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Dettaglio seduta n.5 del 10/09/14 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(I lavori iniziano alle ore 14.34 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 44 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Situazione ILVA- stabilimento di Novi Ligure"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 44, presentata dal Consigliere Berutti, che ha la parola per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Grazie, Vicepresidente, e grazie all'Assessore.
Pongo la questione legata alla questione ILVA, che non è solo chiaramente su scala piemontese ma su scala nazionale. La situazione la conosciamo, perché è una situazione che sicuramente ha riempito per parecchio tempo i telegiornali e i giornali, ed è una situazione sicuramente tra le più difficili e critiche che ci sono in Italia.
Nei giorni scorsi, di fronte ad una criticità di carattere finanziario che vede l'azienda anche nell'orbita e nel mirino di gruppi stranieri, a fronte di richieste di circa 650 milioni, i gruppi bancari ne hanno accordati 250, finalizzati a sostenere gli stipendi.
Questo evidenzia ormai una situazione che si sta avviando verso un epilogo che onestamente nessuno auspica e nessuno avrebbe auspicato in un Paese già in forte difficoltà.
Quindi, alla luce di questo, ci sono dei gruppi stranieri - un gruppo indiano ed altri gruppi d'importanza mondiale - che sono interessati all'ILVA.
Questo parzialmente può essere anche un elemento positivo, sarebbe peggio se non ci fossero interessi. D'altro canto, ciò evidenza, ancora una volta, quanto a livello nazionale continuiamo a perdere pezzi, quanto buona parte delle aziende ormai va in mano a finanza straniera e questo sarebbe l'ulteriore epilogo di un percorso e di una strada che non rende onore alla storia industriale di questo Paese.
Considerato quindi che Novi, tra le altre cose, si trova in Piemonte il Presidente Chiamparino, tra l'altro, è Presidente della Conferenza Stato Regioni, di conseguenza ha anche un ruolo ulteriormente importante e ancora di più su scala nazionale - il quesito che ponevo era se, alla luce della situazione, la Giunta regionale ritenga di avallare la strategia che prevede la cessione dell'azienda a società straniere, con il rischio chiaramente di non poter intervenire nelle politiche aziendali e subire conseguenti perdite di posti di lavoro.
Di fronte ad un meccanismo che potrebbe non essere più sotto un controllo, sotto un'egida e un'appartenenza nazionale, questo naturalmente complicherebbe non poco la situazione.
Considerato che solo a Novi ci sono 800 posti di lavoro, in media potrebbero essere coinvolte 1.600 famiglie.
E' una situazione per la quale credo che l'attenzione e l'asticella debbano essere alzate. Questa è una mia considerazione, però attendo la risposta. Poi in futuro vedremo come muoverci.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Intanto, credo sia giusto fare un po' il punto della situazione rispetto a quello che il Consigliere Berutti ha richiesto.
Piero Gnudi, Commissario straordinario dell'ILVA, il 5 settembre, a margine di un workshop su specifica domanda riguardante le notizie circa i potenziali offerenti, ha dichiarato testualmente: "Abbiamo riscontrato un forte interessamento e questo ci rende ottimisti. L'ILVA è un impianto efficiente e riteniamo di poter trovare un acquirente all'altezza".
Ha anche sottolineato che ci sono tutte le condizioni affinché l'ILVA continui ad operare in Italia, mantenendo l'attuale configurazione.
Con questi chiarimenti ha lasciato intendere che, in caso di vendita gli stabilimenti di Taranto, Genova e Novi Ligure continueranno a far parte dello stesso gruppo, e quindi non ci sarà un ulteriore "spezzatino".
Queste sono le stesse notizie che ci riferiscono le organizzazioni sindacali dello stabilimento di Novi, quindi appare lontana l'ipotesi di uno spezzatino, che proprio le organizzazioni sindacali e i lavoratori rifiutavano con fermezza, perché avrebbe portato ad una riduzione di organico.
Ritenevano, infatti, che in quel caso con ogni probabilità sarebbe avvenuta una riduzione dei tonnellaggi di materiale destinato alla lavorazione nello stabilimento di Novi, con conseguenti effetti sui posti di lavoro.
Sulle offerte di acquisizione il commissario straordinario aveva riferito che erano pervenute tre offerte; la prima è di un gruppo franco indiano, Arcelor Mittal, che a fine agosto aveva fatto pervenire una lettera di intenti. La seconda è degli indiani della JSW, che hanno appena stretto un accordo per far ripartire le Acciaierie Lucchini di Piombino che interessa anche il Piemonte. Vi sono poi gli Emirate Iron and Steel produttore siderurgico degli Emirati Arabi, che a giugno aveva annunciato di avere ottenuto nuovo linee di credito per potere mettere in atto un'ulteriore espansione.
È evidente che se avessimo gruppi italiani in grado di acquisire i rami di azienda o le aziende che si trovano in difficoltà, questo sarebbe un patrimonio che resterebbe in carico alle aziende. Ma così come un Ente come la Regione e anche il Governo e lo Stato stanno lavorando per cercare di esportare i prodotti e di far sì che la nostra economia trovi consenso all'estero, è evidente che noi dobbiamo essere aperti ad un mercato che opera in senso contrario anche all'interno del nostro Paese.
Devo dire che l'affermazione del commissario - peraltro, le procedure di messa in liquidazione sono sempre procedure molto delicate e molto complicate, per le quali esistono trattative dove spesso si chiede la secretazione degli atti, com'è giusto e corretto che sia - ha però espresso un tendenziale ottimismo verso una risoluzione.
Quindi, il fatto che oggi possiamo pensare ragionevolmente - uso termini prudenziali - che non ci sia lo "spezzatino" dell'azienda, credo sia un elemento positivo con il quale continuare a monitorare la situazione e continuare a mettere a disposizione quelli che sono gli strumenti che un Ente come la Regione può mettere a disposizione per accompagnare un processo, certamente non semplice, ma che oggi sembra volgere verso un esito positivo, contrariamente ad una situazione molto complessa di molte aziende per le quali non riusciamo a intravedere una situazione positiva.
Quindi, questi mi sembrano elementi che possiamo e dobbiamo insieme continuare a monitorare, ma mi sembra che, al momento, ci diano qualche segnale e quando la gara si completerà, avremo un quadro migliore.
Certamente non possiamo immaginare di non accettare gli investitori che arrivano da altri Paesi. Credo che con loro si debba invece intraprendere un rapporto di dialogo, di collaborazione e capire anche come possono interagire con il sistema economico del nostro Paese.


Argomento: Organizzazione scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 46 presentata dal Consigliere Sozzani, inerente a "Carenza di Dirigenti scolastici"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 46, presentata dal Consigliere Sozzoni, che ha la parola per l'illustrazione.



SOZZANI Diego

Riguarda una situazione per la verità più generica a livello nazionale la quale ha delle implicazioni ovviamente anche a livello piemontese.
Da un'analisi pare che la carenza complessiva dei Dirigenti scolastici sia circa di 1.600 in Italia, di cui 1.000 dirigenze senza titolare, 180 scuole con presidi in attesa di proroga, 475 gli istituti sottodimensionati che non possono avere un preside titolare.
Nell'ambito dell'attività del Ministero dell'Economia, avrebbe sbloccato l'assunzione di appena venti presidi per il Piemonte a fronte di una carenza di 115 unità.
Ora, rispetto a una situazione del Governo che annuncia prima un'assunzione di un numero molto alto di precari e che però poi non rinnova o non copre i posti carenti nell'ambito della dirigenza scolastica, vi è una preoccupazione - oltre a quella dell'efficienza della scuola italiana e in particolare della scuola piemontese - per una situazione piuttosto paradossale, perché un Preside si troverebbe a gestire più istituti scolastici.
L'interrogazione, dunque, nasceva proprio per capire qual è la situazione piemontese, quali sono le sue esigenze e, qualora ce ne fossero come si intende mettervi mano.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pentenero per la riposta.



PENTENERO Giovanna, Assessore all'istruzione

Occorre fare una premessa. I Dirigenti scolastici fanno parte dell'organico del Ministero della Pubblica Istruzione. E' evidente che, nel momento in cui è stata approvata la modifica del Titolo V e c'è stata una maggiore interazione delle Regioni con il suddetto Ministero sulla programmazione dell'offerta formativa e del dimensionamento in seno alle Regioni, il rapporto Regioni-Ministero è un rapporto molto più stretto e in cui le esigenze di un territorio vengono via via evidenziate in modo molto sinergico e quindi esiste una grande forma di collaborazione.
Il dato che lei ha evidenziato rispetto ad una carenza complessiva, nel nostro Paese, di Dirigenti scolastici è un dato reale ed oggettivo. La situazione del Piemonte è questa: noi abbiamo 596 Autonomie, incluse le dieci nuove Autonomie CPIA, cioè Autonomie per l'educazione degli adulti, e risulta che 18 di queste sono sottodimensionate, cioè hanno meno di 600 alunni, che è il numero minimo previsto dal Ministero per avere un Dirigente scolastico.
Allora, cosa è successo? Che, delle 596 autonomie, noi abbiamo bisogno soltanto di 578 Dirigenti: 596 Autonomie, meno le sottodimensionate che ho detto essere 18, abbiamo bisogno di 578 posti. Di questi 578 Dirigenti, per effetto del fatto che molti di loro sono andati in pensione e quindi c'è stato un ricambio importante dei Dirigenti scolastici, noi risultiamo averne in servizio 483. Dunque, ci sono 113 incarichi di reggenza.
Rispetto ai 20 posti che sono stati autorizzati, si tratta dell'esaurimento della graduatoria dei Dirigenti scolastici all'interno della nostra Regione. Cioè, non c'erano altri Dirigenti nella graduatoria e quindi non era possibile autorizzare nuovi Dirigenti.
È vero però che per il prossimo anno scolastico il Ministero ha annunciato che effettuerà un nuovo concorso, anche perché non è immaginabile che su 596 autonomie ci siano 113 incarichi di reggenza: vuol dire che i Dirigenti scolastici hanno in carico due scuole. In alcune occasioni si tratta di numeri tutto sommato sostenibili, ma in altre occasioni si tratta di numeri importanti e diventa davvero difficile, con due autonomie, garantire una buona qualità della dirigenza all'interno delle proprie scuole.
Attendiamo quindi il nuovo bando da parte del Ministero.
È evidente che il contingente dei Dirigenti che sarà attribuito alla Regione Piemonte è un contingente legato al numero delle Autonomie scolastiche e, quindi, al dimensionamento che quest'Aula dovrà approvare nei prossimi mesi rispetto al numero delle stesse che la nostra Regione dovrà avere, ovviamente stante i parametri e le indicazioni nazionali che ci vengono dati per la definizione del piano e della programmazione dell'offerta formativa e del dimensionamento.
Per concludere, dunque, oggi si attende che venga bandito il nuovo concorso per Dirigenti scolastici, poiché la graduatoria regionale è esaurita, quindi l'anno scolastico parte con 113 reggenze.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 37 presentata dal Consigliere Benvenuto, inerente a "Ospedale S. Lorenzo di Carmagnola"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 37 presentata dal Consigliere Benvenuto, che ha la parola per l'illustrazione.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
Con l'interrogazione a risposta immediata volevo semplicemente verificare la situazione dell'ospedale S. Lorenzo di Carmagnola: in questi anni si sono sollevate parecchie critiche verso la passata Amministrazione regionale, relativamente alla situazione legata ai posti letto. Vorrei capire la posizione politica dell'Assessorato in merito.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Credo che, per la sua appartenenza politica, il collega Benvenuto potrebbe fare meglio di quanto riesca a fare io la ricostruzione di quanto accaduto a Carmagnola; mi pare che ci sia stata anche una responsabilità di governo e credo che il Consigliere abbia anche registrato le difficoltà e i problemi derivanti da una scelta e anche da qualche annuncio che non sembrava molto motivato.
Io posso soltanto inquadrare il tema: non ho una risposta specifica per Carmagnola. Da quando ci siamo insediati, infatti, abbiamo già annunciato che intendiamo affrontare questo tema sicuramente senza discrezionalità non facendo riferimento ad appartenenze politiche, ma mettendo al centro la garanzia della salute per i cittadini, compatibilmente - evidentemente con le risorse. Ma anche su questo potrei dire che il collega Benvenuto avendo avuto il suo partito anche una responsabilità nella "crescita" del sistema sanitario, credo si renda perfettamente conto di qual è la situazione.
Oggi ho dato qualche numero, perché è stata fatta un'interrogazione, ma la situazione, come lei sa è sull'orlo. Essere in un piano di rientro vuol dire che siamo commissariati, di fatto. E il collega saprà che, per le decisioni assunte in questi ultimi anni, per trovare una Regione come il Piemonte con i conti in rosso, bisogna attraversare tutta l'Italia del Nord e quella centrale ed arrivare a Roma. Questa è la situazione. Questo non è capitato - ahimè - per tutte queste Regioni che idealmente si attraversano.
Dobbiamo rimettere mano a questa situazione obiettivamente drammatica con il rischio che salti sa sanità pubblica: questa è la situazione.
Allora, il tema di Carmagnola e dell'Ospedale S. Lorenzo è un tema sicuramente importante, che noi dobbiamo inquadrare nel tema più complessivo dell'applicazione del Patto per la salute, e in modo particolare del suo Regolamento che, come i colleghi sanno, indica per ogni specialità ospedaliera il bacino massimo e il bacino minimo di utenza. E in ogni caso abbiamo quel tetto, cioè dobbiamo star dentro il fondo sanitario.
Il Patto della salute è abbastanza recente, è soltanto di qualche settimana. I tecnici dell'Assessorato hanno avuto l'incarico di cominciare a vederne l'applicazione sul piano numerico, quantitativo e degli effetti provocati. Si sta lavorando in questo senso e quanto prima arriveremo ad una proposta. Vedremo se riguarderà Carmagnola; probabilmente la riguarderà.
Posso aggiungere però che, per quanto ci riguarda, sul piano del metodo noi faremo riferimento a due questioni importanti. Primo: il Consiglio regionale avrà quanto prima le informazioni necessarie sul piano scientifico e sulla base della letteratura scientifica su cosa vuol dire in termini di rischio per la salute, se per alcune specialità c'è un numero basso di interventi. E quindi credo che i colleghi avranno anche strumenti per spiegare alle proprie comunità che alcune scelte non sono di tipo ragionieristico, ma vengono assunte per la salute. Non mi riferisco a Carmagnola, ma in generale.
Nel caso specifico, però, voglio aggiungere il secondo elemento cui faremo riferimento, cioè che incontreremo le Amministrazioni comunali.
Anzi, nei prossimi giorni abbiamo fissato l'appuntamento al Comitato per la difesa dell'Ospedale S. Lorenzo e incontrerò anche il Sindaco. A loro dir come sto dicendo a tutti quelli che sto incontrando, che dobbiamo fare lo sforzo di tenere conto di un quadro complessivo.
E' chiaro che le soluzioni che saranno adottate saranno ispirate alla questione della salute e ispirate evidentemente alla conoscenza e al confronto, che può anche essere duro, ma in ogni caso un confronto ci va (prima di decidere, bisogna confrontarsi). In ogni caso, credo che, essendo questa la situazione di carattere economico ed essendo questo il Patto della salute, è chiaro che, trattandosi di Amministratori comunali e trattandosi anche di comunità, quindi di cittadini che pagano le tasse tutti quanti - spero - nell'affrontare questi temi terremo conto di un quadro complessivo.
Ad ogni modo, posso garantire che nessuna scelta sarà compiuta per creare quei problemi che sono stati creati in questi anni. Perché, una volta che saranno resi noti anche gli esiti, i risultati in termini di salute, vi renderete conto che probabilmente chi ha deciso di compiere quelle scelte dovrà fare una sorta di mea culpa, risolvendo magari un'esigenza locale, ma creando problemi della salute. Questo comunque sarà un altro tema della nostra discussione.
Quindi, per quanto riguarda Carmagnola ci è chiaro: partecipazione incontro, riferimento di carattere generale.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 38 presentata dal Consigliere Bono inerente a "Legittimità del concorso per assegnazione incarico di direzione della struttura complessa di cardiologia dell'ASL di Asti"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 38, presentata dal Consigliere Bono, che ha la parola per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'interrogazione ha un testo molto contenuto, anche perché il quesito è molto semplice.
Siamo venuti a conoscenza da un lavoratore non dipendente dell'ASL di Asti di questo concorso per l'assegnazione di un incarico di direzione della struttura ospedaliera complessa di cardiologia dell'ASL di Asti (ospedali riuniti), in poche parole il vecchio primario, la nomina del vecchio primario.
Di conseguenza, volevamo avere informazioni in relazione alla DRG della Regione Piemonte assunta recentemente dalla Giunta, immagino su proposta anche dell'Assessore Saitta, il 4 agosto 2014, la n. 46233, che ha previsto la sospensione di tutti gli atti della precedente Giunta, tra cui anche quelli relativi all'attribuzione di incarichi in struttura, per cercare di comprendere dove stiamo andando anche in termini di spesa del personale, di tetti del personale delle ASL e quant'altro.
Grazie alla trasparenza che è stata messa in atto sul portale dell'ASL di Asti, abbiamo visto che, in data 20 agosto, questo concorso è stato pubblicato on line. Volevamo sapere se di questo concorso l'Assessorato alla sanità e quindi l'Assessore Saitta erano a conoscenza e se lo ritengono in linea con la delibera di Giunta assunta, appunto, il 4 agosto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Il collega pone più un problema procedurale. Mi pare di non aver capito, e d'altronde non è stato detto, se il Consigliere è d'accordo o meno nel sostituire questo posto di primariato, quindi la domanda è sulla procedura.
Anche se un giorno entreremo nel merito di queste questioni, sulla procedura il collega sa, perché era presente nella passata legislatura, che nella fase finale la Giunta aveva assunto alcune deliberazioni già in un periodo in cui forse non era più possibile: la delibera famosa sui posti letto, la delibera del rapporto con i privati e la delibera sui primariati.
Noi, appena ci siamo insediati, abbiamo esaminato le questioni e abbiamo incominciato a sospendere la delibera sui posti letto, perché non ci era chiaro e non ci sono chiare alcune operazioni contenute in quel documento, soprattutto relativamente alla redistribuzione dei posti letto nel rapporto tra pubblico e privato. C'era una situazione molto evidente: si riducevano i posti letto di acuzie negli ospedali pubblici, si trasformavano dei posti di post acuzie dei privati in posti di acuzie e con questa assurdità si conteneva il pubblico e si faceva crescere il privato in termini complessivi.
Di conseguenza, abbiamo sospesa tale delibera. L'abbiamo sospesa immediatamente e poi lo abbiamo anche formalizzato con una deliberazione.
Poi abbiamo sospeso anche le altre delibere, in modo particolare questa dei primari, perché non si può decidere di indire delle gare, delle selezioni per i primariati senza sapere la distribuzione dei posti letto.
Nel momento in cui le delibere di allora, della passata Amministrazione, sono state approvate, essendo delibere della Giunta anche se io ho qualche parere sulla legittimità di quelle delibere, perch non erano atti ordinari, alla fine di aprile-maggio non erano atti ordinari è chiaro che, sulla base di queste indicazioni, dei Direttori hanno indetto le procedure per le gare. Noi abbiamo assunto la deliberazione il 4 agosto e abbiamo detto ai Direttori di fermare tutto.
Io, per la verità, immaginavo che ci fosse una prudenza maggiore, per gli atti assunti dalla Giunta sono quelli e quindi si trattava dell'applicazione di una delibera della Giunta regionale. Abbiamo assunto questa decisione per i motivi che dicevo prima, ma anche perché ci erano giunte informazioni che in alcune direzioni, non soltanto ad Asti, erano state indette le procedure per. Delibera: si ferma tutto.
Quindi erano state avviate le procedure in diverse Aziende, non soltanto ad Asti. Poi ho incontrato i Direttori, e i Direttori sanno che l'avvio della procedura non vuol dire la nomina. Sulla base di quella delibera, l'abbiamo costruita così: quella è una procedura per arrivare alla nomina, ma la nomina per adesso non c'è. Tutto sospeso.
A conferma di questa posizione, cioè di questo percorso, ho qui una nota del Direttore generale dell'ASL di Asti, che dice chiaramente che, a seguito dell'entrata in vigore della DGR della nuova Giunta, l'ASL di Asti non procederà al conferimento dell'incarico di Direttore di cardiologia oggetto del bando, né allo svolgimento della preventiva procedura selettiva.
Dunque è tutto congelato. Rispetto a questo percorso, se sarà necessario nominare altri primari, si vedrà successivamente alla riorganizzazione della rete ospedaliera. Posso soltanto anticipare, a sensazione, ma poi vedremo strada facendo, che non mi pare che, in una prospettiva di contenimento e di riorganizzazione della rete ospedaliera vi sia una necessità di crescere ancora in termini di primariati: sento invece, una domanda di una maggior crescita di personale sanitario soprattutto nelle corsie.
Ad ogni modo, grazie di questa opportunità, che mi ha permesso di dare un inquadramento più generale su un tema particolare.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 39 presentata dal Consigliere Mighetti, inerente a "Preoccupazione per situazione di inquinamento delle falde in Località Pedaggera in Comune di Capriata d'Orba"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 39 presentata dal Consigliere Mughetti, che ha la parola per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
La questione della Pedaggera di Capriata d'Orba è una questione che grosso modo, ha la mia età. E' un po' curioso che, dopo trent'anni dal seppellimento di rifiuti tossici in questa località, la cosa approdi qui con un'interrogazione.
Sicuramente l'attuale è una fase molto delicata, perché ripercorrendo la storia dell'inquinamento della località Pedaggera, si parte dall'interramento di 25.000 fusti (contenenti idrocarburi e ogni genere di veleni) nelle ex cave create per la costruzione dell'area, per arrivare al ritrovamento degli stessi intorno alla metà degli anni '80. Dopodiché si arriva a una prima opera di bonifica nel 2004, ma nel 2005, dopo un'esondazione dell'Orba quest'attività di bonifica si ferma.
La situazione si va ad aggravare proprio in questo ultimo anno. In questo ultimo anno, prima di tutto, a dicembre 2013, nei giorni delle feste natalizie, l'Orba si ingrossa e danneggia le difese spondali proprio a ridosso dell'area.
Successivamente, nei mesi estivi vengono fatti dei campionamenti dall'ARPA che procede ad esaminare i campioni di acqua di due piezometri a monte e a valle dell'area. Da queste analisi emerge che nelle acque sono presenti metalli, come ferro e manganese, benzene e cloruro di vinile oltre a altri composti chimici dai nomi talmente complessi che non sto qui a ricordare. Sono tutti valori anche superiori al limite di legge del 30 40, 50%.
Dobbiamo evidenziare che nell'area di Capriate Predosa, oltre a esserci molti pozzi ad uso irriguo, ve ne sono molti ad uso idropotabile e tra questi il campo pozzi di Predosa che serve l'acquedotto di Acqui Terme e paesi limitrofi.
Chiaramente, i Sindaci e anche noi Consiglieri regionali, insieme al Consigliere Ottria, abbiamo subito dato l'allarme perché questa è una bomba ecologica che ci interessa subito da vicino.
L'inquinamento della falda superficiale a Capriate è la situazione attuale, ma la contaminazione della falda più profonda e della falda di Predosa che serve i nostri acquedotti può essere una cosa alle porte.
Quindi, quello che noi auspichiamo è che vengano mesi in atto velocemente dei provvedimenti per ripristinare sì le difese spondali, ma anche porre in atto il termine di questa bonifica, che attende ormai da dieci anni e non può più attendere, perché una volta che le sostanze stanno percolando all'interno della falda vuol dire che questi fusti sono danneggiati, che ci sono delle perdite che di giorno in giorno si allargano e aumentano l'area di contaminazione del sito. Quindi, un maggior impatto e una spesa per il disinquinamento dell'area che si andrà via via ad incrementare e a creare un danno sicuro sia per la nostra salute che per le casse della Regione. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Mighetti di questa segnalazione. In effetti, è un tema delicato che si trascina da un po' di anni.
La situazione attuale è questa. E' vero che l'ARPA ha evidenziato la necessità di completare la messa in sicurezza dell'area da un punto di vista nelle ultime indagini fatte, però è anche vero che, per quanto riguarda il sistema idropotabile, le verifiche costanti che vengano fatte dal gestore del servizio idrico integrato non presentano segnalazioni.
Questo non vuol dire che dobbiamo stare tranquilli.
Sono necessari due ordini di interventi. Uno, completare la bonifica e questo è in quota ad Assessorati all'ambiente. E' stato inserito nel febbraio 2010 dalla Provincia di Alessandria il progetto per quanto riguarda il programma regionale di finanziamento delle bonifiche. Da allora non ci sono stati finanziamenti necessari, ci sarà un'attenzione particolare da parte dell'Assessorato. Parallelamente, c'è il tema dell'esondabilità del torrente e quindi dell'argine che è in quota alle Opere Pubbliche, quindi rispondo anche per conto del collega Balocco.
Per quanto riguarda quest'aspetto, si è avviato con l'AIPO, perché lì interviene anche l'autorità per il Po, un percorso, una procedura di richiesta di aggiornamento del piano fasce e con una proposta progettuale di nuova arginatura a protezione dell'area segnalata. Quindi, c'è un doppio binario, ma quello che va capito è se bisogna far prima l'arginatura e poi completare la bonifica o se l'arginatura deve seguire al completamento della bonifica.
Comunque, su entrambi i fronti cercheremmo di sollecitare una soluzione che evidentemente è preoccupante per l'area che deve essere risolta nel più breve tempo possibile. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 40 presentata dal Consigliere Bertola, inerente a "Azioni di riapertura e ampliamento immotivate e dannose, riguardanti la discarica sita in località Vespia nel Comune di Castellamonte (TO)"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 40, presentata dal Consigliere Bertola.
La parola al Consigliere Bertola, per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda la discarica sita in località Vespia nel Comune di Castellamonte, in Provincia di Torino.
Parliamo di una discarica che è addossata al pendio di profilato di una vecchia cava di caolini.
La capacità volumetrica complessiva autorizzata inizialmente era di 530.800 metri cubi. La quota massima autorizzata di progetto è di 478,50 metri slm.
La discarica nasce nel 1996 e raggiunge la volumetria massima di 530 mila metri cubi nel 2011, quindi questo ovviamente comporta la sua chiusura.
Proprio per questo nell'aprile 2012, nonostante il Consorzio Azienda Servizi Ambiente (la famosa ASA di Castellamonte giunta agli onori delle cronache anche per il buco di 80 milioni di euro che ha lasciato) fosse già in amministrazione speciale era stata chiesto un ampliamento di 83 mila metri cubi, per il quale la Giunta provinciale aveva espresso parere favorevole.
Poi, proprio a seguito del fallimento definitivo dell'ASA quest'ampliamento non aveva avuto luogo e successivamente, con il passaggio di proprietà per la gestione operativa e post-operativa della discarica da ASA alla società Agrigarden Srl è stata ripresentata un'istanza, quindi una domanda di autorizzazione integrata ambientale (AIA) per la possibilità di abbancare 30 mila metri cubi di rifiuti e di portare avanti il progetto precedentemente presentato da ASA e già approvato dalla Giunta provinciale.
Stiamo parlando di un sito che è inserito nell'anagrafe regionale dei Siti contaminati della Provincia di Torino. Inquinamento che è dovuto in sostanza all'assenza negli anni di una corretta gestione e manutenzione della discarica da parte dell'ASA, che abbiamo visto come gestiva bene le attività ed i conti, che ha provocato una contaminazione diffusa dell'area e un problema di percolato di acque.
Nel 2013 sono state evidenziate situazioni gravissime, alcune delle quali sono obsolescenza e malfunzionamento delle canaline di raccolta delle acque, tubazioni per la raccolta del percolato; da anni il percolato non veniva spillato e gestito, quindi con compromissione dei sistemi manuali e meccanici di deflusso delle acque e del sistema di impianto di prima pioggia.
Consideriamo che a poche centinaia di metri ad est si trova un sito di interesse comunitario, il SIC dei Monti Pelati e Torre Cives, noto come riserva naturale speciale "Monti Pelati e Torre Cives", zona protetta ai sensi della legge regionale 29/1993. Stiamo parlando di un'area sottoposta a vincolo idrogeologico.
A che punto siamo? Siamo al punto in cui ad agosto si è svolta una nuova Conferenza dei Servizi presso la Provincia, proprio relativamente a questa nuova richiesta di autorizzazione integrata ambientale.
Momentaneamente, si è deciso di non concedere questa AIA in quanto dopo la valutazione di un geologo dell'ARPA, è emerso che il percolato risulta instabile e sono stati concessi altri 60 giorni di proroga per sistemare il problema.
D'altra parte, è stato reso noto dal responsabile degli impianti di discarica di Agregarden che è impossibile portare a zero il percolato presente all'interno della vasca di contenimento.
I comitati dei cittadini, che sono preoccupati per questo progetto hanno fatto fare una ricerca, da uno studio di geologi, che riporta dei picchi di concentrazione elevata di ferro e manganese. Questo fenomeno è dovuto sia ai rifiuti presenti in discarica sia al percolato stesso ovviamente non da fenomeni naturali e geologici della zona.
Visto che ad aprile 2012 l'intenzione della Giunta regionale era di concedere l'autorizzazione integrata ambientale all'ASA, in considerazione del fatto che si attendeva l'ultimazione dell'inceneritore del Gerbido di Torino, e considerato che questo inceneritore purtroppo è stato completato ed è in esercizio, innanzitutto chiediamo quali siano gli intenti della Regione, relativamente all'ampliamento della discarica e, soprattutto, alla bonifica del sito che, si ricorda, è adiacente ad un sito di interesse comunitario.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Devo dire che il Consigliere Bertola è molto preparato, perché ne sa più di me. La realtà vera è che questa autorizzazione è in quota a Provincia: lei sta parlando a suocera perché nuora intenda, però la procedura di autorizzazione unica ambientale è una procedura totalmente a carico della Provincia su cui territorio ha sede l'ampliamento.
Questo, ovviamente non vuol dire che ci tiriamo fuori.
Volevo aggiungere un elemento a completamento di quanto detto dal Consigliere Bertola. Stiamo parlando di una discarica, non stiamo parlando come nel caso precedente, di un sito con inquinamenti importanti. Tra l'altro, lei prima accennava a ferro e a manganese, che sono due dei micro elementi nutritivi in campo agricolo, come concimazione, chiaramente non in dosi rilevantissime.
Stiamo parlando di una discarica in cui l'ente gestore ha avuto finanziariamente problemi, non essendo state accantonate le risorse per la gestione post mortem.
Ogni discarica ha un periodo di vita che è pari al periodo post mortem.
Normalmente, quando si chiude una discarica di vecchia concezione, si pensa che ci siano le risorse per gestire il percolato da controllare nel post mortem.
L'intervento che è stato concordato dalla Provincia di Torino con la società Agrigarden è un intervento che ha anche questa valenza, cioè permettere di avere le risorse per contenere e completare la gestione del sito post mortem, che non sono state accantonate e non potevano averle accantonate, con la gestione ASA precedente.
Questo è quanto mi sento di dire.
Direi che su questo tema è importante che si chiuda il ciclo: vita gestione, ma anche completamento con il post mortem. Questa è anche una valutazione di minima - lo diceva lei prima - di numeri. C'è una riduzione di quantità: si passa da 80 a 30 mila tonnellate, proprio perché con quest'intervento si chiude la parte soprattutto della gestione della post mortem della discarica.
Grazie.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione a risposta immediata n. 41 presentata dalla Consigliera Motta, inerente a "Situazione e prospettive negli ecomusei del Piemonte"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione a risposta immediata n. 41, presentata dalla Consigliera Segretaria Motta, che interviene in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Assessore, sono felice che abbia lei questa delega, perché negli ultimi anni, con i relativi Assessori alla cultura, non siamo stati molto fortunati nella valorizzazione e sostegno degli ecomusei. Come lei ben sa gli ecomusei sono nati circa vent'anni fa proprio per sostenere le aree marginali del nostro territorio e avevano l'obiettivo di realizzare e migliorare l'inclusione sociale, le condizioni ambientali e la qualità della vita dei nostri territori.
Inoltre, gli ecomusei danno lavoro a circa 150 persone e sono certamente un indiscusso patrimonio culturale delle nostre tradizioni regionali, oltre che aiutare il turismo sul territorio e nelle nostre zone certamente meno conosciute della regione Piemonte.
I tagli degli ultimi anni stanno rischiando di portare alla chiusura di questi ecomusei.
La mia richiesta, quindi, è di conoscere gli indirizzi e le strategie che la Regione Piemonte intende avviare a sostegno degli stessi.
Grazie, Assessore.



