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Dettaglio seduta n.47 del 17/02/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 14.36 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Interrogazione a risposta immediata n. 311 presentata dalla Consigliera Gancia, inerente a "Norme in materia di panificazione"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
311, presentata dalla Consigliera Gancia, che ha la parola per l'illustrazione.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
La Giunta regionale aveva promulgato la legge 14/2013, "Norme in materia di panificazione", ma non sono stati adottati i regolamenti di cui all'articolo 7.
Abbiamo parecchie sollecitazioni perché crediamo anche sia fondamentale, in questo momento, tutelare il prodotto e il consumatore: fare in modo che il consumatore sappia da dove arriva ciò che compra e sappia se si tratti di un prodotto surgelato o meno.
Nell'interesse dei panificatori e dei consumatori, quindi interroghiamo l'Assessore De Santis per sapere quando si intenda porre mano alla stesura e all'adozione del citato regolamento.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
Per la Giunta regionale, risponde l'Assessore De Santis.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore alle attività produttive Grazie, Presidente.
In realtà, l'adozione di questo regolamento si sta dimostrando un po' più complicata del previsto.
Le strutture regionali competenti per materia - che, nel caso di specie, sono Artigianato, Formazione professionale e Sanità - hanno predisposto una bozza di regolamento, dopo aver sentito a livello tecnico i referenti delle Associazioni artigiane di categoria (ossia Confartigianato CNA e Casartigiani) nonché dell'Unione regionale panificatori. Questa bozza di regolamento, con una lettera del 16 dicembre 2013, è stata trasmessa alle Associazioni dei consumatori, all'ANCI, all'Unione regionale dei panificatori, alle Associazioni di categoria e, per conoscenza all'Assessore regionale all'artigianato, che sono sempre io (ma non ero io nel 2013).
Sono pervenute una serie di osservazioni proprio dalle associazioni di categoria, nonché dalla Direzione sanità della Regione, e il 14 gennaio 2014 si è provato a licenziare un testo con le associazioni, che tenesse conto dei rilievi di tutti. In realtà sono emerse una serie di criticità per le quali non si è riusciti ad addivenire ad un testo condiviso.
Di mezzo poi, naturalmente, ci sono stati le elezioni e il cambiamento della Giunta. Nel dicembre scorso ho incontrato i rappresentanti dell'Unione panificatori e ho potuto verificare, appunto, che in quel momento - almeno, allo stato in cui erano le cose - non c'era una posizione condivisa, fra le strutture tecniche della Regione e l'Associazione panificatori, che consentisse di scrivere un regolamento; perché il problema è che poi questo regolamento deve stare in piedi e non può essere soggetto a impugnativa.
Per conseguenza, sono ripresi i contatti con la Direzione sanità ed è convocata per il 20 febbraio prossimo una riunione tecnica, per capire se si riescono a sciogliere i problemi che tuttora sussistono. Il 26 febbraio il documento verrà illustrato all'Unione panificatori.
Se a questo punto si sarà trovata una quadra, i passaggi successisi saranno il parere della competente Commissione consiliare e poi l'approvazione da parte della Giunta, sperando appunto che in questi due prossimi incontri - 20 e 26 febbraio - si riescano a sciogliere i nodi che tuttora ci sono.
Grazie.


Argomento: Cave e torbiere

Interrogazione a risposta immediata n. 317 presentata dalla Consigliera Frediani, inerente a "Cava in località Cascina Baldon, Caselette. Richiesta di espressione circa l'estrazione di 2.117.550 m3 non ancora autorizzati in area dichiarata di notevole interesse pubblico - Tenimento Sant'Antonio di Ranverso"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 317, presentata dalla Consigliera Frediani, che ha la parola per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Posso approfittare per chiedere se è attiva la registrazione di questi interventi nella fase del question time?



PRESIDENTE

No. Mi stanno comunicando gli Uffici che è attiva soltanto la registrazione audio e non quella video.



FREDIANI Francesca

Solo audio.
E questo è sempre così?



PRESIDENTE

Sì.



FREDIANI Francesca

Grazie.
Questa interrogazione è relativa a due cave che insistono sul territorio di Caselette. E' una vicenda un po' complicata, che tenterò di ripercorrere brevemente, aiutandomi con il testo dell'interrogazione che abbiamo depositato.
Il tutto inizia con una delibera comunale del 2007, in cui si autorizza la ditta proponente Geoservizi alla coltivazione di una cava di sabbia e ghiaia in località Cascina Baldon, nel Comune di Caselette. In data 9 aprile 2004 il Comune di Caselette autorizza la ditta proponente Geoservizi alla coltivazione della cava per cinque anni. In una successiva delibera del 19 febbraio 2009 si autorizza le ditte proponenti Allara S.p.A. e Saccona s.n.c. alla coltivazione di una cava per inerti e successiva bonifica agraria, sita a sud-ovest della Cascina "La Frangetta" e della s.p. 24, sempre nel Comune di Caselette.
In data 19 febbraio 2010, il Comune di Caselette autorizza le ditte proponenti alla coltivazione della cava per dieci anni.
Nel 2011 inizia l'iter per il rinnovo con ampliamento e variante della coltivazione della ghiaia e sabbia, sempre presso la località Cascina Baldon, quindi della prima cava autorizzata. Il proponente è Geoservizi.
All'epoca, da quanto risulta dalla fase di valutazione, non esisteva ancora nessun vincolo sull'area in oggetto.
In data 16 ottobre 2012, la deliberazione della Giunta provinciale di Torino esprime un giudizio positivo di compatibilità ambientale.
L'ampliamento della cava consiste in 20 lotti di intervento; a garanzia, inizialmente, viene richiesta alla Geoservizi una fideiussione di circa cinque milioni.
In data 17 marzo 2014 - arriviamo a fatti più recenti - la Giunta regionale con una deliberazione stabilisce che l'importo della polizza fideiussoria possa essere frazionato ai soli lotti di intervento, quindi si procede andando avanti lotto per lotto e si ridetermina anche l'importo della fideiussione.
Il 9 aprile 2013 è la data di scadenza della precedente autorizzazione della cava Geoservizi. Secondo le prescrizioni, la Geoservizi avrebbe avuto 180 giorni, a partire da questa data, per ritombare la cava e due anni per completare le opere.
Nell'allegato A della DGR del 4 agosto 2014 si definisce come l'intera area su cui insiste la cava e 20 lotti di espansione previsti ricadano interamente all'interno del perimetro del Tenimento di Sant'Antonio di Ranverso. Di conseguenza, ci troviamo all'interno di un'area di interesse paesaggistico naturalistico e geologico. Quindi, cambiano le condizioni che inizialmente non prevedevano nessun vincolo sull'apertura della cava.
Nella stessa deliberazione si individuano precise prescrizioni di diversa natura, mirate a tutelare il paesaggio agrario e i nuclei edificati di antica formazione dell'edilizia tradizionale, con indicazioni per gli interventi infrastrutturali a tutela degli aspetti percettivi e visivi.
In particolare, si definisce che non è ammessa la realizzazione di nuove attività estrattive e l'ampliamento di quelle esistenti, né attività di stoccaggio e lavorazione degli inerti.
Per non dilungarmi troppo con ulteriori definizioni di questa deliberazione, quello che noi chiediamo è come intende comportarsi la Giunta alla luce di questi nuovi vincoli definiti dalla deliberazione quindi se intenda far rispettare le prescrizioni contenute nella deliberazione n. 227, adesso che i terreni di espansione della cava rappresentano il 10% dell'area di interesse pubblico del Tenimento di Sant'Antonio di Ranverso. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola all'Assessore Valmaggia, per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Devo dire che la Consigliera Frediana si è anche un po' risposta da sola, avendo fatto tutta la cronologia di questa vicenda. La sostanza è che si sono affiancati due procedimenti. Uno precedente, che è quello che ha autorizzato questa cava, quindi l'autorizzazione alla ditta Geoservizi Srl (deliberazione comunale del 2007), alla quale sono susseguiti tutti gli atti autorizzativi; successivamente, però, si è sovrapposto il lavoro del Piano paesaggistico regionale, che conteremmo, con l'anno in corso, di portare ad approvazione in questo Consiglio, e che ha inserito fra i siti di attenzione proprio il Tenimento storico di Sant'Antonio di Ranverso.
L'indicazione del Piano paesaggistico regionale, però, viene in itinere rispetto alla cava - la cava è già operativa - quindi, con la deliberazione ultima che è stata richiamata, la n. 227 del 4 agosto 2014, la Giunta regionale ha concluso l'iter, approvando la dichiarazione di notevole interesse pubblico dei Tenimenti storici dell'Ordine Mauriziano.
Rispetto all'attività di cava nel Comune di Caselette, che è un'attività già in essere, la Commissione ha individuato delle prescrizioni d'uso per il Tenimento di Sant'Antonio di Ranverso, considerando già in atto l'attività di coltivazione. Quindi, non ha inserito prescrizioni tese a precludere l'intervento, essendo l'intervento già in corso, ma ha dettato nella prescrizione d'uso specifiche norme indirizzate principalmente al recupero e alla rinaturalizzazione dell'area.
Questi interventi di recupero e di rinaturalizzazione consistono nel mantenere la morfologia del terreno naturale, vietando alterazioni significative dello strato fertile del suolo, se non preordinate all'impianto delle colture e ad opere ad esse collegate. Nelle aree precedentemente interessate ad attività di cava può essere previsto un rimodellamento morfologico funzionale agli obiettivi di riqualificazione e rinaturalizzazione; quindi, il primo intervento è la rinaturalizzazione.
Deve essere prevista la realizzazione di interventi per il recupero ambientale e la riqualificazione paesaggistica delle aree che presentano caratteristiche ed elementi morfologici non coerenti con gli aspetti di tutela e conservazione del paesaggio agrario.
Le attività estrattive in esercizio non devono determinare cesura del paesaggio agrario interessato; la coltivazione deve procedere per fasi susseguenti, suddivise in lotti di contenuta estensione e prevedere rapide modalità di recupero.
Gli interventi di recupero devono procedere progressivamente e contestualmente all'avanzamento delle fasi di coltivazione e prevedere il ripristino morfologico e vegetazionale dello stato dei luoghi.
Il completamento dei lavori di coltivazione deve comprendere il definitivo ripristino e recupero paesaggistico ambientale delle superfici utilizzate ai fini dell'attività estrattiva e prevedere la completa e puntuale ricostituzione del disegno del paesaggio agrario preesistente alla coltivazione di cava.
Queste sono le indicazioni. Pertanto, si accompagnano gli ultimi anni di attività della cava con la progressiva riqualificazione da un punto di vista paesaggistico.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Interventi di promozione della domanda

Interrogazione a risposta immediata n. 315 presentata dal Consigliere Graglia, inerente a "Art. 76, l.r. 75/96 - Bando promozione turistica per l'anno 2014"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 315, presentata dal Consigliere Graglia, che ha la parola per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Mi fa piacere che mi risponda un mio conterraneo, che sicuramente capirà la situazione.
Questa è un'interrogazione che mi sta molto a cuore, perché riguarda il bando di promozione turistica (articolo 16 legge 75/1996).
Questo è un bando che è stato modificato in un modo che apparentemente potrebbe sembrare positivo; si riferisce soprattutto alle Pro Loco, in quanto è stato aumentato da 1.000 a 5.000 euro il contributo (il minimo è 15.000 euro). In realtà, non è così, perché questo bando va a colpire pesantemente le Pro Loco, soprattutto quelle dei piccoli Comuni.
Considerando che soltanto il 25% della spesa può essere finanziata dalla Regione sul totale, in base a dei calcoli, porterebbe la spesa organizzativa a 40 mila euro. Questo vuol dire che sono state tagliate fuori quasi tutte le Pro Loco dei piccoli Comuni.
Spero che l'Assessore competente, ma anche tutta la Giunta capiscano che questi bandi vanno ad uccidere le Pro Loco e, di conseguenza, i piccoli Comuni. Le Pro Loco sono fondamentali per i piccoli Comuni, sono la vita per questi piccoli Comuni, quindi anche un piccolo contributo aiuterebbe molto l'attività annuale.
Inoltre, mi riferisco alla proposta - spero solo ventilata - sul fatto che anche la legge 36 non verrà finanziata. Questo vorrebbe dire la morte definitiva delle pro loco.
Chiedo veramente di usare buon senso, ma anche di venire nelle piccole realtà per capire, se non si conoscono, cosa significano le pro loco nelle nostre piccole realtà.
Chiedo alla Giunta e all'Assessore in particolare quali siano le motivazioni per cui sono cambiati i parametri e, soprattutto, spero ci sia l'intenzione di tornare sui propri passi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia, per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente. Impresto solo la voce all'Assessore Parigi, che non poteva essere presente, e rispondo leggendo quanto è riportato su questo appunto.
I criteri di cui al bando di promozione turistica 2014 sono stati modificati in considerazione delle ridotte risorse stanziate ed assegnate dal bilancio regionale 2014 (questo è il nodo). Le risorse sono passate infatti, da 1.293.911,90 euro, nel 2013, a 745.000,00, nel 2014, quindi poco più della metà.
A seguito di questa riduzione di risorse, la Giunta regionale ha ravvisato la necessità di ottimizzare la propria azione sul territorio evitando un'eccessiva polverizzazione delle già scarse risorse, anche in coerenza con gli indirizzi generali della stessa Giunta in materia di razionalizzazione della spesa.
Può essere questa un'occasione - aggiungo - per ripensare anche agli interventi che svolgono queste lodevoli realtà locali, provando a ragionare più in un'ottica di area vasta e non di interventi puntuali come contributi specifici di funzionamento. Grazie.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 313 presentata dalla Consigliera Accossato, inerente a "Avviso pubblico per l'assunzione di personale con rapporto di lavoro a tempo determinato indetto da ARPA Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 313 presentata dalla Consigliera Accossato, che ha la parola per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Questa è un'interrogazione rivolta all'Assessore Valmaggia e - come dice il titolo - riguarda un intervento che ci risulta stia compiendo ARPA Piemonte, relativamente ad un avviso pubblico per l'assunzione di personale a tempo determinato (tre collaboratori tecnici e tre assistenti tecnici di categoria C).
Senza volerci intromettere nell'aspetto e nell'attività di tipo gestionale, che ovviamente competono all'ARPA stessa, ci sembra opportuno però, chiedere all'Assessore una valutazione in merito, se non all'illegittimità, quantomeno all'inopportunità di quest'assunzione, in una fase in cui tutti gli enti pubblici sono richiamati a norme, anche stringenti, di blocco del turnover e delle assunzioni, e in un momento in cui, peraltro, in base alla legge del 23 dicembre 2014 (la legge di stabilità nazionale), abbiamo aperto il tema della ricollocazione del personale dichiarabile (al momento non è ancora dichiarato, ma è in via di dichiarazione) in esubero, da parte delle ex Province piemontesi. Si tratta di un tema che, ovviamente, sta mettendo in grave difficoltà gli enti interessati - la Città metropolitana e le Province - ma rispetto al quale anche la Regione Piemonte è fortemente chiamata ad intervenire, in termini di regolazione delle funzioni, nonché rispetto al destino ed al futuro di questi dipendenti.
Alla luce di questi punti di riferimento, la mia interrogazione riguarda l'opportunità dell'intervento da parte dell'ARPA.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia, per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
L'interrogazione si lega ad un emendamento al disegno di legge n. 67 che era stato proposto il 20 gennaio dalla Consigliera Frediani, la quale chiedeva la stabilizzazione del personale precario. In allora si rispose che il personale precario era stato stabilizzato prima del 2007, che erano ancora presenti alcune unità a tempo parziale, ma che erano finalizzate a progetti specifici, quindi con un tempo definito e con finanziamenti esterni. Ed è proprio a questa tipologia che si riferisce il bando.
Il bando non è finalizzato alla ricerca di personale per l'ARPA, per la qual cosa evidentemente i percorsi di mobilità da altri enti potevano e dovevano essere presi in considerazione, ma è finalizzato a selezionare del personale con qualifiche specifiche (una laurea in ingegneria, una in fisica, una in chimica ed un diploma di perito chimico), finalizzate a inserimenti su progetti europei e regionali (pensiamo alla partita dell'amianto). Pertanto, un bando pubblico per avere una disponibilità di personale non da inserire in pianta stabile, quindi non a svolgere l'attività ordinaria dell'ente, ma ad intervenire su progetti di origine comunitaria o di natura privata, per i quali i finanziamenti costituiscono rimborso dei costi dell'attività di controllo ambientale svolti dall'ARPA (bonifica siti inquinati, realizzazione di grandi opere).
Si tratta, quindi, di un reclutamento di professionalità che sono state individuate con un bando ispirato alla trasparenza, con il fine di favorire la partecipazione del maggior numero dei candidati, in ossequio alle procedure regolamentate dalla legge. Inoltre, si tratta di interventi che hanno una durata predeterminata e prestabilita e quindi non sono prodromici ad assunzioni a tempo indeterminato; cosa che l'ARPA, al momento, non ha in programma di avviare.


Argomento: Servizi postali

Interrogazione a risposta immediata n. 310 presentata dal Consigliere Benvenuto, inerente a "Chiusura uffici postali piemontesi"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 310; la parola al Consigliere Segretario Benvenuto, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BENVENUTO Alessandro

