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Dettaglio seduta n.60 del 28/04/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOTTA ANGELA



(I lavori iniziano alle ore 9.30 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Incarichi e consulenze esterne

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 356 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Affidamento incarichi di docenza e consulenza nel settore Polizia locale e politiche per la sicurezza"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi. Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 356 presentata dalla Consigliera Frediani, avente ad oggetto "Affidamento incarichi di docenza e consulenza nel settore Polizia locale e politiche per la sicurezza".
La discussione relativa a tale interrogazione si svolgerà in seduta segreta.
Prego tutti i presenti, esclusi i Consiglieri regionali, di abbandonare l'Aula e il Consigliere Valle di procedere alla verbalizzazione.



(La seduta prosegue in sessione segreta alle ore 09.31)



(La seduta riprende in sessione pubblica alle ore 10.07)


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 358 presentata dalla Consigliera Porchietto, inerente a "Progetto di riqualificazione di Piazza Italia - Foro Boario di Carmagnola"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n.
358.
La parola alla Consigliera Porchietto per l'illustrazione.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Con tutto il rispetto per i numeri che presenta, credo che sia importante dare risalto e considerazione a questa problematica. Chiedo sin d'ora se sarà possibile avere poi la risposta scritta, anche perché so che risponderà il Vicepresidente Reschigna, che ringrazio, ma è importante poter fare successivamente delle attente valutazioni in merito alle indicazioni che la Regione darà insieme al Comune di Carmagnola.
Faccio solo una breve sintesi.



PRESIDENTE

Consiglieri, fate silenzio e permettete alla collega di poter proseguire nel suo ragionamento. Vi chiedo di uscire, se volete non ascoltare.



PORCHIETTO Claudia

Non basta la mia voce squillante!



PRESIDENTE

Non basta per il rumore che c'è intorno.



PORCHIETTO Claudia

Ci ho provato, Presidente.
L'Amministrazione comunale di Carmagnola ha varato un progetto di riqualificazione di Piazza Italia. Piazza Italia, per chi non conosce bene il Comune di Carmagnola, è uno dei Fori Boari più importanti della Regione Piemonte e tra l'altro, per quanto riguarda la zootecnia, tutte le settimane circa 600 capi bovini passano su questa piazza. E' chiaramente un luogo importante non soltanto per quanto riguarda il commercio della razza bovina, ma rappresenta anche un punto di sintesi delle attività agricole dell'area.
Questo progetto dell'Amministrazione comunale, tra l'altro, vede la realizzazione di un centro servizi agricoltura attraverso la riqualificazione di un'area importante (circa 14.000 metri quadrati) finanziato anche con un contributo del Comune di Carmagnola e una parte non utilizzata del programma PRUSST per circa 800.000 euro. Stiamo parlando, in sintesi, di un intervento di alcuni milioni di euro.
Il Comune di Carmagnola ha emesso un bando, che è scaduto il 31 marzo 2015 (circa un mese fa), per quest'area fieristica, per il centro servizi per l'agricoltura e per la sua estensione, suddiviso in due interventi quindi sarà un'operazione di riqualificazione molto lunga.
Sia gli operatori di mercato sia la Confcommercio di Carmagnola, la CIA e la Confagricoltura hanno raccolto - qui non siamo chiaramente aggiornati perché parliamo di un'interrogazione di alcuni mesi or sono - hanno raccolto numeri significativi di firme non soltanto tra gli operatori del settore, ma comunque tra chi è preoccupato rispetto a quello che sarà il futuro del Foro Boario, chiedendo all'Amministrazione comunale di ripensare questo progetto. Per quale motivo? In primis, perché chiaramente i lavori di riqualificazione ridimensioneranno in modo significativo l'area del Foro Boario, penalizzando l'area mercatale e rendendo impossibile per molto tempo lo svolgimento delle attività legate alla zootecnia e all'agricoltura. Inoltre, anche le opere che sono programmate non solo vedrebbero una sospensione del mercato, ma probabilmente porterebbero ad una sostanziale chiusura, poiché molti degli operatori della zootecnia si sposterebbero in altri Fori Boari.
Le organizzazioni che ho precedentemente ricordato hanno chiesto insistentemente di rivedere il progetto di riqualificazione, tenendo conto delle esigenze delle imprese e ricordando come è significativa per quell'area ancora l'impresa, fortunatamente, l'imprenditoria agricola e l'allevamento.
Si chiede pertanto, sia al Presidente della Regione che all'Assessore competente.



PRESIDENTE

Colleghi, vi chiedo di fare silenzio. Lasciate lavorare i colleghi che devono svolgere il loro intervento. Potete fare qualunque cosa in silenzio!



PORCHIETTO Claudia

Chiederei comunque al Vicepresidente Reschigna, che oggi rappresenta la Giunta, quali sono le iniziative che la Giunta regionale intende adottare per salvaguardare questa specificità, ricordando - come ho già detto più volte - che il Foro Boario di Carmagnola è importante non soltanto per Carmagnola, ma è importante anche in quanto si tratta di un'area che è a scavalco tra due province: la provincia di Torino e la provincia di Cuneo.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Noi ci siamo attivati nei confronti del Comune di Carmagnola: ricordo che l'intervento è contenuto all'interno del PT, la marca delle due province, territorio cardine, rapporto tra la città, il sistema agricolo e il paesaggio rurale.
L'intervento è stato ridimensionato rispetto al progetto originario anche in relazione al ridimensionamento delle disponibilità sul programma PAR FSC complessivo, che ha determinato una riduzione delle risorse per ciascuno dei PT inseriti all'interno del programma.
Proprio a seguito dell'interrogazione che è stata testé illustrata, c'è stata anche una sollecitazione nei confronti della città di Carmagnola e il Vicesindaco della città di Carmagnola, con nota del 7 aprile 2015, dà atto sostanzialmente che, a partire dal 16 marzo 2015, si è avviata una serie di incontri tra l'Amministrazione comunale, gli operatori del mercato e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categorie proprio per addivenire a una realizzazione dell'intervento che, in modo particolare coinvolge la piazza citata nella città di Carmagnola; ciò non facendo venir meno, sia durante la fase di realizzazione dei lavori sia al termine dei lavori, quello che è il ruolo del Foro Boario e soprattutto delle attività in ambito agricolo e in ambito zootecnico che sono fortemente caratterizzate all'interno di quel tipo di insediamento.
Sostanzialmente, questo è l'impegno che è stato assunto dall'Amministrazione comunale con la lettera, cioè la volontà di eseguire i lavori senza compromettere la funzionalità e il mercato.
Questo è quanto l'Amministrazione regionale ha sollecitato nei confronti della città di Carmagnola; non ho nessuna difficoltà a consegnare all'interpellante la lettera che la Città di Carmagnola ci ha inviato a tale riguardo.



PRESIDENTE

Allora la documentazione c'è, Consigliera Porchietto, se ne ha bisogno.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 384 presentata dal Consigliere Appiano, inerente a "Consorzio Formont - Situazione debitoria del Consorzio nei confronti dei dipendenti e collaboratori esterni - Assunzione di un ex Assessore regionale"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 384.
La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Grazie Presidente, sarò velocissimo.
L'interrogazione verte sul Consorzio Formont, una società consortile che, sin dal 1984, si occupa di formazione professionale relativamente alle attività di montagna.
Sono venuto a conoscenza che alcuni dipendenti e collaboratori rispetto a prestazioni professionali effettuate in passato e nei mesi trascorsi, non sarebbero stati regolarizzati pienamente per quanto concerne i pagamenti e quindi attendono dei pagamenti.
L'oggetto dell'interrogazione è pertanto sapere se, alla data odierna (circa un mese successiva rispetto al deposito dell'interrogazione) persiste questa situazione debitoria e quali ne siano i motivi.
Ovviamente l'interrogazione può essere anche un'occasione per suggerirci di rimeditare sulle modalità di funzionamento di realtà come queste, dove ex Assessori vengono assunti proprio nel momento in cui vi è questa situazione debitoria rispetto a dipendenti, da propri ex collaboratori quando l'ex Assessore agiva in Regione, rispetto ad una società che è anche presieduta da un ex Consigliere regionale.
Ricordo che si tratta di una società di formazione la cui attività direttamente o indirettamente, viene pure finanziata con fondi o regionali o che comunque transitano attraverso la Regione. Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Pentenero. Ricordo che ha a disposizione tre minuti, Assessore. Prego.



PENTENERO Giovanna, Assessore alla formazione professionale

Grazie, Presidente.
La storia del Formont è già stata ricordata; aggiungo solo che, ai sensi della legge 63, che è la legge che disciplina la formazione professionale all'interno della nostra Regione, tutti i soggetti formativi accreditati operano senza scopo di lucro.
Il Formont è presente in Piemonte con cinque sedi operative, alle quali si aggiunge l'organismo situato a Venaria Reale. Tutte le sedi sono accreditate dalla Regione Piemonte per la formazione professionale e per l'attività di orientamento dall'anno 2003. Questo è possibile verificarlo sul sito, ma posso fornire la documentazione necessaria.
Quest'anno, a partire dal febbraio 2015, il consorzio si è trasformato in Società consortile a responsabilità limitata.
Le verifiche di sorveglianza annuali dell'accreditamento, effettuate prima dai valutatori incaricati ed in seguito dai funzionari regionali, non hanno evidenziato particolari criticità.
Tali verifiche, che avvengono con cadenza annuale in tutti i centri di formazione, hanno la specifica funzione di controllare il rispetto dei parametri previsti dai Manuali operativi sinottici, che sono le norme alle quali si fa riferimento e che regolamentano i criteri previsti dalla normativa in materia di accreditamento: a) capacità gestionali e logistiche; b) situazione economica; c) competenze professionali; d) livelli di efficacia ed efficienza nelle attività precedentemente realizzate; e) interrelazioni maturate con il sistema sociale e produttivo presente sul territorio.
L'organismo è stato inoltre sottoposto ai controlli d'ufficio sulle autocertificazioni allegate alle domande di accreditamento; i controlli sono stati effettuati nell'anno 2009, nel 2011 e ulteriori controlli sono stati svolti anche negli anni 2012 e 2013.
Durante queste verifiche sono stati controllati gli aspetti relativi alla regolarità nel pagamento di tasse, imposte e contributi l'ottemperanza alla normativa sull'assunzione dei disabili, nonch l'eventuale presenza di stati di fallimento, liquidazione coatta concordato preventivo o procedimenti per la dichiarazione di tali situazioni.
Dai controlli è risultata la regolarità nel pagamento di imposte e tasse e la regolarità contributiva per gli anni 2011, 2012 e 2013.
Regolare è anche l'aspetto riguardante il rispetto della normativa sull'assunzione dei disabili, mentre non sono emersi dalla visura camerale eventuali fallimenti, liquidazioni o situazioni patrimoniali particolari.
Ad oggi, non risultano agli atti della Direzione Coesione Sociale segnalazioni e/o reclami in riferimento a presunte inadempienze contrattuali nei confronti di dipendenti e/o fornitori come emerso nell'interrogazione.
Le attività formative risultano erogate con regolarità, non risultano verbali negativi dai monitoraggi provinciali - come sapete i corsi vengono assegnati dalle Province - e non ci sono state segnalazioni o reclami n alla Regione né alla Città Metropolitana.
Nel corso delle ultime verifiche sull'accreditamento era stato rilevato come le perdite significative degli anni precedenti fossero state drasticamente ridotte e che l'ente risultasse in regola con i parametri di affidabilità economico-finanziaria dell'accreditamento.
Si evidenzia che in questo periodo il sistema della formazione è nel suo complesso una situazione di sofferenza legata alla irregolarità dei flussi finanziari, per i quali non è possibile assicurare come in passato succedeva da parte della Regione. Pertanto, eventuali ritardi nei pagamenti potrebbero trovare in questo contesto una loro spiegazione nel fatto che la Regione paga in ritardo.
In relazione all'assunzione di ex Assessori regionali, abbiamo effettuato una verifica puntuale. L'assunzione segnalata dal Consigliere Appiano risulta sia avvenuta per l'anno formativo 2014-2015 come V livello secondo il contratto collettivo nazionale del lavoro. L'assunzione era finalizzata ai corsi di coordinamento di protezione civile e funzioni di tutor per stage all'interno di un corso per MdL presso il Centro di Venaria, per un totale di 487 ore di docenza, 180 ore di attività di corso 400 ore di coordinamento dei corsi di protezione civile e 31 ore di supplenza. Risulta esserci una lettera di dimissioni scritta il 31 marzo 2015.
Questo è quanto emerge dagli accertamenti; se fosse necessario e utile svolgere ulteriori approfondimenti, la Struttura e il mio Assessorato ovviamente, sono a disposizione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Pentenero.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 307 presentata dai Consiglieri Bono, Andrissi, Batzella, Frediani, Michetti e Valetti inerente a "Liberalizzazione tratte autostradali Scarmagno-Ivrea Quincinetto-Albiano d'Ivrea"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 307.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questa un'interrogazione ha un seguito rispetto alla mozione n. 414 che è stata presentata nella scorsa legislatura in data 23 giugno 2011 avente come titolo: "Liberalizzazione delle tratte autostradali tra i caselli di Quincinetto-Ivrea-Scarmagno-Albiano d'Ivrea".
La mozione chiedeva di avviare un tavolo di trattativa con le società autostradali interessate per conoscere i volumi relativi al traffico intercorrente nei vari caselli (in entrata e in uscita) e il gettito del pagamento dei pedaggi, che permetterebbe di valutare una possibile liberalizzazione, cioè l'apertura di questi caselli. Tale sblocco costituirebbe naturalmente una sorta di tangenziale che bypasserebbe l'abitato del Comune di Ivrea, che, come sappiamo, è spesso oggetto di un traffico molto intenso, e sgraverebbe anche la viabilità locale sulle statali n. 26, n. 228 e n. 68 relativamente ai Comuni di Quincinetto Ivrea, Scarmagno e Albiano d'Ivrea, tra l'autostrada A5 Torino-Aosta e la bretella autostradale che congiunge la A4 e la A5 Vercelli-Santhià-Ivrea.
Quindi, i benefici potrebbero essere notevoli, riducendo la necessità a questo punto, di realizzare opere, fortemente impattanti, alternative di viabilità locale, come il Traforo di Monte Navale a Ivrea, il peduncolo Ivrea-Bollengo della ex statale n. 228 e i successivi collegamenti con le altre statali provinciali.
Insomma, a costo zero si avrebbe una tangenziale intorno a Ivrea, che permetterebbe di ridurre notevolmente il traffico.
La mozione presentata nel 2011 venne approvata, ma non abbiamo mai avuto contezza dei dati ottenuti dall'Assessorato. Quindi, chiediamo alla Giunta se, nel frattempo, ha ottenuto questi dati e, pertanto, di avere il dettaglio almeno degli ultimi anni delle tratte autostradali (volume di traffico e pedaggi) e di conoscere la posizione della Giunta in merito a questa proposta. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
La parola all'Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Direi che la proposta è assolutamente suggestiva e interessante.
Per quanto riguarda i dati, le devo dire che erano stati richiesti nel 2011 e non era stato dato riscontro a quella richiesta; stiamo provvedendo in modo un pochino più energico a richiederli - ce li devono, ovviamente nuovamente.
Per quanto concerne la proposta - direi suggestiva - è chiaro agli interroganti che non dipende assolutamente dalla Regione il poter liberalizzare questa tratta, essendo queste iniziative all'interno del piano economico-finanziario della concessionaria, con il Ministero delle infrastrutture.
Piuttosto, direi che ci sono due strade, eventualmente, da seguire. Una è quella dell'applicazione dell'articolo 5 dello Sblocca Italia. E' una legge che, in questo momento, sta zoppicando nella sua attuazione su alcuni fronti: uno è questo, perché non si è ancora risolta la questione nei confronti della Commissione Europea sulla legittimità della rivisitazione e delle proroghe delle concessioni. Così come sono ferme anche altre parti dello Sblocca Italia, mentre stanno andando avanti, direi abbastanza celermente, le opere previste dalla lettera b) del decreto; sono ferme quelle previste dalla lettera c), che riguardano anche opere piemontesi.
Quindi, una strada sarà data dalla verifica nella rimodulazione delle concessioni con ATIVA. Ricordo che ATIVA ha una concessione che scade il 31 dicembre 2016, quindi è assolutamente imminente.
Nel caso venisse ricontrattato, è chiaro che questa potrebbe essere una questione da rivedere. Noi stiamo chiedendo al Ministero di essere per lo meno consultati quando ci saranno queste trattative tra il Ministero e le concessionarie.
L'altra strada (sempre con ATIVA, che incontrerò nei prossimi giorni quindi porrò la questione) prevede per lo meno l'applicazione di forme di abbonamento, che, evidentemente, non soddisfano la sua richiesta, ma potrebbero già costituire un miglioramento della situazione.
Ovviamente, le comunicherò gli esiti di questo incontro.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 383 presentata dal Consigliere Valle, inerente a "Servizio trasporto sanitario"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n.
383.
La parola per l'illustrazione al Consigliere Valle, che ringrazio per l'assistenza nella seduta segreta.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Molto semplicemente, alcune persone che svolgono il servizio di trasporto sanitario sulla ASL TO2 mi hanno significato che, cambiando cappello, quindi, non sotto le diverse ditte che hanno vinto gli appalti dell'ASL, ma facendolo come associazioni di volontariato, lo stesso servizio, più o meno, in un modo o nell'altro, viene retribuito allo stesso modo.
Questa cosa mi ha fatto incuriosire e tramite l'accesso agli atti ho visto che per lo stesso tipo di servizi questa ASL ha due modalità differenti: da una parte convenzioni con alcune associazioni di volontariato e, in altri casi, o anche sullo stesso tipo di servizio almeno così mi è parso - ha proceduto invece tramite affidamento.
Mi è parso anche - e l'interrogazione tende proprio a voler chiarire quest'aspetto - che il servizio affidato tramite il convenzionamento con le associazioni di volontariato tenda persino a costare di più.
L'interrogazione vuole soltanto fare chiarezza su questa vicenda e su questi aspetti per capire bene quali scelte ha fatto l'ASL e con quali motivazioni. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

