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Dettaglio seduta n.61 del 28/04/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(Alle ore 14.31 la Vicepresidente Ruffino comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Ottria.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 83, inerente a "Legge Finanziaria per l'anno 2015"


PRESIDENTE

Proseguiamo la discussione generale sul disegno di legge n. 83, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire per quanto riguarda i costi della politica.
I costi della politica sono un grosso problema nella nostra nazione.
Uno studio del 2003 ha evidenziato che in Italia si spendono oltre 23 miliardi di euro, all'anno, per i costi della politica. Volendo si possono risparmiare tra i sette e i dieci miliardi di euro semplicemente riducendo o, comunque, abolendo le auto blu, i soldi dei trasporti, i rimborsi. Per arrivare alla Regione Piemonte, vorrei citare anche i vitalizi.
Come già esposto dal nostro Capogruppo Bertola, che ha parlato di vitalizi, noi sappiamo tutti che la legge n. 25 del 2011 ha abolito il vitalizio nella Regione Piemonte e anche in qualche altra Regione d'Italia.
In realtà, il vitalizio viene ipocritamente abolito, perché questa legge vale solo per i Consiglieri che sono stati eletti nella nuova legislatura.
Quindi chi ha avuto già un mandato elettorale, chi ha svolto un altro mandato in un'altra legislatura, percepisce ancora il vitalizio. Noi su questo abbiamo puntato e puntiamo tanto perché riteniamo che questi vitalizi debbano essere aboliti in data retroattiva, naturalmente restituendo tutti i contributi che i Consiglieri hanno versato. Si tratta di un privilegio che non tutti i lavoratori hanno. Non ho mai sentito che un avvocato, un insegnante, un operaio o un qualsiasi lavoratore di una qualsiasi categoria lavorativa abbia diritto ad un vitalizio. Non l'ho mai sentito. Questi sono dei privilegi che solo i politici hanno.
Contestiamo fortemente questo privilegio e continueremo a battere il chiodo finché è caldo batteremo con il martello su quel chiodo, affinché si possa trovare una soluzione. I politici devono fare i politici. Si fa politica perché lo si sente dentro, perché c'è una passione. Una passione innata, una passione che ci è stata trasmessa, o una passione che con il tempo può subentrare. E' un duro lavoro come tutti gli altri. E' un lavoro di grande responsabilità. C'è un duro lavoro non perché ci si spezza la schiena, ma un duro lavoro perché si hanno delle grosse responsabilità. La responsabilità di rendere conto di quello che si fa ai cittadini all'elettorato.
Se noi siamo qui è perché dei cittadini hanno creduto in noi, in quella scheda elettorale su cui hanno scritto il nostro cognome, almeno per chi è stato votato. Per chi è stato scelto nel listino da parte del presidente, è un altro discorso. Ma la sottoscritta è qui grazie a tutte quelle persone io e la stragrande maggioranza dei Consiglieri siamo qui perché ci sono delle persone che hanno scritto il nostro nome e cognome, perché credevano e credono in noi. Il nostro compito è quello di non deludere quelle persone che ci hanno fatto arrivare qui. I nostri datori di lavoro sono i cittadini, noi dobbiamo rendicontare quello che facciamo ai cittadini e dobbiamo esprimere la volontà dei cittadini piemontesi.
Insisteremo sempre su questo perché è ora di dire basta a tutti questi privilegi. Quando chiediamo, in Aula e in Commissione, anche la riduzione degli stipendi, c'è stata da parte vostra un minimo di interesse. Dico un minimo perché a dicembre avevamo preso accordi proprio in quest'Aula e si era deciso di ridursi lo stipendio del 10%. La riduzione dello stipendio del 10% fa sorridere perché è una parte minima se si pensa al taglio allo stipendio che noi del Movimento 5 Stelle abbiamo fatto; fa sorridere rispetto a quello di tutti gli altri colleghi. E' una nostra scelta, è vero: è una scelta, una volontà politica, una volontà del Movimento 5 Stelle.
Da cittadini ci stiamo stancati dei privilegi dei politici e abbiamo deciso che si può fare politica, mettendosi a disposizione del prossimo anche guadagnando uno stipendio, tra l'altro, dignitoso. Se tutti percepissero il nostro stipendio sarei ben felice perché ci sarebbe meno povertà, meno gente disperata, ci sarebbero più famiglie che vivrebbero una vita dignitosa. Conosco delle famiglie che hanno una grande dignità nonostante non guadagnino una somma esorbitante come un Consigliere regionale. Io stessa provengo da una famiglia normale, di grandi lavoratori onesti.
Credo che alla base di tutto quello che è importante nella vita non sia il denaro. Il denaro aiuta ma non è alla base di tutto. Credo che alla base di tutto ci sia l'onestà, il perbenismo, la coerenza, il rispetto, anche l'amore, Presidente Chiamparino. L'amore tra gli uomini è di fondamentale importanza. Noi qui dentro dovremmo dare il buon esempio. L'amore tra opposizione e maggioranza, dovrebbe esserci una forma di rispetto e di benevolenza fra maggioranza e opposizione. Alla fine, quello che conta sono gli obiettivi finali, arrivare a raggiungere quell'obiettivo. Quindi non dovrebbero esistere né destra né sinistra quando si vuole lavorare per il bene dei cittadini: quando si lavora per il bene dei cittadini non esiste alcun colore politico.
Detto questo, rinnovo veramente l'invito a riflettere su queste dichiarazioni che ho appena rilasciato, quindi sull'indennità economica di tutti i Consiglieri e anche sull'abolizione dei vitalizi in modalità retroattiva.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente Vorrei fare alcuni focus su alcuni argomenti che in parte sono stati trattati da questa finanziaria e in parte non lo sono stati, ma rispetto ai quali pensiamo ci sia l'esigenza che vengano affrontati.
Parto non in ordine di importanza, ma per fare un piccolo focus molto preciso sull'articolo 5, relativamente all'utilizzo dei fondi ATO.
Quest'articolo, infatti, sembrerebbe dare una precisazione in merito a quello che è avvenuto negli ultimi anni, relativamente all'utilizzo dei fondi ATO per prevenire il dissesto idrogeologico.
Nella legge n. 13 del 1997 c'era quella precisazione: era contenuto quel legame tra gli interventi e il discorso della tutela della risorsa idrica. Discernere tra interventi di difesa dell'assetto idrogeologico che difendono la risorsa idrica e quelli che non lo fanno è veramente labile e noi non pensiamo che questo articolo stravolga la realtà attuale; prima di tutto perché si tratta di un'operazione che si svolge sugli anni 2014, 2015 e 2016 e quindi non è definitiva; come seconda cosa, noi pensiamo che il problema dell'utilizzo dei fondi ATO non sia tanto questo discrimine e questo dubbio, ma pensiamo che lo strumento non abbia funzionato per una serie di motivazioni, legate ai rapporti tra Regione, ATO e Comunità montane: forse non ha funzionato il livello di controllo di questa filiera di fondi e non hanno funzionato i programmi secondo cui questi dovevano essere spesi. Questo chiaramente avviene perché non c'è una responsabilizzazione dell'utilizzatore finale dei fondi: bisogna responsabilizzare in maniera più netta e decisa le Comunità montane - e questo ci aspettavamo di trovare nell'azione della Giunta - per rendere questo passaggio tra fondi che arrivano alle Comunità montane ed effettivamente sul territorio per prevenire il dissesto un passaggio obbligatorio.
Un altro focus che desidero fare è relativo ai canoni di imbottigliamento. Noi pensiamo che dai canoni di imbottigliamento delle acque possano essere ricavate ancora delle risorse utili e a questo proposito presenteremo un emendamento, a prima firma del collega Valetti.
Pensiamo che l'imbottigliamento delle acque minerali, specie quello in contenitori di plastica non riciclata, sia sì un fenomeno che regola da un punto di vista economico alcune realtà, ma sia un sistema che, a livello di economia generale, della Regione e dello Stato, non porta ad un vero beneficio.
Oltre a questo emendamento, quindi, abbiamo elaborato anche un atto di indirizzo, che nasce da una proposta di modifica presentata in sede di Commissione e che poi abbiamo successivamente ritirato e trasformato in questo modo. Tale atto di indirizzo prevede maggiori e più stringenti "paletti" per quanto riguarda le tariffe agevolate per l'uso di contenitori ecologici.
Cosa vogliamo dire con questo? Vogliamo dire che, per quanto attiene ai contenitori in plastica che provengono da una porzione di plastica riciclata, noi crediamo sia necessario aumentare la percentuale di frazione riciclata all'interno di questi contenitori, portandola al massimo previsto dalla legge nazionale.
In secondo luogo crediamo che, in riferimento alle cosiddette plastiche biodegradabili, sia necessario fare un approfondimento, che vada in questo senso. Noi abbiamo dei contenitori biodegradabili, pubblicizzati come tali in etichetta, che in realtà lo sono solo in certe condizioni di smaltimento; se quindi abbiamo un contenitore che nella compostiera domestica non si può biodegradare, ma che si degrada solo in impianti di smaltimento dei rifiuti urbani, questa modalità di smaltimento dev'essere ben descritta in etichetta, altrimenti si correrebbe il rischio di avere due danni, quello di far pagare meno il canone di imbottigliamento e quello che, per causa dell'errata modalità di smaltimento, questo contenitore vada a finire nell'indifferenziato. Un utente che provasse a smaltirlo nella compostiera domestica e vedesse che questo contenitore - ahimè - non viene biodegradato, lo getterebbe infatti nel rifiuto ordinario.
L'ultimo focus lo faccio sui costi della politica. Non ho paura di ripetermi e nemmeno di ripetere il discorso dei colleghi, perché questa è una nostra grande convinzione, una nostra battaglia che abbiamo portato avanti da anni. Pensiamo che dei passi in avanti siano già stati fatti, ma che siano troppo timidi: che siano passi in avanti che non hanno portato ancora un risultato finale e che in realtà non hanno colpito in maniera cogente, dove dovevano farlo, ma hanno colpito parti minori della macchina amministrativa.
Mi spiego meglio. Noi siamo Consiglieri regionali e siamo l'ultima frazione del sistema che percepisce un lauto compenso; sotto di noi troviamo i Comuni e le Province. I piccoli Comuni, che costituiscono la gran parte dell'assetto del nostro Piemonte, sono fatti di Amministratori che per lo più svolgono una funzione in regime di volontariato. Io sono stato Consigliere comunale di un piccolissimo paese e al Consiglio comunale di insediamento una delle prime scelte che c'era da fare era la rinuncia al gettone, perché - detto chiaro, chiaro - se si fosse preso il gettone di presenza il Comune non avrebbe potuto reggere il bilancio.
Questi sono discorsi che valgono per il piccolissimo Comune, ma anche per quello medio, dove magari il Sindaco percepisce un piccolo rimborso spese, un piccolo stipendio che però non vale l'impegno che un Sindaco anche di un piccolo centro, deve sobbarcarsi. Non parliamo poi delle "nuove Province".
Nelle nuove Province abbiamo tutti, amministratori e Sindaci, che come secondo lavoro fanno anche il Consigliere provinciale e per quello prendono niente.
Il balzo tra un Consigliere provinciale che deve fare due lavori e magari anche il suo lavoro vero, che non è sicuramente la politica, e un Consigliere regionale mi sembra effettivamente un salto improponibile. E' un salto che non ci possiamo più permettere, non possiamo in nessun modo giustificarlo davanti agli occhi degli amministratori locali.
Chiaramente noi che ci diminuiamo lo stipendio sappiamo benissimo che il diminuirsi lo stipendio anche di una porzione cospicua non vuol dire fare una politica di serie B o una politica fatta da straccioni o di straccioni, come più volte è stata menzionata.
In ultimo, i vitalizi. Non mi sento di andare oltre sui vitalizi perché i vitalizi sono sicuramente un fardello che ci portiamo dietro e che dobbiamo eliminare al più presto per essere di nuovo credibili. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Anch'io mi voglio concentrare su alcuni aspetti di questa legge finanziaria, in particolare ritengo importante l'inserimento di una tariffa sull'attività estrattiva. Il Piemonte è una delle quattro Regioni in Italia che maggiormente producono inerti da cava (sabbia o altri materiali) e credo che la tariffa attuale, che è ferma al 3,9% rispetto ai ricavi e ai dati ufficiali della relazione cave del 2014 di Legambiente, sia una tariffazione sicuramente fin troppo contenuta, considerando il tipo di impatto che questa attività ha sul territorio.
E' un impatto che, soprattutto nelle Province di Vercelli e Novara, è altamente significativo; penso alla situazione della Valle Dora.
Quindi, credo che la Regione abbia sbagliato nell'imboccare la strada di una maggiore tariffazione sull'idroelettrico; strada che è stata bloccata da parte del Governo, però so che la Regione ha fatto ricorso.
Credo che invece bisogna andare in tutt'altra direzione.
L'ho già detto in quest'Aula che l'obiettivo della Direttiva Europea è quello di arrivare ad un recupero di almeno il 70% degli inerti entro il 2020. Considerando che oggi siamo nel 2015, se non si lavora per fare questo, ovviamente l'obiettivo non sarà raggiunto.
Per lavorare per quest'obiettivo bisogna, da una parte, aumentare la tariffa dell'attività estrattiva; dall'altra parte, in base a quanto viene riportato dalla relazione di Legambiente, credo sia importante andare ad agire sugli inerti che attualmente ricicliamo e di cui solo un 10% viene utilizzato per il ritombamento delle cave. Quindi, è importante andare ad individuare una tariffazione per gli inerti utilizzati per il ritombamento delle cave.
Questa è la strada che ha seguito la nazione più virtuosa in Europa che è la Danimarca. Quindi, credo che anche da questo punto di vista sia una strada che debba essere perlomeno valutata, considerando comunque che il giro d'affari in Piemonte è di circa 139 milioni e noi da questo tipo di attività incassiamo solamente 5,2 milioni.
Se noi andiamo a considerare il principio europeo del "chi inquina paga", credo che la proporzionalità in questo settore non venga rispettata.
Quindi, mi aspetto che su questo fronte si vada ad agire.
Sempre su questo fronte, considerando sempre il principio del "chi inquina paga", credo che la Regione debba far partire una tariffazione puntuale della produzione dei rifiuti e un premio a livello regionale per quei cittadini che fanno in modo virtuoso la raccolta differenziata. Questo consentirà a questi cittadini di avere, per quanto riguarda il pagamento della tassa sui rifiuti, una forte riduzione.
Parimenti, per quanto riguarda il dissesto idrogeologico, abbiamo letto sui giornali delle iniziative a livello regionale. Si parla di grosse cifre che arriveranno in Regione.
Sicuramente è importantissimo agire sul dissesto idrogeologico, ma la paura è che l'azione sul territorio non diventi un'operazione che consenta un maggior consumo del territorio.
La Regione Piemonte ha perso in gran parte del territorio la sovranità alimentare, cioè la capacità di autosufficienza della produzione agricola.
Quindi, spero che le azioni sul dissesto idrogeologico non siano una motivazione per un maggiore consumo di suolo, anzi a mio parere bisogna agire su una forte riduzione del consumo del territorio, magari con una legge ad hoc, che sarebbe la cosa migliore e che più volte ho proposto in Commissione ambiente.
Questa è la migliore azione preventiva per quanto riguarda il dissesto idrogeologico, cioè non andare ad impermeabilizzare nuovo territorio.
Per quanto riguarda invece i costi della politica, devo dire che purtroppo anche in questo caso si è persa la grossa occasione di eliminare in modo retroattivo i vitalizi, rispettando i versamenti fatti da parte degli ex Consiglieri.
Credo che questa sia un'azione dovuta, considerando anche la riforma Fornero e il numero di esodati che abbiamo creato in Italia, che non hanno né stipendio né pensione. Abbiamo messo senza problemi in grossa difficoltà centinaia di migliaia di cittadini e non vedo perché i politici o ex politici che siano debbano avere un trattamento di riguardo differente da quello che è stato dati ai cittadini.
Lo stesso discorso vale per le indennità nostre da Consigliere regionale. Credo che ci siano ulteriori margini per andare verso una riduzione, rispettando l'indicazione legislativa, visto che i vitalizi, in base alla sentenza della Corte Costituzionale, non erano considerati delle indennità previdenziali.
In ogni caso, non è possibile chiedere diversamente all'INPS, ai lavoratori e agli operai e poi noi Consiglieri regionali non versare soldi all'INPS, considerando anche che l'INPS va a coprire voci importanti di tutele sociali.
Quindi, ritengo dovuto ed importante mettere velocemente una pezza anche su questo fatto dei versamenti INPS da parte dei Consiglieri regionali, portando ad una riduzione dell'indennità che credo sia già ragguardevole e che anche con cifre inferiori alle attuali consentirebbe un'attività dignitosa e indipendente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Solo alcune considerazioni che intendiamo fare come Gruppo rispetto alla legge principale che si va a discutere nell'ambito dell'attività della Regione Piemonte, che è la legge finanziaria.
Devo dire che in base alla disamina effettuata, come diceva giustamente il relatore di maggioranza, nell'ambito di una discussione pacata ma anche piuttosto decisa in Commissione, evidentemente non si può che esprimere un parere negativo, sia per il fatto che per questa legge finanziaria non vi è stata una ricerca di fantasia nell'ambito dell'applicazione in un momento particolarmente complesso e drammatico, dal punto di vista economico, come quello che viviamo, in un momento in cui la politica è sempre più esaltata dalla sua funzione comunicativa, nell'ambito dei social network. Lo si vede anche nella politica nazionale, dove la comunicazione precede qualsiasi dibattito, a qualsiasi livello.
Evidentemente, nell'attività condotta dalla maggioranza e soprattutto dalla Giunta, finalizzata allo sviluppo della politica regionale, non riscontriamo elementi di novità, ma elementi di mero taglio delle risorse rispetto alle esigenze economiche e ai debiti contratti precedentemente.