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione nasce da alcuni articoli di stampa che parlano di una chiusura degli uffici postali piemontesi: si parla di un numero di 130 uffici che potrebbero subire una riduzione di orario, piuttosto che una chiusura in alcuni giorni. Si tratta di 20 uffici nel pinerolese, 15 nel canavese, 24 ad Alessandria, 29 nell'Astigiano, otto nel Cuneese e circa dieci fra Novara e Verbania.
Con l'interrogazione, cerchiamo di capire come la Regione intenda gestire il problema e se la notizia corrisponda al vero, poiché si creerebbero delle problematiche ai cittadini, anche solo per il semplice pagamento delle utenze, piuttosto che il rispetto delle scadenze, che in questo momento possono rappresentare già un grosso problema per i cittadini. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Chiamparino per la risposta.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Questo problema mi è stato sollecitato da più parti, con lettere di Deputati e Sindaci, pertanto ringrazio il Consigliere Benvenuto che mi consente di parlarne brevemente in aula.
Mi sono attivato anche nella mia qualità di Presidente coordinatore delle Regioni e ho avuto un primo colloquio sia con il dottor Caio Amministratore Delegato, sia con la Presidente delle Poste, Todini. A tale colloquio farà seguito, dopodomani, una discussione e sarà presentato il Piano industriale di Poste, in sede di Conferenza delle Regioni. E' quindi, un primo appuntamento istituzionale dove sarà possibile avviare il dialogo, cosa che peraltro Todini e Caio si sono già impegnati a fare anche con ANCI.
Aggiungo solo che, da questi primi colloqui, l'idea che Poste ha non è quella di sopprimere servizi, ma - semmai - di razionalizzare le strutture.
Quindi, introdurre criteri e concezioni nuove per portare ai cittadini specie nelle aree più disagiate e più distanti dai centri abitati, quei servizi che non è più economicamente sostenibile portare con delle strutture fisse, ma che - invece - è possibile portare grazie all'utilizzo attraverso delle persone, dei moderni strumenti di comunicazione.
In ogni caso, sto seguendo la questione, come dimostra sia lo scambio di opinioni che ho avuto con i vertici di Poste sia l'incontro che ci sarà dopodomani.
Sarà mia cura tenere informato il Consiglio sul prosieguo di questi confronti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 312 presentata dalla Consigliera Caputo, inerente a "Conferimento di incarico di collaborazione presso il Dipartimento di Salute mentale dell'ASL TO1"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 312, presentata dalla Consigliera Caputo, che ha la parola per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
L'interrogazione a risposta immediata è rivolta all'Assessore Saitta e ha ad oggetto il "Conferimento di incarico di collaborazione presso il Dipartimento di Salute mentale dell'ASL TO1".
Lo scorso 30 dicembre 2014, l'ASL TO1 ha indetto un avviso pubblico per titoli e colloquio finalizzato al conferimento di un incarico di collaborazione esterna che durerà un anno (valido fino a dicembre 2016) per uno psicologo esperto in valutazioni neuropsicologiche dei soggetti ultra sessantacinquenni presso il Dipartimento di Salute mentale.
Il problema è che questo bando è stato pubblicato sul sito aziendale il 31 dicembre 2014, con termine della presentazione delle domande fissato alle ore 12 del 10 gennaio 2015, quindi un arco temporale molto ristretto breve e soprattutto coincidente con le vacanze natalizie e tutte le varie festività.
Il 29 gennaio 2015 la procedura concorsuale si concluse e, con una delibera della Direzione generale, l'incarico venne assegnato ad una giovane psicologa, che però risultò essere la figlia del Direttore della struttura complessa Amministrazione del personale dell'Azienda sanitaria.
Questa stretta parentela con il Direttore del personale della medesima Azienda risulta ovviamente inopportuna e anche, se non incompatibile evidenzia la necessità, naturalmente da parte di tutte le Aziende pubbliche, di garantire la trasparenza e l'obiettività del loro operato.
A considerazione di ciò, inoltre, bisogna anche specificare che le domande presentate dai candidati venivano esaminate, come si poteva leggere, dal Direttore della struttura, il quale poteva avvalersi, per l'individuazione dell'assegnatario, di altri dirigenti presenti nella stessa o in altra struttura, demandando così la scelta alla discrezionalità del Direttore del Dipartimento di Salute mentale.
Si è appreso poi, però, solo tramite i mass media e quindi sui giornali (precisamente su la Repubblica del 5 febbraio 2015) che il Direttore generale dell'ASL TO1 ha dichiarato di aver firmato la suddetta delibera in assegnazione dell'incarico senza rendersi conto che si trattasse della figlia del Direttore del personale.
A fronte di ciò, si interroga l'Assessore regionale per sapere quali provvedimenti intenda assumere in relazione ad eventuali profili di scorrettezza nell'individuazione dell'assegnatario dell'incarico di collaborazione presso il Dipartimento di Salute mentale dell'ASL TO1.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
La questione sollevata dalla collega Caputo è stata resa nota da indiscrezioni giornalistiche ai primi di febbraio (5 febbraio, per l'esattezza), com'è stato ricordato. Ho avuto modo di dichiarare immediatamente inopportuna la scelta del Direttore dell'ASL TO1, Giovanna Briccarello, di procedere all'assunzione come psicologa per un incarico di dieci ore settimanali la figlia del Direttore del personale dell'ASL Valentina Latino; inopportuna non soltanto per la questione di parentela ma anche e soprattutto perché un servizio di psicologia nell'ASL TO1 c'è già.
L'indomani stesso, ho convocato nel mio ufficio la dottoressa Briccarello per richiederle di motivare la scelta che aveva compiuto, ma soprattutto per chiarire il fatto di non aver utilizzato il servizio messo a disposizione attraverso il Martini (le questioni vi sono note).
La dottoressa Briccarello, dopo questa contestazione che ho fatto verbalmente, mi ha fatto avere nei giorni scorsi una relazione dove motiva la scelta che ha compiuto sul piano amministrativo. Tuttavia, rispetto alla questione che viene posta, cosa facciamo? Ebbene, io sono arrivato alla seguente conclusione. Siccome non è la prima volta che i colleghi sottolineano qui in Consiglio, attraverso interrogazioni che sollevano questioni relativamente a comportamenti e a fatti accaduti all'interno dell'ASL TO1, credo che a questo punto, anche per avere un'opinione non soltanto basata su una semplice riflessione rispetto a quello che succede, altrimenti si continua con lettere, risposte ecc., si possa utilizzare una legge regionale che ho scoperto oggi.
Esiste infatti una legge regionale che prevede la possibilità - per definire alcune questioni che hanno caratteristiche tecniche che è difficile valutare da parte mia, come credo da parte di tutti i colleghi in quanto bisogna entrare nel merito dell'organizzazione - di affidare ad alcuni dipendenti della Regione un ruolo di esame, una sorta di ispezione sulla maggior parte delle questioni sollevate. Sulla base di queste conclusioni, poi assumeremo una decisione. In sostanza avremo una valutazione più tecnico-amministrativa, che non è come normalmente mi capita di fare, ovvero di riferire quello che il Direttore (in questo caso Briccarello) mi descrive nelle sue relazioni.
Quindi sulle questioni più importanti sollevate qui in Aula, compresa questa, pensiamo di utilizzare questa legge mandando degli ispettori dell'Assessorato a fare delle verifiche.


Argomento: Famiglie

Interrogazione a risposta immediata n. 316 presentata dal Consigliere Vignale, inerente a "Minori orfani con genitori in vita"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 316, presentata dal Consigliere Vignale.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Si tratta di un tema che ha più volte suscitato il nostro interesse per una serie di motivazioni. Intanto, una breve illustrazione della situazione. All'interno della nostra Regione vi sono più di 2.500 minori che, appunto, definiamo orfani con genitori in vita, nel senso che, pur avendo un padre e una madre, vivono all'interno di comunità o in situazione di affido.
I dati che la Regione Piemonte dà (quindi non un'estrapolazione rispetto a chissà quale aspetto) relativamente alle motivazioni degli allontanamenti, ci dicono che - avendo fatto un'aggregazione un po' sommaria, ma il tema dell'interrogazione questo consente - che per circa il 75% dei minori l'allontanamento dalle loro famiglie naturali è avvenuto o per incapacità genitoriali o per metodi educativi non idonei o per impossibilità dei genitori a seguire i figli. All'interno, per esempio, di questa fattispecie, vi sono anche i genitori che hanno una difficoltà economica. E da questo punto di vista, mal si comprende come, invece di sostenere la famiglia naturale, si spendano delle cifre decisamente più significative per pagare, per esempio, le rette delle comunità.
L'aspetto che noi vorremmo sollevare pone due problematiche. La prima di carattere sociale, nel senso che un trauma qual è quello dell'allontanamento dalla propria famiglia determina una situazione che non verrà mai più dimenticata nella vita. Facciamo presente che, di fronte a 1.000 bambini, noi ne abbiamo uno che ha subito un allontanamento, quindi io lo dico sempre: quando si pensa ad una scuola, noi sappiamo che all'interno di quella scuola c'è statisticamente un bambino (o più bambini) che ha subito questa grave situazione.
Vi è un costo per la collettività che è assolutamente significativo: più di 40 milioni di euro l'anno. E vi è un costo per la collettività piemontese che non pesa sulle "tasche" degli Enti pubblici, ma sulle tasche dei genitori; un costo assolutamente considerevole, perché l'unica modalità per provare a riportare a casa il proprio figlio è quella di affidarsi a un legale, che ovviamente ha un costo.
A questo va aggiunto che i bambini che vengono allontanati in comunità stanno all'interno di una comunità una media che va dagli otto ai 12 mesi quindi - come abbiamo provato alcune volte a dire - è difficile che ci fosse all'interno di quella famiglia un orco: era verosimilmente una famiglia che andava sostenuta.
E allora la domanda arriva proprio a questo: anche in un momento in cui si prova a ridiscutere un sistema di welfare partendo da un presupposto per esempio quello della difficoltà economica, mi chiedo se non si ritenga più opportuno utilizzare quelle risorse per sostenere le famiglie che possono avere una situazione di difficoltà - come l'Osservatorio sull'infanzia della Regione Piemonte ci indica - con, ad esempio, un sostegno domiciliare.
Chiunque di noi entri in un'abitazione si può rendere conto, vivendoci anche solo qualche ora alla settimana, se ci si trova davanti ad una famiglia in cui l'intervento è necessario. E in alcuni casi, secondo noi, è molto più limitato rispetto a quanto ogni anno accade (dagli 800 ai 1.000 casi ogni anno).
Vi sono oggettivamente dei casi in cui l'allontanamento è necessario ma molti altri per i quali sarebbe più opportuno intervenire per sostenere le famiglie naturali, affinché l'allontanamento non avvenga, ed è questa la domanda che rivolgiamo alla Giunta.
Sappiamo bene - e concludo, scusandomi in quanto ho sforato nei tempi che questo non dipende dalla Giunta regionale, ma dipende da segnalazioni e soprattutto da provvedimenti che vengono fatti o in via d'urgenza direttamente dai Servizi sociali o non in via d'urgenza dal Tribunale dei minori. Quindi, la Giunta non può certamente intervenire in quelle che sono le situazioni di allontanamento, in cui vi è sempre il Tribunale dei minori che in qualche modo le ratifica o le dispone, ma certamente può contribuire ad attivare dei percorsi che possano limitare queste modalità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alla famiglia

Un ringraziamento al Consigliere Vignale, perché quest'interrogazione immediata consente di fare il punto su una problematica di forte rilievo e di forte impatto prima sul piano sociale ed educativo e, in secondo luogo ma non meno importante, dal punto di vista economico.
L'Assessorato ha predisposto una risposta scritta che entra un po' di più nel dettaglio delle problematiche sollevate.
Vorrei identificare soprattutto quattro elementi, che metto a disposizione anche per avviare e per rafforzare un tipo di lavoro che abbiamo in mente di mettere in campo.
Il testo dell'interrogazione fa opportunamente riferimento al quadro legislativo nazionale, quindi alla legge n. 184 modificata con la legge n.
149/2001. La ratio di quella legge mette chiaramente in evidenza come per la tutela dei minori è quanto mai necessario mettere in campo una filiera di interventi, che da questo punto di vista sono messi in un ordine gerarchico, in modo tale che siano chiari gli obiettivi essenziali per la tutela dei minori.
Questi interventi sono il sostegno alla famiglia di origine, che è il primo elemento che viene messo in evidenza. In secondo luogo, vi è il ricorso a strumenti come l'affido, che può essere modulato anche in varie modalità. Il terzo elemento è l'inserimento in comunità su disposizione dell'autorità giudiziaria.
Dalla ratio della legge nazionale si evince chiaramente come l'inserimento in comunità deve essere uno strumento che interviene in situazioni estreme, non ordinarie e, quindi, in presenza di traumi che non possono essere recuperati nell'immediato attraverso altri tipi di strumenti, in particolare gli altri due cui facevamo riferimento prima.
E' quanto mai necessario in questo momento rispondere pienamente anche con le scelte di carattere politico che mettiamo in campo, rispettando questo ordine gerarchico degli interventi della filiera, che risponde ad un certo quadro di valori dal punto di vista educativo, sociale e culturale.
Questo è il primo elemento che volevo sottolineare.
Il secondo dato è già riscontrabile nell'introduzione che il Consigliere Vignale metteva in evidenza. Che cosa ci dice la realtà in questo momento, la realtà che possiamo guardare tutti i giorni e che possiamo verificare proprio alla luce dei problemi che dobbiamo affrontare e risolvere? Che attorno al tema della famiglia e attorno al tema dell'esercizio delle responsabilità genitoriali, in questo momento si stanno manifestando nuove forme di disagio, soprattutto nella fascia zero sei anni e anche nella fascia della preadolescenza. Tutto ciò con il rischio che, di fronte a queste nuove (inedite per certi versi) manifestazioni di disagio, si intervenga in maniera compulsiva, ricorrendo immediatamente al terzo intervento nell'ambito della filiera che abbiamo identificato e che la legge identifica.
Pertanto è chiaro che siamo posti di fronte a delle nuove forme che per essere affrontate in coerenza con i principi che abbiamo delineato e che la legge stabilisce, hanno bisogno di nuovi servizi, o perlomeno di provare ad identificare quei servizi che possono rispondere in maniera adeguata a questi tipi di manifestazioni.
Riteniamo, come Assessorato e come Giunta, che sia quanto mai necessario individuare delle linee di azione finalizzate per un verso a potenziare i servizi dove già ci sono; per un altro verso, attivare su tutto il territorio regionale dei servizi capaci di integrare competenze diverse di attori diversi nell'ottica di tutelare dentro la famiglia la dignità del minore.
In questo senso, riteniamo ineludibile attivare dei servizi legati alla mediazione familiare così come è altrettanto ineludibile attivare dei servizi legati alla costruzione anche organizzata - già si stanno facendo delle sperimentazioni in questo senso - al mutuo aiuto tra le famiglie nell'ottica del sostegno reciproco rispetto proprio alle problematiche legate all'educazione dei propri figli.
Crediamo che siano due i perni attorno cui fare ruotare queste linee di indirizzo e queste linee di azione. Da una parte i servizi che già ci sono alla prima infanzia, che possono diventare anche servizi capaci di interagire rispetto alle famiglie, che spesso invece rimangono da sole rispetto ad alcune problematiche di tipo educativo. L'altro perno sono i centri per le famiglie, che la LR n. 1/2004 identifica come luogo in cui sia possibile, attraverso l'integrazione di competenze e di attori diversi creare dei servizi che siano punti di riferimento proprio per le famiglie rispetto alla tematica del sostegno alla responsabilità genitoriale.
L'interrogazione, nella parte in cui si interroga la Giunta, fa riferimento all'impegno che stiamo portando avanti proprio in queste settimane di discussione con i territori in ordine al nuovo patto per il sociale. Siamo arrivati a buon punto in questi incontri territoriali e ne abbiamo ancora due fino alla fine di febbraio e poi faremo il punto.
Qual è l'obiettivo che ci siamo posti con questa iniziativa politica? Sono sostanzialmente due: quello di fare il punto sui servizi storici del welfare piemontese.
I servizi storici consolidati dentro questo sistema di welfare piemontese ormai da qualche decennio hanno a che vedere prevalentemente con l'area dell'integrazione socio-sanitaria, quindi tutti i servizi che si identificano dentro questa area, in cui sanità e sociale devono condividere un certo tipo di percorso. Ma abbiamo bisogno, nell'ottica di un nuovo welfare, di dare peso e di non lasciare nella residualità e nella marginalità altre due questioni di grande rilevanza sociale in questo momento, come il tema dell'impoverimento degli adulti - quindi la fascia adulta che fino a qualche tempo fa probabilmente si riteneva protetta rispetto a questi rischi - e il tema delle politiche di sostegno alla genitorialità e di prevenzione del disagio dei minori.
Dentro il patto per il sociale, quindi, diventa strategico - diventa strategico - un gruppo di lavoro in tutti gli incontri dedicati a questo tema. Diventa strategico identificare alcuni obiettivi caratterizzanti, e quindi alcune linee di azioni molto rilevanti proprio su questo punto.
Mettere quindi in campo, in maniera diffusa sul territorio, servizi di sostegno alla genitorialità e di prevenzione del disagio dei minori, per evitare che, per la tutela dei minori, si debba intervenire soltanto con gli inserimenti in comunità.
La nostra intenzione - ed è su questo che stiamo lavorando - va esattamente in questa direzione.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 318 presentata dal Consigliere Mighetti, inerente a "Preoccupazione per la gestione di situazioni di emergenza dopo la chiusura del punto nascita dell'Ospedale di Acqui Terme"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 318, presentata dal Consigliere Mighetti, che ha la parola per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
L'interrogazione è molto semplice.
Nei giorni scorsi, presso l'ospedale di Acqui Terme si è recata una donna incinta assai prossima al parto. E' giunta nell'orario in cui all'interno dell'ambulatorio dell'ospedale di Acqui è presente una ginecologa, quindi il parto è avvenuto direttamente nella sala operatoria dell'ospedale, senza alcun problema di sorta né per la madre né per la bambina. Successivamente c'è stato un qualche problema a trasferire la madre, siccome sia l'ospedale di Novi sia l'ospedale di Alessandria avevano problemi a trovare un posto nell'immediatezza.
Qual è il problema? Il problema è che nell'ospedale di Acqui, allo stato attuale, la copertura, dal punto di vista ginecologico, c'è solo in orario di ambulatorio, quindi nella fascia mattutina e pomeridiana, mentre non c'è negli orari serali e notturni.
Noi ci chiediamo che cosa sarebbe successo nell'eventualità che: a) ci fosse stato un parto più complicato di quello avvenuto nei giorni scorsi ad Acqui; b) se fosse arrivato in un momento in cui non c'era il personale idoneo per seguire sin da subito la partoriente.
Diciamo che al momento della chiusura è stato redatto un protocollo per queste eventualità; un protocollo anche abbastanza contestato all'inizio perché, a detta degli operatori sanitari, vi erano alcune mancanze e alcune incongruenze, tipo il fatto che il battito cardiaco del neonato doveva essere monitorato da un cardiologo (sono cose abbastanza naif, dal punto di vista medico).
Chiediamo che cosa si intenda fare per risolvere tale problematica e superare questo protocollo che, sin da subito, è sembrato abbastanza incompleto.
Grazie.



MOTTA ANGELA



PRESIDENTE

Prego, Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Si tratta di un caso che non esiste e su cui dirò qualcosa di carattere puntuale, ma potrei utilizzare il contenuto di quest'interrogazione del collega per rafforzare alcune opinioni su scelte che stiamo compiendo (mi riferisco in modo particolare a Susa).
La situazione richiamata si riferisce a fatti avvenuti il 5 febbraio all'ospedale di Acqui, come è stato ricordato, dov'è giunta una donna in gravidanza in fase di travaglio molto avanzato.
Com'è stato scritto, il parto non ha avuto complicazioni di sorta ed è stato seguito dal medico ginecologo di turno al momento.
Ho chiesto all'ASL di Alessandria alcuni elementi per ricostruire la vicenda, sulla base di quanto accaduto. Il Direttore dell'ASL di Alessandria, Marforio, mi ha fatto avere poco fa una breve comunicazione in cui conferma come "sia stato predisposto un piano per gestire le emergenze in accordo con i servizi di emergenza ospedalieri e territoriali: nei casi di impossibilità di trasferimento delle partorienti all'ospedale di Alessandria per motivi di tempistica, è stato previsto il parto in loco assistito da medici secondo le proprie capacità. Il caso in questione" scrive sempre Marforio" - si è verificato in orario di copertura ambulatoriale e con la presenza qualificata di un medico ostetrico ginecologo, di una ostetrica e di un medico pediatra".
Per quanto riguarda la specifica richiesta sulle misure che si intendono attuare per garantire quanto previsto negli atti normativi della Giunta per tutelare la piena sicurezza delle partorienti dell'Acquese ribadisco che è nostra intenzione - l'abbiamo già deciso - dare attuazione alla delibera sulla rete ospedaliera e all'integrazione successiva, che si pone l'obiettivo di garantire il massimo della sicurezza.
In ogni caso, l'organizzazione che è stata definita dall'ASL di Alessandria, per far fronte a situazioni di questo tipo, mi pare che funzioni, e ci troviamo di fronte ad esempi positivi.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali

Interrogazione a risposta immediata n. 314 presentata dalla Consigliera Ruffino, inerente a "Riduzione e trasferimenti e conseguente impossibilità a garantire la sicurezza sulla rete viabilistica provinciale"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 314.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Purtroppo è argomento di grande attualità, soprattutto legato al alla stagione fredda e alla neve.
Sappiamo quanto in questo periodo ci siano stati problemi legati proprio alla riassegnazione delle competenze e della funzionalità nella gestione del bilancio, chiaramente falcidiato, e anche a tagli sui sempre minori trasferimenti.
C'è poi la necessità di fare chiarezza rispetto alle competenze fondamentali in capo alle amministrazioni, tra cui la gestione della rete viabilistica provinciale; una rete che ha necessità continua di manutenzione ordinaria, ma direi anche straordinaria, per garantire la sicurezza degli utenti.
Anche in questo caso, negli ultimi anni c'è stata una drastica diminuzione degli invertenti, dovuta proprio alla carenza di fondi. In più nell'ultimo periodo ho appreso dal Presidente della Provincia del Verbano Cusio-Ossola, che lo ha denunciato con una lettera che abbiamo letto l'impossibilità dell'Ente di assolvere alla funzione fondamentale della gestione delle strade provinciali. Nella sua comunicazione c'è una regolazione a far data dal 2 febbraio scorso.
Oltretutto, ho avuto occasione di partecipazione a una manifestazione legata alla messa in sicurezza della rotonda di Drubiaglio: devo dire un intervento assolutamente minimo che non ha avuto corso. Si tratta di fare una scarifica intorno alla rotonda e tutta un'altra serie di preoccupazioni e di lamentale, comunque di richieste di chiarezza sul futuro.
Ringrazio per la risposta che mi verrà data.
Utilizzo invece pochi secondi per riprendere quanto ho chiesto questa mattina. Nella riunione del Gruppo ho ricostruito, insieme al mio Capogruppo, la richiesta, fatta nell'ultimo incontro, di calendarizzare la mia interrogazione indifferibile ed urgente sullo stato dell'iter di selezione per la predisposizione dell'elenco regionale di idonei alla nomina di Direttore regionale di azienda sanitaria. L'ho già richiesto questa mattina; lo ribadisco adesso.
C'è un'assoluta necessità di avere queste risposte proprio per il gran parlare che si fa in questo periodo rispetto alla selezione.
Personalmente richiedo se, eccezionalmente, in questo caso può essere data risposta.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

