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Dettaglio seduta n.75 del 26/05/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 14.31 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Università - Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 479 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Garanzie e tutele occupazionali previste nella prossima gara di affidamento dei servizi di reception, sorveglianza pulizie e di altra natura (multiservice) nelle residenze sale studi dell'EDISU"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
479, presentata dalla Consigliera Frediani, che ha la parola per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Al 31 dicembre 2015 scadrà il contratto di servizi di reception sorveglianza, pulizia e multiservizi nelle attuali residenze universitarie nelle sale studio e negli uffici EDISU-Piemonte.
Il Consiglio di Amministrazione dovrà approvare le linee di indirizzo connesse all'espletamento dell'appalto; appalto che, a quanto emerge, sarà suddiviso in quattro lotti e sarà di durata triennale, con possibilità di rinnovo per altri tre anni.
Stando alle linee di indirizzo, il CdA pare sia intenzionato ad un'ottica di contrazione delle risorse, quindi di risparmio, tra cui l'affidamento delle competere di "responsabile di struttura" al personale EDISU, con una scelta che implicherebbe la riduzione della durata di assunzione da 12 a 11 mesi, riducendo i livelli occupazionali e anche reddituali.
Tutto ciò comporterebbe l'esubero di cinque Direttori esterni attualmente in forza ed un demansionamento della figura stessa che andrebbe a svolgere servizi trasversali (reception, pulizie, ristrutturazione ecc.), con una riduzione del monte ore lavorativo da full a part time.
Oltre a questo, sembra che la residenza Paoli e la residenza Verdi quest'ultima di nuova apertura, dovranno farsi carico dell'organizzazione e della gestione dei servizi previsti rispettivamente presso la residenza Cercenasco e presso le residenze Giulia Barolo e Palazzo degli Stemmi; ci comporterebbe il rischio di eliminazione del servizio reception attualmente svolto da tre persone, nel primo caso delle residenze citate, e nel secondo caso da due operatori.
Per ciò che concerne il servizio di pulizia, pare vi sia l'intenzione di un'ulteriore diminuzione degli interventi previsti nella programmazione tale da far presumere una riduzione del monte ore lavorativo e del numero degli operatori adibiti allo svolgimento di questo servizio. Tra l'altro sembra che non vi siano garanzie sull'inserimento di clausole che garantiscano che le imprese aggiudicatici dell'appalto applichino ai lavoratori il contratto Multiservizi che garantisce sicuramente maggiori tutele rispetto ad altre tipologie contrattuali, come ad esempio il contratto di Vigilanza Privata e Servizi Fiduciari.
La nostra interrogazione alla Giunta è volta per sapere se l'applicazione delle linee di indirizzo suddette comporteranno un demansionamento o una diminuzione del livelli occupazionali e reddituali attuali per: i capi struttura, i receptionist e per il personale adibito alle pulizie presso le aziende aggiudicatrici del prossimo contratto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
La parola all'Assessora Cerutti per la risposta.



CERUTTI Monica, Assessore al diritto allo studio universitario

Grazie, Presidente.
Rispondiamo all'interrogazione della Consigliera Frediani anche perch riteniamo sia argomento da monitorare, da parte della Giunta e del Consiglio regionale, pur nell'autonomia organizzativa che l'EDISU porterà avanti, seguendo però i nostri indirizzi.
In particolare, si tratta di indirizzi relativi alle garanzie e alle tutele a favore dei livelli occupazionali, che devono essere attivati in occasione della prossima gara per l'affidamento dei servizi di ricevimento sorveglianza, pulizia e di altra natura (i cosiddetti multiservizi) nelle residenze e nelle sale studio dell'EDISU-Piemonte.
Innanzitutto vogliamo precisare che, al momento, il Consiglio di Amministrazione non ha ancora assunto alcuna deliberazione di indirizzo quindi siamo ancora in una fase in cui non vi è alcuna deliberazione.
Viceversa, il medesimo C.d.A, su impulso della Presidente dell'EDISU ha avviato una riflessione che si sta accompagnando ad un'attività di ascolto attenta e ampia.
Nei giorni scorsi, diverse organizzazioni sindacali sono state ricevute dalla Presidente dell'Ente, altre sono state audite nell'odierna mattinata e tutte hanno avuto modo di esprimere le proprie osservazioni e preoccupazioni, ricevendo, ove possibile, rassicurazioni, oppure puntuali comunicazioni.
Quanto al merito della questione, è necessario rappresentare come la nuova gara avrà ad oggetto un superiore numero di strutture residenziali rispetto a quelle servite dal corrente appalto. Infatti, saranno messe nella disponibilità degli studenti EDISU - abbiamo avuto modo, almeno nell'ambito del pluriennuale, di stanziare risorse - le strutture di Via Verdi 15, a Torino, ed il Campus dell'Università del Piemonte Orientale a Novara, per ben 280 posti totali, che quindi si aggiungono a quelli attuali.
Obiettivo attuale del C.d.A. è quindi quello di garantire un più ampio servizio, a fronte di risorse con fatica mantenute costanti. Da questo punto di vista si impone un doveroso, quanto contenuto, intervento di efficientamento.
La Presidente ha assicurato - mi ha assicurato - ogni possibile sensibilità in ordine sia alla salvaguardia della continuità occupazionale sia al perseguimento di adeguati livelli qualitativi di servizio costituenti, essi stessi, paradigmi propri della contrattualistica "Multiservizi", a cui lei faceva riferimento.
Peraltro, tale intento dovrà contemperarsi con la vigente normativa spesso assistita da giurisprudenza sia radicata quanto di recente conferma.
Infine è da ricordare che, sotto il profilo organizzativo, è fra le facoltà proprie del soggetto partecipante alla gara proporre alla valutazione dell'Ente, e poi attuare, modelli organizzativi plasmati sui servizi da rendere valutando - certo in ossequio alla legge - volumi e qualificazioni professionali da impiegare nell'assolvimento dell'obbligo contrattuale.
Come principio abbiamo soprattutto il tema della salvaguardia dei livelli occupazionali. Ci stiamo muovendo in questa situazione, per occorre che sia rivista l'organizzazione, anche a fronte di nuovi posti che rendiamo disponibili agli studenti.
Avremmo modo di riaggiornarci anche con la Consigliera.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Ammortizzatori sociali

Interrogazione a risposta immediata n. 476 presentata dal Consigliere Monaco, inerente a "Crisi Bottero S.p.A. Cuneo e Trana, aggiornamento su ammortizzatori sociali"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 476, presentata dal Consigliere Monaco, che ha la parola per l'illustrazione.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
La necessità di presentare questa interrogazione a risposta immediata nasce da un'esigenze specifica correlata, non solo alla discussione di questa mattina, che si protrarrà nel pomeriggio, con la convocazione di un Consiglio ad hoc, ma per mantenere accesa la luce e i riflettori su quella che è una vicenda drammatica per molti lavoratori di un settore molto specifico, dove ci sono competenze di altissima specificità che per rappresenta, nel complesso, un metodo aziendale rispetto ai proprio lavoratori (ma più avanti, quando continuerà il dibattito in Aula, avr modo di sottolineare).
Ebbene, questa azienda - che peraltro è una S.p.A. - ha posto dei paletti di mobilità, per quanto riguarda un folto numero di lavoratori sull'azienda di Cuneo. Ancora maggiore, in termini di proporzione, questa mobilità avviene sul territorio di Trana, in provincia di Torino, già ampiamente devastata da tante situazioni preoccupanti. Ebbene, la Bottero S.p.A. non ha presentato, anche all'incontro con l'Assessore Pentenero ed alcuni Consiglieri che l'avevano invocato, un piano aziendale.
E' evidente che sta esercitano delle pressioni rispetto a dei dipendenti ed è altresì evidente che nella Bottero S.p.A. ci sono alcune aziende correlate che hanno delle procedure, quindi delle condanne, anche in ottemperanza ad elementi di sicurezza sul lavoro.
Ad oggi, si stanno proponendo solo ed esclusivamente dei tagli che sembrano spropositati, anche in ordine all'assenza di un piano industriale.
La cosa sembra, poi, contrastante anche a fronte dei sacrifici (lo sciopero) che stanno facendo i lavoratori, poiché quello che emerge è che risultano effettuate delle ore di straordinario. Pertanto, delle due l'una: se non c'è il lavoro, non c'è commessa, è un conto, ma se si ricorre alle ore di straordinario significa che le commesse ci sono. Manifestare irritazione rispetto allo sciopero - qualcosa per cui i lavoratori rinunciano, di tasca propria - sembra veramente risibile e grida vendetta a Dio, quando, poi, invece, si effettuano ore di straordinario.
Ad oggi, anche in seguito agli incontri avuti presso l'Unione Industriale, sembra non si voglia ricorrere ai possibili ammortizzatori sociali, pertanto si chiede all'Assessore di fare il punto della situazione, non fosse altro - e vado a concludere - per mantenere alto il livello di attenzione rispetto ad imprese come questa, che evidentemente hanno poco di azienda e molto di speculazione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerutti per la risposta.



CERUTTI Monica, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
L'Assessore Pentenero mi ha consegnato la risposta, poiché ha dovuto presenziare ad un altro incontro.
Bottero S.p.A. con sede a Cuneo, è leader mondiale per la produzione di macchinari e impianti per l'industria del vetro e per l'industria elettronica, con correlazioni funzionali tra loro.
La società ha stabilimenti e filiali oltre che a Cuneo e Trana, a Pesaro e Montecchio Maggiore - per quanto riguarda l'Italia - Germania Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Brasile e Cina, per quanto riguarda l'estero.
Cina, Giappone e Indonesia sono i paesi verso cui si indirizza la maggior parte della produzione realizzata in Italia: dei 150 milioni fatturati nel 2014, l'export rappresenta il 95% del giro d'affari.
La restrizione della domanda, italiana e mondiale, causata da un forte rallentamento dei nuovi investimenti sulle linee automatiche e macchinari per la produzione del vetro (principalmente per l'edilizia e l'arredamento), ha generato una situazione di minore competitività dell'azienda.
L'ultimo semestre del 2013, infatti, si era già caratterizzato come fase fortemente negativa, con un sensibile decremento del valore della produzione, peraltro continuato nel 2014 e nei primi mesi del 2015.
Pertanto, nel 2014 la società aveva predisposto un piano di risanamento che, al fine del contenimento del costo del lavoro, aveva previsto anche il ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale sia per lo stabilimento di Trana (dal 16 giugno 2014 al 15 giugno 2015) sia per quello di Cuneo (dal 1° settembre 2014 al 31 agosto 2015).
Gli accordi sindacali per la gestione della CIGS avevano previsto, tra l'altro, anche il ricorso alla procedura di licenziamento collettivo, con il solo criterio della volontarietà che, al 30 aprile 2015, ha portato all'uscita di cinque lavoratori nello stabilimento di Trana e 25 lavoratori in quello di Cuneo.
Nonostante tali uscite, l'azienda ritiene di avere ancora un disequilibrio di organico, determinato dalla mancata ripresa del mercato che, non solo non lascia intravedere a breve una ripresa, ma segnala un ulteriore peggioramento.
Pertanto, il 19 marzo 2015 ha attivato una procedura di licenziamento collettivo per 48 lavoratori, su un organico complessivo di 116 unità, per lo stabilimento di Trana, e di 72 lavoratori, su un organico complessivo di 569 unità, per lo stabilimento di Cuneo.
In base alle tempistiche previste dalla normativa vigente sulle procedure di licenziamento collettivo, per quanto riguarda la procedura di Trana, l'azienda ha comunicato l'esito negativo della fase sindacale e la Regione ha già convocato le parti per l'8 giugno 2015, alle ore 10, per esperire la fase amministrativa.
Per quanto riguarda, invece, lo stabilimento di Cuneo, la procedura è ancora nella fase sindacale (45 giorni dalla data di attivazione); qualora le parti non dovessero trovare un'intesa, la trattativa proseguirà presso la Regione Piemonte per la successiva fase amministrativa (30 giorni dalla comunicazione di mancato accordo in sede sindacale).
Si conferma che le organizzazioni sindacali stanno chiedendo alla Bottero di presentare un piano industriale che fornisca garanzie occupazionali e di proseguire il ricorso agli ammortizzatori sociali utilizzando il contratto di solidarietà.
La società, in un incontro informale con l'Assessore si è dichiarata disponibile a continuare il confronto con le organizzazioni sindacali, al fine di ricercare ogni utile soluzione che escluda qualsiasi licenziamento unilaterale.
Per quanto riguarda eventuali ricorsi al lavoro straordinario, premesso che in costanza di CIGS non c'è una preclusione automatica all'utilizzo del lavoro straordinario, se lo stesso viene richiesto per attività escluse dalla cassa e per situazioni effettivamente "straordinarie", collegate a particolari situazioni dove non ci sia fungibilità nelle mansioni dei lavoratori, nonché per quanto riguarda l'inottemperanza al rispetto delle norme di sicurezza, la Regione non ha competenze delegate dalla normativa vigente: i lavoratori, direttamente o tramite le organizzazioni sindacali cui conferiscono mandato, devono denunciare tali situazioni al Servizio Ispezione del Lavoro di Torino e di Cuneo.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 477 presentata dal Consigliere Benvenuto, inerente a "Calamità naturale nel Pinerolese"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 477 presentata dal Consigliere Segretario Benvenuto.
La parola al Consigliere Segretario Benvenuto, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione a risposta immediata riguarda il tema della calamità naturale del 15 maggio, nel Pinerolese; una calamità che ha provocato, soprattutto nell'area della Val Pellice, pesanti danni sia all'agricoltura, quindi alle coltivazioni, sia alle imprese commerciali di alcuni paesi, soprattutto quelli legati alla Val Pellice e alla bassa Val Pellice.
La mia interrogazione chiede di capire se la Regione Piemonte intende stanziare delle risorse utili per cercare di fronteggiare questa situazione, sapendo che, in un momento di profonde difficoltà economiche anche le calamità naturali di certo non sono un aiuto, sia per il settore dell'agricoltura sia per le attività imprenditoriali della zona. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente, e grazie, Consigliere Benvenuto.
Noi siamo stati, immediatamente dopo tale evento abbastanza eccezionale, avvenuto nell'area del pinerolese, ad incontrare i Sindaci ed alcune delegazioni di produttori. Purtroppo, la legge 102/2004 pone la questione con chiarezza e dice che le avversità atmosferiche assicurabili (quindi anche grandine e vento) ricevono un contributo per le assicurazioni agevolate. Pertanto, tutto ciò che è assicurabile, compresi i tunnel, sia in PVC sia in rete, ecc. non può essere indennizzato diversamente.
Detto ciò, con un bando stiamo provando a dare priorità alle aziende (mi riferisco sempre al settore agricolo, perché ci occupiamo solo di questo) residenti in quei Comuni colpiti dalle calamità, non solo nel Pinerolese, ma anche nelle Valli di Lanzo, nel Cuneese (ultimamente), nella zona di Busca, per un credito agevolato.
La Regione Piemonte ha già un percorso di crediti agevolati in agricoltura, di conduzione, della durata di un anno. Questo è l'unico strumento possibile che abbiamo trovato per dare una mano. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interrogazione a risposta immediata n. 484 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Testo definitivo Programma Sviluppo Rurale 2014-2020"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 484, presentata dal Consigliere Graglia, che la illustra.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Ho inteso presentare quest'interrogazione a risposta immediata perch quotidianamente veniamo assaliti, diciamo pure così, dalle richieste per conoscere lo stato attuale del PSR. Sappiamo tutti che è in ritardo, ma la questione adesso in discussione non è capire quali sono le cause di tali ritardi ma sapere a che punto siamo arrivati e quando è prevista eventualmente l'approvazione del PSR, per dare delle risposte ai cittadini.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Consigliere Graglia.
Il nostro Piano è partito in ritardo, ma al momento non risultano ancora Piani di Sviluppo approvati nel nostro Paese. Dopo l'incontro a Bruxelles del 23 aprile scorso ci siamo dati un timing condiviso con gli uffici della Commissione, che prevede quanto segue (ce l'ho scritto e ne do lettura): entro il 22 maggio i capitoli da 1 a 6 del PSR (quindi le analisi SWOT, i fabbisogni e quant'altro); tale scadenza è stata puntualmente rispettata; a partire dal 5 giugno il capitolo 8 del PSR (descrizione delle misure); entro il 12 giugno i restanti capitoli.
Queste sono le tempistiche che ci siamo dati. Si tratta di un accordo informale, quindi prendetelo col beneficio di inventario; dipende anche da quanto tempo impiegheranno altre Regioni in elaborazione prima di noi (so che la Regione Liguria sta impiegando più tempo del previsto). Tutto ci dovrebbe consentire alla Commissione di chiederci un invio formale entro fine giugno.
In pratica - mi spiego meglio - entro metà giugno invieremo le bozze così come concordato nel corso dell'incontro di Bruxelles, con cui diamo risposta alle osservazioni. La Commissione dovrebbe prenderne visione e se non c'è bisogno di ulteriori chiarimenti (è anche possibile che ce ne sia bisogno), entro fine giugno ci chiederanno di inviare formalmente la bozza.
Da lì inizierà l'iter di approvazione, il cui tempo non dipenderà più da noi, anche se ci hanno ribadito più volte che entro l'autunno volevano risolvere le questioni italiane dei Piani di Sviluppo Rurale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.
Sospendiamo i lavori per qualche minuto, in attesa dell'arrivo dell'Assessore Saitta, che si è reso disponibile a rispondere alle ultime interrogazioni a risposta immediata.
I lavori sono sospesi.



(I lavori, sospesi alle ore 14.55, riprendono alle ore 14.56)



PRESIDENTE

I lavori riprendono.


Argomento:

Interrogazione a risposta immediata n. 475 presentata dalla Consigliera Gancia, inerente a "Affidamento di arredi pubblici ad una cooperativa privata di Biella"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 475, presentata dalla Consigliera Gancia, che la illustra.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
A seguito di notizie riportate dagli organi di stampa, abbiamo appreso che l'ASL di Biella concederebbe in comodato d'uso gratuito gli arredi del vecchio ospedale ad una cooperativa privata che ha vinto il bando per l'accoglienza degli extracomunitari.
Ritenendo che l'ordine di trasferire gli arredi dal vecchio ospedale alla sede preposta all'accoglienza non possa che essere partito dalla Regione, e non - speriamo - da un'iniziativa arbitraria del Comune o dell'ASL di Biella, o ancora peggio da una cooperativa privata, e considerato che la cooperativa privata percepisce, sempre secondo gli organi di stampa, 35 euro al giorno per ogni persona, e usufruisce di una struttura offerta dal Comune (oltre che gli arredi, a questo punto, del vecchio ospedale), la scrivente richiede innanzitutto se queste informazioni siano veritiere. Perché, in tal caso, se ci fosse la struttura offerta dal Comune, gli arredi dal vecchio ospedale e tutto quanto, i 35 euro al giorno potrebbero rappresentare una cifra inferiore e portare un risparmio al denaro pubblico dei contribuenti.
Grazie, Assessore.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

La Consigliera mi chiede conto dell'intesa dell'ASL di Biella con quella che nell'interrogazione definisce la "cooperativa vincitrice del bando per l'accoglienza degli extracomunitari".
Ci tengo subito a precisare che il soggetto col quale la Prefettura di Biella ha siglato un'intesa per affidare la gestione di alcune decine di profughi è la Caritas diocesana. Aggiungo che la stessa Prefettura di Biella e la Caritas hanno scritto all'ASL di Biella per poter utilizzare 50 letti dell'ospedale di Biella, che è stato dimesso nel dicembre del 2014 dopo l'avvio della nuova struttura ospedaliera, e che non sono più utilizzabili, oltre a sedie e ad armadietti.
La determina dell'ASL di Biella per affidare quegli arredi alla Caritas diocesana non è stata ancora perfezionata, ma credo proprio che nessuno in questo Consiglio regionale vorrà darmi pareri diversi rispetto a questo gesto, che mi piace definire di carità cristiana a favore di chi ha più bisogno.
GANCIA Gianna (fuori microfono) No, era semplicemente.



