Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.50 del 26/02/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(I lavori iniziano alle ore 10.03 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Interrogazione n. 203 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Impianto di Risalita Forte di Fenestrelle e Pra' Catinat"


PRESIDENTE

Colleghi, buon giorno. Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione n. 203, presentata dalla Consigliera Frediani.
La parola all'Assessore Parigi per la risposta.



PARIGI Antonella, Assessore al turismo

Grazie, Presidente.
In merito all'interrogazione consiliare di cui all'oggetto, si relaziona per quanto di competenza evidenziando quanto segue.
1. Per quanto concerne l'intervento relativo alla Ridotta Carlo Alberto, si precisa che lo stesso prevedeva i seguenti lotti.
Lotto 1A: acquisizione e messa in sicurezza il cui importo è previsto in euro 336.000.000.
Lotto 1B: consolidamento della Ridotta il cui importo è previsto in euro 564.000.000.
Dalla documentazione rendicontata dalla Provincia di Torino ed acquisita agli atti, risultano essere state realizzate spese rispettivamente per un importo di euro 326.645,45 (di cui euro 200.000,00 per l'acquisizione del bene al patrimonio provinciale ed euro 126.645,45 per le opere primarie di messa in sicurezza), mentre per il consolidamento della Ridotta risultano essere stati realizzati interventi per un ammontare di euro 65.383,28.
Relativamente alla Ridotta Carlo Alberto, è stato indetto dalla Provincia di Torino un concorso di idee volto alla sua risistemazione condividendone la soluzione anche con la Soprintendenza. La sua realizzazione comporta, tuttavia, una disponibilità di risorse finanziarie superiore a quanto effettivamente stanziato per l'accordo di programma dato che il progetto preliminare prevede un quadro economico di 2,5 milioni di euro.
Per quanto concerne le opere di sistemazione della strada di collegamento tra la SR 23 ed il complesso di Pra' Catinat, i relativi lavori sono stati per necessità suddivisi in due lotti funzionali.
Per il primo lotto, comprendente sette tornanti (ovvero quelli che, a partire dalla ex SR 23, sono individuati dai numeri 1, 2, 3, 4, 6, 7, 8) le opere sono giunte a completamento. Durante l'esecuzione dei lavori relativi al tornante più vicino al complesso di Pra' Catinat (n. 8) si è tuttavia, verificato un movimento franoso che ha comportato una specifica variante al progetto iniziale, il cui incremento di costo è stato finanziato mediante utilizzo del ribasso d'asta conseguito in fase di gara.
In tal modo, si è potuto giungere al consolidamento del versante medesimo.
I lavori del secondo lotto riguardano, invece, il tornante n. 5, che è stato necessario separare dagli altri in quanto, durante la fase progettuale, è emersa la presenza di una paleo frana sotto lo strato superficiale, che rendeva non praticabile la tipologia di intervento ipotizzata nel progetto preliminare. La soluzione è al momento in fase di approfondimento dal punto di vista geotecnico, ma i suoi importi sono in ogni caso molto superiori alle risorse ancora disponibili sul capitolo del bilancio regionale 2010 (circa euro 85.000,00), vincolate all'AdP, somme peraltro non sufficienti nemmeno per l'avvio di un primo lotto funzionale dei lavori necessari.
Per quanto concerne l'intervento relativo alla realizzazione dell'impianto di risalita, si è potuto procedere fino alla fase della progettazione definitiva. Infatti, dapprima le complessità di tipo tecnico conseguite alle difficoltà di acquisizione dei pareri previsti da parte della Soprintendenza ai Beni Culturali e poi le mutate condizioni della finanza pubblica legate all'inasprimento del patto di stabilità interno della Provincia di Torino hanno determinato la necessità di dover sospendere le attività connesse alla realizzazione dell'impianto inclinato anche alla luce delle incombenti necessità di intervenire prioritariamente alla sistemazione della Ridotta Carlo Alberto, destinata a diventare la porta di accesso al Forte, senza la quale l'impianto di risalita avrebbe avuto una funzionalità ridotta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani per la replica.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Abbiamo ricevuto ieri in Commissione il CdA di Pra' Catinat e quindi abbiamo già avuto modo di approfondire alcuni aspetti su questo tema.
Sono solo un po' confusa sui tornanti, perché ieri mi era parso di capire che il problema fosse sul tornante n. 10 e che quindi la frana fosse arrivata proprio sull'ultimo tornante; di conseguenza, abbiamo pensato "ne manca uno solo, dunque non sarà tutta questa spesa". Invece qui, se ho capito bene, si parla del tornante n. 7 e del tornante n. 5.



PARIGI Antonella, Assessore al turismo (fuori microfono)

Si parla del tornante n. 5.



FREDIANI Francesca

Alla fine però, se ho capito bene, mancano tre tornanti. Se siamo fermi al settimo.
APPIANO Andrea (fuori microfono) Sono "tornanti"!



FREDIANI Francesca

Tanto "tornano"! Se l'ostacolo fosse quell'ultimo tornante, si potrebbe fare, anche perché uno degli aspetti che ha evidenziato ieri la Presidente è proprio relativo alle dimensioni dei pullman che possono raggiungere la struttura.
Se si riuscisse in qualche modo ad intervenire - ho perso il conto delle risorse un po' per il brusio, un po' perché facevo fatica a seguire, ma poi aspetto la risposta scritta - se si potesse in qualche modo prevedere l'intervento sugli ultimi tornanti, considerando che il più è fatto, questo consentirebbe un risparmio anche per le scuole che devono raggiungere la struttura.
Invece, per quanto riguarda la risalita, la progettazione è proprio ad un livello minimo d'avanzamento del progetto, quindi mi rendo conto che ci troviamo di fronte ad un impegno ben più importante dal punto di vista economico, soprattutto - da quanto ho capito - dal punto di vista proprio della fattibilità.
Noi continueremo a lavorare, anche perché abbiamo ovviamente un Consigliere di zona, il collega Valetti, che sta seguendo la questione abbiamo anche dei gruppi attivi sul territorio che stanno elaborando delle proposte in merito.
Ieri, durante l'audizione, è inoltre emersa la necessità di interagire con le altre realtà del territorio, quindi con il Forte e con il Parco. Tra l'altro, ho visto che quest'accordo è stato prorogato fino al 31 dicembre 2015, se non sbaglio, dall'ultima delibera, quindi potremmo eventualmente avere ancora - se saremo ancora qui, naturalmente! - qualche mese per riflettere sulle possibili soluzioni.
In particolare sulla sistemazione della strada, credo che la Regione possa intervenire in qualche modo. Noi faremo la nostra parte e speriamo che ci sia disponibilità da parte vostra.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 297 presentata dal Consigliere Valle, inerente a "Stato di avanzamento dei lavori in corso presso l'ospedale Martini"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 297.
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
In realtà, abbiamo già affrontato questo tema in Aula.
Sono trascorsi ormai alcuni mesi e la settimana scorsa ho anche avuto modo di fare un sopralluogo sulla struttura, quindi ritenevo utile fare un punto fermo sulla situazione dei lavori. In particolare, come siamo messi sull'avanzamento dei lavori, perché in questi giorni dovrebbe essere prossima l'apertura del sesto piano e qual è la data prevista per l'ultimazione dei lavori (quando ne abbiamo discusso a settembre era prevista per la metà del 2015, ma è chiaro che questa data non potrà essere rispettata, proprio perché il ritardo accumulato lo rende impossibile) e che a punto siamo sulla procedura di accordo bonario, per via dei ritardi e per via dei cambiamenti del capitolato.
Grazie.