L'interrogazione a risposta immediata della Consigliera Ruffino pone la questione legata alle capacità, da parte delle Province, soprattutto in questa fase transitoria, di svolgere le funzioni fondamentali.
Sotto questo aspetto, noi ci troviamo in presenza di due elementi, di due riferimenti legislativi. Una è la legge Delrio dell'8 aprile 2013 l'altra sono le norme contenute nella legge di stabilità che, da un lato impongono alle Province la rideterminazione del costo del personale alla data di entrata in vigore della legge Delrio diminuita del 50 o del 30% per quanto riguarda la Città metropolitana, dall'altro operano un ulteriore taglio di un miliardo di euro sul 2015, due miliardi sul 2016 e tre miliardi sul 2017.
Sotto quest'aspetto, devo dire che il tema è stato oggetto di grande attenzione da parte dell'Amministrazione regionale. In un incontro svoltosi subito dopo l'Epifania con il Ministro Madia, Ministro della Funzione Pubblica, il Presidente Chiamparino e il Presidente dell'ANCI Fassino, si sono affrontate queste tematiche arrivando, sostanzialmente, ad individuare un percorso che eviti la disputa ideologica e affronti, nel concreto, che cosa vuol dire l'applicazione della legge Delrio per quanto riguarda le Province e delle norme contenute nella legge di stabilità, per capire se il sistema ha la capacità di funzionare. Cioè se le risorse economiche che, a questo punto, rimarranno nella disponibilità delle Amministrazioni provinciali, sono nelle condizioni per far fronte alle funzioni fondamentali, assodato che, per quanto riguarda le funzioni affidate alla legge regionale, queste saranno a carico della Regione mediante il riassorbimento delle stesse, oppure mediante la stipula di convenzione con le Province per quanto riguarda la gestione.
Sotto quest'aspetto, la settimana scorsa si è svolto un incontro a Palazzo Chigi, nel corso del quale quanto era stato oggetto di espressione e di valutazione da parte del Presidente Chiamparino e del Sindaco Fassino ha trovato una sua attuazione. Sostanzialmente, è stato definito che il Piemonte, assieme alla Toscana, diventi un laboratorio nel quale si sperimenti, sostanzialmente, nel concreto, Provincia per Provincia, quello che è l'incrocio e le conseguenze dell'applicazione della legge Delrio e dell'applicazione delle norme sulla legge di stabilità.
Che cosa significa questo? Significa che, dalla settimana prossima, ci sarà a Torino una presenza di dirigenti dei diversi Ministeri interessati e con loro verranno, sostanzialmente, approfondite tutte le questioni: il costo del personale, il tema anche dell'eventuale messa in mobilità di personale in eccedenza delle Province e la capacità delle Province piemontesi di far fronte, fino al compimento dalla riforma del Titolo V della Costituzione, all'esercizio effettivo delle funzioni fondamentali.
Questo ci consentirà, alla fine di questo lavoro che deve essere molto intenso e molto breve, non di affrontare la questione sul piano, ripeto della disputa ideologica, ma di fare emergere se il sistema regge o non regge; se il sistema regge con dei correttivi, sui tagli, sulle modalità attraverso le quali vengono definiti questi tagli. Voglio ricordare che le Province piemontesi sono tra le più penalizzate. Nel calcolo della riduzione dei trasferimenti, dei tagli lineari del passato, si sono considerati, anche nei costi intermedi, i costi per l'esercizio delle funzioni delegate dalle Regioni. Il Piemonte è una Regione che ha molto decentrato alle Province. Questo lavoro ci consentirà di fare emergere la reale situazione e di individuare i necessari correttivi, con un'avvertenza.
La vera preoccupazione di questo lavoro non è tanto il 2015, ma soprattutto, il 2016 e il 2017. Quanto contenuto nella legge di stabilità la possibilità delle Province di rinegoziare il debito con la Cassa Depositi e Prestiti, con la conseguenza che nel 2015 sarebbe totalmente sospeso il pagamento delle rate di ammortamento del mutuo, la possibilità per le Province di vendere a Invimit il proprio patrimonio affittato ad uffici dell'amministrazione statale (Prefetture e Questure, ci sono molti casi sotto questo aspetto in giro per il Piemonte) dovrebbe consentire nel 2015 il superamento di questa fase.
Indubbiamente, le preoccupazioni forti sono a partire dal 1° gennaio 2016 quando, anche in presenza di un debito rinegoziato, le Province dovranno ricominciare a pagare le rate di ammortamento del proprio debito.
L'elemento positivo è essere riusciti, sostanzialmente, grazie all'iniziativa del Presidente Chiamparino, a fare in modo che il Piemonte diventi una Regione pilota, che sperimenti concretamente l'applicazione di queste norme, facendo emergere, sostanzialmente, io credo, l'incapacità del sistema di reggere, di poter funzionare, quindi la necessità di correttivi che dovranno essere assunti sul piano della legislazione nazionale.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.37 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



(La seduta ha inizio alle ore 15.40)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Chiapello, Conticelli, Ferraris e Molinari.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist.

Esame proposta di legge n. 36, inerente a "Nuove disposizioni in materia di agriturismo"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di legge n. 36, avente per oggetto "Nuove disposizioni in materia di agriturismo", di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Vignale, in qualità di relatore.



VIGNALE Gian Luca, relatore

Grazie, Presidente.
La presente proposta di legge sottoscritta da molti Consiglieri in modo trasversale - quindi sia di maggioranza che di minoranza - nasce da una serie di necessità. Anzitutto quella di aggiornare una norma che, da un punto di vista regionale, è ormai vetusta. Una norma del 1995, quindi da allora ad oggi è evidente che questo è un mondo che si è molto modificato.
Ma, soprattutto, perché nove anni fa, nel 2006, lo Stato nazionale, con la legge n. 96, "Disciplina dell'agriturismo", ha modificato la legge nazionale stessa apportando una serie di modifiche che, ovviamente, non potevano essere contenute all'interno delle legge regionale del 1995.
Una prima necessità è stata pertanto quella di modificare la legge oggi vigente per renderla più rispondente alle necessità del territorio in cui viviamo, ma anche relativamente agli aggiornamenti normativi che si sono susseguiti. Crediamo che questa norma, composta da 20 articoli, abbia poi introdotto alcuni aspetti migliorativi che non possiamo certo dire facciano di essa la migliore legge possibile in termini di materia agrituristica perché l'attività legislativa non è un aspetto di gara, ma crediamo che, in particolar modo, quanto previsto dall'articolo 3, che è un po' il cuore della legge, abbia due grandi finalità.
L'articolo 3 interviene anzitutto in maniera molto puntuale e precisa rispetto al prodotto che qualunque avventore che si rechi all'interno di un'azienda agrituristica può trovare. Il 25% di quanto offerto dev'essere prodotto all'interno dell'azienda agricola dalla quale nasce l'attività agrituristica ma, soprattutto, il 60% del rimanente prodotto, per un complessivo dell'85%, dev'essere acquistato esclusivamente presso altre aziende agricole piemontesi. Questo fa - o, meglio, farà - delle aziende agrituristiche piemontesi la vetrina dell'agricoltura piemontese: chiunque da avventore, cioè, si siederà a legge approvata in un agriturismo del Piemonte saprà che la totalità dei cibi o delle bevande che potrà gustare sarà prodotta esclusivamente da aziende agricole piemontesi.
Questo ha un aspetto positivo in termini di promozione territoriale, ma ha un secondo aspetto che noi riteniamo altrettanto positivo in termini di incremento al reddito in agricoltura. Come i colleghi ben sanno, infatti l'agriturismo è un'attività connessa all'agricoltura - finalizzata e nata come supporto al reddito agricolo - e il fatto che il 60% dei prodotti si debba acquistare presso aziende agricole piemontesi farà sì che vi siano aziende che non svolgono l'attività agrituristica, ma che vedranno il loro fatturato aumentare - non in modo esponenziale, ma certamente aumentare per il fatto che altri colleghi imprenditori agricoli acquisteranno presso di loro delle merci agricole che non producono all'interno della loro cascina.
Altri articoli, poi, sono finalizzati - in particolar modo quello sull'ospitalità rurale - a rendere più semplice l'attività connessa all'agricoltura. L'ospitalità rurale prevede la possibilità di erogare servizi per un numero massimo di dieci avventori, tanto che essi si siedano a cena o che pernottino all'interno di un alloggio agrituristico; tale ospitalità è estesa a 20 persone nelle zone montane e questo senza una serie di vincoli che, invece, l'attività agrituristica di per sé ha. Viene anche normato l'aspetto legato agli alloggi agrituristici, portando il numero dei posti letto da 25 a 35, con dieci di questi posti destinati a bambini di età inferiore ai 12 anni.
Un altro elemento che riteniamo sia significativo all'interno della norma è la presenza di tutta una serie di semplificazioni, che magari nella discussione della norma potremo introdurre, che vanno dalla macellazione di piccoli animali da cortile ad una serie di aspetti come l'utilizzo di piscine all'interno di un'attività agrituristica che demandiamo al regolamento, cercando di semplificare - così come si prefigge l'attività normativa che questo Consiglio regionale sta cercando di fare - il lavoro di chi ha un'azienda agrituristica, mantenendo però un principio, che è quello della prevalenza agricola. Come prevede l'articolo 4, cioè, ancorch la prevalenza si possa individuare o per reddito o per tempo di ore dedicate, il principio che facciamo saldo è che in ogni caso l'azienda agrituristica, l'ospitalità rurale o l'alloggio agrituristico debbano sempre essere non l'aspetto preminente rispetto all'attività agricola, ma un elemento di accrescimento del reddito, così come la legge nazionale prevede.
Credo sia altrettanto significativo l'articolo 8 che dispone regole che non ci sono nella legge attuale né nella legge nazionale, relativamente all'uso dei fabbricati: non solo si dice che debbono essere utilizzati fabbricati agricoli, ma si dice anche che non possono essere utilizzati fabbricati di nuova costruzione; questo perché, all'interno della nostra Regione, abbiamo un patrimonio rurale assolutamente importante da utilizzare e quindi, invece di prevedere la costruzione di nuovi edifici crediamo che questo possa incentivare il riutilizzo dei moltissimi fabbricati rurali presenti nella nostra Regione.
Vi sono poi una serie di aspetti che riguardano gli obblighi e la classificazione: parlando di classificazione, abbiamo ripreso modificandola rispetto alla prima proposta che avevamo presentato, la definizione fatta a livello nazionale, per cui vi sono criteri omogenei per tutto lo Stato italiano. In questo modo, così come avviene per l'attività alberghiera tradizionale, anche l'attività agrituristica avrà dei criteri con i quali verrà classificata.
Credo sia importante sottolineare - e vado a concludere - che anche l'attività di controllo in merito al principio su cui la legge si basa cioè quello di cui parlavamo precedentemente inerente all'articolo 3, che fissa il 25% di quanto offerto prodotto in cascina e il 60% acquistato invece da aziende agricole piemontesi - sarà molto più semplice rispetto a prima, avendo solo distinto, nelle realtà montane, la possibilità di scegliere, per misurare quel 25% di quanto prodotto in cascina, tanto il costo (quindi la fatturazione che un'azienda agricola fa all'azienda agrituristica) quanto il peso. E' infatti evidente che in alcune realtà montane la produzione di patate - facciamo un esempio banale - può essere la produzione prevalente, ma certamente da un punto di vista economico rischierebbe di non far raggiungere quel 25%, anche se magari è la produzione che caratterizza quell'azienda agricola.
Crediamo quindi che questa proposta di legge sia certamente positiva perché innova rispetto ad una legge regionale del '95 e rispetto ad una legge nazionale del 2006, ma riteniamo anche di aver introdotto, con un positivo lavoro - lo voglio significare - in sede di III Commissione, in cui si è cercato di badare alla sostanza e molto meno all'appartenenza politica, devo dire anche nei rapporti tra Giunta e Consiglio, una serie di innovazioni che non sono solo - come dicevo prima - innovazioni rispetto a norme vecchie o sopravvenute (come nel caso di quella nazionale), ma che qualificano la Regione Piemonte come una delle Regioni d'Italia in cui sedersi all'interno di una struttura agrituristica dà la maggior garanzia rispetto al prodotto che viene consumato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
La parola al Consigliere Rostagno, secondo relatore.



