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Dettaglio seduta n.44 del 03/02/15 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RUFFINO



(I lavori iniziano alle ore 09.43 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Contratti ed appalti

Interrogazione n. 248 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Stato dei pagamenti dei fornitori della Regione"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione n. 248, presentata dal Consigliere Grimaldi, avente ad oggetto "Stato dei pagamenti dei fornitori della Regione".
L'interrogazione n. 162 verrà trattata in coda.
La parola all'Assessore Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
L'interrogazione chiede di conoscere nel dettaglio lo stato dei ritardi in tutti i settori citati, per sapere quali settori si trovino maggiormente in difficoltà. Si chiede di conoscere, in particolare, la situazione del settore della cultura e delle politiche sociali, per comprendere se vi siano ulteriori strategie per provvedere al pagamento di tutte le prestazioni erogate sulla base dei contributi regionali previsti.
Depositerò, poi, un prospetto che rappresenta la situazione suddivisa per ciascuna Direzione, sia relativamente ai residui riguardanti il 2013 e gli anni precedenti che risultano ancora da liquidare sia in relazione alla situazione riguardante gli impegni di competenza dell'anno 2014, in modo da avere un quadro il più possibile aggiornato, per quanto riguarda la serie storica.
Da tale prospetto emerge quanto ho più volte avuto modo di rappresentare nel dibattito in Consiglio regionale ed anche all'interno delle Commissioni: al di là dei problemi strutturali per garantire un equilibrio nel bilancio della Regione, ci troviamo di fronte ad un profondo disallineamento tra le risultanze del bilancio di competenza e le risultanze del bilancio di cassa. E' un pesante disallineamento che non pu indubbiamente essere affrontato e risolto in poco tempo, ma deve rimanere una delle priorità che noi dobbiamo raggiungere all'interno della politica di gestione del bilancio, capace di dispiegarsi nel corso di tutta la legislatura.
Vengo innanzitutto alle questioni legate ai residui 2013 e agli anni precedenti. Sotto questo aspetto, le questioni più evidenti sono rappresentate dal fatto che, alla fine del 2013, abbiamo, come residui 806.341 mila euro da pagare in ambito sanitario, 54.795 mila euro di residui da pagare sul tema delle politiche sociali e tutta una serie di ulteriori elementi rappresentati da 65 milioni e rotti relativamente ai trasporti, 85 milioni e rotti relativamente al settore delle attività produttive e oltre 32.283 mila in merito al settore della cultura.
Complessivamente, considerando il 2013 e gli anni precedenti, alla fine del 2013, a fronte di provvedimenti di liquidazione presenti all'interno della Ragioneria della Regione risultavano da liquidare 1.218.228.598 euro.
Voglio richiamare l'attenzione del Consigliere Grimaldi sul fatto che parliamo di provvedimenti di liquidazione depositati in Ragioneria, quindi di tutto ciò che ha una sua copertura all'interno del bilancio di competenza o, sotto il profilo dei residui passivi, all'interno del bilancio della Regione.
Come ho avuto già modo di rappresentare più volte (è scritto anche nel Piano di qualificazione della spesa), abbiamo un ulteriore problema rappresentato da circa 659 milioni di euro, che sono fondi da reimpostare cioè obbligazioni che hanno trovato, nel corso degli anni, una loro fase di attuazione giuridica forte e vincolante da parte di enne soggetti (Enti locali o sistema produttivo).
Oggi, questi 659 milioni di euro non sono coperti all'interno del bilancio della Regione.
Rispetto alla situazione riguardante il 2013, le strategie che abbiamo individuato e che stiamo cercando di perseguire portano a immaginare quanto segue: i 788 milioni di euro in ambito sanitario sarebbero già coperti da una richiesta di finanziamento in ambito sanitario presentata nel 2014, per circa 900 milioni di euro. Tale importo dovrebbe essere oggetto dell'attività di chiusura dell'operazione da parte del Commissario straordinario. In particolare, contiamo che questi 788 milioni di euro possano essere liquidati tra il mese di marzo e il mese di aprile di quest'anno. Proprio in questa settimana stiamo presentando un ulteriore elenco di fatture, per un importo complessivo di 303 milioni di euro sempre come ulteriore anticipazione sul decreto legge 35, per tutto ciò che riguarda la non sanità.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Sono 303 milioni di euro aggiuntivi rispetto ai 500 milioni che sono stati autorizzati nel 2014, ma il cui contratto di finanziamento non è stato sottoscritto nel 2014.
In sintesi, il Commissario straordinario, nonché Presidente della Regione, ha la possibilità di sottoscrivere e, poi, di procedere a pagamenti per operazioni riguardanti il decreto legge 35 per 900 milioni di euro in ambito sanitario e per 803 milioni di euro in ambito non sanitario.
Anche attraverso un riaccertamento di residui perenti - ripeto - dovremmo riuscire a chiudere ciò che è nel bilancio della Regione Piemonte, per tutto ciò che riguarda la non sanità.
Rimane, poi, l'altra partita assai importante e rilevante sotto il profilo economico rappresentata dai fondi da reimpostare, che non siamo nelle condizioni di reimpostare in un'unica annualità. In ogni caso, il nostro obiettivo è di dare una copertura nella legge di bilancio complessivamente, all'interno della legislatura.
Per quanto riguarda il 2014, a fronte di impegni di competenza per 11.744 milioni di euro, sono state effettuate liquidazioni per 10.016 milioni di euro e sono stati sostenuti pagamenti per 9.203.270.000.
Pertanto, sul 2014 permangono liquidazioni da pagare per 803.242.000 e impegni da liquidare per 1.727.629.586.
Anche sotto questo aspetto, gli importi più consistenti riguardano: la sanità con 724 milioni di euro (tra impegni da liquidare e pagamenti da liquidare: la somma dei due, sostanzialmente); i trasporti per 230 milioni di euro; l'istruzione e la formazione professionale lavoro per 184 milioni di euro; le attività produttive per 211 milioni di euro; la cultura turismo e sport per 53 milioni di euro; le politiche sociali per 44 milioni di euro.
Rispetto a questo tipo di situazione, abbiamo già provveduto proprio la settimana scorsa, in modo particolare sulle politiche sociali, a procedere al pagamento per circa 30 milioni di euro sul 2014. Non abbiamo chiuso i residui 2013 per consentire che i residui del 2013 possano essere inseriti all'interno del programma di pagamento sull'operazione da 303 milioni del decreto legge 35, quindi stiamo pagando il 2014 e abbiamo lasciato indietro, come scelta di gestione della politica di bilancio, il 2013 proprio perché voglio ricordare al Consiglio che sul decreto legge 35 noi possiamo inserire tutto ciò che rappresenta impegno di spesa giuridicamente vincolante entro il 31 dicembre 2013. Quindi sostanzialmente recuperiamo quel tipo di situazione.
Dai dati che ho rappresentato, emerge certamente una difficoltà sul piano del bilancio di cassa da parte della Regione, così come emerge la necessità di affrontare questa come una delle priorità da trattare nel corso della legislatura. Le prospettive sono rappresentate in modo particolare e in modo privilegiato dalla possibilità che, entro il mese di marzo-aprile di questo anno, 1,7 miliardi di euro tra sanità e non sanità possano essere coperti attraverso le operazioni sul decreto legge 35. Poi è chiaro che, con queste operazioni sul decreto legge 35, non completiamo tutto il differenziale tra bilancio di competenza e bilancio di cassa, ma certamente creiamo una condizione migliorativa rispetto alla situazione attuale, pur non raggiungendo livelli ottimali o livelli che corrispondano a quelle che sono oggi le norme indirizzo e le norme di legge sui tempi di pagamento da parte della Pubblica Amministrazione nei confronti dei fornitori.
Voglio ricordare che sul decreto legge 35 stiamo cercando, in modo particolare, di inserire anche tutte le voci relative al disavanzo del trasporto pubblico locale accumulatosi negli anni 2011-2012-2013, al fine di sgravare sostanzialmente di questo tema il bilancio dell'esercizio 2015.
Mi sembra di aver corrisposto alle esigenze esplicitate da parte dell'interpellante. Ribadisco che in questo conteggio e in queste tabelle è ricompreso tutto ciò che comunque trova una sua collocazione all'interno delle leggi di bilancio della Regione Piemonte. Non è ricompreso in questi dati, invece, tutto ciò che è fuori dal bilancio della Regione e che coinvolge "n" settori, compresa la cultura (non tanto le politiche sociali ma certamente la cultura, dove abbiamo ancora fondi da reimpostare), le alluvioni 2000-2002 e tutta una serie di innumerevoli altre attività che nel corso degli anni, dovrebbero trovare una propria copertura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente, e grazie al Vicepresidente Reschigna, che credo abbia dato - tra l'altro, per la prima volta in aula - un quadro veramente esauriente sia delle difficoltà dei pagamenti sia, soprattutto, dello sbilancio e dei fondi da reimpostare.
Scusate, Consiglieri, ma c'è un fastidioso brusio di sottofondo.



PRESIDENTE

Chiedo scusa: invito i Consiglieri ad accomodarsi; chi invece desidera conversare, può uscire dall'aula.
Prego, collega Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Mi sembra chiaro che, soprattutto il quadro del 2013, con i 900 milioni richiesti già nel 2014 per la parte sanitaria e i 300 milioni per la parte non sanitaria, chiudano un po' il contesto. Ritengo oggettivamente che le difficoltà le vedremo ancora sul 2014.
Rispetto all'ultimo punto della domanda - ringrazio per averci dato anche le tabelle - chiedevo giustamente quali sono i settori più in crisi e se si riusciva, in qualche modo, ad assumere delle nuove iniziative.
Ne ricordo uno, ma l'ha citato lei. Quei 32 milioni di euro ancora non versati per il mondo culturale e i 53 del 2014 stanno mandando in crisi diversi soggetti, soprattutto quelli non patrimonializzati. Non sto parlando delle grandi fondazioni e istituzioni culturali, che spesso hanno un patrimonio, hanno gli Enti locali dietro e quindi, per quanto anche per loro sia difficile accedere al credito, fino adesso hanno pagato almeno i propri dipendenti. C'è un terzo di quella spesa, soprattutto quella dei contributi, che sta facendo fallire diverse associazioni, diversi enti più piccoli.
Adesso, sia l'Assessore che il Presidente hanno annunciato il fatto che dobbiamo trovare delle strategie diverse, ma noi non possiamo permetterci che in un momento di crisi e di recessione queste realtà scompaiano non solo perché ci sono meno contributi, ma anche perché quei contributi dopo due anni non arrivano e loro, nel frattempo, devono ridare indietro i soldi alle banche oppure semplicemente pagare i fornitori.
Visto che l'Assessore Parigi ha detto, davanti agli Stati Generali della Cultura fatti dall'AGIS, che il problema numero uno sono i pagamenti vorrei capire se con lei riusciamo a fare un approfondimento in VI Commissione anche solo per capire se ci sono delle strategie alternative oltre il DL n. 35 e se, in qualche modo, possiamo ipotizzare delle soluzioni che aiutino e sollevino un po' da questi difficili impegni queste tante realtà che non si meritano una simile situazione - come nessun altro tra l'altro.
Però sarebbe veramente triste vederle scomparire per un ritardo di 24 o 48 mesi delle nostre istituzioni.
Quindi, la ringrazio e spero che possa mandarci in formato elettronico queste tabelle. Se possibile, Vicepresidente Ruffino, le chiederei se possiamo, in accordo con il Presidente di VI Commissione Valle e con il Presidente della I Commissione, fare un aggiornamento in Commissione sul tema dei pagamenti. Grazie.


Argomento: Opere di bonifica e consorzi

Interrogazione n. 150 presentata dal Consigliere Berutti, inerente a "Piano lotta alle zanzare - risorse per il 2015"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'interrogazione n. 150.
La parola all'Assessore Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Rispondo per ciò che in questo momento è inserito nei documenti di bilancio e per ciò che in questo momento è nella disponibilità.
Sul capitolo 113114 "Versamenti ad IPLA per l'attuazione di interventi di lotta alle zanzare", noi abbiamo avuto uno stanziamento di 7.520.000 euro nel 2012, uno stanziamento di 4.220.000 euro nel 2013, un'ulteriore riduzione a 4.020.000 euro nel 2014. Nel disegno di legge assunto dalla Giunta regionale, per quanto riguarda il 2015, è iscritto allo stesso capitolo l'importo di 3.968.577 euro.
Queste sono risorse leggermente inferiori a quelle del 2014, ma di poco, perché passeremo da 4.020.000 euro a 3.968.577 euro, che consentiranno di mantenere l'attività di lotta alle zanzare anche nel 2015.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Berutti per la replica; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Più che replicare, desidero cogliere le informazioni in positivo perché ritengo che, nonostante tutte le difficoltà, il fatto che ci sia comunque questo impegno legato ad una criticità che magari, in alcuni casi può anche fare sorridere, però effettivamente se ci poniamo nelle zone in cui questo fenomeno è particolarmente elevato ed importante, è chiaro che diventa un'azione di grande rilievo e quindi di assoluta importanza, anche perché, oltre all'aspetto della vivibilità quotidiana, naturalmente si pone anche un aspetto legato alla salute, anche dal punto di vista turistico.
Pertanto, ritengo che sia un intervento importante che recepiamo con positività. Grazie.


Argomento: Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 162 presentata dal Consigliere Grimaldi, inerente a "Progetto di ampliamento dell'aviosuperficie di Masera (VB)"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 162 del Consigliere Grimaldi, che ha pertanto facoltà di intervenire; prego.



GRIMALDI Marco

Credo che la vicenda non sia conosciuta dai più, ma almeno dai tecnici del settore.
Come sapete, il Comune di Masera intende ampliare e potenziare una pista di velivoli denominata aviosuperficie "Chavez-Marini".
L'aviosuperficie è impostata interamente in fascia A del fiume Toce e in questo quadro il PAI prevede che sia consentita la realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico riferite a servizi essenziali, non altrimenti localizzabili.
Per quanto l'Autorità di Bacino del Fiume Po, prima con una nota del 2009 e poi con un chiarimento del 2013, spieghi che questa nota non costituisce un parere sulla classificazione dell'aviosuperficie fra le infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico e si limiti a dire che è una presa d'atto, tutto questo ci ricorda però che nell'evento alluvionale di più di dieci anni fa l'aviosuperficie ha subito ingenti danni prevalentemente a causa dei fenomeni erosivi del trasporto solido.
Nelle immediate vicinanze di questa aviosuperficie vi è la presenza di numerose aree maggiormente idonee rispetto a questa e non si capisce a quale altra attività si possa riferire quando si parla di "servizi essenziali non altrimenti localizzabili".
Ricordiamo anche che nella piana di Masera e nel tratto a valle vi sono numerosi insediamenti civili e industriali appena muniti di opere arginali.
Risulta un po' incredibile che si faccia un'area del genere in un'area che sarebbe anche esondabile in un momento di crisi.
Abbiamo appreso che il Comune di Masera ha pubblicato un avviso per bandire questa indagine di mercato per l'affidamento di questo incarico e che la Provincia ha deliberato il cofinanziamento, ma ci chiediamo se le finalità del progetto in questione sono compatibili con la finalità dei trasferimenti regionali - che sono del 2014 - e se le attività che si intendono svolgere sull'aviosuperficie siano effettivamente riferibili a servizi essenziali non altrimenti localizzabili. E in questo senso, ci chiediamo inoltre se si intende intervenire come Regione, chiedendo alla Provincia del VCO e al Comune di Masera la revoca in autotutela degli atti fin qui deliberati, al fine della salvaguardia dell'incolumità pubblica delle attività economiche e degli inserimenti civili presenti in zona.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore alle infrastrutture

