Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.52 del 03/03/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(I lavori iniziano alle ore 9.41 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 300 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Situazione rimborsi danni alluvione 2014 in Provincia di Alessandria"


PRESIDENTE

Buongiorno a tutti.
Iniziamo i lavori con il sindacato ispettivo.
Sono presenti i Consiglieri interroganti e anche gli Assessori (non tutti) che devono rispondere alle interrogazioni.
Propongo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 300.
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione; ricordo che ha due minuti a disposizione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Naturalmente, parliamo di avvenimenti che conosciamo tutti: mi riferisco all'alluvione di ottobre e novembre 2014, in quanto gli eventi calamitosi hanno colpito tutto il Piemonte e in particolare alcune province.
Alla luce di questo, ricordiamo che ancora a fine anno lo stesso Presidente e il Vicepresidente avevano parlato di interventi finanziari finalizzati alle emergenze immediate, all'inizio della fase alluvionale, e di circa una trentina di milioni di euro per la fase legata agli interventi infrastrutturali, per quanto riguarda l'aspetto pubblico.
Comunque non dobbiamo dimenticare che altre categorie hanno vissuto queste criticità, cioè i privati, relativamente alle abitazioni e alle imprese, e questo è un altro elemento di grande criticità.
Comprendo le difficoltà in cui, oggi, versa la Regione, che non mettono questo ente nella condizione di compiere grandi interventi; d'altro canto parliamo di situazioni che non possono essere lasciate così e passare in silenzio.
Dopo essere trascorsi alcuni mesi, non si sono più avute informazioni in merito, quindi siamo a chiedere di conoscere lo stato dell'arte per quanto riguarda i finanziamenti pubblici ai Comuni, o comunque alla Provincia, relativamente alle infrastrutture e quali sono le indicazioni che possono pervenire se non dal Governo regionale dal Governo centrale.
Naturalmente, invitiamo anche l'Assessore o il Presidente a farsene carico perché credo non possa passare in cavalleria, come si suol dire, questa situazione rispetto al Governo centrale.
I numeri sono importanti, ma tali per cui un Governo, che oggi sta martellando pesantemente i cittadini su ogni situazione, deve intervenire anche per sostenere situazioni che - sono alla luce del sole, hanno avuto modo di constatarlo tutti - sono assolutamente delicate e difficili.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore alla difesa del suolo

Grazie, Presidente.
Come l'interrogante saprà, gli eventi alluvionali 2014 hanno provocato un danno stimato intorno ai 300 milioni di euro, di cui 178 milioni per opere di natura pubblica.
In seguito a quella verifica, è stata compilata la richiesta di calamità naturale, a cui abbiamo avuto riscontro il 7 gennaio u.s. con lo stanziamento di euro 31.250.000,00.
E' stato approntato un piano di intervento per l'utilizzo di queste risorse che include anche una somma per i cittadini sgomberati.
Questo piano è stato trasmesso al Dipartimento dalla Protezione civile si è in attesa della validazione dell'autorizzazione da parte del Dipartimento stesso, da quel momento in poi sarà possibile dare ristoro a questo primo elenco di interventi di opere.
Precedentemente, come l'interrogante saprà, già all'inizio di dicembre erano stati stanziati dieci milioni di euro di fondi regionali, che sono già stati in gran parte liquidati ai Comuni in particolare, in qualche caso credo anche a strutture provinciali.
E' ovvio che occorrerà contare su altre risorse, in quanto è chiaro che il divario tra le risorse disponibili e i danni accertati è enorme. Si sta compiendo uno sforzo anche a livello di risorse regionali; nella compilazione del bilancio preventivo qualcosa verrà indicato anche in questo senso e si conta inoltre sulla possibilità di usufruire di fondi di solidarietà europei (c'è stata la richiesta da parte del Governo in questo senso) destinabili al Piemonte, alla Lombardia, all'Emilia Romagna, alla Liguria e alla Toscana. Si pensa però che non saranno cifre di grandissima consistenza. A fianco di questi interventi ci sono quelli riferiti in particolare ai danni per l'agricoltura, che stanno seguendo un loro percorso. Grazie.


Argomento: Trasporti a fune

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 283 presentata dal Consigliere Sozzani, inerente a "Recupero funivia del Mottarone"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 283.
La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione, al quale ricordo che ha due minuti a disposizione.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione riguarda una situazione locale, che però incide sull'intera economia non solo della provincia di Verbania, ma anche un po' su quella di Novara. Mi riferisco alla funivia del Mottarone, che è una funivia storica. Un tempo, addirittura, vi era un trenino che portava sul Mottarone; invece, dal 1970, è attiva questa funivia.
La vita tecnica dell'impianto è di sessant'anni, durante la quale è prevista la manutenzione programmata al ventesimo e al quarantesimo anno.
L'ente gestore ha comunque manutenuto la funivia negli anni in cui è stata attiva. Adesso l'impianto risulta chiuso e ciò comporta gravi problematiche sia di tipo turistico che di tipo economico per l'intera zona. Tenete presente che è una funivia che portava 80 mila visitatori all'anno e in particolare con le Isole Borromee il contesto turistico è particolarmente importante. Quindi, con l'avvento dell'Expo, che aprirà tra un paio di mesi, una situazione di questo genere sicuramente andrà a ledere l'intera economia della zona.
L'interrogazione, al di là di un'analisi svolta in modo compiuto chiede due elementi fondamentali, innanzitutto se sia previsto il recupero della stessa, che tra l'altro fa parte del trasporto pubblico locale, e mi sembra sia possibile individuare in un ambito più generale le risorse per il funzionamento della funivia.
In secondo luogo, domando come si intenda salvaguardare la posizione lavorativa dei dipendenti, visto che la gara d'appalto che è stata fatta da SCR è andata deserta recentemente. C'è grande preoccupazione per la riattivazione complessiva della funivia, che temiamo sarà chiusa non solo nel periodo primaverile, che è il maggiore momento di fruizione di quella zona, ma anche nel prossimo futuro.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
La parola all'Assessore Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessore al turismo

Grazie.
Con la presente risposta si evidenziano gli elementi utili all'interrogazione.
Per quanto riguarda il primo punto, ai fini della revisione quarantennale della Funivia del Mottarone, impianto di proprietà del Comune di Stresa, in data 22 maggio 2014 è stato sottoscritto, tra la Regione Piemonte e il Comune stesso, l'accordo di programma per la "Realizzazione di interventi di messa in sicurezza e revisione dell'impianto funiviario Stresa-Alpino-Mottarone - I Lotto", del valore complessivo di euro 4.106.000,00 e concesso al Comune un contributo regionale di 1.750.000 euro.
Le funzioni di soggetto beneficiario promotore e attuatore dell'accordo e realizzatore dell'intervento sono state poste in capo al Comune di Stresa. Per l'affidamento in concessione dell'impianto in oggetto il Comune di Stresa ha conferito, con convenzione sottoscritta in data 10 giugno 2014, le funzioni di stazione unica appaltante a SCR. La relativa gara da quest'ultima espletata, come ha detto lei, è andata al momento deserta.
Rispetto al punto 2), la Regione si è impegnata nel sostegno e nel rafforzamento della competitività della stazione funiviaria del Mottarone.
Alla stessa viene riconosciuto infatti non solo un valore trasportistico ma un indubbio richiamo turistico che rappresenta una risorsa strategica determinante per lo sviluppo economico del territorio coinvolto.
A seguito del mancato affidamento della concessione per la realizzazione dei lavori di messa in sicurezza e gestione dell'infrastruttura, sono stati attivati incontri con l'Amministrazione comunale, mirati all'individuazione delle strategie da adottare per la soluzione del problema, per poter così garantire e salvaguardare non solo l'aspetto occupazionale diretto.


Argomento: Assestamento di bilancio - Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 282 presentata dai Consiglieri Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Ruffino e Vignale, inerente a "Attuazione dell'emendamento n. 31 dell'Allegato A) del disegno di legge n. 48 'Assestamento al bilancio di previsione per l'ano finanziario 2014' divenuto legge regionale 1 dicembre 2014 n. 19"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n.
282.
La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Per onestà dico che ne ho già parlato con il Vicepresidente in Commissione; però, siccome avevo già presentato l'interrogazione, l'ho mantenuta.
La domanda riguarda semplicemente un emendamento che - com'è stato citato dall'Assessore - è stato votato durante l'assestamento di bilancio per rifinanziare il bando sugli scuolabus montani. Noi, in realtà, avevamo chiesto 500.000 euro e l'Assessore ce ne aveva concessi 300.000: non sarà una cifra sufficiente per esaurire la graduatoria, ma sarà sicuramente un grande aiuto.
Non avendo più avuto notizie e non avendo visto finanziato il tema da nessuna parte, abbiamo appunto voluto interrogare l'Assessore in merito.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Graglia.
Per la Giunta regionale, risponde il Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Purtroppo, dopo che è stata approvata la legge di assestamento di bilancio e al fine di garantire in ogni caso il rispetto del Patto di stabilità, non tutte le risorse contenute all'interno dell'assestamento sono state impegnate. Questa è tra le risorse inserite all'interno della legge che non sono state assegnate né impegnate.
Conseguentemente riteniamo comunque, per correttezza nei confronti del Consiglio regionale, di riproporre il tema nel disegno di legge di bilancio, che prossimamente prenderà l'avvio all'interno della I Commissione e poi di tutte le altre, proprio perché riteniamo nostro dovere dare ottemperanza a un'indicazione del Consiglio regionale.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 265 presentata dal Consigliere Bertola, inerente a "La discarica di Chivasso. La Regione intervenga in merito alla grave situazione gestionale, sanitaria e ambientale"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n.
265.
La parola al Consigliere Bertola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Stiamo parlando della discarica di Chivasso, perché su quest'area c'è ormai una situazione ambientale abbastanza grave: c'è un carico ambientale altissimo. Parliamo della discarica più grande del Piemonte, con un'estensione di terreno tra Chivasso e Montanaro ospitante quattro discariche, che contengono quattro milioni di metri cubi di rifiuti: abbiamo la "Chivasso 0" per i rifiuti urbani e le "Chivasso 1, 2 e 3" per i rifiuti industriali; di queste, due sono attive (la 0 e la 3), mentre la 1 e la 2 non lo sono più.
La discarica è di proprietà della SMC (Smaltimenti controllati S.p.A.) controllata dal colosso del settore Waste Italia della famiglia Colucci.
Ad ottobre 2014 la SMC ha depositato presso la Provincia di Torino un progetto, che si chiama "Centro integrato per il recupero di materiale di origine urbana e industriale e valorizzazione di rifiuti non pericolosi denominato 'Wast End - L'officina del futuro'". Questo progetto, appunto, è in attesa di valutazione di impatto ambientale.
Si prevede l'installazione nei pressi della discarica di Chivasso di un impianto di recupero e riciclo dei rifiuti, che pare aver riscosso l'entusiasmo del Sindaco del Comune, però con un piccolo neo, quello di apportare 1,06 milioni di metri cubi di rifiuti tra la "Chivasso 2" e la "Chivasso 3": arriveremmo quindi a cinque milioni di metri cubi di rifiuti.
La nuova discarica si chiamerebbe "Chivasso 2.1". Dicevamo che si tratta di una zona che ha un carico ambientale già fortissimo. Nel 2005, nell'ambito dei monitoraggi per il rilascio dei provvedimenti autorizzativi provinciali era stata rilevata - come spesso accade in questi casi - la presenza di nichel, manganese e ammoniaca oltre la quantità consentita nelle falde acquifere superficiali, al punto che ad SMC venne imposta l'effettuazione di una bonifica. C'è quindi una lunga serie di rilevamenti di sostanze inquinanti.
Il fatto più grave si verificò nel 2011, perché si scoprì che 69.200 tonnellate di rifiuti speciali provenienti dal polo chimico di Pioltello, a seguito della bonifica dell'ex area Sisas, erano stati scaricati a Chivasso: rifiuti classificati dal codice CER 191212 (altri rifiuti compresi i materiali misti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti) ma che in realtà poi si verificò che erano pericolosi.
Arrivo alla richiesta contenuta nell'interrogazione: considerando i problemi e tutte le vicissitudini citate - quali, ad esempio, i rifiuti provenienti da Pioltello, lo scollegamento di pozzi di estrazione del gas la gestione delle acque meteoriche, gli innumerevoli incendi, la necessità di un'indagine epidemiologica - chiediamo se la Regione ha l'intenzione di fare un'indagine epidemiologica sulla questione e considerare il riesame dell'AIA della vasca 3 e se non ritiene necessario adoperarsi con azioni restrittive e di controllo sulla grave situazione presente a Chivasso anche analizzando con propri tecnici la situazione, e quindi intervenire nel processo di avviamento della discarica, che permetterebbe di avviare questo progetto "Wast End".



