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Dettaglio seduta n.67 del 05/05/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 9.35 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 308 presentata dai Consiglieri Valetti, Andrissi, Batzella, Bono e Frediani, inerente a "Redditività linea MeBus Caselette"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 308, presentata dai Consiglieri Valetti, Andrissi, Batzella, Bono e Frediani, avente ad oggetto "Redditività linea MeBus Caselette".
Ricordo che sono previsti due minuti per l'illustrazione e tre per la risposta.
La parola al Consigliere Valetti, per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Nel presentare quest'interrogazione abbiamo risposto a delle sollecitazioni del territorio, in particolare della Val Susa.
L'interrogazione in oggetto riguarda il servizio MeBus, che, per chi non lo conoscesse, è un servizio di autobus a chiamata pensato per servire delle aree con bassa domanda di trasporto pubblico e bassa densità abitativa: è l'ideale per zone alpine, prealpine o borgate, che non giustificano l'istituzione di un servizio di linea.
Riferendoci in particolare al Mebus di Caselette, abbiamo riscontrato che questo servizio è stato pubblicizzato come un servizio sempre più simile ad un "taxi collettivo", ma con una modalità di prenotazione molto difficile. Questo aspetto, in parte, è causa di scarsi dati di affluenza e di utilizzo. A tal riguardo, abbiamo ricevuto segnalazioni da utenti che lamentano che il numero a cui fa riferimento il servizio è spesso non raggiungibile o fuori servizio, anche nelle fasce orarie in cui MeBus dovrebbe essere attivo. Quindi, molte volte, non è possibile effettuare le prenotazioni.
Alla luce di ciò, la gente si è un po' disaffezionata e reputa che un servizio istituito in questo modo non sia utile.
Noi riteniamo che questa sia una delle cause per cui è poco usato appunto perché è poco calibrato e poco accessibile.
Chiediamo, dunque, all'Assessore quali sono i costi del servizio e quale sarà il ruolo del MeBus nella riorganizzazione dei servizi dell'area Nord Ovest, anche in termini di contenimento dei costi, e se non si pensa di renderlo più accessibile, anche confrontandosi sui percorsi ideali con l'utenza, al fine di massimizzarne l'utilizzo o, perlomeno, non renderlo inutile, visto che, comunque, rappresenta un costo. Infine, sarebbe utile effettuare il monitoraggio dell'utenza, per capire il motivo per cui la gente non ne usufruisce. Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Balocco; ne ha facoltà.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Il MeBus è un servizio di trasporto a chiamata, finanziato dall'Agenzia per la Mobilità Metropolitana e Regionale con risorse della Regione Piemonte.
Il Servizio, attivo dal 2008, nasce dalla necessità di fornire una soluzione sostenibile e flessibile alle richieste di potenziamento del Trasporto Pubblico Locale avanzate dalle Amministrazioni Comunali negli scorsi anni.
Scopo del MeBus è erogare servizi di trasporto solo quando realmente necessari, evitando così di mantenere linee di TPL sottoutilizzate e offrendo una risposta puntuale e declinata sulle reali esigenze dell'utenza.
Dal 2008 ad oggi il MeBus è cresciuto sia in termini di territori coperti dal servizio, sia di utenti sia di chilometri percorsi. Sono ormai oltre 15.000 le persone che annualmente usufruiscono del MeBus, con oltre 100 mila chilometri all'anno percorsi e oltre 11.000 corse effettuate.
Si tratta di un'offerta di servizi di TPL che integra ed interconnette i servizi di trasporto pubblico (ferroviari e automobilistici) già esistenti sul territorio.
Il servizio a chiamata MeBus nel 2013 ha erogato 104.659 vetture/km a fronte di una compensazione economica pari ad euro 147.253,00 (al netto di IVA) così come dichiarato dalla Agenzia nella scheda a consuntivo per il 2013.
MeBus è, ad oggi, suddiviso in quattro bacini e la linea MeBus Caselette è all'interno del bacino Nord Ovest (Val Ceronda e area metropolitana Nord Ovest) ed è attivo dal 15 aprile 2013.
Il servizio, monitorato costantemente, attraverso il sistema OTX permette all'Agenzia di raccogliere un insieme di dati di domanda e offerta e, a partire da questi dati, di calcolare un set di indicatori di efficienza ed efficacia del servizio che sono pubblicati sul sito dell'Agenzia; a tal proposito si rendono disponibili per opportuna informazione i dati relativi al bacino Nord Ovest nel loro ultimo aggiornamento.
Non si può che concordare, da un punto di vista di principio e di sana gestione, sulla necessità di circoscrivere i servizi a chiamata ai territori non effettivamente serviti e non servibili tramite una riorganizzazione dell'ordinario servizio di linea.
L'impegno è dunque quello di definire con l'Agenzia requisiti più precisi per l'erogazione dei servizi MeBus, sia dal punto di vista dell'accessibilità, che lei citava nel suo intervento, che dell'integrazione con i servizi di linea.


Argomento: Trasporti aerei - Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 382 presentata dal Consigliere Benvenuto, inerente a "Distacco tegole provocato da aerei in fase di atterraggio"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione n. 382, presentata dal Consigliere Benvenuto, avente ad oggetto "Distacco tegole provocato da aerei in fase di atterraggio".
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Benvenuto in qualità di Consigliere per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BENVENUTO Alessandro

Questa interrogazione tratta il tema del distacco delle tegole presso il comune di Caselle.
Dopo che l'atterraggio di un aereo, nel mese di febbraio, ha creato il distacco di tegole, problema registrato frequentemente - so che l'amministrazione comunale si è già attivata per cercare di risolvere il problema - abbiamo presentato questa interrogazione per capire quello che può fare la Regione, e vedere se è possibile prevedere un eventuale rimborso per i cittadini che hanno subito questo tipo di danno.
Un aspetto che non abbiamo inserito all'interno di questa interrogazione, ma che può essere comunque importante, è capire se esiste tra la Regione e SAGAT, la possibilità di trovare una sorta di accordo perché i cittadini del comune di Caselle risentono di un problema assolutamente serio (a tal riguardo, ci sono state anche delle raccolte firme sul territorio).
Mi sembra dunque opportuno che la Regione si esprima in tal senso.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Balocco; ne ha facoltà.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Come si sa, questo fenomeno è di particolare rilevanza in alcuni momenti per gli effetti che possono indurre a terra queste turbolenze, che si generano in fase di atterraggio, quando l'aeromobile è più vicino alla superficie terrestre ed è in fase di riduzione della velocità.
Occorre sottolineare, come già detto, che tali fenomeni sono strettamente correlati alla dinamica del volo e sono quindi generalmente da imputare ad errori nella conduzione degli aeromobili, ma costituiscono uno degli impatti generati dalla presenza di un aeroporto, anche se interessa una porzione di territorio molto limitata.
Tali fenomeni sono stati indagati con riferimento a diversi aeroporti sia italiani che esteri. In particolare, con riferimento al caso specifico dell'Aeroporto di Torino Caselle, sono stati approfonditi nello studio prodotto nel 2008 dalla società IEC. Da tali studi si evince che l'area che può essere soggetta al fenomeno, sempre con riferimento sia alle dimensioni dell'aeromobile sia alle condizioni atmosferiche, può verosimilmente essere compresa in un cono planimetrico di ampiezza di circa dieci gradi per lato.
Secondo i rilevamenti dello studio le zone del comune di Caselle in cui sono stati registrati nel tempo i fenomeni di turbolenza ricadono all'interno delle aree come sopra definite, che corrispondono, grosso modo con il centro storico del paese.
In effetti, sono fenomeni piuttosto rari (stiamo parlando di poche unità all'anno), però effettivamente costituiscono un problema.
Ho sentito il Comune di Caselle in data 20 marzo scorso e l'Assessorato sta facendo da tramite anche con SAGAT per la formalizzazione di un accordo SAGAT si dice disponibile - per creare un fondo compartecipato tra Sagat e il Comune, per intervenire più che altro per lavori di prevenzione del fenomeno, cioè, sostanzialmente, per costituire dei fissaggi alle tegole stesse.
Come ho detto, per quanto il fenomeno sia abbastanza raro, succede, e oltre ai danni, causa anche evidenti problemi di sicurezza (le tegole che cadono sulla strada sono, evidentemente, un problema!).
Continueremo questa azione di intervento, in particolare su SAGAT affinché si definisca questo tipo di accordo.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione n. 378 presentata dal Consigliere Benvenuto, inerente a "Situazione urgente CeSRAMP"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 378.
La parola al Consigliere Segretario Benvenuto per l'illustrazione.



BENVENUTO Alessandro

Do per illustrata l'interrogazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Benvenuto.
La parola all'Assessore Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessore alla cultura

In merito alla situazione creditoria vantata dal Centro Studi e Ricerche Storiche sull'architettura militare del Piemonte, la Regione Piemonte ha già provveduto al pagamento di euro 25 mila a titolo di saldo del contributo riconosciuto per l'anno 2013 e di euro 25 mila a titolo di acconto del contributo riconosciuto per l'anno 2014.
Non è stato ancora pagato l'acconto riferito all'anno 2013, anch'esso pari a euro 25 mila, in quanto l'impegno risulta sul bilancio di esercizio 2013 e, quindi, pagabile con i fondi trasferiti dal Ministero dell'Economia e Finanze con il decreto n. 35/2013.
Per quanto riguarda invece il saldo della annualità 2014, la Regione non ha ancora potuto emettere l'atto di liquidazione in quanto il CeSRAMP non ha ancora presentato la relativa rendicontazione.
In merito alla nuova collocazione della Biblioteca, a seguito dell'incontro del 25 marzo u.s. con il professor Enrico Lusso del direttivo CeSRAMP, valutate positivamente le decisioni assunte sia dal Consiglio di Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne di Unito il 27 marzo u.s., sia dal CdA del Centro Studi il 27 marzo u.s., la Regione, considerata la necessità inderogabile di individuare una nuova sede al CeSRAMP ed alla sua Biblioteca, ritiene possibile la proposta di allocare il Centro Studi con relativa raccolta libraria presso l'Università degli Studi di Torino, riservandosi di valutare l'idoneità dei nuovi ambienti di deposito relativamente alla conservazione e alla sicurezza dei materiali librari. Si precisa che, a seguito della sopravvenuta chiusura di "Palazzo Nuovo" per il ritrovamento di amianto, è stata già individuata quale sede temporanea il Dipartimento di via Verdi.
Per quanto sopra premesso ed in considerazione sia della natura specialistica della Biblioteca del Centro Studi sia del fatto che, ai sensi del "Codice dei Beni culturali e del Paesaggio", la medesima è considerata un "bene culturale " soggetto alle disposizioni della legge di tutela l'Amministrazione regionale ha in corso di definizione i procedimenti autorizzativi previsti dal "Codice" per il trasferimento della raccolta presso l'Università e per l'eventuale alienazione a favore di istituzioni bibliotecarie interessate di edizioni doppie o di mancata rilevanza culturale non acquisite con fondi regionali, ma pervenute per dono o per scambio.
Relativamente agli altri beni del CeSRAMP è stato chiesto un inventario aggiornato e completo degli stessi, che non appena ultimato consentirà di valutare il loro trasferimento nei luoghi più consoni per la conservazione.
La Regione, in collaborazione con l'Università e come chiesto dal CeSRAMP, porrà inoltre in essere le azioni necessarie affinché possa essere evitata la chiusura del Centro Studi, facilitandone la trasformazione in termini gestionali e logistici. A tal proposito sono in corso valutazioni internamente al Centro stesso, come si evince dal verbale del CdA del 27 marzo u.s. e da parte del Dipartimento universitario interessato all'acquisizione.
E' evidente che al termine di questo percorso, già in fase di definizione, sarà opportuno provvedere alla modifica della legge regionale che ne ha previsto l'istituzione, non in termini di abrogazione dello stesso Centro Studi, ma a recepimento e adeguamento del nuovo assetto comunemente concordato e previo parere della Commissione consiliare competente.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Parigi.
Ci fermiamo un attimo in attesa degli interroganti e dell'Assessore competente per la risposta.



(I lavori, sospesi alle ore 9.51, riprendono alle ore 9.54)



PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame delle interrogazioni.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 262 presentata dai Consiglieri Andrissi e Mighetti, inerente a "Riduzione del servizio di laboratorio analisi prestato ai cittadini il sabato mattina presso la Provincia del VCO"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 262.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
E' un'interrogazione un po' datata, perché si rifaceva a informazioni pubblicate sul quotidiano La Stampa in data 10 gennaio, probabilmente ci sono stati anche degli interventi da parte dell'ASL per ovviare a queste problematiche.
In pratica, si annunciava che l'ASL riduceva, o avrebbe ridotto, il servizio di laboratorio analisi ad un solo sabato al mese, così come il budget e le prestazioni, creando disagio per i cittadini e i lavoratori che non potevano più effettuare i prelievi il sabato mattina.
Allora, s'interroga l'Assessore competente per conoscere i dati delle prestazioni fornite dal servizio in oggetto il sabato relativamente a tutto il 2014 e i relativi costi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il collega Andrissi ha fatto riferimento a notizie di stampa.
In effetti, la stampa locale, ad inizio 2015, ha più volte parlato di presunti tagli o, addirittura, della presunta soppressione dei prelievi nella giornata del sabato presso i punti prelievi del laboratorio analisi presenti nelle tre sedi ospedaliere dell'ASL VCO. Va detto che per l'anno 2015 si è resa necessaria una riorganizzazione interna dell'attività di laboratorio che però non ha visto alcuna chiusura dei punti prelievi nelle giornate del sabato.
Dal 28 marzo 2015, l'accesso ai punti prelievi Ospedalieri di Omegna Verbania e Domodossola è avvenuto con il consueto orario, dalle ore 7.30 alle ore 9.30, ma con la prenotazione e non più con accesso diretto.
La direzione dell'ASL ha deciso di porre in via sperimentale un tetto di 50 prelievi per sede, decidendo poi di confermare o meno entro giugno a seconda dei risultati.
Ad un mese dall'avvio di questa riorganizzazione, l'ASL rileva che nelle sedi di Omegna e Domodossola si è raggiunto il tetto dei posti disponibili, mentre la sede di Verbania ha una media di sole 35 prenotazioni.
Le prenotazioni (opzione da sempre consentita anche per gli altri prelievi effettuati dal lunedì al venerdì) possono avvenire presso gli sportelli del Laboratorio Analisi delle sedi di Verbania e Domodossola e presso l'Ufficio Cassa/Prenotazioni del Centro Ortopedico di Quadrante di Omegna.
Nel corso del 2014 sono state effettuate complessivamente nella giornata del sabato n. 137.507 prestazioni, di cui n. 12.707 prelievi.
Per fotografare correttamente la realtà del servizio dei prelievi ambulatoriali erogati ai cittadini dall'ASL VCO va detto che, oltre alle tre sedi ospedaliere, i prelievi vengono effettuati nel Distretto di Domodossola, nei sub-distretti di Baceno, Pieve Vergonte, Santa Maria Maggiore, Vanzone, Villadossola e Varzo; nel Distretto di Omegna: Gravellona Toce, Armeno, San Maurizio; nel Distretto di Verbania: Stresa e Cannobbio.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 263 presentata dai Consiglieri Andrissi e Mighetti, inerente a "Completamento lavori di ristrutturazione presso l'Ospedale di Verbania"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 263.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
L'interrogazione è in merito ai lavori di ristrutturazione dell'Ospedale "Castelli" di Verbania. Qui la situazione è un po' più complicata perché abbiamo notizia che addirittura il Primario, che andò in pensione qualche anno fa, sperava di poter inaugurare i locali destinati al servizio di dialisi. Questi locali aspettano di essere inaugurati dal 2009 e siamo nel 2015. Lo stesso dicasi per le nuove sale operatorie che da due anni, a causa della mancanza delle strutture di arredamento, non possono essere attivate.
Crediamo quindi che questa sia una situazione di disagio, considerando che è parecchio tempo che si attendono queste inaugurazioni e l'inizio delle attività in queste nuove strutture, messe a disposizione nell'ospedale "Castelli" di Verbania.
Oltretutto, il Direttore dell'ASL di Verbania, Giacoletto, adesso è diventato Direttore dell'ASL di Novara e credo che questo non sia un bel biglietto da visita per questo funzionario, visto che la dialisi è addirittura dal 2009 che aspetta di essere inaugurata e che, per l'assenza dell'arredamento, le nuove sale operatorie - come dicevo - non possono essere funzionanti.



