Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.413 del 28/03/19 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(Alle ore 10.01 il Presidente Boeti comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.34)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bona.



BONA Angelo Luca

Approfittiamo della presenza in aula dell'Assessore Valmaggia perché ci giungono notizie dell'incendio di Borgosesia, nell'alta Valsesia. Ebbene la combustione sta sconfinando anche nel Cusio e oltretutto sembra che oggi uno dei due Canadair presenti non sia operativo poiché è stato dirottato su un altro punto critico nel Nord Italia.
Chiediamo se ci sono delle delucidazioni o qualche aggiornamento da fare in merito, perché sembra veramente che la situazione stia sfuggendo dal controllo, con un fronte che questa mattina, come dicono i presenti sul luogo, è di circa cinque chilometri d'incendio e con la tendenza ad andare verso il Lago d'Orta.



PRESIDENTE

Adesso dobbiamo cominciare con una breve comunicazione, senza dibattito, da parte dell'Assessora De Santis, come concordato. Poi passiamo a discutere le leggi che abbiamo in cantiere.
C'è stato un tempo in questo Consiglio regionale, caro collega, che uno, se vedeva per strada una cosa che non gli piaceva - il Consigliere Vignale lo rammenta bene - arrivava qui, alzava il dito e diceva: "Voglio sapere come mai questa roba.". Ma così il Consiglio non funziona, se ogni volta c'è un elemento nuovo che aggiunge qualcosa.
Procediamo nei lavori come abbiamo previsto e poi troveremo il tempo da dedicare alla questione dell'incendio nel prosieguo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
Chiedo l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 1621, inerente a "Appello per Radio Radicale".



PRESIDENTE

Grazie.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, così come modificato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Baricco, Chiamparino, Ferrari, Ferraris Ferrero, Ottria, Ravetti e Reschigna.


Argomento:

b) Comunicazioni della Giunta regionale


PRESIDENTE

Informo che, in merito alla comunicazione della Giunta regionale richiesta dal Consigliere Bono, relativa a "Vendita area terreni riguardanti la Pininfarina da parte di Finpiemonte Partecipazioni", la Giunta regionale è disponibile a svolgere tale informativa in apertura dell'odierna seduta antimeridiana.


Argomento:

c) Ricevimento delegazione maestre con diploma magistrale non laureate


PRESIDENTE

Comunico che alle ore 13, presso la Sala Viglione, verrà ricevuta una delegazione per essere audita in merito alla problematica delle maestre con diploma magistrale, non laureate, che rischiano il posto di lavoro.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Vendita area terreni riguardanti la Pininfarina da parte di Finpiemonte Partecipazioni"


PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per una breve comunicazione in merito a "Vendita area terreni riguardanti la Pininfarina da parte di Finpiemonte Partecipazioni".
Assessora, le chiedo gentilmente di essere sintetica.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora ai rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente.
Mi atterrò alla richiesta: evidentemente non voglio rifare tutta la storia dell'area Pininfarina.
L'articolo cui nel suo intervento di ieri faceva riferimento il Consigliere Bono contiene, diciamo così, un certo numero di inesattezze. Preciso sinteticamente qual è la situazione e qual è l'impatto che questa operazione ha sul bilancio di Finpiemonte Partecipazioni.
Finpiemonte Partecipazioni, o meglio SIT, aveva in bilancio quell'area per un valore di dieci milioni di euro, calcolato come media fra otto milioni nel caso fosse stata mantenuta la destinazione produttiva industriale, e 12 milioni, in caso di valorizzazione a fini immobiliari o residenziali.
La decisione che è stata assunta, anche su richiesta del Comune di Grugliasco, è stata quella di mantenere la destinazione produttiva dell'area, quindi di non destinarla a speculazioni immobiliari di nessun genere, né commerciali né residenziali. Dunque il valore di riferimento, a questo punto, sarebbe stato intorno agli otto milioni di euro, cui andavano comunque sottratti i costi stimati di bonifica dell'area.
Di fatto, in tutti questi anni e fino a quest'ultima occasione, SIT non ha mai avuto un'offerta per l'acquisizione di quel terreno; vi è stata invece un'offerta nei mesi scorsi, che è stata successivamente messa a gara, e il prezzo di circa tre milioni e mezzo con cui l'area è stata venduta incorpora il fatto che i costi di bonifica dell'area sono a carico degli acquirenti dell'area medesima: l'area è stata infatti comprata "vista e piaciuta".
La bonifica non si sa ancora quanto vale: la caratterizzazione si sta facendo adesso, perché era in ritardo anche quell'operazione lì. Rispetto alla bonifica, le stime sono fra uno e cinque milioni di euro, quindi si arriva vicino agli otto milioni.
Al di là di questo elemento, l'impatto di questa operazione sul bilancio di Finpiemonte Partecipazioni (che ha a sua volta un'associazione in partecipazione ed è proprietaria di SIT al 100%) è una perdita patrimoniale stimata (poi i conti avverranno) di poco più di due milioni di euro, cui si contrappone però un vantaggio dal punto di vista del conto economico quindi delle uscite annuali per la custodia e la manutenzione dell'area gli oneri finanziari, le spese di SIT; un vantaggio a conto economico di poco superiore al milione di euro all'anno, che quindi in due anni recupera la perdita.
Se poi, al di là delle operazioni di bilancio, vogliamo guardare anche a una dimensione - che secondo me, in questo caso, è corretta - di bilancio sociale di quest'operazione, quello che in pratica accadrà è che una storica area industriale del torinese abbandonata verrà restituita a un'utilizzazione produttiva, con ciò determinando un miglioramento di tutta quell'area urbana. Lì si insedieranno tre PMI, che rappresentano in qualche modo un compendio delle nostre specializzazioni produttive (componentistica, automotive, utensileria di precisione) che hanno programmi di sviluppo e, rispetto alle quali, se sarà necessario, metteremo anche in campo, nell'ambito di ciò che le nostre norme consentono, qualche strumento di accompagnamento, rispetto ai loro investimenti, se ci verrà richiesto.
Il bilancio sociale di quest'operazione è largamente positivo, nel senso che si chiude una pagina, si rimargina una ferita e si riporta in quell'area produzione e opportunità di lavoro.


Argomento: Questioni internazionali

Esame proposta di deliberazione n. 401, inerente a "Sostegno a interventi di soccorso in favore della popolazione del Venezuela (legge regionale 28 gennaio 1982, n. 4)"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 401, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Tale proposta è stata licenziata dal Comitato regionale di solidarietà all'unanimità il 25 marzo.
La questione è nota a tutti: abbiamo approvato una proposta di deliberazione per sostenere concretamente iniziative in favore della popolazione del Venezuela.
Esistono a Torino due associazioni che hanno contatti con quel Paese e hanno avuto dal Banco Farmaceutico un'ingente quantità di farmaci, la cui mancanza è uno dei problemi più importanti in questo momento in Venezuela.
Noi paghiamo la spedizione dei farmaci, perché loro non hanno le risorse necessarie per farlo. I farmaci non attraverseranno la frontiera, ma la Caritas locale e associazioni benefiche cercheranno di far pervenire agli ambulatori, soprattutto più periferici del Paese, i farmaci che saranno spediti da Torino.
Ricordo che affinché la delibera sia efficace deve essere votata da 26 Consiglieri. Per cui, essendo stata approvata all'unanimità, invito i Consiglieri a votarla.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 401, il cui testo sarà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Aggiungo che, in questo momento, per l'emergenza in Mozambico, il modulo di maxi emergenza della Regione Piemonte, che ha sede a Saluzzo, ma che utilizza personale di tutta la Regione, è in quel Paese per prestare soccorso.
Aggiungo ancora una cosa. Naturalmente faremo un bando per assegnare le risorse che abbiamo messo a disposizione tra le associazioni che si occupano di questo e chi vincerà il bando potrà gestire queste risorse.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.46, riprende alle ore 10.48)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Esame proposta di legge n. 185, inerente a "Modifica al decreto legislativo 30 aprile 1992 n. 285 (nuovo Codice della strada) e istituzione del contrassegno famiglia"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame della proposta di legge n. 185, di cui al punto 19) all'o.d.g.
Relatrice è la Consigliera Batzella, che ha facoltà di intervenire.