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Rispetto all'interpellanza del Consigliere Bertola, rilevo che la gestione complessiva dell'area in oggetto, com'è stato richiamato comprende quattro discariche (di cui due esaurite denominate "Chivasso 1" e "Chivasso 2"). Riguardo le discariche "Chivasso 1" e "Chivasso 2" le operazioni di bonifica sono attualmente in corso.
Lo scorso 26 febbraio si è tenuta una Conferenza dei Servizi presso la Provincia di Torino per valutare il progetto operativo di bonifica e messa in sicurezza permanente delle due discariche.
Invece per quanto riguarda la discarica "Chivasso 0", che era nata per i rifiuti urbani ed è gestita dalla società SETA, occorre ricordare che questa discarica ha esaurito la volumetria disponibile a fine 2014 ed è in corso presso la Provincia di Torino un procedimento per il rimodellamento della discarica stessa, che prevede una volumetria aggiuntiva di 34.700 mc.
Tale aumento non risulta necessario per le esigenze di smaltimento dei rifiuti urbani della Provincia di Torino, grazie all'operatività dell'impianto di combustione di rifiuti urbani sito nel Comune di Torino ed a servizio dell'intero ambito provinciale.
Pertanto, se tale rimodellamento dovesse essere autorizzato ed essendo tale discarica destinata a rifiuti non pericolosi, esso potrebbe essere destinato ad accogliere solo rifiuti speciali, non pericolosi o, al limite rifiuti inerti.
Per quanto riguarda le problematiche della discarica denominata "Chivasso 3", che è riconducibile a rifiuti speciali provenienti dal polo chimico di Pioltello-Rodano, i diversi carotaggi effettuati dall'ARPA per verificare eventuali conferimenti impropri non hanno rilevato la presenza di rifiuti pericolosi.
Com'è stato richiamato, presso la Città Metropolitana di Torino è in corso l'istruttoria interdisciplinare della fase di valutazione e rilascio AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) relativa al progetto denominato "Wast End, l'Officina del Futuro", che è stato presentato il 30 ottobre 2014 dalla Società Smaltimenti Controllati SMC S.p.A.
Questo progetto prevede una nuova volumetria di discarica di oltre un milione di metri quadrati, (di cui 307 mila nell'area tra Chivasso 3 e Chivasso 2 e 745 mila come sopraelevazione di Chivasso 2). Inoltre prevede un impianto di trattamento di rifiuti su diverse linee per trattare i quantitativi di FORSU, di RSU da raccolta indifferenziata, di RSU da raccolta differenziata, terre di spezzamento stradale, acque reflue di processo.
All'interno di questo procedimento di valutazione di questo progetto è stata richiesta dal Comune di Chivasso un'indagine epidemiologica al fine di valutare l'impatto sulla salute di questo progetto nelle aree limitrofe alla discarica.
La Provincia sta esaminando tale proposta all'interno della procedura in corso, ponendo inoltre particolare attenzione al controllo di quelle matrici ambientali, in modo da evidenziare e prevenire eventuali danni sulla salute e sul territorio.
Come Regione Piemonte partecipiamo alla Conferenza dei Servizi, pur non essendo competenti ad esprimerci in tale sede in merito alla tematica rifiuti. L'approvazione e il rilascio delle autorizzazioni alla realizzazione di impianti di recupero risultano in capo alle Province territorialmente competenti. Tuttavia, occorre ricordare che il trattamento dei rifiuti previsto da questo progetto "Wast End" comprende senza dubbio anche la gestione di rifiuti urbani e da essi derivati, elemento questo che riconduce implicitamente la valutazione del progetto ai criteri programmatori di competenza regionale.
Di conseguenza, si ritiene che l'esame di tale progetto non possa prescindere da una verifica sull'effettiva utilità e necessità rispetto ai fabbisogni regionali di autosufficienza dello smaltimento sia dei rifiuti urbani sia dei rifiuti derivanti dal loro trattamento. Ciò anche al fine di garantire il conseguimento degli obiettivi previsti dalle disposizioni nazionali e comunitarie.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione n. 177 presentata dal Consigliere Marrone, inerente a "Nuovo Polo Odontoiatrico di Via Petitti a Torino"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 177.
La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Per rispondere al Consigliere Marrone sul Polo Odontoiatrico di Via Petitti a Torino ho chiesto informazioni al Direttore sanitario dell'ASL TO1 Paolo Simone: in considerazione dell'apertura del Presidio Sanitario di Via Petitti 24 e tenuto conto delle liste d'attesa riguardanti l'odontoiatria si è ritenuto opportuno accorpare le attività odontoiatriche del territorio dell'ASL TO1 est presso un'unica struttura.
Il numero di ore di attività e il numero di passaggi rimarrà invariato e si punterà sull'ottimizzazione dell'assistenza fornita.
Verrà modificato il sistema di prenotazione degli appuntamenti successivi alla prima visita, al fine di rendere l'accesso alle cure odontoiatriche più fluido e consono alle esigenze dei cittadini.
La nuova procedura, nel rispetto delle ultime indicazioni regionali sull'appropriatezza prescrittiva, prevede la prenotazione della prima visita tramite Call Center o CUP territoriali dopo la prima visita, gli appuntamenti successivi, in base alla priorità clinica applicata dall'Odontoiatra, saranno fissati di volta in volta e la prenotazione verrà effettuata direttamente in sede, in tempo reale evitando ulteriori disagi agli utenti.
Per quanto riguarda i dettagli sui costi, l'ASL TO1 risponde che la convenienza economica e organizzativa che deriva dall'accentramento dei diversi ambulatori di Odontoiatria presso il Presidio Sanitario di Via Petitti deriva da una maggiore efficienza organizzativa; minori problematiche in caso di improvvise assenze del personale sanitario/amministrativo o in caso di guasti tecnici improvvisi trasformazione di un lavoro individuale in équipe multidisciplinare possibile attuazione di benefiche sinergie professionali, tecniche e umane incremento dell'interscambio di informazioni utili all'attività sanitaria ottimale possibilità di interrelazione a fini di conoscenze scientifiche e di aggiornamento.
Inoltre, in Corso Corsica sono presenti tre sale mediche con tre "riuniti", ma ne vengono utilizzati due a seguito del pensionamento di un medico odontoiatra Il progetto è stata discusso nella riunione di branca con tutti i medici specialisti odontoiatri dell'ASL TO1. Successivamente il responsabile di branca con i tecnici dell'ingegneria clinica e gli addetti al trasferimento delle attrezzature odontoiatriche hanno fatto i sopralluoghi necessari affinché il trasferimento avvenga seguendo i criteri di economicità, efficacia ed efficienza.
La presenza della metropolitana, di numerose linee GTT e un congruo numero di parcheggi riservati ai disabili rende raggiungibile la sede del Polo Odontoiatrico sito in una zona semicentrale. L'ASL TO1 fa presente che già sul territorio ovest dell'ASL TO1 esiste un Polo Odontoiatrico presso il Poliambulatorio di Via Monginevro 130.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Grazie, Assessore. Le chiederò anche la cortesia di poter avere una copia della risposta scritta.
Però devo fare rilevare alcune risposte ad alcuni quesiti posti.
Innanzitutto il costo rispetto ad un'analisi sulla razionalizzazione che non ci sentiamo di condividere assolutamente. In primis, perché ci risulta che nel nuovo polo di concentrazione della specialistica odontoiatrica in Via Petitti manca una sala di sterilizzazione, che era invece presente in corso Corsica e che, dalle notizie che abbiamo in nostro possesso, è utilizzata per l'80-90% proprio per la sterilizzazione degli strumenti utilizzati in odontoiatria. E ci chiediamo quindi se davvero corrisponde a razionalizzazione la necessità di trasferire tutta la strumentazione sterilizzata o da sterilizzare da Corso Corsica al polo accentrato in Via Petitti.
Poi vorremo capire, anche al netto di quelle che sarebbero le facilitazioni logistiche che lei citava, come saranno gestiti i trasferimenti nel polo centralizzato dei pazienti anziani, in particolare i non autosufficienti o quelli con malattie croniche, e come verranno affrontati i disagi negli spostamenti.
Infine, vorremmo capire come mai non è stata costituita un'équipe perché questo a noi risulta - per valutare, insieme ai dentisti l'ergonomia dei "riuniti" in ristrutturazione, anche perché a noi risulta che, in realtà, in corso Corsica ne siano presenti 3 di Riuniti e non 2 come indicato nel progetto dell'accentramento in Via Petitti.
Riteniamo che questa sia un'operazione da approfondire perché, a maggior ragione nell'interesse di quella che è poi l'utenza dei pazienti un'eventuale riorganizzazione dovrebbe - questo è l'unico elemento che mi viene in mente come possibile giustificazione - aumentare teoricamente l'operatività e quindi la riduzione delle liste d'attesa. Invece, sempre dai dati in nostro possesso, con quest'accentramento rimarranno inalterate le ore di lavoro degli specialisti e quindi non ci sarà nessun miglioramento rispetto alle tempistiche di attesa.
In conclusione, in tutto ciò mi sento anche di sottolineare la contrarietà espressa dalle rappresentanze sindacali del personale infermieristico, che segnalano anche da parte loro disagi e che lamentano di non essere stati minimamente coinvolti in questa operazione di accentramento.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 185 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Riconversione quale struttura riabilitativa dell'Ospedale di Fossano"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 185.
La parola al Consigliere Graglia per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Do per illustrata l'interrogazione in oggetto, perché l'illustrazione è complicata e avrei bisogno di più tempo. Poiché siamo in ritardo, possiamo passare direttamente alla risposta dell'Assessore.



PRESIDENTE

Gentilissimo, è straordinario: complimenti da parte della Presidenza.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Graglia chiede informazioni su una vicenda che prende le mosse dieci anni fa (nel 2005) e che oggi vede l'ASL CN1 contrapposta alla società IRIS in un contenzioso. A tale proposito, ho chiesto chiarimenti al Direttore dell'ASL CN1, dottor Bonelli, il quale mi ha informa in merito.
Il contenzioso con la società IRIS nasce dal fatto che questa ASL è stata costretta a ricorrere in giudizio come conseguenza del rifiuto della società IRIS di stipulare l'atto di passaggio di proprietà dei terreni - il cui valore è stato oggetto di perizia tecnico-estimativa dell'Agenzia del Territorio di Cuneo dell'8/04/2008 - pur avendo questa ASL già effettuato i relativi pagamenti.
I numerosi tentativi prima di evitare l'azione giudiziaria poi per trovare una composizione degli interessi in sede stragiudiziaria, peraltro condotti negli anni in collaborazione con l'Ufficio di Gabinetto della Presidenza della Giunta Regionale, con l'Assessorato alla Sanità della Regione e con il Comune di Fossano, sono tutti falliti a fronte di richieste, da un lato, contrarie alla normativa in vigore da parte della società IRIS e, dall'altro, comunque, ad oggi dipendenti dalla delibera della Giunta regionale del 31 ottobre 2012 (la n. 47/4871), che ha sospeso provvisoriamente l'efficacia dei precedenti provvedimenti adottati dalla Regione in merito.
All'incontro del 24 ottobre scorso, a titolo di composizione della vertenza da parte della società IRIS, è stato presentato un progetto da parte della Società di Consulenza non coinvolta nella vertenza, la Paradigma Nova Project. Terminata l'esposizione, è stato espresso molto chiaramente da parte della Direzione dell'ASL CN1 che il progetto illustrato era completamente avulso dalla questione oggetto di contenzioso.
Si tratta, infatti, di una iniziativa di tipo imprenditoriale inerente a servizi di carattere sanitario e socio-sanitario non convenzionati con il sistema sanitario regionale. In ogni caso, è stato spiegato al proponente che, anche qualora fosse stato richiesto l'accreditamento, lo strumento dell'accordo stragiudiziale non era quello corretto e legittimo per prendere in considerazione tale prospettiva. Gli è stato quindi chiaramente e inequivocabilmente detto che la proposta non poteva essere presa in considerazione in quanto non attinente La riconversione quale struttura riabilitativa dell'Ospedale di Fossano, avviata a fine 2012 con la chiusura ed il contestuale trasferimento all'Ospedale di Saluzzo dell'attività di "day surgery", si è conclusa nel mese di agosto 2014 con la chiusura dei posti letto per acuti di medicina.
Pertanto, la dotazione attuale di posti letto presso la sede di Fossano è la seguente: n. 10 posti letto cod. 60 (lungodegenza); n. 10 posti letto cod. 60 (unità stati vegetativi); n. 10 posti letto cod. 75 (riabilitativa 3° livello); n. 46 posti letto (di cui n. 42 ordinari e n. 4 day hospital) cod. 56 (riabilitativa 2° livello), per un totale di 76 posti letto.


Argomento: Benessere animale

Interrogazione n. 238 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Utilizzo della sperimentazione animale alla RBM di Colleretto Giacosa nel periodo 2013-2014 e previsione per il 2015"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 238.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
La collega Frediani, con questa interrogazione solleva il tema - sempre controverso - della sperimentazione animale a scopo di ricerca.
In questo caso, chiede conto dell'attività che viene effettuata nell'istituto RBM S.p.A. di Colleretto Giacosa, un istituto di ricerche biomediche controllato al 100% dalla Merck Serono, leader della biofarmaceutica.
Il tema della sperimentazione animale si dibatte tra scienza ed ideologia e, proprio per questo, non ci sono risposte univoche e definitive, ma ritengo necessaria una premessa generale sull'approccio al tema.
Voglio prima di tutto precisare che discutiamo di sperimentazione animale e non di "vivisezione". La sperimentazione sugli animali è l'effettuazione di test su esseri viventi a scopo di ricerca. Non si fa per il gusto di maltrattare animali né per provare l'efficacia di una molecola ma per valutarne la pericolosità, la tossicità, la dose utile e quella inutile.
Se non si utilizzassero gli animali, tutti i farmaci, anche a seguito di accurate prove in vitro, verrebbero testati solo e soltanto sull'uomo.
Personalmente sono convinto che sia indispensabile stabilire un limite "etico" che tenga conto del valore affettivo nei confronti degli animali e dei loro diritti.
Ripeto comunque che la sperimentazione su animali è una pratica biomedica svolta nel rispetto di norme rigorose e nei casi di comprovata necessità Ricordo che nel 2010 il Parlamento dell'Unione Europea ha approvato una Direttiva che perfeziona la disciplina sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici ribadendo, di fatto, l'utilità della sperimentazione sugli animali ai fini della ricerca scientifica.
A tutti noi che amiamo gli animali e a quanti in particolare soffrono all'idea di doverli utilizzare come cavie, si può soltanto dire che lo stesso sentimento alberga anche in molti ricercatori che utilizzano per obbligo gli animali da esperimento e che sono disposti ad allearsi con chi intende lavorare per individuare al più presto metodiche alternative non soltanto teoriche.
Per venire ora alle domande della Consigliera Frediani sull'attività della RBM di Colleretto Giacosa, preciso che la RBM è autorizzata: dalle Autorità Sanitarie Veterinarie (rilascio parere di competenza richiesto dal Ministero) per l'esecuzione di esperimenti in animali secondo il decreto legislativo n. 116 del 1992 dal Ministero della Sanità per l'esecuzione di studi di sicurezza secondo quanto previsto dal decreto legislativo n. 50 del 2006 (adozione Direttive UE 004/9/EC e 2004/10/EC) dall'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) come officina farmaceutica per il controllo biologico di qualità su farmaci biotecnologici e lo stoccaggio di cellule eucariote e procariote (Banche Cellulari), per la produzione di farmaci biotecnologici.
All'interno di RBM vengono eseguiti studi non clinici di tossicità, nel rispetto delle procedure e degli obblighi previsti dalla normativa vigente per lo sviluppo di molecole farmaceutiche ed in particolare: studi su roditori e non roditori per permettere le attività di sviluppo e registrazione studi sulla tossicità a breve termine (dose singola fino a trattamento di un mese) studi sulla tossicità a medio e a lungo termine (trattamenti da tre a sei mesi) studi sulla tossicologia riproduttiva studi di tossico cinetica studi sulla patologia macroscopica, necroscopica, istotecnica e di valutazione istologica studi sulla chimica clinica, immunofenotipizzazione studi di farmacologia generale di sicurezza.
La ditta RBM è autorizzata alla detenzione per l'utilizzo di roditori (topi, ratti, cavie e conigli) di cani e di primati non umani, ma negli ultimi anni non sono più stati introdotti né utilizzati cani.
Per gli studi devono essere utilizzati esclusivamente animali sani, che vengono trattati con le molecole in studio per periodi più o meno lunghi in base ai vari protocolli previsti. Gli organi degli animali sacrificati al termine della sperimentazione o eventualmente morti durante la stessa (evento comunque poco frequente) vengono sottoposti agli esami previsti. La ditta RBM è sottoposta a vigilanza periodica da parte del Servizio Veterinario dell'ASL TO4 per la verifica del mantenimento dei requisiti minimi previsti dal Decreto legislativo n. 116 del 1992, con particolare riferimento alle strutture e alle condizioni ambientali che possono incidere sul mantenimento del benessere degli animali detenuti.
Inoltre l'ASL TO4 effettua le verifiche richieste dal Ministero a seguito di rilascio di nuove autorizzazioni per sperimentazioni o a seguito di importazioni di animali, che solitamente avvengono in vincolo sanitario.



