Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.48 del 24/02/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(I lavori iniziano alle ore 9.37 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI

35001&A XXXXX



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI

Interrogazione n. 204 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Quali certezze per i creditori dello IAL CISL Piemonte e IAL Service Srl"



PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi. Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione ordinaria n. 204, presentata dalla Consigliera Frediani, avente ad oggetto "Quali certezze per i creditori dello IAL CISL Piemonte e Ial Service Srl".
Come sapete, non è prevista illustrazione, ma dopo la risposta della Giunta regionale l'interrogante avrà la facoltà di replicare.
La parola all'Assessore Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessore alla formazione professionale

Grazie, Presidente.
Per quanto concerne l'interrogazione ordinaria in merito alle certezze rispetto ai creditori dello IAL CISL Piemonte e IAL Service Srl, i dati che sono attualmente in nostro possesso, certificati alla data del 27 gennaio che le otto Province piemontesi ci hanno trasmesso dopo la richiesta di certificazione, sono i seguenti: IAL in bonis ante procedura commissariale ovvero prima del 3 giugno 2009, i crediti ammontano a 644.277,28 euro.
In merito ai dati sopra indicati si riportano di seguito le specificazioni comunicate dalle Province.
Biella: il credito di 273.348,28 euro non è stato ritenuto esigibile da parte della Provincia di Biella a causa di una irregolarità sui DURC evidenziata in sede di verifica di rendiconto.
Cuneo: il pagamento del debito di 20.626,07 euro è condizionato alle indicazioni delle coordinate bancarie, che non sono ancora pervenute.
VCO: il debito di 29.214,56 euro non è stato recuperato perché la Provincia non dispone del servizio di avvocatura.
Per quanto riguarda le somme erogate dalla Regione, l'Amministrazione ricorrendone i presupposti giuridici, ha provveduto a recuperare mediante compensazione euro 51.375,30 e si è insinuata il 3 agosto del 2013 nel fallimento per euro 96.950,80.
Con Decreto del Giudice delegato, in data 12/7/2013 è stata dichiarato esecutivo lo stato passivo, ed in tale sede, in ragione della citata insinuazione, la Regione è stata ammessa al fallimento in qualità di creditore chirografaro.
I controlli di primo livello non hanno evidenziato irregolarità perch le spese esposte a rendiconto sono risultate regolari, avendo l'amministrazione verificato la regolare esecuzione dei corsi e la pertinenza delle relative spese.
I verbali della Guardia di Finanza del 2010 e 2011 hanno denunciato una presunta "falsità" dei documenti giustificativi di spese rispettivamente per un importo di euro 1.118.224,70 per gli AF 2003/2004 e di euro 226.376,07 per AF 2004/2008, per un totale di circa 1.350.000 euro. Tale denuncia è tutt'ora al vaglio della Procura Penale della Tribunale di Torino, ma non ha ancora dato alcun esito.
Pertanto rimane immutata l'esattezza dei rendiconti redatti, anche sulla documentazione contabile oggetto di verifica della Guardia di Finanza, fino a quando non sarà accertata in sede giudiziaria la falsità di tali documenti.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Chiedo scusa, ma non ho capito di che documenti si tratta.



PRESIDENTE

Consigliera Frediani, potrà ribattere successivamente.



PENTENERO Giovanna, Assessore alla formazione professionale

Consegnerò successivamente la memoria.
Nell'interrogazione si chiedeva quante risorse sono state erogate a favore di IAL dalla Regione e dalle Province successivamente alla sentenza depositata in data 3 giungo 2009 dal Tribunale Ordinario di Torino, con la quale si dichiarava rispettivamente lo stato di insolvenza di IAL e di IAL Service Srl.
A tal riguardo, è necessario precisare che lo IAL Service Srl non risulta essere stato beneficiario di contributi né regionali né comunitari (soltanto di risorse provenienti dalle Province). Esso rappresentava un semplice fornitore dello IAL CISL, e in tale posizione non intratteneva, in materia di formazione professionale e lavoro, nessun rapporto giuridico ed economico né con la Regione, né con le Amministrazioni provinciali piemontesi (non ha mai partecipato alle direttive gestite direttamente dalla Regione).
In data 17 luglio 2009 con ordinanza del Tribunale di Torino veniva costituito lo IAL CISL in Amministrazione straordinaria e contestualmente l'avvocato D'Addario veniva nominato Amministratore straordinario.
Le concessioni di sovvenzione nei confronti di tale soggetto sono state gestite, nei limiti della legge regionale, nazionale e comunitaria, con provvedimenti amministrativi e di un accreditamento temporaneo, con i controlli bimestrali eccezionali, con un monitoraggio costante che in quel periodo si era deciso di attivare a seguito di una gestione straordinaria della situazione.
Tutto ciò premesso, il totale delle risorse che sono state erogate allo IAL CISL del Piemonte (quindi includiamo IAL CISL e IAL CISL Service, con le accezioni che dicevo poc'anzi, ovvero gestione delle Province e gestione diretta) sono di euro 10.237.000,00 (da quando si è insinuata la procedura del 2009).
Parte di tali risorse sono state recuperate, nel senso che i giustificativi pervenuti dei 10 milioni equivalgono soltanto a euro 8.200.000. Dunque, del differenziale siamo riusciti a recuperare soltanto una parte.
L'interrogante ha ancora formulato un ulteriore quesito: se esistono e nel caso, a quanto ammontano, ulteriori crediti verso la Regione Piemonte e le Province da parte di IAL CISL Piemonte e IAL Service Srl e se ne sia prevista l'estinzione.
Per quanto riguarda lo IAL Service è già stato detto che non hanno debiti né crediti diretti nei nostri confronti, perché non hanno mai gestito azioni promosse direttamente dalla Regione.
Tutti i debiti e i crediti intercorrenti tra le Amministrazioni regionali e provinciali e IAL CISL sono stati conferiti, ai sensi della legge fallimentare, al fallimento. Di quanto di pertinenza della Regione si è già detto prima, secondo gli importi testé citati.
Pertanto, per la quantificazione delle somme, l'organo competente per dare una risposta è il curatore fallimentare, nella persona dell'avvocato Antonio D'Addario.
Nell'interrogazione erano state formulate altri tre quesiti. Si chiedeva a che punto è la procedura fallimentare IAL CISL Piemonte e IAL Service Srl e se esistono ancora possibilità di recupero del proprio credito dei fornitori dell'Ente.
Anche in questo caso, l'organo competente per dare informazioni in merito al fallimento dello IAL CISL Piemonte è il curatore fallimentare.
La Regione ha ricevuto le informazioni in qualità di creditrice insinuata nel fallimento, limitatamente al credito vantato (ma non alla questione complessiva). La Regione è informata del fatto che in data 12/7/2013 è stata dichiarato esecutivo lo stato passivo dello IAL CISL.
Si chiedeva, altresì, chi deve corrispondere e quali siano le tempistiche per la liquidazione sia del TFR maturato per gli ex dipendenti durante l'amministrazione straordinaria dal 2 giugno 2009 al 31 luglio 2012, sia dell'arretrato contrattuale di maggio 2009.
Come sopra descritto, tutti i debiti e i crediti dello IAL CISL Piemonte sono gestiti dal curatore del fallimento nell'ambito del procedimento di fallimento e solo tale organo può rispondere alla domanda.
Non può certamente farlo la Regione Piemonte, che, pur essendo promotore delle iniziative, si è inserito come parte interessata all'interno del fallimento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Volevo solo chiedere un chiarimento all'Assessore, perché ho fatto molta fatica a seguire il suo intervento a causa del rumore che c'è in Aula, oltre alla velocità di esposizione dell'Assessore, che è sempre notevole.



PRESIDENTE

Consigliera Frediani, lei ha il diritto di replicare, ma non c'è poi una contro-risposta da parte dell'Assessore: non funziona così.



FREDIANI Francesca

Siccome ho difficoltà ad ascoltare perché l'Aula è molto rumorosa, nel momento in cui ho capito di non aver sentito l'informazione ho chiesto subito di chiarire, altrimenti è inutile.
Chiedevo soltanto: la Procura, rispetto a quali documenti sta facendo accertamenti? Non l'ho proprio sentito per difficoltà dovute al rumore presente in Aula.



PRESIDENTE

Effettivamente c'è un po' di brusio perché ognuno parla col vicino almeno i pochi che ci sono: fate la cortesia di fare silenzio. Grazie.



FREDIANI Francesca

Ovviamente prenderò il documento scritto, però vorrei seguire il filo del discorso poiché, da un certo punto in poi, mi sono persa.
Vorrei solo fare notare che anche in questa vicenda, alla fine, nessuno ha responsabilità: non le ha la Regione, che tutto sommato è quella che dà gli accreditamenti agli enti di formazione, quindi è vero che la Regione magari non ha dato fondi però, dando l'accreditamento, dovrebbe anche garantire che un ente di formazione si comporti in un certo modo. Qui sicuramente delle irregolarità ci sono state, magari delle piccole irregolarità, e mi auguro che la Procura vada a scovarle e trovi i responsabili.
Ovviamente io sono direttamente coinvolta in questa vicenda, avendo lavorato allo IAL per alcuni anni. So che i lavoratori sono ancora in attesa di risposte e nessuno dà queste risposte. Nessuno, a partire dalla CISL, che ha delle pesanti responsabilità in questa situazione.
La CISL si è completamente lavata le mani dei lavoratori dello IAL, che ricordiamolo - è il suo ente di formazione, tant'è che, nella sua risposta, l'Assessore stesso ha definito lo IAL "IAL CISL Piemonte". Quindi è una vergogna che nessuno ne parli, è una vergogna che un sindacato si lavi le mani dei suoi lavoratori.
Ringrazio per la risposta e aspetto il testo scritto. Comunque, non ci fermiamo qui: andremo avanti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Giovani

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 224 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Quali prospettive occupazionali con il programma Garanzia Giovani"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione indifferibile e urgente n. 224 presentata dalla Consigliera Frediani, avente ad oggetto "Quali prospettive occupazionali con il programma Garanzia Giovani".
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
L'illustrazione è breve, nel senso che il programma Garanzia Giovani sicuramente l'Assessore lo conosce meglio di me. So che, tra l'altro, in questi giorni ne ha parlato.
Avevo già chiesto lumi in Commissione e adesso li chiedo formalmente anche in Aula. Abbiamo appreso da alcuni mezzi di comunicazione che il programma Garanzia Giovani, tutto sommato, non sarebbe così efficace probabilmente perché deve ancora un po' rodarsi e bisogna ancora mettere in comunicazione tutti gli strumenti che servono ad attuarlo.
Di questo, ovviamente, noi non siamo sicuri poiché sono notizie apprese dai giornali. Per questo motivo, adesso chiediamo dei dati certi in merito a questo piano. In particolare, le nostre domande sono: qual è la percentuale di beneficiari coinvolti finora da questo programma regionale rispetto al totale di potenziali destinatari? Quindi dei dati certi, dei numeri, dei valori rispetto a una possibile platea di destinatari del programma, che è l'unico dato che ci può far capire se il programma è effettivamente valido oppure no e se può essere migliorabile.
La seconda domanda è: le risorse e gli interventi del Piano Garanzia Giovani Piemonte, complementari al programma operativo nazionale, sono in grado di fornire effettive garanzie occupazionali ai giovani e soddisfare gli obiettivi e i risultati attesi, visto il numero di opportunità finora offerte ai beneficiari? Questo anche relazionato al livello di connessione fra il programma regionale e il programma nazionale, per capire quali siano effettivamente i risultati ottenuti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessore al lavoro e formazione professionale

Grazie, Presidente.
Intanto vorrei precisare due questioni. La prima è che la Garanzia Giovani rappresenta, all'interno del nostro Paese e quindi all'interno della nostra Regione, il primo tentativo mai realizzato con un numero significativo di risorse e con un'attività radicata all'interno dei territori molto importante. Se pensiamo a quello che è successo alle altre Regioni, sicuramente i dati del Piemonte sono lusinghieri, ma questo semplicemente perché il Piemonte è riuscito a mettere in piedi una macchina molti mesi prima (a partire dal mese di maggio, quindi sono sei mesi), che hanno permesso di rodare una macchina oggi in grado di partire molto più velocemente di quanto sia partita in altre Regioni del nostro Paese.
Riuscire già oggi ad avere dei dati certi e ad avere dei risultati definitivi rispetto a un progetto così importante e così articolato, credo sia un'ambizione praticamente irraggiungibile.
Quello che possiamo dire è che oggi abbiamo 24.000 adesioni al portale sia nazionale che regionale, perché ad un certo punto, oltre al portale regionale, si è attivato il portale nazionale. Di questi 24.000 iscritti, è 7.012 il numero dei ragazzi ai quali è stato dato un primo contatto, che può avere articolazioni diverse (una mail, un'opportunità di lavoro o tirocinio e quant'altro). Si tratta di 3.861 opportunità formative o di lavoro che gli operatori hanno offerto; di queste, 93 sono contratti a tempo indeterminato (in modo particolare, contratti di apprendistato), 472 contratti a tempo indeterminato fra i tre e i sei mesi, 181 contratti a più di 6 mesi, 2.183 tirocini, 132 allievi inseriti all'interno di corsi di formazione finalizzati all'occupazione; 900 ragazzi sono stati inseriti all'interno di un percorso di auto-impresa e quindi con la possibilità di diventare imprenditore. Ovviamente queste sono le opportunità, 3.191 sono i giovani che hanno ricevuto un servizio e quindi hanno ricevuto un contatto.
Queste sono le attività in numeri, che mi sembrano numeri importanti rispetto ad una attività che ha l'ambizione di coinvolgere un numero altrettanto significativo di giovani all'interno della nostra Regione.
Ora siamo nella fase di apertura dei bandi; per la Garanzia Giovani nazionale sono stati aperti due settimane fa, ma nel frattempo la Garanzia Giovani regionale continua ad avere i propri contatti e a svolgere la propria attività. Pertanto monitoriamo con attenzione quello che sta succedendo.
Certamente ci auguriamo che i numeri di cui ho parlato oggi possano trasformarsi in buona parte in contratti a tempo indeterminato, ma siamo anche consapevoli del fatto che oggi viviamo un momento di crisi molto drammatica.
Se a otto mesi dall'attivazione di Garanzia Giovani potessimo già vantare un numero più alto di assunzioni, sarebbe un risultato che avrebbe qualcosa di magico e quindi non saremmo su un piano di realtà. Preferisco restare su un piano di realtà, consapevole dell'impianto articolato e complicato che rappresenta Garanzia Giovani, consapevole dell'opportunità che rappresenta per tutti i giovani del Piemonte, consapevole che bisognerà immaginare una fase 2 della Garanzia Giovani per intercettare tutti quei ragazzi che, attraverso gli strumenti oggi a disposizione, non siamo in grado di raggiungere, per cercare davvero di arrivare ai cosiddetti NEET che sono quelli che abbiamo perso perché né sono inseriti in un percorso di formazione né in un percorso di lavoro e hanno smesso o, come dire, non sappiamo dove questi siano e quindi una risorsa che in qualche modo dovremo individuare e dovremo trovare gli strumenti per poter arrivare a loro.
Credo che il monitoraggio sia la migliore risposta che noi oggi possiamo dare; non solo il monitoraggio, ma anche l'introduzione degli eventuali correttivi e miglioramenti che, in fase di prosecuzione cercheremo di apportare.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 260 presentata dai Consiglieri Valle e Rostagno, inerente a "Trasporto biciclette sui convogli ferroviari regionali"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 260 presentata dai Consiglieri Valle e Rostagno, avente ad oggetto "Trasporto biciclette sui convogli ferroviari regionali".
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
La questione è sicuramente all'attenzione dell'Assessorato e della Direzione Trasporti.
La Regione sta agendo per la definizione della rete infrastrutturale ciclabile di interesse regionale, collegata anche al progetto "VenTo"; ha concordato con la FIAB di trattare in via prioritaria, in sede di revisione dei contratti di servizio ferroviario, il tema dell'accessibilità al servizio di trasporto biciclette; si è impegnata ad inserire nei futuri bandi per l'acquisto di materiale rotabile specifiche che prevedono spazi adeguati per il trasporto delle biciclette; presenterà entro l'anno in corso progetti europei finalizzati allo sviluppo dell'intermodalità tra bici e treno.
Per quanto riguarda l'attuale dotazione di materiale rotabile, in effetti è assolutamente insufficiente per questo tipo di trasporto. Per esempio, sulla direttrice Pinerolo-Chivasso i nuovi rotabili utilizzati da Trenitalia sono del tipo Jazz, non attrezzati per il trasporto di biciclette.
Sulla direttrice SFM1, esercitata da GTT S.p.A. sono utilizzati treni del tipo 1ETR ed altri e questi permettono la possibilità di portare biciclette ma in numero molto ridotto, due per convoglio. Così anche su SFMA.
Per la restante frazione di dieci treni è utilizzato materiale rotabile di non recente costruzione, quindi non attrezzato. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.
La parola al Consigliere Valle.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Non aggiungerei nient'altro. Chiederei soltanto all'Assessore la disponibilità eventualmente di affrontare il tema in una Commissione. Ora non c'è la Presidente, ma nel caso possiamo chiederlo, perché credo sia di interesse collettivo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valle.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 277 presentata dai Consiglieri Bono e Bertola, inerente a "Assistenza socio-assistenziale Nuova collocazione degli assistiti delle due strutture ubicate presso l'immobile di Via Valgioie a Torino"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 277.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ringrazio anzitutto la Giunta per voler rispondere a questa interrogazione. Nei giorni scorsi si è parlato di questa struttura anche in un occhiello della cronaca di Torino su La Stampa, riguardante l'immobile di Via Valgioie a Torino, che dovrebbe essere completata nella trasformazione per quanto riguarda l'assistenza agli anziani disabili, con alzheimer e quant'altro nella programmazione delle strutture della Regione Piemonte.
Nella scorsa legislatura e negli ultimi anni è stato risposto sia dal Comune di Torino, sia ovviamente dalla Regione, che mancano i fondi per la realizzazione dell'immobile.
Chiediamo che questo fabbricato che, ricordiamo, è di proprietà comunale, in cui sono già presenti oggi una residenza sanitaria assistenziale e un CDA (Centro diurno Alzheimer) abbia un completamento dei lavori.
Nel marzo 2014 è stata presentata un'interpellanza dei Consiglieri comunali di Torino, Bertola e Appendino, in cui si rispondeva che era stato avviato un tavolo cittadino con le organizzazioni sindacali, coordinato dall'Assessorato al lavoro, che avrebbe anche coinvolto i gestori delle nuove strutture riguardo alla ricollocazione degli ospiti - ricordo che erano stati spostati in attesa del termine dei lavori - e, ovviamente riguardo anche ai lavoratori stessi, perché bisogna anche comprendere qual è la situazione dei lavoratori.
Il Comune di Torino in agosto 2014 aveva fatto un avviso di asta pubblica per la concessione a terzi del fabbricato, con cui si intendeva affidare una concessione cinquantennale con una base d'asta di 128 mila euro, IVA esclusa.
Nel novembre 2014 il Comune di Torino aveva aggiudicato l'asta alla cooperativa Punto Service di Caresanablot con un'offerta d'asta di 200 mila euro. Inoltre, nel disciplinare d'asta si evinceva che il vincitore o comunque, i partecipanti dovevano predisporre un cronoprogramma dei lavori di adeguamento - quindi il discorso che facevo all'inizio - per terminare la sede.
Non ci siamo passati davanti ieri o l'altro ieri, ma nel momento in cui abbiamo presentato l'interrogazione ci risultava che la sede è chiusa e ci sono ancora i lavori di ristrutturazione.
Quindi, volevamo sapere dall'Assessore informazioni in merito al cronoprogramma dei lavori, la chiusura dei lavori, la riapertura della sede e l'attuale collocazione degli assistiti, nonché dei lavoratori che prima operavano nella sede di Via Valgioie. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Prima di dare la parola all'Assessore Ferrari, devo chiedere all'Aula di consentire il normale svolgimento delle interrogazioni e delle interpellanze. Quindi, vi prego di fare silenzio e non di fare crocicchi.
La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali

