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Dettaglio seduta n.64 del 29/04/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(Alle ore 15.01 la Consigliera Segretaria Motta comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.42)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato approvato nella seduta del 28 aprile 2015.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Accossato, Boeti, Chiamparino e Ferraris.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 83, inerente a "Legge Finanziaria per l'anno 2015"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 83, di cui al punto 4) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Ricordo che nella seduta antimeridiana è stata effettuata la votazione degli articoli 9 ter, 9 quater, 10 e 10 bis; l'articolo 9 quinquies è stato rinviato in Commissione per approfondimenti.
Riprendiamo ora l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 10 ter Emendamento rubricato n. 16) presentato dai Consiglieri Campo, Bono Valetti, Frediani, Bertola, Batzella: Dopo l'articolo 10 del disegno di legge 83 è inserito il seguente: "Art. 10 ter (Modifiche alla legge regionale 30 luglio 2012, n. 9) 1.All'articolo 4 della l.r. 9/2012 è aggiunto il comma 3: "3. A partire dall'anno 2015, agli oneri previsti in almeno 100.000,00 euro annui si provvede nell'ambito dell'UPB A15 081 nei bilanci di previsione annuali".
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Questo articolo, sostanzialmente, è finalizzato ad una previsione programmabile all'interno della norma sulla promozione della lingua italiana dei segni, in quanto nella legge originaria n. 9/2012, quella che viene modificata da questo emendamento, la previsione finanziaria dell'ordine di 150 mila euro per anno, tratti da due UPB, riguardava gli anni 2012-2013-2014...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere.
Prego.



CAMPO Mauro

Questo emendamento interviene sulla legge n. 9/2012, che riguarda la promozione della lingua italiana dei segni. La previsione economica della legge copriva solo il triennio 2012-2013-2014 per importi di 150 mila euro all'anno, suddivisi su due UPB.
Avendo notato la previsione a bilancio del rifinanziamento della legge per un importo di 100 mila euro per il solo anno 2015, ho ritenuto opportuno - come già spiegato e come spiegherò meglio quando esamineremo il bilancio relativamente a questa norma - fare in modo che ci sia una previsione nella legge che non sia.
Non importa niente a nessuno...



PRESIDENTE

Colleghi, il Consigliere Campo sta illustrando l'emendamento, credo sia correttezza dell'Aula ascoltarlo.
Prego, Consigliere.



CAMPO Mauro

L'idea è quella di introdurre una previsione finanziaria all'interno della norma che non abbia una scadenza annuale, trattandosi di una norma che offre una tutela, cioè mette dei fondi a disposizione di una disabilità che è invisibile. Come ho già detto in Commissione, il sordo, spesso anche muto, è invisibile, sembra una persona normalissima tranne il fatto che vive in un mondo isolato dal nostro, che è così ricco di suoni e di comunicazione sonora, conseguentemente viene anche abbastanza ignorato nelle previsioni per la disabilità.
In Piemonte, abbiamo la fortuna di avere la legge n. 9/2012, che prevede a favore di queste categorie di disabili interventi che incidono sulla modalità di comunicazione con la realizzazione anche di progetti che introducono, soprattutto per quanto riguarda la Pubblica Amministrazione servizi pubblici essenziali a sostegno di queste disabilità. L'idea è fare in modo che ci sia una previsione costante, cioè un minimo stanziamento ogni anno, che ho quantificato nella somma che la Giunta ha deciso di stanziare per il 2015 e attraverso la proposta di emendamento l'ho resa stabile nel tempo.
Conoscendo le difficoltà di quest'anno, se riusciamo a stanziare almeno 100 mila euro, facciamo in modo che la previsione di protragga per il prossimo triennio, poi in futuro si potrà sempre intervenire. Quindi, ho ridefinito la norma aggiungendo questo comma che prevede l'assegnazione di 100 mila euro, facendo riferimento alla nuova UPB su cui è stata stanziata la somma. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Viste le interruzioni, l'ho fatta proseguire per concludere la presentazione dell'emendamento.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Come ha già ben spiegato il Consigliere Campo, noi chiediamo che venga osservata la recente legge n. 9/2012, che tutela la categoria particolare dei sordi.
Chiediamo lo stanziamento di risorse che è necessario siano fisse nel tempo e non limitate di anno in anno, quando un anno le risorse ci sono e un altro anno non ci sono.
Con l'aggiunta di questo comma, noi chiediamo che tutti gli anni vengano stanziate delle cifre, tra l'altro abbiamo proposto una cifra abbastanza congrua: 100 mila euro ogni anno, trattandosi di una categoria che, sinceramente, spesso viene un po' messa da parte e in un certo senso discriminata, perché il mondo dei sordi è particolare. Tra l'altro recentemente, abbiamo presentato una mozione, che è stata approvata all'unanimità in questo Consiglio, relativamente alle nuove protesi digitali che erano destinate ai sordociechi. Noi siamo molto sensibili a questo tema, come questa Giunta, che più volte dall'inizio di questa legislatura ha dichiarato di essere molto sensibile alle problematiche riguardanti tutte le categorie protette, le fasce più deboli, il mondo delle politiche sociali, del welfare piemontese e della sanità piemontese.
Tra l'altro, come avrete potuto ben notare tutti quanti, in occasione di ogni manifestazione pubblica il Movimento 5 Stelle ha sempre sul palco un interprete della lingua dei segni, per dare la stessa possibilità a tutti i cittadini - cittadini lo sono anche la categoria dei sordi - per dare dignità e pari opportunità a tutti quanti di potere essere parte integrante della nostra società.
Noi auspichiamo che questo comma aggiuntivo possa veramente essere preso in considerazione da questo Consiglio e dalla Giunta. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, la parola all'Assessore Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

Noi diamo parere negativo, ma non perché non ci sia la doverosa attenzione nei confronti di questi temi. Lo vedremo nella discussione sulla legge di bilancio, dove ci sono le risorse per sostenere questi interventi.
C'è stato un immenso dibattito nella precedente legislatura in questo Consiglio regionale e c'è anche un'esperienza significativa che era quella della scuola di Cossato. Nella legge di bilancio le risorse per sostenere queste esperienze le abbiamo inserite.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 10 quater Emendamento rubricato n. 23) presentato dai Consiglieri Rostagno Ferrentino, Chiapello, Monaco, Motta: "1. Alla lettera f) del comma 1 dell'articolo 1 della legge regionale 3 agosto 2011, n. 5 (Disciplina delle attività e dei servizi necroscopici funebri e cimiteriali. Modifiche della legge regionale del 31 ottobre 2007 n. 20 (Disposizioni in materia di cremazione, conservazione, affidamento e dispersione delle ceneri) dopo le parole: "l'attività commerciale marmorea e lapidea e i servizi floreali" sono inserite le seguenti: ", ad eccezione dei comuni o delle loro unioni ricompresi nei territori con popolazione inferiore a 3000 abitanti e per la durata di anni tre".
Ha chiesto la parola il Consigliere Rostagno per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elvio

L'emendamento è inerente al fatto che le attuali disposizioni di legge non consentono la gestione cimiteriale da parte di imprese che svolgano attività collegate al settore. Questo può andare bene per i Comuni di una certa dimensione, ma crea dei problemi per i piccoli Comuni.
L'emendamento propone di consentire una deroga, per tre anni, per i piccoli Comuni sotto i 3.000 abitanti e il fatto che siano tre anni è legato al fatto che, nelle more delle costituzioni delle Unioni dei Comuni, questo problema si risolve con una gestione associata di questa funzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento affronta un tema serio, nel senso che fu proprio una delle questioni che avemmo più modo di dibattere quando si discusse quella che poi divenne la legge n. 5/2011, seppure nell'attività prevista anche dalle normative nazionali di distinguere fra coloro che gestiscono le attività cimiteriali, i servizi cimiteriali e la gestione dei cimiteri stessi - quindi gli impianti elettrici, le luci votive, l'attività di onoranze funebri - non vi fosse la necessità di trovare una soglia sotto la quale evitare che si creasse l'obbligo di creare la doppia società, una dedicata ad un aspetto e una ad un altro. Per cui l'emendamento di per s ha un fondamento.
Faccio solo presente un aspetto già rilevato negli articoli precedenti che a tutti gli effetti si sta trasformando nel collegato alla Legge Finanziaria, con due distinzioni. Un conto è quando la Giunta regionale presenta degli emendamenti, come ha fatto ieri l'Assessore Ferrero, con due articoli che di finanziario avevano poco, se non la priorità di recuperare le risorse che, andando in economia, rischiavano di non essere spese. Ed è stato questo il motivo per cui abbiamo accolto la discussione degli emendamenti.
Però è evidente che se da parte dei Gruppi consiliari si inizia non la discussione, ma l'inserimento all'interno della Legge Finanziaria, diventa un po' anomalo, nel senso che la Giunta regionale, tanto in seno alla Commissione quanto in seno al Consiglio, ha espresso un parere negativo non nel merito degli emendamenti presentati, ma ci ha detto in più occasioni in particolar modo quando si discuteva in sede di Commissione, che si trattava di un tema rilevante, ma da collegato alla Legge Finanziaria che la Giunta stava predisponendo.
Facciamo presente solo questo aspetto, che non significa che i Consiglieri non abbiano la stessa titolarità che anche noi esercitiamo cioè quella di sottoporre nella discussione della Legge Finanziaria alcuni temi che riteniamo importanti. Ritengo che questo sia un tema importante e personalmente, quando si discusse ero e rimango di questo avviso, cioè che si debba mettere una soglia perché in alcune realtà diventa impossibile la distinzione delle due.
Credo solo che ci sia un altro momento, che è quello del collegato dove insieme possiamo provare a modificare la legislazione regionale.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Segretaria Motta in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Nel caso venisse confermato l'emendamento, visto che sono stata la promotrice della legge e del regolamento, voterò in senso contrario, quindi mi dissocio dalla votazione del mio Gruppo, ma solo per coerenza, avendo votato in modo diverso la legge e il regolamento susseguente.
Il ragionamento che faceva il Consigliere Vignale lo condivido in pieno, in primis sul fatto dell'opportunità di inserirlo in questo momento cioè nella Legge Finanziaria. La seconda motivazione è che ci sono alcuni aspetti di modifiche del regolamento e della legge che sono venuti fuori e sono emersi in questo anno di attuazione.
Quando una legge è così complicata e va a cambiare in modo così netto un sistema, gli effetti positivi e negativi si vedono applicandola. Quindi alcune cose probabilmente devono essere modificate. Questa può essere una ma visto che ce ne sono altre, chiedo che ci sia un ragionamento complessivo per fare tutte le modifiche che vengono richieste sulla legge.
Pertanto, se il Gruppo acconsente, chiedo di ritirare l'emendamento, in modo da poterne discutere in modo complessivo in un altro momento.
In caso venisse mantenuto, il mio voto sarà contrario.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Volevo sottolineare, come hanno già fatto i colleghi Vignale e Motta che questo emendamento non è attinente alla Legge Finanziaria.
Visto che in alcuni casi l'Assessore, esprimendo un parere negativo della Giunta su alcuni emendamenti ha detto "va bene, è ragionevole, ma è più argomento da collegato", questo è più argomento da collegato alla finanziaria, altrimenti dobbiamo cambiare il criterio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

Solo per dire una cosa e poi lascio alla valutazione del proponente.
La Giunta regionale, subito dopo aver terminato la discussione in Aula sulla Legge Finanziaria e sulla Legge di Bilancio, presenterà, anche se con un testo scarno, un collegato alla Legge Finanziaria. Ciò consentirà di inserire tutta una serie di iniziative e di proposte che i Gruppi consiliari, sia in Commissione sia in Aula, hanno assunto nei confronti della legge finanziaria.
Si tratta di iniziative accoglibili positivamente sul piano del merito perché tendono a migliore l'impianto legislativo, ma è opinione della Giunta preferire che esse entrino nel collegato alla Legge Finanziaria.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elvio

Ovviamente sono condivisibili le posizioni espresse dai Consiglieri nonché la proposta del Vicepresidente, quindi ritiriamo l'emendamento.



PRESIDENTE

Perfetto.
Procediamo alle votazioni.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 bis Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Bertola, Bono Frediani, Batzella, Valetti, Mighetti, Campo, Andrissi: Dopo l'articolo 12 del disegno di legge 83 è inserito il seguente: "Art. 12 bis (Modifica alla legge regionale 5 novembre 2014, n. 16) L'art. 2 della legge regionale 5 novembre 2014, n. 16 "Rideterminazione del trattamento economico dei membri del Consiglio regionale e della Giunta regionale" è sostituito dal seguente: Art. 2 (Rideterminazione trattamento economico) Il trattamento economico lordo mensile complessivo dei membri del Consiglio e della Giunta è parametrato al 100% del trattamento economico del Sindaco della Città Metropolitana.
La riduzione di cui al comma 1 si applica a decorrere dalla mensilità relativa al mese di maggio 2015".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questo è il primo dei nostri emendamenti. Sono un piccolo pacchetto di quattro o cinque emendamenti riguardanti i costi della politica. Ne abbiamo lungamente parlato sia in Commissione sia durante la nostra relazione di minoranza e nei successivi interventi.
Io mi fermo, Presidente, perché c'è brusio.