PRESIDENTE

Per favore, colleghi! Potete fare un po' di silenzio e lasciare parlare il collega? Prego, Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente L'interrogazione è volta a conoscere la situazione in merito alle richieste avanzate dal Sindaco di Verbania, perché a quanto pare anche il Sindaco di Verbania - tra l'altro della stessa forza politica di maggioranza - si poneva degli interrogativi su questa vicenda dei locali in ristrutturazione, o già ristrutturati ma non attivati all'interno dell'ospedale.
Vorremmo poi anche capire come mai il Direttore dell'ASL, che adesso è diventato Direttore dell'ASL di Novara - quindi è stato "promosso", anche se non sappiamo con quali criteri è stata fatta questa promozione - non ha dato risposta alle precedenti sei missive inviate dal Sindaco: il Direttore, cioè, non rispondeva alle lettere del Sindaco. E questa mi sembra una cosa abbastanza anomala, per non dire grave.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Colleghi, c'è veramente troppo brusio. Per favore, possiamo tacitare un po' le nostre voci? La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore all'edilizia sanitaria

In effetti, com'è stato ricordato, il Sindaco di Verbania ha avuto un ruolo molto attivo, con diversi interventi, e ha iniziato quest'attività di pungolo all'inizio dell'anno con una lettera con la quale aveva sollecitato l'ASL del VCO sui lavori di ristrutturazione dell'Ospedale di Verbania; e il giorno seguente un articolo sulla stampa locale riportava la richiesta alla quale la Direzione aziendale aveva poi dato risposta il giorno 15 gennaio, chiarendo che già nel mese di dicembre erano stati forniti chiarimenti sullo stato delle sale operatorie, sulla situazione del Piano della salute, sull'attività sanitaria dell'Ospedale "Castelli" relativa ai tumori della mammella, e comunque ribadendo lo stato di aggiornamento dei lavori.
In ogni caso, per ragionare sulla situazione delle sale operatorie di Verbania, comunico che il 4 marzo scorso si è conclusa la procedura che ha portato alla consegna anticipata delle sale operatorie. Si parla di consegna anticipata, in quanto il finanziamento ottenuto riguardava sia la ristrutturazione delle aree di degenza sia quella della torre operatoria.
Conclusi i lavori per le sale operatorie e non potendo effettuare il collaudo per l'intera opera, si è attivata la procedura per giungere ad una consegna anticipata. Inoltre, sono state consegnate le apparecchiature sanitarie. Proprio in questi giorni sono state definite le procedure per residuali acquisti di beni, che verranno consegnati nella prossima settimana. Seguirà, entro il mese di maggio, l'attivazione delle sale operatorie.
I tempi di attesa medi per interventi chirurgici presso il presidio di Verbania sono di sei-otto mesi, ad eccezione degli interventi di tipo oncologico e dei piccoli interventi, che vengono entrambi effettuati entro 30 giorni.
Al Sindaco che chiedeva informazioni in merito al servizio di assistenza e di anestesia-rianimazione nell'Ospedale "Castelli" di Verbania temendo che a decorrere dal mese di gennaio 2015, per le dimissioni volontarie di un dirigente medico anestesista di ruolo, il Direttore di tale servizio potesse accedere ad una riduzione delle attività presso il blocco operatorio o alla chiusura del servizio stesso - l'ASL ha risposto garantendone il mantenimento e precisando l'iter della procedura per la sostituzione del sanitario: l'avviso pubblico è stato espletato e a partire dal 1° marzo 2015 è stato assunto un dirigente medico di anestesia rianimazione a tempo determinato.
Il responsabile delle SOC anestesia e rianimazione, dottor Maestrone ha rilevato che in questi mesi non si è registrata alcuna riduzione di attività presso il presidio di Verbania.
Sull'attività sanitaria svolta presso l'Ospedale "Castelli" sui tumori maligni della mammella, l'ASL segnala che l'attività effettuata è stata erroneamente attribuita al presidio di Domodossola, anziché a quello di Verbania: ce l'ha evidenziato perché sia rettificato l'errore.
In merito ai lavori di ristrutturazione dei locali per la dialisi affidati nel 2009 e il cui contratto per l'esecuzione delle opere è stato sottoscritto nel 2011 per un ammontare di poco superiore a 609.000 euro l'ASL segnala che nel corso della realizzazione dei lavori sono emerse criticità.
Successivamente, nell'impossibilità di pervenire ad una composizione bonaria delle problematiche evidenziate, si è provveduto alla risoluzione consensuale del contratto. L'Ufficio tecnico dell'ASL ha predisposto una determina, assegnando ad un professionista l'incarico della revisione del progetto. A ciò farà seguito la prosecuzione del procedimento relativo all'opera.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Interrogazione n. 405 presentata dal Consigliere Marrone, inerente a "Funivia Stresa-Mottarone: quale futuro per l'impianto, le imprese e i lavoratori?"

Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 438 presentata dai Consiglieri Andrissi, Bono, Valetti e Bertola, inerente a "Funivia Stresa Mottarone"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ultima interrogazione: si tratta dell'interrogazione n. 405 presentata dal Consigliere Marrone, cui associamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente avente come primo firmatario il Consigliere Andrissi sullo stesso tema, ad oggetto appunto "Funivia Stresa-Mottarone".
La parola all'Assessore Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessore al turismo

Con riferimento all'interrogazione del Consigliere Marrone, cui peraltro si è aggiunta un'ulteriore interrogazione del Consigliere Andrissi, vi riporto quanto segue.
Ai fini della revisione quarantennale della Funivia del Mottarone impianto di proprietà dal Comune di Stresa, è stato sottoscritto tra la Regione Piemonte ed il Comune stesso l'Accordo di programma per la realizzazione di interventi di messa in sicurezza e revisione dell'impianto funiviario Stresa-Alpino-Mottarone, I lotto, del valore complessivo di euro 4.106.000, ed è stato concesso al Comune un contributo regionale di 1.750.000 euro.
Le funzioni di soggetto beneficiario promotore ed attuatore dell'accordo e della realizzazione dell'intervento sono state poste in capo al Comune di Stresa. Per l'affidamento in concessione dell'impianto in oggetto il Comune di Stresa ha conferito, tramite convenzione sottoscritta in data 10 giugno 2014, le funzioni di stazione unica appaltante ad SCR Piemonte. La relativa gara, da quest'ultima espletata, è andata deserta.
La Regione si è impegnata nel sostegno e nel rafforzamento della competitività della stazione funiviaria del Mottarone. Alla stessa viene riconosciuto infatti non solo un valore trasportistico, ma un indubbio richiamo turistico che rappresenta una risorsa strategica e determinante per lo sviluppo economico del territorio coinvolto.
A seguito del mancato affidamento della concessione per la realizzazione dei lavori di messa in sicurezza e di gestione dell'infrastruttura, sono stati attivati incontri con l'amministrazione comunale, mirati all'individuazione delle strategie da adottare per la soluzione del problema, per poter così garantire e salvaguardare, non solo l'aspetto occupazionale diretto, ma anche tutti gli altri. Aggiungo che giovedì avremo un incontro su questo argomento con il Vicepresidente Reschigna e il Comune di Stresa.
Giovedì, quindi, saremo a Stresa per valutare come porre rimedio, tra l'altro attraverso un probabile utilizzo del fondo rotativo della legge 18.
Naturalmente accolgo con grande piacere la suggestione datami dal Consigliere Andrissi, sul fatto di valutare un'eventuale possibilità di mettere una navetta, che potrebbe essere una giusta soluzione da raccordo fintanto che non riparte una gara.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marrone per la replica.



MARRONE Maurizio

Grazie, Assessore.
Sicuramente è importante ripristinare al più presto un collegamento logistico, anche a tutela delle 12 aziende sul Mottarone che oggi si trovano isolate da quello che dovrebbe essere il loro sbocco sul mercato (ed anche il collegamento alla frazione di Alpino che consente escursioni che non sarebbero altrimenti raggiungibili comodamente), però è anche vero ed è un auspicio personale - che si deve trovare, in termini strategici sul lungo periodo, uno sblocco per rivitalizzare e dare nuova vita a questo impianto infrastrutturale.
Questo lo dico perché il fatto che sia andato deserto il bando potrebbe dipendere - almeno questa è la segnalazione che ci arriva dal territorio dalla condizione posta per il soggetto privato appaltatore, se venisse individuato, di dover anticipare subito oltre due milioni di euro.
E' chiaramente una condizione di difficoltà per privati che, in questo momento di crisi, possono essere ipoteticamente allettati da questa opportunità.
L'auspicio sarebbe quello di trovare, magari anche con Finpiemonte, una condizione di facilitato accesso al credito, per consentire ai privati interessati di poter credere ed investire in questo progetto.
Una navetta potrebbe essere una soluzione temporanea e momentanea, per evitare la desertificazione commerciale ed imprenditoriale del Mottarone.
Spero che l'indirizzo che il Vicepresidente Reschigna vorrà portare all'incontro con l'amministrazione comunale di Stresa sia quello di trovare condizioni allettanti per un privato che voglia investire, insieme al Comune e alla Regione, nella rivitalizzazione di quest'impianto fondamentale per questa vocazione turistica del territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi per la replica.



ANDRISSI Gianpaolo

In questi ultimi mesi ci siamo adoperati per capire com'era la situazione.
Abbiamo incontrato SCR, ed abbiamo capito che effettivamente ci sono delle problematiche, perché la concessione non permette una trattativa privata, che è la strategia che si è dato il Comune, essendo andata deserta la prima gara.
C'è una problematica: essendo una concessione, in quanto dal 2009 si davano in concessione anche gli introiti dell'attività di ristorazione che quotano circa 100 mila euro all'anno, il funzionario di SCR ci ha spiegato che la concessione non consente la trattativa privata.
C'è quindi una problematica tecnica che spero voi possiate risolvere giovedì.
Dal punto di vista tecnico, il Comune vorrebbe andare a trattativa privata, ma il sistema messo in piedi prevede una concessione, perché la Regione non ha i soldi sufficienti per coprire i quattro milioni complessivi, tanto è vero che le quattro società chiedevano una fideiussione o una cifra maggiore.
Ovviamente non entro nel dettaglio, dal punto di vista degli aspetti tecnici.
Noi speriamo che si possa risolvere, anche perché, purtroppo, è stata persa quella che era la grande occasione dell'Expo, dato che sicuramente il lago Maggiore è molto accessibile per le milionate di turisti. Così si legge dai giornali, ma noi speriamo sia così, al di là dei pezzi che cadono dai cornicioni dell'Expo e al di là del modo in cui è stato realizzato. Noi speriamo che tanti turisti utilizzino l'Expo per scoprire le bellezze italiane, tra cui c'era appunto la funivia Stresa (dico "c'era", perché al momento non è funzionante).
Speriamo almeno, come diceva l'Assessore - e mi fa molto piacere che sia stata colta questa idea - che si istituisca un servizio di navetta fino a quando non verrà riattivato il servizio di funivia.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.14 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 10.19)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno n. 335 presentato dai Consiglieri Bono, Bertola, Campo Mighetti, Valetti e Andrissi, inerente a "Censura del comportamento del Presidente della V Circoscrizione di Torino, Rocco Florio, per aver sputato in faccia ad un collega durante il corteo del 1° maggio" (iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come Gruppo consiliare chiederemmo l'inserimento.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Bono.
Colleghi, o state zitti o sospendo la seduta per mezza giornata.
Prego Consigliere Bono, continui pure.



BONO Davide

Come Gruppo consiliare chiederemmo l'inserimento, nella discussione odierna, di un ordine del giorno relativo agli accadimenti del 1° maggio a Torino.
Grazie.



PRESIDENTE

Va bene, grazie.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'ordine del giorno è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato, in data 29 aprile 2015, le seguenti leggi regionali ed ha deliberato la non impugnativa: legge regionale n. 3 dell'11 aprile 2015 "Disposizione regionale in materia di semplificazione"; legge regionale n. 4 dell'11 marzo 2015 "Misure straordinarie in favore dei Comuni per fronteggiare l'emergenza abitativa".


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2014


PRESIDENTE

La Giunta regionale in data 22 aprile 2015 ha trasmesso, per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'articolo 24 della l.r. 7/2001 ("Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte"), n. 5 deliberazioni del 2 marzo 2015, n. 5 deliberazioni del 9 marzo 2015.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che è stato approvato il verbale del 21 aprile 2015.


Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Esame disegno di legge n. 84, inerente a "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2015-2017"


PRESIDENTE

Esaminiamo il disegno di legge n. 84, "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2015 2017", di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Rostagno, relatore di maggioranza.



ROSTAGNO Elvio, relatore

Grazie, Presidente.
Il documento che andiamo ad analizzare recepisce gli emendamenti della Giunta dopo un lungo, e direi anche proficuo, lavoro svolto nelle Commissioni nelle quali la maggioranza aveva fatto una sua sintesi che era confluita in un unico emendamento che avevamo chiamato maxiemendamento.
Al di là dell'aspetto tecnico, credo che vada rilevato l'aspetto politico di una maggioranza che ha fatto un'analisi approfondita ed è stata capace di fare sintesi su quelle che riteneva, in questo quadro di difficile congiuntura economica del nostro Ente, le modifiche da apportare.
Le modifiche chieste in questa sintesi erano ritenute necessarie per adempimenti contrattuali o per il mantenimento di attività, anche in vista di ristrutturazioni e riforme che rendessero la spesa più leggera.
Per un motivo tecnico politico, con la maggioranza abbiamo deciso di ritirare questo maxiemendamento, ma non è venuta meno in noi la volontà e l'impegno di mantenere sia la fermezza rispetto alla sintesi fatta, sia l'impegno a sostenere quelle attività che sono assolutamente necessarie nonostante alcune difficoltà. Il maxiemendamento, sostanzialmente, si è scomposto in diversi emendamenti, ma non sono cambiati assolutamente gli importi, quindi il messaggio politico che io sostengo, e sottolineo, è che questa maggioranza ha saputo fare sintesi e, per molti aspetti, è coerente con la proposta di bilancio della Giunta. Molti emendamenti che proponiamo e che poi verranno illustrati dai singoli Consiglieri proponenti a nome della maggioranza, faranno emergere la necessità di queste modifiche al bilancio.
La maggior parte trova una quasi coincidenza in emendamenti della minoranza. Se noi andiamo ad analizzare i numeri e i contenuti, penso che l'80-90% di quello che noi riteniamo proponibile come modifica trovi una condivisione in emendamenti della minoranza. Non abbiamo inventato nulla con la nostra proposta.
Chiudo dicendo che la somma dei nostri emendamenti comporta un'individuazione di maggiori entrate che, complessivamente, si aggira intorno ai 26 milioni di euro. E' ovvio che si tratta di una cifra importante, ma non stravolgente, ed è per questo che il nostro auspicio è che la Giunta faccia degli impegni nei programmi operativi che siano progressivi e siano assolutamente corrispondenti alla reale disponibilità delle entrate. Questo vale per gli importi di cui noi chiediamo la modifica, ma vale anche per il bilancio in generale. Solo così noi arriveremo alla fine dell'anno in assenza di disavanzi negativi.
L'auspicio è che la Giunta sia molto cauta nella redazione dei programmi operativi che, ovviamente, nell'arco dell'anno, potranno cambiare e dare, man mano, ai vari settori, le disponibilità sulla base di entrate certe.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono, relatore di minoranza.