ROSTAGNO Elvio, relatore

A quanto detto dal Consigliere Vignale aggiungo solo due aspetti, se vogliamo più di contorno e meno tecnici.
Il primo riguarda il desiderio di sottolineare la soddisfazione per il fatto che questo provvedimento sia stato assolutamente condiviso indipendentemente dall'appartenenza, tant'è che gli emendamenti stessi che sono stati presentati hanno avuto un momento di condivisione, poche ore fa alla ricerca di una scrittura migliore e di un prodotto di legge più adeguato.
Come tutte le iniziative ha bisogno di un periodo di prova e di sedimentazione. Vent'anni di esperienza di agriturismi hanno fatto anche emergere criticità.
Purtroppo, sono presenti sul nostro territorio anche situazioni in cui si evince un livello qualitativo poco soddisfacente, oppure un tentativo di concorrenza verso quelle strutture ricettive e della ristorazione che hanno delle peculiarità strutturali assolutamente diverse anche sotto il profilo dell'imposizione fiscale.
Quindi, è anche giusto che, laddove sono individuate delle forme di agevolazione contemporaneamente, vi sia un controllo qualitativo che questa norma di legge vuole raggiungere.
In questi anni è emersa l'esigenza di sottolineare percorsi qualitativi che siano tesi ad offrire per la clientela un prodotto migliore, ma soprattutto dalla lettura di questa legge emerge la volontà nostra di valorizzare l'identità: l'identità della nostra cultura, l'identità del nostro paesaggio, l'identità del nostro prodotto alimentare e anche del nostro patrimonio. Come diceva il Consigliere Vignale, la scelta di dare la possibilità di realizzare agriturismi solamente in strutture esistenti da più di tre anni è tesa a valorizzare l'immenso patrimonio, che presenta anche tipologie minori, che il nostro territorio offre.
Concludo dicendo che non è una legge che fa la qualità, perch ovviamente la qualità è fatta dagli operatori, ma sicuramente è la legge che ne crea i presupposti. Lo vedremo anche con la clausola di verifica alla normativa che vogliamo inserire, per far sì che questa norma abbia la possibilità, da qui a qualche anno, di essere verificata sulla sua reale efficacia. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Rostagno.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
La proposta di legge regionale n. 36, a prima firma del Consigliere Vignale, riguarda la nuova disciplina dell'agriturismo.
Inizialmente, concepita per intervenire nella regolamentazione di altra attività connesse all'agricoltura, essa ha subito nell'esame in Commissione una rivisitazione che ne ha limitato il campo di applicazione al solo agriturismo.
Inoltre, nell'esame all'interno della III Commissione sono stati perfezionati alcuni aspetti della proposta che pagava, di fatto, la sua primigenia stesura nella scorsa legislatura. Infatti, sono state apportate attraverso l'attività emendativa, alcune variazioni inerente a nomenclatura e aggiornamenti normativi.
L'attività emendativa del Movimento 5 Stelle è stata mirata principalmente a chiarire alcuni aspetti della legge, principalmente in merito alla quantificazione dei prodotti utilizzati nei cibi utilizzando un'unità rapidamente verificabile; all'inserimento di una specifica deroga nell'utilizzo di prodotti di largo consumo che vengono utilizzati anche nella cucina tradizionale e non producibili direttamente dall'azienda all'inserimento di uno specifico richiamo al rispetto della normativa nazionale in tema di superamento delle barriere architettoniche.
Il tema così ottenuto risulta pertanto notevolmente migliorato rispetto alla formulazione originale essendo più snello e di migliore comprensione.
Tuttavia, a giudizio dello scrivente e del Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, rimangono alcune modifiche necessarie atte a completare e perfezionare il testo licenziato dalla Commissione.
In primo luogo, nell'attività di revisione del testo è venuta meno secondo noi, l'indispensabile prescrizione relativa alla prevalenza dell'attività agricola rispetto a quella agrituristica. Infatti, pur essendo ben descritte le modalità per stabilirne l'esistenza, in nessun articolo viene prevista la sua obbligatorietà. Pertanto, proporremo in Aula l'inserimento di tale principio all'articolo 2.
Riteniamo inoltre che sia necessaria una riformulazione di alcuni passaggi dell'articolo 3. A nostro avviso, risulta ancora necessario un inserimento di una deroga simile a quella inserita nelle misure di finanziamento dell'agriturismo del PSR, che consenta piccoli ampliamenti dei fabbricati esistenti, non solo quindi limitati all'utilizzo dell'esistente, ma piccoli ampliamenti che siano utili a realizzare locali tecnici, servizi igienici, centrali termine e quegli adeguamenti necessari per abbattere le barriere architettoniche.
Infine, fatto salvo il richiamo inserito con il nostro emendamento alla normativa sulle barriere architettoniche, giudichiamo indispensabile chiarire alcuni aspetti e inserire in legge alcuni richiami più specifici.
A tale fine, abbiamo analizzato la normativa in materia di agriturismo la normativa nazionale. La legge 96/2006 "Disciplina dell'agriturismo" all'articolo 5 prescrive quali siano i requisiti igienico-sanitari necessari per le strutture destinate a questa attività, in particolare al comma 5: "Per le attività agrituristiche di alloggio nei limiti di dieci posti letto per l'idoneità dei locali è sufficiente il requisito di abitabilità". Inoltre, al comma 6 dello stesso articolo: "Per gli edifici e i manufatti destinati all'esercizio dell'attività agrituristica, la conformità alle norme vigenti in materia di accessibilità e di superamento delle barriere architettoniche è assicurata con opere provvisionali".
Sulla scorta di queste prescrizioni normative abbiamo elaborato un nuovo emendamento che speriamo andrà a modificarla la legge. In particolare, si propone di stabilire nella norma regionale, sull'esempio della Regione Toscana, che "nelle nuove strutture agrituristiche gli spazi comuni destinati all'attività siano resi accessibili anche ricorrendo ad opere provvisionali che siano dotati di servizi igienici attrezzati".
Inoltre, auspichiamo che le strutture agrituristiche dotate di un numero superiore a dieci posti letto siano dotate di almeno una camera accessibile e dotata di servizi igienici per disabili.
Infine, vorremmo che le strutture agrituristiche dotate di un numero di posti letto superiore a 25 siano dotate di almeno due camere accessibili e dotate di relativi servizi per disabili.
Concludo dicendo che il percorso di questa legge è stato un percorso costruttivo e condiviso, come ci sembra che abbia portato alla costruzione di un buon testo. Chiaramente, auspichiamo che gli emendamenti proposti dal Movimento 5 Stelle ancora nell'esame qui in Aula diano l'aspetto definitivo a questa legge e che sia l'aspetto da noi previsto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
La parola alla Consigliera Segretaria Motta, che interviene in qualità di Consigliera.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
Credo che oggi sia una giornata importante, perché dopo qualche anno siamo riusciti ad approvare un iter, credo abbastanza velocemente, di una legge che è tanto attesa.
Sono migliaia in Piemonte le aziende agrituristiche e quelle di vendita diretta dei prodotti agricoli che in questi anni hanno chiesto il completamento dell'iter della riforma del settore. Se ne sentiva la necessità e soprattutto era necessario sopperire alle carenze più volte evidenziate da parte del comparto agrituristico.
In tal modo, il Piemonte finalmente si dota di una legge importante che sarà uno strumento legislativo sicuramente più moderno che risponderà anche alle evoluzioni del mercato e alle esigenze del settore agricolo.
Quella che stiamo approvando è una legge che, a mio avviso, consentirà di riconoscere e valorizzare l'attività agricola, le tipicità piemontesi il nostro territorio, ma soprattutto sarà fonte di reddito per le nostre aziende; sarà - speriamo - anche fonte di nuovo lavoro dal punto di vista delle aziende agricole, lavoro familiare all'interno delle stesse, ma anche di conservazione e tutela dell'ambiente.
Questa legge vuole semplificare le procedure legate all'apertura e all'ampliamento dell'attività e vuole, allo stesso tempo, tutelare le vere aziende agricole. Sappiamo che, purtroppo, l'agricoltura è costretta a fare i conti con un mercato sempre più esigente, con una crisi economica sempre più mordente, ma chiede di poter essere messa in condizioni di diversificare ed aumentare la qualità dei servizi offerti. Ritengo che questa legge glielo possa consentire.
Tra gli elementi che consideriamo innovativi, vogliamo sottolineare il fatto che i cibi utilizzati negli agriturismi debbano essere prodotti in proprio, almeno per una parte consistente, e acquistati da produttori del territorio, per la restante parte. Questo significa garantire qualità dei prodotti offerti ed ancorare l'esperienza agrituristica al territorio circostante.
E' un aspetto che consideriamo centrale, soprattutto per valorizzare i nostri prodotti e presentare la qualità e le eccellenze locali, in vista di un'offerta turistica molto più ampia, che ha bisogno di caratterizzarsi in questo senso, per vincere la sfida del mercato e - come dicevo - la crisi economica.
L'agricoltura piemontese ha compiuto enormi cambiamenti negli ultimi anni. Le aziende che vogliono diversificare e che vogliono un'attività multifunzionale per la loro produzione possono convertire spazi in agriturismo - considerati comunque un patrimonio importante, anche paesaggistico - e possono garantire, così, con un'integrazione al reddito un aiuto alla propria attività. Inoltre, con un'agevolazione anche dal punto di vista della legge e del quadro normativo, seppure questo debba essere molto preciso, nell'interesse stesso delle imprese agricole e dei consumatori, con l'approvazione di questa legge si potrà andare incontro a tutta una serie di necessità che questo mondo chiede e di cui necessita.
Tante cose sono già state dette nelle relazioni introduttive dei colleghi. Mi limito a ringraziare il Consigliere Gian Luca Vignale, che come primo firmatario di questa proposta di legge, l'ha voluta condividere con l'Aula e, soprattutto, ha voluto fare molte consultazioni, nei mesi scorsi, con le associazioni di categoria, affinché la legge fosse condivisa il più possibile dal settore e potessero arrivare tutti i suggerimenti utili per una legge migliore.
Grazie anche a tutti i colleghi che hanno apportato modifiche importanti. Grazie all'Assessore Ferrero, che ci ha aiutato in questo confronto, anche con il supporto dei propri uffici.
Grazie a tutti noi, siamo arrivati alla conclusione di questo iter procedurale. Sono convinta che questa legge saprà rispondere ai problemi legati alla congiuntura economica, sapendo coniugare qualità dei servizi di ricettività e valorizzazione del territorio e dei prodotti locali.
Ritengo che il Piemonte possa essere orgoglioso di questa legge che andrà ad approvare e che credo sia unica anche a livello nazionale. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Voglio solo aggiungere due parole alla relazione di minoranza, per dire quanto effettivamente questa legge sia stata elaborata in un clima costruttivo in Commissione, dove si è cercato di colmare le incongruenze legate al fatto che era stata presentata nella precedente legislatura e di aggiungere precisazioni e innovazioni volte a semplificare la vita delle aziende agricole, ma - nello stesso tempo - a qualificare l'offerta agrituristica piemontese.
Come Movimento 5 Stelle avremmo voluto fare alcune cose in più, ma siamo complessivamente soddisfatti del risultato ottenuto, poiché si tratta di una legge che va a costruire; poi, bisognerà vedere quale sarà l'impatto, come sarà recepita nella sua attuazione, perché ricordo che occorre predisporre nel giro di 180 giorni un regolamento piuttosto consistente. Speriamo di non seguire il triste esempio di tanti altri regolamenti, vista anche l'importanza che questa legge può avere per il settore agrituristico e, in correlazione, per quello agricolo. Speriamo che il regolamento venga attuato nei tempi previsti.
Considero, in particolare, molto interessante la parte in cui si qualifica l'attività agrituristica legandola alle produzioni del territorio, quindi non solo alla prevalenza dell'offerta di produzione da parte delle aziende, ma anche attraverso l'offerta dei prodotti del territorio regionale.
Il nostro auspicio è che questa legge dia un impulso e una risistemazione al settore. Molto interessante da segnalare all'Aula - e da sviluppare - è il fatto che prevede un altro tipo di ospitalità - un po' in secondo piano, nella struttura della legge - che è l'ospitalità rurale e familiare riservata agli operatori agricoli professionali.
Una piccola nota a margine: continuiamo a tendere ad operare a spizzichi e bocconi sui vari settori, che si tratti di turismo o di edilizia pubblica per le case popolari, ecc. Sarebbe bello, prima o poi incominciare ad affrontare, ad esempio, la tematica dell'ospitalità turistica nel suo complesso, ricomprendendo tutta quella miriade di possibilità che vanno dal bed and breakfast all'albergo vero e proprio, in una legge che dia un respiro più programmatico alla regolamentazione dell'ospitalità in generale. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
I colleghi Mighetti e Campo hanno seguito maggiormente i lavori relativi al progetto di legge 36. Io voglio svolgere, in questo brevissimo intervento, solo alcune considerazioni in merito all'argomento che - come sappiamo - è conteso tra agricoltura e turismo. Pertanto, ben venga la definizione nella proposta di legge, che diverrà legge molto presto, della prevalenza dell'attività agricola sull'attività turistico-ricettiva, e quindi, da un certo punto di vista, si potrebbe dire che è materia di competenza dell'agricoltura. In realtà, nonostante sia stato seguito dall'Assessore Ferrero, la competenza è del turismo, poiché prevale la parte turistica su quella agricola.
Da questo punto di vista, anche in relazione al disegno di legge 77 e alla parte di semplificazione della materia delle strutture alberghiere (il provvedimento che affronteremo successivamente), sono andato a rivedere la normativa sul turismo e, come ho già avuto modo di dire all'Assessore competente (l'Assessore Parigi), questa è molto frammentata, non dico complessa, perché non è complessa in sé, ma è frammentata, spezzettata.
Risulta complesso risalire a tutte le norme e avere un quadro completo e chiaro. Cosa che non era all'inizio.
Faccio questo riferimento, prendendo proprio come punto di paragone e di partenza la legge iniziale, cioè la legge n. 31/1985, che riguardava "Classificazione delle strutture ricettive extralberghiere".
La legge n. 31/85 (quindi di circa trent'anni fa), che è stata modificata una serie innumerevole di volte, prevedeva al suo interno anche la parte degli agriturismi, quindi gli affittacamere, le case vacanza, gli ostelli, i rifugi e i bivacchi alpini e gli alloggi vacanza.
Con la legge n. 50/89, quindi solo quattro anni dopo - lo dico per far comprendere come il legislatore cambi idea addirittura all'interno della stessa legislatura - gli agriturismi erano stati tolti dalla legge quadro sulle strutture extralberghiere ed erano a se stanti, in una parte a se stante rispetto al resto delle strutture ricettive extralberghiere.
La legge n. 50/89 è stata superata dalla legge n. 38/95, quindi dopo sei anni (successiva legislatura) e per i successivi vent'anni è solo stata oggetto di una serie di modifiche puntuali e di aggiornamenti.
Nella scorsa legislatura il collega Vignale presentò questa proposta di legge, che però non venne discussa ed è stata ripresentata in questa legislatura. Nuovamente mi sono domandato quale fosse l'utilità e l'esigenza di creare una nuova legge piuttosto che andare a modificare quella precedente, perché sia gli operatori del settore - quindi agricoltori che vogliono fare turismo nel caso della legge agrituristica sia gli operatori del settore turistico in generale e la Regione stessa sono legati anche operativamente ad una legge regionale (la n. 38/85). E noi ogni cinque-dieci anni - in questo caso un po' di più - andiamo a cambiare il numero della legge, quindi la legge viene riscritta.
Non credo che questo sia nell'ottica di una semplificazione dell'attività legislativa dal nostro punto di vista e dell'attività di settore per quanto riguarda il turismo.
Questo è già un qualcosa che ho avuto modo di dire in I Commissione in fase di analisi del disegno di legge n. 77 e chiederei al Consiglio, alla Giunta e al Presidente Chiamparino, che è presente, di cercare di fare delle leggi quadro, dentro le quali ci siano le varie materie. Tanto non è che la parte extralberghiera rispetto a quella alberghiera - faccio l'esempio del turismo, ma potremmo farlo sulla sanità o sui trasporti - si complica se la legge ha cento articoli ben divisi in capi e sezioni in modo che sia chiaro un quadro di riferimento e basta.
Quindi, sul disegno di legge n. 77 ho provato a proporlo, ma non è stato accolto. Faccio la stessa proposta sulla proposta di legge sugli agriturismo, cioè andare a modificare la legge del 95, senza andare a crearne una nuova.
Mi rendo conto che, in soldoni, cambierebbe poco, però è una modalità di lavoro che mi piacerebbe che il Consiglio adottasse per cercare veramente di semplificare. Altrimenti anche nei rimandi normativi e legislativi all'interno del motore di ricerca della Regione Piemonte (cioè Arianna) si fatica, tra leggi abrogate, rimandi, modifiche.
Secondo me, dobbiamo veramente semplificare la vita agli operatori del settore, quindi in particolare ad agricoltori che mantengono come prevalente l'attività di agricoltori e di coltivatori diretti, rispetto all'attività turistica.
Concludo con questo auspicio, anzi spero che la parte dell'attività agrituristica possa essere ricompresa un domani o oggi stesso all'interno della legge quadro delle strutture ricettive extralberghiere e che si possa addivenire a quella legge quadro auspicata, in modo che si abbia una sola legge e non si debba saltare tra sette leggi, perché diventa difficile per noi che lavoriamo su questi temi, per i funzionari e a maggior ragione per gli operatori del settore. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Sarò brevissimo, ma come Presidente della III Commissione, che ha seguito i lavori per l'approvazione di questa legge, voglio fare un ringraziamento a tutti i Gruppi che hanno partecipato ai lavori della Commissione che, devo dire, si sono svolti in modo assolutamente costruttivo apportando delle modifiche al testo iniziale nell'ottica di valorizzare al massimo l'attività agrituristica e proporre all'Aula una legge moderna e nuova che possa rispondere alle esigenze del settore.
Credo che la legge che oggi abbiamo consegnato all'Aula sia una legge equilibrata e buona, che risponde alla nuova concezione di agriturismo oggi molto diversa dalle attività che gli agricoltori e i contadini svolgevano qualche anno fa e prestavano ai turisti per la vendita dei prodotti agricoli e per l'ospitalità saltuaria.
Credo sia una legge che si colloca nell'ambito della riorganizzazione dell'offerta turistica della nostra Regione, per la quale sono stati inseriti alcuni articoli nel disegno di legge n. 77, anch'esso all'esame dell'Aula. Tutto questo quindi colloca questo strumento nell'ambito dell'offerta turistica regionale in un mercato che, ricordiamo, cresce all'anno di circa il 5% in tutta Europa e quindi la nostra Regione deve cercare di intercettare nel miglior modo possibile.
Chiudo con un auspicio su un tema che abbiamo affrontato durante i lavori della Commissione, ma che abbiamo demandato al regolamento attuativo che prevede la legge stessa, rispetto alla ruralità dei luoghi e quindi al fatto di preservare la tipologia rurale dei luoghi e degli immobili utilizzati ai fini agrituristici, sui quali chiedo di porre un'attenzione particolare e sui quali in sede di regolamento, che sarà analizzato dalla III Commissione, ci sarà modo di discutere. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Sono state dette talmente tante cose giuste e condivisibili che c'è poco da aggiungere.
Intanto il ringraziamento va ovviamente al Consigliere Vignale, al Presidente della Commissione e a tutti i Consiglieri, come il Consigliere Rostagno e molti Consiglieri del Movimento 5 Stelle, che hanno voluto contribuire a questa discussione.
Devo dire la verità: ogni tanto bisogna anche staccare alcuni nostri ricordi, forse anche quelli più bucolici, che ci ricordano cos'erano gli agriturismi per tutti noi. Lo diceva anche l'introduzione della legge: erano quei luoghi dove ogni tanto ci si fermava con la famiglia per comprare due o tre prodotti tipici e poi magari ci si fermava a mangiare perché l'occasione era buona.
Se è vero che questa legge era molto datata e quindi abbiamo fatto bene a fare un lavoro che ha ascoltato e ha saputo condividere le tante istanze emerse da quei mondi, la cosa più importante - ne parlavamo in Commissione con l'Assessore - è la valorizzazione dei prodotti e il fatto che, in qualche modo, nella sfida globale quella diventa il nostro portato e quello che dobbiamo consegnare agli agriturismi, cioè un luogo che diventi sempre di più la casa della nostra produzione, la casa di quelli che non sono tanto gli elementi tipici dei nostri prodotti, anche trasformati, ma la capacità di questi luoghi di fare rete. Infatti, il problema non è solo produrli in loco, il problema è ospitarli, cioè che sempre di più le case di quelle zone, di quei tanti territori del Piemonte che hanno saputo diversificare anche la loro imprenditorialità, sappiano essere più accoglienti.
Ed è sull'accoglienza che, forse, faremo la differenza. Lo dico perch per metà sono piemontese, ma per l'altra metà sono sardo. La grande qualità che hanno portato gli agriturismi in Sardegna è il fatto di aver cambiato la cucina fatta per i turisti. Lo dico, perché per noi che siamo una terra di cibo, come tante altre località, si diceva che in Sardegna si mangiava male tranne in alcuni ristoranti per persone che se lo potevano permettere.
Ecco, un certo tipo di valorizzazione degli agriturismi ha portato un certo tipo di cucina e di prodotto tipico a portata di tutti.
Forse il Piemonte non ha problemi di questa natura, ma di sicuro pu innovare e cambiare il tipo di ospitalità verso il proprio turismo, andando di pari passo con la valorizzazione delle nostre terre, delle nostre campagne, delle nostre colline e soprattutto delle nostre montagne. Abbiamo tante sfide, tipo quella dell'UNESCO, ma anche tante altre.
Credo che la vicenda della montagna sia più importante delle altre; per quello che forse abbiamo derogato di più e abbiamo cercato di dare cose genuine, tipo ospitare le persone nelle cucine degli agriturismi stessi.
Questo è il secondo elemento da valorizzare.
Il terzo ed ultimo elemento forse non lo troverete nelle righe di questa legge - e forse è anche giusto, perché non dobbiamo nutrire troppe aspettative dalla stesura delle leggi - ma mi rivolgo all'Assessore Ferrero, perché riguarda il ritorno alla terra.
Ci sono tantissimi nostri concittadini, soprattutto giovani, che sempre di più scelgono di studiare, pensando al campo universitario, materie come agraria, o che scelgono di ritornare a farsi carico di un settore l'agricoltura, che sempre di più abbiamo delegato sulle spalle degli ultimi, spesso anche contro qualsiasi norma di buonsenso e di civiltà.
Spesso, la nostra agricoltura non ha fatto i conti con il tema della giustizia sociale, invece ci sono tantissimi ragazzi che vogliono intraprendere questa nuova sfida. Secondo me lo potranno fare grazie a leggi come questa, ma solo se la utilizzeremo bene, magari utilizzando fondi strutturali sulla parte agricola.
Mi rivolgo all'Assessore Ferrero: spero che nella prossima programmazione dei fondi per l'agricoltura da parte dell'Unione Europea ci siano nuove imprese che in qualche modo possano essere più promiscue magari gestendo anche attività sociali, che oggi non sono inserite in questa prima discussione.
Alla fine è questo che cambia: il saper entrare nel territorio, il saper cogliere nuove sfide e magari vedere giovani imprenditori che ritornano nei passi già fatti dalle generazioni precedenti, reinterpretando questa sfida con le parole di oggi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
Oggi ci troviamo di fronte ad una modifica realizzata, da un punto di vista politico, in collaborazione con tutte le parti politiche. E' un elemento importante, anche perché tocchiamo un argomento che fa riferimento a territori che, a livello regionale, costituiscono una grossa fetta del territorio piemontese.
E' stato fatto un ottimo lavoro. Alcune parti sono state stralciate quindi c'è ancora tutto un percorso da fare, finalizzato ad implementare questo stato di evoluzione che anche i territori rurali hanno, creando ulteriori opportunità.
Come diceva prima il collega Grimaldi, oggi ci sono molti giovani in grande difficoltà, dal punto di vista occupazionale, o comunque c'è una nuova filosofia che porta ad un'attenzione particolare sui territori quindi a questo tipo di attività.
Chiaramente, questa legge sugli agriturismi pone, da una parte, un miglioramento della regolamentazione, nato dall'evoluzione della legge e della stessa attività; dall'altro, pone tutta una serie di opportunità legate al maggior consumo di prodotti a livello piemontese.
Credo che questo possa essere un elemento di stimolo, perché chi consuma ed usa la materia prima, la deve ovviamente approvvigionare sul territorio, quindi c'è un maggior consumo e un maggior incremento di attività.
Non credo sia un aspetto da sottovalutare.
L'altro argomento è legato ad attività di somministrazione, che non sono quelle agrituristiche, perché hanno tutta una serie di agevolazioni e di opportunità. Ovviamente potrebbe essere elemento di stimolo, perch l'uso della materia prima è comunque determinante anche per l'agricoltura per una certa agricoltura nell'ambito regionale.
Da qui credo possa partire uno stimolo ed un percorso, anche in relazione al fatto che nei prossimi sette anni - o quelli che saranno avremo i PSR. Si tratta di un'opportunità legata ai fondi strutturali europei, che serviranno di stimolo a tutta una serie di attività territoriali, quindi anche a tutto un lavoro che, come mi auguro, possa essere fatto con un'altra serie di discipline e che possa portare a risultati ma, soprattutto, ad un grande stimolo sui territori che hanno la necessità di essere rilanciati e di essere sostenuti.
La grande difficoltà che si pone nei territori rurali può essere equiparata anche a quelli non rurali: l'abbandono, il degrado e altri aspetti già indicati. Qualunque tipo di attività che potrebbe stimolare un recupero e una crescita, certamente può avere una fondamentale importanza.
Il nostro ruolo, in termini legislativi e legiferativi, è di stimolare.
Oggi credo sia stato fatto un ottimo lavoro, finalizzato a posare una prima pietra per il rilancio dei territori rurali.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 1) presentato dal Consiglieri Campo, Mighetti Bertola, Frediani, Bono: alla lettera C) comma 1 dell'articolo 3 della proposta di legge 36, dopo le parole "o da produzioni agricole" sono inserite le seguenti: "Provenienti da".
Emendamento rubricato n. 10) presentato dal Consiglieri Campo, Mighetti Bertola, Frediani, Bono: il comma 2 dell'articolo 3 della pdl 36 è così riscritto: "Alle aziende agrituristiche ubicate nei comuni montani così individuati dal programma di sviluppo rurale, per il calcolo delle percentuali di prodotto di cui al comma 1, lettere a), b), e), f) si applica il parametro del pese o del costo".
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Il primo emendamento all'articolo 3 della proposta di legge n. 36 è semplicemente una correzione sintattica, nel senso che mancava il pezzo da dove provenissero: da produzioni agricole provenienti da. Chiediamo solo di aggiungere.
L'emendamento successivo, invece, è più importante e l'abbiamo modificato nell'incontro alla fine della seduta precedente. Nella definizione della tipologia di quantificazione delle percentuali del prodotto proprio o da aziende regionali, in Commissione abbiamo definito una particolare esenzione per le aree montane, per cui il parametro applicabile per definire le percentuali relative all'articolo 3 può essere scelto dall'operatore agrituristico, a seconda di quello che più ritiene conveniente tra il costo delle materie oppure il loro peso.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Emendamento rubricato n. 3) presentato dal Consiglieri Campo, Mighetti Bertola, Frediani, Bono: Prima del comma 1, dell'articolo 4, della pdl 36 è aggiunto il seguente: "01. L'attività agricola dell'azienda, in caso di imprenditori agricoli associati, deve rimanere prevalente rispetto all'attività agrituristica".
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo per l'illustrazione; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
L'emendamento all'articolo 4 è proposto, di nuovo, per completezza della legge. Chiaramente la prevalenza dell'attività agricola rispetto a quella agrituristica è già richiesta dalla legge nazionale, la n. 96 del 2006.
Tuttavia, dal punto di vista formale, sembrava mancante il fatto che avessimo due articoli che definivano le modalità in cui la prevalenza dell'attività agricola deve essere costruita, così come il fatto che non comparisse da nessuna parte nella legge un rimando ad un regolamento e la specifica richiesta della prevalenza stessa. Anche perché nella legge precedente era il comma 5 dell'articolo 2.
Abbiamo, quindi, previsto uno specifico comma che ripete sostanzialmente il requisito già previsto dalla legge nazionale, ma ricordiamo che, nella legge nazionale, questo requisito viene richiesto lasciandone la definizione, quindi anche il fatto se debba dipendere esclusivamente dal tempo lavorato. La prevalenza viene lasciato alla definizione delle Regioni e delle Province autonome.
Di conseguenza, riteniamo importante, grazie anche a tutti i colleghi di maggioranza e minoranza che hanno raccolto la nostra richiesta, inserire anche questa prescrizione all'interno della legge regionale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazi, collega Campo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 4, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
Sia messo a verbale che il Consigliere Berutti ha votato favorevole sull'articolo 4 e sull'articolo 5.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 7 Indìco la votazione palese sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 8 Emendamento rubricato n. 4) presentato dal Consiglieri Campo, Mighetti Bertola, Frediani, Bono: Al termine del comma 4 dell'articolo 8 della pdl 36 è aggiunto il seguente testo: "In deroga al divieto di utilizzo di nuovi fabbricati è consentito l'ampliamento dei volumi esistenti per la realizzazione di locali tecnici servizi igienici, centrali termiche e per l'adeguamento dei percorsi e dei vani alla normativa relativa all'abbattimento delle barriere architettoniche".
Emendamento rubricato n. 5) presentato dal Consiglieri Campo, Mighetti Bertola, Frediani, Bono: Dopo il comma 4, dell'articolo 8 della pdl 36 è aggiunto il comma: " 4 bis. Al fine di garantire migliori standard per le aziende turistiche di maggiori dimensioni e di nuova apertura in materia di eliminazione delle barriere architettoniche: A) gli spazi comuni destinati all'attività devono essere accessibili anche ricorrendo ad opere provvisionali e dotati di servizi igienici per disabili; B) le strutture turistiche dotate di un numero superiore a 10 posti letto devono essere dotate di almeno una camera accessibile e dotata di servizio igienico per disabili; C) le strutture agrituristiche dotate di un numero superiore a 25 posti letto dovranno essere dotate di almeno due camere accessibili e dotate di servizi igienici per disabili".
La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 4) è un emendamento che ha il seguente scopo. In ragione del fatto che all'interno dei piani di sviluppo rurale c'è già una deroga allo stretto utilizzo dei fabbricati esistenti per la realizzazione dell'agriturismo, noi pensiamo sia necessario, per alcune piccole opere e per alcuni piccoli spazi che devono essere ricavati all'interno di una struttura agrituristica, consentire degli ampliamenti.
Per questo chiediamo che, per la realizzazione di locali tecnici servizi igienici, centrali termiche e per l'adeguamento dei percorsi dei vani alla normativa relativa all'abbattimento delle barriere architettoniche, siano consentiti dei piccoli ampliamenti, così che le stesse strutture esistenti possano essere adeguate e possano accogliere al meglio gli ospiti degli agriturismi.
L'emendamento n. 5), invece, è un emendamento strettamente collegato alla materia dell'abbattimento delle barriere architettoniche. Vorrei rileggere un attimo perché, rispetto alla versione caricata a sistema abbiamo corretto il testo dell'emendamento.
L'emendamento recita così. "Dopo il comma 4 dell'articolo 8 della proposta di legge n. 36 è aggiunto il comma 4 bis. Al fine di garantire migliori standard per le aziende turistiche di maggiori dimensioni e di nuova apertura in materia di eliminazione delle barriere architettoniche a) gli spazi comuni destinati all'attività devono essere accessibili anche ricorrendo ad opere provvisionali e dotati di servizi igienici per disabili; b) le strutture turistiche dotate di un numero superiore a 10 posti letto devono essere dotate di almeno una camera accessibile e dotata di servizio igienico per disabili; c) le strutture agrituristiche dotate di un numero superiore a 25 posti letto dovranno essere dotate di almeno due camere accessibili e dotate di servizi igienici per disabili".
Chiaramente la ratio è che le strutture molto piccole chiaramente non possono essere completamente adeguate, ma le strutture che prevedono degli investimenti per la loro realizzazione e che hanno delle dimensioni cospicue devono poter garantire un'accessibilità piena ai disabili e quindi dare delle camere accessoriate e accessibili per la fruizione da parte dei portatori di handicap.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 8, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 9 Emendamento rubricato n. 6) presentato dai Consiglieri Campo, Bertola Bono, Frediani e Mighetti: Al comma 9 dell'art. 9 della proposta di legge n. 36, le parole iniziali "In deroga" sono sostituite da "In conformità" e nel secondo periodo dello stesso comma 9 si aggiungono le parole "in deroga all'art. 50 della l.r.
5/2012", prima di "per tali piscine".
La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Questo emendamento è volto a correggere un'imprecisione legata all'utilizzo delle piscine delle strutture agrituristiche; questo perché in Commissione ci si è accorti che le definizioni usate, che dipendono da un accordo Stato Regioni del 2003, non erano state recepite nella legge regionale: ovvero vi era una citazione di quest'accordo all'interno della finanziaria 2012 (la LR n. 5/2012). E' importante perché la classificazione di piscina privata ad uso collettivo appare solo in quest'accordo Stato-Regioni quindi il comma di legge sarebbe stato privo di significato.
La prima versione del comma in oggetto, però, usava le parole "in deroga" all'inizio del comma e questo avrebbe significato anche in deroga alla classificazione che veniva recepita nell'articolo della legge finanziaria.
Di conseguenza cosa abbiamo proposto? Abbiamo proposto le diciture "in conformità" per la parte iniziale relativa alla classificazione e "in deroga" esclusivamente per la parte relativa all'obbligatorietà degli assistenti di vasca (i bagnini) per le piscine.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 9, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 10 Sul presente articolo insisteva un emendamento, rubricato n. 7), che è stato ritirato dai proponenti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 11 Indìco la votazione palese sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 Emendamento rubricato n. 8) presentato dai Consiglieri Campo, Bono Bertola, Frediani e Mighetti: Dopo il comma 1 dell'art. 13 della proposta di legge n. 36, è aggiunto il seguente: "1 bis - La Regione promuove l'attività agrituristica sul proprio territorio attraverso propri portali turistici, aggiornati in collaborazione con le organizzazioni turistiche locali".
La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Questo emendamento discende da una versione precedente. Visto che la proposta originale prevedeva la classificazione e la definizione di un marchio specifico, avremmo voluto collegare l'utilizzo di portali informatici già esistenti della Regione Piemonte - mi viene in mente, così per citare un esempio, quello del marchio Agriqualità - da un lato per promuovere l'offerta turistica piemontese, dall'altro per utilizzarli come feedback in "stile Tripadvisor" da parte dell'utenza, per avere anche un quadro della risposta all'offerta agrituristica piemontese.
Ebbene, venendo meno - o, meglio, trasferendosi - quella parte, anche per effetto di una più recente normativa nazionale sulla definizione di una classificazione e di un marchio caratterizzante gli agriturismi, quello che proponiamo con quest'emendamento è in ogni caso di promuovere l'attività agrituristica attraverso propri portali turistici, aggiornati in collaborazione con le organizzazioni turistiche locali.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Do atto per il verbale che il Consigliere Berutti, che non è riuscito a esprimersi tramite procedura elettronica, ha votato favorevolmente.
Indìco la votazione palese sull'articolo 13, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 14 Indìco la votazione palese sull'articolo 14.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 15 Indìco la votazione palese sull'articolo 15.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 16 Indìco la votazione palese sull'articolo 16.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 17 Indìco la votazione palese sull'articolo 17.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 Indìco la votazione palese sull'articolo 18.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 18 bis Emendamento rubricato n. 12) presentato dai Consiglieri Rostagno e Motta: Dopo l'articolo 18 è inserito il seguente articolo 18 bis: "Art. 18bis (Clausola valutativa) 1. La Giunta regionale rende conto periodicamente al Consiglio delle modalità di attuazione della presente legge e dei risultati ottenuti in termini di promozione e delle attività di agriturismo, di incremento dei livelli occupazionali e di diffusione dell'ospitalità rurale familiare nonché della semplificazione delle procedure.
2. Per le finalità di cui al comma 1 la Giunta regionale, decorsi tre anni dall'entrata in vigore della legge e con successiva periodicità biennale presenta alla Commissione consiliare competente e al Comitato per la qualità della normazione e la valutazione delle politiche, una relazione che fornisce le seguenti informazioni: a) in che misura la semplificazione delle procedure ha favorito il consolidamento e l'incremento delle attività di agriturismo sul territorio regionale con particolare riferimento all'aumento dei posti letto disponibili b) l'evoluzione occupazionale attribuibile all'attuazione delle misure previste dalla legge c) il contributo dato allo sviluppo dell'attività agrituristica dalla diffusione del modello di ospitalità rurale familiare previsto dall'articolo 6 d) una sintesi delle opinioni prevalenti tra gli operatori del settore riguardo l'efficacia dei singoli strumenti d'intervento nel favorire lo sviluppo del sistema agrituristico.
3. Le relazioni previste al comma 2 sono rese pubbliche unitamente agli eventuali documenti del Consiglio regionale che ne concludono l'esame.
4. Tutti i beneficiari degli interventi di cui alla presente legge pubblici e privati, sono tenuti a fornire le informazioni necessarie all'espletamento delle attività previste ai commi precedenti".
In accordo con i proponenti, diamo l'emendamento per illustrato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Il voto è esteso all'articolo 18 bis.
ARTICOLO 19 Emendamento rubricato n. 11) presentato dal Consigliere Vignale: dopo il comma 2) inserire un nuovo comma: "2bis. Le strutture già in esercizio alla data di entrata in vigore della presente legge devono adeguarsi a quanto predisposto dall'articolo 3 entro il 1 luglio 2015".
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Vista l'innovazione che l'articolo 3 porta alla presente legge nelle percentuali di utilizzo della stessa, prevediamo che relativamente a questo articolo, considerando che l'attuazione dei rimanenti articoli, in realtà avverrà con la scrittura del regolamento previsto dall'articolo 14, avvenga dal 1° luglio 2015.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale l'Assessore Ferrero, a nome della Giunta regionale, ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 19, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 20 Indìco la votazione palese sull'articolo 20.
Il Consiglio approva.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intanto per esprimere una valutazione positiva non solo rispetto al testo che ovviamente siamo in via di approvazione, ma rispetto alla modalità che ci ha condotto, devo dire, in un tempo relativamente breve.
Se consideriamo che la proposta di legge è stata depositata, credo, nel mese di luglio, la Commissione ha iniziato i propri lavori un mese e mezzo fa e in un tempo rapido, ma entrando molto nel merito, quindi non è stata un'approvazione rapida, perché non abbiamo voluto entrare nel merito. Anzi come i colleghi ricorderanno, era una legge nata non solo relativamente agli agriturismi, ma, come ricordava prima il collega Berutti, a tutte le attività connesse all'agricoltura.
Si è fatta una scelta, credo intelligente, di dare priorità a quella che oggi è la più grande attività connessa all'agricoltura che c'è all'interno della nostra regione, con più di mille aziende che fanno questo lavoro e garantiscono sia una ricettività che un'attività di presentazione della cucina e dei prodotti piemontesi all'interno delle loro tavole un'attività assolutamente significativa. Non per questo gli articoli che abbiamo deciso di abrogare non erano articoli importanti. Quindi, come abbiamo detto all'Assessore Ferrero, e lo ricordiamo, certamente un passaggio successivo sarà quello di provare a normare tutti gli aspetti delle attività connesse all'agricoltura, su temi particolarmente importanti anche da un punto di vista del FEASR, cioè dei fondi europei o di alcuni aspetti innovativi, ma che trovano sempre più definizione - pensiamo all'aspetto dell'agricoltura sociale.
Credo sia anche la dimostrazione di come, al di là di quale sia la prima firma apposta su un disegno di legge, quando si trova una condivisione, che più che altro è una condivisione che ha trovato quest'Aula, ma che prima di trovarla all'interno di quest'Aula, l'abbiamo trovata all'interno del mondo agricolo e agrituristico, quando c'è la volontà di condividere una finalità, allora a quel punto ci si ferma dovutamente anche nella Commissione competente, anche oggi in Aula, a provare a migliorare un progetto di legge approvato, ma per portare a casa un provvedimento utile.
Lo dico perché fa sempre molta notizia quando quest'Aula non produce dei provvedimenti utili. Un provvedimento utile, voluto da tutto il mondo agricolo, voluto da tutto il mondo agrituristico che quest'Aula ha approvato in tempi rapidi e all'unanimità, se non ricordo male, dei votanti, salvo l'astensione dovuta del Presidente del Consiglio, non so se è una buona notizia da un punto di vista mediatico, ma è certamente una buona notizia da un punto di vista di questo Consiglio. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Vignale.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Solamente per ribadire un po' quello che è stato l'incipit di questa seduta, anche perché le proposte emendative portate in Aula dal Movimento 5 Stelle sono state accolte.
Pensiamo che questa legge abbia fatto un giusto percorso, un giusto percorso in Commissione, perché l'esame della legge è partito con interventi esclusivamente sul merito, interventi di razionalizzazione del provvedimento da parte della Giunta che ci hanno consentito di lavorare un po' più nel dettaglio e con maggiore precisione, con interventi del Movimento 5 Stelle che hanno mirato ad alcuni aspetti particolari e alcuni aspetti di miglioramento generale della normativa andando a correggere alcune imprecisioni del testo originario.
Adesso andremo ad approvare questa legge, chiaramente, con il nostro voto favorevole, ma speriamo che nel corso di quest'anno e nei prossimi anni si possa lavorare anche sul PSR, andando a completare un percorso che nasce giustamente dall'indirizzo fatto con una legge regionale. Poi va con un compendio che è quello delle risorse europee e va a delineare un piano per implementare la capacità agrituristica della nostra Regione, oppure a migliorare le strutture esistenti.
In quest'ambito pensiamo di poter dare il nostro contributo anche con indirizzi rispetto a quelli che saranno i nuovi bandi per il finanziamento dell'agriturismo per andare in una logica che premi la qualità, che premi la sostenibilità dei prodotti dell'azienda agricola, la sostenibilità del territorio in riferimento alle aziende agricole. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Non essendoci ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 Consiglieri votanti 40 Consiglieri hanno votato SÌ 40 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Commercio ambulante