PRESIDENTE

Colleghi, un po' di silenzio per favore.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Visto che ne abbiamo già parlato lungamente - e avremo modo di continuare a farlo durante i prossimi interventi, anche per ravvivare il dibattito e cambiare un po' l'argomento - mi limito a citare due dichiarazioni.
La prima.
Renzi: "Gli stipendi dei Consiglieri? Equipararli a quelli del Sindaco capoluogo". Siamo al 21 gennaio 2014: non 2015, ma 2014, quindi più di un anno fa.
La seconda.
Proposta di Chiamparino: "I Consiglieri regionali? Paghiamoli come il Sindaco". Siamo al 23 giugno 2014, quindi all'inizio di questa legislatura.
Poiché il tema dei costi della politica è una battaglia del Movimento 5 Stelle, una nostra bandierina, noi questa bandierina l'abbiamo ammainata.
Abbiamo mollato sulle nostre proposte, che erano molto più drastiche, per avvicinarci a quelle proposte dalla forza politica che governa sia a livello nazionale sia a livello regionale.
Noi abbiamo fatto più di un passettino.
Signori, ormai qui la questiono è in termini molto semplici: o si fa un intervento, anche in sede di Finanziaria, oppure, non dico Renzi perch Renzi e la Boschi sono impegnati a Roma a fare scempio della democrazia (e poi magari in questi giorni Renzi andrà anche al cantiere dell'Expo a soffiare sul cemento sperando che si asciughi), però almeno Chiamparino, se non vogliamo fare questi interventi, venga qui, chiede la parola e a microfono dica: "Chiedo scusa, avevo detto una cavolata. Chiedo scusa, ci siamo sbagliati". Almeno si evita - evitano - di continuare a prendere in giro i cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Finalmente siamo arrivati al punto che normalmente anima il dibattito in Commissione, vediamo se sarà la stessa cosa anche in Consiglio; vediamo se riusciremo a sostenere le stesse posizioni sostenute in Commissione e in Aula durante una seduta aperta.
Noi andiamo avanti con le nostre posizioni, che, come diceva il Capogruppo Bertola, sono già posizioni attenuate rispetto a quello che avremmo su quest'argomento.
Ci aspettiamo che adesso, giunti a discutere della Finanziaria finalmente ci sia una decisione ferma rispetto a quanto portiamo avanti da mesi, se non da anni, quindi già dalla scorsa legislatura con il Consigliere Bono.
Stamattina abbiamo avuto un incontro con alcuni lavoratori che ci hanno messo di fronte ad una realtà piuttosto dura e piuttosto diffusa. Dovremmo solo farci una domanda: quanto vogliamo essere credibili davanti a questi lavoratori e davanti a tutti i cittadini? In un momento in cui chiediamo sacrifici a tutti, anzi, imponiamo sacrifici a tutti, e sappiamo benissimo che fuori da qui - lo vedremo in piazza il prossimo 1° maggio - ci sono tantissimi lavoratori, e soprattutto ex lavoratori, con storie drammatiche, mi chiedo quale sarà la nostra risposta.
Al di là del piano finanziario che stiamo discutendo, cioè quello che la Regione intende fare e come intende utilizzare i fondi pubblici (noi siamo qui anche per controllare che siano spesi in modo oculato e che non ci siano sprechi), vogliamo dare anche un messaggio più forte? Vogliamo finalmente dire che anche noi siamo pronti a fare la nostra parte, oppure vogliamo continuare a discutere di politica "stracciona"? Di politica che "poi nessuno potrà più fare".
Decidiamo che cosa vuol dire per noi fare politica, perché dovrebbe esserci anche una parte non dico di volontariato, perché quello nessuno se lo aspetta, ma almeno una sorta di "servizio civile" che svolgiamo nei confronti dei cittadini.
Non parametriamo, quindi, tutta l'attività politica al trattamento economico, perché se ragionassimo in questi termini, probabilmente non ci sarebbe stipendio abbastanza grande rispetto alle responsabilità che abbiamo! Cerchiamo di fare un ragionamento tenendo in considerazione anche ci che c'è al di fuori di questo palazzo; soprattutto, facciamo un dibattito all'altezza di quello che c'é fuori da questo palazzo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Spero di non dovermi annoiare nella prossima ora, perché è da quando siamo seduti in questo Consiglio che avanziamo proposte.
Come ha detto il nostro Capogruppo Bertola, vi veniamo sempre più incontro, aggiustiamo sempre un po' il tiro, facciamo un bel ventaglio di opzioni: tuttavia, una volta non va bene questa, una volta non va bene l'altra, una volta non va bene l'altra ancora. Insomma, non va mai bene niente, il problema è questo! Non va mai bene niente perché non c'è volontà di cambiare, a questo punto.
Spero ancora di potermi sbagliare, e di evitare, oggi, a questo Consiglio, un'ora di noia, un'ora di parole che si susseguono a martello sugli stessi argomenti, che sono certamente importanti e che darebbero più credibilità al nostro lavoro, e di poter ricevere dalla maggioranza un cenno di incontro fra quelle che sono le nostre proposte e quella che potrebbe essere una vera riduzione dei costi della politica.
Spero, dunque, di non annoiarmi e di non annoiarvi, ma di ricevere finalmente un riscontro su questa nostra battaglia. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto da parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Abbiamo riflettuto a lungo su questa nostra proposta politica e abbiamo pensato che, tutto sommato, un muro contro muro, su una questione così spinosa e così sensibile agli occhi della cittadinanza ma anche al bilancio della Regione, sia ancora evitabile. Insomma, possiamo trovare un tema che ci vede d'accordo e che non richieda dei sacrifici, malgrado il nostro pensiero sia ritenuto tale da alcuni dei partecipanti di questa Assemblea.
Davvero abbiamo il coraggio di dire che ciò che chiediamo è un sacrificio? Questo emendamento (e quello che seguirà) propone la riduzione dell'indennità ad un livello assolutamente assimilabile ai livelli degli altri Paesi europei - niente di più - assolutamente in linea con un tenore di vita al di sopra del reddito medio degli italiani (ma di gran lunga al di sopra della media!), diciamo pure a livello di dirigenti. Noi crediamo veramente che venirci un po' incontro possa essere utile a tutti.
Non limitiamoci ad operazioni di "cosmesi", come quelle che sono state tentate precedentemente sui vitalizi, laddove, di fatto, si è inciso molto poco. Noi riteniamo che operazioni così leggere e cosmetiche siano assolutamente inutili, perché non toccano i bilanci né impressionano i cittadini.
Parliamoci chiaro: o facciamo qualcosa di concreto e visibile, oppure continuiamo a non fare nulla, ma lo sosteniamo apertamente, con coraggio.
Usciamo fuori dall'aula e andiamo a dire ai cittadini che per noi ridurre lo stipendio dei Consiglieri non è necessario, perché così com'è non è troppo alto. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Su questo tema abbiamo oramai profuso fiumi di parole e, alla fine, la questione si riduce ad una cosa molto semplice. Come ricordava primo il nostro Capogruppo, sono state fatte delle affermazioni, per cui, a questo punto, la questione rientra in due termini: o si è mentito, perché non si ha la minima intenzione di intervenire, pur avendo dichiarato di volerlo fare. E quindi si è mentito anche ai cittadini piemontesi.
Io penso che la menzogna, per chi fa politica e, soprattutto, per chi governa, sia una cosa assolutamente deplorevole, perché rappresenta l'interesse pubblico e perché la sua parola può diventare legge, pu regolare la vita del cittadino. In quel caso, sarebbe stato senz'altro meglio non proferire certe affermazioni.
La seconda parola che mi viene in mente pensando alle discussioni che si sono susseguite su questo argomento - ovviamente non è applicabile a tutti, ma a coloro che dichiarano di voler fare qualcosa, di avere certe opinioni e certi valori, e poi non lo fanno - è "ipocrisia". Forse è anche peggio della menzogna, perché si dichiara scientemente di avere dei valori dei principi, degli ideali, degli obiettivi che si vuole raggiungere, e poi, altrettanto scientemente, non li si persegue.
Anche in questo caso è un qualcosa che chi governa, chi chiede ai cittadini la fiducia per poter fare le leggi, per poter disporre i provvedimenti che regolano la vita della nostra società, non dovrebbe avere.
Il fatto di non prendere provvedimenti dopo aver fatto queste affermazioni o dopo avere visto ogni giorno situazioni di crisi che spingono anche le istituzioni pubbliche a fare strame dei diritti e degli standard di vita delle persone comuni, che non possono decidere dei propri emolumenti, del proprio lavoro e dei propri diritti, perché li hanno delegati a chi governa, trovo che sia insostenibile.
Sinceramente, apprezzo di più chi ci chiama "straccioni" e ritiene che è insostenibile fare politica senza soldi, perché almeno non si nasconde dietro a bugie o a ipocrisie, piuttosto che chi dice di volerlo fare, ma di non poterlo fare per motivi vari, eccetera eccetera.
Guardate che dire una bugia significa mentire anche se stessi, perch poi ci si giustifica.
Sul tema dei soldi ci stiamo prendendo in giro, perché l'abbiamo fatto l'interventino di riduzione! Interventino di riduzione che non è andato ad incidere neanche dell'aumento della retribuzione che si era ottenuto attraverso l'abolizione dei vitalizi imposta da Monti (non dal Consiglio regionale!).
Vi invito a ritrovare un altro atteggiamento etico nei confronti di questo tema e ad intervenire, finalmente, secondo quello che si è dichiarato di voler fare. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
I colleghi che mi hanno preceduto sono stati esaustivi e molto chiari.
Parliamo dei costi della politica: come ha già ribadito il nostro Capogruppo Bertola, questo argomento è uno dei nostri cavalli di battaglia.
Ci crediamo fortemente, siamo stati il primo movimento, la prima forza politica che in Italia e in Regione Piemonte si è ridotta lo stipendio rinunciamo ai rimborsi elettorali.
GARIGLIO Davide (fuori microfono) I rimborsi non ci sono più per nessuno!



BATZELLA Stefania

Beh, non ci sono più per nessuno, però ci sono stati e - come dice il collega Bono - più o meno ci sono ancora; però il Movimento 5 Stelle ha sempre rinunciato, tant'è vero che nella scorsa legislatura abbiamo l'esempio del Consigliere Bono, di cui lui stesso può dare conferma. Quando il collega Bono aveva chiesto di rinunciare, le stesse istituzioni si erano stupite e anche quando chiamò a Roma per dire "noi vogliamo rinunciare" gli fu risposto: "Come?". Si erano tutti stupiti, perché non era mai successo nella storia della politica italiana che un Consigliere regionale dicesse: "Io rinuncio ai rimborsi elettorali, rinuncio ai privilegi rinuncio ad avere l'indennizzo, il rimborso totale, lo stipendio pieno, ma preferisco restituire gran parte dei soldi ai cittadini".
Infatti, noi restituiamo i soldi. Faremo tutti quanti in piena trasparenza e onestà, perché è sotto gli occhi di tutti, quello che ha già fatto il collega Bono quando era da solo nella vecchia legislatura: ciascuno di noi farà un bonifico bancario e restituirà i soldi al Consiglio regionale. Poi, capiremo se c'è la possibilità di poter investire questi soldi aiutando le piccole e medie imprese: vedremo quel che dobbiamo fare.
In ogni caso, desidero far capire che noi siamo qua, abbiamo dato il buon esempio e continuiamo a farlo. E credo che non dobbiamo darlo solo noi, ma debbano darlo tutti quanti, in un modo o in un altro.
A proposito del fatto di scandalizzarsi, alcuni colleghi si scandalizzano quando si parla di riduzione di stipendio. Poi - per carità ciascuno è libero di esprimere le proprie opinioni e non per questo puntiamo il coltello o la pistola alle tempie delle altre persone: si rispettano anche le altre opinioni. Bisogna pure, però, riferire poi tutto ai cittadini. Quando si va nelle piazze, agli eventi o alle manifestazioni bisognerebbe dire chiaramente ai cittadini: "Signori, noi non rinunciamo ai cosiddetti privilegi; noi non rinunciamo ai vitalizi" (per chi li percepisce, perché qui dentro ci sono dei Consiglieri che percepiscono quell'assegno): bisogna dirlo pubblicamente ai cittadini. Non bisogna parlare di stipendi o politica da "straccioni". Ognuno è libero e risponde delle proprie idee davanti all'elettorato.
Noi, però, facciamo ancora una volta un appello: cerchiamo di trovare un accordo e soprattutto di mantenere le promesse e i patti che erano stati fatti. Lo stesso Presidente Laus, lo stesso Capogruppo del PD Gariglio e lo stesso Presidente della Regione Piemonte si erano impegnati in tal senso per quanto riguarda la riduzione dei vitalizi e anche il trattamento economico dei Consiglieri. Occorrono quindi non solo parole, ma fatti.
Grazie.



PRESIDENTE

Consigliera Batzella, ha notato che le ho concesso tre minuti in più? BATZELLA Stefania (fuori microfono) Grazie, Presidente: ne terrò conto.



PRESIDENTE

Prego, collega Batzella.
Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Questo è un argomento di cui abbiamo diffusamente parlato, forse l'argomento di cui abbiamo parlato di più da quando sono Consigliere regionale. In modo ricorrente presentiamo emendamenti in cui si dice che dal mese successivo la riduzione dell'indennità dei Consiglieri regionali diventerà attiva.
Credo però che questo sia anche il momento adatto per realizzarla perché ci si potrebbe collegare alla riforma della legge elettorale piemontese, ponendo in quella sede il tema di una forte riduzione delle spese elettorali. Credo, infatti, che questa indennità dei Consiglieri regionali in parte sia dovuta a spese elettorali decisamente superiori a quanto noi, come Movimento 5 Stelle, ci siamo dati come regola. Noi abbiamo evitato di fare campagne elettorali personalistiche, che portano a un notevole dispendio di risorse, risorse che bisogna in qualche modo recuperare; e sicuramente l'indennità regionale è un modo per recuperare quelle spese.
Allora, parallelamente ad una riduzione dell'indennità regionale vorrei porre la questione di una forte riduzione della possibilità di spese elettorali, che in alcuni casi sono veramente assurde: parliamo di 60/70.000 euro che candidati spendono per fare una campagna elettorale personalistica. E credo che questo sia assurdo, perché una campagna personale, sul candidato, non fa bene alla politica.
Al contrario, è utile una campagna che parli dei problemi del Piemonte magari dei debiti della Regione che il giudizio di parificazione della Corte dei conti ci ha evidenziato, e che sottolinei le possibilità politiche per intervenire e per far chiarezza sulle scelte politiche che si confrontano: non sul profilo o sulla fotografia di una persona rispetto ad un'altra. Ai cittadini, infatti, bisogna dare i mezzi per poter scegliere la proposta politica, non la campagna personalistica.
Infatti, poi, di personalismo moriamo, come vediamo nel nostro Parlamento nazionale, dove si sta facendo una riforma elettorale che in realtà è una riforma costituzionale, perché fa passare in modo strisciante una politica sempre più personalistica e introduce praticamente un presidenzialismo dalla finestra.
Ecco, noi vorremmo quindi andare controcorrente proprio rispetto a questo modo di far politica, perché lo riteniamo un'assurdità che ha portato, nel migliore dei casi, ad una spesa dei Consiglieri regionali, e nel peggiore dei casi, a fenomeni di corruzione.
Questo non lo vogliamo più vedere. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ha pienamente ragione il collega Andrissi: alla fine, gli stipendi elevati dei Consiglieri regionali servono non a garantire indipendenza e autonomia dei Consiglieri stessi, bensì le loro campagne elettorali. E' una verità abbastanza inoppugnabile.
Sappiamo benissimo che molti candidati dei principali partiti devono pagare al partito una quota di "adesione", di partecipazione alla campagna elettorale, anche cospicua: so che nella scorsa legislatura - non questa perché non mi sono aggiornato - andava dai 20 ai 50 mila euro, a seconda della forza politica. In più, ovviamente, c'è la campagna elettorale nel collegio, e da questo deriva la discussione della grandezza dei collegi perché è questo il problema: riuscire a catturare una serie di preferenze.
Questo è un tema concreto e reale e si ricollega anche al tema del tetto di spesa dei Consiglieri: non garantisce l'autonomia e l'indipendenza e nemmeno esenta dalle responsabilità amministrative, perché, nel momento in cui affrontiamo dei provvedimenti, questi vengono votati sia come Consiglio, che esprime il voto, sia come Giunta, che ha il potere esecutivo. Non è questo, dunque, il motivo per cui si vogliono mantenere degli stipendi così elevati.
Ne facciamo, ormai, una questione di principio su questo tema Vicepresidente Reschigna e colleghi della Giunta, ma anche colleghi della maggioranza, perché c'era stato detto che, in un primo momento, avremmo operato una riduzione minima (qualcuno l'ha definita cosmetica), del 10 del trattamento economico dei Consiglieri. Questo è stato fatto, e mi rivolgo anche al Presidente del Consiglio: il 10% sulle indennità, il 10 sui rimborsi spese. E stiamo parlando di novembre.
Poi, si è detto: "Subito dopo affronteremo la riduzione complessiva per parametrarci allo stipendio del Sindaco del Comune capoluogo della regione, con relativo trattamento previdenziale". Noi stiamo ancora aspettando. Il Vicepresidente Reschigna e il Presidente Chiamparino ci avevano riferito che il tema sarebbe stato affrontato in legge finanziaria: "Quale provvedimento migliore, se non la legge finanziaria per affrontare questo tema?".
Pertanto, Vicepresidente Reschigna, noi chiediamo a lei, per chiedere direttamente al Presidente Chiamparino: c'è ancora la volontà di affrontare questo tema? O, ancora: è in atto uno scontro tra Giunta e maggioranza del Consiglio? E' anche questo il tema di cui dobbiamo parlare. Ci sono, cioè posizioni differenti e divergenti (è una domanda un po' retorica, mi si permetta) tra una parte della Giunta e una parte della maggioranza di questo Consiglio su questo tema che, quindi, non si può affrontare? Possiamo anche discutere questi emendamenti per un'ora e mezza, ma se poi non c'è la volontà di discutere portando delle proposte anche da parte della maggioranza, di altri Gruppi consiliari, un interesse, qualche punto di vista - e chiudo, Presidente - è abbastanza inutile farlo.
Chiedo almeno un pronunciamento su questo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Bertola, Bono Frediani, Batzella, Valetti, Mighetti, Campo, Andrissi: Dopo l'articolo 12 del disegno di legge 83 è inserito il seguente: "Art. 12 bis (Modifica alla legge regionale 5 novembre 2014, n. 16) L'art. 2 della legge regionale 5 novembre 2014, n. 16 Rideterminazione del trattamento economico dei membri del Consiglio regionale e della Giunta regionale è sostituito dal seguente: Art. 2 (Rideterminazione trattamento economico) Il trattamento economico lordo mensile complessivo dei membri del Consiglio e della Giunta è ridotto del 36 per cento.
La riduzione di cui al comma 1 si applica a decorrere dalla mensilità relativa al mese di maggio 2015".
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Questo emendamento ha lo stesso tenore dell'altro: cambia il parametro.
In uno chiediamo di equiparare lo stipendio del Consigliere regionale a quello del Sindaco del Comune capoluogo, nell'altro ci arriviamo con una decurtazione in percentuale rispetto all'indennità attuale, indennità a monte della riduzione minima applicata lo scorso autunno, pari al 10%.
Voglio proseguire, però, sul discorso accennato dal collega Bono perché - ripeto - quest'autunno il Presidente Chiamparino aveva detto che si doveva arrivare a quell'obiettivo, ma anche il Presidente Laus aveva dichiarato che, nel giro di un mese, sarebbe arrivata una proposta di legge dell'Ufficio di Presidenza; proposta di legge che, invece, non è arrivata.
Capisco che ci siano anche dei problemi legati all'erogazione dei contributi, perché - lo sappiamo - il trattamento economico dei Consiglieri regionali non li prevede (prima c'era il vitalizio), e questo problema dovrebbe essere risolto a Roma. So che sono stati interpellati il Presidente del Consiglio, Renzi, e il Ministro Boschi, ma evidentemente sono più impegnati a "smontare" il sistema democratico e la Costituzione della Repubblica. I contributi dei Consiglieri regionali sono l'ultimo dei loro problemi: l'ultimo dei problemi del "ducetto" di Firenze.
In ogni caso, anche in assenza di risposte da parte del Governo nazionale, probabilmente un segnale si deve dare, perché io so Vicepresidente Reschigna, che l'intenzione d'intervenire subito anche in questa legge finanziaria c'è, sia da parte sua sia da parte del Presidente Chiamparino. Il timore che ho - e qui confermo quanto ha detto il collega Bono - è che si sia un po' ostaggio del Partito Democratico, che ci siano delle resistenze da parte del partito di maggioranza rispetto a interventi da fare anche in questa legge finanziaria.
Già qualche mese fa c'era stato qualche malumore, perch comprensibilmente, mentre il Consiglio regionale discuteva di un taglio agli stipendi, che poi diventava un taglio minimale (del 10%), il Presidente Chiamparino, sui giornali, faceva il bello e parlava di stipendio equiparato a quello del Sindaco della città capoluogo.
Pertanto, se umanamente comprendo il fastidio che può provare il Partito Democratico, ribadisco che qui, oggi, ognuno di noi deve comunicare le proprie intenzioni, altrimenti - come è accaduto in altri casi - si tratta di annunci vuoti e si può certificare che il Presidente Chiamparino e tutti coloro che hanno ripetuto la stessa cosa dopo di lui, hanno detto delle bugie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
In realtà, sono un po' delusa: mi aspettavo che, dopo il vivace dibattito avvenuto in Commissione, si potessero esprimere all'Aula le proprie posizioni. Purtroppo, ho il timore che questi emendamenti non incontreranno il favore della maggioranza, però siamo qui, siamo davanti alle telecamere, sappiamo che ci sono dei cittadini che stanno seguendo la seduta del Consiglio. Mi aspettavo che ognuno avesse il coraggio e si assumesse la responsabilità di esporre le motivazioni del proprio "no" davanti a tutti i cittadini piemontesi.
Ripeto: temo che, purtroppo, si tratterà di un ennesimo "no" alla nostra proposta di riduzione degli stipendi. Vedo che c'è un generale disinteresse per questo tema, un'evidente assenza anche fisica dei Consiglieri, oltre che di dibattito, pertanto mi aspetto che, quando il Presidente Laus dirà: "Poniamo in votazione", ci sarà un ingresso generale della maggioranza, che correrà in aula per consentire di raggiungere il numero legale e magari spererà anche che quei pallini rossi che si accenderanno sul monitor non vengano notati. Questa votazione passerà così - insieme a tutte le altre.
Noi speriamo che qualche Consigliere di maggioranza abbia il coraggio di alzarsi e spiegare, ancora una volta - come ha spiegato in Commissione del resto - il motivo per cui si oppone alla riduzione degli stipendi.
Riteniamo sia un qualcosa che i cittadini si aspettano, anche solo come dimostrazione del fatto che siamo partecipi di quello che succede al di fuori di questo Palazzo.
Spero, dunque, che il dibattito si animi e che ognuno abbia la possibilità di esprimere le proprie ragioni, in modo che i cittadini piemontesi possano capire perché questi emendamenti saranno respinti e trarne le proprie conclusioni. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Sono sempre meno ottimista, anche se ero falsamente ottimista già nel primo intervento.
Come sempre, poniamo un'altra opzione in merito alle modalità di riduzione dell'indennità. Prima abbiamo proposto il parallelo con il Sindaco della Città capoluogo, adesso proponiamo una percentuale precisa ma non so che cosa ci possiamo aspettare ormai. Penso a tutti gli appelli dei colleghi per dare un po' di credibilità a questo dibattito, ad un dibattito che abbiamo già effettuato in Aula altre volte, che abbiamo affrontato in Commissione, ma questa credibilità deve essere portata avanti per superare la "teoria degli annunci", che non trova riscontro poi nei fatti. Una teoria degli annunci che lascia il tempo che trova e lascia i cittadini disorientati e anche un po' turlupinati.
I cittadini non capiscono più quello che sta succedendo in quest'Aula e secondo me è una cosa gravissima, perché noi dobbiamo rispettare un mandato, dobbiamo rispettare la volontà dei cittadini, che si manifesta con il voto, soprattutto per ciò che dichiariamo agli organi di stampa e per ciò che passa con la comunicazione esterna verso di loro. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Proseguo sul tema. Mettiamo sul piatto un'altra possibilità, che è quella di determinare, senza dover ricorrere o allinearsi a qualcun altro per determinare il nostro cosiddetto "equo compenso".
Prima parlavo di ipocrisia e mi è caduto l'occhio sul titolo de Il Fatto Quotidiano: "Italicum, minoranza PD si aggrappa a poltrona. Sì a fiducia da 50 dissidenti democratici su 70". Il solito balletto di chi dice di voler fare qualcosa, sento questo, sento quest'altro... Uno strappo alla democrazia, "bla, bla, bla" e poi, quando si arriva alla questione di fondo, conta l'interesse personale.
Rispetto a quello che ha detto il mio collega Mighetti e cioè che la gente è confusa, purtroppo temo che la gente tanto confusa non sia, nel senso che sa benissimo, si rende perfettamente conto che chi fa politica oggi, lo fa per mettere il posteriore al caldo garantendosi ricche prebende e qualche privilegio (per fortuna, in diminuzione) per un mandato elettorale e sa benissimo che queste persone saranno nelle assise democratiche non a fare l'interesse della società civile, ma a fare gli interessi propri e magari di qualche amico, con la speranza che tutto sommato lo facciano rimanendo all'interno degli ambiti di legge.
Questa è la disillusione che noi, magari con un po' di ingenuità stiamo cercando di combattere, credendo fermamente che sia possibile e facendo vedere che è possibile fare qualcosa di diverso. Noi questo lo credevamo prima di diventare Movimento 5 Stelle e quando siamo andati nei Palatenda a parlare dei problemi del territorio davanti agli Assessori comunali, con gli spettacoli di Grillo, con i meet up e quando siamo andati con Grillo da Prodi, dopo aver raccolto firme e portandogli le primarie del programma, cioè i temi che, secondo i cittadini nelle piazze, erano più importanti da porre all'attenzione di un Governo, siamo stati ignorati.
Così abbiamo creato un movimento politico e siamo entrati nelle Istituzioni, con questa illusione, anzi con la speranza che esista una possibilità di cambiare. Noi siamo qui a chiedervi questo, con tutti questi emendamenti e con queste richieste.
Concludendo, siamo qui a chiedervi di fare piccoli sforzi: ridurre lo stipendio in modo significativo, perché oltre a dare risorse a questa Regione (visto che stiamo grattando il barile rinegoziando prestiti per avere qualche decina di milioni), aggiungere qualche risorsa, qualche milione, una decina, magari, riducendoci emolumenti e tagliando i vitalizi pregressi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Sono anch'io un po' stupita, perché quando i nostri emendamenti sono stati discussi in Commissione c'era stata una partecipazione, un dibattito anche acceso da parte dei componenti la Commissione.
Mi aspetto anch'io, come già detto dalla collega Frediani, che si apra un dibattito, che ci sia un coinvolgimento da parte di tutti i colleghi qualsiasi sia il giudizio o l'opinione che verrà espressa.
Credo sia giusto e democratico un confronto, quindi faccio un appello ai colleghi Consiglieri di intervenire affinché si apra un dibattito che non sia a senso unico, solo da parte del Movimento 5 Stelle, che propone ed espone i propri emendamenti e per evitare una totale chiusura e un totale silenzio dall'altra parte.
Se è vero che una buona politica è composta dal dialogo e dal confronto tra le diverse forze politiche, auspico, mi auguro che a breve in quest'Aula ci sia questo confronto, soprattutto, perché si tratta di un tema molto importante. Sappiamo che in Italia c'è una grande disaffezione da parte dei cittadini verso la politica e non ultimo avete potuto...



