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Dettaglio seduta n.57 del 31/03/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 14.35 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 399 presentata dal Consigliere Rostagno, inerente a "Progetto di sopraelevazione dell'Autostrada A5"


PRESIDENTE

Buongiorno.
Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
399, presentata dal Consigliere Rostagno, che ha la parola per l'illustrazione.



ROSTAGNO Elvio

Il motivo della question time è legato al fatto che nel mese di novembre 2014 il Ministero dell'Ambiente ha dato sostanzialmente l'assenso al progetto di sopraelevazione dell'Autostrada A5, progetto che prevede una sopraelevazione consistente - si parla, per un lungo tratto, di un innalzamento di circa cinque metri - che coinvolgerebbe 400.000 metri cubi tra cemento, ghiaia e terra. Ma questo, se vogliamo, è un problema secondario.
La motivazione dell'intervento, ovviamente, è quella di garantire sotto un profilo idrogeologico quel tratto stradale. Si tratta di un progetto che ha un costo complessivo di circa 350 milioni e che è già stato illustrato in una prima fase agli Amministratori locali.
Ora, al di là della perplessità sotto il profilo di impatto ambientale che l'opera avrebbe - ben inteso che la sicurezza dev'essere sempre l'elemento che ci guida - ci si chiede quale ruolo ha, vuole avere e interpreta la Regione nel merito, anche in considerazione del fatto che ATIVA, che è la società proponente, ha un contratto che è in scadenza. Un impegno di 350 milioni, infatti, ovviamente ha una sua rilevanza rispetto al contratto in essere.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rostagno.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Balocco.



BALOCCO Francesco, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
La questione ha una storia ormai lunga. In effetti il nodo idraulico di Ivrea è una vicenda che va avanti da parecchi anni e ATIVA aveva presentato un progetto anche in base a delle prescrizioni che erano state richieste parecchio tempo fa dalla Regione.
Di fatto, però, abbiamo poi verificato ancora recentemente - con ATIVA c'è stato un incontro con il Presidente, a cui ho assistito anch'io - che quel progetto, in effetti, sembra assolutamente eccessivo e per certi aspetti diventa anche problematico, essendo la concessione di ATIVA in scadenza.
Noi abbiamo chiesto ad ATIVA stessa di riverificare questo progetto rivisitandolo per alcuni aspetti e, anche per quanto riguarda noi, gli Uffici regionali stanno rivedendo un po' le loro posizioni.
Intanto, dal punto di vista nostro l'iter è fermo, ma il Ministero, a prescindere dalla posizione della Regione, ha comunque dato corso alla procedura autorizzativa, decretando la compatibilità ambientale delle opere e accompagnandola a determinate prescrizioni. Il provvedimento approvativo ha validità di 5 anni dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale però credo ci siano ancora tutti i termini per rivedere la questione, anche perché, se in seguito all'approvazione dello "Sblocca Italia", saranno ridiscussi i patti delle convenzioni, potrebbe essere possibile con ATIVA rivedere sia il progetto sia i tempi di concessione.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 397 presentata dal Consigliere Ferrentino, inerente a "Contributi per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati in base alla legge n. 13/89"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 397, presentata dal Consigliere Ferrentino, che ha la parola per l'illustrazione.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente Questo è un tema che da anni viene lungamente dibattuto, quello del superamento delle barriere architettoniche e dell'impegno per la mobilità delle persone che hanno degli impedimenti che necessitano di un'attenzione particolare, specialmente da parte del sistema pubblico.
La legge n. 13/89 aveva introdotto nel nostro ordinamento disposizioni per favorire questo superamento, se non l'eliminazione, delle barriere architettoniche negli edifici privati. I contributi per l'eliminazione delle barriere architettoniche sono a fondo perduto e vengono concessi ai cittadini residenti in Piemonte. Le opere da eseguire devono eliminare ostacoli reali alla mobilità dei disabili e non comprendono le ristrutturazioni edilizie e la costruzione di nuovi ambienti. I criteri e le modalità per l'assegnazione di contributi sono stati da ultimo regolamentati con la delibera di Giunta 25 del febbraio 2009: il contributo viene erogato ai Comuni, che raccolgono anche le domande, in base alla graduatoria predisposta dalla Regione Piemonte.
Purtroppo, però, soltanto per i primi tre anni il fondo è stato finanziato dallo Stato e dal 2005 se n'è fatta carico direttamente la Regione Piemonte. Malauguratamente negli ultimi anni - a me risulta dal 2012 - non è stata attivata la procedura per la formulazione delle graduatorie regionali in applicazione della legge 13.
Io ho chiamato in Assessorato per capire se avesse senso rispondere ai cittadini di presentare comunque la domanda, sempre per il tramite del Comuni di residenza, e la risposta è stata: "Le domande si possono fare ma non essendoci risorse disponibili, al momento rimangono - come suol dirsi nel cassetto".
Vista l'attenzione di questa Giunta regionale verso il settore, chiedo se è possibile prevedere che, nel corso del 2015, ci sia la possibilità di destinare delle risorse - ancorché non sufficienti - che diano però il segnale che la Regione Piemonte ricomincia a ritenere importante l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ferrentino.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Ferrari.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Dalla relazione del Consigliere Ferrentino è evidente come siamo di fronte ad una materia che da qualche anno a questa parte ha una sua difficoltà e una sua complessità, perché è vero, come si diceva, che l'ultima graduatoria definitiva è del 2012 e che ci sono istanze presentate che risalgono al 2010 che devono essere ancora destinatarie di contributi.
Insomma, abbiamo alle spalle tre, quattro, cinque anni difficili.
Come ho già avuto modo di dire in II Commissione intervenendo sul bilancio per quanto di competenza sull'edilizia sociale, nel bilancio del 2015 la Regione Piemonte dà un segnale; sia pur piccolo - me ne rendo conto e sia pure insufficiente - mi rendo conto anche di questo - però è un segnale che noi presumiamo nel tempo di rendere stabile. Contestualmente al lavoro di stabilizzazione delle risorse del bilancio della Regione Piemonte, anche questa voce in prospettiva può diventare stabile e quindi si può riattivare un canale che consenta almeno di intervenire sulle domande che sono già state presentate e accolte.
Certamente, quindi, la risposta all'interrogazione è sì, la Regione Piemonte cerca di invertire la tendenza e mette 450.000 euro specificamente su questa voce. Si tratta dunque del tentativo di ricominciare a dare soddisfazione alle domande che già da qualche anno attendono.
Nella risposta scritta elaborata dagli Uffici c'è qualche ulteriore indicazione, che io accenno; poi, comunque, resta scritta e consente quindi eventualmente ulteriori approfondimenti.
Noi non possiamo limitarci a mettere una cifra a bilancio: dobbiamo cercare di intervenire su due questioni, perché dal 2009 ad oggi il mondo è profondamente cambiato e le condizioni economiche sono profondamente cambiate.
Quindi, è necessario intervenire su alcuni requisiti di accesso a questo tipo di intervento per fare in modo che chi effettivamente è in condizioni di maggiore bisogno possa avere una risposta in tempi ragionevoli.
In secondo luogo, c'è un problema: sono convinto che, attraverso un'attenta ricognizione sulle rendicontazioni fatte dai Comuni questi anni sia possibile recuperare alcuni residui non spesi.
Recuperando questi residui, che possono riguardare alcune centinaia di migliaia di euro, si può effettivamente ricostituire un fondo in entrata e in uscita del bilancio della Regione che possa essere finalizzato espressamente a questo.
In ultimo, nella risposta scritta ho fatto raccogliere gli ultimi dati sia sul numero delle domande, sia sul fabbisogno che queste esprimono che per il Consigliere può essere utile in modo che possa essere ulteriore elemento di approfondimento. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interrogazione a risposta immediata n. 401 presentata dal Consigliere Bertola, inerente a "Posizione del Direttore generale dell'IRES Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 401, presentata dal Consigliere Bertola, che ha la parola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Parliamo del Direttore generale dell'IRES Piemonte. Nei giorni scorsi abbiamo appreso della sentenza riguardante il famoso processo Stamina che ha visto il patteggiamento degli imputati e una condanna complessivamente per truffa ed associazione a delinquere.
Tra gli imputati in questo processo risultava anche il Direttore generale dell'IRES, Direttore generale dal 1997. Lo stesso ha scelto il rito abbreviato ed ha ricevuto una condanna a due anni di carcere e 220 mila euro di risarcimento.
Va segnalato che per la legge regionale n. 43 del 1991, l'IRES è un ente regionale dotato di autonomia funzionale, ai sensi dell'articolo 72 del nostro Statuto, ed ha personalità giuridica di diritto pubblico.
Tuttavia, secondo l'articolo 4 delle norme regolamentari per il conferimento dell'incarico di Direttore dell'IRES sono incompatibili con la nomina da direttore coloro che hanno riportato condanna anche non definitiva a pena detentiva non inferiore ad un anno per delitto non colposo, ovvero, a pena detentiva non inferiore a sei mesi per reato commesso nella qualità di pubblico ufficiale o con violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione, salvo quanto disposto dall'articolo 166 del Codice Penale.
Ancora, secondo l'articolo 8 della stessa norma, il Direttore pu revocato dall'incarico anche prima della scadenza del termine con deliberazione del Consiglio d'Amministrazione. Inoltre, la revoca è obbligatoria nel caso di gravi violazioni della legge istitutiva dell'IRES Piemonte e delle norme regolamentari.
Ancora, l'articolo 2 recita: "La funzione di Direttore conferita con contratto di diritto privato a tempo determinato di durata non superiore a quattro anni è rinnovabile una sola volta e revocabile in qualunque momento".
Alla luce di quanto ho appena esposto e in virtù del prestigio ricoperto dall'ente IRES dal punto di vista tecnico e scientifico, ci chiediamo se la Regione non intenda intervenire sulla posizione del Direttore generale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
La Giunta regionale ha appreso della condanna penale del Direttore generale di IRES Piemonte dai media non essendo parte del procedimento. Pur tuttavia, attraverso la Direzione Gabinetto, ha preso contatti con Presidenza dell'istituto per conoscere quali fossero le iniziative adottate o in via di adozione da parte dell'ente.
Il Presidente di IRES Piemonte ha prontamente riferito di essersi attivato già nel luglio dello scorso anno con una nota protocollo IRES n.
1183, indirizzata al Direttore generale dell'istituto, con la quale lo invitava a comunicare formalmente al Consiglio d'Amministrazione di essere stato rinviato a giudizio o che nei suoi confronti esercitata l'azione penale, come previsto dall'articolo 5, comma 4, punto 7 del Contratto Collettivo Nazionale di lavoro del personale dirigente del comparto Regioni e Province autonome.
Successivamente, il Presidente di IRES Piemonte, nonostante il Consiglio d'Amministrazione operi con funzioni limitate a seguito della designazione di nuovi membri avvenuta con deliberazione di Giunta regionale n. 1-1199 del 23 marzo scorso, al fine di tutelare l'immagine e il ruolo dell'istituto, con una nota di ieri, protocollo IRES n. 589, ha nuovamente intimato al Direttore generale dell'IRES di ottemperare all'obbligo di comunicazione formale della propria posizione soprattutto alla luce dell'intervenuta condanna penale.
La nomina del nuovo C.d.A., del Presidente e del Vicepresidente di IRES Piemonte avviene in data odierna con decreto del Presidente della Giunta regionale.
La Giunta regionale, ma vorrei dire in primis il Presidente della Giunta regionale, convocherà immediatamente il Presidente non appena nominato di IRES Piemonte affinché provveda ad attivare le necessarie valutazioni all'interno del Consiglio d'Amministrazione di IRES affinch vengano rispettate le normative nazionali e regionali in materia di personale dipendente con ruolo dirigenziale che ha riportato condanne penali anche non in passate in giudicato.
Il Presidente della Giunta regionale chiederà, pertanto, che venga urgentemente e rapidamente esaminata la posizione del Direttore generale di



IRES Piemonte. Grazie.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 393 presentata dal Consigliere Marrone, inerente a "Le case ATC di Via Aosta 31 devono essere date a chi ne ha bisogno, ATC chieda lo sgombero dell'occupazione anarchica"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 393, presentata dal Consigliere Marrone, che ha la parola per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Segnalo questo atto, devo dire, un atto particolarmente sgradevole a maggior ragione, poiché non era mai avvenuto, o quantomeno non in termini di azione organizzata, nei complessi ATC torinesi, perché sappiamo che è un fenomeno legato più a realtà milanesi, romane o comunque di altre metropoli, ovvero un'occupazione organizzata in gruppo e riconducibile all'area politica anarco-insurrezionalista di diversi alloggi ATC sfitti in quell'area, già colpita da diverse occupazioni abitative, ma soprattutto politiche, più che abitative.
Vorremmo capire veramente se ATC, come avrebbe annunciato sui giornali avrebbe chiesto lo sgombero nella misura in cui, da quello che risulta a noi Consiglieri, ma anche ai Consiglieri della Circoscrizione VII (il quartiere interessato), in realtà non sono nuclei in emergenza abitativa bensì noti esponenti dell'antagonismo torinese quelli che materialmente stanno occupando questi alloggi.
Ritenendo che venga violato così il diritto dei nuclei famigliari che davvero sono nelle condizioni ritenute meritevoli per aver un'assegnazione di casa popolare e quindi in oggettiva emergenza abitativa e che, al momento, sia invece calpestata da questi individui, chiediamo che ATC garantisca quantomeno un intervento tempestivo per consentire alle forze dell'ordine, con il giusto atto di impulso, di liberare questi alloggi illegittimamente sottratti a chi ne ha bisogno.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.
La parola all'Assessore Ferrari, per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Ho chiesto al Presidente di ATC, alla luce dell'interrogazione che mi era stata rivolta, di farmi immediatamente una relazione sulla vicenda quindi leggo direttamente quello che mi è stato comunicato per iscritto.
Nella settimana antecedente quella del 17 marzo la Polizia municipale nell'ambito di una serie di controlli in quel quartiere, non aveva rilevato alcuna occupazione abusiva o situazione anomala in Via Aosta 31/f.
Nello stabile in oggetto vi erano in tutto nove appartamenti sfitti. Di questi, tre erano pronti per essere assegnati, tre sono nella disponibilità del Comune per essere mostrati alle famiglie in graduatoria per assegnazione di una casa popolare, uno è libero per essere destinato a chi chiede un cambio alloggi e due in attesa di lavori di manutenzione necessaria a renderli nuovamente abitabili.
A seguito di una segnalazione, il 18 marzo è stata riscontrata l'occupazione abusiva di due appartamenti: uno al primo piano e l'altro al quarto. ATC ha immediatamente segnalato il reato alla polizia municipale come prevede la procedura, e provveduto a mettere in sicurezza i restanti sette appartamenti ancora vuoti con speciali porte antintrusione, al fine di evitare contestualmente nuove occupazioni.
Nel contempo, la polizia municipale ha avvertito l'ufficio legale ATC che il reato e il conseguente sgombero sono di competenza di Questura e Prefettura, proprio perché l'occupazione abusiva è riconducibile ad un'area politica come veniva messo in evidenza.
Pertanto, ATC ha provveduto a segnalare formalmente la situazione anche agli organi competenti. L'augurio è che le forze dell'ordine provvedano al più presto possibile al ripristino della legalità.


Argomento: Psichiatria

Interrogazione a risposta immediata n. 396 presentata dal Consigliere Vignale, inerente a "Salute mentale: quando si inizierà a regolamentare il servizio della residenza psichiatrica?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 396, presentata dal Consigliere Vignale, che ha la parola per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il Piano Socio Sanitario votato nel 2012, ancora vigente, fra le altre cose, la necessità di colmare il vuoto legislativo inerente ai gruppi appartamenti alle strutture afferenti all'area della residenzialità assistita e di disciplinare le modalità autorizzative di vigilanza e di obbligatorio accreditamento.
Successivamente a questo atto - atto che, in qualche modo, ha anticipato l'accordo Stato-Regione intercorso fra lo Stato e le Regioni tra l'altro derivante da un protocollo Agenas - a dicembre 2013, il Consiglio regionale, con delibera del Consiglio, ha recepito il Piano di azione nazionale per la salute mentale.
Lo stesso atto ha demandato alla Giunta regionale un atto, ovviamente di indirizzo come ogni atto del Consiglio regionale, di attuare la delibera del Consiglio entro 60 giorni. Da quel momento, è stato costituito un tavolo di lavoro che ha visto la partecipazione di associazione di familiari del privato sociale, della Regione stessa, quindi istituito dalla Regione, che ha prodotto, ai sensi del protocollo di intesa, due bozze di delibere. Una delibera tendente a regolamentare gli SRP2 e una delibera tendente a regolamentare gli SRP3, due delle tre modalità con cui il tavolo nazionale chiede a tutte le Regioni la regolamentazione di tutte le strutture in tre tipologie differenti. Oggi, essendoci un vuoto normativo vi è una difformità, all'interno delle strutture, fra servizi erogati tariffe e anche fra modalità di assistenza.
Noi abbiamo una delibera, la n. 357 del 1995 che, in quel momento, ha normato in modo molto puntuale le comunità di tipo A e di tipo B e le comunità alloggio. Non ha normato, in quel momento, il tema relativo ai gruppi appartamento perché, sostanzialmente, in quel momento non esistenti indicando nella delibera 357 solo due principi: che un gruppo appartamento non può avere più di cinque pazienti e che, nello stesso stabile, non vi possono essere più di due gruppi appartamento.
Ovviamente quel vuoto normativo che richiama tanto nel Piano Socio Sanitario quanto nella delibera, è avvenuto qualunque cosa. Ad ottobre 2013 la Direzione nazionale alla sanità ha chiesto a tutti gli SM piemontesi di trasmettere un censimento dei gruppi appartamento divisi per 24-12 ore o per fasce oraria. Se uno guarda quel documento - noi lo conosciamo solo parzialmente, ma abbiamo fatto una richiesta di accesso agli atti all'Assessore e al Direttore - può vedere che, a fronte dello stesso servizio, vi sono rette distinte, non vi è una regolamentazione in termini di personale e non vi è una regolamentazione in termini di costo.
Visto che la precedente Giunta non poté votare quella che ha definito bozze di delibera perché erano atti non ritenuti urgenti e visto che ormai sono passati molti mesi da quando si è conclusa la precedente legislatura la domanda che intendiamo porre in realtà gli Assessorati - come l'Assessore Saitta sa bene, riguardano tanto la parte sanitaria, quanto la parte socio-assistenziale - quali sono i tempi con cui si intende dare attuazione alla delibera del Consiglio regionale del 2013.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il Consigliere ha ricostruito con precisione e correttamente l'iter relativo al tema. In effetti, gli atti amministrativi della Giunta e del Consiglio regionale risalgono al 2012, ma il Consigliere chiede di conoscere i tempi. Darò una risposta precisa per colmare quello che il Consigliere ha definito un vuoto di carattere legislativo.
Ringrazio il Consigliere per aver sollevato questo tema, che è anche oggetto di indagine da parte delle Corte dei Conti. E' un tema di grandissima delicatezza che ci preoccupa e dobbiamo, quanto prima, evitare quelle difformità che sono state richiamate per quanto riguarda le tariffe e per quanto riguarda il tipo di servizio offerto.
Un paio di settimane ci siamo trovati, assieme all'Assessore Ferrari con i tecnici per un esame attento di tutta la documentazione e la definizione puntuale di una modalità di regolamentazione della materia utilizzando anche il lavoro che era stato svolto precedentemente dalla Giunta. Questo lavoro si concluderà tra non molto, ragion per cui sono in grado di poter dire, con sufficiente certezza, che questa proposta di deliberazione sarà pronta entro aprile, poi avvieremo un confronto con tutti i soggetti interessati. Siamo in grado di poter dire che, al massimo entro il mese di maggio, la questione andrà definita con una certa precisione. È un impegno che ci assumiamo qui.
Mi pare che il lavoro stia procedendo. E' chiaro che occorre fare chiarezza velocemente e definire, in modo preciso, le modalità di autorizzazione, di vigilanza e anche di accreditamento, perché siamo altrettanto preoccupati come lo era la Giunta precedente.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Psichiatria