BONO Davide, relatore

Grazie, Presidente.
Siamo giunti in Aula con la discussione sulla prima legge di bilancio della Giunta Chiamparino. L'anno scorso era stato fatto solo l'assestamento su un bilancio approvato da un'altra Giunta. Siamo arrivati all'Aula con il ritiro degli emendamenti presentati in Commissione su un accordo dei Gruppi consiliari per discutere ampiamente in Aula. Spero che ci possa essere, al di là della mera presentazione e illustrazione degli emendamenti, una discussione di merito sia nel complesso del bilancio che nello specifico dell'UPB e di alcuni capitoli che sono stati individuati come critici all'interno dell'analisi previsionale 2015 e triennale 2016-2017.
A noi, anzitutto, come Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle, premeva fare una riflessione generale sul bilancio, quindi sugli importi inseriti nel bilancio stesso. Ricordiamo che il bilancio presentato a dicembre ha subito forti modifiche rispetto ad oggi. Da un confronto con la spesa storica, cioè del 2014, mancavano i famosi 588 milioni di euro oggetto della discussione nel piano di riequilibrio economico finanziario successivo al documento di programmazione economico, su cui la Giunta si è impegnata a presentare - e poi il Consiglio e la maggioranza ha approvato un documento di revisione della spesa e un documento di aumento chiamiamolo così perché così è, di aumento delle tasse.
A dicembre 2014, abbiamo approvato un provvedimento che aumentava le tasse ai piemontesi per oltre 100 milioni di euro, di cui oltre 70 per l'aumento dell'addizionale IRPEF. E' vero che il Presidente Chiamparino e il Vicepresidente Reschigna ci ricordano sempre che le abbiamo aumentate solo a metà dei piemontesi e all'altra metà non sono state aumentate, ma ricordiamo che erano già state aumentate dalla precedente Giunta Cota in due tranche diverse. Insomma, negli ultimi tre anni, sono stati toccati tutti dall'aumento dell'addizionale IRPEF.
E' vero che non è stata aumentata l'IRAP, ma ricordo che il Presidente Chiamparino in campagna elettorale aveva detto che piuttosto di aumentare le tasse si sarebbe dimesso. Invece.
Dobbiamo riprendere i documenti, perché noi abbiamo memoria diversa. Le tasse sono state aumentate, ma è stata fatta anche un'operazione di riduzione delle spese che oggi non ha portato alcun beneficio. Il grosso del risparmio dovrebbe essere nel 2017 e poi a proseguire.
Abbiamo i dati del personale. Sul personale c'è una stima di risparmio di sei milioni di euro, da 150,06 a 144,08. Ancora - non siamo una forza politica che vuole risparmiare sul personale, ma visto che sul personale si parlava di un risparmio di nove milioni di euro, ad oggi, la stima in previsione è di soli sei - sulle partecipate, ad esempio, non ci sono risparmi: ci sono 600 mila euro di risparmio, praticamente nulla, quindi non è stato ancora fatto un piano sulle partecipate.
Sulle spese del Consiglio regionale, che sono state discusse ieri in Commissione bilancio, noi - sapete - avremmo delle proposte per ridurle concretamente, soprattutto per quanto riguarda la parte dei costi della politica, ma non siamo stati accoltati.
Siamo di fronte a tutta una serie di manovre dilatorie del pagamento del debito per far quadrare il bilancio regionale.
Ne abbiamo discusso lungamente ed è ancora aperto il tavolo con la Cassa Deposito e Prestiti. Nel piano di riequilibrio economico-finanziario la Giunta regionale ci aveva presentato un'ipotesi di risparmio grazie al rinvio del pagamento dei mutui, sia delle rate con la Cassa Depositi e Prestiti, sia con quelli contratti con il MEF, per 235 milioni di euro.
Ovviamente, questo non è andato in porto, perché il Ministero (giustamente dal nostro punto di vista) ha detto che per quanto riguarda i mutui contratti con il MEF, cioè quei mutui chiamati anticipazioni a breve termine, il cosiddetto DL 35, non si possono allungare, perché sono stati appena sottoscritti. Quindi, l'unica cosa possibile è stata rinviare al 2016 il pre-ammortamento del DL 35, che verrà contratto nel 2015.
Insomma, stiamo procrastinando di anno in anno il momento, noi speriamo, non del crack, ma il momento di maggiore difficoltà dell'Ente. Se all'inizio della legislatura il Vicepresidente Reschigna ci diceva che l'anno critico sarebbe stato il 2016, adesso, in Commissione - giustamente perché il quadro è questo - ci dice che l'anno davvero critico sarà il 2017.
Alla fine, è stata rinviata una tranche di pagamento di mutui per circa 125 milioni di euro, anche se, come ci ha ricordato il Vicepresidente Reschigna, forse, sarà un po' meno, perché non è detto che la Cassa Depositi e Prestiti ci riconosca il rinvio di tutto il pacchetto mutui quindi potrebbe essere 100: infatti dovrebbero essere iscritti al fondo di riserva una ventina di milioni di euro a tutela dell'Ente in questo senso.
Questi 125 milioni sono rinviati al 2016, pertanto nel 2017 avremo sia il rinvio del 2015 che il rinvio del 2015. Così quello diventa veramente l'anno difficile, in cui dovrebbe andare a pieno regime la riduzione di spesa prevista in 180 milioni di euro, se ricordo bene.
Dai nostri conti, ovviamente, e penso anche dai conti, a maggior ragione, dell'Assessorato e del Presidente Chiamparino, emergono comunque grandi difficoltà per il 2016 e per il 2017.
Oggi abbiamo un bilancio che si chiude a pareggio, almeno come sappiamo avvenire da sempre, nelle scritture contabili della Regione, però così i problemi della Regione sono grandemente rinviati al 2016 e 2017.
Dicevo, si chiudono a pareggio le scritture contabili, perché noi crediamo che ci sia ancora una sovrastima delle entrate. Il bilancio pareggia con 11 miliardi e 24 milioni. Noi sappiamo che tendenzialmente negli anni precedenti, tolto il DL 35, il bilancio pareggiava nel rendiconto a dieci miliardi e mezzo. Quindi, ci sarebbero almeno 500/600 milioni di entrate in più e siamo stati "buoni", perché potremmo anche prendere come riferimento l'ultimo rendiconto del 2013, che è pari a dieci miliardi e 200 milioni di entrate accertate.
Il Vicepresidente Reschigna ci ha detto che 350 milioni di euro saranno recuperate dall'evasione del bollo auto, iscritte come copertura fittizia della nuova tranche DL 35, poi verranno passate alla gestione commissariale del Presidente Chiamparino, ma anche aggiungendo i 350 milioni di recupero di evasione del bollo auto non arriviamo, a nostro giudizio, al tetto degli 11 miliardi.
Anzitutto, vorremmo spiegazioni nel merito, per comprendere se anche quest'anno il disavanzo non sarà minimo o pari a zero, com'è scritto in questa Legge di Bilancio, ma sarà più alto, complicando ulteriormente i conti della Regione Piemonte. Conti che, come dicevo, nell'Allegato C dimostrano ancora il rinvio, la tattica dilatoria del pagamento del debito perché se nel primo Allegato C, presentato nell'assestamento 2014, del disavanzo di 364 milioni dovevamo pagarne un centinaio nel 2015, iscritti oggi nel 2015 ce ne sono soltanto 19,3.
E' ovvio che il Vicepresidente Reschigna dirà che di più non si poteva fare. Lo capiamo, lo comprendiamo, ma questo significa lo spostamento di 80 milioni negli anni successivi, con il dubbio che probabilmente quest'anno il disavanzo crescerà ancora e quindi probabilmente nel 2016 non avremo 233 milioni, ma magari ne avremo 300 da spalmare. Questa è una situazione che richiede, oltre a manovre, misure immediate e cogenti da parte della Regione Piemonte e scelte oculate sulla spesa; probabilmente richiede anche, appunto, com'è già stato fatto con il DL 35, con il rinvio dei mutui con la Cassa Depositi e Prestiti, delle manovre e delle misure nazionali quindi è anche un messaggio al Governo, invitandolo magari a impegnarsi di più per le situazioni di difficoltà finanziarie ed economiche degli enti e trastullarsi meno sulla legge elettorale e sui voti di fiducia e quant'altro.
Questa è la situazione in generale del bilancio di quest'anno, in cui abbiamo visto una questione che ci sta particolarmente a cuore sul Titolo IV (breve nota di merito, che vogliamo richiamare, come ho già detto in Commissione, perché le poche volte che siamo d'accordo su dei temi vogliamo segnalarlo). Non ci sono iscrizioni di alienazione del patrimonio immobiliare, perché tutti gli anni si iscrivevano e poi non si discutevano però, chiediamo che venga fatto al più presto non soltanto il piano di alienazione, ma la vera e propria alienazione per incassare dei fondi e utilizzarli negli investimenti.
Sul Titolo IV compaiono 56 milioni di euro, con un emendamento della Giunta, riguardanti la riscossione di BOT e BTP a copertura dell'autotutela dei derivati infaustamente contratti nel 2006 dalla Giunta Bresso. Anche su questo vorremmo avere un quadro più chiaro, cioè sapere se questi 56 milioni di euro sono una riscossione sicura, oppure se è un po' aleatoria perché sono "soldoni". Quindi vorremmo capire meglio qual è la situazione complessiva della partita dei derivati, molto complessa, che finiremo per pagare sicuramente nei prossimi anni.
Provando ad entrare un minimo nel dettaglio delle UPB e dei capitoli (poi parleranno nuovamente a tal proposito tutti i colleghi del Gruppo), ci sono tutta una serie di capitoli che non sono stati rifinanziati o che sono stati nettamente ridotti, come abbiamo già detto agli Assessori competenti nella Commissione di bilancio, e che necessitano, ovviamente, di una valutazione in quest'analisi di bilancio.
In particolar modo, vedendo l'Assessore Ferrari, per quanto riguarda il tema delle politiche sociali e dell'edilizia sociale, resta aperto un nodo cruciale, quello del capitolo delle fragilità degli extra LEA, dei gruppi appartamento, quindi delle cure per pazienti psichiatrici e non solo, che al momento non ha la copertura e il co-finanziamento da parte della sanità.
Abbiamo apprezzato, anche perché non si poteva fare altrimenti, lo stanziamento di 15 milioni di euro a copertura della quota sanitaria di compartecipazione sanitaria per le cure domiciliari, quindi il passaggio da 265 a 280 del contributo sanitario alle politiche sociali, ma manca il co finanziamento della sanità sulle fragilità extra LEA.
Capiamo le difficoltà del piano di rientro sanitario, capiamo la discussione sui LEA ed extra LEA, ma non si può a maggio, perché siamo a maggio, dire agli operatori del settore, retroattivamente (qualunque settore sia, anche fosse il settore delle cave di cui abbiamo discusso ampiamente nella finanziaria), che si tagliano i fondi o che saranno aumentate le tasse. In questo caso, si tratta di tagliare i fondi, quindi non comprendiamo come si possano mandare avanti dei servizi a metà anno dimezzando le risorse, quindi una soluzione deve essere trovata dalla Giunta.
Noi abbiamo presentato un emendamento in questo senso, che chiede lo spostamento del vincolo di risorse adeguate alla sanità e alle politiche sociali. Crediamo, e speriamo, che la maggioranza del Consiglio e la Giunta siano convinti di questo, quindi che non rinviino ad una fantomatica deliberazione di Giunta le revisione delle rette e dei i piani, eccetera.
E' vero che nel settore c'è molta confusione, regna l'incertezza, ci sono rette diversissime tra una e l'altra. La responsabilità è di tutti coloro i quali ci hanno preceduto, ma probabilmente anche un po' vostra, perché in un anno, forse, avreste potuto rivedere le rette.
Sul TPL abbiamo già detto delle problematiche in Commissione interverrà poi il Consigliere Valetti, ma è ovvio che anche in questo caso dire che si vuole tagliare la gomma di colpo a maggio, senza una rivisitazione degli orari con i pendolari, con le associazioni dei pendolari, quindi con gli Enti locali, crea confusione, incertezza e perdita di utenza soprattutto nel sistema del trasporto su gomma. Manca tutta una serie di interventi fondamentali di investimenti, soprattutto sul tema ambientale. Parliamo di bonifiche e nel 2015 non possiamo più continuare a disinvestire nelle bonifiche.
Quindi, chiediamo che i fondi del FSC vengano investiti su questo tema e non, come al solito, per le grandi opere soprattutto stradali.
Anche la cultura soffre ulteriormente di tagli ed è vero che ci sono state finalmente delle riduzioni sui grandi istituti culturali e meno su quelli piccoli, ma i piccoli sono comunque in difficoltà e quindi anche quel minimo taglio non se lo possono permettere.
Abbiamo non dico azzerato, ma quasi, tutti i finanziamenti legati allo sviluppo. Per questo motivo, con la collega Frediani ho presentato una serie di emendamenti riguardanti il tema del lavoro e dell'occupazione perché noi siamo per il reddito di cittadinanza e il reddito minimo garantito, ma è ovvio che bisogna creare le condizioni per lavorare. Mi riferisco all'autoimprenditorialità, alle start up, all'imprenditoria giovanile e femminile anche promuovendo il microcredito e i fondi di garanzia che permettono di investire in questo senso.
Infine, vi è il tema dell'IPLA e della lotta alle zanzare. Quest'anno abbiamo passato, forse, l'anno peggiore, sarà l'annus horribilis per quanto riguarda le zanzare, in quanto non abbiamo finanziato l'irrigazione dei campi e delle risaie con elicotteri. Quindi, quest'anno probabilmente alcune zone del nostro Piemonte, proprio nell'anno dell'Expo - lo voglio sottolineare - saranno off limits se non si sarà coperti da una tela protettiva contro le zanzare.
Quindi, il tema dell'IPLA resta aperto e speriamo di risolverlo quanto prima con una legge ad hoc per risolvere anche il problema del personale di questo Ente, che sicuramente chiede garanzie ma chiede anche di lavorare su temi che sono fondamentali per la Regione Piemonte.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Com'è stato detto già nella discussione della Legge Finanziaria, questo è il primo bilancio che il centrosinistra affronta e credo si debba provare a fare una valutazione di carattere generale, provando anche a estraniarci da quello che è un compito dato, cioè l'opposizione contesta un provvedimento della maggioranza, ma provando a fare un ragionamento più di carattere generale.
Noi non condividiamo la modalità con cui è stato steso questo bilancio per una serie di motivi. Intanto va ricordato che è certamente un bilancio che ha un unico aspetto positivo, che è quello di provare ad individuare una spesa che sia pari all'entrata. Ma questo è stato fatto, secondo noi venendo meno a quelle che potevano essere una serie di indicazioni relativamente alle entrate, che non sono state iscritte all'interno del bilancio e che quindi hanno causato una serie di ricadute negative in termini poi di uscite, come ricordava il collega Rostagno, relatore di maggioranza della legge.
Lo spazio per individuare un numero maggiore di entrate c'era e c'è relativamente a due grandi temi, che sono stati ricordati più volte dalla Giunta regionale e che sono indicati all'interno dell'allegato di riqualificazione della spesa regionale, ma che non sono nel bilancio. Mi riferisco all'alienazione delle partecipazioni, all'alienazione degli immobili delle Aziende Sanitarie Locali, salvo che per l'Ospedale di Verduno, e all'alienazione del patrimonio regionale.
E' vero che il Vicepresidente, non solo nella funzione di Vicepresidente e Assessore al bilancio, ma anche in quella di Assessore al patrimonio, in più di una occasione ci ha fatto presente - così come l'ha fatto l'Assessore De Santis - nella discussione del bilancio che è forte l'intendimento di questa Amministrazione vendere. E anche il Presidente Chiamparino in alcune occasioni, magari dedicate a singole realtà, l'ha fatto presente. E' evidente che in una discussione che riguarda il bilancio regionale questo non può non essere scritto.
La precedente Amministrazione fece l'errore opposto, cioè pensare di poter vendere molto - cosa che peraltro era fattibile - e poi non averlo fatto. Quindi, vedremo nel rendiconto che c'è anche sull'anno 2014 un tema che riguarderà questa partita, però avere una partita che sostanzialmente è zero in termini di maggiori entrate rispetto alle alienazioni, è un tema che in un bilancio - che, ricordo, è preventivo, non è un bilancio di assestamento - non può non essere inserito.
Inoltre, vi sono una serie di considerazioni più di carattere generale.
E' vero che è un bilancio regionale che sconta una criticità, che è quella della mancanza di risorse, ma ha anche avuto l'opportunità di avere un beneficio, che per il 2015 e il 2016 corrisponde a 160 milioni di euro in meno di pagamenti dei mutui.
Ovviamente avere l'opportunità di sgravare quasi un terzo della propria restituzione di debito e non pagarlo per due anni dà un vantaggio all'Amministrazione. Secondo noi, inoltre, non ha neanche ripartito in modo corretto quelle che erano le risorse a disposizione.
Crediamo che vi siano tre grandi settori su cui si deve investire ovviamente in termini di uscite, individuando le priorità, che è quello che in molte occasioni è stato detto.
Il primo grande settore è quello relativo ai servizi alle persone, ma pensiamo invece come questo bilancio interviene su una riduzione sulle politiche sociali senza che si sia ancora attuato il patto per il sociale perché l'Assessore Ferraris ha fatto un ottimo lavoro di consultazione all'interno delle province piemontesi. Il problema è che da un lavoro di consultazione c'è anche una necessità di restituzione.
Se prendiamo ciò che si è detto durante gli incontri che l'Assessore ha svolto e guardiamo ciò che c'è scritto a bilancio, non solo le cifre imputate ma anche le loro finalità, vediamo che mancano alcuni assi fondamentali su cui questa Giunta regionale sosteneva di richiamarsi. Cioè il fatto di dire che abbiamo un bilancio sulle politiche sociali che utilizza gran parte della spesa per i non autosufficienti, e quindi è una spesa troppo risicata per le povertà e per le famiglie, quest'anno si conferma ancora di più rispetto agli anni precedenti in termini di quantità economica.
Sui trasporti vi è una situazione simile, affrontata tra l'altro con un ritardo non accettabile, perché ogni Giunta ha cercato di intervenire con una razionalizzazione della seconda spesa regionale, ma io ricordo a questa Giunta che governa da un anno che una delle priorità che questa Giunta aveva - e l'Assessore Balocco aveva - era quella di cercare di ridurre la spesa, ma di ridurla in modo compatibile con il mantenimento e l'erogazione di un servizio che garantisse a tutti di potersi muovere all'interno della nostra Regione con il trasporto pubblico locale.
Il tema è invece un po' quello dell'attesa messianica delle gare.
Quando ci saranno le gare, il trasporto pubblico andrà a posto. Vedremo se sarà vero. Nel frattempo, mancano due anni e in quei due anni dobbiamo garantire quello stesso servizio pubblico che è stato uno dei cavalli di battaglia della prima opposizione, oggi della maggioranza, sulla garanzia dei servizi.
Il secondo aspetto è più di carattere generale e riguarda il mondo dello sviluppo economico. All'interno di questo bilancio, le risorse legate allo sviluppo economico sono esclusivamente quelle che derivano dai fondi strutturali europei: non vi sono risorse aggiuntive della Regione Piemonte né rispetto allo sviluppo economico (Assessorato dell'Assessore De Santis) né rispetto alla formazione e altri aspetti (Assessorato dell'Assessore Pentenero).
Ma non solo. Faccio un altro esempio, perché è una dimostrazione eclatante. Dando una scorsa alla lettera del Sindaco Fassino che è stata pubblicata su La Stampa di ieri, si legge: "Torino diventa una città turistica, il Piemonte diventa una città turistica". Queste dichiarazioni sui mezzi di informazione fanno tanta comunicazione nei momenti migliori perché è evidente che, se anche avessimo avuto degli enti inermi e fermi su questo tema, in un momento in cui la nostra Regione ha la fortuna di essere a 50 minuti di treno dall'Expo, avere l'esposizione della Sindone, il bicentenario di Don Bosco e molti altri eventi nell'anno 2015, è evidente che chiunque avrebbe oggi dei picchi relativamente al turismo.
Tuttavia rileviamo che i fondi relativi al mondo del turismo largamente inteso nei suoi differenti distretti, sono stati dimezzati. E allora, fra le dichiarazioni fatte - "Il Piemonte come la Borgogna", lo prendo dal documento elettorale con cui avete vinto le elezioni - e le declinazioni di bilancio ci sono delle differenze sostanziali.
Poi c'è tutto il tema legato alla promozione e alla tutela del territorio, alla tutela territoriale legata alla prevenzione del dissesto idrogeologico, agli interventi post alluvionali o alla promozione territoriale dove, di nuovo, viviamo una dicotomia fra quelle che sono le dichiarazioni e quelli che sono gli investimenti. E allora è evidente che se la nostra Regione ha 300 milioni di euro di danni alluvionali, noi paghiamo la doppia dichiarazione: quella dello Stato (sette miliardi di euro investiti per la prevenzione e per il ripristino di danni alluvionali) e poi ne abbiamo 30 trasferiti dallo Stato. E allora nel saldo, anche con i fondi regionali, ne mancano sempre 250, e non per fare prevenzione, ma esclusivamente per pagare i danni che le imprese, i cittadini e i territori hanno sostenuto solo nell'arco delle alluvioni del 2014.
Concludo dunque dicendo che, pur non partendo da una posizione di aprioristica contrarietà, non possiamo esprimere un voto favorevole perch fra ciò che si dichiara e ciò che si declina con l'unico strumento (o il più importante strumento) che ha un Ente, anche di carattere legislativo com'è quello della legge di bilancio, ci sono differenze troppo grandi.
Differenze che i cittadini piemontesi, purtroppo, capiranno e che capiscono giorno dopo giorno, perché fra le slide pubblicate e la verità c'è una grande differenza.
Guardate solo la dichiarazione di ieri: "Due milioni e mezzo di risparmio sui Settori". La riduzione dei Settori - ve lo dimostriamo con una calcolatrice - fa zero. La riduzione della spesa sui dirigenti è avvenuta perché, rispetto a due anni fa, abbiamo 40 dirigenti in meno, non perché abbiamo 40 Settori in meno (sempre un dirigente ricopre il Settore).
E allora bisogna, anche da questo punto di vista, provare - l'abbiamo già detto l'altro giorno all'Assessore Saitta, che su questo è certamente colui il quale meglio si differenzia fra ciò che dichiara e ciò che declina - a iniziare anche ad avere la responsabilità di dichiarare per ciò che si stanzia. Altrimenti, in qualche modo, si prendono in giro i piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Relativamente all'attività che svolgeremo oggi, quindi la discussione generale sotto il profilo del bilancio, aggiungo alcune integrazioni che vanno a essere definite dopo l'intervento del collega Vignale.
Evidentemente oggi andiamo a discutere - come diceva giustamente il collega Vignale - il primo bilancio della Giunta, che va a essere identificato, come ogni bilancio, come l'elemento di azione programmatica della Giunta medesima. Quindi, al di là delle discussioni che vengono effettuate all'interno della nostra Aula, il fatto che ci possa essere un'analisi complessiva dei capitoli di spesa è evidentemente la verità, è la cartina di tornasole che dimostra quali sono le attività che verranno condotte nel prossimo anno. E questo è un elemento fondamentale, al quale noi abbiamo prestato molta attenzione durante l'analisi dello stesso in Commissione.
Durante l'analisi sono anche stati individuati degli elementi di proposta, che vengono poi presentati dal nostro Gruppo in ambito di emendamento, che riteniamo essere propositivi e sicuramente non negativi rispetto a una possibilità di miglioramento della legge che va a contraddistinguere il bilancio e che va a incidere sicuramente in modo positivo sui singoli territori.
Mi limiterò alle attività tipiche delle Commissioni che seguo particolarmente, quindi le attività di tipo tecnico e di investimento nell'ambito dei Comuni, delle Autonomie locali, delle Amministrazioni locali, partendo da un concetto fondamentale. E' bene che nella Finanziaria abbiamo individuato i 15 milioni di euro in più per il trasporto pubblico locale: Noi su questo avevamo lamentato e lanciato un grido d'allarme e di dolore durante la discussione dell'approvata Finanziaria e, nell'ambito di questa discussione, ci ha fatto piacere che la Giunta abbia ricercato individuato e trovato 15 milioni, ma non erano sufficienti ai fini di una politica di trasporto pubblico locale organizzata a favore delle Province.
Lo avevo già detto in sede di Finanziaria e lo ripeto qui: non ci è stata data una risposta dall'Assessore Balocco. Magari poi, nell'ambito della discussione di questo bilancio, sarà possibile chiarire meglio il tema. Quello che vorremmo sapere è se i 15 milioni di euro che abbiamo aggiunto nell'ambito del trasporto pubblico locale sono sufficienti per garantire il trasporto di minima sull'intera provincia. Lo sa bene il Vicepresidente, ma anche i colleghi che vengono da una provincia come quella di Novara, dove è fondamentale che ci sia una certezza del trasporto pubblico locale, soprattutto nei Comuni dove non vi sono le stazioni ferroviarie. Quindi è un'analisi di attività che deve essere garantita nel prossimo futuro, soprattutto nel periodo scolastico e nel periodo di maggiore fruizione del trasporto pubblico locale.
Ci manca, quindi, di conoscere se la copertura dei 15 milioni che è stata individuata in sede finanziaria sia una copertura definitiva complessiva ed esaustiva rispetto alla politica di trasporto pubblico locale.
Sotto il profilo delle alienazioni, ha già anticipato il tema il collega Vignale. Ci sembrava importante, perché dopo la discussione dello scorso mese di dicembre dell'assestamento, noi avevamo avuto una promessa da parte della Giunta che in tempi brevi ci avrebbe portato una indicazione di quali erano le modalità di vendita in due settori paralleli ma che, ai fini economici, diventano un settore unico, delle attività delle partecipazioni della Regione Piemonte. In taluni casi, partecipazioni che possono avere un reddito interessante, nonostante la non incidenza da parte della Regione nella politica della società; incidenza che, invece, potrebbe comunque avere nell'ambito della programmazione e dello sviluppo di quel settore, all'interno della politica regionale.
Vi sono, ad esempio, delle partecipazioni della Regione Piemonte in settori strategici, anche se in veste di controllore-controllato, come quello della discarica di rifiuti tossici e nocivi di Barricalla, le cui autorizzazioni - guarda caso - vengono rilasciate dalla Regione Piemonte che poi partecipa nella stessa società a cui ha dato le autorizzazioni.
Essendo questo un elemento non corretto di gestione societaria rispetto a coloro che devono controllare, può essere uno degli aspetti che possono portare a vendere una partecipazione di questo genere, che sicuramente potrebbe avere un riconoscimento economico importante, anche se, poi, la Regione non incide sulla gestione societaria, soprattutto commerciale, di un'attività di questo genere.
C'è tutta la partita del discorso della politica infrastrutturale della logistica piemontese. In questo senso, da tempo sollecitiamo - lo abbiamo detto nelle Commissioni e anche in aula - una politica complessiva della logistica piemontese, importantissima ai fini dello sviluppo economico della nostra regione.
Sappiate - lo ripetiamo, l'avevo già detto nella discussione sulla legge finanziaria - che la Lombardia non ha dei centri logistici come invece ha il Piemonte; di conseguenza, il Piemonte può diventare l'elemento trainante della logistica del Nord-Ovest. In questo senso, non c'è una politica e non c'è un accordo, che peraltro anche la Provincia di Novara allora, aveva cercato di raggiungere con le due Regioni (oltre al Piemonte la Regione Lombardia e la Regione Liguria) interessate a stipulare un accordo di questo genere.
Non capiamo perché questo accordo non sia ancora stato firmato; non capiamo quale sia la politica dei centri di logistica regionale, che sono importantissimi nel retroporto di Alessandria, piuttosto che di Novara o di Orbassano, che possono rappresentare una politica importantissima in questo ambito. Non c'è una vendita delle partecipazioni di questo azionariato dove sappiamo che i privati la fanno da padrone rispetto all'attività condotta dalla Regione Piemonte.
Non sappiamo nulla, poi, sotto il profilo urbanistico, del rilancio economico della nostra regione, che non si riconosce solo da un'attività improntata necessariamente a capitoli di spesa. Stiamo discutendo sempre e solo di capitoli di spesa; abbiamo provato a mandare messaggi in termini positivi per far sì che si possano raggiungere degli obiettivi senza necessariamente, spendere aprioristicamente delle cifre. Parlo dell'applicazione della legge regionale n. 7 sull'ambiente: ne ho parlato più volte con l'Assessore; è un anno che mando messaggi: prima o poi andremo in criticità su questo aspetto. Abbiamo parlato anche con i funzionari, i quali (beati loro) sono tranquilli. Io, politicamente, non sono tranquillo come i funzionari, perché loro ricevono ugualmente lo stipendio, mentre noi, politicamente, dobbiamo rendere conto ai cittadini.
Nella provincia di Novara, se non si interviene in tempi rapidi dovremo presto decidere dove portare i rifiuti e, ovviamente, lo verremo a chiedere alla Regione Piemonte. Speriamo di poterli portare vicino a dove vengono prodotti, perché questo è il concetto di minimo costo finale.
Pertanto, anche a tale proposito, chiediamo di poter affrontare, prima o poi, queste tematiche.
Lo dico in termini positivi, come pure - attenzione - in merito alla politica dell'urbanistica regionale. A livello nazionale, è in discussione la legge sulla difesa del suolo; una legge che andrà ad incidere pesantemente sulla necessità di dover fare dei censimenti dei cosiddetti spazi vuoti, piuttosto che sulle aree edificabili e mai realizzate nel tempo, andando a limitare l'azione dei Piani regolatori.
Anche qua (mando un messaggio di assoluta positività), occorre una legge regionale che affronti un momento economico difficile come quello in cui viviamo: discutiamola e portiamola avanti, perché lo sviluppo economico dei nostri paesi dipende anche dalla razionalizzazione dei Piani regolatori e dall'individuazione di ciò che i Piani regolatori prevedono.
La legge che abbiamo va, dunque, assolutamente integrata. In un anno ne abbiamo parlato più volte, nell'ambito di una razionalizzazione delle attività.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