PRESIDENTE

Prego, Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla programmazione territoriale e paesaggistica

Grazie, Presidente.
È un tema importante, un tema ben richiamato dalla Consigliera Motta però è un tema che richiede una manutenzione, un tagliando a vent'anni dalla legge.
Sicuramente dovremo fare una rivisitazione del ruolo, delle finalità dei punti di forza e di debolezza di questo sistema piemontese, che dovrà essere integrato nella rete più ampia nel sistema dei parchi e nei sistemi del nostro territorio; territorio, che sconta un po' una normativa che, a distanza di vent'anni, ha bisogno di essere rivista, mantenendo fermo il principio del ruolo importante di traghettamento da una storia, una cultura, un passato ad una realtà nuova di fruizione, di trasmissione di sapere anche alle giovani generazioni.
Recepisco quest'interrogazione come un campanellino d'allarme che ci esorta a riprenderlo in mano. Lo riprenderemo, ma dobbiamo tener presente questa scadenza ventennale - dal 1995 al 2015 - per una riflessione completa, pur in questo momento di risorse sempre più ridotte, ricercando canali e modalità nuove, anche di intreccio di attività.
Grazie.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 42 presentata dal Consigliere Appiano, inerente a "Assegni di cura 2014. Criteri e tempistiche di riparto nell'ambito dell'ASL Torino 3"


PRESIDENTE

Procediamo con l'interrogazione a risposta immediata n. 42, presentata dal Consigliere Appiano, che ha la parola per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Com'è scritto nel titolo, l'interrogazione riguarda i cosiddetti "assegni di cura", contributi economici agli anziani non autosufficienti che nel corso degli anni hanno certamente garantito un miglior servizio a tutti quegli anziani le cui famiglie sono riuscite a garantire la permanenza a domicilio, ed un risparmio anche al sistema sanitario, in quanto la permanenza in una struttura è sicuramente più oneroso dell'assegno di cura.
Per quanto l'interrogazione riguardi un'istanza molto precisa (ed io mi faccio da portavoce di un consorzio, un ente gestore di servizi che fa capo al distretto di Orbassano, delle sei comunità che fanno capo a questo distretto), è bene che quest'Aula, sul tema degli assegni di cura, torni a ragionare in termini generali. Questa è la ragione per cui l'ho tradotta in un question time.
Sappiamo tutti che da quest'anno le prestazioni extra LEA non possono più essere iscritte, dal punto di vista economico, nei bilanci dell'ASL.
Nel nostro territorio, l'ASL TO3 ha comunicato che dal 1° ottobre non pagherà più gli assegni di cura e il distretto, anzi, il consorzio di servizi che citavo prima, si appresta a redigere un nuovo regolamento per erogare almeno la parte sociale di questi assegni a far data da ottobre.
Per fare questo, ovviamente, ha bisogno di avere contezza di risorse e di tempi di erogazione di queste risorse. Parlo di un distretto sanitario la cui dirigenza non ha mai creduto particolarmente nello strumento dell'assegno di cura, tant'è che, come emerge dalla tabella allegata, il distretto di Orbassano è quello in cui, rispetto alle risorse messe a disposizione nel 2013, solo una parte di esse sono state utilizzate.
È un distretto in cui la spesa pro capite a sostegno della domiciliarità di anziani e disabili gravi e gravissimi è la più bassa di tutti gli altri distretti dell'ASL TO3.
Sappiamo che a livello nazionale è stato firmato un decreto che stanzia e libera il fondo nazionale per le non autosufficienze. A questo punto quindi, chiediamo quali saranno i criteri e i tempi di erogazione, ASL per ASL, poi distretto per distretto, della quota di spettanza e, a monte quale parte di quel decreto nazionale di 350 milioni spetta alla nostra Regione.
Chiudo dicendo e ricordando che parlo di un territorio che, città di Torino a parte, ha un distretto con la più alta quota capitaria riconosciuta dai Comuni verso l'ente gestore e, paradossalmente, la più bassa quota di contribuzione della Regione rispetto al consorzio di servizi, per motivazioni probabilmente legate alla spesa storica, quindi assolutamente incomprensibili e non attualizzabili. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Appiano.
La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della casa e della famiglia

Grazie, Presidente.
L'interrogazione del Consigliere Appiano, pur partendo da una problematica particolare, che è riferita ad un territorio specifico e alle scelte compiute nell'anno passato da quel territorio e dagli enti afferenti quel territorio, indubbiamente pone una questione di carattere più generale, oserei dire più di sistema degli interventi a tutela del benessere sociale delle persone più fragili, che, certamente, negli ultimi anni, per diverse ragioni, ha visto un mutamento. Alla base di tale mutamento c'è il problema della natura di alcune prestazioni, che fino ad un certo punto rientravano all'interno dei cosiddetti LEA, cioè dei livelli essenziali di assistenza, quindi un diritto acquisito ed esigibile. La ridefinizione di questi interventi, contestualmente al piano di rientro a cui la Regione Piemonte è stata ed è sottoposta, ne ha determinato un mutamento della loro natura specifica.
Ad oggi, le prestazioni domiciliari per le persone non autosufficienti sono finanziate dalla Regione, per l'anno 2014, con il fondo nazionale per le non autosufficienze, a cui si aggiungono risorse aggiuntive del bilancio regionale. Quindi, questo pacchetto, i cosiddetti extra LEA, fanno capo al bilancio della Direzione regionale delle Politiche sociali.
Per quanto riguarda la situazione finanziaria legata all'anno 2014 possiamo dire che nell'ambito delle risorse messe a disposizione - la cifra che ricordava lei prima - a livello nazionale, l'importo del fondo per le non autosufficienze destinato per il 2014 alla Regione Piemonte è di 26 milioni e 758 mila euro.
Ora, l'erogazione di questa cifra e la sua ripartizione tra gli enti territoriali è subordinata all'approvazione da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali del programma attuativo regionale. La nostra Direzione, ad agosto, insieme ad altre cinque Regioni italiane - in tutto siamo sei Regioni, tra cui anche la nostra - ha presentato al Ministero competente il programma attuativo delle risorse destinate alla nostra Regione per questo tipo di prestazioni; siamo in attesa dell'approvazione per poter poi passare immediatamente ad una delibera di Giunta regionale che identifichi i criteri di riparto all'interno dei diversi enti territoriali. Quindi, possiamo immaginare che, in effetti immediatamente dopo l'approvazione si possa procedere con la delibera che stabilisce con certezza e precisione la ripartizione delle risorse.
Nello specifico, il programma che abbiamo presentato all'approvazione del Ministero prevede una destinazione di tre milioni e 600 mila euro per i malati di SLA, per cui rimangono 23 milioni e 158 mila euro per le prestazioni domiciliari per le persone non autosufficienti.
Questa è la situazione alla quale stiamo facendo riferimento. Da parte nostra c'è impegno, nel momento in cui riceviamo l'approvazione del nostro programma attuativo, a passare immediatamente alla fase deliberativa, con cui distribuire e ripartire queste risorse.
Fino a tutto il 2013, lei sa - e questa è anche la situazione che fa riferimento al consorzio e ai rapporti con l'ASL, a cui faceva riferimento prima - che gli enti afferenti all'ASL Torino 3 avevano sottoscritto un accordo, il 14 maggio, che garantiva l'erogazione in capo all'ASL degli interventi fino al 30 settembre, con l'utilizzo completo delle risorse regionali, fatte salve diverse indicazioni di carattere normativo e giudiziario.
Dal primo ottobre 2014, gli interventi proseguiranno, assumendo ogni ente, ASL ed ente gestore le competenze e gli oneri previsti dalla normativa vigente.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Può darsi che sia superfluo dirlo, ma ricordo che se i Consiglieri necessitano di copia della risposta scritta da utilizzare come ritengono da un punto di vista politico nella maniera migliore, possono chiederne copia istantanea ai nostri colleghi, che la consegneranno.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 43 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Disposizioni in materia di fecondazione eterologa" (ritirata)


PRESIDENTE

L'interrogazione a risposta immediata n. 43 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Disposizioni in materia di fecondazione eterologa" è ritirata.


Argomento: Trasporti aerei

Interrogazione a risposta immediata n. 45 presentata dal Consigliere Vignale, inerente a "Situazione Aeroporto Caselle-Alitalia"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 45 presentata dal Consigliere Vignale, che ha la parola per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
La questione, ovviamente, è nota ed è stata anche trattata su molti quotidiani, non solo locali: la principale compagnia di bandiera, Alitalia comunica la cancellazione di un numero significativo di voli verso il sud Italia - ma non solo - in un momento in cui, peraltro, lo scalo aumenta il numero di passeggeri.
Faccio un piccolo inciso, non complesso, rispetto ai numeri che avevamo precedentemente. Anche auspicando che, in qualche modo, vi siano altri soggetti che possano essere interessati a coprire queste rotte, credo che non si possa evitare di intervenire in merito, ricordando che aeroporti e vettori aerei sono solo uno strumento di mobilità, ma anche uno strumento di ricaduta economica estremamente significativa.
E' assolutamente evidente che aziende o lavoratori del sud Italia (e non solo) che intendessero operare all'interno della nostra città, vista l'impossibilità di poter raggiungere in modo semplice alcune città significative della nostra penisola, sarebbero fortemente penalizzati.
Devo rilevare che la preoccupazione non è tanto - o solo - su quel 4 di traffico passeggeri che noi andremmo a perdere all'interno del nostro scalo. Certamente vi è stata una crescita, badando, se mi posso permettere più all'attività di volo che non all'attività commerciale (credo, invece che prima la gestione dell'aeroporto fosse un po' più interessata all'attività commerciale che non a quella di volo), ed è anche verificabile da quelle che sono state le oggettive migliorie che, dal punto di vista degli spazi commerciali, lo scalo di Caselle ha avuto.
Peccato però che a quelle migliorie non sia corrisposto, com'è avvenuto, invece, in molti altri aeroporti italiani, un aumento del numero di passeggeri, in un trend nazionale che, invece, è andato sempre aumentando.
Registrando comunque, come dicevo prima, un'inversione di tendenza positiva, è evidente che bisogna fare attenzione, non soltanto la Giunta regionale, ma anche il principale azionista dell'aeroporto, che è il Comune di Torino (adesso non più, forse, dopo le dismissioni, ma diciamo le due grandi istituzioni che insistono su Caselle). Non va dimenticato che è uno scalo regionale: esiste certamente l'aeroporto di Levaldigi (o Malpensa, ma con dinamiche differenti), ma per numero di traffico l'aeroporto di Caselle è, a tutti gli effetti, l'aeroporto del Piemonte. Su questo chiediamo un intervento della politica in modo importante.
Io non credo - lo dico pur avendolo fatto, anche correttamente, la precedente Amministrazione - che il potenziamento di uno scalo passi sempre per l'impegno economico. Credo che Orio al Serio ne sia una dimostrazione evidente, ancorché va ricordato che Orio al Serio nasce da un grande investimento economico, che poi è venuto sempre meno perché in qualche modo si è attestato come un grande scalo per una certa tipologia di voli, non solo più a basso costo.
Credo che da questo punto di vista un intervento sia estremamente significativo, anche solo per evitare che la nostra città non sia più attraente dal punto di vista turistico.
Noi vediamo la nostra città e la prima cintura come l'aera che è cresciuta maggiormente in termini di presenza turistica, per cui è evidente che se priviamo alcune regioni dalla possibilità di muoversi celermente per raggiungere la nostra città, diventa un problema anche sulle ricadute turistiche.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Balocco; ne ha facoltà.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Come il Consigliere Vignale saprà, nei giorni scorsi (lunedì) c'è stato un incontro promosso dal Sindaco di Torino.
In quella sede - erano presenti tutti gli azionisti di Sagat l'Amministratore Delegato ha fatto il punto della situazione e, in buona misura, ha rassicurato un po' tutti, anche le parti istituzionali presenti (Comune e Regione).
In sostanza, c'è stato riferito che sono stati rilevati incrementi significativi: da gennaio ad agosto si parla di un incremento di più del 9 (a luglio del 16%, ad agosto di oltre il 12% ed è un trend che, comunque si mantiene anche su settembre). Quindi, per quanto riguarda l'incremento del traffico, mi pare che ci siano dati estremamente significativi.
Per quanto attiene il problema della riduzione dei voli verso il Sud da parte di Alitalia, l'Amministratore Delegato rispondeva che, essendo questa possibilità già in qualche modo preconizzata un anno fa dalla precedente proprietà Alitalia (era poi rientrata quella previsione di tagli), Sagat si è attivata per creare delle alternative ai voli Alitalia, specialmente verso il Sud (Meridiana, Ryanair e Volotea già adesso garantiscono un certo numero di voli verso gli scali del sud). Solo la Calabria - "solo" fra virgolette - ad oggi è coperta da linee gestite esclusivamente da Alitalia.
Per quanto riguarda l'attività messa immediatamente in moto da Sagat si annuncia che già dal 1° ottobre Napoli verrà coperta con gli stessi voli precedentemente coperti da Alitalia, grazie ad un incremento di voli Meridiana. Per il resto del Sud, ci sono trattative in corso che fanno sperare che nel giro di non molto tempo (un paio di mesi, forse anche meno) si riescano ad attivare, anche sulla Sicilia, sulla Puglia e sul resto del Meridione, le tratte soppresse dal 1° ottobre da Alitalia. Da questo punto di vista, quindi, direi che c'è stato un atteggiamento di rassicurazione.
La posizione della Regione è stata espressa dal Presidente in modo molto chiaro: la Regione è ancora socia di Sagat, con una partecipazione molto limitata (8%), e in questo senso collaborerà ovviamente con il resto dei soci per tutte le iniziative che saranno ritenute utili non solo per coprire queste soppressioni da parte di Alitalia (che, come ho detto, ci è stato riferito che verranno recuperate in misura totale nel giro di poche settimane), ma anche per sfruttare al massimo, come dice lei, giustamente nella sua interrogazione, le possibilità legate ad Expo 2015, affinch questa attività di co-marketing, com'è stata definita, dia il maggior valore possibile ad un scalo che, come ripeto, dai dati risulta in crescita.
Ci saranno ancora alcune battaglie da portare avanti rispetto alla classificazione. Come sa, la classificazione non in area strategica dell'aeroporto di Caselle è stata paventata ma non è ancora definita. Ci sono dunque degli spazi per rivedere ancora questa situazione e queste classificazioni.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.42 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.42)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Invito i colleghi Consiglieri a prendere posto.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Corgnati e Pentenero.
Il numero legale è 25.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Proseguimento esame disegno di legge n. 3, inerente a "Modifiche ed integrazioni alla l.r. 28 luglio 2008, n. 23 (Disciplina dell'organizzazione degli Uffici regionali e disposizioni concernenti la dirigenza ed il personale)"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 3, di cui al punto 4) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Ripartiamo dall'articolo 2.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 12) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Frediani, Batzella, Valetti: Si richiede l'abrogazione dell'intero articolo.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
E' un emendamento abrogativo dell'articolo 2, ovvero l'articolo che introduce la figura del Segretario della Giunta regionale. La nostra contrarietà alla figura in toto, almeno così come è pensata, è facilmente esplicabile (è stato detto ampiamente stamattina nel dibattito), poiché si tratta di un doppione, che ha dei costi. Non si capisce perché debba rimanere, insieme al Capo di Gabinetto della Giunta, con delle funzioni molto ampie, che, da una parte, potrebbero coprire un'eventuale responsabilità della parte politica e, dall'altra, potrebbero liberare da un fardello di responsabilità i Direttori stessi.
Pertanto, considero doppiamente pericolosa l'introduzione del Segretario generale: potrebbe essere positivo un ragionamento del Presidente Chiamparino, sull'onda della propria esperienza di Sindaco di Torino, quando aveva la disponibilità di un city manager, un super Direttore sul quale potevano ricadere, anche a seguito delle riforme Bassanini, le responsabilità dell'Ente in toto, ma, potrebbe anche essere negativo proprio perché i Direttori potrebbero sentirsi esonerati dal prendersi delle responsabilità o andare a fondo in alcuni obiettivi assegnati alla parte politico-amministrativa, pensando: "Se c'è un qualcosa che esce dal seminato, c'è comunque il super-Direttore, il Segretario generale, che può diffidarmi e, se la diffida non basta, eventualmente sostituirmi nella mia azione".
Sono convinto che, così come i Direttori attualmente in carica, che ho imparato a conoscere nella scorsa legislatura, anche i nuovi Direttori nominati saranno sicuramente ottimi professionisti, che si assumeranno tutte le loro responsabilità, essendo anche giustamente retribuiti per tale l'incarico. E' ovvio che occorre sempre stare attenti a tutte le modifiche ed i cambiamenti che vengono posti nelle leggi e che avranno conseguenze pratiche nella vita dell'Ente.
Sono sicuro che la Giunta - avanzando la proposta - e la maggioranza accogliendola - siano ben consci di quali saranno le modifiche che vogliono porre in essere. Noi rimaniamo scettici nel contorno, nel profilo, nel perimetro di quelli che sono i compiti assegnati al Segretario della Giunta regionale, pertanto la nostra contrarietà si esplica in un primo emendamento abrogativo ed in una serie di emendamenti successivi che vanno a modificare le singole competenze del Segretario generale.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non essendovi altri interventi, procediamo con gli emendamenti successivi.
Emendamento rubricato n. 14) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Gancia, Marrone, Vignale, Berutti, Graglia, Ruffino, Porchietto, Sozzani: L'articolo 2 del disegno di legge n. 3 è soppresso.
Emendamento rubricato n. 15) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Gancia, Marrone, Vignale, Berutti, Graglia, Ruffino, Porchietto, Sozzani: La lettera b), del comma 2, dell'articolo 8 bis, come inserito dall'articolo 2 del disegno di legge n. 3, è soppressa.
Emendamento rubricato n. 16) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Gancia, Marrone, Vignale, Berutti, Graglia, Ruffino, Porchietto, Sozzani: La lettera d), del comma 2, dell'articolo 8 bis, come inserito dall'articolo 2 del disegno di legge n. 3, è soppressa.
Emendamento rubricato n. 17 presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Gancia, Marrone, Vignale, Berutti, Graglia, Ruffino, Porchietto, Sozzani: Alla lettera e) del comma 2, dell'articolo 8 bis, come inserito dall'articolo 2 del disegno di legge n. 3, le parole: "e di articolazione di nuovi assetti strutturali nonché delle politiche in materia di personale", sono soppresse.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Illustro insieme gli emendamenti n. 14), 15), 16) e 17), cercando di dare un senso compiuto all'attività emendativa.
L'emendamento n. 14) è semplice: essendo contrari all'istituzione della figura del Segretario generale, vuole cassare l'articolo 2 del disegno di legge, quindi far sì che non vi sia tale figura.
Invito i colleghi Consiglieri, ma anche la Giunta, a provare a fare qualche riflessione (non dico che debbano essere necessariamente condivisi ma almeno non aprioristicamente bocciati) sugli emendamenti successivi.
Al comma 2 dell'articolo 2, la lettera b) indica che il Segretario generale esercita il potere sostitutivo, previa diffida, nei confronti dei Direttori generali in caso d'inerzia rispetto agli obiettivi assegnati.
Ancorché sia una competenza che può stare anche nelle attività di coordinamento in quella che oggi è l'attività del Capo di Gabinetto, va ricordato che oggi non vi è solo la legge n. 23 che disciplina l'attività del personale dirigenziale, ma vi è anche la legge sull'organismo interno di valutazione.
Come vengono.



