questa struttura privata, nell'ottica dell'attuazione del programma operativo.
Questo è un discorso che di nuovo torna sul fatto che l'operazione che si sta facendo comporta alcuni rischi, primo fra tutti quello dell'aumento della mobilità passiva verso realtà extra Regione - mobilità passiva che come sappiamo, è quella che ha vanificato tutta la storia del blocco del turnover, aumentando i costi perché i cittadini piemontesi si sono rivolti a strutture extra-regionali.
Se ora costruiamo un sistema, come già succede un po' con il pubblico che indirizza verso il privato, con cui diamo in gestione ad un privato un pronto soccorso pubblico e quindi gli diamo la possibilità di indirizzare nuovi clienti verso le strutture private di propria proprietà, finché è nella nostra Regione va ancora bene, ma se un privato che ha strutture specialistiche significative - perché ricordo che Humanitas ha strutture ospedaliere importanti nella vicina Lombardia, proprio laddove si rivolge in buona parte la nostra mobilità passiva - dobbiamo pensare a degli strumenti appositi di monitoraggio. E dico che devono essere appositi perché visto che facciamo una legge apposita, ci servono anche gli strumenti appositi di controllo. Mi sembrerebbe, tutto sommato, un elemento di prudenza, che dovrebbe essere una delle caratteristiche di questa nostra Regione, cioè prudenza, oculatezza, buon senso. Non so se sono parole ancora riconosciute in questo tipo di iniziativa.
Conseguentemente l'obiettivo dei nostri emendamenti.



PRESIDENTE

Il tempo è di due minuti.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Sarò breve, anzi, avrei dato il mio tempo al Consigliere Campo, perch non mi stanco mai di ascoltarlo.
Con quest'emendamento noi continuiamo sulla linea prima descritta quindi sulla richiesta di lavorare sulla convenzione, quindi cercare di contenere i danni che questo provvedimento farà. In particolare, abbiamo inserito il termine "responsabilizzazione" anche se suona un po' strana l'idea di responsabilizzare un privato. In realtà, noi dovremmo cercare di responsabilizzare anzitutto noi stessi. Meglio, la maggioranza dovrebbe cercare di responsabilizzare se stessa e riflettere, visto che abbiamo questo pomeriggio di discussione in cui possiamo ancora confrontarci.
Riflettere sugli spunti che noi stiamo cercando di dare attraverso questa attività emendativa che definirei vintage. È un po' curioso agire su un testo del 1985, quindi si fa un salto indietro nel tempo.
Ci fermiamo tutti a riflettere su quello che sta accadendo in Aula e di porre almeno un freno a quello che potrebbe accadere dando una struttura pubblica in mano ai gestori privati.
Chiediamo di aggiungere, attraverso quest'emendamento, la responsabilizzazione relativamente all'attuazione del programma operativo quindi, come anticipavano i miei colleghi, chiediamo che si possa prevedere all'interno della convenzione tra Regione Piemonte e il Presidio Gradenigo questo invito alla responsabilizzazione. Cercare di controllare l'attività del privato, come abbiamo detto prima, è un po' il senso di tutta l'attività emendativa che è stata fatta dal nostro gruppo consiliare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Continuare a battere sugli stessi temi non risulta granché divertente o edificante, tuttavia siamo qui a fare il nostro mestiere e lo portiamo avanti finché ce ne date occasione.
Con questi emendamenti noi continuiamo ad esprimere una timida proposta di miglioramento, anche se capiamo benissimo che sono questioni che non verranno minimamente considerate, data l'attuale politica che viene attuata sul tema.
Sul Presidio Gradenigo si è parlato a lungo, ne abbiamo parlato a lungo in Commissione, adesso siamo qui a parlarne in Aula. Quello che pensiamo in merito all'incontrollabilità di quelli che saranno i futuri rapporti tra Gradenigo e Regione Piemonte, penso che l'abbiate capito.
L'abbiamo dibattuto a lungo, l'abbiamo portato con i nostri interventi in discussione generale: sappiamo che questo Presidio diventerà un satellite di un mondo parallelo della sanità che è la sanità privata diventerà un satellite di una sanità che non è una sanità piemontese, non è all'interno della nostra regione, ma porterà i nostri corregionali, che purtroppo hanno della patologie, a curarsi anche nelle regioni limitrofe creando quella mobilità passiva di cui i conti regionali devono avere paura. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mighetti.
Emendamento rubricato n. 58) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Mighetti, Batzella, Campo, Andrissi, Valetti, Frediani: Dopo il comma 1 dell'articolo 1 del disegno di legge n. 91, è inserito l'1 bis: "Il quarto comma dell'articolo 27 della legge regionale 3 maggio 1985 n. 59 è così sostituito: 'La convenzione che regola i rapporti tra la Regione Piemonte e il presidio ospedaliero Gradenigo deve prevedere i seguenti provvedimenti: a) individuazione della struttura che sovrintende all'attuazione dell'intero Programma Operativo'" La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Il discorso che facevo prima rimanda all'ottica su cui abbiamo voluto impostare il nostro dibattito. Cioè cercare di riflettere su quelle che potranno essere delle ricadute negative e/o anche positive della modifica della legge che dovrebbe permettere di concludere quel contratto di vendita che è stato firmato, ma che tutt'oggi è sospeso perché manca quel tassello legislativo tra la congregazione San Vincenzo de' Paoli e la Humanitas.
Riteniamo che il Gradenigo sia un ospedale sicuramente importante nella rete dell'ASL 2, nella rete torinese, nella rete della provincia di Torino.
Riteniamo che si debbano salvaguardare le competenze, la carriera e gli avanzamenti professionali degli operatori del settore, ma non convergiamo sull'ipotesi che sia necessaria la modifica della legge per arrivare ad una soluzione.
Parlando prima delle alternative, dicevo che ci potevano essere e ce ne sono tuttora diverse. Riteniamo sbagliata la scelta di accondiscendere ad una forzatura fatta dal privato, non dalla parte politica. Vero, c'è la continuità amministrativa, ma c'è anche l'alternanza politica, per cui una maggioranza che è legittimata dal voto ha tutto il diritto di modificare delle scelte, degli accordi, degli indirizzi, delle intenzioni prese da precedenti maggioranze. Questo avrei anche manifestato, se avesse vinto il Movimento 5 Stelle, come Presidente della Regione con il nostro Assessore al tavolo romano, cioè dire quali alternative e quali possibilità ci sono.
Faccio riferimento a quel documento del tavolo Massicci che diceva: in Torino, 900 mila abitanti, ci possono essere al massimo tre hub, nella provincia di Torino cinque o sei DEA di primo livello. Non ci può essere insieme il DEA di primo livello del Martini e il pronto soccorso del Gradenigo. Su questo avremmo fatto una serie di riflessioni per comprendere la situazione all'interno della rete ospedaliera torinese, perché è vero che ci sono due ASL a Torino, ma è anche vero che i cittadini di Torino questa frattura tra due ASL non la vedono.
Continuerò il discorso successivamente perché è scaduto il tempo a mia disposizione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Continuità amministrativa, si dice.
La continuità amministrativa è qualcosa che può essere considerata valida quando si parla di atti che riguardano ad ampio spettro l'ordinaria amministrazione. E' chiaro che su scelte politiche importanti e fondanti quasi anche ideologiche, come l'affidare ad un privato profit un pronto soccorso, è difficile parlare di continuità amministrativa. Si deve parlare piuttosto di scelte politiche. Scelte politiche che, peraltro, la nuova Amministrazione regionale ha fatto da un anno; ne ha fatte in diversi campi, in modo che spesse volte abbiamo legittimamente contestato, ma di scelte politiche si tratta. Scelte che ha fatto, ad esempio, nella delibera di riordino della rete ospedaliera, quindi è chiaro che se veramente c'è qualcosa che non convince, una nuova Amministrazione può operare per cercare di cambiare l'orientamento.
Proprio relativamente alla riorganizzazione della rete ospedaliera, ci preoccupa la concorrenza, chiamiamola così, tra il Gradenigo e il Martini.
Se già abbiamo forti perplessità relativamente al fatto di permettere ad Humanitas di gestire il pronto soccorso del Gradenigo, le abbiamo in maggior misura se pensiamo che probabilmente - com'è stato detto al tavolo romano - un giorno si dovrà scegliere tra il Gradenigo e il Martini. E allora non sarà più uno scegliere tra il mantenere una struttura pur importante che fa più di 40.000 passaggi l'anno, come presidio aggiuntivo ma diventerà la scelta tra un presidio completamente pubblico ed uno gestito dai privati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento noi chiediamo l'inserimento dell'individuazione di un riferimento per l'attuazione del piano operativo, per sottolineare un po' di contraddizione di quest'intervento legislativo. Per fare questo infatti, non si è neanche avuto il fegato di intervenire con una legge che ridisegnasse e rendesse coerente con il piano operativo di rientro quest'operazione, ma si è andati ad intervenire sulla legge dell'85, sul Piano Socio Sanitario dell'epoca, per cancellare due paroline e fare in fretta, cercando di "infilarla nella giacca" dei piemontesi.
In conseguenza, quello che noi invece chiediamo e crediamo sia necessario è il fatto di rendere coerente questo "funghetto" che stiamo inserendo sul "corpaccione" sanitario con tutte le politiche che intanto si stanno facendo per delibera da parte di questa Giunta, senza passare dal Consiglio. Sarebbe stato molto più interessante affrontare il problema l'opportunità, l'interesse o l'eventualità di operazioni di questo genere di privatizzazione dei profitti nel contesto pubblico, proprio nell'ambito dell'applicazione del piano operativo e del piano di rientro; o meglio forse, una volta usciti dal piano di rientro, vedere quale fosse l'idea di sanità che si voleva realizzare per questa Regione.
Ad oggi, peraltro, mentre è molto chiaro cosa si vuole fare con il Gradenigo, da tutte queste delibere "fuffose" che avete fatto uscire negli ultimi mesi non è per niente chiaro cosa sarà della sanità regionale dal 2016 in avanti.
Quello che mi sembra stano, quindi, è voler affrontare una situazione ad hoc - che costituisce un caso unico in questa Regione - quando su tutto il resto, invece, è calato un nebbione fitto e molto, molto poco chiaro.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Abbiamo sentito le esposizioni da parte dei miei colleghi e direi che sono state complete ed esaurienti. Però vorrei aggiungere ancora qualcos'altro in merito.
Infatti, noi chiediamo la modifica di questo articolo: aggiungiamo la lettera a) che recita "Individuazione della struttura che sovrintende all'attuazione dell'intero programma operativo".
Quindi, ritorniamo sempre sul tema principale, quello di mettere in atto i programmi operativi che - ricordo - non sono ancora stati attuati anche se dovevano entrare in vigore dal 1° gennaio 20015; finora, per sono solo sulla carta, ma nella realtà quotidiana devono essere ancora applicati.
Chiediamo tutto questo sempre per poter tenere sotto controllo e monitorare, perché la nostra attenzione va rivolta soprattutto su questo cioè sul fatto che questa struttura debba essere monitorata e controllata.
Abbiamo espresso tutte le nostre preoccupazioni - e non ci stancheremo mai di farlo - a proposito di eventuali prestazioni che possono essere eseguite presso altre strutture, che magari sono appartenenti alla stessa società di un incremento della mobilità passiva e di ulteriori costi per la Regione Piemonte. Invece di avere dei benefici, la Regione Piemonte avrebbe un aggravio dei costi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Quest'emendamento, similarmente a quelli precedenti, vuole insistere sulla necessità di vincolare la situazione un po' anomala che si è andata a creare di quest'ospedale, che si vede affidato a privati profit all'interno di un contesto di sanità regionale no profit. Ancorché fosse gestita da privati, parliamo infatti sempre di situazioni no profit.
Il monitoraggio dei servizi offerti, quindi, è importante perché ci permettere di osservare che non ci sia uno sbilanciamento dei servizi su quelle operazioni che producono profitti più alti, a discapito della domanda di servizi sanitari coperta fino adesso. Vincolare dunque i monitoraggi all'interno dell'accordo con il gestore è qualcosa di fondamentale, ancorché non sufficiente e quantunque questo non ci renda più gradevole questa operazione; per lo meno, però, ci consente di limitare il danno.
Quello che sappiamo, infatti, è che quando le logiche del profitto prevalgono, non prevalgono le logiche di tutela della salute e anche delle persone più deboli.
Questo, quindi, è solo il terzo di una serie di emendamenti in questo senso che vanno ad incidere sulla convenzione. Speriamo che si capisca qual è l'operazione, cioè quella di mettere una pezza su un qualcosa che attualmente è completamente sbagliato.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Anche quest'emendamento va nel solco di tutti gli altri, nell'alveo della preoccupazione che ha contraddistinto la nostra attività consiliare rispetto a questa proposta.
Io non nascondo che invidio po' tutte quelle persone che rimangono tranquille rispetto a questioni importanti che invece preoccupano alquanto me. Li invidio perché dormono sonni tranquilli, mentre io e i miei colleghi, per esempio, non li dormiamo, riguardo a questo provvedimento.
Pensiamo - anche perché abbiamo approfondito questo tema - che non ci siano i presupposti per avere una limpidezza e una trasparenza totale su quel che avverrà in futuro su questo presidio. Per questo abbiamo cominciato a proporre alcuni rimedi alle possibilità di deviazione da quello che è il fine ultimo di un presidio sanitario, che attualmente è no profit ed assimilabile al pubblico e che nel futuro sarà privatizzato e che diverrà luogo non solo di erogazione di sanità, ma di creazione di un introito per un privato.
Bene, in questo ambito noi crediamo che la Regione Piemonte non abbia particolari strumenti, né particolare attitudine, per controllare, essendo un elemento estraneo al nostro sistema. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Anch'io, come il collega Mighetti, invidio un po' questa spensieratezza del centrosinistra, il fatto che non vi preoccupiate assolutamente delle conseguenze di questo atto. Da una parte è ammirevole, perché vuol dire che siete convinti di quello che fate; dall'altra, mi chiedo come vi presenterete - come pare - alle urne.
Devo ammettere che non ho letto molto attentamente il vostro programma della scorsa campagna elettorale, per cui non ricordo se ci fossero o meno accenni alla privatizzazione della sanità, ma mi riserverò di verificarlo nei prossimi giorni. Può darsi che sia una mia mancanza, che mi sia sfuggito. Ma per le prossime elezioni vi suggerirei di mettere bene in vista sui volantini e sui manifesti la scritta: "È nostra intenzione privatizzare la sanità", almeno non avrete poi il problema di ripresentarvi davanti ai cittadini e raccontare qualche bugia. Ho usato il termine corretto? "Bugia" si può dire?