SOZZANI Diego

Un'ultima battuta al Presidente, poi mi riserverò d'intervenire più avanti.
Si tratta di due leggi importanti ai fini del finanziamento (la legge n. 18 e la legge n. 38) che vanno ad incidere sul pronto intervento e sulla localizzazione degli smaltimenti dei piccoli Comuni, attività fondamentali per lo sviluppo delle comunità locali.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Poiché i miei due colleghi hanno utilizzato un po' più tempo, ne utilizzerò un po' meno io, così rientriamo nei tempi che ci sono stati attribuiti.
Soltanto poche parole: abbiamo già avuto modo di parlare e riflettere durante il dibattito sulla legge finanziaria, con la Giunta regionale in merito ad una serie di passaggi che non ritenevamo così strategici, ma che venivano prospettati, mentre di strategicità nel 2015 ne abbiamo vista veramente poca.
Ringrazio il Vicepresidente Reschigna, perché la sua presenza in Commissione ha permesso di approfondire alcuni temi significativi e devo dire che - così come già il collega Pichetto ha riportato la settimana scorsa, a chiusura dell'ultimo giorno di bilancio - abbiamo apprezzato la dedizione con la quale si è occupato, sia in Commissione sia in Aula, dei temi che in quel frangente non toccavano solo lui, per le sue deleghe, ma tutta la Regione.
Faccio questa premessa, perché le parole che userò successivamente non sono parole legate all'operato del Vicepresidente. Credo sia importante sottolineare, oggi, come, in un momento in cui non ci si può basare soltanto su ciò che sta accadendo a livello nazionale, ma occorre dare un forte imprinting alla politica regionale, questo imprinting manca, il bilancio in esame non ci offre assolutamente questa visione.
E' vero che non basta dire che abbiamo soltanto i fondi europei; è vero che ci sono delle situazioni pregresse - come è già stato precedentemente ricordato - che portano, come è già accaduto a noi, per quattro anni, una Giunta regionale ad occuparsi sistematicamente delle emergenze, ma proprio perché i quattro anni precedenti sono stati una buona palestra, non soltanto per quella che allora era la maggioranza - e che oggi è opposizione - ma anche per l'opposizione, che tra l'altro era guidata dall'allora Capogruppo Reschigna, quindi conosce molto bene quelle che sono state le dinamiche dei precedenti quattro anni, ritengo fondamentale, oggi riportare all'ordine di quest'Aula una serie di mancanze che questo bilancio ha.
Ricordo che, anche nei quattro anni precedenti, gli unici fondi che avevamo a disposizione erano i fondi europei, con - tra l'altro - un pregresso significativo rispetto a quelli che erano i debiti fuori bilancio. Non mi stupisce, quindi, che la scorsa settimana il Vicepresidente Reschigna abbia dovuto riportare, in una riunione di Commissione, un allegato ulteriore per portare a conoscenza i Consiglieri che ancora non lo fossero di una serie di partite fuori bilancio che venivano riportate. Credo di poter sottolineare oggi che non sono le uniche.
Il Vicepresidente Reschigna sa benissimo che nei famosi accordi che erano stati stilati in anni molto passati (parliamo ancora della Giunta Bresso) con alcuni grandi gruppi industriali, la cifra che è stata postata probabilmente non basterà per definire quelli che sono oggi, non so se soltanto i contenziosi, ma comunque gli accordi stessi.
Quello, però, era un percorso opportuno e fondamentale per fare in modo che una serie di iniziative imprenditoriali venissero mantenute o che, in qualche modo, venissero portate sulla Regione. In questo momento questi elementi mancano; porto un esempio: l'anno scorso, il 2 maggio, in piena campagna elettorale - giustamente, la Giunta aveva anche la testa sulla campagna elettorale - con l'allora Vicepresidente Pichetto decidemmo di intervenire rispetto a quella che poteva diventare una grande crisi della provincia di Tonino, quella della Embraco, stilando un accordo che non era tanto significativo dal punto di vista delle risorse, ma rispetto all'affiancamento che la Regione Piemonte faceva di una nuova iniziativa imprenditoriale che si rischiava emigrasse in Paesi dell'Europa dell'Est.
Questo è quello che manca.
All'interno di questo bilancio sicuramente si è fatto un grande lavoro come già si era iniziato, rispetto alle partite contabili, ma manca assolutamente la strategicità relativamente ad interventi di politica industriale e di politica economica in senso più generale.
E mi permetto di risottolineare - non sono io a dirlo, ma sono i numeri che non bastano le politiche nazionali e che il Jobs Act non porterà sicuramente sul territorio piemontese un numero significativo di nuovi posti di lavoro; mancano, così come sono assenti a livello nazionale, una politica economica e una strategicità su cosa vuole essere questa Regione dopo le grandi crisi del settore della metalmeccanica. E su questo la Regione ha il dovere di accompagnare il tessuto produttivo piemontese ad uscire da una crisi dalla quale non siamo ancora venuti fuori.
E' vero che abbiamo imprese, soprattutto quelle che operano nell'ambito internazionale, che stanno dando segnali positivi in termini di fatturato e anche in termini di occupazione - mi permetto di dire, non facendo nuova occupazione ma confermando posti di lavoro - ma abbiamo una serie di aziende medio-piccole che stanno scomparendo. L'altro ieri, sui giornali c'era il grido di allarme delle associazioni di rappresentanza datoriale che sottolineavano un numero che non era cosa di poco conto: 2.267 imprese che sono scomparse negli ultimi tempi.
Su questo credo sia doveroso per questa Giunta intervenire.
Lo ricordo ancora una volta, so che non devo ricordarlo al Vicepresidente o al Presidente, ma ci tengo a sottolinearlo: guardate che quando abbiamo iniziato, cinque anni fa, con un piano straordinario per il lavoro non era tanto il contenuto in termini numerici di money, ma era il segnale che si stava dando al territorio piemontese; c'era un'attenzione specifica a fare ripartire quel tessuto su cui si deve basare ancora oggi l'economia piemontese, vale a dire quello economico-produttivo.
Questo sta mancando in questa iniziativa. Capisco che un bilancio sia difficile da declinare dal punto di vista di interventi specifici, ma alcuni segnali devono essere opportunamente dati.
Prima, il collega Vignale ricordava molto bene il messaggio dato dal Sindaco di Torino, ieri, su La Stampa: è sicuramente importante, ma attenzione a quanto si cela dietro le pagine patinate della stampa, che sappiamo essere molto brava a declinare, in certi momenti, i lati positivi laddove ci sono, invece, molte lacune e molte negatività, perché non ci hanno permesso comunque di portare su questi tavoli iniziative a supporto del turismo, a supporto della cultura e a supporto di un tessuto produttivo, che è l'unico che può generale nuovi posti di lavoro. Allora al Presidente, che tanto ha detto - ma, in questo momento, mi permetta Presidente, poco è stato fatto rispetto ai leitmotiv della campagna elettorale dell'anno scorso - devo dire - e parlo da cittadino piemontese e non da rappresentane di Forza Italia - che sarebbero un segnale estremamente positivo e motivante per il tessuto produttivo piemontese, in quanto noi abbiamo bisogno di positività e di prospettive future, magari abbiamo bisogno di guardare anche ad altre Regioni.
Mi sono permessa di guardare gli interventi che sono stati prospettati nel momento in cui si è discusso il bilancio regionale di altre Regioni a noi vicine, cito la Lombardia per non andare a prendere il Veneto che in questo momento è in campagna elettorale, oppure il Trentino Alto Adige o il Friuli Venezia Giulia.
Mi permetta, Vicepresidente, prima che mi dica: "Money" - ha perfettamente ragione - le sottolineo però un passaggio: negli ultimi tre anni, la Regione Piemonte, in particolare dal Trentino Alto Adige, ha attinto iniziative sperimentali estremamente interessati che abbiamo fatto fare a loro, visto che le risorse le avevano, ma i cui benefici, in termini anche di efficientamento finanziario, abbiamo portato sul territorio piemontese.
Le porto un esempio veramente molto banale: i progetti di pubblica utilità: ancora oggi i Comuni ci chiedono di poterli utilizzare e di trasformare i cantieri di lavoro in quelli che sono progetti di pubblica utilità. La loro finalità è diversa, non quella di dare quattro soldi per quattro opere, ma insegnare a reinserire in un posto di lavoro persone attraverso non solo l'iniziativa del Comune, ma l'iniziativa del Comune insieme al privato, quindi pubblico e privato insieme.
Le ho portato un banalissimo esempio, ma gliene posso portare molti altri. Abbiamo l'opportunità di valutare le sperimentazioni che stanno facendo altre Regioni e trasferirne la positività in Piemonte.
Il Piemonte, negli ultimi anni, è stato un bacino di sperimentazioni oggi, le sperimentazioni sono ferme in tutti i campi. E mi permetta di ricordare come le sperimentazioni permettono al Governo nazionale di dare risorse extra: 25 milioni di euro di risorse statali arrivarono pochi anni or sono per fare sperimentazioni, che potemmo usare in modo particolare e puntuale, grazie ad un po' di fantasia, magari copiando da altre Regioni ma dando quello slancio positivo che la Regione Piemonte in questo momento non vede. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Porchietto.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Negli interventi precedenti, con un po' di stupore, ho avuto modo di sentire che le nostre proposte sono uguali a quelle della maggioranza. E in parte, effettivamente, è vero, perché alcuna proposte emendative di rifinanziamento di voci di spesa della maggioranza coincidono, se non collimano, con quelle, per esempio, del Movimento 5 Stelle, però c'è una differenza sostanziale, che fondamentalmente è la seguente.
Noi abbiamo presentato una quarantina di emendamenti, che sono frutto di un lavoro globale di tutti i Consiglieri che sono intervenuti sulle singole Direzioni per individuare i punti deboli; poi, chiaramente, spetta alla maggioranza valutare quali siano le proposte consone migliori e dare un voto positivo su qualcuna, che speriamo arrivi.
Il problema che è noi agiamo sul bilancio presentato dalla Giunta e non aggiungiamo 26 milioni di euro, perché questi 26 milioni di euro non sappiamo dove trovarli e non arriveranno mai nel nostro bilancio. Noi sappiamo che questo bilancio pareggerà intorno agli 11 miliardi di euro, ma le entrate che storicamente pervengono alla Regione Piemonte non sono mai arrivate a questa quota. Quindi, ci chiediamo come possiamo pensare di non creare ulteriore disavanzo per questa Regione.
Prima, avvertendo un brivido, ho sentito dire che su questi 26 milioni di euro si deve essere parsimoniosi, prima si deve vedere se entrano i soldi e, poi, si deve valutare se spenderli.
Ora, siamo una Regione con un bilancio da 11 miliardi, non siamo un piccolo Comune, dove, per valutare cosa spendere, possiamo vedere qual è il trend delle entrate.
Siamo a maggio, con tutte le difficoltà che questo comporta, e le Direzioni penso siano già molto in difficoltà, perché, in questo momento non conosciamo ancora quali sono le effettive spese che possono sostenere.
E voi a queste Direzioni dite che ci sono anche 26 milioni, che però si deve stare attenti a vedere quanto rientra; e poi vedete se spenderli.
Questa, cioè, è l'incertezza globale che preclude ogni tipo di programmazione e ogni tipo di azione che sia improntata alla realtà dei fatti e dei conti.
Vorrei poi fare un accenno alle nostre proposte, che hanno anche loro un budget; però non un budget da 26 milioni, che copre un pacchetto di proposte già presentate con quello che è stato definito un maxiemendamento: si tratta di un ventaglio di proposte che, nel caso della mia illustrazione, vanno a incidere su alcune Direzioni, tra cui l'agricoltura l'urbanistica e le opere pubbliche.
Abbiamo pensato di lavorare su minimi importi, che da un lato potessero andare a ricreare gli stanziamenti già previsti negli anni scorsi che coprivano attività consolidate negli anni e che, dall'altra parte potessero incrementare alcune voci di spesa che ci sembravano di fatto strategiche per la nostra economia, per il Piemonte e per portare a termine alcuni progetti che possono recare un vantaggio non solo agli operatori economici del Piemonte, ma anche alla stessa Regione.
Faccio l'esempio del fitosanitario. Nel corso dell'esame sul bilancio su questo settore sono stati apportati nuovi fondi; noi crediamo che anche piccoli, ulteriori ritocchi in rialzo in questo campo possano risolvere alcuni problemi che stanno coinvolgendo la nostra agricoltura, che non sono mai stati presi di petto né mai sviscerati fino in fondo dalla nostra Regione e che, con pochi fondi in più, potrebbero giungere ad una svolta magari in grado, nei prossimi anni, di far diminuire sensibilmente questa spesa, che ormai è una spesa storica molto bassa ma che si protrae negli anni, senza dare soluzione concreta ai problemi.
Abbiamo previsto ulteriori fondi per il settore urbanistico, perch pensiamo che in alcuni Comuni sia indispensabile andare a rinnovare i propri strumenti urbanistici e fare quegli adeguamenti, in special modo ai PAI, in quanto elemento fondamentale per prevenire il dissesto e mettere dei paletti fermi alle problematiche relative allo squilibrio idrogeologico, che è legato anche, appunto, all'attività di costruzione.
In questo modo mettiamo anche le mani avanti e pensiamo che altri strumenti di pianificazione possano essere accolti e proseguiti tramite questi fondi, che una volta erano legati a particolari adeguamenti degli strumenti urbanistici. Pensiamo, per esempio, al Piano di tutela delle acque, che è uno strumento fondamentale nel futuro per tutelare una risorsa, l'acqua per uso umano, che consentirà alle prossime generazioni di sopravvivere su questo territorio. Pensiamo quindi che questi contributi possano essere utilizzati anche per l'adeguamento degli strumenti urbanistici, in relazione a questo Piano.
Abbiamo poi pensato di andare ad operare su alcune voci, come quella degli operai forestali, ricostruendo un po' la spesa storica e pensando che queste figure che lavorano direttamente sul territorio siano un elemento fondamentale per la lotta al dissesto idrogeologico. Va bene, infatti, fare dei piani - è necessario farne anche di molto più accurati -, ma è oltremodo necessario, sul dissesto, mettere a sistema gli interventi pubblici e la mano pubblica con gli interventi privati. E la mano pubblica intesa come manodopera, si configura proprio in questi operai forestali che andranno a formare quest'Agenzia con l'IPLA.
Infine, abbiamo lavorato un po' sui piccoli Comuni, con alcuni emendamenti che vanno ad agire sulla legge regionale 18 e sui fondi per i Comuni svantaggiati.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Stiamo parlando del DDL n. 84, quindi del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2015 e del bilancio pluriennale per gli anni 2015-2017.
Abbiamo chiuso soltanto qualche giorno fa la discussione sulla legge finanziaria e adesso ci accingiamo a discutere il bilancio previsionale.
La Regione Piemonte è una Regione che gestisce ogni anno circa 11 miliardi di euro, dei quali otto sono destinati alla sanità. Il mio intervento è mirato fondamentalmente al tema della sanità e del welfare piemontese, quindi al tema delle politiche sociali della Regione Piemonte.
Sono due argomenti di notevole importanza, anche valutando le nuove delibere di Giunta - la delibera 1-600 di novembre 2014 (che è quella che riguarda il riordino della rete ospedaliera con l'integrazione della delibera 1-924 e, non ultima, la delibera che si sta portando avanti per quanto riguarda, invece, il riordino dell'assistenza territoriale).
Avremo quindi tanto da parlare e da discutere anche in merito a quest'ultimo riordino , che sicuramente sarà oggetto di una grande battaglia: oltre che sulla rete ospedaliera - su cui abbiamo condotto una grande battaglia e su cui continuiamo a farla -, ci batteremo anche a proposito della nuova riorganizzazione della rete territoriale.
Noi, come Movimento 5 Stelle, abbiamo previsto dei fondi e delle risorse in vari settori. Per quanto riguarda la sanità, credo che un punto cardine sia la prevenzione. Chiediamo fortemente - e lanciamo un appello accorato in tal senso - di investire e di incrementare le risorse sulla prevenzione: ricordatevi, infatti, che per ogni euro che noi investiamo ci sono dieci euro di risparmio per le casse del sistema sanitario regionale e per le tasche dei cittadini. Più prevenzione, quindi, e meno malattie: con la prevenzione si individua tempestivamente la malattia e dunque ci sono più probabilità di guarigione. È proprio sulla prevenzione che dobbiamo investire! La Regione Piemonte deve farsi promotrice di una campagna di informazione per quanto riguarda la prevenzione, perché, come si suol dire prevenire è meglio che curare. Investire, dunque, e incrementare le risorse sulla prevenzione, perché al momento si investe veramente poco. Non è un fattore da sottovalutare; anzi, è uno dei più importanti per quanto riguarda la sanità.
Bisogna prestare altrettanta attenzione e incrementare le risorse in favore di donne, di bambini e di minori: si è conclusa domenica la campagna di informazione e prevenzione contro l'abuso sui minori. Ci sono 223.000 bambini e minori abusati, e si continua a vivere nell'indifferenza; si continua a tacere. Il Piemonte è una delle Regioni fortemente colpita da questo fenomeno (abuso sui minori, violenza contro le donne, femminicidio).
Dobbiamo ripartire le risorse in maniera equa ed adeguata, anche per poter tutelare e difendere le cosiddette categorie "protette", che sono quotidianamente vittime di abusi e di violenza.
Ancora, non dobbiamo dimenticare l'emergenza abitativa: molte persone hanno perso la casa o comunque si trovano in condizioni sicuramente non ottimali. Cerchiamo di investire delle risorse e di prestare attenzione anche a questo grande problema, che tende a dilagarsi ogni giorno di più.
Oggi parliamo di "povertà cronica" o di nuove forme di povertà, che sono in costante aumento. Molte famiglie fanno fatica a vivere o ad arrivare a fine mese; talvolta non hanno neanche i soldi per acquistare beni di prima necessità.
Le fragilità sociali: è un tema di grande importanza e purtroppo ahimè - tenderà a crescere col tempo.
Dobbiamo prestare attenzione e magari investire qualche risorsa in più nei confronti delle associazioni di volontariato: parliamo di migliaia di persone che ogni giorno, in silenzio - io li definisco "uomini invisibili" perché non hanno notorietà e spesso non sono neanche ricordati - operano e dedicano il loro tempo prezioso ad aiutare il prossimo.
L'Assessore Ferrari ha mostrato grande sensibilità e interesse in merito al tema delle non autosufficienze: parliamo di anziani, di anziani non autosufficienti, di disabili, di invalidi, di malati che necessitano di assistenza. Noi chiediamo di incrementare le risorse anche verso questa categoria.
A proposito di assistenza domiciliare, rivolgo un appello proprio all'Assessore Saitta, dal momento che si sta lavorando sulla rete territoriale: incrementiamo le risorse e investiamo sull'assistenza domiciliare; otterremmo un notevole risparmio se incrementassimo valorizzassimo e potenziassimo l'assistenza domiciliare.
Bisogna cercare di mettere in atto un nuovo piano di riorganizzazione e, soprattutto, lavorare in rete tra ospedale e territorio. Se facessimo un buon lavoro di rete, sicuramente non ci sarebbero tutti i giorni così tanti pazienti "buttati" sulle barelle nei corridoi dei pronto soccorso, perch intasati; pazienti che sono in attesa di avere un posto letto per due, tre quattro o cinque giorni, che stazionano nei corridoi in attesa di un posto.
Se lavorassimo bene per far funzionare e potenziare la rete territoriale, sicuramente ci sarebbe maggiore dignità verso tutti quei malati: ricordiamoci che nessuno è immune! Potrebbe capitare a chiunque di stare male, finire al Pronto Soccorso e avere bisogno di cure e assistenza! Vi assicuro che non è piacevole stare su una barella in corridoio, a chiedere aiuto e non riceverlo! Ma non perché non abbiamo del personale competente, perché il personale medico, infermieristico e sanitario lavora spesso in maniera eccellente. Ma perché si registra una carenza continua e cronica di personale. Finché non si sbloccherà il turnover e non si assumeranno nuovi operatori, la situazione non potrà cambiare. Voglio lanciare anche questo appello e invitare alla riflessione: diamo priorità a ciò che veramente è urgente e importante per tutti i cittadini.
Non dimentichiamo che parliamo di un bilancio di soldi pubblici dobbiamo gestire i soldi dei cittadini, ma dobbiamo farlo al meglio tenendo in considerazione tutte le esigenze e le richieste che i cittadini avanzano.
Concludo, Presidente, chiedendo maggiori contributi anche per la realizzazione di interventi a favore della disabilità; interventi volti a superare gli stati di emarginazione e di esclusione sociale di queste categorie.
Dobbiamo permettere a queste categorie di raggiungere la massima autonomia; dobbiamo garantire loro pari opportunità; dobbiamo mettere in atto dei progetti per l'abbattimento delle barriere architettoniche. Il Piemonte è tutta una barriera architettonica! Mettiamo in atto dei progetti per l'abbattimento delle barriere architettoniche: ci sono delle normative nazionali che lo prevedono e che devono essere tenute in considerazione! Non devono essere violate. Perch devono essere rispettati e tutelati i diritti di tutti i cittadini compresi quelli più bisognosi. Grazie.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Direi "a partire da quelli più bisognosi"!



