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Dettaglio seduta n.408 del 25/03/19 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 14.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Ci sono i numeri per cominciare i lavori del Consiglio.
Non vedo il Gruppo Movimento 5 Stelle; prima c'era il Consigliere Andrissi.
Ci sono i numeri per iniziare, ma non stiamo cominciando per rispetto di un'opposizione che non è presente.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 14.32, riprende alle ore 14.33)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
La parola alla Consigliera Chiapello.



CHIAPELLO Carla

Grazie, Presidente.
Chiedo che l'ordine del giorno n. 1616, "Si riducano i pedaggi sulla A6 per compensare i disagi", avente me come prima firmataria, venga messo al primo punto all'o.d.g.
È un documento sottoscritto da tutti i Gruppi e tra l'altro non necessita nemmeno di discussione, pertanto chiedo che venga messo al primo punto all'o.d.g.



PRESIDENTE

Grazie, collega Chiapello.
Il documento è stato firmato da tutti i Gruppi; ne abbiamo parlato anche in sua assenza nella riunione dei Capigruppo, che ha deciso che può essere messo in votazione alla fine della seduta.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento della proposta di legge n. 303, che vede come primo firmatario il sottoscritto, sulla neuropsichiatria infantile. Nella Conferenza dei Capigruppo antecedente all'ultima era stato deciso di inserirla e, probabilmente per un disguido ciò non è avvenuto.



PRESIDENTE

Inseriremo anche quella, se i Capigruppo sono d'accordo.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, così come modificato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 12 e del 13 marzo 2019.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 12 marzo 2019.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Barazzotto, Ferraris, Ferrero, Graglia, Monaco e Motta.


Argomento: Gruppi consiliari

c) Variazione denominazione del Gruppo Chiamparino per il Piemonte


PRESIDENTE

Comunico che, in data 21 marzo 2019, l'Ufficio di Presidenza ha preso atto che il Gruppo Consiliare "Chiamparino per il Piemonte" ha variato la dominazione in "Chiamparino per il Piemonte del Sì".


Argomento:

d) Non impugnativa


PRESIDENTE

In data 20 marzo 2019, il Consiglio dei Ministri ha esaminato le seguenti leggi regionali e ne ha dichiarato la non impugnativa: legge 22 gennaio 2019, "Riordino della norma in materia di agricoltura di sviluppo rurale" legge 22 gennaio "Istituzione del Comune di Lu e Cuccaro Monferrato".


Argomento:

e) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Esame proposta di deliberazione n. 364, inerente a "Piano regionale per la qualità dell'aria. Adozione degli elaborati definitivi, in esito alla procedura di valutazione ambientale strategica, approvazione ai sensi dell'articolo 6 della l.r. 42/2000"


