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Dettaglio seduta n.77 del 09/06/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 9.35 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 497 presentata dalla Consigliera Ruffino, inerente a "Trasporto pubblico locale - linea Martoglio S.p.A."


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
497, presentata dalla Consigliera Ruffino.
La parola alla Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Credo che questa sia una tematica quanto mai attuale perché, fatta questa mia interrogazione a risposta immediata sulla zona della Val Sangone, ieri sera c'è stato un incontro importantissimo anche nel Pinerolese per problemi analoghi.
La mia richiesta è legata al fatto che dal 10 maggio 2015 è stata abolita la tratta delle ore 12.50 da Coazze verso Torino e delle ore 14.35 da Torino a Coazze. E' importante rimarcare la necessità di questi trasporti per le zone che sono più disagiate e i penalizzati saranno ovviamente i nostri cittadini piemontesi che hanno difficoltà a potersi permettere un'auto o, più ancora, che hanno fatto magari la scelta di utilizzare il trasporto pubblico locale. Sappiamo quanto distanti siano questi Comuni dal centro; premetto che molte persone, prima di raggiungere la fermata dell'autobus, devono percorrere anche dei tratti a piedi.
Chiedo alla Regione Piemonte, al Governo regionale piemontese e all'Assessore di tenere conto di queste difficoltà e di ripristinare queste corse. Credo che sia assolutamente necessario prendere una decisione politica che, in qualche modo, cerchi di preservare i trasporti per le zone più disagiate, per i Comuni più distanti. Sappiamo che spesso sono Comuni montani, quindi già con tantissime difficoltà.
Chiedo quindi all'Assessore quali provvedimenti si intendano attuare per quanto di competenza della Regione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Giustamente la collega Ruffino dice "per quanto di competenza della Regione", perché in questo momento, finché l'Agenzia della mobilità piemontese non sarà in piena attività, le competenze nell'organizzazione delle linee e degli orari competono alle Province e, in questo caso, alla Città metropolitana di Torino.
La Città metropolitana, interpellata in proposito, rispetto appunto alla riduzione sulla linea Torino-Coazze, ha comunicato di aver seguito alcuni criteri. Tali criteri, che riguardano ovviamente non solo la Torino Coazze, ma la riorganizzazione un po' su tutta la Città Metropolitana del servizio su gomma, sono: la soppressione e l'accorpamento delle linee afferenti a stabilimenti non più in attività o comunque con attività decisamente ridotte; la soppressione delle corse scarsamente utilizzate nelle prime ore del mattino e in orario serale; la soppressione delle corse festive scarsamente utilizzate; la soppressione delle sovrapposizioni gomma ferro, ove il sistema ferro garantisca idonea capacità residua di trasporto. Questo ha comportato una revisione dei programmi d'esercizio che è partita già dal 4 maggio 2015 su tutta l'area della Città metropolitana.
Devo correggere una sua affermazione quando dice che sarebbero state abolite alcune linee scolastiche: questo ovviamente non è vero, anche perché nei servizi extraurbani il servizio su gomma è sostanzialmente usato quasi esclusivamente dagli studenti e solo in ambiti molto ridotti da altre persone (stiamo parlando di percentuali che superano anche l'80%).
Rispetto quindi a questa situazione, noi stiamo monitorando un po' in generale le razionalizzazioni, perché di questo si tratta. L'eccesso di offerta su gomma è evidente, si tratta di intervenire evidentemente laddove le eventuali soppressioni o, ancor meglio, le riorganizzazioni siano funzionali veramente a un esercizio che risponda alle esigenze dei cittadini, ma anche alle norme di legge che, come lei sa, esigono che ogni linea abbia una copertura almeno del 35% da parte degli utenti, cosa che in grandissima parte del territorio regionale non avviene.
Comunque, monitoreremo ulteriormente questa situazione e, se ci fosse l'esigenza, ovviamente ne parleremo con la Città metropolitana per eventuali aggiustamenti.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 495 presentata dal Consigliere Valetti, inerente a "Sospensione servizio sulla linea Asti-Acqui Terme"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 495, presentata dal Consigliere Valetti, che ha la parola per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione ha come oggetto la sospensione estiva della linea ferroviaria Asti-Acqui Terme. Abbiamo appreso - o perlomeno il gestore della linea RFI così dichiara - che la sospensione estiva della linea è dovuta ad interventi di manutenzione eccezionale su una galleria. Tutti sappiamo che due mesi di sospensione del servizio sono un periodo molto lungo per una linea ferroviaria utilizzata da studenti che dalla provincia si recano presso gli istituti scolastici ad Asti, qualcuno cambiando verso Torino; anche se le scuole chiudono nel periodo estivo, i pendolari comunque lavorano anche in quei mesi.
E' pur vero che è stato previsto un servizio sostitutivo di navetta autobus, però non è la stessa cosa e, come tempistiche e come regolarità del servizio, non è paragonabile al precedente. Di conseguenza, crediamo che l'impatto sia piuttosto alto e giustificato solo se ci sono delle ragioni specifiche. Quindi non ci accontentiamo di una spiegazione generica riguardo a una sospensione così prolungata, ma vogliamo sapere nel dettaglio se il gestore della rete ha dichiarato un cronoprogramma che spieghi l'entità dei lavori e il motivo della durata di questa sospensione (che a nostro parere è molto ampia), anche perché si tratta di una linea a doppio binario e quindi ci devono essere delle motivazioni pratiche per un periodo così lungo.
Ripeto, a luglio e agosto comunque i pendolari lavorano, non ci sono più le fabbriche, ma si tratta di un disservizio importante. Sappiamo che qualche volta le linee vengono, non dico sabotate, ma rese difficili e il servizio qualche volta è propedeutico a delle chiusure anche più estese quindi vogliamo scongiurare questo evento e chiediamo all'Assessore una rassicurazione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Non so se la mia risposta l'accontenterà, Consigliere Valetti, però in questo caso veramente devo dire che i lavori sono assolutamente giustificati. Intanto si tratta di cinque settimane e non di due mesi (dal 6 luglio al 9 agosto), per un intervento che ha un valore economico di un milione di euro, quindi un intervento piuttosto significativo e corposo che riguarda la messa in sicurezza della galleria Casalotto, la sostituzione totale dei legnami da ponte sulla travata metallica al chilometro 79+765 tra Nizza Monferrato e Agliano e la costituzione di un adeguato drenaggio delle acque reflue dallo sblocco della galleria Bricchetto alla fermata di Mongardino.
L'effetto di questi lavori - così dice RFI - eliminerà i rallentamenti di velocità tuttora in vigore su quella linea, quindi credo che l'intervento sia assolutamente giustificato. E' chiaro che, quando si fanno interventi di natura strutturale su una linea, la stessa è inagibile per un certo periodo; in questo caso, si tratta di cinque settimane e, per carità è un periodo decisamente lungo, però è anche un periodo di minor frequenza poiché le scuole sono chiuse.
Al riguardo, le fornirò i dati di frequentazione che Trenitalia ha diffuso relativamente allo stesso periodo dell'anno scorso: vedrà che sono veramente piuttosto esigui, direi anche troppo esigui. In effetti, con numeri di questo genere, qualche volta viene da chiedersi se sia significativo mantenere la linea, mentre è evidente che questa linea ha invece carichi significativi durante il periodo scolastico e anche in buona parte dell'anno, ma certamente non molto in questo periodo dell'anno.
Quindi, credo che da questo punto di vista l'intervento sia giustificato e i tempi di lavoro siano sostanzialmente congrue. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 493 presentata dal Consigliere Monaco, inerente a "Ambulanza Tango ASL TO3 senza infermieri"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 493, presentata dal Consigliere Monaco, che ha la parola per l'illustrazione.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione nasce da alcune informazioni apparse sugli organi di stampa, dalle quali si evince che dal 1° giugno, per tre mesi a partire da quella data, a causa della turnazione di ferie, alcune ambulanze su cui è prevista la presenza dell'infermiere professionale resteranno sprovviste di questa istituzione. In particolare, nell'ASL TO3, peraltro caratterizzata da una complessità orografica importante, quindi con aree piuttosto disagiate (ricordo che in passato quelle zone erano considerate aree montane), quindi i presidi di Giaveno, Avigliana, Susa e Ulzio avrebbero delle difficoltà ovviamente maggiori. Presumibilmente, data la vicinanza tra le due postazioni, per la riduzione potrebbero essere scelte le sedi di Giaveno e Avigliana.
E' già stato rilevato che c'è stata un'attenzione da parte dell'Assessorato sull'argomento e credo che qualcosa sia già cominciato però a noi preme sottolineare che anzitutto è di particolare importanza la presenza dell'infermiere professionale di alta qualità, in genere assegnato alle ambulanze, figura professionale che oserei considerare - lo dico andando contro gli interessi cosiddetti di categoria - persino superiore a quelle dei medici, che più volte vengono reclutati anche in modo sommario per l'assegnazione al servizio in ambulanza.
Siamo al parziale superamento, come avevamo definito con l'Assessore della mozione n. 79, ma risulta ancora inevaso lo spostamento dai DEA di alcuni infermieri che dovevano andare nelle strutture 118. Ha maggiore rilevanza, quindi, quella mozione, che allora fu ben concepita, di tenerli nei DEA, perché se non sono capaci di poterli fare uscire ad oggi, vuol dire che avremmo avuto dei DEA completamente sprovvisti.
E' importante per noi anzitutto sapere qual è lo stato dell'arte e avere l'assicurazione che questi territori non rimangano sprovvisti degli infermieri sulle ambulanze che, ripeto, sono forze persino prevalenti e preminenti rispetto alla figura del medico. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Monaco.
La parola all'Assessore Saitta, per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Alla fine di aprile il Direttore del Dipartimento interaziendale 118 il dottor Bono, aveva comunicato il piano di ridefinizione dell'operatività dei mezzi di soccorso sul territorio regionale per il periodo estivo. Il provvedimento, di carattere temporaneo, era volto a consentire al personale di servizio di fruire dei periodi di ferie obbligatori e, nello stesso tempo, di limitare l'eccessivo sovraccarico di straordinario già accumulato in modo importante, è quindi un problema di organico.
Tra l'altro, deve essere considerato il fatto che a quella data, come è stato ricordato poco fa dal collega, il procedimento di mobilità del personale 118 non aveva ancora concluso il suo iter definitivo ed in particolare per l'ASL TO3 risultava sospeso il consenso al trasferimento del personale in graduatoria per un numero di 11 unità; mi pare che ne avevamo discusso in riferimento al DEA preciso.
La deliberazione del 25 maggio scorso, quella relativa alle assunzioni che ha dato avvio appunto allo sblocco delle assunzioni con priorità massima relativamente all'area dell'emergenza territoriale ed ospedaliera ha permesso l'apertura da parte dell'ASL TO3 al trasferimento degli 11 infermieri. Tale operazione consentirà la totale e definitiva copertura delle postazioni dell'area interessata a far data dal mese di luglio.
Per il mese di giugno si sta provvedendo, anche con soluzioni transitorie, alla copertura della postazione di Avigliana h24, mentre per la postazione di Giaveno, ad oggi coperta tutti i giorni h12 e h24 nei giorni festivi, si cerca di sopperire alla carenza con soluzioni momentanee, limitando per quanto possibile le ore di assenza dell'infermiere sul mezzo. Questo per quanto riguarda giugno, perché da luglio sarà tutto regolare. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 498 presentata dalla Consigliera Motta, inerente a "Sospensione estiva del servizio di primo intervento con infermiere professionale presso la Croce Rossa di Canelli"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 498, presentata dalla Consigliera Segretaria Motta, che ha la parola per l'illustrazione in qualità di Consigliera.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Questa interpellanza è già datata, poiché per qualche seduta di Consiglio non c'è stato il question time; quindi, forse, è superata.
La notizia era uscita sugli organi di stampa della provincia di Asti ed aveva suscitato sconcerto e un po' di proteste, perché ricordiamo che il periodo estivo, soprattutto nel sud dell'Astigiano, in particolare nelle zone vitivinicole e con attività agricola più intensa, ha suscitato la preoccupazione che nel caso succedesse qualcosa non ci sarebbe l'ambulanza con la presenza dell'infermiere specializzato a bordo.
Naturalmente, la richiesta era se, alla luce della DGR n. 36-1483, che contiene le disposizioni alle ASL per le risorse umane, era possibile poter procedere a nuove assunzioni di personale sanitario e pertanto evitare la sospensione, nel periodo tra giugno ed agosto prossimi, del presidio infermieristico del mezzo di primo intervento operante su Canelli. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Motta.
La parola all'Assessore Saitta, per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Alla fine di aprile il Direttore del Dipartimento interaziendale 118 il dottor Bono, aveva comunicato il piano di ridefinizione dell'operatività dei mezzi di soccorso sul territorio regionale per il periodo estivo. Il provvedimento, di carattere temporaneo, era determinato dalla carenza di personale e volto a consentire anche al personale di servizio di fruire dei periodi di ferie obbligatorie e, nello stesso tempo, di limitare l'eccessivo sovraccarico di straordinario già accumulato in modo importante.
Per fortuna, la deliberazione del 25 maggio, quella sulle assunzioni con questa priorità che è stata data all'emergenza e all'urgenza al personale sanitario infermieristico, ha permesso di dare una risposta non soltanto nella zona oggetto dell'interpellanza in tutto il Piemonte, per cui a seguito di questa deliberazione è stato immediatamente aperto un bando di assunzione da parte dell'ASL di Alessandria, che è il quadrante di riferimento, per 12 unità di personale infermieristico. Questa operazione consentirà la totale e definitiva copertura delle postazioni dell'area interessata con probabile partenza dal 1° luglio.
Per il mese di giugno si stanno valutando in tutto il Piemonte tutte le possibili soluzioni transitorie per la copertura della postazione di Canelli limitando, per quanto possibile, le ore di assenza dell'infermiere sul mezzo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Assessore Saitta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 496 presentata dal Consigliere Bono inerente a "Presidio Gradenigo - Monitoraggio adeguamento strutture e conseguente mantenimento dei requisiti di accreditamento"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 496 presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come dal titolo dell'interrogazione poniamo una serie di domande all'Assessore Saitta riguardanti l'Ospedale Gradenigo di Torino, ospedale che è al centro di una vicenda di vendita del diritto di superficie a privati profit del Gruppo Umanitas con contestuale modifica di una legge regionale dell'85 (Piano Socio Sanitario del 1985) che prevedrebbe la concessione del diritto di superficie della struttura solo a privati profit.
L'interrogazione non verte su questo, era solo una premessa, ma verte sul tema dell'accreditamento della struttura. Noi sappiamo che dalla normativa nazionale, tra cui il DPR 14/01/97, ci sono una serie di dotazioni minime di ambienti per i reparti operatori, tra cui uno spazio/filtro di entrata per gli operatori, una zona filtro per il personale addetto, una zona preparazione, una zona risveglio, la sala operatoria, il deposito dello strumentario chirurgico e deposito materiale sporco.
Ci sono una serie di normative che devono essere rispettate, tra cui l'antisismica, l'antincendio, la protezione acustica, elettrica antinfortunistica, dalle radiazioni ionizzanti, per le barriere architettoniche, microclimatiche, distribuzione gas medicali, materiali infiammabili ed esplodenti.
Con una delibera del Consiglio regionale del 22 febbraio 2000 sono stati approvati anche i requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi ulteriori in ambito regionale.
Noi sappiamo che nella deliberazione di Giunta n. 31 del 12 luglio 2012 riguardante l'accreditamento del presidio sanitario si parla del progetto di ristrutturazione del Gradenigo in coerenza con quanto disposto dall'allegato della deliberazione del 2000, che doveva essere attuato in due step: il primo entro il 30 giugno 2012, che riguardava alcuni reparti di degenza, e un altro che dovrebbe concludersi entro il 2017 (al momento non ne conosciamo l'attuazione) che riguardava il reparto di day-hospital di oncologia e le sale operatorie. Per questo all'inizio ho fatto una premessa. Le sale operatorie richiedevano, infatti, una separazione tra il percorso dello sporco e il percorso del pulito, come ormai avviene per norma nei nuovi ospedali.
Nelle more della realizzazione di questa separazione dei percorsi la struttura adotta protocolli per operare in sicurezza nei confronti del rischio di contaminazione, ovviamente per evidenti questioni di igiene asepsi e sterilizzazione.
In teoria, i predetti regolamenti e miglioramenti saranno oggetto di verifica da parte della Commissione di vigilanza dell'ASL TO2. Quindi, noi vorremmo conoscere ad oggi l'attuazione degli interventi, perch considerato che dovrebbero scadere nel 2017, manca ormai un anno e mezzo o due alla scadenza.
Vorremmo quindi sapere se sono iniziati e se sono iniziati a carico dei precedenti o attuali beneficiari - perché la vendita non si è perfezionata del diritto di superficie o dei nuovi eventuali subentranti. Vorremmo inoltre conoscere la tempistica e cosa ne è dell'accreditamento della Regione, cioè se si opera sempre in deroga dalla realizzazione di questa importante struttura di presidio di sterilizzazione oppure se si prevede una valutazione in itinere anche nel caso della vendita.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Innanzitutto volevo sottolineare come questa interrogazione sostituisce quella del suo collega Andrissi che mi è stata comunicata soltanto ieri mattina alle ore 10. Per cui mi sento di chiedo all'Ufficio di Presidenza se è possibile in qualche maniera organizzare bene il lavoro in modo da poter fornire ai colleghi le informazioni richieste. Non ho avuto, infatti il tempo per effettuare verifiche puntuali, proprio perché mi è stata consegnata ieri mattina per la risposta odierna.
In ogni caso, abbiamo fatto le verifiche e abbiamo sentito il dottor Roberto Testi, responsabile della struttura di Medicina Legale dell'ASL TO2 e Presidente della Commissione di vigilanza sul rispetto dei requisiti delle strutture sanitarie per la sua ASL. Ha confermato di avere effettuato ad inizio 2013 il sopralluogo al Gradenigo, necessario per verificare se i lavori che nella deliberazione regionale del 12 luglio 2012 venivano indicati come il primo step effettuato per il progetto di ristrutturazione.
I lavori della messa a norma di tre rampe di accesso, il trattamento antiscivolo dei pavimenti di marmo dei corridoi di alcune degenze e il completamento dell'insonorizzazione dei locali di logopedia dell'ambulatorio del recupero funzionale risultano eseguiti.
Resta naturalmente aperto il progetto più generale di ampliamento e ristrutturazione del presidio sanitario che è previsto entro il 2017.
Non sono in grado di dire rispetto al programma per il 2017 che cosa è stato realizzato proprio perché i tempi sono stati ristretti e mi riservo di raccogliere tutte le informazioni necessarie. E' chiaro che occorre il tempo e obiettivamente diventa difficile, però mi pare che gli elementi che il collega richiedeva sono stati forniti per quanto riguarda i lavori da eseguire immediatamente.
Gli altri sono in corso e dovranno essere realizzati entro il 2017.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 10.12 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 10.13)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Mozione n. 399 presentata dai Consiglieri Mighetti, Andrissi, Bertola Campo, Frediani e Valetti, inerente a "Interramento illegale dei rifiuti nelle cave della Provincia di Alessandria" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano ulteriori proposte di modifica.
Chiedo all'Aula di evitare questo brusìo, così diamo l'opportunità al Consigliere Mighetti di intervenire.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Chiederei l'inserimento all'o.d.g. della mozione avente ad oggetto "Interramento illegale di rifiuti nelle cave della Provincia di Alessandria".



