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Dettaglio seduta n.49 del 24/02/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


MOLINARI GABRIELE



(I lavori iniziano alle ore 14.33 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 326 presentata dal Consigliere Ferrentino, inerente a "Contingentamento del traffico pesante sulla A 32 del Frejus in previsione dell'apertura al transito del raddoppio del traforo"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
326, presentata dal Consigliere Ferrentino, che ha la parola per l'illustrazione.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Ho presentato anche un ordine del giorno sullo stesso tema, ma le caratteristiche di urgenza sono dettate dall'adozione della delibera di Giunta del 16 febbraio 2015. Per questo motivo ho presentato quest'interrogazione a risposta immediata.
La riflessione parte dalla convenzione delle Alpi delle '95, poi recepita dal Governo italiano, che prova a limitare il superamento delle Alpi con mezzi su gomma.
Il traforo del Frejus - il Traforo T4 del Frejus - è uno dei pochi trafori alpini che non prevede alcuna misura di contingentamento dei transiti, nell'applicazione di un sistema di tassazione, finalizzata alla riduzione dell'impatto ecologico e socio-economico; né può essere minimamente cautelativo e sufficiente quanto sostiene la società gestore la SITAF, sul passaggio di un mezzo pesante ogni 150 metri, con un limite orario di 70 chilometri sotto i dodici chilometri del tunnel.
Tutto questo non rappresenta assolutamente una limitazione. E' ovvio che senza una politica dei trasporti efficace, che miri a permettere il trasporto con mezzi alternativi alla gomma sull'asse Francia-Italia, è chiaro che il raddoppio previsto, che verrà messo in esercizio nel 2019 farà sì che questo attraversamento delle Alpi sarà l'unico, dell'intero arco alpino, senza alcuna forma di limitazione.
Il 3 dicembre 2012, il Governo italiano - Governo Monti - aveva trasformato la finalizzazione di questo tunnel da galleria di sicurezza in galleria di esercizio. Ovviamente tutti possiamo capire cosa sottende una decisione del genere.
Con la DGR del 16 febbraio 2015, la Giunta regionale ha espresso parere favorevole, anche se subordinata all'ottemperanza di molte prescrizioni alla realizzazione delle opere in variante necessarie alla trasformazione della destinazione d'uso della galleria di sicurezza in galleria di transito. Ho ritenuto che, in assenza di adeguate misure di contingentamento del traffico, il valico del Frejus sarebbe l'unico dell'intero arco alpino, ad avere una canna per ogni senso di marcia con un sistema di adduzione (tangenziale a quattro corsie e sistema autostradale a quattro corsie), senza alcuna limitazione relativa ai passaggi, comportando pertanto un impatto ambientale negativo per tutto il territorio.
Per questo motivo chiedo all'Assessore se non ritenga opportuno mettere in campo un'azione politica per tutelare l'impatto sul territorio valsusino; un'azione politica che dovrebbe essere mirata ad introdurre misure di contingentamento del numero massimo di mezzi pesanti in transito sulla A32, parametrando, per esempio, tale limite alla media dei mezzi nel triennio 2013-2014.
Confido molto sulla risposta dell'Assessore e sull'azione politica che la Regione Piemonte vorrà mettere in campo, non ritenendo assolutamente n utile né minimamente cautelante quanto dice la società di gestione, cioè che esiste già una forma di limitazione data dalla velocità sotto il tunnel e dall'intervallo tra un mezzo e l'altro di 150 metri.
Per conoscenza diretta so benissimo che, nel corso della giornata, per alcune ore questo non succede e quindi, se ci fosse un maggiore afflusso di traffico di mezzi pesanti al tunnel, questa attività di contingentamento non sarebbe assolutamente sufficiente.
Per questo motivo, dopo l'assunzione della delibera della Giunta regionale ho presentato questa interrogazione.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Balocco; prego.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Consigliere Ferrentino, il traforo autostradale del Frejus (T4) è assoggettato alle regole amministrative e tecniche fissate dalla Commissione Intergovernativa e dal Comitato di Sicurezza, quali organi stabiliti dalla Direttiva Europea 2004/54/CE recepita con il D.lgs 264/2006.
L'attuale conformazione del traforo richiede che per particolari differenze di pressione atmosferica ai due imbocchi siano necessarie interdizioni al traffico dei mezzi pesanti e bus, via via più stringenti fino alla completa chiusura del traforo.
Dette limitazioni comportano la necessità di stoccaggio dei mezzi pesanti lungo l'autostrada, e condizioni di traffico dettate di "stop and go" molto più inquinanti della normale circolazione continua, in quanto si è costretti a richiedere maggior potenza alle motrici dei mezzi pesanti per la fase di spunto.
Una percorrenza a senso unico di ciascuna canna permette, invece, di annullare l'interdizione sui mezzi pesanti.
Si fa presente che già nella riunione dell'11/10/2012, che lei citava è stato raccomandato un contingentamento dei mezzi pesanti (classi 3 e 4) pari a 4.200 veicoli/giorno ed annuale pari a 1.051.000 veicoli/anno quale somma cumulata delle due percorrenze (salvo i casi di chiusura dei collegamenti internazionali del Monte Bianco o di Ventimiglia) e che sarà ovviamente cura della Regione vigilare sull'introduzione di misure atte a contenere il traffico da parte della Commissione intergovernativa stessa.
La risposta per ora è interlocutoria, poi approfondiremo anche le nostre competenze al riguardo.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Immigrazione

Interrogazione a risposta immediata n. 327 presentata dalla Consigliera Baricco, inerente a "Contrasto al fenomeno dello sfruttamento di manodopera, c.d. 'caporalato'"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 327, presentata dalla Consigliera Baricco, che la illustra.



BARICCO Enrica

Grazie, Presidente.
Il fenomeno dello sfruttamento lavorativo della manodopera (soprattutto degli immigrati irregolari) colpisce diverse Regioni del nostro Paese, tra cui la Regione Piemonte.
Da una ricerca effettuata dalla FLAI (Federazione Lavoratori Agroindustria) nel 2014 emerge che gli occupati nel settore agro-alimentare nella nostra Regione, sia italiani che stranieri, sono oltre 70.000; di questi, circa 20.000 sono di origine straniera: 5.500 romeni, 2.300 albanesi, marocchini, polacchi, bulgari e indiani.
La provincia con il maggior numero di lavoratori stranieri occupati nel settore è Cuneo, con quasi 11.000 unità, poco più della metà del totale complessivo.
Per dare un'idea di insieme del fenomeno, a livello nazionale sono circa 400.000 i lavoratori (prevalentemente stranieri), che potenzialmente trovano impiego, di cui circa 100.000 presentano forme di grave assoggettamento dovuto a condizioni abitative-lavorative considerate estreme. Questi dati provengono dal Rapporto Agromafie e Caporalato effettuato dall'Osservatorio Placido Rizzotto per conto della FLAI.
Solo in termini di mancato gettito contributivo, il caporalato ci costa, a livello nazionale, più di 600 milioni di euro l'anno. Queste persone lavorano in condizioni di grave sfruttamento, costretti a vivere in tende di fortuna, con bagni chimici spesso fuori uso, e docce senza acqua calda, e pagati il 50% in meno del salario previsto dai Contratti Collettivi Nazionali e Provinciali di Lavoro, cioè circa 25-30 euro per una giornata che dura fino a 12 ore/lavorative.
Tenuto conto che la direttiva 2009/52/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2009 impone agli Stati di prevedere misure e sanzioni per prevenire e reprimere lo sfruttamento dei lavoratori stranieri in situazione di soggiorno irregolare, e considerato che in data 11 febbraio 2014 la Prefettura di Torino ha sottoscritto un "Protocollo d'intesa sul rafforzamento della collaborazione interistituzionale per l'analisi, la prevenzione e il contrasto al fenomeno della tratta degli esseri umani ai fini dello sfruttamento e intermediazione illecita della manodopera nei luoghi di lavoro in provincia di Torino", con il quale veniva riconosciuto lo status di "vittima" alla persona oggetto di sfruttamento, con la concessione di uno speciale permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale - a tal proposito, questo protocollo di intesa istituiva un Comitato di Studio e Coordinamento in materia di analisi e prevenzione al contrasto al fenomeno dello sfruttamento, e vorremmo sapere a che punto dei lavori è - si chiede agli Assessori competenti quali provvedimenti intendano adottare per contrastare e sradicare il fenomeno dello sfruttamento lavorativo dalle aree del territorio regionale. Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Cerutti; ne ha facoltà.



CERUTTI Monica, Assessore ai diritti civili e all'immigrazione

Grazie, Presidente e grazie alla Consigliera per aver posto all'attenzione dell'Aula un tema importante che spesso sale agli onori delle cronache in modo negativo e che però vede tutt'ora - non faccio fatica a riconoscerlo - ancora scarse politiche di effettivo contrasto a tutti i livelli.
Come già ricordato dalla Consigliera, il fenomeno del cosiddetto "caporalato" coinvolge purtroppo anche la nostra Regione, con alcune aree in particolare, come riportato nel Secondo Rapporto Agromafie e Caporalato redatto dall'Osservatorio Placido Rizzotto per la FLAI-Cgil.
Secondo le stime sono circa 400.000 i lavoratori che potenzialmente trovano un impiego tramite i caporali, di cui circa 100.000 presentano forme di grave assoggettamento dovuto a condizioni abitative e ambientali considerate paraschiavistiche, anche se negli ultimi anni le denunce sono sensibilmente cresciute.
Dall'introduzione nel Codice Penale del reato di caporalato (art.
603bis del Codice Penale) sono circa 355 i caporali arrestati o denunciati di cui 281 solo nel 2013.
Più del 60% dei lavoratori e delle lavoratrici costrette a lavorare sotto caporale - la maggior parte stranieri comunitari e non - non ha accesso ai servizi igienici e all'acqua corrente.
Più del 70% presenta malattie non riscontrate prima dell'inserimento nel ciclo del lavoro agricolo stagionale.
La mappa delle aree a rischio sfruttamento riporta, tra le criticità della nostra Regione, i comuni di Castelnuovo Scrivia, Bra, le Langhe e il Roero e il comune di Saluzzo, con livelli di gravità media-elevata sui territori indicati con una larghissima provenienza di lavoratori dall'Est Europa e dall'Africa.
La Regione Piemonte ha sottoscritto nel 2014 il Protocollo d'intesa sul rafforzamento della collaborazione interistituzionale per l'analisi, la prevenzione e il contrasto al fenomeno della tratta degli esseri umani ai fini dello sfruttamento e intermediazione illecita della manodopera nei luoghi di lavoro in provincia di Torino.
Riteniamo si debba, sulla base di questo primo anno di sperimentazione estendere la collaborazione a un livello territoriale più ampio coinvolgendo in particolare le altre aree del Piemonte a maggiore diffusione di attività a rischio sfruttamento lavorativo in agricoltura.
Mi permetto di sottolineare che questo protocollo riguarda anche altri campi di sfruttamento: in particolare, lo stiamo seguendo anche sul fronte della tratta delle persone utilizzate nell'ambito della prostituzione.
Dunque, anche questo ambito è oggetto di attenzione.
L'impegno che oggi mi sento di assumere è quello di verificare con la Prefettura di Torino gli effetti del protocollo nell'anno appena concluso (di cui non vi è ancora traccia relativamente al lavoro condotto), nella speranza di poter estendere ad altre Prefetture del Piemonte questo modello, coinvolgendo tutti i colleghi di Giunta per le competenze concorrenti (lavoro, agricoltura e politiche sociali).
Tra gli esempi positivi in questa direzione mi permetto di segnalare il protocollo firmato il 16 febbraio 2015 nella sede della Prefettura di Torino, con Libera ed il Comune di Ivrea denominato "Arance della legalità" in corrispondenza con lo storico carnevale.
A partire da quest'anno, ogni agrume che arriverà nel comune sabaudo per la celeberrima battaglia delle arance potrà essere utilizzato solo dietro certificazione che ne garantisca l'estraneità da pratiche di sfruttamento e neo-schiavismo.
Il protocollo prevede una mappatura dell'intera filiera degli agrumi che ogni anno vengono acquistati dalle squadre in gara nel carnevale, che a partire da oggi richiederanno alle aziende fornitrici una serie di documenti, tra i quali la certificazione antimafia e il bilancio aziendale relativo agli ultimi tre anni di esercizio.
Saranno le stesse associazioni a far presente alle aziende che, in mancanza di tali requisiti, si troveranno escluse dall'elenco dei fornitori. A farsi garante dell'intero processo sarà la Prefettura di Torino, che si occuperà di studiare i documenti e trasferirli alle autorità competenti e agli enti coinvolti nell'iniziativa.
Abbiamo voluto recepire questo ultimo esempio come modello da poter applicare anche per le altre filiere e nelle altre Province. Su questo c'impegniamo a continuare il lavoro, anche con la collaborazione - lo auspico - della collega Baricco.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Interrogazione a risposta immediata n. 331 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Tassa di circolazione veicoli storici"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 331, presentata dal Consigliere Graglia, che la illustra.



GRAGLIA Franco

Considerato che la legge di stabilità 2015 ha abrogato alcune disposizioni che esentavano il pagamento della tassa di circolazione per auto e moto di particolare interesse storico e collezionistico con vent'anni, l'esenzione però rimane per auto e moto di almeno trent'anni.
Siccome tale disposizione potrebbe costringere i proprietari a vendere o a rottamare tali veicoli per evitare di pagare il bollo, togliendo lavoro ai carrozzieri, con una perdita ipotizzata di due miliardi, oltre che di posti di lavoro, siccome alcune Regioni hanno invece mantenuto questa esenzione chiedo al Presidente della Giunta e all'Assessore competente di conoscere quali siano le intenzioni della Giunta rispetto all'applicazione in Piemonte delle disposizioni che hanno abolito l'esenzione dal pagamento della tassa di circolazione per i veicoli storici.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

La norma contenuta nella legge di stabilità, per potere essere attuata ha bisogno di essere recepita all'interno della legislazione regionale. Non avendola recepita, per il 2015, quindi, non verrà applicata in Piemonte.
Per quanto riguarda il 2016, valuteremo il tema all'interno di un riordino complessivo delle esenzioni, che oggi sono molteplici, rispetto alla tassa di circolazione.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 328 presentata dal Consigliere Andrissi, inerente a "Situazione discariche nell'ex area Teksid di Crescentino (VC)"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 328, presentata dal Consigliere Andrissi, che ha la parola per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
L'insediamento ex Fonderie Teksid a Crescentino risale agli anni '70.
E' stato un insediamento di una certa dimensione, considerando che erano più di 1.000 le persone impegnate nella produzione dei componenti in ghisa rivolti al settore automotive, ma il progressivo ridimensionamento ha portato alla chiusura nel 2008.
Lo stabilimento rappresentava un importante braccio dell'industria metallurgica con impianti di arrostimento o sinterizzazione di minerali metallici ed impianti destinati alla produzione di metalli ferrosi e non ferrosi.
L'area era costituita da più di 500.000 metri quadri di terreni, con circa 80.000 metri quadri di capannoni industriali, con infrastrutture quali il raccordo ferroviario privato per collegamenti al sito, una rete SNAM ad alta pressione e punti di presa dell'energia elettrica. Insomma uno stabilimento di una certa importanza.
Da tempo, gli abitanti di Crescentino sono preoccupati in merito alla presenza di una discarica non dichiarata sui terreni dell'ex stabilimento della Teksid. Diverse persone hanno confermato l'esistenza di tale discarica, indicandone con precisione posizione e composizione. Da quanto riportato, venivano conferite all'interno di tale porzione le anime della fonderia. Alcuni testimoni, con documentazione fotografica, hanno potuto verificare, grazie ad un escavatore, la presenza di uno strato profondo almeno 2 metri di terre rosse: in questo punto, il piano campagna risulta differire di almeno 3 metri rispetto al piano del sito.
Sappiamo che l'area è stata interessata negli anni da bonifiche di ripristino ambientale e che sono tuttora in corso processi per le morti bianche avvenute nello stabilimento della Teksid di Crescentino. Allora interroghiamo l'Assessore per conoscere la situazione completa circa le discariche presunte o comprovate presenti nell'ex area Teksid e per verificare se, appunto, vi è un'altra discarica da valutare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Il sito Teksid, del quale ha già parlato il Consigliere Andrissi, a Crescentino presenta due aree inserite nell'anagrafe dei siti contaminati indicate con i numeri 1939 e 2026. Inoltre, ci sono cinque discariche tutte chiuse - di cui tre per rifiuti non pericolosi e due per rifiuti inerti.
Parto dalle cinque discariche: due cosiddette vecchie discariche per rifiuti industriali, due discariche per rifiuti inerti e una discarica per rifiuti industriali non pericolosi. L'ultima che è sistemata, è stata dapprima adeguata agli obblighi della normativa in relazione alla dismissione dello stabilimento Teksid per terminare le operazioni di coltivazione nel luglio 2013. Successivamente c'è stata una visita ispettiva da parte della Provincia di Vercelli e dell'ARPA, nel novembre 2013. La Provincia ha disposto la presa d'atto, nel gennaio 2014, della chiusura della discarica, con conseguente avvio della fase di post gestione operativa trentennale della discarica stessa. La ditta Teksid ha provveduto al pagamento delle garanzie finanziarie previste in proposito. Pertanto anche quest'ultima discarica (la quinta) è da considerarsi, ad oggi, a tutti gli effetti chiusa ed in fase di post gestione operativa.
Invece, per quanto concerne i due siti contaminati (n. 1939 e n. 2026) il primo è un'area di ridotte dimensioni individuata all'interno di uno dei fabbricati industriali del perimetro dello stabilimento. La procedura di bonifica da parte del soggetto interessato è stata ricondotta a un procedimento di bonifica in forma semplificata ed è stata attivata anche a causa del superamento dei valori di concentrazione della soglia di contaminazione del suolo e delle acque sotterranee. L'intervento di bonifica del terreno e della falda, attuata da Teksid S.p.A., si è concluso ed è in corso di ultimazione il piano di monitoraggio post intervento.
Quindi il primo sito contaminato ha visto concludersi la bonifica.
Per quanto riguarda invece l'altro sito (n. 2026), anche in questo caso è un'area individuata entro il perimetro dello stabilimento. La procedura di bonifica da parte del soggetto interessato è stata attivata, anche qui a causa del superamento dei valori di concentrazione della soglia di contaminazione del suolo. Il provvedimento ha visto lo sviluppo delle indagini di caratterizzazione ambientale su tutta l'area industriale l'approvazione di un'analisi di rischio sito specifico ed in ultimo del progetto di bonifica con messa in sicurezza permanente su due comparti.
Questi interventi sono stati completati nel mese di agosto 2014, come da progetto, su una delle due aree oggetto di intervento ed inizieranno a breve i lavori di bonifica (capping) sulla seconda area, comparto D. I progetti sono stati presentati da ILVO S.r.l. e Teksid S.p.A.
Questo è lo stato dell'arte ad oggi.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 325 presentata dal Consigliere Valle, inerente a "Apertura della struttura 'Cascina Coste' messa a disposizione del Comune di Prunetto per la realizzazione di centro terapeutico polifunzionale"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
325, presentata dal Consigliere Valle, che ha la parola per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Con la deliberazione della Giunta regionale del 9 dicembre 2013 n.
426860, la Giunta regionale deliberava la realizzazione e la sperimentazione di una struttura con 20 posti letto per la cura delle patologie legate all'alimentazione, in particolare all'anoressia.
Era un procedimento che era già partito con una deliberazione addirittura del 2009 e che aveva poi portato a individuare questa struttura nel Comune di Prunetto. E' partita, a quanto mi consta, già la selezione del personale verso la fine del 2013, inizio 2014: ci chiedevamo quando aprirà la struttura.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
In merito all'interrogazione del collega, le risposte sono in alcuni punti sintetizzate. Provo a leggere.
Presso la struttura Cascina Coste di Prunetto è stato autorizzata dalla Regione Piemonte, nel dicembre 2013, la realizzazione di una comunità riabilitativa terapeutica per persone con un disturbo del comportamento alimentare, com'è stato ricordato.
Punto due. La delibera della Regione individuava l'ASL Cuneo 1 quale ente competente a rilasciare l'autorizzazione al funzionamento e stabiliva che la struttura autorizzata al funzionamento dovesse presentare alla Regione Piemonte istanza di accreditamento con il sistema pubblico.
Con delibera n. 159 dell'11 aprile 2014, L'ASL Cuneo1 ha autorizzato al funzionamento la struttura per 22 posti letto in via sperimentale per la durata di tre anni, subordinando l'autorizzazione stessa all'ottemperanza e alle prescrizioni formulate dalla Commissione di vigilanza.
Punto quattro. Con due determinazioni dell'11 luglio e del 1° agosto scorso, la Commissione di vigilanza, confermando l'autorizzazione richiedeva, per l'apertura operativa della struttura e conseguente accoglienza degli utenti, la realizzazione di alcuni lavori, che sono stati prescritti puntualmente.
Con successiva determinazione del 23 ottobre scorso, la Commissione vigilanza richiamata autorizzava la struttura ad accogliere l'utenza nel rispetto della normativa regionale di riferimento, richiedendo contemporaneamente l'ottemperanza delle residue prescrizioni - c'era ancora qualcosa da fare - indicando il tempo di 30 giorni.
La Commissione di vigilanza è rimasta in attesa di comunicazioni da parte della struttura di effettiva apertura per le successive verifiche o il successivo sopralluogo in corso di attività, comunicazione che ad oggi non risulta pervenuta. Quando ci sarà la comunicazione che è stato realizzato tutto ciò che è stato prescritto, quindi, riprenderà il procedimento per l'accreditamento definitivo.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 329 presentata dal Consigliere Campo, inerente a "Ulteriori nuovi costi per il nuovo ospedale di Verduno"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 329, presentata dal Consigliere Campo, che ha la parola per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
La storia dell'ospedale di Verduno, oramai tristemente nota, è una storia di costi lievitati in maniera incontrollata ed è degli scorsi 15 giorni la notizia, apparsa sulla stampa, di un incontro tecnico in Regione in cui venivano stanziati 11 milioni e se ne prospettava la necessità di ulteriori 45-50, cifra che già ci stupiva avendo stimato il totale, come da documenti, in 172 milioni rispetto ai 124 iniziali.
Abbiamo poi trovato nei Bollettini ufficiali della Regione Piemonte due interessanti documenti: uno relativo ad un procedimento per una variante di adeguamento sismico, quando tale variante è già stata realizzata nel 2012 ed un altro relativo alla definizione di un progetto esecutivo per la viabilità di accesso all'ospedale. Ebbene, queste due novità non ci risultano incluse nei lavori, come da documento di quadro economico della fine del 2013.
Di conseguenza ci chiediamo e chiediamo all'Assessore se, appunto, si prevedono ulteriori nuovi costi e la quantificazione degli ulteriori nuovi costi per queste due attività.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore all'edilizia sanitaria