Richiesta, da parte del Consigliere Bertola, di comunicazioni della Giunta regionale in merito allo stato di attuazione dell'ordine del giorno n. 149 presentato dai Consiglieri Bertola, Bono, Mighetti, Frediani, Andrissi e Campo, inerente a "Disegno di legge n. 66: Disposizioni urgenti in materia finanziaria - Sospensione per 24 mesi per le imprese del commercio dall'obbligo ad ottenere, da parte del comune competente, il rilascio del modello di verifica della regolarità contributiva e fiscale dell'impresa denominato VARA, per svolgere attività su posteggio fisso o in forma itinerante"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 77, presentato dalla Giunta regionale, inerente a "Disposizioni regionali in materia di semplificazione" , di cui al punto 4) all'o.d.g. Il relatore di maggioranza è il Consigliere Rostagno; i relatori di minoranza sono i Consiglieri Bertola e Porchietto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola. Su cosa, Consigliere Bertola?



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Semplicemente perché questa mattina avevo chiesto comunicazioni all'Assessore De Santis, relativamente alla mancata attuazione dell'ordine del giorno n. 149, anche in considerazione del fatto che la scorsa settimana (giovedì scorso, 12 febbraio) c'è stata un'audizione presso la Commissione consiliare. Poiché il discorso non è finito lì, nel senso che è stata un'audizione e naturalmente in un'audizione non si prendono delle decisioni e non si fanno delle deliberazioni, la questione è rimasta aperta. Come ho detto questa mattina, per noi è ormai anche una pregiudiziale che va oltre il merito della questione.
Avevo chiesto ulteriori chiarimenti all'Assessore e lei, cortesemente mi aveva risposto che, se possibile, li avrebbe forniti nella giornata odierna.
Poiché l'Assessore De Santis è presente, tanto è vero che parlava con me fino a un minuto fa, e poiché abbiamo appena licenziato una proposta di legge largamente condivisa, pensavo potesse essere questo il momento giusto per tali comunicazioni. Grazie.



PRESIDENTE

Suggerirei sommessamente, poiché abbiamo dedicato la mattinata alle comunicazioni, di continuare i lavori. Affrontiamo la questione nella Conferenza dei Capigruppo e senz'altro l'Assessore De Santis prossimamente non si esimerà...
BERTOLA Giorgio (fuori microfono) Non si va avanti.



PRESIDENTE

Consigliere Bertola, lo facciamo martedì prossimo.
BERTOLA Giorgio (fuori microfono) Io sono corretto ed esigo correttezza.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



PRESIDENTE

Non mi può dire che non si va avanti. Si va avanti, perché si deve andare avanti.
BERTOLA Giorgio (fuori microfono) Presidente, posso diventare lungo e noioso, se volete. Guardate quanti emendamenti ci sono sul disegno di legge n. 77!



PRESIDENTE

Chiedo una sospensione dei lavori e una breve riunione della Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.05, riprende alle ore 17.25)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Commercio ambulante

Comunicazioni della Giunta regionale in merito allo stato di attuazione dell'ordine del giorno n. 149 presentato dai Consiglieri Bertola, Bono Mighetti, Frediani, Andrissi e Campo, inerente a "Disegno di legge n. 66: Disposizioni urgenti in materia finanziaria - Sospensione per 24 mesi per le imprese del commercio dall'obbligo ad ottenere, da parte del comune competente, il rilascio del modello di verifica della regolarità contributiva e fiscale dell'impresa, denominato VARA, per svolgere attività su posteggio fisso o in forma itinerante"


PRESIDENTE

Nella Conferenza dei Capigruppo si è deciso che l'Assessore De Santis svolgerà una comunicazione in Aula. Il Consigliere Bertola ha il diritto di replica, poi riprendiamo i lavori, così come da calendario.
La parola all'Assessore De Santis.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore alle attività produttive Grazie, Presidente.
La scorsa settimana, ho partecipato, in rappresentanza della Giunta all'audizione che si è tenuta in Commissione, con le associazioni di categoria rappresentative del commercio ambulante.
A seguito delle posizioni che sono state rappresentate in quella sede ho verificato l'emergere di perplessità all'interno della maggioranza; più che perplessità, direi esigenze di approfondimento rispetto all'immediata attuazione di un atto d'indirizzo del Consiglio, per poter capire se sia davvero quella la misura più idonea a risolvere le difficoltà in cui si trovano attualmente le categorie del commercio ambulante. Posso dire naturalmente, di condividere anche personalmente i dubbi della maggioranza rispetto ai quali è in corso di elaborazione una posizione che si tradurrà in una proposta di atto di indirizzo del Consiglio, per quanto è a mia conoscenza. Di conseguenza, la Giunta prenderà atto degli indirizzi che il Consiglio formulerà e a questi si atterrà. Questo, a titolo della Giunta regionale.
A titolo personale, voglio solo aggiungere - senza nulla togliere a quanto ho detto in precedenza, e dunque al fatto di condividere le perplessità della maggioranza dopo l'audizione, rispetto all'attuazione dell'ordine del giorno n. 149 - che, se nel mio precedente intervento in Consiglio, sollecitato da un'interrogazione a risposta immediata del Consigliere Bertola, ho usato toni o espressioni che possono essere stati giudicati, dal Consigliere medesimo, irriguardosi nei confronti suoi personali o delle sue legittime opinioni sul punto, di questo tengo a chiedere scusa. So di avere la tendenza ad esprimermi in maniera un po' tagliente, diciamo a non usare molte perifrasi - mettiamola in questo modo e posso capire che, conoscendoci da poco, questa modalità di espressione possa essere stata giudicata sgradevole, irriguardosa e irrispettosa. Tale sicuramente non voleva essere, perché il mio punto di vista è sulle cose e mai sulle persone che esprimono un giudizio diverso dal mio.
In ogni caso, se qualcuno ha ritenuto il mio comportamento irriguardoso, a titolo personale o nei confronti del rispetto che è dovuto al Consiglio, pertanto si sente ferito, offeso o sente che gli è stato mancato di riguardo e attribuisce un peso a ciò che è stato detto, io tranquillamente e sinceramente, mi scuso. Forse non prometto di non ripetere l'errore, perché ho un brutto carattere e magari ricapiterà, per se ricapiterà, sarà perché mi è scappato e, in ogni caso, di questo naturalmente chiedo scusa.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intanto, ringrazio l'Assessore per la comunicazione e, ovviamente accetto le sue scuse. Non è, però, una questione personale, almeno non lo era per me, ma è una questione oggettiva, nel senso che se anche mi fossi sentito offeso da lei, Assessore, o da qualsiasi altro Assessore o Consigliere, non ne avrei fatto una questione istituzionale, ma, al limite mi sarei chiarito tranquillamente in privato.
Pur non avendo io un bel carattere, come molte altre persone, non mi accanisco sulle questioni solo perché sono stato ferito nell'amor proprio (cosa che, peraltro, non è accaduta).
La questione ha due aspetti: uno riguarda il merito, e - ripeto - è stato presentato quell'atto di indirizzo da parte del Gruppo Movimento 5 Stelle, perché lo si riteneva necessario e perché c'erano state diverse persone e rappresentanti di più Associazioni di categoria degli ambulanti che lo avevano richiesto al nostro Gruppo consiliare.
Quell'atto di indirizzo è stato approvato all'unanimità, dopodiché si è deciso - non vado a ripercorrere tutti i passi - di non dargli attuazione pertanto ad essere - per usare quei termini - offeso non è il Consigliere Bertola e non è il Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle, ma l'intero Consiglio regionale.
Per arrivare al merito della questione, lo scorso giovedì è stata fatta un'audizione, perché è stata richiesta da due Associazioni di categoria (in particolare, quelle che hanno fatto - per così dire - delle democratiche e legittime pressioni affinché non venisse attuato quell'ordine del giorno).
Durante questa audizione - poi ci possono essere opinioni diverse ma per fortuna, ci sono i verbali - è emerso in modo chiaro che, al di là di queste due associazioni, tutti gli altri soggetti convocati concordavano fortemente con l'esigenza di sospendere il VARA, come primo passo necessario per avviare un tavolo di lavoro tra il Consiglio regionale, la Giunta e le associazioni di categoria per trovare delle soluzioni di un po' più ampio respiro.
Quindi, è per questo e non per altro che oggi ho chiesto, anzi ho preteso - tranquillamente, lo posso dire - che venissero fatte delle comunicazioni in Aula, perché, ripeto, sono state violate le prerogative del Consiglio regionale e l'offesa è stata fatta di più a tantissime persone, a centinaia e migliaia di piccole imprese che sono in grande difficoltà e che avevano avuto una speranza - parola che si usa ad altri livelli politici da esponenti di altre forze politiche - per una possibilità di avere un anno migliore. Speranze che sono state disattese.
Per questo volevo una comunicazione ufficiale in Aula. Poi nella prossima seduta il Consiglio con le sue prerogative farà tutti gli atti di indirizzo che ritiene opportuno e ciascuno valuterà se votare a favore o se votare contro. Però volevo una forte e chiara presa di posizione rispetto a questo, perché ritengo che sia utile dare una chiusura alla questione anche se a questo punto presagisco sia del tutto negativa.
Poi ciascuno si prenderà le proprie responsabilità. Ripeto: io ho visto una mancanza di rispetto al Consiglio regionale e anche francamente la sconfessione, anche se sono problemi della Giunta e della maggioranza, di un Vicepresidente della Regione. Grazie.