La legge 42 del 1992 prevede che le aziende sanitarie si dotino di strutture idonee al trasporto e soccorso di feriti ed infermi e che le Regioni possano avvalersi di enti ed associazioni pubbliche e private sulla base di convenzioni.
Nel corso del 2010 l'ASL TO2, com'è stato ricordato puntualmente dal collega, ha stipulato convenzioni con Croce Verde di Torino per il Maria Vittoria e Amedeo di Savoia e con Croce Rossa per il San Giovanni Bosco.
Sempre nel 2010 l'ASL TO2 ha indetto una gara per il trasporto dei pazienti emodializzati, in assistenza domiciliare, oncologici, e per il trasporto sanitario di pazienti detenuti dalla casa circondariale.
Nel corso degli anni l'ASL TO2 dichiara di aver garantito nel sistema misto principi di trasparenza, pubblicità ed economicità e che nel febbraio 2014, in vista delle scadenze contrattuali con Croce Amica, ha avviato una istruttoria per avvalersi delle sole convenzioni con le pubbliche assistenze.
Nel giugno 2014 ha avuto luogo il tentativo di conciliazione in Prefettura per tutelare i lavoratori di Croce Amica Srl ed è stato sottoscritto un contratto che prevede un rinnovo di ulteriori 24 mesi relativamente al trasporto in ambulanza dei pazienti emodializzati, in assistenza domiciliare, oncologici e per il trasporto sanitario di pazienti detenuti dalla casa circondariale.
L'ASL TO2 precisa di aver concesso una sola proroga nelle more dell'espletamento dell'indagine conoscitiva ad inizio 2014.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 392 presentata dalla Consigliera Ruffino, inerente a "Punto di primo intervento dell'ospedale di Giaveno"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 392.
La parola alla Consigliera Ruffino per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Riporto in quest'Aula una problematica che riguarda l'ospedale di Giaveno.
Avevo reiterato un'interrogazione su richiesta dell'Assessore Saitta pensando sempre al bene dell'ex presidio, ma poi leggendo i giornali soprattutto quelli locali, ho trovato le risposte che avevo chiesto qui in Aula.
Poiché credo che la sintesi e il luogo deputato ad avere le risposte sia prima questo e poi l'organo di stampa, a questo punto ho ripresentato un'interrogazione indifferibile ed urgente per capire quale sia il futuro del punto di primo intervento dell'ospedale di Giaveno.
Pare sia un servizio a tempo e in quello che ho letto e dalle dichiarazioni del Vicesindaco di Giaveno piuttosto che dal Presidente del Consiglio pare che sia un servizio che arriverà fino a fine 2015.
La storia è assolutamente travagliata; le notizie negative hanno portato ad un'emorragia di riduzione di passaggi che riporto nella premessa. Dai 6313 passaggi nel 2011 siamo passati a 5143 passaggi nel 2014. Sono numeri importanti, perché chiaramente andrebbero a gravare ulteriormente su Rivoli.
Devo dire che non sono state attuate le azioni che avevo chiesto (e non soltanto io) ma che avrebbero garantito la qualità del servizio. Ad esempio, legare molto il punto di primo intervento nella rete dell'emergenza con il DEA di Rivoli.
Chiedo all'Assessore se le dichiarazioni riportate sui giornali corrispondano al vero e quali azioni si intendano adottare per garantire in orario di apertura del punto di primo intervento la possibilità della refertazione delle immagini di diagnostica tradizionale, anche eventualmente con un sistema di telerefertazione a distanza, e quali azioni si intendano adottare per assicurare alcuni esami di laboratorio utili per l'urgenza, che attualmente non vengono effettuati.
Aggiungo, com'è già stato detto tante volte in quest'Aula, che ci sono delle possibilità. La prima è cercare di tutelare con la qualità questi servizi. La seconda è non garantire la qualità, farli tracollare ed ovviamente chiudere.
Come avrò occasione di dire quando si parlerà dell'ospedale San Luigi penso che la città sia molto ben dotata di servizi e strutture ospedaliere ma ritengo che la periferia non lo sia. Ritengo anche che gli sforzi fatti in questi anni e le richieste dei cittadini e degli amministratori in qualche modo vadano assolutamente ascoltati.
Quello che era un presidio ospedaliero oggi è una struttura territoriale che ha necessità di questo servizio - e non sto a dilungarmi sui motivi che sono straconosciuti dall'Assessore - però oggi chiederei una risposta precisa per non dovermi ritrovare magari la prossima settimana a leggere qualche news sui giornali.
So che magari certe notizie sfuggono, però la prego di riportare queste situazioni in quest'Aula.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il punto di primo intervento di Giaveno, aperto dalle ore 8 alle ore 20, garantisce la gestione del paziente con problematiche non di rilevante gravità con la presenza di un medico, di un infermiere ed il supporto dei servizi di emergenza, di guardia medica e di altri servizi diagnostici.
Il riferimento organizzativo è costituito dal DEA di Rivoli, al fine di coordinare meglio la risposta a rete e di utilizzare in modo integrato le risorse professionali dedicate in azienda al sistema dell'emergenza urgenza.
Come ho avuto modo già di ribadire ai rappresentanti delle istituzioni del territorio e ripreso non sempre con precisione dai giornali locali, non sussiste per il corrente anno alcuna decisione o previsione da parte dell'ASL TO3 di chiudere o ridimensionare il punto di primo intervento di Giaveno.
Ribadito il mantenimento del punto di primo intervento di Giaveno aggiungo che in prospettiva qualsiasi futura decisione organizzativa dovrà quindi venire ricondotta ai piani di attività e di organizzazione che i nuovi Direttori ASL metteranno prossimamente a punto, secondo gli indirizzi ed in condivisione con la Regione Piemonte da una parte e con i rappresentanti delle istituzioni locali dall'altra, rispetto della programmazione regionale di riferimento.
Attualmente il punto di primo intervento di Giaveno fa parte integrante della risposta territoriale all'emergenza in modo integrato con il DEA di Rivoli da cui dipende funzionalmente.
Per quanto riguarda la garanzia della qualità del servizio e la dotazione medica, devo sottolineare che l'ASL TO3, nell'ambito della richiesta di dotazioni organiche aggiuntive recentemente inoltrata alla Regione Piemonte, ha espressamente inserito figure di medico urgentista necessarie anche per garantire il mantenimento e la copertura delle postazioni territoriali esistenti.
Inoltre l'ASL TO3 a breve effettuerà un concorso per l'inserimento nell'organico del DEA di un medico di Chirurgia di accettazione e di urgenza che verrà utilizzato dal Responsabile DEA per coprire le necessità di copertura dei servizi di emergenza e di primo intervento anche in sedi come Giaveno.
Peraltro, l'integrazione fra la continuità assistenziale ed il punto di primo intervento di Giaveno è assicurata anche dal supporto integrato fra i due servizi reso dai medici che ora coprono in convenzione i servizi dedicati ai codici di bassa intensità.
Per quanto riguarda il punto sulla refertazione immagini di diagnostica, si intende mantenere l'attuale sistema di copertura del servizio di refertazione in collaborazione con l'Ospedale di Rivoli come segue: il servizio di refertazione a supporto di Giaveno è assicurato in loco da un medico radiologo tutti i giorni, dalle ore 8.00 alle ore 16.00.
Al fine di garantire la continuità delle refertazioni in assenza di tale radiologo e fra le ore 16.00 e le ore 20.00, è stato istituito un servizio di tele-radiologia, grazie al quale gli esami di radiologia tradizionale vengono refertati in tempo reale da Rivoli e reinviati con immediatezza a Giaveno. Non è previsto, al momento, alcun ridimensionamento di questo servizio.
A tutt'oggi, a Giaveno, grazie alla presenza di strumentazioni, vengono eseguiti gli esami in urgenza del laboratorio analisi (ad esempio emocromo, glicemia, bilirubina, ALT, atropina, test gravidanza) utili ad accertare se il paziente può essere stabilizzato in loco oppure trasferito a DEA di primo livello. Per gli altri esami di laboratorio vengono normalmente effettuati i prelievi ogni mattina e poi processati nel laboratorio analisi di Rivoli con esiti consegnati comunque a Giaveno.
In ogni caso, assicuro la collega Ruffino che, appena sarà definito con precisione il Piano riguardante l'assistenza territoriale, dopo il confronto che è stato avviato (sarà fatto un confronto anche localmente con le Amministrazioni locali), si procederà e i Direttori non potranno che attuare le indicazioni che saranno definite dalla Regione Piemonte.


Argomento: Caccia

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 409 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Legge regionale in materia di protezione faunistica ed esercizio venatorio"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 409.
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
La legge n. 157/92 ("Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterme e per il prelievo venatorio") stabilisce, all'articolo 1, che "La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell'interesse della comunità nazionale ed internazionale".
Attualmente manca una legge regionale. L'articolo 6 dello Statuto recita: ".si adopera affinché le fonti di energia, la flora e la fauna siano tutelati.", ma soprattutto, ad oggi, nel mondo della fauna selvatica si opera con animali di allevamento e tutto questo ruota attorno ad un meccanismo che non tutela la fauna selvatica nella sua veridicità, ma è solo ed esclusivamente un mero meccanismo di business.
Questa situazione sta creando, anche a livello di gestione, di governo di altra fauna selvatica (gli ungulati, quindi gli animali di taglia media), una deregulation dal punto di vista gestionale e del controllo creando non pochi problemi anche in ambito agricolo, a causa dell'invasione di questi animali che arrecano danni alle colture. Vi è, così, una ricaduta sia dal punto di vista della richiesta danni - e quindi dal punto di vista della gestione da parte della Regione - sia, naturalmente, dal punto di vista dei danni immediati arrecati agli agricoltori, con tutta una serie di reazioni che certamente non sono utili.
Si tratta di una situazione che deriva dalla mancanza di regolamentazione, pertanto chiediamo quali atti siano stati predisposti in merito, tenuto conto che fino all'approvazione della legge regionale sulla caccia resterà in vigore la normativa nazionale. Chiediamo, inoltre, entro quali tempi si intenda eventualmente presentare un provvedimento che possa iniziare un percorso di regolamentazione che, nel tempo - a prescindere dalle parti politiche che hanno governato - non è mai stata attuato.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero, per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore alla caccia e pesca

Grazie, Consigliere. Proprio questa mattina ero in tema, quindi sul territorio e su questi temi, quindi mi trova allenato alla discussione.
Volevo dire che, come lei ben sa, la legge regionale n. 5 del 2012 all'articolo 40 ha abrogato di fatto la legge regionale esistente. Questo al fine di evitare un referendum che era stato richiesto. In quell'articolato, si legge anche che sono validi tutti gli atti di Giunta che servono a regolamentare, quindi la base giuridica è la legge nazionale più tutti gli atti della Giunta regionale. Noi il giorno 13 aprile scorso abbiamo approvato il calendario venatorio, quindi questo è un Piano di regolamentazione a tutti gli effetti valido ed efficace. All'interno di questo Piano ci sono anche alcune norme, tra cui l'apertura della caccia selettiva ai cinghiali, a partire dal 15 aprile, per quegli ambiti territoriali o comparti alpini che ne fanno richiesta.
Io, con una lettera, mi sono permesso di rivolgermi a loro, facendo presente che soltanto otto di questi avevano fatto richiesta di attivare questa modalità di cacca. Questo per dire che non è vero che, in assenza di legge regionale, manca la regolamentazione. La regolamentazione che abbiamo sarebbe già sufficiente ad evitare quelle che sono le cose che lei ha citato riguardo ad una presenza non giustificata, numericamente dannosa di alcuni ungulati sul territorio.
Per quanto riguarda l'approvazione della nuova legge, noi nell'ottobre scorso abbiamo dato in consultazione una bozza di articolato ai soggetti portatori di interesse e, per dare l'idea di come sarà dibattuta questa legge, abbiamo avuto circa 500 osservazioni; naturalmente, molte di queste contraddittorie. Da queste, abbiamo estratto una prima bozza di articolato che è all'esame dell'Ufficio legislativo e poi, naturalmente, ci saranno i passaggi in Commissione, le audizioni e finalmente in Consiglio. Grazie.



PRESIDENTE

Con la risposta dell'Assessore Ferrero, chiudiamo la parte delle interrogazioni e interpellanze.



(Alle ore 10.46 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Sospendo brevemente la seduta per permettere ai colleghi che non l'hanno ancora fatto di poter firmare.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.46 riprende alle ore 10.48)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS 28/04/2015,X/060,I



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Invito i colleghi a prendere posto.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Mozione n. 290 presentata dal Consigliere Bertola e altri, inerente a "Mantenimento del laboratorio di emodinamica di Moncalieri" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Chiedo l'iscrizione all'o.d.g. della mozione n. 290, a mia prima firma riguardante il mantenimento del reparto di emodinamica di Moncalieri poiché venerdì 24 u.s. a Moncalieri c'è stato.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Bertola.
Colleghi, non ho nessuna intenzione di stare due giorni - tre - con questo rumore. Non riesco ad ascoltare: lo dico per rispetto di chi parla.



