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Dettaglio seduta n.73 del 19/05/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 9.41 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Problemi energetici - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione n. 362 presentata dal Consigliere Benvenuto, inerente a "Perforazione esplorativa Comune di Carpignano Sesia"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione n. 362 presentata dal Consigliere Benvenuto, inerente a "Perforazione esplorativa Comune di Carpignano Sesia". Essendo un'interrogazione a risposta orale, vi è la risposta da parte della Giunta per tre minuti e poi la replica dell'interrogante per cinque minuti.
La parola all'Assessore De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore all'energia Grazie, Presidente.
Le vicende legate alla richiesta di perforazione, al permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi (il cosiddetto progetto Carisio) presentata da ENI in riferimento al Comune di Carpignano Sesia sono ben note al Consiglio.
Rispetto al progetto presentato nel 2012, che ENI a un certo punto aveva ritirato, quello attualmente in esame è localizzato a una maggiore distanza dall'abitato, oltre il tracciato dell'autostrada 26, in direzione nord-est, all'esterno delle fasce fluviali del Sesia.
Rispetto ai contenuti puntuali dell'interrogazione, la nuova postazione di perforazione proposta ha recepito le indicazioni evidenziate dalla Regione per il progetto del 2012. Attualmente è indetta la Conferenza dei servizi, alla quale partecipano gli Enti locali, le Direzioni regionali interessate e l'Arpa Piemonte per il supporto tecnico-scientifico.
L'8 aprile si è svolto un confronto pubblico con i soggetti privati e le Associazioni presenti sul territorio. Sulla base di quanto emerso da tale momento di confronto e dai contributi pervenuti dagli Enti, si è proceduto a richiedere a ENI i necessari approfondimenti sul progetto al fine di massimizzarne l'adeguatezza, cioè ridurne gli impatti sulle componenti ambientali e, in particolare, sulla componente acque superficiali e sotterranee.
Nella nota di richiesta di integrazioni, è stato ovviamente comunicata ad ENI e al Ministero la posizione contraria delle Amministrazioni e del territorio. Invece, dal punto di vista giuridico, la ricerca e coltivazione degli idrocarburi appartiene da sempre alla competenza statale. Dal punto di vista normativo e istituzionale, eventuali atti normativi regionali sarebbero non conformi alla Costituzione, in quanto la Regione non ha competenza a legiferare in materia. Né si possono immaginare divieti generalizzati aventi la valenza giuridica di vietare attività di ricerca e coltivazione degli idrocarburi. Evidentemente, meno ancora si può pensare a vietare in generale l'attività di ricerca sul territorio per le ragioni ben note - ovvie - perché questo inibirebbe l'arricchimento, l'avanzamento delle conoscenze di carattere geologico sul territorio medesimo.
In quanto agli eventuali profili di incostituzionalità del decreto "sblocca Italia", noi non ne abbiamo ravvisati.
Credo che ormai, a questo punto, siano pure scaduti i termini, ma in ogni caso la Regione Piemonte non intende sollevare questione di costituzionalità nei confronti del decreto "sblocca Italia".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Benvenuto in qualità di Consigliere per la replica.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
Rinuncio alla replica e chiedo solamente la risposta scritta dell'Assessore.



PRESIDENTE

L'Assessore De Santis provvederà a fornirgliela.


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 411 presentata dai Consiglieri Mighetti, Batzella, Bertola, Bono, Campo, Frediani e Valetti inerente a "Teleriscaldamento Asti"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 411.
Ricordo che sono a disposizione due minuti per l'illustrazione e tre minuti per la risposta della Giunta.
La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Sinceramente pensavamo che fosse più un problema legato alla questione dell'Azienda sanitaria; tuttavia, se l'Assessore De Santis ci darà le risposte alle domande che abbiamo formulato, crediamo che sia la stessa cosa.
La questione è molto semplice: nel Comune di Asti è stato predisposto un progetto per la realizzazione di teleriscaldamento. La problematica essenziale, oltre ai dubbi sulla sostenibilità dell'intervento dal punto di vista dell'effettivo risparmio energetico e dell'effettivo risparmio economico per gli utenti, è quella dell'ubicazione dell'impianto. Infatti l'impianto sarà realizzato nelle immediate vicinanze dell'ospedale di Asti Cardinal Massaia.
Poiché questo impianto dovrà generare calore, in teoria, per la maggior parte delle utenze del Cocenter di Asti giocoforza concentrerà le emissioni dei molti impianti attualmente presenti in un unico punto, che si trova vicino all'ospedale di Asti.
In secondo luogo, è necessario valutare una problematica relativa all'impatto acustico che questo impianto potrà avere. Per questo motivo nell'interrogazione abbiamo formulato alcune domande, tra cui: se l'ASL di Asti è a conoscenza delle criticità ambientali indicate nella deliberazione di approvazione da parte del Comune; se l'ASL non debba procedere alla fornitura di gas o altra forma di riscaldamento tramite piattaforma di acquisto centralizzata; se si ritenga adeguata la vicinanza di tale impianto al presidio ospedaliero. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
La parola all'Assessore De Santis, per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore all'energia Grazie, Presidente.
Probabilmente, non ho tutte le risposte che il Consigliere chiedeva e possiamo verificare, eventualmente, perché le interrogazioni vengono distribuite e si risponde per quel che si è in grado di rispondere.
Le faccio grazia della lettura dell'appunto che ho in mano, che dice le cose ben note e che tutti sappiamo: in realtà, il teleriscaldamento è una modalità di utilizzo dell'energia efficiente e tale da ridurre le emissioni climalteranti, riconosciuta dall'Unione Europea e dallo Stato italiano quindi certamente non vi è alcun problema sul fatto che il Comune di Asti abbia messo in piedi questo tipo di progetto.
Aggiungo, sempre come informazione, che la competenza autorizzatoria su un progetto di questo genere è in capo alla Provincia di Asti, quindi non è che la Regione in quanto tale, con il suo Settore Energia sia chiamata ad esprimersi su un progetto di questo genere, che - ripeto - comunque in quanto progetto di teleriscaldamento, risponde ai criteri generali definiti dall'Unione Europea, dallo Stato italiano, nonché dalla Regione Piemonte.
Di per sé, nemmeno il fatto che l'impianto sia vicino all'ospedale appare in qualche modo ostativo, dal momento che è buona prassi - anzi collocare questo tipo di impianti vicino alle utenze maggiori, per ovvie ragioni di efficienza e di efficacia che questo ha.
Se e quanto l'ASL di Asti sia a conoscenza dei contenuti della deliberazione programmatica del Comune noi, ovviamente, non siamo in grado di saperlo.
Sul tema specifico se l'ASL non debba procedere alla fornitura di gas o altra forma di riscaldamento tramite piattaforma di acquisto centralizzato la risposta è che sì, le ASL sono tenute ad avvalersi delle piattaforme con CONSIP o simili, però vi è anche un obbligo di confrontare la convenienza economica dei costi di generazione autonoma, in presenza di una soluzione di teleriscaldamento, quindi va eventualmente fatto il confronto fra i costi delle due opzioni.
In sostanza, sul progetto non abbiamo competenze di autorizzazione; per quello che ci è noto, un impianto di teleriscaldamento è un passo avanti sulla via dell'efficienza e della riduzione delle emissioni climalteranti.
Questo è, allo stato attuale, il livello delle risposte che posso dare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Assessore De Santis.


Argomento: Telecomunicazioni - Edilizia e norme tecnico-costruttive

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 380 presentata dal Consigliere Sozzani, inerente a "MUDE Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 380.
Risponderà l'Assessore De Santis per conto dell'Assessore Valmaggia.
La parola al Consigliere Sozzani, per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione è di tipo operativo. Secondo un'attività già iniziata nel 2010 con una determina della Giunta regionale, si era iniziato il percorso di elaborazione del cosiddetto "MUDE Piemonte", dove per MUDE si intende il Modello Unico Digitale per l'Edilizia, che va a sancire e ad analizzare le attività nell'intera Regione Piemonte, nei singoli Comuni sia dal punto di vista del percorso delle opere individuate da questi Comuni, sia nell'ambito delle ditte appaltatrici delle opere stesse.
Vi è poi l'articolo 49 della legge regionale n. 56/77, modificata nella scorsa legislatura, che prevede l'adempimento del Codice dell'amministrazione digitale e che la presentazione dei titoli abitativi edilizi e la trasmissione delle comunicazioni in materia edilizia debbano avvenire per via telematica. Peraltro, la stessa legge 56 prevede che la Giunta regionale individui un regolamento che determini la modalità di applicazione della DGR, che istituisce il MUDE, avendo la stessa, tra l'altro, già anche istituito un gruppo intercostituzionale con il compito di individuare il sistema condiviso per l'inoltro telematico nella Regione Piemonte.
Si chiede in che fase sia la predisposizione del regolamento che ho poc'anzi citato, anche in funzione di un'analisi non solo delle aziende, ma della legalità, perché questo permetterebbe di creare una banca dati relativa agli appalti concessi, alle aziende che hanno vinto l'appalto e con lo stato di avanzamento dei lavori. Ritengo che questo sia utile ai fini della comprensione e della legalità in questa materia.
La seconda domanda è quale sia la percentuale di adesione dei Comuni perché riteniamo che non ci sia stata una sufficiente pubblicizzazione, tra i Comuni, di questo strumento, che riteniamo sicuramente molto importante sia per la conoscenza dello stato dell'arte dei lavori pubblici nella nostra Regione, sia per la conoscenza delle aziende che lavorano nella nostra Regione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
La parola all'Assessore De Santis, per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore regionale Grazie, Presidente.
In merito alla prima richiesta, il regolamento è attualmente in fase di predisposizione con l'obiettivo di definire e formalizzare la caratteristiche essenziali alle quali deve attenersi il sistema telematico per l'inoltro delle pratiche edilizie. Il regolamento conterrà la descrizione e l'indicazione dei requisiti tecnici e delle funzionalità richieste ai sistemi di invio telematico delle pratiche edilizie e sarà accompagnato da una serie di allegati tecnici che descriveranno le caratteristiche tecnologiche.
La soluzione tecnologia potrà essere identificata nell'infrastruttura costituita da MUDE-Piemonte; il sistema è oggi offerto con i servizi relativi dedicati agli enti aderenti.
Come per altri regolamenti definiti dalla revisione della legge urbanistica regionale, se ne prevede l'adozione entro l'anno.
Il sistema MUDE-Piemonte, sviluppato con caratteristiche logiche e tecnologiche coerenti con quanto previsto a livello nazionale nei Tavoli per la semplificazione amministrativa, è in grado di integrare la modulistica digitale unificata già predisposta e quella che verrà sviluppata in futuro.
In questo momento, gli Uffici stanno lavorando per giungere ad una gestione integrata delle diverse istanze che interessano i procedimenti autorizzativi, produttivi, edilizi ed ambientali, attraverso l'implementazione dei sistemi che le varie Direzioni hanno attuato per la gestione degli sportelli unici delle attività produttive, per la presentazione delle istanze ed autorizzazioni uniche ambientali, nonch delle istanze edilizie attraverso MUDE-Piemonte.
Ricordo che in Piemonte abbiamo censito 91 sportelli unici probabilmente ce n'è qualcuno di troppo, in un momento in cui dobbiamo lavorare per la smaterializzazione e per l'uniformazione di queste procedure.
Con riferimento al secondo quesito, si precisa che le Amministrazioni comunali che aderiscono al progetto sono coinvolte mediante la partecipazione al gruppo di lavoro interistituzionale promosso con DGR n.
4296 del 12 luglio 2010.
Attualmente, hanno aderito 185 Comuni, pari in termini di popolazione ad un po' più di due milioni di abitanti, ossia ad una percentuale del 49,7%. I professionisti accreditati ad oggi sono 10.244, mentre le pratiche presentate 47.835. Oltre ai Comuni, hanno aderito ANCI-Piemonte, la Provincia di Torino, la Provincia di Alessandria, la Provincia di Asti l'Ordine degli Architetti della Provincia di Torino, l'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino, il Collegio dei Geometri della Provincia di Torino, l'Ordine degli Architetti della Provincia di Alessandria e il Collegio dei Geometri della Provincia di Cuneo.
Certamente il tema MUDE va affrontato nel quadro generale di cui ci dobbiamo occupare in questa legislatura, che è quello della cosiddetta "Agenda digitale", ossia della smaterializzazione, uniformazione e semplificazione dell'insieme delle procedure per le quali le imprese si rivolgono alla Pubblica Amministrazione per le autorizzazioni e non solo.
E' un ambito di lavoro molto grande, le cui possibilità di successo si connettono, peraltro, anche al tema della infrastrutturazione di banda perché è difficile immaginare di smaterializzare certe procedure se lo strumento, alla fine, è il doppino di rame.
Il mio convincimento è che dobbiamo lavorare in questa direzione ed utilizzare questa leva, che può essere anche quella dell'uso di una parte dei Fondi europei per fare un passo avanti rispetto alle nostre abitudini del passato.
Storicamente, il tema è che l'informatica duplica e deve adattarsi alle procedure adottate dai singoli Enti. Dovremmo essere capaci, a mio avviso di cambiare l'approccio e di dire che utilizziamo pienamente le possibilità offerte dall'informatica, proprio per uniformare e semplificare le procedure. Grazie.


Argomento: Telecomunicazioni - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 363 presentata dai Consiglieri Gariglio e Boeti, inerente a "Wi-fi gratuito nelle strutture sanitarie regionali"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 363.
Il Consigliere Gariglio dà per illustrata l'interrogazione.
La parola all'Assessore De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore all'innovazione Grazie, Presidente.
Fornisco un insieme di informazioni che mi sono state trasferite dagli Uffici sulla diffusione del wi-fi gratuito nelle strutture sanitarie regionali.
E' stato realizzato un progetto pilota che ha visto coinvolte tutte le sedi ospedaliere della ASL TO4 ed è in fase di realizzazione la copertura dell'Ospedale infantile Regina Margherita.
Per quanto riguarda specificamente l'ASL TO4, con il coordinamento affidato senza oneri al Consorzio senza fini di lucro Topix è stato realizzato in ogni ospedale un hotspot con connessione gratuita per la Regione Piemonte alla rete internet, a cura degli operatori consorziati a Topix, tramite un collegamento wireless e la navigazione gratuita per gli utilizzatori.
Gli hotspot attivati nelle sedi coprono diversi reparti degli ospedali di Cirié, Lanzo, Chivasso, Ivrea, Cuorgnè, Settimo Torinese e il presidio sanitario di Castellamonte. Nel caso di Settimo, la copertura è relativa all'intera struttura sanitaria.
Per quanto riguarda l'ospedale Regina Margherita, il Settore Sistemi Informativi, sostenendo l'evoluzione del progetto "Smart Inclusion", per il quale nel 2011 aveva sottoscritto apposita convenzione con l'ASL OIRM sant'Anna, ha dato ordine il 12 dicembre 2014 con la determina n. 12, in accordo con le competenti strutture dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza, della fornitura, installazione e avviamento del servizio di copertura wi-fi in molti dei reparti, ad integrazione di quelli già coperti da precedenti iniziative dell'ospedale.
Le attività sono attualmente in corso.
Ulteriori iniziative basate sulla deliberazione n. 42 del 23 dicembre 2013 sono state intraprese dalle Aziende Sanitarie nell'ambito della propria autonomia gestionale. Si può citare il caso dell'Azienda Ospedaliera Mauriziano di Torino, che si è aggiudicata la fornitura di apparati per l'estensione della copertura wi-fi ai propri reparti. Al fine di rendere possibile tale intervento, la Direzione Competitività del sistema regionale ha provveduto a mettere a disposizione dell'ospedale un maggior collegamento di banda pari ad un gigabyte.
Specificamente in merito all'estensione della disponibilità di banda, è in corso, da parte del Settore regionale Sistemi Informativi, un'analisi volta a mettere tutti gli ospedali che ne abbiano necessità nella stessa condizione del Mauriziano.
Se invece parliamo di mettere a disposizione il wi-fi aperto e accessibile a chiunque presso tutte le strutture sanitarie regionali occorrerebbe un coordinamento tra il Settore regionale Sistemi Informativi e Tecnologie della comunicazione e il Settore Sistema Informativi Sanitari e, attraverso quest'ultimo, tra tutte le ASL.
E' possibile che l'Assessorato alla sanità abbia dati più completi sulla copertura wi-fi. Io vorrei solo aggiungere un'osservazione analoga a quella con la quale ho risposto al Consigliere Sozzani, ossia che il tema vero che dobbiamo affrontare in questa legislatura e in connessione con il progetto di "Agenda digitale del Governo" è quello effettivo dell'infrastrutturazione a banda larga e ultra larga del nostro territorio uscendo dalla logica, peraltro assolutamente apprezzabile, dei molti progetti esemplari che sono stati realizzati in passato, prendendo atto che l'infrastrutturazione a banda larga e ultra larga è diventata - e lo è da tempo - un'esigenza di competitività del nostro territorio, in qualche modo tale e quale come lo è l'acqua corrente piuttosto che la corrente elettrica.
Quindi, bisogna uscire dalla logica dei progetti ed affrontare il tema in una logica di sistema, che è quanto ci ripromettiamo di fare.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore De Santis.


