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Dettaglio seduta n.409 del 26/03/19 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 9.42 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Contratti ed appalti

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 2542 presentata da Gancia e Sinatora, inerente a "Lavori relativi alla pavimentazione interna del Palazzo unico regionale"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 2542.
La parola al Consigliere Sinatora per l'illustrazione.



SINATORA Benito

Grazie, Presidente.
I primi giorni di febbraio, appena avuta notizia degli sviluppi sulla querelle relativa alle piastrelle del famigerato Palazzo unico regionale il Gruppo Lega Nord presentò un'interrogazione urgente, tuttora senza alcuna risposta da parte della Giunta, per chiedere spiegazioni circa l'ennesimo problema sulla ripresa dell'esecuzione dei lavori del cantiere che verosimilmente farà ritardare ulteriormente il completamento dell'edificio e della relativa possibilità del suo utilizzo.
Ricordo che i cittadini stanno continuando a pagare le consistenti rate di mutuo per un oggetto che ancora per molto tempo non potrà essere utilizzato, annullando quel beneficio ipotizzato sul risparmio degli affitti delle altre sedi. Questo succede, oltre che per il fallimento della cooperativa, anche a causa delle paradossali vicende giudiziarie connesse all'appalto, dove risultano coinvolti funzionari regionali, alcuni tuttora in servizio.
Immediatamente dopo la presentazione della nostra interrogazione, secondo la notizia apparsa su la Repubblica in data 15 febbraio u.s., i Carabinieri hanno posto sotto sequestro 40 piani del cartiere del Palazzo, quindi non è una cosa da poco.
Noi non siamo preveggenti - per verificare le dichiarazioni di Chiamparino non basta la normale scienza, ma occorre affidarsi anche al paranormale! ma solamente Consiglieri che tentano di fare chiarezza e verificare l'attendibilità delle roboanti dichiarazioni di Chiamparino, il quale non molto tempo fa citava testualmente su la Repubblica del 4 giugno 2018: "L'obiettivo è avere il Palazzo concluso per la fine della legislatura".
Non sappiamo quale! Questo è quanto gongolava il Presidente Sergio Chiamparino dal 41° piano della torre destinata a ospitare il suo ufficio o l'ufficio del futuro Presidente.
Neppure possiamo verificare le rassicuranti affermazioni dell'Assessore Reschigna, che non da meno del Presidente dichiarava: "Ulteriore passo per il completamento dell'opera sarà l'approvazione della Variante n. 6, la prima dopo il subentro dell'ATI in seguito al fallimento di Coopsette, la quale, oltre a realizzare gli interventi necessari per dare via libera alle prove di laboratorio, consentirà il completamento anche nei collegamenti esterni dell'impianto fognario del Palazzo: due interventi, quello sulle vetrate e sull'impianto fognario, che costeranno 500.000 euro. Al momento il 94% dell'opera risulta realizzato. Il costo delle parti mancanti è di 23 milioni di euro". Sempre l'Assessore annunciava ancora su la Repubblica del 21 novembre 2017: "Il trasloco dei dipendenti nella nuova sede è previsto dall'autunno del 2018". Lo stesso Assessore, sul quotidiano Nuova Società del 15 aprile 2018, chiosava: "Niente più intoppi". Dunque, secondo il Vicepresidente della Giunta Aldo Reschigna, che all'epoca ha relazionato sul Palazzo unico nel corso della Commissione regionale bilancio, entro i prossimi tre mesi, ITC-CNR (Istituto per le Tecnologie della Costruzione del Consiglio Nazionale delle Ricerche), cui la Regione ha affidato il compito di verificare la sicurezza delle vetrate già posate in facciata terminerà le prove di laboratorio; prove che consentiranno di stilare una perizia per stabilire le reali motivazioni dei difetti riscontrati.
Nel frattempo, si procederà al ripristino di quelle parti di pavimentazione interna che presentano alcune imperfezioni (le abbiamo viste direttamente).
Le semplici imperfezioni rilevate dal Vicepresidente il 15 aprile 2018 oggi si sono trasformate in un'ulteriore indagine giudiziaria: è un fatto di una gravità unica, che mette a repentaglio la prosecuzione dei lavori, senza che si senta il dovere e la cortesia di informare il Consiglio regionale.
Non vorremmo passare per maliziosi, ma ci sorge il dubbio che tutto questo pudore sia generato dall'approssimarsi della campagna elettorale per le regionali: stiamo già vedendola! Ora, sulla base dei fatti, alla luce del sequestro e prima dell'inizio ufficiale dalla campagna elettorale, sarebbe opportuno che il Presidente facesse chiarezza sulla situazione e desse comunicazione all'Aula sul punto in cui si trova il Palazzo unico al netto dei suoi arcinoti slogan elettorali.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Per il rispetto e la stima che nutro nei confronti del Consigliere Sinatora, mi sia consentito di esprimere con molta franchezza la risposta all'interrogazione ordinaria che mi ha presentato, precisando che rispondo a un'altra interrogazione rispetto a quella che il Consigliere ha illustrato. Mi devo attenere all'interrogazione n. 2542, quella che è stata posta all'o.d.g. odierno, perché mi sembra che dall'intervento non sia emerso.
Una premessa di ragionamento. Voglio ricordare al Consigliere Sinatora che il sottoscritto, non più tardi di 15 giorni fa, ha offerto la sua disponibilità a relazionare sullo stato di attuazione del Palazzo in sede di I Commissione; poi, il fatto che la Conferenza dei Capigruppo non abbia ritenuto di concedere lo spazio per consentire al sottoscritto di poter illustrare alla Commissione, e quindi al Consiglio regionale, sullo stato di attuazione del Palazzo non è un problema che riguarda me: riguarda l'attività consiliare, rispetto alla quale credo di non assumere più di tanto responsabilità.
La seconda questione che vorrei precisare, collega Sinatora, è che sono assolutamente veri i report che lei ha riferito nel suo intervento; è altrettanto vero che più si mettono le mani all'interno del Palazzo e più ci si rende conto delle difficoltà; difficoltà che stiamo tutti affrontando, per essere chiaro.
Tuttavia, la prima difficoltà reale - lo dico senza che questo esprima nessun tipo di giudizio in sede di illegittimità o di valutazione penale perché non è questo il compito che ho - è che ho la profonda convinzione che non nasce da una scelta di questa Amministrazione regionale, ma nasce da una scelta assunta dalla precedente Amministrazione regionale. Cioè, la Regione Piemonte ha affrontato forse il cantiere più complesso con una struttura tecnica assolutamente debole, priva delle necessarie esperienze per poter gestire un cantiere così complesso all'interno di un'area nella quale convivono quattro appalti con quattro soggetti complessivamente diversi.
Vengo alle questioni relative alle pavimentazioni interne del Palazzo unico della Regione, che è l'oggetto dell'interrogazione n. 2542 e rispondo alle tre questioni poste nell'interrogazione da parte della Presidente Gancia e del Consigliere Sinatora.
La prima è che la Direzione Lavori ha emesso un ordine di servizio in data 20 febbraio 2019, dopo le verifiche tecniche che sono state effettuate con interventi del Politecnico di Torino e del Politecnico di Milano.
All'interno di quest'ordine di servizio ha dato mandato all'impresa esecutrice dei lavori di procedere alla totale sostituzione delle pavimentazioni che, ricordo, in parte erano state posate e, in parte rimangono ancora da posare.
Nell'ordine di servizio sono previsti tutti i dettagli tecnici cui l'impresa si dovrà assoggettare relativamente alla scelta delle piastrelle e alla modalità attraverso la quale effettuare il trattamento superficiale e alle modalità attraverso le quali dovranno essere posate, ivi compreso lo strato su cui dovranno essere appoggiate. Questo sta nell'ordine di servizio del 20 febbraio 2019 che è stato emesso dalla Direzione Lavori alla fine di una lunghissima trattativa.
Voglio anche ricordare al Consigliere Sinatora che quello che è stato disposto dall'autorità giudiziaria, quindi dalla Procura della Repubblica di Torino, non è un sequestro di tutti i 40 piani delle pavimentazioni, ma è un sequestro parziale del lavoro eseguito, allo scopo di effettuare gli accertamenti tecnici preventivi e al fine di consentire alla stazione appaltante e alla Direzione Lavori di poter eseguire i lavori, quindi di poterli completare. Quindi, quel provvedimento non inibisce l'attività all'interno del cantiere, anzi è la precondizione attraverso la quale, da un lato, l'autorità giudiziaria ha ritenuto di raccogliere tutta una serie di valutazioni e di perizie tecniche sui lavori eseguiti e sulla qualità del materiale fornito.
Apro e chiudo una parentesi: in precedenza l'appalto prevedeva sostanzialmente la posa di una pavimentazione in legno che è stata sostituita con marmette con un ribasso di prezzo molto limitato rispetto al prezzo originario. Chiudo la parentesi.
Quindi, quell'attività è stata effettuata allo scopo di consentire l'asportazione di tutto il materiale e la posa della nuova pavimentazione.
È notorio che è stata aperta un'indagine ulteriore su alcuni altri elementi eseguiti all'interno del Palazzo, ma voglio precisare che queste indagini sono anche alimentate dal fatto che l'Amministrazione regionale e la Direzione Lavori ogni volta che rilevano, senza che questo determini una valutazione di merito, le problematiche all'interno della fase di ripresa dei lavori, trasmettono le relazioni all'autorità giudiziaria.
Sul secondo punto oggetto dell'interrogazione, devo dire che la sostituzione del materiale dovrà avvenire senza incremento del corrispettivo, perché le pavimentazioni rientrano all'interno della dimensione orizzontale dell'ATI, mentre le strutture vetrate appartenevano alla dimensione verticale dell'ATI. Quindi, sulle lavorazioni fatte nella dimensione orizzontale vi è responsabilità solidale da parte di tutte le imprese. Questa è stata la ragione per cui abbiamo lavorato molto per fare il contratto di subentro, perché era la soluzione più conveniente sotto il profilo della tutela degli interessi patrimoniali dell'Amministrazione.
Sul terzo punto oggetto dell'interrogazione, che poneva la domanda "per sapere, essendo stata accertata la corretta fornitura e posa delle piastrelle da parte dei fornitori originari, se la nuova fornitura relativa a posa delle piastre danneggiate verrà assegnata alla medesima società o ad altre", dico che non è compito né della stazione appaltante né della Direzione Lavori decidere qual è il soggetto che deve eseguire questa fornitura, perché siamo in un regime di subappalto, quindi la responsabilità nell'individuazione della ditta e del materiale compete all'impresa aggiudicataria dei lavori. Pertanto, non vi può essere un intervento da parte né della stazione appaltante né della Direzione Lavori nel dire sostanzialmente che quei lavori devono essere eseguiti dall'impresa x o dall'impresa y.
Circa il fatto che sia stata dimostrata la corretta fornitura e la corretta esecuzione dei lavori, prudentemente consiglierei al Consigliere Sinatora di esprimere a tal riguardo meno certezze.


Argomento: Benessere animale - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 2368, presentata da Frediani inerente a "Tutela colonia felina di Caselle Torinese"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 2368.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Sorrido, perché la settimana scorsa mi hanno detto che non c'era l'Assessore Saitta e che l'interrogazione era rimandata. Questa settimana è nuovamente assente, mi spiace che il Vicepresidente Reschigna passi dal grattacielo ai gatti, ma questo è.



PRESIDENTE

Consiglieri, visto che la Consigliera ha diritto ad illustrare la sua interrogazione, chiedo ai colleghi di permetterglielo.