PRESIDENTE

Sì.



FREDIANI Francesca

Va bene.



PRESIDENTE

Ha detto anche la bugia che si va a votare.
E' un'altra bugia, ma ogni tanto qualche bugia si può dire.



FREDIANI Francesca

Vedremo. In ogni caso, a breve sapremo se è una bugia che si va a votare.



PRESIDENTE

Non si va a votare, dovete lavorare! Lavorate! Lavorate! Prego, collega Frediani.



FREDIANI Francesca

Vedremo. Abbiamo ancora una decina di giorni, poi si vedrà chi di noi ha avuto le sensazioni più fondate.
Come dicevo, siamo molto preoccupati per la questione del controllo; è una questione che ci preoccupa quando parliamo di pubblico, ma ci preoccupa ancora di più quando parliamo di privato. E ci preoccupa ancora di più se parliamo di privato che si occupa della nostra salute.
Con questi nostri emendamenti vi offriamo la possibilità di riflettere su questo tema del monitoraggio e del controllo, perché è un argomento che sta molto a cuore non solo a noi, ma anche ai nostri cittadini e agli elettori, se volete chiamarli così. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Emendamento rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Batzella, Frediani, Andrissi, Campo, Mighetti e Valetti: Dopo il comma 1 dell'articolo 1 è inserito il comma 1 bis: "Il quarto comma dell'art. 27 della l.r. 3 maggio 1985, n. 59 è così sostituito: "La convenzione che regola i rapporti tra la Regione Piemonte e il presidio Gradenigo deve prevedere i seguenti provvedimenti: a) realizzazione e implementazione di specifici flussi informativi trasparenti dedicati alla effettiva attuazione del decreto legislativo 118/201".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
La collega Frediani, con lieve nota di ironia, suggeriva un tema importante, quello dell'aderenza delle proprie azioni e delle proprie condotte durante la fase amministrativa rispetto ai programmi elettorali.
Non parlo neanche di promesse ma di programmi, perché le promesse sono fatte di parole e, come si sa, le parole volano nell'aria, mentre sono gli scritti che restano. I programmi, invece, sono lì presenti.
Io il programma del centrosinistra l'ho letto meglio, era anche abbastanza succinto e non vi era traccia, ovviamente, di quanto si sta verificando oggi. Ricordo molto bene - ma probabilmente lo ricorderà anche la collega Frediani - la campagna di comunicazione che venne fatta i mesi precedenti il voto, con quei manifesti che attaccavano la Giunta Cota, "Giù le mani dalla sanità", li ricordate? Con una croce rossa, simbolo dell'ospedale, tagliata a metà, e una serie di consigli all'ex Presidente di andare a casa.
Ricordiamo tutti anche la posizione dell'Assessore Saitta.
Tra l'altro, sottolineo al Presidente del Consiglio che ci farebbe piacere che l'Assessore o il Presidente - uno dei due - o il Vicepresidente fossero presenti. Non me ne vogliano i quattro Assessori presenti, che sono bravissimi e competenti nelle loro materie, ma dal momento che parliamo di sanità.
Concludo il mio intervento di tre minuti, ma gradirei che per il prossimo intervento sia garantita la presenza dell'Assessore Saitta.
Capiamo anche le esigenze fisiologiche, quindi l'assenza di tre minuti, ma oltre interromperemmo gli interventi.



PRESIDENTE

L'Assessore non è obbligato a stare in aula.
Lo devo dire da Presidente del Consiglio: l'Assessore non è obbligato però cortesemente.



BONO Davide

Difatti non mi sono interrotto, proseguirò fino ai tre minuti. Per cortesemente, sottolineo che gradiremmo averne la presenza, proprio perch stiamo parlando di sanità.



PRESIDENTE

Mi farò carico di portare la sua voce all'Assessore.
Eccolo qua, mi ha sentito.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità (fuori microfono)

Ma ho ascoltato. Poi avevo già sentito in Commissione qualcosa di simile!



