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Dettaglio seduta n.78 del 16/06/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Trasporti su ferro

Ordine del giorno n. 405 presentato dai Consiglieri Vignale, Porchietto Sozzani, inerente a "Alta Velocità Torino-Milano" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Noi chiediamo che venga iscritto un ordine del giorno relativamente al tema dell'Alta Velocità fra Torino e Milano, alla prenotazione obbligatoria e all'aumento degli abbonamenti.
Considerato che queste modifiche intervengono dal 1° luglio, riteniamo utile l'iscrizione di tale ordine del giorno e sarebbe estremamente utile anche che il Consiglio regionale si esprimesse prima che abbiano luogo le modifiche. Lo dico perché, come i colleghi avranno avuto modo di leggere sugli organi di stampa, c'è una disponibilità da parte delle Ferrovie dello Stato nel risolvere una parte dei problemi che il nostro ordine del giorno pone, che sono ovviamente problemi collettivi e non solo presentati dal nostro Gruppo consiliare.
Tutto questo dovremmo farlo in tempo utile, per cui chiediamo che il documento venga iscritto e, se possibile, che venga anche discusso nella giornata di oggi. Grazie.



PRESIDENTE

Se l'Aula acconsente, lo inserirei al punto n. 28) all'o.d.g.



(L'Assemblea, tacitamente acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Ferrero, Gancia e Gariglio.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

E' a disposizione e riproducibile, su richiesta, il processo verbale della seduta del 9 giugno 2015.


Argomento:

c) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri, in data 11 giugno 2015, ha esaminato le seguenti leggi regionali ed ha deliberato la non impugnativa: legge regionale n. 6 del 13 aprile 2015 "Autorecupero degli alloggi carenti di manutenzione da parte degli assegnatari"; modifica alla legge regionale n.
3 del 17 febbraio 2010 "Norme in materia di edilizia sociale"; legge regionale n. 7 del 13 aprile 2015 "Norme per la realizzazione del Servizio Civile della Regione Piemonte - Variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2014".


Argomento:

d) Variazioni al bilancio per l'anno finanziario 2014


PRESIDENTE

La Giunta regionale, in data 4 giugno 2014, ha trasmesso per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della legge regionale n. 27/20018 ("Nuovo Ordinamento Contabile della Regione Piemonte"), n. 4 deliberazioni del 27 aprile 2015, n. 6 deliberazioni del 4 maggio 2014.
Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

e) Ricevimento Corpo dei Vigili del Fuoco


PRESIDENTE

Ricordo altresì che, come stabilito nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari, oggi alle ore 13, in Sala Viglione, ci sarà l'incontro dei Presidenti dei Gruppi consiliari e dell'Ufficio di Presidenza con il Corpo dei Vigili del Fuoco volontari.
E' richiesta, da parte degli scriventi, anche la presenza del Presidente Chiamparino.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 4 giugno 2015.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

"Politiche del lavoro, gestione delle crisi aziendali e programmazione delle attività produttive. Pianificazione dei fondi comunitari e regionali per il quinquennio 2014-2020" (atti d'indirizzo collegati)


PRESIDENTE

Ricordo che nella seduta antimeridiana del 4 giugno u.s. è stata svolta l'illustrazione e la discussione degli atti di indirizzo di cui ai punti 5), 6), 7), 8), 9), 10), 11), 12) e 13). Tali atti di indirizzo sono collegati al dibattito svoltosi il 26 maggio u.s. in merito a "Politiche del lavoro, gestione delle crisi aziendali e programmazione delle attività produttive. Pianificazione dei fondi comunitari e regionali per il quinquennio 2014-2020".
A questo punto, si tratta di votare i suddetti documenti.
Mozione n. 81, avente ad oggetto "Commemorazione imprenditori suicidi in Piemonte", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 81, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Il voto è contrario anche da parte della collega Conticelli, alla quale non funzionava il sistema elettronico di votazione.
Ordine del giorno n. 213, avente ad oggetto "Impegno della Regione a sostegno del sistema camerale piemontese e dei suoi lavoratori", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 213, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Ordine del giorno n. 252, avente ad oggetto "Diritti e tutela per i lavoratori autonomi colpiti da malattia grave o prolungata", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 252, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Mozione n. 281, avente ad oggetto "Comunità energetica del Pinerolese Intervento presso Governo", di cui al punto 6) all'o.d.g.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 281, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Mozione n. 292, avente ad oggetto "Applicazione di misure estensive all'utilizzo del lavoro accessorio nel settore agricolo", di cui al punto 7) all'o.d.g.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 292, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Ordine del giorno n. 371, avente ad oggetto "Salvaguardia del Made in Italy e del Made in Piemonte e contrasto alla delocalizzazione selvaggia" di cui al punto 8) all'o.d.g.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 371, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Ordine del giorno n. 372, avente ad oggetto "Proroga della Cassa straordinaria anche per l'Azienda Schreder - Caselette (TO) e FNAC di Torino", di cui al punto 9) all'o.d.g.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 372, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Mozione n. 373, avente ad oggetto "Impegno per istituire in Italia il 'reddito di cittadinanza', un sostegno al reddito universalistico" presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi, Batzella, Bertola, Campo Frediani, Mighetti e Valetti, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 373, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva Ordine del giorno n. 374, avente ad oggetto "Tempi celeri per attivazione fondi comunitari", di cui al punto 11) all'o.d.g.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 374, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Ordine del giorno n. 375, avente ad oggetto "Rilanciare il Piemonte partendo dal mattone", di cui al punto 12) all'o.d.g.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 375, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Ordine del giorno n. 376, avente ad oggetto "Reddito di autonomia.
Sostegno al reddito in favore di disoccupati, inoccupati, precariamente occupati o sottoccupati", di cui al punto 13) all'o.d.g.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 376, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Ordine del giorno n. 386, avente ad oggetto "Finanziare studi di fattibilità volti all'applicabilità di un modello economico alternativo sul territorio regionale", di cui al punto 14) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Soltanto per chiedere se su quest'ordine del giorno possiamo proporre delle modifiche al primo firmatario per poterlo votare e se questa è una procedura possibile in questo momento.
Grazie.



PRESIDENTE

Ne approfitto per dire che tutti gli altri ordini del giorno e mozioni sono stati approvati con le modifiche, dopo l'approvazione del primo firmatario.
Nel caso specifico, vorrei sapere qual è la modifica che volete apportare.
Chiedo ai Consiglieri Frediani e Valle di avvicinarsi al banco della Presidenza.



(I Consiglieri Frediani e Valle si recano presso il banco della Presidenza)



PRESIDENTE

Consigliera Frediani, vuole comunicare all'Aula come è stato modificato il testo dell'ordine del giorno? La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno è modificato in questo modo: "Il Consiglio regionale impegna la Giunta a sostenere e condurre studi ed analisi anche attraverso l'IRES e gli Atenei piemontesi volte ad analizzare la fattibilità di realizzazione sul territorio regionale di un modello economico improntato ai principi suddetti".



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 386, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Esame disegno di legge n. 50, inerente a "Modalità di esercizio delle medicine non convenzionali"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 50, inerente a "Modalità di esercizio delle medicine non convenzionali", di cui al punto 15) all'o.d.g.
Il relatore di maggioranza è il Consigliere Giaccone e il relatore di minoranza è il Consigliere Campo.
La parola al Consigliere Giaccone per la relazione.



GIACCONE Mario, relatore

Grazie, Presidente.
Il 7 febbraio 2013, la Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano ha approvato l'accordo concernente i criteri e le modalità per la formazione ed il relativo esercizio dell'agopuntura, della fitoterapia e dell'omeopatia da parte dei medici chirurghi, degli odontoiatri, dei medici veterinari e dei farmacisti.
Successivamente, il Ministero della Salute, con circolare del 24 luglio 2014, ha approfondito la materia chiarendone gli aspetti dubbi e senz'altro consentendo con questi approfondimenti di fare un ulteriore passo avanti nella chiarificazione del modo in cui queste discipline devono essere esercitate.
In Italia la definizione di un quadro normativo ed organico in tale materia è da tempo all'attenzione delle Istituzioni.
Anche le Regioni cercano di legiferare in materia, dal momento che la diffusione di tali discipline ha assunto ormai una dimensione particolarmente significativa in Italia come nella maggior parte dei Paesi Europei.
La proposta di legge n. 50 è finalizzata a dare attuazione al sopraccitato Accordo del 7 febbraio 2013, come peraltro è stato già fatto da altre Regioni italiane, promuovendo l'istituzione, presso gli Ordini professionali provinciali dei medici chirurghi e degli odontoiatri, di elenchi di professionisti qualificati dal punto di vista della formazione.
E' stata assegnata alla IV Commissione, in sede referente, in data 09 ottobre 2014. La Commissione ha deciso di svolgere le consultazioni, con modalità on line, dei soggetti e delle organizzazioni interessate alla materia.
Il provvedimento è composto da nove articoli.
L'articolo 1 esplicita, nel rispetto dell'Accordo del 7 febbraio 2013 le finalità del provvedimento, mentre il successivo articolo 2 ne definisce l'ambito di applicazione, specificando le medicine non convenzionali alle quali si applicano le disposizioni contenute nella legge. In particolare si tratta dell'agopuntura, della fitoterapia e dell'omeopatia.
L'articolo 3 disciplina l'istituzione degli elenchi dei professionisti che esercitano le sopraccitate medicine non convenzionali e ne definisce le modalità di iscrizione. Importante, a tal proposito, è precisare che l'iscrizione in questi elenchi avrà una finalità esclusivamente informativa e conoscitiva e non costituirà condizione necessaria per l'esercizio delle medicine non convenzionali, nel senso che un medico ha comunque diritto a prescrivere la cura come meglio ritiene, perché questo gli è riconosciuto proprio come mandato professionale.
L'articolo 4 prevede il percorso formativo con il quale questi professionisti saranno adeguatamente formati.
L'articolo 5 entra più nel dettaglio per quanto concerne i criteri della formazione per l'iscrizione negli elenchi, il riconoscimento dei titoli conseguiti prima dell'entrata in vigore della legge regionale e nei tre anni successivi, nonché la procedura di accreditamento dei soggetti che fino a quel momento hanno esercitato e che quindi possono vantare un'adeguata competenza in materia.
Gli articoli 6 e 7 infatti riguardano la Commissione regionale permanente per le discipline mediche non convenzionali, che è la Commissione che dovrà costituire i criteri e riconoscere i percorsi formativi a cui facevamo accenno sopra.
L'articolo 8 contiene, invece, una norma transitoria che, nel rispetto delle disposizioni dell'Accordo Stato- Regioni rinvia, ai fini dell'applicazione della legge anche alle professioni di medico veterinario e di farmacista, ad un ulteriore Accordo, previo parere delle rispettive Federazioni nazionali, la normazione del loro rapporto con queste discipline.
Infine, l'articolo 9 introduce nel provvedimento la clausola di neutralità finanziaria, perché ci teniamo a ricordare che questo provvedimento legislativo non ha alcun impatto dal punto di vista economico sul bilancio della Regione, perché la formazione dei professionisti viene svolta a loro stesso carico e ciascun componente della Commissione che si formerà parteciperà a titolo gratuito.
Il significato di questa norma è adeguare la nostra Regione, che peraltro ha sul tema una tradizione antichissima e una diffusione molto amplia, agli standard europei più avanzati. In Italia soltanto due Regioni hanno già una legge in materia e pertanto vogliamo impedire che questi tipi di esercizi siano lasciati all'approssimazione e all'indefinito e che possano essere gestiti da professionisti che non sono laureati, e quindi tutelare il cittadino garantendogli la possibilità di accedere a queste forme di cura e di terapia tramite la competenza di un professionista adeguatamente formato. Al tempo stesso, è chiaro che garantisce e tutela anche i professionisti che hanno fatto un percorso adeguato, perch permette, attraverso gli elenchi, di far sì che questi vengano riconosciuti dai cittadini rispetto ai colleghi che, invece, questi percorsi non hanno fatto.
E' stato ricordato che gli indirizzi a cui ci siamo rifatti per costruire l'articolato derivano dall'Accordo Stato-Regioni e dalla successiva circolare del 2014.
Ricordiamo che abbiamo degli indirizzi anche dalla Comunità Europea per normare al più presto queste circostanze, ma mi interessa anche sottolineare come la FNOMCeO, cioè la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, abbia avocato a sé queste discipline (agopuntura, omeopatia e fitoterapia) sottolineando che sono atti medici e che quindi solo loro possono gestirli.
E' questo il motivo per cui abbiamo limitato il perimetro della nostra legge a queste discipline e lasciamo invece ad un momento successivo la possibilità di normare, interpretare e regolamentare tutte le altre discipline che non sono state riconosciute come atto medico dalla categoria.
Concludo dicendo che considero il raggiungimento di questo obiettivo un successo, perché tutela il cittadino, gli permette di meglio esercitare il suo diritto a scegliere il modo in cui curarsi e fa chiarezza su uno dei tanti mondi in ambito sanitario e non, che, pur contenendo elementi di sicura positività per la salute pubblica, rimangono nel cono d'ombra dell'incertezza. In questo modo queste tre senz'altro da quel cono le togliamo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al relatore di minoranza, Consigliere Campo.