PRESIDENTE

Prego, Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Forse la mia risposta è incompleta, perché so che il collega ha avuto modo di effettuare un sopralluogo.
Mi è stato riferito dall'ingegner Lombardi, direttore tecnico e RUP dei lavori, il risultato di quell'incontro e ho qui una relazione, ma dirò cose che il collega saprà perfettamente, essendo stato particolarmente attivo ed è giusto che sia così.
In sintesi: i lavori al sesto piano sono conclusi e sono in corso, come lei sa, interventi di sanificazione disposti dalla direzione sanitaria.
Per quanto riguarda il quinto e il quarto piano, il programma lavori concordato con la direzione sanitaria prevede che possano riprendere una volta che i due piani risultino liberi: per fare questo esiste un cronoprogramma di trasferimenti, secondo il quale: l'attività del terzo piano lato est venga trasferita al sesto piano lato est; l'attività del quarto piano lato ovest venga trasferita al sesto piano lato ovest l'attività del quinto piano lato ovest venga trasferita al terzo piano lato est.
È un gioco di parole, ma il collega sa perfettamente, perché ha avuto modo di vedere di persona.
I lavori potranno quindi ripartire una volta effettuati questi trasferimenti e dovrebbero avere - secondo quanto stimato dai tecnici dell'ASL - una durata di sei mesi per semipiano.
Tutto questo confermando e garantendo la funzionalità del Martini. Ad ogni modo è disponibile la relazione puntuale e precisa del direttore ingegner Maria Teresa Lombardi, ed anche un'altra relazione più precisa.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.15 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 10.16)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Richiesta, da parte della Consigliera Frediani, in merito al ricevimento di una delegazione dei lavoratori di "Mercatone Uno" in presidio presso Palazzo Lascaris


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
So che non è rituale, ma ritengo opportuno quest'intervento.
C'è un presidio di lavoratori di "Mercatone Uno" in Via Alfieri davanti all'ingresso di Palazzo Lascaris. So che nei giorni scorsi è pervenuta una loro richiesta di essere ricevuti: chiedo che tale appello venga accolto e che si possano incontrare i lavoratori, magari come abitudine, nella pausa del Consiglio, oppure in un altro momento. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Credo che questa pratica, che peraltro abbiamo già attuato, sia possibile. Tra l'altro, oggi pomeriggio, è prevista anche la Conferenza dei Capigruppo: volendo, si può inserire in quel contesto.



PRESIDENTE

Ricordo ai Consiglieri che la Conferenza dei Capigruppo è prevista al termine della seduta, non nel pomeriggio.



GRIMALDI Marco

Ancora meglio.



PRESIDENTE

Non al termine della seduta antimeridiana, ma di quella pomeridiana.



GRIMALDI Marco

Allora, forse, è meglio farlo durante la pausa pranzo.



PRESIDENTE

Se vogliamo ricevere la delegazione dei lavoratori - mi pare sia questa la volontà dell'Aula - credo che sia possibile organizzare l'incontro durante l'intervallo del Consiglio.
Consigliera Frediani, vedremo di predisporre in tal senso.


Argomento: Procedimento ed accesso atti amministrativi

Esame disegno di legge n. 77, inerente a "Disposizioni regionali in materia di semplificazione"


PRESIDENTE

Proseguiamo i nostri lavori con l'esame del disegno di legge n. 77 inerente a "Disposizioni regionali in materia di semplificazione", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 7 febbraio 2015 è iniziato l'esame del disegno di legge di cui sopra.
Il Consigliere Rostagno ha svolto la relazione di maggioranza, mentre il Consigliere Bertola la relazione di minoranza.
Sono intervenuti i Consiglieri Gariglio, Sozzani, Vignale, Bono e Campo, quindi è terminata la discussione generale.
Nella seduta pomeridiana del 24 febbraio 2015 si è proseguito l'esame del disegno di legge e sono stati votati gli articoli dall'1 al 38.
Erano rimasti in sospeso gli articoli 28 bis, il 28 ter e il 32 bis.
Gli articoli 28 bis e 28 ter sono stati ritirati, quindi riprendiamo i nostri lavori dall'esame dell'articolo 32 bis.
ARTICOLO 32 bis Emendamento rubricato n. 206 bis) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Reschigna: Dopo l'articolo 32 è aggiunto il seguente "Art. 32 bis 1. Al termine del comma 1 dell'articolo 5 della legge regionale 14 dicembre 2014, n. 22 (Disposizioni urgenti in materia fiscale e tributaria) è aggiunto il seguente periodo: 'Tali comuni sono individuati dai soggetti che gestiscono gli impianti di smaltimento sulla base dei rifiuti conferiti, purché attribuibili esclusivamente a tali eventi alluvionali'.
1 bis. La minore entrata derivante dall'applicazione del presente articolo stimata in 180.000,00 euro ed imputabile, in termini di competenza e cassa allo stato di previsione dell'entrata nell'ambito della UPB A1102 del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2015, è compensata mediante riduzione di 180.000,00 euro, in termini di competenza e cassa dell'importo iscritto nello stato di previsione della spesa nell'ambito della UPB A11011 del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2015".
Questa mattina la Commissione competente ha espresso il parere rispetto a quest'articolo, per cui darei la parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 206 bis).



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Si è svolta questa mattina la seduta di I Commissione, dove abbiamo potuto illustrare i due emendamenti. Questo nasce da un rilievo che ha mosso la Presidenza del Consiglio dei Ministri su un articolo contenuto nella legge relativa ai provvedimenti di natura fiscale. Nello specifico ci riferiamo all'articolo che esonerava dal versamento del contributo regionale per il conferimento dei rifiuti derivanti dall'alluvione dell'autunno scorso.
L'eccezione che ha sollevato la Presidenza del Consiglio dei Ministri è che non era prevista la copertura economica. Con quest'emendamento annulliamo il precedente articolo contenuto nella legge sui provvedimenti fiscali e garantiamo la copertura economica, così come previsto dall'emendamento, sul bilancio del 2015, considerando che i contributi sul conferimento in discarica dei rifiuti dell'ultimo quadrimestre del 2014 di fatto vengono versati con la prima rata del 2015.
L'importo che noi stimiamo in abbondanza è di 180.000 euro, per cui con l'emendamento diamo copertura e manteniamo la norma che era contenuta nella legge sui provvedimenti fiscali.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Reschigna.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 206) bis.
Il Consiglio approva.
La votazione si estende all'articolo.
Siamo in fase di votazione da adesso fino alle ore 13 circa, per cui i Consiglieri e gli Assessori sono pregati di prendere posto in aula.
Ricordo che il numero legale è 23.
ARTICOLO 38 bis Emendamento rubricato n. 217) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Ferrero: Dopo l'articolo XX è aggiunto il seguente articolo: "Art. XX (Dichiarazione d'uso dei terreni) 1. Al fine dell'erogazione degli aiuti in materia di agricoltura e sviluppo rurale è istituita la dichiarazione d'uso dei terreni di proprietà altrui resa ai sensi del DPR 28 dicembre 2000, n. 445 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa).
2. La dichiarazione d'uso dei terreni di cui al comma 1, inserita nel fascicolo aziendale di cui al DPR 1 dicembre 1999, n. 503 (Regolamento recante norme per l'istituzione della Carta dell'agricoltore e del pescatore e dell'anagrafe delle aziende agricole, in attuazione dell'articolo 14, comma 3, del decreto legislativo 30 aprile 1998, n. 173) costituisce titolo di conduzione al fine della determinazione della consistenza aziendale, fatte salve eventuali contestazioni degli aventi diritto, e non dà diritto a usucapione".
In assenza dell'Assessore Ferrero, lo illustra qualche altro Assessore? Prego, Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Possiamo chiedere una breve sospensione?