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Trasporti su ferro

Ordine del giorno n. 396 presentato dal Consigliere Giaccone, inerente a "Verifica sulle condizioni di utilizzo della linea ad alta velocità Torino Milano" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Chiederei l'iscrizione dell'ordine del giorno...



PRESIDENTE

Consigliere, le chiedo di attendere un attimo per dare tempo ai colleghi di accomodarsi.



GIACCONE Mario

Chiederei l'iscrizione dell'ordine del giorno inerente a "Verifica sulle condizioni di utilizzo della linea ad alta velocità Torino-Milano".
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento: Diritto di asilo - Profughi

Richiesta, da parte del Consigliere Pichetto Fratin, di comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Emergenza profughi"


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Anche a seguito della lettura dell'intervista al Presidente Chiamparino questa mattina, del dibattito che ha aperto sulla questione profughi nel nostro Paese, del rapporto tra il Governo italiano e l'Unione Europea e del dibattito - il nostro Presidente è ancora Presidente della Conferenza delle Regioni - che si è aperto nell'ambito delle Regioni, con particolare riferimento alle Regioni del Centro-Nord, chiedo se c'è la disponibilità da parte del Presidente, nelle modalità in cui, naturalmente, ritiene, di svolgere una comunicazione in merito al quadro della situazione.
Naturalmente, su questo tema chiedo se è possibile anche svolgere un breve dibattito, proprio perché è un tema che investe non solo la parte politica di gestione di questo esodo di profughi che parte dal Nord Africa ma riguarda le conseguenze anche sociali ed economiche nelle nostre realtà in particolare la realtà piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, collega.


Argomento: Diritti umani

Richiesta, da parte del Consigliere Marrone, di comunicazioni della Presidenza del Consiglio regionale in merito al patrocinio della manifestazione di solidarietà alle vittime della persecuzione religiosa dal titolo "Noi siamo con voi"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda l'ordine dei lavori non avanzo particolari ordini del giorno o mozioni, però volevo chiedere conto all'Ufficio di Presidenza di una richiesta di comunicazione che avevo formalizzato nella giornata di ieri al Presidente Laus rispetto al patrocinio di un evento che si svolgerà domani sera, quindi ritengo abbia motivi di urgenza, soprattutto per una ragione di opportunità che, se ritiene, trattiamo nel merito, però volevo capire se se ne voleva discutere oppure no.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone, avrei letto la risposta, la ringrazio.
Ho soltanto necessità di comunicare che l'o.d.g. è stato approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

E' a disposizione ed è riproducibile, su richiesta, il processo verbale della seduta del 4 giugno 2015.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Gariglio e Rostagno.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 26 maggio 2015.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento: Diritti umani

c) Patrocinio del Consiglio regionale della manifestazione di solidarietà alle vittime della persecuzione religiosa dal titolo "Noi siamo con voi"


PRESIDENTE

Do lettura della comunicazione del Presidente del Consiglio Mauro Laus in relazione alla richiesta del Presidente Marrone.
"In ordine alla richiesta del Presidente Marrone di comunicazioni inerenti al patrocinio concesso alla manifestazione di solidarietà alle vittime della persecuzione religiosa dal titolo 'Noi siamo con voi', si intende precisare quanto segue.
La domanda di patrocinio per la manifestazione è stata presentata dalla Fondazione Sermig nella persona del suo legale rappresentante Ernesto Olivero agli Uffici competenti del Consiglio, che hanno provveduto a verificare la sussistenza dei requisiti per il suo accoglimento, così come previsto dal regolamento in materia.
Sia le caratteristiche tecniche dei promotori e sia le finalità sociali dell'iniziativa si sono rivelate pienamente rispondenti alle norme che disciplinano la possibilità di sostegno del Consiglio regionale ad eventi e manifestazioni sul territorio.
L'evento ha già registrato l'adesione di esponenti di 50 tra comunità religiose, movimenti per la pace e associazioni laiche di tutto il Piemonte, che marceranno insieme la sera del 10 giugno per le strade di Torino, ma che, soprattutto, hanno sottoscritto un testo di ferma condanna alla guerra di religione in qualunque sua forma.
Il Presidente del Consiglio regionale, anche nel suo ruolo di Presidente del Comitato per i diritti umani, ha scelto di aderire personalmente alla manifestazione, condividendo lo spirito di inclusione, lo sforzo di comprensione e l'atteggiamento costruttivo mostrato da tutti i promotori dell'evento".



PRESIDENTE

Ricordo che per i chiarimenti ogni Consigliere ha diritto a tre minuti.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Le anticipo che chiederò un po' di tolleranza, perché ritengo sia un tema delicato. Vede, tra i 50 gruppi che hanno annunciato l'adesione c'è anche l'Associazione Islamica delle Alpi, che ha sede nella Moschea Taiba di via Chivasso.
Nella Moschea Taiba di via Chivasso, in un evento patrocinato dall'UCOII - ricordo che è l'ala radicale delle comunità islamiche in Italia - c'è stata una raccolta fondi per Gaza, i cui ospiti di onore - sto parlando di eventi che erano pubblicizzati sui social network - erano due imam: uno è palestinese, Raed Salah Abu Shakra, che ha scontato tre anni di carcere in Israele per finanziamento e affiliazione ad Hamas e servizi segreti iraniani e nel 2010 ha scontato una pena di cinque mesi per aggressione a personale di polizia israeliano; l'altro, il personaggio che più mi inquieta, è giordano, Riyadh al Bustanji, che non solo rivendica anche lui l'appartenenza ad Hamas, ma, addirittura, essendo un opinionista di quel movimento, è autore di diverse dichiarazioni su diverse emittenti televisive, rintracciabili anche su YouTube, in cui esalta il martirio suicida dei kamikaze e, perfino, auspica che i bambini palestinesi lo imparino.
Ora, vede, il problema è che non si può pensare, nel nome dell'ecumenismo, di dare spazio e legittimazione, addirittura un patrocinio istituzionale, ad eventi che ospitino realtà così ambigue, perché questi personaggi sono stati invitati in analoghi contesti, in un evidente tentativo di infiltrazione culturale e politica in eventi, per esempio, a Milano. In quel caso - lì, evidentemente, c'è un'attenzione e una sensibilità più matura rispetto a Torino - la comunità ebraica ha protestato in modo davvero vibrante contro l'invito di questi personaggi imbarazzanti e, in quel caso, addirittura il Comune di Milano, che non è guidato esattamente da un moderato, Pisapia, ha ritirato il patrocinio.
Secondo me, è il caso veramente di porre attenzione. Capisco che la risposta del Presidente si attenga ad un formalismo di accettazione e di dichiarazioni formali di pace e tolleranza, però, intendiamoci, quando si parla - ed è questo il caso - di integralismo, fondamentalismo e anche di terrorismo, non possiamo aspettarci che il nemico si palesi sventolando la bandierina e dicendo di essere un kamikaze e un terrorista islamico! Non sto dicendo che quella sia una realtà terroristica, però esistono prove che di fatto organizzino delle raccolte fondi per soggetti che invece, sono terroristici, e sono così qualificati.
Per carità, ci sarà stato uno scivolone, non sarà stata di sicuro una scelta consapevole, ma avanzo la richiesta formale di un chiarimento con gli organizzatori e che non si dia spazio di intervento ad esponenti di questa associazione coinvolta in questo episodio.
Giusto per rafforzare questa mia richiesta, vorrei ricordare un episodio che i media non hanno trattato, ma che è avvenuto all'interno del Comune di Torino, in quanto questa stessa associazione è stata ospitata in Sala Rossa quando è stata svolta la commemorazione della strage parigina di Charlie Ebdo e, dopo un analogo dibattito in sede della Conferenza dei Capigruppo di Torino, il Sindaco Fassino nelle celebrazioni - quella volta era presente anche il Presidente Chiamparino - questa volta degli attentati di Tunisi, come lo stesso Presidente Chiamparino ricorderà, ha saggiamente dato la parola solo alle autorità diplomatiche e laiche dei Paesi arabi, in quel caso la Tunisia. Questo, perché evidentemente quello dell'associazionismo islamico, o, in questo caso - mi permetto di dire islamista, è un terreno scivoloso.
Chiedo, pertanto, che venga effettuata una verifica, proprio perché si parte dall'assoluta certezza della buona fede degli organizzatori, affinch ci sia una garanzia di quali saranno i soggetti formalmente aderenti all'iniziativa, ai quali verrà riconosciuto soprattutto il diritto d'intervento.
Quando si parla di patrocini istituzionali e di vittime delle persecuzioni religiose bisogna sapere di cosa si parla e bisogna essere molto, molti accorti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Mi associo alle parole del Consigliere Marrone, perché ritengo che la situazione sia molto delicata.
Sembra paradossale, ma anni fa alcuni nostri connazionali avevano catturato un gruppo pericolosissimo di jihadisti islamici e la dottoressa Clementina Forleo li aveva rilasciati, sostenendo che questi fossero patrioti. In seguito, furono catturati in Gran Bretagna, perché, nel frattempo, si erano macchiati di efferati crimini.
Questo è un Paese molto strano! Pertanto, alla luce di questo strano comportamento del nostro Paese (ricordo che siamo gli unici ad investire nell'autoinvasione), chiedo cortesemente al Presidente Laus e al Presidente Chiamparino di verificare attentamente le informazioni che, con scrupolo e coscienza, ci ha appena fornito il Consigliere Marrone e di cui un po' tutti abbiamo un riscontro positivo, nel senso che pare siano informazioni assolutamente aderenti alla realtà.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Se il Presidente Chiamparino è d'accordo, noi siamo dell'idea di affrontare questo dibattito subito dopo la discussione e il voto dei prossimi due provvedimenti, perché (lo anticipo) intendiamo evitare di mischiare i temi dell'immigrazione con i temi del terrorismo. In questo modo, possiamo iniziare a discuterne in maniera appropriata e con le giuste moderazioni.
Pertanto, l'invito che rivolgo, Presidente, è di entrare subito nel merito dell'o.d.g., esaminando la prima proposta di legge.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
Raccolgo l'invito, però ricordo che l'articolo 55 del Regolamento, al secondo comma stabilisce: "Sulle comunicazioni di cui al comma 1, ogni Consigliere può richiedere delucidazioni intervenendo, una volta sola, per non più di tre minuti".
Pertanto, se non ci sono altri interventi, possiamo passare al punto 3) all'o.d.g.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Esame proposta di legge n. 78, inerente a "Uso terapeutico della canapa (cannabis), disposizioni organizzative e modalità di erogazione dei farmaci e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche nell'ambito del servizio sanitario regionale e promozione della ricerca e azioni sperimentali prodromiche alla produzione da parte di soggetti autorizzati"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 78, inerente a "Uso terapeutico della canapa (cannabis), disposizioni organizzative e modalità di erogazione dei farmaci e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche nell'ambito del servizio sanitario regionale e promozione della ricerca e azioni sperimentali prodromiche alla produzione da parte di soggetti autorizzati", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Sono relatore di maggioranza il Consigliere Grimaldi e relatore di minoranza il Consigliere Bono.
La proposta di legge è stata licenziata a maggioranza dalla IV Commissione, il 27 maggio.
Il Consigliere Grimaldi e il Consigliere Bono, che interverranno, hanno 15 minuti ciascuno per l'esposizione.
La parola al relatore, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco, relatore

Grazie, Presidente.
Egregi Consiglieri e colleghi, come sapete l'uso medico della canapa e dei suoi componenti, detti cannabinoidi, ha una storia millenaria condivisa da moltissime culture nel mondo.
Nella letteratura scientifica - come abbiamo appreso durante la discussione di questo tema - si trova una vasta documentazione dell'uso terapeutico della canapa, ampliata notevolmente dalla produzione di derivati di sintesi, che ha impresso una considerevole accelerazione alla valutazione dell'impiego clinico dei cannabinoidi nella cura del glaucoma nella prevenzione dell'emesi, nel controllo di alcune spasticità croniche e come coadiuvante nel controllo del dolore cronico neuropatico associato alla sclerosi multipla. Tra i numerosi farmaci sperimentati per il trattamento sintomatico dei disturbi associati alla sclerosi multipla vi sono - tra l'altro - i derivati della canapa o i cannabinoidi.
Negli ultimi anni l'uso terapeutico dei derivati della canapa sta vivendo un globale processo di rivalutazione e lo sviluppo delle conoscenze sul sistema dei cannabinoidi endogeni progredisce di pari passo all'individuazione di nuovi potenziali campi di utilizzo terapeutico.
In Italia, il ricorso ai medicinali cannabinoidi è legittimo ormai dal 2007, da quando il Ministero della Salute, con il decreto del 18 aprile, ha aggiornato le tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope ed ha collocato nella Tabella II, alla sezione B, alcuni derivati naturali o di sintesi dei cannabinoidi. Tutto ciò ne rende possibile la prescrizione dietro presentazione di ricetta medica, da rinnovarsi di volta in volta.
Ed è qui il problema principale: manca una legge nazionale e non è facile arrivare a delle informazioni che possano essere esaustive per tutti i medici, anche se attualmente tantissime Regioni hanno approvato delle leggi, non avanzate come quella che stiamo per discutere. Sono la Puglia la Toscana, il Veneto, la Liguria, le Marche, il Friuli, l'Abruzzo l'Umbria, la Basilicata e l'Emilia Romagna. Tali normative sono tutte disomogenee: in alcuni casi, si limitano semplicemente a recepire quanto già stabilito dal decreto del 2007; in altri, sono previste specifiche competenze regionali circa l'informazione al personale medico o ancora vengono introdotti articoli che impegnano le Regioni su iniziative quali l'avvio di progetti pilota per la coltivazione a scopo terapeutico.
Con la proposta di legge n. 78 è stata assegnata alla IV Commissione e ringrazio il Presidente Ravetti per aver audito celermente i tantissimi soggetti che si sono dimostrati interessati - in sede referente, in data 3 dicembre 2014. Pensavo che ci sarebbe stato un lungo dibatto anche dal punto di vista scientifico e sanitario, invece mi ha stupito favorevolmente il fatto che ci sia stata quasi un'unanimità da questo punto di vista e la richiesta di accelerare soprattutto la parte riguardante la ricerca l'analisi e l'informazione verso il mondo sanitario.
L'11 marzo le consultazioni sono terminate e il 27 maggio la proposta di legge, dopo l'espressione del parere sulla norma finanziaria da parte della I Commissione, è stata licenziata, a maggioranza, dalla IV Commissione.
Per questo motivo (lo farò poi anche al termine della discussione) fatemi ringraziare tutte le opposizioni. Oggi - tra l'altro non è la prima volta - interverrà il Consigliere Bono come relatore di maggioranza di questa legge, insieme a noi: ritengo sia sbagliata la definizione di relatore di minoranza, perché il Movimento 5 Stelle ha approvato tutti gli emendamenti e tutti gli articolati. Pertanto, cogliamo come notizia positiva il loro voto favorevole, ma ringraziamo anche gli altri Gruppi (lo dico sinceramente), poiché sappiamo che su altri temi riguardanti la canapa e la cannabis, così come sul proibizionismo, abbiamo opinioni diverse.
Ritengo che l'atteggiamento degli altri Gruppi di minoranza abbia dato il meglio, non essendo mai strumentali anche nell'interlocuzione che abbiamo avuto in Commissione.
Il provvedimento in esame è finalizzato a introdurre nel panorama legislativo regionale un'adeguata regolamentazione degli aspetti organizzativi riguardanti l'impiego di medicinali a base di cannabinoidi nonché il rimborso degli stessi da parte del servizio sanitario regionale.
Il provvedimento mira altresì a promuovere la ricerca e le azioni sperimentali prodromiche alla produzione da parte dei soggetti autorizzati.
La definizione "soggetti autorizzati" intende proprio non fare invecchiare la legge e far sì che, d'ora in poi, anche altre aziende italiane, anche alcune cooperative italiane, anche altri soggetti autorizzati dal Ministero della Difesa e dal Ministero della Salute, potranno venire qua a produrre per finalità terapeutiche.
L'articolo 1 definisce appunto le finalità della presente proposta di legge, richiamando il diritto di ogni cittadino a ricevere cure a base di canapa e principi attivi cannabinoidi.
L'articolo 2 contiene la definizione dei principi attivi e dei medicinali cannabinoidi, disciplinandone, al comma 3, l'acquisto all'estero e al successivo comma 4 le modalità di prescrizione. Il comma 5, infine ribadisce che la spesa per le cure con medicinali cannabinoidi è posta a carico del servizio regionale, secondo le modalità che verranno disciplinate nei successivi articoli 3 e 4, e poi successivamente dalla Giunta.
L'articolo 3 individua le modalità relative alla somministrazione dei medicinali cannabinoidi, che può avvenire - innovazione della legge! - sia in ambito ospedaliero, sia in ambito domiciliare.
A tal proposito ringrazio il collega Giaccone - lo rifarò anche successivamente - perché abbiamo introdotto il principio secondo cui tutte le farmacie, pubbliche e convenzionate, potranno svolgere questo ruolo.
Soprattutto, chiediamo una centrale unica degli acquisti, tramite un lavoro fatto dalle ASL, per abbassare i costi di questo medicinale; chiediamo un'informazione fatta con i tanti operatori e con i tanti farmacisti che in questi anni hanno avuto grandi difficoltà a trovare questi farmaci, spesso all'estero.
Infine, chiediamo alla nostra Regione di attivare immediatamente un protocollo con lo stabilimento chimico di Firenze e, in generale un'interlocuzione con il Ministero della Difesa e con il Ministero della Salute per poter iniziare, da subito, con dei progetti pilota con i nostri atenei e con le nostre partecipate per cominciare questa produzione.
Arrivo alla parte finanziaria: nel corso dell'espressione del parere di compatibilità - ringrazio a tal proposito il Presidente Barazzotto abbiamo verificato che gran parte della copertura rientra nel sistema sanitario nazionale, mentre i 200.000 euro di questa legge sono destinati alla parte di informazione, ma, soprattutto, all'ampliamento della ricerca.
Il mio ringraziamento oggi è rivolto anche agli uffici legislativi perché sono stati eccezionali e incredibili. Abbiamo discusso per tanto tempo prima di giungere alla definizione di questa legge. Li ringrazio perché fra qualche discussione e qualche sorriso siamo riusciti ad ottenere un testo che è unico in Italia. Ovviamente, ringrazio anche i Presidenti delle Commissioni e chiaramente tutti i colleghi, non solo i sottoscrittori che vedo qui al mio fianco, che hanno contribuito alla migliore comprensione di un testo, che cercasse di uscire dall'ideologia che c'è stata per troppo tempo su questo tema. Ringrazio, altresì, chi ha sottoscritto per primo questa proposta, ovvero il mio collega di banco e di strada, che ha fatto i primi passi con me su questa vicenda.
Come avete capito, è dimostrato che i pazienti colpiti dalla sclerosi multipla, dalle mielolesioni, dai dolori neuropatici, dall'artrite reumatoide, dal Parkinson, e i pazienti oncologici provano sollievo questo è il principale beneficio - a seguito dell'assunzione della canapa.
I cannabinoidi, inoltre, possono essere impiegati per il controllo della rigidità muscolare.
E' stato incredibile fare le assemblee in giro per il Piemonte e aver potuto incontrare persone di tutte le età. Però, ovviamente, fa più effetto vedere i più anziani, che in questi anni sono stati costretti a provare per una volta il Bedrocan, magari a farselo prescrivere da un medico che lo ha voluto fare, ma che spesso sono dovuti passare all'illegalità: pensate cosa significa avere settant'anni ed essere costretti a cercare quei prodotti al di fuori della legalità! Quello che ci accingiamo a votare è un miglioramento concreto della vita di tanti concittadini che hanno pagato a caro prezzo le politiche proibizioniste di questi anni. Si tratta, prima di tutto, di rompere un tabù che da troppo tempo agisce come freno per la ricerca e per la sperimentazione, rendendo difficoltoso per tanti malati l'accesso a medicine di cui avrebbero bisogno.
Spero anche che questa legge serva da stimolo alle nostre università e alla sanità pubblica per andare avanti nella ricerca e nel miglioramento delle terapie, e che sia prodromica alla produzione anche in Piemonte.
Un appello, dunque, al Presidente Chiamparino e ovviamente all'Assessore Saitta: è ora che il Piemonte torni ad essere un grande produttore di canapa, come lo era negli anni Cinquanta. Forse non tutti sanno che quando si coltivava per motivi tessili era il secondo produttore al mondo! Non è un caso l'origine della parola "canavese" e non è sconosciuta la varietà "Carmagnola": è stata la più grande canapa della nostra storia recente.
Dunque, come lo era negli anni Cinquanta, vorremmo che questa nuova attività di ricerca e di stimolo industriale porti nuovi risultati, anche perché crediamo che i campi di impiego siano vastissimi: li citiamo nella legge, ma ricordo essere quello edile, quello tessile, quello delle bonifiche ambientali.
Spero vivamente che con questa legge si possa interrompere quel proibizionismo che ha bloccato tutto, sia la ricerca medica che la ricerca in altri campi della nostra vita. Credo che questo sia un piccolo passo che mette al centro i diritti del paziente di ricevere delle cure, che mette il centro il fatto che la sanità se ne debba occupare, che mette al centro il fatto che è un ambito di interesse regionale e mette al centro anche la necessità per lo Stato di legiferare in modo unico. Ovviamente, noi abbiamo cercato di fare la migliore legge possibile, ma speriamo che lo Stato avanzi con le sue proposte. Dall'altro lato, vogliamo soprattutto eliminare questo tabù nei confronti di una cosa che non è altro che una pianta, che in qualche modo, richiamiamo canapa: sembra un oggetto poco simbolico, ma spesso viene chiamata in tanti modi, anche per attribuirgli un simbolo del malefico.
D'ora in poi, anche grazie a questo dibattito, credo che la canapa tornerà ad essere un oggetto di discussione e non un tabù sul quale spesso chiudere gli occhi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono, per la relazione di minoranza.



