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Dettaglio seduta n.410 del 26/03/19 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 14.31 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione a risposta immediata n. 2622 presentata da Tronzano inerente a "Azioni a favore dei boschi delle Valli Ceronda e Casternone distrutte dagli incendi"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2622.
La parola al Consigliere Tronzano per l'illustrazione.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Rapidamente, per conoscere le intenzioni della Regione, soprattutto in vista - speriamo - di piogge future non torrenziali, ma normali.
Crediamo che le zone della provincia di Torino, in particolare, la Val Ceronda e Casternone e anche la parte della zona di Lanzo abbiano necessità d'interventi un po' com'è successo, credo, a Bussoleno, a seguito di altre situazioni.
Dovesse mai piovere in maniera importante, credo che le abitazioni e le persone sarebbero a rischio, dal momento che in quella zona, alcune parti delle montagne stanno già franando costantemente. Volevamo conoscere dall'Assessore quali azioni concrete s'intendono attuare, per evitare eventuali guai prossimi futuri.



PRESIDENTE

Grazie, collega Tronzano.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Al fine dei contrastare la cosiddetta "industria del fuoco" che utilizza incendi boschivi appiccati con dolo, come pare sia avvenuto nelle Valli Ceronda e Casternone, sulla base di quanto riportato dalla stampa, per attrarre i fondi pubblici per la ricostituzione dei boschi sui territori colpiti in una spirale viziosa, la legge 353/2000 (legge quadro in materia d'incendi boschivi) all'articolo 10, pone alcuni divieti, in particolare la legge vieta l'utilizzo di risorse finanziarie pubbliche per eseguire attività di rimboschimento e d'ingegneria ambientale per cinque anni dopo un incendio. La legge prevede, però, che per documentate situazioni di dissesto idrogeologico e nelle situazioni in cui sia urgente un intervento per la tutela di particolari valori ambientali e paesaggistici, le Regioni possono rilasciare specifiche autorizzazioni.
Con la DGR del 20 dicembre 2018, la Regione Piemonte ha disciplinato le modalità per il rilascio dell'autorizzazione all'esecuzione degli interventi d'ingegneria naturalistica e di ricostituzione dei boschi percorsi da incendi realizzati con risorse pubbliche. Questa DGR fornisce anche le indicazioni della documentazione da allegare alla richiesta di autorizzazione, che deve illustrare la necessità urgente d'interventi a causa di una situazione di dissesto idrogeologico o per la salvaguardia di un valore ambientale. Ad esempio, la presenza di un'area naturale protetta o di un sito di Rete Natura 2000.
Nell'estate 2019 si apriranno i bandi delle misure forestali del Programma di Sviluppo Rurale PSR 14-20, che finanzieranno gli interventi selvicolturali di prevenzione e ripristino dei danni alle foreste da incendi, calamità ed eventi catastrofici. I proprietari, pubblici e privati, dei boschi danneggiati dagli incendi potranno, quindi, presentare domanda su tali bandi. Per poter partecipare ai bandi pubblici è comunque necessario aspettare che i Comuni abbiano delimitato in modo ufficiale i perimetri dei boschi percorsi dagli incendi, sulla base dei rilievi effettuati dai Carabinieri forestali.
Aggiungo che, nella situazione immediata e nel caso di precipitazioni, come segnalava il consigliere Tronzano, tutto il sistema regionale della Protezione Civile e anche delle opere pubbliche è in pre-allerta e verifica le situazioni in modo da monitorare eventuali problemi per intervenire in tempo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione a risposta immediata n. 2626 presentata da Sinatora inerente a "Legge Rutelli e Piano regionale per la qualità dell'aria"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2626.
La parola al Consigliere Sinatora per l'illustrazione.



SINATORA Benito

Grazie, Presidente.
Premetto che la Regione Piemonte ha in corso di approvazione la proposta di deliberazione n. 364 sul "Piano regionale per la qualità dell'aria.
Adozione degli elaborati definitivi in esito alla procedura di valutazione strategica".
Negli anni Novanta, sulla spinta dei movimenti ambientalisti, il Parlamento italiano approvò la cosiddetta "Legge Rutelli" che disponeva la messa a dimora di un albero per ogni nuovo nato, con l'obbligo per i Comuni di reperire nuove aree da destinare a questo scopo. Le leggi urbanistiche regionali e i piani regolatori successivi a questa legge e alle sue modifiche e integrazioni non ne recepiscono né lo spirito, né i principi ispiratori, tale norma, se correttamente applicata, avrebbe generato la creazione di un significativo patrimonio boschivo di proprietà pubblica.
Gli alberi con la fotosintesi clorofilliana sono indiscutibilmente un elemento in grado di contrastare il preoccupante incremento dell'anidride carbonica nell'atmosfera, fissandolo nella loro struttura contemporaneamente al rilascio di ossigeno.
Tutto ciò premesso, interrogo il Presidente e la Giunta per conoscere quanti metri quadrati sono stati previsti in Piemonte, nei vari piani regolatori approvati dalla Giunta regionale per le finalità della legge Rutelli.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sinatora.
La parola all'Assessore Valmaggia, per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
In riferimento all'interrogazione, evidenzio che, a partire dagli anni Novanta i tre vivai forestali dalla Regione Piemonte (Chiusa Pesio Fenestrelle, Vercelli) forniscono gratuitamente le piante forestali ai Comuni piemontesi che le richiedono per metterle a dimora, proprio in ottemperanza alla legge n. 113 del 1992, conosciuta come "Legge Rutelli" che prevede che i Comuni impiantino un albero per ogni nuovo nato.
Con riferimento ai riflessi della legge sulla pianificazione, le disposizioni nazionali demandano ai Comuni l'attuazione delle misure previste; nell'ambito, invece, della valutazione degli strumenti urbanistici, che riguarda anche in parte il livello regionale, non sono mai pervenute richieste specifiche per modifiche ai piani regolatori finalizzati a individuare gli ambiti in cui porre a dimora i soggetti arborei, anche perché la legge urbanistica regionale n. 56/77 prevede espressamente, all'articolo 21, cioè negli standard urbanistici, di riservare una quantità pari a 12,50 metri quadri per abitante di aree e spazi pubblici a parco per il gioco e lo sport.
Quindi è già la norma regionale tradotta nei piani regolatori che individua questo spazio (12,50 metri per abitante), nel quale poi fare le piantumazioni degli alberi per ogni nuovo nato, magari anche con l'utilizzo di piante provenienti dai vivai forestali.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2623 presentata da Valetti, inerente a "Stato dell'aggiornamento della progettazione 2011 raddoppio Pinerolo Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2623.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione segue un ordine del giorno a prima firma del sottoscritto e firmato anche dai colleghi del Movimento 5 Stelle, approvato dall'Aula, che impegnava la Giunta regionale ad avviare, insieme alle Ferrovie dello Stato, l'aggiornamento del progetto di raddoppio della ferrovia Pinerolo-Torino.
Sappiamo che esiste un progetto di raddoppio datato 2011, che prevedeva appunto il raddoppio dell'intera linea ferroviaria. Allora i costi erano molto elevati; oggi, questa prospettiva pare poco realistica, ma innanzitutto resta ferma l'esigenza di aggiornare questa ferrovia, perch continua ad avere problemi piuttosto importanti e un qualche intervento resta necessario.
Di conseguenza, come Gruppo, abbiamo pensato di proporre un'opera di raddoppio parziale che risolvesse in parte i problemi di regolarità e funzionamento della linea, però contenendo di molto i costi. Quindi, dietro richiesta sottoscritta e avallata dall'Assessore Balocco, l'Agenzia della mobilità ha formulato uno studio che consentiva di migliorare le prestazioni, nonché di ridurre in parte i tempi di percorrenza della linea che a oggi si aggirano attorno ai 50 minuti per andare da Pinerolo al centro di Torino, salvo ritardi che purtroppo sono anche molto frequenti.
Si può pensare, in un'evoluzione di questo sviluppo, di arrivare a 40 minuti o anche meno.
Manca quindi questo tassello e la Regione si è impegnata a chiedere un aggiornamento di questo progetto, in modo che possa essere inserito tra le opere finanziabili dal Ministero dei Trasporti nel Contratto di programma con le Ferrovie dello Stato. Di conseguenza, è molto importante che tale ordine del giorno trovi attuazione entro la fine di questo mandato elettorale, quindi entro la fine della Giunta Chiamparino, salvo dovere ricominciare l'iter dalla prossima legislatura.
Sappiamo che, dal punto di vista dell'operatività e del lavoro, non resta molto perché il progetto esiste già e andava adeguato in minima parte. Le stesse Ferrovie hanno detto che si tratta di un'attività non troppo complessa, che però richiedeva l'impegno economico della Regione; impegno comunque molto contenuto.
Quindi chiediamo a che punto è questa richiesta: se è stata formalizzata ufficializzata alle Ferrovie. Chiediamo inoltre una previsione sulla fine dei lavori.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Do lettura della risposta, magari sintetizzando in alcuni punti; comunque c'è la risposta scritta dettagliata, Consigliere Valetti.
Con riferimento alla linea ferroviaria Torino-Pinerolo, la Regione Piemonte ritiene necessario indirizzare risorse per interventi di miglioramento e potenziamento infrastrutturale finalizzati al miglioramento del servizio.
Pertanto, per la programmazione degli interventi, le richieste attualmente in corso in esame con RFI nell'ambito della predisposizione di programmi attuativi del Contratto di programma 2017-2021 sono le seguenti. E qui abbiamo un elenco che non sto a leggere dettagliatamente; comunque è tutto riportato e scritto.
Nelle more dell'approvazione del Contratto di programma di cui sopra, sono stati effettuati studi per l'individuazione degli interventi di potenziamento dell'infrastruttura ferroviaria, che consentirebbero la velocizzazione del servizio al fine di utilizzare le risorse finanziarie già disponibili e porre le condizioni per il reperimento delle ulteriori risorse.
Il perseguimento di tali obiettivi è stato avviato con l'Accordo di programma quadro reti infrastrutturali di trasporto, primo atto integrativo sottoscritto in data 30 novembre 2007, nel quale era prevista la progettazione preliminare e definitiva del raddoppio dell'intera linea Torino-Pinerolo.
In attuazione di tale Accordo di programma quadro, nel 2011 Italferr, per conto di RFI, ha predisposto il progetto definitivo dell'intervento, che avrebbe portato un netto miglioramento al servizio della linea SFM2, con una diminuzione dei tempi di percorrenza e una migliore gestione delle perturbazioni.
Data l'entità degli investimenti necessari per la realizzazione dell'intero progetto (oltre 360 milioni di euro), si è proposto di procedere con l'attuazione per lotti funzionali con la realizzazione delle opere di soppressione dei passaggi a livello e il raddoppio di una parte del tracciato.
Tra gli interventi considerati rivestono particolare complessità le opere da realizzarsi in Comune di Nichelino, dove ricadono gli interventi maggiormente rilevanti sia per la soppressione dei passaggi a livello sia per l'individuazione della soluzione progettuale di raddoppio della tratta Bivio Sangone-Candiolo che, in uno scenario di raddoppio della linea da attuare per lotti funzionali, è considerata prioritaria anche nelle valutazioni dell'Agenzia della mobilità piemontese.
Al fine di individuare le più opportune soluzioni progettuali sia dal punto di vista tecnico che economico e attivare, di conseguenza, le azioni necessarie per l'inserimento di interventi all'interno dei prossimi aggiornamenti del Contratto di programma, la Regione Piemonte ha richiesto a RFI di poter effettuare fin da subito tali valutazioni procedendo ad un aggiornamento della Convenzione n. 14496, sottoscritta in data 16 giugno 2009, tra Regione e RFI, da estendere anche al Comune di Nichelino in quanto ente territoriale coinvolto dalla realizzazione delle opere.
La Direzione investimenti di RFI, in data 20marzo 2019, ha confermato la propria disponibilità a eseguire le valutazioni sul raddoppio della tratta Bivio Sangone-Candiolo a partire dal progetto definitivo del 2011 comprendente l'interramento nel Comune di Nichelino, considerando i necessari aggiornamenti normativi e le possibili semplificazioni e ottimizzazioni delle scelte progettuali, inclusa l'opzione del raddoppio in superficie con gli interventi alla viabilità per la soppressione dei passaggi a livello, con previsioni di consegna entro il mese di giugno 2019.
La condivisione del testo di tale accordo è in programma per il 28 marzo p.v. e successivamente potrà essere perfezionato il testo del Protocollo di intesa per la soppressione dei passaggi a livello nell'intera tratta stilare la graduatoria per l'assegnazione dei contributi regionali e avviare la fase realizzativa delle opere. L'avvio della revisione della progettazione definitiva per l'intera linea sarà possibile solo a seguito dell'approvazione definitiva del contratto di programma 2017-2021.