Non vi sono elementi che vadano a contraddistinguere la politica regionale nell'ambito della propria attività e dell'azione della Giunta. Lo abbiamo visto anche all'interno della Commissione e ne discuteremo successivamente in sede di discussione della legge di bilancio.
La maggioranza - immaginiamo dopo il ritiro in Commissione - riproporrà in aula un maxiemendamento, che andrà a identificare dei capitoli di spesa nei quali si richiedeva un'aggiunta di denaro rispetto ad un cosiddetto "tesoretto", quantificato in 26 milioni, di cui abbiamo appreso in Commissione bilancio.
Se il maxiemendamento sarà presentato dalla maggioranza, andrà ad incidere sulla politica della Giunta, dove ci sembra non ci sia all'interno della maggioranza stessa, una soddisfazione dell'attività condotta dalla Giunta - essa stessa di maggioranza - che in sede di legge finanziaria e poi, per applicazione della stessa, in sede di bilancio dovrà essere definita.
Nell'ambito dell'attività regionale, si dimentica - ad esempio - il rapporto con i Comuni e il rapporto con le Province, che sono sparite dal dibattito. Alcune Regioni hanno scelto di attribuire una serie di funzioni che possono rimanere sul territorio; altre, viceversa, sono ritornate in ambito di gestione diretta da parte della Regione. Per quanto riguarda l'attività condotta in Regione Piemonte, non siamo a conoscenza di quali funzioni questa Giunta intende attribuire alle Province.
Venendo meno l'Ente Provincia, e quindi venendo meno un livello intermedio della rappresentanza democratica nel nostro Paese, oggi abbiamo tre istituzioni principali: i Comuni, le Regioni e lo Stato.
Relativamente ai Comuni, andremo poi ad analizzare, nella discussione dei vari emendamenti presentati, la legge n. 18, che era una legge fondamentale, soprattutto per i piccoli Comuni, i quali, attraverso il danaro loro attribuito con il finanziamento di tale legge, potevano svolgere quelle attività quotidiane al servizio delle loro comunità.
Non vi sono notizie sotto il profilo delle idee - e lo stiamo chiedendo dall'inizio dell'attività amministrativa - e quindi dell'attività che ne consegue sullo sviluppo economico in Piemonte.
Stiamo chiedendo di conoscere, inoltre, le intenzioni di questa Giunta sotto il profilo dell'applicazione della legge urbanistica o delle variazioni della stessa, anche in funzione di un rilascio, in tempi relativamente brevi, dei Piani regolatori. Pensate che i Piani regolatori (chi ha fatto l'Amministratore lo sa) vengono approvati dai Comuni in una certa data, ma passano anni prima della loro approvazione da parte della Regione: i Piani regolatori diventano operativi solo dopo l'approvazione da parte della Regione e, pertanto, vigenti nell'ambito dei Comuni.
Questo significa che un Piano regolatore, che è stato redatto secondo i principi di un determinato momento economico, diventando operativo dopo anni di discussione nell'ambito dell'attività burocratica condotta tra sede locale e sede regionale, è già vecchio nel momento in cui deve essere applicato.
Questo poteva essere un altro elemento di semplificazione che sarebbe andato ad incidere nell'ambito dei Comuni e della Regione, per portare sicuramente uno sviluppo economico e dei benefici di tipo economico anche ai nostri Comuni.
Come ho già detto, c'è il rischio che questa regione vada in crisi.
Conosco molto bene i territori da cui provengo e ritengo occorra una definizione della politica ambientale. Abbiamo la legge n. 7, che deve essere necessariamente attuata, quindi dobbiamo istituire le famose Conferenze d'Ambito. In quasi un anno di nostra presenza in Consiglio, non si sa quali sono le prospettive e quali le economie che nell'ambito di una legge importante come quella ambientale possono essere realizzate dalla Regione, portate a compimento e quindi inserite sia in legge finanziaria sia in bilancio.
Non vi è una politica strategica sotto il profilo dei lavori pubblici di questa regione: vi sono delle importanti necessità, dal punto di vista della logistica. La Regione Piemonte - lo sapete - potrebbe essere configurabile, sotto il profilo logistico, in una posizione strategica come il Veneto nel Nord-Est, dove ci sono stati diversi investimenti sia infrastrutturali sia dal punto di vista logistico, ma non sappiamo - a distanza di un anno - quale sia la politica della Regione Piemonte.
In particolare, c'era stata una richiesta della Regione Liguria e della Regione Lombardia di chiudere un Accordo di Programma, affinché il Piemonte non avendo, la Lombardia, centri intermodali - potesse fungere da centro intermodale rispetto alla ricezione o allo sviluppo delle aree logistiche in un prossimo futuro, quindi generando anche delle economie importanti sul suolo piemontese. Non sappiamo se esiste un'intesa per la firma di questi protocolli e quale sia lo sviluppo in questo senso. Anche qui, al di là degli elementi che andavano definiti sotto il profilo della politica logistica della Regione, non abbiamo colto alcun elemento positivo, con economie importanti per la politica regionale.
Infine, vi è una preoccupazione che ho espresso più volte: essendo i tagli assolutamente lineari, c'è una politica del trasporto pubblico locale in cui le province, e non la città di Torino, possono essere fortemente penalizzate se non si trovano le risorse a copertura dei contratti in essere. Questi elementi vanno a incidere fortemente sul trasporto dei cittadini che, nelle province, non hanno il beneficio che possono avere in una città importante come Torino, dove basterebbe una riduzione del passaggio degli automezzi nell'ambito della città, a favore del resto del territorio piemontese.
Tutto questo ci fa sostenere che la politica non è entrata nel merito se non applicando un taglio lineare assolutamente semplice, senza discussione e senza filosofia alcuna.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che questa discussione, che ogni tanto rischia di passare come una discussione già vista, perché siamo stati molti giorni, correttamente nelle Commissioni consiliari ad esaminare prima la legge finanziaria e poi il bilancio, rischia di essere un po' il finale di una discussione già avvenuta. In realtà, in particolar modo, questa legge finanziaria è particolarmente significativa perché è la prima legge finanziaria della Giunta Chiamparino e del centrosinistra che governa questa Regione.
Credo che da questa legge finanziaria si possano evincere una serie di aspetti.
Il primo, molto banale, ma indispensabile da ricordare (poi vedemmo anche nel merito il perché) è che governare è molto più difficile che fare opposizione. Ovviamente, dico la cosa più banale del mondo, ma vedremo come questo abbia in realtà una sua consecutio logica. Certamente governare è più complesso: nella precedente legislatura, i Gruppi di maggioranza che oggi governano la Regione e la stessa Giunta hanno fatto battaglie le più significative su alcuni temi, come per esempio la sanità, il lavoro, i trasporti, le politiche sociali e la cultura, che sono stati un po' quelli che hanno caratterizzato il dibattito durante la IX Legislatura.
Perché lo dico? Non lo dico per fare del "passatismo", ma perché il collega Rostagno, il relatore di maggioranza della legge finanziaria questa mattina diceva che sappiamo bene che la situazione è quella di un moribondo. Sappiamo chi l'ha causata; ha anche detto che non vogliamo interessarci delle cause, ma di salvare il moribondo.
Il perché delle cause e chi ha fatto il debito della Regione è molto semplice scoprirlo: è sufficiente vedere i grafici per rendersi conto dell'indebitamento che sta emergendo dal 2013 ad oggi, sommando tanto l'indebitamento iscritto a bilancio quanto quello non iscritto a bilancio.
Tuttavia, su questo concordo con il collega Rostagno, quell'aspetto interessa poco i cittadini piemontesi.
Se la precedente Amministrazione avesse attuato i suggerimenti che l'allora opposizione, l'attuale maggioranza, dava nelle discussioni di legge finanziaria oggi quel moribondo sarebbe già cadavere. Solo nell'ultima legge finanziaria avevamo emendamenti a firma Aldo Reschigna per più di 100 milioni di euro di modifica della legge stessa. E' evidente che questa è una dinamica che avviene nei partiti dell'opposizione, nel senso che si presenta un ventaglio di proposte migliorative provando a migliorare quello che in un bilancio non si ritiene positivo.
Il passaggio successivo è quello della stesura del programma elettorale, cioè un'opposizione che è stata tale nei quattro anni scrive un programma elettorale sull'esperienza che ha intrapreso. Quindi, di quel programma elettorale, se vogliamo, riferisco episodi i più fantasiosi, come per esempio "Piemonte come la Borgogna", o quelli invece un po' più pratici dove, come ricordava lo stesso collega Rostagno, si pongono alcuni accenti su alcuni temi: le politiche sociali, il trasporto, lo sviluppo economico il lavoro, le pari opportunità, il diritto allo studio. Alcuni temi ben precisi, nel programma del centrosinistra si individuano delle differenze anzi lo stesso centrosinistra vuole fare individuare delle differenze sostanziali rispetto a quella che era la gestione del centrodestra.
Arriviamo, quindi, non tanto all'assestamento di bilancio, che è una modifica di un bilancio scritto da altri, come sempre avviene, ma alla prima legge finanziaria, che è questa. Penso che nelle leggi finanziarie in particolare modo nella prima, si dovrebbe intravvedere qual è il disegno che una maggioranza ha nell'arco dei cinque anni.
Allora, riconosciamo che esiste un unico documento che è possibile definire come bilancio pluriennale o bilancio di mandato che questa Giunta si è dato, quello che oggi è diventato un allegato sulla riqualificazione della spesa. Ovviamente, verificheremo se quei numeri coincideranno e soprattutto, se saranno sufficienti a garantire un bilancio della nostra Regione in pari.
Al di là di questo, assistiamo ad una legge finanziaria (senza citare le leggi, perché è solo nozionismo) che sostanzialmente riduce drasticamente le risorse sulle politiche sociali, che riduce fortemente le risorse sui trasporti, che le riduce complessivamente sul mondo dell'istruzione, che le riduce sul mondo della cultura, che le riduce sul mondo del turismo e che riduce fortemente i fondi regionali sul mondo complessivamente inteso dello sviluppo economico e del lavoro.
Sarebbe semplicissimo, anche da un punto di vista grafico, far comprendere quanto enunciavo in premessa, e cioè che governare è più difficile che fare l'opposizione. Sarebbe sufficiente prendere la campagna del PD "Cota a casa" declinata in tutta una serie di aspetti (sanità politiche sociali, trasporti, eccetera) e se applicassimo la proprietà transitiva del marketing elettorale, dovremmo dire "Chiamparino a casa".
Perché se Cota doveva andare a casa con uno stanziamento pari a X, se ora lo stanziamento è X meno 20% è evidente che quello stesso interprete della Giunta dovrebbe andare a casa.
Tuttavia, c'è un altro aspetto che va ricordato, non solo a noi ma anche ai cittadini piemontesi: quest'anno stiamo approvando una legge finanziaria e un bilancio che partono da un presupposto e da una scommessa: quest'anno ed il prossimo anno non restituiamo le quote dei mutui al MEF.
Noi quest'anno discutiamo una legge finanziaria ed un bilancio che stanno in piedi (non discutiamo della bontà, è stata anche una manovra non contestabile) perché quest'anno e il prossimo anno non restituiamo al Ministero dell'Economia e Finanza (MEF) 160 milioni di euro, ma dovremo ricominciare a restituirli dal 2017.
Ciò significa che se saremo bravissimi - lo dico come Regione Piemonte al di là della maggioranza e dell'opposizione - nei prossimi anni faremo una riqualificazione della spesa che ci consentirà, a partire dal 1 gennaio 2017, di tenere un bilancio in ordine, dovendo ricominciare a restituire i 160 milioni di euro.
Trascuriamo l'aspetto del costo potenziale dei derivati che abbiamo in "pancia", perché è un aspetto estremamente significativo, ma fermiamoci a questo: la legge finanziaria del 2017, se ci saremo noi e se ci saranno altri, chi la discuterà, la discuterà ricominciando a consegnare 160 milioni di euro.
Allora, il bilancio del 2017, se va bene, sarà il bilancio di quest'anno, cioè non avrà molte risorse in più, perché è vero che nel 2016 estinguiamo una restituzione di bilancio da 80 milioni di euro, ma è altrettanto vero che fare tante e più economie rispetto agli 80 milioni di euro previsti non è semplice.
Quindi, le risorse sono sostanzialmente queste, per fare una cosa corretta: un bilancio che vede entrate pari alle uscite.
Dove pare, a noi, lo sforzo, al di là di significare in un primo intervento quelle che sono ovviamente le contraddizioni che uno vive facendo la maggioranza e poi l'opposizione (ma questo è anche comprensibile)? L'aspetto che secondo noi manca è una strategia di insieme. La sensazione che si ha dalla lettura del bilancio è che il Vicepresidente facendo un lavoro che è anche un po' "gramo" (così si direbbe in piemontese), cioè quello di far quadrare i conti con pochi soldi, abbia detto ai singoli Assessori qual era la dotazione economica relativa al loro Assessorato. E i singoli Assessori, relativamente a 12, 15, 21 milioni o quant'altro, hanno fatto il loro bilancio.
In realtà, una Regione che è in una situazione di difficoltà, dovrebbe individuare priorità assolute (non sempre nei cinque anni precedenti, anzi quattro, noi lo abbiamo fatto), cioè stabilire ciò che non si può non pagare, ciò che rientra negli aspetti prioritari e lasciare da parte quello che si ritiene superfluo.
L'idea è che non sia avvenuto questo (ovviamente, avremo modo di articolare meglio il concetto negli emendamenti che abbiamo presentato, che sono anche utili per focalizzare aspetti diversi). A noi pare che non ci sia una politica d'insieme e, soprattutto, ci pare che questi tre aspetti servizi alla persona, che vengono diminuiti, relazione con le Amministrazioni comunali, che sono penalizzate, e tutto il mondo del sistema economico - siano i tre grandi punti deboli (famiglie e persone Amministrazioni locali, imprese e lavoro) di questa legge finanziaria.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Guardando questa finanziaria, noi crediamo che sia arrivato il momento che la Regione dia un chiaro segno rispetto a quello che intende fare sull'economia piemontese.
Ci rendiamo perfettamente conto che viviamo un momento di grave crisi economica; ne siamo tutti consapevoli, ed emerge chiaramente anche dagli interventi di chi mi ha preceduto. Ma non so se tutti abbiamo la stessa idea su come uscirne e su quali siano le prospettive che dobbiamo dare ai cittadini piemontesi.
Dobbiamo sicuramente mettere il tema del lavoro e della disoccupazione al primo posto. Fortunatamente, in questo, possiamo aiutarci con i fondi strutturali. Sicuramente questa legge finanziaria deve essere l'occasione per utilizzare al meglio questi fondi, in primo luogo per garantire una rinascita all'economia; rinascita che non può avvenire continuando ad utilizzare un modello economico che ormai è obsoleto e non ha più futuro.
Noi crediamo che sia il momento di dare spazio a un'economia diversa un'economia che abbia la sostenibilità come primo punto.
Non possiamo più permetterci, come dicevano i colleghi Andrissi e Mighetti, di sprecare territorio. Dobbiamo assolutamente recuperare le aree che in passato sono già state industrializzate e trovare una nuova destinazione d'uso. Dobbiamo dare una nuova prospettiva economica alle nostre aziende.
La Regione, come Ente pubblico, deve anche garantire che il nostro territorio sia un luogo in cui le imprese possono investire e crescere.
Certo, bisogna avere coraggio: ma il coraggio lo devono avere gli imprenditori nell'investire e nel credere in questo territorio, ma deve averlo anche la Regione nel promuovere questi investimenti; investimenti che devono essere orientati soprattutto verso la ricerca. Senza innovazione, la nostra economia non ha futuro e ci ritroveremo con dei lavoratori che non hanno prospettive.
È di oggi, purtroppo, la notizia della conclusione e dell'esito infausto dell'asta della De Tomaso: un altro marchio storico che finisce in Cina. Ciò significa che più di 800 lavoratori sul territorio piemontese resteranno senza occupazione e senza prospettive.
Dobbiamo chiederci che tipo di economia vogliamo e come possiamo dare una prospettiva e questi lavoratori. È chiaro che al momento ci troviamo davanti ad un muro: bisogna avere il coraggio di trovare dei settori su cui concentrare le energie. Basterebbe pensare anche solo al lavoro che potrebbe nascere dagli investimenti nella prevenzione del dissesto idrogeologico, oppure nelle energie sostenibili. Bisognerebbe, insomma cercare di dare anche una linea di indirizzo.
Tutto questo si può fare, ovviamente, attraverso i piani che la Regione attua e propone, oppure attraverso gli sgravi che può adottare sul proprio territorio, per renderlo più attraente per le aziende che decidono di andare in questa direzione.
Occorre muoversi verso un'economia sostenibile, che permetta anche di valorizzare le eccellenze del nostro territorio, che sono legate soprattutto, ad un tipo di economia artigiana.
A breve purtroppo (dico "purtroppo" perché ormai è chiaro qual è la nostra posizione in merito a questo evento) si aprirà l'Expo. Sappiamo che la Regione ha investito molto in questo evento; vedremo, come sempre a consuntivo, quale sarà l'esito di questi investimenti. Ci auguriamo che ci sia spazio per le eccellenze del territorio; eccellenze che non sono solo i grandi nomi che al momento vediamo protagonisti dei prossimi mesi e che interesseranno il territorio milanese o comunque lombardo in generale, e speriamo anche in parte piemontese. Ci auguriamo che ci sia ancora spazio in quest'evento - che noi ci saremmo volentieri risparmiati - per le eccellenze del nostro territorio, e che non vengano completamente schiacciate dai grandi marchi che, in questo momento, stanno occupando i pochi capannoni già pronti e agibili.
Durante la presentazione in Commissione di questa legge finanziaria abbiamo visto che la stessa Unione Europea ci ha chiesto di dare priorità a tutto quello che riguarda l'inclusione sociale e la lotta alla povertà.