PRESIDENTE

Collega Gancia, non può replicare.
GANCIA Gianna (fuori microfono) Era semplicemente per poter risparmiare, se offriamo noi la struttura.



PRESIDENTE

Abbiamo capito, Consigliera Gancia. Grazie.
GANCIA Gianna (fuori microfono) Ma non c'è stata la risposta.



PRESIDENTE

La risposta le è stata fornita.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 480 presentata dal Consigliere Mighetti, inerente a "Costruzione ospedale di Valle Belbo"

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 483 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Situazione presidio sanitario Valle Belbo"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando le interrogazioni a risposta immediata n. 480 e n. 483, sulle quali chiederei all'Assessore Saitta di fornire una risposta unica. Ciascun interrogante ha facoltà di illustrare la propria interrogazione.
La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione dell'interrogazione n. 480.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Sono contento che il Consigliere Berutti abbia presentato un'altra interrogazione con tema complementare a quella presentata da noi.
Chiaramente sull'ospedale di Nizza gli interrogativi sono ancora tanti.
Abbiamo salutato con favore l'iniziativa che auspicavamo da tempo di portare i fascicoli alla Corte dei Conti, perché la questione è abbastanza lampante: è sotto gli occhi di tutti cosa è accaduto, si sono spesi dei soldi pubblici e non si è arrivati alla conclusione di un progetto.
Nella nostra interrogazione, visto che è un'interrogazione a risposta immediata, ci siamo concentrati sul totale dei soldi spesi su questa struttura, perché ci sembrava importante fare lo stato dell'arte rispetto ai fondi erogati per costruire l'ospedale della Valle Belbo; ospedale che non è stato concluso, con tutte le traversie dal punto di vista burocratico e con l'impatto sociale che c'è stato negli ultimi tempi.
E' un tassello che ci auguriamo possa essere un tassello in più nella ricostruzione di questa vicenda, a cui ci siamo approcciati da tempo anche nella scorsa legislatura con Davide Bono, il quale aveva aperto la questione in merito all'ospedale di Nizza. Stiamo portando avanti la questione, cerchiamo di fare luce su quanto è accaduto e ogni tassello è utile per dare spiegazione ai cittadini. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione dell'interrogazione n. 483.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Ha già toccato gli argomenti il collega Mighetti. Noi, naturalmente, ci siamo mossi in questa direzione anche alla luce della preoccupazione che sta chiaramente coinvolgendo tutto il mondo astigiano, al punto che la stessa Provincia di Asti ha approvato un ordine del giorno sulla base del quale evidenzia forte preoccupazione e invita la Regione a far riprendere i lavori.
Alla luce di questo, noi chiediamo se, a seguito della risoluzione unilaterale del contratto da parte dell'ASL di Asti e del certo inutilizzo della struttura, non si ritenga esistano concrete possibilità che si configuri un danno erariale e uno spreco di risorse pubbliche.
Certo, in questo periodo si stanno facendo magari delle scelti molto forti sulla questione sanitaria, però bisogna valutare anche queste reazioni che, se si configurassero in danni erariali, ovviamente innescherebbero tutta una serie di effetti che non si sa se sono un elemento positivo o negativo per la Regione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
I Consiglieri Mighetti e Berutti mi chiedono di conoscere se si configuri danno erariale nella vicenda della realizzazione del presidio sanitario della Valle Belbo e a quanto ammontino i costi del cantiere.
Come il Consiglio regionale sa bene (anche perché molti Consiglieri qui presenti c'erano già nelle precedenti legislature), il cantiere ha una storia lunga. Il primo Accordo di Programma Stato-Regioni è del 2007 e quello con il Comune di Nizza Monferrato per la scelta della localizzazione è del 2008.
Come ho avuto modo di dichiarare già nei giorni scorsi, il Presidente Chiamparino ed io stiamo facendo ricostruire la storia lunga di sette anni e consegneremo appena possibile il fascicolo alla Corte dei Conti, che evidentemente deciderà.
Siamo i primi a voler fare chiarezza sulla responsabilità della localizzazione, del dimensionamento dell'opera, ma anche delle scelte che nel recente passato, hanno visto sottrarre dai bilanci regionali i finanziamenti che erano stati dedicati alla realizzazione, con tutte le difficoltà evidenti conseguenti al rapporto con l'impresa vincitrice Ruscalla.
Oltre ad esprimere il rammarico - ma questo fa anche un po' parte del carattere - per essere chiamato in causa per scelte compiute in passato vorrei ricordare che, a fine 2014, la Giunta Chiamparino ha reperito ulteriori tre milioni di euro che non c'erano già più (erano stati tolti) tre milioni di euro da versare alla ditta per il completamento del secondo lotto e per scongiurare l'ennesimo blocco a singhiozzo del cantiere. Ma ricordo anche che i rapporti tra l'ASL di Asti e la ditta erano deteriorati da tempo, proprio a causa del fatto che i finanziamenti al cantiere non erano regolari.
Nei fatti, la rottura del contratto risale ad una precisa volontà dell'impresa, che il 24 marzo scorso ha proposto la riserva relativamente all'ordine di servizio del 10 marzo, concernente l'esecuzione dei lavori in quota parte del cosiddetto primo stralcio del secondo lotto, per un totale lordo al ribasso di 105.906 euro, e l'impresa ha espresso diniego ad eseguire i lavori. Da lì sono scaturite comunicazioni e ulteriori chiamate in giudizio, fino alla presa d'atto del 30 aprile da parte dei vertici in scadenza dell'ASL di Asti dell'avvenuta risoluzione contrattuale.
Alla Giunta Chiamparino oggi il compito gravoso di non lasciare incompiuto un cantiere così costoso per la collettività piemontese. Certo ci sono proteste, ma è evidente che chi doveva vigilare, probabilmente, non ha vigilato a sufficienza; chi doveva segnalare le questioni non l'ha fatto a sufficienza e ci pare che la scelta di rivolgerci alla Corte dei Conti (che mi pare condivisa dal Consiglio) sia una scelta finalizzata proprio a garantire e a tutelare i nostri contribuenti.
Sulla destinazione futura del presidio sanitario, abbiamo già avuto modo di dire, in diverse occasioni, anche in incontri fatti a Nizza a suo tempo, quando parlavamo della rete ospedaliera, che quella struttura in costruzione - io ho avuto modo di fare una visita al cantiere a quella struttura in costruzione che era stata ridimensionata, i piani, ecc. - non potrà essere un ospedale e, coerentemente, non l'abbiamo inserita nella delibera di programmazione ospedaliera (la n. 1-600 e la modificazione successiva).
Oggi, che siamo ritornati a fare programmazione sanitaria, dobbiamo privilegiare, com'è giusto che sia, le esigenze reali della comunità in termini di bisogno di salute, anziché i sogni che su quella vicenda si sono sviluppati enormemente, abbondantemente. Quello non sarà un ospedale: è una struttura grande, grandissima (al pianterreno è una palificazione), che anzi - avevamo già avuto modo di constatarlo, durante un sopralluogo dov'era presente anche la collega Motta - è sicuramente in grado di dare una risposta alla domanda di salute, che non è ospedaliera, ma a una domanda che deriva dal ridurre l'inappropriatezza, che vuol dire ad esempio letti di continuità assistenziale, può voler dire laboratorio, può voler dire una casa della salute, cioè può voler dire un insieme di attività di carattere sanitario non legate alla fase acuta. Perché il tema è la fase acuta. Nella nostra delibera, abbiamo detto che in ospedale si fa soltanto la parte acuta. C'è, su quel territorio, una domanda per la fase post acuta, per la fase anche precedente, cioè, in alternativa al ricovero ospedaliero (quando è possibile) quella è una dimensione che può dare quelle risposte.
E' chiaro che oggi noi abbiamo il compito, come Giunta, dopo che il Direttore dell'Azienda avrà preso possesso in modo definitivo della proprietà del cantiere, della struttura, di procedere immediatamente - cosa che stiamo valutando - di trovare le risorse necessarie e definitive, non senza ipotetici accordi di programma non rispettati, ma attraverso impegni nel bilancio regionale concreti, per poter appaltare i lavori, perch vorremmo fare una cosa molto semplice: che quando si appaltano i lavori,bisogna avere i soldi certi per poterli eseguire.
Quindi, noi siamo per eseguire e completare i lavori, anche velocemente. Non deve essere un cantiere fantasma: bisogna completarlo per rispondere a quella domanda, lo dico in anticipo - per evitare che tornino in modo periodico sogni di grandezza che oggi non hanno più senso e neppure rispondono alla domanda reale di salute. Lì c'è un problema serio per le questioni che vi dicevo, e sono convinto che si troverà una soluzione lavorando con il Direttore e con le Amministrazioni comunali, che sapranno meglio interpretare le esigenze e le domande, definire bene l'obiettivo e quindi rivisitare velocemente quel progetto e, sulla base di quello, fare l'appalto.
Certamente chi, come me, ha visto il cantiere sa perfettamente - questo è da mettere in conto e io di questo sono convinto - che quella sarà una struttura molto costosa in termini gestionali, come molte di quelle nate in quel periodo che, in qualche modo, si sono caratterizzate più per il segno dell'architetto. Si tratta di strutture che hanno grandi spazi - non sempre tutti, come è logico che sia - di dimensioni enormi, che non sono proprio di ricovero o di attività sanitaria; questa è una delle altre questioni che noi ereditiamo.
Per quanto riguarda i costi di gestione - l'abbiamo visto a Biella cosa significa in più rispetto al passato - probabilmente, in occasione della rivisitazione del contratto per poterlo completare, dobbiamo anche preoccuparci di individuare una modalità che consenta di ridurre al minimo le spese future di gestione che, così com'è la struttura, non potranno che essere elevate. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Fondi sanitari

Interrogazione a risposta immediata n. 481 presentata dalla Consigliera Batzella, inerente a "Fondi vincolati per progetto biobanche"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame esaminando dell'interrogazione a risposta immediata n. 481, presentata dalla Consigliera Batzella, che ha la parola per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
La mia interrogazione ha per oggetto "Fondi vincolati per progetto biobanche".
Faccio subito riferimento alla legge n. 662, del 23 dicembre 1996 "Utilizzo delle quote vincolate per la realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale nel Piano Sanitario Nazionale per l'anno 2013".
Individuato che per l'anno 2013 le linee progettuali per l'utilizzo da parte delle Regioni delle risorse vincolate ai sensi dell'articolo 1, commi 34 e 34 bis della legge 662 del 1996, per la realizzazione di obiettivi di carattere prioritario e di rilevanza nazionale, sono quelle individuate nell'accordo sopraccitato del 20 febbraio 2014 con ulteriori indirizzi e vincoli sulle risorse che risultano essere le seguenti, segue una serie di progetti e le risorse destinate a questi progetti, che sono 20.
Il progetto di cui vorrei parlare è il n. 11, "Tutela della fertilità e della funzione ormonale nelle giovani donne che sono affette da neoplasia quindi da tumore, o malattie croniche degenerative mediante l'istituzione di biobanche del tessuto ovarico e cellule germinali".
In parole semplici, le giovani donne malate di tumore, oppure quelle giovani donne che sono affette da patologie gravi e invalidanti, prima di essere sottoposte a trattamento radioterapico e chemioterapico o, comunque prima di essere sottoposte a terapie che potrebbero - che potrebbero compromettere la funzionalità ovarica, per fortuna, hanno la possibilità di poter accedere alle biobanche e di poter effettuare il prelievo ovocitario per la conservazione in queste biobanche per dare la possibilità a queste donne, una volta che sono guarite, di poter diventare madri.
Il finanziamento di questi obiettivi viene assicurato attraverso l'utilizzo di fondi nazionali che vengono, sempre in relazione alla legge n. 662 del 1996, distribuiti, ripartiti alle varie Regioni; in totale si tratta di un miliardo e 410 mila euro e per la Regione Piemonte la somma disponibile ammonta a 116.352.969 euro, così come sancito nell'intesa del 20 febbraio 2014.
In base a quanto è emerso recentemente sui quotidiani e anche dopo le lamentele dei responsabili di queste strutture, riguardo al progetto di cui sopra, parrebbe che questi fondi non siano essere giunti a destinazione nonostante emerga dalla DGR n. 38-812, del 22 dicembre 2014, "Presa d'atto della disponibilità finanziaria da parte corrente per il Servizio Sanitario regionale relative all'esercizio 2014 e determinazione delle risorse da assegnare agli enti del Sistema Sanitario regionale ai fini degli obiettivi economico-finanziari per l'anno 2014".
Chiedo al Presidente della Giunta e all'Assessore di conoscere nel dettaglio come siano state impiegate queste risorse vincolate e i relativi obiettivi raggiunti inerenti il progetto in oggetto per gli anni 2013, 2014 e 2015. Ci chiediamo che fine abbiano fatto tre milioni e 200 mila euro che sono stati stanziati dallo Stato e vincolati al progetto biobanca. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
La parola all'Assessore Saitta, per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
La Consigliera Batzella presenta la sua interrogazione dopo aver letto come ha ricordato, una presa di posizione del dottor Revelli del Sant'Anna che invece di sollevare dubbi sulla destinazione dei fondi per progetti sulla tutela della fertilità avrebbe potuto rivolgersi alla Direzione generale della Città della Salute e ricostruire l'intera vicenda e probabilmente avrebbe evitato di commettere qualche errore.
In ogni caso, ecco di cosa si tratta. La Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 20 febbraio 2014, ha approvato le linee progettuali per l'utilizzo di risorse vincolate relative all'anno 2013, quindi un anno dopo l'anno di riferimento, per la realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale per l'appunto riferiti al 2013 assegnando al Piemonte la somma di 116.352.967 euro.
A seguito della stipula dell'accordo del 20 febbraio 2014, il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha provveduto ad erogare alle Regioni, a titolo di acconto, il 70% delle risorse. Ai fini dell'erogazione del 30 della quota residua, le Regioni dovevano presentare specifici progetti nell'ambito degli indirizzi individuati i quali sarebbero stati poi valutati e approvati da parte della Conferenza su proposta del Ministero della Salute previa valutazione favorevole del Comitato LEA.
Tra queste linee prioritarie era inserita la linea progettuale n. 11 "Tutela della fertilità e della funzione ormonale nelle giovani donne affette da neoplasie o malattie degenerative, mediante l'istituzione di biobanche del tessuto ovarico e cellule germinali".
Con la deliberazione n. 17 del 12 maggio 2014, la Giunta regionale ha approvato le schede progettuali relative all'anno 2013, parliamo sempre di un anno precedente, tra le quali era inserita la scheda progettuale per l'istituzione di una biobanca per la raccolta del tessuto ovarico o cellule germinali per una quota di 3.300.715 euro.
Attualmente non è ancora pervenuta da parte del Ministero alcuna comunicazione in merito alla richiesta di rendicontazione. Tutto questo ripeto, riguarda il 2013. Slitta tutto di un anno.
Per l'anno 2014, per il quale non è ancora giunta nessuna comunicazione formale da parte del Ministero, il criterio di riparto è stato definito sulla base degli interventi declinati nella DGR del 12 maggio 2014 relativa all'anno 2013, assegnando alla Città della Salute la somma di 3.300.715 euro per la stessa linea progettuale.
I 116 milioni sono stati distribuiti, tutti, alle Aziende Sanitarie in sede di riparto. Per il 2015 non c'è ancora assolutamente nulla, ma è evidente che dalle date che ho riportato, come per questi progetti che il Ministero richiede alle Regioni, resta sempre un salto temporale di almeno un anno. Nel 2014 hanno richiesto progetti sul 2013, nel 2015 ci chiederanno progetti sul 2014 e così via.
E' un meccanismo obiettivamente non sensato, ma la situazione è questa e credo sia stato utile chiarire e rispondere alle domande poste.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) Ma l'Assessore non ha risposto all'interrogazione!



PRESIDENTE

Consigliera, ha avuto la risposta. Se non è soddisfatta, presenterà un'altra interrogazione. Ha tutti i modi per parlare con l'Assessore, ma non può replicare.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 482 presentata dal Consigliere Boeti, inerente a "Proseguimento della sperimentazione riguardante il reparto d'attesa del pronto soccorso dell'ospedale di Rivoli" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interrogante, Consigliere Boeti, all'interrogazione n.
482 viene fornita risposta scritta.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.23 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.23)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo la Consigliera Chiapello.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 12 e del 19 maggio 2015.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 5 del 6 maggio 2015.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Richiesta, da parte del Consigliere Pichetto Fratin, di chiarimenti in merito al ricevimento di una delegazione sindacale


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Brevemente sull'ordine dei lavori.
Dopo la chiusura del Consiglio di questa mattina, il Presidente ha comunicato a microfono - mi si dice, io non ero presente - che era stato previsto un incontro con il sindacato. Su queste questioni sono state fatte tante discussione, ma prassi dell'Aula è che l'Ufficio di Presidenza del Consiglio comunichi in tempo - l'eccezionalità può sempre avvenire, perch è chiaro che non si può prevedere il tutto - ai Gruppi che un sindacato chiede di essere ricevuto.
All'incontro in questione hanno potuto partecipare solo quelli che si sono attardati a rimanere in aula, che hanno appreso dell'incontro dopo la chiusura della seduta, o chi, casualmente, è passato da quelle parti.