Abbiamo preso visione di questa situazione sia con il Settore Opere Pubbliche sia con il Settore Urbanistica.
In effetti, è esattamente come dice lei, nel senso che la zona è in fascia A del PAI, quindi non può essere edificata; anzi, vi è una prescrizione in seguito all'alluvione del 2000 che prevede lo spostamento degli attuali hangar.
Per quanto riguarda il progetto che lei cita da parte del Comune di Masera, gli Uffici non hanno riscontri per ora di questo progetto né di questa ipotesi di variante urbanistica.
A questo punto, a seguito di questa sua segnalazione certamente i due Settori (Difesa Suolo e Urbanistica) chiederanno spiegazioni sia alla Provincia sia al Comune di Masera.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 207 presentata dai Consiglieri Bono, Bertola e Mighetti, inerente a "Carenza medici di continuità assistenziale (ex Guardia Medica)"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 207.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ringrazio la disponibilità dell'Assessore Saitta a rispondere su un tema che riteniamo molto importante. Abbiamo cercato di sollecitarlo anche a livello di Commissione, per quanto riguarda una possibile soluzione all'emergenza dei pronto soccorso, quindi alla situazione di afflusso superiore alle disponibilità di smaltimento durante il periodo invernale e soprattutto durante i picchi influenzali, tramite il servizio della cosiddetta "continuità assistenziale", la ex guardia medica.
Esiste un accordo collettivo nazionale con i medici di medicina generale, recepito nel 2008 con una DGR, e un accordo integrativo regionale, che prevedono proprio il servizio della continuità assistenziale. All'interno di quest'accordo integrativo viene dato un rapporto ottimale di uno a 5.000 (parlo ovviamente di cittadini) e, quindi in un distretto di 25 mila abitanti ci dovrebbero essere cinque medici di continuità assistenziale, con un incarico a 24 ore a settimana. Ricordo ovviamente, che i medici di continuità assistenziale coprono i turni notturni, i turni festivi e prefestivi, quindi sabato e domenica (il sabato dalle 10 del mattino, in quanto dalle 8 alle 10 c'è la reperibilità dei medici del servizio di medicina generale).
L'accordo integrativo prevede anche una deroga fino al 30% in base al territorio, quindi da un range da uno a 3.500 o da uno a 6.500. Tuttavia anche in base a quello che abbiamo ottenuto dai dati ufficiali, i rapporti variano molto. Diverse aree sono nel range, ma c'è una particolarità che riguarda la Città di Torino: l'ASL TO1 e TO2 avrebbero un rapporto molto più alto, quindi con meno medici del range richiesto dall'accordo integrativo.
In particolar modo, il servizio di continuità assistenziale è gestito e pagato unicamente non dall'ASL TO2 ma dall'ASL TO1, che stanzia, in base all'ultimo dato economico del 2012, due milioni e 800 mila euro, con una spesa media di tre euro a cittadino, contro una media regionale di otto euro a cittadino.
Lo sappiamo che non è questo il momento per spendere di più, ma chiediamo all'Assessore regionale se non sia il caso di uniformare il parametro della Città di Torino all'accordo integrativo, per garantire più medici sul territorio che possono andare a fare visite domiciliari, quindi mantenere il paziente a domicilio senza farlo andare, autonomamente o con il servizio del 118, in pronto soccorso (ovviamente per casi che sono risolvibili a domicilio tramite il medico della continuità assistenziale).
La seconda questione molto importante riguarda l'apertura di ambulatori festivi e notturni. Ci sono già sperimentazioni a Torino di due ambulatori aperti durante gli orari festivi, pre-festivi e di notte, ma non sono sufficienti se parliamo di un bacino di 800 mila abitanti. Se ce ne fossero di più (e anche se fosse più conosciuto il servizio, essendoci anche un problema di conoscenza del numero telefonico per chiamare questo servizio) si potrebbero smaltire molte visite, evitando l'accesso al pronto soccorso in proprio. Sicuramente si allevierebbero i pronto soccorso, risparmiando alla fine risorse (anche quel poco che potrebbe essere allocato in più).
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

I colleghi hanno sollevato un tema di grande importanza che dobbiamo velocemente affrontare. Provo a sintetizzarlo.
Concordo sul contenuto e sulle indicazioni date dal collega Bono.
Il tema generale che c'è nel nostro sistema sanitario è che i cittadini hanno un'opinione, riferita ai pronto soccorso, di questo tipo: gli ospedali sono autorevoli e l'assistenza territoriale non ha questa autorevolezza; per cui, quando c'è qualche problema, soprattutto di emergenza, si va al pronto soccorso.
Al di là del numero dei medici a disposizione, c'è questo dato, che è un dato vero, a volte per conoscenza ma, complessivamente, questa autorevolezza non c'è e, fino a quando non la si recupera, diventa difficile affrontare le questioni prima richiamate.
Fermo restando che c'è questa disomogeneità, il rapporto TO1-TO2 deriva da un'intesa fatta dalle Aziende. Posso dire che, al di là del numero, che può essere aumentato (anche se mi dicono che non sempre è facile trovare medici disponibili per questo lavoro, lavoro anche ingrato per alcuni aspetti, ma che si cercherà di risolvere), abbiamo di fronte alcune scadenze: innanzitutto l'accordo nazionale con i medici di base - abbiamo iniziato la discussione tra Assessorati alla sanità del nostro Paese - e poi l'accordo integrativo regionale.
L'accordo integrativo regionale sarà l'occasione per individuare le indicazioni che la Regione intende dare per rafforzare l'assistenza territoriale.
Per quanto riguarda questo tema, come Giunta, in questa fase abbiamo iniziato una riflessione sull'assistenza territoriale (venerdì abbiamo fatto un incontro che ha riguardato anche i medici di base che hanno sollevato questo problema). L'idea che abbiamo, in termini temporali, è di presentare in Commissione, o decideranno i Capigruppo qual è la sede più opportuna, un'ipotesi per cercare di modificare questo sistema che obiettivamente, ha grandi problemi, per arrivare - così abbiamo indicato nella delibera di integrazione della rete ospedaliera - ad un Piano sull'assistenza territoriale da approvare entro il mese di giugno.
Tuttavia, questo lavoro lo vogliamo anticipare al massimo, perché avere un piano complessivo dell'assistenza territoriale, che riguarda anche i medici di base e l'ex guardia medica, diventa elemento importante anche per la sottoscrizione dell'accordo integrativo, che deve fare riferimento ad un quadro di carattere generale.
Nel condividere questa sollecitazione da parte del collega Bono, credo che prossimamente - personalmente, spero alla fine di questo mese o ai primi di marzo - avremo un primo documento generale sull'assistenza territoriale da completare, da riempire e da verificare ancora con incontri con i medici di base, per avere qualche certezza. E' chiaro che il tema dell'assistenza territoriale, in modo particolare della guardia medica, è perfettamente collegato anche ai luoghi fisici dove quest'attività viene esercitata.
Per questo, dall'esperienza che c'è stata illustrata recentissimamente in Toscana e in Emilia, ma anche in Lombardia, la soluzione ottimale è quella di una collocazione anche fisica della guardia medica, ma anche per alcuni medici di base, all'interno di strutture dove c'è anche un rapporto di continuità con le Aziende Sanitarie Locali (penso agli infermieri) perché il tema vero è questo, cioè una risposta reale a chi ha un problema altrimenti si ricorre al pronto soccorso.
Condivido totalmente le osservazioni svolte e dico ai Consiglieri che presenteremo, quanto prima, una proposta che poi dovrà essere costruita ed implementata, tenendo conto anche della varietà del nostro territorio. Ci sono situazioni diverse, misurabili anche dal numero di accessi al pronto soccorso: è chiaro che a Torino vi è una situazione e a Cuneo un'altra.
Cambia completamente, quindi c'è un problema anche di una definizione e di un modello non unico, per quanto riguarda questo tema, che deve essere diversificato.
Personalmente, credo che possano essere descritti almeno due o tre modelli e poi valutarne l'adattabilità sul nostro territorio, tenendo conto che abbiamo anche altre questioni: i CAP, che sono stati creati (cosa sono e cosa devono essere); l'assistenza territoriale; il medico della guardia medica, eccetera.
Sempre in linea generale, noi dobbiamo uscire da un modello che è quello di considerare che l'assistenza territoriale, in termini più generali, avvenga in modo più residuale, cercando una soluzione alle sedi ospedaliere declassate.
Il tema è molto più completo. Per questo, un'idea di carattere generale, un primo documento di carattere generale ci può orientare per un lavoro successivo che dovremo fare, applicandolo alle singole realtà.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 161 presentata dal Consigliere Boeti, inerente a "Affidamento della gestione del Centro di Ipovisione sito presso il poliambulatorio di Ivrea"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 161.
Poiché il Vicepresidente Boeti rinuncia all'illustrazione, la parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Dopo quest'interrogazione del Consigliere Boeti ho chiesto informazioni all'ASL TO4, che mi ha puntualmente risposto, ragion per cui sono in grado di dare le risposte ai dubbi e ai quesiti che sono stati posti dal collega Boeti.
Ad ogni modo, consegno la risposta scritta al Vicepresidente Boeti. Se non è sufficiente, possiamo ritornare successivamente sull'argomento.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.22 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(La seduta ha inizio alle ore 10.23)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Ordine del giorno n. 202 presentato dai Consiglieri Frediani, Bertola Bono, Mighetti e Valetti, inerente a "Solidarietà alla categoria dei Capotreno per le molteplici ingiurie cui sono esposti nello svolgimento delle proprie funzioni in qualità di pubblici ufficiali" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Chiedo l'inserimento di un ordine del giorno che ho depositato questa mattina di solidarietà al personale viaggiante di Trenitalia.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Ordine del giorno n. 176 presentato dai Consiglieri Ravetti, Allemano Appiano, Boeti e Gariglio, inerente a "Riordino delle Istituzione Pubbliche di Assistenza e Beneficenza (IPAB) e disciplina delle Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona (ASP)" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Chiedo l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 176, avente per oggetto "Riordino delle istituzioni pubbliche di Assistenza e Beneficenza (IPAB) e disciplina delle Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona (ASP)".


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Ordine del giorno n. 203 presentato dai Consiglieri Ruffino, Benvenuto Gancia, Graglia, Pichetto Fratin e Vignale, inerente a "Ospedale di Carmagnola" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Chiediamo l'iscrizione di un ordine del giorno - che non ha ancora numero perché depositato questa mattina - sull'ospedale di Carmagnola.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Mozione n. 103 presentata dai Consiglieri Ravetti, Appiano, Barazzotto Baricco, Conticelli, Corgnati, Gariglio, Rossi e Rostagno, inerente a "Disturbi dello spettro autistico: occorre potenziare le attuali politiche in materia e approvare in tempi rapidi una normativa specifica di riferimento" (richiesta iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Chiedo l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 103, avente come primo firmatario il Consigliere Ravetti.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste di inserimento? Ricordo che ogni Gruppo ha diritto ad una proposta.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente alle iscrizioni all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i verbali del 23 e del 29 dicembre 2014.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Batzella, Campo, Chiamparino Giaccone e Laus.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 13 e del 20 gennaio 2015.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Consigliere regionale Stefano Monteggia, deceduto il 12 gennaio 2015


PRESIDENTE

Il 12 gennaio 2015 è scomparso, all'età di 64 anni, il Consigliere regionale della V legislatura Stefano Monteggia, nato il 22 luglio 1950 a Novara.
E' stato uno dei fondatori della Lega Nord di Novara, a cui era iscritto sin dal 1992 e di cui è stato Segretario provinciale nel periodo 2000-2005.
Dal 1993 al 2000 fu Consigliere comunale della Città di Novara e Assessore allo sport dal 1995 al 1997. Dopo una parentesi in Provincia sempre a Novara, come Assessore a Cultura e Turismo, era tornato nella Giunta comunale, dove rimase fino al 2005.
Stefano Monteggia venne eletto in Consiglio regionale in quello stesso anno, nella circoscrizione di Novara, lista Lega Nord Piemont Padania, e fu componente della I Commissione Bilancio, della III Commissione Agricoltura della VI Commissione Cultura, della VII Lavoro, della IV Sanità e della V Ambiente.
Fu inoltre componente della Giunta per il Regolamento e dal 1° agosto 2006 Vicepresidente della Commissione consiliare "Informazione e monitoraggio degli interventi e delle opere connesse alla fase post evento dei XX giochi olimpici e IX paralimpici invernali 2006 e sport invernali".
Vicepresidente del Gruppo Lega Nord Piemont Padania, dal 1° ottobre 2006 aderì al Gruppo Misto "Progetto Nord Ovest per l'autonomia del Piemonte".
Dal 1° aprile 2008 fu presidente del Gruppo della Libertà verso il Popolo della Libertà, che nel maggio del 2009 divenne Gruppo della Libertà Il Popolo della Libertà.
Di Stefano Monteggia desidero ricordare le doti personali, quale esempio di etica e di impegno, e la grande correttezza professionale, da tutti riconosciuta e che ha esercitato con chiarezza e passione nei momenti più rilevanti dell'attività consigliare e della vita amministrativa della nostra Regione.
Ai funerali, che si sono svolti a Novara il 15 gennaio scorso, erano presenti numerosi consiglieri, anche della scorsa legislatura, in rappresentanza dell'Assemblea regionale.
Alla moglie Laura e al figlio Riccardo desidero rinnovare, a nome del Consiglio, le più sentite condoglianze e i sensi della nostra solidarietà e vicinanza.
Invito i presenti a osservare un minuto di silenzio in memoria del già Consigliere regionale Stefano Monteggia.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.31, riprende alle ore 10.34)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

c) Decreto Giunta regionale


PRESIDENTE

Comunico che il Presidente della Giunta regionale, Sergio Chiamparino con proprio decreto n. 1 del 31 gennaio 2015, ha assunto, ai sensi della legge n. 190/2014, l'incarico di Commissario straordinario del Governo per il tempestivo pagamento dei debiti pregressi della Regione Piemonte.


Argomento:

d) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato, rispettivamente in data 20 gennaio 2015 e in data 29 gennaio 2015, le seguenti leggi regionali e ha deliberato la non impugnativa: legge regionale n. 19 del 1° dicembre 2014 "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2014 e disposizioni finanziarie" e legge regionale n. 21 del 15 gennaio 2014 "Riduzione dell'assegno vitalizio".


Argomento:

e)Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

f) Ricevimento associazione "Custodiamo la Valsessera"


PRESIDENTE

Come preannunciato nell'ultima riunione dei Presidenti dei Gruppi consiliari, ricordo che, oggi, alle ore 13, in Sala Viglione sarà ricevuta l'associazione "Custodiamo la Valsessera", come da loro richiesta pervenuta, in merito alla realizzazione di una nuova diga in Valsessera.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame proposta di deliberazione n. 16, inerente a "Documento di Programmazione Economico-Finanziaria 2015-2017"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 16, di cui al punto 3) all'o.d.g., che è stata licenziata a maggioranza dalla I Commissione il 27 gennaio 2015.
La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alla programmazione economico-finanziaria

Grazie, Presidente.
Il Documento di Programmazione Economico Finanziaria Regionale per gli anni 2015-2017 non è solamente un documento dovuto perché previsto dallo Statuto della Regione Piemonte, anche se nel corso degli anni la discussione sul DPEFR ha perso molta efficacia. Infatti, questo documento per moltissimi aspetti, ha rappresentato una scarsa relazione con gli obiettivi reali che la politica regionale nei documenti di bilancio e nell'attuazione del proprio programma intende porre al centro della propria attenzione.
Il DPEFR che viene sottoposto questa mattina all'esame del Consiglio regionale è suddiviso in due parti e consta di due allegati. Abbiamo scelto questo tipo di impostazione proprio per cercare di superare sostanzialmente, il limite di un documento che si pone ad un livello, a volte, di indifferenza rispetto alle politiche che la Regione Piemonte intende costruire nell'arco di una programmazione pluriennale.
La prima parte, com'è d'obbligo, rappresenta l'analisi aggiornata dello scenario economico e finanziario generale, regionale e locale; le prospettive di medio periodo e gli indirizzi della nuova politica di coesione comunitaria; i vincoli nazionali di finanza pubblica.
In gran parte all'interno di questa prima parte trovano ospitalità le analisi emerse dagli studi dell'IRES (Istituto di Ricerche Economico Sociali del Piemonte), che ha un compito fondamentale, quello di rappresentare una sorta di monitoraggio delle dinamiche che attraversano la regione Piemonte, sotto il profilo della vita economica, sotto il profilo dei mutamenti demografici e sotto il profilo dei mutamenti istituzionali, e di collocare tutto ciò all'interno degli scenari a livello nazionale e internazionale, rispetto ai quali certamente la politica regionale non pu rimanere indifferente, in quanto ne è profondamente diretta e coinvolta.
Sotto quest'aspetto, si segnalano gli elementi oggi di tendenza nel medio periodo rispetto alla vita economica, che, ancora una volta, è caratterizzata da una ripresa sostanziale dei mercati internazionali, ma da una debolezza forte della domanda interna, che, soprattutto in una regione come il Piemonte, ha alcuni risvolti specifici. Solo il 45% delle imprese piemontesi ha una proiezione sui mercati internazionali, che permette di cogliere anche gli elementi di positività rappresentati da un rilancio della domanda estera più sostenuta rispetto alla domanda interna.
Sostanzialmente, si segnala all'interno di questa prima parte quella che è un po' una caratteristica, che pesa fortemente rispetto alle prospettive di sviluppo della regione Piemonte. E' una regione che, più di altre all'interno dell'Italia settentrionale e più di altre all'interno del panorama nazionale, vive una trasformazione demografica che crea nuovi scenari. In Piemonte il tasso di anzianità è più elevato rispetto a quello di altre Regioni italiane; ciò rappresenta per molti aspetti anche un freno alle prospettive e al futuro della vita economica e sociale all'interno della nostra regione.
Si segnalano all'interno di questa prima parte i vincoli, sempre più forti, della finanza pubblica, che ha una diretta incidenza sulla capacità di spesa della stessa Regione Piemonte. Ricordo che dal 2010 al 2014 i trasferimenti statali, pur nell'indifferenza rappresentata dalla nuova manovra sulla legge di stabilità del 2015, sono sostanzialmente calati di oltre un miliardo di euro, in parte sul tema della sanità, ma hanno coinvolto anche il complesso delle entrate della Regione.
E' chiaro che questo Documento di Programmazione Economico Finanziaria risente anche del dibattito nazionale, che in modo particolare è rappresentato dal progetto di legge costituzionale di riforma del Titolo V della Costituzione. Tale progetto ridisegna fortemente in termini diversi il rapporto tra Regione e Stato centrale sia sul tema delle materie affidate alla competenza regionale e sia, soprattutto, relativamente alla forte diminuzione, o eliminazione, dell'ambito della legislazione concorrente a livello della partecipazione delle Regioni.
La seconda parte è quella, sostanzialmente, più diretta, dove è più immediato il tentativo di tradurre in un documento di programmazione economico-finanziaria e, poi, nell'azione che il Governo regionale intende portare avanti nell'arco della legislatura gli obiettivi programmatici che questa Amministrazione regionale si pone.
Questa seconda parte l'abbiamo voluta strutturare sostanzialmente per Direzioni, costruendo per ciascuna Direzione o per ciascun ambito di intervento delle politiche regionali la seconda parte suddivisa su tre elementi: quelli che sono gli scenari di partenza, quindi riferimenti assolutamente inevitabili che non possono essere non considerati nell'attuazione di una politica regionale; quelli che sono gli obiettivi che ci si pone nell'arco della legislatura regionale; quelli che sono anche i risultati attesi, le azioni concrete per ciascuno degli ambiti di intervento della politica regionale.
Questo consente, dal mio punto di vista e anche dal punto di vista complessivo della Giunta, di fare in modo che gli aggiornamenti al Documento di Programmazione Economica Finanziaria che anticipano annualmente per obbligo statutario la discussione sulle leggi di bilancio possano essere aggiornamenti che tengano conto e consentano di misurare il livello di adeguatezza e il livello di raggiungimento degli obiettivi che sono indicati sia a livello generale sia rispetto ai risultati attesi.
Ecco perché questa seconda pare non può non partire da quello che è il piano di qualificazione della spesa regionale presentato nei mesi scorsi che è già stato inserito, ed è già oggetto di attuazione, all'interno di alcuni interventi legislativi. Voglio ricordare il disegno di legge diventato legge di riforma delle ATC, ma anche il recente provvedimento assunto da parte del Consiglio regionale, sulle misure urgenti di qualificazione della spesa, ma tali azioni dovranno proseguire ancora nelle settimane e nei mesi prossimi con altri provvedimenti di riordino di singoli ambiti di intervento delle politiche regionali, in modo particolare per quanto riguarda il tema delle aree protette.
Il Documento di Programmazione Economica Finanziaria riassume e inquadra, in una dimensione organica e unitaria, il complesso delle politiche che la Regione Piemonte e il Governo regionale intendono portare avanti - lo ripeto - non solo sul fronte della qualificazione della spesa regionale, ma anche sotto il profilo degli elementi tesi a rilanciare un'azione della Regione riguardante soprattutto la sfera dell'intervento economico e la creazione di condizioni per un nuovo sviluppo economico all'interno del Piemonte.
Infine, vorrei precisare che è stato depositato un emendamento che sostituisce integralmente le pagine 27, 28 e 29 del DPEFR, perché queste pagine contenevano alcune tabelle di spesa che non risultano adeguate rispetto a quanto inserito all'interno del piano di qualificazione della spesa regionale, sia sul fronte delle entrate sia sotto il profilo delle uscite. Conseguentemente, il provvedimento viene adeguato, in un quadro di maggiore coerenza e di maggiore attualità, alle politiche che la Regione Piemonte intende portare avanti.