BERTOLA Giorgio

La ringrazio, Presidente, perché sta tutelando anche me, che sto parlando.
Dicevo che venerdì 24 u.s., a Moncalieri, c'è stato un Consiglio comunale aperto nel quale siamo intervenuti anche noi, come Consiglieri regionali. Al termine di tale Consiglio, all'unanimità (sottolineo che si tratta di un Consiglio comunale a maggioranza di centrosinistra) è stato approvato un atto di indirizzo che chiede alla Regione Piemonte, alla Giunta regionale, di agire quanto prima per il mantenimento del servizio di emodinamica a Moncalieri, un ospedale che in questi ultimi giorni ha subito un altro grave colpo quale la chiusura delle sale operatorie. Visto che anche da parte (ritengo) del centrosinistra - almeno locale, ma anche il Presidente del Gruppo consiliare del PD Gariglio aveva fatto delle sue valutazioni in quella sede - vi è una disponibilità, se c'è l'accordo di tutte le forze politiche, penso che sia un atto di indirizzo che si pu approvare in fretta. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Volevo agganciarmi a quanto detto dal Consigliere Bertola, perché in quella sede eravamo presenti anche noi quali Consiglieri regionali invitati a un Consiglio comunale aperto. Abbiamo preso atto di quella che era una volontà comune di tutto il consesso del Consiglio comunale di Moncalieri e riteniamo che, in una tre giorni di Consiglio regionale aperto, 5 minuti per promuovere e per eventualmente - auspichiamo - approvare all'unanimità un atto di indirizzo da parte del Consiglio, si possano trovare in avvio dei lavori. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Riteniamo anche noi che sia opportuna l'iscrizione di questo ordine del giorno, ovviamente in calce alla discussione già iscritta all'o.d.g.
Comunque, l'Assemblea si pronunci.



PRESIDENTE

Grazie Consigliere, la richiesta è accolta.
L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cerutti e Ottria.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 21/04/2015.


Argomento:

c) Incontro dei Capigruppo con le Organizzazioni sindacali della Città Metropolitana di Torino


PRESIDENTE

Ricordo che alle ore 13, in Sala Viglione, è previsto l'incontro dei Capigruppo con le Organizzazioni sindacali della Città Metropolitana di Torino.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbale del 14/04/2015.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame mozione n. 267 "Difesa e valorizzazione Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano", presentata dai Consiglieri Ruffino, Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Vignale

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 271 "Mantenimento attività di laboratorio presso l'Ospedale San Luigi", presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani


PRESIDENTE

Nel passato Consiglio erano in discussione la mozione n. 267 "Difesa e valorizzazione Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano", presentata dai Consiglieri Ruffino, Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Vignale e l'ordine del giorno n. 271 "Mantenimento attività di laboratorio presso l'Ospedale San Luigi", presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani.
Nella seduta antimeridiana del 21 aprile, il Consigliere Vignale ha illustrato l'ordine del giorno n. 271 e poi è intervenuto il Consigliere Appiano, che non ha concluso l'intervento a causa della chiusura dei lavori.
A lei la parola, Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Preciso per spot quello che era stato l'intervento per non tediare l'Aula con argomentazioni già portare rispetto alla seduta che si era chiusa alle 13 e che quindi non mi aveva permesso di concludere l'intervento.
L'oggetto dell'intervento era innanzitutto che tutto il quadrante ovest della nostra provincia, ad oggi, non è dotato di un hub vero e proprio, che l'etichetta di DEA di II livello è stata data dalla DGR 600 (poi confermata dalla rettifica a quella DGR di fine gennaio) all'ospedale Mauriziano e sottratta al San Luigi, nonostante il Mauriziano, al pari del San Luigi non abbia tutte le specialità e tutti i passaggi al pronto soccorso previsti dal Patto per la salute e quindi dalla normativa nazionale, per cui si sarebbe potuta fare anche la scelta contraria, che probabilmente dal punto di vista geografico e motivazionale, sarebbe anche stata più forte.
Da anni, il San Luigi porta avanti degli investimenti infrastrutturali (penso al nuovo pronto soccorso, alla nuova farmacia, alla pista per l'elisoccorso) tarati rispetto a un DEA di II livello, perché questo era il San Luigi, mentre ad oggi, se è vero che gli investimenti non verranno certamente persi anche in virtù della nuova etichetta, tuttavia risulterebbero sovradimensionati, a questo punto, rispetto alla nuova scelta della DGR 600. Peraltro, per dotare la zona ovest di un vero e proprio hub e DEA II livello, comunque sia degli investimenti vanno fatti e, poiché il Mauriziano è assolutamente asfittico, non penso proprio che possa accogliere nuove specialità neppure con ristrutturazione.
La DGR 178, preso atto della specificità del San Luigi, conferma al San Luigi una serie di esami, però dà il via allo spostamento di ulteriori esami copiosi verso il Mauriziano, per la semplice ragione che il Mauriziano è hub, quindi dall'etichetta data ad un ospedale non completo ora conseguono conseguenze rispetto alla diagnostica e forse in futuro anche rispetto ad altre specialità.
Ritengo che l'ordine del giorno presentato vada sicuramente accolto perché si chiede di sospendere - come del resto l'Assessore ha più volte confermato in Commissione e in Aula - questa trasmigrazione, questo spostamento di esami. Ora abbiamo anche nuovi Direttori generali e quindi si può effettivamente aprire un tavolo e rimeditare la questione, tenuto peraltro conto che da anni il San Luigi accentra una serie di esami per tutto il territorio dell'ASL TO3 a un costo inferiore rispetto a quello medio degli esami analoghi svolti al Mauriziano.
Sappiamo che negli anni prossimi nelle more della costruzione della nuova Città della Salute, che porterà ad un ospedale nuovo e moderno occorrerà fare tutta una serie di interventi infrastrutturali sulle Molinette attuali. Ci si chiede perché non aprire, appunto, un tavolo in cui, piuttosto che fare magari alcuni investimenti in una struttura immobiliare che poi verrà dismessa quando nascerà la nuova Città della Salute, non si possa concentrare qualche investimento in più e completare quelli attuali al San Luigi, che ha tutte le potenzialità per ospitare anche nuove attività.
Da ultimo, cito le delibere dei Comuni del territorio che afferiscono al San Luigi e che prendono atto pragmaticamente - come lo faccio io e come credo l'Aula non possa fare - che siamo in piano di rientri e che occorre rimeditare su tutta l'organizzazione ospedaliera e della salute. Allo stesso tempo, si chiede di tener conto che nei fatti il San Luigi è un riferimento importante per quel territorio e quindi vogliamo e vorremmo tutte le garanzie possibili affinché non si disperdano tutte le specificità del San Luigi medesimo.
Di conseguenza, la conclusione di approvare una mozione o dare il voto favorevole a una mozione che chiede su un singolo ospedale fuori da un quadro generale di cambiare etichetta, certamente non mi può trovare favorevole. Certo le motivazioni addotte sono molto convincenti, ma quelle motivazioni potrebbero essere prese in considerazione per aprire questo tavolo che coinvolga il nuovo Direttore, gli operatori ospedalieri, oltre alla parte universitaria e ovviamente alla parte politica, per tracciare una mission condivisa dell'ospedale, che è innanzitutto quella di essere un riferimento di centrale importanza per il nostro territorio.
Invece, l'ordine del giorno sarei personalmente per votarlo, perch dice non già di ridiscutere l'etichetta, ma dice - come peraltro affermato più volte dallo stesso Assessore - che la questione va rimeditata stoppata e non portata avanti così come magari la si era pensata in un primo tempo, vista anche la nuova nomina del Direttore di entrambi gli ospedali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Su questo e su altri argomenti che hanno avuto e che avranno nei prossimi mesi regolarmente valenza e troveranno istruzione in quest'Aula credo che ne sentiremo molti su tutti i territori e per ogni etichetta. Nel senso che, se discutiamo su quella che è la valenza dell'istituzione San Luigi Gonzaga, così come per altre istituzioni sanitarie che operano sui vari territori, mi trovo totalmente favorevole a discutere e ad aiutare la Giunta, e l'Assessore in particolare, a trovare le soluzioni più aderenti ai territori.
Invece, su quelle che possono essere delle posizioni assimilabili a chi la urla più forte, vorrei solo ricordare che non mi sembra poi così poco ascoltata l'istituzione San Luigi Gonzaga, considerando che di tutte le strutture sanitarie piemontesi, anche quelle che sono state considerate mortificate dalla delibera 1/600, credo che sia l'unica istituzione ad avere avuto dignità di audizione in IV Commissione, dove ha potuto esprimere tutti i pareri che riteneva, quindi i giudizi di merito.
Su molti temi che stiamo ascoltando, e che sono stati riportati, è evidente che ognuno di noi si fa sostenere, aiutare e consigliare laddove non arriva da solo, ma molto spesso sembra di essere latori di firme evidenti dietro ad alcuni capitoli ed alcune azioni specifiche.
Si parla del laboratorio analisi, ma in termini di esami o in termini di persone che svolgono certe attività? Si parla della struttura di I o II livello, ma se sulla carta il San Luigi Gonzaga ha avuto un II livello non mi risulta che negli anni si siano mai prodigati per farlo sul serio il II livello, eccezion fatta - dice bene il Consigliere Appiano - per il grande investimento di edilizia sanitaria che è stato compiuto.
Alla stessa maniera dovremmo dire che grandi investimenti sanitari sono stati fatti in tantissimi posti, anche in tempi di vacche magre, anzi magrissime. Sul territorio della Torino 3, senza fare esempi specifici, ci sono stati investimenti per milioni di euro, che, nella migliore delle ipotesi, oggi, sono assimilabili a nuclei di continuità assistenziali. Su questi costi l'Assessorato dovrà anche fare dei conti, perché è bene potenziare posti nuovi e moderni, ma ci sono tante strutture di fatto abbandonate, il cui costo è a carico della collettività.
Su questo ci tengo molto ad ascoltare ciò che ci dirà l'Assessore in seguito.
Io sono molto preoccupato rispetto allo svolgimento di tutta questa tematica legata al San Luigi Gonzaga, altrimenti si rischia nel tempo di essere tutti bravi sui territori a chiedere gli ospedali, quelli che alzano di più la voce. E non vorrei che la premialità venga poi riconosciuta a chi ha un tono più sostenuto, piuttosto vorrei si andasse alla concretezza.
Con il collega Appiano condivido quanto ho già riferito anch'io in Aula: sulla zona che comprende la Torino 3 più il San Luigi Gonzaga (che non ha territorio, è azienda) non abbiamo un hub vero e proprio. Quindi, su quest'area di Torino ovest, peraltro estremamente popolosa, pari a quasi un milione di abitanti (800-900 mila), occorrerà porre un'attenzione particolare sui servizi che andremo ad erogare.
Altresì, sono meno sensibile al discorso del singolo reparto. Per quanto riguarda il San Luigi Gonzaga tutti dimenticano - per esempio, nelle delibere c'è - la possibilità di compiere un passaggio ulteriore, che pu avvenire con atti aziendali, prestando attenzione alla cosiddetta "banca del sangue", che, forse, è stata ridimensionata in termini di servizio e di autonomia, ma che serve in modo forte e importante tutto il territorio dei nostri ospedali, quindi rende un servizio alla cittadinanza.
Si compiono tante battaglie su quello che è il servizio, confondendo le unità funzionali, in termini di servizio, con la realtà del servizio che deve essere erogato.
Si discute dell'emodinamica sul San Luigi, ma vorrei porre l'attenzione sull'emodinamica di Rivoli, in quanto non vorrei che fossa penalizzata quella con i migliori numeri in termini di quantità e di qualità di tutta la regione Piemonte, forse potremmo apporci la medaglia a livello nazionale.
Allora, di fronte a comparazioni del tipo "la mia struttura eroga questo servizio a un prezzo più basso del vicino di casa", oppure "la faccio meglio e sono più bravo dell'altro vicino", inviterei la Giunta e l'Assessore ad essere meno sensibili a questo tema.
Vorrei che i servizi fossero erogati, studiamo anche come erogarli e come mantenere i servizi territoriali che spariscono come aree funzionali autonome in termini di primariato, quindi di gestione particolare, che possono determinare economie di scala importanti, ma erogando il servizio ai cittadini. Su quest'argomento credo dovremo individuare un terreno di confronto e di conforto anche all'Assessorato.
In ultimo, relativamente al San Luigi Gonzaga, anche per le modalità che francamente mi appaiono quasi cannibalistiche rispetto ai vicini di casa, rivolgersi per ogni singola operatività al Mauriziano o ad altre strutture non mi sembra rispettoso dei servizi che sono erogati con la stessa efficacia ed efficienza. Molto spesso l'efficienza che è stata richiamata dipende dai direttori generali, dall'organizzazione aziendale e dai piani che vengono attribuiti loro, quindi che vengono erogati in una certa maniera.
Più volte l'Assessore ha ricordato che la sanità piemontese ha patito il non governo della sanità piemontese, che ha determinato sfasci ulteriori rispetto ad una situazione già difficile e precaria.
Rispetto a questi temi, chiedo una riflessione approfondita e seria.
Non è pensabile che nell'autocelebrarmi più bravo di un altro stia facendo il bene della collettività.
Sull'istituzione nello specifico ho modo di verificare dall'interno (e non per racconti) come si lavora. Credo si debba aiutare, difendere e sostenere l'istituzione San Luigi Gonzaga, peraltro c'è già un piano insieme all'Università, che è venuta a raccontarci che potrebbe dare forza e sostegno. Però, se questi cominciano ad essere i toni, chiederei all'Assessore di svolgere una verifica puntuale all'interno dell'istituzione e che, salvaguardando le istituzioni, rimuova quelli che sono scogli e metodi non dico farraginosi, ma ampiamente arruginiti e sclerotizzati dalla storia della sanità, che, arroccandosi su rendite di posizione che hanno piacere di sostenere, alimentano il fuoco della protesta. Un conto è l'istituzione, altro sono le singole azioni che vengono strumentalmente portate avanti.
Su questo tema inviterei l'Assessore a compiere delle verifiche - se si ha piacere di compierle - molto precise e molto puntuali in termini di comparazione, servizio per servizio, poi tireremo la riga delle conseguenze. Infatti, ho la percezione - mi avvio alla conclusione - che ci sia un'autocertificazione su molti temi e ci siano molte difese di posizione che poco hanno a che vedere con il reale servizio, su cui invece, invito fortemente a tenere la barra dritta: i servizi ai cittadini dobbiamo darli, soprattutto nell'ottica di una parola che lei ha usato all'inizio di questa legislatura, quella della sicurezza. Quindi, come Gruppo e come persona, mi trova totalmente disponibile a sostenerla.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Monaco.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Il Movimento 5 Stelle voterà a favore sia dell'ordine del giorno che della mozione.
Parliamo del San Luigi di Orbassano. Ricordo che ieri c'è stata una manifestazione in Piazza Castello, organizzata, tra l'altro, dal Comitato in difesa dell'Ospedale San Luigi di Orbassano; erano presenti anche le varie organizzazioni sindacali non solo del San Luigi di Orbassano, ma anche dell'ASL TO 3. Inoltre, parte di questa delegazione - io ero presente è stata ricevuta dall'Assessore.
Abbiamo avuto modo di audire in Commissione sanità questo Comitato, che ci ha spiegato in maniera veramente eccellente quali sono tutti i servizi quali sono le specialità che sono presenti all'interno dell'Azienda Ospedaliera Universitaria San Luigi...



