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Dettaglio seduta n.7 del 16/09/14 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(I lavori iniziano alle ore 14.34 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Acque minerali e termali

Interrogazione a risposta immediata n. 51 presentata dal Consigliere Ottria, inerente a "Futuro delle Terme di Acqui S.p.A."

Argomento: Acque minerali e termali

Interrogazione a risposta immediata n. 55 presentata dal Consigliere Mighetti, inerente a "Preoccupazione per il futuro delle Terme di Acqui"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
51, presentata dal Consigliere Ottria.
Sullo stesso argomento il Consigliere Mighetti ha presentato l'interrogazione a risposta immediata n. 55.
La parola al Consigliere Ottria al quale ricordo che ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 51.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione che ho presentato riguarda il futuro delle Terme di Acqui.
Premesso che l'intervista di giovedì 11 settembre u.s. sul quotidiano La Stampa e pubblicata su tutte le edizioni provinciali il Presidente Chiamparino lasciava intendere per le Terme di Acqui un futuro che prevede la vendita totale delle quote di Finpiemonte a soggetti privati l'attività delle Terme svolge un ruolo centrale e decisivo per il futuro dell'intero territorio sotto il profilo economico e sociale, non tanto per le dimensioni dell'attività societaria quanto per l'indotto e l'identità stessa della città di Acqui e dell'Acquese questo ruolo è accentuato dalla ormai lunga fase di deindustrialiazzazione che ha segnato l'intera area, ma anche dalle potenzialità turistiche storico-paesaggistiche ed enogastronomiche del nostro territorio (che non a caso è nella buffer zone dell'Unesco) nel corso di questi anni, sia con numerosi interventi nell'amministrazione della Città di Acqui, sia con convegni pubblici, si sono individuati i punti necessari per rilanciare l'attività delle Terme, consentendone così la piena espressione della loro grande potenzialità si è identificato quanto sia indispensabile avvalersi di un partner privato di alto profilo professionale, ben presente sul mercato mondiale di riferimento e dotato di adeguata capacità finanziaria, in modo da sollevare il bilancio regionale, ma soprattutto avviare, attraverso la realizzazione di un adeguato progetto industriale, un reale processo di sviluppo dell'intera attività turistica, strategico per l'Acquese, l'Alessandrino e per la nostra regione quanto precedentemente esposto è stato anche materia della recente campagna per le elezioni regionali, essendo il futuro delle Terme tema cardine della politica dell'intera zona dell'Acquese considerato che è indispensabile la tutela pubblica del regime delle acque termali, realtà assai complessa sotto il profilo geologico-ambientale urbanistico e giuridico e che la mano pubblica debba riservarsi la possibilità di un effettivo monitoraggio della realizzazione di un tale piano, anche in considerazione dei cospicui investimenti pubblici operati nel recente passato (le Terme sono state oggetto di numerosi contributi pubblici che i cittadini hanno pagato) lo scorso 22 luglio è stato presentato agli Assessori regionali competenti uno specifico dossier che illustra dettagliatamente la complessa tematica e le proposte del territorio acquese inerenti alle possibili forme e modalità di privatizzazione dell'attività di questa società partecipata dalla Regione, che - possedendo l'80% delle quote - ha pienamente in mano il futuro dell'impresa stessa sottolineato che in riferimento all'articolo precedentemente citato, la comunicazione di decisioni presentate come irrevocabili ed unilaterali debbano essere maggiormente condivise con i territori interessati interroga l'Assessore competente per sapere quali siano gli orientamenti della Regione in merito al mandato che la stessa affiderà all'Amministratore unico della Società Terme di Acqui Terme di prossima nomina. Grazie.



PRESIDENTE

Do ora la parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 55, affinché l'Assessore possa rispondere ad entrambe le interrogazioni.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Intervengo molto brevemente, perché il Consigliere Ottria ha già delineato il quadro della situazione; la mia interrogazione è molto più precisa e si collega al quadro già pronunciato.
E' bene specificare che negli ultimi vent'anni l'amministrazione delle Terme si è basata su Consigli d'Amministrazione di nomina politica, che hanno portato le Terme ad un progressivo indebolimento, sia della società che del tessuto economico basato sull'indotto delle Terme. Sostanzialmente la debolezza dei Consigli d'Amministrazione, improntati ad un attendismo volto ad una futura privatizzazione ha condotto essenzialmente a questa situazione.
In virtù di quanto abbiamo potuto apprendere dalle testate giornalistiche, oggi vogliamo porre una domanda. A nostro giudizio, la scelta di un Amministratore unico - è una scelta plausibile, anzi, che potrebbe determinare uno snellimento dell'organo decisionale delle Terme deve essere condizionata da una sua effettiva competenza. Che sia un tecnico non ci lascia tranquilli, nel senso che alle Terme di Acqui abbiamo bisogno di un esperto del settore turistico-alberghiero, che porti avanti un discorso univoco, che non sia quello della provvisorietà, ma di rilancio immediato.
Non entro nel merito della questione "cessione quote", che è tutto un discorso a parte, già trattato dal Consigliere Ottria, ma qualunque società che si trovi in uno stato di non funzionalità e di non guadagno chiaramente, viene venduta ad un prezzo stracciato, che non è il suo oppure a chi non è interessato all'attività turistico-alberghiera, ma a beni collaterali dell'azienda, che fanno gola, magari, al classico imprenditore del settore immobiliare.
La domanda è precisa: nella scelta dell'Amministratore unico sarà necessaria la specifica competenza nel settore turistico-alberghiero? Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente e Consiglieri.
Come probabilmente i Consiglieri sanno - almeno alcuni - anche meglio di me, che sono Assessore da metà giugno, la situazione delle Terme di Acqui è complicata e lo è da tempo. Ricordo, per memoria, le chiusure degli ultimi esercizi, che sono negative per 1.081.000 euro e rotti nel 2011 1.282.000 euro e rotti nel 2012 e 650 mila euro (il bilancio non è ancora stato approvato dall'Assemblea) nel 2013.
Soltanto negli ultimi tre anni sono circa tre milioni di perdite, che sono state ripianate pro quota dalla finanziaria regionale, Finpiemonte Partecipazioni, cui fanno capo le quote.
Ad oggi, nell'attuale gestione della società, non risulta alcuna concreta prospettiva di inversione di questa tendenza.
Tanto per fare il quadro della situazione, sono già state approvate delle norme, altre se ne preannunciano nella prossima legge di stabilità in base alle quali la Regione Piemonte, come gli altri Enti locali, non potrebbe più detenere (sarebbe anzi costretta a liberarsene velocemente) partecipazioni in società che non attengano alle funzioni essenziali della Regione stessa. Certamente, non si può pensare che l'esercizio di un'attività in materia termale rientri nelle funzioni essenziali della Regione.
Il punto di partenza del nostro ragionamento è il seguente: voi sapete meglio di me che questa situazione negativa, dal punto di vista dei conti si è tradotta anche in grande precarietà ed incertezza per il futuro dei dipendenti della società Terme di Acqui e, dall'altro lato, a maggior ragione, per l'insieme dell'indotto potenzialmente attivabile da una società che invece funzioni.
La considerazione da cui siamo partiti è che non è immaginabile che ci che, secondo esperienza e dati di sviluppo di questo settore (intendo il settore termale), nel resto del mondo e nel resto d'Italia può essere una vera opportunità di sviluppo per un territorio, per l'attività diretta e per l'indotto che suscita, si riduca invece, nel caso delle Terme di Acqui ad una perdita continua che va ripianata dalle casse regionali, ricadendo alla fine, sulla collettività. Non solo, cioè, non produce crescita sviluppo, opportunità di lavoro, ma addirittura produce un costo per l'Ente pubblico e, quindi, in realtà, per i cittadini piemontesi.
Noi riteniamo che questa situazione non possa prolungarsi in questa forma. La nostra scelta è quella di esperire una procedura pubblica trasparente, che tuteli anche il valore del patrimonio pubblico rappresentato dalle Terme, per individuare un soggetto privato che sia capace di valorizzare questo patrimonio.
I giornali hanno scritto un po' di cose varie. La formula con la quale questo soggetto privato verrà individuato (intendesi vendita totale o parziale delle quote, affitto di ramo d'azienda, altre soluzioni ipotizzabili) non è stata, ad oggi, individuata; pertanto, quello che i giornali possono aver scritto sul punto è, ad oggi, improprio.
L'Amministratore Unico verrà nominato il 25 settembre. L'assemblea della società è convocata il 25 settembre per approvare il bilancio e lì Finpiemonte Partecipazioni dovrà dare la continuità aziendale, ossia - in sostanza - garantire la copertura del deficit ancora per un anno e modificare lo Statuto, consentendo che venga nominato non un Consiglio, ma un Amministratore Unico.
L'Amministratore Unico che noi individueremo di qui ad allora avrà come mandato quello di gestire questa transizione societaria. E' una nomina che noi immaginiamo di breve periodo, non di lunga durata, poiché vorremmo non doverci trovare fra 12 mesi, all'approvazione del bilancio 2014, nella stessa situazione in cui siamo oggi.
Vorremmo chiudere quest'operazione nel giro dei prossimi mesi.
La competenza che noi cerchiamo non è una competenza specifica attinente al settore turistico-alberghiero, perché non pensiamo che il compito di questo Amministratore Unico sarà quello di fare il manager della società, bensì quello di gestire la transizione e l'ingresso di un soggetto privato, garantendo appunto le cose che ho detto: la trasparenza della procedura e la tutela del valore che le Terme rappresentano per il territorio. Aggiungo il tema UNESCO, lì vicino, che viene ricordato anche dal Consigliere Ottria.
Riteniamo, pertanto, ci possano essere le condizioni per trasformare le Terme di Acqui da fonte di perdita per il bilancio della Regione ad opportunità di sviluppo per il territorio.
Su questa base nomineremo l'Amministratore Unico.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Interrogazione a risposta immediata n. 52 presentata dal Consigliere Ravetti, inerente a "Futuro di Expo Piemonte S.p.A."


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 52 presentata dal Consigliere Ravetti, che ha la parola per l'illustrazione.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Con quest'interrogazione portiamo in Aula, oggi, una fotografia della crisi del distretto orafo valenzano. Tra le tante crisi italiane, e ovviamente piemontesi, quella del distretto orafo valenzano è una crisi particolare, perché la città di Valenza e i paesi vicini a quella città hanno costruito, nel tempo (negli ultimi decenni), l'intera economia attorno a quella produzione, a quel tipo di artigianato.
Oggi si parla di reti di protezione sociale, ci si impegna ad immaginare, cioè, al centro della discussione del distretto valenzano, più che il futuro di quell'artigianato, il futuro delle reti di protezione sociale per tutte le nuove fragilità che popolano quel distretto.
Negli ultimi anni, nell'ultimo decennio (dieci anni fa, in particolare), fu immaginata la costruzione di un centro espositivo polifunzionale con sede a Valenza: quello era il periodo di massima espansione, di maggiore ricchezza e produttività. Ritengo che, oggi pensare al futuro, alla rinascita del distretto orafo valenzano significhi anche pensare al futuro di quel centro espositivo, nato negli anni del benessere, ma che attualmente si trova nel punto di maggiore caduta produttiva di quel settore.
Ponendo al centro della discussione quella crisi, sapendo che non sarà una sola scelta a permettere di costruire un futuro diverso per quei territori, ma dovranno concorrere diversi soggetti e il fronte sul quale dovremo impegnarci sarà un fronte molto largo, quindi dovremo chiedere il contributo di tutti, chiedo - Assessore - rispetto a quella struttura, se la Giunta ha un orientamento di massima, generale, per il futuro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale La storia di Expo Piemonte è stata ripercorsa dal Consigliere interrogante. Anche in questo caso, sono costretta a ricordare dei dati che evidenziano una perdita di 696.000 euro nel 2011, di quasi 945.000 nel 2012, e di 922.000 nel 2013.
L'altro dato di da cui, purtroppo, dobbiamo partire è che l'ipotesi di ricapitalizzazione che oggi è sottoposta ai soci di Expo Piemonte - e quindi, nel caso di specie, a Finpiemonte Partecipazioni - non vede alcuna disponibilità di adesione, per quanto a noi risulta, dei soggetti presenti sul territorio.
Noi dobbiamo partire dal fatto che, per quanto ci risulti oggi, non vi è interesse, né fiducia del territorio, nell'utilità di quella struttura nella sua effettiva utilizzabilità e nella sua rispondenza oggi alle necessità del quel territorio.
Immaginare, pertanto, anche in questo caso, di continuare a ripianare deficit - ricordo che questa società non ha dipendenti, ha solo un Consiglio di Amministrazione - a fronte di un non interesse di quell'area la quale area evidenzia, come ricordava il Consigliere, altri problemi e forse anche altre priorità, è un tema sul quale noi non possiamo fare a meno di interrogarci.
Non ripeto qui quanto ho detto prima sulle funzioni fondamentali ed essenziali della Regione sulle partecipate che entrano o non entrano nel perimetro di queste funzioni fondamentali.
Nella sostanza, è convocata un'assemblea - il 26 settembre - che ha all'ordine del giorno la ricapitalizzazione: se dai soci dovessero pervenire progettualità, proposte o disponibilità ad investire, potremmo anche prendere in considerazione l'idea di continuare l'impegno. Ma se dagli altri soci e se dal territorio non viene né un'ipotesi di utilizzo né la disponibilità ad investire risorse, né qualsivoglia disponibilità ad utilizzare quella struttura in maniera tale da riportare in attivo il conto economico della società che la gestisce, non abbiamo altra scelta se non quella di prendere atto della situazione e di valutare le decisioni conseguenti, fino alla messa in liquidazione della società, se non si manifesta, in primo luogo dal territorio, nessun tipo di interesse o di fiducia nelle prospettive della società medesima.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Interrogazione a risposta immediata n. 53 presentata dalla Consigliera Porchietto, inerente a "Fondi BEI - Anticipazione fondi compensazione per la Val Susa"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 53, presentata dalla Consigliera Porchietto, che la illustra.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Mi rivolgo direttamente all'Assessore, anche perché conosco la sua competenza in merito e credo che due riflessioni sulle tematiche dei fondi della Banca Europea per gli Investimenti siano significativi per la nostra Regione.
In realtà, ho tratto spunto da quella che è stata un'intervista pubblicata su La Stampa non più tardi di dieci giorni fa (se non erro, era il 4 settembre) in cui il Vicepresidente Scannapieco (tra l'altro è italiano) riportava come la nostra comunità italiana abbia utilizzato molto i fondi BEI, ma che in realtà mancano grandi progetti. Mancano quelli che sono dei progetti sostenibili dalla comunità, mentre molto spesso ricorriamo all'utilizzo di questi fondi, così come ha fatto anche la Regione Piemonte negli anni passati, per sostenere le nostre piccole e medie imprese.
Sicuramente è fondamentale questa linea, vale a dire continuare ad utilizzare questi fondi, cosa che, tra l'altro, la nostra Regione negli anni ha saputo fare molto bene: siamo una di quelle Regioni che, attraverso i fondi, è riuscita a finanziare più interventi, in particolare sulle piccole e medie imprese. Mancano, però, progetti validi a livello nazionale. L'unico, come si riportava, è stato quello per l'autostrada Brebemi, da poco inaugurata in Lombardia, con un affidamento da parte di BEI di 700 milioni di euro.
L'interrogazione, quindi, si rivolge proprio a questo, chiedendo sia al Presidente che all'Assessore di valutare la possibilità di intervenire insieme alla BEI, per finanziare quei progetti sostanziosi ed importanti come il progetto Smart Susa Valley (mi fa piacere che ci sia anche l'Assessore alla sanità, Saitta, che, come Presidente della Provincia aveva sostenuto fortemente). È un progetto importante ed estremamente impegnativo dal punto di vista economico, e potrebbe essere avviato con i fondi di compensazione. Era già partita un'iniziativa con la BEI: si era già iniziato a parlare con la Banca Europea degli Investimenti per far sì che si potessero anticipare i fondi necessari per dar vita a questo grande progetto attraverso un intervento della Banca Europea.
Mi chiedo, quindi, se non sia opportuno, a questo punto, intervenire chiaramente tramite il Governo, affinché le risorse che potranno essere assegnata dalla BEI all'Italia non possano convergere in una quota significativa per far sì che un progetto, che altrimenti rischierebbe di rimanere sulla carta, possa invece diventare un progetto di rilancio di un territorio che economicamente può ancora dare molto. Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore De Santis; ne ha facoltà.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore alle attività produttive Grazie, Presidente.
Com'è noto alla Consigliera Porchietto, per avere, credo direttamente seguito la vicenda in precedenza come Assessore, la storia di questi fondi stanziati per la Val di Susa è lunga e complicata.
Io ho cercato di riprendere le fila di questa vicenda, complicata anche dal fatto che nel frattempo ci sono stati (e soprattutto sono preannunciati) avvicendamenti rispetto ai dirigenti ministeriali a cui questa cosa fa capo, per cui, in questo momento, non si capisce neanche bene chi sono tecnicamente gli interlocutori.
In ogni caso, da quello che vedo e da ciò che mi è stato ricostruito di questa storia, potremmo anche trovarci di fronte agli stessi tipi di problemi (patto di stabilità degli enti locali, difficoltà a spendere eccetera eccetera), cioè alle stesse cose che, in buona sostanza, hanno bloccato il progetto negli anni passati.
E' comunque nostra intenzione riprendere il discorso con il Governo (in parte, informalmente, lo abbiamo già fatto) per capire come sia possibile mobilitare questi fondi.
Certamente, un'ipotesi che si può prendere in considerazione e sulla quale si possono fare delle considerazioni, che valuteremo, è quella eventualmente, di utilizzare (accanto, in sostituzione o sotto forma di anticipazione) dei fondi BEI. E' chiaro, però, che perché la BEI anticipi risorse, occorre che queste risorse da qualche parte siano effettivamente previste come spesa. Su questo occorre ricostruire complessivamente un filo di ragionamento col Governo; attività della quale ci stiamo già occupando e rispetto alla quale penso di poter avere qualche notizia da qui a fine anno.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Interrogazione a risposta immediata n. 50 presentata dal Consigliere Gariglio, inerente a "Assunzioni in SCR Piemonte S.p.A."


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 50, presentata dal Consigliere Gariglio, che la illustra.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
La mia interrogazione ha per oggetto le modalità di gestione della Società di Committenza Regionale SCR Piemonte S.p.A.
Sappiamo che il reclutamento del personale da parte di questa società è soggetto al rispetto dei principi di cui al decreto legislativo n. 163 del 2001, che prevede un'adeguata pubblicità delle selezioni e delle modalità che garantiscano l'imparzialità e assicurino economicità e celerità di espletamento, oltre a meccanismi oggettivi e trasparenti idonei a verificare il possesso dei requisiti.
La società si è dotata anche di uno specifico regolamento in materia di assunzioni, stabilendo dei criteri selettivi improntati ai principi di pubblicità, trasparenza e imparzialità dei centri per il reclutamento del personale delle società pubbliche e definite dall'articolo 18 del decreto legge 112/2008, come convertito.
Tra l'altro, personalmente ritengo che si debba applicare anche a SCR la normativa che limita le assunzioni di nuovo personale, cioè il decreto legge n. 95 del 2012: il cosiddetto decreto legge sulla spending review.
Noi vogliamo sapere dall'Assessore competente se e con quali modalità la società in oggetto ha effettuato, dal 1° gennaio 2014 ad oggi assunzioni di personale. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente.
Posso fornire le informazioni che ho ricevuto dai nostri Uffici secondo le quali, dal 1° gennaio 2014, SCR ha proceduto con l'assunzione di tre dipendenti selezionati attraverso procedure di mobilità, ai sensi della legge n. 147/2013, giusta autorizzazione con nota del Direttore del Gabinetto di Presidenza del 15/4/2014. Nello stesso periodo sono state altresì effettuate tre assunzioni a tempo determinato per sostituzioni di maternità di dipendenti a tempo indeterminato, con diritto alla conservazione del posto di lavoro.
L'individuazione dei soggetti di cui sopra è avvenuta mediante formale richiesta all'Ufficio Provinciale del Lavoro, che ha individuato una rosa di candidati corrispondenti ai requisiti professionali richiesti.
Non è stato avviato, in questo periodo, alcun contratto di collaborazione a progetto. Non so se siate a conoscenza o meno, ma SCR aveva un piano di potenziamento delle strutture, assunzioni, ecc. Rispetto a questo piano, la Giunta ha dato indicazione alla società SCR di sospendere operazioni di assunzione di nuovo personale, in vista di una rivisitazione del ruolo delle funzioni di SCR che questa Giunta sta effettuando e rispetto al quale andranno poi dimensionate le strutture della società.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Interrogazione a risposta immediata n. 54, presentata dal Consigliere Bono inerente a "Legittimità della nomina del Presidente del C.d.A. di SITO S.p.A. da parte di Finpiemonte Partecipazioni S.p.A., ai sensi del DL 90/2014 convertito in L. 114/2014"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 54 presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come ha avuto modo di vedere, il titolo è lungo, ma autoesplicativo, in quanto nell'interrogazione, molto sintetica, chiediamo conto di una nomina di cui siamo venuti a conoscenza tramite organi di informazione, di cui abbiamo chiesto conferma sia a SITO S.p.A. sia a Finpiemonte Partecipazioni.
Al momento, a noi risulta che la nomina sia stata fatta da Finpiemonte ma non ancora vistata dal CDA di SITO, pertanto vorremmo avere ulteriori informazioni in merito da parte della Giunta, riguardo alla legittimità di tale nomina che coinvolge l'ex direttore generale vicario del Comune di Torino (il signor Giambattista Quirico), nominato Presidente di SITO S.p.A.
da Finpiemonte Partecipazioni.
Chiediamo se questa nomina sia legittima, ai sensi dell'articolo 6 del decreto legge 90/2014, convertito in legge 114 dello stesso anno, inerente al divieto di incarichi dirigenziali a soggetti in quiescenza, cioè in pensione. Si tratta, quindi, di una norma molto "renziana" - come si suol dire di questi tempi - nel senso che cerca di produrre un rinnovamento tra i dirigenti, negli incarichi dirigenziali presenti nelle Pubbliche Amministrazioni; norma su cui, peraltro, siamo pienamente d'accordo.
Chiediamo se tale norma, che ovviamente è stata anche rivista nella conversione del decreto, sia compatibile con questa nomina, perché è vero che SITO S.p.A. ha una compartecipazione di Finpiemonte Partecipazioni al 51% (ma anche FS logistica è un'azienda di trasporto privata), ma ci chiediamo se sia stata fatta una valutazione ai sensi del decreto legge anche perché sarebbe una prima assoluta, nel senso che la legge è recente quindi l'interpretazione della legge si potrebbe avere con questa nomina.
Quello che voglio dire è che il principio del decreto legge convertito mi sembra chiaro: fa sì che ci sia un ricambio generazionale e che soggetti in quiescenza - in pensione - non abbiano nuovi incarichi dirigenziali nelle Pubbliche Amministrazioni. Voglio capire se questo decreto è circoscritto, dalle vostre valutazioni (valutazioni che avrà fatto Finpiemonte), solo agli Enti Pubblici, totalmente pubblici, o se, come principio (dal mio punto di vista, sicuramente sì), anche come legge applicabile alle partecipate, che siano controllate o meno.
Ci premeva avere una risposta in questo senso, da parte dell'Assessore.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente.
In questo caso non si tratta di un incarico dirigenziale (se per dirigenziale si intende un ruolo da dirigente, da manager di una società) ma di un incarico in un Consiglio di Amministrazione.
In ogni caso - e mi scuso anch'io per la sfilza di numeri - la verifica sulla legittimità di questa nomina è stata fatta dagli uffici di Finpiemonte Partecipazioni.
A questo punto, leggo per semplicità la nota dei funzionari dell'Assessorato: "L'articolo 6 del DL 90/2012, convertito in legge 114/2014, comporta modifiche all'articolo 5, comma 9, del DL.. 95/2012 e pertanto si applica alle Pubbliche Amministrazioni, di cui all'articolo 1 comma 2 del D.Lgs. n. 165/2011, nonché alle Pubbliche Amministrazioni inserite nel conto economico consolidato dalla P.A., come individuate dall'ISTAT.
I predetti soggetti non possono conferire incarichi dirigenziali o cariche in organi di governo a lavoratori pubblici o privati collocati in quiescenza neanche presso le società da essi controllate".
Il punto di questa lunga sfilza di numeri è che gli enti tenuti al rispetto di questa norma sono nominativamente individuati e individuabili.
SITO non è una società direttamente controllata dalla Regione n Finpiemonte Partecipazioni, competente alla nomina del Presidente di SITO è inserita nell'elenco ISTAT di cui sopra.
Questa verifica, naturalmente, è stata compiuta dai nostri Uffici e dagli Uffici di Finpiemonte, pertanto la norma non risulta applicabile al caso di SITO.
Ad ogni modo, in questa situazione la legge indica un elenco tassativo di soggetti cui questa norma è applicabile. Verificato che né SITO né la controllante Finpiemonte Partecipazioni rientrano in quest'elenco, ne consegue la legittimità della nomina.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 56 presentata dal Consigliere Campo inerente a "Lettera dell'Associazione Amici dell'Ospedale S.S. Annunziata di Savigliano (CN)"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 56, presentata dal Consigliere Campo, che ha la parola per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
La questione nasce da una lettera aperta che è stata inviata poco dopo metà luglio dall'Associazione "Gli amici dell'Ospedale di Savigliano", ma anche da una visita che abbiamo fatto noi del Movimento 5 Stelle, prima delle elezioni, in tutte le strutture ospedaliere del Piemonte, per renderci conto della situazione e per la relazione del nostro programma sul tema.
Questo non è che uno dei tanti fatti puntuali su cui vorremmo che prima o poi, si scoprisse quali sono gli intenti della Regione. La questione dell'Ospedale di Savigliano, in particolare, ci sembra da evidenziare, perché si tratta di una struttura che presenta delle eccellenze e che da alcuni anni, ormai, appare abbastanza negletta, in termini di investimenti, di messa in regola e addirittura di predisposizione di un piano di manutenzione ordinaria.
Di conseguenza, anche un reparto che era un'eccellenza, quale quello di urologia, oggi è lasciato in una situazione sostanzialmente caotica. Il tutto si inserisce nel quadro più complessivo di una discreta confusione su quali siano le strategie che si vogliono mettere in atto riguardo alle strutture ospedaliere e sanitarie in generale del Piemonte.
Siamo forse un po' troppo concentrati sui conti, e non stiamo pensando a quello che, effettivamente, c'è e sta lavorando oggi sul nostro territorio. La domanda che vogliamo rivolgere e portare all'attenzione, è proprio quella: se non si è ancora data risposta alla lettera aperta di questa Associazione.
In particolare, riteniamo che sia da sfruttare la struttura esistente ma, essendoci un piano potenzialmente disponibile, interamente finanziato da privati per la realizzazione di un nuovo ospedale - che metterebbe a disposizione una nuova struttura, chiavi in mano - vorremo sapere se la Giunta regionale, l'attuale governo della Regione, ha già le idee chiare sugli interventi che si possono fare su questa struttura, se intende dare una risposta in tempi brevi - in particolare, ci interessano anche i tempi rispetto alle esigenze che ci sembrano oramai non più dilazionabili per quanto riguarda questa struttura.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

E' evidente che nel dare questa risposta mi toccherà ripetere qualche informazione che ho già dato qui e anche in Commissione. E' opportuno sottolinearlo, per evitare di dare la sensazione che sia la prima volta che parliamo di alcuni argomenti, parlo in termini di carattere generale.
Volentieri fornisco le risposte che mi sono state richieste, per quello che è possibile.
Tuttavia, vorrei far notare che, a mio avviso, questa è un'esigenza di carattere complessivo non soltanto del Consigliere Campo ma di tutti: se dovessimo censire le questioni degli investimenti mancati o dei necessari interventi per la manutenzione, è chiaro che non c'è solo il presidio ospedaliero da lei richiamato, ma c'è un problema di carattere generale.
Volentieri cercherò di dare qualche risposta nel breve tempo che ho a disposizione. Quando si dice "chiediamo alla Regione", credo che dobbiamo chiedere a tutti noi. Sono arrivato da poco, le risorse sono note e le risposte vanno commisurate alle risorse note, anzi, alle risorse che bisogna ancora contenere.
Siamo in piano di rientro da quattro anni. Ciò vuol dire una cosa molto semplice: vuol dire che nel 2010 si è constatato che la Regione Piemonte aveva sfondato dal Fondo Sanitario Nazionale circa il 5% e questa situazione non è stata ancora affrontata. Stiamo lavorando in questo senso e le difficoltà derivano da scelte compiute nel passato.
Veniamo al particolare, per evitare di eludere alle domande che sono state rivolte, anche se l'inquadramento è utile, perché credo che tutti quanti, indipendentemente dal ruolo che riveste maggioranza o opposizione non possiamo che farci carico delle risorse, in modo che le indicazioni che possiamo fornire siano le più coerenti possibili con le risorse date altrimenti è un esercizio sicuramente utile, ma non necessario, perch rischia di essere soltanto utopistico e soltanto di indicazioni non applicabili. Credo che il collega convenga su questo fatto, che è tipico di chi amministra la Regione, che però è amministrata sia dalla maggioranza che dalla minoranza, con posizioni diverse.
L'Associazione Amici dell'ospedale SS Annunziata - Onlus mi hanno scritto il 10 luglio, come tantissimi altri. Ho ricevuto centinaia di lettere, in ognuna sono state avanzate questioni particolari e ho iniziato ad incontrare le varie associazioni (ormai sono a ritmo di 10, 12, 13 incontri giornalieri).
Non riesco a smaltire le tante richieste di incontro, anche perché sono nate delle aspettative. Sono perfettamente a conoscenza che questa associazione è generosa, perché ha contribuito (l'ha scritto nella lettera) a dotare il presidio ospedaliero di arredi e di strutture. L'attività sicuramente è benemerita, pone questioni particolari, tra cui la sistemazione del reparto di urologia, la manutenzione dell'edilizia ordinaria, l'acquisto di una risonanza magnetica, lo sblocco del turnover per il personale medico ed infermieristico. Infine, ha effettuato un'indagine sugli investimenti in conto capitale degli ultimi cinque anni sull'ospedale di Savigliano. Faremo quest'indagine e lo faremo un po' su tutti.
E' chiaro che i temi sono identici. Credo che se il Consigliere Campo dovesse parlarmi delle Molinette mi chiederebbe la stessa cosa: turnover infermieristico, medico, così come per l'ospedale di Rivoli. Certamente si pone un problema di risposte di carattere puntuale.
Come ho avuto modo di dire, abbiamo sospeso la delibera sulla rete ospedaliera, presa qualche giorno prima delle elezioni, abbiamo sospeso la delibera sui primari, abbiamo sospeso la delibera sulle assegnazioni ai privati.
Stiamo rivedendo la delibera sulla scelta della rete ospedaliera sulla base delle indicazioni precise, per fortuna ormai fornite dal Patto della salute e dal suo regolamento di applicazione. Bacini minimi e massimi di utenza per discipline ospedaliere. Stiamo cercando di applicare, alla nostra realtà, questa situazione. Appena il lavoro sarà completo, saremo nelle condizioni di dare delle risposte in funzione non tanto di un consolidato che, magari, è la somma di interventi benemeriti, ma anche magari, di ambizioni legittime di qualche primario, di qualche associazione e di altri ancora.
Saremo in grado di compiere qualche scelta, perlomeno di suggerire qualche scelta, in modo che, all'interno delle risorse disponibili immaginiamo una rete ospedaliera - laddove necessario, non è detto che sia necessario qui, ancora non abbiamo i numeri - in grado di garantire salute.
Questo è il tema, cioè copiamo, come piace dire, quello che succede in Toscana e in Emilia Romagna.
Questo è il quadro. Sicuramente posso dire al Consigliere Campo e a tutto il Consiglio che l'ipotesi di un nuovo ospedale a Lagnasco, la somma degli ospedali di Savigliano e Saluzzo, è, chiaramente, un'indicazione. Se guardiamo all'esperienza del nuovo ospedale Alba-Bra, a Verduno, si è verificato un disastro, non soltanto per la collocazione, ma anche perch gli ospedali di Alba e Bra restano lì e, da quello che si immaginava, non si vogliono neppure vendere e non si potrà finanziare.
La questione della nuova edilizia ospedaliera è piuttosto delicata.
Per adesso, non avendo risorse, consiglio a tutti di fermarci per un attimo, l'obiettivo è di uscire dal piano di rientro. In una prospettiva più lunga, possiamo ragionare, ma abbiamo il problema della razionalizzazione. Non lo escludo, ma credo che l'esperienza ci induca ormai a dire che le indicazioni generiche, di buona volontà, rischiano di produrre danni. Potrei continuare a portare l'esempio di tanti ospedali e di tanta edilizia sanitaria e quello che ha provocato.
Bisogna stare con i piedi per terra per riuscire a compiere azioni serie. Dopodiché, posso garantire che appena abbiamo il quadro preciso della coerenza con il Patto della salute, le indicazioni che emergeranno da questo lavoro saranno oggetto di una consultazione, sicuramente con i Sindaci di Savigliano e Saluzzo, e l'ASL per forza di cose, il Consiglio e le Commissioni: ci sono tutti gli strumenti di partecipazione perch cercheremo di fare un quadro di coerenza motivato, evitando discrezionalità.
Mi pare che il tempo della discrezionalità sia finito, si può reggere un processo di riorganizzazione soltanto se non c'è discrezionalità, ma una coerenza di carattere complessivo.



PRESIDENTE

Invito i Consiglieri che non l'abbiano ancora fatto a firmare il registro delle presenze.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.21 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.22)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Balocco.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Proseguimento esame disegno di legge n. 2, inerente a "Riordino delle Agenzie Territoriali per la Casa. Modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale)"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 2, inerente a "Riordino delle Agenzie Territoriali per la Casa. Modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale)", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana è iniziato l'esame del provvedimento.
La relazione di maggioranza è stata svolta dal Consigliere Corgnati; quella di minoranza dal Consigliere Bono.
E' stata svolta la discussione generale, alla quale è seguita la replica dell'Assessore Ferrari.
Abbiamo iniziato l'esame dell'articolato e degli emendamenti ad esso collegati.
E' stato poi approvato l'articolo 1.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 22) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Marrone, Ruffino, Berutti, Vignale, Gancia, Benvenuto: Articolo 2 Al comma 1, dell'articolo 28, della l.r. 3/2010, come sostituito dal comma 1, dell'articolo 2, del disegno di legge n. 2, le parole "vengono riordinate" sono sostituite dalle seguenti: "sono riorganizzate".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
I colleghi vedranno che l'emendamento rubricato n. 22) - come per la verità anche gli emendamenti n. 23), 24) e 25), che riguardano quest'articolo ma che non illustro perché illustro esclusivamente il n. 22) è certamente un emendamento non di sostanza, nel senso che modificare le parole "vengono riordinate" con le parole "sono riorganizzate" non cambia assolutamente nulla nel testo.
Era nostra volontà, come anche è stato fatto nell'articolo 1, ritirare una serie di emendamenti che in realtà erano stati presentati per un timore di accoglimento o meno degli emendamenti stessi.
Devo dire che intendiamo discutere questi emendamenti perché è piaciuta poco l'attenzione dedicata all'attività emendativa sull'articolo 1 bis. Che degli emendamenti vengano respinti sta nella logica dei lavori di quest'Aula, ma che - come abbiamo già avuto modo di dire anche nella seduta passata - rispetto ad alcuni emendamenti presentati la risposta da parte della Giunta sia stata "tanto affronteremo un altro provvedimento, quindi li bocciamo", ci sembra una risposta superficiale.
Collega Grimaldi, faccio un piccolissimo esempio. Io guardo sempre la Presidenza, ma posso anche rivolgermi al Consiglio e penso che il Presidente lo conceda.
L'emendamento n. 4) prevedeva la possibilità di posticipare la registrazione dei contratti, perché la legge regionale (la n. 3 del 2010) prevede la registrazione come un contratto di carattere privatistico.
Spero che comunque verrà fatto nei tempi debiti, altrimenti quest'anno le ATC piemontesi dovrebbero spendere circa nove milioni di euro di spese di registrazione per registrare più di 50 mila contratti oggi esistenti.
Quindi, quest'emendamento, insieme ad altri che non riprendo perch abbiamo già illustrato, poteva essere un emendamento da accogliere, o almeno su cui aprire una discussione relativamente al tempo che collettivamente abbiamo impiegato nel provare a migliorare una norma.
Infatti - e chiudo - rammento che questa è una Assemblea legislativa.
Non è un Consiglio comunale, in cui la Giunta fa la deliberazione e in qualche modo il Consiglio comunale vota "sì" o "no" ratificandole.
Incidentalmente questa Assemblea fa le norme, e facendo le norme, pur votando a favore o contro, credo che abbia il dovere di migliorarle.
Questo è il compito che ci siamo dati, non solo oggi ma anche nella seduta passata, sul tema del Segretario generale, ed è la modalità con cui opereremo al di là dell'espressione di voto finale sui singoli provvedimenti, anche nei provvedimenti che verranno.



PRESIDENTE

Consigliere, lei in questo momento è intervenuto su quale emendamento?



VIGNALE Gian Luca

Sull'emendamento rubricato n. 22).