BONO Davide, relatore

Grazie, Presidente.
Non aggiungerò moltissimo a quanto detto dal collega Grimaldi, anche perché è stato esaustivo nella sua relazione.
Siamo lieti, come Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle - abbiamo convintamente votato favorevolmente questo provvedimento in Commissione e lo rifaremo anche in Aula - di approvare questa legge anche in Regione Piemonte, arrivando non certo tra i primi, ma neanche tra le ultime regioni italiane ad approvare una normativa regionale di recepimento di quelle che sono le normative nazionali, ma soprattutto di messa a carico del servizio sanitario regionale dei farmaci a base di cannabinoidi. In più, alcune norme del testo di legge prevedono anche una sperimentazione per la produzione di farmaci e medicamenti tipicamente a base di cannabinoidi anche in Regione Piemonte, previo accordi con il Ministero, gli atenei, le università e gli enti correlati, e altre sperimentazioni.
Come ha detto il primo firmatario nella sua relazione, è una legge che sicuramente non rivoluzionerà il panorama del tema legato alla canapa, ma aprirà degli scenari molto importanti, soprattutto dal punto di vista sanitario: finalmente i farmaci e i medicamenti a base di cannabinoidi divengono a carico del servizio sanitario regionale, recependo quella che è la normativa nazionale in tema di prescrizione.
Com'è noto, vengono prescritti dietro presentazione di una ricetta medica ripetibile, ai sensi della loro inclusione nella tabella dei farmaci aventi effetto stupefacente; anche se la Tabella 2, sezione B, riguarda ovviamente sostanze non considerate tra le più potenti e quindi, di conseguenza, anche più pericolose.
Bisognerebbe poi naturalmente fare tutto un altro discorso e un dibattito sui possibili utilizzi della canapa - come ha sollecitato e stimolato giustamente il collega Grimaldi, con cui ci troviamo pienamente in sintonia, almeno su questo tema - visto che il Piemonte è stato uno dei principali produttori di canapa (e non di cannabinoidi, come qualcuno vorrebbe far pensare parlando di questa pianta, come se l'unico prodotto che potesse dare questa pianta fosse quello con funzione psicotropa e quindi farmacologia). In realtà si tratta di una pianta che ha diversissime e utilissime finalità, che è stata troppo presto soppiantata dalla plastica e dalle sostanze derivate dal petrolio all'inizio del secolo scorso.
In un momento di difficoltà della nostra agricoltura e di diverse produzioni nella competizione con l'estero, forse questa sarebbe anche una visione importante e strategica a livello nazionale, oltre che a livello regionale. Anche noi, quindi, siamo in attesa di normative più semplici più chiare e più intuibili per quanto riguarda la coltivazione della pianta, per esempio per fini tessili e per fini edili (com'è stato detto per le coibentazioni, ecc.).
Rimanendo sul tema della parte sanitaria su cui ci siamo concentrati con questa legge, si prevede un onere totalmente a carico del sistema sanitario nazionale: quindi non si prevede una spesa in più per quanto riguarda gli artt. 2, 3 e 4 del provvedimento, proprio perché non si contempla una spesa granché alta; e la si pensa a carico, appunto, del riparto del fondo sanitario nazionale. Infatti, si tratta proprio di un farmaco che ha delle precise indicazione terapeutiche, come nella cura del glaucoma (una patologia dell'occhio che, aumentando la pressione dell'occhio, può portare a disturbi della vista e anche alla cecità), nella prevenzione dell'emesi (in maniera più chiara, della nausea e del vomito) in alcuni casi di spasticità croniche e nel controllo del dolore neuropatico cronico non rispondente ad altri farmaci più ordinari o più classici, come gli antinfiammatori non steroidei o altri.
Questo, quindi, dal punto di vista medico è sicuramente un farmaco utilissimo che oggi è stato pochissimo prescritto. Ricordo che anche in Commissione dicevo che nella mia esperienza medica - ovviamente non un'esperienza medica lunghissima, ma quella di cinque anni di attività non mi è stata mai richiesta una prescrizione di questo tipo, mentre paradossalmente è stata giustamente richiesta, magari da pazienti oncologici terminali, la morfina, quindi farmaci stupefacenti molto più forti. Sicuramente, quindi, manca anche un'informazione adeguata da parte dei medici, dei farmacisti e dei pazienti.
I soldi che nella norma finanziaria vengono stanziati per un biennio (200.000 euro), dunque, servono proprio, ai sensi degli artt. 6 e 7, per avviare azioni sperimentali, progetti pilota e soprattutto per la promozione della conoscenza dell'utilizzo e delle finalità delle sostanze a base di cannabinoidi.
Riteniamo questa, dunque, un'ottima legge che speriamo, con l'approvazione in tutte le Regioni, dia anche lo stimolo a livello nazionale per una normativa ulteriore che vada a lavorare sul tema della pianta in sé e della sua coltivazione ad uso personale. Noi, infatti pensiamo che in questo senso la depenalizzazione sia sicuramente utile anche per ridurre il monopolio che sappiamo essere in mano alla criminalità organizzata. Questo argomento ovviamente non c'entra con questa legge; lo dico per chi ci ascolta perché se no, magari, una parte si potrebbe preoccupare. Si tratta di nostre e anche di mie riflessioni personali.
La legge è assolutamente positiva: noi la voteremo convintamente e speriamo che sia attiva subito, da domani mattina.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Chiedo ai colleghi che intendono intervenire di prenotarsi alla Presidenza.
Hanno chiesto la parola i Consiglieri Giaccone, Accossato, Appiano Vignale, Monaco: per adesso chiudiamo qui le iscrizioni.
La parola, dunque, al Consigliere Giaccone.