Argomento: Incarichi e consulenze esterne - Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 385 presentata dai Consiglieri Andrissi, Batzella, Campo e Frediani, inerente a "Probabile conflitto di interessi dei dirigenti e funzionari regionali che svolgono anche consulenze ai cavatori"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 385.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Quanto dichiarato presso la Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali in merito all'attività estrattiva delle cave da parte del Sindaco di Romentino credo sia molto grave, al di là di un supposto conflitto di interessi, e spero che poi l'Assessore saprà darmi un chiarimento in merito a questa vicenda.
Al di là del possibile conflitto di interessi di funzionari e impiegati della Regione, il mio Gruppo credo sia contrario a qualsiasi tipo di conflitto di interessi, a partire dal Capo dello Stato e dalla gestione di un sistema televisivo senza mai aver espletato una gara in Italia per arrivare fino alle piccole cose, che poi non sono così piccole, perché a Romentino la situazione delle cave è molto grave, anche per la vicenda che ha portato, addirittura, all'omicidio Marcoli.
Quindi, la situazione deve essere valutata molto attentamente e se c'è questo conflitto di interessi è da recidere nel modo più deciso possibile perché credo sia intollerabile nel momento in cui, effettivamente, è reale considerando anche il fatto che ho svolto una piccola indagine tra i professionisti e tutti mi hanno confermato questa circostanza.
Vorrei capire dall'Assessore se effettivamente vi è questa situazione considerando che il Sindaco di Romentino lamenta - l'ha fatto con una dichiarazione ufficiale presso una Commissione del Parlamento - un ricorso continuo agli organi giurisdizionali proprio per il controllo di questa attività estrattiva; sappiamo che a Romentino, addirittura, sono stati trovati rifiuti pericolosi per il ritombamento di queste cave.
Inoltre, occorrerebbe una legislazione che preveda per quanto riguarda gli inerti una differenziazione e un riciclo selettivo a monte, quindi non più un utilizzo degli inerti per il ritombamento, ma l'utilizzo degli inerti come noi avevamo chiesto, per esempio, a partire dalle opere pubbliche, perché questo ci chiede l'Europa.
E' necessario l'obbligo di riciclo selettivo nel momento delle demolizioni, così da non avere questa pratica degli assimilabili agli inerti, perché nel Comune di Trecate o in quello di Oleggio, in Provincia di Novara, ritroviamo idrocarburi pesanti con più 14 atomi di carbonio; le stesse sostanze che sono state buttate nelle cave a Romentino le troviamo a Oleggio e credo anche a Trecate. Mi dicono che presto salterà fuori un'altra situazione di questo tipo, quindi siamo fuori controllo.
La Regione fino ad oggi non ha fatto bene la sua parte, nel momento in cui non ritira quella delibera in cui consente l'utilizzo degli assimilabili.
Assessore, questo lo riteniamo inaccettabile, perché gli assimilabili sono una porta aperta per qualsiasi tipo di sostanza, e noi lo vediamo sul campo: a Oleggio si voleva realizzare un parco pubblico, che è diventato il parco pubblico degli idrocarburi e dell'arsenico. E' così che vogliamo recuperare le cave della Regione? Noi chiedevamo cose semplici, ma qui la situazione è andata molto più avanti e Romentino è un po' la cartina al tornasole di questa vicenda, che allo stato attuale, è fuori controllo, Assessore, pertanto da questa Regione attendiamo un atto deciso. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
La parola all'Assessore Ferraris per la risposta.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore al personale

Grazie, Presidente.
In relazione all'interrogazione presentata dal Consigliere, fornisco gli elementi di risposta riguardanti gli aspetti dell'indagine, quindi tralascerei le questioni legate alla cava, alle destinazioni e alle leggi in materia, come riferitomi dagli Uffici.
Occorre premettere che viene sempre effettuata l'istruttoria in materia di incompatibilità dell'autorizzazione allo svolgimento di attività esterne nei confronti dei dipendenti regionali che chiedono la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo parziale minimo 50% per lo svolgimento di seconda attività, come nel caso dell'interessato, nel rispetto degli indirizzi contenuti nella DGR n. 132206 del 12 febbraio 2001, che ha regolarmente istituito l'istituto del part time.
Nel caso in cui il dipendente regionale intenda svolgere un incarico occasionale a favore di terzi richiamo la legge n. 10/1989, che sicuramente, merita approfondimenti e, forse, aggiornamenti, le cui modalità di gestione dell'istruttoria sono state recentemente integrate per adeguarsi alla normativa vigente in materia di incompatibilità e di incarichi vietati, con le direttive contenute in una DGR che abbiamo recentemente prodotto, la n. 23734 del 5 dicembre 2014.
Elemento fondamentale di questo tipo di istruttoria è l'acquisizione del parere espresso dal direttore e dal dirigente della struttura alla quale il dipendente interessato è assegnato; dallo stesso deve risultare la distinzione tra le funzioni istituzionali cui il dipendente è assegnato e l'attività oggetto dell'incarico, e l'assenza di possibili conflitti di interesse.
Venendo al caso specifico, non si ravvisano al momento situazioni come quelle esposte dall'interrogante, in quanto, nel 2010, non sono state presentate dal personale appartenente al Settore Programmazione Monitoraggio Attività estrattive richieste di autorizzazione per lo svolgimento di incarichi esterni; mentre relativamente allo svolgimento della seconda attività con collocamento in part time al 50% si è verificato un solo caso, peraltro già conclusosi con il ritorno a tempo pieno del dipendente interessato nell'aprile dell'anno scorso.
La seconda attività prevedeva lo svolgimento della libera professione di ingegnere - qual è il soggetto in questione - in un contesto ben circostanziato, differente e con esclusione quindi dell'attività estrattiva di competenza regionale e con l'invito a segnalare qualunque variazione o al verificarsi di particolari condizioni che venissero a modificare l'oggetto dell'autorizzazione.
La disciplina già richiamata in materia di autorizzazione di incarichi esterni e di autorizzazione di svolgimento di seconde attività risulta coerente con i principi e le disposizioni recate dalla recente normativa nazionale, la cui violazione comporta conseguenze sanzionatorie oltre a ci che è stato adottato con DGR n. 1-602 del 24/11/2014 ("Codice di comportamento dei dipendenti del ruolo della Giunta regionale").
Nello stesso Codice, che integra il Codice di comportamento per i dipendenti pubblici, di cui al DPR n. 62 del 2013, è stata esplicitamente inserita una disposizione rivolta ai dirigenti e ai direttori che, oltre all'obbligo di osservanza in prima persona, fa obbligo di vigilare sul rispetto da parte dei dipendenti assegnati della disciplina in materia di incompatibilità e cumulo di impieghi e incarichi, al fine di prevenire casi di incompatibilità di diritto e di fatto o situazioni di conflitto di interessi, anche potenziale, che pregiudichino l'esercizio imparziale della funzione attribuita al dipendente.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.17 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Richiesta, da parte della Consigliera Motta, di chiarimenti in merito alla risoluzione unilaterale, nei confronti della ditta appaltatrice dei lavori del contratto per la realizzazione del Presidio Sanitario della Valle Belbo da parte dell'ASL di Asti


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione. Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola la Consigliera Segretaria Motta in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Stamattina alle ore 8 ricevo una telefonata dal Sindaco di Nizza Monferrato, Flavio Pesce, molto alterato (adesso ha mandato anche un'e-mail ufficiale indirizzata al Presidente, all'Assessore, al Direttore Moirano, e ad altre persone).
E' molto alterato perché ieri sera è venuto a conoscenza, purtroppo non in via istituzionale - e lo scrive - che l'ASL di Asti ha rescisso unilateralmente il contratto con la ditta appaltatrice per la costruzione del Presidio Sanitario della Valle Belbo. Questo è già avvenuto dieci giorni fa.
La sua alterazione, devo dire anche la mia, è il fatto che mercoledì quando abbiamo incontrato l'Assessore Saitta, non è stato fatto cenno anche e solo in modo riservato, e anche e solo al Consigliere del territorio e al Sindaco di riferimento di quella zona. Certo, si parlava di altro, si parlava di rete territoriale, però forse questa comunicazione poteva arrivare almeno ai soggetti interessati.
Il Sindaco chiede immediate spiegazioni, nonché i tempi e i modi di ripresa e completamento dei lavori, a garanzia degli impegni pubblicamente manifestati dal Presidente Chiamparino e dall'Assessore Saitta, circa il completamento dell'opera in corso. Credo sia importante che al più presto se non in Aula almeno nella prima Commissione utile, l'Assessore riferisca su quanto sta succedendo.
Anticipo che, in base al Regolamento e allo Statuto, chiederò una Commissione d'indagine, perché se oggi siamo arrivati a questo punto, con un ospedale costruito sull'acqua che ha portato via del tempo utile, con ritardi nella costruzione e la mancanza di fondi, forse è ora che qualcuno indaghi.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Mozione n. 369 presentata dai Consiglieri Vignale, Berutti, Graglia Porchietto, Ruffino e Sozzani, inerente a "Interventi urgenti per far fronte agli eventi meteorologici avvenuti nell'area del Pinerolese e degli attigui comuni della Provincia di Cuneo il 15 maggio" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Solo per chiedere un'iscrizione.
I colleghi sanno che nella giornata di venerdì scorso, gran parte del Piemonte è stato interessato da alcune grandinate, in alcune zone in modo particolarmente violento e di natura eccezionale.
Chiediamo, quindi, che venga inserita la mozione che abbiamo presentato in tal senso.



PRESIDENTE

Per l'iscrizione di un nuovo punto all'o.d.g. può intervenire un solo Consigliere per Gruppo.
Voleva intervenire per un'iscrizione, Consigliere Berutti? BERUTTI Massimo (fuori microfono) Per una comunicazione.



PRESIDENTE

Va bene, Consigliere Berutti, provi pure, sia pure molto ma molto in deroga.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente, e grazie per la sua cortesia.
Intervengo per segnalare un problema che ritengo valga per tutti i Consiglieri, o quanto meno per la minoranza.
Venerdì c'è stato un incontro ad Alessandria con l'Assessore alla sanità presso l'Istituto Volta, per la presentazione del piano di distretto. Onestamente, i Consiglieri non sono stati avvertiti, a livello di comunicazione interna, con un'e-mail.
Ritengo che questo, a parte qualche Consigliere che gentilmente nel tempo ha sempre informato, la stessa situazione è già successa in altri casi.
Personalmente credo ci debba essere rispetto per i Consiglieri. Forse quelli di maggioranza lo avranno saputo, o qualcuno lo avrà letto sui giornali, però credo che il rapporto tra Giunta e Consiglio debba essere un rapporto di rispetto.
Chiedo a lei di farsene carico in prima persona, per un rapporto funzionale di sinergie, perché altrimenti, se uno non legge i giornali, non è informato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Berutti.
Affronteremo questa questione nella prossima Conferenza dei Capigruppo.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Accossato, Marrone e Valmaggia.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 5 e del 6 maggio 2015.


Argomento:

c) Nomine e designazione effettuate dalla Giunta e dal suo Presidente, ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis dello Statuto


PRESIDENTE

Si dà atto che sono state trasmesse le informative, da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale, in merito a due decreti di nomina della Presidenza della Giunta regionale.
Gli allegati sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 28, 29 e 30 aprile 2015.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Stato di agitazione proclamato dai medici di famiglia relativamente alla situazione di stallo a seguito del mancato rinnovo della Convenzione"


PRESIDENTE

Come stabilito dalla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari del 13 maggio scorso, la Giunta regionale svolgerà comunicazioni, di cui al punto 3) all'o.d.g., sui seguenti temi: "Stato di agitazione proclamato dai medici di famiglia relativamente alla situazione di stallo a seguito del mancato rinnovo della convenzione", richieste dal Consigliere Bono "Appalto per la realizzazione del tunnel di Corso Grosseto", richieste dal Consigliere Gariglio.
Prego, Assessore Saitta, sulla prima comunicazione.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