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire la Vicepresidente del Consiglio regionale Ruffino, in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Sempre rifacendomi a quanto detto prima dal Consigliere Vignale sicuramente ci saremmo aspettati un dibattito diverso e più ampio, capace di ricomprendere le diverse problematiche legate non soltanto al riordino e alla riduzione delle ATC, ma piuttosto alle problematiche abitative legate al problema casa.
Questo lo si riscontra dai tanti emendamenti presentati con l'obiettivo di sottoporre a questo Consiglio un tema importante per tante famiglie in difficoltà.
Le tante famiglie in difficoltà non sono più legate a quel ceto che spesso era afferente al servizio sociale, ma a un ceto medio che è ancora più in difficoltà.
Quindi, il nostro Gruppo pone veramente un cenno di attenzione e la richiesta di un dibattito più ampio, più aperto e più comprensivo di tutti i vari aspetti rispetto a questo Consiglio. In maniera sicuramente non pretestuosa, per quanto riguarda l'emendamento n. 22), la nostra richiesta va in questa direzione, coscienti che la richiesta per quanto riguarda il mancato accoglimento dei passati emendamenti non è avvenuta. Quindi, in questo momento c'è una richiesta di attenzione diversa.
Speriamo che l'Aula e la maggioranza riescano a cogliere questo aspetto. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Mi unisco agli interventi dei colleghi di opposizione che mi hanno preceduto, per evidenziare un aspetto: sono soddisfatto del fatto che la Giunta e i Consiglieri di maggioranza abbiano sottolineato l'importanza e l'urgenza di misure che possono essere velocemente approvate, come l'autorecupero, o piuttosto altre di mera razionalizzazione e non tanto solo dell'assetto dell'ATC, quanto proprio in riferimento all'impianto normativo della legge regionale sulla casa.
Però proprio per questo, in realtà, sarebbe stato auspicabile un impegno più preciso su quelle che sono le tempistiche anche magari dei lavori d'Aula. Lo dico perché tra le proposte emendative di merito presentate da Forza Italia, a cui ho volentieri aggiunto la firma, c'erano effettivamente delle migliorie che non richiedevano poi tutta questa istruttoria d'Aula e non richiedevano tutti questi approfondimenti.
Dall'altro lato, sulla revisione complessiva, che di sicuro richiederà tempo, ci saremmo tutti aspettati che una maggioranza responsabile desse un calendario per affrontarla.
Sottolineo questo aspetto, perché oggettivamente ci ritroviamo di fronte - i numeri l'hanno sottolineato - ad una bomba sociale pronta ad esplodere. Le liste d'attesa sono ormai davvero insostenibili, i Comuni si sentono abbandonati e purtroppo a maggior ragione reagiscono con una sorta di deresponsabilizzazione verso l'alto e si crea una sorta di scaricabarile tra Commissioni comunali e Commissione centrale, poi scaricando spesso sulla ATC, che sicuramente crea poi un enorme delusione e sfiducia da parte degli utenti destinatari nei confronti di tutte le istituzioni.
Posso comprendere la natura di urgenza del riassetto dell'ATC nella misura in cui le ATC rimangono e sono rimaste uno strumento ineliminabile della gestione dell'enorme patrimonio immobiliare ERP.
C'è anche da dire un'altra cosa. Alcuni interventi che ho sentito dalla maggioranza rispetto ad un metodo che è rinnovato in meglio non mi sento di condividerli, per un unico motivo: in realtà, il riassetto delle ATC è preliminare solo ad un rinnovo di poltrone. E' legittimo, visto che c'è stato un cambio di maggioranza, però dobbiamo intenderci su quali sono gli ordini di priorità.
Sono sicuro che, a fronte di - si spera - un atteggiamento più costruttivo e meno di ascolto acritico delle indicazioni della Giunta rispetto alla valutazione degli emendamenti proposti dall'opposizione quelli di merito ovviamente, ci potrà essere anche un cambiamento di impostazione.
In caso contrario, solo di fronte a un impegno molto chiaro rispetto alle tempistiche di discussione e di approvazione dell'emergenza che abbiamo indicato credo che potrà cambiare un atteggiamento di questa opposizione in Aula.
Lo diciamo perché, effettivamente, già in passato l'ordine dei lavori ha evidenziato come sono stati approvati un po' in cavalleria, con modalità di grande risparmio di tempo di approfondimento, dei provvedimenti legislativi fondamentali. In questo caso ci poteva essere l'opportunità, se non di accogliere rivoluzioni particolari della legge, quantomeno delle piccole migliorie che non richiedevano questa istruttoria, quindi in realtà auspichiamo che la maggioranza le approfondisca come si deve prima di votarle.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Certo, potremmo essere sostanzialmente additati di ostruzionismo, ma questo non è nel nostro stile, non è nel nostro DNA, tradizionalmente.
Anche perché non più di mezz'ora, un'ora fa in Commissione si parlava di provvedimenti urgenti, ma in momenti in cui ci sono azioni urgenti da portare avanti, probabilmente può avere un senso rivedere il tutto con una certa urgenza nella globalità.
Torno a recitare una proposta che noi abbiamo fatto, legata all'ipotesi di non caricare la TASI da parte dei Comuni agli utenti. Credo che questo in una fase in cui ci sono Comuni addirittura ancora nella condizione di non aver approvato i bilanci - dando, di conseguenza un'opportunità, un indirizzo o comunque impostare un provvedimento - poteva essere già un elemento che, con un'applicazione in modo abbastanza rapido (come invece è stato fatto per solo il provvedimento legato all'aspetto più politico delle cose, quindi all'aspetto delle nomine o comunque della riduzione dei Consigli di amministrazione delle strutture), avrebbe rappresentato un passaggio in grado di provvedere a creare delle azioni che incidessero su una situazione generale chiaramente molto difficile.
Ecco, ritengo che - è chiaro che poi l'opposizione, in qualche maniera può muoversi in questo senso - questo nasca anche dal fatto che, di fronte a proposte in alcuni casi magari un po' forzate, ma in altri casi ritenute invece, secondo noi, costruttive, assolutamente non vi è considerazione.
Allora, di fronte a questo, cerchiamo di ribadire comunque i concetti che più riteniamo opportuni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Alcuni emendamenti potevano sicuramente essere accolti su una materia così importante.
Ribadisco il fatto di avere delle ATC come enti pubblici di servizio non economici: ad averli siamo solo più noi piemontesi (forse c'è la Val d'Aosta e un'altra Regione del Sud). Ribadisco il fatto di mettere un'unica sede, anziché tre, a questo punto, e la potremmo mettere in Corso Unione Sovietica, perché davvero la non economicità la mancanza di qualunque riferimento alla possibilità di diventare ente pubblico economico è un fatto antistorico, anacronistico e credo che vada preso seriamente in considerazione.
Richiamo il punto 7), dove si dice: "Gli enti pubblici diversi dalle ATC si avvalgono di norma", e via dicendo. Questo "di norma" sta semplicemente a significare di voler dare i consorzi eludendo le procedure ad evidenza pubblica degli affidamenti diretti. Ecco, non vorremmo che fossero le cooperative dei soliti noti o altre società dei soliti noti (vedi Consorzio Intercomunale Torinese) a dover gestire il tutto.
Parlo dalla periferia: noi ci vediamo portare via una realtà importante, sana, ce la vediamo accorpare con Alessandria e con Asti, e non riteniamo assolutamente corretto, da parte della Giunta e da parte della maggioranza, non confrontarsi per nulla su un argomento così delicato in questo momento storico. Un argomento che rispetto alla casa, in un momento storico in cui ci sono i nostri connazionali a chiedere aiuto e sono i primi, magari per dignità, a vergognarsi, richiede una revisione del punteggio. E una legge buttata giù così velocemente per gettare un po' di fumo negli occhi non ci sembra un elemento corretto proprio in questo frangente storico.
Farei anche un accenno a tutte le partecipate, che sono almeno cinque legate alle ATC e quindi rinnoviamo il nostro invito e sollecitiamo la Giunta e il Presidente a rivedere questa legge regionale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.
Emendamento rubricato n. 23) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Marrone, Ruffino, Berutti, Vignale, Gancia, Benvenuto: Al comma 2 dell'articolo 28, della l.r. 3/2010, come sostituito dal comma 1, dell'articolo 2, del disegno di legge n. 2, la parola "indicate" è sostituita dalla seguente: "riportate".
Anche per quest'emendamento i Consiglieri hanno a disposizione tre minuti il primo firmatario e due minuti gli altri.
Chi interviene per l'illustrazione? Prego, Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie. Chiederò poi al Presidente personalmente una modalità di attuazione del Regolamento, che non è cambiato, ma cambiano alcune modalità. Senz'altro ricorderò male io, ma nella precedente legislatura chiusa l'illustrazione da parte dei firmatari, si apriva la discussione da parte dei non firmatari. Probabilmente sarà cambiato il Regolamento e io non me ne sono accorto.
L'emendamento n. 23) è anch'esso non significativo, dopodiché sul tema del fare ostruzionismo invito alla visione di qualche puntata precedente.
Oggi stiamo sensibilizzano l'Amministrazione a dare il debito conto al lavoro altrui.
L'emendamento n. 23), dicevo, è un altro di quelli non significativi perché è una modifica letterale di una parola. E' però importante, perch crediamo che - lo ricordava prima il collega Berutti - sia evidente che vi è un'urgenza, così come vi è un'urgenza sulla ristrutturazione del debito di questa Regione, che non più di mezz'ora fa ha chiesto il collega Reschigna.
Ritengo che vi sia una priorità e un'urgenza anche sul tema casa, che lo stesso Assessore, ma anche gli stessi colleghi, sul tema casa credo che sia la priorità di questa Regione.
E allora bisogna solo intendersi su quali sono i tempi per intervenire sulla priorità; vedremo poi con l'emendamento all'articolo 7 bis come noi abbiamo provato ad individuare alcune modalità che potevano essere inserite all'interno della norma come misure urgenti, che poi potevano essere riprese in una rivisitazione complessiva della legge n. 3.
Infatti questa maggioranza - e soprattutto la Giunta - ormai governa da alcuni mesi e se in alcuni mesi il nostro Gruppo consiliare, ovviamente non dotato delle strutture che ha la Giunta, ha provato a individuare alcune modalità - una veniva ricordata, l'auto-recupero, e ce ne sono molte altre che vedremo -, credo che la stessa Amministrazione regionale avrebbe potuto predisporre - magari non nel testo di legge n. 2 licenziato credo nel mese di giugno, ma successivamente per la riapertura dei lavori in Aula - una o due misure che garantissero alcuni alloggi in più ai nostri cittadini.
Rammento che, dal momento in cui introduciamo una modifica legislativa al momento in cui questa entra in vigore, ci va del tempo, per cui è tutto tempo guadagnato quello viene utilizzato quando passa come in questo momento uno strumento legislativo in Aula.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Giusto perché resti agli atti, dico che non mi permetterei assolutamente mai di cambiare in modo autonomo l'interpretazione regolamentare.
Anzi, ne approfitto: sull'emendamento n. 23) non ho dato un'interpretazione restrittiva; l'ho data molto estensiva perché non è ricevibile, in quanto è privo di contenuto normativo.
Ha chiesto di intervenire ancora sull'emendamento n. 23) la Vicepresidente del Consiglio regionale Ruffino, in qualità di Consigliera ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Sempre riprendendo il tema riportato dai miei colleghi e cercando anche di andare a raccogliere le sensibilità dei Consiglieri presenti in Aula attraverso l'emendamento n. 23) non è possibile non ricordare la partita importante legata all'emergenza abitativa e ai servizi sociali che oggi confluiscono nei Consorzi o nelle Unioni dei Comuni e direi anche la necessità di un dialogo legato alle assegnazioni degli alloggi, che certamente porterebbe grandi vantaggi a chi vive un momento di disagio così profondo.
Ora, riprendo sempre il parere arrivato dall'ANCI, che sollecita un maggior dialogo con gli Enti locali per riuscire a dare migliori servizi ai cittadini, riducendo ovviamente i tempi di assegnazione. Credo infatti che nella discussione dei prossimi emendamenti potremo anche parlare dei tempi di assegnazione degli alloggi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

L'occasione è anche utile per riflettere su un altro elemento, che peraltro veniva affrontato da un emendamento di merito presentato dall'opposizione e già bocciato, ovvero la reazione che l'Amministrazione pubblica, attraverso ATC, deve tenere a fronte di un innalzamento del reddito delle famiglie assegnatarie, a seguito dei controlli.
Noi purtroppo sappiamo che effettivamente, rispetto alle assegnazioni di diversi anni fa (e in certi casi anche decenni), ci sono nuclei familiari che sono piuttosto abituati, pur avendo aumentato e quindi migliorato lo stato reddituale, a mantenere come una sorta di diritto acquisito la casa popolare, usandola magari per far subentrare i figli (o continuando ad utilizzarla per comprarne un'altra ai figli), come una specie di bene privato. Questo in realtà si traduce in una sottrazione dello stesso immobile, dello stesso alloggio, a chi invece si troverebbe nella condizione di diritto di poterne usufruire.
Io sono dell'idea che la proposta avanzata nel disegno di legge, ovvero quella di chiedere una sorta di decadenza dai contratti, sia forse giusta in linea generale, ma difficilmente applicabile: incentiverà sicuramente tante famiglie a cercare di non essere trasparenti nelle dichiarazioni reddituali. Di sicuro, invece, la nostra proposta, che era quella di applicare un canone di tipo commerciale - quindi tramutando il canone di assegnazione in una sorta di canone di locazione, di affitto - poteva essere quanto meno qualcosa che andasse, senza scombinare un'abitudine di vita e una situazione acquisita, a tutelare anche le ragioni erariali e finanziarie delle ATC.
Un'altra misura potrebbe essere anche una maggiore incentivazione del riscatto di proprietà, perché sappiamo che poi alla fine, se parliamo di situazioni che ormai sono molto stabilizzate e acquisite, oggettivamente cercare di incentivare un riscatto e quindi far passare le case in proprietà degli assegnatari, che ormai magari hanno sviluppato una situazione reddituale sufficiente, può essere un'altra soluzione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Diciamo che anticipo i temi di un emendamento che insiste su qualche altro articolo, ma il mio intervento vuole essere un ulteriore contributo.
Si parla chiaramente di una modifica dell'assetto del C.d.A. e un elemento che, a nostro avviso, non torna dal punto di vista della riorganizzazione di una struttura come l'ATC è il fatto che si vada verso un revisore contabile, quando certamente un ente come questo ha una movimentazione di bilancio e una struttura tali per cui, a nostro parere riteniamo sia fondamentale un Collegio sindacale che possa essere anche un elemento di controllo e di garanzia per tutte le parti politiche. Lo riteniamo fondamentale perché vediamo che è già molto difficile oggi controllare e soprattutto far sì che le strutture siano funzionali funzionanti e specialmente garantite.
Obiettivamente, quindi, una riduzione degli elementi di controllo pone me - pone noi, perché sicuramente si tratta di un contesto condiviso da tutto il nostro Gruppo - abbastanza in difficoltà.
Ecco, questo è un esempio (uno dei tanti) a dimostrazione degli aspetti fondamentalmente costruttivi. Anche nella relazione iniziale di insediamento del nostro Capogruppo il messaggio che è passato è stato un messaggio sostanzialmente di opposizione costruttiva. Di fronte a questo quindi, naturalmente ci sono un lavoro, un impegno e la volontà di costruire in una fase sicuramente difficile.
A questo proposito, la dimostrazione è il fatto che non ci sono solo emendamenti su qualche sillaba o su qualche parola, ma ci sono elementi di sostanza, che provano che di fronte a un dialogo si può costruire qualcosa di positivo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Emendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Berutti, Sozzani, Graglia, Ruffino, Benvenuto: Al comma 2 dell'art. 28 della l.r. 3/2010, come sostituito dall'art. 2 del disegno di legge, le parole 'non economici' sono soppresse".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo non è un esempio di emendamento di natura non sostanziale, ma entra invece nel merito della norma.
La legge n. 3 prevede oggi che le Agenzie territoriali per la casa possano essere anche enti di carattere economico. Questo dà un vantaggio nel senso che la gestione di quello che a tutti gli effetti è un soggetto che ha una finalità di imprenditoria, anche se non con un profitto, non potendo fare profitto (sarebbe la gestione di un numero consistente di dipendenti finalizzata al miglioramento del patrimonio e alla gestione del patrimonio), possa essere anche un ente di carattere economico.
Nel disegno di legge n. 2, all'articolo 2, si sostituisce il comma 2 dell'articolo 28, non prevedendo più che gli enti possano avere un carattere economico no profit. Credo che questo sia un errore, perch questa è la dimostrazione di come si entri nella razionalizzazione delle singole ATL, portandole da sette a tre, ma anche come si vadano a modificare delle modalità gestionali che le ATL hanno o potrebbero avere.
Questo mi sembra un esempio, come altri esempi che abbiamo fatto precedentemente, di come semplicemente cassare le parole "non economici" garantisca comunque che il testo rimanga quello che esiste oggi. Non ci sarebbe nessuna rivoluzione, però si darebbe la possibilità di fare in modo che le Agenzie territoriali per la casa siano gestite in modo più dinamico con una possibilità gestionale interna più veloce nei confronti di quelle che sono le dinamiche, seppure pubbliche, ma con una modalità di gestione differente. Crediamo che questo, come altri emendamenti, sia un emendamento di buon senso.
Sinceramente non comprendiamo invece la proposta che la Giunta fa nel tornare indietro rispetto ad una scelta che, seppure opzionale l'Amministrazione regionale già fece nel 2010 con l'approvazione della legge n. 3.
Peraltro, anche la stessa Federcasa su questo ha manifestato una contrarietà, anzi un'osservazione all'interno delle proprie considerazioni per cui ci pare che è meglio tenere la legge così com'è oggi piuttosto che apportare questa modifica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Ha chiesto d'intervenire la Vicepresidente del Consiglio regionale Ruffino, in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Riprendendo l'intervento del collega Vignale, il messaggio che viene portato in Aula è che il problema casa è fonte di disagio per tantissimi nostri concittadini, ed è questo che vorremmo fosse colto.
Mi immagino che ognuno di noi possa ipotizzare di non avere un luogo in cui andare la sera, ritrovandosi davanti tempi lunghissimi per l'assegnazione di un alloggio, e parlo di famiglie con bambini, di nuclei in difficoltà.
Questo è forse un pensiero che stiamo cercando di accreditare che immaginiamo, con una buona volontà della Giunta, possa essere accolto.
Negli emendamenti che seguiranno abbiamo anche pensato a ipotesi, come per esempio il voucher all'acquisto di una prima casa per quei nuclei che abbiano superato la prima difficoltà abitativa.
Un'attenzione particolare va sicuramente ai minori, che vivono l'emergenza abitativa e che hanno bisogno di certezze e di normalità, nelle loro giornate di bambini, piuttosto che fare la fila davanti all'ingresso del ATC o ancora del servizio sociale.
Quindi noi siamo ancora qui a pensare che, su tutto il materiale proposto, ci sia un'attenzione e un accoglimento ai tanti emendamenti di buon senso che sono stati presentati dal nostro Gruppo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Spero sempre che qualcuno si voglia aggiungere prima di me, ma accade raramente.
Scherzi a parte, in realtà, sull'emendamento più di merito sul quale peraltro, ha già detto il collega Vignale, il fatto di effettivamente decidere, in questo disegno di legge, ed indicare specificatamente il fatto di non considerare come economici gli enti come le ATC è una scelta che noi non comprendiamo. Effettivamente, posto che prima era una facoltà e non un obbligo, invece, così lo cristallizziamo nella legge regionale, sgombriamo il campo dagli equivoci, cioè dire ente pubblico economico non vuole dire ente a scopo di lucro.
Nessuno pensa ovviamente che sia possibile lucrare, peraltro, in un campo di così difficile reperimento di risorse e di così ingente domanda di servizio, come le politiche abitative sulle case popolari, però è anche vero che evitare una dinamica di gestione privatistica, come quella che connoterebbe un ente pubblico economico, di questi tempi e con le notizie che hanno evidenziato dinamiche non così virtuose all'interno delle ATC, ci sembra una scelta piuttosto anacronistica.
Sappiamo benissimo che quelle delle ATC sono strutture troppo ingessate e, a maggior ragione, tentacolari. Ho sotto gli occhi l'esempio torinese sicché credo che neanche un oracolo sarebbe stato in grado di avere dalla Presidenza un quadro completo di ciò che avveniva fino ai reconditi meandri dell'amministrazione stessa dell'ente. Il fatto di avere per le mani un sistema di regole che ingessa enormemente la gestione, che cristallizza la struttura senza neanche poi consentirne una gestione dinamica non sia una scelta amministrativamente intelligente e, soprattutto, al passo con i tempi.
Bisognerebbe cercare di capire che, salvaguardando la centralità del servizio pubblico al centro della mission dell'ente, salvare una dinamica di gestione che sappia imparare dagli esempi positivi in ambito privatista è, di sicuro, una scelta amministrativa, gestionale e, in questo caso legislativa più oculata.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Intanto mi sembra di sentire, ribadisco, ideologie anacronistiche.
Anche in campo pubblico il profitto non è "sterco del diavolo", ma io credo che i soldi pubblici di cui non si chiede un rendiconto, di solito sono farina del diavolo, è crusca che si trasforma in farina del diavolo.
Ora, da questa discussione emerge una visione di questa Giunta esattamente contraria.
Penso che, alla base di questa discussione - ribadisco, a costo di essere noiosa, che questo è un emendamento davvero di merito, per noi davvero importante - sia il concetto che mantenere l'ATC un ente non economico deresponsabilizza chi fa la gestione. Alla fine, c'è sempre qualcuno che può gestire come vuole, senza un riferimento preciso a determinati costi e ci troviamo poi, come oggi, a dover convocare una Commissione in modo urgente per quei famosi derivati di cui nessuno dovrà rispondere.
Abbiamo fatto dibattiti su tutte le televisioni nazionali sulle "mutande verdi", proprio partendo da questo Consiglio, ma anche sui derivati c'è magari qualcosa da dire, come anche su Intesa Sanpaolo e altro. Sui derivati non si sa nulla! Se esci per strada, non c'è nessun cittadino che sappia qualcosa.
Credo che una gestione sana, in grado di salvaguardare dinamiche di gestione private, visto che funzionano meglio, perché nella nostra idea il pubblico dovrebbe essere solo controllore e non gestore, non sia una proposta così assurda da non essere presa in considerazione.
Non dobbiamo pensare che arrivi Pantalone a pagare tutti i nostri sbagli che abbiamo fatto, così come è avvenuto e avverrà per i famosi derivati della Giunta Bresso, così come avverrà ed è avvenuto per il buco lasciato dalla Giunta Bresso. Non vorremmo che le ATC abbiano poi dei buchi da ripianare, senza una responsabilità, essendo appunto enti non economici.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.
La parola al Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo

Grazie.
Relativamente a quest'emendamento, ritengo vada fatta una riflessione più pragmatica. Qui si vorrebbe passare da un ente di diritto privatistico ad un'impostazione per cui sarebbe più equiparato ad un ente pubblico.
A nostro avviso, in un momento in cui la necessità è quella di snellire e - non dico sburocratizzare, essendo comunque un elemento fondamentale di muoversi con più razionalità e più snellezza, il fatto di passare ad un'impostazione completamente diversa non ha grande fondamento.
Tra l'altro, è un elemento che sarebbe opportuno capire ed approfondire. A volte auspichiamo anche noi di poterci muovere con un'impostazione più privatistica che ci permetta, anche a livello gestionale, di muoverci in termini più pratici e con maggiore funzionalità.
Questo è un aspetto che probabilmente non è mai stato tenuto in considerazione.
Credo, invece, che debba essere una proiezione su cui ci si possa impostare. Questo non toglie il fatto che si possa comunque far funzionare una struttura migliorandola.
Personalmente credo che alla fine ciò che conta è chi imposta gli indirizzi, chi gestisce, chi controlla, magari impostando su situazioni che necessitano di tutta una serie di percorsi, anche dal punto di vista, per esempio, delle assunzioni, dove necessitano una serie di passaggi, che poi a questo punto "incastrano" l'Ente in situazioni da cui non ne può più uscire.
A nostro avviso diventa un percorso che, invece di migliorare appesantisce e ingessa ulteriormente la struttura.
Per questo motivo, fate attenzione a questo aspetto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Berutti.
Emendamento rubricato n. 24) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Marrone, Ruffino, Berutti, Vignale, Gancia, Benvenuto: Al comma 3, dell'articolo 28, della l.r. 3/2010, come sostituito dal comma 1, dell'articolo 2, del disegno di legge n. 2, le parole "articolate sul territorio" sono sostituite dalle seguenti: "organizzate territorialmente" Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

L'emendamento 24) è un altro degli emendamenti presentati, non molti per la verità, per cercare di sottoporre all'attenzione della Giunta e del Consiglio regionale una serie di valutazioni che il nostro Gruppo consiliare ha inteso fare, anche relativamente all'articolo in discussione.
Abbiamo visto prima come l'aspetto della natura economica, o non economica, degli enti sia, in realtà, una variazione di per sé importante così com'è importante che vi siano anche delle garanzie rispetto a quel che vogliamo sia il mondo di coloro i quali gestiscono i patrimoni abitativi.
Vedremo poi in un emendamento successivo, ma sempre allo stesso articolo, che se da una parte cerchiamo di razionalizzare il sistema delle ATC piemontesi, dall'altra parte vi sono altri soggetti, per esempio la Città di Torino, che sta riutilizzando il CIM, una sorta di doppione all'interno della nostra Provincia di ATC Torino, che è stato preso poi in gestione da ATC Torino, che non solo ha triplicato i canoni, ma ha anche ridotto fortemente gli indebitamenti, mentre adesso si vuole riutilizzarlo.
Questo è un esempio - avremo poi un emendamento nel merito - di come in realtà questa norma rischia, se affrontata con superficialità, di essere una norma utile alla maggioranza e alla Giunta, ma solo da un punto di vista del marketing politico.
E' evidente che se una serie di emendamenti o indirizzi che abbiamo cercato di dare vengono respinti, non tanto entrando nel merito della questione, ma sostanzialmente perché presentati dall'opposizione, sono difficili i margini con cui si riesce a lavorare.
Badate, non solo su questa norma, nel senso che questa è una "normetta", ma se l'atteggiamento è questo, quando affronteremo i temi che abbiamo oggi appena anticipato (assestamento di bilancio, bilancio, legge finanziaria e quant'altro), è evidente che avendo noi, lì sì, posizioni politiche e visioni diverse rispetto alle priorità della nostra Regione anche in termini di apposizione di bilancio, se oggi stiamo assistendo ad una minima attività di illustrazione degli emendamenti su una norma, quando si parlerà di bilancio o della legge finanziaria, tale attività sarà maggiore.
Uno assume l'atteggiamento che ritiene opportuno, però sapendo che ad un'azione c'è sempre, non solo in un Consiglio regionale, una reazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Berutti, Sozzani, Graglia, Ruffino, Benvenuto: Il comma 4, dell'articolo 28, della l.r. 3/2010, come sostituito dall'art.
2 del disegno di legge, è sostituito dal seguente: "4. Le ATC sono enti non commerciali ai sensi della normativa fissata dal Testo unico delle imposte sui redditi, in quanto come definito nelle norme statutarie la funzione istituzionale di gestione del patrimonio di edilizia sociale è connessa all'esercizio di funzioni dirette alla salvaguardia della coesione sociale e alla riduzione del disagio abitativo di soggetti e nuclei svantaggiati assegnatari dei medesimi alloggi".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie.
In realtà, l'emendamento n. 6) è un emendamento di merito, una sorta di riscrittura del comma 4 dell'articolo 28.
E' significativo perché, se prevede che le ATC siano enti non commerciali, ne individua anche le funzioni istituzionali di gestione del patrimonio di edilizia sociale, ed è connesso all'esercizio di funzione diretta alla salvaguardia della coesione sociale e alla riduzione del disagio abitativo di soggetti e nuclei svantaggiati.
Perché riteniamo sia importante? Perché in qualche modo è una micro cornice di quello che sarà l'intervento legislativo su cui noi dobbiamo operare.
Noi crediamo che quando la Giunta intenderà presentare al Consiglio una modifica, una riscrittura o una nuova norma, certamente vi saranno, come abbiamo dimostrato, delle migliorie da apportare alla legge 3, ma il grosso lavoro che sarà da fare, sarà proprio quello di fare in modo che le ATC non diventino solo soggetti che gestiscono il patrimonio di edilizia pubblica ma soggetti che vadano anche a gestire un patrimonio di edilizia privata laddove, per esempio, abbiamo un numero smisurato di case vuote, non locate, non tanto perché chi ne ha una proprietà e paga anche una tassazione significativa non intende avere un ritorno economico dalla sua proprietà, ma perché la certezza di tornare in possesso della propria abitazione, nello stato in cui è stata locata, è un dubbio che fa sì che molte case non vengano affittate.
Allora - è contenuto nella parte relativa alla salvaguardia della coesione sociale e alla riduzione del disagio abitativo - l'aspetto più interessante - su questo verteranno gli emendamenti all'articolo 7 bis non riguarderà tanto l'intervento sulla legge n. 3 esistente, ma l'individuazione di misure innovative che consentano alle Agenzie Territoriali per la Casa di non essere solo macro amministratori di condominio, che oggi fanno poca manutenzione ordinaria, poca manutenzione straordinaria e pochissime assegnazioni, perché il numero degli immobili a disposizione è quello. Infatti, con 500 dipendenti che lavorano, per esempio, solo nell'ATC di Torino, è necessario che mettano a disposizione queste figure, per aumentare il patrimonio abitativo, da rendere disponibile ai cittadini piemontesi con forme di agevolazione, non necessariamente pubblico.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Benvenuto; ne ha facoltà.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo deciso di sostenere questi emendamenti proprio perch riteniamo, oltre alla questione legata alle modifiche suggerite in questa proposta, occorra dare inizio ad una discussione che, invece, dovrà toccare temi quali l'assegnazione delle case piuttosto che la modifica anche su questa parte, dove si parla di sportelli distaccati. Secondo noi, non rappresentano assolutamente una scelta oculata da parte di questa Giunta.
Secondo me, con le parole "sportelli distaccati" si rischia di creare nei confronti della cittadinanza una sorta di allontanamento; questi sportelli potrebbero assumere semplicemente un ruolo da passacarte, quando invece, ci sono problemi reali.
Con questi emendamenti chiediamo soprattutto alla Giunta di rivedere nuovamente la legge su alcuni criteri in ordine all'assegnazione e alla chiusura di alcune aziende partecipate in capo all'ATC di Torino. Grazie.



PRESIDENTE

Chiedo chi vuole illustrare l'emendamento rubricato n. 7).
RUFFINO Daniela (fuori microfono) Siamo sull'emendamento n. 6).



PRESIDENTE

Stiamo esaminando l'emendamento rubricato n. 6), ma non avevo altri interventi, che, chiaramente, non posso sollecitare.
Se lei chiede di intervenire, le do la parola.
Ha chiesto la parola la Vicepresidente del Consiglio regionale Ruffino che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente, è gentilissimo.
Uno degli altri aspetti importanti che abbiamo riportato nei nostri emendamenti è legato ai controlli. C'è la necessità di controlli puntuali sui requisiti per permanere negli alloggi assegnati dalle ATC, quelli legati al reddito piuttosto che quelli legati alle difficoltà delle famiglie.
Come vedete, sono elementi legati alla conoscenza di un problema, per immagino che qualunque collega seduto in questa sala abbia contezza di questi aspetti.
Voi sapete benissimo che rispetto ai controlli ci sono tempi lunghissimi e ci sono difficoltà. C'è un'organizzazione, che dovrebbe essere ripresa, rivista e rimessa in atto, che creerebbe meccanismi virtuosi e, molto probabilmente, di maggiore equità. Quindi, anche in questo caso, sono emendamenti di assoluto buonsenso che vanno a favore degli inquilini. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Cosa dire di quest'emendamento? Di sicuro prende atto e cristallizza un principio importante, ovvero che le ATC non sono effettivamente solo enti gestori di un patrimonio, soprattutto - chi ha già avuto esperienza amministrativa nei comuni conosce bene l'importanza di quanto sto per dire riguardo a questa grave emergenza rappresentano una sorta di contatto diretto con la cittadinanza.
Sappiamo bene che per la cittadinanza ATC vuol dire, tra virgolette "case popolari", cioè il soggetto da cui dipende non solo la gestione patrimoniale degli immobili, ma, effettivamente, anche la gestione di una realtà comunitaria.
Sappiamo benissimo quanto le iniziative anche di valorizzazione territoriale, anche di aggregazione.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Marrone.
Colleghi, c'è troppo brusìo.
Prego, prosegua.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Sappiamo bene quanto, soprattutto nei tradizionali quartieri di edilizia popolare, la necessità di creare aggregazione sociale abbia visto protagoniste le ATC o quanto meno abbia visto gli spazi comuni degli immobili ATC protagonisti di questi percorsi, a maggiore ragione in un momento quale quello attuale. Per carità, noi non ne siamo entusiasti, ma si arricchisce anche da un punto di vista etnico il ventaglio dei destinatari, quindi si creano anche parecchie situazioni passibili di incomprensioni culturali, addirittura linguistiche, all'interno dello spazio abitativo delle case popolari.
Sicuramente, assegnare ad ATC anche un ruolo di responsabilità - le cui funzioni sono dirette "alla salvaguardia della coesione sociale e alla riduzione del disagio abitativo di soggetti e nuclei svantaggiati" - è, dal mio punto di vista una miglioria, che, sostanzialmente, con poche parole può inaugurare e dare maggiori strumenti anche per legittimare un ruolo che è già svolto, sostanzialmente, dalle Aziende Territoriali per la Casa.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
La parola al Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo

Grazie.
Questo emendamento vuole portare ad una riflessione.
Certamente, una delle cause di criticità del nostro sistema economico deriva dalla bolla immobiliare, da quella speculazione che negli ultimi dieci anni ha sicuramente colpito e invaso questo Paese.
Alla base di questo, come diceva prima il collega Vignale, esistono situazioni di forte difficoltà, quali quelle legate alle operazioni immobiliari, che, di fronte ad un percorso ponderato e strutturato, anche dal punto di vista legale, potrebbero attivare una serie di opportunità per i proprietari. Sappiamo tutti che le liste d'attesa aumentano di giorno in giorno perché le criticità abitative crescono sistematicamente, è innegabile.
Allora, occorre individuare un punto di equilibrio tra situazioni che obiettivamente, con una condizione di stallo, determinano solo fallimenti o situazioni di occupazione abusiva o comunque situazioni malgestite.
Certamente, l'intervento da parte delle ATC potrebbe costituire un ulteriore elemento di stimolo, che, a nostro avviso, dovrà essere ponderato, perché le prospettive, oggi, sul sistema immobiliare sicuramente non sono rosee e, magari, qualcosa è meglio di nulla. Obiettivamente, è un altro elemento di riflessione, che, naturalmente, continua a non essere accolto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Berutti.
Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Pichetto, Vignale Berutti, Sozzani, Graglia, Ruffino, Benvenuto: Articolo 2 Al comma 4, dell'articolo 28, della l.r. 3/2010, come sostituito dall'art.
2 del disegno di legge, le parole: "non può configurarsi" sono sostituite dalle seguenti: "non si configura".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo è un altro emendamento utile per affrontare con maggiore tempo e maggiore attenzione gli aspetti della norma, che certamente contiene alcune parti più significative, rispetto alle quali sarà più interessante la discussione dall'articolo 7 bis in avanti. Comunque, riteniamo di buonsenso una parte degli emendamenti anche su questi articoli che stiamo discutendo che cercano di migliorare il testo della legge n. 3.
Ricordiamo che, se si fosse voluto fare un provvedimento di razionalizzazione relativamente alle ATC, come ricordava prima il Vicepresidente in Commissione, avendo la Giunta una delega che ha ricevuto dal Consiglio relativamente alla razionalizzazione delle ATC, in qualche modo si poteva fare anche con una delibera della Giunta, con il parere della Commissione. Invece si è voluto fare un provvedimento normativo ovviamente finalizzato non soltanto alla razionalizzazione, ma anche ad imporre una serie di modifiche, come avviene, per esempio, anche in questo articolo.
Negli emendamenti successivi vedremo come, in realtà, pur mantenendo quella che è la dizione dell'articolo 2, così come ha fatto la Giunta regionale nella predisposizione del proprio testo, in realtà sarebbe stato possibile aggiungere delle migliorie che facevano sì che la legge, una volta licenziata, contenesse già degli aspetti positivi, e non dovessimo attendere, qualora la Giunta e il Consiglio vorranno in qualche modo farsene carico, un provvedimento successivo. Potevamo farlo immediatamente.
Credo che questa - lo vedremo quando e se affronteremo il testo di riordino della legge n. 3 - sia stata un'occasione sprecata da un punto di vista temporale.



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire la Vicepresidente del Consiglio regionale Ruffino, in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Penso ad un altro problema, che è stato ripreso nei nostri emendamenti: mi riferisco alla disabilità per chi vive negli alloggi di edilizia popolare.
E' proprio di ieri un racconto del centro per la Consulta dei Disabili (CPD): si parlava, appunto, di una loro attività di volontariato nelle case popolari del torinese che non sono dotate di interventi volti al superamento delle barriere architettoniche. Abbiamo letto più volte sui giornali della difficoltà o addirittura della impossibilità a socializzare per chi vive in carrozzella o ha problemi di deambulazione, perché gli alloggi non sono dotati di ascensori e non possono uscire. Questo sarà un altro problema che dovrà essere preso in considerazione, perché se è vero che lavoriamo per il superamento delle barriere architettoniche su spazi esterni, diventa ancora più fondamentale il diritto di accessibilità alla propria abitazione.
Nel momento in cui si riprenderà in mano un censimento degli immobili per definirne anche i reali problemi, credo che si debba preventivare un piano di azione e si debbano trovare gli stanziamenti per questo diritto fondamentale per i cittadini. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Il diritto alla casa, così come il diritto allo studio, è sicuramente una conquista. Arriviamo, però, da trenta o quarant'anni di lassismo e di buonismo.
Nel nostro Paese - lo ribadiva l'Assessore alla sanità, Antonio Saitta la situazione è disastrosa. Non andiamo a cercare colpe, ma se è vero che manca il lavoro, manca anche molto la voglia di lavorare. Sarà una frase forte, ma basta fare un giro per i locali o per le aziende per vedere che ci sono tantissimi lavori rifiutati. Anche se mi costa dire queste cose nel disegno di legge che auspichiamo venga rivisto, occorrerebbe innanzitutto dare priorità a tre categorie: bambini, anziani e malati.
Chi ha, invece, fiato e gambe, deve usare fiato e gambe. Perché il buonismo, il lassismo, il "dare tutto a tutti", il "siamo tutti uguali", è una cultura che non ha portato da nessuna parte. Occorre, dunque, tenere presente questo aspetto: bambini, anziani e malati, e anche chi questo territorio lo ha abitato, lo ha difeso e lo ha elevato per millenni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Sicuramente, la revisione della legge regionale sulla casa - che auspichiamo essere una delle priorità successive a questo disegno di legge dovrà anche fare i conti con una revisione dei criteri di assegnazione dei punti per i bandi.
Nell'intervento iniziale mi sono limitato ad accennare a quel punteggio che viene riconosciuto, di default, a chi è titolare dello status di profugo, che di sicuro crea delle distorsioni alla luce dei numeri che adesso stanno interessando il nostro Paese a fronte di questo riconoscimento formale, che non possono, poi, non andare ad esercitare ripercussioni molto gravi sul normale ordine di graduatoria del nostro territorio rispetto agli utenti che ne fanno domanda.
C'è da aggiungere un altro elemento: continuo a ritenere che le famiglie numerose, piuttosto che quelle con disabilità, si vedono effettivamente distinte, in un senso di maggiore riconoscimento di punti ancora troppo poco rispetto alla normalità.
Ci ritroviamo di fronte ad emergenze di famiglie che si vedono private del diritto alla casa e si vedono indirettamente private anche del diritto alla famiglia stessa. Quanti matrimoni stanno andando a monte, con i bambini e i relativi problemi di affidamento, con coniugi che si trovano a dovere essere ospitati in piccole case dai rispettivi genitori; quel rapporto quotidiano, che fonda un matrimonio e fonda una famiglia, viene meno, viene irrimediabilmente compromesso, perché sacrificato sull'altare di una burocrazia che non tiene conto delle tempistiche alla luce delle esigenze base di un essere umano.
Noi di sicuro dovremo umanizzare questa previsione legislativa, in modo da consentire una trattazione davvero urgente e veloce dei casi emergenziali. Per questo, auspico anche una revisione radicale, in futuro della base per i regolamenti di emergenza abitativa in mano ai Comuni.



PRESIDENTE

Abbiamo concluso la discussione sull'emendamento rubricato n. 7).
Comunico che l'emendamento rubricato n. 25) è privo di contenuto normativo per cui non è ricevibile.
Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Berutti, Sozzani, Graglia, Ruffino, Benvenuto: Il comma 7, dell'articolo 28, della l.r. 3/2010, come sostituito dall'art.
2 del disegno di legge, è sostituito dal seguente: "7. Gli enti pubblici diversi dalle ATC si avvalgono, per la gestione degli immobili di loro proprietà, prevalentemente destinati a edilizia sociale delle ATC del rispettivo ambito territoriale tramite la stipula di accordi a titolo oneroso volti a realizzare una cooperazione nella gestione del servizio pubblico di protezione sociale, quale è definito l'edilizia residenziale pubblica".
La parola al Consigliere Vignale, per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Ci raccomandiamo solo nei confronti del Presidente che ci aiuti quando noi sbagliamo, nel senso che se viene presentato un emendamento in cui non è indicato un primo firmatario, che si richieda il primo firmatario dell'emendamento, in modo tale che abbia titolo.



PRESIDENTE

Scusi, collega Vignale: il primo firmatario - lo dico anche per i colleghi - può parlare per tre minuti. Chiaramente, mi rendo conto che possono voler intervenire più persone; per questo motivo le ho permesso dall'inizio della seduta, di non intervenire per due minuti e di trattare lei come primo firmatario.
Quindi mi aspettavo un "grazie".
Prego, Consigliere.



VIGNALE Gian Luca

Lei si aspetta troppo, glielo dico! In realtà, l'emendamento rubricato n. 8) è davvero di merito, nel senso che dice una cosa che può apparire banale: gli enti pubblici diversi dalle ATC si avvalgono, per la gestione degli immobili di loro proprietà prevalentemente destinati ad edilizia sociale, delle ATC del rispettivo ambito territoriale, tramite la stipula di accordi a titolo oneroso, ecc.
Questo perché - come annunciavo prima - nella provincia di Torino abbiamo avuto una situazione un po' anomala, per cui abbiamo avuto due enti che nel passato si sono occupati di edilizia sociale: da una parte l'allora Istituto Case Popolari, poi Agenzia Territoriale per la Casa, e dall'altra, il CIT, un consorzio che gestiva immobili in nome e per conto delle Amministrazioni comunali.
Tale consorzio è riuscito a maturare, dal 1989 al 1999, 12 milioni di euro di perdite. In quel momento, gli immobili che gestiva il CIT sono stati dati in gestione ad ATC Torino, che dal 1999 al 2004 ha, non solo ripianato i debiti che aveva il CIT, ma ha garantito un surplus in termini di pagamento di canoni (nulla di strano) di più di 10 milioni di euro.
Oggi, il Comune di Torino o altre Amministrazioni comunali, non contenti di quanto è avvenuto in passato, intendono riutilizzare il CIT.
Ritengo che quest'emendamento abbia molto senso rispetto alle finalità che la Giunta si pone, perché è evidente che se razionalizziamo le Agenzie Territoriali per la Casa, ma poi consentiamo che le Amministrazioni locali che sono proprietarie dell'edilizia residenziale pubblica - utilizzino soggetti pubblici esistenti per la gestione del patrimonio immobiliare creiamo un doppione e non abbiamo razionalizzato nulla. A cose in corso cioè, se si continua come si sta prevedendo di fare, avremo quattro soggetti gestori all'interno della nostra regione.
Questo è un emendamento (non il primo) di buonsenso, che va nella direzione che la Giunta ha voluto intraprendere con il proprio disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Un altro aspetto importante in questo ambito è legato alle morosità alla gestione delle morosità e alla necessità di avere dei regolamenti efficaci e magari uniformi per tutti gli istituti del Piemonte, con un'indicazione da parte della Regione rispetto ai requisiti anche nei confronti dei servizi, anche se sono profondamente convinta che il disagio abitativo della città di Torino sia diverso rispetto a quello della prima cintura o dei Comuni minori.
Il problema delle morosità è difficile da affrontare anche perché si ripercuote sui servizi sociali di riferimento, che in genere operano attraverso il rilascio di un contributo, come se si fosse per due volte utenti. Penso che anche questo aspetto possa essere affrontato con la volontà di analizzare e regolamentare un problema.
Chi è moroso ed ha le possibilità di pagare, deve chiaramente perdere il requisito rispetto all'edilizia convenzionata. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Benvenuto, che interviene in qualità di Consigliere.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
Stavo leggendo che, in merito a sfratti e morosità, nell'anno 2013 sono stati circa 3.600 gli sfratti, di cui 1.000 esecutivi. Quello che si potrebbe aggiungere (questo è più un dato politico, che rientra, per nelle questioni affrontate dai nostri emendamenti) è che la Regione deve anche farsi carico, attraverso una modifica della legge, con il portavoce l'Assessore di riferimento - di chiedere al Governo un sostegno per la locazione, quindi cercare di arginare, con alcune politiche, tutte le cause di morosità, cioè tutta quella morosità incolpevole, che riguarda tantissimi cittadini.
Servirebbe un Governo che desse delle risposte anche in questo caso.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Sicuramente un intervento legislativo che qualifica come emergenziale la decisione di razionalizzare il mondo delle Aziende Territoriali per la Casa, quindi gli enti che hanno questa finalità di gestione del patrimonio immobiliare ERP, non può non affrontare il nodo di realtà come il CIT.
Faccio l'esempio - che conosco - del Comune di Torino, che dà mandato di gestione di diverse parti del patrimonio immobiliare destinato a utilizzo abitativo per case popolari ad altri enti, cioè enti diversi tra loro, per cui ci si ritrova, poi, a gestire difficili sovrapposizioni, ambiguità inevitabili scaricabarile. Insomma, un quadro che sicuramente non è coerente e conforme alle istanze di razionalizzazione e risparmio che evidentemente è sotteso a questo intervento legislativo.
Invitiamo, pertanto, la maggioranza a valutare con attenzione le proposte contenute negli emendamenti, quantomeno quelli di merito (chiaramente non mi riferisco a quelli ostruzionistici). In questo caso tra l'altro, non inaugurerebbe nessun diverso argomento politico all'interno di questa votazione, anzi completerebbe l'istanza di razionalizzazione e taglio degli sprechi che sta alla base del provvedimento che la maggioranza stessa ha voluto portare all'Aula con tempi così urgenti.
Sarebbe sicuramente un buon segnale, anche da parte della Presidenza e della Giunta, dare seguito a quell'iniziale apertura di coinvolgimento delle opposizioni nei procedimenti decisionali, recependo concretamente le istanze e le proposte, quantomeno - ripeto - quelle condivisibili e coerenti con la loro stessa impostazione legislativa.
Diversamente, dovremo convenire ed arrenderci al fatto che effettivamente non c'è una volontà di coinvolgimento, ma una volontà di blindare i provvedimenti che si portano all'attenzione dell'Aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Certamente non potete dire che non vi abbiamo dato degli spunti.
Relativamente a quest'emendamento, ritengo che, nell'orbita di una riorganizzazione che prima o poi avverrà, certamente un'analisi generale delle situazioni, magari non di proprietà dell'ATC, ma anche solo gestite (ci sono situazioni di proprietà dei Comuni: la situazione torinese, ma anche altre realtà), certamente hanno la necessità di essere monitorate censite e, come tali, regolamentate.
Oggi non si vive certo nell'anarchia (questo va detto), però ci sono delle criticità che, come amministratori, evidenziamo o che emergono nel momento in cui ci si trova a confrontarsi con le ATC. Ci sono anche delle situazioni - non dico buchi legislativi o normativi - che presentano delle criticità che possono essere perfezionate.
Pertanto, in prospettiva, la possibilità di lavorare in modo più organico anche per questo tipo di strutture, a nostro avviso non può essere persa di vista.
Io, come amministratore, ho vissuto tutta la questione che aveva attinenza con il mondo degli esuli. Si tratta di situazioni che sono state regolamentate e che avevano tutto un discorso che è stato sistemato; non si può dire che sia avvenuto tutto in modo scorrevole, poiché c'erano una serie di difficoltà enormi, poiché i buchi normativi emergevano.
Questo è un esempio banale, ma sta a significare che, nel momento in cui si entra nell'aspetto pratico delle questioni, magari situazioni che costano qualche migliaia di euro danno origine a delle procedure burocratiche anche di qualche decennio, non solo di qualche anno, pertanto anche questi elementi dovranno essere tenuti in considerazione.
Questo è un ulteriore contributo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Emendamento rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Berutti, Sozzani, Graglia, Ruffino, Benvenuto: "Al comma 7, dell'articolo 28, della legge regionale 3/2010, come sostituito dall'articolo 2 del disegno di legge , le parole 'di norma' sono soppresse".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

L'emendamento in discussione appare come un emendamento non di sostanza, ma in realtà lo è. Il comma 7 dell'articolo 28 della legge n. 3 prevede che gli Enti pubblici, diversi dalle ATC, si avvalgono, di norma delle ATC per la gestione del patrimonio di edilizia sociale di loro proprietà.
Non è dissimile dall'emendamento che abbiamo prima discusso, ma è evidente che, nel momento in cui si prevede che gli Enti pubblici, diversi dalle ATC, si avvalgono delle ATC per la gestione del patrimonio, crediamo che "di norma" debba essere cancellato. Altrimenti lascia una discrezionalità, un po' quella che dicevamo precedentemente, che non va nella direzione di un disegno di legge di razionalizzazione.
E' evidente che se un Ente locale ha la possibilità di avvalersi di ATC o di avvalersi anche di un altro soggetto (non vi è un obbligo di avvalimento, ma è un potestà quella di avvalersi di ATC) rischiamo che qualora la legge venga approvata, noi abbiamo sul nostro territorio tre aziende territoriali per la casa che gestiscono il patrimonio di edilizia sociale che, ricordiamo, per la gran parte sono di proprietà comunale. Ma poi, una serie di amministrazioni comunali, anche un numero limitato, pu utilizzare terzi, quarti, quinti e sesti soggetti per cui non è detto che i soggetti che gestiscono il patrimonio siano tre, come intendiamo dire nella norma, ma possono essere anche un numero superiore.
Credo che questo sia un emendamento, come molti altri che abbiamo presentato e discusso, che va non solo nella stessa linea che intende dare il disegno di legge presentato dalla Giunta, ma sia anche un emendamento di buon senso che consenta la non moltiplicazione di soggetti, anche nuovi che si possono configurare nella gestione del patrimonio di edilizia sociale di proprietà delle amministrazioni comunali.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Benvenuto, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BENVENUTO Alessandro

Presidente, oggi sono stati presentati tanti emendamenti sia dal Consigliere Vignale che dal Consigliere Pichetto, ma non vedo un grande interesse da parte della maggioranza sul tema, le chiedo se può verificare il numero legale.