BONO Davide

Sì, qualcosina l'aveva già sentita. Però parlavamo anche di comunicazione, quindi è interessante ogni tanto esulare dai temi tecnici.
Dicevo che in campagna elettorale si facevano questi riferimenti e l'Assessore Saitta - giustamente lo ricordiamo - fu Presidente della Commissione d'inchiesta e battagliò nella VII Legislatura sui temi della sanità pubblica.
Vedere quindi questo cambiamento disorienta noi, che siamo opposizione figuriamoci i cittadini e gli elettori. Se doveste cambiare idea sicuramente non lo fareste per le opposizioni. Ma potreste farlo almeno per non confondere troppo gli elettori, che rischierebbero di non capire le politiche e quindi finirebbero per non andare a votare e ad esprimere un consenso concreto. E questo, ovviamente, danneggerebbe la nostra democrazia, perché il voto è un diritto, ma anche un dovere. Ma deve essere anche conquistato con la coerenza di cui parlavo prima.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Ovviamente è gradita la presenza dell'Assessore, anche perché non stiamo certamente rivolgendo alla Giunta o all'Assessore alla sanità una serie di contumelie, ma delle critiche che definirei garbate e nell'ambito del confronto politico.
Parlavamo di continuità amministrativa: volevo riprendere questo concetto perché, in un certo senso, su alcuni provvedimenti c'è stata. Il collega Bono citava correttamente la campagna di comunicazione fatta dal Partito Democratico nel periodo in cui la Giunta Cota volgeva al tramonto e dobbiamo rilevare che tutta una serie di scelte operate dalla Giunta Cota relativamente alla sanità sono state poi puntualmente confermate dalla Giunta Chiamparino, con le varie opposizioni - non la nostra, che era opposizione prima e tale è rimasta - che si sono scambiate in qualche modo di ruolo con chi criticava certe misure prima e che poi è andato ad adottarle e a doverle difendere, oppure a contestarle timidamente sul territorio a livello locale.
Uno degli elementi fondanti (per noi, ma ho visto anche per la Giunta regionale di questa legislatura) è il controllo dell'attuazione dei programmi operativi relativamente al Piano Socio Sanitario. Ad esempio, per quanto riguarda il Gradenigo, abbiamo fatto un ragionamento sul numero annuale di accessi al pronto soccorso e abbiamo visto che nel 2013 (parliamo, quindi, di dati consolidati al 2013) come privato no profit che gestisce un pronto soccorso si è registrato un numero di triage con codice verde sensibilmente più alto della media: su 45.275 passaggi al pronto soccorso nel 2013, avevamo un 72% di triage verde (codici verdi) sensibilmente più alto del Martini, che si ferma al 61,5%, del Giovanni Bosco, che è al 54,9%, e anche del Maria Vittoria, che è al 68,5%.
Si potrebbe ragionevolmente immaginare che una buona parte di questi codici verdi in realtà sia migrata dai codici bianchi, per motivazioni che possiamo ben comprendere: è più antipatico, in quel momento, chiedere il contributo al paziente che arriva, piuttosto che mettere un codice verde e far pagare la prestazione a qualcun altro. Questo è comunque un tema sul quale va prestata la massima attenzione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Volevo collegarmi all'intervento del Capogruppo Bertola, il quale ha fatto bene ad evidenziare le prestazioni del pronto soccorso in base ai dati pervenuti del 2013. E' realmente così, perché sono dati che non ci siamo inventati, ma sono documentati che chiunque può visionare e vedere con i propri occhi.
Questo per farvi capire che se non riusciamo a monitorare l'Ospedale Gradenigo e il pronto soccorso, come altri presidi ospedalieri pubblici figuriamoci se riusciremo a farlo con una società privata, se diventerà un presidio a gestione privata.
Rendiamoci conto che dai dati appena comunicati dal collega Bertola ripeto, ci sono stati il 72% di codici verdi, una percentuale altissima.
Neanche il San Giovanni Bosco, che è un DEA di secondo livello, quindi un ospedale di riferimento, un ospedale multispecialistico, che ha veramente tante specializzazioni e non ha i 40 mila passaggi in pronto soccorso, come il Gradenigo, ha tanti passaggi di pronto soccorso ed ha meno codici verdi come tanti altri ospedali citati. Questo è un campanello d'allarme dovremmo porci delle domande e ragionare su questo aspetto.
Se ci sono dei dati che sinceramente ci fanno un po' pensare figuriamoci quando questo pronto soccorso sarà privatizzato. Se non riusciamo a tenere sotto controllo e verificare se realmente tutti questi codici erano verdi (ci sono dei codici di triage che vanno dal codice bianco, prestazione ambulatoriale, a un codice verde che non ha urgenza, ma che necessita una visita in pronto soccorso) valutate voi, io lascio riflettere a tutti i presenti qui in consiglio. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Il collega Bono mi ha ricordato l'impegno in campagna elettorale del PD, effettivamente avevo dimenticato la battaglia, con raccolta firme, per la "Sanità bene comune" e quel magnifico logo con "Vendesi ospedali, il PD dice no". E' passato un po' di tempo, è passato un anno; effettivamente, si può cambiare idea nel giro di un anno.
Leggevo adesso delle parole, in cui mi riconosco in pieno, tra l'altro dove si parla della concezione di fondo, sono parole di Gianfranco Morgando, che dice: "La mobilitazione attorno a questa petizione serve anche a ribadire la nostra concezione di fondo." - quindi, proprio delle convinzioni salde, che sono dentro di voi, forse sono soltanto un po' nascoste e basterebbe recuperarle - "La sanità deve essere pubblica e garantire a tutti lo stesso livello di prestazioni, indipendentemente dal reddito, come fatto di civiltà ed eguaglianza".
Sono parole veramente splendide, magari le useremo noi nella prossima campagna elettorale, perché almeno riusciremo a tenere fede a quanto detto e portarle avanti, se finalmente riusciremo ad arrivare al governo di questa Regione ed attuare il nostro programma. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
In merito alla questione dei flussi informativi, volevo fare una riflessione un po' più ampia e ricordare che ciò che andremo, andrete ad approvare con questa modifica di legge lo vedremo attuarsi nei prossimi anni. Non so chi sarà seduto in questo Consiglio, se saremo seduti noi, se saranno seduti altri, anche perché in questo periodo siamo un po' come lo yogurt, abbiamo una scadenza molto breve.
Noi, come Movimento 5 Stelle, siamo contraddistinti da una buona memoria. La promessa che vi voglio fare è che tutti i dati che verranno fuori nei prossimi anni e che, secondo noi, sanciranno il totale errore di questa operazione rispetto agli svantaggi che porterà ai conti della Regione, vi saranno ricordati dai rappresentati del Movimento 5 Stelle che siederanno in questi banchi dopo di noi.
Con atti del Consiglio regionale vi ricorderanno quale danno avete procurato alla Regione Piemonte facendo queste scelte; di giorno in giorno di seduta in seduta, porteranno i dati della mobilità passiva e della mobilità passiva rispetto ad alcuni erogatori. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Parliamo di nuovo di flussi formativi e la questione è sempre la stessa: fare operazioni di questo genere, che comporteranno una modifica di funzionamento di un ospedale e di un pronto soccorso, per la specificità stessa dell'operazione, è una cosa che andrebbe fatta avendo gli strumenti per capire che cosa succederà quando questo, chiamiamolo pure "esperimento" andrà a regime. E' una cosa che non abbiamo.
Di nuovo, ci richiamiamo al piano di rientro e al piano operativo perché quel che mi fa un po', per certi versi, ridere, anche se lo trovo un po' triste per altri versi, è il fatto che nei documenti di programmazione scriviamo cose bellissime, diciamo che costruiremo un sistema integrato e armonizzato amministrativamente, come pure che con i sistemi informativi avremo una rappresentazione immediata, efficace e chiara del funzionamento della macchina sanitaria regionale. Dopodiché di questa roba c'è ben poco perché, in base a quello che abbiamo visto, anche le vostre deliberazioni sugli organi del sistema ospedaliero sono piene di rappresentazioni anche errate e comunque, come minimo, di scarsa rilevanza dal punto di vista statistico. Si riferiscono a pochi anni, sono frammentarie e arrivano da fonti eterogenee.
Allora, se non si ha la governance di un sistema, non si fanno gli esperimenti, perché non siete in grado di controllare le variabili in gioco; si tratterebbe semplicemente di buon senso, di sapere. Se avete una visione, ed io spero che ce l'abbiate, di come volete realizzare il sistema sanitario, prima di fare questo, mettete in piedi quella visione e avrete un sistema sanitario i cui parametri siete in grado di controllare e quindi di valutare gli effetti di cose strane che andate a fare per gli interessi eventuali di qualcuno, che possono essere perfettamente legittimi, di cui però dovrete saper valutare l'impatto.
Ad oggi questa cosa non c'è, quindi, sottolineiamo, costruiamo qualcosa per tenere d'occhio la situazione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Emendamento rubricato n. 10) presentato dai Consiglieri dai Consiglieri Bono, Bertola, Mighetti, Batzella, Campo, Andrissi, Valetti, Frediani.
Dopo il comma 1 dell'art. 1 è inserito l'1 bis: "Il quarto comma dell'art.
27 della l.r. 3 maggio 1985, n. 59, è così sostituito: "La convenzione che regola i rapporti tra la Regione Piemonte e il presidio Gradenigo deve prevedere i seguenti provvedimenti: a) azioni di monitoraggio e controllo dell'effettiva attuazione del decreto legislativo 118/2011 secondo i principi di massima trasparenza".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Si ripetono i relatori e, ovviamente, si ripetono un po' gli argomenti.
I colleghi prima hanno affrontato una serie di temi riguardanti l'assetto complessivo della rete ospedaliera nell'ambito della città di Torino. Si tratta di un concetto corretto, nel senso che ad oggi - come hanno detto spesso anche il Direttore Moirano e, di conseguenza l'Assessore Saitta - i cittadini non stanno a guardare se il loro ospedale di riferimento è dentro l'ASL "X" rispetto all'ASL "Y", perché esiste una mobilità regionale, addirittura nazionale e transnazionale (verso la Francia e altri presidi, soprattutto per le aree di confine).
Si tende, quindi, a ricercare quello che è il reparto migliore sulla base di una valutazione portata avanti dall'AGENAS e dal Ministero della Salute, proprio per le qualità, le capacità e le competenze espresse dalle parti, anche e soprattutto come esiti finali di interventi chirurgici, ad esempio, quindi esiti positivi rispetto ad esiti negativi, o a complicanze con decessi e quant'altro.
Ragionare nell'ottica solo di ASL TO1, dal nostro punto di vista e da un punto di vista - spero - condiviso, è riduttivo.
Forse, da un certo punto di vista, si condivide la preoccupazione del Ministero rispetto al Martini o al Gradenigo, cioè avere tre hub - Città della Salute, Mauriziano e Giovanni Bosco - nella città di Torino e poi avere il Maria Vittoria, il Martini e il Gradenigo, perché forse in effetti rappresenterebbe una pletora di servizi di strutture all'interno della città.
Si dovrebbero fare, quindi, considerazioni più ampie e più complessive.
Sulla base di quanto detto, mi sentivo di porre un'ulteriore domanda all'Assessore Saitta, che ho già posto in Commissione, ma che l'Assessore in maniera forse un po' seccata, non ha voluto darmi una risposta precisa o non l'ha saputa dare: Assessore, se oggi guardiamo cosa c'è al Gradenigo al suo interno ci sono reparti che configurano un ospedale con DEA di primo livello? Vi ricordate che all'inizio della classificazione dell'ospedale cardine voleva essere "ospedale base" (sotto la Giunta Cota), poi è rimasto cardine, anche se in deroga rispetto al piano della rete territoriale, per oggi stiamo andando, come ha detto giustamente il collega Bertola, a mettere in contrasto un ospedale che viene dato ai privato rispetto ad un ospedale pubblico: cioè il Martini verso il Gradenigo.
A questo punto, già solo per una semplice scelta razionale fatta su una serie di valutazioni che riguardano anche il territorio dell'ASL, se nell'ASL TO1 viene declassato pesantemente il Martini, è già stato chiuso il Valdese, verrà chiuso ("chiuso" nel senso di spezzettato e spostato) probabilmente l'Oftalmico, non ci sono più ospedali su quell'ASL, se non si vuole considerare le Molinette, che dovrebbe essere l'ospedale di riferimento regionale.
Una valutazione e una risposta in questo senso dall'Assessore non la vorremmo avere, cioè se nel contratto con Humanitas si dice che quell'ospedale avrà solo una medicina interna, una chirurgia e basta. Se sarà un ospedale di base o un ospedale di DEA di primo livello, come praticamente oggi è in deroga alla revisione della rete ospedaliera.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie.
Giustamente, la collega Frediani prima faceva riferimento a vecchi intenti e a vecchi programmi del Partito Democratico, vecchie opinioni relativamente a fatti legati alla sanità. Non è sempre facile, perch sebbene sia sport diffuso copiare i programmi da una forza politica all'altra (cosa della quale spesso noi siamo vittima, nel senso che spesse volte ci copiano i programmi elettorali, per poi non attuarli quando sono al Governo: ma questo è altro discorso), c'è una certa difficoltà a recuperarli perché, magicamente, dopo le elezioni spesse volte i programmi elettorali di certe forze politiche spariscono dalla rete.
Diventa difficile, quindi, andare a toccare il tempo o a punzecchiare su cose che sono nel programma e che poi non vengono attuate.
L'emendamento in questione inserisce il discorso delle azioni di monitoraggio e di controllo dell'effettiva attuazione del decreto legislativo 118 del 2011, secondo i principi di massima trasparenza.
E' un tema importante. Il decreto legislativo 118 del 2011 - lo ricordiamo - è quello che riguarda l'armonizzazione di bilancio, quindi è un qualcosa a cui dobbiamo adeguare tutta l'amministrazione regionale.
E' massimamente importante quando parliamo di sanità, perché sappiamo bene che la situazione debitoria del Piemonte è dovuta soprattutto al crescere incontrollato della spesa sanitaria e al crescere incontrollato della spesa delle Aziende Sanitarie Locali. Si tratta di una spesa del tutto scriteriata e senza controllo che ha portato la nostra Regione a dover andare in piano di rientro.
Visto che per molti anni è stato anche difficile poter avere i bilanci delle ASL, anche su questo è il caso di prestare la massima attenzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Con quest'emendamento ritorniamo ad un discorso di chiarezza e di trasparenza, nell'ambito dell'attuazione del decreto legislativo 118 del 2011, che prevede l'armonizzazione delle procedure di bilancio, del modo di rappresentazione dei bilanci, cosa che, tra l'altro, dovrebbe essere oramai pienamente operativa, visto che siamo ben oltre la scadenza, che era il 31/12/2014.
Di conseguenza, quello che ci aspettiamo, proprio perché di nuovo stiamo parlando di una situazione ad hoc e di un'integrazione tra pubblico e privato, è che il privato, che si fa attore di una situazione che oso definire relativamente ambigua, come quella della soluzione proposta per il Gradenigo, debba rispettare le prescrizioni previste per il pubblico, in particolare il fatto di presentare rendiconti che siano confrontabili con quelli della gestione pubblica. Può anche avere i suoi rendiconti soliti di gestione privata, ma proprio per avere un quadro delle differenze di questo nuovo modello proposto da questa legge.
Conseguentemente, sottolineiamo come tutte le prescrizioni del piano operativo del piano di rientro debbano sostanzialmente essere applicate perché non c'è niente da inventarsi di nuovo, le abbiamo già scritte tutte nel documento del piano di rientro, che non abbiamo seguito più di tanto ma che noi spereremmo venga seguito, non solo per la parte pubblica, ma anche per questa iniziativa strana che è stata fatta con il Gradenigo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Vedo che chiacchiera e non ascolta con attenzione l'intervento dei suoi colleghi Consiglieri, visto e considerato.