CAMPO Mauro, relatore

Grazie, Presidente.
Questa proposta di legge ci vede all'interno del nostro Movimento con posizioni contrastanti, per cui esprimerò alcuni commenti di merito sul contenuto della legge. Avevo pensato di presentare quattro emendamenti, ma dopo un'attenta riflessione ho ritenuto che sarebbero stati ininfluenti rispetto a quelle che penso siano le criticità che questa legge presenta che sono legate più che altro a criticità nell'accordo Stato-Regioni e nelle posizioni prese da FNOMCeO.
In generale questa legge mi vede favorevole, in quanto affronta il tema di provare a perimetrare e definire modalità di formazione e di accreditamento per la pratica di alcune forme di medicina cosiddette non convenzionali.
E' una cosa sicuramente lodevole, in quanto ad oggi persino nell'accordo Stato-Regioni queste forme di medicina non convenzionale vengono definite in maniera alquanto schematica.
La prima perplessità che vorrei sottolineare, pur lodando l'iniziativa è legata al fatto che queste forme di medicina andrebbero definite in maniera più accurata. Non dico che Wikipedia sia una fonte autorevole, per ci sono definizioni e riferimenti più accurati su Wikipedia che non nell'accordo Stato-Regioni. In particolare, mi riferisco al tema dell'omeopatia, che viene suddivisa in tre discipline (omeopatia omotossicologia e antroposofia), che hanno delle relazioni, ma non sono la stessa cosa, e che peraltro non ci sono nell'accordo Stato-Regioni, ma solo nelle comunicazioni della FNOMCeO. Quindi, già questa suddivisione è una suddivisione arbitraria praticata dalla FNOMCeO.
Purtroppo su tutte queste cose alla fine ci sono dietro anche degli interessi, però quello che vorrei sottolineare è il fatto che forse nella legge si poteva provare, con un po' più di ambizione, a dire che, cogliendo lo spirito dell'accordo Stato-Regioni, si andavano a creare questi elenchi e questi protocolli per la formazione e l'accreditamento per le diverse discipline. A queste avrei aggiunto anche l'omeotossicologia, che differisce dalla parte omeopatica, in quanto ha un approccio alla diagnostica più legato alla disciplina ordinaria rispetto a quella dell'omeopatia nuda e cruda.
La stessa cosa vale per l'antroposofia, ma in realtà bisognerebbe parlare di medicina antroposofica, perché l'antroposofia è una disciplina molto più generale, che comporta un approccio a tutti gli ambiti della vita, che vanno dall'agricoltura all'educazione, alla conduzione della filosofia della vita stessa, ed ha un approccio totalmente diverso da quello omeopatico, pur parlando di equilibri, di organismo.
Io avrei fatto un articolato un po' più esplicativo delle diverse discipline, definendole laddove possibile nel rispetto dell'accordo Stato Regioni citato, ma provando ad ampliare il discorso e riconoscendo le diverse discipline in maniera indipendente, con riferimento allo spirito dell'accordo Stato-Regioni, che mira a dare un quadro a discipline che oggi vengono interpretate in maniera abbastanza eterogenea da chi le pratica sia esso medico o meno.
L'altra perplessità nasce dall'avocazione a sé, da parte della FNOMCeO della definizione e riconoscimento di queste discipline ai fini della pratica "medica". E' chiaro che, da un lato, questo è un fattore positivo in quanto fa entrare sotto la luce dell'ufficialità e di un minimo di verifica scientifica discipline che fino adesso sono state ai margini.
Ricordo che, in particolare sull'omeopatia, ad oggi non è che si possa affermare chiaramente né che essa sia clinicamente efficace né che essa non lo sia, in quanto, tra l'altro, mancano gli studi condotti con il sufficiente rigore e la con la sufficiente estensività per validare sia l'ipotesi di efficacia sia quella di non efficacia. Sotto questo punto di vista, ben venga un'attenzione da parte della medicina ufficiale.
Un'altra perplessità è il fatto che si vogliano definire i criteri per la "pratica" da parte dei professionisti medici delle medicine non convenzionali, partendo da un "cartello" di medici e di rappresentanze mediche, per le quali non abbiamo definito i requisiti perché possano decidere di queste cose. Visto che ci sono già professionisti medici che praticano anche queste discipline in maniera magari non ufficiale, che quindi possono vantare competenze sulla materia, e vista la necessità di migliore la perimetrazione di queste discipline, avrei inserito, in particolare all'articolo 5 - dove si definiscono gli ordini professionali coloro che andranno a creare questi elenchi in prima battuta - requisiti che almeno dimostrino - questo si potrà fare in sede di regolamento, perch vengono lasciate un po' di cose da definire, ed essendo in Commissione nomine vedo spesso una totale carenza di requisiti e di specifiche per questo tipo di enti - che chi decide le modalità di accreditamento, le modalità di formazione e la costituzione di questi elenchi, abbia almeno qualche competenza in materia di queste discipline.
Per carità, anche se oggi non sono ben perimetrate, comunque qualche elemento di riferimento ci dovrebbe essere per non agire all'ombra del giudizio o del pregiudizio.
Vengo ad un'ultima criticità legata alla parte di clausola di neutralità finanziaria per dire che, purtroppo, è una norma che, per quanto valida dal mio punto di vista, è senza un minimo di dotazione per la gestione degli accreditamenti, per la gestione dei protocolli di intesa e soprattutto, per provare a costruire dei percorsi formativi che diano concretezza alle forme di definizione che necessariamente andranno a darsi a queste discipline.
Questa legge, senza fondi a supporto, rischia di diventare l'ennesima norma, un po' velleitaria, che costituisce dei consigli, delle aggregazioni di persone che discettano su qualcosa, ma che poi avrà, in realtà, uno scarso impatto sulla realtà effettiva.
Bisognerebbe, piuttosto, provare a collegare questa norma a determinati percorsi formativi. Non so se sia necessaria la norma finanziaria qua, ed è per questo che anche su questo avevo provato ad ipotizzare un emendamento ma poi mi sono reso conto della difficoltà di ragionare anche sul discorso formazione in Regione Piemonte.
Adesso, a me interessa vedere quello che verrà fuori con la presunta norma - presumo che la norma sarà approvata - e come muoverà i suoi primi passi. Dopodiché, almeno io mi impegno a tenere d'occhio la questione e a provare a fare passi successivi sul tema per dare efficacia, anche perch al di là di tutto, persino norme che hanno la copertura finanziaria, spesso rimangono disattese. Penso alla norma sulla lingua italiana dei sordi finanziata per tre anni, ma quei fondi sono rimasti lettera morta per tre anni. Vediamo se quest'anno non vedranno un utilizzo per inerzia, per mancanza di un regolamento, per mancanza di una chiara volontà, anche politica, di attuarla effettivamente.
L'auspicio che faccio su questa legge è che sicuramente è perfettibile ma è un'iniziativa che trovo coraggiosa, ambiziosa, necessaria e che andrebbe portata a livello nazionale per andare oltre un banale accordo Stato-Regioni (mi permetto di usare il termine banale perché spesso un pochino superficiali) che enuncia dei principi, presenta alcune definizioni piuttosto sintetiche e, purtroppo, lascia spazio ad ampie interpretazioni e ad appropriazioni un po' indebite, come quelle fatta dalla FNOMCeO, che è andata a definire l'appartenenza ad una categoria per alcune discipline che, tutto sommato, forse poco hanno a che fare e che trascura altre discipline che, invece, meriterebbero di essere considerate.
Ribadisco l'importanza dell'approvazione di questa norma e il nostro augurio di buon funzionamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Allemano; ne ha facoltà.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Esprimo il mio consenso convinto alla proposta di legge, pur comprendendo le riserve che ha espresso il Consigliere Campo. Lo vedo come un intervento normativo leggero - non può essere altrimenti - ma facilitante l'incontro tra chi eroga una prestazione, il professionista sanitario, e l'utente, a tutela di entrambi. Credo che non si possa andare al di là di questo aspetto, ma che sia un dovere del legislatore fare in modo che, laddove si incontrano la volontà dell'erogatore e di chi vuole una certa prestazione, questo avvenga in condizioni di sicurezza, tutelando la professionalità e la qualità della prestazione.
Direi poi che questo intervento comprende discipline che, ancorch entrino nel campo dell'effetto placebo, non tutto quanto è oggetto di queste prestazioni è basato sulle evidenze cliniche, ma è altrettanto scontato che nessuno, anche nell'ambito della medicina tradizionale, nega il peso che ha l'effetto placebo, cioè l'aspettativa di un miglioramento nel momento in cui ci si sottopone ad un trattamento.
Siamo in un ambito, da questo punto di vista, rigorosamente scientifico. In più queste discipline rispettano tutti i principi orientativi della bioetica che ho già avuto modo di richiamare in questa sede: il fare del bene, il non fare del male, il rispettare la libera scelta dell'assistito. In questo caso, è di tutta evidenza che se uno mette mano al portafoglio per ricorrere a queste terapie è perché lo vuole fortemente, quindi sarebbe folle non facilitare e non rendere virtuoso questo incontro e, soprattutto, non si sottraggono risorse ad altri ambiti della medicina.
Da questo punto di vista, oggi possiamo essere molto sereni nell'approvare questa legge, perché mi sembra un'operazione buona e giusta.
Concludo dicendo che in Toscana, nel Grossetano, si è trasformato l'ospedale, nell'ambito di una rivisitazione della rete ospedaliera, in un luogo dove si incontrano la medicina tradizionale e quella non convenzionale. Questo vuol dire che è possibile un effetto sinergico tra due modalità di vivere la medicina. Questo è stato oggetto di un intervento normativo da parte di una Regione che, nell'ambito della pianificazione del sistema sanitario, non è seconda a nessuno.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Oggi stiamo discutendo l'approvazione di un testo di legge che permette ad una serie di attori di disciplinare comportamenti professionali. Si tratta di un campo considerato un po' borderline. Ciò che ho apprezzato nell'ambito di questo primo stralcio di presentazione della legge, è che si tratta di una legge coraggiosa e ambiziosa, perché tenta di mettere al riparo da pratiche molto spesso utilizzate in modo improprio da soggetti le cui caratteristiche sono quanto meno poco chiare rispetto al tema.
E' vero che ci sono discipline non ancora contemplate perché non possono ancora trovare una chiara sistematizzazione, pur trovando molte domande e anche un'ottima offerta, però non sono ancora disciplinate perch non ancora riconosciute dal nostro ordinamento, se non a mezzo di strumenti collaterali.
Su un aspetto, però, mi pare necessario fare un punto focale, posto come punto di critica al testo di legge, ossia i requisiti richiesti per l'esercizio di attività professionali contemplate dal testo di legge.
Personalmente ritengo che tutti coloro che abbiano un riconoscimento quale possa essere la laurea o l'abilitazione all'esercizio della professione medica, se sono poi aspetti inquadrati in questo contesto credo che nessuno abbia da eccepire sulle modalità di somministrazione. In caso contrario, dobbiamo ampliare questo contesto.
Allo stesso modo, non so se la Regione abbia veri e propri strumenti di formazione rispetto a professionalità tipicamente accademiche e che quindi, da lì devono discendere per avere un riconoscimento.