PRESIDENTE

Scusi! Non è possibile, facciamo un accordo? Chi vuole fare l'accordo con me per il silenzio? La collega Balzella, perfetto. Prego.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Soltanto il mese scorso abbiamo audito in Commissione questo Comitato che, veramente, ha lanciato un grido accorato di aiuto e, soprattutto, di dialogo e di confronto.
E' dal mese di giugno che chiedono un confronto con l'Assessore.
L'hanno ribadito ancora in Commissione sanità: chiedono un tavolo tecnico dove poter mettere in atto tutta una serie di progetti, di proposte e di soluzioni alternative a questo declassamento avvenuto in seguito alla DGR 1 600.
La zona sud-ovest di Torino è un territorio che è stato ed è fortemente penalizzato - ricordiamo che stiamo parlando di un bacino di utenza di 600 mila abitanti - perché la DGR 1-600 è torinocentrica.
Vorrei ricordare che a Torino ci sono tre hub di II livello, tra l'altro a distanza di un chilometro e mezzo (massimo tre chilometri) l'uno dall'altro e che l'Ospedale Mauriziano è l'ospedale di riferimento di tutta la zona sud-ovest di Torino.
Noi crediamo che questo territorio debba essere valorizzato e non penalizzato e sguarnito dal punto di vista assistenziale.
Vorrei ricordare che il Centro di sclerosi multipla del San Luigi di Orbassano, che è centro di eccellenza di riferimento regionale, ha ricevuto, qualche giorno fa, il premio del Market Access Award, che è un premio per l'accesso al mercato nel campo sanitario, finalizzato all'accesso alle cure dei pazienti con soluzioni innovative e hanno ricevuto un premo di 4 mila euro. A parte il Centro di Sclerosi Multipla conosciamo bene tutte le eccellenze presenti in quell'ospedale, oltre a tutta la parte universitaria, alle scuole di specializzazione di medicina e di infermieristica.
Ha una pista di Elisoccorso nuova con tanti metri quadrati a disposizione. Tra l'altro, ricordo che l'Ospedale Mauriziano non ha una pista di atterraggio di Elisoccorso, ma l'Elisoccorso deve atterrare alle Molinette oppure atterrare al Mauriziano, ma in tal caso i pazienti vengono poi trasportati con un'ambulanza, quindi con un ulteriore costo.
Ci hanno illustrato una mappa dove ci sono chilometri e chilometri di terreno a disposizione e di superficie; volendo si può ampliare e si pu valutare di inserire diverse specialità o potenziare i servizi già presenti, piuttosto che dirottare tutto al Mauriziano.
Mi ha colpito la frase di un medico anestesista rianimatore che lavora al San Luigi di Orbassano, che proprio ieri mattina ha detto testuali parole all'Assessore Saitta: "Qua non si tratta della sigla AB o SPOC. Si tratta di servizi, si parla di operatori sanitari e si parla di cittadini.
Se volete che il San Luigi di Orbassano diventi una succursale del Mauriziano, togliete la scritta 'San Luigi di Orbassano' e scrivete 'succursale dell'Ospedale Mauriziano'".
Queste sono le parole dette da un bravissimo anestesista rianimatore dell'ospedale San Luigi di Orbassano. Quindi, non si tratta di etichette, è giunto il momento di parlare chiaro: o si mantengono i servizi e si potenziano i servizi e si tutela la salute dei cittadini di quel territorio fortemente penalizzato, altrimenti parlate chiaro e dite che il San Luigi non sarà più un'azienda ospedaliera universitaria, ma sarà una succursale dell'Ospedale Mauriziano di Torino.
Per quanto riguarda invece il laboratorio e lo spostamento di una parte degli esami specialistici dal laboratorio del San Luigi di Orbassano verso l'ospedale Mauriziano, poche settimane fa ho presentato un'interrogazione all'Assessore Saitta per avere delle delucidazioni e dei chiarimenti e per sapere se, in realtà, questa parte di esami e di attività specialistiche laboratoristiche sarebbe stata dirottata e avrebbe avuto come punto di riferimento i laboratori di analisi del Mauriziano.
L'Assessore mi rispose che tutto sarebbe rimasto fermo ed invariato fino a quando non sarebbero stati nominati i nuovi Direttori generali.
Ebbene, signori, ieri sono stati nominati i Direttori generali; quindi siamo nelle mani dei nuovi Direttori generali e aspettiamo indicazioni da parte dell'Assessorato.
Vorrei solo ricordare che i nuovi piani operativi 2013-2015 prevedono un risparmio delle risorse, un controllo della spesa sanitaria; quindi, si parla di accorpamento di laboratori per potere ridurre la spesa sanitaria.
Però, attenzione, perché non sempre accorpando i laboratori o accorpando le specialità si ha veramente un netto risparmio. Lo dico anche perché uno studio effettuato sul costo degli esami specialistici ha rilevato che gli esami specialistici hanno un costo più elevato all'Ospedale Mauriziano piuttosto che al San Luigi di Orbassano. Mi chiedo dove sia il risparmio. Non c'è alcun risparmio. Continuiamo a tagliare risorse, fondi, tagliamo i servizi ai cittadini, spostiamo gli operatori sanitari, riduciamo le attività e non risparmiamo un bel niente.
Quindi, fate attenzione - e il mio appello è rivolto all'Assessore Saitta - quando parlate di risparmio; verificate che realmente c'è un risparmio, perché finora è stata messa in atto tutta una serie di progetti e di protocolli mirati per un risparmio della spesa sanitaria e si è rivelato un fallimento totale, perché si è speso molto di più di quello che si doveva spendere.
Pertanto fate attenzione nel valutare lo spostamento e l'accorpamento dei laboratori e anche delle specialità dei reparti, perché invece di avere una diminuzione dei costi, potremmo avere un aumento. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Boeti, che interviene in qualità di Consigliere.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Solo due riflessioni, che comincio con una domanda all'Assessore Saitta. Vorrei sapere dall'Assessore se in questi primi 8 mesi di governo regionale al San Luigi sia stato tolto un solo servizio, un pezzo di laboratorio o un ambulatorio. Mi risulta che il San Luigi di Orbassano abbiano continuato a fare il suo lavoro negli interessi dei cittadini di quel territorio, come ha fatto negli anni della sua storia.
Dico questo, perché naturalmente è corretto che si faccia l'opposizione, ma non mi risulta che fino a questo momento n quell'ospedale né altri ospedali abbiano visto una diminuzione dei loro servizi.
Abbiamo nominato i nuovi Direttori generali, ma non mi risulta che abbiano già firmato il contratto. Quindi, considerato che i nuovi Direttori generali non hanno ancora firmato il contratto, non si può pretendere che prima ancora di avere firmato il contratto già agiscano rispetto alle questioni che riguardano gli ospedali a cui sono stati destinati.
Ieri mi ha telefonato un collega del San Luigi e mi ha detto "avete nominato un ufficiale liquidatore". Ho risposto che non mi risulta che faccia di mestiere l'ufficiale liquidatore. La persona che abbiamo nominato al San Luigi è una persona che l'Università ritiene competente - secondo me giustamente, perché peraltro è previsto che in un'azienda ospedaliera universitaria il nome sia fatto in accordo. E' una persona che ha fatto un buon lavoro ad Alessandria, è un Direttore amministrativo, quindi una persona che conosce il suo mestiere.
Abbiamo nominato un Direttore generale che ha il compito primo di lavorare con l'Università e con la Città della salute, perché, checché ne dicano i Consiglieri regionali, continuerà ad essere sede del polo universitario. Dovrà lavorare insieme alla TO3, perché da un punto di vista geografico il San Luigi è posizionato in quel territorio. Soprattutto dovrà lavorare insieme alla TO3 sia per quanto riguarda i servizi territoriali sia per le prestazioni di tipo riabilitativo che in quel territorio sono piuttosto ampie ed articolate e hanno bisogno di essere messe in rete.
Ho risposto quindi che, secondo me, non abbiamo nominato un ufficiale liquidatore, ma una persona competente in grado di svolgere il suo servizio.
Gli ordini del giorno presentati dell'opposizione sono due. Il primo riguarda il fatto che ridiventi hub l'Ospedale San Luigi e riguarda in pratica la questione del pronto soccorso.
Anche su questo, se noi chiedessimo ai cittadini se siano interessati all'hub al primo livello o al secondo livello per il pronto soccorso, i cittadini risponderebbero, in primo luogo, che non ne sanno nulla e, in secondo luogo, che sono interessati ad avere i servizi che finora hanno ricevuto al San Luigi e all'ospedale di Rivoli.
Rivoli è un DEA di primo livello, ha 20 mila passaggi in più rispetto al San Luigi, i pazienti sono trattati con competenza e professionalità.
C'è qualche problema, perché la lista d'attesa è piuttosto lunga prima di essere ricoverati in reparto, ma anche su questo il governo regionale, con un nuovo reparto, ha abbastanza snellito le questioni che prima esistevano.
Cambia qualcosa per i cittadini di quel territorio il fatto che il Pronto Soccorso del San Luigi da hub di secondo livello diventi di primo? Praticamente niente. Allora, vogliamo provare ad essere onesti dal punto di vista intellettuale? Ricordo una discussione di molti anni fa, quando Pinerolo insisteva per avere la sede dell'ASL. Dissi al Sindaco di Pinerolo: "Ma a te cosa importa del fatto di avere la sede dell'ASL a Pinerolo, piuttosto che a Collegno?".
"Mi interessa - aveva risposto - perché è importante che la sede dell'ASL sia a Pinerolo". "Ma ti interessa sapere da dove arriva la posta? Che arrivi con l'indirizzo di Pinerolo o con l'indirizzo di Collegno, ai cittadini importa qualcosa?" Praticamente niente: era una questione politica - che andava affrontata - tant'è che, per evitare "casini" in tutti questi anni abbiamo tenuto le due sedi di Rivoli e Collegno,.
Cerchiamo di essere seri: ci sarà il nuovo Pronto Soccorso e i cittadini di quel territorio riceveranno, in un Pronto Soccorso più accogliente e con gli stessi medici, esattamente gli stessi servizi che ricevevano in precedenza.
Seconda riflessione sul Laboratorio analisi: a Bologna c'è un solo Laboratorio analisi per tutta la città. Uno solo. Cambia qualcosa, per i cittadini, dove vengono eseguiti gli esami di laboratorio? No, conta il punto in cui si fa il prelievo. Se, poi, nello stesso punto prelievi posso ritirare l'esame, ho soddisfatto le mie aspettative.
Pertanto, Assessore Saitta, il laboratorio, per le questioni che riguardano i centri di riferimento regionali (fibrosi cistica, sclerosi multipla e microcitemie), secondo me ha senso che resti al San Luigi, per una questione di coerenza anche scientifica. Ma se ci sono esami e attività laboratoristiche che non contrastano con la missione del San Luigi, qual è il problema se questi esami vengono svolti al Mauriziano? Penso che occorrerebbe invertire la rotta, anche qui, come abbiamo fatto rispetto ai Direttori generali. Confermo che non c'è stata alcuna pressione da parte di nessun Consigliere e che finalmente non hanno nominato Direttori generali persone che prima hanno fatto i parlamentari per uno, per l'altro o per l'altro ancora, ma persone competenti e professionisti in questo campo.
Noi - naturalmente il Governo regionale, il Presidente e l'Assessore daremo l'incarico a questi nuovi Direttori di lavorare in questo senso: quello che conta sono i servizi che i cittadini ricevono, non tanto la targa apposta sugli ospedali. Io, lavorando in ospedale e scontrandomi ogni giorno con le esigenze esistenti, sono anche un po' stufo: le liste d'attesa, il bisogno di assumere il personale, quello di dare delle risposte che i cittadini si aspettano da questo Governo regionale.
Ovviamente, voteremo contro soprattutto al primo ordine del giorno perché la Giunta ha approvato un provvedimento che prevede che il Pronto Soccorso diventi, da DEA di II livello, DEA di I livello, quindi non possiamo che confermare questa indicazione.
Sulla questione del Laboratorio analisi, ritengo che il buonsenso dell'Assessore e del suo Direttore generale ci consentiranno di continuare a far svolgere al San Luigi il lavoro che ha svolto fino a questo momento senza nessuna limitazione per i servizi offerti ai cittadini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con attenzione gli interventi svolti stamattina, cercando di rimembrare anche quelli di illustrazione degli atti di indirizzo avvenuti la scorsa settimana. Ho ascoltato con attenzione soprattutto l'intervento del collega Boeti, sul quale mi preme fare una riflessione.
Il collega Boeti intendeva quasi convincerci che non cambierà nulla, in relazione al declassamento del San Luigi, allo spostamento del Laboratorio analisi, alla chiusura di alcuni reparti importanti o, comunque, alla non possibile prosecuzione, in futuro, di alcune attività fondamentali di secondo livello che ci sono al San Luigi, perché ad oggi i dubbi rimangono checché ne dica l'Assessore Saitta.
In primis, l'asterisco al 31 dicembre 2016, riguardante il reparto di emodinamica, che resta, nonostante sia stato detto ad amministratori e operatori del settore di non preoccuparsi, poiché non succederà nulla. Se come diceva il collega Boeti - nulla cambia, non capisco perché abbiamo approvato la delibera 1-600. Lo dico all'Assessore Saitta, ma anche al Presidente Chiamparino: se nulla cambia sulla situazione dell'ASL TO3 sulla situazione del San Luigi, sulle relazioni con l'Università, allora perché abbiamo la delibera 1-600? Perché abbiamo fatto l'integrazione 1 924, che è stata lungamente richiesta dal territorio e con cui è stata valorizzata una medicina interna con funzione di ematologia, in particolar modo proprio al San Luigi? Abbiamo dei dubbi nel merito, perché quando la politica tende a dire di non preoccuparci perché non cambia nulla, io, come cittadino, adesso anche impegnato in politica, solitamente tendo a preoccuparmi. Proprio quando mi si dice: "Non vi preoccupate, state sereni" - come abbiamo imparato dalle vicende nazionali - "non cambia nulla", invece cambia! Cambia! Lo vediamo esattamente con gli esami laboratoristici: gli ospedali, non solo il San Luigi, ma anche, ad esempio, il Martini, sostengono che i campioni laboratoristici vengono mandati tutti al Mauriziano. Qualcuno parlerà di razionalizzazione, di riduzione dei costi, ma c'è un documento di benchmarking, dei costi, in cui si dice che il Mauriziano è il Lboratorio analisi con i costi più alti dell'area.
Abbiamo chiesto sommessamente all'Assessore Saitta, ed eventualmente al Presidente della Commissione sanità - Ravetti - di poter acquisire questo documento e vorremmo che l'Assessore ci dicesse: "E' una bufala! Non è vero! Sono sbagliati i dati!", oppure: "E' reale, ci impegneremo per fare un'opera di riduzione dei costi del Laboratorio analisi del Mauriziano".
Abbiamo bisogno di risposte certe, e non di rassicurazioni fideistiche: "Non vi preoccupate, non cambia nulla, garantiamo noi". Non si può pensare che funzioni così l'attività politica. Ma non fatelo tanto per noi - se i Consiglieri dell'opposizione non dormono sereni sulla questione del San Luigi, magari uno può anche dire: "Va beh, chi se ne importa" - fatelo per gli operatori del settore. Se hanno raccolto 18 mila firme in pochi giorni se ci sono operatori preoccupati, vogliamo dare delle rassicurazioni almeno a loro? Volete almeno riceverli, dedicando loro un po' più di mezz'ora, di corsa, in una mattinata di lunedì, magari fare un tavolo, discutere ampiamente con tutti, per rassicurarli? Guardate che noi sentiamo, non solo al San Luigi (allargherei un po' il discorso), ma in tanti ospedali, operatori preoccupati, non perché vengono sobillati dai cattivoni Consiglieri regionali di opposizione, ma perch sono già preoccupati di loro: fanno domande ai Consiglieri di opposizione e di maggioranza (e sottolineo che chiedono anche ai Consiglieri di maggioranza), ma nemmeno i Consiglieri di maggioranza li sanno rassicurare perché non hanno informazioni precise. Dicono, un po' come è stato detto dal Vicepresidente Boeti: "Non vi preoccupate, non cambierà granch cercheremo di mantenere, cercheremo di fare". Ma, persone dotate di un minimo di intelletto, si fanno delle domande, non hanno delle risposte hanno dei dubbi e quindi si preoccupano.