L'architetto Bianco, che è il RUP del progetto del nuovo ospedale di Verduno, fa sapere che, per quanto riguarda il progetto di realizzazione del collegamento viario del nuovo ospedale, questo non avrà ripercussione dirette sul quadro economico citato nella question time, essendo oggetto di procedimento specificatamente inerente alla viabilità, con relativo quadro economico.
Per quanto riguarda la variante per il miglioramento delle strutture del nuovo ospedale alle sollecitazioni sismiche, conseguente alle nuove disposizioni e alle normative intervenute in corso d'opera, quota-parte dei maggiori costi e, nello specifico, quella citata nell'interrogazione in euro 2.311.048,05 per lavori e 605.087,12 per spese tecniche, è già ricompresa nel quadro economico citato nell'interrogazione stessa.
A completamento del progetto di variante rimane da finanziere l'importo di 2.204.020,45 euro che integreranno il quadro economico complessivo della realizzazione dell'ospedale.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 330 presentata dal Consigliere Bertola, inerente a "Affidamento del servizio di manutenzione, assistenza tecnica e noleggio di tecnologie informatiche delle AO: Ordine Mauriziano di Torino, ASL TO3 e ASL TO1"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'ultima interrogazione a risposta immediata, la n. 330, presentata dal Consigliere Bertola, che ha la parola per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie.
Il titolo è piuttosto didascalico: chiediamo appunto chiarimenti relativamente a quest'affidamento del servizio di manutenzione.
In relazione a questo, chiediamo come la Giunta regionale, alla luce delle considerazioni che fra poco faremo, intenda portare avanti quest'iniziativa in osservanza della necessità della revisione della spesa.
Questa gara, infatti, ha evidenziato appunto parecchie criticità.
Tra l'altro siamo quanto mai dentro la notizia, perché ci siamo interessati a questo tema in tempi non sospetti; abbiamo approfondito alcune questioni ed è notizia di questa mattina che c'è anche un'indagine della magistratura: questa mattina c'è stata un'irruzione nell'ASL TO1. Io vedrò quindi di esporre la questione essendo il più delicato possibile, dal momento che ci sono delle persone interessate dall'indagine.
Siccome, tra l'altro, il testo e la questione sono molto complessi visto che l'Assessore non è stato in grado di verificare in tempo la documentazione, noi siamo disponibili a fargli notare punto per punto le criticità della gara in oggetto.
Riassumendo, il CSI non viene utilizzato; SCR non viene utilizzata CONSIP non viene utilizzata; l'Area di coordinamento acquisti è parzialmente utilizzata (solo tre delle quattro aziende in gara); non c'è alcun riferimento alla dematerializzazione cartacea; nell'ASL TO3 chi subentra con la fornitura paga 750.000 euro in 12 mesi all'attuale fornitore, in base ad un contratto che non risulta in essere. La gara quindi, sta andando in una direzione opposta a quanto previsto dalla pianificazione regionale perché, nonostante i grandi richiami ai temi che hanno caratterizzato anche i dibattiti più recenti sulla spending review dalle economie di scala, alla necessità di condividere soluzioni già realizzate, alle indicazioni di avvalersi del CSI Piemonte per il coordinamento delle iniziative che attengono l'informatica e le telecomunicazioni nei settori pubblici di competenza e di SCR per gli acquisti di beni e servizi per la Pubblica amministrazione (comprese le ASL) - tutto sta procedendo esattamente come prima.
Anche le Aree di coordinamento acquisti, come dicevo, non funzionano nella gara in oggetto, perché il San Luigi ha aderito alla convenzione CONSIP e ogni Azienda sanitaria procede un po' per conto suo, associandosi al massimo con il vicino, senza tenere in alcun conto gli esiti del dibattito che recentemente, appunto, si è svolto.
Intorno ai due soggetti che abbiamo citato, nei comportamenti concreti e nelle scelte di ogni giorno non si trova traccia dell'applicazione dei buoni auspici di cui ogni tanto troviamo traccia nei dibattiti e nei documenti ufficiali.
In riferimento alla dematerializzazione, oltretutto, a distanza di 15 anni dalla prima versione del Codice dell'amministrazione digitale, ci sorprendono i numeri relativi alle stampanti che le tre Aziende dichiarano nella descrizione dell'hardware di competenza. Il Mauriziano ne avrebbe 761: da questo risulta una densità degli apparati di stampa pari all'88 dei desktop, che sono 864 (quasi uno per ogni operatore); l'ASL TO2 ne dichiara 2.556, il 90,6% del totale dei PC; l'ASL TO1 ne dichiara 1.581 corrispondente ad una densità di stampanti di circa il 75% rispetto alle postazioni. E sappiamo bene che bisogna organizzare, per ogni sezione delle isole di stampa e non prevedere una stampante per ogni operatore.
A seguito di nostre osservazioni inviate ai soggetti interessati ognuna delle Aziende partecipanti alla gara ha confermato nel merito, per quanto non abbia approfondito, le riserve e le perplessità che abbiamo evidenziato.
Nel bando si sostiene poi che la pubblicazione "Accordo quadro CONSIP" sarebbe stata considerata, ma che l'esito sarebbe stato di molto al di sopra di quanto.



PRESIDENTE

Consigliere Bertola, mi permetto di interromperla solo un secondo per dirle che siamo quasi a cinque minuti e semplicemente per invitarla a contingentare i tempi. Grazie.



BERTOLA Giorgio

Sì, chiedo scusa, ma era una questione molto complessa. Chiudo in meno di un minuto.
Il mancato utilizzo della piattaforma CONSIP indica praticamente un'errata interpretazione del funzionamento dell'accordo quadro. Tra l'altro, il lotto relativo all'ASL TO3 desta particolare preoccupazione perché chi subentra dovrà pagare 750.000 euro in 12 mesi all'attuale fornitore per subentrare a un contratto che, a quanto abbiamo capito, non c'è.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Bertola.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
La mia risposta è frutto di una serie di informazioni che ho raccolto e che fornirò al collega. Tuttavia, questa è anche un'occasione per aggiungere qualche considerazione e mi collego all'introduzione del collega Bertola facendo riferimento ai fatti da lui richiamati.
Per quanto riguarda le questioni specifiche, vorrei ricordare al collega che sicuramente sa e ai colleghi che sanno, che la normativa vigente attribuisce alle Aziende Sanitarie la piena autonomia gestionale per acquisire i beni e i servizi che necessitano per erogare attività a favore degli assistiti del Servizio sanitario, seguendo le procedure di legge in materia di affidamento nel rispetto del principio della buona amministrazione, ovvero dell'acquisizione della soluzione che è adeguata e che risulti economicamente più vantaggiosa. Quindi, l'autonomia è completa è totale e questo vuol dire anche la responsabilità è totale, per forza di cose.
Le Aziende Sanitarie, nell'esercizio delle prerogative che l'autonomia organizzativa e gestionale attribuisce loro, hanno la possibilità di ricorrere liberamente, facendo ricorso alle evidenze pubbliche rispettando rigorosamente il principio della buona amministrazione per identificare i propri fornitori secondo i principi di economicità, trasparenza, efficienza ed efficacia.
Ad oggi, le Aziende Sanitarie che intendono procedere con affidamenti di acquisizione di servizi, di manutenzione, di assistenza tecnica, di noleggio di tecnologia informatiche non devono acquisire preventivamente il parere dei servizi informativi sanitari. E' così. Lo dico non perché sono contento, ma è così.
La definizione dei requisiti tecnico-operativi previsti nei capitolati di gara, l'analisi della coerenza dei fabbisogni espressi, il parere sull'esito delle ricerche di mercato o delle proposte emesse dall'ente strumentale, la valutazione comparata degli aspetti tecnico-economici delle diverse soluzioni proposte sono tuttavia di esclusiva responsabilità delle Aziende Sanitarie.
La scelta di procedere con l'acquisizione di tecnologie informatiche a valle di una valutazione tecnica, operativa ed economica delle disponibilità del mercato a soddisfare il fabbisogno espresso dalle aziende interessate è un'esclusiva, anche questa, responsabilità delle Aziende Sanitarie.
La decisione di non aderire alla convenzione con CONSIP e di non assegnare il servizio all'ente strumentale (faccio notare che la dottoressa Torrenco è il membro nel C.d.A. nel CSI Piemonte, espresso dalla Sanità) a seguito di un'analisi tecnica, operativa ed economica del fabbisogno espresso dalle Aziende interessate è, anche questa, un'esclusiva responsabilità delle Aziende Sanitarie.
Le esigenze di disponibilità e le garanzie di continuità operativa in ambito sanitario non sono facilmente paragonabili con altre realtà della Pubblica Amministrazione, ma con prerogative di attività e organizzazione assai meno complesse e articolate.
Per quanto attiene a problematiche di scelta della procedura di gara si evidenzia che la Società di Committenza Regionale, SCR Piemonte (poi ci tornerò), non comprende nella programmazione 2015, in fase di formalizzazione da parte della Regione, la tipologia di gara in questione.
L'Azienda Sanitaria capofila ha già verificato la mancanza di soluzioni CONSIP e la possibilità di risultati più vantaggiosi in termini tecnici ed economici con procedure proprie.
In coerenza con i principi di revisione della spesa, di cui alla legge n. 135 del 2012, in linea con la riorganizzazione delle funzioni acquisti acquisizioni delle Aziende Sanitarie (deliberazione che abbiamo assunto nel luglio 2014) e coerentemente con i programmi operativi hanno individuato un sistema di gara aggregata, attraverso le aree interaziendali.
In sede di aggiudicazione provvisoria potrà essere verificata la congruità delle offerte in relazione anche a un virtuale interpello al CSI Piemonte, in coerenza con quello che prevede una deliberazione del 2 aprile 2014.
Credo che questi passaggi possano essere, spero, esaustivi da un punto di vista tecnico e confermino il buon operato delle Aziende Sanitarie che hanno l'autonomia. Lo ripeto.
Volevo soltanto aggiungere un elemento al tema di oggi, che mi pare una questione di una certa rilevanza.
Sicuramente, esiste un problema complessivo che il Presidente Chiamparino poco fa ha richiamato in qualche dichiarazione, del sistema delle gare d'appalto. Stiamo ricostruendo (possiamo dire così) un'organizzazione che ci permette di avere un maggiore controllo. In passato, all'interno dell'Amministrazione regionale -parlo di un passato molto antico, per la verità, forse, il collega Pichetto si ricorda esisteva un Ufficio di controllo dell'attività delle Aziende Sanitarie che poi, per motivi diversi, oggi non esiste più.
Stiamo istituendo, nella riorganizzazione degli Uffici regionali nell'Assessorato di nuovo una struttura che abbia questa competenza del controllo degli atti e delle procedure delle Aziende Sanitarie. Non è possibile, non ha senso gestire un patrimonio e una cifra di otto miliardi senza un minimo di controllo. Questo, ahimè, purtroppo non esiste, neppure per controllo degli atti che vengono forniti da parte dei revisori delle ASL. Quindi stiamo ricostruendo questa struttura. E' chiaro che mancano le competenze.
Nel frattempo, stiamo definendo meglio anche il ruolo di SCR, la legge lo prevede. Voi sapete che recentemente è stato eliminato il sistema duale che era motivo di confusione.
Inoltre, volevo aggiungere una considerazione, riprendendo una dichiarazione che è stata fatta, credo che ci sia un problema di responsabilità complessiva che prima ho richiamato.
Quando si tratta di atti e di procedure di carattere amministrativo delle gare d'appalto, dove c'è la competenza del Direttore generale e c'è una competenza ancora più forte del Direttore amministrativo, posso garantire quello che abbiamo detto in diverse occasioni: la scelta che abbiamo compiuto per quanto riguarda la selezione dei direttori, cioè di affidarci a valutazioni che non appartengono alla politica o ai partiti, di competenze alte, risponde a questo obiettivo, in sostanza. Inoltre, noi siamo dell'idea di cambiare completamente metodo su un'abitudine pessima che c'era in passato.
Quando anche i direttori amministrativi o i direttori sanitari erano frutto di una, come dire, ripartizione, intesa...
BONO Davide (fuori microfono) Lottizzazione.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Ecco! Perfetto! Da parte nostra possiamo garantire che nessuno, nessuno dell'Amministrazione regionale chiederà, spingerà o suggerirà quali sono i nomi che devono fare i direttori amministrativi e neppure i direttori sanitari. La responsabilità del direttore deve essere, come dire, completa e totale.
In questa vicenda che è stata richiamata, evidentemente occorrono persone che abbiano competenze e responsabilità. Non è certamente l'Assessorato regionale che è in grado di poter garantire un processo corretto: c'è un problema di responsabilità di carattere locale.
Credo che questa meccanismo, per quanto riguarda i direttori, con quella modalità che abbiamo indicato nella deliberazione, col fatto che non vogliamo interferire sulla scelta dei direttori amministrativi, insieme ad altre cose che sono state dette (SCR, il tema di CSI e soprattutto un servizio ispettivo), dovrebbe metterci perlomeno nelle condizioni di conoscere meglio una situazione che oggi all'Assessorato, purtroppo sfugge. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.19 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.24)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Barazzotto, Ferrari, Laus e Ruffino.


Argomento: Procedimento ed accesso atti amministrativi

Esame disegno di legge n. 77, inerente a "Disposizioni regionali in materia di semplificazione"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 77, inerente a "Disposizioni regionali in materia di semplificazione", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Su questo disegno di legge, sono previste per oggi tre ore di discussione e alle ore 18.30 discuteremo l'ordine del giorno sul VARA, così come è stato ipotizzato.
Il Consigliere Rostagno ha svolto la relazione di maggioranza, il Consigliere Bertola ha svolto la relazione di minoranza. Sono intervenuti i Consiglieri Gariglio, Sozzani, Vignale, Bono e Campo.
Essendo terminata la discussione generale, passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Non vi sono emendamenti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 4) presentato dal Consigliere Marrone: Nell'articolo 2 viene aggiunto il seguente comma: Art. 2 comma 1 bis: "1bis) Il comma 3 dell'art. 5 della l.r. 38/06 è abrogato".
Emendamento rubricato n. 5) presentato dal Consigliere Marrone: Nell'articolo 2 viene aggiunto il seguente comma: Art. 2 comma 2, dopo le parole "del d.lgs. 59/2010", sono aggiunte le seguenti: le parole "e del corso di formazione obbligatoria per gli operatori in attività di cui al comma 3" sono soppresse.
La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Posso illustrare i due emendamenti congiuntamente, poiché l'argomento è il medesimo. Poiché è un testo sulla semplificazione, va a intervenire per sgravare i pubblici esercenti da un obbligo che noi ritenevamo vessatorio già dalla scorsa legislatura.



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, fate la cortesia di lasciar lavorare il Consigliere Marrone.
Prego, Consigliere.