Argomento: Trasporti su gomma - Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 2629 presentata da Caputo, inerente a "Chiusura del ponte di Scarmagno"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2629.
La parola alla Consigliera Caputo per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
L'interrogazione entra nel merito della chiusura del ponte di Scarmagno.
Sappiamo che la società ATIVA (Autostrade Torino Ivrea Valle d'Aosta) gestisce proprio l'Autostrada A5 Torino-Aosta. che comprende sulla tratta l'uscita di Scarmagno, un nodo fondamentale per tutta la viabilità dell'intera zona.
Risulta che da sette-otto mesi, per motivi che non sono chiari, questo svincolo non sia utilizzabile, e vi è oltretutto un ponte di nuova costruzione che è stato edificato a seguito di un'alluvione. Non viene consentito il transito, per motivi che, come dicevo, non sono chiari e sui quali stiamo ponendo quest'interrogazione, ma soprattutto crea disagi agli automobilisti che sono diretti verso Torino e che sono costretti, anche in direzione Aosta, a uscire al casello di Ivrea, pagando un pedaggio ovviamente più elevato e con notevoli perdite di tempo.
Per questo motivo, s'interroga l'Assessore competente per sapere quanto di propria competenza possa essere l'azione da mettere in campo per consentire la riapertura del ponte di Scarmagno.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Premesso che lo svincolo di Scarmagno è di competenza della società ATIVA e la sorveglianza sulla stessa è esercitata direttamente dal Ministero delle Infrastrutture e che pertanto la Regione non ha competenza su tale infrastruttura, si comunica che il quesito posto dalla Consigliera Caputo con il question time è stato inoltrato alla società ATIVA che, al momento non ha ancora fornito riscontro.
Non appena perverrà risposta dalla società autostradale, la nota informativa sarà trasmessa tempestivamente alla Consigliera.


Argomento: Trasporti su gomma - Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2625 presentata da Batzella inerente a "Soppressione fermate autobus Sadem nelle frazioni di San Giuliano di Susa e Foresto di Bussoleno, in provincia di Torino, per chiusura cavalca ferrovia in regione Polveriera (Susa) a mezzi superiori alle 3,5 tonnellate"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2625.
Anche a questa interrogazione risponderà l'Assessore Ferrari al posto dell'Assessore Balocco.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Il 4 marzo l'ANAS, che ha la competenza sulla Strada Statale 25 del Moncenisio, ha emesso un'ordinanza con la quale ha reso noto che, con decorrenza immediata e sino a fine lavori, causa cattivo stato di conservazione del cavalcavia al chilometro 48+400 della Strada Statale 25 del Moncenisio, cioè quello di regione Polveriera Susa, è fatto divieto assoluto di transito a tutti i veicoli aventi massa superiore a 3,5 tonnellate.
Durante un sopralluogo, infatti, è stato riscontrato un aumento dello stato di degrado delle travi a bordo dell'impalcato, tanto da individuare condizioni di emergenza. L'ordinanza per conoscenza è stata inviata anche alla Regione Piemonte. A causa dell'ordinanza i veicoli con massa superiore a 3,5 tonnellate devono seguire percorsi alternativi che allungano il tempo di percorrenza sia in direzione Susa-Moncenisio sia in direzione Torino.
Dal 5 marzo e sino al termine dei lavori necessari alla messa in sicurezza del ponte, tempi ancora sconosciuti, sono state soppresse le fermate degli autobus Sadem delle linee 274 e 287 sulla Statale 25 nelle frazioni di San Giuliano e Foresto. Gli autobus che provengono da Torino e diretti a Susa Moncenisio, prima del cavalcaferrovia devono deviare sulla Statale 24 del Monginevro fino all'immissione nell'autoporto di Susa, poi uscire in località San Giuliano e rientrare nella Statale 25 per ricongiungersi al regolare percorso.
Gli autobus provenienti, invece, in senso inverso da Susa-Moncenisio e diretti a Torino, prima del cavalcaferrovia devono svoltare in località San Giuliano, la bretella autostradale, entrare e attraversare l'autoporto di Susa per proseguire sulla Strada Provinciale del Monginevro fino al chilometro 48-500, svoltare a sinistra verso Bussoleno e raggiungere la Statale 25, ricongiungendosi al regolare percorso.
La soppressione delle fermate Sadem nelle frazioni di San Giuliano di Susa e Foresto di Bussoleno sta causando notevoli disagi agli studenti e ai lavoratori che quotidianamente utilizzano l'autobus per recarsi a scuola o sul posto di lavoro. Infatti, chi saliva in autobus alla fermata di Foresto per raggiungere Susa deve recarsi alla fermata di Bussoleno sull'altra parte dalla statale, che è la 24 e che dista circa tre chilometri a piedi.
Infatti, gli studenti e i lavoratori per poter arrivare alla fermata dell'autobus devono percorrere tre chilometri a piedi e passare da una statale a un'altra. Quindi, il percorso che seguono è anche pericoloso perché si trovano su due statali. Anche chi abita a San Giuliano nella regione Polveriera ha gli stessi disagi, a causa della soppressione della fermata.
Interrogo l'Assessore per sapere quali provvedimenti s'intendono prendere per risolvere il disservizio legato alla soppressione delle fermate degli autobus a San Giuliano di Susa e Foresto di Bussoleno, che sta causando come ho appena detto, notevoli disagi a studenti e lavoratori, che sono costretti a farsi chilometri a piedi per raggiungere la prima fermata operativa.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

In riferimento all'interrogazione in oggetto si precisa che, a seguito della recente ordinanza dell'ANAS, è stato precluso il transito ai veicoli con portate superiori a 3,5 tonnellate sul cavalcavia della Strada Statale 25 in località Polveriera a Susa, al fine di effettuare degli interventi di manutenzione e di consolidamento.
In osservanza alla citata ordinanza anche gli autobus di linea, per tutto il periodo della durata dei lavori, sono costretti a effettuare necessariamente una deviazione di percorso. La deviazione individuata risulta la meno penalizzante sull'utenza. Si tenga infatti presente che in quel tratto è anche presente il torrente Dora Riparia, il cui limitato numero di ponti presenti riduce ulteriormente le possibilità di percorsi alternativi.
Allo stato attuale, non è nemmeno possibile servire le fermate provvisoriamente soppresse poiché gli autobus di linea impiegati nel servizio (10-12 metri) non hanno gli spazi di manovra necessari per invertire il senso di marcia in sicurezza.
Tuttavia gli uffici dell'Agenzia per la mobilità piemontese, competente in materia, si sono attivati con il Consorzio Extra.To e, in particolare, con il gestore il Sadem, allo scopo di verificare la possibilità tecnica di istituire alcune fermate provvisorie il più vicino possibile alle località di San Giuliano e Foresto in modo da limitare i disagi.
Si tenga, infine, presente che, sia presso l'Agenzia per la mobilità Piemontese sia presso l'azienda Sadem a tutt'oggi non sono pervenute segnalazioni di disagio da parte dell'utenza.
A disposizione per eventuali chiarimenti e integrazioni.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 2621 presentata da Grimaldi inerente a "Aumento dell'aliquota IMU per i contratti di locazione a canone agevolato da parte del Comune di Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2621.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come l'Assessore sa, qualche mese fa la Giunta regionale ha valutato l'esigenza di costruire un sistema di politiche più adeguate all'evoluzione dei bisogni sociali e ha approvato la strategia per lo sviluppo di comunità solidali che abbiamo affrontato in Commissione Come sapete, le misure di edilizia sociali partono da un punto fondamentale della programmazione regionale in materia di politiche sociali, ovvero l'individuazione di 30 distretti della coesione sociale, coincidenti per quanto riguarda i servizi sanitari, le politiche sociali e attive del lavoro.
Con la deliberazione del 22 febbraio u.s. abbiamo predisposto una ricerca che analizzasse e rivedesse la mappa del rischio del disagio abitativo.
Questa rilevazione, di fatto, ha visto ai primi posti Torino, Novara Alessandra, Asti, Vercelli, Cuneo, Moncalieri, Biella, Casale e Collegno e per ogni distretto abbiamo individuato un Comune capofila che prevede la creazione dei cosiddetti sportelli casa, molto conosciuti nel capoluogo torinese.
Inoltre, la nuova programmazione prevede interventi diretti e indiretti a contrastare il disagio abitativo. Alle Agenzie sociali per la locazione potranno rivolgersi famiglie in difficoltà e aventi ISEE pari o inferiore a 26.000 euro, che potranno recarsi al Comune di appartenenza per stipulare un contratto di locazione con un soggetto privato a canone calmierato.
Si prevede di offrire per questa politica due milioni di euro e una soluzione abitativa a più di 500 famiglie all'anno, abbattendo, tra l'altro, di circa un terzo il canone al quale sarebbero soggetti.
La vicenda torinese la conoscete bene, il 10% delle case a Torino sono vuote: si tratta più o meno di 60.000 abitazioni. Come sapete, in questi anni, la politica degli affitti concordati è stata una delle leve strategiche con cui si è provato a calmierare i costi del mercato, ma anche trovare delle soluzioni. Pensate al tema del Fondo salva-sfratti, che è stata una delle prime misure che abbiamo seguito e che, tra l'altro, è legata alla stipulazione successiva di affitti concordati con i locatari.
In contrasto con questi indirizzi l'Amministrazione comunale, nel pieno delle sue facoltà (ovviamente sta nell'autonomia della città capoluogo) ha deciso di aumentare l'aliquota IMU prevista per i contratti di locazione a canone agevolato che, tra l'altro, come dicevo, si tratta di uno dei pochi strumenti a disposizione per calmierare il costo degli affitti.
Cosa sottolineano i sindacati degli inquilini? "Tale provvedimento vanifica il lavoro svolto da anni dai sindacati inquilini e delle associazioni dei proprietari che, di concerto con gli uffici del settore ERP e l'Assessorato alle politiche sociali del Comune, ha portato al rinnovo dell'accordo territoriale, che definisce le linee guida e i parametri per i contratti a canone agevolato, conciliando gli interessi reciproci di proprietari e inquilini".
La possibilità per le famiglie meno abbienti di ottenere affitti più bassi contribuisce, ovviamente, ad alleggerire anche il peso verso la richieste dell'edilizia pubblica e, quindi, l'opportunità di una tassazione fiscale favorevole per i proprietari ha determinato, comunque, la scelta di molti di utilizzare gli affitti concordati, magari perdendoci qualcosa in termini di entrata, ma avendo un'agevolazione fiscale dall'altra. Riducendo la convenienza fiscale, si rischia di disincentivare questi proprietari a utilizzare i contratti a canone agevolato. Per questo gli accordi territoriali sono un po' il riferimento per il sostegno della morosità incolpevole e per i contratti stipulati dalle Agenzie sociali.
Chiudo dicendo all'Assessore che so benissimo che non è una sua competenza ma si rischia di vanificare il lavoro degli scorsi anni e credo che una delle possibilità che ha è quella di aprire un'interlocuzione con l'Amministrazione torinese per rivedere questa scelta.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Non ho una risposta scritta e dettagliata, ma posso raccontare brevemente per punti l'interlocuzione che abbiamo avuto tra ieri e questa mattina direttamente con il Comune di Torino per fare un po' il quadro e impegnandoci a monitorarlo costantemente.
Come premessa faccio rilevare che, proprio in ragione anche di quanto sollevato all'attenzione pubblica da parte dei sindacati, c'è l'intenzione da parte della Città di Torino, di avviare un confronto formale, quindi di aprire un tavolo di confronto con i sindacati proprio su questo punto.
È chiaro che quanto è emerso deriva dall'esigenza del Comune di Torino di mantenere l'equilibrio del bilancio comunale. L'aumento dell'aliquota IMU non è ancora stata decisa dal Consiglio. C'è certamente sul tavolo l'ipotesi di togliere la riduzione del 25% inserita ai sensi dei commi 53 e 54 dell'articolo 1, della legge 208/2015.
Quello che politicamente, a nostro avviso, è più importante e rilevante è che è stata manifestata l'intenzione di escludere (questa è l'intenzione che io riporto dal contatto avuto, come Settore, con il Settore competente del Comune di Torino) da questo aumento gli affitti a canone concordato sottoscritti attraverso le ASL o quelli sottoscritti con associazioni onlus.
Pertanto, grazie anche al problema da lei sollevato con l'interrogazione stiamo cercando di monitorare la situazione, spingendo affinché ci sia un confronto immediato con i sindacati.