BATZELLA Stefania

Esatto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
E' chiaro che stiamo analizzando, in termini generali, un disegno di legge molto complesso e articolato in numerosi interventi e capitoli che saranno oggetto di discussione in fase emendativa, quindi in questa fase si può e si deve fare solo alcune considerazioni di carattere generale.
Partirei da un ringraziamento, come ha già fatto il relatore di maggioranza, al Vicepresidente della Giunta e a tutta le Giunta, per il prezioso lavoro svolto in una situazione estremamente difficile.
Sembra di stare all'anno zero. In realtà non lo siamo e, se posso mutuare una battuta fatta dal Vicepresidente in Commissione, se volete fare un elenco di ciò che ci potrebbe essere, di ciò che ci dovrebbe essere o che fosse auspicabile ci fosse in più all'interno del documento di bilancio, vi potrei dare una mano io a fare questo elenco.
Non stiamo parlando di un bilancio che agisce in una situazione fisiologica normale, ma di un documento di bilancio che agisce in un periodo estremamente complesso, dove la cornice in cui la Giunta si è trovata ad operare, e dove la Commissione in sede di esame si è trovata ad operare, è quella dell'anno in cui le entrate venivano tradizionalmente sovradimensionate, salvo poi accertarle al ribasso e produrre disavanzo quando si andrà a fare il consuntivo, oppure ad analizzarne il carattere sovraordinato ad anni di distanza, con un disavanzo ancora più difficilmente gestibile.
Una mole di residui perenti che non venivano reimputati, ma che in buona parte corrispondono a debiti effettivi ed esigibili a cui bisogna dare una risposta, o a fondi trasferiti dallo Stato, poi magari stornati per anticipare altri pagamenti, salvo poi dimenticarsi di reimputarli nella voce per cui erano stati dati (penso al complesso discorso dei risarcimenti per i danni alluvionali).
I mancati pagamenti, per cui promettevamo risorse ad imprese, a Comuni a cooperative, a cittadini e a famiglie, salvo poi non pagare per anni.
Penso ad un caso eclatante, rispetto alle materie di cui mi occupavo in precedenza, ma sicuramente neanche il più significativo dal punto di vista quantitativo, relativo agli assegni di studio, dove per anni abbiamo fatto bandi, abbiamo cercato di scorrere graduatorie attingendo a bilanci futuri ma che ancora oggi non abbiamo pagato il bando per l'anno scolastico 2012 2013 (e siamo a maggio del 2015).
Alto indebitamento che produce oneri finanziari, e quindi appesantisce ed irrigidisce il bilancio.
Il piano di rientro sanitario, che porta proprio a rendere difficilmente gestibili quei temi così delicati sulla non autosufficienza sulle fragilità, sui LEA e sugli extra LEA, per cui l'attuale Giunta si è trovata a confrontarsi con alcune delibere di fine dicembre 2013, in cui venivano assunte decisioni molto drastiche, assecondando al 100% le istanze del tavolo ministeriale sul piano di rientro, con tutte le conseguenze drammatiche in tema di gestione, dal punto di vista del bilancio, ma soprattutto dal punto di vista dei servizi dei Comuni e dei consorzi socio assistenziali, di queste partite così complesse.
Da ultimo, dobbiamo ancora scoprire il risultato finale del riaccertamento straordinario dei residui, che sarà un po' il sunto delle brevi osservazioni che ho fatto in precedenza e che ci porterà ad un'ulteriore spesa da dover coprire, sia pure in trent'anni, ma che comunque appesantirà i bilanci di competenza futuri, rispetto a spese di competenza del passato.
Tutto questo avviene in anni in cui lo Stato, certamente non aumenta i trasferimenti, ma neanche li riduce o li contrae. Ormai da parecchi anni il comparto delle Regioni e delle Autonomie locali non può neanche fare affidamento sulle risorse dell'ultimo anno, perché periodicamente deve tagliare.
Questa è la cornice in cui è stato scritto il bilancio, non un' altra non il libro dei sogni che magari ciascuno di noi ha in mente. E' stata una cornice in cui si sono volute dare alcune priorità. Innanzitutto, la necessità di onorare i debiti che chiunque, dal cittadino alla famiglia e agli enti, ha il dovere precipuo di fare, peraltro dopo averli fatti emergere, perché in questi mesi, man mano che si andava avanti, si scoprivano fuori bilancio che devono essere fatti emergere per poter poi essere saldati.
La priorità della riorganizzazione e della macchina regionale, per un migliore efficientamento ed una riduzione di costi, a partire dalla riduzione delle Direzioni (che è già avvenuto, non è stata annunciata e rilanciata al futuro), per poi passare ai settori (speriamo alle posizioni organizzative, cioè alla riorganizzazione complessiva della macchina).
Un'altra priorità è certamente dare attuazione alla cosiddetta legge Del Rio.
Questo bilancio, pur dovendo tagliare, in termini macroscopici e generali, parecchie centinaia di milioni di euro, ha destinato maggiori risorse al comparto delle Province, proprio per permettere: uno, di mantenere servizi strategici e fondamentali per famiglie, cittadini ed enti; due, per non determinare conseguenze drammatiche sul piano dell'occupazione attualmente in capo alle Province vecchio stile.
Dopodiché, si è impostato un disegno di legge che rifiutava la logica dei tagli lineari e quindi, nel piano della necessità di rientro di taglio nel settore delle politiche sociali per esempio, ha avuto un assoluto occhio di riguardo. Una gran fetta, in proporzione delle poche risorse disponibili, sono state destinate a quel settore. Questo perché c'è una squadra, un esecutivo e una condivisione da parte della maggioranza consiliare, ma penso anche di parte delle opposizioni.
Questo è un tema su cui noi si può attuare un taglio di natura lineare.
E' una priorità che prescinde dalle competenze specifiche di ciascuno di noi, e quindi la condivisione non è del singolo Assessore, ma di una squadra - tutta - che immagina che il tema delle fragilità, dell'handicap del trasferimento ai consorzi e della famiglia siano una priorità.
In parte, analogo discorso si è fatto sul diritto allo studio ed anche come citavo prima, sul comparto degli enti locali, non rispetto alle strutture degli enti locali, ma ai servizi che erogano ai cittadini.
C'è poi l'avvio della soluzione di quel tema che ho citato prima, ossia dei LEA e degli extra LEA.
Sul piano delle non autosufficienze e sugli interventi sulla domiciliarità sono già state adottate deliberazioni; sul piano delle altre fragilità sono state indicate, annunciate e saranno oggetto di successive deliberazioni. Anche lì cercheremo di dare una soluzione definitiva ad un tema così delicato.
C'è il buon utilizzo delle poche risorse, vere, fresche e nuove, che sono i fondi europei, per stimolare il rilancio dell'economia della nostra Regione; il tutto da un punto di vista finanziario, cercando di allineare e avvicinare il concetto di competenze di cassa, proprio per evitare che in futuro si scrivano promesse sui bilanci e poi non si onorino i pagamenti e i debiti, come invece il buon padre di famiglia e la buna madre di famiglia sono soliti fare.
Infine, l'attività emendativa.
Come maggioranza abbiamo cercato di dare un segnale, come ricordava anche prima il relatore di maggioranza, non presentando un lenzuolo di micro o macroemendamenti (alcuni firmati da alcuni Consiglieri, altri da altri), ma cercando di seguire in modo parcellizzato i temi, tentando di dare un segnale di integrazione, il più contenuto possibile, al prezioso lavoro già svolto dalla Giunta, scommettendo, dal punto di vista economico su una minima iscrizione sul bilancio di competenza di quest'anno di quella poderosa attività di recupero dell'evasione fiscale che invece giustamente - verrà iscritta nella sua completezza a recupero effettivamente effettuato, e di quei famosi 26/30 milioni di euro di cui si parla, la cui metà si immagina e si proporrà di destinarli ad integrazione dei capitoli sul trasporto pubblico locale, che è uno dei temi prioritari tra le emergenze della nostra Regione, mentre la restante parte ai settori della cultura, delle politiche sociali e del diritto allo studio.
Si dice: sì, ma avete tentato di ingigantire il bilancio.
Insomma, ognuno cerca di fare il lavoro con la maggior serietà e competenza possibile. Se noi sommassimo tutti gli emendamenti proposti in Commissione dagli altri Gruppi consiliari, si arriverebbe ad oltre 250 milioni di euro, in gran parte recuperati da una riduzione dei fondi di riserva e di un'unità di bilancio, quindi, non c'è neanche comparazione possibile, dal punto di vista numerico, tra i 26 e i 250.
Dunque, avanti così. Speriamo al più presto di arrivare all'approvazione definitiva e pensiamo di poter fare un buon gioco di squadra.