PRESIDENTE

Il numero legale è 26. Tuttavia, in questo momento, poiché non stiamo provvedendo ad una votazione, non è necessaria la verifica del numero legale.
Il Consigliere Benvenuto ha fatto una semplice domanda, non ci sono problemi.
Ha chiesto d'intervenire la Vicepresidente del Consiglio regionale Ruffino, in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Una semplice domanda che penso sia volta ad attirare l'attenzione su quello che abbiamo riportato nei nostri emendamenti.
Quando ci siamo ritrovati nella sede del nostro Gruppo per ragionare come avessimo potuto svolgere al meglio il nostro compito di Consiglieri regionali, cercando di riportare l'attenzione sul tema, ci siamo detti che una modalità poteva essere quella di essere a conoscenza delle reali necessità di chi vive un'emergenza abitativa. Ad esempio, attraverso progetti di servizio civile volontario volti a sottoporre e somministrare dei questionari a chi oggi vive negli alloggi anche con i comprensibili disagi.
Ieri è iniziato l'anno scolastico. Quando la sottoscritta era Sindaco cercava sempre di rendere le scuole accoglienti nel miglior modo possibile perché mi sono sempre detta che bambini che vivono una situazione scolastica in una scuola bella, accogliente e colorata saranno sicuramente cittadini migliori. Se oggi, girando per i vari complessi delle varie ATC del Piemonte, ci rendiamo conto, spesse volte, dello stato di abbandono non ci possiamo poi stupire di tutta una serie di atti che, comunque, non trovano condivisione da parte della sottoscritta, ma sono ascrivibili al decoro.
Questo è un altro pensiero e un altro argomento importante di cui questo Consiglio deve tener conto ed è come se fosse veramente un grande emendamento che merita di avere risposta. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Mi riallaccio alle parole della Vicepresidente Ruffino: è vero, ci sono situazioni di stato di abbandono e situazioni dove la parola decoro non è conosciuta. Proporrei che in questi casi venga tolta la casa. La casa è un diritto, ma ci dobbiamo dare un ordine per quello che riguarda l'assegnazione. Non possiamo concedere tutto a tutti, l'abbiamo detto prima. Ho visto anche situazioni di mancanza di volontà di integrazione. E' inutile costringere un rom, se quella è la sua provenienza, in un'abitazione. Il fatto di vedere queste situazioni potrebbe essere anche considerato in vista del calcolo del punteggio per quello che riguarda l'assegnazione della casa e anche un'eventuale revoca dell'assegnazione.
Parto dal nostro presupposto, secondo cui questa gestione non ricondurrà ad un'economicità, ma creerà più spesa. Più spesa significa più tasse, più tasse significano più tasse per quelle poche imprese sane che sono rimaste. Il fatto di avere poche imprese sane vuol dire avere disoccupazione e sempre più gente che rimarrà senza casa. E' come il cane che si morde la coda.
Solo i garantiti riescono a vivere questo momento con meno difficoltà.
Credo che dare dei criteri per l'assegnazione della casa, all'insegna anche dei comportamenti rispetto a come viene tenuto il bene, sia importante in una revisione del disegno di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

L'intervento della Consigliera Gancia che mi ha preceduto mi ricorda altre criticità cui dovremmo mettere mano con celerità e richiedere relativamente anche questo, un intervento urgente; ovvero coordinare il requisito che noi prevediamo nella legge della titolarità dell'anzianità della residenza nei Comuni del nostro territorio, con la disciplina che i Comuni stessi danno.
Mi spiego. A pochi chilometri di distanza in linea d'aria dal palazzo in cui ci troviamo, c'è l'ex villaggio olimpico del MOI. Penso che il nostro Presidente ricorderà, visto che era stata un'opera olimpica, che al momento contiene qualcosa tra le 400 e le 600 persone teoricamente profughi, ma in realtà in gran parte extracomunitari clandestini che occupano quei palazzi che sono di proprietà mista del Comune di Torino e di un fondo privato di investimento immobiliare, e che si trovano lì sostanzialmente dalla prima ondata di profughi, figlia delle cosiddette "primavere arabe".
Il problema qual è? Che di fronte alla nostra normativa che riconosce l'accesso all'emergenza abitativa, e quindi anche al bando per la casa popolare a chiunque abbia maturato, anche se non cittadino italiano, tre anni di residenza nel Comune di Torino, peraltro - lo ricordo riconoscendo un punteggio in più a chi è titolare dello status di profugo di fatto questa previsione cozza con la scelta, ad esempio, del Comune di Torino, di riconoscere la residenza fittizia a tutti quei profughi - e penso che prima o poi si potrà estendere anche ai nomadi - che, non potendo dichiarare residenza in una situazione immobiliare di completo abusivismo vogliono comunque avere accesso a tutti i benefici e quindi a tutti i servizi, a tutti i bandi e i canali di assistenza pubblica che il nostro Stato nelle sue varie articolazioni va a offrire.
Quindi, segnalo questo, perché purtroppo spesso, approfittando di una normativa regionale che non tiene conto dei tempi in cui viviamo, le Amministrazioni comunali cercano di deresponsabilizzarsi e non affrontare con scelte magari impopolari ma responsabili che dovrebbero assumere quelle che sono delle altre bombe sociali, approfittando di spiragli che si aprono nella normativa regionale.
Quando l'andremo a correggere, dovremo tenere conto anche di queste storture.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 10) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Berutti, Sozzani, Graglia, Ruffino, Benvenuto: Articolo 2.
Dopo il comma 8, dell'articolo 28, della l.r. 3/2010, come sostituito dall'art. 2 del disegno di legge, è aggiunto il seguente: "8 bis. Oltre alle ATC sono enti attuatori degli interventi di edilizia sociale i Comuni e i loro Consorzi.".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Anche questo è un articolo di merito che, in qualche modo, è correlato agli emendamenti prima presentati, in particolare modo due, il primo quello che prevedeva che gli enti si dovessero avvalere territorialmente delle ATC esistenti, il secondo che cancellava le parole "di norma" proprio per evitare che ci fosse una moltiplicazione di enti che potesse gestire.
Abbiamo però proposto l'inserimento di un nuovo comma dell'articolo 28 della legge n. 3. E' il comma 8 bis, che dice che, oltre alle ATC, sono enti attuatori degli interventi di edilizia sociale i Comuni e i loro consorzi.
Questo perché - come i colleghi ricorderanno, anche se è un emendamento che non abbiamo ancora messo in discussione ma non in votazione - noi riteniamo che le ATC, o meglio le politiche abitative debbano certamente essere svolte dall'Azienda territoriale per la casa, ma che vi possano essere anche degli interventi di edilizia sociale - l'esempio è il social housing, che è uno degli esempi più semplici da fare - che possono svolgere i Comuni o i loro consorzi socio-assistenziali, perché certamente una delle finalità principali delle politiche sociali è proprio quella della garanzia sotto le differenti forme che, nelle discussioni di oggi, abbiamo avuto modo di ricordare, del diritto alla casa, sia essa in proprietà sia essa in locazione.
Pertanto, crediamo che inserire questo comma 8 bis, che individua nei Comuni e nei loro consorzi i soggetti che, in qualche modo, sono deputati a svolgere interventi di coesione sociale e di limitazione delle problematiche abitative, sia un aspetto importante da inserire nella legge certamente non stravolgente, ma in un filo conduttore che - comprendo sia difficile da seguirlo nella discussione frammentata degli emendamenti abbiamo voluto inserire.



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire la Vicepresidente del Consiglio regionale Ruffino, in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Noi riteniamo che, nella revisione della legge sul riordino delle ATC non possa non essere ricompresa la parte legata alla pronta accoglienza.
Sappiamo tutti che abbiamo alloggi, pochi, pochissimi a questo aspetto dedicati, ma se apriamo le porte all'esterno ci rendiamo conto che ci sono dei bisogni sempre di più impellenti. Sappiamo benissimo quanto su questo influisca la violenza nei confronti delle donne piuttosto che necessità che oggi ci fanno capire quanto sia necessaria la disponibilità di alloggi a questo dedicati. Ed anche il tempo che viene assegnato a questi nuclei deve essere rivisto, perché ci sono dei problemi che purtroppo hanno necessità di tempi molto lunghi.
Sempre di più penso che le ATC e la Regione debbano viaggiare di pari passo con i servizi sociali, perché queste emergenze devono essere gestite come pure questi alloggi devono essere costituiti e creati in luoghi sicuri per le problematiche che ho evidenziato prima.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi sull'emendamento rubricato n. 10) passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 11) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Berutti, Sozzani, Graglia, Ruffino, Benvenuto: Articolo 2.
Dopo il comma 8, dell'articolo 28, della l.r. 3/2010, come sostituito dall'art. 2 del disegno di legge, è aggiunto il seguente: "8 bis. Ai fini dell'applicazione della procedura sanzionatoria prevista dal 2 comma dell'art. 316 territorio c.p. (Indebita percezione di contributi ed erogazioni pubbliche), ai funzionari preposti della ATC sono conferiti i poteri di accertamento previsti dall'art. 13 e seguenti della Legge 24.11.1981 n. 689.".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Riteniamo anche quest'emendamento utile, non certamente in una logica di rivisitazione della legge 3, ma come uno dei piccoli contributi che intendiamo dare per migliorare la legge oggi vigente.
L'articolo 8 bis prevede: "Ai fini dell'applicazione della procedura sanzionatoria prevista dal comma 2 dell'articolo 316, che è l'indebita percezione di contributi ed erogazioni pubbliche, ai funzionari preposti della ATC sono conferiti poteri di accertamenti previsti dall'articolo 13 e seguenti della legge n. 689".
Questo perché? Perché oggi diventa estremamente complesso anche nei casi in cui, com'è avvenuto, le Aziende territoriali della casa, per obbligo normativo, hanno fatto il primo censimento due anni fa e il censimento è in corso, anche quando individuano soggetti che non hanno più i titoli per avere il mantenimento della casa che è stata loro concessa e in qualche modo abbiano percepito contributi ed erogazioni pubbliche.
Pensiamo, ad esempio, a tutti coloro i quali hanno beneficiato del fondo sociale. Nel momento in cui noi individuiamo chi ne ha beneficiato non avendo titolo, sostanzialmente non possiamo intervenire, salvo con una comunicazione che possiamo fare alla Guardia di Finanza piuttosto che alla Procura della Repubblica.
Voi sapete che sono tali e tanti i procedimenti che i due soggetti che ricordavo devono in qualche modo svolgere, quindi, di fatto, c'è una sorta di impunità anche laddove si verifichi in modo assolutamente puntuale la non congruità nella percezione di un contributo, sia esso l'assegnazione di un immobile oppure un contributo derivante dal fondo sociale.
Qualora quest'emendamento venisse accolto, i funzionari preposti delle ATC hanno potestà di accertamento e quindi possono, sotto tutti i punti di vista, iniziare quelle procedure non soltanto sanzionatorie, ma che mettono in mora gli inquilini che non correttamente hanno avuto dei benefici dalla Pubblica Amministrazione non avendone i requisiti, ponendo anche un criterio di correttezza in particolar modo per coloro i quali li hanno percepiti correttamente o per coloro i quali non sono riusciti a percepirli, perché altri li hanno percepiti non correttamente al posto loro.
Questo è un altro degli esempi, non l'unico, di emendamenti, secondo noi, di buon senso, che non hanno colore politico, ma che cercano solo di migliorare un disegno di legge.
Se il tema è quello che diceva prima l'Assessore nella sua unica valutazione sull'articolo 1 - cioè quello di rimandare tutto ad un testo successivo anche per aspetti piccoli ma estremamente significativi (come quello che tratta l'articolo 11 sulle funzioni di accertamento attribuendole ai funzionari di ATC) - anche questo sarebbe del tempo sprecato.
Segnalo anche che questo viene indicato - non ai Consiglieri di Forza Italia, ma ai Consiglieri del Consiglio regionale - dalle ATC e da Federcasa, sotto forma di osservazioni al disegno di legge presentato dalla Giunta.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Ha chiesto d'intervenire la Vicepresidente del Consiglio regionale Ruffino, in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

La ringrazio.
Un'altra necessità riportata nei nostri emendamenti è legata al bisogno di capire l'effettivo risparmio dal riordino delle ATC e il costo dei disagi per quanto noi oggi abbiamo elencato nei nostri emendamenti, avendo anche l'opportunità di ampliarli e di condividerli insieme a voi.
Sappiamo tutti che il disagio ha un costo enorme che viene poi ribaltato sulla collettività, perché magari per i minori comporta maggiori attenzioni legate all'assistenza scolastica o all'accesso, quando si arriva ad un disagio grande, ai Servizi di igiene mentale. E' per questo che riteniamo che questo percorso debba essere molto ben seguito nei vari passaggi che sono stati previsti, che non possono e non debbono assolutamente essere presi alla leggera perché noi tutti sappiamo che si tratta di bisogni e necessità che hanno il diritto di avere delle risposte.
Noi oggi stiamo cercando di mandare questo messaggio in modo chiaro e netto, forse con la consapevolezza che queste necessità non sono state ben colte, perché siamo coscienti - e lo ribadiamo - che molti dei nostri emendamenti potevano essere raccolti. Siamo anche coscienti del fatto che molti emendamenti potevano essere modificati insieme, nel caso non avessero raggiunto un punto di convergenza con la Giunta o con la maggioranza.
Pare strano, quindi, che su un problema di così forte impatto sociale non si sia trovato un punto di raccordo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Sì, il disagio aumenta, lo sappiamo tutti, però vorrei richiamare l'attenzione sulla tipologia del disagio che aumenta, come ricordava la Consigliera Ruffino: aumenta in quelle fasce che noi stiamo dissanguando, o che forse abbiamo già dissanguato, a causa della spesa pubblica.
Veramente il sistema ATC e tutto quello che rappresenta insieme alle partecipate - e non solo l'ATC, ma tutto quello che abbiamo messo in piedi tra Consorzi, Enti, ecc. - costa ed è sulle spalle ormai di pochi. Poche infatti, sono le attività e poche le partite IVA rispetto a tutto quello che è pubblico.
In questa sede dobbiamo davvero capire che se diventiamo tutti dipendenti pubblici, facciamo aumentare la spesa e succhiamo il sangue come sanguisughe a queste realtà che non ce la fanno più - a partire dai piccoli commercianti e dai piccoli imprenditori (lasciamo stare l'impresa che, come vedete, dopo averci utilizzato "giustamente" se ne va) - e se continuiamo in questo modo ad alimentare questa spesa, questo sistema di cooperative e questa concorrenza sleale, credo che ci troveremo in una situazione sicuramente peggiore di quella di oggi.
E' giusto dire "fermiamo il declino", ma forse in una situazione come questa davvero c'è l'impunità totale per chi sbaglia. Voglio riprendere un tema: sono stati stipulati dei contratti di derivati e io ho visto gli atti della difesa, perché non ci volevo credere; c'è stata della gente che si è difesa dicendo "noi abbiamo firmato quegli atti perché non sapevamo l'inglese". Nessuno ha ripreso quella problematica, ma mi hanno fatto notare che sul Corriere della Sera si parlava dei 25 euro - lo ribadisco delle mutande di Cota. Tengo a ripeterlo perché bisogna veramente prendere coscienza di questo.
Quindi, continuando ad aumentare questo sistema e questo meccanismo di partecipate e consorziate - ne avevamo contate non so quante - stiamo ammazzando chi produce, che un giorno o l'altro, prima o poi, si incavolerà. E forse dovremo arrivare a chiedere di fare delle elezioni senza che venga previsto il voto per chi è dipendente pubblico (io compresa, quindi). Se tutto diventa pubblico e se non diminuiamo la spesa c'è questo rischio e non vedo che questo Consiglio regionale sia indirizzato in tal senso, se non per mettere fumo negli occhi.
E' evidente che qua si vuol fare un favore al Comune di Torino.



PRESIDENTE

Consigliera, la interrompo: lei ha due minuti.



GANCIA Gianna

Si vuol fare un favore al Comune di Torino, ai Consorzi, alle Cooperative e ai soliti noti.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Berutti.
Consigliere, non mi metta in difficoltà: cerchi di stare nei due minuti. Grazie.



BERUTTI Massimo

Rigorosamente: starò rigorosamente nei due minuti.
Relativamente a quel che diceva il collega Vignale, ritengo che il potere di accertamento sia un altro elemento sostanziale e non "buttato lì", come si dice in gergo; sia per gli aspetti legati agli eventuali elementi contributivi, ma anche per quel che si diceva precedentemente nell'arco della giornata, in merito all'evoluzione delle varie situazioni dei singoli occupanti e dei singoli abitanti dei vari alloggi.
Dico questo perché nel momento in cui si vanno a porre delle regole e si va a pensare che è necessaria una reimpostazione, il discorso del controllo e del rispetto delle regole - visto che in questo Paese purtroppo, a volte vige l'anarchia - diventa determinante.
Ancora di più, allora, diventa determinante il fatto che chi opera all'interno di strutture possa avere la possibilità, e quindi la responsabilità, di poter ponderare le situazioni Naturalmente, nel momento in cui si seguono in modo organizzato e scientifico tutti i casi, innanzitutto si può arrivare a maggiori recuperi di situazioni di evasione che, seppur piccola, in grandi quantità rappresenta sempre numeri importanti. D'altro canto, ovviamente, si eliminano i furbi, perché purtroppo sappiamo che nel momento in cui vige il mancato controllo inevitabilmente si sviluppano situazioni come queste.
Credo che questo sia un altro elemento educativo, perché altrimenti alla fine si incappa in un percorso senza controllo e naturalmente contro ogni tipo di regola.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Segretario Benvenuto, che interviene in qualità di Consigliere.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda i costi di gestione delle ATC, noi crediamo che oltre l'abbattimento del Collegio sindacale e delle retribuzioni di Presidente e Vicepresidente, servirebbe recuperare dai Comuni le economie derivanti dalle manutenzioni.
Riteniamo sia irrisorio il contenimento della spesa derivante dalla riduzione dell'ATC di Vercelli e di Cuneo, quindi parlare di "sportelli distaccati" non risolve certamente il problema della manutenzione del patrimonio di edilizia sociale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Benvenuto.
Terminata l'illustrazione degli emendamenti procediamo con la discussione generale dell'articolo e dei relativi emendamenti.
Per la discussione generale chi intende intervenire? La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Nel provare a rammentare (poiché in due minuti interveniamo sull'articolo) quelli che sono gli emendamenti che riteniamo essere significativi sull'articolo n. 2, perché illustrandoli in modo un po' frammentato, inevitabilmente, c'è il rischio che non si riesca a fare una valutazione compiuta.
Noi chiediamo, con alcuni di questi emendamenti, di eliminare le parole "non economici" in modo tale che le ATC possano essere enti economici; che gli Enti locali non possano avvalersi di terzi soggetti se non le ATC altrimenti il disegno di riorganizzazione che l'Assessore e la Giunta hanno presentato al Consiglio rischierebbe di essere vanificato; di fare in modo che l'ATC sia un soggetto che non faccia solo gestione dell'immobile di proprietà e la relativa manutenzione e assegnazione, ma possa fare anche interventi terzi di coesione sociale e di politiche abitative e che gli stessi possano essere svolti anche dai Comuni e dai loro consorzi; insomma che ci sia un mix che unitamente alle ATC, come soggetti fondanti della gestione dei circa 50 mila alloggi di proprietà pubblica, mettano in campo un altro insieme di modalità per garantire il diritto alla casa.
Questi sono alcuni emendamenti, perché altri, come i colleghi hanno potuto vedere, in realtà servivano a focalizzare l'attenzione, perché sia che vengano accolti o respinti certamente non mutano il senso della legge.
Non ultimo quello dei poteri di accertamento per i funzionari di ATC perché questo, come abbiamo ricordato, illustrando l'ultimo emendamento certamente consentirebbe la possibilità di mettere in campo misure per il recupero di benefici che singoli soggetti, qualora accertato che li abbiano ottenuti indebitamente, debbano restituire ad ATC, perché questo è uno strumento della collettività e i fondi che in moltissimi casi vengono erogati, come il fondo sociale, piccolo o grande che sia, sono contributi della collettività.
Da questo punto di vista, crediamo che sia estremamente utile che alcuni di questi emendamenti vengano accolti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'articolo e su tutti gli emendamenti.
Ci sono dichiarazioni di voto? Non ci sono dichiarazioni di voto.
Chiedo alla Giunta se, per il parere sugli emendamenti, vuole fare un unico intervento e dire se vuole accettare alcuni emendamenti o se sono tutti respinti.
La parola all'Assessore Ferrari.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Nel complesso, la Giunta esprime un giudizio non favorevole agli emendamenti, ma esprime la disponibilità ad accogliere l'emendamento n. 7) perché riteniamo sia coerente e rafforzi quanto la Giunta ha proposto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.
Passiamo ora alla votazione dei singoli emendamenti.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 22), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SI 7 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 23), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SI 7 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SI 9 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 24), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SI 5 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 44 Consiglieri hanno votato SI 14 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Per quanto riguarda la votazione precedente, diamo atto che il Consigliere Grimaldi ha espresso voto contrario.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Mi ha chiesto la parola? Siamo in fase di votazione.
Siamo giunti all'emendamento n. 7).



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 7) è accolto.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

E' vero che siamo in fase di votazione, però c'è la potestà di ritirare un emendamento il cui ritiro, ovviamente, può essere successivo anche all'espressione del parere della Giunta.
Spiego il motivo: l'emendamento n. 7) ha parere favorevole da parte della Giunta. Io invito al rispetto, che noi cerchiamo di averlo, ma invitiamo anche che sia pari, nel senso che l'emendamento 7) prevede che le parole "non può configurarsi" siano modificate in "non si configura". Se uno ritiene di avere un atteggiamento di contrarietà ai nostri emendamenti è sacrosanto che li respinga, però c'è un limite di buonsenso, che credo sia utile non oltrepassare.
L'emendamento n. 7) lo ritiriamo.
Sono stato nel minuto di tempo che il Regolamento mi concede per ritirare un emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Comprendo le sue legittime argomentazioni politiche, però quando è aperta la votazione, io non posso più dare la parola. Tutto qua.
Comprendendone le ragioni, le ho concesso comunque la parola.
L'emendamento rubricato n. 25) è irricevibile.
Passiamo alle successive votazioni.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SI 6 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SI 7 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Poiché l'emendamento precedente è stato respinto, l'emendamento rubricato n. 10) è decaduto.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 44 Consiglieri hanno votato SI 14 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 18) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Andrissi, Batzella, Valetti, Campo, Mighetti, Freudiani: Dopo le parole "con privati" si aggiungano le parole "no profit".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente, almeno cambiamo speaker e Gruppo consiliare che intervengono nella presentazione degli emendamenti.
L'articolo 3 del disegno di legge, com'è ben noto ai proponenti, alla maggioranza e ai Consiglieri di opposizione, introduce, alla fine della lettera d) del comma 2 dell'articolo 29 della legge quadro legge 3 sulle competenze delle ATC, la possibilità di attuare, da parte delle ATC stesse interventi finalizzati all'incremento, recupero e conservazione di patrimonio di edilizia sociale e dei relativi servizi, anche attraverso processi di riqualificazione urbana.
Ne elenca una serie di punti: la lettera a), sull'impiego di risorse dello Stato e della Regione (anche ad eventuali altri finanziamenti) l'impiego di risorse finanziare proprie dell'ATC o in delega di altri soggetti pubblici e privati, la partecipazione a consorzi o società miste per la formazione ed attuazione di programmi di edilizia urbanistica integrata (in questo caso per la realizzazione di nuove abitazioni) l'attuazione e la lettera d), che è quella che viene modificata, al pari delle cooperative edilizie, dei loro consorzi e delle imprese private degli interventi di edilizia convenzionata ed agevolata.
L'articolo 3 aggiunge, al termine di questo comma, il programma di social housing, anche in società con privati.
Se è vero che già la legge quadro prevede tutta una possibilità di partecipazione, non solo e non tanto di fondi disposti da altri enti ed istituzioni (pensavo, ad esempio, alle fondazioni bancarie), è anche corretto che disponga una parte dei propri utili investendoli sul territorio, magari anche con opere meritevoli, come ad esempio l'edilizia sociale.
Noi, come già anche in Commissione, eravamo un po' preoccupati da questa modifica, relativa all'inserimento e alla possibilità, in partnership con privati, di una gestione di programma di social housing.
Abbiamo una pregiudiziale non ideologica ma nel merito, nel senso che com'è già stato detto prima, noi la vediamo come una funzione sociale e preminente da parte di un'amministrazione pubblica come la Regione, su cui comunque la partecipazione di capitale privato va bene - l'esempio di fondazioni no profit come le fondazioni bancarie - ma non ci vediamo la presenza di privati che ovviamente hanno, da definizione deontologica dell'essenza di un'impresa e di un'azienda privata, l'obiettivo di fare profitto.
Vediamo, quindi, due fattori in contraddizione: il social housing, che per definizione dovrebbe comportare non profitto ma reinvestimento dell'utile nell'ATC stessa nei servizi del social housing in generale; e il privato che, giustamente, vede il profitto, cioè l'interesse di incamerarsi degli utili e destinarli ai dividendi o alla propria attività.
Con quest'emendamento, in Commissione avevano chiesto l'abrogazione oggi chiediamo che venga aggiunta la definizione "no profit", cioè privati no profit che possano partecipare a processi di social housing, altrimenti rimane netta la nostra contrarietà alla norma.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Il discorso è quello di qualche ora fa.
Come Movimento 5 Stelle, vediamo questo ingresso dei privati non in maniera totalmente positiva, se non è normato in senso stringente.
Occorre pensare che un fondo destinato all'edilizia sociale non pu premiare dei prestatori di capitale, ma può premiare soltanto chi fa impresa, chi genera lavoro e chi utilizza questi beni.
In alternativa, noi proponiamo una spesa a carico della Regione e dei cittadini, per quei cittadini che, sfortunatamente, il cui benessere è al di sotto della media sociale.
Diversamente, questo capitale è a disposizione di chi fa speculazione.
Non vogliamo che quello che può essere un'occasione di rilancio, anche per l'edilizia, diventi opportunità di rilancio per investimenti fini a se stessi.
Tutto questo si può modificare anche solo con una parola. Noi, dopo le parole "con privati", aggiungiamo le parole "no profit", chiaramente si possono utilizzare altri strumenti, comunque si deve specificare l'argomento di questo articolo.
Questo è quanto vogliamo dire con il nostro emendamento, chiaramente anche i successivi emendamenti e ordini del giorno andranno in questa direzione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mighetti.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Relativamente a quest'emendamento, ci preme altresì sottolineare che questa parte del disegno di legge non riguarda la riforma della governance che si vuole realizzare con tanta urgenza.
In precedenza non sono stati ammessi degli emendamenti di merito con cui si sarebbe potuta cogliere l'occasione di introdurre in questo articolato delle innovazioni anche relativamente al funzionamento dell'ATC.
Questo disegno di legge contiene - purtroppo, e questa è una, all'articolo 3 - delle innovazioni nel funzionamento dell'ATC che preferiremmo venissero per quello in Commissione ne avevamo chiesto la soppressione - affrontate nella più ampia discussione che si svolgerà quando si interverrà in modo complessivo sulla legge.
La nostra proposta emendativa è correttiva di questo elemento, nel senso che per lo meno limita l'effetto di questa correzione alla legge regionale in modo più coerente con le finalità sociali dell'Agenzia.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con l'occasione della discussione di quest'emendamento, che prevede con l'inserimento del suffisso "no profit", la possibilità di interventi di edilizia sociale in collaborazione con i privati, volevo rimarcare quanto testé espresso dal collega Campo.
Questo disegno di legge ci è stato presentato in Commissione come un provvedimento dovuto, quasi automatico, come ribadito anche nelle leggi finanziarie degli ultimi due anni, che prevedevano la riduzione del numero delle ATC da cinque a tre. Quindi, parliamo di un disegno che non modificava altro che il numero delle ATC presenti sul territorio, rinviando ad un altro provvedimento una revisione più globale della legge n. 3/2010.
Allo stesso modo, i tentativi di miglioramento della legge n. 3/2010 seppure apprezzati, sono stati rinviati ad un esame successivo; pertanto, i conseguenti emendamenti sono stati bocciati.
Invece, noi riteniamo che quest'articolo vada a toccare anche la governance, quindi non si limiti a quel provvedimento dovuto, che in qualche modo si attendeva.
Questa è la motivazione del nostro emendamento e del nostro parere contrario all'articolo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Il nostro emendamento, con il quale vogliamo aggiungere le parole "no profit", dopo le parole "con privati", nasce anche da un'analisi di Altreconomia, in cui si riporta l'affermazione di Sergio Urbani, che ha dichiarato che "il rendimento necessario per promuovere un'iniziativa di housing sociale non è compatibile con l'edilizia residenziale pubblica".
Successivamente, si riporta anche l'affermazione di Matteo Del Fante resa in sede di Commissione Ambiente della Camera dei Deputati: "I criteri di investimento del fondo investimenti per l'abitare prevedono che il rendimento atteso sia nell'ordine del 3% oltre all'inflazione".
Dall'esperienza dell'housing sociale, dove sono intervenuti i privati abbiamo potuto constatare, per esempio cito il Parma Social House, che il progetto cofinanziato dal fondo investimenti per l'abitare ha portato solo un 30% destinato all'affitto a canone sostenibile.
Quindi, di fatto, l'entrata dei privati in questo tipo di investimenti determina una riduzione degli alloggi a canone sostenibile effettivamente necessari, creando una contraddizione. Sembra quasi che i privati nonostante siano stati costruiti, negli ultimi dieci anni, in Italia, 700 mila alloggi, ancora invenduti! - vogliano entrare in questo business per cementificare ulteriore territorio e non per risolvere, se non in piccola percentuale, i problemi sociali in termini di richiesta di alloggi.
Se poi verifichiamo chi sono i privati che entrano in questo tipo di soluzione abitativa, che viene definita social housing con l'intervento dei privati, osserviamo che il maggiore investitore è Polaris Investiment Italia SGR, che ha un obiettivo di raccolta complessiva di circa 800 milioni di euro.
Chi sono gli azionisti di riferimento di Polaris? La Fondazione Cariplo è uno dei principali e il tutto è controllato da una società con sede in Lussemburgo.
Noi speriamo nel social housing di non vedere - almeno in questo tipo di attività! - società italiane con sede in Lussemburgo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Come hanno ribadito i miei colleghi, questo è uno di quegli emendamenti che abbiamo scelto di ripresentare, molti degli altri abbiamo deciso di non riprensentarli più per non creare una situazione di inutile ostracismo ai lavori della Giunta. Quelli più di buonsenso, che sembravano aver accolto qualche parere per lo meno neutrale, se non negativo o trasversale, sono stati ripresentati.
In particolare, l'emendamento riguardante il "no profit" tenta di essere compatibile con la proposta di legge, con cui si intende creare un'ATC che regolamenta fortemente le politiche di social housing senza intervenire in prima persona, date le condizioni economiche non favorevoli e lasciando spazio ai privati negli investimenti. Però, dovendo essere investimenti in cui non si dimentica lo scopo sociale, noi abbiamo ritirato l'emendamento che delimitava l'utile di impresa al 15% e abbiamo lasciato questo, che è molto semplice, ma esprime chiaramente il nostro pensiero in merito.
Non è assolutamente un emendamento ostruzionistico, ma di buonsenso che tenta di non fare perdere di vista lo scopo principale dell'ente ATC.
Sarebbe poco etico l'ingresso di privati a scopo di lucro, che però esiste è documentato, il Consigliere Andrissi ne ha dato un esempio; per cui speriamo che per lo meno si comprenda l'intento. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Non essendoci altri interventi, dichiaro aperta la discussione generale sull'articolo 3 e sull'emendamento rubricato n. 18).



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

No, è sempre lo stesso, solo che si svolge la discussione generale relativamente agli emendamenti, nel caso specifico c'è solo un emendamento e all'articolo 3. Allora, ho aperto la discussione generale e poiché non c'erano richieste di intervento, l'ho dichiarata chiusa.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 3, sul quale non parteciperemo al voto, dimostra che in realtà la norma interviene tanto in un'attività di razionalizzazione dell'Ente, quanto in misure, seppur non stravolgenti, di modifica alla legge n. 3.
Il fatto che nell'articolo 29 si inseriscano i programmi di social housing anche con i privati, è una modifica significativa rispetto a quello che è il testo oggi vigente della legge n. 3.
Questo dimostra che se ci fosse stata la volontà di un confronto sui temi, e non necessariamente una volontà non dico di scontro ma di dialettica poco fruttuosa, nel senso che uno parla, presenta i propri emendamenti e vengono respinti. sarà una delle tante volte, però credo che in alcuni casi, come oggi, siano occasioni che rischiano di essere sprecate. Perché l'articolo 3 dimostra chiaramente che, si è voluto mettere mano alla legge, sia pure in modo non corposo e non stravolgente, laddove si riteneva necessario, come in questo caso fosse .



PRESIDENTE

La Giunta regionale vuole esprimere il parere?



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Il parere della Giunta è contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SI 8 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4.
Comunico che l'emendamento rubricato n. 26) è irricevibile, in quanto la modifica non ha portata normativa, perché si chiede la sostituzione delle parole "con propria deliberazione" con le parole "con proprio provvedimento deliberativo".
Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Emendamento rubricato n. 13) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Sozzani, Berutti, Graglia, Ruffino, Benvenuto: Al comma 1, dell'articolo 31, della l.r. 3/2010, come sostituito dall'art.
5 del disegno di legge, le parole "e il revisore legale" sono sostituite dalle seguenti: "e il collegio sindacale.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo crediamo sia un altro degli emendamenti significativi che abbiamo presentato.
Il disegno di legge intende non soltanto razionalizzare le ATC da sette a tre, ma portare quello che era il Collegio sindacale di tre componenti ad un singolo componente.
Ora, che ci stia nella volontà di razionalizzazione, mi sembra abbastanza chiaro. Devo rilevare, poi, che da un punto di vista della omogeneità normativa non facciamo la stessa cosa, perché approviamo in Commissione il disegno di legge sullo zooprofilattico dove lasciamo il Collegio sindacale.
Noi crediamo che il mantenimento del Collegio sindacale sia estremamente importante e utile. Non saranno certamente quattro Sindaci in più che modificheranno in modo sostanziale le spese dell'ente (parliamo di una cifra intorno ai 40.000 o 50.000 euro l'anno, perché a seconda dell'Ente differisce il compenso). Credo invece, come dicevamo nella discussione di stamattina, che avere sei occhi anziché due, cioè avere tre professionisti che si confrontano sul bilancio di un ente, e non un singolo soggetto, sia estremamente utile.
A nostro avviso, ogni tanto bisogna prestare attenzione che, rispetto alle volontà di razionalizzazione e diminuzione della spesa, non vi sia poi, un processo inverso: è evidente nel caso in cui vi sia un danno erariale nei confronti di una ATC che nasce dal fatto che non vi è stato un controllo sufficiente, ma non per mancanza di volontà (pensiamo alle nuove tre ATC, che avranno una dimensione estremamente significativa, perch parliamo di tre grandi aziende che, nel loro insieme, gestiranno manutenzioni, canoni e quant'altro per 50.000 alloggi), ma perch disporranno di un singolo soggetto che farà la verifica contabile dei bilanci.
Credo che questa, in qualche modo, non sia una buona proposta, perché è evidente che, a quel punto, rimane la gestione del bilancio in capo al Consiglio di Amministrazione e al dirigente di ATC.
Senza alcun retropensiero, cioè senza voler pensare che vi siano connivenze di alcun tipo, mentre il Consiglio di Amministrazione e il dirigente sono in qualche modo quotidianamente impegnati nell'attività di gestione, gli unici che rappresentano un "contraltare" sulla verifica contabile sono i membri del Collegio dei revisori.
A noi sembrerebbe davvero poco significativo il risparmio di 45.000 o 50.000 euro a fronte di un rischio o comunque di un minor controllo da parte degli Enti. Credo che gli enti che esercitano il controllo abbiano un grande valore e vadano in qualche modo mantenuti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

E' un importante emendamento di merito e penso che la maggioranza e la Giunta, apprezandone il senso, lo possano accogliere.
Oggettivamente, si tratta di un risparmio e si tratta di sancire un principio di controllo trasparente.
Risparmiare su un organo di controllo credo sia un falso risparmio perché se andiamo a guardare tutte le risorse che si rischia di sprecare per colpa di dinamiche poco virtuose, che possono avvenire nella completa innocenza e mancata incolpevole vigilanza dell'organo di controllo politico, come anche del vertice amministrativo, alla luce di questi ragionamenti ritengo che mantenere un collegio sindacale plurale, in cui intendiamoci - ci può essere anche un controllo reciproco tra i diversi componenti, sia una scelta politica e amministrativa assennata.
Parlo chiaramente solo a nome di me stesso, in quanto Gruppo formato da un solo Consigliere, ma, facendo mie le parole dei colleghi di Forza Italia, credo che l'attuale atteggiamento dell'opposizione, che è stato identificato come ostruzionistico, in questo caso non lo sia, poiché non si tratta di un emendamento che cambia unicamente la sintassi di una frase senza variarne il senso.
Ritengo che la maggioranza dovrebbe prendere in considerazione, insieme alla Giunta, di accogliere emendamenti di senso, che tra l'altro non presuppongono un ragionamento ideologico, cioè sono perfettamente compatibili con la visione che avete voluto dare all'intervento legislativo.
Vi invito sinceramente, a costo di perdere un minuto, perché di più non ci metterete, a valutare la possibilità di recepirlo, perché quantomeno l'economia dei lavori d'aula ne gioverebbe.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
Non essendoci altri interventi sull'emendamento, procediamo con l'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 17) presentato dai Consiglieri Gariglio, Ravetti Motta, Chiapello, Monaco, Giaccone, Grimaldi: Al comma 1 dell'articolo 5 del disegno di legge n. 2, le parole: "3. Il Consiglio di Amministrazione delle ATC è composto da tre membri nominati dal Consiglio regionale, di cui uno in rappresentanza delle minoranze." sono sostituite dalle seguenti: "3. Il Consiglio di Amministrazione della ATC del Piemonte centrale è composto da tre membri nominati dal Consiglio regionale, di cui uno in rappresentanza delle minoranze. I Consigli di Amministrazione della ATC del Piemonte nord e della ATC del Piemonte sud sono composti ciascuno da cinque membri nominati dal Consiglio regionale, di cui due in rappresentanza delle minoranze.".
La parola al Consigliere Gariglio per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
La ratio di quest'emendamento è di mantenere la forte razionalizzazione e l'impianto originario della legge. Prevede di passare da sette a tre ATC e quindi da sette a tre Consigli di Amministrazione. In questo modo nell'immediato, oltre al risparmio successivo prodotto dall'unificazione degli uffici delle ATC, avremo un risparmio sugli emolumenti di quattro Presidenti e di quattro Vicepresidenti, per un totale annuo di 360 mila euro. Ricordo che una delibera di Giunta regionale del 2005 prevede emolumenti di 60 mila euro per i Presidenti e di 30 mila per i Vicepresidenti delle ATC.
Pertanto, manteniamo questo impianto, ma proponiamo che per le due ATC che risultano dalla fusione di più ATC, ossia l'ATC del Piemonte meridionale e quella del Piemonte settentrionale, il Consiglio di Amministrazione sia composto non da tre, ma da cinque Consiglieri.
E' vero che la ratio di quest'emendamento è di consentire a tutti i territori provinciali di essere rappresentati, altrimenti, specie l'ATC del nord, che rappresenta quattro territori provinciali, non avrebbe tutti i territori rappresentati nel board di ATC.
L'importo economico aggiuntivo che comporta questa norma è esiguo rammento che i Consiglieri delle ATC sono pagati 70 euro a seduta, con una media di una seduta al mese, quindi è assolutamente non impattante sul bilancio.
Riteniamo che in questa fase di partenza, di start up, delle nuove ATC sia importante cercare di portare all'interno dell'organo decisionale tutti i territori ed i rappresentanti delle ATC originarie, perché si tratta di far partire una nuova organizzazione che deve assimilare gli aspetti positivi ed anche quelli problematici delle strutture preesistenti. Grazie.