Stessa cosa sul discorso Università: è stato presentato un documento dai professori universitari, dal Rettore e dal Preside della Facoltà di Medicina, dove è stato detto: "Vogliamo che la Facoltà di Medicina, già corso unico, vada tutta sotto la Città della Salute" e leggiamo, dieci giorni fa, l'Assessore Saitta che ci dice: "Non vi preoccupate, per ora" per ora - "rimarranno due Università separate, pur con corso unico". Il per ora, cosa vuol dire? Il 31 dicembre 2016, cosa vuol dire, Presidente Chiamparino? Io le riporto questa domanda proprio perché me l'hanno rivolta degli operatori sanitari: sulla base di quali indicatori valuterete il mantenimento o meno dell'emodinamica al San Luigi, del DEA al Martini, e in tante altre strutture? Loro, cioè, devono essere valutati, come a scuola. Bene, se devono essere valutati, vogliono sapere su cosa. Ci dite: "Dobbiamo fare tot passaggi in Pronto Soccorso, dobbiamo fare tot angioplastiche coronariche dobbiamo farle bene su questa percentuale". Questo vogliono sapere: se devono essere valutati sul livello delle performance, infatti noi questo chiediamo all'Assessore Saitta e al Direttore Moirano, con Agenas: portiamo veramente la vera rivoluzione, a partire dal Piemonte e a livello nazionale, sulla sanità: la valutazione delle performance.
Ci hanno detto degli operatori dell'ospedale San Luigi, ma l'hanno detto anche nella IV Commissione: abbiamo delle parti che vengono mantenute e che non sono di livelli elevatissimi (adesso non voglio fare i nomi, in Consiglio regionale), mentre ne vengono tagliati altri che hanno livelli e performance elevate.
Quindi stiamo riproponendo una riforma "ragionieristica"; a Roma hanno stabilito che le chirurgie devono essere una ogni 150/300 mila abitanti: decisione che si cala sul territorio, senza verificare se quella chirurgia funziona bene e l'altra che magari vogliamo mantenere funziona peggio.
Occorrono valutazioni sulle performance; diversamente, nutriamo forti perplessità sull'indirizzo generale della deliberazione.
Ospedale San Luigi: non possiamo che votare convintamente la mozione del collega Vignale, poiché tre mesi fa avevamo presentato un ordine del giorno identico, riguardante la richiesta di prevedere il DEA di II livello al San Luigi; so che l'Assessore Saitta l'ha già sentito molte volte, ma glielo ribadiamo ancora una volta. A maggior ragione, se volete realizzare la Città della Salute - lo dico anche al Presidente Chiamparino: che "c'azzecca", come direbbe qualcuno, un altro DEA di II livello, a un chilometro di distanza a un polo di super eccellenza, probabilmente il miglior ospedale italiano,? Lo dico al Presidente Chiamparino, da torinese da cittadino di Torino... Poi, su un Presidente della Regione torinese possono nascere battute sul fatto che cura un po' di più gli interessi della città di Torino - ma so già come mi risponderebbe il Presidente Chiamparino.
Perché lasciare il San Luigi all'esterno della città come DEA di II livello, visto che avrebbe una funzione importante per tutta l'area di Torino Ovest e anche di Torino Sud, perché è lì a metà tra Torino Ovest e Torino Sud, raggiungibile con spostamenti autostradali e ferroviari - dal momento che si prevede la ferrovia l'SFM5, se mai arriverà.
L'area, come sapete benissimo è fuori dalla città di Torino, ma non dentro la città di Orbassano; conta di 380 mila metri quadrati, che potrebbero facilmente espandersi. Infatti, hanno costruito l'elisoccorso senza difficoltà, mentre il Mauriziano è incastrato tra case, il transito del tram che passa, eccetera: non ha spazio per svilupparsi.
Mi rendo conto che spesso in politica è difficile rendersi conto magari di errori o "errorini" e tornare indietro.
Pertanto, chiediamo un'attenta valutazione, ricordando che né il Mauriziano né il San Luigi, ad oggi, hanno tutte le specialità per essere un ospedale sede di DEA di II livello. E' vero non ce l'ha il San Luigi, ma non ce l'ha neanche il Mauriziano.
Sollevo un'altra problematica: se il San Luigi non sarà più DEA di II livello per legge nazionale - lo dico all'Assessore Saitta - non potrà più essere Azienda Ospedaliera. Quindi, un domani perderà la "O". Per definizione, l'Azienda Ospedaliera è collegata al DEA di II livello. E' vero, dovevate scegliere tra Mauriziano e San Luigi, ma cosa rimarrà? ASLU? Nel senso che è Universitaria, ma anche ASL? Penso non ci sia un precedente; quindi per questo motivo penso che i professori universitari il Rettore e il Preside e anche gli universitari del San Luigi hanno chiesto di farlo passare sotto le Molinette, altrimenti perderà la "O", ma perderà anche la "U".
Queste le valutazioni principali.
Mi rendo conto - e chiudo - della vicinanza all'Ospedale di Rivoli; in interventi precedenti di alcuni Consiglieri che magari lavorano o hanno lavorato all'Ospedale di Rivoli, sono stati espressi dubbi e perplessità sul fatto di avere due ospedali così vicini, c, tra l'altro entrambi con funzione di DEA di I livello. Il tutto è frutto di scelte passate che ovviamente, non sono state razionali.
Noi chiediamo risposte, quindi rassicurazioni su che cosa vuol dire "al 31 dicembre 2016" - e poi il documento di benchmarking lo smentisca o lo confermi. Assessore Saitta, ci dica come vuole lavorare in futuro per risparmiare e per raggiungere la necessaria efficienza, e non semplicemente, cambiare i nomi alle cose. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Contestualmente all'illustrazione dell'ordine del giorno relativo ai laboratori, vi è anche la discussione sull'altro ordine del giorno, più complessivo, relativo al San Luigi.
Perché crediamo che i due ordini del giorno siano entrambi, anche se per motivi ovviamente differenti, importanti? Anzitutto, perché in queste settimane, in questi mesi dall'approvazione della deliberazione 600 in poi - con gli operatori, ma anche con la cittadinanza che afferisce al San Luigi, nei tanti incontri pubblici che vi sono stati si è cercato di significare come le eccellenze che oggi sono previste all'interno dell'Ospedale San Luigi non verranno meno.
Tuttavia, rimane un problema di fondo che noi riteniamo centrale - e in qualche modo l'ordine del giorno relativo alla determina del Direttore ne è solo una inevitabile conseguenza - relativo alla collocazione del DEA di II livello.
L'abbiamo detto tante volte, ma riteniamo sia opportuno ripeterlo in questa discussione: il problema principale nasce dalla scelta che l'Amministrazione ha fatto, che ha due grandi limiti: il primo è quello tecnico, nel senso che le due strutture erano comparabili, tanto l'Ospedale Mauriziano quanto il San Luigi perché entrambe non avevano tutte le specialità previste dal patto per la salute, ma soprattutto per un aspetto geografico.
Ciò che ha fatto propendere per la scelta del Mauriziano e non del San Luigi è stato il numero di passaggi all'interno del Pronto soccorso.
Ci siamo permessi di dire in più di un'occasione che non crediamo sia questo il motivo - ma ovviamente ognuno ha una sua opinione. Riteniamo che il motivo sia legato a legittime difese, sorte prima della deliberazione: diciamo che chi ha difeso il Mauriziano è stato più forte di chi ha difeso il San Luigi.
In moltissimi casi l'Assessore ci ha fatto presente che le valutazioni della Giunta sono valutazioni tecniche. Noi facciamo presente - come legittimamente nella passata Amministrazione faceva presente la precedente opposizione - che quando si governa non esistono valutazioni tecniche, o meglio, esistono valutazioni quanto più scientifiche, ma che assumono sempre una valenza inevitabilmente politica, non fosse altro perché l'atto che le sancisce è una deliberazione di Giunta regionale. Così come scelta politica e non tecnica è stata quella della nomina dei Direttori generali non foss'altro, anche qui, perché li nomina la Giunta regionale e non un organismo tecnico terzo.
Al di là di questo aspetto che poco interessa, è assolutamente evidente che chiunque valuti la disposizione geografica del San Luigi e del Mauriziano, o meglio individua all'interno della nostra Provincia il fatto che la quest'ultima poteva "spendere" (fra virgolette) tre DEA di II livello: le Molinette diciamo come area baricentrica e che guarda verso la parte della pianura della Provincia di Torino, il Giovanni Bosco che guarda verso le Valli del Canavese e le Valli di Lanzo e una parte consistente di Area metropolitana, quella diciamo nella zona Nord-Ovest, e il San Luigi che invece in qualche modo guardava alle Valli di Susa e alle Valli del Pinerolese, un'altra porzione di città.
Questa modalità era stata individuata anche dalla Federazione, degli Ambiti sovrazonali; dalle ASL, evidentemente, e a detta non solo di tutti ma è sufficiente che uno conosca la nostra provincia, metta tre pallini e capisce che quella era la scelta corretta per erogare un servizio tempestivo e completo quale solo un DEA di II livello può fare.
E' evidente che la scelta che ha portato il Mauriziano, ospedale a 1 chilometro dalla Città della Salute, ad essere individuato come DEA di I livello è quella che ha fatto discendere tutto.
Però, perché abbiamo presentato anche la seconda mozione, quella sui laboratori? Perché bisogna avere la correttezza di dire le cose come stanno. Ovvero: c'è una delibera che individua il San Luigi come DEA di I livello e pertanto, ai sensi della norma e del Patto per la salute, un Dea di I livello perderà alcune strutture specialistiche a scapito del Mauriziano, perché subordinato al Mauriziano stesso da un punto di vista gerarchico.
Questo avverrà, e la determina su cui abbiamo presentato la mozione non è altro che la prima applicazione. Ma guardi, Assessore, questo aspetto sul quale peraltro lei aveva detto: "No, non c'è nessuna fuga in avanti attendiamo la nomina dei nuovi Direttori per vedere poi insieme quale missione dare al San Luigi", in realtà è accaduto. Discutiamo di due aspetti recenti anche in termini di relazione con il mondo. con i comitati o i soggetti che, in qualche modo, tutelano legittimamente i loro territori (ieri il presidio sul San Luigi, i tanti incontri che vi sono stati venerdì l'incontro pubblico nel Consiglio comunale di Moncalieri).
E' assolutamente evidente che, in questo caso, il DEA di I livello San Luigi, e non più di II livello, perderà - com'è scritto all'interno della delibera - una serie di specialità, e questo avverrà subito, come è avvenuta subito la concentrazione dei laboratori, che non è il problema che diceva il collega Boeti. A Bologna esiste un'unica. Sì, faccio anche presente che vi sono alcune realtà che hanno un unico centro ortopedico, e il collega Boeti, quando è stato previsto l'accorpamento del Maria Ausiliatrice, difendeva il Maria Ausiliatrice, no? Per cui, voglio dire, la filosofia è una cosa meravigliosa, la pratica di tutti i giorni è una cosa un po' diversa, ma questo lo possiamo fare io e lei al bar, non è.
In termini generali, invece, interessa molto di più l'impianto e le conseguenze che ne derivano. Nel senso che il nuovo Direttore generale del San Luigi è il Direttore di un'ASO, di un'Azienda sanitaria universitaria di I livello e come tale, quando farà l'atto aziendale, si comporterà; il Direttore generale dell'ASL TO5, quando farà l'atto aziendale, vedrà che nella sua ASL non potrà garantire un'emodinamica e non la garantirà. Questo è il dato. Di conseguenza, gli ordini del giorno servono anche a fare chiarezza su ciò che è assolutamente palese e lapalissiano, ma ciò che è così palese e lapalissiano non sembra perché l'Assessore in più di un'occasione ha avuto modo, per esempio anche al San Luigi, di dire: "No non ci sarà nessuna fuga in avanti, cercheremo di farli in modo graduale con tempo". In realtà, una settimana dopo le sue dichiarazioni, una delibera sulla concentrazione dei laboratori è partita. Che, come dicevo non è il nodo cruciale del futuro del San Luigi, ma è la dimostrazione dell'attuazione puntuale della delibera 600.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Era evidente e chiaro che le decisioni che abbiamo assunto con la delibera 1/600 e anche gli aggiornamenti successivi avrebbero, per forza di cose, determinato reazioni, perché non trattavano il mantenimento della situazione attuale. Ricordo che l'obiettivo, innanzitutto per quanto riguarda la rete ospedaliera, era quello di garantire più salute e ciò ha portato, come sapete, anche a una riduzione delle strutture complesse.
Questo è il dato certo.
E' chiaro che noi non siamo disponibili a rimettere in discussione le scelte che abbiamo compiuto, anche perché - lo voglio ricordare - quella delibera, coerente col Patto per la salute, quindi con delle norme esistenti, ci ha consentito di avere la deroga per le assunzioni. Vorrei che si tenesse conto di questa filiera, perché non si possono fare due battaglie contemporanee che non sono tra di loro compatibili, di cui una per l'assunzione, indipendentemente da cosa si fa.
Venendo alle questioni di carattere specifico, noi continuiamo ad essere dell'opinione che, per quanto riguarda il San Luigi, l'hub e il Mauriziano, l'equivoco che era stato mantenuto dalla Giunta precedente di considerarli tutti e due un hub era un errore.
La situazione ci è perfettamente nota. Mi pare che il centrodestra e il Movimento 5 Stelle abbiano una posizione diversa: ritengono invece che il San Luigi debba essere un hub e il Mauriziano uno Spoke. Mi pare questa la posizione contraria a quella che abbiamo mantenuto. Non credo che sia più possibile mantenere l'equivoco del passato, di considerarli tutti e due allo stesso livello, perché la situazione è diversa.
Non sto qui a riprendere il contenuto della delibera, voglio soltanto riprendere ciò che ha detto il collega Boeti per quanto riguarda l'ordine del giorno sui laboratori. Io ho visto questo ordine del giorno con attenzione e ricevo tante lettere. Vedendo le lettere e vedendo anche il contenuto di alcune precise interrogazioni, puntuali dal punto di vista tecnico, non sfugge evidentemente a nessuno quali sono le resistenze che si determinano sul piano dell'organizzazione: sono chiare e lampanti. Allora l'accorpamento dei laboratori - ha ragione il collega Boeti - è un obiettivo che abbiamo nei Piani operativi della Giunta precedente e gli accorpamenti devono essere fatti.
Gli accorpamenti determinano un cambiamento nell'organizzazione. Ci sono delle resistenze, e mi pare che qui, al di là di questioni puntuali (anche queste richiamate dal collega Boeti) per quanto riguarda alcune analisi, ci sono delle resistenze che molte forze politiche censiscono (mi sembra più che logico), ma voglio ricordare l'obiettivo generale: che liberare delle risorse per accorpare i laboratori consente di avere più risorse per la salute. Questo è il tema. In pratica, vuol dire che riduciamo gli sprechi (la metto così), perché continuare a difendere non l'offerta sanitaria, ma l'organizzazione molto polverizzata significa di fatto continuare a mantenere una situazione di diseconomia o di sprechi.
E' dunque giusta l'osservazione fatta dal collega Boeti, cioè che bisogna andare con grande buonsenso in relazione alla specificità, e questo sarà fatto, però la decisione è stata assunta: l'accorpamento dei laboratori. Voi oggi registrate questa resistenza, ma credo che in altre zone tra poco registrerete la stessa resistenza anche per altri laboratori.
I laboratori devono essere accorpati, non c'è via d'uscita. Questo principio è fondamentale.
Terza cosa.