Diciamo che si comincia ad uscire dalla giungla del "tutti possono" perché quando si parla di fitoterapici molti dimenticano che moltissimi dei farmaci che oggi troviamo sotto forma di blister, compresse, gocce o quanto ci viene somministrato e prescritto, in ogni caso derivano dalla chimica delle piante. Molti ritengono di rivolgersi a dei fornitori alternativi utilizzando la pianta in forma originaria, ma non avendo poi nemmeno la possibilità di misurare esattamente il principio attivo che c'è all'interno. Oggi, questo è stato anche oggetto di giungla.
Cominciare, quindi, a mettere un po' d'ordine, credo che sia il vero coraggio e la vera ambizione di questa legge, affidandolo a coloro che ne sono competenti.
E' vero che non esistono ancora studi che possano documentare con certezza l'efficacia di tante terapie, ma è pur vero che, ad oggi, si pu documentare che non esistono danni, laddove non siano somministrati in modo scriteriato ed avventuroso.
Probabilmente alcune soluzioni possono essere considerate talmente poco dannose che forse chiunque può proporre queste terapie. Il tema è proprio questo: per quanto possono essere poco dannose, l'alterazione chimica dell'organismo, grazie a strumenti chimici o di altra natura, potrebbe comportare effetti che invece vanno sempre più controllati, misurati valutati e ripristinati laddove è necessario.
C'è una domanda, c'è un'offerta e c'è una volontà, da parte di questa legge, di cominciare a mettere un po' d'ordine. Potremmo essere una Regione, insieme ad altre che già ci hanno messo mano, ad aver fatto qualcosa sull'argomento.
E' auspicabile - anche se al momento è difficile farlo - che anche altre discipline possano trovare beneficio da riconoscimenti di attività richieste, con grande beneficio, da parte della cittadinanza. Mi piace ricordare l'osteopatia e la chiropratica, che da anni ancora non trova una chiara sistematizzazione nel nostro ordinamento. Per anni sono state pratiche utilizzate da personale la cui preparazione era quanto meno assimilabile a quella del cerusico.
Oggi sull'argomento abbiamo corsi di laurea in Francia e negli Stati Uniti, quindi veri e propri percorsi accademici che preparano delle professionalità. E' auspicabile, quindi, che vi si vada incontro, ma sembrava opportuno iniziare da ciò che, relativamente e agevolmente, oggi si poteva fare, rispetto ad un campo più complesso, ma che trova ampia diffusione.
Per questo motivo, rispetto al tema, ritengo che questa sia una legge coraggiosa ed ambiziosa. Sono questi gli aspetti da stigmatizzare e da sottolineare, quali elementi importanti per il Consiglio, un Consiglio che si muove insieme, rispetto ad un testo di legge che, con queste parole trova un ampio consenso nell'ambito della discussione, e quindi del prosieguo del cammino di questa legge.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intendevo intervenire sul dibattito, come ho avuto modo di fare in Commissione, con una posizione singola rispetto a quella del Gruppo consiliare che rappresento, e probabilmente anche non molto condivisa da altri membri del Consiglio.
Farò un intervento più da medico che da politico e da Consigliere regionale, forse addirittura controproducente da un punto di vista di mero consenso, però credo che in qualità di medico - un tempo di si diceva "uomo di scienza", nel senso che ha studiato una materia scientifica e non perch sia uno scienziato - mi sento di dire la mia su questo argomento.
Innanzitutto sgombriamo il campo da qualunque possibile definizione di illegittimità e incostituzionalità di questa norma. La norma ha tutti i motivi per essere approvata, in quanto discende da un accordo, da una direttiva europea. Discende da un accordo Stato-Regioni citato nel testo della legge e nella prefazione della relazione illustrativa. E' un accordo del 2013, quindi di per sé è una norma che ha dignità nel dibattito politico, cioè tutta la dignità di essere portata in discussione e approvata.
Ringrazio il collega Allemano per aver ricordato alcuni concetti fondamentali della medicina, tra cui il non nocere, cioè prima di tutto non fare del male. Ricordo anche le parole del collega Boeti in Commissione: "Che problema ti fai, Bono?" O, comunque, l'aveva detto ai colleghi: non fa male, non costa alle casse pubbliche e quindi Saitta e Chiamparino sono indifferenti, neutri, perché non è onere loro; quindi questa legge si pu assolutamente approvare.
Si potrebbe dire, di primo acchito, che hanno ragione i colleghi Allemano e Boeti e il Consigliere Giaccone, primo firmatario. D'altra parte, c'è una spesa per il cittadino privato ed è una spesa che non è neanche indifferente. In un momento in cui in molte famiglie si ha difficoltà addirittura a fare degli esami, a prendere le medicine normali passate dal sistema sanitario nazionale e regionale, a curarsi e ad andare dal medico, forse la direzione che si è intrapresa a livello europeo - non parlo della Regione Piemonte, ma del livello europeo e forse mondiale - non è delle più azzeccate.
Essendo infatti definita medicina non convenzionale - e su questo poi tornerò - e non essendo passata dal Sistema Sanitario Nazionale - e io mi auguro che non sia passata mai, ma ho sentito già discussioni in questo senso che mi hanno fatto rabbrividire - comporta un costo in più e pu comportare anche, magari, un ritardo nell'assunzione di una terapia tradizionale; e questo ovviamente può essere un problema.
Da un lato, quindi, questa legge vuole creare un elenco di professionisti medici e farmacisti che possano prescrivere le medicine non convenzionali. Mi riferisco soprattutto, se non solo, all'omeopatia: sulla fitoterapia ha pienamente ragione il collega Monaco, ma non c'è neanche bisogno di dirlo, perché la medicina odierna e tradizionale e la farmacologia nascono dalla fitoterapia; mi riferisco ovviamente all'omeopatia.
Si parlava anche precedentemente di una difficoltà a proposito dell'omeopatia: diceva prima il collega Campo della non presenza attualmente, di studi scientifici, né a supporto né contro la scientificità della medicina omeopatica. Questo è dovuto proprio alla problematica di realizzare degli studi scientifici. Normalmente si hanno difficoltà anche nell'introduzione di nuovi farmaci: se si conosce una terapia che è efficace ed è curativa, si somministra quella e si fa fatica negli studi ad introdurre una nuova terapia, perché si creerebbe un danno proprio nel non offrire a quel paziente la migliore terapia (la best practice) riconosciuta. E quindi, di solito, queste cure si danno ai pazienti non rispondenti: un nuovo farmaco - penso, per esempio, ad un farmaco antitumorale - normalmente si dà a pazienti che non rispondono alla terapia classica; e allora si prova una terapia sperimentale. E poi si vede con analisi osservazionale, su delle coorti di pazienti selezionate in questo modo, i risultati della terapia. Per questo motivo, quindi, è molto difficile fare uno studio scientifico in questo senso. Se cioè si ha una malattia seria che potrebbe mettere a rischio le condizioni di salute del paziente, è difficile che si possa dire: "Non ti do il farmaco riconosciuto, provo su di te l'omeopatia e magari facciamo anche uno studio". Questa sarebbe, dal punto di vista di un comitato bioetico, una pratica non accettabile. Di norma, dunque, l'omeopatia è riservata almeno, che io sappia - a scelte del paziente su patologie che non ne mettono a rischio la salute.
Da questo, quindi, discende anche il concetto della restrizione della prescrizione dell'omeopatia, ed eventualmente di altre medicine cosiddette non convenzionali, solo ai professionisti medici. Da un lato, questo potrebbe essere condivisibile, nel senso che il medico ha il paziente davanti, capisce se questo ha una patologia seria che può mettere a rischio, appunto, le sue condizioni di salute o la sua vita e sceglie una terapia; oppure dice che il paziente non ha una patologia di questo tipo e che magari ha una cosiddetta malattia psicosomatica. Poi non si è mai veramente compreso cosa siano queste malattie: di solito si ricorre a questa definizione quando proprio non si sa cos'abbia il paziente, per esempio un mal di testa ricorrente, una cefalea non rispondente alle terapie riconosciute (e allora si potrebbe provare con un farmaco omeopatico, con il concetto che ha citato prima il collega Allemano, che condivido e che è conosciutissimo, dell'effetto placebo).
Dicevo anche in Commissione e lo ripeto qua in Aula che è successo anche al sottoscritto, con una gastrite ricorrente (il classico mal di stomaco): con le terapie tradizionali non rispondevo; ho smesso di prenderle e sono guarito. Non ho preso l'omeopatia, perché ho "deciso" io stesso di guarire e di risolvere il problema, analizzando più che altro gli stili di vita, le modalità di affrontare una serie di situazioni, ecc.
L'effetto placebo, quindi, esiste; ci mancherebbe! Ma io non capisco perch oggi dovremmo andare a far pagare al cittadino privato - come mi diceva un collega - l'acqua e zucchero.
Non me ne vogliano i colleghi che hanno così fede nella medicina omeopatica, ma stiamo parlando di principi che sono diluiti in un solvente di solito l'acqua, con un rapporto di 1/100 o 1/10. Per citare un sito di medicina naturale, si dice che le soluzioni possono essere di 1/100 per le potenze cosiddette "C" o di 1/10 per le potenze cosiddette decimali o "D" quindi i principi vengono diluiti in 99 o nove parti di sostanza diluente e poi la soluzione deve essere agitata con forza con un procedimento chiamato succussione. Ai tempi di Hahnemann, il medico tedesco che visse tra '700 e '800 e che creò l'omeopatia, la succussione avveniva picchiando il flacone contenente il liquido di diluizione su una Bibbia rilegata con una copertina di cuoio: procedimento fondamentale, ovviamente, per consentire l'efficacia del farmaco, è ovvio! Oggi non c'è più la Bibbia con la copertina rilegata di cuoio naturalmente: ci siamo un po' evoluti e forse abbiamo perso un po' di fede ma ci sono altre regioni del mondo che hanno una fede un po' più radicata di noi.
Siamo quindi di fronte a questa origine, non con una forte e radicata base scientifica.
Noi oggi siamo - e chiudo, perché non voglio sforare i dieci minuti - a delineare un elenco di professionisti che possano esercitare le medicine non convenzionali, in rapporto ad altri che non possono. Se noi riconosciamo l'insieme di queste pratiche come medicine, anche se non convenzionali - io escludo la fitoterapia - allora forse è giusto che siano solo dei laureati con un titolo di studio e con un corso di formazione e abilitazione a prescriverle. Se invece - e questa è la mia valutazione e dunque voterò contro a questo disegno di legge - non riconosciamo come medicina, per esempio, una modalità di somministrazione di sostanze (come l'omeopatia) o una filosofia di vita (come l'antroposofia), forse non è neanche il caso che siano solo i professionisti medici a prescrivere queste sostanze.
Dal mio punto di vista, quindi, io voterò convintamente contro, anche opponendomi alla direttiva europea e all'accordo Stato-Regioni. A volte la "solitudine dei numeri primi" - si è anche un po' soli nelle proprie battaglie, però bisogna farle, se si ritiene di doverle fare. E proprio per questo ho svolto questo intervento, che già so mi provocherà una serie di commenti negativi sulle mie pagine dei social network: verrò inondato di osservazioni non edificanti. Però ogni tanto s'ha da fare e penso che la politica sia anche questo, cioè non seguire il mainstream - cioè solo quel che più conviene dal punto di vista del dato elettorale - ma ogni tanto cercare di dire quel che si pensa realmente.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Vicepresidente Boeti, che interviene in qualità di Consigliere.