Grazie, Presidente.
Come ricordava il Consigliere Bono, stiamo parlando di un immobile di Via Valgioie in Torino di proprietà del Comune. Un immobile che è stato ceduto all'ASL TO2 a titolo gratuito per la durata di dieci anni a partire dal 2005, per la gestione di attività di carattere socio-sanitario a favore di anziani non autosufficienti.
Come già veniva ricordato, ma è bene ribadirlo, sono stati attivati nel corso degli anni due presidi, uno di tipo residenziale, qualificato come RSA, per anziani non autosufficienti, e l'altro invece come centro diurno.
Vorrei precisare che la struttura del presidio RSA per anziani non autosufficienti ha avuto l'autorizzazione al funzionamento, a partire dal 1992, e dal 2010 è accreditata con determinazione regionale.
La comunicazioni del Direttore dell'ASL, che fa data al 6/8/2014 e che è stata ricevuta dal competente Settore regionale preposto alla vigilanza ha comunicato che la suddetta RSA ha cessato l'attività a partire dal 1 aprile 2014. Di conseguenza, il Settore regionale preposto al procedimento autorizzativo della RSA in questione, prendendo atto della cessazione dell'attività, ha provveduto a dichiarare la decadenza dell'autorizzazione al funzionamento e relativo accreditamento.
Per quanto riguarda il centro diurno, è opportuno precisare che questa struttura, nonostante risulti attivo fin dal 1999, come lo stesso Direttore generale dell'ASL TO2 ha dichiarato in una nota del 15 ottobre 2014 acquisita agli atti il 21 ottobre 2014, non ha mai ricevuto n l'autorizzazione, né l'accreditamento dall'Ufficio competente del Comune di Torino e perciò stesso non risultava adeguato alle normative vigenti.
Come peraltro dichiarato dallo stesso Direttore generale, con la stessa nota, per consentire i lavori di ristrutturazione previsti per l'immobile in questione, è stato precisato che tutto l'edificio di Via Valgioie 39 era valutato strutturalmente inadeguato, necessitando quindi di interventi strutturali.
Alla luce di questa situazione complessiva, si è posto il problema della ricollocazione nell'immediato degli assistiti. Il Settore regionale competente non ha un potere specifico in ordine alla ricollocazione degli assistiti, però ci siamo fatti carico di chiedere presso l'ASL TO2 la conoscenza delle precise collocazioni degli ospiti trasferiti dalla RSA e dal centro diurno in argomento.
Noi qui abbiamo due schede allegate che consegno al Consigliere Bono in modo tale che si possa vedere come i 21 assistiti all'interno della struttura residenziale siano stati in questo momento ricollocati in maniera diffusa in diverse altre strutture RSA, e come attualmente i 27 assistiti presso il Centro diurno Alzheimer siano stati ricollocati in altrettante strutture della stessa natura. Questo, quindi, per quanto riguarda la ricollocazione degli assistiti, che era la questione più rilevante che avevamo da affrontare.
Come ultima cosa, l'interrogazione fa riferimento anche alla giusta necessità di conoscere il cronoprogramma dei lavori per il suddetto centro diurno. Ora, noi stiamo seguendo quotidianamente e stiamo monitorando il percorso di adeguamento della struttura. Certo è che la verifica puntuale del cronoprogramma dei lavori rientra all'interno delle misure spettanti al proprietario dell'immobile, ovvero al Comune di Torino, nei confronti del concessionario. Solo a lavori ultimati e a seguito dell'ottenimento dell'autorizzazione al funzionamento, che dovrà essere rivisitata ai sensi della legge regionale, il centro in argomento potrà accogliere gli ospiti e ricominciare la sua attività socio-sanitaria.


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 266 presentata dal Consigliere Bertola, inerente a "Tiro al volo abusivo di Asti in Frazione San Marzanotto, Regione Molinasso, all'interno del SIC 'Stagni di Belangero (Asti)' IT1170003 e all'oasi del WWF 'La Bula'"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 266.
La parola al Consigliere Bertola, che ha due minuti per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Spero di non sforare troppo, perché si tratta di un tema piuttosto complesso e di un'interrogazione lunga.
Parliamo quindi del tiro al volo di Asti, che è ubicato nella Frazione San Marzanotto, in Regione Molinasso. Questa frazione ricade all'interno di un SIC, denominato "Stagni di Belangero", costituito su proposta del WWF Piemonte in seguito alla presenza, all'interno di questa zona, dell'Oasi urbana "La Bula" di Asti. All'interno di questo SIC dal 1996 c'è un poligono di tiro, che dista circa 550 metri dagli immobili abitati più vicini.
Già nel 1999 un gruppo di residenti della zona aveva fatto una raccolta firme per segnalare al Comune di Asti il problema dell'inquinamento acustico e ambientale arrecato da questo tiro a volo, senza ottenere tangibili risultati.
Si arriva al 2008, quando si riaccende l'interesse sul problema acustico-ambientale. Viene promossa una nuova raccolta firme e viene interessato anche il Comune di Asti, che ordina all'ARPA di eseguire un accertamento. L'accertamento tecnico dell'ARPA evidenzia emissioni acustiche con valori non accettabili e ben oltre i limiti di legge e nell'aprile 2009 il Comune di Asti emette un'ordinanza denominata "inibitoria dell'attività rumorosa", in seguito modificata - o, meglio sospesa - con l'emissione di un'altra ordinanza che obbliga gli operatori del tiro a volo ad installare delle schermature fonoassorbenti e a fornire immediatamente all'ARPA i dati di collaudo acustico, oltre che un cronoprogramma dettagliato degli interventi. Da allora non si è rilevata alcuna miglioria.
Si arriva al 2012, quando gli accertamenti dell'Ufficio urbanistico del Comune di Asti rilevano che 12 opere - praticamente tutte le strutture all'interno di questo tiro a volo - risultano essere completamente abusive.
Infatti, nel 2013, il Comune di Asti emette un'ordinanza di demolizione che scadeva a marzo 2014; però, a quanto ne sappiamo, non vi è stata data esecuzione, tanto che il tiro a volo fa richiesta di sanatoria per i reati urbanistici e il Comune di Asti respinge questa richiesta di sanatoria perché l'area è soggetta, essendo un SIC, a numerosi vincoli.
Contemporaneamente, anche la Provincia di Asti fa degli accertamenti e si evidenzia come l'area interessata dal tiro a volo sia gravemente contaminata da piombo e prodotti ceramici. All'interno di questo SIC proprio vicino al tiro a volo, c'è uno stagno dove.
Presidente, chiedo il suo aiuto per far cessare il brusio in aula.
Grazie.



PRESIDENTE

Se si continua così, interrompiamo. Dato che si tratta dell'ultima interrogazione e avremmo quasi finito, io interrompo lo svolgimento regolare delle interpellanze.
Fate la cortesia e lasciate concludere il collega.
Riprenda, Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Dicevo che all'interno di questo SIC e proprio vicino al tiro a volo abbiamo uno stagno, dove è segnalato il pelobates cuscus insubricus, una specie molto rara che è stata la causa principale della creazione di questo SIC. Con documentazione fotografica è stato possibile constatare che dei pallini di piombo usati nel tiro a volo ricadono all'interno dello stagno.
Considerando che alla data alla quale abbiamo redatto questa interrogazione - novembre 2014 -, nonostante le molte violazioni ambientali e urbanistiche e nonostante gli esperti dell'ecosistema della fauna del SIC abbiano più volte evidenziato l'incompatibilità del sito con l'attività del tiro a volo, non si è fatto praticamente nulla.
Ecco, chiediamo allora all'Assessore, sulla base di quanto esposto, se e come intenda intervenire la Regione in merito a questa grave situazione ambientale e anche di abusivismo all'interno del tiro a volo di Asti.



PRESIDENTE

Chiedo un po' di silenzio per ascoltare la risposta.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
In risposta al Consigliere Bertola, parto da un incontro che c'è stato il 19 novembre 2014 fra il Comune di Asti, il Dipartimento provinciale dell'ARPA e il Settore Aree naturali e protette della Regione Piemonte proprio sulla questione del tiro a volo in località San Marzanotto. In quest'incontro si sono condivisi un po' i percorsi fatti: il Dipartimento ARPA di Asti ha comunicato che a partire dal 2013 ha effettuato campionamenti del terreno interessato dalla struttura del tiro a volo riscontrando valori di piombo superiori ai limiti di riferimento normativi.
Le risultanze di tali verifiche hanno portato ad avviare il procedimento amministrativo relativo alla bonifica dell'area inquinata e a richiedere alla società di procedere alla raccolta e allo smaltimento di pallini di piombo, borre e piattelli disseminati su tutta l'area di tiro.
Ricordo che, per quanto riguarda le misure di conservazione per la Rete Natura 2000 del Piemonte nella quale si trova il SIC Stagni di Belangero, è fatto divieto di utilizzare munizioni a pallini di piombo all'interno delle zone umide, quali acque correnti, laghi e stagni, nonché nel raggio di 150 metri dalle loro rive più estese. Questa norma, che è transitoria, dal 31 luglio 2015 comporterà poi il divieto di usare pallini di piombo su tutto il territorio dei siti della Rete Natura 2000.
A seguito di quest'incontro, quindi, il Settore Aree naturali e protette in data 11 dicembre ha scritto alla Società Tiro a volo di Asti, e per conoscenza al Corpo forestale, al Comune di Asti, alla Provincia e al Dipartimento ARPA, evidenziando due problemi: il primo legato alle modalità di esecuzione dell'intervento di pulizia del terreno necessario per rimuovere borre, piattelli e pallini di piombo dispersi nell'area; il secondo riferito alla continuazione dell'attività di tiro a volo nel SIC.
Infatti, per continuare l'attività di tiro a volo, è necessario che vengano rispettate le condizioni poste nelle succitate misure di conservazione cioè questa distanza superiore ai 150 metri dalle zone umide.
Il Settore Parchi ha anche richiesto alla società "Tiro a Volo Asti" la presentazione di una specifica istanza di valutazione d'incidenza relativa alla continuazione dell'attività sportiva nel territorio del SIC valutazione d'incidenza che deve prevedere tutte le misure di miglioramento ambientale e di mitigazione degli impatti prodotti. Fino ad una positiva conclusione della procedura di valutazione d'incidenza, l'attività di tiro a volo è da considerarsi in violazione dei disposti delle Misure di Conservazione e, pertanto, sanzionabile ai sensi della legge regionale 19/2009.
Alla luce di ciò, si è appreso che il Comando provinciale di Asti del Corpo Forestale dello Stato, in data 20 dicembre 2014 (e non il 14 gennaio 2015 come riportato nell'interrogazione), ha provveduto ad effettuare un sopralluogo in loco ed a sanzionare i titolari e i fruitori del "Tiro a Volo Asti" presenti.
Nella stessa nota dell'11/12/2014, il Settore regionale ha segnalato al Comune di Asti l'opportunità di emettere un'apposita ordinanza di sospensione dell'attività in essere, in relazione alla situazione di degrado ambientale palesemente causata dall'esercizio dell'attività di tiro a volo. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.19 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 10.23)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Nomine

Richiesta, da parte del Consigliere Gariglio, di rinviare l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Nomine"


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Chiedo, a nome dei Gruppi di maggioranza, se l'adempimento del punto 3) all'o.d.g., "Nomine", può essere scadenzato nella giornata di giovedì magari ad inizio della seduta pomeridiana, per impegni anche degli altri colleghi.


Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita' - Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Richiesta, da parte del Consigliere Bertola, di comunicazioni della Giunta regionale in merito alle dichiarazioni del dott. Giuliano Soria riportate dal quotidiano Il Fatto Quotidiano il 17 febbraio 2015 e all'inchiesta della Magistratura sul caso della presunta irregolarità di alcune liste che alle scorse elezioni regionali hanno appoggiato Sergio Chiamparino come candidato Presidente


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Solo per ribadire, ma penso sia presente a tutti (l'ho avanzata nella Conferenza dei Capigruppo), la richiesta di comunicazioni da parte del Presidente Chiamparino, relativamente alle dichiarazioni piuttosto gravi del professor Soria, che tirano in ballo lui ed altri politici regionali ma soprattutto lui.
A maggior ragione, non per allargare il discorso, ma perché riteniamo sia importante, poiché è singolare sentir dire da un Presidente che eventualmente è disponibile a dimettersi, vorremmo dei chiarimenti anche su questo, per capire se - citando il collega Bono - era una minaccia oppure una promessa. Grazie.



PRESIDENTE

Dipende da che parte la si guarda, Consigliere Bertola! Per quanto riguarda la richiesta del Consigliere Gariglio, ovviamente non ci sono obiezioni da parte dell'Ufficio di Presidenza. Se l'Aula è d'accordo, spostiamo il punto relativo alle nomine alla seduta di giovedì.
Per quanto riguarda, invece, la richiesta del Consigliere Bertola chiedo al Presidente Chiamparino se intende svolgere una comunicazione.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Assolutamente sì.



PRESIDENTE

Allora procediamo e, alla fine delle premesse necessarie per iniziare i lavori del Consiglio, incominceremo l'attività dell'aula con le comunicazioni del Presidente Chiamparino.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 3 febbraio 2015.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Barazzotto, Ferrero e Ruffino.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 17 febbraio 2015.


Argomento:

c) Impugnativa del Governo avverso la legge approvata dal Consiglio regionale


PRESIDENTE

Informo che il Consiglio dei Ministri, in data 20/2/2015, ha esaminato la legge regionale n. 22 del 24/12/2014, "Disposizioni urgenti in materia fiscale e tributaria", e ne ha deliberato l'impugnativa. In particolare, ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 7, "Misura del canone per l'uso energetico e di riqualificazione dell'energia", che stabilisce la misura del canone annuo per l'uso di acqua pubblica ai fini energetici e di riqualificazione dell'energia. La disposizione regionale non risulta in linea con quanto previsto dal legislatore nazionale, nelle norme contenute nella legge n. 134 del 7 agosto 2012, che mirano ad agevolare l'accesso degli operatori economici al mercato dell'energia, secondo condizioni uniformi su tutto il territorio nazionale, sostenendo l'esigenza di tutelare la concorrenza e garantire, al contempo, l'uniformità della disciplina. Si demanda alla legislazione regionale la fissazione dei canoni di concessione, ma all'interno e dentro i valori massimi stabiliti dallo Stato.
Pertanto, la norma regionale si pone in contrasto con la lettera e) secondo comma, dell'articolo 117 della Costituzione, che attribuisce allo Stato la competenza esclusiva in materia di tutela della concorrenza.


Argomento:

d) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato, in data 20/2/2015, le seguenti leggi regionali e ha deliberato la non impugnativa: legge regionale n. 23 del 30/12/2014, "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per l'anno 2015"; legge regionale n. 24 del 30/12/2014, "Modifiche alla legge regionale 6 agosto 2007, n. 19, e 14 luglio 2009, n. 20, e abrogazione della legge regionale 25/5/2001, n. 11".


Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita' - Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale, Chiamparino, in merito alle dichiarazioni di Giuliano Soria riportate dal quotidiano Il Fatto Quotidiano il 17 febbraio 2015 e all'inchiesta della Magistratura sul caso della presunta irregolarità di alcune liste che alle scorse elezioni regionali hanno appoggiato Sergio Chiamparino come candidato Presidente


PRESIDENTE

La parola al Presidente Chiamparino, per lo svolgimento delle comunicazioni cui si è reso disponibile.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Ringrazio anche il Consigliere Bertola, che ha ricordato la necessità di una mia comunicazione, che peraltro non mi era sfuggita, anzi ho voluto partecipare ieri sera ad una riunione della Direzione del Partito Democratico anche per verificare la fondatezza politica delle ipotesi che volevo sottoporre al Consiglio.
Affronto subito il tema ordinario, cioè le dichiarazioni del professor Soria. Come ho già annunciato, i miei legali stanno valutando le possibilità tecniche di sporgere querela, anche in considerazione del fatto che stiamo parlando di questioni denunciate, risalenti a circa dieci anni fa, con dichiarazioni difformi fra il processo di primo grado, la stessa seduta in aula di tribunale del secondo grado e l'intervista rilasciata ad un quotidiano. E difformità non banali anche dal punto di vista del tentativo di diffamazione, che era implicito nell'ultimo fatto che ho citato, cioè l'intervista a Il Fatto Quotidiano, replicata poi ad una nota trasmissione radiofonica.
Pertanto, procedo su questa strada. Devo dire che non ho alcuna difficoltà a dimostrare, in qualsiasi sede io sia chiamato a farlo, la falsità delle dichiarazioni rilasciate dal professor Soria. E su questo fino a che non ci sarà eventualmente un giudice a stabilirlo, c'è la mia parola contro quella del professor Soria.
In merito alla questione delle firme, la vicenda tecnica la conoscete meglio di me. Io, poi, non sono un avvocato, quindi qualcuno potrà approfondire, ma da quello che ho capito è che due dei ricorsi cosiddetti "incidentali" sono stati respinti. Non conosco neanche tanto bene le motivazioni.
Il ricorso principale è stato ammesso, ancorché due dei temi posti siano stati dichiarati, respinti, confutati. Resta aperto il giudizio sul tema principale, cioè la validità del listino a mio sostegno e di un'altra lista. Il TAR, come sapete, ha dichiarato che il giudizio continua fino al 9 luglio perché non è stato possibile acquisire il materiale necessario a giudizio, in quanto oggetto di sequestro da parte della Procura per l'inchiesta in sede penale che, al momento, è disgiunta da questa e che sta andando avanti sulle firme false che sarebbero state apportate nella raccolta firme a Torino. Questa è la situazione tecnica.
Sul piano politico, non mi nascondo dietro un dito. Credo che sia davanti a quest'Aula, quindi a tutto il Piemonte - un rischio, che si è già verificato nella legislatura precedente, in cui una situazione di incertezza sulla legittimità dell'esito dell'elezione di questo Presidente di questa Giunta e quindi di questo Consiglio, gravano come un macigno sulle sfide che la nostra Regione ha davanti. Noi questo rischio lo dobbiamo diradare, senza se e senza ma, come aveva detto un tempo qualcuno.
Da questo punto di vista, vorrei chiarire una cosa con grande nettezza senza iattanza, ma con grande nettezza: la mia e la nostra vittoria è una vittoria che, politicamente e sostanzialmente, è inconfutabile! Chiaro? Ripeto: inconfutabile! Perché dovremmo eliminare più dei due terzi dei voti che la maggioranza ha preso, per poter dire che questa elezione non è valida. Questo è l'esito politico e vorrei che fosse chiaro. Tuttavia ripeto, non mi nascondo dietro un dito, avendo scelto, io concorde - dico qui quello che ho detto in altre sedi, perché è giusto che non ci siano sedi di partito, di giornali o sedi di Consiglio - il modo e il metodo della raccolta delle firme per presentare la lista; nel momento in cui c'è un'ombra, soprattutto sul listino (questo è il punto cruciale), incertezza c'è.
Con molta serenità (serietà la do per scontata) farò subito dopo una proposta all'Aula per cercare di diradare questa incertezza, non prima di aver ricordato, anche se non c'è bisogno di farlo davanti a quest'Aula, il momento delicato che sta attraversando il Piemonte. Faccio riferimento, ma è noto a tutti, alla situazione economica. Una situazione che sembrerebbe lasciare intravedere - anche se oggi c'è qualche dato che emerge dal sondaggio trimestrale dell'Unione Industriale che sembrerebbe, a sua volta discordare - qualche segnale di maggior fiducia sul futuro da parte del sistema delle imprese regionali. Ci sono segni incoraggianti soprattutto dalle imprese che esportano, ma non voglio farla lunga su questo. Siamo in una fase di passaggio economico delicato fra una fase di crisi profonda con ripercussioni gravissime, soprattutto sul lavoro, e una fase che potrebbe vedere qualche segnale di ripresa che avrebbe bisogno, e che ha bisogno, di essere accompagnata in questa direzione.
Stiamo uscendo da una situazione di precommissariamento nel campo sanitario che dura dal 2011 e che ci impedisce di fare scelte di razionalizzazione, soprattutto di assunzione, di rilancio e di ripartenza in un settore centrale per l'attività della Regione, per la vita della Regione. Stiamo affrontando una partita molto impegnativa sui tagli strutturali per ridurre il disavanzo strutturale che questa Regione coltiva, non solo da qualche anno, con la legge che abbiamo approvato - mi pare la n. 66 o la n. 67, non ricordo esattamente - non molte settimane fa.
Ricordo una scadenza importante che è quella dell'attuazione della legge n. 56 e delle nuove Province, su cui stiamo facendo un lavoro notevole. Mi permetto di dire, lo dico anche alle persone interessate soprattutto delle Province, che è stato grazie al nostro impegno - e, per una volta, lo dico senza falsa modestia, anche al mio impegno personale diretto con la Ministra Madia e il Sottosegretario Rughetti - che siamo riusciti a fare emanare una circolare che permette un percorso di certezze tutto però da costruire, da incasellare e da incastrare nelle varie caselle tra l'amministrazione centrale dello Stato, l'amministrazione regionale e la Provincia. Si tratta di una sperimentazione che stiamo facendo a livello nazionale, insieme ad altre due Regioni.
Mi permetto ancora di aggiungere che, finalmente, grazie alla legge di stabilità, il fatto che il Presidente della Regione Piemonte sia Commissario per la liquidazione dei debiti della legge n. 35 significa pagare un miliardo e 700 circa di debiti del 2012 e 2013. Non c'è bisogno che dica a quest'Aula quanto questo sia rilevante dal punto di vista dell'ossigeno per molte aziende e anche per molte amministrazioni locali.
Sono lavori in corso, come sono lavori in corso il riordino delle partecipate. Qui prendo l'impegno a portare al più presto in Consiglio un piano che dia le indicazioni strategiche di fondo di dove vogliamo andare a parare, sapendo che questo è un tema delicato e difficile, perché tocca interessi legittimi, costituiti sui vari territori. Abbiamo visto, ogni qualvolta che si comincia ad affrontare un tema, il movimento che questo suscita, legittimamente. Parlavo prima di crescita. Rispetto ai Fondi europei, su cui so che le Commissioni interessate sono coinvolte, credo che un passaggio di discussione politica generale sulle linee su cui i vari POR, FESR, e FSE si incardinano, sarebbe utile farlo a livello di Aula. Ed è un impegno che siamo pronti ad assumere.
Ho ricordato le scadenze principali solo per dire che i lavori in corso per cercare di rimettere questa istituzione in grado di camminare da sola e non di zoppicare, per usare un eufemismo, come è avvenuto negli anni scorsi. Sono tentativi che hanno avuto dei risultati, a mio modo di vedere molto importanti nel giro di un tempo relativamente limitato, ma che sono tutt'altro che finiti.
Ieri, per fare una battuta, parlando in una sede politica, ho detto: "ce n'est qu'un debut"; qualcuno ovviamente ha subito rilanciato "continuons le combat". Per chi non conosce il francese, era un vecchio slogan del Maggio francese: questo è solo l'inizio, continuiamo la lotta.
Come continuare la lotta? Voglio ancora fare un rilievo. Ho detto prima che la nostra vittoria politica è inconfutabile, ma che potrebbe esserci un'ombra sulla sua legittimità, vista la scelta fatta per la presentazione delle liste.
Aggiungo un altro elemento, che considero positivo, e lo dico - credo - a onore di tutta quest'Aula. A differenza di quando la vicenda di firme false peraltro assai diversa da questa, perché allora erano anche falsi i candidati (non sapevano di esserlo) - si intrecciò con la vicenda nota con il termine di "Rimborsopoli", sono invece lieto di essere Presidente in una Giunta il cui Consiglio ha visto, non solo gli esponenti della Giunta e della maggioranza, ma anche dell'opposizione, assolti perché "il fatto non sussiste". Questo dà un elemento di serenità in più nell'affrontare la questione firme. Sgombra il campo da un intreccio che bene non fa e bene non avrebbe fatto.
Fatte tutte queste considerazioni, la mia proposta è molto semplice.
Propongo a quest'Aula un patto politico, che consiste nel fare un'agenda condivisa nei titoli dei temi e non negli esiti (per essere molto chiaro: è ovvio l'opposizione che può fare l'ostruzionismo su tutto da oggi pomeriggio fino alla fine, ma da condividere nei temi, e i temi sono più o meno quelli che ho cercato di riassumere prima), per arrivare al mese di luglio, data prevista dal TAR per una decisione in merito al ricorso oggetto di attenzione, in cui, o vi sono certezze in tempi definiti sull'esito della legislatura, o questo Consiglio - e se non lo fa il Consiglio lo farà il Presidente - prima che parta un film simile a quello che abbiamo visto nella scorsa legislatura, rassegnerà le dimissioni e ridarà la parola ai piemontesi nella prima finestra elettorale utile possibile.
Come hanno scritto i giornali - ed è vero - io ho anche riflettuto sul fatto di farlo subito; e se questo Consiglio me lo chiede a maggioranza, lo faccio. Ci ho riflettuto e vi dico anche perché non lo ritengo saggio: non solo perché sono in corso le questioni che ho accennato prima, ma perch credo che sarebbe più una fuga che non un'assunzione di responsabilità.
Sarebbe quasi un gesto di stizza, o comunque potrebbe essere letto come un gesto di stizza, e qui non c'è gente stizzosa, soprattutto nei confronti dei piemontesi. C'è gente seria, e soprattutto sarebbe anche un'anticipazione di un giudizio di colpevolezza che forzerebbe impropriamente la mano alla Magistratura: cosa che noi non vogliamo fare.
Non vogliamo fare neanche quello che ho detto prima riguardo la scadenza di luglio, perché credo che il compito della Magistratura sia ben chiaro. Tuttavia, è bene che tutti sappiano che la politica, almeno per quello che mi riguarda, è pronta a prendere in mano ed assumersi le proprie responsabilità.
Rispetto i tempi, il lavoro e l'esito di quello che deciderà la Magistratura fino in fondo. Rispetterò anche, se sarà il caso personalmente mi auguro di no - il fatto che la Magistratura possa decidere che questa vicenda non si potrà concludere fino a quando non sarà concluso l'esito dell'inchiesta penale.
Ma se succederà questo, quanto meno il sottoscritto, ma credo di poter dire l'intera maggioranza, si assumerà la responsabilità, che è propria della politica, per ridare la parola ai cittadini piemontesi.
Ripeto: credo che questo, con questa scadenza temporale e con questi impegni politici (e non sull'esito programmatico), sia un'assunzione di responsabilità seria che dimostra che la politica non è solo poltrone anzi, non è attaccamento alle poltrone per le poltrone, ma è responsabilità di fronte ai problemi della propria comunità.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Chiamparino.
Sulla comunicazione del Presidente Chiamparino sono previsti chiarimenti per tre minuti di intervento, oppure, se richiesto da tre Consiglieri, un dibattito.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
In apertura di intervento, chiedo il dibattito.
Ho ascoltato con molta attenzione le parole del Presidente Chiamparino e ritengo anche apprezzabile - lo dico sinceramente - che sia avvenuto a parlare così chiaramente e apertamente di ciò che probabilmente ha discusso con la sua maggioranza ieri o anche prima.
Riprendo le parole usate dallo stesso Chiamparino, ma che abbiamo usato anche noi prima, riguardo il "film".
Noi stessi abbiamo detto che in questi ultimi tempi ci sembrava di vedere un film già visto, tra l'altro nemmeno bello: il film della scorsa legislatura, quando sin da subito, da una parte per ricorsi amministrativi dall'altra per inchieste della Magistratura, si è stagliata un'ombra abbastanza grande e pesante sul risultato delle elezioni.
Riconosco che la vittoria del Presidente Chiamparino è chiara e inequivocabile; una vittoria netta dal punto di vista del numero dei voti quindi non una vittoria in punta di riconteggio (non c'era uno scarto che dava senso ad un riconteggio dei voti, quindi una vittoria netta ed inequivocabile), però c'è un altro aspetto: l'aspetto del giocare secondo le regole, il dire che non ci sono problemi solo perché è stata una vittoria netta.
E' come se una squadra di calcio, solo perché è la più forte ed è normale che vinca, può anche giocare infischiandosene delle regole (qui ci sono sicuramente Consiglieri che hanno una fede calcistica diversa dalla mia e che quindi potrebbero fare delle battute, ma non è questa la sede).
E' bene, quindi, che non ci siano ombre sulla regolarità del procedimento elettorale; innanzitutto perché è bene accertare che sia avvenuto tutto secondo le regole, ma anche perché la coalizione di centrosinistra che ha vinto le elezioni ha puntato molto sulla legalità nella campagna elettorale.
Ricordiamolo. C'era l'inchiesta su Rimborsopoli e il Presidente Chiamparino disse: "Non candiderò rinviati a giudizio. Noi siamo diversi.
Noi non ci siamo macchiati di colpe di peculato". Poi si è puntato sulla legalità, anche perché la Giunta precedente era caduta proprio perché per irregolarità nel procedimento elettorale.
C'è anche altro aspetto da ricordare. Sì, è vero, c'è solo una parte di firme incriminate. Qualcuno ha detto anche che, eliminando quelle firme e quei voti, la vittoria resta comunque in capo al Presidente Chiamparino, ma c'è anche da dire che la volta scorsa il TAR aveva detto che indipendentemente dal numero dei voti che dovevano essere annullati per l'irregolarità della lista dei Pensionati, si era comunque turbato tutto il procedimento elettorale, che quindi l'irregolarità investiva tutto il procedimento elettorale e l'esito delle elezioni era quindi da annullare.
Parliamo anche di responsabilità.
E' chiaro che c'è una responsabilità politica. In questo vedo un cambiamento di linea da parte del Partito Democratico, quando hanno incominciato ad emergere elementi piuttosto chiari. E' vero che l'inchiesta della Magistratura deve fare il suo corso e che si deve ancora concludere però stanno emergendo elementi oggettivi.
Se è vero, come è vero, che un funzionario del Partito Democratico, che aveva avuto il compito di autenticare dei moduli di firma, avrebbe detto "guardate che su quei moduli le firme di autenticazione non sono le mie qualcuno ha falsificato la mia firma", in un primo momento, esponenti del Partito Democratico, in primis il Segretario regionale, nonché Capogruppo del PD, Gariglio, avrebbe detto "noi come Partito Democratico siamo danneggiati, quindi non siamo parte attiva, ma siamo parte passiva. Siamo danneggiati", in realtà, adesso sta emergendo una linea diversa, che è quella che abbiamo sentito nei giorni scorsi e che ha ricordato anche il Presidente questa mattina, su una responsabilità politica, perché, a decidere di raccogliere le firme, stando alle dichiarazioni, sono stati proprio il Capogruppo e Segretario regionale Gariglio e il Candidato Presidente Chiamparino. Quindi, nel momento stesso in cui qualcuno dice "no, raccogliamo le firme - qui, poi, potremmo anche indagarne i motivi, e magari lo faremo! - e facciamo una prova di forza", se poi quelle firme rilevano delle irregolarità, il castello va a cadere e, giustamente, ci si deve assumere delle responsabilità politiche.
Come mai sono state raccolte delle firme anche se non ce n'era bisogno perché si poteva fare il collegamento col Parlamento? Forse c'era la firma di Renzi, eccetera eccetera.
Io ho una spiegazione, che deriva da ciò che è capitato al termine della scorsa legislatura. C'erano dei ricorsi amministrativi promossi dal centrosinistra; poi, all'ultimo chilometro, dal punto di vista dei ricorsi amministrativi, ci fu uno "sprint" del Movimento 5 Stelle: la sentenza del TAR aveva già stabilito che le elezioni erano annullate, ma si registrava una certa inerzia da parte del Presidente Cota a mettere in atto gli adempimenti per poter "agganciare" la finestra del 25 maggio per votare. A noi venne l'idea - in realtà suggerita dal nostro legale - di presentare un ricorso per ottemperanza. E fu proprio grazie a quel ricorso per ottemperanza che venne messo in mora Cota e si dovette fissare la data delle elezioni (altrimenti lo avrebbe fatto il Prefetto).
In quel momento presentammo anche una memoria, una diffida potremmo dire. Noi dicemmo: "Visto che sono state annullate le elezioni, nessuno si avvalga della possibilità prevista dalla nostra legge regionale di essere esentato dalla raccolta firme facendo il collegamento con il Gruppo consiliare. Perché il Gruppo consiliare è come se non esistesse, dal momento che sono state annullate le elezioni che hanno dato origine a quel Gruppo consiliare".
Difatti, il nostro Gruppo, come previsto, peraltro, dalla nostra legge si esentò dalla raccolta firme facendo semplicemente il collegamento con il Gruppo esistente al Parlamento.
Proprio perché avevamo fatto quella diffida, successivamente alla presentazione delle liste elettorali presentammo 41 ricorsi al TAR: impugnammo tutte le singole liste provinciali delle forze politiche che avevano usufruito della possibilità dell'esenzione della raccolta firme collegandosi ai Gruppi consiliari preesistenti.
Probabilmente, la nostra diffida prima della presentazione delle liste visto che la rendemmo nota alla stampa, insinuò qualche timore e, forse, a livello politico. Lo dico perché adesso non sono riuscito a recuperarla, ma lessi a tal riguardo una dichiarazione del Consigliere Gariglio, che diceva: "No, no. Sapete che c'è? Noi siamo forti, non abbiamo problemi, per cui raccogliamo le firme, con grande esempio di democrazia. Voi vi esentate dalla raccolta firme, noi invece le raccogliamo".
Poi si è visto quello che è successo, perché, come spesso accade a forze politiche che devono garantire un equilibrio fra tutte le componenti della coalizione e alle varie correnti interne, a fare le liste poi non ci si impiega uno schiocco di dita.
Per comporre le liste occorre qualche giorno, anche un mesetto.
Insomma, ci si impiega parecchio tempo, magari si discute anche, si litiga per stilare il listino delle dieci persone che non avranno bisogno di fare la campagna elettorale perché verranno elette automaticamente in caso di vittoria. Nel listino ci sono persone che hanno già "l'ascensore" per il seggio in Consiglio regionale, ma, allo stesso tempo, chiaramente, devono essere accontentate tutte le componenti della coalizione.
Questo, probabilmente, ha portato a dover fare le liste in fretta e furia e a raccogliere le firme ancora più in fretta.
Al di là di quello che dirà l'inchiesta della Magistratura, risulta abbastanza evidente che qualche "pasticcetto", raccogliendo le firme in un giorno e mezzo, alla fine lo si fa.
Vengo, però, alla proposta politica del Presidente Chiamparino, perch ormai la questione.



PRESIDENTE

Presidente Bertola, lei avrebbe a disposizione dieci minuti e siamo già a undici. La invito, pertanto, a concludere.