MARRONE Maurizio

Leggo il testo: "I titolari di esercizi in attività o loro delegati hanno l'obbligo di frequentare, per ciascun triennio, un apposito corso di formazione sui contenuti delle norme imperative in materia di igiene sanità e sicurezza".
Questo è un obbligo previsto per legge regionale in capo agli esercenti pubblici e noi riteniamo che un corso di aggiornamento professionale ogni tre anni sia un onere piuttosto pesante, anche perché i corsi messi in campo dalle organizzazioni di categoria sono sempre a titolo oneroso prendono tempo e soldi in un momento in cui di sicuro gli esercenti vedono un po' per la tassazione sui rifiuti, un po' per altre motivazioni, una particolare difficoltà di esercizio delle loro attività.
Riteniamo che, in un ambito di semplificazione, di deregulation, questa sia una misura che, senza avere alcun impatto sulla qualità del servizio, va a sgravare gli esercenti di un onere tutto sommato inutile e burocraticamente abbastanza fastidioso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ritengo, proprio partendo dal titolo del disegno di legge "Disposizioni regionali in materia di semplificazione" - che questa sia una misura importante.
Ricordo che, dopo l'abolizione, a livello nazionale, del REC, inserimmo noi - come Consiglio - una legge regionale che presentava due aspetti: l'ottenimento dei requisiti professionali e l'obbligatorietà relativamente all'aggiornamento triennale.
Riguardo al primo, c'è una finalità che può anche essere comprensibile anche se va detto che gran parte delle attività non necessitano dei corsi di formazione professionale, ed è un'infausta Direttiva Europea che li sta facendo fare a moltissime persone che svolgono anche da trent'anni un'attività; in realtà, molte altre non necessitano né di una verifica dei requisiti né di un loro aggiornamento, pertanto ritengo che, nell'ottica della semplificazione, questa sia certamente una misura utile.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per il parere della Giunta regionale.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Il parere della Giunta sugli emendamenti è contrario, perché riteniamo che alcune di queste attività formative siano svolte a tutela del consumatore. Non di meno, valgono le considerazioni che i Consiglieri Marrone e Vignale hanno fatto.
Il tema vero su cui intendiamo lavorare è quello di ridurre l'attività di formazione triennale agli elementi essenziali e a ciò che è utile anche per tutelare il consumatore, perché in effetti il rischio può essere quello di portare avanti attività formative che non siano strettamente necessarie e, come tali, rappresentano anche un costo economico.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 125) presentato dalla Giunta regionale, a firma del Vicepresidente Reschigna: l comma 1, dell'articolo 3 (modifiche dell'articolo 6 del d l.r. 38/2006) le parole: "entro un termine non superiore ai sessanta giorni dalla data di ricevimento entro il quale le domande si intendono accolte se non viene comunicato il provvedimento di diniego" sono soppresse.
La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

L'emendamento sopprime le parole "entro un termine non superiore ai 60 giorni dalla data di ricevimento entro il quale le domande si intendono accolte se non viene comunicato il provvedimento di diniego".
Tale emendamento è motivato dal fatto che, sulla base della pronuncia della Corte Costituzionale delle più recenti tendenze a livello statale, le disposizioni relative ai requisiti professionali di accesso per tutti i servizi rientranti nell'ambito della direttiva, e fra questi il commercio interno, afferiscono alla competenza in materia di professione regolamentate riservata allo Stato.
Per evitare conflitti di competenza con la legislazione statale, viene proposto l'emendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 125.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Emendamento rubricato n. 126) presentato dalla Giunta regionale, a firma del Vicepresidente Reschigna: "Il comma 2 dell'articolo 4 è sostituito dal seguente: 2. Il comma 1 dell'articolo 9 della l.r. 38/2006 è sostituito dal seguente.: 1. L'apertura e il trasferimento di sede degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande al pubblico, comprese quelle alcoliche di qualsiasi gradazione, sono soggetti a segnalazione certificata di inizio di attività (SCIA) ai sensi dell'articolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241, da presentare allo sportello unico per le attività produttive (SUAP) competente per territorio. L'apertura e il trasferimento di sede degli stessi esercizi di somministrazione sono soggetti ad autorizzazione rilasciata dal comune competente per territorio, tramite il SUAP, solo nelle zone soggette a tutela ai sensi dell'articolo 64, comma 3 del D.Lgs.
n. 59/2010 come individuate ai sensi dell'articolo 8".
La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

E' un emendamento che sostituisce il comma 2 dell'articolo 4, che interviene al comma prima dell'articolo 9 della legge regionale n. 38.
Tale riscrittura rende più chiara la norma. La necessità di riscriverlo in tal senso è emersa anche da alcune osservazioni, non ultima quella pervenuta dal Comune di Pinerolo, che evidenziava la poca chiarezza della nuova formulazione dell'articolo 9 della legge regionale n. 38 del 2006 per cui viene proposta una riformulazione che toglie equivoco alla norma.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 126.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 4, come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Emendamento rubricato n. 131) presentato dai Consiglieri Berutti, Ruffino Sozzani, Graglia, Vignale, Pichetto Fratin, Porchietto: L'articolo 5, del disegno di legge n. 77, è soppresso.
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Questo emendamento propone la soppressione dell'articolo 5.
L'articolo richiama l'esercizio temporaneo dell'attività di somministrazione e si propone di adeguare l'articolo 10 della legge n. 38 con il quale non sono più richiesti requisiti professionali per l'esercizio temporaneo dell'attività di somministrazione in occasione di sagre, fiere manifestazioni religiose tradizionali e culturali.
Secondo noi dovrebbero rimanere i requisiti professionali, in quanto c'è di mezzo la sicurezza alimentare, e anche per creare una discriminazione tra i lavoratori del settore. E' vero, va bene semplificare, ma quando c'è di mezzo l'aspetto alimentare, credo che una considerazione in questi termini vada fatta.
Va bene tutto l'aspetto di sburocratizzazione o di snellimento, ma dove entra in gioco un aspetto che può avere delle ripercussioni, perch sappiamo tutti la massa di gente che gira intorno a questo tipo di situazioni. La nostra proposta, quanto meno, era di intervenire su questo aspetto.
La proposta di abrogazione totale può anche essere rivista.
Ho notato che c'è anche un altro emendamento, ma vediamo cosa dice il Vicepresidente.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 127) presentato dalla Giunta regionale, a firma del Vicepresidente Reschigna: Il comma 2 dell'articolo 5, è sostituito dal seguente: il comma 1 dell'articolo 10 della l.r. 38/2006 è sostituito dal seguente: "1. L'attività temporanea di somministrazione di alimenti e bevande in occasione di sagre, fiere, manifestazioni religiose, tradizionali e culturali o eventi locali straordinari, è avviata previa segnalazione certificata di inizio attività, da presentare allo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) del comune competente per territorio, priva di dichiarazioni asseverate ai sensi dell'articolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241, e non è soggetta al possesso dei requisiti previsti dal comma 6 dell'articolo 71 del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59".
La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Di fatto, l'emendamento presentato dalla Giunta non fa altro che aggiungere le parole "Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) del comune competente per territorio", altrimenti la norma rischiava di essere indeterminata.
Il parere sull'emendamento n. 131) è negativo per questa ragione. Il possesso dei requisiti sanitari per lo svolgimento di queste attività deve essere rispettato. Quello che non viene rispettato - mi riferisco alle tante manifestazioni folcloristiche che avvengono in giro per il Piemonte è che molte volte i comitati si trovano in grossa difficoltà nell'esercitare questo tipo di attività e devono rifarsi a prestito di licenze possedute da altre attività di pubblico esercizio.
Sotto quest'aspetto, pur mantenendo che gli ambienti dentro i quali si svolgono devono rispettare i requisiti, la norma va incontro ad un'obiettiva difficoltà, ragion per cui sulla soppressione diamo parere negativo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 131) sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 127).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Emendamento rubricato n. 128) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Reschigna: "L'art. 7 del disegno di legge n. 77 modifica il comma 1 dell'art. 16 della l.r. 38/2006, prevedendo il divieto di prosecuzione dell'attività di somministrazione nel caso in cui questa sia soggetta a SCIA. Pertanto, si propone l'abrogazione del comma 2 dell'art. 16 della l.r. 38/2006, in quanto si ritiene che la stessa sia pleonastica".
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

L'articolo 7 del disegno di legge n. 77 modifica il comma 1 dell'articolo 16 della l.r. 38/2006, prevedendo il divieto di prosecuzione dell'attività di somministrazione nel caso in cui questa sia soggetta a SCIA. Pertanto, si propone l'abrogazione del comma 2 dell'articolo 16 della l.r. 38/2006, in quanto si ritiene che la stessa sia pleonastica.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non essendoci richieste di intervento, mettiamo in votazione l'emendamento.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 128).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo n. 8, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Emendamento rubricato n. 6) presentato dal Consigliere Marrone: L'art. 9 (modifiche all'articolo 16 bis della l.r. 38/2006) è sostituito dal seguente: "art. 9 (modifiche all'articolo 16 bis della l.r. 38/2006).
L'art. 16 bis della l.r. 38/2006 è abrogato".
L'emendamento è dato per illustrato dal proponente.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 9, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Emendamento rubricato n. 129) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Reschigna: Dopo il comma 1 dell'articolo 21 della l.r. 38/2006) è aggiunto il seguente: "1bis. Il comune ordina la chiusura immediata di un esercizio di somministrazione di alimenti e bevande in caso di svolgimento dell'attività in modo abusivo".
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Aggiunge un comma, in cui l'amministrazione comunale provvede a determinare la chiusura immediata di un esercizio di somministrazione di alimenti e bevande in caso di svolgimento dell'attività in modo abusivo.



PRESIDENTE

Se non ci sono interventi, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 129).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 10, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Emendamento rubricato n. 2) presentato dal Consigliere Benvenuto: Dopo il comma 1 dell'art. 12 del disegno di legge 77 è aggiunto il seguente: "1 bis. Dopo l'articolo 6 della legge regionale del 13 novembre 1999, n. 28 (disciplina, sviluppo ed incentivazione del commercio in Piemonte, in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114), è inserito il seguente: Art. 6 ter (Commercio in forma itinerante) L'esercizio dell'attività di commercio su aree pubbliche in forma itinerante deve essere svolto in modo tale da differenziarsi dal commercio su aree pubbliche con posteggi e può essere svolto su qualsiasi area pubblica non interdetta dal Comune purché: lontano almeno duecentocinquanta metri dall'area mercatale con posteggi lontano almeno cento metri da ospedali, cimiteri, case di cura, scuole e luoghi di culto, salvo esplicito permesso rilasciato dal Comune.
E' consentita la sosta per il tempo strettamente necessario per servire il consumatore, fino ad un massimo di due ore nello stesso posto, con successivo spostamento, di almeno duecentocinquanta metri.
L'operatore può esercitare l'attività in forma itinerante con qualsiasi mezzo, purché l'attrezzatura di vendita e la merce non siano poste a contatto con il terreno, la merce non sia esposta su banchi collocati a terra e siano rispettate le norme sanitarie vigenti e il rinnovo annuale VARA, di cui alla DGR 20-380 del 26/07/2010.
E' vietato il commercio su aree pubbliche in forma itinerante nei centri storici dei comuni con popolazione superiore ai quindicimila abitanti salvo apposito nulla osta rilasciato dal comune solo per particolari manifestazioni o eventi.
La sanzione prevista per l'inosservanza dei commi a), b) e c) consiste nella sospensione del titolo autorizzativi e nel ritiro immediato della merce da parte della Polizia Municipale".
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Benvenuto in qualità di Consigliere per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
Questo emendamento tocca la regolamentazione del commercio in forma itinerante. Abbiamo raccolto informazioni da parecchie persone che lavorano nel settore, sia di chi si occupa del commercio in forma itinerante sia di chi si occupa della parte legata ai posteggi.
Serve una regolamentazione per questo settore, che anche i Comuni richiedono, quindi da questo nasce l'opportunità di inserirlo nel disegno di legge 77 sulla semplificazione.
Per entrambe le categoria che toccano questo tipo di settore potrebbe essere un ottimo strumento.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci richieste di intervento, la parola all'Assessore De Santis per il parere della Giunta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore al commercio Grazie.
Il parere della Giunta è contrario perché l'emendamento contrasta con le norme generali sulla concorrenza, definite dalle direttive comunitarie e dall'articolo 117 della Costituzione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 12, nel testo originario.
Il Consiglio approva.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi del Liceo classico "Lagrangia" di Vercelli


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe IV ginnasio del Liceo classico "Lagrangia" di Vercelli in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Procedimento ed accesso atti amministrativi

Esame disegno di legge n. 77, inerente a "Disposizioni regionali in materia di semplificazione" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 77, inerente a "Disposizioni regionali in materia di semplificazione", di cui al punto 4) all'o.d.g.
ARTICOLO 12 bis Emendamento rubricato n. 130) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Reschigna.
Dopo l'articolo 12 è inserito il seguente: "Art. 12 bis (Sostituzione dell'art. 14 della l.r. 28/1999) 1. L'articolo 14 della legge regionale 12 novembre 1998, n. 28 (Disciplina sviluppo ed incentivazione del Commercio in Piemonte, in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114) è sostituito dal seguente: '1. Le vendite di fine stagione riguardano i prodotti di carattere stagionale o di moda, suscettibili di notevole deprezzamento se non vengono venduti entro un certo periodo di tempo.
2. La Giunta regionale, in attuazione degli indirizzi della Conferenza Stato-Regioni, di cui al decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 (Definizione ed ampliamento delle attribuzioni della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni, e le Province autonome di Trento e Bolzano ed unificazione, per le materie ed i compiti di interesse comune delle Regioni, delle province e dei comuni, con la Conferenza Stato-città ed autonomie locali), fissa annualmente le date di avvio delle vendite di fine stagione invernali ed estive. I comuni a partire da tali date fissano annualmente la durata delle vendite di fine stagione fino ad un massimo di otto settimane anche non continuative, per ciascun periodo.
3. L'esercente che intende effettuare la vendita di fine stagione deve renderlo noto con cartello apposto nel locale di vendita ben visibile dall'esterno, almeno tre giorni prima della data prevista per l'inizio delle vendite, indicando il periodo di svolgimento, individuato ai sensi del comma 2 e l'osservanza delle modalità di svolgimento delle vendite di fine stagione stabilite dal comune a tutela dei consumatori, secondo le disposizioni di cui all'articolo 15.'".
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

È un emendamento che modifica l'articolo 14 della legge regionale 12 novembre 1998, n. 28, e riguarda una significativa semplificazione delle modalità di svolgimento dei saldi di fine stagione.
Anche a seguito di sollecitazione non solo del Comune di Torino ma anche di altri Comuni, in occasione del mese di dicembre dei saldi invernali in corso si è verificata l'opportunità di eliminare la comunicazione al Comune da parte dell'operatore e la sua sostituzione con la semplice apposizione di un cartello ben visibile dall'esterno dell'esercizio commerciale, tenendo conto che, nel rispetto dei limiti fissati dal Comune, l'esercente ha la facoltà di gestirsi i saldi in piena autonomia.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 130).
Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 13 Su quest'articolo insiste un numero discreto di emendamenti, la maggior parte dei quali è stata presentata dal Movimento 5 Stelle. Alcuni non sono stati considerati ricevibili, come l'emendamento rubricato n. 23).
Cominciamo con l'illustrazione degli emendamenti.
BONO Davide (fuori microfono) Presidente, possiamo chiedere cinque minuti di pausa?



PRESIDENTE

Certamente. I nostri lavori sono sospesi per qualche minuto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.59, riprende alle ore 16.18)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Cominciamo la discussione sull'articolo 13.
L'emendamento rubricato n. 23) non è ricevibile.
Emendamento rubricato n. 24) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Al comma 1 dell'articolo 13 del disegno di legge n. 77, dopo la parola "promuove", è aggiunta la parola "valorizza".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Si interviene solo per aggiungere una delle definizioni classiche delle competenze delle Regioni, che appunto promuovono e valorizzano.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 25) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 13 del disegno di legge n. 77 dopo la parola "valorizzare", sono aggiunte le parole "e stimolare".
Emendamento rubricato n. 26) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 13 del disegno di legge n. 77 dopo la parola "ambientali", è aggiunta la parola "paesaggistici".
Emendamento rubricato n. 27) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 13 del disegno di legge n. 77 dopo la parola "culturali", è aggiunta la parola "architettonici".
Emendamento rubricato n. 28) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 13 del disegno di legge n. 77 dopo la parola "esistente", sono aggiunte le parole "il riuso,".
Emendamento rubricato n. 29) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Alla lettera c) del comma 1 dell'articolo 13 del disegno di legge n. 77 dopo la parola "qualitativo", sono aggiunte le parole "e quantitativo".
Emendamento rubricato n. 30) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Al comma 2 dell'articolo 13 del disegno di legge n. 77, dopo la parola "classificazione", sono aggiunte le parole "e pubblicazione".
Gli emendamenti suddetti sono dati per illustrati dai proponenti.
Gli emendamenti rubricati n. 31), 32), 33) e 34) non sono ricevibili.
Prima di passare alla votazione dell'emendamento n. 24), chiedo il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Faccio prima a esprimere il parere su tutti gli emendamenti.
La Giunta dà voto favorevole agli emendamenti n. 26), 27) e 29); dà parere contrario a tutti gli altri.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 24), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 25), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 26), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 27). ), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 28), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 29), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 30), sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Prima di passare alla votazione dell'articolo 13, ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente solo per ricordare alcune delle valutazioni che abbiamo fatto sia in Commissione sia in Aula per quanto attiene alla discussione generale riguardante il Capo II, cioè il turismo, di questo disegno di legge sulla cosiddetta semplificazione.
Avevamo presentato anche una serie di emendamenti per trasformare questi articoli, di modo che non fossero una parte a se stante di questo provvedimento, ma facessero parte integrante - anzi, sostitutiva - della legge quadro sulla classificazione delle aziende alberghiere.
Troviamo infatti che espungere da questa legge quadro la classificazione alberghiera e farne una norma a sé stante all'interno di un disegno di legge sulla semplificazione non semplifichi nulla: complica anzi, la normativa e quindi crediamo non sia un buon servizio agli operatori della Regione Piemonte.
La maggioranza non ha voluto accogliere gli emendamenti modificativi in tal senso. Ne siamo dispiaciuti, anche sono stati approvati degli emendamenti che hanno migliorato alcune definizioni dell'articolo.
Per questo, quindi, daremo un voto di mera presenza. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono Indìco la votazione palese sull'articolo 13, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 L'emendamento rubricato n. 38) è stato giudicato irricevibile.
Emendamento rubricato n. 37) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Al comma 1 dell'art. 14 del disegno di legge n. 77, dopo le parole "servizi accessori" è aggiunto "alla persona".
Emendamento rubricato n. 36) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Al comma 1 dell'art. 14 del disegno di legge n. 77, dopo le parole "servizio di" è aggiunto "colazione,".
In accordo con i proponenti, diamo i due emendamenti per illustrati.
Gli emendamenti rubricati n. 35) e n. 39) sono stati giudicati irricevibili.
Emendamento rubricato n. 40), presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti: Al comma 3 dell'art. 14 del disegno di legge n. 77, le parole "40 per cento" sono sostituite da "30 per cento".
Emendamento rubricato n. 41), presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti: Al comma 3 dell'art. 14 del disegno di legge n. 77, le parole "40 per cento" sono sostituite da "35 per cento".
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie.
L'emendamento n. 40) richiederebbe un'uniformità di dotazione di camere provviste di servizio autonomo di cucina all'interno delle aziende alberghiere. Nell'articolo 14 si prevede il 40% per le aziende alberghiere e nell'articolo 16 si prevede il 30% per l'albergo diffuso.
Con quest'emendamento, quindi, chiederemmo alla Giunta o di spiegarci le motivazioni per cui le aziende alberghiere dovrebbero essere diverse dagli alberghi diffusi (proprio perché si chiamano "alberghi", con l'aggettivo "diffusi" affianco), oppure accogliere uno dei due emendamenti: o il 30% sia per gli alberghi in generale sia per gli alberghi diffusi, o il 40% in entrambi i casi, perché non vediamo la differenza per quanto riguarda le stanze dotate di servizio autonomo di cucina.