BOETI Antonino

Non avevo previsto di intervenire, ma le parole del due volte collega Bono - come Consigliere e come medico - mi inducono ad una riflessione, per evitare, avendo lui citato i social network, che finisca sui social network il fatto che a me e al Consigliere Allemano non interesserebbe che i cittadini possano spendere dei soldi: che li potrebbero spendere come vogliono, a patto che questo non sia a carico del sistema sanitario. Sono queste, infatti, le parole che mi pare il Consigliere Bono abbia usato nel suo intervento.
Scusa, collega Monaco: visto che sto parlando di Bono, vorrei che ascoltasse.
Dicevo che mi è parso di capire che il Consigliere Bono abbia riportato che io e il Consigliere Allemano avremmo detto che, essendo questa una questione non a carico del sistema sanitario, non ci interessa come i cittadini spendono i soldi. Non vorrei che sui social network comparisse questo, pertanto prendo la parola per ribadire quanto avevo affermato nel dibattito in Commissione, cioè esattamente il contrario.
Quando si arriva ad una certa età, si è inevitabilmente assorbiti dal proprio mestiere. Un po' per il mestiere che svolgo, ma anche perché ho una mentalità concreta, sono abituato a verificare quello che faccio, pertanto tendo ad utilizzare esclusivamente la medicina tradizionale. Probabilmente non esiste una professione più concreta di quella dell'ortopedico, ma io non ho mai ordinato ad un paziente niente che non fosse previsto all'interno del sistema sanitario e che non fosse assolutamente testato e codificato, da un punto di vista terapeutico.
La medicina tradizionale prevede l'utilizzo di farmaci che sono passati attraverso una sperimentazione di cui si è testata l'efficacia. Sono, poi messi sul mercato per poter essere utilizzati dai cittadini e rispondere ai loro bisogni di salute. Io la penso esattamente in questo modo e continuer su questa strada fin quando farò il mio mestiere.
La proposta di legge presentata dai colleghi mi sembra rispondere ad un'esigenza diversa. Ho detto che viviamo in un paese di maghi e fattucchiere: basta guardare qualche televisione privata per vedere qual è purtroppo, il livello culturale del nostro paese. Probabilmente non è colpa di nessuno, ma questa è la situazione.
E' importante avere una legge che metta ordine in questo mondo inventato, spesso superficiale. Quando ho incominciato ad esercitare la libera professione avevo 28 anni e lavoravo in uno studio medico in cui c'era anche un pranoterapeuta, che - collega Bono - aveva i pazienti in coda dal mattino alle sette alla sera alle 10. Un giorno mi chiese: "Potresti visitare mia madre?", e io gli risposi: "Imponile le mani". Lui mi disse: "Eh, no, a mia madre no! Dovresti visitarla, perché ha male al ginocchio e vorrei capire cos'ha".
Poiché questo, purtroppo, è il Paese, ho inteso (e voterò a favore) questo provvedimento in questo senso: mettere ordine in un mondo confusionario, spesso affidato alla libera iniziativa del professionista e alla buona fede dei cittadini.
Ho svolto questo intervento per evitare equivoci rispetto a quanto ho detto la volta scorsa in Commissione.



PRESIDENTE

Non essendoci ulteriori richieste di intervento, procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato SÌ 30 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Commercio

Esame proposta di legge n. 41, inerente a "Promozione di interventi di recupero e valorizzazione dei beni invenduti"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 41, inerente a "Promozione di interventi di recupero e valorizzazione dei beni invenduti" di cui al punto 16) all'o.d.g.
E' relatrice di maggioranza la Consigliera Motta e relatrice di minoranza la Consigliera Batzella.
La parola alla Consigliera Segretaria Motta, che interviene in qualità di Consigliera per la relazione.



MOTTA Angela, relatrice

Grazie, Presidente.
Colleghi, ritengo che questa proposta di legge sia importante, anche perché presentata in un periodo in cui il dibattito su questo tema è stato caratterizzato da molti interventi.
Nelle scorse settimane abbiamo letto la proposta di legge francese che istituisce il reato di spreco per i supermercati. Diverse persone importanti si sono espresse in questa direzione, chiedendo un intervento contro lo spreco alimentare e non solo: Sua Santità Papa Francesco, Carlin Petrini, Don Ciotti, ecc.
Pertanto, questa proposta di legge colloca il Piemonte tra le Regioni virtuose, che hanno già deliberato e legiferato in proposito. Il Piemonte insieme, ad esempio, alle Marche, con l'approvazione di questo provvedimento avrà una legge regionale che prevede la promozione del recupero e della redistribuzione delle eccedenze anche non alimentari mentre altre leggi regionali approvate dalla Regione Veneto, Toscana Emilia Romagna e Lombardia prevedono solo la promozione, il recupero e la redistribuzione delle eccedenze alimentari. Il provvedimento in esame prevede, infatti, un articolo specifico con una definizione dettagliata delle eccedenze alimentari e di quelle non alimentari.
Infine, il Piemonte, come la Regione Marche, prevede come destinatari della legge gli Enti locali - singoli e associati - gli enti del Terzo Settore, come le cooperative sociali, le associazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale e ONLUS. L'unica differenza è che il Piemonte prevede che questi enti debbano avere una.



PRESIDENTE

Si fermi, Consigliera Motta.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) E' una mancanza di rispetto verso la collega che parla!



MOTTA Angela

Grazie, Consigliera Batzella: non è solo nei miei confronti, ma è perché credo che la lotta allo spreco e alla povertà sia una lotta importante.
Dicevo: il Piemonte, a differenza della Regione Marche, ha previsto che gli Enti destinatari della legge debbano avere un'esperienza almeno triennale in questo settore, mentre la Regione Marche prevede un'esperienza biennale.
Esiste già un mondo che si sta regolando in questa direzione, perché le Regioni che stanno legiferando in questo senso - come ho detto - sono tante, ma manca una legge di sistema e ci auguriamo che il Parlamento la approvi presto.
In assenza della legge nazionale, abbiamo deciso - e sono contenta che questo testo sia stato licenziato dalla IV Commissione all'unanimità - di emanare una proposta di legge che abbia come obiettivo quello di promuovere il recupero per fini economici, sociali ed ambientali dei beni invenduti sul territorio regionale, sostenendo canali alternativi alla loro distruzione.
Questa proposta di legge è stata presentata il 30 luglio 2014, ma era già stata presentata nella precedente legislatura, quando l'Unione Europea aveva riconosciuto il 2013 come anno europeo contro lo spreco alimentare.
Sono passati due anni, ma finalmente la Regione Piemonte avrà una legge con degli obiettivi ben chiari, che intende mettere a sistema un patrimonio di esperienze e di potenzialità del mondo no profit dando concreta attuazione al principio di sussidiarietà, favorendo al contempo una diffusa sensibilizzazione dell'opinione pubblica e della popolazione rispetto ai benefici generati dal recupero e dalla valorizzazione delle diverse eccedenze.
Sappiamo che questo modello virtuoso non ha solamente come obiettivo quello di aiutare le persone in difficoltà economica - che pure è un obiettivo alto e importante - ma anche quello di ridurre lo spreco e quindi, il conferimento di rifiuti in discarica, e soprattutto - obiettivo altrettanto importante in questo periodo - di creare e aumentare i posti di lavoro in questo settore.
Con queste modalità e con queste finalità noi pensiamo che questa legge debba ricevere l'approvazione unanime dall'Aula. Non intendo leggervi tutta la relazione e il relativo articolato, che tralascio per brevità, ma soprattutto perché la condivisione già in sede di Commissione mi fa pensare che sia una finalità condivisa dall'Aula e spero, come dicevo, nel voto unanime.
Termino con i ringraziamenti, dovuti ma di cuore, innanzitutto all'Assessore Augusto Ferrari, che ha da subito sostenuto questo progetto di legge e con i suoi uffici è riuscito ad apportare delle modifiche migliorative al testo iniziale.
Un altro ringraziamento va rivolto al dottor Fabio Poppi e a tutto l'Ufficio legislativo della Commissione per il supporto tecnico che sempre danno a noi Consiglieri e alle Commissioni.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella, relatrice di minoranza.