PRESIDENTE

Mi scuso, non era un incontro perfettamente organizzato. Tuttavia, la missiva delle organizzazioni sindacali è stata recapitata a tutti i Capigruppo, quindi anche lei l'ha ricevuta.
Detto ciò la invito - a titolo di cortesia, non vuole essere un comando ad accettare le mie scuse.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame proposta di deliberazione n. 76, inerente a "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2014 del Consiglio regionale"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 76, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Abbiamo caricato due emendamenti articolati nella premessa e nel dispositivo per completare il rendiconto introducendo una tabella, come prevede la legge n. 66 del 2014, che precisa gli importi relativi ai ritardi nei pagamenti delle imprese e la percentuale di scostamento nei pagamenti.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Laus, Motta Ruffino: Dopo il diciottesimo capoverso della premessa sono inseriti i seguenti: "visto l'articolo 41, comma 1 del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66 (Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale), convertito con modificazioni dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, nella parte in cui prevede che, a decorrere dall'esercizio 2014, alle relazioni ai bilanci consuntivi o di esercizio delle pubbliche amministrazioni sia allegato un prospetto, sottoscritto dal rappresentante legale e dal responsabile finanziario, attestante l'importo dei pagamenti relativi a transazioni commerciali effettuati dopo la scadenza dei termini previsti dal decreto legislativo 9 ottobre 2002, n. 231 (Attuazione della direttiva 2000/35/CE relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali), nonché l'indicatore annuale di tempestività dei pagamenti di cui all'articolo 33 del decreto legislativo. 14 marzo 2013, n. 33 (Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni); viste le risultanze dell'attestazione sui tempi di pagamento, redatta ai sensi del citato articolo 41 del di. 66/2014, sottoscritta in originale ed agli atti dell'amministrazione con registrazione di cui al prot. 19206/A0300B-R del 25/05/2015;".
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Ritengo ci sia troppa confusione in aula.
La votazione è annullata.
Ricordo ai Consiglieri che stiamo votando l'emendamento dell'Ufficio di Presidenza.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Ho visto un po' di confusione in aula durante la votazione. Gli Uffici stavano caricando gli emendamenti, ho dato inizio alla votazione, ma se lei non vuole votare il rendiconto.
Ho messo in votazione l'emendamento ma, come è capitato altre volte, ho annullato la votazione. Mi è sembrato corretto. Adesso gli emendamenti sono caricati. Ripeto la votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Laus, Motta Ruffino: Dopo il sesto punto del dispositivo è inserito il seguente: "7. di dare atto che, in base alla previsione di cui all'articolo 41 del d.l. 66/2014, è allegato alla presente deliberazione per costituirne parte integrante e sostanziale (allegato E) il prospetto attestante l'importo dei pagamenti relativi a transazioni commerciali effettuati dopo la scadenza dei termini previsti dal d.lgs. 231/2002, nonché l'indicatore annuale di tempestività dei pagamenti di cui all'articolo 33 del d.lgs. 33/2013".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio approva.
Passiamo alla votazione della deliberazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
So che può sembrare irrituale intervenire sulla proposta di deliberazione del Consiglio regionale n. 76 inerente al rendiconto generale del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario pregresso, ma poiché in questo Consiglio abbiamo visto, sia in Commissione sia nelle sedute di Aula, diversi comportamenti irrituali o comunque che sono andati oltre la prassi consolidata negli anni, anche noi ci abbiamo preso la mano, quindi siamo interessati ad intervenire come Gruppo anche su questa deliberazione che è sicuramente importante per la vita del Consiglio regionale.
Passiamo i mesi, giustamente - chi potrebbe dire diversamente? - ad analizzare il bilancio della Regione Piemonte, presentando a novembre il bilancio previsionale per poi rinviarlo; presentiamo l'esercizio provvisorio; poi si riprende in mano e si discute fino a marzo, aprile o maggio. A giugno si parte con il rendiconto, a luglio magari si presenta una bozza di assestamento e si riparte a settembre con l'assestamento arrivando magari fino a dicembre. Alla fine, visto che tutto l'anno parliamo di bilancio regionale, credo che si debba dare adeguato spazio e dignità anche all'analisi del bilancio del Consiglio regionale.
E' ovvio che sono quasi totalmente risorse che vengono dalla Regione Piemonte - poche sono le entrate proprie del Consiglio regionale, ad esempio tramite vendita di gadget o alcuni fondi rotativi, che quindi sono risorse che ritornano nella disponibilità del Consiglio regionale.
E' altresì ovvio che è una voce di bilancio importante per quanto riguarda il bilancio della Regione Piemonte, perché stiamo parlando di cifre sicuramente interessanti. Infatti, se guardiamo il riepilogo generale della spesa del Consiglio regionale, di cui all'ultima pagina dell'allegato (pagina 83) - quindi, è un allegato corposo, di cui forse le ultime 30 pagine riguardano i fondi rotativi, anch'essi importanti da vedere, ma non una specifica voce di bilancio - la competenza complessiva di spesa è sugli 80 milioni di euro. In realtà, gli impegni ammontano a 72 milioni di euro mentre i pagamenti 54 milioni (arrotondo e non sto a leggere esattamente le cifre), con residui di circa 18 milioni di euro. Vi sono poi economie per circa euro 7.888.000, e leggo la cifra precisa.
Sicuramente sono stati fatti negli anni degli interventi importanti nell'ambito della spesa di quello che è l'organo principale - ovviamente dal nostro punto di vista non potrebbe essere diversamente - che è il Consiglio regionale. Sono stati fatti interventi - lo ricordiamo per i colleghi che sono nuovi di questa legislatura - soprattutto sulle spese dei Gruppi consiliari e non tanto sulle spese dei singoli Consiglieri.
Quindi, c'è chi potrebbe dire che c'è stato l'intento di colpire più i costi della democrazia che i costi della politica.
Naturalmente - e apro una parentesi, altrimenti sarei tacciato come colui che tende a giustificare la cosiddetta "sprecopoli" o la cosiddetta "rimborsopoli", ma non è assolutamente il nostro caso, come dimostrano gli accadimenti della scorsa legislatura. E' ovvio che ci sono stati Gruppi consiliari che hanno utilizzato male i soldi e li hanno sprecati, e non voglio parlare del Piemonte, ma di altre Regioni, perché se parliamo di altre Regioni è più facile affrontare l'argomento. Abbiamo visto che li hanno spesi per fare festini, per fare acquisti addirittura personali quindi, da lì è nato tutto il filone di "rimborsopoli" o "sprecopoli" della politica.
Il Consiglio regionale del Piemonte della scorsa legislatura con lo scorso Ufficio di Presidenza è stato forse tra i primi a proporre un taglio cospicuo dei fondi per i Gruppi consiliari - lo voglio ricordare, perché è un tema affrontato nella Conferenza dei Capigruppo e nell'Ufficio di Presidenza - e a tagliare la disponibilità dei fondi per il funzionamento dei Gruppi consiliari da circa 80 mila euro (arrotondo sempre per facilità di illustrazione) per Consigliere avente un Gruppo - il mono Gruppo nella scorsa legislatura aveva a disposizione circa 80 mila euro - a 8.000 euro.
Questo era il taglio pattuito all'interno della Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali, in seguito - lo ribadisco - a tutti gli scandali che ci sono stati.
Dopo questo taglio notevole, sempre il precedente Ufficio di Presidenza ha deciso - cosa che non è stata cambiata dall'attuale Ufficio di Presidenza - di annullare la disponibilità dei fondi in dotazione ai Gruppi consiliari e di creare una specie di fondino nella disponibilità dell'Ufficio di Presidenza, che autorizza le spese richieste dai singoli Gruppi, limitando in questo modo tutte le facoltà di spesa presenti un tempo. Quindi, non sto parlando degli sprechi e delle ruberie che ci sono stati in alcune Regioni italiane, ma delle vere proprie spese di funzionamento.
Qualcuno diceva: "Come si fa a mantenere le dotazioni minime di un ufficio?". In realtà, quelle vengono passate dall'Ufficio di Presidenza con rigore e controllo. Noi abbiamo anche apprezzato il fatto di dare la responsabilità all'Ufficio di Presidenza di valutare se siano congrue le richieste avanzate dai Gruppi consiliari, così come la trasparenza nella pubblicazione delle richieste.
Ci sono state invece delle valutazioni negative da parte di alcuni Gruppi in merito alla non disponibilità di spesa per quanto riguarda la comunicazione in generale. La comunicazione riguardava, nella scorsa legislatura, i volantini e i manifesti.
Noi riteniamo che in un momento di crisi del Paese come l'attuale sia comunque una scelta; è vero che è una scelta sofferta e difficile, perch alla fine la politica è in buona parte comunicazione, ed è ovvio che risulta difficile avere una riduzione di budget sulla comunicazione. Per credo che i Gruppi consiliari, come rappresentanti - in genere, nel 90% dei casi - di forze politiche presenti a livello nazionale - posto che alcune forze politiche rinuncino in toto ai rimborsi elettorali anche nella forma del 2% com'è previsto oggi dalla nuova normativa, e altri, invece, vi accedano - possano contribuire con risorse proprie alla propria comunicazione. Quindi, da questo punto di vista, pur se difficile, abbiamo compreso e lo abbiamo accettato, penso sia stata una notevolissima riduzione di spesa.
Come si evince dal fondo, per quanto riguarda il personale, su un budget (vado a memoria) di cinque milioni, quello utilizzato dai Gruppi consiliari è circa la metà, due milioni e mezzo, soprattutto perché è stato imposto il tetto del 60% per personale interno al Consiglio regionale o alla Regione. Tale soglia è stato difficile anche solo avvicinarla perch nel momento in cui si stanno contraendo le risorse del personale nella Regione e nei Consigli regionali, da parte dei Gruppi è arduo riuscire ad ottenere il distacco di dipendenti.
Quindi, la spesa è stata intorno a circa la metà di quanto messo a budget. Ed è una spesa già ridotta rispetto a quello che c'era nella scorsa legislatura. E' un fatto che anche noi abbiamo sottolineato, riconoscendo il momento di crisi e le difficoltà, ma un conto sono i costi della politica e un conto sono i costi della democrazia. Cioè, un Gruppo consiliare, magari piccolo o grande, che necessita di personale per lavorare, per affrontare i temi, le proposte di legge e le mozioni, se il personale viene ridotto di molto, ovviamente rischia di essere in difficoltà; però, lo accettiamo e lo riconosciamo, lo abbiamo sempre detto proprio perché è un momento di grande difficoltà per l'Ente.
Invece, avremmo sempre voluto tagliare ed efficientare la macchina regionale relativamente agli stipendi non dei dipendenti ma dei Consiglieri regionali e degli ex Consiglieri regionali, parlo soprattutto dell'annoso tema dei vitalizi. Questo comparto cuba per circa 20 milioni di euro su un totale di spesa corrente di 50 - mi corregga il Presidente del Consiglio se sbaglio - quindi, non dico la metà, ma il 40%, che è una cifra notevole.
Noi abbiamo operato una riduzione minima - e chiudo, Presidente - delle indennità dei Consiglieri regionali e dei vitalizi per la legislatura, ma avremmo dovuto fare molto di più, penso che i colleghi che interverranno successivamente lo confermeranno. E' un tema che abbiamo affrontato tutti gli anni, lo vogliamo riaffrontare anche in sede di discussione del rendiconto del Consiglio regionale.
Guardate che otto milioni di euro di vitalizi ad ex Consiglieri regionali, che spesso, magari, hanno altre pensioni o lavorano o hanno altre entrate, è uno scandalo! Noi riteniamo che lì potrebbero essere attinte le risorse per tagliare ulteriormente la spesa del Consiglio regionale, di cui riconosciamo il taglio cospicuo negli ultimi anni, ci mancherebbe altro verrebbe da dire, però riteniamo che si sarebbe potuto fare di più e ancora si può fare di più per il bilancio previsionale di quest'anno.
In conclusione, se in Consiglio regionale verrà individuato anche solo un minimo tesoretto - poi chiedo che il Presidente del Consiglio regionale ci dica esattamente anche quanto delle economie vanno in accantonamento e quanto può essere utilizzato come tesoretto in assestamento, se c'è ovviamente, perché noi abbiamo analizzato velocemente il bilancio del Consiglio regionale in quella seduta di Commissione e, poi, qui, oggi, in Aula - che si possa appostare in assestamento come abbiamo fatto negli scorsi anni, ovviamente in assestamento del bilancio della Giunta, sarà sicuramente un qualcosa di utile per far vedere che il Consiglio regionale risparmia e che quei risparmi tornano nella disponibilità della Giunta quindi per le politiche di sviluppo della Regione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Questo è solo il rendiconto, dopo il riaccertamento conosceremo quali saranno le disponibilità.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Anch'io volevo svolgere un breve intervento sul rendiconto del Consiglio regionale. E' sicuramente un atto dovuto, però sembra un po' un passaggio obbligato, che si deve compiere in modo veloce e quasi sbrigativo sia in Commissione come in Aula, invece è giusto, proprio perché sono i conti di casa nostra (intesa come casa dei Consiglieri di maggioranza e di opposizione), magari soffermarsi un attimo e leggere con attenzione i numeri, cosa che abbiamo fatto.
Se vogliamo, ci sono due modi di vedere le cose, uno è quello dato dalle cifre, che comunque sono sempre oggettive; quindi, da quel punto di vista, il nostro rendiconto si presenta come qualcosa di spendibile anche di fronte all'opinione pubblica, che pure si è allontanata e ha avuto una sorta di disprezzo per la politica, per via dei fatti che conosciamo bene quelli legati a Rimborsopoli e quant'altro.
Si diceva - questo non lo diciamo solo noi del Movimento 5 Stelle, lo dicono anche altri colleghi di altri Gruppi - che, purtroppo, la popolarità dei Consiglieri regionali a livello nazionale, di questi tempi, è piuttosto bassa, proprio per via degli scandali che sono saliti agli onori delle cronache non solo in Piemonte ma anche in altre Regioni, la prima che mi viene in mente è il Lazio.
Parlo di numeri spendibili perché rappresentano una delle uscite che costantemente diminuiscono, però, se leggiamo dentro i numeri, in realtà come diceva il collega Bono, forse si può ancora fare di più e meglio.
Questa è la prima legislatura post Rimborsopoli che sta cercando di scrivere una pagina nuova anche dal punto di vista dei costi della politica; infatti, come già richiamato, i fondi destinati ai Gruppi consiliari sono più bassi rispetto alla scorsa legislatura, anche rispetto all'ultimo anno della scorsa legislatura, dove erano già scesi. Sono 7.500 euro all'anno a Consigliere che non vengono più erogati direttamente, come accadeva in precedenza, bensì fanno parte della dotazione di ciascun Consigliere, grazie alla quale vengono forniti beni e servizi provenienti da una tabella che descrive ciò che i vari Consiglieri possono richiedere.
Se da questo punto di vista si è operato più che bene e si è avviata bene la legislatura, ancora vediamo delle ombre accanto alle luci. L'ha detto giustamente il collega, si è agito molto e non tanto sui costi della politica quanto sui costi della democrazia, ad esempio la riduzione dei fondi per il personale dei Gruppi consiliari, alla quale probabilmente non è corrisposta un'adeguata riduzione dei costi anche per il personale della Giunta, contribuendo con ciò a creare uno squilibrio di forze tra le potenzialità dei Gruppi consiliari e quelle degli Assessori.
Dall'altra parte, invece, si è fatto molto poco sui costi della politica, quindi sul costo che nell'economia familiare del Consiglio regionale abbiamo proprio noi Consiglieri. In questo sia il sottoscritto che i colleghi del Gruppo assumiamo volentieri il ruolo di pittime nel ricordare ogni volta gli interventi che si sarebbero potuti e dovuti fare: in primis i vitalizi, per i quali noi avevamo chiesto l'abrogazione in senso retroattivo o, come minimo, la non corresponsione a coloro i quali avessero maturato il diritto ma che ancora non ne fruivano - su questo forse, abbiamo visto delle tardive aperture.
In secondo luogo, le retribuzioni: è stata già citata la nostra proposta di legge che era un po' più drastica e il nostro in qualche modo venire incontro alla maggioranza proponendo ciò che essa stessa aveva non proposto ma annunciato. A distanza di un altro mesetto da quando ne abbiamo parlato l'ultima volta, sottolineo di nuovo che non ci sono aggiornamenti rispetto agli annunci, quindi questa famosa proposta di legge promessa da Chiamparino, da Renzi, da Laus e da Gariglio - chi più ne ha più ne metta rimane ancora allo stato attuale una promessa e non c'è nulla di concreto al riguardo.
Allora, nel salutare il rendiconto del Consiglio regionale 2014 tengo ancora una volta a sottolineare che si va avanti sui costi della politica per annunci.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Sono d'accordo con i colleghi che si può ancora fare molto sui costi di questa struttura, chiaramente non tagliando l'energia elettrica agli ultimi banchi, come questa mattina, perché ci mettete in difficoltà, ma ci sono altri modi per regalare alla collettività un po' dei costi che attualmente sostiene il Consiglio regionale per il suo funzionamento. Sicuramente si potrebbe partire dai costi della politica; dalla retribuzione dei Consiglieri e dai vitalizi, ma anche da costi di funzionamento dell'Ente che dovrebbero necessariamente andare verso una riduzione attuabile termite un dematerializzazione di molti strumenti cartacei e formali che utilizziamo.
Diciamo che il cammino sulla digitalizzazione degli strumenti che utilizziamo è già stato affrontato; è un cammino che in gran parte è stato fatto, però a livello di riduzione della massa cartacea che utilizziamo all'interno del Consiglio potremmo ancora fare qualcosa, con evidenti benefici ambientali e in termini di costi, che non sono solo i costi delle carta o delle stampanti, ma anche di costi relativi agli archivi che noi abbiamo a disposizione del Consiglio per conservare tutta la documentazione che, nel momento in cui possono diventare archivi digitali, possono evitare al Consiglio di utilizzare spazi, di utilizzarli in altra maniera o addirittura alienarli.
Con l'augurio che ci possa veramente essere ancora una riduzione del costo, del nostro costo, del nostro lavoro, mi auguro che nei prossimi anni si possa ancora fare qualcosa.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Un'analisi dei dati di bilancio del Consiglio regionale, di questa rendicontazione del Consiglio regionale, ci evidenzia il dato positivo nei pagamenti e nelle uscite: dal 2011 al 2014 vi è stata una riduzione significativa da 90 milioni e 638 mila euro a 60 milioni e 862 mila euro.
Questo a testimonianza che quando si vuole si può fare una significativa spending review anche sul bilancio dei Consigli regionali.
Ciò, comunque, non toglie che la consistenza dei residui passivi - e questa è una nota non proprio positiva - è percentualmente aumentata perché se nel 2011 con 27 milioni su 90 milioni percentualmente questo cubava circa un 30%; attualmente, con 28 mila e 500 mila euro, i residui passivi vanno a cubare, rispetto ai pagamenti, per un 50%.
Altro discorso va fatto sulle entrate dell'esercizio nel momento in cui, rispetto all'entrata dell'esercizio di 109 milioni, vengono riscosse a tal proposito, volevo chiedere il motivo di questa riscossione inferiore rispetto all'entrata in esercizio - solo 61 milioni che vanno a coprire i 60 milioni di pagamenti, ma mantengono una quota di residui attivi di 40 milioni.
Volevo quindi capire come mai questa cifra di 40 milioni rimane in questa voce del bilancio e non avviene questa riscossione.
Noi comunque crediamo che sui costi della politica possano essere fatti ulteriori passi in avanti, sia per quanto riguarda i vitalizi, che, come abbiamo più volte ripetuto, si possono tranquillamente ridurre, visto che anche gli ex Consiglieri hanno fatto ricorso con una diminuzione del 10% di questi vitalizi.
La scelta migliore era andare a risparmiare completamente questi otto milioni che gravano sul nostro bilancio, per poter avere un rendiconto decisamente più positivo che avrebbe consentito, nell'assestamento, di fare spostamenti decisamente più significativi.
Ripeto: anche per quanto riguarda l'identità dei Consiglieri regionali crediamo si possano fare passi in vanti; si possa andare a riconoscere i versamenti all'INPS dovuti, ma con forte risparmi, riducendo significativamente l'identità dei Consiglieri.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Faccio un altro appello, perché noi continuiamo ad essere senza corrente - tra un po' accendiamo anche le candele - con il rischio che si spengano inesorabilmente i computer.