(Scampanellìo del Presidente)



BATZELLA Stefania

Quando si parla di denaro, di riduzione di stipendi pare che interessi a pochi questo argomento, ma in realtà è un argomento molto importante e ce ne accorgeremo, ve ne accorgerete con il tempo, quando andrete nelle piazze e in occasione della prossima campagna elettorale.
Concludendo, vorrei dire che ci sono degli studi, abbiamo dati alla mano; l'ultimo studio che è stato effettuato risale al 2013 e c'è stato uno studio internazionale che si è occupato del primo semestre del 2014, che riguarda il rapporto che c'è tra i cittadini, tra la popolazione e i politici: un disastro, perché c'è disaffezione. I cittadini non credono più nella politica, associano la politica alla corruzione, associano la politica ai privilegi. Ecco che cosa pensano della politica i cittadini! Poi, che cosa accade? Alle urne elettorali, se ben ricordate, c'è stata una grande astensione da parte dei cittadini, perché sono stanchi! Dicono che tanto in Italia, in Piemonte non cambia mai niente, quindi non andiamo più a votare! Ma è questo che vogliamo? No, non vogliamo questo! La politica, i politici si devono avvicinare ai cittadini, perché noi siamo dei cittadini a disposizione dei cittadini. Quindi, chiedo a tutti i colleghi gentilmente, di aprire un dibattito e di confrontarci, qualsiasi sia il pensiero o l'opinione. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Collegandomi a quello che stava dicendo la Consigliera Batzella, il malcontento tra i cittadini lo si vede in un astensionismo sempre più crescente e confermo. Questa cosa è riconosciuta anche dai maggiori analisti.
E' giunto il momento di invertire questo comportamento dei cittadini soprattutto in un momento di crisi, che si spera stia passando, in cui si stanno chiedendo sacrifici a tutte le categorie dei lavoratori. Penso ai lavoratori delle pulizie che questa mattina sono venuti a manifestare davanti a Palazzo Lascaris, lavoratori che manifestando dichiaravano che un dimezzamento dell'orario di lavoro, è un raddoppio delle richieste di prestazioni professionali. Questo significa che la crisi economica si è trasformata in una crisi sociale che colpisce le categorie più deboli. In questo i lavoratori precari, comunque i lavoratori che devono rinnovare i loro contratti, vedono sempre più una situazione di non adeguamento delle loro retribuzioni e, spesso e volentieri, un aumento delle prestazioni professionali richieste a parità di stipendio.
Dall'altro lato, però, i profitti finanziari, i profitti di un capitalismo sempre più ereditario, non accennano ad aumentare. Il rapporto reddito e reddito da capitale finanziario è di uno a sette in Italia, che tra l'altro è una delle nazioni che ha un rapporto più sbilanciato, a testimoniare che c'è bisogno di una redistribuzione della ricchezza.
Intervenire sulla nostra indennità può essere anche un'indicazione della volontà politica di ridistribuire la ricchezza, andando quindi incontro alle esigenze sociali dei cittadini diffuse sul nostro territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente Sono stato lungamente preceduto dai Consiglieri per provare a convincervi della bontà di questo emendamento, per provare almeno ad intavolare una discussione tra Gruppi consiliari.
Mi sembra che non siamo particolarmente riusciti nell'intento; forse per una nostra mancanza dialettica, o forse un vostro scarso interesse sul tema. Forse qualcuno di coloro i quali ci sta ascoltando in diretta streaming può dire: è ovvio che non sono molto interessati a ridursi gli stipendi.
Altresì penserebbe: nella propria personale esperienza lavorativa, di solito gli stipendi sono i datori di lavoro a tagliarli. E potrebbe pensare che nel nostro caso i datori di lavoro siano la comunità, i cittadini piemontesi.
Prevengo il solito andazzo facile di dire che se dovessimo far decidere ai piemontesi quale sarebbe il nostro stipendio, non esisterebbe un taglio anzi, dovremmo pagare per venire in Consiglio regionale. Ve l'ho già sentita dire questa cosa, questa boutade populista. Credo che se noi chiedessimo ai cittadini piemontesi quale dovrebbe essere la retribuzione giusta per un Consigliere regionale, non si allontanerebbero molto dalla retribuzione che abbiamo individuato noi. Una retribuzione congrua, non voglio dire normale, perché 2.500 euro netti al mese dire che è normale oggi, non è facilmente accoglibile all'esterno.
Certo, abbiamo responsabilità amministrative. Il Consiglio, in particolar modo, anche se gli stipendi della Giunta sono collegati a quelli dei Consiglieri regionali, non ha la stessa responsabilità di un esecutivo quindi si può dire che siamo una figura dirigenziale, non lo siamo, o forse sì, o forse no. Abbiamo un budget di 11 miliardi di euro, ma qualcuno dice no per far capire che abbiamo bisogno di una retribuzione alta per paragonarci ad un'azienda con 11 miliardi di fatturato.
In realtà, non è proprio così. La grossa parte dell'attività, lo sappiamo, la fanno gli Uffici, gli Assessorati e, ovviamente, c'è un'attività di indirizzo e di controllo del Consiglio regionale e un'attività esecutiva da parte della Giunta.
Più di questo, non saprei altro che dire. Quindi una riduzione del 36 che non si somma a quella già fatta del 10% - quindi un 26% aggiuntivo rispetto al dieci, può facilmente lasciare aperta la discussione del contributo previdenziale.
Se noi attuiamo questa riduzione, abbiamo fatto un calcolo che poi all'eventuale parte di contributo previdenziale, andrebbe probabilmente coperta in buona parte dalla riduzione che viene proposta oggi. Non sarebbe una riduzione vera e propria, ma un'anticipazione di quel provvedimento che aspettiamo ormai da molto tempo da Roma.
Chiudo chiedendo se il Presidente - mi rivolgo al Presidente del Consiglio regionale Laus - ha spinto nella Conferenza Stato-Regioni questo discorso; se, al di là di tutto, c'è un movimento politico in questo senso se c'è, all'interno della Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali un intento di spingere il Governo nazionale a fare questa parte che riteniamo, fondamentale della parte previdenziale, altrimenti tutta questa discussione è inutile.
Se il Presidente del Consiglio di questa Assemblea, non propone, a livello nazionale, una proposta di riduzione degli stipendi, è ovvio che tutto il discorso risulterà inutile.



PRESIDENTE

aperta la discussione generale sull'emendamento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Sentivo un no di sottofondo, ma non intervengo perché provocato, ma perché è un argomento compatibile con l'o.d.g. della convocazione di oggi.
Ho ascoltato tutti gli interventi, alcuni concetti, parole, contenuti che potrebbero essere tutti inserite in un contenitore che è quello della provocazione. La parola "menzogna", la parola "ipocrisia", "altro atteggiamento etico", "posteriore al caldo", addirittura il concetto gramsciano di redistribuzione della ricchezza: mi sembra un po' troppo.
E' stato posto un problema vero, un problema serio, un problema che ha delle radici profonde, un problema che non può non incontrare l'interesse di tutti i Gruppi, anche di maggioranza ma, soprattutto, non può non incontrare l'interesse dei soggetti ai quali i colleghi, in primis, si rivolgevano nei loro interventi.
E' stato citato più volte streaming, per cui si rivolgevano ad un pubblico diverso da quello di quest'Aula, come è normale e corretto che sia.
Posto correttamente un problema, fatta l'analisi in maniera completamente sbagliata, proviamo, insieme, a fare il punto della situazione per il tempo che abbiamo a disposizione. Con una premessa che non viene mai presa in considerazione quando si tratta di questo argomento altrimenti i colleghi si arrabbierebbero, e allora li faccio arrabbiare. Se non si fa un discorso complessivo, possono soltanto essere definiti populisti, non so definirli diversamente. Se non si fa un discorso complessivo, ci si limita semplicemente a raccontare ad un popolo in crisi che c'è qualcuno contro cui scagliarsi, che c'è una parte migliore rispetto ad un'altra e quella peggiore va messa in un angolo definitivamente.
Non si tiene in considerazione.



(Brusìo in aula)