PRESIDENTE

Parla di me o del Presidente Chiamparino?



BATZELLA Stefania

No, sto parlando del Presidente Laus, ma anche il Presidente Chiamparino se ascoltasse.
Il Presidente Chiamparino è da solo e invece il Presidente Laus è in compagnia che chiacchiera, perché, a quanto pare, sembra che questo argomento non è così tanto interessante, sembra di essere da qualunque parte che non all'interno di un'Assemblea legislativa.
Io continuo a ribadirlo, ma il Presidente dovrebbe far presente e far rispettare veramente il regolamento ogni tanto.



PRESIDENTE

Perché, non lo faccio rispettare?



BATZELLA Stefania

Ogni tanto sì, Presidente, però dovrebbe essere un po' più severo pretendere che ci sia silenzio e attenzione all'interno di quest'Aula visto che stiamo parlando dell'abrogazione dell'articolo di una legge.
Presidente, detto questo, vorrei rientrare nel merito.
Mi viene da piangere e non mi viene da ridere, pensate un po'. Mi verrebbe da piangere perché non ci rendiamo conto che stiamo parlando di un tema molto serio.
Per quanto riguarda il merito dell'emendamento, chiediamo delle azioni di monitoraggio e di controllo, continuiamo a chiedervelo e a porlo in evidenza per mettere in atto quanto previsto dal decreto legislativo n.
118/2011, secondo i principi di massima trasparenza. La massima trasparenza si chiede in tutti i campi, ma nel campo della sanità, a maggior ragione deve esserci massima trasparenza, su tutto, su tutti i dati, perché stiamo parlando della salute dei cittadini, quindi tutte le patologie e le condizioni di salute dei cittadini; soprattutto tutti i costi, le attività e le prestazioni che vengono erogate all'interno di quel Presidio. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti per l'illustrazione; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Con l'emendamento rubricato n. 10), come nei precedenti, auspichiamo maggiori controlli relativamente ai monitoraggi dell'effettiva attuazione in questo caso, del decreto legislativo n. 118/2011, secondo i principi di massima trasparenza.
Chiaramente, la trasparenza è l'obiettivo principale nell'ottica di mettere un tampone a quello che potrà essere il futuro del Gradenigo secondo quanto si prevede già di approvare con questa legge. Chiaramente in questa fase, continuiamo la nostra proposta emendativa, con scarse speranze di riuscita. Quindi, abbiamo messo in campo queste piccole proposte, che chiaramente non verranno accolte; comunque, ci poniamo l'obiettivo di essere leggermente costruttivi, anche se l'ottica generale del provvedimento consente veramente pochi spazi alla positività e all'attuabilità nei margini di un provvedimento che non crei problemi alla sanità pubblica piemontese.
Le nostre perplessità le conoscete, sono le perplessità di molti e non solo del Movimento 5 Stelle; non siamo gli unici ad avere perplessità rispetto a questo provvedimento, chiaramente siamo gli unici nelle condizioni di poter fare qualcosa, almeno rallentare un processo che si concluderà in quest'Aula consiliare. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Essendo le ore 17.58, iniziamo la discussione sugli atti di indirizzo.