È necessario che tutti noi comprendiamo bene che, in un momento come questo, la lotta alla povertà non è un qualcosa a cui si può pensare soltanto se ci avanza qualche risorsa. È un'emergenza! Ormai la povertà non è più una cosa che riguarda una minima parte dei cittadini piemontesi. Sempre più spesso, purtroppo, è la conseguenza di situazioni come quelle che hanno colpito l'azienda De Tomaso (ma sappiamo benissimo che ci sono molti altri esempi sul territorio!), per non parlare di tutti i lavoratori della grande distribuzione che in questi giorni vivono veramente dei momenti drammatici per colpa delle chiusure.
La grande distribuzione è un tipo di economia che non funziona più evidentemente. Bisogna offrire un'alternativa: tornare ad un tipo di economia magari su scala più ridotta, magari a chilometro zero, che sappia dare una prospettiva al punto vendita più piccolo e più vicino al nostro territorio, per evitare un sovraccarico di punti vendita, che, alla fine non riescono più a sopravvivere, provocando, nel momento in cui chiudono un'ecatombe di lavoratori. Questo non è più accettabile.
Dicevo che la povertà, ormai, è una cosa che, purtroppo, inizia a riguardare gran parte dei cittadini piemontesi. Su questa considerazione non possiamo più far finta di nulla; non possiamo girarci dall'altra parte.
Dunque, i concetti di solidarietà e di lotta alla povertà devono diventare un "faro" per noi.
E parlando di solidarietà, non posso fare a meno di unirmi all'appello dei miei colleghi, e chiedere a tutti di pensare se non sia veramente arrivato il momento di fare dei sacrifici, considerando, tra l'altro, che non ridurrebbero certo in povertà qualcuno di noi in quest'aula: per noi sarebbero ininfluenti, ma per molte persone, e anche per molte piccole aziende, che magari potrebbero continuare a produrre e trovare nuovo slancio, attraverso l'innovazione, magari cambiando settore, consentirà di stare sul mercato. Noi, attraverso un piccolo sacrificio, quindi attraverso la riduzione del nostro stipendio, potremmo liberare delle risorse che tornerebbero sul territorio. Perché in un momento come questo, in cui c' una grossa fetta della popolazione che si trova in sofferenza, è impensabile credere di rimanere chiusi dentro una bolla che non può e non deve risentire di quello che capita fuori.
Torneremo, ovviamente, a parlarne quando affronteremo gli emendamenti che abbiamo proposto. Ma, come dicevo, si tratta di un piccolo sacrificio per tutti noi che potrebbe portare non solo a conseguenze positive sul territorio in termini materiali, ma anche ad un cambiamento nel modo in cui i cittadini guardano alla politica, sentendola magari un po' meno distante.
Avrei voluto fare altre considerazioni, ma dopo le ultime notizie che arrivano da Roma mi viene anche il dubbio sull'utilità di parlarne in Consiglio. Concludo l'intervento, quindi, in questo modo. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Brevemente sul tema della legge finanziaria, con la riserva di ritornare, nel corso del dibattito, alla parte tabellare di bilancio.
Il dibattito sulla legge finanziaria è anche il dibattito che dovrebbe portare l'Aula e il Governo regionale a determinare il disegno, non solo annuale. Di fatto, siamo al primo bilancio di previsione della nuova amministrazione, quindi dovrebbero essere indicati i percorsi fondamentali di natura prettamente numerica e finanziaria, che si esplicano con la parte tabellare di bilancio, nonché i percorsi politici, che annunciano le azioni ordinamentali, nel senso di annunciare le operazioni di intervento, aventi una valenza non solo di carattere economico o di diretto impatto sul bilancio regionale, ma di impatto sull'economia, sulla socialità e sui rapporti nell'ambito del territorio piemontese.
Partiamo dell'analisi del Piemonte, dalla popolazione alle caratteristiche territoriali, all'economia e alla governance, in un momento particolare come questo.
Accanto alle azioni di governance intraprese a livello regionale arrivano dall'alto, calate dal livello nazionale senza dare particolare giudizi, una serie di norme che a loro volta determinano una ricaduta sul nostro territorio. Mi riferisco alle norme sulle Province, in particolare che vanno ad incastrarsi con il sistema delle unioni, e quindi con le funzioni da ridefinire in ambito locale, che a loro volta vanno ad accavallarsi con scelte, fatte a suo tempo da questa Regione, di eliminazione delle Comunità montane, anche a seguito dell'eliminazione nazionale delle Comunità montane, che quindi riguardano il governo di tutto il nostro territorio. Si tratta di azioni che, peraltro, stanno andando molto a rilento.
Questa è una prima considerazione che ci sentiamo di dover fare. È una considerazione, una critica, ma è anche un invito ad accelerare, perché è interesse collettivo delle nostre amministrazioni, per la ricaduta automatica di quelle azioni sui servizi che riguardano la popolazione piemontese.
Una seconda valutazione che dobbiamo fare, e che si deve fare in sede di primo bilancio, riguarda quello che dovrebbe essere il disegno complessivo. Quando parlo di disegno complessivo mi riferisco alla riorganizzazione degli uffici regionali, dove sappiamo che va avanti un qualcosa, ma che non si è ancora materializzato, in ambito di Commissione con proposte di legge o con delibere riorganizzative.
Dall'altra parte ci serve anche a denuncia di come sia ferma una serie di azioni intraprese a suo tempo, che riguardano, non solo la parte economica di ridimensionamento, ma anche la ristrutturazione complessiva del sistema. Posso riferirmi, a puro titolo di esempio, al settore trasporti: un piano che doveva portare a raggiungere uno stanziamento dell'entità di 520 milioni di euro già nel 2015. Sappiamo benissimo che, in base ai dati attuali, tra l'altro forniti dall'Assessore in Commissione 500 milioni di euro non bastano, non sono sufficienti, perché, a parere nostro, c'è un ritardo, da parte dell'amministrazione, nell'intervenire e nell'intervenire su alcuni gangli, che probabilmente sono quelli che generano un maggior costo.
Naturalmente tagliare non fa mai piacere, tanto meno al soggetto che subisce il taglio; così come credo sia necessaria un'analisi - avremo modo sulla parte di bilancio di approfondirlo - su tutta la partita dell'assistenza (uso il termine assistenza, ma possiamo chiamarla politiche sociali), ma partendo dal dato che siamo una delle Regioni più vecchie d'Italia, forse tra le più vecchie del mondo.
Abbiamo uno scenario futuro che ci permette di individuare a grandi linee quello che sarà il quadro d'insieme, ma possiamo anche renderci conto che, con i meccanismi attuali, non siamo più in grado di reggere finanziariamente, quindi è necessaria una serie di interventi innovativi non semplicemente di ordine finanziario, ma che agiscano con interventi sulle parti regolamentari del settore e sul riequilibrio dello stesso a livello regionale, perché è noto a tutti che ci sono alcuni settori delle politiche sociali che a livello regionale non sono territorialmente equilibrati.
Naturalmente sono percorsi da fare anche con il tempo necessario, ma mi aspettavo già nella partita di Commissione, e di premessa in quest'Aula nel dibattito generale, di avere almeno un'indicazione dei percorsi fondamentali.
In questo primo anno di legislatura i percorsi dovrebbero essere di respiro un po' più lungo, rispetto al semplice esercizio che ormai a questo punto non è più di 12 mesi, perché ne stiamo discutendo a fine aprile quindi solo più di un anno e otto mesi, come frequentemente succede.
Su questi temi c'è una parte ormai fondamentale ed importante del bilancio regionale, che è la parte che riguarda i fondi di compartecipazione europea nazionale, i cosiddetti "tre fondi" (FER, FSE e FEASR), con un ritardo notevole sul FER, che è stato ancora attenzionato e con una serie di appunti, rischia non di mettere in ginocchio il sistema agricolo, ma di ritardare tutta una serie di investimenti nel settore, che avrebbe generato un beneficio più generale sugli altri sistemi: pensiamo al settore edile o a quello dei macchinari, cioè a tutta una serie di investimenti del sistema agricolo a beneficio di tutto un indotto, che in questo momento continua ad essere fermo perché, purtroppo, non siamo dotati dello strumento necessario.
Non siamo dotati dello strumento necessario anche per una scelta della Giunta regionale, perché il fatto di farsi indicare, tra le osservazioni al FES (mi è venuto in mente questa mattina ascoltando l'intervento del collega Campo), il non aver rispettato le percentuali previste per l'agenda digitale, è abbastanza grave; oppure farsi indicare che le valutazioni ex ante, le valutazioni ex post, quindi i risultati.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Hanno già detto molto i colleghi, anche di opposizione, su questa Finanziaria e, in generale, sull'operazione di bilancio. Qualche riflessione voglio però aggiungerla anch'io, prima di affrontare quella che sarà la maratona di dibattito, soprattutto sugli emendamenti e quindi la discesa nel dettaglio sulle proposte emendative di questo testo.
I relatori di maggioranza del Partito Democratico hanno descritto il Piemonte come una sorta di ferito, addirittura di malato grave. Viene da dire, per seguire questa metafora, che bisogna capire se questo PD, questo centrosinistra, si avvicina al malato grave con una cura o, invece, con una mano pronta a staccare la spina. Questo perché, in realtà, ci troviamo molti l'hanno già detto prima di me - di fronte a delle misure che non hanno alcuna coerenza con quella che è stata la campagna elettorale del Presidente Chiamparino.
Abbiamo visto criticare ferocemente, senza - viene da dirlo - alcun rispetto istituzionale, l'azione di governo della scorsa legislatura accusata di calpestare addirittura i diritti fondamentali nel taglio dei servizi essenziali alla persona, e diventa paradossale trovare una sorta non di continuità, ma di feroce inasprimento di quelle politiche di taglio anche di settori davvero molto delicati e di capitoli di spesa riguardanti servizi che garantiscono effettivamente dei diritti che sono sempre stati ritenuti fondamentali.
A poco vale lo scaricabarile sul Governo. Ci troviamo in una situazione politica forse inedita nel nostro Paese di sostanziale monocolore a tutti i livelli che, guarda caso, arriva peraltro contestualmente a una sorta di ristrutturazione (per essere eufemistici) di tutto il quadro dell'assetto istituzionale che porta a un impoverimento assoluto della rappresentanza democratica, della rappresentanza dei territori e a un accentramento incredibile di poteri a tutti i livelli. Questo avviene nel momento in cui la sinistra cerca addirittura di lanciare il partito della nazione come unico strumento possibile, quasi alla cinese, di organizzazione e di rappresentanza politica nel sistema Italia.
Tutto ciò ci preoccupa molto, perché impoverisce l'alternanza e indebolisce il regime degli equilibri delle rappresentanze politiche, che dovrebbero rispecchiare la composizione dell'elettorato del nostro Paese e della nostra Regione, quindi va a eliminare tutte le garanzie che attraverso un dibattito democratico rispettoso anche delle minoranze, ci sia un'attenzione alle istanze che portano individui, soggetti, partiti Gruppi consiliari che non sono dentro a queste dinamiche interne al Partito Democratico.
Guardate, insisto con il Partito Democratico anche alla luce della sostanziale estinzione - progressiva, ma diciamo a buon punto - addirittura di tutti quelli che sono i partiti satellite.
Questa è chiaramente una premessa strettamente politica, ma è perché in realtà stiamo affrontando un documento di bilancio che è molto poco tecnico e tanto politico. Questo lo facciamo perché ci ritroviamo davanti a un'aggressione priva di precedenti a capitoli di spesa davvero delicati come l'assistenza domiciliare ai non autosufficienti. E oggi per la prima volta abbiamo visto una manifestazione di realtà associative, che pure avevano fortemente criticato la scorsa legislatura regionale però, anche se timidamente, sono tornate in piazza a protestare pure contro questo governo di centrosinistra, nel vedersi paradossalmente negare, se non quantomeno mettere in discussione, dei diritti acquisiti secondo dei procedimenti anche giurisprudenziali che questo centrosinistra aveva poderosamente cavalcato, per poi cambiare e voltare faccia appena è stata raggiunta la poltrona presidenziale della Giunta.
Finalmente troviamo qualcuno che alza la testa, nel silenzio assoluto dei sindacati, in un sostanziale abbandono di qualunque mobilitazione da parte di quei corpi intermedi che hanno sempre tentato quantomeno di dare istanza a degli interessi generali o a fasce di categoria, che - guarda caso - forse perché erano ormai troppo abituati a mobilitarsi strumentalmente o solo contro una determinata parte politica, adesso invece rimangono bloccati in corto circuiti politici interni, se non addirittura direttamente addomesticati nel silenzio e nell'immobilismo.
Allora, a fronte di questa situazione, non può che esserci un'azione di opposizione - come è stato annunciato - costruttiva, però molto ferma nel ribadire quali sono i punti che non devono essere sacrificati: i diritti della persona, la salute, l'assistenza, ma anche, uscendo da una dimensione meramente assistenziale, lo sviluppo, il lavoro, l'imprenditoria, tutti quei settori che questo governo ha già pesantemente colpito con quella che è stata la stangata fiscale e che io credo che in questo anno sia l'unica misura politica degna di memoria (non gloriosa, ovviamente) passata da questa sala consiliare.
Il mondo produttivo ha bisogno di garanzie certe. E' stato ricordato ma lo voglio richiamare alla memoria ulteriormente: ci troviamo addirittura, per un comparto come quello dell'agricoltura, nel buio totale rispetto all'arrivo dei fondi europei. Va bene lo scaricabarile su una Commissione che ritarda a sbloccare i fondi, va bene anche per sottolineare quali sono le responsabilità di questa maggioranza e di questo governo regionale nell'aver fornito le adeguate delucidazioni rispetto all'utilizzo di questi fondi proprio alla Commissione europea.
Ma potremmo parlare anche del pesante taglio alle politiche attive per il lavoro, in un momento in cui ci sono così tanti tavoli di crisi su aziende fondamentali per il tessuto occupazionale e industriale della nostra Regione. Non crediamo che possa essere una soluzione dire "tanto ci saranno i fondi per lo sviluppo", se anche quelli europei: ciò non pu essere utilizzato come una sorta di polmone alternativo e complementare a quelli che dovrebbero essere invece gli investimenti di Giunta. Così come i fondi nazionali e anche sanitari non possono essere vagamente evocati e citati per cercare di coprire i pesanti tagli all'assistenza sanitaria alle persone in difficoltà, e parliamo - per ricordare la manifestazione odierna di persone in reale difficoltà di salute: anziani malati gravi, disabili con pesanti forme di disabilità, per cui davvero la componente più fragile e più debole della nostra società, che assolutamente non merita di essere abbandonata.
Credo che, in questi giorni di approfondimento del bilancio, ci saranno tante occasioni per entrare nel merito anche di alcune proposte alternative. Ricordo che già in sede di opposizione a quella che è stata la stangata fiscale, avevamo indicato, soprattutto in un piano di tagli robusti alle partecipate regionali non strategiche, quella che può essere veramente una sfida di taglio della spesa pubblica improduttiva che vada a salvaguardare invece i servizi; servizi che vanno sì razionalizzati, ma che non devono essere desertificati.
Vorrei anche ricordare - mi spiace farlo nell'assenza del Governatore Chiamparino - quel discorso che, in un momento di sua debolezza politica ha espresso addirittura evocando un patto di legislatura. Patti di legislatura, peraltro, non ne sono stati chiesti da queste opposizioni, ma dovrebbero quantomeno confermare una mentalità aperta al confronto che non tenti, come invece è avvenuto, di blindare le modifiche alla proposta della Giunta, al documento di bilancio con un maxiemendamento di maggioranza perché non è di sicuro un'impostazione politica che denota una volontà di confronto. E' un'operazione saltata, e ne siamo contenti; speriamo che per questo tentativo uscito dalla porta non rientri dalla finestra con una sorta di accoglimento a priori delle proposte pre-selezionate di emendamento sui capitoli di spesa che provengono dalla maggioranza e invece una cassazione, anche quella pregiudiziale però, riservata alle proposte di minoranza.
Voglio davvero sperare che ci saranno parecchie interruzioni costruttive, non dilatorie, nel dibattito di approfondimento di questo documento di bilancio, per cercare anche di entrare nel merito di quelle che siano le possibili proposte accoglibili.
Concludendo, voglio sottolineare con grande veemenza quello che è un dato politico: la sinistra, che ha condannato i tagli, è la prima a tagliare; quella che agitava le mutande, è la prima a impugnare le forbici.
Il Presidente Chiamparino ha sostanzialmente avviato quasi in ogni settore di taglio di spesa una sorta di crociata con rifiuto pregiudiziale di confronto: l'abbiamo visto con il riassetto della rete ospedaliera e lo vediamo anche in altri campi, come quello degli affidamenti di gara del trasporto pubblico, tutti settori in cui oggettivamente la Giunta ha predeterminato un orientamento, l'ha blindato e l'ha posto come qualcosa che non deve essere messo in discussione a nessun livello, con nessun interlocutore.
Credo che sarà davvero una battaglia dura quella che ci aspetta, per fortuna sono state convocate delle sedute serali, perché si discuterà tanto e speriamo ogni tanto ci sarà un orecchio d'ascolto se non dalla Giunta quantomeno dai banchi della maggioranza.
Rimanendo sul dettaglio della finanziaria, perché di questo stiamo parlando, posso, quale unica nota positiva, raccogliere con soddisfazione il recepimento, quindi anche l'innovazione in tal senso legislativa, della parte che accoglie la diffida amministrativa.
Questo è un passaggio positivo, che peraltro era già stato suggerito dalle osservazioni di Confindustria Piemonte, che poi è stato fatto proprio da un mio ordine del giorno votato all'unanimità da questo Consiglio. Pu sembrare una misura limitata, in realtà nelle more in cui.