FREDIANI Francesca

Partiamo dal presupposto che la Regione ha una sua legge, la n. 34 del 1993, nella quale si definisce: "La Regione, nell'ambito dei principi e degli indirizzi della normativa nazionale e regionale, promuove la tutela nel proprio territorio degli animali quale elemento fondamentale e indispensabile dell'ambiente e riconosce alle specie animali il diritto ad un'esistenza compatibile con le proprie caratteristiche biologiche ed etologiche".
Questo solo per dire che può sembrare un'interrogazione un po' estemporanea, fuori luogo e lontana dalle competenze regionali ma, in realtà, esiste una legge che definisce esattamente quale sia il ruolo della Regione rispetto al tema.
Abbiamo ricevuto una segnalazione secondo cui pare che nell'area dell'aeroporto di Caselle operino società logistiche e aziende di produzione aerospaziale, tra cui Alenia Leonardo Aircraft. Alcuni volontari, da tempo, s'impegnano per censire, catturare, sterilizzare e adottare i felini appartenenti alle numerose colonie poste a corona dell'aeroporto.
I gatti, tra l'altro, hanno una loro attività, svolgono un lavoro utile perché catturano i topi presenti nell'aeroporto, ma possono, d'altra parte rappresentare un problema di sicurezza sulle piste. Per questo motivo Alenia ha affidato il contenimento delle colonie feline ad un'associazione che dal 2017 ha prelevato molti gatti adulti a più riprese, nonché parecchi cuccioli di soli pochi giorni di vita. Pare che nessuno dei gatti catturati sia stato poi reintrodotto nella colonia dopo la sterilizzazione e che siano rimasti liberi soltanto pochissimi esemplari.
Alcuni gatti catturati in area Alenia erano stati sottoposti alle cure dei volontari, ma l'associazione che opera in quell'area non recepisce cartelle cliniche e neppure i consigli da parte di volontari che si sentono un po' esclusi da questa attività e proprio per questo nutrono qualche sospetto rispetto alla gestione della stessa.
L'associazione che opera in quell'area, quella che ha ricevuto l'incarico da Alenia di effettuare questa attività di sterilizzazione, non è conosciuta dalle associazioni animaliste e pare che non coinvolga i volontari in questa sua attività e non aiuti nemmeno nella ricerca di possibili persone disponibili ad adottare i cuccioli catturati. Vedendoli sparire e non tornare più, si teme che questi cuccioli abbiano fatto una brutta fine. Questo è il timore dei volontari.
Ricordiamo che il maltrattamento degli animali è un reato punito dal Codice Penale, ma le pene sono state rafforzate nelle ultime riforme legislative.
La tutela degli animali è un interesse comune (pubblico) che trascende dall'essere proprietà privata l'area interessata, oggetto dei fatti sin qui esposti.
La domanda rivolta alla Giunta è se sia a conoscenza dei metodi di cattura e adozione dei felini che si trovano nell'area di Caselle in cui opera l'Alenia; quale sia il curriculum dall'associazione che sta portando avanti quest'attività; se corrispondono al vero i timori espressi da molte persone secondo cui i felini vadano regolarmente incontro alla soppressione e se sia possibile inviare il servizio veterinario dell'ASL presso Alenia per verificare se esistano casi di maltrattamento e verificare le tecniche di sterilizzazione e cattura degli animali.
Infine, se si possa intervenire presso i dirigenti di Alenia per correggere, in caso di conferma di quanto sospettato delle associazioni di volontari, l'organizzazione del controllo delle colonie feline e la tutela degli stessi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
In assenza dell'Assessore Saitta, risponderà il Vicepresidente della Giunta, Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Consigliera, ambasciator non porta pena. Mentre prima potevo rappresentare credo in modo adeguato, le risposte alle interrogazioni del Consigliere Sinatora, adesso devo leggere un pezzo che mi è arrivato dalla Direzione Sanità.
Da informazioni assunte risulta che il servizio veterinario dell'ASL TO4 è a conoscenza del problema segnalato e sta collaborando con i Carabinieri Forestali nell'ambito di un'indagine in corso.
Tenuto conto dei possibili risvolti penali collegati all'indagine, l'ASL TO4 ha ritenuto prudentemente di non diffondere notizie e informazioni sul caso fino al completamento degli accertamenti.
Il Servizio Veterinario ha altresì riferito di un precedente intervento relativo alla presenza di colonie feline nell'area aeroportuale di competenza di SAGAT (parcheggio, taxi, scarico merci ecc.) che aveva coinvolto l'associazione EIPA con sede in Caselle Torinese per i previsti interventi di castrazione degli animali, parzialmente ricollocati in un'altra colonia sul territorio comunale e in parte affidati a privati adottanti.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.04 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta indifferibile e urgente)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 10.11)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato approvato nella seduta del 25 marzo.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, ieri, alla Conferenza dei Capigruppo, abbiamo deciso all'unanimità d'inserire all'o.d.g. odierno il testo unificato delle proposte di legge n. 261, 290 e 354, "Promozione e valorizzazione dell'invecchiamento attivo", e la proposta di legge n. 250, inerente a "Istituzione del Fattore famiglia".
Le chiedo se lo può inserire.



PRESIDENTE

D'accordo, le consideriamo iscritte.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: Congedi Hanno chiesto congedo Balocco, Barazzotto, Cassiani, Cerutti, Conticelli Ferraris e Ferrero.
Approvazione deliberazione legislativa In data 25 marzo 2019, la I Commissione consiliare ha approvato a maggioranza la deliberazione legislativa avente a oggetto "Ulteriori disposizioni di riordino dell'ordinamento regionale".


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo "San Benigno" di San Benigno Canavese (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti delle classi V C e V D dell'Istituto Comprensivo "San Benigno" di San Benigno Canavese in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Beni demaniali e patrimoniali

Esame proposta di deliberazione n. 396 inerente a "Regolamento per l'autonomia contabile del Consiglio regionale del Piemonte"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di deliberazione n. 396, inerente a "Regolamento per l'autonomia contabile del Consiglio regionale del Piemonte", di cui al punto 5) all'o.d.g.
È relatrice la Vicepresidente Motta, che interviene in qualità di Consigliera.



MOTTA Angela, relatrice

Buongiorno, Presidente; buongiorno, colleghi.
Mi scuso in anticipo, ma questa è una relazione molto tecnica, pertanto magari la troverete un po' noiosa, però ritengo sia un atto di grande trasparenza, che il Consiglio regionale approva oggi: il nuovo Regolamento per l'autonomia contabile del Consiglio regionale del Piemonte.
L'Ufficio di Presidenza l'ha approvato con deliberazione del 6 marzo 2019 n. 38, e la I Commissione bilancio l'ha approvato all'unanimità (e di questo, intanto, ringrazio tutti i colleghi) il 18 marzo scorso.
È un documento che nasce dalla necessità di approvare uno strumento normativo adeguato alle novità introdotte dall'ordinamento contabile e finanziario della Regione (il cosiddetto decreto 118), ed è uno strumento che, quindi, supera integralmente l'impianto regolamentare che avevamo fino ad oggi, che ormai era superato da una serie di normative e anche dal tempo, poiché risale al 29 gennaio 2002.
Con questo nuovo Regolamento, la potestà regolamentare si incardina nell'autonomia organizzativa funzionale, contabile ed organizzativa riconosciuta al Consiglio regionale dallo Statuto e dalla legge regionale n. 7 dell'11/2001.
Ci sono alcuni provvedimenti e alcuni titoli molto innovativi. Troverete un Regolamento composto da 59 articoli, suddiviso in sette titoli, che riguardano le disposizioni generali, lo strumento della programmazione, la gestione del bilancio, il servizio di economato, gli agenti contabili, la gestione del patrimonio e le norme finali. Questa è la grande novità.
Gli Uffici stavano già attuando queste normative per la predisposizione del bilancio, però mancava l'approvazione della regolamentazione.
Parlerò solo di alcuni articoli, che considero più significativi.
Una particolare attenzione è stata dedicata al tema della programmazione economica e finanziaria, che è stata ridisegnata attraverso l'introduzione di un documento strategico denominato "Relazione programmatica". È una relazione di competenza dell'Ufficio di Presidenza, ha una durata almeno triennale, precede temporalmente la redazione del bilancio finanziario e contiene la pianificazione strategica, gli indirizzi generali in materia di programmazione connessi al fabbisogno del personale, ai lavori pubblici alle forniture di beni e servizi e alla performance.
È stato poi individuato in maniera analitica il processo di formazione del bilancio di previsione finanziaria (lo troverete agli articoli 7 e successivi) e l'iter di approvazione dei documenti conseguenti quali il bilancio gestionale, il documento tecnico di accompagnamento, ciascuno espressione di un diverso livello di analiticità nella rappresentazione dei dati di bilancio che sono suddivisi in missione, programma, macroaggregato capitolo e articolo.
Rispetto al testo, sono stati previsti e disciplinati l'esercizio provvisorio e la gestione provvisoria del bilancio (lo troverete all'articolo 15). Questa è una delle novità, perché non era stato previsto in precedenza.
Allo stesso modo, sono state disciplinate le operazioni di chiusura dei conti, il riaccertamento ordinario dei residui e il rendiconto della gestione (li troverete agli articoli 19 e 20).
Un particolare dettaglio è stato fornito sulle competenze ad adottare gli atti di gestione in materia finanziaria, che, oltre al Consiglio regionale e all'Ufficio di Presidenza, introducono in maniera più dettagliata i compiti del responsabile del servizio finanziario dell'Ente. Pertanto viene individuata nel responsabile apicale della struttura competente in maniera amministrativa, o suo delegato, e dei responsabili apicali dirigenti, questa competenza.
Questo lo troverete anche per quanto riguarda la materia più importante in tema di variazione di bilancio agli articoli 17 e 18. Qui ci sono le novità che vengono recepite proprio dal decreto n. 118, in particolare all'articolo 51.
Il Titolo III del testo regolamentare disciplina le fasi di gestione delle entrate e delle spese, nella direzione dell'individuazione delle responsabilità degli organi gestionali preposti e dei tempi di elaborazione degli atti, in un'ottica generale di semplificazione ed economicità procedimentale. Questo è un altro aspetto importante che dobbiamo sottolineare, perché la semplificazione e la trasparenza che abbiamo individuato con questa gestione regolamentare permetterà ai Consiglieri regionali, in modo più consapevole, di poter leggere meglio i dati indicati nel bilancio.
Il Titolo IV è dedicato alla nuova disciplina del Servizio di economato che supera il concetto attuale di Cassa economale, per istituire un servizio a cui sono attribuiti in via diretta compiti di acquisizione di beni e servizi a supporto dell'intera struttura organizzativa.
Vengono individuate in maniera più analitica le voci di spesa ammissibili al pagamento tramite il Servizio di economato, e anche in quest'ambito vengono semplificate le procedure di rendicontazione, che saranno trimestrali e non più mensili.
Un'altra rilevante novità che è stata introdotta in questo Regolamento è costituita dal Titolo V, dedicato agli agenti contabili, che recepisce gli obblighi del decreto legislativo n. 174/2016 ("Codice di giustizia contabile"). Vengono inoltre individuate le figure di agenti contabili obbligati alla resa del conto giudiziale, la figura del responsabile del procedimento, gli organi deputati all'attività di parifica e trasmissione dei conti alla Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti.
Non meno rilevante, infine, è quanto previsto al Titolo VI, rivolto alla gestione del patrimonio, cui viene dedicata particolare attenzione anche in relazione agli obblighi generali che impongono una corretta gestione del patrimonio mobiliare e immobiliare dell'ente.
Come sapete, è un passaggio importante, perché in questi anni abbiamo fatto e continueremo a fare una serie di investimenti che hanno permesso di effettuare un'importante manutenzione e ristrutturazione del nostro patrimonio immobiliare, che deve proseguire, di cui però siamo molto orgogliosi.
Anche da questo punto di vista, le nuove scritture inventariali sono di particolare attenzione, perché viene dettagliata la classificazione proprio per realizzare il fine ultimo, che è quello di garantire l'integrità del patrimonio e la corretta rappresentazione dello stesso nei documenti consuntivi finali dell'ente.
Concludo, dicendo che abbiamo cercato di attuare un documento che diventa uno strumento simile a quello della Giunta.
La Giunta per fare il suo bilancio ha un mandato, il Consiglio regionale non ce l'ha, ma con questo strumento diventerà una modalità simile, anche se non coincidente, che però, come dicevo, permetterà più trasparenza e più semplificazione nella predisposizione dei documenti contabili.
Di questo ringrazio in modo particolare il dottor Michele Panté, il dottor Giuseppe Mignosi e il dottor Francesco Bevacqua, che hanno consentito la realizzazione di questo Regolamento e sono sempre di supporto all'Ufficio di Presidenza e al Consiglio regionale tutto per la predisposizione di questi importanti atti.
Spero che il Consiglio lo approvi all'unanimità, com'è avvenuto in Commissione.
Grazie, Presidente, ho terminato.



PRESIDENTE

Se non vi sono Consiglieri che desiderano intervenire sulla relazione test illustrata dalla Consigliera Motta, poniamo in votazione la proposta di deliberazione.
Ricordo che il numero legale è 24.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 396, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.27, riprende alle ore 10.57)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Occorre ripetere la votazione della proposta di deliberazione n. 396.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 396, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame proposta di deliberazione n. 275, inerente a "Attività di vaccino vigilanza attiva, in attuazione del decreto legge 7 giugno 2017, n. 73 recante 'Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale e del Decreto ministeriale del 30 aprile 2015'"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 257, di cui al punto 12) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca, relatore

Grazie, Presidente.
La proposta di delibera che abbiamo presentato è una proposta, come i colleghi di Consiglio e di Giunta possono vedere, articolata; non stesa solo dal sottoscritto, ma con l'aiuto di professionisti del mondo della sanità relativamente all'attività di vaccino vigilanza attiva e nasce da una serie di esigenze.
La prima è il rispetto delle norme.
Come ho detto più volte, io posso anche fare un comizio come in piazza però.