GIACCONE Mario

Siamo soddisfatti di aver dato un supporto tecnico, ma anche di sostanza, alla redazione di questa legge. Si tratta di un importante passo verso lo sviluppo e l'utilizzazione della cannabis nelle patologie per le quali si è già rivelata utile e in quelle per le quali, essendo allo studio, probabilmente si rivelerà utile nel futuro.
Siamo convinti dell'utilità di questa sostanza sulla base di argomenti scientifici che ne documentano certamente l'attività terapeutica, perch riconducibile a quella di principi attivi contenuti all'interno della pianta. Non esistono - e non esistevano fin dal principio, quando abbiamo avuto il primo confronto con il collega Grimaldi - presupposti culturali pregiudiziali, perché per noi si tratta di una pianta contenente sostanze attive e difatti il legislatore la pone, com'è già stato detto, nella tabella degli stupefacenti.
Uno degli effetti positivi della legge sarà senz'altro, nel tempo, la possibilità di procurarsi la pianta ad un prezzo più conveniente, la cui impraticabilità al momento è uno degli aspetti più delicati e anche dei punti deboli della sua utilizzazione; e anche per questo ci siamo impegnati.
Non c'è, però, solo il significato farmacologico, quello legato all'aspetto medico: in questa legge c'è anche la volontà di vincere le resistenze culturali che molti hanno ancora riguardo alla materia. Si tratta di una maturazione progressiva che ci porterà ad avere, nei confronti del tema, una visione più distaccata.
Del resto - io lo dico perché è un esempio tipico del mio ambito - uno dei farmaci più utili nel dolore cronico e fondamentale in molti ambiti della medicina moderna è la morfina, che è un derivato dell'oppio che, se vogliamo, culturalmente e farmacologicamente rappresenta pericoli decisamente superiori a quelli della cannabis. Nessuno si sognerebbe, ora di negarne l'utilizzazione: sarebbe una follia. Eppure, solo un cambiamento recente della legislazione intervenuto negli ultimi dieci anni ha permesso una maggiore utilizzazione, a beneficio di tutti i malati: il ricorso ai derivati della morfina in ambito ospedaliero si è incrementato solo quando un movimento culturale, scaturito dalla modificazione della legge, ha prodotto un diverso atteggiamento nei confronti del tema e quindi lo scioglimento di tanti dubbi e di tante difficoltà. Possiamo senz'altro verificare questo dai numeri, che sono vertiginosamente saliti solo quando con una serie di modifiche legislative, si è reso il medico più libero di prescrivere. E quindi, anche in questo senso, abbiamo sostenuto la legge.
Voglio tuttavia lasciarvi con una riflessione, visto che l'ha fatta anche il collega Bono e che convengo con lui: è importante che la Regione vigili sull'uso della pianta e che si faccia attenzione alle interpretazioni di quanto operato oggi. L'utilizzo terapeutico ha un suo preciso scopo e una sua ratio riconosciuta a livello medico e quindi, da un certo punto di vista, è molto più semplice orientarsi e legiferare.
Tutt'altro tipo di riflessione e ragionamento presuppongono utilizzazioni ipotizzate che non siano quella medica. Nel caso, la riflessione andrà approfondita e avrà profili del tutto diversi e molto più complessi trattandosi di un dibattito relativo al costume e non al ristretto campo medico.
Ringrazio tutti coloro hanno collaborato alla realizzazione del testo in particolare il collega Grimaldi, e rimetto la parola.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Giaccone.
Chiederei soltanto ai colleghi di interloquire al di fuori dello spazio dell'aula, perché a volte - viene segnalato anche dai Consiglieri stessi è difficile riuscire a seguire gli interventi.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Poche considerazioni per condividere con quest'Aula la soddisfazione nell'aver presentato una proposta di legge ampiamente condivisa.
E' una proposta di legge che considero importante per il suo valore pragmatico, perché mette nelle condizioni la Regione e il Consiglio regionale di essere utili e vicini a molti cittadini e cittadine che necessitano di questo tipo di cure e di interventi.
E' pragmatico ed umanitario, e va oltre a steccati e a pregiudizi di natura ideologica che in questi anni, come hanno detto molto meglio di me i relatori, hanno bloccato questo tipo di sperimentazione e di diffusione della cura.
Voglio soffermami su un altro aspetto, che non è quello centrale della proposta di legge, cioè quello medico, perché meglio di me l'hanno sottolineato i relatori e il Consigliere Giaccone per la sua esperienza, ma è il fatto che la legge, all'articolo 7, promuove l'informazione e la ricerca scientifica sulla diffusione della cultura della coltivazione della canapa per altri scopi, che sono quelli tessili e così via.
Personalmente credo che, da questo punto di vista, sia importante non criminalizzare una coltivazione che ha avuto, in Piemonte, punte di eccellenza, sia per qualità sia per quantità di diffusione.
Si tratta di un settore economico molto importante del nostro territorio che può ancora esserlo, perché oggi c'è una ripresa, sia pure molto modesta e sottoposta a mille vincoli e a mille controlli perché vista in modo quasi criminale, coltivazione che invece potrebbe essere un'alternativa interessante e importante per parti consistenti della nostra Regione, sia in termini di rotazione colturale, quindi di modalità per ridurre i trattamenti chimici ai terreni, sia dal punto di vista di alternativa economica, quindi di possibilità di rimettere in gioco nuove possibilità di sviluppo economico in agricoltura.
Peraltro, le possibilità di impiego della canapa, soprattutto in termini di bonifica ambientale e di coibentazione, sono molto interessanti in parte ancora da esplorare, ma che possono metterci a disposizione un prodotto naturale ad un costo accessibile, che sarebbe in grado di svolgere in ambito agricolo un ruolo sinergico e di filiera molto interessante.
Credo siano necessarie ulteriori ricerche e ulteriori sperimentazioni in questo campo, ma soprattutto normative che facilitino e aiutino gli agricoltori che si vogliono cimentare in questa produzione.
Termino il mio intervento sottolineando quindi come questo aspetto che potrebbe apparire marginale, sia una parte importante del lavoro fatto con la stesura di questa proposta di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Anch'io sarò molto rapido, perché nel merito e nel metodo non posso che salutare con estremo favore la discussione che si apre oggi in Aula, dopo alcune sedute di Commissione.
Nel merito, lo condivido perché riusciamo ad introdurre la possibilità a carico del Servizio Sanitario Regionale, di farmaci nuovi, di farmaci a base di cannabinoidi, che sappiamo, dalla ricerca scientifica di cui abbiamo conoscenza, che per alcune patologie possono essere un fattore di enorme sollievo e, quindi, un fattore di aiuto per pazienti in condizioni di salute particolarmente gravi.
Questa parte di merito della legge è già stata illustrata meglio di me dal relatore, dal co-relatore e dagli interventi che mi hanno preceduto quindi la ragione del mio intervento è solo di ribadire che in questo caso ed è l'aspetto di metodo - come in altri casi anche in questa legislatura, abbiamo la riprova che, quando mettiamo da parte la pregiudiziale ideologica e riusciamo a confrontarci sul merito delle questioni, e a fondare le nostre valutazioni su aspetti oggettivi, in questo caso elementi e aspetti di ricerca scientifica, riusciamo ad interpretare meglio il nostro ruolo di legislatore.
Il legislatore non deve essere, almeno nella visione che ritengo più corretta, un moralizzatore, colui che tarpa le ali alla libera ricerca e alla libera scienza, ma deve essere colui, anzi il luogo, la legislazione in cui si danno regole di cornice, perché in questo caso la ricerca possa fare i migliori passi.
Se già il pregiudizio non orienta bene la vita quotidiana delle persone (ed anche la legislazione in qualunque campo), quando al centro dell'interesse è la salute del cittadino, della persona, è ancora meno giustificabile e tollerabile una chiusura pregiudiziale.
Certo, per chi come me ha una formazione fondamentalmente antiproibizionista, come veniva detto nella relazione originaria, forse è un po' più semplice affacciarsi a questo tema e a votare favorevolmente come è già avvenuto in Commissione, i singoli articoli e la legislazione integrale, però ritengo molto apprezzabile che anche chi ha opinioni diverse le abbia espresse, e continuerà ad esprimerle formulando anche istanze emendative, ma non con una modalità tale da bloccare la discussione e la possibilità di entrare nel merito della questione.
Ogni volta in cui noi riusciamo a svolgere il nostro ruolo in questi termini, pur nella rispettabile diversità di tutte le opinioni di merito riusciamo ad interpretare meglio il nostro compito di legislatore.
Speriamo che anche il percorso in Aula sia intenso nei contenuti e nella discussione, e che sia relativamente concentrato in termini di tempi in modo che si possa poi passare alla fase di attuazione, di sperimentazione e di ricerca ulteriore, sempre avendo al centro, non un'idea astratta, ma la salute delle persone.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo sia utile fare due riflessioni relativamente alla discussione fatta questa mattina.
E' evidente che l'uso terapeutico di prodotti classificati come sostanze stupefacenti, ma con una finalità terapeutica, avviene già per molti altri prodotti, che non sono solo quelli naturali, ma principalmente quelli naturali: la morfina è certamente il più noto, ma molti altri prodotti, classificati dal Ministero della Salute come sostanze stupefacenti, hanno anche la classificazione farmacologica.
Quindi, noi vediamo come positiva, se ben regolata, una serie di possibilità che anche l'utilizzo della canapa può consentire. Non solo per questo, ma anche per la possibilità - non semplice e tanto meno con le risorse che noi prevediamo di utilizzare a questo scopo - di destinare risorse tanto alle attività di ricerca quanto alle attività relative ai progetti pilota.
Ciò può garantire non solo un aspetto positivo nella cura dei cittadini, ma anche uno sviluppo su un tema che oggi non vede la nostra Regione, e gran parte della nostra Nazione, impegnata su questo tipo di attività.
Questo è un aspetto certamente significativo, ma mi permetto di fare una seconda riflessione, che è fuori tema rispetto al titolo della proposta di legge, ma che riguarda in qualche modo l'ordine dei lavori.
Non posso non far presente all'Ufficio di Presidenza e ai colleghi Presidenti di Gruppo consiliare come vi sia, in modo evidente, un continuo non rispetto di quelli che sono i diritti delle opposizioni. Oggi non stiamo discutendo di disegni di legge, quindi di provvedimenti della Giunta regionale, ancorché anche a fronte di questi sia necessario - come il nostro Regolamento prevede - contemperare le proposte di legge della Giunta con quelle delle opposizioni; noi oggi - e vale tanto per il progetto di legge n. 78 quanto per il progetto di legge n. 50 - arriviamo con la discussione in Aula di due provvedimenti (e un terzo arriverà la prossima settimana) presentato da colleghi della maggioranza.
Allora deve essere chiaro solo un aspetto: è lecito tutto - tanto nessuno ascolta, ma va benissimo - però nessuno si stupisca che poi su alcuni provvedimenti ci sia una "impuntatura", nel senso che, se la modalità di lavoro è questa, non si interverrà più nel merito dei provvedimenti, ma si interverrà a proposito del rispetto delle regole.
Questo non è il Consiglio regionale della maggioranza e della Giunta regionale: questo è un Consiglio regionale regolamentato. E bene dovrebbe saperlo non solo l'Ufficio di Presidenza, che ha anche scritto una lettera ai Presidenti delle Commissioni, ma gli stessi Presidenti delle Commissioni, che devono (sottolineo: devono) non soltanto iscrivere e fare le consultazioni su proposte di legge che le opposizioni presentano, ma portarle al voto (con voto favorevole o negativo) in Commissione licenziarle e farle arrivare in Consiglio oppure, ne caso di Commissione legislativa, licenziarle in Commissione.
Questa modalità non può funzionare, e faccio l'esempio più banale.
Prima ho chiesto una verifica alla Presidente Conticelli, ma non avevo dubbi in merito: noi, da quattro mesi (dico, quattro mesi), stiamo attendendo, con una scelta dei Capigruppo, la discussione in sede legislativa su tre provvedimenti di legge. Su due provvedimenti di legge la discussione è stata sospesa (i due sui taxi, sulla modifica della legge n.
24/95); sul provvedimento relativo alla prevenzione e agli interventi alluvionali, siamo all'articolo 1.
Se pensate che questa modalità possa funzionare, continuate, ma è finita, per quanto mi riguarda, con la calendarizzazione di oggi e con la calendarizzazione di questa settimana (giovedì le due proposte sui taxi non si discuteranno perché alla maggioranza non piacciono). La maggioranza è libera di votare contro le proposte di legge dell'opposizione, però dico ai Presidenti, ma soprattutto all'Ufficio di Presidenza (oggi la collega Ruffino ha la sfortuna di sedere al posto del Presidente Laus, ma lo dico alla collega Motta come al resto dei colleghi dell'Ufficio di Presidenza) che è compito del Presidente del Consiglio - sottolineo, Presidente del Consiglio - e dell'Ufficio di Presidenza far rispettare il Regolamento.
Se per rispetto del Regolamento si intende che "passano le leggi della maggioranza e della Giunta e basta", allora è evidente che si viola il Regolamento. Dopodiché, se non lo fate rispettare con le modalità che dovrebbero essere usuali, cioè non si va avanti con un dibattito in Commissione fintanto che le leggi richieste non vengono esaminate.
Vi faccio un altro esempio: la prossima settimana discuteremo (e voteremo anche a favore) la legge presentata dalla collega Motta; poi inizieremo in V Commissione la discussione su IPLA perché c'è un'altra legge presentata dal PD e anche dalla Presidente che si è anche iscritta in seno alla sua Commissione la sua legge. E andiamo avanti così.
Così non si va avanti. Ma non è che non si va avanti perch l'opposizione rivendica una necessità, bensì perché l'opposizione (o almeno il nostro Gruppo) rivendica il rispetto del Regolamento. E allora, adesso faremo i conti dall'inizio della legislatura, verificheremo quanto saremo nel rapporto uno a cinque e i prossimi due mesi si lavorerà solo per proposte di legge dell'opposizione, rispetto alle quali la maggioranza voterà contro se ritiene di votare contro, a favore se ritiene di votare a favore, e verranno in Consiglio.
Le buone idee per il governo di questa Regione non le ha solo la maggioranza o solo la Giunta: noi crediamo, in molti casi, di avere idee migliori, che devono essere valutate, senza bisogno di pietirne la calendarizzazione o doverla richiedere nella Conferenza dei Capigruppo.
Sottolineo che la calendarizzazione dei lavori della Commissione non la fa la Conferenza dei Capigruppo: la Conferenza dei Capigruppo è un organo sostitutivo che interviene o in urgenza o quando i Presidenti non svolgono il loro lavoro e i Presidenti di Gruppo lo richiedono. Allora, o i Presidenti di Gruppo o i Presidenti di Commissione, tutti di maggioranza capiscono che è ora di calendarizzare i provvedimenti richiesti, oppure l'Ufficio di Presidenza chiede alle opposizioni quali provvedimenti chiede di calendarizzare, altrimenti non va bene.
Chiedo formalmente all'Ufficio di Presidenza di fare il conto del numero di proposte di legge discusse dal 30 giugno a oggi, di Giunta o di maggioranza; dividiamo per cinque; sottraiamo quel risultato al numero di proposte di legge di opposizione, qualunque esse siano, discusse e votate (non importa se respinte); il resto sarà il lavoro che ci attenderà nelle prossime settimane.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Oggi stiamo discutendo di un argomento che può apparire insolito oserei dire, proprio perché esistono dei dubbi e delle storie relative all'utilizzo dei cannabinoidi per la facilissima reperibilità che c'è stata fino a qualche anno fa sul mercato (non solo: bastava andare nelle campagne, come ha ricordato bene il collega Grimaldi). Credo che oggi si vada a discutere - è stato richiamato il tema del proibizionismo - su quelli che possono essere gli usi alternativi o più consueti di questi farmaci.
Mi piace invece ricordare che, se si deve andare a fare un testo di legge su questi argomenti, riguarda esclusivamente lo stato di salute e quindi la possibilità di utilizzare un principio attivo che sia vero stabile, ben misurabile, dosabile, quindi prodotto in modo serio e non artigianale e che possa essere utilizzato per scopo esclusivamente terapeutico. Esattamente come abbiamo tanti altri farmaci sottoposti peraltro a regole molto precise sia di produzione, oltre che di custodia nonché di somministrazione, quali ad esempio gli oppiodi, farmaci di rilevanza ben più grande e importante dal punto di vista del risvolto sociale, se non utilizzati a scopo esclusivamente terapeutico.
Ebbene, invece andiamo a discutere questa legge proprio perché - l'ha ricordato bene Grimaldi - in Italia la canapa è stata fortemente utilizzata nella produzione tessile, è stato un bene importantissimo ma poi assolutamente vietato per l'utilizzo che si può fare dei prodotti derivanti dalla canapa stessa. La canapa è unica, esistono delle subvarietà, ma i principi attivi sono estratti tutti dalla pianta, quindi fu reso necessario, considerato l'utilizzo improprio rispetto a quello delle terapie mediche. Ebbene, discutere un testo di legge che invece rispettando bene le regole, inquadrandolo in quello che può essere un utilizzo corretto a scopo farmacologico e quindi a scopo medico e terapeutico, mi sembra che sia una risposta importante che sta dando la Regione Piemonte e anche un esempio alle altre Regioni in vista dell'utilizzo di questi principi attivi.
Nell'ambito del dibattito, mi piace però anche rilevare quello che è accaduto. Ebbene, nonostante le frasi più veementi del collega Vignale, mi sembra che, tutto sommato, questo testo accolga anche il suo favore, quindi mi limiterei a discutere di quello che stiamo facendo oggi.
Mi piace anche ricordare che, se guardiamo al di là delle proposte di legge (non so se sono state quelle consiliari, quindi di proposta consiliare), se c'è stato un numero così sproporzionato di testi licenziati rispetto alle opposizioni da parte dei Gruppi di maggioranza che hanno depositato dei testi, sono lì in attesa di essere discussi in Commissione eventualmente poi portati in aula. Bene, se questo è il top dell'opposizione che riceve questo testo di legge, mi sembra che ci sia persino un unanime consenso. Sulle modalità di svolgimento del Consiglio e di esame dei provvedimenti, va bene il richiamo ad una maggiore attenzione degli strumenti, ma ricordo anche leggi importanti che sono state discusse votate in Commissione, nonché in Aula, oppure in sede legislativa in vantaggio, se volessimo dire, delle proposte dell'opposizione.
Non sono tantissimi i testi di proposte di legge - non disegni di legge della maggioranza; credo che questo sia un eccellente esempio di un buon testo di legge ampiamente condiviso per quelle che sono le finalità, senza andare ad aprire ad aspetti, che forse alcuni paventano, di utilizzo improprio, cioè l'introduzione di un prodotto sul mercato che possa avere degli utilizzi impropri.
Meccanismi di controllo ce ne sono e sono ampiamente utilizzati per altri farmaci ben più importanti e insidiosi sotto questo profilo psicotropo; maggiore dovrebbe essere la sorveglianza su sostanze chimiche che purtroppo si trovano facilmente sui mercati in modo illegale, che causano danni ben più gravi sia degli oppiodi sia dei cannabinoidi. Parlo di sostanze che, purtroppo, stanno devastando, per il largo utilizzo, le nuove generazioni che la sera si trovano ad uscire e andare a far festa divertirsi, eccetera; di sostanze chimiche devastanti per il cervello umano, e quindi per il futuro dei giovani, per la distruzione delle cellule cerebrali.
Credo sia un testo buono, condiviso, che non sta trovando ostacoli e direi che, per una volta, sembra che stiamo andando a fare un esercizio di buona politica che dà risposte molteplici, di tipo sanitario e di tipo terapeutico; ben vengano iniziative di questo tipo.
Ricorderei all'Aula e anche a qualche collega che ha provato a fare qualche osservazione non strettamente solo di merito, ventilando o minacciando l'ipotesi di un ostruzionismo che nulla ha a che vedere con i lavori dell'Aula, ma che forse ha qualcosa di ideologico o che riguarda temi a lui strettamente cari, per quanto oggi in difficoltà o superati dalle azioni della maggioranza o della Giunta, che l'Aula sarà in grado di dare risposte anche a questo tipo di minacce. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Monaco.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Credo che questa proposta di legge, che sta per diventare legge, sia un passaggio importante per contrastare l'arretratezza culturale di questo Paese che ha fermato quello che era stato approvato con un decreto dall'allora Ministro Livia Turco, rendendo legittimo l'utilizzo, come medicinale, dei derivati della cannabis.
Questa arretratezza culturale è nei numeri. Purtroppo, di fatto, dal 2007 ad oggi, se guardiamo i dati ufficiali, i pazienti che fanno uso in modo ufficiale, come medicinale, dei derivati della cannabis, sono 60.
Questo numero la dice lunga su quelle che sono le arretratezze culturali e le problematiche burocratiche che hanno dovuto affrontare i pazienti, che soffrono di sclerosi multipla, di SLA o di altre patologie, che possono trovare beneficio dall'utilizzo come medicinale dei derivati della cannabis.
Per fortuna è arrivata questa legge, che sicuramente può portare dei benefici a livello nazionale, perché è una discussione che a livello nazionale va portata avanti e va portata avanti una presa di coscienza sia scientifica che culturale da parte degli italiani, perché ci sono tanti pazienti che soffrono di dolori importanti che possono trovare dei benefici superiori con l'utilizzo dei derivati della cannabis e con degli effetti collaterali che sono inferiori rispetto ai farmaci che si utilizzano attualmente per combattere questi dolori, ma anche con dei benefici fisici superiori.
Questo è un aspetto molto importante e questa legge lo riconosce quindi trova sicuramente il nostro assenso anche l'incentivazione degli studi scientifici. Sicuramente, bisogna ampliare le indicazioni dei farmaci a base di derivati di cannabis in modo tale da rendere anche - consentitemi il termine - al mercato farmaceutico più appetibile questo tipo di prodotti farmaceutici, perché tali sono. Questi prodotti rimangono quasi dei "farmaci orfani", perché di questo parliamo: se un prodotto farmaceutico è utilizzato da 60 pazienti è un prodotto che ufficialmente è orfano, nel senso che nessuna azienda farmaceutica può prendere in mano questi derivati, stimolarne l'utilizzo e stimolarne la ricerca scientifica.
L'iniziativa del Piemonte è positiva anche da questo punto di vista perché va a stimolare la ricerca scientifica.
Inoltre, ritengo molto importante anche l'articolo 9, che riguarda la clausola valutativa, nel senso che se fra un anno vedremo che il numero dei pazienti è ancora ridotto, secondo me, tutto il Consiglio deve prendere in mano la situazione per cercare delle soluzioni pratiche, cioè dovrebbe risolvere quelli che possono essere possibili intoppi burocratici, perch in questo Paese purtroppo vi è l'abitudine di creare intoppi burocratici in ogni dove.
Sicuramente, questa operazione che anche buona parte delle Regioni italiane stanno portando avanti (ora non conosco il dato preciso, per sicuramente il fatto che la Regione Piemonte approverà questa legge sarà di stimolo per le poche Regioni che devono ancora approvare una legge regionale) porterà ad una maggiore presa di coscienza e si potrà arrivare anche a calmierare il costo di questi prodotti, perché essendo prodotti di estrema nicchia, hanno dei costi alti.
Sappiamo che più il prodotto è diffuso, maggiore è la riduzione del prezzo, quindi vi è un maggiore utilizzo. Soprattutto si potrà alleviare quello che giustamente Luigi Manconi ha descritto nel libretto molto interessante che ci è stato consegnato, dove vengono riportate testimonianze veramente toccanti di pazienti Risolvendo gli intoppi burocratici e i problemi culturali, con i derivati della cannabis si potrà trattare dolori e sofferenze superflue.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Sin dall'inizio avevo manifestato interesse e apertura al confronto su questo particolare testo di legge.
Come anche il collega Grimaldi sa, in Comune di Torino, quando eravamo entrambi lì e non qua, un atto di indirizzo alla Regione di intervenire sul tema aveva trovato non solo il mio personale consenso, ma anche quello di tutto quel centrodestra che non si avvicina a questi temi con la lente deformante del pregiudizio, ma che cerca davvero di fare luce sull'opportunità o meno di un'innovazione normativa.
Ora, sicuramente, in ambito terapeutico è del tutto anacronistico e non presenta nemmeno alcuna controindicazione il fatto di fare questo passo avanti. Chiunque abbia anche una solo una minima e non professionale familiarità e conoscenza dei drammi provati da malati terminali o che soffrono patologie molto dolorose, è consapevole dell'esistenza di una sorta di doppio livello, per cui all'estero o in ambito illegale è facile procurarsi sostanze che procurano un effettivo sollievo, quando invece la legislazione italiana costringe a degli espedienti paradossali.
Il punto è mettere i puntini sulle "i" e fare chiarezza sulla reale portata della legge. In particolare, ho voluto rassicurazioni, che ho poi trovato nei lavori di Commissione, sul fatto che, a differenza dei toni che aveva preso il precedente dibattito in Consiglio comunale di Torino sul tema, non si arrivi - in quel caso mi ricordo più ad opera dei Radicali che non di SEL - a lasciare intendere alla popolazione che questa legge consenta a ciascuno di farsi la serra di marijuana in casa.
Vorrei solo ricordare - lo dico perché si presentava proprio questa proposta di legge e c'era anche lei, Consigliere Grimaldi - che in quell'occasione invece di una conferenza stampa, ci fu un canapa party con tartine, marmellate, gadget, torta, ecc., ma questo per il tocco geniale del collega Viale che ci fa arrabbiare, ma di sicuro non ci fa annoiare. Ci fu una certa strumentalizzazione del tema.
Mi ricordo che anche sui resoconti dei media del giorno successivo molti - chi contenti e chi indignati di questa falsa notizia - si convinsero che, per opera di questa proposta di legge, non si andasse a creare un percorso serio di ricerca di produzione monitorata, controllata e conforme alle norme vigenti e poi di somministrazione sotto precisa indicazione, come prevedono le norme, del personale medico. Sembrava quasi che si fosse vinta la battaglia antiproibizionista a 360 gradi e che, alla fine, qualunque simpatico rasta potesse farsi la serra in casa e poi quando le forze dell'ordine avessero suonato alla porta, gli bastasse dire: ma è per uso terapeutico.
Questo era il senso che lasciava trasparire. Sinceramente non mi va di cadere nei tranelli del gioco delle parti, quindi prestarmi a questa strumentalità. Qui siamo legislatori e se un testo di legge presenta anche delle proposte razionali, allora è giusto approvarlo e prestare il proprio consenso. Lo dico per chiarezza culturale. Spero, il giorno successivo all'approvazione di questo testo di legge, di non trovare i colleghi dell'Aula addirittura a cantare vittoria e dire che questo è il primo passo per la "canna libera" perché stiamo parlando d'altro. Se fosse diversamente, è ovvio, almeno per me, che da destra ci sarebbe, come rifiuto della cultura dello sballo e della cultura della morte, un profondo no. Questa è una cultura non tanto della pietà e della compassione, ma dell'umanità nelle cure.
Allora è giusto e doveroso prestare il proprio consenso richiamando come ha fatto il Consigliere Vignale, l'auspicio che anche dalla maggioranza arrivi la stessa onestà intellettuale su proposte di innovazione legislativa che arrivano dall'opposizione, che non è ritornare ovviamente ad una sorte di manuale Cencelli delle approvazioni, ma quanto meno un richiamo al diritto di poterle affrontare e discutere, come diceva il Consigliere Vignale.
Anch'io approfitto di questa occasione: mi spiace che, a fronte di un'interlocuzione che dava per certa una convocazione sul tema, per esempio, delle nuove tecnologie sui servizi di trasporto non di linea, non si sia visto né nella Conferenza dei Capigruppo, né nell'Ufficio di Presidenza la convocazione di cui si era parlato. Non è questo il tema di oggi.
L'unica critica che faccio alla proposta di legge è di un testo un po' vago su quali dovrebbero essere i soggetti abilitati alla produzione. Si cita l'Istituto chimico farmaceutico militare toscano come esempio, ma in Piemonte non è ancora stato individuato un soggetto di questo tipo. Auspico solo che, visto che il testo della legge richiama di continuo il rispetto delle normative vigenti, la Giunta regionale, con il mandato di questa legge, stia attenta nell'esigere tutte le garanzie di serietà e di sicurezza di questo procedimento.
Questo è l'auspicio per salvare il livello di serietà e credibilità della proposta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Soltanto due parole non soltanto per dire che c'è condivisione sul testo.
Mi riaggancio a quanto hanno già detto sia il Consigliere Graglia sia precedentemente, la Consigliera Accossato per quanto riguarda non soltanto il tema di cui stiamo dibattendo questa mattina, che è l'uso terapeutico della canapa, ma anche di un ritorno ad un'origine - prima, nel momento in cui il Consigliere Grimaldi lo riprendeva, io annuivo - ad un progetto sul Canavese. C'è anche un ordine del giorno che a breve depositeremo e che auspico che anche gli altri Gruppi consiliari vogliano far proprio, con una valutazione ampia sul tema di un ritorno all'origine del Piemonte attraverso una coltivazione, e un giusto indirizzo su vari ambiti economici e non soltanto.
Potrà essere utilizzata la canapa, ma occorre ricordare - faccio un inciso - che l'Assessore all'agricoltura dovrà, comunque, anche contemplare, all'interno della programmazione dei nuovi fondi europei l'ambito di una coltivazione che, in questo momento, come specie, non è, in modo determinato, prevista. Faccio questo inciso perché credo che l'Aula, e anche le Commissioni, saranno sicuramente disponibili a poter muoversi in tal senso.
Non sono di certo io a dover prendere le difese di nessun Consigliere tanto meno del mio Gruppo, ma volevo ricordare al Consigliere Monaco che alcune valutazioni fatte da una persona intelligente qual è lui, nei confronti di una persona altrettanto intelligente come il Consigliere Vignale, possono essere fatte fuori dall'Aula. Spiego perché.
Le sollecitazioni poste dal Consigliere Vignale hanno una base giuridica, come lo stesso Consigliere ha ricordato. Invito l'Aula, così come sta facendo questa mattina in modo corretto l'opposizione, a prendere atto di una proposta avanzata dal Consigliere Grimaldi, e non soltanto, su un ambito importante che molto spesso ha trovato anche il centrodestra non così favorevole in altri contesti, in altre discussioni, cioè ad accogliere e condividere un percorso perché lo si ritiene opportuno. A prescindere quindi, da chi avanza la proposta, c'è un intento comune, cioè quello di evolvere all'interno della Regione Piemonte.
Invito a fare altrettanto perché, in questo primo anno di legislatura molte proposte portate dall'opposizione sono state sistematicamente cassate perché arrivavano dall'opposizione. Ricordiamoci una serie di emendamenti importanti presentati, ad esempio, sulla legge sulla casa o sulla legge sulla semplificazione su cui si osservava sistematicamente che le proposte erano intelligenti, ma che sarebbero state fatte proprie dalla Giunta in un contesto diverso.
Quest'Aula deve imparare a lavorare per il bene del Piemonte, a prescindere da chi propone emendamenti o proposte di legge. In questo modo renderemo sicuramente un servizio al Piemonte e credo che anche il Consigliere Monaco sarà soddisfatto di quello che sarà il risultato che quest'Aula porterà a casa in questa legislatura.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Quello che voglio dire è che, finalmente, iniziamo, a piccoli passi, ad uscire dall'oscurantismo in cui l'Italia pare volersi nascondere anche in questo nuovo millennio. Siamo nel 2015 e in giro per il mondo la canapa indiana, la cannabis, è ampiamente utilizzata a scopo terapeutico, ma in alcuni paesi anche liberalizzata per altri scopi, tra i quali quelli ricreativi.
Certe affermazioni circa la cultura dello sballo che ho sentito poc'anzi mi lasciano alquanto perplesso perché gli effetti, anche ricreativi, della canapa, sicuramente non sono tali da obnubilare la mente e sballare le persone. Sicuramente non è uno stupefacente di quelli molto energici e sicuramente i suoi effetti sono addirittura inferiori a quelli dell'alcol e dei superalcolici che sono liberamente accessibili a quasi tutti. Peraltro, sono certo che il Consigliere Marrone, ad esempio, non beve assolutamente nessun tipo di alcolico dopo quello che ha affermato.
Dal mio punto di vista, devo dire di essere anche condizionato nell'avere una madre olandese e dal conoscere bene lo spirito che ha portato in Olanda alla liberalizzazione della canapa indiana. Trovo la situazione italiana veramente arretrata culturalmente e devo dire che non solo per la cultura cattolica della colpa, della proibizione e della penitenza, ma proprio per un'arretratezza culturale nel conoscere le cose le problematiche e gli effetti delle cose.
E' sempre più facile proibire qualcosa, perché qualcuno ti ha detto che è meglio che sia così piuttosto che approfondire e scoprire che quel qualcosa, tutto sommato, è forse meglio di tante altre soluzioni che sono liberamente disponibili.
Di conseguenza, l'unica cosa che mi viene da dire è che, partendo da questo primo passo e passando anche dagli altri utilizzi che la canapa ha e che vedevano il Piemonte nell'Ottocento come uno dei principali produttori di fibre tessili da canapa, secondo me il percorso da seguire è quello verso una liberalizzazione generale, anche della coltivazione come pianta ornamentale.
Ricordo che quando l'ho fatto con dei semini portati dall'Olanda, è stato l'anno in cui le mie rose non hanno avuto gli afidi. Diciamo che è una pianta anche molto bella.
Sotto questo punto di vista, il mio invito è quello di proseguire questo percorso e di cercare anche a livello nazionale di liberalizzare più in generale l'uso della canapa indiana.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Il Gruppo della Lega Nord voterà a favore e crediamo che sia un passo di emancipazione per quello che riguarda le cure e l'assistenza sanitaria.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SÌ 42 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Diritto di asilo - Profughi