BATZELLA Stefania, relatrice

Grazie, Presidente.
È una proposta di legge presentata a dicembre 2015 e finalmente, a fine legislatura, arriva in Aula (spero sia approvata all'unanimità).
Con questa proposta di legge s'intendono istituire dei parcheggi riservati alle donne in gravidanza e ai genitori che hanno bambini piccoli, ritenendo che la presenza di questi parcheggi costituisca un'iniziativa di alto valore, non solo simbolico, ma anche pratico, perché aiuta a ridurre le situazioni di stress e di disagio legate agli spostamenti del vivere quotidiano, tenuto anche conto del fatto che spesso le donne assolvono il doppio ruolo di mamme e lavoratrici. Le difficoltà che le mamme si trovano ad affrontare ogni giorno non sono di certo poche.
Attualmente sono già presenti dei parcheggi cosiddetti "rosa" in diversi Comuni della nostra regione, ma si tratta di iniziative affidate alla sensibilità delle singole amministrazioni locali e alla mera cortesia degli utenti, con la conseguenza che in caso di trasgressione non è possibile applicare alcuna sanzione. Infatti, pur trattandosi di parcheggi destinati a soggetti definibili "deboli" (nel senso che sono bisognosi di avere una maggiore tutela), non sono contemplati dal vigente Codice della strada. Le occupazioni indebite non possono essere sanzionate e quindi l'iniziativa si fonda esclusivamente sulla responsabilità e sul senso civico dei cittadini.
Tuttavia non è sufficiente la presenza di stalli di cortesia il cui rispetto è lasciato al buonsenso e alla civica cortesia. Occorre, infatti assicurare un servizio che venga rispettato. La presente proposta di legge intende perseguire tale finalità attraverso il riconoscimento giuridico dei citati parcheggi riservati e, pertanto, interviene, innanzitutto, sul quadro normativo nazionale di riferimento costituito dal Codice della strada di cui al decreto legislativo n. 285 del 1982.
All'articolo 1 della proposta di legge, attraverso la modifica della lettera d), comma 1, articolo 7 del citato decreto legislativo, viene prevista la possibilità per i Comuni di riservare stalli di sosta nelle strade ai veicoli guidati da donne in stato di gravidanza e da genitori che trasportano bambini di età non superiore ai 36 mesi. Si è inteso prevedere parcheggi riservati non solo per le donne in stato di gravidanza ma anche per i neo genitori, al fine di agevolare anche gli spostamenti successivi alla nascita fino al compimento del terzo anno di vita del bambino.
Per sanzionare chi sosta indebitamente nei citati parcheggi riservati l'articolo 2 della proposta introduce un'ulteriore modifica al decreto legislativo del Codice della strada (sempre il n. 285 del 1992), inserendo nell'articolo 158 il divieto di sosta dei veicoli negli spazi riservati alla fermata o alla sosta di veicoli condotti da donne in stato di gravidanza e da genitori che trasportano bambini di età non superiore ai 36 mesi.
In questo modo, si potrà applicare la sanzione, di cui al comma 5 dell'articolo 158 del Codice della strada, che prevede una sanzione amministrativa del pagamento da euro 40 a euro 164 per i ciclomotori e i veicoli a due ruote, e da euro 85 a 338 euro per i restanti veicoli.
La proposta di legge, all'articolo 3, dispone, inoltre, che per poter usufruire dei parcheggi riservati, i soggetti interessati, previa la presentazione di idonea certificazione medica rilasciata dall'Azienda Sanitaria Locale, potranno richiedere al Comune la concessione di un permesso di sosta, denominato contrassegno di famiglia. Si tratta di un contrassegno speciale di colore rosa, strettamente personale, non vincolato a uno specifico veicolo e con valore su tutto il territorio nazionale. Si è pensato a un contrassegno di famiglia che, come già detto, è strettamente personale, ma non legato a un veicolo specifico perché può capitare che un bambino sia accompagnato dal padre ad una visita medica invece che dalla madre, quindi può spostare il contrassegno sulla propria auto.
Stessa cosa per la donna in stato di gravidanza: non necessariamente la macchina che s'intende utilizzare deve essere strettamente legata al proprietario, ma può essere legata anche a quella del marito, di un parente o di chi accompagna la donna in ospedale.
L'articolo 4, inoltre, prevede che gli stalli di sosta riservata ai possessori del contrassegno famiglia dovranno essere delimitati da apposita segnaletica identificativa. A tal fine, rinvia l'individuazione delle caratteristiche dei segnali stradali orizzontali a regolamento di esecuzione del Codice della strada, di cui al decreto del Presidente della Repubblica del 16 dicembre 1992 (n. 495).
Infine, l'articolo n. 5 riguarda gli interventi in capo alle Regioni. Le Regioni, nell'ambito della politica di sostegno e tutela della maternità e delle famiglie, promuovono la realizzazione, da parte dei Comuni, di parcheggi di sosta riservata ai veicoli guidati dalle donne in stato di gravidanza e dai genitori che trasportano bambini di età non superiore a 36 mesi.
Pertanto, con questa proposta di legge, che sarà indirizzata al Parlamento espressamente alla Camera dei Deputati - chiediamo che finalmente quei parcheggi che esistono nei Comuni, presso centri commerciali che spesso hanno una sensibilità nei confronti delle donne in stato di gravidanza e delle famiglie con bambini piccoli, vengano normati - istituiti e normati con la modifica del nuovo Codice della strada.
Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono interventi in discussione generale? La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Non so se ho capito bene il senso di questa richiesta di modifica della norma nazionale; se ho capito male, mi scuso e spero che qualcuno me la possa chiarire.
Con questo provvedimento, stiamo chiedendo di creare una condivisione dei posti riservati a disabili, Forze dell'ordine, servizi di soccorso, Vigili del fuoco, con donne in gravidanza e genitori - quindi uomo o donna - che accompagnino bimbi di età fino a 36 mesi, senza prevedere un incremento dei posti, perché in legge non si può pianificare un aumento dei posti disponibili.
Pertanto, si tratterebbe di sottrarre posti ai disabili, che sono già - da quanto mi risulta - piuttosto scarsi, tant'è che ci sono spesso denunce di famiglie che lamentano di non riuscire a trovare spazio vicino casa per componenti della famiglia che hanno disabilità, spazi che vengono spesso occupati in modo abusivo, che sono scarsi soprattutto nelle città dove i parcheggi, in generale, sono già scarsi. Penso a Genova, dove c'è un grandissimo problema di parcheggi: figuriamoci immaginare di sottrarre posti riservati ai disabili per destinarli a queste nuove categorie! Pertanto, già questo mi lascia un po' perplessa e vorrei che si riflettesse bene su quello che stiamo chiedendo, perché si rischia di togliere un diritto a persone che convivono tutta la vita con una disabilità e anche a veicoli che svolgono una funzione d'interesse pubblico rilevante.
Inoltre, alla base c'è un principio che non condivido: considerare la gravidanza una malattia. La gravidanza non è una malattia, ma una condizione, che a volte può portare a problematiche sanitarie collegate, ma che solitamente rappresenta un periodo felice e sereno per una donna e non va vissuta come una malattia. Va vissuta con attenzione, con precauzioni ma non è una malattia. Assimilarla ad altre condizioni che, invece, sono condizioni di patologia, mi sembra veramente privo di senso.
Ancor più privo di senso è consentire questo beneficio a tutta la famiglia quindi anche ai papà che trasportano i bambini di età fino a 36 mesi: un bimbo, a 36 mesi, cammina! Di solito, a 36 mesi, un bimbo cammina e a volte aiuta anche la mamma a portare qualcosa, pertanto questa richiesta mi sembra veramente eccessiva.
Non vorrei sembrare la mamma contestatrice, però, proprio perché ho vissuto per ben tre volte la condizione di gravidanza.



PRESIDENTE

Complimenti, Consigliera Frediani!



FREDIANI Francesca

Avendo vissuto la condizione di avere dei figli di età inferiore a 36 mesi posso dire che si può sopravvivere e anche bene, magari educando i figli a fare qualche passo in più, ad aiutarci nello svolgimento delle azioni quotidiane, senza sottrarre posto a chi ne ha realmente bisogno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Ci troviamo di fronte a un problema tecnico rilevante, perché nell'articolo 1, che dà un po' l'impostazione alla legge, si parla di sostituzione, al comma 1 dell'articolo 7 del decreto legislativo 285/1992, della lettera d) dove vengono disciplinati i posti riservati ai disabili, con un comma che prevede di riservare tali posti a un'altra serie di categorie. Quindi, non è un'aggiunta, ma una sostituzione.
Dal momento.



(Commenti della Consigliera Batzella)



PRESIDENTE

Per cortesia, così non funziona! Lasciamo parlare il Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

"La lettera d) del comma 1, dell'articolo 7 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, è sostituita dalla seguente", quindi è una sostituzione.
Il problema tecnico si riporta dal momento in cui, entrando in vigore la nuova norma, non è che automaticamente aumentano i posti riservati talvolta è anche tecnicamente difficile farlo, quindi si tratta di mettere in concorrenza l'accesso per i disabili con altre categorie e non di aggiungere nuovi spazi per nuove categorie.
Tra l'altro - citando la collega - se includiamo addirittura i bambini fino a 36 mesi, quando la maggior parte dei bambini o comunque molti bambini camminano già a 18 mesi, li mettiamo in concorrenza con le persone che hanno difficoltà motorie. Questo è molto spiacevole e, secondo me controproducente, per cui il nostro parere, in questo caso, non può essere favorevole.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo Statale "Favria" di Busano e Front (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della V A dell'Istituto Comprensivo Statale "Favria" di Busano e Front in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Esame proposta di legge n. 185 inerente a "Modifiche al decreto legislativo 30 aprile 1992 n. 285 (Nuovo Codice della strada) e istituzione del contrassegno famiglia" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di legge n. 185.
La parola alla Consigliera Caputo.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
La gravidanza non è una malattia - lo sappiamo benissimo - e lungi da me far sì che possa essere considerata tale, però, in questo momento storico che sta attraversando il nostro Paese, per noi è anche una questione di civiltà aver firmato la proposta della collega Batzella.
È vero che in alcuni Comuni o in alcuni luoghi come i centri commerciali la questione è affidata un po' alla sensibilità del singolo, però non si pu affidarsi alla sensibilità del singolo: occorre sostenere chi ha delle difficoltà in alcuni momenti. Ad esempio, in prossimità degli ospedali, non tutti i parcheggi hanno anche dei posti "rosa", eppure molti ospedali hanno il reparto di ginecologia ed ostetricia.
Abbiamo delle mamme che, in stato di gravidanza e svolgendo la loro vita quotidiana, si recano nei supermercati: ce n'è uno, che tra l'altro non è a Torino, che dispone di "parcheggi rosa". È una questione di vicinanza.
Si tratta di rendere più pratica la vita che sta attraversando qualche donna, magari in stato di gravidanza e con un bambino piccolo; il problema non è soltanto il bambino che prende e scende dalla macchina, ma è tutto quello che sta attorno al bambino. Spesso questi parcheggi sono anche stretti, c'è la pericolosità di altre auto che possano arrivare, il tutto magari con passeggini o carrozzine al fianco. La metto molto sul pratico perché anch'io, come la collega, ho vissuto personalmente questa problematica; insomma, bisogna sempre arrabattarsi.
Credo che sia assolutamente fondamentale accendere un faro su questa tematica: questa è una delle tante iniziative a favore della famiglia cui abbiamo lavorato in questi cinque anni. Non significa "ghettizzare", ma andare ad adottare una misura che ne accompagna tante altre, su cui abbiamo voluto lavorare in questi anni.
Come Consulta delle elette abbiamo portato avanti un progetto, che si chiama "Piemonte Family Friendly" per sensibilizzare l'attenzione su quelle che talvolta sono le categorie deboli, semplicemente perché non si è considerati: mi riferisco a mamme, ai bambini, eccetera.



(Commenti della Consigliera Frediani)



CAPUTO Valentina

No, non è una categoria.



(Commenti della Consigliera Frediani)



CAPUTO Valentina

È una categoria che, in qualche momento, deve affrontare delle difficoltà.
È diversa la vita che si attraversa in quel momento, cara collega Frediani perché oggi non tutti hanno una rete familiare a supporto.
Purtroppo, le reti familiari stanno diminuendo e non tutte riescono ad accedere con facilità a determinati servizi, o svolgere la normale vita quotidiana, fare la spesa, recarsi in ospedale per una visita medica eccetera.
Per esempio, nel mio quartiere c'è un ospedale che registra un numero elevato di parti, ma che non dispone neanche di parcheggi rosa!



(Commenti della Consigliera Frediani)



CAPUTO Valentina

Con questo provvedimento s'interviene per crearli, perché altrimenti non si pensano mai.



(Commenti della Consigliera Frediani)



CAPUTO Valentina

Però adesso stavo intervenendo io!



PRESIDENTE

Collega Frediani, lei è già intervenuta! Ho stigmatizzato il fatto che qualcuno l'avesse interrotta, non faccia lo stesso!