L'ASL TO4 informa che durante i sopralluoghi eseguiti non si sono

evidenziate non conformità rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente.
Per quanto riguarda i dati richiesti: attualmente nella RMB risulta la presenza di 1.956 roditori sia per controlli biologici di qualità sia per studi di sicurezza sul farmaco; 38 tra lepri e conigli (cosiddetti lagomorfi) per studi di sicurezza sul farmaco; 199 primati per studi di sicurezza sul farmaco nel corso dell'anno 2914 sono stati sottoposti a sperimentazione 51.381 roditori sia per controlli biologici di qualità sia per studi di sicurezza sul farmaco; 21 lagomorfi e 190 primati per studi di sicurezza sul farmaco.
Ci sono delle altre informazioni che fornirò, perché ho usato il tempo che mi è stato assegnato.
Per quanto riguarda l'esito della ricerca, RBM precisa che nel caso del controllo biologico di qualità l'esito si traduce nel rilascio dei lotti testati, mentre per gli studi per la sicurezza del farmaco, trattandosi degli studi obbligatori durante lo sviluppo del farmaco, non sono in grado al momento di conoscerne l'esito finale.
Per quanto riguarda l'anno in corso, l'ipotesi di massima porta a stimare un utilizzo di animali in numero simile a quello del 2014. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
La parola alla Consigliera Frediani, per la replica.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta e aspetto di avere sottomano i dati più precisi per darmi la risposta alla prima domanda che ho fatto, che era la seguente: che cosa ha fatto la Regione per limitare l'utilizzo di sperimentazione animale? Ho ricordato nelle premesse della mia interrogazione un ordine del giorno bipartisan che prevedeva proprio l'impegno della Regione alla riduzione dell'utilizzo della sperimentazione animale.
Tra l'altro, vedo che ha fatto riferimento, poi controllerò nella tabella, anche all'utilizzo di lepri, conigli; non si utilizzano più i cani, però...
Il senso della mia interrogazione era proprio capire che direzione intende prendere la Regione proprio per limitare ed evolvere verso un modello di ricerca che sia non soltanto eticamente più sostenibile, ma anche più sensato. Siamo nel 2015 e ancora utilizziamo la sperimentazione animale che è ancora un metodo totalmente anacronistico: è come se arrivassimo qui in Consiglio regionale portandoci dietro i primi personal computer, quelli enormi, non ricordo come si chiamassero.
Ci rendiamo conto che tutto evolve e anche la sperimentazione dovrebbe evolvere, quindi una risposta come questa sinceramente non la reputo soddisfacente dal punto di vista dell'impegno della Regione nei confronti di nuove metodologie che sicuramente sono disponibili ed eviterebbero sicuramente tanta sofferenza. E' vero che non parliamo di vivisezione, ma di sperimentazione, tuttavia, si tratta soltanto una questione di sfumature di termini, perché in realtà sappiamo benissimo di che cosa stiamo parlando. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Elementare "A. Toscanini" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Elementare "A. Toscanini" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 205 presentata dai Consiglieri Bono, Bertola e Mighetti, inerente a "Spesa farmaceutica ospedaliera. Intervento n. 17.1 'Razionalizzazione della spesa farmaceutica ospedaliera' DGR n. 25-6992 del 30/12/2013 'Approvazione programmi operativi 2013-2015 predisposti ai sensi dell'art. 15, comma 20 del DL n. 95/2012, convertito, con modificazioni, in legge 135/2012' - Azione 17.1.3 'Progetto dose unica del farmaco'"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 205.
La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'interrogazione ha un titolo corposo, ma si potrebbe riassumere con le ultime quattro parole, appunto "Progetto dose unica del farmaco".
Come sappiamo bene, questa Regione ha attuato un progetto sperimentale di somministrazione del farmaco come dose unica nell'ASL di Alessandria, a partire dal 2010. Questo tramite un sistema ideato dall'Azienda Santa Lucia di Piacenza, che è dotata di un software e abbinato ad un armadio informatizzato, all'interno dei cui cassetti sono inseriti dei farmaci "deblisterati", cioè tolti dal loro contenitore con cui vengono confezionate dalle industrie farmaceutiche e rimpacchettati come singola pastiglia, singola compressa.
Questa somministrazione prevede l'accoppiamento con il paziente destinatario della prescrizione tramite un braccialetto elettronico rilevato da un lettore ottico che associa la terapia prescritta dal medico la terapia che viene assegnata dall'infermiere. Questo dovrebbe ridurre gli errori di somministrazione, che normalmente avviene con una firma apposta sulla cartella clinica da parte dell'infermiere, e anche i costi.
Sui costi noi abbiamo diverse perplessità, già sollevate da uno studio del Politecnico del 2009, quando c'era la Giunta Bresso, che sottoline come la procedura fosse assolutamente diseconomica. Sarebbe abbastanza semplice capirlo anche senza approfondire i calcoli, pensando che c'è prima il costo dell'acquisto della scatola di pastiglie, ad esempio, da una un'azienda farmaceutica X, poi lo spacchettamento, il rimpacchettamento l'acquisto del software dell'armadio, dei lettori ottici e di quant'altro quindi ci sembrerebbe abbastanza evidente che ci sia un costo aggiuntivo.
Ovviamente, però, non possiamo basarci solo sul sentito dire. Noi siamo andati a visitare l'ASL di Alessandria, in particolare Tortona e abbiamo parlato con gli operatori del reparto, che sottolineavano anche che non c'era comunque la certezza al 100% della prescrizione, così come - e concludo - se la pastiglia doveva essere magari somministrata a metà bisognava ancora spezzarla manualmente, quindi tutta una serie di limitazioni che sono state sollevate anche dagli operatori ospedalieri.
Chiederemmo all'Assessore che ha a disposizione un numero nutrito di funzionari per fare valutazioni (tra l'altro, ci era stato promesso anche in Commissione) e un'analisi specifica ed economica del dato, anche perch all'epoca della Giunta Cota è stato prorogato l'appalto per questa somministrazione, che nei programmi operativi si voleva estendere a tutte le ASL del Piemonte. Quindi, prima di fare un atto del genere, che secondo noi comporterà una diseconomia, chiediamo veramente tutti i dati economici riguardanti il progetto già in essere a Tortona e nella ASL di Alessandria.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola all'Assessore Saitta, per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Anzitutto, non posso che confermare quanto annunciato qualche mese fa.
Abbiamo bloccato l'estensione di questa modalità nelle altre ASL (non ricordo quali), in attesa di conoscere meglio i risparmi e i vantaggi di questa modalità della distribuzione del farmaco. E' stato giustamente ricordato l'esistenza di un lavoro da parte del Politecnico che arrivava a conclusioni diverse.
Ho una redazione, che posso leggere o posso consegnare, da parte dell'ASL che mi riferisce dei dati anche di carattere economico su questa modalità della distribuzione del farmaco. Si tratta di una redazione dell'ASL.
Abbiamo l'opinione, attraverso la nostra struttura, che quanto prima ci dedicheremo ad una valutazione economica un po' più attenta per verificare questi dati e i vantaggi complessivi. E' chiaro che l'ASL dà alcune indicazioni anche abbastanza precise e tende a giustificare la scelta che è stata compiuta. Noi non ne siamo ancora convinti, nel senso che questo lavoro di analisi precisa dei costi è bene che venga attraverso una struttura terza, per ovvii motivi.
Se il collega ritiene, posso leggere oppure posso consegnare questa relazione, però ha questo valore: la fonte di chi utilizza questa modalità.
Non ho dubbi di ritenere che i dati forniti siano precisi, ma noi come Assessorato vogliamo entrare con più precisione nel merito.
Può anche succedere che attraverso una valutazione attenta possa emergere che questa sia una modalità economicamente significativa, con vantaggi importanti, però prima di assumere una decisione, anzitutto abbiamo fermato e questi dati li vorremo valutare. L'ASL fornisce dei dati economici, che posso leggere in sintesi. Per quanto riguarda i dati, l'ASL ha provato a quantificare la riduzione del rischio clinico del farmaco e anche i costi. Il nuovo sistema ritiene implementato e caratterizzato da elementi tecnologici e procedurali che inducono un abbattimento del rischio di errore di prescrizione e somministrazione.
Questa è la motivazione con la quale è in atto, per la verità, questa modalità di distribuzione del farmaco, che personalmente non mi convince molto, non tanto per quello che è capitato, perché per ridurre il rischio anziché richiamarsi alla responsabilità dei medici, bisogna fare riferimento alla macchina.
Ad ogni modo, questa è la riconferma di un'opinione che era stata già indicata al momento della scelta.
Nessuno studio ha dato, però, un quadro complessivo del costo del rischio del farmaco in ambito ospedaliero, ma alcuni studi consentono di stimare alcune delle sue principali conseguenze e quindi componenti di costo.
Ne emerge una stima che va da 872.000 euro anno circa per maggiori giornate di degenza per la risoluzione delle ADR, fino alla stima basata su statistiche e dati della FDA che porta circa 2.9.000 anno.
Per quanto riguarda i costi diretti del progetto "Dose unica del farmaco", ricordo che ad ottobre 2013 la direzione dell'ASL di Alessandria aveva formalizzata la rinegoziazione contrattuale con l'aggiudicatario con una ridefinizione dal canone contrattuale, che era passato nel 2013 da euro 2.322.474 a euro 1.912.359,00 e negli anni 2014-2019 da euro 2.322.474 a euro 2.051.932,17.
Al canone contrattuale va aggiunta la quota variabile per la produzione delle monodosi, che è differente ogni mese ed è circa euro 190.000,00 annui.
Non sono, obiettivamente, dati analitici, ed è il motivo per cui questa relazione che mi è stata fornita ha un valore di una risposta a questioni puntuali, ma prima di esprimere un'opinione intendo far fare questo lavoro da parte di terzi e di valutare i dati forniti.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.34 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

La seduta è aperta.



(La seduta ha inizio alle ore 10.36)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Trasporti su ferro

Ordine del giorno n. 241 presentato dai Consiglieri Valetti, Bertola, Bono Frediani, Andrissi, Campo, Batzella e Mighetti, inerente a "Anomalie dati di puntualità sulla linea SFM2 e analisi dei tempi di percorrenza contrattuali delle linee locali" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Vi chiedo se vi sono proposte di modifica all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Chiedo l'inserimento all'o.d.g. di un mio ordine del giorno, avente per oggetto l'analisi della puntualità del gestore Trenitalia e presunte irregolarità.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Ordine del giorno n. 217 presentato dai Consiglieri Sozzani, Berutti Ruffino e Vignale, inerente a "Città della Salute e della Scienza di Novara - Ricorso alla concessione di costruzione e gestione" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

La scorsa settimana avevo presentato un ordine del giorno che era stato ammesso nella seduta scorsa, ma non lo vedo all'o.d.g.
L'ordine del giorno era relativo al project financing dell'ospedale di Novara.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani.
Se si avvicina al banco della Presidenza, ne verifichiamo il numero.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 17 febbraio 2015.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Baricco, Gallo e Pentenero


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 24 febbraio 2015.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Consiglieri, prima di passare al punto 3) all'o.d.g. relativo al dibattito sulla relazione del Difensore Civico dell'anno 2014, chiedo una sospensione di cinque minuti e invito i Capigruppo a recarsi in sala A.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.38, riprende alle ore 10.51)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Nella Conferenza dei Capigruppo è stato deciso di posticipare il punto 3) all'o.d.g., "Dibattito su relazione Difensore Civico - anno 2014" alla prossima seduta.
Mi scuso con il Difensore Civico e invito i colleghi a comunicare al dottor Caputo che la relazione sarà illustrata nella prossima seduta consiliare.


Argomento: Questioni internazionali

Esame proposta di deliberazione n. 15, inerente a "L.r. 67/95 (Interventi regionali per la promozione di una cultura ed educazione di pace per la cooperazione e la solidarietà internazionale), articolo 8: Approvazione delle direttive di carattere programmatico per il triennio 2015-2017"


PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto la proposta di deliberazione n. 15, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Cerutti per l'illustrazione.