PRESIDENTE

Vorrei non dover interrompere il Consiglio perché non si può lavorare quindi chiedo, per cortesia, di fare silenzio.
Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Dicevo, nasce da alcune esigenze.
La prima, che ritengo non secondaria, è di dare attuazione alle leggi dello Stato.
Vi sono numerose norme che noi citiamo nel testo della delibera. La più recente è il decreto legge 73 del 2017, "Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale", che prevede la necessità della verifica dei dati epidemiologici e dell'eventuale relazione avversa, segnalati in attuazione dei vigenti dispositivi. È un decreto sperimentale e a tempo.
Lo stesso decreto del 30 aprile 2015, "Procedure operative e soluzioni tecniche per un'efficace azione di farmacovigilanza", introduce importanti modifiche sul tema della farmacovigilanza, per la valutazione delle segnalazioni di sospette reazioni avverse da medicinali, anche biologici come i vaccini. Prevede un maggiore impegno e coinvolgimento di tutte le strutture professionali operanti, quale AIFA, Regioni, ASL, Ospedali Aziende farmaceutiche e operatori sanitari.
La stessa norma del 1997, la n. 449, all'interno di una legge finanziaria prevede uno stanziamento annuale a favore di Regioni e Province autonome che realizzino iniziative di farmacovigilanza e di informazione degli operatori sanitari sulle proprietà, sull'impiego e sugli effetti indesiderati dei medicinali tesi a migliorare le conoscenze sotto il profilo beneficio-rischio dell'uso dei farmaci dopo la commercializzazione.
L'accordo tra il Governo e le Regioni del 26 settembre 2013 definisce indirizzi per la realizzazione di un programma di farmacovigilanza attiva.
In ultima, la norma n. 296 del 2006, sempre una Finanziaria dello Stato che prevede la stipula di convenzioni tra AIFA e le Regioni, aventi a oggetto la realizzazione di programmi di farmacovigilanza attiva.
Ciò che ho citato, cioè le parole che ho letto, le ho volutamente lette perché sono parole tratte dai dispositivi normativi che il Parlamento nazionale ha approvato.
Vi è, quindi, la necessità di svolgere un'attività di farmacovigilanza attiva, che oggi non viene svolta nella nostra Regione. Oggi, la nostra Regione svolge un'attività di farmacovigilanza passiva, cioè porto mio figlio a vaccinarsi e mio figlio ha una reazione avversa (non posso io definire se sia piccola, media o grande: cioè la febbriciattola che avviene dopo una vaccinazione o una situazione simile). A questo punto posso fare due cose, che è quello che oggi avviene: dare per scontato che una piccola febbre sia legata all'inoculazione di un vaccino, oppure recarmi dal pediatra, il quale può decidere se ritiene che questa reazione avversa sia legata alla vaccinazione, ma non necessiti di alcuna segnalazione; oppure qualora ritenga che sia necessaria una segnalazione, apre una procedura prevista all'interno della nostra Regione, per indicare qual è stata la reazione avversa.
Questa è quella che viene definita farmacovigilanza passiva. Non ciò che dispongono le leggi dello Stato e non ciò che prevedono altre Regioni funziona invece in questo modo.
Cosa avviene in altre Regioni? La Regione più avanzata da questo punto di vista è la Regione Veneto, che svolge una funzione di farmacovigilanza attiva, cioè qualunque persona assuma un farmaco biologico, nell'arco di una settimana viene contattata per verificare se ha avuto una reazione avversa. È esattamente quello che prevede la delibera. Se i colleghi avessero avuto la pazienza di leggere l'allegato A, che è la parte più importante della norma.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Dicevo che la nostra proposta prevede il funzionamento del progetto nell'allegato A, nella parte "Fasi e tempistiche". Abbiamo cercato di renderlo il più comprensibile possibile anche su un'attività che non è propria del Consiglio regionale, ma della Giunta.
I colleghi possono vedere che l'allegato C, quello sugli operatori sanitari, qualora la delibera fosse approvata, è una scheda di monitoraggio dello stato di salute, un primo controllo da tre a sette giorni. Un operatore sanitario indica la data quando è stato inoculato un farmaco biologico, il nome e cognome del minore vaccinato, la data di nascita e poi vi sono una serie di ipotesi di reazioni avverse che si possono manifestare.
È una scheda presente anche sul sito dell'AIFA, cioè una scheda utilizzata per le attività di farmacovigilanza attiva: reazioni sistemiche, febbre inferiore ai 38 gradi, febbre superiore ai 38 gradi, stanchezza, reazioni cutanee, prurito, indurimento cutaneo, escoriazioni, piccole macchie reazioni gastro-intestinali, nausea, vomito, costipazione, reazioni polmonari, eccetera.
Compilando questa scheda, si verifica se non vi sia stata alcun tipo di reazione avversa, oppure se vi sia stata. Inoltre, si deve segnalare se successivamente alla reazione, il minore sia stato visitato da un pediatra oppure, molto semplicemente, com'è indicato all'interno dell'allegato, se non vi è stata nessuna reazione alla vaccinazione, si mette una croce sul foglio che viene trasmesso a un centro che si occupa della raccolta ed elaborazione dei dati relativi ai controlli.
Vi è poi un terzo allegato (allegato D) sulla scheda di monitoraggio a reazione avversa al vaccino, seconda indagine. Quindi, quell'operatore sanitario che abbia ravvisato una reazione avversa non voglio dire che sia più "grave", ma più significativa del previsto, come viene detto sull'allegato D. L'operatore sanitario, il medico del Centro di vaccino vigilanza attiva regionale, che effettua questa seconda indagine, ha a disposizione gli allegati B e C compilati, in cui sono presenti le informazioni relative al prodotto vaccinale, l'anagrafica completa, le reazioni avverse segnalate, nonché il questionario anamnestico compilato.
Deve effettuare la segnalazione ad AIFA entro 36 ore ed eventualmente interfacciarsi con il pediatra di riferimento. Questo secondo documento contiene una serie di dati estremamente semplice: la descrizione della reazione alla diagnosi, la data d'insorgenza, la ricomparsa dei sintomi e un'altra serie di piccole indicazioni.
Noi riteniamo importante questa proposta di delibera perché, com'è noto, da quando è entrato in vigore il Decreto Lorenzin sulla vaccinazione obbligatoria, al di là delle percentuali di vaccinazione, è nata una maggiore sensibilità da parte delle famiglie piemontesi a eventuali reazioni avverse. Considerando anche la parte che ha fatto più notizia cioè quella sulla pericolosità dei vaccini e quant'altro, se questa delibera venisse approvata, nell'arco di un anno avremmo un numero così significativo di dati per dire non che i vaccini siano pericolosi, ma per sapere che, a fronte della vaccinazione per lo stesso tipo di patologia, vi sono farmaci prodotti da alcune case farmaceutiche che hanno reazioni avverse maggiori rispetto ad altre.
Credo che questo sia un dato che interessa non soltanto la comunità scientifica, ma interessa la comunità scientifica per fare un'adeguata comunicazione rispetto alle famiglie piemontesi.
In conclusione, questa proposta di deliberazione che, come dicevo in apertura, vuole essere un'attuazione delle leggi dello Stato, vuole fare in modo che vi sia un numero maggiore di dati su cui svolgere un'attività importante di valutazione sugli esiti vaccinali, che è significativa per poter parlare alle famiglie non basandosi su convinzioni ideologiche, di una parte o dell'altra, ma su dati scientifici, che è l'unica lingua che può parlare la Scienza, cioè quella legata alle reazioni avverse.
È questa una proposta di deliberazione di centrodestra, di centrosinistra a 5 Stelle o come volete valutarla voi? Assolutamente no. È una proposta di deliberazione che non soltanto è rispettosa delle norme e non soltanto riprende l'esperienza di altre Regioni italiane, ma è una proposta di deliberazione di buonsenso.
Ha un costo non sostenibile per la Regione? No, perché, come dicevo in apertura, dal 1997 prima e dal 2015 dopo lo Stato centrale trasferisce risorse alle Regioni e, quindi, anche alla Regione Piemonte, per svolgere un'attività di farmacovigilanza attiva, che sono le stesse risorse che alcune Regioni (il Veneto è la più avanzata) utilizzano per svolgere questo tipo di attività.
Davvero credo che il fatto che in Commissione questa delibera sia stata respinta può anche essere dato da una non puntuale conoscenza dell'atto però davvero invito la Giunta, il Presidente Chiamparino e i colleghi a una riflessione rispetto a questa proposta di deliberazione, perché, come dicevo precedentemente ed è sufficiente leggere gli allegati, è un atto rispettoso delle norme all'interno del quale voi non troverete nessuna valutazione di carattere pro o contro l'inoculazione di farmaci biologici ma che semplicemente vuole fare del nostro Piemonte una Regione che, come altre, acquisisce dati scientifici e, grazie a questi, ha contezza conoscenza e anche possibilità di discutere in modo sereno rispetto alle attività.
Credo anche che sia uno strumento di grande aiuto alle famiglie il fatto di sapere di essere contattato subito dopo l'inoculazione di un vaccino e che successivamente a questo, c'è una prima valutazione che viene fatta per tutte le persone che assumono un farmaco biologico: qualora vi sia una reazione avversa, questa viene valutata e, qualora questa reazione avversa venga valutata come grave o medio grave, vi è una seconda attività di valutazione.
Ecco, credo che tutto ciò dia maggiore tranquillità e sicurezza rispetto a un'attività importante come quella vaccinale.