(Il Presidente ricorda al Consigliere che il tempo a disposizione è terminato)



MARRONE Maurizio

Vado a concludere, Presidente.
Può sembrare una misura limitata, in realtà, nelle more in cui riesce in un momento di crisi economica, ad evitare alle imprese, per violazioni secondarie di regolamenti e amministrative, un procedimento sanzionatorio ottemperando ad una sanatoria, lo ritengo un aiuto all'economia piemontese non indifferente. Sono contento che, una volta tanto, un'indicazione dell'opposizione di Fratelli d'Italia sia stata recepita e, oggi,diventi una riforma legislativa.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Sottrarrò pochi minuti perché, già precedentemente, i miei colleghi hanno evidenziato alcuni dei passaggi più significativi rispetto alle tante cose che sono già state dette anche all'interno delle varie Commissioni.
Credo che, oggi, questo bilancio e questa legge finanziaria possano definirsi come due interventi che non danno sicuramente spessore alla nuova legislatura che è stata avviata con le elezioni dell'anno scorso.
Come correttamente diceva molto bene il collega Vignale, le aspettative di tutti, ma devo dire anche dell'opposizione, rispetto a quanto è stato immaginato e detto durante la campagna elettorale, che ha portato anche quella che da maggioranza sarebbe diventata opposizione ad immaginare comunque un New Deal della Regione Piemonte, non mi pare si stiano verificando.
Prendo atto, conoscendo gran parte delle persone che compongono l'esecutivo, che sicuramente non è per mancanza di buona volontà, ma non possiamo nemmeno immaginare di poter soltanto dire, come è avvenuto per la maggior parte di quest'anno, che non ci sono le risorse e che, pertanto occorre mantenere lo status quo e molto spesso, anzi, ipotecare lo status quo attuale. Ribadisco - l'ho già detto a più riprese, so che il Vicepresidente, che è qui presente in aula, ha già preso atto di quanto noi abbiamo portato a conoscenza durante le lunghe riunioni delle Commissioni I e III - la preoccupazione sulle rendicontazioni finali della programmazione europea, che si concluderà quest'anno. Per noi continuano ad essere non dico degli incubi notturni, ma comunque fonte di preoccupazione, perch tutto vorremmo fuorché che la Regione Piemonte non riuscisse a portare a compimento una programmazione che nacque, addirittura, due legislature fa in quella che fu della Presidente Bresso.
Questo segnale deve essere sottolineato. E' un momento difficile che occorre sicuramente superare insieme, dove l'opposizione, attraverso una serie di emendamenti che sono stati presentati, cerca di contribuire non solo come opposizione, ma come persone di buonsenso e di responsabilità.
Però, non possiamo immaginare di continuare ad intervenire come opposizione sapendo che uno dei mandati dei colleghi di maggioranza che siedono in Consiglio regionale è quello di cassare a prescindere gran parte degli emendamenti presentati da noi; ad esempio, lo abbiamo visto nelle leggi sulla semplificazione e sulla sburocratizzazione, dove anche una serie di iniziative assolutamente di buonsenso, provenendo dall'opposizione, non sono state prese in considerazione.
Auspico che, oggi, sapendo, dopo un anno, che governare - come diceva benissimo qualche mio collega precedentemente - non è la stessa cosa che fare opposizione, si prendano in considerazione quelle che, prima, sono state iniziative di natura legislativa e, oggi, invece, sono iniziative di natura emendativa, che noi portiamo a conoscenza di quest'Aula, perché una serie di segnali questa Regione la deve dare e noi come Consiglieri regionali ci sentiamo responsabili all'interno di quest'Aula di una serie di mancanze che, in questo momento, sono sul tavolo di tutti.
Per quanto riguarda l'attenzione al tessuto produttivo, negli incontri che si sono tenuti nelle scorse settimane - non soltanto con noi, se non ricordo male anche con il PD - attraverso una serie di iniziative che, ad esempio, Rete Imprese Italia ha posto sul nostro territorio, alcuni punti significativi della mancanza programmatica di questa nuova legislatura sono stati evidenziati a noi come immagino anche a voi.
Sono temi dirimenti perché - così come lo stiamo dicendo a livello nazionale - i posti di lavoro non si creano con le misure per contrastare la disoccupazione - leggasi Jobs Act. Sappiamo tutti che quei posti di lavoro sono nient'altro che la trasformazione, per convenienza economica di una serie di contratti e di una serie di iniziative, cioè assunzioni con forme diverse rispetto ai contratti a tempo indeterminato.
Ricordo che, in realtà, il Jobs Act sta dando posti di lavoro a tempo vedremo cosa accadrà nel momento in cui le agevolazioni termineranno.
Auspichiamo il mantenimento di questi posti, ma sarà difficile, se non si risolve il tema delle politiche industriali, la conferma di questi posti di lavoro, e lo stesso rischiamo accada in regione Piemonte: non ci sono politiche industriali! Che piaccia o meno, quattro anni fa, la Giunta Cota, tre mesi dopo l'insediamento, aveva proposto un piano straordinario per l'occupazione da 454 milioni, raccolti sicuramente attraverso una condivisione di percorsi che già erano maturati e che vedevano delle risorse già appostate, ma nulla vieta che anche questa Giunta faccia la stessa cosa. Abbiamo una nuova programmazione che deve partire; è vero che dobbiamo chiudere la programmazione precedente, ma è anche vero che cominciare a valutare e a fare sintesi relativamente ai bandi che a partire dall'autunno dovranno essere inseriti sulla nuova programmazione del prossimo settennio credo non sia sicuramente una cosa che non si possa fare.
Sono temi dirimenti, come quelli legati alla gestione delle crisi.
Credo che l'Assessore Pentenero - in questo momento non è in aula - abbia potuto rendersi conto di cosa vuol dire governare il tavolo di crisi in cui non si firma solo la cassa integrazione o la chiusura di un'azienda occorre avere fantasia e cercare di condividere dei percorsi con i sindacati e le associazioni datoriali, per individuare degli sbocchi che non siano la chiusura dell'azienda e cogliere opportunità che sul mercato ancora si possono rinvenire.
Questa Giunta, sicuramente ha fatto proprio un grido d'allarme già lanciato negli anni precedenti, perché la crisi che sta vivendo il Piemonte è epocale, ma oltre al grido d'allarme dovrebbe portare una serie di soluzioni, credo dovrebbe assumersi la responsabilità di scegliere politiche del lavoro e industriali forti per ridare una caratterizzazione a questa Regione, cosa che in questo bilancio - ahimè - non vediamo.
Capiamo che la difficoltà del momento porti tanti zeri nelle colonne dove non ci sono fondi europei o, in alcuni casi, fondi statali, però mi permetto di dire che, ogni tanto, noi i fondi statali ce li andavamo a cercare. Ricordo i 25 milioni di euro del Ministero del Lavoro che ci permisero un'azione di volano pesante, che ancora oggi porta benefici alla Regione; in quel caso fu una lunga trattativa che condussero il Presidente Cota e la sottoscritta con l'allora Ministro del lavoro Sacconi. Se tanto mi dà tanto, quello era un ministro di centrodestra, oggi avete un ministro di centrosinistra, fatelo lavorare anche per la Regione Piemonte, visto che il Ministro Poletti, in funzione di quanto svolgeva precedentemente conosce molto bene il tessuto produttivo piemontese.
Ci sono alcuni temi che, a prescindere dalle risorse europee, si possono portare su questo territorio.
Come ha già detto prima Gian Luca Vignale - mi permetto - posso capire che nel bilancio di assestamento qualcuno potesse ancora dire che "quello era il bilancio della vecchia Giunta", ma oggi non ci sono più scuse stiamo parlando di un'iniziativa che dalla "a" alla "zeta" porta la firma della Giunta del Presidente Chiamparino, fateci vedere se siete in grado di governare la Regione Piemonte.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto "Leonardo da Vinci" di Borgomanero (NO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Leonardo da Vinci di Borgomanero in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 83, inerente a "Legge finanziaria per l'anno 2015" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo la discussione generale sul disegno di legge n. 83.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Buongiorno, Presidente.
Chiedo scusa, ma dalle agenzie stampa leggo che oggi è morta definitivamente la democrazia: sono state chieste tre fiducie sulla legge elettorale.
Mi dispiace, dottoressa Bertini, che volga gli occhi al cielo; forse ha ragione, l'unico che può salvarci è nostro Signore. Noi abbiamo appena festeggiato la festa della Liberazione, ma siamo in un regime dittatoriale.
Tre fiducie alla Camera sono state chieste per la legge elettorale da parte di un Presidente non eletto, da parte di un signore che quando era Presidente della Provincia prendeva contributi previdenziali non dovuti e nessuno della Magistratura ha ancora agito.
Noi non possiamo stare qui inermi, mentre viene commissariata la democrazia. Capisco che tutto quello di cui stiamo parlando sia importante ma anche quello che sta avvenendo nel nostro Paese lo è. Abbiamo appena fatto fantomatici festeggiamenti sulla guerra di Liberazione, ma oggi c'è il funerale della democrazia con tre fiducie alla Camera. La legge elettorale, tra l'altro, non è referendabile, quindi, non sarà possibile un referendum,.
Questo per dire che è in linea. Abbiamo visto il Presidente Chiamparino con "Pitti Bimbo", quello di Firenze, venire qui a Torino e dire: "Mai useremo le banche per fini elettorali". Infatti ha lasciato la Compagnia di San Paolo per iniziare una campagna elettorale dicendo cose opposte a quello che oggi sta facendo. Disse: "Non aumenteremo le tasse, piuttosto mi dimetto". Invece quello che si ricorda di questa legislatura sono proprio le tasse.
Vi dico una cosa: avete delle grandi facce di bronzo. Ho vissuto da Presidente della Provincia, e guardo le persone qui attorno, come sono stati trattati i provvedimenti della Giunta Cota. Adesso li state riproponendo uguali. Ormai, come istituzioni, non possiamo fare altro che fare da notai rispetto a quello che ci viene imposto dall'Europa e poi da Roma. E' stata una campagna elettorale impostata su promesse dicendo che avreste fatto tutto il contrario rispetto alla Giunta Cota, invece state peggiorando di gran lunga la situazione con una faccia di bronzo, con un silenzio totalmente servile da parte di tutti, ma perché non si può fare diversamente. Tuttavia, vi devo fare i complimenti, perché non è facile comportarsi in questo modo.
Per quello che, invece, riguarda i contributi, ho avuto un incontro con gli agricoltori, che erano desolati. Voi sapete che c'è un problema, che non riguarda il Piemonte. Noi mandiamo i soldi a Roma, Roma li manda a Bruxelles e poi tornano indietro, o dovrebbero tornare indietro, alle nostre aziende. Forse i contadini sanno un po' meglio cosa fare nelle loro aziende o gli imprenditori rispetto a quello che dice Roma o Bruxelles, per questo che mi appellerei ad un laissez fair. Vorrei spingere molto l'acceleratore - avremo modo di parlarne - sulla riorganizzazione delle partecipate e, soprattutto, per quello che riguarda il settore, è già stata messo in campo - ne avremo modo di parlarne con gli emendamenti - un'azione che potrebbe essere ancora più efficace.
Torno al concetto iniziale. L'imperativo categorico dice che dobbiamo stare qui al nostro posto, ma sicuramente per l'Italia oggi è un momento brutto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Graglia; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Apro e chiudo una breve parentesi. Vorrei capire come mai in Consiglio al pomeriggio c'è una temperatura pazzesca. Non capisco se è l'effetto stalla o se volete costringerci andare al bar per aumentare l'economia.



PRESIDENTE

Mi dicono che è la temperatura esterna, che non governiamo noi, che aumenta.



GRAGLIA Franco

Non oso immaginare a luglio o ad agosto cosa succederà.
Stiamo vivendo il momento più importante della Regione con la finanziaria e poi con il bilancio. È la prima approvazione da Consigliere quindi sento un senso di responsabilità maggiore. Potrebbe essere l'ultima anche se mi auguro che non si vada in questa direzione. Un senso di grande responsabilità, in un momento particolarmente difficile, che sta vivendo la Regione.
Con tutta onestà, devo dire che il decreto "Salva Piemonte", come cittadino piemontese, non mi mette orgoglio e mi mette un po' in difficoltà di fronte ai cittadini. Qui non parlo di destra o di sinistra, ma parlo di tutto quello che è stato deciso in questi 15 anni. Non ci fa sicuramente onore. Approvo e condivido, non posso fare altrimenti, l'intervento del Consigliere Rostagno quando parla di Piemonte in difficoltà e quando parla di rimettere i conti a posto: obiettivamente lo capisco, è il buon senso che lo chiede.
Il DL n. 35 darà una mano importantissima a diverse amministrazioni comunali, a diverse imprese. Ho vissuto queste problematiche in prima persona perché mi hanno sollecitato ad andare in questa direzione. Devo ringraziare la sensibilità degli Uffici perché, effettivamente, daremo respiro a situazioni drammatiche con Comuni messi in mora dalle ditte che rischiano effettivamente di fallire. Condivido, apprezzo e approvo questa decisione.
Tuttavia capisco anche che le risorse siano ridotte. Lo capirebbe chiunque. Capisco anche che bisogna fare delle scelte. Ho sentito prima quali sono le scelte della maggioranza politica e sociale: lavoro, scuola cultura, trasporto. Ho apprezzato il lavoro sereno in Commissione e devo dare atto che la minoranza ha lavorato con buon senso, ha prevalso il buon senso nella maggioranza, ma anche nella minoranza rispettando i tempi e facendo un'opposizione costruttiva. Questo ci rende onore.
Se la maggioranza ha delle priorità, le ha anche la minoranza e devono comunque essere rispettate. Non si può prescindere, obiettivamente dall'esigenza del pronto intervento. Ringrazio ancora il Presidente per avere incontrato una settantina di Sindaci del Cuneese allarmati dal fatto che le ultime piogge abbiano creato gravi difficoltà sul loro territorio con strade franate, frazioni isolate, situazioni di pericolo e con il trasporto dei ragazzi che devono recarsi a scuola messo in forse. Mi riferisco ad un'attenzione che chiediamo sulla legge n. 18 e sulla legge n.
38.
Non può prescindere neanche da un'attenzione particolare nei confronti del turismo. Noi siamo una regione fortemente turistica: condivido il pensiero della Consigliera Frediani sull'effettiva necessità di valorizzare le eccellenze piemontesi. Ma le eccellenze piemontesi sono anche le piccole eccellenze e in provincia ne abbiamo tantissime. Devono essere tutelate, ma non possono essere tutelate senza risorse. E' lo stesso discorso che si sta facendo sul DDL n. 90 con la definizione dei parchi. E' giusto promuovere è giusto puntare sul fatto che sono risorse e che rappresentano una crescita, ma senza risorse diventa difficile promuovere scelte che vanno fatte. Lo condivido e lo capisco, con buon senso, ma le risorse devono anche essere ridistribuite e noi abbiamo accertato una riduzione sui servizi alle famiglie, nessun sostegno sulle imprese e diventa difficile quindi la ripresa economica, che è fondamentale in questo momento in cui appunto, le condizioni sono veramente difficili.
Le Amministrazioni comunali lamentano il fatto di essere dimenticate.
Io, oltre ad essere Consigliere regionale, sono anche Consigliere comunale: mi rendo conto e mi spiace, ma la settimana scorsa è stato approvato un bilancio con un aumento di tasse, dopo cinque-sei anni che non andavamo a toccare l'imposizione fiscale; e d'altra parte dispiace il fatto che il Governo centrale ha fatto la scelta da un lato di tagliare i trasferimenti ai Comuni e dall'altro di elargire delle risorse direttamente ai Comuni bypassando la Regione o altri Enti, per esempio attraverso il Programma "6.000 campanili", con un meccanismo totalmente assurdo.
Oltre alle Amministrazioni comunali, anche le Associazioni hanno difficoltà. Mi riferisco in modo particolare alle Pro Loco, che lamentano la mancanza di fondi per le loro attività (l'articolo 16 della legge n. 75 la legge n. 4 che è stata finanziata solo in minima parte, la legge n. 36): le Pro Loco sono veramente la vita di queste comunità e vanno tutelate in ogni modo.
Anche l'agricoltura - l'hanno già accennato prima anche la Consigliera Gancia e altri colleghi - è veramente in difficoltà: ci sono aziende che stanno aspettando il PSR, che non dobbiamo negare essere un po' in ritardo.
E quindi bisogna andare in questa direzione.
Nella discussione degli emendamenti, poi, andremo nel particolare.
Vi ringrazio.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Graglia.
La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Innanzitutto voglio esprimere, a nome del mio Gruppo consiliare l'apprezzamento per il lavoro che è stato fatto dalla Giunta regionale e dai colleghi che hanno seguito tutto l'iter in I Commissione e nelle Commissioni che hanno esaminato in sede consultiva i due provvedimenti che oggi iniziamo qui a discutere.
Mi sia consentito di riprendere alcune delle considerazioni che faceva la nostra brillante collega Porchietto, alla luce della sua esperienza estremamente significativa, anche come Assessore della Giunta regionale. La collega Porchietto e il Gruppo di Forza Italia hanno usato affermazioni dure rispetto a questo provvedimento: non siete all'altezza, questi due provvedimenti presentati dalla Giunta, cioè la Finanziaria e il bilancio non sono all'altezza delle sfide che dobbiamo affrontare; è stato annunciato un New Deal e questo New Deal non si vede.
Allora, credo che queste affermazioni in realtà scontino la volontà di non vedere una parte della realtà che abbiamo di fronte. Io condivido l'istanza della collega Porchietto, cioè il bisogno di dare - anche "fisicamente" alla nostra Regione, e anche in termini di "emozione" alla nostra comunità regionale - l'idea che questa maggioranza e questa Giunta hanno un progetto strategico per cambiare il Piemonte. E' un obiettivo che ci siamo assunti, che vogliamo realizzare e che non abbiamo ancora realizzato. Sono d'accordo su questo, ma credo che l'onestà intellettuale debba portarci anche a considerare il fatto che chi amministra sa che non lo si fa solo con le parole, solo con gli articoli dei giornali e con i proclami; infatti, condivido l'intento di riportare alla sobrietà le dichiarazioni di chi governa e non sempre questo succede. Chi governa dicevo, deve basarsi esclusivamente sui fatti e sulle cose concrete.
E allora la situazione in cui questa maggioranza e questa Giunta regionale si sono trovate a confrontarsi è una situazione che conosciamo tutti bene, specie coloro che qui sono più vecchi in termini di permanenza sui banchi, cioè una situazione di difficoltà di bilancio (per usare un eufemismo), dovuta ad errori di tanti anni (per usare un eufemismo): errori la cui paternità o maternità non è più nemmeno tanto utile cercare perch in passato queste genitorialità hanno prodotto dei risultati, ma poi alla fine bisogna guardare verso il futuro. Ed è da lì che si deve e che vogliamo partire.
Noi abbiamo il problema di avere una Regione che sia anche credibile verso le altre istituzioni, in primis verso il Governo della Repubblica che abbia un bilancio rimesso in equilibrio; che abbia delle poste veritiere; che abbia i bilanci delle ASL e i bilanci dell'Ente capofila cioè la Regione, riconciliati; che non abbia debiti fuori bilancio (penso a quello che è successo con SCR); che non faccia indebitare le Partecipate per finanziare l'azienda "madre" (penso sempre a quel che è successo in SCR); che non scarichi con meccanismi surrettizi le spese sulle annualità future (penso alla "mirabile" gestione Bonino del trasporto pubblico locale, ovviamente surrogata e sostenuta mirabilmente dai tecnici della Giunta regionale che a ciò erano deputati; perché, anche qui, ci sono spesso maternità e paternità delle scelte che vengono assunte).
Allora, credo che questo bilancio e questa legge finanziaria abbiano un merito: quello di fare chiarezza e di far emergere, anche grazie alla disponibilità del Governo e al commissariamento attribuito al Presidente Sergio Chiamparino, qual è l'entità del debito, di creare un meccanismo realistico - difficile, ma praticabile e sostenibile - per ripagarlo nel tempo, di mettere delle poste in entrata che siano veritiere, di chiudere con la pratica di immaginare - com'è avvenuto negli anni passati - di avere dei ricavi che poi non si realizzano.
Ci sono delle difficoltà. Il collega Vignale ne ha, come al solito mirabilmente e puntualmente, evidenziate alcune. Il collega dice infatti che sul TPL le risorse mancano.
Ha ragione il collega Vignale, il problema c'è: non è che lo disconosciamo; specie noi che abbiamo fatto i "pistini" sui numeri degli altri non è che possiamo fingere di non esserlo sui nostri. Lo riconosciamo: 520 milioni non bastano. Ci siamo fati carico, unitariamente come Gruppi consiliari di maggioranza, con un lavoro che ha investito tutti i Consiglieri che siedono su questi banchi, di cercare le risorse e tentare di rimediare a dei problemi, non facendo marchette (come qualcuno ingenerosamente ha detto), ma cercando soluzioni. E la principale delle soluzioni che abbiamo provato ad individuare è quella relativa al TPL.
Risolve il problema? Non ancora.
Ha ragione il collega Vignale: anche con l'emendamento aggiuntivo di 15 milioni di euro presentato dalla maggioranza, le risorse non basteranno; lo sappiamo. Ci auguriamo che la Giunta faccia la sua parte extra bilancio nelle trattative e in tutto ciò che si può fare con gli Enti locali e con le parti economiche per stemperare le tensioni e per ridurre le necessità.
Ma sappiamo che c'è questo problema.
A differenza della gestione passata, però, noi non ci nascondiamo: lo diciamo platealmente. Io credo che l'Assessore che siede qui - penso l'abbia già fatto - lo debba dire al più presto agli Enti locali, perch non dobbiamo arrivare alla fine dell'anno, come succedeva nelle "mirabili" gestioni che ci hanno preceduto, a dire: "Cari Sindaci, cari Presidenti delle Province, le risorse non ci sono più. Avete programmato l'esercizio di tutto un anno come se ci fossero e in realtà non ci sono, quindi tagliate retroattivamente". Questo non può avvenire.
Il collega Vignale ha citato la vicenda delle politiche sociali. E' un argomento che ci stava a cuore quando eravamo all'opposizione e a maggior ragione ci sta a cuore oggi che abbiamo la responsabilità di governo.
Abbiamo ascoltato le parole dell'Assessore Saitta e dell'Assessore Ferrari in Commissione, che sono parole che ci hanno tranquillizzato. La collaborazione tra i due Assessori e tra i due Assessorati permetterà come ci è stato comunicato - di risolvere anche l'annosa questione del finanziamento degli extra LEA.
Insomma, confidiamo che in questo modo l'impegno, la passione e l'indirizzo politico che la Giunta regionale e la maggioranza hanno assunto consentano di far sì che le persone più sofferenti che vengono assistite dai livelli di governo più sofferenti di questa Repubblica, cioè gli Enti locali attraverso i Consorzi, possano non avere danni dalla nostra azione ma possano avere il supporto per lo meno al livello che è stato assicurato negli anni precedenti.
Ci sono poi le questioni connesse al diritto allo studio e altri colleghi più dotti ed esperti di me interverranno su questa questione.
Noi abbiamo fatto un lavoro, integrandoci con il lavoro fatto dalla Giunta regionale e dall'Assessore che ci ha seguito e con cui abbiamo collaborato strettamente, per dare una mano aggiuntiva, perché c'è un problema sul diritto allo studio universitario, c'è un problema sul sostegno al diritto allo studio negli altri settori educativi.
La Giunta ha fatto molto, noi abbiamo ripresentato degli emendamenti che vanno in quella direzione, perché c'è ancora un piccolo passo da fare.
Noi l'abbiamo fatto per aiutare, l'abbiamo fatto perché a noi interessa la risposta politica che quest'Aula dà alla comunità regionale. A noi interessano le politiche, non interessano le technicality e, pur da Capogruppo di un Gruppo, dico che non mi interessano nemmeno le bandierine.
Noi gli emendamenti li abbiamo ripresentati, di concerto con la Giunta regionale, anzi ringrazio del sostegno che ci ha dato in questo lavoro.
A noi non interessa che venga votato un emendamento che ha la prima firma del Consigliere Gariglio piuttosto che del Consigliere Grimaldi, del Consigliere Marrone o della Consigliera Porchietto. Ci interessa che questa comunità dia una risposta alla gente fuori che attende. Questo è il nostro obiettivo.
Non abbiamo necessità di strumentalizzare alcunché, vogliamo dare questa risposta.
Questo credo sia il mandato che, giuridicamente ed eticamente, ci è stato attribuito dai cittadini che ci hanno eletti. Come Gruppo del Partito Democratico - e penso di poter dire anche come Gruppi della maggioranza perseguiremo questo mandato con umiltà e con determinazione, confrontandoci con tutti, ma con molta voglia di realizzare le politiche che abbiamo annunciato e per onorare gli impegni che solo qualche settimana fa abbiamo sottoscritto pubblicamente con i nostri concittadini. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Intanto non voglio prendere troppo tempo, perché spero che in queste giornate, così com'è avvenuto in Commissione, ci sia ancora la possibilità di discutere nel merito della nostra proposta e, così come abbiamo provato noi, di raddrizzarla, di limarla e di provare a trovare delle soluzioni positive.
Vorrei solo che ci ricordassimo però il contesto. Ogni tanto è stato evocato in questa discussione, ma mi pare che la parte più politica di questa vicenda sia stata lasciata da parte, come se la discussione fosse finita anche nell'interlocuzione con il Governo Renzi.
E lo dico, tra l'altro, ai miei colleghi. Come sapete, come Capogruppo di Sinistra Ecologia e Libertà, così come la mia compagna di Gruppo e così come il mio Partito, vivo nella difficile situazione di stare in una coalizione ancora di centrosinistra e di avere, invece, come interlocutore un diverso tipo di Governo.
Lo dico ai miei colleghi soprattutto: la discussione fatta dalle Regioni e l'interlocuzione con il Governo Renzi oggi si è fermata, ma non è detto che sia conclusa così come abbiamo visto in queste ore.
Il Presidente Chiamparino ha fatto bene a dire che le proposte inizialmente fatte dal Governo erano inammissibili ed impossibili. Per fortuna, è stata l'aritmetica a dare torto a quelle ipotesi di taglio di quattro miliardi di euro. E su questo ha ragione il Presidente: l'aritmetica non è un gufo, non è una visione né di destra né di sinistra soprattutto se quei tagli fossero stati fatti sulla parte non sanitaria delle Regioni, perché, come sapete, quattro miliardi equivalgono più o meno alle politiche di tutte le Regioni messe insieme.
Ma arriviamo però al compromesso. Tutti hanno tirato un sospiro di sollievo, dicendo che, per fortuna, il taglio non è arrivato così forte e non è arrivato sulle politiche. No, in effetti, è arrivato sulla parte sanitaria.
Non so se avete letto l'accordo, ma di fatto questo dice che, più o meno, su due miliardi e 637 milioni, due milioni e 352 sono sul sistema sanitario.
Noi praticamente abbiamo detto: "Per carità, Presidente Renzi, se proprio ci deve fare un taglio, ce lo faccia sulla parte sanitaria, ma non sulla parte sanitaria che avevamo già assestato".
Vi ricordate che tutti insieme abbiamo gioito lo scorso anno, il Presidente in primis, dicendo: "Finalmente il fondo sanitario è aumentato".
Oggi, per fortuna, stiamo chiedendo di riprendersi quell'aumento perché se dobbiamo toccare le politiche siamo punto a capo.
Presidente Chiamparino, spiegavo che, per fortuna, l'aritmetica, come diceva lei, non è un gufo, quindi l'aritmetica ci ha dato ragione, per ora.
E dico "per ora", perché il tentativo di commissariamento assoluto fatto dai Governi nazionali - così come i Governi nazionali sono, di fatto secondo me, politicamente commissariati dall'Europa - ci porta a ridurre sempre di più le scelte politiche da fare.
Su questo hanno ragione tanti colleghi delle opposizioni. E' chiaro che la discussione verte più sui 20-30 milioni che riusciremo a cambiare in questa discussione. Forse è quello il limite di tutta questa discussione ma è su questo che, però, voglio ricordare al Consigliere Vignale che proprio su quella cifra c'è la differenza tra il nostro governo e quello che avete tentato di fare voi.
Lei prima ha citato tanti campi, fra cui anche il diritto allo studio ma proprio su questo dovrebbe fare un po' di memoria storica. Il previsionale dello scorso anno iniziava con una decina di milioni di euro per le borse di studio. La Giunta ci propone un bilancio che inizia con 15 milioni e 300 mila euro. Eppure, come ha sentito dire per bocca della maggioranza, del Consigliere Valle, del Consigliere Appiano e di tanti altri Consiglieri, anche quella proposta non ci basta.
Non ci basta, perché anche così non riusciremo a coprire l'85% delle borse di studio; anche così non riusciremo a fare quello che ci siamo ripromessi, cioè far ripartire quell'ascensore sociale che voi avete bloccato, perché è proprio dalle opportunità che si ridà fiducia ai piemontesi.
La stessa cosa abbiamo provato a fare su un altro tema, che è quello degli assegni di cura. Come sapete, anche su questo il nostro Gruppo ha marcato una differenza, nel senso che noi non avremmo voluto ridiscutere quello che il TAR aveva già chiarito bene nello scorso anno, cioè che quel tipo di cure sono parte del sistema sanitario.
Però non possiamo che gioire per il fatto che 15 milioni di euro finalmente (da 265 a 280) oggi sono andati sugli assegni di cura e sarà bene un'inversione di tendenza, cari colleghi; sarà un piccolo segnale, ma sarà anche un segnale a tutti quei Direttori delle ASL - e su questo vorrei fare un altro punto - che in questi mesi ci hanno fatto spendere di più.
Leggerete le mie interpellanze nei prossimi giorni su alcune signore a cui è stato spiegato che gli assegni di cura non glieli possiamo pagare signore a cui diciamo però "prego, vada in residenza", cosa che alla Regione Piemonte costa 300 euro in più al giorno. "Prego, si faccia ricoverare".
Questo è il sistema che noi vogliamo cambiare. Siamo all'inizio? Certo siamo all'inizio. L'assistenza territoriale è ancora una scommessa che vedremo nei prossimi giorni, ma anche quello marca il segno di dove bisogna fare i tagli.
I tagli si fanno evitando che la mia vicina di casa, che è da tre mesi in ospedale, forse due mesi e mezzo fa poteva avere un assistente a casa qualcuno che le facesse la fisioterapia, e forse ci costava 300 euro in meno al giorno.
Questo è quello che non funziona nel nostro sistema e questo ci siamo ripromessi di cambiare.
Così come abbiamo provato a rimettere in campo.