Argomento: Trasporti aerei - Trasporti pubblici - Logistica

Interrogazione a risposta immediata n. 2632 presentata da Chiapello inerente a "Si migliorino i collegamenti tra l'aeroporto di Caselle e la città di Torino" (risposta scritta)


PRESIDENTE

All'interrogazione a risposta immediata n. 2632 sarà fornita risposta scritta su richiesta dell'interrogante, Consigliera Chiapello.


Argomento: Trasporti aerei - Trasporti pubblici - Logistica

Interrogazione a risposta immediata n. 2633 presentata da Policaro inerente a "Fermata intermedia della linea AV Torino-Milano" (risposta scritta)


PRESIDENTE

All'interrogazione a risposta immediata n. 2633 sarà fornita risposta scritta su richiesta dell'interrogante, Consigliere Policaro.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Antimafia

Interrogazione a risposta immediata n. 2619 presentata da Frediani inerente a "Posizione della Regione nell'udienza preliminare del processo Barbarossa"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2619.
Risponderà il Vicepresidente Reschigna.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Sarò breve, perché la questione è nota.
Partiamo dalla legge regionale n. 14/2007, di cui abbiamo parlato anche ieri in occasione dell'approvazione di un emendamento. Tale legge prevede che la Regione si debba costituire parte civile in tutti i processi che per brevità definirò di mafia, che si svolgono sul nostro territorio. C'è, poi una parte che prevede la facoltà di costituirsi in giudizio in fase successiva.
Alcuni legali ci hanno fatto notare che la formulazione della legge adesso corretta dall'emendamento - rischiava di lasciare fuori la Regione nel momento in cui si fosse costituita successivamente all'udienza preliminare, perché spesso i processi per mafia si svolgono con rito abbreviato. Questa distorsione - ripeto - è stata corretta con l'emendamento presentato ieri, che ha modificato la legge 14.
Abbiamo letto sui giornali che c'è stata un'udienza preliminare successiva alla conclusione dell'inchiesta Barbarossa, che ha portato alla luce l'esistenza di una 'ndrina nel territorio di Asti; una 'ndrina piuttosto ramificata all'interno di varie attività addirittura nel mondo dello sport.
Da quanto emerso dagli articoli di giornale, la Regione non si è costituita parte civile.
Quest'interrogazione è mirata a sapere se la Regione intenda costituirsi successivamente o se abbia deciso di non costituirsi. In questo modo andrebbe contro le indicazioni previste per legge.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Altrettanto sinteticamente, non essendo stati individuati come parte lesa probabilmente ci è sfuggita l'evoluzione dell'indagine che ha portato oggi, presso il GIP a esaminare la situazione.
Posso rassicurare la Consigliera Frediani che, proprio perché vi è non solo un obbligo, ma anche un convincimento da parte della Giunta regionale su queste tematiche, daremo mandato all'Avvocatura di costituirsi parte civile, cosa che non potrà avvenire, in questo caso, durante l'udienza presso il giudice per le indagini preliminari, ma al momento in cui si avvierà la fase processuale.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2620 presentata da Graglia, inerente a "Interventi per garantire la sicurezza delle persone sulle linee ferroviarie regionali"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2620.
Risponderà l'Assessore Ferrari.
La parola al Vicepresidente Graglia, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Abbiamo letto i quotidiani e, in particolare, la stampa del 9 marzo trattava l'argomento della tratta ferroviaria Torino-Cuneo, che sarebbe considerata dalle Ferrovie delle Stato come tra le più pericolose del Piemonte, a causa di diversi episodi di violenza registrati da inizio anno.
Nel corso delle aggressioni, i capitreno sarebbero stati colpiti con testate, morsi e schiaffi in seguito alla richiesta di controllo dei biglietti o semplicemente per aver rimproverato i passeggeri, chiedendo loro di togliere i piedi dai sedili.
In seguito all'allarme lanciato dai sindacati di categoria riguardo all'impennata di violenza sui convogli regionali piemontesi, il Prefetto di Torino ha di recente riunito le forze di polizia e i rappresentanti di Ferrovie per un'analisi di quanto accaduto e per l'adozione delle misure necessarie a evitare in futuro tali aggressioni.
Per alzare il livello di sicurezza, il Prefetto ha chiesto alle Forze dell'Ordine di aumentare i controlli soprattutto sulle tratte a rischio e alle Ferrovie di accelerare, a Torino, il progetto di sperimentazione delle microtelecamere portatili che i capitreno dovrebbero indossare in servizio in funzione di deterrente per disinnescare la violenza dei passeggeri e di prova, in caso di aggressione.
Tali violenti accadimenti, che purtroppo non rappresentano casi isolati verificatisi con sempre maggiore frequenza negli ultimi anni, forniscono una brutta immagine del Piemonte ed evidenziano uno stato di inciviltà purtroppo sempre più diffusa, che si ripercuote non solo sugli operatori delle Ferrovie, ma anche sui passeggeri.
Oltre all'utilizzo delle body-cam, un ulteriore ed efficace deterrente potrebbe essere la presenza di forze dell'ordine in borghese sui convogli.
Per queste motivazioni, interrogo l'Assessore per sapere, per quanto di sua competenza, quali misure s'intendono adottare al fine di evitare il ripetersi di violente aggressioni ai danni del personale delle Ferrovie dello Stato e rendere più fruibile e sicuro il trasporto ferroviario regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Due sono stati gli incontri che si sono svolti in Prefettura sul tema della sicurezza sui treni e nelle stazioni, dopo i recenti fatti che hanno visto il personale di Trenitalia oggetto di aggressioni.
Il primo, si è tenuto il 7 marzo ed è di carattere operativo; il secondo richiesto dalle organizzazioni sindacali e da me sollecitato, si è tenuto sempre in Prefettura, a Torino, il 14 marzo scorso.
Cinque sono stati i casi segnalati in Piemonte nel periodo gennaio-febbraio (tutti i responsabili sono stati identificati); un ulteriore caso è stato denunciato nel mese di marzo.
Secondo i dati presentati dalle Forze dell'Ordine, nel 2018 si è registrato un sensibile calo di aggressioni fisiche o verbali a danno del personale viaggiante e degli atti vandalici sui treni e le infrastrutture, frutto delle attività di prevenzione e repressione che hanno prodotto significativi risultati (30 nel 2018, 13 in meno rispetto al 2017), in linea con la tendenza nazionale.
Le linee ritenute critiche sono note, a partire dalla Cuneo-Torino, alla Torino-Bardonecchia. Polfer e Carabinieri hanno presentato le statistiche ed illustrato, insieme a Trenitalia e a Protezione Aziendale, le iniziative svolte e programmate.
Sono stati intensificati i controlli sia a terra che a bordo treno da parte degli agenti della Polfer e dalle squadre di assistenza e di Protezione Aziendale, che, tuttavia, com'è stato ricordato, visto l'altissimo numero di stazioni e di treni, non possono essere svolti contemporaneamente su tutte le linee.
È stato sottolineato come gli episodi siano difficilmente prevedibili e sia pure esistendo delle linee e delle stazioni ritenute critiche, gli episodi più gravi sono avvenuti in luoghi, orari e modalità del tutto imprevedibili.
Ovviamente si ringraziano le Forze dell'Ordine per il grande lavoro svolto invitandole però a non abbassare la guardia.
Non esiste un'unica soluzione, ma occorre attivare una serie di misure coordinate che possano ridurre gli episodi di questo tipo. È stato sottolineato come alcune aggressioni siano avvenute non solo ai singoli controllori, spesso donne, ma anche a squadre di controllori appositamente attivate.
In particolare, ho insistito con Trenitalia affinché potenzi le attività di controlleria, essendo il fenomeno delle aggressioni strettamente collegato a quello dell'evasione. Tranne rare eccezioni, infatti, le aggressioni sono attuate da persone non munite di biglietto o di biglietto irregolare. La mancanza di controlli sistematici sia a terra che a bordo treno genera la quasi certezza di impunità da parte dei soggetti, spesso giovanissimi, che colti in fallo, reagiscono in modo scomposto e, stando a quanto riferito senza nemmeno la consapevolezza della gravità dei loro atti violenti.
Un contributo lo potranno dare sicuramente i nuovi treni che entreranno in esercizio dal prossimo anno, dotati di sofisticati sistemi di telecamere di sorveglianza.
Ho richiamato inoltre la necessità di attivare le misure già previste, come l'introduzione dei tornelli (la predisposizione, ma non ancora l'installazione vera e propria, è già stata prevista in alcune stazioni come Alba, Bra, Bussoleno ed altre), il potenziamento dei sistemi di videosorveglianza, o in fase di sperimentazione come le body-cam in dotazione ai capitreno, ovvero sistemi a circuito chiuso che riprendono le fasi di controlleria effettuate dal personale di bordo e che possono fungere da deterrente nel momento in cui si avvisa il passeggero che viene ripreso.
Una particolare attenzione è stata dedicata alla prevenzione di atti vandalici contro il materiale rotabile e le infrastrutture, a partire dalle stazioni. Anche in questo caso, sono note le criticità, come sulla Torino Modane per le stazioni e la Torino-Pinerolo per i treni.
Ricordo, infine, che a Fossano (quindi su una delle linee ritenute a rischio come la Torino-Cuneo), nei locali del vecchio abitato della stazione, si sta allestendo un posto operativo della Polfer; un presidio che contribuirà sicuramente ad aumentare la sicurezza sulla linea.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 2630 presentata da Valle, inerente a "Linee guida sulle misure di politiche attive del lavoro tramite i contratti pubblici a favore di soggetti con disabilità e di persone svantaggiate"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2630 presentata dal Consigliere Valle, che la illustra.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Nel corso dell'approvazione dell'omnibus del 2017, in particolare in riferimento alla legge regionale n. 16 del 31 ottobre 2017, all'articolo 104 avevamo inserito una riserva sugli appalti e le concessioni che la Regione Piemonte e le sue controllate fanno ogni anno, in particolare riservandone una quota ad appalti per l'inserimento di persone con disabilità o persone svantaggiate, appoggiandoci sostanzialmente al decreto legislativo n. 112 del Codice degli appalti, così come fa da ben prima il Comune di Torino con il Regolamento n. 307.
Nel corso dell'approvazione di quell'articolo, che sostituiva una precedente proposta di legge, avevamo fissato un termine alla Giunta (nella proposta di legge era di 60 giorni) per emanare le linee guida in materia di inserimento, non solo per le partecipate della Regione e per le sue divisioni, ma anche per gli Enti locali, che potevano così conoscere le modalità con cui approfittare di questa occasione che il Codice degli appalti tornava a riproporre e a codificare.
Nel corso dell'approvazione dell'omnibus avevamo portato questo termine da 60 a 120 giorni, proprio per dare più tempo alla Giunta (mi ero spaventato in particolare, del cipiglio del Vicepresidente Reschigna). Adesso, per ne sono passati 500, quindi volevamo sapere a che punto siamo con l'elaborazione di queste linee guida.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Le linee guida che sono state citate dovranno riguardare, nello specifico le società cooperative sociali di tipologia B, che svolgono attività agricole, industriali e commerciali o di servizio, finalizzate all'inserimento di persone svantaggiate.
Prima di poter predisporre le linee guida, si sta portando a conclusione una proposta di liberazione che riordina i requisiti per accedere all'iscrizione all'Albo regionale delle cooperative sociali e per il mantenimento di iscrizione per le cooperative sociali.
Inoltre, l'emanazione delle linee guida è anche legata alla necessità di predisporre atti che non siano in contrasto con i provvedimenti attuativi del Codice del Terzo Settore, in riferimento al decreto legislativo n.
112/2017, che tardano a essere approvati.
L'Ufficio regionale competente si sta occupando anche di dare attuazione al comma 1 dell'articolo 104, dove si prevede la riserva almeno del 5 dell'importo complessivo annuale degli affidamenti a terzi, diversi da quelli socio-sanitari ed educativi, a operatori economici che si impegnano all'inserimento nel mercato del lavoro di soggetti con disabilità o persone svantaggiate, compatibilmente con le diverse tipologie di contratto.
A questo proposito, è stato organizzato un incontro tra i diversi Assessorati competenti (Patrimonio, Politiche sociali, Lavoro e Sanità) per concordare l'ammontare della riserva e le tipologie di attività che potranno essere oggetto degli appalti riservati e sono state sentite le organizzazioni sindacali. Sarà quindi predisposta ancora una delibera prima del termine del mandato.
Inoltre, l'Ufficio regionale Cooperazione ha aperto un tavolo di confronto sul tema, coinvolgendo anche SCR (Società di Committenza Regionale), con i rappresentanti delle sezioni regionali delle associazioni giuridicamente riconosciute del movimento cooperativo. È stata concordata l'istituzione di un tavolo permanente dove ci sia un dialogo continuo sulla possibilità di prevedere le riserve negli appalti che saranno indetti da SCR.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.