BERTOLA Giorgio

Concludo brevemente, tanto non interverremo tutti nel Gruppo consigliare.
La questione delle firme è affidata, da una parte, alla Magistratura e, dall'altra parte, ai Tribunali amministrativi.
A livello politico abbiamo ascoltato la proposta del Presidente: "Facciamo un'agenda di temi importanti ed urgenti per vedere di portare a casa dei risultati per la nostra Regione da qui a luglio. Se poi a luglio non ci saranno novità e non ci sarà un tempo certo per la definizione di tutte le cose in corso e le inchieste, mi dimetterò".
La risposta, dunque, non è "sì", ma non è nemmeno "no". La risposta è: "Vediamo".
Perché proporre dei temi è semplice, e penso che possiamo essere tutti d'accordo su quali sono le emergenze del Piemonte. Invece, sul come affrontarle e sulle soluzioni da attuare, probabilmente no. Per noi il "come" è importante. Se oggi dicessimo che va bene e che siamo d'accordo ad affrontare quelle quattro o cinque tematiche, la maggioranza, in quanto tale, avrebbe comunque la possibilità di far passare le linee che ritiene più opportune. Per cui sarebbe inutile, tanto vale andare avanti così o avere un'assunzione di responsabilità che arrivi prima di luglio.
Quindi la risposta è: vediamo, tema per tema, come si vogliono affrontare le emergenze.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Credo che questa mattina i colleghi della maggioranza e della Giunta in particolare quelli del Partito Democratico, si siano resi conto che noi ci siamo presentati senza cartelli. Nella passata legislatura, invece c'erano i cartelli! E non abbiamo radunato neanche gli "affezionati" davanti all'entrata di Palazzo Lascaris, per dire: "A casa tutti!".
Noi ci presentiamo per un dibattito e per esprimere in questa sede quella che è la nostra posizione su fatti che sono certamente gravi.
Peraltro, almeno stando alla lettura dei giornali (non disponiamo di altri elementi, se non la notifica che riceviamo man mano dai vari Avvocati), al centro della nostra discussione vi è una questione di legalità, quello stesso tema - la legalità e la moralità - che ha rappresentato il brand principale, il motivo cardine della campagna elettorale di questa maggioranza, che ha permesso una vittoria politica inconfutabile nei risultati, incontestabile, come ha detto lo stesso Presidente Chiamparino.
Qui la prova di resistenza fatta sui numeri - pare che si dicesse così e che fosse quello il tema nella passata legislatura, quando si aggiungevano i diecimila, si toglievano i ventimila - probabilmente non ci sta. Ci sta, però, la prova di resistenza etico-morale. Perché la partita elettorale del 25 maggio 2014 si è basata ed imperniata sulla questione etico-morale. Adesso ci risiamo proprio con quella situazione.
Tenete presente che sulle firme avevo optato per la terza modalità, nel senso che il mio partito se n'era infischiato dei ricorsi del Movimento 5 Stelle e delle opinioni! Ho pensato di essere in un Paese democratico e ho letto di una legge che diceva che, laddove c'erano dei Gruppi consiliari.
perché non avevano annullato tutte le leggi dal 2010 al 2014, e tutte le delibere! Non le avevano annullate! Quindi ho applicato tale legge.
Poi, capisco che siamo in un Paese dove il dibattito giuridico è molto vivace ed animato, quindi noi, con la nostra coalizione, abbiamo scelto il percorso che era il più normale di legge, senza volerci ergere a dettare la morale agli altri, ponendo certamente una questione etica e morale, perch a fianco - giustamente - c'era la questione di "Rimborsopoli". Ma qui siamo anche di fronte a una discussione che non deve limitarsi al cosiddetto "errore scusabile" o "conteggio differenziale". Qui certamente la questione, pur riconoscendo la grande vittoria che ha avuto, come risultato numerico, il centrosinistra, investe tutto il Piemonte e tutti i piemontesi.
Presidente, mi pare che tutto questo, aggiunto ad altre questioni.
Lei ha citato la questione Soria: io mi auguro certamente che le azioni a sua difesa, e ne sono convinto, vadano positivamente e che siano tutte falsità, perché peraltro un caso del genere sarebbe molto più grave che non la non registrazione di un contributo elettorale da parte di un privato (quello era un privato per modo di dire: viveva tutto con soldi pubblici).
Sarebbe quindi qualcosa di assolutamente inaccettabile e lì, davvero andrebbe ben oltre ogni valutazione e ogni tipo di discussione. Ma aggiungiamo - sotto l'aspetto etico che investe il partito di maggioranza che c'è in quest'Aula e in questa Regione (perché governa quasi tutte le città), anche la questione che riguarda questa città e in particolare la questione dei quartieri, siamo in presenza di un sistema diffuso di illegalità. Sembra che sulla bandiera del "siamo sul tutto legale, anzi facciamo del legale e dell'etico la nostra bandiera", poi il resto debba funzionare invece in modo opposto.
Io vorrei fare una considerazione. Lei, Presidente, ha fatto una proposta. Mi permetta, ma la considero inutile. L'ho detto in premessa: non ci siamo presentati con cartelli, non abbiamo mai usato l'Aula e le Commissioni oltre nell'ostruzionismo; se resistenza più forte abbiamo fatto, l'abbiamo fatta sul merito di alcune questioni che ci premevano e su cui ci premeva forzare la mano, ma penso che abbia trovato da parte della nostra opposizione (ed anche dall'opposizione dei colleghi del Movimento 5 Stelle) il massimo della responsabilità, della serietà su tutte le azioni che il governo regionale ha portato avanti. La dimostrazione è anche che il provvedimento che c'è in Aula ha avuto un lavoro ordinario in Commissione ha visto emendamenti presentati, ritirati, alcuni bocciati, perch giustamente bisogna ricordare che la maggioranza detta anche quello che è il percorso. Quindi non è una questione di patti o tanto meno di scadenze temporali; noi non ci prendiamo le scadenze temporali, anzi le diciamo: se ci ha dato una scadenza temporale, allora tiri le somme subito. Se non se la sente, tiri le somme subito, immediatamente, altrimenti governi nell'interesse dei piemontesi, e noi faremo il nostro lavoro nell'interesse dei piemontesi.
Quello che non ci piace è la frase che è di moda da un anno a questa parte nel nostro Paese, cioè "state sereni" in questo caso. Dico no, noi non siamo sereni, porta male, immediatamente ingenera in chi l'ascolta un dubbio: "Questo mi frega". Non ce lo dica neanche "state sereni": noi continueremo a fare il nostro lavoro da opposizione. Le diciamo solo che se tutto ciò verrà comprovato (naturalmente nel percorso della Magistratura e quindi dei soggetti, da un lato il TAR e dall'altro il penale, che stanno portando avanti le indagini), è chiaro che saremmo di fronte a un colossale falso, che è un'offesa ai piemontesi. Non è una questione dei numeri di maggioranza o di opposizione, sono i piemontesi che sarebbero stati offesi e presi in giro da una maggioranza, da un partito (il Partito Democratico) che ha sbandierato in ogni angolo di essere il legale contro l'illegale Cota, che aveva una lista che aveva sì un difetto d'autentica, aveva anche solo 20.000 voti, che addirittura, eventualmente, facendo quel ragionamento matematico che voi portate avanti - non cambiava il risultato elettorale finale. Invece, in quel caso, ci fu una sentenza che annullò le elezioni del 2010.
Questo vogliamo lasciarlo come elemento di riflessione. Non ci mettiamo assolutamente a fare i conti, perché la questione è molto diversa rispetto ai banali conti dell'errore scusabile di qualche centinaio di firme.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Credo che il Presidente Chiamparino abbia fatto bene a porre la questione in maniera chiara, lucida e netta questa mattina in Consiglio regionale. Ripercorro il filo delle sue dichiarazioni e inizio con quelle relative alla vicenda delle presunte accuse, anzi delle accuse sui finanziamenti ad opera di Giuliano Soria.
Io credo che il Presidente abbia fatto bene a essere molto netto su questo: ha la nostra massima fiducia, lo conosciamo da tanti anni e non ce lo vediamo proprio nel ruolo di chi va in giro a raccogliere le offerte dei sostenitori. Chi ha girato con lui a Torino sa benissimo che non è nemmeno possibile avvicinarsi in un bar e parlarci tranquillamente senza che arrivino decine di persone che si avvicinano. Mi paiono accuse fuori dal mondo e siamo strasicuri che, nel caso fosse chiamato a farlo, il Presidente potrà e saprà dare una chiara indicazione e smentita netta di quello che è avvenuto.
Trovo poi molto, molto strano che si faccia così tanto clamore su fatti che sarebbero avvenuti a quasi due lustri di distanza ad opera di persone che hanno avuto moltissime occasioni di parlarne nelle sedi più opportune quali i tribunali e che hanno taciuto e intervengono oggi. Ma tant'è.
Quella vicenda per noi oggi è archiviata; se qualcuno vorrà portarla avanti ci saranno le condizioni per fare chiarezza del tutto.
Sull'altra vicenda, invece, la vicenda firme è quella che tocca più direttamente questa Assemblea. Il Presidente Chiamparino mi ha tolto le parole di bocca e devo dire che c'è stata molta onestà intellettuale nelle affermazioni che, sul punto della vittoria elettorale, hanno fatto il collega Bertola e il collega Pichetto.
Questa campagna elettorale, complici anche le divisioni delle forze di centrodestra, si è risolta con un distacco senza precedenti tra il candidato Presidente vincitore e gli altri candidati: più di mezzo milione di voti di distacco. E' un'affermazione che ci fa dire che le elezioni, sul piano politico, sono state vinte senza se e senza ma in modo netto, in modo chiaro. I piemontesi hanno votato e hanno fatto capire a chi volevano dare la fiducia, pur nel massimo rispetto delle altre candidature, che erano autorevoli e che hanno dato prova anche di una campagna elettorale sobria ed efficace.
Noi però rigettiamo ogni parallelismo con la vicenda che ha toccato la precedente maggioranza consiliare, la maggioranza che sosteneva il Presidente Cota. Vogliamo specificarlo in questa sede: non vogliamo avere parallelismi, perché non è la stessa cosa sul piano giuridico delle contestazioni, perché in quella vicenda le contestazioni riguardavano la composizione di alcune liste che, da quanto è stato ricostruito dalle indagini e poi delle sentenze, soprattutto della Magistratura, erano liste costruite ad hoc per togliere la possibilità.Era una lista costruita ad hoc per togliere la possibilità di competizione e quindi avere candidati che in alcuni casi, non sapevano di essere stati candidati, e parliamo di situazione tali da essere determinanti, perché quella era stata una vittoria sul filo del rasoio: la differenza tra Bresso e Cota era pari - mi sembra - allo 0,6% del corpo elettorale, si era trattato di poche decine di migliaia di voti (9.000 voti).
Soprattutto, però, siccome questa cosa attiene alla ricostruzione dei fatti e al passato - ciascuno ha le proprie opinioni e ciascuno, in questa sede, potrà dire ciò che vuole - non vogliamo fare alcun parallelismo dal punto di vista del nostro comportamento. Ecco perché, come Partito Democratico, sosteniamo con forza e con convinzione l'atteggiamento e le dichiarazioni del Presidente Chiamparino.
Qualora questa cosa non si risolvesse nei tempi dovuti in seno al TAR infatti, non avrebbe senso e non siamo noi interessati a trascinare la vicenda per mesi, in attesa di una querela di falso o in attesa di accertamenti penali o di sentenze passate in giudicato; e non saremo nemmeno noi coloro che fanno manovre dilatorie tese a differire nel tempo l'accertamento e il passaggio in giudicato delle sentenze, per spostare in avanti i tempi degli interventi su quest'Aula, e quindi per prorogare la vita della legislatura.
Vorrei rispondere anche al Capogruppo Bertola, che dice che quando si gioca bisogna giocare secondo le regole. Ha ragione, è vero: bisogna giocare secondo le regole. Non siamo noi gli arbitri: l'arbitro è fuori da questa sede. Qualcuno, rispetto a queste regole, ha invocato l'arbitro ritenendo che la maggioranza di centrosinistra avesse violato le regole l'arbitro sta lavorando e noi siamo in attesa che l'arbitro decida. E diciamo però che, nel caso in cui quest'arbitro, per decidere, abbia paura di non aver visto bene, voglia avere la "prova televisiva", voglia andare a chiedere una consulenza tecnica esterna per accertare se c'è stato un fallo oppure no, noi diciamo che non siamo interessati a sospendere la partita o a farla vivere in uno stato di nebulosità per mesi, in attesa che si vada a vedere se era stata superata la linea, oppure no, del fuorigioco. Noi siamo dell'idea che, a quel punto, sia meglio l'assunzione di responsabilità e dire che ci rimettiamo al giudizio degli elettori.
Il collega Pichetto ha detto che c'è stato un sistema diffuso di illegalità. Capisco che l'abbia detto: è il Capogruppo di una delle principali forze che si sono contrapposte e quindi svolge un ruolo di opposizione. Non condivido l'affermazione e la ritengo anche un po' sopra le righe, perché non si può far discendere dal fatto che c'è stata, in una Circoscrizione di Torino (una delle dieci), un'indagine che tocca dieci persone l'esistenza in Piemonte e nella nostra Provincia di un sistema diffuso di illegalità. A parte la presunzione di innocenza che non voglio toccare, ma stiamo parlando di qualche caso che, se sarà confermato costituisce un fatto assolutamente grave che non vogliamo minimizzare.
Rivendico però l'onore, l'impegno, la serietà, la passione e l'onestà di una valanga di amministratori locali del Partito Democratico e di tutte le forze politiche che governano i nostri Comuni - e lo fanno con grande onestà e correttezza, facendosene carico con sacrifici - che non fanno parte di alcun sistema diffuso di illegalità.
Se c'è un'illegalità in una Circoscrizione o in un Comune di questa Regione, verrà perseguita e non saremo noi a mettere le barriere ai magistrati: Per quanto mi concerne, come responsabile del PD, farò tutto quel che è possibile per dire alle persone toccate di andare a giustificarsi, esternare e parlare, perché noi non abbiamo alcuna esigenza e alcuna volontà di coprire nessuno. Siamo per fare la massima chiarezza e per quanto mi consta, ho invitato tutte le persone del PD coinvolte nella vicenda delle indagini - ovviamente, per la parte che riguarda il mio partito - ad andare e dare la massima collaborazione ai magistrati, per cercare di fare chiarezza.
Ho detto nella sede del mio partito, e lo ribadisco qui, che se qualcosa è avvenuto all'interno delle strutture del PD, ad opera dei militanti del partito - anche dell'ultimo militante di borgata che avesse violato le regole - io, pur non essendone responsabile dal punto di vista penale, me ne assumo la responsabilità politica, al netto di come è stata condotta l'organizzazione della raccolta firme, perché credo che, se sei l'Amministratore di un ente, ti assumi le responsabilità di tutto ciò che lì è stato fatto, anche se non potevi sapere, anche se qualcosa ti è sfuggito, anche se qualcuno te l'ha fatta di nascosto. Ma mi assumo le responsabilità comunque, come condivido con il Presidente Chiamparino l'assunzione, che ha dichiarato prima, della responsabilità di aver deciso la modalità della raccolta delle firme: l'abbiamo deciso, abbiamo attivato anche le procedure alternative e non le abbiamo usate; ci siamo avvalsi della facoltà di presentare le firme; abbiamo giocato secondo quelle regole e saremo giudicati rispetto alle regole che noi abbiamo scelto. E quindi accettiamo il verdetto e lo facciamo con dignità, perché siamo persone che non avevano esigenza di frodare la legge, che non hanno avuto la volontà di farlo e che sanno che hanno una responsabilità prima di tutto verso i propri elettori e verso la comunità che ci ha dato la fiducia, con degli esiti che sono stati anche superiori a tutte le aspettative.
Vengo all'ultima questione posta dal Presidente: il patto politico che ha proposto sui titoli di un'agenda condivisa: sui titoli delle cose da fare, perché ovviamente è giusto che sulle soluzioni, essendo forze politiche diverse, abbiamo delle idee diverse.
Ci sono state, da parte dei Consiglieri Bertola e Pichetto, posizioni e risposte diverse: è legittimo. Guardate, possiamo chiamarlo patto politico che centra più l'impatto mediatico; possiamo chiamarla, se vogliamo stare nel burocratese, pianificazione e organizzazione dei lavori. Chiamiamola come vogliamo. Sappiamo però che noi dobbiamo destinare questo tempo che abbiamo ad una serie di priorità perché qui dentro, comunque vada, noi e voi lavoriamo tutti in buonafede per il bene di questa comunità. E penso sia un affidamento che ci facciamo tutti quanti, al di là delle idee che abbiamo: io sono convinto, quando entro in quest'Aula, di trovare delle persone con cui magari litigo, ma che sono impegnate come me per cercare di dare risposte; magari con idee e con valori diversi, ma per dare risposte a questa comunità.
Allora, il Presidente ha parlato di patto. Se non è patto è calendario ma io credo che sia importante, per la parte che compete a quest'Aula calendarizzare, a partire dalla prossima Conferenza dei Capigruppo, una pianificazione dei lavori sui prossimi mesi, che consenta di affrontare tematiche importanti e di darvi risposta per la parte che attiene a quest'Aula, sapendo che la Giunta può operare anche al di fuori di questo contesto.
Rispetto a ciò, io condivido le indicazioni di priorità fatte dal Presidente. Tra le cose più importanti da fare sottolineo la questione del riassetto delle competenze amministrative. Ieri nel mio partito.



PRESIDENTE

Consigliere Gariglio, anche lei ha superato il termine di tempo: la prego di concludere.



GARIGLIO Davide

Le chiedo scusa e chiudo subito, ma credo che nel Gruppo del PD non ci saranno venti interventi.



PRESIDENTE

Ma la banca del tempo non esiste in Consiglio regionale: non è che uno dà un po' di tempo all'altro.
Non è prevista.