PRESIDENTE

L'esame della proposta di deliberazione n. 364, di cui al punto 3) all'o.d.g. prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Nella seduta pomeridiana del 19 marzo sono stati illustrati e votati gli emendamenti. Siamo alle dichiarazione di voto sul provvedimento.
Gli atti d'indirizzo collegati sono uno a firma del Consigliere Monaco e l'altro della Consigliera Accossato.
La parola al Consigliere Andrissi per dichiarazione di voto.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
In sede di Commissione sul Piano sulla qualità dell'aria sono stati accolti numerosi nostri emendamenti, anche tecnici, correttivi del Piano stesso.
Tuttavia, dobbiamo dire anche che, complessivamente, ci saremmo aspettati qualcosa di più dal punto di vista del riconoscimento dell'emergenza.
L'emergenza non è di oggi, ma è un'emergenza che la zona della Pianura Padana si trascina da decine di anni. Si tratta di un'emergenza che, per quanto riguarda il Piemonte, probabilmente a causa del processo di deindustrializzazione, dal punto di vista dei consumi energetici (come si può vedere nel Piano energetico che questa Regione, purtroppo, non è uscita dotarsi), vi è una riduzione dei livelli della presenza di micropolveri nell'aria che respiriamo tutti i giorni.
Detto ciò, sappiamo che l'impatto dell'inquinamento in Pianura padana è pesantissimo in termini di premorienza, nel senso che anticipa la morte dei cittadini più fragili, soprattutto quelli anziani, i cardiopatici e non solo.
Riteniamo che quest'emergenza sia fondamentale e che debba essere riconosciuta da parte della Regione, sia da un punto di vista politico che da un punto di vista economico, decisamente più consistente: se siamo in procedura d'infrazione non è un caso, perché la politica ha sempre fatto finta che il problema dell'inquinamento atmosferico non esistesse e il deferimento alla Corte di Giustizia europea la dice lunga.
Rispettiamo il lavoro svolto dal Settore regionale, però dalle 46 procedure previste dal Piano sulla tutela dell'aria ci saremmo aspettati molto di più per quanto riguarda i finanziamenti, il cronoprogramma degli interventi e la capacità d'intervento. Per quanto riguarda l'attività industriale, non si può scrivere che, rispetto a quella civile e a quella dei trasporti oggi l'attività industriale è quella con minore impatto sulla qualità dell'aria, e neanche che ci dovremo adeguare alle Best available technologies, non quantificando però ciò che può essere fatto e in che modo.
Purtroppo, la Regione ha dedicato una fase finale della sua attività amministrativa e ha rincorso questo Piano di tutela dell'aria per arrivare entro la scadenza dalla legislatura. Probabilmente andava programmato un po' meglio e bisognava crederci di più anche dal punto di vista economico e per questo motivo noi voteremo con la sola presenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Altri Consiglieri intendono intervenire? Prego, collega Fluttero.