PRESIDENTE

Gli emendamenti rubricati n. 38) e n. 42) non sono ricevibili.
Prima di chiedere il parere della Giunta sull'insieme degli emendamenti che insistono sull'articolo 14, ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
C'è solo un aspetto che, per la verità, non abbiamo toccato in sede di discussione della Commissione. Nel merito, avevo anche predisposto un emendamento da presentare, ma sarebbe troppo articolato; però ci teniamo a citarlo.
All'interno dell'articolato della legge, soprattutto nel Capo che riguarda le semplificazioni in materia alberghiera, si citano tutta una serie di modalità ricettive. In questo caso, per esempio, si fa riferimento alla percentuale del 40% di unità abitative dotate di servizio autonomo di cucina.
Vi è un aspetto che noi crediamo andrà trattato e probabilmente abbiamo fatto male a non farlo in sede di Commissione, ma devo dire che il lavoro è stato complesso e quindi non facile, non avendo, a differenza della Giunta regionale, degli Uffici a disposizione che lavorano su questo tema: l'impossibilità di trasformare concessioni edilizie date per strutture alberghiere in concessioni date per uso residenziale. Purtroppo questo è quel che accade troppo spesso nella nostra Regione: nella nostra Regione cioè, troppo spesso vengono rilasciate delle concessioni edilizie che prevedono l'attività alberghiera, all'interno delle quali è previsto che, a dieci anni dal decorrere dell'attività alberghiera, qualora la stessa non abbia un ritorno economico sufficiente, queste strutture si possano trasformare in attività residenziali. Questo fa sì che - in particolar modo nelle aree montane, ma non solo - il Piemonte sconti un deficit di numeri di posti letto, sintetizzabile in numeri che, secondo un dato non recentissimo che raccolse l'Università di Torino, dicono che per un posto letto in Piemonte, ve ne sono sette in Val d'Aosta, 11 in Trentino, da 20 a 60 nelle vicine regioni francesi.
E' evidente che i posti letto portano economia; o, meglio, portano più economia delle seconde case. Consentire che un'attività alberghiera concessa in quanto tale venga poi trasformata in un'attività residenziale non porta certamente un beneficio alla nostra Regione. Si tratta però di un tema un po' complicato - perché vi sono molte situazioni di questo tipo anche in questo momento - ma che credevamo doveroso affrontare in questa sede, anche solo sotto forma di indicazione, per poi presentare una proposta di legge adeguata.
Faccio presente che dal 2013 al 2016 solo l'Alta Val di Susa perderà 2.000 posti letto per questo tipo di modalità di conversione da albergo in seconda casa. Evidentemente questo è un aspetto che deve farci riflettere sia sull'attività di pianificazione di un Piano regolatore che introduce quel tipo di costruzioni destinate a servizi e che invece diventano residenziali, ma soprattutto in termini di ritorno che ha un territorio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 37), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 36), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Gli emendamenti rubricati n. 35), 39) e 42) non sono ricevibili.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 40), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 41), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 14, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Emendamento rubricato n. 52) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Alla lettera a) comma 1 dell'art. 15 della disegno di legge 77: dopo le parole "box o parcheggio" sono aggiunte "delimitato da strisce anche non custodito" La parola al Consigliere Bono, per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo su una serie di emendamenti, mentre intervengo sul n. 52).
Siamo sull'articolo 15, comma 1, lettera a), riguardante i motel esercizio ricettivo che fornisce il servizio di autorimessa con box o parcheggio.
Noi chiederemmo di aggiungere "delimitato anche non custodito", per l'importante è che sia delimitato da strisce, per tanti posti macchina o imbarcazioni.
Chiederemmo, innanzitutto, di ritirare gli emendamenti dal 44 al 50 tranne il 49) perché, da Codice della strada, sostituiremmo "macchina"...



PRESIDENTE

Consigliere Bono, sa che l'emendamento n. 48) era stato dichiarato ricevibile, giusto per chiarire.



BONO Davide

Sì, ma ci siamo accordati prima con gli Uffici.
Dicevo che, da Codice della strada, la definizione corretta è "autoveicolo". Quindi terremmo il n. 49) con la definizione di autoveicolo e aggiungeremmo anche "motoveicolo", che è relativo all'emendamento n. 51).
Tutte le altre definizioni sono pletoriche e non se ne ha particolarmente bisogno.
Uso il minuto ancora a disposizione.
Per quanto riguarda l'albergo diffuso, noi rinviamo la discussione all'articolo 16. Lo valutiamo un po' come un doppione, nel senso che introdurre l'albergo diffuso come lettera a un comma dell'articolo 15 e poi riprenderlo con specificazione all'articolo 16 è un di più. Probabilmente si poteva esaurire la definizione legislativa di albergo nell'articolo 15 però è una volontà della maggioranza, quindi i nostri emendamenti rimangono anche sull'articolo 16.
Abbiamo presentato una specificazione ai cosiddetti alberghi termali in quanto riteniamo che la Regione debba puntare di più sulle proprie risorse termali, quindi mi riferisco sia ai centri di Acqui Terme che ai centri del Cuneese e dell'Ossola, e penso che abbiano dignità di essere presentati in una lettera aggiuntiva. Quindi, non insieme agli alberghi centro benessere. Penso che questo sia abbastanza evidente e chiaro a tutti: basta un albergo che abbia una sauna, o una piscina riscaldata mentre un albergo termale, ovviamente, è un albergo che ha una qualità unica, cioè la vicinanza di una fonte termale che ha delle proprietà curative particolari che non possono essere facilmente copiabili da altri alberghi che magari hanno solo delle dotazioni aggiuntive. Quindi chiederemmo di aggiungerlo.
Prendo un altro minuto per un'altra serie di altri emendamenti.
Sui condotel anche noi rappresentiamo, da una parte, una possibilità interessante sia per gli albergatori che per i cittadini piemontesi.
Quindi, la preoccupazione di vedere molti alberghi trasformati in seconde case, o per meglio dire "seconde stanze", perché si acquista una stanza all'interno di un albergo; si tratta di una norma introdotta dall'articolo 31 del decreto legge Sblocca Italia.
Ad oggi, da quanto ne so, mancano i decreti attuativi, quindi anche su questo volevo solo valutare se era stato considerato dagli Uffici il fatto che, in assenza dei decreti attuativi, se la Regione Piemonte inserisce una norma in legge regionale è corretto da un punto di vista di un profilo legislativo. Immagino di sì, perché attendiamo. Speriamo che li facciano i decreti attuativi, perché sappiamo che a volte si dimenticano e non vorremmo che la norma rimanesse non attuata. E' necessario spiegare agli operatori, anche a livello regionale, che finché non ci sono i decreti attuativi nazionali, la forma dei condotel (che ritengo interessante perché addirittura si può acquistare una stanza in un albergo e affittarla farla affittare da parte dell'albergatore e avere quindi un ricavo) non potrà essere attuato. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Proviamo a mettere un po' d'ordine.
Il Consigliere Bono ha presentato tutti gli emendamenti e bisogna porre in votazione l'emendamento n. 52). Qual è il parere Giunta? La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Gli Uffici dicono che anche gli emendamenti 49) e 51) non si collegano con la norma legislativa, perché parla di "posto auto" e quindi aggiungere "posto macchina" e "motoveicoli" proprio non va bene. Si parla di posto auto.
Per questa ragione e, in parte, perché alcuni degli emendamenti entrano in elementi di eccessivo dettaglio, che vorremmo evitare nella legge magari demandando ad un'attività più di tipo amministrativo-regolamentare il parere è negativo.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 52), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Chiedo al Consigliere Bono di avvicinarsi al banco della Presidenza, perch è necessaria una modifica.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.45, riprende alle ore 16.47)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego i Consiglieri di prendere posto e coloro che sono fuori dall'aula di rientrare.
L'emendamento rubricato n. 48) è stato così modificato: "Alla lettera a), comma 1, dell'articolo 15 del disegno di legge 77, la parola 'macchina' è sostituita dalla parola 'parcheggi destinati a veicoli'".
Con questa modifica, l'emendamento ha il parere favorevole della Giunta e può pertanto essere messo in votazione.
Il numero legale è 24.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 48), come modificato, sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Comunico che gli emendamenti rubricati n. 43, 44, 45, 46, 47, 49, 50, 51 56, 57, 58, 59, 60 e 61 sono considerati irricevibili.
Emendamento rubricato n. 53) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Alla lettera a) comma 1 dell'art. 15 del disegno di legge 77: la cifra "10" è sostituita da "30".
Emendamento rubricato n. 54) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Alla lettera a) comma 1 dell'art. 15 del disegno di legge 77: la cifra "10" è sostituita da "25".
Emendamento rubricato n. 55) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Alla lettera a) comma 1 dell'art. 15 del disegno di legge 77: la cifra "10" è sostituita da "20".
Emendamento rubricato n. 62) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Alla lettera a) comma 1 dell'art. 15 del disegno di legge 77: la cifra "10" è sostituita da "15".
Emendamento rubricato n. 63) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Alla lettera b) comma 1 dell'art. 15 del disegno di legge 77: dopo la parola "in funzione di" è aggiunta "tre o".
Emendamento rubricato n. 64) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Alla lettera b) comma 1 dell'art. 15 del disegno di legge 77: dopo la parola "il soggiorno" è aggiunta", il relax".
Emendamento rubricato n. 65) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Alla lettera d) comma 1 dell'art. 15 del disegno di legge 77: dopo la parola "storico" è aggiunta "architettonico-".
Emendamento rubricato n. 66) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Alla lettera d) comma 1 dell'art. 15 del disegno di legge 77: la cifra "quattro" è sostituita da "tre".
Emendamento rubricato n. 71) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Alla lettera e) comma 1 dell'art. 15 del disegno di legge 77: dopo la parola "rigenerazione fisica" è aggiunta "come piscina riscaldata, vasca per idromassaggio, sauna, bagno turco".
Emendamento rubricato n. 68) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Alla lettera e) comma 1 dell'art. 15 del disegno di legge 77: la cifra "tre" è sostituita da "quattro".
Emendamento rubricato n. 67) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Alla lettera e) comma 1 dell'art. 15 del disegno di legge 77 il secondo capoverso è così riscritto: "in caso di offerta di.trattamenti estetici e dietetici, l'albergo centro benessere può fregiarsi della denominazione.di albergo beauty farm".
Emendamento rubricato n. 69) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Alla lettera e) comma 1 dell'art. 15 del disegno di legge 77: dopo la parola "dietetici" è aggiunta "professionali".
Emendamento rubricato n. 70) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Alla lettera e) comma 1 dell'art. 15 del disegno di legge 77: dopo la parola "dietetici" è aggiunta "quotidiani".
Emendamento rubricato n. 72) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Dopo la lettera e) comma 1 dell'art. 15 del disegno di legge 77 è aggiunta la lettera e bis): "e bis) Albergo termale: esercizio ricettivo dotato ubicato in prossimità di sorgenti termali con offerta di servizi specializzati per il relax, il benessere e la rigenerazione fisica e/o dotato di impianti per la somministrazione di terapie mediche scientifiche o empiriche tramite professionisti del settore, con strutture o servizi minimi della classe tre stelle".
Emendamento rubricato n. 78) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Al comma 1 lettera f) dell'articolo 15: dopo le parole "esercizio ricettivo" si aggiungono le parole "a gestione unitaria, situato nei borghi antichi e nei centri storici minori o comunque in aree di interesse storico architettonico o monumentale, di un unico Comune".
Emendamento rubricato n. 74) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Al comma 1 lettera f) dell'articolo 15: la parola "uno" è sostituita dalla parola "tre".
Emendamento rubricato n. 77) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Alla lettera f) comma 1 dell'articolo 15 del disegno di legge 77: la cifra "uno" è sostituita da "due".
Emendamento rubricato n. 75) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Alla lettera f) comma 1 dell'articolo 15 del disegno di legge 77: dopo le parole "stabili separati" si aggiunge "ubicati nello stesso comune".
Emendamento rubricato n. 76) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Alla lettera f) comma 1 dell'articolo 15 del disegno di legge 77: dopo le parole "stabili separati" si aggiunge "a una distanza tra loro di massimo cinquecento metri".
I suddetti emendamenti sono dati per illustrati.
L'emendamento rubricato n. 73) è irricevibile.
Procediamo con la votazione degli emendamenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 53), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 54), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 55), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 62), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 63), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 64), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 65), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 66), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 71), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 68), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 67), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 69), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 70), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 72), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 78), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 74), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 77), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 75), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 76), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Emendamento rubricato n. 205) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Reschigna: Alla lettera f) del comma 1 dell'articolo 15 del disegno di legge n. 77, le parole "coerente con il funzionamento unitario dell'esercizio alberghiero" sono sostituite dalle seguenti: "localizzati in uno stesso comune e distanti non oltre mille metri dall'edificio nel quale sono prestati i servizi principali".
La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Poiché l'emendamento n. 88) è stato corretto, ritiro l'emendamento n.
205).



PRESIDENTE

L'emendamento, pertanto, è ritirato.
L'emendamento rubricato n. 82 è dichiarato non ricevibile.
Emendamento rubricato n. 79) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Al comma 2 dell'articolo 15 del disegno di legge 77 dopo la parola "ambientale" è aggiunta "o paesaggistici".
Emendamento rubricato n. 81) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Al comma 2 dell'articolo 15 del disegno di legge 77 dopo le parole "artistico-storico-culturale" è aggiunta "architettonica".
Emendamento rubricato n. 80) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Al comma 2 dell'articolo 15 del disegno di legge 77 dopo le parole "ludico sportivi" è aggiunta "-ricreativi".
I suddetti emendamenti sono dati per illustrati.
L'emendamento rubricato n. 83) è dichiarato non ricevibile.
Procediamo con le votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 79), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Ha chiesto la parola il Vicepresidente Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Chiedo scusa, sono incorso in un errore.
Il parere della Giunta regionale sull'emendamento n. 79) è favorevole.
Chiedo che venga ripetuta la votazione.



PRESIDENTE

Se l'Aula è d'accordo, non consideriamo valida la votazione dell'emendamento n. 79) e lo rimettiamo in votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 79), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 81), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 80), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 15, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 Emendamento rubricato n. 84) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Si abroga l'articolo 16.
Emendamento rubricato n. 85) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: All'articolo 16 si introduce il comma 01 prima del comma 1: "La finalità dell'albergo diffuso è il recupero e rilancio economico, abitativo ed occupazionale di aree marginali, rurali o montane tramite la rivitalizzazione di borghi montani o centri storici minori".
Emendamento rubricato n. 86) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: All'articolo 16 si introduce il comma 02 prima del comma 1: "Ai sensi del comma 01, l'albergo diffuso è localizzabile solo in comuni con densità abitativa al di sotto dei 400 abitanti per chilometro quadrato e meno di quindicimila abitanti".
Emendamento rubricato n. 87) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: All'articolo 16 si introduce il nuovo comma 1bis: "Le unità abitative sono poste in un numero minimo di almeno tre stabili siti nello stesso Comune autonomi e indipendenti, purché non distanti oltre i 500 metri percorribili a piedi dallo stabile in cui sono siti i servizi principali".
Emendamento rubricato n. 88) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: All'articolo 16 si introduce il nuovo comma 1ter del disegno di legge 77: "1 ter. Le unità abitative devono essere integrate tra loro e con la realtà socio-culturale del territorio".
Emendamento rubricato n. 89) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: All'articolo 16 si introduce il nuovo comma 1quater: "1 quater. Le unità abitative sono costituite da uno o più locali allestiti a camera da letto e soggiorno, con bagno privato o bagno in comune, dotati di arredi, attrezzature e servizi tra di loro omogenei".
Emendamento rubricato n. 90) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: All'articolo 16 s'introduce il nuovo comma 1 quinquies del disegno di legge n. 77: "1 quinquies. Gli interventi di recupero e restauro conservativo degli immobili in disuso che costituiscono l'albergo diffuso devono garantire la salvaguardia storica, sociale e culturale del tessuto urbanistico in cui sono inseriti ed il rispetto dello stile storico, architettonico e decorativo originario che li caratterizza, esclusivamente attraverso l'impiego di materiali di finitura di recupero, al fine di ospitare il cliente in un contesto ambientale di pregio, ricco di storia e tradizioni e consentire allo stesso di vivere una esperienza autentica all'interno del borgo".
Emendamento rubricato n. 91) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: All'articolo 16 si introduce il nuovo comma 1 sexies: "1 sexies. Per le finalità di cui al comma 1, l'albergo diffuso è caratterizzato da uno stile riconoscibile e rispettoso dell'identità del luogo ove è situato ed è dotato di arredi tipici della cultura artigianale o agrosilvopastorale del luogo".
Emendamento rubricato n. 92) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: All'articolo 16 si introduce il nuovo comma 1 septies: "1 septies. In ragione della particolarità e della valenza del contesto architettonico ove l'albergo diffuso è localizzato, che deve essere pienamente salvaguardato, nonché dell'obiettivo strategico volto ad assicurare la rivitalizzazione del relativo tessuto sociale e urbanistico il regolamento di cui all'articolo 17 può disciplinare deroghe ai parametri urbanistico-edilizi, quali superfici ed altezze minime dei vani abitativi esistenti, in quanto prevalente il principio del restauro conservativo e del recupero filologico delle antiche tipologie abitative storiche".
L'emendamento rubricato n. 93) è irricevibile.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Al di là dell'emendamento n. 93) non ricevibile, erano presenti una serie di emendamenti su un tema che ritenevamo importante, quale quello dell'albergo diffuso, su cui, nella scorsa legislatura, presentai una prima proposta di legge per raccogliere una specifica attività ricettiva che si sta molto diffondendo in altre regioni e che speriamo, come Gruppo consiliare, si possa sviluppare anche in Piemonte, fermo restando che deve avere delle specificità particolari.
Non può essere un albergo semplice, un classico albergo con la separazione tra lo stabile ad uso comune e la dependance con le stanze ad uso ricettivo, ma deve essere un qualcosa di integrato nel territorio con una specificità paesaggistica, culturale, sociale del comune o dell'area in cui si va ad ubicare.
Un specifico tipo di esercizio ricettivo che non vediamo possibile realizzato in una grande città, come in un capoluogo di provincia o in comuni grossi comunque nelle periferie delle nostre grandi città. Crediamo che possa avere un suo perché nei centri storici, possa avere un suo perch nelle aree nei comuni montani e collinari dei nostri territori più apprezzati da un punto di vista paesaggistico, storico, architettonico culturale ed enogastronomico e debba essere valorizzato in questo senso.
Una specificità che deve essere acclarata con norme presenti in legge, non solo demandato ad un regolamento.
Noi non condividiamo la logica, che abbiamo già visto nella scorsa legislatura, di fare leggi molto snelle, ma non vogliamo neanche un eccesso di norme e di burocrazia. Demandare tutto ad un regolamento toglie dalla potestà legislativa di controllo del Consiglio regionale le proprie funzioni di indirizzo per quanto riguarda l'applicazione di una norma. Si fa una norma molto vaga e poi la Giunta emana un regolamento che è totalmente al di fuori delle possibilità di modifica di emendamento da parte del Consiglio regionale, quindi svuotiamo di senso notevolmente l'attività legislativa del Consiglio.
Abbiamo chiesto di aggiungere nell'articolo 16 la limitazione, per noi fondamentale, di una distanza massima tra l'edificio, lo stabile adibito ad uso comune, quindi con la stanza di ricevimento degli ospiti, e l'edificio in cui ci sono le vere e proprie stanza, gli appartamenti adibiti alla ricettività vera e propria, per non più di mille metri, un chilometro. La distanza massima percorribile a piedi, altrimenti ci troveremmo ad avere difficoltà sia nello spostamento degli ospiti dalle stanze alla sala ricevimento, sia anche per i controlli. Questo è un dato evidente.
Nella scorsa legislatura già la norma introdotta dal Consigliere Vignale prevedeva un massimo di mille metri, ma noi ritenevamo fossero troppi perché mille metri, in un ambito montano e in un ambito collinare possono essere tanti anche da percorrere a piedi con le valigie. Pensiamo anche a questo se un ospite non volesse utilizzare l'auto per spostarsi dalla sala in cu fa colazione alla stanza in cui dorme. Sembrerebbe un po' paradossale andare in un contesto rurale, montano o collinare e poi utilizzare la macchina per spostarsi. In questo senso, ci sembra il minimo Nella definizione dell'albergo diffuso noi chiediamo almeno il riferimento ai centri storici. Se vogliamo realizzarli anche nei grossi comuni, io non sono particolarmente d'accordo - e neanche l'Associazione alberghi diffusi - ma se vogliamo realizzarli nei grandi comuni - penso a Torino - è impensabile nella periferia di Torino. Non avrebbe senso l'albergo diffuso. L'Assessore Parigi aveva detto "lasciamo libertà al mercato", ma poi non vorremo neanche svilire la categoria. E' un po' come se dicessimo: gli alberghi a quattro stelle possono anche non avere le caratteristiche degli alberghi a quattro stelle. Se la specificità dell'albergo è quella, deve essere mantenuta. Chiederemmo di avere una particolare attenzione all'ubicazione nei centri storici. Va bene anche nei comuni grossi, Torino, Novara, Cuneo o altri comuni del Piemonte sopra i 20 mila abitanti, ma che siano almeno ubicati nei centri storici.
Non saprei quale tipicità possa avere un albergo diffuso magari in un palazzo di edilizia degli anni '60 e '70 multipiano, quale integrazione nel territorio, nel contesto socio-culturale e nella valorizzazione del paesaggio dell'architettura tipica del luogo. Non ne capiamo il motivo. Ad oggi, gli alberghi diffusi sono collocati soprattutto nei piccoli comuni montani o rurali, o anche al mare - penso alla Sicilia - e sono molto particolari e molto richiesti dai turisti, al di là della classificazione in stelle.
Non sono tanto le tre o quattro stelle o i servizi offerti, ma è proprio la tipicità di vivere in un contesto rurale o montano all'interno di una vita rurale e per cercare di ripopolare aree che sono marginali e che si sono spopolate nel tempo. Riteniamo questo fondamentale, ma vigileremo anche nel regolamento di attuazione dell'albergo diffuso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 84), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 85), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 86), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 87), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Do lettura della modifica all'emendamento rubricato n. 88). Dopo le parole "del territorio" sono aggiunte le parole "e non possono distare più di 1000 metri dallo stabile adibito ad uso comune preferibilmente ubicato nel centro storico".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 88), come modificato, sul quale l'Assessore Reschigna, a nome della Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 89), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 90), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 91), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 92), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva Indìco la votazione palese sull'articolo 16, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 bis Emendamento rubricato n. 94) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: "16bis. La Regione Piemonte raccoglie da tutti i Comuni piemontesi l'elenco delle aziende alberghiere presenti sul territori regionale, predispone un elenco consultabile on line, comprensivo di un sistema di vetrina promozionale in autogestione e di prenotazione on line, di concerto con le amministrazioni provinciali e comunali, le APT e gli Uffici Turistici comunali in modo da efficientare l'uso delle risorse pubbliche".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento 94) avevamo pensato di introdurre un articolo perch questa, nostro malgrado, diventerà la legge di riferimento della classificazione delle aziende alberghiere, quindi non esisterà più la legge quadro 14 del '95.
Nostra intenzione è inserire qui una richiesta di vetrina online di mappatura e promozione delle aziende alberghiere presenti in Piemonte predisposta con l'aiuto dei Comuni piemontesi, che sono quelli che fanno i controlli sulla regolarità del rispetto della norme vigenti, senza chiedere alcuna spesa in più alla Regione Piemonte (anche perché oggi non siamo in condizioni di spendere soldi in più).
Ad oggi esiste un sito Internet - che mi piacerebbe sapere quanti colleghi conosco - di prenotazione online di alberghi piemontesi, che si chiama Booking Piemonte (o .com o.it), il cui nome già richiama un'azienda molto famosa che funziona molto bene per la prenotazione degli alberghi.
E' una buona idea che, ribadisco, andrebbe potenziata e valorizzata possibilmente a spese zero o quasi zero.
Ovviamente avanzeremo richieste anche in Commissione, per capire, ad oggi, se il processo va avanti, quanti soldi sono stati spesi e se ci sono ulteriori investimenti.
La mappatura, quindi, la promozione con questa vetrina online, e la possibilità di prenotazione online se è possibile (perché mi rendo conto che non tutte le aziende alberghiere riescono a gestirsi le prenotazioni online su una piattaforma di questo tipo), potrebbero dare nuovo lustro all'attività turistica del Piemonte, soprattutto in quest'anno in cui, con composizioni diverse, ci sarà l'esposizione internazionale di Milano, su cui speriamo non si chiudano i battenti a fine evento, ma che ci possa essere un potenziamento dell'offerta turistica anche sulle aree delle Langhe, Roero e Monferrato, che hanno ricevuto il riconoscimento come patrimonio dell'Unesco.
Grazie.