CAPUTO Valentina

È questione di civiltà! Ancora oggi sui pullman è complicato, perch purtroppo dobbiamo affidarci a una questione culturale, per cui non è semplice ricevere il supporto talvolta dovuto (perché si tratta anche di quello). Molto spesso anche in metropolitana.
Lei lo sa, dobbiamo forzare un po' la tempistica, perché la nostra è ancora una società in cui, culturalmente, ci sono ancora molti passi da fare.
In questo momento per le donne stiamo facendo notevolissimi passi indietro anche a livello nazionale: quest'aspetto mi preoccupa molto. Dunque, credo che ogni piccolo segnale, ogni piccolo passo che possiamo fare per supportare le donne e le famiglie, a mio avviso sia importante.
Come dicevo, abbiamo lavorato con i Comuni sul progetto "Piemonte Family Frendly", che ha comunque ricevuto un feedback positivo. Perché l'abbiamo avviato? Perché sono state segnalate delle problematiche da parte di alcune donne, che si sono viste insultate e attaccate perché allattavano in pubblico, nelle università, nelle Poste di Biella (la notizia è apparsa anche sui giornali, l'abbiamo raccontata più volte).
Credo che anche il Pubblico debba farsi carico di creare le condizioni per semplificare la vita quotidiana di mamme, bambini e genitori, quindi anche di papà. Perché, alla fine, la mamma può essere in stato di gravidanza, ma il posto può essere anche utilizzato dal papà. Anche nei parcheggi sotterranei ci sono i "parcheggi rosa".
Ma è una cosa a spot: se ci sono, vuol dire che è una buona prassi che si può adottare. Rendiamola consolidata.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Sono un po' perplesso. A mio avviso, bisognerebbe ragionare col buonsenso e con la praticità. Perché se ho degli spazi "riservati" a Forze dell'ordine o a persone con disabilità motorie, che devono munirsi tra l'altro di specifico contrassegno.
Per carità, è questione di civiltà, è una problematica interessante che pu essere anche presa in considerazione laddove ci siano gli spazi per poterlo fare, eventualmente in aggiunta. Cioè potevo immaginarmi di aggiungere un punto a quell'elenco dell'articolo 7, comma 1, lettera d). Ma inserirlo all'interno, tra i posti che vengono riservati per servizio (quindi con una necessità oggettiva), o a chi dimostra addirittura - perché gli viene rilasciato uno specifico cartellino che deve esporre - che ha delle effettive difficoltà fisiche, delle disabilità, per avere un posto riservato sotto casa o in aree adibite a uso pubblico o commerciali, mi pare esagerato.
Sarebbe un gesto di civiltà e di cortesia, ma che non ha una specifica necessità. È certamente importante, magari, individuare forme di incentivazione affinché i Comuni e le realtà private possano avviare progetti di questo genere. Ma imporlo in aggiunta, ma neanche in aggiunta perché addirittura andrebbe a comprimere gli spazi che sono per le cose strettamente necessarie, per un gesto di civiltà, non è così necessario.
È questa la questione di buonsenso da cui bisognerebbe partire. Nessuno dice che non è una cosa positiva avviare un'iniziativa che aiuti anche le famiglie numerose; perché non è solo un problema per le donne in gravidanza o di chi porta i bambini piccoli. Per citare un esempio, all'Ikea di Torino ci sono dei posti per le famiglie numerose, perché è giusto concedere loro uno spazio magari più vicino all'ingresso e meno esposto al transito di autoveicoli per chi deve tenere sotto controllo numerosi ragazzini. Ma è un altro tipo di problema! Per cui mi sembra un po' assurdo andare a intervenire su questa norma nazionale quando magari potremmo fare, come Regione, una politica molto più diretta d'incentivazione ai Comuni e alla realtà commerciali perché si prosegua con iniziative che, tra l'altro, sono già in corso (parcheggi rosa, parcheggi donna, parcheggi per famiglie numerose).
Per questi motivi, questo tipo di proposta ci sembra assurda.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Io mi riserverò di valutare la questione mettendo insieme gli elementi che sorgeranno da questo dibattito per assumere una decisione finale di voto.
Ne spiego le motivazioni.
Sono state fatte considerazioni particolarmente interessanti. Innanzitutto il clima è culturale, per cui bisogna invertire la tendenza o la rotta da questo clima culturale di divisione, di avversione e, qualche volta, anche di aspro conflitto ormai, ahimè, su tutti i temi e su tutti gli argomenti.
Ritengo che superare i conflitti divisivi nell'ambito della società introducendo obblighi e ulteriori riserve, inneschi un meccanismo non favorevole, in termini di aspetti culturali, ma anche di ulteriore divisione.
Diverso potrebbe essere l'idea di suggerire, agli Enti pubblici, di raccomandare fortemente le Istituzioni a mantenere una particolare attenzione e di fare campagne di sensibilizzazione rispetto a temi così fortemente divisivi, altrimenti otterremmo l'effetto opposto.
Purtroppo trovo - e credo sia esperienza comune - che, rispetto al tema del posto riservato alla disabilità, molti cittadini arriccino il naso. Occorre spiegare bene che quel posto è riservato a chi ne ha realmente bisogno.
Molti cittadini che girano in città con l'auto trovano un posto, o posti nei parcheggi rigorosamente vuoti, perché in quel momento, per fortuna, non ce n'è un numero tale da occupare tutti i posti, ma non trovano il proprio parcheggio.
Noi risolviamo ad altri cittadini, che non cadono nel tema della disabilità, mentre tutti dovremmo sollecitare la massima attenzione ai nostri fratelli e sorelle più fragili, per riservare una sottocategoria di cittadini, sui quali correttamente vogliamo sollevare una tensione.



(Commenti fuori microfono)



MONACO Alfredo

No, no, infatti, non sto parlando di sostituzione, a maggior ragione integriamo, cioè sottraiamo ulteriori posti che dovrebbero essere della collettività e diciamo: però, attenzione, li riserviamo a un'ulteriore categoria.
Io andrò in un parcheggio di un supermercato, troverò il parcheggio, uno a 20, riservato ai disabili, correttamente e legittimamente messo lì; ne troverò un secondo libero, caso mai dovesse arrivare una sottocategoria di cittadini che non ricade nel tema della disabilità, ma ricade in quello che oggi è un disagio maggiore con i cittadini, rispetto alla collettività generale.
A volte già vedo un clima aspro rispetto al disabile. Invece dovremmo tutti quanti insieme fare un grosso sforzo di attenzione e di sensibilizzare nel dire: attenzione, non occupiamo quel posto. Ci vogliamo mettere lo stesso? Almeno lasciamo l'autista in macchina, in modo che se arriva il disabile si possa andare via.
Io mi sforzo a volte di dire, anche a chi è portatore di disabilità, di non essere aggressivo rispetto al cittadino nel dire: quel posto è mio per diritto.
Quel posto è tuo perché la collettività è sensibile al tuo tema e decide di sollecitare la tua attenzione rispetto al tuo problema e di riservarti un posto. Per cui dovremmo addolcire e smussare gli angoli di questo conflitto.
Nutro delle perplessità sull'idea di dire al Parlamento - che, per carità poi potrà fare quello che vuole - che noi, come Regione, destiniamo dei posti.
Potrei trovare più interessante, più che imporre con una legge, quindi con una regola che poi deve passare dal Parlamento, un ordine del giorno che potrebbe avere un senso "del giorno del mai", quindi suggerire e raccomandare alle nostre Istituzioni, come gli ospedali, di riservare un parcheggio "rosa" e un parcheggio per chi ha delle difficoltà.
È una sollecitazione e avremmo fatto un lavoro di tipo culturale.
Credo, ahimè, che se dovessimo votare favorevolmente, otterremmo l'effetto opposto a quello che si propongono il proponente e il legislatore. Se dobbiamo andare su un versante culturale di pacificazione e di appiattimento dei conflitti, rischieremmo invece di acuirlo con una norma.
Immaginiamo di arrivare in un parcheggio e trovare cinque posti liberi, di cui due riservati con riga gialla e carrozzina blu per il disabile e altri tre riservati a un'altra categoria di cittadini che, attenzione, sono esattamente uguali a me, hanno solo qualche disagio in più perché devono scaricare la carrozzina. Mi immagino il vecchietto ottantenne che deve caricare due ceste di acqua e dice: "Scusate, l'altra è giovane e ha la carrozzina".
Perché poi è così che succede.
In questo momento di conflitto sociale, dove tutto deve essere di qua o di là, rischia di essere un elemento, non di costruzione culturale, ma divisivo. Noi, invece, dovremmo impegnarci per creare unità piuttosto che divisione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sinatora; ne ha facoltà.