FLUTTERO Andrea

Grazie, Presidente.
In dichiarazione di voto, noi vogliamo mettere in evidenza alcuni aspetti che rendono debole questo Piano, pur riconoscendo l'importanza di approvarlo, per dare un contributo a uno sforzo che, non solo la nostra Regione, ma tutte le Regioni della Pianura Padana, stanno cercando di compiere per migliorare la qualità dell'aria a vantaggio di tutti i cittadini che vi risiedono.
I dati relativi alle malattie connesse alla scarsa qualità dell'aria sono conosciuti e sono spesso diffusi dai media. È indubbio che, rispetto a decine di anni fa, la qualità complessiva dell'aria sia migliorata, ma la ragione per cui oggi siamo consapevoli che però ci sia ancora molto da fare è dovuta anche al fatto che molti anni fa non c'erano nemmeno gli strumenti per alcuni tipi di misurazione: ad esempio, la dannosità delle polveri PM2,5 è di recente individuazione. Di conseguenza, più si sviluppano le tecnologie e più siamo in grado di comprendere anche aspetti dannosi che i nostri stili di vita comportano e che anni fa non eravamo in grado non solo di misurare, ma nemmeno di conoscere nella loro esistenza.
Certamente la nostra società ha fatto molti passi in avanti grazie agli sviluppi tecnologici, però rimane ancora molto da fare, e il fatto che oggi siamo in grado di misurare le sostanze che ci fanno male a livello di qualità dell'aria ci deve spingere ad andare oltre in questa direzione.
Un Piano, come dicevo prima, che mi auguro l'Aula possa approvare; lo approverà con la nostra non partecipazione al voto proprio come segno di apprezzamento per lo sforzo fatto, ma anche come segno di criticità nei confronti di alcuni aspetti che, a nostro modo di vedere, avrebbero potuto essere sviluppati meglio.
Ne cito alcuni: il tema, ci pare non completamente risolto, della produzione di emissioni gassose dall'agricoltura, della gestione del digestato e dei liquidi che vengono utilizzati come nutrienti del territorio, una pratica che, se opportunamente controllata, è in grado di evitare la dispersione di elementi inquinanti del suolo, dunque sicuramente positiva perché consente di arricchire i nutrienti di territori che sono stati molto sfruttati anche dal punto di vista dell'utilizzo dei concimi chimici.
La significativa emissione di gas che non sono loro stessi portatori di polveri PM10, ma sono sostanzialmente dei precursori della formazione delle PM2,5 dal punto di vista chimico quando sono poi in atmosfera, ecco, il non aver affrontato a fondo questo argomento, a nostro modo di vedere, pu essere considerato un limite.
C'è il tema dei trasporti, dove si osservano sicuramente misure interessanti, ma la persistenza di un'eccessiva propensione alle deroghe rispetto a una serie di categorie che è comprensibile ogni anno tornano a farsi vive nel momento in cui si presenta la situazione di emergenza: anche questo ci pare limitativo. Avremmo preferito un Piano che impegnasse in maniera molto più rigida la nostra Regione in investimenti pluriannuali finalizzati ad ammodernare il parco circolante non tanto di auto quanto di mezzi di trasporto o commerciali, che sono spesso quelli più obsoleti dal punto di vista delle emissioni.
Infine, l'aspetto del riscaldamento, perché è di tutta evidenza come quando non siamo nel periodo autunnale e invernale i limiti non vengono superati non solo per questioni atmosferiche, ma perché non vi è l'aggiunta della componente emissiva legata agli impianti di riscaldamento; viceversa quando subentra questo ulteriore carico emissivo, si sfora regolarmente.
Ora, sicuramente in questi anni laddove si è fatto teleriscaldamento s'è fatto bene, laddove si è sostituito il vecchio impianto a gasolio con l'impianto a gas magari di nuova generazione a condensazione s'è fatto altrettanto bene, così pure per pompe di calore, pannelli solari per l'acqua calda e quindi per produrre acqua calda senza combustione. Tuttavia c'è stata - lo sappiamo tutti - una fortissima diffusione del pellet perché è un tipo di combustibile molto semplice da utilizzare, efficace economico e competitivo.
Qui siamo di fronte a una problema di tipo tecnico, perché molti di questi impianti, se non quasi tutti, possono essere installati direttamente dall'utente senza passare da un installatore autorizzato, per cui c'è stata una proliferazione molto importante di questo tipo di impiantistica, che non sempre garantisce un elevato livello di efficienza dal punto di vista delle emissioni, e in più c'è una fortissima presenza di combustibile dicasi pellet - che arriva da tutte le parti del mondo spesso con uno scarso livello di certificazione dal punto di vista della sua qualità.
Ora, ben venga l'utilizzo di combustibili da gestione silvo-forestale dei nostri boschi; dobbiamo però trovare il modo di frenare l'utilizzo di combustibile di matrice legnosa che invece arriva da altre parti del mondo e che, oltre a non portare una ricaduta positiva sui nostri territori dal punto di vista dell'utilizzo opportuno del legname che siamo in grado di ricavare da una buona gestione del nostro patrimonio silvo-forestale, è spesso anche portatore di elementi di inquinamento significativi.