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia!



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come vengono valutati i Dirigenti? Vi è già un organismo interno (per la verità formato da cinque componenti: tre interni e due esterni), che sugli obiettivi assegnati dalla Giunta regionale ai Direttori, alcuni dei quali - ricordiamolo - sono già obiettivi comuni, esprime delle valutazioni, oltre a quelle svolte dalla Giunta regionale.
Questo quanto prescrive la legge: l'attività di valutazione rispetto all'attività dei Direttori - e quindi anche la potestà d'intervento nei casi di inerzia - oggi è già uno strumento esistente. Non è che i Direttori di questa Regione sono degli UFO, che fanno ciò che credono e vogliono senza alcun collegamento con la Giunta regionale! Pertanto, crediamo che la lettera b) sia da cancellare anche per la modalità con cui è stata scritta: la diffida, l'esercizio del potere sostitutivo, quando qualcuno non fa qualcosa, ci sembra una modalità che ricorda più un Commissario ad acta: non mi sembra una modalità ammissibile all'interno della Pubblica Amministrazione.
La lettera d) recita "propone i provvedimenti di accertamento di responsabile dirigenziale, nei confronti del Direttore generale". Di nuovo in una logica di gerarchia, questa è una potestà vigente, che soprattutto fa sì che la Regione diventi, a legge approvata, un Ente all'interno del quale tutti hanno gerarchicamente potestà di essere verificati - come, ci mancherebbe, è corretto che sia - rispetto alla responsabilità dirigenziale, salvo il Segretario generale.
Il Segretario generale, figura proposta dal Presidente della Giunta nominata dalla Giunta, non ha alcun soggetto che, in qualche modo, possa verificare se lui manca nelle prerogative che la legge gli ha dato, salvo che sia la Giunta stessa che, in qualunque momento, lo revochi. E' evidente, com'è ben noto, all'interno del contratto dei Dirigenti e dei Direttori soprattutto, che si tratta di un contratto di diritto privatistico. Vi sono alcune modalità di sostituzione dei Dirigenti stessi che portano a questo.
In ultimo, l'emendamento n. 17), alla lettera e), dove si dice "cura il raccordo per l'attuazione delle politiche in materia di organizzazione".
Devo dire che se si istituisce questa figura, ci sta. Nel senso che viene fatto certamente per questo motivo. Che, invece, si individui come responsabilità "articolazione di nuovi assetti strutturali, nonché delle politiche in materia di personale", crediamo - soprattutto quel "nonch delle politiche in materia di personale" - non sia un compito del Segretario generale. Se ha compiti sovraordinati o di coordinamento rispetto ai Direttori, ce l'ha nei confronti di tutti. Non si occupa delle politiche di personale, si occupa delle politiche di personale, come si occupa delle politiche di bilancio, di sanità, di assistenza, di integrazione di tutti gli obiettivi che la Giunta regionale ha dato ai Direttori. Non c'è un tema specifico che, in qualche modo, vada indicato.
Questi sono i quattro emendamenti che abbiamo presentato sull'articolo.
Uno più drastico e coerente, di abrogazione dell'articolo 2; invece gli altri tre (i numeri 15, 16 e 17) che, pur mantenendo la figura del Segretario generale, intervengono nel migliorare il testo di legge, così come è stato scritto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 11) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Frediani, Batzella, Valetti: Si richiede l'abrogazione della lettera f) del nuovo articolo 8 bis introdotto dall'articolo 2 del disegno di legge 3: "In particolare, il Segretario generale: f) svolge ogni altra attività necessaria per il perseguimento degli obiettivi assegnati ai Direttori regionali dagli organi di direzione politico-amministrativa".
Emendamento rubricato n. 10) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Frediani, Batzella, Valetti: Si richiede l'abrogazione della lettera b) del nuovo articolo 8 bis introdotto dall'articolo 2 del disegno di legge 3 "In particolare, il Segretario generale: b) esercita il potere sostitutivo, previa diffida, nei confronti dei Direttori regionali in caso di inerzia rispetto agli obiettivi assegnati".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Illustrerei insieme l'emendamento n. 10) e l'emendamento n. 11), che vertono entrambi sull'articolo 2.
Anche noi, come Gruppo consiliare, abbiamo fatto una disamina complessiva dell'articolo 2 del disegno di legge n. 3, che introduce la figura del Segretario generale e della Giunta regionale, e siamo giunti a valutazioni abbastanza simili da quelle sottolineate dal Consigliere Vignale.
In particolare modo, ci siamo concentrati sulle lettere b) e la lettera f), in quanto l'esercizio del potere sostitutivo, previa diffida, ci sembra una funzione e una prerogativa, come detto ampiamente prima, di un ruolo gerarchicamente superiore rispetto a quello degli altri Direttori.
Come ho avuto modo di dire questa mattina, non trattasi di un Direttore primus inter pares all'interno degli altri Direttori della Giunta regionali, ma proprio di una figura sovraordinata, quindi gerarchicamente superiore. Che, com'è stato detto, risponderà solo al Presidente della Giunta o, alternativamente, al Vicepresidente in caso, come previsto dallo Statuto della Regione Piemonte, di sua assenza o impedimento.
Questa ci sembra una questione rilevante, anche per il nodo sollevato della valutazione dei Direttori, com'è stato detto, dell'organismo indipendente di valutazione che, come avevo sottolineato all'Assessore Reschigna (che aveva annuito dicendo che non è tanto indipendente come organismo di valutazione), al momento è costituito da tre Direttori: il Direttore del Personale, o Risorse Umane (a me non piace usare questo termine) del Consiglio, Direttore del Personale della Giunta e Direttore delle Risorse Finanziarie della Giunta che dovrebbero valutare l'operato stesso dei Direttori.
Mi chiedevo, e ho chiesto in Commissione, da chi verrà valutato il super Direttore. E' un'entità astratta che sfugge dalle valutazioni. E' ovvio che si tratta di una scelta, e non contestiamo la scelta da parte della Giunta, ma contestiamo i contenuti della stessa. Proviamo a farci un ragionamento per addivenire a qualche ulteriore modifica su questo disegno di legge.
Questo potere sostitutivo, previa diffida, secondo noi, porterà a delle complicanze: vedremo se avremmo fatto un po' gli uccelli del malaugurio e saremmo smentiti dai fatti, oppure se vedremo un complicarsi delle relazioni all'interno del comitato dei Direttori che si riuniscono e dei tavoli interassessorili che già, normalmente, ci sono nel comma 3 introdotto, in cui si dice che al "Segretario generale spetta anche l'attività di coordinamento e di impulso, di progetti di particolare rilevanza programmatica interessanti più Direzioni regionali".
Questa era una funzione che poteva essere condotta, non so se in passato sia stato fatto o meno, dal Capo di Gabinetto. Non lo so perché non ero in Giunta e non ho affrontato questo argomento nella scorsa legislatura, ma poteva essere tranquillamente seguita dal Capo di Gabinetto.
In più la lettera f) del comma 2 prevede questa definizione che ho già avuto modo di dire nella discussione generale, dei poteri illimitati del Segretario generale: la possibilità di svolgere ogni altra attività necessaria al proseguimento dei propri obiettivi.
Francamente mi sembra una definizione molto vaga che, anche dal punto di vista legislativo, può avere un suo senso e un suo significato, ma è veramente amplissima. Tendenzialmente, nelle leggi, si delinea, come si fa con l'elenco di lettere e di punti che sono le funzioni del Segretario generale, un novero di azioni che sia ben delimitato e delineato, salvo poi rimandare al comma 4 "la descrizione analitica dell'attribuzione di Segretario generale e il puntuale accordo con le funzioni dirigenziali e con gli organi di direzione politica amministrativa, ad un provvedimento di organizzazione".
Mi sembra un po' contorto come articolo di legge. Sarà passato al vaglio degli uffici legislativi della Giunta e quant'altro: prima si delineano cinque funzioni fondamentali del Segretario della Giunta, poi si dice, comunque, che gli si può far fare qualunque ogni altra attività necessaria, poi ancora si dice rimandiamo ai provvedimenti di organizzazione per la descrizione analitica delle attribuzioni. Anche da un punto di vista non politico, nel senso che alcune cose non le condividiamo mi sembra che ci sia qualcosa che, in italiano, non vada d'accordo all'interno del testo.
Secondo me, occorre una revisione di questo articolo, fermo restando la nostra contrarietà alla creazione del Segretario generale insieme al mantenimento del Capo di Gabinetto. Valutatelo voi, come maggioranza perché i nostri emendamenti sono abrogativi proprio per eliminare la figura del Segretario generale, ma questa norma non sta in piedi.
Come ho detto, cinque funzioni ben specifiche, ogni altra attività necessaria - come sesta - e poi si rinvia ai provvedimenti organizzativi.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Terminata l'illustrazione di tutti gli emendamenti, è aperta la discussione sull'articolo 2 e relativi emendamenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Allemano; ne ha facoltà.



ALLEMANO Paolo

Certamente questi emendamenti entrano proprio nel cuore della questione della quale stiamo discutendo da questa mattina.
Ho ascoltato con attenzione i colleghi e oggettivamente hanno posto dei problemi reali e delle situazioni che possono verificarsi.
Vorrei solo ricordare che questa è un'Assemblea legislativa, non siamo un organo gestionale, quindi penso che non sia nemmeno opportuno entrare nell'ambito di eventuali conflitti che possono crearsi ed entrare proprio nelle pieghe dell'organizzazione della macchina regionale.
Si parlava dei controlli interni, ma faccio presente che c'è un audit una Commissione di controllo. Rimaniamo al livello al quale siamo chiamati che è quello di garantire all'esecutivo la possibilità di governare il Piemonte con efficacia e con efficienza.
Se la questione del Segretario generale va vista in questa cornice penso che oggi a fine giornata avremo speso bene queste ore di dibattimento, perché vedo che, al di là delle perplessità che suscita questa figura, noi stiamo operando nel senso di garantire maggiore efficienza alla macchina regionale, creando un'interfaccia politica tra l'esecutivo e la macchina regionale, che conta qualcosa come 7.000 e più dipendenti.
Qualcuno paventava uno shift verso il polo tecnico; semmai direi che questa figura oscilla verso il polo politico, ma mi sta bene nella misura in cui il polo politico deve evidentemente garantire funzionalità ed efficienza.
Stiamo operando all'interno di una ristrutturazione della macchina regionale che è in progress, perché lunedì sono state rivisitate le Direzioni e siamo passati da 16 a dieci Direzioni. Oggi abbiamo tre Direzioni di staff e sette di line.
Stiamo discutendo se aggiungere o meno questa figura di interfaccia che è la figura dieci più uno, che consente maggiore osmosi e maggiore interfaccia tra l'organo politico e l'organo tecnico.
Concludo, dicendo che voto serenamente questa proposta di legge, perch la percepisco proprio come funzionale a creare un esecutivo che governi il Piemonte ad avere una macchina regionale che supera un ritardo ed un appesantimento che abbiamo il dovere di correggere.



PRESIDENTE

Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, passiamo alla votazione degli emendamenti.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Il parere non devo chiederlo io.
E' la Giunta che interviene per dare il parere.
Io posso darle un suggerimento e dire "parere della Giunta?", ma è un di più.
Parere della Giunta?



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore al personale e organizzazione

Mi scusi, Presidente.
Do il parere per tutti gli emendamenti, così facciamo più in fretta: il parere è contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12).
Il Consiglio non approva.
Avendo l'emendamento n. 14) identico contenuto dell'emendamento rubricato n. 12), consideriamo respinto anche l'emendamento n. 14.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11).
Il Consiglio non approva.
La votazione è estesa all'emendamento n. 15), perché hanno identico contenuto.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10).
Il Consiglio non approva Non essendovi richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'articolo 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 18) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Gancia, Marrone, Vignale, Berutti, Graglia, Ruffino, Porchietto, Sozzani: Al comma 4 dell'articolo 9 della l.r. 23/2008, come sostituito dal comma 2 dell'articolo 3 del Disegno di legge n. 3, le parole: "Spetta, inoltre, al Segretario generale il potere di proposta per l'elaborazione di direttive generali alla dirigenza" sono soppresse.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Abbiamo apprezzato l'aiuto che in qualche modo ha dato alla Giunta rispetto al parere.
Chiederemmo solo un minimo di attenzione, nel senso che se - al di là di quello abrogativo - proviamo ad articolare alcuni emendamenti su temi ben specifici, ci si può anche alzare e dire "votiamo contro tutti", ma se si provasse a fare lo sforzo che proviamo a fare anche noi male non farebbe. E' altrettanto evidente che se l'attività è quella aprioristica siamo più facilitati nel comportarci nello stesso modo.
Nel merito, l'emendamento n. 18) - ancorché non intervenga ovviamente più sull'aspetto del Segretario generale, perché è stato approvato l'articolo 2 che ne introduce la figura - prova di nuovo ad intervenire rispetto alle competenze.
Nelle ultime due righe il comma 2 dell'articolo 3 dice che "spetta inoltre al Segretario generale il potere di proposta per l'elaborazione di direttive generali alla dirigenza". Ecco, se come diceva prima il collega Alemanno la figura del Segretario generale è una figura che deve in qualche modo dare efficienza ed efficacia - chiedo scusa, ma riprendo le sue parole e quindi dare operatività all'attività dei Direttori e quindi anche della Giunta, tramite i Direttori, non credo che una figura simile debba avere il potere di proposta di elaborazione di direttive generali alla dirigenza.
Ricordo inoltre - poi abbiamo anche ascoltato in sede di consultazione un parere sostanzialmente non totalmente contrario delle OO.SS. (o per lo meno non di tutte) rispetto alla figura del Segretario generale - che la figura della dirigenza - poi ognuno si comporta come crede - è anch'essa regolata dal contratto nazionale e che c'è una relazione tra l'Amministrazione e la dirigenza sulle potestà che stanno in capo ad essa.
Allora, mi sembrerebbe un po' singolare che vi sia un soggetto, che è un soggetto sostanzialmente operativo - basta vedere i compiti che gli abbiamo dato e il mantenimento della figura corretta del Capo di Gabinetto che diventi il soggetto che propone elaborazione di direttive generali alla dirigenza. Questa, al limite, è una potestà che sta in capo all'Assessore al personale e alla Giunta come organo collegiale; non mi sembra certo che possa essere una potestà che sta in capo ad un singolo soggetto di nomina politica, perché il Segretario è nominato dalla Giunta regionale, com'è corretto che sia.
Lo dico tra parentesi: leviamo solo per coerenza, come facevamo già precedentemente, l'ipocrisia del "cercheremo il curriculum migliore, ecc." il Segretario lo nomina la Giunta su proposta del Presidente perché si tratta di incarichi fiduciari. Ovviamente l'augurio è che ci ricopre questi incarichi fiduciari abbia anche le conoscenze per farlo al meglio, ma certamente non si tratta di un bando di concorso dove si valutano titoli esperienze e quant'altro: si tratta di una scelta fiduciaria e, come tale dev'essere in qualche modo assunta.
Dicevo però, proprio per questo motivo - perché è una scelta fiduciaria, perché esiste una relazione nel mondo della dirigenza e perch ci sono un Assessore e una Giunta che sono coloro ai quali tocca dare direttive, magari anche su indirizzo del Consiglio -, che credo proprio questo non sia un compito del Segretario generale.
Pertanto - ho concluso e chiedo scusa, perché non ricordo mai quanti minuti ho.



PRESIDENTE

Consigliere, lei può parlare tre minuti in quanto primo firmatario.
Però, dato che noto una disponibilità di natura politica, che è sostanza e quindi di merito, a non intervenire tutti, mi permetto di lasciarle più tempo per l'illustrazione. Prego, continui.



VIGNALE Gian Luca

Dimostra anche buon senso, il Presidente: bravo! Dicevo che credo tocchi a tutti, salvo il Segretario generale, la proposta di elaborazione di direttive.
In tal senso, invito tanto la maggioranza quanto la Giunta a provare a fare valutazioni tra emendamenti ed emendamenti. Un conto è, come prevedeva quello precedente, cassare l'articolo 2, un conto altri emendamenti che provano a entrare più nel merito.
Nessuno si scandalizza se viene bocciato, però fate almeno lo stesso sforzo che proviamo a fare noi quando, invece di dire "cassare il comma 1 cassare il comma 2, cassare il comma 3", proviamo anche a fare un'elaborazione che abbia anche un suo costrutto logico.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Emendamento rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Frediani, Batzella, Valetti: Al comma 6 dell'Articolo 9 della l. r. n. 23/2008 le parole "dal Capo di Gabinetto della Giunta" sono sostituite dalle seguenti: "dal Segretario generale della Giunta regionale" La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento discende dalla possibilità, prima del voto, di far approvare alcuni emendamenti riguardanti appunto la composizione dei Direttori della Giunta e quindi a nostro avviso, in particolar modo, la sovrapposizione dei ruoli tra Capo di Gabinetto e Segretario generale.
In questo caso, l'emendamento n. 9) riguarda il Comitato di coordinamento. Al comma 6 si definisce che i Comitati del Consiglio e della Giunta si possono riunire in seduta congiunta e possono essere convocati o dal Segretario generale del Consiglio o dal Capo di Gabinetto della Giunta.
Se si seguisse lo stesso iter che si è fatto in Consiglio regionale per eliminare il Capo di Gabinetto, ovviamente bisognerebbe eliminare anche questa figura e non mantenerla insieme a quella del Segretario generale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Non essendovi richieste d'intervento in discussione generale, passiamo alle votazioni.
Chiedo all'Assessore Ferraris di esprimere il parere della Giunta sull'emendamento rubricato n. 18).



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore al personale e organizzazione

Intanto mi scuso per prima con il Consigliere Vignale: ma se non mi si dice che posso intervenire, ovviamente non intervengo. Quindi, anche per quanto riguarda gli altri emendamenti, il collega mi vorrà scusare se non li ho commentati.
Sull'emendamento n. 18) ritengo si possa anche accogliere questo principio, fermo restando il riferimento principale al Segretario generale e al Presidente, e di conseguenza poi anche alla Giunta. Il concetto che il Segretario possa impartire direttive operative e che non sia esplicitato il discorso delle direttive generali può essere accolto.
Il parere della Giunta, quindi, può essere favorevole.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, ma la Giunta chiede una breve sospensione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.21, riprende alle ore 16.22)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18).
Il Consiglio approva.
Emendamento rubricato n. 9) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Frediani, Batzella, Valetti: Emendamento al comma 3 dell'articolo 3: Si richiede l'abrogazione dell'intero comma: Al comma 6 dell'articolo 9 della l.r. n. 23/2008 le parole "dal Capo di Gabinetto della Giunta" sono sostituite dalle seguenti: "dal Segretario generale della Giunta regionale".
Il parere della Giunta?