(Commenti del Consigliere Bono)



RESCHIGNA Aldo, Assessore alla programmazione economico-finanziaria

No, perché l'emendamento sull'urbanistica è stato presentato già in Commissione ed è già stato inserito all'interno della I Commissione - non era di Balocco, ma di Valmaggia - relativamente al tema dell'urbanistica e del governo del territorio. Questa parte era già stata modificata.
Nel dibattito finale in I Commissione era stato evidenziato, credo proprio da voi, che nel DPEFR c'erano alcune parti che riportavano dei dati in tabella che risentivano del periodo di formazione del documento stesso ma che non erano più adeguati rispetto alla situazione attuale.
L'emendamento che ho depositato va a sostituire quelle pagine per restituire coerenza e attualità all'interno del documento.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Reschigna: (vedi allegato) La discussione è a carattere generale.
Ricordo ai colleghi che ognuno ha a disposizione dieci minuti.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Stavo appunto guardando l'emendamento che il Vicepresidente Reschigna ha presentato - in effetti era su nostra richiesta - per rendere più attendibili le attese delle entrate tributarie regionali in merito alle stime fatte anche dagli Uffici regionali in merito al tendenziale dal 2012 al 2013 e alla stima 2014. Anzi, ad oggi gli Uffici, più che una stima magari avranno già il dato effettivo a meno dell'accertato e quindi una stima più puntuale del 2016-2017.
Noto che la tassa automobilistica regionale è stata riportata a valori più congrui: era 520 nel documento iniziale e adesso è 460, il che mi sembra una stima più congrua. Anche l'IRBA (imposta regionale aggiunta sulla benzina), da 27 milioni a 18 e l'addizionale gas-metano da 90 a 85.
Così come l'IRPEF, che sul 2015 chiude a un miliardo e 215, che era la stima puntuale della manovra che la Giunta ha varato con il disegno di legge 66, con l'aumento ulteriore dell'addizionale IRPEF, quindi chiude con quella cifra corretta.
Vedo comunque un trend in crescita non solo per quanto riguarda l'IRAP ma anche per quanto riguarda il gettito dell'addizionale IRPEF 2016-2017.
Una valutazione non voglio dire ottimistica, perché dovrebbe essere una valutazione tecnica fatta ovviamente dagli Uffici. Non so appunto dire quanto sia attendibile un aumento di 60 milioni di gettito dell'IRPEF semplicemente dovuto alla ripresa dell'economia della regione. Ce lo auguriamo tutti, perché non possiamo che augurarcelo, ma vedo negli anni successivi una stima ancora al rialzo sia sull'IRAP che sull'IRPEF, che potrebbe dare delle problematiche nel momento della redazione del bilancio previsionale. Qui siamo nel Documento di Programmazione Economica Finanziaria, quindi è soprattutto una linea di programmazione di assi e di obiettivi di programmazione della spesa più che delle entrate, quindi sulle entrate saremo ancora più attenti e chiederemo più chiarezza e precisione possibile soprattutto nella redazione del bilancio previsionale, che dovrebbe essere a breve.
L'Assessore giustamente sottolineava il quadro complicato non solo nazionale e internazionale che coinvolge direttamente la Regione Piemonte per quanto riguarda le entrate proprie, ma anche le entrate del Titolo II cioè i trasferimenti statali, posto che il documento strategico unitario della programmazione dei fondi europei dovrebbe aver chiarito quali sono le risorse europee disponibili. Le sorprese ovviamente vengono da Roma, nel senso che da quando è stata approvata la legge - quindi è da quando era stata annunciata la legge di stabilità, ossia da tre mesi - che in Conferenza Stato-Regioni si sta discutendo, anzi, con in testa il Presidente Chiamparino, si sta contrattando sul taglio dei trasferimenti alle Regioni di, come dice sempre il Presidente, quattro miliardi (governo Renzi) più un miliardo e mezzo (arrotondo, perché la stima è un po' variabile) addebitabili ai governi Monti e Letta. Quindi sono cifre consistenti.
Secondo l'ultimo aggiornamento (mi pare che ne stiano discutendo proprio oggi a Roma), il taglio dovrebbe essere di due miliardi sulla sanità, quindi, come ho avuto modo di dire in Commissione, giustamente, in maniera cautelativa il riparto del Fondo Sanitario Nazionale non era stato incrementato nel Documento di Programmazione Economica Finanziaria, anche se è stato scritto a luglio, come se si sapesse già che quell'aumento che il Ministro Lorenzin aveva promesso nel Patto per la Salute non ci sarebbe stato. Erano due miliardi e due di aumento, nel 2015, con un taglio di due miliardi. Praticamente, l'aumento, se ci sarà, sarà di 200 milioni per tutto il Paese, quindi al Piemonte arriveranno al massimo sette-otto milioni di euro in più, quindi praticamente il fondo è stabile. Pertanto è sui 7,97, otto miliardi per arrotondare, e su questa cifra dovranno l'Assessore Reschigna e l'Assessore Saitta dovranno trovare i fondi anche per l'edilizia sanitaria. Quindi i famosi accantonamenti per la manutenzione ordinaria e straordinaria dei nostri immobili ospedalieri, che negli anni precedenti ammontavano a 150 milioni di euro, dovranno uscire dal Fondo degli otto miliardi.
Vedo, comunque, delle difficoltà, anche perché è evidente a tutti - lo ha ribadito anche l'Assessore Saitta - che il nostro obiettivo è quello di uscire dal piano di rientro, dal blocco del turnover, e poter assumere personale (ovviamente, non spendendo 150 milioni di euro, però qualche spesa sul personale è oramai fondamentale, necessaria e non più procrastinabile).
Giustamente, nella ripartizione del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) ci sono 50 milioni di euro (o, perlomeno, sono segnati) di investimenti sanitari. Questo è l'altro grande tema del Documento di Programmazione Economico Finanziaria, che, pur essendo 2015-2017, non riguarda solo la programmazione nuova 2014-2020 dei Fondi europei, ma anche quella pregressa, perché dobbiamo ancora pagare tutta una serie di somme. Infatti le ultime due pagine del Documento di Programmazione riguardano i Fondi europei e segnalano che della vecchia programmazione (al 31 dicembre 2013 quindi adesso è urgentissimo, come ho avuto già modo di dire, un aggiornamento su questo tema) cubavano per 463 milioni di euro i progetti avviati con i Fondi FSC, su un totale che si sta restringendo: all'inizio erano 900, poi sono diventati 800; adesso, dall'ultimo dato che emerge sul sito del Ministero, sono 750. Ma sappiamo che sono stati tagliati tre volte nell'ultimo mese: 51 milioni di euro la prima volta, 51 milioni di euro la seconda volta, e adesso c'è l'ipotesi di un ulteriore taglio di circa 91 milioni di euro per il Piemonte, che farebbe precipitare il tesoretto del Fondo Sviluppo e Coesione da 750 milioni a 560.
Su questi 560 milioni insistono diversi problemi: innanzitutto i 50 milioni di edilizia sanitaria, che sia l'Assessore Reschigna che l'Assessore Saitta ritengono intoccabili (io me lo auguro); i 150 milioni di euro del ripiano del debito del trasporto pubblico locale, che si stanno cercando di indirizzare sul DL n. 35; i 120 milioni di euro (arrotondo forse è qualcosa in meno) del tunnel di Corso Grosseto; infine, tutta una serie di altre opere importanti, tra cui i 40 milioni di euro (arrotondo anche qui forse per difetto, perché ne servirebbero di più) per il dissesto idrogeologico.
Da tutto questo, si capisce che con quanto già stanziato e finanziato al 31 dicembre 2013 (figuriamoci, quindi, al 31 dicembre 2014!), le risorse non ci sono! Non sta in piedi il pacchetto.
L'Assessore Reschigna, prima, rispondendo all'interrogazione del collega Grimaldi, ha segnalato correttamente quelli che sono i residui al 31 dicembre 2013, tra cui ci sarebbero (spero di averli segnati giusti) 85 milioni del trasporto pubblico locale, 32 milioni alla cultura, 80 milioni (circa) per le attività produttive e una cinquantina sulle politiche sociali. Già solo con questi arriviamo molto vicini all'esaurimento dell'ulteriore richiesta del dl n. 35 di 303 milioni.
La manovra con cui si cercherebbe di liberare i 150 milioni di euro del trasporto pubblico locale (debito 2011-2013) da FSC al momento ci lascia perplessi, perché non vediamo, ancora una volta, in questo scorcio di inizio legislatura, delle scelte chiare e nette su quelle che sono le priorità.
Capisco benissimo che c'è dispiacere nel voler ridurre la politica regionale - lo ha ribadito più volte l'Assessore Reschigna - ad una mera "politica di pagamento" della spesa corrente e ridurre gli investimenti.
Innanzitutto, tutta la politica di sviluppo europea va avanti, soprattutto FESR e FEASR; c'è anche la politica di coesione del FSE.
Sul FSC, come hanno fatto diverse Regioni che l'hanno utilizzato ai sensi del piano di rientro per spesa sanitaria, in questo momento di difficoltà e di crisi - è innegabile che la situazione sia veramente difficile nella Regione Piemonte - bisognerebbe mettere le mani avanti, nel senso di dire: "Questi, che sono soldi certi della vecchia programmazione usiamoli per tamponare i buchi. Poi, con la nuova programmazione, avremo tempo da qui al 2020, anzi al 2022, per valutare quali progetti prioritari saranno da riprendere".
E' stato fatto - l'ho ripetuto oramai almeno dieci volte - per la Pedemontana di Biella, laddove il progetto è stato praticamente ridotto in lotti (di tre lotti, ad oggi si fa solo il primo, perché non c'é certezza di risorse), e noi chiediamo la stessa attenzione anche sul progetto che interessa la città di Torino con il tunnel di Corso Grosseto. Non c'è certezza di risorse.
Il Documento di Programmazione Economico Finanziaria è stato aggiornato su quelle che sono le entrate, anche grazie al nostro stimolo (e di questo siamo contenti). Ma c'è ancora l'ammanco notevole che ricordava il Vicepresidente Reschigna nel piano di riequilibrio finanziario (i famosi 500 milioni non coperti) e siamo ancora in attesa della risposta di Cassa Deposito e Prestiti.
È ovvio, quindi, che oggi non possiamo esprimere un voto favorevole a questo provvedimento. Quindi il nostro voto sarà comunque contrario.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Per molti di noi Consiglieri eletti per la prima volta in questa legislatura, è appunto la prima volta che ci si avventura nell'analisi di un Documento di Programmazione Economica Finanziaria. Soprattutto per chi è abituato all'attività amministrativa degli Enti locali, questo non è lo strumento tipico della programmazione: lì, al limite, ci si muoveva all'interno di una relazione previsionale programmatica.
Riprendendo il lungo dibattito che è stato fatto nelle diverse Commissioni, che si è centrato sui diversi temi che, per Direzioni, rendono complesso il documento di cui stiamo trattando, devo rilevare che il dibattito è stato molto interessante e molto approfondito, anche se fortemente condizionato. In nessuna Commissione e in nessuna delle riunioni che si sono succedute si è nascosto che il documento, per quanto avesse una visione per i prossimi tre anni, è stato redatto nei mesi autunnali, per cui nel giro di pochi mesi dovrà comunque fare i conti con un quadro in continuo mutamento.
Veniva citato prima il discorso della legge di stabilità e la nuova tranche di tagli imposta al sistema delle autonomie locali, quindi anche al sistema delle Regioni: la quantità e la modalità che traccia questo taglio non era conosciuta nel mese di ottobre, addirittura, in termini pratici non è ben conosciuta neppure oggi, che andiamo in Consiglio con questo documento.
Qualcuno, quindi, potrebbe immaginare che la discussione su un documento che non ha certezze dal punto di vista delle entrate specifiche e delle emissioni specifiche sia inutile. In realtà, il dibattito in Commissione è stato dettato dalla ferma volontà di non rinunciare all'attività di programmazione e all'individuazione di priorità che riteniamo irrinunciabili. Soprattutto, si è cercato di ricondurre a unità alcuni processi che nell'Aula consiliare vanno a sviscerarsi in singoli provvedimenti: se si guardasse il singolo provvedimento perdendo di vista il contesto e la cornice, si rischierebbe di non capire fino in fondo il provvedimento medesimo. E vengo a fare un esempio che riteniamo sia uno degli elementi caratterizzanti, anche perché, già solo dal punto di vista del diritto trattato e dell'impatto economico sul nostro bilancio, ha una centralità assoluta: il diritto alla salute e, quindi, le politiche sulla salute.
In questi mesi, spesso si è discusso in Aula del piano di riordino della rete ospedaliera, che, probabilmente, è stata la delibera di Giunta più discussa e più analizzata, rettificata anche di recente (la settimana scorsa, anzi due settimane fa) da parte della Giunta medesima.
Ebbene, se noi fissassimo l'attenzione solo sull'aspetto del riordino delle strutture complesse negli ospedali, perderemmo di vista quello che è l'obiettivo, che, invece, nel Documento di Programmazione Economica Finanziaria, è ben focalizzato; che innanzitutto quello dell'innalzamento degli standard di salute dei cittadini e delle persone in generale; il fatto che non si può più ragionare di salute solo in termini sanitari e non si può discutere di sanità solo parlando di ospedali, ma il riordino della rete ospedaliera e l'allocazione di strutture complesse e reparti, laddove esistono delle garanzie in termini di numero di interventi e di qualità per la salute dei cittadini va accompagnato ad una rete territoriale di servizi e implementazione dei medesimi che non ha precedenti.
Se noi non riusciamo ad imprimere una svolta in questo campo, potremo avere degli ospedali di maggior livello e pregio possibile, ma alla fine ci saranno tantissime realtà, magari lontane dai grandi centri abitati e a marginalità geografica - o comunque tutta una serie di interventi che non necessitano del trattamento all'interno di un ospedale - che non troveranno risposta.
Ebbene, nel documento di programmazione si fissa l'obiettivo centrale di dare continuità assistenziale al trattamento delle patologie dopo la fase cronica e di un discorso nuovo nei confronti della medicina di base in modo - appunto - da portare direttamente nei territori le risposte di salute che possono allocarsi nei territori senza transitare attraverso un ospedale.
Questo è uno dei tanti esempi che potrà essere e verrà declinato nelle deliberazioni successive, secondo una road map che nell'ultima Commissione sanità è stata tracciata e che riguarderà l'intero anno 2015.
Analogo discorso, però, può essere fatto sulle politiche sociali: centralità viene assicurata, pur nella penuria di risorse, al trasferimento agli Enti gestori e al rapporto con gli Enti locali, che sono i depositari di questa funzione così fondamentale.
Certamente, la recente sentenza del TAR che tratta del tema dei cosiddetti extra LEA - che finalmente potremo non considerare più extra: possiamo eliminare il termine "extra" - porrà all'attenzione e al centro del dibattito la necessità di assicurare le giuste risorse della sanità su tematiche che sono trattate sia dalle politiche sociali sia dalle politiche sanitarie. Gli interventi domiciliari devono vedere una partnership forte tra Enti gestori o Enti locali da un lato e ASL, quindi sanità, dall'altro.
Dopodiché, un altro tema fortemente trattato e connotato all'interno del Documento è il tema dal rapporto con gli Enti locali. I prossimi passaggi legislativi ci vedranno dover riorganizzare e riallocare le competenze funzionali, alla luce delle riforme che sono state fatte a livello nazionale. Anche da quest'ottica è una scommessa che non possiamo perdere, sia per le problematiche afferenti al personale degli Enti locali che sono stati riorganizzati sia dal punto di vista dei servizi fondamentali che devono essere garantiti ai cittadini.
In una delle Commissioni in cui si è analizzato l'atto di programmazione finanziaria, cioè la Commissione ambiente, in particolare per iniziativa di alcuni Consiglieri - ma è un po' nel Documento stesso che si dà centralità al tema - si è sottolineato il carattere improrogabile di una riforma del tema della governance del sistema dei rifiuti, sia per ribadire con un piano regionale forte i forti obiettivi di differenziazione, recupero della materia e riduzione della produzione dei rifiuti, ma sia, dall'altro punto di vista, per rendere certo e definitivo l'assetto delle competenze in materia, che ancora oggi continuano ad essere suddivise in una miriade di enti, di società o di autorità, spesso facendo perdere di unitarietà la gestione del tema medesimo.
Cito solo un esempio che è stato riportato in Commissione, proprio quando si è discusso di questo tema: ancora oggi operano i Consorzi di bacino per quanto riguarda la gestione delle politiche dei rifiuti, ma i Consorzi in teoria non dovrebbero più essere operativi, sia in virtù di norme nazionali sia in virtù di una legge regionale del 2012, legge che però non poteva tenere conto del riassetto delle competenze degli Enti che è intervenuto attraverso la legge Delrio in particolare e che quindi dev'essere rivisitata. Ma noi non possiamo rinviare oltremodo la rivisitazione di questa legge, proprio perché abbiamo l'esigenza di dare una stabilità alla gestione di un tema così delicato. Tema analogo potrebbe essere la gestione del ciclo integrato delle acque e quindi anche questo è un aspetto sul quale dovremo soffermarci.
Nei mesi passati abbiamo analizzato in Aula una mini riforma della legge sul diritto allo studio. Ebbene, già allora - e nel Documento si trova poi riscontro di questa tendenza e di questo obiettivo - si era detto che è la legge in sé che va un po' attualizzata, anche alla luce del nuovo quadro finanziario ed economico che è molto diverso rispetto a quello che era possibile e sostenibile negli anni in cui quella legge è stata votata ed è quindi entrata in vigore.
La rivisitazione dell'assegno di studio o tutta un'altra serie di misure dovranno essere al centro della nostra azione politico-istituzionale nei prossimi anni perché, anche in questo caso, si tratta di diritti e di tematiche fondamentali, se vogliamo immaginare un futuro migliore per la nostra Regione. Per assicurare il diritto allo studio a tutti, anche in ambito universitario, lo sforzo che si è fatto in assestamento di aggiungere delle risorse non è sufficiente, sia in termini quantitativi sia in termini qualitativi: probabilmente occorre rimettere mano alla materia e provare, appunto, a dare una svolta su un tema - ripeto - così importante.
Infine - e forse questo poteva essere l'argomento dell'inizio - vengo al tema dei fondi strutturali. Concordo anch'io rispetto all'intervento che mi ha preceduto e credo che possiamo concordare tutti quanti che, in un quadro di risorse decrescenti, occorrerà qualificarne l'utilizzo e bisognerà aver la forza e la capacità di individuare vere priorità che garantiscono sviluppo effettivo alla nostra Regione; e questa sarà la sfida non appena diventerà operativo l'impiego delle risorse del nuovo settennato, senza dimenticarci che alcuni interventi del settennato precedente debbono essere conclusi nel corso di quest'annualità, in quanto la consuntivazione dev'essere fatta entro la fine del 2015.
Sicuramente, quindi, si tratta di un Documento di intenti e di obiettivi, a volte anche molto ambiziosi. D'altra parte, però, non possiamo e non dobbiamo rinunciare a darci dei fini di lungo respiro, dal momento che questo è il Documento centrale di questa legislatura, visto che occupa un triennio pieno ed è il primo del nuovo mandato consiliare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Appiano.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Vorrei fare una disamina su alcuni argomenti trattati dal Documento e parto dalle posizioni in merito all'urbanistica e all'attività che vedremo nei prossimi anni riguardante, appunto, l'urbanistica e nel contempo tutta la politica del territorio.
Chiaramente questa materia sempre di più deve raffrontarsi con un'altra, cioè l'agricoltura e, indirettamente, anche con altre tematiche come la tutela del suolo.
L'Assessore Ferrero nei giorni scorsi ha dichiarato come sia un argomento prioritario quello del consumo del suolo. E' un argomento che ci vede particolarmente attenti e speriamo particolarmente collaborativi, se le proposte che verranno dalla Giunta saranno orientate ad un vero stop al consumo del suolo.