Ecco, la mancanza di maggiore attenzione su questi aspetti, che ho provato rapidamente ad illustrare, ci porta a segnalarvi che il nostro sarà un voto di non partecipazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? Prego, collega Conticelli.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
Ritengo questo un momento importante. Il Piano, nella sua complessità, che emerge anche dal lungo iter istruttorio in Commissione cui hanno partecipato in maniera positiva tutti i Gruppi politici consiliari individua degli elementi strategici che danno finalmente concretezza alle misure per l'ambiente e anche omogeneità.
L'inquinamento è realtà, è più costoso sia economicamente che dal punto di vista sociale e della salute rispetto alle alternative sostenibili.
L'innovazione verde (green) è e il futuro, ma va naturalmente accompagnata perché il sostegno all'ambiente non è necessariamente, anzi non lo è affatto, in contrapposizione con lo sviluppo. Migliorare l'ambiente significa migliorare la qualità della vita dei cittadini e della nostra Regione.
È sbagliato mettere in contrapposizione da un lato la salvaguardia delle risorse e il risanamento dell'ambiente con lo sviluppo e la produttività la qualità della vita con la sostenibilità ambientale. Per questo noi, come Partito Democratico, abbiamo partecipato insieme agli altri Gruppi - e ringraziamo anche la Presidente della Commissione Accossato - a questo lungo lavoro istruttorio per dire anche no ad un ambientalismo di facciata ad un ambientalismo che si limita a dire dei no.
Oggi la sfida, la sfida vera di fronte a cui tutti ci troviamo come amministratori, ma anche come cittadini, è quella di avere delle proposte concrete che siano efficaci e che migliorino la qualità dell'ambiente, ma anche la qualità della vita delle persone e, in particolare, lo sviluppo della nostra regione, che è ancora molto debole e molto a macchia di leopardo.
Quello di oggi è uno step importante, ma dobbiamo essere consapevoli che è pur sempre uno step, perché adesso con gli stralci di piano, con il Piano dei trasporti, con il piano dei finanziamenti veicolati dalla Regione, dei finanziamenti europei per l'efficientamento energetico e la sostituzione del parco veicolare vetusto, si potrà dare gambe reali a questo provvedimento.
Ringrazio, a nome del Partito Democratico, l'Assessore per il lavoro e la pazienza e ringrazio anche la struttura tecnica dell'Assessorato per aver dimostrato anche in questo caso concretezza.
Credo che questo sia il nostro compito più difficile, però è anche la responsabilità più grande a cui siamo chiamati, cioè il pensare che quello che noi qui scriviamo o votiamo, poi cambierà realmente delle cose e deve impattare realmente sulla vita delle persone e deve essere calato sulla realtà ambientale, ma anche socio-economica della nostra Regione. La nostra è una regione che, rispetto alla Pianura Padana, è il cul-de-sac o il fondo del catino, ma è anche un tessuto socio-economico ancora da sostenere e che quindi richiede molta attenzione nel declinare le misure, perché gli interventi di sostegno all'ambiente non possono essere scaricati né sui territori più fragili né sulle fasce più fragili della popolazione.
Il Gruppo del Partito Democratico naturalmente voterà a favore di questo documento nella consapevolezza che però è un percorso da portare avanti insieme anche ai Comuni, alla Città metropolitana, alle Province e ai successivi piani stralcio che l'Assessorato dovrà produrre.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Arrivati a questo punto, credo che sia davvero importante guardare il quadro generale che abbiamo attorno a questo piano. Se è vero che, in qualche modo, saranno le future Giunte e le future Amministrazioni dei nostri territori a guardare con attenzione quello che stiamo votando qui oggi, credo che manchi in generale una grande discussione nel Paese, anche rispetto ai grandi movimenti che ci sono attorno a noi. Non penso solo ai movimenti sociali e ambientali, ma penso alle grandi trasformazioni del mondo economico.
Dico questo, perché spesso nella nostra discussione manca tutta la grande discussione con il piano dell'economia reale, e parlo di quella riconversione ecologica dell'economia che è parte dello sviluppo dei Paesi non solo occidentali. Ormai abbiamo parlato per tutto il weekend dell'accordo con la Cina e credo che se per 15 anni abbiamo parlato dei ritardi di quel mondo, dovremmo guardare con più attenzione, invece, quanto in quell'economia semi-pianificata si sta facendo per porre anche il tema della riconversione ecologica.
Guardo la Giunta e penso che i prossimi anni, in generale, il tema della riconversione ecologica sarà parte di tante discussioni imprenditoriali, ma soprattutto che legano il tema della mobilità ai grandi settori industriali. Penso alla vicenda FCA di cui abbiamo parlato l'altra settimana. Non è indifferente se i Governi investono o meno su alcune vie di sviluppo. Penso al tema dell'idrogeno, che per dieci anni è stato al centro di un pezzo di ricerca nel Nord Europa e in Germania, ma anche nel nostro territorio piemontese. Penso al tema dell'elettrico e penso a quanto questa sfida non sia ancora una sfida collettiva, e per collettiva intendo di tutto il mondo imprenditoriale e di tutta la filiera.