PRESIDENTE

Grazie, collega Appiano.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Partendo dalla traccia indicata nel documento di "Riequilibrio finanziario della Regione Piemonte", credo che il giudizio di parifica della Corte dei Conti abbia assegnato un punto di svolta per la gestione economica di questa Regione e abbia indicato, di questi circa quattro miliardi e mezzo, due miliardi e otto all'articolo 3, per disavanzo pregresso nell'ambito sanitario e un miliardo e sei, invece, extra sanitario; un'azione importante che il collega Appiano ha testé indicato come l'azione più importante di questa Amministrazione regionale, quella di pagare i debiti. Certamente, dai banchi dell'opposizione, se è questa l'azione più importante di un'Amministrazione regionale, crediamo che la prospettiva politica sia un po' spenta.
Al di là di questa valutazione, questi quattro miliardi e mezzo sono comunque un prestito che lo Stato fa alla Regione Piemonte e dalle tabelle che ci ha fornito l'Assessore Reschigna risultano 211 milioni di rateo.
Però, nel rateo che noi ritroviamo, probabilmente perché è diventata una gestione commissariale, questi 211 milioni, che negli anni vanno a coprire il prestito con il DL 35, non li ritroviamo. Quindi volevo chiedere all'Assessore se ci poteva spiegare se effettivamente, come supponiamo, è la gestione commissariale che tira fuori questi 211 milioni dalla gestione del previsionale.
Al di là di questo, l'azione di questa Amministrazione si basa su tre punti fondamentali. Da un lato, dilazionare quelli che sono i pagamenti dei debiti. Inizialmente si è parlato di un debito contratto con la Cassa Depositi e Prestiti per circa 126 milioni, poi ridotto di circa 25 milioni in quanto la Cassa Depositi e Prestiti non ha accettato la dilazione successivamente, si è parlato, almeno fino a dicembre, anche dei mutui contratti con il MEF, cosa che non è stata possibile.
Poi le altre due azioni sono quelle di andare a risparmiare sulle spese, come dicevano anche i colleghi della maggioranza, non con tagli lineari, però si scelgono degli asset strategici che sono sicuramente risparmi sul personale, con gli accorpamenti di cui abbiamo sentito. Per quanto riguarda l'ARPA, me ne sono occupato personalmente: con la ristrutturazione dei laboratori, vediamo che ci sono delle "tirate di giacca" su ipotesi che portano ad un aumento della spesa di 850 mila euro.
Tra le quattro ipotesi, noi valutiamo positive la prima o la seconda detto fuori dai denti. Su quelle successive crediamo che, considerando che a Vercelli vengono effettuate una ventina di analisi sui fitosanitari mantenere quel servizio a Vercelli, nella situazione attuale della Regione non sia possibile.
Per il 2015, dal riepilogo di risanamento finanziario, risultano circa 18 milioni. Da quanto diceva prima il collega Bono, vi sono dubbi sulle partecipate o comunque sul Personale e sulla gestione del Consiglio regionale. Effettivamente, crediamo che questa cifra di 18 milioni sia un po' dubbia.
Oltretutto, in questo documento, si citava come una delle azioni prioritarie quella di equiparare le indennità dei Consiglieri regionali a quella del Sindaco del capoluogo e lo indicavate voi, non noi.
In questo documento, forse perché si era lontani dalla tensione di arrivare a un bilancio di pareggio, le entrate, come hanno detto prima i Consiglieri Mighetti e Bono, quotavano circa quattro miliardi e 299 milioni. Adesso superano gli 11 miliardi, considerando che abbiamo 350 milioni di recupero di elusione ed evasione fiscale sul bollo, ma manca qualche centinaio di milioni di euro sulle entrate, che ci paiono un po' troppo elevate.
Sempre sulle entrate, se effettivamente tra le entrate venivano assegnati allora anche 15 milioni dai canoni idrici, sappiamo che è in corso una vertenza, quindi questi 15 milioni allo stato attuale non sono a disposizione.
Se andiamo a valutare nel complesso la manovra, diciamo che per fortuna la dilazione del pagamento dei mutui con la Cassa Depositi e Prestiti ha consentito, rispetto alla previsione che abbiamo visto nel 2014, un aumento della spesa nel comparto delle spese sociali, ma ha portato a grossi tagli per quanto riguarda gli aspetti ambientali. In particolar modo, non vi è una lira sulle bonifiche di tipo sperimentale che lo "sblocca Italia" indicava come bonifiche che potevano avere un finanziamento nazionale.
Abbiamo anche indicato una strada innovativa sulla gestione degli inerti, che è quella aumentare i canoni di escavazione rendendoli più in linea con le indicazioni europee, che ci chiedono di arrivare al recupero del 70% degli inerti; tra l'altro, consentirebbe di creare una maggiore occupazione, perché sappiamo che questo porta ad un aumento dell'occupazione del 30%, nonché notevoli benefici ambientali.
Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, conoscete la nostra posizione. Volevo sottolineare che ci sono 900 mila tonnellate di materiale che in una relazione l'ARPA indica come materiale che si può riciclare.
Ora, 900 mila tonnellate all'anno vuol dire creare una filiera del riciclo moderna che crea tantissima occupazione, quindi credo che questa sia una sfida che, per la Regione, sarebbe a costo zero e darebbe benefici notevoli. Consideriamo che il consorzio più performante d'Italia, il Consorzio Priula, ha l'obbiettivo di arrivare, nel 2022, al 3% di residuo secco, cioè al 97% di materiale differenziato e riciclato.
Su altri fronti, credo che intese come il protocollo ITACA impongano alla Regione grossi miglioramenti sul fronte del risparmio energetico. Nei giorni scorsi mi sono letto il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR), e anche su questo fronte devo dire che il problema sono le risorse lo dicono i dirigenti regionali.
Allora, secondo noi, la strada è quella di creare fondi rotativi magari con fondi regionali strutturali che possano moltiplicare le azioni e, quindi, far partire una grande opera di riqualificazione energetica degli edifici sul nostro territorio. Questo consentirebbe di avere dei benefici dal punto di vista occupazionale, economico ed ambientale soprattutto, collegare il consumo del suolo al rischio idrogeologico consentirebbe di non andare a consumare ulteriore suolo agricolo. Questa è un'emergenza nazionale ed è un'emergenza anche nella nostra regione, per questa emergenza è strettamente collegata con il rischio idrogeologico.
Sappiamo che, anche su questo fronte, non so se verranno sbloccati dei fondi nazionali extra rispetto alle risorse, perché è difficilissimo trovare delle risorse per prevenire il rischio idrogeologico, ma credo che la più grande prevenzione su questo fronte sia quella di non impermealizzare i suoli: considerando che abbiamo una deindustrializzazione e dei veri e propri deserti industriali, la Regione dovrebbe lavorare su questo fronte.
Vi ringrazio.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo di Costigliole Saluzzo-Venasca (CN) e del "College del Valance" (Francia)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Comprensivo di Costigliole Saluzzo-Venasca e del "College del Valance", ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Bilanci preventivi - Bilancio pluriennale

Esame disegno di legge n. 84, inerente a "Bilancio di previsione per l'anno 2015 e bilancio pluriennale per gli anni finanziari 2015-2017" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo la discussione generale sul disegno di legge n. 84: Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Nella prima parte del mio intervento vorrei parlare della parte relativa all'ambiente del bilancio di previsione. Mi sono occupato della relazione di minoranza per la parte di merito spettante alla Commissione competente.
I capitoli riguardanti l'ambiente hanno confermato una tendenza ormai in atto da anni, che è quella di destinare alla tutela dell'ambiente risorse scarse ed insufficienti. Abbiamo definito, nel giudizio che avevamo dato nell'esame in Commissione, come non commentabile il bilancio riguardante l'ambiente. Come è stato ricordato dal Consigliere Andrissi abbiamo zero risorse sulle bonifiche, zero risorse sulla tutela della qualità delle acque e sul monitoraggio della qualità delle acque.
Sappiamo come sia un periodo importante, perché siamo vicini al momento in cui si deve dare piena attuazione alla direttiva acque, la n. 2060 CE.
Su questo, la nostra regione, se da un lato ha dei risultati abbastanza buoni per quanto riguarda i corpi idrici superficiali, sui corpi idrici sotterranei ci sono delle condizioni che possiamo definire negative, per usare un eufemismo. Non ci sono risorse e investimenti per la politica di riduzione dei rifiuti. Sappiamo quanto sia importante. Mentre continuo, ho sentire dire che prima o poi approderà alla V Commissione il nuovo Piano regionale dei rifiuti. Comunque, non c'è uno sforzo anche per la riduzione dei rifiuti, che è il primo passo per arrivare ad una gestione virtuosa che, in questo momento, in Piemonte non abbiamo.
In generale, mancano fondi alla legge regionale che è quella che si occupa della programmazione in materia ambientale di politiche di sviluppo sostenibile. E' una visione generale che manca verso la sostenibilità. Su questo si sono concentrati i nostri interventi emendativi di miglioramento del testo. In generale, i tagli sull'ambiente sono risparmi illusori, non sono veri risparmi. La tutela dell'ambiente e la tutela della sostenibilità attengono anche alla salvaguardia della salute. Quindi, prima o poi, il conto viene presentato. Sono risparmi del tutto illusori che si tradurranno poi in spese per la collettività, magari nell'arco di cinque, dieci vent'anni.
C'è un'altra parte molto importante del bilancio che riguarda le spese del Consiglio regionale. Se da una parte il rendiconto analizzato ieri in Commissione parla di risparmi anche dovuti sicuramente al personale dall'altra possiamo osservare come sia possibile fare di più. Il piano di riequilibrio finanziario presenta un risparmio, per il 2015, di 1,6 milioni di euro, mentre abbiamo visto sul bilancio di previsione uno stanziamento simile a quello che abbiamo visto nel rendiconto analizzato ieri in Commissione.
Su questo - lo ripeto perché non ci stancheremo mai di ripeterlo ad ogni occasione possibile - era possibile raggiungere un risparmio di circa dieci milioni lavorando sui vitalizi, anche e soprattutto sulla parte riguardante gli stipendi. So bene che su questo il Partito Democratico prima o poi, vorrà scrivere una pagina di storia. Noi la stiamo ancora aspettando.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Così come il Consigliere Mighetti, mi sto interrogando da qualche minuto dopo aver sentito le parole del Consigliere Rostagno che parlava di obiettivi comuni tra il PD, maggioranza e minoranza. Può anche darsi che abbiamo qualche priorità condivisa, ma sicuramente non abbiamo condiviso il metodo con cui la maggioranza ha cercato di imporre la sua visione e le sue priorità in Commissione. Siamo lieti che ci sia stato un passo indietro e che possiamo discutere adesso in Aula, emendamento per emendamento.
Al di là di questo, mi chiedo: perché, se abbiamo le stesse priorità non sediamo dalla stessa parte? Probabilmente quello che fa la differenza non è tanto quello che condividiamo come priorità, ma quello che riteniamo inaccettabile. Qui, forse, saltano più all'occhio le differenze.
Per esempio mi chiedo, nel campo delle materie che normalmente tratto che seguo in Commissione, a partire dalla cultura, che cosa noi riteniamo inaccettabile. Noi riteniamo inaccettabile che vengano spesi milioni di euro per grandi eventi, che poi finiscono e molto spesso lasciano sul territorio solo macerie. Noi preferiremmo che i soldi pubblici venissero impiegati per iniziative di sostegno a piccole realtà o, comunque, a realtà che non riescono a mantenersi da sole. Abbiamo visto che queste realtà sono numerose in Piemonte.
Le abbiamo incontrate anche con alcuni Consiglieri della maggioranza e ci hanno raccontato come ci siano delle persone che si mettono in gioco e che, addirittura, mettono a repentaglio la loro economia, che molto spesso si offrono come garanti per prestiti, che quindi mettono anche un impegno economico oltre che la passione in quello che fanno. Noi crediamo che a queste persone dovrebbe andare il nostro sostegno. Sono queste realtà che dovrebbero essere sostenute dall'impegno pubblico.
Ad esempio, una realtà come l'Expo, che noi abbiamo combattuto e tutt'ora continuiamo a combattere con tutte le nostre forze a livello istituzionale, addirittura lanciando una campagna sui social network nella quale spieghiamo perché non visiteremo l'Expo, noi crediamo che quella non sia cultura. Se vogliamo fare una cultura di territorio privilegiando le nostre eccellenze, facciamolo, ma non con questi grandi eventi. Tra qualche anno noi saremo qui - non io, ma qualcuno al mio posto - a discutere dell'eredità che ci ha lasciato l'Expo. Un po' come adesso discutiamo dell'eredità che ci hanno lasciato le Olimpiadi, di questi impianti che occupano le nostre montagne e il nostro ambiente naturale e non sappiamo cosa farne. Queste sono le ricadute dei grandi eventi. In merito alla cultura, abbiamo questa visione e abbiamo cercato di trasferirla nei nostri emendamenti che andremmo discutere in questa seduta e nelle prossime che seguiranno.
Un'altra cosa che riteniamo inaccettabile è che non sia garantito il diritto all'istruzione per tutti. C'è stato un gran lavoro anche da parte di alcuni Consiglieri della maggioranza per cercare di garantire la maggiore copertura possibile alle borse di studio. Anche noi abbiamo presentato, e discuteremo nelle prossime sedute, degli emendamenti in questo senso per cercare di trovare maggiori risorse, per garantire la maggiore copertura possibile.
Crediamo fermamente che sia necessario il sostegno all'istruzione e alla scuola pubblica, ed è per questo che oggi siamo stati a fianco degli insegnanti che stanno scioperando in piazza per tutelare la scuola pubblica, perché sta subendo un attacco a dir poco ignobile a livello romano dove, attualmente, siede una maggioranza che combacia quasi perfettamente con la maggioranza che siede in Regione. Quindi, noi riteniamo inaccettabile che la scuola pubblica venga smantellata, che i nostri ragazzi non abbiano a momenti nemmeno la certezza di uscire incolumi da scuola.
Lo leggiamo sui giornali in questi giorni; si sa che i media tendono a enfatizzare gli avvenimenti quando succede un incidente in una scuola e nei giorni successivi sembra che ne capitino altri tre o quattro. Questa è la tematizzazione che fanno i giornali e i media. Fatto sta, però, che quando si va a verificare questi avvenimenti, ci si rende conto che questi avvenimenti succedono, cioè ci sono computer che vanno in cortocircuito macchinette del caffè che si incendiano, acqua che si infiltra dai tetti.
Questo per noi è inaccettabile e spero che lo sia anche per voi; in tal caso, comunicatelo a chi sta a Roma in questo momento, perché voi sicuramente avete più contatti di noi con queste persone.
Forse abbiamo anche una visione diversa rispetto all'economia, a quello che bisognerebbe fare, al modello di economia che abbiamo in mente. Noi abbiamo in mente un tipo di economia che sia innanzitutto sostenibile.
Come diceva il collega Andrissi, è inaccettabile che si possa ancora consumare suolo in questo momento. Abbiamo tantissime aree, soprattutto nella provincia di Torino, che è quella più colpita della deindustrializzazione degli ultimi anni, che sono totalmente abbandonate a se stesse.
Cerchiamo di trovare un modello di economia che sappia reimpiegare queste aree; questa cosa non si può fare se non si investe in ricerca e in sviluppo. Come pensiamo di poter cambiare un modello economico o di poter far crescere le aziende o a farne nascere di nuove se non investiamo nella ricerca? E' impensabile.
Eppure guardando il bilancio, la tabella che ha presentato l'Assessore De Santis in Commissione, era un bagno di sangue, un mare di zeri. Anche questa cosa dal nostro punto di vista è inaccettabile.
E poi riteniamo inaccettabili alcuni comportamenti delle aziende.
Abbiamo partecipato al corteo del 1° maggio con uno striscione, in cui c'era scritto "Stop delocalizzazioni". Questo per noi è un punto fondamentale. E' impensabile ed inaccettabile che le aziende usufruiscano di contributi pubblici e poi spostino la produzione all'estero. Bisogna fare in modo di mantenere il nostro territorio attrattivo, ma anche trovare un modo di impedire a queste aziende di comportarsi in questo modo.
Possiamo fare l'esempio di Indesit, ma ci sono anche altre aziende che magari con azioni meno evidenti, stanno spostando la loro produzione e lasciano sul nostro territorio il deserto e lavoratori senza più prospettive.
Questo mi permette di richiamare un altro fatto che riteniamo inaccettabile, cioè che ci siano persone che non possano più neanche permettersi di pagare l'affitto o di fare la spesa. Io vivo in un piccolo Comune e abbiamo ben presente che ci sono delle famiglie che, fino a pochi mesi fa, potevano ancora permettersi di comprare anche solo i quaderni ai bambini. Adesso non vorrei dipingere uno scenario dal libro "Cuore", ma vi assicuro che ci siamo molto vicini, perché non possono più permettersi di comprare il materiale scolastico per i bambini e le file alla Caritas si allungano.
Il sostegno a queste famiglie da dove arriva? Dalle associazioni e dalle parrocchie, ma dovrebbe essere accompagnato da un sostegno pubblico cioè la Regione deve farsi carico di queste situazioni, impedendo innanzitutto alle aziende di creare queste situazioni e di licenziare a loro piacimento senza preoccuparsi minimamente delle ricadute sui lavoratori o, comunque, preoccupandosene ma solo finché non si riesce ad accedere agli ammortizzatori sociali. Dopodiché quello che succede ai lavoratori non è più affare loro.
Questo è totalmente inaccettabile per noi, non è questa l'economia che abbiamo in mente.
Una delle differenze maggiori - scusatemi, ma devo dirlo - è che voi avete in mente un'economia che si basa soprattutto sulle grandi opere.
Sembra che tutta l'economia giri intorno a questo.
Una valle come la mia - e non devo ricordarvi che è la Val di Susa ormai interessa soltanto più perché è diventata un corridoio dove passeranno merci. Ma quali merci? Dove vanno? E soprattutto che ricaduta ci sarà sul nostro territorio? Capite bene che questa non può essere la risposta alla crisi che sta investendo il territorio piemontese, perché non è una risposta. Basta fare l'analisi costi-benefici e ci rendiamo conto che questa è una risposta inaccettabile, per noi; per voi evidentemente no.
Anche perché queste grandi opere danno lavoro soltanto alle solite cooperative, quando invece l'economia che ha bisogno di crescere è quella soprattutto delle piccole e medie imprese, che si mettono in gioco e che sono totalmente schiacciate dal peso della crisi. Per loro quali risposte abbiamo? Al momento nessuna.
Visto che la collega Batzella ha fatto diversi appelli agli Assessori io ne faccio uno all'Assessore Reschigna. Cerchiamo di definire con chiarezza la situazione degli ex dipendenti delle Province che sono in una situazione di estrema incertezza. Ancora non abbiamo capito quali saranno le funzioni che resteranno alla Città metropolitana e quali torneranno alla Regione. Ma più che le funzioni, che comunque sono importanti perch garantiscono dei servizi ai cittadini, ci interessano le persone; quindi capire che fine faranno questi lavoratori, che hanno bisogno di risposte che arrivino rapidamente e che siano il più possibile chiare e precise.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Non posso che ribadire alcuni concetti già espressi dai colleghi e occuparmi di una parte che ancora non è stata trattata, che è quella del settore dei trasporti.
Innanzitutto registriamo che le dichiarazioni della Giunta sono sempre state, tramite la stessa voce dell'Assessore Balocco, di una graduale ristrutturazione dei servizi di trasporto pubblico, grazie a nuovi bandi che avrebbero efficientato il servizio stesso. Questo però a partire dal 2019.
Noi adesso siamo in una fase intermedia e pensavamo comunque che ci fosse già una programmazione che andasse in questa direzione. Invece con sorpresa abbiamo appreso direttamente dalle compagnie che una ristrutturazione del servizio è già in atto, perché ovviamente gli Enti locali, spinti dalla pressione e dalla necessità di risparmio della Regione, hanno già attuato delle modifiche e dei ridimensionamenti del servizio. Questa cosa l'abbiamo appresa grazie alle lamentele e ai comunicati delle aziende di trasporto pubblico.
Cominciamo piuttosto male, perché abbiamo visto che i tagli non sono stati concordati con gli Enti locali e non sono stati concordati con le associazioni, con i cittadini utenti, con i pendolari. Sinceramente non lo sapevamo neanche noi e questa opera di smantellamento è già iniziata. E la chiamo "smantellamento", perché non c'è stato un piano di revisione e non è stato concordato con la Regione.
Quindi, presumiamo che la Città metropolitana, tramite la sua Agenzia abbia cominciato ad effettuare tagli e magari l'Assessore Balocco, che non è presente, lo sapeva benissimo. Noi Consiglieri regionali l'abbiamo appreso tramite le segnalazioni.
Quindi, manca del tutto una programmazione. Se queste sono le premesse dopo aver smantellato dei servizi non sappiamo come potranno essere ripristinati tra due-tre anni con i nuovi contratti.
Noi abbiamo presentato degli emendamenti su questo bilancio per incrementare la dotazione al servizio del trasporto pubblico e, in alcuni casi, per supportare delle opere sulle infrastrutture, che permettano a questo servizio di reggere ancora per questi anni, quando dovrebbe essere fatta una vera opera di efficientamento; dico dovrebbe se stiamo alle parole della Giunta.
Questa prassi di non concordare le cose e di fare sgattaiolare così le modifiche e i tagli un po' sottobanco e farlo percepire dai giornali è una prassi, purtroppo, cui ci stiamo abituando.
Ricordiamo che adesso facciamo i conti su un bilancio previsionale in assenza del consolidato dell'anno precedente. Questo non è un dettaglio perché la democrazia si porta avanti anche in questo modo, perché il Consiglio adesso non è in grado di valutare quali sono i debiti consolidati sul 2014 e si deve esprimere sulle cifre del 2015.
Questa prassi, sinceramente, la trovo disdicevole, perché non permette al Consiglio e all'opposizione di fare il giusto lavoro di critica puntuale sulle voci e di stabilire che proiezioni abbiamo per l'anno a venire quindi anche la questione debito non ci è chiara. Senza aver stabilito che cosa abbiamo speso esattamente, non possiamo sapere che cosa spenderemo nell'anno prossimo, non possiamo farci i conti in tasca. Non sappiamo neanche se le risorse messe a bilancio serviranno a pagare il servizio o a pagare il nuovo debito che è stato fatto. Questo è molto importante.
Abbiamo visto che un po' di superficialità e pressappochismo c'è ancora e si annida nella Regione, e l'abbiamo visto col PSR, con le centinaia di segnalazioni fatte arrivare dall'Unione Europea. Qui ci giochiamo milioni di fondi strutturali, e quando ci si dice "sull'ambiente non ci sono soldi ma ci arriveranno dall'Europa" e poi si presentano dei piani incompleti che l'Europa ci rimanda indietro e ci boccia perché sostanzialmente non siamo stati capaci di farli, se è così che speriamo di ottenere delle risorse in più che mancano da bilancio, allora siamo messi bene! Ricordo che l'ambiente, che è uno dei temi fondamentali del nostro Gruppo e del Movimento 5 Stelle, ad oggi (2015) vale 47 milioni su quasi 11 miliardi di bilancio (ovvero lo 0,45%). Ebbene, ditemi voi se questa è una cifra da dedicare all'ambiente! Sappiamo bene che problemi di ambiente abbiamo qui. Occuparsi di ambiente è fare prevenzione, è avere una visione di lungo periodo della politica, è pensare alle future generazioni. Questa cosa non la stiamo facendo: mettiamo le toppe ai problemi, ma sostanzialmente si mira a sbarcare il lunario e ad arrivare a fine legislatura senza la patata bollente, senza che ci esploda il problema del debito in faccia. Questo è.
E' la totale mancanza di programmazione di lungo periodo, di visione, di non avere paura di scontentare qualcuno e fare qualche cosa i cui risultati si vedranno tra due o tre legislature.
Manca del tutto una prospettiva di lungo periodo. Qualcuno smentisca questa cosa. Penso che nessuno sia in grado di smentirlo. Si mira solo all'anno dopo, a due o tre anni dopo al massimo, quando questa Amministrazione non sarà più sui banchi a dover rendere conto di quello che è stato fatto. E' così, è sempre stato così. E' così che siamo arrivati al debito insostenibile. E' così che siamo arrivati con un sacco di problemi che ci esplodono sopra.
E allora ricordo l'Assessore Valmaggia che, quando gli dico che non ci sono soldi sull'ambiente, mi risponde: "Ma li otterremo tramite i fondi europei". Sì, facciamo col PSR? E dice: "Chiederemo una deroga perché la Pianura Padana, per le sue caratteristiche geomorfologiche, è più soggetta ad inquinamento di altre Regioni". Ho capito, ma che soluzione è? Non pagare le multe per l'inquinamento o togliere l'inquinamento? No l'importante è non pagare le multe per l'inquinamento. Questo è il ragionamento. Ci è passato questo messaggio qui.
Abbiamo chiesto più soldi per le bonifiche sull'amianto, perché il caso dell'Università degli Studi di Torino è emblematico, ma ci sono centinaia di scuole sul territorio piemontese, centinaia di edifici pubblici che contengono amianto: vogliamo stanziare un po' di risorse in più su questa voce, o aspettiamo di nuovo i morti? Lo sappiamo da quarant'anni e aspettiamo ancora i morti adesso.
Poi ci è capitata sottomano una voce, un emendamento che vediamo oggi con un milione in più sul 2016 per l'Expo.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio (fuori microfono)