RAVETTI Domenico

E' da ieri sera che ascolto gli interventi del Consigliere Bono senza mai commentarli per educazione, ma vorrei poter terminare quest'intervento senza essere disturbato.
Dicevo, non si tiene in considerazione la vera discussione, che è dentro l'o.d.g. di questi Consigli regionali, e cioè il tema delle riforme e di quanto stiamo mettendo al centro della nostra discussione l'autorevolezza di una politica che tenta di mettere in ordine i conti di un Ente così importante e tenta di farlo con il senso prudente del cambiamento, cercando di basarsi sulla concretezza e sulla realtà, cercando di ridare anche dignità alla politica, assumendosi questa responsabilità.
Guardate, proprio per le riforme, per la fame di cambiamento che abbiamo noi per primi, non voi, stiamo in giro per il Piemonte raccogliendo non certo il consenso, perché tutte le volte che si cambia qualcosa il ritorno non è mai un ritorno, il primo impatto non è mai un impatto positivo. Quindi, rispetto al tema dell'autorevolezza, al tema della dignità che tentiamo di ridare all'Istituzione e alla politica, devo dire che perlomeno ce la stiamo mettendo tutta. Non faccio riferimento agli interventi che ho ascoltato prima, non è questo il punto, però guardate altrove, in altri luoghi delle istituzioni e della politica: se a certi interventi levassimo l'argomento dei costi della politica, resterebbe talmente poco che quel poco non giustificherebbe il benché minimo ristoro economico per chi di quella pochezza ne è portatore.
Credo che sia molto più importante l'azione di governo e di riforma che noi mettiamo al centro della discussione e, guardate, proprio perché non siamo menzogneri, proprio perché non siamo ipocriti, il Partito Democratico (e non solo il Partito Democratico) sta lavorando ad un cambiamento che interessa la politica e interessa anche i costi della politica. Abbiamo come riferimento ciò che il Presidente del Consiglio, nell'ultima campagna elettorale (lo scorso anno), utilizzò, e cioè: un Consigliere regionale non costi più di un Sindaco. Per esempio, noi abbiamo come riferimento la città di Torino.
Questo significa davvero parametrare il tutto, significa davvero tenere in considerazione tutte le spese e i cosi, significa davvero fare una riforma concreta, seria. E noi stiamo lavorando con attenzione affinch quella riforma non costi alla Regione Piemonte più di quanto già adesso noi stiamo costando.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Allemano.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Immagino che i Consiglieri del Movimento 5 Stelle, con il loro pressing su questo argomento, oltre che esercitare la solita funzione maieutica, nel senso di farci crescere e indicarci la verità, volessero anche sviluppare un confronto serio. Prendo atto che i loro emendamenti vanno già verso una minore semplificazione di quello che era stato l'approccio in passato quindi accolgo, insieme al collega Ravetti e ai colleghi del Gruppo, questo invito, sempre facendo presente che abbiamo dei tempi da rispettare perch stiamo esaminando la Finanziaria e la legge di bilancio.
Solo tre brevissimi flash.
Il primo è che in questa discussione ci sono dei presupposti che sono tutti da dimostrare, che forse possono solleticare la pancia di chi ci ascolta in streaming, ma che sono da dimostrare.
Il primo è che, per come si pone la questione, si da l'impressione che la nostra funzione sia futile, sia non rilevante. Ora, nessuno chiede a un calciatore che corre dietro a un pallone che cosa sta facendo e neanche a un dirigente d'azienda, perché sono ruoli riconosciuti. Quella del politico è una funzione considerata futile. Io questo lo contesto radicalmente perché è una funzione importante, responsabile, difficile e onerosa.
Qualcuno ricordava in quest'aula in passato che il Parlamento di una Regione di quattro milioni e mezzo di persone deve essere rappresentato da individui responsabili, che si assumono anche dei rischi e che sono chiamati a prendere delle decisioni tutt'altro che facili, come quelle che stiamo prendendo noi (faccio riferimento anche alla discussione di stamattina con i dipendenti delle cooperative, che non ci è certamente sfuggita).
Il secondo presupposto è che sia un investimento. Siamo qui e abbiamo fatto un investimento. Questo, di nuovo, resta da dimostrare, perché qui ci sono dei dirigenti, delle persone a fine carriera che non hanno nessun vantaggio a trasformare una posizione professionale remunerata da stipendio (quella di un medico è remunerata, meno che all'estero, ma è remunerata così come quella di un libero professionista, di un insegnante) in una funzione pubblica riconosciuta con una indennità.
Ora, lasciare un lavoro certo, anche sotto il profilo dei contributi previdenziali, per una funzione che ha questa delicatezza e questi margini di rischio non è necessariamente un investimento. Non parlo di qualità di vita, parlo sotto il profilo economico. Ebbene, visto che noi non possiamo lavorare, ci sarà consentito di vivere della funzione che svolgiamo? Sempre che non la consideriamo futile e risibile, cosa che io contesto radicalmente e che mi fa veramente andare fuori dai gangheri quando discutendo di qualsiasi argomento, devo dimostrare agli interlocutori che non sono un perditempo, non sono uno che mangia nel loro piatto, ma sono uno che svolge una funzione necessaria e indispensabile.
Il terzo presupposto è che le spese elettorali siano un macigno. Ora fatemi la cortesia e andate a vedere i rendiconti delle spese elettorali dopodiché, se c'è qualcuno che impiegherà cinque anni a rientrare di queste spese, allora probabilmente sono state quel macigno. Ma se così non è, non siete autorizzati a insistere sul fatto che è una questione di entrate e uscite che si ammortizza in cinque anni: non è così. Le abbiamo documentate al centesimo queste spese, quindi per cortesia non alimentiamo di nuovo questa ulteriore leggenda metropolitana.
Secondo punto. Qui non si dice mai che noi la spending review, per quanto riguarda la politica e la nostra posizione, la stiamo attuando e anche a tappe abbastanza accelerate.
Si parla di rimborsi di spese elettorali. Io non credo di averli visti almeno da quando frequento quest'Aula. Se qualcuno li ha, mi faccia compartecipare, perché io, pur avendo speso poco, ho dato, ma non ho visto nulla.
Si parla di vitalizi. Li abbiamo aboliti, stiamo cercando di contenere quelli che sono considerati i diritti acquisiti di chi ci ha preceduti, ma certamente per noi il tema pensione è un buco nero sia sotto il profilo delle trattenute che, giustamente, sotto il profilo di un vitalizio che giustamente non maturiamo perché di questi tempi sarebbe cosa assolutamente impresentabile.
Rimborso spese: ne abbiamo uno forfettario. Io faccio circa tre ore di macchina al giorno, non esibirò mai uno scontrino a chicchessia . Credo che in qualche modo debba essere riconosciuto che spostarsi e svolgere un'attività richiede un certo riconoscimento economico. Queste cose non le dite mai, ma siamo la prima legislatura che taglia in modo netto i costi della politica.
Terzo elemento, e chiudo. Voi la fate molto semplice e dite: "Togliamo il 36% alle nostre indennità e ci parifichiamo allo stipendio del Sindaco di Torino". Può darsi. Noi, da almeno sei mesi, stiamo facendo dei conti ed è tutt'altro che semplice, perché sono profili diversi, sono condizioni operative diverse. Il Sindaco di Torino abita a Torino, ha giustamente tutta una serie di facilitazioni che non hanno altri e ha un trattamento previdenziale che è scontato in quanto appartiene al ruolo degli Enti locali.
Dunque non vorrei che, il giorno che avremo i conti precisi - ci stiamo lavorando a prescindere dalla vostra sollecitazione a lavorarci, perché non veniamo da Marte e anche noi ogni tanto incontriamo i cittadini, anche noi abbiamo dei figli che stanno cercando lavoro, quindi non siamo proprio dei marziani - quel giorno si scoprisse che la parificazione comporta per noi qualcosa di meno in netto, ma costi più alti per la Regione, perché questo mi pare l'esito che si intravvede con una certa chiarezza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che affrontiamo questa discussione in modo sempre parziale, nel senso che - condivido parte delle valutazioni che sono state fatte dai colleghi che mi hanno preceduto - noi facciamo una valutazione rispetto al ruolo, secondo me delicatissimo ed estremamente importante, che abbiamo partendo da due presupposti: il nostro è un ruolo residuale, cioè non siamo indispensabili rispetto alla gestione della nostra regione. Rammento che è una regione con un prodotto interno lordo che supera molti Stati europei quindi il nostro dovrebbe essere un ruolo, sostanzialmente, di certificatori.
In questi giorni, stiamo facendo una lunga discussione sulla legge di bilancio e sulla legge finanziaria che dimostra esattamente il contrario sotto due profili: il primo, quello della competenza e, il secondo, quello della responsabilità. Cioè, come farebbe qualunque imprenditore di un'azienda, o qualunque padre o madre di famiglia all'interno di una famiglia, dato un quantum di risorse risicate, dobbiamo per il bene dei piemontesi individuare le priorità.
Siamo consci che le risorse a nostra disposizione sono inferiori rispetto a quanto servirebbe, o necessitano modalità di spesa differenti quindi operiamo una scelta, ed è estremamente significativo, salvo che non si dica che il lavoro che stiamo facendo è residuale. Allora, a quel punto potremo demandare agli Uffici la predisposizione di un atto di bilancio per concentrarci solo uno o due giorni all'approvazione del bilancio, senza sapere.
Invece, è bene che chi ci ascolta sappia che, prima di arrivare in Aula, per molte settimane abbiamo esaminato il bilancio, per il bene dei cittadini piemontesi, con le differenze che ciascuno di noi dà a questa valutazione, e non facendo i soggetti ratificatori. Questo è un aspetto, e il secondo è quello della responsabilità.
Ognuno di noi - e mai come in questi anni l'assunzione di alcuni bilanci è stata estremamente gravosa - si è trovato di fronte a partite difficili, ma che risultavano indispensabili per dare alla nostra Regione un bilancio, e ancora relativamente all'ultimo esercizio - forse anche in questo, lo vedremo quando ci sarà il rendiconto - votiamo un documento che può essere oggetto di verifiche da parte della Corte dei Conti, che dà responsabilità a ognuno di noi.
Quindi, in misura diversa, abbiamo competenze - chi le ha - e responsabilità, che è data dalla politica. Noi facciamo quanto di più delicato esista, perché, a differenza di un imprenditore e di una famiglia non gestiamo il nostro denaro, ma quello derivante dalle tasse dei cittadini.
Dunque, dobbiamo provare a restituire al ruolo che noi svolgiamo un altissimo valore, credo sia il nostro compito. E' vero che esiste un numero di cittadini per i quali, come diceva il collega Bono - l'ho detto io in più di un'occasione - se anche venissimo gratis non sarebbe sufficiente dovremmo pagare, ma, fortunatamente, ci sono migliaia di cittadini, di amministratori locali, di corpi intermedi e quant'altro, che, invece considerano estremamente positivo il lavoro che facciamo; inoltre è un'attività che considero positiva perché ancora siamo legislatori vicini al nostro territorio.
Allora - poi non ne discuto, si può anche ritenere di svolgere il proprio lavoro per cifre minori - pur avendo sforato il tempo a disposizione - il Presidente sarà gentile nel concedermi ancora trenta secondi - provo a spiegare perché credo che il compenso di un Consigliere regionale e anche - mi permetto di richiamarlo - il trattamento previdenziale - che oggi non abbiamo - debba essere equo (non mi impicco alla cifra).
Ci sono due possibilità: svolgere questo ruolo quasi in modo esclusivo o in modo esclusivo, senza svolgere altra attività, quindi dedicare il nostro lavoro alla gestione della nostra Regione, oppure la scelta che viene adottata in tante Amministrazioni locali anche dai primi cittadini che fanno l'uno e l'altro, cioè continuano a svolgere la loro professione in modo importante e, poi, ricoprono un ruolo che serve più da biglietto da visita che non da esercizio di governo di una Regione, come noi stiamo facendo.
Se posso dirlo - l'ho detto tante volte - chi ha inserito nel proprio programma - il Sindaco Chiamparino - o in una modifica di norma - il Presidente del Consiglio - l'equiparazione tra un legislatore e un sindaco ancorché di una città capoluogo, ha compiuto un errore, perché sono due lavori profondamente difformi l'uno dall'altro: redigere atti amministrativi rispetto alle leggi - se posso permettermi, essendomi anche occupato di atti amministrativi - è più semplice, nel senso che si risponde a norme che altri predispongono. Noi facciamo un lavoro che è un po' più complicato in alcuni casi, cioè provare a fare leggi giuste e funzionali per i cittadini piemontesi.
Possiamo proseguire questa discussione rispetto all'individuazione dell'onorario che più ci compete, rilevo soltanto - e concludo - che all'inizio della storia repubblicana, venne inserita in modo trasversale una quota di stipendio mensile che consentisse ad un legislatore di essere libero e di poter svolgere in pienezza l'attività, e anche di avere un trattamento previdenziale.
Quest'ultimo è un tema che dovremo trattare: abbiamo cancellato i vitalizi, così come abbiamo cancellato molto altro - poi ci dimentichiamo di tutto quanto è stato fatto precedentemente - ma neanche questo è corretto, altrimenti si rischia che la politica diventi censuaria, nel senso che se la possono permettere coloro i quali non hanno problemi di reddito, che quindi possono venire in Consiglio regionale al di là dell'emolumento a ricoprire la carica di Consigliere regionale, oppure chi ha fatto "tredici" facendo il Consigliere regionale. Infatti, è evidente che, date le situazioni di difficoltà reale che vive il nostro territorio se paragoniamo il nostro stipendio a quello di gran parte dei cittadini piemontesi è evidente la difformità.
Non dico che dobbiamo equipararci ad un'azienda, ma, evidentemente, non possiamo dimenticarci che questo è un ente che gestisce più di dieci miliardi di euro l'anno e che assume responsabilità che altri per il lavoro che svolgono non si accollano. C'è differenza, perché se si equiparano le responsabilità di un qualunque dirigente - non dico di un'azienda che ha lo stesso fatturato - con quelle di un Consigliere regionale o - ancor più di un Assessore regionale, si potrà constatare che a fare il nostro lavoro ci si perde.
Se poi parliamo di qualità della vita, abbandoniamo gli schermi - e fortunatamente lo facciamo per la passione che proviamo per questa attività, che non è un lavoro - perché abbiamo figli e mogli a cui abbiamo sacrificato tante ore della nostra vita, ma ci piace, quindi lo facciamo con grande entusiasmo e grande passione - mi permetto di dire - al di là di quello che è il reddito.
Infatti, se i cittadini che ci ascoltano verificassero il cursus honorum di ognuno di noi vedrebbero che nella vita siamo stati Consiglieri comunali a qualche decina di euro, o Assessori per qualche centinaia di euro, eppure lo abbiamo fatto impegnando lo stesso tempo e con la stessa passione, che fa la differenza rispetto a chi ha vinto una lotteria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola. Sempre rimanendo nei due minuti chiaramente.



BERTOLA Giorgio

Certo, esattamente come gli ultimi interventi.
Volevo rispondere velocemente alle osservazioni e agli interventi del Partito Democratico: noto un certo fastidio verso lo streaming. Posso capire che proponete non si faccia lo streaming almeno quando si parla di costi della politica, che sono situazioni un po' antipatiche, però qualcuno ha deciso che ci deve essere la diretta in streaming del Consiglio regionale. Nella postazione del Presidente c'è un pulsante rosso che lo stesso Presidente schiaccia per attivare lo streaming. Se sale il livello di fastidio, magari il Presidente lo può schiacciare e si interrompe lo streaming.



PRESIDENTE

Ma non lo schiaccio.