PRESIDENTE

Comunico che gli emendamenti rubricati n. 27, 28, 29, 31, 30 non sono ricevibili, perché privi di contenuto normativo.
Emendamento rubricato n. 14) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Berutti, Sozzani, Graglia, Ruffino, Benvenuto: Articolo 5 Il comma 9, dell'articolo 31, della l.r. 3/2010, come sostituito dall'articolo 5 del disegno di legge, è soppresso.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Questo emendamento è correlato al precedente, nel senso che il comma 9 prevede che il collegio sindacale dell'ATC è nominato dal Consiglio regionale ed è composto da tre membri effettivi, di cui uno con funzione di Presidente. L'articolo del disegno di legge intende cancellare questa parte, lasciando il revisore unico.
Noi riteniamo - come già detto precedentemente - che questo sia un emendamento significativo, che debba essere accolto per una questione che riguarda, ovviamente, le potestà di controllo. Poi, avendo ascoltato l'illustrazione dell'emendamento presentato dal Consigliere Gariglio, è evidente che se la volontà manifestata fin qui dalla maggioranza è quella di un confronto - così come è avvenuto - noi non abbiamo alcun problema (non so se il Consiglio termina alle 19 o alle 20, oggi), ma abbiamo ancora sette mozioni - che presenteremo - di accompagnamento alla proposta di legge, da discutere prima di aver licenziato la legge.
Insomma, se il tema è quello del non confronto, l'opposizione non pu che giovarne, nel senso che quando una maggioranza non si confronta sui temi, ma fa un richiamo muscolare, è il miglior assist che possa fare all'opposizione, perché non si confronta esclusivamente sui temi, ma deve in qualche modo, manifestare il fatto che, a fronte di un concetto aprioristico, vi è un a risposta aprioristica, peraltro un po' diversa da quanto il Presidente della Giunta, Chiamparino, aveva detto, in apertura della seduta di insediamento del Consiglio, affermando: "Mi auguro di non avere un'opposizione ostruzionistica".
Noi, allora, rispondemmo dicendo che qualunque Presidente se lo augura! E' evidente che un'opposizione ostruzionistica si può non avere, ma ci deve essere un comportamento, da parte della maggioranza, dello stesso tipo.
Noi, fino ad oggi abbiamo dimostrato di non adottare questo atteggiamento.
La scorsa settimana è passata la legge sul Segretario generale, in modo inusualmente veloce, per un Consiglio regionale, che non abbiamo condiviso.
Se, però, ci invitate a fare un'opposizione muscolare, non è un problema: abbiamo avuto buoni maestri, in questo Consiglio, che oggi ricoprono ruoli importanti all'interno della Giunta, per cui abbiamo imparato per quattro anni, in cui non credo sia mai accaduto - salvo un caso, una legge finanziaria di estrema urgenza - che un disegno di legge presentato in una seduta sia stato licenziato nella medesima, per cui teniamo alte le tradizioni del Consiglio regionale comportandoci di conseguenza.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 15) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Berutti, Sozzani, Graglia, Ruffino, Benvenuto: Il comma 10, dell'articolo 31, della legge regionale 3/2010, come sostituito dall'articolo 5 del disegno di legge, è soppresso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Scusate, sono molti utili gli strumenti informatici ma quando è un emendamento soppressivo come in questo caso, è utile andare a trovare ci che si sopprime, altrimenti diventa difficile motivarlo.
L'emendamento n. 15) è esattamente conseguente all'emendamento prima illustrato. Il nuovo articolo 31, previsto dall'articolo 5 del disegno di legge, prevede che al revisore legale sia applica la disciplina prevista agli appositi articoli; rimane in carica allo stesso periodo dell'organo che lo ha nominato, quindi alla nomina del nuovo revisore.
Evidentemente, avendo presentato un emendamento che cassa il revisore singolo per mantenere il collegio, riteniamo che il comma 10 non debba essere presente all'interno della legge, ma debba rimanere il comma 9, così come oggi è vigente nella legge n. 3, per i motivi che abbiamo precedentemente ricordato.
Rammento altresì che se si tratta di una questione economica, e su questo vorremmo chiedere un parere - nel momento in cui lo esprimerà qualora lo voglia fare, l'Assessore - rammento che i compensi li stabilisce la Giunta con propria delibera. La Giunta può stabilire che, sulla base di quelle risorse, non utilizza un singolo revisore, ma utilizza il Collegio con tre revisori. Se il motivo non è legato alle risorse, deve essere un altro, ma ci deve essere spiegato.
Rammento sempre - tutto è fuorché una logica di interesse, ma è una logica di vigilanza - che non casualmente tutti i collegi di revisione dico tutti, delle agenzie e degli enti strumentali di questa Regione hanno un minimo di tre componenti (non di due). Il motivo è molto semplice: una legge regionale prevede che, nel caso di tre, un componente sia indicato dalle opposizione. Non è casuale. Non è che un revisore indicato dall'opposizione è più attento rispetto ad uno indicato dalla maggioranza.
Ognuno fa in modo compiuto il suo lavoro, come è stato dimostrato in questi anni, avendo assunto, all'unanimità, i pareri rispetto ai bilanci, ma è certo che vi è anche uno strumento non di vigilanza, ma di garanzia maggiore, nella rappresentanza di quello che è il Consiglio regionale nella sua interezza.
In questo senso, invece, il Consiglio regionale, al di là del C.d.A.
avrebbe il Presidente, il dirigente e il revisore unico indicato dalla maggioranza. Ci puzza il naso nel dire che sono le poltrone, ma poi c'è uno che nomina. Quando è uno, è sempre il Consiglio che nomina, non è un soggetto terzo, né facciamo una lotteria né un bando a titoli. E' il Consiglio regionale che, in una scheda personale, ogni singolo Consigliere appone un nome e un cognome su una riga, giusto per evitare fraintendimenti.
C'è sempre qualcuno che nomina, quindi, secondo noi, crediamo sia più utile se c'è qualcuno in più che vigila e che rappresenta il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale sull'articolo 5 e sugli emendamenti.
Non essendoci richieste di intervento in sede di discussione generale la parola all'Assessore Ferrari per il parere della Giunta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Il parere della Giunta sugli emendamenti che riguardano argomenti già affrontati in altre occasioni rimane negativo.
L'argomento nuovo è introdotto dall'emendamento n. 17), quindi riteniamo che abbia una sua ragionevolezza ed esprimo parere positivo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SI 11 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 17), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SI 30 Consiglieri hanno votato NO 5 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SI 8 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SI 6 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 5, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 L'emendamento rubricato n. 32) è irricevibile poiché privo di contenuto normativo.
Non essendoci altri emendamenti, metto in votazione l'articolo 6.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 6.
Il Consiglio approva.
Articolo 6 BIS Emendamento rubricato n. 19) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Campo, Batzella, Valetti, Mighetti, Frediani, Andrissi: "Art. 46 (Vendita con la formula del riscatto o mutuo sociale) 1. La Giunta regionale dà mandato alle ATC di utilizzare fino al 20 per cento dei fondi trasferiti per la fornitura di nuovi alloggi di edilizia sociale con la formula del mutuo sociale o del riscatto. Tali alloggi verranno venduti con la forma per l'acquirente del mutuo sociale a rate fisse senza interessi applicati alle rateizzazioni, al prezzo di realizzo previo accordo con le organizzazioni edili, considerando prioritariamente gli immobili realizzati negli ultimi cinque anni e tutt'ora invenduti. La priorità di vendita è assegnata a favore delle famiglie più deboli, che acquisteranno la proprietà dell'immobile all'estinzione del mutuo sociale.
La rata di riscatto del mutuo sociale non potrà superare il 25 per cento del reddito del nucleo familiare assegnatario".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Il nostro Gruppo consiliare ha presentato, come detto prima dal Consigliere Valetti, solo un numero ristretto di emendamenti. Sono tre emendamenti in tutto, che avevamo in parte già presentati in Commissione che ritenevamo però fondamentali riproporre in discussione in Aula.
Non concordiamo assolutamente sulla posizione assunta dalla Giunta e ovviamente, sostenuta anche dalla maggioranza, di affrontare i temi a scomparti stagni, cioè fare un pezzo di riforma e poi il resto, che è magari importante e fondamentale, rinviandolo alla presentazione di un successivo provvedimento.
Ovviamente può essere condivisibile o meno il fatto di pensare che almeno si porta a casa un pezzo di provvedimento e poi il resto si rinvia.
Noi invece chiediamo la possibilità di valutare sia nel merito gli emendamenti, ma abbiamo già visto che molti emendamenti di merito presentati dai colleghi di centrodestra - alcuni anche meritevoli di approfondimento e di una valutazione positiva - non sono stati presi in considerazione.
Quindi, penso che i nostri emendamenti non faranno una fine diversa.
Però rilancio, dicendo quanto già espresso durante la relazione generale al disegno di legge, cioè di poter valutare con attenzione gli ordini del giorno che abbiamo collegato al provvedimento, in cui si chiede al più presto l'apertura di un tavolo di lavoro sul tema, in modo che le proposte fatte dai diversi Consiglieri di opposizione e dai Consiglieri di maggioranza interessati al tema possano confluire in un provvedimento che sia condiviso.
Questo oggi è un provvedimento della Giunta e neanche del Consiglio. E' un disegno di legge in cui la Giunta ha inteso fare sue anche alcune proposte che erano state fatte in alcune leggi finanziarie degli scorsi anni.
Va bene, però in un'ottica di revisione reale del funzionamento delle ATC e di tutto quello che riguarda il social housing, mi auguro veramente che si possa arrivare ad una visione più condivisa.
Chiusa questa premessa di metodo e di merito generale, l'emendamento n.
19) riguardava l'articolo 46 della legge n. 3/2010, quindi la vendita con la formula del riscatto o mutuo sociale.
Quindi, si prevedeva già nel testo di legge di poter utilizzare fino al 20% dei fondi trasferiti per la realizzazione di nuovi alloggi di edilizia sociale. Noi abbiamo inteso di eliminare la parola "realizzazioni di nuovi alloggi di edilizia sociale" perché, come ha detto il collega Andrissi abbiamo in Italia almeno un milione di alloggi invenduti, inutilizzati e sfitti. C'è un problema enorme sia nella vendita sia nell'affitto. Quindi noi parliamo di "forniture" in generale e con la possibilità di realizzare degli accordi con le organizzazioni edili, considerando prioritariamente gli immobili realizzati negli ultimi cinque anni e tuttora invenduti.
Questo per fare degli accordi o per una vendita o una locazione a prezzi calmierati.
Questo potrebbe essere sicuramente una norma molto importante sia per andare incontro agli operatori del settore edile, che hanno realizzato immobili, a volte anche sulla scia di piani regolatori dei Comuni un po' disperati dalla carenza di risorse nelle proprie casse che hanno sperato di ripianare i loro bilanci con gli oneri di urbanizzazione. Ma non è questa responsabilità dei costruttori che costruiscono dove è permesso loro dalle Amministrazioni comunali, ma potrebbe aiutare loro che sono al momento in grande difficoltà economica ed aiutare anche i cittadini.
Quindi, è una logica win-win, come si suol dire in paesi di lingua anglofoba, e quindi pensiamo che possa essere un emendamento utile ed interessante poterlo riprendere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Non è stata fatta la discussione generale sull'articolo 6. Non so se sia perché non è stato ammesso l'emendamento. Lo dico perché l'articolo 6 è quello che riguarda la Conferenza dei Sindaci...



PRESIDENTE

Quando non ci sono emendamenti, si va direttamente alla votazione dell'articolo. In questo caso non c'era l'emendamento.



CAMPO Mauro

Volevo solo approfondire il tema, che ho già richiamato questa mattina sul prendere bene in considerazione il discorso della Conferenza dei Sindaci. Questo perché la Conferenza dei Sindaci non è stata definita nella norma come un organo dell'ATC e non si prevedono né limiti di tempo alla partecipazione né limiti numerici alla composizione.
Sono andato a recuperare il numero di Comuni che hanno case popolari e quindi sostanzialmente il numero dei Sindaci che andrebbero a fare parte di queste conferenze, ad esempio nella ATC Piemonte meridionale.
Parliamo di circa 400 persone, quindi a maggior ragione - parleremo nel merito quando si farà una riforma più complessiva della legge - mi sembrerebbe sensato far sì che la Conferenza dei Sindaci fosse un organo a numero definito e con una regolamentazione per una rotazione della partecipazione alla stessa. Altrimenti ci ritroveremo, come già succede in altre realtà di questo genere (ad esempio, le ATO), con la prevalenza della partecipazione dei soliti Sindaci dei Comuni più significativi e una sostanziale assenza della rappresentanza effettiva di tutte le altre realtà.
Volevo solo segnalare questo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Il mio è un intervento proprio sul merito dell'emendamento. Secondo noi, quest'emendamento è un tassellino che può migliorare il provvedimento.
E' un piccolo articolo, che mette in campo diverse soluzioni, secondo noi, positive.
Quando diciamo che il 20% dei fondi trasferiti per la fornitura di nuovi alloggi di edilizia sociale devono essere praticamente utilizzati con la formula del mutuo sociale o del riscatto, noi mettiamo in campo quella che è una possibilità probabilmente anche per giovani coppie, per una fascia di popolazione appena sopra il disagio, di andare a soddisfare un bisogno, quello della casa, facendo un progetto di vita futura.
Chiaramente non è la sola cosa che mettiamo in campo con questo articolo. Cosa dice inoltre questo articolo? Che tali alloggi sono da considerarsi anche fra quelli invenduti. Cioè noi andiamo a recuperare questi alloggi tra l'invenduto che è stato realizzato negli ultimi anni.
Già il collega Bono dava qualche numero in merito, ma forse è stato un po' largo di manica. Il Consigliere Andrissi invece è stato più preciso.
Siamo sui 700 mila in Italia; in Piemonte chiaramente abbiamo un corpus di questi alloggi molto ampio. E' un corpus che si è venuto a creare negli ultimi anni a seguito della crisi immobiliare.
Chiaramente, è inutile andare a creare nuovo cemento, nuove costruzioni quando abbiamo già un patrimonio invenduto e abbiamo delle aziende in sofferenza.
Questi mutui potranno avere un risvolto sociale, proporranno dei calmieramenti dei tassi e delle rate di mutuo e consentiranno a chi non ha accesso ai mutui di arrivare all'acquisto di una casa. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Giusto per capirci, ci piacerebbe anche comprendere - non dico da dichiarazioni spontanee, perché magari non è la sede istituzionale quella giusta, ma almeno da umori - cosa la maggioranza pensa di un principio generale: come prima si è parlato del no profit che, come abbiamo visto, è stato respinto, cosa si pensa del principio generale di utilizzare gli alloggi esistenti piuttosto che costruire? Questo non pregiudica nulla, però come principio generale questo articolo è sicuramente migliorabile. Però, sostituire la fornitura non preclude altre possibili soluzioni, ma dà un'indicazione di massima delle priorità. Cioè, è una cosa di buon senso, dove si può, ristrutturare ricondizionare ed utilizzare il patrimonio sfitto.
Dopodiché ci sono casi in cui - lo sappiamo - conviene costruire piuttosto che ristrutturare, però questo ci pare un buon principio condivisibile.
Al di là delle contrapposizioni di schieramento, quindi, ci piacerebbe avere un confronto sul merito, cosa che fino adesso forse è mancato: c'è stato più che altro un muro contro muro. Quindi, cerchiamo un dialogo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consiglieri.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento sull'emendamento istitutivo dell'articolo 6 bis, passiamo alla votazione.
Chiedo all'Assessore Ferrari di esprimere il parere della Giunta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche della casa

Il parere non è favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 19), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SI 13 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Essendo stato respinto l'emendamento rubricato n. 19), istitutivo dell'articolo 6 bis, decade anche quest'ultimo.
ARTICOLO 6 TER Emendamento rubricato n. 20) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Batzella, Valetti, Mighetti, Campo, Frediani, Andrissi: Al termine dell'art. 46 della l. r. 3/2010 si aggiunge: "Le ATC, d'intesa con i Comuni, le Unioni dei Comuni, la Città metropolitana, le Province, redigono con cadenza annuale un censimento degli immobili pubblici inutilizzati, al fine di destinarli ad alloggi di edilizia sociale".
La parola per al Consigliere Bono l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo, quindi, è il terzo emendamento del Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle; è un emendamento molto semplice e va sempre a modificare l'articolo 46 della legge 3/2010, che era già stata oggetto di proposta emendativa con il precedente emendamento.
Sempre nell'ambito della forma di riscatto del mutuo sociale, chiediamo di introdurre un altro concetto molto importante, quello della possibilità del censimento degli immobili pubblici inutilizzati.
Come detto prima anche in discussione generale dal Consigliere Grimaldi, ma anche altri colleghi hanno parlato di edifici inutilizzati del demanio, o comunque di immobili pubblici o assimilabili come proprietà, se noi abbiamo un censimento non solo quantitativo ma anche qualitativo, cioè delle condizioni di agibilità dell'immobile (quindi della sua possibilità di trasformazione in unità abitative di edilizia residenziale pubblica) diventa ovviamente difficile fare dei piani e dei programmi per la conversione a queste finalità.
Penso quindi che da questo si potrebbe iniziare. Si tratta quasi di una dichiarazione di intenti, che ovviamente fa sì che le ATC, d'intesa con i Comuni o comunque con le entità similari - quindi le Unioni dei Comuni per quanto riguarda le aree montane o i Comuni con meno di 3.000 abitanti, la Città metropolitana e le Province, qualora sopravvivano (ma ormai sembra sempre più che sopravvivranno) alle riforme annunciate dal Governo possano redigere con cadenza annuale questo censimento quali-quantitativo degli immobili pubblici o similari inutilizzati.
Pensiamo quindi che questo sia un emendamento sicuramente accoglibile e dunque io spero che non ci si trinceri dietro al discorso già fatto e già sentito del "no ad emendamenti di merito, ma rimaniamo sul tema della governance delle ATC" e che questo possa essere un tema quanto prima sviluppato, come ho detto, in un tavolo di lavoro che accolga le diverse posizioni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Io continuo un pochino il discorso del Consigliere Bono, nel senso che quest'emendamento vuole porre delle basi. Visto che l'articolo 46 si occupa in particolare del discorso dell'alienazione, ma anche della messa a disposizione del 20% del capitale disponibile per la realizzazione di alloggi da alienare, vorremmo provare a gettare le basi per un sistema ad ampia definizione sul modello olandese che è stato citato stamattina laddove fino al 32% della disponibilità abitativa viene gestita pubblicamente.
Ebbene, questo è un sistema particolarmente virtuoso, in quanto in Olanda la grande carenza di spazi configurerebbe una potenziale grossa difficoltà abitativa, mentre questo problema non è così sentito proprio perché è gestito in maniera molto efficace dalla messa a disposizione delle risorse pubbliche, per fare incontrare l'offerta di abitazione con la domanda e anche per mettere in relazione la disponibilità, i redditi di chi ha bisogno di abitazione e la sta cercando e anche le necessità abitative.
Per fare questo, ovviamente, è necessario avere una chiara panoramica della disponibilità abitativa libera sul territorio e quest'emendamento parte dalla disponibilità di edifici pubblici - in quanto riteniamo sia sostanzialmente più semplice partire da questo perché le informazioni dovrebbero già essere nella disponibilità informativa degli Enti - per poi successivamente, magari, riuscire ad intervenire sulla disponibilità abitativa libera privata.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Questo emendamento mi sta abbastanza a cuore, per un semplice motivo: questo censimento è una cosa che il Movimento 5 Stelle, indirettamente, ha portato avanti da alcuni anni nei singoli Comuni.
C'è chi ha risposto e c'è chi non ha risposto. Il Comune di Acqui Terme, per esempio, ha risposto malamente a quest'appello a fare un censimento non solo degli immobili pubblici, ma delle unità immobiliari (in quel caso anche produttive) che erano sfitte, vuote o invendute.
Chiaramente questo è un fatto di sensibilità e, quando lo si va a portare in un Comune o qui in Regione, pone davanti a un quesito: facciamo le cose seriamente, cerchiamo di mettere una pietra nella costruzione di un nuovo modo di interpretare l'uso del suolo, cioè incominciamo a fare davvero stop al consumo del suolo o rimaniamo sulle parole? Se vi vuole rimanere sulle parole, bocciate pure quest'emendamento; se invece si vuole fare qualcosa di costruttivo, si voti favorevolmente quest'emendamento. Questo è un emendamento, semplicissimo che dice che se ci sono degli immobili pubblici vuoti, bisogna riutilizzarli e non lasciarli a se stessi e non sostituirli con altri immobili che andiamo a costruire magari su un suolo fertile.
Questo emendamento non ha bisogno di altre spiegazioni, perché è un emendamento di buon senso.
Quando finirò di parlare, magari mi seguirà qualche collega ancora in un piccolo intervento e poi andremo in votazione e quest'emendamento verrà bocciato. Tuttavia, vorrei fare un appello alla vostra coscienza: vorrei capire se lo stop al consumo del suolo, che viene portato in Commissione da molti Sindaci o ex Sindaci, che ormai sono Consiglieri regionali, che dicono di aver adottato lo stop del consumo del suolo nei propri Piani regolatori, nel proprio modo di pensare sia una cosa che rimane negli intenti o se abbia trovato un risvolto vero anche nell'attività legislativa di questo consesso. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Non essendoci altre richieste di intervento sull'emendamento n. 20) passiamo alla discussione generale sull'articolo e sull'emendamento n. 20).
Non essendoci richieste di intervento e non essendoci l'articolo...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Questo è un emendamento, il n. 20), a firma dei colleghi del Movimento 5 Stelle. Possono intervenire soltanto i firmatari di quest'emendamento.
Detto questo, pongo in votazione l'emendamento, perché per la discussione generale non si è iscritto nessuno.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Finché non è bocciato l'emendamento, l'articolo c'è.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berutti, per la discussione generale.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
La considerazione è questa: oggi in questo lungo confronto sono emerse anche da parte nostra, delle considerazioni. Ammetto di non aver visto gli emendamenti dei colleghi che, obiettivamente, hanno delle convergenze e delle assonanze con quanto abbiamo evidenziato.
A dimostrazione di non aver fatto un confronto e, comunque, pur non essendoci assolutamente confrontati, la volontà che è emerge è quella di porre delle questioni di sostanza. Il collega, in conclusione del suo intervento, chiamava ad un senso di responsabilità. Penso che, invece quanto emerge sia la volontà sia la necessità di andare avanti rispetto a qualche elemento di sostanza, dimenticandosi del fatto che una fetta di questo emiciclo stia ponendo delle considerazioni di assoluta concretezza.
Credo che questa sia una valutazione di cui tutti i colleghi di maggioranza debbano tenere conto e sulla quale debbano fare una riflessione. Credo che questo sia importante, perché da più parti emerge comunque la volontà di costruire qualcosa di assolutamente positivo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come ricordava correttamente il collega Berutti, alcuni emendamenti su cui abbiamo discusso come, per esempio, l'emendamento presentato dai colleghi del Movimento 5 Stelle, intendono inserire all'interno della norma un principio che ci pare di buon senso, cioè quello di un censimento che possa, anche in virtù, per esempio, del federalismo demaniale, che è avvenuto all'interno di molti Enti locali, per provare ad individuare alcuni immobili che possano in modalità differenti essere utilizzati per destinarli ad alloggi di edilizia sociale.
Però non possiamo - poi lo faremmo nelle discussioni successive e anche nella prossima seduta - non tener conto di un aspetto: tendenzialmente la maggioranza ha più facilità nel confrontarsi con la Giunta, quindi nel momento in cui la Giunta licenzia un provvedimento, magari ha fatto proprie anche delle sollecitazioni che arrivavano dai colleghi di maggioranza.
L'opposizione invece ha una dialettica legislativa assolutamente trasparente: la Giunta presenta un disegno di legge e l'opposizione, con proprie proposte emendative, prova a migliorare il disegno di legge.
Ovviamente, non andrò a ricordarle le tante proposte migliorative che sono state apportate e respinte. Segnaliamo solo un fatto proprio per gli aspetti relativi alla razionalizzazione, al confronto non muscolare, al confronto non aprioristico, che oggi quest'Aula ha approvato un singolo emendamento che crea quattro poltrone nuove, come direste voi o qualche altro collega.
L'unico emendamento che quest'Aula ha approvato è un emendamento che porta i Consigli d'Amministrazione da tre a cinque in due delle tre ATL del Piemonte. Questo evidentemente per una necessità di rappresentanza territoriale e per dare risposte alle esigenze che le Province, sia del nord che del sud, ponevano rispetto alla presenza nei Consigli d'Amministrazione. Se dovessimo fare una sintesi della discussione che si tenuta in quest'Aula, questo è quanto emerge.
Dopodiché, ognuno è evidentemente libero di intendere un confronto legislativo come ritiene. Devo dire che se si voleva partire nel modo peggiore rispetto ad una discussione, il modo è stato questo. Cioè, non c'è stato modo migliore per negare la presenza intellettuale del lavoro fatto dalle opposizioni, non certo degli emendamenti che il Presidente correttamente ha ritenuto non ammissibili (sapevamo il valore che avevano quegli emendamenti), ma diverso era per i tanti emendamenti che sono stati presentati.
Su tutti gli emendamenti di merito ci è stato detto che si va ad un provvedimento successivo, sull'emendamento che crea quattro nuovi posti invece l'emendamento viene accolto.
Questa è la sintesi della giornata di oggi, che non è foriera di tempi celeri per l'approvazione degli emendamenti, ma lo dico e lo diciamo, sia chiaro, perché noi facciamo l'opposizione. Cioè, è compito della maggioranza approvarsi i disegni di legge che presenta ed è compito dell'opposizione, qualora li ritenga non appropriati, fare due cose: provare a migliorarli, ed è il tentativo di oggi o, nel caso in cui il tentativo del provare a migliorarli anche con un numero illimitato di emendamenti, sia inutile, perché è quanto si è dimostrato, non fare approvare il provvedimento o cercare di rallentare il più possibile il provvedimento. Questo è.
Voi dovete vendere al Piemonte e declinare il vostro programma di governo, noi dobbiamo fare indirizzo. Poiché l'indirizzo non è accolto in modo così rilevante, dobbiamo fare opposizione, quindi cercare di farvi fare il meno possibile per farvi fare meno danni possibile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Dichiarazioni di voto sull'emendamento n. 20)? Non ci sono dichiarazioni di voto.
Qual è il parere della Giunta?



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
In realtà, Consigliere Vignale, di emendamenti ne abbiamo accolti altri, prima.



PRESIDENTE

Assessore, solo il parere.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Il parere nel merito, per le ragioni che ha anticipato il Consigliere Bono, è negativo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 20), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SI 13 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 7 L'emendamento rubricato n. 33) è considerato irricevibile.
Emendamento rubricato n. 16) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Berutti, Sozzani, Graglia, Benvenuto, Ruffino: al comma 2, dell'articolo 32, della l.r. 3/2010, come sostituito dall'art.
7 del disegno di legge, dopo le parole: "dal consiglio di amministrazione." sono aggiunte le seguenti: "Il compenso per tale incarico è comprensivo di ogni indennità e spesa accessoria e non può essere superiore all'80 per cento di quanto corrisposto antecedentemente all'entrata in vigore della presente legge".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 16) prevede che il compenso per il Direttore generale comprensivo di ogni indennità e spesa accessoria, non possa superare l'80 di quanto corrisposto antecedentemente all'entrata in vigore della presente legge.
Questo discorso vale per molte strutture dirigenziali (in questo caso parliamo di ATC e quindi lo applichiamo all'ATC), perché noi crediamo che vi sia un disequilibrio fra i rischi e il lavoro svolto da soggetti di Governo, e chi invece svolge, per esempio, la funzione di Direttore generale.
Se uno va a vedere oggi quali sono i compensi, o quali saranno i compensi di un Presidente dell'ATC di Torino, che gestisce 22 mila alloggi e guarda i compensi del Direttore generale, vedrà che, non solo il Direttore generale guadagna di più (in tutti gli Enti avviene sempre che le figure dirigenziali guadagnino di più delle figure di responsabilità gestionale, ma questa è un'anomalia tutta italiana, perché in altre realtà non è così), ma vi sono casi, come quelle delle Agenzie territoriali, in cui questa distinzione è estremamente marcata.
Visto che si è sollevata anche una questione di razionalizzazione - non solo, ma anche - di carattere economico, credo sia un aspetto positivo prevedere un risparmio, non significativo dal punto di vista del risparmio complessivo, rispetto alle indennità, alle spese accessorie e quant'altro dei Direttori generali, il cui incarico dura lo stesso periodo del Consiglio di amministrazione.
Ripeto: non solo e non per una questione di risparmio economico, ma per una questione di maggiore equità fra chi ha una responsabilità di carattere politico-gestionale assolutamente rilevante e chi ha una responsabilità di carattere amministrativo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
L'emendamento rubricato n. 34) è considerato irricevibile.
L'emendamento rubricato n. 35) è considerato irricevibile.
Dichiaro aperta la discussione generale sugli emendamenti e sull'articolo 7.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

L'articolo 7 definisce la Direzione generale.
Secondo noi, anche in relazione all'emendamento presentato, è importante definire il limite di retribuzione che si prevede per le figure della nuova governance delle ATC.
Sotto questo profilo, ci sembra una svista sostanziale non aver previsto, nella proposta di legge, la definizione delle forme di retribuzione o, almeno, di un limite di costo complessivo dei nuovi organi di governo delle nuove entità istituite.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Va bene non ricevere tutti gli emendamenti e le varie proposte, per come diceva giustamente il collega, nel momento in cui si affronta l'unico vero provvedimento, quello di modifica della struttura delle ATC, l'aspetto economico, visto che tutto è partito con un fine sostanziale di risparmio forse l'aspetto più doveroso che compete alla maggioranza è toccare ed evidenziare gli aspetti retributivi.
Tutto è partito dal fine di iniziare un piano di risparmio, un piano di razionalizzazione, però questi sono tutti elementi sostanziali che, se sganciati dal provvedimento di partenza, onestamente lo impoveriscono ulteriormente.
A questo punto, benissimo, razionalizziamo, lasciamo quello che c'è, ma obiettivamente, se si vuole dare un segnale reale, allora si dia un segnale anche su quelli che sono i costi.
Come chiediamo sacrifici a tutti, credo che anche gli organi amministrativi di ATC e di altri contesti devono iniziare ad andare verso questa strada.
Naturalmente, ci pronunciamo in modo assolutamente favorevole all'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Questo è un altro emendamento di merito che dà un'indicazione di puro buonsenso. Un intervento legislativo che, lo ricordiamo ancora una volta punta ad eliminare sprechi e a razionalizzare risorse, perché non deve prevedere un tetto massimo per la retribuzione di una figura apicale amministrativa come quella del Direttore generale.
E' semplicemente coerente con l'impostazione del disegno di legge.
Noi davvero invitiamo la maggioranza a prendere atto che si tratta di proposte concrete di buonsenso e che non c'è alcuna resa politica o alcuna onda a recepirle, nella misura in cui sarebbe solo manifestazione di un atteggiamento di condivisione di scelte che, se poi portano solo l'applicazione di un principio di razionalità amministrativa e di taglio di sprechi, evidentemente possono solo essere un buon terreno di confronto.
Davvero invito la Giunta a pensare di recepire alcune di queste indicazioni. Capisco l'irrigidirsi di fronte ad un atteggiamento ostruzionistico, ma a fronte del recepimento di indicazioni di oggettivo buonsenso, che non credo incontrino nel merito un'ostilità politica, da quel punto di vista non c'è motivo di non votarle e di non accoglierle anche perché, come è stato annunciato, saranno comunque oggetto di atti di indirizzo successivi.
Per questo motivo, dimostrare di affrontare nel merito la questione posta in sede di emendamento è un atteggiamento di grande maturità che la maggioranza può dimostrare in questo frangente.



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire la Vicepresidente del Consiglio regionale Ruffino, in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Come è stato detto, è un emendamento di merito, è chiaro e contiene una richiesta precisa.
Se quest'emendamento non venisse accolto, personalmente mi sentierei di dover chiederne la motivazione. Infatti, avrei la necessità di capire, a fronte della riduzione delle ATC, perché, eventualmente - io spero di no un emendamento del genere possa non venire accolto, prevedendo un reinvestimento dei risparmi sulle tantissime attività che ci siamo detti oggi in quest'aula.
Ritengo sia un emendamento che, al di là del "sì" o del "no", richieda in qualche modo una risposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Devo dire la verità: mi dispiace che, a questo punto, non si chiuda oggi la discussione. Ovviamente, per me è stata anche, purtroppo, una mancata occasione, lo dico anche all'opposizione. Se, al contrario avessimo nominato e, poi, fatto la riforma, saremmo stati accusati di un bluff politico, invece siamo partiti; sappiamo benissimo che dobbiamo riaffrontare tanti dei temi che avete posto, ma dovevamo fare questa riforma urgentemente, altrimenti non avremmo potuto subito procedere con le nomine.
Però, non è che in questa riforma non si vedano già i veri costi, alla fine, dimezzati. Con l'ATC di Biella, il costo del direttore, quella di Novara e quella di Vercelli stiamo parlando di 294 mila euro; è chiaro che i 93 mila euro di Biella e di Vercelli, in qualche modo, sono una spesa in meno. Già oggi possiamo calcolare che, tra Alessandria, Asti e Cuneo considerando 107 mila euro a direttore, più o meno il risparmio è di 322 mila euro.
Considerando solo i direttori, partiamo da un risparmio netto di 400 mila euro, poi potrebbe esserci una delibera di Giunta, che mi pare sia ancora ferma a qualche anno fa, ne discutevamo con gli altri Capigruppo di maggioranza. Certo, si potrà reintervenire su un merito che, tra l'altro raccoglie parte della discussione già oggi, però, sarebbe stato sbagliato omettere questo dato.
Spero che nelle prossime sedute si voglia addivenire a un confronto diverso. Come sapete, abbiamo raccolto molti degli aspetti di cui si è detto e speriamo nei prossimi mesi di affrontare il tema della casa in modo diverso.
Certo è che se avessimo agito in senso opposto, cioè se, come tanti avessimo nominato queste ATC, avessimo detto che poi volevamo risparmiare e avessimo legiferato successivamente, non credo avremmo preso i vostri applausi. Quindi, almeno rispettate anche la nostra coerenza, fidatevi anche noi avremmo avuto tanti emendamenti di merito sulla questione "casa".
Spero non sia questa la sfida all'infinito, anche perché rilevo che sono di nuovo le sette di sera e, oggi, non abbiamo fatto neanche una legge, e questo mi dispiace molto. Grazie.



PRESIDENTE

Chiedo se ci sono interventi per dichiarazione di voto sull'emendamento n. 16) e sull'articolo.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo per esprimere, ovviamente, il voto favorevole sull'emendamento presentato, ma anche per svolgere qualche breve considerazione sul merito. Giustamente, il collega Grimaldi diceva che "se non avessimo fatto il provvedimento, staremmo qui a discutere del niente".
Nessuno ha messo in discussione il provvedimento, non casualmente non c'è stato un voto contrario sul provvedimento.
Ci permettiamo di dire che riconosciamo anche un aspetto, che, se vogliamo, poteva essere oggetto di una delibera, perché la legge regionale già conteneva un mandato alla Giunta per la razionalizzazione. Però, credo che le leggi siano qualcosa da affrontare - non che sia mancata la serietà è sbagliato il termine "serietà" - con un certo approfondimento. Il percorso per l'approvazione di una legge regionale non è breve, lo abbiamo visto per il disegno di legge n. 2 di questa legislatura, da quando è stato licenziato dalla Giunta a quando siamo andati in Commissione, viene assegnato un tempo.
Oggi, avremmo potuto impegnare una parte del tempo anche per discutere gli emendamenti che sono stati illustrati e, successivamente, su quelli addivenire alla votazione, accogliendone alcuni, ovviamente, parlo di quelli che sono stati presentati, so bene che anche molti colleghi di maggioranza avrebbero potuto presentare degli emendamenti. Affronteremo la questione negli emendamenti successivi, che volutamente sono articoli aggiuntivi. Noi riteniamo che oggi si dovesse fare la nuova legge n. 3 del Piemonte, perché comprendiamo i tempi e la priorità di razionalizzazione.
Si poteva fare un'altra cosa: alla priorità di razionalizzazione inserire qualche - secondo noi - buon suggerimento che è stato dato, altri potevano provenire dalla maggioranza, così da inserire una o due misure legislative urgenti su cui la Giunta poteva cominciare a lavorare.
Come dicevo prima, non siamo un ente locale, dove quando la delibera è approvata dal Consiglio tutto parte; la Regione è un ente un po' più lento perché dopo l'approvazione della legge occorrono le delibere attuative.
Quando l'Assessore ci presenterà il nuovo disegno di legge n. 3 - posto che la competenza rimane sempre in capo al Consiglio per l'approvazione e alla Giunta in termini di proposta, ma anche i Gruppi possono avanzare una proposta - forse ci renderemo conto che alcune di quelle misure che conterrà avremmo già potuto votarle oggi, unendo sia la razionalizzazione che l'offerta di qualche opportunità abitativa in più ai cittadini piemontesi attraverso determinate misure. Era quello che chiedevamo, ed è quello che chiediamo. Invece, gli emendamenti che affronteremo la prossima settimana interverranno rispetto a misure per l'erogazione di strumenti di facilitazione al mantenimento-ottenimento dell'abitazione.
Questo è il tema su cui, oggi, secondo noi, questo Consiglio regionale ha mancato; non ci sfugge che ne è stato raggiunto un altro, però, secondo noi, non è sufficiente.
Allora, quando si raggiunge solo un obiettivo e se ne esulano altri, il timore è che ci sia più una volontà di buona comunicazione rispetto ad altro.
Concludo. Questa - che, però, è più significativa - CORESA e la riduzione dei collegi sindacali nelle ASL sono le priorità del Piemonte? Io non credo. Ormai, le elezioni le avete vinte da qualche mese; credo che oggi, qualche misura urgente andrebbe affrontata.
In ultimo, noi affronteremo un assestamento di bilancio che non ha un euro sullo sviluppo economico. Questa è una priorità contenuta nel programma e che il Presidente Chiamparino ha indicato quando è stata eletta la Giunta: non c'è un euro! Conosciamo benissimo le condizioni drammatiche che state affrontando, e che stiamo affrontando, non casualmente, oggi, il Vicepresidente ha portato un disegno di legge di ristrutturazione del debito. Però, nella difficoltà dobbiamo essere bravi - non è semplice - con poche risorse a badare alle priorità: la famiglia, le politiche sociali, lo sviluppo economico. Queste sono le priorità della nostra Regione, con i pochi soldi dobbiamo cercare di fare anche questo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il Consigliere Campo.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere, sono le ore 19 e io sono abituato a non contrastare il buon senso.
Consigliere, chiedo la sua attenzione: io sono abituato a non contrastare il buon senso, non credo sia corretto lasciare un articolo aperto, manca solo la votazione, glielo chiedo gentilmente: facciamo riferimento al buon senso e andiamo avanti.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Non sono d'accordo con lei, Consigliere Bono, sono profondamente dispiaciuto.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

L'altra volta ho dato ragione a lei, ho interrotto la discussione.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

No, l'altra volta ho interrotto la discussione.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
In prima battuta, vorrei rispondere al Presidente di Gruppo Grimaldi il quale ha già mostrato in Commissione una certa insofferenza per quelle che sono, a nostro avviso, le prerogative dell'opposizione di cercare comunque di portare il proprio contributo ai disegni di legge che vengono proposti.
Il parametro di valutazione dell'efficacia del lavoro del Consiglio o di una Commissione non è il numero di leggi che vengono approvate nell'unità di tempo, bensì la qualità delle leggi e la partecipazione di tutte le parti politiche alla redazione e all'approvazione delle stesse.
Soprattutto su questa legge, dove già in Commissione, come per la famosa variazione di bilancio di 700 milioni, dicemmo che veniva concesso pochissimo tempo per valutare il merito della questione e per proporre emendamenti. In ogni caso, non abbiamo comunque fatto ostruzionismo: abbiamo presentato 18 emendamenti in Commissione e solo tre oggi; peraltro abbiamo votato nel merito anche gli emendamenti presentati dalle altre opposizioni, riconoscendo il valore di alcune delle proposte avanzate. Ci sarebbe piaciuto un atteggiamento di questo genere anche da parte della maggioranza.
Non capisco perché non si possano proporre emendamenti da parte della maggioranza anche su un disegno di legge urgente: se lo approviamo nel prossimo Consiglio, non significa che non rispettiamo l'urgenza del provvedimento! Tutto sommato, mi sembra che non vi siano estremi per criticare le opposizioni, né per sostenere che sia stato fatto ostruzionismo.
Quanto alla dichiarazione di voto su quest'emendamento, pur non essendo un nostro emendamento, nel merito lo riteniamo valido, per cui voteremo favorevolmente. Grazie.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Chiediamo l'appello nominale.



PRESIDENTE

D'accordo.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SI 11 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 7, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Buona serata a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.08)



PRESIDENTE

INDICE



PRESIDENTE

Interrogazione a risposta immediata n. 51 presentata dal Consigliere Ottria, inerente a "Futuro delle Terme di Acqui S.p.A." pag. 1



PRESIDENTE

Interrogazione a risposta immediata n. 55 presentata dal Consigliere Mighetti, inerente a "Preoccupazione per il futuro delle Terme di Acqui" pag. 1



PRESIDENTE pag. 1

OTTRIA Domenico (Partito Democratico) pag. 1 MIGHETTI Paolo (Movimento 5 Stelle) pag. 2 DE SANTIS Giuseppina, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale* pag. 3 Interrogazione a risposta immediata n. 52 presentata dal Consigliere Ravetti, inerente a "Futuro di Expo Piemonte S.p.A." pag. 4



PRESIDENTE pag. 4

RAVETTI Domenico (Partito Democratico)* pag. 4 DE SANTIS Giuseppina, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale* pag. 5 Interrogazione a risposta immediata n. 53 presentata dalla Consigliera Porchietto, inerente a "Fondi BEI - Anticipazione fondi compensazione per la Val Susa" pag. 5



PRESIDENTE pag. 6

PORCHIETTO Claudia (Forza Italia) pag. 6 DE SANTIS Giuseppina, Assessore alle attività produttive* pag. 6 Interrogazione a risposta immediata n. 50 presentata dal Consigliere Gariglio, inerente a "Assunzioni in SCR Piemonte S.p.A." pag. 7



PRESIDENTE pag. 7

GARIGLIO Davide (Partito Democratico) pag. 7 DE SANTIS Giuseppina, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale* pag. 8 Interrogazione a risposta immediata n. 54, presentata dal Consigliere Bono inerente a "Legittimità della nomina del Presidente del C.d.A. di SITO S.p.A. da parte di Finpiemonte Partecipazioni S.p.A., ai sensi del DL 90/2014 convertito in L. 114/2014" pag. 8



PRESIDENTE pag. 8

BONO Davide (Movimento 5 Stelle) pag. 8 DE SANTIS Giuseppina, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale* pag. 9 Interrogazione a risposta immediata n. 56 presentata dal Consigliere Campo inerente a "Lettera dell'Associazione Amici dell'Ospedale S.S. Annunziata di Savigliano (CN)" pag. 10



PRESIDENTE pag. 10

CAMPO Mauro (Movimento 5 Stelle) pag. 10



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità pag. 11

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale pag. 13 Congedi pag. 13 Proseguimento esame disegno di legge n. 2, inerente a "Riordino delle Agenzie Territoriali per la Casa. Modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale)" pag. 13



PRESIDENTE pag. 13



VIGNALE Gian Luca (Forza Italia) pag. 14

RUFFINO Daniela (Forza Italia) pag. 15 MARRONE Maurizio (Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale) pag. 15 BERUTTI Massimo (Forza Italia) pag. 16 GANCIA Gianna (Lega Nord-Basta Euro) pag. 17



VIGNALE Gian Luca (Forza Italia) pag. 18

RUFFINO Daniela (Forza Italia) pag. 19 MARRONE Maurizio (Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale) pag. 19 BERUTTI Massimo (Forza Italia) pag. 20



VIGNALE Gian Luca (Forza Italia) pag. 21

RUFFINO Daniela (Forza Italia) pag. 21 MARRONE Maurizio (Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale) pag. 22 GANCIA Gianna (Lega Nord-Basta Euro) pag. 23 BERUTTI Massimo (Forza Italia) pag. 23



VIGNALE Gian Luca (Forza Italia) pag. 24



VIGNALE Gian Luca (Forza Italia) pag. 25

BENVENUTO Alessandro (Lega Nord-Basta Euro) pag. 26 RUFFINO Daniela (fuori microfono) (Forza Italia) pag. 26 RUFFINO Daniela (Forza Italia) pag. 27 MARRONE Maurizio (Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale) pag. 27 BERUTTI Massimo (Forza Italia) pag. 28



VIGNALE Gian Luca (Forza Italia) pag. 29

RUFFINO Daniela (Forza Italia) pag. 29 GANCIA Gianna (Lega Nord-Basta Euro) pag. 30 MARRONE Maurizio (Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale) pag. 30



VIGNALE Gian Luca (Forza Italia) pag. 31

RUFFINO Daniela (Forza Italia) pag. 32 BENVENUTO Alessandro (Lega Nord-Basta Euro) pag. 33 MARRONE Maurizio (Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale) pag. 33 BERUTTI Massimo (Forza Italia) pag. 34



VIGNALE Gian Luca (Forza Italia) pag. 34

BENVENUTO Alessandro (Lega Nord-Basta Euro) pag. 35 RUFFINO Daniela (Forza Italia) pag. 35 GANCIA Gianna (Lega Nord-Basta Euro) pag. 36 MARRONE Maurizio (Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale) pag. 36



VIGNALE Gian Luca (Forza Italia) pag. 37

RUFFINO Daniela (Forza Italia) pag. 38



VIGNALE Gian Luca (Forza Italia) pag. 39

RUFFINO Daniela (Forza Italia) pag. 40 GANCIA Gianna (Lega Nord-Basta Euro) pag. 40 BERUTTI Massimo (Forza Italia) pag. 41 BENVENUTO Alessandro (Lega Nord-Basta Euro) pag. 42



VIGNALE Gian Luca (Forza Italia) pag. 42



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa (Partito Democratico) pag. 43



VIGNALE Gian Luca (Forza Italia) pag. 45

BONO Davide (Movimento 5 Stelle) pag. 46 MIGHETTI Paolo (Movimento 5 Stelle) pag. 47 CAMPO Mauro (Movimento 5 Stelle) pag. 48 BERTOLA Giorgio (Movimento 5 Stelle) pag. 48 ANDRISSI Gianpaolo (Movimento 5 Stelle) pag. 49 VALETTI Federico (Movimento 5 Stelle) pag. 49



VIGNALE Gian Luca (Forza Italia) pag. 50



VIGNALE Gian Luca (Forza Italia) pag. 52

MARRONE Maurizio (Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale) pag. 52 GARIGLIO Davide (Partito Democratico) pag. 53



VIGNALE Gian Luca (Forza Italia) pag. 54



VIGNALE Gian Luca (Forza Italia) pag. 55



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa (Partito Democratico) pag. 56

BONO Davide (Movimento 5 Stelle) pag. 58 CAMPO Mauro (Movimento 5 Stelle) pag. 59 MIGHETTI Paolo (Movimento 5 Stelle) pag. 60 VALETTI Federico (Movimento 5 Stelle) pag. 60 BONO Davide (Movimento 5 Stelle) pag. 61 CAMPO Mauro (Movimento 5 Stelle) pag. 62 MIGHETTI Paolo (Movimento 5 Stelle) pag. 63 BERUTTI Massimo (Forza Italia) pag. 64



VIGNALE Gian Luca (Forza Italia) pag. 64



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa (Partito Democratico) pag. 65



VIGNALE Gian Luca (Forza Italia) pag. 66

CAMPO Mauro (Movimento 5 Stelle) pag. 67 BERUTTI Massimo (Forza Italia) pag. 67 MARRONE Maurizio (Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale) pag. 68 RUFFINO Daniela (Forza Italia) pag. 69 GRIMALDI Marco (Sinistra Ecologia Libertà) pag. 69



VIGNALE Gian Luca (Forza Italia) pag. 70

CAMPO Mauro (Movimento 5 Stelle) pag. 72 N.B.-L'asterisco indica che il testo dell'intervento è stato restituito corretto dall'oratore.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI 16/09/2014,X/007,II


Argomento: Acque minerali e termali

Interrogazione a risposta immediata n. 51 presentata dal Consigliere Ottria, inerente a "Futuro delle Terme di Acqui S.p.A."