Argomento: Trasporti su ferro

Esame ordine del giorno n. 405 presentato dai Consiglieri Vignale Porchietto, Sozzani e Valetti, inerente a "Alta Velocità: no all'aumento della tariffa degli abbonamenti e alla prenotazione obbligatoria. La Regione si attivi con Trenitalia per garantire il servizio ai pendolari" ordine del giorno n. 396 presentato dai Consiglieri Giaccone, Grimaldi e Valetti, inerente a "Verifica sulle condizioni di utilizzo della linea ad Alta Velocità Torino-Milano"; ordine del giorno n. 417 presentato dai Consiglieri Valetti, Bertola, Frediani, Bono e Mighetti, inerente a "Politiche di gestione del servizio di trasporti passeggeri AV Torino Milano in seguito ai numerosi disagi dei pendolari del treno Frecciarossa gestito da Trenitalia"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 405, avente ad oggetto "Alta Velocità: no all'aumento della tariffa degli abbonamenti e alla prenotazione obbligatoria. La Regione si attivi con Trenitalia per garantire il servizio ai pendolari", presentato dai Consiglieri Vignale Porchietto e Sozzani e dell'ordine del giorno n. 396, avente ad oggetto "Verifica sulle condizioni di utilizzo della linea ad Alta Velocità Torino-Milano" presentato dai Consiglieri Giaccone, di cui al punto 6) all'o.d.g.
E' attratto un altro ordine del giorno il n. 417 "Politiche di gestione del servizio di trasporti passeggeri AV Torino-Milano in seguito ai numerosi disagi dei pendolari del treno Frecciarossa gestito da Trenitalia" presentato dai Consiglieri Valetti, Bertola, Frediani, Bono, Mighetti.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 405.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ancorché con un po' di ritardo rispetto a quanto avremmo desiderato almeno discutiamo questa mozione in tempo, nel senso che oggi è esattamente il giorno antecedente all'introduzione delle modifiche sulla linea Torino Milano ad alta velocità. Da una parte, ci sono gli aumenti che hanno riguardato esclusivamente i pendolari, con un aumento significativo dai 295 euro ai 417 per la seconda classe e dai 417 euro ai 480 per la prima classe; dall'altra, c'è la necessità della prenotazione obbligatoria.
Noi crediamo che l'uno e l'altro aspetto non siano sostenibili e non siano condivisibili sostanzialmente per lo stesso motivo: il trasporto ad alta velocità è un trasporto pubblico, essendo stato realizzato con un investimento assolutamente significativo da parte dello Stato. Trenitalia non può provare a distinguere, con una modalità assolutamente non condivisibile, quello che è un trasporto dove c'è un contributo pubblico cioè il trasporto regionale, su cui vi è il contratto con Trenitalia individuandolo come trasporto pubblico, avendo anche una relazione con la Regione, e indicare quello che è sempre trasporto pubblico e di collegamento tra Torino e Milano come un collegamento, lasciatemi dire privato, perché non vi è, successivamente al grande investimento sulla realizzazione, un contributo quale quello previsto all'interno del contratto tra la Regione e Trenitalia. Questo è il motivo fondamentale.
Poi, non si può pensare di svolgere per molti anni un trasporto in situazioni assolutamente non corrispondenti al costo. Cioè, per molti anni il trasporto ad alta velocità, con un costo considerevole per gli abbonati e anche per i non abbonati, ma in particolar modo per gli abbonati, si è potuto svolgere con una percentuale di occupazione delle carrozze decisamente superiore ai posti sostenibili. Quindi, in quel momento andava bene il pagamento degli abbonati e andava bene qualunque modalità di viaggio; poi, ad un certo momento, ci si è accorti che questa modalità non andava più bene.
Ora, dal momento dell'annuncio, noi non possiamo non registrare che vi è stata almeno una comunicazione positiva circa l'inserimento di due nuove tratte; però, anche da questo punto di vista, vi è un po' la dimostrazione della necessità di un intervento che ponga chiarezza, perché la richiesta di nuove tratte è stata posta non da oggi, nel momento in cui è stato comunicato l'aumento e la prenotazione obbligatoria, ma è una richiesta avanzata da molto tempo.
Da questo punto di vista, Trenitalia ha sempre sottolineato che non era possibile inserire nuove tratte, non per volontà propria, ma per un'impossibilità tecnica di inserire nuovi vettori in quegli orari e in quelle linee. E' evidente che questo problema è stato superato, perché se ci sono due convogli in più significa che quanto detto precedentemente non corrispondeva esattamente a verità.
Vi è, però, un aspetto dirimente, in particolar modo in questo momento: quello relativo alla prenotazione, per due motivi. Il primo, perché non si può pensare di trattare le persone in un certo modo fino al mese precedente e, poi, dal mese successivo, leggere le dichiarazioni del direttore della divisione a lunga percorrenza - Gianfranco Battisti - il quale afferma, in un'intervista ad un quotidiano, che i pendolari devono rimodulare le proprie abitudini in base al modello di offerta possibile. Non credo si possa chiedere questo: le modulavano già precedentemente, quando viaggiavano nelle modalità più differenti.
In secondo luogo, perché esiste ancora un problema tecnico di prenotazione. Se qualcuno di voi vuole provare ad esercitarsi in una prenotazione per la giornata di domani, può capitare - come è avvenuto al sottoscritto - che gli compaia la scritta "prenotazione impossibile", a fronte di un numero di abbonamento dato, sia sul sistema informatico da remoto, quindi da un tablet, sia alle macchine presenti all'interno della stazione.
Evidentemente, c'è un sistema che in questo momento non è in grado di sostenere questa attività.
Occorre fare, poi, un'altra valutazione rispetto alle condizioni di mobilità, che - badate - non riguardano solo i cittadini torinesi che si recano a Milano a lavorare, e viceversa. In molte occasioni abbiamo detto che l'Alta Velocità può rappresentare per la nostra città un motivo di attrazione nei confronti di lavoratori, di capitali di imprese, che possono scegliere la nostra città e la nostra regione avendo a disposizione un collegamento così veloce. Pertanto, vale per i torinesi e i piemontesi che si spostano verso la Lombardia e vale per i lombardi che si spostano verso la nostra regione e la nostra città.
Ciò che chiediamo nell'ordine del giorno - e vado a concludere - è che la Giunta regionale e l'Assessore competente si facciano interpreti, nei confronti di Trenitalia, delle esigenze dei pendolari, intervenendo sull'aspetto del rincaro, che peraltro è singolare, perché riguarda un'unica fascia di viaggiatori. Se ci fossimo trovati di fronte ad un aumento complessivo del costo, tanto per chi viaggia una tantum sul treno ad Alta Velocità quanto per i pendolari, sarebbe stato un aumento lineare per tutti coloro i quali utilizzano il treno. Invece, questo aumento è meno giustificabile, perché riguarda solo coloro i quali viaggiano con un abbonamento.
In secondo luogo, relativamente alla prenotazione, oggi vi è una gestione non possibile, perché il sistema informativo non regge quel meccanismo e crea, anche successivamente, un problema non indifferente rispetto alla gestione di persone che, se utilizzano il treno ad Alta Velocità, è perché non possono avere una certezza rispetto all'orario di partenza e, soprattutto, all'orario di rientro. Cerchiamo quindi di semplificare la vita alle persone e di non peggiorarla.
Ritengo che questo sia un compito della Giunta regionale. Si dirà che le tratte ad Alta Velocità non riguardano il contratto di servizio. Questo lo sappiamo bene, ma quando si ha una relazione nei confronti di un soggetto terzo (in questo caso Trenitalia), la relazione si ha certamente quando si paga - nel contratto di servizio - ma anche quando non si paga perché il contratto di servizio sta in piedi grazie al fatto che vi è stato un grande investimento sulle reti ad Alta Velocità, dalle quali oggi Trenitalia ha un ritorno economico assolutamente significativo, che consente di ammortizzare anche il resto del costo del trasporto, tutto pubblico (l'uno e l'altro), che Trenitalia svolge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giaccone, sull'ordine del giorno n. 396.