Argomento: Procedimento ed accesso atti amministrativi

Esame disegno di legge n. 77, inerente a "Disposizioni regionali in materia di semplificazione"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 77, inerente a "Disposizioni regionali in materia di semplificazione", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Rostagno, che ha facoltà di intervenire.



ROSTAGNO Elvio, relatore

Quando si parla di semplificazione, spesso la sola parola incute qualche timore da parte degli imprenditori e degli operatori, perché tutte le volte che si fa una legge sulla semplificazione succede che qualche incidente complichi la vita.
Però il momento economico ci impone di trattare con la massima attenzione questo argomento e credo che parlare di semplificazione voglia dire tre cose, e sono l'impegno che dobbiamo prenderci.
La prima cosa è quella che stiamo facendo ed è andare ad individuare nel complesso normativo così ampio quelle possibilità di correzione che migliorano la norma e ci semplificano la vita.
Probabilmente è un'azione di manutenzione ordinaria e credo che andrebbe fatta una volta all'anno, perché una volta all'anno, monitorando i vari problemi, vengono messe in evidenza quelle modifiche che riducono i costi delle imprese, delle strutture pubbliche e che migliorano la qualità del lavorare in senso generale.
C'è una seconda cosa, che è sempre più fondamentale e rispetto alla quale la nostra Regione è quella che ha espresso uno dei migliori impegni ed è quella della uniformazione delle procedure e delle modulistiche.
Per chi lavora in tutti i settori è un elemento essenziale sapere che quello che fai va bene ad Acqui Terme come a Novara. Sarebbe bello che fosse uguale a Novara, ad Acqui Terme, a Napoli e a Reggio Calabria. Per cominciamo già a lavorare per il Piemonte, anche se su alcuni settori la tendenza e l'orientamento è quello di avere delle uniformità a livello nazionale.
C'è poi un terzo elemento di semplificazione, ed è la semplicità delle leggi. Ne faceva cenno prima il Consigliere Bono, riferendosi ad altre norme di legge.
Dobbiamo fare un grande progetto - e potrebbe essere l'impegno di questa legislatura - di riordino legislativo per individuare dei testi unici, per accorpare in norme di settore quelle norme che sono sparpagliate in diverse leggi.
E' un lavoro complesso, perché necessita di grande professionalità necessita di tempo e necessita anche di uno sguardo di modernizzazione e di programmazione per il futuro. Ci va del tempo.
Certo, ci potrebbe essere lo sforzo che banalizzo nella considerazione che, se ogni volta che facciamo una legge riuscissimo ad eliminarne tre potrebbe già essere un piccolo percorso.
Questa norma di legge, come quella che abbiamo illustrato prima, ha avuto una condivisione ampia e partecipata, come ha sottolineato il Vicepresidente Reschigna nell'ultima seduta di Commissione.
Questa norma non ha visto contrapposizioni tra maggioranza e minoranza.
Abbiamo cercato tutti di metterci il meglio e il buon senso, pur con delle opinioni su alcuni aspetti che sono a volte differenti.
Abbiamo all'esame molti emendamenti e li visioneremo sicuramente non in questa seduta, ma mi auguro e invito tutti a prendere visione degli emendamenti con lo stesso spirito con il quale abbiamo percorso il cammino di analisi della legge in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al relatore di minoranza, Consigliere Bertola.