PRESIDENTE

Parere della Giunta sull'emendamento.
Prego, Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Contrario, perché tale elenco esiste già nel sistema regionale.



PRESIDENTE

Grazie.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 94), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Essendo respinto l'emendamento, non sussiste l'articolo.
ARTICOLO 16 ter Emendamento rubricato n. 94) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Si inserisce il nuovo articolo 16 bis dal titolo in rubrica: "Paese Albergo": "16 bis. Paese Albergo: Si definisce Paese Albergo, un territorio rurale che coinvolge un intero Comune o più Comuni sotto i 1000 abitanti confinanti, o di un centro storico, abitato e su cui già insistono attività commerciali, con aspetti di particolare rilevanza culturale e turistica, che istituisce o istituiscono un albergo diffuso su tutto il territorio comunale, il quale deve avere i requisiti previsti dalla SCIA.
Il Paese Albergo deve essere gestito o coordinato da un ente pubblico e per le caratteristiche tecniche si rimanda al regolamento previsto all'articolo 17 comma 2".
L'emendamento viene dato per illustrato dal proponente.



PRESIDENTE

Qual è il parere della Giunta regionale? Prego, Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

E' un parere contrario, in quanto riteniamo più opportuno affrontare questo problema all'interno del Regolamento.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 95), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Essendo respinto l'emendamento, non sussiste l'articolo.
ARTICOLO 17 L'emendamento rubricato n. 96) del Consigliere Bertola è ritirato.
Emendamento rubricato n. 212) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Berutti, Porchietto: 2 bis. Fino all'entrata in vigore del presente regolamento sono fatte salve le concessioni rilasciate ai sensi del "regolamento per l'albergo diffuso" oggi vigente.
Emendamento rubricato n. 211) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Berutti, Porchietto: "Cassare la lettera d) del comma 2".
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

L'avevamo già detto in Commissione e l'hanno ribadito oggi alcuni colleghi: noi riteniamo che, essendo già oggi normata la tipologia dell'albergo diffuso, e soprattutto regolamentata, probabilmente non era il caso di inserire, in una legge che vuole essere di semplificazione, una nuova legge per cancellarne una esistente, ma soprattutto prevedere un nuovo regolamento di attuazione. Chiunque, anche solo banalmente vada sul sito della Regione, vedrà che oggi, in Piemonte, non solo c'è una legge che disciplina l'albergo diffuso, ma c'è anche un regolamento che lo disciplina.
Noi abbiamo presentato due emendamenti, ancorché questo non sia il regolamento ma siano i criteri generali per la definizione del regolamento.
L'emendamento 212) chiede di cassare la lettera d).
Prevede che il tema distintivo e i criteri di classificazione dell'albergo diffuso siano in armonia con gli standard nazionali vigenti per le aziende alberghiere.
Chiunque conosca la realtà dell'albergo diffuso sa che è quella di recuperare il patrimonio edilizio esistente la realtà; secondo la volontà della legge che votammo nel 2013.
In realtà, la legge oggi in vigore prevede la tipologia dell'albergo diffuso esclusivamente nei Comuni montani, perché c'è grande patrimonio edilizio e perché c'è una grande possibilità di riconversione ed utilizzo di quel patrimonio edilizio.
E' assolutamente evidente che se prevediamo gli standard nazionali vigenti per le aziende alberghiere, chiunque li conosca sa che nessuna baita o case di montagna piemontesi potranno essere adibite ad albergo diffuso, perché anche solo l'altezza che l'attuale regolamento deroga portandola fino a due metri e 55 (perché quella è l'altezza di molte case di montagna, mentre è di tre metri - o 2,90 - per le aziende alberghiere).
Il mantenimento della lettera d) esclude una parte consistente del patrimonio edilizio presente sulle valli appenniniche ed alpine dalla possibilità di creare l'albergo diffuso. Noi invece crediamo che questo tipo di intervento sia essenziale. L'abbiamo detto all'Assessore alla montagna, ma più in generale alla Giunta, perché se vogliamo fare di questo uno strumento di recupero del grande patrimonio oggi inutilizzato o sotto utilizzato, dobbiamo tener conto di ciò che esiste, non di ciò che vorremmo esistesse.
L'emendamento 211) prevede che fino all'entrata in vigore del presente regolamento sono fatte salve le concessioni rilasciate ai sensi del regolamento, per l'albergo diffuso oggi vigente.
Noi andiamo a creare, su una legge e su un regolamento vigenti, un momento in cui, chi intendesse o avesse inteso aprire un albergo diffuso con questa norma vede approvare una nuova legge, che non fa salvo il regolamento esistente fino all'adozione di un nuovo regolamento, ma va a prevedere un nuovo regolamento, non tenendo salvo quello esistente.
Rischiamo, quindi, di avere sei mesi di tempo in cui non c'è ancora il nuovo Regolamento e, probabilmente, non c'è più neanche il vecchio (anche se, per la verità, bisogna poi vedere nelle abrogazioni, ma non credo che questo venga meno). Certamente dobbiamo far salve tutte le attività che sono state intraprese dal giorno in cui questa Regione si è dotata di legge e di Regolamento sull'albergo diffuso.



PRESIDENTE

Procediamo con l'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 97).
Consigliere Bertola lo vuole illustrare?



BERTOLA Giorgio

È ritirato.



PRESIDENTE

La Giunta regionale intende esprimere il parere sugli emendamenti? Prego, Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Esprimo parere favorevole sui due emendamenti presentati dal Consigliere Vignale, perché, in effetti, la norma così com'è scritta pu ingenerare il dubbio che i criteri di classificazione dell'albergo diffuso siano in armonia con gli standard nazionali vigenti per le aziende alberghiere: sono due realtà che vanno indubbiamente trattate in modo diverso.
Così come pure sull'altro emendamento: per noi non c'è nessun dubbio ma se si vuole precisare che fino all'entrata in vigore del nuovo Regolamento. che, rispetto al precedente, ha una caratteristica: la precedente delibera di Giunta guardava in modo particolare alle realtà di montagna, sull'albergo diffuso. Oggi si intende dare questa opportunità di investimento e di recupero anche su altri territori. Per cui è qui che nasce la necessità di riprocedere ad un nuovo Regolamento complessivo.
È pleonastico che fino a quando non entra in vigore il nuovo Regolamento valgano le precedenti norme. Però non ho alcuna difficoltà ad accoglierlo.
Per me è pleonastico.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Comprendo e condivido l'emendamento presentato dal collega Vignale n.
212), però volevo sottolineare che la lettera d), del comma 2 dell'articolo 17 contiene, dal mio punto di vista, una parte giusta e una parte errata.
Il tema distintivo e i criteri di classificazione dell'albergo diffuso a mio avviso, dovrebbero rimanere.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Eliminiamo le parole da "in armonia".



BONO Davide

Perfetto, mi avete già capito. Grazie.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Meglio ancora, è assolutamente corretto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Condivido la valutazione svolta dal collega Bono, quindi verrò a modificare l'emendamento, lasciando il tema dei criteri della classificazione e levando solo gli standard nazionali per le aziende alberghiere. Dopodiché, in merito all'emendamento n. 211), se il Vicepresidente della Giunta regionale ci dà l'assicurazione che fino al nuovo Regolamento vige l'esistente, lo ritiriamo.



PRESIDENTE

Collega Vignale, può avvicinarsi al banco della Presidenza per modificare l'emendamento rubricato n. 212)? L'emendamento rubricato n. 211), invece, è ritirato.
Poniamo in votazione l'emendamento rubricato n. 96), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
BONO Davide (fuori microfono) Ma non è stato ritirato l'emendamento n. 96)?



PRESIDENTE

Era stato ritirato? Allora non lo poniamo in votazione.
L'emendamento rubricato n. 212) risulta così modificato: "Cassare nella lettera d) le parole da 'in armonia' ad 'alberghiere'".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 212), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Consigliere Bertola, l'emendamento rubricato n. 97) è stato ritirato?



BERTOLA Giorgio

Sì.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 97) è ritirato, così come l'emendamento n. 211).
L'emendamento rubricato n. 98) non è ricevibile.
Indìco la votazione palese sull'articolo 17, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 L'emendamento rubricato n. 99) non è ricevibile.
Indìco la votazione palese sull'articolo 18.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 19 Emendamento rubricato n. 100) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Al comma 2 dell'articolo 19: le parole "sessanta giorni" sono sostituite dalle parole "un anno".
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Praticamente si deve leggere questo emendamento in combinato disposto col comma 3 dell'articolo 19. Nel senso che in caso di carenza di una o più delle condizioni che hanno legittimato l'esercizio dell'attività, il Comune, che ne ha ovviamente la facoltà, assegna un termine per il ripristino delle condizioni stesse, decorso inutilmente il quale ordina la sospensione dell'esercizio dell'attività fino ad un massimo di sessanta giorni.
Il comma 3 recita: "Trascorso il periodo di sospensione senza il ripristino delle condizioni, il Comune ordina la cessazione dell'attività".
Se è vero che il Comune ha facoltà di assegnare un termine anche molto ampio per il ripristino delle condizioni necessarie all'esercizio dell'attività alberghiera, é altrettanto vero che comminare una sospensione per un massimo di sessanta giorni non mi sembra molto utile.
Con questo emendamento avremmo previsto di concedere un tempo più ampio, al massimo di un anno, affinché in quel periodo l'esercizio alberghiero possa mettere in atto quelle modifiche o ripristinare quelle condizioni minime per l'esercizio dell'attività stessa. C'è un primo momento in cui il Comune ordina di ripristinare; se poi non sono state ripristinate tali condizioni, la sospensione viene vista anche come sanzionatoria. Tuttavia, nell'ottica di favorire tali realtà, anche in un momento di difficoltà a reperire risorse economiche per fare investimenti per le attività alberghiere (sono tutte in grosse difficoltà, tranne gli alberghi che, ovviamente, hanno un flusso turistico notevolissimo), il fatto di concedere degli spazi di manovra un po' più ampi per la sospensione sanzionatoria potrebbe essere più utile.
Se non si vuole concedere un anno, potrebbero essere centottanta giorni. Insomma, un termine un po' più ampio rispetto ai sessanta giorni dal nostro punto di vista potrebbe essere utile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 132) presentato dai Consiglieri Ruffino, Berutti Graglia, Pichetto Fratin, Porchietto, Sozzani e Vignale: Al comma 5 dell'art. 19 del disegno di legge n. 70, dopo le parole "soggette a comunicazione", sono aggiunte le seguenti: "da effettuarsi entro 30 giorni dalla sospensione o cessazione".
In accordo con i proponenti, diamo il testo per illustrato.
Chiedo al Vicepresidente Reschigna di esprimere i pareri della Giunta prego.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

La Giunta dà parere negativo sull'emendamento rubricato n. 100), perch il termine dei 60 giorni trova analogia con altre normative di settore, e sul n. 132), in quanto tale procedura è già prevista dalla legge regionale n. 38 del 2009.



PRESIDENTE

La ringrazio.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 100), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 132), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento rubricato n. 101) è irricevibile.
Invito i Consiglieri che sono fuori dall'aula a rientrare per esercitare il loro diritto di voto.
Indìco la votazione palese sull'articolo 19.
Il Consiglio approva.
Ricordo che il numero legale è 24 e i voti favorevoli, in questo momento sono 24.
ARTICOLO 20 Sull'articolo insisteva un emendamento, rubricato n. 102), giudicato irricevibile.
Indìco la votazione palese sull'articolo 20.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 21 Emendamento rubricato n. 103), presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti: Si introduce il nuovo comma 2 all'articolo 21: "La Regione Piemonte avvalendosi dei Comuni organizza un sistema di controlli a campione annuale, da eseguirsi sulla percentuale del 1%, delle aziende alberghiere iscritte nell'elenco di cui all'articolo 16bis della presente legge".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Intervengo brevissimamente.
Sull'articolo 21, riguardante le funzioni di vigilanza, ci risulta non molto chiara la normativa riguardante i controlli e purtroppo non abbiamo potuto verificarlo a livello di Commissione.
Chiediamo un ruolo anche della Regione Piemonte per quanto riguarda un sussidio, un aiuto, un sostegno ai controlli da parte dei Comuni, in modo che si possano verificare le irregolarità: da un lato, quindi, controlli dall'altra abbiamo cercato di proporre un allungamento dei tempi riguardanti la sospensione sanzionatoria, perché ci devono essere i controlli affinché venga garantito il rispetto delle regole da parte di tutti - se no, ovviamente, avverrebbe quella che si chiama semplicemente concorrenza sleale - ma bisogna anche cercare di venire incontro agli esercizi alberghieri in difficoltà economica o che fanno fatica a fare dei grossi investimenti per mettere a norma i propri edifici.
Grazie.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 104) è irricevibile.
Chiedo alla Giunta di esprimere il parere in merito all'emendamento 103).