PRESIDENTE

Mi dicono che fino a quando è in corso la seduta non si pu intervenire.



FREDIANI Francesca

Se rimaniamo senza supporti informatici, siamo persi.



PRESIDENTE

C'è tanta fantasia, utilizziamola.
Prego, Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Sì, ma la fantasia si basa su dati oggettivi, come il rendiconto, ad esempio, documento rispetto al quale abbiamo espresso delle osservazioni. I colleghi che mi hanno preceduto sono andati molto sul dettaglio e sul tecnico, quindi io mi limito a riprendere i concetti fondamentali, ossia il fatto che noi abbiamo delle proposte per consentire a questa Amministrazione ulteriori risparmi.
Ci siamo battuti; c'è stato un dibattito e un aspro confronto sul tema dell'indennità dei Consiglieri; così come sul discorso sul tema dei vitalizi. Ci siamo scontrati più volte in Commissione, ne abbiamo discusso anche qui in Consiglio, quindi a questo punto ci aspettiamo che si possa riprendere il dibattito e che si arrivi finalmente a vedere qualcosa di concreto.
Diciamo che questo sarebbe veramente un segnale forte che consentirebbe un risparmio incisivo sui conti della Regione. Rispetto alle altre spese su cui ancora potremmo intervenire per migliorare questo rendiconto, come diceva il collega Mighetti, c'è ancora molto da fare sul tema dell'informatizzazione.
Questa è un'Amministrazione che riproduce ancora troppa carta e forse investe poco in formazione del personale. Questa è una delle voci su cui bisognare lavorare parecchio, proprio per consentire che si possa diffondere un migliore e più efficiente utilizzo degli strumenti informatici. In questo caso si tratterebbe di un investimento, quindi di una spesa che comunque porterebbe, nel tempo, ad un ritorno economico e a vantaggi, sia in termini di gestione delle informazioni sia di risparmio del materiale.
Non tagliamo la formazione, ma tagliamo le spese effettivamente eccessive. Anche dal punto di vista della comunicazione, bisognerebbe analizzare bene i canali attraverso i quali andiamo a comunicare le attività e, quindi, valutare se si possa ancora intervenire per abbattere i costi, magari riducendo anche qui la quantità di informazioni che girano su carta e potenziare quelle che vengono trasferite ai cittadini in formato telematico.
Abbiamo ancora tanti piccoli punti su cui intervenire: sono piccoli interventi mirati, ma che potrebbero effettivamente consentire risparmi che, sommati, consentirebbero di raggiungere cifre significative.
Ovviamente, il nostro pezzo forte rimane quello relativo ai tagli delle indennità e ai vitalizi dei Consiglieri delle ex legislature. Su questo punto noi confidiamo di poter riaprire e concludere la discussione giungendo finalmente ad un soluzione che sia il più possibile ragionevole e condivisa da tutto il Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Non posso che ribadire i dubbi espressi anche dai miei colleghi sui residui attivi, su cui vorremmo avere maggiori delucidazioni. Dopodich constatiamo con rammarico i pochi sforzi che sono stati fatti per ridurre una voce di costo importante, che era quella che corrispondeva alle nostre proposte di riduzione vera delle indennità e dei vitalizi ancora in essere proposte che sono state finora entrambe respinte non avendo trovato il consenso della maggioranza di questo Consiglio.
Inoltre voglio far notare, visto che si parlava di servizi informatici che l'infrastruttura informatica è molto importante anche per la sostenibilità delle spese del Consiglio. C'è già stato il buon lavoro fatto per le procedure informatiche e per i supporti a questo Ente importante che sicuramente ha modernizzato e anche velocizzato le procedure consentendo dei risparmi; ma ulteriori risparmi secondo noi sono possibili per esempio tramite l'informatizzazione di tutte le procedure del Consiglio.
Auspicheremmo quindi anche una riduzione dei costi materiali di tutto ciò che concerne il normale funzionamento di quest'Aula e dei Gruppi consiliari; per esempio procedendo, a partire dalle infrastrutture che già abbiamo, per l'informatizzazione totale degli emendamenti, per consentire le presentazioni certificate e digitali.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere.
Invito i colleghi al silenzio, altrimenti il collega Valetti non riesce nemmeno ad ascoltare se stesso.



VALETTI Federico

Dicevo che l'informatizzazione completa degli atti è un qualcosa che ci darebbe sicuramente dei vantaggi nello snellimento del lavoro e delle procedure, ma anche un risparmio consistente nella produzione di materiale legislativo ed emendativo, che sappiamo aumentare esponenzialmente qualora le opposizioni sentano le loro voci non opportunamente ascoltate. E questo è sicuramente un notevole costo in carta della democrazia, che stiamo vedendo anche su numerosi provvedimenti attualmente in discussione nelle Commissioni.
Chiediamo quindi maggiore informatizzazione e ancora maggiore efficientamento. Fino adesso sono state fatte delle buone cose e lo riconosciamo, tant'è che il sistema informativo del Consiglio piemontese è preso ad esempio anche da altre Regioni. Ancora dei miglioramenti si possono fare, andando verso quella digitalizzazione che si chiede, verso l'apertura totale degli atti e verso un risparmio economico.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Sarò breve perché i miei colleghi sono stati chiari e concisi: tutti quelli che mi hanno preceduto hanno detto in gran parte loro quello che anche io sostengo.
Io non conosco il rendiconto degli anni precedenti, essendo alla mia prima esperienza; valutando il rendiconto del 2014, devo ammettere c'è stato un miglioramento e bisogna rendere merito di quei piccoli passi avanti che il Consiglio ha messo in atto, anche se noi continuiamo a sostenere la tesi che bisogna ancora di più tagliare e utilizzare al meglio le risorse che si hanno a disposizione, perché vi ricordo che si tratta comunque di soldi pubblici e che quindi vanno gestiti e amministrati come farebbe un buon padre di famiglia all'interno del suo domicilio con i suoi cari e i suoi figli.
Noi crediamo che si debba ancora di più continuare a lavorare sulla riduzione dei vitalizi, operando quindi quel taglio netto e deciso su questi assegni in data retroattiva. E anche per quanto riguarda gli stipendi ci sarebbe ancora da lavorare.
L'informatizzazione è stata citata da tutti, ma noi non ci stancheremo mai di continuare su questa strada, perché lavoriamo con troppa carta e il sistema cartaceo - ahimè - è ancora attivo e vi si spreca ancora denaro quando si potrebbe fare un buon lavoro di continuità attraverso la rete realizzando sicuramente anche un risparmio.
Valutando il rendiconto, mi sono resa conto che c'è una maggiore spesa dedicata ai costi per direzione e amministrazione e poi per il personale, i sistemi informativi e tutte le spese correnti.
Noi auspichiamo e ci auguriamo che per il prossimo anno il rendiconto 2015 sia sempre in miglioramento e che si possano ulteriormente risparmiare le risorse che, ripeto, sono pubbliche.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Batzella.
Comunico che il numero legale è sempre 26.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 76, come emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Do atto per il verbale che la Consigliera Batzella, che non ha potuto esprimere il suo voto per motivi tecnici, ha inteso votare in senso contrario.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 4) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 80 "Ufficio del Difensore Civico" - (articoli 1, 12, 13 e 14, legge regionale 9 dicembre 1981, n. 50 mod. dalle leggi regionali n. 17/2000, 4/2008 e 8/2013) - designazione del Difensore Civico

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 91 "Fondazione 20 marzo 2006" - (articolo 11 Statuto dell'Ente) - Consiglio di Amministrazione - designazione di 1 componente

Argomento: Presidente della Giunta Regionale

Proposta di deliberazione n. 85 "Fondazione 20 marzo 2006" - (articolo 13 Statuto dell'Ente) - Collegio dei revisori dei conti - designazione di 1 membro effettivo


PRESIDENTE

Comunico ai fini della votazione che, ai sensi del comma 4 dell'articolo 79 del Regolamento del Consiglio regionale, nel caso si debba procedere alla nomina di non più di due persone, saranno considerati eletti i candidati che hanno raggiunto la maggioranza assoluta dei votanti. Se tale maggioranza non è raggiunta alla prima votazione, in seconda votazione sono eletti i candidati che hanno riportati il maggior numero dei voti.
Rammento infine che occorre prestare attenzione - in pratica, tutta quella che non state prestando in questo momento - al momento della votazione, poiché ci sono ipotesi in cui più candidati hanno lo stesso cognome; in tal caso occorre scrivere sulla scheda anche il nome.
Mentre si procede alla distribuzione delle schede, invito i Capigruppo a venire un minuto al banco della Presidenza.
Nomino scrutatori i Consiglieri Benvenuto e Molinari.
Prego la Consigliera Segretaria Motta di procedere all'appello nominale.



(La Consigliera Segretaria Motta effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata. Sono stati effettuati due appelli nominali.
Si proceda allo spoglio delle schede.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame proposta di deliberazione n. 87, inerente a "Istituzione di una Commissione speciale con compiti di indagine conoscitiva per la promozione della cultura della legalità e il contrasto dei fenomeni mafiosi"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 87, inerente a "Istituzione di una Commissione speciale con compiti di indagine conoscitiva per la promozione della cultura della legalità e il contrasto dei fenomeni mafiosi", presentata dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Volevo lasciare spazio a qualcuno della maggioranza, ma nessuno si è offerto!



PRESIDENTE

Loro sono generosi e lasciano sempre spazio alle opposizioni!