GARIGLIO Davide

Se vuole, chiudo subito. Mi consenta di fare un'affermazione: prometto che farò il buono nei prossimi interventi; però accetto la bacchettata.
Tra le cose che ritengo fondamentali c'è il riassetto delle competenze amministrative in attuazione della normativa Delrio e in previsione della riforma costituzionale. Su questo punto, all'annuncio della volontà del Presidente della possibilità di lasciare il 9 luglio i nostri amministratori locali dei Capoluoghi di Provincia si sono dichiarati in parte contrari, dicendo che siamo a metà del guado. E' vero: è un problema che dobbiamo affrontare con determinazione e che attiene alla competenza legislativa del Consiglio regionale. C'è una proposta di legge; dobbiamo partire subito. Se la Giunta la vuol cambiare, si appresti a cambiarla: andiamo avanti e la esaminiamo.
Un'altra cosa che propongo a Giorgio Bertola, a Gilberto Pichetto, a Gianna Gancia e all'amico Marrone è di affrontare subito la questione della legge elettorale: attiene solo alle nostre competenze, è una cosa che non è nelle prerogative della Giunta regionale e io sono convinto che non si possa andare ad un rinnovo della legislatura con questa legge elettorale e con il sistema del listino. E lo dico da segretario di partito, che è quello che forse, con i listini, può maneggiare di più. E' un impegno che vi propongo di prenderci.
Il Consigliere Pichetto ha annunciato, rispetto ad alcune parti della legge elettorale - technicality sulla raccolta firme - anche delle soluzioni e secondo me sono soluzioni intelligenti. Noi avevamo, come Gruppo del PD, una proposta della scorsa legislatura; sono state avanzate dall'UNCEM e dagli Enti locali, proposte diverse: sediamoci a parlarne questa è una cosa che possiamo fare in house, in questa sede.
Chiedo anche l'impegno dei Consiglieri per mettere fine ad una legge elettorale che in questi tempi ci ha creato dei problemi e che credo sia nostro dovere cambiare.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gariglio.
La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Con la poca voce che ho e spero di arrivare fino in fondo l'intervento chiedo di fare un po' di chiarezza.
Condivido che la situazione è molto diversa rispetto alla scorsa legislatura. Anzitutto, vorrei sottolinearlo ancora, come hanno fatto altri miei colleghi, per l'atteggiamento dell'opposizione, perché se dovessimo aver emulato i nostri predecessori, invece delle mutande verdi saremmo qua ad agitare bottiglie di vino Grinzane Cavour. Come vedete, questo non sta avvenendo.
E' diversa anche la situazione dell'irregolarità. Perch oggettivamente, si è ricordato che il Giudice amministrativo non ha fatto un calcolo matematico. Se l'avesse fatto, la maggioranza Cota sarebbe stata comunque superiore alla coalizione Bresso per l'annullamento di entrambe le liste Pensionati, ha invece posto un principio giuridico di irregolarità generale del contesto elettorale regionale.
Capisco che abilmente il centrosinistra cerchi di dire che è più grave la situazione precedente, perché si trattava di candidati a loro insaputa mentre qua si parla di sottoscrittori a loro insaputa. Vorrei ricordare che invece è più grave questa situazione, perché si tratta prima di irregolarità di liste collegate e relativamente marginali in termini di peso elettorale - lo dico io che sono di una lista piccola. Invece qua si parla di irregolarità del listino del Presidente.
Questo è un dato di fatto che non può essere messo sotto tono.
Questo lo voglio anche dire perché, intendiamoci, qui nessuno gliel'hanno riconosciuto tutti - vuole sminuire il peso della vittoria politica. Guardate, lo faccio anch'io, però permettetemi una battuta: era un po' un contesto da pubblicità "chi vuole vincere facile". Eravate tutti uniti dai Moderati a SEL, tre coalizioni distinte combattevano divise contro di voi; giustamente, avevate già vinto in partenza, dovevate soltanto badare a presentare bene le liste, quindi - per carità - non pompate troppo questa vittoria politica, perché porterebbe a ricordare che forse vi dava più tempo ad essere più attenti ad altri aspetti.
Tuttavia, il punto politico qual è? E' che nessuno vuole togliere peso all'audacia di questa scelta che lei, Presidente Chiamparino, ha annunciato, però è una scelta politicamente anche di comodo, perché fino all'udienza del TAR, prima ancora che si tenesse e del primo provvedimento del TAR, oggettivamente questa maggioranza di centrosinistra rigettava qualsiasi problema di irregolarità come addirittura inammissibile, non solo politicamente pesante.
Quindi, intendiamoci, il fatto che voi adesso diciate che non volete stare sulla graticola, è una scelta coraggiosa, ma una scelta calcolata.
Quindi, per favore "spegniamo" l'aureola in questo dibattito politico perché siamo in Consiglio regionale e non in un presepe. Sono scelte politiche, coraggiose, ma politiche.
Qui mi voglio ricollegare a quello che, secondo me, è il vero argomento di dibattito di oggi che dovremmo affrontare. Ovvero, questa sorta di patto di provvisoria legislatura, di fine legislatura, chiamiamolo così.
Qual è il punto? Di che cosa stiamo parlando? In realtà ho sentito parlare (me lo sono segnato, perché in penso che in politica le parole abbiano un significato) di agenda, titoli e temi.
Vorrei capire di che cosa stiamo parlando, perché se è la Giunta che pone un'agenda con dei titoli e dei temi e all'opposizione si chiede di condividerla o meno e agevolare o meno, allora le rispondo con un'altra battuta.
Presidente Chiamparino, non ci chieda di prepararle anche la campagna elettorale futura, perché a questo non siamo disponibili. Se invece si tratta di altro, cioè di individuare non soltanto i temi, ma le modalità per esempio, anche di approvazione legislativa, come magari metodi più di urgenza per le Commissioni legislative o, soprattutto, anche le tempistiche di approvazione scadenzandole nei mesi che ci separano da qua a luglio allora stiamo parlando d'altro, perché non si tratta di un diktat della Giunta alle opposizioni, ma si tratterebbe di un confronto maggioranza minoranze. Allora, questa sarebbe un'altra cosa, perché non lo faremmo nell'interesse del Presidente uscente o delle opposizioni che vogliono portare a casa qualcosa, bensì nell'interesse della nostra Regione.
Pertanto, ai temi che lei ha annunciato ne aggiungo un altro, quello fondamentale della casa. Ma lo dico solo perché, in realtà, è un tema sul quale già siamo avanti ed è quindi giusto arrivare a concludere prima di luglio almeno i temi già aperti come l'autorecupero, le misure emergenziali di contrasto, l'emergenza abitativa.
Questo lo dico perché sappiamo di trovarci di fronte a una legge regionale che non sta funzionando rispetto all'estrema emergenza che colpisce soprattutto il capoluogo, ma poi alla fine tutta la Regione e anche le altre Province.
Sui fondi europei, vi è la necessità di condividere le modalità di individuazione delle priorità, ma soprattutto l'accessibilità dei soggetti beneficiari, perché noi stiamo discutendo oggi dopo che le organizzazioni della piccola imprenditoria denunciano la totale esclusione del tessuto piccolo-medio imprenditoriale e dell'artigianato da quelli che sono benefici che dovrebbero puntare a risollevare il benessere e lo sviluppo della nostra Regione.
Se qui invece stiamo parlando di sostenere la grande industria che poi va, con la scusa della ricerca e dell'innovazione tecnologica, a portare sviluppo e occupazione all'estero, allora evidentemente rischiamo di parlare linguaggi diversi e su questo dobbiamo capirci.
Infine, la sanità. Avete ricordato l'alta "strategicità" di questo momento per la sanità piemontese.
Concludo dicendo che non potete pensare di porre una condivisione con le opposizioni perseverando ad adottare come metodo deliberazioni di Giunta autoreferenziali, rifiutando il confronto con il Consiglio regionale e con i territori, soprattutto nelle persone e nei ruoli dei Consigli comunali dei territori interessati.
Allora, se la Giunta, a fronte di questa grande novità politica intende cambiare l'atteggiamento, questa opposizione, invece di agitare i cartelli, articoli di biancheria, o bottiglie di vino pregiato, accetta la sfida di confrontarsi sui temi, ma il confronto non è diktat. Questo deve essere chiaro, per cui se di confronto si parla, occorre chiarezza sui tempi, chiarezza sulla road map dei provvedimenti da approvare e chiarezza anche su quali sono temi sui quali ci confrontiamo, ma soprattutto sui metodi con i quali ci confrontiamo.
Se c'è una reale disponibilità di confronto, poi voi farete valere la maggioranza; se non c'è accordo, almeno ci sarà stato un vero dibattito; se invece si tratta di dare un'atmosfera di decisionismo "renziano" a questi ultimi mesi di legislatura, in questo caso non siamo interessati e respingiamo al mittente questa offerta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Marrone.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo "Scuola media Parri" di Piossasco (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Comprensivo "Scuola media Parri" di Piossasco in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita' - Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale, Chiamparino, in merito alle dichiarazioni di Giuliano Soria riportate dal quotidiano Il Fatto Quotidiano il 17 febbraio 2015 e all'inchiesta della Magistratura sul caso della presunta irregolarità di alcune liste che alle scorse elezioni regionali hanno appoggiato Sergio Chiamparino come candidato Presidente (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con il dibattito sulle comunicazioni del Presidente Chiamparino.
La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Mi stavo guardando attorno per vedere se vedevo il Capogruppo Gariglio perché credo sia importante, dopo le sue esternazioni, che abbia la pazienza e la benevolenza di rimanere in Aula, perché credo che il tema dirimente in questo momento sia il rapporto con il PD più che con il Presidente Chiamparino. Quindi, mi farebbe piacere avere presente il Capogruppo Gariglio - se qualcuno magari glielo può dire - ad ascoltare in viva voce quello che abbiamo da dirgli. Anche perché, mentre in un primo momento immaginavo di ritirare la mia richiesta di intervento, sentendo le sue parole, d'intesa con il mio Capogruppo Pichetto, ho immaginato invece di intervenire, a fronte di un'esperienza difficile e significativa degli ultimi quattro anni.
La prima cosa che ci tengo a dire è che, come tutti gli altri - penso noi anzitutto tifiamo Piemonte! Che la gestione sia di centrosinistra o di centrodestra, credo che oggi la cosa importante e fondamentale sia dare un'indicazione di serietà, di coerenza e di correttezza affinché la Regione Piemonte sia fiera di chi la rappresenta.
Questo è il motivo per cui io non posso assolutamente accettare di avere sistematicamente...



(Commenti del Consigliere Gariglio)



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Mi stavo guardando attorno per vedere se vedevo il Capogruppo Gariglio perché credo sia importante, dopo le sue esternazioni, che abbia la pazienza e la benevolenza di rimanere in Aula, perché credo che il tema dirimente in questo momento sia il rapporto con il PD più che con il Presidente Chiamparino. Quindi, mi farebbe piacere avere presente il Capogruppo Gariglio - se qualcuno magari glielo può dire - ad ascoltare in viva voce quello che abbiamo da dirgli. Anche perché, mentre in un primo momento immaginavo di ritirare la mia richiesta di intervento, sentendo le sue parole, d'intesa con il mio Capogruppo Pichetto, ho immaginato invece di intervenire, a fronte di un'esperienza difficile e significativa degli ultimi quattro anni.
La prima cosa che ci tengo a dire è che, come tutti gli altri - penso noi anzitutto tifiamo Piemonte! Che la gestione sia di centrosinistra o di centrodestra, credo che oggi la cosa importante e fondamentale sia dare un'indicazione di serietà, di coerenza e di correttezza affinché la Regione Piemonte sia fiera di chi la rappresenta.
Questo è il motivo per cui io non posso assolutamente accettare di avere sistematicamente...



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Allemano; ne ha facoltà.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Ricordo bene le parole con le quali il Presidente Chiamparino ha iniziato questa legislatura, anzi, la parola, "responsabilità".
Non sto a declinarla, perché mi sembra del tutto evidente che cosa intendesse il Presidente e che cosa intendiamo noi per responsabilità, ma ne aggiungo un'altra, "agibilità".
Credo che una politica sia agibile soltanto se non ci sono ombre su rendite di posizione, che la politica si è ampiamente concessa in passato e che non può concedersi oggi: noi siamo la prima legislatura che non ha il vitalizio e non ha alcuna discrezionalità sui rimborsi spesa.
L'agibilità viene dal fatto che non ci sono ombre di lobby, anche positive, e ognuno di noi, qui, è prima responsabile del Piemonte che del proprio territorio.
L'agibilità viene dall'autorevolezza - e credo che il Presidente l'abbia ridata al Piemonte, anche grazie a quest'Aula - e naturalmente dalla legalità.
Questi quattro paletti imprescindibili fanno sì che io sia totalmente d'accordo con la linea che il Presidente ha portato oggi in quest'Aula e che il nostro Capogruppo ha fatto sua.
Credo che non ci sia nulla di coraggioso. E' un'azione che non ci dà nessuna patente di superiorità rispetto ad altri, però sancisce una differenza, che non sta tanto nel quanto questo problema di firme sia diverso dal precedente, ma nel come si reagisce di fronte ad un problema che si pone.
Siamo tutti umani e tutti fallaci, ma credo che questa strada sancisca una differenza sostanziale, di metodo: ci rifiuteremo di traccheggiare in caso di palese illegalità della raccolta firme, vogliamo esercitare quella responsabilità che i piemontesi ci hanno affidato.
Siamo consapevoli che i piemontesi vogliano chiarezza, e l'unico modo per colmare la distanza tra la politica e i cittadini è quella di dire le cose come stanno, con molta franchezza.
Non mi sentirò assolutamente costretto in un percorso limitato. Non percepisco la data del 9 luglio come un "cancelletto"; io percepisco il lavoro che sono chiamato a fare tutti i giorni e spero che si passi presto a discutere, oggi, la legge sulla semplificazione.
Quello che succederà a luglio lo vedremo. Ciò che mi sento di dire è che noi, finché saremo qui, agiremo responsabilmente.
Non esiste le dimensioni del fine lavori; esiste la dimensione di un parlamento che, fin quando è nel pieno dei suoi poteri (e oggi noi lo siamo senza che ce lo dica la Magistratura, perché oggi alziamo la testa e poniamo le condizioni che ci abilitano a discutere del bene dei piemontesi), viviamo nella speranza di fare un lavoro buono ed utile per il Piemonte.
Concludo dicendo che personalmente ho fiducia nel partito.
Ieri sera ero presente ad un'assemblea di 200 persone: l'ho vista appassionata e animata. L'ho vista ben guidata, quindi sono assolutamente convinto che sapranno prevalere le persone che abitano degnamente questo partito, che sono già la grande maggioranza, e avremo la meglio sui personalismi e sulle azioni spregiudicate, se ci sono state.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con interesse sia l'intervento del Presidente Chiamparino sia l'ultimo del collega Allemano, che mi fa comprendere come le lenti che abbiamo davanti probabilmente ci fanno interpretare una realtà totalmente diversa.
Noto, non so se con stupore o con rammarico, come una malattia italiana si stia diffondendo da Roma e stia arrivando in periferia, alle Regioni e ai Comuni. Sto parlando della "renzite".
Abbiamo appreso del suo annuncio ieri in occasione dell'assemblea del Partito Democratico, quindi sembra che la malattia della "annuncite" stia coinvolgendo anche il Piemonte e il Presidente Chiamparino.
Normalmente, Presidente Chiamparino, le dimissioni non si annunciano e non si minacciano, si danno. Questo vale nel mondo del privato come nel mondo del pubblico. Quindi, se lei ritiene di dare le dimissioni alla prossima udienza del TAR, qualora il TAR non si pronunci, in un modo o nell'altro, con una sentenza chiara, le darà il 9 luglio. Non è che quattro mesi prima deve comunicarlo urbi et orbi! E' un po' quasi - mi passi il termine (almeno, questa è la nostra interpretazione) - una minaccia al Tribunale Amministrativo dire: "O vi pronunciate subito, in fretta, oppure succede il patatrac". Guardi che, come è caduto il Presidente Cota, potrà cadere anche questa Giunta: si andrà alle elezioni, ci sarà un'altra Giunta, non si sa di che colore, e più o meno malamente, perché siamo messi male come regione Piemonte, il Piemonte andrà avanti lo stesso. Questo è un primo dato su cui voglio rassicurarla, nel senso che non è che il destino del Piemonte dipenda da questa Giunta di centrosinistra e dal Presidente Chiamparino! Venendo al tema delle richieste, come Gruppo e come ha già detto il nostro Capogruppo, ovviamente le rimandiamo al mittente, perché riteniamo che un Presidente di Giunta regionale, quando si rende conto che ci sono state delle irregolarità nelle elezioni che lo hanno portato a vincerle deve fare una cosa semplice: non chiedere accordi, patti e alleanze con le opposizioni per cercare di vivacchiare qualche mese, ma fare lo stretto necessario per salvaguardare l'Ente e poi dimettersi, senza annunci, senza rinvii al 9 luglio.
Presidente, lei, e noi - come Consiglio - abbiamo due semplici cose da fare: innanzitutto, approvare il bilancio. E questa non è una questione di accordo tra maggioranza e opposizione, perché siamo in esercizio di bilancio provvisorio - lo sa benissimo - che scade il 30 marzo. L'Assessore Reschigna ha un mese di tempo per presentare il bilancio, approvarlo nelle Commissioni e in Aula. Il 31 marzo possiamo chiudere quest'esperienza di legislatura, che consideriamo disastrosa dal punto di vista della credibilità e dell'agibilità politica, esattamente all'opposto del film che ha visto il Consigliere Alemanno e probabilmente molti Consiglieri del Partito Democratico.
Non potete venirmi a dire che una legislatura che si è chiusa per lo scandalo di "Rimborsopoli", per lo scandalo delle firme false, per tutte le indagini che sono avvenute e si riapre con gli stessi procedimenti giudiziari e amministrativi è una legislatura che ha ridato credibilità e dignità al Piemonte. No! Non ci prendiamo in giro! Non è una questione di lenti diverse con cui vediamo la realtà: è che - come è stato detto stiamo prendendo in giro i piemontesi! E' una legislatura che si riapre con gli stessi problemi (volevo usare un'altra parola), disastri giudiziari indagini e quant'altro, che hanno chiuso la legislatura precedente.
Siamo sempre al discorso del garantismo: l'avete sostenuto per i due Assessori che erano rinviati a giudizio sul discorso di "Rimborsopoli". Ben venga che siano stati archiviati e siamo tutti contenti.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Assolti!



BONO Davide

Assolti, chiedo scusa. Abbiamo due Consiglieri regionali indagati per la questione delle firme false, qui presenti (uno di SEL e uno del Partito Democratico): c'è un problema, in questo Consiglio regionale, di immagine di credibilità, di legalità, o no? Vogliamo citare sempre il discorso del garantismo? Il garantismo serve per le persone indagate, per non finire in carcere prima del termine.