Argomento: Università - Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 2631 presentata da Appiano, inerente a "Inadeguatezza dei percorsi di specializzazione per insegnanti di sostegno"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2631.
La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
È evidente che ci muoviamo in un ambito dove la Regione non ha una diretta competenza, stante il fatto che la programmazione dei corsi di specializzazione sono a carico dell'Università, che è autonoma, e vengono autorizzate dal Ministero attraverso apposito decreto. Tuttavia, le ricadute dell'inadeguatezza del numero di insegnanti specializzati che si occupano di sostegno va a impattare sulla qualità dell'offerta formativa e sull'inclusione effettiva che ha luogo nelle nostre scuole.
Sulla base dei dati, il tema non è solo piemontese, perché i posti che lo Stato mediamente riesce a coprire, con insegnanti col titolo, sono circa il 13% delle richieste complessive. I docenti che svolgono attività di sostegno, quindi, in gran parte sono docenti di materie diverse che poi senza titolo, esercitano questa attività. Si stima nell'ordine del 94%.
L'organizzazione di questi corsi è a opera delle Università.
Il Piemonte vive una situazione di particolare criticità, se pensiamo che nell'ultimo anno accademico, l'Università ha chiesto e ottenuto l'attivazione di appena 200 percorsi di formazione per il conseguimento del titolo. Se andiamo a vedere cosa accade in altre Regioni mediamente grandi quindi in qualche modo comparabili con la nostra, nella Regione Lazio ne sono stati attivati 2.475; in Campania 1.460; nelle Marche 1.360; in Puglia 1.240; in Lombardia 1.030; nel Veneto 850 e in Toscana 618.
Noi siamo davvero tra i fanalini di coda in un campo così delicato. Sono cifre assolutamente inadeguate che, da un lato, sembrano rivelare un mancato interesse, dal punto di vista della formazione, in questo genere di percorsi da parte della nostra Università e, dall'altro, una scarsa attenzione del Governo rispetto a un tema così delicato.
A questo punto, visto che i soggetti deboli penalizzati da questa situazione sono poi i bambini, bambine, ragazzi e ragazze che frequentano le nostre scuole, chiediamo alla Giunta quali azioni intenda intraprendere per sensibilizzare le Istituzioni competenti ad una svolta su questo tema affinché i percorsi di specializzazione, richiesti e poi autorizzati, siano in numero congruo rispetto alle esigenze di questa fascia così debole e così importante della nostra popolazione scolastica.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Appiano.
La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Il personale docente sul posto di sostegno in Piemonte per l'anno scolastico in corso, quindi 2018-2019, è pari, complessivamente, a 12.546 unità; ovviamente include l'organico di diritto, i posti di potenziamento e i posti che sono stati in deroga durante l'anno.
Di questi, 6.322 sono posti istituiti in deroga dal settore dell'Ufficio Scolastico Regionale, in relazione alle necessità segnalate dalle scuole cioè che vengono aggiunte durante l'anno scolastico.
L'insufficienza di docenti di sostegno abilitati nella nostra Regione, come peraltro nel resto d'Italia, è noto da tempo e ogni anno si ripropone allo stesso modo. Com'è noto, quest'anno, l'Università di Torino ha attivato soltanto 200 docenti, che è lo stesso tipo di abilitazione avuta l'anno scorso. Come l'anno scorso, attiveremo un tavolo perché l'Università si attivi per poterne attivare di più, ma l'Università, per potersi attivare e ottenere più corsi di abilitazione, ha bisogno che il Governo stanzi più risorse.
Il tema è stato posto anche in Conferenza Stato-Regioni e si procederà a riproporre l'annosa questione, sperando che lo Stato voglia stanziare, a favore del sistema dell'Università, le risorse necessarie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2634 presentata da Ravello, inerente a "Situazione dei Laboratori di analisi dell'Ospedale di Biella" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Comunico che all'interrogazione a risposta immediata n. 2634 sarà fornita risposta scritta, su richiesta dell'interrogante, Consigliere Ravello.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2624 presentata da Andrissi inerente a "ASL di Biella: quali soluzioni saranno intraprese per garantire le cure ai malati sottoposti a dialisi con la chiusura del Centro di Cossato"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2624.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Ci è stata segnalata la vicenda di pazienti dializzati, della zona di Cossato, che hanno accesso a questi locali dell'ASL di Biella. Sono 21 pazienti, con sette posti letto, che per sei giorni alla settimana, dal lunedì al sabato (per tre giorni sia al mattino sia al pomeriggio e gli altri tre solo al pomeriggio) hanno accesso a questo servizio di dialisi territoriale.
Sappiamo che nei prossimi mesi c'è l'intenzione di chiudere questo presidio territoriale importante per questi pazienti e vi è l'indicazione che questi pazienti dovranno spostarsi all'ospedale di Biella.
Noi crediamo - e condividiamo le posizioni sia dei sindacati sia del Vicesindaco di Cossato - che questo sia uno di quei presidi territoriali importanti, che consente una fruizione di un servizio importante.
I pazienti dializzati devono accedere a questi ambulatori tre volte la settimana, quindi crediamo sia importante che questi pazienti possano accedervi con la distanza più prossima alle loro abitazioni, considerato il disagio e la frequenza con cui devono accedere a questa attività di dialisi.
Crediamo che questo rientri nelle politiche sanitarie territoriali che fanno bene a un territorio; per cui speriamo che la paventata chiusura venga scongiurata.
La motivazione, oltre a dei lavori di ristrutturazione dei locali, pare sia anche per una carenza di personale medico e infermieristico.
Noi chiediamo all'Assessore, fatte tutte queste considerazioni, di conoscere quali sono le soluzioni che saranno intraprese al fine di garantire le cure necessarie ai malati cossatesi sottoposti a dialisi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
La parola all'Assessore Saitta per al risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Come ribadito nei giorni scorsi dall'ASL di Biella, che venerdì 22 marzo ha anche diffuso una comunicazione ufficiale su questo tema, non è intenzione né della Giunta regionale né della stessa ASL di Biella chiudere il Centro Dialisi di Cossato.
A oggi, dunque, non è in programma alcuna chiusura della struttura. L'ASL di Biella, invece, sta valutando una serie di progetti per assicurare ai pazienti una struttura migliore dal punto di vista del comfort e dell'accoglienza. Le attività verranno pianificate tenendo conto soprattutto della tipologia dei pazienti attuali, molto diversi dal passato e più fragili.
Il potenziamento della dialisi domiciliare è uno dei servizi che l'ASL di Biella intende comunque perseguire, perché già attivo sul territorio, e vede in cura, con la dialisi peritoneale, 27 pazienti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2627 presentata da Ottria, inerente a "Stabilizzazione medici precari del 118 piemontese"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2627.
La parola al Consigliere Segretario Ottria, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione di oggi riguarda, ancora una volta, la stabilizzazione dei medici precari del 118, come tutti ricorderemo, oggetto già di precedenti atti, sia di mozioni che di interrogazioni, e poi dell'approvazione dell'articolo n. 135, approvato lo scorso dicembre nell'ambito della legge 19.
Parliamo di circa 80 medici che svolgono il loro lavoro nel settore dell'emergenza, nel Pronto soccorso del 118 e che da anni (in alcuni casi anche da sette-otto anni) hanno un contratto a tempo indeterminato, quindi sono precari, che ogni anno viene rinnovato.
Per dare stabilità al loro lavoro, l'articolo n. 135 prevedeva la possibilità che venissero regolarizzati attraverso un contratto a tempo indeterminato, con il requisito che avessero maturato tre anni di lavoro svolto nel settore.
Come sappiamo, lo scorso febbraio, il Consiglio dei Ministri ha impugnato il nostro articolo, facendo ricorso alla Corte Costituzionale, ma mettendo a rischio la stabilizzazione di questi medici.
Inoltre, la Giunta ha deciso di difendere questo principio, considerato anche che, nel frattempo, fino alla pronuncia della Corte Costituzionale questi medici sarebbero in una situazione ancora di stallo, senza avere rassicurazioni.
Considerando anche che in queste settimane sono state ipotizzate, da alcuni, altre soluzioni normative, chiedo come la Giunta intenda procedere per garantire la stabilizzazione di questi medici, che sono la parte essenziale del servizio d'emergenza e di soccorso della nostra regione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ottria.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Abbiamo già avuto modo di soffermarci e, soprattutto, di giudicare la decisione del Governo che, obiettivamente, presenta tratti un po' di assurdità rispetto ad altre situazioni. Tuttavia, la domanda del Consigliere Ottria è finalizzata a che cosa si fa concretamente.
Per quanto riguarda l'impugnativa, noi ci siamo costituiti e dal punto di vista giuridico abbiamo elementi per poterci differente, quindi sul piano del percorso non abbiamo dubbi e andremo fino in fondo.
Sul piano pratico, sulla base di un parere dell'Avvocatura, sul quale vi dirò, abbiamo dato indicazioni alle due Aziende Sanitarie di procedere all'applicazione della norma, quindi di procedere alla stabilizzazione con la modalità dell'avviso pubblico, insomma secondo le indicazioni contenute nella legge. Quindi, la norma è in fase di applicazione. Mi diceva il Direttore generale della Sanità che, al massimo entro una decina di giorni verrà fatta la stabilizzazione con determine dell'Azienda; l'Azienda deciderà.
Dicevo che abbiamo fornito quest'indicazione sulla base di un parere chiesto alla nostra Avvocatura, soprattutto sul procedimento del percorso da seguire quando una legge viene impugnata dalla Corte Costituzionale.
Sulla base delle norme esistenti, vale il principio che, nel caso in cui una legge venga impugnata dalla Corte Costituzionale, la norma rimane in vigore fino al momento in cui non c'è un pronunciamento; nel momento in cui c'è un pronunciamento, questo può avere anche effetto retroattivo, ma non può averlo sulle situazioni che si sono consolidate nel frattempo. Questa è la norma.
Sulla base di questo parere dell'Avvocatura, che abbiamo dato alle due Direzioni di Novara e Torino, i Direttori stanno procedendo alla stabilizzazione, che avverrà quanto prima. Mi sembra che questa sia la modalità più semplice e, per fortuna, la norma consente di perseguire questo percorso, che è il più logico.
Ha ragione il Consigliere: le altre ipotesi formulate, come quella di una quota riservata, avrebbero allungato di tre o quattro anni la possibilità e, in ogni caso, ci saremmo trovati di fronte, molto probabilmente, gli stessi motivi d'incostituzionalità.
Avendo scritto quella norma con queste caratteristiche, con il parere della nostra Avvocatura, procediamo alla stabilizzazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2628 presentata da Vignale, inerente a "Con i gettonisti al Pronto soccorso di Ciriè, Chivasso Lanzo e Cuorgné i pazienti deviati in altri ospedali?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2628.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Con delibera del 28 dicembre del 2018, l'ASL TO4 ha appaltato una parziale copertura dei Pronto soccorso e dei DEA degli Ospedali di Lanzo, Ciriè Chivasso e Cuorgné alla società Medical Line Consulting, per un importo di euro 4.700.000.
Questi medici a gettone, a differenza di tutti i medici che operano all'interno dei Pronto soccorso, non sono medici specializzati: la gran parte di essi non ha nessuna laurea in medicina d'urgenza o una specializzazione equipollente, ma ha semplicemente svolto un corso di formazione per guardia medica che viene tenuto dalla società.
Questi medici a gettone coprono, in questi quattro Pronto soccorso, due turni da 12 ore (ovviamente due dottori differenti), con una serie di limiti, che peraltro sono già stati evidenziati. Uno dei limiti è che questi medici non sono strutturati all'interno dei singoli DEA, ma settimanalmente cambiano DEA a livello nazionale (non a livello regionale) quindi per una settimana possono essere nel DEA di Chivasso, la settimana successiva possono operare in Veneto, quella ancora dopo nel Lazio e dopo un mese magari tornare in Piemonte, nel DEA di Ciriè, e così via.
Ovviamente, questo ha causato e sta causando dei problemi all'interno dei DEA, nel senso che è evidente che una persona, ancorché non strutturata all'interno dell'ospedale, non avendo un ruolo continuativo, ma lavorando per quattro giorni la settimana all'interno di una realtà, abbia una difficoltà anche solo di relazione con gli operatori dei singoli DEA e quant'altro.
Dal 1° marzo, come dicevamo, questa modalità è applicata nei quattro presidi di cui parlavamo; vi è stata anche un'estensione per il Martini e il Maria Vittoria nella città di Torino, ma non è oggetto dell'interrogazione. Ciò che vogliamo chiedere all'Assessore è se corrisponde a verità che, a partire dal 1° marzo in poi, in più di un'occasione, operatori del Pronto soccorso di Lanzo, Cuorgné, Ciriè e Chivasso hanno dovuto, con un documento che esiste all'interno dei Pronto soccorso, trasmettere un fax alla centrale operativa del 112-118 chiedendo di non inviare più pazienti presso i loro presidi.
Questo naturalmente esclude il fatto che, se un paziente arriva per conto proprio o se un'ambulanza ha necessità di portare un sofferente nell'ospedale più vicino perché vi è un'estrema urgenza, evidentemente si reca presso quel presidio.
Tuttavia, nei casi in cui vi sia un'emergenza che non ha un grande dato d'urgenza, con la trasmissione di questa richiesta, un paziente che viene caricato in un Comune del Ciriacese non va nell'ospedale di Ciriè, ma viene portato in un ospedale della città di Torino o di Rivoli, per fare un esempio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Nel rispondere a quest'interrogazione, occorre innanzitutto ricordare come la carenza di specialisti all'interno degli ospedali sia un problema di carattere nazionale, che non riguarda soltanto l'ASL TO4 e nemmeno solo la Regione Piemonte, ma l'intero sistema sanitario.
Com'è noto, ciò è causato da un'errata programmazione effettuata negli anni a livello ministeriale (Ministero della Pubblica Istruzione), che non ha tenuto conto dei reali fabbisogni e delle richieste delle Regioni richieste che noi abbiamo formulato puntualmente anno per anno. Cosicché è stato finanziato un numero di borse di studio molto inferiore alle necessità del sistema sanitario e come risultato in tutte le Regioni italiane si verificano criticità nell'assunzione di medici specialisti, in alcuni casi nella gestione degli stessi reparti ospedalieri.
Nello specifico, l'ASL TO4 in questi anni ha provveduto alla ricerca di personale per la sostituzione dei medici che hanno cessato il servizio. In particolare, dal 2016 sono state espletate procedure di mobilità esterna per tre posti di medicina interna, tre di chirurgia generale e quattro di anestesia e rianimazione, tre di medicina e chirurgia di accettazione e d'urgenza.
Sono state effettuate procedure di concorso per quattro posti di medicina interna, uno di chirurgia generale, quattro di anestesia e rianimazione cinque di medicina e chirurgia di accettazione e d'urgenza e avvisi a tempo determinato per due posti in medicina interna, uno in chirurgia generale quattro in anestesia e rianimazione, cinque in medicina e chirurgia di accettazione e d'urgenza.
Tutte queste procedure non hanno consentito di ricoprire i posti messi a concorso. Per garantire la continuità del servizio - non c'era altra possibilità, a meno di non fornire un servizio pubblico - è stata adottata dall'ASL TO4 una procedura che, ahimè, si sta diffondendo per necessità in tutta Italia. L'ASL TO4, a questo punto, ha adottato una nuova procedura a evidenza pubblica che si è aggiudicata la società Medical Line.
A questo proposito, occorre sottolineare come tutti i professionisti che la società ha messo a disposizione sono in possesso dei titoli abilitanti all'esercizio dell'attività medica in Pronto soccorso nel servizio 118: si tratta di medici specialisti, specializzandi e con esperienza dei servizi di Pronto soccorso nel 118. L'ASL TO4, peraltro, esegue dettagliati e continui controlli sull'operato dei professionisti esterni.
In sostanza, l'esigenza di rimodulare temporaneamente i flussi dei pazienti presso gli ospedali dell'ASL TO4 e di tutte le Aziende sanitarie del Piemonte (evidentemente per aree) risponde alla logica di evitare iperafflussi laddove c'è un affollamento del DEA, quindi in modo da consentire la gestione dei momenti più intensi con una maggiore razionalità. Queste decisioni non hanno nulla a che fare con l'introduzione dei professionisti esterni: si tratta di un protocollo che viene normalmente utilizzato dal 118.
Inoltre, in occasione degli episodi di iperafflusso, tutte le sedi di Pronto soccorso dell'ASL TO4 sono state oggetto di sopralluogo da parte dei NAS. L'esito di tali verifiche è sempre stato positivo.