Argomento: Acque minerali e termali

Interrogazione a risposta immediata n. 55 presentata dal Consigliere Mighetti, inerente a "Preoccupazione per il futuro delle Terme di Acqui"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
51, presentata dal Consigliere Ottria.
Sullo stesso argomento il Consigliere Mighetti ha presentato l'interrogazione a risposta immediata n. 55.
La parola al Consigliere Ottria al quale ricordo che ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 51.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione che ho presentato riguarda il futuro delle Terme di Acqui.
Premesso che l'intervista di giovedì 11 settembre u.s. sul quotidiano La Stampa e pubblicata su tutte le edizioni provinciali il Presidente Chiamparino lasciava intendere per le Terme di Acqui un futuro che prevede la vendita totale delle quote di Finpiemonte a soggetti privati l'attività delle Terme svolge un ruolo centrale e decisivo per il futuro dell'intero territorio sotto il profilo economico e sociale, non tanto per le dimensioni dell'attività societaria quanto per l'indotto e l'identità stessa della città di Acqui e dell'Acquese questo ruolo è accentuato dalla ormai lunga fase di deindustrialiazzazione che ha segnato l'intera area, ma anche dalle potenzialità turistiche storico-paesaggistiche ed enogastronomiche del nostro territorio (che non a caso è nella buffer zone dell'Unesco) nel corso di questi anni, sia con numerosi interventi nell'amministrazione della Città di Acqui, sia con convegni pubblici, si sono individuati i punti necessari per rilanciare l'attività delle Terme, consentendone così la piena espressione della loro grande potenzialità si è identificato quanto sia indispensabile avvalersi di un partner privato di alto profilo professionale, ben presente sul mercato mondiale di riferimento e dotato di adeguata capacità finanziaria, in modo da sollevare il bilancio regionale, ma soprattutto avviare, attraverso la realizzazione di un adeguato progetto industriale, un reale processo di sviluppo dell'intera attività turistica, strategico per l'Acquese, l'Alessandrino e per la nostra regione quanto precedentemente esposto è stato anche materia della recente campagna per le elezioni regionali, essendo il futuro delle Terme tema cardine della politica dell'intera zona dell'Acquese considerato che è indispensabile la tutela pubblica del regime delle acque termali, realtà assai complessa sotto il profilo geologico-ambientale urbanistico e giuridico e che la mano pubblica debba riservarsi la possibilità di un effettivo monitoraggio della realizzazione di un tale piano, anche in considerazione dei cospicui investimenti pubblici operati nel recente passato (le Terme sono state oggetto di numerosi contributi pubblici che i cittadini hanno pagato) lo scorso 22 luglio è stato presentato agli Assessori regionali competenti uno specifico dossier che illustra dettagliatamente la complessa tematica e le proposte del territorio acquese inerenti alle possibili forme e modalità di privatizzazione dell'attività di questa società partecipata dalla Regione, che - possedendo l'80% delle quote - ha pienamente in mano il futuro dell'impresa stessa sottolineato che in riferimento all'articolo precedentemente citato, la comunicazione di decisioni presentate come irrevocabili ed unilaterali debbano essere maggiormente condivise con i territori interessati interroga l'Assessore competente per sapere quali siano gli orientamenti della Regione in merito al mandato che la stessa affiderà all'Amministratore unico della Società Terme di Acqui Terme di prossima nomina. Grazie.



PRESIDENTE

Do ora la parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 55, affinché l'Assessore possa rispondere ad entrambe le interrogazioni.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Intervengo molto brevemente, perché il Consigliere Ottria ha già delineato il quadro della situazione; la mia interrogazione è molto più precisa e si collega al quadro già pronunciato.
E' bene specificare che negli ultimi vent'anni l'amministrazione delle Terme si è basata su Consigli d'Amministrazione di nomina politica, che hanno portato le Terme ad un progressivo indebolimento, sia della società che del tessuto economico basato sull'indotto delle Terme. Sostanzialmente la debolezza dei Consigli d'Amministrazione, improntati ad un attendismo volto ad una futura privatizzazione ha condotto essenzialmente a questa situazione.
In virtù di quanto abbiamo potuto apprendere dalle testate giornalistiche, oggi vogliamo porre una domanda. A nostro giudizio, la scelta di un Amministratore unico - è una scelta plausibile, anzi, che potrebbe determinare uno snellimento dell'organo decisionale delle Terme deve essere condizionata da una sua effettiva competenza. Che sia un tecnico non ci lascia tranquilli, nel senso che alle Terme di Acqui abbiamo bisogno di un esperto del settore turistico-alberghiero, che porti avanti un discorso univoco, che non sia quello della provvisorietà, ma di rilancio immediato.
Non entro nel merito della questione "cessione quote", che è tutto un discorso a parte, già trattato dal Consigliere Ottria, ma qualunque società che si trovi in uno stato di non funzionalità e di non guadagno chiaramente, viene venduta ad un prezzo stracciato, che non è il suo oppure a chi non è interessato all'attività turistico-alberghiera, ma a beni collaterali dell'azienda, che fanno gola, magari, al classico imprenditore del settore immobiliare.
La domanda è precisa: nella scelta dell'Amministratore unico sarà necessaria la specifica competenza nel settore turistico-alberghiero? Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente e Consiglieri.
Come probabilmente i Consiglieri sanno - almeno alcuni - anche meglio di me, che sono Assessore da metà giugno, la situazione delle Terme di Acqui è complicata e lo è da tempo. Ricordo, per memoria, le chiusure degli ultimi esercizi, che sono negative per 1.081.000 euro e rotti nel 2011 1.282.000 euro e rotti nel 2012 e 650 mila euro (il bilancio non è ancora stato approvato dall'Assemblea) nel 2013.
Soltanto negli ultimi tre anni sono circa tre milioni di perdite, che sono state ripianate pro quota dalla finanziaria regionale, Finpiemonte Partecipazioni, cui fanno capo le quote.
Ad oggi, nell'attuale gestione della società, non risulta alcuna concreta prospettiva di inversione di questa tendenza.
Tanto per fare il quadro della situazione, sono già state approvate delle norme, altre se ne preannunciano nella prossima legge di stabilità in base alle quali la Regione Piemonte, come gli altri Enti locali, non potrebbe più detenere (sarebbe anzi costretta a liberarsene velocemente) partecipazioni in società che non attengano alle funzioni essenziali della Regione stessa. Certamente, non si può pensare che l'esercizio di un'attività in materia termale rientri nelle funzioni essenziali della Regione.
Il punto di partenza del nostro ragionamento è il seguente: voi sapete meglio di me che questa situazione negativa, dal punto di vista dei conti si è tradotta anche in grande precarietà ed incertezza per il futuro dei dipendenti della società Terme di Acqui e, dall'altro lato, a maggior ragione, per l'insieme dell'indotto potenzialmente attivabile da una società che invece funzioni.
La considerazione da cui siamo partiti è che non è immaginabile che ci che, secondo esperienza e dati di sviluppo di questo settore (intendo il settore termale), nel resto del mondo e nel resto d'Italia può essere una vera opportunità di sviluppo per un territorio, per l'attività diretta e per l'indotto che suscita, si riduca invece, nel caso delle Terme di Acqui ad una perdita continua che va ripianata dalle casse regionali, ricadendo alla fine, sulla collettività. Non solo, cioè, non produce crescita sviluppo, opportunità di lavoro, ma addirittura produce un costo per l'Ente pubblico e, quindi, in realtà, per i cittadini piemontesi.
Noi riteniamo che questa situazione non possa prolungarsi in questa forma. La nostra scelta è quella di esperire una procedura pubblica trasparente, che tuteli anche il valore del patrimonio pubblico rappresentato dalle Terme, per individuare un soggetto privato che sia capace di valorizzare questo patrimonio.
I giornali hanno scritto un po' di cose varie. La formula con la quale questo soggetto privato verrà individuato (intendesi vendita totale o parziale delle quote, affitto di ramo d'azienda, altre soluzioni ipotizzabili) non è stata, ad oggi, individuata; pertanto, quello che i giornali possono aver scritto sul punto è, ad oggi, improprio.
L'Amministratore Unico verrà nominato il 25 settembre. L'assemblea della società è convocata il 25 settembre per approvare il bilancio e lì Finpiemonte Partecipazioni dovrà dare la continuità aziendale, ossia - in sostanza - garantire la copertura del deficit ancora per un anno e modificare lo Statuto, consentendo che venga nominato non un Consiglio, ma un Amministratore Unico.
L'Amministratore Unico che noi individueremo di qui ad allora avrà come mandato quello di gestire questa transizione societaria. E' una nomina che noi immaginiamo di breve periodo, non di lunga durata, poiché vorremmo non doverci trovare fra 12 mesi, all'approvazione del bilancio 2014, nella stessa situazione in cui siamo oggi.
Vorremmo chiudere quest'operazione nel giro dei prossimi mesi.
La competenza che noi cerchiamo non è una competenza specifica attinente al settore turistico-alberghiero, perché non pensiamo che il compito di questo Amministratore Unico sarà quello di fare il manager della società, bensì quello di gestire la transizione e l'ingresso di un soggetto privato, garantendo appunto le cose che ho detto: la trasparenza della procedura e la tutela del valore che le Terme rappresentano per il territorio. Aggiungo il tema UNESCO, lì vicino, che viene ricordato anche dal Consigliere Ottria.
Riteniamo, pertanto, ci possano essere le condizioni per trasformare le Terme di Acqui da fonte di perdita per il bilancio della Regione ad opportunità di sviluppo per il territorio.
Su questa base nomineremo l'Amministratore Unico.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Celebrazioni Manifestazioni Anniversari Convegni

Interrogazione a risposta immediata n. 52 presentata dal Consigliere Ravetti, inerente a "Futuro di Expo Piemonte S.p.A."


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 52 presentata dal Consigliere Ravetti, che ha la parola per l'illustrazione.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Con quest'interrogazione portiamo in Aula, oggi, una fotografia della crisi del distretto orafo valenzano. Tra le tante crisi italiane, e ovviamente piemontesi, quella del distretto orafo valenzano è una crisi particolare, perché la città di Valenza e i paesi vicini a quella città hanno costruito, nel tempo (negli ultimi decenni), l'intera economia attorno a quella produzione, a quel tipo di artigianato.
Oggi si parla di reti di protezione sociale, ci si impegna ad immaginare, cioè, al centro della discussione del distretto valenzano, più che il futuro di quell'artigianato, il futuro delle reti di protezione sociale per tutte le nuove fragilità che popolano quel distretto.
Negli ultimi anni, nell'ultimo decennio (dieci anni fa, in particolare), fu immaginata la costruzione di un centro espositivo polifunzionale con sede a Valenza: quello era il periodo di massima espansione, di maggiore ricchezza e produttività. Ritengo che, oggi pensare al futuro, alla rinascita del distretto orafo valenzano significhi anche pensare al futuro di quel centro espositivo, nato negli anni del benessere, ma che attualmente si trova nel punto di maggiore caduta produttiva di quel settore.
Ponendo al centro della discussione quella crisi, sapendo che non sarà una sola scelta a permettere di costruire un futuro diverso per quei territori, ma dovranno concorrere diversi soggetti e il fronte sul quale dovremo impegnarci sarà un fronte molto largo, quindi dovremo chiedere il contributo di tutti, chiedo - Assessore - rispetto a quella struttura, se la Giunta ha un orientamento di massima, generale, per il futuro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale La storia di Expo Piemonte è stata ripercorsa dal Consigliere interrogante. Anche in questo caso, sono costretta a ricordare dei dati che evidenziano una perdita di 696.000 euro nel 2011, di quasi 945.000 nel 2012, e di 922.000 nel 2013.
L'altro dato di da cui, purtroppo, dobbiamo partire è che l'ipotesi di ricapitalizzazione che oggi è sottoposta ai soci di Expo Piemonte - e quindi, nel caso di specie, a Finpiemonte Partecipazioni - non vede alcuna disponibilità di adesione, per quanto a noi risulta, dei soggetti presenti sul territorio.
Noi dobbiamo partire dal fatto che, per quanto ci risulti oggi, non vi è interesse, né fiducia del territorio, nell'utilità di quella struttura nella sua effettiva utilizzabilità e nella sua rispondenza oggi alle necessità del quel territorio.
Immaginare, pertanto, anche in questo caso, di continuare a ripianare deficit - ricordo che questa società non ha dipendenti, ha solo un Consiglio di Amministrazione - a fronte di un non interesse di quell'area la quale area evidenzia, come ricordava il Consigliere, altri problemi e forse anche altre priorità, è un tema sul quale noi non possiamo fare a meno di interrogarci.
Non ripeto qui quanto ho detto prima sulle funzioni fondamentali ed essenziali della Regione sulle partecipate che entrano o non entrano nel perimetro di queste funzioni fondamentali.
Nella sostanza, è convocata un'assemblea - il 26 settembre - che ha all'ordine del giorno la ricapitalizzazione: se dai soci dovessero pervenire progettualità, proposte o disponibilità ad investire, potremmo anche prendere in considerazione l'idea di continuare l'impegno. Ma se dagli altri soci e se dal territorio non viene né un'ipotesi di utilizzo né la disponibilità ad investire risorse, né qualsivoglia disponibilità ad utilizzare quella struttura in maniera tale da riportare in attivo il conto economico della società che la gestisce, non abbiamo altra scelta se non quella di prendere atto della situazione e di valutare le decisioni conseguenti, fino alla messa in liquidazione della società, se non si manifesta, in primo luogo dal territorio, nessun tipo di interesse o di fiducia nelle prospettive della società medesima.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Interrogazione a risposta immediata n. 53 presentata dalla Consigliera Porchietto, inerente a "Fondi BEI - Anticipazione fondi compensazione per la Val Susa"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 53, presentata dalla Consigliera Porchietto, che la illustra.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Mi rivolgo direttamente all'Assessore, anche perché conosco la sua competenza in merito e credo che due riflessioni sulle tematiche dei fondi della Banca Europea per gli Investimenti siano significativi per la nostra Regione.
In realtà, ho tratto spunto da quella che è stata un'intervista pubblicata su La Stampa non più tardi di dieci giorni fa (se non erro, era il 4 settembre) in cui il Vicepresidente Scannapieco (tra l'altro è italiano) riportava come la nostra comunità italiana abbia utilizzato molto i fondi BEI, ma che in realtà mancano grandi progetti. Mancano quelli che sono dei progetti sostenibili dalla comunità, mentre molto spesso ricorriamo all'utilizzo di questi fondi, così come ha fatto anche la Regione Piemonte negli anni passati, per sostenere le nostre piccole e medie imprese.
Sicuramente è fondamentale questa linea, vale a dire continuare ad utilizzare questi fondi, cosa che, tra l'altro, la nostra Regione negli anni ha saputo fare molto bene: siamo una di quelle Regioni che, attraverso i fondi, è riuscita a finanziare più interventi, in particolare sulle piccole e medie imprese. Mancano, però, progetti validi a livello nazionale. L'unico, come si riportava, è stato quello per l'autostrada Brebemi, da poco inaugurata in Lombardia, con un affidamento da parte di BEI di 700 milioni di euro.
L'interrogazione, quindi, si rivolge proprio a questo, chiedendo sia al Presidente che all'Assessore di valutare la possibilità di intervenire insieme alla BEI, per finanziare quei progetti sostanziosi ed importanti come il progetto Smart Susa Valley (mi fa piacere che ci sia anche l'Assessore alla sanità, Saitta, che, come Presidente della Provincia aveva sostenuto fortemente). È un progetto importante ed estremamente impegnativo dal punto di vista economico, e potrebbe essere avviato con i fondi di compensazione. Era già partita un'iniziativa con la BEI: si era già iniziato a parlare con la Banca Europea degli Investimenti per far sì che si potessero anticipare i fondi necessari per dar vita a questo grande progetto attraverso un intervento della Banca Europea.
Mi chiedo, quindi, se non sia opportuno, a questo punto, intervenire chiaramente tramite il Governo, affinché le risorse che potranno essere assegnata dalla BEI all'Italia non possano convergere in una quota significativa per far sì che un progetto, che altrimenti rischierebbe di rimanere sulla carta, possa invece diventare un progetto di rilancio di un territorio che economicamente può ancora dare molto. Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore De Santis; ne ha facoltà.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore alle attività produttive Grazie, Presidente.
Com'è noto alla Consigliera Porchietto, per avere, credo direttamente seguito la vicenda in precedenza come Assessore, la storia di questi fondi stanziati per la Val di Susa è lunga e complicata.
Io ho cercato di riprendere le fila di questa vicenda, complicata anche dal fatto che nel frattempo ci sono stati (e soprattutto sono preannunciati) avvicendamenti rispetto ai dirigenti ministeriali a cui questa cosa fa capo, per cui, in questo momento, non si capisce neanche bene chi sono tecnicamente gli interlocutori.
In ogni caso, da quello che vedo e da ciò che mi è stato ricostruito di questa storia, potremmo anche trovarci di fronte agli stessi tipi di problemi (patto di stabilità degli enti locali, difficoltà a spendere eccetera eccetera), cioè alle stesse cose che, in buona sostanza, hanno bloccato il progetto negli anni passati.
E' comunque nostra intenzione riprendere il discorso con il Governo (in parte, informalmente, lo abbiamo già fatto) per capire come sia possibile mobilitare questi fondi.
Certamente, un'ipotesi che si può prendere in considerazione e sulla quale si possono fare delle considerazioni, che valuteremo, è quella eventualmente, di utilizzare (accanto, in sostituzione o sotto forma di anticipazione) dei fondi BEI. E' chiaro, però, che perché la BEI anticipi risorse, occorre che queste risorse da qualche parte siano effettivamente previste come spesa. Su questo occorre ricostruire complessivamente un filo di ragionamento col Governo; attività della quale ci stiamo già occupando e rispetto alla quale penso di poter avere qualche notizia da qui a fine anno.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Interrogazione a risposta immediata n. 50 presentata dal Consigliere Gariglio, inerente a "Assunzioni in SCR Piemonte S.p.A."


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 50, presentata dal Consigliere Gariglio, che la illustra.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
La mia interrogazione ha per oggetto le modalità di gestione della Società di Committenza Regionale SCR Piemonte S.p.A.
Sappiamo che il reclutamento del personale da parte di questa società è soggetto al rispetto dei principi di cui al decreto legislativo n. 163 del 2001, che prevede un'adeguata pubblicità delle selezioni e delle modalità che garantiscano l'imparzialità e assicurino economicità e celerità di espletamento, oltre a meccanismi oggettivi e trasparenti idonei a verificare il possesso dei requisiti.
La società si è dotata anche di uno specifico regolamento in materia di assunzioni, stabilendo dei criteri selettivi improntati ai principi di pubblicità, trasparenza e imparzialità dei centri per il reclutamento del personale delle società pubbliche e definite dall'articolo 18 del decreto legge 112/2008, come convertito.
Tra l'altro, personalmente ritengo che si debba applicare anche a SCR la normativa che limita le assunzioni di nuovo personale, cioè il decreto legge n. 95 del 2012: il cosiddetto decreto legge sulla spending review.
Noi vogliamo sapere dall'Assessore competente se e con quali modalità la società in oggetto ha effettuato, dal 1° gennaio 2014 ad oggi assunzioni di personale. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente.
Posso fornire le informazioni che ho ricevuto dai nostri Uffici secondo le quali, dal 1° gennaio 2014, SCR ha proceduto con l'assunzione di tre dipendenti selezionati attraverso procedure di mobilità, ai sensi della legge n. 147/2013, giusta autorizzazione con nota del Direttore del Gabinetto di Presidenza del 15/4/2014. Nello stesso periodo sono state altresì effettuate tre assunzioni a tempo determinato per sostituzioni di maternità di dipendenti a tempo indeterminato, con diritto alla conservazione del posto di lavoro.
L'individuazione dei soggetti di cui sopra è avvenuta mediante formale richiesta all'Ufficio Provinciale del Lavoro, che ha individuato una rosa di candidati corrispondenti ai requisiti professionali richiesti.
Non è stato avviato, in questo periodo, alcun contratto di collaborazione a progetto. Non so se siate a conoscenza o meno, ma SCR aveva un piano di potenziamento delle strutture, assunzioni, ecc. Rispetto a questo piano, la Giunta ha dato indicazione alla società SCR di sospendere operazioni di assunzione di nuovo personale, in vista di una rivisitazione del ruolo delle funzioni di SCR che questa Giunta sta effettuando e rispetto al quale andranno poi dimensionate le strutture della società.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Interrogazione a risposta immediata n. 54, presentata dal Consigliere Bono inerente a "Legittimità della nomina del Presidente del C.d.A. di SITO S.p.A. da parte di Finpiemonte Partecipazioni S.p.A., ai sensi del DL 90/2014 convertito in L. 114/2014"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 54 presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come ha avuto modo di vedere, il titolo è lungo, ma autoesplicativo, in quanto nell'interrogazione, molto sintetica, chiediamo conto di una nomina di cui siamo venuti a conoscenza tramite organi di informazione, di cui abbiamo chiesto conferma sia a SITO S.p.A. sia a Finpiemonte Partecipazioni.
Al momento, a noi risulta che la nomina sia stata fatta da Finpiemonte ma non ancora vistata dal CDA di SITO, pertanto vorremmo avere ulteriori informazioni in merito da parte della Giunta, riguardo alla legittimità di tale nomina che coinvolge l'ex direttore generale vicario del Comune di Torino (il signor Giambattista Quirico), nominato Presidente di SITO S.p.A.
da Finpiemonte Partecipazioni.
Chiediamo se questa nomina sia legittima, ai sensi dell'articolo 6 del decreto legge 90/2014, convertito in legge 114 dello stesso anno, inerente al divieto di incarichi dirigenziali a soggetti in quiescenza, cioè in pensione. Si tratta, quindi, di una norma molto "renziana" - come si suol dire di questi tempi - nel senso che cerca di produrre un rinnovamento tra i dirigenti, negli incarichi dirigenziali presenti nelle Pubbliche Amministrazioni; norma su cui, peraltro, siamo pienamente d'accordo.
Chiediamo se tale norma, che ovviamente è stata anche rivista nella conversione del decreto, sia compatibile con questa nomina, perché è vero che SITO S.p.A. ha una compartecipazione di Finpiemonte Partecipazioni al 51% (ma anche FS logistica è un'azienda di trasporto privata), ma ci chiediamo se sia stata fatta una valutazione ai sensi del decreto legge anche perché sarebbe una prima assoluta, nel senso che la legge è recente quindi l'interpretazione della legge si potrebbe avere con questa nomina.
Quello che voglio dire è che il principio del decreto legge convertito mi sembra chiaro: fa sì che ci sia un ricambio generazionale e che soggetti in quiescenza - in pensione - non abbiano nuovi incarichi dirigenziali nelle Pubbliche Amministrazioni. Voglio capire se questo decreto è circoscritto, dalle vostre valutazioni (valutazioni che avrà fatto Finpiemonte), solo agli Enti Pubblici, totalmente pubblici, o se, come principio (dal mio punto di vista, sicuramente sì), anche come legge applicabile alle partecipate, che siano controllate o meno.
Ci premeva avere una risposta in questo senso, da parte dell'Assessore.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente.
In questo caso non si tratta di un incarico dirigenziale (se per dirigenziale si intende un ruolo da dirigente, da manager di una società) ma di un incarico in un Consiglio di Amministrazione.
In ogni caso - e mi scuso anch'io per la sfilza di numeri - la verifica sulla legittimità di questa nomina è stata fatta dagli uffici di Finpiemonte Partecipazioni.
A questo punto, leggo per semplicità la nota dei funzionari dell'Assessorato: "L'articolo 6 del DL 90/2012, convertito in legge 114/2014, comporta modifiche all'articolo 5, comma 9, del DL.. 95/2012 e pertanto si applica alle Pubbliche Amministrazioni, di cui all'articolo 1 comma 2 del D.Lgs. n. 165/2011, nonché alle Pubbliche Amministrazioni inserite nel conto economico consolidato dalla P.A., come individuate dall'ISTAT.
I predetti soggetti non possono conferire incarichi dirigenziali o cariche in organi di governo a lavoratori pubblici o privati collocati in quiescenza neanche presso le società da essi controllate".
Il punto di questa lunga sfilza di numeri è che gli enti tenuti al rispetto di questa norma sono nominativamente individuati e individuabili.
SITO non è una società direttamente controllata dalla Regione n Finpiemonte Partecipazioni, competente alla nomina del Presidente di SITO è inserita nell'elenco ISTAT di cui sopra.
Questa verifica, naturalmente, è stata compiuta dai nostri Uffici e dagli Uffici di Finpiemonte, pertanto la norma non risulta applicabile al caso di SITO.
Ad ogni modo, in questa situazione la legge indica un elenco tassativo di soggetti cui questa norma è applicabile. Verificato che né SITO né la controllante Finpiemonte Partecipazioni rientrano in quest'elenco, ne consegue la legittimità della nomina.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 56 presentata dal Consigliere Campo inerente a "Lettera dell'Associazione Amici dell'Ospedale S.S. Annunziata di Savigliano (CN)"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 56, presentata dal Consigliere Campo, che ha la parola per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
La questione nasce da una lettera aperta che è stata inviata poco dopo metà luglio dall'Associazione "Gli amici dell'Ospedale di Savigliano", ma anche da una visita che abbiamo fatto noi del Movimento 5 Stelle, prima delle elezioni, in tutte le strutture ospedaliere del Piemonte, per renderci conto della situazione e per la relazione del nostro programma sul tema.
Questo non è che uno dei tanti fatti puntuali su cui vorremmo che prima o poi, si scoprisse quali sono gli intenti della Regione. La questione dell'Ospedale di Savigliano, in particolare, ci sembra da evidenziare, perché si tratta di una struttura che presenta delle eccellenze e che da alcuni anni, ormai, appare abbastanza negletta, in termini di investimenti, di messa in regola e addirittura di predisposizione di un piano di manutenzione ordinaria.
Di conseguenza, anche un reparto che era un'eccellenza, quale quello di urologia, oggi è lasciato in una situazione sostanzialmente caotica. Il tutto si inserisce nel quadro più complessivo di una discreta confusione su quali siano le strategie che si vogliono mettere in atto riguardo alle strutture ospedaliere e sanitarie in generale del Piemonte.
Siamo forse un po' troppo concentrati sui conti, e non stiamo pensando a quello che, effettivamente, c'è e sta lavorando oggi sul nostro territorio. La domanda che vogliamo rivolgere e portare all'attenzione, è proprio quella: se non si è ancora data risposta alla lettera aperta di questa Associazione.
In particolare, riteniamo che sia da sfruttare la struttura esistente ma, essendoci un piano potenzialmente disponibile, interamente finanziato da privati per la realizzazione di un nuovo ospedale - che metterebbe a disposizione una nuova struttura, chiavi in mano - vorremo sapere se la Giunta regionale, l'attuale governo della Regione, ha già le idee chiare sugli interventi che si possono fare su questa struttura, se intende dare una risposta in tempi brevi - in particolare, ci interessano anche i tempi rispetto alle esigenze che ci sembrano oramai non più dilazionabili per quanto riguarda questa struttura.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

E' evidente che nel dare questa risposta mi toccherà ripetere qualche informazione che ho già dato qui e anche in Commissione. E' opportuno sottolinearlo, per evitare di dare la sensazione che sia la prima volta che parliamo di alcuni argomenti, parlo in termini di carattere generale.
Volentieri fornisco le risposte che mi sono state richieste, per quello che è possibile.
Tuttavia, vorrei far notare che, a mio avviso, questa è un'esigenza di carattere complessivo non soltanto del Consigliere Campo ma di tutti: se dovessimo censire le questioni degli investimenti mancati o dei necessari interventi per la manutenzione, è chiaro che non c'è solo il presidio ospedaliero da lei richiamato, ma c'è un problema di carattere generale.
Volentieri cercherò di dare qualche risposta nel breve tempo che ho a disposizione. Quando si dice "chiediamo alla Regione", credo che dobbiamo chiedere a tutti noi. Sono arrivato da poco, le risorse sono note e le risposte vanno commisurate alle risorse note, anzi, alle risorse che bisogna ancora contenere.
Siamo in piano di rientro da quattro anni. Ciò vuol dire una cosa molto semplice: vuol dire che nel 2010 si è constatato che la Regione Piemonte aveva sfondato dal Fondo Sanitario Nazionale circa il 5% e questa situazione non è stata ancora affrontata. Stiamo lavorando in questo senso e le difficoltà derivano da scelte compiute nel passato.
Veniamo al particolare, per evitare di eludere alle domande che sono state rivolte, anche se l'inquadramento è utile, perché credo che tutti quanti, indipendentemente dal ruolo che riveste maggioranza o opposizione non possiamo che farci carico delle risorse, in modo che le indicazioni che possiamo fornire siano le più coerenti possibili con le risorse date altrimenti è un esercizio sicuramente utile, ma non necessario, perch rischia di essere soltanto utopistico e soltanto di indicazioni non applicabili. Credo che il collega convenga su questo fatto, che è tipico di chi amministra la Regione, che però è amministrata sia dalla maggioranza che dalla minoranza, con posizioni diverse.
L'Associazione Amici dell'ospedale SS Annunziata - Onlus mi hanno scritto il 10 luglio, come tantissimi altri. Ho ricevuto centinaia di lettere, in ognuna sono state avanzate questioni particolari e ho iniziato ad incontrare le varie associazioni (ormai sono a ritmo di 10, 12, 13 incontri giornalieri).
Non riesco a smaltire le tante richieste di incontro, anche perché sono nate delle aspettative. Sono perfettamente a conoscenza che questa associazione è generosa, perché ha contribuito (l'ha scritto nella lettera) a dotare il presidio ospedaliero di arredi e di strutture. L'attività sicuramente è benemerita, pone questioni particolari, tra cui la sistemazione del reparto di urologia, la manutenzione dell'edilizia ordinaria, l'acquisto di una risonanza magnetica, lo sblocco del turnover per il personale medico ed infermieristico. Infine, ha effettuato un'indagine sugli investimenti in conto capitale degli ultimi cinque anni sull'ospedale di Savigliano. Faremo quest'indagine e lo faremo un po' su tutti.
E' chiaro che i temi sono identici. Credo che se il Consigliere Campo dovesse parlarmi delle Molinette mi chiederebbe la stessa cosa: turnover infermieristico, medico, così come per l'ospedale di Rivoli. Certamente si pone un problema di risposte di carattere puntuale.
Come ho avuto modo di dire, abbiamo sospeso la delibera sulla rete ospedaliera, presa qualche giorno prima delle elezioni, abbiamo sospeso la delibera sui primari, abbiamo sospeso la delibera sulle assegnazioni ai privati.
Stiamo rivedendo la delibera sulla scelta della rete ospedaliera sulla base delle indicazioni precise, per fortuna ormai fornite dal Patto della salute e dal suo regolamento di applicazione. Bacini minimi e massimi di utenza per discipline ospedaliere. Stiamo cercando di applicare, alla nostra realtà, questa situazione. Appena il lavoro sarà completo, saremo nelle condizioni di dare delle risposte in funzione non tanto di un consolidato che, magari, è la somma di interventi benemeriti, ma anche magari, di ambizioni legittime di qualche primario, di qualche associazione e di altri ancora.
Saremo in grado di compiere qualche scelta, perlomeno di suggerire qualche scelta, in modo che, all'interno delle risorse disponibili immaginiamo una rete ospedaliera - laddove necessario, non è detto che sia necessario qui, ancora non abbiamo i numeri - in grado di garantire salute.
Questo è il tema, cioè copiamo, come piace dire, quello che succede in Toscana e in Emilia Romagna.
Questo è il quadro. Sicuramente posso dire al Consigliere Campo e a tutto il Consiglio che l'ipotesi di un nuovo ospedale a Lagnasco, la somma degli ospedali di Savigliano e Saluzzo, è, chiaramente, un'indicazione. Se guardiamo all'esperienza del nuovo ospedale Alba-Bra, a Verduno, si è verificato un disastro, non soltanto per la collocazione, ma anche perch gli ospedali di Alba e Bra restano lì e, da quello che si immaginava, non si vogliono neppure vendere e non si potrà finanziare.
La questione della nuova edilizia ospedaliera è piuttosto delicata.
Per adesso, non avendo risorse, consiglio a tutti di fermarci per un attimo, l'obiettivo è di uscire dal piano di rientro. In una prospettiva più lunga, possiamo ragionare, ma abbiamo il problema della razionalizzazione. Non lo escludo, ma credo che l'esperienza ci induca ormai a dire che le indicazioni generiche, di buona volontà, rischiano di produrre danni. Potrei continuare a portare l'esempio di tanti ospedali e di tanta edilizia sanitaria e quello che ha provocato.
Bisogna stare con i piedi per terra per riuscire a compiere azioni serie. Dopodiché, posso garantire che appena abbiamo il quadro preciso della coerenza con il Patto della salute, le indicazioni che emergeranno da questo lavoro saranno oggetto di una consultazione, sicuramente con i Sindaci di Savigliano e Saluzzo, e l'ASL per forza di cose, il Consiglio e le Commissioni: ci sono tutti gli strumenti di partecipazione perch cercheremo di fare un quadro di coerenza motivato, evitando discrezionalità.
Mi pare che il tempo della discrezionalità sia finito, si può reggere un processo di riorganizzazione soltanto se non c'è discrezionalità, ma una coerenza di carattere complessivo.



PRESIDENTE

Invito i Consiglieri che non l'abbiano ancora fatto a firmare il registro delle presenze.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.21 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.22)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Balocco.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Proseguimento esame disegno di legge n. 2, inerente a "Riordino delle Agenzie Territoriali per la Casa. Modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale)"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 2, inerente a "Riordino delle Agenzie Territoriali per la Casa. Modifiche alla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 (Norme in materia di edilizia sociale)", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana è iniziato l'esame del provvedimento.
La relazione di maggioranza è stata svolta dal Consigliere Corgnati; quella di minoranza dal Consigliere Bono.
E' stata svolta la discussione generale, alla quale è seguita la replica dell'Assessore Ferrari.
Abbiamo iniziato l'esame dell'articolato e degli emendamenti ad esso collegati.
E' stato poi approvato l'articolo 1.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 22) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Marrone, Ruffino, Berutti, Vignale, Gancia, Benvenuto: Articolo 2 Al comma 1, dell'articolo 28, della l.r. 3/2010, come sostituito dal comma 1, dell'articolo 2, del disegno di legge n. 2, le parole "vengono riordinate" sono sostituite dalle seguenti: "sono riorganizzate".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
I colleghi vedranno che l'emendamento rubricato n. 22) - come per la verità anche gli emendamenti n. 23), 24) e 25), che riguardano quest'articolo ma che non illustro perché illustro esclusivamente il n. 22) è certamente un emendamento non di sostanza, nel senso che modificare le parole "vengono riordinate" con le parole "sono riorganizzate" non cambia assolutamente nulla nel testo.
Era nostra volontà, come anche è stato fatto nell'articolo 1, ritirare una serie di emendamenti che in realtà erano stati presentati per un timore di accoglimento o meno degli emendamenti stessi.
Devo dire che intendiamo discutere questi emendamenti perché è piaciuta poco l'attenzione dedicata all'attività emendativa sull'articolo 1 bis. Che degli emendamenti vengano respinti sta nella logica dei lavori di quest'Aula, ma che - come abbiamo già avuto modo di dire anche nella seduta passata - rispetto ad alcuni emendamenti presentati la risposta da parte della Giunta sia stata "tanto affronteremo un altro provvedimento, quindi li bocciamo", ci sembra una risposta superficiale.
Collega Grimaldi, faccio un piccolissimo esempio. Io guardo sempre la Presidenza, ma posso anche rivolgermi al Consiglio e penso che il Presidente lo conceda.
L'emendamento n. 4) prevedeva la possibilità di posticipare la registrazione dei contratti, perché la legge regionale (la n. 3 del 2010) prevede la registrazione come un contratto di carattere privatistico.
Spero che comunque verrà fatto nei tempi debiti, altrimenti quest'anno le ATC piemontesi dovrebbero spendere circa nove milioni di euro di spese di registrazione per registrare più di 50 mila contratti oggi esistenti.
Quindi, quest'emendamento, insieme ad altri che non riprendo perch abbiamo già illustrato, poteva essere un emendamento da accogliere, o almeno su cui aprire una discussione relativamente al tempo che collettivamente abbiamo impiegato nel provare a migliorare una norma.
Infatti - e chiudo - rammento che questa è una Assemblea legislativa.
Non è un Consiglio comunale, in cui la Giunta fa la deliberazione e in qualche modo il Consiglio comunale vota "sì" o "no" ratificandole.
Incidentalmente questa Assemblea fa le norme, e facendo le norme, pur votando a favore o contro, credo che abbia il dovere di migliorarle.
Questo è il compito che ci siamo dati, non solo oggi ma anche nella seduta passata, sul tema del Segretario generale, ed è la modalità con cui opereremo al di là dell'espressione di voto finale sui singoli provvedimenti, anche nei provvedimenti che verranno.



PRESIDENTE

Consigliere, lei in questo momento è intervenuto su quale emendamento?



VIGNALE Gian Luca

Sull'emendamento rubricato n. 22).