BATZELLA Stefania, relatrice

Grazie, Presidente e grazie, Consigliera Motta.
Inizierei il mio intervento anticipando che noi voteremo a favore di questa proposta di legge, perché la condividiamo pienamente. Peraltro questa dichiarazione l'avevamo già fatta anche in sede di Commissione quando la Consigliera aveva presentato e illustrato la legge.
Noi crediamo sia importante che la Regione Piemonte approvi una legge che promuova e intervenga sul recupero e sulla valorizzazione dei beni invenduti, delle eccedenze alimentari e non alimentari, una politica che non tutte le Regioni in Italia adottano. La finalità, dunque, è intervenire e recuperare questi beni invenduti nel nostro territorio.
Ritengo sia positivo combattere contro la povertà a favore di tutte quelle famiglie che ne hanno veramente bisogno e che, ahimè, sono tante nella nostra Regione e in tutto il territorio nazionale. Ma poiché stiamo parlando di una legge che verrà applicata nella nostra Regione, far riferimento al Piemonte.
La proposta di legge è positiva - spero, quindi, che possa trovare applicazione - anche in termini di occupazione. Uno degli obiettivi è dunque quello di favorire, appunto, l'occupazione e la costituzione di nuovi posti di lavoro. Inoltre, la riduzione degli sprechi e, quindi, dei rifiuti, è un altro aspetto molto importante per il nostro ambiente, per il nostro territorio e per la nostra salute. Non è trascurabile neanche la valorizzazione di tutti i prodotti della nostra Regione.
Mi soffermo, in particolare, sull'articolo 2: trovo lodevole che ai fini della presente legge si definiscano "invenduti" i prodotti agroalimentari di prossima scadenza e quelli che sono destinati alla eliminazione dal circuito commerciale, perché ahimè ci sono tanti prodotti che non possono essere più venduti all'interno dei centri commerciali e di tutti i grossi supermercati o piccoli market e che vengono cestinati solo perché prossimi alla scadenza; pensiamo anche a tutti quei prodotti agricoli che non sono stati raccolti, che sono rimasti nei campi e che possono essere riutilizzati.
Peraltro, ci sono già alcuni supermercati a livello locale, piccoli esercizi, che stanno attuando questa politica: ancora meglio, perché adesso che ci sarà una legge che darà a tutti la possibilità di poterlo fare! Come dicevo, c'è già chi lo fa per i prodotti prossimi alla scadenza o per quelli rimasti invenduti, oppure per la frutta e la verdura che presenta lievi ammaccature; questi prodotti vengono già destinati alle associazioni (ne conosco molte in difficoltà, e hanno la possibilità di poter utilizzare questi prodotti).
È altresì positivo che se ne occupino gli Enti locali e le singole associazioni no profit.
Concludo il mio intervento ringraziando e ribadendo il fatto che voteremo a favore di questa proposta di legge. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Ritengo che questa sia una legge importante, perché la normativa ambientale dettata dal Testo Unico Ambientale n. 152/06 privilegia due aspetti, quello ambientale e quello sociale. Dal punto di vista ambientale (inizierei da questo), nell'ambito della gestione dei rifiuti la priorità è la riduzione degli stessi.
Sappiamo che la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) ha un problema di gestione dei prodotti in scadenza e questo crea quantitativi significativi di rifiuti. Secondo il Piano regionale dei rifiuti che è giunto in questi giorni - vado a memoria - si parla di circa 10 o 15 chilogrammi per metro quadro di grande distribuzione (supermercato che ha presente al suo interno lo smercio di alimentari). Si può dunque andare ad intercettare una grossa percentuale di questi materiali, che sono oltretutto, RUB (Rifiuti Urbani Biodegradabili) e quindi di difficile gestione.
Dall'altra parte si può andare incontro a problematiche sociali, come il raddoppio della povertà generato da questa crisi. Allora, si pu certamente andare incontro a quelle persone che fanno fatica a mettere insieme un pasto o più pasti durante la giornata, vista la crisi e l'assenza di tutele sociali per grosse fette di popolazione.
Se da un lato riteniamo che la Consigliera Motta abbia fatto bene a presentare questa proposta di legge, dall'altro lato, però, siamo fortemente critici - continueremo, dunque, a ribadire pubblicamente la nostra critica - sul Piano regionale dei rifiuti, i cui obiettivi in tema di riduzione dei rifiuti, sono veramente risibili, tant'è vero che (probabilmente è un refuso) l'obiettivo di riduzione dei rifiuti è superiore alla produzione dei rifiuti del 2013, cioè - scusate - la riduzione dei rifiuti porta a una produzione dei rifiuti, per il 2020 superiore a quella del 2013.
Mi sembra che, da una parte, il Consiglio vada nella direzione giusta ma, dall'altra parte, la Giunta di fatto, nei piani operativi qual è il Piano regionale dei rifiuti, non persegua questo obiettivo, ma altri obiettivi: l'incenerimento e l'indifferenziato. Questo, purtroppo, è quello che giunge dalle valutazioni ambientali strategiche presenti in questo Piano regionale dei rifiuti, che non considerano in alcun modo le esperienze italiane che portano a una forte riduzione dei rifiuti (inferiore al chilo/abitante/anno), però determinate su una valutazione puntuale della produzione dei rifiuti, quindi con una pesatura dei rifiuti pari a quella che avviene nei consorzi più avanzati.
Questo aspetto non viene preso in considerazione in questo Piano regionale e quindi ci terremo quantitativi di rifiuti pro capite decisamente superiori a 1,3 chilogrammi, mentre i consorzi più avanzati grazie a una tariffazione puntuale, sono arrivati a una discreta riduzione cosa che sicuramente la proposta di legge quale quella della Consigliera Motta può aiutare. Tuttavia mi sembra che da una parte si dica una cosa dall'altra si faccia poi tutt'altro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Anch'io volevo sottolineare gli intenti molto positivi di questa proposta di legge, soprattutto in termini etico-sociali, per evitare lo spreco di risorse, che sono risorse finite, come il cibo. Sappiamo quanto sia necessario anche cambiare i nostri stili di vita, la nostra visione del mondo, perché è un mondo dove non c'è abbondanza di cibo, e questo non è un problema che riguarda solo realtà molto lontane dalla nostra, ma è qualcosa che purtroppo riguarda anche dei nostri concittadini piemontesi, che magari non riescono ad arrivare alla terza settimana del mese, quindi una presa di coscienza da questo punto di vista è molto importante.
Allo stesso tempo, è anche utile sottolineare come sia importante evitare che il cibo invenduto e inutilizzato diventi un rifiuto, e l'ha già evidenziato il collega Andrissi. In questo senso, il Movimento 5 Stelle già nella passata legislatura con il collega Bono, aveva presentato un atto di indirizzo (era stato approvato) che, appunto, andava a favorire la creazione dei cosiddetti last minut market, ovvero quegli esercizi commerciali nei quali si vendono a prezzi molto agevolati dei cibi invenduti o prossimi alla scadenza, nonché la promozione delle iniziative cosiddette "ristoranti avanzi zero" per andare a limitare la produzione di rifiuti organici da parte di chi somministra cibo.
Anch'io volevo fare un brevissimo rimando al nuovo Piano regionale dei rifiuti, perché ad esempio questa è un'iniziativa che può dare un piccolo contributo alla riduzione dei rifiuti. E' una iniziativa - molte altre ce ne possono essere, molte altre spesso hanno anche un costo irrisorio o sono a costo zero - che, insieme ad altre, può portare alla riduzione della produzione dei rifiuti.
Fare un nuovo Piano dove si prevede una riduzione del 5% (che poi non è nemmeno reale nei numeri), se andiamo a confrontare i dati di anni passati è veramente poca cosa, quindi bisogna aguzzare l'ingegno e andarsi a documentare per vedere che con quattro, cinque, sei misure - ripeto, spesse volte a costo zero - si riduce la produzione dei rifiuti e si hanno degli effetti collaterali (chiamiamoli esternalità) molto positivi per la collettività, come in questo caso.
Da questo punto di vista, noi ci dichiariamo fin da subito pronti a fare tutta una serie di proposte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Questa proposta è molto importante per il nostro Gruppo perché unisce una serie di linee politiche molto precise che noi abbiamo in fatto di sistema sociale, quindi ovviamente di tutela delle fasce deboli, ma anche un richiamo molto forte e importante rispetto al tema di un modello economico sostenibile, facendo esplicitamente riferimento al concetto di economia circolare, già richiesto dall'Unione Europea, che è quello a cui dovremmo puntare anche quando ci troveremo, ad esempio, a discutere il prossimo venturo Piano rifiuti, di cui abbiamo già avuto modo di vedere la proposta della Giunta.
Quindi, che cosa si dice? Si dice: noi andiamo, prima di tutto, a limitare gli sprechi di una società che è fortemente contrastante dal punto di vista della tutela delle fasce deboli, quindi lasciamo che risorse economiche e beni materiali prendano la strada del rifiuto, la strada dello scarto della società, mentre sappiamo benissimo che ci sono dei bisogni molto forti anche dal punto di vista del cibo, perché le code alle mense della Caritas e degli Enti di beneficenza ormai riguardano fasce di popolazione sempre maggiori, non riguardano più solo gli extracomunitari e le persone indigenti, ma riguardano gli italiani che sono in condizione di difficoltà.
In secondo luogo, abbiamo l'altro annoso problema della gestione dei rifiuti; problema che è stato tamponato con metodi che al momento, dal punto di vista della politica regionale e della politica nazionale, vanno contro le direttive dell'Unione Europea, perché non abbiamo rispettato la gerarchia dei sistemi di riciclo e riuso e quindi solo alla fine il recupero energetico, la combustione o lo smaltimento in discarica.
Qui noi andiamo anche a togliere delle quote di rifiuto organico che sappiamo essere una frazione più costosa e difficile, perché può essere avviata solamente al compostaggio, ma è comunque un costo per l'Amministrazione.
Quindi, se noi effettuiamo un recupero di tutti quei beni che hanno ancora un valore economico, un valore reale, prima che deperiscano, prima che si declassino a un qualcosa che ha un valore più basso, compiamo un atto di efficienza anche economica, oltre che sociale, andando ad eliminare dei costi per l'Amministrazione e supportando le fasce deboli della popolazione. Anche perché è veramente un paradosso che la società abbia questo tipo di iniquità per cui buttiamo della roba che può essere utile.
Ciò vale anche per altri campi; adesso abbiamo trattato questo e speriamo in successive occasioni, quando si parlerà del Piano rifiuti, di trattare più approfonditamente tutto il tema di come la nostra società, di come il Piemonte gestisce quelli che sono scarti, ma che potenzialmente forse non lo sono, ma rappresentano qualche cosa di utile, in grado di dare anche un respiro economico alla società in un momento in cui le materie costano sempre di più, vi è scarsità di risorse per procurarsele e le fasce più deboli sono sempre quelle che vengono colpite per prime.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Condivido questa proposta di legge che, peraltro, ha un'adesione trasversale del Consiglio regionale. Questo è molto importante, perch questa proposta raccoglie istanze che arrivano dal territorio e anche esperienze che negli anni si sono via via diffuse sul territorio regionale a partire dagli Enti locali. Esperienze che a volte hanno trovato fatica a procedere e a realizzarsi appieno a causa dell'assenza di una normativa adeguata che li incoraggiasse e li sostenesse, penso, per esempio, alle problematiche connesse alle modalità di trasporto e all'individuazione di contenitori idonei per riutilizzare il cibo non consumato. Pensiamo agli abbattitori di temperatura o altri materiali che hanno anche dei costi e che quindi richiedono un impegno economico non di poco conto per realizzare un intervento meritorio; credo per questo che la legge possa andare nella direzione giusta.
Inoltre, vorrei sottolineare e soffermarmi in particolar modo sull'articolo 4, che demanda un impegno importante alla Giunta nella definizione delle linee guida, perché credo sarà fondamentale che queste linee guida, oltre a definire le modalità di sostegno e finanziamento dei progetti, diano anche delle indicazioni chiare, degli indirizzi ai soggetti che devono occuparsi, sia in termini di controllo che di progettazione, del recupero dei materiali e del cibo.
Penso in particolare al ruolo che hanno le ASL nelle azioni di controllo che dovrà essere forse un po' meno chiuso e ottuso rispetto agli anni passati. L'igiene sicuramente è un elemento importantissimo, quindi il controllo della filiera lo è altrettanto, ma io spero e auspico che questa legge e le linee di attuazione a seguire mettano in atto delle modalità regolamentari che riescano a contemperare la garanzia, ovviamente, del prodotto e le norme igieniche con un'adeguata flessibilità e capacità di attuazione, che non rendano vano l'impegno e la volontà che molti soggetti, a partire dai Consiglieri qui oggi, ma anche sul territorio, sul campo, negli Enti locali, nelle associazioni, hanno intenzione di realizzare. Questo è un invito e una sollecitazione ai colleghi di Giunta che dovranno operare con le norme attuative.
Un'ultima considerazione legata al Piano rifiuti. Certamente, questa legge svolge una funzione importante nella riduzione del rifiuto; credo che il piano che la Giunta ha appena adottato, che partirà con il suo iter di Commissione consiliare, possa andare in questa direzione e casomai sarà anche nostro compito di Consiglieri portare ulteriori migliorie, se riteniamo, proprio per andare nella direzione del riciclo e riuso del materiale e recupero di tutte le frazioni che è possibile recuperare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Accossato.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Sarò brevissima e mi soffermerò in particolare sull'articolo 1, sulle finalità, dove diciamo che la Regione sviluppa la cultura del consumo critico, come modello di vita virtuoso e poi a seguire.
Colgo l'occasione, strumentalmente, per ricordare l'atto di indirizzo approvato questa mattina, che fa proprio riferimento alla richiesta di avviare degli studi sul territorio piemontese per valutare la possibilità di applicare un diverso modello economico.
Nella legge che stiamo discutendo si fa riferimento al consumo critico e alla riduzione del rifiuto, quindi alla possibilità di riutilizzare quello che è considerato un avanzo o, comunque, un qualcosa che finirebbe in discarica, quindi inutilizzato.
Proprio su questa linea va ad inserirsi anche l'atto di indirizzo discusso nelle scorse sedute e approvato questa mattina. Spero, quindi, che non rimanga un atto formale solo sulla carta, ma che sia veramente l'inizio di una svolta per questa Regione, e che si possa andare verso un modello di economia più sostenibile. Parliamo di un modello di sviluppo critico quindi dal lato del consumatore che deve essere educato a non acquistare troppo e ad acquistare nel modo giusto, e parliamo anche di un tipo di produzione diverso, quindi una produzione fatta in modo più sostenibile che produca la minore quantità possibile di rifiuto, e che comunque questo rifiuto possa diventare un input per un'altra produzione collegata.
Quello che chiedevamo con l'atto di indirizzo di questa mattina e che può riallacciarsi a questa proposta di legge che stiamo discutendo è proprio di creare quel sistema di relazione che consenta di cambiare tipo di economia, in direzione di quell'economia circolare che potrebbe consentire veramente la svolta per la nostra Regione e possibilmente una ripartenza. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
C'è chi ha Michelle Obama, c'è chi invece ha Angela Motta. Sono contento che la collega ci abbia aiutato in questo percorso uscendo dalla "mediatizzazione" dell'oggetto che ha legato tanti giornali alla visita della First Lady e di quello che sta discutendo l'Expo.
Credo che più che quello che succede all'Expo sia importante, come ricordava la Consigliera Motta, quello che succede in Francia. Credo che oggi non possiamo farlo, cioè non possiamo fare come quel Parlamento che ha istituito il reato di spreco alimentare, ma oggi stiamo contribuendo sensibilmente almeno a quello che deve essere uno dei lavori più importanti della Regione Piemonte. Mi rivolgo al Presidente Chiamparino che, forse anch'esso non può istituire questo reato, ma potrebbe benissimo chiedere a tutte le catene che lavorano in Piemonte di ridurre sensibilmente lo spreco nei supermercati.
Glielo ricordo perché, da Sindaco di Torino, ha avviato una sperimentazione che era proprio la richiesta che nell'ultima ora di lavoro quei supermercati abbassassero drasticamente i prezzi sull'invenduto e tra l'altro, magari con una rete di promozione con il terzo settore, vendessero a prezzi ancora più ribassati del 50% sullo sconto alle fasce più bisognose.
Lo dico perché quando qualche anno fa abbiamo iniziato a discutere quella fase, era strano per tanti di noi vedere delle persone dignitosissime infilarsi dentro quei bidoni della spazzatura. Oggi, lo troviamo normale e troviamo normale che nella nostra raccolta differenziata si sia abbassato drasticamente anche il numero di quel tipo di differenziata degli alimentare, perché le persone sono lì a prendere tutto quello che noi buttiamo usando quei prodotti per alimentarsi. Si pensa che il 25% in meno di questi sprechi potrebbe sfamare, solo in Italia, cinque milioni di persone che utilizzano appunto i prodotti dei banchi alimentari.
Credo che abbiano ragione i Consiglieri, e ha fatto bene la Consigliera Frediani a ricordare i primi punti delle finalità, e che da una parte non ci sia solo il sostegno ad un'educazione critica al cibo ma appunto tutto passa attraverso a un vero sostegno alle fasce di popolazione più esposte al rischio di impoverimento.
Ricordo un altro progetto che abbiamo avviato proprio in questo capoluogo, in un mercato della nostra città, quindi non c'è solo la grande distribuzione, nel quartiere Falchera: un progetto fatto con la Caritas e con tante associazioni del territorio che provano a promuovere degli accordi con lo stesso personale dei banchi per aiutarli e in restituzione avere parte di quello che viene avanzato alla fine della giornata. Così come c'è un progetto che dovrebbe diventare su scala regionale, quello del recupero del cibo nelle scuole. Non tutto può passare dal bambino, come hanno fatto in alcuni Comuni, che prende il cibo per portarselo a casa. C'è una questione anche di dignità in questa discussione e dobbiamo stare attenti che tutto non passi sotto l'etichetta caritatevole del nostro lavoro, anzi quel tipo di sperimentazione deve diventare strutturale e quelle famiglie possono e devono avere accesso con la discrezionalità che le scuole hanno, ma lasciando queste persone nell'anonimato. Infatti, come potete immaginare, non è bello essere etichettati come i figli che non hanno il pasto a fine giornata o che magari devono mangiare due volte perché gli tocca digiunare alla sera.
Credo che queste cose la legge non le mette ancora in campo, ma dà la possibilità agli Assessori competenti di renderle strutturali ed è per questo che vi chiederei di istituire intanto questo forum delle buone pratiche, perché questa cosa è possibile e ce ne sono tantissimi in tutta la Regione. Basta metterle insieme, coordinarle ed evitare anche i doppioni, perché credo che la cosa più brutta in questo campo è che quando nasce una cosa nuova, spesso ci sono grandi distributori che vogliono aiutarle. Magari quando viene istituita una prima mensa, quando vengono istituiti dei servizi di prima accoglienza, ce n'è subito bisogno, e ovviamente le persone rispondono. Poi le cose diventano più strutturali e meno spot e quindi in qualche modo la distribuzione viene meno.
Credo che questa legge serva proprio per sostituire questi buoni gesti con una pratica quotidiana, e forse è anche una delle discussioni che proprio in questi giorni stiamo avendo sul tema dei migranti e di quello che sta succedendo in tutta Italia per l'accoglienza.
Io credo che le persone paghino le tasse per unire alla loro solidarietà e alla loro generosità anche delle pratiche vere fatte dal pubblico e credo che questa legge debba innanzitutto porsi questo come primo obiettivo. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il dibattito generale.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.16, riprende alle ore 12.17)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo.
Non essendoci richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 Consiglieri votanti 33 Consiglieri hanno votato SÌ 33 Consiglieri non h partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
Do atto che il Vicepresidente Boeti ha votato a favore.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordine del giorno n. 74 presentato dai Consiglieri Accossato Appiano, Barazzotto, Baricco, Caputo, Conticelli, Corgnati, Ferrentino Gallo, Molinari, Ottria, Ravetti, Rostagno e Valle, inerente a "Gli interventi di bonifica dei siti inquinati e quelli riguardanti l'amianto siano fuori dal Patto di stabilità"