BONO Davide

Scegliendo quella più economica.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Certo, ci mancherebbe altro che facciamo scelte che costano di più! Non siamo dei pazzi! L'operazione è per avere un vantaggio economico. Se c'è l'autocertificazione da parte di chi fa le analisi e si creano le autocertificazioni come normalmente capita, è chiaro che faremo scelte per garantire più economicità. Lo facciamo per questo, non per fare dispetto a qualcuno o a qualche territorio, mi sembra logico.
Non mi pare che abbiamo caratteristiche per poter favorire gli interessi di qualcuno o di qualche primario o di qualche ospedale. Stia tranquillo, collega Bono: questa sarà ancora una volta la linea che seguiremo, come abbiamo fatto finora.
Terza cosa: il dibattito che è stato fatto sul Torinocentrismo. Al riguardo, i colleghi hanno tutti una dimensione regionale. Capisco che si possa parlare di Torinocentrismo quando l'osservazione può essere fatta nel VCO (faccio un esempio a caso), ma considerare che il San Luigi sia qualcosa di diverso rispetto all'area della Città metropolitana mi sembra obiettivamente una motivazione di scarso peso; non soltanto geografica, ma perché c'è una forte interazione. Questo è il tema vero.
Anche su questo punto, quindi, cerchiamo di assumere una dimensione più confacente e utile al nostro ruolo. Stiamo parlando dell'area metropolitana torinese. Quella di "torinocentrismo" mi sembra una definizione spropositata, non soltanto per le distanze, ma per la relazione che c'è tra servizi, trasporti, attività ospedaliera, sistema di rete. Capisco che quest'aggettivo possa essere utilizzato da chi proviene da Ovada, ma mi sembra che qui siamo sulla piastrella dove continuiamo a ballare: mi pare un po' una cosa di questo tipo.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) Assessore, questo finché va tutto bene. Nell'emergenza che succede? Cosa fanno questi territori?