Interrogazione a risposta immediata n. 400 presentata dal Consigliere Andrissi, inerente a "Situazione clinica neuropsichiatria Villa Cristina"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 400, presentata dal Consigliere Andrissi, che ha la parola per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
La Commissione di vigilanza dell'ASL di Novara ha fatto un'ispezione presso la clinica psichiatrica Villa Cristina di Nebbiuno. Il verbale di questa ispezione è stato recepito dall'ASL con deliberazione n. 120 del 3 marzo di quest'anno.
La Commissione di vigilanza del distretto di Arona si è riunita in data 26 gennaio 2015 compilando un verbale in seguito all'ispezione della clinica neuropsichiatria.
Da tale verbale risulta che l'organico operante nella clinica, al momento dell'ispezione, e valutando anche i turni mensili, era fortemente deficitario, nel senso che mancavano n. 3 infermieri da inserire a tempo indeterminato, n. 1 infermiere da inserire a tempo determinato, n. 4 OSS dedicati all'assistenza a tempo indeterminato; n. 1 OSS a tempo determinato e n. 5 operatori per la riabilitazione.
Non solo, addirittura il dottore assegnato a questa clinica neuropsichiatrica risultava non avere i requisiti per operare, perché era un dottore fisiatra, forse si è scambiata la riabilitazione fisica per quella mentale.
Insomma, sono le cose che spesso e volentieri, purtroppo, si trovano nelle cliniche private accreditate, ovvero si lavora sotto organico con un servizio non adeguato ai trasferimenti del sistema sanitario regionale.
Per questo motivo, interrogo l'Assessore per conoscere gli atti che intende intraprendere al fine di far rispettare le indicazioni presenti nel verbale della vigilanza. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Rispondo con una premessa. L'interrogazione mi è stata fornita ieri nel tardo pomeriggio - adesso non conosco le questioni di carattere burocratico quindi ho iniziato a vederla ieri e ho chiesto la documentazione al Direttore generale. Pertanto, sono in grado soltanto di fare il passacarte se avessi avuto più tempo, magari, avrei potuto valutare meglio.
Rispetto alla ricostruzione del collega, vorrei fare qualche precisazione sulla base della documentazione che mi è stata fornita dal Direttore, che in ogni caso è disponibile per il collega.
Il collega fa riferimento agli esiti della Commissione di vigilanza in data 26 gennaio. Il Direttore generale dell'ASL, dottor Iodice, che poco fa mi ha trasmesso la documentazione, mi riferisce che la Commissione di vigilanza si è di nuovo riunita l'11 marzo e ha fornito il 31 marzo i risultati del lavoro. Leggendo velocemente soltanto adesso gli atti della Commissione di vigilanza (che si è recata il 4 gennaio con i NAS di Torino la seconda volta il 26 gennaio e la terza volta l'11 marzo) emerge che ci sono problemi complessi da risolvere, come quelli gestionali e la documentazione insufficiente. Quindi, è in corso la valutazione di questo lavoro della Commissione e la formalizzazione con relativo verbale.
Sicuramente, nei prossimi giorni sarò in grado di fornire qualche elemento più preciso su che cosa, sulla base del verbale, concretamente l'Azienda sanitaria e il privato stanno facendo per rispettare la norma.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 402 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Tutela della salute per gli abitanti coinvolti nello scavo del tunnel della Maddalena di Chiomonte per il TAV Torino-Lione"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 402, presentata dalla Consigliera Frediani, che ha la parola per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Avrei tante domande da rivolgere all'Assessore Saitta, considerando che è uno dei più ferventi sostenitori del TAV. Purtroppo, il question time mi permette di fare una sola domanda, quindi nelle premesse cercherò di riassumere un po' il senso della domanda finale.
Nel corso degli anni, abbiamo avuto diversi campanelli di allarme sulle possibili conseguenze dei lavori del TAV e sulla salute dei cittadini della Valle di Susa. Uno dei primi - perché in realtà parliamo di 25 anni di opposizione a quest'opera - e più autorevoli proviene proprio da LTF, che è il soggetto che ha scritto il progetto preliminare.
Proprio nel progetto preliminare possiamo leggere che LTF prevede un incremento delle malattie cardiocircolatorie e respiratorie per i soggetti ipersuscettibili, quindi parliamo di bambini e di anziani; immagino che anche lei comprenderà che facciamo riferimento a questo tipo di popolazione della valle. Già questo è un tipo di allarme, tanto più perché proveniente proprio dal soggetto aggiudicatario, quindi da colui che è stato indicato per portare avanti i lavori - non a termine, perché sappiamo che adesso è subentrata TELT.
Doveva già essere un buon campanello di allarme, invece, anche qui, le istituzioni non hanno dato risposta, nonostante i cittadini avessero già mostrato segni di preoccupazione.
Ne cito solo alcuni, ma abbiamo un appello di oltre 100 medici di base cioè persone che hanno a cuore la salute dei cittadini e suppongo dovrebbero avere anche una voce autorevole, perché un medico dovrebbe sapere di cosa parla. Anche loro hanno firmato un appello facendo rilevare la pericolosità dei rischi di esposizione ad amianto e a uranio, che sono materiali che sappiamo benissimo sono presenti nelle montagne della Val di Susa.
Poi, per citare altre richieste di confronto, c'è, ad esempio, Pro Natura, che ha organizzato diversi convegni, anche in compagnia di docenti del Politecnico; quindi, anche qui, parliamo di persone più che qualificate. Le paure dei cittadini della Val di Susa non si basano sul nulla, è proprio una mancanza di rispetto nei confronti della popolazione ignorarle completamente.
Adesso siamo venuti a conoscenza che in data 26 marzo è stata siglata questa convenzione tra TELT (il nuovo soggetto che ha sostituito LTF) e l'Università di Torino, proprio per realizzare uno studio di valutazione di impatto sulla salute: adesso, a cantiere già iniziato, dopo che le polveri sono già libere nell'aria! In questi giorni c'è un bel vento in Val di Susa, quindi qualcosa magari arriva anche in città, lo respiriamo tutti quanti, così condividiamo il materiale che esce dalla montagna.
Al di là di tutte le domande che potrei porle per conoscere i motivi di questo silenzio in tutti questi anni su una questione così importante come la salute di donne, bambini, uomini e anziani - in sintesi, dei cittadini della Val di Susa - purtroppo, potendo fare una sola domanda, chiedo semplicemente quali provvedimenti siano stati predisposti dalla Regione e dalla Giunta - in questo momento, mi riferisco a lei, anche se parliamo di decenni - e quali siano stati i relativi risultati, al fine di tutelare la salute per gli abitanti coinvolti nello scavo del tunnel della Maddalena di Chiomonte per il TAV Torino-Lione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

La collega ha ragione, credo di conoscere a sufficienza tutte le vicende, avendole in qualche maniera vissute, però mi limiter evidentemente, alla domanda che è stata posta.
La questione sicuramente è nota a tanti di noi, ma per quanto riguarda le questioni ambientali ricordo una discussione e qualche battuta di qualche anno fa, quando ancora il tracciato riguardava la riva sinistra della Dora e si passava al tunnel in un'altra posizione. Mi pare che il confronto all'incirca avesse preso questa piega: alle parole "vediamo se ci sono delle questioni ambientali" si rispose "se anche ci fosse la Nutella saremo contrari".
Questo per dire che, obiettivamente e realisticamente, esistono posizioni divergenti sull'opera.
Poi, c'è il tema della salute, che non è irrilevante, ma riconosco una certa determinazione e anche coerenza nelle posizioni dei No TAV che riguardano non soltanto le questioni ambientali ma, ancora prima, il significato dell'opera. Questo ci permette anche di mettere in ordine la gerarchia delle questioni.
Venendo alla domanda che è stata posta, la collega nella sua question time riporta che il 26 marzo scorso è stata siglata una convenzione tra TELT (Tunnel Euralpino Lione-Torino, cioè il promotore pubblico responsabile della realizzazione e della gestione della Sezione Transfrontaliera della nuova linea ferroviaria) e il Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e pediatriche dell'Università degli Studi di Torino per la realizzazione di uno studio di Valutazione di Impatto sulla Salute (VIS) relativo ai lavori del cantiere di Chiomonte. Il gruppo di lavoro sarà coordinato dal professor Enrico Pira, ordinario di medicina del lavoro dell'Università di Torino, per monitorare e analizzare l'impatto sulla salute della popolazione.
La collega chiede alla Regione Piemonte di conoscere i documenti predisposti e i relativi risultati per la tutela della salute degli abitanti della zona interessata alla Torino-Lione.
Mi corre l'obbligo di sottolineare come la convenzione siglata fra TELT e l'Università degli Studi di Torino rientri tra le prescrizioni cui l'azienda che realizza l'opera deve ottemperare, prescrizioni che il CIPE ha previsto nella sua delibera concordata, tra gli altri, proprio con la Regione Piemonte.
Pertanto, la Regione Piemonte attende che lo studio venga realizzato e siano resi disponibili i risultati, a tutela dei cittadini e del territorio.
La Valutazione di Impatto sulla Salute integrerà l'attuale Sistema di Gestione Ambientale che, attraverso le misurazioni costanti (la Valle di Susa non è abbandonata), segnala il rispetto delle soglie previste dalla legge, dentro e fuori il cantiere della Maddalena.
Ho, comunque, verificato che sono coinvolti sia lo Spresal (Servizio Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro) sia il SISP (Servizio Igiene e Sanità Pubblica) dell'ASL TO3: la dr.ssa Barbara Galla (Spresal) coordina l'intervento dell'ASL al riguardo e, proprio il 20 marzo scorso si è tenuto in cantiere un incontro di coordinamento fra i vari enti preposti alla vigilanza.
Lo Spresal ha attivato un programma di vigilanza e controlli sul cantiere fin dal mese di giugno 2013, ovvero fin dalla fase di messa in opera del cantiere stesso ed ancor prima dell'inizio dei lavori di scavo avvenuti circa un anno dopo. Attualmente - come è noto - la galleria è stata realizzata per 2,5 chilometri di percorso.
Tale programma di controlli , coordinato dalla dr.ssa Galla, coinvolge a turno i tecnici (ispettori SPreSAL dell'ASL TO3), che semestralmente ruotano fra loro nei sopralluoghi: il lavoro ha riguardato, in particolare gli aspetti correlati alla sicurezza dei lavoratori nel cantiere, il rispetto delle normative di sicurezza di riferimento, il rischio di esposizione a polveri del personale operante all'interno, ecc.).
Occorre precisare che, fra i lavoratori presenti nell'area, ci sono anche le Forze dell'Ordine, che dispongono, oltre ai controlli da parte dei tecnici prima richiamati, di una filiera di controlli di sicurezza autonoma, quindi si verifica la compresenza di più autorità per la sicurezza dei lavoratori, nell'ambito del cantiere medesimo.
Il programma di controlli sulla sicurezza del cantiere, per l'ampiezza e la particolarità dell'opera, supera notevolmente la frequenza media di controlli previsti di routine negli altri cantieri di lavoro. Pertanto posso rassicurare la collega Frediani dicendo che il territorio non è abbandonato: vengono svolte le attività di controllo in modo frequente anzi con una frequenza maggiore - come è giusto che sia - rispetto ad altri cantieri di lavoro.


Argomento: Calamità naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 395 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Richiesta dichiarazione stato di emergenza per Comuni alluvionati"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 395 presentata dal Consigliere Graglia, che ha la parola per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Si tratta di un'interrogazione molto sentita. Tutte le interrogazioni sono importanti e questa lo è in modo particolare, perché riguarda la sicurezza della gente e le situazioni di pericolo, pertanto la nostra attenzione deve essere massima.
Ancora una volta, mi trovo qui a parlare di piccoli Comuni virtuosi, ma messi sempre più in difficoltà dalle Istituzioni (in questo caso dagli agenti atmosferici). Comuni guidati da Sindaci, spesso volontari, che amano il loro territorio, ma che non sono più in grado di garantire lo stato sociale - la prima necessità - ai cittadini.
Sappiamo tutti che nei giorni scorsi si sono abbattute abbondanti piogge su tutta la provincia di Cuneo, provocando smottamenti, sfondamenti ed erosioni, rendendo non più percorribili molte strade comunali e provinciali.
Personalmente, ho constatato la gravità della situazione: strade franate, collegamenti interrotti, frazioni isolate, abitazioni non più sicure, trasporto scolastico non più garantito. Situazioni molto pericolose segnalate anche alla Regione dai vari Comuni, che necessitano della dichiarazione dello stato di emergenza e dello stato di calamità, per consentire il pronto intervento.
Le ultime piogge hanno aggravato ulteriormente le già precarie condizioni di alcune strade comunali e provinciali, causando notevoli disagi e rischi, pregiudicando la sicurezza dei cittadini. Tale situazione ha provocato ingenti danni, che richiedono l'intervento della Regione per il ripristino della messa in sicurezza delle zone danneggiate e per la richiesta dello stato di emergenza.
Ritengo necessario sostenere le Amministrazione comunali, che si trovano in gravi difficoltà a causa dei continui tagli statali e dei vincoli imposti dal Patto di stabilità, per cui anche quei Comuni che hanno la copertura economica non possono intervenire.
Ritengo opportuno rifinanziare con risorse adeguate la legge regionale n. 18/84 e la legge n. 38/78, che attualmente ha una copertura di soli 3 milioni di euro, per garantire il pronto intervento.
Mi chiedo anche cosa succederà nel prossimo futuro e come si pensa di affrontare le prossime calamità.
Ricordo che le alluvioni del 2014 hanno provocato danni stimati per 300 milioni di euro, che lo Stato ne ha messi a disposizione solo 30 e che i fondi regionali sono stati ridotti da 76 milioni a 26 milioni.
Rimarco il fatto che, pur rispettando tutte le esigenze, ci sono delle priorità da affrontare, che vanno rispettate.
Chiedo al Presidente e alla Giunta quali azioni si intendano adottare anche attraverso la richiesta della dichiarazione dello stato di emergenza per sostenere i Comuni e salvaguardare l'incolumità dei cittadini ed i loro servizi. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore alla difesa del suolo

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Graglia sa bene che la legge n. 18 non è finanziata ormai da molti anni (da tutta l'amministrazione precedente) e la legge n.
38, da parecchio tempo, ha finanziamenti assolutamente insufficienti.
Lei ricorderà che, nell'ultimo bilancio (quello del 2014), approvato ancora dalla precedente Amministrazione, erano previsti cinque milioni sulla legge n. 38 e sa anche che, nelle proposte della Giunta per il bilancio previsionale, che spero il Consiglio affronterà presto, sulla legge n. 38 sono previsti 15 milioni (12 più tre). Contiamo anche sul fatto che si possano avere risorse quali la reimpostazione di Fondi FAS, su cui sta lavorando il Vicepresidente Reschigna in modo molto impegnato.
La situazione di questi giorni è veramente drammatica, per alcune zone del Piemonte: riguarda parecchie zone della provincia di Cuneo, ma non solo; riguarda anche zone dell'Astigiano e alcune zone dell'Alessandrino.
Si tratta di fenomeni meteorologici di per sé non così fuori dal normale, ma il problema è che questi fenomeni si aggiungono ad una situazione ormai drammatica dal punto di vista della capacità dei terreni di assorbire l'acqua piovana. In alcune zone, in particolare nelle Langhe nel Roero, nel Garessino e nel Cebano, c'è una situazione di saturazione ma anche in alcune zone di montagna, quali la Val Varaita, la Val Maira e anche la Val Grana, queste situazioni sono ormai quasi al collasso.
In questi giorni stiamo valutando la possibilità di chiedere lo stato di calamità naturale: gli Uffici dei Settori decentrati stanno raccogliendo le segnalazioni provenienti dai Comuni e dalle Province. Sono veramente tanti e non sono ancora completi. Appena avremo tutte le richieste e tutte le situazioni inventariate, faremo un'analisi approfondita e valuteremo la possibilità di presentare - come penso avverrà - tale richiesta. Dobbiamo farlo con prudenza, perché chiedere lo stato di calamità naturale senza avere i dati sufficientemente chiari può avere un effetto contrario, un effetto boomerang.
Vi ricordo che l'anno scorso, nel Torinese, venne chiesta la calamità naturale e non venne concessa; quindi dobbiamo fare un lavoro molto preciso, com'è stato fatto peraltro in occasione delle gravi alluvioni dell'Alessandrino e del nord del Piemonte dell'ottobre e novembre scorso che hanno provocato l'ordinanza di calamità naturale e quei fondi a cui lei faceva riferimento.
C'è un problema, ovviamente, di fondi per il pronto intervento, ma c'è ancor di più un problema di organizzazione generale degli interventi per prevenire i fenomeni, prima ancora di doverli affrontare quando già sono accaduti. Questo richiederà delle analisi approfondite da parte di tutti: noi, come Regione, il Consiglio regionale, la Giunta, ma anche sicuramente i Comuni e le Province.
Dobbiamo veramente fare fronte comune nell'individuare gli interventi a tutti i livelli, poiché ci sono competenze diverse che si accavallano e dobbiamo definirle in modo preciso. Dobbiamo anche fare lo sforzo tutti assieme di rimettere in movimento fondi che spesso sono bloccati da anni a causa di diversi cause: il Patto di stabilità sicuramente, che riguarda Comuni e Province e in parte anche la Regione, ma anche situazioni di progetti non definiti, non chiusi, che si trascinano da anni, su cui ci sono ripensamenti continui. Dobbiamo veramente fare uno sforzo organizzativo insieme, tra tutti gli enti che seguono queste vicissitudini.
Parlavo prima con alcuni dei Sindaci che sono qua presenti: dobbiamo fare uno sforzo tutti, anche noi (io sono un contadino, come voi sapete) del mondo rurale, perché spesso anche noi non abbiamo fatto la nostra parte in alcune zone del territorio, specialmente gli interventi più banali, che riguardano la pulizia dei fossi, ecc. In questo senso, tutti dobbiamo fare la nostra parte.
Ci sono degli interventi, come voi sapete, da parte di gruppi della Protezione Civile in collaborazione con i nostri operai forestali e anche con il Corpo della Forestale, che stanno dando degli esempi e delle modalità anche interessanti di intervento. Ma questo deve avvenire in modo molto, molto più ampio.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 394 presentata dalla Consigliera Ruffino, inerente a "Stato dell'iter di selezione per la predisposizione dell'elenco regionale di idonei alla nomina di Direttore generale di Azienda sanitaria"