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Emergenza profughi"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Dati i tempi e considerata la richiesta del Presidente Pichetto e del Presidente Marrone, le chiedo di anticipare le comunicazioni del Presidente Chiamparino sul tema dell'immigrazione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Chiamparino, per le comunicazioni richieste, di cui al punto 4) all'o.d.g.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Ringrazio il Presidente di Gruppo Pichetto, che mi dà l'opportunità di esprimere anche in Aula le opinioni che ho già avuto modo di esprimere sui media, rammaricandomi - ma d'altra parte così va il mondo - di non poter fare l'inverso. Credo che sappiamo tutti come vanno le cose, quindi bisogna rispondere quando le questioni emergono.
E' del tutto evidente che siamo di fronte a quella che lo stesso Consigliere Pichetto ha definito una questione epocale e credo sia facile concordare su questo. Ed è altrettanto evidente che per fronteggiare una questione epocale, ammesso e non concesso che si riesca a fronteggiarla non bastano certo gli strumenti di una sola Regione o di alcune Regioni, ma nemmeno di un solo Stato nazionale. Quindi, chi chiama in causa l'Europa come livello minimo con cui affrontare il tema nel suo rilievo storico, ha ragione e non si può che concordare.
Mi permetto una piccola autocitazione riferita ad una dichiarazione che feci nel 2006 quando venne l'attuale Presidente Boldrini, allora portavoce dell'UNHCR, quando a Torino ci fu la questione del trasferimento di coloro che occupavano la clinica San Paolo in piazza Sabotino nella caserma di via Asti in via transitoria.
La Presidente Boldrini venne a Torino e in un clima non semplice io dopo una discussione con lei, dichiarai pubblicamente che per trovare una soluzione strutturale non definitiva (perché di definitivo c'è solo la morte) bisognava puntare ad organizzare nei Paesi rivieraschi della sponda sud del Mediterraneo, tra cui la Libia era ancora un Paese governato, dei centri di raccolta garantiti dai caschi blu dell'ONU, che consentissero di fare la primissima accoglienza e i primissimi screening, per poi organizzare dei veri e propri corridoi umanitari per trasferire le persone che ne avevano diritto nei Paesi europei, con dei pesi diversi a seconda del numero di profughi che già questi Paesi ospitano.
E' notorio che i Paesi del Nord Europa ospitano, in rapporto alla popolazione, assai più profughi che non l'Italia (basta andare in Svezia per rendersene conto o nella stessa Germania). Tuttavia un equilibrio era necessario.
Quindi, mi compiaccio del fatto che oggi qualcuno faccia questa proposta, perché è una proposta che feci io. Non era una proposta del mio partito - e non ricordo nemmeno che partito ci fosse allora - era una proposta mia. Si arriva dunque a quella che, secondo me, sarebbe una risposta strutturale che dovrebbe dare l'Europa.
Ci rendiamo tutti conto che tra la situazione attuale e quel punto lì c'è una traiettoria difficile e complessa da affrontare. Da questo punto di vista, in cui sottolineo e condivido pienamente quanto ha avuto modo di dire il premier Renzi, proprio per essere un po' più forti in Europa in una trattativa che, come si vede, è agli inizi e riguarda solo la distribuzione e non l'intervento sulla sponda sud nel Mediterraneo e i corridoi umanitari.
E' già difficile solo fare accettare un certo numero di profughi ad altri Paesi soprattutto dell'Europa più vicina a noi, ma se non c'è un fronte compatto italiano disponibile, intanto, ad affrontare il problema in modo condiviso e cooperante in Italia, è ancora più difficile essere credibili sui tavoli di trattativa, per quanto si battano i pugni come dice qualcuno. Battiamo pure i pugni, ma guardiamoci un attimo intorno, sapete benissimo che queste sono le cose che in qualsiasi trattativa di qualsiasi tipo rendono difficile il raggiungimento degli obiettivi. Questa è la prima ragione.
Poi - vorrei tenere il più possibile un profilo istituzionale in questa comunicazione - c'è una ragione sancita dalle intese. Il 4 (o il 5) agosto del 2014, quando ero proprio agli inizi come Presidente della Conferenza delle Regioni, siglammo in Conferenza unificata un'intesa - chi, come il Consigliere Pichetto, conosce le dinamiche delle Conferenze sa che l'intesa presuppone il "sì" di tutte le Regioni che partecipano alla Conferenza, e lo stesso Luca Zaia in una recente intervista a La Stampa ha ammesso che quello era avvenuto e che lui, per gentlemen's agreement, non aveva partecipato alla conferenza; gliene do atto volentieri, ma l'intesa era valida - in cui si prendeva l'impegno - che è ancora quello di oggi - a riequilibrare la presenza dei profughi sul territorio nazionale e ad evitare che ci fosse uno squilibrio così elevato come quello odierno fra Sicilia, Puglia e Campania, insomma dalle regioni rivierasche, rispetto alle altre regioni del Centro e del Nord.
Si deve operare in quel senso con alcune condizioni, che erano quelle poi riproposte tali e quali nell'incontro di un mese fa al Viminale - dove di nuovo era presente sia Luca Zaia sia Roberto Maroni, insieme al sottoscritto, a Fassino e ad altri - in cui abbiamo ribadito questa strada con dei dati che dimostrano inoppugnabilmente che le Regioni del Centro e del Nord hanno una quota inferiore di quello che dovrebbero avere - parlo di profughi, poi specifico il motivo - rispetto ai parametri che allora furono indicati, cioè il PIL e la quota di distribuzione della spesa sociale da parte del Governo nazionale fra le Regioni.
Perché parlo di profughi e non in generale di migranti? E' evidente che se si sommano le persone immigrate presenti sul territorio piemontese anche solo piemontese - o lombardo o veneto con i profughi si raggiungono percentuali diverse, ma non si può mettere sullo stesso piano chi è qui e lavora magari da dieci o vent'anni con chi scappa da uno scenario di guerra e chiede la protezione e lo status di profugo. Sono due cose completamente diverse che richiedono atteggiamenti, accoglienze e protezioni diverse.
Quindi, è questo il senso che intendo quando dico che "le cifre della Lombardia e del Veneto sono false": sono false non perché siano false in quanto tali, ma perché assommano due cose che non possono e non devono essere assommate.
Ripeto: un anno fa circa e un mese fa abbiamo posto quattro questioni al Governo, dando disponibilità a riequilibrare la presenza sul territorio.
Innanzitutto, l'individuazione dei cosiddetti hub regionali, chiedendo la collaborazione di tutte le Amministrazioni dello Stato, cosa che comincia ad esserci - richiamo la dichiarazione del Ministro Pinotti e anche gli atteggiamenti concreti delle burocrazie - ma che non c'era fino a non molto tempo fa, quando ognuno tendeva a vedere la propria parte.
Perché gli hub? Non perché vogliamo immagazzinare i profughi in strutture da 200-300-400 persone e tenerli lì, perché non siamo matti.
Occorrono luoghi di prima accoglienza che consentano di svolgere le operazioni preliminari per verificare l'identità di quelle persone, lo stato di salute (cioè tutto quello che non si è riusciti a fare nei punti di primo arrivo dopo lo sbarco) e, successivamente, lavorare con il territorio per distribuirle nel modo più diffuso possibile.
E' del tutto evidente che è più facile inserire persone a piccoli gruppi in territori dove è più semplice entrare in contatto con le comunità locali e, come dimostrano alcuni casi segnalati oggi su alcuni quotidiani stabilire dei rapporti di reciproca utilità, se vogliamo. Anche Sindaci di tutt'altro orientamento politico dal mio hanno dimostrato che, a fronte di una resistenza iniziale, hanno stabilito un rapporto ottimo e di lavoro socialmente utile con quei piccoli gruppi di profughi che sono inseriti sui loro territori.
Relativamente agli hub regionali per il Piemonte, stiamo lavorando come l'Assessore Cerutti ha già avuto modo di dire - colgo l'occasione per ringraziarla, perché sta seguendo il lavoro in modo sistematico - su un'ipotesi che non prevede una caserma, ma l'uso congiunto, integrato e sinergico del Centro della Croce Rossa di Settimo e di una struttura privata, l'ex Clinica Villa Cristina in zona Savonera, in modo tale da poter avere sempre un polmone che consenta al Centro di Settimo di non essere sopraffatto dai numeri e di poter svolgere bene il proprio lavoro.
Se questo non sarà sufficiente, vale il discorso che facevo prima su altre strutture.
Questa è la situazione del Piemonte: i numeri, ad oggi, sono gestibili ma certo vale per tutti il principio che, oltre ad una certa soglia, si rischia di entrare in emergenza.
Non ho segnali di situazioni di particolari criticità diffuse, salvo qualche realtà consolidata e anche un po' incancrenita nell'area metropolitana, che conosco bene da anni, per cui la situazione del Piemonte in estrema sintesi è questa.
In secondo luogo, occorre che il Ministero dell'Interno velocizzi i tempi delle Commissioni regionali sulle dichiarazioni di aventi diritto alla protezione. E' chiaro che se una persona sta come minimo un anno (ma si arriva fino a due anni) in un posto senza sapere se ha diritto alla protezione è una situazione che crea un problema alla persona stessa e alla comunità che lo ospita, perché, ad un certo punto, ci sono dei signori, che sono dei fantasmi, che si aggirano per le comunità. Se non è sufficiente il personale, se ne trovi dell'altro, c'è il personale delle Province; se quella è una questione rilevante si potenzino le Commissioni, in modo che entro qualche mese si conoscano quelle persone e quale diritto hanno.
La terza questione riguarda il potenziamento del sistema SPRAR, che è il sistema di accompagnamento e di inserimento finanziato.
In ultimo - questo non l'ho suggerito io, quindi onore al merito, fu una proposta che avanzò il Sindaco Fassino, quale Presidente dell'ANCI nella riunione di circa un mese fa al Viminale - occorre incentivare i Comuni - quindi, l'esatto opposto di quanto dice Maroni - che si dichiarano disposti all'accoglienza, non dandogli la mancia ma assegnando più flessibilità sul Patto di stabilità nazionale e sia - aggiungo io sull'eventuale Patto di stabilità integrato, che, come sapete, ha un vincolo forte. Qualche giorno fa ho ricevuto una lettera di un Comune del Cuneese che dice di avere i soldi, quindi potrebbe fare l'intervento sulla scuola, ma non può intervenire perché il patto verticale non glielo consente in quanto non paga debiti, ma farebbe un investimento.
Allora, un po' più di flessibilità su questo potrebbe essere una strada da percorrere.
Questa è la posizione ufficiale della Conferenza delle Regioni, siglata con un'intesa di quasi un anno e riconfermata in un incontro politico.
Tutto il resto è propaganda politica, che è ovviamente legittima, ma essendo finite le elezioni, forse sarebbe il caso che qualcuno avvertisse che questo è avvenuto e che si tratta, su un tema di questo genere, di lavorare per dare una risposta degna di un Paese civile e non per dare una risposta degna di un Paese che usa qualsiasi strumento per farsi la guerra.
Neanche fossimo ancora ai tempi dei Guelfi e dei Ghibellini.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Chiamparino.
Comunico che ogni Consigliere può intervenire per tre minuti per chiarimenti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Più che chiedere un chiarimento al Presidente Chiamparino cercherò di offrire, ovviamente dal mio punto di vista, un mio chiarimento sui tre assi che ha indicato.
Noi siamo soliti non cambiare opinione dal "prima campagna elettorale" al "dopo campagna elettorale", quindi portiamo avanti questa nostra battaglia anche dopo.
Lei, parlando degli hub (citando, tra l'altro, un'emergenza che ha riguardato i profughi rimasti sul nostro territorio dalla scorsa emergenza profughi, emergenza Nord Africa, proprio abbandonati sul nostro territorio e perdonatemi il termine poco tecnico), si riferiva all'ex clinica occupata San Paolo. Forse i non torinesi non si ricorderanno, ma si tratta di un luogo dove erano affluite centinaia di persone.
La verità ufficiale è che sono state ricollocate; la verità reale è che, a fronte di quell'occupazione, adesso ci sono due occupazioni con quei profughi: la Casa Bianca di via Revello, edificio immediatamente adiacente che ne ospita alcune decine, e l'ex caserma della Polizia Municipale di corso Chieri.
Quindi, non diciamo che sono state risolte tali problematiche, perch da una occupazione siamo arrivati a due. Per non parlare dell'ex MOI, ormai diventato una sorta di ghetto da un migliaio di persone, dove succede di tutto: moschee salafite, spaccio di droga, accoltellamenti e moleste varie agli abitanti del quartiere Lingotto e che, nonostante sia stato messo sotto sequestro dalla Magistratura, a gennaio quel provvedimento non era ancora stato eseguito.
Quindi non diciamo che sono delle emergenze che non creano tensioni.
Quando oggi ho letto sui giornali che secondo lei non ci sono tensioni su questo tema a Torino, sinceramente mi sono chiesto se si parlava di Torino del Piemonte o se era una Torino degli Stati Uniti, dove spesso chiamano le città anche con nomi di città di altri continenti.
Sugli hub, quindi, cautela, perché se noi contestiamo alla Prefettura di affidare i flussi di accoglienza direttamente alle cooperative senza coinvolgere i Comuni, così da costruire dei lotti, i Sindaci scoprono che cooperative sociali o associazioni sul loro territorio se li sono presi senza neanche essere informati.
Il fatto che a Villa Cristina a Savonera, che è sul fianco adiacente di Vallette, si crei un hub - e io posso testimoniare, da amministratore del Comune di Torino, che l'amministrazione comunale non è stata minimamente coinvolta, quanto meno a livello di Consiglio non se n'è minimamente discusso, e neanche la Circoscrizione V è stata consultata su questo - è l'ennesima prova di disprezzo nei confronti delle autonomie locali, che dovrebbero invece essere coinvolte e consultate preventivamente, prima di scoprire dai giornali che create una tendopoli vicino a casa. Peraltro parliamo di Vallette, che non è esattamente l'eden sociale, ma forse un quartiere che avrebbe bisogno di altro e non di campi profughi.
Sulle tempistiche delle Commissioni, sono il primo a chiedere che ci sia fretta, perché c'è un piccolo problema: da quando voi avete abolito insieme al Movimento 5 Stelle, il reato di clandestinità, chi entra nel nostro Paese e non ha un permesso di soggiorno, non è più un clandestino ma un richiedente asilo, cioè uno che se anche non è profugo, perché ci metteremmo due o tre anni per dargli la risposta se è profugo o meno (e i due terzi delle risposte sono dei "no"), noi per due anni li dobbiamo trattare come se fossero profughi, pagandogli vitto e alloggio. Se poi decidono di rinunciarvi e di andarsene in giro, com'è già avvenuto in questi anni per 4.000 persone, non sappiano nemmeno dove vanno, perché in quanto non clandestini possono fare esattamente quello che gli pare.
L'ultimo punto riguarda i fondi SPRAR.
Il canale SPRAR è un problema, perché non si passa per gara pubblica (io parlo per Torino, ma è un caso che riguarda tanti Comuni, soprattutto i più grandi). Le città, partecipando anche loro alla gara pubblica con il Ministero, si scelgono con delibera di Giunta i soggetti, gli operatori sociali che lavoreranno e, guarda caso, ci ritroviamo sempre gli stessi tra cui a Torino Terra del Fuoco, legata a SEL.
I soliti noti! E questo non va bene. Non va bene per il semplice fatto che, se addirittura l'autorità nazionale anticorruzione, il cui Presidente non è stato indicato di sicuro da Fratelli d'Italia, ha indicato anche le delibere di Giunta del progetto Hopeland dei rifiugiati SPRAR del Comune di Torino tra le operazioni su cui si teme una sorta di elusione dell'obbligo di gara pubblica, perché si va in affidamenti diretti a progetto, con cifre che, messe tutte insieme, formalizzano tre milioni in un anno, quando sappiamo benissimo che il limite da direttiva europea è di 200 mila euro quindi viene ampiamente sforato.
Questo per dire che non arriviamo a scoprire un business sui profughi come a Roma anche qui in Piemonte, perché se le normative sono le stesse e i soggetti potenzialmente interessati sono gli stessi, vorrei che ci chiedessimo tutti, con grande umiltà, perché qui non potrebbe accadere.
Questo è il motivo per cui - lo anticipo - insieme ai colleghi del centrodestra faremo una richiesta formale alla Presidenza di indire un'assemblea aperta su questo tema, in modo che qui, a Palazzo Lascaris possano venire a parlarci la Prefettura di Torino, gli operatori che sono già coinvolti su questo tema e i soggetti del tavolo rifugiati, cioè tutti quelli che sono i protagonisti di questa emergenza. E' un'idea già maturata nella Commissione in cui si era trattato questo tema, a seguito dell'informativa precisa dell'Assessore Cerutti.
Si pensava di creare, magari anche preventivamente, una Commissione ad hoc speciale di approfondimento, per evitare di dover piangere, a posteriori, lacrime di coccodrillo. I torinesi e i piemontesi, che si vedono tagliare con l'accetta ogni anno il welfare su casa e lavoro, lo meritano, almeno in termini di trasparenza, visto che già subiscono una sorta di discriminazione razzista al contrario - lo dico senza paura di usare questo termine forte - dal momento in cui in un anno abbiamo visto che vengono assegnate 400 case popolari nell'area metropolitana di Torino ed è lo stesso anno in cui, tra SPRAR (490 posti) e bando (1500 posti) della Prefettura si arriva a 2000 soluzioni abitative per i profughi. Siamo a cinque volte tanto la stessa cifra di sistemazione alloggiativa che viene invece offerta, non dico agli italiani - badate bene - ma a tutti i residenti, qualunque sia la loro nazionalità, dell'area metropolitana di Torino.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola elementare "B. Ruffinatto" di Valgioie (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola elementare "B. Ruffinatto" di Valgioie in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Diritto di asilo - Profughi