FREDIANI Francesca

Speriamo! Me lo auguro.
Si tratta di una discussione molto importante per noi, anche perch come ricorderete, tutto è nato da una mozione che ho presentato qualche mese fa e che è stata votata all'unanimità dal Consiglio regionale.
Con quella mozione si chiedeva, per l'appunto, di istituire una Commissione che era già presente nella scorsa legislatura e che riteniamo molto importante per quanto riguarda l'attività sul territorio di un organismo politico come la Regione Piemonte.
Sappiamo bene che la nostra Regione detiene un triste primato, che è quello della prima Giunta comunale sciolta per mafia: per chi non lo sapesse, si tratta del Comune di Bardonecchia, situato in Val di Susa valle in cui viviamo sia io che la collega Batzella.
Tutto questo accadde nel 1995 e, almeno per me, che ho vissuto da vicino questa vicenda, essendo appunto residente in quella valle, fu una sorta di "fulmine a ciel sereno", perché non ci aspettavamo che proprio in un Comune del Piemonte, in più dell'alta Valle, si potesse verificare una situazione del genere. Ancora non c'era la coscienza del livello di infiltrazione mafiosa che si era raggiunta nel nostro territorio.
In realtà, chi era già più addentro ai meccanismi della politica e dei lavori pubblici non è rimasto troppo stupito da quanto accaduto a Bardonecchia, dove, a seguito della legge del soggiorno obbligato, erano arrivati molti esponenti della malavita organizzata dal Sud; esponenti che come il boss locale Rocco Lo Presti, hanno instaurato un vero e proprio sistema di malavita che ha proliferato per più di quarant'anni in alta Val di Susa. I risultati si sono visti, soprattutto nell'impatto sul territorio, nella cementificazione della valle, ma anche nei tentativi spesso riusciti e spesso andati a buon fine, di infiltrazione negli appalti. Da lì in poi l'organizzazione mafiosa è diventata un qualcosa che non stupisce più in Piemonte e in tutto il nord Italia.
Diverse indagini hanno portato alla luce una struttura organizzata e ben radicata sul territorio, molto spesso, purtroppo, intrecciata alla nostra politica: parliamo dell'indagine "Cartagine" del 1994; a seguire abbiamo visto più recentemente l'indagine "Minotauro", fino alla recentissima operazione "San Michele". Tra l'altro, oggi c'è stata la prima udienza del processo scaturito da questa indagine, e con rammarico abbiamo appreso che la Regione non si è costituita Parte Civile. Per noi sarebbe stato un segnale importante, perché avrebbe rappresentato un messaggio di presenza forte, soprattutto alla luce delle indagini e di quanto è emerso.
Ricordiamo che dall'indagine San Michele è emerso un sistema ben radicato e la presenza di numerosi locali, in Comuni più o meno grandi del Piemonte (parliamo di Volpiano, di Moncalieri, di Cuorgné, di San Giusto Canadese, di Rivoli). Abbiamo visto i tentativi di infiltrazione che riguardano soprattutto le grandi opere, e qui - scusatemi - non posso non citare il TAV, dove abbiamo visto che delle aziende già in odore di mafia hanno lavorato all'interno del cantiere.
Con questa Commissione vorremmo offrire alla Regione uno strumento per controllare questi tentativi di infiltrazione, al fine di predisporre un adeguato impianto normativo che consenta proprio di tutelare la nostra Regione da queste infiltrazioni, nonché per dare un'adeguata formazione anche a tutti i soggetti che operano nella politica, al fine di rendersi conto quando ci si trova di fronte a persone che operano nell'ambito mafioso. Questo perché, da quanto si apprende dai mezzi di informazione ma anche da intercettazioni poi diffuse a seguito delle indagini, molto spesso il politico dichiara di non essersi reso conto di avere avuto a che fare con esponenti della malavita organizzata.
Pertanto, ci vorrebbe anche una sorta di "formazione" nei confronti della politica, per capire non dico come distinguere un mafioso da una persona onesta, ma almeno per riuscire a comprendere certi meccanismi e analizzarli. Questo perché chiaramente - può far sorridere! - il mafioso non va in giro con la coppola, il sigaro in bocca e la lupara a tracolla: così sarebbe facilmente riconoscibile! Ma proprio per questo sarebbe importante riuscire ad analizzare e a recepire quei segnali che provengono da certe situazioni, per capire se ci troviamo veramente di fronte ad un tentativo di infiltrazione mafiosa, oppure se un appalto può risultare appetibile per alcune organizzazioni, ed intervenire in tempo utile, e non sempre e solo quando si è già realizzato il crimine.
Con questa Commissione noi contiamo di dare un aiuto a noi stessi includendo anche la sottoscritta - per riuscire a interpretare i segnali per porre rimedio con adeguati strumenti normativi, per riuscire a trovare degli strumenti che ci permettano di tutelare noi stessi e la collettività dai tentativi di infiltrazione mafiosa e anche per fare, ovviamente attività di formazione per collaborare con tutti i soggetti che operano in quest'ambito.
Tutto ciò per creare, finalmente, una vera e propria rete, che per agisca in modo pratico e che non sia soltanto una struttura dedita ad organizzare convegni, incontri e discussioni, ma che sia un qualcosa che possa offrire un aiuto pratico alla collettività, al fine di creare una rete che consenta di respingere e finalmente distruggere questo sistema che si è creato sul nostro territorio e che sta creando danni economici, e non solo, di immane portata.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola elementare "S. Pellico" di Frossasco (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe V della Scuola elementare "S. Pellico" di Frossasco in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame proposta di deliberazione n. 87, inerente a "Istituzione di una Commissione speciale con compiti d'indagine conoscitiva per la promozione della cultura della legalità e il contrasto dei fenomeni mafiosi" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame della proposta di deliberazione n. 87, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola la Consigliera Conticelli; ne ha facoltà.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Avevamo già avuto modo di confrontarci in Aula su questo tema. Io resterei dell'idea che la legalità, più che essere agitata, dovrebbe essere esercitata. Invece spesso la politica fa difficoltà ad uscire dalla cronaca rispetto a questi temi.
Fare la cronaca di quello che succede non è nostro compito; ci sono altri che lo fanno, e lo fanno meglio di noi.
Il nostro è un compito di tipo legislativo ed è differente anche dal compito di altri enti locali, come i Comuni, che si sono dotati di Commissioni per la legalità. Questa era la ratio del documento di indirizzo che era stato approvato dal Consiglio.
Parlare di legalità non significa solo parlare di grandi appalti anche se magari questi conquistano i titoli della cronaca, mentre altri eventi no - ma significa anche parlare di gioco d'azzardo compulsivo significa parlare di usura, significa parlare di pizzo, significa parlare di tutta una serie di comportamenti che vanno nell'ottica di quello che è stato anche recepito dal Nuovo Codice degli Appalti, che peraltro include delle norme europee e che è in fase di approvazione. Altrimenti rischiamo di dirci sempre la solita ricetta, che sappiamo tutti, anche sugli appalti: "No agli appalti sotto soglia, no agli appalti al massimo ribasso, no agli affidamenti diretti".
Ebbene, ritengo che il nostro sia un compito un po' diverso dal mero controllo o dall'indagine - perché l'indagine la fa la Magistratura, e credo che sia sano e buono che la faccia la Magistratura - e che sia anche un compito un po' diverso dalla semplice sensibilizzazione. Su questo sono contenta che concordi anche la collega Frediani.
Il nostro, però, è un compito legislativo. E' per questo che nella mozione si chiedeva una Commissione permanente che avesse all'interno proprio come proposta legislativa, anche chi fa un mestiere diverso dal nostro: chi fa ricerca all'Università e chi si occupa di indagini, cioè la Magistratura. Ne abbiamo già parlato, ma penso che mettere in guardia sulle grandi opere per paura di infiltrazioni mafiose sia, come dire, che non respiriamo perché c'è l'inquinamento: dobbiamo sconfiggere l'inquinamento e lo si può fare. Lo si può fare, come dicevo, anche e soprattutto in termini di semplificazione burocratica, mentre spesso si va nell'ottica opposta, aggiungendo cavilli e lacciuoli burocratici che rendono più facili le infiltrazioni.
Come classe politica, credo che dovremmo essere soggetto attivo e non sempre e solo destinatari di noi stessi quando parliamo di legalità, per cui ben vengano le ricerche. Però, se non vogliamo poi finire all'ennesimo convegno che, ripeto, magari può servire per avere un titolo sui giornali ma non fa nessun servizio alla comunità che amministriamo, ritengo che questa Commissione sia un primo step verso il recepimento di ciò che la mozione chiedeva, quindi una Commissione di tipo permanente aperta come la Commissione pari opportunità; in secondo luogo, una Commissione che abbia anche una capacità trasversale di proposta legislativa utilizzando le Commissioni permanenti competenti. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente. Anch'io porterò un breve contributo su questo tema che, come sa, mi è molto caro.
I fatti sono sotto gli occhi di tutti, li abbiamo visti ancora con la pubblicazione delle motivazioni della sentenza del processo Minotauro della settimana scorsa. Hanno già ricordato alcuni elementi importanti le colleghe che mi hanno preceduto. E' acclarato ormai ciò che in questi anni pian pianino è emerso, prima nelle indagini e poi confermato nei processi in diverse zone del Piemonte e della Lombardia, con le diverse operazioni già ricordate: Albachiara, Crimine Infinito, Minotauro, San Michele. Siamo di fronte a un percorso in evoluzione , che in questi anni ha visto prima un'infiltrazione - come già ricordavano le colleghe - e poi una vera e propria colonizzazione, così come la definisce la Direzione Nazionale Antimafia.
Vi è una colonizzazione da parte delle organizzazioni mafiose, e in particolare della 'ndrangheta, che ha portato a un sostanziale radicamento quindi non possiamo più parlare di semplice infiltrazione nei nostri territori, ma dobbiamo parlare più correttamente di un radicamento, certo a macchia di leopardo, perché anche qui non possiamo permetterci superficialità né generalizzazioni: non tutti i territori hanno gli stessi problemi e con la stessa profondità. Quindi infiltrazioni e colonizzazione ci portano a parlare sostanzialmente di un radicamento a macchia di leopardo anche nella nostra regione.
Una colonizzazione che si è sviluppata soprattutto grazie a quello che è stato definito un cono d'ombra, cioè è stata facilitata dal fatto che per anni non si è parlato di questi argomenti o lo si faceva poco e, quando l'argomento veniva tirato fuori, le reazioni di tutti, a partire dalla politica, erano o di negazione o di minimizzazione del fenomeno. Questi due atteggiamenti hanno facilitato prima l'infiltrazione e poi la colonizzazione.
Oggi, per fortuna, non assistiamo più a questi atteggiamenti purtroppo, però, siamo arrivati a questo punto perché l'Italia ancora una volta si rivela su questi temi il Paese del giorno dopo, cioè l'Italia si sveglia dopo le stragi, dopo le retate con centinaia di arresti, quando ormai - per usare una metafora medica - la malattia è in stato avanzato.
Oggi, da un lato, culturalmente abbiamo preso atto che il problema esiste e che parlarne non significa parlare male della propria terra, ma significa amare la propria terra; dall'altro lato, però, prendiamo anche atto che siamo un po' in ritardo. Siamo in ritardo per la presenza mafiosa ormai accertata, ma anche perché, al di là della presenza mafiosa nei nostri territori, assistiamo - se mi permettete - anche a una "mafiosizzazione" della società in due direzioni: 1) nella direzione che alcuni comportamenti che per anni abbiamo ritenuto appartenere solamente a chi era parte attiva dei clan, oggi invece vediamo che sono diventati abiti di comportamento anche per chi non è tecnicamente mafioso, ma si comporta come tale, e questo è un altro fenomeno che paradossalmente riguarda più i nostri territori di altri; 2) poi c'è la questione che anche nei nostri territori, ormai è acclarato anche in sede processuale, abbiamo delle forti sacche di omertà, e lo abbiamo visto nei processi: imprenditori vittime di estorsioni non denunciavano e poi anche al processo pochissimi sono riusciti a testimoniare.
E ancora, la zona grigia: anche nel nostro territorio pezzi (anche qui ricordiamoci di non generalizzare mai, perché non faremmo un bene a noi stessi, alle nostre comunità) dell'economia, pezzi della politica purtroppo qualche volta pezzi delle istituzioni (penso anche ai tanti Comuni sciolti per mafia anche nella nostra regione). La zona grigia anche da noi si è rivelata la vera forza delle mafie, perché quando ci diciamo che la forza delle mafie sta fuori dalle mafie, ci diciamo semplicemente che, se i mafiosi non trovassero nei pezzi di società non mafiosa un appoggio, una relazione, non avrebbero nessuna forza. Sono forti perch trovano sponde e spazio per agire.
Accertato questo, la domanda è: che fare? E qual è, in questo caso, il compito della politica? Credo che sia la domanda principale. Nel come risponderemo a questa domanda, credo daremo il senso all'istituzione di questa Commissione di cui stiamo discutendo.
Cerco molto brevemente di identificare tre assi principali.
Il primo - anche questo l'hanno già accennato le mie colleghe - è lo studio: chi ha il compito di decidere per il bene comune deve approfondire soprattutto questi temi, deve superare gli stereotipi che spesso ci sono su questi argomenti e superare anche il racconto giornalistico, che ha degli obiettivi diversi da quelli che abbiamo noi. Occorre capire quali sono i settori più interessati, quali sono le dinamiche di infiltrazione e di colonizzazione, quali sono i rapporti con i pezzi di società non mafiosa come ci sia un gioco di interessi reciproci. Tutto questo, se vogliamo arrivare a proporre anche delle norme, dei punti di attenzione su alcuni elementi, dovremo prima di tutto farci dare una mano ad approfondire la faccenda.
Secondo: la promozione di politiche di prevenzione e contrasto chiaramente in collaborazione con le altre Commissioni, il Consiglio, la Giunta. Io immagino una Commissione che sia un po' pungolo, ognuno per i propri ambiti, al fine di mettere l'attenzione su questioni che magari nella gestione ordinaria potrebbero essere poco considerate, quando invece avrebbero bisogno di più attenzione, quindi immagino una promozione di normative, di programmi, di punti di attenzione e di focalizzazione.
C'è poi un terzo elemento, già presente nel documento che ci viene proposto, che è la promozione della cultura della legalità. Non possiamo non dire che questo può sembrare uno slogan, ma in realtà c'è un elemento secondo me fondamentale, che riguarda il compito della politica. L'ho già detto in altre occasioni e anche in quest'Aula, ma lo ribadisco: la Magistratura arriva dopo, arriva quando il problema è già conclamato. Se noi vogliamo avere un ruolo, dobbiamo fare tutti gli sforzi possibili affinché su queste questioni si arrivi prima. Si deve arrivare prima perché altrimenti ci sovrapponiamo e, in tutta sincerità, devo dire che non serve a niente fare qualcosa che verifichi alcune cose che ha già accertato la Magistratura, cioè potremmo dedicare il nostro tempo ad altro.
Quindi il nostro sforzo, lo sforzo della politica, deve essere quello di arrivare prima, e uno degli elementi, ovvero la promozione della cultura della legalità, è fondamentale perché ci aiuta a far sì che la società non mafiosa sempre di meno sia attratta nella dinamica di scambio di reciproci interessi e che le persone che si troveranno di fronte a episodi e a richieste sappiano sempre distinguere prima di tutto, dire di no e agire secondo i principi della legalità democratica.
Concludo, signor Presidente, anzitutto ribadendo quanto dicevo prima, e cioè che non dobbiamo avere paura di parlare di questo tema, perché non stiamo parlando male dei nostri territori, ma vogliamo arginare, combattere e fare tutto ciò che è in nostro potere per liberare i nostri territori da questo male assoluto.
Infine vorrei auspicare che, in questa partita sempre molto delicata ognuno di noi e tutte le forze politiche si agisca con il più alto senso delle istituzioni possibile, mi viene da dire più che in altre situazioni il più possibile evitando personalismi, strumentalizzazioni, perché faremmo un male a quest'Aula e ai cittadini.
Credo che lo sforzo di tutti debba andare nella direzione di mettere insieme le parti e di lavorare mettendo al centro le istituzioni.
Termino con le parole del generale Dalla Chiesa, che ci insegnò tante cose e che disse che non sconfiggeremo mai le mafie fino a quando una tessera di partito - ed io aggiungo - un voto o il consenso verrà prima del senso dello Stato. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Rossi.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
In questi giorni, mi sono letto la relazione, relativa al 2014, della Direzione nazionale antimafia. C'è veramente da rimanere sbalorditi sulla situazione di questo Paese, che vede una serie di organizzazioni criminali detenere, in particolar modo la 'ndrangheta, il predominio a livello mondiale nel commercio delle droghe, ma non solo.
Vi sono varie inchieste sui porti dove transitano le sostanze stupefacenti, in particolar modo il porto di Gioia Tauro, dove la 'ndrangheta controlla le cooperative che reclutano i lavoratori.
In Italia la criminalità organizzata ha avuto, e purtroppo hanno ancora, un peso economico notevolissimo, nonostante che le transazioni economiche della 'ndrangheta avvengano all'estero. Ciò non toglie che la 'ndrangheta controlla, soprattutto nel settore edile (questo è quanto viene riportato dalla Direzione antimafia) numerose aziende e l'Expo ne è una testimonianza, nel senso che a 60 aziende è stata impedita la possibilità di avere appalti nell'Expo. Questo è un dato veramente rilevante che sta a indicare il grado di penetrazione nel tessuto economico del Paese da parte della criminalità organizzata, che sempre più, come diceva il Consigliere Rossi, si espande al Nord.
Io, come credo i miei colleghi, sono vissuto nell'ambiente del Nord, un ambiente dove il lavoro è sempre stato importantissimo, ma dove non vi è assolutamente mai stata una cultura propensa alla formazione di associazioni criminali - al massimo, penso alla mala di Milano, che faceva rapine, ma non criminalità di stampo mafioso - mi ritrovo sbalordito di fronte a politici, Assessori, come per esempio in Lombardia, dove addirittura vi è stato uno scambio di voti con la criminalità organizzata.
Questo a testimoniare che la criminalità organizzata controlla fette del territorio qui al Nord. Pensate che pochi anni fa il Prefetto di Milano si rifiutava di riconoscere la presenza al Nord della criminalità organizzata e oggi ci troviamo in questa situazione. Bisogna comprendere perché lo sfaldamento del tessuto sociale ed economico del Settentrione e non solo ha consentito queste infiltrazioni di tipo mafioso.
Che cosa è successo? La Direzione nazionale antimafia ci indica la presenza di un'area grigia, perché se la criminalità organizzata prende possesso di aziende che fatturano e fanno profitti, vi è tutta una rete di liberi professionisti che intessono rapporti con queste aziende e quest'area grigia è la stessa che intesse rapporti con il mondo politico ed economico ufficiale.
Quindi, quest'area grigia va analizzata nel dettaglio; è necessario valutare qual è l'effettiva situazione di sfaldamento di una realtà che perde sempre più riferimenti etici corretti. L'importanza di questo ordine del giorno sta nel fatto che si indica come primo livello quello dell'analisi della situazione.
Il Piemonte, con le varie operazioni antimafia, da Minotauro ad Albachiara, ne è coinvolto, ma pensiamo anche al delitto Marcoli avvenuto nel Novarese, a seguito del quale addirittura si parlò di un tentativo di affiliazione della criminalità semplice alla criminalità organizzata.
Questo è un passaggio molto difficile, perché entrare nella criminalità organizzata significa essere alla mercé di quell'organizzazione e quindi qualsiasi atto scellerato va compiuto pena la morte dell'affiliato, quindi è un passaggio importante. Avere nel Novarese persone che sono disposte a compiere degli omicidi pur di affiliarsi in qualche modo o avere un riconoscimento dalla criminalità organizzata crea sgomento.
Certamente, anche la nomea di queste organizzazioni incombe: basta dire 'ndrangheta per suscitare grande paura in persone che hanno attività commerciali o qualsiasi altro tipo di attività, il che spiega anche la mancanza di testimonianze. Tra l'altro, la 'ndrangheta è l'associazione criminale con il minor numero di testimoni che ne svelano i segreti più intimi.
Credo che qui al Nord ci sia un grande lavoro da compiere e che questa Commissione lo possa fare, che possa andare ad analizzare, ma anche a fare proposte importanti perché sappiamo che i settori più infiltrati sono quelli del trasporto terra, dove una legge statale consentì di avere il certificato antimafia per i subappalti, ma non per i subcontratti. Ora, il trasporto terra è un subcontratto; in questo modo, secondo quanto dicono i rapporti, il 90% del trasporto terra è controllato dalla criminalità organizzata. Sono coinvolti l'edilizia, il trasporto terra, il ritombamento delle cave, l'utilizzo di rifiuti come sottofondo stradale.
L'autostrada Brescia-Bergamo, la famosa Brebemi, secondo quanto dice il PM che ha svolto le indagini, è stata costruita solo per interrare i rifiuti e non per le sue effettive necessità di trasporto viario, tanto è vero che i dati di traffico sono veramente bassissimi se confrontati poi con il business dell'interramento dei rifiuti. Però c'è da rimanere sbigottiti se a me, Consigliere regionale, dopo aver chiesto all'ANAS che tipo di materiali sono stati interrati sotto l'ampliamento della strada statale 32 Novara-Arona, l'ANAS ha risposto che non posso chiedere questi dati perché non sono un soggetto interessato. Questo è successo recentemente, due settimane fa.
Tale risposta è emblematica di una mancanza di trasparenza. Vorrei capire perché un Consigliere regionale, poiché ha una funzione di indirizzo e controllo, non può avere questa documentazione. Si tratta di un ampliamento che ha portato a grandi interramenti di materiale come sottofondo stradale. Oltretutto, abito in quella zona e non vedo chi più di me possa essere interessato della questione.
Questa è la risposta che mi ha fornito la Direzione dell'ANAS regionale; se volete, ve la fornisco.
Quindi, ci sono una serie di attività economiche, attività anche pubbliche che vanno seguite passo dopo passo e credo che questa Commissione potrà dare grossi contributi. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Andrissi, mi fa avere una nota all'Ufficio di Presidenza sulla richiesta che ha fatto all'ANAS? Grazie.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Chiaramente, il testo della deliberazione che andremo ad approvare pone due questioni fondamentali: la cultura della legalità e il contrasto dei fenomeni mafiosi. Sono due temi strettamente collegati, ma sono anche due temi che ampliano il campo. Non c'è solo il fenomeno mafioso, c'è anche un fenomeno di illegalità diffusa che non è mafioso: è un fenomeno di illegalità che, per esempio, colpisce le Pubbliche Amministrazioni. E' un fenomeno di corrutela, è un fenomeno che trascende dall'attività delle aziende criminali, un'attività che crea un danno enorme alle casse dello Stato, un danno che alza le nostre tasse (questo danno è stimato in miliardi).
E' una commissione che deve lavorare a doppio senso. Chiaramente è auspicabile non fermarsi ad un argomento. Ho apprezzato le parole del Consigliere Rossi che diceva che ognuno avrà i suoi temi e penso che nessuno dei temi dovrà essere preponderante. Ognuno avrà da portare all'attenzione della Commissione un tema su cui è particolarmente ferrato su cui ha intravisto le problematiche connesse all'illegalità.
Cito alcune parole ricordatami da un signore di Spinetta Marengo che mi diceva: "Non c'è di meglio di un'opera inutile per la malavita". E lo giustificava con queste parole: "Non c'è di meglio di un'opera inutile per la malavita, perché se le organizzazioni criminali si addentrano in un appalto, l'appalto migliore è quello di un'opera che non va alla fine o di un'opera che, quando giunge alla fine, è perfettamente inutile".
Nel momento in cui un'opera è inutile o non conclusa, noi non capiamo se è stata costruita bene o male, se il cemento utilizzato è un cemento di scarsa utilità, se le sezione dei pilastri o di una galleria sono ridotte rispetto a quanto previsto in progetto. Noi non lo conosciamo o lo conosceremo tra trent'anni, quando tutte le prove degli eventuali reati saranno ormai introvabili e non più edibili per la Magistratura.
Lo sforzo deve essere univoco; lo sforzo di questa Commissione non deve essere lo sforzo di un poliziotto di quartiere, non è il nostro ruolo fare il poliziotto di quartiere. Il nostro sforzo è quello di esaminare degli atti, esaminare delle procedure, esaminare delle attività, che sono anche connesse alla politica, e che le normali attività di polizia magari non riescono a visualizzare perché sono fuori dall'ambito di indagine dell'attività di polizia.
Noi, che siamo dentro alle istituzioni, possiamo vedere anche cose che gli altri non vedono; è un occhio in più che noi forniamo alla Magistratura e un occhio in più che deve avere, comunque, il supporto di tutta la struttura regionale, anche attraverso una grande trasparenza e la possibilità di accedere agli atti. Proprio accedendo a tutti gli atti della Pubblica Amministrazione, noi potremmo trovare i cavilli, trovare le cosiddette "gabole", trovare tutti gli appigli cui si attaccano i signori che vivono di illegalità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Sarò oltremodo breve, perché ritengo che siano state toccate moltissime delle questioni che richiamano l'attenzione della politica sull'argomento.
Che la Commissione sia permanente o straordinaria, credo sia, per certi versi, irrilevante. Mi auguro che sia straordinaria e breve. Temo che nel nostro Paese rischi di diventare permanentemente lunga.
Pochissimi giorni fa, il Presidente della Repubblica, ricordando la strage di Capaci, ha detto che bisogna estirpare questo male. Sono passati 23 anni da quando qualcuno pronunciò le stesse parole, in forma stilistica diversa, ma è evidente che il tema rimane sempre attuale. E' evidente che le organizzazioni criminali mafiose hanno assunto caratteristiche diverse da quelle icone storiche che qualcuno prima ha ricordato in Aula, cioè della coppola, dello scacciapensieri, della lupara o dei soggetti particolarmente ignoranti, per quanto riguarda la dialettica, il modo di parlare, l'esprimersi.
In realtà, ha cambiato veste, è entrata nel mondo degli affari e qualche volta, scopriamo anche nella commistione con il mondo istituzionale, politico, dei grandi sistemi affaristici. Purtroppo, le mafie hanno voglia di insinuarsi.
Per questo credo sia importante il richiamo e la tensione che la politica riveste sull'argomento. L'auspicio - e qui credo che sia importante sottolinearlo - è che non rappresenti il momento in cui si cerca di accendere una luce individuale e personale dei singoli politici e dei singoli attori. Credo che, mai come in questa battaglia, occorra un atto di sincera volontà di fare squadra. Fare squadra perché, diversamente, rischia di essere un elemento di propaganda e un ulteriore strumento nelle mani di queste organizzazioni mafiose, che ben sanno quanti limiti hanno le istituzioni, quanti limiti hanno i poteri giudiziari di indagine. Loro conoscono benissimo il recinto nel quale si muovo le istituzioni che fronteggiano la loro forza.
Se non è uno strumento di autopropaganda e di autopromozione, credo che possa essere uno strumento che tanto potrà dare al sistema delle indagini al sistema dell'anticorruzione in senso lato. Si parla di corruzione e di trasparenza, ma, in genere, si tratta sempre questi come di argomenti sterili, regolamentati con degli schemi, che è sufficiente leggere per capire come è facile, volendo, aggirarli. Anche noi stessi, quando ci siamo insediati in Consiglio, siamo stati sommersi da una quantità di carte che abbiamo dovuto presentare, che dovrebbero rappresentare il massimo della trasparenza e una sorta di scudo da quelli che possono essere i sistemi di corruzione. Ma credo che siano degli aspetti formali e non sostanziali.
Ben venga, quindi, un lavoro che - mi sembra dalle parole trasversalmente ascoltate in Aula - tenda ad identificare, ad aiutare e a far sapere all'esterno che il mondo della politica è attento ed avverso alle mafie, in qualunque veste esse si presentino, in qualunque modo esse si rappresentino, in qualunque modo si avvicinino sia al mondo degli affari sia al mondo delle istituzioni.
Sottolineo quello che è l'aspetto principale, cioè che non sia un atto propagandistico dei singoli, perché sarebbe un ulteriore strumento nelle mani delle mafie. Ben venga, quindi, un lavoro di squadra. Mi sembra nell'ambito del dibattito consiliare - se posso ascoltare con le mie orecchie - di aver recepito che ci sia questo tipo di intendimento e di volontà.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Non posso che rimarcare alcune osservazioni avanzate dai Consiglieri.
In particolare per quello che riguarda le responsabilità del Consiglio e dei singoli Consiglieri che, seppure legislativa, ma è anche di controllo.
Di conseguenza, non si può relegare il ruolo dei Consiglieri e della Commissione competente di cui stiamo parlando ad un semplice ruolo legislativo.
La responsabilità individuale dei Consiglieri è un atto che spetta loro ed è dovuto, seppure magari non lo applichino con sufficiente spirito critico e con attenzione quando vi è bisogno di praticarlo. Ovvero, quando siamo di fronte a spese pubbliche di una certa importanza, per cui è necessaria un'attenzione piuttosto alta.
Quello che dico è che se l'utilità di un'opera è ampiamente condivisa noi comunque dobbiamo vigilare, perché questo è il nostro dovere.
Tuttavia, se un'opera non è ampiamente condivisa dalla popolazione e quindi dai suoi rappresentanti nelle istituzioni - perché noi, in fin dei conti, siamo lo specchio di una società che sta fuori e che porta delle istanze in questa sala - qualora non ci sia condivisione totale su un qualche tipo di intervento che comporti impegni economici di denaro pubblico cospicui, allora è importante cercare di raggiungere l'accordo più ampio possibile sui numeri, sui dati tecnici e sull'utilità.
E' importante anche eventualmente ripensare spese ed opere date per scontate, ma che un'ampia fetta di popolazione dimostra di non ritenere tali.
Perché è importante scendere nei numeri e negli aspetti tecnici? Cosa c'entra questo con la mafia e la corruzione? C'entra, perché se rifiutiamo il confronto sui numeri e sui dati tecnici, significa che non è quello il piano su cui si vuole ragionare e che le vere motivazioni di queste opere viaggiano su un altro piano, che non si può giustificare con un confronto tecnico e razionale sui numeri e sull'utilità di certe spese che facciamo.
Questo non può che lasciarci, per lo meno, forti sospetti non solo sull'utilità, ma anche sulla buona fede di chi sostiene certe spese. Questo è inevitabile, perché è il risultato del rifiuto di un confronto serio e anche di un ripensamento, che può anche avvenire in fasi storiche diverse nel senso che alcune scelte fatte in un certo periodo possono essere ridiscusse in qualsiasi momento se la popolazione e i suoi rappresentanti democratici pensano che sia necessario farlo.
Questo oggi è più che mai vero per molti di questi impegni presi a volte a livello nazionale, a volte a livello regionale nei più vari campi.
Non faccio esempi appositamente, ognuno prenda l'esempio che ritiene più opportuno. Non voglio additare un'opera piuttosto che un'altra, però stiamo parlando di spesa pubblica e di miliardi di euro che escono. Noi vogliamo il controllo totale, vogliamo il confronto sui numeri, sui dati tecnici sull'utilità e anche sul fatto che, a volte, c'è un problema da risolvere per capire quale sia il metodo migliore e più efficiente per risolverlo partendo però dal problema stesso e dalle necessità della popolazione e del Paese e dall'opera in sé.
Non è una parte politica che deve dimostrare l'inutilità di una spesa pubblica; è chi la sostiene che deve dimostrarne la sua utilità e noi siamo qui per questo, per confrontarci sulle cose.
Da qui nasce un discorso, perché sulle opere non condivise abbiamo il forte sospetto che ci siano ragioni non razionali per il suo sostegno, che possono essere di qualunque tipo. Quindi, noi respingiamo e critichiamo fortemente il rifiuto del confronto su un qualunque fatto, perché le indagini dimostrano, anche da casi recenti, che sempre sulle opere e sugli appalti che ci sono già stati spuntano dei problemi a posteriori. Questa cosa, però, non ci insegna mai nulla ed è sempre un fatto dell'altro ieri non è mai un fatto che ci dia una mano a compiere scelte migliori domani.