(Commenti in aula)



GRIMALDI Marco

Sì, dal 2016. Intanto voi avete semplicemente lasciato un miliardo e mezzo di debiti fuori bilancio e magari anche senza copertura economica della finanziaria! Ma lasciamo questa discussione alla Corte dei Conti come in tanti hanno evocato.
Sì, per carità, non discutiamo mai degli errori politici! Lasciamolo sempre fare alla Corte dei Conti, lasciamo arrivare sempre la Magistratura prima della discussione politica. Per carità! Ma dico di più. Io ho parlato fino ad ora di politiche, com'è una politica, ad esempio, cercare 15 milioni per il trasporto pubblico locale.
E poi ci sono anche delle piccole cose che abbiamo voluto fare.
Qualcuno ha parlato di "marchettificio". Ma da che pulpito! Da che pulpito, colleghi! Quei soldi all'IPLA servono semplicemente per far sì che l'operazione politica, che tra l'altro ha già votato questa Assemblea, cioè quella di fare un'Agenzia forestale, gli permetta ancora di pagare gli stipendi per questi mesi.
La vicenda delle zanzare - scusateci - l'abbiamo reintegrata semplicemente perché, con i soldi dell'anno scorso, avete pagato i debiti dell'anno prima. E allora, iniziamo a mettere i puntini sulle "i".
In merito a Pracatinat: vogliamo salvare Pracatinat? No, non vogliamo buttare via i soldi e diamo un po' di ossigeno anche per avere un Piano industriale diverso. E così abbiamo fatto su tanti temi. Gli scuolabus: sì abbiamo stanziato mezzo milione di euro. Siete d'accordo anche voi? Bene! Cosa facciamo, ostruzionismo perché siamo tutti d'accordo sullo stesso punto? Ci facciamo ostruzionismo perché abbiamo aggiunto due milioni di euro sulla parte di diritto allo studio anche per le scuole superiori? Su questo voglio chiudere. Forse abbiamo fatto male, ma avevamo predisposto - pensate - un maxiemendamento di maggioranza per palesare la nostra idea e i punti su cui volevamo trovare una convergenza. Siamo stati talmente cattivi che l'abbiamo ritirato, per far vedere che c'è una disponibilità a discutere, e l'abbiamo ripresentato in parti separate, per dimostrare che c'è tutta la volontà di discutere pezzo per pezzo. Se, per qualcuno ci viene a dire che quella è solo una discussione all'interno della maggioranza, come se noi non avessimo ascoltato per due settimane tutta la discussione avvenuta in tutte le Commissioni, si sbaglia.
Se qualcuno vuole dire che questo è un lavoro di "marchettificio" sappia che noi queste politiche le porteremo fino in fondo, perché è quello che ci siamo ripromessi per dare un po' di fiducia e speranza ai cittadini piemontesi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Consigliere Grimaldi, in Commissione non abbiamo percepito quella collaborazione, ma soltanto una sequenza di pareri negativi agli emendamenti che abbiamo proposto. Sinceramente, non abbiamo colto questo dialogo che, molto probabilmente, sarebbe stato anche ben accetto e avrebbe trovato la nostra collaborazione.
Intanto, alcune considerazioni sull'orientamento con cui la maggioranza ha improntato questo bilancio, in un periodo difficile - lo abbiamo detto e lo ribadisco - per le famiglie piemontesi, a causa di una stringente e ormai estenuante crisi.
Cerco di evidenziare velocemente alcuni aspetti che da più parti vengono rimarcati: dalle associazioni, dai sindacati e dai comitati che finalmente, vediamo riapparire.
E' difficile accettare la litania della carenza delle risorse, che è reale, ma si sa anche che questo bilancio è frutto di alcune scelte.
Tra le varie voci, abbiamo cercato delle somme che ci facessero immaginare di poter rintracciare fievoli intenzioni sulle politiche per la famiglia, e dettaglio meglio: anche piccoli segnali per aiutare quelle famiglie che hanno perso il lavoro e che hanno delle spese da sostenere per i propri figli.
In Commissione abbiamo dettagliato i nostri intenti e le nostre proposte: trasferire agli Enti locali fondi per ridurre i costi dei servizi a domanda individuale (mensa, scuolabus), con delle morosità sempre maggiori, che non potranno essere colmate. Come abbiamo detto più volte sarebbero stati sufficienti dei segnali.
Abbiamo proposto degli emendamenti riguardanti i Centri di aiuto alla vita, ma qualcuno mi ha detto: "Bisogna aiutare le famiglie che hanno dei figli". Bene, ma bisogna anche aiutare quelle famiglie che vorrebbero avere dei figli, ma non possono averli.
Sappiamo che i servizi sociali hanno le casse vuote e abbiamo visto che mancano dei capitoli al riguardo e che addirittura dovrebbero essere creati. E poi, questa settimana, ma anche questa mattina, la protesta delle associazioni, che chiedono l'immediato ritiro del ricorso della Regione Piemonte contro le sentenze del TAR del Piemonte, che confermano il diritto, agli anziani malati cronici e disabili non autosufficienti, alle prestazioni socio-sanitarie e domiciliari.
La richiesta della Regione è di seguire la via della cura dei malati e della legalità e non quella della genetica sociale e dell'abbandono. Se andiamo a leggere il documento, ci rendiamo conto che stiamo parlando di soggetti malati gravi, colpiti da rilevanti carenze di salute, parliamo di situazioni che esigono una continua attenzione alle iniziative sanitarie di prevenzione, parliamo di aggravamenti, di diagnosi e terapia con, quasi sempre, l'incapacità di fornire delle risposte. Parliamo di anziani lasciati soli, incapaci di assumere farmaci, di provvedere alle medicazioni e al mangiare.
La considerazione è che - e credo che nessuno mi possa dire di no questi malati, lasciati soli, muoiono nel giro di breve tempo, perché non sempre la famiglia è in grado di provvedere, perché non c'è nessun obbligo da parte delle famiglie che non lo desiderano, di provvedere alla cura dei congiunti, anche se questo non è sicuramente un aspetto positivo.
Sappiamo che le cure socio-sanitarie costituiscono molto spesso una migliore soluzione terapeutica, sia per l'utente sia per la Regione, perch c'è un risparmio di spesa consistente.
C'è una tradizione che sta andando a morire ed è quella della sinistra che da sempre è fautrice di servizi, di interventi a favore del sociale, di centri di aggregazione giovanile. Ho notato, ad esempio, che ci sono pochissime risorse a favore degli oratori. Non parlo di interventi sulla sicurezza del territorio e sulla sicurezza a livello generale, ad esempio quella scolastica.
Noi non siamo riusciti a cogliere l'indirizzo strategico di fondo, su questo bilancio: la filosofia, gli obiettivi da raggiungere, le cose concrete. Ci saremmo attesi, non tanto un rimpallo di colpe, che è tanto facile da mettere in atto, ma l'assunzione di responsabilità, forse anche una condivisione, una ricerca con le minoranze, non sulle "marchette", ma su alcuni temi importanti.
Una piccola discussione - lo ribadisco - in Commissione e non solo, una ridda di pareri contrari: questo è quello che è stato fatto. Ci rendiamo conto che abbiamo presentato tanti emendamenti, che abbiamo lavorato tantissimo, ma in Commissione sono stati respinti e non è stato facile nemmeno discuterli.
E' vero che ci sono delle paternità e delle maternità nelle scelte, ma noi non siamo riusciti (forse succederà nel corso dei prossimi giorni) a individuare le scelte, e laddove ne sono comparse alcune sono flebili spesso confuse: un maxiemendamento presentato e ritirato, nei confronti del quale non abbiamo capito assolutamente il senso.
Ci sentiamo di dire che le risorse non basteranno per tutto il 2015 perché sono sparse in troppi rivoli e ci chiediamo: "Forse queste non sono marchette?".
Il Consigliere Grimaldi diceva che gli "ascensori" sono bloccati. E' vero, Consigliere Grimaldi, sono tali perché la legge n. 13 ha scarsissime coperture, quindi non è previsto il superamento delle barriere architettoniche. Lo dico con una modalità scherzosa, perché questo è un altro esempio di scarsa sensibilità sociale.
Per concludere, e a seguito dell'intervento del Consigliere Gariglio chiedo: "Qual è la risposta politica e concreta per dare le risposte ai piemontesi?". Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Ruffino.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Ribadisco alcune delle cose ricordate dai miei colleghi, visto che il mio intervento li segue ad una certa distanza.
Ricordo le linee che abbiamo proposto in questo bilancio: maggiori risorse al sociale, perché la situazione delle fasce più deboli di popolazione è fortemente compromessa da questo periodo di crisi. Abbiamo chiesto di stanziare più soldi sui servizi minimi e sul trasporto pubblico perché questo bilancio è stato a lungo a rischio e ancora ora non abbiamo il quadro complessivo di come il servizio verrà mantenuto in efficienza.
Questi sono tutti servizi che pesano molto sulle fasce deboli della popolazione, perché chi può permettersi di usare altri mezzi, chi pu permettersi un'auto o chi può permettersi di essere indipendente anche senza i servizi, continua a vivere più o meno come prima e questo vale per tutto, vale anche per la sanità. Questa è una logica che noi contestiamo fortemente.
Relativamente agli interventi per il sociale, un pensiero va alle fasce più deboli, ma in questa finanziaria e nel bilancio noi non abbiamo visto nulla. Inoltre, su tutti gli emendamenti che noi abbiamo presentato c'è stato un tentativo, da parte della maggioranza, di vanificarli, proponendo questo maxiemendamento che secondo noi non ha precedenti, ed è stata una cosa che in bilancio non abbiamo apprezzato.
Mi è giunta la notizia che si cominciano a praticare tagli ai servizi delle linee autobus. Sembra ci sia una riorganizzazione tacita, che non è stata annunciata da nessuno, se non dalle stesse compagnie di autobus, per cui cominciano ad arrivare le lamentele dal territorio, perch evidentemente tali amministrazioni (dovremmo capire meglio a quali livelli) hanno cominciato le riorganizzazioni tacite, perché probabilmente l'input che la Regione non ha soldi per il TPL è arrivato. Queste riorganizzazioni tacite sono calate di colpo sulla testa degli utenti e dei cittadini pendolari e annunciate non da qualche Ente, non dalle Istituzioni, bensì dalle compagnie stesse.
Questa è veramente una figura un po' magra, mi pare un sottrarsi alle responsabilità da parte di chi queste decisioni le prende mettendoci dei soldi, perché poi sono le Istituzioni che coprono i servizi, decidono le politiche e mettono i soldi. Quindi, chiediamo una presa di responsabilità su questo tipo di cose.
Abbiamo chiesto più soldi per le bonifiche, più soldi per l'ambiente perché abbiamo visto che il problema amianto, riesploso alla cronaca dimostra di non essere per nulla risolto. Quindi, questo problema c'è.
Inoltre, abbiamo fatto un'operazione per cercare di reperire delle risorse dove, secondo noi, non viene danneggiata l'economia di quel settore, ma si vanno a colpire settori che possono dare qualcosa in più.
Quindi, abbiamo chiesto un aumento dei canoni delle acque minerali. Secondo noi, questo non è un asset fondamentale dell'industria piemontese, perch se gli stessi soldi venissero investiti in una rete di acquedotti per fornire la stessa qualità dell'acqua, naturalmente come servizio pubblico sarebbe stato un investimento che, a parità di costo per la collettività per l'ambiente e da molti punti di vista, avrebbe offerto di più. Ci è stato detto che si andava a toccare un settore molto fondamentale dell'economia piemontese. E via dicendo.
Secondo noi, manca una visione di lungo periodo sulle politiche, tant'è che tutto ciò che dà dei risultati non immediati, non a livello di una legislatura o due, comprende la tutela del territorio, la tutela dell'ambiente, la tutela della salute, tutte cose che non pagano dal punto di vista elettorale la prossima tornata. Non vedo una sostanziale applicazione, cioè si persegue comunque il consenso facile. Questa è una cosa che abbiamo visto in Regione e lo vediamo a livello nazionale, con molti slogan, ma sostanzialmente, in una situazione di bilancio critico non si fanno scelte coraggiose.
Non si fanno neanche risparmi coraggiosi, perché la nostra proposta di riduzione dell'indennità e di abolizione di quel che resta dei vitalizi è stata bollata come un esempio di "straccionismo", con espressioni anche piuttosto stigmatizzabili, perché ci sembrano un pochino fuori luogo. Si trattava soltanto di alcuni milioni di euro l'anno su cui non ci si pu sputare sopra in questo momento, perché quei sei milioni avrebbero potuto coprire quella parte del TPL che non era sta coperta, oppure si potevano praticare interventi infrastrutturali laddove al momento non vi sono trasferimenti statali, per cui tutta la parte relativa ai trasporti e agli interventi infrastrutturali ad oggi non ha copertura. Quindi, non possiamo programmare nulla, malgrado noi abbiamo tentato di proporre, come atti di indirizzo, dei trasferimenti minimi dal bilancio dei trasporti sulle infrastrutture, perché non c'è un solo euro su questo aspetto per il loro rinnovo e neanche per l'acquisto di nuovo materiale.
Tutto questo avviene in un quadro nazionale dove, secondo noi, vengono sempre meno i fondamenti e i presupposti democratici per un dialogo sereno nelle aule legislative. Lo abbiamo visto in Parlamento con la triplice fiducia sull'Italicum, una legge che, a parte le percentuali, ricorda tutto per tutto una legge già vista in epoca fascista, dove basta una percentuale del 40% per avere i due terzi di tutto il Parlamento; se questo non è schiacciare le opposizioni, non sappiamo proprio cosa significhi! Questo lo si dice a prescindere da chi può vincere, perché con una legge così pu vincere chiunque, però è la democrazia che ci perde.
Crediamo che, in un momento di difficoltà economica e anche della società, si sta tentando di imporre con la forza quello che non si riesce ad imporre con il dialogo. Questo è un precedente che noi vogliamo evitare ma vediamo che le aule come questa sono via via spogliate del loro ruolo.
Per questo motivo e in senso del tutto simbolico riteniamo che particolari come, ad esempio, indossare una giacca in Consiglio siano una formalità del tutto trascurabile rispetto a problemi molto più gravi che fanno parte della tenuta della democrazia. Quindi, noi, in senso del tutto simbolico di protesta, ci toglieremo la giacca per protestare contro il degrado antidemocratico che c'è in questo Paese, in questo momento.