BERTOLA Giorgio

Ma non lo schiaccia. E' giusto che ci sia, perché qualcuno da casa ascolta, anche se sono poche persone rispetto alla totalità dei piemontesi.
La presenza dello streaming è quello che fa sì che in Aula relativamente ai costi della politica, si dicano cose un po' diverse e ci siano degli interventi un po' più edulcorati rispetto a quanto si dice in Commissione.
Volevo aggiungere che le frasi "stiamo lavorando su questo" oppure "stiamo lavorando ad un provvedimento" sinceramente non le accetto più perché ci hanno messo di meno i Padri costituenti a fare la Costituzione.
Ci hanno messo di meno! Quindi, devo immaginare che se stiamo lavorando ad una cosa del genere, sarà un provvedimento straordinario, che noi voteremo con immensa gioia. Però, ripeto, ci hanno messo di meno i Padri costituenti.
Per quanto riguarda poi i riferimenti alla pochezza, non c'è nessun problema. La pochezza si misura con i fatti. Per fortuna, sul sito del Consiglio regionale - e, mi spiace, ma mi rivolgo ai signori che vi danno fastidio che seguo in streaming - è segnata tutta l'attività dei Consiglieri regionali e di tutti i Gruppi. Potete giudicare se coloro che propongono un taglio agli stipendi sono quelli che hanno la pochezza perch non fanno null'altro, o se questi Consiglieri hanno fatto anche un po' di attività emendativa, legislativa e di atti ispettivi. Ciascuno pu valutare.
Allo stesso modo, visto che abbiamo posto il tema delle spese elettorali, esiste un'anagrafe degli eletti, dove sono pubblicate le spese elettorali, dove si può andare a vedere quanto ha speso complessivamente il candidato Presidente che ha vinto le elezioni e quanto hanno speso tutti i Consiglieri per la loro campagna elettorale. Anche su questo i dati ci sono e sono ben visibili.
Inoltre, c'è da sperare che le persone che seguono il Consiglio in streaming vengano a seguirlo anche in Aula. A me è successo di incontrare delle persone che non c'entrano nulla con il nostro movimento e che sono venute una volta ad assistere al Consiglio, perché c'era un argomento che li toccava da vicino. Dopo mi hanno detto: "Guardi, se avessi saputo sarei venuto più spesso ad assistere al Consiglio regionale, anzi dirò ad altre persone di venire almeno una volta, perché ho cambiato alcune opinioni su delle persone che in campagna elettorale sono andate a dire delle cose, ma oggi ne hanno sostenute delle altre".
Se un giorno in quest'Aula non venisse più nessuno, nemmeno gli scolari, o da casa non seguisse più nessuno, dovremmo preoccuparci, perch ci sarebbe qualcosa che non funziona.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Mi fa piacere che si sia aperto il dibattito. Anche io sono un po' perplessa dal modo con il quale consideriamo i cittadini che stanno seguendo lo streaming, perché questa non è una partita di calcio e i cittadini a casa dal divano non votano tramite il televoto o con un'altra modalità di interazione. Ci saranno dei cittadini che prendono atto delle nostre posizioni. Tra tutti i cittadini che seguono lo streaming, ci sarà anche qualcuno che dirà: "Guarda, questi del Movimento 5 Stelle sono sempre lì a parlare dei costi della politica". Questo non lo escludiamo, può anche darsi.
Noi presentiamo le nostre proposte, che sono le stesse che fanno parte del nostro programma elettorale. Noi non siamo maggioranza, pertanto ci aspettiamo che ci siano anche delle persone che, ascoltando le nostre proposte, pensino che siano stupidaggini e che non siano queste le priorità della Regione.
Noi siamo in Aula e portiamo avanti coerentemente il nostro programma se sia populismo o meno non lo so, ma riteniamo che sia uno dei provvedimenti che dovremmo prendere immediatamente. Tra l'altro, è un provvedimento che, come abbiamo già detto in diversi interventi, il Presidente Chiamparino ha annunciato di volere adottare. Quindi, non riusciamo a comprendere dove sia il problema quando andiamo a parlare proprio delle basi su cui si basa la nostra proposta.
Ascoltando quello che il Presidente Chiamparino ha più volte ribadito ci aspettiamo che ci sia almeno la convergenza sulle premesse che portano a questo provvedimento, cioè che sia necessaria un'azione forte da parte di tutti i Consiglieri. Ma magari per qualcuno questa può avere anche solo una valenza dimostrativa.
Dal nostro punto di vista, invece, potrebbe avere anche delle importanti ricadute sull'economia, perché ci sarebbero dei risparmi derivati dalla riduzione dei nostri stipendi. Quindi, ognuno può vedere l'aspetto a cui più dà valore sia tra noi in Aula sia tra le persone che seguono da casa. Fa un po' ridere usare questo termine, perché sembra che siamo dentro un reality.
Prima il Consigliere Allemano citava l'arte della maieutica e diceva che significa indicare la verità. In realtà, la maieutica non è quella maieutica vuol dire tirare fuori le convinzioni. E noi siamo contenti che voi le stiate tirando fuori e che possiamo confrontarci su quelle.
Probabilmente avete già la risposta giusta dentro di voi, ma dovete soltanto tirarla fuori.
Noi, per fortuna, abbiamo un'ostetrica che di maieutica ne sa qualcosa e quindi speriamo di riuscire a convincervi alla fine di questa discussione a votare questo emendamento, perché tutti noi, alla fine, potremmo convenire sul fatto che sia l'unica risposta che possiamo dare ai piemontesi. Grazie.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Non so se ho la risposta giusta oppure no, però vorrei riportare su un piano pragmatico la questione, visto che anche il partito a cui sono iscritto ai massimi vertici ha abbracciato la tesi dell'equiparazione dello status del Sindaco del capoluogo della Regione con quello del Consigliere regionale.
Quindi, ho provato nei mesi scorsi, proprio conformemente ad un ordine del giorno che in qualche modo avevamo condiviso, a provare a fare l'equiparazione, pur con le difficoltà del caso legate a legislazioni diverse.
Cosa accade al Sindaco del capoluogo, cioè Torino? Lo dico perché per noi il capoluogo è la Città di Torino. Innanzitutto si deve partire da un decreto statale che fissa, per classi demografiche, l'indennità dei Sindaci, che per un Comune delle nostre dimensioni ammonta a 7.100 euro lordi, comprendendo anche le riduzioni del 10% e del 3% che, nel corso degli ultimi anni, si sono accumulate sul decreto originario del 1999.
Attenzione: guardiamo il decreto nazionale, non ciò che la singola persona effettivamente percepisce, perché in giro per l'Italia nel passato era possibile aumentare lo standard nazionale. Poi sono arrivate le riduzioni obbligatorie per legge o per alcuni, perché magari cumulano altri redditi o non si mettono in aspettativa e percepiscono meno indennità, ma cumulano con un altro reddito. Quindi, lo standard a decreto, che è un punto oggettivo di riferimento, è 7.100 euro, arrotondandolo al centesimo.
Secondo il Testo Unico degli Enti locali ogni Comune versa, rispetto all'eletto, l'equivalente dei contributi che, se si tratta di un dipendente in aspettativa, il datore di lavoro avrebbe versato; mentre se si tratta di un lavoratore autonomo, è una misura forfettaria stabilita secondo alcuni coefficienti.
Se prendiamo come riferimento il cittadino comune, cioè le aliquote applicate e le percentuali di trattenuta che, in parte, sono fatte sul lordo e, in parte, sono a carico del bilancio, farebbe circa 1.700 euro al mese.
In aggiunta, il Sindaco cumula una mensilità di trattamento di fine mandato a carico del bilancio dell'Ente, non a carico dell'indennità percepita. Se prendiamo la cifra di 7.100 e la dividiamo per 12, fa 590 euro al mese. Il totale, che è circa 9.500 euro al mese, è il costo che il Sindaco della città capoluogo, in questo caso Torino, a carico dell'ente di cui è Sindaco.
Immaginare che sia rivoluzionario equiparare i due status, anche per rispetto a quei tantissimi cittadini che non hanno il lavoro, o ce l'hanno con gli stipendi che conosciamo, lo trovo demagogico, ma sia che lo diciate voi sia che lo dica qualche referente o rappresentante del mio partito.
Da questo punto di vista, quindi, la demagogia è bipartisan.
In questo discorso escludo i rimborsi spese, che, com'è bene noto, nel caso di un Sindaco sono a carico del bilancio dell'ente.
Discorso a parte è se il capoluogo è Città metropolitana, perch presiedono anche la Provincia, quindi magari hanno spese che la Città metropolitana non può pagare, e allora potrebbero essere rimborsate dal bilancio del Comune in cui è Sindaco (se un domani saranno senatori, non oso immaginarlo).
Veniamo al costo attuale del Consigliere regionale.
Se voi fate i conti, il risultato è all'incirca lo stesso. Già oggi senza alcun tipo di modifica e con una sperequazione che è il rimborso spese forfettario che è alto, troppo alto, perché non essendo tassato sparisce anche dall'imposizione fiscale, cioè dall'IRPEF.
Nello studio del progetto di legge, in assenza di una norma nazionale che per esempio sul lato previdenziale dica delle cose, il rischio, anzi la certezza, è che l'attuazione di una legge regionale che equipari oggi lo status del Consigliere regionale a quello del Sindaco capoluogo faccia, sì percepire al netto, a ciascuno di noi, meno di quanto non si percepisca oggi, ma determini un costo, a carico del bilancio dell'ente, cioè della Regione, superiore a quello di oggi.
Ecco perché, in assenza di una norma nazionale, ad oggi non ce la siamo sentita di depositare il progetto di legge, e non perché non siamo capaci a fare delle valutazioni o a fare due conti.
Per questo motivo chiediamo che si tratti in modo organico in un progetto di legge e non a spot con singoli emendamenti alla legge sulla semplificazione o sulla legge finanziaria o sulla legge bilancio o chissà dove.
Ultima considerazione.
La diretta streaming è davvero utilissima, perché i cittadini che ci seguono vedono che, oltre al tema dell' indennizzo, c'è anche un tema di efficienza e di lavoro di quest'Aula.
Se un cittadino ci osserva, e vede che per ogni emendamento proposto intervengono dieci persone a dire tutte e quante la stessa cosa, dilatando i tempi oltre modo per assumere le decisioni (ricordo che il 30 aprile è il termine ultimo in cu finisce l'esercizio finanziario), forse avrebbero da ridire anche su questo nostro modo di interpretare il ruolo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Non volendo, il Consigliere Appiano, entrare nel merito della riduzione degli stipendi perché non lo vuole e non lo può fare in diretta dove tutti lo possono vedere, ovviamente interviene sull'efficienza dell'Aula, per cui secondo lui noi non dovremmo.
Siccome le opposizioni non hanno altro metodo che l'ostruzionismo e la proposizione ed argomentazione di emendamenti per far valere le loro ragioni, allora noi dovremmo star zitti e lasciare che sia la Giunta sia la maggioranza procedano con il loro programma senza proferire parola tranquillamente.
Ma la sinistra in Regione, quand'era all'opposizione, non ha fatto lo stesso, vero? Non ha fatto ostruzionismo becero per ostacolare i provvedimenti? Ha fatto esattamente la stessa cosa, perché questo è il ruolo dell'opposizione; quindi questa argomentazione va rigettata in tutti modi.
Sul merito della riduzione degli stipendi, che noi abbiamo fatto circostanziata, in diverse proposte scendeva da 8.000 di indennità mensile a 5.000, ma nessuno ha argomentato, dall'altro lato della maggioranza in quest'Aula, e le cose che abbiamo sentito dire in Commissione bilancio anche piuttosto stucchevoli, non si sono ripetute qui.
Noi invece ripetiamo quanto detto in Commissione, perché pensiamo di poterlo fare e non ci vergogniamo. Evidentemente qualcuno dell'altra parte si vergogna delle cose che dice nelle aule quando non lo sente nessuno.
Andate a dirle in piazza invece che in Commissione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Ho visto che il pomeriggio si sta movimentando, si è un po' movimentato.
Ho seguito attentamente gli interventi dei colleghi e mi aspettavo anche un intervento del Consigliere Gariglio: non è ancora intervenuto, ma sono sicura che tra poco interverrà.
Detto questo, vorrei riprendere il discorso dei rimborsi.
Il collega Allemano parlava di spese elettorali, di rimborsi elettorali e di campagna elettorale.
Sinceramente parlando, io non metto in dubbio l'onestà individuale di ciascuno; noi (mi permetto di dire "noi" come Movimento 5 Stelle, perch quando noi parliamo, parliamo in generale) non entriamo nel merito personale di ciascuno, perché ogni persona è libera di fare quello che vuole ed è anche una questione di coscienza, perché ciascuno, in cuor proprio e in coscienza propria, conosce e sa bene quali sono i passi e le spese che ha effettuato.
Non voglio entrare nel merito, però chiedo a quest'Aula un po' più di coerenza, perché quando si dice che non sono state effettuate grosse spese durante la campagna elettorale, questo mi fa sorridere e un po' arrabbiare.
Io in campagna elettorale ho speso la cifra di 120 euro (in realtà sono stata anche un po' sfortunata perché ho trovato una tipografia che aveva i prezzi un po' più alti, un po' più cara rispetto ad altri, altrimenti avrei speso 90 euro).
Abbiamo fatto la nostra campagna elettorale nelle piazze, per le strade parlando con la gente, cercando di capire quali fossero i loro problemi.
Sicuramente non abbiamo organizzato cene; non abbiamo organizzato mega aperitivi. Tra l'altro, non con i soldi propri, ma con i rimborsi del partito si sono organizzati tanti banchetti, banchetti conviviali (tra l'altro un giorno sarei voluta venire, giusto per vedere come funzionava perché non sono abituata a queste cene e a questi gran galà).
Allora non si dica che non si sono spesi tanti soldi perché non è vero perché io vedevo le facce di qualche Consigliere presente, soprattutto di una persona che in questo momento è assente, ovunque - ovunque dappertutto. La sua immagine era sui pullman e appiccicata su tutte le parti. Poi è stata anche una delusione, perché vederla dal vivo mi ha un po' delusa, era molto fotogenica ma poi, dal vivo.
E' proprio vero che bisogna guardarsi a breve distanza.
Allora mi chiedo: questa persona, o queste persone, la cui faccia era dappertutto, quanti soldi possono aver speso? Sicuramente non come la Consigliera Batzella o come gli altri miei colleghi, che abbiamo speso 100 euro, 90 euro o 120 euro.
Non prendiamoci in giro! Non sorridiamo! Non facciamo commenti un po' futili alle spalle.
Parliamoci chiaramente: io sono abituata a dire ciò che penso, nel bene e nel male, ma accetto anche le critiche, nel bene e nel male. Ma le critiche devono essere rivolte alla persona, non alle spalle: chi pugnala alle spalle è un traditore! Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Come al solito, la questione si anima quando si entra nel dettaglio.
Chiariamo, innanzitutto, che siamo venuti incontro, anche in termini provocatori, alla "sparata" di Renzi sul tema che il Consigliere regionale non dovrebbe guadagnare più del Sindaco del capoluogo. Siamo ben consci che il ruolo di un Sindaco è molto diverso da quello di un Consigliere regionale o di un Assessore regionale. Tant'è che non ci pare, appunto così vantaggioso essere stato Sindaco o che, automaticamente, questo voglia dire essere un buon Presidente di Regione, tanto per dirne una che non c'entra niente! Entriamo nel merito delle questioni che sono state citate dal collega Appiano, perché se vogliamo fare i conti, li facciamo.
Vogliamo parlare di cosa vuol dire, per un Consigliere regionale prendere uno stipendio paragonabile a quello di un comune dipendente? Parliamone.
Facciamo un lordo; a quel lordo si applica un'aliquota INPS del 39 circa, che corrisponde alla parte contributiva. Pongo un esempio su quello che abbiamo fatto per noi: noi ci teniamo 2.500 euro netti. Abbiamo calcolato, come lordo, circa 4.096 euro circa; su quella cifra abbiamo applicato il 39% ed è venuto fuori 1.600 euro circa di contributi. Noi abbiamo arrotondato a 1.500; li mettiamo da parte, sapendo che al termine dell'aspettativa (chi ce l'ha o chi ha altre casse), si dovrà fare il recupero degli anni di aspettativa (io, per esempio, sono in aspettativa a contributi e retribuzione zero).
A fine legislatura, quindi, se non sarò rieletto ritornerò al mio lavoro - ammesso che esista ancora - e dovrò fare il recupero degli anni in cui sono stato qua (dal punto di vista previdenziale). Certo che piacerebbe essere trattati come qualsiasi lavoratore dipendente. Ma bisogna capire che cosa vuol lire "equa retribuzione". Perché come ha detto il Consigliere Allemano, all'interno della nostra retribuzione ci sono quasi 5.000 ricchi euro di rimborso forfettario.
Io vengo da Peveragno (dista 12 chilometri da Cuneo), e faccio un'ora e mezzo di viaggio se uso l'automobile: dico subito che non ho un'automobile particolarmente economica, perché è un vecchio carcassone del 2001 turbodiesel, ma non ho i soldi per comprarmene un'altra. Se vengo tutti i giorni in Consiglio con l'automobile, col rimborso ACI - esistono le tabelle standard ACI - ricevo circa 900 euro al mese di rimborso per il trasporto.
Ma esiste anche il treno: l'abbonamento Cuneo-Torino, compresi i bus di Torino (il vecchio abbonamento Formula) costa 120,50 euro. Quindi non sono 5.000 euro! È per questo che porteremo avanti anche una battaglia. Non volete parlare di rimborsi? Allora facciamo il piè di lista, come si fa in qualsiasi azienda e con qualsiasi dipendente! Io vengo da un'azienda che viene denominata "carrozzone pubblico".
Ebbene, in CSI Piemonte il rimborso è a piè di lista. Anzi, si sconsiglia di usare l'auto propria se sono disponibili i mezzi pubblici (quindi non viene riconosciuto il mezzo proprio se è disponibile il mezzo pubblico) e non si usa il taxi se ci sono altre alternative. Anzi, il taxi tendenzialmente non si usa. Questo è il "carrozzone pubblico".
In altre aziende è anche peggio: per mangiare, ad esempio, è previsto un ticket, che - lo ricordo a tutti - a livello nazionale è stato definito al massimo di sette euro. Rientriamo nei parametri? Non ci rientriamo! Definiamo l'emolumento: quale deve essere il lordo di un Consigliere regionale? Non pensiamo al Sindaco o a queste cose qua, che sono le balle che ci sparano da twitter o da altro del grande fuffologo nazionale! Facciamo, piuttosto, un ragionamento. Noi abbiamo detto di ridurlo del 38%: è una cifra per parlarne! Ma allora parliamone. Non facciamo azioni ridicole come quella di proporre una riduzione complessiva del 10%, quando in realtà, ci è cresciuto del 20% per il rientro dei soldi del vitalizio che è stato abolito peraltro da Monti; perché non ce lo siamo aboliti noi non abbiamo mica le palle per abolire qualcosa! Se no, si presentano i ricorsi! Con 10.000 euro in busta paga abbiamo paura dei ricorsi! Smentiamola, per favore, di prenderci in giro. Se vogliamo fare dei ragionamenti seri, ci mettiamo ad un tavolino: non c'è bisogno di 12 mesi basta fare i conti; piuttosto si prende un consulente se proprio non siamo capaci a farli, ma ci sono migliaia di dipendenti in Amministrazione! Cavolo, saremo capaci di fare due conti su cosa vuole dire mettere su una retribuzione dignitosa? Facciamolo, magari, in relazione allo stipendio medio di un italiano, cioè 1.200 euro al mese netti. Facciamo quattro volte quello? Mi sembra già ciccia! È già più di quello che prendiamo noi (noi abbiamo deciso due volte quella cifra).