PRESIDENTE

Esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 394, presentata dalla Vicepresidente Ruffino, che chiede di intervenire in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
La mia interrogazione è volta ad avere informazioni sull'iter relativo alla nomina dei Direttori generali per le nostre Aziende sanitarie.
Intanto, sappiamo che è stato indetto un nuovo avviso pubblico per la selezione e la costituzione dell'elenco regionale di idonei alla nomina a Direttore generale e che è stata nominata dalla Direzione Sanità un'apposita Commissione di esperti, a cui è affidato il compito di selezione le candidature pervenute.
Successivamente alla disamina, abbiamo rilevato che c'è stato un preliminare rispetto ai curricula ricevuti, alla valutazione della coerenza degli stessi rispetto alle funzioni da svolgere, che seguono dei test attitudinali o dei colloqui individuali per accertare le capacità e le competenze dei candidati in relazione all'incarico di Direzione generale.
Ho appreso che a oggi la Commissione starebbe ricorrendo a delle forme di selezione soltanto nei confronti di alcuni dei candidati che hanno presentato la domanda di inserimento nel costituendo elenco regionale. Da qui la mia richiesta di sapere nel dettaglio gli indirizzi effettivi che sono stati dati alla Commissione dalla Giunta regionale e dalla struttura responsabile del procedimento e anche - aspetto importantissimo - i tempi di approvazione finale degli atti da parte della Giunta e, aggiungo, se è possibile anche avere un'informazione (non è scritto nella mia domanda, e mi scuso) relativa ai possibili ricorsi che abbiamo letto esserci stati.
Ringrazio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda la parte non scritta, non abbiamo ricevuto nessun ricorso; poi vedremo strada facendo.
Venendo invece al contenuto dell'interrogazione, la collega pone un'attenzione particolare per conoscere quali sono state le indicazioni fornite alla Commissione. Per rispondere a questa domanda, io credo che sia utile - e lo farò - leggere la parte della deliberazione della Giunta del 13 ottobre 2014 (questo contenuto è stato ripetuto anche nell'avviso pubblico di selezione), dove si dispone che (leggo testualmente): "La Commissione, nell'osservanza dei requisiti prescritti dall'articolo 3 bis comma 3, del decreto legislativo n. 502/1992, nonché dei criteri generali definiti dalla già citata delibera della Giunta dell'ottobre scorso procederà preliminarmente alla disamina della documentazione trasmessa e alla valutazione della coerenza dei profili curricolari presentati e delle esperienze professionali dichiarate rispetto alle funzioni da esercitare.
All'esito positivo della valutazione in parola, farà seguito l'utilizzo di ulteriori strumenti di selezione, quali test attitudinali e/o colloqui individuali, finalizzati ad accertare le attitudini e le specifiche competenze dei candidati rispetto all'incarico da ricoprire, attesa l'esigenza di individuare i profili caratterizzati da capacità sistemiche e negoziali, e con un orientamento prevalente verso lo sviluppo delle attività connesse al ruolo, in coerenza con i vincoli economici, finanziari e normativi vigenti. Il superamento della selezione determinerà l'inserimento nell'elenco regionale di idonei, senza che ciò dia luogo alla formazione di una graduatoria".
Questo è il contenuto dell'avviso di selezione, coerentemente con la deliberazione.
Com'era previsto dalla delibera, è stata nominata la Commissione, com'è stato prima citato, composta da tre componenti: il dottor Massimo Fabi, il professor Roberto Vaccani e il professor Lino Cinquili.
La Commissione ha iniziato il suo lavoro e ha proceduto con quelle modalità prima citate dalla collega; attualmente sono in corso i colloqui.
Venendo alla questione puntuale che è stata posta (quando, i tempi) possiamo dire con certezza che la Commissione finirà il suo lavoro intorno alla metà del mese di aprile e l'intenzione della Giunta - non c'è motivo per cambiare opinione - è di procedere alla nomina dei nuovi Direttori entro la fine del mese di aprile.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Interrogazione a risposta immediata n. 398 presentata dal Consigliere Gariglio, inerente a "Affidamento in gestione alla società Hockey Club Valpellice del Palaghiaccio olimpico di Torre Pellice"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 398, presentata dal Consigliere Gariglio, che ha la parola per l'illustrazione.
La parola al Consigliere Gariglio per l'illustrazione.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Semplicemente, vorremmo essere aggiornati circa le modalità con cui andrà perfezionato il contratto di concessione triennale della gestione del Palaghiaccio olimpico di Torre Pellice alla società che è risultata idonea al termine della procedura aperta per individuare un gestore del servizio.
La società è l'Hockey Club Valpellice Bulldogs; società che, tra l'altro, è ai primi livelli a livello nazionale dell'hockey, comunque una delle più prestigiose società italiane del settore.
Poiché ci sono state molte difficoltà tecniche nell'arrivare alla stesura della bozza di concessione e poiché le difficoltà del gestore incaricato hanno anche portato, qualche mese fa, alla sospensione dell'erogazione della corrente elettrica, con rischi di sicurezza per l'impianto, sarebbe estremamente necessario, anche da punto di vista dell'incolumità pubblica, oltre che nell'interesse di quella comunità perfezionare il prima possibile la concessione di quell'impianto e dare certezza di gestione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris per la risposta.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore allo sport

Grazie, Presidente.
Rispondendo al Consigliere Gariglio, lo ringrazio perché ci permette di ricordare che, relativamente a questo impianto, ci potrebbe essere un'altra occasione, in altra sede, per fare il punto della situazione, anche per quanto riguarda futuri scenari di utilizzabilità.
Per il momento, traccio brevemente la cronistoria.
Questo impianto è stato dato in proprietà alla Regione con un contratto di comodato gratuito.
A seguire, vi è stata questa procedura di affidamento in concessione che proprio nel luglio dello scorso anno, come lei ha ricordato, ha visto l'aggiudicazione provvisoria per tre anni.
A fine anno abbiamo coperto, dal punto di vista economico, le annualità previste - tre annualità di contratto - con la legge di assestamento di bilancio e con il pluriennale, creando un apposito capitolo, il 182245.
La lentezza di istruttoria per questo impianto particolare, come in parte ha anche immaginato lei, ha necessitato di accertamenti ulteriori anche al fine di verificare la piena conformità della struttura con le norme attualmente in vigore, ricordando che l'impianto è stato realizzato nel 2005, quindi in occasione dell'evento olimpico.
Il Settore Sport, avendo concluso, anche grazie al settore patrimonio queste verifiche, ha appena ricevuto dalla direzione patrimonio l'autorizzazione definitiva a procedere all'aggiudicazione della stipula del contratto, che si può quindi avviare. Si ha quindi conferma, anche da parte del Dirigente del Settore Sport, che entro un paio di settimane saremo in grado di garantire la stipula del contratto, che consente l'erogazione delle risorse impegnate - 265 mila euro - per la stagione in corso, quella che si sta concludendo proprio in questi giorni.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.38 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.40)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Conticelli, Ferraris e Giaccone.


Argomento: Giovani - Volontariato

Esame disegno di legge n. 51, inerente a "Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 51, inerente a "Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte", di cui al punto 7) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Valle, che ha facoltà di intervenire.



VALLE Daniele, relatore di maggioranza

Grazie, Presidente.
Con questo progetto di legge, anche il Piemonte si dota di una legge organica, attesa ormai da parecchi anni, in materia di servizio civile. Si tratta di un contributo importante perché, da una parte, andiamo a regolamentare, in maniera organica, una materia su cui lo Stato ci riconosce delle competenze; dall'altra parte - ed è forse la parte più significativa - aggiungiamo la possibilità, da parte della Regione Piemonte, di integrare con una progettualità propria, sviluppata sulle caratteristiche e sulle peculiarità della nostra Regione.
Trovo particolarmente interessante che questo provvedimento arrivi proprio nel momento in cui anche il Governo nazionale è significatamene impegnato sul tema del servizio civile.
E' proprio di questi giorni l'apertura del nuovo bando nazionale che ha portato fino a trenta mila i posti a bando previsti per quest'anno.
Permettetemi di dire che è uno dei rari casi in cui sia il Governo regionale sia il Governo nazionale viaggiano nella stessa direzione e con lo stesso tipo di priorità.
Con la nostra legge noi potremmo ulteriormente implementare questi posti, anche perché abbiamo previsto un apposito stanziamento di bilancio in questo senso, contribuendo ulteriormente allo sviluppo e all'accessibilità di questa opportunità per i nostri giovani.
E' importante spiegare che non si tratta di carattere alternativo, ma di uno strumento integrativo e complementare, rispetto al servizio civile nazionale così come lo conosciamo. E' anche importante immaginare questa legge come uno strumento per accedere a fondi ulteriori, magari con la possibilità di collaborare con la Consulta regionale dei giovani, o con altri strumenti che attualmente sfruttiamo poco, ad esempio quelli previsti dalla garanzia giovani (altri esempi sono contenuti negli emendamenti che ho depositato).
Con questa nuova normativa ci mettiamo al pari di altre Regioni che, da questo punto di vista, avevano già adottato una normativa del genere.
E' vero che questa norma era attesa da tanti anni, ma il lavoro che ha portato alla sua elaborazione è partito già nella scorsa legislatura. In particolare, in IV Commissione c'è stata un'ampia condivisione, con il recepimento di alcuni emendamenti proposti dalle opposizioni.
Con questo ci ripromettiamo di vivere il servizio civile come uno strumento atteso alla promozione del senso di appartenenza alla nostra comunità regionale e alla valorizzazione della cittadinanza attiva, ma anche come uno strumento per la diffusione di una cultura di pace non violenta.
Da ultimo, ma non meno importante, il servizio civile risulterà essere anche uno strumento di inserimento dei giovani, primo inserimento e/o orientamento nel mondo del lavoro. Sono tantissimi i giovani che attraverso il servizio civile hanno riorientato il proprio progetto di vita o hanno conosciuto esperienze che li hanno poi portati a lavorare in quel campo addirittura fermandosi a lavorare dove hanno avuto questa prima esperienza di servizio civile.
Questo è particolarmente significativo, soprattutto in questo periodo.
Nel corso della discussione presenteremo alcuni emendamenti che abbiamo condiviso con la maggioranza, ma anche con parte delle opposizioni.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo, relatore di minoranza

Grazie, Presidente.
Credo che questo sia il sistema giusto per creare una buona legge seguendo la strada della consultazione, con un lavoro lungo, attento e di partecipazione di tutti gli enti istituzionali e le associazioni. Un confronto, quindi, su una normativa che è sicuramente importante importante per molteplici aspetti: innanzitutto perché coinvolge le giovani generazioni in progetti di cittadinanza attiva, di impegno sociale e anche di orientamento e di formazione. Ma c'é un aspetto altrettanto importante che è quello che permette a questi giovani di prendere coscienza di quelle che sono le situazioni difficili in questa Regione, a volte con impegni che coinvolgono anche i livelli internazionali. È anche il senso dell'emendamento che ho presentato.
Effettivamente, se guardiamo la legge, l'articolo 2, come recita la relazione che mi è stata fornita, è un articolo fondamentale, il fulcro della legge. E credo che abbiano importanza soprattutto le parole del primo comma (sub comma a): "Valorizzare, sostenere e promuovere il servizio civile quale espressione della difesa non armata della patria, attraverso attività di impegno sociale e di solidarietà volte alla prevenzione e al superamento di situazioni di degrado, conflitto e disuguaglianza sociale".
Cioè si fa riferimento a quelle che sono le ingiustizie sociali che, spesso e volentieri, sono la causa di conflitti, sia in termini di lavoratori che riportano le loro rivendicazioni salariali o di diritti sul lavoro, ma anche, volendo offrire uno sguardo più ampio sul mondo, di conflitti a livello mondiale. Studi più approfonditi sulla non violenza parlano di violenza diretta, ma anche di violenza strutturata, che sicuramente miete più vittime rispetto a quella diretta. Per "violenza diretta" intendiamo la violenza delle armi; per "violenza strutturata" intendiamo la violenza perpetrata dalle ingiustizie sociali.
Se analizziamo i redditi dei Paesi mondiali, il reddito pro capite rappresenta sicuramente un'ingiustizia sociale a livello mondiale che la politica occidentale, molto ipocrita, fa fatica a riconoscere.
Se poi guardiamo all'interno degli stessi Paesi occidentali, ci sono ingiustizie dettate da un reddito da lavoro che è un decimo del reddito derivante da capitali finanziari. Sicuramente la politica ha l'obbligo di interpretare queste ingiustizie e, nel suo piccolo, il servizio civile pu ovviamente dare una mano.
Ho apprezzato che l'Assessore abbia citato l'emendamento che io ho presentato, che ha l'obiettivo di valorizzare l'emendamento del Deputato Marcon, di Sel, che istituiva il corpo civile di pace.
Questo corpo civile di pace si rifà ad esperienze internazionali, di cui il maggiore rappresentante è il ricercatore Galtung, che, a livello internazionale, ha ottenuto dei successi di risoluzione di conflitti notevolissimi. Tra i conflitti da lui risolti ricordiamo quello fra il Perù e l'Equador, per delle terre contese fra queste due nazioni: tra l'altro tale risoluzione ha comportato un costo di 250 dollari! Lo dico perch l'ultima guerra del Golfo, basata, peraltro, su prove false (ovvero che l'Iraq avesse delle armi di distruzione di massa), credo che sia costata qualcosa come 100 miliardi di dollari! In tutto ciò, a guadagnarci sono sicuramente le industrie delle armi che registrano i maggiori dividendi a livello mondiale. Oltretutto, a livello mondiale, non si è mai registrato un numero di profughi così elevato come quello attuale: parliamo di 51 milioni di profughi di guerra fra coloro che arrivano in Italia, soltanto una minima parte vuole rimanere nel nostro Paese: lo sappiamo perché solo il 5% dei profughi lascia la propria impronta digitale per rimanere per un periodo della loro vita in Italia. È dunque una piccola percentuale, ma è fondamentale che la politica si ponga la domanda di come cambiare questa situazione, che, nella storia moderna dell'uomo, non ha mai raggiunto livelli di assurdità quali quelli che ha raggiunto in questi anni.
È proprio questo l'obiettivo: i professionisti della pace che possiamo formare hanno compiti molto importanti che possono dare risultati notevoli.
Lo stesso Galtung riconosce tre fasi fondamentali nella risoluzione di un conflitto: la riconciliazione, cioè curare gli effetti della violenza passata; la costruzione della pace, cioè le azioni per prevenire la violenza futura; la trasformazione del conflitto, cioè mitigare il conflitto.
L'analisi dei conflitti e delle possibili soluzioni - aspetto che forse, in Commissione non siamo riusciti ad approfondire - continua ad essere molto avanzata, tanto è vero che Galtung nella Germania del sud ha fondato un'università che studia i conflitti e propone soluzioni per gli stessi.
È un tema molto importante, cui credo l'Italia e la Regione Piemonte possano partecipare a pieno diritto grazie a questo emendamento, che era importante inserire.
Devo anche rilevare che l'Italia non favorisce un clima di mitigazione dei conflitti quando va a comprare degli aerei che servono per l'attacco: mi riferisco agli F35, che noi riteniamo un fallimento economico, politico e industriale.
Agli F35 partecipiamo con la parte meno nobile, perché assembliamo le ali (e solo la parte meno tecnologica delle ali). L'ex Presidente della Giunta regionale parlava di 10.000 posti di lavoro creati a Cameri (siamo a cinque chilometri da casa mia); lo stesso Ministro della Difesa recentemente, ha parlato di 5.000 o 6.000 posti di lavoro. In realtà, sono numeri dettati dall'ipocrisia, perché i posti di lavoro attualmente creati sono solo 80, e pure a tempo determinato. Vi ricordo che in quel progetto l'Italia ha investito più di 800 milioni! Complessivamente, trent'anni di gestione di questi aerei, che servono anche per portare le bombe atomiche per cui sono aerei di attacco (guarda caso ne vengono acquistati 90 e l'Italia ha, a quanto pare, 90 bombe atomiche!), costeranno 60 miliardi. È una spesa folle! Lo stesso Galtung sostiene che per favorire la distensione (credo che il Mediterraneo sia una delle zone più calde, da questo punto di vista, che si siano mai viste su questo pianeta), bisogna non comprare armi di attacco, ma dare l'esempio comprando armi per la difesa, possibilmente a corto raggio.
Purtroppo, l'Italia non sta seguendo queste indicazioni, ma sta spendendo risorse importanti che potrebbero essere indirizzate in altri settori che sicuramente ne hanno più bisogno (mi riferisco, ad esempio alle politiche sociali e sanitarie di questo Paese).
Comunque, nel suo complesso, ritengo che questa sia un'ottima legge ben fatta, che presenta tutti gli aspetti fondamentali nel punto giusto.
Soprattutto, è una legge che tende all'apertura verso la sperimentazione sociale, che credo sia fondamentale in questi anni di grossa difficoltà dove bisogna avere creatività e pensare a innovazioni di tipo sociale per affrontare con poche risorse grossi problemi che sempre più, purtroppo dovremo affrontare tutti insieme.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Ferrari; ne ha facoltà.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali

Grazie, Presidente.
Desidero semplicemente far presente il punto di vista della Giunta che ha promosso questo disegno di legge che poi, com'è stato richiamato dai due relatori di maggioranza e di minoranza, ha avuto un proficuo e approfondito dibattito dentro la Commissione, che ha anche promosso delle audizioni che hanno permesso di delineare al meglio tutte le problematiche sottese a questo disegno di legge.
La Giunta, attraverso l'Assessorato di mia competenza, ha avvertito immediatamente un'esigenza, quella di non lasciar cadere nel vuoto e nel dimenticatoio un lavoro durato anni, che ha visto coinvolti, oltre i tecnici della Regione che ringrazio per tutto il lavoro che hanno fatto numerosi Enti sociali e culturali che da tanti anni sono impegnati sul fronte del Servizio civile: un lavoro che si è rappresentato attraverso un tavolo tecnico che ha costruito il disegno di legge.
Noi, quindi non abbiamo meriti particolari, dobbiamo dircelo onestamente, se non quello di aver migliorato e approfondito alcuni aspetti. Dobbiamo dire che abbiamo ereditato, come Giunta, un lavoro fatto molto bene da una serie di soggetti e di enti e noi abbiamo sentito il dovere di non lasciar cadere questo lavoro, ma di portarlo al suo naturale compimento. E abbiamo ritenuto di farlo perché la legge regionale pu sembrare a prima vista un elemento inutile, superficiale o non necessario.
In realtà abbiamo ritenuto doveroso farlo - tra l'altro eravamo una delle poche Regioni italiane senza una legge regionale sul Servizio civile perché pensiamo importante sottolineare una responsabilità specifica della Regione Piemonte, della Giunta e del Consiglio regionale nel far diventare questa prassi una prassi strutturata in Piemonte, su cui la Regione stessa ha le sue responsabilità nel promuoverla e nel farla diventare una linea essenziale, fondamentale delle politiche regionali. Questo ci sembrava un tratto imprescindibile che abbiamo ritenuto, appunto, doveroso portare a compimento e a termine.
Io credo - e qui chiudo - che sia sempre importante sottolineare qual è il significato vero, il senso profondo del Servizio civile, così come veniva anche richiamato da alcuni interventi che mi hanno preceduto.
Noi abbiamo alle spalle una storia, che ha connesso in maniera quasi genetica il Servizio civile con l'obiezione di coscienza e quindi con una modalità alternativa di mettersi al servizio di quella che viene chiamata "patria", la nostra comunità di appartenenza. Ritengo, come sottolineava il Consigliere Andrissi, che questo elemento, anche se non più formalmente esistente, mantenga la sua attualità, nel fare in modo che il Servizio civile comunque rappresenti sempre un momento in cui si prenda coscienza della natura dei conflitti che sono in corso, che coinvolgono il nostro Paese come il mondo intero.
Certamente - e anche questo è un altro elemento di cui dobbiamo far tesoro - negli ultimi anni il Servizio civile ha avuto sempre più soprattutto nei giovani che vi si sono avvicinati negli ultimi anni, una componente di carattere civico, essendo quasi visto anche come un'opportunità per capire come orientarsi nella vita e nel mondo del lavoro. Abbiamo raccolto anche questo, che rappresenta un altro elemento importante: il Servizio civile come occasione per i giovani di maturare una maggiore coscienza civica, una maggiore coscienza di servizio alle proprie comunità nella coesione sociale e, nel contempo, un'occasione per comprendere meglio, attraverso la pratica, l'orientamento della propria esistenza e quali sono, anche, le nuove opportunità da poter spendere pure a livello professionale.
Ecco, in questo senso mi pare che siamo di fronte ad un importante passo in avanti che mette la Regione Piemonte al pari di tante altre realtà del nostro Paese e ad un'occasione che, se vissuta in maniera positiva e rigorosa, può rappresentare uno strumento di maggiore crescita della coscienza e della coesione sociale del nostro territorio.
Un grazie a tutti, quindi, anche per il lavoro positivo che è stato fatto in Commissione perché mi pare che ci siano le condizioni per poter portare un risultato positivo per tutti.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Assessore.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola elementare "Fillia" di Campiglione Fenile


PRESIDENTE

Salutiamo intanto i ragazzi e gli insegnanti della V classe della Scuola primaria "Fillia" di Campiglione Fenile: buona visita al Palazzo.