A fianco a questo, ovviamente ci sono i nostri modelli di vita. Credo che questo piano, dai rifiuti al tema dei trasporti, li metta al centro, ma penso al tema in generale della mobilità quotidiana. È chiaro che quella nuvola enorme che sta sopra le nostre teste e di tutta la Pianura Padana è legata a tante vicende. C'è, ovviamente, la vicenda della conformazione fisica di tutta la Pianura Padana e quello che rappresentano le Alpi per noi. È rappresentato dal fatto che siamo stati comunque per tutto lo scorso secolo e ancora oggi la parte produttiva più importante del Paese, dove il carico antropico è ancora fra i più rilevanti.
Se guardiamo poi i dati dell'ARPA, scopriamo in fretta che alcune misure strutturali sono servite. Pensiamo agli anni Novanta e agli inizi degli anni 2000. Pensiamo al teleriscaldamento e alla prima linea di metropolitana, che hanno abbattuto drasticamente le emissioni. È normale in qualche modo, vedere quello che è successo negli ultimi anni e non basta dirci che, purtroppo, la metropolitana è ancora ferma poco oltre il Lingotto. Non basta dirci che, purtroppo, la progettazione della linea 2 è ancora al palo e non basta neanche dirci che lo sforzo del teleriscaldamento a un certo punto si è esaurito.
Il problema è che per fare altri grandi salti strutturali c'è bisogno di una compartecipazione pubblica e privata, e quando parlo del privato parlo di tutti noi, perché da una parte, come dicevano i Consiglieri negli scorsi dibattiti, non si può scaricare tutto sulla responsabilità dei singoli. E ovviamente vi parlo di alcune scelte che, ovviamente, prevedono dei divieti.
D'altra parte, tutto non può essere subordinato a scelte socio-economiche di alcune parti. Come dicevo l'altra settimana, ho avuto l'onore di far parte di una maggioranza in Consiglio comunale a Torino che se avesse, in qualche modo, seguito solo quell'aspetto lì, probabilmente non avremmo fatto alcun tipo di pedonalizzazione, né avremmo fatto alcune scelte, per esempio, sulla ZTL.
Dove si trova il compromesso? Intanto, vi dico che, ma non voglio fare l'ex Consigliere comunale di Torino in Consiglio regionale, alcune scelte non hanno cambiato e non cambieranno la qualità dell'aria. Lo dico sinceramente, credo che abbiamo già disincentivato l'arrivo in centro città di gran parte dei cittadini. Quello che si può fare è evitare che continui a essere un luogo di transito, evitare che, in qualche modo, la città venga congestionata. Per quello io penso - e c'è scritto nel Piano - che è sempre più importante arrivare alla moderazione del traffico, a pensare a borghi sostenibili, a pensare a quello che deve essere il trasporto pubblico oggi.
Le metropolitane hanno davanti a sé una grande occasione. Non bisogna solo rafforzare il tema del trasporto straordinario e il sistema metropolitano ferroviario, non bisogna solo fare delle linee forti, né vanno solo riconvertiti tutti i parchi mezzi, soprattutto quelli su ferro, ma soprattutto le velocità commerciali del trasporto pubblico devono migliorare le loro prestazioni, affinché le persone possono fare delle scelte coerenti con i nuovi indirizzi ambientali, ma per fare questo devono essere aiutate dallo spirito pubblico.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, passiamo agli atti di indirizzo collegati.
. Ordine del giorno n. 1612 presentato da Monaco e Giaccone, inerente a "Modello di esenzione al divieto di circolazione per veicoli alimentati dual-fuel o bi-fuel".
Il Consigliere Giaccone lo dà per illustrato.
Ricordo che è stato modificato il dispositivo: "Impegna la Giunta a valutare l'opportunità di inserire nelle fasce di esenzione i veicoli ad alimentazione dual fuel o mixed fuel descritti in premessa".
. Ordine del giorno n. 1617 presentato da Accossato, Allemano, Appiano e Grimaldi, inerente a "Adozione dei protocolli di sostenibilità ambientale nelle rigenerazioni/riqualificazioni edilizie nella normativa regionale".
La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Il mio atto d'indirizzo riguarda il tema dell'utilizzo dei protocolli di sostenibilità ambientale in tutti i progetti di rigenerazione e riqualificazione edilizia nella normativa regionale.
Il tema energetico del patrimonio edilizio è un tema centrale nel nostro Piano della qualità dell'aria, ragion per cui ho ritenuto di proporre anche condividendolo con l'Assessore Valmaggia, questo atto di indirizzo perché, a valle, nella fase di attuazione del Piano della qualità dell'aria e nei provvedimenti che la Regione, sia come Consiglio sia come Giunta prenderà in questo senso, ci si avvalga, più che di nuove disposizioni, di nuove norme, di nuovi conteggi e di nuove misurazioni autonome, anche dei protocolli di sostenibilità sia internazionali sia nazionali - che già peraltro la Regione utilizza: pensiamo al Protocollo Itaca, ma non solo in modo da mettere in campo metodologie di misurazione e di verifica dei progetti, validate e anche riconosciute, seppure in modo volontario, dai soggetti che sono direttamente partecipanti, come i costruttori piuttosto che il sistema pubblico, che deve monitorare e certificare.
Questo è il tema.