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Arrivati a questo punto della discussione non saprei che dire. Nel mio intervento, rispondendo al Vicepresidente Ravetti, non si celava assolutamente nessuna provocazione. Forse un po' di esasperazione - quella sì - per le difficoltà con cui si approvano i provvedimenti, o addirittura si propongono dei provvedimenti. Quando sento dire dal collega Appiano che coloro che sono in streaming possono vedere le tempistiche con cui approviamo i documenti, ben venga: questa è la democrazia. Noi diciamo sempre che un conto sono i costi della politica, altro discorso sono i costi della democrazia.
Ben venga, quindi, che i cittadini seguano i nostri lavori; ben venga che si veda come vengono approvati i provvedimenti e come si discute in Aula.
Se si discute in aula, o, meglio, se c'è questo "muro contro muro" in aula, è perché è mancata la discussione prima. Questo deve essere evidente (per noi lo è, ma deve essere evidente a chi ci ascolta). Vuol dire che precedentemente è mancato un percorso. Infatti la discussione che avete fatto a livello di Gruppo consiliare o, forse, di maggioranza, non è stata portata ovviamente a livello di Assemblea. Noto la differenza, ad esempio sulla celerità del tavolo sulla legge elettorale: ci si è attivati subito ci si è già riuniti; anzi, è arrivato l'invito per il secondo incontro! Certo che è positivo, però altri tavoli, invece, non si convocano mai, non si va mai avanti. È strana come cosa! Di nuovo il paragone va al piano nazionale, dove si sta facendo un gran cancan sulla legge elettorale, come se fosse la priorità per il Paese, o per il Piemonte. È ovvio che è più importante la legge finanziaria e la legge di bilancio per la Regione Piemonte, rispetto alla legge elettorale idem si potrebbe dire su tante altre cose a livello nazionale. Però noi stiamo facendo delle proposte di riduzione, anche minime.
Anche se risparmiamo un milione di euro, come chiedeva anche più di un Gruppo dell'opposizione (e forse anche qualcuno della maggioranza), con un taglio dei vitalizi di cui discuteremo dopo, sono tutte risorse che entrano nelle casse della Regione Piemonte.
Non è che stiamo facendo un danno alla Regione Piemonte! Stiamo chiedendo un efficientamento della Regione Piemonte. E visto che siamo in una situazione difficilissima - abbiamo aumentato l'addizionale IRPEF stiamo facendo tagli alle politiche sociali, ai trasporti, allo sviluppo al welfare, all'ambiente - non mi sembra che siano proposte fuori dal normale! Siamo in un periodo di contingenza - temo anche strutturale fuori dal normale. Siamo in una situazione di difficoltà economica tremenda, che richiede prese d'atto forse un po' al di sopra delle righe.
Probabilmente, dieci anni fa nessuno avrebbe chiesto (noi lo avremmo fatto lo stesso) e insistito sulla riduzione dei costi della politica.
Perché oggi si chiedono così fortemente? Proprio perché siamo in una situazione di difficoltà economica e finanziaria.
È ovvio, poi, che non sono questi gli strumenti risolutivi della situazione di crisi di bilancio delle Pubbliche Amministrazioni. Però sono anche un segnale. Infatti, è stata recepita una riduzione. Ma, come ricordava il collega Campo, aveva comportato un aumento, perché era stata eliminata la detrazione del 20% sui vitalizi ed era stata applicata una riduzione del 10%. In pratica, gli stipendi sono aumentati del 10%.
Noi abbiamo chiesto di poter almeno riportare il netto alla busta paga di prima, e continueremo a farlo, perché ci sembrano cose normali in un momento di particolare crisi economica. Questo rinsalda anche i rapporti tra elettorato e cittadini.
E' ovvio che in un momento diverso - com'è stato negli anni '70, '80 '90, 2000 - gli stipendi sono sempre aumentati. Però veramente sarebbe anche interessante, a questo proposito, avere una qualche possibilità di sondare l'opinione pubblica, perché io non sono spaventato dall'opinione pubblica; non credo che ci direbbe: "Andate gratuitamente". Una volta spiegato in maniera corretta, nessuno andrebbe a dire questo. Ma guardate che nemmeno noi andremmo a dire: "Guardate che i Consiglieri regionali non fanno niente", perché qualcuno ha insinuato questo; noi andremmo a spiegare che molti di noi lavorano dalle 9 di mattina a mezzanotte, che c'è il territorio, ci sono le serate, ci sono i convegni e le assemblee, ci sono i documenti da studiare, le Commissioni, i lavori dopo le Commissioni, ecc.
Non è che noi andiamo a dire che i Consiglieri non fanno nulla, perch questo andrebbe a detrimento nostro. Diciamo semplicemente che in questo momento di difficoltà forse ancora qualcosina da fare ci sarebbe.
La mancanza di discussione che c'è in Aula, quindi, riflette - come ho detto - questa carenza di dibattito in Commissione o comunque nei tavoli di discussione sull'argomento. E' un tema che coinvolge tutti: facciamo una discussione che coinvolga tutti, ma arriviamo ad una soluzione rapida; poi questa non metterà d'accordo tutti, ma arriviamoci. Non operiamo, come avevamo detto mesi addietro - e chiudo, Presidente - una riduzione immediata, dicendo che poi a breve arriverà un altro efficientamento. Se così non accade, infatti, stiamo un po' prendendo in giro l'Assemblea, chi l'ha detto e gli elettori.
Dico solo questo, sommessamente. Senza alcuna provocazione particolare perché, se volessimo provocare, useremmo strumenti ben diversi (come i colleghi della scorsa legislatura ricordano) - esprimiamo semplicemente una volontà di dialogo, che però non trova sbocco e quindi usa toni un po' più forti del normale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie.
Volevo astenermi da questo dibattito, perché ci siamo già ripetuti più volte. Essendo stato chiamato in causa dalla collega Batzella, però, non vorrei che il mio silenzio suonasse come scortesia e mancanza di attenzione nei suoi confronti: non vorrei che questo comportasse poi uno sconcerto e un "rompete le righe" nei banchi dei colleghi del Movimento 5 Stelle.
Allora, siccome sono chiamato in causa, non mi sottraggo a rispondere e con molta pacatezza, con il tono che usava il collega e mio omonimo Bono voglio ribadire una cosa che abbiamo detto più volte e che credo per noi sia la bandierina da cui non ci si può muovere e da cui non abbiamo intenzione di muoverci.
Non solo noi abbiamo detto in campagna elettorale - l'ha detto il Presidente della Regione e l'ha detto ciascuno di noi - che avremmo equiparato il trattamento economico del Consigliere regionale a quello del Sindaco del Comune capoluogo, ma abbiamo fatto qualcosa in più: abbiamo inserito questo elemento in un progetto di riforma costituzionale che abbiamo votato alla Camera e al Senato. Anzi, colgo l'occasione di invitarvi a parti inverse - visto che ieri, quando avete ricevuto l'sms, vi siete tolti la giacca e avete portato anche qui una parte del "nobile" spettacolo che c'è in Parlamento, bloccando il Consiglio - a inviare un sms ai vostri colleghi in Parlamento, chiedendo loro di aiutarci ad approvare celermente una riforma costituzionale che, tra i tanti benefici che contiene, reca anche una statuizione molto chiara, che addirittura porta a livello di Costituzione il fatto che la normativa di legge stabilisce il trattamento economico dei Consiglieri regionali e lo fa in modo da non poter superare il trattamento economico del Sindaco.
Allora, voglio dire questo perché noi qui siamo persone che hanno l'aspirazione di scrivere una pagina di storia futura. Stiamo portando avanti questo progetto di riforma del Paese - parlo come partito e non come Gruppo consiliare - che può legittimamente non piacere, che pu legittimamente essere criticato, ma di cui non può essere disconosciuta la grande ambizione, quella di cambiare le fondamenta del nostro modo di operare e di essere; per alcuni sarà in peggio, noi crediamo di farlo in senso positivo.
Dentro questo progetto, la riscrittura delle normative del trattamento economico dei Consiglieri noi l'abbiamo messa direttamente in Costituzione.
E abbiamo stabilito che d'ora in poi questa normativa sarà definita con legge dello Stato - che sarà ancora una legge bicamerale, perché nel nuovo complesso di competenze costituzionali questa sarà una legge approvata anche dal Senato federale -, che stabilirà che non si potrà superare il trattamento economico del Sindaco del Comune capoluogo, pena il vizio di incostituzionalità; l'unico modo per evitare un aggiramento o una furbizia era vincolare questo elemento direttamente in Costituzione e l'abbiamo fatto, operando anche una forzatura.
Noi, quindi, lì arriveremo e in questo intendimento c'è anche il fatto che va risolto - com'è stato risolto per tutti gli Amministratori comunali il problema del loro trattamento previdenziale, per lo meno di coloro che diventano Amministratori comunali avendo una posizione previdenziale propria. Così com'è stato fatto per i Sindaci e per i Consiglieri comunali l'equiparazione porterà il legislatore nazionale a dover fare questa equiparazione anche per i Consiglieri regionali. E lì noi arriviamo: lì noi arriviamo. L'abbiamo scritto e, anche a suon di fiducie, arriveremo lì. Pu piacere o non piacere, ma lì vogliamo arrivare e lì arriveremo.
E penso si stia dando l'idea, oggi e nei giorni passati, che tutto si può dire al Partito Democratico nella conduzione dell'attuale Presidente del Consiglio, meno che non ha la determinazione di provare a realizzare le cose che annuncia.
Allora, posto che quello è il nostro obiettivo, noi abbiamo la massima volontà e disponibilità di anticiparlo qui, compatibilmente con le difficoltà di tanti colleghi che hanno posizioni previdenziali proprie e che ad oggi non sono assolutamente garantiti.
Questa, dunque, non è la saga dei miserrimi che stanno lì a dire: "Sposto la scadenza, opero la riduzione un mese o due mesi dopo per lucrare un po' più di retribuzione". Non è questo il nostro problema. Noi siamo disposti - e lavoriamo e studiamo per farlo - ad anticipare una soluzione purché sia una soluzione che consenta di non complicare la vita a coloro che sono in una situazione di sofferenza previdenziale, non economica.
L'ultimo elemento riguardante l'aspetto del trattamento economico dei Consiglieri regionali, che da questo punto di vista non soffrono, è il problema che abbiamo di fronte, cioè l'aspetto previdenziale; e noi ci faremo carico di trovare una soluzione che possa tenere su questo fronte.
La porteremo avanti, sapendo che il nostro obiettivo, che realizzeremo in questo Paese, passa attraverso una riforma costituzionale e una legge ordinaria della Repubblica italiana che andrà una volta per tutte a normare questo aspetto in modo uniforme per tutte le Regioni, dalla Sicilia alla Valle d'Aosta.
Se i colleghi del Movimento 5 Stelle vogliono cimentarsi a collaborare per trovare le soluzioni a problemi concreti e ci aiutano nel tentativo.
BONO Davide (fuori microfono) Perché non mettete la fiducia anche qui?



GARIGLIO Davide

No, qui la fiducia non l'abbiamo, altrimenti ovviamente l'avremmo già messa, sulla Legge finanziaria: non l'abbiamo e quindi siamo qui.
Se però c'è la disponibilità e la volontà dei Consiglieri del Gruppo 5 Stelle a lavorare per trovare una soluzione su questi punti, siamo ben lieti di lavorare insieme; se no, ci faremo carico noi di trovare una soluzione con le forze che ci stanno e in questo Consiglio regionale questa norma verrà approvata; e sarà perfettamente coerente con il disposto della riforma costituzionale, che non è ancora legge cogente ma per noi lo è già perché è un atto politico e anche giuridico - visto che in parte l'abbiamo votata - che ci vincola.
Se i colleghi del Movimento 5 Stelle hanno legittimamente deciso di fare su questo argomento qualche seduta di Consiglio per fare un po' di campagna elettorale, lo comprendo, fa parte delle prerogative e delle titolarità di ciascuno. Lo comprendo: è vostra facoltà, potete liberamente farlo.
Vorrei che ci fossero toni di rispetto per il lavoro dei colleghi Consiglieri regionali, che sono qui come portatori di storie, di vita e di esperienze di lunga data, con grandi fatiche alle spalle. Tutti insieme qui, si sta lavorando per dare un contributo alla nostra regione, impegnati in uno sforzo collettivo grande: quello di trovare una risposta ad una regione che ha un bilancio di oltre dieci miliardi di euro con grosse sofferenze. In questo, c'è anche l'impegno a normare tale vicenda.
Questo impegno l'abbiamo assunto e non ci sottraiamo; capiamo che l'opposizione può decidere d'intervenire anche con questi meccanismi - è legittimo, fatelo pure - ma, ad un certo punto, quest'Assemblea deve stringere su una proposta che sia seria, sostenibile e che assicuri la possibilità per tutti, anche per chi proviene da una famiglia povera, di fare il Consigliere regionale, avendo, non il trattamento economico (questo non è mai stato il problema), ma, anche dal punto di vista previdenziale e retributivo, una situazione di garanzia, che oggi purtroppo la normativa attuale - causa le scelte fatte nella scorsa legislatura, troppo affrettate non garantisce.
Su questo, noi ci siamo. Su questo, il Partito Democratico si è impegnato e mantiene il proprio impegno. E' un obiettivo che raggiungeremo qui, in questo Consiglio, con una legge regionale che presenteremo e approveremo e - spero il prima possibile - con una riforma costituzionale che, anche su questa vicenda, ponga finalmente la parola fine.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, procediamo con le votazioni.
Vicepresidente Reschigna, vuole esprimere un parere su questi emendamenti? Prego, ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