Argomento: Giovani - Volontariato

Esame disegno di legge n. 51, inerente a "Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 51, inerente a "Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte", di cui al punto 8) all'o.d.g.
Invito i colleghi a prendere posto per poter procedere con le votazioni.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'art. 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 1), presentato dai Consiglieri Valle, Grimaldi Rostagno, Ottria, Ravetti, Conticelli, Andrissi, Appiano: "Al comma 1 dell'articolo 2 (Oggetto) del disegno di legge n. 51 dopo le parole: 'la rete del sistema regionale di servizio civile,' sono inserite le seguenti: 'dalla Consulta regionale dei Giovani e degli Uffici del Servizio Civile delle altre regioni,'".
La parola per l'illustrazione al Consigliere Valle.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Inseriamo, tra i soggetti da consultare per la redazione del piano sul Servizio civile, anche la Consulta regionale dei giovani - perché si occupa giustamente di politiche giovanili ed è utile che possa indicare anch'essa delle priorità da considerare nella redazione del Piano - e le altre Regioni; questo nella prospettiva che, come avviene già tra alcune Regioni si possano avere dei progetti di Servizio civile di scambio tra Regioni e Regioni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'art. 2, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'art. 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'art. 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'art. 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Valle, Grimaldi Rostagno, Ottria, Ravetti, Conticelli, Andrissi, Appiano: "Dopo il comma 2 dell'articolo 6 (Programma annuale) del disegno di legge n. 51 è inserito il seguente: '2 bis. La Consulta regionale dei Giovani può approvare e finanziare con risorse proprie progetti di servizio civile, in linea con le proprie finalità, rivolti ad associazioni accreditate all'albo regionale anche non appartenenti alla Consulta stessa.'" La parola al Consigliere Valle, per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento intendiamo aggiungere un comma che prevede la possibilità per la Consulta regionale dei giovani di finanziare e approvare dei propri progetti dentro il piano regionale, che ovviamente si rivolgono soltanto ai soggetti accreditati come tutti gli altri, ma che prevede una potenzialità in più per la Consulta se vuole collaborare in qualche modo alla redazione del Piano anche con risorse proprie su finalità che ritiene prioritarie lei stessa.
A questo è collegato il quarto emendamento (così non lo illustro dopo) che riguarda la norma finanziaria e specifica: la Consulta regionale dei giovani, qualora decidesse di fare questa scelta, si deve ovviamente avvalere dei fondi attribuiti alla Consulta regionale stessa. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valle.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale l'Assessore Ferrari, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Valle, Grimaldi Rostagno, Ottria, Ravetti, Conticelli, Andrissi, Appiano: "Dopo il comma 2 dell'articolo 8 (Progetti di servizio civile regionale) del disegno di legge n. 51 è inserito il seguente: '2 bis. E' facoltà della Giunta regionale attivare progetti di servizio civile aperti a cittadini comunitari ed a residenti non titolari della cittadinanza italiana, secondo i criteri individuati nel programma annuale di cui all'articolo 6.'" La parola al Consigliere Valle, per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento andiamo a rendere esplicita una facoltà, una possibilità, già prevista da una recente sentenza del Consiglio di Stato di poter ammettere al servizio civile anche i residenti non titolari di cittadinanza italiana. Questo è già un dato di fatto, perché il Consiglio di Stato si è espresso in maniera molto chiara in questo senso, ma dato l'argomento è importante a nostro giudizio inserirlo esplicitamente nella legge. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valle.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 8, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Emendamento rubricato n. 4) presentato dal Consigliere Valle.
"Dopo il comma 2 dell'articolo 11 è aggiunto il seguente: '2 bis. Per finanziare i progetti approvati dalla Consulta regionale dei giovani, di cui all'art. 6, si fa fronte nei limiti delle risorse finanziarie allocate all'UPB 004 (Comunicazione istituzionale dell'Assemblea reg. tit. 1 spese correnti categoria 06 attività della Consulta) del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2015 del Consiglio regionale".
La parola al Consigliere Valle, per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Si tratta della norma finanziaria collegata al secondo emendamento.
L'ho dato per illustrato prima. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valle.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 11, così come emendato.
Il Consiglio approva.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 Consiglieri votanti 31 Consiglieri hanno votato SÌ 31 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio approva.
Passiamo al punto 8), alla mozione inerente a "Calendario scolastico per l'anno 2015-2016"...
BERTOLA Giorgio (fuori microfono) Presidente, chiediamo un minuto di sospensione.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.10, riprende alle ore 16.20)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Organizzazione scolastica

Esame mozione n. 248 presentata dai Consiglieri Porchietto, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani e Vignale, inerente a "Calendario scolastico per l'anno 2015-2016"

Argomento: Organizzazione scolastica

Esame mozione n. 255 presentata dai Consiglieri Frediani, Bono, Bertola Batzella, Valetti, Mighetti e Andrissi, inerente a "Azioni che promuovano progetti in ambito scolastico per avvicinare gli studenti agli sport sulla neve"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 248, avente ad oggetto "Calendario scolastico per l'anno 2015-2016", presentato dai Consiglieri Porchietto, Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Ruffino, Sozzani e Vignale e dell'ordine del giorno n. 255, avente ad oggetto "Azioni che promuovano progetti in ambito scolastico per avvicinare gli studenti agli sport sulla neve", presentato dai Consiglieri Frediani, Bono, Bertola, Batzella Valetti, Mighetti e Andrissi, di cui al punto 8) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Porchietto, per l'illustrazione della mozione n. 248.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Ruberò veramente pochi minuti, perché so che, tra l'altro, questa mozione è stata ampiamente valutata anche dalla maggioranza, quindi credo che tutti i colleghi siano a conoscenza del testo.
Ci tenevo soltanto a sottolineare alcuni passaggi di questa mozione di richiesta di un'attenta valutazione su quello che è stato il calendario scolastico presentato per l'anno 2015-2016. Già a suo tempo con l'allora Giunta regionale di centrodestra e con l'Assessore Alberto Cirio era stato richiesto un approfondimento di valutazione, che aveva portato ad un punto di incontro tra quelli che erano, chiaramente, i rappresentanti degli operatori scolastici, gli operatori turistici e le istituzioni dei Comuni montani che fanno parte del contesto che vede all'interno del turismo sportivo e del turismo della neve un punto di eccellenza per quanto riguarda la nostra economia. Ricordo che qualcuno fece una battuta, che riprendo (pagherò il copyright): "Se ci chiamiamo Pie-monte e non Pie-mare un motivo ci sarà". Abbiamo le montagne e credo sia importante anche sfruttare, per i nostri giovani, il fattore della vicinanza e avvicinarli ad uno sport che è anche economia per il territorio.
La richiesta che avanziamo con questa mozione, ribadisco, è di chiedere nuovamente alla Giunta di fare un'attenta valutazione rispetto ad un risultato che tutti insieme, non soltanto una Giunta di centrodestra, si era ottenuto nel precedente calendario. Valutare attentamente la possibilità che vedrebbe, tra l'altro, da parte degli operatori turistici e degli operatori di questi sport invernali, una proposta di avvicinamento e una proposta di natura economica da condividere con la Regione per quanto riguarda possibili offerte fatte alla scuola per avvicinare i giovani allo sport.
Mi spiace che non sia in Aula l'Assessore allo sport, ma credo che sarebbe importante rimarcare e rivalutare nuovamente questo binomio scuola sport. Parliamo di un giorno. Capiamo che non sia facile, in una regione come la nostra (altre Regioni come Lombardia e Trentino l'hanno già fatto) immaginare una settimana, la cosiddetta settimana bianca, con grande rispetto delle famiglie che non possono permetterselo. Credo che, come si era già fatto precedentemente, agganciare il sabato e renderlo non scolastico, chiedere agli operatori di fare delle iniziative a favore delle famiglie che vogliono avvicinare i ragazzi a questo sport, quindi abbattere i costi dei quattro giorni sulle nostre vacanze, possa essere di aiuto all'economia montana. Ricordo che i numeri che hanno presentato gli operatori turistici relativi a quei quattro giorni sono numeri significativi per la nostra economia: significa PIL per il Piemonte, ma significa anche posti di lavoro. Significa anche avvicinare i giovani ad uno sport che è tradizione in Piemonte.
Credo che nelle offerte turistiche e nelle offerte di promozione dello sport, anche il calendario scolastico debba trovare un punto di sintesi non soltanto con gli operatori del mondo della scuola, ma anche con le iniziative che sono in grado di mettere a disposizione coloro i quali, da molto tempo, con qualità ed eccellenza, operano in questo campo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Porchietto.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione della mozione n. 255.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Anche noi abbiamo preso atto del calendario scolastico e abbiamo considerato la difficoltà degli operatori turistici al venire meno di quella settimana che poteva essere una fonte di maggiore introito e un'occasione di promuovere le attività sulla neve. D'altra parte, abbiamo anche pensato che non tutte le famiglie, soprattutto in questo momento di crisi, possono permettersi il lusso di sopperire alla chiusura della scuola durante l'anno scolastico.
Chiaramente se i genitori lavorano, i bambini, soprattutto se sono piccoli, non possono autogestirsi, quindi bisogna intervenire anche economicamente, trovando qualcuno che si prenda cura di loro. Abbiamo pensato di promuovere una sorta di collaborazione tra la Giunta.
Inizialmente pensavamo di fare un'azione mirata soltanto alle attività indirizzata agli sport sulla neve, ma parlando con l'Assessore abbiamo pensato di estendere l'iniziativa a tutti i tipi di sport. Chiediamo alla Giunta, attraverso la nostra mozione, che è stata modificata rispetto a quella che appare ancora sulla intranet, di promuovere azioni che sostengano progetti in ambito scolastico per avvicinare gli studenti agli sport, con particolare riguardo agli sport sulla neve.
Questo per fare in modo che gli istituti scolastici possano scegliere in autonomia, di promuovere delle attività che possano avvicinare gli studenti a tutti i tipi di sport. Sappiamo che questo è un tema molto caro anche al nostro Presidente del Consiglio, che ha inaugurato gli Stati generali dello sport dando rilevanza al fatto che lo sport, oltre ad avere un alto valore educativo, ha anche un forte impatto sulla salute dei nostri ragazzi, e che è importante dare all'interno del contesto educativo gli strumenti per avvicinarsi alle discipline sportive.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Grazie, Presidente.
In merito alle due mozioni, la n. 248 e la n. 255, che hanno contenuti nella parte finale un po' diversi, provo a fare un ragionamento distinto considerando l'una e l'altra.
Rispetto alla mozione n. 255, credo possa essere assolutamente condivisibile, anche perché, in un incontro avuto con i soggetti gestori degli impianti, si è concordato di svolgere un'attività di promozione, non solo degli sport invernali, ma delle attività sportive in tutta la sua complessità, quindi coinvolgendo anche l'Assessore allo sport, per evitare che ci sia un carattere discriminatorio all'interno delle scuole, nel senso che ci saranno scuole che potranno accedere agli sport invernali e altre per le quali è utile consentire una promozione dell'attività sportiva di altro genere e di altra natura. Proprio per cercare di dare un valore da un punto di vista complessivo dell'attività, legato al tema dello sport.
Esiste già un progetto che l'Assessorato allo sport porta avanti con il CUS, con proposte di gite in località di montagna all'interno delle nostre scuole a prezzi assolutamente accessibili, quindi c'è già un'attività che va in questa direzione. Si voleva intensificarne la promozione in tutte le scuole piemontesi, come elemento di collaborazione.
Per quello che riguarda la mozione n. 248, in cui si chiede di aggiungere un giorno al calendario scolastico, rispetto alle scuole piemontesi, nel periodo di carnevale, occorre precisare quanto segue.
Intanto non è corretto quello che ho letto in un comunicato, emanato la scorsa settimana, secondo il quale le vacanze di carnevale sarebbero state eliminate dal calendario scolastico.
Il calendario scolastico, secondo la proposta approvata dalla Conferenza allo studio prevista dalla legge n. 28 della Regione Piemonte contempla le vacanze di carnevale, quindi l'8 e il 9 febbraio è prevista la chiusura della scuola per una consuetudine popolare che, ormai, ha un suo forte radicamento all'interno delle nostre regioni. Il calendario approvato, è del tutto identico a quello previsto l'anno precedente.
Qual era l'elemento di diversità? Era il sabato, ma le soluzioni possono essere due. La prima è far sì che il giorno di flessibilità, che esiste all'interno delle autonomie scolastiche, sia un giorno che venga destinato al sabato. Ricordo che sono solo un terzo delle scuole piemontesi sono aperte il sabato, forse anche meno di un terzo, anche se è un dato difficile da avere in modo significativo, preciso e chiaro. Dicevo, circa un terzo sono ancora aperte il sabato mattina, mentre i due terzi, ormai sono chiuse.
L'alternativa che credo si possa percorrere, partendo dal presupposto che quest'anno abbiamo già aggiunto alcuni giorni di scuola rispetto al calendario, fa sì, lo sottolineo, che comunque le scuole all'interno della nostra regione, in virtù dell'autonomia, possano utilizzare maggiore flessibilità, purché vengano riconosciute la data di inizio e la data di fine dall'anno scolastico.
Per formalizzare il sabato come ulteriore giorno di chiusura - che riguarderà soltanto un terzo delle nostre scuole - è possibile immaginare una riduzione - che non crea particolari problemi - del calendario portandolo da 208 a 207 giorni di frequenza.
Queste sono le due soluzioni. Per quanto mi riguarda, sono entrambe due soluzioni percorribili, che rappresentano lo stesso percorso per raggiungere lo stesso obiettivo.
Non ho difficoltà alcuna: da un punto di vista dell'organizzazione significa riportare il calendario in approvazione all'interno della Conferenza per il diritto allo studio.
E' evidente che la proposta tiene in considerazione anche quanto ho detto prima, ovvero che lavoreremo per promuovere le attività di carattere sportivo legate alle nostre montagne e le attività sportive nella loro complessità.
Quindi, la questione che ha occupato i giornali in modo così significativo negli ultimi giorni credo possa essere significativamente risolta, però si deve dare un'informazione corretta sia al sistema dell'istruzione e sia al sistema degli impianti di risalita. Le nostre informazioni devono rispettare quanto è stato proposto e approvato dalla Conferenza per il diritto allo studio, ovvero l'8 e il 9 febbraio erano già inclusi all'interno del calendario, si tratta di confermare ancora un giorno in più, quindi vuol dire ridurlo dai giorni previsti di apertura dell'anno scolastico, che sono comunque superiori a quelli previsti l'anno precedente.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Più democratico di così e rispettoso, poteva decidere se io dovessi parlare prima o dopo. Va bene sia prima che dopo, nel senso che personalmente, sono disposto a votare qualunque cosa, ben consapevole.



(Commenti in aula)



APPIANO Andrea

Entro certi limiti, "qualunque" nel recinto di cui stiamo discutendo sapendo che abbiamo a confronto due proposte di mozione, una delle quali quella del Movimento 5 Stelle, ragiona su argomenti di cui è direttamente competente il Consiglio regionale e invita quest'Aula a fare di tutto affinché venga promossa l'attività sportiva all'interno del circuito scolastico e di concerto con gli operatori di un'importantissimo settore.
Quindi, è una mozione inececepibile e assolutamente condivisibile non in termini ironici, ma in termini sostanziali.
Mentre, l'altra mozione parte da un presupposto vero, cioè l'esistenza di un comparto significativo per l'economia piemontese; un comparto che come altri ha l'esigenza che un ente così importante come la Regione si faccia carico di problemi che quel comparto come altri ha, però, poi strumentalizza questo problema cercando di calare il discorso nell'ambito di un tema su cui il Consiglio regionale non ha competenza diretta, cioè il calendario scolastico.
Già è stucchevole che si debba discutere di calendario scolastico, se poi lo si deve piegare rispetto ad alcune esigenze importanti ma non direttamente connesse, anzi, non connesse con il calendario scolastico che peraltro viene discusso e concertato con una Conferenza sul diritto allo studio in cui ci sono le più ampie rappresentanze possibili - per carità, questa è la strada, votiamolo pure, tanto esiste un fatto incontrovertibile relativamente al quale quest'Aula, anche volendo, non ha competenza alcuna, cioè l'autonomia scolastica, per la quale, lo rammento è possibile decidere che anche il lunedì e il martedì non sono giorni di scuola.