SINATORA Benito

Grazie.
La proposta è ottima e giusta, però noi viviamo in una città - perché mi pare che si parli di Torino - dove il problema dei parcheggi andrebbe affrontato in modo serio.
Va bene la proposta, però sarebbe giusta sviscerarla nel suo tema specifico. Una città come Torino non ha lo spazio per creare le cosiddette aree necessarie alla bisogna.
Rappresentando il club degli automobilisti so di cosa parlo e me ne rendo conto, perché noi abbiamo un problema gravissimo: a un tot numero di spazi a pagamento non corrisponde tot numero di spazi gratuiti.
Per cui, se noi restringiamo quelli che già la Giunta comunale vuole mettere a pagamento, perché vuole creare aree, giustamente riconoscibili (rosa, gialle, blu, verdi, delle forze dell'ordine, eccetera), il cittadino che deve circolare non diventa violento perché nello spazio cosiddetto rosa è libero e si mette lì, ma perché non sa come fare: si becca la multa o non riesce a essere corretto con il Codice della strada e con le leggi.
Pertanto, prima di affrontare, elargire e allargare, bisognerebbe creare lo spazio per dare la possibilità di attuare quanto detto, così come decreto legge. Siamo tutti d'accordo, siamo tutti bravi, però, nel momento in cui ci girano i "cosiddetti", se troviamo un buco ne approfittiamo e ce ne freghiamo di chi lo deve occupare.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Penso sia una dibattito interessante e credo che la proposta della Consigliera Batzella sia da prendere seriamente in considerazione, per cui il mio voto sarà favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Questa proposta di legge intende riservare spazi in favore delle donne in gravidanza e con bambini piccoli fino a 36 mesi. Pensiamo che se questi spazi fossero in aggiunta, ne comprenderemmo l'utilità, però togliere spazi a persone che hanno delle disabilità ci pone in grossa difficoltà.
Non è nostra intenzione osteggiare la proposta di legge della Consigliera Stefania Batzella, ma effettivamente noi sappiamo che alcuni Comuni, di loro iniziativa, hanno già riservato parcheggi rosa - come diceva, forse il Consigliere Monaco - anche con la pittura rosa per riconoscere, tra i parcheggi liberi, quei parcheggi dedicati solo alle donne in gravidanza e non anche con bambini piccoli.
Allora, se l'operazione è di questo tipo, che tra l'altro si sta già diffondendo sul territorio e nei Comuni, cioè la buona pratica di dare la precedenza (non un obbligo, ma il riconoscimento di una precedenza), magari nel caso in cui il parcheggiatore riconosce questa precedenza e non porta via il posto a una signora in gravidanza che sta appunto parcheggiando lo comprenderemmo.
Tuttavia, rifiutiamo di eliminare dei posti ai disabili, che spesso e volentieri sono già occupati abusivamente da persone che non hanno alcun tipo di disabilità, come purtroppo abbiamo visto in numerose inchieste televisive, dove è emersa questa cattiva pratica di parcheggiare nei posti riservati ai disabili. Questo avviene soprattutto nelle grandi città, ma anche in provincia, in alcune situazioni, magari quando c'è il mercato e i posti sono già tutti occupati, ne vediamo di tutti i colori.
Ecco, questa proposta ci mette in difficoltà, come Gruppo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come ormai i colleghi sapranno, dal momento in cui i Gruppi qui presenti in Consiglio regionale sono rappresentati anche a livello nazionale, ho sviluppato un po' un'allergia, diciamo così, un'intolleranza - lo ammetto alle proposte di legge al Parlamento nazionale.
Non vorrei ripetermi ancora una volta, altrimenti il dotto collega Appiano mi riprenderebbe dicendo che lo prevede la Costituzione. È ovvio che lo prevede la Costituzione, quindi siamo totalmente nella legittimità legislativa della nostra Assemblea, però - ripeto - nel momento in cui un collega o una collega è rappresentato o rappresentata in maniera più o meno consistente o in maniera più autorevole da Deputati e Senatori all'interno della Camera Deputati o del Senato della Repubblica italiana, francamente stare a discutere su proposte di legge al Parlamento nazionale, che sostanzialmente hanno un valore di un ordine del giorno, sinceramente fa perdere tempo e credibilità a quest'Aula.
Tra l'altro, la collega in questione, la prima firmataria, ha avuto un percorso forse un po' accidentato in questa Legislatura, però adesso è ampiamente rappresentata dall'Onorevole Portas, che tra l'altro, se non sbaglio, è nel Gruppo del Partito Democratico, quindi penso che abbia tutti gli strumenti per far sì che questa sua richiesta venga portata in maniera autorevole a livello parlamentare. Mi sembra che francamente discutiamo un po' sul sesso degli angeli, nel senso che il Codice della strada è una normativa nazionale e quindi va modificata in Parlamento.
Non vorrei suggerire a nessun collega, ovviamente, di candidarsi a livello nazionale per farsi eleggere, però sicuramente di sentire il proprio Gruppo parlamentare, quello sì, perché chiunque di noi, se alza il telefono e sente un collega parlamentare (sia di maggioranza che di opposizione), pu cercare di capire se il proprio rappresentante sia interessato alla proposta di legge e se la può portare avanti. Questa è la prima premessa di metodo. Tra l'altro, devo dire che ho contestato anche le altre proposte di legge al Parlamento nazionale di altri colleghi, senza fare sconti a nessuno.
Sul merito, come ho detto prima, a me sembra che la norma sia un po' pasticciata, nel senso che si rischia veramente di andare a confliggere con le giuste e sacrosante richieste delle persone che hanno una disabilità che si trovano in una condizione strutturale fisica o neuropsichica (quindi, mista, diciamo) che hanno bisogno in maniera continuativa di un posto in questo senso riservato.
Il tema della gravidanza, già sviscerato correttamente dalla collega Frediani, è una condizione temporanea fisiologica. Poi, esiste anche la patologia, ovviamente, ma la patologia ha un'attenzione specifica e diversa, che non rientra in una condizione da preservare nella fattispecie della famiglia, fino al raggiungimento dei 36 mesi di età dei bambini.
Consideriamo che i bambini camminano già poco dopo l'anno di età, a tre anni già sgambettano in maniera consistente, anzi spesso bisogna stargli dietro, legarli al passeggino, altrimenti diventa difficile tenerli. A maggior ragione, il papà, perché un conto è la mamma che viene considerata forse, a torto - la parte più debole della coppia, ma nel momento in cui esistono dispositivi mobili come, appunto, i passeggini diciamo che queste situazioni sono abbastanza risolte.
Più che altro, bisognerebbe intervenire - questo sì - sui marciapiedi, sia per i disabili, sia per le persone in carrozzina e anche per chi usa il passeggino, perché molte volte le difficoltà di accesso a luoghi anche istituzionali e pubblici sono dovute al fatto che ci sono delle barriere architettoniche; però, in questo caso, si rientra in un'altra fattispecie nel senso che la persona con disabilità, con diversa abilità o la mamma con il passeggino parcheggia normalmente (magari il disabile nel parcheggio riservato) e poi con la carrozzina o con il passeggino non riesce a muoversi, perché bisognerebbe - allora sì che diventa un problema sollevare il passeggino con il bambino o la bambina dentro e quindi avere una problematica di questo tipo.
Dal nostro punto di vista, la posizione è diversa, è un'altra; sia per le premesse di metodo, come ho detto, che di merito, non siamo convinti.
Ripetiamo ancora una volta: il Codice dalla strada potrebbe essere modificato, è stato già modificato, come l'articolo n. 381 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 49/1992 con un decreto del 2012, in cui ha dato, tra l'altro, maggiori discrezionalità alle Amministrazioni comunali quindi ha ragione il Consigliere Monaco quando dice che poi si crea molta conflittualità.
Si crea molta conflittualità perché molte volte, forse anche ingiustamente poiché i cittadini non possono conoscere tutte le leggi - a volte non le conosciamo neanche noi, possiamo dirlo! - pensano che, a seguito di una condizione, segua necessariamente un'esenzione o comunque una facilitazione e quant'altro. Purtroppo esiste una discrezione dell'Amministrazione. Il vecchio Codice diceva che sostanzialmente bastava essere in possesso di una patente e titolari di un veicolo modificato (nel senso di guida per un disabile) per avere diritto al posto riservato.
In realtà, si è poi visto - e si è modificato in questo senso - che ciò non aveva un significato veramente universalistico, perché ci sono persone che magari vivono in città a bassa tensione di veicoli privati, senza grande densità di traffico, dove non c'è questo bisogno, quindi è stato modificato chiedendo che non vi sia spazio di sosta privata.
Requisiti fondamentali sono, ad esempio, che la persona non abbia un parcheggio suo, un box auto, un parcheggio interno magari nel condominio che si tratti di una zona ad alta intensità di traffico (elemento valutato dal Comune); che si sia già in possesso del contrassegno invalidi che viene rilasciato alle persone invalide con capacità di deambulazione impedita o sensibilmente ridotta o alle persone non vedenti. Ciò a prescindere dalla titolarità di una patente di guida o dalla proprietà di un automezzo perché ovviamente può essere il familiare a guidare il mezzo. E già questo tra l'altro, rischia di scatenare quelle dispute che abbiamo visto a volte su trasmissioni delle reti Mediaset, ma anche sulla RAI, con liti da Far West tra la persona che ha il contrassegno senza il disabile a fianco, per magari è andato a prenderla in struttura ospedaliera o sanitaria. Quindi si crea un problema.
Non vorremmo veramente - e chiudo - che si creasse con questo un segnale poco chiaro, che si desse un segnale poco chiaro, andando a sottrarre posti a persone che ne hanno "diritto" (tra virgolette), ricordando quanto detto prima, cioè che si tratta non di un diritto universalistico immediatamente esigibile, ma di un diritto che viene contrattato con l'Amministrazione comunale a seconda della fattispecie del Comune, della persona e dell'abitazione principale della persona stessa. Quindi, se in un secondo momento dovesse essere valutato un aumento di posti in questo senso va bene, però sempre rimanendo nella fattispecie delle questioni citate prima.
Di conseguenza, chiediamo alla collega di valutare con attenzione il ritiro di questa proposta di legge e la trasformazione magari in un ordine del giorno indirizzato all'Amministrazione regionale, che con l'Assessore Ferrari (o l'Assessore Saitta, oppure l'Assessora Cerutti) possa farsi parte diligente nella Conferenza Stato-Regioni per analizzare approfonditamente la questione, al fine di evitare di "liberare" una proposta di legge fatta un po' in fretta e furia - perché siamo, tra l'altro, all'ultimo giorno della legislatura - senza aver studiato bene il tema. Magari un ordine del giorno potrebbe sostituire questa proposta di legge e potremmo arrivare a una formulazione condivisa, da sottoporre al vaglio della nostra Amministrazione regionale.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola elementare "M. Coppino" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe V E della Scuola elementare "M. Coppino" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Esame proposta di legge n. 185 "Modifiche al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo Codice della strada) e istituzione del contrassegno famiglia" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di legge n. 185.
Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Volevo solo concludere, e lo farei ringraziando l'Ufficio legislativo e tutti coloro che hanno lavorato a questa proposta di legge: li ringrazio tantissimo per il loro lavoro, il loro impegno e la loro professionalità.
Poi volevo solo dire ancora che questa proposta di legge non sottrae, ma aggiunge e vuole normare ciò che già esiste.
Un'altra cosa, per concludere. Questa proposta di legge è stata presentata a dicembre del 2015 ed era stata sottoscritta da tutto il Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle. Allora, quando facevo parte del Movimento 5 Stelle erano tutti i firmatari di questa proposta di legge, ma all'improvviso, nel momento in cui la proposta di legge è stata presentata da me quando sono fortunatamente uscita da quel Gruppo ed è approdata in Commissione, tutti i componenti del Movimento 5 Stelle hanno ritirato la firma.
Prima avevano tutti sottoscritto questa proposta di legge, poi hanno ritirato la firma: è agli atti e gli Uffici lo possono dimostrare (il dottor Poppi mi conferma, mi fa cenno di sì con la testa). Quindi, dal momento in cui una proposta di legge viene firmata, poi si ritirano tutte le firme e si fa ostruzionismo, io vado avanti: sono dalla parte delle famiglie, sono dalla parte delle donne piemontesi e di tutti i bambini! Chiedo che le votazioni avvengano per appello nominale.



PRESIDENTE

Visto che non ci sono più richieste d'intervento in discussione generale procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per ribadire la nostra posizione e quanto detto nell'intervento precedente; poi è chiaro che, quando si fa parte di un Gruppo, se un collega porta avanti un suo progetto, normalmente i membri del Gruppo tendono a sostenerlo e quindi, come capita normalmente nei Gruppi consiliari, immagino anche noi, nel momento in cui la Consigliera Batzella faceva parte del Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle e portava delle proposte - nonostante quello che ha detto dopo essere uscita dal Gruppo - l'abbiamo sempre sostenuta. Questo dovrebbe farci onore credo, anziché costituire un una nota di demerito.
Detto ciò, ragionando adesso sul testo, quindi non avendo più la necessità di conservare l'unità d'intenti del Gruppo, possiamo dire che questa proposta, secondo noi, non ha la minima base razionale.
Ripeto quali sono i punti critici. I punti critici sono che i parcheggi per i disabili sono parcheggi per i disabili: persone che, purtroppo, convivono per tutta la loro vita con delle limitazioni fisiche e che hanno reale bisogno di essere sostenute, di essere accolte dalla società e di poter avere delle agevolazioni che consentano loro di vivere il più possibile nella normalità.
La gravidanza non è una malattia, è un periodo transitorio che, a volte può avere complicazioni, ma che normalmente non porta grosso impatto nella vita di una donna, almeno per la maggior parte dei mesi. Poi è chiaro che più si va avanti più si fa fatica a spostarsi, però non è comunque una condizione di malattia. Men che meno è una malattia avere un bimbo fino a 36 mesi che, ripeto, molto spesso aiuta la mamma. Quando si va a fare la spesa, aiuta addirittura la mamma, perché i bimbi a un anno camminano e non c'è nessun bisogno di garantire.
Dopodiché se i centri commerciali decidono di destinare degli spazi alle donne in gravidanza o alle famiglie, è perfetto: noi ovviamente siamo lieti di vedere che ci sono delle iniziative private che agevolano le famiglie.
Se i Comuni danno il parcheggio di cortesia, perfetto! Va benissimo, vuol dire che il Comune ha valutato che sul suo territorio c'è la disponibilità e si può offrire questo spazio senza togliere nulla alle persone con disabilità. Ma non possiamo imporre sul territorio nazionale una norma di questo genere: saremmo veramente ridicoli. È una cosa che non ha assolutamente il minimo senso, e lo ribadisco. E ho tolto la firma orgogliosamente, potendolo finalmente fare.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Mi dispiace che il dibattito stia assumendo dei toni che nulla hanno a che vedere col giudizio di merito. Inoltre, Presidente, mi permetto, se possibile, di invitarla a fare in modo che sia il più possibile coerente con i regolamenti, perché se tutti prendiamo la parola per aggiungere una virgola a quello che abbiamo detto prima, andiamo oltre le regole.



PRESIDENTE

Hanno tutti diritto, in base al Regolamento, di parlare.