Argomento: Telecomunicazioni

Esame mozione n. 87 presentata dai Consiglieri Bertola, Bono, Campo Mighetti e Valetti, inerente a "Risoluzione problemi di trasparenza e di adempimento normativi nella sezione Ambiente-Bonifiche, del sito regione.piemonte.it, quale fonte primaria di informazione ai cittadini"

Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordine del giorno n. 288 presentato dai Consiglieri Andrissi Batzella, Bertola, Bono, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Istituzione del Consorzio regionale di bonifica dell'amianto"

Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame mozione n. 399 presentata dai Consiglieri Mighetti, Andrissi Bertola, Campo, Frediani e Valetti, inerente a "Interramento illegale dei rifiuti nelle cave della Provincia di Alessandria"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 74, avente ad oggetto "Gli interventi di bonifica dei siti inquinati e quelli riguardanti l'amianto siano fuori dal Patto di Stabilità", presentato dai Consiglieri Accossato, Appiano, Barazzotto, Baricco, Caputo, Conticelli, Corgnati Ferrentino, Gallo, Molinari, Ottria, Ravetti, Rostagno e Valle, di cui al punto 17) all'o.d.g.
E' collegata la mozione n. 87 presentata dai Consiglieri Bertola, Bono Campo, Mighetti e Valetti, "Risoluzione problemi di trasparenza e di adempimento normativi nella sezione Ambiente - Bonifiche, del sito regione.piemonte.it, quale fonte primaria di informazione ai cittadini".
E' altresì collegato l'ordine del giorno n. 288 presentato dai Consiglieri Andrissi, Batzella, Bertola, Bono, Frediani, Mighetti e Valetti "Istituzione del Consorzio regionale di bonifica dell'amianto".
Vi è inoltre la mozione n. 399 presentata dai Consiglieri Mighetti Andrissi, Bertola, Campo, Frediani e Valetti, avente ad oggetto "Interramento illegale dei rifiuti nelle cave della Provincia di Alessandria".
Ha chiesto la parola la Consigliera Accossato per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 74; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Intervengo sull'ordine del giorno n. 74, ma stavamo verificando con l'Assessore Valmaggia il ragionamento anche sugli altri atti.
La presentazione di quest'ordine del giorno esordisce con un riferimento al 9 ottobre, perché è stato presentato nell'immediatezza di audizioni consiliari che avevano evidenziato la preoccupazione dei territori e degli Enti locali, sia Comuni sia le ex Province, rispetto alla possibilità di intervenire nelle bonifiche sia di siti inquinati sia in presenza di amianto, perché in qualche modo bloccati o rallentati dalle norme del Patto di stabilità.
La questione è stata presa in considerazione anche in altri frangenti da quest'Aula e anche all'interno di altre discussioni. Sappiamo che anche numerosi parlamentari piemontesi si sono fatti carico di questa questione all'interno di pronunciamenti parlamentari.
Ciò nonostante, l'ordine del giorno rimane di grande e di stretta attualità. Ci siamo confrontati con l'Assessore Valmaggia e personalmente ho richiesto la sua competenza ed esperienza, perché nella sua funzione assessorile è in stretto rapporto sia con il territorio sia con il Ministero. Rimane quindi di stretta attualità, perché sostanzialmente la situazione non si è sbloccata; o meglio, c'è stato un pronunciamento di fuoriuscita dal Patto per alcuni interventi legati alle bonifiche di amianto sul 2015, ma soltanto sul 2015.
Quindi, anche il pregevole e prima auspicato (e oggi sicuramente apprezzato) intervento del Governo dei 65 milioni di investimenti sulle bonifiche da amianto per tutto il Casalese rischia di non poter espletare tutte le sue capacità e le sue condizioni di intervento, a causa delle norme del Patto di stabilità che, a partire dal 2016, salvo un pronunciamento e un intervento normativo diverso, tornerà a farsi sentire.
Ecco perché credo sia ancora necessario che l'Aula si pronunci in questo senso, ma soprattutto che il Presidente Chiamparino - perché tocca a lui nella sua veste di Presidente della Regione e ancorché Presidente uscente, ma auspichiamo nuovamente in carica, del Comitato delle Regioni possa sottoporre nei suoi rapporti con il Governo la necessità che ci sia questa attenzione, la fuoriuscita dal Patto per questi interventi affinch siano davvero efficaci, affinché possano partire su tutto il territorio piemontese e nazionale e possano svolgere le due funzioni per le quali vengono richieste: da un lato, quella ambientale, di bonifica e di ripristino di siti, dall'altro anche quella economica di attivazione di iniziative economiche e di lavoro, quindi anche con ricadute occupazionali sul nostro territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione della mozione n.
87.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Il nostro atto di indirizzo riguarda anch'esso le bonifiche, ma si concentra su un altro aspetto, che è quello della trasparenza. Trasparenza che, in generale, è un principio anche dettato dalla legge nazionale sul procedimento amministrativo, la legge n. 241 del 1990; trasparenza nei dati ambientali stabilita da normative comunitarie, come ad esempio quella recepita nel nostro Paese dal decreto legislativo n. 195 del 2005.
Principio di trasparenza che è presente anche nel nostro Statuto, in recepimento alla legge n. 241 del 1990, all'articolo 58, dove si dice che gli uffici della Regione, gli enti e le aziende istituiti o dipendenti dalla Regione garantiscono l'imparzialità, la trasparenza, l'efficienza l'efficacia, l'economicità e la responsabilità dell'amministrazione.
Il principio di trasparenza, soprattutto sui dati ambientali, è anche sancito dal decreto n. 152 del 2006, che è il nostro testo unico in materia ambientale. Dicevo, principio di trasparenza sui dati ambientali, garantito anche dal testo unico in materia ambientale, decreto legislativo n. 152 del 2006.
Veniamo alle bonifiche. Abbiamo una legge regionale, la n. 42 del 2000 che istituisce il piano di bonifica e ne individua le funzioni ed i contenuti. Sempre la legge introduce l'anagrafe dei siti da bonificare.
Anagrafe dei siti che dovrebbe trovare una pubblicazione completa sul sito della Regione Piemonte. Sempre riferendoci al testo unico in materia ambientale, decreto legislativo n. 152 del 2006, all'articolo 251 leggiamo che l'anagrafe dei siti da modificare deve avere tre elementi fondamentali tre capisaldi: al punto a) l'elenco dei siti sottoposti ad intervento di bonifica e ripristino ambientale, nonché degli interventi realizzati nei siti medesimi; al punto b) l'individuazione dei soggetti cui compete la bonifica; al punto c) gli enti pubblici di cui la Regione intende avvalersi in caso di inadempienza dei soggetti obbligati ai fini dell'esecuzione d'ufficio, fermo restando l'affidamento delle opere necessarie mediante gara pubblica, ovvero ricorso ad altre procedure.
La Regione Piemonte, in ottemperanza a queste leggi, individua cinque sezioni informative del contenuto dell'anagrafe: la sezione anagrafica, la sezione tecnica, la sezione procedurale, la sezione interventi di bonifica e controlli sul sito e la sezione finanziaria. Noi ci informiamo sul sito della Regione per la nostra attività politica istituzionale, per la redazione di interrogazioni, di atti di indirizzo, ma anche, e soprattutto per dare risposte ai cittadini, spesso preoccupati per le condizioni del territorio piemontese.
Ricordiamo che il Piemonte ha 1.476 siti di bonifica, sui quali solo in 770 casi circa vi sono degli interventi in corso. Interventi non più finanziati dal 2009, ma giusto quest'anno siamo riusciti a mettere la cifra, che possiamo definire irrisoria, di 500 mila euro sulle bonifiche.
Andiamo, quindi, sul sito della Regione, Sezioni Ambiente e Bonifiche e vediamo che c'è una sottosezione dedicata al Piano regionale per la bonifica delle aree inquinate. C'è un piano che risale al 1998 ed è stato pubblicato dal 2000. Ai sensi della legge nazionale, non è più in vigore da dieci anni, non è presente alcun altro documento aggiornato, salvo che non sia stato fatto negli ultimi tempi. Sto parlando alla data in cui abbiamo redatto questo atto di indirizzo che, come si evince dal numero basso (n.
87), è piuttosto vecchio.
Si può poi visionare la sottosezione anagrafe dei siti contaminati.
All'interno c'è una schermata di introduzione nella quale leggiamo che i soggetti coinvolti nella costruzione e alimentazione dell'anagrafe regionale dei siti da bonificare sono la Regione, le Province e l'ARPA. In qualche modo, si comunica che il sistema realizzato di CSI contiene tutte e cinque le sezioni che avevamo indicato prima.
In realtà, questi principi non sono rispettati. Questo si evince dalla consultazione di questo sito. Ci sono pochi dati. Non mi riferisco agli accessi che abbiamo richiesto e che possiamo avere come rappresentanti dei cittadini, come Consiglieri regionali, ma ciò che un qualsiasi cittadino può visionare sul sito. Un cittadino che vuole verificare in quale situazione si trova la bonifica di una discarica abusiva, magari vicino a casa sua, si trova davanti un contesto poco chiaro, frammentato ed incompleto, con un piano di bonifica datato. L'anagrafe riporta solo tre dati incompleti e non c'è una legenda che codifichi il sito da bonificare.
Secondo noi, sarebbe giusto mettere un maggior numero di informazioni ferma restando la protezione dei dati sensibili, ad esempio dei dati riguardanti l'azienda che deve effettuare la bonifica, più che altro per far conoscere ai cittadini lo stato dei siti da bonificare.
Noi riteniamo che non sia rispettato il principio di trasparenza e nemmeno la legge in merito, su una materia così delicata. Con il nostro atto di indirizzo intendiamo impegnare la Giunta a modificare la sottoscrizione anagrafe dei siti contaminati in modo da rendere immediatamente nota la mole di informazioni mancanti, così come previsto dall'articolo 251 del decreto legislativo n. 152 del 2006, e a modificare la sottosezione Piano regionale di bonifica delle aree inquinate per spiegare ai cittadini in maniera trasparente perché non ci sa una versione più aggiornata e vigente del Piano sul sito della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 288.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno nasce da alcune valutazioni sulla situazione del recupero e smaltimento dell'amianto.
Diciamo subito che in Italia l'amianto è stato abbondantemente usato in manufatti ad uso civile, ma non solo, visto che nell'ultima puntata di Report ci è stato detto che a livello militare viene ancora fortemente utilizzato. E' un aspetto da approfondire molto bene, visto che produzioni di tipo militare vengono abbondantemente realizzate sul nostro territorio (pensiamo agli F35 di Cameri).
Attualmente, in tutta Italia vi sono manufatti in amianto - cemento e amianto o altri componenti - che corrispondono ad un quantitativo di circa 500 chili per abitante. Parliamo di circa 32 milioni di tonnellate di amianto.
E' importante, soprattutto per una Regione come il Piemonte che ha vissuto la realtà tragica di Casale, ma non solo Casale, arrivare a trovare soluzioni che siano in linea con le indicazioni del Piano Nazionale Amianto, e che siano innovative e volte soprattutto a calmierare i costi di smaltimento.
L'abbandono illegale di questi materiali, che tra i loro componenti hanno l'amianto, sono all'ordine del giorno, e lo viviamo tutti i giorni sull'intero territorio regionale.