PRESIDENTE

Grazie.
Con questa risposta, chiudiamo le interrogazioni a risposta immediata.
Come dice, Consigliere Vignale? Vuole intervenire ancora sull'interrogazione?



VIGNALE Gian Luca

Sì, sull'interrogazione: almeno l'unico aspetto lieto è che sarà l'ultima volta.
Le indicazioni che ha dato l'Assessore Saitta sono utili, ma l'interrogazione molto banalmente chiede se i Pronto soccorso dei quattro ospedali citati hanno dovuto chiedere l'interruzione dell'invio dei pazienti presso i presidi.
Lei mi ha spiegato la carenza, come si lavora.



(Commenti dell'Assessore Saitta)



VIGNALE Gian Luca

Eh, ma posso sapere se è "sì." Non è che non ho ascoltato, eh!



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.43 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 15.46)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Baricco, Cerutti, Chiamparino, Conticelli Ferraris, Gancia, Molinari e Valmaggia.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame proposta di legge n. 303, inerente a "Disposizioni per il consolidamento della rete di assistenza per la salute neuropsichica dell'età evolutiva e dell'adolescenza"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame del disegno di legge n. 303, inerente a "Disposizioni per il consolidamento della rete di assistenza per la salute neuropsichica dell'età evolutiva e dell'adolescenza", di cui al punto 14) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana è iniziato l'esame del provvedimento. La relazione di minoranza è stata svolta dal Consigliere Andrissi, mentre la relazione di maggioranza dalla Consigliera Caputo.
È stata inoltre chiusa la discussione generale.
Passiamo, quindi, all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1



PRESIDENTE

Comunico che il numero legale è 22.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 1.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 2



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 2.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 3



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 1) presentato da Caputo e Appiano.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Caputo per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Come ho espresso prima durante il mio intervento, quest'emendamento è all'articolo 3 nella sessione dedicata alla rete informatica.
Chiediamo che la proposta vada a far sì che questa rete possa lavorare e fornire dei dati in maniera multidisciplinare interoperabile comunale col sistema regionale di sanità digitale, in modo tale da rendere disponibili i dati che sono a disposizione dei professionisti dell'età infantile anche per chi diventerà adulto, quindi per l'età adulta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Caputo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 3, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 4



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 4.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 5



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 5.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 6



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 2) presentato da Caputo.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Caputo per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento riguarda la relazione annuale e la programmazione delle attività. L'Osservatorio presenterà al Consiglio regionale, entro il primo trimestre di ogni anno, una programmazione delle attività dell'anno successivo e anche quella che è stata svolta nell'anno precedente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Caputo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 6, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 7



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 7.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 8



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 8.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 9



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 9.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame testo unificato proposte di legge n. 261, 290 e 354, inerente a "Promozione e valorizzazione dell'invecchiamento attivo"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame del testo unificato proposte di legge n. 261, 290 e 354 , inerente a "Promozione e valorizzazione dell'invecchiamento attivo" di cui al punto 15) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Ravetti, relatore di maggioranza.



RAVETTI Domenico, relatore

Il testo unificato, Presidente, è frutto del lavoro di un gruppo di colleghi che in IV Commissione hanno deciso di utilizzare tre testi differenti per scrivere 19 articoli condivisi e che mettiamo a disposizione dell'Aula e dell'intera Regione Piemonte.
C'è una finalità principale, cioè la lettura di una società che è cambiata e la necessità di inserire nel contesto legislativo piemontese nuove norme che, in qualche modo, non in maniera del tutto esaustiva, sappiano rispondere ad alcune esigenze della popolazione più anziana della nostra comunità. L'abbiamo inserito in legge e dal sessantacinquesimo anno in poi ci occupiamo dei soggetti piemontesi con alcuni provvedimenti e alcune linee d'azione.
C'è una parola su tutte che riguarda la legge e che mi pare giusto evidenziare in questa occasione particolarmente. Ricordo che addirittura alcuni Governi non più dell'Unione Europea - penso alla Gran Bretagna avevano addirittura individuato un Ministero della solitudine. Beh, uno dei pericolosi declini della nostra società è proprio quello della solitudine e di rendere marginali alcuni soggetti, tra questi i più fragili della nostra società incapaci, noi istituzione, di inserirli in un contesto sociale inclusivo.
Noi dovremmo, non soltanto con questo testo unificato e con una serie di politiche che riguardano gli aspetti sanitari e quelli socio-assistenziali ma anche quelli culturali e turistici, fare in modo che nessuno si senta escluso in questa società. Anzi, chiunque, soprattutto in questo caso, la parte più anziana della nostra società, contini e sentirsi protagonista importante e non ai margini.
Ci sono alcuni obiettivi che sono stati ben definiti e che riguardano, per esempio, la capacità di creare reti con diversi soggetti protagonisti delle politiche sanitarie e delle politiche socio-assistenziali, ma anche dell'associazionismo. Se penso ai Comuni, penso ai consorzi socio assistenziali, alle ASL, ma anche all'Università della Terza Età e a tantissimi altri soggetti che possono essere utilizzati e migliorati dalle persone più sagge della nostra popolazione.
C'è un'altra parola che voglio utilizzare in questo intervento e che i colleghi hanno certamente inserito al centro dell'articolato, che è la parola famiglia o famiglie. La centralità della famiglia o delle famiglie nella nostra società, ovvero la capacità, per i soggetti ultrasessantacinquenni, di mantenere quel luogo e quello spazio, come luogo e spazio primario rispetto ad altre alternative per continuare a essere soggetti attivi della nostra comunità, con tutte le politiche utili per dare forza e sostanza al ruolo della famiglia. Ruolo della famiglia che nella sua accezione classica, in questo periodo peraltro, è molto compromessa, e anche di questo dobbiamo tener assolutamente conto.
C'è un altro aspetto che ci piace evidenziare, ed è contenuto nell'articolo 9 che riguarda la prevenzione, il benessere e la salute. È evidente che in questo testo, come continuo a dire e ho detto più volte, non trattiamo di un provvedimento che è di esclusivo interesse sanitario, ma è evidente che in questo testo era necessario e fondamentale inserire un obiettivo che riguardava il benessere della popolazione ultrasessantacinquenne e tutte quelle disposizioni utili per consentire.