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore al personale e organizzazione

In questo caso è contrario. Ricordo che il Segretario generale, nella sua figura, è proprio il coordinatore del Comitato che lui stesso presiede e convoca, però tutti gli altri Direttori, compreso il Capo Gabinetto, ne faranno parte, per cui evidentemente, se non lo fa più l'uno, se viene soppresso l'uno, viene inserito l'altro.
Quindi il parere della Giunta è contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 bis Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Frediani, Batzella, Valetti: Si richiede l'inserimento dell'articolo 3 bis, che aggiunge al comma 1 dell'articolo 11 della l.r. n. 23/2008 "1. I settori sono strutture organizzative stabili, di norma articolazioni delle direzioni preposte allo svolgimento di attività e compiti di carattere omogeneo aventi continuità operativa e autonomia organizzativa e funzionale" la seguente frase: "e sono composti da non meno di 10 unità di personale, escluso il dirigente responsabile".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Mentre affrontiamo una revisione, seppur parziale, della legge quadro sull'organizzazione degli uffici regionali, la n. 23/2008, abbiamo pensato anche ad introdurre dei temi che andassero oltre la mera revisione delle figure dirigenziali e dei Direttori di Giunta.
Quindi, in merito all'articolo 11 della legge prima citata, al comma 1 laddove si specifica che "i settori sono strutture organizzative stabili di norma articolazioni delle direzioni preposte allo svolgimento di attività e compiti di carattere omogeneo aventi continuità operativa e autonomia organizzativa e funzionale", si voleva introdurre un concetto per noi molto importante: quello del numero del personale che fa riferimento a un Dirigente, per evitare settore in cui ci sono 3 dipendenti e un dirigente, che francamente ci sembra un rapporto insostenibile dal punto di vista non solo economico, ma anche dal punto di vista organizzativo e funzionale. Noi avremmo pensato di proporre un rapporto di uno a dieci tra la figura apicale di dirigente e il personale. Ovviamente si può discutere sul numero indicato, si può non essere d'accordo su tale numero, ma mi sembra che la proposta di inserire e di ragionare sul tema sia da prendere in considerazione.
Probabilmente, in Commissione avrebbe avuto più fortuna una discussione del genere, ma penso che sia uno dei temi che la Regione si deve apprestare ad affrontare, se vuole fare un riordino dei propri uffici, una riorganizzazione interna verso l'efficacia della propria azione amministrativa.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta?



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore al personale e organizzazione

In questo caso è contrario, in quanto la revisione e la riorganizzazione dei settori è prevista attraverso la legge ed è prevista attraverso provvedimenti successivi che poi sono provvedimenti esecutivi di Giunta.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8).
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 4 Emendamento rubricato n. 19) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Frediani, Batzella, Valetti: Il comma 1 dell'articolo 4 del disegno di legge n. 3 è sostituito dal seguente: "1. I commi 1, 2, 3, e 3 bis dell'articolo 14 sono abrogati".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo articolo (e anche un altro successivo) prevede sostanzialmente l'abrogazione del Capo di Gabinetto del Consiglio. Rimarrebbe, con l'abrogazione dei commi 1, 2 e 3, soltanto la figura professionale di supporto al Presidente della Giunta regionale.
Ci sembra un po' anomalo, come dicevamo nella seduta di questa mattina nella discussione generale, e lo si vede anche dal cambio della rubrica di quella che sarebbe la nuova legge n. 23, dove non vi è più un articolo, il 14, che titola "Capo di Gabinetto del Consiglio", ma vi è una rubrica che titola "figura professionale di supporto al Presidente del Consiglio regionale". Ci sembra anomalo, ma lo dico per un motivo: perché l'articolo 13, al comma 3, prevede delle risorse da destinare agli uffici di comunicazione, e uno di questi è ovviamente in capo alla Presidenza del Consiglio.
Ora, perché crediamo che l'emendamento sia da approvare? Perché se si dice "cancelliamo la figura del Capo di Gabinetto", significa che cancellata la figura del Capo di Gabinetto, la Presidenza del Consiglio correttamente utilizzerà le risorse, che peraltro con propria delibera dell'Ufficio di Presidenza stanzia, per l'attività di relazioni istituzionali. Ma che vi sia una figura di supporto al Presidente del Consiglio regionale come rubrica, che non è più il Capo di Gabinetto, che ha comunque un suo senso istituzionale, ma è semplicemente un esterno che aiuta il Presidente, che il Presidente lo faccia senza bisogno di un articolo di legge. Il senso è questo. E, badate, non è di carattere economico: è di carattere normativo, ma istituzionale.
Il Capo di Gabinetto esiste in tutte le istituzioni, ha una sua valenza. Non credo che esista in una legge regionale delle Regioni italiane una figura di supporto alla Presidenza del Consiglio regionale. Lo dico come sarebbe scritta la nuova rubrica, qualora approvassimo l'articolo 4.
Per questo credo che l'emendamento n. 19) (il n. 20) è semplicemente correlato, quindi è strettamente legato) sia in qualche modo utile. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Passiamo alla discussione generale sull'articolo 4 e relativi emendamenti. Qual è il parere della Giunta? Passiamo alla votazione dell'emendamento n. 19).



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Ci siamo già espressi in Commissione.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 19), sul quale l'Assessore Ferraris, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Per quanto riguarda l'emendamento n. 20), essendo respinto l'emendamento n.
19), decade in modo automatico: diventa non ricevibile e non votabile.
Indìco la votazione palese sull'articolo 4, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Emendamento rubricato n. 7) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Frediani, Batzella, Valetti: Si richiede l'inserimento dell'art. 4 bis Art. 4bis.
L'art. 15 della l.r. 23/2008 è così riscritto: "Art. 15 (Figura professionale di supporto al Presidente della Giunta regionale) 1) Il Presidente della Giunta regionale può avvalersi, per lo svolgimento delle proprie funzioni, del supporto di ußä professionalità esterna, scelta sulla base di un rapporto fiduciario. Il contenuto dell'incarico ed i rapporti con le strutture sono disciplinati dal provvedimento di organizzazione della Giunta regionale.
2) L'incarico della professionalità di cui al comma 1, di durata non superiore a cinque anni, rinnovabile per una sola volta, si risolve all'atto della cessazione del mandato del Presidente della Giunta regionale." La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento vorremmo perfezionare la proposta di emendamento della legge 23 andando a eliminare il Capo di Gabinetto.
Quindi, l'articolo 15 della legge n. 23 che istituisce il Capo di Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale, che consta, al momento di quattro commi, dal nostro punto di vista potrebbe essere ridotto agli ultimi due commi, al terzo e al quarto, quindi eliminare il primo e il secondo in cui si istituisce nell'ambito delle strutture della Giunta il Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale diretta da un Capo di Gabinetto e con le su funzioni e lasciare il terzo e il quarto punto che rappresentano la facoltà da parte del Presidente della Giunta regionale di avvalersi per lo svolgimento proprie funzioni del supporto di professionalità esterne in numero non superiore a tre.
Quindi, il Capo di Gabinetto si può togliere come struttura a se stante, con un Capo di Gabinetto che ha funzioni di Direttore e rimarrebbero il terzo e il quarto comma che rappresentano la possibilità per il Presidente della Giunta di avvalersi comunque di professionalità esterne per una particolare esigenza di rapporto fiduciario nell'azione politica ed amministrativa.
Questo è il senso dell'emendamento n. 7). Noi abbiamo teso anche a ridurre il numero di professionalità esterne sempre per ridurre i costi del personale non a livello del Consiglio, perché come è stato ricordato il Consiglio negli ultimi anni ha fatto notevoli sforzi e risparmi. Ricordo che si dovrà anche intervenire (lo ricordo al Consigliere Gariglio) ulteriormente sugli stipendi dei Consiglieri regionali, anche se si era già intervenuti. Siamo intervenuti sui fondi di funzionamento, prima ridotti e poi praticamente azzerati. Si è ridotto sulla comunicazione, sul Capo di Gabinetto del Consiglio regionale.
Vorremmo che la stessa azione la compisse anche la Giunta, che sicuramente può limitare la spesa. Quindi le tre figure professionali esterne forse ci paiono un po' troppe.
Con questo emendamento proponiamo il ricorso ad una sola figura professionale esterna, esattamente come il Presidente del Consiglio che ha possibilità di ricorrere, anche dopo aver soppresso il Capo di Gabinetto ad una figura esterna. Quindi ragioniamo sul numero: da tre a uno, da tre a due, un numero che riteniamo giusto, però francamente il Capo di Gabinetto ci sembra - lo ripeto ancora una volta - una figura ridondante di cui non sentiamo a questo punto che ormai è stato approvato l'articolo 2 e quindi è stata introdotta la figura del Segretario generale di cui non sentivamo più il bisogno. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Non ci sono interventi sulla discussione generale.
Passiamo alla votazione dell'emendamento. Qual è il parere della Giunta? La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore al personale e organizzazione

In questo caso non può essere affermativo, quindi contrario.
Ricordo che il Presidente ha la facoltà di avvalersi di queste figure indipendentemente, quindi competenza e professionalità, di cui pu avvalersi, ma non è detto che lo faccia, non esclude l'altra.
L'altra è una scelta un po' più sull'organizzazione interna che è ben diversa dal comma successivo.
Il parere è contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 5, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Emendamento rubricato n. 5) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Frediani, Batzella, Valetti: Si richiede l'abrogazione dell'intero articolo.
Emendamento rubricato n. 21) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Frediani, Batzella, Valetti: L'articolo 6, del disegno di legge n. 3, è soppresso.
Entrambi gli emendamenti hanno lo stesso contenuto e sono da considerarsi già illustrati.
Qual è il parere della Giunta?



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore al personale e organizzazione

Il parere della Giunta per entrambi gli emendamenti è contrario, in quanto per noi è un aggiustamento formale dell'articolo, quindi non lo possiamo accettare.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5).
Il Consiglio non approva.
Poiché l'emendamento n. 5) è stato respinto, l'emendamento n. 21), di uguale contenuto, automaticamente decade.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Emendamento rubricato n. 4) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Frediani, Batzella, Valetti: Si richiede l'abrogazione dell'intero articolo.
L'emendamento viene dato per illustrato dal proponente.
Non essendoci richieste d'intervento per la discussione generale, do la parola all'Assessore per il parere della Giunta.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore al personale e organizzazione

Parere contrario, in quanto è un adeguamento alla legge 23, proprio derivante dall'inserimento del Segretario generale.
Per questo motivo, non possiamo accettare la richiesta di abrogazione dell'articolo.



PRESIDENTE

Procediamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 7, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Emendamento rubricato n. 3) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Frediani, Batzella, Valetti: Si richiede la sostituzione del comma 1. Al comma 1 dell'articolo 24 della l.r. 23/2008 le parole "Gli incarichi di Capo di Gabinetto del Consiglio e della Giunta regionale possono essere conferiti" sono sostituite dalle seguenti "L'incarico di Capo di Gabinetto della Giunta regionale può essere conferito" con la seguente frase: "1. Si abroga il comma 1 dell'articolo 24 della l.r. 23/2008".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Al di là del mantenimento o meno del Capo di Gabinetto della Giunta che mi sembra, a spanne, che permanga, all'articolo 24 della legge 23 del 2008, che riguarda gli incarichi dirigenziali esterni, si dice che: "Incarichi di Capo di Gabinetto del Consiglio e della Giunta regionale possono essere conferite a persona esterne all'amministrazione regionale".
Visto che con l'emendamento Laus si è eliminato il Capo di Gabinetto del Consiglio, giustamente avete emendato il comma 1, dicendo che solo più l'incarico della Giunta regionale può essere conferito a persone esterne.
Fermo restando la vostra volontà di mantenere sia il Segretario generale sia il Capo di Gabinetto della Giunta regionale, avevamo pensato di eliminare questo comma, per far sì che almeno il Capo di Gabinetto sia nominato all'interno delle professionalità presenti nella Giunta regionale.
Dopo aver provato ad emendare il testo più volte eliminando il Capo di Gabinetto, presumendo che non ci saremmo riusciti in Consiglio regionale abbiamo giocato l'ultima carta, cercando almeno di poterlo nominare, in questo caso, sì, risparmiando soldi, all'interno delle professionalità interne, magari dedite alla comunicazione, perché la specificità del Capo di Gabinetto della Giunta sarà quello di fare comunicazione istituzionale già presenti nell'organigramma della Giunta regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 2) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Frediani, Batzella, Valetti: Si richiede l'inserimento del comma 1 bis, a seguito del comma 1, con il seguente testo: 1bis. Al comma 3 dell'art. 24 della l.r. 23/2008 dopo le parole "10 per cento della dotazione organica dirigenziale" sono aggiunte le seguenti parole "per una spesa complessiva non superiore ad un milione di euro annui".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
E' un emendamento che avevamo già presentato in Commissione, sul contingentare meglio gli incarichi dirigenziali esterni. Come ho già avuto modo di ricordare nella discussione generale, adesso il tetto è del 10 con un parere motivato dell'affidamento dell'incarico a figure esterne, in quanto, professionalità eventualmente non presenti all'interno del Consiglio regionale.
Avremmo voluto mettere anche un tetto complessivo di spesa perché, come ho avuto modo di dire, il 10%, sia sulla figura dirigenziale sia sui Direttori, può comunque comportare una retribuzione superiore alla media considerato il livello delle professionalità richieste (a maggior ragione perché professionalità non presenti negli uffici della Giunta regionale): vorremmo mettere un tetto di spesa Noi abbiamo proposto, come abbiamo fatto in Commissione, un milione di euro annui.
Ovviamente sulla cifra potremmo discutere, perché più che altro ci interessa il principio: mettere comunque un tetto di spesa, oltre al 10 del novero degli organici e il parere motivato.
Questo ci sembrerebbe il terzo tassello mancante che potrebbe veramente mettere la parola "fine" ad una discussione aperta da anni, per quanto riguarda gli incarichi dirigenziali esterni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 22) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Frediani, Batzella, Valetti: Al comma 3 bis, dell'articolo 24, della l.r. 23/2008, come inserito dal comma 3, dell'articolo 8, del disegno di legge 3, le parole: "anche fra persone esterne all'Amministrazione regionale" sono soppresse".
Emendamento rubricato n. 23) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Frediani, Batzella, Valetti: Dopo il comma 3 bis, dell'articolo 24, della l.r. 23/2008, come inserito dal comma 3, dell'articolo 8, del disegno di legge 3, è aggiunto il seguente: "3 quater. Il trattamento economico del Segretario generale non può essere superiore al trattamento economico previsto per il Direttore regionale. Le risorse derivanti, sono principalmente destinate al trattamento economico del Segretario generale della Giunta regionale".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione dei due emendamenti; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Gli emendamenti 22) e 23) sono differenti fra loro.
L'emendamento n. 22), come ricordava questa mattina la collega Porchietto, è più una provocazione che non una cosa in cui crediamo, nel senso che si dice che il Segretario generale della Giunta è nominato dalla stessa su proposta conforme del Presidente, anche fra persone esterne all'amministrazione.
Il Presidente del Consiglio in primo, ma anche componenti di questa Giunta e di questo Consiglio, ricordano quante volte la precedente opposizione, oggi maggioranza del Piemonte, ha sollevato il tema dell'utilizzo delle risorse interne all'amministrazione e non esterne ad essa.
Noi abbiamo sempre creduto che, in realtà, vada mantenuta la possibilità di utilizzo anche esterno con buon senso, nel senso che l'utilizzo esterno va esercitato laddove siano assenti figure interne all'amministrazione.
Manteniamo l'emendamento n. 22) semplicemente perché vogliamo verificare l'esistenza della coerenza.
E' evidente che chi ha licenziato il testo e l'ha votato in Commissione, qualcuno, almeno qualcuno - chi c'era già nella precedente legislatura - ha cambiato idea.
L'emendamento n. 23), invece, è più significativo, perché prevede che il trattamento economico del Segretario generale non possa essere superiore al trattamento economico previsto per i Direttori regionali. Questo per evitare altre situazioni viste in altre realtà del Piemonte, fintanto che esistevano i city manager, caratterizzate da una differenza spropositata tra il city manager e i Direttori degli enti.
E' una figura necessaria di efficienza, e ritengo che i nostri Direttori abbiano un compenso più che dignitoso per il lavoro che svolgono per cui credo che il Segretario generale, anche in virtù del ruolo che in qualche modo ricoprirà, possa e debba svolgere un ruolo ad una cifra data anche all'interno della norma che non superi quella dei Direttori.
Beninteso, se il ragionamento è che, da un punto di vista gerarchico ha compiti maggiori, quindi prevediamo che sia il 10% in più, che sia il 10% in più, ma lo si stabilisca all'interno della norma, affinché, come ricordava questa mattina il collega Berutti, non ci sia poi un problema all'interno dello spogliatoio, come diceva lui correttamente, di ingaggi.
Allora, è rilevante l'emendamento rubricato n. 23), in una logica anche di attenzione verso le risorse della pubblica amministrazione, visto che individuiamo una figura in più.
Ritengo importante il voto che la maggioranza e la Giunta vorranno esprimere, tanto sull'emendamento rubricato n. 22), per una questione, se volete, più di principio rispetto alla coerenza, ma soprattutto sull'emendamento rubricato n. 23), che invece incide sulle risorse dei cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Dichiaro chiusa la fase di illustrazione degli emendamenti rubricati n. 3) 2), 22) e 23).
Dichiaro aperta la discussione generale sugli emendamenti e sull'articolo 8.
Non essendoci richieste d'intervento, procediamo con la votazione sull'emendamento rubricato n. 3).
La parola all'Assessore Ferraris per esprimere il parere della Giunta.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore al personale e organizzazione

Il parere è contrario. La Giunta vuole conservare la possibilità di nominare il suo Capo di Gabinetto, come previsto dalla legge.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3).
Il Consiglio non approva.
Procediamo con la votazione sull'emendamento rubricato n. 2).
La parola all'Assessore Ferraris per esprimere il parere della Giunta.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore al personale e organizzazione

Il parere è contrario. Non mettiamo alcun tetto a questa norma, anche perché lo prevede la legge nazionale, quindi noi ci adeguiamo con provvedimento successivo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio non approva.
Procediamo con la votazione sull'emendamento rubricato n. 22).
La parola all'Assessore Ferraris per esprimere il parere della Giunta.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore al personale e organizzazione

Il parere della Giunta è contrario.
Ricordo a chi l'ha presentato che risponde a leggi nazionali, di cui abbiamo già dibattuto in Commissione, e all'articolo 24 di questa legge per cui vogliamo mantenere questa facoltà.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22).
Il Consiglio non approva.
Procediamo con la votazione sull'emendamento rubricato n. 23).
La parola all'Assessore Ferraris per esprimere il parere della Giunta.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore al personale e organizzazione

Il parere della Giunta è contrario.
Consigliere Vignale, ci sarà modo di definire i trattamenti economici nelle sedi opportune, lo faremo per tutti i Direttori, per cui in quella occasione potremo approfondire e fare tesoro delle sue osservazioni.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 23).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 8, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 All'articolo 9 non sono stati presentati emendamenti, non è prevista alcuna discussione, pertanto procediamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 bis Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Bertola, Frediani, Batzella e Valetti: Si richiede l'inserimento dell'art. 9 bis, a seguito dell'art. 9, con il seguente testo: "All'art. 36 bis comma 2 lettera f) della l.r. 23/2008 dopo le parole 'dei risultati conseguiti' sono inserite le seguenti parole ', in particolar modo riguardo agli obiettivi di spesa previsti,'".
La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
E' l'ultimo emendamento, l'ultimo tentativo di introdurre, anche in questo caso, un tema nel dibattito della disegno di legge n. 3. Se, come immagino, non dovesse venire approvato, spero che si possa trovare in un dibattito successivo la possibilità di un'ulteriore proposta di legge (o disegno di legge) per analizzare il tema dei risultati conseguiti e della valutazione degli stessi.
Nello specifico, vorremmo legare l'articolo 36 bis, da cui parte il nuovo Capo della legge riguardante le valutazioni dei risultati conseguiti dalla dirigenza, agli obiettivi di spesa previsti. Perché troppo spesso i risultati conseguiti non sono legati agli obiettivi di spesa, anche relativamente a quelle che sono le carenze di disponibilità economiche della Regione Piemonte, che si riflettono sulle Direzioni e sulle strutture.
Penso che questa aggiunta, che è presente anche nei provvedimenti organizzativi di cui all'articolo 5, vada inserita in legge, affinch diventi ancora più cogente e più emblematica della situazione di difficoltà in cui versano tutte le Amministrazioni Pubbliche, ma anche della volontà di non legarsi mani e piedi solo al vincolo di spesa (per quanto sia da tener presente perché è uno degli obiettivi su cui deve essere valutata la parte dirigente, e al quale deve essere legata una parte variabile della loro retribuzione). Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale sull'emendamento rubricato n. 1) che introduce l'articolo 9 bis.
Non essendovi richieste d'intervento, darei la parola all'Assessore Ferraris, per esprimere il parere della Giunta regionale.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore al personale e organizzazione

Il parere è contrario.
Anche in questo caso, si procede per provvedimenti amministrativi Consigliere Bono, pur conseguendo gli obiettivi e le finalità che lei ha citato.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio non approva.
Essendo stato respinto l'emendamento rubricato n. 1), in modo automatico decade l'articolo 9 bis.
ARTICOLO 10 Emendamento rubricato n. 24) presentato dai Consiglieri Pichetto Fratin Vignale, Gancia, Marrone, Berutti, Graglia, Ruffino, Porchietto, Sozzani: L'articolo 10 del disegno di legge n. 3 è soppresso.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Lo ritiriamo.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 24) è ritirato dai proponenti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
Prima di procedere alla votazione dell'intero testo di legge, procediamo con le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo per esprimere il nostro voto contrario, non soltanto per le motivazioni che, come Gruppo consiliare, abbiamo già illustrato nella mattina. Ma, ancorché riteniamo positivo che, sia nel corso della Commissione che in questa seduta, tre emendamenti presentati dal nostro Gruppo (certamente non stravolgenti ma migliorativi della norma) siano stati recepiti, rimangono una serie di perplessità che abbiamo manifestato: quella dell'inutilità, ovviamente secondo noi, di questa figura rispetto a quanto già previsto nella gerarchia dell'organizzazione della Regione; il fatto che rappresenti un costo; il fatto che - lo possiamo dire - abbiamo anche un articolo bluff, nel senso che abbiamo comunicato la cancellazione del Capo di Gabinetto del Consiglio regionale, ma in realtà gli abbiamo solo cambiato nome, perché non cambia di un euro, né dal punto di vista economico né dal punto di vista della figura.
Perché istituiamo una nuova figura che non solo ha un costo innegabile nei confronti dei cittadini piemontesi - come abbiamo detto questa mattina non si valuta una figura rispetto al costo ma rispetto all'utilità - ma ha anche dei poteri che, in qualche modo, sono addirittura coercitivi nei confronti dei Direttori, perché vi sono dei partiti politici che, a seconda di dove siedono, cambiano opinione (basti pensare all'emendamento bocciato rispetto all'utilizzo delle professionalità esterne).
Per questa serie di motivi, quindi, esprimeremo un voto contrario, con un'indicazione: è evidente che il nostro Gruppo ha tenuto un comportamento responsabile rispetto a quella che è la priorità di questa norma. Noi oggi stiamo affrontando leggi (mi permetto di includere anche quella che verrà sulle ATC o l'inizio della discussione di ieri sul CORESA) che sono certamente "marketing comunicativo", ma che non rappresentano una priorità per i cittadini piemontesi.
Devo rilevare che non vi sarà un atteggiamento simile se le modalità saranno simili per esempio sull'assestamento di bilancio, che non abbiamo ancora visto. E' evidente che il comportamento dell'opposizione e del nostro Gruppo all'interno del Consiglio muta anche a seconda dell'importanza dell'atto che, in qualche modo, andiamo a rappresentare.
Noi esprimeremo, quindi, un voto contrario. I motivi, oltre a questi detti, li abbiamo argomentati nel corso della giornata, non avendo posto però, ci temiamo a sottolinearlo, un'attività ostruzionistica laddove non condividiamo un provvedimento, ma molto più semplicemente votando contro come credo sia corretto fare.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Non essendoci ulteriori richieste d'intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 45 Consiglieri votanti 45 Consiglieri hanno votato SI' 30 Consiglieri hanno votato NO 15 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame mozione n. 17 presentata dai Consiglieri Laus, Monaco, Gariglio Grimaldi, Giaccone, Chiapello, Gancia, Pichetto Fratin, Marrone, Bertola Boeti e Ruffino, inerente a "Nuovo ISEE e indennità di accompagnamento"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 17, avente ad oggetto "Nuovo ISEE e indennità di accompagnamento", presentata dai Consiglieri Laus Monaco, Gariglio, Grimaldi, Giaccone, Chiapello, Gancia, Pichetto Fratin Marrone, Bertola, Boeti e Ruffino, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Poiché non ha bisogno di illustrazione da parte del sottoscritto, avendo ricevuto il consenso da parte di tutti i Capigruppo, la pongo direttamente in votazione.
Indìco la votazione sulla mozione n. 9, il cui testo verrà allegato nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazione della Giunta regionale inerente a "fecondazione eterologa"