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Emergenza profughi" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con il dibattito sulle comunicazioni del Presidente Chiamparino.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Alcuni chiarimenti, ma anche il dovere di affermare la verità.
Capisco che in questo momento le Regioni siano i soggetti più caricati di un compito che rischia di aumentare, ma, senza voler fare difficili profezie, temo che il Consiglio europeo della prossima settimana non vedrà i Paesi europei disposti alla "distribuzione" dei profughi o clandestini (credo che sia questo il termine più corretto), però certamente ci sarà un investimento su navi che presidieranno il Mediterraneo. Molto banalmente significherà che vi saranno più persone che saranno accolte, perché vi saranno più persone che partiranno.
I chiarimenti sono tre.
Primo. Non possiamo non tenere in considerazione che il nostro è l'unico Paese europeo (parzialmente anche la Grecia), che fa da corridoio di transito verso l'Europa dall'Africa, dal Medio Oriente e dall'Oriente.
Questa circostanza è dovuta ad una scelta che ha fatto il Governo italiano nel non voler più presidiare le coste. Vi erano ragioni di impossibilità oggettiva che oggi credo siano rimosse.
Secondo aspetto. Dobbiamo dirci con estrema franchezza che stiamo parlando di immigrati clandestini.
Guardi, Presidente, non lo dice il nostro Gruppo, ma i dati che ci ha fornito l'Assessore Cerutti in sede di terza Commissione: dal 1° gennaio 2014 al 30 marzo del 2015, noi abbiamo censito circa 7.000 migranti; dico che abbiamo censito perché lei sa bene che non tutti coloro i quali sbarcano vengono censiti, dal momento che ve n'è una serie che non vengono neppure registrati. Di questi, 4.000 sono scomparsi: rispetto al censimento, 4.000 persone non ci sono più.
C'è un aspetto di rilevanza legato alla sicurezza. Per carità: qualcuno sarà andato a lavorare in qualche altro Stato, ma qualcun altro è facilmente utilizzabile come manovalanza a basso costo per qualunque tipo di attività.
Vi è anche un aspetto relativamente ai tempi di permanenza e a ciò che paghiamo. Il riconoscimento che noi diamo, cioè, non si basa su un dato giornaliero rispetto alle presenze: ciò significa che per quei 4.000 (quelle 3.500 e rotte persone) che non sono più nei centri di accoglienza il giorno in cui si sono allontanati non necessariamente è lo stesso giorno in cui si interrompe il trasferimento di denaro per vitto, alloggio e altre necessità del clandestino, o profugo. Dico "clandestino" perché se una persona volesse fare il richiedente asilo si fermerebbe dov'è stato censito e attenderebbe che si svolgano le pratiche.
E poi c'è un terzo aspetto, che non possiamo non tenere in considerazione, che è l'aspetto di carattere sociale e che cioè - è assolutamente evidente - riguarda il tema della casa, a cui faceva prima riferimento il collega Marrone. Senza voler "parlare alla pancia", quando noi sappiamo che un profugo o clandestino - è indifferente, una persona che arriva nel nostro Paese - costa alla collettività 36-38 euro giornalieri, e quindi si opera un intervento che non saremmo in grado di garantire neanche per i più banali provvedimenti di politiche sociali, è evidente che si crea una contrapposizione che non è più soltanto fra poveri, ma fra cittadini italiani e stranieri. Poi si va a spiegare che i fondi sono fondi europei appositamente dedicati, che quelle non sono risorse regionali da poter utilizzare per altro: diciamo che è tassazione dei cittadini italiani.
Rammentando sempre che noi diamo all'Europa più di quanto portiamo a casa si tratta di tassazione dei cittadini italiani, una parte della quale noi utilizziamo con quella modalità.
Allora, quando la Francia volle intervenire - dico la Francia, non dico l'ONU, la NATO, ecc. - sulle coste libiche, perché si riteneva che fosse indispensabile, l'intervento si fece in qualche settimana. E devo dire che anche il nostro Paese, con un po' di ritrosia, si accodò a quell'intervento. Io credo che la forza del Governo italiano si misuri anche nella capacità non di far comprendere, ma di rendere assolutamente evidente, che oggi la discussione centrale in seno al Parlamento europeo e nelle politiche europee non può essere su ciò che accade in Ucraina, con tutto il rispetto, o sull'embargo alla Russia. Mi sembra che fra quella situazione, pur grave, e un'invasione che sta avvenendo attraverso il Mediterraneo da tutti i Paesi del Sud del mondo le priorità siano altre.
Sta a noi, e quando eravamo alla Presidenza del semestre europeo e oggi dimostrare che la priorità per l'Unione Europea è questa.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, "tutti devono accogliere profughi e clandestini". Nel 2011 non ero io a dirlo: era l'allora Ministro dell'Interno, attuale Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. Partirei da qui, perché quando si è responsabili si dicono delle cose e poi ci sono altri momenti in cui evidentemente per ragioni che non mi sfuggono, si sostengono altre tesi.
Lo ha detto il Presidente Chiamparino: al centro, in questa vicenda c'è il futuro dell'Europa, che è il luogo in cui vivranno le nuove generazioni. Su questo argomento, cioè, si deciderà la sfida che gli attuali governi nazionali vorranno raccogliere per fare dell'Europa il campo del nostro futuro.
Questa, evidentemente, è una migrazione di popoli che interroga tutti noi su quali traiettorie definire per fare dell'Europa un'Europa sociale un'Europa dei diritti, un'Europa che posiziona se stessa diversamente rispetto al presente, in un contesto internazionale e mondiale. Questo è il tema, non solo del Piemonte: questo è il tema della nuova Europa. Lo dico giusto per delineare il contesto adatto a prendere in esame un tema che non può essere affrontato con i rastrelli per mandare indietro le acque di un fiume: il fiume va avanti a prescindere dal rastrello. E quindi dobbiamo affrontare la questione con altra decisione o altri argomenti, perch altrimenti chi ne parla così come ha fatto nelle ultime ore e negli ultimi giorni molto semplicemente alimenta solo paure; e allora, alimentando solo paure, non si risolvono i problemi: anzi, questi diventano ancora più difficilmente aggredibili.
Allora, vorrei essere chiaro su un punto. I profughi, gli immigrati clandestini - prima li ho definiti migranti - sono persone che, se potessero scegliere, rimarrebbero lì dove sono nate e dove hanno avuto modo di creare relazioni con i loro familiari. I loro sono viaggi di speranza viaggi di abbandono: viaggi che, potessero risparmiarsi, si risparmierebbero. Parliamo dunque di persone.
Noi crediamo che i temi non possano che essere quattro, rispetto al luogo delle decisioni che, come ho già detto, non possono essere soltanto quelle dell'Italia, ma quelle dell'Europa.
Il primo è che fare per migliorare le condizioni là nelle loro terre sapendo che, se parliamo di Africa, parliamo anche di una nuova guerra analizzata dai media e dalla politica internazionale non come dovremmo invece fare tutti insieme, per comprenderne fino in fondo le ragioni sapendo che in Africa sta capitando qualcosa di nuovo, che va oltre alla guerra che siamo stati abituati a vedere nelle televisioni tra l'ISIS e i bombardamenti telecomandati delle forze alleate. C'è qualcosa di nuovo e parte di quei profughi scappano anche da quelle vicende. Che fare, quindi per migliorare le condizioni là nelle loro terre.
La seconda questione è che fare in mare. Dimentichiamo, in questa discussione, il numero di morti? Forse che, senza cercare troppa ridondanza, le persone che "interrompono" il viaggio di speranza nei fondali del Mar Mediterraneo non sono un argomento per noi? Sono un argomento per noi! Che fare in mare, quindi; non solo per l'Italia, ma dicevo - per l'Europa.
Il terzo argomento è che fare per gestire temporaneamente gli arrivi.
E' un tema per l'Italia, un tema per le Regioni e un tema che dobbiamo affrontare tutti insieme, mettendo nell'angolo la demagogia. Parliamo anche in questo caso, di persone che hanno terminato la prima parte di quel viaggio di speranza; sapendo - e lo ripeto ancora una volta - che noi non possiamo fermare il fiume con i rastrelli e che mentre noi parliamo, in questo momento, sulle coste della nostra Italia stanno arrivando persone. E quindi noi dobbiamo prendere di petto con pragmatismo e concretezza la questione, cioè cosa fare di quegli arrivi, anche solo in forma temporanea.
Il quarto punto - e questo, sì, è un tema internazionale - che ci impone una riflessione che non abbiamo ancora fatto è il seguente: cosa fare, per noi e per loro, per il futuro? Quindi, il futuro oltre lo sbarco e il futuro non significa solo il loro futuro, ma significa il futuro dell'intera comunità. E' un processo inarrestabile e su questo dobbiamo interrogarci e confrontarci, sapendo che al centro non c'è soltanto la questione dell'accoglienza, ma qualcosa di più: c'è il futuro della società occidentale, il futuro dell'Europa.
Se questo è il fronte e questa è la sfida, è una sfida che dobbiamo saper cogliere. Chi vuole frenare, sbaglia, perché siamo in una discesa inarrestabile e da questo momento in poi sarebbe bene capire che tipo di società vogliamo costruire.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
Prima di passare ai prossimi interventi, ricordo i tempi, seppure con un po' di tolleranza, che sono prescritti dal Regolamento.
Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Sono contenta che si stia discutendo questo tema, perché è molto importante.
Mi associo alle considerazioni del Consigliere Ravetti e concordo pienamente quando afferma che stiamo parlando di esseri umani, di persone.
Stiamo parlando di persone che scappano da terre martoriate dalle guerre e dalla povertà e che sicuramente, se avessero la possibilità di scegliere non scapperebbero, come hanno fatto anche tanti altri migranti italiani e come lo fanno ancora oggi, perché lasciano la propria terra e vanno in cerca di un lavoro e di un futuro migliore.
Ci troviamo ad affrontare un tema molto delicato e difficile. Abbiamo letto i quotidiani: La Stampa, in particolare, parlava dell'arrivo di 700 profughi nella nostra regione, pertanto sono necessarie più risorse.
Voglio anche citare le parole dell'Assessore Cerutti, quando ha dichiarato di allargare a tutti i Comuni interessati che accoglieranno i profughi l'esclusione dal Patto di stabilità. Ritengo che questa esclusione sia positiva.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

E' d'accordo con me!