PRESIDENTE

Ricordo che su entrambi gli ordini del giorno vi è un orientamento favorevole della Giunta.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1612, come modificato il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1617, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Invito il Consigliere Rossi a indossare la giacca come tutti i suoi colleghi.
Durante la seduta del 19 marzo è stata approvata una nota di coordinamento alla PDGR n. 364.
Durante la seduta del 19 marzo sono stati approvare alcuni emendamenti.
Il n. 14), a prima firma Ravello, prevede la modifica delle parole "nq" con le parole "100 milioni" e l'introduzione delle relativa nota: "Si prevede di utilizzare risorse necessarie a valere sul FESR della programmazione comunitaria 2021-2028 nella colonna 'Unità di misura (euro)' della tabella 'Indicatori finanziari' della misura EE.03 dell'allegato A alla proposta di deliberazione".
Il n. 45), a prima firma Valetti, che prevede la modifica delle parole "n.q." con la cifra "6.800.000" nella colonna "Unità di misura (euro)" della tabella "Indicatori finanziari", della misura EE.03 dell'allegato A alla proposta di deliberazione.
Il n. 46), a prima firma Valetti, che prevede la soppressione della nota della tabella "Indicatori finanziari" della misura EE.03 dell'allegato A alla proposta di deliberazione.
Si precisa che, per coordinamento, tali modifiche sono da inserirsi cumulativamente e che, quindi, la cifra complessiva che verrà riportata nella colonna "Unità di misura (euro)" della tabella "Indicatori finanziari" della misura EE.03 dell'allegato A sarà pari a "106.800.000" e che la nota verrà sostituita con la seguente: "Si prevede di utilizzare le risorse necessarie a valere sul FESR della programmazione comunitaria 2021 2028".
Per maggiore chiarezza, sulla procedura informatica a supporto della seduta istituzionale trovate la presente nota di coordinamento comprensiva della tabella come emendata.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 364, il cui testo sarà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Esame proposta di deliberazione n. 399, inerente a "Richiesta di modifica della denominazione del Comune da 'Castellania' a 'Castellania Coppi' ai sensi dell'articolo 6, commi 6 e 7 della legge regionale 2 dicembre 1992 n. 51"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 399, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Molto semplicemente, il Comune di Castellania, Comune di nascita di Fausto Coppi, in occasione del centenario della nascita di Fausto Coppi, che corre proprio in questo 2019, ha chiesto la trasformazione della propria denominazione da Castellania in Castellania Coppi.
È stata svolta tutta la procedura e con la presente deliberazione approveremmo la richiesta del Comune di Castellania e l'atto finale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Luca Angelo

Solo per annunciare il voto favorevole del Gruppo di Forza Italia. Si tratta sicuramente di una denominazione che riconosce al territorio della provincia di Alessandria di aver dato i natali al campionissimo Fausto e anche a suo fratello Serse. Infatti, la denominazione con il cognome intende ricordare i due fratelli, entrambi ciclisti professionisti ed entrambi scomparsi prematuramente (Fausto per malattia e Serse per un incidente, una caduta in corsa).
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Rossi.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 399, il cui testo sarà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proposta di deliberazione n. 396, inerente a "Regolamento per l'autonomia contabile del Consiglio regionale del Piemonte" (rinvio)