BERTOLA Giorgio, relatore

Grazie, Presidente.
Questo disegno di leggeri riguarda la materia della semplificazione. E' un disegno di legge che ha molti articoli ed è complesso, anche perché va a toccare una lunga serie di temi.
Anche l'esame che abbiamo avuto in I Commissione è stato piuttosto complesso, perché di volta in volta abbiamo lavorato sia con gli Assessori competenti per materia sia con i funzionari regionali.
Per la sua complessità il disegno di legge ha avuto un percorso non difficile ma comunque molto elaborato, che ha portato ad avere un testo licenziato che differisce per alcune parti dal testo originario presentato dalla Giunta, anche grazie alla collaborazione di forze di minoranza quali ad esempio il Movimento 5 Stelle, che ha analizzato il testo ed è andato a proporre delle modifiche e delle migliorie che, in alcuni casi, sono state recepite.
Il disegno di legge si divide in Capi, ciascuno dei quali riguarda una specifica tematica.
Il Capo I riguarda il commercio e contiene in buona sostanza il recepimento di normative nazionali. In questo caso abbiamo cercato di dare un po' di omogeneità agli iter per i vari atti amministrativi e di favorire la trasmissione telematica dei documenti.
Il Capo II riguarda il turismo con delle norme di carattere eccezionale per favorire l'Expo che ci sarà nel 2015. In parte vi è uno svecchiamento di normative che negli anni si sono frammentate, sia per quanto riguarda il turismo sia per altri aspetti interessati da questo disegno di legge. Se da una parte si arriva a semplificazioni, a nostro avviso non sempre condivisibili, dall'altro non siamo arrivati - e francamente non so quando ci arriveremo - ad avere delle sorti di testi unici per ogni argomento, una legislazione chiara per ogni aspetto dell'amministrazione regionale, e non dei continui rimandi da una legge all'altra.
Questo è già stato osservato dal mio collega Bono e dal relatore di maggioranza che mi ha preceduto.
A nostro avviso, questo Capo sul turismo contiene un aspetto critico sul quale vorremmo ancora lavorare con degli emendamenti, relativamente alla parte riguardante gli alberghi diffusi, nello specifico l'articolo 16.
Ci sono aspetti sui quali non siamo d'accordo, come le caratteristiche che dovrebbero avere questi alberghi diffusi. Tanto per fare un esempio: noi vorremmo contenere entro un chilometro la distanza tra uno stabile e l'altro di un albergo diffuso. Siamo d'accordo che l'albergo è diffuso, ma oltre un chilometro parrebbe troppo, nel senso che verrebbe a perdersi la nozione di albergo.
Ancora: gli stabili devono essere nello stesso Comune, quindi all'interno dello stesso perimetro comunale. Non sembra giusto e sensato prevedere alberghi diffusi nei Comuni grandi, nei Comuni di più di 15 mila abitanti.
In particolare, su questo aspetto si concentrerà l'attività emendativi della nostra discussione in Aula.
Il Capo III riguarda l'ambiente, anche qui con norme di semplificazione e una regolamentazione regionale di un provvedimento legislativo abbastanza nuovo, il DPR 59 del 2013, attinente all'autorizzazione unica ambientale.
E' stato demandato ad un regolamento regionale l'attuazione delle norme sull'autorizzazione unica ambientale.
Il Capo IV riguarda suolo e foreste. Viene semplificato l'iter burocratico per la realizzazione di opere pubbliche in area soggetta a pericolosità geologica, e poi ci sono norme, in parte da noi contestate sulle autorizzazione relativi ai tagli degli alberi.
C'è poi la parte riguardante l'agricoltura, dove forse l'aspetto più saliente è la dematerializzazione del procedimento amministrativo per la gestione delle pratiche in materia di agricoltura e sviluppo rurale.
Il Capo VII riguarda le attività estrattive, dove abbiamo rilevato alcune criticità. In generale, la semplificazione passa attraverso l'introduzione del silenzio-assenso; e l'articolo 39, comma 8, ha un aspetto che per noi è critico. Riguarda i residui di coltivazione e lavorazione di materiali lapidei che potrebbero essere riutilizzati come materia di riempimento dei vuoti di cava. A nostro avviso, questo aspetto viola la direttiva europea 2006/21/CE, peraltro non ancora recepita a livello nazionale.
C'è poi l'articolo 41, che elimina l'obbligo della presenza di tre esperti alla Conferenza dei Servizi (uno esperto in geologica e giacimenti uno in tecnica mineraria e uno in sistemazione idraulico-forestali). Noi riteniamo che non più prevedere tre tecnici di questo tipo sia sbagliato.
Il Capo VIII riguarda l'energia, con recepimento di normative europee e comunitarie.
Sul Capo IX, riguardante l'edilizia e l'urbanistica, rimane aperta la questione che ormai si sta trascinando da tempo, partita dal disegno di legge n. 67, relativa ai sottotetti e alla proroga del cosiddetto "piano casa". Anche qui sollecitiamo fortemente, ma su questo sono incorso ragionamenti anche con la maggioranza, una revisione dei regolamenti regionali.
La parte sui trasporti riguarda, in buona sostanza, i requisiti di età per i veicoli adibiti all'attività di noleggio di autobus. E' stato messo un limite di 15 anni, nel caso di veicoli che hanno più di un milione di chilometri.
La parte riguardante la sanità, gli articoli dal 49 al 52, contiene un articolo interessante, perché la Regione incrementa i livelli di trasparenza con un elenco on line dei testi integrali di tutti gli atti e provvedimenti amministrativi adottati dalle aziende sanitarie regionali che erano già stati pubblicati altrove. Un'iniziativa per la trasparenza sicuramente accettabile.
Per noi il Capo riguardante la cultura ha qualche criticità. E' stato tolto il riferimento all'annualità nell'erogazione dei contributi regionali, e questo potrebbe anche presagire ad una frequenza superiore all'anno dell'erogazione di questi contributi, visto anche le condizioni in cui versa il bilancio della nostra Regione e visti i continui tagli alla cultura.
Su alcuni aspetti si dà maggiore discrezionalità alla Giunta e questo è un altro aspetto critico che troviamo in altri articoli del disegno di legge.
C'è quindi una tendenza a delegificare, oltre che a semplificare. Anche in questo caso manca una vera legge quadro, quindi anche qui, secondo noi la semplificazione passa attraverso dei testi unici.
C'è poi un altro aspetto critico all'articolo 54, perché si limita alla platea dei destinatari dei fondi, rischiando di tagliare fuori le realtà più piccole.
Questo disegno di legge, quindi, contiene parti che riteniamo condivisibili, ma altri che riteniamo critici. Vedremo nel corso della discussione in Aula se ci sarà la possibilità di migliorare alcune parti del testo.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale sul provvedimento.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Grazie, Presidente.
Innanzitutto voglio ringraziare i colleghi che in seno alla Commissione hanno fatto un lavoro da approfondimento puntuale e costruttivo. Io non vi ho partecipato, ma quello che esaminiamo oggi è il frutto di un lavoro che parte dalla proposta di Giunta, ma che è stato molto arricchito dalla fatica e dal concorso delle esperienze e delle proposte di tanti colleghi.
Volevo sottolineare che questo testo recepisce una proposta del nostro partito. Sono molto contento che sia stata recepita qui perché tentammo invano di inserirla nella scorsa legislatura. Ci fu negato, ed oggi, che siamo in maggioranza, lo realizziamo.
Si tratta della norma sugli albi pretori delle ASL. Noi non innoviamo per quanto concerne l'obbligo di pubblicità degli atti delle Aziende Sanitarie, perché è previsto dalla legge e quindi non potremmo cambiare questo adempimento, ma creiamo un obbligo in più, un obbligo che la Giunta regionale si carica oggi sulle spalle. Spero che gli Assessori competenti ne siano consapevoli, perché noi chiederemmo puntuale rispetto dell'adempimento di questo obbligo. L'obbligo consiste nel creare un sito che mantenga on line tutti i documenti già pubblicati negli albi pretori delle singole ASL, cioè un sito in cui i cittadini possano trovare d'ora innanzi, senza vincoli di tempo, tutti gli atti delle aziende sanitarie locali: i bandi, i vincitori dei bandi, e tutto ciò che oggi viene pubblicato e che viene immediatamente rimosso dopo il termine legale.
Se questo adempimento fosse stato attuato dieci anni fa, non avremmo scoperto, nella Commissione di indagine sugli appalti della scorsa legislatura, che molti appalti venivano rinnovati tacitamente senza gara in alcuni casi che venivano rinnovati tacitamente senza gara e, in alcuni casi, venivano rinnovati per via orale, senza nessun atto scritto.
Questo è un adempimento molto importante, perché dà certezza del diritto. Prego la Giunta regionale di prenderlo con serietà. Si tratta di un adempimento che non si realizza da sé, implica un po' di coordinamento quindi sarebbe antipatico scoprire tra un mese che nulla si è fatto perch nessuno l'ha letta. E' una norma importante e richiamo all'adempimento della stessa.
Mi sia consentito anche riprendere alcune osservazioni che ha sollevato il relatore Rostagno. Durante la campagna elettorale alcuni si sono impegnati, in particolare, sul tema della semplificazione. Un grande costituzionalista italiano, Michele Ainis, dice che le leggi italiane sono coriandoli nel carnevale del diritto: scriviamo, scriviamo, scriviamo e lasciamo le cose appese. Non è una novità nel nostro ordinamento. Il professor Ferrari potrebbe insegnarci come già Manzoni ne "I Promessi Sposi" imputasse questa proliferazione normativa come una delle cause del mal governo, seppure degli spagnoli, seppure nella Lombardia e non in Piemonte. Su questo dobbiamo agire. Questa legge di semplificazione è una cosa importante.
Ha ragione il Consigliere Rostagno: deve essere un adempimento, non un una tantum. A livello nazionale c'è la legge annuale di semplificazione, il Vicepresidente Reschigna è sensibile su questi temi e spero si dia corso anche ad una stabilizzazione di questa procedura. Credo che noi si debba dare una mano, come Consiglio regionale, facendo poche leggi e facendo leggi che siano fondamentali per l'attuazione del programma di governo.
Nelle scorse legislature si è fatto molto, qui credo possa servire più lei, Presidente Laus, che non la Giunta regionale: arrivare ad una semplificazione del quadro del diritto che abbiamo. Il mio sogno è realizzare un modello simile agli United States Code, cioè un sistema in cui tutte le norme vigenti nel nostro ordinamento regionale vengono risistemate, catalogate in maniera tale che un operatore possa trovare agevolmente tutto. Oggi occorre il tom-tom per navigare nella legislazione delle Regioni italiane del nostro Paese. Credo che, parallelamente a questo, dobbiamo riutilizzare e rivitalizzare gli strumenti dell'analisi di impatto della regolamentazione, ex ante, e della valutazione di impatto della regolamentazione, ex post. E' un'attività che abbiamo fatto fino ad ora, ma in modo poco sistemico. Questo è la frontiera del Consiglio regionale.
Credo che nel futuro ridisegnare il nostro ruolo significhi fare poche leggi, controllare quello che viene fatto e misurarlo: legiferare meno e legiferare meglio. C'è un comitato di valutazione della qualità della normazione, attualmente presieduto dal Consigliere Pichetto, che credo possa fare molto.
Infine la reingegnerizzazione dei procedimenti amministrativi. Molte cose sono complicate, non perché scritte in leggi complicate, ma perch l'architettura di sistema che abbiamo fatto implica un sacco di passaggi.
Devono essere fatte, è un adempimento pazzesco. Quando nel 1997 il Ministro Bassanini scrisse la legge n. 59, iniziò quest'opera e fece un elenco di 114 procedimenti amministrativi da semplificare, il risultato fu molto modesto. Ad ogni semplificazione, si levano i contrari che sono i portatori di interessi diffusi che vogliono mettere becco su questa partita. E' una grande azione politica da fare che non paga nell'immediato, ma che paga nella sostanza.
Credo che questo disegno di legge di semplificazione, al netto delle cose che va a semplificare, possa essere un importante passo nella direzione che auspico diventi la direzione politica di tutta la legislatura. Cercare di fare diversamente dal passato: meno leggi, fatte meglio, in un quadro sistemico maggiore, con un adempimento complessivamente meno gravoso per la pubblica amministrazione e per i cittadini.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
In un'analisi generale e complessiva del disegno di legge che andiamo a discutere, le affermazioni fatte da chi mi ha preceduto possono essere assolutamente condivise da tutta l'Aula.
La nostra Nazione, sotto il profilo della difficoltà dell'orientamento legislativo da parte del cittadino, piuttosto che dell'impresa, piuttosto che di coloro che sono soggetti all'applicazione della legge è una delle Nazioni che, in assoluto, rappresenta una difficoltà dell'applicazione delle leggi medesime, vista la giungla dentro la quale ci si incammina.
Questo è sicuramente un atto importante, che riteniamo anche noi come l'inizio di una procedura normale che deve diventare tale nell'ambito dell'Aula; una semplificazione che incida pesantemente, anche in modo più coraggioso di quanto non si faccia con questo decreto, che interviene sicuramente in taluni settori.
Forse alcuni settori come quello dell'edilizia, della semplificazione ambientale piuttosto che nell'ambito della escavazione lapidea, dovranno essere rivisti con precisione e con più dettaglio in leggi specifiche o annullandole o inglobandole fra di loro, affinché ci possa essere un pensiero unico da questo punto di vista.
L'abitudine a livello nazionale è che su taluni leggi inseriamo norme diverse rispetto a quelle generali per cui la legge è stata scritta, magari troviamo norme che non c'entrano nulla con la filosofia di quella legge inserite perché si ha fretta, quindi con una difficile comprensione per chi poi va ad esaminare la legge medesima.
Penso che questo possa essere un elemento positivo, ma non esaustivo.
Non esaustivo, perché deve diventare un elemento di lavoro che affronteremo più avanti nell'ambito delle rispettive semplificazioni sulle varie materie, non ultima quella dal punto di vista urbanistico che stiamo discutendo nella Commissione dove è appena iniziata la discussione. Ma in un disegno di legge di questo genere non è contenuta alcuna norma che va in quella direzione che, invece, dovremmo riprendere.
Tenete presente che oggi, anche dal punto di vista dei controlli che in varie situazioni i cittadini si trovano ad operare, abbiamo soggetti diversi che possono fare gli stessi controlli. Pensate ad ARPA, ASL e Forestali: tre enti differenti che fanno gli stessi controlli, nell'ambito della stessa azienda. Forse sarà il caso che, in un ambito di provvedimento legislativo, si esaminino anche queste situazioni che vanno a ledere l'attività imprenditoriale, e non solo, svolte nella nostra regione.
Alla fine della fiera, come avevo già detto in altri interventi, deve essere sicuramente esaminata una migliore vivibilità del cittadino piemontese, in un ambito di competitività del sistema Piemonte rispetto al sistema Italia, rispetto alle Regioni che ci sono vicine. In particolare la Regione Lombardia sotto il profilo industriale è sicuramente un competitor importante per il Piemonte.
Se riusciamo a costruire un sistema Piemonte che abbia una semplificazione legislativa che vada ad incidere pesantemente rispetto al sistema delle leggi piemontesi, potremmo instaurare un circolo vizioso positivo di insediamento di aziende nella nostra zona, altrimenti nella macchina che trascina l'Italia, la parte più produttiva della nostra Nazione, che sono le Regioni del Nord, il Piemonte in questo momento fa fatica ad essere protagonista rispetto ad altre Regioni come il Veneto l'Emilia Romagna o la Lombardia.
Ecco, questo è il concetto sul quale noi andremo ad analizzare e a fare proposte anche durante il dibattito in Aula, perché le abbiamo già avanzate in Commissione e alcune delle nostre iniziative sono state anche accettate.
Cercheremo di proporre ulteriori miglioramenti che possano incidere nell'ambito della filosofia del testo presentato dalla Giunta e rielaborato dalla Commissione.
Sicuramente, però, vorremmo poi anche porre l'accento, come abbiamo già fatto in sede di discussione delle varie leggi di bilancio che abbiamo avuto in passato, sul fatto che molti dei nostri emendamenti sono stati bocciati in quella sede per essere fatti propri nelle leggi successive che venivano presentate dalla Giunta. Ci fa dunque piacere che in quella sede noi presentiamo questi emendamenti, che poi vengono puntualmente recuperati dalla Giunta e inseriti in leggi specifiche.
Con lo spirito positivo della considerazione che vorremmo fare sulle semplificazioni amministrative nell'ambito dell'applicazione delle leggi nella nostra Regione, quindi, lavoreremo anche per migliorare questo testo sperando di poter offrire dei punti di confronto sicuramente migliorativi al testo di legge che è stato presentato. E sempre con questo spirito vorremmo portare a compimento una semplificazione legislativa - o un primo progetto di semplificazione legislativa - che possa diventare un punto di riferimento, anche nell'ambito dei lavori delle Commissioni, per attività che andremo ad individuare poi di volta in volta, come dicevo prima, nel contesto della possibile competitività del sistema Piemonte rispetto al sistema Italia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come veniva ricordato dal collega Sozzani e da altri colleghi, questo è certamente un provvedimento che, non fosse altro a partire dal titolo ("Disposizioni regionali in materia di semplificazione"), è certamente una delle priorità - se non, io ritengo, la priorità - che la nostra Regione si deve porre, anche per un aspetto congiunturale e pragmaticamente da considerare: non abbiamo un euro per ridurre la pressione fiscale alle imprese - anche di quell'imposta che sarebbe nelle nostre disponibilità come l'IRAP - sappiamo che la burocrazia costa, tanto alle imprese quanto alla stessa Pubblica Amministrazione, e l'unica cosa che siamo in grado di fare e che possiamo fare è semplificare.
Si tratta della vera sfida che anche la precedente Amministrazione aveva cercato di giocare e che l'attuale deve giocare, peraltro su un tema che è trasversale; poi, la parola semplificazione è una parola sulla quale ci troviamo tutti d'accordo, ma comprendere come si semplifica non è sempre semplice. E credo che dovremmo ricordarci di questo titolo e di questa volontà non solo quando redigiamo il disegno di legge in materia di semplificazione, ma ogni qualvolta redigiamo un provvedimento di legge.
Infatti, se noi proviamo a mandare la nostra mente alle discussioni che facciamo in sede di Commissioni consiliari, quando trattiamo di un provvedimento, vediamo - e questo riguarda qualunque Gruppo consiliare che molto spesso, per voler regolamentare, per voler controllare maggiormente, per voler essere più garantiti da un punto di vista della vigilanza, in realtà inseriamo degli articoli di legge che partono da propositi certamente condivisibili, ma che si trasformano in burocrazia.
Il Consigliere Pichetto spesso mi ricordava, quando facevo l'Assessore che meno deliberavamo meglio era, perché più delibere e leggi venivano fatte - estremizzava - e più si creava della burocrazia. Questo ovviamente non è sempre vero ma, come dicevo, è importante che la stessa ratio con cui abbiamo cercato di intervenire all'interno del provvedimento - ad li là della valutazione del singolo articolo - sia quella che un po' muove noi e questo Consiglio nel cercare di semplificare sempre di più molti aspetti della nostra attività amministrativa e soprattutto legislativa.
Non mi soffermo più di tanto, quindi, su alcuni Capi o articoli del provvedimento, che da qualche parte semplificano e da altre parti danno omogeneità - penso ai Capi sul turismo - a norme regionali che avevano pezzi delle stesse sparsi un po' all'interno di più leggi. Questo è certamente un aspetto positivo, come positivo credo sia stato quello riferito anche ad alcuni emendamenti che noi abbiamo presentato, di semplificare senza apportare alcuna modifica alla situazione vigente.
Prendo un emendamento da noi presentato, che poi è stato sostituito da un emendamento della Giunta, per usarlo un po' come paradigma. Quando abbiamo previsto, non ricordo in quale articolo, la proroga sulle autorizzazioni estrattive già concesse, purché non superassero il quantitativo concesso, abbiamo scritto una chiara disposizione che fa risparmiare dei soldi alle imprese - e certamente questo è un aspetto positivo - ma fa risparmiare anche tempo e denaro alla Pubblica Amministrazione, che poi è il soggetto che deve seguire quel tipo di autorizzazione.
Crediamo - e sarà oggetto di alcuni emendamenti - che, relativamente alle disposizioni in materia ambientale, si possa fare qualche piccolo passo in avanti, se non altro differenziando i tempi delle concessioni in ordine alle potenze richieste. Questo determina una grande differenza nel poter utilizzare delle fonti energetiche ancora ampiamente utilizzabili anche, per esempio, l'idro - ma su quantitativi molto piccoli. Oggi questo accade poco, all'interno della nostra Regione e non solo, per un motivo molto banale: essendo per un imprenditore (e non solo per un imprenditore) il tempo denaro, se per un'autorizzazione ci si impiega tre anni, non si fa una richiesta da 50 kilowatt, ma si fa che farla da 500, così si impiega del tempo che però ritorna, poi, da un punto di vista economico.
Concludo con due aspetti che crediamo siano positivi, sempre considerando parti del provvedimento. E' certamente positiva l'abrogazione della legge n. 13, ma questo lo vedremo poi quando entreremo nel merito della legge stessa. Altro elemento positivo è l'articolo 64, che è quello della razionalizzazione dei controlli. Lo diceva prima il collega Sozzani: molto spesso, Enti che sono direttamente controllati dalla Regione, o suoi Enti strumentali - quindi le ASL, l'ARPA, gli Uffici regionali stessi, i Comuni, le Province (il Pubblico in generale) - intervengono con controlli prescrizioni, vigilanza nei confronti delle imprese, magari a un mese di distanza gli uni dagli altri, magari dando anche prescrizioni differenti l'una dall'altra.
Allora, l'aver introdotto l'articolo 64 sulla razionalizzazione e semplificazione dei controlli sulle imprese non risolve con un articolo quello che è un costume che esiste - non dico neanche che sia un malcostume, ma è un costume che esiste, per cui ogni soggetto tende ad andare per sé - ma certamente è un principio estremamente positivo che va inserito.
Sottolineiamo che ripresenteremo l'emendamento relativo all'indennizzo fosse anche per un solo euro, della Pubblica Amministrazione nei confronti di chiunque faccia una domanda alla Pubblica Amministrazione, sia esso un cittadino, sia essa un'impresa, e la Pubblica Amministrazione non abbia rispettato i tempi.
Dicevamo fosse anche di un euro, perché riteniamo che la Pubblica Amministrazione non deve essere solo trasparente, deve essere anche equa.
Se noi legittimamente, il 1° marzo di quest'anno andremo a chiedere ai cittadini piemontesi che ancora non hanno pagato il bollo una sanzione troviamo altrettanto legittimo, non fosse altro inizialmente dal un punto di vista culturale per andare ad aumentare in seguito l'indennizzo, che la Pubblica Amministrazione, se non rispetta i tempi dettati da norme nazionali o regionali, debba riconoscere al soggetto terzo, un cittadino o un'impresa, che ha presentato domanda, qualora non abbia espletato la sua pratica in tempi rapidi.
Perché, secondo noi, sarebbe utile anche un euro? Perché è evidente che responsabilizza quel responsabile di procedimento che ha causato il danno di un euro nei confronti del soggetto terzo.
Poi, se l'indennizzo non fosse di un euro, ma di un po' di più non pagherà mai il tempo perso, ma equipara la Pubblica Amministrazione ai cittadini. Se ritardo rispetto a un tempo dato, i cittadini piemontesi qualora debbano pagare l'IRAP sono sanzionati, se ritardano qualora debbano pagare il bollo sono sanzionati, se ritardano rispetto ad altri pagamenti nei confronti della Pubblica Amministrazione sono sanzionati, la Pubblica Amministrazione deve essere equa.
Infine, concludendo, la parte più difficile. Noi oggi stiamo iniziando la discussione sulla semplificazione di "enne" leggi regionali. Il 90 della burocrazia regionale sta all'interno dei regolamenti.
Lo dico senza citare la norma, altrimenti chi ha redatto il regolamento si offende: quando facemmo una norma, ne uscì una domanda semplice, la domanda semplice era di 11 pagine. E' evidente che, anche relativamente a ciò che intendiamo come semplice o complesso, ci sono modalità che devono guardare alla possibilità dei cittadini di redigere delle domande che presentano alla Regione Piemonte senza avere necessità di un professionista.
Quindi, pur prendendo positivamente questo aspetto, crediamo che la vera partita la dovremmo affrontare nella scrittura dei regolamenti. In alcuni emendamenti che presenteremo proveremo già ad intervenire dando delle indicazioni nel merito senza fare adesso gli esempi, perché ho già sforato troppo il tempo a mia disposizione, ma certamente continuando in quella che è un'attività positiva e, come dicevo in apertura, l'unica che possiamo applicare a vantaggio delle imprese e dei cittadini piemontesi.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come è stato detto, questo provvedimento è molto denso di articoli e di contenuti, anche complesso da un certo punto di vista, anche se dovrebbe parlare di semplificazione, ma è ovvio che sono molte le norme che avevano bisogno di una "rinfrescata" e almeno di un tentativo, che non sempre è riuscito, di semplificazione o miglioramento dell'attuazione delle stesse.
Fermo restando che tendenzialmente sono sempre un po' contrario ai disegni di legge cosiddetti "omnibus", cioè che toccano tanti argomenti sono a maggior ragione contrario quando si inserisce in uno di questi disegni di legge non tanto una modifica di una legge già esistente, ma un testo nuovo, una fonte normativa nuova all'interno di questo provvedimento.
Mi riferisco soprattutto alla parte del turismo, quindi salto a piè pari il primo Capo, che si occupa di semplificazione in materia di commercio, di cui ha già parlato il nostro Capogruppo co-relatore di minoranza, che recepisce in parte alcune modifiche anche richieste dall'implementazione e rinnovamento della normativa nazionale.
Per quanto riguarda il Capo II, "Semplificazione in materia di turismo", mi concentrerò soprattutto sulla prima sezione riguardante le semplificazioni in materia alberghiera.
Come ho avuto modo di dire in Commissione e anche nell'analisi della PDL n. 36 riguardante l'agriturismo, credo che di tutto abbia bisogno il settore del turismo, almeno dal punto di vista della parte normativa tranne che di un nuovo pezzo di legge all'interno di un'altra legge di semplificazione.
Quindi, come ho avuto modo di dire all'Assessore Parigi, ma lo ribadisco anche all'Assessore Vicepresidente Reschigna e al Presidente Chiamparino, inserire una parte riguardante - cioè una nuova legge proprio! la classificazione delle aziende alberghiere all'interno di un provvedimento di legge che riguarda in generale la semplificazione, secondo me, non semplifica nulla. Anzi, complica le cose ulteriormente.
Sappiamo che, ad oggi, la legge regionale quadro sulla classificazione delle aziende alberghiere è la n. 14 del 1995, quindi in Commissione ho illustrato una serie di emendamenti, che ho ripresentato qui in Consiglio che semplicemente trasferivano e trasformavano gli articoli riguardanti appunto, la prima Sezione del Capo II da nuovi articoli di legge a modifiche degli articoli della legge quadro sulla classificazione delle aziende alberghiere, cioè la n. 14 del 1995.
Questo corrisponde proprio ad un vero e reale criterio di semplificazione, cioè, se un domani uno dovrà cercare sui motori di ricerca la nuova, anzi nuovissima, perché la legge precedente si chiama "Nuova classificazione delle aziende alberghiere", classificazione delle aziende alberghiere dovrà andare a cercare in un disegno di legge regionale che comprende tanti altri temi in materia di semplificazione, quindi magari la non troverà sotto la categoria "turismo e attività correlate".
Già questo è un primo rilievo di problematica che tendo a sottolineare per cui - ribadisco - ho presentato un emendamento per ognuno degli articoli, dal 13 al 25 con modifiche della rubrica.
Andando invece nei contenuti, proprio perché comunque la forma è sicuramente sostanza, ma poi bisogna andare realmente nei contenuti, la rivisitazione della normativa sulla classificazione delle aziende alberghiere non introduce grandi novità, anzi mi sentirei di dire che non introduce nessuna novità. In effetti, sono un po' perplesso. E' vero che cambiano magari quelle che sono le dichiarazioni per l'assegnazione certificata di inizio attività, che recepisce una normativa di legge aggiorna gli obblighi e i divieti e le sanzioni che, dal mio punto di vista, rimangono comunque sanzioni ancora abbastanza contenute - parliamo di sanzioni da 1.000 a 6.000 euro.
Penso che, forse, ci sia bisogno e necessità, per coloro i quali svolgono un'attività alberghiera in maniera illegale e non autorizzata forse, di sanzioni maggiori, perché già immagino come sia abbastanza difficile effettuare i controlli. Ricordo che i controlli li effettuano i Comuni, quindi la Regione di per sé non avrebbe alcuna potestà regolamentare, di controllo e di vigilanza e neanche di sanzionamento quindi penso che forse possa più fungere da deterrente una sanzione più elevata.
L'inserimento dell'articolo 16, che riguarda gli alberghi diffusi inseriti anche nella tipologia di cui all'articolo 15, ci viene venduto come innovazione, ma voglio ricordare che l'albergo diffuso era già stato normato ed introdotto da un articolo di una legge collegata alla finanziaria approvata nel 2014. Parliamo di una norma di un annetto fa, che prevedeva già l'albergo diffuso: una specificità di struttura alberghiera ricettiva già molto presente e radicata in altri territori regionali e che ha addirittura un'associazione che la rappresenta (l'Associazione Nazionale Alberghi Diffusi).
L'albergo diffuso è caratterizzato da indicazioni in un contesto di tipicità montana o rurale, in cui vengono valorizzati degli edifici, delle strutture già esistenti, con un insieme che tende a valorizzare anche le attività presenti sul territorio (commerciali, artigianali e produttive) quindi è anche un obiettivo di ripopolamento di aree marginali, montane e rurali che negli ultimi decenni hanno perso molti dei loro abitanti.
Qui, si prevede una tipologia di albergo diffuso che non presume queste specificità, ma che viene assolutamente liberalizzato, come ha detto in Commissione l'Assessore Parigi. Diamo, pertanto, un contenitore molto largo, amplissimo, e poi saranno gli imprenditori a decidere.
Noi crediamo che questa non debba essere una nuova forma imprenditoriale, ma debba essere una specificità legata ad alcuni territori marginali, rurali o montani, e che possa valorizzare questi contesti particolari dal punto di vista paesaggistico, enogastronomico, chi più ne ha, più ne metta.
Siamo, invece, molto contrari ad una proposta di liberalizzazione, così come siamo contrari all'annullamento dei vincoli di distanza tra lo stabile che ha al proprio interno la sede di ricevimento e la sala di uso comune rispetto agli stabili in cui vengono localizzati gli alloggi o le stanze per uso ricettivo. In questa modalità - e lo dico anche al Presidente Chiamparino - un albergo diffuso potrebbe avere la sala di ricevimento a Torino e magari le stanze e gli alloggi nelle Valli di Lanzo, nell'alta Val di Susa, ecc. Non avrebbe alcun senso! Immaginate una persona che va a fare la registrazione a Torino e poi deve prendere la macchina e percorrere magari 50 chilometri per andare a dormire e la mattina seguente ripercorrere 50 chilometri per fare la colazione. Mi sembra fantascienza! Tra l'altro - a parte questa facile ironia - è ovvio che si presenta anche un problema di sicurezza e di controlli. Infatti, sapete che in un albergo viene chiesta la carta d'identità, anche per questioni di sicurezza; voglio vedere come potrebbero avvenire i controlli di sicurezza e quelli fiscali, qualora ci fosse un'ubicazione di questo genere.
Pertanto, noi chiediamo una regolamentazione delle distanze: la precedente norma prevedeva 1 km; noi accetteremmo anche un chilometro anche se dai dati dell'Associazione nazionale degli alberghi diffusi la distanza consigliata sarebbe di 500 metri, perché 500 metri li si pu percorrere a piedi, mentre un chilometro inizia a diventare un pochino più difficile, avendo magari del bagaglio, ecc. Inoltre - e chiudo - chiediamo che le strutture siano ubicate nello stesso Comune. Non si può pensare che siano sparse su più territori comunali, altrimenti viene meno la valorizzazione di cui dicevo.
Per noi, quindi, il Capo II è una pregiudiziale allo svolgimento, alla prosecuzione dell'analisi del testo di legge. Speriamo di vedere accolti i nostri emendamenti che vanno in un senso migliorativo e che non sono stati accolti in Commissione, anche perché il Consiglio regionale, a prescindere dal parere della Giunta, ha una sua autonomia (che noi cerchiamo di stimolare sempre più).
Ci sarebbe da dire molto altro sugli altri temi, ma ha già parlato il relatore di minoranza e probabilmente interverranno anche altri colleghi pertanto, avendo anche superato i dieci minuti di intervento a me concessi chiudo qui. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Richiamo, da parte del Consigliere Gariglio, su gravi fatti di intimidazione avvenuti in Val di Susa nei confronti del Consigliere Ferrentino e dell'Assessore Saitta


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gariglio; ne ha facoltà.