La comunicazione è semplice: lo sciopero è stato revocato ieri sera.
Ieri abbiamo seguito, anzi, l'ha seguita il Presidente Chiamparino a distanza, e mi ha informato.
Su Quotidianosanità è pubblicata una sintesi dell'intesa che ha portato alla revoca dello sciopero. Sostanzialmente, è stato assunto un impegno a continuare nel confronto, secondo le indicazioni date nella Conferenza delle Regioni, contenute nel documento di indirizzo.
Credo, quindi, che immediatamente dopo le elezioni regionali riprenderà il confronto, ma ci pare di capire, per le questioni indicate nel documento finale, poiché non era intenzione delle Regioni ridurre l'autonomia dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta, che quanto prima, come ho già avuto modo di dire, si creeranno le condizioni per la sottoscrizione dell'intesa, fermo restando quei vincoli che, come avete visto e come vedrete leggendo quel documento e su cui anche i medici di famiglia concordano, non c'è aumento di indennità per quanto riguarda il prossimo contratto.
Si tratta di un problema esclusivamente riferito alla loro collocazione. In ogni caso, non era mai stata nostra intenzione - lo abbiamo detto anche qui - ledere la loro autonomia.
In ogni caso, lo sciopero è stato revocato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono, sulle comunicazioni dell'Assessore Saitta.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ovviamente, abbiamo appreso anche noi - leggendo i giornali questa mattina, ma anche tramite il "passa parola" - della riunione di ieri sera forse un po' tardiva. Alcuni, infatti, hanno contestato al Governo nazionale il fatto di aver convocato le rappresentanze sindacali la sera prima del giorno in cui era stato indetto uno sciopero nazionale, che avrebbe coinvolto il 70% dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, in Italia.
Questa non è una responsabilità diretta della Regione Piemonte, anche se - ricordiamolo sempre - Chiamparino è il Presidente della Conferenza Stato-Regioni: forse bisognerebbe dire al Presidente Renzi e ai suoi Ministri di convocare un po' prima le parti sindacali, qualora non si voglia arrivare ad uno sciopero. Questo mi sembra abbastanza evidente.
Penso che oggi, la maggior parte degli assistiti del 70% dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta rappresentati dalle sigle sindacali convocate, che avevano indetto lo sciopero, non si siano recati negli studi medici, perché l'informazione della revoca dello sciopero è arrivata questa mattina, leggendo i giornali. Immagino che oggi, gli anziani - che sono le fasce più deboli - abbiano intasato i pronto soccorso del Piemonte.
Pertanto, ribadisco: se c'è una volontà da parte della politica di andare in una direzione chiara, cioè quella di evitare la subordinazione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, e mantenere il rapporto fiduciario, si faccia in modo che le parti politiche agiscano in tal senso.
Ho letto attentamente, sul sito della FIMMG, tutto il tira e molla che c'è ormai da un anno, e - francamente - mi sembra un atteggiamento poco serio da parte delle rappresentanze politiche (Governo, Conferenza Stato Regioni). Se viene minacciato lo sciopero, le rappresentanze sindacali vengono convocate la sera prima; se, invece, lo sciopero non viene fatto magari le trattative vanno di nuovo a rilento.
Ritengo che questo aspetto, che è il fondamento della medicina territoriale, a prescindere dalle rappresentanze sindacali, debba essere preso in fortissima considerazione anche in relazione alla specificità del rapporto medico-paziente, che è un rapporto fiduciario. Rapporto che non c'è, purtroppo, nella continuità assistenziale (l'ex guardia medica) e che non c'è soprattutto a livello ospedaliero. Com'è noto ai colleghi, questo è l'unico ambito in cui il paziente può scegliere il proprio medico, se non nel privato, ovviamente. Quindi, non si può effettuare una scelta per i medici ospedalieri, ma per i medici del territorio.
Noi vorremmo che ci fosse più scelta, più libertà. Spesso la libertà di scelta è limitata al nome, al cognome del medico e magari non si conoscono determinate specifiche dello stesso: il numero di assistiti, magari la presenza di un'equipe, di un'infermiera o comunque di una collaboratrice.
Pertanto, risulta spesso molto difficile fare una scelta in questo senso.
Noi, invece, pensiamo si debba potenziare maggiormente la libertà di scelta.
In merito alla posizione della Regione Piemonte (ricordiamo nuovamente che il Presidente Chiamparino è Presidente della Conferenza Stato-Regioni) noi siamo trasaliti quando abbiamo letto la mozione nazionale della FIMMG che penso abbia letto anche l'Assessore Saitta. Dopo avere approvato il documento ed esaminato le posizioni delle varie Regioni, si dice che il documento della FIMMG individua come Regioni ostili alla medicina generale l'Emilia Romagna, la Lombardia, il Piemonte, la Puglia, la Sicilia, il Veneto e le Province autonome di Trento e Bolzano.
Anche su questo, chiediamo se ci può ragguagliare su cosa intendesse la FIMMG, e quindi quale posizione avevamo preso fino a prima di ieri, perch ieri le posizioni sembrano essere cambiate. Vorremmo capire, cioè, se è vero quello che c'è scritto nel documento di una rappresentanza sindacale così numerosa (che la Regione Piemonte parrebbe ostile alla medicina generale, così come è oggi, non ovviamente in generale, immagino, ma con liberi professionisti convenzionati, con un rapporto fiduciario), oppure se è un posizionamento politico di un sindacato, che non ha riscontri nella realtà, per questa Giunta.
E' un tema fondamentale, anche perché l'Assessore Saitta sta presentando sul territorio la bozza della delibera di revisione della rete territoriale, dove, giustamente, il 50% del dibattito si concentra sulla posizione e funzione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, ricordando il recepimento della legge Balduzzi e del Patto della salute, con la creazione, sul territorio, dell'AFT e delle UCCP.
Questo è un altro tema molto sentito nel dibattito con le rappresentanze sindacali, proprio perché si vorrebbe capire chi è che coordina le AFT e le UCCP: un medico di medicina generale, oppure un tecnico individuato dal Direttore generale? Ci si chiede, cioè, se c'è una volontà di creare un coordinatore inter pares, oppure se c'è una volontà di mettere un superiore gerarchico nominato dall'Azienda Sanitaria regionale che impone dei vincoli, magari stringenti (si è parlato addirittura della volontà di chiedere ai medici di medicina generale la restituzione delle prescrizioni erronee o ultronee o addirittura di ridurre le prescrizioni dei farmaci, al di là di quelle che sono le evidenze scientifiche).
E' ovvio che sono tutte dichiarazioni presenti nel dibattito politico ma noi vorremmo avere dei ragguagli in più dall'Assessore Saitta o dal Presidente Chiamparino, che sono presenti alla Conferenza Stato-Regioni proprio per poter rassicurare, da un lato, le parti sindacali (e questo lo farete voi) e, dall'altro, soprattutto, i cittadini, cioè i fruitori e utenti del servizio della medicina generale.
In ultimo - e chiudo - abbiamo letto ieri una delibera di circa una settimana fa, sul personale, riguardante la possibilità di assumere i famosi 600 nuovi dipendenti del Sistema Sanitario Regionale, con un aumento di spesa di circa 31 milioni di euro. A pagina 7 del documento - se non ricordo male - si dice laconicamente, in maniera che solleva anche un po' dei quesiti e dei dubbi, che il pareggio di bilancio della sanità regionale, al lordo degli aumenti di spesa per il personale, dovrebbe pareggiare con degli accantonamenti per gli investimenti sul territorio e sulla rete sanitaria in generale, visti - e aggiungo, ovviamente fondamentali - i tagli al Fondo Sanitario Nazionale derivanti dalla legge di stabilità nazionale.
Mi spiego meglio, e chiudo Presidente: poiché il Governo Renzi ha deciso di tagliare due miliardi e mezzo dal Fondo Sanitario Nazionale e il nostro Presidente della Regione, nonché Presidente della Conferenza Stato Regioni, ha detto che le Regioni sono d'accordo, ci sarà un taglio per la Regione Piemonte di 180 milioni di euro. Pertanto, nella delibera la Regione segnala che, qualora ci dovessero essere problemi sul bilancio verranno di nuovo tagliati gli investimenti, anche sul territorio.
Chiedo, quindi, all'Assessore Saitta, se, in questo frangente, ha piacere o voglia (ovviamente, noi lo speriamo), di dirci come intende fare la revisione della rete territoriale, quindi la messa in rete dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta in AFT e UCCP, quando non ci saranno soldi per fare neanche un investimento. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Questo è un tema che ci permette in pochi minuti di fare un'analisi che consenta anche all'Assessore di entrare nei dettagli di alcune questioni che il Consigliere Bono ha posto all'attenzione dell'Aula prima, con alcuni chiarimenti.
Intanto l'annunciato sciopero, e poi il ritiro, è una buona notizia perché ci permette, anche in Regione Piemonte, di affrontare con calma e con attenzione, nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, un aspetto fondamentale dell'insieme della riforma della sanità pubblica e privata della regione Piemonte.
Rispetto alla rete territoriale, il ruolo dei medici di famiglia è un ruolo fondamentale, oserei cardine dell'intera rete. I medici di famiglia hanno, in questa fase, una preoccupazione. Una preoccupazione che, per quanto ci riguarda, condividiamo. Cioè quella di non diventare, in qualche modo, certamente non formale, semplicemente dei dipendenti delle nostre Aziende sanitarie. Noi rispettiamo quelle posizioni, la nostra intenzione non sarà certamente quella di renderli dipendenti nelle nostre Aziende, ma utilizzare - uso questo verbo e questo concetto - le loro professionalità le loro intelligenze, il loro sapere, le loro capacità che nelle connessioni con il territorio sono fondamentali in termini di conoscenze dello stato di salute della popolazione. Di utilizzare quelle intelligenze nell'insieme complessivo della rete territoriale per rendere virtuoso ed efficace il sistema stesso.
Mi sia consentito di fare un passaggio su quello che può essere il loro modo di stare insieme. È stato enunciato il termine "aggregazione funzionale territoriale", che è un titolo disciplinato in ambiti di 30.000 abitanti, se non ricordo male, Assessore. Poi dovremo dare contenuti alle sigle, cioè gli UCCP, con coordinamenti di queste aggregazioni funzionali territoriali.
Inserisco un altro tema assai caro, soprattutto in quegli ambiti non afferenti ai capoluoghi di provincia e alle grandi città, cioè le Case della Salute. Le Case della Salute, laddove funzionano, sono un esempio virtuoso di efficienza e di integrazione tra il sistema sanitario e il sistema socio-assistenziale, quindi gli enti gestori delle politiche socio assistenziali e, aggiungo, delle istituzioni, quindi anche dei Sindaci.
Le Case della Salute, laddove funzionano, laddove esistenti in alcuni Regioni - penso, in particolare, alla Toscana, dove ci sono esempi di straordinaria efficacia, ma anche all'Emilia Romagna - diventano, anche per la popolazione, un punto di riferimento come porta d'accesso, non più quindi come pronto soccorso. Qui dovremmo soffermarci su un'analisi, che non possiamo fare in questo momento, sugli accessi impropri (sono un milione e 700 mila gli accessi impropri al pronto soccorso). Le Case della Salute sono l'alternativa al pronto soccorso, per aree con numero di abitanti inferiore a 30.000, quindi soprattutto nelle aree montane e collinari possono diventare un esempio di straordinaria efficacia.
Questo può avvenire anche in Piemonte. Non voglio su questo rispondere al Consigliere Bono, ma non procedo oltre per permettere all'Assessore Saitta, ovviamente rimanendo nel Regolamento del nostro Consiglio, un ulteriore approfondimento sul tema, dove c'è una cabina di regia. Ed è una cabina di regia tra soggetti che hanno ruoli differenti, ma medesima importanza.
L'ente gestore, molte volte in distretti, ma anche in sub-distretti l'ente gestore delle politiche socio-assistenziali e il rappresentante dei medici di famiglia, il rappresentante del sub-distretto dell'Azienda Sanitaria Locale e il Sindaco o i Sindaci si ritrovano in un'unica cabina di regia dove, addirittura, tentano di affrontare il grande tema dell'epidemiologia di quell'ambito territoriale al quale loro afferiscono.
Credo che questo sia un momento di riflessione per la Regione Piemonte.
La seconda delibera sarà di straordinaria importanza, anche per dire ai medici di famiglia che è un'occasione per affrontare il cambiamento che varrà anche per loro, cercando di individuare le traiettorie migliori per dare futuro anche alla loro professione.
Avanzo una proposta in vista dell'approfondimento che dovrà fare l'Assessore. In IV Commissione, su questo e su altri temi, se è utile sarei dell'idea di audire i Direttori generali per fare della prossima delibera, quella della rete assistenziale territoriale, una delibera di importanza straordinaria.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Solo per chiedere l'apertura del dibattito.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, mi sono distratto e non ho sentito il suo intervento.



BERTOLA Giorgio

Lo ripeto. Ho solo chiesto l'apertura del dibattito.



PRESIDENTE

Il dibattito è già aperto. Per questo motivo le ho dato la parola.



BERTOLA Giorgio

No, no, ho concluso.



PRESIDENTE

Altri interventi sul dibattito? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

La questione dei medici di famiglia è sicuramente un elemento critico come è emerso dai due precedenti interventi.
Di nuovo, come ho avuto occasione di rimarcare nella presentazione a Cuneo del Piano di riordino del territorio, sono qui a sottolineare come al momento, non sia assolutamente chiaro che cosa si intenda fare. Così il risultato ottenuto con il rinvio dello sciopero è un risultato insignificante. Nel senso che ci manca completamente - manca a questo Consiglio, ma anche ai medici stessi - un'idea chiara di quello che la Regione intende effettivamente fare. Continuo a ripetere che, ad oggi, non l'abbiamo ancora.
Al di là della mappa completa del riordino dei distretti, che si dice si farà entro il 30 giugno prima sentendo Sindaci, territorio e quant'altri, mi viene già un po' il dubbio, visto che siamo al 19 maggio che tempo non ce ne sia molto. Presumibilmente qualcosa di pronto, almeno come proposta preliminare, ce l'avete, ma mancano effettivamente le idee su quello che andranno a fare, su come saranno inquadrati i medici di medicina generale all'interno delle nuove strutture.
Si dice "vi diamo strutture e non incremento economico", ma poi si dice "faremo un budget per l'assistenza territoriale ma a isorisorse", il che significa che questo budget verrà ritagliato dal resto del bilancio della sanità regionale. Non è che ad oggi ci sia tanta ciccia che avanza nell'ambito della sanità regionale. Il taglio di quello che non sarebbe neanche più stato l'ospedale della Valle Belbo lo sta a dimostrare, così come le difficoltà di reperire i fondi per Verduno fanno venire un sacco di legittimi dubbi.
Quanto dovranno lavorare questi medici di medicina generale? Come si integreranno con il discorso di guarda medica per la copertura 24 per sette, 12 per cinque, 12 per sei? Quali sono le idee su come dovrebbe funzionare questo sistema? Quale sarà il personale infermieristico a disposizione? Con che tipo di attrezzature? Faccio notare che, ad oggi, persino la sperimentazione dei CAP, che dovrebbe funzionare dal 2012, è alquanto diversificata. Ad esempio, a Fossano dove l'ospedale è inesistente, anche se continua ad essere chiamato "ospedale", il CAP non è dove c'era l'ospedale, ma alcuni dei medici di medicina generale di Fossano hanno affittato una struttura e si sono dotati di personale proprio; dopodiché hanno stipulato una convenzione con l'ASL.
Le modalità, dunque, sono le più varie, e ad oggi non si capisce che cosa si dovrà fare.
Quello che interessa a noi, come opposizione, come necessario controllo politico dell'attività della maggioranza e di tutto ciò che rientra fra le azioni del Governo, è fare chiarezza. Perché io continuo a sostenere che in tutta la questione della riorganizzazione della sanità regionale persiste una scarsa chiarezza di obiettivi (al di là di quelli economici), perché le cifre ballano, le cose cambiano costantemente; quando si va sul territorio si raccontano sempre le solite storielle molto generiche, senza tanti dettagli (non so se per la paura di avere fatto le cifre sulla riforma ospedaliera, così sull'altra, invece, non le facciamo e vediamo se va meglio); alla fine non si capisce più niente.
A Cuneo è emersa una posizione attendista delle parti sociale: mi sembra che siano lì a vedere se tutto si risolverà come al solito - per cui ciascuno si ritaglia la propria fettina e poco cambia - oppure se ci sarà da mollare.
Il fatto che si siano avuti pochi interventi e con poche sottolineature, a mio avviso è dovuto al fatto che oggi questa situazione può veramente diventare "qualsiasi cosa".
Vorremmo, allora, un po' più di chiarezza, in particolare sul ruolo dei medici di medicina generale e su come funzioneranno queste nuove strutture perché questo è l'elemento chiave, senza il quale continuerà ad esserci un territorio poco controllabile, che non si sa bene che cosa farà, e degli ospedali che faranno di tutto, perché la gente continuerà a recarsi in ospedale dal momento che non saprà dove altro andare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Nell'ultimo incontro sul territorio con l'Assessore Saitta abbiamo già avuto modo di cominciare a parlare della questione dei medici di medicina generale, specialmente nell'ottica di quello che sarà il rapporto con la nuova concezione della sanità sul territorio. Dalle spiegazioni dell'Assessore è emerso che il medico di medicina generale rivestirà sicuramente un nuovo ruolo fondamentale, però manca ancora un accordo sostanzialmente, tra le parti.
La mia preoccupazione è che al momento noi, come Consiglieri, non siamo edotti su quali siano gli elementi fondamentali che dovranno reggere questo accordo. Perché se costruiamo il territorio su un buon 50% di sostegno dei medici di base, abbiamo la ragionevole preoccupazione non solo di capire prima che cosa i medici di base saranno disposti a fare, ma anche che cosa riusciremo a concludere nel successivo accordo.
Per questo tipo di ragionamento chiederei all'Assessore Saitta di enucleare anche semplici tesi, una serie di questioni fondamentali su cui basare il ragionamento. E' una richiesta che avevo già formulato sul territorio, ma dalla risposta dell'Assessore non sono riuscito a capire bene quali siano i punti fondamentali, perché forse, nel discorso generale quando si risponde a tante domande insieme, è difficile riuscire a cogliere il succo della risposta.
Mi sento, però, di dire una cosa: noi non abbiamo bisogno di discorsi generali, ma di discorsi molto precisi e puntuali. Perché senza discorsi precisi e puntuali siamo qui a fare solamente illazioni. Siamo qui a non ricevere risposte, quindi a non poter offrire risposte neanche ai cittadini che ogni giorno chiedono lumi sulle prossime avventure della sanità piemontese.
A tal riguardo, raccomanderei all'Assessore anche di rispondere alle interrogazioni relative alle ASL, come quella di stamattina, per la quale ho ricevuto, invece, risposta dall'Assessore De Santis; risposta che non mi ha per niente soddisfatto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
I colleghi che mi hanno preceduto hanno toccato a fondo le problematiche e il tema di oggi.
Lo stato di agitazione dei medici di medicina generale e, quindi, lo sciopero che era stato indetto per protestare contro il mancato rinnovo del contratto e le riforme sanitarie che le Regioni stanno adottando - compresa la Regione Piemonte - è stato revocato.
Ieri, alle ore 19.30, Renzi ha convocato le sigle sindacali, per dialogare e trovare un accordo al fine di evitare questo sciopero. Verso le 22.30 circa si è poi saputo che lo sciopero è stato revocato, creando ciononostante, grandi difficoltà e mettendo nel caos tutti i cittadini che erano a conoscenza che oggi gli ambulatori dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta sarebbero stati chiusi per lo sciopero indotto da alcuni giorni. Stessa cosa dicasi per il servizio di emergenza 118: anche in quel caso, i medici erano allertati in vista di questo sciopero, che avrebbe creato grossi disagi soprattutto nei confronti delle fasce più deboli e più protette, come gli anziani.
Erano stati allertati anche i pronto soccorso, per cui anche negli ospedali era stato inviato un comunicato di allerta, in cui si chiedeva di prestare attenzione per via di uno sciopero indetto dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, per cui con molta più probabilità i pazienti che ne avrebbero avuto bisogno, si sarebbero recati in pronto occorso non potendo usufruire del servizio ambulatoriale offerto dai medici di medicina generale. Dunque, qualora ne avesse avuto bisogno, l'utente si sarebbe rivolto al pronto soccorso, al servizio di guardia medica, oppure avrebbe chiamato il servizio di emergenza sanitaria 118.
Si è innescata, quindi, una grande confusione e uno stato di agitazione che mi auguro rientri nell'arco della giornata (o comunque nei prossimi giorni).
Per quanto riguarda la rete territoriale, oltre ad uno stato confusionale da parte dei cittadini in merito allo sciopero che era stato indetto e poi revocato, emerge anche uno stato confusionale in merito alla nuova rete di assistenza territoriale, questo benedetto riordino della rete territoriale, che sta creando grande confusione tra i cittadini ma anche tra gli stessi operatori che lavorano sul territorio, perché non sono ben chiare le linee che verranno seguite.
È vero che l'Assessore ha presentato la bozza di una delibera di Giunta. Ma si tratta di una bozza molto generale, non si scende nel particolare e non si riesce a capire come, effettivamente, verrà messa in atto questa rete.
Innanzitutto, vorremmo capire quali risorse abbiamo a disposizione (quindi risorse economiche, ma non solo; parlo anche e soprattutto di risorse umane, di quanto personale abbiamo a disposizione sul territorio e di quanto personale occorre per mettere in atto una buona rete territoriale e, quindi, un servizio funzionante ed efficiente, anche se si parte dal presupposto che questo riordino della rete territoriale doveva avvenire sicuramente prima di un riordino della rete ospedaliera.
C'è stata un po' di confusione anche da parte della Giunta su questo perché, prima di mettere in atto una nuova riforma ospedaliera, forse sarebbe stato il caso di andare sui territori, valutare tutti i servizi che ci sono, attivi, funzionanti, efficienti e quelli che non lo sono, o quelli che dovrebbero essere potenziati in base a ciascun territorio e in base alle esigenze che ciascun territorio ha, in quanto bisogna valutare il territorio, quindi le esigenze di ciascun territorio, le zone periferiche le zone decentrate, le zone particolarmente disagiate.
Spero che questa delibera di Giunta non sia la fotocopia della delibera del riordino della rete ospedaliera, che è stata una delibera di Giunta torinocentrica: infatti ha favorito la città di Torino, mentre ha fortemente penalizzato tutti i territori periferici, non solo della provincia di Torino, ma dell'intera regione Piemonte. Di conseguenza, spero che vengano adottati dei giusti criteri in base alla morfologia, alle difficoltà e alle esigenze che ciascun territorio ha in base alle diverse specificità che presenta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Mi dispiace rilevare come purtroppo, ogni volta che si parla di questi argomenti e di temi sanitari, molto spesso si generano delle confusioni non so mai fino a che punto volute, oppure perché oggettivamente se ne sa relativamente poco.
Allora è probabile che oggi gli ambulatori dei colleghi della medicina generale siano meno affollati, forse anche perché si tratta di un servizio attenzione - che di per sé, per sua natura, non ha carattere di servizio d'urgenza e probabilmente molti degli utenti si sono portati avanti rispetto alle richieste da rivolgere (prescrizioni dei farmaci, varie istanze da chiedere al proprio medico).
E' evidente che delle strutture sono state attivate; poi, nel momento in cui ci fossero state quelle condizioni di urgenza ed emergenza, credo che sia poco utile fare un distinguo tra fasce più deboli come gli anziani rispetto a soggetti più giovani, se hanno un problema di salute reale. E' ovvio che questi ultimi, se visti dal proprio medico di famiglia e rilevato che ci sia un problema di salute vero, che richiede un approfondimento diagnostico, vadano indirizzati subito in altri posti. Così ogni volta si generano delle confusioni di questo tipo.
Per una volta che il Governo riesce a scongiurare uno sciopero annunciato e che è stato portato financo all'ultimo momento, mi è sembrato di capire da alcune parole in quest'Aula che si sarebbe forse preferito fare lo sciopero comunque. Ma, insomma, si tratta di un servizio, oserei dire, ordinario e standard, quello dei medici di medicina generale, che poco ha a che vedere con l'urgenza, quindi va ben distinto questo aspetto poi, è evidente che qualche volta al proprio medico si rivolge chi ha un problema più importante, ma in genere sono visite su prenotazione, oppure si richiede a casa la visita domiciliare per problemi ritenuti di non trasportabilità del paziente o di non mobilità immediata del paziente.
Si genera un'ulteriore confusione che a me preme rilevare: quelle che sono state delle linee guida, sono state definite recependo forse dei vizi dialettici dell'oratore Saitta, con degli aspetti precisi e puntuali che lui in genere usa nelle sue orazioni o nelle sue discussioni. Nelle linee guida, per definizione non ci possono essere aspetti di dettaglio, e le dico, Presidente, con molta sincerità che apprezzo piuttosto un'opera svolta con grande prudenza rispetto alla necessità di andare immediatamente dei dettagli su un tema molto complesso, che è quello della riforma della rete territoriale, che va integrata con la rete ospedaliera.
E' evidente che deve essere aderente ai territori, è evidente che deve essere aderente a delle istanze che sono misurabili sulle configurazioni orografiche e sulle configurazioni demografiche di quei territori, sullo stato di salute generale, sull'età di questi pazienti. Quindi credo che se vi è maggiore prudenza nella riflessione, migliore potrà probabilmente essere il risultato.
Apprezzo e rilevo con soddisfazione che, tutto sommato l'organizzazione della medicina generale abbia fatto un passo indietro: vuol dire che si è seduta al tavolo e sono convinto che potrà meglio ancora sedersi al tavolo regionale perché, per quella che è la mia esperienza nelle scorse settimane, sono convinto che la medicina generale abbia voglia di ridisegnarsi e di ridefinirsi a vantaggio di una sanità dove si sentono in qualche modo, anche fuori ruolo in questo momento e non sanno esattamente come interpretare la loro professione, esprimere e mettere al servizio la loro professionalità.
Quindi sono convinto che ci daranno dei lumi importanti e sono convinto che sono disponibili ad accettare delle necessità, comprendendo quelle che sono le necessità sia di bilancio che altre. E' evidente che quando andremo a disegnare i servizi, ci saranno difficoltà, perché se si parla di servizi l'ho già detto in Aula - c'è il rischio oggettivo che ci siano sovrapposizioni fra il medico di medicina generale, la guarda medica, il 118 e chissà quale figura che potrebbe ancora venire fuori dal distretto.
Tuttavia, è evidente che quando un soggetto chiede domanda di sanità quella vera, sia lui che i parenti chiederanno necessariamente la forzatura dell'ospedalizzazione, quindi è lì che bisogna fare una seria riflessione per dare dei ruoli chiari, definiti, comprensibili, condivisibili con tutti, per evitare il più possibile l'accesso e l'ammissione presso strutture ospedaliere.
Un aspetto che però vorrei ricordare all'Aula e, se possibile, anche all'Assessore è che i gruppi di medicina generale, che negli anni si sono organizzati, anche a fronte di quelli che erano dei supporti economici forniti dallo Stato per assumere personale e acquisire strumentazioni e attrezzature per organizzare degli studi che su molti territori sono stati molto apprezzati, potrebbero in qualche misura essere messi in discussione grazie alla rivisitazione di alcune strutture, che poi avrebbero gli UCCP o altre strutture simili, mettendo in discussione ciò che anche questo investimento ha fatto negli anni producendo ulteriore disoccupazione.
C'è una forte preoccupazione rispetto a figure che si sono qualificate professionalmente presso questi studi e che vedono a forte rischio il proprio posto di lavoro, per non dire delle difficoltà strutturali per gli investimenti che la Regione in qualche maniera ha fatto.
Credo che siano questi i temi di confronto. Maggiore è la prudenza maggiore e direttamente proporzionale la possibilità di avere un buon risultato finale. E' evidente che il tempo non è tantissimo, perché tutti sono in attesa. Però oggettivamente, Presidente, non percepisco questa ansia sul territorio da parte delle varie organizzazioni, perché se diamo un buon segnale, come si sta dando, un segnale di lavoro serio intorno al tema, se ci prendiamo qualche settimana in più per dare un buon risultato credo che questo sia il tema su cui si sta lavorando e l'oggetto atteso del desiderio di tanti.
E' evidente che, più ampio è il confronto, maggiore sarà anche il livello di integrazione, accogliendo al tavolo della discussione gli attori che poi saranno i protagonisti. Per una volta che abbiamo una categoria disposta a sedersi al tavolo e a ritirare anche un forte sciopero annunciato sui territori, credo che sia un segnale positivo di entrambe le parti che sono sedute intorno al tavolo. Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio alla delegazione proveniente dalla Regione di Satu Mare (Romania)