(Commenti del Consigliere Gariglio)



BONO Davide

Mi lasci parlare, Consigliere Gariglio.
In politica dobbiamo far vigere un altro concetto, un altro principio: quello della credibilità, prima, quindi prima di arrivare al procedimento altrimenti il rapporto con i cittadini si sgretola. Io non so a quanta affluenza alle urne vogliamo arrivare. Vogliamo arrivare al 30%? In Emilia Romagna è andato a votare il 45% degli elettori, ma se a voi non interessa il fatto che la maggioranza dei cittadini resta a casa e non va a votare, è un vostro problema. A noi interessa la partecipazione democratica. Io non so quanti piemontesi vogliano andare a votare, se non si prendono dei provvedimenti urgenti, urgentissimi per ridare finalmente credibilità e dignità al Piemonte.
Pertanto, in questo discorso rientra il bilancio ed anche la legge elettorale. Abbiamo un mese di tempo: facciamo il bilancio e facciamo una legge elettorale che cancelli il listino. Noi siamo per le preferenze a livello regionale, forse un po' meno a livello nazionale, perché si sa che il Partito Democratico e anche altre forze politiche sono un po' Giano bifronte a livello nazionale e a livello regionale.
Togliamo il listino e approviamo una norma per cui sia più semplice raccogliere le firme ed evitare ulteriori pasticci. Su questo penso ne convenga anche il Presidente.
Dobbiamo ridare - perché oggi non c'è - dignità a questo Consiglio regionale e questo si può fare solo andando al voto. Presidente Chiamparino, aspettare vivacchiando, proponendo patti di legislatura come viene fatto a Roma, dà un messaggio chiaro all'esterno. Magari non riguarderà lei, ma il messaggio è che i Consiglieri regionali sono attaccati con il bostik alla poltrona. E' questo che arriva all'esterno: i Consiglieri sono attaccati allo stipendio e ai rimborsi, ci sono Consiglieri che non vogliono perdere un'elezione, esattamente come a Roma perché si guadagna uno stipendio notevole e si hanno una serie di facilitazioni per fare una carriera politica. E' questo il messaggio che passa.
Pertanto, in questa legislatura c'è un grosso, enorme problema: l'abbiamo già detto. Noi non volevamo crederci, perché non siamo contenti di riconoscere che è successo di nuovo un pasticcio. Noi, per il Piemonte non volevamo di nuovo una situazione del genere e non ci credevamo neanche.
Quando la Lega Nord ha presentato il ricorso contro le firme irregolari non ci volevamo credere. Abbiamo pensato: "Sarà una sorta di ripicca e vendetta elettorale", e invece, fortunatamente l'hanno presentato, perch deve esserci un principio sacrosanto di legalità, di rispetto delle regole altrimenti si inficia tutto quello che viene dopo.
La modalità utilizzata è quella di chiedere responsabilità alle opposizioni, perché il Piemonte è in difficoltà, mentre la maggioranza assume delle decisioni gravissime, pesanti, dolorose per i cittadini, come l'aumento delle tasse o la revisione della rete ospedaliera. Sono stati chiusi altri ospedali, tagliati reparti e eliminati posti letto e non sono stati fatti investimenti sul territorio. La maggioranza decide sulle infrastrutture strategiche per il Piemonte, le sta decidendo in queste ore: si investiranno centinaia di milioni di euro in questo senso, invece di investire sul sociale, o sul dissesto idrogeologico, che sono le priorità.
Questo non è vivacchiare: significa prendere delle decisioni strategiche.
Pertanto, per noi si approvano il bilancio e la legge elettorale e poi si va a casa, tutti, senza distinzione. Se andiamo a casa, andiamo a casa tutti, senza paure e senza attaccamenti alla poltrona, e poi si rivà al voto. Mi spiace, perché dopo un anno non siamo contenti di un esito di questo tipo, ma non c'è altra possibilità.
Chiudo dicendole ancora una cosa, Presidente Chiamparino, in merito al discorso Soria. Io posso avere assoluta certezza - e lo spero vivamente che sia come sostiene lei, però se a me avessero detto una cosa simile a quella che ha detto Soria, non avrei dato mandato ad un legale di valutare la fattibilità di una querela, ma l'avrei querelato un secondo dopo, perch ha fatto delle accuse gravissime: le avrebbe dato soldi pubblici per la sua campagna elettorale. Quindi, lei non deve fare valutazioni, ma lo doveva querelare subito: ieri, l'altro ieri.
Noi aspettiamo di vedere la querela, perché da quella querela si capisce anche molto della sua credibilità politica alla guida di questo Ente. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Avendo pessimi gusti cinematografici, non mi avventuro più di tanto nel confronto di film visti o non visti e neppure nelle metafore dell'arbitro e della squadra di calcio, perché probabilmente si andrebbe fuori tema.
Mi riconosco, invece, appieno nell'intervento introduttivo del Presidente. Ieri non ho potuto partecipare alla riunione della direzione di partito, come avevo annunciato nel pomeriggio al Segretario regionale, cui però - e può essermi testimone - ho detto, come opinione personale, più o meno le stesse cose che ho sentito dire nell'introduzione di questo dibattito, come contributo alla discussione, e cioè che al centro di tutto ci deve essere la responsabilità politica, perché questa a noi compete.
Null'altro.
Potremmo andare a districarci in ragionamenti giuridici, e chi ha fatto studi di quel genere magari può dire qualcosa in più o in meno, ma non è questa l'aula in cui si deve stabilire se ci si poteva apparentare a liste del Consiglio regionale precedente, che era stato sciolto, piuttosto che no, o quali sono le possibilità che il TAR ha o non ha. La responsabilità politica è l'unico livello che a noi appartiene e mi fa specie che un ragionamento così complesso, che mette al centro delle possibilità l'interruzione anticipata della legislatura per scelta nostra e non per sentenza passata in giudicato, venga liquidato come un modo surrettizio di fare pressioni sugli organi giudiziari. È anche il caso di finire di pensare che la Magistratura si faccia condizionare da proclami o annunci giornalistici. Non è così. La responsabilità politica sta nel fatto che abbiamo ereditato e siamo subentrati ad amministrare una Regione sul ciglio di un dissesto, anzi, in dissesto e sul ciglio del baratro. Per cui tutte le cose che vengono enunciate come la necessità del rilancio della sanità la necessità di un bilancio in pareggio, la necessità di poter fare degli investimenti sia nei servizi sia in opere, erano, e sono in buona parte ancora pressoché impossibili fin tanto che non si rimette in piedi la Regione che stiamo amministrando e governando.
La scelta di interrompere la legislatura va assunta con il dovuto equilibrio e la dovuta attenzione, ma il fatto che non venga esclusa non è un atto eroico, ma un atto di responsabilità. Ripeto, non occorre attendere l'esito finale di una sentenza passata in giudicato, occorre fare un attento esame; occorre andare a vedere se nella procedura preelettorale non ci siano stati, oppure ci siano stati dei meccanismi di controllo interno che ci permettano di dire, di affermare o di smentire che ci possono essere stati dei problemi rilevanti e, se così fosse, cioè se la valutazione fosse in senso negativo - cioè può essere effettivamente capitato nelle dimensione in cui viene tratteggiata dai giornali il fenomeno di cui abbiamo discusso - allora trarne le conseguenze politiche. Anche per evitare sciacallaggi di ogni genere e per evitare di sentirsi fare la morale da chi, probabilmente, la morale non la può fare, oppure assistere ad atteggiamenti di personaggi ormai fuori dalle istituzioni che cercano di approfittare di un'occasione per ricostruirsi una propria verginità politica, avendo al centro l'interesse della nostra Regione e i problemi che sono stati dettagliatamente illustrati, sia pure per titoli nell'intervento introduttivo.
Sono anche d'accordo sul fatto che, forse, non la dobbiamo definire come un patto straordinario. Per il sottoscritto gestire un'agenda, quanto meno in modo condiviso al di là dell'opinione che nel merito i vari Gruppi politici hanno sui singoli temi, è l'ordinarietà. Fino all'ultimo giorno in cui staremo qui dentro, personalmente, ma penso di poter parlare anche a nome di tutti i colleghi che stanno seduti vicino a me, questo deve essere il modo di lavorare. Nulla di straordinario, neppure in questo.
Mi viene anche da dire che alcune decisioni noi, sia in sede di partito ma questo non interessa l'Aula in cui stiamo discutendo questa mattina sia in senso istituzionale per quanto appartiene a questo livello, qualche ragionamento e qualche determinazione la dobbiamo assumere, anche laddove le dimissioni non arrivassero, anche laddove il TAR dovesse respingere il ricorso il 9 luglio, quindi anche nel caso in cui questa vicenda patologica di chiusura anticipata della legislatura non dovesse aver corso, sempre in nome di quella responsabilità politica di cui si parlava prima.
Sul film, che sia diverso o non diverso, possiamo stare ore e ore a discutere. Personalmente non verrei mai in un'Aula consiliare con dei cartelli a fare folclore. Tuttavia, devo anche dire che, personalmente, non andrei mai in un'Aula dove si è eletti con il voto popolare ad affermare che un Magistrato che fa un'indagine è un complottista che si fa dettare il proprio lavoro dall'opposizione pro tempore di quella maggioranza. Dobbiamo guardarlo tutto il film, sia nelle premesse che nelle conclusioni.
Probabilmente, oggi assistiamo ad un dibattito, pur duro nei contenuti ma, da un punto di vista istituzionale, più normale. Nessuno di noi si è sognato, né chi ha ricevuto un'informazione di garanzia, né chi indirettamente, vive le conseguenze di un eventuale annullamento di elezioni, di annunciare, enunciare, condannare e deprecare dei complotti della Magistratura contro l'attuale maggioranza. Il rispetto, quindi, da questo punto di vista, dei diversi livelli istituzionali, è assoluto.
Ho sentito dire: "Le dimissioni non si minacciano, si fanno"; "se uno vuole prendere una decisione, non la deve annunciare, ma effettuare"; "è inutile fare annunci". Guardiamo un'altra tipologia di film. Questa mattina non era forse utile, come peraltro è stato richiesto, affrontare un dibattito che partisse dall'udienza di qualche giorno fa e quindi affrontare il tema? Non dovevamo dire niente? Non si doveva pronunciare nessuna possibilità? Ci si doveva limitare a dire "attendiamo che la Magistratura faccia" oppure, con un colpo di teatro, effettuare delle dimissioni? Secondo me, anche questo sarebbe stato un atteggiamento non conforme al nostro dovere istituzionale. Se non si dice nulla non va bene se si dice qualcosa, non va bene; se ci si avventura anche a dire che in un arco temporale ristretto e fatti gli adempimenti necessari e importanti per la nostra Regione, si assume anche una decisione così delicata, non va bene neanche questo. Forse, anche da questo punto di vista, un maggiore equilibrio lo dobbiamo recuperare.
Chiudo come ho iniziato. Il riconoscimento mio personale, che poi è anche quello del nostro Segretario e degli interventi che mi hanno preceduto da questa parte dell'Aula, è totale. Penso che il Presidente Chiamparino abbia sintetizzato un'opinione e una lettura dei fatti condivisa, quindi coralmente è stato annunciato un percorso e un impegno politico che vede al centro il termine responsabilità e serenità. Dobbiamo affrontare problemi importanti e dobbiamo farlo con tutta la serenità necessaria. In questo senso, il protrarsi per anni di un eventuale contenzioso amministrativo porterebbe sopra di noi una spada di Damocle che male farebbe a gestire la complessità dei problemi di cui stiamo parlando.
Tuttavia, sappiamo che anche un'eventuale dimissione è un atto delicato, importante e relativamente drammatico (relativamente rispetto alle vicende di cui parliamo, i drammi nella vita sono altri), ma politicamente è un atto significativo, che non può essere assunto sull'onda emotiva o, magari, per conquistarsi un facile titolo sui giornali. Anche da questo punto di vista ho apprezzato l'equilibrio iniziale. Il nostro impegno è, comunque, in tutte le sedi in cui abbiamo voce, di tornare a riflettere sull'opportunità di regole più certe, più trasparenti e più responsabilizzanti, ciascuno di noi - a prescindere dalla vicenda specifica della fine anticipata o meno dell'attuale legislatura in cui lavoreremo tutti noi - con la massima serenità e il massimo impegno per la nostra Regione, fino all'ultimo giorno di attività della legislatura medesima.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Colleghi Consiglieri, organi della stampa, assistenti, siamo qui oggi a parlare della Giunta Chiamparino. Volevo ricordavi che con la Giunta Cota ci sono voluti ben quattro anni per mettere fine alla vicenda delle firme false e ritornare a votare. E' trascorso appena un anno da quando c'è stata la grande vittoria dell'attuale Giunta. Una vittoria netta e chiara.
Ci sono stati circa 600 mila voti a favore della Giunta Chiamparino rispetto alle altre liste e alle altre forze di opposizione. Tuttavia, il Presidente Chiamparino ha dichiarato su tutti i giornali che attenderà il responso dei giudici amministrativi, quindi del TAR, che si esprimerà a luglio.
Il Governatore, quando gli viene chiesto se, qualora questa Giunta cadesse e si andasse di nuovo al voto, concorrerebbe e si ricandidasse come Presidente della Regione Piemonte, non esprime delle certezze, anche perch sarebbe un film già visto e rivisto, vissuto e rivissuto.
E qualora il TAR desse ragione a chi ha presentato ricorso avverso le firme false, fossi al suo posto, Presidente, sinceramente non avrei il coraggio di ripresentarmi.
Capite bene che in questa sede parlo in qualità di Consigliere regionale di opposizione del Movimento 5 Stelle, ma non dimenticherò mai di essere, prima di tutto, una cittadina e di rappresentare i cittadini.
Credo che i cittadini piemontesi non meritino tutto questo! Perch siamo usciti da una legislatura (quella precedente) scandalosa, con la raccolta di firme false. Tra l'altro, voi avete strumentalizzato e utilizzato in campagna elettorale la questione di "Rimborsopoli" e della raccolta delle firme false di Cota. In realtà, avete predicato bene, ma poi, alla fine, razzolate male! Mi rincresce enormemente per i cittadini, che, ancora una volta, sono vittime di un sistema e di una politica sbagliata, fallita! I cittadini hanno grandi difficoltà, perché stiamo vivendo veramente una situazione difficile, e tutti ne siamo consapevoli (vi ricordo che la nostra Regione è in piano di rientro!). Avete approvato una delibera di Giunta vergognosa che taglia i servizi e declassa diversi ospedali! Avete aumentato le tasse! Avete soltanto fatto promesse e non le avete mantenute! Come diceva il collega Bono, se andremo nuovamente alle urne, rischiamo veramente l'assenteismo, perché si sta verificando una disaffezione da parte dei cittadini verso la politica.
Voi stessi avete dichiarato - e lo confermate - che i cittadini dicono "aiete tutti uguali! Siete attaccati alla poltrona!", il messaggio che passa è questo.
Io stessa, prima di essere eletta Consigliera regionale, non nutrivo alcuna fiducia nelle istituzioni e nei politici. Un bel giorno mi sono detta che forse era giunto il momento di fare qualcosa, di contribuire anche se in minima parte, a cambiare questo sistema.
Sono una Consigliera di opposizione, per cui non ho grande potere nelle mani e non ho la possibilità di poter cambiare appieno questa Regione. Ma ce la metterò tutta! Dovrò impegnarmi, ci metto la faccia! Mi sono candidata e sono stata eletta onestamente e regolarmente dai cittadini che hanno creduto in me.
Quindi, Presidente, io non attenderei il ricorso al TAR, perché dal momento che lei, da uomo onesto e trasparente come si è dichiarato.
Non metto in dubbio l'onestà delle persone, perché in realtà saranno i giudici o chi di competenza che dovrà giudicare ed emettere il verdetto finale. Però, lei, sia in campagna elettorale che durante questi mesi di Governo, ha sempre affermato che, qualora ci fosse stato un minimo problema o una qualche irregolarità, si sarebbe dimesso.
Lei ha anche detto: "Io ci ho messo la faccia e ci metto la faccia con i cittadini piemontesi", come me. Io, Presidente, la faccia ce la metto tutti i giorni e fossi al suo posto, sinceramente, mi vergognerei. Perch lei dovrebbe dare il buon esempio: in giurisprudenza si dice che bisogna dare il buon esempio, come un buon padre di famiglia.
Lei, nel suo discorso, ha dichiarato di non essere attaccato alla poltrona. Ma nel momento in cui si rivolge alla sua maggioranza o alla sua forza politica, che è il PD, dicendo "se me lo chiedono, posso anche dimettermi", è normale, Presidente, che la sua forza politica e la sua maggioranza non le dirà mai "Presidente, si dimetta!". Capisce che ci sono delle forti incongruenze fra quello che lei dichiara e quello che in realtà potrebbe accadere? Io chiedo chiarezza. Chiedo coerenza.
Volevo anche aggiungere un'altra considerazione rivolgendomi al Capogruppo, al Presidente Gariglio, ma vedo che è appena uscito.



PRESIDENTE

Si rivolga all'Aula, Consigliera.



BATZELLA Stefania

Mi rivolgo all'Aula e a tutti i presenti, ma mi avrebbe fatto piacere la presenza del Capogruppo Gariglio, ma non importa.
Il Consigliere Gariglio, rivolgendosi in particolare agli elettori, ha dichiarato.
Eccola, Presidente Gariglio, citavo una sua dichiarazione.
GARIGLIO Davide (fuori microfono) Lei sa che quando mi chiama.



PRESIDENTE

Per cortesia! Chi interviene, si rivolga all'Aula.



BATZELLA Stefania

Citavo la sua dichiarazione ai giornali: "Prepariamoci, perché qualora dovesse esserci una sentenza che dimostri l'irregolarità, dovremo chiedere scusa a tutti i cittadini piemontesi per la leggerezza con cui sono state raccolte le firme".
Nonostante il Presidente Chiamparino abbia ottenuto uno scarto di circa 600.000 voti - mi avvio a concludere, Presidente, per lasciare spazio ad altri colleghi - nel momento in cui verrà accertata una irregolarità nel procedimento elettorale, automaticamente ci dovrà essere un annullamento delle elezioni. Se fossi il Presidente, qualora venisse constatata un'irregolarità, io darei le dimissioni, perché non sarebbe una vittoria chiara, onesta e leale nei confronti di tutte le altre forze di opposizione e, soprattutto, nei confronti dei cittadini piemontesi, che ancora una volta pagano le conseguenze di una politica fallita. Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Professionale Statale per i servizi alberghieri "G. Colombatto" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe II O dell'Istituto Professionale Statale per i servizi alberghieri "G. Colombatto" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita' - Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale, Chiamparino, in merito alle dichiarazioni di Giuliano Soria riportate dal quotidiano Il Fatto Quotidiano il 17 febbraio 2015 e all'inchiesta della Magistratura sul caso della presunta irregolarità di alcune liste che alle scorse elezioni regionali hanno appoggiato Sergio Chiamparino come candidato Presidente (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo il dibattito sulle comunicazioni rese poc'anzi dal Presidente Chiamparino.
Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Il risultato del Presidente Chiamparino è incontestabile, ma sappiamo bene che nella passata legislatura non è stato tenuto conto, nel modo più assoluto, da parte della Magistratura, del risultato, nel senso che è stato deciso tutto in base alle irregolarità.
Detto questo, se oggi ci fosse un occhio esterno, avrebbe un'idea della politica che non è quella che stiamo rappresentando. Se ci sentissero direbbero "sì ël pì san a l'ha la rugna", qui il più sano ha la rogna.
Lei sa benissimo, Presidente Chiamparino, che in realtà fare politica non è il mestiere più facile del mondo; fare politica non è quello che i talk show danno come immagine; sa che non viviamo in mondo dorato e sa perfettamente quanta fatica fisica c'è e anche psicologica.
Quindi io le ho chiesto, nel precedente Consiglio, non le dimissioni ma di togliersi dalla mischia, proprio perché credo che questa sia una situazione difficile, difficile per lei, per la sua storia personale, e questo lo ribadisco.
Voglio però portare oggi all'attenzione un aspetto, e, mi creda, ho pensato molto a quello che sto dicendo, soprattutto perché ho pensato a mio figlio, e già il fatto che io dica questo è brutto. Noi, purtroppo, ormai viviamo in un Paese in cui l'azione politica è condizionata in modo trasversale (e ciò avviene in tutti i partiti) dalla Magistratura. La Magistratura, con una saldatura forte con i giornali più importanti, decide chi deve salire e chi deve scendere in un partito.
Sto dicendo delle cose forti, riprendendo anche il discorso che ha fatto in questi giorni il dott. Maddalena. Noi non possiamo, come Paese lasciare alla piazza il dibattito che la Magistratura è ormai faziosa e di sinistra (perché questo si dice). E' un dibattito che non possiamo lasciare alla piazza, e mi rivolgo a lei e alla sua intelligenza.