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Il parere della Giunta è contrario, in quanto riteniamo che tale norma non sia prevedibile all'interno della legge: questo tema può essere affrontato all'interno di un provvedimento di natura amministrativa.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 103), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo, 21 nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 22 Emendamento rubricato n. 105) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: Al comma 1 le parole "da euro 2.000 ad euro 6.000" diventano "da euro 20.000 ad euro 60.000".
Emendamento rubricato n. 106) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti: Al comma 2 le parole "da euro 1.000 ad euro 3.000" diventano "da euro 10.000 ad euro 30.000".
Emendamento rubricato n. 107) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti: Al comma 3 le parole "da euro 1.500 ad euro 3.500" diventano "da euro 15.000 ad euro 45.000".
Emendamento rubricato n. 108) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti: Al comma 3 le parole "ad euro 3.500" diventano "ad euro 4.500".
Emendamento rubricato n. 109) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti: All'articolo 16 si introduce il nuovo comma 1 quater: "1 quater. Le unità abitative sono costituite da uno o più locali allestiti a camera da letto e soggiorno, con bagno privato o bagno in comune, dotati di arredi, attrezzature e servizi tra di loro omogenei".
Emendamento rubricato n. 110) presentato dai Consiglieri Bono, Andrissi Batzella, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti e Valetti: Al comma 9 le parole "ad euro 5.000" diventano "ad euro 50.000".
L'emendamento rubricato n. 111) è irricevibile.
Ha chiesto di intervenire per l'illustrazione congiunta il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Questa serie di emendamenti insiste sull'articolo 22, riguardante le sanzioni.
Sul tema delle sanzioni, come spesso accade e come è accaduto anche in questo scorcio di inizio legislatura - anche se, insomma, ci avviamo all'anno e mi si permetta la battuta sul fatto che non sappiamo quanto durerà ancora - ci si divide spesso: sulla loro quantità, sulla loro tipologia, sulla loro entità.
Recentemente abbiamo approvato la rivisitazione delle sanzioni per quanto riguarda le attività estrattive abusive; l'abbiamo fatto in Commissione, come giustamente mi suggeriscono i colleghi, e il provvedimento deve passare in Aula. E adesso stiamo approvando una rivisitazione delle sanzioni anche per quanto riguarda l'esercizio abusivo dell'attività ricettivo-alberghiera.
Sommessamente, mi sento di segnalare, sull'articolo 22, l'esiguità delle sanzioni stesse; non perché vogliamo, come Gruppo, sanzionare massicciamente e pesantemente le non rispondenze agli obblighi e ai divieti di cui all'articolo 20, ma per svolgere una funzione deterrente. La sanzione, infatti, dovrebbe avere innanzitutto una funzione deterrente: non punitiva e ovviamente nemmeno rieducativa, perché non abbiamo di queste "visioni" soprattutto su temi come le attività produttive, quali quelle alberghiere; ma proprio per una funzione di deterrenza.
Quindi, riteniamo di dover incrementare tutte le sanzioni per un multiplo. Abbiamo considerato un fattore multiplo, che abbiamo stimato in dieci, quindi passare da 2.000 a 20.000, nell'articolo 1 e a seguire da 1.000 a 10.000, nell'articolo 2 e da 1.500 a 15.000 nell'articolo 3 e via discorrendo. Ognuno degli emendamenti è valutato in questo senso.
Risponde alla mancanza della segnalazione allo Sportello unico attività produttive e del territorio competente; appunto, una serie di segnalazioni.
La mancata esposizione in modo visibile all'esterno e all'interno dell'azienda del segno distintivo della classe assegnata all'albergo quindi sapere se l'albergo è di seconda, terza o quarta classe. Mi pare abbastanza condivisibile come dato e forse è da mettere un deterrente con una sanzione adeguata. La mancata comunicazione dei prezzi che l'operatore intende praticare mi pare un dato molto grave, perché in ogni albergo deve essere affisso sia all'ingresso che in stanza, perché non conoscere i prezzi potrebbe riservare sorprese spiacevoli, quindi penso che le sanzioni debbano essere adeguate. Poi è ovvio che vengano fatti i controlli e venga valutato quale sanzione applicare all'interno di un range.
In ultimo, la mancata comunicazione alla Provincia o al soggetto le cui funzioni sono delegate, e anche il mancato adempimento delle leggi in materia di pubblica sicurezza. Questo è tema importante, ma che rientra nel discorso che facevo prima. Mi vengono in mente gli esempi dei Direttori delle ASL che si lamentano perché dicono che la Regione non dà i fondi.
Questo riguarda il pubblico, ma entra nel privato, per mettere in sicurezza gli ospedali. Ci rendiamo conto che molte volte alcuni alberghi hanno difficoltà a mettere in sicurezza le strutture alberghiere, quindi l'antincendio e l'antisismica, ma purtroppo non possiamo derogare da questo, perché sarebbe un disastro se mai capitassero danni seri, magari, a dei turisti stranieri o italiani in una struttura non a norma.
Il messaggio che vuole dare il Movimento 5 Stelle è che le sanzioni non devono essere sottovalutate, non devono essere eccessive, non devono essere punitive, ma devono fungere da deterrente.
Riteniamo che un incremento di queste sanzioni debba essere posto, con sanzioni da 1.000 a 6.000 euro su un'attività alberghiera che dovrebbe insomma essere di un certo tenore, perché altrimenti non si capirebbe perché mantenere l'attività, avrebbero poco senso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Quale è il parere della Giunta?



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Il parere della Giunta è negativo su tutti gli emendamenti.
Se mi passa la battuta, Consigliere Bono - è una battuta - apparite come il partito della decuplicazione delle sanzioni. Ci sembrano un po' eccessive, quindi il parere è negativo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 105), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 106), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 107), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 108), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 109), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 110), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento n. 111) non è ricevibile.
Indìco la votazione palese sull'articolo 22, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 23 L'emendamento n. 112) non è ricevibile.
Indìco la votazione palese sull'articolo 23.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 24 L'emendamento n. 113) non è ricevibile.
Indìco la votazione palese sull'articolo 24.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 25 Emendamento rubricato n. 114) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Frediani, Valetti, Mighetti, Campo, Batzella, Andrissi: "Si abroga l'articolo 25".
L'emendamento è dato per illustrato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 114), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 25, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
L'emendamento n. 22) alla rubrica della sezione I del Capo II, non è ricevibile.
ARTICOLO 25 bis Emendamento rubricato n. 8) presentato dal Consigliere Valle: Dopo l'articolo 25 del Capo II; Sezione I del disegno di legge n. 77 è inserito il seguente: (Sezione I bis - Modifiche alla l.r. 31/1985) Art. 25 - (Modifiche alla legge regionale 15 aprile 1985, n. SI) 1. Al comma 1 dell'articolo 16 della l.r. 31/1985 (Disciplina delle strutture ricettive extralberghiere) le parole: "con contratti aventi validità non superiore a tre mesi consecutivi" sono sostituite dalle seguenti: "con contratti aventi validità non superiore a sei mesi consecutivi".
2. Dopo il comma 1 dell'articolo 16 della l.r. 31/1985 è inserito il seguente: "1 bis. La gestione delle case ed appartamenti per vacanze può essere affidata: a) alle cooperative turistiche, ai consorzi e alle società consortili di imprenditori turistici b) alle piccole e medie imprese, nonché agli imprenditori individuali operanti nel settore del turismo." La parola al Consigliere Valle, per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Illustro quest'emendamento, perché ho presentato anche un subemendamento in accordo con la Giunta, cassando il comma 1 e modificando il comma 2 nel seguente modo: "La gestione delle case-appartamenti per vacanze può essere affidata anche alle cooperative turistiche e consorzi alle società consortili e agli imprenditori turistici".
Si va semplicemente a colmare un vuoto, perché la normativa vigente sulle case-appartamenti vacanza non indicava in quali forme imprenditoriali questa attività si potesse svolgere. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valle.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Il voto è esteso nuovo articolo.
ARTICOLO 26 Indìco la votazione palese sull'articolo 26.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 27 Indìco la votazione palese sull'articolo 27.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 28 Emendamento rubricato n. 133) presentato dai Consiglieri Vignale, Graglia Berutti, Porchietto: Articolo 28 Il comma 1, dell'articolo 28, del disegno di legge n. 77, è sostituito dal seguente: "1. Entro quindici giorni dall'entrata in vigore della presente legge l'esercente l'attività di bed and breakfast comunica l'articolazione del calendario di apertura per l'anno 2015 all'ATL competente, al Comune e alla Provincia ai fini della congruenza con le rilevazioni statistiche.
2. Il calendario di cui al precedente comma sostituisce il precedente inviato ai sensi dell'articolo 15 bis, comma 10, della l.r. 31/1985".
La parola al Consigliere Berutti per l'illustrazione.



BERUTTI Massimo

Presidente, ritiro l'emendamento, poiché mi sembra che l'articolo 28 abbia recepito in toto la proposta.



PRESIDENTE

L'emendamento, pertanto, è ritirato.
Emendamento rubricato n. 21) presentato dai Consiglieri Rostagno, Ravetti Ottria: Al comma 1 dell'articolo 28 della Sezione III (Disposizioni relative ad Expo 2015) del Capo II del disegno di legge n. 77, le parole: "comunica all'ATL competente per territorio" sono sostituite dalle seguenti: "comunica all'ATL, al Comune e agli enti territorialmente competenti, ai fini della congruenza con le rilevazioni statistiche,".
La parola al Vicepresidente Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Il parere della Giunta, a malincuore, è negativo, poiché l'emendamento prevede, al posto di comunicare solamente all'ATL competente per territorio, che la comunicazione vada a tre soggetti diversi. Poich vogliamo semplificare, se non è l'ATL, troviamo un altro soggetto, ma pensare che una comunicazione debba pervenire a tre soggetti diversi è un po' complicare la vita alle persone.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Sono assolutamente d'accordo con l'interpretazione dell'Assessore Reschigna. Ci si rimette all'analisi della Giunta, senza alcun tipo di problema, ma è fondamentale riconoscere, in questa vicenda di ATL, il ruolo di Provincia e Comuni. Sono ruoli completamente diversi e di opportunità che ATL ha nell'indicare alla Provincia, in termini di controllo, le attività ben descritte nell'articolo.
Dopodiché, bisogna specificare all'ATL che per tempo, entro il 31 gennaio, deve fare la comunicazione. In questa fase si apre una finestra che va oltre il 31 gennaio ed era necessario normare in tal senso, ma non c'è alcun problema. L'importante è che le ATL sappiano che devono aprire una finestra differente dal 31 gennaio, perché così non era chiaro.



PRESIDENTE

Chiedo se pensate di ritirare l'emendamento o se volete che lo ponga in votazione.



RAVETTI Domenico

Se il parere della Giunta è contrario, ci mancherebbe: lo ritiriamo.



PRESIDENTE

L'emendamento, pertanto, è ritirato.
Indìco la votazione palese sull'articolo 28.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 28 bis Emendamento rubricato n. 196) presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Ferrari: Dopo l'articolo 28 del disegno di legge 77/2014, è inserito il seguente: Sezione III bis (Disposizioni relative ai servizi di vacanza per minori) Art. 28 bis (Servizi di vacanza per minori) 1. Sono servizi di vacanza per minori le attività di tempo libero a contenuto pedagogico ricreativo, con o senza pernottamento o preparazione e somministrazione di alimenti e bevande.
2. L'avvio delle attività di cui al comma 1 è subordinata alla presentazione di una segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) da trasmettere al comune territorialmente competente. Il comune, ricevuta la SCIA, trasmette la documentazione ai soggetti di cui alla legge regionale 8 gennaio 2004 n. 1, titolari delle funzioni di vigilanza da effettuare sulla base dei parametri stabiliti dalla deliberazione di cui al comma 3.
3. Con deliberazione della Giunta regionale sono definite le strutture e le aree idonee per lo svolgimento del servizio, le relative modalità organizzative e gestionali nonché i parametri per l'esercizio dell'attività di vigilanza.
Poiché l'Assessore Ferraris non è presente in aula, qualche Assessore può illustrare l'emendamento? Diversamente, possiamo darlo per illustrato.
Vicepresidente Reschigna, vuole illustrare l'emendamento? Prego, ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Scusate, colleghi, poiché non è un emendamento che attiene al turismo lo possiamo vedere giovedì con l'Assessore Ferrari? Non è attinente al turismo: si tratta di servizi vacanza per minori, quindi sono altre questioni.
Riterrei più opportuno rinviarlo a giovedì.



PRESIDENTE

Non procediamo, pertanto, con la votazione dell'articolo aggiuntivo.
ARTICOLO 28 ter Anche l'articolo 28 ter presenta un emendamento dell'Assessore Ferrari quindi anche questo articolo viene rinviato.
ARTICOLO 29 Indìco la votazione palese sull'articolo 29.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 30 Emendamento rubricato n. 134) presentato dai Consiglieri Ruffino, Sozzani Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto, Vignale: Al comma 1, dell'articolo 30, del disegno di legge 77, dopo le parole: "La Giunta regionale è delegata ad approvare" sono aggiunte le seguenti: "Entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento è molto semplice: viene data delega alla Giunta regionale, in materia di Autorizzazione unica ambientale.
L'articolo stabilisce che la Giunta regionale è delegata ad approvare uno o più regolamenti per l'attuazione del regolamento emanato con decreto del Presidente della Repubblica, n. 59 del 2013. Noi chiediamo semplicemente che questo avvenga entro sei mesi, ed è già un termine ampio perché è un po' quanto dicevamo nella discussione generale, nella precedente seduta.
Oggi affrontiamo un tema che riguarda la diminuzione di adempimenti all'interno delle nostre norme. Affrontiamo solo in questo caso e in pochi altri, invece, ciò che è la semplificazione, la riduzione dei oneri amministrativi e quant'altro su tutti gli atti interni ai nostri regolamenti. Pertanto, per noi questo è un articolo che, da un punto di vista concettuale, riveste una particolare importanza. E' evidente, per che se dall'approvazione della legge all'emanazione dei regolamenti passano più di sei mesi - che è un tempo congruo - gli effetti di cui oggi stiamo discutendo rischiano di essere parzialmente vanificati.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Il parere è positivo: accettiamo questa specificazione. La definizione di un tempo può essere accettabile. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 134), sul quale l'Assessore Valmaggia, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 30, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 31 Indìco la votazione palese sull'articolo 31.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 31 bis Emendamento rubricato n. 213) presentato dal Consigliere Rostagno: 1. Al comma 1 dell'articolo 21 della l.r. 40/1998, le parole "sono nulli" sono sostituite dalle seguenti: "sono annullabili per violazione di legge".
La parola al Consigliere Rostagno per l'illustrazione.



ROSTAGNO Elvio

La motivazione nasce perché l'effetto di nullità comporterebbe, nel caso di provvedimenti illegittimi in un tempo non determinato, la demolizione delle opere.
L'annullabilità invece, viene esercitata in un tempo certo, che è definito dai possibili ricorsi al TAR o Consiglio di Stato. L'annullabilità dà tempi certi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per il parere della Giunta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Il parere è favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Mi permetto di far osservare che nella normale pratica del diritto amministrativo, ogni qual volta ci sia una violazione di legge, un atto è nullo, e non annullabile, perché c'è una violazione di legge. Mi sembra un contra legem questa specificazione annullabile per violazione di legge.
Se c'è violazione di una legge vigente, l'atto è nullo e non annullabile.



PRESIDENTE

La Giunta chiede un momento di riflessione su quanto detto dal Consigliere Bertola? La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

In effetti, l'osservazione avanzata dal Consigliere Bertola è puntuale.
Forse il Consigliere dovrebbe ritirare l'emendamento, altrimenti la Giunta dovrà esprimere parere negativo.



PRESIDENTE

Il Consigliere Rostagno ritira l'emendamento rubricato n. 213).
ARTICOLO 32 Indìco la votazione palese sull'articolo 32.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 32 bis Emendamento rubricato n. 197) presentato dalla Giunta regionale,a firma dell'Assessore Reschigna: Dopo l'articolo 32 del disegno di legge n. 77 è aggiunto il seguente: "Articolo 32 bis (Modifiche all'articolo 5 della l.r. 24 dicembre 2014. n. 22) 'Al comma 1 dell'articolo 5 della l.r. 24 dicembre 2014. n. 22 (Disposizioni urgenti in materia fiscale e tributaria) è aggiunto il seguente periodo: "Tali Comuni sono individuati dai soggetti che gestiscono gli impianti di smaltimento sulla base dei rifiuti conferiti, purch attribuibili esclusivamente a tali eventi alluvionali.' Dopo il comma 1 dell'articolo 5 della l.r. 24 dicembre 2014. n. 22 è aggiunto il seguente comma: '1 bis. Agli oneri derivanti dall'applicazione del presente articolo si provvede con le seguenti variazioni al bilancio per l'anno finanziario 2015: Stato di previsione dell'entrata U.P.B. A1102 Riduzione della previsione in termini di competenza e cassa, di euro 180.000,00.
Stato di previsione della spesa U.P.B. A11011 Riduzione dello stanziamento in termini di competenza e cassa, di euro 180.000,00.'".
La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Ci sono due emendamenti che intervengono a seguito di osservazioni che ha avanzato il Consiglio dei Ministri sulla legge relativa alla manovra fiscale, in modo particolare uno che riguarda l'emendamento sull'IRAP e l'altro che riguarda quell'emendamento sull'esonero dal contributo in discarica dei rifiuti alluvionati nei comuni alluvionati.
Giustamente, l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale mi fa notare che, essendo emendamenti che intervengono in materia di entrate, è bene che venga svolta la I Commissione su entrambi gli emendamenti (un secondo emendamento lo indicherò successivamente). Chiederei, pertanto, di accantonare questi due emendamenti e convocare la I Commissione giovedì mattina alle 9.30, prima della seduta del Consiglio regionale, in modo tale che lì si possa ottenere il parere della Commissione.



PRESIDENTE

L'articolo 32 bis, con l'emendamento relativo, viene sospeso.
ARTICOLO 33 Indìco la votazione palese sull'articolo 33.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 33 bis Emendamento rubricato n. 12) presentato dai Consiglieri Gallo, Ottria Barazzotto, Valle, Appiano, Grimaldi, Rossi, Chiapello, Ferrentino: Dopo l'articolo 33 è inserito il seguente articolo nel Capo IV del disegno di legge 77: 33 bis (Delega ai Comuni in materia di interventi ordinari relativi agli alvei fluviali minori) "La Regione Piemonte persegue, in materia di polizia idraulica degli alvei fluviali minori, la semplificazione delle procedure esistenti, al fine di addivenire ad una migliore sistemazione idrogeologica e sicurezza dei territori.
Per le finalità di cui al comma 1, la Regione, su istanza dei Comuni mediante proprio provvedimento entro 30 giorni, come stabilito dal comma 5 dell'articolo 8 della legge regionale 14 ottobre 2014, n. 14 (Norme sul procedimento amministrativo e disposizioni in materia di semplificazione) delega agli stessi l'esecuzione degli interventi ordinari di manutenzione e connessa rimozione di materiale litoide in quantitativi strettamente necessari al fine di mantenere in buono stato di efficienza idraulico ambientale gli alvei fluviali minori.
I canoni dovuti dai Comuni alla Regione per la rimozione dagli alvei fluviali del materiale litoide realizzata secondo le modalità di cui al comma 2 restano in capo agli stessi.
Entro 90 giorni dall'approvazione della presente legge, la Giunta regionale, previo parere della Commissione consiliare competente, definisce con proprio provvedimento l'elenco dei corsi d'acqua che non costituiscono il reticolo idrico di competenza comunale, i criteri e le linee guida per l'esercizio dell'attività di polizia idraulica di competenza comunale." La parola al Consigliere Gallo per l'illustrazione.