(I Consiglieri del Gruppo del Movimento 5 Stelle si tolgono la giacca)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.18, riprende alle ore 17.23)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

Grazie, Presidente.
Credo di non occupare molto tempo in questa replica alla discussione generale sulla legge finanziaria.
Se dovessi esprimere delle considerazioni, alla luce anche di alcuni degli interventi che ho ascoltato in Aula (non tutti e non tutti gli argomenti, sia ben chiaro, intendo valutarli allo stesso modo) dovrei trarre amaramente la conclusione che in quest'Aula non c'è la consapevolezza delle condizioni in cui si trova la Regione Piemonte.
Invece, io ho la piena consapevolezza che questo è un dato ormai diffuso, è patrimonio di tutta l'Aula, sia da parte della maggioranza che da parte delle opposizioni.
E' evidente che la discussione sulla legge finanziaria e sulla legge di bilancio ha di per sé anche la caratteristica di far esprimere alcune radicalità di valutazione che appartengono al ruolo che, legittimamente ogni Gruppo consiliare intende esprimere.
Potrei offrire al Consiglio regionale due modi di leggere la legge finanziaria e la legge di bilancio; il primo modo è quello di guardare tutto ciò che non c'è e sarei io per primo a poter offrire grandissimi elementi alla valutazione del Consiglio regionale: ci sono meno soldi sulle politiche sociali, ci sono molti meno soldi sullo sport, ci sono meno soldi sul diritto allo studio, ci sono molto meno soldi su tutto o su gran parte delle questioni.
L'altro modo attraverso il quale leggere la legge di bilancio è capire tutti assieme che cosa, nelle condizioni in cui ci troviamo, siamo riusciti a collocare all'interno di questa legge di bilancio. E se arriviamo, oggi a fine aprile, a discutere della legge di bilancio e della legge finanziaria all'interno dell'Aula, vorrei innanzitutto che avessimo ben presente la situazione al 31 dicembre 2014, cioè nel momento in cui la Giunta regionale assumeva un disegno di legge di bilancio che aveva zero euro sulle politiche sociali, zero euro sulla cultura, zero euro sul diritto allo studio, molti zeri su tanti ambiti di intervento delle politiche regionali.
Ciò che è successo dall'inizio di questa legislatura ad oggi non è un regalo di nessuno. I provvedimenti che ci hanno consentito di predisporre una legge di bilancio e una legge finanziaria, che non hanno più i contenuti che avevano quelli della fine di dicembre dell'anno scorso, sono dovuti al fatto che l'Amministrazione regionale ha cercato di costruire tutta una serie di proposte e di posizioni su cui sono certamente intervenuti provvedimenti all'interno della legge di stabilità, quale la nomina del Presidente come Commissario straordinario, certo su cui è intervenuto un provvedimento da parte del Consiglio di Amministrazione di Cassa Deposito e Prestiti che ci consente di rinegoziare il debito salvando questo 2015 da una dimensione che prevedeva il pagamento di 161 milioni di euro di sole rate di ammortamento e di quote di capitale del mutuo. Ma - molto brevemente mi soffermo su questo dato e su questa dimensione - vorrei che avessimo tutti la piena consapevolezza che questa Amministrazione regionale non ha fatto finta di non vedere la reale drammatica situazione del bilancio della Regione: non ce lo potevamo permettere! Voglio ricordare che tutto l'inizio della precedente legislatura regionale è stato in gran parte caratterizzato da una polemica legata al fatto che a dicembre del 2009, sul finire dell'Amministrazione Bresso, è stata revocata una pluralità di impegni sul bilancio della Regione, per consentire che il rendiconto non chiudesse in disavanzo per qualche centinaia di milioni di euro. È vero, ma andatevi a leggere la relazione della Corte dei Conti sul rendiconto del 2010, del 2011 e del 2012, e troverete che né nel 2010, né nel 2011, né nel 2012 quei soldi che erano stati disimpegnati sono stati poi reimpegnati.
Significa sostanzialmente - ribadisco questo concetto - che solo dal 2013 si è avuta la consapevolezza e si è cercato di intervenire sulla situazione pesante dei conti della Regione.
Per i primi tre anni della precedente legislatura regionale si è continuato a spendere, si è continuato ad accendere mutui, si è continuato lo diceva il collega Gariglio nel suo intervento - a spostare spese, come sul TPL, da un anno e all'altro, e non si è fatto i conti con la realtà.
Noi i conti con la realtà li dobbiamo fare.
Ma dentro questi conti sulla realtà vorrei brevemente indicare quelle che sono alcune delle tracce e degli obiettivi che si pone la legge finanziaria (sarò breve, tanto ci torneremo quando tratteremo la legge di bilancio): noi stiamo facendo in modo che la Regione Piemonte possa continuare, sia pure con minori risorse a disposizione, ad essere un'istituzione utile, capace di intervenire sul sistema sociale, sullo sviluppo economico, sull'organizzazione amministrativa, sul sistema dei servizi della nostra Regione.
Questa legge finanziaria si colloca all'interno di quel percorso che il Consiglio regionale ha assunto anche con altri provvedimenti (legge sulla qualificazione della spesa, la legge sui provvedimenti fiscali, la legge sulla semplificazione amministrativa all'interno della Regione Piemonte).
Lo fa su alcune questioni che sono state oggetto di richiamo in alcuni interventi sia della maggioranza ma - lo riconosco - anche da parte delle opposizioni; lo fa indicando un obiettivo, che è quello di un programma forte di valorizzazione del patrimonio immobiliare della Regione, non finalizzato ad alimentare spesa corrente, ma a chiudere disavanzi e a consentire di alimentare spese di investimento all'interno della nostra Regione. Lo fa con un forte impegno sul piano dell'evasione e dell'elusione fiscale per quanto riguarda l'imposta sul bollo; lo fa proseguendo quegli interventi di razionalizzazione che hanno come obiettivo non la riduzione della capacità di intervento della Regione, ma la costruzione di un nuovo equilibrio.
Mi spiace dirlo, ma in questi mesi tutto abbiamo pensato tranne che a provvedimenti populistici. Perché la riorganizzazione della rete ospedaliera è tutto tranne che un provvedimento populistico: ha creato e sta creando ancora in molte parti del Piemonte - lo stesso dibattito di questa mattina lo ha rappresentato con grande evidenza - espressioni di localismi, tensioni locali, legittime preoccupazioni da parte della comunità locale.
Ora, la riorganizzazione del sistema di governance sul TPL che abbiamo avviato col Piano di qualificazione della spesa e che proseguiamo con le norme contenute all'interno della legge finanziaria è una riorganizzazione che vuole non mantenere lo status quo, ma darsi degli strumenti, non con l'obiettivo di diminuire la capacità di intervento della Regione, ma certamente con un obiettivo di riorganizzazione, finalizzato a rendere compatibile questo sistema all'interno delle disponibilità della Regione Piemonte. Questo riguarda IPLA e tutta una serie di società; riguarda il rapporto tra la Regione e il sistema decentrato e le Province; come ho detto durante l'intervallo nell'incontro con le rappresentanze sindacali della Città metropolitana, noi siano in ritardo sotto questo aspetto, me ne rendo perfettamente conto; ma nel mese di maggio completeremo il disegno di legge; definiremo i rapporti per quanto riguarda le quantità assunzionali del personale delle Province e - permettetemi - almeno questo bilancio iscriverà 40 milioni di euro sul finanziamento delle funzioni delegate alle Province, non 9.700.000 euro, che era lo stanziamento iscritto nella legge di bilancio del 2014 su questo tema, che abbiamo dovuto alzare, portandolo a 25 milioni di euro, in sede di assestamento di bilancio nel 2014.
In questo bilancio, sia pure con stanziamenti limitati e certamente non adeguati, ritornano stanziamenti su ambiti di intervento che da anni non si vedevano più.
Mi spiace dirlo, collega Ruffino, ma i soldi per l'eliminazione delle barriere architettoniche nei tre anni precedenti erano letteralmente spariti dalle leggi di bilancio della Regione Piemonte! Abbiamo ancora le domande giacenti rispetto al bando del 2010 depositate in Regione Piemonte.
Anche questo vuol dire assumersi la responsabilità di dover dire che con poche risorse - certo - ognuno ha un obiettivo (perché crede in quello che fa, crede nel programma di cui è attore e protagonista) di immaginare di poter intervenire con maggior decisione.
L'operazione che faticosamente stiamo portando avanti è destinata a garantire continuità di presenza sul sistema dell'integrazione socio sanitaria, di riportare un pezzo della domiciliarità all'interno della spesa sanitaria, è un'operazione che ha il futuro dentro di sé.
Frettolosamente, un anno fa questo è stato improvvisamente tolto ed eliminato delle politiche e dalle scelte che ha fatto l'amministrazione regionale.
Anticipo sin da subito che domani, all'inizio della seduta pomeridiana chiederò la sospensione del Consiglio regionale e la convocazione della I Commissione, per illustrare l'emendamento che verrà presentato sulla copertura dei debiti fuori bilancio e delle passività pregresse, e sulle modalità attraverso le quali, grazie al lavoro che il Presidente Chiamparino e il sottoscritto abbiamo fatto con il MEF, possiamo dare anche questo elemento di positività in questa legislatura. Coprire nel 2015 tutto il pregresso del trasporto pubblico locale, e coprire con questa legge di bilancio debiti fuori bilancio e passività pregresse per 110 milioni di euro, indipendentemente da chi le ha fatti, mi sembra una risposta ad un sistema, come quello piemontese, che ha bisogno di avere, non solo stanziamenti illusori, ma la certezza di vedersi pagate tutte queste risorse.
Chiudo questo tipo di parentesi per dire che sulle proposte che i Gruppi faranno e che hanno fatto con la presentazione degli emendamenti avremo modo di ritornarci; così come avremo modo di ritornare su altre parti del dibattito sulle scelte di fondo e sulle caratteristiche che ha questa legge di bilancio.
Tuttavia, mi preme esprimere un'ultima considerazione: noi non voltiamo lo sguardo da un'altra parte. Abbiamo due anni molto difficili davanti a noi, che dovremmo costantemente utilizzare accantonando risorse straordinarie ed entrate straordinarie, per consentire di arrivare, alla data del 2017, in una condizione non di drammaticità. Ci sono le condizioni per poterlo fare. Se posso riportare, usare ed abusare di un racconto infantile e giovanile che tutti conosciamo, direi: saranno due anni in cui dovremmo fare tanto le formiche e tanto poco le cicale.
Ma noi non pensiamo che questa sia la nostra funzione in questa legislatura regionale o, perlomeno, non pensiamo che questa debba essere l'unica funzione in questa legislatura regionale. Avere i conti a posto riorganizzare la Regione è una pre-condizione. Oggi noi dobbiamo ritornare a parlare il linguaggio del futuro in questa Regione. L'apertura, subito dopo la chiusura sulla legge di bilancio, di tutta la discussione sulla programmazione dei fondi strutturali europei e sui tre fondi, deve essere concepita come una straordinaria occasione in cui il Piemonte, inteso come Istituzione Regione, il mondo economico, le realtà sociali e l'organizzazione amministrativa piemontese devono confrontarsi, sistema territoriale per sistema territoriale, su quali sono le scommesse per il futuro. Anche qui, però, avendo la presunzione di dover immaginare una moltitudine di assi di intervento, ma individuando quei cinque o sei ambiti importanti e strategici che siano capaci di restituire a questa Regione la possibilità di costruire il proprio futuro.
Non immaginiamo che questa legislatura regionale debba risolvere i problemi del passato e appiattirsi sulla gestione del presente; anzi, se volete, questa è stata indubbiamente la prima fase di questa legislatura regionale, perché ha dovuto fare i conti con una situazione emergenziale molto pesante che non è finita, ma che certamente oggi possiamo rappresentare come un pezzo di cammino compiuto. Aggiungo, sapendo di esprimere la stessa consapevolezza che in più circostanze, anche fuori da quest'Aula (che vale molto di più), ha espresso il Presidente Chiamparino che questo cammino è stato compiuto anche con un'assunzione di responsabilità che va oltre la Giunta, oltre la maggioranza, e che molte parti di questo percorso ha coinvolto tutto l'intero Consiglio regionale.
Credo che questa discussione sia l'ennesima occasione per darne atto ma dovremmo, finita questa discussione, tornare a parlare un linguaggio del futuro, tipo le scelte fondamentali in cui poggiare l'utilizzo dei fondi strutturali europei.
Sarà una bella sfida che consentirà a ciascuno di noi di essere portatori e costruttori di una capacità progettuale, che il Piemonte ha molto bisogno e che da alcuni anni a questa parte ha un po' dimenticato.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Iniziamo la discussione sugli articoli.
Come mi è stato prospettato dalla Giunta, inizierei dall'articolo 2, in quanto sull'articolo 1 la Giunta sta continuando gli approfondimenti sugli emendamenti.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Ci sono dichiarazioni di voto? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Solo per far presente che noi esprimiamo, come abbiamo espresso sull'articolo 2, un voto contrario.
E' evidente che se dovessimo dare un voto contrario, è l'insieme della valutazione che diamo alla legge finanziaria; ma se dovessimo esprimere un voto distinto per ogni singolo articolo, per ciò che ogni singolo articolo contiene, il 2 e il 3 non avrebbero visto il nostro voto negativo, però è una parte del tutto, quindi crediamo sia opportuna la modalità che adottiamo.
Allo stesso modo riteniamo sia doveroso significarlo, perché riteniamo opportuno inserire, nella norma finanziaria, la garanzia rispetto al co finanziamento dei piani operativi regionali.
Per lo stesso motivo per cui una norma importante come la legge finanziaria non può avere valutazione distinta, ma deve necessariamente avere una valutazione di insieme, esprimiamo il nostro voto negativo, che evidentemente non si sostanzia da questi articoli. Con la discussione sugli emendamenti che abbiamo presentato, in particolar modo sull'articolo 1 (ma anche in quelli successivi), interverremo per esplicitare meglio quanto intendiamo dire.
E' assolutamente evidente, e con la discussione sugli emendamenti lo faremo presente, ciò che alcuni colleghi oggi hanno rimarcato, ossia gli aspetti più positivi rispetto a quella che è la norma finanziaria.
In alcuni casi neanche tutti i dati sono sempre corretti, nel senso che quando si discutono le leggi finanziarie e di bilancio occorre sempre porre molta attenzione tra le dichiarazioni e le declinazioni delle dichiarazioni stesse. Per fare esempi molto semplici, proprio in questi giorni, con il grande fermento che vive la città, molti esponenti non solo di questa Regione ma anche di altre Amministrazioni, come quella di Torino, hanno espresso la necessità di investire sulla promozione del territorio largamente intesa, che può andare dal turismo all'agricoltura, o alla promozione enogastronomica, o alla cultura. E noi ci rendiamo conto che, in realtà, se leggiamo i bilanci, alle dichiarazioni non sempre corrisponde un impegno prioritario in termini di appostamento di bilancio. Questo lo vedremo negli articoli successivi e poi nella legge di bilancio.
Sull'articolo 3 e sull'articolo 2 il nostro voto è negativo per le motivazioni espresse prima.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
La ringrazio particolarmente per la parola datami, in quanto su questo articolo avevamo proprio l'esigenza di esprimere il parere del Gruppo, che manifestiamo anche per l'articolo 2 sul quale non abbiamo avuto la possibilità di rappresentarlo.
Ci rifacciamo alla discussione svolta in Commissione. Fermo restando il parere complessivamente negativo del Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle sulla legge finanziaria, in relazione soprattutto all'articolo 1, che prevede il rifinanziamento o, meglio, il definanziamento o il non finanziamento di molte legge leggi regionali, su alcuni articoli potranno esserci anche delle declinazioni diverse in termini di votazione - quindi non solo un voto negativo - anche se resta il voto complessivamente negativo.
Sulla programmazione del POR FSE e FESR, articoli 2 e 3, restano infatti alcune perplessità nella declinazione regionale - fermi restando i criteri, ovviamente, europei, quindi gli obiettivi anche nazionali - in quella che è anche una sorta di legislazione ascendente, oltre che discendente, appunto, dall'Europa.
In particolar modo, la ripartizione in quote nel triennio vede tra il FSE e il FESR una discrepanza notevole per il 2015: se per il FSE ci sono 12 milioni 750, per il FESR ce ne sono solo 2 milioni e sette, forse, come abbiamo già evidenziato in Commissione, anche per un ritardo in ordine alla presentazione di documenti da parte della Regione Piemonte, complice, da una parte, il rinnovo della Consiglio e della Giunta regionale nel 2014 (anno di inizio della programmazione regionale) e, dall'altra, forse, il ritardo di approvazione della legge finanziaria e del bilancio della Regione Piemonte a fine aprile/inizio maggio. Quindi, paghiamo forse anche questo ritardo di finanziamento al Fondo di Sviluppo Regionale nel 2015 in termini di minori risorse quest'anno, ovviamente si recupererà negli anni successivi.
Anche noi auspichiamo che non ci sia un'eccessiva concentrazione di risorse nell'ultimo anno della programmazione o nell'anno successivo quindi nel 2020-2021, sperando di avere una programmazione annuale abbastanza cogente e abbastanza seguita negli anni, senza strumenti come l'overbooking o altri, che possono impegnare le risorse in maniera diversa da quanto previsto.
Comunque, la nostra votazione su questo articolo è negativa. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
Do atto per il verbale che la Consigliera Batzella intendeva votare in senso contrario.
ARTICOLO 4 Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Di questo ho già parlato nel mio intervento in discussione generale.
Annuncio il nostro voto contrario a quest'articolo non perché non vogliamo che venga terminato l'ospedale di Verduno per quanto sia una scelta infelice, ma in quanto questo articolo della legge finanziaria non fa chiarezza sugli obiettivi della Regione in merito.
Allora, l'Assessore Saitta e anche il Presidente Chiamparino hanno ribadito sul territorio l'impegno della Regione nel terminare l'opera, che come propagandato sui media dai vari responsabili del progetto e dall'Assessore, dovrà essere finita a metà dell'anno prossimo con i collaudi.
Ho elencato prima tutte le incertezze che gravano su quest'opera, tutte le incognite e tutte le questioni economiche, e che cosa mettete in finanziaria? Che al più metterete i soldi previsti come anticipazione sull'alienazione dei due ospedali, che, come abbiamo detto, sono sopravvalutati. Invece, l'Assessore ha dichiarato in Commissione che non intende mettere più di quanto serve per mantenere aperto il cantiere quest'anno.
In questo non vediamo alcuna forma di trasparenza, nessuna dichiarazione effettiva di impegno e di devozione delle risorse chiaramente necessarie, che, come ho detto, sono, come minimo, 50 milioni, poi c'è la viabilità e ci sono tutte le altre problematiche che ho elencato prima.
Di conseguenza, quest'articolo ci appare, sostanzialmente, vuoto di contenuti; è un modo per dilazionare il problema e rinviare la questione del reperimento di decine di milioni - e non sono bruscolini in un bilancio che taglia da tutte le parti, anche laddove ci sono bisogni fondamentali delle persone - di fondi per un'opera che è andata fuori controllo, per motivi storici, per scelte sbagliate e per incapacità di controllo della spesa pubblica.
Ricordo che è un'opera sulla quale arriverà prima o poi una sentenza della Corte dei Conti: l'esposto penale è stato archiviato ma nelle motivazioni - se non l'avete fatto, vi invito a leggerle - il Procuratore dice chiaramente che c'è un'evidente crescita incontrollata della spesa.
Per cui, probabilmente, si abbatterà la scure della Corte dei Conti che dichiarerà quello che è sotto gli occhi di tutti, cioè la presenza di un vasto danno erariale legato all'incapacità di programmazione e di controllo dei costi di quest'opera.
Quindi, quest'articolo della finanziaria, così come le relative voci di bilancio - poi parleremo del fatto che a livello nazionale si è chiesto di mettere a "zero" la voce "edilizia sanitaria", cosa che non è avvenuta sono poco chiare, non rendono giustizia del significato di quest'opera così come non dicono nulla del destino delle altre opere incompiute che giacciono sul territorio, come l'ospedale che sostituirà quello di Nizza Monferrato, il Valle Belbo.
Conseguentemente, ribadisco che relativamente a questo articolo voteremo contro. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Intervengo in quanto l'articolo 4 pone una serie di problematiche.
Ci sembra che l'Aula viaggi a scoppio ritardato. Nella legge del 2015 all'articolo 8, lo leggo testualmente, avevamo indicato un emendamento che era stato accolto dall'Aula, in cui si diceva: "Al fine di valorizzare il patrimonio regionale di proprietà delle Aziende Sanitarie Regionali, le stesse procedono, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, all'individuazione degli immobili di proprietà non utilizzati per la diretta erogazione di servizi sanitari e per la successiva alienazione dei medesimi".
I sei mesi sono molto vicini. Non capiamo come mai vi sia una disponibilità, con tanto di nome e cognome, di un ospedale specifico, entro il quale andiamo a fare questo tipo di attività e, ad esempio, non sia stato indicato un ospedale, come quello della Città della Salute di Novara entro il quale vi è una necessità complessiva di individuare questi beni alienabili. Diventa poi un elemento di finanziamento complessivo. Ci sembra che l'articolo 4 incida in modo particolare per questa ASL, probabilmente noi lo abbiamo interpretato. L'ASL medesima deve anticipare questi soldi rispetto al fatto che poi venderà, quindi questa è una legge che consente all'ASL di fare questa operazione nell'ambito finanziario, ma vuol anche dire far sì che questa ASL faccia un mutuo.
Rispetto a tutta la discussione che stiamo facendo sul controllo dei costi, nell'attività che stiamo conducendo in ambito di una discussione più generale, non entro nel merito specifico di questo argomento, ma ci sembra ci sia un'incongruenza. Un'incongruenza per la quale noi, pur individuando una filosofia positiva rispetto a quello che fu un nostro emendamento nell'articolo 1, non comprendiamo perché non si è considerato, in questo aspetto, tutte le Aziende Ospedaliere del Piemonte che hanno la stessa identica esigenza di quella che andiamo a discutere nell'articolo 4.
Questo è un elemento che ci preoccupa, ed è per quello che vorremo una risposta precisa su questo tema, al fine di definire una votazione che, nel nostro caso, sarà di astensione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Graglia; ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Non è che dissento, è che uso il buon senso come ci è stato richiesto e come ho sempre usato nella vita.
Antepongo l'aspetto territoriale e il buon senso dei soldi che sono già stati spesi in un'opera che, comunque, deve essere ultimata e quindi voter a favore.