PRESIDENTE

La proposta di deliberazione n. 396, inerente a "Regolamento per l'autonomia contabile del Consiglio regionale del Piemonte" , di cui al punto 5) all'o.d.g., sarà presentata domani, poiché se ne è occupata avendo questa delega - la Vicepresidente Motta, che ci tiene a presentarla.
Oggi pomeriggio la collega non c'è, pertanto affronteremo questo tema domani, non dovrebbe far perdere molto tempo.


Argomento: Enti strumentali

Esame proposta di deliberazione n. 400, inerente a "Revisione dello Statuto di Agenzia Piemonte Lavoro"


PRESIDENTE

Passiamo a esaminare la proposta di deliberazione n.400, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola all'Assessora Pentenero per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
L'altro giorno, in Commissione, abbiamo esaminato la proposta di modifica dello Statuto dell'Agenzia Piemonte Lavoro. Si tratta di modifiche di Statuto volte a ridefinire l'organizzazione dell'Agenzia Piemonte Lavoro.
Il testo, come abbiamo visto, permette d'impostare i regolamenti sul nuovo livello organizzativo. Come tutti sapete, oggi l'Agenzia avrà al suo interno un numero importante di lavoratori: i dipendenti che sono passati dalle Province all'Agenzia Piemonte Lavoro. Si passa da 421 dipendenti (l'ipotesi attuale) a un numero importante di assunzioni che avverranno nei prossimi anni per effetto della legge di stabilità, in cui avremo un potenziamento, per effetto dei Piani nazionali previsti dal PON e per effetto delle attività integrative che deriveranno dall'assistenza tecnica a seguito dell'accordo avvenuto in Conferenza Stato-Regioni, la scorsa settimana.
È evidente che dobbiamo adeguare lo Statuto con dei nuovi regolamenti che permettano una regolamentazione efficace, che possa rispondere alle competenze che oggi noi attribuiamo all'Agenzia stessa.
Il testo esaminato in Commissione è il testo che abbiamo proposto. Vi è la necessità di presentare alcuni emendamenti, poiché nella riscrittura ci sono una serie di refusi che non toccano l'impostazione sostanziale dello Statuto, ma che vanno a specificare alcuni aspetti che riteniamo utile specificare. Nella trascrizione tra l'approvazione in Giunta e l'approvazione in Consiglio ci sono alcuni aspetti che devono essere emendati, ma che non toccano l'impostazione complessiva e la sostanza degli articoli presenti all'interno dello Statuto.
Presidente, chiedo tre minuti di sospensione per presentarvi gli emendamenti e poter riprendere la discussione.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.13, riprende alle ore 15.28)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Invito i Consiglieri a prendere posto, perché l'Assessore Pentenero illustra gli emendamenti di Giunta.
Invito i Consiglieri a prendere posto, perché non si può lavorare con i Consiglieri in piedi che parlano tra di loro.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 1.1) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 2) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 2.1) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 2.2) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 3) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Prego, Assessora.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Siamo all'articolo 5, emendamento n. 1).
L'articolo 5 tratta il tema del Direttore.
Al comma 5 aggiungere alle parole "Il Direttore ha la rappresentanza legale dell'Agenzia", la seguente frase: "Adesso sono attribuiti tutti i poteri di gestione tecnica, amministrativa e contabile non attribuiti ai dirigenti".
È semplicemente una specificazione sulle attribuzioni e sulle competenze dei dirigenti.
Al comma 6, quindi emendamento 1.1, punto f "Adotta gli atti previsti dall'articolo 8, comma 10, della legge regionale n. 34/2008" e al punto g eliminare il seguente periodo che sta al fondo del periodo evidenziato al punto g "Presiede le commissioni di gare e di concorso", sempre relativamente alle funzioni del Direttore.
L'emendamento 2) è riferito all'articolo 6 e tratta dei Collegi dei Revisori dei Conti.
L'emendamento 1 bis) recita: "Dopo il comma 1 inserire il seguente comma: 'In approvazione dell'articolo 2 della l.r. 23 marzo 1995, n. 39, recante criteri disciplina delle nomine d'incarichi pubblici di competenza regionale dei rapporti tra le Regioni e di soggetti nominali, il Consiglio regionale procede alle nomine di competenza regionale'".
Al comma 5, al punto Elenco b) "eliminare il periodo 'coloro che sono incaricati delle funzioni di cui all'articolo 11, comma 3, lr 41 del 1998'" e l'emendamento n. 2.2), che al comma 7 chiede di sostituire l'ultimo capoverso, il seguente: "Ai componenti del Consiglio dei Revisori dei Conti spetta un'indennità annua lorda nei limiti delle tariffe dei Revisori contabili. L'importo del compenso del Presidente è fissato dalla Giunta regionale, mentre quello spettante a ciascun Sindaco Revisore effettivo è pari l'80% di quello attribuito il Presidente. L'eventuale adeguamento del compenso non ha effetto retroattivo per i componenti in carica e i componenti del Collegio dei Revisori dei Conti residenti fuori dal Comune ove ha sede l'Agenzia Piemonte lavoro spetta altresì il rimborso delle spese di viaggio effettivamente sostenute per lo svolgimento dell'incarico nel limite massimo del 50% del compenso annuo attribuito, al netto degli oneri fiscali e contributivi, da rimborsare secondo i criteri previsti per i dirigenti dell'Agenzia Piemonte Lavoro".
L'ultimo emendamento riguarda l'articolo 17, che è relativo ai Servizi di tesoreria, dove al termine del periodo in cui si definisce il Servizio di tesoreria, si chiede di aggiungere "previa adesione dell'Agenzia alla convenzione stipulata".
Questi sono i refusi che nel passaggio della pubblicazione avvenuta e con il trasferimento del testo in Consiglio regionale, purtroppo, non si sono evidenziati chiaramente. Abbiamo pertanto la necessità di adeguarlo rispetto al testo presentato in Giunta.
Ovviamente, resto a disposizione per eventuali domande o precisazioni in merito sia al testo dello statuto sia agli emendamenti proposti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Vorrei chiedere se sull'articolo 6, comma 5, lettera b), che rimanda all'articolo 11 della legge n. 41 del 1998, s'intende che possono far parte dei Revisori le persone che hanno un contratto di diritto privato a tempo determinato con l'Agenzia Piemonte Lavoro. Non so se ho capito bene.