La Giunta non esprime un parere, perché è materia riservata all'intervento legislativo del Consiglio, però intende esprimere un apprezzamento, perché mi sembra che l'ultimo intervento del Capogruppo Gariglio apra alla possibilità che il Consiglio regionale - e su questo la Giunta sarà parte di un lavoro comune - trovi una soluzione al tema in oggetto.
Ritengo sia un impegno importante e coerente con le dichiarazioni che il Presidente Chiamparino, il Presidente Laus e il Capogruppo Gariglio avevano fatto, su questo tema.
Auspichiamo veramente che su questo tema si arrivi ad una soluzione equilibrata (ma ritengo che, con la buona volontà di tutti, arriveremo a questo risultato) e non sia più un elemento sul quale il Consiglio regionale debba tornare ad ogni provvedimento legislativo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Colleghi, come avete notato, la Presidenza vi ha concesso un ampio dibattito. Siamo andati di là dei tempi previsti, perché era necessario approfondire la questione e abbiamo ritenuto opportuno derogare.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 9 Consiglieri hanno votato NO 34 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 12 ter Emendamento rubricato n. 14) presentato dai Consiglieri Bertola, Bono Frediani, Batzella, Valetti, Mighetti, Campo, Andrissi: Dopo l'articolo 12 del disegno di legge 83 è inserito il seguente: "Art. 12 ter (Modifica alla legge regionale 15 dicembre 2014, n. 21) L'articolo 1 della legge regionale 15 dicembre 2014, n. 21 Riduzione dell'assegno vitalizio è sostituito dal seguente: Art. 1 (Corresponsione dell'assegno vitalizio) Ai Consiglieri e ai loro beneficiari non è più corrisposto e non è più erogato l'assegno vitalizio né la quota di assegno vitalizio Gli assegni vitalizi già in essere, alla data di entrata in vigore della presente legge, sono erogati sino al raggiungimento dell'intero ammontare dei contributi versati".
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Assessore Reschigna, io e lei siamo uomini pratici: vogliamo solo far risparmiare qualche soldo alla Regione. Anche lei, in Commissione, mi aveva detto: "Ho visto i vostri emendamenti sui costi della politica, magari qualcosa riusciamo già a realizzare nella legge finanziaria: lo vuole anche il Presidente Chiamparino".
Noi siamo un po' pragmatici: volevamo far risparmiare un po' di soldi alla Regione. Non mi ero accorto che il Partito Democratico - e chiedo scusa, ovviamente, ai colleghi - invece, su questo, vuole scrivere una pagina di storia: Ubi maior minor cessat, come si suol dire! Nel nostro piccolo, volevamo solo far risparmiare un po' di soldi alla Regione e, invece, qui si vuole scrivere una pagina di storia! Attendiamo che venga scritta questa pagina di storia e, quando avremo una Costituzione devastata, la criticheremo; se non altro, leggeremo un articolo che stabilisce che lo stipendio dei Consiglieri regionali è equiparato a quello del Sindaco della città capoluogo.
Un senatore piemontese del PD ha dichiarato: "A Roma stiamo semplificando la Costituzione". Si vede che lui - leggendola la prima volta non l'ha capita e ha ritenuto di doverla semplificare. Beh, è comprensibile, pertanto, quando ci ritroveremo la Costituzione disastrata ce ne rallegreremo! Noi volevamo e vogliamo far risparmiare qualche soldo alla Regione anche sulla questione dei vitalizi. Non siamo venuti incontro al Partito Democratico - nostro malgrado - perché non c'era una proposta diversa, da parte della maggioranza, rispetto alla riduzione abbastanza risibile applicata lo scorso autunno, con una sorta di contributo di solidarietà, in percentuale.
Noi proponevamo e proponiamo una riduzione drastica o, in alternativa come con quest'emendamento, l'abrogazione retroattiva, perché non riteniamo giusto che una persona che ha fatto il Consigliere regionale per cinque anni percepisca - come minimo - una pensione di 3.000 euro lordi. Lo scorso autunno c'è stata una discussione a questo riguardo e la maggioranza era addivenuta alla decisione di stabilire solo un contributo di solidarietà altrimenti i Consiglieri avrebbero fatto ricorso.
I Consiglieri hanno fatto ricorso comunque, nonostante un rappresentante dell'Ufficio di Presidenza fosse andato a contrattare un piccolo contributo di solidarietà con l'Associazione ex Consiglieri. Non è bastato, pertanto, la tanto sbandierata libertà di indipendenza, che dovrebbe essere garantita dalle laute retribuzioni dei Consiglieri regionali, in quel caso non è stata garantita: in quel caso non si è stati liberi e indipendenti. Alcuni Consiglieri hanno annunciato ricorso: tanto valeva avere un po' di coraggio in più.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Il tema dei vitalizi è un tema che si protrae almeno dal 2010.
Presidente Laus, forse si ricorderà quando alla fine del 2010, dopo Natale, nella sessione di bilancio di previsione, affrontammo il tema dei costi della politica e ci fu un siparietto "simpatico" con la distribuzione di banconote facsimile ai colleghi Consiglieri che non volevano ridursi lo stipendio ed eliminare il vitalizio.
Avevo un po' precorso i tempi, per scrivere una pagina di storia, molto piccola, una paginetta, sottotitolo della Regione Piemonte, nel senso che due anni dopo è arrivato Monti (anche le pagine di storia scritte da Monti si dimenticano in fretta, purtroppo in Italia ancora di più) che a livello nazionale fece una legge in cui si diceva che, se non si toglievano i vitalizi e si riducevano gli stipendi, sarebbero stati tagliati i trasferimenti statali alle Regioni; un po' come dire: o lo fate o lo fate! Infatti, venne eliminato il vitalizio, ma dalla X Legislatura, cioè da questa, quindi, i legislatori della IX decisero di togliere il vitalizio ma dalla successiva. Questo fu l'unico modo per far passare l'eliminazione del vitalizio, altrimenti i Consiglieri della IX Legislatura non avrebbero mai fatto uno sgarbo a loro stessi.
Quindi, sollevo un problema, visto che si discute sempre di leggi e di potere legislativo, anche nelle assemblee regionali, a partire dal 2001 però forse sorge un problema su queste autoregolamentazioni: servirebbe un soggetto terzo che possa decidere degli stipendi e del trattamento economico degli amministratori stessi, o dei dirigenti stessi. Come noi decidiamo del trattamento economico dei C.d.A. delle partecipate della Regione Piemonte, forse ci dovrebbe essere qualcuno che decide del nostro trattamento economico. Penso che siamo d'accordo almeno su questo ragionamento, perché è un conflitto d'interesse enorme. E' madornale pensare che noi decidiamo sul nostro trattamento economico.
Oggi ci sarebbe un po' meno il conflitto di interessi per decidere sul vitalizio degli ex Consiglieri, visto che i Consiglieri odierni erano in misura minima anche Consiglieri della IX Legislatura. Su 50, penso che i Consiglieri già presenti nella scorsa legislatura siano sette o otto quindi vi è stato un notevole ricambio. Sono rimasto molto perplesso notando che si cercava di addivenire sì a un documento condiviso con tutte le Regioni, ma che questo documento fosse molto timido: è un documento che riduceva del 5%, 9%, 10% al massimo se un vitalizio arrivava a 7-8.000 mila euro.
Sulla pagina "Organizzazione e Amministrazione trasparente del Consiglio regionale" - devo dire un po', come si dice in vulgata "imboscata" - si trova la pagina con l'elenco dei percettori dei vitalizi.
Sfido chiunque a trovarla, perché è veramente difficile da trovare. Ce ne sono 193, per un costo di quasi otto milioni di euro l'anno, totalmente non coperti da versamenti e da contributi di Consiglieri odierni. Otto milioni di euro. Pensate tutti cosa potremmo fare nel bilancio della Regione Piemonte con otto milioni di euro a favore di politiche per i piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Di nuovo, arriviamo al tema vitalizi.
Come già espresso precedentemente, la questione è importante, perch risorse significative sono oggi devolute a garantire quello che è un privilegio. Un privilegio che appare sempre più odioso man mano che la crisi e la situazione economica complessiva si mangiano posti di lavoro, si mangiano retribuzioni, si mangiano contributi previdenziali e possibilità di avere una pensione.
Quindi, a noi pare - di nuovo - che con la solita manfrina del dire "interverremo in maniera più strutturale, faremo qualcosa di più significativo, ma serve tempo, bisogna studiare e bisogna pensarci" e collateralmente, del dire "abbiamo paura che ci facciano una causa" si rimanda l'argomento sine die facendo una "riformina" palliativa che sposta il problema e non lo affronta.
La situazione attuale, con quello che è stato approvato alla fine dell'anno scorso, vede un provvedimento minimale, che peraltro comporta un risparmio per le casse della Regione abbastanza irrisorio, a fronte degli otto milioni che sono una risorsa importante perché - ricordo - che per ricavarne circa 11 andavamo a rinegoziare i mutui con la Cassa Depositi e Prestiti, rimettendoli tutti a trent'anni; non solo irrisorio, ma anche temporaneo, perché ci limitiamo al respiro di questa legislatura, quindi scaduta la legislatura, "gabbato lo Santo", torniamo al privilegio.
Allora, di nuovo, siamo qui a farvi un invito, perché dove, se non nella Legge Finanziaria e nella programmazione del bilancio annuale e pluriennale, si può pensare di inserire un provvedimento che permette di recuperare risorse economiche eliminando una cosa che è un privilegio quindi sostanzialmente inutile dal punto di vista della struttura economica della Regione Piemonte? Una spesa sostanzialmente improduttiva, quando avremmo invece bisogno di risorse per fare investimenti produttivi, per incentivare creazione di posti di lavoro, per aiutare coloro che hanno bisogno di essere aiutati nella nostra società, coloro che oggi spesso sono abbandonati a loro stessi, in condizioni economiche e sociali estremamente disagiate e di cui, invece, si fa scempio e ci si dimentica, riducendo tutto a numerini e a percentuali per minimizzare i problemi e massimizzare quel poco che si riesce a fare. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei , collega Campo.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Credo che anche questa vicenda dei vitalizi abbia dimostrato una certa timidezza da parte di questo Consiglio regionale.
Nel momento in cui c'è una sentenza della Corte Costituzionale del 1994 che dice che il vitalizio non è un'indennità previdenziale e che, nel caso di necessità economica, una Regione può intervenire su questo fronte, credo che bisogna agire con maggiore decisione, andando a sanare quella che sicuramente è un'ingiustizia, rispetto ad un principio di equità, a confronto del trattamento che, invece, hanno ricevuto in questi anni i nostri concittadini italiani, se pensiamo che con la riforma Fornero sono stati creati centinaia di migliaia di esodati.
Considerando anche il fatto che, come diceva il mio Capogruppo Consigliere Bertola, gli ex Consiglieri hanno già fatto ricorso, si tratterebbe di restituire il capitale versato in modo graduale nel tempo consentendo agli ex Consiglieri di versare, giustamente, questi soldi, se lo ritengono, direttamente all'INPS e, quindi, di potersi formare una pensione contributiva, più rinforzata da questi possibili versamenti. Si sanerebbe così un'ingiustizia perché, a fronte di versamenti che consentirebbero di avere indennità di un importo decisamente contenuto dopo solo cinque anni si ricevono 3.000 euro lordi.
Penso che questa sia un'ingiustizia che vada sanata, ma abbiamo tutto il tempo e tutta la possibilità per farlo, considerando che gli ex Consiglieri hanno già fatto ricorso. Allora, ricorso per ricorso, diamo maggiore significato alla nostra azione. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Anch'io sono della stessa idea del Consigliere Andrissi. Tanto il ricorso è fatto, a questo punto restituiamo quanto i Consiglieri hanno versato e diamo un altro segnale forte. Un segnale, ma anche un modo per reperire delle cifre che sicuramente farebbero comodo al bilancio regionale.
Credo che tutti conveniamo sul fatto che il vitalizio sia un privilegio e infatti è stato abolito a partire da questa legislatura. Su questo conveniamo tutti. Si tratta di compiere un atto chiamiamolo di coraggio, ma dovrebbe essere tale, dovrebbe essere una logica conseguenza per finalmente - abolirlo anche retroattivamente.
Provo anche un po' di fastidio leggendo sui giornali dichiarazioni di ex Consiglieri che, magari, sono stati coinvolti nella cosiddetta "Rimborsopoli", che oggi lottano con le unghie e con i denti per avere il loro vitalizio.
Trovo che sia anche un danno gravissimo all'immagine del Consiglio regionale vedere queste persone che cercano in tutti i modi di ottenere il più possibile dal mandato svolto. Sarebbe anche una questione di dignità e di pudore, anche considerando che uno dei principali problemi della nostra regione è proprio legato al fatto che ci sono tantissimi lavoratori over 50 che si trovano in un momento della loro vita in cui risulta difficile trovare un impiego. Per ovvi problemi di età non riescono a reinserirsi nel mondo del lavoro e non hanno ancora maturato il diritto della pensione.
A fronte di queste situazioni, è assolutamente imbarazzante leggere certe dichiarazioni che vediamo riportate dai giornali e pronunciate da ex Consiglieri regionali, che non si arrendano e non vogliono rinunciare a questo assurdo privilegio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento ed altri che presenteremo, forniremo un ventaglio di proposte rispetto alla riduzione o eliminazione dei vitalizi.
Siamo ormai di fronte all'evidenza. L'evidenza che non basta fare una riduzione piccola, parziale, cosmetica e temporanea per non avere i ricorsi degli ex Consiglieri. Quando ci siamo confrontati la prima volta sul tema si paventava il pericolo del ricorso dei Consiglieri: se eliminiamo i vitalizi, o se li riduciamo in maniera cospicua, ci faranno ricorso i Consiglieri. Bene, i ricorsi sono arrivati. E' aperta una sorta di battaglia e, a questo punto, non serve più essere timidi, bisogna alzare la testa e fare delle scelte coerenti con i tempi soprattutto. Scelte coerenti con il mandato che questi stessi Consiglieri hanno portato avanti durante la loro vita politica.
La loro vita politica si è conclusa, ma percepiscono un vitalizio che è uno strumento non più attuale. Uno strumento che doveva premiare chi ha reso un servizio allo Stato per cui ha perso qualcosa. Il vitalizio è nato per gli eroi di guerra, per i mutilati, per chi ha dato allo Stato più di quanto ci si poteva aspettare, più di quanto la normalità concedeva. Queste persone hanno reso un servizio, un normalissimo servizio, come può fare un qualsiasi dipendente pubblico, un dipendente privato che paga le tasse.
Hanno fatto politica, hanno assolto al loro ruolo e adesso dovrebbero percepire una pensione come percepiscono tutti. Invece, percepiscono un vitalizio che è un orpello del passato mondo politico di cui noi ci vogliamo liberare in maniera concreta e per lo più definitiva.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
L'aspetto importante su cui vorrei invitare a riflettere è la responsabilità personale delle scelte che si fanno in un consesso politico ma anche le responsabilità di chi non è più in politica, ma influenza le scelte di quest'Aula. Che ci si metta tutti la faccia. Mettiamoci la faccia proprio sotto le scelte che vengono prese.
Le stesse cose che si dicono qui, le stesse cose che si dicono nelle Commissioni, dobbiamo essere in grado di dirle tranquillamente di fronte a qualsiasi platea, senza paura del giudizio politico delle persone, anche se sono impopolari. Scelte difficili ma impopolari vengono, comunque riconosciute come tali, se necessarie, dalla maggioranza della popolazione.
Noi abbiamo fiducia nei cittadini che misure drastiche, ma comprese come necessarie, devono essere presentate ai cittadini perché questa è la trasparenza e la democrazia e, nei peggiori dei casi, vi sarà la morte politica di una persona, ma non certo la morte fisica.
So che molte persone temono questo, ed è proprio per questo che abbiamo inaugurato questo corso di cittadini prestati alla politica, ed è anche questo il motivo perché non abbiamo assolutamente timore di rivendicare le nostre idee e le nostre azioni. Nessuno di noi si è fatto un programma di vita in queste aule pensando di vivere tutta la vita praticando il mestiere del legislatore o, comunque, una qualunque carica pubblica. Siamo di passaggio, facciamo delle scelte, giuste o sbagliate che siano, che ci verranno riconosciute, ci vengono riconosciute, ma poi finisce lì. Dopo di noi verrà qualcun altro.
Quello che conta di più è, essenzialmente, che dietro ogni scelta ci sia una persona e sia riconducibile a quella persona, ci sia una conoscenza personale del Consigliere o del Parlamentare.
Chiediamo semplicemente di mettere la faccia sulle scelte che si fanno.
Crediamo che sarà un po' più semplice per tutti ed eviterà di arrampicarsi sugli specchi quando si va a votare qualcosa in cui non si crede neppure.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Emendamento rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Bertola, Bono Frediani, Batzella, Valetti, Mighetti, Campo, Andrissi: Dopo l'articolo X del disegno di legge 83 è inserito il seguente: "Art. 12 ter (Modifica alla legge regionale 15 dicembre 2014, n. 21) 1 L'articolo 2 della legge regionale 15 dicembre 2014, n. 21 Riduzione dell'assegno vitalizio è sostituito dal seguente: Art. 2 (Rideterminazione del trattamento economico) 1. A decorrere dal 1° gennaio 2015, tutti i trattamenti mensili lordi di assegno vitalizio corrisposti ai consiglieri regionali sono ridotti secondo le seguenti percentuali progressive: del 20 per cento per l'importo fino ai 1.500,00 euro dell'ulteriore 30 per cento per la parte compresa tra i 1.501,00 euro fino a 3.500,00 euro dell'ulteriore 40 per cento per la parte compresa tra i 3.501, 00 euro e i 6.000,00 euro dell'ulteriore 50 per cento per la parte superiore ai 6.000,00 euro.
2. A coloro che sono titolari di altro assegno vitalizio erogato dal Parlamento italiano o dal Parlamento europeo non viene erogato alcun ulteriore trattamento derivante dall'assegno vitalizio.
3. I commi 1 e 2 si applicano anche ai trattamenti mensili lordi delle quote di assegno vitalizio corrisposte agli aventi diritto.
4. Il comma 2 dell'articolo 5 della legge regionale 28 dicembre 2011, n. 25 (Modifica alle leggi regionali 13 ottobre 1972, n. 10 'Determinazione delle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta regionali', 3 settembre 2001, n. 24 'Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri regionali' e 31 dicembre 2010, n. 27 'Rideterminazione dell'indennità dei Consiglieri regionali') le parole 'a decorrere dal 1 gennaio 2016' sono sostituite dalle seguenti 'a decorrere dal 1° gennaio 2020'.
5. Le riduzioni di cui ai commi 1 e 2 non trovano applicazione per i consiglieri regionali ai quali è corrisposto l'assegno vitalizio mensile e che hanno un reddito di lavoro complessivo annuo inferiore o pari a 18.000,00 euro, come risultante dalla dichiarazione dei redditi o dal CUD dell'anno precedente".
Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Sarò breve, perché gli interventi di coloro che mi hanno preceduto sono stati completi ed esaustivi.
Volevo dire due parole riguardo ai vitalizi. Nella scorsa legislatura il Partito Democratico non era la forza di maggioranza, ma di opposizione tra l'altro, rispolverando i vecchi articoli ho letto le battaglie e l'interesse che c'è stato a proposito dell'abolizione dei vitalizi. Quando è entrata in vigore la legge sull'abolizione dei vitalizi - quindi parliamo di dicembre 2011 - la Regione Piemonte era tra le sette Regioni ad avere abolito il vitalizio.
Quello che chiediamo è che l'abolizione dei vitalizi avvenga in data retroattiva e non solo sia valida per quest'attuale legislatura, ma che vengano aboliti i vitalizi in data retroattiva, verranno restituiti tutti i versamenti effettuati ai fini pensionistici dei Consiglieri che hanno effettuati i versamenti, però io credo che si deve proprio partire da qui.
Il mio pensiero, mentre parlo, va ad altre persone. Innanzi ai miei occhi, ho l'immagine stampata di tante altre persone, di tutti i cittadini secondo me, anche tutti i Consiglieri qui presenti dovrebbero tornare indietro con il tempo e pensare a quando non erano Consiglieri, a quando si faceva un altro tipo di lavoro, a quando c'erano speranze, e abbiamo ancora speranze per un futuro migliore. Magari, dobbiamo tornare indietro e pensare ai nostri genitori, pensare a tutti coloro che ci hanno preceduto e a tutte le battaglie che sono state fatte.
Penso a tutte le persone che hanno effettuato grandi battaglie e che adesso, purtroppo, ahimè, non ci sono più, se avessero la possibilità di ritornare in vita, credo che, veramente, si metterebbero le mani nei capelli, per non usare altri termini.
Io sono italiana e sono nazionalista, credo.



(Commenti in aula)



BATZELLA Stefania

Credo nella mia terra natale, che è la Sardegna, però credo anche nella mia terra d'adozione, che mi ha accolta a braccia aperte, che è il Piemonte.
Tornando alla questione - mi fate un po' uscire dal discorso - credo Presidente e colleghi, che, veramente, si debba lavorare seriamente e tempestivamente per l'abolizione di questi vitalizi, ma lo dobbiamo fare in nome del popolo piemontese, perché siamo la Regione Piemonte e rappresentiamo i cittadini piemontesi.
Lo dobbiamo fare per i piemontesi, per una volta diamo il buon esempio diamo un segno: noi dell'attuale legislatura non prendiamo i vitalizi qualora fosse in vigore la legge rifiutiamo i vitalizi. Però, per rendere equa questa legge, che è vigente, cerchiamo di proporre degli emendamenti o, comunque, formuliamo una legge che possa andare bene per tutti. Aboliamo i vitalizi e poniamoci allo stesso livello di tutti i cittadini, in nome del popolo piemontese e in nome dell'Italia. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

E' destino che debba parlare dopo la collega Balzella.
In poche parole, noi non rifiutiamo la sfida che ci viene posta con questo emendamento, quando abbiamo detto che vogliamo affrontare la questione delle retribuzioni, soprattutto del trattamento previdenziale dei Consiglieri, che è il vero scoglio. Voglio anche dire che noi non ci fermiamo rispetto a delle sfide che, fino ad oggi, alla classe politica sono sembrate insuperabili. La vicenda dei vitalizi degli ex Consiglieri che non vale per quelli che sono entrati in questa legislatura, ma per coloro che hanno ricoperto la carica nelle scorse legislature - è un problema aperto, ma non è un dogma.
Noi abbiamo dei diritti acquisiti, che sono inattaccabili, su cui possiamo intervenire - lo abbiamo già fatto - con un provvedimento legislativo che, conformemente ad un accordo nazionale, ha ridotto i vitalizi per le persone che già li percepivano. Lo abbiamo ridotto massicciamente, in modo anche, onestamente, un po' sperequato, se vogliamo anche ingiusto, per coloro che cumulavano due vitalizi, quello da parlamentare e quello da Consigliere regionale, senza verificare quale fosse l'ammontare, attraverso una norma un po' frettolosa, che aveva una sua ratio, che potrebbe essere rivista.
C'è ancora tutto un tema che non abbiamo toccato, quello dei Consiglieri che hanno l'aspettativa di ricevere un vitalizio, ma che non lo hanno ancora percepito e non lo percepiscono, esattamente come il sottoscritto.
Signor Presidente, per noi questo non è un dogma. Quelle persone hanno versato dei soldi, che sono stati trattenuti dal loro stipendio, avrebbero potuto al termine del mandato portarselo a casa e investirselo come volevano, ma non lo hanno fatto, lo hanno lasciato qui. Quei soldi sono nella disponibilità del Consiglio regionale del Piemonte; non possiamo sottrarre loro dei soldi che hanno versato, quindi sono soldi loro, per non è detto che questi soldi debbano essere tramutati in un vitalizio e che non possano, invece, essere oggetto di una riflessione al nostro interno per valutare cosa conviene alla comunità, se pagare loro un vitalizio o restituirglieli e non pagare il vitalizio. Sicuramente, dal punto di vista matematico, la seconda soluzione è più conveniente per l'ente pubblico, in una logica di lungo periodo, quindi restituire le risorse e non pagare il vitalizio.
Siamo disponibili a ragionare. Anche qui, è una cosa che vogliamo fare non da primi della classe, ma tutti insieme, siamo disponibili al confronto; non è certo su questo che il nostro Gruppo consiliare si tirerà indietro.
Però, anche qui, si deve uscire dalla demagogia e dalla logica dei colpi di teatro. Abbiamo già fatto un intervento sugli ex Consiglieri che in qualche modo, è stato compiuto frettolosamente, determinando una sperequazione di trattamento. Su questo ragioniamo, ma abbiamo una missione più alta in questo momento: votare il documento finanziario e quello di bilancio da cui dipende il destino di quattro milioni e mezzo di nostri concittadini.
Però, questo è un tema su cui quest'Aula può intervenire, cioè il Presidente del Consiglio, insieme all'Ufficio di Presidenza, può essere anche un utile mediatore per arrivare a questa soluzione. Noi siamo disponibili a dialogare anche su questo tema, non abbiamo pregiudizi, non abbiamo preclusioni, non abbiamo paura di scatenare anche qualche arrabbiatura su di noi.
Se è una cosa che serve alla nostra comunità la facciamo, ma con serietà, valutando e soppesando i pro e i contro, cercando di renderci conto che dietro queste scelte ci sono uomini e donne che hanno dedicato parte della loro vita alla politica, lo hanno fatto - pensate un po' - con la stessa passione, intelligenza e lungimiranza della collega Balzella! E come tale, amando noi la collega Balzella, vogliamo amare e tutelare anche loro, quindi questa cosa la faremo rivolgendo attenzione al bene della comunità e al bene dei tanti colleghi che, come la collega Balzella, ogni giorno qui portano, con pazienza, dedizione e molta capacità di relazionarsi con tutti, il loro prezioso e insostituibile contributo al bene della nostra comunità. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gariglio, per la sua chiarezza.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale l'Assessore Reschigna , a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Do la stessa votazione sull'emendamento rubricato n. 9).



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 9).



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Non l'avete già illustrato?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

C'è stata la discussione su entrambi, altrimenti non avrei potuto dare la parola al Consigliere Gariglio.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola per dichiarazione di voto.