(Commenti del Consigliere Bono)



APPIANO Andrea

Ovviamente spostando quelle giornate in altri momenti.
Invece, esiste un altro problema, quello delle famiglie, ma non tanto e non solo quello di cosa fanno le famiglie il giorno di chiusura, che è un problema come tanti. Infatti, se una famiglia ha difficoltà di natura economica, come la gran parte delle famiglie, non basta prevedere che la scuola stia chiusa un giorno in più perché questo si trasformi automaticamente in un giorno di permanenza in montagna per la pratica sciistica; semplicemente, ci sarà un problema di gestione familiare del bambino, soprattutto per quelli più piccoli, senza diventare una risorsa per un comparto produttivo ed economico molto importante.
Così come si è sentito parlare di giorni di scuola, proporrò in una prossima mozione di dar vita a un gruppo di lavoro di approfondimento sul significato dei giorni di scuola, dei 200 giorni, delle aperture e delle chiusure. Per esempio, potremmo fare un test: nei 200 giorni il sabato conta o non conta? Infatti, la gran parte delle scuole non prevede l'apertura di sabato, mentre quel terzo - o giù di lì, com'è l'espressione più famosa di questi termini - ha il sabato come giorno di scuola, con una tendenza a non andare. Con il trascorrere degli anni, cresce il numero di scuole che sceglie di non andare il sabato, a volte spontaneamente e a volte spintaneamente. Lo spintaneamente equivale a "più giorni tengo chiusa la scuola e più risparmio nel periodo invernale le spese di riscaldamento" quindi si cerca di invitare le scuole a tenere chiuso il sabato. Questo per esempio, è avvenuto nella provincia di Torino nelle ultime stagioni, ma non credo che non sia avvenuto in altre province.
Dietro i giorni di scuola ci sono le ore di lezione, per cui, se il problema è "il sabato il più possibile si stia a casa da scuola", il problema non esiste, perché la gran parte degli studenti oggi al sabato non va a scuola.
Se vogliamo istituzionalizzare il giorno del sabato come un giorno in più di vacanza, inevitabilmente significa che chi oggi il sabato non va a scuola recupererà quel giorno di vacanza in un altro giorno compreso tra il lunedì e il venerdì, quindi i giorni complessivi scenderanno di una unità.
Quindi, se la mediazione, che mi sembra ragionevole, prevede di indicare che il giorno opzionale venga concentrato il sabato in quelle scuole in cui il sabato si è aperti, va bene. Vogliamo reistituzionalizzare il sabato perché così lo vendiamo meglio, quindi riduciamo un giorno di scuola, va bene lo stesso, tanto ci stiamo occupando di una questione non nostra che, alla fine, rimettiamo all'autonomia delle scuole che decideranno come fare.
Invece, vogliamo impegnarci seriamente per il comparto produttivo di cui discutiamo, allora mi permetto di dire: lavoriamo più su una mozione analoga a quella del Movimento 5 Stelle; lavoriamo in sede di bilancio perché ci sia una dotazione finanziario-logistica adeguata per poter promuovere questa pratica sportiva.
Oggi, forse, possiamo uscire da quest'aula facendo un bel comunicato stampa o telefonando ai sindaci di questo o quel Comune o all'operatore "x" e "y", dicendo che abbiamo vinto una battaglia campale: il sabato si sta a casa. Purtroppo, però, il problema dell'impossibilità materiale di molte famiglie di praticare uno sport bellissimo quale quello di cui stiamo parlando non si sposterà di una virgola, tale era e tale resta.
Il mio intervento non è volto ad orientare il voto di nessuno, neanche di me stesso, verso una direzione, però mi piacerebbe che quest'Aula parlasse di temi di cui ha competenza diretta e su cui può dire se non la parola definitiva quella sufficientemente finale e definitiva, senza essere una petizione di principio. Perfino l'inizio della scuola in alcune strutture scolastiche non viene rispettato come giorno; figuriamoci l'inclusione di ulteriori giornate di festività.
Pertanto, terminata la bagarre che si sta portando avanti da settimane qualunque sia l'esito, voltiamo pagina e mettiamoci a lavorare sul comparto economico, per individuare le azioni concrete che questa Regione pu intraprendere per sostenere lo stesso. Evitiamo di destinare ulteriore tempo ad un dibattito che mi pare abbastanza stucchevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
L'argomento di cui stiamo discutendo ha trovato anche in me un minimo di perplessità, perché ritengo possa anche generare un precedente pericoloso, laddove si dovesse andare incontro ad un'iniziativa di dimensioni di questo tipo. Laddove c'è da rilanciare un comparto che dichiara, o è stato appurato, di essere in crisi, nulla ha documentato e nulla documenta che questa crisi sia determinata dal numero dei giorni in cui si va a scuola o da quanti si stia a casa.
Dubito che un intero comparto possa trarre un beneficio enorme dal giorno in più di vacanza, per cui tutte le famiglie, con tantissimi soldi in tasca, decidono di partire e andare a rimpolpare le sue casse vuote e piangenti.
Per certi versi, è diventata una discussione al limite del kafkiano perché si entra nell'ambito delle autonomie scolastiche e in tutti i ragionamenti fatti a monte, ma immagino che, se dovessimo decidere di votare favorevolmente un'iniziativa di questo tipo, da domani potremmo anche aspettarci una mozione che chiede di togliere dei giorni dal calendario invernale, o meglio, da quello d'inizio estate, perché il comparto produttivo del mare preferisce che le persone vagano al mare oppure in montagna, o a raccogliere i funghi nel periodo dei funghi o nelle Langhe a fare il vino! Sono tutte attività parimenti importantissime e fondamentali per la nostra economia, ma considero pericolosissimo pensare che il rilancio debba passare a spese e danno del calendario scolastico. Sono ben altri i supporti di cui avrebbe bisogno.
E' vero che con un'iniziativa di questo tipo andiamo a rilanciare un'attività importante per i nostri territori, anche in termini di economia, ma ritengo altrettanto importanti per l'economia quelle attività sportive come, ad esempio, il ciclismo o altre attività anche estremamente salutari, oltre che economiche (mettere un paio di scarpette e andare a correre, preparandosi per la mezza o l'intera maratona!), anche se c'è un indotto economico alle spalle, quale può essere l'industria di produzione di indumenti sportivi, scarpe e quant'altro.
Al di là dell'esito della votazione, vorrei invitare il Consiglio a riflettere su questo: quantomeno c'è da essere perplessi sull'opportunità d'intervenire così lungamente, peraltro con un dibattito vivace, che ha apportato tanto, anche in termini di gossip mediatico - oserei dire, a questo punto - rispetto all'argomento, per dover stabilire se andare o no a scuola un sabato, un lunedì, un martedì o a carnevale.
Come ha detto anche il collega Appiano, i temi sono tre: quello scolastico (sul calendario scolastico c'è un impegno ed una storia consolidata, su cui si lavora bene da anni, dove interviene fortemente anche l'autonomia scolastica); quello del rilancio e del mantenimento, il più possibile, delle attività sportive, ovviamente con un occhio di riguardo alle attività preminenti rispetto ai nostri territori e alle loro esigenze; quello del rilancio di attività produttive in senso più generale da quelle sportive alla produzione di vino o al raccogliere funghi (sono tutte attività salutari, che fanno tutte altrettanto bene, sia all'economia sia alla salute).
Ha ragione il collega Appiano quando dice: "Approviamo la mozione e poi telefoniamo ai Sindaci amici o addirittura a qualche responsabile di comparto, e abbiamo vinto la battaglia epica di Lepanto"! Attenzione: il problema è economico, ma fino ad un certo punto. Per quale motivo abbiamo voluto mettere insieme questi due ambiti? Io dubito che, anche se dovessimo avere un attimo di follia e decidere di votare favorevolmente questi documenti, il problema per cui questo comparto è in crisi - e l'ho detto in esordio del mio intervento - si possa risolvere con un giorno in più di vacanza, perché coloro che vanno a sciare spesso trovano dei comparti molto più economici al confine dei nostri territori e presso altre imprese che producono attività sciistica.
Dubito che un solo giorno possa risolvere questi problemi e penso che se concedessimo un giorno in più di riposo, con la ristrettezza e carenza di soldi che hanno i nostri concittadini, molti starebbero a casa piuttosto che andare a sciare.
Purtroppo, per molte famiglie non ci sono le condizioni economiche per andare a sciare, sia il sabato sia la domenica sia il lunedì. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ritengo che, sia il documento presentato sia la sua discussione, siano tutto fuorché stucchevoli. Se fosse stato semplice approvare o respingere la mozione, non avremmo interrotto la sua discussione nella scorsa seduta di Consiglio, non avremmo fatto una sospensiva per discuterlo oggi.
Nessuno ha detto che la modalità del calendario approvato negli anni passati sia risolutiva: nessuno ha detto questo. E nessuno dice che questa modalità garantisca, non agli impianti sciistici di risalita, ma ai territori all'interno dei quali vi sono tali impianti, una ripresa economica. Però va ricordato che, per ogni euro investito in uno skipass ce ne sono dai 5 ai 15 - a seconda dei differenti territori - che ricadono sull'economia.
Va ricordato, inoltre, che, al di là del nome della nostra regione (come rammentava la collega Porchietto), sarà cresciuta l'area metropolitana, in termini di afflusso turistico, sarà molto cresciuta la zona dell'enogastronomia, come distretto, ma, ancora oggi, la nostra regione ha il maggior afflusso turistico da gennaio a marzo. Questo, non per andare a vedere le grandi mostre, ma per andare in montagna.
I maggiori voli charter e i maggiori afflussi all'aeroporto di Caselle sono nella direzione della montagna, anzi, se la nostra offerta ricettiva ha un limite, è proprio quello che, purtroppo, ogni anno a Caselle atterrano quasi un milione di sciatori, essendo Torino l'unica grande capitale delle Alpi, ma di questi siamo in grado di trattenerne solo 300 mila, perché 700 mila si recano in Valle d'Aosta o in Francia.
Perché servono i giorni che chiediamo di aggiungere al calendario scolastico? Servono perché sono entrati nella tradizione delle scuole ed è evidente che, se i giorni sono previsti, anche se le scuole possono indicarli in altri periodi dell'anno, se andiamo a vedere il calendario scolastico dell'anno passato, le autonomie didattiche hanno indicato, per il 90%, i giorni a cavallo del carnevale, creando un'opportunità non solo per il comparto dello sci - certo, principalmente - ma a livello generale.
Se guardate il calendario scolastico degli altri Paesi, a differenza del nostro - che ha una pausa estiva molto lunga - potete vedere che, oltre alla pausa estiva e a quella pasquale, c'è sempre un'interruzione, ed è quella carnevalesca, per fare in modo che gli studenti abbiano una pausa un po' più lunga durante le lezioni, salvo Natale e l'estate, che è in assoluto la pausa scolastica più lunga che c'è nel sistema europeo.
Cosa fa la vicina Francia? Non solo fa un calendario scolastico più lungo, perché dà quasi una settimana nel periodo invernale, ma addirittura lo divide per dipartimenti, in modo che la ricaduta possa avvenire nei singoli dipartimenti ed anche in momenti diversi.
Credo che oggi, Consigliere Appiano, a fronte del fatto che in seno alla discussione di bilancio analizzeremo altri temi fondamentali per garantire questo settore (e noi dovremmo vantarci del fatto che siamo l'unica Regione d'Italia che, da questo punto di vista, ha una normativa di settore), certamente dobbiamo fare l'impossibile perché, a fronte di bilanci sempre più risicati, possiamo fare delle attività come queste, a costo zero per l'amministratore comunale, che garantiscano una ricaduta.
Non l'unica, non è solo questa, ma noi voteremo a favore dell'ordine del giorno presentato dai colleghi del Movimento 5 Stelle, perché in qualche modo sono una serie di attività che già facemmo. Faccio solo un esempio, che non è certamente autocelebrativo.
L'anno scorso con il CUS facemmo, come Assessorato alla montagna, un piccolo intervento per fare delle brevissime "pause bianche" di tre giorni: ci eravamo assunti un impegno con il CUS di 40 mila euro, se non sbaglio (una cifra folle che però abbatteva la spesa per le famiglie), a condizione che non facessero solo la giornata sullo sci, ma che facessero tre giorni in piccoli-medi o grandi impianti piemontesi.
Quell'intervento faceva sì che ne avessero una ricaduta economica positiva, certamente gli impiantisti, ma anche gli albergatori e i ristoratori.
Credo che con piccole misure, che a volte hanno un costo estremamente limitato - ma oggi si ha più bisogno di fantasia che di risorse - sia possibile supportare anche questo settore. Non è mica l'unico, ce ne sono molti altri che hanno importanti potenzialità, ma non vi voglio annoiare ulteriormente.
Se un giorno - dato che in questo periodo passiamo tanto tempo in V Commissione a discutere della legge sui parchi - facessimo pervenire alla V Commissione il numero di studenti anche fuori dalla regione Piemonte, che sono già censiti, che visitano i nostri centri all'interno dei parchi, ci renderemmo conto che quella è un'altra potenzialità di turismo scolastico incredibile. Parliamo di migliaia e migliaia di persone che visitano i nostri centri visita dei parchi piemontesi.
Queste sono le mille modalità, non solo una, che dobbiamo mettere in atto, in particolar modo in un momento come questo, dove i soldi sono pochi, e quindi serve un po' di coordinamento in più, chiedendo anche alle istituzioni di farsi carico di quella che è anche una partita significativa, all'interno del nostro territorio.
Senza dire alcuna eresia, personalmente mi sento di dire che chiedere alle istituzioni scolastiche di sostenere un comparto che garantisca all'interno della nostra regione, decine di migliaia di posti di lavoro sia fattibile, perché non stiamo facendo nulla di strano. Non mettiamo la scuola al servizio dell'impresa - tra virgolette - perché tanto i giorni sono quelli: uno in più o uno in meno non cambia niente, da un punto di vista dell'apprendimento, ma certamente siamo in grado di aiutare in modo considerevole alcuni territori che reputiamo - in alcuni casi giustamente territori marginali in cui il nostro intervento, anche piccolo come quello di oggi, è estremamente significativo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Sinceramente credo che dovremmo stare un po' al testo e a quanto scritto. Per la verità, con tutto il rispetto che provo per la Consigliera Porchietto, condivido giuste le tre righe iniziali dove si prende atto che la conferenza regionale per il diritto allo studio ha recentemente approvato il calendario scolastico.
Piaccia o non piaccia, è la conferenza regionale per il diritto allo studio con cui si concorda, e magari si approva, il calendario scolastico.
Da lì in poi non condivido praticamente nulla.
Posto che nella frase successiva mi pare che ci sia un piccolo errore occorre ricordare che stiamo parlando di date.
Nella parte relativa al "constato", si scrive che, rispetto agli anni passati del calendario 2015/2016, sono ridotti i giorni di vacanza per carnevale, precludendo, di fatto, la possibilità di organizzare la cosiddetta "settima bianca", e che tale previsione penalizza fortemente le zone turistiche montante, determinando ricadute negative per l'economia locale (per fortuna già c'è il fatto che è già compromessa da altre vicende). Continuando la lettura, si dice che la precedente amministrazione regionale aveva concordato il calendario scolastico con gli operatori del settore turistico.
Ecco, io non approvo praticamente nulla di questa mozione. Possiamo anche arrivare all'ultima frase in cui si dice" Rivedremo affinché possa essere mantenuto.", dopodiché c'è scritto una cosa chiara: si dice di prendere atto che negli scorsi anni si concordava il calendario scolastico con gli operatori turistici e che si deve continuare a fare nello stesso modo.
Personalmente, questo documento la trovo invotabile.
Non so che tipo di mediazione abbiate in testa, ma anche solo quanto detto dall'Assessore è diametralmente opposto a quanto scritto fino a qua.
Non so se tutto si può cancellare per dire che si toglie un giorno di scuola. Tutto questo per togliere un giorno di scuola! Ha ragione il Consigliere Monaco: è un precedente gravissimo. Allora la prossima volta che il Sindaco di una città vi dirà che ha problemi economici e non riesce a pagare le mense, decideremo di togliere un altro giorno? E quando le cooperative che danno il servizio diranno che hanno bisogno di più lavoro, ne aggiungiamo un altro? E quando ci saranno operatori di altri settori turistici gli diremo: mah, spostiamolo un po' più a giugno; no, ritardiamolo un po' a settembre; no, in effetti togliamo il coordinamento del diritto allo studio, facciamo una grande conferenza con tutti gli operatori economici che ci spieghino com'è meglio dividere il nostro calendario scolastico.
Sinceramente trovo che si possa condividere ben poco di questo testo e Presidente - mi rivolgo a lei, al quale porto rispetto e al quale, in qualche modo, devo dire tutta la verità e nient'altro che la verità questo testo, così, è invotabile e spero che la maggioranza non si renda responsabile di una politica che non è la nostra. Se fosse Cirio al posto della Pentenero, capirei anche di cosa ci sta parlando, ma visto gli sforzi fatti per non fare le stesse cose della scorsa legislatura, eviterei di prestarci al gioco.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valle; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Non credo di avere gli elementi per valutare la ricaduta di uno o più giorni di vacanza nel periodo invernale sul comparto sciistico, così come non ho sicuramente gli elementi necessari per valutare l'esigenza o meno di più giorni scolastici previsti sul calendario per l'anno venturo, che c'è stata rappresentata dal mondo della scuola. Mi limito a prendere atto di quello che ci dicono i rappresentati di queste realtà e di questi mondi.
Il comparto sciistico pensa che questo giorno possa cambiare significativamente gli effetti della sua stagione; il mondo della scuola ci rappresenta una necessità di avere giorni di scuola in più rispetto all'anno scorso, per tutta una serie di esigenze che chi consoce questo mondo può facilmente immaginare.
Penso che questa esigenza vada accolta.
Da questo punto di vista sono molto chiaro: il testo presentato dalla Consigliera Porchietto in questo momento non è votabile, dal nostro punto di vista, perché ci richiede di "fotocopiare" e ripresentare il calendario scolastico esattamente com'è stato presentato per l'anno in corso. È evidente che noi, invece, abbiamo un'esigenze importante di tenere in conto, senza dubbio, le giuste rivendicazioni del comparto sciistico, ma anche quelle che arrivano dal mondo della scuola, che, opportunamente, il calendario presentato dall'Assessore in Conferenza per il diritto allo studio teneva in debita considerazione.
La mediazione che proponeva l'Assessore, se venisse condivisa dai proponenti della mozione, penso che potrebbe essere per noi interessante da considerare: cioè mantenere un calendario scolastico che comunque preveda un aumento dei giorni di scuola rispetto all'anno scorso, nella misura di due e non più tre, e che preveda la possibilità di dare, insieme al giorno di vacanza facoltativa che le autonomie scolastiche scelgono dove mettere (che è già previsto), anche quel sabato lì.
Anche perché è vero che scendono nominalmente i giorni di scuola da 208 a 207, ma è altrettanto vero che questi giorni che vengono computati inserendo anche il sabato per tutti quelli che il sabato invece a scuola non ci vanno (che sono i due terzi delle scuole), già dal punto di vista sostanziale finisce per non comportare differenze importanti.
Si tratta, come ricordava il Consigliere Vignale, di un giorno all'anno, peraltro che cade giusto di sabato, quindi dove le difficoltà delle famiglie nel gestire i figli a casa sono sicuramente più gestibili rispetto ad altri giorni della settimana. Ma viene anche fatta salva - cosa che, diversamente, nella previsione del testo attuale non c'è - la possibilità, per chi ha necessità di un giorno facoltativo da spendere nel calendario per esigenze particolari di ciascun territorio, quali il santo patrono piuttosto che altre realtà che invece il calendario vecchio non contemperava, di contemperarlo.
Chiedo dunque ai proponenti della mozione se intendono accettare la proposta che, in seconda battuta, avanzava l'Assessore. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Porchietto; ne ha facoltà.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
In premessa vorrei ringraziare l'Assessore, perché credo che le ipotesi che ha prospettato abbiano afferrato appieno quello che era il messaggio che questa mozione voleva dare.
La ringrazio, perché comunque è un lavoro che eventualmente lei si presta a dover fare, in quanto aveva già definito un percorso con la scuola.
Ringrazio altresì il Consigliere Valle e ritengo, a nome dei firmatari di poter condividere le modifiche rispetto a quello che è il testo della mozione, avendo capito qual era la filosofia che stava dietro a questa mozione.
Mi spiace dover soltanto interpretare in modo anche offensivo quanto ha detto il collega Appiano: io non ho il vizio di essere stucchevole Consigliere, glielo posso garantire.
APPIANO Andrea (fuori microfono) Il dibattito.



PORCHIETTO Claudia

Se mi permette, parte il dibattito da una nostra mozione, pertanto uno tira dietro l'altro. Prendo atto di quelle che sono le parole - ci mancherebbe altro! - ma chiedo soltanto il rispetto di quello che è un lavoro fatto non soltanto da chi ha condiviso una mozione, ma anche da quello che è un sistema che non ha mai voluto, in nessun modo, sostituire quelle che sono le scelte e le autonomie scolastiche.
Io credo che in una Regione come il Piemonte - in questo ringrazio nuovamente l'Assessore, perché ha colto appieno il messaggio dato - si possa immaginare di interpretare un percorso che è già stato fatto, che certamente non ha risolto la crisi economica di un compartimento, ma non era questo l'intento e infatti non era scritto in mozione. Lo dico rivolgendomi al Consigliere Monaco, perché se legge la mozione non c'era scritto che la nostra proposta avrebbe risolto i problemi di un settore che, comunque, è in crisi, anche perché le condizioni meteorologiche non sono certamente governabili dal Consiglio regionale, come non lo è il calendario scolastico.
Pertanto, accogliamo appieno la proposta avanzata dal Consigliere Valle e, se il Presidente ritiene, siamo a disposizione per modificare la mozione.