PRESIDENTE

Saluto la delegazione proveniente dalla Regione di Satu Mare, in Romania.
La delegazione - accompagnata dalla componente della Consulta femminile regionale Valentina Pascal - è composta, tra gli altri, dal deputato del Parlamento romeno Ovidiu Silaghi, Presidente della Camera di commercio di Satu Mare, dal Presidente e dal Vicepresidente del Consiglio regionale di Satu Mare Adrian Stef e Mircea Govor, dal Consigliere del Presidente del Consiglio regionale e dal Consigliere regionale Pop Felician e Daliana Lazar e dal Console generale della Romania a Torino Tiberiu Dinu.
Auguro a tutti buona giornata, buona visita a Palazzo Lascaris e buona visita nella Città di Torino e in Piemonte. Rivolgo un saluto anche da parte dell'intero Consiglio regionale e da parte del Presidente della Giunta regionale, l'Onorevole Sergio Chiamparino.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Stato di agitazione proclamato dai medici di famiglia relativamente alla situazione di stallo a seguito del mancato rinnovo della Convenzione" (seguito)


PRESIDENTE

In merito al dibattito sulle comunicazioni della Giunta regionale, la parola all'Assessore Saitta per la replica.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Com'era normale attendersi, siamo partiti da una comunicazione relativamente allo sciopero, annunciato e poi revocato. La discussione si è poi estesa a questioni relative più a scelte che dobbiamo compiere.
Il collega Bono poneva quesiti puntuali sulla questione della relazione complessiva con i medici di base a livello nazionale. Rispondo volentieri per il ruolo che ho come componente del gruppo degli Assessori del Presidente Chiamparino, che la situazione ci pare gestibile.
Devo dire che i giudizi dei medici e del sindacato sono giudizi dei medici e del sindacato. Per quanto riguarda il posizionamento della Regione, non so cosa dire. Credo che non corrispondano assolutamente a verità.
Noi, all'interno della discussione che abbiamo avuto sulla definizione delle linee di indirizzo, abbiamo sempre sostenuto la necessità, non soltanto come tutte le Regioni, di indicare tra gli obiettivi delle vie di indirizzo, cioè l'obiettivo che arriva dal contratto, cioè l'assistenza territoriale, ma - sempre nei nostri interventi - abbiamo anche valorizzato il ruolo dei medici di famiglia, soprattutto nel rapporto con i pazienti mantenendo la loro autonomia - quindi, non so da cosa derivano quei giudizi, probabilmente sono state riferite cose inesatte - e continuiamo ad avere questa posizione.
Al di là di questo aspetto, che mi sembra abbastanza scontato, nel senso che i medici di famiglia, dal punto di vista giuridico, hanno quella natura e nessuno vuole obbligarli a fare cose diverse rispetto a quello che prevede la legge, mi sembra che il tema principale verta su una questione che, probabilmente, sarà affrontata nella manovra che il Governo proporrà dove è prevista una responsabilità, anche patrimoniale, dei medici di famiglia, qualora eccedano nelle prescrizioni farmaceutiche e in quelle diagnostiche.
C'è un meccanismo di carattere punitivo e mi pare che questa sia un posizione non nostra, ma di altre Regioni: c'è un clima di questo tipo. La nostra posizione è, invece, come quella assunta dalla Regione Toscana per quanto riguarda il controllo delle prescrizioni mediche, delle prescrizioni farmaceutiche e delle prescrizioni diagnostiche, perché siamo convinti che il meccanismo della punibilità sulla base di alcuni parametri è difficile e complesso. In Toscana hanno adottato il meccanismo dell'autoresponsabilità che vuol dire una cosa molto semplice, e cioè che magari a livello di distretto, o magari a livello ancora più piccolo di sub-distretto o a livello di studi associati, un confronto tra i medici di base sulle loro prescrizioni è autonomamente condotto. Quello è il nostro modello.
Siamo quindi contrari a meccanismi di carattere punitivo, però siamo anche dell'opinione che i medici di famiglia devono lavorare, come diceva il Consigliere Mighetti, "di gruppo", laddove è possibile, perché la linea generale è lavorare con la medicina di gruppo. Anche qui, noi non ne facciamo un problema di carattere nominalistico.
Per rendermi conto della realtà, oltre alle cose che mi hanno raccontato in tanti, ho visitato alcune strutture a Pino Torinese (medicina di gruppo), a Ghemme (medicina di gruppo che può sembrare un'UCP), a Beinasco e altrove; ad ogni modo, ho girato un po' e in questi incontri mi sono soffermato non tanto a visitare le strutture, ma a parlare con i medici, in modo particolare con i medici di famiglia.
Quella che ho trovato più utile, perché abbiamo avuto più tempo a disposizione, è stato l'attività della medicina di gruppo a Pino Torinese dove il Presidente è Presidente dell'Ordine, fermo restando i giudizi critici che hanno i medici di base nei confronti dei distretti, che sono organizzati - così ci è stato detto, e ne ho trovato conferma anche da altre parti - in modo molto burocratico.
Per quanto riguarda l'esperienza di Pino, che è un'esperienza di medicina di gruppo, dove fanno anche prelievi e c'è anche il medico specialista, mi pare che nei prossimi mesi, con l'aiuto del Comune, si sposteranno in un edificio dove metteranno assieme, oltre alla medicina di gruppo, anche un po' di ambulatori, compreso l'assistente sociale, quindi si crea una vera casa. E' difficile definire cos'è, se è un UCP più piccolo o più grande, però lo schema è quello.
Giustamente, i medici di famiglia vogliono continuare a svolgere la loro attività, mantenendo il rapporto con il paziente, che diventa un fatto fondamentale anche per noi - su questo non abbiamo dubbi - integrandolo con l'attività dell'Azienda Sanitaria Locale.
Ricordo anche l'esperienza di Ghemme, che ho trovato di grande interesse: cinque medici, medico di famiglia, rapporto con il paziente prescrizione direttamente delle analisi e in più l'infermiere; ci sono gli ambulatori e molto spesso, se c'è la possibilità, fanno le analisi immediatamente.
Quindi, abbiamo dei modelli che, in qualche maniera, possono essere utili. Ho citato questi, ma so perfettamente che nel Novarese ci sono delle cose interessanti, anche per quanto riguarda la pediatria; ci sono delle esperienze che bisogna portare al sistema ed estenderle.
Volevo soltanto dirvi che, complessivamente, sono abbastanza ottimista e credo di poter dare una buona notizia al Consiglio per quanto riguarda il tema dell'assistenza territoriale, partendo dal fatto che noi, per scelta stiamo presentando un documento di principi in modo da poterlo integrare sulla base delle proposte.
In tutti questi incontri in tutte le province non abbiamo chiamato soltanto gli amministratori, ma anche le organizzazioni sindacali, gli infermieri, le associazioni, perché c'è un mondo associativo molto sensibile verso i temi dell'assistenza territoriale.
Ad Alessandria, a Novara, a Vercelli, a Cuneo, ad Asti, nel VCO e a Biella abbiamo trovato una grandissima attenzione. Mi dispiace per il Consigliere Campo, ma non ci sono state liti e questo mi pare un fatto positivo. Inoltre, sono arrivati suggerimenti scritti, molti suggerimenti scritti. Questo ci sta permettendo di precisare meglio il tiro per quanto riguarda la relazione della deliberazione.
Inoltre, aggiungo che in questi incontri abbiamo sentito tutti: le organizzazioni sindacali per forze di cose, le professioni sanitarie non mediche, venti associazioni. Le abbiamo sentite tutte, perché questo mondo è importante: basti pensare che rappresenta il 70% dei dipendenti della sanità, quindi è di grande peso, ha voglia di essere protagonista con una certa non dico autonomia, ma almeno con un ruolo di rilievo.
Tutto questo mondo l'abbiamo sentito e ascoltato. Avendo ricevuto dei suggerimenti, esso è disponibile a partecipare al processo di costruzione della rete territoriale che bisognava evidentemente fare non soltanto attraverso i medici, ma anche attraverso le professioni sanitarie non mediche.
Qualche giorno fa ho incontrato l'Ordine dei Medici; mi pare che all'incontro fosse presente il Consigliere Bono. L'Ordine dei Medici ha presentato, sull'assistenza territoriale, un valido e utile documento.
Capisco sia stato anche difficile e complesso, considerato che il mondo medico è molto sedimentato. Tuttavia, anche quello delle organizzazioni sindacali è un buon documento.
In tutti questi incontri stanno arrivando utili suggerimenti; ad esempio, a Vercelli, a Novara e a Biella utili suggerimenti sono arrivati dagli infermieri, che sono stati ripresi a livello regionale. Anche le società scientifiche ci hanno chiesto di essere incontrati. Ieri ho incontrato i fisioterapisti, che mi hanno parlato del problema del rapporto della riabilitazione, quale elemento importante.
A questo punto, abbiamo un quadro abbastanza completo di proposte e di suggerimenti che bisogna mettere assieme per arrivare a quella proposta di delibera.
Come abbiamo detto, abbiamo mantenuto le caratteristiche di documento generale. Non vogliamo assolutamente essere dirigisti, lo ripeto. Chi pensa che dobbiamo prescrivere l'orario in cui i medici di base devono essere presenti, si sbaglia, non è così, perché il meccanismo è di questo tipo: principi generali, il più possibile condivisi. E' chiaro che questo documento ha delle lacune come quando, per forza di cose, si avvia un confronto. In ogni modo, il documento, pian piano, si sta implementando anche grazie ai contributi.
La data che abbiamo indicato la vogliamo mantenere. Le proposte che avanzava poco fa il Consigliere Ravetti, Presidente della IV Commissione sono proposte su cui siamo d'accordo. Se fosse possibile, vorrei che questo clima positivo che si è creato su una questione diversa rispetto a quella ospedaliera, venisse sfruttato. Credo che attraverso il contributo che molti possono dare, e stanno dando, noi possiamo veramente, al di là delle appartenenze politiche, creare quella tensione anche ideale che permette di aprire la fase nuova.
È stato richiamato il tema delle risorse. Ho detto in Consiglio e in tutte le riunioni che nella delibera pensiamo di assegnare, anzitutto al Direttore generale, il compito, già indicato nel contratto di lavoro, che l'assistenza territoriale sia uno degli obiettivi che, se non mantenuto comporta la decadenza del Direttore stesso. E' scritto così. Finalmente ha le gambe, ha una responsabilità, possiamo dire così.
Se vogliamo evitare il dirigismo, ossia decidere noi come, ad esempio deve essere organizzata l'assistenza territoriale nell'Ovadese, deve spettare al Direttore generale il compito di preparare il piano di assistenza territoriale di distretto, indicando le risorse e facendo un piano pluriennale. Le Regioni che hanno gestito in modo fortemente dirigistico l'assistenza hanno impiegato anche dieci anni, quindi molto tempo. Dopodiché, avendo i progetti e avendo le indicazioni delle risorse annuali e pluriennali, nel bilancio del 2016 possiamo essere nelle condizioni di assegnare risorse vincolate per quanto riguarda l'assistenza territoriale. Questo è l'elemento di novità che non esisteva nel passato mi pare un grande passo avanti.
Il percorso di consultazione si concluderà, mi pare, questa settimana o quella successiva con tutte le Aziende Sanitarie e i Sindaci delle ASL dell'area metropolitana torinese. Dopodiché, avremo un quadro completo e sarò in grado di riferire con precisione in Commissione il risultato del lavoro per passare alla stesura della deliberazione.