PRESIDENTE

Ci sono Consiglieri che desiderano intervenire? Prego, collega Allemano.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Questa proposta l'abbiamo discussa e valutata in Commissione. È evidente che l'intendimento è assolutamente positivo ma, così com'è, non è da noi approvabile. Condividendone le finalità, propongo un voto di astensione, ma ci sono dei presupposti che non corrispondono a verità.
Non corrisponde a verità che si debba attendere questa legge per applicare le norme dello Stato, perché è di tutta evidenza che siamo un organismo assolutamente rispettoso delle norme sovraregionali, tant'è che la nostra accanita difesa del Piano di prevenzione e dei vaccini, che sono il pilastro dello stesso, in quest'Aula ha avuto parecchie conferme, quindi non si dica che abbiamo bisogno di una legge per approvare ciò che siamo tenuti a fare e che facciamo con molta convinzione.
Esiste la rete citata in legge tra l'AIFA, le ASL, le ASO e gli istituti di ricerca, e non è vero che non c'è una raccolta di dati scientifici, perch figuriamoci se non si presta la massima attenzione alla raccolta degli effetti collaterali per arrivare alla scelta del vaccino ovviamente più performante, con minori effetti collaterali.
Inoltre non è vero che non c'è farmacovigilanza attiva: ho verificato ancora qualche minuto fa che è una prassi rispettata da tutti i servizi di vaccinazione quella di raccogliere con molta insistenza a ogni accesso delle famiglie ai servizi di vaccinazione tutte le informazioni possibili e immaginabili su eventuali effetti collaterali. Quindi non si è solo nella funzione di recettore passivo, ma si va a stimolare in modo pressante tutta la raccolta di informazioni che posso essere utili.
Altro elemento che rende questa legge forzata e non accettabile è il fatto che viene appesantita da allegati e da modulistica che ovviamente non possiamo trasformare in legge, perché sono aspetti che competono alla struttura, che peraltro ha già provveduto da anni a questa incombenza.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Sono andata soltanto dal personale del Consiglio perché a noi risultava di aver sottoscritto questa proposta e invece agli Uffici non risulta, quindi la sottoscriviamo nuovamente, sia io che il collega Andrissi; la sottoscriviamo perché si tratta di un tema assolutamente centrale soprattutto in questo periodo, quando è trascorso il famigerato termine del 10 marzo, rispetto al quale c'è ancora tanta confusione, tant'è che abbiamo dei bimbi esclusi, quando in realtà la legge non prevede esclusione in tale data.
Io, come l'anno scorso, ho provveduto a inviare una diffida. È chiaro che non ho il potere di fare grandi azioni, se non quella di segnalare che secondo me e secondo le persone che mi hanno aiutato a scrivere questa diffida - i dirigenti scolastici che stanno escludendo i bambini, in realtà, non stanno rispettando la legge. Ancora questa mattina mi arriva notizia di una mamma che quotidianamente si reca con il bimbo davanti alla scuola materna e viene respinta dalla dirigente.
Ora, al di là di quello che si può pensare rispetto alle posizioni più o meno radicali (i famigerati "No Vax"), credo che questa proposta del Presidente Vignale sia una proposta assolutamente di buonsenso, e lo credo perché personalmente ha fatto delle scelte rispetto alla salute dei miei figli. Personalmente non sono contraria alle vaccinazioni, non sono una "No Vax" (diciamo così), però posso comprendere i timori dei genitori che, nel momento in cui devono prendere una decisione per i loro figli, vogliono avere delle certezze.
Ho visto in questi mesi, a partire dal momento in cui è entrata in vigore la legge Lorenzin, una divisione su due fronti molto netta e molto spesso si è cercato di sminuire la preoccupazione dei genitori. Ora, abbiamo delle leggi che prevedono il danno provocato dalle vaccinazioni obbligatorie: questo significa che è possibile che dei bimbi abbiano delle reazioni avverse. Di conseguenza, dare dei terrapiattisti o degli antiscientifici agli individui che dicono che un vaccino può causare reazioni avverse ci sembra francamente eccessivo.
A cosa può servire questa proposta del Presidente Vignale? Può servire intanto a dare rassicurazioni alle famiglie, quindi è un provvedimento che per chi - come noi - crede nella libertà di scelta e nella possibilità di dare alle famiglie degli strumenti per vaccinare consapevolmente i figli senza timori, può dare delle certezze in più e dunque può essere un mezzo di consapevolezza.
Devo dire che francamente non capisco per quale motivo ci si opponga a questa proposta, nel momento in cui si possono avere dei dati certi scientifici, che certificano gli esiti delle vaccinazioni e le eventuali reazioni avverse, che possono essere anche reazioni lievi. Tutti noi quando portiamo i bimbi a vaccinare, ci troviamo poi un foglio tra le mani che ci dice "in caso di febbre, somministrare il farmaco.", oppure "in caso di sfogo cutaneo.", quindi ci possono essere delle reazioni di nessuna rilevanza, oppure qualche bambino può avere delle reazioni più gravi.
Nel momento in cui andiamo a censire queste reazioni e facciamo in modo di avere poi dei dati scientifici da analizzare, da una parte, possiamo aiutare la scienza nel promuovere meglio la necessità di vaccinare i bambini, dall'altra dare rassicurazioni alle famiglie, avere un ampio spettro delle possibili reazioni avverse e magari dare uno strumento in più ai pediatri per affrontarle.
In un momento come questo in cui il tema vaccinazioni è un tema anche politico ed è un tema molto divisivo, dove le persone, i genitori e le famiglie che hanno dei timori, anziché essere rassicurati vengono in qualche modo tacciati di non preoccuparsi della salute dei figli, di creare dei piccoli untori, in questo clima che si è creato credo che un intervento della politica che riporti il discorso su basi scientifiche sia assolutamente necessario.
Questo sarebbe un primo passo facilmente attuabile, da subito, che in poco tempo potrebbe dare dei buoni risultati e contribuire anche ad attenuare quel conflitto che ormai sul nostro territorio è palpabile e visibile.
Basta andare questa mattina davanti alla scuola che citavo prima per vedere questa mamma che quotidianamente si reca davanti ai cancelli e si vede respingere il proprio figlio.
Queste situazioni vanno gestite in qualche modo, vanno affrontate e non si può far finta che non esistano. Quindi, la politica in questo caso pu intervenire, offrendo alla scienza un supporto e degli strumenti che possano consentire poi di informare i cittadini. Credo che questo sia un ruolo fondamentale e dovremmo assumerci la responsabilità di portare avanti questa azione, altrimenti continueremo ad andare avanti con delle famiglie che si opporranno per timori alle vaccinazioni.
Ovviamente noi speriamo che la legge nazionale cambi e che in questi giorni in Parlamento intanto si tolga il legame tra la frequenza scolastica e la vaccinazione, perché crediamo che sia un legame assolutamente insano innaturale e che discrimini i bambini. I bambini invece dovrebbero essere da noi tutelati, mentre in questi giorni sono le prime vittime, perché sono quelli che si ritrovano, senza avere nessuna colpa, esclusi dall'ambiente che hanno frequentato fino a ieri.
Anche a fronte di questa situazione che si è creata, questa può essere una prima soluzione per cercare di riaprire il dialogo con queste famiglie, che hanno dei legittimi timori, che non vanno in nessun modo ghettizzate e non vanno tacciate di essere delle famiglie che non hanno a cuore la scienza o ancora peggio, la salute dei loro figli.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Avevo avuto modo di analizzare i dati sulla vaccinovigilanza quando ne avevamo discusso in Consiglio regionale ed effettivamente vi erano delle discrepanze di questi dati da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Se poi si andavano a leggere le relazioni dell'Istituto Superiore della Sanità si poteva vedere a che cosa erano dovute le differenze; ad esempio la Regione Veneto aveva attivato una vaccinovigilanza attiva e questo aveva provocato un aumento del numero dei casi sia di effetti gravi che meno gravi. Quindi, ritengo, sulla base di quanto è riportato in queste relazioni, che vi siano forti differenze, da una parte, di sensibilità e dall'altra, anche da parte di iniziative che, se stimolate, portano a grosse differenze numeriche.
L'iniziativa del Consigliere Vignale di attivare, anche a livello della Regione Piemonte, una farmacovigilanza attiva sui vaccini non la ritengo un'iniziativa peregrina, anzi sono convinto che consentirebbe, da un lato di andare incontro a quei dubbi da parte di una piccola fetta della popolazione che ritiene i vaccini ancora oggi insicuri; dall'altra, di fare chiarezza e magari di essere anche da stimolo a possibili miglioramenti.
Penso alla ricerca sul DNA ricombinante e alla produzione di vaccini ottenuti dalla produzione in vitro degli antigeni. C'è tutto un capitolo aperto che sicuramente potrebbe essere approfondito, laddove vi fosse anche uno stimolo in questa direzione.
Però non ho capito l'intervento del Consigliere Alemanno, perché segnalava che, così com'è, la PDCR non è approvabile. In particolare, volevo chiedere se era possibile comprendere qual è la parte più ostativa della PDCR e se era possibile correggerla. Attualmente non sono firmatario e questa possibilità è data al primo firmatario, però chiedo se si possa trovare un modo per arrivare all'approvazione di un testo che non credo sia peggiorativo del sistema di iniziativa sui vaccini, anzi è un tentativo di migliorare una fase che è quella post vaccinale, di vigilanza su quelli che sono i possibili effetti collaterali dei vaccini.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo "D. di Nanni" di Grugliasco (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Comprensivo "D. di Nanni" di Grugliasco in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame proposta di deliberazione n. 275, inerente a "Attività di vaccino vigilanza attiva, in attuazione del decreto legge 7 giugno 2017, n. 73 recante 'Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale e del Decreto ministeriale del 30 aprile 2015'" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 275, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Solo per non essere equivocato, e lo dico al collega Allemano.
Io non ho mai detto che la Regione non rispetta la legge. Ho detto che la proposta di delibera è finalizzata al rispetto della norma. La Regione rispetta la legge con una modalità che ha scelto e non è l'unica Regione italiana, ma faccio presente, giusto per dire che non è un'iniziativa di parte, che la Regione Puglia e la Regione Emilia-Romagna hanno attività di farmacovigilanza attiva. La nostra Regione ha un'attività, come dicevo, di farmacovigilanza passiva. Provo a spiegare che cos'è la farmacovigilanza attiva e quella passiva, ma non solo per il collega Allemano.
La farmacovigilanza attiva è quell'attività che la nostra proposta di delibera prevede, per cui per ogni persona alla quale viene inoculato un farmaco biologico, un vaccino e quant'altro, la famiglia o la persona cui è stato somministrato il vaccino viene contattata nell'arco di sette giorni dalla struttura sanitaria per chiederle se ha avuto o meno una reazione avversa. Questa è la farmacovigilanza attiva stabilita dalla modalità AIFA e Ministero della Salute, non da Gian Luca Vignale.
La farmacovigilanza passiva, invece, quella che utilizza la Regione Piemonte, dà facoltà al pediatra di libera scelta di segnalare una reazione avversa senza che un genitore sia stato contattato precedentemente. Lo dico ai colleghi e a chi ci ascolta: quante volte i nostri figli, dopo essere stati vaccinati, hanno avuto la classica febbriciattola? Nella nostra regione la classica febbriciattola, se non viene segnalata al pediatra e se il pediatra non decide di aprire una procedura, non viene riscontrata come reazione avversa, anche se minimale.
Nella Regione Veneto, nella Regione Emilia e nella Regione Puglia, le cose vanno diversamente. Si chiama reazione basata avversa, è un termine scientifico, non è un termine negativo, che verifica qual è la reazione di un vaccino o di un farmaco biologico inoculato all'interno del corpo di un uomo, di una donna, di un bambino o di una bambina.
Qual è la differenza sostanziale? Che la Regione Veneto dispone di un quantitativo di dati dieci volte in più a quelli della Regione Piemonte.
Allora è evidente che la comunità scientifica della Regione Veneto, se crede, può rivolgersi alle famiglie, sia a quelle che hanno dubbi sia a quelle che non ce l'hanno. Credo che dare un'informazione sia corretto.
Guardate, non troverete mai un medico che dice che non ha alcuna reazione.
Come giustamente ricordava la collega Frediani e come prevede una legge dello Stato, c'è una modalità di ristoro, anche economico, rispetto alle reazioni avverse legate ai vaccini. Chiunque di voi, se ha curiosità, pu prendere il bugiardino di un vaccino e vedere che, come per tutti i farmaci, ci sono una serie di reazioni che possono avvenire.
Noi chiediamo esclusivamente e soltanto, come fanno altre Regioni italiane e come previsto nelle più recenti normative, fra cui quelle del 2015 e del 2017, che questo tipo di attività di farmacovigilanza attiva, cioè di censimento, persona per persona, che viene vaccinata o a cui viene inoculato un farmaco biologico, venga "censita". Tutto qua. Avere dieci volte in più dati è un fattore positivo? Penso proprio di sì, perché non c'è solo l'aspetto vaccinale, ma c'è anche l'aspetto delle differenti reazioni che possono portare farmaci che intervengono sulla stessa prevenzione di patologia, ma che hanno reazioni differenti.
Tutto questo non interessa? Pazienza.
È evidente che noi abbiamo fatto una proposta di delibera che assomiglia a una proposta di delibera della Giunta regionale, ma rammento che non è una legge. Se fosse una legge avrebbe ragione il collega Allemano, ma questa è una proposta di delibera consiliare e, come una proposta di Giunta, non è un momento di cornice normativa, ma di governo, una potestà che pu esercitare il Consiglio regionale che quindi può, se oggi lo decide mettere in atto.
Se non lo decide, significa che preferisce che vi siano meno indicazioni di reazioni avverse, meno controlli e minor numero di dati per la comunità scientifica.
Non penserete che io abbia predisposto tutta questa documentazione da solo.
Per essere chiaro, questa documentazione l'ho predisposta grazie a personale medico altamente specializzato che mi ha aiutato a predisporre questi modelli. Di certo non li ho scritti io.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento.
Indìco la votazione nominale sulla proposta di deliberazione n. 275.
Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame proposta di legge n. 251, inerente a "Rimodulazione della dotazione di posti letto ospedalieri"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame della proposta di legge n. 251, inerente a "Rimodulazione della dotazione di posti letto ospedalieri", di cui al punto 11) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Vignale, primo firmatario di tale proposta di legge.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente La proposta di legge che abbiamo presentato, "Rimodulazione della dotazione di posti letto ospedaliere", è una proposta di legge estremamente semplice tant'è che ha sostanzialmente un articolo che prevede che, all'interno della Regione Piemonte, i posti letto siano 3,7 ogni mille abitanti. Di questi, il tre per mille per acuti, cioè i pazienti che necessitano maggiormente di cure, e lo 0,7% per riabilitazione e lungodegenza.
Perché lo diciamo? Lo diciamo, perché una legge dello Stato (la legge 95/2012, meglio nota come legge Balduzzi), proprio nel cercare di dare uniformità alla sanità pubblica italiana ha previsto delle percentuali specifiche in tutta la nostra nazione. Prima, rispetto al numero di posti letto, vi era una differenza da Regione a Regione: c'era anche una differenza dell'uno per mille fra una regione e l'altra e la legge dello Stato ha fatto sì che vi fosse un'uniformità all'interno delle regioni italiane.
Cos'è avvenuto, invece, in Piemonte? La Regione Piemonte, fino al novembre 2014, quando è stata votata la delibera che noi definiamo "taglia salute" (la n. 1-600, del Presidente Chiamparino e dell'Assessore Saitta), aveva 2,9 posti letto ogni mille abitanti e 1,1 posti letto in lungodegenza.
Pertanto, come dice un verbale del tanto citato tavolo ex Massicci (tavolo sulla salute), la Regione Piemonte può aumentare i propri posti letto per acuti, mentre deve diminuire i posti letto per lungodegenti.
La delibera del Presidente Chiamparino del dicembre 2014, invece, prevede che nella nostra regione i posti letto per acuti non siano tre ogni mille abitanti, ma 2,6 ogni mille abitanti e questo fa della nostra la penultima Regione italiana per posti letto. Siamo battuti esclusivamente dalla regione Calabria, con 2,41 posti letto, mentre la vicina Lombardia ne ha 3,05, il Veneto ne ha 3,01, l'Emilia Romagna 2,94.
Cosa significa, questo, tradotto in numeri, altrimenti rischiamo di non farci capire da chi ci ascolta? Significa che i cittadini piemontesi, nel rispetto della legge dello Stato avrebbero diritto a 1.800 posti letto in più rispetto a quelli che hanno oggi.
I posti letto sono l'unico strumento necessario con cui garantire la sanità ai piemontesi? Certamente no, ma sono uno dei pilastri con cui si garantisce la sanità ai piemontesi.
Nel 2014, dopo l'approvazione della delibera cosiddetta "taglia salute" noi girammo il Piemonte per presentare gli effetti che avrebbe causato il taglio dei posti letto, dicendo: "Il taglio dei posti letto causerà principalmente due fattori: un aumento delle liste d'attesa e un aumento delle barelle nei pronto soccorso". Ci abbiamo indovinato, ma non era difficile farlo, perché è evidente che se io riduco il numero di posti letto all'interno dei reparti e non potenzio la sanità domiciliare e la sanità territoriale, inevitabilmente avrò dei pronto soccorso che, potendo collocare meno pazienti all'interno dei reparti, avranno più persone che siederanno nelle barelle e nelle poltrone. Quest'anno, in alcuni pronto soccorso, abbiamo visto anche i materassi stesi per terra! È evidente che, nel momento in cui all'interno di un presidio mancano 30 posti letto in Medicina generale, in Chirurgia, in Ortopedia (i motivi per cui spesso ci si reca all'interno di un pronto soccorso), 30 di quei pazienti che vediamo nelle camere calde dei pronto soccorso o sulle barelle sarebbero all'interno di un reparto.
Questo è l'unico strumento? No, ma certamente vedere in qualunque momento dell'anno, non quando ci sono i picchi influenzali, le persone per due tre, quattro, cinque giorni sostare su una barella, è tutto fuorch garantire dignità alle persone presenti in quelle realtà: non hanno la possibilità di utilizzare un bagno, di cambiarsi, di avere l'assistenza dei propri cari, come potrebbero avere in un reparto.
In più, il taglio dei posti letto ha portato inevitabilmente il taglio della produzione sanitaria. Mi riferisco sempre ai numeri che l'Assessorato alla sanità ci fornisce: nel dicembre 2013, nella sanità pubblica piemontese operavano, rispetto al secondo semestre del 2018, 1.600 dipendenti in più rispetto a quanti operano oggi. Dopodiché, aumentano le liste d'attesa: è inevitabile! Dopodiché, viene ridotta la produzione sanitaria: è inevitabile! Cosa doveva prevedere la delibera "taglia salute"? Doveva prevedere un potenziamento della medicina territoriale. Ovviamente, stiamo ancora attendendo l'approvazione del regolamento sull'assistenza domiciliare (quello della legge 10 del 2010) e stiamo ancora attendendo un potenziamento della sanità domiciliale, salvo la costruzione di un numero significativo di Case della salute, che non hanno portato il risultato che ci si attendeva.
È evidente che se una Casa della salute alle 16 del pomeriggio non eroga più servizi, non potrà mai sfoltire gli accessi in codice bianco al pronto soccorso, ed è altrettanto evidente che se lo stesso servizio rimane chiuso dalle 14 o dalle 16 del venerdì pomeriggio fino alle 8.30 del lunedì mattina, in quei momenti l'unico strumento di accesso alla sanità per un cittadino piemontese sono esclusivamente le guardie mediche o i pronto soccorso.
Per questo motivo, riteniamo che la legge sia importante e per questo motivo riteniamo che, per il centrodestra, questo sarà uno dei capisaldi degli impegni che ci assumeremo con gli elettori piemontesi.
Perché? Che cosa ha causato la delibera 1-600? Ha causato un aumento persistente e costante di mobilità sanitaria. È un po' come gli interventi fatti dai vari soggetti sovranazionali nei confronti degli Stati che dovevano, in qualche modo, recuperare deficit: cioè quando uno fa un intervento di taglio, inevitabilmente non ne ricava una crescita, ma una diminuzione di prestazioni, che però si riscontrano con un numero di pazienti piemontesi che, sempre di più, si allontana dalla nostra Regione (adesso anche dalla nostra nazione) per andare a farsi curare in altre Regioni.
I dati del bilancio consuntivo del 2017 evidenziano che abbiamo una mobilità passiva di 100 milioni di euro (nel 2017, quindi relativi al 2015) e avremo un dato relativo al 2018 che va ancora crescendo.
È evidente, allora, che quella misura non è stata neppure utile a risparmiare denaro, perché quel denaro che non è stato investito in posti letto, in sanità territoriale, in sanità domiciliale, ha fatto sì che i piemontesi.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Consiglieri! Il collega Vignale è uno che parla comunque, come dice lui stesso ogni tanto, però così non si può lavorare.
Prego.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che i colleghi pongano la stessa attenzione che ha posto l'Assessore alla sanità a questo tema, per cui non posso certo lamentarmi dei colleghi essendo un provvedimento di legge, ancorché dell'opposizione, che tratta di sanità.
Ma questo non ci stupisce, perché è un po' il tratto distintivo che ha caratterizzato l'operato dell'Assessore Saitta nell'arco di questi cinque anni, almeno nel confronto con il Consiglio regionale (non dico con le opposizioni, ma con il Consiglio regionale).
Mio padre mi diceva sempre che l'educazione o si impara da piccoli o non si impara mai più. E io temo che questo sia uno dei difetti che i suoi genitori hanno avuto nei suoi confronti. Perché il non voler neppure ascoltare un collega che parla di una proposta di legge sulla sanità, non è altro che maleducazione. Il tema di competenza e quant'altro lo lascio proprio agli aspetti che abbiamo trattato in questi cinque anni. Ma è solo ed esclusivamente derubricabile a maleducazione istituzionale, e lì mi fermo.
Riteniamo pertanto importante l'approvazione di questo disegno di legge perché consentirebbe al Piemonte di rispettare la legge dello Stato. Non di potenziare in modo vacuo, ma di fare quello che fa la Regione Emilia, la Regione Veneto o la Regione Lombardia. E non casualmente queste Regioni hanno una mobilità passiva decisamente inferiore alla nostra; anzi, hanno un delta positivo. Non casualmente hanno dei tempi d'attesa inferiori ai nostri (anche di un terzo in meno rispetto alla Regione Piemonte).
Credo, quindi, che questa proposta di legge sia significativa per garantire un diritto alla salute che oggi i piemontesi non hanno più. Non lo dico io lo dice l'IRES, lo dice l'ISTAT: 300.000 piemontesi in questa Regione non si curano più, sebbene il diritto alla salute sia un diritto gratuito e generalizzato.
Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono richieste di intervento in discussione generale su questa proposta di legge? Ha chiesto la parola il Consigliere Allemano; ne ha facoltà.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Esprimerò un'opinione che penso il Capogruppo farà anche sua, e di conseguenza il Gruppo di maggioranza.
Troverei quantomeno bizzarro che nell'ultima settimana di legislatura si vada ad adottare un atto che condizioni quella entrante. Noi abbiamo emanato una delibera che ricordiamo bene e di cui siamo perfettamente consapevoli. Chi verrà dopo il voto del 26 maggio avrà facoltà evidentemente, di programmare le politiche della sanità e della salute come meglio riterrà.
Proprio il collega Vignale ci faceva presente alcuni giorni fa che stavamo entrando a fine legislatura in materie che condizionavano il prossimo futuro. A maggior ragione, direi che non è ricevibile questa proposta, se non altro per questa ragione.
Trovo curioso che si dica che siamo una Regione da biasimare, quando abbiamo ben altri indicatori che sono noti a tutti in Piemonte: siamo al primo posto nell'erogazione dei LEA, quindi non so come si possa dire che lasciamo senza servizi centinaia di migliaia di persone. È una cosa veramente bizzarra. Perché si possono certamente alterare i dati, ma quando vengono dal Ministero diventa curioso sostenere il contrario di quanto è certificato.
Per quanto riguarda la delibera 1-600, mi pare evidente che, a livello di pianificazione territoriale (in questo caso regionale), ci sia la facoltà di tradurre i parametri forniti dalla legge in ragionamenti e in atti pianificatori che tengano conto di tutto il percorso della salute, che per inciso include anche i vaccini, include l'aria, include l'acqua, include i rifiuti e certamente include anche la sanità ospedaliera e territoriale; ma mai e poi mai abbiamo dato la sensazione di arroccarci sul posto letto.
Abbiamo discusso intere giornate sulla rimodulazione dei posti letto nel Parco della Salute; abbiamo confrontato all'esasperazione due approcci: uno che dice "i letti sono questi e tali vanno mantenuti" e l'altro che dice "i letti sono probabilmente l'aspetto meno rilevante in una sanità che cambia continuamente e che oggi è alla frontiera dell'editing del genoma", quindi evidentemente, fa sempre meno ricorso ai posti letto e sempre più ricorso ai servizi e a una sanità di prossimità, ovviamente riservandoci tutti gli spazi di manovra per aggiungere letti se e quando lo riterremmo necessario ma non trasformando il posto letto nella pietra angolare della pianificazione delle politiche della salute, che sono atto molto ampio e molto complesso.
Quando noi difendiamo i vaccini, difendiamo le politiche della salute. A nostro avviso, difendere il posto letto significa arroccarsi su una posizione antica, superata dai fatti e, soprattutto, superata dalla evoluzione del mondo medico e sanitario.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sono sempre affascinato dagli interventi dei colleghi del centrosinistra che danno lezioni di progressismo a noi che siamo dei rigidi conservatori e che vediamo ancora gli ospedali come dei luoghi in cui si va per farsi ricoverare, e di solito chiediamo di essere ricoverati da sdraiati, cioè su dei posti letto. Probabilmente il futuro roseo del Partito Democratico roseo e progressista - e del centrosinistra è quello di farsi ricoverare in piedi per risparmiare spazio, oppure di non farsi ricoverare.
Tra l'altro (rido un po', anche se la materia è seria e non da faccetta, ma giusto per sgomberare il campo da equivoci), chiunque di noi è andato in un pronto soccorso, sa che purtroppo la realtà è di barelle, tante barelle che restano nei corridoi dei pronto soccorso per giorni.
Guardate, questa è la pietra angolare della sanità. Questa è la pietra su cui dovrebbe poggiare il nostro sistema sanitario, caro collega Allemano.
Mi stupisce che sia stato detto da lei, che è anche un collega medico.
Questo mi stupisce molto.
Io vi chiederei di andare - lo so, magari è antipatico che ve lo dica - di più nei pronto soccorso e di parlare con le persone. Questo è il problema della nostra sanità.
Sicuramente nei pronto soccorso vanno un po' di accessi inappropriati, per cui cerchiamo di lavorare di più con i medici di base e con la quantità assistenziale, affinché possano fornire un servizio importante, ma quando il medico di medicina generale, la ex guardia medica con continuità assistenziale, non ha strumenti per fare una diagnosi, dove credete che vadano le persone? Vanno nei pronto soccorso.
La continuità assistenziale nel territorio non ha strumenti per fare una diagnosi. Lo sappiamo tutti: se uno ha male alla pancia o allo stomaco, nel dubbio diagnostico differenziale con un infarto, il medico lo manda in pronto soccorso. E in pronto soccorso viene poi ricoverato perché magari è una fibrillazione atriale; perché magari ha un ritmo non sinusale; perch magari ha un problema cardiaco e sta tre giorni nei pronto soccorso.
Qualche giorno fa ho avuto un'esperienza diretta per un parente, e di nuovo ho visto le condizioni, nella principale città della nostra Regione, al limite del credibile.
Ambulatori che devono fare degli esami alle 14 chiudono perché "non abbiamo il personale"; per cui il paziente rimane una notte in più in barella in pronto soccorso, perché alle 14 non si faceva più l'esame. Non parlo di un ospedale piccolo (non cito nessuna città per non fare un torto a qualcuno) parlo del principale ospedale della nostra Regione. Due giorni in barella per fare un esame semplice e banale, non per una cosa grave.
Fortunatamente.
Questa è la pietra veramente angolare della nostra sanità.
I posti letto dobbiamo averli e li dobbiamo avere, a maggior ragione, per i motivi che ha detto prima il Consigliere Vignale: noi abbiamo una mobilità passiva.
Lo dico all'Assessore Saitta e al Presidente Chiamparino: questo è, insieme a Finpiemonte, l'altro grande fallimento della vostra Amministrazione.
Chiederei al Presidente di ascoltare: non avete fatto l'analisi - lo dico anche all'Assessore Saitta - che vi abbiamo chiesto. L'avete rinviata fino all'ultimo e non ce l'avete portata in Commissione. Mi riferisco all'analisi della mobilità passiva suddivisa per patologia. Avevamo chiesto di poter capire per che tipo di patologia andavano fuori da Novara, da Alessandria, da Verbania, da Asti e da Cuneo, verso la Lombardia e la Liguria.
Era utile saperlo perché, nel caso fossero mille ricoveri di oncologia, si potevano creare 30 posti letto in più di oncologia; se sono mille interventi di chirurgia generale, o di chirurgia addominale, creavamo 20 posti letto in più di chirurgia.