Quindi, già oggi nelle scelte che facciamo, non so se stiamo adottando l'attenzione che sarebbe dovuta dai fatti che stanno sotto gli occhi di tutti, perché in Italia ogni opera è un'indagine, che spesso porta anche a responsabilità pesanti.
Il dovere del controllo va di pari passo con le prerogative legislative di questa Assemblea. Pertanto invito i colleghi a non rifiutarsi al confronto e a dare un senso a questa Commissione, non solo nella Commissione, ma anche quando si prendono le decisioni su tutti gli altri temi. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siccome ho sentito alcuni interventi, peraltro tutti interessanti volevo rifare un po' il punto sulle finalità della Commissione, perché ho sentito parlare di importanza, di funzione soprattutto legislativa o quant'altro.
Per fare il punto della situazione volevo stare alle parole scritte perché sono oggettive e piuttosto chiare, quindi ci sono pochi dubbi.
Volevo rileggere insieme a voi quelle che, nella proposta di deliberazione che voteremo, sono le finalità della Commissione. Sono il monitoraggio e la vigilanza sul fenomeno della corruzione e dell'infiltrazione della criminalità organizzata in attività pubblica e sul rispetto delle procedure di assegnazione degli appalti pubblici, la promozione di interventi normativi ed amministrativi per il contrasto del fenomeno criminoso, la promozione della cultura della legalità.
Sono tre aspetti, a mio avviso, di pari importanza e i tre pilastri di quella che dovrebbe essere la nostra azione in questa Commissione speciale.
E' giusto dire che in ogni legislatura facciamo delle Commissioni speciali per la promozione della legalità. E' vero, però è altrettanto vero che se non lo facessimo, daremmo il segnale che comunque, da parte della politica in generale, c'è una certa abitudine o assuefazione o, peggio ancora, rinuncia rispetto a certi fenomeni. Quindi, si è come gettata la spugna e non si ha più voglia ed interesse a parlarne. Invece non è così.
Poi è chiaro che le indagini le fa la Magistratura e non è questo il nostro compito, però noi dobbiamo dimostrare che se da una parte la politica regionale fa leggi regionali e gestione amministrativa e programmazione delle attività regionali, non deve essere considerata come qualcosa a parte rispetto alla diffusione e alla tutela della cultura della legalità. Quindi, non bisogna lasciare sole le istituzioni che si occupano di questo.
E lo dico, anche se è già stato sottolineato, perché continuiamo a leggere fatti di cronaca e di un'operazione dopo l'altra: Minotauro, adesso San Michele. E continuiamo, purtroppo, a leggere gli stessi nomi e le stesse parti di territorio interessate.
Ho letto il primo rapporto trimestrale sulle aree settentrionali della Commissione contro la criminalità e ancora leggiamo che, ad esempio, nella Provincia di Torino è stata accertata la presenza di almeno dieci "locali" di 'ndrangheta; nove di questi sono emersi dall'operazione Minotauro a Chivasso, Cuorgné, Moncalieri, Nichelino, Rivoli, San Giusto Canavese Volpiano; due sono siti a Torino, la "locale" di Siderno e quella di Natile di Careri.
Con l'indagine "Esilio" è emersa l'esistenza di una "locale" atipica di 'ndrangheta nel Comune di Giaveno gestita dalla famiglia Magnis. Insomma continuiamo a leggere gli stessi nomi e le stesse città, ma non dobbiamo farci prendere dallo sconforto.
Volevo poi sottolineare un altro aspetto relativamente alla prima delle tre finalità della Commissione. Vale a dire, il monitoraggio della corruzione e dell'infiltrazione della criminalità organizzata in attività pubblica e sul rispetto delle procedure di assegnazione degli appalti pubblici.
Su questo bisogna anche fare un lavoro e una ricerca, per quanto sia difficile, o comunque porre l'attenzione su quello che c'è a monte dell'assegnazione degli appalti pubblici. A monte dell'assegnazione degli appalti pubblici c'è il consenso elettorale, ci sono i flussi elettorali, i voti che portano le persone a rappresentare i cittadini e le istituzioni ad assumere, magari, determinate decisioni e commettere - non da soli, con l'ausilio di altri - determinate irregolarità. Lo dico perché, da questo punto di vista, continuiamo a vedere degli episodi.
Relativamente ai flussi elettorali ricordo un fatto che è più vicino a me perché riguarda la mia città, Moncalieri (mi è venuto in mente oggi e sono andato a ricercare i documenti): un sacerdote di Moncalieri, che purtroppo, adesso si è trasferito e non opera più a Moncalieri - parlo con la massima onestà intellettuale perché non sono religioso, quindi non sono abituato a citare cose fatte da sacerdoti - rese pubblica la confessione di un elettore che si vergognava di aver venduto il proprio voto per pochi euro. Questo sacerdote, sempre nella mia città, denunciò anche la presenza di persone arrivate da fuori per organizzare il consenso in città alle elezioni del 2007, sottolineando - sempre questo sacerdote - che l'ndrangheta era entrata nelle sfere economiche della città e in quelle politiche.
Parliamo delle elezioni del 2007, ma a distanza di anni non penso che le cose siano cambiate più di tanto perché, sinceramente, in giro vedo gli stessi personaggi che, direttamente o indirettamente, partecipano alla vita politica della città, per questo dico che occorre andare a monte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ovviamente, noi vogliamo tributare il giusto tempo, anche con interventi nel merito, a questa proposta di deliberazione dell'Ufficio di Presidenza per l'istituzione di una Commissione speciale di indagine conoscitiva sui fenomeni della legalità e correlati, quelli di infiltrazione mafiosa e di corruzione, in Regione Piemonte.
Una Commissione di indagine è sicuramente necessaria in seno al Consiglio regionale della Regione Piemonte proprio perché era già stata istituita nella scorsa legislatura. Quel periodo è stato anche molto travagliato dal punto di vista degli accadimenti che hanno coinvolto direttamente e indirettamente anche alcuni amministratori della Regione Piemonte e, soprattutto, tre Comuni del nostro territorio - sfortunatamente per chi è di Torino, ma, insomma, poco cambia - tutti della provincia di Torino, due dei quali sono stati sciolti per l'infiltrazione della criminalità organizzata. Ovviamente, mi riferisco a Leinì e a Rivarolo; il terzo Comune coinvolto, ma non sciolto, comunque commissariato, è quello di Chivasso.
Sicuramente il Piemonte è una delle Regioni del Nord - qualcuno potrebbe dire "dopo Lombardia e Liguria", se si deve stilare una graduatoria in questo senso negativa, ma si deve pur fare e riconoscere più infiltrate o, come dicevano i colleghi Rossi e Frediani, colonizzate dalla criminalità organizzata, nel senso che, ormai, c'è un radicamento parlano proprio di radicamento le intercettazioni e i documenti della Procura Nazionale Antimafia e delle Direzioni Distrettuali Antimafia.
Quindi, si parte da lontano, dagli anni '60, quando con la pratica del cosiddetto "confino", tra virgolette, cioè l'obbligo di spostamento di dimora per alcuni soggetti attenzionati dalle Procure del sud Italia vennero, forse incautamente, spostati al Nord. Uso il termine "incautamente" perché, a volte, si fanno provvedimenti a fin di bene ma, in realtà, si ottiene il risultato opposto, nel senso che, spostati in un territorio ancora, tra virgolette, "sano" e non colonizzato, soprattutto che viveva il boom economico dell'edilizia, il boom economico e industriale degli appalti movimento terra, della realizzazione delle infrastrutture e quant'altro, hanno potuto radicarsi molto bene, mantenendo in alcuni casi i collegamenti con le cosche originarie (parlo dell'ndrangheta per quanto riguarda la Calabria, della mafia per quanto riguarda la Sicilia e della camorra per quanto riguarda la Campania) oppure addirittura proprio staccarsi e diventare autonome, e queste hanno proseguito un loro corso.
Giustamente, la collega Frediani citava lo scioglimento del primo Comune del Nord Italia - purtroppo il triste primato è del Piemonte, con Bardonecchia, lo sappiamo tutti - cui ne sono seguiti tanti. Mi piaceva ricordare, anche se alcune cose sono state già dette, l'omicidio del Capo della Procura di Torino, Bruno Caccia, di cui tra qualche giorno cadrà l'anniversario, perché venne assassinato il 26 giugno del 1983 e venne riconosciuto il mandante nel capo di una cosca localizzata al Nord ovverosia Domenico Belfiore, a cui venne inflitto l'ergastolo con il procedimento denominato Cartagine, nel 1993.
Il quadro dell'infiltrazione della criminalità organizzata in Piemonte è a tinte abbastanza fosche. Nello stralcio del rapporto della Commissione Antimafia parlamentare letto dal Capogruppo Bertola sono elencate tutte le cosche che sono state in parte sradicate o sgominate con le varie Operazioni (Minotauro, Albachiara, Colpo di coda, Infinito, Esilio), ma ve ne sono comunque ancora altre, in quanto, purtroppo, tendono a riformarsi perché questa è la tendenza.
Cerco di rispondere all'intervento della collega Conticelli, giusto per dire che ha ragione, è inutile stare qui a raccontarsi tra di noi gli accadimenti, le indagini, gli arresti, gli omicidi, i sequestri di persone o le confische di beni alla mafia, cerchiamo di capire cosa possiamo fare con l'istituzione di questa Commissione di legalità in generale, in quanto non si deve parlare solo di mafia, ma di legalità, di lotta alla corruzione, alla concussione e quant'altro, trasparenza e conflitto di interessi.
Non so quanto noi avremo l'onore e l'onere di provare a scrivere nuove norme legislative, in quanto relativamente agli appalti è ovvio che nella delibera si parla anche di "vigilare il rispetto e le procedure di assegnazione degli appalti pubblici", certamente è un compito fondamentale vigilare sull'assegnazione degli appalti pubblici, lo abbiamo visto recentemente con l'appalto più grosso forse degli ultimi anni, quello di SCR per il tunnel di corso Grosseto, di cui parlava il collega Valetti, ma la normativa sugli appalti pubblici è di competenza nazionale e non regionale.
Come ho già avuto modo di dire, proprio perché in una comunicazione richiesta all'Assessore, brillantemente illustrata dal Capogruppo Gariglio si parlava della volontà di rivedere un po' i meccanismi degli appalti nulla vieta di redigere un atto di indirizzo che poi vada a Roma, provando in qualche modo ad intervenire ognuno con le proprie forze politiche; poi non è che si dice che il Consiglio regionale fa un atto di indirizzo che poi si perde.
Qui siedono i rappresentanti delle principali forze politiche nazionali, quindi se in questa sede presentiamo un atto di indirizzo abbiamo tutti gli strumenti per fare pressione sui nostri parlamentari, i nostri rappresentanti a Roma. Ad esempio, sapete che la legge anticorruzione è stata fortemente discussa a livello nazionale: probabilmente non ha determinato i risultati che si attendevano alcune forze politiche, ma ha aumentato le pene, in alcuni casi, dei reati di corruzione; in alcuni casi sono state aumentate le prescrizioni.
Ovviamente, voi sapete che il Movimento 5 Stelle ha votato contro e soprattutto, richiamo molte delle proposte avanzate anche da autorevoli esponenti del mondo accademico e della magistratura italiana, come l'istituzione dell'agente provocatore, cioè quell'agente che, mimetizzato in modo da non essere individuato, va dagli amministratori pubblici e prova a vedere se sono corruttibili, cioè se sono amministratori fedeli o infedeli. Questa è una di quelle cose fondamentali dal nostro punto di vista, e ve lo dico guardando il Presidente Chiamparino e il Presidente del Consiglio Laus.
In questa Regione abbiamo avuto casi particolari, e penso alla realizzazione del grattacielo della Regione Piemonte, con intrecci strani che la Magistratura sta ancora valutando, che non coinvolgono - attenzione solo i politici. Noi non dovremmo guardare solo la classe politica, ma anche i funzionari, perché poi magari capita che un alto dirigente, con potere di firma, ha il marito che lavora in un'azienda che fa movimento terra o bonifiche, e magari gli viene affidato l'appalto per fare attività in un importante progetto piemontese.
Quindi, attenzione. E' vero che noi siamo i primi ad accendere un faro sulla politica, però forse bisognerebbe accendere un faro anche sulla parte di coloro che firmano poi le determine dirigenziali, cioè i dirigenti, la parte che manda avanti la Regione.
Giustamente, i colleghi chiedevano una cosa molto semplice a parole, ma molto difficile da realizzare: la trasparenza.
Quando noi chiediamo alle ASL e alle Aziende sanitarie di pubblicare e mantenere pubblici online gli appalti, sia pubblicati sia quelli vinti, la motivazione è evidente a tutti: cercare di rendere veramente trasparente in modo che si possano controllare i dati, non solo da parte dei Consiglieri regionali, ma anche della Procura, dei cittadini e delle aziende.
Più trasparenza c'è, più possibilità c'è di controllare gli appalti quindi la legalità, la corruzione, gli intrecci politici ed anche continuando il discorso iniziato dal capogruppo Bertola, l'analisi dei flussi elettorali.
In dieci minuti mi risulta difficile fare una panoramica ed un excursus su tutto quello che potrebbe e dovrebbe fare una Commissione antimafia, ma credo che si potrà fare, una volta che verrà istituita, all'interno della Commissione stessa.
Avevamo provato a sollevare il tema anche nella scorsa legislatura proprio in vista delle elezioni regionali, ma il tema scottante dei flussi elettorali è difficile da individuare e da comprendere. Cerchiamo almeno di monitorare e prendere posizioni in questo senso.
Faccio l'esempio del Comune di Chivasso, perché magari è già passato nel dimenticatoio e non coinvolge direttamente persone qui presenti, come invece altre realtà comunali.
Il Segretario dell'UDC comunale, il signor Trunfio, nelle elezioni del 2011 si candidò con il centrodestra e portò la vittoria del Sindaco De Mori. Venne poi arrestato per sospetta associazione a delinquere di stampo mafioso e il Sindaco De Mori si diede per scomparso (chi è di Chivasso o lì vicino lo ricorderà). Venne commissariato il Comune; non venne sciolto anche se per mesi si pensò che venisse sciolto per infiltrazione della criminalità organizzata e poi, con il commissario prefettizio, si ritorn al voto.
Questa è una chiara individuazione di spostamenti dei flussi elettorali.
L'abbiamo anche visto molte volte, come citava il collega Bertola, nel caso di Moncalieri, ma citerei anche - e lo dico senza volontà di offesa come nelle primarie, che alcune forze politiche fanno, si sposta il consenso, si spostano i voti, si aumenti il numeri delle persone residenti in un Comune tre mesi prima del voto, e poi spariscono tre mesi dopo.
Queste cose le vogliamo dire, le vogliamo affrontare, le vogliamo analizzare, al di là delle leggi? Come hanno efficacemente detto i colleghi, avere tante leggi non significa migliorare la trasparenza e la legalità, ma significa solo mettere dei laccioli che magari vengono più facilmente aggirati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Cercherò di essere un po' più breve del collega Bono, pur prendendomi il mio tempo per esprimere anche le mie considerazioni in merito.
Sono entusiasta di questa proposta di deliberazione, dell'istituzione di una Commissione speciale con compiti speciali: un compito di indagine conoscitiva. Come è già stato detto, il resto delle indagini non sono di nostra competenza, ma della Magistratura, però noi, come Consiglieri della Regione Piemonte, abbiamo tutto il diritto e il dovere di venire a conoscenza di una serie di eventi che purtroppo - ahimè - contrastano la nostra Regione, ma anche la nostra Nazione.
Noi chiediamo la trasparenza.
Personalmente credo che la trasparenza debba essere uno dei principi cardine, e che alla base di ciascun individuo ci debba essere trasparenza e onestà, perché legalità significa anche onestà.
Noi dobbiamo essere i primi a dare il buon esempio. Noi, Consiglieri del Consiglio regionale del Piemonte, dobbiamo iniziare a dare il buon esempio. Ci deve essere un'attività di dialogo e di confronto reciproco, a prescindere dal colore politico, dalle bandiere, dalle idee e dalle diverse posizioni che ciascuno di noi ha, perché l'obiettivo deve essere unico: governare al meglio e contrastare, con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione (non ne avremmo tantissimo, ma abbiamo quello del controllo e del monitoraggio), questo grande fenomeno delle criminalità organizzate.
I colleghi che mi hanno preceduto - con colleghi non intendo solo quelli appartenenti al mio Gruppo, ma anche quelli di maggioranza - hanno citato diversi casi di criminalità organizzata, con processi ancora in corso; Comuni colpiti da fenomeni malavitosi (preferisco usare questo termine).
Il primo Comune d'Italia sciolto per mafia è stato un Comune dell'alta Val di Susa.
I fenomeni malavitosi si sono espansi a macchia d'olio in tutta la Nazione. Prima, quando si parlava di mafia, di 'ndrangheta e di camorra, il pensiero e la mente andavano subito verso il Sud e verso la Sicilia, nota per la mafia. Oggi, invece, questi fenomeni si sono spostati, si sono dileguati a macchia di leopardo in tutta la nostra Nazione. Si sono spostati al Nord - Nord-Ovest e Nord-Est - dove c'è un alto tasso di lavoro rispetto al Sud dell'Italia, e dove c'è sicuramente più denaro e un giro di appalti superiore Noi chiediamo di tenere sotto controllo e di monitorare gli appalti pubblici.
Sono stati citati appalti sulla sanità, sia oggi sia in precedenti sedute di Consiglio e di Commissione, per ospedali che ancora devono essere terminati.
Abbiamo parlato dell'ospedale della Valle Belbo, un ospedale che è un pozzo di denaro, dove veramente sono stati investiti tutti i soldi pubblici (e quando parliamo di soldi pubblici parliamo di soldi che appartengono a tutti i cittadini della regione Piemonte). Un ospedale mai terminato e non so quando verrà terminato.
Dobbiamo veramente lavorare tanto.
Il mio pensiero in questo momento va alla giornata di sabato 23 maggio: si è celebrata la ricorrenza del ventitreesimo anniversario della morte di Giovanni Falcone, grande uomo e grande magistrato che ha dedicato la sua vita, perdendola, a lottare contro la mafia. E noi dobbiamo essere grati ad un uomo come lui - un uomo che ha perso la vita insieme a sua moglie e a tutti quegli agenti della sua scorta, che sono stati ammazzati dalla mafia a tutte quelle persone che hanno combattuto per salvaguardare la nostra vita e i nostri diritti, a tutti gli uomini che hanno perso la vita, agli agenti di Polizia, a tutti quegli imprenditori e quei commercianti che ancora oggi sono vittime d'usura, a quegli uomini testimoni di giustizia non parlo di collaboratori, ma di testimoni di giustizia.
In Piemonte abbiamo un solo caso, che tutti conosciamo, di un uomo che si chiama Pino Masciari, che viene emarginato: un uomo che faceva l'imprenditore, che viveva una vita agiata perché guadagnava, che stava nella sua terra con la sua famiglia; però quest'uomo ha avuto il coraggio di denunciare tutte le estorsioni subite da questi malavitosi e ha dovuto andare via dalla sua terra, arrivare in una Regione lontana dalla sua e vivere emarginato e dimenticato dalle stesse istituzioni che, invece di tutelarlo e di proteggerlo, cercano di isolarlo. Abbiamo anche presentato un ordine del giorno per il ripristino della sua scorta, che poi è stato approvato all'unanimità. Ho ricordato questo caso, giusto per farvi un esempio.
E' importante, infatti, che partiamo proprio da qui. Io veramente mi auguro che ci sia una grande collaborazione e il buonsenso da parte di tutti nel lavoro di questa Commissione, che sarà anche un duro lavoro.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola al Consigliere Pichetto Fratin.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Esprimo naturalmente l'adesione alla proposta di deliberazione in discussione, con due brevissime considerazioni sulla funzione della Commissione speciale.
Peraltro, io sono convinto che questa debba rimanere "speciale", anche rispetto a quanto era stato discusso in quest'Aula, motivandolo in questo modo: noi abbiamo una funzione legislativa; altre istituzioni e altri organi dello Stato svolgono funzioni prettamente di controllo specifico.
La funzione fondamentale di questa Commissione, giustamente richiamata nei tre compiti che sono stati letti dal Consigliere Bertola precedentemente, è quella di mettere nelle condizioni chi svolge un ruolo legislativo come il Consiglio regionale (che svolge funzione legislativa e regolamentare) e poi naturalmente chi svolge un ruolo di attuazione e di gestione, come la Giunta regionale, di meglio operare, naturalmente secondo il principio di creare le migliori norme, i migliori regolamenti, le migliori procedure di ordine burocratico e amministrativo per il mantenimento e la garanzia della legalità.
La Commissione speciale, quindi, con la conoscenza e l'approfondimento di alcuni temi, deve avere proprio quella funzione di completo supporto a chi poi traduce in norma o in regolamento il proprio agire. Dev'essere uno strumento di conoscenza per meglio operare, dunque, e non invece uno strumento quale quello che ho sentito citare di "Commissione permanente con funzione legislativa": no, le funzioni legislative si esercitano sulle prerogative proprie della Regione e del Consiglio regionale; poi, se la Costituzione della Repubblica cambierà e si arriverà ad un modello diverso in questo caso bisognerà modificare anche questo modello.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Pichetto.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Guardi, Presidente, io ho avuto l'onore di scegliere con il Consiglio comunale di Torino l'istituzione di una Commissione speciale e, se volete e speriamo - ordinaria, nel senso che poi come Assemblea consiliare della Città abbiamo scelto di riaggiornarla e di finire i lavori.
Molti si dicono che non ha senso duplicare queste Commissioni, che non ha senso senza attribuire loro il potere che hanno le Commissioni straordinarie nazionali con facoltà straordinarie di inchiesta e di indagine, come sono quelle che appunto da trent'anni, per fortuna, ha il nostro Parlamento. Io credo che invece la Città di Torino abbia fatto bene a fare questa scelta e che facciamo bene, come Consiglio regionale, ad estendere il lavoro di quella Commissione e ad andare oltre.
C'è una cosa che ha fatto bene di sicuro a tutti i Consiglieri comunali: intanto, nello studiare la materia, accorgersi di quanto sia sbagliato - lo diceva prima il Consigliere Rossi - parlare ancora con termini non aggiornati da almeno trent'anni, parlare cioè di "infiltrazioni", di "tentativi" e quant'altro.
Guardate, c'è una frase, che tra l'altro è emersa in uno dei primi lavori di quella Commissione comunale, ed è una frase che, se letta ancora oggi, rischia di essere allarmante pensando a quanto tempo fa è stata espressa. Questa frase dice: "La Mafia ormai sta nelle maggiori città italiane, dove ha fato grossi investimenti edilizi, o commerciali, e magari industriali. A me interessa conoscere questa 'accumulazione primitiva' del capitale mafioso, questa fase di riciclaggio del denaro sporco, queste lire rubate, estorte che architetti o grafici di chiara fama hanno trasformato in case moderne o alberghi e ristoranti a la page. Ma mi interessa ancor di più la rete mafiosa di controllo, che grazie a quelle case, a quelle imprese, a quei commerci magari passati a mani insospettabili, corrette sta nei punti chiave, assicura i rifugi, procura le vie di riciclaggio controlla il potere". Ecco, questa frase è stata pronunciata da Carlo Alberto Dalla Chiesa il 10 agosto 1982: incredibile! Per altri dieci anni si è sottovalutata la presenza di queste grandi organizzazioni criminali. Eppure questa Città ha visto la morte del Procuratore Bruno Caccia e ha assistito ai primi tentativi di infiltrazioni nei Comuni della Val di Susa; penso a quei luoghi che sono stati per troppo tempo il rifugio sicuro di una parte di Cosa nostra e anche della 'ndrangheta. Ecco, per un decennio da quelle dichiarazioni di Dalla Chiesa si è sottovalutato il fenomeno. Poi si è scoperto di essere territorio di mafia e poi, per un altro ventennio, ci si è dimenticati di quello che è stava succedendo.
Mi piacerebbe allora che tanti colleghi volessero per una volta magari, leggere non tanto le analisi fatte dalla Commissione Antimafia di cui parlava il collega Andrissi, ma i lavori fatti dalle Università del Nord Italia e da alcuni giornalisti, per lo più sconosciuti ai tanti: penso a Marta Chiavari, che ha scritto un bellissimo libro sulla "quinta mafia" che parla di una tecnica diversa.
Vedete, fanno bene i Consiglieri a leggere gli atti processuali dell'operazione Minotauro, in cui si spiega che le cosche locali alla fine non sono poi così dissimili, anche se più autonome e legate alle famiglie calabresi: fanno bene perché poi si leggono i tanti tentativi di intimidazioni e forse, appunto, si tratta di un rapporto non così dissimile da altre organizzazioni criminali che hanno ancora base, per esempio, nelle famiglie calabresi, nel caso della 'ndrangheta.
Però, guardate, Marta Chiavari in questo bellissimo lavoro sulla quinta mafia ci apre gli occhi su un altro tema. Tra l'altro, queste inchieste sono per lo più in territorio lombardo, e ci invitano a riflettere sul tema della vampirizzazione.
Cos'è la vampirizzazione? E' la non necessità, da parte delle cosche criminali, di diventare l'oggetto: basta introdurre denaro sporco, basta influenzarle, basta promettere a quelle imprese di essere sotto la propria egida e, di fatto, scopriamo che questi imprenditori non moriranno e forse non moriranno le loro imprese che avevano bisogno del credito pubblico. E proprio grazie a quel denaro sporco, quelle imprese prendono appalti e movimentano tutto quello che c'è da movimentare in una regione. Stiamo parlando della Lombardia, ma secondo voi è tanto diverso da quello che potrebbe succedere in questa regione? Parlo apposta di movimento terra, così come apposta abbiamo parlato delle cave e così come apposta abbiamo chiesto a tutto il Consiglio di aggiornare una normativa vecchia, dove ci sono troppi buchi neri, che hanno fatto i grandi interessi di tantissime organizzazioni criminali.
Questo non vuol dire che chi lavora nelle cave è un criminale e non vuol dire che chi lavora in quel mondo è compromesso. Vuol dire, però, che in quel mondo - che è poco regolamentato - ci sono tantissimi interessi e gli interessi si vedono.
Forse lo diceva la Consigliera Frediani qualche mese fa: pensiamo a San Michele (a quel tema), quando proprio la mafia intercettata nelle inchieste nostrane fa capire quanto sono interessanti e strategici quei luoghi.
A me piacerebbe parlare di questo: se serve questa Commissione, mi piacerebbe che parlassimo di questo, per parlare più a fondo del tema del riciclaggio. Cos'è, secondo voi, il Nord Italia per le mafie? Una grande lavatrice in cui tutto si può lavare e rigenerare, soprattutto nei mercati più liberi e sani, soprattutto dove quei soggetti non hanno più bisogno delle etichette antimafia, delle nostre famose regolamentazioni sugli appalti pubblici, perché effettivamente sono lontane, per cui si va oltre le etichette antimafia (parlo proprio di quelli che, ad oggi, sono gli strumenti) ed il lavoro svolto dalle Prefetture e dalle DIA, che, tra l'altro, sotto una certa soglia non sono regolamentate.
Molti dei grandi appalti - e chiudo - hanno avuto dei protocolli speciali, per fare in modo che le informative antimafia andassero oltre i classici adempimenti cartacei e virtuali. Le informative antimafia costano ed è per questo che spesso le Prefetture non vogliono estenderle a tutti i lavori pubblici: non avrebbero i soldi, non avrebbero le risorse umane.
Eppure, noi possiamo fare qualcosa (lo dicevamo qualche tempo fa in una mozione che abbiamo approvato assieme, sulla congruità del lavoro): potremmo convincere tutte le Prefetture piemontesi ad attuare un meccanismo di white list.
Il meccanismo delle white list non consiste nello stilare la lista dei buoni, ma far sì che tutte le aziende che si candidano in quell'anno a ricevere soldi pubblici, a partecipare a gare pubbliche, chiedano preventivamente le informative antimafia. Di fatto, cioè, mettono la loro azienda a disposizione delle informative antimafia. A questo punto, quelle aziende verranno analizzate dalla DIA e da chi svolge ruoli simili, e le aziende inserite nelle white list diventeranno le uniche che potranno partecipare ai nostri bandi, evitando una lunghissima e successiva fase di analisi e controllo.
Tra l'altro, sapete benissimo quanto, ad esempio, nelle nostre partecipate, quando c'è un'informativa atipica, dove magari non c'è l'Amministratore delegato, ma un'infiltrazione da parte di un dipendente o di un altro socio dell'azienda, sia difficile rescindere il contratto perché magari quelle aziende riescono a vincere il ricorso al TAR.
Pertanto, continuo a ribadire che questo è un lavoro che può fare il Presidente: convocare i Prefetti e capire se si ha voglia di avviare questa sperimentazione italiana. La Prefettura di Torino l'ha fatta: ha una prima white list. Io ritengo, però, che si dovrebbe prevedere a livello regionale e facilitare quelle aziende, perché alle aziende sane dobbiamo dire che è facile fare i controlli antimafia, è facile fare le informative e non c'è alcun pericolo per le loro aziende.
A questo punto, sarebbe più chiaro il senso della Commissione: indagare sul riciclaggio e sui tentativi di infiltrazione nel tessuto sano piemontese e soprattutto evitare che il riciclo di denaro sporco inquini tutto quello che c'è ancora di legale nel nostro tessuto produttivo.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Solo per sottolineare un aspetto.
Ritengo che molti aspetti evidenziati dai colleghi siano condivisibili.
Mi permetto di sposare le parole del Generale Dalla Chiesa, che ha ricordato il collega Grimaldi: "Le dinamiche mafiose entrano laddove c'è un grande interesse".
Lo dico, perché abbiamo sempre sentito parlare di movimento terra, di attività estrattive, di edilizia. Non voglio sollevare alcuna questione nel sostenere che, in questo momento, due tra le attività più remunerative anche in questa regione ed anche in questa città, sono rappresentate dai rifiuti e dalle politiche sociali. Sono due aree all'interno delle quali vi è una minore attività di controllo, perché i consorzi molto spesso agiscono ahimè - nel non rispetto del codice degli appalti.
Laddove esiste un organismo in house, che sceglie autonomamente il soggetto, è più facile che qualunque soggetto, sia mafioso o no, possa in qualche modo approfittarne. Così come non possiamo dimenticare che esistono le mafie non italiane: è vero che dobbiamo prestare un'enorme attenzione a ciò che abbiamo prodotto in casa, ma non va dimenticato che in questa regione, e in particolar modo in questa città, alcune mafie straniere hanno un peso preponderante rispetto ad alcuni settori.
Faccio un esempio? Quando assistiamo all'apertura di 70 centri estetici acquistati e gestiti da imprenditori cinesi, che di estetico hanno poco e che chiudono alle due di notte, senza un solo controllo, o quasi, da parte della Polizia urbana, qualche sospetto che in quel centro estetico, i cui muri sono stati acquistati ad un valore quasi doppio rispetto al valore reale, che ha delle inservienti vestite con una mise non appropriata - non da centro estetico - e che chiude alle due di notte (lo dico perché ce n'è uno proprio vicino casa mia) non si svolga un'attività consona, viene.
A me piacerebbe che, in questa città, come in altre, a fronte del buonsenso di chiunque, un soggetto dello Stato che percorre quella via e vede, ad esempio, quel centro estetico, piuttosto che un phone center (sappiamo cosa hanno rappresentato anche solo nella transizione di denaro che è un altro aspetto rilevante), entrasse per verificare se si sta svolgendo un'attività coerente con quello che viene indicato dall'insegna oppure no.
Questo, per dire che le mafie, cioè la criminalità organizzata (qualunque sia il suo nome), sono soggetti molto importanti, su cui è bene che il Consiglio regionale lavori e rispetto ai quali - come ricordava il Presidente - anche noi abbiamo un compito legislativo anche di controllo ricordando che le mafie sono molte. Diversamente, si assiste ad uno strabismo per cui fa molta notizia tutto ciò che è locale, tutto ciò che non ci saremmo aspettati di avere in casa, mentre fanno molta meno notizia le mafie silenziose, che sono altrettanto pervadenti, altrettanto presenti in settori su cui non avremmo mai pensato che si potesse svolgere un'attività criminosa, ma che in realtà ci sono.
Mi auguro che il lavoro che la Commissione potrà svolgere sarà a 360 gradi su tutto quello che è il reinvestimento di denaro illecito in attività lecite, che è il cuore con cui oggi si sviluppa la criminalità organizzata.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 87, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita'