MONACO Alfredo

Io mi associo, ma visto che c'è stato un subentro di interventi, avrei fatto io quello di chiedere l'appello nominale, perché la collega Batzella giustamente al mio intervento di prima mi suggerisce: ti assumi la responsabilità di quello che dici di fronte ai cittadini. Per carità l'avrei chiesto io, ma l'ha fatto lei e mi associo alla richiesta e voter evidentemente rispetto a quest'articolo.
Volevo aggiungere qualcosa a quello che ho detto prima: attenzione, noi creiamo sempre delle sottoclassi. Diceva bene la collega Frediani che la gravidanza non è una malattia, ma quando parlava della disabilità, lì forse c'è da aggiungere qualcosa, che è un tema permanente.
Attenzione, per leggi nazionali e per i regolamenti, l'inabilità e la disabilità possono essere, e sono riconosciute, in alcune circostanze financo per un giorno. L'accompagnamento, il cosiddetto assegno di accompagnamento, può essere riconosciuto dalle Commissioni competenti anche solo per un giorno. Ci sono delle temporaneità che sono legate ai percorsi di patologie oncologiche e di terapie, quelle disabilità sono quindi assolutamente temporanee e viene rilasciato dal Comune il tesserino di riconoscimento.
Se bisogna assumerci la responsabilità, mi ricordo molto bene (non ricordo i firmatari) che in quest'Aula abbiamo votato, con una proposta di legge trasformata poi in un emendamento alla Finanziaria, l'istituzione del Registro disabili, che permette ai disabili di entrare nelle ZTL videosorvegliate senza dover fare adempimenti burocratici. E l'Aula quell'emendamento lo votò all'unanimità. Non ricordo i firmatari dell'emendamento, ma ricordo che il voto fu unanime di tutta l'Aula, e ringrazio ancora oggi per allora.
Però, attenzione, non creiamo delle sottoclassi. Abbiamo anche un altro problema, altrimenti sembra che stiamo sempre a rincorrere l'assistenzialismo col più uno, più uno e più uno, e ci sono categorie che forse, hanno diritto, ma non lo so. Se dobbiamo promuovere un'azione culturale è un tema, se lo vogliamo imporre per legge diventa un'altra cosa.
Visto che ritengo che la nostra collettività possa aiutare tutti ovviamente partendo dai più fragili e partendo dal fatto che la gravidanza non è una malattia, sarebbe un atto di rispetto per la donna in condizione di stato interessante (come si diceva una volta) avere un'attenzione, un sostegno dalla famiglia e dalla collettività, in termini anche educativi rispetto alle persone.
Però credo che, in termini istituzionali, noi abbiamo un problema, ed è un problema per il quale mi piacerebbe che fosse introdotto un emendamento così potrei pensare perfino di votare questo testo. Vogliamo riservare un certo numero di posti gratuitamente in centro a coloro che vanno a lavorare e producono per la collettività? Sono coloro che producono IRPEF, che producono IVA, che producono con il lavoro movimento di reddito che permette poi l'attenzione a tutte le fasce fragili. Perché non ci dimentichiamo che, alla fine, tutta l'attenzione alle fasce fragili la possiamo sostenere se c'è qualcuno che la paga, e la paga il mondo del lavoro, cioè chi paga le tasse con i suoi contributi, con l'IVA, con l'IRPEF, con tutta quella che è la tassazione diretta e indiretta.
Noi possiamo sostenere tutte le fragilità e anche di più, e anche immaginare che la donna al primo giorno che ha fatto il test è incinta quindi da quel momento le riserviamo un posto e anche al vecchietto di 60 anni (perché lo consideriamo già vecchietto) che deve portare due borse di acqua, possiamo riservargli dei posti, a condizione che ci siano dei parcheggi. Ma questi li possiamo costruire se abbiamo soldi. E per fare soldi dobbiamo mettere in condizione la gente di lavorare.
Immagino che se in questo testo integrassimo anche la parte che dice "riserviamo in centro città a Torino dieci posti gratuiti riservati a coloro che dimostrano che stanno facendo un'attività che produce ed è interesse della collettività e non soltanto del singolo", credo che una cosa di questo tipo potrebbe trovare nella stessa legge anche il finanziamento per poterla sostenere, anche rispetto ai cittadini. Ci prendiamo la responsabilità di dirlo e io mi prendo la responsabilità di votare con un'astensione o con un voto negativo (adesso vedrò il seguito del dibattito) rispetto all'articolo e probabilmente anche rispetto alla legge.
Creiamo delle sottoclassi e ulteriori divisioni e questo non va bene dobbiamo immaginare di sostenere i fragili attraverso le risorse che vengono dal lavoro. Se potenziamo quello, potremo sostenere tutto quello che si vuole.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Ero intenzionato a non intervenire su questa proposta di legge, perché la ritenevo tra l'altro non di così fondamentale importanza. Però, visto che la cultura "democratica" di chi la propone fa sì che solo perché qualcuno esprime le proprie opinioni venga tacciato di fare ostruzionismo, noi vogliamo ribadire il nostro diritto di intervenire sul merito di tutti i provvedimenti.
La prima perplessità è già stata segnalata dai colleghi e riguarda la presentazione di una legge al Parlamento nazionale. Si è detto, e lo si ripete, che è qualcosa di ampiamente legittimo, anzi è proprio una previsione della stessa Carta costituzionale. È uno strumento che lascia un po' perplessi quando una forza politica che è in Consiglio regionale è rappresentata anche al Parlamento nazionale. Ovviamente la Consigliera Batzella è parte integrante ed è degnamente e opportunamente rappresentata dal Partito Democratico che, in questa legislatura, alla guida del Presidente Chiamparino, ha i suoi precisi riferimenti in Parlamento nel Partito Democratico.
Poi c'è una perplessità anche sul merito della questione. Viviamo un periodo di grandissima maleducazione, anche di maleducazione stradale perché, comunque, è una piaga sociale la difficoltà che hanno i disabili a parcheggiare negli spazi loro riservati. Sarei per modificare il Codice della strada e le leggi collegate con un forte inasprimento delle sanzioni per chi parcheggia nei posti riservati ai disabili, arrivando fino al sequestro immediato del veicolo. Spesso l'ha visto verificato anche da chi fa giornalismo di denuncia, si riprendono le targhe e tutti dicono "ho parcheggiato solo per cinque minuti". C'è tanta maleducazione stradale, ci sono persone che girano con l'assicurazione scaduta o senza assicurazione e questo comporta una grave pericolosità sociale se si hanno dei sinistri magari polemizzando anche con le Forze dell'ordine quando si viene fermati.
Ritengo che, come diceva il Consigliere Monaco, non sia il caso di creare un'altra sottocategoria; i Comuni possono trovare delle iniziative che hanno un collegamento più diretto, un legame più diretto con la pianificazione del territorio e anche dei luoghi per realizzare parcheggi e favorire le famiglie.
È apprezzabile il fatto che, ad esempio, in alcuni parcheggi coperti, ci siano le strisce rosa, non solo per le donne in gravidanza, ma per le donne in generale perché, magari, alla sera questi parcheggi, benché ampiamente videosorvegliati, non sono così ben illuminati e magari ci sono donne sole che preferiscono parcheggiare il più vicino possibile all'uscita. Ma questo, ripeto, attiene a provvedimenti che si possono prendere a livello locale e che noi, come Consiglio regionale, possiamo aiutare a promuovere e incentivare, ad esempio, con l'approvazione di un atto di indirizzo.
Penso che equiparare, con uno strumento legislativo e modificando il Codice della strada, le donne in gravidanza piuttosto che le famiglie con figli inferiore a 36 mesi, ai disabili, quando già i disabili hanno un grosso problema, con rispetto per questa doverosa norma che preveda posti loro riservati, mi pare non risolva un problema ma, forse, ne aggiunga altri.
Ripeto, più che favorevole a inasprire le sanzioni contro chi parcheggi nei posti riservati, sono contro, e purtroppo sono in tanti, quelli che girano senza assicurazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ci sono alcuni colleghi della maggioranza che chiedono un'analisi attenta del provvedimento, articolo per articolo. Spiace che la collega Batzella se la sia presa un po' sul personale sul nostro posizionamento. È una posizione politica, come abbiamo provato a spiegare e come ho detto prima sia sul metodo che sul merito.
Penso sia legittimo che alcuni Consiglieri cambino idea, così come alcuni cambiano casacca e, nell'arco di sei mesi, passino dall'opposizione a un totale consenso verso un'amministrazione che fino a sei mesi prima avevano contestato molto duramente; che dei colleghi possano togliere una firma dalla proposta di legge al Parlamento abbastanza simile a un ordine del giorno.
Penso sia comprensibile, ma c'è anche una scala di differenza nel cambiare le idee. Si dice che solo gli stupidi non cambiano idea, nella vita si cambia idea - ed è legittimo cambiarla - ma non penso che si possa contestare a noi una mancanza di coerenza nell'avere deciso di non sostenere più una proposta di legge al Parlamento che, tra l'altro, essendo al momento al Governo del Paese, semplicemente sentiamo i nostri parlamentari, che sono in maggioranza, o direttamente il Governo.
Penso che potrà comprendere ancora di più la seconda motivazione che le sto dando e che dovrebbe spiegare perché noi abbiamo tolto, convintamente e anche con un po' di orgoglio e soddisfazione (relativamente al tema, nulla di personale), la firma da una proposta di legge al Parlamento.
È uno strumento previsto dalla Costituzione ma, purtroppo, non si fa un'analisi (questo lo sa chiunque abbia fatto più di giorno di attività politica in un'Assemblea istituzionale), è uno strumento che serve per fare un comunicato stampa, per avere un ritorno mediatico su un tema, per portare all'attenzione dei giornali e dei media locali una questione, una problematica. È meglio andare a Roma, magari con l'autorevole Onorevole Portas, a fare una conferenza stampa in una sala della Camera dei Deputati e portare avanti questo tema, senza nulla togliere ai media locali, che sono sicuramente attentissimi sulla questione, ma essendo una norma nazionale, si va a Roma avendone l'occasione per farlo.
Ribadiamo la nostra totale perplessità e contrarietà a questo provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Giusto per capire dove ci porta il concetto di questa proposta di legge, di estensione dei diritti ai posteggi, raccolgo, e non so se era una provocazione, le parole del collega Monaco per dire: riserviamoli anche in base all'utilità che le persone hanno nella società.
Adesso entriamo in un regime di riduzione del traffico all'interno dei centri urbani, le ZTL. Potremmo, ad esempio, riservare dei posti alle persone che occupano una posizione lavorativa rilevante in centro, magari anche con delle agevolazioni a chi parcheggia con il SUV in centro, magari dei posti riservati ai SUV grandi, con un marciapiede rialzato, perché la soglia dei SUV è un po' più alta, per aiutare i possessori a scendere con più agio dal marciapiede! Potremmo prevedere dei marciapiedi graduati a seconda del censo e della dimensione dei SUV! Ci sono tante agevolazioni che si possono prevedere anche in base a come consideriamo utile l'apporto di queste persone: si sa che, normalmente, al crescere del reddito e della posizione in società vi è anche un SUV più grande, quindi più è utile la persona, più riserviamo posti grandi anche per l'auto. Potremmo emendare questa legge, cercando di attribuire un accesso molto più proporzionato al valore della persona nella società! Detto questo, per riprendere un po' le osservazioni sui cambiamenti delle idee, si sa che quando si appartiene a un Gruppo politico occorre trovare un po' di mediazione all'interno dello stesso. Normalmente, ci si supporta a vicenda anche quando qualche proposta dei colleghi non è del tutto condivisa, perché si appartiene a un Gruppo: penso che anche i colleghi della maggioranza possano capire che c'è mediazione tra i colleghi dello stesso Gruppo, per cui qualche volta uno si trova a dover mediare e prendere delle posizioni.
Sono dei piccoli compromessi, forse non grandi come quelli che si fanno per passare da opposizione a maggioranza, ma sono situazioni obbligatorie altrimenti non ci sarebbe la convivenza in un Gruppo politico. Pertanto esprimo anche la mia solidarietà a chi in maggioranza deve mediare su posizioni che non sono sempre condivisibili, perché questo fa parte della tenuta di un Gruppo politico.
L'abbiamo vissuto anche noi e possiamo comprendere le difficoltà: non si può essere d'accordo su tutto, ma, per il bene di un Gruppo consiliare, si cerca di mediare anche su posizioni poco condivisibili.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? No.
Il numero legale è 22.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 1.
Il Consiglio approva



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 2



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'articolo 2.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 3



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'articolo 3.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 4



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'articolo 4.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 5



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'articolo 5.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Come da indicazione della prima firmataria, la legge verrà inviata alla Camera dei Deputati.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Chiedo se è possibile fare una riunione dei Capigruppo "volante" presso la Presidenza, per capire come intendiamo procedere con i lavori.