PRESIDENTE

Su richiesta della Giunta regionale sospendiamo la seduta per qualche minuto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.26, riprende alle ore 10.28)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola l'Assessore Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
L'emendamento riguarda la dichiarazione d'uso dei terreni e, di fatto pone l'attenzione sul titolo di conduzione.
Il Regolamento CE non richiede la tipologia di titolo di possesso dei terreni, ma, sostanzialmente, l'Unione Europea ci chiede, in primo luogo che un terreno non venga messo a premio due volte; in secondo luogo, che questo terreno venga effettivamente lavorato e coltivato dal titolare, il quale dovrà anche rispondere in merito agli adempimenti delle greening e delle buone pratiche agricole.
Quando si espletano queste due funzioni e nessun altro - questo viene fatto in automatico - reclama il titolo rispetto a quel terreno (cioè dice "no, lo lavoro io", "no, lo coltivo io"), oppure il proprietario non ha nulla da eccepire rispetto al fatto che questa cosa avvenga, la titolarità del terreno, quindi il possesso di quel terreno, si concretizza.
Naturalmente, abbiamo anche inserito la clausola per cui questo non vale ai fini dell'usucapione, per evitare che qualcuno possa lavorare un terreno per "x" anni e avvalersi del titolo di usucapione.
A nostro avviso, questa semplificazione aiuterebbe molto gli agricoltori rispetto ai titoli di possesso, che oggi vengono fatti con contratti di affitto unilaterali, che, però, sono in ogni modo contratti di affitto: può succedere che io dica di affittare il terreno da una persona e che questa deceda; automaticamente, mi troverei l'erede titolare di quel terreno, mentre io ho un contratto di affitto in mano che è in essere con un defunto.
Questo per la legge è un problema grave, ma in realtà un problema grave non è.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Ci sarebbe piaciuto riflettere un pochino di più su questo tema perch in particolare, avrei un dubbio sul fatto che ci si possa esimere dall'usucapione attraverso una norma regionale. Mi piacerebbe quindi saperne di più e se avessimo potuto discuterne, magari l'avremmo chiesto ai funzionari competenti.
Poi vorrei capire, in riferimento al DPR n. 445, quali sono le tipologie e quali i titoli - faccio la dichiarazione di esser colui che sta attualmente coltivando il terreno - che io porto a giustificazione di questa mia dichiarazione.
Mi è difficile spiegarlo così, perché faccio un intervento che esprime i dubbi che mi vengono su questo tema un po' al volo. La questione, però, è abbastanza spinosa e quindi mi piacerebbe, piuttosto, avere un pochino di tempo in più per valutare quest'emendamento. Se è possibile, chiederei come minimo di rinviarlo ad oggi pomeriggio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per la Giunta regionale, l'Assessore Ferrero; ne ha facoltà.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura

Vorrei solo precisare che intanto questo avviene con la stessa dinamica con cui oggi avvengono i contratti unilaterali. Oggi, cioè, non è che ci sono dinamiche diverse e si fa un contratto in cui firma il possessore del terreno: le verifiche vengono fatte perché, su tutte le domande di fascicolo unico in domanda unica (o in qualsiasi domanda in PSR), in automatico viene controllato se c'è un'altra persona che rivendica quel terreno.
Quindi, se casomai due persone rivendicassero la stessa superficie, si bloccherebbe il sistema. Noi, quindi, su questo siamo controllati.
Sul termine con cui non scatta l'usucapione, noi lo scriviamo per legge. Non vi nascondo che questo è praticamente lo stesso emendamento che abbiamo chiesto che il Ministero applicasse su una legge nazionale e quindi l'abbiamo ribaltato su questa dinamica.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 217).
Il Consiglio approva.
Il voto è esteso all'articolo 38 bis.
ARTICOLO 39 Emendamento rubricato n. 199) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Reschigna: Il comma 1 dell'articolo 39 del disegno di legge n. 77, è modificato dal seguente: "1. L'articolo 4 della legge regionale 22 novembre 1978, n. 69 (Coltivazione di cave e torbiere), è sostituito dal seguente: Art. 4. (Delega di esercizio di funzioni regionali in materia di cave e torbiere) 1. L'esercizio delle funzioni di cui agli articoli 1, 5, 7, 8, 9, 10, 14 15, 16, 17, 19 e 21 è delegato ai comuni, salvo quanto previsto dagli articoli 11 e 13, relativi alle attività estrattive in regime di concessione, a quelle poste in aree protette a gestione regionale e nelle relative aree contigue o in zone naturali di salvaguardia, nonché alle cave finalizzate al reperimento di materiale per la realizzazione di opere pubbliche di cui alla l.r. 30/99.
2. I provvedimenti di cui al comma 1 sono trasmessi alla struttura regionale competente in materia di attività estrattive ed alla provincia competente, entro trenta giorni dalla loro adozione.".
Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Con quest'emendamento prevediamo che l'esercizio delle deleghe di cui agli articoli 1, 5, 7, 8, 9, 10, 14, 15, 16, 17, 19 e 21 della l.r. n. 69 che è la legge di riferimento sulla coltivazione di cave e torbiere, sia delegato ai Comuni, salvo quanto previsto dagli artt. 11 e 13, relativi alle attività estrattive in regime di concessione, a quelle poste in aree protette a gestione regionale e nelle relative aree contigue o in zone naturali di salvaguardia, nonché alla cave finalizzate al reperimento di materiali per la realizzazione di opere pubbliche di cui alla l.r. 30/99.
Per queste ultime, le competenze rimangono in capo alla Regione.
I provvedimenti di cui al comma 1 sono trasmessi alla struttura regionale competente in materia di attività estrattive e alla Provincia competente entro 30 giorni dalla loro adozione. Si tratta dei provvedimenti per cui valgono le funzioni delegate ai Comuni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Vorrei chiedere alcuni chiarimenti rispetto all'emendamento successivo il n. 218), che è il nostro emendamento che va in linea con questo.
Discutevo anche prima con gli altri colleghi del Consiglio regionale di voler chiedere informazioni rispetto al fatto che la Giunta abbia verificato la possibilità di un'omogeneità di intenti nei Comuni. Era questo l'aspetto su cui volevo chiedere chiarezza; vedo però che il Vicepresidente è al telefono e quindi, magari, aspettiamo due minuti.