CERUTTI Monica, Assessore alla cooperazione decentrata internazionale

Grazie, Presidente.
Illustro il programma che, così come stabilito dalla legge regionale, è un vincolo che la Regione si è data in modo da poter programmare per tre anni le proprie attività sul fronte della cooperazione internazionale.
Ne abbiamo già discusso in Commissione, ma qui riprendo alcuni elementi che caratterizzano questa programmazione, non nascondendo il fatto che uno degli elementi che sarà poi al centro delle discussioni successive sarà quello di comprendere che gambe dare a questa programmazione.
Sappiamo che noi abbiamo ereditato il fatto che nella passata legislatura non sia proprio stato definito un programma, quindi non sia stata definita un'azione se non dal punto di vista tecnico. Adesso noi vogliamo riprendere un'attenzione verso un ambito che riteniamo importante e che, in qualche modo, dovrà poi dare la possibilità alla Regione di riprendere, anche dal punto di vista politico, ciò che è stato portato avanti dal punto di vista tecnico.
Nel documento programmatico richiamiamo, sicuramente, le leggi regionali, ma anche il nuovo ambito di azione legato alla nuova legge sulla cooperazione internazionale da poco approvata dal Parlamento italiano, che ha dato nuova importanza all'ambito della cooperazione, come ricorderete anche dal punto di vista simbolico cambiando il nome del Ministero degli Esteri, diventato Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale.
Nel documento definiamo le nostre priorità di azione, le priorità che riguardano gli ambiti geografici, quindi ricordo l'Africa subsahariana, il Mediterraneo, i Balcani e l'America Latina. Da questo punto di vista, noi continuiamo quello che era stato avviato dalla Regione ormai da molto tempo e che, in qualche modo, è proseguito sempre anche con una difficoltà che è stata quella di coniugare una continuità di lavoro con risorse sempre più scarse.
Le priorità, invece, dal punto di vista tematico riguardano lo sviluppo rurale agricolo locale, la lotta alla povertà per quanto riguarda l'Africa subsahariana, l'immigrazione e la sensibilità culturale sul Mediterraneo lo sviluppo locale e l'imprenditoria per quanto riguarda Balcani Mediterraneo e America Latina.
Le priorità trasversali che intendiamo portare avanti non rispetto ai soggetti sono i giovani, i temi legati alle politiche di genere l'immigrazione e la sostenibilità. In particolare, vorrei sottolineare l'aspetto molto importante su cui stiamo cercando di mettere in atto il nostro lavoro e anche il coinvolgimento delle comunità locali di migranti che crediamo possano essere soggetti protagonisti importanti per quanto riguarda la nostra progettualità.
Abbiamo già avviato sul territorio un'azione di consultazione, quindi il programma che portiamo oggi in Aula è già stato discusso con i diversi soggetti che hanno continuato a lavorare sul fronte della cooperazione, in particolare con le ONG, quindi associazioni, ma anche le amministrazioni locali.
Ricordo che qui abbiamo due reti di amministrazioni locali che hanno una tradizione, nell'ambito della cooperazione, che sono Co.Co.Pa. e Re.Co.Sol.; due reti di Comuni che hanno lavorato e che continuano a portare avanti azioni di cooperazione decentrata.
Pensiamo sia importante, dal punto di vista di quello che sarà il futuro di questi tre anni, consolidare le esperienze e i programmi già avviati, e promuovere iniziative di cooperazione decentrata, anche in relazione a ciò che sta avvenendo a livello nazionale, dove, se i Consiglieri hanno avuto modo approfondire la nuova legge, abbiamo anche la costruzione di un'Agenzia nazionale che sarà un elemento di riferimento come abbiamo discusso in Commissione. Per la verità, al momento non abbiamo indicazioni in merito, ma sappiamo che nella nuova legge nazionale sono previsti, come soggetti cooperanti, anche privati profit.
Da questo punto di vista, al momento continuiamo a muoverci con quelli che sono stati i soggetti tradizionalmente protagonisti della cooperazione per quanto riguarda il Piemonte, e pensiamo di favorire la loro partecipazione nelle attività di cooperazione e di sensibilizzazione stimolando la progettazione partecipata per accedere a programmi nazionali.
Stiamo continuando a monitorare ciò che viene man mano avviato dal Ministero degli Esteri (abbiamo partecipato ad un nuovo bando del Ministero degli Esteri che riguarda l'educazione allo sviluppo sostenibile), così come manteniamo l'attenzione a ciò che si muove a livello europeo. Da questo punto di vista, stiamo implementando azioni che ci permettano di andare oltre a quella che è la carenza di risorse regionali.
Se i Consiglieri lo desiderano, potrei comprendere da loro quali punti ritengono più importanti da sottolineare, magari mettendoli al centro dei programmi annuali, perché è chiaro che nella programmazione triennale definiamo linee generali che poi andremo a calare sulla programmazione specifica annuale.
Riassumendo: da una parte, intendiamo operare in continuità col passato, rispetto a quello che è stato portato avanti, prima politicamente poi solo tecnicamente; adesso, è chiaro che una delle questioni che abbiamo al centro della nostra attenzione riguarda il recupero di risorse, e su questo ci stiamo muovendo sia nei confronti del Ministero degli Esteri sia nei confronti dell'Unione Europea.
Da questo punto di vista, è molto importante la parte che stiamo portando avanti con le reti dei Comuni e con le ONG, in particolare con la rete ONG del nostro territorio. Stiamo definendo delle azioni che riguardano progetti già passati, e speriamo progetti futuri, per quanto riguarda anche azioni all'interno delle scuole, per l'educazione allo sviluppo sostenibile, che rientrino appunto nel tema della cooperazione decentrata, proprio in una logica di coinvolgimento delle comunità locali e anche delle comunità di migranti che possono essere protagonisti dei nostri progetti futuri.
Mi fermo qui, restando ovviamente a disposizione per ulteriori approfondimenti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ci sono interventi? Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Questo è un tema che ci interessa particolarmente.
Il Movimento 5 Stelle è molto sensibile alle problematiche della cooperazione internazionale e alla promozione di una cultura ed un'educazione di pace per la cooperazione e la solidarietà internazionale.
In realtà, come ha già confermato l'Assessore, le risorse sono poche soprattutto a livello regionale, quindi occorre utilizzare fondi europei fondi internazionali e fondi statali. Noi chiediamo un costante controllo ed un monitoraggio continuo di tutte queste risorse.
Vorrei ricordare all'Aula che, nel corso dell'assemblea delle Nazioni Unite avvenuta a settembre 2010, è stata approvata la dichiarazione del Millennio, tra l'altro votata da 180 Capi di Stato. Gli obiettivi che tutti questi Paesi si sono posti sono quelli su cui crediamo fermamente - e personalmente credo fermamente - combattere e lottare affinché tutti possano avere diritti. Dobbiamo lottare contro la povertà e la fame nel mondo; dobbiamo lottare per un'educazione di base universale e per l'eliminazione della disparità tra i sessi. Siamo nel 2015, e ancora ci sono forti discriminazione a livello sessuale. Questo non deve più accadere, non deve avvenire e deve essere abbattuto nel più breve tempo possibile.
Quindi corsi di educazione e di sensibilizzazione alla popolazione, ai cittadini e soprattutto ai giovani.
Il miglioramento della salute di tutti i cittadini; la lotta all'HIV alla malaria e alle altre malattie. Ci sono ancora malattie nel mondo, ed anche in Italia, che non vengono riconosciute. Nel mondo ci sono ancora persone che muoiono di malaria o di ebola, virus che ancora stermina migliaia di persone.
La protezione dell'ambiente; la tutela del territorio e la creazione di rapporti di cooperazione tra tutti gli Stati.
Appoggiamo pienamente questa proposta e speriamo che ci sia realmente un monitoraggio e un controllo, perché si tratta della tutela dei diritti umani.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Vorrei salutare come fatto positivo il ritorno del protagonismo della Regione, rivendicato come valore positivo, secondo quanto emergeva dalla relazione dell'Assessore sia in Commissione sia questa mattina in Aula.
Negli ultimi anni, il tema della cooperazione decentrata e degli interventi regionali di cornice e di dettaglio, che in qualche modo la struttura tecnica ed iper professionale della nostra Regione ha portato avanti, non è stata rivendicata come valore positivo dal punto di vista politico. Noi invece crediamo che intervenire in merito alla cultura della solidarietà e della pace, su progetti di cittadinanza attiva, oltre che su progetti specifici di interventi nei luoghi individuati, come i due ambiti geografici di riferimento, cioè l'Africa subsahariana e l'area balcanica siano un valore determinante per la crescita della nostra stessa comunità.
Del piano di interventi illustrato mi convincono in particolare alcuni aspetti, innanzitutto la centralità del concetto di cooperazione decentrata. Spesso, nel passato come nel presente, si concepisce la lettura dei problemi di altre parti del territorio mondiale come lo spunto per interventi sostitutivi: raccogliere fondi e spedirli, quasi in un atto di purificazione rispetto a responsabilità del mondo occidentale rispetto al permanere di sacche di povertà e di sfruttamento in diverse parti del mondo, oppure un intervento paternalistico, per cui ci si sostituisce alle comunità locali e si fa quello che si ritiene più giusto per le comunità medesime. Invece la strategia al centro di questo documento è proprio concepita in senso contrario: passa attraverso innanzitutto il coinvolgimento diretto delle popolazioni locali, che vengono corresponsabilizzate nella lettura dei bisogni e nella definizione delle linee di intervento, che poi vengono effettivamente realizzate con le risorse che si riescono ad individuare.
E' centrale l'interesse verso la rete di quelle tante Amministrazioni locali che, insieme alla Regione e ad altri soggetti del terzo settore operano da anni con un'esperienza consolidata in questo campo.
Personalmente, conosco in forma più diretta l'esperienza del Coordinamento Comuni per la Pace; la forza di quel progetto sta proprio nel vedere, dopo anni di attività, realizzati quegli obiettivi che ci si era posti in origine.
Non più tardi di qualche anno fa ricordo una serie di incontri con gli amministratori di Koussanar - è una comunità del Senegal enorme, con centinaia di villaggi distanti chilometri tra di loro - che in visita nelle nostre comunità hanno cercato di promuovere proprio la conoscenza diretta di ciò che stava accadendo nel loro villaggio. Per esempio, l'insediamento di una farmacia veterinaria, alimentata con pannelli fotovoltaici, che quindi superava il problema dell'approvvigionamento energetico, ha permesso di salvaguardare un settore cruciale per l'economia di quel villaggio, cioè la pastorizia.
Anche la realizzazione di pozzi d'acqua con meccanismi di prelievo delle acque alimentati a energia solare ha permesso di promuovere un po' di più quelle politiche di parità di genere, in quanto l'attività tipica della popolazione femminile di quei territori era percorrere centinaia di chilometri con il pesantissimo compito di portare l'acqua da un villaggio all'altro. Invece, il superamento di questo problema ha permesso anche un'evoluzione delle condizioni di vita di questa comunità.
La realizzazione di software informatici per creare una embrionale forma di stato civile e gestione delle anagrafi ha permesso per la prima volta, insieme ad un sistema di ponti radio, di collegare quei villaggi che facevano parte, da sempre, di una medesima comunità di riferimento ma che date le enormi distanze, spesso non si conoscevano vicendevolmente.
Ecco come la restituzione della conoscenza di queste esperienze nei nostri territori e nelle nostre comunità ha favorito la creazione di quelle politiche di cittadinanza attiva e di corresponsabilità, che costituisce il punto di forza anche del documento illustrato dall'Assessore poc'anzi qui in Aula.
Un altro punto molto importante da sottolineare è la valorizzazione delle comunità di immigrati che vivono nei nostri territori come soggetti di mediazione culturale, quindi sono loro stessi che fanno da cerniera di collegamento tra la nostra popolazione della comunità regionale e quei territori geografici destinatari degli interventi.
D'altra parte, una politica di cooperazione a distanza, decentrata forte, valida ed efficace può anche essere un deterrente importante in ordine a quelle ondate e pressioni migratorie, che spesso e volentieri ci limitiamo, sui mass media piuttosto che in generale sugli organi di informazione o nel dibattito politico, a denunciare come problema senza magari fare qualcosa di efficace per risolvere le cause a monte del problema medesimo, sulla cui drammaticità non è necessario spendere ulteriori parole.
I misuratori di povertà ricordati nel documento sono di tutta evidenza laddove si segnala che, ancora oggi, oltre un miliardo e duecento milioni di persone vive con appena un dollaro e venticinque al giorno. Se lo misuriamo rispetto agli standard che immaginiamo normali per una situazione di non indigenza, il dramma di una fetta consistente della popolazione mondiale appare davvero evidente, ma anche per i 200 milioni di persone che in giro per il mondo ogni anno vengono colpite da catastrofi naturali o i 45 milioni che ogni anno vengono sfollati e devono muoversi in movimenti migratori a seguito di conflitti che - ahimè - sono sempre più al centro della cronaca odierna.
L'impegno è sicuramente forte nel cercare di sostenere l'Assessorato nell'individuare le azioni concrete, ma anche in piano programmatorio è importante definire e rivendicare con forza la cornice e la validità politica, anche l'obbligo politico, di questa materia e di queste linee di intervento.
Quindi, non posso che ringraziare l'Assessore Cerutti e tutto lo staff che ha condiviso la realizzazione di questo documento, peraltro la legge nazionale di pochi mesi fa pare finalmente darci la cornice nazionale più forte affinché le politiche regionali possano progredire.
Altresì, invito a coordinare sempre di più le tante piccole risorse che possono essere messe in campo. Per esempio, nello stesso mondo delle ATO che gestiscono il sistema delle acque pubbliche e il ciclo integrato dell'acqua, esistono dei fondi finanziati da tariffa su cui si costruiscono progetti di cooperazione internazionale, come, per esempio, hanno presentato le reti di enti locali che citavamo prima.
Probabilmente, anche in un momento di risorse non eccezionali, riuscire a creare un sistema sempre più forte può fare molto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Appiano.
Ha chiesto di intervenire la Vicepresidente Ruffino, in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Avanzo alcune richieste di chiarimento all'Assessore rispetto al documento che stiamo per approvare. Intanto, per quanto riguarda le modalità di coinvolgimento delle comunità locali, domando come si è avviato questo percorso, come si sono costruiti e creati questi contatti ricordando sempre che il Piemonte ha una particolarità legata all'esistenza di una quantità enorme di piccoli comuni, che immagino spesso siano quelli con cui è più difficile entrare in comunicazione.
Poi, vorrei conoscere quali sono i soggetti con cui si è dialogato e nel concreto quali sono le richieste pervenute dai comuni rispetto alle reti Co.Co.Pa. (Coordinamento Comuni per la Pace) e Re.Co.Sol. (Rete dei Comuni Solidali). Il mio Comune, quando ero Sindaco, è stato uno tra i primi, con il Comune di Rivalta, a entrare nel Coordinamento Comuni per la Pace; a tutt'oggi c'è ancora associazionismo e attività con Re.Co.Sol. Le reti sono tante e diverse; mi sento anche di dire che hanno obiettivi profondamente diversi tra di loro.
Il rischio è che pochi possano accedere a progetti come quelli che eventualmente potranno essere presentati, in quanto esistono difficoltà enormi a livello locale, ma anche nazionale, che forse distraggono un po' da questi temi.
Credo che il successo di questa filosofia sia legato ad una programmazione che parte dal basso, perché così viene compresa e condivisa altrimenti rimane un dialogo veramente limitato a pochi.
Leggo: "Eliminare la povertà in tutte le sue forme e dovunque".
Sicuramente dobbiamo fare una riflessione per quello che riguarda la nostra Nazione. Poi, credo che a livello concettuale siamo tutti assolutamente d'accordo su questo tema, come pure sulla necessità di eliminare la fame e raggiungere la sicurezza alimentare, o di assicurare condizioni di vita salubre e benessere per tutti: questo fa parte ovviamente dei nostri sogni però poi bisogna scendere nel dettaglio per raggiungere questi obiettivi.
Rivolgo quindi un apprezzamento in tal senso e una chiara richiesta di concretizzare queste che, altrimenti, rimangono delle enunciazioni.
Per quello che penso e che mi riguarda, ci potrebbero anche non essere delle risorse su progetti come questi, perché credo che ci debba essere, a livello di pensiero e di adesione, una condivisione che non va soltanto a ricercare i finanziamenti per realizzare i progetti; anche perché ci saranno delle comunità locali che non potranno attuarli. Bisogna quindi iniziare ad eliminare questa barriera, perché altrimenti rendiamo accessibili questi percorsi veramente a pochi. Auspico dunque un intento di questo genere.
Prosegue un'attività che ha sempre caratterizzato questa Regione. Io ho bene in mente i progetti che sono stati realizzati nel passato; prosegue questo tipo di attività e va benissimo. Dobbiamo lavorare affinché qui, in Italia, ci sia un'integrazione che parta dalla scuola ed oggi ci sono dei problemi anche in questo senso. Faccio soltanto notare all'Assessore, alla Giunta e ai colleghi Consiglieri che non abbiamo dei mediatori culturali che favoriscano l'inserimento dei ragazzi nelle nostre scuole.
Chiedo anche che l'Assessore si occupi di un'armonizzazione delle azioni, perché sul territorio del Piemonte ci sono tantissime iniziative e noi abbiamo la necessità di fare in modo che non esistano sovrapposizioni perché ci siamo detti che le risorse sono poche, a livello di denari e direi anche a livello di forze umane. Quindi questo, per essere concreti dovrebbe essere un principio ineluttabile.
Inoltre occorre la forza e la voglia di dialogare con le comunità locali e con le etnie presenti in Piemonte, proprio per costruire l'"accettazione" di queste comunità in Piemonte e lavorare su un tema importantissimo che è quello dell'inclusione.
Io credo che non riusciremo a raggiungere gli obiettivi che sono qui ben enunciati, se non facciamo un lavoro di fino sul nostro territorio. E mi sento anche di dire che molto probabilmente le risorse non verrebbero ben utilizzate. So, perché conosco il pensiero dell'Assessore, che lei ne è convinta. Confido veramente su questo aspetto: confido nella volontà di creare un tavolo, mandando una comunicazione a tutti i Comuni, per cercare di avere contezza di quello che si sta facendo sul territorio, per cercare di capire cosa la variegata realtà dei Comuni piemontesi sta portando avanti a livello di progetto e per raccogliere tutto ciò ed inserirlo in questo documento. Credo che questo debba essere assolutamente un punto di partenza. Per quello che ci riguarda, ovviamente, c'è collaborazione, ma prima chiediamo ascolto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Vicepresidente Ruffino.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, invito i colleghi a prendere posto e chiedo in modo particolare ai Consiglieri che in questo momento sono fuori dall'Aula di entrare.
La parola, per la Giunta regionale, all'Assessore Cerutti.



CERUTTI Monica, Assessore alla cooperazione decentrata internazionale

Grazie, Presidente.
Ringrazio per le considerazioni e le sollecitazioni ricevute. In particolare, il nostro impegno sarà sicuramente - lo dico in risposta alla Consigliera Batzella - quello di continuare questo monitoraggio rispetto alle risorse che possiamo riuscire a recuperare - usiamo questo termine - a livello nazionale presso il Ministero degli Affari esteri e anche a livello europeo. Da questo punto di vista avremo magari modo, nella definizione del piano annuale, di delineare puntualmente i progetti già in atto e quelli che auspichiamo possano essere finanziati, in modo da poter verificare insieme l'utilizzo, speriamo efficace, delle risorse e la possibilità di trovarne di aggiuntive.
Ricordo - e questo non l'ho detto nel mio intervento iniziale - che attualmente abbiamo in atto un progetto che si chiama REDDSO, che vede la collaborazione sia di un partner come la Regione Rhône-Alpes sia di alcuni Stati africani e che si concretizza in un lavoro all'interno delle scuole proprio legato ai temi dello sviluppo sostenibile e dell'educazione - come diceva il Consigliere Appiano - alla cittadinanza attiva, in una riflessione generale.
Abbiamo anche un nuovo progetto, per il quale abbiamo ottenuto un finanziamento nell'ambito di Erasmus, che riguarda la cooperazione in maniera di innovazione, scambio di buone pratiche e rafforzamento delle capacità nel settore della gioventù. E non ho fatto cenno - e approfitto per considerare il titolo di questo progetto - al fatto che il nostro obiettivo, che è la cooperazione, venga anche affrontato in modo trasversale rispetto alle deleghe che competono all'Assessorato che guido e anche a quelle dei colleghi. Già rispetto alle pari opportunità e alle politiche giovanili, però, stiamo cercando chiaramente di fare dei ragionamenti comuni, così come sull'immigrazione.
Vengo quindi anche alle considerazioni che faceva la Consigliera Ruffino a proposito di chi è stato coinvolto e di chi verrà coinvolto.
Finora, nella bozza che ha portato alla costruzione della delibera, abbiamo iniziato a coinvolgere chi era già attivo, quindi le ONG e le due reti di Comuni che prima dicevo: Co.Co.Pa e Re.Co.Sol. Ed è chiaro che noi abbiamo colto le loro indicazioni nel portare avanti questo documento discusso in Commissione e adesso in Consiglio e che però poi, per approssimazioni successive, ora arriveremo a costruire il programma annuale; e quindi raccolgo la sollecitazione di coinvolgere tutte le Amministrazioni locali che sono interessate. Da questo punto di vista, dunque, noi siamo partiti anche perché debbo dire che ci interessava iniziare e però poi avere anche un mandato politico dal Consiglio regionale, in modo da poter avere un contesto su cui muoverci per poi addivenire ad un confronto il più possibile ampio.
Sicuramente le difficoltà dal punto di vista economico esistono ed esisteranno anche le difficoltà per le Amministrazioni più piccole nel potersi far coinvolgere in questi progetti, però crediamo che, con un ruolo di regia che la Regione può svolgere su queste attività, ci possa essere effettivamente la possibilità di portare avanti una progettazione sempre più condivisa; tenendo conto che noi qui abbiamo citato le Amministrazioni locali, che sono poi il naturale veicolo che ci porta anche alle scuole che sono sicuramente l'altro soggetto importante che teniamo presente per la costruzione della nostra programmazione.
Devo dire che, in merito alle altre sollecitazioni, quindi anche rispetto al recupero di altre risorse e quindi magari anche rispetto a quello che mettono in campo gli ATO, vedremo adesso di procedere in una logica - e su questo concludo - che dev'essere sempre più alla base del lavoro della Regione che, su tutte le materie, dovrebbe essere sempre maggiormente di programmazione, coordinamento e definizione di ambiti nei quali tutte le energie in campo riescono a fare sistema.
Da questo punto di vista, dunque, crediamo che ci sia una forte ricchezza sul territorio, che magari finora, appunto, non ha trovato più un soggetto con il quale interloquire in modo più continuativo. Questo quindi è il nostro auspicio (mio e della Giunta), sul quale vorremmo lavorare anche con un coinvolgimento attivo da parte del Consiglio regionale e di tutti i Consiglieri regionali che credono in questo lavoro.
La piccola chiosa è che certamente non si può agire solo con la cooperazione, ma se in passato si fosse investito di più sulla cooperazione, magari la situazione che stiamo vivendo a livello internazionale sarebbe stata un po' meno complessa.
In realtà, in passato - e devo dire che non è una questione di colore politico - si è troppo poco investito su questo ambito, quindi non lo si è posto opportunamente nell'agenda politica come una delle attività importanti.
Quindi, è utile anche ad una governance generale che in questo momento viene a mancare e di cui viviamo i risvolti molto preoccupanti e complicati.
Sicuramente non sono visionaria e non penso che con il nostro piano triennale andremo a risolvere la situazione mondiale, però credo che come Regione possiamo dare un contributo magari piccolo, ma positivo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cerutti.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 15, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame disegno di legge n. 76, inerente a "Misure straordinarie in favore dei Comuni per fronteggiare l'emergenza abitativa"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 76, inerente a "Misure straordinarie in favore dei Comuni per fronteggiare l'emergenza abitativa" di cui al punto 5) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è la Consigliera Accossato, che ha facoltà di intervenire.