(Scampanellìo del Presidente)



RAVETTI Domenico

Presidente, c'è un brusìo! Capisco di non dire cose molto interessanti però è molto complicato parlare.
Dicevo, consentire a tutti di utilizzare gli strumenti necessari per limitare l'ospedalizzazione, contrastare la solitudine (questo l'ho detto) e mantenersi in salute, che è un'altra delle questioni fondamentali della nostra società, che ha un'aspettativa di vita evidentemente aumentata, ma che sulle pluripatologie si gioca un contesto di vita complicato nell'ultimo tratto.
L'articolo 10 definisce due commi sulla cultura e il tempo libero: le attività culturali, ricreative e sportive, compreso il turismo sociale nel secondo comma - con la possibilità di prevedere dei sostegni non in questa legge, ma negli obiettivi generali, per gli anziani con difficoltà economica; anziani che, con la loro saggezza ed esperienza, continuano a essere utili e lo saranno anche nel futuro, soprattutto con il loro impegno nel volontariato civico.
Mi piace ricordare, all'articolo 13, una proposta di legge che avevo depositato nel 2015. L'avevo intitolata "Orti sociali" e, in qualche modo è stata ripresa e inserita in questo contesto normativo. Si tratta della gestione di terreni di proprietà pubblica, in particolare comunale, che possono essere consegnati agli anziani per un utilizzo che rappresenta, al di là del prodotto che, poi, viene raccolto, un modo per essere inseriti in un contesto comunitario, di dialogo con altri soggetti.
L'articolo 14 prevede per la Giunta, dopo 180 giorni dall'entrata in vigore di questa proposta, il Piano per l'invecchiamento attivo. Avrà una durata triennale e sarà anche oggetto di espressione di un parere della Commissione competente. All'interno, saranno inserite tutte le linee d'azione.
Tavoli di confronto e cabine di regia non mancano mai nelle proposte di legge, figuriamoci in questa, ma per l'utilità sono assolutamente da tenere in considerazione.
Voglio ricordare - alla fine, Presidente - l'importanza dell'articolo 18 dove, con i colleghi, abbiamo istituito la "Giornata regionale per l'invecchiamento attivo", il 22 aprile di ogni anno, in occasione della ricorrenza della nascita di Rita Levi Montalcini, Premio Nobel per la medicina.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono, relatore di minoranza.



BONO Davide, relatore

Il testo licenziato nasce da tre proposte di legge, come ha ricordato il Consigliere Ravetti, quindi immagino che vedrà tre votazioni all'unanimità da parte del Consiglio o comunque delle principali forze politiche presenti.
Il 21 marzo ho presentato la proposte di legge n. 290, che nasce da una valutazione attenta da parte del nostro Gruppo consiliare su un tema che è ormai all'ordine delle agende internazionali, mondiali, sulla sanità, sia nell'ambito della prevenzione sia nell'ambito della diagnostica e terapia quindi la sanità pura - sia nell'ambito del sociale. Pertanto, anche l'ambito dell'integrazione socio-sanitaria, che è molto importante.
Quello che noi sappiamo è che la popolazione mondiale, fortunatamente tende ad avere un'aspettativa di vita maggiore, ma, oltre ad avere un'aspettativa di vita maggiore, soprattutto perché le condizioni di vita nei primi anni di vita sono migliori (c'è una migliore igiene, una migliore alimentazione, una migliore prevenzione diagnostica e terapia sanitaria) la popolazione tende anche a invecchiare. Oltre a vivere di più, c'è anche un minore ricambio generazionale.
Abbiamo visto che la piramide generazionale si è rovesciata o addirittura è diventata, soprattutto in Italia, un pentagono: c'è una base più stretta che si allarga verso i 45-50 anni e tende, poi, a restringersi fino ad arrivare e superare i 100 anni. Pertanto, abbiamo una popolazione sempre più consistente nella fascia over 65. Abbiamo superato ormai uno su cinque cioè il 20%, e stiamo viaggiando già verso il 25% della popolazione italiana over 65 anni (questo, soprattutto nella nostra regione e in alcune province). Una quota consistente ormai è over 75 e i dati dell'età anziana della terza età - dovrebbero essere aggiornati: l'età anziana non è più over 65: c'è un consensus internazionale sul riconoscerla sopra i 75 anni.
È evidente che, al di là del parziale superamento della riforma Fornero, la quota 100, l'opzione donna e quant'altro, ci sono tante e tante persone che a 65 anni lavorano e che lavoreranno fino ai 70 anni; qualcuno svolge anche attività di volontariato oltre i 70 anni di età. Quindi, è sicuramente un dato da aggiornare. In ogni caso, la fascia anziana è sempre più ampia e porta con sé tutta una serie di comorbilità, e quindi pluripatologie croniche, oltre a riacutizzazioni ed patologie acute, che comportano una spesa sanitaria molto elevata.
Occorre far sì che le persone arrivino sempre di più all'età anziana (che sia 65 o 75) in ottime condizioni di salute; salute sempre secondo la concezione dell'OMS, quindi come stato di benessere psicofisico.
Occorre fare molta attenzione soprattutto alla fase di quiescenza lavorativa (forse più negli uomini che nelle donne, perché gli uomini tendono a identificare maggiormente la propria vita con l'attività lavorativa, mentre le donne forse sono più creative e si considerano meno in quest'identità). Spesso, magari, c'è una condizione di benessere fisico ma non una condizione di benessere psichico, quindi bisogna lavorare su tutti i fronti.
La proposta di legge va proprio in questa direzione: promuovere l'invecchiamento attivo, quindi l'inclusione sociale delle persone over 65 ma anche over 70 e over 75, che spesso hanno un bagaglio di competenze relazionali, sociali, professionali, culturali e intellettuali notevolissimo, ma che non riescono a donarlo (si tratta di donarlo) alla società e quindi ad aiutare le generazioni più giovani, che, dall'altro canto, invece, hanno grandissime difficoltà ad entrare nel mondo lavorativo, sociale, relazionale, culturale e intellettuale.
Le tre proposte di legge erano abbastanza similari: individuavano concetti omologhi, simili, quindi avevano una serie di definizioni. Noi abbiamo introdotto il Piano per l'invecchiamento attivo (PIA), che sarà un piano per la promozione dell'invecchiamento attivo che vedrà la Regione, con le sue competenze a cavallo tra la formazione professionale, l'istruzione, la sanità, il sociale, la cultura, il turismo e lo sport (quindi un po' tutte le deleghe interassessorili), coinvolgere il Consiglio e le associazioni legate a questi temi, comprese le associazioni sindacali maggiormente rappresentative, per la scrittura di un programma che serva a stilare delle linee guida annuali - parliamo, quindi di un programma triennale con delle linee guida annuali di intervento - anche solo per fare una sintesi tra le diverse misure che magari sono già finanziate, ma che non hanno un'ottica d'integrazione e, quindi, non riescono ad arrivare a fattor comune o non riescono a produrre una massimizzazione degli effetti partendo dalla stessa quantità di risorse.
Parliamo di politiche familiari, di formazione permanente, di completamento dell'attività lavorativa, di temi come la staffetta generazionale, che è una norma nazionale introdotta nei precedenti governi.
Parliamo di prevenzione della salute, ossia intervenire in maniera importante sia con la formazione sia con la promozione della salute, quindi sia nella medicina territoriale sia nella medicina ospedaliera. Tante volte, fare anche solo informazione e promozione risulta fondamentale: pensiamo, ad esempio, a tutte le patologie correlate alla sedentarietà quindi al sovrappeso e all'obesità, alla scarsa attività fisica; o, ancora alle patologie classiche della terza età, come le patologie cardiocircolatorie; per cui diventa anche utile sapersi fare una minima autodiagnostica, come misurare la pressione o tenere sotto controllo la glicemia.
Spesso nell'età anziana compare il diabete mellito di secondo tipo, e non sono da sottovalutare le patologie respiratorie oltre che le patologie legate all'osteoporosi, soprattutto nella donna, che, come sappiamo, dopo la menopausa è fortemente a rischio, con possibili conseguenze legate a fratture ossee, come quella del femore, che costituiscono ancora una delle principali cause di morte negli over 80 o 85.
Altri temi portanti sono quello della cultura e del turismo sociale: a nostro avviso, occorre far partecipare le persone in quiescenza ad attività sociali e culturali della propria città o della propria Regione. Sono una risorsa importante, senza andare a sottrarre ovviamente posti di lavoro alle persone laureate o con un'abilitazione o che svolgono quel lavoro come professione; accompagnare magari i grandi eventi, o anche i medi e piccoli eventi, con percorsi di promozione per migliorare il turismo e la cultura nelle nostre città, che hanno tutte una loro storia e sono sicuramente tutte attrattive.
Non va sottovalutato l'impegno del volontariato civile, quindi classificare questo impegno anche con la logica della banca del tempo (questa era la proposta iniziale, poi l'abbiamo sintetizzata meglio nella proposta di legge unificata).
Ancora, la parte dei cosiddetti "orti urbani" per le città, o i terreni comunali fuori le città.
Anche il tema delle nuove tecnologie è molto importante. Oramai quasi tutti gli over 65 sono technology friendly, nel senso che sono sicuramente molto abili a usare i telefoni intelligenti, come gli smartphone di ultima generazione e quant'altro, ma ci sono sempre nuove tecnologie emergenti per cui magari avranno bisogno di un aiuto, di un approfondimento o di un insegnamento, sempre in un'ottica di scambio magari con competenze manuali che spesso hanno le persone più anziane e che talvolta non hanno quelle più giovani, o, ancora, l'apprendimento di lingue straniere, come l'inglese.
Oltre al Piano per l'invecchiamento attivo, come abbiamo detto, non va dimenticato il tema dell'Osservatorio regionale per l'invecchiamento attivo (anche questo è stato modificato con una misura d'integrazione, senza prevedere partecipazioni esterne e quindi costi). È stata introdotta anche una clausola valutativa.
Infine, si è voluto istituire la "Giornata regionale per l'invecchiamento attivo", pensata con riferimento alla figura della dottoressa e Senatrice a vita Rita Levi Montalcini, che, come penso tutti ricorderanno, è nata nel 1909 - oggi sarebbero trascorsi 110 anni dalla sua nascita - ed è mancata nel 2012, alla notevole età di 103 anni. La sua figura, a nostro avviso rappresenta proprio l'emblema dell'importanza del nesso di mantenere la psiche e la mente attiva - fino quasi all'ultimo momento lei era attiva veramente sulle sue passioni, in particolar modo la medicina, la neurologia e la psichiatria - con il fatto di mantenersi in buone condizioni fisiche.
C'è un legame inscindibile, nel senso non ci può essere benessere fisico se non c'è benessere psichico, e viceversa.
Quindi abbiamo pensato di individuare nel 22 aprile, giorno della sua nascita, la "Giornata regionale dell'invecchiamento attivo". Ricordo che nacque a Torino, anche se la gran parte degli studi li ha fatti a Firenze e purtroppo per colpa del nazifascismo ha dovuto emigrare prima in Belgio e poi in America. Fortunatamente è ritornata in Italia appena fu possibile quindi è proprio un emblema di quello che noi vorremmo fare: cercare di promuovere un invecchiamento attivo, sano e partecipe di quelle che sono le necessità e i bisogni della nostra società, della nostra cultura, in continua crescita e in continua evoluzione.
Grazie.