PRESIDENTE

Sì, aspettiamo un momento.
Vicepresidente Reschigna, il Consigliere Sozzani, parlando del suo emendamento, si ricollega all'emendamento che lei ha presentato.
Vada avanti, Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Vorrei chiedere al Vicepresidente un chiarimento sul fatto che essenzialmente, gli emendamenti vanno nella stessa direzione.
Nel n. 218) noi abbiamo aggiunto alcuni elementi esplicativi maggiori chiedendo però se, nell'ambito della Giunta, sia stato valutato il fatto che poi i Comuni possano essere anarchici nell'applicazione di quest'emendamento: che il Comune "A", cioè, possa fare alcune cose e che il Comune vicino, "B", decida diversamente.
Mi chiedo se non sia il caso che ci sia, invece, un minimo di regia regionale che dia dei chiarimenti rispetto alla possibilità, da parte dei Comuni, di incidere in un modo univoco e non separato, come per esempio avviene in ambito urbanistico con i centri commerciali, dove magari un Comune boccia e magari quello vicino, se non c'è una regia regionale approva.
Ecco, questo era l'aspetto esplicativo: vorremmo avere notizie in questo senso.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Sì, è chiaro che una funzione delegata.



PRESIDENTE

Per cortesia: Assessori, se volete parlare con qualcuno - qualunque sia la ragione dell'incontro - bisogna uscire dall'aula, rimanendo però nelle vicinanze perché poi bisogna votare.
Prego, Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

E' chiaro che una funzione delegata si espleta sia all'interno delle disposizioni stabilite dalla legge regionale sia all'interno della programmazione che è stabilita dalla Regione Piemonte. E quindi il problema non è tanto quello di comportamenti discrezionali differenti da parte dei Comuni, fermo restando che il Comune è titolare della gestione del proprio territorio e quindi anche titolare dell'individuazione di potenziali e possibili aree estrattive.
C'è poi un punto, che complessivamente affrontiamo in uno degli ultimi articoli del DDL, che è quello di addivenire ad una standardizzazione delle procedure, in modo tale che, sotto quest'aspetto, non ci siano procedure e percorsi differenti da Ente locale ad Ente locale. E questo è un punto sostanziale, un obiettivo contenuto in uno degli articoli che abbiamo aggiunto, anche su suggerimento del Consigliere Vignale, ad uno degli ultimi articoli del disegno di legge.
Per quanto riguarda l'emendamento n. 218), è vero che non ci sono particolari differenze, perché il contenuto è praticamente lo stesso: è scritto in formulazione diversa, ma il contenuto è sostanzialmente lo stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intervengo per un'osservazione sul metodo, nel senso che - così com'è accaduto in occasione di altri provvedimenti (i disegni di legge 66 e 67) che abbiamo affrontato a cavallo tra la fine del 2014 e l'inizio di quest'anno, abbiamo di nuovo, in Aula, parecchi emendamenti presentati dalla Giunta. E' un po' difficile lavorare così, perché magari alcune questioni sono anche condivisibili, però rischiamo di non votarle, perch non siamo sicuri.
Poiché il disegno di legge è un provvedimento della Giunta, arrivato in Commissione e discusso anche in modo molto maturo - com'è successo con il disegno di legge 77 - ritengo che il luogo idoneo sia la Commissione. Poi è chiaro che le opposizioni, ed anche - in questo caso - la maggioranza presentano - come è giusto che sia - emendamenti in Aula, però in linea di massima, secondo noi, per quanto riguarda la Giunta, il testo che esce dalla Commissione dovrebbe rimanere più o meno quello, altrimenti diventa difficile lavorare. Salvo fatti incidentali, come quello - purtroppo - di cui parleremo più avanti, con l'emendamento di esenzione dell'IRAP sulle start up innovative, in generale preferiremmo che le modifiche venissero discusse in Commissione.
Provo a fare una proposta: se ci sono parecchi emendamenti significativi della Giunta, possiamo riunire una seduta di Commissione bilancio in cui vengono illustrati gli emendamenti. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo sulle questioni sollevate anche dal Consigliere Sozzani.
Voglio evidenziare che non è che i Comuni agiscano in anarchia: si tratta di autonomia dei Comuni e il vero problema per uniformare il comportamento degli enti sul territorio è quello della programmazione.
Questo è il vero problema che oggi non viene affrontato in Regione, perch la maggior parte delle Province, ad eccezione di qualcuna, non hanno effettuato la programmazione, così come la legge - invece - prevedeva.
Soltanto con una buona programmazione e con le procedure standardizzate - come diceva il Vicepresidente - si può superare questo problema: non certo intaccando l'autonomia dei Comuni. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Credo sia mio dovere intervenire sulla questione posta dal Consigliere Bertola.
Per quanto riguarda il Capo relativo alle attività estrattive, gli emendamenti non stravolgono il testo uscito dalla Commissione. Gli emendamenti che sono stati accolti all'interno della Commissione rendono necessario ripartire, per coerenza legislativa, gli effetti e le conseguenze anche su una serie di altri articoli.
In secondo luogo, proprio memore dell'esigenza che il Gruppo Movimento 5 Stelle aveva posto sul dibattito relativo alla legge sulla qualificazione della spesa, gli emendamenti sulle attività estrattive sono stati depositati la settimana scorsa in Aula, nel momento in cui si svolgeva il dibattito generale. Se, poi, per comodità dei lavori e per accelerazione dei lavori si ritiene di fare una sospensione e riunire la I Commissione dove la Giunta illustra complessivamente gli emendamenti, non ho alcuna difficoltà. Decidiamo insieme qual è il percorso: non ho alcuna remora, al riguardo.
Gli emendamenti che riguardano, invece, il tema delle modifiche alla legge urbanistica sono stati presentati dall'Assessorato al termine del dibattito in Commissione su quel Capo e, conseguentemente, abbiamo dovuto proporli in aula. Però - ripeto - non ho alcuna difficoltà a prevedere che ci sia una mezz'ora di sospensione del Consiglio regionale e si riunisca la I Commissione, dove s'illustrano complessivamente gli emendamenti della Giunta, in modo che vengano forniti anche approfondimenti tecnici, laddove richiesti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Presidente, chiediamo cortesemente un minuto di sospensione del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

D'accordo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.45, riprende alle ore 10.58)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Chiedo a tutti i colleghi di prendere posto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Accogliamo la richiesta, o concessione, del Vicepresidente Reschigna d'interrompere la seduta e convocare una I Commissione, per vedere il senso degli emendamenti presentati, in modo che la discussione possa andare avanti in maniera più informata da parte delle opposizioni. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Ripeto: fermo restando che questi emendamenti sono stati depositati dieci giorni fa, non ho alcuna difficoltà, per consentire un celere svolgimento dei lavori, a riunire la I Commissione (possiamo trovarci in Sala A) nella quale la Giunta illustra il complesso degli emendamenti anche sotto il profilo tecnico.