PRESIDENTE

Chiedo al Presidente Boeti se si può avvicinare, poiché è stata richiesta una Conferenza dei Capigruppo "volante".
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.58, riprende alle ore 12.09)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Sospendiamo la proposta di legge n. 339 "Modifiche alla legge regionale 11 maggio 2009, n. 13 (Interventi a sostegno del Museo Regionale dell'Emigrazione", e rimandiamo, per il momento, la proposta di legge n.
204 "Norme in materia di contrasto alle delocalizzazioni produttive incentivi alle imprese e sostegno all'imprenditorialità, al fine di salvaguardare i livelli produttivi ed occupazionali".


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di legge n. 325, inerente a "Salva mutui prima casa"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame della proposta di legge n. 325, inerente a "Salva mutui prima casa", di cui al punto 11) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Bono, che ha facoltà di intervenire.



BONO Davide, relatore

La proposta di legge n. 325 ha come oggetto il salvataggio dei mutui della prima casa.
Questa proposta di legge ha un'origine abbastanza datata: già all'inizio di questa legislatura, se non addirittura nella precedente, studiavamo una modalità, come Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle, per andare incontro a quella che ritenevamo una grande ingiustizia sociale, che mi accingo ad argomentare.
La maggior parte delle famiglie per comprare una casa deve accendere un mutuo bancario, ma oggi è sempre più difficile farlo - il panorama infatti, è un po' cambiato rispetto agli anni precedenti - per cui molto spesso le famiglie preferiscono andare in locazione, il che comunque, come potete ben immaginare, rappresenta un costo costante. Perché a fronte del pagamento delle rate del mutuo si diventa proprietari della casa intera (ovviamente se si riesce a continuare a pagare), mentre l'affitto rimane sempre una rendita per i proprietari. Infatti, anche nelle classificazioni economiche si parla di rentier in senso generale, intesi come coloro che vivono di una rendita (sia da patrimonio immobiliare, sia da patrimonio finanziario o quant'altro).
Noi crediamo che sia giusto che le famiglie abbiano il diritto di possedere una casa di proprietà (una, quindi la prima casa). Penso che sia un diritto fondamentale avere la propria casa di proprietà e impedire che venga pignorata e sottratta per situazioni economiche difficili.
Alcuni decreti che anche l'attuale Governo nazionale ha emanato in relazione alla non pignorabilità della prima casa relativamente a crisi finanziarie si connettono a questo tema, quasi a sancire addirittura la sacralità della prima casa, affinché lo spazio in cui veramente si costituisce, vive e prospera un nucleo familiare di qualunque tipo sia secondo le nostre valutazioni e inclinazioni. Senza non può esistere un nucleo familiare.
Negli anni precedenti sono stati invece erogati molti mutui, soprattutto prima della crisi finanziaria del 2007-2009, forse anche un po' troppo facilmente. Si è creata, come sappiamo, una sorta di bolla speculativa proprio sui prodotti immobiliari, in relazione ai famosi derivati; cioè si scommetteva, sostanzialmente si creavano dei grossi pacchetti di scommesse su vari acquisti, che riguardavano anche acquisti di immobili (fortunatamente più nel mercato americano ed europeo, ma anche a livello spagnolo e di altri Stati, e un po' meno da noi). Però sappiamo che le sofferenze nel pagamento delle rate dei mutui per le famiglie italiane sono molto elevate.
Nella relazione evidenziavo, infatti, come nel 2015 le esecuzioni immobiliari pubblicate in Italia sono state quasi 226.000: cioè 226.000 famiglie avevano un'esecuzione immobiliare, cioè un pignoramento sostanzialmente. Nel 2016 erano salite a 267.000, un balzo del 18% con la previsione di toccare i 300.000 a fine 2018. Al momento non dispongo dei dati del 2018, ma purtroppo è ragionevole pensare a un trend di crescita.
Devo dire che l'Italia è comunque un paese di proprietari, di piccoli proprietari (di solito la prima casa): oltre 25 milioni di famiglie hanno un'abitazione di proprietà, quindi si può calcolare che circa uno su 100 è sotto esproprio ogni anno, per citare due numeri e far comprendere qual è il dato di cui stiamo parlando.
Ancora più preoccupante è il dato della "fascia grigia", cioè delle famiglie che non sono ancora in quella fase di pignoramento, ma che sono comunque in difficoltà, per cui saltano una rata, non riescono a pagare magari le bollette, non riescono a comprare il cibo, le medicine o non riescono a curarsi, perché ovviamente è più importante pagare la rata del mutuo: secondo l'ISTAT, con quei 25 milioni di cui dicevo (solo una quota parte ovviamente è sottoposta ancora a mutuo), si tratta di un numero variabile da 500.000 a 3,2 milioni di famiglie. Quindi è un dato molto ingente.
In Piemonte le unità immobiliari all'asta nel 2017 sono state 16.309; anche questo è un dato veramente elevato.
La Provincia con le esecuzioni pro capite più alte è stata purtroppo Alessandria, che ha registrato numeri veramente molto significativi: 4.000 su 400.000 residenti, cioè uno su 100. È un dato veramente impressionante altissimo! Con questa proposta di legge che cosa abbiamo pensato? Abbiamo pensato di inserirci in mezzo alle norme di rango nazionale oggi esistenti per andare ad aiutare le famiglie in difficoltà. Perché l'ingiustizia sociale di cui parlavo prima, a nostro avviso, è questa: un famiglia magari accende un mutuo a trent'anni, lo paga per 20, al ventunesimo anno non riesce più a pagarlo e quella casa viene sottratta, come se non avesse pagato nulla per vent'anni. È un'assurdità che dev'essere assolutamente rivista.
Capiamo anche le sofferenze del mercato bancario e creditizio, che deve comunque rientrare all'interno dei parametri molto stringenti di Basilea per cui il patrimonio immobiliare che viene pignorato poi dev'essere messo in vendita. Però non deve ricadere solo sui cittadini e sulle nostre famiglie, perché quel patrimonio mobiliare viene messo in vendita tramite aste immobiliari, che hanno un prezzo di base e di partenza molto più basso del prezzo di mercato, perché le banche hanno bisogno di realizzare subito cash, per rientrare dalla perdita della sofferenza.
È un sistema che va assolutamente gestito.
Le norme nazionali sono intervenute negli anni per cercare di prevedere la possibilità di un fondo nazionale finanziato negli anni per interrompere queste misure, quindi si può andare - qui vado a memoria perché non riesco più a ritrovare il punto nella relazione - fino a 12 più sei mesi di sospensione della rata del mutuo.
C'è già una misura nazionale. Ovviamente non basta, dobbiamo intervenire anche noi come Regione e credo che possiamo farlo.
Ci siamo concentrati sul tema dell'accollo liberatorio, una procedura prevista dal Codice Civile, che prevede che un privato cittadino, ai sensi dell'articolo 1273 del Codice Civile, previa valutazione di congruità possa cedere l'immobile e anche il mutuo. Per cui c'è un accollo liberatorio: cedo il mutuo e cedo l'immobile.
La procedura non è proprio così semplice, da un punto di vista di garanzia e tutela per l'acquirente, quindi come misura non è grandemente praticata.
Pensavamo piuttosto di interpolare in questa misura tra privato e privato un ente pubblico; abbiamo pensato prima anche noi, come sarà poi nella relazione del collega Grimaldi, che potrebbero essere le nostre Agenzie territoriali per la casa, che si occupano di patrimonio immobiliare.
Già su questo avevamo delle perplessità, nel senso che la mission fondamentale delle ATC è dare in locazione immobili a famiglie che hanno una difficoltà conclamata, un ISEE sotto i 20.000 euro come accesso, anche se sappiamo che ormai l'ISEE, per poter accedere, dev'essere sotto i 6.000 perché non ci sono sufficientemente alloggi.
Tra l'altro, dobbiamo risolvere anche il tema, che penso sarà un lascito politico alla prossima legislatura, della scarsa adeguatezza, da parte delle ATC, di riuscire a gestire immobili frazionati in diversi stabili.
L'ATC preferisce, per logiche di gestione, avere un immobile intero di case popolari, che gestisce più facilmente da un punto di vista economico e di interventi manutentivi.
Questa logica, però, cosa crea? L'assenza totale di un mix sociale, anzi crea delle bombe sociali, nel senso che ci sono concentrazioni, soprattutto a Torino, di aree in cui ci sono solo palazzoni a nove piani (per non parlare di quelli di Corso Giulio Cesare, che, se non ricordo male, sono a 16 piani) di case popolari, quindi senza un mix sociale, una concentrazione di persone con difficoltà.
Si viene veramente a creare una sorta di ghettizzazione delle persone più povere, che invece dev'essere assolutamente superata.
L'ATC, sull'ipotesi di poter subentrare in acquisto di case di famiglie che sono andate in difficoltà con il mutuo, nella discussione in Commissione ha sollevato delle perplessità.
La nostra ottica è che la famiglia rimanesse ovviamente dentro la casa: non riesce più a pagare il mutuo? Il mutuo viene ceduto all'ATC, in modo che l'ATC non debba sborsare subito cash (perché magari 100.000 mila euro non li ha) e paga le rate del mutuo (ipotizzava, ad esempio, 400/500 euro al mese). La famiglia che è andata in difficoltà resta all'interno della casa facendo salvo, quindi, il principio della sacralità del tetto della prima casa e paga un canone mensile, commisurato a quello che è dell'ATC (il canone minimo, che è 40 euro al mese), contribuendo, oltre che alle bollette, anche alla spesa complessiva.
Nel momento in cui ritrovasse lavoro o ripartisse la situazione economica patrimoniale del nucleo familiare, potrebbe semplicemente salire nell'onere del cannone di locazione, arrivare fino a un canone di mercato e quindi tornare a pagare - indirettamente - il mutuo che pagava prima.
Sarebbe stata (dico "sarebbe", perché non abbiamo trovato un accordo, forse più per motivi di tempo che per motivi politici) una misura in questo senso.
Noi avevamo individuato, dopo aver fatto questa lunga premessa all'articolo 3, non tanto l'ATC, ma Finpiemonte, la finanziaria regionale lo strumento "cassa", cioè lo strumento che permette, anche come gestione di fare la parte dell'accollo liberatorio e la parte finanziaria, mentre l'ATC potrebbe essere lo strumento di gestione diretta con l'utenza.
Il collega Grimaldi aveva presentato una sua proposta di legge sul tema che adesso illustrerà. Le due proposte di legge erano state richiamate insieme nell'analisi in Commissione.
È stato approntato un tavolo che si è sempre svolto in condizioni ottimali da un punto di vista di attenzione politica e di cultura politica rispetto al tema e alle esigenze dei cittadini, anche da parte degli Uffici del Consiglio e degli Uffici della Regione.
Tuttavia, lo ripeto di nuovo, con l'ingorgo istituzionale del bilancio e delle altre misure siamo arrivati un po' tardi e non siamo riusciti ad arrivare a una soluzione univoca, che prevedesse sia le misure del Consigliere Grimaldi sia le nostre, diciamo, dell'accollo liberatorio.
Per questi motivi, la nostra proposta di legge verrà bocciata, per immagino sia una bocciatura più tecnica che politica, anche se poi immagino che il colore non sarà diverso da parte dei colleghi. Se i colleghi vorranno dare un voto di astensione, potrebbe essere un segnale importante in questo senso e magari i colleghi del nostro Gruppo che saranno presenti nella prossima legislatura, potranno ripresentarla.
Per cui daremo, con gli emendamenti che verranno illustrati, un parere favorevole alla proposta di legge del Consigliere Grimaldi, che riteniamo una misura e un segnale importante versa la direzione giusta.
Probabilmente non ha fatto tutto il percorso che si doveva fare, però è già un inizio di percorso importante che dà un segnale alla nostra Regione.
Come forza politica, almeno quella che mi rappresenta, siamo molto attenti su questo tema, che è un tema fondamentale. La Regione dev'essere più presente sulle difficoltà economiche che vanno a incidere nella vita quotidiana di tutti i giorni delle famiglie, perché senza una casa non pu esistere una famiglia di nessun tipo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ci sono interventi in discussione generale sul disegno di legge 325? La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Accogliendo, ovviamente, la richiesta di astenerci, ma tecnicamente, dal momento che abbiamo trovato una sintesi sulla legge, di cui sono il primo firmatario, perché tra l'altro anche tecnicamente era precedente, adesso decidiamo se chiudere questa parte astenendoci sulla loro e iniziare una discussione o, se vuole, procedo con l'illustrazione della nostra proposta.