GIACCONE Mario

Il collega Vignale ha già bene illustrato la materia degli ordini del giorno, che è comune.
La linea ad Alta Velocità era stata preparata per i Giochi Olimpici invernali del 2006. Il tema riguarda un importante investimento pubblico (ricordo che la cifra era sugli 8 miliardi di euro) e come possa, questo contribuire all'integrazione economica tra le due capitali regionali, ma ancor di più, incidere sulle condizioni di vita e di lavoro dei numerosi pendolari che utilizzano tale collegamento.
Nella fattispecie, il problema cui facciamo riferimento si è aggravato negli ultimi tempi, a seguito delle decisioni del gestore ferroviario che ha introdotto nuovi aumenti di prezzi per l'abbonamento mensile collegandolo, inoltre, ad un sistema di prenotazione obbligatoria dei posti, che rende ancora più difficile l'utilizzo del collegamento stesso.
Peraltro, è noto che la tratta Torino-Milano, e viceversa, comporta un utilizzo non costante del collegamento, nel senso che ci sono forti punte di carico al mattino e alla sera, per le ragioni di cui dicevamo prima cioè il traffico pendolare, ed un utilizzo, invece, più ridotto nelle altre ore del giorno. E' altrettanto chiaro che il problema del migliore utilizzo dell'infrastruttura è da affrontare in maniera organica, verificando gli attuali modelli di esercizio ed eventualmente ipotizzandone di nuovi, che risultino sopportabili economicamente e, al contempo, più consoni alle esigenze dell'utenza.
Un migliore funzionamento non avrà solo il vantaggio di migliorare la linea in uso, ma potrà assicurare anche migliori condizioni di percorribilità alla linea storica, cioè quella che viene in qualche modo sollevata da un corretto funzionamento della linea ad Alta Velocità.
Pertanto, rapidamente, poiché il tema è comune, chiediamo alla Giunta regionale di avviare in maniera sollecita, anche avvalendosi dell'apporto dei tecnici e sentite le istituzioni e le organizzazioni che ne hanno competenza, un percorso di verifica sulle condizioni di utilizzo della linea ad Alta Velocità Torino-Milano, per verificare la concreta possibilità di instaurare un modello di esercizio che sia in grado di coprire le punte di traffico mattutino e serale, rendendo così alla collettività piemontese un servizio che risulti proporzionale all'entità dell'investimento compiuto per la realizzazione dell'opera, all'epoca.
Il suggerimento potrebbe essere quello dell'istituzione di un tavolo che permetta alla Regione di ragionare alla pari con i gestori e di trovare una soluzione che sia di soddisfazione per la Regione, ovviamente, e per tutti i pendolari che quotidianamente si avvalgono del servizio, che al momento si trovano oggettivamente in grosse difficoltà. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 417 iscritto questa mattina, su richiesta del Consigliere Bono.
Prego, Consigliere.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Non posso che richiamarmi agli atti dei colleghi Vignale e Giaccone, di cui condivido la sostanza e per cui mi troverò a ribadire alcuni concetti.
Teniamo presente che il fenomeno del pendolarismo su linea ad Alta Velocità è cresciuto negli ultimi anni anche a causa dell'esubero dei posti di lavoro: diverse migliaia di persone si trovano a viaggiare per lavoro perché risiedono a Torino e il mercato del lavoro, come sappiamo, è piuttosto in crisi. Talune volte si tratta anche di persone che vivevano a Milano e hanno fatto una scelta di uno stile di vita diverso, reputando più conveniente o più adatto alle loro esigenze viaggiare come pendolari da Torino, anche per una questione di costo della vita.
Teniamo presente che su questa linea attualmente viaggiano circa una ventina di coppie di treni quando la capacità teorica di questa linea raggiunge circa le 160 coppie di treni al giorno. Quindi, stiamo parlando di una linea fortemente sotto utilizzata. Perché è sotto utilizzata? Noi possiamo fare alcune ipotesi che riguardano anche la struttura della rete ferroviaria esterna alla linea ad Alta Velocità, quindi il nodo di Torino il nodo di Milano ed alcune problematiche tecniche che possono effettivamente limitare in parte questa capacità massima.
Quello che va stigmatizzato è il comportamento del gestore che, in questo caso, conta politicamente al punto da determinare con la sua offerta la domanda di servizio. Se si tratta di un servizio a mercato, non si è mai visto che sia una delle aziende che lavorano nel settore che con la sua offerta limita la domanda. Non stiamo parlando, infatti, di servizi sovvenzionati, ma stiamo parlando di servizi a mercato; quindi, c'è qualcosa che non va nel modello, se il gestore può dire "non metto un treno e chi non ci sta nei posti, sta a casa". Non è accettabile, anche perch sono treni con frequentazione abituale, frequentati in maggiore misura da pendolari e non si può comprare un abbonamento mensile e poi scoprire che non c'è più la prenotazione per il posto sul treno che serve al lavoratore.
E' chiaramente una provocazione inaccettabile.
Adesso è stato lanciato un servizio nuovo da Trenitalia, quello del Freccia Rossa 1000, che è un convoglio che ha ancora meno posti del modello precedente, ma è una configurazione del tutto arbitraria, che può essere tranquillamente prolungata con l'aggiunta di nuove carrozze da parte del gestore. Quindi, anche il problema del mettere più corse di treni non sussisterebbe, perché basterebbe semplicemente aumentarne la capacità.
In tutto questo sappiamo benissimo che la Regione non contribuisce al servizio Alta Velocità, ma sappiamo anche che i pendolari dell'Alta Velocità non potrebbero in nessun modo adattarsi al servizio regionale perché per questioni di esigenze specifiche di tempo e di lavoro i due mercati non sono sovrapponibili e stiamo sempre parlando di cittadini piemontesi che si muovono per lavoro. Quindi, una responsabilità politica c'è.
Ci chiediamo se non sia il caso a questo punto, visto che un certo atteggiamento che riguarda la governance del trasporto pubblico lo risentiamo anche sulla parte del TPL, per cui la Regione subisce pesanti condizioni anche economiche per una situazione di mercato poco e male gestita.
Abbiamo una linea che è costata come una finanziaria ed è stata pagata con i soldi dello Stato e non è accettabile che un gestore privato determini le politiche di trasporto dello Stato, inteso come Governo e inteso come Regione.
Quello che chiediamo non si limita semplicemente a chiedere di togliere questa formula della prenotazione obbligatoria e di aumentare un paio di corse, ma chiediamo anche che la Regione intervenga presso Trenitalia e presso il Ministero e faccia un tavolo per capire quali sono le soluzioni di governance che possono migliorare la questione.
Sul TPL l'Assessore Balocco si è già mosso con la proposta dei bandi ferroviari, però crediamo che il tema sia ancora attuale e possa tranquillamente applicarsi anche sulla questione del mercato dell'Alta Velocità.
Quindi, vorremmo che si interloquisse con le autorità competenti per valutare quali sono le azioni di governance e tecniche oltre alle questioni infrastrutturali che possono migliorare la situazione e capire se quelle di governance possono farci risparmiare del denaro ed evitare interventi infrastrutturali, perché non si fanno nuovi interventi se il problema è nella gestione.
Verifichi qual è la reale capienza della linea e se è sotto utilizzata quindi, da qui ci sarebbe l'arbitrarietà del gestore a non mettere nuove corse, e non capiamo il perché - e comunque non sarebbe una politica che deve decidere il gestore.
Inoltre, è importante capire se non vi è una necessità di incominciare a ragionare anche come Enti locali sulla questione della scorporazione della rete ferroviaria da un gestore privato, perché crediamo che ci sia un peso molto importante sul fatto che la stessa holding possieda il servizio ferroviario e la rete ferroviaria. Questo senz'altro è un fattore di freno del mercato ferroviario, così com'è sempre stato, ad esempio, per la Telecom che, in un altro settore, possedeva la line e faceva servizi telefonici. Si sa che c'è stata la difficoltà degli altri operatori ad entrare nel campo, perché se uno dei concorrenti sul mercato possiede le infrastrutture, è chiaro che gli altri vengono penalizzati.
Quindi, chiediamo che venga presa a cuore questa questione, perch riguarda un altro fattore, che è molto impattante sul bilancio della Regione, che è quello del TPL. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Caputo per dichiarazione di voto ne ha facoltà.



CAPUTO Valentina

Il Partito Democratico voterà a favore degli ordini del giorno n. 405 e n. 396, in quanto ne condivide i principi esposti e che i colleghi hanno illustrato poc'anzi, mentre rimane un po' più critico su quello presentato dal Movimento 5 Stelle, soprattutto per l'ultimo punto dell'impegna, in cui si parla della separazione della società di gestione della rete ferroviaria italiana da quella del servizio ferroviario.
Questo punto tocca una tematica molto più ampia, che meriterebbe un maggior approfondimento, mentre noi ci soffermiamo sul fatto che su questi ordini del giorno si parla di servizi che in questo caso non sono più garantiti ai pendolari.
Infatti, Trenitalia ha dichiarato che dal 1° luglio i passeggeri avranno il diritto di viaggiare comodamente seduti, acquistando il ticket online: questo non sarà più possibile, senza contare che, quando parliamo di pendolari, sappiamo anche che parliamo di persone che tutti i giorni si recano da Torino a Milano principalmente per poter lavorare.
Questo è dovuto ad un cambiamento del quadro socio-economico, perch purtroppo sono state tante le aziende e le società che si sono trasferite a Milano: quindi, molto spesso, si tratta di lavoratori che non l'hanno fatto per scelta, ma sono stati obbligati ad affrontare una spesa molto più onerosa ed a cambiare il proprio stile di vita pur di recarsi al lavoro.
Dal 1° luglio, inoltre, avranno lo svantaggio di avere un aumento delle tariffe, che va dal 10 al 15%, assolutamente non legittimato e sicuramente non pari al servizio che viene offerto loro. Tutto questo va sicuramente a discapito dei pendolari che, molto probabilmente, saranno anche obbligati a fare delle scelte di vita differenti, tra le quali anche quella di trasferirsi a Milano.
Ricordo che siamo al 1° luglio e che fino ad ottobre la nostra città sarà maggiormente protagonista insieme a Milano dell'Expo, e che proprio per tale motivo ci sarà un maggior flusso molte più persone che si recheranno nel capoluogo lombardo Quindi, sicuramente ci sarà anche un'affluenza maggiore sulle linee e si privilegeranno i biglietti giornalieri. Questo non sarà un punto a favore di chi invece paga un abbonamento mensile e non si troverà nelle condizioni di potersi recare al lavoro, oltre tutto in un momento anche particolarmente delicato da questo punto di vista.
Come si ricordava, il punto di maggior carico riguarda soprattutto le prime fasce del mattino e della sera, che sono anche quelle più utilizzate dagli utenti. Pertanto, ci dobbiamo impegnare affinché si trovino delle soluzioni alle criticità che sono state evidenziate, in modo tale che venga erogato un servizio ai cittadini che sia pari a quello degli otto miliardi spesi per l'investimento per l'Alta Velocità, in modo tale da poter anche integrare maggiormente le due capitali regionali dal punto di vista socio economico.
Un impegno che ci sentiamo di dare alla Giunta è che, mentre ciò di cui stiamo parlando oggi è limitato al Freccia Rossa, di pensare anche al Freccia Bianca, infatti mentre i tempi di percorrenza del Freccia Rossa sono di 50 minuti, il Freccia Bianca impiega un'ora e quaranta minuti esattamente come la nostra linea storica, hanno quindi gli stessi tempi di percorrenza. L'impegno della giunta deve essere di rafforzare il TPL perch a parità del Freccia Bianca, consentirebbe agli utenti di poter usufruire dello stesso tempo di percorrenza, sicuramente con dei costi molto più vantaggiosi rispetto a quelli che sono attualmente applicati da Trenitalia.
Questa è la nostra esposizione su i due ordini del giorno.
Valuteremo quello del Movimento 5 Stelle, a patto che l'ultimo punto dell'impegna venga modificato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giaccone ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Analizzando i documenti, mi sembra che ci sia una significativa coincidenza di indirizzi, salvo qualche elemento, e visto che mi sembra opportuno, perché darebbe all'Assessore una forza maggiore la possibilità di un documento congiunto, chiedo cinque minuti di sospensione per vedere se riusciamo a tracciare una linea condivisa.