PRESIDENTE

Pertanto, è immediatamente convocata la I Commissione, in Sala A.
Prego i componenti della I Commissione di accomodarsi.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.59, riprende alle ore 12.25)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Invito i Consiglieri e l'Assessore a prendere posto.
L'emendamento n. 199 è stato corretto e poi lo vedremo al momento del voto.
Gli emendamenti n. 218) e n. 220) sono stati ritirati dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 200) presentato dalla Giunta regionale a firma del Vicepresidente Reschigna: Il comma 4 dell'articolo 39 del disegno di legge n. 77 è sostituito dal seguente: "4. Al comma 1 dell'articolo 8 della l.r. 69/78, dopo le parole: "art. 7" sono aggiunte infine le seguenti: "i provvedimenti finalizzati alla sicurezza di cui agli articoli 674 e 675 del decreto del Presidente della Repubblica 9 aprile 1959, n. 128, prevalgono su ogni altra prescrizione organizzativa relativa alla coltivazione di cava; i medesimi sono contestualmente notificati al direttore responsabile della cava e all'amministrazione comunale, nel caso in cui i suddetti provvedimenti finalizzati alla sicurezza, richiedano la preventiva presentazione di un piano di sicurezza, il medesimo deve essere presentato, per conoscenza anche all'amministrazione comunale".
La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Si tratta dell'emendamento di cui abbiamo parlato in Commissione. E' quello che prevede, sostanzialmente, sui provvedimenti finalizzati alla sicurezza, che i medesimi siano contestualmente notificati al direttore responsabile della cava. Qui c'è una correzione che dobbiamo apportare.
Dopo il lavoro in commissione non "all'amministrazione comunale", ma "all'amministrazione competente".



(Commenti in aula)



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Va bene, torniamo indietro. Nessuna modifica, l'emendamento rimane com'è.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 9) è ritirato dai proponenti.
Emendamento rubricato n. 146) presentato dai Consiglieri Porchietto Ruffino, Sozzani, Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Vignale: Dopo il comma 6, dell'articolo 39, del disegno di legge n. 77, è aggiunto il seguente: "6 bis. (Modifica dell'articolo 10, della l.r. 69/1978) 1. Dopo il comma 1, dell'articolo 10, della l.r. 69/78, sono aggiunti i seguenti: 1 bis. L'autorizzazione relativa alle cave di pietra ornamentale è rilasciata per un periodo non superiore a trenta anni e la sua durata è proporzionata alle dimensioni del giacimento e alle capacità tecniche e produttive della ditta istante. L'autorizzazione può essere rinnovata eventualmente anche in relazione a modifiche o ampliamenti indipendentemente dall'applicazione della proroga di cui al successivo comma 3, sulla base delle stesse disposizioni che ne disciplinano il rilascio.
1 ter. Scaduti i termini dell'autorizzazione, se il progetto di coltivazione approvato non ha subito modificazioni, l'Organo competente per il rilascio può prorogare l'autorizzazione stessa, per una durata massima pari alla metà di quella originariamente prevista e comunque per un periodo non superiore a quindici anni, al fine di completare il progetto senza acquisire il parere della conferenza dei servizi".
La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Questo emendamento riguarda un'attività che è stata verificata anche nell'ambito delle associazioni di categoria delle cave ornamentali soprattutto nelle cave cosiddette di montagna. Questo emendamento individua una durata massima della concessione piuttosto lunga, non superiore a trent'anni dalla prima concessione.
Anche perché nell'ambito delle cave ornamentali, contrariamente alle cave di fiume, vi sono dei tempi di produzione molto più lunghi. Qualora nell'ambito di questo tempo massimo, ci potesse essere una sospensione dell'attività, nella ripresa la scadenza dell'autorizzazione non va ad incidere rispetto all'autorizzazione originaria; l'attività può essere ripresa, senza ripetere un iter burocratico già avviato dalle cave. Pu essere tenuta in considerazione l'autorizzazione, essenzialmente di tipo ambientale, della Conferenza dei Servizi; dare il prosieguo dell'autorizzazione, tenendo presente una serie di valutazioni al netto di leggi nuove, mantenendo le autorizzazioni originariamente date.
E' un atto di semplificazione importante, soprattutto per un settore come quello lapideo di pietre ornamentali oggi in profonda crisi, rispetto ad una concorrenza che ci arriva in particolare modo dalla Cina.
L'attività burocratica per l'ottenimento di permessi di questa specifica autorità è piuttosto costosa, quindi questa semplificazione andrebbe ad incidere positivamente rispetto ad un settore piuttosto importante come quello lapideo.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Elementare Statale "D. Alighieri" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Elementare Statale "D.
Alighieri" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Procedimento ed accesso atti amministrativi