PRESIDENTE

Abbiamo terminato l'illustrazione delle relazioni introduttive.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi Domenico; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo in realtà come primo firmatario prima di tutto per ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla redazione di questo testo unificato, a partire dall'Assessore alle politiche sociali, Augusto Ferrari, gli Uffici dell'Assessorato e gli Uffici del Consiglio che ci hanno accompagnato in questo lavoro, che ha visto da subito la convergenza su un tema importante e strategico per il futuro della salute dei nostri cittadini.
Non voglio ripetere quanto hanno già detto coloro che sono intervenuti prima di me; dico solamente che questa proposta di legge che arriva a fine legislatura di fatto rappresenta un'apertura verso una delle sfide più importanti che dovrà affrontare chi si occuperà di politiche socio sanitarie in questa Regione.
Abbiamo già ascoltato, da chi mi ha preceduto, l'analisi dei cambiamenti socio-demografici che stanno attraversando la società in generale e in particolare il Piemonte, che risulta una delle Regioni con il tasso di invecchiamento più alto in Italia, ed essendo l'Italia uno dei Paesi più vecchi del mondo.
Se non affrontiamo con lungimiranza questo fenomeno, non avremo soltanto una popolazione anziana con una qualità della vita inferiore e più bassa rispetto a quella che potrebbe avere, ma mettiamo a rischio la sostenibilità intera del sistema sanitario regionale e direi anche nazionale.
Da questo punto di vista, è importante che le attuali iniziative caratterizzate da spontaneismo rispetto a questo tema, diventino sempre più strutturate e integrate, cioè devono mettere insieme le attività che oggi riguardano diversi Assessorati in maniera separata.
Devono confluire in un unico documento, come prevede la legge, e devono prevedere la collaborazione dei diversi Assessorati dei diversi settori con un buon lavoro di prevenzione sullo stile di vita, sullo sport sull'alimentazione, sulla qualità dell'ambiente e dell'aria e con una riorganizzazione e un potenziamento dei servizi territoriali, andando a potenziare i servizi per la cronicità, le lungodegenze e la domiciliarità.
Dovremmo ridisegnare un intero sistema socio-sanitario che sia in grado di farsi carico di quello che è un cambiamento epocale della nostra società.
L'alternativa, cioè continuare a erogare servizi per una società come se fossimo ancora negli anni Ottanta e Novanta, significherebbe il crollo e la fine di uno dei nostri fiori all'occhiello, cioè il sistema sanitario nazionale.
Mi auguro che il Piemonte, insieme anche alle altre Regioni che hanno già legiferato in questo senso, possa essere modello per chi ancora non l'ha fatto e di stimolo per le politiche nazionali, affinché questo diventi davvero un tema centrale all'interno delle politiche pubbliche e per la salute.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi in discussione generale? Non essendoci altre richieste di intervento, passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 1.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 2



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 2.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 3



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 3.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 4



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 4.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 5



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 5



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 6



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 6.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 7



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 7.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 8



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 8.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 9



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 2) presentato da Ravetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 3) presentato da Ravetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravetti per l'illustrazione.



RAVETTI Domenico

L'emendamento n. 3) è una riscrittura, nulla di particolare.
Con l'emendamento 2) vogliamo sopprimiamo la lettera A del comma 4 dell'articolo 9, quello che parla dell'housing sociale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ravetti.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 9, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 10



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 10.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 11



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 11.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 12



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 12.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 13



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 13.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 14



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 14.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 15



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 15.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 16



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 16.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 17



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 1) presentato da Tronzano, Appiano, Andrissi Grimaldi, Rostagno, Bono, Campo, D. Rossi, Ravetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva. (Voto esteso al nuovo articolo)



PRESIDENTE

ARTICOLO 18



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 18.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 19



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 19.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Non essendoci richiesti di dichiarazioni di voto, procediamo con la votazione finale del provvedimento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Famiglie

Esame proposta di legge n. 250, inerente a "Istituzione del Fattore famiglia"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame del disegno di legge n. 250, inerente a "Istituzione del fattore famiglia", di cui al punto 16) all'o.d.g.
Relatrice di minoranza la Consigliera Caputo e di minoranza la Consigliera Frediani.
La parola alla Consigliera Caputo.



CAPUTO Valentina, relatrice

Grazie, Presidente.
Finalmente, oggi arriva in Aula una proposta di legge, richiesta da tantissimi anni, assegnata in Commissione il 17 maggio 2017. È stato un percorso lungo e importante: il 19 marzo 2018 sono state effettuate le consultazioni in modalità online, da parte degli enti e associazioni interessati, che hanno inviato i loro pareri e, successivamente, visionato dal CAL (Comitato delle Autonomie Locali); infine, è stata licenziata il 18 marzo 2019.
Questa legge quadro è una cornice che vuole creare un supporto per le famiglie, che oggi rappresentano un tessuto molto fragile del nostro Paese.
Dai dati ISTAT del 2016 risulta che nel biennio 2014-2015, a fronte di una sostanziale stabilità della quota di popolazione a rischio di povertà ed esclusione sociale, si rilevavano segnali di peggioramento tra chi viveva in famiglia, con almeno cinque componenti, la cui stima passa dal 40,2% al 43,7% e, in particolare, tra chi vive in coppia con almeno tre figli.
Dai dati del 2018, per questo range di popolazione oggetto di analisi sembra ci sia stato un leggero miglioramento, perché si passa al 42,7%.
L'indicatore però peggiora sensibilmente per le famiglie di altra tipologia, quelle costituite da due o più nuclei familiari.
Il fenomeno della povertà si è acutizzato con la crisi globale dell'ultimo decennio: questo lo so, lo leggiamo e i dati sono chiari; la crisi profonda ha contribuito ad accrescere le vulnerabilità e tantissime fragilità nelle famiglie. Il calo di natalità nel nostro Paese è importante e comunque oggi il Piemonte è una delle Regioni con la popolazione più anziana rispetto al numero dei nuovi nati, un dato ancora crescente.
Oltretutto, le famiglie che vivono una maggiore sofferenza sono proprio quelle che devono combattere anche con la gestione quotidiana. Magari, si trovano a dover affrontare delle situazioni di fragilità legate alla numerosità dei componenti (tre-quattro figli a carico), sono famiglie con a carico una persona non autosufficiente, oppure famiglie con a carico un disabile e ancora famiglie che, a causa della forte crisi economica, hanno dovuto affrontare problemi quotidiani, come le spese specialistiche onerose o, infine, hanno dovuto sostenere spese improcrastinabili, magari per la propria abitazione.
Per rispondere a queste necessità, questa proposta di legge ci è stata sollecitata da diversi mondi, dalle associazioni, da chi segue molto da vicino gli sviluppi economici che si ripercuotono oggi sulle famiglie. La legge, infatti, riguarda da vicino l'erogazione delle prestazioni di welfare e la tariffazione dei servizi di pubblica utilità, soprattutto a favore dei nuclei con carichi familiari.
Da alcuni anni, a livello nazionale, è sorta una riflessione sull'opportunità di prevedere, accanto a quelli già esistenti, nuovi indicatori della situazione reddituale in grado di fotografare le reali condizioni economiche dei nuclei familiari, comprendendo il numero di persone e l'eventuale presenza di anziani o portatori di handicap. Quindi il nuovo fattore famiglia risponde alla richiesta di una maggiore giustizia sociale nell'erogazione del sostegno delle famiglie in difficoltà.
La nostra proposta di legge si compone di otto articoli ed è finalizzata a introdurre nella nostra legislazione uno strumento per accedere alle prestazioni erogate dalla Regione Piemonte, da altri soggetti aventi titolo in alcuni ambiti di applicazione regionali.
Questa proposta di legge, tra l'altro, trae spunto da quella già votata e in via di applicazione nella Regione Lombardia (nel merito, è intervenuta prima di noi) ed è stata oggetto di osservazione da parte del Ministero (legge 10/2017, modificata dalla legge n. 22 del 2017), in quanto il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali aveva osservato che la legge 10/2017, nella sua versione originaria, interveniva sulle franchigie e sulla scala di equivalenza, sovrapponendosi alla disciplina nazionale ISEE.
Ovviamente, trattandosi di una disciplina nazionale, la Regione non pu intervenire, quindi, in tal modo i descritti parametri si appalesavano non integrativi, ma sostitutivi degli omologhi criteri di cui al Regolamento governativo. Da questo punto di vista, la Regione Lombardia era già intervenuta, modificando l'articolo n. 3.
Recependo queste osservazioni, la nostra proposta di legge interverrà nell'articolo 4 (che illustrerò) recependo e modificando l'impostazione iniziale della legge, proprio perché non possiamo modificare una normativa nazionale, che è quella dell'ISEE.
Nell'articolo 1 vi sono le finalità della legge che fanno riferimento, in particolare, agli articoli nn. 31 e 53 della Costituzione e anche alla normativa vigente nazionale, in cui il fattore famiglia è uno strumento integrativo per accedere alle prestazioni della Regione Piemonte ai soggetti che ne hanno diritto e titolo.
Gli ambiti di applicazione delineati nell'articolo 3 riguardano, in particolare, le prestazioni sociali e sanitarie, i servizi socio assistenziali, le misure di sostegno per l'accesso all'abitazione principale, i servizi scolastici di istruzione e formazione. La Giunta regionale con questo provvedimento può estendere ad altri ambiti di applicazione e ne avrà l'opportunità rispetto a quelli che noi proponiamo in legge.
I criteri e le modalità attuative del fattore famiglia (articolo 4) sono determinati con un apposito provvedimento della Giunta regionale, previo parere dell'Osservatorio. Infatti, è previsto in legge, all'articolo 5 l'Osservatorio per l'attuazione del fattore famiglia, un organo di consulenza rappresentativo che dovrà supportare e individuare le misure per poter accedere al fattore famiglia negli ambiti di applicazione, il cui parere sarà dunque tenuto in considerazione dalla Giunta regionale.
Nell'individuare i criteri e le modalità attuative, la Giunta regionale dovrà tener conto della rilevanza del numero dei componenti del nucleo familiare, compresi i minori in affido; provvederà inoltre a individuare le agevolazioni integrative. La Giunta dovrà altresì tener conto della presenza nel nucleo familiare di persone con disabilità non autosufficienti (tengo a citare), come previsto dal DPCM n. 159 del 2013; della composizione del nucleo familiare; dell'introduzione di elementi di priorità per le famiglie che hanno in essere un mutuo.
Per l'acquisto dell'abitazione principale, la crisi economica ha creato molti problemi a numerose famiglie, per cui ormai anche la rata del mutuo o d'affitto è diventata complessa da sostenere. E ancora: la presenza di anziani non autosufficienti e di donne in stato di gravidanza, naturalmente sempre in coerenza con quelli che saranno i criteri individuati per l'istituzione del fattore famiglia.
L'Osservatorio, come dicevo, è fondamentale, perché dovrà esprimere un parere rispetto alle misure che saranno individuate dalla Giunta; rimarrà in carica tre anni e ovviamente chi farà parte di questo Osservatorio non sarà retribuito, non ci saranno costi da questo punto di vista; ne faranno parte l'ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), l'Assessore regionale competente o suo delegato e anche rappresentanti delle Associazioni.
Io credo che sia fondamentale e infatti abbiamo spesso la figura dell'Osservatorio come organo di consulenza, ma soprattutto è anche un organo che rende partecipe chi fa parte del mondo delle associazioni, oltre che delle istituzioni; è un organo che è predisposto all'ascolto, oltre che all'elaborazione.
Abbiamo poi, all'articolo 6, la clausola valutativa che abbiamo modificato istituisce il fondo fattore famiglia, in ottemperanza al parere che è stato espresso dal CAL, come dicevo in apertura del mio intervento, finalizzato proprio a compensare le maggiori spese derivanti per gli Enti locali, cui possono accedere le Amministrazioni locali interessate sempre per far sì che si possa applicare questo provvedimento.
È una legge che ritengo importante, in un momento in cui si parla molto di famiglie. La famiglia è un valore aggiunto e la famiglia è un propulsore economico.
Come dicevo, ci sono state tantissime difficoltà negli ultimi anni; la mia è anche una generazione che patisce molto la crisi lavorativa e magari anche il fatto di non poter realizzare appieno l'dea di accrescere il proprio nucleo familiare a causa del contesto sociale (oggi le famiglie si costituiscono molto più tardi). Ecco, tutto questo si ripercuote anche su quel tasso di denatalità che è molto importante.
Credo che queste e altre misure siano fondamentali per consentire di rilanciare anche dei piccoli supporti in grado di affiancarsi alle altre misure nazionali che negli anni sono già state adottate, perché anche il Governo precedente aveva utilizzato misure a supporto della genitorialità perché è di quello che stiamo parlando: supporto alle famiglie e alla genitorialità.
Sono naturalmente favorevole al fatto che oggi alcune misure siano state riconfermate, perché sono fondamentali per far sì che ci possa essere la piena realizzazione all'interno di un ambito che rappresenta un motore economico per questo Paese: le famiglie. Soprattutto, dobbiamo investire in fiducia nel poter sostenere e consentire, non tanto agli adulti, ma anche ai minori, di avere tutto ciò che possa essere per loro utile: il diritto allo studio, il supporto economico per permettere a chi ha delle fragilità in famiglia (come si diceva, non autosufficienti e disabili) di poterle curare e di dare il giusto servizio alle problematiche con le quali ogni giorno devono fronteggiarsi. È un'attenzione che la macchina pubblica ovviamente deve porre ogni giorno.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani, relatrice di minoranza.