Attualmente, i rifiuti pericolosi a base di amianto vengono smaltiti fuori Regione, in particolar modo nelle miniere della Germania, con dei costi proibitivi. E' proprio su questo fronte che noi vogliamo agire, anche perché l'Unione Europea ci dice che le discariche di amianto superficiali non sono sicure, le sconsigliano e vanno superate come metodologia di smaltimento, tanto è vero che se leggiamo il Piano Nazionale Amianto letteralmente c'è scritto: "E' necessario promuovere la ricerca e la sperimentazione di metodi alternativi allo smaltimento in discarica" questo dice il Piano Nazionale Amianto ed è per questo motivo che abbiamo scritto questo ordine del giorno - "anche in considerazione del fatto che eventuali tecniche di recupero in sicurezza di tali materiali possono comportare decisivi risparmi di risorse finanziarie pubbliche, in conseguenza della riduzione dei costi di smaltimento".
E' proprio su questo punto che ci vogliamo soffermare e vogliamo chiedere un impegno da parte di tutto il Consiglio regionale. Il Piano Nazionale Amianto rimarca anche la necessità di affrontare il problema della corretta gestione in sicurezza e la drammatica carenza di siti di smaltimento sul territorio nazionale, ponendo con forza un duplice ordine di priorità.
E' necessario, quindi, promuovere la ricerca e la sperimentazione di metodi alternativi allo smaltimento in discarica, anche in considerazione del fatto che eventuali tecniche di recupero in sicurezza di tale materiale possono comportare decisivi risparmi di tecniche di recupero (e viene vivamente consigliato, tra le altre cose, l'utilizzo di miniere dismesse).
In Piemonte abbiamo 360 miniere dismesse. Personalmente credo che individuarne alcune come siti geologicamente stabili e sicuri per lo smaltimento del cemento-amianto, sia un compito che vada affrontato da parte dell'amministrazione regionale.
Per questo motivo propongo l'istituzione di un consorzio di bonifica amianto, un consorzio che consenta di superare le problematiche di cui ho parlato finora, considerando che annualmente in Piemonte abbiamo solo tre discariche di superficie: la discarica per rifiuti pericolosi di Barricalla, sita nel comune di Collegno; la discarica per rifiuti pericolosi di Casale Monferrato, e la discarica Ecosater di Cameri. Sono quindi assolutamente insufficienti a gestire la situazione dell'amianto.
Oltretutto, tutti gli epidemiologici ci dicono che la riduzione del rischio per la salute legato all'amianto si ottiene innanzitutto con la prevenzione, e prevenzione vuol dire, da un lato, individuare i manufatti e i siti contaminati da amianto, ma dall'altro occorre rimuovere l'amianto in piena sicurezza e smantellarlo in piena sicurezza.
Questo sistema però non funziona, perché attualmente i costi di smaltimento sono troppo elevati. Purtroppo è all'ordine del giorno, come dicevo prima, lasciare lì questi manufatti in amianto senza limite, con le microfibre che si diffondono nell'aria, oppure lo smaltimento illegale e l'abbandono nei parchi, nei giardini, nei boschi, nei fiumi (o laddove viaggia l'immaginazione di chi fa queste cose).
Credo che l'esperienza piemontese ci imponga un salto di qualità nella gestione politica, che sia anche di esempio per l'Italia intera. Noi proponiamo di istituire un Consorzio Regionale di Bonifica dell'amianto. Il Consorzio, in particolare, dovrà garantire il raccordo multilivello per l'individuazione dell'amianto; la gestione della filiera di bonifica raccolta, trasporto e conferimento in sito idoneo, e la bonifica e lo smaltimento ad un costo calmierato. Questo si ottiene soltanto andando ad individuare metodi alternativi alla discarica di superficie, vivamente sconsigliata dall'Unione europea.
Per un corretto funzionamento del Consorzio, la Regione dovrà individuare siti idonei di smaltimento ed impianti di inertizzazione (perché c'è anche l'altra strada dell'inertizzazione con il calore: bastano 24 ore a 1.200 gradi che, soprattutto per l'amianto friabile, viene ritenuto un metodo sicuro, perché si ha una ricristallizzazione e ovviamente non si ha, in quelle condizioni d pressione completamente differenti, la riformazione di fibre di amianto, ma si ha la formazione di minerali silicati, quali olivina e pirosseni, che sono completamenti inerti dal punto di vista dell'impatto sulla salute dell'essere umano), nel rispetto delle norme nazionali, delle disposizioni europee e del principio delle migliori tecniche disponibili, nonché tenendo conto delle innovazioni dal punto di vista della ricerca scientifica.
In tal senso viene affidato al "Centro regionale per la ricerca sorveglianza e prevenzione dei rischi da amianto", il compito di ricercare soluzioni innovative e sostenibili per la bonifica ed il recupero dell'amianto, in raccordo con le Università e gli istituti di ricerca.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questa mozione riguarda fatti molto recenti e anche molto gravi.
Dalla carta stampata della scorsa settimana abbiamo appreso di quanto stava succedendo in provincia di Alessandria negli ultimi anni. E' un'indagine che nasce da segnalazioni addirittura del 2011; indagini protratte nel tempo, che hanno seguito quello che era diventata un'abitudine malsana nella nostra provincia, che riguardava un giro di rifiuti che venivano interrati nelle cave della zona dell'Alessandrino: rifiuti che arrivavano dai cantieri del Genovese, della Provincia di Alessandria e di quella di Torino.
Si tratta di un fatto molto grave, perché all'interno di queste cave noi troviamo rifiuti e qualsiasi tipo di inerte spacciato per inerte da riempimento di cave: un fenomeno che sicuramente ci lascia perplessi e per il quale è oltremodo auspicabile un intervento immediato. Perché? Perché se non avremo un quadro generale della situazione che si è venuta a creare negli ultimi anni, nei prossimi anni - quando le cave ormai saranno esaurite, quando i ripristini saranno già effettuati e quando sarà passato del tempo - non potremo più risalire agli effettivi responsabili di questi danni. E ricominceremo a cercare fondi per le bonifiche, fondi che dovranno essere per forza dello Stato.
Per questo con tale mozione cerchiamo di andare sul campo, con una verifica a tappeto della realtà dei fatti. E chiediamo che da una parte la Regione si faccia promotrice, attraverso ARPA, di controlli in tutte le cave alessandrine, proprio perché la Provincia di Alessandria è un crocevia di questo traffico, come evidenziato dalle indagini. E soprattutto chiediamo anche l'intervento e la partecipazione delle comunità: è da evidenziare, infatti, come nella zona dell'Alessandrino - nella Val Bormida, per esempio - siano nate negli anni, anche viste le grandi problematicità dal punto di vista ambientale, una speciale sensibilità e una speciale attenzione sui fenomeni di inquinamento, dati da qualsiasi fonte. Le comunità locali hanno una grande conoscenza del territorio, sono vigili e pensiamo sia fondamentale un loro contributo per scoprire eventuali illeciti dal punto di vista dell'interramento dei rifiuti.
Si tratta di un'ipotesi che è altresì venuta alla luce in dibattiti pubblici, anche con la presenza del Presidente della Provincia di Alessandria, e quindi pensiamo che sia una proposta ampiamente condivisibile da parte del Consiglio regionale.
Con l'auspicio che questa mozione venga approvata, quindi, chiediamo inoltre che il tutto venga fatto in tempi molto rapidi e quindi che venga avviata subito l'attività di indagine.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Valmaggia per il parere della Giunta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Intervengo sui tre atti di indirizzo che sono stati presentati, legati all'amianto. Il primo, peraltro, ha superato gli otto mesi, perché è stato depositato il 14 ottobre 2014; però, nonostante siano passati otto mesi continua ad essere di grande attualità.
Perché è di grande attualità? Perché, con tutta la pressione che fu fatta anche dal Consiglio regionale e dalla Regione Piemonte, è stato introdotto nella legge di conversione del Decreto "Sblocca Italia" l'articolo 33 bis, specifico sulla bonifica del sito di interesse nazionale di Casale Monferrato.
Si tratta però di una possibilità di superare il patto di stabilità limitatamente al 2015. E' vero che sono arrivate delle risorse consistenti che permettono di concludere - o di arrivare vicini alla sua conclusione la bonifica del sito di Casale e del sito di Balangero (i due siti di interesse nazionale presenti sul territorio piemontese), ma è evidente che anche per ragioni operative e concrete, se lo sblocco del Patto di stabilità su questi interventi non viene prorogato anche agli anni 2016 e 2017, essendo queste risorse riferite ad un triennio di attività l'articolo dello "Sblocca Italia" non sortisce gli effetti sperati.
Quest'ordine del giorno, quindi, è più che mai di attualità, pur essendo passati otto mesi dalla sua presentazione. Il parere della Giunta su questo atto di indirizzo, dunque, è sicuramente molto favorevole.
Rispetto alla mozione n. 87, invece, è evidente che c'è la condivisione del principio della trasparenza e del fatto che tutti si sia in grado di accedere agli atti (che tutto, o il più possibile, sia reso pubblico), ma faccio solo presente ai Consiglieri proponenti che nell'applicazione c'è sì il diritto di informazione e quello di trasparenza, ma che questi sono anche temi che hanno una loro delicatezza e vanno trattati con una certa attenzione e una certa cautela.
Nello specifico, l'Assessorato da un po' di mesi ha inviato un'apposita istanza, un apposito quesito all'Autorità nazionale anticorruzione per capire qual è il limite, qual è il margine tra l'accessibilità di tutti a tutto e l'inaccessibilità a certi documenti e a certi atti. Peraltro, lo sanno i Consiglieri proponenti: qualsiasi atto richiesto dai Consiglieri perché c'è una funzione propria dell'attività consiliare - è reso pubblico ma non all'attenzione di chiunque.
Per questo, la proposta che mi sento di fare su questa mozione è di emendare il testo del deliberato, in modo da introdurre anche questa indicazione rispetto alla pubblicizzazione in modo assoluto di questi atti: quest'indicazione che ci viene fornita e che, come dicevo, aspettiamo dall'Autorità nazionale anticorruzione, l'ANAC, che è l'Ente indipendente per la valutazione e la trasparenza delle Amministrazioni pubbliche. A questo Ente sono state richieste, anche alla luce dell'entrata in vigore del Decreto legislativo n. 33 del 2013, indicazioni precise in ordine alla correttezza dell'operato e della prassi seguita dalla Direzione in merito all'applicazione del principio di proporzionalità, pertinenza e non eccedenza, oppure in ordine all'opportunità di adottare interpretazioni estensive della norma in materia di trasparenza, pubblicando in toto le informazioni presenti nella banca dati.
A proposito del terzo atto, che invece è più recente (è solo di un mese, un mese e mezzo fa), mi permetto di chiederne ai proponenti il ritiro, per questo motivo. E' stato da pochi giorni, l'8 giugno, adottato dalla Giunta regionale il nuovo Piano regionale amianto: un documento importante, che riguarda anche tutto il tema introdotto proprio dalla mozione n. 288, di un Piano regionale delle bonifiche. Ritengo opportuno riprendere, nella sostanza, in quella discussione, in quell'ambito, le segnalazioni che sono state fatte nell'ordine del giorno e tradurle concretamente nella modifica, nell'aggiornamento, del Piano regionale amianto.
Pertanto, mi permetto di suggerire al Consiglio il parere favorevole sulla mozione n. 74, un emendamento alla mozione n. 87 e - se possibile il ritiro della mozione n. 288, per parlarne, a breve, in Commissione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravetti.
Consigliere Ravetti, può intervenire su tutti i documenti presentati: sfrutti al meglio la sua brillante capacità di sintesi. Prego.