PRESIDENTE

La Giunta regionale, nella persona dell'Assessore Saitta, così come previsto dalla Conferenza dei Capigruppo, ha dato la disponibilità a svolgere una comunicazione sulla fecondazione eterologa.
Prego, Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Colleghi, anche sulla base di alcune richieste che sono state formulate, abbiamo ritenuto utile riferire al Consiglio il lavoro che abbiamo compiuto e che stiamo compiendo sul tema, molto delicato, della fecondazione eterologa.
È un tema che ha caratteristiche d'ordine etico, politico ed anche tecnico.
Sulle questioni di carattere politico, l'intesa che abbiamo raggiunto tra le Regioni potrà sicuramente essere meglio illustrata dal Presidente Chiamparino, in quanto Presidente della Conferenza delle Regioni, che ha avuto il merito e l'intuizione di svolgere, in un momento complesso e delicato (era partita una sorta di corsa a chi poteva fare prima, sulla fecondazione eterologa), una forte azione di coordinamento per arrivare ad una posizione comune.
Per quanto mi riguarda, come Assessore alla sanità del Piemonte ho preparato questa intesa, poi conclusa attraverso il lavoro politico del Presidente Chiamparino, lavorando nel merito delle questioni, senza dimenticare sicuramente mai (anzi, continua ad essere un tema) che le Regioni hanno svolto un'azione di supplenza nei confronti del Governo.
La situazione è questa e l'abbiamo anche riconosciuto nel documento finale.
La sentenza era molto chiara: questa modalità di procreazione assistita è consentita dalla sentenza della Corte Costituzionale. Il Ministro della salute aveva annunciato un decreto, ma il Governo ha, poi, deciso di rimettere tutto al Parlamento. La decisione di non affrontare il tema stava determinando, come abbiamo visto attraverso la decisione immediata della Regione Toscana e di altre Regioni che erano pronte, una situazione che il Presidente Chiamparino ha giustamente definito da "Far West": una sorta di terrorismo sulla fecondazione eterologa.
È un fatto privo di senso, come se l'Italia fosse gli Stati Uniti d'America, non sapendo che le nostre dimensioni sono dimensioni piccole.
Il lavoro svolto è stato quello di mettere assieme le Regioni, prima sul piano tecnico e poi sul piano politico, per arrivare ad un testo comune, che ha avuto come linee di condotta la ricerca di una soluzione transitoria, in attesa di una decisione del Parlamento. Questo è stato scritto nel testo finale.
Abbiamo adottato, quindi, una modalità per arrivare ad un'intesa tra tutte le Regioni, che hanno messo da parte i radicalismi ed alcune questioni che avrebbero potuto dividere e che, in ogni caso, esistono.
Penso al tema del registro nazionale, che è un tema delicato.
Abbiamo affrontato questi temi con grande buonsenso. Poi, si pu sostenere che ne abbiamo avuto tanto o che ne abbiamo avuto poco, ma questo è stato il criterio chi ci ha ispirati ad esaminare il documento preparato dai tecnici delle Regioni. Abbiamo lavorato in un tempo ristretto, poich era agosto, e recentemente abbiamo approvato l'intesa. Io non la illustro poiché ne hanno parlato i giornali, qualche volta con una precisione estrema, qualche altra con degli errori, ma, in ogni modo, mi pare che l'argomento sia stato riferito puntualmente.
E' evidente che in questa intesa ci sono alcuni principi cardine che per noi sono importanti. Innanzitutto, riteniamo che questa tecnica di procreazione assistita sia, anche dal punto di vista normativo, una tecnica che rientra all'interno dei livelli essenziali di assistenza. C'era già un'intesa del 2004, che, in merito alla fecondazione omologa, prevedeva questo e poiché si tratta sempre di una tecnica di procreazione assistita va considerata a tutti gli effetti un livello essenziale di assistenza.
Questa è una nostra interpretazione, ma riteniamo sia considerata in questo modo da tutte le Regioni. In ogni caso, è una richiesta che il Presidente Chiamparino ha formulato recentemente al Ministro della salute perché questa è la nostra posizione: è una prestazione sanitaria a tutti gli effetti e deve essere considerata tale.
Il secondo punto di riferimento forte dell'intesa che è stata raggiunta è la preoccupazione, presente in tutto il documento, innanzitutto di soddisfare la domanda dei genitori di avere un figlio. Si tratta di un'esigenza presente sul piano umano ed è chiaro che deve essere soddisfatta, ma la soddisfazione di questa esigenza deve essere ancorata alla sicurezza e alla salute di tutti i soggetti coinvolti, e non soltanto della coppia interessata. Infatti, abbiamo sempre pensato anche al dopo: ai figli. Questa è stata la nostra preoccupazione.
Un altro elemento presente riguarda il fatto che la donazione di cellule riproduttive, cioè di gameti da utilizzare nell'ambito delle tecniche di fecondazione eterologa, è un atto volontario, un atto altruista, gratuito, interessato solo al bene della salute riproduttiva di un'altra coppia. Pertanto, non può esserci retribuzione economica, poich ripeto - la donazione l'abbiamo intesa come un atto di altruismo e dobbiamo difendere questo principio, in attesa di una legge nazionale. Questo ci sembra importante.
In ogni caso, e questa è una conferma non soltanto di un'opinione, la metodica della fecondazione eterologa deve essere eseguibile unicamente qualora sia accertata e certificata una patologia che sia causa irreversibile di sterilità o infertilità. Soltanto in queste condizioni perché, diversamente, prima della fecondazione eterologa c'è quella omologa.
Questo è il punto di partenza: evidentemente, non si ricorre a questa tecnica con leggerezza. C'è un dato di verifica di carattere sanitario e una modalità che consente la procreazione, ma è sicuramente un qualcosa di diverso rispetto alla fecondazione omologa. Anche qui sono presenti tutte le precauzioni e le attenzioni che sono state indicate nel percorso anche di carattere medico, clinico, per arrivare alla selezione dei donatori maschili e femminili - ed anche per giungere con una certa attenzione all'accertamento della sterilità e dell'infertilità, che deve essere un punto di partenza.
Pertanto, il testo che avete visto è sicuramente un testo che fa riferimento anche ad analisi specifiche (ci siamo fatti aiutare dai nostri tecnici), finalizzate a garantire che tale modalità sia basata sulla sicurezza, con la verifica di carattere tecnico, medico, attraverso analisi approfondite da parte dei donatori.
Questo è un elemento fondamentale, così come è fondamentale un altro elemento - anche questo frutto di una discussione - relativo ad una questione che era stata posta, che è stata oggetto di dibattito e che, in alcuni momenti, era stata riportata in modo impreciso: l'anonimato dei donatori e la tutela della riservatezza.
I giornali avevano riferito impropriamente (era un testo per la verità sul quale abbiamo iniziato a discutere) che, ad un certo punto, si era pensato che il nascituro attraverso questa tecnica di procreazione, ad una certa età potesse conoscere il donatore o la donatrice, se ci fosse stato il consenso di questi ultimi.
Abbiamo discusso a lungo di questo tra gli Assessori e abbiamo scelto una strada che considero di grande prudenza, ma che è finalizzata, anche qui, a considerare la fecondazione eterologa un qualcosa di diverso rispetto all'adozione. E' qualcosa di diverso. Qui è indicato che c'è l'anonimato completo - anonimato completo nella procreazione attraverso questa tecnica - e i dati clinici del donatore e della donatrice debbono sempre essere anonimi, a meno che non ci siano questioni di carattere sanitario. Abbiamo discusso a lungo su questo.
Questa ci è parsa la modalità più utile e, in ogni caso, un punto di equilibrio tra le diverse posizioni. Di questo sono soddisfatto. Ne abbiamo discusso a lungo, ma mi pare che questa modalità abbia anche consentito di evitare l'apertura di una discussione che avrebbe risollevato questioni di carattere etico che il Parlamento non ha voluto affrontare.
Per questo è necessaria una discussione, una legge nazionale o, almeno un'indicazione di carattere generale, in modo da aprire un dibattito sul tema. Sappiamo che ci sono posizioni diverse sul piano culturale. Noi abbiamo applicato con buon senso, però resta un tema di approfondimento e di discussione nazionale. Speriamo che ciò avvenga velocemente.
Ci siamo assunti una responsabilità per dare attuazione ad una sentenza della Corte, perché si sarebbe potuto procedere indipendentemente dalle decisioni delle Regioni.
Concludo questo intervento dicendo ancora un'altra cosa.
Noi diamo attuazione - questo è l'impegno che si sono assunte tutte le Regioni - a questa intesa.
Lunedì in Giunta presenterò una proposta di attuazione dell'intesa raggiunta, cioè di applicazione di queste linee guida, con una precisazione. Finora, noi amministratori abbiamo fatto quello che dovevamo fare, cioè occuparci di un tema, consentire la risposta a chi aveva questa esigenza, ma a questo punto la politica ha il dovere di fare un passo indietro. Entriamo in una fase molto tecnica e scientifica. Diamo la possibilità che ciò si possa fare attraverso questa tecnica e attraverso la delibera che assumeremo, però adesso entrano in campo i tecnici.
Per questo motivo, la delibera contiene anche l'indicazione della costituzione di un Comitato scientifico che ha il compito di seguire l'applicazione, un Comitato scientifico composto dai responsabili dei Centri di procreazione (quelli pubblici sono tre: il Sant'Anna, il Maria Vittoria e l'ospedale di Fossano).
I tre responsabili dei Centri di procreazione dei tre ospedali, con tre Direttori sanitari, un genetista ed un biologo avranno il compito di seguire l'applicazione concreta. Non tocca più a noi. Voglio dire concretamente ciò che occorre, perché magari l'intesa è incompleta essendoci questioni che devono essere ancora esaminate. Il Comitato avrà il compito di seguire l'applicazione e avrà anche il compito di verificare l'applicazione, sempre sul piano tecnico-scientifico, per tutte le questioni che possono nascere.
C'è un limite - questo bisogna dirlo - a questa intesa, e sta nel fatto che, essendo un'intesa tra le Regioni, non potevamo legiferare. E' chiaro che la cosa più logica sarebbe stata quella di avere un registro nazionale delle donazioni, per dare applicazione a questa intesa, che prevede una cosa molto semplice: un limite alle donazioni, un limite di dieci donazioni. Come si fa a verificare che questo limite ci sia? E' chiaro che il limite non è un fatto casuale, non è un numero, ma risponde ad un dato di carattere statistico. Se le donazioni sono tante e i donatori sono pochi, è chiaro che in futuro potrebbero esserci dei problemi di consanguineità degli accoppiamenti, quindi con problemi seri.
Lo dicono gli statistici, quindi occorre tenere un limite di dieci.
Dieci in tutta Italia, ma essendo tante le Regioni, essendo tanti i centri di procreazione, come si fa a verificare questo tema? E' certo che lo studieremo. Speriamo che il Governo intervenga attraverso il registro nazionale, ma è chiaro che, localmente, dovremo vedere, anche con i tecnici, come questa garanzia, per i nascituri e per quello che potrà succedere dopo, sia mantenuta. Le modalità sono diverse: sono donatori soltanto in quel centro e soltanto in quel dato centro in tutta Italia (attraverso una dichiarazione). Poi c'è il tema delle verifiche.
Sappiamo che questo è un limite. Sappiamo che è un problema, e probabilmente questo gruppo tecnico-scientifico potrà aiutarci a trovare una soluzione.
Mi rendo conto che è difficile. Per questo, come dicevo nell'introduzione, auspico che il testo approvato con il lavoro compiuto da parte del Presidente Chiamparino ci porti quanto prima ad una legge nazionale che lo accorpi.
Svolgiamo un'azione, seguiamo questa fase di passaggio. Questo è il testo.
Ho parlato dei tema dei LEA. E' opinione comune di tutte le Regioni che questa prestazione, che è considerata, dal nostro punto di vista, un LEA (faremo in modo che venga considerato tale anche da parte dello Stato sulla base di alcune intese) consenta di sperimentare localmente e di verificare tutte le questioni. Per quanto mi riguarda - concludo e vado un po' oltre le mie competenze da Assessore alla sanità - ritengo evidente chiaro e utile che si avvii una discussione molto aperta su questo tema.
Credo che sia necessario uscire anche dai tecnicismi. Noi abbiamo adoperato il buonsenso, forse questa è l'unica cosa possibile, ma se questo fosse argomento di discussione, credo che tutti i timori che ci sono su questo tema, i dubbi, le incertezze e le posizioni, anche dal punto di vista di chi ha autorità morale, debbano essere oggetto di un confronto.
In ogni caso, per la parte che potevamo, abbiamo, come Regione Piemonte, attraverso il lavoro del Presidente Chiamparino e delle Regioni e il supporto che abbiamo dato tutti quanti come Assessori, il Piemonte ha assunto un compito di carattere nazionale. Attraverso questa guida, siamo riusciti a fare quello che il Governo non ha fatto. Di fatto, il Piemonte non dico che ha legiferato perché non è così, ma ha avuto la capacità di mettersi in prima linea, ha assunto una responsabilità. Inizialmente siamo stati accusati come coloro che non volevano applicarla: la stiamo applicando e siamo riusciti a farla applicare a livello nazionale.
Questo ci pare un grande risultato di cui credo tutti quanti indipendentemente dall'opinione che possiamo avere, dobbiamo essere orgogliosi.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente, per la parola, e grazie, Assessore, per le dichiarazioni spontanee che ci consentono di intavolare questo dibattito.
In realtà, non riesco a non affiancare alla vicenda della fecondazione eterologa che adesso andate voi a disciplinare, anche se non è il tema del dibattito odierno, il tema dell'adozione da parte delle coppie gay, e vi spiego il perché.
Ci troviamo davanti a due argomenti che possono apparire profondamente diversi, ma che sono accumulati da due fattori.
Primo. Stiamo andando avanti in una corsa senza che ci sia parallelamente, un dibattito nelle sedi che il nostro ordinamento costituzionale prevede per argomenti così delicati, ovvero il procedimento legislativo nel Parlamento nazionale, perché ci troviamo a rincorrere una Magistratura che sostanzialmente, con la scusa di interpretare le leggi, va a crearne o quantomeno, abrogandone tante ed importanti, va ad aprire dei vuoti legislativi, con conseguenti provocazioni non di poco conto, che noi poi dobbiamo andare a rincorrere. Cito quelle dei Radicali, per esempio che per bocca del Presidente Viale (tra l'altro anche un eletto delle liste del PD, per quanto ne è indipendente), oggi si ritrova addirittura a chiedere una sorta di totale Far West: contesta la vostra soluzione e la definizione di limiti di età, contesta la definizione di un limite massimo di gameti donabili, e contesta addirittura la gratuità della prestazione.
Forse, dovessimo seguire le provocazioni di questa corrente politica ci troveremmo a comprare seme umano e uteri addirittura nel banco frigo del supermercato, perché forse questo è il mondo perfetto che sognano queste correnti politiche.
Quello che personalmente mi preoccupa è l'involuzione, proprio da un punto di vista culturale, a cui ci porta questo dibattito e questa dinamica di vuoto legislativo.
Vi spiego il perché, dal mio punto di vista.
L'Arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, ha detto una cosa, non dico coraggiosa ma netta su questo dibattito: un figlio dovrebbe essere un dono invece sta diventando un oggetto di diritto.
Per carità, posto che ritengo che chi rivendica un'appartenenza politica cattolica dovrebbe necessariamente tenere anche in considerazione questo monito, io, da persona che ha un'appartenenza politica e una cultura laica, condivido una preoccupazione. Al di là che sia visto come un dono o no dal nostro Signore, il figlio, il bambino, il minore - partiamo addirittura dall'embrione fecondato - da titolare di diritti, da soggetto di diritto, quale veniva rappresentato nella legge n. 40, sta cominciando a diventare, e su questo concordo, un oggetto di rivendicazione. Il rischio è che diventi un oggetto, addirittura, di capriccio. Questa è una degenerazione che non tiene in debito conto quello che dovrebbe essere il rispetto per la vita umana e, dal mio punto di vista culturale, anche una concezione tradizionale della famiglia.
Questo lo dico perché, a fronte delle limitazioni e dei paletti che voi state delineando come Conferenza delle Regioni, non posso negare che non mi venga un brivido nella schiena quando leggo l'inevitabile ingerenza che si pone su questioni così delicate da un punto di vista normativo.
Effettivamente, tutti i criteri sui donatori creano una sorta di catalogo: mi chiedo poi quali decisioni politiche prenderà il comitato responsabile rispetto ai donatori sulle malattie geneticamente trasmissibili. Ce ne sono di più gravi e di meno gravi: quale sarà il discrimine? Mi fa accapponare la pelle leggere che ci sarà una selezione di compatibilità - che potremmo definire quasi razziale - fra donatori e destinatari rispetto al fenotipo, quindi al colore dei capelli o della pelle.
Se questa indiscrezione fosse confermata e ce la ritrovassimo in delibera, sarebbe un qualcosa che non comprenderei. Al momento, a chi vuole adottare un bambino non imponiamo che lo adotti in base alle proprie caratteristiche somatiche; anzi, con le adozioni dall'estero, l'usanza è quasi più al contrario.
Mi limito a porre queste preoccupazioni e ritengo che non possa essere un dibattito da liquidare così, superficialmente. Potremmo arrivare, un giorno, a renderci conto che una corsa che, ipoteticamente, dovrebbe essere progressista, ci porta invece ad una deriva che è prettamente eugenetica.
Che porta ad una mercificazione della vita umana, che porta ad una demolizione di quale dovrebbe essere il cardine della famiglia, cioè creare un ambiente il più sereno e il più emotivamente sostenibile e possibile tenendo, come centro di imputazione soggettiva dei diritti, il bambino. Che invece vada a degradarlo come una sorta di oggetto di rivendicazione, come se il figlio fosse a tutti i costi il diritto della coppia e, invece, nel bilanciamento dei diritti che l'ordinamento costituzionale pone come metodo generale per intervenire su queste materie, cada completamente nell'ombra il diritto del figlio, del bambino, ad essere un soggetto di diritto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Credo fermamente che avere un figlio sia un diritto incoercibile inalienabile. Concordo con il Consigliere Marrone quando dice che i figli sono un dono di Dio, per chi è credente. Sono cattolica praticante, quindi penso che i figli siano un dono di Dio, ma credo che tutti quanti abbiano diritto ad avere un figlio. Se ciò non avviene in maniera naturale, credo che tutti debbano avere la possibilità e il diritto di poterci provare attraverso la fecondazione.
E' in atto la fecondazione omologa, ma oggi, grazie ad una sentenza della Corte Costituzionale, tutte le coppie avranno l'opportunità e la possibilità di sottoporsi a fecondazione eterologa.
La legge n. 40 del 2004 è una legge che ci stava stretta da parecchio tempo (parlo anche da professionista): vietava qualsiasi tipo di fecondazione eterologa e limitava, tra l'altro, la produzione di embrioni vietandone la crioconservazione.
L'Italia è uno dei Paesi più avanzati in Europa per quanto riguarda le tecniche di fecondazione assistita. La mia preoccupazione può essere soltanto quella legata al business dal punto di vista commerciale, lo scopo di lucro che c'è stato fino ad ora a livello europeo, soprattutto in Spagna e nei Paesi della penisola iberica.
Valutando le linee guida e quello che ci ha illustrato l'Assessore Saitta concordo - incredibile ma vero - pienamente con quanto che è stato illustrato. L'unica cosa che bisogna valutare sono tutti i criteri delle linee guida, in particolare occorre prestare attenzione alla creazione di biobanche pubbliche per la conservazione dei gameti, valutare qual è il numero delle fecondazioni. Il massimo numero delle fecondazioni, se non sbaglio, è di 25; voi avete valutato in dieci, ma in Europa il numero massimo è di 25 fecondazioni.
Valutare quanti figli una coppia può avere da un unico donatore (una coppia può anche decidere di avere più figli), sulla garanzia dell'anonimato dei donatori: sono perfettamente d'accordo; sulla gratuità delle donazioni: perfettamente d'accordo.
L'età consigliata dei donatori. Bisogna fare una distinzione tra quella maschile e quella femminile. Vorrei avere delle delucidazioni in merito dell'età dei donatori, da distinguere quella maschile da quella femminile: quella maschile può essere un po' più elevata rispetto a quella femminile.
L'età massima della donna sottoposta a fecondazione, i principi costituzionali, i diritti costituzionali che vanno garantiti, quindi le pari opportunità, lo sviluppo della personalità. Il problema legato ai LEA.
Sono d'accordo con l'introduzione nei LEA della fecondazione eterologa.
Bisognerebbe adottare gli stessi criteri che si adottano, attualmente, con la fecondazione omologa, quindi un ticket.
Visto che saranno operanti tre strutture pubbliche, chiedo se ci sono anche delle strutture private. L'Assessore ha parlato di tre strutture pubbliche, a cominciare dal Sant'Anna, ospedale di riferimento a livello nazionale, soprattutto il punto di riferimento di tutta la zona nord ovest un centro di grande eccellenza.
Poi l'Ospedale Maria Vittoria, anche quest'ultimo ospedale centro di procreazione medica assistita eccellente.
Non conosco l'ospedale di Fossano, per cui mi chiedo quali sono i criteri adottati nella scelta per quanto riguarda questo ospedale, quindi la Provincia di Cuneo piuttosto che le altre Province che non sono state inserite come strutture di riferimento. Solo tre ospedali pubblici del territorio piemontese. Volevo sapere quali sono stati i criteri di scelta.
Quali sono le strutture private, i centri privati accreditati? Anche qui, vorrei sapere quali sono i criteri di scelta; come intendete introdurre il ticket nei livelli essenziali di assistenza su cui concordo pienamente, perché si tratta di una prestazione sanitaria a tutti gli effetti: ci sono cause ben definite e precise, come la sterilità e l'infertilità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come sapete, fin dal mese di luglio, siamo intervenuti nel dibattito più che altro per ribadire un concetto. Noi ritenevamo che, per quanto sia auspicabile, un intervento da parte del Governo nazionale, ma anche da parte del Parlamento in materia di fecondazione eterologa, proprio per dare piena attuazione alla sentenza 162 del 2014, - come tra l'altro dicono i giudici della Corte Costituzionale - non ci fosse un vuoto normativo e che quindi le Regioni fossero tenute a dare una risposta, e anche urgente, a quello che, secondo noi, poteva rischiare, sì, di essere un vuoto nella nostra legislazione e un vuoto soprattutto nelle risposte da dare a tanti nostri concittadini.
Per questo auspicavamo un intervento urgente del Presidente Chiamparino, non solo nella sua posizione di Presidente della Regione, ma anche di Presidente delle Regioni. Io credo, come diceva giustamente l'Assessore Saitta, che il Presidente Chiamparino abbia fatto quello che tutti auspicavamo e l'abbia fatto anche senza entrare in conflitto con il Ministro Lorenzin, cioè dicendo che era auspicabile una risposta urgente ma che in qualche modo questa dovesse essere coordinata.
Credo che questa discussione andrebbe fermata in questo momento, nel senso che abbiamo presentato un'interrogazione a risposta immediata più che altro per capire i passaggi successivi. Abbiamo poi accettato di rinviare questa discussione più tecnica in altri momenti e di accettare ovviamente una discussione di tutti.
Però non vorrei che questo fosse interpretato come un momento per tornare indietro o addirittura per dare dei giudizi, che ovviamente ognuno di noi ha.
Lo dico perché l'hanno detto tanti Consiglieri, e mi riferisco a questa storia del "dono". Ovviamente chi è cattolico crede giustamente che sia un dono di Dio, ma io dico in generale che anche chi sceglie di avere un figlio lo percepisce come un dono. E lo dico così: lo è che sia il risultato di una gravidanza naturale o artificiale, di una fecondazione naturale o artificiale o che sia omologa o eterologa o che sia di una gravidanza o di un'adozione.
Lo dico così: per quelle famiglie un dono lo è, ed eviterei - e lo dico veramente per non offendere tanti nostri concittadini - di continuare a giocare sul tema della patologia del desiderio.
Guardate che c'è poco da scherzare e poco da offendere questi nostri concittadini e i sentimenti di coloro che vivono con sofferenza la propria sterilità o quella del proprio partner.
Evitiamo di parlare di logica dei figli a tutti i costi. Non è esattamente questo l'oggetto e credo che su questo ci sia poco da dire cioè credo che in qualche modo la legge 40 abbia prodotto una palese discriminazione ai danni di tante coppie affette da una grave patologia che hanno dovuto spesso andare oltre i confini nazionali a trovare delle soluzioni, tra l'altro in molti casi anche incresciose.
Quindi, credo che, con laicità e rispetto anche di chi ha posizioni diverse, trovo del tutto naturale che un'autorità morale e religiosa dica che l'alternativa alla sterilità sia l'adozione; lo dice per la propria comunità, lo dice - spero - nel rispetto di chi non la pensa come lui, ma è un'indicazione ad una comunità.
Diverso è pensare che quell'indicazione diventi ostativa per qualcun altro o un giudizio morale per chi invece quel desiderio ce l'ha e lo vuole realizzare.
Ripeto, c'è poco da giocare sul tema del desiderio a tutti i costi.
Credo che in Italia ci sia più una patologia del dichiarare sempre quello che devono pensare gli altri, pensando che quello che si pensa noi stessi debba essere accomunato a tutti. Bisogna forse anche dare il diritto a qualcuno di provarci, in questo caso sono proprio contento che questa discussione sia finita nei livelli essenziali di assistenza e che questo non comprometta il fatto che si richieda un contributo, perché non è questo l'oggetto.
Nessuno pensa che questa discussione non debba entrare nei tecnicismi che sono invece giustissimi; anzi, bisogna proprio fare in modo che non diventi un Far West, nel senso che ognuno si dà la propria regola e che le coppie vadano in giro per l'Italia a cercare la soluzione migliore.
Proprio per questo credo che le Regioni abbiano fatto bene a coordinarsi, perché forse non siamo stati capaci di farlo a livello legislativo. Sono il primo a pensare che sia sbagliato che siano i giudici a scegliere tante sorti del nostro Paese, però prendiamoci qualche minuto anche per pensare a quanti sono stati gli errori del nostro Parlamento perché non credo che la Corte Costituzionale si diverta a bocciare tante di queste leggi.
Forse abbiamo legiferato male, il Parlamento ha legiferato male ed è per questo che credo che la nostra Regione abbia operato bene e che farà bene anche a dare ad un comitato scientifico parte di questi indirizzi perché è opinione di tutti che questa sicurezza debba essere prima di tutto non solo dei soggetti coinvolti, ma dell'intera comunità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Boeti, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOETI Antonino