(Commenti in aula)



GANCIA Gianna

E' un dibattito che è ormai chiaro ed evidente. Quando si parla di vittorie incontestabili, e non parlo della sua, perché lei è un personaggio indubbiamente amato e questo le va riconosciuto. Ma se Renzi - faccio un esempio - è lì è perché comunque non gli sono stati contestati gli 86.000 euro del viaggio per Obama. Io ho visionato tutte le spese della Provincia di Firenze; ho parlato con i Magistrati, i quali mi hanno detto: "Io sono stata renziana dalla prima ora". Io conosco i miei coetanei che sono entrati in Magistratura e le mie coetanee, cioè parliamo. Mi sto esponendo e me ne rendo conto, ma qualcuno lo deve fare, in questo momento.
Ho apprezzato il gesto e le parole del dottor Maddalena, ma noi veramente non possiamo più permettere che sia la Magistratura a decidere il dibattito politico.
Terremoto de L'Aquila, massimo apice del Governo Berlusconi: si rumoreggiava che sarebbe intervenuta la Magistratura (lo sappiamo tutti non dobbiamo nascondercelo). Non si può più fare politica, perché a questo punto non ha senso che vada a votare neanche il 40% di quelli che lo fanno perché se l'azione politica viene così condizionata dalla Magistratura.
Lo ribadisco: dal punto di vista politico, siamo tutti in balia di persone che non stanno più rispettando il loro ruolo; non c'è più una distinzione netta tra politica e Magistratura. E' questo il nodo di fondo nel senso che, se andiamo a votare, possiamo farlo benissimo, ma non possiamo fare in modo che l'azione politica sia condizionata dalla Magistratura. Io lo ribadisco, lo dico con fermezza, lo dico assumendomi delle responsabilità, lo dico con timore - e già questo dovrebbe far pensare e dovrebbe far pensare anche i miei collaboratori, che a volte mi cancellano le agenzie, dicendo "beh, ma stai attaccando troppo i Magistrati, sai.", e questo avveniva già quand'ero Presidente di Provincia.
Allora, questo dibattito, che si fa nei bar, si fa ovunque, non lo possiamo lasciare alla piazza: lo dobbiamo affrontare, la politica deve affrontarlo, altrimenti, con un ordine del giorno, lei, Presidente.
D'altronde questa Regione e Torino hanno fatto l'Italia e quindi potremo dire ancora la nostra ancora; altrimenti si presentino alle elezioni, come fanno in altri Paesi (d'altronde lei è sempre stato un forte sostenitore del federalismo), come fanno negli altri Stati, si presentino alle elezioni e vengano eletti dai cittadini. E poi, possono dirmi: "Io sono sempre stata renziana e quindi non mi interessano le fatture di Renzi" o - come vediamo - le parole del dottor Maddalena riprendono bene la situazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ero indeciso se intervenire, ma credo che vadano dette due cose più politiche che altro.
Come sapete, Sinistra Ecologia e Libertà è da qualche anno all'opposizione dei Governi nazionali, che hanno visto alternarsi larghe e piccole intese. Tuttavia, il centrosinistra ha senso di esistere nei territori se innova e se sa difendere i più deboli e i lavoratori; pu esistere se sa unire solidarietà e giustizia sociale; esiste se ogni giorno non si limita a fare l'infermiere da campo della crisi europea; esiste se sa ridare speranza a una comunità piegata dalla disoccupazione e dalle nuove povertà; esiste se trasforma la precarietà in un futuro con diritti opportunità e certezze; esiste se è un'alternativa vera; esiste se è in grado di restituire credibilità alle istituzioni.
Con questa speranza, abbiamo scelto questa strada e ogni giorno proviamo a trasformare la speranza in atti concreti e, sebbene non abbiamo le stesse idee di Sergio Chiamparino su alcune cose (e lui lo sa), lo facciamo perché pensiamo che sia il Presidente di cui il Piemonte aveva bisogno e che il Piemonte ancora oggi crediamo meriti.
Come diceva Tom Benetollo, in questa notte oscura, qualcuno di noi, nel suo piccolo, dovrebbe agire come quei lampadieri che, camminando innanzi tengono la pertica rivolta all'indietro, appoggiata sulla spalla, con il lume in cima. Così il lampadiere vede poco davanti a sé, ma consente ai viaggiatori di camminare più sicuri.
Qualcuno ci prova a fare tutto ciò, non per eroismo o per narcisismo ma per sentirsi dalla parte buona della vita. Per questo, ho e abbiamo apprezzato molto la chiarezza con la quale il Presidente ha annunciato che non staremo qui a rosolare nell'imbarazzo. Se con l'estate non arriverà una decisione risolutiva da parte della Magistratura amministrativa, saremo noi a scegliere la strada migliore.
Porre la credibilità delle istituzioni al disopra della propria personale convenienza senza uscite di sicurezza - e vorrei che fosse chiaro a tutte le opposizioni - è sempre la risposta migliore, e il Presidente Chiamparino, a differenza di altri, l'ha detto senza paure. Anche per questo, fatevelo dire con una ritrovata serenità: oggi è un giorno buono per continuare a lavorare per il bene di questa comunità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Io credo che non si possa non considerare un aspetto fra chi c'era nella precedente legislatura e chi no. Lo dico in principal modo al Consigliere Gariglio, che non solo fa il Presidente del principale Gruppo del Partito Democratico, ma è anche il Coordinatore regionale del suo partito. Perché vi è una serie di aspetti che noi ascoltiamo adesso e potremmo anche dire di condividere. Però, quando assistiamo al caso di un partito, che in pochi mesi passa dall'essere il principale partito di opposizione all'essere il principale partito di maggioranza, e ad una schizofrenia non soltanto politica, ma soprattutto comportamentale ed etica, allora un problema si pone, anche per chi governa una Regione.
Il Presidente Chiamparino nello scorso Consiglio diceva - secondo me giustamente - che quando una forza politica non contrasta una posizione o più posizioni, un modo di governo, ma contrasta una persona, spesso non produce grandi risultati. Io ricordo che il suo Vicepresidente tuttora mostra un video sul sito regionale del PD che dedica ancora uno spazio allo slogan "Cota a casa"; e Cota è una persona ed era il Presidente della Regione Piemonte; così come il Presidente Gariglio ovviamente professa e manifesta tutta una serie di aspetti che non si dovrebbe non condividere: il giudizio su una persona indagata è quello di ritenerla innocente fino al giorno della sentenza del Tribunale; questo non soltanto lo dice la Costituzione, ma dovrebbe essere un aspetto condiviso.
Guardate che non è che sia avvenuto così. Se facciamo un film all'indietro, la collega Conticelli e il collega Grimaldi - lo dico solo perché indagati - oggi dovrebbero essere ritenuti due grandi responsabili di una situazione di "taroccamento" delle liste che dovremmo fortemente denunciare all'interno di quest'Aula. Questo, infatti, è quanto è stato vissuto fino a 12 mesi fa.
Allora, chi non c'era può dire: avete compiuto un errore. Però, come diceva giustamente il Presidente, la politica si riappropri del suo ruolo.
E quando lo fa, la politica non può essere fatta solo di uomini soli al comando: è fatta di partiti politici che tengono una posizione.
Io sono lieto, dunque, che il partito cui aderisco - peraltro da poco abbia sempre tenuto una posizione uguale: una persona è indagata; nel momento in cui la Magistratura la ritiene colpevole è colpevole, nel momento in cui la Magistratura non la ritiene colpevole è innocente.
Infatti, quando si cambia la modalità è un po' diverso.
Possiamo ora arrivare sui singoli temi, come quello delle firme. Il Consigliere Gariglio diceva che sono situazioni ben diverse. Ma è vero o no io non lo so, perché lo scrivono i giornali - che una parte dei problemi sulla raccolta firme nasce dal fatto che ci sono stati due listini differenti e due liste provinciali di Torino differenti? Se così fosse - io riprendo sempre quanto leggo dagli organi di stampa - andare davanti agli elettori e chiedere una firma su una lista in cui una persona non c'è e poi quella persona c'è, al di là di ciò che è sanzionato o meno dalla Magistratura, non è proprio.
Quando la politica svolgeva il suo ruolo, infatti, non badava soltanto a cosa diceva la Magistratura: la Magistratura fa il suo lavoro, noi ne facciamo un altro. Un atto che noi possiamo compiere, e che può non avere alcuna incidenza di tipo penale, può essere tanto grave quanto un atto sanzionato dalla Magistratura.
E allora credo che oggi ci troviamo di fronte ad una situazione che sempre con questa logica del film al contrario, non vede una lista minoritaria in cui il suo "proprietario" - il coordinatore regionale (ho detto una parola sbagliata) - ha raccolto le firme o le adesioni di candidatura con una modalità che la giustizia ha detto essere stata errata: noi oggi abbiamo le due forze politiche più significative in termini di espressione di Consiglieri - cioè la lista del Presidente che ne esprime dieci e la lista del Partito Democratico che, in termini di proporzionale non ricordo quanti ne abbia espressi ma lo ha fatto in termini considerevoli, perché poi ci sono state le adesioni di chi era nel listino che sono sotto lente di ingrandimento.
E' legittimo: c'è stato un esposto e la Magistratura sta svolgendo il suo ruolo. Però non è che viviamo nel mondo della Luna e neanche il Consigliere Gariglio può far finta di vivere nel mondo della Luna. C'è un soggetto, cioè, che avrebbe messo delle firme sotto quei moduli, che dice che la firma che è stata apposta non è la sua e che qualcuno l'ha messa al suo posto. A me non interessa se sia l'ultimo dei militanti del PD.
Guardate, per tanti anni mi sono occupato di presentazione di liste elettorali e so quale pasticcio può avvenire se non c'è una macchina ben organizzata e soprattutto se si va in difficoltà perché si cambia qualcosa all'ultimo momento. Però - e non lo diciamo in piemontese, ma in italiano prendiamola un po' più bassa da parte di chi ci ha fatto la morale per quattro anni consecutivi sulle liste "tarocche".
Badate che il 9 gennaio 2014 - qualcuno si rilegga gli atti - questo Consiglio è stato sciolto non per una differenza aritmetica fra le due liste "tarocche" (le liste erano due: una di qua e una di là, Pensionati di qua e Pensionati di là), ma perché si è ritenuto che le liste non corrette portassero alla necessità di tornare al voto. Questo è stato il dato.
E allora, guardate, sempre da un punto di vista politico una responsabilità ve la dovete prendere, perché c'è un altro aspetto che io mi sento di contestare al Presidente. Il Presidente dice in modo assolutamente legittimo: se non abbiamo una chiarezza rispetto alla conduzione della Regione Piemonte, valutiamo anche l'ipotesi delle dimissioni. Sì, ma attenzione: noi - "noi" nel senso di chi con maggiore responsabilità (quelle di governo), chi con responsabilità di indirizzo che stanno al Consiglio - governiamo questa Regione. Non è che uno può dire: visto che sono un po' in difficoltà, abbandono la nave e poi vediamo.
Allora, mettetevi d'accordo: se la situazione è drammatica, se la situazione prevede la necessità di stare tutti i giorni sulla tolda della nave - e mi sembra sia questa quella che ci dipingete - allora uno la nave non la abbandona. Non dico di non fare come Schettino, perché il Presidente Chiamparino non lo meriterebbe proprio, ma sarebbe facile la metafora.
Basta però mettersi d'accordo: se invece c'è la possibilità di dimettersi perché si dice "io voglio chiarezza di fronte a questo", ci si dimette sapendo che per tre mesi, almeno, quest'Ente non viene governato. Perché è questo che avviene e va detto con estrema chiarezza ai cittadini piemontesi. Quando una persona si dimette, infatti, legittimamente fa la campagna elettorale e dal giorno in cui si conclude l'elezione, passando per la proclamazione degli eletti, la nomina della Giunta e quant'altro ognuno di noi l'ha vissuto fra maggio (non ricordo la data delle elezioni) e quando di fatto abbiamo realmente funzionato come legislatura - c'è, come c'è stato, un rallentamento di almeno tre mesi nella gestione della Regione.
C'è poi un ultimo aspetto: noi non possiamo accettare delle date che si dà la Giunta. Il Presidente, cioè, dice: "Il 9 luglio per me è una data oltre la quale non si va: facciamo un patto". No, nel senso che se una persona vuole individuare delle priorità per il Piemonte, ha tutti gli strumenti per andare in Conferenza dei Capigruppo e dire: "Per noi le priorità del Piemonte sono queste quattro; le volete condividere?". "No noi ne aggiungeremmo una quinta". Ma il 9 di luglio è un problema che attiene al Partito Democratico e al Presidente - non solo quale Presidente della Regione, ma anche quale capo di questa maggioranza - ma che non riguarda i partiti di opposizione e non dovrebbe riguardare neppure i piemontesi.
Dopodiché - e così chiudo - mi sembra che ci sia un'esigenza che questa Regione ha, che è quella di avere un bilancio. Io inviterei - poi non tutti sono sempre molto presenti, né nella passata né in questa legislatura anche da un punto di vista politico - su quello che è l'attività, a vedere un film al contrario per capire tutto ciò che è accaduto e tutto ciò che manca.
Allora, fate una cosa, TAR o non TAR: iniziate a presentarci un bilancio su cui ragionare, visto che siamo alla fine di febbraio. Faremmo già un grande passo avanti. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Ci sono ancora quattro Consiglieri che hanno chiesto di intervenire due di minoranza e due di opposizione.
Credo sia opportuno che anche il Presidente Chiamparino, così come mi ha chiesto, faccia una breve riflessione alla fine del dibattito. Penso sia opportuno che i Consiglieri di maggioranza restringano il più possibile i tempi e chiederò ai Consiglieri di opposizione di restare rigidamente nei dieci minuti, per concludere questa mattina.
La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Accolgo l'appello del Presidente e utilizzerò meno dei dieci minuti consentitimi, per lasciare al Presidente Chiamparino la replica finale di questo dibattito.
Mi pare importante notare due elementi che stanno emergendo dalle voci che si sono levate nell'ambito dell'Aula.
Sulla responsabilità politica è inutile fare retorica, retorica come arte della dialettica. Probabilmente, come diceva il Consigliere Vignale la persona non sta sulla Luna, ma nell'ambito del PD. A questa persona che ha apposto le firme basta chiedere se è vero o se non è vero, senza aspettare che le indagini della Magistratura vadano ad indicare una responsabilità di tipo penale, che è sempre una responsabilità di tipo personale, se vogliamo essere seri nella responsabilità politica.
Probabilmente, all'interno del PD si sa se si sono commessi o meno degli atti illeciti in quel momento.
Quindi, se questa persona ha commesso un atto illecito, basta chiederglielo. La si chiami e le si chieda, con semplicità assoluta, se è vero o non è vero se ha fatto questo atto. In tal modo anticipiamo di molto il giudizio della Magistratura. Perché se ha un nome e un cognome, se è una persona fisica, evidentemente in una riunione come quella che avete fatto si concludeva chiamando questa persona e chiedendole se era o non era stato commesso un atto illecito. Se è stato commesso un atto illecito, si prendono le decisioni di tipo politico.
Altrimenti, mi pare che dal punto di vista della discussione stiamo parlando di fantasmi, cioè persone che appaiono, scompaiono durante la vicenda elettorale, ma non vi è un nome e un cognome, una fisicità delle stesse nella quale si può chiedere se è stato commesso oppure no. Quindi si anticipa il giudizio e si possono prendere le decisioni, che possono essere di due tipi.
Anch'io assolutamente non condivido il fatto di abbandonare la nave quando vi è un atto così semplice, cioè la richiesta della semplice comunicazione, da parte del personaggio e da parte di chi è indagato, come diceva prima il Consigliere Vignale, se sono stati commessi o meno atti illeciti. Lo si può dire in una comunicazione altrettanto semplice Sono persone che sono anche presenti qui. Se non lo si è commesso, benissimo. La Magistratura certificherà pienamente ciò che oralmente, anticipando gli elementi dell'indagine, viene detto, altrimenti andiamo a confondere i piemontesi.
Per quanto riguarda il patto di lavoro citato questa mattina, non vorremmo che questo si trasformasse in un fumo elettorale. Cioè esiste questo problema, probabilmente voi conoscete qual è l'esito di questo problema, perché magari a questa persona glielo avete chiesto in separata sede. Proponiamo un patto elettorale, così andiamo a riempire le pagine dei giornali con bei titoli, ma si tratterebbe di qualcosa di diverso rispetto al programma elettorale della Giunta. E come spieghereste tutto questo? E nell'ambito di questo patto elettorale, qual è la novità? La novità l'ha detta il Consigliere Gariglio. Benissimo, allora decidiamo di riformare la legge elettorale. Il patto elettorale che ci annunciamo oggi come elemento di grande novità è che si anticipa la realizzazione della nuova legge elettorale, mettendola davanti ad altre iniziative che parallelamente, evidentemente, la Giunta in questi mesi porta avanti rispetto alle drammatiche necessità di questa regione.
Qui vi è una duplice responsabilità del Presidente Chiamparino: vi è la responsabilità nei confronti del Piemonte, ma lei è anche il Presidente dei Presidenti a livello nazionale. Quindi, non vorrei che il fatto che vi è una debolezza locale, ammesso che così sia - sapete quanto sono garantista l'ho detto più volte in questa sede - si ripercuota anche in un ambito importante, come immagino sia oggi la Conferenza delle Regioni rispetto al Governo nazionale.
Quindi, questi sono i punti su cui bisogna dare una risposta finale molto semplice.
Se, stando alle vostre indicazioni, è stata fatta un'indagine interna e questa indagine ha portato sicuramente ad un esito positivo, ditelo ai piemontesi: "Guardate, signori, che, rispetto alle denunce, le denunce sono false, perché noi abbiamo fatto la nostra indagine e ci assumiamo la responsabilità di quel che abbiamo fatto sino ad oggi" Vorrei anche sapere qual è l'elemento aggiuntivo, cioè di novità, di questo piano che voi avete proposto, rispetto alla normale attività, che tutti noi già conosciamo, che la Giunta ha già svolto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Come commentare, insomma, il comportamento e le scelte fatte dal Presidente Chiamparino in questa scelta dell'annunciare le dimissioni paventarle se tutti i dubbi non fossero dipanati? Con un po' di realismo politico, secondo noi non poteva semplicemente fare altrimenti, perché qualunque altra scelta sarebbe stata autolesionista. Comunque, come non dargli ragione? Temporeggiare aspettando che cosa succederà, cercando di posticipare il più possibile qualunque tipo di scelta drastica per l'Amministrazione e per la Giunta.
Detto ciò, non abbiamo mai fatto differenze: abbiamo assistito alle irregolarità della precedente legislatura e assistiamo, come Movimento 5 Stelle, alle presunte irregolarità di questa e rimaniamo abbastanza sbigottiti, perché secondo noi ci si è abbassati a un tenore piuttosto infimo del livello della politica e ci si dimentica dell'astensionismo della gente. E' vero che questa maggioranza è legittimata dalla maggioranza relativa degli elettori, ma la metà della gente non va più a votare.
Quindi, qualche domanda bisogna anche farsela su questo aspetto.
Probabilmente, qualche responsabilità delle Giunte che hanno governato negli ultimi anni, a questo proposito, c'è. Vediamo che, tutto sommato, il discorso non cambia granché: il dibattito della stampa adesso è di nuovo sulle solite questioni.
Quindi, non si è imparato nulla! Non si è imparato nulla e si fa finta di essere legittimati quando in realtà è solo più una minoranza veramente residua della gente che ha ancora una qualche aspettativa. Quindi qualche domanda bisogna farsela. Questo inquadra l'uscita del Presidente Chiamparino come l'unica strategia, l'exit strategy per uscirne relativamente, non dico puliti, ma perlomeno è un'assunzione di responsabilità più che dovuta e forse neanche del tutto sufficiente, semmai fosse possibile.
Poi voglio anche stigmatizzare le dichiarazioni del Consigliere Gariglio, il quale ha detto che il PD governa con onestà e correttezza quando proprio ora ci sono le indagini solo a Torino per i gettoni di presenza. Sono indagati numerosi Consiglieri circoscrizionali, un dirigente, tra cui un ex deputato PD - quindi anche deputato PD, oltre ad avere impegni in Circoscrizione - con l'accusa di truffa aggravata, perch alcuni di loro, tra l'altro, si trovavano a Cuba, ma, nel frattempo incassavano il gettone di presenza.
Diciamo che tutta questa onestà e trasparenza non la vediamo dalle parti del PD, pertanto un piccolo gesto di riconoscimento delle proprie responsabilità forse ci andrebbe. Non possiamo fare tutte le volte buon viso a cattivo gioco e uscire con le belle frasi, dicendo che va tutto bene, perché non va bene per niente. La vostra maggioranza, se prende il 25%, in realtà prende il 12%, perché l'altra metà non vota, quindi la legittimità delle Giunte è al minimo, ai minimi storici.
Se fossi nella parte della maggioranza, non farei troppo la voce grossa, perché su questo siamo perdenti tutti: è perdente la politica.
Forse qualche assunzione di responsabilità ci vuole.
Io non voglio più sentire l'ipocrisia della correttezza e delle responsabilità. Responsabile sarebbe dimettere forse la metà delle Giunte che sono istituite, visto che ogni mese.
GARIGLIO Davide (fuori microfono) Adesso non esageriamo!