Esame disegno di legge n. 77, inerente a "Disposizioni regionali in materia di semplificazione" (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo all'esame del disegno di legge n. 77.
Proseguiamo con l'esame dell'emendamento n. 144).
Emendamento rubricato n. 146) presentato dai Consiglieri Porchietto Ruffino, Sozzani, Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Vignale: Al comma 1, dell'articolo 16 bis, della l.r. 69/78, come inserito dal comma 8, dell'articolo 39, del disegno di legge n. 77, prima delle parole "i residui di coltivazione" sono aggiunte le seguenti: "le terre e le rocce da scavo e".
La parola al Consigliere Sozzani per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Questo emendamento, inserito all'articolo 39, comma 8, riguarda la possibilità di riempimento di aree soggette a coltivazioni, le aree di cava, in cui possono essere utilizzati i residui di coltivazione. Si richiede l'aggiunta "le terre e le rocce da scavo e", che è oggetto di una discussione nazionale da tempo sulle qualità delle stesse per l'attività di riempimento di cave.
Il fatto di poter utilizzare terra e rocce da scavo secondo le condizioni del decreto n. 152 o delle successive modifiche a livello nazionale andrebbe a semplificare l'attività di riempimento rispetto alla discussione che facevamo poc'anzi in ambito di Commissione: effettivamente i nostri territori sono territori gruviera come veniva definito rispetto al numero di autorizzazioni che vengono date nelle singole province del Piemonte.
Questo andava ad incidere in termini positivi sul riempimento delle stesse, aggiungendo le parole come viene proposto nell'ambito dell'emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 146) presentato dai Consiglieri Porchietto Ruffino, Sozzani, Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Vignale: Dopo il comma 1, dell'articolo 16 bis, della l.r. 69/78, come inserito dal comma 8, dell'articolo 39, del disegno di legge n. 77, è aggiunto il seguente: "1 bis. Possono inoltre essere riutilizzati come materiale di riempimento dei vuoti di cava i materiali provenienti da operazioni di recupero ai sensi del DM 05/02/98, in particolare, i materiali per cui il decreto stesso prevede la possibilità di recupero come 'recupero ambientale' subordinatamente all'esecuzione di test di cessione sul materiale stesso".
La Consigliera Porchietto lo dà per illustrato.
Emendamento rubricato n. 204) presentato dalla Giunta regionale a firma del Vicepresidente Reschigna: Al comma 2, dell'articolo 39 del disegno di legge n. 77 (Disposizioni regionali in materia di semplificazioni) le parole "settimo comma" sono sostituite dalle seguenti: " sesto comma".
La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Questo emendamento corregge un errore. Il testo all'articolo 39 parlava di settimo comma, invece il comma esatto è il sesto.
Emendamento rubricato n. 203) presentato dalla Giunta regionale a firma del Vicepresidente Reschigna: Il comma 10 dell'articolo 39 del disegno di legge n. 77 (Disposizioni regionali in materia di semplificazione) è sostituito dal seguente: "10. L'articolo 21 della l.r. 69/1978 è sostituito dal seguente: Art. 21 (Sanzioni) Chiunque compie atto di coltivazione di cave o torbiere in assenza di autorizzazione, è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria nella misura minima di venti volte e massima di cento volte la tariffa del diritto di escavazione vigente riferita al volume di materiale estratto e comunque non inferiore a euro 10.000,00. L'amministrazione competente per il rilascio dell'autorizzazione dispone in via accessoria la cessazione dell'attività eseguita in assenza di autorizzazione.
Nel caso di inosservanza delle prescrizioni contenute nel provvedimento di autorizzazione, è applicata una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 3.000,00 a euro 30.000,00. Nel caso in cui l'inosservanza delle prescrizioni abbia determinato una maggiore quantità di materiale estratto o lo scavo di materiale in difformità dall'estensione o dalla profondità massima consentite, è applicata la sanzione pecuniaria di cui al comma 1 ridotta del 50%.
Per le violazioni di cui al comma 2 l'organo competente per il rilascio dell'autorizzazione, ove possibile, ordina al trasgressore di uniformarsi alle prescrizioni violate entro i termini di cui all'articolo 17, comma primo, lettera c). Decorso il termine assegnato, se l'interessato non si è uniformato, l'organo competente provvede alla dichiarazione di decadenza prevista dal medesimo articolo.
L'irrogazione delle sanzioni spetta all'amministrazione regionale o comunale competente al rilascio dei provvedimenti di autorizzazione, che introita i relativi proventi.
Fermo restando l'ulteriore risarcimento del danno, per le violazioni di cui al comma 1, è comunque fatto obbligo al trasgressore di provvedere al ripristino dello stato dei luoghi, secondo le prescrizioni e i termini stabiliti dall'organo competente per il rilascio dell'autorizzazione, che in caso di inerzia provvede d'ufficio a spese dell'inadempiente.
Nel caso di mancato rispetto degli adempimenti di cui all'articolo 20 è comminata una sanzione pecuniaria da euro 1.000,00 a euro 5.000,00.
Per l'accertamento delle violazioni e l'applicazione delle sanzioni previste dalla presente legge si applicano le norme di cui al capo I della legge 24 novembre 1981, n. 689 (Modifiche al sistema penale). ".
La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Si tratta di un emendamento che, sulla base del lavoro svolto nelle sedute di Commissione, riscrive l'articolo sulle sanzioni.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 10) è ritirato dai proponenti.
La parola all'Assessore Reschigna per il parere sugli emendamenti presentati.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Sull'emendamento n. 199) ricordo che viene modificato, con l'aggiunta delle parole dopo "legge regionale 30/99", "interventi autorizzati sentito il parere dei comuni interessati".
Il testo dell'emendamento n. 218) è quasi uguale a quello del n. 199) della Giunta.
L'emendamento n. 220) è ritirato.
L'emendamento n. 200) è della Giunta, quindi il parere è favorevole.
L'emendamento n. 9) è ritirato.
All'emendamento n. 146), prima firmataria la Consigliera Ruffino, diamo parere negativo, perché portare a trent'anni la durata della concessione di escavazione ci sembra eccessivo. Con la norma che abbiamo introdotto nel disegno di legge abbiamo molto semplificato il tema del rinnovo dell'autorizzazione nel caso in cui non fosse completata la coltivazione della cava, ma prevedere un'autorizzazione trentennale ci sembra un arco temporale troppo ampio, che non tiene conto anche delle possibili diverse valutazioni che possono intervenire sul settore.
Sull'emendamento n. 144) il parere è favorevole, così come sul n. 145).
Ricapitolando: sul n. 144) e sul n. 145) il parere è favorevole; sul n.
146) il parere è contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 199), come modificato.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 200).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 146), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 144), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 145), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 204).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 203) Il Consiglio approva.
L'emendamento n. 10) è ritirato.
Indìco la votazione palese sull'articolo 39, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 40 Emendamento rubricato n. 115) presentato dai Consiglieri Andrissi Frediani, Mighetti, Valetti, Bono, Campo: Il comma 1 viene così modificato: "1. Viene abrogata la legge regionale 3 dicembre 1999, n. 30, 'Norme speciali e transitorie in parziale deroga alle norme regionali vigenti per l'esercizio di cave di prestito finalizzate al reperimento di materiale per la realizzazione di opere pubbliche comprese in accordi Stato-Regioni'" Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 115) è sulle cave di prestito: ne abbiamo appena parlato in I Commissione.
Noi crediamo che, essendoci una direttiva europea che impone, entro il 2020, il riciclo del 70% di materiali inerti e attualmente, a livello nazionale, siamo al di sotto del 10%, proprio nelle opere pubbliche non si debba andare a ricercare materiali nelle cave di prestito, che sono uno scempio per il territorio piemontese, già martoriato.
Siamo convinti che nelle opere pubbliche, laddove il pubblico dovrebbe dare l'esempio agli operatori privati, debba essere previsto nei capitolati d'appalto un riciclo dei materiali inerti, perché in Italia vi è una produzione di materiali inerti di 45 milioni di tonnellate all'anno e se ne ricicla una percentuale inferiore al 10%: questa è una situazione che va assolutamente cambiata. Allora iniziamo a cambiarla abolendo le cave di prestito e imponendo questo riciclo.
Oltretutto abbiamo il sistema delle cave che, se non è completamente fermo, in ogni caso sta funzionando in modo molto ridotto, e il sistema piemontese delle cave è uno dei maggiori a livello nazionale: siamo tra le prime quattro Regioni italiane e abbiamo una produzione di sabbia e ghiaia che annualmente supera i dieci milioni di tonnellate.
Al riguardo, bisognerebbe anche intervenire sulla tassa di concessione: è inaccettabile che i cavatori abbiano dei profitti incredibili, con una tassazione ferma al 3,9%, mentre Paesi come l'Inghilterra sono al 20%. E, a fronte di questo, sappiamo dove finiscono gli inerti? Finiscono nel ritombamento delle cave e poi, nel ritombamento delle cave, insieme agli inerti, finiscono - grazie ad una direttiva regionale - gli assimilabili agli inerti; negli assimilabili agli inerti, finiscono i metalli pesanti finiscono gli idrocarburi, finiscono una serie di sostanze che rendono poi quei siti addirittura da bonificare.
Questo è un circolo vizioso che va interrotto, e dobbiamo partire proprio da dove ci sono le opere pubbliche. Il pubblico deve dare delle regole in linea con le normative europee, e non ci siamo su questo fronte.
L'unica strada per semplificare è quella dell'abrogazione di questa che poi, tra l'altro, era una normativa parziale in deroga, quindi la semplificazione va fatta e va fatta fino in fondo: aboliamo le cave di prestito.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Voglio leggere il titolo della legge regionale n. 30 del 3 dicembre 1999: "Norme speciali e transitorie in parziale deroga alle norme regionali vigenti per l'esercizio di cave di prestito finalizzate al reperimento di materiale per la realizzazione di opere pubbliche comprese in accordi Stato Regioni".
Mi premeva sottolineare due parole: "transitorie" e "deroga". Sono due concetti chiari ed evidenti a tutti, ed è chiaro ed evidente a tutti che se stiamo parlando di una legge del 1999, sono passati 15 anni abbondanti e forse di transitorio non c'è più molto.