PRESIDENTE

Grazie, collega Graglia.
Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 bis Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti, Valetti: "1. Al fine di una maggiore efficienza, efficacia, trasparenza ed economicità dell'attività di gestione del Servizio Sanitario Regionale entro 90 giorni dall'approvazione della presente legge, viene adottato il Piano Socio Sanitario 2016-2018 che contiene l'aggiornamento dei Programmi Operativi 2013-2015".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Si tratta di un emendamento che mi sarebbe piaciuto illustrare alla presenza dell'Assessore Saitta. Non essendo presente, mi accontenterò del Presidente Chiamparino (accontentarsi in maniera positiva, chiaramente).
Visto che l'Assessore Saitta, quando lo presentammo in Commissione, lo us strumentalmente dicendo che il Movimento 5 Stelle voleva prorogare i programmi operativi e il piano di rientro, con questo emendamento chiediamo semplicemente di adottare il Piano Socio Sanitario regionale 2016-2018.
Chiediamo di non fare più con delibera di Giunta quello che dovreste fare con delibere di Consiglio regionale. Mi rendo conto che è un emendamento aggiuntivo rispetto ai temi della finanziaria, ma è un articolo di stimolo alla Giunta ad adottare il Piano Socio Sanitario regionale, cioè a svolgere il suo compito da portare poi in Consiglio regionale, che valuterà, lo emenderà, se del caso, e lo porterà in approvazione.
Il legame con la finanziaria è che all'interno del Piano Socio Sanitario, oltre alla revisione della rete ospedaliera, la revisione della rete territoriale che state approvando con delibera di Giunta, vi sono gli aggiornamenti dei programmi operativi. Aggiornamenti di quello fatto, non aggiornamenti nel senso di prolungare in là all'interno del Piano di rientro nazionale. Cosa che nessuno di noi vorrebbe perché penso che tutti o la stragrande maggioranza, vogliano tornare ad assumere il numero minimo congruo, di personale per fare andare avanti le nostre ASL in maniera corretta, efficiente ed efficace.
Visto che si portano a Roma dei documenti in cui si dice che abbiamo fatto questo, abbiamo fatto l'altro, abbiamo fatto ancora quest'altro sui programmi operativi siglati a fine dicembre 2013, ma a metà 2015 non abbiamo fatto ancora nulla di quello che è descritto nel 2015, dobbiamo presentare dei risparmi e degli efficientamenti su cose che non sono state fatte neanche in buona parte della rete territoriale, per dirla tutta. Un aggiornamento, forse, permetterebbe di prevedere meglio i bilanci possibili delle ASL, quindi di fare un'analisi concreta sul bilancio regionale. Di qui il collegamento con la finanziaria.
Molto sommessamente chiediamo alla Giunta, finito il bilancio, di adottare subito il Piano Socio Sanitario regionale, di discutere in Commissione sanità e portare, quindi, il tema centrale della Commissione sanità e non temi secondari su cui, magari, ci sono tanti emendamenti, ma meno appassionanti di questo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Come ha detto il Consigliere Bono, contrariamente a quanto ha affermato l'Assessore Saitta quando, rispondendo ad un'interrogazione che aveva tutt'altro argomento, ci ha un po' scagliato contro l'emendamento che noi avevamo presentato, qui non si tratta di voler prorogare il Piano di rientro; al contrario, si tratta di voler uscire da quella logica, in particolare con la gestione di tipo emergenziale che si sta facendo della sanità regionale e di restituire al Consiglio regionale le prerogative che gli sono proprie.
Quindi, si tratta di adottare un nuovo Piano Socio Sanitario regionale. Di adottarlo, così come va adottato con una deliberazione del Consiglio regionale e, contestualmente, all'interno del Piano Socio Sanitario prevedere nuovi programmi operativi.
Questo per proseguire nell'operazione di monitoraggio e controllo di tutti gli elementi che vanno a comporre la spesa regionale in sanità e, dopo essere sperabilmente usciti dal Piano di rientro, per continuare a gestire la sanità regionale con oculatezza, senza doverci ritrovare da qui a qualche anno a gestire di nuovo le situazione sgradevoli che ci sono adesso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Iindìco la votazione sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 4 ter Emendamento rubricato n. 11) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti, Valetti: Dopo l'articolo n. ... del disegno di legge 83 è inserito il seguente: (Assistenza residenziale e semiresidenziale) 1. Entro 90 giorni dall'approvazione della presente legge tutte le ASL provvedono ad uniformare il tariffario delle strutture per l'assistenza residenziale e semiresidenziale.
2. L'utente per il quale sia individuata la condizione di non autosufficienza e non assistibilità a domicilio ha diritto di scegliere il luogo di cura nell'ambito delle diverse opzioni offerte dalle strutture accreditate su tutto il territorio regionale con il SSN, nel rispetto del principio della libera scelta.
3. Le ASL redigono annualmente e pubblicano nei rispettivi siti on line entro e non oltre il 30 giugno, una "Carta dei Servizi" per tutti i servizi di residenzialità e semiresidenzialità accreditati.
4. Nel rispetto del principio della trasparenza è prevista adeguata pubblicizzazione dei verbali della Commissione di Vigilanza a seguito delle verifiche di controllo delle strutture accreditate. In proposito, entro 15 giorni dalla visita della Commissione di Vigilanza presso le strutture tutti i verbali devono essere pubblicati nei rispettivi siti on line nell'area dedicata alla "Carta dei Servizi".
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella per l'illustrazione ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento parliamo di assistenza residenziale e semiresidenziale, che sappiamo essere tanto importanti. Si tratta di un tema molto sentito, viste le liste di attesa e considerati tutti i costi che abbiamo nella Regione Piemonte.
Noi chiediamo che nel disegno di legge n. 83 venga inserito, dopo l'articolo 4, che "entro 90 giorni dall'approvazione della presente legge tutte le ASL provvedono ad uniformare il tariffario delle strutture per l'assistenza residenziale e semiresidenziale", anche perché - vi ricordo non esiste un tariffario unico: ci sono delle strutture che mettono in atto delle tariffe differenti. Chiediamo quindi uniformità nel tariffario.
Al comma 2 diciamo che "l'utente per il quale sia individuata la condizione di non autosufficienza e non assistibilità a domicilio ha diritto di scegliere il luogo di cura nell'ambito delle diverse opzioni offerte dalle strutture accreditate su tutto il territorio regionale con il SSN, nel rispetto del principio della libera scelta". Insisto: qualora il paziente non avesse la possibilità di essere assistito a domicilio.
Al comma 3 scriviamo: "Le ASL redigono annualmente e pubblicano nei rispettivi siti on line, entro e non oltre il 30 giugno, una 'Carta dei Servizi' per tutti i servizi di residenzialità e semiresidenzialità accreditati". Mi spiego meglio. Tutte le Aziende Sanitarie Locali dovrebbero avere una Carta dei Servizi. Attualmente, nella Regione Piemonte, c'è solo un'Azienda che ha la Carta dei Servizi on line e ce ne sono altre due che cercano di metterla in rete, ma il servizio in realtà non funziona benissimo. Questo principio, quindi, dev'essere applicato a tutte le ASL: ogni cittadino deve avere il pieno diritto di poter verificare on line quali sono tutti i servizi che quell'Azienda sanitaria offre, dagli ospedali a tutte le varie specialità.
Ancora, "Nel rispetto del principio della trasparenza è prevista adeguata pubblicizzazione dei verbali della Commissione di Vigilanza a seguito delle verifiche di controllo delle strutture accreditate. In proposito, entro 15 giorni dalla visita della Commissione di Vigilanza presso le strutture, tutti i verbali devono essere pubblicati - anche in questo caso - nei rispettivi siti on line nell'area dedicata alla 'Carta dei Servizi'". Parliamo quindi sempre di continuità di rete e di rete telematica.
Mi auguro dunque vivamente che quest'emendamento possa essere veramente preso in considerazione perché si tratta di un tema molto importante: stiamo parlando di persone che hanno bisogno di una continuità assistenziale, gravemente malate e non autosufficienti.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Questo emendamento sottolinea l'inefficacia - e siamo nel 2015 - e l'incapacità di un Ente come la Regione Piemonte di realizzare un sistema trasparente e che renda giustizia, nei confronti dei cittadini, di tutto quello che viene fatto in sanità. Questo non è che uno dei tanti temi.
A proposito della questione del tariffario, il cittadino oggi non è correttamente informato e non lo è perché, ancora nel 2015, nonostante si abbia a disposizione un Consorzio per i sistemi informativi attivo dal '77 nonostante si siano fatti piani di e-government e progetti vari su tutta la questione informatica, nonostante si parli di trasparenza, ci si riempia la bocca di ogni sorta di chiacchiere sulla capacità di informare (siamo la società dell'informazione), l'unico modo con cui si informa è attraverso le testate giornalistiche, e spesso non dicendo le cose come stanno. E le cose poi, tra l'altro, non rimangono disponibili per un tempo sufficiente perch ce le si possa ricordare nel tempo, a meno di non salvarsele.
Questo, quindi, non è che uno dei tanti inviti che vi faremo a mettere in piedi una seria politica dell'informazione, che usi il mezzo informatico in maniera moderna ed efficace, cosa che ad oggi la politica non ha mai fatto, probabilmente - a pensar male spesso ci si azzecca - perché faceva comodo avere l'opacità su quanto riguarda i soldi nella sanità. Altrimenti ad oggi, come l'abbiamo per l'agricoltura, per il lavoro, per l'ambiente ecc, avremmo anche un sistema informativo della sanità regionale integrato ed efficiente, cosa che invece ancora non abbiamo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Questo emendamento chiaramente pone un problema fondamentale, quello della trasparenza.
Leggevo per esempio alcuni giorni fa, non con stupore, che sulla trasparenza delle Amministrazioni la Provincia di Alessandria è l'ultima Provincia in classifica a livello piemontese. Non mi stupisce, perché era mia abitudine verificare alcuni siti, specialmente di Amministrazioni della mia Provincia, che manipolavano anche il senso della normativa a livello di trasparenza.
Nel nostro emendamento mettiamo, per esempio, un elemento chiave, che è la pubblicazione del tariffario. Quando si mettono elementi simbolici parole chiave che sono strettamente associabili ad un elemento fisico, ad un documento, non si incorre nel pericolo dato dal dubbio. Se infatti vi prendete la briga di andare a spulciare un po' in giro su internet, nei siti, alla voce "Amministrazione trasparente", vedrete che, quando si parla per esempio di appalti o di attribuzione di incarichi, c'è spazio per la più vasta creatività: da chi inserisce le delibere di incarico a chi inserisce direttamente le delibere di liquidazione delle parcelle; quindi se una delibera di incarico o di affidamento di lavori può essere più o meno contestata, pensate quando il lavoro è già liquidato che cosa si pu contestare.
Occorre dunque massima trasparenza e servono soprattutto parole chiare che non possano essere oggetto di interpretazioni fuorvianti del controllo da parte della Regione sulle ASL.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questo emendamento è un tentativo di dare la certezza di un servizio e anche una qualche trasparenza riguardo al servizio di assistenza residenziale e semiresidenziale; allo stesso momento è anche il tentativo di dare una certezza dal punto di vista delle tariffe e per questo è attinente anche alla materia finanziaria.
In questi mesi si è parlato molto della tematica e riconosco anche un impegno trasversale della IV Commissione su questo tema, perché ci sono parecchie cose da mettere a posto.
Noi chiediamo innanzitutto che sia uniformato il tariffario delle strutture e che venga redatta annualmente e venga pubblicata online - in questo senso è un'attenzione verso la trasparenza - una Carta dei Servizi per tutti i servizi di residenzialità e semiresidenzialità accreditati.
Allo stesso modo, vorremmo, sempre per il rispetto del principio di trasparenza, che vi sia un'adeguata pubblicizzazione dei verbali della Commissione di vigilanza, a seguito delle verifiche di controllo delle strutture accreditate. Quindi, un controllo costante della qualità erogata dalle strutture accreditate.
In questi mesi abbiamo effettuato, come Gruppo, in particolare la collega Batzella, dei sopralluoghi, a volte evidenziando delle situazioni di irregolarità.
Tutto questo messo insieme dovrebbe garantire una migliore qualità economicità e trasparenza del servizio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Leggendo un articolo della rassegna stampa di domenica risultava che anche la spesa pro capite delle varie ASL della Regione, come anche da Regione a Regione, varia notevolmente.
Pertanto, questo è sicuramente un emendamento importante, che vuole andare a creare un tariffario uniforme a livello regionale, perch purtroppo nella sanità piemontese scopriamo sempre di più che nelle varie ASL non c'è né l'uniformità del servizio né l'uniformità della spesa pro capite. Questo fatto lascia perplessi, considerando che il territorio piemontese ha una presenza uniforme di pazienti con problematiche sanitarie.
Quindi, queste discrepanze nascono da una gestione che non è basata sulla qualità dei servizi, ma sull'eredità della spesa. E' questo che caratterizza la sanità piemontese: un'eredità della spesa basata su un sistema informatico che, il più delle volte, è nascosto anche ai Direttori delle ASL. Infatti, nel momento in cui si fanno delle richieste di dati puntuali, troviamo delle discrepanze tra i dati forniti dai Direttori delle ASL e i dati che ci forniscono, ad esempio, i Direttori del 118.
Crediamo che questo sia assurdo ed è dovuto in buona sostanza a quello che sostenevamo nell'emendamento precedente, ovvero al non adeguamento ai programmi operativi sanitari regionali, cosa che ha portato a dei sistemi informatici che non dialogano tra di loro, come diceva il Consigliere Campo.
Credo che questo sia un emendamento di buonsenso ed è importantissimo perché la trasparenza è la prima cosa che dovrebbe garantire un'Amministrazione pubblica. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Chiudo gli interventi del nostro Gruppo su questo emendamento giustificando anche l'attinenza dello stesso alla Legge Finanziaria.
Infatti, come ricordato dalla Consigliera prima firmataria e dal Capogruppo, serve avere maggiore trasparenza anche dei verbali delle Commissioni di vigilanza per conoscere, a seguito dell'accreditamento delle strutture residenziali e semiresidenziali, l'applicazione dei criteri e degli standard richiesti per l'accreditamento stesso, perché a volte magari, si può ottenere l'accreditamento e poi perdere i requisiti o comunque, non garantire un servizio efficace ed efficiente o rispettoso degli utenti del servizio stesso.
L'abbiamo visto spesso nel caso di Commissioni di vigilanza che vanno in struttura, magari su segnalazione di parenti o dei familiari o addirittura, dei lavoratori delle strutture stesse, in cui si vedono piante organiche non rispettose del numero minimo del personale richiesto, una gestione dei servizi non all'altezza degli standard richiesti per l'accreditamento e, di conseguenza, anche una non cura dei pazienti, ovvero delle persone che sono ivi ricoverate.
Pertanto, è necessario avere maggiore trasparenza e questo lo chiediamo nella Legge Finanziaria, anche per poter ottenere dei risparmi, perch eventualmente riconoscere l'accreditamento, quindi pagare delle strutture che non sono all'altezza del compito che si propongono di perseguire è una spesa per la Regione Piemonte, che si espone anche ad eventuali ricorsi o eventuali altri contenziosi di natura giudiziaria che ci possono essere da parte di parenti dei ricoverati o quant'altro.
In questo senso, chiediamo quanto contenuto in questo emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Quando abbiamo sostenuto che non si fosse fatto abbastanza per contenere la spesa in modo strutturale ed attento, intendevamo anche questo.
Malgrado tutte le riforme che si possono fare, basate per lo più in ambito sanitario su interventi spot e non su un piano integrale di lungo periodo, la trasparenza è sicuramente un elemento che è mancato ed è un elemento che sicuramente è causa di efficientamento, perché sappiamo che spesso è nella non conoscenza degli elementi che si annidano gli sprechi anche semplicemente quelli relativi a disattenzione o a mala spesa. Molto spesso la disattenzione negli acquisti o negli affidamenti dei costi non controllati e non trasparenti causa un lievitare della spesa, che su capitoli di bilancio e su ambiti della Regione piuttosto limitati possono essere una piccola revisione dell'efficientamento.
In ambito sanitario, quando parliamo del 90% della spesa regionale, si può trattare anche di risparmi consistenti.
Quindi, il discorso che si fa sull'applicazione dei costi omogenei su tutti i servizi della Regione, nelle diverse ASL, nell'informatizzazione e nella messa a disposizione e pubblicazione di tutti gli atti che riguardano movimenti di denaro all'interno dell'ASL, è un qualcosa che sinceramente doveva essere fatto subito.
Non è stato fatto e noi vogliamo sapere che cosa pensa la maggioranza di questa mancanza, perché, secondo noi, era una delle prime cose cui mettere mano quando si tentava di fare del risparmio sulla sanità, prima ancora della riduzione dei posti letto e della riduzione dei servizi. Non che in alcuni punti non si potesse fare, ma per quanto riguarda il rapporto tra costi e benefici la trasparenza ha un'incidenza decisamente trascurabile.
Quindi, lo richiediamo con questo emendamento alla Legge Finanziaria e speriamo di ottenere l'interesse politico su questo tema, che noi siamo disposti a riproporre in qualunque sede qualora in questa non andasse a compimento il nostro intento di sensibilizzazione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 4 quater Emendamento rubricato n. 12) presentato dai Consiglieri Batzella, Bono Andrissi, Bertola, Campo, Frediani, Valetti e Mighetti: Dopo l'articolo 4 del disegno di legge 83 è inserito il seguente: "Art. 4 quater (Assistenza sociosanitaria) 1. Nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, efficienza e trasparenza, al fine di promuovere una più adeguata distribuzione delle prestazioni assistenziali, domiciliari e residenziali, rivolte ai malati cronici non autosufficienti, le ASL redigono annualmente e pubblicano nei rispettivi siti online, entro e non oltre il 30 giugno: il fabbisogno di posti letto, espresso in funzione della popolazione da assistere presso le strutture residenziali e semiresidenziali destinate ai malati cronici non autosufficienti, ai disabili, alle persone con disturbi psichiatrici, ai minori e alle persone con dipendenze, articolato per intensità assistenziale e per durata la proporzione tra assistiti in regime residenziale e in regime domiciliare il fabbisogno, espresso in funzione della popolazione da assistere, e l'organizzazione delle cure domiciliari sanitarie e socio-sanitarie articolate per intensità, complessità e durata dell'assistenza 2. Al fine di garantire una gestione integrata delle risorse impiegate, nel progetto assistenziale, le ASL redigono entro 90 giorni dall'approvazione della presente legge, le modalità di integrazione nelle Unità Multidisciplinare Valutazione Disabilità (UVMD) di tutte le professionalità".
Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Con questo emendamento, chiediamo che venga aggiunto l'articolo 4 quater. Siamo sempre al disegno di legge n. 83 e parliamo sempre di assistenza, continuità assistenziale, persone non autosufficienti, anziani disabili.
Nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, efficienza e trasparenza, al fine di promuovere una più adeguata distribuzione - quindi anche equità - delle prestazioni assistenziali, domiciliari e residenziali rivolte ai malati cronici non autosufficienti, le Aziende Sanitarie Locali cosa devono fare? Ogni anni, devono redigere e pubblicare nei rispettivi siti online, entro e non oltre il 30 giugno, il fabbisogno dei posti letto così tutti siamo a conoscenza di quanti posti letto ci sono - espresso in funzione della popolazione da assistere presso le strutture residenziali e semiresidenziali destinate ai malati cronici non autosufficienti, ai disabili, alle persone con disturbi psichiatrici, ai minori, a tutte le persone con dipendenze, articolato per intensità assistenziale (quindi per gravità di assistenza) e per durata assistenziale. Inoltre, devono pubblicare la promozione tra gli assistiti in regime residenziale e in regime domiciliare.
Occorre fare una proporzione e separare le due fasce: i malati non autosufficienti che si trovano in regime residenziale, quindi all'interno delle strutture, e quelli che si trovano in regime domiciliare.
Presidente, mi fermo qua, perché sto parlando di un argomento e di un tema molto importante, ma ognuno, in quest'aula, sta pensando ai fatti propri: chi chiacchiera, chi legge. Sinceramente, mi rifiuto di andare avanti, perché è una mancanza di rispetto, non solo nei miei confronti, ma anche verso quest'emendamento. Eppure questa Giunta si vanta di essere sensibile verso i malati non autosufficienti e le persone disabili! Concludo qua.