PRESIDENTE

E' terminato il dibattito sullo stato di agitazione proclamato dai medici di famiglia relativamente alla situazione di stallo a seguito del mancato rinnovo della convenzione.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo "A. Caffaro" di Bricherasio (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Comprensivo "A. Caffaro" in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme generali sui trasporti - Viabilità

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Realizzazione tunnel di Corso Grosseto"


PRESIDENTE

L'Assessore Balocco è disponibile a rendere le comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Realizzazione tunnel di Corso Grosseto", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Prego, Assessore.



BALOCCO Francesco, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
La scorsa settimana il Consiglio regionale ha approvato, credo in modo unanime, una mozione riguardo la vicenda in oggetto e l'opportunità di sospendere, almeno per adesso, la firma del contratto, frutto di quell'appalto che adesso è sotto l'attenzione della Procura della Repubblica. Appalto che si è concluso nell'estate scorsa, quindi quasi un anno fa.
Vorrei ripercorrere velocemente le date di quella procedura.
La procedura dell'appalto parte, dopo l'approvazione da parte della Giunta comunale di Torino, il 19 giugno 2012, del progetto definitivo che era stato realizzato da GTT-Infra.To. Il 26 giugno 2012, quindi una settimana dopo, la stessa Regione Piemonte espresse parere favorevole su quel progetto e il 26 ottobre 2012 da parte del CIPE c'è l'approvazione del progetto definitivo di GTT. La pubblicazione dell'approvazione è del 24 maggio 2013.
La Regione, l'allora amministrazione, incarica SCR di seguire tutta la procedura, dall'appalto a tutta la realizzazione dell'opera, e il 19 agosto 2013 si procede con l'indizione della gara. Il bando viene trasmesso, in stessa data, da SCR alla Gazzetta ufficiale dell'Unione Europa e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Italiana n. 100 del 26 agosto 2013.
Ci sono tutti i vari adempimenti della gara stessa; ovviamente, prima è stato realizzato il capitolato e il 18 giugno 2014, in seduta pubblica vengono aperte le buste contenenti le offerte economiche. Le offerte tecniche erano già state verificate precedentemente.
Il 26 agosto 2014, su disposizione dell'allora Presidente del Consiglio di gestione, si è provveduto all'aggiudicazione effettiva ed efficace dell'appalto. La data è 26 agosto 2014.
In seguito, c'è il ricorso promosso dalla società arrivata seconda in gara. Questo avviene e si conclude con una sentenza del TAR del 19 novembre 2014, in cui il TAR respinge tale ricorso. Il 5 dicembre, la stessa società, preso atto di quanto deciso dal TAR-Piemonte, presenta appello al Consiglio di Stato e il 2 marzo 2014 il Consiglio di Stato emette una sentenza che respinge nuovamente il ricorso, pubblicata il 9 aprile 2015.
Intanto, il 2 aprile 2015, su determina del RUP, l'ingegner Sergio Manto, viene dato avvio, grazie a questa sua iniziativa, alla progettazione esecutiva. Meglio, con questa determina, il RUP, l'ingegner Sergio Manto comunica alla società che ha vinto l'appalto che può iniziare, a decorrere dal 7 aprile 2015, l'attività per la stesura del progetto esecutivo.
Sapete che questo era un appalto integrato, che prevedeva che il vincitore della gara si facesse carico della redazione del progetto esecutivo e poi ovviamente della realizzazione dell'opera.
Questo avviene il 7 aprile e il 13 aprile la Procura fa richiesta di documenti a SCR. Ciò, evidentemente, crea in SCR un momento di necessità di riflettere sulla modalità di procedura dopo i due ricorsi sull'avviamento del procedimento dei lavori.
A questo punto, il 12 maggio scorso, il Consiglio regionale approva come dicevo prima, l'ordine del giorno che invita SCR ad avviare le procedure per sospendere almeno, ad aggiudicazione già avvenuta, la firma del contratto; questo avviene ieri, 18 maggio, con una determina ancora del RUP, ingegner Sergio Manto, che avvia una procedura di sospensione della firma del contratto stesso.
Il 21 prossimo si riunirà il Comitato di gestione per approfondire tale questione e subito dopo verrà convocato dal Presidente, il collega Saitta il Comitato di sorveglianza.
Questo è lo stato dell'arte, nel senso che questi sono i tempi e i passi con cui si è proceduto alla gara.
A questo punto, è evidente, nel pieno rispetto di quanto sta facendo la Magistratura penale torinese, come sia necessario, nello stesso tempo verificare come procedere, se procedere e in quale forma procedere con il progetto stesso, tenendo conto che ci sono stati due ricorsi, che sono stati respinti sia del TAR sia dal Consiglio di Stato, nei confronti dell'aggiudicatario. Oltre a ciò, vi è la necessità di tenere conto di vari aspetti; prima di tutto dei tempi e delle modalità del finanziamento.
L'opera è stata finanziata con tre fonti di finanziamento: 20 milioni da fondi CIPE assegnati il 23 marzo 2012 e che sarebbero in scadenza nel 2016; 142 milioni di fondi FSC assegnati anch'essi il 28 marzo 2012 e risalenti ai fondi 2007-2013 e che dovranno essere rendicontati entro il 2018; infine, 18 milioni di fondi regionali del 28/12/2012.
Quindi, il primo aspetto su cui bisognerà riflettere è quali tempi siano possibili per mantenere questo tipo di finanziamento; in secondo luogo, quali tempi siano possibili nella sospensione e nell'eventuale valutazione di scioglimento della procedura di gara, valutandone anche le possibili conseguenze dal punto di vista di una richiesta danni, che sarebbe facilmente prevedibile.
Per quanto riguarda il costo completo dell'opera, finanziata nelle forme in cui ho detto, il quadro economico del progetto definitivo era di 180 milioni, dei quali 123 milioni a base d'asta, sei milioni di oneri per la sicurezza, un milione e 360 mila per spese tecniche relative al progetto esecutivo, 49 milioni sono a disposizione. Dopo la gara di appalto, si è riscontrato un ribasso di gara di 30 milioni.
Questo è lo stato dell'arte e, ovviamente, dal dibattito raccoglieremo tutti i suggerimenti affinché si possa procedere con la massima trasparenza e anche garantendo che l'opera venga realizzata.
L'obiettivo dell'opera, che è alla conoscenza di tutti, era quello di realizzare finalmente il collegamento con il passante della Ceres, ma sostanzialmente dell'aeroporto di Caselle. E' un'opera evidentemente determinante e strategica per dare futuro all'aeroporto stesso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Questa è la terza volta che parliamo in Aula di quest'opera e per quattro sedute la II Commissione si è occupata di quest'opera, due sedute in questa legislatura con la Presidente Conticelli e due sedute nella scorsa legislatura.
Rispetto agli interventi precedenti, questa è la prima volta che parliamo di quest'opera dopo aver avuto conoscenza che è in corso un'indagine della Magistratura, che ha portato alla notifica di primi provvedimenti che toccano esponenti politici, esponenti del mondo imprenditoriale e anche Dirigenti del sistema regionale, cioè della nostra società SCR.
Noi, come Gruppo consiliare, non interverremo sugli aspetti penali della vicenda, perché, come abbiamo sempre detto, siamo garantisti e non vogliamo speculare su vicende penali di altre persone. Attendiamo che la Magistratura faccia il proprio lavoro, visto che è compito suo accertare la verità. Rispettiamo questo lavoro e speriamo di poter avere presto un chiarimento sulla vicenda.
Non toccheremo la vicenda dell'indagine, ma abbiamo espresso - e la ribadiamo oggi - una serie di forti rilievi sulle modalità con cui questo appalto è partito e si è sviluppato. Quindi, riprendiamo questi rilievi.
Ci sono alcuni aspetti di tutta quest'opera che suonano difficilmente spiegabili. Forse, al termine del lavoro della Magistratura, se le cose che abbiamo letto risulteranno acclarate, capiremo meglio gli elementi che ad oggi ci sono dubbi.
Accantonando un momento l'indagine penale, enumererò l'elenco delle cose che ci sono sempre risultate dubbie.
Primo problema: le lacune progettuali. Si appalta un'opera e, nel momento in cui si appalta, il soggetto che l'ha pensata, cioè il Comune di Torino (quindi, i tecnici della Direzione del Comune di Torino) e la società di progettazione del Comune di Torino (Infra.To) producono un progetto definitivo sapendo che non va bene; tant'è che il Consiglio comunale il 29 luglio 2013 approva a larga maggioranza un ordine del giorno che accompagna la delibera con cui si approva la convenzione tra Comune di Torino, Regione Piemonte ed SCR per fare l'appalto. L'ordine del giorno del 29 luglio del Comune di Torino recita: "Impegna il sindaco e la Giunta ad attivarsi presso la Regione Piemonte (che si è già detta favorevole) per la modifica del progetto definitivo nella fase di redazione del progetto esecutivo per la realizzazione di entrambi i tunnel veicolari".
Sostanzialmente, il Consiglio comunale dice: "bene approviamo il progetto, ma stiamo licenziando un progetto che non va bene".
Per cui, si parte con quel progetto, ma si dice: "Poi lo si cambia", ed è il primo grosso problema.
Ma come si fa a far partire una gara sulla base di un progetto dicendo: "Sì, ma viene cambiato"? Non è che con il Codice degli appalti puoi cambiare le cose come vuoi; si creano le premesse per un problema che ci saremmo trovati di fronte oggi comunque, cioè variare il progetto appaltato. Il fatto che ci sia un'indagine della Magistratura rende più difficile da risolvere il problema, ma ce lo saremmo trovati di fronte perché la storia insegna che, quando si fa un appalto per costruire un'opera e, subito dopo, appena l'opera è assegnata, si cambia il progetto si finisce male. Noi abbiamo un esempio in casa, quello del grattacielo della Regione, che è stato appaltato in acciaio, ma una volta aggiudicato si è detto: "Non più in acciaio, in cemento armato", abbiamo visto la fine fatta su questo! Questo è il primo punto.
Veniamo al secondo punto. Nonostante alcuni di noi l'avessero proposto in particolare il sottoscritto, la Regione Piemonte nella amministrazione precedente decide che questo appalto deve essere affidato a SCR e non alla stazione appaltante del Comune di Torino, la società Infra.To. Qual è la piccola differenza? Infra.To potrebbe recuperare l'IVA, quindi Infra.To appaltando l'opera, avrebbe recuperato 18 milioni di euro. Si decide di buttare all'aria 18 milioni di euro perché l'opera deve essere appaltata in house, e qui, in qualche modo, noi abbiamo avanzato delle obiezioni, che sono cadute nel vuoto, ma che, oggi, riproponiamo: 18 milioni circa buttati al vento! La terza incongruenza riguarda la Commissione aggiudicatrice, i punteggi del bando e il ranking dell'offerta tecnica, perché la Commissione aggiudicatrice ha per Presidente una persona che non ha esperienza tecnica.
Facciamo l'accesso agli atti da cui scopriamo che quando si verbalizza in SCR si dice: "Non mettiamo quello che è il massimo burocrate tecnico di SCR, perché è oberato di lavoro, mettiamo il direttore amministrativo, che non ha mai fatto funzioni simili in altre gare, perché il direttore tecnico è troppo impegnato", salvo poi che ci troviamo il direttore tecnico responsabile unico del procedimento - impegno ben più gravoso che non presiedere per qualche giorno la Commissione aggiudicatrice.
Sempre relativamente a questo punto, esaminiamo la questione dei punteggi assegnati all'opera. L'elemento prezzo dell'opera conta solo per 15 punti su 100, 9 punti vengono dati al tempo - è calcolato secondo una variabile matematica - e ben 76 punti sono attribuibili discrezionalmente sulla base di valutazioni tecniche, dati su parametri che noi in passato abbiamo contestato in Commissione - non lo ripeto più, ma sono ampiamente contestabili per l'aleatorietà che danno.
Sempre sulla terza valutazione critica, quando si va a vedere il ranking raggiunto dalle varie offerte dopo l'apertura delle buste dell'offerta tecnica si scopre che tra il primo - che poi vincerà - e il secondo la differenza di punteggio è di 16,4 punti, sapendo che si sarebbe ancora dovuto aprire una busta del prezzo, il cui punteggio massimo attribuibile è 15 punti. Cioè, il ranking che le imprese hanno, una volta aperte le buste tecniche, è superiore, come delta, ai punti che possono essere giocati sul prezzo.
Quarto elemento di criticità dell'opera: le proposte migliorative che vengono avanzate durante la gara, la quale prevede che ci siano 18 punti attribuiti per proposte di miglioramento stradale, e di queste dieci sono attribuite alle proposte di miglioramento del nodo di corso Grosseto. Viene posto dalle imprese un quesito di carattere formale, in sede di gara, e pubblicato sul sito di SCR. Sostanzialmente, in questo quesito alcune imprese dicono: "Siccome il Consiglio comunale ha deliberato che ci vuole un tunnel in più, se noi dentro il progetto di gara questo tunnel lo offriamo come miglioria tecnica, ce lo valutate?". SCR al quesito n. 5 risponde formalmente a tutti dicendo: "Con riferimento al nodo di corso Grosseto, alcuni chiedono se sia possibile realizzare un nuovo ulteriore sottopasso monodirezionale senza modificare il tracciato della galleria ferroviaria o del sottopasso in progetto oppure se l'esecuzione di suddetto ulteriore sottopasso non sia possibile perché in contrasto con quanto deliberato dal CIPE".
Questa è la domanda che uno dei concorrenti pone, che viene pubblicata e a cui SCR risponde: "Non potranno essere accettate proposte migliorative e/o integrazioni tecniche che determinano una modifica sostanziale del progetto definitivo posto a base di gara e conseguentemente impongano una riapprovazione del progetto medesimo dal CIPE".
Quindi, il Comune dice: "Ci serve il tunnel"; in sede di gara alcune imprese dicono: "E' chiaro che il tunnel è una miglioria, possiamo proporlo". SCR risponde: "No, non potete proporlo", "Perché?", "Perché si deve passare al CIPE".
Quinto elemento critico. Ma al CIPE si deve passare oppure no? SCR dice: "Non accogliamo queste proposte perché si va al CIPE".
L'Assessore Lubatti del Comune di Torino interviene in Consiglio Comunale il 3 novembre 2014 dicendo: "Ho parlato con i tecnici del Ministero, che mi dicono che questo tunnel si può fare senza passare il CIPE".
Ha ragione Lubatti o ha ragione SCR? Noi come Gruppo consiliare formuliamo due quesiti; il giorno dopo la Giunta non mi risponde direttamente a questo quesito, ma chiede alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Presidenza del Consiglio chiede al CIPE, il CIPE mi risponde il 10 marzo 2015, a firma Consigliera Isabella Imperato, Dipartimento per la Programmazione e Coordinamento della Politica economica, che scrive "Non si deve passare al CIPE".
Come mai il Comune di Torino dice una cosa, la Presidenza del Consiglio dice la stessa cosa, cioè "non si deve passare il CIPE", ma SCR dice: "No non possiamo accettare le proposte perché si deve passare al CIPE", lo dicono i tecnici in risposta al quesito in pendenza di gara, lo dice il Presidente Martino che gentilmente mi scrive su Lo Spiffero una lettera aperta dicendo: "Guardate, abbiamo detto di no perché si doveva passare al CIPE". Capite che questo è un problema serio.
In Commissione audiamo il direttore tecnico di SCR responsabile del procedimento, che mi dice: "Ma noi l'abbiamo chiesto al CIPE, abbiamo risposto così perché così ci ha detto il CIPE". Domanda: "Glielo avete in forma scritta?"; "No, in forma orale". "A chi l'avete chiesto?"; "L'abbiamo chiesto all'ingegner Calzecchi, responsabile dei collegamenti", che, poi da un approfondimento on line credo di aver potuto verificare che non sia nemmeno un dipendente del CIPE, ma un collaboratore o un consulente tecnico che collabora con il CIPE.
Sesto punto critico: la gara per la direzione dei lavori. SCR decide di appaltare anche la direzione dei lavori, quindi individuare con una gara il soggetto che deve dirigere i lavori, avendo la disponibilità del Comune di Torino e di Infra.To di gestire la direzione dei lavori direttamente in house, quindi con la sua società di committenza, con un onere molto minore.
Pareri legali dei consulenti di Infra.To e pareri legali dell'Avvocatura del Comune di Torino dicono: "Si può dare la direzione dell'opera direttamente a Infra.To"; pareri dati da studi legali SCR dicono: "No, non si può dare". E' un altro nodo da sciogliere.
Questi sono i nodi che rimangono sul tappeto a prescindere dalla vicenda penale, che a noi in questo frangente non interessa.
Noi riteniamo, a differenza del Movimento 5 Stelle, che l'opera sia utile; riteniamo che l'opera vada realizzata; riteniamo che non si debbano perdere i finanziamenti; riteniamo che quest'opera debba avere oggi l'attenzione che prima non ha avuto, perché che quest'opera fosse nata male ce lo dice non l'indagine della Procura, che è una cosa esterna, ma l'elenco delle criticità che abbiamo esposto.
E' chiaro che, in pendenza di questi quesiti a cui non si riesce a dare risposta, oggi diventa difficile, con un affidamento dell'opera dato a seguito di questa gara, far cambiare il progetto.
Noi quindi riteniamo che si debba ragionare bene per capire come portare a compimento quest'opera e dobbiamo avere risposte precise. Non dobbiamo perdere i finanziamenti, ma non dobbiamo in alcun modo turbare l'esito dato dalla gara su quest'opera, cambiando l'oggetto dell'opera dopo che è stato aggiudicato l'appalto. Questo, alla luce di tutti i quesiti che ad oggi rimangono senza risposta, altererebbe pesantemente il quadro economico dell'offerta e, soprattutto, presterebbe il fianco ad una serie di ricorsi di coloro che le migliorie le hanno proposte (il Movimento 5 Stelle mi dice sono quattro o cinque) ma che non sono state valutate.
Ecco perché, il mandato che in questo momento diamo alla Giunta regionale è di approfondire nei dettagli come poter uscire da questa empasse, sapendo che noi l'opera la vogliamo, perché è un'opera strategica e deve essere realizzata, ma deve essere realizzata in modo che sia ineccepibile, in modo che non si possa accusare questa amministrazione di aver fatto favoritismi verso qualcuno, o di aver fatto in qualche modo scelte che alterano il quadro economico che ne è uscito fuori.
Faccio notare, Presidente, che non solo è stato approvato da questo Consiglio l'ordine del giorno che richiamava l'Assessore Balocco, ma è stato anche approvato, l'11 novembre 2014, un ordine del giorno (originariamente del Movimento 5 Stelle e poi da noi emendato) che impegnava la Giunta regionale ad attivarsi per verificare la possibilità che "avvenga la modifica del progetto definitivo nella fase di redazione del progetto esecutivo per realizzare entrambi i tunnel veicolari, a condizione che non comporti aggravio di spesa per i committenti rispetto alla somma considerata per l'aggiudicazione dell'opera".
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Premetto ricordando che nella precedente legislatura io e altri colleghi presentammo, non ricordo se due o tre volte, un emendamento per sopprimere SRC. Lo dico perché credo che i ragionamenti che oggi vengono fatti giungano un po' a tempo scaduto: quindi ragguaglio il Consigliere Gariglio rispetto alcuni dati che dimentica.
La Società di Committenza Regionale viene istituita dalla Giunta Bresso, e il Presidente Gariglio, insieme alla sua maggioranza, vot l'istituzione di quella società che, come altri soggetti, non ha un'utilità o, meglio, in una logica di spending review non ha più senso.
Noi, per esempio, proponemmo una struttura flessibile interdirezionale e interassessorile, che si occupasse di quello che fa SCR, cioè le gare.
Ma non era e non è l'unica anomalia. Vi era anche quella di certi legami di parentela, che non so se oggi la legge 231 consentirebbe, tra chi si occupava della stessa materia, cioè di opere pubbliche e di trasporti all'interno della Regione e all'interno di SCR. Potremmo andare avanti con tutta una serie di anomalie che hanno contraddistinto questa società.
La precedente amministrazione ha avuto, secondo me, una responsabilità: non scioglierla; non sciogliere un Ente costoso e poco utile, che ha fatto un numero di assunzioni assolutamente non congruo alle necessità. Ricordo che gli ultimi giorni in cui governava la Presidente Bresso - e ricordo anche l'Assessore Pentenero e, in maggioranza, c'era Aldo Reschigna - che SCR assunse, se non ricordo male, sei nuovi dirigenti, credo dieci o 15 giorni prima della scadenza elettorale.
Non si può scendere da Marte. Si può fare tutto, ma non si può scendere da Marte, perché quando si scende da Marte il rischio vero, con un'attività che questo Consiglio ha svolto in modo assolutamente anomalo - lo rimarco: assolutamente anomalo - cioè quella di sostituirsi alla Magistratura, tanto penale quanto amministrativa, è di fornire ai legali delle società ricorrenti strumenti da utilizzare in ricorso.
Se uno fa un ragionamento in cui ci si astrae da una certa dinamica dalla quale vi siete astratti o perlomeno il Consigliere Gariglio è stato un po' disattento per alcuni anni - il sospetto è che si badi al vincitore o allo sconfitto rispetto alla gara, perché noi abbiamo sempre le stesse maggioranze che hanno modificato un atto, che è quello del Palazzo unico che riguarda alcune centinaia di milioni di euro di costruzione, ma io non ho visto una II Commissione che, anche quando la Procura della Repubblica ha aperto l'indagine, si sia riunita quattro volte per discutere di questo e abbia convocato coloro i quali hanno fatto l'appalto, interessandosi sul motivo per il quale, pur essendo stato modificato il progetto, sia stato affidato ugualmente. Non interessava o è interessato molto meno.
E allora, perché uno si interessa molto di un tema e poco di un altro? Volendo essere maliziosi, si potrebbe dire che noi dobbiamo intervenire perché all'interno del Partito Democratico, o all'interno della sinistra ci sono due parti distinte che, in qualche modo, fanno riferimento a mondi imprenditoriali distinti: in modo trasparente, in modo legittimo, nessuno sta facendo delle accuse, ma è noto che il potere si esercita anche nelle relazioni fra la politica e l'imprenditoria.
Il timore è che si stia discutendo per la sesta volta - credo - di un aspetto di cui si stanno occupando anche il TAR, la Procura, ecc. Abbiamo già adottato due atti d'indirizzo, pertanto mi sembra che ce ne siamo occupati: non ci siamo sottratti.
Gli aspetti di contrapposizione politica - legittima - che un partito ha al proprio interno non rientrano solo in questo ambito: c'è anche quello autostradale e ce ne sono altri sui quali il partito che rappresentate ha alcune frizioni interne.
Rammento, poi, un'altra questione: quali sono stati la Giunta e il Sindaco che hanno fatto l'errore che il Consigliere Gariglio ricordava in apertura, cioè approvare un progetto esecutivo sul quale è stata fatta la gara, e che poi è stato modificato? E' stato il Presidente della Regione.