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Collega, vada a spiegare che parliamo di "torinocentrismo"nel VCO tanto per fare un esempio a caso.



PRESIDENTE

Collega Batzella! Vi invito a non parlare quando non vi è data la parola.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

La quarta osservazione è di questo tipo: ci è perfettamente chiaro che ci sono dei problemi, però non è assolutamente vero quello che sostengono in molti - e su questo sono state raccolte delle firme - perché noi difendiamo l'ospedale; noi non stiamo cancellando l'ospedale: quello sarà un DEA di primo livello e il collega Appiano sa, perché è stata una delle persone attive in Consiglio, che nel passaggio dalla prima alla seconda delibera abbiamo aggiunto alcuni elementi di maggiore rafforzamento di un DEA di primo livello, in funzione della caratterizzazione.
Allora, il tema del San Luigi è un tema semplice. Innanzitutto continua ad essere Azienda ospedaliera ed è l'unico DEA che è anche Azienda ospedaliera. Ricordo che la scelta del Direttore generale è una scelta condivisa con l'Università e che questa indicazione del Dott. Manfredi è un'indicazione non finalizzata a cancellare l'Azienda universitaria.
Il tema dell'Università, poi, è un tema che sarà l'Università ad affrontare, per vedere come organizzarsi meglio, ma posso confermare quello che ho già avuto modo di dire parlando con il Rettore Ayani e con il Direttore Ghigo: cioè che per loro quel presidio continua ad essere sede universitaria importante, per gli spazi e per l'organizzazione che lo contraddistinguono. Questa specificità, quindi, è un elemento importante che può consentire una maggiore caratterizzazione di un DEA di primo livello, in funzione di questo ruolo.
Guardate che è questa la sfida: qual è la missione di un DEA che è anche Azienda ospedaliera e qual è il ruolo che, dal punto di vista didattico, può essere coerente con una missione più confacente ai cambiamenti e alla domanda di salute presente su questo territorio.
Usciamo dalla dimensione del reparto! Io capisco che qualche primario protesti, anche perché..



(Commenti fuori microfono del Consigliere Vignale)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

No, non mi sto riferendo a qui.
Capisco perfettamente, anche perché la scelta è quella di ridurre o eliminare i reparti a bassa attività, coerentemente con il Patto per la salute.
C'è quindi uno spazio possibile di discussione per quanto riguarda la caratterizzazione del DEA; c'è uno spazio possibile per alcune precisazioni; c'è uno spazio possibile perché il San Luigi sia riferimento regionale per molte discipline importanti e per alcune patologie importanti. E questo è ciò di cui si occuperanno i nuovi Direttori. Noi non saremo un canale diretto - tanto per essere molto chiari - con le richieste che può fare un singolo infermiere, o l'anestesista che ho incontrato perché non funziona così: la Regione, cioè, non può governare questi particolari; c'è il Direttore che deve diventare - cosa che non sempre è capitata in passato - il punto di riferimento dei Sindaci per definire una missione per quanto riguarda quel singolo ospedale.
A quel punto avremo gli elementi anche per fare una riflessione e per precisare meglio il contenuto della delibera n. 600, se questo sarà il caso. Ma quello è un compito che svolgeranno, evidentemente, i tecnici.
Questo è fondamentale, altrimenti credo che noi ci eserciteremmo nell'indicazione degli anticorpi, degli antigeni e a leggere 1.600 cose di questo tipo; e obiettivamente ci metteremmo su una strada che non è proprio tipica, se non sbaglio, della politica.
L'ultima considerazione è relativa alla questione dei lavoratori. Sui tempi - e finisco, Presidente - io avevo detto, ad un incontro che c'era stato in Commissione alla presenza di Ghigo, di rallentare per quanto riguarda i lavoratori. Questo non è capitato perché c'è stato un problema di comunicazione, nel senso che poi è partita la determina del Direttore generale. Successivamente, però, dopo le sollecitazioni del collega Appiano che immediatamente mi ha informato, ho dato disposizione - cosa che è stata attuata - di fermare questo processo, in attesa di avere i Direttori, cioè di essere in presenza dell'autorevolezza dei Direttori in grado, sulla base delle coerenze con le indicazioni che dà la Regione, di assumere una scelta che risponda a logiche di carattere economico e anche di caratterizzazione dell'ospedale.
Il processo, quindi, è stato fermato. Si insedieranno i Direttori e a loro chiederò di lavorare: non è un compito che svolgerà il singolo sanitario che si occupa di queste cose, perché riguarda scelte che hanno una forte caratterizzazione di natura politica; non per l'obiettivo dell'accorpamento, che dev'esser in ogni caso raggiunto, ma per quanto riguarda alcune precisazioni.
Posso dire dunque che, per ciò che attiene all'ordine del giorno confermo quello che ho detto e cioè che si ferma tutto in attesa che si insedino i nuovi Direttori; mentre, per quanto riguarda l'altra delibera mi pare che coerentemente - ma penso di esprimere un'opinione non soltanto della Giunta, ma di tutta la maggioranza - la decisione sia stata assunta: si tratterà di un DEA ospedaliero rafforzato. Modificare quella delibera infatti, non avrebbe proprio molto senso, perché metterebbe in moto un meccanismo per il quale il lavoro positivo che abbiamo avviato non avrebbe più senso.



PRESIDENTE

Prima di passare alla votazione nominale della mozione n. 267, do atto e mi scuso con l'Aula che c'è stata un'incomprensione con la Consigliera Ruffino, che non era intervenuta in discussione generale sulla sua mozione pensando che dopo la trattazione dell'ordine del giorno si sarebbe nuovamente riaperto tale dibattito. Quella discussione, invece, c'è già stata, ma chiedo gentilmente alla collega di intervenire adesso, scusandomi ancora.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente Intervengo perché la mozione che ho presentato nel precedente Consiglio non era stata discussa, in quanto io presiedevo la seduta, ed era stata invece discussa quella del Consigliere Vignale. E mi rendo conto che nella discussione generale poi si è parlato anche del mio testo, recante "Difesa e valorizzazione dell'Ospedale "San Luigi Gonzaga" di Orbassano".
Non ne dettaglio pertanto più il contenuto, però ribadisco l'impegno contenuto nella mia mozione, a rispondere al Comitato di difesa e valorizzazione del San Luigi, così come da specifica richiesta pervenuta in sede di IV Commissione il 18 marzo 2015, quando l'Assessore sappiamo essere stato assente per importanti impegni; e ovviamente di questo gli si dà atto.
L'altra richiesta è quella di istituire un tavolo tecnico tra Regione e Università, al fine di identificare una mission condivisa che qualifichi come hub l'Ospedale San Luigi e a trasformare quel presidio come vero hub alla luce delle specifiche del territorio sul quale gravita, degli spazi a disposizione, degli investimenti attuati che effettivamente sono ingenti delle strutture ultimate (il Pronto soccorso) e di quelle in costruzione (il laboratorio analisi, farmacia e le specialità presenti, nonché le attività integrate).
Ieri sono stata un po' di tempo con le Organizzazioni sindacali, che poi hanno avuto udienza dall'Assessore alla sanità. I toni erano assolutamente pacati e costruttivi.
Oggi c'è l'assoluta necessità - lo ribadisco - di definire questa mission: avere un progetto e definirne le risorse. Ritengo assolutamente importante incontrare il Comitato, proprio per la modalità con cui si pone.
Alcune considerazioni. Relativamente a quanto riferito in aula: "Noi non possiamo più fermarci a discutere sulla valenza - mi sembra sia stata questa la dichiarazione di un Consigliere - ma sul futuro", non concordo sul fatto che ci sia già stato un ascolto sufficiente.
Sono preoccupata di fronte alla richiesta di concretezza da parte di alcuni esponenti della maggioranza, perché ritengo che quest'Aula, la maggioranza e gli Assessori abbiano il compito politico dell'ascoltare.
Infatti, uno dei motivi del grande scollamento è legato proprio all'assoluta carenza di ascolto. Ci può essere assenso o dissenso, ma queste sono le voci dei piemontesi; penso che la maggioranza e tutti i Consiglieri debbano avere la pazienza di ascoltare.
Se penso alla campagna elettorale, agli accorpamenti compiuti relativamente ai laboratori e - se non ricordo male - a chi sedeva sui banchi di questa maggioranza, posso dire di avervi visti molto molto attivi nel protestare.
Personalmente, leggo il giornale dalla prima all'ultima pagina e le dichiarazioni le ricordo anche abbastanza bene; adesso prendiamo atto che avete cambiato idea, così come gli interventi nelle varie assemblee. Ho partecipato, anche quando governava la Giunta Cota, alle assemblee del San Luigi e mi pareva che i principi fossero un po' diversi, così com'erano assolutamente diversi gli interventi svolti da chi oggi siede qui in aula e che allora aveva ruoli diversi, magari qualcuno non era Consigliere regionale.
Oggi, praticamente, viene detto di ascoltare meno. In campagna elettorale, alla Giunta Cota veniva imputata la colpa di ascoltare troppo poco. Quindi, anche in questo caso, sono cambiate situazioni e posizioni.
Si dice che al San Luigi non è stato tolto nulla: meno male, però oggi chiediamo la definizione di un vero hub. Noi speriamo che non sia stato nominato un commissario liquidatore, sarà il tempo a dircelo.
Ritengo strane - lo ribadisco - alcune dichiarazioni rispetto al riportare più volte determinate tematiche, in quanto pensiamo di non essere ascoltati. Le firme presentate hanno un peso: se la maggioranza non dà loro peso vuol dire che, in qualche modo, non dà peso al pensiero dei piemontesi.
Guardate, questa è una forma d'assoluto rispetto. Magari, a volte certe cose possono anche infastidire, però per chi ha deciso di candidarsi e nessuna delle persone che siedono in quest'aula credo siano state obbligate a candidarsi - c'è anche quest'aspetto da gestire: l'ascolto l'attenzione, il partecipare alle assemblee, il sentire che qualcuno non la pensa come noi, dare risposte concrete e, ovviamente, non girare intorno ai problemi.
Come il collega Vignale, anch'io sulla mia mozione chiedo la votazione nominale. Davvero spero si dia una risposta concreta non nascondendosi dietro il ruolo dei nuovi Direttori generali. Infatti, sappiamo benissimo che sono stati nominati dalla Giunta, che ci saranno chiare indicazioni che, in qualche modo - lo dico con un po' di freddezza - i Direttori generali dovranno, ovviamente, mettere in pratica. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Ruffino.
Indìco la votazione con appello nominale sulla mozione n. 267, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Non essendoci dichiarazioni di voto sugli atti d'indirizzo, interpreto l'orientamento della maggioranza in senso contrario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 18 Consiglieri hanno votato NO 25 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 271, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
In questo caso non riesco ad interpretare la volontà dell'Aula, alla quale ci rimettiamo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 47 Consiglieri votanti 45 Consiglieri hanno votato SÌ 16 Consiglieri hanno votato NO 10 Consiglieri si sono astenuti 19 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 83, inerente a "Legge Finanziaria per l'anno 2015"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 83, inerente a "Legge Finanziaria per l'anno 2015", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Rostagno, che ha facoltà di intervenire.



ROSTAGNO Elvio, relatore di maggioranza

Grazie, Presidente.
Questa è la legge più importante e che vede impegnati noi, ma soprattutto ha visto impegnata la Giunta e il Vicepresidente che ringraziamo per la sua dedizione.
Non essendo un tecnico, mi permetto di comunicarvi due immagini. La prima immagine riguarda che cosa può succedere quando si esce di casa e si trova una persona che è stata investita da un'auto. Cosa si fa? Si prestano le cure immediate e, se si è un medico o un chirurgo, si fascia la persona la si benda. Se si può, la si porta in ospedale, dove la opereranno e magari per salvarle la vita la amputeranno. Non si ci preoccupa di chi l'ha investita, anche se forse si sa chi è.
Noi abbiamo un Piemonte che è in questa situazione: è un ferito.
La seconda immagine è tipica di questa stagione ed è l'immagine della potatura. Non me ne abbia l'Assessore Ferrero per le stupidaggini che dir ma quando si pota, la prima cosa che si fa è tagliare i rami secchi. Poi si sfronda l'albero, altrimenti deve dedicare troppe energie e non porta frutti. E se la potatura è radicale, bisogna individuare le gemme da salvare e recidere il ramo superiore.
Negli alberi, inoltre, ci sono anche dei rami che si chiamano secchioni, perché tirano via energia e non consentono una buona fioritura ma soprattutto non consentono di sviluppare i frutti.
Noi siamo nella situazione della potatura e dobbiamo individuare, dal momento che abbiamo poche risorse, quelle che io chiamo le gemme, cioè le prospettive di speranza di una Regione.
Quindi, come maggioranza abbiamo condiviso la scelta della Giunta che va in due direzioni: la prima direzione è quella che banalmente denomino come riordino contabile, cioè la messa in ordine dei conti, che vuol dire pagare i debitori, che vuol dire ridurre l'aspetto debitorio. Questo ha comportato trattative con il Ministero dell'Economia e delle Finanze e un'analisi approfondita della situazione debitoria della nostra Regione.
Un riordino contabile vuole anche dire che, se prevediamo delle alienazioni, metteremo le voci nelle entrate quando l'entrata sarà certa come si fa nelle famiglie, dove si comprano le cose quando si hanno i soldi.
La seconda scelta della politica è che se si hanno meno risorse, queste si vadano ad allocare sugli argomenti che ci stanno più a cuore e sugli argomenti che sono in linea con il programma che ci siamo dati.
Ne cito solo alcune: le politiche sociali, la scuola, il trasporto pubblico locale, le politiche per il lavoro, che vuol dire allocare fondi per garantire il cofinanziamento dei fondi strutturali, la cultura. Tutto questo in forme diverse, senza tagli lineari, perché questa è la scelta della politica.
In questi mesi credo che tutti abbiamo preso atto e riconosciuto i percorsi che non sono stati virtuosi. Non ci siamo bendati gli occhi e anche in Commissione c'è stato un proficuo lavoro e anche un sereno atteggiamento di tutti nel dire le cose come stanno.
Il passato ci ha consegnato dei percorsi non virtuosi, però questo non ci esime dal voler esprimere delle riforme che siano strutturali, e quindi anche un po' dolorose, e che siano riforme di prospettiva.
Concludo dicendo che credo che questa legge sia l'inizio di un percorso e non un punto di arrivo, che può vedere il Piemonte come una Regione virtuosa che, di fronte alle difficoltà, non è andata allo Stato con il cappello in mano, chiedendo degli aiuti. E' andata dallo Stato chiedendo di potersi pagare i debiti da sé con dei metodi accettati dagli organi centrali.
E' una cosa diversa e credo che possa rappresentare un orgoglio sabaudo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al relatore di minoranza, Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio, relatore di minoranza