FREDIANI Francesca, relatrice

Presidente, non ne ho troppa facoltà perché sono senza voce, quindi direi che rinuncio alla relazione. Evidenzio solo un dato che è emerso durante la discussione in Commissione, ovviamente sottoscrivendo quanto detto dalla Consigliera Caputo rispetto all'utilità dell'introduzione di questa norma in Regione.
Il timore rimane rispetto alle risorse, perché durante la discussione in Commissione e confrontandoci con l'Assessore abbiamo appreso che le risorse verranno attinte da un fondo che è già destinato ad altre importanti misure riguardanti sempre le famiglie, quindi vi è il dubbio che le risorse non siano più sufficienti a garantire dei servizi che fino a oggi sono stati assicurati ci viene.
In questo senso, vorremmo ricevere qualche rassicurazione dall'Assessore che ha parlato di fondi statali che dovrebbero arrivare, ma rispetto ai quali non abbiamo certezza. Dunque l'unica perplessità rispetto a questo testo è, per l'appunto, quella relativa alle risorse, ed è il motivo per cui non potremo dare un voto finale positivo nei confronti del testo di legge.
Mi fermo qui.



PRESIDENTE

Se non ci sono interventi in discussione generale, passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 1.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 2



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 2.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 3



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 3.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 4



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 4.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 5



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 5.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 6



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 6.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 7



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 7.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 7



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 8.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 8



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo solo delle perplessità che ha espresso la collega Frediani, ma mi chiedeva di darle una mano, prestandole la voce, perché oggi ha dei problemi di salute.
In Commissione avevamo fatto un'analisi della dotazione finanziaria della legge. Chiedevo solo all'Assessore Ferrari se può rifarci il quadro della norma finanziaria e se ci sono stati dei ragionamenti o meno, nel senso che poi alla fine ci siamo detti che la norma finanziaria è in varianza, nel senso che s'investono 200.000 euro del fondo complessivo sulle famiglie.
Quindi, è la missione 12, programma 05 "Interventi per le famiglie", sia sul comma 1 che il comma 2 della legge, per un totale di 200.000 euro.
Dicevamo che dovevamo un po' stiracchiare le risorse, perché in effetti le risorse sulla famiglia mi sembra che siano 580.000 euro. Quindi, dovevamo andare a fare un po' di "taglia e cuci" dalle altre parti. Chiedevo solo se ha voglia di rifarci il quadro generale, se c'erano stati dei ragionamenti e dare dei dettagli ulteriori.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Il quadro è quello che ho già rappresentato in Commissione, per cui noi riusciamo allo stato attuale a stare dentro alla spesa, garantendo il finanziamento di 200.000 euro sui tre anni (200 ogni anno) di questa legge e garantendo la continuità dei capitoli che, in questo momento, sono interventi finanziati con quel capitolo. Sono fondamentalmente legati al finanziamento sui centri famiglia, che è quello su cui abbiamo particolarmente investito.
Non voglio riaprire la discussione sul fatto che non si è fatto nulla; in realtà, prima queste risorse non esistevano e noi abbiamo fatto in modo che dal 2015 ci fossero risorse stabili e strutturali sui centri famiglia.
Diamo i contributi, stabilizzandoli, anche se ovviamente è un ambito sempre in movimento e che va costantemente monitorato sulle adozioni difficili cioè quelle che sono individuate come adozioni di minori che hanno particolari bisogni, soprattutto di natura psichiatrica. In questo caso, la Regione sostiene anche finanziariamente questa realtà.
Inoltre, c'è tutto un capitolo su una serie di risorse dentro questo capitolo con cui, da diversi anni, la Regione Piemonte sostiene un'iniziativa che fa capo al Comune di Torino e al movimento della San Vincenzo, finalizzato a mantenere un servizio di sostegno alle mamme sole con minori a carico. È un sostegno che è incardinato nella Città di Torino ma ha una valenza di natura regionale.
Questo è garantito; è ovvio che abbiamo bisogno di far sì che questo capitolo possa avere un rafforzamento finanziario per dare maggiore consistenza agli interventi, soprattutto quello, per noi strategico, del finanziamento sui centri famiglia che, dal nostro punto di vista rappresenta una strategia fondamentale nella politica di sostegno alla genitorialità.
Ora, per noi diventa cruciale quanto è stato messo a Bilancio nazionale con la legge finanziaria 2019, che prevede un significativo aumento delle risorse nel capitolo dedicato alle politiche di sostegno alla famiglia, di cui però non abbiamo ancora il riparto regionale. Però è evidente che, se vengono mantenuti i criteri di riparto che vede la Regione intorno all'8 del complesso, siamo di fronte alla possibilità di avere a disposizione risorse ulteriori che vanno a implementare esattamente quel tipo di capitoli.
Da questo punto di vista, l'impegno finanziario lo vedo con un certo ottimismo, cioè non è in diminuzione nessun tipo di servizio attualmente esistente.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.
Indìco la votazione palese sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Famiglie

Esame proposta di legge n. 270, inerente a "Istituzione del Fattore Famiglia piemontese"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame della proposta di legge n. 270, inerente a "Istituzione del Fattore Famiglia piemontese", di cui al punto 17) all'o.d.g.
Relatrice è la Consigliera Caputo, che ha facoltà di intervenire.



CAPUTO Valentina, relatrice

Grazie, Presidente.
La proposta di legge n. 270 è stata presentata successivamente alla proposta di legge n. 250, precisamente il 21 luglio 2017, ed è stata anche oggetto di consultazioni come la procedura applicata per la legge n. 250.
La Commissione non ha ritenuto opportuno procedere alla stesura di un testo unificato, ed è per questo che abbiamo provveduto a elaborare e a lavorare sulla proposta di legge n. 250, che pone sempre l'attenzione sul fattore famiglia.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'articolato, sapendo che, qualora l'articolo 1 non fosse approvato, l'intero provvedimento decadrebbe.
ARTICOLO 1



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 1.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Non essendo approvato l'articolo 1, l'intero testo di legge, come dicevamo decade.


Argomento: Famiglie

Esame ordine del giorno n. 1620 presentato da Frediani, Andrissi, Baricco Bertola, Bono, Campo, Caputo, Mighetti, Olivetti, Ravetti e Valle, inerente a "Istituzione del Portale regionale della famiglia"


PRESIDENTE

Consiglieri, tutto quello che avevamo ipotizzato di discutere e di votare oggi è stato fatto. Suggerisco di esaminare qualche atto di indirizzo.
Comincerei con l'ordine del giorno n. 1620, avente a oggetto "Istituzione del Portale regionale della famiglia", di cui al punto 51) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Frediani, prima firmataria, per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

È un ordine del giorno che non è solo condiviso, ma è anche sottoscritto da parte di alcuni Consiglieri della maggioranza.
Come avevamo anticipato ieri, l'oggetto era già contenuto in un emendamento che non ha potuto essere approvato perché comportava un onere aggiuntivo al testo di legge. Già in Commissione abbiamo deciso di riproporre in Aula la nostra idea di Portale della famiglia attraverso un atto di indirizzo. E questo abbiamo fatto.
Il Portale regionale delle famiglie dovrà essere gestito dalla struttura regionale competente in materia e dovrà realizzare, come obiettivo, un sistema più integrato e di sostegno alle famiglie e assicurare il corretto e costante accesso alle informazioni.
Il portale dovrà essere collegato ai portali internazionali europei e nazionali che si occupano di promozione e valorizzazione delle famiglie per sviluppare una rete di portali interconnessi per l'informazione e la divulgazione delle informazioni relative a tematiche europee nazionali e regionali.
Un'altra finalità sarà quella di collaborare con le altre strutture regionali e con gli Enti locali per garantire l'aggiornamento continuo delle informazioni disponibili sul portale della famiglia e curarne la diffusione attraverso i principali social network.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1620, il cui testo sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Trasporti su gomma

Esame ordine del giorno n. 1616 presentato da Chiapello, Accossato Allemano, Appiano, Barazzotto, Baricco, Batzella, Campo, Caputo, Cassiani Conticelli, Ferrentino, Giaccone, Graglia, Olivetti, Policaro, Ravello Rostagno, Sinatora, Valetti e Valle inerente a "Si riducano i pedaggi sulla A6 per compensare i disagi"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame dell'ordine del giorno n. 1616, di cui al punto 50) all'o.d.g.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1616, il cui testo sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Opere di bonifica e consorzi

Esame ordine del giorno n. 1572 presentato da Chiapello,Ravetti e Rossi Luca, inerente a "Deroga all'utilizzo sperimentale dei droni per la distribuzione in risaia del Bacillus Thuringiensis var.Israelensis"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame dell'ordine del giorno n. 1572, di cui al punto 25) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Rossi Luca Angelo per l'illustrazione.



ROSSI Luca Angelo

Grazie, Presidente.
Il problema era stato sollevato in un incontro che si era tenuto a Rosignano Monferrato, cui aveva partecipato anche l'Assessore Ferrero.
In quell'incontro era stata presentata la possibilità di utilizzare dei droni per spargere in risaia il Bacillus Thuringiensis, un metodo di lotta biologica alle larve delle zanzare che già in passato è stato utilizzato però con lo spargimento nelle caditoie, nei centri abitati oppure in risaia essenzialmente con l'elicottero. Questo non permette una distribuzione puntuale e precisa, ma più massiva.
L'utilizzo dei droni consentirebbe una maggiore efficacia, ma si andrebbe a scontrare con alcune normative e dovrebbe attivarsi anche il Ministero della Sanità (mi corregga l'Assessore, che ha dato un contributo anche con gli Uffici dell'Assessorato all'agricoltura per redigere il testo), perch pur essendo una materia che riguarda le coltivazioni agricole, trattandosi di un presidio richiede autorizzazioni anche di altro Ministero.
Quello che si chiede è un'azione a livello governativo per avere una deroga e poter, in via sperimentale (e se la sperimentazione darà esiti positivi l'utilizzo) impiegare i droni anche per questa pratica, che sicuramente potrebbe consentire una metodologia più efficace, biologica, a basso impatto ambientale nella lotta alle zanzare, che nelle nostre province (almeno quattro) in cui la risicoltura è diffusa rappresentano sicuramente un problema serio.
L'ordine del giorno si propone questo. Se il cofirmatario, Ravetti, vuole aggiungere qualcosa, lascio la parola anche a lui.



PRESIDENTE

Grazie, collega Rossi.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1572, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Colleghi, considerato che è prevista la seduta di I Commissione e che i Consiglieri e l'Assessore sono impegnati, per evitare che vadano a casa troppo tardi, non essendoci altri disegni di legge né deliberazioni da porre in discussione o in approvazione, il Consiglio termina qui.
La I Commissione è convocata in sala A.
Buon pomeriggio a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 16.59)



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