PRESIDENTE

Può avvicinarsi al tavolo della Presidenza per controfirmare la modifica. Grazie.
Collega Frediani, il suo atto di indirizzo lo poniamo in votazione così com'è? FREDIANI Francesca (fuori microfono) È già stato modificato.



PRESIDENTE

È già stato modificato? Quindi all'Assessore va bene il testo modificato? Cioè l'Aula ha condiviso? Vuole illustrare la modifica? FREDIANI Francesca (fuori microfono) L'ho già illustrata.



PRESIDENTE

La mozione n. 255, avente ad oggetto "Azioni che promuovano progetti in ambito scolastico per avvicinare gli studenti agli sport sulla neve" presentata dai Consiglieri Frediani, Bono, Bertola, Batzella, Valetti Mighetti, Andrissi, è stata modificata in questo modo: "Promuova azioni che sostengano progetti in ambito scolastico per avvicinare gli studenti agli sport, con particolare riguardo agli sport sulla neve".
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla mozione n. 255, come modificata,il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è sospesa per cinque minuti.



(La seduta, sospesa alle 17.11, riprende alle ore 17.15)



PRESIDENTE

Riprendiamo i nostri lavori.
La mozione n. 248 è così formulata: "Rilevato che per quanto riguarda i giorni di vacanza il nuovo calendario prevede il periodo dal 23 dicembre al 6 gennaio per le festività natalizie, dal 24 al 29 marzo per Pasqua, dall'8 al 9 febbraio per Carnevale, il 25 aprile, il 2 giugno e il 7 dicembre tenuto conto che tale previsione penalizza fortemente le zone turistiche montane, determinando ricadute negative sia per l'economia locale che regionale, già compromessa dalla situazione di crisi economica generale considerato che la precedente Amministrazione regionale aveva concordato il calendario scolastico, di cui avevano preso atto gli operatori del settore turistico e i Comuni montani; rilevato che negli anni la Regione Piemonte ha sempre sostenuto calendari scolastici a favore del settore turistico e del comparto montagna; il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale a rivedere il calendario scolastico per l'anno 2015-2016, affinché sia confermato il sabato 6 febbraio come giorno di chiusura da calendario".
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 248, come modificata, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Edilizia sanitaria e ospedaliera

Ordine del giorno n. 217 presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Ruffino e Vignale, inerente a "Città della Salute e della Scienza di Novara - Ricorso alla concessione di costruzione e gestione" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 217, avente ad oggetto "Città della Salute e della Scienza di Novara - Ricorso alla concessione di costruzione e gestione", presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Ruffino e Vignale, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Le chiederemmo la cortesia di passare all'ordine del giorno successivo non essendo presente il collega Sozzani.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordine del giorno n. 268 presentato dai Consiglieri Batzella Andrissi, Bertola, Mighetti, Valetti, Frediani e Bono, inerente a "Ripristino della scorta a Giuseppe (detto Pino) Masciari"; ordine del giorno n. 274 presentato dai Consiglieri Grimaldi, Boeti e Rossi, inerente a "Restituire la scorta a Pino Masciari"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Posto che stamattina ci siamo lasciati con un non detto, cioè con una richiesta di disponibilità da parte dei Gruppi che hanno presentato due ordini del giorno simili ad integrarli - e da parte nostra c'è questa disponibilità a farlo - aventi oggetto la restituzione della protezione per Pino Masciari, senza voler scavalcare adesso per forza gli altri atti di indirizzo, chiederei semplicemente, visto che la vicenda riguarda anche il rischio di vita per questa persona, di votare questi testi, se possibile prima delle 19. Credo infatti che se vogliamo fare come Istituzione una richiesta alla Prefettura e al Ministero degli Interni, questa dovrebbe pervenire entro domani.
Chiederei dunque semplicemente di procedere adesso, oppure.



PRESIDENTE

Io posso mettere in votazione questi atti solo se tutta l'Aula all'unanimità, in questo momento, acconsente: li metto in votazione in un minuto.
Prima, però, dovete unificare i testi. Al momento in cui avete provveduto a farlo, io chiederò all'Aula e, se questa sarà d'accordo all'unanimità, metterò in votazione l'atto di indirizzo finale.
Intanto, adesso, passiamo al punto successivo.
Do atto che la mozione n. 230 presentata dai Consiglieri Corgnati Gariglio, Giaccone, Monaco e Ravetti, inerente a "Incompatibilità ed inconferibilità 'Top Management' Aziende Sanitarie. Collocazione dipendenti 'Status quo ante'", è sospesa.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 219 presentato dai Consiglieri Ottria, Caputo Frediani, Mighetti, Ravetti e Rostagno, inerente a "Crediti pregressi delle Aziende di Autotrasporto fornitrici del Gruppo ILVA"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 219, avente ad oggetto "Crediti pregressi delle Aziende di Autotrasporto fornitrici del Gruppo ILVA", presentato dai Consiglieri Ottria, Caputo, Frediani, Mighetti Ravetti e Rostagno, di cui al punto 11) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire per l'illustrazione il Consigliere Ottria; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Quest'ordine risulta, così com'è stato presentato, un po' intempestivo in quanto era stato presentato, credo, nel mese di febbraio. Proporrò poi quindi delle modifiche nel testo. Vorrei soltanto descrivere qual è il presupposto per cui si è arrivati a presentare l'ordine del giorno.
Come sapete, l'ILVA è un'azienda di interesse nazionale che, per le note vicende ambientali legate soprattutto allo stabilimento di Taranto, è entrata in una crisi molto profonda e molto pesante. Queste problematiche ambientali hanno causato, in pratica, una specie di blocco degli stabilimenti di Taranto e conseguentemente anche di quelli di Novi Ligure e di Racconigi, che si trovano in Piemonte.
Di questo il Governo si è occupato attraverso un Decreto legge, il n. 1 del gennaio 2015, con cui è stata disposta l'amministrazione controllata e straordinaria del Gruppo ILVA, in applicazione alla legge n. 39/2004 (cioè la Legge Marzano). Questo provvedimento prevedeva la procedura, per le grandi aziende, di un blocco e di un regime di amministrazione straordinaria, con la finalità di conservare il patrimonio.
Questo, però, ha fatto sì che venissero bloccate tutte le linee di credito verso i fornitori e anche, in modo particolare, verso i trasportatori del prodotto finale. Questa procedura, appunto, rischiava di mettere fortemente in crisi specialmente il settore degli autotrasportatori, che hanno maturato notevoli crediti rispetto all'impresa, e ha sollevato grandi forme di protesta, arrivata anche al blocco dei trasporti del prodotto finito.
Nel frattempo in cui quest'ordine del giorno è stato presentato, il Decreto n. 1 del gennaio 2015 è stato convertito in legge e nella conversione sono state accolte, attraverso un accordo con le Organizzazioni di categoria, le richieste che prevedono il riconoscimento dei crediti maturati dagli autotrasportatori.
Proporrei quindi - e ho qui le modifiche - di aggiungere nella parte finale dell'ordine del giorno, dopo le parole "constatato che", questo testo: ".gli emendamenti apportati in sede di conversione del Decreto legge n. 1/2015 prevedono il riconoscimento della prededucibilità dei debiti del Gruppo ILVA nei confronti delle piccole imprese, che hanno sempre garantito la continuità della produzione aziendale;". Il dispositivo, infine, recita: ".impegna la Giunta regionale del Piemonte a verificare che gli impegni assunti a livello nazionale abbiano effettivamente corso; ad attivare un costante monitoraggio di tutte le problematiche relative alla procedura di amministrazione straordinaria del Gruppo ILVA trattate nel tavolo di confronto nazionale -- che si è riunito di recente - unitamente agli Enti locali interessati e alle Associazioni di categoria già coinvolti nel tavolo stesso." Queste sono le modifiche che apporterei e che consegnerei alla Presidenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Ottria.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per ribadire la nostra linea, che già nel corso della redazione della mozione era stata quella di accogliere questa proposta del Consigliere Ottria, perché credevamo fosse giusto andare incontro alle esigenze degli autotrasportatori che hanno collaborato con l'ILVA negli ultimi anni. Per fortuna, poi, questa vertenza si è positivamente conclusa.
Chiaramente invitiamo anche noi la Giunta a monitorare il proseguo della vicenda e soprattutto a monitorare una categoria che spesso viene dimenticata, cioè l'indotto delle grandi aziende. Oltre agli autotrasportatori - che hanno potuto mettere in campo delle manifestazioni che hanno goduto di una certa visibilità, perché bloccando strade e manifestando con i propri automezzi hanno almeno ottenuto di essere visibili e quindi di avere un riscontro - ci sono chiaramente molte aziende dell'area del Novese che non possono godere di questa visibilità: aziende che fanno parte dell'indotto, che lavorano con l'ILVA attraverso vari canali, essendo fornitori, prestatori d'opera, aziende impiantistiche cresciute a mano a mano con il lavoro dell'ILVA.
Invitiamo quindi la Giunta a farsi proprio carico di questo continuo monitoraggio sull'indotto dell'ILVA, che potrebbe patire le conseguenze di questa crisi aziendale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 219, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordine del giorno n. 268 presentato dai Consiglieri Batzella Andrissi, Bertola, Mighetti, Valetti, Frediani e Bono, inerente a "Ripristino della scorta a Giuseppe (detto Pino) Masciari"; ordine del giorno n. 274 presentato dai Consiglieri Grimaldi, Boeti e Rossi, inerente a "Restituire la scorta a Pino Masciari"


PRESIDENTE

Se l'Aula acconsente, procederei alla votazione di due ordini del giorno senza illustrazione.
Il primo è l'ordine del giorno n. 268, inerente a "Ripristino della scorta a Giuseppe (detto Pino) Masciari", presentato dai Consiglieri Batzella, Andrissi, Bertola, Mighetti, Valetti, Frediani e Bono; il secondo, il n. 274, presentato dai Consiglieri Grimaldi e Rossi, è inerente a "Restituire la scorta a Pino Masciari", di cui al punto 22) all'o.d.g.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 268.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 268, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 274.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 274, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Do atto che l'ordine del giorno relativo al punto precedente, il n. 219 presentato dal Consigliere Ottria, è stato modificato così come illustrato nell'intervento.


Argomento: Telecomunicazioni

Esame mozione n. 212 presentata dai Consiglieri Vignale, Berutti, Graglia Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino e Sozzani, inerente a "Contributi per la realizzazione di punti free wi-fi"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 212, avente ad oggetto "Contributi per la realizzazione di punti free wi-fi", presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti, Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino e Sozzani, di cui al punto 12) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Vignale, per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Nel 2013, grazie alle risorse del PSR legato alle aree montane, venne indetto un bando per la concessione di contributi per l'acquisto e l'installazione di connessioni a internet con la tecnologia satellitare perché si riteneva che, in particolar modo nelle realtà cui tale servizio non è ancora arrivato, potesse essere uno strumento utile per i cittadini.
In realtà utile lo è di sicuro, ma va detto che, nonostante sia stato promosso in molte occasioni, il bando non ha avuto il "tiraggio" (come si suol dire) che si pensava.
Pertanto, su questa misura del PSR, su cui era previsto uno stanziamento di 400 mila euro - non conosco il dato esatto - credo siano stati impegnati circa 100 mila euro, quindi rimangono da impegnare 300 mila euro.
Come sa bene l'Assessore, abbiamo necessità non soltanto di spendere tutte le risorse, ma di doverle anche rendicontare entro il 31/12/2015.
Contestualmente, però, sono sempre di più le Amministrazioni comunali, ma anche le singole imprese o i privati cittadini (a questi il bando era dedicato) che installano antenne con un servizio wi-fi che consenta una connessione. Questo servizio non sempre è a favore soltanto del il turista di passaggio, perché in molti casi si tratta di aree montane in cui la connessione è estremamente lenta. Alcune aree wi-fi consentono invece di avere una connessione più veloce e, quindi, in alcuni casi sono di attrazione per un'impresa, in altri casi, sono uno strumento di facilitazione per i cittadini che magari hanno solo due punti nel paese, ma in quei due punti possono avere una connessione più veloce.
Pertanto, crediamo opportuno reimpostare i fondi del bando al fine sia di non spendere queste risorse e sia, soprattutto, per garantire un servizio, che crediamo che con queste modalità troverà invece una risposta da parte delle Amministrazioni comunali, delle imprese o dei cittadini peraltro con una modalità semplice di rendicontazione, perché si tratta di una modalità di acquisizione di una tecnologia e anche un apparecchio estremamente semplice che consente, con modalità altrettanto semplici e veloci, di rendicontare gli eventuali fondi spesi entro il 31/12/2015.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Siamo d'accordo perché comunque si tratta di una tecnologia alternativa per garantire migliore accessibilità alla rete laddove non c'è, anche con dei piccoli distinguo. Nel primo caso avevamo la possibilità di coprire aree totalmente scoperte da qualunque tipo di tecnologia alternativa di connessione, mentre qui andiamo ad estendere la connettività dando un accesso libero ad un'area che è già raggiunta da un qualche tipo di connettività.
Ritengo sia importante sottolineare questo aspetto, anche se noi siamo più critici sull'aspetto della tecnologia satellitare, perché riteniamo ci siano altri metodi migliori per collegare aree scoperte, per collegare i ponti radio wimax (per chi li conosce). Sarebbe preferibile conservare lo scopo di questo fondo che è l'estensione dell'accessibilità laddove si è totalmente scoperti.
Ci piacerebbe suggerire questa modifica per conservare appieno le finalità iniziali del fondo. Tuttavia, la voteremmo comunque anche nel caso venisse mantenuta questa forma, perché si tratta sempre di una misura che va in quella direzione, anche se con delle piccole differenze. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Volevo integrare l'intervento del mio collega chiedendo, se è possibile, di modificare la mozione, che pur ci vede favorevoli, nel senso di favorire in prima battuta l'erogazione ai Comuni delle aree rurali attualmente privi di connettività perché possano essere raggiunti da uno degli operatori wireless internet service provider. Ci sembrerebbe una misura decisamente più strutturale che, da un lato, permetterebbe di allargare il mercato degli internet service provider, fortemente incentivato in Piemonte all'epoca del programma wi-pie che vide la nascita degli operatori wireless piemontesi.
Ci sembra più opportuno impiegare questi soldi affinché si realizzi un servizio favorendo appunto l'infrastrutturazione di un internet service provider wireless nelle aree dove non c'è la connettività piuttosto che la realizzazione di semplici punti wi-fi free che presuppongono comunque il fatto che ci sia una connettività internet in loco a cui attaccare il punto wi-fi free.
Quindi, se fosse possibile, chiederei al promotore dell'iniziativa di aggiungere questa parte che ci sembrerebbe più strutturale e anche incentivante dal punto di vista dello sviluppo economico del territorio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà



ROSTAGNO Elvio

Condivido anch'io il parere favorevole rispetto all'iniziativa promossa dal Consigliere Vignale e ribadisco la positività delle proposte dei Consiglieri Valetti e Campo. Se ci fosse la possibilità di un emendamento in tal senso, sicuramente la mozione che andiamo ad approvare avrebbe un risultato migliore.
Teniamo conto che la cifra non è importante, quindi più possibilità diamo e più raggiungiamo l'obiettivo di spendere tutti i soldi a disposizione.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle 17.38, riprende alla ore 17.44)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La mozione n. 212, a firma del Consigliere Vignale, è autoemendata. In pratica si aggiunge "wi-fi alle amministrazioni comunali al fine di promuovere l'estensione della connettività internet attraverso i servizi WISP (Wireless, Internet Service provider)".
La parola all'Assessore Ferrero per il parere della Giunta.