BERTOLA Giorgio

Svolgo la dichiarazione di voto. Va beh che li bocciamo, però.
Finora stiamo rimanendo sul merito, se vogliamo proseguire i lavori fino alla prossima settimana tutte le notti, basta dirlo.
E' interessante quanto riferito dal Consigliere Gariglio, perché ha detto che non è un dogma abrogare i vitalizi per chi, in qualche modo, in questo momento non ha il vitalizio e non lo percepisce, ma ha solo l'aspettativa di percepirlo.
Accolgo con favore questo cambio di prospettiva, con vero favore, e pongo due domande. Siccome ha detto che hanno intenzione di affrontare la questione, innanzitutto domando quando e, in secondo luogo, dove, perché di questo abbiamo già parlato nella sede opportuna, che è la Commissione bilancio, la I Commissione. L' autunno scorso ne abbiamo riparlato in Aula e le opinioni del Partito Democratico erano diverse, tant'è vero che la nostra proposta è stata bocciata.
Quindi, il modo per discuterne c'è stato, non si è voluta recepire questa proposta. E' sempre possibile farlo, però a questo punto magari stabiliamo dei tempi certi. Magari dopo l'approvazione del bilancio e della Legge Finanziaria, ci vediamo in Commissione e riparliamo di vitalizi salvo che anche su questo il Partito Democratico non voglia scrivere una pagina di storia. Magari telefoniamo a Renzi e facciamo mettere anche i vitalizi in Costituzione, perché anche su questo dobbiamo scrivere una pagina di storia e ci metteremo qualche anno.
Però sono contento che questi sei mesi che sono passati nel frattempo siano serviti ai membri del Partito Democratico per riflettere su questo.
E' sempre bello vedere che si è d'accordo sulle cose, che però non si votano, dicendo che non è la sede più opportuna. Poi quando ci si trova nella sede opportuna si dice di "no". Questo è un gioco che fa spesso la Giunta ed è un gioco che non sfugge nemmeno alla maggioranza: tanto qui sulla fronte abbiamo tutti scritto "Jo Condor" e va bene così!



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 Consiglieri votanti 30 Consiglieri hanno votato SÌ 8 Consiglieri hanno votato NO 22 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 12 quater Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Frediani, Bono Valetti, Campo, Batzella, Mighetti, Bertola: Dopo l'articolo 12 del disegno di legge 83 è inserito il seguente: "Art. 12 quater (Modifiche alla legge regionale 27 gennaio 2015, n. 1) Dopo il comma 2 dell'art. 9 (Norme in materia di razionalizzazione dei costi del personale) della legge regionale 27 gennaio 2015, n. 1 (Provvedimenti per la riqualificazione della spesa regionale) è aggiunto il comma 3 che recita: 3. Al fine di pervenire ad una riduzione dei costi del personale gli enti strumentali, gli enti ausiliari, le agenzie regionali provvedono utilizzando gli strumenti legislativi a disposizione, a ridurre, ove superiore, il rapporto tra numero di dirigenti e personale dipendente che non deve essere inferiore a 1 a 16".
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani per l'illustrazione; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ritorniamo sul discorso che abbiamo iniziato questa mattina in merito alla razionalizzazione dei costi del personale, ma ho il sospetto che anche questo emendamento verrà bocciato. Se non altro mi si dà l'occasione di discuterlo e mi sembra già un grosso passo avanti, visto l'andazzo che c'è in Aula, per non parlare di quello che c'è a Roma.
L'emendamento recita: "Al fine di pervenire ad una riduzione dei costi del personale gli enti strumentali, gli enti ausiliari, le agenzie regionali provvedono, utilizzando gli strumenti legislativi a disposizione a ridurre, ove superiore, il rapporto tra numero di dirigenti e personale dipendente che non deve essere inferiore a 1 a 16".
Stiamo sempre parlando delle posizioni dirigenziali e, nell'ottica di un contenimento dei costi e di una razionalizzazione del personale crediamo che sarebbe opportuno intervenire, riducendo il rapporto tra il numero di dirigenti e il personale dipendente. Questo si ricollega ovviamente a quanto detto stamattina e al discorso di un piano complessivo di riorganizzazione del personale, cui sappiamo che l'Assessore Reschigna sta già pensando o, comunque, ha già pensato.
Crediamo sarebbe opportuno ridurre queste posizioni dirigenziali considerando che a queste posizioni corrisponde anche una retribuzione più alta rispetto a quella del resto del personale. Questo va inquadrato nell'ottica di una riorganizzazione del personale, argomento che peraltro verrà affrontato successivamente con i due Assessori in una fase successiva di riforma.
E' comunque uno spunto di riflessione su cui vorremmo confrontarci con la Giunta. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Chiaramente questo emendamento ha una sua valenza nell'ottica di un'ottimizzazione di quelli che sono i costi della macchina amministrativa se pensiamo che nel corso degli anni nel settore pubblico si sono accumulate tutta una serie di distorsioni del sistema, che hanno portato ad avere molti più dirigenti di quelli che, in realtà, l'Amministrazione necessita. Sono dirigenti che paghiamo molti soldi in più rispetto ad un normale funzionario.
Questo in Piemonte, forse, è successo con minore intensità rispetto ad altre Regioni, però è successo anche qui. Dobbiamo ammetterlo e dobbiamo prenderne assolutamente coscienza, ma soprattutto dobbiamo incominciare a contare, perché finché rimaniamo nell'ambito della descrizione qualitativa non risolviamo il problema.
Dobbiamo mettere in campo il cosiddetto pallottoliere e incominciare a vedere dove questi rapporti ottimali non sono rispettati, dove questi rapporti ottimali non si possono rispettare perché ci sono nuclei di partecipate, di società o di settori che sono troppo piccoli e sono formati sostanzialmente dai soli dirigenti.
Quindi, bisogna procedere ad accorpamenti e ad ottimizzazioni, che sono il futuro per la nostra Regione, perché senza queste ottimizzazioni continueremo a spendere più di quanto possiamo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questo emendamento interviene su una legge che abbiamo approvato nel mese di gennaio di quest'anno. Era la legge regionale sulla riqualificazione della spesa. Ovviamente c'erano dei provvedimenti anche sulla razionalizzazione dei costi del personale, perché uno degli obiettivi della nostra Regione è quello di ridurre da qui a poco i costi per il personale.
Uno degli elementi su cui, a nostro avviso, bisogna agire è il numero dei dirigenti sul totale del personale. Abbiamo fatto una ricognizione e abbiamo verificato che, in alcuni casi, ci sono dirigenti che nella loro struttura hanno pochissimo personale. Abbiamo studiato un po' di casi e abbiamo visto che una media corretta potrebbe essere quella di uno a 16 che è una media che pare di buon senso, anche se in realtà si potrebbe fare di più.
Per questo proponiamo con l'emendamento di riuscire ad operare una riorganizzazione, utilizzando gli strumenti legislativi che la Regione ha a disposizione, e a ridurre, ove sia superiore, questo rapporto per arrivare in un tempo consono ad un rapporto di uno a 16.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento riprendiamo il discorso dell'organizzazione perché una delle cose che salta subito agli occhi, per chi si trova ad avere a che fare con il pubblico, è il fatto che gli organigrammi non paiono rispondere ad effettivi criteri di organizzazione.
Questo riguarda sia l'ente sia le società da esso dipendenti o partecipate. Io parlo anche per esperienza personale, essendomi trovato per una parte della mia attività lavorativa in CSI, in una struttura in cui c'era un dirigente, un quadro e due dipendenti (uno dei quali ero io).
E' chiaro che forse non quadra il conto delle risorse, se bisogna pensare che ci sia una sostenibilità della struttura aziendale, così come di qualsiasi struttura di lavoro, tra chi organizza e dirige, chi ha responsabilità organizzative di vario genere e chi alla fine lavora (perch poi a volte succede che chi organizza e dirige non aiuta poi tanto il lavoro, ma queste sono considerazioni a margine).
Il problema - e ne ho conferma dal fatto che qua non se ne parli mai se non in termini di fare andare in pensione un po' di gente e di ridurre il numero dei dirigenti - è che non si ragiona su cosa effettivamente serve all'interno di un Assessorato, o all'interno di una società partecipata.
Tra l'altro, il nuovo "scandalone" del modo con cui vengono fatte le nomine, per cui l'organo che di solito dovrebbe dare indirizzo e controllo può essere composto da chicchessia, anche privo di qualsiasi requisito, ci porta ad evidenziare e a sottolineare che forse il nostro emendamento è una proposta, un'idea, un mettere sul tavolo un'altra esigenza importante.
Per quanto riguarda l'Agenda digitale, non mi stancherò mai di ripetere che continuiamo ad ignorare - lo vediamo anche nei discorsi recenti sugli obiettivi dei direttori della sanità - il problema di costruire il sistema per poter fare il lavoro che un ente di Governo oggi deve fare e che i suoi strumenti, che sono le partecipate o gli enti in cui esso stesso partecipa e che controlla, devono poter fare.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come dicevano i colleghi, sono emendamenti che vanno nell'ottica della razionalizzazione dei costi del personale, quindi si inseriscono nell'articolo 9 della legge recentemente approvata, la n. 1 del 2015 del 27 gennaio, "Provvedimenti per la riqualificazione della spesa regionale".
Si chiede di inserire un limite nel rapporto tra il numero dei dirigenti e il personale dipendente, non solo nei settori della Regione Piemonte, ma anche negli enti strumentali, enti ausiliari e le Agenzie regionali. Questo per evidenti motivi di corretto funzionamento degli enti ausiliari, strumentali ed Agenzie regionali tout court, che permetta di avere dirigenti che lavorino con finalità evidenti, quindi finalizzati in obiettivi, e con un numero congruo di dipendenti per poter raggiungere queste stesse finalità.
Si tratta, quindi, di un coordinamento strutturale che possa servire anche come numero di rapporto numerico tra dirigenti e dipendenti, per raggiungere quegli obiettivi fondamentali per il funzionamento della Regione Piemonte, anche tramite la propria emanazione di Agenzie, entri strumentali ed enti ausiliari.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
E' un emendamento che porta avanti un discorso di questa mattina sulle norme di razionalizzazione del costo del personale. Si vuole raggiungere quello che è un rapporto ottimale tra le figure dirigenziali e i componenti degli uffici che fanno riferimento alle figure dirigenziali.
Mio padre ha lavorato per anni in un'azienda americana, la IBM, in cui i numeri erano molto diversi, rispetto a questi di uno a 16, e rispetto alle figure dirigenziali. Io sarei anche un po' più drastico, però iniziamo ad arrivare a questo rapporto. Diciamo che il vizio italiano, laddove paga Pantalone, è che ci sono più ufficiali che truppa. Purtroppo questo è un vizio che si ripete in un po' tutti i settori pubblici.
E' importante, quindi, arrivare ad una razionalizzazione per ridurre le spese di una macchina al quanto complessa, che va controllata e verificata in tutti i dettagli in continuazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Un buon equilibrio dentro la struttura della Regione, ma anche delle società che le sottintendono, è indice di una buona efficienza di spesa come in qualunque azienda privata.
Noi abbiamo fissato il limite di uno a 16, tra dirigenti e sottoposti.
Ci è sembrato l'equilibrio più ragionevole ed anche alla ricerca di un consenso condiviso, per evitare di avere veramente un eccesso di personale di alto livello, con tutto quello che comporta per i costi, ma anche perch ci pare una cosa abbastanza seria, che probabilmente doveva essere pensata prima nella revisione della spesa.
Con questo emendamento miriamo a semplici criteri di efficienza.
Anch'io, come il Consigliere Campo, ho lavorato a lungo in CSI, e ho visto la degenerazione di un sistema per cui la struttura dirigenziale talvolta non è del tutto meritocratica, tendendo ad inserire più posizioni di quelle effettivamente necessarie.
Questa è una pratica molto diffusa in tutti gli ambiti del pubblico e delle partecipate del pubblico.
Ci sembra quindi un bel segnale per dare un taglio alla spesa inutile degli enti e delle partecipate.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Emendamento rubricato n. 74) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: Il comma 1 dell'articolo 17 della legge regionale 27 gennaio 2015, n. 1, è sostituito dal seguente: "1. Al fine di conseguire gli obiettivi di razionalizzazione dei soggetti partecipati e migliorare l'efficacia delle azioni a protezione del territorio, la Giunta regionale è autorizzata ad adottare le misure necessarie e opportune per costituire l'Agenzia Foreste e Territorio della Regione Piemonte, organismo di diritto pubblico ed a partecipazione interamente pubblica, il cui personale è costituito dai dipendenti dell'Istituto per le Piante da Legno e l'Ambiente (IPLA S.p.A.), dagli addetti alle sistemazioni idraulico-forestali della Regione Piemonte nonch da dipendenti regionali.".
Dopo il comma 1 dell'articolo 17 della l.r. 1/2015, è inserito il seguente: "1 bis. Al personale dell'Agenzia di cui al comma 1 si applicano i rispettivi contratti in essere negli Enti di provenienza.".
Il secondo comma dell'articolo 17 della l.r. 1/2015 è sostituito dal seguente: "2. La Giunta regionale adotta i provvedimenti volti all'attuazione degli obiettivi di cui al comma 1." Il terzo comma dell'articolo 17 della l.r. 1/2015 è sostituito dal seguente: "3. La Giunta regionale provvede ad elaborare le proposte necessarie all'attuazione dei disposti dei commi 1 e 2 ed all'estinzione dell'Istituto per le Piante da Legno e l'Ambiente (IPLA S.p.A.) entro giugno 2015.".
5. La rubrica dell'articolo 17 della I. r. 1/2015 (Integrazione delle funzioni dell'IPLA, dei suoi impiegati e degli operai forestali della Regione nella costituenda Agenzia Foreste e Territorio), è sostituita dalla seguente (Agenzia Foreste e Territorio).
Ha chiesto la parola l'Assessore Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

L'emendamento 74) interviene su un provvedimento già stato assunto dal Consiglio regionale, che era quello che indicava, come obiettivo, la costituzione dell'Agenzia forestale regionale.
Al fine di dare attuazione a quel tipo di obiettivo, su cui stiamo lavorando anche in modo fortemente trasversale con gli Assessori Ferrero e Valmaggia e in parte anche il sottoscritto, con questo emendamento interveniamo aggiungendo la norma contenuta nella legge 1 che dice che a comporre questa Agenzia forestale ci sono i dipendenti dell'Istituto per le piante da legno, degli addetti alla sistemazione idraulico-forestale della Regione Piemonte, nonché da dipendenti regionali.
Siccome questo complesso ha contratti di lavoro oggi differenti tra di loro, stabiliamo che al personale dell'Agenzia si applicano i rispettivi contratti in essere negli enti di appartenenza.
La Giunta regionale adotta i provvedimenti volti all'attuazione degli obiettivi; la Giunta regionale provvede a elaborare le proposte necessarie all'attuazione dei disposti dei commi 1 e 2 e l'estinzione dell'Istituto per le piante da legno entro giugno 2015.
Con quest'emendamento, che non fa altro che dare possibile attuazione a quanto contenuto nella legge 1, riteniamo di dover andare velocemente verso la costituzione dell'Agenzia regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che non si possa non fare la valutazione che è già stata fatta sull'emendamento precedente.
Con l'articolo 74, sostanzialmente, istituiamo una nuova Agenzia regionale, che è l'Agenzia Foresta e Territorio della Regione Piemonte, che non solo sostituisce l'IPLA, ma, come il comma 1 prevede, è costituita dai dipendenti dell'IPLA, dai dipendenti e addetti alle sistemazioni idraulico forestali (immagino gli operai forestali) della Regione Piemonte, nonch dai dipendenti regionali.
Stiamo parlando di un'Agenzia che ha un bilancio complessivo di svariati milioni di euro e che ha, in realtà, una serie di compiti che, se li guardiamo in modo meramente sostitutivi dell'esistente, ha in sé gli operai forestali e l'IPLA. Se cerchiamo di guardarli con una modalità che peraltro, se non erro, è anche oggetto di una proposta di legge del Partito Democratico, si può valutare in modo diverso.
A parti invertite, l'Assessore Reschigna forse ricorderà che proprio su un emendamento in tal senso noi ritenemmo che l'istituzione di una sorta di Agenzia della green economy poteva essere un aspetto positivo. Io non sempre la penso allo stesso con il mio Presidente di Gruppo, ma credo che sia un aspetto positivo.
Il luogo ideale sarebbe una legge ad hoc; su questo il Vicepresidente non può che concordare.
Mi sembra, però, che spostarlo al collegato, con le tempistiche che ci siamo dati, sia la modalità più confacente. Capisco i problemi di tempistica, che non riguardano gli operai forestali, ma i dipendenti dell'IPLA. È anche vero, però, che con gli emendamenti che per esempio ha presentato la maggioranza - l'emendamento integrativo delle risorse relativamente ad IPLA - un periodo di "ponte" si può tranquillamente affrontare, provando però a costruire un'Agenzia dove non si va ad individuare solo chi sono i dipendenti, sebbene sia un aspetto importante ma anche quali sono i fini dell'Agenzia, vista la tematica così significativa e largamente intesa della green economy. Non va dimenticato che IPLA è sì l'Istituto Piante da Legno, ma abbiamo una serie di eccellenze in termini di capacità professionali che non si occupano solo di attività di forestazione.
Pertanto, facendo una valutazione che è positiva rispetto alla creazione di questa Agenzia, sarebbe meglio non trattare la questione in finanziaria, ma spostarla al collegato, o, ancora meglio, con una legge ad hoc, con le urgenze che la Giunta ritiene di avere, anche per affrontarla in maniera più seria.
Oggi qui definiamo una cornice, ma per noi sarebbe interessante sapere quale prospettiva l'Assessore Reschigna, che in qualche modo si è fatto portatore delle esigenze della Giunta, ma anche l'Assessore Valmaggia, nel merito intendono dare all'Agenzia.
Così, se mi permettete, è un po' un atto di fede, piuttosto che una valutazione di merito rispetto all'Agenzia in sé.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze (fuori microfono)

L'emendamento è ritirato, lo inseriamo nel collegato.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 74) è ritirato: verrà inserito nel collegato.
È stata accolta la suggestione del collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Oggi, durante la Conferenza dei Capigruppo, mi è sfuggito un passaggio sul minuto di silenzio su quanto successo in Nepal. Lo faremo domani mattina.
I lavori riprendono alle ore 20.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.05)



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