PRESIDENTE

Sospensione accordata.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.24, riprende alle ore 18.37)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 405, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 396, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 417, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 217 presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Ruffino e Vignale, inerente a "Città della Salute e della Scienza di Novara. Ricorso alla concessione di costruzione e gestione"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 217, avente ad oggetto "Città della Salute e della Scienza di Novara. Ricorso alla concessione di costruzione e gestione", presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Ruffino e Vignale, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Cercherò di aggiungere alcuni elementi, perché questo ordine del giorno lo avevamo discusso prima che fosse rinviato alla Commissione.
C'è stata anche un'occasione per un confronto con il Consigliere Rossi e l'Assessore Saitta, in cui volevo dare una serie di rassicurazioni rispetto alle risposte che ci sono pervenute e anche nell'ambito delle risposte che l'Assessore aveva formulato in Commissione.
Vi sono delle preoccupazioni dietro all'ordine del giorno legate ai tempi di realizzazione della Città della Salute di Novara che, con le considerazioni che sono state indicate e scritte nell'ordine del giorno possono essere una sorta di rassicurazioni rispetto al fatto che finalmente, dopo anni di discussione si può partire con questo importante progetto. Progetto importante non solo per il quadrante delle quattro Province nella quale viene inserita la Città della Salute, ma importante per il Piemonte, perché è una delle due Città della Salute e della Scienza dopo quella di Torino.
Il concetto è che, rispetto alle osservazioni che l'Assessore aveva fatto in risposta all'ordine del giorno, e rispetto a quello che è stato detto in Commissione, qui si incide sotto il profilo della procedura amministrativa per portare a compimento l'opera.
Non viene toccata l'analisi finanziaria che l'Assessorato regionale insieme all' ASO dell'Ospedale Maggiore di Novara, ha condotto in questo periodo; non vengono toccate le carte in possesso del Ministero con cui è stata approvata la procedura sino ad oggi intercorsa; non ci sono elementi che incidono sotto il profilo economico. Si cerca, con questo ordine del giorno, di individuare quello strumento che possa accelerare, quanto prima l'avvio della procedura.
Come dicevamo prima, per l'avvio della procedura, se vi sono dei compiti affidata alla Pubblica Amministrazione, sia essa l'ASO o l'ASL, nel caso specifico immagino l'Ospedale Maggiore della Carità di Novara esistono due problematiche che in Italia sono assolutamente certe: l'incertezza dei tempi e, soprattutto, vi è l'incertezza sulla disponibilità economica complessiva. In qualsiasi appalto pubblico a livello nazionale, si parte con delle cifre e si arriva a cifre ben diverse, con tutta una serie di implicazioni - lo dicevo poc'anzi - di tipo legale che normalmente gli appalti che hanno dimensioni di questo genere comportano.
Il fatto che si ricorra alla concessione di costruzione e gestione è, a nostro modo di vedere, un rafforzativo rispetto alla procedura che l'Assessorato sta portando avanti, oppure procedura che, qualora ci fosse una delega, la stessa ASO può portare avanti. Procedura nella quale si danno dei compiti al soggetto che può partecipare ad una gara di questo genere nel compiere una serie di atti amministrativi che vanno ad aiutare la Pubblica Amministrazione.
Tenete presente che soggetti che possono fare attività di proposta di questo genere sono soggetti altamente complessi. Dovranno essere imprese di costruzioni, soggetti che abbiano competenza nella gestione di una struttura ospedaliera, istituti di credito che dovranno, necessariamente associarsi in un'ATI ai fini di un gruppo compiuto per la realizzazione di un'opera assolutamente complessa, come è in generale un ospedale, in particolare una Città della Salute, che ha anche una componente universitaria al proprio interno.
Ora, l'idea era proprio quella, con quest'ordine del giorno, di dare avvio ad una valutazione che - attenzione - rimane in capo all'Assessorato: con quest'ordine del giorno, cioè, noi non andiamo ad incidere o a dare perentoriamente un indirizzo di assoluta direzione, ma diamo sicuramente all'Assessorato un'opzione. Nella parte finale è scritto "che sia valutato e consentito il ricorso alla concessione di costruzione e gestione".
Evidentemente, infatti, l'avvio di una vendita delle proprietà da parte dell'ASO o le procedure di tipo urbanistico che riguardano - dicevamo poc'anzi- la porzione di ospedale attualmente esistente - quindi il cosiddetto "vecchio ospedale", che verrebbe meno qualora si realizzasse il nuovo - lasciano dei tempi a modo di vedere di noi firmatari così lunghi e tali per cui iniziamo oggi l'avventura, ma non sappiamo quando questa finisce.
Il fatto che ci possa essere, invece, un quadro entro il quale collocare anche problemi di tipo burocratico consente l'avvio della procedura. Nel frattempo si vanno a definire, aggiustare, risolvere tutta una serie di problemi che necessariamente durante l'avvio di una costruzione così importante saranno emersi e che in questo modo potrebbero essere superati in tempi brevi. Soprattutto, però, si potrebbe dare finalmente l'avvio a quest'opera che da troppi anni il Quadrante - io non vorrei parlare soltanto della Città di Novara, ma vorrei parlare dell'intero Quadrante - sta aspettando - immagino - anche a livello regionale.
Termino qui, per non dare altri elementi aggiuntivi.
Ovviamente questa è una proposta. Se occorrono - lo dico fin da subito degli elementi emendativi, che l'Assessore magari meglio di me conosce rispetto a degli elementi che lui possiede e ritiene essere importanti ai fini di non andare ad incidere sotto il profilo dell'attività burocratica sin qui svolta, evidentemente vi è la massima disponibilità a questo purché possano essere mantenuti gli obiettivi, perché questi obiettivi finalmente possono costituire innanzitutto un precedente, che possa anche magari, nell'ambito di questo "laboratorio" costruito su una Città della Salute più piccola rispetto a quella di Torino, fornire degli elementi che vengono fatti propri dall'Assessorato e dal Consiglio regionale anche per l'attività che successivamente può essere svolta nella Città di Torino.
Una soluzione di questo genere sicuramente costituisce un'esperienza che può essere ripetuta, in dimensioni sicuramente diverse, sulla Città di Torino.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Mi pare non ci siano altre richieste di intervento, quindi possiamo passare alla votazione dell'ordine del giorno.
Prima di procedere in tal senso, ha chiesto la parola l'Assessore Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Questo ordine del giorno è del mese di febbraio. Avevamo già iniziato la discussione qui in Aula e poi mi pare che l'abbiamo rimandata in Commissione; e devo ammettere di aver commesso un errore anche nel dibattito che abbiamo svolto qui, perché non avevo letto bene il testo.
Avevo infatti immaginato, sulla base delle conclusioni - perché normalmente si guardano le conclusioni e non le premesse - che quella proposta dal collega Sozzani (questa della concessione) fosse una modalità in qualche maniera di tipo precauzionale. Avevo detto così: qualora non ci fosse il finanziamento regionale, attrezziamoci. In realtà, leggendolo con grande attenzione, il testo fa riferimento soltanto ad una parte del costo (a quegli 80 milioni) e il collega propone il meccanismo della concessione.
Dopo il lavoro della Commissione - ma, devo dire, soprattutto dopo alcuni approfondimenti che ho fatto recentemente con l'Azienda sanitaria la situazione - e poi vengo alla conclusione - è questa. L'importo della Città della Salute di Novara è di 320 milioni (all'incirca il costo è questo). Vedendo il quadro economico trasmesso al Ministero della Salute e quindi anche come allegato ed elemento del contenuto per la valutazione del Nucleo di valutazione (che è stato costituito e le cui osservazioni speriamo avvengano presto), la situazione è questa: su 320 milioni, il finanziamento pubblico (di cui all'articolo 20), che è costituito di parte statale e parte regionale - è di 134 milioni; dall'alienazione risulterebbero 105 milioni; dalla concessione - quindi, nel quadro economico già previsto a suo tempo era preventivato il meccanismo della concessione - 80 milioni e 290.000, che è l'importo che i colleghi hanno indicato nell'ordine del giorno che era stato presentato a febbraio.
Allora, oggi il Nucleo di valutazione deve esprimersi sul progetto, ma anche per la conferma dei 134 milioni di cui all'art. 20.
Per quanto riguarda l'alienazione, negli incontri che abbiamo avuto con il Direttore generale e con il Direttore amministrativo, è chiaro che bisogna prepararsi al momento in cui ci sarà il via, per essere pronti. La parte dell'alienazione è collegata alla vendita. Io, per la verità, a suo tempo immaginavo - cosa che si è verificata non sempre praticabile - la vendita delle strutture ospedaliere esistenti, ma in realtà l'alienazione che pure era stata immaginata e che sta prendendo corpo concretamente, è la vendita delle cascine, che sono di proprietà dell'ASO.
Il Direttore generale è venuto a parlarmi di questo tema, cioè della necessità di prepararci, e - attraverso una verifica e un sondaggio che ha svolto, per capire se il mercato è pronto ad acquisire quei 105 milioni mi conferma che ci sono interessi e che si potrebbe partire con la gara per la vendita, alla stima che era stata fatta a suo tempo che era intorno ai 100 milioni e rotti: forse 105 (non ricordo più la cifra in termini assoluti). Quindi, per la copertura del costo complessivo, occorre l'alienazione e dunque si tratta di avviare la procedura per la vendita.
Era previsto, in ogni caso, il concessionario. L'affidamento che era stato immaginato in quel piano, quindi, era un affidamento per la realizzazione dell'opera e contemporaneamente, per la gestione di alcuni tanti o pochi - servizi, era stato pensato il pagamento del canone al concessionario per poter rientrare negli 80 milioni. Con queste procedura sempre attraverso le verifiche, il costo del canone è addirittura minore del costo di gestione attuale: mi è stato detto che è così e mi è stato dimostrato che è così.
Il piano economico, così com'era stato immaginato, quindi, regge. Il problema - e il collega in questo senso ha ragione - è quello di sollecitare i percorsi in modo da evitare che al momento "X", come lo chiamo io, sul piano amministrativo non siamo pronti. Concordo, dunque, con questa sollecitazione.
Allora, per quanto riguarda l'alienazione, noi abbiamo ricevuto la richiesta da parte dell'Azienda di mettere in vendita le cascine, sulla base di questa disponibilità e di questo sondaggio che è stato condotto.
Noi, quindi, siamo pronti a dare questa autorizzazione e siamo concordi ad utilizzare il meccanismo della concessione, così com'è stato indicato.
Ora, noi abbiamo immaginato - e la situazione rientra all'interno di questo schema - un'operazione complessiva: si autorizza la vendita, ma indipendentemente dal quadro economico, per evitare quanto già capitato per Alba, Bra, Asti, per cui magari si fa la vendita ma restano gli ospedali magari non utilizzati.
Allora, quello che ci pareva utile sulla base dell'esperienza è assumere contemporaneamente un impegno (abbiamo provato con la Città di Novara e mi pare ci sia questa disponibilità); non so quale sia lo strumento - stiamo vedendo se è l'Accordo di programma o altro indipendentemente dal finanziamento, per avviare le procedure, già oggetto di valutazione in passato da parte delle Amministrazioni precedenti, della vendita, per quel che è vendibile (perché non tutto lo è), della parte del vecchio ospedale. Per fare cosa? Beh, innanzitutto per introitare all'interno dell'Azienda Sanitaria Locale, perché occorre fare così per evitare che un edificio resti vuoto.
Quindi, noi siamo per evitare che un edificio resti vuoto.
Noi siamo in questa situazione: vogliamo definire con il Comune di Novara un'intesa per procedere al cambiamento, alle varianti necessarie per poter mettere in vendita quella struttura, che, altrimenti, rischia di rimanere inutilizzata, come tante strutture che conosciamo; un patrimonio buttato via.
In sostanza, venendo al tema che è stato sollevato, il meccanismo della concessione esiste ed è già stato fissato, indipendentemente dalla vendita in questo senso, anch'io avrei delle preoccupazioni se l'alienazione che era stata immaginata era riferita alla struttura ospedaliera, perch parliamo di tempi lunghissimi, dal momento che ci sono anche dei vincoli della Sovrintendenza. Ma non essendo collegato a quei vincoli (ma solo a quelli della vendita), questi problemi non dovrebbero esistere.
Mi sento quindi di poter dire al Consiglio che noi pensiamo di autorizzare la vendita - vendita evidentemente condizionata da una serie di elementi per poter garantire ancora un'attività di carattere agricolo affinché l'Azienda Sanitaria proceda velocemente alla vendita e quindi a indire la gara sulla base della stima. In questo modo, verificheremo se concretamente è realistico il sondaggio che è stato fatto (io immagino di sì). Se dovesse essere così, noi abbiamo già il finanziamento dei cento e passa milioni di euro. Se, invece, non dovesse verificarsi questa ipotesi nel momento in cui concederemo l'autorizzazione chiederemo anche all'Azienda di fare in fretta, ma mi dicono che hanno già preparato i bandi si può immaginare (non è scritto in questo ordine del giorno, perch questo atto di indirizzo si riferisce soltanto agli 80 milioni, cioè al finanziamento che deriva dalla vendita) anche un'estensione della concessione di costruzione e gestione - la chiamo così - in cambio del patrimonio (per una parte). Però questo richiede, evidentemente, che sia verificato, perlomeno io la penso così, attraverso la gara pubblica, come prima battuta. Ma occorre fare in fretta.
Mi rivolgo dunque al collega: sicuramente per il contenuto degli 80 milioni è già concessone ed è già contenuta lì. Per la parte non indicata in questo documento, che riguarda la vendita, io credo che su questo si possa fare una riflessione precisa da suggerire all'Azienda, se non c'è la copertura. A quel punto, si potrebbe immaginare qualcosa in più di una concessione che copra soltanto gli 80 milioni, perché allora diventerebbero 180 i milioni da coprire.
Dunque, per gli 80 milioni è coperto attraverso quello strumento, sul resto bisogna verificare dalla vendita. Confesso - in questo esprimo l'opinione della Giunta - che prima di immaginare una modifica di questo meccanismo, bisogna fare la verifica della gara pubblica. Credo che sia poi doveroso anche adottare modalità di coinvolgimento un po' più articolate.
Per cui mentre il Comitato di valutazione sta svolgendo il proprio lavoro che mi auguro farà in fretta, l'Azienda Sanitaria dovrà velocemente procedere alla gara.
Dopodiché, ci possiamo ritornare. Quindi non è un giudizio negativo.
Per la parte degli 80 milioni è già concessione (realizzazione e per una parte dei servizi). Per la parte restante dei 100 milioni, invece, se si riuscirà a risolvere il problema sarà molto meglio, altrimenti dovremo rivedere la questione. Per questo motivo non esprimo un giudizio negativo sull'ordine del giorno, anche se capisco la sollecitazione. Ma probabilmente, potremmo fare qualcosa di più completo, riferito non soltanto alla riconferma della concessione per 80 milioni, ma anche per la parte dei 100 milioni.
Sono d'accordo, ho commesso un errore per quanto riguarda il passato ma oggi il quadro è più chiaro perché ci siamo dedicati ad un approfondimento.
Potremmo rinviare questa discussione - deciderà evidentemente il collega - al momento in cui la gara sarà stata esperita: ma non può che essere sulla base della valutazione dell'ufficio competente, perché se non dovesse esserci nessuno oppure.
E' chiaro che prima di assumere decisioni al ribasso, come si fa normalmente, si cercherà uno strumento un po' più articolato, che tenga conto anche delle osservazioni non contenute nel documento ma che il collega avanzava verbalmente. Su questo c'è la disponibilità.