FERRERO Giorgio, Assessore regionale

Il parere sulla mozione è positivo. Metto in luce due questioni che potrebbero verificarsi.
La prima è se è possibile, di fatto, riallocare queste cifre, quindi fare degli spostamenti e renderle disponibili.
L'altra questione riguarda i tempi. I termini per la chiusura della pratiche sono 30 giugno per i soggetti esterni e 30 settembre per gli enti pubblici, quelli fatti con regia regionale. Con queste due premesse, se è possibile, credo che ci sia il parere positivo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla mozione n. 212, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame ordine del giorno n. 192 presentato dai Consiglieri Mighetti Andrissi, Batzella, Bertola, Berutti, Grimaldi e Ottria, inerente a "Attuazione del PTA (Piano di tutela delle acque)"; mozione n. 251 presentata dai Consiglieri Ottria, Corgnati, Gariglio, Motta e Ravetti inerente a "Attuazione del Piano di tutela delle acque ed emanazione di norme di salvaguardia"; ordine del giorno n. 257 presentato dai Consiglieri Mighetti, Andrissi, Bertola, Bono, Frediani e Valetti, inerente a "Chiarimenti ed approfondimenti in merito all'attuazione del PTA (Piano di tutela delle acque)"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'ordine del giorno n. 192, avente per oggetto "Attuazione del PTA (Piano di tutela della acque)", della mozione n. 251 avente per oggetto "Attuazione del Piano di tutela delle acque ed attuazione di norme di salvaguardia", e dell'ordine del giorno n. 257 avente per oggetto "Chiarimenti ed approfondimenti in merito al PTA (Piano di tutela delle acque)".
La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 192.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno n. 192 ha una storia: è rimasto nell'o.d.g. del Consiglio per diverse sedute, finalmente arriva a discussione, ma arriva a discussione quando, in realtà, è ormai superato.
L'ordine del giorno n. 257 che ho presentato successivamente dovrebbe sostituirlo. Sono stati apportati degli approfondimenti rispetto all'ordine del giorno n. 192, che chiedeva che il Piano di tutela della acque, il famoso PTA, potesse essere accolto con una procedura semplificata da parte dei singoli Comuni.
Una piccola spiegazione su cos'è il PTA. Il PTA è un Piano che vuole istituire un meccanismo di tutela delle acque, sia superficiali che sotterrane; deriva da regolamenti e direttive europee e ha visto la luce nel 2007. Dal 2007 ad oggi è stato scarsamente utilizzato, nel senso che non è stato attuato.
La questione è questa: attuare le previsione del PTA. Da un approfondimento fatto con l'Assessore e la Direzione Ambiente abbiamo appreso che alcuni Enti hanno attuato alcune previsione del PTA, quindi abbiamo anche appreso che queste previsioni possono essere attuate dagli Enti locali, quindi dagli ATO e dai Comuni. Proprio per questo discrimine per questo problema di comunicazione che, di fatto, ha impedito a molti Enti di attuare le previsioni, anche enti come Comuni, che volevano porre dei vincoli di tutela delle proprie falde, non hanno previsto vincoli perché erano male informati.
Nella seconda mozione, la 257, si corregge il tiro rispetto alla mozione n. 192 e si chiede che vengano approfonditi gli studi relativi al Piano di tutela delle acque. Il Piano di tutela delle acque deve essere un piano in continua lavorazione, in continuo approfondimento perché le falde profonde sono ancora abbastanza sconosciute, non perfettamente analizzate.
In più, si chiede che venga emanata una circolare esplicativa che, da un lato, ponga un punto fermo che dica chiaro e forte ai Comuni e allo ATO che questo Piano può essere attuato e, dall'altra, stabilisca quali sono i meccanismi con cui si può attuare il Piano e in quale modalità. Questo è un po' il quadro della situazione.
Aspetterò le osservazioni dell'Assessore e penso di ritirare l'ordine del giorno n. 192.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ottria per l'illustrazione della mozione n.
251.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Come ha già detto in parte il Consigliere Mighetti, il Piano di tutela delle acque è un utilissimo strumento, fatto molto bene, approvato nel 2007 con lo scopo di tutelare nel modo migliore l'acqua come bene comune. Tra le finalità di questo piano, all'articolo 1 si parte dal principio che l'acqua è un diritto, è un patrimonio comune appartenente all'umanità e a tutte le specie viventi e, come bene pubblico, è essenziale per l'ambiente e il progresso economico e sociale.
A tal fine, il Piano di tutela delle acque della Regione Piemonte persegue la protezione e la valorizzazione del sistema idrico piemontese e a questo fine, tutte le istituzioni competenti in materia improntano il loro operato ai principi di collaborazione e di partecipazione attiva di cittadini, sin dalla fase di elaborazione delle azioni attuative del Piano di tutela, in modo da garantire la trasparenza al processo decisionale rafforzando la consapevolezza e il sostegno dei cittadini sulle decisioni relative.
Come è già stato detto, questo Piano, che ha tra le finalità sicuramente meritorie, presupponeva una elaborazione di piani attuativi che andassero a fissare in maniera più puntuale le varie falde acquifere profonde e di riserva per il consumo umano. Tant'è che l'articolo 24 del Piano di tutela, al punto 4), dice esattamente che, in attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo, la Regione procede, sulla base di specifici studi e ulteriori delimitazioni, a scala di maggiore dettaglio in quanto nella scala attuale le aree di ricarica e di protezione sono definite credo in scala 1:500.000, che è una scala difficilmente recepibile dagli strumenti urbanistici dei Comuni.
A tal fine, il punto 6) dell'articolo 24 recita: "Le disposizioni di attuazione del presente piano procedono all'individuazione dei vincoli e delle misure relative alla destinazione del territorio delle zone di protezione di cui al comma 4, nonché delle limitazioni e prescrizioni per gli insediamenti civili, produttivi, turistici, agroforestali e zootecnici da inserirsi negli strumenti urbanistici comunali, provinciali e regionali sia generali sia di settore".
In realtà, questa attuazione non è mai avvenuta e, conseguentemente non è stata recepita negli strumenti programmatori del territorio a livello provinciale e men che meno a livello comunale.
Nel caso specifico, questo ha determinato per le Province, cioè i soggetti che poi devono autorizzare eventuali insediamenti, l'impossibilità ad usufruire del PTA come strumento preciso per autorizzare o meno gli insediamenti, proprio perché mancano norme di tutela e di salvaguardia specifiche. In alcuni casi, questo ha creato situazioni conflittuali, anche tra gli stessi enti del territorio, rispetto a posizioni dove i responsabili provinciali erano in difficoltà relativamente ad eventuali autorizzazioni.
Questo è richiamato anche in certe corrispondenze che alcuni enti territoriali hanno avuto in questi anni e dove la Regione Piemonte dice che, comunque, si dovrà procedere ad ulteriori delimitazioni proprio per individuare puntualmente queste zone.
Per quanto riguarda le direttive CEE, richiamo in particolare la n.
2060: queste aree potenzialmente idonee devono essere salvaguardate attraverso il principio di precauzione, al quale ci si dovrebbe attenere soprattutto rispetto alla ricchezza di un bene comune come l'acqua; in alcuni casi parliamo di zone di ricarica molto importanti, che, anche in una prospettiva futura, potrebbero garantire acqua per molti anni.
Con la mozione chiedo che venga attuato, come ho già detto, questo Piano di tutela e che nelle more di questa attuazione vengano valutati singoli casi in cui ci sia un potenziale pericolo per alcune falde riconosciute attualmente anche in grande scala attraverso il PTA.
Ovviamente, essendo in grande scala, le aree sono molto grandi e occorrerebbe un'individuazione molto più attenta per non, al contrario impedire qualunque tipo di insediamento su aree molto vaste. Questo è quanto chiedo.
Altresì, domando che venga fissata una data o comunque venga individuata una tempistica certa rispetto a questo adeguamento del PTA che, come già detto, dovrà essere uno strumento dinamico e non più statico com'è stato finora. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Giunta; do la parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Approfitto di questi due ordini del giorno per fare un attimo il punto della situazione dell'attuazione e della rivisitazione del Piano di tutela delle acque.
Il Piano di tutela delle acque è stato approvato nel 2007 ed è oggi in rivisitazione; successivamente, nel 2006, una direttiva quadro europea ha ridefinito un po' il sistema complessivo di riferimento individuando nel Piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po lo strumento di pianificazione ambientale delle acque vincolante per l'intero bacino padano.
A seguito di questa indicazione europea, è stato approvato il primo Piano di gestione del Po, con deliberazione del Comitato istituzionale dell'Autorità di bacino, nel febbraio 2010; ad oggi, è in fase di predisposizione il secondo ciclo di pianificazione distrettuale previsto con cadenza sessennale.
A questo fine, in data 21 dicembre 2012, l'Autorità di bacino del fiume Po ha avviato il processo di riesame del Piano di gestione del Po, che dovrà essere adottato entro dicembre 2015; a seguito dell'approvazione definitiva di tale atto dovranno essere aggiornati i PTA delle Regioni.
Quindi, mentre da un lato, si dice che dobbiamo attuare il Piano di tutela delle acque vigente; dall'altra, siamo già in fase di rivisitazione dello stesso strumento.
Pertanto, nel corso del 2015, verranno organizzati dall'Autorità di bacino e dalle Regioni eventi di consultazione pubblica rivolti agli amministratori locali e ai portatori di interesse per presentare la strategia delineata, ascoltare e recepire le proposte del territorio.
Per quanto riguarda nello specifico gli strumenti attuativi delle disposizioni del PTA relativi alla protezione delle acque destinate al consumo umano, il Piano ha individuato queste aree a grande denominatore.
E' già stato detto prima, la scala 1:500.000 riguarda le potenziali aree di ricarica degli acquiferi profondi corrispondenti alla fascia di pianura aventi le seguenti caratteristiche: area pedemontana; zone delle conoidi fluvio-glaciali, presenza di fasce fontanili.
Nelle norme di piano, ad oggi, non sono state definite specifiche disposizioni attuative in tali areali, in quanto, così come precisato dallo stesso PTA, sono necessari approfondimenti tecnici per delimitare a maggiore dettaglio le aree di ricarica dei sistemi acquiferi profondi, al fine di disporre di tutti gli elementi indispensabili per procedere all'individuazione di vincoli e di misure relative alla destinazione dei territori ricadenti all'interno delle medesime aree di ricarica. Proprio per questo, è stato affidato un incarico, come Regione Piemonte, al Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Torino, finalizzato all'aggiornamento e alla revisione delle aree di ricarica degli acquiferi profondi nelle aree di pianura della regione Piemonte.
Queste attività, avviate a luglio dello scorso anno, hanno una durata biennale, quindi si concluderanno nella primavera-estate 2016. Durante questo periodo, anche per questo tipo di aggiornamento, sono previsti momenti di informazione e confronto tecnico con le Amministrazioni provinciali.
Questo è il quadro complessivo del Piano di gestione delle acque del fiume Po e del Piano di tutela delle acque.
Per quanto riguarda le zone di riserva - e qui vengo ai due ordini del giorno - che non sono ancora destinate al consumo umano, ma potenzialmente destinabili a tale uso, l'articolo 24 delle norme di Piano stabilisce, al comma 4, che la Regione, su base di specifici studi, proceda ad ulteriori delimitazioni a scala di maggiore dettaglio delle zone di riserva, su proposta delle Autorità d'ambito e sentite le Province.
Al fine di dare piena attuazione alla definizione delle misure prescritte, sarà cura della Regione sollecitare le Autorità d'ambito affinché le medesime, sulla base delle risultanze della loro pianificazione di settore, predispongano e trasmettano le eventuali proposte di loro competenza.
Nel merito della prospettata possibilità che nelle more di emanazione delle più volte citate misure attuative dell'articolo 24 vengano sospese le procedure amministrative relative alla richiesta di insediamenti nelle aree di protezione, questa ipotesi non è giuridicamente praticabile, in quanto l'istituto non è previsto dall'ordinamento, in relazione alle misure di attuazione del Piano di Tutela delle Acque.
Pertanto, chiedo ai proponenti una modifica del deliberato di queste mozioni, mettendo insieme le indicazioni provenienti dai Consiglieri e introducendo - come proposto dal Consigliere Mighetti - l'approfondimento del livello conoscitivo delle falde acquifere profonde e delle aree di ricarica delle stesse.
Nel contempo, inserirei la valutazione della possibilità di ulteriori ed eventuali approfondimenti, su proposta delle ATO delle acque, nei casi di insediamenti ritenuti potenzialmente pericolosi nelle aree di protezione già previste dalla cartografia attuale del PTA.
Infine, chiarire, attraverso una circolare esplicativa, che i Comuni possono attuare attraverso l'adeguamento del Piano Regolatore Generale Comunale, le previsioni contenute nel PTA.
Chiedo ai proponenti se vogliono accogliere questo tipo di proposta relativa ai due documenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Presidente, chiedo due minuti per sistemare la questione. Grazie.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.06, riprende alle ore 18.10)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Diritti umani

Esame ordine del giorno n. 253 presentato dai Consiglieri Gancia Benvenuto, Ruffino, Marrone, Graglia e Campo, inerente a "Centenario del genocidio del popolo armeno"


PRESIDENTE

Colleghi, questa mattina è stato iscritto all'o.d.g. l'ordine del giorno n. 253, presentato dalla Consigliera Gancia ed altri, avente ad oggetto "Centenario del genocidio del popolo armeno".
Suggerirei di metterlo in votazione, poiché non c'è nemmeno illustrazione.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Consigliera Gancia, è possibile? Vuole illustrarlo? Prego; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

L'oggetto dell'ordine del giorno è: "Centenario del genocidio del popolo armeno"; centenario che non è ancora completamente conosciuto e riconosciuto.
L'ordine del giorno recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte Vista la richiesta del Consiglio per la comunità armena di Roma, per un atto ufficiale di riconoscimento del genocidio del popolo armeno, in occasione delle commemorazioni del centenario di tale tragedia; considerato che tale dramma storico è stato riconosciuto come genocidio dalla Sottocommissione per i diritti umani dell'ONU nel 1973 e nel 1986, dal Parlamento europeo, dal Parlamento italiano, in data 17 novembre 2000 e dalla stessa Corte Marziale ottomana nel 1919 Ricordato che il Tribunale Permanente dei Popoli ha riconosciuto, fra l'altro, che 'lo sterminio delle popolazioni armene, con la deportazione e il massacro, costituisce un crimine imprescrittibile di genocidio ai sensi della convenzione del 9/12/1948 per la prevenzione e repressione del crimine di genocidio' Tenuto conto che lo stesso Parlamento europeo il 15 novembre 2000 ha approvato a larga maggioranza una risoluzione sulla relazione periodica 1999 della Commissione Europea sui progressi della Turchia verso l'adesione e che tale risoluzione affronta questioni che riguardano il popolo armeno in paragrafi significativi, invitando al riconoscimento del genocidio ai danni della minoranza armena commesso anteriormente alla nascita della moderna Repubblica Turca Rilevato che il genocidio è il più feroce e disumano fra i crimini in quanto tende all'eliminazione di tutto un popolo, della sua identità, della sua cultura, della sua storia e della sua religione Riconosciuta la necessità che l'opinione pubblica approfondisca il dramma del popolo armeno affinché tali tragedie della storia siano di monito soprattutto alle giovani generazioni Esprime la propria piena solidarietà al popolo armeno in occasione del centenario del 'Grande Male' e dispone la diffusione del presente ordine del giorno a mezzo comunicato stampa affinché l'intera cittadinanza sia partecipe del sentimento di solidarietà verso il popolo armeno la comunicazione dell'approvazione della mozione al 'Consiglio per la comunità armena di Roma' affinché la trasmetta alla Direzione del Memoriale del genocidio della capitale armena Yerevan ed il nominativo del Consiglio regionale del Piemonte sia inserito nella lista dei 'Giusti' per la Memoria del Metz Yeghern (il Grande Male) insieme a tutti gli altri che hanno adottato simili risoluzioni".
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliera Gancia.
Indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 253, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame ordine del giorno n. 192 presentato dai Consiglieri Mighetti Andrissi, Batzella, Bertola, Berutti, Grimaldi e Ottria, inerente a "Attuazione del PTA (Piano di tutela delle acque)"; mozione n. 251 presentata dai Consiglieri Ottria, Corgnati, Gariglio, Motta e Ravetti inerente a "Attuazione del Piano di tutela delle acque ed emanazione di norme di salvaguardia"; ordine del giorno n. 257 presentato dai Consiglieri Mighetti, Andrissi, Bertola, Bono, Frediani e Valetti, inerente a "Chiarimenti ed approfondimenti in merito all'attuazione del PTA (Piano di tutela delle acque)" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'ordine del giorno n. 192, della mozione n. 251 e dell'ordine del giorno n. 257.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Confermo di ritirare l'ordine del giorno n. 192, mentre l'ordine del giorno n. 257 rimane così com'è.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mighetti.
Pertanto, l'ordine del giorno n. 192 è ritirato.
Procediamo con la votazione della mozione n. 251.
Prego, Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Chiedo scusa, ma data l'importanza dell'argomento, in tutta franchezza mi piacerebbe fossero descritti bene i due documenti, per riuscire a capire cosa votiamo di uno e cosa votiamo dell'altro.



PRESIDENTE

Facciamo in questo modo: consegniamo il documento al collega Ottria, in modo che possa darne lettura in aula.
Prego, Consigliere Ottria.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Accogliendo i suggerimenti dell'Assessore, la mozione n. 251 cambierebbe negli impegni che si chiedono alla Giunta e diventerebbe: "Impegna la Giunta regionale del Piemonte ad approfondire il livello conoscitivo delle falde acquifere profonde e delle aree di ricarica delle stesse". Pertanto, sarebbe un'attuazione del PTA, per approfondire la conoscenza. Questo, come primo punto.
Il secondo punto diventa: "A valutare nel contempo la possibilità di ulteriori eventuali approfondimenti sulle zone di ricarica e di riserva proposte dalle ATO delle acque" - per cui dalle ATO territoriali - "nei casi di insediamenti ritenuti potenzialmente pericolosi, nelle aree di protezione già previste dall'attuale cartografia del PTA".
Questo sarebbe il deliberato, togliendo anche: "A fissare una data certa entro la quale gli adempimenti dovranno essere approvati".
Quest'ultimo punto - ripeto - viene cancellato. "A valutare" diventa quanto ho letto adesso, quindi a valutare, chiedendo alle ATO di richiedere questo approfondimento rispetto alla cartografia attuale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

A video abbiamo ancora i due ordini del giorno precedenti, quindi non mi sono chiari gli impegni, nel senso che dico qual è la nostra contrarietà: il punto 4) ad ordine del giorno a video, quello che prevede di valutare la possibilità che nei modi e negli adempimenti sopra citati vengano sospese le procedure amministrative relative alla richiesta di insediamenti, non so se rimane o meno, ma se rimane.



PRESIDENTE

Sono cancellati.



VIGNALE Gian Luca

Sono cancellati? Quindi rimangono solo i due che lei ha letto?



PRESIDENTE

Sì.



VIGNALE Gian Luca

Può rileggerle, per favore?



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Ottria.



OTTRIA Domenico

"Impegna la Giunta regionale del Piemonte ad approfondire il livello conoscitivo delle falde acquifere profonde e delle aree di ricarica delle stesse; a valutarne, nel contempo, la possibilità di ulteriori eventuali approfondimenti su proposta delle ATO delle acque, nei casi di insediamenti ritenuti potenziamenti pericolosi nelle aree di protezione già previste nella cartografia attuale del PTA".
Non c'è nient'altro. Gli altri punti vengono cancellati.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ottria.
Mettiamo in votazione la mozione n. 251, così come modificata.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 251, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Per le stesse motivazioni che prima ho detto rispetto.



PRESIDENTE

Questo documento è invariato. E' così come lo vediamo a video.



RAVETTI Domenico

E' possibile, a seguito del confronto, chiedere la cortesia di poter di ripetere gli impegni per la Giunta?



PRESIDENTE

Certo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Lo rileggo.
L'impegno è così articolato: il primo punto ad approfondire il livello conoscitivo delle falde acquifere profonde e delle aree di ricarica delle stesse, e a chiarire, attraverso una circolare esplicativa, che i Comuni possono attuare, attraverso l'adempimento del PRGC, le previsioni contenute nel PTA. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mighetti.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 257, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Ordine del giorno n. 271 presentato dai Consiglieri Vignale, Porchietto Berutti, Graglia, Sozzani, Ruffino e Pichetto Fratin, inerente a "Mantenimento attività di laboratorio presso l'ospedale San Luigi"; ordine del giorno n. 129, "Declassamento Ospedale San Luigi di Orbassano e taglio dei posti letto ospedalieri" presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani (richiesta inversione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Nell'apertura del Consiglio sulla modifica dei lavori all'o.d.g, sono stati iscritti due ordini del giorno relativi al San Luigi.
Ci chiedevamo se ci fosse l'opportunità, com'è avvenuto per altri ordini del giorno presentati questa mattina, discussi e approvati (l'esito non è l'aspetto che possiamo proporre, ma al limite auspicare), di discuterli.
Noi chiederemmo un'inversione all'o.d.g. Per essere chiari, inserendo i due ordini del giorno che oggi verosimilmente sono iscritti fra gli ultimi perché si possano discutere al posto dell' ordine del giorno immediatamente successivo, che forse in questo momento è il punto 15).



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Noi, Presidente, siamo ampiamente flessibili sulla gestione degli ordini del giorno, ma l'Assessore è venuto appositamente per affrontare il documento di cui al punto 15) dell'o.d.g., quindi credo sarebbe opportuno visto che era calendarizzato, farlo, rinviare e poi subito dopo discutere gli altri ordini del giorno.
L'Assessore è stato fatto rientrare precipitosamente in Aula per questo, quindi credo che possa essere affrontato.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.26, riprende alle ore 18.28)


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Mozione n. 144 presentata dai Consiglieri Batzella, Andrissi, Bertola Bono, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Protesi acustiche digitali per sordociechi" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Per l'inversione dell'ordine del giorno del Consigliere Vignale, la maggioranza si esprime a favore.
Pertanto, mettiamo in discussione i due ordini del giorno sul San Luigi, uno a firma della Consigliera Ruffino e l'altro a firma del Consigliere Vignale.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa, ma io ho presentato una mozione, che ho tra l'altro sollecitato più volte. Ci sono delle persone che sono venute appositamente a sentire: vengono in continuazione e tornano a casa.
Si tratta di una mozione sui sordociechi. Tra l'altro, è presente anche la Presidente italiana dell'Associazione Retina: è venuta appositamente per potere ascoltare questa mozione e sinceramente non mi sento di rinviare perché sono quattro mesi che ho presentato questo testo e non sono ancora riuscita a discuterlo. Chiedo gentilmente, quindi, di avere la possibilità di farlo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, è evidente che se ci fosse stata un'intesa tra le opposizioni non avremmo avuto problemi a modificare l'ordine del giorno, ma l'intesa non c'è e quindi non possiamo fare altro, se lei è d'accordo, che restare all'o.d.g. che è stato pattuito sin dal principio.