Grazie, Presidente.
Voglio cominciare questa breve riflessione facendo i miei complimenti al Presidente Chiamparino, perché nel suo ruolo di Presidente dei Presidenti delle Regioni ha usato il buonsenso e i Presidenti hanno fatto un buon lavoro con le linee guida.
Il sistema sanitario nazionale è un sistema sanitario a macchia di leopardo su tutto il territorio e sarebbe stato grave - questo sì, collega Marrone - un Far West su un tema così delicato.
Il fatto invece che le Regioni e i Presidenti abbiano lavorato insieme con l'ausilio e con il buonsenso dei loro Assessori ha consentito ai cittadini e alle donne di questo Paese di ottenere finalmente un buon risultato.
Oggi possiamo dire che il Parlamento se n'è lavato le mani; avrebbe dovuto, secondo me, legiferare su un argomento così importante, ma probabilmente non ne è stato in grado. Forse non aveva la garanzia di poter ottenere un risultato, ma le Regioni sono fatte apposta - soprattutto per le questioni che riguardano la sanità - per occuparsi direttamente delle questioni che riguardano i loro cittadini. Per questo ritengo che sia l'Assessore Saitta sia il Presidente Chiamparino abbiano fatto un buon lavoro.
La legge 40 è stata una legge barbara e contro le donne - ripeto barbara e contro le donne - che ha costretto migliaia di donne e migliaia di coppie ad emigrare verso altri Paesi europei per soddisfare il desiderio legittimo della maternità. E non è stata soltanto una questione economica ma l'umiliazione di non vedersi riconoscere un diritto legittimo all'interno del proprio Paese.
E' vero, come diceva il collega Grimaldi, che la Magistratura si è sostituita al Governo e ai parlamentari. E' stato necessario quando le leggi sono state leggi di questo tipo.
Qualche volta ha sbagliato, e credo che questo si possa dire. Se pensiamo alla questione che riguarda stamina, quella è una questione senza senso. In nessun Paese del mondo all'interno di una struttura pubblica si utilizza un protocollo terapeutico del quale nessuno ha verificato e testato i risultati. In nessun Paese del mondo! Negli Stati Uniti questo sarebbe assolutamente improponibile.
Si utilizza un protocollo terapeutico o una tecnica chirurgica quando quel protocollo e quella tecnica hanno dato dei risultati.
In questo caso, invece, la Magistratura ha fatto un buon lavoro, perch ha ridato alle donne di questo Paese il diritto alla maternità.
I problemi sono tanti - li diceva l'Assessore Saitta - a partire dal fenotipo, ma proprio perché il Consigliere Marrone faceva un riferimento a questa questione, vorrei citare un episodio al riguardo.
L'altro giorno ho visto in televisione un pezzettino di una trasmissione in cui veniva presentato il caso di una donna che ha avuto due figli di colore per un errore all'interno della provetta nel corso di un'inseminazione che avrebbe dovuto essere omologa. Questa donna diceva che era vero che c'era stato un errore, ma che alla fine non le importava niente dell'errore, perché i figli erano i suoi, perché li stava crescendo con tutto l'amore possibile e che quindi non si preoccupava di quanto era successo.
Uno dei problemi più importanti, e l'Assessore lo sa perché abbiamo avuto modo discuterlo, è quello delle donatrici. La stimolazione ormonale è più complicata rispetto alla possibilità di un uomo di donare, e la carenza di ovuli può portare la coppia che vuole avere un bambino ancora una volta verso un altro Paese.
C'è ancora un'altra questione, Assessore Saitta, ed è la questione che riguarda le liste d'attesa. Oggi per una fecondazione omologa in Piemonte c'è un'attesa di un anno. E' chiaro che se alla fecondazione omologa, con l'attesa di un anno, aggiungiamo anche l'eterologa, può aumentare la lista d'attesa e questo può portare ancora una volta chi vuole avere un bambino al desiderio di andare verso un altro Paese.
Oggi la fecondazione omologa è extra LEA, quindi non è necessario n obbligatorio che quella eterologa sia all'interno dei LEA: secondo me ci può essere un'omologazione tra le due tecniche e credo sia giusto che si paghi un ticket sul DGR.; su questo non c'è niente di straordinario.
Voglio solo ricordare al Consiglio che anche la fecondazione omologa fino alla legislatura guidata dalla Presidente Bresso, in cui l'Assessore era Artesio, in Piemonte non era inserita nel sistema sanitario regionale.
Molte donne andavano in Lombardia, dove invece la tecnica era pubblica. Io avevo sollevato a suo tempo questo problema: pagavamo un milione di euro di mobilità passiva verso le strutture private della Lombardia che offrivano questa tecnica. Da allora, naturalmente su intervento dell'Assessore Artesio che ne aveva la responsabilità, questa tecnica è diventata patrimonio anche della nostra Regione.
Quindi, Assessore, verifichi il tema. Ho detto verifichi, ma naturalmente si fa quel che si può, perché la questione delle liste d'attesa può rappresentare una spinta verso l'estero.
Sono d'accordo sull'anonimato del donatore. La famiglia di un bambino è quella che lo accudisce, è quella che fa diventare uomini e donne, è quella che lo assiste. La paternità e la maternità sono tutto questo. Il fatto biologico, secondo me, è ancora la questione minore. Si diventa figli quando ci sono due genitori che ti amano, indipendentemente da chi ha contribuito a farti nascere.
L'importante, Assessore, è cominciare, naturalmente con l'ausilio del Comitato scientifico, utilizzando le competenze che ci sono a disposizione nel rispetto legittimo della donna che vuole avere un bambino e nel rispetto ovvio della vita che deve nascere.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Boeti.
La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Ho apprezzato la cautela con cui l'assessore Saitta ci ha presentato l'argomento, che è una cautela d'obbligo viste anche le implicazioni che nell'ambito del dibattito possono emergere rispetto a questo tema.
Ho apprezzato anche quando ha dato un'indicazione come "atto di altruismo"; mi sono segnato questa citazione dell'Assessore, perché questo tema va visto nell'ambito di un contesto un po' più largo della semplice legge che pensiamo verrà approvata quando sarà proposta all'Aula.
Dicevo che il tema va visto in un'ottica più larga perché il contesto è quello della crisi delle nascite italiane - bisogna pensarlo anche in un ambito di questo genere - salvo il fatto che poi manca un intervento a livello nazionale; e qui viene fuori una lacuna enorme dal punto di vista del Governo, anche rispetto all'esistenza stessa di un Governo in cui il Ministro fa un'azione di "melina" nel portare avanti questa legge sulla quale la Corte costituzionale ha dovuto intervenire al posto dei legislatori.
Diventa fondamentale, però, il fatto che questa legge si inserisca comunque in un contesto nazionale, contesto che deve prevedere il registro delle nascite, il registro nazionale dei donatori, quello che deve andare a identificare, evidentemente, cosa avviene nell'ambito dell'applicazione di questa legge e soprattutto un'omogeneità di ticket.
Ci sarà una discussione in questo senso, perché altrimenti diventa difficile e diventa anche un discorso differente se la Regione Lombardia applica certe idee rispetto, per esempio, alla Regione Piemonte o ad altre Regioni può essere affrontato non solamente dall'Assessorato alla sanità ma anche con l'Assessorato retto dall'Assessore Ferrari, per il fatto che pone una serie di implicazioni importanti sotto il profilo sociale, quale quella di queste nascite nel quadro di una società complessa, perché oggi vi sono delle oggettive difficoltà economiche: vediamo che le famiglie fanno sempre più fatica.
Ci vorrà attenzione, quindi, ad andare ad acconsentire a questo tipo di nascite nell'ambito di una possibile situazione familiare di cui sia stata studiata non solo la parte medica rispetto ai donatori - mi sembra che sia questo l'elemento principale che è stato trattato oggi - ma anche gli aspetti quali la provenienza della richiesta, chi è la famiglia, ecc.
Occorrerebbe prevedere, con la stessa analisi prevista per le adozioni, la possibilità di un'analisi anche della famiglia, dei genitori, della coppia che richiede questo tipo di fecondazione, nell'ambito di una politica per la famiglia; perché manca la politica della famiglia. In Italia diciamocelo chiaramente - la politica della famiglia non esiste. Non vi sono finanziamenti specifici per la politica della famiglia e questo pone una serie di questioni che implicano poi anche problemi di tipo economico.
Non entro nel merito, perché sono d'accordo, della possibilità che la politica, come diceva l'Assessore, tante volta debba fare un passo indietro; ma deve essere anche attenta alle implicazioni che una legge, una volta approvata, comporta. Io vorrei quindi che possa esserci, affianco ad un Comitato scientifico sempre diretto da parte della Giunta anche una Commissione etica.
Mi sembra che la Regione Piemonte ne abbia ancora una, perché ricordo che nel passato fu istituita una Commissione sul tema della famosa pillola RU-486; non so se esista ancora o se sia possibile, magari, andare a verificarne la situazione o modificarne i margini d'intervento, affinché ci possa essere anche una Commissione etica che possa valutare a mano a mano lo sviluppo di una legge sicuramente sperimentale e nuova per l'Italia, ma concepita rispetto ad un panorama europeo complesso.
Un altro elemento è relativo a come ci dobbiamo comportare rispetto alla libertà, in un'Europa teoricamente unita - ne discutiamo sempre, di questa Europa - che coppie possano migrare, quindi con costi differenti non solo fra Regioni - cosa che diventa facile, in un conteggio sul dare/avere tra le varie Regioni dal punto di vista sanitario - ma in un conteggio di tipo europeo, con costi derivanti dal fatto, cioè, che le coppie possano muoversi nell'ambito di altri Stati, con elementi che quindi possono intervenire in questa legge che ha delle implicazioni evidentemente più grosse della Regione Piemonte. Ed è per questo che rivolgo un accorato appello - lo faccio al Presidente Chiamparino, in quanto Presidente dei Presidenti, com'è stato detto - a che ci debba essere un'azione governativa che non può venir meno rispetto a questo tema.
Ho sviluppato probabilmente solo una serie di appunti e non so se possono essere appunti positivi e comunque sfruttabili dalla Giunta, in attesa poi di una discussione più complessa rispetto alle linee guida.
Credo che questi possano essere elementi sicuramente utili ai fini di una considerazione e di un dibattito che sarà sicuramente più ampio, nel momento in cui avremo la lettura della proposta di legge che la Giunta intenderà farci.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sozzani. Raccomando il rispetto dei tempi, in questo caso i cinque minuti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Allemano; ne ha facoltà.



ALLEMANO Paolo

Intervengo molto velocemente anch'io per esprimere un plauso al Presidente e all'Assessore: avete agito secondo delle solide linee guida di sicurezza e serietà; avete visto quello che sta prima e dopo questo atto medico, dunque il monitoraggio diventa elemento fondamentale, che sicuramente distingue l'intervento pubblico da quello del privato che è una visione evidentemente molto più limitata all'atto in sé.
Direi che, per come si muove questa volta il dibattito e per i toni che colgo anche in questo Consiglio, credo che non si possano paventare delle derive, per esempio nel campo dell'eugenetica, perché nulla fa pensare al "supermercato dei bambini", dal momento che si sta operando appunto su questo delicatissimo equilibrio tra il dono e il diritto; equilibrio che io credo venga rispettato, perché è vero che c'è il diritto alla genitorialità, ma rimane pur sempre un dono l'incontro tra i gameti e lo sviluppo della gravidanza.
Nessuno potrà accanirsi e tirare in ballo il sistema sanitario se questo non avviene, perché non avviene in natura, non è scontato il risultato, ci si mette evidentemente nelle condizioni di raggiungerlo, ma rimane pur sempre questo elemento di imponderabilità che forse dà anche il senso alla vita, perché altrimenti saremmo delle macchine che vengono messe sui binari e tutto accade per determinazione. Penso che questo aspetto sia molto importante.
Inoltre, credo anche che abbiate fatto molto bene a prevedere una compartecipazione alla spesa, proprio per l'elemento di discrezionalità elemento che non hanno altre categorie di assistiti.
In questi giorni, in molti hanno fatto la "doccia" per gli ammalati di SLA è del tutto evidente che questi pazienti o hanno certe prestazioni o non vivono. La coppia che vuole un figlio può muoversi in ben altri contesti di libertà di azione, quindi è giusto che chi percorre questa strada compartecipi e non privi altri assistiti di cose di cui hanno diritto da cui dipende la loro stessa esistenza.
Concludo dicendo che si apre anche una dimensione che definirei antropologico-culturale, perché credo sia utile discutere sui confini della genitorialità: chiunque li definisca in una cornice di una genitorialità biologia si perde molto dell'esistenza, perché qualsiasi forma di genitorialiltà, sia essa biologica, adottiva, nell'ambito di coppie omosessuali o etero, esiste soltanto se c'è un gesto d'amore, se le persone si riconoscono in questa filiazione che è molto altro dell'incontro tra due gameti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Allemano.
La parola al Consigliere Giaccone.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Allemano per il suo intervento, che ha un po' meglio definito la distinzione tra diritto e dono che negli interventi precedenti mi sembrava fosse stata vittima di una qualche maggior confusione, perché oggettivamente non stiamo parlando della stessa cosa.
A seguito delle comunicazioni dell'Assessore Saitta, che ha riportato in questo Consiglio le questioni che si sono aperte con la Sentenza della Corte Costituzionale 162/2014 relativamente alla fecondazione eterologa ritengo tuttavia doveroso esprimere alcune considerazioni sia di merito che di metodo.
In primo luogo, ritengo che l'approvazione unanime delle linee guida in materia, in sede di Conferenza Stato-Regioni, vada considerata un elemento positivo su una materia delicata come questa, perché non dà luogo ad una forma deteriore di federalismo che può essere foriero di provvedimenti e regolamenti contraddittori, come è già stato evidenziato, che diversamente si comportano nei confronti dei cittadini e quindi diversamente possono essere sfruttati e possono essere scarsamente chiari e comprensibili.
Pure è da sottolineare, anche per tranquillizzare il Consigliere Marrone, come le linee guida adottate abbiano allontanato il rischio di aprire la strada all'eugenetica e questo rappresenta dal mio punto di vista un altro elemento decisamente positivo.
Ciò detto, però, pongo all'attenzione di codesto Consiglio una serie di questioni che credo meritino la nostra riflessione ed il nostro approfondimento, perché è un po' quello di cui io lamento la mancanza, cioè la possibilità di un dibattito più approfondito sull'argomento stesso, di cui non imputo la responsabilità a nessuno, ma per la quale oggettivamente mi sento a disagio.
Prima di tutto, richiamo testualmente le parole del Capogruppo del PD in VI Commissione per motivare la contrarietà a un decreto legge sulla fecondazione eterologa: "Siamo nettamente contrari ad affrontare delicati temi etici quali quelli dell'anonimato o meno dell'entità del donatore attraverso uno strumento sul quale addirittura si può mettere la fiducia".
Cioè lei dice: voglio che sull'argomento si possa discutere in maniera approfondita.
Se, poi, come annunciato dal Ministro, il decreto legge fosse licenziato dal Consiglio dei Ministri prima della pausa estiva, si sottrarrebbe altro tempo al confronto e alla discussione dell'Aula intendendo per l'appunto la mancanza di un dibattito approfondito accadimento che però si è poi oggettivamente verificato.
Non posso quindi, come dicevo già prima, che sottolineare il disagio indotto dall'impossibilità di dedicarvi un giusto tempo per fare serio approfondimento, viste le implicazioni e l'evidente delicatezza dei temi etici connessi.
Un argomento quando è, come dire, sull'onda della spinta mediatica e condiviso da molti viene immediatamente accolto con favore, ma anche quando su un argomento non vi è la condivisione della maggioranza, forse sarebbero necessari approfondimenti ulteriori.
Inoltre, voglio sottolineare come la legittima aspirazione ad avere un figlio - ripeto, legittima - nel pieno rispetto del cittadino che lo desideri, dovrebbe armonizzarsi con la sfera dei diritti della persona che sta per nascere e delle sue future problematiche, armonizzazione che necessita appunto di una seria valutazione delle conseguenze legate agli effetti della scelta.
Tra l'altro, la possibilità, come oggettivamente sarà, di fare questa scelta pagando un ticket pone degli interrogativi a fronte degli elevati costi e dei faticosi percorsi che devono sostenere invece le coppie che si aprono all'accoglienza di una vita mediante l'affido o l'adozione. Queste ultime devono infatti anche dimostrare, attraverso un lungo percorso, ad quipe di psicologi e di valutatori di possedere i requisiti di idoneità per esercitare questa accoglienza.
In concomitanza con la scelta che stiamo per effettuare mi verrebbe da fare la riflessione da condividere con gli altri colleghi: andrebbe anche valutato un sostegno forte all'Agenzia regionale che si occupa di adozioni nazionali ed internazionali, visto che c'è.
Aggiungo inoltre che oggettivamente - ripeto, senza dare nessun tono polemico e neanche di giudizio - in questi casi di adozione o di affido l'interesse è del bambino per quello che è, tanto che ne vengono accettate storie e caratteristiche, come ho già detto, a guidare il percorso, cosa che non è nello stesso modo, ripeto, nel pieno e consapevole rispetto delle sofferenze della coppie che si rivolgono all'eterologa, non è altrettanto centrale la figura del bambino all'interno del percorso che stiamo valutando.
Inoltre, sottolineo come sia auspicabile che, anche in materie come questa che implicano una capacità di sintesi positiva delle diverse sensibilità e in questo dico all'amico Marco Grimaldi che non c'è nessun giudizio morale, c'è solamente la possibilità da parte di tutte le componenti della società civile di esprimersi con i propri non giudizi, ma pareri e sensibilità. Diverse sensibilità che costituiscono il nostro tessuto sociale e culturale, la politica non abdichi e deleghi, di fatto la norma alla Magistratura, come è avvenuto in questo caso.
Faccio appello pertanto alla sensibilità ed all'avvedutezza dei componenti di questo Consiglio affinché, nelle opportune sedi, si dia lo spazio che la materia merita e si operi per sollecitare un'opportuna legge nazionale per normare le questioni pratiche attualmente ancora aperte quali l'istituzione di un registro, come è stato già detto, dei donatori e la tracciabilità ed in ultimo anche per affrontare l'aspetto delle risorse.
Non dimentichiamo, infatti, come più volte ha giustamente sottolineato l'Assessore Saitta, che l'utilizzo delle risorse in materia sanitaria presupponga una scala di priorità e che tra le corrette, giuste e legittime aspirazioni dei cittadini ci stiano anche quelle di chi già malato vorrebbe essere curato, ma non ne ha le risorse e neppure sempre riceve completa assistenza dallo Stato.
Concludo dicendo che le circostanze vanno serenamente accettate e che non è ovviamente imputabile alla Giunta, lo sottolineo, la responsabilità dello sviluppo degli eventi, ma manifesto il disagio di trovarmi a ricevere le comunicazioni su un tema di tate rilevanza senza poter approfondire ed interagire attraverso un dibattito serio ed approfondito su un argomento tanto delicato. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Giaccone.
La parola al Consigliere Monaco.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Cercherò di essere brevissimo.
Volevo sottolineare un aspetto che mi sembra sia stato toccato e che possa creare elemento di contrasto e di conflitto apparente nella discussione.
Volevo rivendicare a quella che è la parte politica, che per troppo tempo qualche volta viene riportata invece, secondo me, impropriamente quello che è l'aspetto della laicità della parte politica rispetto a quelli che sono anche temi toccati con grandissime sensibilità da confessioni "credo" e quant'altro.
Abbiamo forse troppo spesso confuso l'indicazione che ci può derivare da enti morali e da enti religiosi con indicazioni alle quali probabilmente facciamo un importantissimo riferimento da parte nostra in termini di formazione culturale nel nostro Paese. Le abbiamo troppo spesso confuse e lo abbiamo introdotto come elemento principale e portante delle componenti legislative, di formazione di leggi e di strumenti sociali.
Nel tema di specie, ritengo necessario sottolineare che è un elemento di forte novità quello che si cerca di introdurre, che, troppo spesso aveva portato, al contrario di quanto le stesse forze morali indicano, ad una situazione di mercificazione, cioè ai viaggi della speranza, con costi altissimi, legati probabilmente a famiglie con possibilità anche consistenti dal punto di vista finanziario, con grandissimi sforzi per soddisfare questa esigenza di familiarità di tante coppie.
E' stato fatto nei Paesi vicini, ma che l'Italia, in particolare la nostra Regione, abbia avuto la capacità di assumere il controllo di questa situazione e suggerirne anche il dettato mi sembra un elemento di importante novità e di rivendicazione laica rispetto a quelli che sono gli organismi. Addirittura, questa laicità potrebbe permetterci di andare incontro alle istanze, perché una cosa è creare il mercato in termini di bene consumistico e un'altra cosa è offrire un servizio a famiglie e persone che hanno esigenze, che sono ampiamente legittime, rispettabili condivisibili e connaturate con la stessa natura umana, che non sono in conflitto con le indicazioni o i valori morali di qualunque credo e confessione da cui possano derivare.
Pertanto, questa mi sembra la strada giusta, poi non credo ci sia l'impossibilità, nel corso dell'istruzione eventuale di elementi che normino queste erogazioni di servizi, di introdurre anche elementi di controllo o di ampliamento rispetto ad altri soggetti, in riferimento ad esempio alle adozioni, quindi di equiparare altri elementi.
Credo che le Assemblee e i Parlamenti abbiano un'amplissima capacità quella è la direzione nella quale occorre dirigersi. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
La parola alla Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Dopo questa serie di interventi da parte della componente sanitaria del nostro Consiglio, e maschile, ho sentito l'esigenza di portare un piccolo contributo, che non è specialistico, forse è un punto di vista femminile.
Non ho l'ambizione di parlare a nome delle donne, ma sicuramente un po' della mia storia di vecchia femminista e di donna che fa politica mi porta a sottolineare la soddisfazione per il lavoro svolto dal Presidente Chiamparino e dall'Assessore Saitta, che permette alla Regione Piemonte di assumere una posizione forte e di esprimere su questo tema un indirizzo preciso all'interno del nostro Paese, con un ruolo anche di coordinamento ed evitando, per esempio, il trasferimento all'estero per questa questione.
Quindi, esprimo soddisfazione per il lavoro svolto, non entro nel merito degli aspetti tecnici. Credo abbia ragione l'Assessore quando dice che ci sarà ancora spazio per i soggetti competenti per dare ulteriori indicazioni, ma ritengo che queste linee guida siano attente e giustamente, guardino con attenzione ai diversi aspetti, pur essendo rispettose delle libertà delle persone e delle storie individuali; in qualche modo, intervengono rispetto ai danni prodotti in questi anni dall'approvazione della legge n. 40. Rispetto agli aggettivi usati dal Vicepresidente Boeti in merito alla legge 40 ne aggiungo un altro, forse due: questa legge è cattiva e misogina, entrambi. Davvero, è una legge che innanzitutto, è stata caratterizzata da un' impostazione sfavorevole nei confronti delle donne, lo voglio sottolineare.
Certo, come spesso capita nel nostro Paese, è stata necessaria una sentenza per porre rimedio ad una cattiva legge, ma c'è bisogno ancora della politica, perché le sentenze da sole non possono sostituirsi. E in questo caso le istituzioni regionali hanno dimostrato di poter essere utili ai cittadini. Se svolgono bene il loro compito, le istituzioni e la politica possono riuscire a comprendere le fatiche, la complessità e, a volte, i drammi della vita delle persone, che non sempre sono codificabili ma sono spesso ben più complessi; credo che ciascuno di noi indipendentemente dalle sue opinioni personali, e anche dal suo credo religioso ed etico, abbia incrociato sulla sua strada coppie, persone e donne che vivono questo tipo di dramma.
In conclusione, esprimo soddisfazione per il risultato raggiunto e anche per il dibattito odierno, che credo ci abbia consentito di confrontare opinioni diverse in modo civile e nel rispetto delle diverse opinioni, ma con la volontà comune di essere utili ai nostri concittadini.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Accossato.
Chiedo se la Giunta regionale vuole rispondere ad alcune sollecitazioni.
La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Sicuramente rispondo a qualche domanda puntuale che è stata posta, tra cui quella della collega Batzella del Movimento 5 Stelle, che adesso non vedo, però replicherò indipendentemente dalla sua presenza.
Intervengo anche per esprimere un apprezzamento per il dibattito rispetto al quale mi pare di aver notato diverse sfumature di consenso.
Questo, evidentemente, non può che farci piacere, nel senso che abbiamo compiuto un lavoro che, complessivamente, è stato apprezzato.
C'è un elemento che vorrei rilevare: siccome non è la prima volta che in sedi come questa si discute di questioni così delicate, mi pare anche di notare un modo nuovo rispetto al passato, non so se definirlo di maturità in ogni caso è di cambiamento. Noto che anche i richiami dell'autorità morale, in questo caso della Chiesa - lo ha fatto il Consigliere Grimaldi vengono considerati per quello che sono, dei richiami di carattere morale vengono anche giudicati non in modo negativo, quando molto spesso in questi dibattiti, in passato, ero abituato a dire: "La Chiesa pensi alla Chiesa".
C'è un clima diverso, e sicuramente è una condizione utile per affrontare temi così delicati; non possiamo che auspicare per il futuro che questo clima interessi anche il dibattito nazionale.
Dagli interventi che ho ascoltato, mi pare che, qui, su questi temi ci sia una grande maturità, infatti c'è grande rispetto sulle diverse posizioni. E quando qualche collega ha parlato di diritto e di dono, come hanno fatto il Consigliere Alemanno e il Consigliere Giaccone, mi pare che anche i dubbi e le preoccupazioni non siano stati derisi, ma considerati per quello che sono, dei dubbi.
Su questo tema è importante un dibattito nazionale, perché temi di questa delicatezza richiedono sicuramente una riflessione, che è ancora più utile in momenti come quello che stiamo vivendo - non mi soffermo ora sul tema della globalizzazione - che non possiamo dire sia un periodo straordinario dal punto di vista ideale. Forse, è un periodo in cui l'economia diventa il riferimento più forte e il motore di molte scelte che vengono compiute; il materialismo, di fatto, è un tema diffuso, lo sappiamo. Molto spesso su questioni importanti la politica preferisce non discutere; lo sappiamo che i temi legati alla vita, alla morte, al dolore o al malato si preferisce accantonarli, forse perché a questi si intrecciano anche le questioni economiche.
Quindi, mi auguro che questo nostro breve dibattito, in realtà, sia anche un'occasione per sollecitare la classe politica nazionale ad affrontare queste questioni con un riferimento più alto. Non parliamo di tecnica o di questioni secondarie, parliamo di un'idea della società e parliamo di un'idea della persona che non è individuo, ma ha relazioni con la propria comunità. Cioè, la scelta di questioni così delicate richiedono riferimenti più alti, che non sono quelli di una pura e semplice amministrazione.
So che ci sono dei limiti nelle decisioni che abbiamo assunto, per le questioni che sono state prima ricordate, per questo è necessario un dibattito nazionale - e non perché queste norme le riteniamo transitorie e inadatte, ma è così - partendo da queste questioni, ma anche da scelte che riguardano questioni di politica economica. Quando si parla di "famiglia" non è un riferimento di carattere secondario. O, ancora, di "aiuto ai figli", o riferimenti simili: fa parte di una visione completa. Oggi, mi pare che la nostra impostazione sia un po' povera, diciamo così, nel dibattito politico.
Alla collega Batzella vorrei rispondere che non è così grave andare d'accordo su questi temi: è un fatto positivo. Mi riferisco alla sua affermazione: "Impossibile, ma vero, andiamo d'accordo su alcune questioni".