Questo è un modo intelligente per fare sanità, non con i numeri. Guardate non siamo amanti (e credo che poi voteremo la proposta di legge di Vignale), dei numerini precisi (3,7-3,5-3,8 o 3,9). Dobbiamo fare la sanità sulla base di dati. Capire quali sono le esigenze della nostra popolazione.
Una popolazione che invecchia? Facciamo più posti letto di medicina interna o no? Facciamo più lungodegenze o no? Facciamo più riabilitazioni o no? I numerini tecnici, come li avete affrontati voi in questi anni, sono un errore madornale. Avete proseguito nella logica di Monferino, che abbiamo tutti criticato: l'ex Assessore alla sanità della Giunta Cota pensava che alla sanità si potessero applicare i processi operativi dell'Iveco, di un'azienda che produce macchine, camion e motori.
Non funziona così. Non funziona così e diciamolo forte e chiaro anche a Roma, al Ministero. Non è che se la Balduzzi non è stata modificata Assessore Saitta, allora lei può gioire e dire: "Visto, non è stata ancora modificata la Balduzzi".
Usciamo dalla logica dei numeri. Usciamo dalla logica dei numeri chiari e precisi, cerchiamo di tagliare un vestito di sartoria a quelle che sono le esigenze della nostra Regione, che evidentemente è diversa dalla Lombardia che ha un modello sanitario totalmente diverso; magari è diverso dalla Liguria, che ha meno abitanti e ha una conformazione geografica diversa. E cerchiamo di finirla con questa mobilità.
Noi abbiamo fatto un grosso regalo alla Lombardia, che ha visto crescere ancora la sua mobilità attiva.
Inizia a esserci da Torino (anche se probabilmente Torino no) la mobilità extranazionale verso la Francia. Chiediamo a chi abita a Verbania dove va a farsi curare; chiediamolo a chi abita a Novara, a Vercelli o a Tortona.
Chiediamo questo e capiamo quali discipline mancano. Mancano posti letto e magari mancano eccellenze, perché ci vanno i posti letto e ci vanno anche le eccellenze.
È vero, la legge nazionale prevede 3,7 posti letto: tre per acuzie e 0,7 per post-acuzie.
Ancora qualche giorno fa, nella predisposizione della bozza del programma elettorale regionale del Movimento 5 Stelle, sono andato a rileggere la delibera 1-600.
Francamente ancora adesso, sarò duro di comprendonio, non l'ho capita. Non ho capito per quale motivo - ovviamente poi il motivo si comprende e si capisce - dai famosi 17.700 posti letto, che erano gli originari della nostra Regione, siamo passati a 15.400, che rappresentano un taglio di 2.200 posti letto, quindi meno dei 3,7 e, soprattutto, dopo abbiamo colpito di più? Sulle acuzie.
Avete fatto un accordo con i privati dicendo "va bene, vi togliamo la parte delle acuzie, però vi diamo un surplus di post-acuzie, quindi riabilitazione e lungodegenza", per far sostanzialmente sopravvivere i privati e mantenere un accordo politico con loro.
Abbiamo tagliato ancora di più le acuzie: siamo passati da tre posti letto che era il tetto della legge Balduzzi, a 2,5. I posti letto per acuti quindi, sono ancora diminuiti, di più di quanto prevede la legge.
E ancora - non è stato citato - state predisponendo un nuovo ospedale, il principale ospedale della città di Torino, tagliando 800 posti letto.
Quindi dobbiamo togliere questi posti letto all'ulteriore programmazione che avete fatto. Così sprofondiamo: perderemo posti letto per la pediatria posti letto per la ginecologia e ostetricia, posti letto di ortopedia e altro sparirà. I pazienti andranno a Genova a farsi curare, se Genova non ridurrà i posti letto.
Mi rendo conto che abbia poco senso approvare una legge a due mesi dal voto; potrebbe essere un vincolo per le prossime Amministrazioni, che dovranno seguire le indicazioni di questo atto. Dovevamo votare un piano socio-sanitario, non una legge ad un mese dal voto! Semplicemente, un piano socio-sanitario.
Guardate, pur con tutte le difficoltà della scorsa Amministrazione - che conosciamo - siamo riusciti comunque a votare il piano socio-sanitario; voi non avete avuto il coraggio neanche di portare in aula un piano socio sanitario regionale. Neanche quello! Avete spezzettato in quattro delibere tutti i temi della sanità: tutte delibere di Giunta, tranne una, quella sull'edilizia sanitaria, sostanzialmente, blindata anche quella.
Da parte mia è facile dirlo, perché siamo avversari politici, ma temo che sulla sanità voi subirete una sonora bocciatura da parte della popolazione piemontese, perché, al di là dei numeri tecnici, dietro cui vi state trincerando in questi ultimi mesi, della burocrazia romana che vi dà il raggiungimento dei LEA (un dato che riguarda più la parte economico finanziaria e burocratica che quella tecnico-amministrativa), la realtà ospedaliera quotidiana, quella di tutti i giorni è un'altra! Assessore, se lei va in visita - mi spiace non sia presente Monaco - e trova i pronto soccorso vuoti è perché magari avete chiamato prima e vi hanno liberato i pronto soccorso e ricoverato magari in chirurgia le acuzie che ci sono in pronto, altrimenti, la realtà dei pronto soccorso è tutta un'altra, signori, è tutta un'altra! E la conoscete bene: non potete mentire né a voi nei ai cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Questo tema è stato oggetto di confronto continuo in questi cinque anni e non ho particolari novità da aggiungere, se non fornire qualche aggiornamento che conferma la scelta che abbiamo compiuto.
È chiaro che c'è - ne sono convinto - una posizione conservatrice che è stata espressa non soltanto per questo motivo particolare, ma su parecchie deliberazioni in modo diffuso, tesa a evitare modifiche e cambiamenti al nostro sistema sanitario. Tentativi per cui abbiamo lavorato per evitare che interrompessero il lavoro di risanamento del nostro sistema sanitario che, com'è noto - lo ripeto - non per un'autocertificazione, ma per una valutazione nazionale da parte del Ministero della Sanità, oggi è al primo livello sui LEA.
So che questo non fa piacere, perché non abbiamo mai avuto questa posizione, ma la valutazione sui LEA è una valutazione su diversi parametri, anche sul parametro che riguarda i posti letto, quindi c'è una valutazione attenta. Capisco che diventa difficile e complicato, per chi si è opposto alle scelte che abbiamo compiuto, oggi riconoscere questa valutazione del Ministero, come credo sia difficile per chi è all'opposizione riconoscere che la Regione Piemonte, per quanto riguarda i LEA, è al primo posto in Italia come Regione benchmark (costi standard). Un posto che è sempre stato ricoperto, negli anni passati, in modo prevalente dalla Regione Veneto.
Non sto qui a ripetere che non sempre c'è un legame tra posti letto e qualità della sanità. In ogni caso, posso assicurare, in conclusione di questo mandato, che da parte nostra non c'è mai stata una logica ragionieristica e neppure una logica dei numeri: abbiamo lavorato con intensità per affrontare e mettere al centro (cosa che abbiamo fatto) la sicurezza del paziente e per aumentare la qualità delle prestazioni sanitarie.
A me non pare che ci sia stato un applauso e neppure un giudizio positivo quanto abbiamo deciso, ad esempio, per la rete oncologica di indicare le strutture di riferimento e quando abbiamo anche razionalizzato e accorpato alcune strutture, per evitare un rischio per i pazienti in quei reparti dove c'erano soltanto 20 interventi oncologici. Abbiamo fatto una scelta coraggiosa per garantire sicurezza, abbiamo messo al centro la sicurezza del paziente: nelle scelte compiute negli anni passati non sempre la sicurezza è stata posta al centro. Quando sono prevalsi interessi finalizzati a garantire presenze diffuse di tutto, indipendentemente dalla dimensione e dalla qualità, vuol dire che non si è messo al centro il paziente. Questo è il tema vero ed è il motivo per cui abbiamo lavorato anche in momenti difficili.
In ogni caso, sul tema della mobilità, che viene sempre ripetuto, colgo quest'occasione per dare un'informazione: finalmente, in Piemonte, nel 2018, c'è stata una riduzione della mobilità passiva. Immaginavo e credevo che i Consiglieri molto attenti ai temi della sanità avessero letto ciò che è stato pubblicato nelle riviste che si occupano di questi temi. In realtà c'è una riduzione a partire dal 2017, che si è consolidata nel 2018.
Qualche settimana fa ero a Novara e il direttore Minola ha fornito i dati della riduzione della mobilità verso la Lombardia. Ieri, ero a Biella e il direttore Poggi ha fornito i dati sulla riduzione della mobilità. È un dato che riguarda tutte le Aziende sanitarie; praticamente, è finita una fase perché ora vi è la caduta della mobilità passiva, ma questo non è avvenuto per caso. Finalmente, dopo anni di lavoro intenso, gli obiettivi che noi abbiamo fornito, quello di garantire qualità e sicurezza, incominciano a dare buoni risultati: è così.
Si contrappone anche in questa discussione ciò che abbiamo notato in passato: c'è chi ritiene che un sistema sanitario sia forte se si pone il problema quantitativo, mentre sappiamo che oggi tutti noi cittadini, ognuno di noi, quando ha un problema di tipo sanitario, soprattutto se è complesso, s'informa e sceglie dove andarsi a far curare. Se va in altre Aziende sanitarie o se va in Lombardia è perché ritiene, sulla base delle sue informazioni, che lì c'è una cura migliore perché c'è una maggiore specializzazione.
Ecco, è questo l'elemento che la politica ha difficoltà a capire, ritenendo sufficiente avere l'ospedale per risolvere il problema. Il tema vero è la specializzazione, la sicurezza per il paziente. In sostanza, è avvenuta - i dati lo stanno dimostrando - un'inversione di tendenza e mi pare che questa sia un'indicazione precisa.
Vi è poi il tema del rapporto tra posti letto e pronto soccorso. A tal proposito, ripeto ciò che ho avuto modo di dire e concludo. Non è che le Regioni che non hanno avuto la forza e la capacità di applicare una legge dello Stato e quindi hanno tanti posti letto non hanno i problemi del pronto soccorso: non è così, ed è noto. Questo per dire che non è un problema quantitativo.
Non è un problema quantitativo, ma è un problema sicuramente organizzativo.
E andando dietro a questo ragionamento, che è stato anche oggi ripetuto da parte dei Consiglieri che sono intervenuti, è chiara la scelta che noi abbiamo compiuto: gli ospedali devono occuparsi di acuzie e non debbono essere dei cronicari. Andando avanti sulla strada che è stata indicata, voi avete un'opinione completamente diversa rispetto a questo ragionamento completamente diversa. In ogni caso, mi pare che il tema è stato dibattuto abbondantemente in questi anni.
La scelta che abbiamo compiuto ha dato i risultati che sono stati richiamati e riconosciuti anche a livello nazionale, che mi sembrano la dimostrazione concreta non di una semplice affermazione o di un'autocertificazione, ma il riconoscimento da parte di un Governo che non mi pare sia un Governo del centrosinistra.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Ci sono interventi sull'articolo 1? Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 1 è il cuore stesso della legge che prevede, in modo molto puntuale, il rispetto della legge dello Stato, disponendo che a carico del Servizio Sanitario Regionale deve essere un livello non inferiore n superiore ai 3,7 posti letto per 1.000 abitanti, comprensivi di 0,7 posti letto per la riabilitazione e la lungodegenza e tre per le acuzie. La Giunta regionale, entro 60 giorni, presenta al Consiglio regionale una proposta di delibera consiliare di modifica della rete ospedaliera.
Ora, riprendo solo alcune delle valutazioni fatte. Credo che vi siano molte modalità per esprimere la contrarietà a una proposta di delibera simile.
L'unica che proprio non può essere utilizzata è dire che, in qualche modo è corretto attendere che la prossima Amministrazione regionale decida perché - lo dico al collega Allemano - in questi giorni voi state decidendo: avete deciso con la votazione del bilancio, cosa mai accaduta precedentemente, e state decidendo con una serie di norme.
Ieri abbiamo votato una legge quadro sulla famiglia, cioè una modifica della legge 1, ma di fatto una legge quadro sulla famiglia; domani porrete in votazione il disegno di legge sugli Enti locali. In sostanza, voi state mettendo delle cambiali normative, o meglio, state certificando l'incapacità di questi anni facendo alla fine, negli ultimi tre giorni utili, ciò che non avete fatto in cinque anni in tema di famiglia e in tema di politiche per la montagna. Ma di ciò avremo modo di discuterne quando ai arriveremo ai testi.
Certamente non è questo un motivo, né il motivo è legato esclusivamente alla dinamica dei posti letto, ma questa proposta di delibera venne presentata nel 2017 (due anni fa) perché evidentemente aveva un punto essenziale, che era il comma 2, cioè il fatto che questa Amministrazione uscita dal Piano di rientro, presentasse al Consiglio regionale un Piano sanitario. Tutti i colleghi del centrosinistra non hanno più memoria di ci che è avvenuto, ma io ricordo in anni passati che due aspetti erano caratterizzanti del centrosinistra: 1) la richiesta del Piano socio sanitario (però poi, quando uno cambia in qualche modo luogo in cui si siede, si dimentica, facendo il Sindaco o l'Assessore, ciò che diceva da Consigliere); 2) l'aspetto legato proprio ai posti letto.
Perché ognuno poi recita la sua parte, no? Anche se penso che un terzo dei colleghi che oggi siedono nei banchi della maggioranza da Amministratori locali, da Consiglieri provinciali, da Presidenti di Provincia, da Consiglieri regionali abbiano partecipato ad almeno cinque, sei o dieci iniziative contro la riconversione dei presidi ospedalieri.
Ora, è evidente che uno nella vita può fare ciò che crede e dare un senso alla coerenza, che è quello che poi esprime negli atti di tutti i giorni: come tale, verrà ovviamente valutato. Io mi battei per il mantenimento dell'Oftalmico quand'ero in maggioranza e l'ho fatto anche quando sono stato all'opposizione, per cui non ho difeso presidi che erano stati convertiti prima né l'ho fatto successivamente, cioè ho cercato di essere coerente rispetto alle battaglie che ho condotto.
Tuttavia, consentitemi di dire - e faccio anche la dichiarazione di voto Presidente, così non prendo altro tempo - che voi potete definire la sanità come volete, nel senso che potete, all'interno di quest'Aula, farci credere che esista una sanità perfetta all'interno di questa Regione. Il Ministero ci certifica, relativamente ai LEA, come migliore Regione italiana. Il Ministero ha un tavolo che verifica i conti e, rispetto ai conti, rispetto ai tagli effettuati e rispetto a quanto viene speso per le prestazioni erogate, certamente questa Regione può essere fra le prime in Italia, ma io non ne farei un vanto.
Vede, Assessore Saitta, se questa sanità funzionasse, avrebbe il miliardo di euro di mobilità attiva della Regione Lombardia, avrebbe centinaia di milioni di euro di mobilità attiva della Regione Emilia, della Regione Toscana, della Regione Veneto. Non avrebbe 100 milioni di.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità (fuori microfono)