Esame proposta di deliberazione n. 98, inerente a "Decadenza del signor Gianni Bergadano dalla carica di componente del Consiglio di Amministrazione del Centro Studi e Ricerche Storiche sull'architettura Militare del Piemonte con sede nel Forte di Exilles per inottemperanza agli obblighi di cui alla legge regionale 27 dicembre 2012, n. 17 (Istituzione dell'anagrafe delle cariche pubbliche elettive e di Governo della Regione e del Sistema informativo sul finanziamento e sulla trasparenza dell'attività dei gruppi consiliari e disposizioni in materia di società ed enti istituiti, controllati, partecipati e dipendenti da parte della Regione)"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 98, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Si tratta di un atto dovuto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ne approfitto, perché è la prima applicazione che facciamo di questa norma. Ed è assolutamente corretta la proposta di delibera, perch evidentemente, come si evince dal testo della stessa, vi è stato un non rispetto dalla norma. In questo caso, il non rispetto è assolutamente formale, nel senso che il signore di cui non ricordo il nome non ha adempiuto ad alcuni aspetti banali, anche solo di comunicazione.
Ricordo al Presidente che la norma prevede tutta una serie di incompatibilità, che peraltro sono banali: non si possono ricoprire due incarichi all'interno di partecipate dell'Ente, e, nel caso dei Revisori contabili, non se ne possono avere tre.
Oggi vi sono situazioni in cui esistono casi di incompatibilità all'interno della nostra Regione, per cui mi auguro che, come in questo caso, che è la situazione più evidente, si sollevi la questione anche sugli altri casi, che possono essere risolti, così come sono state risolte altre situazioni. Nel senso che il doppio nominato deve solo scegliere dove stare: se vuole tenere tutte e due le cariche, invece si arriva alla delibera di decadenza. Non è mai avvenuto, perché alla fine uno opta.
Però, se non sono cambiate alcune situazioni, incarichi di incompatibilità ve ne sono e sarebbe anche opportuno che, una volta ogni tanto, come peraltro è avvenuto in Commissione nomine (anche se più nel titolo che non nel dettaglio), si facesse presente coloro i quali erano incompatibili e che non lo sono più perché hanno rinunciato ad una incompatibilità. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Dopo la Commissione nomine di cui faccio parte abbiamo esaminato questa proposta deliberazione e l'aspetto che ha colpito un po' tutti i componenti del Gruppo è stata la tempistica di questo provvedimento.
La persona di cui tratta la proposta di deliberazione, nominata il 25 marzo 2014, era stata informata degli obblighi il 23 luglio 2013. Questa persona - lo ricordiamo - è stata designata a ricoprire un ruolo all'interno del Centro Studi e Ricerche Storiche sull'architettura militare del Piemonte, con sede nel Forte di Exilles.
Al di là della battuta che mi era venuta in Commissione (chiedevo appunto, se avevate verificato che non fosse rimasto chiuso dentro il Forte, dal momento che, ad oggi, la struttura risulta ancora inaccessibile e forse è appunto per questo che non aveva potuto ottemperare a questi obblighi), ci chiediamo se queste tempistiche possano rappresentare una tutela rispetto al diritto di trasparenza e di conoscenza che i cittadini hanno (e anche noi, che apparteniamo a questa Amministrazione). Nel senso che se una persona può permettersi di operare all'interno di un organismo per più di un anno senza rispettare gli obblighi a cui è tenuto, e nel frattempo magari partecipare a riunioni, scrivere atti e svolgere una vera e propria attività all'interno di questo organismo, ci chiediamo se non sia il caso di correggere le tempistiche. Considerando, appunto, che al momento il Forte di Exilles è chiuso, domani ne chiederemo conto all'Assessore Parigi in sede di Commissione, perché le avevamo appunto chiesto di riferire in merito.
Ci chiediamo se all'interno di altri organismi, in cui magari si prendono decisioni che incidono maggiormente sulla vita dei cittadini queste tempistiche non rappresentino un danno. Con questo non intendo certo dire che il signor Bergadano sia in malafede, ma se una persona si rifiuta di fornire delle informazioni che invece sarebbero richieste e dovute ai fini della trasparenza, viene un po' il sospetto che un motivo ci sia.
Ripeto, non faccio riferimento al caso specifico del signor Bergadano però ci sarebbe da interrogarsi sulla questione, proprio per capire se non si possa intervenire sulle modalità e sulle tempistiche, proprio per evitare di incorrere in spiacevoli situazioni, per cui una persona, che magari è incompatibile, come diceva il collega Vignale, oppure che ricopre delle cariche che potrebbero far risultare le sue mansioni poco opportune o alcune sue decisioni condizionate.
Ci chiediamo se non sia il caso di tutelare maggiormente i cittadini riducendo un pochino i tempi attraverso i quali si procede alla decadenza delle persone che non soddisfano le richieste relative alla trasparenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Collega Frediani, la informo che comunque la sede dell'Associazione non è all'interno del Forte di Exilles, ma è in Piazza Solferino.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Come giustamente ha richiamato il Consigliere Vignale, questa è la prima volta che ci troviamo a dover applicare non tanto la legge in quanto tale, perché è attiva da quando è stata approvata, ma uno degli effetti della legge, la decadenza per chi non ottempera ai doveri, ai sensi della legge regionale n. 17 del 2012.
A nostro avviso, questa è una legge molto importante; peraltro, è una legge di cui il nostro Gruppo consiliare, nella persona di Davide Bono, era cofirmatario nella scorsa legislatura, quindi una legge di cui condividevamo e condividiamo in toto le finalità; è la legge grazie alla quale in primis tutti i dati relativi ai Consiglieri vengono pubblicati sul sito del Consiglio Regionale, e questo ci sembra più che giusto.
Grazie a questa legge vengono pubblicati i dati anagrafici, il titolo di studio, la professione, dati di reddito e di patrimonio, beni immobili e mobili registrati e posseduti, partecipazioni in società quotate e non quotate, consistenza degli investimenti in titoli obbligazionari, in titoli di Stato o in altre utilità finanziarie detenute anche tramite fondi di investimento, SICAV, o intestazioni fiduciarie, lista di elezione, Gruppo consiliare, il ruolo svolto all'interno del Consiglio regionale, gli incarichi elettivi e di governo ricoperti nel tempo, le cariche ricoperte a qualunque titolo, il cedolino - soprattutto - e gli emolumenti, gli atti presentati e la partecipazione alle sedute del Consiglio regionale.
Su questo aspetto volevo fare una piccola postilla, perché se sul sito del Consiglio regionale attualmente sono presenti i dati relativi alle presenze alle sedute di Aula, ma purtroppo non ci sono le presenze alle sedute di Commissione. Questo è qualcosa cui vorremmo si ovviasse, anzi, se non ricordo male, il collega Bono è primo firmatario di un atto di indirizzo che va proprio in quel senso. Poi, sono anche presenti le spese sostenute e le obbligazioni assunte per la propaganda elettorale (dato importantissimo, anche facendo riferimento a quanto dicevamo prima), la dichiarazione relativa ad eventuali finanziamenti, donazioni e altri atti di liberalità ricevuti e finalizzati alla propaganda elettorale.
Per analogia, anche coloro che sono titolari di nomina regionale devono ottemperare all'anagrafe degli eletti anche se non a tutti i dati che ho citato prima, ma quelli dalla a) alla e), come previsto dall'articolo 5 di detta legge, quindi i dati anagrafici, di reddito, beni immobili e mobili partecipazioni in società e consistenza degli investimenti. E' importante così come è importante per chi rappresenta i cittadini in Consiglio regionale, che ci sia trasparenza su questi dati relativi a chi viene nominato dalla politica regionale per ricoprire una carica.
Ora, la legge prevede diffida e sanzioni, altrimenti non avrebbe senso di essere, ma fa un po' specie, anzi sinceramente sono rimasto un po' esterrefatto nel leggere il testo di questa proposta di deliberazione quando ho visto che, in realtà, la prima diffida ad adempiere è stata inviata parecchio tempo fa: siamo stati, mi si lasci dire, parecchio tolleranti, perché il comma 3 dell'articolo 7 dice: "In caso di mancata ottemperanza agli obblighi della presente legge da parte del titolare di una carica di nomina regionale, il Presidente del Consiglio regionale diffida l'interessato ad adempiere nel termine di quindici giorni dalla scadenza del termine non osservato. In caso di inosservanza della diffida ne è fatta menzione nell'anagrafe di cui all'articolo 2. La persistente inadempienza comporta la decadenza dalla nomina".
Ebbene, nella proposta di deliberazione leggiamo che questo componente del Consiglio d'Amministrazione del Centro Studi e Ricerche storiche sull'architettura militare del Piemonte è stato diffidato, già nel 2013, ad adempiere entro il 1° ottobre 2013. Non essendo pervenuta...