Naturalmente l'utilizzo del termine "contenimento" del consumo del suolo, come viene poi enucleato nei Documenti di programmazione economica e nelle illustrazioni dei programmi relativi alla pianificazione territoriale piemontese, è per noi abbastanza foriero di dubbio, perché il futuro è fermare queste edificazioni, questo consumo di suolo selvaggio che ha caratterizzato gli ultimi settant'anni della storia del nostro Paese e della nostra Regione. In questo senso, noi abbiamo alcune certezza: la certezza che alcuni passi debbano essere fatti e subito, e sono passi molto semplici.
Il primo passo che chiediamo a questa Giunta è quello di effettuare un censimento di ciò che è stato costruito (sia dal punto di vista residenziale sia dal punto di vista produttivo), dei terreni che sono stati compromessi irrimediabilmente e dei fabbisogni. Esiste, infatti, un fabbisogno abitativo residenziale, un fabbisogno abitativo di case popolari per chi non riesce ad accedere con le proprie forze all'edilizia, un fabbisogno per le aree produttive.
Se abbiamo la volontà di andare in giro per il Piemonte (lo vediamo tutti i giorni) constatiamo che negli ultimi cinque o sei anni sono comparse aree completamente abbandonate, degradate, che non danno ragione di quella che è una politica di valorizzazione del paesaggio. Pertanto rispetto al Documento di Programmazione Economica Finanziaria, chiediamo un maggiore coraggio in questo senso.
Gli argomenti si correlano strettamente: vado alla tutela del suolo.
Provengo dalla provincia di Alessandria, dove abbiamo assistito alla distruzione di parte del territorio a causa di un fenomeno alluvionale nell'ottobre scorso. Non sono ancora stati fatti atti concreti che portino la popolazione e gli amministratori ad individuare una svolta che ponga rimedio a tale situazione. Insieme al mio Gruppo, ho pensato a cosa si potrebbe fare in concreto, pertanto, nei giorni scorsi, abbiamo presentato una proposta di legge per la manutenzione del territorio.
In queste aree disagiate - che poi sono le stesse che creano problemi dal punto di vista della stabilità dei versanti, della sicurezza dei cittadini - i problemi sono strettamente connessi sia alla situazione economica sia alla situazione geologica ed idrografica. Attraverso una politica agricola che premi le peculiarità del territorio e chi rimane in queste aree fortemente disagiate, possiamo andare a diminuire i rischi, a coinvolgere le popolazioni e far sì che il pericolo anche per le città che si trovano a valle di questi territori disagiati diminuisca in maniera sensibile.
Rispetto all'agricoltura, oltre a questi pensieri riguardanti aree marginali che vivono situazioni diverse e problematiche, voglio svolgere alcune riflessioni di carattere generale in merito a problematiche più particolari. La politica agricola affrontata con i fondi europei ha seguito una certa linea, negli ultimi 15-20 anni: pensiamo sia giunta l'ora di capire come sono cambiati i marcati e in quale direzione si debba andare.
Ci sono alcune tematiche importanti al momento ancora irrisolte: mi riferisco, ad esempio, della questione del riso e della concorrenza che i nostri risicoltori accusano rispetto ai mercati esteri ed ai Paesi in via di sviluppo. Sono tematiche che devono essere affrontate attraverso l'esposizione delle nostre ragioni, proprio in ambito europeo.
Inoltre, ci sono problematiche irrisolte anche in merito alla questione del biologico, rispetto ai controlli, rispetto alla commercializzazione di un vero prodotto biologico. Ma, soprattutto, noi vediamo come un problema come una minaccia, alcune posizioni della nostra nazione rispetto a trattati che si stanno decidendo all'interno dell'Unione Europea. Faccio l'esempio del TTIP: noi siamo fortemente preoccupati che questo trattato possa non essere tanto un'opportunità, quanto un vero pericolo per i nostri prodotti. Penso che la Regione debba affrontare questo argomento, perch se non lo affronteremo come Regione, lo affronteranno i lobbisti all'interno del Parlamento europeo, decidendo per noi e chiaramente non facendo i nostri interessi.
L'ultima mia riflessione riguarda la politica dell'energia. In altri tempi (magari dieci anni fa) sarebbe stato utile fare una politica energetica diversa, che andasse a colpire gli sprechi energetici e soprattutto tutelasse una delle cosiddette risorse rinnovabili non direttamente producibili, cioè il risparmio energetico. Noi abbiamo un patrimonio edilizio vecchio, che sarebbe cosa buona mettere in efficienza.
Allo stato attuale dei conti della Regione e dei conti pubblici in generale, possiamo pensare di andare ad ottimizzare, nei prossimi anni, le risorse. Le risorse del Piano operativo, ad esempio, possono essere ottimizzate per ottenere il massimo risparmio energetico all'interno degli edifici pubblici, pertanto ritengo indispensabile fare delle scelte oculate all'interno dei bandi riservati agli Enti pubblici, per la riqualificazione energetica. Tali scelte oculate passano necessariamente da una fase intermedia, prima dell'apertura dei bandi, che riguardi un audit energetico di tutto il patrimonio immobiliare degli Enti locali del Piemonte, così da andare ad incidere veramente laddove ci sono i maggiori sprechi di energia.
Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media "F. Parri" di Piossasco (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe I B della Scuola Media "F.
Parri" di Piossasco in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame proposta di deliberazione n. 16, inerente a "Documento di Programmazione Economico-Finanziaria 2015-2017" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo la discussione generale sulla proposta di deliberazione n.
16.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il Documento di Programmazione Economica Finanziaria è, o sarebbe dovuto essere, uno dei documenti più importanti, in particolar modo in un anno, o meglio in un triennio, quale quello cui ci stiamo affacciando.
Sono note le volontà dell'Amministrazione regionale: intanto, con una legge sulla negoziazione dei mutui, votata in Consiglio regionale, e, in secondo luogo, con un accordo con il Ministero dell'Economia e con la Cassa Depositi e Prestiti, posticipare alcune spese, quelle di restituzione di una parte dei mutui per gli anni 2015 e 2016.
Pertanto, il Documento di Programmazione Economica Finanziaria è certamente interessante nella parte di dettaglio, quella che abbiamo un po' seguito nelle singole Commissioni e quella presente nell'allegato A, ma è altrettanto interessante (forse di più) relativamente a un documento, che però va a delineare, secondo noi con alcune evidenti incertezze, il quadro economico di riferimento da qui ai prossimi tre anni.
Il vero tema. Noi abbiamo sentito parlare di molti aspetti, tanto in Commissione che in Aula nella discussione di oggi, ma è assolutamente evidente che la discussione rispetto al merito di singole politiche, anche quelle che la Giunta e il Presidente in più occasioni hanno individuato come la definizione delle priorità, passi attraverso un bilancio che consenta di pagare o dare copertura economica alle priorità assolutamente condivise, sulle quali non vi sono discussioni.
Faccio un esempio. Diceva il collega Appiano: "Siamo lieti di sapere che, dopo la sentenza del TAR, gli extra LEA non sono più extra".
Personalmente non ne sono così certo, nel senso che c'è un accordo con il tavolo nazionale, dove siede l'Assessore Saitta, il quale ha chiesto alle Regioni, fra cui la Regione Piemonte, il rientro e di spostare tutta una serie di prestazioni non prettamente sanitarie dalla sanità alle politiche sociali. Verrà modificato l'accordo dal quale nacque la delibera impugnata del 30 novembre. Se verrà modificata lo pagherà la sanità, che ovviamente sottrarrà delle risorse a quelle che sono le risorse che venivano imputate.
Ma questo è solo un esempio e, come dicevo, interessa maggiormente affrontare il tema macroeconomico, cioè quello della sostenibilità di bilancio rispetto ai singoli temi, che tanto, da qui a pochi giorni (a poche settimane, almeno), affronteremo nella discussione del bilancio preventivo.
Qual è il tema principale, secondo noi, che ieri abbiamo in qualche modo accennato all'Assessore e che viene ripreso anche all'interno del documento in discussione? Evitare che, se un accordo viene raggiunto - e che noi, devo dire, auspichiamo, abbiamo votato anche la legge di rinegoziazione sui mutui - le esigenze e le necessità dei piemontesi non siano sacrificate alla logica del tipo "siamo contenti se il MEF o la Cassa Depositi e Prestiti non garantisce la spalmatura del bilancio su più anni perché così la Giunta è in difficoltà". La Giunta è in difficoltà, ma saranno in difficoltà prima di tutto i piemontesi.
Non sempre è avvenuto questo anche negli anni passati, ma lo dico solo per dovere di testimonianza. Tuttavia siamo interessati al fatto che l'eventuale posticipazione del pagamento complessivo dei debiti contratti non sposti il problema di due anni. Lo dico perché il Vicepresidente ha dato, tanto nella discussione di questo documento, ma soprattutto nel documento di ristrutturazione della spesa regionale, alcuni numeri ben precisi (siamo intorno ai 150, 200 milioni di euro o addirittura di più nell'ipotesi migliore possibile), di risorse che contiamo di non pagare nel 2015 e nel 2016 per iniziare a ritornare a pagare i mutui nella loro completezza nel 2017.
Noi abbiamo alcuni dati, che diversi colleghi ricordavano rispetto alle previsioni di crescita all'interno della nostra Regione (pagina 15), che sono oggettivamente ottimistiche; poi potremmo entrare nel merito, ma in alcuni casi secondo me sono invece pessimiste, perché quando vediamo che il mondo dell'agricoltura o il mondo dell'export dovrebbero ridurre il valore economico rispetto a quello del 2014, secondo me verosimilmente indichiamo dei valori che sono pessimisti, ma diciamo che nell'insieme sono valori ampiamente ottimisti.
Detto ciò, l'IRAP assicura una parte consistente dell'entrata della nostra Regione, perché l'IRAP, che ovviamente discende anche da quelli che sono i contratti in essere, è una delle tasse principali su cui costruiamo il bilancio della nostra Regione.
Noi abbiamo una tabella di risparmi di spesa previsti fra il 2015 e il 2017, contenuta all'interno del Piano di riequilibrio finanziario (pagina 42), che ci dice che risparmieremo 18 milioni di euro nel 2015, 34 milioni nel 2016 e 17 milioni nel 2017, che non sono fra loro sommabili perch ovviamente è una progressione di risparmi.
E' una tabella importante ed è, secondo me, anche per com'è stata costruita, sostanzialmente attendibile: sono numeri che si possono raggiungere poiché non si discostano molto da una serie di riduzioni di spese che inserimmo. E' pur vero che qui dentro, alla voce "partecipate" c'è la cifra zero e, come il Vicepresidente sa, visto che questo è un documento di programmazione, avremmo preferito che invece fossero indicate delle cifre. E' evidente che se scrivo zero, ancorché io intenda alienare tutta una serie di proprietà regionali (dalle partecipate agli immobili o quant'altro), ho un punto di riferimento che è zero. Se scrivo 50, 100, 150 (dico numeri assolutamente a caso), ho altri numeri su cui verificare l'attività della Giunta.
Dico questo perché il 2017 dovrebbe essere il primo anno in cui, posto che vada tutto a buon fine come dicevamo in apertura, torniamo ad essere una Regione normale, cioè torniamo ad essere una Regione che paga i suoi mutui al 100%, come fa qualunque cittadino e qualunque impresa, quindi dovrebbe sostenere un costo maggiore, intorno ai 200 milioni di euro, ma il risparmio è di 74 milioni.
Allora è evidente che una serie di misure che abbiamo introdotto all'interno del disegno di legge 67 non sono misure estemporanee che non hanno una loro necessità di applicazione, perché senza quelle misure è assolutamente evidente che una parte del bilancio regionale, ossia una parte dei problemi che noi rinviamo al 2017, ce li troveremo nel 2017.
Però, guardate, la vera sfida - e non sono entrato nel merito dei singoli argomenti - è esattamente questa: poter monitorare la situazione per fare in modo che il bilancio del 2017 non veda questa Regione costretta a fare l'unica cosa che potrà fare: aumentare nuovamente le imposte per il differenziale che mancherà fra la riduzione di spesa e la necessità di bilancio per poter chiudere il bilancio. E non è certamente quello che ci auspichiamo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Sarò brevissima. Farò solo alcune considerazioni sulle parti che seguo più da vicino.
Ci troviamo in un momento molto difficile con una situazione di ristrettezze di risorse veramente senza precedenti in questa Regione.
Quindi, mi limito soltanto a fare degli appelli, se così vogliamo definirli.
Per quanto riguarda l'area inerente al lavoro, quindi le politiche per il lavoro, sappiamo benissimo che la Regione non ha grandi margini di manovra in questo campo, quindi possiamo limitarci soltanto a fare delle politiche che vadano un po' a tamponare quelle che sono le conseguenze di politiche che arrivano da Roma.
In questo momento diventa importante quindi fare delle scelte ed individuare delle priorità. Scelte che la Regione può fare soprattutto attraverso la destinazione d'uso dei fondi europei. Pertanto, riteniamo necessario che la Regione vada ad intervenire ed individui dei settori che possano veramente rilanciare l'economia piemontese.
Noi, come già accennava il collega Mighetti e come accennerà anche il collega Valetti nel suo intervento successivo, abbiamo delle idee ben precise su quali siano i settori su cui andare ad investire: la green economy, il recupero del nostro territorio, la protezione del territorio.
Dei posti di lavoro sicuramente possono arrivare da questi settori dell'economia.
Proprio questa mattina dai giornali abbiamo appreso come le conseguenze del jobs act vadano a ricadere sui lavoratori. Nei giorni scorsi abbiamo già visto la vicenda Agrati; abbiamo visto che, di punto in bianco, questi lavoratori, nonostante abbiano sottoscritto un accordo sindacale proprio con la partecipazione della Regione, si ritrovano senza il rinnovo della cassa integrazione.
E' in questi momenti che la Regione deve intervenire; quindi, oltre a garantire la presenza ai Tavoli e a consentire la sottoscrizione degli accordi, deve anche cercare di garantire che questi accordi vengano osservati.
Le conseguenze di queste scelte scellerate che si fanno a Roma - perch la cancellazione della cassa in deroga straordinaria può essere soltanto definita come una scelta scellerata - non devono poi ricadere direttamente sui lavoratori, ma bisogna trovare il modo di fare da cuscinetto. Quindi individuare delle misure che possano andare a salvaguardare e a tutelare i lavoratori e le loro famiglie.
Questa mattina i sindacati parlavano di circa 10.000 lavoratori che potranno subire le conseguenze della mancanza di cassa integrazione straordinaria. E' un peso fortissimo per il nostro territorio con una ricaduta veramente pesante.
Quindi, il compito in particolare dell'Assessore Pentenero non è facile, lo sappiamo bene, ma considerando che a Roma c'è un Governo che dovrebbe avrebbe, non dico un occhio di riguardo ma per lo meno un orecchio piuttosto teso, direi che dovremmo iniziare a collaborare più strettamente e garantire una nostra presenza - e per "nostra" intendo della Regione - a tutti i Tavoli di crisi che sono aperti, cosa che forse fino a questo momento non è stata così assidua, anche perché i tavoli di crisi aperti sono molti e saranno sempre di più, purtroppo.
Per quanto riguarda il discorso delle scelte e dell'individuazione delle priorità, diventa poi fondamentale anche la parte di monitoraggio.
Quindi, bisognerebbe iniziare costantemente a monitorare le ricadute di qualsiasi decisione e di qualsiasi scelta politica venga attuata nel mercato del lavoro.
Quindi, andare a verificare l'esito delle politiche che sono state attuate e vedere quali abbiano avuto un esito positivo e quali invece siano meno soddisfacenti e quindi eventualmente da accantonare. Quindi, cercare una maggiore interazione fra le varie politiche attuate e verificare attraverso un costante monitoraggio per identificare quali siano realmente quelle più efficaci. Questo per quanto riguarda il mercato del lavoro.
Connesso a questo c'è il discorso della cultura. Durante l'esposizione del DPEFR in VI Commissione da parte dell'Assessore Parigi abbiamo assistito ad una programmazione che era un po' lacunosa. L'Assessore Parigi tende a non parlare quasi mai di numeri e di cifre. Possiamo anche comprendere che sia un discorso noioso e che magari chi ha lavorato come operatore della cultura per molti anni, trovandosi adesso dall'altra parte e quindi dalla parte della persona che deve indirizzare i fondi e comunque indirizzare le politiche, si trovi magari un po' spaesata.
Però l'Assessore dovrebbe mettersi in testa che adesso è suo compito dare una linea e definire le risorse, ripartirle. Quindi, non tanto decidere quale mostra fare e come richiamare i turisti, ma semplicemente stabilire delle priorità e dare un'impronta ed un indirizzo politico.
Noi sappiamo benissimo che nella nostra Regione e in particolare nella Città di Torino c'è un sistema ben consolidato di gestione della cultura che ci sono degli attori che sono sempre gli stessi, attori che ripresentano, delle associazioni che hanno un peso maggiore, che rischiano di soffocare tutto quello che potrebbe emergere, invece, in un settore che potrebbe essere molto più promettente.
Quindi, quello che chiediamo in particolare all'Assessore che è chiamato in questo momento così difficile a lavorare in un settore che non è particolarmente ritenuto prioritario - purtroppo, perché credo che invece la cultura dovrebbe essere il punto di rilancio della nostra Regione se non del nostro Paese, in quanto potrebbe generare una ricchezza e un numero di posti di lavoro che compenserebbero la crisi che si sta verificando in tutti gli altri settori, a partire dal metalmeccanico alla siderurgia quindi potrebbe essere veramente una nicchia di investimento che porterebbe al rilancio della nostra economia, se ben utilizzata - che si facciano delle scelte da Regione, cioè da istituzione. Quindi, non tanto da mecenate, ma da Regione che sa capire quando un investimento porta il bene della collettività e quindi il rilancio dell'economia e non tanto il bene di quelle poche associazioni che detengono il monopolio di tutto il settore.
Questa cosa si può ottenere soltanto attraverso la trasparenza.
Ancora ieri abbiamo avuto una dimostrazione di come questa trasparenza non sia ancora completamente attuata, perché non esiste che dobbiamo apprendere dai giornali quali sono le politiche che la Regione intende attuare in riferimento ad alcuni investimenti che intende fare utilizzando fondi europei, e quindi fondi pubblici.
Quindi, la trasparenza si può attuare innanzitutto interagendo con il Consiglio nella sua interezza (maggioranza ed opposizione) e, in secondo luogo, utilizzando gli strumenti che consentono trasparenza, a partire dai bandi.
Avevamo accolto con favore le dichiarazioni dell'Assessore Parigi, che qualche mese fa aveva dichiarato che avrebbe utilizzato lo strumento del bando. In alcuni casi sappiamo benissimo che non è stato possibile, perch poi ci si mette di mezzo il Ministero, però chiediamo che si faccia ogni qualvolta sia possibile, perché non vogliamo più leggere sui giornali frasi del tipo "è inutile fare il bando quando si sa già chi è la persona migliore". Ma cosa vuol dire questo? Come possiamo sapere se esiste un'altra persona migliore se fermiamo la nostra ricerca alla prima che incontriamo e, casualmente, è sempre la stessa che da anni, se non da decenni, salta da una poltrona all'altra? Quindi, mancano le risorse e cerchiamo di utilizzarle nel modo migliore, cerchiamo di utilizzarle come farebbe un'istituzione, tenendo conto che abbiamo a che fare con fondi pubblici, che non siamo degli sponsor, ma siamo delle istituzioni che devono gestire un settore che ha delle pesanti ricadute su molti lavoratori, che molto spesso non vengono ricordati. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Pichetto Fratin; ne ha facoltà.