BALOCCO Francesco, Assessore alle infrastrutture (fuori microfono)

Definitivo, non esecutivo.



VIGNALE Gian Luca

Definitivo: ha fatto bene a correggermi.
Dicevo, era l'attuale Presidente della Regione. Allora, in casa, vi parlate? E' legittimo che noi chiediamo trasparenza e correttezza rispetto agli atti, però non esercitiamo aspetti che non ci competono, perché il PM credo lo facciano bene sia nei tribunali sia in Procura. Non ci dobbiamo sostituire noi, in questo ruolo e, se lo facciamo, lo si deve fare sempre non solo qualche volta, altrimenti ci si può domandare: "Ma per quale motivo?". Come dicevano i latini, cui prodest? Con questo interrogativo, noi diciamo che, rispetto al tema di SCR siamo disponibili - come sempre - a fare un ragionamento, così come rispetto al tema della trasparenza, ma un ragionamento che riguardi tutti i cantieri e tutte le imprese: non solo qualche cantiere e non solo qualche impresa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Come Gruppo consiliare, ribadisco le posizioni che abbiamo già espresso in merito a quest'opera, essendo stati i primi a proporre la sospensione della firma di questo contratto, ritenendo che la storia di quest'opera fosse viziata da problematiche piuttosto importanti, sia di merito sia di metodo.
Sulla questione di metodo, condividiamo sicuramente le parole del Capogruppo Gariglio, perché questo progetto è stato fatto male e contraddice i presupposti ed i problemi che si proponeva di andare a risolvere, sulla viabilità della zona di Corso Grosseto: si produce un progetto che dovrebbe risolvere un nodo di viabilità stradale e un nodo di viabilità ferroviaria, lasciando non coperto da nessuna soluzione progettuale il nodo della viabilità stradale.
Tale progetto, non solo non risolve e non migliora la vivibilità del quartiere e della viabilità, ma forse la peggiora, poiché interviene su un nodo molto complesso, dove si intersecano sei vie diverse - sei linee stradali - di cui due decisamente ad alta frequentazione automobilistica.
L'unica piccola variante che viene inserita è un tunnel monodirezionale che non rimpiazza minimamente i due sovrappassi stradali presenti oggi, che consentono una discreta viabilità su due corsi molto frequentati (Corso Potenza e Corso Grosseto), senza contare tutte le altre adduzioni delle vie circostanti, come via Borgaro, via Venaria, ecc.
Pertanto, ci chiediamo come sia potuto andare avanti un progetto che tradisce i suoi iniziali presupposti e come si sia potuto anche solo proporre un'opera che, nella sua fase progettuale, non risolve in nessun modo i problemi esistenti.
Le responsabilità sicuramente ci sono, ma noi non vogliamo puntare il dito contro SCR, innanzitutto perché ci chiediamo dove fosse la politica quando si è steso questo bando, quando si è visto che le caratteristiche non rispondevano alle esigenze. Né il Comune di Torino né la Regione Piemonte, e i suoi maggiori promotori - che hanno trovato appoggi bipartisan e che anche una parte consistente dell'attuale maggioranza del PD continua a sostenere - si sono accorti di nulla. Nessuno si è accorto di nulla: si è lasciato che si facesse un bando in questo modo e adesso è comodo puntare il dito.
Certo, i risultati delle indagini lasciano molto perplessi: oltre ai rappresentanti della società committente, ci sono indagini che riguardano l'Assessore della passata legislatura - Bonino - e addirittura vertici dell'azienda che si è aggiudicata l'appalto.
Pertanto, vediamo che sia il merito sia il metodo non sono stati rispettati e poniamo una questione da un punto più alto, anche per cercare di trovare convergenze su un'idea di buonsenso, perché sappiamo che anche nella maggioranza, anche nel PD, c'è voglia di rivedere in toto l'opera nella sua impostazione generale.
Noi critichiamo ciò che è stato fatto nella passata legislatura, dal punto di vista delle reti trasportistiche e dell'interesse del trasporto pubblico locale, perché evidentemente sono stati fatti degli errori che hanno portato a una non pianificazione delle opere, né a Torino né in Piemonte.
Sappiamo che anche l'appalto per le Ferrovie, sottoscritto durante la passata legislatura, è stato un disastro che continua a gravare nella presente legislatura e sull'attuale Amministrazione. L'attuale Assessorato si ritrova a mettere insieme i cocci per riuscire ad avere una gestione sostenibile ed efficiente del trasporto pubblico.
Pertanto, nella scorsa legislatura non è stata fatta una cosa come si deve e adesso ci troviamo a pagarne le conseguenze. Abbiamo, però, la responsabilità di non commettere gli stessi errori, cioè di iniziare ad effettuare una pianificazione complessiva: questo non può non coinvolgere il Comune di Torino, per quanto riguarda le opere del Comune, e la Regione Piemonte, per tutte quelle reti di trasporto che si affondano nella città metropolitana, ma che si estendono in tutta la regione. Questo riguarda in particolar modo le linee ferroviarie e metropolitane, perché sono interessati dei bacini molto ampi.
Pertanto, per questo tipo di opera, non si può non prevedere un Tavolo fra la Regione e il Comune di Torino per concordare le soluzioni tecniche migliori, confrontando, soluzione per soluzione, i pregi e i difetti di ciascuna. Tutto ciò, a nostro avviso, non è stato fatto né per Corso Grosseto, né per le opere di metropolitana del Comune di Torino, sulle quali adesso la Regione fa un passo indietro, dicendo: "Noi di queste opere non ce ne occupiamo e non ce ne possiamo occupare, perché abbiamo dei problemi a bilancio già solo nel gestire il servizio corrente. Se ne occupi il Comune di Torino".
Questo approccio può essere giustificabile da un punto di vista economico - forse - ma non è giustificabile dal punto di vista della pianificazione, perché le due cose vanno di pari passo. A tal proposito chiederei l'attenzione sia dell'Aula che dell'Assessore, oltre che del Presidente Chiamparino.



PRESIDENTE

Chiedo scusa.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Le opere infrastrutturali del trasporto pubblico, sia ferroviario che metropolitano (nel senso delle metropolitane), sono asset strategici che riguardano sia la Regione che il Comune, volenti o nolenti. Alla luce di ciò, perlomeno la fase tecnica di pianificazione della rete di trasporto ad Alta Capacità deve essere concordata ad un Tavolo, per verificarne le soluzioni da adottare. E visto che, finora, questo non è stato fatto e non se n'è azzeccata una nelle passate legislature grazie alle Giunte precedenti, forse sarebbe il momento di cominciare subito, per far sì che il prossimo bando per un'opera di viabilità trovi il più ampio consenso e la più alta attenzione.
Il fatto di dire, a posteriori, che SCR ha scritto un progetto assolutamente insensato, è troppo comodo! Perché fino adesso non c'è stata l'attenzione della politica, e ora ci troviamo a recitare questo "teatrino" nelle Aula, facendo finta che nessuno avesse mai saputo niente e che ce ne siamo accordi adesso. Questo non è accettabile! Come Movimento 5 Stelle abbiamo sostenuto la necessità di presentare un progetto integrato della viabilità sul capoluogo. Tale progetto deve contenere sia la linea del Servizio Ferroviario Metropolitano, sia quella della metropolitana: bisognerebbe capire dove l'una interseca l'altra e come le due cose si supportino a vicenda.
Vediamo adesso che ci sono numerosi stravolgimenti rispetto ai progetti iniziali: Corso Grosseto per la questione delle indagini e la sospensione della firma; il Comune di Torino con un passo indietro dell'Assessore sui progetti di metropolitana, con conseguenti problemi di Giunta, perch emergono pareri divergenti sulle azioni da fare).
Noi, da sempre, abbiamo sostenuto la necessità di valutare tutte le possibilità, compresa quella di non scavare nuovi tunnel in area urbana, ma cercare di riutilizzare il più possibile le infrastrutture esistenti. Se il Comune ha sostenuto di poter usare il trincerone ferroviario di Via Gottardo per fare una Metro in area periferica, è perché tutti si sono dimenticati di un altro trincerino ferroviario che va in pieno centro, fino a Porta Palazzo, che attualmente è inutilizzato ed è un cumulo di rifiuti destinato all'abbandono, e che era la naturale prosecuzione della Torino Ceres. Almeno la valutazione! Almeno valutare anche queste ipotesi, sedersi ad un Tavolo tecnico e valutare: "Sì, si può fare", oppure "No, non si pu fare", e perché.
Se si istituisse un Tavolo di questo tipo, saremmo tutti soddisfatti: noi daremo pieno appoggio a qualunque Giunta vorrà portare avanti questa ipotesi. Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Rivolgo un appello all'Aula e al Presidente Chiamparino di prestare un po' di attenzione.
Capisco che il Capogruppo del PD abbia un peso specifico notevole rispetto alla discussione che stiamo affrontando in questo momento, ma ci sembra assai assurdo - uso questo termine - che dopo quattro Commissioni in cui abbiamo discusso dell'argomento e dopo due atti di indirizzo, il Consiglio regionale perda ancora del tempo a discutere della stessa vicenda. Francamente, mi pare assurdo.
Il Consiglio regionale è fatto per portare avanti una serie di problematiche al servizio dei piemontesi e non per fare un'analisi che compete alla Procura della Repubblica. Esiste un'indagine, che è sacrosanta. La Procura della Repubblica trarrà le sue conclusioni e noi ne prenderemo atto.
Il fatto che si stia trasformando il Consiglio regionale in una Commissione d'inchiesta su questo tipo di iniziative mi lascia molto perplesso.
Facciamo una cosa, allora: su tutti gli appalti del Piemonte (ho avanzato la medesima proposta all'Assessore De Santis) attiviamo l'informatizzazione con il MUDE a livello regionale, così vediamo quali sono gli appalti in essere e se emergono eventuali problematiche progettuali. Istituiamo una Commissione d'inchiesta permanente, così a Novara, ad Alessandria, a Torino e in tutte le città del Piemonte andremo a vedere qual è la situazione dei lavori pubblici in questo momento. Ma basta! Basta! Questa è veramente una grande perdita di tempo, è inutile e soprattutto è inconcludente.
Perché quando ci sono degli appalti o dei progetti, non sta ad un Consigliere regionale andare a dire che se è giusto o se è sbagliato; ci sono delle approvazioni da Consiglio regionale, c'è un CIPE che finanzia se ci sono delle modifiche bisogna tornare al CIPE, magari anche con la perdita del finanziamento.
Ma stiamo scherzando? A parole, quando uno non ha la matita e non conosce la situazione burocratica, è facile venire qui, prendere un microfono e parlare, com'è stato fatto in questo momento.
Però non è possibile perdere un'intera mattinata, per l'ennesima volta dopo due atti di indirizzo! Quale sarà il terzo? Vogliamo che oggi la Giunta prenda atto della rescissione contrattuale? È quella che si vuole? Altrimenti, rispetto agli atti che abbiamo condotto fino adesso, qual è la differenza? Personalmente non l'ho compresa. L'obiettivo di questa mattina è che l'Assessore e il Presidente Chiamparino rescindano gli atti? Ma per volere di chi? Del Consiglio regionale? Se discutiamo di SCR - lo abbiamo già detto - noi siamo pronti a chiuderla. Stiamo discutendo di una società che, tra l'altro, che cosa sta facendo? In un anno che sono qui quanti appalti ha fatto SCR? Possiamo dire "zero"?