GARIGLIO Davide

Chiedo scusa, Presidente. Voglio fare un intervento estraneo all'argomento che stiamo trattando oggi.
Credo sia doveroso portare a conoscenza dell'Aula un fatto che ritengo estremamente grave. Nella mattinata di oggi è pervenuta, all'ufficio postale di Sant'Antonino di Susa, una busta indirizzata al Consigliere Antonio Ferrentino, contenente un proiettile e frasi minatorie rivolte all'indirizzo dello stesso Ferrentino e minacce di morte indirizzate all'Assessore alla sanità della Regione Piemonte.
Ritengo che questo fatto sia molto strano. Non trovo nulla da sorridere su questa vicenda, che è indice di una cultura pericolosa, che si sta diffondendo in valle. Più volte abbiamo detto che la tolleranza eccessiva di illegalità avrebbe comportato una escalation: ecco, questo atto lo trovo estremamente significativo, estremamente pericoloso ed inquietante. Tocca delle persone che adempiono un mandato istituzionale e che possono avere sulla TAV un'opinione che non tutti in quest'aula magari condividono, ma fanno il loro lavoro, portano avanti il loro mandato, rappresentano la fiducia che i cittadini hanno accordato loro e a quest'Aula.
Trovo estremamente grave questo problema e ho fiducia che le Forze dell'Ordine e la Magistratura possano reprimere questo fenomeno ed individuare i responsabili.
Voglio esprimere la vicinanza e la solidarietà del Gruppo del Partito Democratico al collega Ferrentino e all'Assessore Saitta. Ritengo opportuno che tutto il Consiglio regionale - a iniziare dalla figura apicale - si esprima risolutamente in senso di condanna di questa modalità di intimidazione, che punta a realizzare, all'interno della nostra regione una sorta di zona franca, dove alcune persone non hanno diritto di parola non hanno diritto di agire politicamente e dove vengono usati sistemi di intimidazione che vanno a riprendere appieno gli elementi della cultura fascista e della cultura mafiosa che, purtroppo, sono ben diffuse in tanta parte di questa penisola.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gariglio.
La parola al Consigliere Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Ho appreso la notizia dal collega Gariglio e mi unisco alle considerazioni che ha svolto, anche perché su questi atti deve esserci, da parte di tutti e senza distinzione di appartenenza o provenienza, la più ferma condanna: una condanna, nel modo più assoluto e la necessità di una reazione corale ed unanime, utilizzando ogni mezzo proprio per evitare tali meccanismi di intimidazione che non hanno nulla a che fare con il confronto democratico, anche su scelte che alcuni possono non condividere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

In realtà ho poco da dire, però non vorrei che un eventuale silenzio venisse in qualche modo strumentalizzato.
Ovviamente il fatto è spiacevole, ma sinceramente la questione è molto semplice. Chi manda delle lettere di minacce e dei proiettili a qualsiasi persona, oltre ad essere uno stupido, è anche un criminale, perché commette un reato.
Quindi, semplicemente non posso dire altro se non rivolgere l'invito agli organi competenti ad indagare e a trovare i responsabili.
Sono stati citati il Consigliere Ferrentino, che purtroppo ha ricevuto quel messaggio spiacevole e anche l'Assessore Saitta e poi viene fatto un collegamento con la TAV, per cui si mischiano un po' le questioni.
Le opinioni che risiedono nella testa di persone che arrivano a fare cose del genere non le conosciamo, anche perché, per fortuna, in quest'Aula abbiamo tutti un modo di agire diverso. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta regionale, Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Solo per esprimere prima di tutto tutta la mia solidarietà e il mio sostegno, per quel che vale, al Consigliere Ferrentino e all'Assessore Saitta.
In secondo luogo, per prendere atto con soddisfazione della condanna unanime che mi pare sia venuta - permettendomi anche di interpretare i Gruppi che non sono intervenuti, almeno fino ad ora - da parte del Consiglio di questo episodio.
Voglio solo ricordare, commentando con un sorriso un episodio che effettivamente era goliardico più che politico.
Io dissi una cosa sulla quale però vorrei richiamare ancora l'attenzione del Consiglio. Quando la politica mette al centro della critica le persone singole con nomi e cognomi, il passo e il rischio della deriva è intimamente legato a quello stesso atto.
La politica può diventare scontro anche aspro su idee, su progetti, su questioni. Quando mette di mira la persona singola con nome e cognome inizia un percorso che si sa dove inizia ma non si dove finisce, a prescindere da chi lo mette in atto. Quindi, il passaggio dalla critica all'atto di natura terroristica è un passaggio che, a volte, rischia di essere nelle cose.
Proprio per questo, prendo atto con particolare soddisfazione il fatto che oggi il Consiglio di fronte a questo episodio efferato e da non sottovalutare - e che spero le autorità competenti non sottovalutino, come finora non hanno sottovalutato - mi sembra un passo in avanti che consente anche da quest'Aula a contribuire ad una battaglia affinché gli atti o tutto ciò che può portare ad incitare e a favorire atti terroristici siano espulsi dal consesso e dalla vita politica piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Non voglio aggiungere nulla, se non che questi atti di intimidazione sono figli di un metodo mafioso che non appartiene a questo territorio.
Spero che, come diceva il Presidente, si faccia non solo chiarezza, ma non si sottovalutino questi tipi di azioni.
Lo dico all'amico Antonio Ferrentino, ma in questo caso anche all'Assessore Saitta, ma ad Antonio va il nostro più forte abbraccio.
Noi abbiamo vissuto tanti anni nello stesso partito e queste cose sono già successe tante volte e gli ho sempre detto che quegli insulti e quelle minacce non erano insulti a lui, ma a tutti noi, ad una comunità intera.
E anche chi non condivide le nostre posizioni, credo che si debba sentire offeso, insultato e credo che quella busta sia rivolta a tutti noi.
Quindi, quel mirino mettetecelo pure addosso, perché oggi siamo tutti Antonio Ferrentino. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Volevo associarmi alla costernazione di dover sottolineare in quest'Aula un momento, secondo me, triste: quello di dover prendere atto che esistono, come diceva il collega Bertola - e mi auguro che così sia degli elementi stupidamente criminali, ma singoli ed isolato.
Mi auguro che sia così, ma allo stesso tempo vorrei richiamare l'attenzione di tutti, così come bene ha detto il Presidente Chiamparino.
Attenzione, abbiamo tutti delle responsabilità se dei singoli riescono a pensare di minare in qualche maniera la libertà degli individui e delle persone che invece devono esercitare un mandato per conto dei nostri elettori e dei nostri cittadini.
Quindi, credo che sia anche un compito di tutti noi, pur nella durezza del dialogo, del dibattito e del confronto politico, di rispettarci e di fare in modo che siano rispettate poi le decisioni. Perché è vero che se poi la piega diventa un nome e un cognome, diventa non più un'idea o un principio di contrasto e di confronto politico, ma diventano delle persone.
Non è così e quindi penso che sia anche compito di tutti noi riflettere su questo tema e mi auguro che sia l'ultima volta che dobbiamo esprimere la solidarietà agli amici Antonio Saitta e Antonio Ferrentino - che, invece stanno lavorando nel giusto o nell'errato, a seconda delle diverse posizioni, per l'interesse della collettività piemontese e credo che questo sia invece un elemento importante di cui tutti dobbiamo farci carico.
Mi auguro che sia l'ultima volta. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Nell'associarmi alla fermissima condanna di quanto avvenuto, perch questo genere di intimidazioni sono veramente un veleno in generale per l'ambiente politico e tutto l'arco rappresentativo, tengo però a ricordare una lezione che personalmente penso di avere imparato dalla storia, ovvero che qualunque strategia della tensione punta sempre inevitabilmente a radicalizzare gli estremismi e soprattutto a porli uno contro l'altro.
Pertanto personalmente, rispetto all'intervento del Presidente Chiamparino, voglio solo obiettare un passaggio, ma forse avrò mal compreso io. Non è la critica a portare all'attacco personale, è l'assenza di dibattito.
La critica è l'anima del dibattito e non credo neanche che sia un caso che tutti questi episodi stanno sempre avvenendo il giorno del Consiglio.
Credo che nella mente malata di chi pone in campo questa strategia della tensione ci sia la volontà di provocare quest'Aula legislativa. Sono però altrettanto convinto che la maturità e la condivisione degli stessi valori fondanti di quella che è la democrazia all'interno di chi siede in quest'Aula dimostri quindi la solidità di una risposta che sia davvero di assunzione di responsabilità, di rigetto di qualunque aspetto violento di quello che è lo scontro politico, ma al contrario porre al centro del dibattito di quest'Aula proprio il ragionamento sui temi.
Credo che questo sia il migliore antidoto a qualunque possibile deriva di tipo terroristico o di attacco personale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Volevo solo ringraziare il Presidente e tutti i colleghi per queste attestazioni di solidarietà.
L'unico elemento che mi inquieta rispetto alle altre volte è che la busta è stata imbucata in Val di Susa. Le altre volte erano sempre a Torino, invece questa volta è stata imbucata nel Comune di Chiusa di San Michele e quindi questo mi rattrista moltissimo. E' l'unico elemento in più rispetto ad altre manifestazioni del genere.
Grazie veramente a tutti i colleghi.



PRESIDENTE

Oltre alla solidarietà dell'Aula che rappresento, le esprimo anche la mia a livello personale.


Argomento: Procedimento ed accesso atti amministrativi

Esame disegno di legge n. 77, inerente a "Disposizioni regionali in materia di semplificazione" (seguito)


PRESIDENTE

Se l'Aula acconsente, invito a sospendere la discussione sul punto 5) all'o.d.g. per approvare qualche atto di indirizzo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Mi sentivo un po' Calimero. Certo, c'è stata una comunicazione grave tuttavia mi faceva piacere, visto che sono stato ammalato tre settimane e non sono potuto intervenire in Commissione, fare almeno qualche considerazione generale.
La mia posizione sul disegno di legge n. 77 è notevolmente critica proprio per parlare in termini generali, come l'ha giustamente definito il Consigliere Bono e l'usuale modalità omnibus, di modificare più leggi in un colpo solo.
La discussione è avvenuta in diverse Commissioni, su un periodo di circa tre settimane, tuttavia questo metodo legislativo comporta, secondo me, delle problematiche serie. Nel senso che oggi noi non dovremmo avere davanti il risultato solo del disegno di legge n. 77 con tutte le modifiche ottenute in Commissione. Per arrivare a fare quell'attività in Commissione siamo andati a prenderci tutte le norme originarie citate, abbiamo valutato le modifiche che venivano apportate e tutti quanti hanno proposto i relativi emendamenti.
Oggi avremmo bisogno di avere le norme citate e modificate come da questo disegno di legge. Questo disegno di legge, di fatto, fa quello: prende un numero, che non ho contato, di norme esistenti, le modifiche anche in maniera significativa, per adeguare e recepire normative, ecc.
ecc. Tuttavia, noi oggi davanti non abbiamo un quadro di ogni singola legge come avremmo se noi fossimo intervenuti di volta in volta sulle singole tematiche, magari anche accorpandole come si è fatto nei Capi, per intervenire su turismo e commercio in maniera più unitaria, ma abbiamo un coacervo di modifiche, con un sacco di rimandi. Tra l'altro, abbiamo avuto relativamente poco tempo per valutare il risultato definitivo.
Adesso discuteremo di ulteriori emendamenti che, se passeranno cambieranno ulteriormente il volto a tutta una serie di normative. Mi sento di stigmatizzare questo tipo di interventi, perché dietro al termine "semplificazione" si sono fatti una serie di ragionamenti che hanno inciso in maniera, a volta parziale a volte totale, su norme esistenti importanti.
Pensiamo al discorso del commercio, ma penso a quello della tutela del suolo o della gestione forestale, dove siamo andati ad intervenire su sanzioni, siamo intervenuti sugli interventi che si fanno e a cui bisogna fare compensazioni, senza fare il ragionamento complessivo sulle norme.
Torniamo di nuovo, per l'ennesima volta, a questa tendenza che si va instaurando nel non voler affrontare in maniera strutturale gli argomenti importanti, nel continuare a tirare la palla un po' avanti, facendo piccole opere di manutenzione, come si è fatto per le ATC, come si sta facendo con questo disegno di legge chiamandolo nei modi più svariati.
Oggi abbiamo licenziato un testo certamente piccolino, che poteva essere inserito in una discussione più ampia sulla questione dell'ospitalità, ma è il frutto di un confronto serio e strutturato di tutte le parti politiche che ci sono in Consiglio su un tema specifico e del quale abbiamo potuto valutare i risultati del lavoro in Commissione per quindi intervenire in maniera ancora precisa e puntuale (addirittura con un confronto poco prima della valutazione in Aula) al fine di ottenere qualcosa che è stato approvato all'unanimità.
Chiaramente qui ci sono temi molto controversi, su cui difficilmente si potrebbe ottenere l'unanimità, ma sicuramente ritengo che, affrontandoli in maniera strutturale uno per uno o a coppie tematiche o a gruppi tematici si sarebbe ottenuto un risultato decisamente migliore rispetto a quello che abbiamo davanti oggi.
Abbiamo citato prima l'albergo diffuso, il fatto che abbiamo inserito una nuova tipologia di ospitalità sulla quale sarebbe stato meglio ragionare un po' più approfonditamente, magari in un contesto che ragionasse sul complesso delle modalità di ospitalità che possiamo avere come già detto questa mattina, così come sulle tematiche ambientali.
Su cave e torbiere il testo originario è radicalmente cambiato. Questo mi fa pensare che sarebbe stato meglio un intervento approfondito sulla gestione del suolo e sulla protezione del territorio, così come su altri temi collegati, come ad esempio le bonifiche, che qui non trovano spazio.
Quello che mi preme sottolineare in discussione generale - ma poi lo vedremo perché, comunque, abbiamo presentato una serie di emendamenti che permettono di fare un'ulteriore discussione su queste tematiche - è il fatto che abbiamo di fronte un provvedimento disordinato, che introduce un certo grado di disordine nel panorama normativo regionale e che bisognerà vedere, risultato per risultato.
Il problema è anche questo: noi facciamo le cose, ma difficilmente poi abbiamo dei riscontri concreti rispetto ai provvedimenti. Oggi abbiamo introdotto una clausola valutativa, ma sul 90% di quello che c'è qui dentro non c'è valutazione, non ci renderemo conto degli effetti che avranno queste cose, soprattutto parlando di semplificazione sul commercio e sul turismo.
Abbiamo fatto consultazioni, ci sono state posizioni anche abbastanza vivaci, ma il risultato mi sembra decisamente disomogeneo. Expo 2015 lo trattiamo in due articoli, ma non era meglio fare un qualcosa di più strutturale? Qui ci sono un sacco di temi cruciali e fondamentali proprio per il fatto che noi dobbiamo cercare delle vocazioni diverse, dobbiamo fare un cambio di impostazioni per cercare di risvegliare l'asfittica economia piemontese. Dove meglio, se non proprio su commercio, ambiente e gestione del territorio? Ne abbiamo parlato tante volte nelle rispettive Commissioni proprio perché vediamo che quella che era la locomotiva industriale, che ormai è ferma. Non mi resta che esprimere un po' di rammarico.
Questi interventi vogliono dire che per questi argomenti ci siederemo sugli allori e si dirà: tutto sommato li abbiamo trattati, dedichiamoci a qualcos'altro. E' un peccato. Secondo me, si sono perse delle occasioni. Di nuovo, ci ricolleghiamo a cose fatte in precedenza. Noi abbiamo giusto licenziato provvedimenti collegati alla finanziaria dell'anno scorso che già lavoravano, ad esempio, sulle partecipate che sono coinvolte in alcune di queste attività. Abbiamo perso l'opportunità di lavorare in maniera più organica. Penso a IPLA e ad ARPA. Questa cosa, mi permetto di ripetere, è una delusione.
Ricordo il caso delle ATC, primo grosso esempio quando si disse: facciamo una cosa temporanea sulla governance, poi entro l'inizio dell'anno prossimo - ma siamo già a febbraio - affronteremo la questione in maniera strutturale, ma non l'abbiamo ancora neanche cominciata! Sono treni persi, perché la legislatura va avanti e affronteremo altre cose. Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale sul disegno di legge n. 77.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame mozione n. 103 presentato dai Consiglieri Ravetti, Andrissi, Appiano Barazzotto, Baricco, Boeti, Conticelli, Corgnati, Gariglio e Rostagno inerente a "Disturbi dello spettro autistico: occorre potenziare le attuali politiche in materia e approvare in tempi rapidi una normativa specifica di riferimento"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della mozione n. 103, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Ravetti per l'illustrazione.
Consigliere, le chiederei gentilmente, se lo ritiene, di dare anche lo spazio ad altri colleghi dell'opposizione per approvare altri atti di indirizzo.



RAVETTI Domenico

Sono nelle condizioni di presentare in un minuto i contenuti del testo, ovviamente se questo minuto è sufficiente per arrivare ad un voto con l'espressione dei Gruppi di maggioranza e di opposizione.
Sostanzialmente, di cosa parliamo? Dei disturbi dello spettro autistico, che sono affezioni dello sviluppo mentale con base biologica che possono essere diagnosticati nei primi tre anni di vita della persona e che determinano gravi alterazioni della comunicazione e della relazione sociale.
Per quanto riguarda il carattere epidemiologico di questa patologia, la letteratura internazionale indica una stima pari a 6,2 casi su 1000. In Piemonte, considerando i minori conosciuti dai servizi, il dato aggiornato al 2012 è di 3.3/1.000, e, per la fascia di età per la quale il dato è più completo (7-11 anni), sale a 4,8/1.000.
Non parliamo, quindi, di una patologia definibile residuale.
Peraltro, oltre ad una importante alterazione della vita di chi ne è affetto, i disturbi dello spettro autistico causano anche grosse difficoltà ai familiari dei soggetti.
Cos'è fondamentale? E' fondamentale la pratica della diagnosi precoce ma non solo (però non entro nel merito per la brevità e per il tempo che ho a disposizione).
Quali sono i problemi? Una disomogeneità dei trattamenti, non soltanto in Italia, ma nello stesso Piemonte: nell'ASL di Cuneo e di Torino, ad esempio, vengono messe in atto pratiche differenti dal resto del Piemonte.
Abbiamo quindi bisogno di una omogeneità territoriale.
Ed ancora, i percorsi. I percorsi terminano ai 18 anni. Noi abbiamo la necessità di tener conto di una patologia che ovviamente va anche oltre i 18 anni, e di un percorso delle istituzioni che garantiscano anche ai maggiorenni le necessarie risposte.
Oltre alla diagnosi precoce servono anche interventi precoci. Su questo è evidente che le risorse ad oggi sono insufficienti, soprattutto nell'ambito scolastico dove i giovani per primi, quando viene diagnosticata la malattia, avrebbero bisogno di un insieme di fondamentali e necessarie risposte.
Tante cose, ma arrivo al dunque, alla necessità - almeno questo chiedo ai colleghi del Consiglio - di impegnare la Giunta a sostenere le politiche di miglioramento della qualità degli interventi, attraverso specifici percorsi di formazione di tutti gli operatori coinvolti; e a sollecitare il Governo ed il Parlamento affinché sia approvata una normativa statale di riferimento in materia, in particolare prevedendo l'istituzione, in collaborazione con le Regioni, di un registro di prevalenza dei disturbi dello spettro autistico.
Infine, a prevedere forme di politiche attive dirette ai familiari, dal punto di vista sia del sostegno sia dell'informazione e della formazione avvalendosi anche delle associazioni di volontariato operanti in tale ambito.
Negli ultimi dieci secondi a mia disposizione, Presidente, colgo l'occasione per invitare i colleghi, e non solo, a partecipare alla presentazione del libro di Maurizio Audino, "Il bambino che parlava con la luce". Sono quattro storie di autismo, che a noi servono per riuscire ad avviare un percorso legislativo, tentando di guardare questo ambito con gli occhi di chi più ne ha bisogno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Esprimo il parere favorevole del Gruppo Movimento 5 Stelle.
E' un ordine del giorno condivisibile, soprattutto nel punto in cui chiede un impegno serio e concreto al Governo nazionale - al Parlamento nazionale e al Governo - affinché sia approvata una normativa statale di riferimento e siano previsti registi e casistiche, ovviamente in collaborazione con i sistemi sanitari regionali, e che soprattutto siano trovate risorse. Alla fine, il grosso problema è che tutti noi vorremmo impegnare gli Assessori competenti a fare molto, ma sappiamo che oggi una limitante sono proprio le risorse.
Diamo mandato - perché immagino che verrà approvato questo ordine del giorno - alla Giunta, al Presidente Chiamparino, all'Assessore Saitta e all'Assessore Ferrari, per impegnare Roma a trovare risorse, anche proprio specifiche, vincolate su questo tema.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione sulla mozione n. 103, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Potremmo passare all'ordine del giorno n. 110, "Prevista abolizione dei segretari comunali", presentato dai Consiglieri Monaco, Giaccone, Grimaldi e Molinari, collegato all'ordine del giorno n. 106, "Figura del Segretario comunale", presentato dai Consiglieri Ruffino, Griglia e Sozzani.
GARIGLIO Davide (fuori microfono) Dovremmo discuterla, Presidente.



PRESIDENTE

Come volete voi.
C'è qualche ordine del giorno che non richiede una discussione? C'è l'ordine del giorno n. 202, "Solidarietà alla categoria dei Capotreno per le molteplici ingiurie a cui sono esposti nello svolgimento delle proprie funzioni in qualità di pubblici ufficiali".
C'è quindi un accordo per affrontare il punto all'o.d.g.? I colleghi del Movimento 5 Stelle hanno gentilmente chiesto all'Aula se c'è un accordo. Loro oggi mi sono venuti incontro, quindi domando se nel merito c'è un accordo.
Prego, Consigliere Gariglio.



GARIGLIO Davide

Presidente, noi siamo a favore dei Capitreno, ma per come è formulato l'ordine del giorno, implicherebbe la necessità di un ragionamento per cercare qualche piccolo aggiustamento, quindi forse non è il momento idoneo.



PRESIDENTE

Lo volete illustrare, così lo incardiniamo? No, allora terminiamo i lavori.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.57)



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