Grazie, Presidente.
Il disegno di legge relativo alla finanziaria regionale approda all'esame dell'Aula dopo il passaggio in Commissione.
I lavori della Commissione hanno licenziato un testo molto diverso rispetto a quello che era approdato all'esame iniziale, che era un testo piuttosto scarno.
Ci sono parecchi articoli in più, che riguardano, tanto per fare un panorama generale, il POR FESR, l'Ospedale di Verduno, l'assetto idrogeologico, il piano di alienazione del patrimonio immobiliare e varie altre modifiche ad altre leggi regionali, un po' come accade solitamente in occasione delle leggi finanziarie - a volte con temi che hanno stretta attinenza finanziaria, altre volte un po' meno.
La discussione, rispetto a quello che c'è in questo disegno di legge probabilmente avverrà in modo compiuto e dettagliato durante gli interventi degli altri colleghi e anche durante l'esame dell'articolato.
Io vorrei, invece, soffermarmi non su quello che c'è, ma su quello che manca, perché quello che manca stride un po' con il quadro generale che da più mesi è stato delineato sia in occasione dei disegni di legge approvati alla fine dell'anno - uno che ha aumentato le tasse ai cittadini piemontesi e l'altro che riguardava la riqualificazione della spesa - e sia, a maggior ragione, attualmente con l'esame del bilancio di previsione della finanziaria.
Ci si sarebbe aspettati, visti i sacrifici che emergono dal quadro generale - che, certo, non è positivo - un intervento anche sui costi della politica. Ed è questo l'aspetto che più manca a questo disegno di legge.
Il tema dei costi della politica è un tema che ha stretta attinenza con la materia finanziaria, anche perché probabilmente in passato sono stati già fatti degli interventi su questi aspetti nell'esame delle finanziarie regionali. Riteniamo che sia una cosa su cui non è più possibile rimandare.
Durante l'esame in Commissione abbiamo riportato sotto forma di emendamenti le proposte che avevamo già presentato mesi fa, lo scorso autunno. Una riguardava i vitalizi. Abbiamo riproposto l'abrogazione retroattiva dei vitalizi, previa restituzione dei contributi versati.
L'abbiamo riproposta perché riteniamo che sia qualcosa che debba assolutamente essere fatto, perché è qualcosa che è sentito da tutti i cittadini piemontesi.
Giova ricordare che alla fine dello scorso autunno era stato deciso da quest'Aula, anche con il nostro voto favorevole, perché era sempre meglio che non fare nulla, il cosiddetto "contributo di solidarietà" che va in percentuale a seconda del vitalizio percepito.
Prima la Commissione e poi l'Aula non avevano voluto approvare la nostra proposta di legge che aboliva questi vitalizi; aboliva per chi li prendeva, perché, come sappiamo dalla IX legislatura in poi non ci sono più e l'aveva fatto motivandolo con la certezza e, soprattutto, il timore che le persone colpite da quel provvedimento potessero fare ricorso. Invece, si era incaricato un Consigliere dell'Ufficio di Presidenza di andare all'Associazione Ex Consiglieri regionali per trattare, per proporre un contributo di solidarietà che, a quanto ci era stato detto, poteva essere accettato non dico di buon grado, ma in qualche modo "digerito".
Così facendo, si diceva che ci saremmo messi al riparo da ricorsi perché questo era il timore di molti Consiglieri della Commissione: "Se per caso fanno ricorso e poi gli si dà ragione, stai a vedere che poi ci chiedono pure di pagare!" Quindi, c'era questo timore verso gli ex Consiglieri, un timore che stranamente non c'è nei confronti del resto dei cittadini piemontesi che hanno subito l'aumento dell'IRPEF, l'aumento del bollo auto e, gioco forza anche i tagli qui e là sui servizi sanitari, a causa della dovuta riorganizzazione della rete ospedaliera prima e territoriale poi.
Questo avrebbe dovuto mettere al sicuro dai ricorsi e invece non è stato così! Si è decisa una misura che ha comunque portato a dei ricorsi quindi tanto valeva avere il coraggio di fare qualcosa di più ed è quello che proponiamo noi, che proporremo nuovamente in quest'Aula, dopo averlo fatto in Commissione.
Un altro aspetto, non meno importante, riguarda il trattamento economico dei Consiglieri. Abbiamo semplicemente portato all'esame della Commissione non la nostra proposta iniziale, non la proposta di legge che avevamo fatto questo autunno, che prevedeva una drastica riduzione della retribuzione dei Consiglieri regionali, ma abbiamo portato, riportato all'esame dell'Aula la misura che era oggetto di promesse, impegni precisi del Presidente Chiamparino prima, del Presidente del Consiglio Laus, poi, e anche del Capogruppo di maggioranza Gariglio: vale a dire l'equiparazione tra lo stipendio dei Consiglieri regionali e quello del Sindaco della città capoluogo o, se preferite, della Città metropolitana di Torino.
Visto che durante l'esame delle proposte di legge riguardanti i costi della politica, avvenuto lo scorso autunno, quello che aveva portato una cosmetica riduzione del 10%, era stato detto che nel giro di un mese l'Ufficio di Presidenza avrebbe fatto una nuova proposta, per raggiungere quello previsto dal Presidente Chiamparino. Tuttavia, sono passati dei mesi e non abbiamo ancora visto questa proposta.
Cito il collega Rostagno, il quale facendo una metafora di tipo botanico relativamente ai succhioni,diceva: penso che i cittadini piemontesi si stiano facendo una chiara idea di chi siano i "succhioni", di chi sia colui che mentre gli altri devono fare sacrifici, si tiene tutti i suoi privilegi. Penso che i cittadini si stiano facendo un'idea chiara sulla vicenda. Allora, stiamo dando nuovamente la possibilità alla maggioranza di fare bella figura e di mantenere gli impegni che ha preso e non vogliamo più sentire le solite scuse sui tempi del provvedimento.
Se tutti insieme vogliamo fare qualcosa, la possibilità c'è, adesso! Capisco che ci siano degli aspetti ancora da chiarire e qui la colpa è sicuramente degli interlocutori nazionali che dovevano dare risposte in questo senso; capisco che sia da chiarire la parte relativa ai contributi perché non essendoci più i vitalizi, la retribuzione dei Consiglieri regionali non prevede contributi previdenziali e questi non ci sono, quindi vi è un vuoto da questo punto di vista. Questo è più che comprensibile però allora qualcuno deve spiegare perché dal Governo nazionale non siano venute risposte. Allora, a qualcuno non importa nulla! Allora, anche lì siamo ai soliti annunci di Renzi che dice che un Consigliere regionale non può prendere più del Sindaco del capoluogo di Regione però poi non fa nulla per quanto di sua spettanza perché sia così! Quello che vorremmo dire è che il tempo delle parole, il tempo delle promesse è finito: se si vuole fare qualcosa dal punto di vista dei costi della politica, lo si faccia durante l'esame di questa finanziaria e non dopo. La possibilità c'è. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Ci troviamo oggi di fronte ai primi veri provvedimenti della Giunta Chiamparino: finanziaria e bilancio di previsione 2015. Il cardine di un'Amministrazione parte da quella che è la sua progettualità, la sua strategia e da qui emerge la strada che questa Amministrazione vuole seguire.
Abbiamo chiuso l'anno con l'aumento delle tasse, quindi vi è stato già un primo segnale della linea che all'inizio di questo mandato sembrava non si volesse tenere, ma che alla fine ha portato all'aumento delle tasse.
Poi, a questo percorso, che si distribuisce sulla legge finanziaria e poi sul bilancio, vi è tutta una serie di azioni che obiettivamente sembrano comunque molto più di ordinaria che non di vera sostanza strategica.
Perché dico questo? Come ho già detto in Commissione, è vero che questa è una fase certamente complicata e difficile e che riconosciamo anche un certo tipo di percorso attuato dall'Amministrazione, dal Vicepresidente, in relazione ad un percorso intrapreso già dall'allora Assessore al bilancio qui presente, che è il collega Pichetto, il mio Capogruppo. Questo sicuramente non è da sottovalutare, questo lo riconosciamo. Credo che l'onestà intellettuale debba porre la situazione anche in questi termini.
Certamente, ci sono poi delle azioni che nascono da scelte e non soltanto da imposizioni, quindi non soltanto dalla situazione congiunturale.
I primi due articoli della finanziaria parlano del finanziamento del programma del POR (diciamo che è un atto dovuto), sia sull'FSE e sia sul FES. Qui già si evincono comunque dei ritardi a livello operativo; ritardi che in questo momento stanno penalizzando un'attività e anche di opportunità, senza contare il FEAS (probabilmente, andremo addirittura al 2016), per la Regione naturalmente e per tutti quelli che possono e vogliono fruire di questi fondi e di queste risorse. Naturalmente, in alcuni contesti non entrerò nel merito, perché costituiscono elementi di percorso. Mi riferisco, ad esempio, all'ospedale di Verduno, per il quale l'auspicio è che possa procedere e andare avanti, dal momento che si è già perso molto tempo.
L'augurio è appunto quello di poter alienare gli immobili, perch altrimenti, creeremmo subito una criticità a livello di bilancio.
Vi è un'altra questione relativamente all'articolo 5, che riguarda, se non l'ho interpretata male, gli interventi di tutela dell'assetto idrogeologico. Essendo un forte sostenitore del riassetto idrogeologico a seguito di danni di carattere calamitoso, non posso che trovarmi d'accordo. D'altro canto, però, permettetemi una considerazione: se togliamo risorse al sistema idrico, passando dagli ATO (Ambiti Territoriali Ottimali), non vorrei che, come si suol dire, il gatto si mordesse la coda.
Se togliamo risorse da una parte, nel tentativo di "tamponare" generando tutta una serie di scompensi ai territori sotto certi tipi di investimento, rischiamo, dall'altra parte, di creare ugualmente delle criticità.
Un altro elemento sul quale valuterò se presentare o meno un emendamento riguarda il Piano regionale delle alienazioni e valorizzazioni del patrimonio immobiliare, che già in altro contesto avevo colto in termini positivi. Io ritengo che il patrimonio immobiliare sia un aspetto assolutamente importante per un'Amministrazione: la possibilità di alienarlo, chiaramente, lo giudico un fattore positivo.
C'é un particolare, però, che mi sento di sottolineare in riferimento al comma 4, che recita: "Qualora per la valorizzazione dei beni immobili inseriti nel Piano delle alienazioni e valorizzazioni si renda opportuna la definizione di nuove destinazioni urbanistiche, la Giunta regionale procede ad individuare la relativa proposta di destinazione urbanistica avviando il procedimento di variante.".
Sarebbe opportuno, a nostro avviso, procedere ad uno snellimento di questa formula, sia per la Regione che per gli altri Enti locali, che si trovano a dover alienare gli immobili per avere risorse a disposizione in termini di investimento e di opportunità, ma che devono, poi, fare i conti con una burocrazia spaventosa, che, naturalmente, li mette in ginocchio e gli fa perdere tempo, col rischio di entrare in difficoltà di bilancio.
Ci sono altri elementi legati alla diffida amministrativa, che pu avere anche un senso. Noi riteniamo che debba esserci più chiarezza rispetto a questo articolo, proprio perché, altrimenti, si rischia di incorrere sempre nei famosi "dubbi interpretativi", con la conseguenza che ciascuno, poi, cerca di navigarvi all'interno.
Gli altri articoli, per quanto ci riguarda, risultano abbastanza lineari e non richiamano grandi considerazioni dal punto di vista politico, perché hanno un'impostazione prettamente di carattere tecnico.
L'ultimo elemento su cui nutriamo dei dubbi è il fatto di aver approvato - e quindi prorogato - il Piano triennale in materia di istruzione legato al diritto allo studio nel 2015, quando sostanzialmente, è passato ormai un anno dall'insediamento di questa Giunta.
Alla luce di ciò, prendere tout court il Piano precedente, peraltro impostato da noi, o da chi c'era nella precedente Amministrazione, è significativo: vuol dire che, alla fine, è un piano che sta in piedi, che funziona e, come tale, può essere apprezzato. Non vorremmo che, invece, si fosse "arrivati lunghi" su questo e, alla fine, ci si è attaccati. Ma lo vedremo sulla base di quello che verrà proposto, ammesso che verrà proposto qualcosa, nel futuro.
Queste sono le considerazioni in merito alla legge finanziaria; sul bilancio, naturalmente, entreremo di più nella sostanza nel corso degli interventi, soprattutto sulla definizione sostanziale di quella che è la pianificazione di un anno da parte di questa Amministrazione.
Certamente, quello che emerge da questa legge finanziaria, a prescindere da quello che è stato detto dalla maggioranza, è comunque una "sistemazione" di determinati percorsi, ma non una pianificazione votata alla tanto decantata rivoluzione che si voleva fare e che si pubblicizzava in campagna elettorale. Credo, quindi, che possa essere un primo segnale di quanto si predichi bene in campagna elettorale, e quanto, poi, si debba fare i conti con il sistema amministrativo e con le condizioni generali.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
In punto di legge finanziaria per l'anno 2015 non si può non sottolineare che ci troviamo, innanzitutto, a discuterla al 28 di aprile.
Questo, dunque, è il primo dato che volevo evidenziare all'Aula, che ovviamente ne è ampiamente a conoscenza, ma lo dico per chi ci segue in streaming o per i giornalisti.
Non è la prima volta che discutiamo una legge finanziaria o un bilancio a fine aprile, quando sappiamo benissimo che questi atti dovrebbero essere approvati entro la fine dell'anno precedente a quello a cui ci si riferisce, ovvero entro il 31 dicembre 2014.
Siamo in ritardo di quattro mesi. Il bilancio è stato prorogato come esercizio provvisorio per il massimo del tempo possibile, quindi per quattro mesi (120 giorni), e scadrà il 30 aprile.
La volontà della Giunta e della maggioranza di comprimere la discussione della legge finanziaria e del bilancio in tre giorni, se possibile - da questo discende la convocazione di due sedute serali di Consiglio regionale - francamente la ritengo opinabile, in quanto non è ovviamente responsabilità del Consiglio regionale il fatto di non aver portato prima in Aula i documenti di bilancio e di legge finanziaria.
Anche perché ci sono arrivati molto in ritardo già in sede di Commissione. È vero che conosciamo tutti gli antefatti della redazione del bilancio e della legge finanziaria del 2015, e quindi la difficoltà proprio a chiudere il bilancio per l'assenza fisica di risorse economiche e finanziarie per fare un bilancio che risultasse in pareggio, più o meno vagamente, in modo reale ed attendibile, a differenza degli anni precedenti, in cui i bilanci e le finanziarie avevano un pareggio di bilancio totalmente fittizio, falso e artefatto, grazie al ricorso a vari strumenti: parliamo del classico strumento di debito (cosa che ci è preclusa da oramai tre o quattro anni, sia per la revisione della normativa nazionale, sia per il fatto che siamo una Regione in piano di rientro), o alla pratica di "gonfiare" il Titolo IV delle alienazioni del patrimonio immobiliare e anche quello delle entrate extra tributarie del Titolo III, nonché, generalmente, tutte le entrate. E' ovvio che è facile fare un bilancio di questo tipo quando poi durante l'anno, in fase di accertamento delle entrate da riscossione, si riviene un notevole scostamento.
Questo è quello che segnalava negli ultimi anni anche la Corte dei Conti, che fortunatamente ha fatto sempre dei rilievi ai bilanci regionali negli ultimi anni anche più attenti. E' fondamentale, dal nostro punto di vista, che la Corte dei conti abbia gli strumenti e i mezzi per fare un controllo dei bilanci delle Regioni. Ovviamente ricordate, nella scorsa legislatura, il dibattito sulla possibilità della Corte dei Conti di controllarli ex ante e non solo ex post; facoltà che scatenò un putiferio nel discorso dell'autonomia degli Enti regionali. E' ovvio, infatti, che il controllo ex post è un controllo meramente episodico, senza alcun rilievo importante se non, appunto, nel momento in cui vi è il giudizio di parificazione che presuppone, poi, al rendiconto. Si tratta però sempre di un rilievo postumo, nel senso che il giudizio della Corte dei Conti avviene quando oramai le spese sono già state autorizzate a bilancio, sono già stati fatti gli impegni e magari anche i mandati di pagamento e restano da fare solo le liquidazioni. In questo modo, quindi, le Regioni e gli Enti locali si sono indebitati negli anni, progressivamente.
Noi oggi abbiamo un debito che in rapporto al PIL - se possiamo fare un raffronto tra il bilancio della Regione e lo Stato - è lievemente inferiore al 100%, quando quello dello Stato è al 130%. Si potrebbe obiettare quindi, che la situazione della Regione Piemonte non è così drammatica.
Stiamo parlando, però, di circa 10 miliardi di debito, a fronte di un bilancio di 10 miliardi e 300-400.000.
Oggi il bilancio della Regione Piemonte - e poi mi attengo maggiormente al tema della Finanziaria - è un bilancio che, secondo il nostro punto di vista, ha ancora delle entrate ampiamente sovrastimate; ma lo vedremo nel corso dell'anno. Dicevo che questa finanziaria non prevede grandi rivoluzioni rispetto agli anni precedenti e allo status quo, quindi forse è stato un po' fuori luogo l'annuncio, o il proclama, di orgoglio sabaudo e piemontese da parte del relatore Rostagno.
Andando ad analizzarla articolo per articolo, il documento prevede l'attuazione del POR-FSE e del POR-FESR, con una programmazione triennale più cogente - poi vedremo se sarà così - rispetto alla programmazione settennale, nel senso che si ipotizza di non dover lasciare tutta la spesa regionale e il cofinanziamento regionale dei Fondi europei alla fine della programmazione, ma di cercare di programmarla anno per anno.
Nell'art. 4, di cui forse parlerà meglio il collega Campo, si parla dell'Ospedale di Verduno. Forse è una temeraria fuga in avanti da parte della Giunta dire che la Regione Piemonte si sostituisce alle ASL e anticipa gli importi ipotizzati dalla vendita del patrimonio immobiliare degli Ospedali di Alba e di Bra. Noi temiamo che la chiusura dei cantieri dell'Ospedale di Verduno sia ancora ben lontana e prevediamo difficoltà a realizzare, dalla vendita dei presidi di Alba e Bra, l'importo stimato (che era di 25-28 milioni di euro, anche se poi il Vicepresidente Reschigna in Commissione ha parlato di 20); l'articolo di legge, però, dice che viene autorizzato l'importo "stimato". La Giunta regionale, quindi, praticamente anticipa l'importo stimato dalla vendita di quegli ospedali e sappiamo quanto sono sovradimensionate queste cifre; però vedremo negli anni anche questo, che costituirà sicuramente un ulteriore debito fuori bilancio da parte della Regione Piemonte, non coperto da alcunché se non dagli immobili che, secondo il nostro punto di vista, hanno un valore molto minore.
C'è poi il tema del dissesto idrogeologico, all'art. 5: i fondi ATO possono essere utilizzati anche al di là del tetto del 3% per la prevenzione del dissesto idrogeologico e la tutela del territorio dopo eventi alluvionali. Questo è un tema molto importante e molto sentito.
Abbiamo detto che sono fondi che si sottraggono a quelli del servizio idrico integrato (quindi fondi ATO), per essere utilizzati sul dissesto idrogeologico. Non sono, dunque, risorse in più: sono risorse che si tolgono da una parte e si mettono dall'altra; insomma, il gioco delle tre carte.
Noi riteniamo che si debbano trovare risorse nuove per quanto riguarda il dissesto idrogeologico; lo abbiamo chiesto sui fondi ex FAS, FSC, e non sappiamo esattamente quanto verrà messo su questo capitolo, perché l'ultimo aggiornamento della Giunta, con il raggiungimento dell'accordo con la Cassa depositi e prestiti, ha fatto spostare una parte del ripianamento del debito del TPL dall'FSC al DL n. 35 e sembrerebbe quindi che una parte dei fondi possa essere liberata per questo tema; però non sappiamo quanto.
Anche questo è un dato che abbiamo chiesto più volte, così come quello sull'utilizzo dell'imposta aggiuntiva regionale sulla benzina, sul quale non abbiamo ancora avuto i dati complessivi relativi ai vari interventi nelle diverse occasioni alluvionali. Anche questo tema, quindi, resta aperto.
L'art. 6 "Piano regionale di alienazioni e valorizzazioni immobiliari" forse è quello più importante, ai sensi degli artt. 2, 3, 4 e 5 della legge n. 1/2015, la legge di riqualificazione della spesa. Nei cinque anni che sono in Consiglio regionale, penso che questo sia il terzo piano di alienazione e valorizzazione immobiliare; chi è stato qui più di me forse potrà dire che siamo già al decimo. Speriamo che questa volta vada in porto e che si riesca veramente a mettere qualcosa in vendita.
Siamo favorevoli e siamo d'accordo al non aver messo, da parte del Vicepresidente Reschigna, alcuna entrata certa sul Titolo IV, ma di valutare la questione successivamente nel corso dell'anno: questo è un dato che ci preme sottolineare, perché le poche volte che siamo d'accordo con azioni della Giunta ci piace evidenziarlo. Vogliamo vedere, però, quali sono gli atti concreti nel corso dell'anno e quanto realmente potremo ottenere perché questo è un dato sicuramente fondamentale per capire l'entità degli investimenti.
Sottolineo ancora l'art. 14, la proroga delle regole e dei criteri per quanto riguarda il piano triennale del sostegno scolastico 2015. Siamo arrivati "lunghi" anche su questo tema. Avevamo chiesto all'Assessore Pentenero di poterlo portare prima della Finanziaria e del bilancio e invece siamo arrivati "lunghi".
Sottolineo come manchi nel disegno di legge - come detto ampiamente dal collega Bertola e quindi non mi ripeterò - qualunque intervento sulla riduzione dei costi della politica (stipendi dei Consiglieri regionali e tema dei vitalizi, che riaffronteremo con gli emendamenti); e mancano del tutto - perché in un caso li avete bocciati e nell'altro ritirati - i temi su maggiori entrate dai canoni di concessione delle acque minerali e dalle tariffe del diritto di escavazione, tema sul quale addirittura il PD aveva presentato un emendamento in Commissione, che poi è stato ritirato su pressione di alcuni Gruppi di opposizione. Spero si possa rifare un dibattito qui in Aula, visto che abbiamo aumentato pochi mesi fa le tasse ai piemontesi - almeno, a circa due terzi di loro - con l'incremento dell'addizionale IRPEF, perché credo che le attività produttive che utilizzano dei beni comuni della Regione possano essere adeguatamente tassate con una piccola imposta, un piccolo incremento, che non va a assolutamente a penalizzare né l'occupazione né la produzione in sé.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Finalmente iniziamo la discussione del provvedimento finanziario in aula e, a completamento dei commenti svolti dai miei due colleghi, vorrei sottolineare un paio di aspetti.
Il primo, già citato poco fa dal collega Bono, riguarda l'ospedale di Verduno, di cui abbiamo già parlato in Commissione. Spero che adesso l'Assessore Reschigna abbia un quadro più chiaro, visto che all'epoca mi disse che avrebbe parlato con l'Assessore Saitta, sul tipo di impegno economico che comporta continuare l'attività dell'ospedale di Verduno.
Ribadisco quanto già detto in Commissione, a beneficio del Consiglio e della Giunta.
Si tratta di un "tritacarne" per le casse regionali e della famosa "gallina dalle uova d'oro" per chi svolge i lavori: la previsione iniziale del costo dell'ospedale era di circa 124 milioni di euro. Nell'ultimo quadro economico disponibile, a fine 2013, è lievitato a 172 milioni, cifra che comunque non coprirà il costo finale.
La Regione ha riferito - anche se a seguito di nostre interrogazioni in merito - che per quell'ospedale sono già stati versati 92 milioni e 30 ne dovrà mettere il concessionario. Questo vuol che occorrerà tirar fuori come minimo, un'altra cinquantina di milioni.
Nella Finanziaria che discutiamo oggi, la Regione si impegna a provvedere alle anticipazioni relative alla prevista alienazione dei due ospedali che questa nuova struttura andrà a sostituire (quello di Alba e quella di Bra); alienazioni che prevedevano un incasso largamente ottimistico (a me risultava 25 milioni, l'Assessore addirittura ci ha detto 28).
E' chiaro che tutto questo non è credibile, sia per l'attuale situazione del mercato immobiliare sia per la previsione del volume di edifici pubblici che verranno posti ad alienazione a breve; e non è credibile neanche per lo stato di queste strutture. Noi abbiamo calcolato che per l'ospedale di Alba, quello che ha più probabilità di avere qualche tipo di interesse da parte di acquirenti, l'investimento sarebbe di circa 15 mila euro al metro quadrato. Ditemi chi potrebbe avere un ritorno di investimento da una cifra del genere.
Sosteniamo di recuperare 25 dei 50 milioni mancanti, cui si aggiunge l'altro pezzo della variante eco-sostenibile da 8 milioni, - dei quali sono stati pagati 3 o 4: anche questo non è ancora molto chiaro - ma mancano i soldi per la viabilità (nell'Accordo di programma ci sono circa tre milioni, che risultano dall'Accordo di programma del 2009); inoltre l'investimento per la variante di accesso all'ospedale minimale previsto dalla Provincia è tra i 5 e i 7 milioni.
Arriviamo al collaudo: tiriamo fuori i 50 milioni che mancano e arriviamo ai collaudi, magari a metà dell'anno prossimo, ma mancherà comunque la rete stradale per arrivarci.
E' un ospedale che manca completamente dell'adattamento della viabilità provinciale. La provinciale di Roddi, che passa sotto e che sarà quella che sopporterà il traffico concentrato degli oltre mille dipendenti, più tutti i pazienti che arriveranno da Alba e Bra (e anche dal Saviglianese, visto che probabilmente l'apertura di Verduno, per le sue dimensioni, comporterà il declassamento dell'ospedale di Savigliano, oltre al trasferimento di numerosi servizi quale l'emodinamica, attualmente presente a Savigliano) andrà a sopportare tutto quello che arriva da questo bacino.
La questione è ben più grave, perché questa viabilità è stata definita accessoria alla realizzazione del pezzo di autostrada Asti-Cuneo che incide nella tratta di Roddi; parte di autostrada neanche ancora cominciata e che già si sta rinegoziando, alla luce degli ultimi "regalini". Ovviamente, il concessionario non la vuole realizzare, visti i "ricavi" delle tratte già realizzate, largamente deficitari. Quindi si sta trattando per vedere se realizzarle in perdita, però ottenendo dei bonus su altre concessioni. In ogni caso, le opere accessorie non sono previste - mi sono guardato il cronoprogramma sul sito del Ministero - prima del terzo anno (alcune anche al quinto).
Allora di cosa stiamo parlando? Del fatto che la Regione anticiperà anche i soldi per l'adattamento della provinciale? Qual è il tetto della cifra? In realtà, si parla già di almeno una decina di milioni in più che mancherebbero - oltre al fatto di capire chi pagherebbe le attrezzature, i traslochi, ecc.
Questo per rendere edotti su quanto si sta facendo con questo articolo della Finanziaria: un mero spostamento in avanti dei problemi; per quest'anno finanziamo la continuazione del cantiere, che consuma circa due milioni al mese. Ma l'ASL ha le casse vuote, tant'è, come ci ha già comunicato l'Assessore Reschigna, che sono già stati anticipati alcuni milioni (mi pare sei), per rimpinguare le casse dell'ASL.
Di conseguenza ci aspetteremmo, in una Finanziaria così come in un Bilancio previsionale, dove già abbiamo previsto di "ficcare" il disavanzo emerso nel 2014 - 19 milioni quest'anno, fino agli oltre 200 del 2017.
Teniamo presente che, come sempre, quest'opera contribuirà in maniera significativa al disavanzo, se la vogliamo veramente realizzare, così come si è impegnato l'Assessore Saitta con tutte le parti sociali. Riterrei più onesto inserire l'intero quadro economico emerso dai numerosi incontri sul territorio dell'Assessore Saitta e di come s'intende finanziare la parte di competenza della Regione che, ripeto, ammonta almeno a 50 milioni. Se lo vogliamo concludere entro la metà dell'anno prossimo, come tutti stanno a dire, occorrerebbe inserire tale cifra nel bilancio previsionale per l'anno prossimo.
In questi pochi minuti vorrei citare un altro tema che manca nella Finanziaria: le leggi sul discorso di agenda digitale sono alquanto carenti. Noi abbiamo solo quella relativa agli open data, più qualche piano di e-Gov, ma è completamente mancante, e probabilmente lasciata alla programmazione dei vari POR (cosa che può starmi bene, però servirebbe una programmazione anche regionale e non solo dipendente dai fondi europei) tutta la parte strategica sull'informatizzazione. Non si parla più del piano di sviluppo, quello famoso del 2011, dell'ICT, largamente rimasto disatteso; non si capisce bene dove stia il coordinamento, affinch l'agenda digitale faccia del Piemonte un sistema, come si fece all'epoca dell'avvio dei piani di e-Gov, all'inizio degli anni 2000. Dal 2010 in avanti siamo allo sbando completo; così come sono preoccupanti (ma ne parleremo meglio nella discussione sul bilancio) le impressioni sul depauperamento di tutte quelle voci che riguardano l'informatizzazione, la digitalizzazione, l'nfrastrutturazione informatica, eccetera. Questioni fondamentali per un'agenda digitale che, ricordo, non è un collaterale di lusso, ma un elemento fondamentale per permettere una governance complessiva del sistema, in cui si è evidenziato, anche dalle ultime relazioni dei Corte dei Conti, il fatto che la Giunta regionale e il Consiglio regionale non hanno neanche le informazioni di base sulle quali decidere come affrontare le problematiche. E qui cito in particolare la questione della sanità, che ha trovato uno spazio tutto suo nella relazione della Corte dei Conti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie Consigliere, con il suo intervento chiudiamo la seduta antimeridiana. Ci sono già altri colleghi che hanno chiesto di intervenire.
Ricordo che non c'è il question time e che la seduta riapre alle 14.30, per cui vi invito alla puntualità. Soprattutto vi ricordo che alle ore 13 in Sala Viglione è previsto l'incontro dei Capigruppo con le Organizzazioni sindacali sulla Città Metropolitana di Torino.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13)



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