PICHETTO FRATIN Gilberto

Grazie, Presidente.
Sarò breve. Parlare di Documento di Programmazione Economica Finanziaria ci pone di fronte allo scenario complessivo, dal quale dovrebbe discendere il programma del governo regionale e i temi fondamentali di dibattito.
Non mi soffermo sullo scenario, perché lo scenario iniziale è datato ahimè, è datato non per colpa del Governo regionale o per colpa di qualcuno. Siamo di fronte ad un cambiamento del quadro economico e sociale tanto rapido e, purtroppo, in questi ultimi anni su un piano inclinato.
Succede che, appena finito di trascrivere dati, questi sono già superati da altri e, ahimè, sempre negativi, per quanto riguarda lo scenario economico.
Il documento di programmazione ha anche il ruolo e il significato di esprimere la posizione politica di gestione della macchina regionale.
Per quanto riguarda la gestione della macchina regionale, nell'ambito del dibattito sul bilancio abbiamo avuto modo - e avremo ancora modo quando discutere il bilancio di previsione - di discuterne molto, ricordando, come è stato fatto più volte, che le ristrettezze e le diminuzioni dei trasferimenti nazionali, che ammontano a circa un miliardo di parte corrente, determinano, rispetto a sette/otto anni fa, la necessità di cambiare il registro utilizzato negli ultimi vent'anni in questa Regione.
Non dico se era giusto o sbagliato, ma è una responsabilità di tutti che forse in quei momenti andava bene: probabilmente era giusto e andava bene così.
Oggi, tutto questo non è più sopportabile; non è più sopportabile sotto l'aspetto delle finanze e per quello che riguarda la funzione e la definizione delle politiche che il Governo deve attuare. C'è quindi un passaggio, se vogliamo importante, che significa riorganizzazione e ristrutturazione; ristrutturazione già cominciata tempo fa, ma che deve anche avere, come riferimento, il palazzo unico regionale, con una serie di risparmi e di efficientamento della macchina amministrativa che, purtroppo ha sempre risentito del frazionamento su più sedi, quindi tanti ruoli e costi eccessivi di servizi generali dovuti proprio alla necessità di mettere assieme il sistema.
Questo comporta anche una riorganizzazione della macchina interna.
Noi abbiamo tante Direzioni e tante ragionerie interne, come ricordava l'Assessore. Dal momento che stiamo per andare al palazzo unico, tante ragionerie non hanno più senso, anche perché la telematica aiuta ad avere un contatto diretto di lettura. Le ragionerie interne, quindi, vanno assolutamente risistemate o, meglio, soppresse e va trovato un meccanismo di gestione corretto.
Ma questa è la macchina.
Dall'altra parte, fatta la macchina, c'è tutta la politica esterna.
Per quanto riguarda la politica esterna, ci sono vari grandi filoni, ma quello che normalmente ci appassiona di più è quello della spesa.
Gran parte della discussione in questo Consiglio, ma anche in Giunta regionale, fa riferimento alle politiche di spesa, le quali, siano di spesa corrente siano di investimento, caratterizzano fortemente qualsiasi Governo e, naturalmente, sono quelle che hanno una vendibilità più immediata.
Vorrei ricordare che la Regione ha ancora - grazie al Titolo V fino a quando rimane, perché le dichiarazioni del Governo nazionale sono di una modifica molto forte delle Bassanini e della riforma costituzionale del 2001 - notevoli poteri ordinamentali.
Occorre adeguare il sistema legislativo. Questo riguarda fortemente il Consiglio ed io, essendo di opposizione, mi soffermerei più su questo aspetto, dicendo che è la parte dove il Consiglio può avere un ruolo indipendentemente dall'essere di maggioranza o di opposizione. Tuttavia molte norme ordinamentali di questa Regione sono ormai datate, commisurate su com'era la società dieci o vent'anni fa.
Oggi la società è cambiata, quindi c'è la possibilità di intervenire con norme ordinamentali di tipo diverso. Possiamo anche dividerci su un aspetto o su un altro, ma è fondamentale, perché significa adeguare il nostro sistema legislativo, con ricadute automatiche sui quattro milioni e 300 mila piemontesi, dando più spazio di libertà di impresa e di azione rispetto alla burocrazia, andando incontro alle esigenze di una società molto diversa.
Accanto a ciò, per quanto concerne la politica di spesa, sappiamo bene quali sono le difficoltà relative alla parte corrente di bilancio e all'ordinarietà nella spesa; dall'altra parte, conosciamo anche le difficoltà dell'utilizzo dei fondi strutturali per intervenire sull'integrazione della politica di impresa, della politica sociale e delle norme di investimento.
Ecco, credo che su questo si debba caratterizzare il dibattito futuro sugli atti di programmazione pratica, sul bilancio in particolare e sul bilancio pluriennale, quindi su quelle che saranno le scelte proposte dalla Giunta e su quello che sarà il nostro ruolo di opposizione.
In un momento come questo, dove abbiamo un tasso di disoccupazione giovanili stratosferico ed inimmaginabile anche solo qualche anno fa, credo sia davvero importante creare le condizioni perché nascano le imprese.
E' giusto fare gli interventi di tipo assistenziale, ma i migliori interventi sono quelli con cui si ha il coraggio di metterci le mani dentro, aiutando le ristrutturazioni e creando le condizioni perché nascano nuove imprese. Solo così riusciremo ad uscire da questa situazione di impasse che riguarda noi, ma che riguarda tutto il nostro Paese, con particolare attenzione a quei settori produttivi che, nonostante la crisi riescono a tenere sull'esportazione. Vorrei ricordare l'aumento dell'esportazione a due cifre - sono dati della settimana scorsa - per quanto riguarda alcuni settori: cito il settore orafo, ad esempio, ma questo vale anche per tutto il settore della trasformazione agricola, dove noi abbiamo ancora spazi enormi.
Se questa Regione riuscirà a mettersi a posto con i propri conti e con la gestione ordinaria, e se avrà il coraggio di fare delle scelte che agevolino il meccanismo di investimenti (non si agevolano solo con i fondi perduti, ma ci sono meccanismi per cui le imprese, anche senza contributo riescono in tre mesi a dare inizio all'attività), svolgeremo un servizio sicuramente utile.
Tuttavia, il beneficio ci sarà e sarà notevole, altrimenti dovremo continuare a discutere in quest'Aula se dare la copertura, con il fondo sanitario, alle politiche sociali, oppure sentirci poi dai verbali del Tavolo nazionale che le politiche sociali non sono LEA e quindi sono competenza dei Comuni (questa è la risposta che riceveranno l'Assessore Reschigna e l'Assessore Saitta: io spero che cambi, che si possa fare utilizzando i doppi fondi come una volta). Naturalmente si continuerà a boccheggiare e a traccheggiare, in questo caso frenando quello che pu essere anche un tentativo di inversione di tendenza, che in alcuni settori della nostra economia si sta manifestando in questi giorni, anche grazie al fatto che i cambi sono favorevoli.
I barili di petrolio si acquistano a 50 dollari, quindi probabilmente una parte dei mille miliardi della BCE potrà ricadere anche su una Regione come la nostra, il cui forte sistema industriale in trasformazione diventerà forse più smilzo, pur continuando ad essere l'asse portante dello sviluppo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Concludo questa serie di interventi ribadendo alcune questioni che, in parte, sono state già trattate dai miei colleghi e in parte tratterò ex novo.
Ci sembra che ci sia poca ambizione e poco coraggio nel dettare delle linee guida che differiscano dal sistema economico che abbiamo già visto fino ad oggi. In particolare, è rimasto un po' inascoltato, secondo me perché nel DPEFR troviamo obiettivi sempre molto blandi e molto vaghi dal punto di vista politico. Sappiamo delle difficoltà economiche e, in molti casi, si è tentato di glissare a mancanze economiche che ci sono, partendo dai trasporti, prima di tutto.
Sappiamo che con il previsionale di quest'anno difficilmente si riesce a coprire il fabbisogno di servizio fino a fine anno se non cambia qualcosa, se non arriva una manina a darci un aiuto. Abbiamo dubbi che questa manina arrivi. Abbiamo visto la finanziaria, abbiamo visto la legge di stabilità, sappiamo già dei tagli che ci sono sulla sanità. Sul comparto del trasport pubblico locale ricordo che ci sono, da parte dello Stato e del Governo, trasferimenti tagliati per 480 milioni sul rinnovo del parco mezzi; mancheranno, probabilmente, almeno una ventina di milioni, per essere certi che tutta la parte dei trasporti venga coperta dal bilancio del 2015; inoltre ricordo che stiamo ancora pagando il debito pregresso.
Delle due tranche 2013-2014 abbiamo ancora almeno 140 milioni di debito da pagare. Rischiamo, anche quest'anno, di fare altro debito sul debito.
Quando parlo di obiettivi un po' vaghi, parliamo di ambiente, parliamo ancora una volta - ricordo la dichiarazione dell'OCSE - del settore delle rinnovabili, il settore delle nuove energie, della tutela dell'ambiente come vettore del rilancio dell'economia. Noi, invece, stiamo continuando a puntare su quei settori che ci hanno portato in questa situazione.
Vediamo che gli Enti locali, a partire dai Comuni, senza dare colpa o responsabilità puntuale, cercano di fare quello che possono per ripianare la situazione disastrosa di bilancio e dei tagli che stanno incombendo come sempre, sulle solite linee guida della cementificazione, del tentare ancora di strappare qualcosa da un settore che ormai non si può più pensare come prima.
Abbiamo visto una legge sull'urbanistica molto blanda, un vago accenno al contenimento del consumo di suolo, ma non si tratta di fare contenimento del consumo di suolo, si tratta di bloccare il consumo di ulteriore suolo.
Ricordo che in Piemonte siamo già al 7,5% di terreno, di superficie regionale occupata dall'edilizia e dal cemento. Se togliamo le montagne questa percentuale, secondo me, passa al 10%. Ciò vuol dire che un ettaro su dieci è cementificazione. Il terreno fertile ce lo stiamo giocando l'agricoltura ce la stiamo giocando. La legge urbanistica mette un vago accenno al contenimento del consumo. Qualche indicazione del Movimento 5 Stelle è stata recepita, e ne diamo atto, ma quando vediamo arrivare in Commissione un emendamento che consente varianti ai piani urbanistici ancora più blande, senza tenere conto del limite già basso di terreni già edificati, allora ci chiediamo quale tipo di politica si sta facendo sul contenimento del consumo di suolo.
Oggi apprendiamo dai giornali che sul POR FESR, per incentivare la banda larga, ci sarebbero tagli da altri settori come la tutela dell'ambiente e la valorizzazione delle risorse culturali e ambientali quindi quattro milioni in meno su un budget che si aggira intorno ai 30 grosso modo, il che fa il 12-13% di soldi ancora in meno all'ambiente. E' anche notizia di questi giorni, anche sulla stampa locale, che il Piemonte non è messo molto bene come ambiente.
Ho parlato del suolo, ma parliamo anche dell'aria. Ci sono tre città piemontesi nella top ten delle città più inquinate d'Italia. Torino, Asti e Alessandria hanno degli sforamenti continui delle emissioni e non vediamo delle politiche molto sinergiche tra le amministrazioni regionali e comunali per ridurre questo fenomeno. Sappiamo tutti che l'inquinamento ambientale è stato riconosciuto come sicuramente cancerogeno. Cancerogeno vuol dire effetti sull'ambiente, effetti sulla salute, effetti sul budget della sanità. Dobbiamo fare prevenzione prima di tutto e si tolgono ancora soldi all'ambiente. L'ambiente ha dei numeri ridicoli di budget, sono numeri che valgono forse un centesimo del budget sulla sanità. Forse bisognerebbe pensarci prima e fare un po' di prevenzione.
Ancora sui rifiuti leggiamo nel DPEFR degli accenni ad una non bene precisata riduzione e contenimento della produzione dei rifiuti, di un generico aumento della differenziata, senza numeri. Non ci ricordiamo quindi, che la Regione non ottempera ai suoi stessi obiettivi di legge dei rifiuti (ricordo che manca ancora un piano dei rifiuti aggiornato) e non ottempera al raggiungimento delle percentuali della legge europea del 65 che avrebbe dovuto essere conseguito entro il 2012. L'Unione Europea sta facendo un passo avanti, si parla già di economia circolare, ma noi stiamo ancora cercando di raggiungere gli obiettivi di legge di anni fa.
Questi obiettivi vengono indicati, in modo vago, nel DPEFR, ma contraddetti nei fatti; l'unica cosa che si fa è accettare la linea imposta dal Governo nazionale e ci si candida ad essere centro di incenerimento per i rifiuti anche di altre Regioni, visto che si vuole ampliare anche la capacità dell'inceneritore di Torino, che riceve 70 mila tonnellate all'anno in più dalla Liguria o dalle Regioni che saranno in difficoltà.
Questo, come obiettivo ambientale, mi sembra molto blando ed è l'unica cosa significativa che abbiamo visto come azione per risolvere questo problema.
Non si tratta di avere idee nuove, si tratterebbe di cogliere qual è il segno del cambiamento che arriva da Paesi più virtuosi di noi, arriva da enti e strutture internazionali che hanno già capito dove si traccia la nuova economia. Se continuiamo a pensare che tutte queste cose siano un peso, allora non abbiamo capito come si fa la nuova economia, non abbiamo capito dove si trovano nuove risorse. Si ignora completamente che la domanda dei cittadini è anche di migliorare la loro qualità della vita magari non di guadagnare di più, vivere in un mondo un po' più equo, un po' più pulito, cercare di fare lavorare un po' più sul sociale e sull'equità e sull'ambiente, un po' meno sul cemento e i soliti settori che ci hanno portato in questa situazione e che non possono essere spinti ulteriormente.