GALLO Raffaele

Questo emendamento vuole semplificare le procedure di pulizia dei fiumi minori, dei rii minori, delegando ai Comuni le funzioni di pulizia, qualora lo richiedessero, in modo da accorciare l'iter autorizzativo e semplificare le procedure di autorizzazione dei Comuni.
L'emendamento prevede che entro 90 giorni dall'approvazione la Giunta regionale, con proprio provvedimento, individui il reticolo idrico, quindi i rii di competenza dei comuni, comunque eventualmente delegabili ai Comuni, e individui le modalità operative che devono rispettare i Comuni stessi nella pulizia e nel disalveo dei fiumi.
Questo permetterà di sburocratizzare e semplificare le procedura della pulizia dei fiumi, quindi il disalveo dei rii minori.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gallo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale il Vicepresidente Reschigna, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Il voto è esteso al nuovo articolo.
ARTICOLO 34 Indìco la votazione palese sull'articolo 34.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 35 Emendamento rubricato n. 135) presentato dai Consiglieri Vignale, Ruffino Sozzani, Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto: Il comma 1, dell'articolo 35, del disegno di legge n. 77, è soppresso Emendamento rubricato n. 136) presentato dai Consiglieri Vignale, Ruffino Sozzani, Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto: Al comma 2, dell'articolo 35, del disegno di legge n. 77 le parole "la lettera b)" sono sostituite dalle seguenti "La lettera C".
Emendamento rubricato n. 137) presentato dai Consiglieri Vignale, Ruffino Sozzani, Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto: La lettera b) del comma 7, dell'articolo 19, della l.r. 4/2009, come sostituito dal comma 3, dell'articolo 35, del disegno di legge 77, è soppressa.
Emendamento rubricato n. 138) presentato dai Consiglieri Vignale, Ruffino Sozzani, Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto: Alla lettera c) del comma 7, dell'articolo 19, della l.r. 4/2009, come sostituito dal comma 3, dell'articolo 35, del disegno di legge 77, le parole "da non oltre trent'anni" sono soppresse.
Emendamento rubricato n. 139) presentato dai Consiglieri Vignale, Ruffino Sozzani, Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto: Alla lettera c) del comma 7, dell'articolo 19, della l.r. 4/2009, come sostituito dal comma 3, dell'articolo 35, del disegno di legge 77, le parole "in aree non servite, se previsti adgli strumenti di gestione o pianificazione di dettaglio vigenti" sono soppresse.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Illustro gli emendamenti relativi al comma 1.
Questo è un disegno di legge, come abbiamo detto in più occasioni, di semplificazione. In realtà, vi è una serie di interventi previsti all'interno del comma 1 dell'articolo 35 che non semplificano, ma rischiano di complicare la situazione della gestione forestale.
L'emendamento 135) prevede la soppressione del comma 1, proprio perch contiene una serie di interventi peggiorativi rispetto a quelli oggi esistenti.
I tre successivi emendamenti intervengono cercando di migliorare il comma 1.
L'emendamento 136) prevede la sostituzione della lettera b) con la lettera c). Se uno va a vedere l'articolo 14 della legge regionale 4 del 2009, cioè quella relativa alla gestione economica delle foreste, trova tre modalità con cui è possibile effettuare interventi selvicolturali: la comunicazione semplice, che riguarda una pozione limitata di territorio su cui si fa un intervento selvicolturale; una comunicazione corredata da relazione tecnica; l'autorizzazione regionale.
Sono tre differenti scaglioni per semplificare: il primo è un intervento per uso abitativo; il secondo è un intervento più importante dove va introdotta una relazione tecnica; il terzo è un'autorizzazione regionale.
La legge, che pur dovrebbe avere una volontà di semplificazione prevede la cancellazione della lettera b).
Come le stesse associazioni di impresa tutte insieme - le tre associazioni agricole, le associazioni artigiani e alcune associazioni di cooperazione - fanno presente nelle loro considerazioni, la comunicazione corredata da relazione tecnica, cioè la lettera b), è, in realtà, uno dei tre procedimenti autorizzativi necessari.
Un nostro emendamento, quindi, prevede che venga cassata della norma la cancellazione della lettera b), quindi, nel 3 ter, il comma 2 della lettera b) del comma 1 dell'articolo 14 è abrogata, lasciando inalterate le tre autorizzazioni.
Un altro emendamento prevede che la sostituzione, nell'abrogazione di una lettera, venga cassando l'autorizzazione regionale, ma mantenendo la comunicazione corredata da relazione tecnica.
Sarebbe già utile mantenere la situazione attuale; ci domandiamo solo una cosa, e lo domandiamo alla Giunta.
In più di un' occasione la Giunta ha detto che avrebbe voluto fare questo provvedimento di legge coinvolgendo i soggetti interessati. Tutto il mondo produttivo che ha a che fare con interventi silvicolturali lamenta l'esistenza di questo articolo.
Quindi non è un'indicazione che proviene dal mondo produttivo, ma proverrà, immaginiamo noi, dall'Assessorato, perché non abbiamo visto osservazioni nel merito che intervengano in tal senso.
Relativamente agli emendamenti che vanno a modificare il comma 7, uno prevede che non vi sia una modifica del comma 7 dell'articolo 19, cioè quello legato alle compensazioni ambientali. Il comma 7 dell'articolo 19 della legge 4 del 2009 oggi prevede che le compensazioni ambientali non sono dovute per gli interventi di trasformazione delle aree boscate finalizzate al miglioramento del paesaggio degli eco-sistemi o quando si tratti dell'impianto di coltivazioni tipiche della zona o precedente all'imboschimento dell'area considerata, purché coerenti con gli strumenti di pianificazione, a valenza paesaggistica e naturalistica vigenti.
Questo è uno degli interventi modificativi della legge 4 del 2009 che inserimmo per consentire che, laddove vi siano stati interventi di bosco di invasione, fosse possibile ritornare alle condizioni preesistenti, senza che vi fosse la tutela di quello che, a tutti gli effetti, non era un patrimonio da tutelare, perché non era il capitale delle nostre foreste, ma in realtà è la ricrescita che aveva semplicemente invaso parte del nostro territorio, in particolar modo in zone appenniniche e alpine, ma non solo anche in quelle collinari, un fenomeno estremamente diffuso.
Visto c'è una necessità di aumentare il patrimonio di pascolo, o si sta tornando all'utilizzo di alcune aree che prima erano seminativi, e continuano a rimanere aree agricole destinate a seminativi, ma sono diventate aree boscate, crediamo che il non prevedere compensazioni ambientali sia un aspetto positivo.
Per questo motivo, un emendamento richiede che non venga previsto all'interno della legge nell'articolo 5, la modifica del comma 7 dell'articolo 19 della legge 4.
Tanto meno, ed è previsto all'interno di un altro emendamento, la dicitura "da non oltre trent'anni", perché è sufficiente guardare una fotografia aerea della nostra regione di 25 anni fa e una di oggi, per capire come parti assolutamente consistente del nostro territorio oggi sono parte boscate per abbandono.
Tuttavia, laddove esistono interventi di recupero di parti boscate per abbandono, e non perché era capitale legnoso che componeva il nostro patrimonio forestale, credo che siano tutti interventi positivi per il recupero di questi territori.
Gli emendamenti, quindi, vertono su interventi non di semplificazione ma per mantenere le semplificazioni già introdotte e oggi esistenti.
Invece, all'interno di questa norma - di cui, devo dire, non si capisce la ratio - vi è un titolo sulla semplificazione che, invece, va a complicare le attività oggi esistenti.
Crediamo, quindi, che su questo vada fatta una riflessione che, come dicevo, non fa il Gruppo di Forza Italia, ma tutti i soggetti datoriali che in qualche modo hanno a che fare con l'attività di utilizzo delle superfici boschive.



PRESIDENTE

La Giunta regionale intende esprimere un parere su questi emendamenti.
Prego, Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alle foreste

Grazie, Presidente.
Una breve replica all'intervento del Consigliere Vignale.
L'oggetto di questo disegno di legge parla di semplificazione, e la semplificazione è contenuta in quanto ha richiamato lei rispetto alle modalità che vengono utilizzate per poter tagliare gli alberi nei boschi.
La norma prevede tre tipi di modalità: la comunicazione semplice, la comunicazione con relazione tecnica e quella per aree più grandi, con autorizzazione regionale.
La proposta di semplificazione prevede di lasciare la comunicazione semplice ed eliminiamo la modalità intermedia. Pertanto, passiamo da tre modalità, che a volte si intrecciano, a due soltanto. Questo è il merito della norma e di questo articolo nel decreto sulle semplificazioni.
Quando andremo a rivisitare il Regolamento forestale avremo modo di entrare più nel merito anche sulle altre partite inerenti la gestione dei boschi e delle foreste. Il succo di questa proposta inserita nella norma di semplificazione sta nel semplificare, dicendo che le modalità da tre passano a due.
Per questo motivo, la posizione della Giunta è di non accogliere gli emendamenti proposti.



PRESIDENTE

La Giunta esprime, quindi, parere contrario.



VIGNALE Gian Luca

Presidente, illustro anche gli altri. Prima non li ho illustrati tutti.



PRESIDENTE

Ha parlato per undici minuti, credevo che li avesse illustrati tutti.



VIGNALE Gian Luca

Rimangono solo gli emendamenti rubricati n. 140), n. 141) e n. 142).
Non li avevo illustrati tutti semplicemente perché dovevo riprenderli, dal momento che non ne ricordavo il contenuto.



PRESIDENTE

D'accordo, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 140) presentato dai Consiglieri Vignale, Ruffino Sozzani, Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto: Il comma 1, dell'articolo 36, della l.r. 4/2009, come sostituito dal comma 4, dell'articolo 35, del disegno di legge n. 77, è sostituito dal seguente: "1. Le violazioni alle disposizioni della presente legge e del regolamento forestale sono soggette alle seguenti sanzioni amministrative pecuniarie: 20,00 euro per l'esecuzione di interventi selvicolturali senza che sia stata presentata/ottenuta la prescritta comunicazione o autorizzazione chiunque, nel corso dell'utilizzazione, tagli piante d'alto fusto in violazione alle norme forestali è punito con sanzioni calcolate in base ai valori riportati nel regolamento forestale 10,00 euro per ogni ceppaia danneggiata in maniera tale da comprometterne lo sviluppo 10,00 euro ogni 1.000 metri quadri, con un minimo di 10,00 euro, per la mancata sistemazione dei residui di lavorazione nelle tagliate o per il mancato o ritardato sgombero dei prodotti del taglio, in modo difforme alle disposizioni del regolamento forestale per trasformazioni del suolo forestale non autorizzate si applicano le sanzioni stabilite dall'art. 13 della l.r. 45/89 15,00 euro ogni 1.000 metri quadrati di superficie forestale danneggiata per i danni evitabili arrecati alla rinnovazione tali da comprometterne lo sviluppo.
2. Per le violazioni connesse all'attività vivaistica forestale, si applicano le sanzioni previste dall'articolo 16 del d.lgs. 386/2003.
3. Per le violazioni alle norme di cui al Regolamento 8 febbraio 2010, n.
2/R "Disciplina dell'albo delle imprese forestali del Piemonte" si applica la sanzione amministrativa da 10 euro a 30 euro, la sanzione non si applica se l'impresa può dimostrare di possedere i requisiti necessari per essere iscritta o mantenere l'iscrizione all'albo stesso.
4. La Giunta regionale aggiorna la misura delle sanzioni amministrative stabilita dal comma 1 ogni cinque anni." Emendamento rubricato n. 141) presentato dai Consiglieri Vignale, Ruffino Sozzani, Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto: Il comma 5 dell'articolo 35 del disegno di legge n. 77 è soppresso.
Emendamento rubricato n. 142) presentato dai Consiglieri Vignale, Ruffino Sozzani, Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto: Il comma 7 dell'articolo 35 del disegno di legge n. 77 è soppresso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

L'emendamento n. 140) interviene sulle sanzioni, aumentando, anche in questo caso, le sanzioni.
Il nostro emendamento prevede, invece, delle sanzioni simili a quelle oggi esistenti.
Così come l'emendamento n. 141) prevede che il comma 5 dell'articolo 35, quello riguardante un numero maggiore di Regolamenti nell'applicazione dell'articolo 36 della legge n. 4, venga soppresso.
L'Assessore ha precisato che nella riscrittura del Regolamento forestale si cercheranno delle modalità di semplificazione. Ma un Regolamento non può semplificare ciò che la legge complica. Nel senso che se uno dovesse dare una lettura non attenta (o anche attenta), può vedere che da queste modifiche di norme ci saranno sicuramente dei periti forestali, degli agronomi e tutti coloro i quali debbono assistere ad operazioni di taglio, che saranno facilitati dalle modifiche di questa legge.
Tutte le associazioni datoriali, tutte le associazioni agricole, tutte le associazione artigiane e quelle cooperativistiche (ricordo che il mondo forestale è costituito da questi tre soggetti e non da altri) ci scrivono auspicando esattamente gli emendamenti che noi abbiamo presentato.
All'esordio dell'illustrazione del disegno di legge fatta dal Presidente Chiamparino abbiamo chiesto e ottenuto una disponibilità da parte del mondo datoriale nel darci suggerimenti per semplificare. Noi, in questo caso (e solo in questo caso), interveniamo con un provvedimento che modifica una legge già esistente che semplificava, per peggiorare la situazione, pure in presenza di un'indicazione da parte di tutto il mondo datoriale che ci dice: "Lasciate le cose come sono, non peggioratele, cioè non rendetele più complicate".
Noi non diamo ascolto a tutto il mondo datoriale che si occupa di taglio, come se dovessimo preservare una cosa di cui c'è scarsità.
All'interno della nostra Regione, in particolar modo nell'arco alpino rileviamo tutta una serie di mancanze. Ma la cosa che certamente non manca è la biomassa legnosa, perché non solo ne abbiano in abbondanza, ma ne tagliamo poca rispetto alla ricrescita e, ahimè, ha invaso (per mille motivi che certamente non sto ad analizzare) gran parte di quelle che erano le terre prima dedicate a coltivazione.
Mi sembra che questo sia un passo indietro. Dopodiché, la Giunta ovviamente è libera non solo di presentare un disegno di legge, ma anche di sostenerlo contro il parere non solo delle organizzazioni datoriali (che non è che abbiano sempre ragione!) ma anche e soprattutto del buonsenso.
Rilevo - e termino - che il settore forestale, dopo anni di diminuzione dei propri dipendenti, da alcuni anni sta aumentando in termini di dipendenti e in termini di percentuale di bosco tagliato.
Mi sembra che questo non sia il modo migliore per incentivare quello che è un settore che, per esempio nelle aree montane, come l'Assessore Valmaggia sa bene, sta facendo un numero importante di nuova occupazione.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta è contrario su tutti gli emendamenti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 135).
Il Consiglio non approva.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Presidente, chiediamo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Va bene: tutte le votazioni a seguire saranno effettuate con appello nominale.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 136).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 14).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 137).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 138).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 139).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 140).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 141).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 142).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 7 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 35, nel testo originario.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 34 Consiglieri hanno votato SÌ 28 Consiglieri hanno votato NO 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 10 Consiglieri Il Consiglio approva.
ARTICOLO 36 Indìco la votazione palese sull'articolo 36.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 37 Indìco la votazione palese sull'articolo 37.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 38 Emendamento rubricato n. 143) presentato dai Consiglieri Vignale, Ruffino Sozzani, Graglia, Berutti, Pichetto Fratin, Porchietto: Al comma 5, dell'articolo 38, del disegno di legge n. 77, dopo le parole: "del fascicolo aziendale " sono aggiunte le seguenti: "Il fascicolo informatico costituisce in via prioritaria il mezzo di reperimento di informazioni e di dati concernenti l'azienda agricola da parte della Pubblica Amministrazione".
In accordo con i proponenti, diamo per illustrato il testo, su cui la Giunta esprime parere favorevole.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 143).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 Consiglieri votanti 39 Consiglieri hanno votato SÌ 39 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 38, così come emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 Consiglieri votanti 29 Consiglieri hanno votato SÌ 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 14 Consiglieri Il Consiglio approva.
Adesso, come d'accordo, sospendiamo la trattazione del disegno di legge n. 77 e passiamo ad altro punto all'o.d.g.