Di conseguenza, chiediamo con forza alla Regione Piemonte - e, come Consiglieri, agiremo sia con atti d'indirizzo che con provvedimenti legislativi in questo senso - di superare questa normativa, che è vetusta e che non può più essere tollerata come deroga, come transitoria.
Dobbiamo intervenire proponendo concetti nuovi, apportare modernità.
Siamo d'accordo sulla semplificazione, ma apportiamo anche modernità, non semplificazione riproponendo tratti, andamenti e proposte vecchie: cerchiamo di recepire le nuove direttive europee, cerchiamo di andare sulla logica del riuso e del riutilizzo.
Quindi, bene ha detto il collega Andrissi sul riutilizzo di materiali inerti da demolizione. Io aggiungo anche il riutilizzo delle plastiche non riciclabili. Avevo presentato un emendamento in questo senso nella scorsa legislatura, perché sapete benissimo che i materiali plastici triturati sono assimilabili agli inerti da demolizione e possono essere utilizzati per manufatti anche nell'edilizia. Questo è il futuro, ma è il presente in alcune Nazioni europee e nei Paesi più progrediti: speriamo che venga accolto dalla Regione Piemonte e che il Piemonte si faccia promotore per primo in Italia.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Il comma 3 dell'articolo 1 della legge 30/99 prevede che il Piano deve ottimizzare l'uso delle risorse garantendo il fabbisogno richiesto prioritariamente con il massimo utilizzo di sfridi derivanti dall'attività estrattiva, del materiale di riciclo ai sensi del decreto ministeriale 5 febbraio 1998, nonché dei materiali, purché compatibili con il corretto uso delle risorse, derivanti da interventi di ripristino delle sezioni ottimali di deflusso dei corsi d'acqua, conseguenti a calamità naturali, o diretti a prevenire situazioni di pericolo, comprendenti anche la rimozione di materiali litoide dagli alvei, previsti in appositi piani d'intervento approvati ai sensi della vigente legge.
In realtà, questo comma dell'articolo 1 è totalmente disatteso.
A parte la questione del recupero di materiali inerti già ricordata dai colleghi, volevo concentrare l'attenzione sui disalveo.
Perché non vengono attuati i piani di disalvei? La normativa è molto vaga e non fa riferimento, per esempio, ai piani di disalveo delle Autorità di Bacino.
Sono piani molto circoscritti, molto delineati, non vengono citati dalla normativa e non sono poi analizzati nel dettaglio quando si vanno ad autorizzare le cave di prestito. In questo modo garantiamo alle cave di prestito il continuo rinnovarsi, anche perché tali cave hanno il beneficio di smaltire il materiale degli scavi anche quando questo materiale è di dubbia provenienza, cioè di dubbia qualità e di dubbio contenuto.
Nello stesso tempo, preleviamo il materiale pulito, lavato e pronto per essere impiegato.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
E' abbastanza antiquato questo metodo di riporre in vari buchi del territorio tutto ciò che è residuale della nostra attività industriale e della fabbricazione di grandi opere.
È una pratica che dovremmo cercare di ridurre il più possibile, perch anche questo fa parte della gestione dei rifiuti. Anche questi sono rifiuti, pertanto non possiamo continuare a nascondere letteralmente la polvere sotto il tappeto.
Poiché il Piemonte consta già di 400 cave, come abbiamo detto anche in Commissione, la cui metà inutilizzata o al momento inattive, non si vede perché se ne debbano fare altre, per sopportare attività sul territorio.
Per questo motivo, mettiamo mano a questa norma: di buchi ne abbiamo già fatti abbastanza, ora cominciamo ad utilizzare l'esistente. Cominciamo ad instaurare una filiera del riciclo, anche per quanto riguarda le grandi opere architettoniche, se mai se ne debbano fare a tutti i costi.
Recuperiamo quel materiale e non andiamo a nasconderlo in altri buchi perché veramente il territorio ha già dato abbastanza.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Durante la Commissione di questa mattina mi sono permesso di fare una battuta: il nostro è un Paese un po' strano, ma anche la nostra Regione è un po' strana se, a distanza di quasi 16 anni, manteniamo ancora una legge che si presentava - perché il titolo è il biglietto da visita di una legge come speciale transitoria e in deroga ad altri strumenti.
Già solo per questo motivo non ha veramente più senso, ma noi aggiungiamo, com'è stato dimostrato, che crea danni e ci mette in una condizione d'arretratezza rispetto alle nuove tecniche di gestione di materiale simile, essendo una legge che doveva solo essere temporanea.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Ribadendo quanto già detto dai miei colleghi, il problema è proprio di programmazione.
In un disegno di legge omnibus in cui stiamo infilando di tutto e di più, si vanno a modificare pezzettini, sotto il titolo della semplificazione, senza voler affrontare il tema centrale, cioè quello di una corretta transazione della gestione della cave e delle torbiere. In particolare, sotto questo profilo, voler modificare una legge che tratta di norme speciali e transitorie del '99, è quanto meno stupefacente.
L'altra questione che ci lascia perplessi è il fatto della semplificazione che però introduce complicazioni perché, soprattutto sulla parte di vigilanza e controlli, nella legge del 1999 si dice che è di competenza dell'Ente autorizzatore, ma poi specifica che è anche compito dei Comuni fare determinate cose e la Regione ne fa delle altre.
Su questa parte andrebbe fatta chiarezza: la cosa è regolata dalla legge regionale 22 novembre 1978, quindi abbiamo rimandi su rimandi. La questione si complica ulteriormente, così come la definizione delle risorse che devono essere trovate per svolgere le funzioni delegate.
Stiamo andando a modificare in parte la governance dell'autorizzazione dell'uso di queste cose particolari, che l'Unione Europea ci chiede, invece di andare a sopprimere, passando dal riutilizzo dei materiali da riciclare che invece finiscono in discarica, e ci sembra che non sia una vera e propria semplificazione, quanto un cercare di sopperire al fatto che i Comuni non sono spesso in grado di gestire la materia correttamente.
Non è questo il modo; va affrontato in maniera strutturale.
Noi, come abbiamo detto prima nella Commissione "volante", siamo anche disposti a dare la disponibilità per una trattazione rapida in Commissione per affrontare il tema con una certa decisione, quindi, per favore cerchiamo di non mettere il carro davanti ai buoni.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Mi unisco alle considerazioni dei colleghi.
Prego di porre particolare attenzione anche alla luce di quanto emerso nel corso dell'indagine "San Michele", che ha coinvolto direttamente una cava interessata dallo smaltimento di materiale definito tossico. Dalle intercettazioni sappiamo che le persone che depositavano materiale in quella cava avevano ben coscienza del fatto che quel materiale non fosse controllato e che fosse altamente tossico, tant'è che nel dialogo intercettato si sente proprio una frase indicativa: "Questa roba ci ammazza!".
Ben consapevoli che questi nuovi buchi servano soltanto successivamente, ad essere riempiti di materiale che, peraltro, sfugge al controllo dei Comuni e degli organi che dovrebbero vigilare, chiediamoci se non sia il caso di evitare l'apertura di nuove cave finalizzate ad estrarre materiale e, soprattutto, a depositare successivamente inerti che sfuggono al controllo e che normalmente sono tossici e pericolosi per la nostra salute.
Vi prego di porre particolare attenzione a quest'emendamento. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Emendamento rubricato n. 215) presentato dai Consiglieri Rossi, Rostagno Grimaldi: Il comma 1 dell'articolo 40 del Capo VII (Semplificazione in materia di attività estrattiva) del disegno di legge n. 77, è sostituito dal seguente: "1. Il comma 3 dell'articolo 1 della legge regionale 3 dicembre 1999, n. 30 (Norme speciali e transitorie in parziale deroga alle norme regionali vigenti per l'esercizio di cave di prestito finalizzate al reperimento di materiale per la realizzazione di opere pubbliche comprese in accordi Stato Regioni) è sostituito dal seguente: '3. Il Piano deve ottimizzare l'uso delle risorse garantendo il fabbisogno richiesto prioritariamente con il massimo utilizzo di sfridi derivanti dall'attività estrattiva, del materiale di riciclo ai sensi del decreto ministeriale 5 febbraio 1998 (Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22), nonché dei materiali, purché compatibili con il corretto uso delle risorse, derivanti da interventi di ripristino delle sezioni ottimali di deflusso dei corsi d'acqua, conseguenti a calamità naturali, o diretti a prevenire situazioni di pericolo, comprendenti anche la rimozione di materiali litoidi dagli alvei, previsti in appositi piani di intervento approvati ai sensi delle vigenti leggi. Il Piano, inoltre, deve ottimizzare l'uso delle risorse garantendo il fabbisogno richiesto con l'utilizzo di materiali già disponibili presso cave già autorizzate ai sensi della l.r. n. 69/1978 o da siti estrattivi autorizzati ai sensi della presente legge nei territori limitrofi all'opera, a una distanza compresa nei 40 km dal luogo di utilizzo dei materiali'".
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
L'emendamento interviene proprio sul comma 3 dell'articolo 1 della legge n. 30/1999 relativa alle cave di prestito e va nella direzione di migliorare, dal nostro punto di vista, la normativa. Aggiunge, a quanto già previsto con priorità dalla norma in essere, la necessità, da parte di chi deve realizzare l'opera pubblica, di tener conto, nella presentazione del piano di approvvigionamento degli inerti, del materiale già scavato e presente in cave autorizzate secondo la legge n. 69/1979 e la stessa legge n. 30/1999 dei territori limitrofi all'opera.
Noi abbiamo identificato una distanza compresa di 40 chilometri dal luogo dei materiali di utilizzo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Rossi.
Emendamento rubricato n. 201) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Reschigna: Dopo il comma 1 dell'articolo 40 del disegno di legge n. 77 sono aggiunti i seguenti: 1 bis. Il comma 1 dell'articolo 2 della l.r. 30/99 è sostituito dal seguente: "L'autorizzazione all'apertura di cave di prestito è rilasciata, nel rispetto della normativa vigente, dalla Regione ai soggetti proponenti attuatori dell'opera pubblica.".
1 ter. Il comma 7 dell'articolo 2 della l.r. 30/99 è soppresso.
1 quater. Al comma 8 dell'articolo 2 della l.r. 30/99 la parola: "comunale" è sostituita dalla seguente: "regionale".
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