VALETTI Federico

Ogni mese esce uno scandalo in cui sono coinvolti i partiti di maggioranza e, guarda caso.



(Commenti del Consigliere Gariglio)



PRESIDENTE

Per cortesia, lasciamo concludere il Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Vorrei che il Consigliere Gariglio mi lasciasse terminare l'intervento.



PRESIDENTE

Prosegua, Consigliere Valetti.
GARIGLIO Davide (fuori microfono) Presidente, non può accusare di reato mezzo Piemonte!



PRESIDENTE

Non c'è stato ancora nessun processo e non ci sono condannati. L'avviso di garanzia è a tutela dell'indagato.
Vada avanti, Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Benissimo. Ci sono indagini su indagini: sulla questione della giustizia decide la Magistratura, sulla questione politica dovrebbero decidere la politica e i partiti. Poiché i partiti non sono in grado di autoriformarsi e non riescono neppure a scegliere dei personaggi che riescano ad essere limpidi fuori da ogni dubbio, questa è una grossa responsabilità politica. Perlomeno non si usino più a sproposito le parole "onestà" e "correttezza", perché dal PD non le vogliamo sentire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
La questione delle dimissioni: vorrei solo dire che, come al solito siamo abituati a promesse di questo genere, a tutti i livelli, quindi non possiamo fare altro che prendere nota di quanto sostenuto, e poi vedremo.
Diciamo che, dati i precedenti, rimaniamo un po' scettici, perché si sono manifestati a tutti i livelli. Ricordo quando il Presidente Prodi disse: "Se non ho la maggioranza certa, si torna al voto". Certo, non sono dimissioni. Bersani disse la stessa cosa, poi provò ugualmente a formare il Governo.
I giochini sono sempre gli stessi: si annunciano comportamenti di grande dignità e statura politica e poi, invece, prevale l'interesse magari non tanto dei privilegi economici, quanto - come in questo caso del potere.
Quello che mi preme evidenziare, e che forse i miei colleghi non hanno affrontato, è la sensazione di tremenda superficialità e tranquilla negazione delle regole. Riguardo alla storia delle firme, come attivista ho fatto diverse campagne elettorali (noi del Movimento 5 Stelle raccogliamo sempre le firme, anche perché siamo nati nel 2009), ed ho visto comportamenti disinvolti - per dirla in modo tenero - nella raccolta delle firme, in tutte le occasioni: per le comunali ormai è la prassi! Gli unici che hanno i banchetti (l'ho verificato a Cuneo, nel 2012) per raccogliere le firme sono quelli del Movimento 5 Stelle. Io ho visto gente comodamente seduta al bar, con il telefonino e la scheda della raccolta firme in mano (roba da denuncia, ma tanto serve a niente!), che telefonava chiedendo: "Me la dai la firma per la lista?". E segnava il nome e la firma.
Si vedono queste cose: non c'è mai nessuno che raccoglie le firme per strada. Per carità, è lecito raccoglierle anche in altri luoghi: ci sono gli iscritti e si possono raccogliere anche in modo diverso, però non penso che tutti si comportino in quel modo.
Come ha detto giustamente il Consigliere Vignale, voi sapete cosa è successo veramente. Il fatto che il Presidente Chiamparino arrivi al punto di dire: "Se il TAR a luglio non mi dà un risultato chiaro", e che il TAR abbia accolto una delle richieste, m'induce al sospetto (anche se - come si dice - c'è la presunzione di innocenza, per carità). Questo dovrebbe far riflettere la maggioranza e il Presidente stesso: il problema non è il 9 luglio. Dovreste fare una riflessione interna, domandandovi se le avete fatte - perché lo sapete che forse le avete fatte - le superficialità (chiamiamole così).
Leggo adesso che il Presidente Mattarella (ultima ora) ha affermato: "Nel Paese c'è forte bisogno di legalità: si risponda con efficienza".
Questo cade proprio a fagiolo, quindi, la questione è questa. A me sembra di vedere.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Io l'ho votato, voi no!



CAMPO Mauro

Per carità! Noi avevamo un altro candidato, scelto in modo democratico come sono le nostre regole, e noi tendenzialmente le regole tendiamo a rispettarle, mentre altri tendono ad ignorarle, quando fa comodo.
Questo lo dico perché ci sono due aspetti distinti in quest'attività politica: il primo riguarda il merito delle questioni di governo della Regione Piemonte, sulle quali, come opposizioni, facciamo il nostro lavoro in maniera responsabile (mi sembra di averlo dimostrato), intervenendo nel merito delle situazioni e votando a favore dei provvedimenti di chiunque quando li riteniamo validi. Un'altra cosa, invece, è la questione del rispetto delle regole, della legalità.
Questo è il panorama che abbiamo davanti da tutte le legislature sempre. Che si parli di elezioni comunali, regionali e politiche, sempre le stesse questioni: illegalità generica, chiamiamola minore, anche se non lo è, perché la legge elettorale è una legge speciale, è quella che vede nella violazione di una qualsiasi parte della stessa l'invalidazione dell'elezione, cosa che regolarmente non succede così spesso, quindi poi si piega alle esigenze politiche. Lo vediamo in tutte le pratiche legate alle elezioni: lo vediamo nella gestione della propaganda elettorale, con i manifesti affissi ovunque e sovrapposti negli spazi legittimi di altri partiti; lo vediamo nelle modalità illecite di fare propaganda. Questo noi, non l'abbiamo mai fatto.
Oggi mi sembrava di sentire, come al solito, l'asino che dice "cornuto" al bue. Certo, c'è un filo di - permettetemi il termine - ipocrisia in più nel PD (magari non tutti quelli che oggi sono presenti in aula, Consigliere Appiano), che nella scorsa legislatura ha avuto dei comportamenti decisamente più irrisori nei confronti di una maggioranza certamente ritenuta illegittima, che oggi si scaglia e cerca di difendere una dignità che è la stessa di quella che aveva la scorsa maggioranza di governo. Io non voglio difendere il centrodestra, perché purtroppo vi consideriamo alla pari: questa è la realtà.
Rimborsopoli: mi spiace si parli anche di questo, però c'è e c'è stata.
L'assoluzione è avvenuta perché non c'è dolo, non perché il fatto non sussista. E' una sottile differenza! Vuol dire che la cosa è successa, ma non c'era dolo, quindi non si sapeva di fare un danno. Io l'ho capita così.



PRESIDENTE

Lasciamo che la Magistratura faccia il suo lavoro, Consigliere Campo.
Non diamo una nostra interpretazione.



CAMPO Mauro

Però capiamo bene le cose. Tutto questo contesto ci mostra un atteggiamento superficiale e di percepita impunità della classe politica, o di una certa parte della classe politica, e questo si va a riverberare sulla credibilità e sulla dignità delle istituzioni. Questo, mai come oggi dopo tutti questi anni di malversazioni: Rimborsopoli, tangenti corruzione, malversazioni sul fronte della legge elettorale. Tutte queste cose fanno sì che i cittadini non ci credano più. Non credano più che la classe politica, che fa le leggi che incidono sulla loro vita, sia lì perché rispetta le regole. Sanno già che, comunque, si fanno sempre i giochini, le liste sono sempre le stesse.
Nel 2009 avete fatto la legge per non dover raccogliere le firme, e poi, alla prima diffida, vi siete precipitati, in fretta e furia, a raccogliere firme perché neanche sapevate bene se si applicava o meno quella legge. Nel dubbio, quindi, avete raccolto firme in un giorno e mezzo e avete fatto i "papocchietti". Mi viene da dire: chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Per favore, cerchiamo di mantenere un certo livello di dignità. Le dimissioni, come ha detto il Consigliere Bono, si danno e non si annunciano. I nostri datori di lavoro sono i cittadini, al mio datore di lavoro non vado a dire: se fra sei mesi la Magistratura accerta che ho procurato danno all'azienda, me ne andrò. A parte che, come prima cosa, non me lo permette il mio datore di lavoro, se non può escludermi direttamente al limite, mi mette in un posto dove sono inoffensivo per i prossimi sei mesi, ma cerchiamo di ragionare con che cosa abbiamo a che fare. Noi dobbiamo rispondere delle nostre azioni, quindi in politica, soprattutto ancora di più che nel lavoro normale, la credibilità è il fatto che chi ci ha mandato qui possa credere che siamo qui avendo rispettato le regole e che quello che stiamo facendo lo facciamo rispettando le regole. È fondamentale. Non ci possono essere ombre. Se non si vogliono dare le dimissioni, non le si annunci. Se succederà qualcosa al 9 luglio e voi riterrete di doverle dare, le darete.
Noi ce lo siamo segnato, vedremo. Tuttavia mi permetto di dire che sono estremamente scettico.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente Chiamparino; ne ha facoltà.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Un breve intervento su un dibattito che è stato molto serio e approfondito.
Prima di tutto prendo atto che i Presidenti dei Gruppi intervenuti hanno convenuto, non poteva essere altrimenti, sul fatto che, dal punto di vista della sostanza politica, la nostra vittoria è inconfutabile. Mi permetto solo scherzosamente di dire alla Consigliera Porchietto - che adesso non vedo presente in Aula - che se dovessi fare un paragone, più che con un dopato, lo farei con uno che si è iscritto alla maratona senza presentare il certificato medico di sana e robusta costituzione, ma poi l'ha vinta.
La Consigliera Gancia - su questo tornerò - invitava ad un confronto serio sul tema dell'autonomia della politica dalla Magistratura. Prendo spunto da questa convinzione per dire che ci credo talmente tanto che le questioni che riguardano le carte bollate le affido agli avvocati, mentre per quelle che riguardano la politica ci metto la faccia. Affermando quello che è il mio sentimento e la mia verità, io ci metto la faccia, come fanno la Consigliera Batzella e tutti gli altri. Le questioni che riguardano le procedure giudiziarie, le affido agli avvocati perché siano valutate da loro e, conseguentemente, dai Magistrati.
C'è una ragione che mi ha offerto intelligentemente il Consigliere Bono, che mi fa dire che sarebbe stato sbagliato se fossi venuto in Aula presentando le mie dimissioni, anticipando così giudizi non solo di colpevolezza verso chi, per adesso, non è indagato neanche in sede amministrativa, ma anticipando e forzando un giudizio della Magistratura che, al momento, non c'è. Mi riferisco al Consigliere Bono quando ha detto che, nella "agenda", bisognerebbe affrontare la legge elettorale. Questa è la dimostrazione esatta del fatto che se noi ci mettessimo a discutere della legge elettorale, i tempi tecnici sarebbero impossibili per consentire di arrivare alla finestra di maggio. Qui subentrerebbe quello che diceva il Consigliere Vignale: noi non possiamo deresponsabilizzarci rispetto ad un periodo breve finché si vuole, ma che può essere cruciale in cui la nave non sarebbe nemmeno governata da uno Schettino qualunque perché non sarebbe affatto governata. Proprio perché concordo con quello che diceva il Consigliere Bono, ritengo che il tema e anche l'obiettivo almeno minimo, di trasformare il listino nel recupero dei migliori perdenti, diciamo così, della coalizione vincente, dovrebbe essere un tema da aggiungere in quella che ho definito agenda.
Sulla legalità la questione è chiarissima. Ho detto: prendo atto, con soddisfazione, che tutti i Consiglieri intervenuti hanno riconosciuto l'inconfutabilità della vittoria dal punto di vista della sostanza politica. Allo stesso modo prendo atto che finché ci sarà un'ombra sulla legittimità, dal punto di vista delle procedure legali, sulla mia vittoria questo non potrà dare quelle certezze di cui il Piemonte ha bisogno quindi, per essere molto chiaro, la mia non è, Consigliere Bertola, né una minaccia né una promessa, ma un'affermazione e un impegno. Vale a dire che o viene emanata, nella sessione giudiziaria del TAR di luglio, una sentenza quindi, come tale, qualunque sia, si rispetta - oppure il sottoscritto senza nascondersi dietro all'atteggiamento di nessun Gruppo, verrà in Aula e presenterà le dimissioni in modo da offrire la parola ai cittadini piemontesi nella prima finestra elettorale utile in autunno. Quindi né una promessa né una minaccia, ma un impegno molto preciso che prendo nel luogo più solenne che ci può essere per un Presidente della Giunta regionale.
Ho proposto un patto politico. Cosa intendo dire? Non ho difficoltà a dire, come ha affermato per primo, e poi altri lo hanno ripreso, il Consigliere Marrone che la maggioranza ha il dovere, intanto, di proporre un'agenda, come diceva il Consigliere Gariglio, e non pensare all'esito di luglio. L'avevo detto anch'io.
Secondo. La maggioranza ha il dovere della proposta. Credo che l'opposizione abbia, se lo ritiene, il diritto e anche il dovere di fare le controproposte e sarebbe politicamente saggio concordare che, in questi quattro mesi di tempo oltre alle leggi di bilancio e oltre al tema della legge elettorale, si affrontino anche la legge di semplificazione che dovremmo iniziare a votare da oggi e altre poche questioni come quelle relative alla casa che citava il Consigliere Marrone, che possono dare la sensazione alla comunità piemontese che non siamo allo sbando.
La maggioranza queste proposte le farà. Se l'opposizione ritiene di contribuire, io ritengo che sarebbe utile per il Piemonte. Mi scuso per non averlo fatto prima, ma lo faccio adesso: mi fa piacere notare come in questi primi mesi di legislatura insieme al sostegno leale, ancorché non acritico, della maggioranza, vi sia stata una notevole correttezza politica e istituzionale da parte di tutto il Consiglio e dell'opposizione. Credo che, con la stessa correttezza politica e amministrativa, si possa affrontare questo passaggio indubbiamente complicato e difficile per la nostra comunità.
Infine, torno sul tema dell'autonomia della politica rispetto a tutti i poteri e anche rispetto alla Magistratura. L'ho già sfiorato prima per quello che riguardava la questione che ha posto il Consigliere Bono. Mi rivolgo alla Consigliera Gancia, al Consigliere Vignale e a tutti quelli che lo hanno sollevato, ma a me pare che il modo giusto per segnalare l'autonomia della politica dalla Magistratura sia esattamente questo, cioè dire che noi non aspetteremo che ci sia un giudizio finale della Magistratura, ma prendiamo la responsabilità di porre una deadline oltre la quale non andiamo, oltre la quale la politica si assume la responsabilità di decidere. Il modo giusto di affermare l'autonomia della politica non è quello di difendersi dal processo e non nel processo, non è quello di accusare la Magistratura di complottismo. Al contrario, credo sia segno di grande rispetto verso il lavoro della Magistratura affermare: "voi fate il vostro lavoro, con i tempi che ritenete utili voi, non ve li vengo a dettare io".
Noi sappiamo che, per valutazioni di opportunità politica, che crediamo di fare sulla base di quello che sentiamo nella nostra comunità, c'è una soglia oltre la quale noi dobbiamo prendere delle decisioni. La decisione che io ritengo di prendere, se dovesse succedere che non si chiude questa vicenda entro la sessione del TAR di luglio - ripeto - è quella di tornare qui davanti a voi e di rassegnare le dimissioni, in modo da ridare la voce agli elettori.
Ultimo passaggio.
Ho detto "io vengo davanti a voi", usando la prima persona, perché non voglio - ed è questa l'altra ragione per cui ho proposto il patto politico fare il Gian Burrasca che lancia implicitamente il messaggio che i Consiglieri invece sono attaccati alla poltrona.
Per questo motivo, ho detto "facciamo un patto politico", ben consapevole che è sufficiente che io mi dimetta.
Non occorrerebbe altro, però, proprio perché non voglio fare la parte di quello che fa il gradasso, che si tira fuori e che distingue le proprie posizioni su un tema delicatissimo come quello di concepire la politica come servizio e non come attaccamento alla poltrona, concludo rinnovando l'appello a prendere, insieme, la valutazione, quando sarà il momento, se e come ridare la parola ai cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Chiamparino.
Vi informo che la riunione dei Capigruppo è convocata per giovedì 26 febbraio, al termine della seduta pomeridiana. Sarà presente il Presidente Laus, che intanto sarà rientrato.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.01)



< torna indietro