Non è un milione in più, è lo spostamento di due UPB.



VALETTI Federico

Comunque, stanziare delle risorse per eventi che hanno una portata di breve periodo, che servono a portare un po' di turismo e a far girare un pochino l'economia sul momento, va proprio in quell'ottica che dicevo prima: del fare grandi eventi, grandi opere, cose il cui risultato si vede subito, ma poi i danni li paghiamo successivamente, così com'è stato per le Olimpiadi.
Sull'evento delle Olimpiadi, scommetterei che abbia lasciato più danni e più debiti di quello che è stato l'afflusso turistico e il beneficio per il territorio, perché alla fine lì sopra ci hanno lucrato poche aziende, ci sono stati grandi problemi anche dal punto di vista della legalità, molti dubbi sulla trasparenza degli appalti e ora ci troviamo con una marea di strutture abbandonate. Sarà così anche per l'Expo probabilmente, in cui il Piemonte comunque si è accodato con la speranza di ottenere un qualche riscontro dal punto di vista dell'afflusso turistico.
Ma dopo l'Expo, cosa faremo? Abbiamo messo delle linee di trasporto dedicate a questo evento, togliendole alle linee locali, e lo sappiamo perché qualcuno si è già lamentato che certi bus sono stati spostati e che le compagnie hanno chiaramente preferito servire il trasporto pubblico poiché è più remunerativo. Può darsi che la cosa sia anche stata concordata nelle segrete stanze, così tagliamo un po' di costi per la Regione e diamo un po' più di profitti ai privati. Magari si consolida questo tipo di prassi e domani semplicemente saranno sparite queste linee, dopo che ci sarà stato l'Expo.
Da una politica così miope, non abbiamo grandi aspettative. Tutte le nostre richieste sono state puntuali, a volte abbiamo veramente spostato cifre minime giusto per garantire che alcuni servizi essenziali fossero assicurati, perché i soldi sono quelli e non stiamo a fare dei ragionamenti utopici in un momento così, ma quante cose si potevano fare e non sono state fatte? Quanta efficienza, anche adesso, non viene fatta? Nessuna visione politica, vorremmo qualche parola supportata dai fatti, con l'intenzione di andare sul lungo periodo e non sempre a sbarcare il lunario fino a domani.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Ho molto apprezzato la presenza e il contributo che il Vicepresidente Reschigna ha dato in Commissione in queste settimane di lavoro. Devo dire un'attenzione costante per un lavoro che certamente non è stato semplice.
A fronte di questo apprezzamento, però, non posso non riprendere l'intervento di un Consigliere di maggioranza per ricordare che in questo periodo nessuno ha scritto delle pagine che potrebbero comporre il libro dei sogni, e spiace che ancora oggi, soprattutto da parte di Consiglieri che non erano presenti nella precedente legislatura, non si riesca a volgere uno sguardo al presente e al futuro, ma sempre un riprendere il passato.
Allora non posso non riprendere un passato che vede, nei banchi di Forza Italia, tre Assessori che hanno dato un contributo importantissimo alla passata legislatura: dall'Assessore al bilancio Pichetto, a Porchietto e a Vignale. Ed è proprio da questi risultati positivi che credo si debba ripartire e si riscontrino anche i benefici dell'operato. E, come prima ho detto che ho apprezzato gli interventi del Vicepresidente Reschigna, non posso non ricordare l'operato di Gilberto Pichetto, con dei risultati che hanno portato a un costante risanamento del bilancio della nostra Regione.
E noi partiamo da qui oggi, sperando che non ci siano interventi fatti a colpi di accetta, ma che ci sia un'attenzione da parte della maggioranza sui tanti emendamenti e sugli importi che sono stati portati in Commissione (ricordo quello del maxiemendamento portato dalla maggioranza e poi ritirato).
Credo ci debba essere un'attenzione importantissima a quello che sta succedendo oggi nelle Province e sulla Città metropolitana, e parlo del riordino delle funzioni amministrative conferite alle Provincia, in attuazione della legge n. 7/2014.
Proprio ieri sera, il nostro Gruppo ha incontrato Consiglieri provinciali del Piemonte e debbo dirvi che le preoccupazioni sono davvero tante, a partire - e ovviamente questo aspetto è compreso nel bilancio e noi oggi presenteremo un emendamento di 33 milioni di euro - dalle spese del personale che sono sempre legate, ovviamente, a servizi erogati.
All'attesa di un disegno di legge completo, che comprenda anche la quantificazione delle risorse e del personale, che credo debba essere fatto a breve; poi la ridefinizione delle deleghe regionali.
E' stato più volte ribadito che la Regione non può farsi carico se non di quella parte che le compete in termini di delega e intende riprendere solo alcune limitate funzioni amministrative mantenendo una funzione prevalentemente di ente legislativo e programmatorio.
E' anche stato detto che la situazione finanziaria, a partire dall'anno 2016, è certamente insostenibile per tutte le Province, se lo Stato non rivedrà l'ulteriore taglio di un miliardo introdotto dalla legge di stabilità 2015. Allora, è chiaro che le preoccupazioni aumentano, perché i bandi indetti dagli enti locali per assorbire il personale delle Province purtroppo, non hanno dato il risultato che ci si immaginava, tant'è che risulta che qualche Comune stia provvedendo ad emanare bandi di concorso.
Ho piacere di ricordare velocemente all'Aula alcune osservazioni che ci sono state presentate ieri sera. Rimangono da definire le funzioni in materia di espropri (sappiamo quanti ce ne siano); le funzioni in materia di apprendistato (che ritengo importantissime per la nostra situazione attuale); quelle in materia di lavoro conferite alle Province con la legge regionale n. 34/2008; le funzioni riconducibili alla pubblica tutela e alle politiche sociali (anche queste estremamente importanti oggi).
Peraltro, c'è anche il tema dei Consigli d'Amministrazione delle IPAB pubbliche e private, che sono ancora tantissime. Poi, le attività di gestione per le sezioni provinciali per il Registro Nazionale delle associazioni di promozione sociale e tutte la parte delle politiche giovanili (ricordiamo tutti quanto sia stato fatto in questi anni), come pure quelle in materia di istruzione, quelle relative alle agenzie di viaggio e turismo, le professioni turistiche e quelle legate ai comuni turistici.
Cerco di sintetizzare il più possibile per dire che, comunque, in qualche modo, in questo bilancio occorrerà tenere conto di queste situazioni.
In materia di ambiente, la Regione pare abbia deciso che la funzione rimarrà alle Città metropolitane e che non intende riconoscerla come prevalentemente delegata, quindi alle Province rimarrà soltanto la protezione delle strade provinciali.
Tutto questo per dire che, oltre al personale, riteniamo siano a rischio i servizi che i cittadini sino ad oggi hanno apprezzato. Se parliamo di lavoro, sappiamo che l'Agenzia nazionale potrebbe nascere soltanto nel 2018 e che, nel frattempo, Stato e Regione dovranno farsi carico dei dipendenti.
Un brevissimo inciso lo voglio fare in materia di politiche sociali. Il bilancio regionale dedicato alle politiche sociali, con una nota che è stata esposta dall'Assessore in IV Commissione, presenta, a nostro parere una riduzione di risorse complessive del sistema delle politiche sociali regionali; tale riduzione non ci consente di valutare appieno l'entità delle riduzioni appostate ai fondi regionali per i servizi sociali.
Continua a preoccuparci, tra virgolette, l'"incertezza" del fondo che viene erogato dallo Stato.
Noi riteniamo che le riduzioni degli stanziamenti per gli enti gestori dei servizi socio-assistenziali non sostenute da un piano di razionalizzazione della spesa e neppure da un programma di riorganizzazione del sistema degli enti gestori, magari con manovre di spending review, come l'accorpamento delle funzioni amministrative-operative, abbiano ricadute pesantissime sui cittadini che sono fruitori dei servizi tagliati.
Le riduzioni appaiono ancora di più inspiegabili alla luce delle molte dichiarazioni sull'importanza di dare applicazioni alla legge regionale n.
10/2010 sui servizi domiciliari e sull'incremento dei cittadini serviti soprattutto se si analizzano proprio le risorse stanziate e destinate al finanziamento degli interventi economici a sostegno della domiciliarità.
Ci sfugge la logica in relazione all'assenza di una previsione per il 2015 del fondo statale per la non autosufficienza - le risorse destinate ad anziani e disabili sono state ridotte negli stanziamenti regionali e anche la dotazione risulta significativamente più bassa di quanto speso nel 2014 per gli interventi economici a sostegno della domiciliarità - pensando che comunque, dobbiamo certamente lavorare per ridurre i ricoveri e ovviamente, mantenere gli anziani al proprio domicilio.
Non ci risulta che dalla Direzione Sanità sia stato predisposto alcun provvedimento di Giunta per dare indirizzi alle ASL affinché razionalizzare le spese sociali per i soggetti fragili, anticipate e sostenute dalle ASL ad esempio la quota alberghiera dei gruppi appartamento, gli assegni, le borse lavoro per i soggetti psichiatrici e gli interventi per i disabili gli Extra LEA, che noi riteniamo importantissimi e abbiamo cercato di riportare sui nostri emendamenti, su quegli emendamenti che qualcuno ritiene eccessivi e che, invece, noi riteniamo assolutamente necessari.
Abbiamo cercato di fare emergere interesse sulle tematiche relative alla famiglia con interventi che riteniamo di buonsenso, coscienti che questo è un periodo difficile, ma anche coscienti che dobbiamo cercare di compiere uno sforzo. E, ribadendolo fino alla noia, lo sforzo deve tutelare le famiglie, le persone e cercare di riuscire pian piano a creare opportunità di occupazione.
Ad esempio, riteniamo importantissimo tutelare alcune categorie (le imprese, gli artigiani e i commercianti) con piccoli segnali che riescano a far comprendere che ci può essere un'inversione di tendenza e, magari, uno sguardo più positivo sul futuro. Da qualche parte si deve cominciare e noi con i nostri emendamenti e con nostre proposte, abbiamo inteso dire che l'Ente che deve cominciare a dare questi segnali, se oggi davvero ci sono segnali positivi per l'economia, deve essere la Regione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Ruffino.
Dopo l'intervento del Consigliere Marrone, chiuderà la discussione generale il Consigliere Campo.
La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Molto hanno detto i colleghi dell'opposizione, però voglio sottolineare dei passaggi che ritengo comunque importanti.
La maggiore critica che si può muovere a questo bilancio riguarda, da un lato, la linearità con cui sono stati affrontati i tagli sui servizi fondamentali, senza verificare sul campo, con gli Assessori competenti o con il territorio ai livelli inferiori, quali saranno le ricadute della qualità dei servizi stessi sulla pelle dei cittadini, e, dall'altra, il dato strettamente politico delle promesse elettorali tradite. Abbiamo assistito ad una propaganda incessante negli ultimi mesi della scorsa legislatura, soprattutto durante la campagna elettorale, con promesse che raffiguravano un'incredibile malagestione degli ultimi anni della Regione Piemonte e prefiguravano, invece, magnifiche sorti progressive sotto l'insegna del centrosinistra.
Molti colleghi hanno detto che, finalmente, voi del centrosinistra con questo bilancio vi scontrate con la realtà; invece, io ritengo che voi foste pienamente consapevoli della situazione e abbiate volutamente, in malafede, raffigurato prospettive di miglioramento che non esistevano e adesso, valendovi di una diminuita e addormentata opposizione sociale da parte di sindacati, corpi intermedi e organizzazioni rappresentative, siete nelle condizioni di calare questi pesanti tagli senza avere un'eccessiva decrescita del vostro consenso. Purtroppo, questa è un'operazione che i piemontesi capiranno solo quando sarà troppo tardi, quando i numeri si trasformeranno in diminuzione del servizio o della qualità del servizio.
Già nel corso della discussione della legge finanziaria abbiamo assistito a manifestazioni, per quanto poche e limitate, che, in realtà non mi aspettavo, a partire da quelle delle organizzazioni di tutela della disabilità, dei disabili e dei loro familiari. Giustamente loro erano convinti, dalle vostre promesse elettorali, che ci sarebbe stata una poderosa marcia indietro rispetto a politiche di tagli delle prestazioni di assistenza domiciliare ai non autosufficienti. Ci contavano, dopo una battaglia anche giudiziaria che il centrosinistra aveva pesantemente cavalcato dal punto di vista politico, rispetto ai ricorsi amministrativi su quelle delibere che avevano dequalificato le prestazioni da diritto costituzionale. Oggi sono tornati qua davanti a chiedervi il mantenimento di quell'impegno, con il ritiro dei ricorsi al Consiglio di Stato.
Guardate, giusto per far sì che voi abbiate una sola parola e non possiate sempre nascondervi dietro la propaganda, io ho trasformato in ordine del giorno allegato a questo bilancio proprio la richiesta di quelle organizzazioni, in modo che questo centrosinistra possa chiarire una volta per tutte qual è la sua linea politica su questi che sono dei dettagli ben precisi. Una cosa che ho apprezzato dei documenti che sono arrivati dal CSA e dalle organizzazioni che erano insieme in piazza, infatti, è che non sono mancate delle proposte alternative; su questo un passaggio lo voglio fare successivamente: esistono ancora delle sacche di spesa pubblica improduttiva che possono essere tagliate a beneficio del potenziamento, sì nella razionalizzazione ma non nel taglio, dei servizi.
Invece abbiamo visto in tutti i settori - voglio citare ancora una volta anche il riordino della rete ospedaliera - una guerra che avete innescato contro territori che spesso sono amministrati da maggioranze del vostro stesso colore.
Abbiamo girato, come Consiglieri di opposizione - abbiamo visto anche qualche Consigliere di maggioranza e non abbiamo mai visto, invece esponenti della Giunta - tanti Consigli comunali aperti, nella Provincia di Torino e in altre Province, in cui Amministrazioni comunali di ogni colore ma - lo sottolineo ancora una volta - spesso e volentieri di centrosinistra, si sono trovate, anche incalzate dalle opposizioni della destra, a dover esprimere con atti di indirizzo forte contrarietà a delle misure di chiusura di Dipartimenti e di servizi nei presidi ospedalieri dei loro territori, relativamente alle quali nemmeno era stata fornita una notizia di effettivo risparmio, in termini di spesa pubblica, figlio di quei tagli. E questo è avvenuto, nella nostra opinione, perché non esiste nemmeno una valutazione sull'impatto potenzialmente positivo, da un punto di vista del risparmio, su questi tagli, perché non c'è stata una valutazione prognostica in tali campi.
Pensiamo anche al TPL: il trasporto pubblico locale ha subito un pesante taglio e non c'è una benché minima garanzia e certezza sul mantenimento del servizio, anche nel senso di copertura dei chilometri. Io parlo con maggior esperienza del capoluogo, della Città di Torino. Abbiamo visto quante volte il centrosinistra, in questi quattro anni di ultima consiliatura comunale sotto il Sindaco Fassino, ha nascosto tutti i progressivi tagli del servizio della GTT dietro i tagli al TPL portati avanti dal governo regionale che vi ha preceduto. E adesso assistiamo ad un ulteriore incremento di tagli, con un annuncio anche da parte di GTT - loro la chiamano razionalizzazione - di sostanziale taglio di tanti passaggi e di tante linee; anche a partire - lo voglio ricordare qui, perché il Consigliere Grimaldi adesso è in Regione con noi - da quella conquista che erano stati i Night buster, promossa come misura generazionale trasversale per favorire un sano divertimento per i giovani e una mobilità che lo potesse sostenere, senza i successivi rischi di incidenti stradali e di guida in stato di ebbrezza: ecco, quella è una conquista che ci è già stato notificato al Comune di Torino verrà tagliata e sulla quale ci sarà un passo indietro, effetto diretto dei tagli che questa Giunta regionale ha operato.