E' un emendamento conseguente a quanto abbiamo approvato all'articolo 39 e prevede la sostituzione della parola "comunale" con la parola "regionale", che diventa il soggetto che autorizza le cave di prestito.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
L'emendamento rubricato n. 219) è ritirato dai proponenti.
Vi sono richieste di intervento per dichiarazione di voto sugli emendamenti sin qui illustrati? Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Volevo intervenire, in particolare, sull'emendamento rubricato n. 115) presentato dal collega Andrissi.
Come Gruppo, condividiamo i principi esposti dal collega nella trattazione dell'emendamento, in particolare la necessità di incentivare il riciclo degli inerti, che deve diventare una priorità che ci porta al passo con quanto ci chiede l'Europa.
Questo - lo sottolineo - oltre a soddisfare una richiesta che ci viene formulata, permette anche lo sviluppo di un mercato che attualmente non è presente, proprio perché dobbiamo, in questo caso, aumentare noi la domanda affinché nasca l'offerta.
Nello specifico dell'emendamento, non possiamo votare favorevolmente perché abolire semplicemente una norma del 1999, che anche noi giudichiamo obsoleta e che sia da superare al più presto, senza rivederne, però, il quadro complessivo, riteniamo che non sia prudente. Perché ci troveremmo di fronte ad una situazione paradossale; se eliminassimo tout court la norma senza prevedere un approvvigionamento di natura diversa, avremmo semplicemente questa contraddizione: centinaia, se non migliaia, di camion che andrebbero a colonizzare i nostri territori per trasportare magari del materiale da centinaia di chilometri di distanza, con delle conseguenze ambientali che oggi non mi sento di contrapporre rispetto al consumo di suolo.
Dobbiamo valutarlo insieme e trovare la soluzione migliore all'intento di una norma che preveda l'abolizione della legge n. 30/1999 su cui siamo d'accordo. Non possiamo semplicemente abolire la legge n. 30 senza proporre un'alternativa. Ecco perché abbiamo presentato l'altro emendamento, che prevede un miglioramento, e cioè di utilizzare tutto ciò che c'é in loco prima di autorizzare un nuovo buco.
L'aspetto centrale di questo quadro, ma anche del futuro quadro - è già stato detto da qualcuno - è la programmazione: soltanto con una buona programmazione da parte dei territori sarà possibile diminuire al minimo la realizzazione di nuove cave di prestito.
Tenete conto che anche le Regioni che hanno normato negli ultimi anni sul tema - mi riferisco al Veneto, alla Lombardia, all'Emilia Romagna e alle Marche, che hanno una norma evoluta e più moderna da questo punto di vista - pur non prevedendo una norma specifica sulle cave di prestito, in via eccezionale, quando sul territorio non sono presenti altri materiali prevedono di autorizzare delle cave per l'opera pubblica.
L'unico modo per fare in modo che questa pratica sia effettivamente ridotta al minimo è una seria programmazione, più il riciclo degli inerti che però è una questione che dobbiamo trattare non in una norma delle cave ma in quelle norme che riguardano i lavori pubblici che si realizzato in Piemonte (e non mi riferisco soltanto le grandi opere, ma a tutti i lavori pubblici). Su questo, invito a fare un ragionamento insieme.
Quello che oggi possiamo fare, oltre a votare l'emendamento da noi presentato - e concludo, Presidente - è dare un indirizzo chiaro, perch nella VIA, che sarà obbligatoria per tutte le nuove attività estrattive (quindi non soltanto la Conferenza dei Servizi ma sarà obbligatoria anche la VIA) e in tutto quello che è il piano di approvvigionamento degli inerti si rispetti quanto già previsto dalla legge n. 30/1999, e cioè che prioritariamente si utilizzi quello che è presente sul territorio, ciò che possiamo estrarre dai fiumi, gli sfridi delle attività di pietre ornamentali e, con l'emendamento che abbiamo proposto noi, anche il materiale già presente nelle cave autorizzate nei territori limitrofi.
Grazie.



PRESIDENTE

Direi che possiamo interrompere qui i nostri lavori.
Ricordo ai Consiglieri che oggi non è prevista la fase dedicata alle interrogazioni a risposta immediata, per cui il Consiglio regionale riprenderà regolarmente alle ore 14.30. Buon appetito a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.01)



< torna indietro