ACCOSSATO Silvana, relatrice

Grazie, Presidente.
Con il presente disegno di legge, si intendono porre in essere misure straordinarie per fronteggiare - perché è straordinario il diritto alla casa in Piemonte - l'emergenza abitativa determinata dall'avvenuta scadenza di assegnazioni provvisorie disposte a favore di nuclei familiari e dalla prossima scadenza di assegnazioni provvisorie tuttora in corso.
Tale situazione di emergenza abitativa, segnalata da numerosi comuni piemontesi, necessita di un intervento straordinario, nelle more di una revisione complessiva della materia delle assegnazioni degli alloggi di edilizia sociale.
Vorrei rimarcare come questa necessità della revisione complessiva è stata sottolineata da tutti i soggetti coinvolti, quindi le ATC, ma anche i singoli Comuni che siamo riusciti ad audire in questo periodo.
In questa revisione dovremo riuscire a recepire istanze di maggiore flessibilità, di tenere conto delle mutazioni in essere nella composizione sociale della nostra comunità e anche, in primis, della riduzione del reddito e della capacità di spesa dei cittadini, che possono accedere all'edilizia sociale e popolare.
Il presente provvedimento legislativo interviene, pertanto, in via straordinaria in modo puntuale e anche molto limitato, con una duplice azione: la facoltà per i Comuni di prorogare le assegnazioni provvisorie in corso e di rinnovare quelle già scadute, entrambe per un periodo di due anni, nelle more appunto della revisione organica della materia, di cui risottolineo l'esigenza.
Il disegno di legge, rubricato con il numero 76, è stato assegnato all'esame in sede referente della II Commissione consiliare il 28 novembre 2014. Si sono svolte consultazioni con modalità online con gli enti e i soggetti interessati alla materia e si è acquisito il parere del Consiglio delle autonomie locali (CAL).
Nel dettaglio, l'articolo 1 prevede la facoltà per i Comuni di prorogare alla loro scadenza per ulteriori due anni le assegnazioni provvisorie in corso, a condizione che gli occupanti degli alloggi siano in regola con il pagamento dei canoni di locazione e delle spese accessorie o comunque, in caso di morosità, sottoscrivano l'impegno a rateizzare il debito.
E' un'attenzione che è stata posta in Commissione su sollecitazione anche dei commissari.
Alla proroga consegue il rinnovo della convenzione a termine stipulata tra l'ente gestore e l'assegnatario. Le proroghe delle assegnazioni provvisorie non vengono conteggiate nell'aliquota massima di assegnazioni fuori graduatoria effettuabili dai Comuni, al fine di non incidere negativamente sulle future sistemazioni di nuclei in emergenza abitativa.
Anche questo ovviamente è un fatto rilevante, vista la situazione di grave difficoltà e di carenza di alloggi a disposizione per i quali i Comuni fanno davvero un'enorme fatica a rispondere alle domande delle famiglie che sono in graduatoria. In questo modo si tengono conto di entrambe le situazioni.
L'articolo 2 prevede, parimenti, la possibilità di rinnovo delle assegnazioni provvisorie già scadute, a condizione che il nucleo occupante l'alloggio sia in possesso dei requisiti per l'accesso all'edilizia sociale, previsti dalla legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3, "Norme in materia di edilizia sociale", e che sia sanata, anche attraverso un atto formale di impegno in via rateale, l'eventuale situazione di morosità nei confronti dell'ente gestore.
Infine, è previsto, come per le proroghe delle assegnazioni provvisorie non scadute, che i rinnovi non vengano conteggiati nell'aliquota massima di assegnazioni fuori graduatoria effettuabili dai Comuni.
Quindi, i due articoli vanno ad intervenire su due situazioni leggermente diverse tra di loro, ma entrambe vanno a dare una risposta di buon senso, di umanità e di civiltà verso famiglie che già sicuramente vivono situazioni di estrema precarietà e di estrema difficoltà.
Credo che l'impegno di quest'Aula come della Commissione debba essere quello di affrontare con l'Assessore tutta la situazione nel suo insieme.
Grazie.



PRESIDENTE

Relatore di minoranza è il Consigliere Marrone, che ha facoltà di intervenire.