PRESIDENTE

Per un'altra carica? Non era la stessa carica.



BERTOLA Giorgio

Leggevo la scansione temporale.
Andando avanti, dice: "Preso atto che a seguito di ulteriori richieste di trasmissione dati e delle informazioni con nota del 30 ottobre 2014, nel persistere dell'inadempienza si è proceduto a trasmettere la seconda diffida ad adempiere entro quindici giorni". Lo stesso con nota del 22 gennaio.
Quindi, direi che, giunti a questo punto, pare più che giustificato adottare questa proposta di deliberazione per far decadere questo membro anzi, come ha sottolineato anche la collega Bersani...



(Commenti della Consigliera Frediani)



BERTOLA Giorgio

Ho detto Bersani? Questa è una perla. Chissà perché avevo in testa Bersani?



PRESIDENTE

Questa è una notizia! La collega Bersani.



BERTOLA Giorgio

La collega Bersani è bellissimo! Ho mischiato il cognome della persona che facciamo decadere con quello della collega Frediani, senza peraltro volerli accomunare.



PRESIDENTE

Se vuole entrare nel PD, faccia la domanda, il Presidente Gariglio se ne farà carico e si prenderà questa responsabilità.



BERTOLA Giorgio

Loro vorrebbero tanto, ma non...



PRESIDENTE

Ne può parlare con la "collega Bersani", se vuole.



BERTOLA Giorgio

Temo che non lo farò. Temo che non lo farò almeno per i prossimi ottant'anni.
Dicevo che è importante, come ha sottolineato la collega Frediani mantenere la massima vigilanza per l'osservanza di questa legge, sia da parte dei Consiglieri, in primis, sia da parte di tutte le altre persone che dalla Regione vengono nominate per varie cariche; anzi, colgo l'occasione per dire che questi strumenti di controllo e trasparenza andrebbero semmai implementati, quindi il nostro Gruppo consiliare ha allo studio tutta una serie di altre misure a favore della trasparenza, non soltanto per le cariche politiche, ma anche per i funzionari della Regione e tutti coloro che hanno la responsabilità di prendere decisioni di spesa.
Tra l'altro, recentemente, è stato anche approvato un ordine del giorno dal nostro Gruppo, a mia prima firma, che riguardava coloro che gestiscono i bandi e le gare nella sanità regionale, perché abbiamo visto che negli anni passati, anche non troppo passati, c'è stato qualche "problemino".
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ci tenevo particolarmente ad intervenire su questa proposta di deliberazione dell'Ufficio di Presidenza - se non sbaglio, la n. 98 - per quanto riguarda la prima applicazione di una decadenza di nomina effettuata da parte del Consiglio regionale. Questo anche per fare un quadro della situazione in merito all'entrata in vigore della legge cosiddetta "Anagrafe degli eletti", correttamente è la legge n. 17 del 2012, "Istituzione dell'anagrafe delle cariche pubbliche elettive e di governo della Regione e del sistema informativo sul finanziamento e sulla trasparenza delle attività dei Gruppi consiliari e disposizioni in materia di società ed Enti istituiti, controllati, partecipati e dipendenti da parte della Regione".
E' stata una legge sicuramente importante, che abbiamo affrontato e discusso nella scorsa legislatura. Se non sbaglio, tra l'altro, è una delle poche leggi dell'allora opposizione che sono arrivate ad un iter conclusivo, con un voto affermativo da parte della Regione, che ha, tra l'altro, anticipato un percorso di approvazione di norme in generale sulla trasparenza, sulla pubblicazione di dati riguardanti le cariche pubbliche elettive e quelle di nomina e, in generale, sull'anticorruzione.
Ricordiamo la legge n. 190 del 2012, il cui articolo 1, comma 49 e comma 50 prevedeva una delega al Parlamento nazionale, ad esempio, anche per l'approvazione di una normativa per quanto riguarda l'anticorruzione in generale. Parlo del decreto legislativo n. 39 del 2013 e non, ovviamente della più recente legge anticorruzione appena approvata dalle Camere in questi giorni, che riguarda i reati di corruzione e di concussione e le pene, quindi affronta il problema dal punto di vista della giustizia penale, con allungamento delle pene, come dicevo nel precedente intervento sull'istituzione della Commissione antimafia, e allungamento dei tempi di prescrizione.
Qui stiamo parlando del decreto legislativo n. 39 del 2013 e della legge regionale del Piemonte, la n. 17 del 2012. Il decreto legislativo n.
39 del 2013 è una normativa di rango nazionale, gerarchicamente superiore quindi supera anche le norme regionali, qualora queste siano a livello di normativa, quindi meno stringenti di quelle nazionali. In questo caso sono vigenti ed efficaci gli articoli che ha citato il Consigliere Bertola quindi gli articoli 5 e 7 della legge n. 17 del 2012 che riguarda, in particolar modo, la sezione dei titolari di carica di nomina regionale.
L'anagrafe della Regione Piemonte riguarda non solo le cariche pubbliche elettive, quindi Consiglieri regionali, Assessori e quant'altro, ma anche i Direttori generali, riguarda gli enti controllati e partecipati dipendenti della Regione e quindi, in questo caso, anche il Forte di Exilles.
I nominati ai sensi della legge n. 39 del 1995, che è la legge rivista che regola le nomine da parte del Consiglio regionale per gli enti dipendenti, partecipati o controllati dalla Regione Piemonte, prevede che questi nominati debbano rispondere all'anagrafe della Regione Piemonte, dei punti a), b), c), d), e) dell'articolo 3 che, invece, riguarda tutti coloro i quali devono essere presenti nell'elenco dell'anagrafe regionale. Mentre è ovvio che non serve la lista di elezione, Gruppo consiliare di appartenenza (anche quello non è che rappresenti una grande rivoluzione) non servono le cariche ricoperte a qualunque titolo e il cedolino relativo agli emolumenti percepiti in Consiglio regionale, bensì servono i dati anagrafici, i titoli di studio e la professione esercitata, com'è evidente per valutare anche i criteri con cui la Commissione nomina e sceglie i propri componenti.
Occorre verificare se i componenti vengono scelti magari per simpatia ironizzo, ovviamente - oppure per vicinanza politica, oppure, ancora, se in base ad una competenza acquisita o per un corso di studi o per esperienza diretta nel campo. Questo è un primo discriminante fondamentale.
Nella Commissione nomine del nostro Gruppo sono titolari la Consigliera Frediani e il Consigliere Campo, ma il sottoscritto, nella scorsa legislatura, soprattutto negli ultimi anni, partecipava anche alla Commissione nomine. E' ovvio che era un tema molto importante e ho visto che si è ripresentato ancora oggi.
Si dice: "Se ha fatto l'amministratore comunale, ha comunque competenze in tutto lo scibile politico, non dico umano". Secondo me non è corretto.
Un amministratore può anche aver fatto l'Assessore, o il Sindaco di un Comune, ma non è detto che abbia competenze specifiche per amministrare magari il Forte di Exilles - faccio un esempio - perché, magari, non ha sviluppato competenze sul turismo, l'attrattività e la gestione di un bene culturale così importante come il Forte.
Faccio questo esempio perché l'abbiamo affrontato spesso nelle sedute di Commissione; alcune volte ero presente, altre volte i colleghi mi hanno riferito che spesso si era un po' laschi nella scelta delle persone che si potevano nominare. Un conto è la selezione che fanno gli Uffici regionali che guardano un'attinenza, che non ci siano incompatibilità e quant'altro ma altro conto è la scelta che fanno i Consiglieri, che possono fare anche delle scelte politiche.
Sottolineo un altro tema, e poi chiudo con la divagazione sulle Commissione nomine e vado sul merito della deliberazione: il tema dell'inconferibilità dei ruoli delle nomine del decreto legislativo n. 39 che è stata raggirata in maniera ripetuta con il discorso di assumere che il nominato non svolga compiti amministrativi. Il che è un po' ridicolo.
E' vero che, magari, si nomina un membro del consiglio di amministrazione e non il presidente, ma se noi facciamo una legge, la legge n. 39, a livello nazionale, per dire che si deve separare il potere di controllo dal potere di gestione, l'incarico elettivo dall'incarico amministrativo - principio sacrosanto - noi poi andiamo a fare una legge in cui si prevede una norma, ma con la deroga, dicendo che se, comunque dichiara di non volere avere un conflitto di interessi nella gestione dell'incarico, allora è conferibile.
Su questo punto una riflessione nella Commissione nomine la farei perché mi sembra un po' paradossale. Mi ricordo, ancora adesso, la seduta in cui il Presidente della Commissione nomine ci disse: "Non succederà mai garantisco". Invece, puntualmente, sono state nominate delle persone che avevano questa inconferibilità latente.
Chiusa questa parentesi, che affronteremo in Commissione nomine, chiudo sottolineando, come ha fatto la Consigliera Frediani, la particolarità, non ascrivibile, per una volta, al Presidente attuale del Consiglio regionale ma ad una dichiarazione di una diffida fatta ad ottobre 2013 non viene risposto a novembre 2013.



PRESIDENTE

Scusi, era perché la stessa persona ricopriva un altro incarico.



BONO Davide

Ha ragione, l'aveva già detto al Consigliere Bertola. Comunque è un recidiva. Non è che sia un reato, se il signore in questione dovesse ricomparire per un'altra nomina, forse aggiungerei un'inconferibilità per manifesta, ripetuta e reiterata non volontà di dichiarare il proprio stato patrimoniale. Mi sembra abbastanza evidente a tutti.
Chiudo dicendo che prendiamo atto, con soddisfazione, che la legge funziona e che si tratta di una legge utile. Non succede spesso, a volte si fanno leggi che non funzionano, che non sono utili. Ne prendiamo atto quindi voteremo convintamente, senza nulla di personale verso il signore in questione per la sua decadenza, quindi speriamo di avere un nuovo amministratore. Anche perché, come diceva la Consigliera Frediani, il Forte va aperto subito perché è un bene fondamentale e andrebbe amministrato bene per attrarre turisti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 76, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 4) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 80 "Ufficio del Difensore Civico" - (articoli 1, 12, 13 e 14, legge regionale 9 dicembre 1981, n. 50 mod. dalle leggi regionali n. 17/2000, 4/2008 e 8/2013) - designazione del Difensore Civico Proclamo designato, quale Difensore civico regionale, il signor Fierro Augusto.
Proposta di deliberazione n. 91 "Fondazione 20 marzo 2006" - (articolo 11 Statuto dell'Ente) - Consiglio di Amministrazione - designazione di 1 componente Proclamo designato, quale componente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione 20 Marzo 2006, il signor Bellion Marco Cesare.
Proposta di deliberazione n. 85 "Fondazione 20 marzo 2006" - (articolo 13 Statuto dell'Ente) - Collegio dei revisori dei conti - designazione di 1 membro effettivo Proclamo designato, quale membro effettivo del Collegio dei Revisori dei Conti della Fondazione 20 Marzo 2006, il signor Lupia Felice.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.26)



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