PRESIDENTE

Questa è una proposta di legge, di cui si è cominciato l'iter. Mettiamo in votazione l'articolo 1, che viene respinto non con un voto contrario, ma con uno di astensione e poi procediamo con l'altro atto.
ARTICOLO 1



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 1.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Pertanto, il provvedimento decade.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di legge n. 234, inerente a "Disposizioni in materia di mutui per l'acquisto della prima casa e interventi in caso di morosità incolpevole"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame della proposta di legge n. 234, inerente a "Disposizioni in materia di mutui per l'acquisto della prima casa e interventi in caso di morosità incolpevole", di cui al punto 12) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Grimaldi, relatore.



GRIMALDI Marco, relatore

Grazie Presidente Non vorrei perdere metà del tempo per i ringraziamenti, ma in questo caso vogliono sono d'obbligo. Intanto, ringrazio chi non è presente in questo momento, la dottoressa Laura Autigna, che nelle prossime settimane andrà in pensione; la ringraziamo per tutto il lavoro svolto in questi anni insieme in Commissione, e ringrazio la Presidente Conticelli, con cui abbiamo iniziato un lungo percorso.
Ricordo che questa legislatura nasce con gli atti d'indirizzo, proprio sull'emergenza abitativa, sul tema del cosiddetto salva sfratti, e una delle ultime leggi sarà sul tema dei mutui.
Infine, un ringraziamento, non scontato, va anche al Gruppo del Movimento 5 Stelle, non solo per i contenuti che hanno introdotto nella discussione, ma anche per il tipo di dibattito che c'è stato in Commissione.
Purtroppo, come sapete, parte della legge, che presenterò, non siamo riusciti a concluderla, e questo è bene dirlo nell'introduzione. Una seconda parte che stavamo esaminando tecnicamente in Commissione, sulla garanzia sui mutui ai giovani, soprattutto le tecnicalità per arrivare a ricoprire, attraverso il ruolo di Finpiemonte, un ruolo d'intermediazione con il mercato privato, per fare da garante al posto di tutti i giovani sottoccupati o precariamente occupati, che non hanno la possibilità di accendere ai mutui sulla prima casa - lo dico con rammarico - purtroppo dovremmo lasciarla alla futura legislatura.
Entro nel merito del testo che votiamo oggi. Le finalità del provvedimento sono quelle di sostenere coloro che, a causa delle sopravvenute situazioni economiche che incidono non solo nell'economia reale, ma anche nell'economia di tante famiglie, si trovano nella difficoltà del pagamento dei mutui sulla prima casa.
Come sapete, abbiamo dovuto riformare prima di tutto le Agenzie sociali per la locazione per fare questa legge che, come dicevo all'inizio, ha avuto un iter lungo due anni: il primo ostacolo era uniformare, nelle linee d'indirizzo delle politiche abitative, le cosiddette Agenzie sociali per la locazione, che già oggi si fanno carico delle famiglie che sottoscrivono per esempio, i contratti d'affitto calmierato e lo stesso salva sfratti.
Qual è il senso? Come sapete, i dati recenti fotografano una situazione drammatica non soltanto rispetto all'emergenza abitativa, ma anche rispetto all'assenza di ammortizzatori sociali. Lo dico anche perché nella discussione sul REI ci siamo spesso dimenticati degli ammortizzatori che c'erano strutturalmente e che oggi sono venuti meno. Parlo di questa vicenda perché i casi Comital, Hag, Pernigotti ed Embraco hanno dimostrato che ci sono anche delle situazioni per cui, anche se dovessero intervenire con l'ASPI, la NASPI, la DIS-COLL, la cosiddetta cassa integrazione in deroga (di fatto, oggi reintrodotta) ci sono dei momenti, come raccontavano davanti alla fabbrica i lavoratori della Comital, in cui per quei mesi la vita non si sospende, non si sospendono gli affitti e tantomeno i mutui.
Questa è una legge che serve esattamente a intervenire in quelle situazioni.
Che cosa intendo? Questi lavoratori e queste lavoratrici, che in quel momento hanno un calo di reddito, come nella vicenda salva sfratti dimostrano di fronte alle ASLO, che territorialmente coprono tutto il territorio piemontese, non solo che potranno avere il blocco del pagamento del mutuo. Come in parte è successo, infatti, molti di loro, grazie anche al ruolo istituzionale del Consiglio, hanno avuto la sospensione dei mutui ma cosa è successo? Che hanno semplicemente posticipato il pagamento.
Ecco, "prima che sia dopo", io credo che questa legge serva esattamente a far sì che quei sei mesi siano un momento non solo per recuperare la dignità e il proprio lavoro, ma per evitare quello che succede spesso in Italia, e cioè che fa di tutto per pagare il mutuo. I numeri di questo fenomeno sono incredibili, ne descriveva alcuni Bono, ma ve ne dico altri: sono 240.000 le famiglie che si sono trovate in arretrato con il pagamento del mutuo e almeno 321.000 in Italia che, per evitare di saltare una rata hanno iniziato a risparmiare su altro. Basta vedere i dati sull'evasione delle bollette sull'energia e sull'acqua, ma i dati drammatici sono relativi ai farmaci e ai consumi alimentari. Già! Perché le persone per tenersi la casa farebbero di tutto, di tutto! Questo è il dato più incredibile: il 5,4% delle famiglie italiane è indietro con queste rate, è il dato più alto dal 2004, cioè rispetto al dato precedente la crisi; ciò che è più incredibile è che ADUSBEF e Federconsumatori hanno calcolato che negli anni della crisi i pignoramenti sono più o meno triplicati e ben 110.000 famiglie si sono viste, appunto sottrarre la prima casa.
Ecco, noi non crediamo - e lo diciamo sinceramente - che con 1.800.000 euro che dovranno essere aumentati si possa salvare la situazione di tutte le famiglie che hanno perso la casa. Ciò nonostante, verso tutte le famiglie che dimostrano un calo del reddito del 50% e verso tutte le famiglie che in quel momento non hanno un ammortizzatore sociale, noi dobbiamo fare di tutto (come abbiamo fatto con il salva sfratti) per evitare che escano dalla loro casa.
Per questo sono orgoglioso di dirvi - ci metto la metà del tempo, non lo faccio quasi, mai siamo a fine legislatura e si può anche migliorare - che secondo me, è lo strumento più giusto per intervenire sul disagio abitativo e provare, in qualche modo, anche con questa normazione, ad andare incontro a tutti i Comuni che in questi anni ci hanno detto: "Fate delle norme possibili e applicabili su tutto il territorio regionale".
Con questo provvedimento facciamo un piccolo salto, e non è un oggetto di comunicazione pubblica; sappiamo benissimo che non è un oggetto da titolo giornalistico, però guardate che, anche quando alcune misure vengono finalmente pensate su tutta la scala regionale, senza discriminazioni fra grandi centri e piccoli, senza discriminazioni dell'intermediazione degli assistenti sociali, che spesso hanno subito più di altri la crisi.
Pensate a tutti gli assistenti sociali che sono stati assediati in questi anni per trovare soluzioni come quella che proponiamo oggi. Ecco, in questo senso speriamo non solo di approvare oggi, ma di vedere i bandi in fretta.
Augusto Ferrari non c'è, e ovviamente finisco con lui i ringraziamenti. Lui ha già pronto il bando possibile - e ce lo descriveva nell'ultima Commissione che abbiamo fatto - per arrivare in fretta, magari nei prossimi mesi, a far sì che, anche retroattivamente nei sei mesi precedenti, i lavoratori dell'Embraco, della Comital e della Pernigotti, che per qualche mese non hanno avuto gli ammortizzatori.
Occorre capire come registrare quella fotografia ed evitare, come abbiamo letto in queste ore, che delle persone debbano scegliere fra perdere la casa o perdere la famiglia. Eh già, parlo di famiglia in questo senso perché spesso, quando si arriva a quelle crisi, il primo nucleo che salta è quello delle relazioni dentro le case. Per questo motivo, speriamo che questo provvedimento aiuti da subito quelle persone, e direi che questa è forse una delle cose migliori con cui chiudere questa esperienza in Consiglio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono interventi in discussione generale? Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Devo dire che l'avvicinarsi della campagna elettorale o la conclusione della legislatura - mettetela come volete - ha delle capacità terapeutiche meravigliose rispetto alla produzione normativa di questa Giunta regionale e rispetto all'occuparsi di temi di cui non ci siamo occupati, o solo parzialmente occupati non fosse altro che da un punto di vista normativo nell'arco di questi cinque anni.
Se guardiamo solo l'ultima settimana o gli ultimi giorni, abbiamo approvato una norma di fatto sulla famiglia, anche se è una modifica della legge 1 ne abbiamo approvato una sulla montagna, una sull'intervento relativo al problema dei mutui e potremmo continuare con altre norme che sono state indicate.
Come ho avuto modo di dire nella giornata di ieri rispetto alla legge della montagna, credo che questo dimostri sostanzialmente un fallimento delle politiche, in questo caso legate alla prima abitazione. Lo dico perché, a partire dal 2014, come centrodestra, abbiamo sempre presentato un emendamento semplice: quello sul voucher prima casa e quello sull'accesso alla possibilità di acquisto e di garanzia di un'abitazione tramite non soltanto lo strumento dei mutui, ma anche quello più semplice di un contributo economico (venne già fatto all'interno del Piano casa nel 2008 e nella garanzia fideiussoria nei confronti di chi voleva acquistare una casa).
Quest'Amministrazione ha esordito con una delle prime norme che il Consiglio regionale ha votato nel 2014 (credo fosse giugno o luglio del 2014): la legge di riordino delle ATC. Noi, quando venne discussa quella norma, facemmo presente - cinque anni fa - che le misure d'intervento rispetto all'abitazione erano la priorità per la nostra Regione. Le misure d'intervento rispetto alla garanzia di chi era in difficoltà nel pagamento dei mutui erano misure d'intervento prioritarie da un punto di vista normativo, molto più che semplificare il sistema istituzionale delle ATC.
Invece noi abbiamo perso molto tempo non nel fare la norma: le ATC hanno perso molto tempo nell'unire le singole ATC, e alcune di esse si sono completamente dimenticate, per esempio, di fare una serie di interventi di recupero di ciò che i condomini avrebbero dovuto pagare pur non essendo morosi incolpevoli. Quindi abbiamo dovuto fare due leggi tampone e un regolamento che, in qualche modo, derogava a chi non aveva svolto il proprio compito, cioè l'ATC, nei confronti dei condomini; in particolar modo quella del Piemonte orientale, proprio quella dell'Assessore Ferrari.
Dopodiché è evidente che questa norma ha alcuni aspetti - non tutti - che sono completamente condivisibili perché, come dicevo precedentemente, non soltanto è depositata una proposta di legge su questo tema, ma abbiamo preso parti di quella proposta di legge e in ogni sessione di bilancio (anche l'ultima) l'abbiamo sempre presentata perché diventasse norma regionale.
L'Assessore Ferrari ha già pronti i bandi. Ebbene, non credo che faccia in tempo per la campagna elettorale a comunicarlo a coloro i quali ne hanno necessità - magari sì - e la finalità rischia di essere un po' compromessa.
Cos'è che non ci convince della norma? Non ci convincono due aspetti: il primo, che è una legge vecchia, nel senso che un provvedimento salva mutui è certamente un provvedimento necessario, ma all'interno di un contesto di carattere più generale che veda il ruolo differente per ATC.
L'articolo 1 dice correttamente "contenendo i processi di ulteriore urbanizzazione e cementificazione del territorio regionale". Noi non abbiamo colto un'opportunità, cioè nella nostra regione sono decine e decine di migliaia (60.000 solo nel capoluogo regionale) gli alloggi sfitti che rimangono sfitti e rimarranno sfitte perché non si ha alcuna certezza di prendere l'affitto alla fine del mese. Quindi, in quell'emendamento che più volte abbiamo presentato - che credo quasi nessuno abbia letto, ma ci si è trincerati soltanto nel semplice ruolo di Consigliere di maggioranza che respinge tutto ciò che è stato presentato dall'opposizione o che si affida alla scelta della Giunta regionale - ad esempio era contenuta una misura che continuiamo a ritenere l'unica o la principale utile: la garanzia rispetto al pagamento di affitto di alloggi di privati. Cioè l'ATC dovrebbe fare come fanno le Agenzie per la casa in altri luoghi d'Italia e d'Europa, ovvero dovrebbe fare da intermediario immobiliare fra i tanti proprietari che non affittano più la loro abitazione, perché hanno il rischio significativo di non prendere l'affitto alla fine del mese, e le tante persone che attendono una casa.
In secondo luogo, questa norma ha alcuni aspetti che rischiano d'indurre al non pagamento del mutuo, cioè io contraggo un mutuo grazie alla fideiussione regionale, ma se non pago il mutuo, tanto ho l'ATC che compra la casa che avevo acquistato. ATC compra la casa che avevo acquistato e io poi ho diritto a diventare affittuario della casa per cui non ho pagato il mutuo.
Voi capite che questo è un concetto non esattamente funzionale rispetto a quelle che sono le responsabilità di chi contrae un mutuo e l'utilizzo di denaro pubblico nei confronti della collettività, perché ci saranno anche molte persone che beneficeranno di questa legge in modo serio, che avevano un lavoro e che l'hanno perso e che hanno visto una riduzione del loro reddito e verso le quali la Regione Piemonte garantisce un sostegno. Ma è altrettanto vero che l'articolo 6 inevitabilmente induce qualcuno ad avere minore responsabilità rispetto al pagamento della rata mensile, perch tanto ha la certezza di continuare a vivere in quell'abitazione, con una differenza, e il collega Grimaldi lo sa bene: arriverà il momento in cui ATC non avrà ha le risorse e questo accade dopo un mese, perché il milione circa di euro stanziati sono utili per acquistare 20, 30 o 50 abitazioni in cui non viene più pagato il mutuo. Sono gli stessi numeri che venivano ricordati dai colleghi del Movimento 5 Stelle e dal collega Grimaldi questo ci dice chiaramente che quella somma andrebbe moltiplicata per molte volte.
Nel momento in cui le ATC finiscono i soldi che la Regione gira loro per l'attuazione di quella legge, vi sarà un affittuario che ha contratto il mutuo con una fideiussione regionale, convinto che, nel caso in cui il mutuo non potesse essere pagato, ATC avrebbe riscosso l'abitazione e lui sarebbe diventato affittuario di quella casa, e questo non avverrà semplicemente perché non vi saranno, né oggi né mai, le risorse per portare dare copertura economica a questa legge.
Guardate (e chiudo, perché ho superato i dieci minuti) che se in questa norma avessimo operato in termini seri, rispetto a ciò che ci dice non solo il 118, ma rispetto a ciò che ci dice la delibera della Giunta regionale di calcolo dei flussi finanziari, è evidente che la norma finanziaria non regge la legge, perché la norma finanziaria ha un costo relativamente alla norma decisamente maggiore, che però noi non quantifichiamo. Noi non abbiamo una tabella che ci dà l'Assessorato alle politiche abitative per dire quali sono le risorse necessarie. E non sono certamente quelle indicate all'interno della legge finanziaria, e anche la stessa tabella "Oneri", che prevede degli stanziamenti, che sono di un milione 760.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Ha detto: "Finisco".