MARRONE Maurizio, relatore

Grazie, Presidente.
Sicuramente questa è una misura fondamentale alla luce della estrema emergenza abitativa che stanno vivendo non solo il capoluogo della nostra Regione, ma anche i grandi Comuni delle Province.
Ormai ci siamo accorti che l'emergenzialità e la provvisorietà sono quasi diventate la norma e questo è un grave problema, soprattutto nelle modalità di risposta che le istituzioni si trovano a dover dare.
Ed è quindi con non solo senso di responsabilità, ma anche con grande partecipazione emotiva che anche l'opposizione ha deciso di contribuire alla stesura di questo disegno di legge e anche alla modificazione in sede di Commissione, però anche garantendo la tempestiva adozione dello stesso.
Questo perché ci ritroviamo di fronte ad un sistema di assegnazione definito con legge del 2010 - e quindi datata, ma penso già inadeguata addirittura allora - che si trova sostanzialmente su un piano diverso da quella che è la reale emergenza di oggi.
I Comuni non si ritrovano strumenti di assegnazione tempestivi.
L'abbiamo già ripetuto più volte: è lo stesso motivo per cui, come Consiglio regionale, ci si sta interrogando concretamente e propositivamente per trovare misure che velocizzino quanto meno con una valorizzazione più veloce del patrimonio immobiliare residenziale e popolare esistente l'assegnazione in corso.
Però ci ritroviamo comunque con dei meccanismi soprattutto da bando che non riescono a stare al passo con la domanda, in seguito ai record di sfratti che, soprattutto da torinese, mi tocca ricordare in queste occasioni di dibattito.
Di sicuro, consentire ai Comuni di avvalersi delle sistemazioni provvisorie consente quanto meno l'esplosione della bomba sociale, che per continua a covare innescata di fronte a tanti nuclei familiari - parliamo davvero di migliaia e migliaia - che si ritrovano ad avere una sorta di diritto riconosciuto in termini di punteggi molto alti di emergenze abitative e quindi un diritto che non è solo vantato, ma è riconosciuto dalle istituzioni, che però non viene garantito con una adeguata stabilità.
Qual è allora il vero rischio delle sistemazioni provvisorie? E' che continuino a mantenere in una sorta di limbo un'intera fascia di popolazione, perché stiamo parlando di numeri veramente alti.
Da parte nostra, come opposizione, è stato importante porre dei paletti. I paletti sono stati: in primo luogo, togliere l'ambiguità di una prima formulazione che parlava di un generico aiuto dei Comuni quando ci fosse morosità del sistemato, e questo per evitare un'eccessiva discrezionalità su cui due parole voglio dire; in secondo luogo, prevedere come requisito il regolare titolo di occupazione, per evitare anche le derive, le degenerazioni che abbiamo visto in altre Regioni andare a creare una sorta di fenomeno di occupazione di massa delle case popolari già assegnate, che è, quantomeno per le regole di bando (questa forse è l'unica che salverei al momento), un grande correttivo che impedisce il dilagare di questo fenomeno anche da noi.
Dall'altra parte, però, dobbiamo dirci che questo espediente delle sistemazioni provvisorie deve terminare; deve essere ancora utilizzato adesso per recuperare tempo e rivedere la normativa regionale sull'edilizia popolare, ma ci dobbiamo dire in modo molto chiaro e sincero che è uno strumento a cui bisogna poi porre fine.
Allo stesso modo, occorre porre fine all'emergenzialità delle scelte dei Comuni, perché conferiscono un'eccessiva discrezionalità alle Amministrazioni comunali; una discrezionalità che, se mal utilizzata dagli Assessori competenti, mina la fiducia dei cittadini nell'equità delle scelte di assegnazione, mina la fiducia dei cittadini nella serietà e nell'equità della politica e mina la fiducia dei cittadini nella meritocrazia e soprattutto nel rispetto di tutti quei paletti, forse eccessivamente stringenti, che però sono costretti a osservare i cittadini e i nuclei familiari che vogliono l'assegnazione dal canale del bando regionale per la casa popolare o dell'emergenza abitativa.
Non possiamo consentire che una scelta discrezionale degli Amministratori comunali sostanzialmente svincolata da qualunque parametro diventi la norma a discapito di quello che invece è il principio ispiratore di quella che deve essere una normativa regionale equa, ovvero i punteggi le tabelle, la verifica dei requisiti, l'individuazione di un ordine di priorità che dia peso all'emergenza sociale rispetto a quella che invece può essere una discrezionalità del singolo Amministratore che vada in base a logiche potenzialmente clientelari o di amicizia politica.
Dobbiamo riportare le politiche dell'emergenza abitativa nella norma nella legalità e tirarle fuori da questa provvisoria emergenzialità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il disegno di legge, come recita il titolo stesso, è una misura straordinaria per fronteggiare l'emergenza abitativa. Noi crediamo che il disegno di legge in qualche modo recepisca la necessità di garantire, in un momento così difficile, una proroga - forse i due anni sono un tempo eccessivamente lungo per un carattere di straordinarietà che, come spesso accade in questo Paese, diventa poi ordinarietà - e che certamente risponda a un'esigenza.
Svolgiamo solo alcune riflessioni relativamente al fatto che nell'articolo 1 non si faccia riferimento all'avere un titolo per ottenere un'abitazione, così come invece si fa riferimento nell'articolo 2. In ogni caso, crediamo che si debba fare un ragionamento più complessivo su una revisione della norma, perché noi da tempo (già da quando discutemmo la norma sulla razionalizzazione delle Aziende Territoriali per la Casa) segnaliamo come il problema casa - non lo dice, ovviamente, solo il nostro Gruppo consiliare, ma lo dice qualunque indagine e qualunque valutazione che viene fatta - sia oggi il problema principale che attanaglia in particolar modo i grandi centri urbani e non solo.
Questa legge certamente garantisce chi oggi ha già un'abitazione; non garantisce chi oggi cerca un'abitazione, ma un'abitazione ancora non ha. E allora crediamo che si debba procedere quanto prima, e non solo con singoli provvedimenti legislativi. E' in discussione il provvedimento che noi riteniamo importante sull'autorecupero, ma è di nuovo un pezzo di una legge che dovremmo andare a modificare; ricordo che queste sollecitazioni le abbiamo poste nella discussione di razionalizzazione, le abbiamo poste in assestamento di bilancio e le abbiamo poste anche nel nostro disegno di legge nella discussione in II Commissione sull'autorecupero, il quale disegno di legge non interviene esclusivamente sull'autorecupero, ma interviene in modo più generale sulla riforma della legge n. 3.
Quindi è certamente una misura tampone e, come tale, crediamo sia positiva, ma certamente non risolutiva, perché noi crediamo che si debbano mettere in campo tutta una serie di altri strumenti che superino le misure tradizionali di relazione fra il sistema del pubblico e i cittadini che cercano casa.
La modalità che prevede il bando, la graduatoria e la conseguente assegnazione degli immobili oggi non è più in grado di rispondere alle esigenze di chi sta cercando casa, molto banalmente perché nella Città di Torino ogni anno sono migliaia le persone che accedono ai bandi e che hanno i titoli per ottenere un'abitazione, ma sono non più di 500 le nuove abitazioni che vengono concesse.
Vi è inoltre l'aspetto relativo alla verifica di chi ha ancora i titoli, perché possiamo tranquillamente dire che all'interno delle abitazioni gestite dall'Agenzia Territoriale per la Casa oggi vi sono persone che i titoli non li hanno più o magari li hanno ancora, ma non rispetto ai canoni che oggi pagano. Soprattutto manca quella che è una seconda modalità di intervento di politiche abitative che noi, con le leggi regionali, individuiamo soltanto tramite la gestione "tradizionale" delle ATC o tramite la legge sull'edilizia convenzionata.
Occorre mettere in campo, invece, misure che riescano a coniugare due storture presenti all'interno della nostra Regione: una grande disponibilità di immobili e una grande ricerca di abitazioni. Noi potremmo essere in grado di avvicinare queste due distorsioni, cioè 40.000 immobili vuoti solo all'interno della nostra città e molte migliaia di persone che cercano casa all'interno della nostra città. Questo modello non viene superato anche da iniziative locali, che peraltro riguardano singole aree della nostra regione (non tutte le aree della nostra regione), quindi crediamo che l'attività di garanzia sull'intermediazione debba essere un altro principio che si inserisca in una riforma complessiva o, se volete parziale, ma che introduca delle modalità di individuazione degli alloggi da mettere a disposizione dei cittadini che lo richiedano che non siano solo più quello previsto dalla legge n. 3.
Esprimeremo un voto certamente favorevole su questa legge, sapendo che però è solo un punto fra i tanti che dovremo affrontare per provare a garantire ai cittadini piemontesi, certo non a tutti, certamente una maggiore facilitazione nell'utilizzo di un diritto, sia esso in locazione o in proprietà.
Abbiamo poi parti della legge n. 3 che non sono mai state applicate, e lo dico essendo stata la precedente legislatura una legislatura in cui ha governato il centrodestra e essendo la legge n. 3 risalente ancora alla legislatura precedente (VIII Legislatura). La parte che riguarda il mutuo sociale, quindi l'acquisto a riscatto da parte di cittadini piemontesi, è una parte che non è mai stata applicata.
Quindi, crediamo che, da questo punto di vista, ci siano molti passaggi da fare e questo è certamente uno provvisorio, come la legge stessa individua, e con una serie di rischi che anche il collega Marrone rilevava che certamente vanno superati mettendo in campo una serie di misure individuando questo provvedimento come un provvedimento di eccezionalità.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
E' vero che questa un disegno di legge particolare, molto specifico e riguarda alcune condizioni di chi ha avuto un'assegnazione temporanea durante questi anni di emergenza abitativa e dà la possibilità ai Comuni semplicemente di prorogare in via straordinaria la scadenza di queste assegnazioni.
Devo dire la verità, per quanto sembri "piccolo" questo disegno di legge, però si inserisce in un contesto molto allarmante. Se pensiamo che ci sono migliaia di famiglie che sono già nelle case ATC e rischiano, come sapete, di uscire da quelle case per la morosità incolpevole. Se ogni anno la Regione non integrasse i fondi per la morosità incolpevole, questo dato sarebbe drammatico. Sapete che tutto questo si unisce comunque ai 4.000 nuovi casi che ogni anno emergono, di questi non tutti diventano esecutivi questi sfratti ma, come sapete, le nostre Commissioni emergenze abitative penso solo a quella di Torino - ormai valutano un migliaio di casi l'anno e di questi solo 200, 300 o al massimo 400 entreranno nelle case popolari.
In tutto questo si inserisce un problema vero e proprio. Da una parte come sapete, mancano da anni grandi investimenti per le abitazioni popolari, dalla fine dal programma Bresso ad oggi non ci sono stati grandi passi in avanti sul tema dell'edilizia. Abbiamo tantissimi problemi nel mettere a norma molte di queste abitazioni e credo che questa strategia debba però essere vista nel suo complesso.
Oggi affrontiamo un disegno di legge, ma nelle prossime settimane avremo l'onore, secondo me, di portare finalmente a termine una discussione che in tanti hanno cominciato, cioè quella dell'autocostruzione. Per esempio, nel disegno di legge che affronteremo fra qualche settimana abbiamo iniziato a sbloccare, per carità, magari 150 o 200 appartamenti utili anche per queste destinazioni finali.
In tutto questo c'è il problema, in generale, di armonizzare le nostre Commissioni emergenze abitative, ma dobbiamo dirci, in fondo, qual è la realtà: tantissime di queste esperienze ci portano a dire che non è così facile, anche se si ha un'assegnazione prima dello sfratto, che poi questa assegnazione sia definitiva: non tutti i Comuni hanno avuto la capacità o la forza economica di costruire delle alternative. Penso al grande tema del social housing, perché non tutti hanno le fondazioni bancarie che investono in questo settore e non tutti hanno avuto la stessa capacità di trovare delle soluzioni alternative.
Tuttavia, anche i Comuni che hanno fatto di più, e Torino è sicuramente uno di quelli, hanno comunque questi problemi. In parte, perché non possiamo pensare che queste famiglie possano andare nei dormitori pubblici.
E' un tema che sottovalutiamo, ma guardate che ogni volta che c'è una "bomba" come questa sotto i nostri piedi, non è così facile spiegare che la famiglia deve essere divisa, magari con i bambini e la mamma che vanno in una comunità alloggio e il padre a cui si dice di accomodarsi nei dormitori pubblici.
Questo è il più grande problema non affrontato d'Italia e le Regioni spesso vengono abbandonate in questa discussione.
Allora, ha fatto bene l'Assessore Ferrari in questi mesi a mettere insieme più strumenti: il fondo salva sfratti, i bandi che sono ancora oggi aperti per la morosità incolpevole, ma soprattutto per il tema del sostegno alla locazione, tutto il tema della creazione di altre agenzie per la casa in tutti i Comuni, così come nell'esperienza di Locare a Torino.
Credo che questo, unito al disegno che, nelle prossime settimane faremo sulla possibilità che gli abitati e assegnatari possono fare piccoli lavori per ristrutturarli, unito al disegno di legge che l'Assessore ha già annunciato sull'edilizia sociale, sia d'aiuto. Tutti questi tasselli fanno parte di un disegno complessivo dell'emergenza abitativa. Per questo motivo ringrazio la Presidente Conticelli della Commissione, e ringrazio ovviamente la relatrice, Consigliera Accossato, che anche per la sua esperienza di Sindaco capisce benissimo qual è l'oggetto di discussione.
Tuttavia, voglio dirvi che, per quanto noi riusciamo a mettere in campo soluzioni alternative, per quanto noi riusciremo con un po' di fantasia a far lavorare anche diversamente le ATC, come dicevo nell'ultima audizione perché credo che anche le ATC debbano cambiare, devono trovare degli strumenti temporanei per dare delle assegnazioni a quelle famiglie (penso al tema dell'uso delle foresterie delle nostre caserme), in generale si sottovaluta tutto questo se non capiamo che qui sotto c'è una vicenda enorme, che è la mancanza di reddito e di lavoro. Di reddito e di lavoro! E' inutile continuare a parlare di nuove povertà se non ci diciamo che cosa c'è sotto a tutto questo: manca reddito e manca lavoro! Allora credo che questa stagione, in cui abbiamo affrontato tutto il tema dell'emergenza abitativa e tutto il tema delle nuove povertà, non potrà essere utile se la Giunta regionale non rimetterà al centro il tema del reddito e del lavoro. Perché solo con il reddito e lavoro riusciremo in parte a placare questa situazione recessiva e a non mandare migliaia e migliaia di famiglie al fronte delle nuove povertà. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo sul disegno di legge a nome del Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle, ma anche in parte stimolato dall'intervento del Consigliere Grimaldi, la chiusa in particolare, su un tema nodale che ovviamente coinvolge la Regione Piemonte, ma anche e soprattutto il livello nazionale e ancora di più il livello europea, quindi il contesto internazionale.
Siamo di fronte ad un'emergenza - l'Assessore Ferrari lo sa bene quella appunto del diritto alla casa che nasce però da un problema a monte cioè dalla crisi economica. Crisi economica che comporta una perdita innanzitutto di reddito in numero sempre maggiore di famiglie, che sono passata da bi-reddito a monoreddito, e poi anche nell'importo quantitativo del reddito stesso che viene sempre più ridotto dalle misure di austerity e di precarizzazione che vengono portate avanti purtroppo dall'Italia ma anche in primis dall'Europa.
Mi riallaccio ad una trasmissione televisiva delle reti nazionali di domenica scorsa, che molti avranno visto, che ha illustrato la riforma Schroeder (leggi Hartz) della Germania, che è stata la riforma originale la numero uno, per quanto riguarda la vera precarizzazione del mondo del lavoro. Le implicazioni nel mondo del lavoro e sui redditi sono state notevoli, quindi anche le conseguenze sociali di questa forma di precarizzazione introdotte in Germania, con le conseguenze sul contesto finanziario, lavorativo e di competizione commerciale dei vari Paesi europei.
La Germania si è avvantaggiata, mediante questo meccanismo di riduzione degli stipendi, con la creazione dei cosiddetti mini jobs, lavori da 300/400 euro al mese, collegati ad un sussidio statale di altrettanti 300/400 euro.
Da un lato, ha creato disoccupazione e sottoretribuzione ma dall'altro, ha creato un sistema di ammortizzatori sociali universali. Noi siamo a metà del guado. Stiamo massacrando - volutamente, consciamente perché non si può dire che non sia così anche con i recenti provvedimenti approvati dal Governo - il lavoro in Italia, ma non ci agganciamo un ammortizzatore sociale universale, quello che viene chiamato reddito di cittadinanza, reddito minimo garantito. Ci sono state tante altre definizioni, ma mi riferisco ad un qualcosa che permetta a tutti i cittadini italiani ed europei - mi piacerebbe, un giorno, siamo utopistici anche mondiali visto che abbiamo cooperazione internazionale - di avere un paracadute.
Quando si esce dal mondo del lavoro, oggi abbiamo, ma ancora per poco la cassa integrazione e la cassa integrazione in deroga che copre una serie di lavoratori, ma non tutti; adesso abbiamo l'ASP, il mini ASP che sta destando preoccupazioni tra i lavoratori, ma c'è un 50% di persone che non hanno nessun armonizzatore sociale. Noi ci arrovelliamo nel cercare - come Regione, ancora di più come Enti locali e come Comuni - di trovare le forme, ancora più che le risorse (le risorse non ci sono) per garantire delle risposte nell'emergenza abitativa, nell'accesso all'istruzione nell'alimentazione e nelle cure alla persona.
Oggi iniziamo ad avere anche quei problemi che sono ormai diffusissimi in Grecia da anni: difficoltà nell'alimentazione. Vi sono famiglie che mangiano una volta al giorno, e non le tre volte canoniche compresa la colazione. Vi sono difficoltà di accesso alle cure, a pagare i ticket, per quanto riguarda soprattutto l'assistenza agli anziani e ai disabili che viene sempre più scomputata ai disabili, sempre più scomputata da parte dei LEA, dei livelli essenziali di assistenza. Non volevo dilungarmi troppo, ma questa premessa mi è stata stimolata dal collega.
Intervengo molto più focalmente sul tema dell'edilizia sociale. Questa è una legge che, da un certo punto di vista, potremmo definire dovuta, in quanto raccoglie le esigenze territoriali di una crisi emergenziale abitativa molto dura, molto forte, molto sentita, ma assolutamente non solo non risolutiva, ma anche causa di ulteriori problematiche. Come è stato detto da altri Consiglieri intervenuti, abbiamo una graduatoria per l'inserimento di edilizia sociale ma, dall'altra parte, abbiamo delle famiglie che bypassano questa graduatoria. Noi vogliamo sempre sperare nella buona fede dei Sindaci e delle ATC, che analizzano le situazioni emergenziali, augurandoci che sappiano essere sopra le parti e sappiano fare una disamina totalmente oggettiva.
Tuttavia, sappiamo anche che ciò non è possibile. C'è sempre il lato umano sia di chi riceve l'offerta, cioè il Sindaco, le parti politiche e l'ATC, e il lato umano di chi presenta la domanda di emergenza abitativa.
Siamo di fronte, comunque, a scelte discrezionali. Non che per discrezionali si intenda per forza malafede, prese di posizione interessate ma, comunque, una scelta discrezionale che avvantaggia alcune famiglie e vede per altre, magari, rinviato l'accesso alla casa sociale.
Un'ulteriore misura di proroga di due anni, forse, è una proroga giusta anche come spazio temporale, che dovrebbe permettere alla Regione di mettere in atto quella riforma strutturale della legge n. 3 del 2010 per dare risposte ulteriori sia qualitativamente parlando che quantitativamente parlando.
C'è bisogno di lavorare a 360 gradi, come dicevamo in Commissione anche con le agenzie di intermediazione. E' una domanda di affitto anche con i privati. C'è anche questo problema da mettere in conto. Vi è la difficoltà, anche oggi, da parte dei privati, proprietari magari di una seconda casa, di avere un affitto, una locazione, un canone, quindi penso che si debba puntare molto su questo più che sull'idea di costruire nuovi alloggi, sapendo quali e quante sono le difficoltà economiche della Regione e dell'ATC.
Ribadisco l'ennesima proroga - che noi assolutamente non amiamo perché riteniamo che siano solo tattiche dilatorie per non affrontare un problema che non è stato affrontato nella scorsa legislatura. Ci rendiamo conto che questa legislatura è iniziata da circa otto mesi, quindi si trova anche con problematiche e urgenze ereditate. Che questo sia lo stimolo come abbiamo già fatto in Commissione iniziando ad affrontare la legge sull'autorecupero, per la presentazione dei provvedimenti di legge.
Auspicherei che fossero presentati dal Consiglio, e non solo dalla Giunta, e che comunque ci sia la possibilità di interfacciare più testi, di modo che si possa veramente dare una nuova legge sull'edilizia sociale e soprattutto, dare risposte ulteriori alle persone in difficoltà, fermo restando che l'emergenza si potrà risolvere solo se ci sarà l'aiuto concreto, non a parole, non a chiacchiere, non a twitter da parte del Governo nazionale, con più risorse, con più attenzione alla crisi e con l'introduzione di un ammortizzatore sociale universale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociale, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Anzitutto, vorrei ringraziare tutti coloro che sono intervenuti. Pur con accenti diversi e anche, giustamente, sottolineando i limiti e i potenziali rischi che un intervento di questo genere può generare, tuttavia tutti hanno compreso il senso vero di un intervento di questo genere.
Direi che questa è un'impostazione del dibattito coerente con quanto è già avvenuto nelle sedute di Commissione dove, grazie anche al lavoro del Presidente di Commissione, tutti gli interventi hanno permesso di migliorare e di render più efficace, più realistico oserei dire, un intervento di questo genere. Grazie, intanto, a tutti coloro che hanno collaborato e hanno manifestato, con il loro intervento, il senso di questa operazione.
Volevo mettere in evidenza poche cose per richiamare gli elementi essenziali. Anzitutto il disegno di legge, molto semplice, nasce dalla constatazione oggettiva di un fatto. Il fatto con cui noi abbiamo a che fare da un po' di tempo a questa parte è la trasformazione profonda intervenuta in quelle che vengono chiamate le assegnazioni temporanee o assegnazioni provvisorie o assegnazioni extra bando.
Rispetto soltanto alla ratio con cui questa tipologia era stata identificata pochi anni fa nella legge regionale, noi dobbiamo constatare che il fatto è dovuto alle dinamiche tipiche della società della nostre comunità in questi ultimi anni. Abbiamo dovuto constatare il fatto che le assegnazioni temporanee sono diventate lo strumento - uno degli strumenti principali - con cui le amministrazioni comunali hanno provato ad affrontare il tema dell'emergenza abitativa, in particolare ad affrontare la piaga, degli sfratti per morosità involontaria, soprattutto quando tocca nuclei famigliari con minori a carico.
Di fronte alla possibilità di un intervento che potesse produrre un trauma all'interno del nucleo familiare, come ricordava prima il Consigliere Grimaldi, questo intervento permetteva di mantenere un equilibrio all'interno del nucleo familiare, dentro comunque ad una situazione drammatica e molto - molto - pesante.
Questa è la situazione con cui abbiamo dovuto fare i conti. Abbiamo cercato uno strumento che potesse intervenire per affrontare questo fenomeno, ma è chiaro che l'intervento ha già di per sé questo limite.
Un secondo elemento in gioco in questo disegno di legge è stato il metodo.
Noi non abbiamo voluto seguire il metodo che portasse ad una risposta singola ad ogni richiesta di ogni singolo Comune.
In questi mesi abbiamo ricevuto molte richieste da parte di amministrazioni comunali di tutta il Piemonte, che chiedevano alla Regione Piemonte un intervento mirato alla singola esigenza del Comune, per poter gestire una situazione giunta a scadenza nei termini di legge.
Rispetto a questo metodo, che ritenevamo poco trasparente e che quindi finiva per creare delle dinamiche poco positive dal nostro punto di vista abbiamo scelto di intervenire su un aspetto specifico della legge, per fare in modo che l'operazione fosse chiara e trasparente, e non legata unicamente ai singoli casi.
Si voleva introdurre una logica rispetto alla quale le autonomie locali e gli Enti locali, a fronte di certe situazioni che dovevano gestire potessero in qualche modo trovare uno strumento di appoggio.
Terza ed ultima considerazione.
Questo disegno di legge interviene dentro una sequenza di più interventi che abbiamo voluto mettere in serie. Abbiamo cominciato con la riforma delle ATC. Vorrei rimarcare il fatto che, in questa fase, i frutti di quella riforma sono gestiti nella loro gestazione - scusate il bisticcio di parole - quindi è chiaro che l'Assessorato è impegnato tutti i giorni a fare in modo che quanto è frutto di quella riforma continui ad essere portato avanti e governato.
Con questo disegno interveniamo per fare fronte, in maniera programmatica e trasparente, a richieste sollevate direttamente dai Comuni.
Abbiamo avviato la discussione su un disegno di legge, per quanto riguarda l'autorecupero, raccogliendo anche una sollecitazione proveniente dallo stesso Consiglio regionale. Siamo convinti che nel giro di poche settimane questo disegno di legge possa approdare all'Aula ed essere oggetto di votazione definitiva.
Abbiamo messo in campo le misure per quanto riguarda il sostegno alla locazione. Ora credo che siamo nelle condizioni di poter avviare all'interno della Commissione competente, le prime riflessioni e le prime proposte in ordine ad una revisione complessiva della legge 3. Siamo nelle condizioni per poter avviare adesso questo tipo di lavoro.
Sono disponibile ad affrontarlo anche secondo il metodo e secondo la logica che la Commissione riterrà più opportuno e più efficace. Possiamo partire da una logica più di sistema e quindi immaginare, sulla base di alcune riflessioni e proposte fatte anche dall'Assessorato, di lavorare complessivamente già sulla legge quadro; oppure incominciare con una logica più induttiva, partendo da alcuni problemi più specifici, come ad esempio essendo stato sollecitato anche nel dibattito, incominciare ad affrontare in termini più specifici e mirati, il tema delle regole sull'assegnazione degli alloggi di edilizia popolare, perché certamente questo è uno degli aspetti più sensibili, sulla pelle delle persone, che vengono maggiormente avvertiti.
Noi siamo entrati in una fase - lo ricordavano tutti gli interventi in cui occorrono misure più mirate alle situazioni concrete delle persone che abbiano meno l'aspetto di rigidità ma che nel contempo, pur nel rispetto di un complesso di regole di fondo, possano essere efficaci per le situazioni con cui bisogna fare i conti fino in fondo.
In questo momento abbiamo tutti gli elementi in mano per poter finalmente affrontare, in termini strutturali, il tema dal quadro normativo complessivo con cui viene gestito, governato e portata avanti la questione dell'edilizia sociale nella nostra Regione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 43 Consiglieri hanno votato SÌ 43 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame ordine del giorno n. 202 presentato dai Consiglieri Frediani, Bono Mighetti e Valetti, inerente a "Solidarietà alla categoria dei Capotreno per le molteplici ingiurie a cui sono esposti nello svolgimento delle proprie funzioni in qualità di pubblici ufficiali"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 202, avente ad oggetto "Solidarietà alla categoria dei Capotreno per le molteplici ingiurie a cui sono esposti nello svolgimento delle proprie funzioni in qualità di pubblici ufficiali", di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Parliamo di un evento successo intorno a metà gennaio; se non sbaglio era il 16 gennaio, almeno questo abbiamo appreso dagli organi di informazione.
Succede che una ragazza, accompagnata da un amico - suppongo - viaggia su un treno, sulla linea Torino-Bardonecchia, e, su richiesta del controllore, esibisce un biglietto. Questo biglietto, in base al resoconto riportato dagli organi di stampa, che inizialmente hanno ascoltato soprattutto la versione della passeggera, risulta - secondo quanto riportato dalla ragazza - contraffatto, a giudizio del controllore. In pratica, il controllore accusa la ragazza di aver manomesso il biglietto.
La ragazza, invece, sostiene che il biglietto si sia sporcato di crema per le mani.
Ora, la questione può sembrare piccola e in effetti probabilmente lo è tant'è che abbiamo presentato un ordine del giorno mirato a ridurre i toni della vicenda.
Cosa succede, pero? Succede che la cliente in questione (la chiamiamo cliente, perché, avendo pagato un biglietto, si suppone dovrebbe essere considerata tale) viene accompagnata dal controllore, in modo da compilare il documento di sanzione, e decide di pagare immediatamente la multa, che avrebbe anche potuto contestare, quindi non era obbligatorio pagare immediatamente la multa che il controllare le aveva comminato.
La ragazza, probabilmente presa un po' dall'agitazione, scende dal treno e - secondo quanto dichiarato dai giornali - telefona ad un Consigliere regionale con cui è in contatto diretto, in rapporti di amicizia, e racconta quanto accaduto, riportando anche - a suo avviso delle opinioni in merito all'atteggiamento vessatorio e maschilista del controllore.
La vicenda non finisce qui. Poteva finire qui, poiché la multa era stata pagata e, in teoria, poteva concludersi in questo modo. Succede invece, che il Consigliere regionale in questione decide di portare il caso in Consiglio. Tra l'altro, dall'esposizione del Consigliere apprendiamo anche che del caso si è interessata addirittura RAI 1, quindi è diventata una questione nazionale, per meritare un servizio sulla rete ammiraglia! Il caso arriva - dicevo - in Consiglio regionale e l'Assessore Balocco rispondendo a un'interrogazione presentata dal Consigliere Ferrentino.