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire la Vicepresidente del Consiglio regionale Ruffino, in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Sempre rifacendomi a quanto detto prima dal Consigliere Vignale sicuramente ci saremmo aspettati un dibattito diverso e più ampio, capace di ricomprendere le diverse problematiche legate non soltanto al riordino e alla riduzione delle ATC, ma piuttosto alle problematiche abitative legate al problema casa.
Questo lo si riscontra dai tanti emendamenti presentati con l'obiettivo di sottoporre a questo Consiglio un tema importante per tante famiglie in difficoltà.
Le tante famiglie in difficoltà non sono più legate a quel ceto che spesso era afferente al servizio sociale, ma a un ceto medio che è ancora più in difficoltà.
Quindi, il nostro Gruppo pone veramente un cenno di attenzione e la richiesta di un dibattito più ampio, più aperto e più comprensivo di tutti i vari aspetti rispetto a questo Consiglio. In maniera sicuramente non pretestuosa, per quanto riguarda l'emendamento n. 22), la nostra richiesta va in questa direzione, coscienti che la richiesta per quanto riguarda il mancato accoglimento dei passati emendamenti non è avvenuta. Quindi, in questo momento c'è una richiesta di attenzione diversa.
Speriamo che l'Aula e la maggioranza riescano a cogliere questo aspetto. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Mi unisco agli interventi dei colleghi di opposizione che mi hanno preceduto, per evidenziare un aspetto: sono soddisfatto del fatto che la Giunta e i Consiglieri di maggioranza abbiano sottolineato l'importanza e l'urgenza di misure che possono essere velocemente approvate, come l'autorecupero, o piuttosto altre di mera razionalizzazione e non tanto solo dell'assetto dell'ATC, quanto proprio in riferimento all'impianto normativo della legge regionale sulla casa.
Però proprio per questo, in realtà, sarebbe stato auspicabile un impegno più preciso su quelle che sono le tempistiche anche magari dei lavori d'Aula. Lo dico perché tra le proposte emendative di merito presentate da Forza Italia, a cui ho volentieri aggiunto la firma, c'erano effettivamente delle migliorie che non richiedevano poi tutta questa istruttoria d'Aula e non richiedevano tutti questi approfondimenti.
Dall'altro lato, sulla revisione complessiva, che di sicuro richiederà tempo, ci saremmo tutti aspettati che una maggioranza responsabile desse un calendario per affrontarla.
Sottolineo questo aspetto, perché oggettivamente ci ritroviamo di fronte - i numeri l'hanno sottolineato - ad una bomba sociale pronta ad esplodere. Le liste d'attesa sono ormai davvero insostenibili, i Comuni si sentono abbandonati e purtroppo a maggior ragione reagiscono con una sorta di deresponsabilizzazione verso l'alto e si crea una sorta di scaricabarile tra Commissioni comunali e Commissione centrale, poi scaricando spesso sulla ATC, che sicuramente crea poi un enorme delusione e sfiducia da parte degli utenti destinatari nei confronti di tutte le istituzioni.
Posso comprendere la natura di urgenza del riassetto dell'ATC nella misura in cui le ATC rimangono e sono rimaste uno strumento ineliminabile della gestione dell'enorme patrimonio immobiliare ERP.
C'è anche da dire un'altra cosa. Alcuni interventi che ho sentito dalla maggioranza rispetto ad un metodo che è rinnovato in meglio non mi sento di condividerli, per un unico motivo: in realtà, il riassetto delle ATC è preliminare solo ad un rinnovo di poltrone. E' legittimo, visto che c'è stato un cambio di maggioranza, però dobbiamo intenderci su quali sono gli ordini di priorità.
Sono sicuro che, a fronte di - si spera - un atteggiamento più costruttivo e meno di ascolto acritico delle indicazioni della Giunta rispetto alla valutazione degli emendamenti proposti dall'opposizione quelli di merito ovviamente, ci potrà essere anche un cambiamento di impostazione.
In caso contrario, solo di fronte a un impegno molto chiaro rispetto alle tempistiche di discussione e di approvazione dell'emergenza che abbiamo indicato credo che potrà cambiare un atteggiamento di questa opposizione in Aula.
Lo diciamo perché, effettivamente, già in passato l'ordine dei lavori ha evidenziato come sono stati approvati un po' in cavalleria, con modalità di grande risparmio di tempo di approfondimento, dei provvedimenti legislativi fondamentali. In questo caso ci poteva essere l'opportunità, se non di accogliere rivoluzioni particolari della legge, quantomeno delle piccole migliorie che non richiedevano questa istruttoria, quindi in realtà auspichiamo che la maggioranza le approfondisca come si deve prima di votarle.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Certo, potremmo essere sostanzialmente additati di ostruzionismo, ma questo non è nel nostro stile, non è nel nostro DNA, tradizionalmente.
Anche perché non più di mezz'ora, un'ora fa in Commissione si parlava di provvedimenti urgenti, ma in momenti in cui ci sono azioni urgenti da portare avanti, probabilmente può avere un senso rivedere il tutto con una certa urgenza nella globalità.
Torno a recitare una proposta che noi abbiamo fatto, legata all'ipotesi di non caricare la TASI da parte dei Comuni agli utenti. Credo che questo in una fase in cui ci sono Comuni addirittura ancora nella condizione di non aver approvato i bilanci - dando, di conseguenza un'opportunità, un indirizzo o comunque impostare un provvedimento - poteva essere già un elemento che, con un'applicazione in modo abbastanza rapido (come invece è stato fatto per solo il provvedimento legato all'aspetto più politico delle cose, quindi all'aspetto delle nomine o comunque della riduzione dei Consigli di amministrazione delle strutture), avrebbe rappresentato un passaggio in grado di provvedere a creare delle azioni che incidessero su una situazione generale chiaramente molto difficile.
Ecco, ritengo che - è chiaro che poi l'opposizione, in qualche maniera può muoversi in questo senso - questo nasca anche dal fatto che, di fronte a proposte in alcuni casi magari un po' forzate, ma in altri casi ritenute invece, secondo noi, costruttive, assolutamente non vi è considerazione.
Allora, di fronte a questo, cerchiamo di ribadire comunque i concetti che più riteniamo opportuni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Alcuni emendamenti potevano sicuramente essere accolti su una materia così importante.
Ribadisco il fatto di avere delle ATC come enti pubblici di servizio non economici: ad averli siamo solo più noi piemontesi (forse c'è la Val d'Aosta e un'altra Regione del Sud). Ribadisco il fatto di mettere un'unica sede, anziché tre, a questo punto, e la potremmo mettere in Corso Unione Sovietica, perché davvero la non economicità la mancanza di qualunque riferimento alla possibilità di diventare ente pubblico economico è un fatto antistorico, anacronistico e credo che vada preso seriamente in considerazione.
Richiamo il punto 7), dove si dice: "Gli enti pubblici diversi dalle ATC si avvalgono di norma", e via dicendo. Questo "di norma" sta semplicemente a significare di voler dare i consorzi eludendo le procedure ad evidenza pubblica degli affidamenti diretti. Ecco, non vorremmo che fossero le cooperative dei soliti noti o altre società dei soliti noti (vedi Consorzio Intercomunale Torinese) a dover gestire il tutto.
Parlo dalla periferia: noi ci vediamo portare via una realtà importante, sana, ce la vediamo accorpare con Alessandria e con Asti, e non riteniamo assolutamente corretto, da parte della Giunta e da parte della maggioranza, non confrontarsi per nulla su un argomento così delicato in questo momento storico. Un argomento che rispetto alla casa, in un momento storico in cui ci sono i nostri connazionali a chiedere aiuto e sono i primi, magari per dignità, a vergognarsi, richiede una revisione del punteggio. E una legge buttata giù così velocemente per gettare un po' di fumo negli occhi non ci sembra un elemento corretto proprio in questo frangente storico.
Farei anche un accenno a tutte le partecipate, che sono almeno cinque legate alle ATC e quindi rinnoviamo il nostro invito e sollecitiamo la Giunta e il Presidente a rivedere questa legge regionale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.
Emendamento rubricato n. 23) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Marrone, Ruffino, Berutti, Vignale, Gancia, Benvenuto: Al comma 2 dell'articolo 28, della l.r. 3/2010, come sostituito dal comma 1, dell'articolo 2, del disegno di legge n. 2, la parola "indicate" è sostituita dalla seguente: "riportate".
Anche per quest'emendamento i Consiglieri hanno a disposizione tre minuti il primo firmatario e due minuti gli altri.
Chi interviene per l'illustrazione? Prego, Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie. Chiederò poi al Presidente personalmente una modalità di attuazione del Regolamento, che non è cambiato, ma cambiano alcune modalità. Senz'altro ricorderò male io, ma nella precedente legislatura chiusa l'illustrazione da parte dei firmatari, si apriva la discussione da parte dei non firmatari. Probabilmente sarà cambiato il Regolamento e io non me ne sono accorto.
L'emendamento n. 23) è anch'esso non significativo, dopodiché sul tema del fare ostruzionismo invito alla visione di qualche puntata precedente.
Oggi stiamo sensibilizzano l'Amministrazione a dare il debito conto al lavoro altrui.
L'emendamento n. 23), dicevo, è un altro di quelli non significativi perché è una modifica letterale di una parola. E' però importante, perch crediamo che - lo ricordava prima il collega Berutti - sia evidente che vi è un'urgenza, così come vi è un'urgenza sulla ristrutturazione del debito di questa Regione, che non più di mezz'ora fa ha chiesto il collega Reschigna.
Ritengo che vi sia una priorità e un'urgenza anche sul tema casa, che lo stesso Assessore, ma anche gli stessi colleghi, sul tema casa credo che sia la priorità di questa Regione.
E allora bisogna solo intendersi su quali sono i tempi per intervenire sulla priorità; vedremo poi con l'emendamento all'articolo 7 bis come noi abbiamo provato ad individuare alcune modalità che potevano essere inserite all'interno della norma come misure urgenti, che poi potevano essere riprese in una rivisitazione complessiva della legge n. 3.
Infatti questa maggioranza - e soprattutto la Giunta - ormai governa da alcuni mesi e se in alcuni mesi il nostro Gruppo consiliare, ovviamente non dotato delle strutture che ha la Giunta, ha provato a individuare alcune modalità - una veniva ricordata, l'auto-recupero, e ce ne sono molte altre che vedremo -, credo che la stessa Amministrazione regionale avrebbe potuto predisporre - magari non nel testo di legge n. 2 licenziato credo nel mese di giugno, ma successivamente per la riapertura dei lavori in Aula - una o due misure che garantissero alcuni alloggi in più ai nostri cittadini.
Rammento che, dal momento in cui introduciamo una modifica legislativa al momento in cui questa entra in vigore, ci va del tempo, per cui è tutto tempo guadagnato quello viene utilizzato quando passa come in questo momento uno strumento legislativo in Aula.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Giusto perché resti agli atti, dico che non mi permetterei assolutamente mai di cambiare in modo autonomo l'interpretazione regolamentare.
Anzi, ne approfitto: sull'emendamento n. 23) non ho dato un'interpretazione restrittiva; l'ho data molto estensiva perché non è ricevibile, in quanto è privo di contenuto normativo.
Ha chiesto di intervenire ancora sull'emendamento n. 23) la Vicepresidente del Consiglio regionale Ruffino, in qualità di Consigliera ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Sempre riprendendo il tema riportato dai miei colleghi e cercando anche di andare a raccogliere le sensibilità dei Consiglieri presenti in Aula attraverso l'emendamento n. 23) non è possibile non ricordare la partita importante legata all'emergenza abitativa e ai servizi sociali che oggi confluiscono nei Consorzi o nelle Unioni dei Comuni e direi anche la necessità di un dialogo legato alle assegnazioni degli alloggi, che certamente porterebbe grandi vantaggi a chi vive un momento di disagio così profondo.
Ora, riprendo sempre il parere arrivato dall'ANCI, che sollecita un maggior dialogo con gli Enti locali per riuscire a dare migliori servizi ai cittadini, riducendo ovviamente i tempi di assegnazione. Credo infatti che nella discussione dei prossimi emendamenti potremo anche parlare dei tempi di assegnazione degli alloggi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

L'occasione è anche utile per riflettere su un altro elemento, che peraltro veniva affrontato da un emendamento di merito presentato dall'opposizione e già bocciato, ovvero la reazione che l'Amministrazione pubblica, attraverso ATC, deve tenere a fronte di un innalzamento del reddito delle famiglie assegnatarie, a seguito dei controlli.
Noi purtroppo sappiamo che effettivamente, rispetto alle assegnazioni di diversi anni fa (e in certi casi anche decenni), ci sono nuclei familiari che sono piuttosto abituati, pur avendo aumentato e quindi migliorato lo stato reddituale, a mantenere come una sorta di diritto acquisito la casa popolare, usandola magari per far subentrare i figli (o continuando ad utilizzarla per comprarne un'altra ai figli), come una specie di bene privato. Questo in realtà si traduce in una sottrazione dello stesso immobile, dello stesso alloggio, a chi invece si troverebbe nella condizione di diritto di poterne usufruire.
Io sono dell'idea che la proposta avanzata nel disegno di legge, ovvero quella di chiedere una sorta di decadenza dai contratti, sia forse giusta in linea generale, ma difficilmente applicabile: incentiverà sicuramente tante famiglie a cercare di non essere trasparenti nelle dichiarazioni reddituali. Di sicuro, invece, la nostra proposta, che era quella di applicare un canone di tipo commerciale - quindi tramutando il canone di assegnazione in una sorta di canone di locazione, di affitto - poteva essere quanto meno qualcosa che andasse, senza scombinare un'abitudine di vita e una situazione acquisita, a tutelare anche le ragioni erariali e finanziarie delle ATC.
Un'altra misura potrebbe essere anche una maggiore incentivazione del riscatto di proprietà, perché sappiamo che poi alla fine, se parliamo di situazioni che ormai sono molto stabilizzate e acquisite, oggettivamente cercare di incentivare un riscatto e quindi far passare le case in proprietà degli assegnatari, che ormai magari hanno sviluppato una situazione reddituale sufficiente, può essere un'altra soluzione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Diciamo che anticipo i temi di un emendamento che insiste su qualche altro articolo, ma il mio intervento vuole essere un ulteriore contributo.
Si parla chiaramente di una modifica dell'assetto del C.d.A. e un elemento che, a nostro avviso, non torna dal punto di vista della riorganizzazione di una struttura come l'ATC è il fatto che si vada verso un revisore contabile, quando certamente un ente come questo ha una movimentazione di bilancio e una struttura tali per cui, a nostro parere riteniamo sia fondamentale un Collegio sindacale che possa essere anche un elemento di controllo e di garanzia per tutte le parti politiche. Lo riteniamo fondamentale perché vediamo che è già molto difficile oggi controllare e soprattutto far sì che le strutture siano funzionali funzionanti e specialmente garantite.
Obiettivamente, quindi, una riduzione degli elementi di controllo pone me - pone noi, perché sicuramente si tratta di un contesto condiviso da tutto il nostro Gruppo - abbastanza in difficoltà.
Ecco, questo è un esempio (uno dei tanti) a dimostrazione degli aspetti fondamentalmente costruttivi. Anche nella relazione iniziale di insediamento del nostro Capogruppo il messaggio che è passato è stato un messaggio sostanzialmente di opposizione costruttiva. Di fronte a questo quindi, naturalmente ci sono un lavoro, un impegno e la volontà di costruire in una fase sicuramente difficile.
A questo proposito, la dimostrazione è il fatto che non ci sono solo emendamenti su qualche sillaba o su qualche parola, ma ci sono elementi di sostanza, che provano che di fronte a un dialogo si può costruire qualcosa di positivo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Emendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Berutti, Sozzani, Graglia, Ruffino, Benvenuto: Al comma 2 dell'art. 28 della l.r. 3/2010, come sostituito dall'art. 2 del disegno di legge, le parole 'non economici' sono soppresse".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo non è un esempio di emendamento di natura non sostanziale, ma entra invece nel merito della norma.
La legge n. 3 prevede oggi che le Agenzie territoriali per la casa possano essere anche enti di carattere economico. Questo dà un vantaggio nel senso che la gestione di quello che a tutti gli effetti è un soggetto che ha una finalità di imprenditoria, anche se non con un profitto, non potendo fare profitto (sarebbe la gestione di un numero consistente di dipendenti finalizzata al miglioramento del patrimonio e alla gestione del patrimonio), possa essere anche un ente di carattere economico.
Nel disegno di legge n. 2, all'articolo 2, si sostituisce il comma 2 dell'articolo 28, non prevedendo più che gli enti possano avere un carattere economico no profit. Credo che questo sia un errore, perch questa è la dimostrazione di come si entri nella razionalizzazione delle singole ATL, portandole da sette a tre, ma anche come si vadano a modificare delle modalità gestionali che le ATL hanno o potrebbero avere.
Questo mi sembra un esempio, come altri esempi che abbiamo fatto precedentemente, di come semplicemente cassare le parole "non economici" garantisca comunque che il testo rimanga quello che esiste oggi. Non ci sarebbe nessuna rivoluzione, però si darebbe la possibilità di fare in modo che le Agenzie territoriali per la casa siano gestite in modo più dinamico con una possibilità gestionale interna più veloce nei confronti di quelle che sono le dinamiche, seppure pubbliche, ma con una modalità di gestione differente. Crediamo che questo, come altri emendamenti, sia un emendamento di buon senso.
Sinceramente non comprendiamo invece la proposta che la Giunta fa nel tornare indietro rispetto ad una scelta che, seppure opzionale l'Amministrazione regionale già fece nel 2010 con l'approvazione della legge n. 3.
Peraltro, anche la stessa Federcasa su questo ha manifestato una contrarietà, anzi un'osservazione all'interno delle proprie considerazioni per cui ci pare che è meglio tenere la legge così com'è oggi piuttosto che apportare questa modifica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Ha chiesto d'intervenire la Vicepresidente del Consiglio regionale Ruffino, in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Riprendendo l'intervento del collega Vignale, il messaggio che viene portato in Aula è che il problema casa è fonte di disagio per tantissimi nostri concittadini, ed è questo che vorremmo fosse colto.
Mi immagino che ognuno di noi possa ipotizzare di non avere un luogo in cui andare la sera, ritrovandosi davanti tempi lunghissimi per l'assegnazione di un alloggio, e parlo di famiglie con bambini, di nuclei in difficoltà.
Questo è forse un pensiero che stiamo cercando di accreditare che immaginiamo, con una buona volontà della Giunta, possa essere accolto.
Negli emendamenti che seguiranno abbiamo anche pensato a ipotesi, come per esempio il voucher all'acquisto di una prima casa per quei nuclei che abbiano superato la prima difficoltà abitativa.
Un'attenzione particolare va sicuramente ai minori, che vivono l'emergenza abitativa e che hanno bisogno di certezze e di normalità, nelle loro giornate di bambini, piuttosto che fare la fila davanti all'ingresso del ATC o ancora del servizio sociale.
Quindi noi siamo ancora qui a pensare che, su tutto il materiale proposto, ci sia un'attenzione e un accoglimento ai tanti emendamenti di buon senso che sono stati presentati dal nostro Gruppo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ruffino.
La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Spero sempre che qualcuno si voglia aggiungere prima di me, ma accade raramente.
Scherzi a parte, in realtà, sull'emendamento più di merito sul quale peraltro, ha già detto il collega Vignale, il fatto di effettivamente decidere, in questo disegno di legge, ed indicare specificatamente il fatto di non considerare come economici gli enti come le ATC è una scelta che noi non comprendiamo. Effettivamente, posto che prima era una facoltà e non un obbligo, invece, così lo cristallizziamo nella legge regionale, sgombriamo il campo dagli equivoci, cioè dire ente pubblico economico non vuole dire ente a scopo di lucro.
Nessuno pensa ovviamente che sia possibile lucrare, peraltro, in un campo di così difficile reperimento di risorse e di così ingente domanda di servizio, come le politiche abitative sulle case popolari, però è anche vero che evitare una dinamica di gestione privatistica, come quella che connoterebbe un ente pubblico economico, di questi tempi e con le notizie che hanno evidenziato dinamiche non così virtuose all'interno delle ATC, ci sembra una scelta piuttosto anacronistica.
Sappiamo benissimo che quelle delle ATC sono strutture troppo ingessate e, a maggior ragione, tentacolari. Ho sotto gli occhi l'esempio torinese sicché credo che neanche un oracolo sarebbe stato in grado di avere dalla Presidenza un quadro completo di ciò che avveniva fino ai reconditi meandri dell'amministrazione stessa dell'ente. Il fatto di avere per le mani un sistema di regole che ingessa enormemente la gestione, che cristallizza la struttura senza neanche poi consentirne una gestione dinamica non sia una scelta amministrativamente intelligente e, soprattutto, al passo con i tempi.
Bisognerebbe cercare di capire che, salvaguardando la centralità del servizio pubblico al centro della mission dell'ente, salvare una dinamica di gestione che sappia imparare dagli esempi positivi in ambito privatista è, di sicuro, una scelta amministrativa, gestionale e, in questo caso legislativa più oculata.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Intanto mi sembra di sentire, ribadisco, ideologie anacronistiche.
Anche in campo pubblico il profitto non è "sterco del diavolo", ma io credo che i soldi pubblici di cui non si chiede un rendiconto, di solito sono farina del diavolo, è crusca che si trasforma in farina del diavolo.
Ora, da questa discussione emerge una visione di questa Giunta esattamente contraria.
Penso che, alla base di questa discussione - ribadisco, a costo di essere noiosa, che questo è un emendamento davvero di merito, per noi davvero importante - sia il concetto che mantenere l'ATC un ente non economico deresponsabilizza chi fa la gestione. Alla fine, c'è sempre qualcuno che può gestire come vuole, senza un riferimento preciso a determinati costi e ci troviamo poi, come oggi, a dover convocare una Commissione in modo urgente per quei famosi derivati di cui nessuno dovrà rispondere.
Abbiamo fatto dibattiti su tutte le televisioni nazionali sulle "mutande verdi", proprio partendo da questo Consiglio, ma anche sui derivati c'è magari qualcosa da dire, come anche su Intesa Sanpaolo e altro. Sui derivati non si sa nulla! Se esci per strada, non c'è nessun cittadino che sappia qualcosa.
Credo che una gestione sana, in grado di salvaguardare dinamiche di gestione private, visto che funzionano meglio, perché nella nostra idea il pubblico dovrebbe essere solo controllore e non gestore, non sia una proposta così assurda da non essere presa in considerazione.
Non dobbiamo pensare che arrivi Pantalone a pagare tutti i nostri sbagli che abbiamo fatto, così come è avvenuto e avverrà per i famosi derivati della Giunta Bresso, così come avverrà ed è avvenuto per il buco lasciato dalla Giunta Bresso. Non vorremmo che le ATC abbiano poi dei buchi da ripianare, senza una responsabilità, essendo appunto enti non economici.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.
La parola al Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo

Grazie.
Relativamente a quest'emendamento, ritengo vada fatta una riflessione più pragmatica. Qui si vorrebbe passare da un ente di diritto privatistico ad un'impostazione per cui sarebbe più equiparato ad un ente pubblico.
A nostro avviso, in un momento in cui la necessità è quella di snellire e - non dico sburocratizzare, essendo comunque un elemento fondamentale di muoversi con più razionalità e più snellezza, il fatto di passare ad un'impostazione completamente diversa non ha grande fondamento.
Tra l'altro, è un elemento che sarebbe opportuno capire ed approfondire. A volte auspichiamo anche noi di poterci muovere con un'impostazione più privatistica che ci permetta, anche a livello gestionale, di muoverci in termini più pratici e con maggiore funzionalità.
Questo è un aspetto che probabilmente non è mai stato tenuto in considerazione.
Credo, invece, che debba essere una proiezione su cui ci si possa impostare. Questo non toglie il fatto che si possa comunque far funzionare una struttura migliorandola.
Personalmente credo che alla fine ciò che conta è chi imposta gli indirizzi, chi gestisce, chi controlla, magari impostando su situazioni che necessitano di tutta una serie di percorsi, anche dal punto di vista, per esempio, delle assunzioni, dove necessitano una serie di passaggi, che poi a questo punto "incastrano" l'Ente in situazioni da cui non ne può più uscire.
A nostro avviso diventa un percorso che, invece di migliorare appesantisce e ingessa ulteriormente la struttura.
Per questo motivo, fate attenzione a questo aspetto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Berutti.
Emendamento rubricato n. 24) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Marrone, Ruffino, Berutti, Vignale, Gancia, Benvenuto: Al comma 3, dell'articolo 28, della l.r. 3/2010, come sostituito dal comma 1, dell'articolo 2, del disegno di legge n. 2, le parole "articolate sul territorio" sono sostituite dalle seguenti: "organizzate territorialmente" Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

L'emendamento 24) è un altro degli emendamenti presentati, non molti per la verità, per cercare di sottoporre all'attenzione della Giunta e del Consiglio regionale una serie di valutazioni che il nostro Gruppo consiliare ha inteso fare, anche relativamente all'articolo in discussione.
Abbiamo visto prima come l'aspetto della natura economica, o non economica, degli enti sia, in realtà, una variazione di per sé importante così com'è importante che vi siano anche delle garanzie rispetto a quel che vogliamo sia il mondo di coloro i quali gestiscono i patrimoni abitativi.
Vedremo poi in un emendamento successivo, ma sempre allo stesso articolo, che se da una parte cerchiamo di razionalizzare il sistema delle ATC piemontesi, dall'altra parte vi sono altri soggetti, per esempio la Città di Torino, che sta riutilizzando il CIM, una sorta di doppione all'interno della nostra Provincia di ATC Torino, che è stato preso poi in gestione da ATC Torino, che non solo ha triplicato i canoni, ma ha anche ridotto fortemente gli indebitamenti, mentre adesso si vuole riutilizzarlo.
Questo è un esempio - avremo poi un emendamento nel merito - di come in realtà questa norma rischia, se affrontata con superficialità, di essere una norma utile alla maggioranza e alla Giunta, ma solo da un punto di vista del marketing politico.
E' evidente che se una serie di emendamenti o indirizzi che abbiamo cercato di dare vengono respinti, non tanto entrando nel merito della questione, ma sostanzialmente perché presentati dall'opposizione, sono difficili i margini con cui si riesce a lavorare.
Badate, non solo su questa norma, nel senso che questa è una "normetta", ma se l'atteggiamento è questo, quando affronteremo i temi che abbiamo oggi appena anticipato (assestamento di bilancio, bilancio, legge finanziaria e quant'altro), è evidente che avendo noi, lì sì, posizioni politiche e visioni diverse rispetto alle priorità della nostra Regione anche in termini di apposizione di bilancio, se oggi stiamo assistendo ad una minima attività di illustrazione degli emendamenti su una norma, quando si parlerà di bilancio o della legge finanziaria, tale attività sarà maggiore.
Uno assume l'atteggiamento che ritiene opportuno, però sapendo che ad un'azione c'è sempre, non solo in un Consiglio regionale, una reazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Berutti, Sozzani, Graglia, Ruffino, Benvenuto: Il comma 4, dell'articolo 28, della l.r. 3/2010, come sostituito dall'art.
2 del disegno di legge, è sostituito dal seguente: "4. Le ATC sono enti non commerciali ai sensi della normativa fissata dal Testo unico delle imposte sui redditi, in quanto come definito nelle norme statutarie la funzione istituzionale di gestione del patrimonio di edilizia sociale è connessa all'esercizio di funzioni dirette alla salvaguardia della coesione sociale e alla riduzione del disagio abitativo di soggetti e nuclei svantaggiati assegnatari dei medesimi alloggi".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie.
In realtà, l'emendamento n. 6) è un emendamento di merito, una sorta di riscrittura del comma 4 dell'articolo 28.
E' significativo perché, se prevede che le ATC siano enti non commerciali, ne individua anche le funzioni istituzionali di gestione del patrimonio di edilizia sociale, ed è connesso all'esercizio di funzione diretta alla salvaguardia della coesione sociale e alla riduzione del disagio abitativo di soggetti e nuclei svantaggiati.
Perché riteniamo sia importante? Perché in qualche modo è una micro cornice di quello che sarà l'intervento legislativo su cui noi dobbiamo operare.
Noi crediamo che quando la Giunta intenderà presentare al Consiglio una modifica, una riscrittura o una nuova norma, certamente vi saranno, come abbiamo dimostrato, delle migliorie da apportare alla legge 3, ma il grosso lavoro che sarà da fare, sarà proprio quello di fare in modo che le ATC non diventino solo soggetti che gestiscono il patrimonio di edilizia pubblica ma soggetti che vadano anche a gestire un patrimonio di edilizia privata laddove, per esempio, abbiamo un numero smisurato di case vuote, non locate, non tanto perché chi ne ha una proprietà e paga anche una tassazione significativa non intende avere un ritorno economico dalla sua proprietà, ma perché la certezza di tornare in possesso della propria abitazione, nello stato in cui è stata locata, è un dubbio che fa sì che molte case non vengano affittate.
Allora - è contenuto nella parte relativa alla salvaguardia della coesione sociale e alla riduzione del disagio abitativo - l'aspetto più interessante - su questo verteranno gli emendamenti all'articolo 7 bis non riguarderà tanto l'intervento sulla legge n. 3 esistente, ma l'individuazione di misure innovative che consentano alle Agenzie Territoriali per la Casa di non essere solo macro amministratori di condominio, che oggi fanno poca manutenzione ordinaria, poca manutenzione straordinaria e pochissime assegnazioni, perché il numero degli immobili a disposizione è quello. Infatti, con 500 dipendenti che lavorano, per esempio, solo nell'ATC di Torino, è necessario che mettano a disposizione queste figure, per aumentare il patrimonio abitativo, da rendere disponibile ai cittadini piemontesi con forme di agevolazione, non necessariamente pubblico.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Benvenuto; ne ha facoltà.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo deciso di sostenere questi emendamenti proprio perch riteniamo, oltre alla questione legata alle modifiche suggerite in questa proposta, occorra dare inizio ad una discussione che, invece, dovrà toccare temi quali l'assegnazione delle case piuttosto che la modifica anche su questa parte, dove si parla di sportelli distaccati. Secondo noi, non rappresentano assolutamente una scelta oculata da parte di questa Giunta.
Secondo me, con le parole "sportelli distaccati" si rischia di creare nei confronti della cittadinanza una sorta di allontanamento; questi sportelli potrebbero assumere semplicemente un ruolo da passacarte, quando invece, ci sono problemi reali.
Con questi emendamenti chiediamo soprattutto alla Giunta di rivedere nuovamente la legge su alcuni criteri in ordine all'assegnazione e alla chiusura di alcune aziende partecipate in capo all'ATC di Torino. Grazie.



PRESIDENTE

Chiedo chi vuole illustrare l'emendamento rubricato n. 7).
RUFFINO Daniela (fuori microfono) Siamo sull'emendamento n. 6).



PRESIDENTE

Stiamo esaminando l'emendamento rubricato n. 6), ma non avevo altri interventi, che, chiaramente, non posso sollecitare.
Se lei chiede di intervenire, le do la parola.
Ha chiesto la parola la Vicepresidente del Consiglio regionale Ruffino che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente, è gentilissimo.
Uno degli altri aspetti importanti che abbiamo riportato nei nostri emendamenti è legato ai controlli. C'è la necessità di controlli puntuali sui requisiti per permanere negli alloggi assegnati dalle ATC, quelli legati al reddito piuttosto che quelli legati alle difficoltà delle famiglie.
Come vedete, sono elementi legati alla conoscenza di un problema, per immagino che qualunque collega seduto in questa sala abbia contezza di questi aspetti.
Voi sapete benissimo che rispetto ai controlli ci sono tempi lunghissimi e ci sono difficoltà. C'è un'organizzazione, che dovrebbe essere ripresa, rivista e rimessa in atto, che creerebbe meccanismi virtuosi e, molto probabilmente, di maggiore equità. Quindi, anche in questo caso, sono emendamenti di assoluto buonsenso che vanno a favore degli inquilini. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Cosa dire di quest'emendamento? Di sicuro prende atto e cristallizza un principio importante, ovvero che le ATC non sono effettivamente solo enti gestori di un patrimonio, soprattutto - chi ha già avuto esperienza amministrativa nei comuni conosce bene l'importanza di quanto sto per dire riguardo a questa grave emergenza rappresentano una sorta di contatto diretto con la cittadinanza.
Sappiamo bene che per la cittadinanza ATC vuol dire, tra virgolette "case popolari", cioè il soggetto da cui dipende non solo la gestione patrimoniale degli immobili, ma, effettivamente, anche la gestione di una realtà comunitaria.
Sappiamo benissimo quanto le iniziative anche di valorizzazione territoriale, anche di aggregazione.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Marrone.
Colleghi, c'è troppo brusìo.
Prego, prosegua.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Sappiamo bene quanto, soprattutto nei tradizionali quartieri di edilizia popolare, la necessità di creare aggregazione sociale abbia visto protagoniste le ATC o quanto meno abbia visto gli spazi comuni degli immobili ATC protagonisti di questi percorsi, a maggiore ragione in un momento quale quello attuale. Per carità, noi non ne siamo entusiasti, ma si arricchisce anche da un punto di vista etnico il ventaglio dei destinatari, quindi si creano anche parecchie situazioni passibili di incomprensioni culturali, addirittura linguistiche, all'interno dello spazio abitativo delle case popolari.
Sicuramente, assegnare ad ATC anche un ruolo di responsabilità - le cui funzioni sono dirette "alla salvaguardia della coesione sociale e alla riduzione del disagio abitativo di soggetti e nuclei svantaggiati" - è, dal mio punto di vista una miglioria, che, sostanzialmente, con poche parole può inaugurare e dare maggiori strumenti anche per legittimare un ruolo che è già svolto, sostanzialmente, dalle Aziende Territoriali per la Casa.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
La parola al Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo

Grazie.
Questo emendamento vuole portare ad una riflessione.
Certamente, una delle cause di criticità del nostro sistema economico deriva dalla bolla immobiliare, da quella speculazione che negli ultimi dieci anni ha sicuramente colpito e invaso questo Paese.
Alla base di questo, come diceva prima il collega Vignale, esistono situazioni di forte difficoltà, quali quelle legate alle operazioni immobiliari, che, di fronte ad un percorso ponderato e strutturato, anche dal punto di vista legale, potrebbero attivare una serie di opportunità per i proprietari. Sappiamo tutti che le liste d'attesa aumentano di giorno in giorno perché le criticità abitative crescono sistematicamente, è innegabile.
Allora, occorre individuare un punto di equilibrio tra situazioni che obiettivamente, con una condizione di stallo, determinano solo fallimenti o situazioni di occupazione abusiva o comunque situazioni malgestite.
Certamente, l'intervento da parte delle ATC potrebbe costituire un ulteriore elemento di stimolo, che, a nostro avviso, dovrà essere ponderato, perché le prospettive, oggi, sul sistema immobiliare sicuramente non sono rosee e, magari, qualcosa è meglio di nulla. Obiettivamente, è un altro elemento di riflessione, che, naturalmente, continua a non essere accolto.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Berutti.
Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Pichetto, Vignale Berutti, Sozzani, Graglia, Ruffino, Benvenuto: Articolo 2 Al comma 4, dell'articolo 28, della l.r. 3/2010, come sostituito dall'art.
2 del disegno di legge, le parole: "non può configurarsi" sono sostituite dalle seguenti: "non si configura".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo è un altro emendamento utile per affrontare con maggiore tempo e maggiore attenzione gli aspetti della norma, che certamente contiene alcune parti più significative, rispetto alle quali sarà più interessante la discussione dall'articolo 7 bis in avanti. Comunque, riteniamo di buonsenso una parte degli emendamenti anche su questi articoli che stiamo discutendo che cercano di migliorare il testo della legge n. 3.
Ricordiamo che, se si fosse voluto fare un provvedimento di razionalizzazione relativamente alle ATC, come ricordava prima il Vicepresidente in Commissione, avendo la Giunta una delega che ha ricevuto dal Consiglio relativamente alla razionalizzazione delle ATC, in qualche modo si poteva fare anche con una delibera della Giunta, con il parere della Commissione. Invece si è voluto fare un provvedimento normativo ovviamente finalizzato non soltanto alla razionalizzazione, ma anche ad imporre una serie di modifiche, come avviene, per esempio, anche in questo articolo.
Negli emendamenti successivi vedremo come, in realtà, pur mantenendo quella che è la dizione dell'articolo 2, così come ha fatto la Giunta regionale nella predisposizione del proprio testo, in realtà sarebbe stato possibile aggiungere delle migliorie che facevano sì che la legge, una volta licenziata, contenesse già degli aspetti positivi, e non dovessimo attendere, qualora la Giunta e il Consiglio vorranno in qualche modo farsene carico, un provvedimento successivo. Potevamo farlo immediatamente.
Credo che questa - lo vedremo quando e se affronteremo il testo di riordino della legge n. 3 - sia stata un'occasione sprecata da un punto di vista temporale.



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire la Vicepresidente del Consiglio regionale Ruffino, in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Penso ad un altro problema, che è stato ripreso nei nostri emendamenti: mi riferisco alla disabilità per chi vive negli alloggi di edilizia popolare.
E' proprio di ieri un racconto del centro per la Consulta dei Disabili (CPD): si parlava, appunto, di una loro attività di volontariato nelle case popolari del torinese che non sono dotate di interventi volti al superamento delle barriere architettoniche. Abbiamo letto più volte sui giornali della difficoltà o addirittura della impossibilità a socializzare per chi vive in carrozzella o ha problemi di deambulazione, perché gli alloggi non sono dotati di ascensori e non possono uscire. Questo sarà un altro problema che dovrà essere preso in considerazione, perché se è vero che lavoriamo per il superamento delle barriere architettoniche su spazi esterni, diventa ancora più fondamentale il diritto di accessibilità alla propria abitazione.
Nel momento in cui si riprenderà in mano un censimento degli immobili per definirne anche i reali problemi, credo che si debba preventivare un piano di azione e si debbano trovare gli stanziamenti per questo diritto fondamentale per i cittadini. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Il diritto alla casa, così come il diritto allo studio, è sicuramente una conquista. Arriviamo, però, da trenta o quarant'anni di lassismo e di buonismo.
Nel nostro Paese - lo ribadiva l'Assessore alla sanità, Antonio Saitta la situazione è disastrosa. Non andiamo a cercare colpe, ma se è vero che manca il lavoro, manca anche molto la voglia di lavorare. Sarà una frase forte, ma basta fare un giro per i locali o per le aziende per vedere che ci sono tantissimi lavori rifiutati. Anche se mi costa dire queste cose nel disegno di legge che auspichiamo venga rivisto, occorrerebbe innanzitutto dare priorità a tre categorie: bambini, anziani e malati.
Chi ha, invece, fiato e gambe, deve usare fiato e gambe. Perché il buonismo, il lassismo, il "dare tutto a tutti", il "siamo tutti uguali", è una cultura che non ha portato da nessuna parte. Occorre, dunque, tenere presente questo aspetto: bambini, anziani e malati, e anche chi questo territorio lo ha abitato, lo ha difeso e lo ha elevato per millenni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Sicuramente, la revisione della legge regionale sulla casa - che auspichiamo essere una delle priorità successive a questo disegno di legge dovrà anche fare i conti con una revisione dei criteri di assegnazione dei punti per i bandi.
Nell'intervento iniziale mi sono limitato ad accennare a quel punteggio che viene riconosciuto, di default, a chi è titolare dello status di profugo, che di sicuro crea delle distorsioni alla luce dei numeri che adesso stanno interessando il nostro Paese a fronte di questo riconoscimento formale, che non possono, poi, non andare ad esercitare ripercussioni molto gravi sul normale ordine di graduatoria del nostro territorio rispetto agli utenti che ne fanno domanda.
C'è da aggiungere un altro elemento: continuo a ritenere che le famiglie numerose, piuttosto che quelle con disabilità, si vedono effettivamente distinte, in un senso di maggiore riconoscimento di punti ancora troppo poco rispetto alla normalità.
Ci ritroviamo di fronte ad emergenze di famiglie che si vedono private del diritto alla casa e si vedono indirettamente private anche del diritto alla famiglia stessa. Quanti matrimoni stanno andando a monte, con i bambini e i relativi problemi di affidamento, con coniugi che si trovano a dovere essere ospitati in piccole case dai rispettivi genitori; quel rapporto quotidiano, che fonda un matrimonio e fonda una famiglia, viene meno, viene irrimediabilmente compromesso, perché sacrificato sull'altare di una burocrazia che non tiene conto delle tempistiche alla luce delle esigenze base di un essere umano.
Noi di sicuro dovremo umanizzare questa previsione legislativa, in modo da consentire una trattazione davvero urgente e veloce dei casi emergenziali. Per questo, auspico anche una revisione radicale, in futuro della base per i regolamenti di emergenza abitativa in mano ai Comuni.



PRESIDENTE

Abbiamo concluso la discussione sull'emendamento rubricato n. 7).
Comunico che l'emendamento rubricato n. 25) è privo di contenuto normativo per cui non è ricevibile.
Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Berutti, Sozzani, Graglia, Ruffino, Benvenuto: Il comma 7, dell'articolo 28, della l.r. 3/2010, come sostituito dall'art.
2 del disegno di legge, è sostituito dal seguente: "7. Gli enti pubblici diversi dalle ATC si avvalgono, per la gestione degli immobili di loro proprietà, prevalentemente destinati a edilizia sociale delle ATC del rispettivo ambito territoriale tramite la stipula di accordi a titolo oneroso volti a realizzare una cooperazione nella gestione del servizio pubblico di protezione sociale, quale è definito l'edilizia residenziale pubblica".
La parola al Consigliere Vignale, per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Ci raccomandiamo solo nei confronti del Presidente che ci aiuti quando noi sbagliamo, nel senso che se viene presentato un emendamento in cui non è indicato un primo firmatario, che si richieda il primo firmatario dell'emendamento, in modo tale che abbia titolo.



PRESIDENTE

Scusi, collega Vignale: il primo firmatario - lo dico anche per i colleghi - può parlare per tre minuti. Chiaramente, mi rendo conto che possono voler intervenire più persone; per questo motivo le ho permesso dall'inizio della seduta, di non intervenire per due minuti e di trattare lei come primo firmatario.
Quindi mi aspettavo un "grazie".
Prego, Consigliere.