Argomento: Commercio ambulante

Esame ordine del giorno n. 222 presentato dai Consiglieri Gallo, Accossato Allemano, Appiano, Barazzotto, Baricco, Caputo, Corgnati, Ferrentino Gariglio, Giaccone, Grimaldi, Monaco, Ravetti, Valle, Rossi e Rostagno inerente a "Identificare misure efficaci a sostegno degli esercenti il commercio su area pubblica su posteggio fisso o in forma itinerante"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 222, avente ad oggetto "Identificare misure efficaci a sostegno degli esercenti il commercio su area pubblica su posteggio fisso o in forma itinerante", presentato dai Consiglieri Gallo, Accossato, Allemano, Appiano, Barazzotto, Baricco Caputo, Corgnati, Ferrentino, Gariglio, Giaccone, Grimaldi, Monaco Ravetti, Valle, Rossi e Rostagno, di cui al punto 8) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Gallo per l'illustrazione.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno che oggi presentiamo, avente ad oggetto l'identificazione di misure urgenti a sostegno degli esercenti il commercio su area pubblica su posteggio fisso o in forma itinerante, nasce dalla volontà di offrire un piano articolato di sostegno a un settore strategico da molti punti di vista per la nostra Regione.
L'intera maggioranza e il Partito Democratico considerano, infatti, il settore del commercio su area pubblica - sia su posto fisso che in forma itinerante - molto importante per il tessuto socioeconomico piemontese perché rappresenta un servizio non solo commerciale, ma anche sociale. Ogni borgo, ogni quartiere hanno, appunto, nel mercato un punto di riferimento per la collettività sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista sociale. I mercati sono luoghi di aggregazione, di rapporti diretti tra esercente e cliente: rapporti storici, costanti e di fiducia. I mercati sono anche luoghi turistici.
Si tratta dunque di un settore al quale la maggioranza, il Partito Democratico e l'Amministrazione regionale prestano un'assoluta attenzione.
Il Consiglio regionale ha avviato un ragionamento e ha già condiviso a fine 2014, discutendo e votando un ordine del giorno a prima firma di Giorgio Bertola del Movimento 5 Stelle, la riflessione sulla difficile congiuntura economica che colpisce questo settore, individuando nella sospensione temporanea della richiesta del VARA da parte dei Comuni la soluzione alla crisi del settore, o almeno una prima risposta.
Ricordo brevemente che il VARA è il documento annuale di regolarità contributiva, che dev'essere presentato dagli esercenti alle autorità comunali per poter operare sul mercato e sul suolo pubblico.
A seguito di tale atto del 23 dicembre, sono state audite in III Commissione tutte le rappresentanze del settore sul tema posto nell'ordine del giorno n. 69, ma anche e più complessivamente sui temi che affliggono la categoria e sulle modalità di intervento del governo regionale.
Vado velocemente e provo a sintetizzare gli aspetti emersi in quell'audizione, oltre, evidentemente, alla crisi del settore dovuta al calo dei consumi e alla crisi economica. Gli elementi sono principalmente tre: la difficoltà di accesso al credito e alla liquidità del settore, una sofferenza del comparto per la concorrenza di altre forme di offerta commerciale e una difficoltà legata alle condizioni climatiche, che rappresentano una circostanza esterna ovviamente non controllabile e difficilmente prevedibile.
L'audizione - e vado verso la conclusione - ha fatto emergere principalmente due aspetti. Il primo è che tutte le rappresentanze erano d'accordo rispetto all'esigenza di sostenere il settore, che oggi è a rischio desertificazione o comunque a rischio di una rapida crisi e che oggi occupa in Piemonte circa 17.000 persone, con annesse famiglie. Nello stesso tempo, però, le rappresentanze non hanno manifestato unitariamente sul tema dell'efficacia della misura individuata dall'ordine del giorno n.
69, il loro benestare.
Alla luce di tutto questo - e chiudo con la nostra proposta che oggi portiamo all'attenzione del Consiglio regionale - vogliamo proporre la sospensione temporanea dell'ordine del giorno n. 69 e aprire contestualmente un tavolo di concertazione guidato dalla Regione, per individuare le misure necessarie al rilancio e al sostegno del settore determinando nel più breve tempo possibile, comunque non oltre il 2015, un piano di interventi condiviso con tutte le rappresentanze.
Consegniamo quindi all'Assessore e all'Amministrazione questo mandato e, insieme, anche le risultanze dell'audizione, alla quale peraltro l'Assessore era presente, certi che saranno affrontati congiuntamente con tutte le rappresentanze, anche modificando se necessario le leggi regionali vigenti.
Chiudo con un auspicio, perché è evidente che oggi si dovrà fare una riflessione anche sull'imminente scadenza del 28 febbraio, che è la data entro la quale si dovrà presentare il VARA 2013, ragionando eventualmente su un parziale rinvio del termine.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Vorrei ripercorrere con un po' più di attenzione e di cura il percorso che ha portato alla discussione attuale su questo atto di indirizzo. E' bene farlo, perché questo è emblematico non solo di come è stata trattata questa questione, ma anche, io direi, di un modo di fare della maggioranza e della Giunta regionale.
Avevamo inteso presentare un ordine del giorno, il n. 149, collegato al disegno di legge 66, perché da più parti tra gli operatori del commercio ambulante c'erano arrivati un grido e una richiesta di aiuto per la grave situazione nella quale versa il commercio ambulante; situazione che, certo è dovuta ad una congiuntura economica e a cause che non sono imputabili ad organi di governo, come il maltempo, però è certamente portata anche da un'errata pianificazione commerciale. E' indubbio, infatti - e questo lo dice anche uno studio del Politecnico di Torino, commissionato dall'Amministrazione comunale di Torino - che il proliferare direi incontrollato dei centri commerciali sta portando la morte e la scomparsa sia del commercio di vicinato che del commercio ambulante. E questo è un dato oggettivo.
Di questa situazione possiamo ascrivere le colpe a maggioranze di centrodestra e di centrosinistra; ed essendo che, da quanto appare, il problema è più forte e più sentito a Torino e cintura, stiamo parlando soprattutto di maggioranze di centrosinistra. Questo è bene ricordarlo perché altrimenti andiamo a parlare solo della pioggia; non sbagliamo, ma non la raccontiamo tutta.
Allora, in quella sede, il 23 dicembre, quest'ordine del giorno era stato approvato all'unanimità, con il parere favorevole del Vicepresidente Reschigna. Dopodiché, appunto, nelle more della sua attuazione - ricordiamo che, essendo un atto di indirizzo, deve trovare attuazione in una delibera di Giunta, avevo redatto un'interrogazione perché avevo visto che una delle associazioni di categoria aveva pubblicato sul suo sito un messaggio con il quale rassicurava tutti sul fatto che, comunque, il VARA non sarebbe stato sospeso, in quanto aveva già ricevuto chiarimenti in merito.
Contestualmente, due associazioni di categoria avevano scritto all'Assessore regionale e a tutti i Capigruppo per chiedere che non venisse data attuazione all'ordine del giorno; poi è risultato chiaro nella risposta ad una mia interrogazione che era intenzione della Giunta appunto, non darvi attuazione.
Successivamente, abbiamo avuto un'audizione con gli operatori del settore. E qui, mi dispiace, ma non sono molto d'accordo con quanto scritto nell'ordine del giorno, perché tutte le associazioni di categoria e tutti gli auditi, tranne due associazioni, hanno confermato e rinforzato l'esigenza di una sospensione dall'obbligo del VARA. Le due associazioni di categoria che non volevano questa sospensione, in realtà, non hanno proposto alcuna valida alternativa, per cui si è proceduto in questo modo.
Adesso - si dice per superare il nostro ordine del giorno, ammesso che sia possibile non dare attuazione all'ordine del giorno e superarlo con un altro - la maggioranza ha inteso presentare questo atto di indirizzo.
Dico subito che, così com'è, questo atto di indirizzo non è votabile da parte nostra, in quanto non contiene alcun impegno concreto se non la conferma di non voler attuare l'ordine del giorno a nostra firma già votato a dicembre.
Noi siamo assolutamente d'accordo con l'attivazione di un tavolo di concertazione che coinvolga tutti i soggetti che possano in qualche modo operare delle migliorie, però diciamo che sono dichiarazioni d'intenti.
Invece, l'unico aspetto concreto, immediatamente eseguibile, contenuto nel dispositivo di questo ordine del giorno è la non attuazione di un ordine del giorno già approvato.
Visto che questa mattina ci siamo un po' confrontati, faccio mia questa proposta, che era stata un po' anche suggerita, cioè modificare il dispositivo dell'ordine del giorno inserendo comunque la sospensione temporanea del VARA, così che la Giunta si impegni a farlo, entro due giorni, anche perché la scadenza è il 28. Questo significa che, da qui a venerdì, l'Assessore deve fare una delibera per sospendere il VARA.
Penserei ad almeno alcuni mesi di sospensione, direi sei mesi, anzi sette, perché i sei mesi scadono il 31 agosto, quindi si potrebbe tranquillamente fare il 30 settembre. Quanto meno sei mesi sono necessari per dare un po' di respiro alla categoria, altrimenti vuol dire che qui facciamo belle parole e dichiarazioni di intenti senza poi addivenire a nulla di concreto.
Quindi, chiedo che si modifichi il dispositivo dell'ordine del giorno inserendo l'impegno a sospendere per qualche mese il VARA. Poi - l'ho detto, ma lo ripeto a scanso di equivoci - noi siamo disponibili e saremo parte attiva in tutti i tavoli di concertazione che si vorranno fare.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Durante l'illustrazione dell'ordine del giorno da parte del Consigliere Gallo, Presidente della III Commissione, ammetto di aver provato un pelo di imbarazzo. Parlo in generale - in riferimento all'Aula e non del singolo firmatario e illustratore dell'ordine del giorno - di imbarazzo, come ho detto, per quelle che sono le funzioni del Consiglio regionale, quindi mi rivolgo a tutti i colleghi, soprattutto di maggioranza, che conoscono benissimo il detto che vige in quest'Aula, ormai, da molti anni: un ordine del giorno non si nega quasi a nessuno - nella scorsa legislatura spesso mi furono negati anche gli ordini del giorno. Però, non vorrei che questo diventasse un andazzo per far sì che gli ordini del giorno vengano approvati e, poi, dopo essersi accorti che sono sbagliati per le considerazioni di un Assessore, di un Capogruppo o di qualunque altra persona che viene in quest'Aula, ritirati, modificati o emendati, con grande imbarazzo da parte del Consiglio, perché "forse non avevamo capito bene", "forse non avevamo letto bene", "forse non ci eravamo spiegati bene".
Innanzitutto, chiedo al Presidente del Consiglio, che oggi è rappresentato dal collega Boeti, di far sì che lo spazio dedicato agli ordini del giorno abbia una sua dignità, con un suo tempo dedicato all'illustrazione dell'atto di indirizzo e alla risposta eventualmente dei colleghi. Infatti, alcune volte - lo dico a lei perché oggi lei è facente funzioni del Presidente - si sono approvati un po' di ordini del giorno con l'andazzo di cui dicevo prima, cioè "tanto un ordine del giorno non si nega neanche all'opposizione". A volte sono anche ordini del giorno della maggioranza e vengono presentati senza neanche venire illustrati e noi stessi siamo in difficoltà, perché è vero che magari abbiamo letto gli ordini del giorno prima della seduta, ma alcune volte vengono inseriti all'inizio dei lavori, alla mattina.
Quindi, diamo dignità al Consiglio regionale - ne abbiamo già parlato oggi con le comunicazioni del Presidente Chiamparino - in quanto già di nostro - e dico "nostro" come classe politica in generale, anche se tendenzialmente noi ci siamo sempre un po' tirati fuori dalle problematiche emerse in questi anni, perché i fatti lo hanno dimostrato, come Gruppo consiliare - non stiamo dando una grande dimostrazione di credibilità e di rappresentatività dei cittadini piemontesi, con i vari scandali, con le firme false, e prima con "rimborsopoli".
Chiediamo che quando si affronta un ordine del giorno - oggi c'è il tema del VARA, che è molto importante, come ha chiarito il nostro Presidente Bertola - un qualunque ordine del giorno, si presti la giusta attenzione - lo dico a tutti i colleghi - proprio per far sì che questo non sia il precedente numero 1 per una serie di accadimenti simili.
Quindi, l'ordine del giorno, come è stato detto dal nostro Capogruppo così com'è non è ricevibile, perché presenta una serie di dichiarazioni d'intenti, appunto, nell'ottica dell'ordine del giorno, tanto vale poco in quanto chiede un tavolo di concertazione.
Ben venga un tavolo di concertazione, siamo contenti che la Regione faccia questo, ma l'Assessore competente ha come obbligo di mandato politico - non parlo di obbligo politico, né tanto meno di obbligo morale perché, ovviamente, non parliamo di questo - quello di ascoltare tutti, di ascoltare le associazioni di categoria e le associazioni rappresentative delle funzioni e dei compiti che gli sono dati per assegnazione da parte del Presidente della Giunta, e individuare una serie di interventi che vengono ovviamente limitati in merito alla capienza del bilancio è quanto meno riduttivo.
E' vero, lo sappiamo anche noi, ormai sono cinque anni che siedo in Consiglio regionale, conosco le condizioni del bilancio regionale, ma è ovvio che scrivere un ordine del giorno in cui si dice che si attueranno degli interventi e delle misure di sostegno, di incentivo e di promozione delle attività del commercio ambulante quando e se ci saranno le risorse oggi significa non darne atto, metterli sulla carte e non darne atto.
Infatti, conosciamo la situazione della Regione Piemonte, quali sono le scelte strategiche che la Regione Piemonte sta attuando, cioè grandi infrastrutture, magari da un certo punto di vista, grandi interventi magari in edilizia sanitaria e pochissimo sui piccoli interventi e sul sostegno alle attività produttive.
Vedremo se si riuscirà a fare qualcosa con i fondi europei, perch l'altra grande possibilità e grande risorsa è questa. Oggi non ne abbiamo parlato nelle Commissioni in cui abbiamo fatto il punto sul fondo di sviluppo europeo. Quindi, sicuramente terremo il fiato sul collo su questo tema, perché crediamo veramente nel commercio ambulante, per i valori che anche voi avete inserito nell'ordine del giorno - che spero e credo che voi condividiate - ma, oltre alle dichiarazioni e agli ordini del giorno devono seguire gli atti.
Quindi, il primo atto era dato dall'approvazione di una sospensione del VARA. Se oggi non ci sarà in questo ordine del giorno una sospensione del VARA, ovviamente, noi questo atto non potremo approvarlo e rappresenterà una bruttissima pagina. Costituirà un precedente molto negativo per l'attività del Consiglio regionale, in quanto d'ora in poi qualunque Assessore potrà venire a dire che quell'ordine del giorno approvato all'unanimità dal Consiglio regionale non ha valore, non viene attuato e anzi, i Consiglieri regionali devono modificarlo per compiacere la volontà della Giunta. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Ricollegandomi a quanto detto dal collega Bono, ribadisco che non mi sembra solo uno sgarbo nei confronti di chi ha presentato l'atto e l'ha anche convintamente votato, avendolo capito, ma si tratta di uno stravolgimento dello strumento ordine del giorno, che lo Statuto e il Regolamento del Consiglio regionale prevedono siano degli atti d'indirizzo che il Consiglio dà alla Giunta. A me sembra paradossale che sia, in termini espressi e rivendicati, un indirizzo politico che il Consiglio recepisce dalla Giunta e restituisce, per abrogare formalmente un indirizzo precedente.
Ritengo abbiano ragione i colleghi del Movimento 5 Stelle, quando affermano che questo è un brutto precedente, proprio come dinamica d'Aula perché si tratta non solo e non tanto di dire a dei Consiglieri: "Guardate ci eravamo male intesi e, quindi, facciamo un'altra scelta", ma si fa riferimento esplicitamente ad un precedente ordine del giorno, dicendo di sospenderlo. Peraltro, c'è scritto "temporaneamente", ma non viene stabilito per quanto, e non c'è scritto in relazione a quali logiche la sospensione è temporanea, piuttosto che no.
Dall'altra parte, assumere l'impegno di andare a creare dei tavoli di consultazione, peraltro per rivedere delle normative che non sono solo regionali, mi sembra un controbilanciamento un po' debole.
Anch'io, come i colleghi del Movimento 5 Stelle, invito gli estensori del documento a riconsiderare la riformulazione del primo Capo, soprattutto perché -ma non vorrei sbagliare - da un'interlocuzione informale con gli operatori del settore, mi risulta che anche il decreto Milleproroghe abbia cambiato la scadenza. Magari l'Assessore potrà darci un elemento in più.
Pertanto, ritengo che una sospensione generica della validità del precedente ordine del giorno sia un'impegnativa sbagliata come principio perché è il recepimento di un indirizzo che la Giunta dà al Consiglio, e non è questo il canale dell'ordine del giorno. Dall'altra parte, perché è estremamente vago: non si capisce da cosa debba dipendere la temporaneità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore De Santis; ne ha facoltà.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore al commercio Grazie, Presidente.
La Giunta ha seguito con attenzione questa vicenda, dove era evidente la presenza di posizioni diverse all'interno della stessa categoria del commercio ambulante. Una cosa, però, è certa: a seguito dell'odg votato dal Consiglio il 23 dicembre può essersi creato un affidamento legittimo sul fatto che quest'anno il VARA non sarebbe stato richiesto. Il termine previsto per l'adempimento era il 28 febbraio; noi ne stiamo parlando adesso.
Come è stato ricordato da molti, nel commercio ambulante c'è una situazione complicata. L'impegno della Giunta sarà quello di approvare giovedì prossimo - quindi prima del 28 - una delibera che, riprendendo le sollecitazioni venute dal Consiglio - leggo, perché ho qui la bozza "prevede un differimento dei termini fissati dalla deliberazione regionale" quella originaria - "con esclusivo riferimento all'anno 2015" - stiamo parlando dei termini per quest'anno - "stabilendo che la data di consegna da parte degli operatori commerciali, della documentazione necessaria alla dimostrazione della regolarità contributiva e fiscale del 28 febbraio sia differita al 30 aprile 2015 e la data precedentemente prevista del 30 aprile 2015, stabilita per i Comuni per la verifica della regolarità contributiva degli operatori, sia differita al 30 giugno 2015".
In sostanza, ricordo che stiamo parlando di regolarità fiscale contributiva relativa all'anno 2013. Gli operatori hanno tempo fino al 30 aprile per mettersi in regola e i Comuni non faranno verifiche prima del 30 giugno. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Solo per dire che, essendo io il primo firmatario, sono disponibile a modificare l'ordine del giorno, in modo da renderlo il più ampio possibile quindi recepire le indicazioni emerse dal Consiglio e dalla Giunta.
Mi avvicinerei alla Presidenza per modificarlo.



PRESIDENTE

Venga, Consigliere Gallo.
MARRONE Maurizio (fuori microfono) Posso intervenire?



PRESIDENTE

I Consiglieri che sono già intervenuti non potrebbero intervenire nuovamente; se è un intervento breve, Consigliere Marrone, ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Passi come ordine dei lavori, in termini generali.
Questa Giunta, soprattutto perché chiede un patto di confronto dovrebbe avere maggiore accortezza nei rapporti decisionali sui temi. Sono contento di questa buona notizia, anche perché è un recepimento delle richieste, però si tratta proprio di una dettatura della linea della Giunta al Consiglio, ma plastica.
Vorrei ricordare un altro elemento, e poi mi taccio. Ho presentato insieme ad altri colleghi, un ordine del giorno sul riconoscimento dello status giuridico degli addetti al controllo sui mezzi del trasporto pubblico locale e la Giunta ha adottato una delibera di Giunta, il giorno prima della seduta di Consiglio in cui se ne doveva discutere. Una dinamica analoga è andata in campo anche per l'autorecupero.
Ora, ce lo diciamo qui e non ce lo diremo più: a noi interessa il risultato, quindi non stiamo a porre grandi questioni sulla bandierina però non deve diventare una prassi, altrimenti d'ora in avanti vi manderemo una mail e non presenteremo più gli atti d'indirizzo! Chiedo alla Presidenza di farsi anche un po' garante di questo tipo di rapporti tra Giunta e indirizzi, perché, quando gli atti sono calendarizzati ed iscritti, la Giunta ne deve tenere conto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore De Santis.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore al commercio Consigliere, non c'è nulla di calendarizzato né di iscritto. Io ho semplicemente proposto un percorso, se il Consiglio lo condivide. E' chiaro che, se si tratta di produrre una delibera per giovedì e se io devo dire al Consiglio una cosa precisa, ho bisogno di un testo, ma la Giunta non è convocata e la delibera non è iscritta in procedura.



PRESIDENTE

Mentre stiamo modificando il documento, la parola il Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
So bene che è irrituale, ma sento il dovere di rimarcare quanto è già venuto fuori dalla discussione ed ha evidenziato anche il Consigliere Marrone. Noi voteremo l'ordine del giorno e io voterò a favore di quest'ordine del giorno, perché - seppure poco - dà una mano ai commercianti. Lo voto, però, con la manina molle, non convinto, perch ancora una volta - è stato sorpassato, scavalcato, il Consiglio regionale che proponeva un atto d'indirizzo per superare un altro atto d'indirizzo approvato all'unanimità.
Voto, perché mi sentirei male a votare contro qualcosa che dà un piccolo aiuto a delle persone che hanno bisogno, però non è questo il modo di agire. Siamo fuori da qualsiasi possibilità di patto di qualsiasi tipo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Solo per rimarcare quanto dicevano alcuni colleghi: di Giunta ce n'è una, ed è sufficiente; di Consiglio ce n'è uno, però il Consiglio non è diviso, ancorché vi siano Gruppi consiliari che sostengono la maggioranza eletti nei Gruppi di maggioranza, e Gruppi consiliari che non la sostengono, eletti nell'opposizione. Il Consiglio regionale è uno. E poich è utile che il Consiglio regionale sia uno, e viene ringraziato quando è uno nel momento in cui prova a condividere dei percorsi anche legislativi che la Giunta propone, bisognerebbe ricordarlo sempre, altrimenti abbiamo una Giunta di serie A, composta dagli Assessori, che governa, ed una Giunta di serie B, che siede nei banchi del Consiglio, che, mettendosi d'accordo con i rispettivi esponenti della Giunta regionale, predetermina l'atto di indirizzo che fa scaturire in tempi perfetti fra la presentazione del Consigliere Gallo e l'illustrazione della delibera dell'Assessore De Santis. È evidente che, in questi giorni, sono intercorse una serie di legittime disquisizioni nel vedere se l'ordine del giorno andava bene. Ma non è così che funziona.
Se il Consiglio fa atti di indirizzo è un conto; se, invece, il Consiglio si divide fra maggioranza e opposizione, allora la maggioranza dialoghi con la Giunta - come sta facendo in una serie di occasioni che possiamo ricordare - e gli atti di indirizzo, a questo punto, li fa solo più l'opposizione. Sono assolutamente inutili, salvo essere chiamati come si devono definire, cioè marchette. Nel senso che la maggioranza può farsi le sue marchette perché sa che vengono recepite dalla Giunta, invece l'opposizione fa il lavoro che riesce a fare, sapendo che, nella quasi totalità, non vengono recepiti dalla Giunta.
Rispetto anche al ragionamento che veniva fatto questa mattina, solo una condivisione e una consapevolezza di ruoli: la maggioranza, ci mancherebbe, sostiene la Giunta perché eletta negli stessi Gruppi consiliari, ma non c'è un Consiglio "uno" e un Consiglio "due": uno che dialogo con la Giunta e l'altro che non lo fa.



PRESIDENTE

Consigliere Bono, all'interno dell'irritualità, le concedo un minuto.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Solo per sottolineare che, secondo me, la toppa è stata peggio del buco. Abbiamo assistito ad un teatrino - che spero non ricapiti - con un ordine del giorno presentato dalla maggioranza e l'Assessore che arriva dicendo che aveva già presentato la bozza di delibera e chiede alla sua maggioranza di presentare un ordine del giorno. Non è così che funziona il Consiglio regionale.
C'è gente che ha molta più esperienza di me qui dentro, ma sappiamo che il Consiglio deve avere una sua autonomia. Se l'ordine del giorno è stato predisposto così per ripristinare l'immagine dell'Assessore De Santis sul tema del commercio ambulante, guardate che queste sono tecniche tattiche veramente spiacevoli. Stiamo parlando di lavoratori, di persone che hanno problemi.
Il giochino che si presentano ordini del giorno senza contenuti e la Giunta chiede di dargli un contenuto perché ha già presentato la bozza lasciamolo perdere, perché non siamo nati ieri.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno è stato modificato nel senso che è stato aggiunto dopo "Impegna la Giunta regionale" - "a differire i termini di presentazione del VARA al 30 aprile 2015".
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sull'ordine del giorno n. 222, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.01)



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