(Commenti in aula)



FREDIANI Francesca

Non avevate capito che era lui? Mi sono dimenticata di dirlo, scusate.



PRESIDENTE

Non riuscivamo a capire! Adesso è tutto chiaro.



FREDIANI Francesca

Scusate, ho dimenticato di citare il nome, ma davo per scontato che tutti ricordassero questa vicenda, che ha segnato la vita del Consiglio.
Scusate, era il Consigliere Ferrentino.
Dicevo che l'Assessore Balocco, in modo molto logico, risponde che il controllore era nel pieno esercizio delle sue funzioni, che ha semplicemente fatto una multa ad una cliente e che, tra l'altro, il biglietto - secondo le dichiarazioni di Trenitalia - era irregolare. Era un biglietto contraffatto, con un artificio che viene utilizzato spesso soprattutto dai ragazzi che prendono il treno e che magari cercano vie alternative per non pagare il servizio, a torto o a ragione (noi ovviamente, siamo sempre dalla parte della legalità).
La vicenda, pertanto, dovrebbe essersi chiusa così, per questo motivo dico che l'ordine del giorno è un po' datato. Resta il fatto che ci chiediamo se la categoria dei Capitreno, che sono le persone che devono garantire il rispetto della legalità, non sia stata ingiustamente posta al centro di una vicenda che ha alzato decisamente i toni e che ha visto un intervento diretto da parte di un Consigliere su un fatto che credo accada quotidianamente, sui mezzi di trasporto. Penso sia la normalità, sui mezzi GTT o Trenitalia, fare una multa se si trova una persona senza regolare biglietto: se la persona paga, significa che non ha particolari rimostranze da fare. Pertanto, se la persona in questione ha pagato direttamente la multa, evidentemente sentiva il dovere di farlo in quanto probabilmente consapevole di non aver rispettato le regole.
Con quest'ordine del giorno chiediamo il rispetto di tutta la categoria dei lavoratori e dei controllori che molto spesso lavorano, soprattutto sulla linea Torino-Bardonecchia, che è una linea per lo più abbandonata in orario notturno, in condizioni di sicurezza disastrose. Molto spesso sono da soli, su quei vagoni dove non si sa mai chi si incontra.
Ritengo, pertanto, necessario, anche in virtù del richiamo alla legalità che ha fatto l'Assessore Balocco tempo fa, dicendo che bisogna incrementare i controlli sui mezzi pubblici, che il Consiglio esprima la sua solidarietà nei confronti di questi lavoratori, che lavorano per garantire un buon servizio e controllare che tutti rispettino le regole.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrentino.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Intanto, la solidarietà e il sostegno all'azione che svolgono i controllori sui mezzi pubblici è totale, da parte mia e da parte del Partito Democratico. Ci mancherebbe altro. Poiché, però, in tutte le categorie c'è qualcuno che esce un po' fuori da quelle che sono le proprie competenze, è giusto che queste vengano rimarcate.
Oggi il tema si sta affrontano su altri tavoli e livelli. Dico soltanto che, ad oggi, è così sicuro che quel biglietto sia stato contraffatto che Trenitalia ha negato la possibilità di visionare il biglietto stesso. L'ha negata al Consigliere regionale, l'ha negata alla famiglia della ragazza quindi Trenitalia, ad oggi, ha negato a tutti di poter accedere a quel biglietto.
Sulla stessa linea c'è stato un altro episodio molto più grave di questo, riportato dai giornali qualche giorno fa, ma è una singola persona non è la categoria dei controllori: anche qui, c'era un ragazzo di 15 anni con un biglietto regolarmente comprato dai genitori e vidimato dagli stessi, solo che la prima stampigliatura non era leggibile, per cui l'hanno obliterato una seconda volta. Anche in questo caso c'è stato un intervento non proprio in linea con quelli che sono i comportamenti di un controllore ferroviario.
Pertanto, non c'entra la categoria dei controllori, ai quali io personalmente, e il Partito Democratico esprimiamo il nostro sostegno per l'azione a volte difficile che svolgono sui treni e sui mezzi di trasporto.
Laddove, però, c'è qualche comportamento che non rientra nei canoni previsti, è giusto che chi ha un incarico pubblico possa chiederne conto.
Questo è stato fatto ed è stato fatto anche per il secondo caso.
Ripeto e rimarco soltanto che, ad oggi, al Consigliere regionale è stata preclusa la possibilità di vedere quel fantomatico biglietto, per capire se avesse ragione il controllore o la ragazza. Registro che, dopo una e-mail del Direttore regionale di Trenitalia, che diceva che a semplice richiesta avrebbero messo a disposizione il biglietto, ho presentato ufficialmente la richiesta e mi è stato risposto che il biglietto non era visionabile.
Questi sono i fatti: il resto è tutta fantasia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Chi è deputato a controllare la validità dei titoli di viaggio, degli abbonamenti e dei biglietti singoli, sui mezzi pubblici della nostra regione svolge un lavoro sempre più difficile, sia sugli autobus sia sui treni. Ne abbiamo parlato recentemente, perché si sono verificati dei casi di cronaca, proprio a Torino, dove dei controllori della GTT hanno subito violenze abbastanza gravi ed è sempre più difficile come lavoro, perché è innegabile che stiamo vivendo periodi non facili anche dal punto di vista sociale, c'è magari chi volutamente viaggia senza titolo di viaggio valido ma c'è anche chi, per mancanza di risorse economiche, non si può permettere di pagare un biglietto.
E' importante sottolineare che i verificatori del treno sono pubblici ufficiali, mentre, ad esempio, sullo status dei controllori dei mezzi pubblici di Torino è ancora aperto il dibattito.
Che dire del biglietto? Insomma, non siamo ragazzini, abbiamo tutti chi più e chi meno una certa età, non abbiamo fatto tutti il militare a Cuneo come diceva Totò, ma più o meno siamo uomini di mondo: pare che il trucco della crema sul biglietto sia vecchio come il mondo, non è qualcosa di attuale, magari legato alle nuove tecnologie, pare sia un metodo piuttosto vecchio.
Attualmente, sappiamo che il titolo di viaggio non era valido, era contraffatto. Quindi, a nostro parere, è piuttosto grave che un Consigliere regionale di maggioranza, in virtù della sua carica, del suo supposto potere e della sua autorità, legata anche al fatto che, magari, a livello nazionale ha contatti con parlamentari o funzionari di alto livello, che appartengono alla stessa maggioranza, faccia leva chiedendo addirittura il licenziamento di un lavoratore solo perché è stato contattato da un'amica di famiglia.
A nostro avviso, allo stato attuale, per quanto a nostra conoscenza possiamo dire che il controllore ha fatto il suo dovere, e che tutto il resto deve essere accertato. Quindi, adesso noi non possiamo fare altro che esprimere solidarietà a questo lavoratore e con l'occasione esprimere solidarietà a tutti coloro che quotidianamente sul territorio e su tutti i mezzi pubblici (autobus e treni) devono fare questo lavoro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie.
Mi unisco al messaggio lanciato dal nostro Capogruppo. E' stato sollevato un vespaio su queste questioni in un momento già difficile per il trasporto pubblico, in cui la mancanza di controlli sufficienti si rivela un danno economico per i gestori ma, di conseguenza, per la Regione.
Insomma, questo intervento del Consigliere Ferrentino ci è sembrato un po' in controtendenza e, osservando la situazione generale, un po' fuori luogo per di più quando i dati lo smentiscono.
E' anche stato detto dall'Assessore Balocco; insomma, trovo abbastanza imbarazzante questa questione, su cui dovremmo decisamente sorvolare, e dovremmo prestare un po' più di attenzione al risultato delle questioni che vogliamo sollevare in quest'Aula, che forse la rendono poco credibile.
Grazie.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



PRESIDENTE

Lei mi ha detto di riportare il buon senso e io in questo momento devo dare la parola al Consigliere Gariglio.
Il collega Gariglio deve ringraziare il Consigliere Grimaldi, che gli ha fatto un complimento.
Il buon senso è nelle mani del Consigliere Gariglio, cui do la parola.



GARIGLIO Davide

Grazie.
Rispetto al buon senso, carissimo Presidente, questa "trasmissione" potrebbe chiamarsi Forum o Verdetto finale. La vicenda che si è scelto di portare in discussione nell'Assemblea legislativa dei piemontesi sarebbe meglio esaminarla di fronte ad un giudice onorario, che potrebbe audire le due parti.
Oggi, essere qui per iniziativa dei nostri amici del Movimento 5 Stelle a discutere di una vicenda che non credo meriti l'attenzione di un ordine del giorno testimonia il carattere eminentemente strumentale del documento che è dettato dall'idea di tanti militanti del Movimento 5 Stelle in Val di Susa di seguire ossessivamente la persona del Consigliere Ferrentino tant'è che in alcuni casi mi viene anche il dubbio che il collega Ferrentino attragga su di sé le simpatie umane e personali di tante delle colleghe del Movimento 5 Stelle, altrimenti non si potrebbe comprendere il motivo per cui il collega Ferrentino è così attenzionato.
Ovviamente, per ripristinare la verità, innanzitutto, il collega Ferrentino non ha mai chiesto il licenziamento del Capotreno.



(Commenti della Consigliera Frediani)



GARIGLIO Davide

Non lo ha mai chiesto.



(Commenti in aula)



GARIGLIO Davide

Allora vi prego di leggere l'intervento, se è così, perché se nell'intervento c'è scritto che il collega chiede il licenziamento, io rettifico la mia affermazione.
Dall'informazione acquisita dal collega Ferrentino mi risulta che il licenziamento non è stato chiesto, ovviamente lo dico io in ragione della mia particolare storia professionale, che credo mi renda credibile sul punto.



PRESIDENTE

Faceva il controllore?