Quindi che cosa è successo in passato?



VIGNALE Gian Luca

Glielo spiego molto bene, ma lei lo sa molto bene cosa è capitato in passato.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

No, guardi, che lei sia maleducato è un dato che abbiamo imparato a verificare in questi cinque anni..



PRESIDENTE

Per cortesia, un po' di rispetto.



VIGNALE Gian Luca

Uno che non risponde a una lettera, a casa mia - ognuno a casa propria ha valutazioni differenti - è un maleducato. Uno che non si confronta con il Consiglio regionale, a casa mia istituzionalmente, è un maleducato.



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, la prego di ritornare sulla questione politica.



VIGNALE Gian Luca

Eh, ma se l'Assessore m'interrompe.



PRESIDENTE

Ha fatto male l'Assessore a interromperla.



VIGNALE Gian Luca

Adesso non chiedetemi troppo! Va bene, soprassiedo.
Dicevo che c'è una distinzione concreta, che è quella fra la sanità reale e la sanità raccontata.
Vedete, io vivo questa sorta di schizofrenia politica, per cui vengo in Consiglio regionale e sento dire dall'Assessore, dal Presidente e da altri colleghi che questa è una sanità perfetta, non dico perfetta ma che è una sanità che funziona, che è stata certificata come una delle sanità migliori a livello nazionale eccetera. Poi non dico che mi reco al pronto soccorso io lo faccio senza avvisare - dove inevitabilmente trovo il disagio delle persone, dove inevitabilmente - anche se devo dire altrettanti inevitabilmente e ne discuteremo magari poi brevemente oggi pomeriggio - se uno decide di mettere in un'intera ASL e nei due principali pronto soccorso torinesi dei medici gettonisti che fanno quattro notti in un ospedale e poi uno li rivede dopo un anno, non credo che quella cosa migliori l'attività del Pronto soccorso o i tempi di attesa all'interno di un pronto soccorso.
Ma questo è soltanto un inciso.
Ma non è che c'è solo la sofferenza delle persone che, essendo in un pronto soccorso legittimamente sono arrabbiate, fatemi dire così. Digitate quello che credete su internet per vedere cosa dice una parte consistente del corpo degli operatori sanitari rispetto alla vostra attività in termini di politiche sanitarie, e non è che lo dico io, ma organizzazioni sindacali che tradizionalmente legate al vostro mondo politico (la FIMG e l'ANAAO non sono organizzazioni sindacali che hanno un passato di centrodestra).
Ci sono singoli operatori che, in qualche modo, ci chiedono interventi rispetto a ciò che in questa sanità non funziona e sono singoli di qualunque tipo: c'è quello iscritto ad un'organizzazione sindacale, c'è quello non iscritto, c'è il paziente, c'è il familiare, ed è peraltro la cosa di cui non è che l'opposizione non si è occupata, perché non passa martedì che non ci sia un question time di un collega di minoranza su un tema legato alla sanità.
E allora voi potrete raccontare la sanità che volete, ma esiste un'altra sanità, che è la sanità reale, del mondo reale di cittadini piemontesi che attendono mesi per le cure, perché abbiamo un'enorme mobilità rispetto alla Lombardia, per esami banali, ad esempio la visita oculistica e il tempo d'attesa è un terzo.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Non hai risposto a quello che ti ha chiesto Saitta.



VIGNALE Gian Luca

Perché me l'ha detto il Presidente.
Io rispondo però: quali sono le responsabilità precedenti? Vi sono responsabilità precedenti? Certamente che vi sono responsabilità precedenti, ma su questo tema io parto un po' più indietro, perché è facile partire dal momento in cui la sanità piemontese spendeva 400 milioni di euro in più rispetto al fondo nazionale. La sanità si doveva reggere con il trasferimento dello Stato. La Giunta Bresso ha inserito 900 milioni di euro alle ASL che non ha mai trasferito alle ASL.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Neanche voi l'avete fatto.



PRESIDENTE

Vicepresidente Reschigna!



VIGNALE Gian Luca

Se vuole andiamo al bar. Io, lei e l'Assessore Saitta ne parliamo.



PRESIDENTE

Vicepresidente Reschigna, può lasciare concludere il Consigliere Vignale?



VIGNALE Gian Luca

Ma non sono io che discuto il passato, io non ho discusso il passato. Se vogliamo discutere di passato, lo prendiamo tutto, non ne prendiamo un pezzo.
Volete che vi dica un'altra cosa, Vicepresidente e Presidente, non lo dico all'Assessore? L'Assessore Monferino, che ha fatto un lavoro importante in termini di riduzione della spesa - questo è indubitabile e c'era anche lei non ha avuto la capacità di confronto con il Piemonte, nell'andare a spiegare che quell'attività di riduzione era indispensabile per mettere a salvaguardia i conti della sanità piemontese. Non è che per caso che un giorno non ha più fatto l'Assessore. È mancata la fiducia politica rispetto a una scelta che era troppo tecnicistica, che era troppo lontana dai cittadini piemontesi.
Il problema è che l'Assessore Saitta ha fatto esattamente lo stesso, avendo un profilo politico. L'Assessore Monferino ha tagliato 250 milioni di euro mettendo in salvaguardia la sanità piemontese da amministratore delegato dell'Iveco. Quello faceva nella vita! Faceva il gestore di imprese, non faceva il politico. L'Assessore Saitta ha fatto peggio dell'Assessore Monferino o uguale all'Assessore Monferino in termini di relazione col territorio: non parla con un sindaco, non parla con il Consiglio, non dà dati. Sono sei mesi che chiediamo i dati sulla mobilità passiva e oggi ci snocciola il dato di Biella e di Novara. Ma perché non li porta in Commissione? A dicembre ci aveva detto che li avrebbe portati.
Questo è il tema: ha lo stesso approccio, ma lei arriva dalla politica, lei ha fatto il Sindaco, lei ha fatto il Presidente della Provincia e non pu non sapere, per un tema così delicato come la sanità, come sia indispensabile non soltanto governare - secondo me, l'avete fatto male - ma raccontare come si governa, perché se io chiudo un ospedale o se chiudo un reparto, come diceva lei, per garantire maggiore sicurezza, lo devo spiegare. Non devo solo pensare che nella mia mente o nelle dinamiche scientifiche la chiusura di un presidio sia una cosa positiva, perché quel territorio lo vive in modo negativo, ed è nostro compito, perché siamo pagati per farlo, mediare fra le scelte che facciamo e i cittadini. Per questo siamo pagati, per decidere, ma anche per mediare in termini di comunicazione, così come dalla parola medium latino. Credo che questo compito non l'abbiate assolto e vi siate inventati questa logica di sanità.
Io non dico che non funzioni la sanità piemontese: la sanità piemontese continua ad avere un'eccellenza sull'alta complessità, ma ha problemi giganteschi sulla media e bassa complessità. I tempi d'attesa rispetto alle prestazioni e le modalità con cui abbiamo raccontato quanto avviene, non è quello che può funzionare.
È evidente che la nostra proposta di legge è schematica e neanch'io mi appendo ai numeri. Se è necessario avere il 2,9 ma avere più lungodegenza va bene così. Ma perché facemmo quello? Due anni fa indicammo quella cifra perché chiedevamo che venisse presentato al Consiglio regionale un Piano socio-sanitario. Salvo in una legislatura, dal 1970 in poi il Consiglio regionale ha sempre discusso i temi socio-sanitari anche con il famigerato Assessore Monferino, che presentò, anche se eravamo in piano di rientro, il Piano socio-sanitario al Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, adesso noi avremmo bisogno di spazi non virtuali, ma reali, per confrontarci non tra forze politiche, ma con i cittadini. Spazi reali dove la ragione e l'analisi ci aiuti a far comprendere quello che è successo in Piemonte negli ultimi anni. Non con la comunicazione che troppe volte arriva con formule astratte, con la capacità di modificare il senso della realtà. In quest'Aula abbiamo già parlato altre volte come l'Italia viva sulle percezioni e sull'impossibilità di fare ragionamenti seri e ragionevoli sul merito delle questioni, per riuscire a capire cosa è capitato e per fare analisi corrette e trovare le soluzioni ai problemi.
Mi rivolgo ai colleghi dell'opposizione. In Italia c'è un problema grande come una casa e di fronte alle argomentazioni che ho ascoltato questa mattina devo dire che non ci si rende conto che il problema che vive oggi l'Italia è quello della capacità di mantenere almeno inalterati i diritti fondamentali su cui poggia la nostra Carta Costituzionale. Uno fra questi è il diritto alla salute, a prescindere dalle disponibilità economiche della famiglia da cui si arriva. La salute! Il diritto alla salute e al benessere! Questo è uno dei grandi temi che riguarda l'Italia.
Vogliamo metterci tutti in testa, senza indicare ogni volta il colpevole che il Sistema Sanitario Nazionale rischia di implodere, che non ha abbastanza risorse per continuare così come ha iniziato? Che c'è quella caratteristica che posso associare alla parola bellezza in democrazia, che è il carattere universalistico del Sistema Sanitario Nazionale. Lo stiamo perdendo! C'è un problema di risorse e di capacità ad adeguare il sistema alle nuove esigenze di questa società.
Il Governo - senza individuare i colpevoli, ma con tanta speranza che si comprenda il senso - doveva assicurare almeno dieci miliardi in più sul Fondo Sanitario Nazionale per consentire a tutte le Regioni di far fronte alle nuove esigenze. C'è un problema di sottofinanziamento e incapacità culturale di fare l'analisi corretta sulla questione.
So che il Governo è particolarmente caro ai nazionalisti, ma facciano la battaglia per questo, per chiedere più risorse e per modificare, dove è necessario farlo, non la questione dei posti letto, che è uno dei tantissimi argomenti, nemmeno centrale, rispetto alle questioni che dobbiamo affrontare. Il tema vero è questo che vi ho appena detto.
Nei prossimi due mesi, insieme al mio Gruppo e alla maggioranza, vorrei avere la possibilità di discutere di questa storia, usando argomenti veri riuscendo a capire dove funziona e dove non funziona e utilizzando i bilanci delle nostre aziende. Abbiate il coraggio di discutere del Programma Nazionale Valutazioni Esiti per riuscire a capire cosa capita struttura per struttura, per riuscire a capire, dove le cose non funzionano, quali soluzioni possiamo trovare. Basta con la propaganda che abbiamo ascoltato in questi quattro anni.
Da decenni sono abituato a vivere le dinamiche della politica, ma le dinamiche della politica sono sempre molto utili quando si risolvono i problemi e meno utili quando sono finalizzate soltanto a raccogliere il consenso giocando sulla paura, sulle insicurezze che ci sono ed esistono davvero tra la nostra gente. Guardate che hanno il fiato corto quelle politiche del consenso; forse saranno utili per raccogliere qualche percentuale in più per il giorno dopo, ma sul medio e lungo periodo saranno battute dalla realtà.
La realtà è completamente un'altra da quella che viene raccontata diffondendo percezioni. In questi mesi non ho mai sentito dire, almeno una volta, che in questa Regione è necessario investire sull'innovazione tecnologica. Perché non ci avete mai chiesto in quest'Aula di presentare e approvare un Piano regionale sulla ricerca scientifica e biomedica? Perch non fa consenso questo tema, ma aiuta alla salute dei cittadini. Non avete mai discusso esattamente delle questioni che interessano i cittadini.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, non faccia lo stesso errore.



RAVETTI Domenico

Presidente, su questo sono molto rigido e fermo. Non mi rivolgo a qualcuno in particolare, ma a tutta l'Aula e non ce l'ho con chi risponde mentre io parlo.
Questo è il grande tema, il tema sul quale c'è bisogno di confrontarci con tutte le forze politiche, ma anche con i professionisti, con le associazioni dei medici, con gli infermieri, con i sindacati e con tutti quelli che hanno la consapevolezza che questo sistema sta rischiando una deriva che va fermata attraverso l'innovazione tecnologica (l'abbiamo già detto), la ricerca scientifica collegata a un sistema (quello universitario) che ha bisogno, sulle specializzazioni, di aprire le maglie perché abbiamo bisogno di avere nelle nostre strutture sul territorio più professionisti. C'è bisogno di riempire le nostre strutture di giovani in grado di essere pagati non a gettone, perché ce n'è bisogno! Ce n'è bisogno e abbiamo bisogno di fondi per poter sostenere queste politiche anche rispetto al personale.
Questo è il grande tema, non la difesa del passato. Due anni fa mi è stato concesso di raccontarlo in Aula e voglio ripeterlo adesso che siamo alla fine della legislatura: a me è sufficiente evitare le polemiche e invitare tutti a rileggere ciò che è ancora pubblicato nella sezione "Piani di rientro" del Ministero della Salute, a guida certamente non del Partito Democratico, per rileggere ciò che è stato fatto nella legislatura precedente la nostra, dove altri, nel campo del centrodestra, semplicemente non hanno fatto. Non che abbiano fatto qualcosa di sbagliato, ma semplicemente non hanno fatto, perché non erano nelle condizioni politiche di poter affrontare al meglio l'uscita dal Piano di rientro.
A me, quando qualcuno, nel 2014, ha chiesto una mano per il Piemonte, è stato detto: "Impegnati insieme a tutti gli altri per far uscire il più velocemente possibile questa Regione dal Piano di rientro, dopodiché fate il possibile anche per risalire rispetto ad alcuni indici e classifiche fondamentali in questa nazione, per esempio le griglie LEA".
Guardate: queste cose le abbiamo fatte! Sappiamo che questo non è il migliore dei mondi possibili, non è questo il mondo in cui noi vogliamo far vivere i piemontesi. È un altro, però per arrivarci questa è la strada.
Dovevamo passare di qui e, in questo senso, noi, in ogni caso, andremo avanti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ravetti.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1



PRESIDENTE

indìco la votazione palese sull'articolo 1.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Poiché l'articolo 1 ha avuto esito negativo, l'intero provvedimento decade.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame proposta di legge n. 303, inerente a "Disposizioni per il consolidamento della rete di assistenza per la salute neuropsichica dell'età evolutiva e dell'adolescenza"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 303, di cui al punto 14) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Andrissi, che ha facoltà di intervenire.