BATZELLA Stefania

Sì, ma aspetti perché non ho ancora terminato. Sono d'accordo sul fatto che i Comuni che accoglieranno i profughi debbano essere esclusi dal Patto di stabilità, però mi chiedo: "Dovevano arrivare i profughi in Piemonte per escludere i Comuni dal Patto di stabilità?".
Certamente, dobbiamo essere d'accordo sul fatto che i Comuni siano esclusi dal Patto di stabilità, però non devono essere esclusi solo in occasione dell'arrivo dei profughi, perché ci sono tanti amministratori locali che hanno dei soldi a disposizione e non li possono utilizzare per il proprio territorio, per il comune che amministrano, perché sono vincolati dal Patto di stabilità.
Certe normative, certi atteggiamenti, certe scelte sono condivisibili ma devono essere prese in considerazione anche le esigenze, le problematiche e le richieste dei cittadini. Ripeto: concordo sul fatto che i profughi debbano essere accolti e non possano essere mandati indietro perché si tratta di esseri umani e io ho sempre ribadito e continuerò a farlo che bisogna tutelare e lottare per la tutela dei diritti umani e per l'uguaglianza. Pertanto, ben venga che queste persone vengano accolte, per chiedo al Presidente Chiamparino e all'Assessore Cerutti che ci sia un controllo ed un monitoraggio costante anche su tutte le cooperative, le associazioni e le persone che lavorano in questo ambito.
Come ben sapete, per ciascun profugo sono a disposizione circa 30-35 euro giornaliere, ma in realtà a ciascuno di loro ne arrivano tre, forse neanche. Mi chiedo, in questa discrepanza di denaro, che rapporto ci sia tra l'assistenza, il vitto, l'alloggio e le esigenze di un individuo e le cooperative.
Sappiamo che le Prefetture si occupano di seguire e gestire le cooperative, quindi il mio appello, la mia richiesta, è di controllare e monitorare questo grande aspetto, perché non bisogna fare speculazione e trarre profitto dalle disgrazie altrui.
Ripeto: si parla di persone disperate, che scappano dalla propria terra perché c'è la guerra, la fame, la povertà. I soldi pubblici (se si incrementano le risorse, si tratta di soldi pubblici) che vengono dati alle persone che ne hanno bisogno, devono essere controllati, gestiti e monitorati, per il bene di tutti i cittadini. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Presidente Chiamparino per la sua comunicazione all'Aula su una questione che - come ho avuto modo di esprimere nella richiesta - è un tema non ordinario, ed è non ordinario oggi come forse lo era in quel 4 agosto 2014. Allora si trattava certamente di un'emergenza profughi, c'era una condizione in cui si stimavano 30-40 mila arrivi all'anno, peraltro con una stima che prevedeva, ancorché non in forma ufficiale, condizioni di fuga che potevano raggiungere anche i due terzi, pertanto si trattava di trovare il modo di gestire, in ultima fase, un quantitativo di profughi (anche meno di 15 mila persone).
Ecco perché la questione di oggi è molto diversa rispetto a un anno fa.
Oggi siamo andati oltre gli argini: si è creato un sistema automatico di traghettamento. Abbiamo doveri di solidarietà. Lo dico in premessa: non discuto la solidarietà, anzi lo considero un nostro dovere aiutare questa povera gente che deve scappare dai propri territori, perché anche a causa degli Obama e dei Sarkozy - tanto per non fare i nomi, ma solo i cognomi si sono trovati una "primavera araba" che è stata una devastazione di quei territori (qualche tempo dopo dobbiamo anche dircelo). Pertanto automaticamente, l'Unione Europea e anche l'America - tanto per chiamarla in causa - un po' di doveri di riparazione rispetto a questi danni li devono avere. L'Unione Europea non può limitarsi a fornire adesso condizioni di aiuto sul mare, per poi risolverle raggiunto il territorio della Sicilia. La questione è da porre a monte, non a valle! Mi sembra che da parte del Governo nazionale e del Presidente del Consiglio Renzi (non cito il Ministro Mogherini perché non so in cosa sia impegnata di questi tempi, non vorrei disturbarla!) il problema non sia quello di andare a ridiscutere o a riassegnare quote sulle Regioni, visto che sui numeri attuali non c'è quota che tenga! La questione, quindi, non è discutere se siamo o meno solidali, ma far valere le condizioni e le ragioni di un grande Paese come l'Italia nei confronti dell'Unione Europea e, a questo punto, nei confronti dei vicini oltremare. Perché se ci sono state in due settimane le condizioni di fare l'attacco a difesa degli interessi petroliferi o di qualche "primavera" di cambiamento che volevano fare, credo che nel giro di poche settimane si possano creare le condizioni almeno per realizzare un sistema ordinato di gestione di un fenomeno che va gestito. Fra quindici giorni, di questo passo, esploderemo! Questa è la questione, non è più quella del 4 agosto.
Ed è su questo che invito il Presidente Chiamparino, per il suo ruolo (in questo caso pro tempore, perché le tecniche della Conferenza delle Regioni fanno sì che il Presidente e il Vicepresidente debbano viaggiare sempre appaiati, quindi mancando di una gamba, automaticamente ha dovuto fermarsi), a farsi portatore di quello che è il tema vero anche nei confronti del Governo. Capisco che è sempre più difficile attaccare il proprio Governo, mentre è più facile farlo quando si è all'opposizione, ma è un tema che credo debba andare ben oltre le pure ragioni di schieramento e la pura discussione delle quote tra le varie Regioni italiane.
Altrimenti, in tutto questo, a guadagnarci sono solamente le imprese criminali, quelle estere e semiestere che gestiscono il traghettamento quelle nazionali, tra l'altro con inquinamenti politici (ma non stupisce neanche questo), che gestiscono gli affari nazionali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
La questione dell'immigrazione - anzi, in questo caso parliamo di rifugiati - purtroppo in Italia è sempre stata affrontata in maniera superficiale, per certi versi, e, passatemi il termine che di solito viene usato con noi, populistica, in particolare nell'ultimo decennio con la Bossi-Fini e con tutti i successivi cosiddetti "pacchetti sicurezza" che ben poco hanno fatto per affrontare la questione.
In questo caso, tra l'altro, parliamo della cosiddetta "immigrazione normale", quella indotta da motivi di lavoro o di altro tipo di problematiche, quella più ordinata e magari anche più regolabile. Ma non siamo riusciti a regolare neanche quella! Ci troviamo, oggi, di fronte ad una situazione che si potrebbe comodamente definire "epocale", perché da una parte abbiamo un momento sviluppato, quello dell'Unione Europea, di 500 milioni di persone densamente abitato, ad alto reddito e soggetto a rapido invecchiamento dall'altra parte, invece, abbiamo un continente giovane, in esplosione demografica, in via di sviluppo quando non ancora Terzo Mondo, che risente di un problema di boom demografico, di instabilità politica, di guerre e di interessi geopolitici che vanno a peggiorare ulteriormente la situazione.
Il problema contingente che arriva dalla Libia in parte è stato peggiorato da un intervento sconsiderato per eliminare un regime, che, per carità sarà stato anche un regime, ma almeno si presentava con un interlocutore unico per affrontare questo problema.
Dal nostro punto di vista, la questione non si può affrontare con interventi singoli o con esternazioni estemporanee e manifestazioni di egoismo di singole parti. È un problema che va affrontato a livello internazionale e, sotto questo profilo, l'Italia sta facendo veramente una pessima figura, perché non siamo stati capaci di affrontare questo problema neanche in passato. Perché non è da quest'anno che abbiamo problemi di flussi intensi, in questo caso dall'Africa, ma in passato anche da altre Regioni. Ricordo che abbiamo anche una fortissima immigrazione, o meglio richieste di asilo, via terra anche dai confini orientali: a Trieste la questione è molto più sentita che in Sicilia, ad esempio. Però se ne parla molto meno, perché non c'è il fenomeno dei barconi e non si avvertono le altre problematiche umanitarie.
Ma se non siamo capaci, come Italia e come sistema istituzionale italiano, di offrire una risposta ordinata e coerente nell'ambito dei trattati internazionali che dobbiamo comunque rispettare, come possiamo pensare di essere credibili nel chiedere all'Unione Europea di farsi parte responsabile? Soprattutto quando - e questo non lo dicono i populisti delle tre Regioni che stanno facendo le loro sceneggiate a puri fini elettoralistici - altri Paesi in realtà questo problema lo stanno affrontando in maniera più significativa di noi, e hanno ben più rifugiati e richiedenti asilo dell'Italia di oggi! Come sempre, giudico tutto sommato miope e particolarista la sguardo che butta la politica italiana a questa problematica, che si accorge quando fa comodo, che ci sono questi problemi e che, al più, si riempie la bocca di slogan, "Accogliamoli tutti, poveracci disgraziati", salvo poi fare strame di queste parole in scandali che vanno a lucrare sul dolore come è successo con Mafia Capitale, e come temiamo possa succedere anche qua in Piemonte, con una parte dell'intervento del Consigliere Marrone, che condivido, che dovrebbe portare a costruire un sistema di accoglienza in modo da evitare che possano ripetersi fenomeni come quelli che stanno succedendo ancora nel Lazio. Anche perché, da quanto dicono da Roma, ci saranno delle diramazione anche in altre Regioni, e forse anche nella nostra.
Dall'altro lato, pensare di affrontare questo problema in maniera credibile vuol dire veramente far sì che ci sia una risposta unitaria e soprattutto, che non si lavori a compartimenti stagni, come al solito.
Tanto per fare un esempio, il problema della casa è un problema di tutti: qui parliamo indistintamente di "persone", che siano richiedenti asilo, immigrati regolari o normali cittadini italiani. Mi sembra assurdo come ha giustamente sottolineato la collega Batzella, che si pensi di allentare il Patto di stabilità per chi si offre di fronteggiare i problemi dei rifugiati, ma non è possibile farlo per affrontare l'emergenza casa per i comuni concittadini. Le cose devono valere per tutti! Siamo tutti "persone", quindi il Patto di stabilità va allentato per risolvere l'emergenza abitativa, punto. Dopodiché, il problema dell'immigrazione e della richiesta di asilo va affrontato in un contesto organizzato a livello internazionale, nel quale l'Italia deve farsi parte attiva, in quanto lo affronta con problematiche specifiche e importante. E va affrontato come si affrontò per certi versi in maniera più intelligente quando ci fu la forte immigrazione dall'Albania e dal Montenegro: ricordiamo che in quel caso si riuscì ad arrivare a delle soluzioni che permisero di affrontare la questione in maniera molto più ordinata e senza peggiorare la situazione con interventi a capocchia e con esposizione di egoismi e di millanterie da parte di leader nazionali o regionali. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
La parola al Consigliere Allemano.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Si sentono cose interessanti. Prendo le distanze da alcuni interventi che parlano di invasione, che puntano sulla paura e che esagerano un fenomeno. Penso che un Paese di 60 milioni di abitanti come il nostro non debba certamente permettersi di andare nel panico a fronte di quanto sta accadendo sulle coste del Canale di Sicilia, così come ritengo che usare come cruscotto, per leggere questa situazione, il borsino elettorale, cioè quanto può rendere in termini di consenso, cavalcando e alimentando queste paure, sia assolutamente irresponsabile.
Credo che, nella scala dei problemi che abbiamo, al primo posto non ci sia la cosiddetta invasione, ma che ci siano fenomeni molto più importanti e che sono alla base di queste migrazioni di gente disperata. Allora, credo che dimenticare che al primo posto c'è la criminalità organizzata sia una omissione colpevole; dimenticare il ruolo che ha la corruzione nel nostro e in molti altri Paesi, soprattutto africani (colonie per troppo tempo) è colpevole. E' altrettanto poco serio dimenticare quanto siamo ipocriti in certe situazioni: penso alla Siria e a tutto ciò che sta accadendo in Medio Oriente, dove siamo molto bravi a parole, ma non esitiamo ad alimentare dei conflitti che portano poi a delle guerre dichiarate sul campo, a conflitti che evidentemente hanno dei tornaconti in termini di controllo delle materie prime, del petrolio, dell''acqua.
Concludo questa graduatoria di tragedie che vive l'umanità, dicendo che non mi sento di relativizzare il rischio Ucraina, perché quanto sta accadendo, a mio avviso, nell'Est dell'Europa è una cosa di straordinaria gravità e può avere effetti assolutamente più devastanti di quello che possono creare alcune decine di migliaia persone che si affacciano al nostro Paese.
Credo che i quattro punti indicati dal Presidente siano una buona prassi e delle linee guida alle quali è giusto fare riferimento, ma invito il Presidente a fare in modo che queste buone prassi evitino assolutamente un rischio, quello che porta di fatto, oggi, a considerare il migrante un voucher: accade che un bisogno di vita e di sopravvivenza, qual è il bisogno disperato di chi sale su un gommone che può affondare, si trasforma per tutta una serie di profittatori in una rendita! Gli esempi sono infiniti, ma penso che siano almeno quattro o cinque gli step in cui persone che viaggiano senza neanche la valigia, con dei bambini al seguito o con un bambino nella pancia, vengono trasformati da tutta una serie di profittatori in un voucher. Ora, è chiaro che noi non siamo tra quelli che ne approfittano, ancorché Mafia Capitale insegni che c'è modo di lucrare anche all'ultima tappa di questo viaggio, ma continuare a permettere che si speculi o si alimenti una guerra tra poveri per i 30 euro al giorno assegnati a chi ospita i richiedenti è cosa da prevenire perché effettivamente questi soldi possono diventare un problema dal momento in cui si trasformano nell'ennesima occasione di guadagno o quanto meno di misunderstanding rispetto ad un aiuto in denaro che deve essere fornito in modo serio.
Allora, facciamo in modo che il migrante non venga associato, almeno in Italia, a quei 30 euro al giorno, perché è un accostamento fonte di possibili ulteriori speculazioni. Facciamo in modo che l'aiuto passi attraverso delle buone prassi: alcune sono state indicate qui, si è parlato di alleggerimento del Patto di stabilità, ma penso anche a tante case sfitte che oggi sono soggette ad una tassazione. Chissà che, se il Comune viene compensato di una minore entrata, se viene compensato di questo magari non crei una possibilità condivisa di favorire l'accoglienza. Penso all'infinità di cascinali non utilizzati che ci sono in campagna, penso a borgate in montagna assolutamente deserte. Perché non favorire questi insediamenti attraverso delle buone prassi, attraverso il coinvolgimento delle comunità locali, senza passaggi diretti di danaro, ma attraverso delle incentivazioni incrociare, passando subito alla fase del contatto tra chi è portatore di un bisogno primario e disperato e le comunità? Perché dovremmo fare questo, perché incentivare l'accoglienza? E' una domanda ovviamente enorme, ma credo che sia stato detto da molti che qui ci giochiamo il nostro futuro. Nella misura in cui alimentiamo la paura e continuiamo a tracciare come una fonte di guadagno queste persone non facciamo che rendere impossibile il futuro a noi e ai migranti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Allemano.
La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Mi riconosco pienamente nelle parole del Presidente Chiamparino e credo che sia giusto cogliere l'appello lanciato ieri dal Presidente del Consiglio dei Ministri di chiudere una fase di campagna elettorale, perch quello che sta succedendo in questi giorni nel nostro Paese sul tema dei profughi è veramente la speculazione peggiore che la politica peggiore possa dare rispetto a situazioni di sofferenza umana senza pari.
C'è un problema enorme, evocato anche dal collega Pichetto, che investe un intero continente e che deve essere affrontato da un intero continente.
Un problema europeo che parte da un altro continente, l'Africa, un continente a cui noi siamo pericolosamente vicini, un continente che ha un Paese, la Libia, in cui le Nazioni Unite ci dicono che ci sono da 450 mila a 600 mila persone pronte a prendere la prima barca, la prima zattera per venire in Italia. Una situazione in Libia che si è prodotta da quando non solo Sarcozy e Obama, citati da Pichetto, ma anche il Governo italiano guidato dall'autorevolissimo Silvio Berlusconi, decise di andare a bombardare quello stesso governo libico con cui aveva stretto accordi fino al mese prima. Questa debellatio dello Stato libico, cioè questo svaporamento della Libia fa sì che oggi ci sia mezzo milione di libici pronti a fare qualsiasi cosa, ad a correre il rischio di affondare con i loro figli, di morire nel Mar Mediterraneo pur di scappare da lì e pur di approdare a Lampedusa. Questa è la situazione che abbiamo! A fronte di questa situazione ci sono dei miserabili parlamentari leghisti, parlamentari italiani con la tessera della Lega Nord eletti anche in questa regione, che quando al Parlamento europeo viene posta una mozione per chiedere di aiutare l'Italia e di ripartire l'ondata di profughi tra tutti i Paesi europei, votata dai membri del Partito Socialista europeo e dai membri del Partito Popolare europeo, non la votano! Perché il loro problema non è aiutarequesto Paese, il loro problema è creare la paura in questo Paese, creare la sofferenza, creare la presenza per creare la paura e per speculare sui voti.
Capisco il cinismo. Può anche essere comprensibile, in campagna elettorale è questione di fegato, c'è chi ce l'ha e chi no, ma la campagna elettorale è finita. Ora ci sono bambini, come le mie figlie, ci sono persone anziane, ci sono famiglie, ci sono esseri umani che vanno trattati con rispetto.
Voglio solo ricordare che su questa vicenda le regole le ha fatte il centrodestra; le leggi sull'immigrazione portano il nome di due autorevoli ex leader del centrodestra, Bossi e Fini, che sicuramente hanno dato, con la loro impostazione culturale, un'impronta fondamentale a tutto il centrodestra in questo Paese e sicuramente il loro insegnamento non verrà dimenticato.
Faccio notare che il Ministro degli Interni Maroni - perché prima di essere Presidente della Regione è stato Ministro, e da Ministro ha agito anche molto bene - nel 2011 disse: "Ho proposto alle Regioni, con la sola esclusione dell'Abruzzo - (si capisce: perché c'era stato il terremoto) un piano per la distribuzione equa dei rifugiati con un criterio molto semplice, ovvero in base al numero degli abitanti". Ora, quello che sta facendo il Governo non è una grande idea: il Governo sta riprendendo quella che potremmo chiamare la "dottrina Maroni".
Allora, se andiamo a vedere quello che dicono tutti i dati indipendenti (non solo quello che dice il Governo) scopriamo che oggi in Lombardia la presenza dei profughi è pari allo 0,6 per mille degli abitanti, i profughi in Lazio sono l'1,4 per mille e nella povera Sicilia sono il 3,2 per mille.
Maroni dice un sacco di balle, da Presidente della Regione. Esattamente come Luca Zaia, il quale dice che il Veneto accoglie 514.000 migranti e profughi. No: il Veneto accoglie 514.000 mila migranti. E faccio notare che il termine "accogliere" potrebbe anche essere oggetto di una disquisizione semantica, perché quelli che lui accoglie sono quelli che fanno gli operai nelle fabbriche e fanno i lavori che legittimamente tanti italiani non vogliono fare, per cui in qualche modo il PIL e il successo economico del Veneto, che spesso noi invidiamo, si basa anche sul fatto che si accolgono delle persone che sono ben diverse dai profughi di cui parliamo.
Faccio notare che non solo le regole le ha fatte il centrodestra, ma lo stesso centrodestra che ha fatto le regole è quello che ha tagliato i soldi alle forze dell'ordine, è quello grazie al quale le forze dell'ordine in questo Paese non hanno avuto i soldi per mettere la benzina nelle Alfette delle volanti, nelle macchine dei Carabinieri e della Polizia, figuriamoci per fare il pieno sulle motovedette! Per questo credo che noi non dobbiamo dire: "Okay, siamo buonisti accogliamo tutto e tutti, l'Italia faccia le passerelle per far venire tutti qui". Non è possibile: l'ha detto pochi giorni fa Obama, l'ha detto Valls l'altro giorno in Francia. Devo dire che la sinistra ha avuto dei comportamenti, dal mio punto di vista, anche molto criticabili, come quello del compagno Zapatero in Spagna, che non verrà mai ricordato come una persona che ha fatto politiche di sinistra nell'accoglienza.
In Italia, non possiamo accogliere e sostenere tutti: per questo serve un forte impegno in Europa. Ma un forte impegno in Europa si realizza se in Europa e nel Parlamento europeo gli italiani vanno e si ricordano, quando sono lì, di essere prima di tutto italiani, e non leghisti, fratelli d'Italia o altro. Perché se noi ci muoviamo da italiani e ci muoviamo con dignità, possiamo andare dagli altri a dire: "Noi facciamo al nostro interno la nostra parte, voi fate la vostra". Ma se quando arriva lì il nostro Ministro, abbiamo parlamentari di calibro internazionale come l'on.
Bonanno che si mettono in mutande o fanno le scenate, che autorevolezza possiamo avere come Paese? Dopodiché, credo che ci si debba anche porre il problema di come impiegare le persone che sono qui, che in alcuni casi sono persone abili e sono persone che possono essere utilmente coinvolte in lavori socialmente utili, favorendo loro la possibilità di integrarsi meglio con le comunità e far sì che le comunità li accettino. Anche perché, in un momento in cui la povertà dilaga, sapere che c'è qualcuno che costa alla tua comunità statale pesa, dobbiamo dircelo. E allora ha senso anche impegnare coloro che vengono accolti in questo Paese a restituire qualcosaalla comunità che li accoglie.
Soprattutto, voglio ricordare ai nostri amici del centrodestra le parole di un pericoloso leader comunista molto ossequiato in questi giorni che è Papa Francesco, il quale negli ultimi mesi più volte ha detto che l'accoglienza dei profughi è un obbligo e che c'è un profugo illustre alla base della dottrina della chiesa cattolica, che è Gesù Cristo. Egli notoriamente, com'è risaputo da molti che sono molto più devoti e ossequiosi alle norme del Vangelo di me, scappò in Egitto per motivi di persecuzione da parte del re Erode, come ci hanno insegnato quando eravamo piccoli. Allora, poiché molto spesso coloro che fanno polemica sui profughi si richiamano alla dottrina sociale della Chiesa, ricordo che la dottrina sociale della Chiesa non è un "menu à la carte" dove prendi quello che ti piace e lasci quello che non ti piace. Quindi, non si può, da un lato, invocare la dottrina sociale della Chiesa quando si fanno le battaglie sulla scuola e sulla famiglia (che peraltro io condivido) dopodiché rigettare questo insegnamento e fregarsene completamente in altre situazioni.
Da ultimo, Presidente, un appello, ma so che troverò orecchie attente.
La cosa che più ha colpito, penso, i cittadini in questi giorni è leggere il contenuto delle intercettazioni fra politici romani su ciò che avveniva rispetto alla gestione dei profughi e quindi vedere importanti politici romani, purtroppo anche del mio partito, prendere soldi e parlare di queste persone come merce. Il Piemonte è un'altra realtà, ne sono convinto, ma noi dobbiamo avere la massima serietà perché non solo dobbiamo garantire la legalità (questo è un dovere e dobbiamo farlo ovunque), ma dobbiamo far sì che chi usa la povertà e la sofferenza della gente per arricchirsi abbia non solo la riprovazione sociale che è il minimo, ma abbia da parte nostra il massimo della repressione possibile. Se queste cose avvengono, lo Stato deve essere spietato nella repressione e nella punizione di questi criminali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
E' auspicabile un cauto ottimismo della ragione e della volontà per affrontare un tema complesso. Non è stato ancora detto, però è evidente che abbiamo la terza guerra mondiale alle porte. Questa è una frase molto forte, ma ci sono delle rivoluzioni in atto in tutti i Paesi a noi vicini (continente africano e Medio Oriente), che attraversano una fase veramente pericolosissima. Chi inneggiava alle primavere arabe, che sembravano poter portare un po' di democrazia, ha anche compreso che, in realtà, queste hanno portato in quei Paesi dittatori veramente integralisti e fortemente legati ai Fratelli musulmani, quindi da questo ragionamento non possiamo prescindere in alcun modo.
Quello che più spaventa è intanto che, di fatto e non formalmente, ma informalmente, Schengen è sospeso: l'abbiamo visto nelle scorse settimane bastava andare a Ventimiglia oppure ai confini con la Svizzera. E quindi affrontare questo tema con demagogia, che può portare da una parte voti, da un'altra parte (quindi non chiamo fuori nessuno) soldi per foraggiare comunque parti della politica - e l'abbiamo visto purtroppo, al riguardo c'era un editoriale sul Corriere della Sera - credo che indebolisca molto il nostro Paese.
Un'osservazione, però, la voglio fare. In questo momento - lei lo sa Presidente Chiamparino - i piemontesi soffrono, stiamo soffrendo molto dal punto di vista economico, non riusciamo a dare una giusta assistenza sanitaria nemmeno ai nostri cittadini italiani. Rischiamo poi anche uno sradicamento della nostra cultura.
La geografia e i problemi cui ho fatto cenno prima, cioè questa polveriera che è il Medio Oriente e la stessa Africa, non sono un'opinione ed è chiaro che noi non possiamo accogliere tutto il continente. Inoltre perché quelli che ce la fanno ad arrivare sì e gli altri no? E' una scelta difficile e comprendo la difficoltà, ma in questo momento occorrerebbe essere draconiani e fermarci tutti un attimo.
Questa Europa che parla tedesco è un'Europa che va rivista e che non ci sta aiutando nel modo più assoluto nel compito che sarebbe primario, che è quello della politica estera.
Quindi, il Gruppo Lega Nord Piemont, pur assumendo la solidarietà e lo spirito umanitario come valore fondante delle nostre coscienze, chiede al Presidente Chiamparino di farsi portavoce presso la Conferenza - così come ha chiesto il Presidente Pichetto - per far capire la situazione di noi piemontesi.
Chiuderei con una citazione che dovrebbe fare riflettere molto a partire dall'ONU, perché sul dramma sulla povera gente ci hanno "mangiato" tutti, anche "madama Boldrini" che prendeva uno stipendio da paura e andava a dormire all'Hilton. Questa non è una solidarietà.
Abbiamo creato degli organismi per diventare ancora più ricchi noi popoli ricchi.
Faccio una citazione: "Le organizzazioni non governative proclamano e difendono i diritti umani e la loro autolegittimazione, ma nello stesso tempo questa missione globale serve loro come strumento nella concorrenza che le oppone le une alle altre, cioè nella lotta per la ciotola" - quindi i soldi - "dei problemi mondiali dei quali esse si nutrono. Che la terra ti sia lieve" (Ulrich Beck).