PRESIDENTE

Nell'illustrazione del Vicepresidente Reschigna c'è stato un passaggio anche sull'emendamento presentato dalla Giunta. Chiedo se ci sono integrazioni da fare.
La parola all'Assessore Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alla programmazione economico-finanziaria

Grazie, Presidente.
Chiedo che la proposta di deliberazione n. 16 venga messa in votazione alla fine della seduta pomeridiana e ne spiego la regione.
Da una verifica ulteriore fatta tra gli Uffici del Consiglio e gli Uffici della Giunta, emerge la necessità, secondo quel principio che ha portato a quell'emendamento, di modificare altre due o tre tabelle. Poich le stanno preparando, preferisco mettere in votazione un documento che abbia questo tipo di caratteristiche. Non cambiano i contenuti, chiedo che la deliberazione possa essere messa in votazione alla fine della seduta pomeridiana.
Tuttavia, vorrei fare tre brevissime considerazioni rispetto gli interventi che ho ascoltato e apprezzato. La prima è questa. Credo che questo documento tracci e cerchi di delineare il compito che questa Amministrazione regionale ha nel corso di questa legislatura.
Abbiamo certamente la necessità di proseguire il lavoro per cercare di riportare in equilibrio e in una condizione di pareggio strutturale i conti della Regione, però non possiamo immaginare che questa legislatura sia unicamente caratterizzata da quest'obiettivo: deprimeremmo l'economia e il tentativo di ripresa economica all'interno della nostra Regione e creeremmo forti e ulteriori condizioni di disuguaglianza sotto il profilo sociale.
Noi, allora, abbiamo bisogno di tenere presenti, dentro un programma di legislatura che ha questo arco temporale per la sua attuazione, entrambi gli scenari: la necessità di riportare sotto controllo e in equilibrio strutturale il bilancio della Regione e anche la necessità di non sottrarre risorse per quegli investimenti capaci di sostenere uno sviluppo economico nuovo o in grado di garantire che, anche di fronte ad alcuni timidi ma esistenti segnali di ripresa economica, ci sia il necessario sostegno in questa direzione.
Voglio ricordare che forse, se permane ancora una condizione di debolezza dell'euro sui mercati internazionali, quelli che possono anche essere letti come dati ottimistici circa l'incremento del PIL nel 2015 possono essere invece rappresentativi di una realtà possibile da attuare.
Questo, allora, è lo spartiacque ed ecco perché noi non possiamo immaginare che non ci sia una politica di investimenti all'interno della nostra Regione. Ma direi di più: io credo che abbiamo bisogno di riportare al centro dell'attenzione anche delle scelte di politica regionale tutti coloro che in questo momento svolgono, o tentano di svolgere, un'attività di impresa. E un'attività d'impresa non è solamente quella che si svolge nell'ambito dell'industria manifatturiera: un'attività d'impresa è quella che si svolge in numerosi settori della vita sociale e culturale, della crescita economica, del tentativo - anche - di riqualificazione del sistema dei servizi. E credo che abbiamo ugualmente bisogno di riportare tutto ci e anche la discussione che stiamo facendo all'interno della I Commissione con contributi certamente positivi da parte di molti colleghi e di molti Gruppi regionali. Questo deve portare anche a raggiungere nella legislazione regionale quegli obiettivi di semplificazione, l'assenza dei quali molte volte viene rappresentata come un ostacolo allo sviluppo economico del Piemonte.
Svolgo una terza considerazione su un tema che ha posto il Consigliere Vignale (lo ha fatto anche ieri nella parte finale della I Commissione). Io sono fiducioso rispetto agli obiettivi di risparmio e contenimento della spesa.
Vorrei anche dire, però, che quando presenteremo la legge di bilancio lo faremo non solo in ordine al mero rispetto formale dei documenti che la devono comporre, ma vorremo anche rappresentarla cercando di concretizzare e di descrivere all'interno di una politica di bilancio di questo anno - e lo faremo anche negli anni successivi - le coerenze tra la politica di bilancio e gli obiettivi di qualificazione della spesa. E' lo sforzo che nel corso di questo esercizio è possibile raggiungere, credo in modo superiore anche allo stesso obiettivo di qualificazione della spesa all'interno della legge di bilancio.
Allo stesso modo, proprio per evitare una scorciatoia sbagliata e non foriera di alcun elemento positivo, rappresenteremo la situazione di equilibrio possibile nel 2017 dei conti della Regione.
Sotto questo aspetto vorrei solo dire, anche per tranquillizzare non solo il Consigliere Vignale ma tutto il Consiglio regionale, che in caso di rinegoziazione dei mutui della Cassa Depositi e Prestiti, noi otterremmo una minor spesa, nel 2015, di 160 milioni di euro, nella migliore delle ipotesi. Rispetto al 2017, abbiamo un obiettivo migliorabile di riduzione strutturale della spesa e in quell'anno verrà anche a mancare uno dei mutui che andrà a chiudere il proprio ammortamento: quello contratto dall'Amministrazione Bresso per colmare il disavanzo della sanità ereditato dall'Amministrazione Ghigo; e la chiusura di quel finanziamento ci porta ad una minor incidenza, sul bilancio regionale, di 86 e rotti milioni di euro l'anno.
Nel 2015, però - e questo credo non dovrà avvenire nel 2017 e non dovrà essere un'eredità che verrà lasciata - noi abbiamo anche una pesante incidenza relativamente alla chiusura della programmazione dei fondi strutturali europei 2007-2013, con le quote di compartecipazione a carico del bilancio della Regione.
Dico questo perché ribadisco una convinzione: noi abbiamo due anni difficili e complicati - il 2015 e il 2016 - nei quali dovremo riuscire a trovare un equilibrio tra contenimento della spesa, sostegno agli investimenti e non abbandono di una serie di politiche. Sono convinto che se siamo in grado di portare avanti tutto ciò con la necessaria coerenza e con il necessario rigore (comprese tutte le operazioni che riguardano la razionalizzazione delle società e la riduzione dal patrimonio immobiliare della Regione), noi ci troveremo di fronte, nel 2017, una situazione non certamente ricca di risorse economiche, ma che ha la possibilità di stare in piedi anche per il futuro, in una condizione certamente di minor capacità di spesa da parte della Regione, ma una minor capacità di spesa che non vuol dire abbandono di tutta una serie di ambiti di intervento pubblico.
Ringrazio per i contributi. L'impegno è anche quello che i prossimi documenti di aggiornamento del DPEFR possano anche essere rappresentati avendo come base e riferimento il Documento che oggi pomeriggio mi auguro che il Consiglio regionale possa votare, ma anche come termine di confronto rispetto a quella quota-parte di azioni, scenari e obiettivi che siamo stati in grado di raggiungere nel corso di questo anno.
Ho ascoltato gli interventi e certamente uno dei temi fondamentali che io continuo a sostenere - e non da oggi - è quello relativo alle politiche territoriali, dove ci sta certamente lo sforzo e l'obiettivo di preservare il suolo agricolo fertile come risorsa importante da destinare al futuro.
Mi auguro sinceramente - sarei proprio contento, lo dico francamente - che questa Regione, nel corso di questa legislatura, sia anche in grado di superare un gap molto forte rispetto alle altre Regioni d'Italia che hanno leggi di seconda o terza generazione sulle politiche territoriali, mentre noi ancora oggi abbiamo una legge urbanistica che pensa si possa costruire programmazione strategica e corretta programmazione territoriale in una dimensione puntuale - e quindi statica, immobile - del processo pianificatorio.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna, per aver illustrato l'emendamento.
Chiedo ai colleghi se ci sono richieste di intervento. Ricordo i due minuti a disposizione per ogni oratore.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Di questa vicenda spero parleremo nei prossimi mesi. Mi pare chiaro anche dagli interventi dei nostri colleghi, che parlare di un atto di programmazione senza avere il vero quadro economico, che forse scopriremo solo fra due mesi, è assai difficile. Tutto questo è ancora più complicato senza conoscere la sintesi del nostro debito al 31 dicembre 2014.
Noi abbiamo provato, abbiamo iniziato a fare questo lavoro. Il nostro debito è approssimativamente diviso in varie macrocifre; una di queste la conoscete bene: il nostro debito ammonta a circa sei miliardi 978 milioni e a tutto questo c'è da aggiungere un quadro della struttura del debito, che consta di mutui per quattro miliardi, di anticipazioni per 2,5 miliardi e di prodotti derivati per 1,8 miliardi, per un totale che supera gli 8,3 miliardi.
Come sapete, abbiamo dibattuto spesso di quello che si può definire un quadro di contrattazione e di discussione anche con la Cassa Depositi e Prestiti, che è uno degli operatori pubblici che possiede gran parte di questo debito. In questo caso, ristrutturare, per questa annualità, voleva dire non pagare i ratei e, se possibile, anche la parte degli oneri finanziari.
Questa discussione vorremmo si svolgesse con più attenzione rispetto a quanto abbiamo visto in Aula, perché crediamo che la ristrutturazione del debito passi anche attraverso altre vicende - non ne abbiamo ancora parlato, ma l'Assessore Reschigna l'ha già anticipato - quale la possibilità di portare i mutui un po' più in là, ristrutturando il debito almeno per la durata.
Poi ci sono alcune questioni che non abbiamo mai affrontato, per esempio rivedere il quadro degli swap di questi 1,8 miliardi, di questi tre contratti da 600 milioni con queste tre aziende private, e capire esattamente. L'altro giorno lo diceva in Commissione: probabilmente, non conviene da subito la chiusura di questi derivati, ma serve ricontrattarli affinché nei prossimi anni la Regione non subisca contraccolpi ulteriormente negativi.
Lo diciamo in Aula per la prima volta: la vicenda che si sta aprendo in Grecia ci riguarda tutti e credo che la ricetta non sia per niente semplice. L'ho detto ironicamente, non chiediamo all'Assessore Reschigna di fare lo Tsipras del VCO, ma chiediamo.



(Commenti dell'Assessore Reschigna)



GRIMALDI Marco

Benissimo, sono molto contento se non prenderà mai in prestito alcun voto della destra e continuerà a sentire le nostre parole.
Però chiediamo all'Assessore Reschigna di non mollare questa trattativa, di non lasciarla in secondo piano, perché iniziare a ragionare al 1° gennaio.



PRESIDENTE

Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Termino, mi dispiace perché volevo prenotarmi per l'intervento generale, non ho capito che erano chiusi gli interventi.
Iniziare a ragionare sui possibili tagli vuol dire già aver messo la bandiera "casa" di questa discussione.
Allora, visto che siamo qui per non aumentare le politiche recessive per non far perdere ulteriori posti di lavoro in questa regione e per non fare pagare la crisi sempre agli stessi, accolgo positivamente questo emendamento che delinea un quadro più chiaro della nostra situazione, ma chiedo al Presidente tutto lo sforzo possibile affinché da quel debito esca una finanza non solo più pulita ma utile in questo anno a ridare ossigeno al nostro bilancio e, soprattutto, alle nostre attività politiche. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Possiamo procedere con il voto sull'emendamento.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Pensavamo di svolgere le dichiarazioni di voto e, poi, di passare al voto nel pomeriggio, chiedo se va bene.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Consigliere Bono, desidera intervenire sull'emendamento?



BONO Davide

Intervengo sull'emendamento, così chiedo una cosa.



PRESIDENTE

Va bene.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie.
Il Vicepresidente ha detto che presenta un emendamento, non ho capito allora perché facciamo le dichiarazioni di voto.
Votiamo l'emendamento, vediamo il successivo emendamento e rinviamo le dichiarazioni di voto. Grazie.



PRESIDENTE

Va bene, facciamo così.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.
Come appena accennato, sospendiamo le dichiarazioni di voto sulla proposta di deliberazione, che svolgeremo oggi pomeriggio, nel momento in cui la documentazione sarà completa; proseguiamo i lavori con l'esame del punto 4) all'o.d.g.