PRESIDENTE

Non è un problema mio: il Consigliere Vignale ha chiesto - ne ha facoltà, perché il Regolamento lo prevede - di mettere in votazione l'inversione dell'o.d.g. A questo proposito io ora devo mettere in votazione tale richiesta.
E' chiaro, collega Vignale? C'era la disponibilità da parte della maggioranza, però il Movimento 5 Stelle ha avanzato un'ulteriore richiesta.
Collega Batzella, è anche vero, peraltro, che oggi non era in calendario un altro suo ordine del giorno, che poi è stato inserito con quello del collega Grimaldi. Io cerco di fare del mio meglio, però.
BATZELLA Stefania (fuori microfono) E' vero, non era all'o.d.g. ed è stato inserito; però c'era la libertà di scegliere o meno.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Ordine del giorno n. 271 presentato dai Consiglieri Vignale, Porchietto Berutti, Graglia, Sozzani, Ruffino e Pichetto Fratin, inerente a "Mantenimento attività di laboratorio presso l'ospedale San Luigi"; ordine del giorno n. 129, "Declassamento Ospedale San Luigi di Orbassano e taglio dei posti letto ospedalieri" presentato dai Consiglieri Vignale, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Ruffino, Sozzani (richiesta inversione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Passiamo alla votazione relativa alla richiesta del Consigliere Vignale d'inversione dei punti all'o.d.g.
Indìco la votazione palese sulla richiesta di inversione di punti all'o.d.g.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Contributi alla cultura

Esame ordine del giorno n. 190 presentato dai Consiglieri Frediani Batzella, Bertola, Bono e Valetti, inerente a "Impegno della Regione Piemonte nel costruire gli Stati Generali della Cultura"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 190, avente ad oggetto "Impegno della Regione Piemonte nel costruire gli Stati Generali della Cultura", presentato dai Consiglieri Frediani, Batzella, Bertola, Bono e Valetti, di cui al punto 15) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani per l'illustrazione ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Quest'ordine del giorno arriva finalmente in discussione dopo qualche mese dal giorno in cui l'abbiamo depositato. L'abbiamo depositato, in particolare, raccogliendo un invito del Comitato Emergenza Cultura successivo ad alcuni incontri che sono avvenuti tra il Presidente della Commissione Cultura Daniele Valle, alcuni Consiglieri della maggioranza e alcuni dell'opposizione definiti "sensibili" al tema.
Il Comitato Emergenza Cultura chiede di poter istituire un tavolo di confronto per riuscire ad affrontare in modo completo la normativa relativa a tutto quel che riguarda il settore culturale. Parliamo quindi proprio dei finanziamenti e della necessità di mettere mano alla normativa regionale in modo da operare una riforma corposa e complessiva.
Questi Stati Generali, quindi, non sono visti - o, almeno, non dovranno essere visti, ovviamente se verrà approvato l'ordine del giorno - come una passerella o come un'occasione per mettersi in mostra o per autopromuoversi da parte delle varie Associazioni, ma dovranno essere un momento di confronto: un momento molto pratico, quindi, dal quale dovranno uscire delle proposte complete e concrete che andranno poi ad incidere sulla normativa regionale.
Attraverso quest'ordine del giorno, dunque, noi chiediamo di istituire proprio un percorso che possa coinvolgere tutti gli operatori del settore culturale, anche perché sappiamo perfettamente - l'Assessore Parigi ovviamente ne è a conoscenza molto meglio di noi - quali siano i problemi in questo momento, della vita culturale piemontese: la scarsità di risorse la necessità di mettere mano a tutto sistema, di capire come migliorare la gestione degli Enti e delle Associazioni e come poter sostenere tutte quelle Associazioni che purtroppo non riescono a sopravvivere senza il sostegno delle istituzioni.
Ripeto, quindi: non si tratterebbe di una passerella, ma di un momento molto concreto che dovrebbe portare a delle proposte altrettanto concrete seguite poi da un intervento normativo che dovrà essere attuato ovviamente dal Consiglio regionale.
Noi, dunque, chiediamo un impegno, che tra l'altro era già stato preso dalla precedente Giunta Cota, ma che poi non si è realizzato per le vicende che tutti noi conosciamo, cioè la fine anticipata della legislatura.
Chiediamo che ci sia questo impegno a promuovere innanzitutto l'avvio di un tavolo tecnico e poi ad organizzare questi Stati Generali, proprio per venire incontro a questa richiesta e trovare un luogo in cui poterci confrontare, noi come Consiglieri regionali, con tutti gli operatori del settore, che poi sono quelli che hanno ben presenti le problematiche che ogni giorno si trovano a dover affrontare.
Ritengo dunque che sia fondamentale creare quest'occasione di confronto, proprio per intervenire sulla normativa in un modo razionale ed efficace.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Verrebbe da dire che finalmente arriviamo a discutere anche in Aula di questo tema, di cui molti Consiglieri regionali hanno dibattuto in diverse occasioni anche in questo primo scorcio di X Legislatura: penso alle riunioni con gli esponenti del Comitato cultura e penso ad un incontro che si è tenuto qualche venerdì fa - invero, non particolarmente frequentato da Consiglieri regionali - dove chi era presente ha voluto testimoniare e manifestare per l'ennesima volta un interesse a concertare delle politiche delle decisioni e dei percorsi che portino a definire un profilo attualizzato delle politiche culturali della nostra Regione.
E penso che un primo elemento sicuramente positivo sollevato da questa mozione sia quello di elencare ben sei leggi regionali che agiscono ed operano in campo culturale nel senso più ampio del termine, leggi che hanno fatto del Piemonte una delle Regioni più avanzate, nel tempo, nel trattare le politiche culturali.
Sono anche leggi, però, che recano anni come il 1978: parliamo della legge n. 58 e della legge 78. Chi come me proviene dall'esperienza delle Amministrazioni locali sa che alcune di queste leggi, per esempio una di quelle che ho appena citato, sono fondamentali per la gestione delle biblioteche; sistema delle biblioteche peraltro che, a dispetto del salto cronologico e temporale molto ampio che intercorre tra il 1978 e i giorni nostri, ha visto, in particolare nell'area metropolitana di Torino, una modifica molto forte, soprattutto negli ultimi anni, con l'investimento nel sistema bibliotecario metropolitano, che è un percorso in itinere che sta portando a promuovere azioni di prestito interbibliotecario, prestito a distanza, pubblicità dei cataloghi delle diverse biblioteche messe in rete e così via. Si passa poi ad una legge dell'80, la legge n. 68, che è la legge di riferimento per le attività teatrali di prosa, per poi andare alle leggi dell'84, del 2000 e del 2003.
Verrebbe quasi da dire, quindi, che uno degli obiettivi forti e cardine è quello di fare un po' di chiarezza in un quadro normativo che si è stratificato nel corso degli anni e che forse meriterebbe la scrittura di una legge quadro, quindi di una cornice generale in cui inserire e rinnovare l'apporto normativo della nostra Regione.
Certamente, per definire questo quadro e le linee guida delle politiche culturali che guardino al futuro, prendendo atto delle difficoltà concrete del presente (se non prendessimo atto della realtà non faremmo fino in fondo il nostro mestiere), meglio di un tavolo condiviso e concertato non ci può essere. Sarebbe assurdo se immaginassimo di limitare il dialogo circoscrivendolo alle Commissioni o all'Aula consiliare e invece non cogliessimo l'occasione per un'ampia discussione su tutto il nostro territorio.
Peraltro, sappiamo che in questa attività non siamo soli (lo si citava prima), perché esiste un Comitato Emergenza cultura, che è nato spontaneamente anni fa, con cui ci siamo interfacciati in questi primi mesi di legislatura, in cui il variegato mondo della cultura è ampiamente rappresentato, quindi può essere un interlocutore certamente forte e diretto come lo è già stato in questi primi mesi.
Venendo alla parte del deliberato e dell'impegnativa della proposta di mozione che è stata illustrata dalla collega Frediani, due sono gli impegni che vengono indicati. Il primo è quello di promuovere l'avvio di un tavolo tecnico che mette insieme Assessorato e Comitato Emergenza cultura, oltre alla parte consiliare, quindi anche alla Commissione o comunque ai Consiglieri più direttamente interessati al campo culturale, proprio per fare una istruttoria del tema.
Nel condividere i contenuti di questa proposta di mozione, proporrei se la proponente è d'accordo - di collegare i due aspetti della deliberazione, cioè, da un lato si chiede l'avvio del tavolo tecnico e dall'altro, si chiede la promozione degli Stati generali della cultura, che è ben vero che nelle premesse vengono enunciati degli obiettivi di massima ma è evidente che organizzare gli Stati generali della cultura necessita anche di capire in quale forma, come questa partecipazione sui vari territori viene canalizzata in un'elaborazione finale e cioè come organizzarli concretamente.
Credo che il tavolo tecnico dove peraltro lo stesso Comitato Emergenza cultura è rappresentato, perché è uno dei partner forti, potrebbe essere la sede in cui la regia della definizione di questo momento partecipativo venga esplicitato, quindi dove si passa dall'enunciazione di un obiettivo generale alla concretizzazione del medesimo.
Nell'indicare un'opinione favorevole rispetto agli obiettivi della mozione, chiederei proprio che questi due aspetti del deliberato venissero collegati, cioè che il tavolo tecnico sia la sede in cui si concerta la costruzione degli Stati generali, cioè si definisce come, dove e quando (scadenza temporale), perché non ci sarebbe nulla di peggio che immaginare un percorso destinato a durare troppo tempo... Cioè, poco non va bene, ma troppo non va bene neanche: dobbiamo immaginare una cornice cronologica e temporale entro la quale restituire all'Aula i contenuti di questo ampio dibattito affinché venga tradotto in atti normativi, che secondo un mio auspicio dovrebbero portare a produrre una legge quadro in materia che superi questa frammentazione e questa stratificazione.
Ricordo che l'interlocuzione con alcune realtà associative ha fatto emergere che, in alcuni casi, le contribuzioni regionali, che ad oggi solo limitate, sono circoscritte ad un elenco predefinito di soggetti, quando invece in tutti questi anni la platea dei soggetti interessati a far cultura si è estesa moltissimo. E' chiaro che se non interrompessimo questa rigidità di partenza rischieremmo di chiamar fuori tutto ciò che negli anni è maturato e magari può portare, come nei fatti lo sta già facendo, una positiva innovazione.
Quindi, con questa richiesta di riformulazione parziale che colleghi i due punti della deliberazione, la nostra opinione sul testo è positiva.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Appiano.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Devo dire la verità ed userò le stesse parole sincere e chiare che ho detto durante l'incontro con il coordinamento, il Comitato Emergenza cultura: credo che gli Stati generali della cultura debbano essere lasciati lì come immaginario di quello che è stato, secondo me, un fallimento.
Un fallimento che ha messo insieme due idee troppo diverse: l'idea di fare un "pride dell'orgoglio della cultura", giustissima, soprattutto quella più indipendente, quella che negli anni ha tenuto aperte tante attività, che è riuscita a sopravvivere anche in assenza di molti fondi pubblici. Quindi, secondo me, di un'idea giustissima di una manifestazione del vero orgoglio di chi, in qualche modo, ogni giorno fa cultura e, tra l'altro, dà grandi opportunità non soltanto di emancipazione e di trasformazione della società, ma anche tante opportunità di lavoro creando tanti posti di lavoro.
Diverso è quello che è successo in questi anni.
Spesso sino stati confusi gli Stati generali della cultura e un giustissimo, secondo me, pride della cultura in due cose sbagliatissime secondo me. La lobby dei Consiglieri che sostengono la cultura, che poi però - diciamocelo - sono stati talmente bravi che poi alla fine... Lo dico ai Consiglieri di centrodestra, perché Leo... Purtroppo non c'è Leo, perch avrei voluto parlare con Giampiero come se fosse lì, ma gli parlo ugualmente come fosse lì... Vorrei parlargli, perché gli ho sempre detto anche francamente che questi grandi risultati, che hanno portato i tagli da 135 milioni di euro a 54 milioni di euro, non li ho neanche visti in termini di lobby! Ma la cosa che non ho visto, sinceramente, è un giusto ed un legittimo distinguo: siamo noi che dobbiamo (tra l'altro ce l'ha detto il Comitato per la cultura) proporre una nuova normativa regionale e dobbiamo essere noi a farci promotori di una riorganizzazione del settore che metta al centro anche la possibilità di avere nuove entrate.
Come sape, su questo abbiamo idee diversissime, perché c'è chi pensa che i privati salveranno quello che noi non sosteniamo. Io non ci credo se non pensando che già tanti privati lo difendono, magari quei privati che sono esattamente quelli che, ogni giorno, vanno ad ascoltare un concerto magari tramite App to you e lo fanno attraverso tante altre formule.
Difficilmente i privati sostengono quello che noi non vogliamo sostenere e questo è un punto per la crescita culturale.
E' chiaro che se si rimanda solo ai privati ci troveremo un'estate piena dello stesso palinsesto invernale che vediamo su Mediaset e Sky questo è un rischio oggettivo e vero.
Così come, però, dobbiamo dirci che tanti altri hanno avuto dei benefici dal mondo della cultura, penso al mondo turistico e penso a tante aziende, che non hanno restituito tutto quello che hanno avuto.
Lo dico sinceramente: a me piacerebbe che l'Assessore Parigi e il Presidente Chiamparino trovassero il modo, anche insieme a tanti Sindaci di recuperare quella tassa turistica, magari metterla in un fondo unico regionale per riversarla sul turismo perché, alla fine, siamo un unico territorio e in qualche modo dobbiamo valorizzare le stesse vocazioni anche se giustamente ognuno avrà le sue peculiarità.
Lo dico così: sinceramente, io voglio discutere, voglio aggiungere delle cose che non ci sono oggi. Per esempio, non ci sono le tutele per tutti quelli che fanno il teatro senza il biglietto fisso, non ci sono tutti quelli che aprono gratuitamente e prendono risorse da altri tipi di entrate. Quanti sono? Perché poi mitizziamo le cose, ma alcune cose esistono già: c'è chi vive già solo del bar o del ristorante. Basta? No non basta. Sinceramente, credo che quelle terre di mezzo, che spesso sono state massacrate, devono essere rimesse al centro, come secondo me deve essere rimesso al centro chi la cultura l'ha portata in luoghi considerati inidonei, perché la cultura non doveva stare nelle politiche sociali, non doveva stare nello sport, non doveva stare nei bagni pubblici. Non doveva stare in luoghi diversi da quelli pensati dall'elite. Invece la cultura ci è arrivata lo stesso. Caso strano, dove è arrivata e dove ha vinto quella scommessa, sono i cittadini a difendere la cultura, non l'elite. Sono i cittadini di quei territori.
L'Assessore l'ha detto tante volte, ed è su questo che ci dobbiamo interrogare, non solo sulle risorse, ma come sostenere quel tipo di attività. Disponibilissimo a votare l'atto, ma se si accoglie quello che diceva il Consigliere Appiano, cioè che sia quel comitato che dà vita a quegli Stati generali, se si tiene distinto il nostro ruolo da quello che giustamente.
Il Presidente Laus diceva: "Facciamo un Consiglio aperto".
Disponibilissimo! Vogliamo farlo dopo il bilancio, altrimenti sembra una marchetta politica? Va bene! Convochiamolo un minuto dopo, ma le due cose devono rimanere separate. Siamo solo noi che ci dobbiamo assumere le responsabilità di una proposta culturale diversa e di un disegno di legge organico che metta e riconosca, dopo tantissimi anni, tantissimi soggetti che hanno fatto cultura, ma che la cultura non riconosce come suoi figli.
Questo è l'aspetto più assurdo.
Ci sono tantissimi figli di un Dio minore che non sono considerati cultura, e sono anche professionisti, non sono soli amatori. C'è anche il distinguo fra la parte amatoriale e quella professionistica, e sono soggetti che spesso hanno fatto crescere i nostri territori, così come il nostro sistema museale, che viene sempre bistrattato, ma se poi guardate, è quello che attrae i nostri turisti, altro che grandi eventi! Se guardate, ancora oggi, il nostro grande patrimonio culturale è quello che attrae, ancora oggi, tantissime persone da tutta Italia e da tutta Europa a venire qui.
Grazie, Presidente.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Parigi.



PARIGI Antonella, Assessore alla cultura

Grazie, Presidente.
Mi preme velocemente solo sottolineare alcuni aspetti.
Il "noi" e il "voi" è sicuramente corretto, ma in questo caso, questo Assessorato ha sempre lavorato in un'alleanza con la cultura, con gli operatori culturali, cercando di accompagnare un momento sicuramente delicato, che non è solo delicato per un problema di risorse, ma è delicato per un problema di trasformazione del mondo della cultura che, comunque deve rinnovare i suoi meccanismi di finanziamento. E questo noi lo dobbiamo accompagnare.
Sono assolutamente d'accordo con lei, Consigliere Grimaldi, ci sono veramente troppe differenze. Anche su questo, l'Assessorato alla Cultura è impegnato nel cercare di riconoscere la capacità innovativa, la capacità di produzione di idee, la capacità di cambiamento e, soprattutto, la capacità di creare comunità. E' vero che la cultura fa promozione turistica tuttavia ribadisco sempre che non è l'unica sua finalità.
Ricordo che le biblioteche non fanno nessuna promozione turistica, ma non per questo non sono un caposaldo della nostra società. In alcuni territori sono momenti di comunità assolutamente necessari, sono l'unico elemento culturale esistente e andranno difese fino all'ultimo; non solo andranno incentivate nell'aprire ed essere dei centri multiculturali.
Per quanto riguarda la richiesta, il Comitato emergenza cultura è per noi un importante organo di consultazione che non deve fare prassi culturale, ma è altresì vero che è un importante organo di consultazione con cui noi ci confrontiamo, tanto è vero che il tavolo tecnico auspicato è già iniziato. La stessa istanza di riconsiderare la parte legislativa è una nostra istanza, quindi la parte consultativa è assolutamente importante nel momento in cui si rivede una costruzione che ha molto tempo e che, d'altra parte, ha anche dei meriti. Nel momento in cui andiamo a porvi mano bisogna fare attenzione. Dico sempre che distruggere è facile, ma per costruire ci vuole un certo impegno.
Abbiamo un apparato legislativo che ha sicuramente bisogno di revisione, ma è la stessa concezione di intervento sulla cultura che ha bisogno di una revisione. Questo tavolo tecnico è propriamente tecnico perché fatto con i Dirigenti e con il Direttore dell'Assessorato, ed è già cominciato nelle prime consultazioni.
Credo che, se si deve parlare di Stati generali della cultura, si dovrebbe parlarne portando nuove proposte, nuove istanze costruite tutte insieme.
Grazie.



PRESIDENTE

Sono terminati gli interventi.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno.
APPIANO Andrea (fuori microfono) Può leggere la modifica che la prima firmataria ha proposto?



PRESIDENTE

Credevo fosse stata concordata. La rileggo.
"Il Consiglio regionale impegna la Giunta a promuovere l'avvio di un tavolo tecnico fra l'Assessorato alla cultura, i Consiglieri regionali interessati, il Comitato emergenza cultura e altri soggetti attivi in ambito culturale che manifestino volontà di partecipare, che permetterà di affrontare tutti gli aspetti relativi al sistema cultura del Piemonte e avviare un percorso formalizzato a definire obiettivi specifici, modalità e tempi".
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 190 il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.58)



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