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti (fuori microfono)

No, zero no!



SOZZANI Diego

No? Ce ne sono? Allora, Assessore, ci dica in un anno quanti appalti ha fatto e quali sono. Ma ci dica anche che cosa fanno circa sessanta persone con otto dirigenti! Otto dirigenti! Parliamo di un dirigente ogni cinque o sei dipendenti! Benissimo! Uno è dirigente in uno studio con cinque persone: dirige quelle cinque persone? Al costo di sei milioni! Potremmo magari spendere quelle cifre in altre attività: chiudiamola! Questa mattina, allora, facciamo sì un atto di indirizzo serio per questa Amministrazione regionale con cui si chiede di chiudere subito la società, così risparmiamo 6 milioni e li mettiamo al servizio di altre finalità.
Allora, o cominciamo a dialogare seriamente.



(Commenti del Presidente Chiamparino)



SOZZANI Diego

Bene, prendiamone atto. Facciamolo anche subito, noi siamo d'accordo.
Presidente, questo Gruppo è d'accordo. Almeno da questo dibattito ne viene fuori un atto concreto. Altrimenti, sarà l'ennesima ulteriore discussione senza senso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Dirò poche cose, anche perché i colleghi hanno già detto tanto e anche la scorsa settimana siamo intervenuti su questo tema.
Vorrei ricordare anche la discussione di cui abbiamo letto; qualcuno la scorsa settimana diceva: "Mai vista una gara d'appalto così. Mai visto un progetto pubblico da 131 milioni essere affidato e modificato subito dopo con aggravio di costi, inserendo lavori che le ditte escluse dalla gara proponevano di realizzare lo stesso prezzo". Mai visto? Purtroppo, come si è detto oggi in Aula, quel giornalista forse dovrebbe ampliare un po' lo spettro e rispondersi: "Sì, già visto".
Purtroppo questa è una piaga che negli scorsi anni abbiamo visto troppe volte, e questa rischia di essere l'ennesima brutta pagina per il nostro Paese e anche per la nostra Regione.
Ecco, queste (tante, troppe) anomalie sono state segnalate negli scorsi mesi. Ha fatto bene il Presidente Gariglio a ricordare non le anomalie descritte, in questo caso dai primi atti della Magistratura, ma le anomalie che c'erano, intanto procedurali e anche di scelta, di metodo di questo percorso. Crediamo anche noi e speriamo anche noi che la Magistratura chiarirà in fretta quale ruolo abbiano giocato l'ex Assessore ai trasporti e lo dico per la dignità di questa Regione, di questa istituzione.
Come sapete, c'è però un dato. Da tempo, noi chiediamo l'impegno massimo dell'istituzione contro gli intrecci tra politica e affari, e siamo tra i pochi - purtroppo - a rivendicare il finanziamento pubblico dei partiti, perché riteniamo che il finanziamento privato ai partiti sia una piaga che da più di trent'anni devasta questo Paese. Lo chiediamo anche per essere più sani, sinceri e forse anche per costruire una discussione più salubre nel dire che sarebbe molto bene che tutti i partiti, compreso il Movimento 5 Stelle - ma lo dico per tutti - riflettessero su questo tema.
Lo dico perché è stato oggetto di grande retorica e poi, rispetto agli intrecci fra politica e affari, nessuno si interroga sul fatto che sempre più la maggioranza delle forze presenti nel Paese - dal PD al Movimento 5 Stelle - sostiene che questa sia una cosa normale. Ecco, per me il finanziamento privato alla politica.



(Commenti in aula)



GRIMALDI Marco

Fatemelo dire.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Grimaldi: si rivolga alla Presidenza, così riesce a fare il suo intervento con una modalità serena e tranquilla.
Grazie.



GRIMALDI Marco

E lo farò.
Accetto qualsiasi consiglio, ma non le minacce per cambiare argomento.
Io sono consapevole di quello che sto dicendo e continuo a dire tornerò poi sul merito di Corso Grosseto - che, finché la politica non si interrogherà sulla possibilità di ritornare indietro sul finanziamento privato ai partiti, queste cose continueranno ad avere delle ambiguità. E lo dico su tanti appalti in cui magari i partiti li prendono qualche mese dopo o qualche anno dopo, questi finanziamenti.
Lo dico a tutti: rifletteteci. Noi siamo rimasti in minoranza, ripeto culturale e politica in questo Paese. Siamo per il finanziamento pubblico alla politica, e non solo per il due per mille; inoltre siamo perché le sottoscrizioni sopra i 3-4.000 euro non avvengano più in questo Paese.
Guardate, sarebbe una grande svolta democratica. In questo univo - scusate il Movimento 5 Stelle e il PD, solo su questo.
Sto solo dicendo che il finanziamento privato ai partiti è un problema da vent'anni in questo Paese, e non lo è il finanziamento pubblico: lo è il finanziamento privato. Dopodiché ritorno indietro su un ultimo elemento rispetto a questa vicenda. Guardate, la scorsa settimana, proprio insieme al Movimento 5 Stelle e al PD, abbiamo votato e detto una cosa semplice e importante: non possiamo sapere e non conosciamo se i fatti emersi saranno confermati, ma è bene che SCR non sottoscriva quel contratto.
Ebbene, io credo che oggi si possa dire qualcosa di più. Ritengo che ci siano i termini e il tempo - visto che stiamo parlando del 2018 - per azzerare tutto e ricominciare da lì dove diceva forse lo stesso Presidente del Gruppo del PD, cioè lì da dove si doveva partire forse qualche anno fa cioè dare a Infra.To la possibilità di ricostruire una gara per la progettazione esecutiva e la realizzazione di tutti i lavori, risparmiando da subito 18 milioni di euro e togliendo da subito la polemica che diceva Vignale: "Ah, non vorrei che qualcuno facesse tutta questa discussione fra il primo e il secondo.".
Guardate, è cosa in generale buona che, se non si affida, è bene rifare una gara dopo una vicenda del genere. E io credo che ci siano i termini e i tempi per azzerare tutto, ricominciare daccapo, ridare in qualche modo al Comune di Torino parte della progettazione, insieme alla Regione, di questi lavori. Personalmente ritengo che Infra.To sia il soggetto giusto per rimettere in fila questa discussione, per farci risparmiare anche 18 milioni di euro e per tirare una riga sopra a tutto quello che è avvenuto in questi mesi. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Devo fare una minima divagazione rispetto al tema di Corso Grosseto, in quanto chiamato in causa - come Gruppo consiliare, come forza politica impropriamente dal collega Grimaldi, che forse su questo tema è un po' disattento.
Il Movimento 5 Stelle non ha mai detto che il finanziamento pubblico ai partiti si debba abolire e debba essere sostituito dal finanziamento privato tipo quello che conosciamo, cioè grossi finanziamenti e soprattutto finanziamenti illeciti. Ovviamente non devo ricordare al collega Grimaldi che è una persona esperta, preparata e molto informata sulla politica dell'Italia degli ultimi sessant'anni (anche forse prima) che il finanziamento pubblico ai partiti non ha mai cancellato il finanziamento illecito agli stessi. Quindi noi non riteniamo che uno escluda l'altro purtroppo: prova ne è il fatto che, dalle varie tangenti che ci sono state negli anni '70, agli scandali degli anni '80, '90 e degli ultimi tempi questa è una prassi consolidata. In Tangentopoli vi era un tabellario fisso di finanziamento al partito: lo sappiamo, no? Dopo la fine, negli anni '90 di Tangentopoli, il 5% era quello che si doveva dare in media per ogni opera. Adesso ovviamente il sistema è cambiato: si sa che è stata trasformata la modalità di finanziamento illecito ai partiti, non c'è più il tabellario fisso riconosciuto da tutte le forze politiche, non ci sono più solo (come si suol dire) cinque segretari di partito che acquisiscono tutte le risorse finanziarie, la corruzione presente negli appalti italiani, ma ci sono decine, centinaia di faccendieri.
Ad ogni modo, il giudizio della Procura della Repubblica, da quello che è emerso dai giornali, noi non lo sappiamo. In questo caso, la persona che avrebbe fatto da tramite, da chaperon, sarebbe appunto il marito dell'Assessore Bonino, però - ribadisco - sono indiscrezioni comparse sui giornali e che io non posso né confermare né smentire. Tra l'altro, come ricordavano i colleghi del centrodestra, neanche mi interessa, nel senso che aspetto la sentenza di I grado della Procura e poi valuterò.
Certo è che l'appalto, come ha brillantemente illustrato il Capogruppo Gariglio (in questi mesi noi gli abbiamo dato una mano), era un appalto "strano", come succede spesso negli appalti in sanità, negli appalti in diverse opere. La modalità di progettazione dell'appalto prevede che le opere o gli acquisti siano congegnati in modo che magari ci sia solo un'azienda che abbia quel prodotto di quel tipo, di quel colore, con quella modalità lì, con quella forma lì e quindi si fa gioco facile a fare delle suggestioni, delle ipotesi e avanzare dei dubbi sulla vittoria di una gara magari da parte di un'azienda. In questo caso è stato spiegato efficacemente da chi mi ha preceduto, proprio perché erano i punteggi che facevano probabilmente propendere per un'aggregazione di aziende immediatamente, anche prima di valutare l'offerta economica.
Dall'altra parte, sollevo anche un tema che, secondo me, è importante al collega Gariglio, nel senso che è una valutazione da fare tutti insieme: la politica ha detto spesso che la logica del massimo ribasso è una logica che andrebbe superata perché crea delle distorsioni pesanti che vanno poi a ricadere spesso sui lavoratori (pensiamo agli appalti delle cooperative per le pulizie, ma anche a quelli delle infrastrutture), cioè si scarica sui lavoratori il costo al ribasso dell'appalto. In questo caso, abbiamo avuto un appalto in cui il punteggio dell'offerta economica era praticamente nullo, o ininfluente, ma nonostante questo abbiamo visto che sono sorte problematiche notevoli che hanno fatto muovere la Procura della Repubblica.
Quindi, una riflessione politica, nel senso più ampio del termine dovremmo farla, non solo politica consiliare regionale, ma anche come rappresentanti di forze politiche che siedono in Parlamento. Cioè riformare il Codice degli appalti pubblici, in qualche modo, aumentare la trasparenze, partire da questo per una riflessione.
Poi andrò sull'oggetto della gara, ma è ovvio che se puntiamo al 100% o al 90% sull'offerta economica andiamo al massimo ribasso. Sappiamo come con il massimo ribasso, vengono effettuate le opere: mettono la sabbia bagnata nei viadotti e poi crollano giù dopo sei mesi .
D'altra parte, se mettiamo poca offerta economica e tanta offerta tecnica, sappiamo che sono manipolabili da funzionari, o dirigenti, magari non proprio con la schiena dritta. Quindi, forse, bisogna trovare una quadra tra l'uno e l'altro e bisogna aumentare i controlli, la trasparenza: bisogna evitare anche quanto diceva il collega Vignale, che ha ragione. E' vero che a noi viene facile dirlo, scusateci, ma avete governato centrodestra e centrosinistra, questa Regione negli ultimi anni, anzi dal 1970.
Il fatto che ci fossero due fratelli, uno che sedeva in SCR e l'altro che era Direttore dell'Assessorato, quindi uno decideva le opere con la parte politica e l'altro le assegnava tramite SCR, non lo scopriamo adesso! Noi l'abbiamo denunciato anche la scorsa legislatura, ma nessuno ha mai pensato di fare qualcosa. Questo è evidentissimo, era lapalissiano chiunque lo poteva dire e nessuno ha fatto niente. E siamo arrivati ad oggi a fare, forse - dice il collega Sozzani - una discussione inutile.
Penso che tutte le discussioni che riguardano i progetti per la Regione Piemonte siano utili, anche se è vero che sono già stati approvati due ordini del giorno, però, affinché questa discussione sia utile e serva in Commissione per fare delle proposte ulteriori per eliminare SCR o eliminare i conflitti di interesse, aumentare la trasparenza e - perché no? - occorre fare anche una proposta al Parlamento nazionale, perché questi problemi non li ha soltanto la Regione Piemonte, anzi alcune Regioni confinanti ne hanno anche di maggiori, e sapete ovviamente a quale Regione mi riferisco.
Bisogna lavorare, partire da questa esperienze per evitare che poi si riscopra il giorno dopo, grazie all'intervento della Procura, dai titoli dei giornali che l'appalto è stato pilotato. Basta! Penso che se dobbiamo avere una qualche utilità qui in Consiglio regionale dovrebbe essere anche quella di evitare questo.
Poi, come mi insegna qualche collega più esperto di me, all'interno di 50 Consiglieri regionali e di 3.000 funzionari della Regione Piemonte ci sarà sempre l'amministratore pubblico o il funzionario magari infedele, nel senso che cercherà di trarre un proprio beneficio dagli appalti che avvengono nell'ente pubblico, però è necessario che la parte sana, che mi auguro sia la grande maggioranza - e ne sono sicuro - del personale e, in parte, anche dei politici, voglia cercare di agire prima e non dopo! Prima e non dopo! Per quanto riguarda l'appalto di Corso Grosseto, è vero che questo appalto era nato sbagliato proprio perché la viabilità non presentava i due tunnel; è una responsabilità fondamentale del Comune di Torino, che ha pasticciato questo progetto con i suoi Assessori e con il Sindaco; la Regione l'ha recepito e forse non è stata capace di dialogare con il Comune di Torino per migliorarlo prima dell'appalto e non dopo. E poi è avvenuto tutto quello che ne discende, che è già stato illustrato lungamente dai colleghi, su cui non mi soffermo.
Mi soffermo invece, come ha fatto il collega Valetti, e chiedo l'attenzione del Presidente Chiamparino, su una valutazione di più ampio respiro. Io chiedo al Presidente Chiamparino, anche come ex Sindaco del Comune di Torino per dieci anni, se non voglia cogliere la palla al balzo di questa opportunità - lo dico anche al Consigliere Gariglio, ma anche alla Consigliera Conticelli come Presidente della Commissione trasporti e della Circoscrizione VI di Torino - per fare una valutazione puntuale sull'utilità anche temporale di revisione di quest'opera.
Nel momento in cui abbiamo uno stop indotto dalla Procura e dalla situazione dell'appalto, i fondi FSC - peccato che non ci sia il Vicepresidente Reschigna - sono fondi che sono stati tagliati tre volte dal Governo (50, 50 e 90 milioni di euro); il Vicepresidente Reschigna ha fatto le acrobazie a Roma per riuscire ad ottenere una spalmatura di una parte del debito del TPL, piano di rientro 2012 e 2014, sul DL 35 per liberare 100 milioni dell'FSC da potere utilizzare per la sanità, per gli ospedali che cadono a pezzi, per il dissesto idrogeologico, ma per mantenere quest'opera ci sono 140 milioni di euro, 120 con il ribasso d'asta.
Non è forse il caso di dire, Presidente Chiamparino, "rinviamo ad una prossima programmazione FSC" (che tra l'altro, sottolineo che è già iniziata, perché la programmazione è 2014-2020, e siamo già nel 2015) anche perché, concludendo, rischiamo di non finire quest'opera entro i termini previsti della rendicontazione dei fondi. Lo sa benissimo l'Assessore Balocco e l'ha detto: questi fondi vanno impegnati entro il 31 dicembre 2015 e sono stati impegnati, e infatti non li avete disimpegnati ma vanno rendicontati entro il 31 dicembre 2017.
Ora, ditemi se credete che in Italia si possa costruire un tunnel ferroviario di due chilometri (140 milioni di euro) entro due anni. Se lo fate - veramente, e non vorrei dirlo, magari meglio di no - rivaluterò le capacità del centrosinistra. Però, se siamo seri, in Italia non si è mai visto che un'opera finisca in due anni! Quindi, rischiamo un patatrac, e cioè di iniziare un'opera con dei soldi, che perdiamo, che dobbiamo poi andare a rendicontare su un'altra programmazione.
Quindi, chiedo veramente un minimo di responsabilità in questo senso.
So che siete responsabili per definizione, soprattutto a livello nazionale (lo dico con un po' di ironia), quindi, Presidente Chiamparino, valuti attentamente con i suoi collaboratori (Assessori, il suo partito, il Comune di Torino) di sospendere quest'opera per la programmazione FSC 2007-2013 e riprenda, eventualmente, con la prossima programmazione, che è già attuale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Ritengo che l'argomento trattato questa mattina sfiori argomenti importanti, soprattutto in un momento in cui sta cambiando molto nella dinamica del nostro Paese e sta avvenendo una discussione nella patria di quello che è il cosiddetto "capitalismo di relazione".
Credo che dopo l'affidamento, dato che stiamo parlando di appalti pubblici, che è stato dato all'azienda Italy all'Expo senza gara e senza che nessuno abbia detto nulla, si possano aprire degli spazi importanti anche nella valutazione della politica, cioè anche nella valutazione dal passare da regole estremamente rigide e strette al nulla. Cantone si è espresso e poi ha fatto marcia indietro: credo che sia da considerare questo aspetto: è un varco importante che è stato lasciato nella giurisprudenza e nella discrezionalità della politica e della gestione.
Quindi, non possiamo non tenerne conto rispetto a delle dinamiche che stanno cambiando.
Questa sì che è trasparenza! Un Presidente del Consiglio che dice: "Prendiamo quest'azienda perché è migliore". Più trasparente di così! E' un finanziatore suo, è sotto gli occhi di tutti, nessuno si è stupito o scandalizzato di nulla.
Credo che ci siano due estremi e tra questi due estremi quello rigido come diceva il Consigliere Sozzani, degli appalti, e una completa libertà di dare a chi ti finanzia un grande appalto, una grande vetrina così. a briglie sciolte.
Credo che forse nella patria del capitalismo di relazione questa vicenda possa dare lo spunto per una revisione di tutto quello che è l'utilizzo di soldi pubblici, perché sempre di questo stiamo parlando.
Grazie.