Arriviamo poi alle politiche sociali. Vedete, i non autosufficienti e in generale i malati gravi che hanno bisogno di questo servizio, non come vezzo ma per sopravvivere, non si fermano solo alla richiesta di formale ritiro del ricorso amministrativo perché vedono, dietro questi ricorsi amministrativi, presi contro un impegno addirittura votato da questa Aula consiliare, e anche nell'assenza di garanzie reali su quello che sarà il presente e il futuro degli stanziamenti a copertura, una minaccia alla loro sopravvivenza e ad un diritto fondamentale, che è quello alla salute; e aggiungo, a quella dei più deboli.
Noi a Torino, infatti, abbiamo già visto troppe volte dal centrosinistra, che comanda ininterrottamente la Città, dire che i servizi non si tagliano perché il trucchetto è la compartecipazione, in modo che quello che dovrebbe essere un diritto garantito diventa invece un servizio che viene fatto pagare.
Con questa bella trovata si riesce a raccontare ai giornali e all'opinione pubblica che in realtà i tagli, magicamente, non sono stati fatti e a negare il peso di quelli che sono oggettivamente dei tagli perché si chiede addirittura compartecipazione a chi soldi non ne ha.
Guardate, a Torino siamo arrivati alla barbarie per cui ad anziani a bassissimo reddito, che però abbiano la casa di proprietà l'Amministrazione comunale propone l'ingresso nell'asse ereditario sulla casa, a copertura del costo della prestazione di assistenza domiciliare: una vergogna! Lo chiameremmo strozzinaggio, se si trattasse di privati: lo chiameremmo usura. E questa è diventata azione amministrativa, purtroppo addirittura legittimata, in virtù di questa dottrina del machete e delle "lacrime e sangue" che questa maggioranza di centrosinistra non ha assolutamente invertito ma che, anzi, a dispetto delle promesse elettorali e delle critiche propagandistiche, ha addirittura inasprito.
E allora, vedete, non si tratta solo di garantire una copertura meramente formale: si tratta di dare una garanzia politica che ci sia la volontà di mantenere alte le soglie dell'assistenza. In ogni caso, infatti questo bilancio regionale è davvero carente, non solo su quello che c'è e non piace, ma anche su quello che manca.
Sempre sotto il profilo delle promesse elettorali, ricordiamo gli annunci sulle misure per la burocrazia zero e per la no tax zone nelle aree disagiate per il rilancio dell'imprenditoria: non vediamo coperture, non vediamo rilancio, non vediamo una seria proposta politica coerente con le promesse elettorali, anche su questi campi fondamentali.
I colleghi del Movimento 5 Stelle citavano le delocalizzazioni. Se citassimo una recente pagina vergognosa della storia industriale della nostra Regione, ovvero la cessione della De Tomaso ai cinesi, io, più che di delocalizzazione, mi sentirei di parlare di saccheggio, perché di questo si tratta.
L'esempio di un marchio che viene così ceduto - non con l'assenza di garanzia sul mantenimento dell'occupazione, ma con la garanzia del non mantenimento dell'occupazione e del trasferimento della produzione un altro continente, che peraltro svolge ormai da troppi anni una concreta sostanziale e rivendicata concorrenza sleale nei confronti del nostro tessuto imprenditoriale - dovrebbe portare infatti - quanto meno nelle misure non solo di recupero di chi è già in crisi, ma soprattutto di slancio e di sostegno a chi ancora resiste e lavora - a delle politiche di sostegno che siano strettamente vincolate al mantenimento degli sviluppi produttivi e quindi alle ricadute occupazionali sul territorio regionale.
E allora, vedete, anche la scelta che è tutta politica - e vado a concludere, Presidente - di investire soprattutto nella ricerca e nello sviluppo - che sono dei rami strettamente connessi alla grande industria e a un grande capitale, che nell'era globale è mobile e che quindi pu portare gli investimenti all'estero, senza impegnare e senza assumere i giovani piemontesi - è una scelta sbagliata. E noi, con i nostri emendamenti di merito che andremo a illustrare nel singolo dettaglio di volta in volta, proponiamo invece un maggiore sostegno alla piccola e media impresa, all'artigianato e all'agricoltura.
Non voglio dire ancora sul PSR, perché già hanno detto i colleghi dell'opposizione che mi hanno preceduto, ovvero il fatto che addirittura i fondi che ci sono non vengano sfruttati per l'incompetenza di chi non ha saputo mantenere le tempistiche e rispettare le dinamiche procedurali dell'Unione europea.
Concludo solo - nell'ottica "lacrime e sangue", che purtroppo per certi versi non condividiamo nelle scelte politiche, ma che vi riconosciamo in una situazione ormai generalizzata con cui qualunque governo di qualunque colore deve andare a confrontarsi - con lo stimolo a ragionare su delle misure politiche, anche di intervento sulle singole leggi regionali, che vadano a riconoscere una priorità di assistenza, di sostegno e di intervento in favore, in particolare, degli italiani.
Vedete, non si tratta di razzismo, ma in una Regione che è ormai sostanzialmente invasa da flussi migratori che si nascondono sotto una finta patina di richiedenti asilo, quando molte volte - lo diceva addirittura l'Assessore Cerutti: lei se ne rammaricava e io me ne rallegro l'incidenza dei dinieghi alla fine delle procedure di richiesta asilo è spesso e volentieri negativa (ma noi, fino ad allora, trattiamo queste persone da profughi, sbagliando), il rischio è quello di innescare nel capoluogo, ma anche in realtà cittadine di dimensioni più ridotte, una guerra tra poveri che mette italiani contro immigrati. Infatti, troppi italiani in difficoltà economica vedono delle corsie preferenziali oggettive, portate dalle voci di finanziamento speciali dei fondi SPRAR piuttosto che dall'emergenza nomadi, o di altri progetti europei vincolati e, in questa discriminazione, il rischio è che nasca, tra gli italiani, un razzismo che non è mai esistito.
Occorre un riequilibrio ed il coraggio politico di dire che chi è italiano, vive qui da generazioni e ha contribuito, con il fisco, a mantenere la macchina pubblica per generazioni, quando è in difficoltà ed ha bisogno deve venire prima. Questa non è una misura di discriminazione ma una misura di riequilibrio nei confronti di scellerate politiche comunitarie - ma purtroppo anche statali e regionali - di welfare razzista al contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Quello che discutiamo oggi è l'ultimo tassello di un percorso incominciato con la discussione della Legge Finanziaria. Percorso che ha avuto inizio in Commissione oltre un mese fa e che va a definire meglio di qualsiasi documento di programmazione presentato in precedenza quali sono le politiche che questa Giunta va ad attuare in questo anno, in particolare, con un'indicazione anche su quello che sarà il prosieguo.
Questo, perché finalmente vengono indicate le risorse ed i limiti dell'ambito di azione dell'ente che siamo chiamati a governare.
Mi limiterò a svolgere delle considerazioni sul metodo, con qualche accenno al merito.
Sul metodo, ribadisco alcune osservazioni già espresse: nelle Commissioni competenti abbiamo discusso, ma, alla fine, non si è trovato il tempo per una discussione esauriente, poiché la necessità era di giungere ad una conclusione in tempi limitati, essendo ormai al mese di maggio ed avendo bisogno - la Regione - di impegnare le risorse. Questo lo riconosciamo.
Ci si trova, pertanto, di fronte al fatto che alcuni emendamenti significativi presentati sia alla legge finanziaria sia al bilancio, anche da parte della Giunta, hanno avuto dei tempi, tutto sommato, limitati per il loro esame e per poter intervenire in maniera costruttiva, o meno (questo sarebbe stato valutato dalla Giunta e dalla maggioranza), nel merito delle situazioni. Inoltre, modificando il provvedimento su cui avevamo lavorato in precedenza, è difficile valutare l'impatto complessivo e soprattutto è un tipo di intervento sul quale dovremmo andare a lavorare in seguito.
Mi ricollego, in questo discorso, al maxiemendamento presentato dalla maggioranza in Commissione, che sarà presumibilmente portato in aula e che rende più complesso un lavoro puntuale, motivato e costruttivo delle opposizioni, sull'impianto presentato.
Si tratta di un testo che risulta decisamente meno chiaro, perché ci che ha richiesto settimane di illustrazione da parte dei singoli Assessori sulle varie tematiche, viene modificato in pochi giorni e sottoposto all'approvazione dell'Aula, con una maggiore difficoltà da parte nostra nel cercare di incidere su tali modifiche.
Svolgo un'altra veloce considerazione, relativamente ad una situazione di cui non si è parlato o si è parlato limitatamente alle cifre: l'indebitamento e il deficit che il nostro Ente deve affrontare a causa della malagestione avvenuta nelle tre legislature precedenti. Parlo delle tre legislature precedenti, perché in quelle legislature la Regione è diventata un Ente che fa le leggi, quindi un Ente di livello superiore, con una responsabilità maggiore, poiché va a definire le regole che si applicano a tutti i cittadini che in essa vivono e che modificano l'impianto delle norme nazionali, secondo la riforma del Titolo V della Costituzione, avvenuta nel 2001.
Ebbene, in quelle tre legislature si è andato accumulando un debito spaventoso e un disavanzo di bilancio significativo, che ha portato ad una spesa incontrollata e alla presenza di debiti, sia palesi sia sommersi, che la presente Giunta ha dovuto affrontare. E come ha affrontato la questione anche di fronte ad un giudizio di parifica pubblica della Corte dei Conti che andava inesorabilmente a mettere una pietra tombale sulle pretese di risanamento della Giunta Cota (prima Giunta che si è ritrovata a non poter più spendere e spandere in maniera indiscriminata) e che andava a dire che si era fatto un falso in bilancio)? Non voglio tornare su questo discorso, ma sul fatto che la soluzione parziale a questa situazione la si è andata a trovare in una gestione commissariale. Ricordo che si è andati a Roma a dire: "La Regione Piemonte è in una situazione tale, unica nel Centro-Nord, per cui, se non interviene il Governo, favorendola, in qualche modo, dal punto di vista economico finanziario, non siamo in grado di portare avanti l'attività della Regione stessa".
Quindi, si è parlato di ristrutturazione con la Cassa Depositi e Prestiti e con il Ministero. Da parte del Ministero c'è stato un diniego mentre con la Cassa Depositi e Prestiti qualcosa si è riusciti a fare: da una parte, rinegoziazione, riallungamento del debito e piano di ammortamento per posticipare nel tempo il pagamento della quota capitale e, dall'altra, una gestione commissariale, dove si va a far confluire quella parte di disavanzo legata al DL 35: soldi, cui copiosamente è andata ad attingere la Regione per pagare debiti che non era più in grado di pagare, che dovevano essere debiti chiari ed esigibili, ma che, invece - e questo lo dice la Corte dei Conti - facevamo anche parte del debito sommerso.
Pertanto, per una cifra significativa rispetto all'intero bilancio regionale, si sono andati a richiedere prestiti (un prestito a trent'anni) a più riprese: adesso siamo sui quattro miliardi, che confluiscono in una gestione commissariale.
Tra l'altro, visto che parliamo di bilancio, ci piacerebbe sapere quali e quanti soldi del debito e del deficit della Regione vanno a finire in questo "bilancino" di gestione commissariale, perché si tratta di debiti e disavanzo che andranno ad incidere sulle risorse economiche di questa Regione e sulle possibilità d'intervento, nel corso dei prossimi trent'anni. Condannano, sostanzialmente, questa Regione ad una gestione commissariale per i prossimi trent'anni. Non è solo il Presidente Chiamparino ad essere Commissario, ma lo sarà anche il prossimo Presidente quello che verrà dopo di lui e chissà quanti ancora, fino ad estinzione dei debiti.
Chissà se mai ce la faremo! Veniamo al merito. Ne abbiamo già parlato tanto: il programma che emerge da questo bilancio è un programma difensivo. E' un programma che va a cercare di tamponare delle falle e non ha nessun empito coraggioso nel cercare di individuare delle strategie diverse rispetto a quelle praticate dalle Giunte precedenti.
Continuiamo a parlare di riorganizzazione della sanità nel solito modo: ospedali, territorio, sempre la struttura ottocentesca, cercando di mettere insieme pezzi che sono stati costruiti per non parlarsi, senza pensare a come bisognerebbe farlo, invece, in maniera diversa.
Continuiamo a pensare che l'edilizia, le costruzioni, la cementificazione, siano qualcosa che porta lavoro e valore aggiunto, quando vediamo che, invece, le opere pubbliche portano solo a distruzione di reddito, debito e spese incontrollate.
Semplificante della situazione è l'ospedale di Verduno, per il quale la Giunta non sa veramente dove andare a pescare i soldi, tant'è che tiriamo a campare cercando di tenere aperto il cantiere per quest'anno e poi si vedrà, e non si investe sulle strategie di fondo che dovrebbero servire a permettere di affrontare la situazione e provare a cambiare il senso di un'economia regionale forse troppo industriale, che oggi non ha più un senso, perché la deindustrializzazione è qua per rimanere.
Puntellare un sistema non serve a niente, ci vogliono altre strategie.
Sento parlare di green economy: ma per la maggioranza la green economy è costruire centrali a biomasse, non è ridurre il fabbisogno energetico fare efficienza, pensare a nuove strategie produttive, puntare sull'industria della conoscenza, della progettazione e delle idee, sul premiare la qualità intellettiva piuttosto che la produzione brutale che viene spesso decentrata laddove l'intelligenza non è necessaria, ma conta solo il costo del lavoro.
Non si pensa ad un sistema fondamentale per l'intelligenza complessiva del sistema Piemonte, che sono i sistemi informativi; un sistema informativo che unisca e permetta alla Regione di governare il complesso delle sue istituzioni, attraverso un l'interazione con i sistemi produttivi in maniera snella.
Il vero snellimento burocratico è nella dematerializzazione nell'evitare la carte, nel fare con dei semplici click gli adempimenti burocratici, con l'identità digitale che identifica, una volta per tutte l'individuo e le funzioni che esso svolge nella società, nelle istituzioni nell'azienda e nei suoi rapporti con le istituzioni finanziare nell'istruzione e nella formazione. L'Agenda digitale europea dice questo da dieci anni, ma a noi manca completamente. Si dice che lo facciamo in sanità nel piano di rientro (ormai c'è già stata una riedizione del piano di rientro della sanità regionale) e il sistema informativo della sanità regionale non esiste ancora.
Si vuole riorganizzare ospedale e territorio, ma questi non comunicano.
Non comunicano! Non esiste, non si hanno le informazioni, non si sa che cosa c'è nelle ASL, non si sa quanto si spende, dove si spende e come si spende, perché non si hanno sottomano, con un semplice click, le delibere di spesa delle ASL, tanto per fare un esempio. Non si sa cosa succede per i pagamenti del PSR, perché si sta depotenziamento il sistema informativo dell'agricoltura, per far partire le misure di un PSR che è stato costruito male e ha ricevuto 800 osservazioni, per cui partirà in stra-fanta-mega ritardo, e non si sa con quali misuri approvate.
Questo è il problema; ed è un problema che non viene affronto in questo bilancio.
Io mi rendo conto del compito epico che vi siete ritrovati di fronte e purtroppo devo fare un'osservazione sul fatto che chi è abituato a creare debiti - e questa è una battutina che faccio all'ex Sindaco Chiamparino probabilmente ha qualche difficoltà nell'affrontare la questione di cercare di risolvere la questione e di come fare a gestire un ente senza fare debiti.
L'invito è di provare a pensare ad un momento, fuori dalle usuali strategie.
Grazie.



PRESIDENTE

La seduta riprenderà alle ore 14.30 e non ci saranno interrogazioni ed interpellanze.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.05)



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