PRESIDENTE

Consigliere Sozzani, vista l'ora, le concedo una brevissima replica.



SOZZANI Diego

Intervengo solo per una breve considerazione. Siccome lascia lo spazio affinché ciò che dice l'Assessore è consentito, chiedo di porre comunque in votazione l'ordine del giorno che ho illustrato.



PRESIDENTE

Va bene. Allora possiamo procedere alla votazione.
ROSSI Domenico (fuori microfono) Se lo pone in votazione, chiedo di intervenire.



PRESIDENTE

La prego di fare un intervento brevissimo, perché sono ormai le ore 19.
Prego, Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Ringrazio il collega Sozzani per aver posto all'attenzione dell'Aula un problema che, com'è già stato ricordato, non riguarda solo il territorio Novarese, e neanche del quadrante.
Infatti, dopo l'ultima riorganizzazione della rete ospedaliera, la realizzazione della Città della Salute e della Scienza di Novara è un problema che coinvolge l'intera Regione Piemonte, nel senso che la mancata realizzazione rappresenterebbe un danno per l'intero sistema regionale, e non soltanto per il nostro quadrante.
È chiaro che, dall'esposizione del collega e dalla risposta fornita dall'Assessore, in realtà l'ordine del giorno risulta perlomeno ridondante nel senso che si chiede di adottare per una cifra di circa 80 milioni la concessione, cosa che è già in essere nel documento inviato al Ministero.
Allora, o andiamo a votare un qualcosa di ridondante, oppure per le altre due voci, che sono il finanziamento statale (se mai dovesse venire a mancare) o l'alienazione delle cascine (ma anche in questo caso l'Assessore ha appena confermato che si aspetta di capire come va la vendita pubblica) stiamo discutendo di un altro contenuto che non è presente in questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Però, Consigliere Rossi, il Consigliere Sozzani ha chiesto di mettere al voto l'ordine del giorno n. 217, per cui dichiaro aperta la votazione.
Grazie.



ROSSI Domenico

Scusi, quindi mi toglie la parola, Presidente? Non ho capito.
Chiedo scusa, Presidente, ma mi ha interrotto mentre stavo intervenendo.



PRESIDENTE

L'ho interrotta perché abbiamo superato le ore 19 e c'è già stato l'intervento dell'Assessore.



ROSSI Domenico

Quindi non posso terminare l'intervento? Chiedo scusa, ma almeno come cortesia istituzionale, Presidente...



PRESIDENTE

Va bene, le chiedo soltanto di essere breve.



ROSSI Domenico

Stavo concludendo, Presidente; mi è spiaciuto soltanto come ha posto fine al mio intervento.
Ritengo che questo atto di indirizzo sia ridondante; in ogni caso, per andare incontro alle richieste del Consigliere, dovremmo cambiare il testo dell'ordine del giorno. Ma, a questo punto, potremmo farlo anche insieme dopo l'esito della gara. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 417, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Auguro buona serata a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.05)



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