PRESIDENTE

Diciamo che conclude, perché aveva due minuti a disposizione e siamo già arrivati al terzo minuto.



BATZELLA Stefania

Non avevo concluso, Presidente.



PRESIDENTE

E allora concluda.



BATZELLA Stefania

Presidente, non avevo concluso. Ritengo questo atteggiamento poco corretto ed educato: io e il mio Gruppo abbiamo lavorato a quest'emendamento con il cuore, perché ci crediamo.
Detto questo, concludo. Le ASL devono indicare, inoltre, tutto il fabbisogno, espresso in funzione della popolazione da assistere, e l'organizzazione di tutte le cure domiciliari sanitarie e socio-sanitarie articolate per intensità, complessità e durata dell'assistenza.
Al fine di garantire una gestione integrata delle risorse impiegate nel progetto di assistenza, le ASL devono redigere, entro 90 giorni dall'approvazione della presente legge, le modalità di integrazione delle Unità Multidisciplinari che si occupano della valutazione della disabilità di tutte le professionalità. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Utilizzerò anche meno di due minuti, poiché la collega ha preso giustamente qualche secondo in più, per presentare un emendamento così importante.
E' un altro emendamento che attiene alla materia socio-assistenziale e riguarda le ASL, che devono redigere annualmente e pubblicare online tutta una serie di informazioni riguardanti le prestazioni assistenziali domiciliari residenziali, per quanto riguarda i malati cronici non autosufficienti.
Quindi è un tema importante, da cui discenderebbe, ovviamente un'adeguata informazione e conoscenza del fabbisogno. Rientra, pertanto nelle richieste della redazione di un Piano Socio Sanitario regionale con uno sgravio di costi della sanità.
Con gli emendamenti sul bilancio, soprattutto in merito alla parte delle fragilità, chiediamo al Vicepresidente Reschigna di dare disponibilità, la più chiara possibile, nello stanziamento di una cifra che verrà ipotizzata a carico del Sistema Sanitario Nazionale, e quindi riparto regionale, per comprendere quale sarà la quota che andrà (compresa quella della domiciliarità) a tutto il resto del mondo delle fragilità, compreso il mondo cosiddetto della psichiatria.
Assistiamo ad un taglio notevole, pertanto è ovvio che non basta avere solo il fabbisogno e le richieste, ma occorre creare sul territorio una forma di alta, bassa o media intensità di cure, quindi residenziale domiciliare, semiresidenziale, e quant'altro. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Per esprimere una valutazione positiva sull'emendamento presentato, ma soprattutto su alcuni principi. Intanto, quello del rapporto fra le cure erogate per singolo territorio e i residenti per singolo territorio, ed anche l'ubicazione del luogo in cui avvengono le cure, perché spesso le cure domiciliari non riguardano soltanto cure a domicilio, ma anche strumenti di assistenza domiciliare all'interno di residenze.
Se guardiamo ciò che avviene nella nostra regione, vediamo che, in realtà, abbiamo dei settori dove i servizi sono profondamente difformi gli uni dagli altri. A seconda che si abiti in un quartiere o l'altro di Torino o in una provincia o l'altra del Piemonte, i servizi erogati, anche in termini di domiciliarità, sono profondamente difformi.
Inoltre, c'è un aspetto legato non solo alla pubblicazione e trasparenza dei progetti di assistenza sanitaria e territoriale, ma anche agli stanziamenti economici, perché il rischio è che qualche collega si faccia prendere dalla foga del "vogliamo fare", rispetto a ciò che "possiamo fare".
Se il collega Grimaldi leggesse con attenzione il bilancio della sanità del 2015, si renderebbe conto che sulla rete sanitaria territoriale ci sono meno risorse rispetto all'anno precedente. Lo stesso Assessore Saitta - in occasione della sua comunicazione, nel precedente Consiglio, rispetto alla rete sanitaria - ha detto chiaramente che una parte dei teorici risparmi (teorici lo diciamo noi), dei risparmi della revisione della rete sanitaria, come detto sin dall'inizio dell'approvazione della delibera 1 600, andrà reinvestita nella rete socio-assistenziale e sanitaria domiciliare.
Pertanto - ripeto - l'emendamento pone alcuni aspetti positivi. Se ne dovrà aggiungere, ma lo faremo nella discussione dell'Allegato A sull'aspetto quantitativo da un punto di vista economico, per fare in modo che quelle che a volte rischiano solo di essere enunciazioni si trasformino in atti concreti.
Vedremo come in alcuni casi è possibile fare questo senza investire un euro in più, ma soltanto riqualificando la spesa dei servizi che sono oggi residenziali in strutture dei servizi residenziali nella propria abitazione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali

Grazie, Presidente.
Solo per dire che noi abbiamo ascoltato con attenzione la presentazione di questo emendamento, come di quello precedente, perché, com'è stato sottolineato, è un argomento estremamente delicato, su cui è richiesta a noi la massima attenzione e la massima sensibilità.
Se noi ci atteniamo al testo dell'emendamento, così com'è scritto, ci sembra che questo abbia a che fare prevalentemente, se non quasi esclusivamente, con la modalità organizzativa o operativa con cui i servizi territoriali in questo ambito vengono erogati e vengono organizzati per la cittadinanza.
Ci pare che sia un argomento più legato al tema, che è in discussione del Piano della rete dei servizi territoriali più che ad una legge finanziaria.
Allora, forse più che un emendamento alla legge finanziaria, potremmo immaginare di collocare questi argomenti dentro ad un collegato alla legge di bilancio che dia effettivamente un indirizzo su cui la Giunta deve operare e deve tenere conto nel momento in cui deve pianificare tutti questi tipi di servizi. Ci sembra più coerente dal punto di vista della logica e dell'impostazione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Comunico che ritiriamo quest'emendamento per ripresentarlo nel collegato al previsionale, nella speranza che venga preso in considerazione quando lo ripresenterò. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
ARTICOLO 5 La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Come già accennato in discussione generale, pensiamo che questo articolo non sia risolutivo rispetto al problema, perché il problema riguarda le modalità con cui vengono spesi questi fondi. In realtà l'ipotesi delineata da questo articolo è un'ipotesi che è già stata tenuta in considerazione, è già stata sfruttata da diversi ambiti territoriali dove questi fondi derivanti dalle ATO sono stati gestiti per eseguire veramente opere di manutenzione e di mitigazione del rischio idrogeologico.
Dove questi fondi, in realtà, sono stati spesi poco o male non serve una precisazione in questa legge finanziaria per farli spendere in modo corretto.
Quindi, ci vuole ben altro, ci vuole un controllo sugli enti che vanno a spendere questi soldi e dare degli elementi certi e, probabilmente, anche delle sanzioni per chi non ottempera in modo adeguato alle prescrizioni della legge regionale.
Noi annunciamo il nostro voto contrario, perché questo articolo non ci sembra risolutivo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 73) presentato dai Consiglieri Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani e Vignale: Al comma 4, dell'articolo 6, del disegno di legge n. 83, dopo le parole "(Tutela e uso del suolo)" sono aggiunte le seguenti: "i cui termini esclusivamente ai fini dell'applicazione del presente articolo, sono ridotti a metà".
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
E' una considerazione che riprende quanto ho detto all'inizio della discussione e riguarda il Piano regionale delle alienazioni e delle valorizzazioni del Piano immobiliare.
La proposta consiste in questo ed è in relazione all'articolo 16 bis della legge regionale 56 del 1977, che parla di una serie di passaggi tecnici che, a nostro avviso, sono comunque troppo lunghi rispetto alle necessità di una valorizzazione legata ai Piani di alienazione. Sappiamo che le alienazioni sono comunque un elemento importante dal punto di vista di un bilancio e soprattutto di un'opportunità legata alle Amministrazioni (parlo della Regione, ma naturalmente anche dei Comuni), quindi la proposta sostanziale è quella di dimezzare, ove è possibile.
Chiaramente, questo è un emendamento che magari potrebbe comportare tutta una serie di riflessioni, anche tecniche, però è certamente necessario ridurre, ove è possibile, le tempistiche legate a tutto l'iter di valorizzazione, quindi di variante urbanistica legata agli immobili inseriti nel Piano di alienazione, sia regionali sia comunali.
Questo l'ho vissuto sulla mia pelle tempo fa e credo che possa essere comunque opportuno fare un'approfondita riflessione su questo aspetto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
L'emendamento che viene proposto parte da un'indicazione precisa. Spero che possa essere accolto perché riduce drasticamente i termini di variazione urbanistica in talune situazioni particolare, quindi andiamo a incidere positivamente nell'ambito del ripristino dei luoghi, che molto spesso attraverso una serie di necessità, ad esempio la pianificazione paesaggistica, in cui sappiamo che vi è un preventivo diniego da parte di coloro che operano in questo settore. Cioè quando si tratta di intervenire nell'ambito del ripristino dei suoli, forse anche per non prendersi troppe responsabilità, il "no" è sempre rispetto ad una situazione di questo genere.
Molto spesso si hanno delle situazioni che vengono ripetute dal punto di vista della drammaticità, per effetto di questi vincoli che vengono posti a monte. Di conseguenza, vi è un elemento che genera un possibile ritorno dell'evento negativo.
Il senso di quest'emendamento è esclusivamente tecnico, non ha evidentemente, alcuna finalità politica. È un emendamento che aiuterebbe il ripristino dei luoghi e, soprattutto, contribuirebbe all'individuazione di quelle zone che hanno necessità in questo senso, e con il dimezzamento dei tempi ci sarebbero anche delle agevolazione nel recupero di aree degradate.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Noi crediamo che tanto l'emendamento quanto l'articolo siano, in s significativi.
Ricordiamo che quest'articolo, come recita il comma 1, proviene da due articoli (articolo 2 e articolo 3) della legge di qualificazione della spesa (legge n. 1/2015), frutto di due emendamenti presentati dal nostro Gruppo consiliare che oggi sono legge regionale.
Noi credevamo, come abbiamo avuto modo di dire, che potesse anche non essere oggetto di norma, ma di semplice delibera, considerando che faceva già parte di una legge. Ma va bene lo stesso, nel senso che è all'interno di una norma finanziaria, quindi è certamente positivo sotto due aspetti: il primo è quello che sottende all'emendamento, cioè lo strumento della variante come strumento di valorizzazione delle alienazioni, quindi anche con tempi più ridotti, ma finalizzato, ovviamente, a registrare una maggiore entrata. Cioè in un periodo di difficoltà per la nostra Regione lo vedremo nella discussione di alcuni emendamenti - è assolutamente evidente che, come farebbe qualunque impresa o qualunque famiglie (e come hanno già fatto molte aziende), è bene che la Regione dismetta tutto ci che è dismettibile.
La Regione, se facciamo anche solo il raffronto con altre istituzioni locali, sia in termini di patrimonio, che vediamo come allegato sub 1 e sub 2 all'articolo 6 dell'Allegato D, sia in termini di partecipazioni azionarie, ha un portafoglio non indifferente. Il fatto che questo possa non essere il momento migliore per vendere, è una considerazione che facciamo dal 2008 ad oggi. Eppure, molte qualificazioni di spesa tramite dismissione sono avvenute.
Noi crediamo che l'emendamento che abbiamo presentato sia estremamente utile, proprio nei fini che si prefigge l'articolo 6, in particolare al comma 4, e, soprattutto, che il piano di alienazione diventi uno strumento concreto con cui dare ossigeno agli investimenti all'interno della nostra Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intervengo sul tema che richiama l'articolo: riconosco, per certi versi, lo sforzo che è stato compiuto dalla Giunta regionale rispetto al passato; passato in cui ci si limitava semplicemente a scrivere degli importi in entrata nel bilancio alla voce "alienazioni immobiliari"; voci che poi non trovavano riscontro nella realtà, creando, così, ovviamente, un disavanzo.
È un argomento di cui abbiamo discusso molto nei mesi scorsi; era stato anche approvato un nostro atto di indirizzo che impegnava la Giunta a preparare un piano dettagliato di alienazione degli immobili della Regione vista sia l'esigenza di reperire risorse, sia il trasferimento degli uffici della Regione presso la nuova sede al grattacielo del Lingotto (quando avverrà).
Lo sforzo, rispetto al passato, è stato quello di redigere un piano di alienazione degli immobili. Senonché, qualche criticità la si riscontra ancora. Tempo fa avevo chiesto un approfondimento relativamente alla tipologia e ai gravami, per così dire, degli immobili della Regione, dal punto di vista tecnico e dal punto di vista delle normative.
La risposta della Giunta era stata da un lato esaustiva, dall'altro lato un po' vaga, perché sosteneva che, in effetti, per alcuni immobili erano da verificare delle caratteristiche che potevano renderli non immediatamente vendibili o, meglio, vendibili a seguito di interventi che però avrebbero comportato un costo, oppure vendibili senza questi interventi abbassandone il valore.
Siccome questa circostanza aggiunge due variabili non trascurabili e non indifferenti, quella del tempo e quella del costo, anche su questo piano di alienazioni permane qualche dubbio. Questo è il motivo per cui ci limiteremo ad un voto di mera presenza su questo articolo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Mi limiterò ad un ragionamento prettamente tecnico su questo emendamento. Capiamo la logica per cui se si riesce a dimezzare i tempi il tempo è denaro! - si riesce ad incamerare prima dei soldi e, magari, a strappare anche un prezzo migliore.
La questione, però, è che quest'articolo di legge che si va in qualche modo a derogare (l'articolo 16 bis della legge 56/77) rappresenta già una procedura agevolata per quanto riguarda le alienazioni dei beni immobili di proprietà pubblica, quindi è un iter piuttosto semplificato rispetto alle varianti urbanistiche ordinarie. Non ci sentiamo dunque convinti di questa ipotesi, proprio in ragione dei tempi tecnici di approvazione della variante e di valutazione con gli opportuni approfondimenti di tutti gli aspetti specifici urbanistici relativi alle varianti urbanistiche in oggetto.
Come ha già preannunciato il Capogruppo Bertola, noi esprimeremo solo il voto di presenza a questo emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

Intervengo in merito all'emendamento: così com'è scritto non va bene perché i termini di cui all'articolo 16 bis sono duplici. I primi riguardano le varianti che fanno anche i Comuni relative agli immobili oggetto di alienazione. E quelli non mi sentirei di ridurli alla metà anche perché mi sembra eccessivo.
Proporrei, invece, accogliendo l'emendamento, di aggiungere queste parole: non "i cui termini", ma "i termini di cui al comma 7 bis dell'articolo 16 bis, esclusivamente ai fini dell'applicazione del presente articolo, sono ridotti della metà".
Che cosa vuol dire il riferimento al comma 7 bis? Il comma 7 bis è quello che consente alla Regione di poter intervenire con poteri sostitutivi in caso di inerzia del Comune. I termini, in quel caso, sono 180 giorni, più una diffida di 60 giorni da parte della Regione.
Io interverrei sulla riduzione a metà di questi termini, mentre lascerei inalterati i termini normali di produzione della variante. Se siete d'accordo...



(Brusìo in aula)



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

È nel nostro interesse, perché nel caso in cui un Comune decidesse.



PRESIDENTE

Prego il Consigliere Berutti di avvicinarsi al banco della Presidenza per firmare la modifica gentilmente accordata dal Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

È nell'interesse della Regione, perché nel caso che un Comune decidesse di non mettere in atto la variante, aspettare 180 giorni più altri 60, si andrebbe praticamente all'anno nuovo.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Procediamo alla votazione dell'emendamento n. 73), così come modificato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 73), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Prima di mettere in votazione l'articolo 6, comunico che la seduta serale inizierà alle ore 20.30.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6, così come emendato.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.57)



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