GARIGLIO Davide

Ero in qualche modo affine ai controllori! Esprimo la mia sostanziale vicinanza e il mio apprezzamento per tutti coloro che hanno il compito di verificare i titoli di viaggio.
Però, Presidente, per riportare un po' più di serietà in seno a questa Assemblea, leggo un articolo de La Stampa di Novara del 21 febbraio 2015 contestualmente ad un'iniziativa, che recita: "Controlli a bordo treno sulla Milano-Torino in occasione della manifestazione No TAV in programma oggi a Torino: un centinaio di manifestanti No TAV, molti senza biglietti saliti a bordo nel milanese, diretti alla manifestazione sono stati controllati alla stazione".
Allora, chi avesse volontà di leggere quanto scritto sui giornali in quell'occasione scoprirà il motivo per cui i militanti del Movimento 5 Stelle sono insorti: per una questione di polizia, nella stazione di Novara sarebbero stati fermati degli esponenti No TAV che si recavano a Torino, ma che non avevano pagato il titolo di viaggio.
Allora, sottoscrivo le parole della collega Frediani, apprezzo che il Movimento 5 Stelle sia per la legalità. Spero che queste affermazioni vengano ribadite anche ai poveri diavoli (i poliziotti, i carabinieri e i finanzieri) quando di fronte ai cantieri vengono bersagliati dai manifestanti e venga espressa loro una parola di riconoscenza e di apprezzamento per il lavoro che svolgono. Essere dalla parte della legalità significa anche tutelare i poveri diavoli che fanno il loro lavoro e vengono presi a sputi e a insulti! E questo in quest'aula non lo abbiamo mai sentito! Essere dalla parte della legalità significa anche che quando ai Consiglieri regionali viene messo un mirino in fronte e vengono messi sui manifesti della Val di Susta si esprima solidarietà agli uni e si condanni chi compie l'atto! E questo non lo abbiamo ancora sentito in questo Consiglio! Allora, siamo tutti dalla parte della legalità. Se la ragazza in questione ha commesso una violazione, bene hanno fatto le autorità preposte di Trenitalia a sanzionarla. Se avessero torto, ovviamente, si dovrebbe criticare l'atteggiamento assunto violando le normative. Noi non abbiamo ragione di fare questioni sull'atteggiamento assunto dalle Ferrovie dello Stato, ma ci tengo a dire che occorre riportare la questione nei giusti binari.
Assolutamente non condividiamo che, per colpire una persona, in quest'Aula si prenda un topolino e lo si faccia diventare un elefante perché serve ai fini di una strumentalizzazione e ad ingigantire l'evento.
Quindi, la solidarietà del Partito Democratico ai capitreno di Trenitalia e di tutte le altre aziende c'è; c'è la solidarietà a tutto il personale che ogni giorno fa un lavoro faticoso e si prende anche gli insulti dei pendolari arrabbiati, perché è difficile gestire quel servizio: massima solidarietà e massimo rispetto delle persone che hanno fatto il loro lavoro, ma non siamo disposti ad accettare alcuna strumentalizzazione.
Ecco perché noi ci asterremo sulla votazione di questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
E' con viva soddisfazione che intervengo in questo dibattito così importante e così strategico per le sorti del Consiglio regionale e della Regione Piemonte.
Purtroppo l'appello al buon senso del saggio Consigliere Grimaldi è caduto inascoltato nell'aere di questo Consiglio; anzi, mi sembra che si sia andati nella direzione opposta in maniera proprio convinta.
Io vorrei ricordare solo sommessamente al Consigliere Gariglio, che ovviamente è un abile e astuto oratore, nonché oramai navigato uomo politico, che l'interrogazione n. 288 non è stata presentata dal Movimento 5 Stelle, ma da un Consigliere del suo Gruppo. Quindi, chi ha sollevato un topolino per strumentalizzarlo in Aula - magari per un interesse diretto in quanto c'era una conoscenza diretta, dichiarata anche dal presentatore della persona in questione - è stato un collega Consigliere del Partito Democratico.
E' inutile, dunque, che il Consigliere Gariglio tenti di strumentalizzare altre questioni e altre vicende, tirando in ballo sempre cose note e arcinote e problematiche reali e concrete del territorio, quali la realizzazione di un'infrastruttura fortemente impattante sia sulle casse dello Stato sia sulle condizioni - in termini di conseguenze ambientali sociali e sanitarie - della Regione Piemonte e in particolare della Val di Susa, perché le questioni sono su due piani totalmente diversi: una rappresenta un caso che dovrebbe essere quantomeno definito risibile e quindi stigmatizzabile in un ordine del giorno che, tra l'altro nell'impegno è totalmente diverso (e quindi voi vi assumerete la responsabilità di bocciarlo); nell'altro caso stiamo parlando di opere importanti e strategiche sul territorio, che comportano una spesa di miliardi di euro di soldi dei contribuenti pubblici europei ed italiani.
Siamo quindi su due piani totalmente diversi.
Mi rendo conto, dunque, che lei stia cercando di difendere un collega e questo è un gesto sicuramente rispettabile, nell'ottica dell'unità del Gruppo. Forse, però, dovrebbe dire ai colleghi in riunione di Gruppo quindi privatamente, nella vostra sede - di presentare interrogazioni più sul punto. Guardate, infatti, che se d'ora in poi vogliamo fare interrogazioni su tutti i biglietti non vidimati e non timbrati di treni e pullman della Città di Torino e della Regione Piemonte, noi iniziamo domani mattina. Mi spiace per l'Assessore Balocco, che ha sicuramente di meglio e d più importante da fare, ma noi ci mettiamo un secondo a presentare, da domani, otto interrogazioni a testa indifferibili e urgenti su casi di biglietti non vidimati.
In riferimento alla richiesta di licenziamento, noi riportiamo un comunicato stampa che è stato diramato dal Consigliere Ferrentino, che trovate sull'edizione torinese de la Repubblica online, in cui lo stesso Consigliere Ferrentino dice che "il comportamento è stato autoritario e maschilista e che l'operatore dev'essere licenziato". Quindi, o ha sbagliato il giornale la Repubblica - mi spiace - e dunque lei chiede una rettifica all'articolo il cui il quotidiano scrive, tra virgolette, che l'operatore delle Ferrovie deve essere licenziato, oppure noi prendiamo atto che questo non è stato detto a verbale - perché ovviamente noi non avremmo modo di dire diversamente - ma che è stato riportato in un comunicato stampa o comunque è stato scritto su un articolo da la Repubblica. Io, però, lo ritengo comunque un fatto grave.
Oggi, infatti, guai a fare la guerra tra poveri - posto che, tra l'altro, la persona fosse povera o indigente - ma si fa la guerra agli onesti lavoratori che, appunto, affrontano tutti i giorni le problematiche di chi non paga il biglietto, di chi dice "eh, ma non l'ho timbrato", "mi sono dimenticato", "mi è scivolata la crema sopra", "eh, però scendo subito alla prossima fermata".
Attenzione, perché se chiediamo questo, assumiamo una posizione politica bifronte. Sappiamo bene, infatti, che il Comune di Torino è intervenuto giustamente tante volte a tutelare i lavoratori che sui pullman vengono accoltellati, aggrediti, morsicati, presi a pugni, sberle e calci ed è giusto e condivisibile. Ma non usiamo due pesi e due misure per il fatto che, quando capitano queste cose, sono coinvolte persone che magari noi conosciamo.
Chiederei quindi veramente attenzione su questo aspetto, su cui chiediamo il buon senso - lo mette il Movimento 5 Stelle, visto che ad oggi non mi sembra l'abbia messo il Partito Democratico - di non presentare atti ispettivi o di indirizzo di così basso tenore in Consiglio regionale, anche perché altrimenti noi ci sentiamo obbligatoriamente in dovere di replicare.
E' banale e normale: l'avrebbe fatto sicuramente il Partito Democratico, a parti rovesciate.
Chiediamo quindi che non si applichino due pesi e due misure. Per una volta, basta con l'ipocrisia! Come ho già avuto modo di chiedere più volte rendiamo questo Consiglio regionale credibile. Se non si presentano documenti risibili tra gli atti ispettivi, di conseguenza non seguiranno atti di indirizzo altrettanto risibili, quali gli ordini del giorno di censura che abbiamo visto, inerenti al lancio di palline di carta contro rappresentazioni in carta di personaggi torinesi.
Cerchiamo di tenere alto il livello del Consiglio regionale. Noi ci stiamo impegnando dall'inizio della legislatura e penso ce ne venga dato atto, anche rispetto ad usi e riti della scorsa legislatura, che erano molto più frequenti, in riferimento al decoro dell'istituzione Consiglio regionale. Però guardate che ci mettiamo veramente poco a riassumere toni atteggiamenti, modalità e riti della scorsa legislatura, ad alzare il livello dello scontro e ad abbassare quello del decoro.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha richiesto di intervenire, per fatto personale, il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Nel ringraziare il mio Capogruppo Gariglio, ribadisco che mai ho chiesto alcunché in ordine a licenziamenti od altro: avevo solo ribadito anche nel comunicato stampa, che questi comportamenti, una volta accertati vanno redarguiti. Ma non ho mai usato il termine "licenziamento". Poi ovviamente, ognuno può riportare dai giornali quello che ritiene.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Trovo quello che sta avvenendo oggi imbarazzante e in parte stucchevole. Mi dispiace per la Consigliera Frediani se questa mozione arriva in discussione a distanza dall'interrogazione, ma se la prenda con il suo Capogruppo Bertola che non è stato capace a calendarizzarla in tempo alla Capigruppo.
Scherzi a parte, Presidente, questa discussione diventa oggettivamente imbarazzante perché bisognerebbe proporre ancora, a questo punto un'ulteriore mozione. Al di là di tutte le cose di cui ci dobbiamo preoccupare - la mole di debiti non quantificati ad oggi perché ci sono dei contraddittori, i problemi della sanità e quelli di tutto il bilancio siamo a discutere, credo da venti minuti, su un argomento che però è già stato ampiamente dibattuto. La terza mozione che andrebbe a questo punto citata - perché credo che poi questo venga di conseguenza - è quella per esprimere la solidarietà a tutti coloro che prendono l'autobus, ai quali si sporca il biglietto con la "cremina" e ai quali viene contestata una multa e che non conoscono nessuno in quest'Aula che faccia del caso un'interrogazione. Attenzione, perché forse si tratta della maggior parte di quei cittadini ai quali, poverini, si sporca il biglietto e per i quali non c'è contestazione.
Mi dispiace per il collega Ferrentino, che dice: "Ho chiesto di verificare il biglietto"; ma se questo biglietto è nelle mani di una procedura amministrativa e di Ferrovie dello Stato, credo che un Consigliere regionale non sia un giudice che vada a verificare quel titolo di viaggio per stabilire se è giusto o sbagliato.
Se a me dovesse telefonare o scrivere qualcuno che mi dice che gli è stata contestata una multa, chiederei in modo discreto: "Siete sicuri di com'è andata?".
Portarla in Aula credo che sia stato un atto di oggettiva imprudenza da parte di tutti, ma va bene che comunque si segnali se è nello spirito di segnalare un fenomeno che si sta verificando, cioè che vi possono essere dei controllori che possono avere degli atteggiamenti arroganti. Se è sotto questo profilo, va bene richiamare l'attenzione dell'Amministrazione pubblica verso i propri dipendenti diretti o indiretti, ma verificare che l'attività di controllo sia fatta con sobrietà.
Allo stesso tempo, bisogna obiettivamente riconoscere che abbiamo impegnato 20 minuti del Consiglio regionale che forse potevano essere impegnati in attività più sollecite rispetto a quelle che sono le esigenze e la grossa attività della Giunta e di tutto il Consiglio, non perché si voglia togliere né demerito ai controllori né criminalizzare o sostenere quei viaggiatori che si trovano con il biglietto esposto e in qualche maniera andare in contraddittorio.
Ci saranno delle procedure amministrative di Ferrovie dello Stato, ci saranno le procedure anche del giudice di pace o di atti amministrativi e di legge, però dubito che sia il Consiglio regionale che si debba preoccupare di queste cose.
E' evidente che rispetto all'impegno di solidarietà verso tutti coloro che esercitano attività di controllo - per questa mozione si tratta di controllo di Ferrovie dello Stato, quindi coloro che ci aiutano quando abbiamo delle difficoltà, ma le procedure sono quelle - il nostro voto sarà favorevole. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo non tanto sul tema quanto sui lavori del Consiglio.
Io credo che gli atti di indirizzo, al di là di ciò che prevedono abbiano certamente un'importanza.
Credo che però a volte dimentichiamo che questa è un'Assemblea legislativa, e lo dico non tanto per ciò che stiamo facendo oggi in Consiglio, ma per ciò che viene fatto in Commissione.
Noi in più di un'occasione abbiamo sollecitato la discussione di provvedimenti di legge anche provenienti dall'opposizione perché, salvo due provvedimenti che non sono neanche individuabili come provvedimenti delle opposizioni ma che sono stati in qualche modo attratti da provvedimenti di maggioranza o altro, dall'inizio della legislatura abbiamo discusso in Aula, credo, quattro provvedimenti (due del Movimento 5 Stelle e due misti in cui c'erano le firme dei colleghi di Forza Italia, della Lega Nord e di Fratelli d'Italia ma anche del PD e altri colleghi di maggioranza).
E' compito anche del Presidente, che ha anche la facoltà di convocare la Conferenza dei Presidenti, di verificare che l'attività legislativa in Commissione venga svolta e non solo quella che riguarda la Giunta regionale, altrimenti è inevitabile che rischiamo, ricordando che giustamente questo Consiglio può essere ascoltato da tutti i cittadini in diretta, di apparire per quello che, a volte, ci definiscono, ovvero come soggetti che percepiscono un lauto stipendio e servono a poco. In questo momento serviamo a poco, cioè a me non interessa neanche chi ha ragione e chi ha torto.
Che un Consiglio regionale, o meglio, un'Assemblea legislativa, discuta se ha ragione il controllore o se ha ragione l'utente che, forse, ha sporcato il biglietto con la crema per le mani, credo che non lo farebbe nemmeno un piccolo Comune, perché ha un senso della dignità nei confronti delle persone che vanno ad ascoltarlo.
Siamo un'Assemblea legislativa e proviamo a fare le leggi utili al Piemonte, però questo è compito di tutti, anche del Presidente, in particolar modo nel richiamare i Presidenti delle Commissioni a fare non soltanto quella che è l'attività utile alla Giunta, ma fare l'attività legislativa, nel ricordare che c'è uno Statuto che prevede che una parte dell'attività legislativa debba anche essere in capo alle opposizioni.
Lo dico perché sono un Consigliere di opposizione e dico che, se forse dedicassimo un po' più di tempo ad attività normativa all'interno delle Commissioni per approvare leggi - che non hanno spesa, perché gran parte delle leggi regolamentano o modificano in meglio come il disegno di legge sulla semplificazione - non avremmo il tempo, fortunatamente, per discutere ordini del giorno come quello del Movimento 5 Stelle.
Non dico niente rispetto all'ordine del giorno del Movimento 5 Stelle faccio l'esempio di questo, ma potrei portare come esempio altri ordini del giorno che abbiamo discusso in Consigli precedenti. Non è che fossero di strategia fondamentale per questa Regione.
Pertanto, prendiamo anche questi casi come casi utili per migliorare la nostra attività.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 202, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Condizione femminile

Esame mozione n. 231 presentata dai Consiglieri Giaccone, Accossato Allemano, Appiano, Baricco, Conticelli, Grimaldi, Motta e Ravetti, inerente a "Uso del linguaggio di genere"

Argomento: Condizione femminile

Esame ordine del giorno n. 198 presentato dai Consiglieri Conticelli Accossato, Appiano, Baricco, Boeti, Caputo, Ferrentino, Gallo, Grimaldi Motta, Ottria, Ravetti e Rostagno, inerente a "Opzione Donna"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 231, avente ad oggetto "Uso del linguaggio di genere", e dell'ordine del giorno n. 198, avente ad oggetto "Opzione Donna", di cui al punto 7) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giaccone per l'illustrazione della mozione n. 231; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Proviamo a vedere se riusciamo ad elevare realmente il tono della discussione in Aula e a mettere d'accordo maggioranza ed opposizione su un tema che mi sembra di maggiore rilevanza.
Vediamo quindi se su un altro tema riusciamo a chiudere la riunione di stamattina positivamente con un accordo tra maggioranza e opposizione.
La mozione sull'uso del linguaggio di genere parte dalla premessa che il linguaggio sia non solo uno strumento di comunicazione, ma anche un potente motore di cambiamento e oggettivamente anche di condizionamento dei costumi.
Nelle parole non c'è solo il significato stretto e contingente, ma anche un significato più profondo. Esiste oggettivamente uno stretto legame tra l'uso del linguaggio e la disparità sociale.
Noi riteniamo che sia opportuno che la lingua italiana cambi sotto la spinta di significative trasformazioni sociali e culturali, però ci accorgiamo che, nonostante le donne abbiano acquisito maggiore partecipazione nella vita civile, rivestendo importanti ruoli nell'ambito professionale e istituzionale, permane comunque una resistenza da parte del linguaggio a riconoscere tali posizioni.
Osserviamo infatti che la società cambia rapidamente, ma che il linguaggio non riesce molto spetto a cambiare altrettanto rapidamente.
Pertanto riteniamo che sarebbe opportuno che anche la comunicazione pubblica aderisse ai ruoli e riconoscesse questo cambiamento rapidamente.
Del resto, ci sono delle indicazioni a diverso livello, sia a livello europeo sia a livello statale che già riconoscono questa dimensione e la mozione viene avanzata proprio perché si dia atto a quanto contenuto in questi documenti.
Già nel 1990 con la raccomandazione del Consiglio di Europa n. 90 sull'eliminazione del sessismo dalla lingua, si invita all'utilizzo di un linguaggio non sessista e ad adeguare la terminologia dei testi giuridici dell'Amministrazione pubblica e dell'educazione in armonia con il principio dell'uguaglianza dei sessi.
Quindi, non è una questione di opinione, non è una questione di opportunità, ma è anche un preciso indirizzo. Il medesimo indirizzo è anche contenuta nella legislazione italiana, proprio per dare seguito alle indicazioni e alle direttive europee.
Quindi, la questione di adeguare il linguaggio negli atti pubblici appare un impegno condiviso a tutti i livelli ordinamentali (europeo statale e anche regionale) rappresenta un obiettivo che l'Amministrazione deve perseguire nella propria struttura e diffondere nelle società.
Per arrivare al punto, noi chiediamo che la Giunta regionale, il Presidente della Giunta e il Consiglio regionale si impegnino a farsi parte attiva per promuovere un percorso di revisione del linguaggio utilizzato negli atti amministrativi e legislativi e che, al contempo, si attivino corsi per fare in modo che il personale della struttura si adegui in questo senso. Tra l'altro, la stessa indicazione è collegata ad un parallelo atto di indirizzo che è già stato depositato in Comune a Torino in questo medesimo periodo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Grazie, collega Giaccone.
La parola alla Consigliera Conticelli per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 198.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno "Opzione donna" riprende analoghi documenti che sono stati presentati in altre Regioni italiane; è stato anche adottato un documentato analogo dalla Camera dei Deputati nel 2014.
Il tema è quello relativo a due circolari interpretative dell'INPS (la n. 35 e la n. 37 del 2012) che, in qualche modo, restringono le finestre previste già dalla riforma Maroni e poi confermate dalla riforma Fornero per il pensionamento anticipato, in particolare utilizzato dalle donne, per un'anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni ed un'età pari o superiore a 57 anni per le lavoratrici dipendenti e 58 per le lavoratrici autonome. L'INPS autonomamente sovrappone l'età in cui si matura il diritto per l'accesso con quella della decorrenza effettiva, praticamente accorciando questi termini, che erano previsti fino al 31 dicembre 2015 per le lavoratrici autonome addirittura di 18 mesi (al 31 maggio 2014 per andare in pensione al 1° dicembre 2015) e invece per le dipendenti, sia private che pubbliche, rispettivamente al 30 novembre e al 30 dicembre comunque a fine 2014, escludendo quindi tutte le lavoratrici che avrebbero potuto usufruire, in virtù di questa finestra contributiva, della possibilità data dalla legge al 1° gennaio 2016.
Peraltro, la normativa preveda a fine 2015 una verifica dei risultati della sperimentazione, che era stata prevista sia per agevolare in quale modo le lavoratrici che le richieste di pensione anticipata. Non vi do tutti i dati perché è tardi, però le richieste sono passate da 56 nel 2009 a 518 nel 2010, fino a 8.846 nel 2013, quindi è uno strumento che è stato ampiamente utilizzato, che ha dato i suoi frutti e che comporta anche un risparmio per le casse pubbliche, poiché è prevista una liquidazione immediata della parte del trattamento pensionistico calcolata con anzianità retributiva decurtata del 25 o 30%.
Sostanzialmente l'ordine del giorno chiede che anche la Regione Piemonte, oltre al Governo nazionale, in particolare al Ministero dell'Economia e a quello del Lavoro e delle Politiche Sociali, esprima parere favorevole alla revoca di queste due circolari INPS. Ricordo che tale richiesta è già stata adottata con un documento votato dalla Camera dei Deputati.



PRESIDENTE

La trattazione degli atti d'indirizzo proseguirà nella seduta pomeridiana.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



< torna indietro