RAVETTI Domenico

Brevemente, Presidente.
Ascoltata la presentazione dei tre documenti ed anche l'analisi dell'Assessore, rispetto all'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Accossato ed altri, il Gruppo esprimerà - ovviamente non soltanto per ragioni di appartenenza - un voto favorevole, anche alla luce dell'audizione della scorsa settimana (l'Assessore Valmaggia lo sa bene) della Commissione d'inchiesta sugli infortuni sul lavoro del Senato, sul tema amianto, dove la questione del Patto di stabilità è stata al centro della discussione.
Peraltro, al centro della discussione c'è stato anche (e non poteva essere diversamente) il tema della salute e tutto ciò che la Regione Piemonte può fare rispetto a questo ambito di straordinaria importanza ancora più centrale quando parliamo di amianto. Quindi, è al centro dell'attenzione del Senato e del Governo tutto ciò che capita in Piemonte e, in particolare, a Casale Monferrato (i dati epidemiologici sono molto chiari).
Rispetto alla mozione n. 87, riteniamo di buonsenso quanto proposto dall'Assessore, pertanto chiediamo al primo firmatario - il collega Bertola di valutare l'ipotesi di modifica, che il nostro Gruppo accetterebbe.
Al collega Andrissi chiediamo di valutare l'opportunità di una discussione più approfondita, a partire dalla Commissione, sul Piano regionale amianto, dove poterci confrontare sull'ipotesi di consorzio regionale di bonifica: tema nuovo, per noi, che merita ovviamente studi ed approfondimenti.
Sull'ultimo documento, il cui primo firmatario è il Consigliere Mighetti, in linea di massima potremmo convergere sull'obiettivo del collega. Abbiamo la necessità di proporre alcune modifiche che il collega Ottria ha valutato.
Se il Presidente mi ascolta ed è d'accordo, chiederei un minuto di sospensione per valutare le modifiche e votare quanto proposto.



PRESIDENTE

Colleghi, non concedo il minuto di sospensione, ma chiudo i lavori della seduta antimeridiana, poiché oggi pomeriggio iniziamo i lavori con il Consiglio straordinario. L'accordo raggiunto alla Conferenza dei Capigruppo era che, nel momento in cui il Consiglio straordinario fosse finito in tempo utile, avremmo ripreso la discussione da questo punto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Chiedo ai colleghi la disponibilità a votare l'ordine del giorno iscritto questa mattina, riguardante il problema legato alle tratte veloci Torino-Milano di Trenitalia ed i cambiamenti che ci saranno dal 1° luglio.
Chiedo se sono disponibili a votare, perché mancano quattro minuti al termine della seduta e il rischio vero è che, se tardiamo nell'espressione del Consiglio, una nostra eventuale espressione sia assolutamente inutile.



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, posso interromperla? Le do una visibilità mediatica, in questo momento, per quello che sto dicendo: oggi pomeriggio c'è il Consiglio straordinario e lei è uno dei protagonisti, dei richiedenti il Consiglio stesso. Pertanto, nel pomeriggio, al termine della discussione del Consiglio straordinario, possiamo procedere con la discussione dell'ordine del giorno, e ci rimettiamo anche alla sua capacità di sintesi. Magari possiamo anche anticiparlo rispetto agli altri punti all'o.d.g., non ci sono problemi.
Facciamo in questo modo: se l'Aula acconsente, apportiamo le modifiche agli ordini del giorno e procediamo con la votazione degli stessi. Nel pomeriggio ci sarà il Consiglio straordinario, la chiusura dello stesso e l'esame del documento depositato dal collega Vignale, al punto 28) all'o.d.g. In seguito esaminiamo gli altri documenti.
In questo modo, ritengo che si riescano ad esaurire tutti gli atti di indirizzo, dopo il Consiglio straordinario.
Ricordo che alle ore 13, in Sala Viglione, ci sarà l'incontro con i volontari dei Vigili del Fuoco. Sono invitati i Capigruppo e, naturalmente i colleghi Consiglieri interessati.
Alle ore 14.30 iniziamo i lavori con lo svolgimento delle interrogazioni e interpellanze.
Procediamo con le votazioni dei documenti.
Alla mozione n. 399 sono state apportate le seguenti modifiche: "Considerati opportuni per l'individuazione di eventuali depositi illegali di rifiuti, così come richiesto dal Presidente della Provincia di Alessandria, in una nota dell'8/6/2015" - questo è l'incarico all'ARPA - "a stabilire che le attività sopra citate sono monitorate".
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 399, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Volevo chiarire un Aspetto con l'Assessore: sono disponibile al ritiro però ho anche preparato una modifica alla legge n. 30, da cui nasce il Piano regionale amianto. Volevo quindi chiedere all'Assessore se mi garantiva la disponibilità a discutere anche una possibile modifica - o aggiornamento - della legge n. 30.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente (fuori microfono)

Va bene.



ANDRISSI Gianpaolo

Va bene, allora ritiro l'ordine del giorno.
Siete tutti testimoni!



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Andrissi, di quale ordine del giorno stiamo parlando?



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente (fuori microfono)

Si riferisce all'ordine del giorno n. 288.



PRESIDENTE

Perfetto, sono io testimone!



ANDRISSI Gianpaolo

Una modifica coerente con l'ordine del giorno presentato, ovviamente.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno n. 288 è ritirato.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 74, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Adesso il collega Bertola darà lettura delle modifiche apportate alla mozione n. 87.
Prego, Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Ho accolto le richieste di modifica che ha proposto l'Assessore, quindi ho sostituito i due punti del dispositivo.
Il primo è il seguente: "A modificare la sottosezione 'Anagrafe dei siti contaminati', in modo da rendere nota la mole di informazioni mancanti così come prescritto nell'articolo 251 del d. lgs. 152/2006 e successive modifiche e secondo le indicazioni dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC)".
Il secondo punto: "Ad aggiornare la sottosezione 'Piano regionale di bonifica delle aree inquinate'".



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 87, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.06)



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