VIGNALE Gian Luca

Lei si aspetta troppo, glielo dico! In realtà, l'emendamento rubricato n. 8) è davvero di merito, nel senso che dice una cosa che può apparire banale: gli enti pubblici diversi dalle ATC si avvalgono, per la gestione degli immobili di loro proprietà prevalentemente destinati ad edilizia sociale, delle ATC del rispettivo ambito territoriale, tramite la stipula di accordi a titolo oneroso, ecc.
Questo perché - come annunciavo prima - nella provincia di Torino abbiamo avuto una situazione un po' anomala, per cui abbiamo avuto due enti che nel passato si sono occupati di edilizia sociale: da una parte l'allora Istituto Case Popolari, poi Agenzia Territoriale per la Casa, e dall'altra, il CIT, un consorzio che gestiva immobili in nome e per conto delle Amministrazioni comunali.
Tale consorzio è riuscito a maturare, dal 1989 al 1999, 12 milioni di euro di perdite. In quel momento, gli immobili che gestiva il CIT sono stati dati in gestione ad ATC Torino, che dal 1999 al 2004 ha, non solo ripianato i debiti che aveva il CIT, ma ha garantito un surplus in termini di pagamento di canoni (nulla di strano) di più di 10 milioni di euro.
Oggi, il Comune di Torino o altre Amministrazioni comunali, non contenti di quanto è avvenuto in passato, intendono riutilizzare il CIT.
Ritengo che quest'emendamento abbia molto senso rispetto alle finalità che la Giunta si pone, perché è evidente che se razionalizziamo le Agenzie Territoriali per la Casa, ma poi consentiamo che le Amministrazioni locali che sono proprietarie dell'edilizia residenziale pubblica - utilizzino soggetti pubblici esistenti per la gestione del patrimonio immobiliare creiamo un doppione e non abbiamo razionalizzato nulla. A cose in corso cioè, se si continua come si sta prevedendo di fare, avremo quattro soggetti gestori all'interno della nostra regione.
Questo è un emendamento (non il primo) di buonsenso, che va nella direzione che la Giunta ha voluto intraprendere con il proprio disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Un altro aspetto importante in questo ambito è legato alle morosità alla gestione delle morosità e alla necessità di avere dei regolamenti efficaci e magari uniformi per tutti gli istituti del Piemonte, con un'indicazione da parte della Regione rispetto ai requisiti anche nei confronti dei servizi, anche se sono profondamente convinta che il disagio abitativo della città di Torino sia diverso rispetto a quello della prima cintura o dei Comuni minori.
Il problema delle morosità è difficile da affrontare anche perché si ripercuote sui servizi sociali di riferimento, che in genere operano attraverso il rilascio di un contributo, come se si fosse per due volte utenti. Penso che anche questo aspetto possa essere affrontato con la volontà di analizzare e regolamentare un problema.
Chi è moroso ed ha le possibilità di pagare, deve chiaramente perdere il requisito rispetto all'edilizia convenzionata. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Benvenuto, che interviene in qualità di Consigliere.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
Stavo leggendo che, in merito a sfratti e morosità, nell'anno 2013 sono stati circa 3.600 gli sfratti, di cui 1.000 esecutivi. Quello che si potrebbe aggiungere (questo è più un dato politico, che rientra, per nelle questioni affrontate dai nostri emendamenti) è che la Regione deve anche farsi carico, attraverso una modifica della legge, con il portavoce l'Assessore di riferimento - di chiedere al Governo un sostegno per la locazione, quindi cercare di arginare, con alcune politiche, tutte le cause di morosità, cioè tutta quella morosità incolpevole, che riguarda tantissimi cittadini.
Servirebbe un Governo che desse delle risposte anche in questo caso.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Sicuramente un intervento legislativo che qualifica come emergenziale la decisione di razionalizzare il mondo delle Aziende Territoriali per la Casa, quindi gli enti che hanno questa finalità di gestione del patrimonio immobiliare ERP, non può non affrontare il nodo di realtà come il CIT.
Faccio l'esempio - che conosco - del Comune di Torino, che dà mandato di gestione di diverse parti del patrimonio immobiliare destinato a utilizzo abitativo per case popolari ad altri enti, cioè enti diversi tra loro, per cui ci si ritrova, poi, a gestire difficili sovrapposizioni, ambiguità inevitabili scaricabarile. Insomma, un quadro che sicuramente non è coerente e conforme alle istanze di razionalizzazione e risparmio che evidentemente è sotteso a questo intervento legislativo.
Invitiamo, pertanto, la maggioranza a valutare con attenzione le proposte contenute negli emendamenti, quantomeno quelli di merito (chiaramente non mi riferisco a quelli ostruzionistici). In questo caso tra l'altro, non inaugurerebbe nessun diverso argomento politico all'interno di questa votazione, anzi completerebbe l'istanza di razionalizzazione e taglio degli sprechi che sta alla base del provvedimento che la maggioranza stessa ha voluto portare all'Aula con tempi così urgenti.
Sarebbe sicuramente un buon segnale, anche da parte della Presidenza e della Giunta, dare seguito a quell'iniziale apertura di coinvolgimento delle opposizioni nei procedimenti decisionali, recependo concretamente le istanze e le proposte, quantomeno - ripeto - quelle condivisibili e coerenti con la loro stessa impostazione legislativa.
Diversamente, dovremo convenire ed arrenderci al fatto che effettivamente non c'è una volontà di coinvolgimento, ma una volontà di blindare i provvedimenti che si portano all'attenzione dell'Aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Certamente non potete dire che non vi abbiamo dato degli spunti.
Relativamente a quest'emendamento, ritengo che, nell'orbita di una riorganizzazione che prima o poi avverrà, certamente un'analisi generale delle situazioni, magari non di proprietà dell'ATC, ma anche solo gestite (ci sono situazioni di proprietà dei Comuni: la situazione torinese, ma anche altre realtà), certamente hanno la necessità di essere monitorate censite e, come tali, regolamentate.
Oggi non si vive certo nell'anarchia (questo va detto), però ci sono delle criticità che, come amministratori, evidenziamo o che emergono nel momento in cui ci si trova a confrontarsi con le ATC. Ci sono anche delle situazioni - non dico buchi legislativi o normativi - che presentano delle criticità che possono essere perfezionate.
Pertanto, in prospettiva, la possibilità di lavorare in modo più organico anche per questo tipo di strutture, a nostro avviso non può essere persa di vista.
Io, come amministratore, ho vissuto tutta la questione che aveva attinenza con il mondo degli esuli. Si tratta di situazioni che sono state regolamentate e che avevano tutto un discorso che è stato sistemato; non si può dire che sia avvenuto tutto in modo scorrevole, poiché c'erano una serie di difficoltà enormi, poiché i buchi normativi emergevano.
Questo è un esempio banale, ma sta a significare che, nel momento in cui si entra nell'aspetto pratico delle questioni, magari situazioni che costano qualche migliaia di euro danno origine a delle procedure burocratiche anche di qualche decennio, non solo di qualche anno, pertanto anche questi elementi dovranno essere tenuti in considerazione.
Questo è un ulteriore contributo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Emendamento rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Berutti, Sozzani, Graglia, Ruffino, Benvenuto: "Al comma 7, dell'articolo 28, della legge regionale 3/2010, come sostituito dall'articolo 2 del disegno di legge , le parole 'di norma' sono soppresse".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

L'emendamento in discussione appare come un emendamento non di sostanza, ma in realtà lo è. Il comma 7 dell'articolo 28 della legge n. 3 prevede che gli Enti pubblici, diversi dalle ATC, si avvalgono, di norma delle ATC per la gestione del patrimonio di edilizia sociale di loro proprietà.
Non è dissimile dall'emendamento che abbiamo prima discusso, ma è evidente che, nel momento in cui si prevede che gli Enti pubblici, diversi dalle ATC, si avvalgono delle ATC per la gestione del patrimonio, crediamo che "di norma" debba essere cancellato. Altrimenti lascia una discrezionalità, un po' quella che dicevamo precedentemente, che non va nella direzione di un disegno di legge di razionalizzazione.
E' evidente che se un Ente locale ha la possibilità di avvalersi di ATC o di avvalersi anche di un altro soggetto (non vi è un obbligo di avvalimento, ma è un potestà quella di avvalersi di ATC) rischiamo che qualora la legge venga approvata, noi abbiamo sul nostro territorio tre aziende territoriali per la casa che gestiscono il patrimonio di edilizia sociale che, ricordiamo, per la gran parte sono di proprietà comunale. Ma poi, una serie di amministrazioni comunali, anche un numero limitato, pu utilizzare terzi, quarti, quinti e sesti soggetti per cui non è detto che i soggetti che gestiscono il patrimonio siano tre, come intendiamo dire nella norma, ma possono essere anche un numero superiore.
Credo che questo sia un emendamento, come molti altri che abbiamo presentato e discusso, che va non solo nella stessa linea che intende dare il disegno di legge presentato dalla Giunta, ma sia anche un emendamento di buon senso che consenta la non moltiplicazione di soggetti, anche nuovi che si possono configurare nella gestione del patrimonio di edilizia sociale di proprietà delle amministrazioni comunali.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Benvenuto, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BENVENUTO Alessandro

Presidente, oggi sono stati presentati tanti emendamenti sia dal Consigliere Vignale che dal Consigliere Pichetto, ma non vedo un grande interesse da parte della maggioranza sul tema, le chiedo se può verificare il numero legale.



PRESIDENTE

Il numero legale è 26. Tuttavia, in questo momento, poiché non stiamo provvedendo ad una votazione, non è necessaria la verifica del numero legale.
Il Consigliere Benvenuto ha fatto una semplice domanda, non ci sono problemi.
Ha chiesto d'intervenire la Vicepresidente del Consiglio regionale Ruffino, in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Una semplice domanda che penso sia volta ad attirare l'attenzione su quello che abbiamo riportato nei nostri emendamenti.
Quando ci siamo ritrovati nella sede del nostro Gruppo per ragionare come avessimo potuto svolgere al meglio il nostro compito di Consiglieri regionali, cercando di riportare l'attenzione sul tema, ci siamo detti che una modalità poteva essere quella di essere a conoscenza delle reali necessità di chi vive un'emergenza abitativa. Ad esempio, attraverso progetti di servizio civile volontario volti a sottoporre e somministrare dei questionari a chi oggi vive negli alloggi anche con i comprensibili disagi.
Ieri è iniziato l'anno scolastico. Quando la sottoscritta era Sindaco cercava sempre di rendere le scuole accoglienti nel miglior modo possibile perché mi sono sempre detta che bambini che vivono una situazione scolastica in una scuola bella, accogliente e colorata saranno sicuramente cittadini migliori. Se oggi, girando per i vari complessi delle varie ATC del Piemonte, ci rendiamo conto, spesse volte, dello stato di abbandono non ci possiamo poi stupire di tutta una serie di atti che, comunque, non trovano condivisione da parte della sottoscritta, ma sono ascrivibili al decoro.
Questo è un altro pensiero e un altro argomento importante di cui questo Consiglio deve tener conto ed è come se fosse veramente un grande emendamento che merita di avere risposta. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Mi riallaccio alle parole della Vicepresidente Ruffino: è vero, ci sono situazioni di stato di abbandono e situazioni dove la parola decoro non è conosciuta. Proporrei che in questi casi venga tolta la casa. La casa è un diritto, ma ci dobbiamo dare un ordine per quello che riguarda l'assegnazione. Non possiamo concedere tutto a tutti, l'abbiamo detto prima. Ho visto anche situazioni di mancanza di volontà di integrazione. E' inutile costringere un rom, se quella è la sua provenienza, in un'abitazione. Il fatto di vedere queste situazioni potrebbe essere anche considerato in vista del calcolo del punteggio per quello che riguarda l'assegnazione della casa e anche un'eventuale revoca dell'assegnazione.
Parto dal nostro presupposto, secondo cui questa gestione non ricondurrà ad un'economicità, ma creerà più spesa. Più spesa significa più tasse, più tasse significano più tasse per quelle poche imprese sane che sono rimaste. Il fatto di avere poche imprese sane vuol dire avere disoccupazione e sempre più gente che rimarrà senza casa. E' come il cane che si morde la coda.
Solo i garantiti riescono a vivere questo momento con meno difficoltà.
Credo che dare dei criteri per l'assegnazione della casa, all'insegna anche dei comportamenti rispetto a come viene tenuto il bene, sia importante in una revisione del disegno di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

L'intervento della Consigliera Gancia che mi ha preceduto mi ricorda altre criticità cui dovremmo mettere mano con celerità e richiedere relativamente anche questo, un intervento urgente; ovvero coordinare il requisito che noi prevediamo nella legge della titolarità dell'anzianità della residenza nei Comuni del nostro territorio, con la disciplina che i Comuni stessi danno.
Mi spiego. A pochi chilometri di distanza in linea d'aria dal palazzo in cui ci troviamo, c'è l'ex villaggio olimpico del MOI. Penso che il nostro Presidente ricorderà, visto che era stata un'opera olimpica, che al momento contiene qualcosa tra le 400 e le 600 persone teoricamente profughi, ma in realtà in gran parte extracomunitari clandestini che occupano quei palazzi che sono di proprietà mista del Comune di Torino e di un fondo privato di investimento immobiliare, e che si trovano lì sostanzialmente dalla prima ondata di profughi, figlia delle cosiddette "primavere arabe".
Il problema qual è? Che di fronte alla nostra normativa che riconosce l'accesso all'emergenza abitativa, e quindi anche al bando per la casa popolare a chiunque abbia maturato, anche se non cittadino italiano, tre anni di residenza nel Comune di Torino, peraltro - lo ricordo riconoscendo un punteggio in più a chi è titolare dello status di profugo di fatto questa previsione cozza con la scelta, ad esempio, del Comune di Torino, di riconoscere la residenza fittizia a tutti quei profughi - e penso che prima o poi si potrà estendere anche ai nomadi - che, non potendo dichiarare residenza in una situazione immobiliare di completo abusivismo vogliono comunque avere accesso a tutti i benefici e quindi a tutti i servizi, a tutti i bandi e i canali di assistenza pubblica che il nostro Stato nelle sue varie articolazioni va a offrire.
Quindi, segnalo questo, perché purtroppo spesso, approfittando di una normativa regionale che non tiene conto dei tempi in cui viviamo, le Amministrazioni comunali cercano di deresponsabilizzarsi e non affrontare con scelte magari impopolari ma responsabili che dovrebbero assumere quelle che sono delle altre bombe sociali, approfittando di spiragli che si aprono nella normativa regionale.
Quando l'andremo a correggere, dovremo tenere conto anche di queste storture.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
Emendamento rubricato n. 10) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Berutti, Sozzani, Graglia, Ruffino, Benvenuto: Articolo 2.
Dopo il comma 8, dell'articolo 28, della l.r. 3/2010, come sostituito dall'art. 2 del disegno di legge, è aggiunto il seguente: "8 bis. Oltre alle ATC sono enti attuatori degli interventi di edilizia sociale i Comuni e i loro Consorzi.".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Anche questo è un articolo di merito che, in qualche modo, è correlato agli emendamenti prima presentati, in particolare modo due, il primo quello che prevedeva che gli enti si dovessero avvalere territorialmente delle ATC esistenti, il secondo che cancellava le parole "di norma" proprio per evitare che ci fosse una moltiplicazione di enti che potesse gestire.
Abbiamo però proposto l'inserimento di un nuovo comma dell'articolo 28 della legge n. 3. E' il comma 8 bis, che dice che, oltre alle ATC, sono enti attuatori degli interventi di edilizia sociale i Comuni e i loro consorzi.
Questo perché - come i colleghi ricorderanno, anche se è un emendamento che non abbiamo ancora messo in discussione ma non in votazione - noi riteniamo che le ATC, o meglio le politiche abitative debbano certamente essere svolte dall'Azienda territoriale per la casa, ma che vi possano essere anche degli interventi di edilizia sociale - l'esempio è il social housing, che è uno degli esempi più semplici da fare - che possono svolgere i Comuni o i loro consorzi socio-assistenziali, perché certamente una delle finalità principali delle politiche sociali è proprio quella della garanzia sotto le differenti forme che, nelle discussioni di oggi, abbiamo avuto modo di ricordare, del diritto alla casa, sia essa in proprietà sia essa in locazione.
Pertanto, crediamo che inserire questo comma 8 bis, che individua nei Comuni e nei loro consorzi i soggetti che, in qualche modo, sono deputati a svolgere interventi di coesione sociale e di limitazione delle problematiche abitative, sia un aspetto importante da inserire nella legge certamente non stravolgente, ma in un filo conduttore che - comprendo sia difficile da seguirlo nella discussione frammentata degli emendamenti abbiamo voluto inserire.



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire la Vicepresidente del Consiglio regionale Ruffino, in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Noi riteniamo che, nella revisione della legge sul riordino delle ATC non possa non essere ricompresa la parte legata alla pronta accoglienza.
Sappiamo tutti che abbiamo alloggi, pochi, pochissimi a questo aspetto dedicati, ma se apriamo le porte all'esterno ci rendiamo conto che ci sono dei bisogni sempre di più impellenti. Sappiamo benissimo quanto su questo influisca la violenza nei confronti delle donne piuttosto che necessità che oggi ci fanno capire quanto sia necessaria la disponibilità di alloggi a questo dedicati. Ed anche il tempo che viene assegnato a questi nuclei deve essere rivisto, perché ci sono dei problemi che purtroppo hanno necessità di tempi molto lunghi.
Sempre di più penso che le ATC e la Regione debbano viaggiare di pari passo con i servizi sociali, perché queste emergenze devono essere gestite come pure questi alloggi devono essere costituiti e creati in luoghi sicuri per le problematiche che ho evidenziato prima.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi sull'emendamento rubricato n. 10) passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 11) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Berutti, Sozzani, Graglia, Ruffino, Benvenuto: Articolo 2.
Dopo il comma 8, dell'articolo 28, della l.r. 3/2010, come sostituito dall'art. 2 del disegno di legge, è aggiunto il seguente: "8 bis. Ai fini dell'applicazione della procedura sanzionatoria prevista dal 2 comma dell'art. 316 territorio c.p. (Indebita percezione di contributi ed erogazioni pubbliche), ai funzionari preposti della ATC sono conferiti i poteri di accertamento previsti dall'art. 13 e seguenti della Legge 24.11.1981 n. 689.".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Riteniamo anche quest'emendamento utile, non certamente in una logica di rivisitazione della legge 3, ma come uno dei piccoli contributi che intendiamo dare per migliorare la legge oggi vigente.
L'articolo 8 bis prevede: "Ai fini dell'applicazione della procedura sanzionatoria prevista dal comma 2 dell'articolo 316, che è l'indebita percezione di contributi ed erogazioni pubbliche, ai funzionari preposti della ATC sono conferiti poteri di accertamenti previsti dall'articolo 13 e seguenti della legge n. 689".
Questo perché? Perché oggi diventa estremamente complesso anche nei casi in cui, com'è avvenuto, le Aziende territoriali della casa, per obbligo normativo, hanno fatto il primo censimento due anni fa e il censimento è in corso, anche quando individuano soggetti che non hanno più i titoli per avere il mantenimento della casa che è stata loro concessa e in qualche modo abbiano percepito contributi ed erogazioni pubbliche.
Pensiamo, ad esempio, a tutti coloro i quali hanno beneficiato del fondo sociale. Nel momento in cui noi individuiamo chi ne ha beneficiato non avendo titolo, sostanzialmente non possiamo intervenire, salvo con una comunicazione che possiamo fare alla Guardia di Finanza piuttosto che alla Procura della Repubblica.
Voi sapete che sono tali e tanti i procedimenti che i due soggetti che ricordavo devono in qualche modo svolgere, quindi, di fatto, c'è una sorta di impunità anche laddove si verifichi in modo assolutamente puntuale la non congruità nella percezione di un contributo, sia esso l'assegnazione di un immobile oppure un contributo derivante dal fondo sociale.
Qualora quest'emendamento venisse accolto, i funzionari preposti delle ATC hanno potestà di accertamento e quindi possono, sotto tutti i punti di vista, iniziare quelle procedure non soltanto sanzionatorie, ma che mettono in mora gli inquilini che non correttamente hanno avuto dei benefici dalla Pubblica Amministrazione non avendone i requisiti, ponendo anche un criterio di correttezza in particolar modo per coloro i quali li hanno percepiti correttamente o per coloro i quali non sono riusciti a percepirli, perché altri li hanno percepiti non correttamente al posto loro.
Questo è un altro degli esempi, non l'unico, di emendamenti, secondo noi, di buon senso, che non hanno colore politico, ma che cercano solo di migliorare un disegno di legge.
Se il tema è quello che diceva prima l'Assessore nella sua unica valutazione sull'articolo 1 - cioè quello di rimandare tutto ad un testo successivo anche per aspetti piccoli ma estremamente significativi (come quello che tratta l'articolo 11 sulle funzioni di accertamento attribuendole ai funzionari di ATC) - anche questo sarebbe del tempo sprecato.
Segnalo anche che questo viene indicato - non ai Consiglieri di Forza Italia, ma ai Consiglieri del Consiglio regionale - dalle ATC e da Federcasa, sotto forma di osservazioni al disegno di legge presentato dalla Giunta.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Ha chiesto d'intervenire la Vicepresidente del Consiglio regionale Ruffino, in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

La ringrazio.
Un'altra necessità riportata nei nostri emendamenti è legata al bisogno di capire l'effettivo risparmio dal riordino delle ATC e il costo dei disagi per quanto noi oggi abbiamo elencato nei nostri emendamenti, avendo anche l'opportunità di ampliarli e di condividerli insieme a voi.
Sappiamo tutti che il disagio ha un costo enorme che viene poi ribaltato sulla collettività, perché magari per i minori comporta maggiori attenzioni legate all'assistenza scolastica o all'accesso, quando si arriva ad un disagio grande, ai Servizi di igiene mentale. E' per questo che riteniamo che questo percorso debba essere molto ben seguito nei vari passaggi che sono stati previsti, che non possono e non debbono assolutamente essere presi alla leggera perché noi tutti sappiamo che si tratta di bisogni e necessità che hanno il diritto di avere delle risposte.
Noi oggi stiamo cercando di mandare questo messaggio in modo chiaro e netto, forse con la consapevolezza che queste necessità non sono state ben colte, perché siamo coscienti - e lo ribadiamo - che molti dei nostri emendamenti potevano essere raccolti. Siamo anche coscienti del fatto che molti emendamenti potevano essere modificati insieme, nel caso non avessero raggiunto un punto di convergenza con la Giunta o con la maggioranza.
Pare strano, quindi, che su un problema di così forte impatto sociale non si sia trovato un punto di raccordo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Sì, il disagio aumenta, lo sappiamo tutti, però vorrei richiamare l'attenzione sulla tipologia del disagio che aumenta, come ricordava la Consigliera Ruffino: aumenta in quelle fasce che noi stiamo dissanguando, o che forse abbiamo già dissanguato, a causa della spesa pubblica.
Veramente il sistema ATC e tutto quello che rappresenta insieme alle partecipate - e non solo l'ATC, ma tutto quello che abbiamo messo in piedi tra Consorzi, Enti, ecc. - costa ed è sulle spalle ormai di pochi. Poche infatti, sono le attività e poche le partite IVA rispetto a tutto quello che è pubblico.
In questa sede dobbiamo davvero capire che se diventiamo tutti dipendenti pubblici, facciamo aumentare la spesa e succhiamo il sangue come sanguisughe a queste realtà che non ce la fanno più - a partire dai piccoli commercianti e dai piccoli imprenditori (lasciamo stare l'impresa che, come vedete, dopo averci utilizzato "giustamente" se ne va) - e se continuiamo in questo modo ad alimentare questa spesa, questo sistema di cooperative e questa concorrenza sleale, credo che ci troveremo in una situazione sicuramente peggiore di quella di oggi.
E' giusto dire "fermiamo il declino", ma forse in una situazione come questa davvero c'è l'impunità totale per chi sbaglia. Voglio riprendere un tema: sono stati stipulati dei contratti di derivati e io ho visto gli atti della difesa, perché non ci volevo credere; c'è stata della gente che si è difesa dicendo "noi abbiamo firmato quegli atti perché non sapevamo l'inglese". Nessuno ha ripreso quella problematica, ma mi hanno fatto notare che sul Corriere della Sera si parlava dei 25 euro - lo ribadisco delle mutande di Cota. Tengo a ripeterlo perché bisogna veramente prendere coscienza di questo.
Quindi, continuando ad aumentare questo sistema e questo meccanismo di partecipate e consorziate - ne avevamo contate non so quante - stiamo ammazzando chi produce, che un giorno o l'altro, prima o poi, si incavolerà. E forse dovremo arrivare a chiedere di fare delle elezioni senza che venga previsto il voto per chi è dipendente pubblico (io compresa, quindi). Se tutto diventa pubblico e se non diminuiamo la spesa c'è questo rischio e non vedo che questo Consiglio regionale sia indirizzato in tal senso, se non per mettere fumo negli occhi.
E' evidente che qua si vuol fare un favore al Comune di Torino.



PRESIDENTE

Consigliera, la interrompo: lei ha due minuti.



GANCIA Gianna

Si vuol fare un favore al Comune di Torino, ai Consorzi, alle Cooperative e ai soliti noti.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Berutti.
Consigliere, non mi metta in difficoltà: cerchi di stare nei due minuti. Grazie.



BERUTTI Massimo

Rigorosamente: starò rigorosamente nei due minuti.
Relativamente a quel che diceva il collega Vignale, ritengo che il potere di accertamento sia un altro elemento sostanziale e non "buttato lì", come si dice in gergo; sia per gli aspetti legati agli eventuali elementi contributivi, ma anche per quel che si diceva precedentemente nell'arco della giornata, in merito all'evoluzione delle varie situazioni dei singoli occupanti e dei singoli abitanti dei vari alloggi.
Dico questo perché nel momento in cui si vanno a porre delle regole e si va a pensare che è necessaria una reimpostazione, il discorso del controllo e del rispetto delle regole - visto che in questo Paese purtroppo, a volte vige l'anarchia - diventa determinante.
Ancora di più, allora, diventa determinante il fatto che chi opera all'interno di strutture possa avere la possibilità, e quindi la responsabilità, di poter ponderare le situazioni Naturalmente, nel momento in cui si seguono in modo organizzato e scientifico tutti i casi, innanzitutto si può arrivare a maggiori recuperi di situazioni di evasione che, seppur piccola, in grandi quantità rappresenta sempre numeri importanti. D'altro canto, ovviamente, si eliminano i furbi, perché purtroppo sappiamo che nel momento in cui vige il mancato controllo inevitabilmente si sviluppano situazioni come queste.
Credo che questo sia un altro elemento educativo, perché altrimenti alla fine si incappa in un percorso senza controllo e naturalmente contro ogni tipo di regola.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Segretario Benvenuto, che interviene in qualità di Consigliere.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda i costi di gestione delle ATC, noi crediamo che oltre l'abbattimento del Collegio sindacale e delle retribuzioni di Presidente e Vicepresidente, servirebbe recuperare dai Comuni le economie derivanti dalle manutenzioni.
Riteniamo sia irrisorio il contenimento della spesa derivante dalla riduzione dell'ATC di Vercelli e di Cuneo, quindi parlare di "sportelli distaccati" non risolve certamente il problema della manutenzione del patrimonio di edilizia sociale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Benvenuto.
Terminata l'illustrazione degli emendamenti procediamo con la discussione generale dell'articolo e dei relativi emendamenti.
Per la discussione generale chi intende intervenire? La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Nel provare a rammentare (poiché in due minuti interveniamo sull'articolo) quelli che sono gli emendamenti che riteniamo essere significativi sull'articolo n. 2, perché illustrandoli in modo un po' frammentato, inevitabilmente, c'è il rischio che non si riesca a fare una valutazione compiuta.
Noi chiediamo, con alcuni di questi emendamenti, di eliminare le parole "non economici" in modo tale che le ATC possano essere enti economici; che gli Enti locali non possano avvalersi di terzi soggetti se non le ATC altrimenti il disegno di riorganizzazione che l'Assessore e la Giunta hanno presentato al Consiglio rischierebbe di essere vanificato; di fare in modo che l'ATC sia un soggetto che non faccia solo gestione dell'immobile di proprietà e la relativa manutenzione e assegnazione, ma possa fare anche interventi terzi di coesione sociale e di politiche abitative e che gli stessi possano essere svolti anche dai Comuni e dai loro consorzi; insomma che ci sia un mix che unitamente alle ATC, come soggetti fondanti della gestione dei circa 50 mila alloggi di proprietà pubblica, mettano in campo un altro insieme di modalità per garantire il diritto alla casa.
Questi sono alcuni emendamenti, perché altri, come i colleghi hanno potuto vedere, in realtà servivano a focalizzare l'attenzione, perché sia che vengano accolti o respinti certamente non mutano il senso della legge.
Non ultimo quello dei poteri di accertamento per i funzionari di ATC perché questo, come abbiamo ricordato, illustrando l'ultimo emendamento certamente consentirebbe la possibilità di mettere in campo misure per il recupero di benefici che singoli soggetti, qualora accertato che li abbiano ottenuti indebitamente, debbano restituire ad ATC, perché questo è uno strumento della collettività e i fondi che in moltissimi casi vengono erogati, come il fondo sociale, piccolo o grande che sia, sono contributi della collettività.
Da questo punto di vista, crediamo che sia estremamente utile che alcuni di questi emendamenti vengano accolti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'articolo e su tutti gli emendamenti.
Ci sono dichiarazioni di voto? Non ci sono dichiarazioni di voto.
Chiedo alla Giunta se, per il parere sugli emendamenti, vuole fare un unico intervento e dire se vuole accettare alcuni emendamenti o se sono tutti respinti.
La parola all'Assessore Ferrari.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Nel complesso, la Giunta esprime un giudizio non favorevole agli emendamenti, ma esprime la disponibilità ad accogliere l'emendamento n. 7) perché riteniamo sia coerente e rafforzi quanto la Giunta ha proposto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.
Passiamo ora alla votazione dei singoli emendamenti.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 22), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SI 7 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 23), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SI 7 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SI 9 Consiglieri hanno votato NO 31 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 24), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SI 5 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 44 Consiglieri hanno votato SI 14 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Per quanto riguarda la votazione precedente, diamo atto che il Consigliere Grimaldi ha espresso voto contrario.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Mi ha chiesto la parola? Siamo in fase di votazione.
Siamo giunti all'emendamento n. 7).



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 7) è accolto.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

E' vero che siamo in fase di votazione, però c'è la potestà di ritirare un emendamento il cui ritiro, ovviamente, può essere successivo anche all'espressione del parere della Giunta.
Spiego il motivo: l'emendamento n. 7) ha parere favorevole da parte della Giunta. Io invito al rispetto, che noi cerchiamo di averlo, ma invitiamo anche che sia pari, nel senso che l'emendamento 7) prevede che le parole "non può configurarsi" siano modificate in "non si configura". Se uno ritiene di avere un atteggiamento di contrarietà ai nostri emendamenti è sacrosanto che li respinga, però c'è un limite di buonsenso, che credo sia utile non oltrepassare.
L'emendamento n. 7) lo ritiriamo.
Sono stato nel minuto di tempo che il Regolamento mi concede per ritirare un emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Comprendo le sue legittime argomentazioni politiche, però quando è aperta la votazione, io non posso più dare la parola. Tutto qua.
Comprendendone le ragioni, le ho concesso comunque la parola.
L'emendamento rubricato n. 25) è irricevibile.
Passiamo alle successive votazioni.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SI 6 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 37 Consiglieri hanno votato SI 7 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Poiché l'emendamento precedente è stato respinto, l'emendamento rubricato n. 10) è decaduto.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 44 Consiglieri hanno votato SI 14 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 18) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Andrissi, Batzella, Valetti, Campo, Mighetti, Freudiani: Dopo le parole "con privati" si aggiungano le parole "no profit".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente, almeno cambiamo speaker e Gruppo consiliare che intervengono nella presentazione degli emendamenti.
L'articolo 3 del disegno di legge, com'è ben noto ai proponenti, alla maggioranza e ai Consiglieri di opposizione, introduce, alla fine della lettera d) del comma 2 dell'articolo 29 della legge quadro legge 3 sulle competenze delle ATC, la possibilità di attuare, da parte delle ATC stesse interventi finalizzati all'incremento, recupero e conservazione di patrimonio di edilizia sociale e dei relativi servizi, anche attraverso processi di riqualificazione urbana.
Ne elenca una serie di punti: la lettera a), sull'impiego di risorse dello Stato e della Regione (anche ad eventuali altri finanziamenti) l'impiego di risorse finanziare proprie dell'ATC o in delega di altri soggetti pubblici e privati, la partecipazione a consorzi o società miste per la formazione ed attuazione di programmi di edilizia urbanistica integrata (in questo caso per la realizzazione di nuove abitazioni) l'attuazione e la lettera d), che è quella che viene modificata, al pari delle cooperative edilizie, dei loro consorzi e delle imprese private degli interventi di edilizia convenzionata ed agevolata.
L'articolo 3 aggiunge, al termine di questo comma, il programma di social housing, anche in società con privati.
Se è vero che già la legge quadro prevede tutta una possibilità di partecipazione, non solo e non tanto di fondi disposti da altri enti ed istituzioni (pensavo, ad esempio, alle fondazioni bancarie), è anche corretto che disponga una parte dei propri utili investendoli sul territorio, magari anche con opere meritevoli, come ad esempio l'edilizia sociale.
Noi, come già anche in Commissione, eravamo un po' preoccupati da questa modifica, relativa all'inserimento e alla possibilità, in partnership con privati, di una gestione di programma di social housing.
Abbiamo una pregiudiziale non ideologica ma nel merito, nel senso che com'è già stato detto prima, noi la vediamo come una funzione sociale e preminente da parte di un'amministrazione pubblica come la Regione, su cui comunque la partecipazione di capitale privato va bene - l'esempio di fondazioni no profit come le fondazioni bancarie - ma non ci vediamo la presenza di privati che ovviamente hanno, da definizione deontologica dell'essenza di un'impresa e di un'azienda privata, l'obiettivo di fare profitto.
Vediamo, quindi, due fattori in contraddizione: il social housing, che per definizione dovrebbe comportare non profitto ma reinvestimento dell'utile nell'ATC stessa nei servizi del social housing in generale; e il privato che, giustamente, vede il profitto, cioè l'interesse di incamerarsi degli utili e destinarli ai dividendi o alla propria attività.
Con quest'emendamento, in Commissione avevano chiesto l'abrogazione oggi chiediamo che venga aggiunta la definizione "no profit", cioè privati no profit che possano partecipare a processi di social housing, altrimenti rimane netta la nostra contrarietà alla norma.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Il discorso è quello di qualche ora fa.
Come Movimento 5 Stelle, vediamo questo ingresso dei privati non in maniera totalmente positiva, se non è normato in senso stringente.
Occorre pensare che un fondo destinato all'edilizia sociale non pu premiare dei prestatori di capitale, ma può premiare soltanto chi fa impresa, chi genera lavoro e chi utilizza questi beni.
In alternativa, noi proponiamo una spesa a carico della Regione e dei cittadini, per quei cittadini che, sfortunatamente, il cui benessere è al di sotto della media sociale.
Diversamente, questo capitale è a disposizione di chi fa speculazione.
Non vogliamo che quello che può essere un'occasione di rilancio, anche per l'edilizia, diventi opportunità di rilancio per investimenti fini a se stessi.
Tutto questo si può modificare anche solo con una parola. Noi, dopo le parole "con privati", aggiungiamo le parole "no profit", chiaramente si possono utilizzare altri strumenti, comunque si deve specificare l'argomento di questo articolo.
Questo è quanto vogliamo dire con il nostro emendamento, chiaramente anche i successivi emendamenti e ordini del giorno andranno in questa direzione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mighetti.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Relativamente a quest'emendamento, ci preme altresì sottolineare che questa parte del disegno di legge non riguarda la riforma della governance che si vuole realizzare con tanta urgenza.
In precedenza non sono stati ammessi degli emendamenti di merito con cui si sarebbe potuta cogliere l'occasione di introdurre in questo articolato delle innovazioni anche relativamente al funzionamento dell'ATC.
Questo disegno di legge contiene - purtroppo, e questa è una, all'articolo 3 - delle innovazioni nel funzionamento dell'ATC che preferiremmo venissero per quello in Commissione ne avevamo chiesto la soppressione - affrontate nella più ampia discussione che si svolgerà quando si interverrà in modo complessivo sulla legge.
La nostra proposta emendativa è correttiva di questo elemento, nel senso che per lo meno limita l'effetto di questa correzione alla legge regionale in modo più coerente con le finalità sociali dell'Agenzia.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con l'occasione della discussione di quest'emendamento, che prevede con l'inserimento del suffisso "no profit", la possibilità di interventi di edilizia sociale in collaborazione con i privati, volevo rimarcare quanto testé espresso dal collega Campo.
Questo disegno di legge ci è stato presentato in Commissione come un provvedimento dovuto, quasi automatico, come ribadito anche nelle leggi finanziarie degli ultimi due anni, che prevedevano la riduzione del numero delle ATC da cinque a tre. Quindi, parliamo di un disegno che non modificava altro che il numero delle ATC presenti sul territorio, rinviando ad un altro provvedimento una revisione più globale della legge n. 3/2010.
Allo stesso modo, i tentativi di miglioramento della legge n. 3/2010 seppure apprezzati, sono stati rinviati ad un esame successivo; pertanto, i conseguenti emendamenti sono stati bocciati.
Invece, noi riteniamo che quest'articolo vada a toccare anche la governance, quindi non si limiti a quel provvedimento dovuto, che in qualche modo si attendeva.
Questa è la motivazione del nostro emendamento e del nostro parere contrario all'articolo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Il nostro emendamento, con il quale vogliamo aggiungere le parole "no profit", dopo le parole "con privati", nasce anche da un'analisi di Altreconomia, in cui si riporta l'affermazione di Sergio Urbani, che ha dichiarato che "il rendimento necessario per promuovere un'iniziativa di housing sociale non è compatibile con l'edilizia residenziale pubblica".
Successivamente, si riporta anche l'affermazione di Matteo Del Fante resa in sede di Commissione Ambiente della Camera dei Deputati: "I criteri di investimento del fondo investimenti per l'abitare prevedono che il rendimento atteso sia nell'ordine del 3% oltre all'inflazione".
Dall'esperienza dell'housing sociale, dove sono intervenuti i privati abbiamo potuto constatare, per esempio cito il Parma Social House, che il progetto cofinanziato dal fondo investimenti per l'abitare ha portato solo un 30% destinato all'affitto a canone sostenibile.
Quindi, di fatto, l'entrata dei privati in questo tipo di investimenti determina una riduzione degli alloggi a canone sostenibile effettivamente necessari, creando una contraddizione. Sembra quasi che i privati nonostante siano stati costruiti, negli ultimi dieci anni, in Italia, 700 mila alloggi, ancora invenduti! - vogliano entrare in questo business per cementificare ulteriore territorio e non per risolvere, se non in piccola percentuale, i problemi sociali in termini di richiesta di alloggi.
Se poi verifichiamo chi sono i privati che entrano in questo tipo di soluzione abitativa, che viene definita social housing con l'intervento dei privati, osserviamo che il maggiore investitore è Polaris Investiment Italia SGR, che ha un obiettivo di raccolta complessiva di circa 800 milioni di euro.
Chi sono gli azionisti di riferimento di Polaris? La Fondazione Cariplo è uno dei principali e il tutto è controllato da una società con sede in Lussemburgo.
Noi speriamo nel social housing di non vedere - almeno in questo tipo di attività! - società italiane con sede in Lussemburgo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Come hanno ribadito i miei colleghi, questo è uno di quegli emendamenti che abbiamo scelto di ripresentare, molti degli altri abbiamo deciso di non riprensentarli più per non creare una situazione di inutile ostracismo ai lavori della Giunta. Quelli più di buonsenso, che sembravano aver accolto qualche parere per lo meno neutrale, se non negativo o trasversale, sono stati ripresentati.
In particolare, l'emendamento riguardante il "no profit" tenta di essere compatibile con la proposta di legge, con cui si intende creare un'ATC che regolamenta fortemente le politiche di social housing senza intervenire in prima persona, date le condizioni economiche non favorevoli e lasciando spazio ai privati negli investimenti. Però, dovendo essere investimenti in cui non si dimentica lo scopo sociale, noi abbiamo ritirato l'emendamento che delimitava l'utile di impresa al 15% e abbiamo lasciato questo, che è molto semplice, ma esprime chiaramente il nostro pensiero in merito.
Non è assolutamente un emendamento ostruzionistico, ma di buonsenso che tenta di non fare perdere di vista lo scopo principale dell'ente ATC.
Sarebbe poco etico l'ingresso di privati a scopo di lucro, che però esiste è documentato, il Consigliere Andrissi ne ha dato un esempio; per cui speriamo che per lo meno si comprenda l'intento. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Non essendoci altri interventi, dichiaro aperta la discussione generale sull'articolo 3 e sull'emendamento rubricato n. 18).



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

No, è sempre lo stesso, solo che si svolge la discussione generale relativamente agli emendamenti, nel caso specifico c'è solo un emendamento e all'articolo 3. Allora, ho aperto la discussione generale e poiché non c'erano richieste di intervento, l'ho dichiarata chiusa.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 3, sul quale non parteciperemo al voto, dimostra che in realtà la norma interviene tanto in un'attività di razionalizzazione dell'Ente, quanto in misure, seppur non stravolgenti, di modifica alla legge n. 3.
Il fatto che nell'articolo 29 si inseriscano i programmi di social housing anche con i privati, è una modifica significativa rispetto a quello che è il testo oggi vigente della legge n. 3.
Questo dimostra che se ci fosse stata la volontà di un confronto sui temi, e non necessariamente una volontà non dico di scontro ma di dialettica poco fruttuosa, nel senso che uno parla, presenta i propri emendamenti e vengono respinti. sarà una delle tante volte, però credo che in alcuni casi, come oggi, siano occasioni che rischiano di essere sprecate. Perché l'articolo 3 dimostra chiaramente che, si è voluto mettere mano alla legge, sia pure in modo non corposo e non stravolgente, laddove si riteneva necessario, come in questo caso fosse .



PRESIDENTE

La Giunta regionale vuole esprimere il parere?



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Il parere della Giunta è contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SI 8 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4.
Comunico che l'emendamento rubricato n. 26) è irricevibile, in quanto la modifica non ha portata normativa, perché si chiede la sostituzione delle parole "con propria deliberazione" con le parole "con proprio provvedimento deliberativo".
Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Emendamento rubricato n. 13) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Sozzani, Berutti, Graglia, Ruffino, Benvenuto: Al comma 1, dell'articolo 31, della l.r. 3/2010, come sostituito dall'art.
5 del disegno di legge, le parole "e il revisore legale" sono sostituite dalle seguenti: "e il collegio sindacale.".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo crediamo sia un altro degli emendamenti significativi che abbiamo presentato.
Il disegno di legge intende non soltanto razionalizzare le ATC da sette a tre, ma portare quello che era il Collegio sindacale di tre componenti ad un singolo componente.
Ora, che ci stia nella volontà di razionalizzazione, mi sembra abbastanza chiaro. Devo rilevare, poi, che da un punto di vista della omogeneità normativa non facciamo la stessa cosa, perché approviamo in Commissione il disegno di legge sullo zooprofilattico dove lasciamo il Collegio sindacale.
Noi crediamo che il mantenimento del Collegio sindacale sia estremamente importante e utile. Non saranno certamente quattro Sindaci in più che modificheranno in modo sostanziale le spese dell'ente (parliamo di una cifra intorno ai 40.000 o 50.000 euro l'anno, perché a seconda dell'Ente differisce il compenso). Credo invece, come dicevamo nella discussione di stamattina, che avere sei occhi anziché due, cioè avere tre professionisti che si confrontano sul bilancio di un ente, e non un singolo soggetto, sia estremamente utile.
A nostro avviso, ogni tanto bisogna prestare attenzione che, rispetto alle volontà di razionalizzazione e diminuzione della spesa, non vi sia poi, un processo inverso: è evidente nel caso in cui vi sia un danno erariale nei confronti di una ATC che nasce dal fatto che non vi è stato un controllo sufficiente, ma non per mancanza di volontà (pensiamo alle nuove tre ATC, che avranno una dimensione estremamente significativa, perch parliamo di tre grandi aziende che, nel loro insieme, gestiranno manutenzioni, canoni e quant'altro per 50.000 alloggi), ma perch disporranno di un singolo soggetto che farà la verifica contabile dei bilanci.
Credo che questa, in qualche modo, non sia una buona proposta, perché è evidente che, a quel punto, rimane la gestione del bilancio in capo al Consiglio di Amministrazione e al dirigente di ATC.
Senza alcun retropensiero, cioè senza voler pensare che vi siano connivenze di alcun tipo, mentre il Consiglio di Amministrazione e il dirigente sono in qualche modo quotidianamente impegnati nell'attività di gestione, gli unici che rappresentano un "contraltare" sulla verifica contabile sono i membri del Collegio dei revisori.
A noi sembrerebbe davvero poco significativo il risparmio di 45.000 o 50.000 euro a fronte di un rischio o comunque di un minor controllo da parte degli Enti. Credo che gli enti che esercitano il controllo abbiano un grande valore e vadano in qualche modo mantenuti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

E' un importante emendamento di merito e penso che la maggioranza e la Giunta, apprezandone il senso, lo possano accogliere.
Oggettivamente, si tratta di un risparmio e si tratta di sancire un principio di controllo trasparente.
Risparmiare su un organo di controllo credo sia un falso risparmio perché se andiamo a guardare tutte le risorse che si rischia di sprecare per colpa di dinamiche poco virtuose, che possono avvenire nella completa innocenza e mancata incolpevole vigilanza dell'organo di controllo politico, come anche del vertice amministrativo, alla luce di questi ragionamenti ritengo che mantenere un collegio sindacale plurale, in cui intendiamoci - ci può essere anche un controllo reciproco tra i diversi componenti, sia una scelta politica e amministrativa assennata.
Parlo chiaramente solo a nome di me stesso, in quanto Gruppo formato da un solo Consigliere, ma, facendo mie le parole dei colleghi di Forza Italia, credo che l'attuale atteggiamento dell'opposizione, che è stato identificato come ostruzionistico, in questo caso non lo sia, poiché non si tratta di un emendamento che cambia unicamente la sintassi di una frase senza variarne il senso.
Ritengo che la maggioranza dovrebbe prendere in considerazione, insieme alla Giunta, di accogliere emendamenti di senso, che tra l'altro non presuppongono un ragionamento ideologico, cioè sono perfettamente compatibili con la visione che avete voluto dare all'intervento legislativo.
Vi invito sinceramente, a costo di perdere un minuto, perché di più non ci metterete, a valutare la possibilità di recepirlo, perché quantomeno l'economia dei lavori d'aula ne gioverebbe.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
Non essendoci altri interventi sull'emendamento, procediamo con l'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 17) presentato dai Consiglieri Gariglio, Ravetti Motta, Chiapello, Monaco, Giaccone, Grimaldi: Al comma 1 dell'articolo 5 del disegno di legge n. 2, le parole: "3. Il Consiglio di Amministrazione delle ATC è composto da tre membri nominati dal Consiglio regionale, di cui uno in rappresentanza delle minoranze." sono sostituite dalle seguenti: "3. Il Consiglio di Amministrazione della ATC del Piemonte centrale è composto da tre membri nominati dal Consiglio regionale, di cui uno in rappresentanza delle minoranze. I Consigli di Amministrazione della ATC del Piemonte nord e della ATC del Piemonte sud sono composti ciascuno da cinque membri nominati dal Consiglio regionale, di cui due in rappresentanza delle minoranze.".
La parola al Consigliere Gariglio per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
La ratio di quest'emendamento è di mantenere la forte razionalizzazione e l'impianto originario della legge. Prevede di passare da sette a tre ATC e quindi da sette a tre Consigli di Amministrazione. In questo modo nell'immediato, oltre al risparmio successivo prodotto dall'unificazione degli uffici delle ATC, avremo un risparmio sugli emolumenti di quattro Presidenti e di quattro Vicepresidenti, per un totale annuo di 360 mila euro. Ricordo che una delibera di Giunta regionale del 2005 prevede emolumenti di 60 mila euro per i Presidenti e di 30 mila per i Vicepresidenti delle ATC.
Pertanto, manteniamo questo impianto, ma proponiamo che per le due ATC che risultano dalla fusione di più ATC, ossia l'ATC del Piemonte meridionale e quella del Piemonte settentrionale, il Consiglio di Amministrazione sia composto non da tre, ma da cinque Consiglieri.
E' vero che la ratio di quest'emendamento è di consentire a tutti i territori provinciali di essere rappresentati, altrimenti, specie l'ATC del nord, che rappresenta quattro territori provinciali, non avrebbe tutti i territori rappresentati nel board di ATC.
L'importo economico aggiuntivo che comporta questa norma è esiguo rammento che i Consiglieri delle ATC sono pagati 70 euro a seduta, con una media di una seduta al mese, quindi è assolutamente non impattante sul bilancio.
Riteniamo che in questa fase di partenza, di start up, delle nuove ATC sia importante cercare di portare all'interno dell'organo decisionale tutti i territori ed i rappresentanti delle ATC originarie, perché si tratta di far partire una nuova organizzazione che deve assimilare gli aspetti positivi ed anche quelli problematici delle strutture preesistenti. Grazie.