(Commenti della Consigliera Batzella)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

No, no, ho capito. Lo dicevo come battuta.
È un segno positivo. Questa prestazione, questa tecnica di procreazione sarà soggetta a LEA, com'è stato ricordato da tutti. Apprezzo anche il fatto che sia stato indicato che si tratta di una prestazione diversa e quindi, evidentemente, il ticket ha un significato e dev'essere commisurato al fatto che non si possono abbandonare le persone che hanno più bisogno.
Mi pare che questo concetto sia condiviso da tutti.
Ci sono strutture private? Era stata posta questa domanda: c'è una struttura accreditata, che si chiama Promea, se non erro (comunque è qui segnata). Poi ci sono altre strutture private. Queste ultime, per poter svolgere gli interventi di eterologa, devono evidentemente richiederlo e noi dobbiamo garantire che sul piano della sicurezza abbiano i requisiti per poterlo fare, in termini autorizzativi.
In ogni caso, oggi si parte con le strutture pubbliche e con quelle accreditate. Qualcuno chiedeva: "Perché soltanto in queste tre?". Perch soltanto queste tre sono in grado di garantire quella sicurezza necessaria a chi decide di ricorrere a questo sistema di procreazione. C'è una storia un'esperienza e hanno le strutture tecniche per poterlo fare. Hanno le competenze per poterlo fare, hanno una storia importante.
Veniamo alla questione dell'età. Anche questo argomento è stato affrontato: "La donazione dei gameti è consentita ai soggetti di sesso maschile di età non inferire ai 18 anni e non superiore ai 40, e ai soggetti di sesso femminile di età non inferiore ai 20 e non superiore ai 35".
I criteri che sono stati seguiti per questa formulazione, che non è casuale, si sono consolidati dal punto di vista scientifico in Europa, e corrispondono a condizioni di carattere fisico ed individuale in grado di garantire quella sicurezza che mi pare a tutti interessi.
Termino ringraziando, evidentemente, dei suggerimenti che sono stati forniti in questa discussione. Saranno utili anche per il prosieguo, nel senso che ci ritroveremo - io credo tra non molto - anche a valutare che cosa concretamente avverrà e quali saranno i problemi.
Non l'ho precisato prima, ma veniva ricordato poco fa dal collega Giaccone il tema dell'eugenetica, cioè il fenotipo.
Come voi sapete, o potete immaginare, è una questione estremamente delicata. C'è stata in merito una discussione molto ampia e alla fine si è scritto in modo chiaro in questo testo che "non è possibile, per i pazienti, scegliere particolari caratteristiche fenotipiche del donatore al fine di evitare illegittime selezioni eugenetiche".
So che questa è una preoccupazione di tutti, perché guardando la storia sappiamo che è pericoloso questo tema. Però qualcuno ha posto un argomento che si riproporrà nel dibattito nazionale. Il colore della pelle? Vedremo che cosa succede.
Però è evidente che le eccezioni a questo principio. Alcune sono comprensibili, lo capisco. Mi hanno raccontato di coppie di colore diverso dal nostro che vogliono ricorrere all'eterologa e vogliono un figlio che abbia lo stesso colore della pelle: lo capisco sul piano umano, ma mi rendo conto che l'estensore di questo principio, se riguarda altri riferimenti,può diventare veramente un sistema selettivo. Ci sono potenzialmente delle questioni che questo testo non affronta. Confesso che questo è il limite; limite che bisogna superare anche con quel riferimento di carattere nazionale.
In ogni caso, vi ringrazio. E' chiaro il vostro incoraggiamento per andare avanti, e qualora ci fossero dei suggerimenti, al di là del dibattito, che possano essere utili, vi ringrazio in anticipo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.



(Commenti della Consigliera Batzella)