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Proseguimento esame ordine del giorno n. 21 presentato dal Consigliere Marrone, inerente a "Mappano Comune, anche i contrari rispettino il risultato referendario"; ordine del giorno n. 29 presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi, Bono, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Collaborazione della Regione Piemonte al percorso di istituzione del Comune di Mappano (TO) previsto dalla legge regionale n. 1/2013"; mozione n. 193 presentata dai Consiglieri Caputo, Boeti, Appiano, Accossato Ferrentino e Ravetti, inerente a "Sostegno della Regione Piemonte all'iter relativo all'istituzione del Comune di Mappano, in applicazione della legge regionale 25 gennaio 2013, n. 1"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'ordine del giorno n. 21, avente ad oggetto "Mappano Comune, anche i contrari rispettino il risultato referendario" presentato dal Consigliere Marrone; dell'ordine del giorno n. 29, avente ad oggetto "Collaborazione della Regione Piemonte al percorso di istituzione del Comune di Mappano (TO) previsto dalla legge regionale n. 1/2013" presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi, Bono, Frediani, Mighetti e Valetti; della mozione n. 193, avente ad oggetto "Sostegno della Regione Piemonte all'iter relativo all'istituzione del Comune di Mappano, in applicazione della legge regionale 25 gennaio 2013, n. 1", presentata dai Consiglieri Caputo, Boeti, Appiano, Accossato, Ferrentino e Ravetti, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 20 gennaio 2015, il Consigliere Marrone ha illustrato l'ordine del giorno n. 21; l'ordine del giorno n. 29 è già stato illustrato dal Consigliere Bertola.
La parola alla Consigliera Caputo per l'illustrazione della mozione n.
193.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
La mozione presentata dai Consiglieri del Partito Democratico è inerente il "Sostegno della Regione Piemonte all'iter relativo all'istituzione del Comune di Mappano, in applicazione della legge regionale 25 gennaio 2013, n. 1".
Mappano è un Comune di 8.000 abitanti, con una propria unità socio economica e territoriale; oltre ad essere tra i più grandi comuni della provincia di Torino (l'87% dei comuni è più piccolo di Mappano) rappresenta un'anomalia amministrativa assolutamente unica in Italia.
Questo Comune risulta suddiviso in quattro frazioni, ricadenti nei Comuni di Caselle Torinese, di Borgaro Torinese, di Leinì e di Settimo Torinese, e ciò ha determinato delle ripercussioni in quanto manca una propria specifica identità. E' per questo che i cittadini da sempre chiedono alle istituzioni di potersi esprimere al riguardo, in modo tale da costituire un Comune autonomo, in conformità anche all'articolo 5 della Costituzione, che riconosce e promuove le autonomie locali. In virtù di ciò, il 12 novembre 2012 si è svolta la consultazione popolare, con la partecipazione del 94% dei residenti, che naturalmente si è espressa a favore dell'autonomia del Comune di Mappano.
La Regione ha sancito l'istituzione del Comune di Mappano, solo che l'iter è un po' complesso. In seguito all'approvazione della legge n. 1 è stato nominato un commissario prefettizio e sono anche state indette le elezioni, che si sarebbero dovute svolgere in data 26-27 maggio 2013. La Regione aveva anche trasmesso all'ISTAT il numero di codice relativo al Comune di Mappano, però all'iter si è opposto con un ricorso al TAR il Comune di Settimo Torinese. Il TAR ha agito di conseguenza, sospendendo l'efficacia e impedendo lo svolgimento delle elezioni che dovevano svolgersi nel 2013, congelando l'organo di governo.
La Corte Costituzionale si è anche espressa nel merito nel 2014 e ci tengo a leggere quanto espresso nella sentenza: "la disposizione impugnata non viola i parametri costituzionali poiché non istituisce alcuna spesa a carico del bilancio regionale e neppure a carico delle costituenti circoscrizioni territoriali. Nell'ambito di queste ultime dovranno essere ripartite risorse e costi.". Di conseguenza, ha sciolto ogni riserva in merito al nuovo Comune.
Ciò che sicuramente è importante è il fatto che si riassuma il procedimento da parte del TAR, tenendo conto di questa pronuncia della Corte Suprema. Il processo si è pertanto riassunto innanzi al TAR, che, tra l'altro, mi risulta abbia fissato l'udienza il 19 febbraio. Deve esserci sicuramente un perfezionamento dell'iter in modo tale che questo nuovo Comune autonomo possa dotarsi dei relativi organi di amministrazione.
Soprattutto, ritengo importante che, se parliamo di un nuovo Comune, lo facciamo anche proprio per quello che sancisce la nostra Costituzione, che afferma che lo Stato deve occuparsi del più ampio decentramento amministrativo, perché a noi quello che sta a cuore è la vita dei cittadini di un Comune. Quando pensiamo a tutti i servizi in capo e non all'Amministrazione, è importante che siano tutelati i servizi e che questi non diventino disservizi per i cittadini residenti all'interno di questo territorio. Quindi, è essenziale che si vadano a distribuire i servizi in maniera omogenea e non frammentata. Risultano esserci stati dei problemi che riguardano l'assenza del conferimento dei rifiuti, problemi dal punto di vista sanitario, problemi concernenti il piano regolatore; quindi occorre che, sia dal punto di vista della sicurezza dei cittadini sia dal punto di vista ambientale, si possano trovare delle strade che portino a tutelare i residenti di questo territorio.
Per quanto riguarda l'impegna che abbiamo presentato nella mozione devo comunicare che ci sono due emendamenti.
La frase "si impegna la Giunta regionale del Piemonte a farsi promotrice di un'azione concertata tra tutti gli Enti locali interessati al fine di consentire il superamento delle contrarietà e criticità relative all'istituzione del nuovo Comune" verrà modificata, scongiurando ulteriori ricorsi alla giustizia amministrativa, aggiungendo le parole "ed il conseguente superamento del contenzioso amministrativo".
Il punto nel quale noi impegniamo questa Giunta regionale ad agire con un rapido perfezionamento su questo iter di istituzione del Comune di Mappano che possa ovviamente accompagnare i Comuni che sono coinvolti attraverso e con un equo piano di ripartizione delle risorse e dei costi connessi, resta invariato.
Ci tengo a sottolineare che quando parliamo di risorse non parliamo solo di risorse economiche, ma, quando parliamo di un Comune nuovo e autonomo che va ad istituirsi, penso anche alle risorse relative ad una nuova struttura amministrativa che si andrà a collocare, penso a ciò che riguarda i dipendenti, ed al fatto che deve essere sicuramente un processo condiviso. L'attenzione deve essere posta anche alle risorse economiche perché attualmente gli Enti locali - parliamo di una legge del 2013 - si trovano oggi in condizioni economiche differenti.
Infine, emendiamo questa mozione con un terzo punto, inserendo "a garantire la destinazione a parco dell'area ex Borsetto, già oggetto di una convenzione tra il Comune di Settimo, la Provincia di Torino e la Regione Piemonte." Posso fornire la copia ufficiale da mettere agli atti con le modifiche che abbiamo apportato. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliera Caputo, le chiedo di avvicinarsi, così provvediamo alle modifiche.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo particolarmente lieti che il PD abbia presentato un ordine del giorno sul Comune di Mappano, in senso favorevole, ovviamente all'istituzione dello stesso, in quanto purtroppo...



(Commenti in aula)



BONO Davide

Infatti. Ha sollevato un po' di perplessità, nel senso che sappiamo bene che il ricorso alla giustizia amministrativa l'ha sollevato il Comune di Settimo, che è guidato dall'Amministrazione di centrosinistra con un Sindaco del PD, quindi è ovvio che abbiamo accolto con favorevole questo impegno politico da parte della maggioranza del centrosinistra regionale che speriamo non si esaurisca nella discussione e approvazione di un ordine del giorno.
Pertanto, chiediamo alle rappresentanze regionali della Città metropolitana, anche di Torino, quindi il Presidente Chiamparino e il Sindaco Fassino, "Sindaco metropolitano", di raccogliere comunque questo invito che viene fatto con tre atti di indirizzo da parte del Consiglio regionale a farsi parte diligente nella questione, perché mi pare di capire che le questioni sono soprattutto economiche, non tanto questioni politiche. Non penso che ci sia una volontà da parte del Sindaco di Settimo di impedire la nascita del Comune di Mappano, perché il Sindaco del Comune di Settimo è convinto che i Comuni devono diminuire nel numero e quindi non si deve assolutamente cedere il territorio e gli abitanti di Mappano.
È una questione economica, in quanto nel territorio ricadente nel Comune di Settimo, che dovrebbe costituire una parte del nuovo Comune di Mappano, ci sono diverse aziende che versano tasse locali e quindi si avrebbe un nocumento per le casse del Comune di Settimo.
Su questo chiediamo, con i nostri ordini del giorno, alla parte politica, a Chiamparino, perché siamo in Regione, ma anche al Sindaco metropolitano Fassino, di impegnarsi affinché si trovi una soluzione politica - appunto, politica - amministrativa ed economica a siffatta questione, altrimenti non andremo mai avanti.
Di ordini del giorno ne abbiamo approvati; abbiamo approvato la legge ricorsi ne sono fioccati; si è fatto il referendum; eravamo arrivati a un passo dalle elezioni e siamo tornati indietro; ricorso alla Corte Costituzionale, quindi gli atti del giorno hanno un senso se sono seguiti da atti politici da parte delle Giunte, quindi Giunta regionale, Giunta della Città metropolitana e magari anche azioni politiche nei singoli Comuni. Noi siamo presenti, come forza politica, esattamente come il PD e immagino anche le forze di centrodestra in tutti quattro Comuni interessati, però diamo un segnale anche a livello locale, perché è utile e costruttivo fare atti di indirizzo a livello più alto, ma nel livello locale magari le direzioni sono esattamente opposte.
Volevo richiamare l'attenzione dell'Aula su questo problema. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Ferrentino.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Questa problematica si trascina da decenni. Più volte ho partecipato ad assemblee in quel di Mappano anche come Consigliere provinciale e devo dire che si sarebbe dovuto e potuto evitare tutto questo se ci fosse stato una maggiore considerazione delle richieste e delle necessità di questa comunità di 8.000 abitanti che si divide tra quattro realtà amministrative anche se in effetti sono tre: di fatto Settimo ha soltanto il territorio e solo ultimamente ha tre abitanti, ma comunque è estremamente importante. È una delle poche realtà in cui una comunità si divide tra tre realtà amministrative.
Relativamente all'intervento del collega Bono, penso non ci siano soltanto questioni economiche, ci sono anche questioni di tipo amministrativo, una per tutte il Comune di Caselle ritorna sotto i 15 mila abitanti e va nuovamente al voto. Ci sono una serie di questioni che non sono riconducibili soltanto a quelle di natura economica. Tuttavia, c'è stata una consultazione popolare che ha dato un risultato importante; poi su questa storia ci sarà anche una porzione del Comune di Torino che non è stato coinvolto...
Insomma, ci sono una serie di questioni che sono state affrontate nel corso degli anni.
Noi, come PD, oltre ovviamente all'intervento della nostra collega Caputo, riteniamo assolutamente condivisibile quello del Movimento 5 Stelle, mentre nutriamo alcune perplessità rispetto all'intervento del Consigliere Marrone, perché sulla destinazione dell'area Parco Europa conosciuta da decenni come "area ex Borsetto", noi non chiediamo l'attivazione di alcun Tavolo: quell'area è parco, e tale deve restare. Su questo aspetto non ci dev'essere alcun fraintendimento.
Condividiamo, dunque, la proposta del Movimento 5 Stelle, ma non quella del collega Marrone, per questo equivoco nella parte finale del testo laddove si chiede l'attivazione di un Tavolo per valutare la destinazione del Parco Europa. Questo aspetto deve essere chiaro: anzi, lo rafforziamo con il nostro ordine del giorno.
Come ribadiva la collega Caputo, poiché la convenzione è tra il Comune di Settimo, la Provincia di Torino e la Regione Piemonte, ed è una convenzione che ovviamente vincola questi tre enti, nel momento in cui subentrerà il Comune di Mappano con questo ordine del giorno intendiamo rafforzare la nostra intenzione, che prevede, comunque, che su quell'area non ci sia discussione alcuna. Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Tecnico Turistico "P. Martinetti" di Caluso (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe V A dell'Istituto Tecnico Turistico "P. Martinetti" di Caluso, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Proseguimento esame ordine del giorno n. 21 presentato dal Consigliere Marrone, inerente a "Mappano Comune, anche i contrari rispettino il risultato referendario"; ordine del giorno n. 29 presentato dai Consiglieri Bertola, Andrissi, Bono, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Collaborazione della Regione Piemonte al percorso di istituzione del Comune di Mappano (TO) previsto dalla legge regionale n. 1/2013"; mozione n. 193 presentata dai Consiglieri Caputo, Boeti, Appiano, Accossato Ferrentino e Ravetti, inerente a "Sostegno della Regione Piemonte all'iter relativo all'istituzione del Comune di Mappano, in applicazione della legge regionale 25 gennaio 2013, n. 1" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame degli atti di indirizzo relativi alle problematiche dell'istituzione del Comune di Mappano.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, propongo due minuti di sospensione, in attesa che rientri il collega Marrone.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.34, riprende alle ore 12.36)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
È rientrato il Consigliere Marrone, che interviene per illustrare le modifiche apportate al documento iniziale; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio

Grazie, Presidente.
Ho appreso con soddisfazione che ai testi iniziali - quello presentato dal sottoscritto e quello presentato dal Movimento 5 Stelle - se n'è aggiunto anche uno del Partito Democratico.
È sicuramente una conquista nell'interesse di quello che è il diritto dei cittadini ad esprimersi.
Se il Consiglio regionale ha autorizzato quello che è un atto di democrazia partecipativa per eccellenza - un referendum - sarebbe non coerente il fatto che la Regione non si attivi per garantire, poi l'esecuzione del risultato di tale consultazione referendaria.
Devo tuttavia muovere una criticità rispetto al testo presentato dai colleghi del Partito Democratico: sebbene apprezzi che nella loro impegnativa - che, lo annuncio, voterò con piacere - si vada ad impegnare la Giunta per scongiurare futuri ed ulteriori ricorsi amministrativi rilevo che non si fa cenno espresso a quello che è l'attuale ricorso al TAR; mi riferisco al ricorso promosso dall'Amministrazione comunale di Settimo Torinese, la cui udienza, peraltro, è già convocata per il 19 febbraio 2015.
Io credo che un reale indirizzo politico nei confronti delle realtà che stanno cercando di ostacolare la legittima costituzione del Comune autonomo di Mappano debba per forza contemplare un intervento della Regione Piemonte, chiaramente di invito formale, perché non può certo essere un'ingerenza, nei confronti dell'Amministrazione comunale di Settimo Torinese a rinunciare anche al ricorso già intentato prima dell'udienza che celebrerà questo procedimento amministrativo.
Volevo dunque annunciare una modifica al mio ordine del giorno, che per cercare di creare uniformità, riprende quella che è l'impegnativa che è stata avanzata dal Partito Democratico (perché su quella c'è condivisione) ma che sottolinea la volontà di scongiurare non solo i futuri ricorsi della giustizia amministrativa, ma anche il presente, "invitando formalmente l'Amministrazione di Settimo Torinese a ritirare il ricorso presentato prima dell'udienza del TAR fissata in data 19 febbraio corrente anno".
È un'impegnativa che rispecchia pienamente quello che è l'indirizzo portato dal Partito di maggioranza, ma aggiunge questo dettaglio.
Chiaramente, il Comitato promotore di Mappano sarà felice di recepire un impegno della Regione Piemonte a scongiurare futuri ricorsi, ma vede con apprensione la data del 19 febbraio, che fissa l'udienza di questo ricorso già intentato.
Sono convinto che il Consiglio regionale si debba pronunciare anche su questo procedimento in corso, perché esprimersi solo su futuri, ulteriori ed eventuali, ritengo sia troppo evasivo.
Invito quindi le altre forze consiliari, se posso depositare formalmente questa modifica, a prenderne visione e a valutarla. Credo che in realtà siamo tutti d'accordo sulla finalità dell'atto di indirizzo e sull'eventualità di votarlo positivamente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marrone.
L'Aula prende atto delle modifiche presentate dalla Consigliera Caputo e dal Consigliere Marrone.
Ha chiesto la parola l'Assessore Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Assessore agli enti locali

Ho chiesto la parola solo per precisare un aspetto: è chiaro che di fronte a questi documenti che invitano l'Amministrazione regionale a riprendere il confronto e il dialogo con tutte le Amministrazioni coinvolte dalla istituenda costituzione del Comune di Mappano, l'Amministrazione regionale opererà in questa direzione.
Tuttavia - lo anticipo - ritengo non corretto che il Consiglio regionale intervenga sull'autonomia dei singoli Comuni, che prevede attraverso inviti, a ritirare ricorsi. Perché credo che questo non appartenga e non aiuti alla soluzione del problema; anzi, credo che possa ledere, sostanzialmente, quella che è l'autonomia, che si coniuga anche con la responsabilità delle azioni messe in atto, che ogni Amministrazione comunale ha.
Dunque, per quanto riguarda gli inviti ad operare affinché venga ripresa una dimensione di dialogo su un tema su cui forti e legittime sono le aspettative degli abitanti che credono alla nascita di questo Comune l'Amministrazione regionale certamente opererà, ma senza inviti che ledono l'autonomia delle singole Amministrazioni e che, in questo senso potrebbero anche rappresentare non un elemento che agevoli la soluzione del problema, ma un elemento che crei una condizione di ulteriore irrigidimento verso la soluzione dello stesso.



PRESIDENTE

Collega Bertola, non sono previste dichiarazioni di voto: su cosa intende replicare?



BERTOLA Giorgio

Intendo replicare rispetto alle modifiche proposte.



PRESIDENTE

Prego, ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intendiamo esprimere apprezzamento per le modifiche apportate all'atto di indirizzo del Partito Democratico, che già condividevamo nella sua impostazione originaria; ma intendiamo esprimere altrettanta condivisione alle modifiche proposte all'atto di indirizzo del Consigliere Marrone.
Anche perché, rispetto a quello che segnalava l'Assessore Reschigna ricordo che esponenti di questa Giunta regionale, nelle persone del Presidente Chiamparino ma anche dell'Assessore alla sanità Saitta, hanno chiesto ai Comuni di ritirare i ricorsi al TAR avanzati per la delibera 1 600.
Ritengo, quindi, che così come si è cercato di esercitare una pressione politica su quei Comuni, che allo stesso modo la Regione possa tentare una moral suasion per far sì che questo ricorso venga ritirato.
Annunciamo, pertanto, il nostro voto favorevole ad entrambi i documenti. Proseguendo il discorso iniziato dal collega Bono, in merito a quanto accade a livello territoriale, segnalo che i Comuni di Settimo Caselle e Borgaro hanno bocciato atti di indirizzo proposti anche dai Consiglieri del Movimento 5 Stelle, che andavano nel senso di una positiva definizione della "pratica Mappano".