PRESIDENTE

Comunico che gli emendamenti rubricati n. 27, 28, 29, 31, 30 non sono ricevibili, perché privi di contenuto normativo.
Emendamento rubricato n. 14) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Berutti, Sozzani, Graglia, Ruffino, Benvenuto: Articolo 5 Il comma 9, dell'articolo 31, della l.r. 3/2010, come sostituito dall'articolo 5 del disegno di legge, è soppresso.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Questo emendamento è correlato al precedente, nel senso che il comma 9 prevede che il collegio sindacale dell'ATC è nominato dal Consiglio regionale ed è composto da tre membri effettivi, di cui uno con funzione di Presidente. L'articolo del disegno di legge intende cancellare questa parte, lasciando il revisore unico.
Noi riteniamo - come già detto precedentemente - che questo sia un emendamento significativo, che debba essere accolto per una questione che riguarda, ovviamente, le potestà di controllo. Poi, avendo ascoltato l'illustrazione dell'emendamento presentato dal Consigliere Gariglio, è evidente che se la volontà manifestata fin qui dalla maggioranza è quella di un confronto - così come è avvenuto - noi non abbiamo alcun problema (non so se il Consiglio termina alle 19 o alle 20, oggi), ma abbiamo ancora sette mozioni - che presenteremo - di accompagnamento alla proposta di legge, da discutere prima di aver licenziato la legge.
Insomma, se il tema è quello del non confronto, l'opposizione non pu che giovarne, nel senso che quando una maggioranza non si confronta sui temi, ma fa un richiamo muscolare, è il miglior assist che possa fare all'opposizione, perché non si confronta esclusivamente sui temi, ma deve in qualche modo, manifestare il fatto che, a fronte di un concetto aprioristico, vi è un a risposta aprioristica, peraltro un po' diversa da quanto il Presidente della Giunta, Chiamparino, aveva detto, in apertura della seduta di insediamento del Consiglio, affermando: "Mi auguro di non avere un'opposizione ostruzionistica".
Noi, allora, rispondemmo dicendo che qualunque Presidente se lo augura! E' evidente che un'opposizione ostruzionistica si può non avere, ma ci deve essere un comportamento, da parte della maggioranza, dello stesso tipo.
Noi, fino ad oggi abbiamo dimostrato di non adottare questo atteggiamento.
La scorsa settimana è passata la legge sul Segretario generale, in modo inusualmente veloce, per un Consiglio regionale, che non abbiamo condiviso.
Se, però, ci invitate a fare un'opposizione muscolare, non è un problema: abbiamo avuto buoni maestri, in questo Consiglio, che oggi ricoprono ruoli importanti all'interno della Giunta, per cui abbiamo imparato per quattro anni, in cui non credo sia mai accaduto - salvo un caso, una legge finanziaria di estrema urgenza - che un disegno di legge presentato in una seduta sia stato licenziato nella medesima, per cui teniamo alte le tradizioni del Consiglio regionale comportandoci di conseguenza.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 15) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Berutti, Sozzani, Graglia, Ruffino, Benvenuto: Il comma 10, dell'articolo 31, della legge regionale 3/2010, come sostituito dall'articolo 5 del disegno di legge, è soppresso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Scusate, sono molti utili gli strumenti informatici ma quando è un emendamento soppressivo come in questo caso, è utile andare a trovare ci che si sopprime, altrimenti diventa difficile motivarlo.
L'emendamento n. 15) è esattamente conseguente all'emendamento prima illustrato. Il nuovo articolo 31, previsto dall'articolo 5 del disegno di legge, prevede che al revisore legale sia applica la disciplina prevista agli appositi articoli; rimane in carica allo stesso periodo dell'organo che lo ha nominato, quindi alla nomina del nuovo revisore.
Evidentemente, avendo presentato un emendamento che cassa il revisore singolo per mantenere il collegio, riteniamo che il comma 10 non debba essere presente all'interno della legge, ma debba rimanere il comma 9, così come oggi è vigente nella legge n. 3, per i motivi che abbiamo precedentemente ricordato.
Rammento altresì che se si tratta di una questione economica, e su questo vorremmo chiedere un parere - nel momento in cui lo esprimerà qualora lo voglia fare, l'Assessore - rammento che i compensi li stabilisce la Giunta con propria delibera. La Giunta può stabilire che, sulla base di quelle risorse, non utilizza un singolo revisore, ma utilizza il Collegio con tre revisori. Se il motivo non è legato alle risorse, deve essere un altro, ma ci deve essere spiegato.
Rammento sempre - tutto è fuorché una logica di interesse, ma è una logica di vigilanza - che non casualmente tutti i collegi di revisione dico tutti, delle agenzie e degli enti strumentali di questa Regione hanno un minimo di tre componenti (non di due). Il motivo è molto semplice: una legge regionale prevede che, nel caso di tre, un componente sia indicato dalle opposizione. Non è casuale. Non è che un revisore indicato dall'opposizione è più attento rispetto ad uno indicato dalla maggioranza.
Ognuno fa in modo compiuto il suo lavoro, come è stato dimostrato in questi anni, avendo assunto, all'unanimità, i pareri rispetto ai bilanci, ma è certo che vi è anche uno strumento non di vigilanza, ma di garanzia maggiore, nella rappresentanza di quello che è il Consiglio regionale nella sua interezza.
In questo senso, invece, il Consiglio regionale, al di là del C.d.A.
avrebbe il Presidente, il dirigente e il revisore unico indicato dalla maggioranza. Ci puzza il naso nel dire che sono le poltrone, ma poi c'è uno che nomina. Quando è uno, è sempre il Consiglio che nomina, non è un soggetto terzo, né facciamo una lotteria né un bando a titoli. E' il Consiglio regionale che, in una scheda personale, ogni singolo Consigliere appone un nome e un cognome su una riga, giusto per evitare fraintendimenti.
C'è sempre qualcuno che nomina, quindi, secondo noi, crediamo sia più utile se c'è qualcuno in più che vigila e che rappresenta il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale sull'articolo 5 e sugli emendamenti.
Non essendoci richieste di intervento in sede di discussione generale la parola all'Assessore Ferrari per il parere della Giunta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Il parere della Giunta sugli emendamenti che riguardano argomenti già affrontati in altre occasioni rimane negativo.
L'argomento nuovo è introdotto dall'emendamento n. 17), quindi riteniamo che abbia una sua ragionevolezza ed esprimo parere positivo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SI 11 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 17), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SI 30 Consiglieri hanno votato NO 5 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 36 Consiglieri hanno votato SI 8 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 35 Consiglieri hanno votato SI 6 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 8 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 5, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 L'emendamento rubricato n. 32) è irricevibile poiché privo di contenuto normativo.
Non essendoci altri emendamenti, metto in votazione l'articolo 6.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 6.
Il Consiglio approva.
Articolo 6 BIS Emendamento rubricato n. 19) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Campo, Batzella, Valetti, Mighetti, Frediani, Andrissi: "Art. 46 (Vendita con la formula del riscatto o mutuo sociale) 1. La Giunta regionale dà mandato alle ATC di utilizzare fino al 20 per cento dei fondi trasferiti per la fornitura di nuovi alloggi di edilizia sociale con la formula del mutuo sociale o del riscatto. Tali alloggi verranno venduti con la forma per l'acquirente del mutuo sociale a rate fisse senza interessi applicati alle rateizzazioni, al prezzo di realizzo previo accordo con le organizzazioni edili, considerando prioritariamente gli immobili realizzati negli ultimi cinque anni e tutt'ora invenduti. La priorità di vendita è assegnata a favore delle famiglie più deboli, che acquisteranno la proprietà dell'immobile all'estinzione del mutuo sociale.
La rata di riscatto del mutuo sociale non potrà superare il 25 per cento del reddito del nucleo familiare assegnatario".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Il nostro Gruppo consiliare ha presentato, come detto prima dal Consigliere Valetti, solo un numero ristretto di emendamenti. Sono tre emendamenti in tutto, che avevamo in parte già presentati in Commissione che ritenevamo però fondamentali riproporre in discussione in Aula.
Non concordiamo assolutamente sulla posizione assunta dalla Giunta e ovviamente, sostenuta anche dalla maggioranza, di affrontare i temi a scomparti stagni, cioè fare un pezzo di riforma e poi il resto, che è magari importante e fondamentale, rinviandolo alla presentazione di un successivo provvedimento.
Ovviamente può essere condivisibile o meno il fatto di pensare che almeno si porta a casa un pezzo di provvedimento e poi il resto si rinvia.
Noi invece chiediamo la possibilità di valutare sia nel merito gli emendamenti, ma abbiamo già visto che molti emendamenti di merito presentati dai colleghi di centrodestra - alcuni anche meritevoli di approfondimento e di una valutazione positiva - non sono stati presi in considerazione.
Quindi, penso che i nostri emendamenti non faranno una fine diversa.
Però rilancio, dicendo quanto già espresso durante la relazione generale al disegno di legge, cioè di poter valutare con attenzione gli ordini del giorno che abbiamo collegato al provvedimento, in cui si chiede al più presto l'apertura di un tavolo di lavoro sul tema, in modo che le proposte fatte dai diversi Consiglieri di opposizione e dai Consiglieri di maggioranza interessati al tema possano confluire in un provvedimento che sia condiviso.
Questo oggi è un provvedimento della Giunta e neanche del Consiglio. E' un disegno di legge in cui la Giunta ha inteso fare sue anche alcune proposte che erano state fatte in alcune leggi finanziarie degli scorsi anni.
Va bene, però in un'ottica di revisione reale del funzionamento delle ATC e di tutto quello che riguarda il social housing, mi auguro veramente che si possa arrivare ad una visione più condivisa.
Chiusa questa premessa di metodo e di merito generale, l'emendamento n.
19) riguardava l'articolo 46 della legge n. 3/2010, quindi la vendita con la formula del riscatto o mutuo sociale.
Quindi, si prevedeva già nel testo di legge di poter utilizzare fino al 20% dei fondi trasferiti per la realizzazione di nuovi alloggi di edilizia sociale. Noi abbiamo inteso di eliminare la parola "realizzazioni di nuovi alloggi di edilizia sociale" perché, come ha detto il collega Andrissi abbiamo in Italia almeno un milione di alloggi invenduti, inutilizzati e sfitti. C'è un problema enorme sia nella vendita sia nell'affitto. Quindi noi parliamo di "forniture" in generale e con la possibilità di realizzare degli accordi con le organizzazioni edili, considerando prioritariamente gli immobili realizzati negli ultimi cinque anni e tuttora invenduti.
Questo per fare degli accordi o per una vendita o una locazione a prezzi calmierati.
Questo potrebbe essere sicuramente una norma molto importante sia per andare incontro agli operatori del settore edile, che hanno realizzato immobili, a volte anche sulla scia di piani regolatori dei Comuni un po' disperati dalla carenza di risorse nelle proprie casse che hanno sperato di ripianare i loro bilanci con gli oneri di urbanizzazione. Ma non è questa responsabilità dei costruttori che costruiscono dove è permesso loro dalle Amministrazioni comunali, ma potrebbe aiutare loro che sono al momento in grande difficoltà economica ed aiutare anche i cittadini.
Quindi, è una logica win-win, come si suol dire in paesi di lingua anglofoba, e quindi pensiamo che possa essere un emendamento utile ed interessante poterlo riprendere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Non è stata fatta la discussione generale sull'articolo 6. Non so se sia perché non è stato ammesso l'emendamento. Lo dico perché l'articolo 6 è quello che riguarda la Conferenza dei Sindaci...



PRESIDENTE

Quando non ci sono emendamenti, si va direttamente alla votazione dell'articolo. In questo caso non c'era l'emendamento.



CAMPO Mauro

Volevo solo approfondire il tema, che ho già richiamato questa mattina sul prendere bene in considerazione il discorso della Conferenza dei Sindaci. Questo perché la Conferenza dei Sindaci non è stata definita nella norma come un organo dell'ATC e non si prevedono né limiti di tempo alla partecipazione né limiti numerici alla composizione.
Sono andato a recuperare il numero di Comuni che hanno case popolari e quindi sostanzialmente il numero dei Sindaci che andrebbero a fare parte di queste conferenze, ad esempio nella ATC Piemonte meridionale.
Parliamo di circa 400 persone, quindi a maggior ragione - parleremo nel merito quando si farà una riforma più complessiva della legge - mi sembrerebbe sensato far sì che la Conferenza dei Sindaci fosse un organo a numero definito e con una regolamentazione per una rotazione della partecipazione alla stessa. Altrimenti ci ritroveremo, come già succede in altre realtà di questo genere (ad esempio, le ATO), con la prevalenza della partecipazione dei soliti Sindaci dei Comuni più significativi e una sostanziale assenza della rappresentanza effettiva di tutte le altre realtà.
Volevo solo segnalare questo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Il mio è un intervento proprio sul merito dell'emendamento. Secondo noi, quest'emendamento è un tassellino che può migliorare il provvedimento.
E' un piccolo articolo, che mette in campo diverse soluzioni, secondo noi, positive.
Quando diciamo che il 20% dei fondi trasferiti per la fornitura di nuovi alloggi di edilizia sociale devono essere praticamente utilizzati con la formula del mutuo sociale o del riscatto, noi mettiamo in campo quella che è una possibilità probabilmente anche per giovani coppie, per una fascia di popolazione appena sopra il disagio, di andare a soddisfare un bisogno, quello della casa, facendo un progetto di vita futura.
Chiaramente non è la sola cosa che mettiamo in campo con questo articolo. Cosa dice inoltre questo articolo? Che tali alloggi sono da considerarsi anche fra quelli invenduti. Cioè noi andiamo a recuperare questi alloggi tra l'invenduto che è stato realizzato negli ultimi anni.
Già il collega Bono dava qualche numero in merito, ma forse è stato un po' largo di manica. Il Consigliere Andrissi invece è stato più preciso.
Siamo sui 700 mila in Italia; in Piemonte chiaramente abbiamo un corpus di questi alloggi molto ampio. E' un corpus che si è venuto a creare negli ultimi anni a seguito della crisi immobiliare.
Chiaramente, è inutile andare a creare nuovo cemento, nuove costruzioni quando abbiamo già un patrimonio invenduto e abbiamo delle aziende in sofferenza.
Questi mutui potranno avere un risvolto sociale, proporranno dei calmieramenti dei tassi e delle rate di mutuo e consentiranno a chi non ha accesso ai mutui di arrivare all'acquisto di una casa. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Giusto per capirci, ci piacerebbe anche comprendere - non dico da dichiarazioni spontanee, perché magari non è la sede istituzionale quella giusta, ma almeno da umori - cosa la maggioranza pensa di un principio generale: come prima si è parlato del no profit che, come abbiamo visto, è stato respinto, cosa si pensa del principio generale di utilizzare gli alloggi esistenti piuttosto che costruire? Questo non pregiudica nulla, però come principio generale questo articolo è sicuramente migliorabile. Però, sostituire la fornitura non preclude altre possibili soluzioni, ma dà un'indicazione di massima delle priorità. Cioè, è una cosa di buon senso, dove si può, ristrutturare ricondizionare ed utilizzare il patrimonio sfitto.
Dopodiché ci sono casi in cui - lo sappiamo - conviene costruire piuttosto che ristrutturare, però questo ci pare un buon principio condivisibile.
Al di là delle contrapposizioni di schieramento, quindi, ci piacerebbe avere un confronto sul merito, cosa che fino adesso forse è mancato: c'è stato più che altro un muro contro muro. Quindi, cerchiamo un dialogo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consiglieri.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento sull'emendamento istitutivo dell'articolo 6 bis, passiamo alla votazione.
Chiedo all'Assessore Ferrari di esprimere il parere della Giunta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche della casa

Il parere non è favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 19), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 Consiglieri votanti 41 Consiglieri hanno votato SI 13 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Essendo stato respinto l'emendamento rubricato n. 19), istitutivo dell'articolo 6 bis, decade anche quest'ultimo.
ARTICOLO 6 TER Emendamento rubricato n. 20) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Batzella, Valetti, Mighetti, Campo, Frediani, Andrissi: Al termine dell'art. 46 della l. r. 3/2010 si aggiunge: "Le ATC, d'intesa con i Comuni, le Unioni dei Comuni, la Città metropolitana, le Province, redigono con cadenza annuale un censimento degli immobili pubblici inutilizzati, al fine di destinarli ad alloggi di edilizia sociale".
La parola per al Consigliere Bono l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo, quindi, è il terzo emendamento del Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle; è un emendamento molto semplice e va sempre a modificare l'articolo 46 della legge 3/2010, che era già stata oggetto di proposta emendativa con il precedente emendamento.
Sempre nell'ambito della forma di riscatto del mutuo sociale, chiediamo di introdurre un altro concetto molto importante, quello della possibilità del censimento degli immobili pubblici inutilizzati.
Come detto prima anche in discussione generale dal Consigliere Grimaldi, ma anche altri colleghi hanno parlato di edifici inutilizzati del demanio, o comunque di immobili pubblici o assimilabili come proprietà, se noi abbiamo un censimento non solo quantitativo ma anche qualitativo, cioè delle condizioni di agibilità dell'immobile (quindi della sua possibilità di trasformazione in unità abitative di edilizia residenziale pubblica) diventa ovviamente difficile fare dei piani e dei programmi per la conversione a queste finalità.
Penso quindi che da questo si potrebbe iniziare. Si tratta quasi di una dichiarazione di intenti, che ovviamente fa sì che le ATC, d'intesa con i Comuni o comunque con le entità similari - quindi le Unioni dei Comuni per quanto riguarda le aree montane o i Comuni con meno di 3.000 abitanti, la Città metropolitana e le Province, qualora sopravvivano (ma ormai sembra sempre più che sopravvivranno) alle riforme annunciate dal Governo possano redigere con cadenza annuale questo censimento quali-quantitativo degli immobili pubblici o similari inutilizzati.
Pensiamo quindi che questo sia un emendamento sicuramente accoglibile e dunque io spero che non ci si trinceri dietro al discorso già fatto e già sentito del "no ad emendamenti di merito, ma rimaniamo sul tema della governance delle ATC" e che questo possa essere un tema quanto prima sviluppato, come ho detto, in un tavolo di lavoro che accolga le diverse posizioni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Io continuo un pochino il discorso del Consigliere Bono, nel senso che quest'emendamento vuole porre delle basi. Visto che l'articolo 46 si occupa in particolare del discorso dell'alienazione, ma anche della messa a disposizione del 20% del capitale disponibile per la realizzazione di alloggi da alienare, vorremmo provare a gettare le basi per un sistema ad ampia definizione sul modello olandese che è stato citato stamattina laddove fino al 32% della disponibilità abitativa viene gestita pubblicamente.
Ebbene, questo è un sistema particolarmente virtuoso, in quanto in Olanda la grande carenza di spazi configurerebbe una potenziale grossa difficoltà abitativa, mentre questo problema non è così sentito proprio perché è gestito in maniera molto efficace dalla messa a disposizione delle risorse pubbliche, per fare incontrare l'offerta di abitazione con la domanda e anche per mettere in relazione la disponibilità, i redditi di chi ha bisogno di abitazione e la sta cercando e anche le necessità abitative.
Per fare questo, ovviamente, è necessario avere una chiara panoramica della disponibilità abitativa libera sul territorio e quest'emendamento parte dalla disponibilità di edifici pubblici - in quanto riteniamo sia sostanzialmente più semplice partire da questo perché le informazioni dovrebbero già essere nella disponibilità informativa degli Enti - per poi successivamente, magari, riuscire ad intervenire sulla disponibilità abitativa libera privata.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Questo emendamento mi sta abbastanza a cuore, per un semplice motivo: questo censimento è una cosa che il Movimento 5 Stelle, indirettamente, ha portato avanti da alcuni anni nei singoli Comuni.
C'è chi ha risposto e c'è chi non ha risposto. Il Comune di Acqui Terme, per esempio, ha risposto malamente a quest'appello a fare un censimento non solo degli immobili pubblici, ma delle unità immobiliari (in quel caso anche produttive) che erano sfitte, vuote o invendute.
Chiaramente questo è un fatto di sensibilità e, quando lo si va a portare in un Comune o qui in Regione, pone davanti a un quesito: facciamo le cose seriamente, cerchiamo di mettere una pietra nella costruzione di un nuovo modo di interpretare l'uso del suolo, cioè incominciamo a fare davvero stop al consumo del suolo o rimaniamo sulle parole? Se vi vuole rimanere sulle parole, bocciate pure quest'emendamento; se invece si vuole fare qualcosa di costruttivo, si voti favorevolmente quest'emendamento. Questo è un emendamento, semplicissimo che dice che se ci sono degli immobili pubblici vuoti, bisogna riutilizzarli e non lasciarli a se stessi e non sostituirli con altri immobili che andiamo a costruire magari su un suolo fertile.
Questo emendamento non ha bisogno di altre spiegazioni, perché è un emendamento di buon senso.
Quando finirò di parlare, magari mi seguirà qualche collega ancora in un piccolo intervento e poi andremo in votazione e quest'emendamento verrà bocciato. Tuttavia, vorrei fare un appello alla vostra coscienza: vorrei capire se lo stop al consumo del suolo, che viene portato in Commissione da molti Sindaci o ex Sindaci, che ormai sono Consiglieri regionali, che dicono di aver adottato lo stop del consumo del suolo nei propri Piani regolatori, nel proprio modo di pensare sia una cosa che rimane negli intenti o se abbia trovato un risvolto vero anche nell'attività legislativa di questo consesso. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Non essendoci altre richieste di intervento sull'emendamento n. 20) passiamo alla discussione generale sull'articolo e sull'emendamento n. 20).
Non essendoci richieste di intervento e non essendoci l'articolo...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Questo è un emendamento, il n. 20), a firma dei colleghi del Movimento 5 Stelle. Possono intervenire soltanto i firmatari di quest'emendamento.
Detto questo, pongo in votazione l'emendamento, perché per la discussione generale non si è iscritto nessuno.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Finché non è bocciato l'emendamento, l'articolo c'è.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berutti, per la discussione generale.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
La considerazione è questa: oggi in questo lungo confronto sono emerse anche da parte nostra, delle considerazioni. Ammetto di non aver visto gli emendamenti dei colleghi che, obiettivamente, hanno delle convergenze e delle assonanze con quanto abbiamo evidenziato.
A dimostrazione di non aver fatto un confronto e, comunque, pur non essendoci assolutamente confrontati, la volontà che è emerge è quella di porre delle questioni di sostanza. Il collega, in conclusione del suo intervento, chiamava ad un senso di responsabilità. Penso che, invece quanto emerge sia la volontà sia la necessità di andare avanti rispetto a qualche elemento di sostanza, dimenticandosi del fatto che una fetta di questo emiciclo stia ponendo delle considerazioni di assoluta concretezza.
Credo che questa sia una valutazione di cui tutti i colleghi di maggioranza debbano tenere conto e sulla quale debbano fare una riflessione. Credo che questo sia importante, perché da più parti emerge comunque la volontà di costruire qualcosa di assolutamente positivo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come ricordava correttamente il collega Berutti, alcuni emendamenti su cui abbiamo discusso come, per esempio, l'emendamento presentato dai colleghi del Movimento 5 Stelle, intendono inserire all'interno della norma un principio che ci pare di buon senso, cioè quello di un censimento che possa, anche in virtù, per esempio, del federalismo demaniale, che è avvenuto all'interno di molti Enti locali, per provare ad individuare alcuni immobili che possano in modalità differenti essere utilizzati per destinarli ad alloggi di edilizia sociale.
Però non possiamo - poi lo faremmo nelle discussioni successive e anche nella prossima seduta - non tener conto di un aspetto: tendenzialmente la maggioranza ha più facilità nel confrontarsi con la Giunta, quindi nel momento in cui la Giunta licenzia un provvedimento, magari ha fatto proprie anche delle sollecitazioni che arrivavano dai colleghi di maggioranza.
L'opposizione invece ha una dialettica legislativa assolutamente trasparente: la Giunta presenta un disegno di legge e l'opposizione, con proprie proposte emendative, prova a migliorare il disegno di legge.
Ovviamente, non andrò a ricordarle le tante proposte migliorative che sono state apportate e respinte. Segnaliamo solo un fatto proprio per gli aspetti relativi alla razionalizzazione, al confronto non muscolare, al confronto non aprioristico, che oggi quest'Aula ha approvato un singolo emendamento che crea quattro poltrone nuove, come direste voi o qualche altro collega.
L'unico emendamento che quest'Aula ha approvato è un emendamento che porta i Consigli d'Amministrazione da tre a cinque in due delle tre ATL del Piemonte. Questo evidentemente per una necessità di rappresentanza territoriale e per dare risposte alle esigenze che le Province, sia del nord che del sud, ponevano rispetto alla presenza nei Consigli d'Amministrazione. Se dovessimo fare una sintesi della discussione che si tenuta in quest'Aula, questo è quanto emerge.
Dopodiché, ognuno è evidentemente libero di intendere un confronto legislativo come ritiene. Devo dire che se si voleva partire nel modo peggiore rispetto ad una discussione, il modo è stato questo. Cioè, non c'è stato modo migliore per negare la presenza intellettuale del lavoro fatto dalle opposizioni, non certo degli emendamenti che il Presidente correttamente ha ritenuto non ammissibili (sapevamo il valore che avevano quegli emendamenti), ma diverso era per i tanti emendamenti che sono stati presentati.
Su tutti gli emendamenti di merito ci è stato detto che si va ad un provvedimento successivo, sull'emendamento che crea quattro nuovi posti invece l'emendamento viene accolto.
Questa è la sintesi della giornata di oggi, che non è foriera di tempi celeri per l'approvazione degli emendamenti, ma lo dico e lo diciamo, sia chiaro, perché noi facciamo l'opposizione. Cioè, è compito della maggioranza approvarsi i disegni di legge che presenta ed è compito dell'opposizione, qualora li ritenga non appropriati, fare due cose: provare a migliorarli, ed è il tentativo di oggi o, nel caso in cui il tentativo del provare a migliorarli anche con un numero illimitato di emendamenti, sia inutile, perché è quanto si è dimostrato, non fare approvare il provvedimento o cercare di rallentare il più possibile il provvedimento. Questo è.
Voi dovete vendere al Piemonte e declinare il vostro programma di governo, noi dobbiamo fare indirizzo. Poiché l'indirizzo non è accolto in modo così rilevante, dobbiamo fare opposizione, quindi cercare di farvi fare il meno possibile per farvi fare meno danni possibile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Dichiarazioni di voto sull'emendamento n. 20)? Non ci sono dichiarazioni di voto.
Qual è il parere della Giunta?



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
In realtà, Consigliere Vignale, di emendamenti ne abbiamo accolti altri, prima.



PRESIDENTE

Assessore, solo il parere.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Il parere nel merito, per le ragioni che ha anticipato il Consigliere Bono, è negativo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 20), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 42 Consiglieri hanno votato SI 13 Consiglieri hanno votato NO 29 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 7 L'emendamento rubricato n. 33) è considerato irricevibile.
Emendamento rubricato n. 16) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Berutti, Sozzani, Graglia, Benvenuto, Ruffino: al comma 2, dell'articolo 32, della l.r. 3/2010, come sostituito dall'art.
7 del disegno di legge, dopo le parole: "dal consiglio di amministrazione." sono aggiunte le seguenti: "Il compenso per tale incarico è comprensivo di ogni indennità e spesa accessoria e non può essere superiore all'80 per cento di quanto corrisposto antecedentemente all'entrata in vigore della presente legge".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 16) prevede che il compenso per il Direttore generale comprensivo di ogni indennità e spesa accessoria, non possa superare l'80 di quanto corrisposto antecedentemente all'entrata in vigore della presente legge.
Questo discorso vale per molte strutture dirigenziali (in questo caso parliamo di ATC e quindi lo applichiamo all'ATC), perché noi crediamo che vi sia un disequilibrio fra i rischi e il lavoro svolto da soggetti di Governo, e chi invece svolge, per esempio, la funzione di Direttore generale.
Se uno va a vedere oggi quali sono i compensi, o quali saranno i compensi di un Presidente dell'ATC di Torino, che gestisce 22 mila alloggi e guarda i compensi del Direttore generale, vedrà che, non solo il Direttore generale guadagna di più (in tutti gli Enti avviene sempre che le figure dirigenziali guadagnino di più delle figure di responsabilità gestionale, ma questa è un'anomalia tutta italiana, perché in altre realtà non è così), ma vi sono casi, come quelle delle Agenzie territoriali, in cui questa distinzione è estremamente marcata.
Visto che si è sollevata anche una questione di razionalizzazione - non solo, ma anche - di carattere economico, credo sia un aspetto positivo prevedere un risparmio, non significativo dal punto di vista del risparmio complessivo, rispetto alle indennità, alle spese accessorie e quant'altro dei Direttori generali, il cui incarico dura lo stesso periodo del Consiglio di amministrazione.
Ripeto: non solo e non per una questione di risparmio economico, ma per una questione di maggiore equità fra chi ha una responsabilità di carattere politico-gestionale assolutamente rilevante e chi ha una responsabilità di carattere amministrativo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
L'emendamento rubricato n. 34) è considerato irricevibile.
L'emendamento rubricato n. 35) è considerato irricevibile.
Dichiaro aperta la discussione generale sugli emendamenti e sull'articolo 7.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

L'articolo 7 definisce la Direzione generale.
Secondo noi, anche in relazione all'emendamento presentato, è importante definire il limite di retribuzione che si prevede per le figure della nuova governance delle ATC.
Sotto questo profilo, ci sembra una svista sostanziale non aver previsto, nella proposta di legge, la definizione delle forme di retribuzione o, almeno, di un limite di costo complessivo dei nuovi organi di governo delle nuove entità istituite.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Va bene non ricevere tutti gli emendamenti e le varie proposte, per come diceva giustamente il collega, nel momento in cui si affronta l'unico vero provvedimento, quello di modifica della struttura delle ATC, l'aspetto economico, visto che tutto è partito con un fine sostanziale di risparmio forse l'aspetto più doveroso che compete alla maggioranza è toccare ed evidenziare gli aspetti retributivi.
Tutto è partito dal fine di iniziare un piano di risparmio, un piano di razionalizzazione, però questi sono tutti elementi sostanziali che, se sganciati dal provvedimento di partenza, onestamente lo impoveriscono ulteriormente.
A questo punto, benissimo, razionalizziamo, lasciamo quello che c'è, ma obiettivamente, se si vuole dare un segnale reale, allora si dia un segnale anche su quelli che sono i costi.
Come chiediamo sacrifici a tutti, credo che anche gli organi amministrativi di ATC e di altri contesti devono iniziare ad andare verso questa strada.
Naturalmente, ci pronunciamo in modo assolutamente favorevole all'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Questo è un altro emendamento di merito che dà un'indicazione di puro buonsenso. Un intervento legislativo che, lo ricordiamo ancora una volta punta ad eliminare sprechi e a razionalizzare risorse, perché non deve prevedere un tetto massimo per la retribuzione di una figura apicale amministrativa come quella del Direttore generale.
E' semplicemente coerente con l'impostazione del disegno di legge.
Noi davvero invitiamo la maggioranza a prendere atto che si tratta di proposte concrete di buonsenso e che non c'è alcuna resa politica o alcuna onda a recepirle, nella misura in cui sarebbe solo manifestazione di un atteggiamento di condivisione di scelte che, se poi portano solo l'applicazione di un principio di razionalità amministrativa e di taglio di sprechi, evidentemente possono solo essere un buon terreno di confronto.
Davvero invito la Giunta a pensare di recepire alcune di queste indicazioni. Capisco l'irrigidirsi di fronte ad un atteggiamento ostruzionistico, ma a fronte del recepimento di indicazioni di oggettivo buonsenso, che non credo incontrino nel merito un'ostilità politica, da quel punto di vista non c'è motivo di non votarle e di non accoglierle anche perché, come è stato annunciato, saranno comunque oggetto di atti di indirizzo successivi.
Per questo motivo, dimostrare di affrontare nel merito la questione posta in sede di emendamento è un atteggiamento di grande maturità che la maggioranza può dimostrare in questo frangente.



PRESIDENTE

Ha chiesto d'intervenire la Vicepresidente del Consiglio regionale Ruffino, in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Come è stato detto, è un emendamento di merito, è chiaro e contiene una richiesta precisa.
Se quest'emendamento non venisse accolto, personalmente mi sentierei di dover chiederne la motivazione. Infatti, avrei la necessità di capire, a fronte della riduzione delle ATC, perché, eventualmente - io spero di no un emendamento del genere possa non venire accolto, prevedendo un reinvestimento dei risparmi sulle tantissime attività che ci siamo detti oggi in quest'aula.
Ritengo sia un emendamento che, al di là del "sì" o del "no", richieda in qualche modo una risposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Devo dire la verità: mi dispiace che, a questo punto, non si chiuda oggi la discussione. Ovviamente, per me è stata anche, purtroppo, una mancata occasione, lo dico anche all'opposizione. Se, al contrario avessimo nominato e, poi, fatto la riforma, saremmo stati accusati di un bluff politico, invece siamo partiti; sappiamo benissimo che dobbiamo riaffrontare tanti dei temi che avete posto, ma dovevamo fare questa riforma urgentemente, altrimenti non avremmo potuto subito procedere con le nomine.
Però, non è che in questa riforma non si vedano già i veri costi, alla fine, dimezzati. Con l'ATC di Biella, il costo del direttore, quella di Novara e quella di Vercelli stiamo parlando di 294 mila euro; è chiaro che i 93 mila euro di Biella e di Vercelli, in qualche modo, sono una spesa in meno. Già oggi possiamo calcolare che, tra Alessandria, Asti e Cuneo considerando 107 mila euro a direttore, più o meno il risparmio è di 322 mila euro.
Considerando solo i direttori, partiamo da un risparmio netto di 400 mila euro, poi potrebbe esserci una delibera di Giunta, che mi pare sia ancora ferma a qualche anno fa, ne discutevamo con gli altri Capigruppo di maggioranza. Certo, si potrà reintervenire su un merito che, tra l'altro raccoglie parte della discussione già oggi, però, sarebbe stato sbagliato omettere questo dato.
Spero che nelle prossime sedute si voglia addivenire a un confronto diverso. Come sapete, abbiamo raccolto molti degli aspetti di cui si è detto e speriamo nei prossimi mesi di affrontare il tema della casa in modo diverso.
Certo è che se avessimo agito in senso opposto, cioè se, come tanti avessimo nominato queste ATC, avessimo detto che poi volevamo risparmiare e avessimo legiferato successivamente, non credo avremmo preso i vostri applausi. Quindi, almeno rispettate anche la nostra coerenza, fidatevi anche noi avremmo avuto tanti emendamenti di merito sulla questione "casa".
Spero non sia questa la sfida all'infinito, anche perché rilevo che sono di nuovo le sette di sera e, oggi, non abbiamo fatto neanche una legge, e questo mi dispiace molto. Grazie.



PRESIDENTE

Chiedo se ci sono interventi per dichiarazione di voto sull'emendamento n. 16) e sull'articolo.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo per esprimere, ovviamente, il voto favorevole sull'emendamento presentato, ma anche per svolgere qualche breve considerazione sul merito. Giustamente, il collega Grimaldi diceva che "se non avessimo fatto il provvedimento, staremmo qui a discutere del niente".
Nessuno ha messo in discussione il provvedimento, non casualmente non c'è stato un voto contrario sul provvedimento.
Ci permettiamo di dire che riconosciamo anche un aspetto, che, se vogliamo, poteva essere oggetto di una delibera, perché la legge regionale già conteneva un mandato alla Giunta per la razionalizzazione. Però, credo che le leggi siano qualcosa da affrontare - non che sia mancata la serietà è sbagliato il termine "serietà" - con un certo approfondimento. Il percorso per l'approvazione di una legge regionale non è breve, lo abbiamo visto per il disegno di legge n. 2 di questa legislatura, da quando è stato licenziato dalla Giunta a quando siamo andati in Commissione, viene assegnato un tempo.
Oggi, avremmo potuto impegnare una parte del tempo anche per discutere gli emendamenti che sono stati illustrati e, successivamente, su quelli addivenire alla votazione, accogliendone alcuni, ovviamente, parlo di quelli che sono stati presentati, so bene che anche molti colleghi di maggioranza avrebbero potuto presentare degli emendamenti. Affronteremo la questione negli emendamenti successivi, che volutamente sono articoli aggiuntivi. Noi riteniamo che oggi si dovesse fare la nuova legge n. 3 del Piemonte, perché comprendiamo i tempi e la priorità di razionalizzazione.
Si poteva fare un'altra cosa: alla priorità di razionalizzazione inserire qualche - secondo noi - buon suggerimento che è stato dato, altri potevano provenire dalla maggioranza, così da inserire una o due misure legislative urgenti su cui la Giunta poteva cominciare a lavorare.
Come dicevo prima, non siamo un ente locale, dove quando la delibera è approvata dal Consiglio tutto parte; la Regione è un ente un po' più lento perché dopo l'approvazione della legge occorrono le delibere attuative.
Quando l'Assessore ci presenterà il nuovo disegno di legge n. 3 - posto che la competenza rimane sempre in capo al Consiglio per l'approvazione e alla Giunta in termini di proposta, ma anche i Gruppi possono avanzare una proposta - forse ci renderemo conto che alcune di quelle misure che conterrà avremmo già potuto votarle oggi, unendo sia la razionalizzazione che l'offerta di qualche opportunità abitativa in più ai cittadini piemontesi attraverso determinate misure. Era quello che chiedevamo, ed è quello che chiediamo. Invece, gli emendamenti che affronteremo la prossima settimana interverranno rispetto a misure per l'erogazione di strumenti di facilitazione al mantenimento-ottenimento dell'abitazione.
Questo è il tema su cui, oggi, secondo noi, questo Consiglio regionale ha mancato; non ci sfugge che ne è stato raggiunto un altro, però, secondo noi, non è sufficiente.
Allora, quando si raggiunge solo un obiettivo e se ne esulano altri, il timore è che ci sia più una volontà di buona comunicazione rispetto ad altro.
Concludo. Questa - che, però, è più significativa - CORESA e la riduzione dei collegi sindacali nelle ASL sono le priorità del Piemonte? Io non credo. Ormai, le elezioni le avete vinte da qualche mese; credo che oggi, qualche misura urgente andrebbe affrontata.
In ultimo, noi affronteremo un assestamento di bilancio che non ha un euro sullo sviluppo economico. Questa è una priorità contenuta nel programma e che il Presidente Chiamparino ha indicato quando è stata eletta la Giunta: non c'è un euro! Conosciamo benissimo le condizioni drammatiche che state affrontando, e che stiamo affrontando, non casualmente, oggi, il Vicepresidente ha portato un disegno di legge di ristrutturazione del debito. Però, nella difficoltà dobbiamo essere bravi - non è semplice - con poche risorse a badare alle priorità: la famiglia, le politiche sociali, lo sviluppo economico. Queste sono le priorità della nostra Regione, con i pochi soldi dobbiamo cercare di fare anche questo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il Consigliere Campo.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere, sono le ore 19 e io sono abituato a non contrastare il buon senso.
Consigliere, chiedo la sua attenzione: io sono abituato a non contrastare il buon senso, non credo sia corretto lasciare un articolo aperto, manca solo la votazione, glielo chiedo gentilmente: facciamo riferimento al buon senso e andiamo avanti.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Non sono d'accordo con lei, Consigliere Bono, sono profondamente dispiaciuto.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

L'altra volta ho dato ragione a lei, ho interrotto la discussione.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

No, l'altra volta ho interrotto la discussione.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
In prima battuta, vorrei rispondere al Presidente di Gruppo Grimaldi il quale ha già mostrato in Commissione una certa insofferenza per quelle che sono, a nostro avviso, le prerogative dell'opposizione di cercare comunque di portare il proprio contributo ai disegni di legge che vengono proposti.
Il parametro di valutazione dell'efficacia del lavoro del Consiglio o di una Commissione non è il numero di leggi che vengono approvate nell'unità di tempo, bensì la qualità delle leggi e la partecipazione di tutte le parti politiche alla redazione e all'approvazione delle stesse.
Soprattutto su questa legge, dove già in Commissione, come per la famosa variazione di bilancio di 700 milioni, dicemmo che veniva concesso pochissimo tempo per valutare il merito della questione e per proporre emendamenti. In ogni caso, non abbiamo comunque fatto ostruzionismo: abbiamo presentato 18 emendamenti in Commissione e solo tre oggi; peraltro abbiamo votato nel merito anche gli emendamenti presentati dalle altre opposizioni, riconoscendo il valore di alcune delle proposte avanzate. Ci sarebbe piaciuto un atteggiamento di questo genere anche da parte della maggioranza.
Non capisco perché non si possano proporre emendamenti da parte della maggioranza anche su un disegno di legge urgente: se lo approviamo nel prossimo Consiglio, non significa che non rispettiamo l'urgenza del provvedimento! Tutto sommato, mi sembra che non vi siano estremi per criticare le opposizioni, né per sostenere che sia stato fatto ostruzionismo.
Quanto alla dichiarazione di voto su quest'emendamento, pur non essendo un nostro emendamento, nel merito lo riteniamo valido, per cui voteremo favorevolmente. Grazie.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Chiediamo l'appello nominale.



PRESIDENTE

D'accordo.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 Consiglieri votanti 38 Consiglieri hanno votato SI 11 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 7, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Buona serata a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.08)



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