PRESIDENTE

Collega Batzella, non sono previste repliche.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame mozione n. 9 presentata dai Consiglieri Grimaldi, Accossato Allemano, Barazzotto, Baricco, Boeti, Caputo, Chiapello, Conticelli Corgnati, Giaccone, Motta, Ottria, Ravetti, Rossi, Rostagno e Valle inerente a "Denuclearizzare il Piemonte. Individuazione urgente del sito unico nazionale di stoccaggio delle scorie nucleari"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 9, avente ad oggetto "Denuclearizzare il Piemonte. Individuazione urgente del sito unico nazionale di stoccaggio delle scorie nucleari", presentata dai Consiglieri Grimaldi, Accossato, Allemano, Barazzotto, Baricco, Boeti, Caputo Chiapello, Conticelli, Corgnati, Giaccone, Motta, Ottria, Ravetti, Rossi Rostagno e Valle, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi per l'illustrazione; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, colleghi.
Impiegherò qualche minuto, perché la questione è delicata e complessa.
Come sapete, ci sono luoghi in Italia dove lo spettro del nucleare non riappare solo quando in giro per il mondo esplodono centrali nucleari o quando si vota per un referendum.
Questo spettro continua ad essere presente nelle popolazioni, anche perché forse non tutti sanno che la Regione Piemonte ospita ancora, sul proprio territorio, tre siti nucleari, con quattro impianti rappresentativi di tutto il ciclo del combustibile nucleare: ovviamente, c'è l'impianto ex FN-Sogin di Bosco Marengo, quello che detiene lo stato di decommissioning più avanzato (più del 50%); l'impianto Eurex-Sogin di Saluggia, il deposito Avogadro di Saluggia e la centrale nucleare Enrico Fermi di Trino.
Diciamoci la verità: spesso si dice "evitiamo che il Piemonte diventi una pattumiera". In realtà, in questo momento lo siamo già, più che altro perché deteniamo il 96% dei rifiuti radioattivi presenti a livello nazionale. Questo, in parte, è dovuto al fatto che molti sono andati altrove per il decommissioning (come sapete, sono spesso finiti in Francia o in Inghilterra); in parte perché queste ultime parti di rifiuti sono presenti in questo momento in Italia perché la Francia ha bloccato questi trasferimenti.
Ma perché li ha bloccati? Perché probabilmente crede poco nella capacità italiana di poter produrre, in tempi rapidi, una decisione che porti all'individuazione di un sito nazionale di stoccaggio.
Perché è necessario parlare di questo e non solo della messa in sicurezza dei luoghi rimasti del nucleare? Perché fra qualche anno parte di quei rifiuti inizieranno a tornare indietro (spesso portati dal terzo al secondo tipo) e avranno bisogno di una sede fisica dove stoccarli per centinaia di anni.
Come sapete, i rifiuti di terzo grado hanno bisogno di millenni e forse non c'è ancora un sito idoneo affinché, addirittura, l'umanità si dimentichi dove sono stoccati; quelli di secondo grado, invece, che dovremo ricevere come tutte le altre comunità nazionali, hanno bisogno di siti adeguati.
Per questo sono contento che la maggioranza - a partire dal Presidente della Commissione ambiente, ma anche tanti altri Consiglieri, soprattutto quelli che abitano in quelle zone - abbia presentato questo testo. Abbiamo bisogno di risposte dal Governo, che, finalmente, nei prossimi cinque mesi almeno così si è detto, dopo il lavoro dell'ISPRA darà una mappatura.
Perché abbiamo bisogno in fretta di risposte? Perché dobbiamo evitare un "corto circuito".
Nei mesi scorsi ho visitato questi "luoghi del nucleare": è stata la Sogin stessa a dire, per prima, che i depositi (due dei tre) devono essere temporanei.
Io non nutro alcun pregiudizio sull'idea che questi siti temporanei che oggi sono "bunkerizzati", per cui non hanno più i problemi di esondabilità di qualche anno fa, possano rappresentare una giusta messa in sicurezza del territorio. Però dobbiamo evitare che questi siti "temporanei", costruiti dopo le vicende degli anni Duemila, diventino "definitivi". Perché l'Italia è fatta così: entro cinque mesi noi dovremo visionare quella mappa; entro un anno o due (anche qui le idee sono tante) si dovrebbe addivenire al luogo; infine, entro quattro o cinque anni bisognerebbe arrivare a questo deposito nazionale.
Noi, in questo momento, a differenza di dieci anni fa, non abbiamo più tempo per sbagliare questi passaggi.
In questo momento, purtroppo, non c'è il Presidente Chiamparino, ma è a lui, oltre che al Governo italiano, che rivolgiamo l'appello affinché la Conferenza Stato-Regioni trovi in fretta una soluzione. Spero che nei prossimi cinque mesi non solo si solleciti questa discussione, ma si evitino tutti gli errori visti, ad esempio, sulla vicenda di Scanzano Ionico.
Adesso non ripeterò le tante cose che dice l'ISPRA e credo che la situazione dei nostri siti potremmo vederla meglio tutti insieme, perché la mozione impegna anche la Commissione a fare uno stato di aggiornamento sul decommissioning italiano (utilizziamo questa parola), sulla denuclearizzazione di quei siti. Ma non solo: credo sia giusto dare attuazione alla legge n. 5 del febbraio 2010, tra l'altro uno degli ultimi atti della maggioranza di centrosinistra di allora, garantendo effettivamente programmi di prevenzione a beneficio dei lavoratori e degli ex lavoratori degli impianti.
Ritengo - e chiudo, perché considero la discussione importantissima e spero che la faremo dopo la discussione di questa mozione, in Commissione che, dopo tanti anni, occorra dare una risposta agli abitanti del vercellese e di quei siti, dicendo che l'ombra del nucleare e delle scorie andrà via da quel luogo, che è inidoneo. E' inidoneo, non perché ce lo dice finalmente l'ISPRA, non perché finalmente tutti sono d'accordo nel sostenere che occorrono dei criteri diversi per l'individuazione dei siti di stoccaggio, ma semplicemente perché - come dicono i registri di Là Suta (tra l'altro vi consiglio di vederlo, è un documentario piemontese incredibile che farà storia nel campo del documentarismo italiano) - quello è un luogo che probabilmente era adatto per una centrale, proprio perch vicino ai corsi d'acqua, ma rischia di diventare il peggiore fantasma della Pianura Padana.
Posto che - come sapete - ci sono stati dei lavori per evitare le esondazioni, non possiamo permetterci nessun rischio. Spesso, riguardo al nucleare, si dice che sono pochi i fatti gravi accaduti in questi anni, che possiamo contarli sulle dita delle mani, però noi non ci possiamo permettere un errore, anche solo il fato o il caso.
Un aereo caduto nel posto sbagliato, un tipo di tempesta perfetta rischierebbe di portare nella Pianura Padana la desertificazione per più di un millennio. Credo che questo spettro non ce lo possiamo permettere e credo sia giusto che la comunità piemontese chieda alle altre Regioni di scegliere insieme il sito di stoccaggio nazionale.
Ritengo che la Commissione ambiente in questi cinque anni potrà - sono sicuro che la Presidente Accossato ne avrà tutte le capacità e la voglia monitorare lo stato della decommissioning di questi siti, magari dicendo, a fine legislatura, che uno di questi non sarà più nella mappa italiana e non sarà certo più un deposito di scorie nucleari. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marrone.
Chiedo gentilmente ai colleghi, quando intervengono, di rivolgersi alla Presidenza senza dare le spalle alla stessa. Non era rivolto a lei Consigliere Grimaldi, lo dico per il futuro. E' una questione regolamentare.
Prego, Consigliere Marrone. Grazie.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente. Pur rivolgendomi alla Presidenza, faccio un commento sul metodo di lavoro al Consigliere Grimaldi.
Alla Conferenza dei Capigruppo avevamo detto che tenere alla fine gli atti di indirizzo ci avrebbe portati ad avere una presenza un po' misera della Giunta, e purtroppo questo è un po' confermato. Questo, rispetto al suo orientamento sulla programmazione dei lavori, accade anche riguardo alla sua mozione.
Sul tema del nucleare, mi sento di poter affermare che, in generale tra il Gruppo Fratelli d'Italia e quello di SEL ci sono grandi differenze se parliamo di scelte di politiche energetiche, soprattutto partendo (senza addentrarmi, molto sinteticamente) dal fatto che, come piemontesi, ci troviamo a non poter usufruire di un potenziale energetico, avendo per tutte le eventuali ricadute in termini di sicurezza, poiché gli impianti francesi sono a pochi chilometri dal nostro confine.
In questo caso, analizzando il documento presentato, noto che si tratta effettivamente solo di un'indicazione di buonsenso rispetto ad una questione di interesse territoriale, sullo stoccaggio delle scorie.
Pertanto, in un'ottica di difesa territoriale e di proposte anche piuttosto concrete - tra l'altro, chi ha più memoria storica di me dei lavori consiliari potrà confermare che in realtà era un'esigenza già posta in passato - credo meriti un parere positivo nella misura in cui pu costituire, anche per questa legislatura, un mandato vincolante anche per la Presidenza e la Giunta.
Su questo voglio fare ancora un passaggio. Siamo nell'Italia NIMBY, in cui alla fine, quando viene individuato un sito, con tutte le migliori intenzioni degli altri territori su tale individuazione, poi le stesse parti che magari propongono un altro territorio, in quello sono le prime a catalizzare il malcontento popolare e a ribellarsi.
Credo che l'indirizzo che si dà alla Presidenza - vedo la Giunta, a partire dal suo Presidente, Chiamparino - possa poi esplicarsi anche nei confronti dei colleghi Presidenti in sede di Conferenza Stato-Regioni quando sarà individuato il sito, per evitare che tutte le procedure portino a lasciare sulla carta le buone intenzioni di tutela del Piemonte e della salute del territorio della nostra regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
La mozione presentata ha anche la firma di molti colleghi del Gruppo del Partito Democratico e sarà votata dal Gruppo stesso.
Non stiamo a ribadire le ragioni, perché ci riconosciamo in quelle che sono state testé poste dal primo proponente, il collega Grimaldi.
In questi anni, come comunità regionale, abbiamo sopportato un peso rilevante: ci siamo fatti carico della conservazione della quasi totalità dei rifiuti nucleari prodotti in questo paese.
Il Piemonte, per una serie di ragioni storiche e di presenza dei siti nucleari, ha ospitato - all'inizio in condizioni anche non sicure progressivamente con indici di sicurezza maggiore - queste scorie in siti che, come è stato detto, hanno avuto ed hanno ancora parzialmente rilevanti criticità, che sono diventate manifeste nel momento in cui le alluvioni passate hanno creato notevoli difficoltà sul territorio.
Pertanto, noi, inconsapevolmente forse, siamo custodi di un elemento che può diventare una bomba per tutta la Pianura Padana: custodiamo, certo ormai con criteri di sicurezza molto cresciuti nel tempo, degli elementi che, così come sono allocati oggi, rappresentano una fonte di pericolo.
La bontà di questa mozione è tutta nell'invito rivolto alla Regione anche forte del fatto di avere un Presidente di Giunta regionale che ha un ruolo di guida delle Regioni italiane, affinché incentivi e stimoli il Governo a fare i passi successivi al lavoro che ISPRA e Sogin stanno completando, cioè l'individuazione delle terre idonee a diventare sedi del sito di stoccaggio nazionale.
L'unica cosa che non ci possiamo permettere è che la temporaneità, la precarietà dell'immagazzinamento di queste scorie diventi stabilità.
Noi abbiamo bisogno che questi siti, in cui temporaneamente sono stati stoccati i rifiuti, vengano superati con un sito in grado di custodire per i prossimi 300 anni le scorie in assoluta sicurezza, secondo gli standard europei, garantendo una totale sicurezza per le persone che abitano in prossimità di quel deposito e per tutta la comunità, poiché, come dimostrano i fatti (penso all'ultimo maremoto in Giappone), i rischi per la conservazione delle scorie possono portare impatti ambientali su aree vastissime.
Noi chiediamo che il Governo attivi con le Regioni, con grande celerità, guardando in faccia il problema, il lavoro finalizzato alla definizione del sito. Dopodiché, la logica NIMBY, che tanti di noi hanno criticato a proposito di TAV, deve valere anche su questo. Non va bene pensare che ci debba essere un deposito unico nazionale e poi operare affinché venga fatto dappertutto meno che in casa propria.
Ogni Regione deve avere la disponibilità a lavorare con le altre e tutti devono avere la disponibilità, nelle aree tecnicamente idonee ad accogliere queste scorie, a recepirle. Dopodiché, insieme, le Regioni, il Governo nazionale, la comunità (è una cosa che deve essere fatta in intesa con la comunità) devono porsi il problema di trovare un sito. Stiamo parlando di scorie che sono frutto di scelte nucleari fatte in passato scelte che possono essere state giuste, oppure no. Il fatto è che queste scorie ci sono, sono un'eredità dei nostri padri di cui dobbiamo farci carico come comunità nazionale, ma sono anche il frutto dell'attività che noi ogni giorno facciamo negli ospedali.
Ricordo che tutte le terapie che producono radiazioni, producono anche inevitabilmente, delle scorie che andranno ad implementare nel tempo il materiale che deve essere conservato.
C'è la necessità di affrontare questo tema, ma l'ordine del giorno dà un indirizzo chiaro, ha avuto anche un eco mediatico prima di essere presentato come una cosa positiva.
Credo che ci sarà l'impegno, anche di questo Consiglio, in particolare della Commissione competente, per stimolare la questione, per monitorarla passo passo e per far sì che una delle attività di questa assemblea legislativa possa essere quello di fare un passo avanti, solido e definitivo in questa questione che si trascina da troppi anni in questa comunità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
La storia del nucleare italiano - meglio, la storia della dismissione del nucleare italiano - è dominata da un termine che nessuno di noi vorrebbe associare alla gestione di un tema così delicato. Il termine che noi associamo alla gestione del post nucleare in Italia è la parola "confusione".
Una politica abbastanza schizofrenica dopo il referendum che, per fortuna, ha sancito la fine del nucleare nel 1997, poi c'è stata un'ondata nuclearista fermata dal referendum del 2011. La Sogin, nata nel 1999 per la gestione della situazione complessiva dell'uscita dal nucleare, ha svolto un lavoro contraddittorio: prima occupandosi del decommissioning per il quale era nata, poi riprendendo, di fatto, progetti per sostenere una nuova ripresa del nucleare, quindi nuovamente per la dismissione di tutto. Quindi risultati pessimi e sperpero di soldi pubblici.
Ricordo che la Sogin è a capitale pubblico ed è finanziata da tutti noi cittadini tramite la nostra bolletta elettrica, e non si è ancora risolto il problema delle dismissioni delle scorie e dei rifiuti radioattivi in generale, che continuano a stazionare in modo molto pericoloso nei diversi luoghi di origine e depositi cosiddetti temporanei costruiti o da costruire. Del resto, la richiesta del decommissioning è una richiesta che avviene, da anni, anche da parte dell'Unione Europea.
Nonostante direttive e sanzioni, la situazione è ancora confusa nel nostro Paese. Il Movimento 5 Stelle ha presentato, anche in Parlamento diverse interrogazioni sul tema e ultimamente sulla situazione di Saluggia.
Durante la scorsa estate è emerso che i lavori per il deposito D2 sono stati travolti dallo scandalo tangenti Expo. Secondo le indagini della Magistratura sull'Expo, l'imprenditore vincitore della gara per il Cemex Enrico Maltauro, avrebbe ricevuto dalla "cupola" dell'Expo la richiesta dell'1,5% dell'appalto. Una somma equivalente ad un milione e 350 mila euro, di cui 600 mila sarebbero stati effettivamente versati.
Confusione, cattiva gestione, tangenti: abbiamo tutto il campionario della malagestione e della malapolitica italiana degli ultimi decenni. A questo si aggiunge, se ancora non bastasse, anche la mancanza di trasparenza.
Veniamo ad un altro tema che il Movimento 5 Stelle ha portato avanti nella scorsa legislatura, che è quello sulla mancanza di informazione relativamente ai cosiddetti viaggi dei treni delle scorie. Scorie che partivano da Saluggia per andare in Francia, a La Hague, per essere riprocessate, utilizzate nelle centrali di nuova generazione e poi tornare magicamente in Italia.
Sul tema ricordo che il Movimento 5 Stelle ha presentato un ricorso al TAR perché, diversamente da come prevedono le procedure, questi treni partivano un po' a sorpresa e le popolazioni locali non erano informate. I Sindaci non erano informati e quindi, a loro volta, non potevano informare i cittadini. Penso che chiunque di noi abbia il diritto di sapere se, in quel giorno e in quella data ora, passi un treno pieno di scorie sotto casa sua.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Il tema che pone la mozione, ahimè, mette in luce come nel nostro Paese le scelte difficili, troppe volte, vengono rimosse. Governi di destra o di sinistra, Giunte regionali di destra o di sinistra, comunque questa discussione sta andando avanti da decenni. Giustamente, come è stato osservato anche da interventi che mi hanno preceduto, in alcuni casi andava avanti la discussione sul sito e, dall'altra parte, avevamo parte di scorie (non le barre) o comunque elementi radioattivi in alcuni casi all'aperto e in posti dove il rischio di esondazione era notevole.
Vorrei ricordare l'alluvione del 2000: il rischio su Saluggia è stato molto elevato, fortunatamente arginato, ma elevatissimo. I colleghi che già sedevano in questo Consiglio allora lo ricorderanno.
Così come, ahimè, emerge la solita questione dei comitati. Ricordo che erano stati individuati i siti, era stato individuato il sito in Basilicata ma, automaticamente, ad ogni sito individuato, sono nati i comitati.
Intrecciando tutto ciò con la grande questione dell'allora scelta del nucleare: nuclearisti contro antinuclearisti.
Al di là dell'opinione personale del sottoscritto, che nuclearista era allora e lo è ancora oggi, la questione di tutta la partita sia delle barre nel caso nostro sulla centrale di Trino - sia delle norme sulla mole di rifiuti (se c'è qualche medico, sa bene quanti rifiuti ospedalieri si producono, sono piccole quantità, ma mi pare di aver letto che, messe tutte insieme, possono determinare un condominio di cinque piani) impongono al sistema Regioni - se il Governo nazionale, come tutti quelli che l'hanno preceduto negli ultimi vent'anni, è inadempiente e inefficiente - almeno il dovere della spinta, il dovere di dare delle soluzioni.
Per primo, responsabilmente, dicendo che, quando uno dice che c'è il dovere di dare una soluzione, abbiamo anche il dovere di proporre delle soluzioni, anche, ahimè, se fossero sul nostro territorio. Ognuno, come gli inceneritori o come altri impianti, cerca di non averli a fianco della propria abitazione, ma la scelta di futuro, la scelta di sviluppo, la scelta di modernizzazione che comunque, al di là dell'aver abbandonato il nucleare e quindi del fatto che abbiamo una quantità limitata e definita di quelle che sono le barre mandate in Inghilterra e che poi dovranno ritornare, è fondamentale.
Su questo, devo dire che la penso in modo esattamente opposto al collega Bertola, che dice "bisognava dirlo a tutti". No, non bisognava dirlo a nessuno, perché se vogliamo fare il carnevale, lo diciamo a tutti.
Se invece è una questione di sicurezza - e in questo caso sicurezza nazionale - devono essere prese tutte le misure opportune e tutte le precauzioni opportune, compresa quella che non deve sapersi.
Al di là della legge, prima di tutto viene la tutela dell'interesse nazionale e delle popolazioni.
Quindi, le carnevalate non sono mai tutela della popolazione difficilmente lo diventano. Sono legittime tutte le valutazioni e le proteste, ma stiamo attenti quando trattiamo determinati temi.
Questo non è inerente al fatto della scelta o meno del nucleare.
Assolutamente! Su questo c'è stato un ampio dibattito e c'è stata una scelta; la accettiamo, è venuta con una posizione nazionale e, di conseguenza, c'è chi ha vinto e chi ha perso, e chi ha perso deve prenderne atto.
Da parte nostra, come Gruppo condividiamo l'iniziativa dei sottoscrittori della mozione, proprio perché è un elemento di stimolo. E' un mandato al Presidente della Regione Piemonte, che è anche Presidente della Conferenza Stato-Regioni. Chissà che possa anche portare il risultato, come sull'argomento che abbiamo trattato precedentemente, quello della fecondazione eterologa, dove il sistema delle Regioni è arrivato a darsi una soluzione prima ancora che ci arrivasse il Governo nazionale e il Parlamento.
Ma la necessità di dare una soluzione in fretta è una necessità che accompagna anche il progresso, perché vorrei ricordare che noi continuiamo a produrre beni che hanno una presenza radioattiva e che quindi vanno in qualche modo trattati con le opportune cautele.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Solo due brevi precisazioni.
Per quanto riguarda l'informativa ai Sindaci, per onestà, dico che io come Sindaco, per molti anni sono sempre stato informato che ospitavo una stazione ferroviaria dove passavano e passano i treni diretti in Francia o in Inghilterra. Un collaboratore del Prefetto ha sempre informato i sindaci.
Il problema era che cosa faceva il Sindaco, perché poi il Sindaco non faceva assolutamente nulla. Di che cosa si informa la popolazione? Crea allarmismo stupido, perché se il Sindaco mette un avviso in bacheca dovrebbe almeno dire che cosa devono fare i cittadini; non è che può dire "chiudete le finestre" oppure "andatevene tutti a 250 km di distanza".
Però, per onestà intellettuale devo dire che, come Sindaco, sono sempre stato avvisato il giorno prima da una telefonata del Prefetto, che ovviamente non diceva l'ora, ma diceva che sarebbe successo di notte. E vi posso assicurare che le misure di sicurezza erano imponenti sulla linea ferroviaria e su ogni cavalcaferrovia interessato.
In merito alla mozione, sono assolutamente d'accordo, anche se nutro poche speranze sul fatto che in Italia si trovi un sito.
Sono stato a Scanzano Ionico tre anni fa invitato ad un convegno di Legambiente, a cui ovviamente partecipavo. Quello era stato individuato a livello nazionale come un sito potenzialmente idoneo, ma su di esso è stato assolutamente impossibile fare qualsiasi approfondimento. Per cui sono d'accordo con la mozione. Non sarà semplice individuare in questo Paese un sito che si candidi o sia disponibile ad accettare di essere il sito nazionale.
Scanzano poteva essere una soluzione per le caratteristiche morfologiche, però è assolutamente contrario e, in effetti, mi risulta che sia stato abbandonato.
Per quanto riguarda il trasporto ribadisco quello che ho già detto, ma i poveri Sindaci che ricevevano questa telefonata ovviamente non avevano strumenti non per informare, ma per dire che cosa doveva fare il cittadino una volta che il Sindaco l'aveva informato. L'unica cosa che ognuno di noi ha fatto in questi lunghi anni era quella di allertare il COC per quella notte e tenevamo tutti i cellulari accesi, ma era una misura di prevenzione assolutamente blanda.
Era difficilissimo ed è difficilissimo dare informazione su come comportarsi. Però l'informazione ai Sindaci è stata sempre data.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Parlare di nucleare mi fa tornare indietro negli anni, al primo referendum antinuclearista. Mi ricordo le manifestazioni davanti alla centrale di Caorso e mi ricordo anche la partecipazione di un mondo molto variegato ma unitario in quella lotta contro l'utilizzo dell'energia dell'atomo in Italia.
Una delle questioni che veniva sollevata in questa battaglia era la gestione delle scorie radioattive, per il loro costo e la difficoltà della gestione; costo che spesso e volentieri non veniva conteggiato nella produzione dell'energia dall'atomo.
Se da allora fino ad oggi non siamo riusciti ad individuare un sito sicuro per stoccare questi rifiuti radioattivi, credo che sia dovuto ad una carenza di questo Paese a livello nazionale, ad un'incapacità, ma dovuto anche al fatto che la popolazione ha una grossa diffidenza rispetto a quello che fa lo Stato italiano in ogni ambito.
Pensiamo alla vicenda dei rifiuti che più di tutti, come diceva il Consigliere Pichetto, hanno rischiato di creare un grossissimo problema ambientale e di salute, cioè i rifiuti radioattivi liquidi che sono stipati a Saluggia.
Prima si vuole fare una vetrificazione di questi rifiuti, poi la vetrificazione risulta troppo complicata e quindi si passa ad un progetto di cementificazione, il progetto Cemex. Questo progetto viene inizialmente dato in appalto con un costo previsto di 145 milioni. Tra l'altro, Ansaldo Energia si propone per gestire questo progetto. Il prezzo dell'appalto viene poi abbassato a 135 milioni e successivamente vince questo appalto la Maltauro - sulla quale, dalle notizie che avevamo, è aperta un'inchiesta da parte della Procura di Milano - con un forte ribasso d'asta a 98 milioni.
Quando si parla di effetto NIMBY vediamo che effettivamente i cittadini e la popolazione hanno delle grosse motivazioni per essere diffidenti.
E io credo che prima di chiedere un sito nazionale, visto che sono tanti anni che aspettiamo il sito nazionale e fino ad oggi non è arrivato forse sarebbe meglio, come priorità della Regione Piemonte, chiedere la messa in sicurezza di questi rifiuti radioattivi liquidi. Addirittura Carlo Rubbia (Premio Nobel per la Fisica) ha pubblicamente detto che per pochi centimetri non abbiamo inquinato tutta la Pianura Padana.
Credo che, se dobbiamo darci delle priorità, dobbiamo risolvere queste situazioni innanzitutto, perché l'operazione per individuare un sito nazionale sono lunghe, la Regione Piemonte ha meno peso su questo tipo di scelte, perché è nazionale. E' il livello nazionale che sceglie gli amministratori della Sogin. Il Movimento 5 Stelle in questo non può fare nulla, sono stati scelti da chi ha governato a Roma.
Se la Maltauro ha vinto questo appalto, dobbiamo capire chi ha delle responsabilità anche politiche, prima di andare a chiedere un sito nazionale per la gestione di queste situazioni che mettono a rischio la Pianura Padana prima ancora che il Piemonte.
Quindi, credo che la priorità da porre sia questa a livello regionale e puntare i piedi per mettere insicurezza. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Bono, se lei vuole intervenire, giustamente ha il diritto di intervenire, ma non essendoci il tempo dobbiamo interrompere la discussione e riportare la mozione alla prossima seduta.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono. Se si tratta dell'ultimo intervento e se c'è il consenso dell'aula, facciamo intervenire il Consigliere Bono e poi procediamo alla votazione.
Consigliere Bono, abbiamo accettato la sua richiesta. La prego di intervenire; ne ha facoltà.



BONO Davide

Vorrei innanzitutto rispondere al Consigliere Pichetto in merito a quanto detto prima, nel senso che il Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle Bertola ha ricordato una vicenda annosa, perché ha origine addirittura dalla direttiva Euratom del 1989, poi ripresa dal D.lgs.
nazionale n. 230 del 1995 e poi dalla l.r. n. 5 del 2010.
Sto parlando, ovviamente, dei transiti dei cosiddetti "treni nucleari" contenenti le scorie nucleari che, appunto, vanno al riprocessamento prima a Sellafield in Gran Bretagna e poi a La Hague in Normandia, in Francia.
Questi transiti sono stati contestati per una questione semplice: non perché alla gente piace fare le carnevalate - come detto con scarsissimo tatto e scarsissimo rispetto della cittadinanza che manifesta - ma perch la popolazione non è informata.
Io mi chiedo (questo è un tema che mi è caro e chi è stato con me nella scorsa legislatura lo sa bene): ma perché in Francia la popolazione è informata e ci sono comunque le manifestazioni, però senza la volontà di interrompere il transito del treno stesso? Invece in Italia non si sanno le cose e abbiamo tanti Sindaci che dicono anche "Mah, io sapevo: mi chiamava il Prefetto. Però non dicevo nulla perché non sapevo cosa dire ai cittadini". A parte che il Prefetto dovrebbe lavorare pure a un piano anche a norma della legge regionale, che è un piano ex ante, non ex post: un piano che dice cosa deve fare la popolazione - ricordo al collega Ferrentino, ma lo sa meglio di me sicuramente, che il Sindaco è la massima autorità sanitaria del Comune e del suo territorio - nel caso malaugurato sciagurato, tragico che possa avvenire un incidente, un sabotaggio qualunque cosa di similare.
Da questo punto di vista, quindi, mi sono sentito di intervenire, oltre che nel dibattito generale della mozione, proprio per dire che non accetto un atteggiamento del genere. Il richiamo dell'estensore della mozione Grimaldi all'informazione corretta e alla legge regionale mi sembra quantomeno necessario, nella mozione stessa. Però allora dobbiamo capire come decidiamo di porci complessivamente. Se noi infatti facciamo una mozione in cui diciamo che vogliamo l'informazione ai sensi della legge regionale e dall'altra parte poi diciamo "no, però non la diamo ai cittadini, la diamo solo ex post", mi sembra che la valutazione del tema non quadri.
Ricordo, infatti, che in violazione delle direttive Euratom del 1989 e del D.Lgs. del 1995, il Governo Berlusconi nel 2006 fece un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (il n. 44/2006), in cui diceva proprio questo, cioè che l'informazione doveva essere data solo dopo.
Giustamente Ferrentino dice: "Cosa può sapere un povero Sindaco, un piccolo Sindaco di un paesino di una valle alpina, se non lo informano prima? E, se addirittura gli dicono di informare dopo, come può fare come massima autorità sanitaria ad informare in caso di incidente?" Quindi devono essere fatte esercitazioni, piani di evacuazione, ecc. Stiamo parlando di cose serie!



(Commenti del Consigliere Fermentino)



BONO Davide

Io ho questa sensazione: che in Italia si considerino sempre il popolo e i cittadini - uso questo termine un po' d'antan - come dei fessi, come degli idioti a volte utili, soprattutto nel momento elettorale; nel senso che si blandiscono - e ovviamente non escludo neanche il Movimento 5 Stelle da questo ragionamento, visto che partecipiamo alle elezioni - e si dice loro "venite a votarci"; e poi dopo si trattano come delle persone che non sono capaci di intendere e volere: persone, cioè, alle quali se si dice "guardate che sul vostro territorio passa un convoglio nucleare" impazziscono e si mettono a saccheggiare e devastare le case, le strade, le macchine delle loro città; e quindi non può più transitare il treno.
No! Perché un popolo civile e sano si costruisce anche e soprattutto grazie alla trasparenza e alla partecipazione: la trasparenza, il rispetto e il riconoscimento delle persone porta anche ad un'educazione e ad una civiltà del popolo e dei cittadini.
Si devono semplicemente dare indicazioni e dire che in un transito come noi abbiamo riportato, sentendo i nostri tecnici (quelli della controparte, che noi abbiamo portato innanzi al TAR e al Consiglio di Stato, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell'Ambiente e anche alla Regione Piemonte) - il rischio è minimo; meno che minimo: infimo. Può essere dello 0,001%, perché ovviamente i convogli sono predisposti per evitare l'irraggiamento, sono tutelati nel senso che sono scortati dalle Forze dell'ordine, ecc. Però un minimo di rischio c'è non è che si può escludere: non si può escludere niente, neanche che si esca dal Consiglio e ci cada una tegola in testa o un meteorite (si fa di solito questo riferimento).
Credo invece che su questo dobbiamo essere chiari, se è vero che la Francia ha interrotto i transiti delle scorie nucleari. Dovevano terminare entro il 2112 ma poi, tra una storia e l'altra, abbiamo visto che - un po' a causa delle interruzioni dovute al fatto che, non avendo informato i cittadini, ci sono state manifestazioni - siamo già al 2014 e mancano ancora, se non sbaglio, sette convogli nucleari per portare le ultime scorie in Francia. E poi la Francia, e veniamo al merito della mozione giustamente, si interroga: ma l'Italia riuscirà ad individuare un deposito nazionale e ad iniziare a realizzarlo? Guardate che la storia che ha accennato brevemente prima il Consigliere Andrissi è vera. Ci ricordiamo tutti Scanzano Ionico nel 2003! La frase del Consigliere Gariglio ci ha fatto un po' sobbalzare prima: "Visto che noi contestiamo tanto il fenomeno NIMBY in Val di Susa per il TAV, invece in questo caso dobbiamo 'essere NIMBY"! Noi non la pensiamo assolutamente così; né il Movimento 5 Stelle né le persone del movimento No TAV: non fanno un ragionamento localistico del tipo "non me lo fate nella mia valle, nella mia area e prendetevelo voi che tanto chi se ne frega"; e neanche il ragionamento, che non so se andasse in questa direzione, del collega Marrone che diceva: in Francia ci sono le centrali nucleari e allora, tanto vale, potevamo farle anche qua.
No! Perché io sarei per spegnerle anche in Francia.
E' vero, infatti, che se scoppia una centrale nucleare in Francia la nube ce la prendiamo noi, esattamente come ce la siamo presa da Chernobyl.
In Giappone la ricaduta dei contaminanti nucleari è su tutto l'Oceano Pacifico, eh: non pensiate che noi non mangiamo, nell'era della globalizzazione, pesce del Pacifico, non sapendo quindi cosa mangiamo! La logica, dunque, dev'essere veramente altruistica. Occorre ragionare e dire a tutto tondo, a livello planetario, quello che si deve fare.
La scelta nucleare, quindi, è una scelta sbagliata, ma poi il deposito nucleare noi lo dobbiamo individuare lo stesso; e - hanno detto bene sia il collega Gariglio sia il collega Picchetto - noi abbiamo bisogno, poi, di individuare i depositi anche per i farmaci: i radionuclidi, i radiofarmaci e tutti i residui ospedalieri. Si deve fare.
Però riusciremo a farlo? Sarà la volta giusta? Ricordo che negli ultimi tre anni sono uscite diverse notizie a proposito di Sogin che aveva già individuato le aree idonee. Ricordo che devono essere aree ad un tot di distanza da Comuni, da ferrovie, da infrastrutture, non in aree sismiche, lontani da vulcani (non ne abbiamo tantissimi, ma ci sono), sotto una certa altitudine, eccetera.
Poi, il Governo Berlusconi, che sapeva che era in procinto di cadere pensando che si sarebbe andati ad elezioni (poi le lezioni non ci furono grazie al nostro "fantastico" Presidente della Repubblica Napolitano, che ci aiuta sempre nelle situazioni di difficoltà, con una sottile ironia) ha bloccato il procedimento, per non individuare le aree, altrimenti avrebbe perso le elezioni in quelle Regioni in cui avrebbe individuato il deposito unico nazionale.
Concludo, anche perché non vorrei abusare del tempo a disposizione, dal momento che ci eravamo dati le ore 19 come tempo massimo e spero che non sforeremo ulteriormente.
La mozione è sicuramente interessante, utile e valida, tuttavia, vorr poi vedere, quando le Regioni che si sa già che sono state individuate (Basilicata, Toscana, Lazio e Veneto), di cui tre sono a guida del centrosinistra, se il discorso che faceva il Consigliere Gariglio non tanto aulico, non tanto nobile, cioè del NIMBY (not in my back yard), quindi non in Piemonte, ma da qualche altra parte, anche se poi in Lazio, Toscana, in Basilicata e in Veneto non succede la stessa cosa, abbia un senso.
Quindi, o usiamo la testa e chiedo scusa, non perché la usi soltanto io, o solamente il Movimento 5 Stelle, non lo penso, ma dico questo: l'Italia e gli italiani in generale, facciano le cose fatte bene, compresa l'informazione nucleare, altrimenti questo problema non si risolverà mai.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
All'inizio avevamo dato la disponibilità perché si era pensato, con il consenso dell'Aula, di mettere in votazione la mozione, ma ho altri due interventi che, chiaramente, non posso autorizzare.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Chiedo scusa. Un attimo di pazienza, perché queste cattive interpretazioni si possono ripercuotere in momenti futuri.
Sull'ordine dei lavori non posso dare la parola, non possiamo aprire nessuna discussione in questo momento. Tutti i Consiglieri hanno il diritto di intervenire, ma ora non c'è assolutamente lo spazio per votare la mozione e, pertanto, devo dichiarare chiusa la seduta. Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.13)



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