VIGNALE Gian Luca

Finisco quando ho finito il concetto.
Lei rispetti il Regolamento.



PRESIDENTE

Non le ho tolto la parola, Consigliere. Pensavo avesse finito.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Le rammento che si mettono in discussione i punti all'o.d.g. oppure si chiede un'inversione. Noi in questo momento stiamo discutendo un punto che non era all'o.d.g.



PRESIDENTE

Mi è parso che avessimo preso questa decisione alla Conferenza dei Capigruppo, quindi per me se i Capigruppo decidono è come se qualcuno avesse chiesto l'inversione.



VIGNALE Gian Luca

Non si preoccupi, non perderemo minuti preziosi.
Concludo, anzi chiudo e reintervengo sugli articoli, così è molto più semplice.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 12) presentato da Grimaldi, Appiano, Barazzotto.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

A beneficio dell'Aula, se è d'accordo, Presidente, presenterei tutti gli emendamenti in un solo momento; in parte l'ho fatto nella relazione.
L'oggetto della legge diventa solo "Disposizioni in materia di sostegno ai mutui destinati alla prima casa", proprio perché, come ricordavo anche al Consigliere Vignale e al Consigliere Bono che hanno seguito i lavori in Commissione, la seconda parte sulla garanzia non c'è, anche perch tecnicamente e finanziariamente non era possibile, come abbiamo visto in I Commissione, arrivare fino a quel punto.
Per questo, l'emendamento n. 1) all'articolo 1 prende le stesse disposizioni della mia proposta di legge; di fatto, cancella l'ex comma 2 e attiva nel comma 2 appena riscritto tutte le finalità per contenere il disagio sociale.
Si abrogano gli articoli 5, 6, 7, 8, 9 e l'articolo 11. Si riscrive l'articolo 2 spiegando quali sono i contributi regionali e, come ho spiegato nell'illustrazione, lo si fa attraverso le Agenzie sociali per la locazione e non più con l'ATC, solo per rispondere al Consigliere Vignale.
Articolo 3. I requisiti massimi sono gli stessi della normazione nazionale quindi non si possono superare i 26.000 euro ISEE che, ricordo, in termini di reddito, è molto più alto, e stiamo parlando del momento precedente alla crisi finanziaria intervenuta nella famiglia.
All'articolo 4 relativamente ai mutui, abbiamo preso le categorie catastali massime per l'edilizia agevolata proprio per evitare che il salva mutui venga utilizzato per le ville o le case di lusso.
La clausola di invarianza finanziaria all'articolo 10 spiega, come ci ha descritto la dottoressa Autigna, che il sostegno viene attribuito ai mutuatari attraverso la misura già esistente nella programmazione regionale che, come vi ricorderete, è passata lo scorso mese.
Per questo, vi chiederei di approvare gli emendamenti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 1, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 2



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 5) presentato da Grimaldi, Appiano, Barazzotto.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Il Consigliere Bono chiede di sospendere il Consiglio per qualche minuto.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.53, riprende alle ore 12.54)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Il Consigliere Bono ci ricordava una richiesta che aveva fatto in Commissione, ma la posso fare solo sottoscrivendo l'emendamento al testo: i contributi stanziate dalla Regione, per la misura denominata Agenzia sociale per la locazione, sono destinati "anche per il ragionamento" e non "possono essere".
Nel testo si diceva "possono essere" perché, in realtà, lo sono per altre disponibilità, ma dicendo "destinati anche" si capisce che non c'è discrezionalità.



PRESIDENTE

Con questa modifica, mettiamo in votazione l'emendamento n. 5).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo)



PRESIDENTE

ARTICOLO 3



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 4) presentato da Grimaldi, Appiano, Barazzotto.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Anche in quest'emendamento proponiamo che il contributo "è concesso ai soggetti" invece che "può essere".



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo)



PRESIDENTE

ARTICOLO 4



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 3) presentato da Grimaldi, Appiano, Barazzotto.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 4, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 5



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 11) presentato da Grimaldi, Appiano, Barazzotto.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo)



PRESIDENTE

L'emendamento abroga l'articolo 5.



PRESIDENTE

ARTICOLO 6



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 10) presentato da Grimaldi, Appiano, Barazzotto.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 7



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 9) presentato da Grimaldi, Appiano, Barazzotto.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indico la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 8



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 6) presentato da Grimaldi, Appiano, Barazzotto.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo)



PRESIDENTE

L'emendamento abroga l'articolo 8.



PRESIDENTE

ARTICOLO 9



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 8) presentato da Grimaldi, Appiano, Barazzotto.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 10



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 2) presentato da Grimaldi, Appiano, Barazzotto.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 11



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 7) presentato da Grimaldi, Appiano, Barazzotto.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 1) presentato da Grimaldi, Appiano, Barazzotto.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Tale emendamento è relativo al titolo del provvedimento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva (vedi esito votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).



PRESIDENTE

Ricordo che alle ore 13, in sala Viglione, c'è l'audizione della delegazione delle maestre con diploma magistrale ma non laureate, e che il Consiglio straordinario comincerà alle ore 14.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.03)



< torna indietro