PRESIDENTE

Procediamo con la votazione dell'ordine del giorno n. 21, così come modificato.
GARIGLIO Davide (fuori microfono) Presidente, può leggere il dispositivo emendato, perché non lo conosciamo?



PRESIDENTE

E' stato illustrato precedentemente, sia dal Consigliere Caputo sia dal Consigliere Marrone. In ogni caso, lo posso leggere.
La modifica che ha presentato il Consigliere Marrone recita: "Impegna il Presidente della Giunta e l'Assessore competente a farsi promotrici di un'azione concertata tra tutti gli Enti locali interessati, al fine di consentire il superamento delle contrarietà e criticità relative all'istituzione del nuovo Comune, scongiurando il presente e i futuri ricorsi alla giustizia amministrativa, invitando formalmente l'Amministrazione di Settimo Torinese a ritirare il ricorso presentato prima dell'udienza del TAR, fissata in data 29 febbraio; a sostenere un rapido perfezionamento dell'iter di istituzione del Comune di Mappano accompagnando i Comuni coinvolti nella definizione di un equo piano di ripartizione delle risorse e dei costi connessi, come indicato dalla stessa Corte Costituzionale".
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 21, come modificato il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 29, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Leggo ora le modifiche che sono state apportate alla mozione n. 193: "Impegna la Giunta regionale del Piemonte a farsi promotrice di un'azione concertata tra tutti gli Enti locali interessati, al fine di consentire il superamento delle contrarietà e criticità relative all'istituzione del nuovo Comune e il conseguente superamento del contenzioso amministrativo; a sostenere un rapido perfezionamento dell'iter di istituzione del Comune di Mappano, accompagnando i Comuni coinvolti nella definizione di un equo piano di ripartizione delle risorse e dei costi connessi, come indicato dalla stessa Corte Costituzionale; a garantire la destinazione a parco dell'area ex Borsetto, già oggetto di una convenzione tra il Comune di Settimo, la Provincia di Torino e la Regione Piemonte".
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 193, come modificata, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Proseguimento esame ordine del giorno n. 181 presentato dai Consiglieri Frediani, Andrissi, Batzella, Bertola, Campo, Mighetti e Valetti, inerente a "Disegno di legge 67, stabilizzazione del personale precario dell'ARPA attraverso le procedure di riorganizzazione, ristrutturazione e razionalizzazione dell'ente"; ordine del giorno n. 195 presentato dalla Consigliera Gancia, inerente a "Revoca della qualifica di Ufficiale di polizia giudiziaria al personale ARPA"


PRESIDENTE

Passiamo al proseguimento dell'esame dell'ordine del giorno n. 18 avente ad oggetto "Disegno di legge 67, stabilizzazione del personale precario dell'ARPA attraverso le procedure di riorganizzazione ristrutturazione e razionalizzazione dell'ente", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 20 gennaio 2015, il Consigliere Bertola ha illustrato l'ordine del giorno. A tale illustrazione è seguito l'intervento del Consigliere Pichetto Fratin. L'Assessore Reschigna ha chiesto concordando con la Consigliera Frediani (prima firmataria), di non procedere alla votazione dell'ordine del giorno in titolo, proprio per poter approfondire l'argomento e riproporne l'esame in una successiva seduta consiliare.
C'è, inoltre, un ulteriore documento collegato: l'ordine del giorno n.
195, "Revoca della qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria al personale ARPA" presentato dalla Consigliera Gancia.
Chiedo, pertanto, alla Consigliera Gancia se è possibile illustrarlo così chiudiamo la seduta perché - come sapete - abbiamo un appuntamento legato alla Valsessera, in Sala Viglione.
Prego, Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Il nostro documento è semplicissimo e richiede - come già avvenuto in altre regioni italiane, per lo stesso ente - di revocare la qualifica di polizia giudiziaria dei membri dell'ARPA. E' quanto ha fatto la Lombardia per esempio, ma - come ho detto - anche altre regioni.
Riteniamo che, in questo momento, sia importante dare un segnale di distensione verso le aziende che lo hanno richiesto e lo chiedono a gran voce.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Gancia.
Interrompiamo i lavori della seduta consiliare.
Ricordo la ripresa dei lavori alle ore 14.30, per la discussione delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.52)



PRESIDENTE

ALLEGATO 1



PRESIDENTE

Emendamento sostitutivo rubricato n. 1 alla proposta di deliberazione del consiglio regionale dei piemonte n. 16 "Documento di Programmazione economico-finanziaria regionale 2015-2017. Adozione e proposta al Consiglio regionale ai sensi dell'articolo 5 della l.r. n. 7/2001"



PRESIDENTE

Le pagine 27,28, 29 del testo sono integralmente sostituite come da allegato.



PRESIDENTE

Tabella 4.2 -Regione Piemonte, Titolo I - entrate derivanti da tributi propri della regione, gettito di tributi erariali o quote di esso devolute alla regione o provincia autonoma (riscossioni, E)



PRESIDENTE

2014 |2013 |2012 |2011 |2010 |2009 IRAP |2.530.74|2.517.57|2.809.79|2.659.15|1.318.32|4.041.10 9.488 |5.325 |0.795 |1.083 |3.234 |6.081 addizionale |1.458.66|1.089.71|1.237.23|1.148.49|1.056.23|1.627.76 regionale IRPEF |3.411 |1.863 |7.317 |0.139 |5.393 |8.510 addizionale |84.617.8|67.268.2|73.533.6|85.324.1|80.513.6|86.716.9 all'imposta |12 |88 |40 |16 |06 |45 consumo gas metano tributo speciale|3.665.28|5.503.25|5.512.00|7.107.94|9.102.50|6.704.71 per il deposito |7 |0 |4 |3 |3 |6 in discarica del rifiuti solidi urbani imposta |20.190.7|21.058.7|20.324.8 regionale sulla |31 |01 |97 benzina per autotrazione altre imposte |5.298.24|6.304.20|7.853.97|4.937.47|3.130.84 1 |2 |6 |1 |7 tasse |437.757.|474.849.|465.129.|513.949.|416.933,|446.823.
automobilistiche|318 |161 |797 |705 |243 |146 tassa sulle |2.492.69|2.549.82|2.034.98|2.137.38|2.220.70|2.376.85 concessioni per |6 |0 |8 |9 |3 |7 la caccia e per la pesca altre tasse |1.545.13|2.141.37|2.161.78|2.324.47|2.353.57|2.636.05 sulle |6 |0 |8 |5 |7 |2 concessioni altre tasse |573.293 |545.696 |528.509 |574.380 |13.044.4|12.605.4 10 |34 compartecipazion|4.380.08|4.367.17|4.031.44|4.873.47|5.640.96|2.759.72 e IVA |9.115 |4.490 |2.705 |5.051 |6.520 |4.864 quota regionale | |27.265.6|130.343.|273.625.|280.928.|289.001.
dell'accisa | |89 |199 |990 |560 |619 sulla benzina altre quote di |269.749.|499.737.|120.895.| | |162.710.
tributi erariali|396 |885 |741 | | |728 totale Titolo 1 |9.195.39|9.081.68|8.906.78|9.371.09|8.823.76|9.438.17 1.928 |5.739 |9.357 |7.742 |2.596 |4.955



PRESIDENTE

La tabella 4.2 analizza le singole entrate tributarie riscosse negli anni dal 2009 al 2014.



PRESIDENTE

La riduzione del gettito IRAP registrata in Piemonte nel 2013, compensata dall'aumento della compartecipazione IVA, risulta in controtendenza rispetto alle altre regioni a S. O, che registrano per l'IRAP un incremento medio del 57,4% (rispetto al 2012); va tuttavia precisato che tutte le Regioni ad eccezione dell'Abruzzo hanno confermato l'aliquota fissata nel 2012, e le ragioni dell' incremento vanno essenzialmente ascritte a movimentazioni di cassa dipendenti da regolarizzazioni contabili relative alle anticipazioni del fondo sanitario nazionale. Viceversa in Piemonte la flessione IRAP, confermata dai primi dati consuntivi 2014, è legata in specifico all'andamento delle attività produttive, e costituisce un ulteriore indicatore che conferma come questa sia la regione del nord che paga di più gli effetti della crisi, laddove molte aziende negli ultimi anni hanno dovuto chiudere l'attività.
La L. R. n. 22 del 24 dicembre 2014 recante 'Disposizioni urgenti in materia fiscale e tributaria", ha previsto a decorrere dal 1° gennaio 2015 le seguenti maggiorazioni all'aliquota dell'addizionale regionale all'IRPEF di base, compensate da una maggiorazione delle detrazioni per carichi di famiglia: per i redditi sino a 15.000,00 euro: 0,39 per cento; per i redditi oltre 15.000,00 euro e sino a 28.000,00 euro: 0,90 per cento; per i redditi oltre 28.000,00 euro e sino a 55.000,00 euro: 1,52 per cento; per i redditi oltre 55.000,00 euro e sino a 75.000,00 euro: 2,09 per cento; per i redditi oltre 75.000,00 euro: 2,10 per cento.
Le aliquote dell'addizionale regionale all'IRPEF risultano differenziate in relazione agli scaglioni di reddito corrispondenti a quelli stabiliti a livello nazionale; nel suo complesso la manovra comporta un maggior gettito stimato in circa euro 73 milioni.
Con il medesimo provvedimento legislativo è stata stabilita un'esenzione a partire dal 1° gennaio 2015 dal versamento dell'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) per le start up innovative.
Inoltre a partire dal 1° gennaio 2015 la tassa automobilistica dovuta per le autovetture e per gli autoveicoli per il trasporto promiscuo di potenza superiore ai 53 kw è stata aumentata del 6 per cento per i veicoli di potenza fino a 100 kw, dell'8 per cento per i veicoli di potenza superiore a 100 kw e fino a 130 kw, del 10 per cento per i veicoli di potenza superiore a 130 kw; il prevedibile maggior gettito è stimato in circa 16 milioni di euro.



PRESIDENTE

Il quadro previsionale delle entrate tributarie regionali 2015-2017



PRESIDENTE

La simulazione della dinamica delle entrate tributaria è stata riformulata a gennaio 2015, per tenere conto degli effetti previsti a seguito della manovra legislativa di fine 2014, in termini di maggiore gettito derivante dal Bollo auto, dall'addizionale IRPEF e dell'IRAP.
Tabella 4.3 - Gettito principali entrate tributarie nel periodo 2015 2017



PRESIDENTE

Dba |Tassa |UPBI |Addizionale | | Addizionale anno |automobilis|IRBA |Regionale Gas |IRAP | |TOTALE tica | |metano | |Regionale regionale | | | |IRPEF 2015 |460,0 |18,4 |85,1 |2.541,5|1.216,0 |4.321,0 2016 |461,0 |16,7 |85,1 |2.616,0| |4.422,8 1.244,0 2017 |462,0 |15,1 |85,2 |2.690,3|1.273,0 |4.525,3



PRESIDENTE

La tassa automobilistica regionale riflette la debolezza del mercato dell'auto, con un gettito atteso sostanzialmente costante nel triennio ma maggiorato rispetto al 2014, in considerazione dell'aumento tariffario e delle azioni di recupero di imponibile che l'amministrazione regionale metterà in atto anche durante questo e i prossimi esercizi, come già realizzato con successo nei due anni precedenti.
La nuova IRBA (Imposta Regionale sulla Benzina) dal primo gennaio 2012 prevede un'imposta di 2,60 centesimi E al litro ai carburanti (benzina) venduti nella nostra regione. Il calo delle vendite nel territorio si scarica sulla dinamica del gettito fino al 2017, confermando il trend in calo dei consumi già rilevato nella precedente previsione, con una media annua prossima al -9%. Rispetto ai circa 20 milioni E riscossi nel 2014, si scenderebbe progressivamente a 15,1 milioni E nel 2017.
Il gettito relativo all'addizionale regionale sul gas metano appare nel periodo 2015-2017, pressoché stabile, oscillando attorno ai livelli del 2014.
L'evoluzione in termini nominali del gettito IRAP risente della dinamica del valore aggiunto totale nel periodo di previsione, e delle modalità con cui viene trasferito alle regioni. Il gettito 2015-2017 crescerebbe in media, in termini nominali, del 2% circa (nello stesso periodo si prevede una media pari al 1,7% circa per il deflatore dei consumi). L'erraticità dei parametri di elasticità del gettito alle variazioni della base imponibile IRAP contenuta nel modello di previsione si conferma per tutto il periodo 2007-2013, scontando il fenomeno già segnalato dell'impatto delle manovre legislative sull'imponibile e sulle aliquote, che non è stato possibile stimare per i motivi sopra indicati.
Il dato relativo all'addizionale regionale IRPEF, sconta già l'innalzamento delle aliquote decise per il 2014 nella legislatura precedente. La manovra 2015 comporta di fatto una conferma di aliquota per i primi due scaglioni di reddito (circa il 75% dei soggetti IRPEF, pari a due milioni di contribuenti) ed una maggiorazione per gli scaglioni successivi. Il gettito dell'addizionale IRPEF nella nostra regione subirà una crescita nominale pari a circa il 2,5% circa medio nel periodo di previsione, in linea con l'andamento del reddito delle famiglie.
Il complesso delle entrate stimate - senza considerare la compartecipazione all'IVA, l'accisa sulla benzina e i tributi minori passa dai 4.321 milioni per il 2015 ai 4.525 milioni nel 2017.



PRESIDENTE

La finanza degli Enti locali



PRESIDENTE

Le entrate tributarie locali



PRESIDENTE

Le previsioni sulle entrate tributarie locali relative al periodo 2015 2017 vengono aggiornate sulla base dello scenario macroeconomico utilizzato nel modello multisettoriale IRES-Prometeia per il Piemonte, oltre che da estrapolazioni sui trend passati. Per le imposte e tasse comunali IMU, TASI e TARI non si sono potute aggiornare le previsioni in assenza di dati (aliquote, regolamenti e imponibili su cui le decisioni d'imposta e di tributo sono applicate) allineati al 2014 per l'insieme dei comuni secondo le norme previste su IMU e TASI e sui rifiuti (TARI). Viene solo fornita una estrapolazione del gettito IMU su immobili diversi dall'abitazione principale utilizzando come riferimento le quote di imponibile aggregato immobiliare al 2012.
Per quel che riguarda l'addizionale comunale IRPEF, da alcuni anni è stata introdotta la possibilità per i comuni di utilizzare un criterio multialiquota sull'imponibile relativo comunale, con differenziazioni per soglie di reddito. Nel 2013 la quota di comuni che hanno introdotto questa differenziazione ha toccato il 20% del totale in Regione Questi ultimi pesano, in termini demografici, per circa il 55% del totale. Anche in questo caso, in assenza di informazioni dettagliate sugli Imponibili differenziati per classi di reddito si è preferito non aggiornare questa tipologia di gettito, in attesa della riformulazione del modulo fiscale.
Per le province, in attesa di conoscere il futuro assetto dei tributi relativi, viene presentata la dinamica previsionale delle due principali fonti di gettito autonome (IPT e RCauto). Per l'aleatorietà del quadro di riferimento le stime sono indicative e presentate per finalità illustrative.



PRESIDENTE

La dinamica delle entrate dei Comuni



PRESIDENTE

In questi anni i comuni hanno potuto contare su un volume di incassi sostanzialmente stazionario, nonostante le modifiche intervenute nella fiscalità immobiliare (tab. 4.4). L'andamento delle entrate proprie risente dell'IMU, introdotta nel 2012 ma sospesa nell'anno successivo: per il mancato gettito IMU che ammonta a -440 milioni, lo Stato è intervenuto a compensazione con 450 milioni; inoltre aumenta la possibilità di attingere alla tesoreria per anticipazioni, con interessi in parte a carico dello stato stesso. I trasferimenti dalla Regione si sono mantenuti costanti a partire dal 2011. Continuano a ridursi i proventi da concessioni edilizie classificati nei trasferimenti di capitale da soggetti privati.



PRESIDENTE

2009 |2010 |2011 |2012 |2013 Entrate proprie |2.477 |2.452 |3.327 |3,350 |3014 correnti Entrate proprie |744 |495 |420 |557 |276 c/capitale di cui |188 |172 |139 |294 |81 alienazioni di cui |279 |276 |248 |218 |191 trasferimenti da soggetti privati Entrate da mutui|404 |364 |328 |269 |386 propri Trasferimenti |1.274 |1.280 |422 |478 |908 dallo Stato di cui |55 |44 |20 |40 |19 c/capitale Trasferimenti da|436 |429 |296 |253 |267 Regione di cui |235 |263 |179 |151 |173 c/capitale Trasferimenti |86 |70 |82 |95 |83 correnti altri enti pubblici Totale entrate |3.985 |3.925 |3.931 |3.986 |4.082 correnti Totale entrate |1.486 |1.201 |988 |1.047 |890 c/capitale



PRESIDENTE

Tabella 4.4 - Dinamica delle entrate dei Comuni piemontesi (incassi, milioni euro)



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