PRESIDENTE

Il Consigliere Gariglio ha chiesto di intervenire per fatto personale ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Presidente, l'intervento del Consigliere Vignale conteneva delle espressioni chiare, ma indubbiamente sgradevoli, rivolte al mio indirizzo e all'indirizzo del mio partito cui, in un minuto, intendo ribattere.
Il Consigliere Vignale eccepisce sul fatto che di un caso simile, forse anche più grave di quello del grattacielo, non ce ne siamo occupati. Ha ragione. Ci è sfuggito, altrimenti ce ne saremmo occupati. Forse è sfuggito anche al Consigliere Vignale, perché mi pare che la sua amministrazione sia entrata in carica invocando l'abbattimento del progetto grattacielo e, dopo pochi mesi, il Presidente della Giunta in carica, Cota decise invece di dare seguito ad un'opera della vituperata amministrazione Bresso.
Perché ce ne siamo occupati? Ci siamo occupati di quest'opera perché la maggioranza di cui faceva parte il Consigliere Vignale decise di istituire una Commissione di indagine sugli appalti regionali, in particolare su SCR che ha lavorato due anni ed era tesa ad analizzare sistematicamente tutto l'operato di SCR in gestione Bresso, partendo dall'assioma che quella era una gestione fatta a danno dell'interesse pubblico.
A seguito di quell'indagine, abbiamo avuto modo di vedere uno per uno gli appalti di SCR, ricadendo, ovviamente, su questo. Ci tengo a dire che il primo intervento in Commissione svolto dal sottoscritto risale al 29 novembre 2013, quindi ben prima che si sapesse quali erano le offerte e chiaramente, i vincitori che sono stati individuati un anno dopo.
Il Consigliere Vignale dipinge la nostra azione come frutto di una lotta intestina interna al PD, una lotta di potere e di sostegni economici.
Faccio notare che l'azienda in ballo e la gran parte delle aziende che hanno offerto sono aziende che non arrivano da Marte, sono aziende sul mercato italiano e piemontese, che negli anni hanno vinto appalti in questa regione, in questa provincia e in questa città e su cui mai vi è stata una polemica simile. Nel senso che la polemica segue la procedura amministrativa dell'Ente pubblico, in questo caso di SCR, non i nomi dei vincitori.
Vedo un certo fastidio del centrodestra ogni qual volta si parla di questa gara. Mi spiace che abbiano avuto lo stesso fastidio ad esaminare il mio rilievo sul fatto che si poteva far appaltare Infra.TO, che ci avrebbe consentito di risparmiare un consistente pacchetto di milioni di euro che di questi tempi, non sono pochi.
Assisto sgomento al fatto che il Consigliere Vignale riporta oggi la questione dei due fratelli. Faccio notare che questa questione non nasce oggi e faccio notare che sotto la gestione Cota questa situazione è aumentata di intensità perché non la Giunta di centrosinistra, ma la Giunta di centrodestra, probabilmente la stessa Giunta in cui Vignale era Assessore, ha deciso che uno di questi due fratelli dovesse essere anche membro del Consiglio di sorveglianza, quindi aggravando la questione che oggi viene posta come questione di incompatibilità. Che, tra l'altro, non era l'unica perché, come sappiamo, ce n'erano altre in Regione che opportunamente, oggi vengono sottolineate.
Ci tengo a dire che mi pare che le parole e i toni siano stati sgradevoli, specie provenendo da una persona di lungo corso, con cui ci accomuna un lungo e continuo impegno in questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Vuole intervenire per fatto personale, Consigliere Vignale? Se lei mi fa la domanda precisa, le darò una riposta precisa. Se ritengo di derogare al Regolamento, derogo al Regolamento.
La domanda è: si sente toccato dall'intervento del Consigliere Gariglio? Secondo me non ci sono i termini per fatto personale, ma se lei la chiede, le darò la parola.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

A me non interessa intervenire per fatto personale. Lo dico soltanto perché, ma tanto chiudo in trenta secondi, nel mio caso c'è evidentemente un fatto personale. Lo dico soltanto perché la replica che il Consigliere Gariglio ha svolto non è un fatto personale. Nel senso che ci mancherebbe che un Consigliere regionale non possa intervenire tirando in ballo anche un partito.
Lo dico perché lei presiede l'Aula, e questo non è un fatto personale.



PRESIDENTE

Dopo aver ascoltato le argomentazioni del Consigliere Gariglio e non trattandosi di un fatto personale, personalmente ho inteso non "strozzare" la discussione e ho optato per dare la possibilità al Consigliere di fare ulteriori chiarimenti.
Ci tengo anche a dare un'ulteriore comunicazione all'opposizione.
Sappiate che dall'inizio della legislatura il sottoscritto assolve a questa funzione con ampia discrezionalità in termini di tempi. Quando voi intervenite riesco a farlo solo ed esclusivamente perché da quella parte quindi dalla maggioranza, mai mi è stato impedito di derogare al Regolamento in termini temporali. Oggi, anche se il Consigliere Gariglio non aveva il tempo per fatto personale (che è di un minuto), ho inteso il suo intervento come un semplice chiarimento.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Balocco; ne ha facoltà.



BALOCCO Francesco, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
Intervengo semplicemente per precisare alcune date.
Sostanzialmente, il finanziamento dell'opera avviene nel 2012, più precisamente a marzo 2012, quando vengono definiti sia i 20 milioni di fondi CIPE, sia i 142 milioni di fondi para FSC da parte della Regione.
Nello stesso anno, si approva in linea tecnica il progetto definitivo approntato da GTT (il 19/06/2012 da parte della Giunta della Città di Torino e il 26/06 da parte della Regione Piemonte).
L'appalto si avvia in seguito per opera di SCR, com'è stato ricordato prima dal Consigliere Gariglio, cui la Regione affida questo appalto.
Proprio per questo vengono aggiunti altri 18 milioni da parte della Regione, perché questo dovrà andare a coprire l'IVA che SCR non potrà recuperare.
Il 19 agosto 2013 si avvia il bando di gara, che si conclude il 18 giugno 2014 - si stava insediando questa Giunta - con l'aggiudicazione provvisoria e il 26 agosto con l'aggiudicazione definitiva, cui poi seguono, come ho già detto prima, i due ricorsi sia da parte del TAR sia da parte del Consiglio di Stato. Entrambi i ricorsi vengono rigettati.
Questo semplicemente per dire che l'attuale Amministrazione non era assolutamente nelle condizioni per fermare o bloccare questa gara, perch era sostanzialmente conclusa e di lì in poi si sarebbero create condizioni di irreversibilità o, comunque, di diritti acquisti che avrebbero o potrebbero ancora portare ad una richiesta di danni.
Per quanto riguarda la realizzazione dell'opera, a questo punto sono molto preoccupato che l'opera possa andare in porto. In realtà non si tratta di due anni, ma di tre anni, Consigliere Bono, perché la rendicontazione dei fondi FSC è richiesta a fine 2018, non 2017.
In ogni caso, è chiaro che allo stato attuale la realizzazione dell'opera è veramente minacciata. Questo è un problema. Indubbiamente il collegamento di Caselle con il passante ferroviario è un'esigenza ampiamente condivisa, forse nella sua sostanza, anche dal Movimento 5 Stelle, non nella forma, per quanto vi riguarda, dell'attuale progettazione, ma dell'obiettivo credo di sì, e oggi con questa situazione il rischio è che, invece, quest'opera non vada in porto.
E' chiaro che dovremo approfondire le questioni in campo da tutti i punti di vista: la sospensione, la rescissione oppure il prosieguo della procedura, così come ormai è avviata, cercando di valutarne tutte le conseguenze. Questo è l'impegno che dobbiamo avviare da subito.
Domani si riunirà il Consiglio di gestione, dopodomani si riunirà il Consiglio di sorveglianza di SCR. Ovviamente, come Giunta, comunicheremo a tutti i livelli lo scenario che si potrà creare. Questo dovremo farlo molto in fretta per le ovvie ragioni che ho detto.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Sergio Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Intervento perché sono stato chiamato in causa soprattutto dal Consigliere Bono, ma anche da altri colleghi, giustamente peraltro, anche perché, pur non avendo avuto io né come sindaco né come Presidente della Regione un ruolo attivo diretto nel confezionamento e nell'esecuzione dell'appalto, non vi è dubbio che quest'opera è nata quando io ero Sindaco a Torino.
Per arrivare alla stessa conclusione cui è arrivato l'Assessore Balocco, non è inutile fare un breve ripasso, nel senso che tutto nasce dalla decisione che allora prendemmo di chiedere e di ottenere da Ferrovie dello Stato l'interramento del passante da dopo piazza Statuto fino alla stazione Dora, all'incrocio con corso Venezia. Era un interramento sotto la Dora, quindi con un abbassamento del piano del ferro consistente, ma sono cose che tutti sapete. La diversa impostazione del progetto di collegamento di Caselle con il passante nasce da lì.
Prima cosa, dobbiamo essere molto chiari.
Qualcuno, in quest'Aula e anche fuori, potrebbe ritenere che sia stato sbagliato fare quella scelta, e quindi, quando andiamo a guardare lo skyline, o meglio guardiamo lo skyline sul territorio del nuovo boulevard torinese, ci immaginiamo come sarebbe se subito dopo piazza Statuto ci fosse un cassone - perché questo era, un cassone né più né meno com'era prima - che continuerebbe a dividere la zona di Aurora-Rossini dalla zona di Borgo Vittoria, Lucento e Madonna di Campagna.
Se qualcuno ha nostalgia di quello schema, è un conto. Ma se, come credo, nessuno ha nostalgia di quello schema - perché credo che basti uno sguardo rapido per capire come sia cambiata la zona dal punto di vista non solo delle opere, ma anche della qualità urbanistica e dei rapporti sociali di cui la qualità urbanistica è portatrice - credo che dobbiamo partire da lì. Questo è il primo punto.
Secondo punto. Qualcuno mette in discussione il fatto che un'area metropolitana di quasi due milioni di abitanti non debba avere un collegamento diretto fra le sue principali stazioni ferroviarie ad alta e non alta velocità con l'aeroporto? Penso di no. Altrimenti sarebbe inutile fare tante parole sull'aeroporto, se poi negassimo questo che mi sembra un principio elementare.
Io non accuso nessuno, cerco solo di mettere in fila dei punti per costruire un ragionamento e per vedere se troviamo un modus operandi che sia il più possibile utile.
Questo non lo mette in discussione nessuno. Ergo: passante ferroviario interrato sotto la Dora per non continuare a dividere in due la città collegamento diretto con il passante, non solo con la città.
Non è che l'Amministrazione di quando ero Sindaco non avesse preso in considerazione altre ipotesi - e questo lo dico al Consigliere Valetti - a cominciare proprio da quello che lei diceva, cioè del collegamento con la vecchia Cirié-Lanzo e corso Giulio Cesare, mettendo in conto che, forse data la centralità della vecchia stazione della Cirié-Lanzo, si poteva anche soprassedere al collegamento con il passante.
Non era l'ottimale, come lei sostiene, perché per chi arriva dall'aeroporto con cinque valige, scendere alla stazione Giulio Cesare e prendere un altro mezzo per arrivare ad un'eventuale connessione ferroviaria, non è il massimo.
Lì però, come lei saprà, c'era un problema strutturale, che era quello che abbiamo risolto con il ponte Carpanini, ovvero il ponte con i martinetti, che ha consentito di evitare che si ripetesse l'alluvione al Balon avvenuta nell'anno 2000. Quello era un ponte che non aveva sfogo, non aveva aria, e quindi per poco che la Dora caricasse e portasse giù dei rami, faceva diga ed invadeva il Balon. Abbiamo risolto il problema, ma questo rendeva impossibile utilizzare l'attraversamento esistente. Quindi quell'ipotesi cozzava con questo problema non semplice, oltre al fatto che non era rispondente alle esigenze di un moderno sistema di collegamento dei trasporti.
Avevamo preso in considerazione l'ipotesi di proseguire dalla stazione Dora, però i costi dell'elicoidale che avrebbe dovuto girare per entrare nel passante e la complessità tecnica in quella zona era tale che ci fu sconsigliato da tutti i tecnici di tutte le parti, non politiche ma tecniche, che si erano cimentati sulla questione.
C'era la terza soluzione, quella minimale, che credo ancora voi appoggiate. Però, signori, vale il discorso che ho fatto prima, cioè l'idea di arrivare in una stazione come Dora con le cinque valige di prammatica perché se uno viaggia in genere ha delle valige - scendere su una scala mobile fino alla stazione Dora, prendere il collegamento. Diciamo che tutto si può fare se non c'è di meglio. Credo però che quando si fanno i progetti, bisogna cercare di imitare il meglio e non il medio.
La situazione di cui ho detto prima non è il meglio della vita, perch il fatto di dover fare dei passaggi non semplici con un carico di bagaglio non risolve il problema di un collegamento che escluda l'uso degli altri mezzi con l'aeroporto di Caselle. Da questo è nato il progetto.
Faccio tutte queste considerazioni solo per dire una cosa. Sulla modalità con cui affrontare la situazione che si è creata - magari rifare l'appalto, oppure tenere sospesa la firma del contratto in attesa di capire cosa succede nelle sedi penali e poi riprenderlo o modificarlo - lascio aperte tutte le considerazioni tecniche con un'unica preoccupazione, cioè di avere grande cautela nel tutelare l'Amministrazione, perché sappiamo benissimo che qui possono ballare penali ed ogni sorta di cosa. Ma, ripeto io non escludo neanche l'ipotesi più radicale, cioè che si possa azzerare tutto e rifare l'appalto.
Quello che non vorrei mettere in discussione - ed ecco il motivo per cui ho "rubato" questi pochi minuti - è la necessità di un'opera che colleghi direttamente l'aeroporto di Caselle con il passante ferroviario di Torino. Ci tenevo a dire questa cosa, perché mi sembra di interpretare almeno a livello di maggioranza (ma credo non soltanto), che vi sia su questo ampio consenso.
Quando si parla di azzeramento - ma non lo dico polemicamente - un conto è parlare di un eventuale azzeramento e delle modalità con cui si realizza un'opera; un altro conto - e non vorrei che ci fosse confusione nell'opinione pubblica - è l'azzeramento dell'opera.
Io, per quanto posso fare, sono radicalmente contrario a mettere in discussione l'utilità di quest'opera per collegare la nostra città, il nostro passante ferroviario e le nostre stazioni con l'aeroporto.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Primaria Paritaria "Figlie di Carità" di Montanaro (TO)


PRESIDENTE

Colgo l'occasione per salutare i ragazzi della Scuola Primaria Paritaria "Figlie di Carità" di Montanaro.
Buongiorno e buona visita al Palazzo.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Colleghi, dobbiamo esaminare l'ultimo punto all'o.d.g. ma, secondo me non si fa in tempo.
Tuttavia, se l'Aula all'unanimità mi chiede di metterla in votazione procedo ad indire la votazione della proposta di deliberazione n. 87 inerente a "Istituzione di una Commissione speciale con compiti di indagine conoscitiva per la promozione della cultura della legalità e il contrasto dei fenomeni mafiosi", presentata dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, altrimenti sposto alla prossima seduta.
No? Allora sposto l'esame di quest'ultimo punto alla prossima seduta consiliare.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.55)



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