ANDRISSI Gianpaolo, relatore

Grazie, Presidente.
Sono onorato di poter presentare questa proposta di legge.



PRESIDENTE

Approvata all'unanimità.



ANDRISSI Gianpaolo

Tra l'altro - se posso - anche finanziata dal Vicepresidente, quindi ha avuto un grosso riconoscimento.
Ringrazio, innanzitutto, la dottoressa Ragazzo, neuropsichiatra di Cuneo oggi in pensione, che più di tutti ha voluto portare avanti questa proposta di legge e mi ha onorato di poterla presentare come primo firmatario.
Inoltre, ringrazio le donne del PD, che sono state le stakeholder all'interno del Partito Democratico (possiamo dirlo): le Consigliere Baricco e Caputo, innanzitutto, ma anche i Consiglieri Andrea Appiano e Paolo Allemano, che hanno sostenuto questo provvedimento. Li voglio ringraziare perché, effettivamente, c'è stato un momento in cui non pensavo si riuscisse ad arrivare all'approvazione. Inoltre, ringrazio la Commissione tutta.
Iniziamo la presentazione.



(Commenti fuori microfono)



ANDRISSI Gianpaolo

Certo, anche il Presidente della Commissione, Domenico Rossi.



PRESIDENTE

Consigliere Andrissi, mi scusi, ma la lista del PD è già stata compilata!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Vada avanti, Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie.
Perché questa proposta di legge? Nel 1999 è nato questo sistema sperimentale in Piemonte, che ha posto al centro dello stesso l'ASL CN1; un sistema di monitoraggio dei dati epidemiologici e dell'assistenza nella neuropsichiatria infantile.
L'obiettivo di questa legge è di trasformare un sistema sperimentale limitato alla gestione da parte di un'Azienda sanitaria a un sistema regionale. Questo è l'obiettivo della legge: un sistema che consenta la valutazione dei dati epidemiologici, che sono in continua e forte evoluzione.
Cito sempre una pubblicazione, che ormai nel mondo sanitario credo sia un riferimento: nel 2009, due importanti scienziati hanno parlato, su The Lancet - un'importantissima e prestigiosa rivista - di questa pandemia silenziosa, parafrasando un testo che ha poi portato alla nascita dell'Ente Protezione Ambientale degli Stati Uniti, sulla "primavera silenziosa" della biologa Carson. La pandemia silenziosa si riferiva alle malattie dell'autismo e dello spettro dell'autismo. In quell'articolo, s'indicava come causa - purtroppo - l'inquinamento da metalli pesanti e da pesticidi.
Non è compito mio (io cerco di farlo nel migliore dei modi), per sicuramente per chi fa politica questi dati, questi allarmi sono e devono diventare un riferimento. Mi sono recato presso il sistema neuropsichiatrico piemontese e ho scoperto che vi era già una raccolta di dati epidemiologici. Leggendo queste relazioni, contenenti i dati epidemiologici e di assistenza - mi riferisco al sistema smile, che la Consigliera Caputo conosce molto bene - si scopre che vi sono delle differenze da Azienda Sanitaria ad Azienda Sanitaria, sia in termini di personale, sia per l'incidenza delle patologie, sia per una serie di dati che diventano veramente allarmanti, e fanno intendere che a livello regionale non vi sia uniformità di assistenza.
Nel suo piccolo, l'obiettivo di questa legge è fare un tentativo di valutazione degli esiti, oltre che del dato epidemiologico. Questo è quanto viene dichiarato nelle finalità all'articolo 1.
Quali sono, dunque, i soggetti che intervengono in questo processo di raccolta dati, che diventa un debito informativo per le Aziende Sanitarie? Anche quest'aspetto è inserito nel testo di legge, per cui è un passaggio importante. I soggetti sono molteplici - troverete, infatti, un lungo elenco - perché l'accesso di questi ragazzini o bambini che hanno questi problemi è molteplice; vi sono molti specialisti, dai fisioterapisti ai logopedisti, agli psicologi, ai neuropsichiatri infantili.
Insomma, abbiamo voluto indicare tutti quelli che, per esperienza rappresentano il primo approccio o il primo contatto con il sistema sanitario da parte di questi bambini con disturbi e dei loro genitori.
L'articolo 3 è l'articolo centrale, perché istituisce la rete informatica.
È l'articolo che ha portato alla norma finanziaria e all'importante finanziamento di 350.000 euro.
Si vuole creare un sistema informatico distribuito in tutte le Aziende Sanitarie Regionali che dialoghi con gli specialisti che prenderanno in carico i pazienti che hanno disturbi psicologici nell'età adolescenziale e infantile.
Con l'articolo 4 creiamo un Osservatorio regionale, che è l'altro cuore pulsante di questo testo legislativo, all'interno del quale saranno presenti diverse figure (oltre all'Assessore e a varie figure dell'Assessorato alla sanità), come pediatri di base, neuropsichiatri psicologi e altri. L'Osservatorio sarà il cuore che elaborerà questi dati e consentirà una valutazione degli esiti sanitari e dei dati epidemiologici che, a detta di specialisti del settore, sono in fortissima evoluzione negativa.
Dunque, l'allarme denunciato su The Lancet nel 2009 viene purtroppo confermato anche dai dati piemontesi. Si tratta, quindi, di un allarme che investe tutto il mondo occidentale.
La composizione e il funzionamento dell'Osservatorio sono trattati all'articolo 5.
Con l'articolo 6 abbiamo previsto una clausola legislativa, con la quale si prevede che l'Osservatorio presenti al Consiglio regionale una relazione annuale sull'attività svolta entro il 31 dicembre: vi anticipo che modificheremo tale termine, nel senso che non sarà più entro il 31 dicembre (la Consigliera Caputo presenterà un emendamento in tal senso), ma "entro il primo trimestre".
La relazione verrà anche resa pubblica, e questo è un aspetto fondamentale quindi oltre a fornire i dati a chi fa ricerca o a chi fa valutazioni negli altri sistemi regionali (e non solo degli altri sistemi regionali), questa legge consentirà anche di rendere pubblici tali dati per chi vorrà informarsi.
Sarà compito della Giunta regionale - lo prevede l'articolo 7 - approvare delle linee guida per regolamentare le modalità di acquisizione e di monitoraggio dei flussi informativi e le modalità per organizzare e gestire le informazioni, oltre che le attività formative e di aggiornamento sulla gestione di questi importanti dati informativi.
L'articolo 8, come ho anticipato, permetterà la divulgazione dei risultati.
Questo è un aspetto importantissimo: attualmente i dati online sono di difficile reperibilità. Spero, dunque, che questa legge consentirà ai Consiglieri regionali e a chi si occuperà di sanità e di organizzazione del sistema sanitario piemontese (e non solo) di avere accesso a questi elementi in modo più facile. Lo consentirà sicuramente a livello nazionale perché - ci tengo a segnalare un esempio, ma non vuole essere certo una critica - una ricercatrice, una dottoranda in medicina, mi ha chiesto i dati degli anni passati perché non sono così di facile accesso. Confidiamo anche in una semplificazione all'accesso.
Abbiamo infine la norma finanziaria, basata sull'articolo 3, cioè sul sistema informatico regionale, che prevede appunto il finanziamento annuale di 350.000 euro. Questo sistema partirà dal 2020, con un finanziamento biennale di 700.000 euro complessivo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Caputo, per la relazione di maggioranza.



CAPUTO Valentina, relatrice

Grazie, Presidente.
Ringrazio per la collaborazione ricevuta in IV Commissione su questo provvedimento, che interviene sulla salute neuropsichiatrica dell'età evolutiva e dell'adolescenza.
In effetti, com'è stato ben spiegato dal collega Andrissi, questa proposta va proprio nell'ottica di implementare, rafforzare e rendere omogenei quei sistemi che già abbiamo (il collega ha citato il sistema smile, che è uno dei più eccellenti in Italia, dobbiamo ricordarlo) e che sono a supporto proprio dei nostri operatori, di chi opera all'interno del settore della neuropsichiatria, per la raccolta dei dati, soprattutto nell'età evolutiva.
È un sistema informativo che può garantire una raccolta dati basata su elementi epidemiologici e d'assistenza univoci su tutto il nostro territorio piemontese.
D'altra parte, l'attenzione c'è sempre stata verso il settore dell'infanzia. Sappiamo che la Convenzione sui diritti dell'infanzia che è stata ratificata in Italia pone proprio al centro quelle che sono le necessità e l'attenzione che occorre avere sui minori. Dobbiamo sempre tenerne conto.
Oggi le fragilità familiari, secondo i dati in nostro possesso, sono in aumento. E noi dobbiamo porre al centro di quelle azioni sanitarie e socio assistenziali soprattutto i minori; dobbiamo pensare a loro, investire e supportare le famiglie che si trovano ad affrontare delle situazioni di difficoltà sin dalla tenera infanzia.
La raccolta dei dati, nell'età evolutiva e nell'età adolescenziale, deve poter incrementare questo sistema smile di cui disponiamo e di cui accennavo prima. La raccolta dei dati è realizzata anche grazie allo sforzo dei nostri operatori - questo lo dobbiamo ricordare - che quotidianamente supportano e sono al fianco delle famiglie, come diceva anche il collega Andrissi. È un percorso che non deve essere interrotto.
Abbiamo lavorato sulla presentazione di numerosi emendamenti alla proposta di legge, che si focalizzano soprattutto sul fatto che non si parla solo di neuropsichiatria infantile, ma anche di psicologia e dell'intervenire su quello che riguarda tutto il settore neurologico, in relazione anche agli aspetti psicologici e di supporto alla famiglia.
Abbiamo lavorato su emendamenti, che reputo fondamentali, che non permettano di separare quello che è l'età dell'infanzia, quindi del minore da quello che sarà l'adulto di domani. Quello che manca è proprio questo: la continuità dei percorsi di cura.
La continuità e la trasmissione dei dati deve essere garantita per chi dopo proseguirà nei percorsi adatti all'utente che viene seguito dai nostri servizi. Questo è uno dei tasselli fondamentali e su questo presenteremo emendamenti.
Crediamo sia importante che nella composizione dell'Osservatorio, definito in legge, ci sia il rappresentante designato dalle associazioni regionali familiari di persone minori affette da disagio psichico, che operano sul territorio regionale, sempre in relazione alla legge del terzo settore.
Questo per la funzione fondamentale che deve avere la famiglia: non dobbiamo abbandonare la famiglia; la famiglia deve essere accompagnata in questi processi attraverso il nostro sistema sanitario.
Un altro nostro emendamento illustra come, attraverso il sito della Regione, si possa avere una mappatura e una panoramica dei dati raccolti ogni anno. Come diceva il collega, riteniamo che la relazione debba essere presentata almeno entro il primo trimestre dell'anno successivo, visto che l'anno si conclude al 31 dicembre, la modificheremo.
Dovremmo anche tener conto, nell'utilizzo del sistema SMILE, delle nuove procedure sanitarie che abbiamo messo in campo in questi anni, tipo l'implementazione del fascicolo sanitario elettronico per i dati sanitari e clinico-assistenziali. Devono integrarsi e non possiamo far sì che restino sempre delle misure separate. Tutte queste misure devono poter lavorare insieme per fornire i dati migliori.
Oltretutto, teniamo sottolineare che la figura che andremo a istituire l'organo dell'osservatorio, è un organo che dovrà lavorare con i centri che già ad oggi lavorano, per esempio, su patologie come l'autismo. Un importante lavoro messo in campo da questa Giunta in questi anni è proprio il supporto alle famiglie e ai pazienti autistici.
È per questo che vogliamo far sì che si possa implementare e si possa lavorare insieme anche su questo settore, sempre con i centri che già stanno lavorando su queste problematiche riguardanti i minori.
Abbiamo già presentato - e sono stati inseriti in legge - altri emendamenti che sottolineano come questi problemi non siano sono solo di natura neuropsichica, ma anche neurologica, psichiatrica e psicologica. Credo sia un percorso importante. Non si devono mai disperdere le opportunità e le ricchezze di cui disponiamo e, quindi, del lavoro importante fatto in questi anni sul tema.
È per questo che abbiamo collaborato affinché si potesse garantire soprattutto la continuità dei percorsi di cura dall'età di un minore all'età adulta e che sia supportato, ma il supporto non deve riguardare solo lui, anche la famiglia.
Ci deve essere una continua collaborazione tra le figure sanitarie che ogni giorno sono preziose per il lavoro fatto all'interno di questi settori e con i pazienti in cura.
Crediamo sia un punto centrale, altrimenti la legge, così come proposta (solo di salvaguardia al sistema smile) rischia di rimanere di nuovo vuota perché il problema reale è proprio quello: manteniamo dei dati e li trasmettiamo per garantire il miglior percorso di cura personalizzato al minore che diventa adulto e che ai 18 anni tutto questo non si interrompa ma che possa avere il miglior servizio di assistenza che gli è dovuto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Caputo.
Abbiamo finito con la presentazione del provvedimento.
Come convenuto nella Conferenza dei Capigruppo, la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata, prevista per oggi alle 14, è posticipata, come abbiamo concordato e anche su richiesta di qualche Capogruppo, alle 14.30.
Gli emendamenti non sono stati ancora consegnati e quindi non abbiamo potuto caricarli, per cui posso dichiarare chiusa la seduta di Consiglio.
Buona giornata a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.55)



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