PRESIDENTE

Grazie. Abbiamo quattro minuti a disposizione e vi sono ancora tre interventi iscritti.
Vi chiederei per cercare di rimanere nei tempi di fare interventi brevi, così possiamo concludere questa discussione che ha avuto un tempo discreto per tutti.
La parola al Consigliere Segretario Benvenuto, che interviene in qualità di Consigliere.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, signor Presidente.
Chiaramente mi associo alle dichiarazioni fatte dal mio Capogruppo Gianna Gancia, ma volevo richiamare due punti che in questa discussione sono stati estremamente interessanti.
Parto dall'intervento del Presidente Gariglio, un intervento dove non si parlava di gestire il problema profughi, ma si parlava di esponenti di altri partiti.
Penso semplicemente che magari il Presidente Gariglio deve rassettare la sua maggioranza e deve probabilmente sistemare alcune pendenze che magari, ci sono con alcune aree del Partito Democratico, ma a noi questo non interessa.
Quello che penso è che in Piemonte non ci può essere la serie A e la serie B. Per quanto ci riguarda, il problema dei profughi è un problema serio, ma esistono anche piemontesi in difficoltà, italiani in difficoltà e torinesi in difficoltà. Molti amministratori che sono all'interno di questo Consiglio regionale hanno provato sulla loro pelle a capire quello che è il problema.
Credo che negli ultimi mesi si stia parlando troppo di questo tema anche in Piemonte e ritengo che questo sia un bel modo per non far vedere quello che il Partito Democratico in realtà non sta facendo.
A questo punto, dopo queste comunicazioni e con una posizione diversa da parte della Giunta Chiamparino - ma non ci aspettavamo nulla di diverso rispetto a queste comunicazioni - mi auguro che il prossimo passo non sia istituire una delega di affittacamere a qualche Assessore della sua Giunta.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente, sarò brevissimo.
Vorrei riassumere un po' gli interventi dei colleghi, soprattutto del mio Gruppo, che ovviamente condivido e quindi anche io ritengo che nelle linee guida per il Piemonte non si debba superare la quota piemontese derivante dalla quota nazionale. Inoltre, ci deve essere ovviamente massimo controllo e massima trasparenza su come vengono utilizzati i fondi assegnati per quello scopo.
Volevo fare un richiamo al concetto di sfruttamento, perché il disagio e la grave situazione nella quale si trovano queste persone - e mi riferisco a coloro che hanno lo stato di rifugiati - non deve diventare occasione di sfruttamento. Da una parte uno sfruttamento a fini puramente elettorali da parte di chi vuole agitare ancora di più il quadro e porre l'attenzione sui pericoli che queste persone possono rappresentare (ed è stato evidenziato oggi), ma anche lo sfruttamento in un altro senso, un senso molto più economico. Proprio per questo chiedo massima trasparenza attenzione e controllo su come vengono utilizzati i fondi, perch conosciamo bene i fatti di cronaca (Mafia Capitale piuttosto che altro) e ci troviamo sempre ad andare a commentare a posteriori delle situazioni.
Da questo punto di vista, anche se condivido parte dell'intervento del Capogruppo del PD Gariglio, rimango sinceramente sempre un po' basito nell'ascoltare certe reprimende a posteriori su episodi di corruzione. Se da una parte c'è un mondo, che è un mondo di malavita, dall'altra parte c'è una sponda politica in persone che vengono candidate dalle forze politiche e che poi vanno a prendere i voti. E poi si fanno queste reprimende a posteriori.
Non voglio insegnare alle forze politiche di centrodestra e di centrosinistra a fare il proprio mestiere, però probabilmente qualche controllo in più in ingresso sulle persone che si candidano e che poi vanno a far parte dei Consigli regionali e dei Consigli comunali probabilmente va fatto, a Roma come in Piemonte, soprattutto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerutti per le conclusioni.



CERUTTI Monica, Assessore all'immigrazione

Grazie, Presidente e grazie anche ai Consiglieri che sono intervenuti soprattutto a chi ha posto nel proprio intervento delle considerazioni di carattere costruttivo, avendo ben presente la responsabilità di governo che la Regione Piemonte ha in questo momento, pur avendo anche un senso del limite rispetto a ciò che noi possiamo contribuire a determinare.
Credo sia molto importante - e mi sembra che alcuni interventi abbiano rimarcato il ruolo di responsabilità che ci compete, a partire dall'intervento del Presidente Chiamparino - che noi mettiamo da parte ogni logica che si possa ricondurre al buonismo, ad un buonismo stucchevole.
Pensiamo sia importante che in questo momento tutte le Istituzioni si assumano le proprie responsabilità. Nel momento in cui alcuni degli intervenuti hanno ricostruito quanto accaduto in passato, credo sarebbe opportuno che tutte le Istituzioni, anche in questo caso, cogliessero l'occasione per non ripetere degli errori che, comunque, sono accaduti e che, forse, in questa sede, alcuni dimenticano relativamente al momento in cui si avevano anche responsabilità di governo. E' facile ricordare l'emergenza Nord Africa sicuramente come una gestione non positiva, però è altresì opportuno non dimenticarsi chi ha gestito l'emergenza Nord Africa.
In relazione ai principi posti dal Presidente Chiamparino, in questo momento stiamo provando a definire un piano regionale. L'obiettivo che ci si è posti è l'individuazione di uno o più cosiddetti hub, cioè i centri di primissima accoglienza, che poi possano essere collegati ad una rete regionale cercando - questo è l'obiettivo che, tra l'altro, abbiamo anche posto al tavolo nazionale - il superamento del doppio binario che attualmente esiste fra i centri di accoglienza straordinaria gestiti dalle Prefetture e quella che, invece, è l'accoglienza nel sistema diffuso sul territorio, che è gestito con i Comuni, tenendo presente che nella nostra regione ci sono ancora delle province in cui non esistono dei Centri SPRAR.
Quindi, come Istituzione, è opportuno provare a far sì che ci sia una diffusione uniforme sul territorio. E' chiaro che il tema della trasparenza per noi è fondamentale. Tra l'altro abbiamo portato in Commissione i dati relativi alla distribuzione sul territorio e li abbiamo anche diffusi rispetto ai nuovi arrivi previsti in questi giorni. In più abbiamo chiesto alle Prefetture gli elenchi dei gestori per avere un contatto diretto con loro, che non significa controllo dal punto di vista dell'appalto. E' logico che questo lo sta esercitando per ciascuna area la Prefettura competente, ma per noi significa provare anche a ragionare su altri ambiti per esempio quelli della formazione.
Il tema della formazione degli operatori - non si tratta soltanto di dare cibo e rifugio alle persone che dimorano - per riuscire a costruire anche un lavoro di mediazione è molto importante e, così come è stato citato da alcuni dei Consiglieri, determina esperienze positive di incontro tra i profughi ospitati e le singole comunità. Addirittura, come anche riportato sugli organi di stampa, il Comune di Pettinengo non vuole che i profughi ospitati nel proprio centro vengano allontanati, in quanto sono persone che non hanno ottenuto il riconoscimento di rifugiati.
E' molto importante far conoscere queste esperienze positive, anche perché - qui richiamo anche un termine che ho sentito negli interventi non stiamo parlando di un'invasione. L'anno scorso su tutto il nostro Paese abbiamo avuto un numero di presenze rispetto ai richiedenti asilo pari a circa 178 mila e quest'anno siamo nell'ordine dei 40 mila. Sono numeri che hanno sicuramente una loro consistenza, ma, da questo punto di vista, non possiamo parlare di invasione e dare informazioni che certo non contribuiscono a creare un clima diverso. Questo è un compito importante che, anche qui responsabilmente, come Istituzione ma anche come singoli Consiglieri, dobbiamo avere presente.
L'appello che abbiamo già rivolto in più sedi anche ai media è che effettivamente, diano un'altra idea di ciò che sta avvenendo e non ci siano titoli sensazionalistici. Un media locale, in riferimento ad una realtà specifica intitola: "I profughi fanno sempre più paura". Logicamente, se abbiamo questo tipo di impostazione, la strumentalità porta in tutt'altra direzione.
Termino ricordando anche un altro aspetto che non è stato toccato nel dibattito, che altresì è un elemento con una valenza importante per allontanarci da facili buonismi e riportarci sui binari economici: i migranti - quindi parliamo non di questi ultimi arrivi, ma del fenomeno immigrazione in generale - per l'Italia sono una ricchezza, producono l'8,8% del PIL, pari ad oltre 123 miliardi di euro. E' il dato che emerge dal dossier Caritas Migrantes, dal titolo "Migranti, attori di sviluppo" che è stato presentato la scorsa settimana ad Expo. Ci sono numerosi dati che parlano della forza economica dei migranti presenti sul nostro territorio, al di là della gestione dell'accoglienza; è uno dei termini che non dobbiamo dimenticare.
Se l'impegno del Consiglio regionale è rivolto a lavorare in tutte le province affinché tutti i 1.206 Comuni del Piemonte - in questo momento è un'utopia, ma può essere anche una pratica possibile - si facciano carico ciascuno in relazione alla propria popolazione, dell'ospitalità di un certo numero di profughi - saranno ospitati anche soltanto per un breve periodo quindi senza l'assegnazione di case popolari e altri servizi che sono altra cosa rispetto ad un'ospitalità temporanea - credo che, come Regione potremmo riuscire a dare una risposta responsabile, senza - questo per noi è importante - sottovalutare le difficoltà e non, certamente, dare una disponibilità infinita, anche sopperendo ai limiti di altre Regioni.
E' chiaro che noi non siamo disponibili a sostituirci al ruolo e alla responsabilità di Regioni vicine; in questo momento, purtroppo, è un'emergenza, ma responsabilmente lavoriamo affinché diventi un sistema di carattere strutturale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La seduta del Consiglio è...



(Commenti del Consigliere Marrone)



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Per carità, va tutto bene, però si era anche detto, su richiesta peraltro del PD, solo di posticipare e non di annullare il dibattito sulla questione sul patrocinio alla fiaccolata, che peraltro si terrà domani sera. Se l'orario è terminato, immagino se ne discuterà nel prossimo Consiglio, però mi dispiace che si svolga a posteriori, dopo che lo scivolone sarà stato compiuto.



PRESIDENTE

Chiedo scusa ai Consiglieri. Vi invito ad accodarvi ancora un attimo.
Il dibattito sulla comunicazione del Presidente, come ho avuto occasione di dire, non può esistere semplicemente perché il comma 2 dell'articolo 55 del Regolamento recita: "Sulle comunicazioni di cui al comma 1, ogni Consigliere può richiedere delucidazioni intervenendo, una sola volta, per non più di tre minuti".
Avete visto la mia scelta, spero condivisa, di lasciare ampio spazio al dibattito, ma non può essere gestito diversamente, perché questo è il Regolamento.
Rispetto alla richiesta del Consigliere Marrone, vi è stata la comunicazione del Presidente Laus di cui ha dato lettura a inizio di seduta. Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.12)



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