PRESIDENTE

Prego, Assessora Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Riprendiamo il filo del ragionamento.
All'articolo 6, comma 5 viene eliminato il periodo che recita: "Coloro che sono incaricati delle funzioni di cui all'articolo 11, comma 3 della l.r.
241 del 1998", quindi è esattamente il contrario.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

No, non possono farne parte.
Secondo lo statuto vigente, oggi potrebbero farne parte. Invece, in questo modo si elimina questa possibilità, quindi non possono farne parte.
Il senso dell'articolato è che non possono far parte del Collegio dei Revisori dei Conti.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Chiedo scusa, proviamo a rileggerlo, perché l'emendamento dice che al comma 5, punto Elenco b), eliminare il periodo, poiché l'articolo 11, comma 3 della legge 41 è stato abrogato e, quindi, per le nomine dei Revisori dei Conti valgono i criteri previsti dalla legge 39, cioè valgono tutti i criteri che vengono utilizzati sia dalla Regione sia, in questo caso dall'Agenzia Piemonte Lavoro per le nomine dei Revisori dei Conti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1.1).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2.1).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2.2).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 364, il cui testo sarà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.) - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame proposta di legge n. 180, inerente a "Modifiche alla legge regionale 14 ottobre 2008, n. 30 (Norme per la tutela della salute, il risanamento dell'ambiente, la bonifica e lo smaltimento dell'amianto), alla legge regionale 24 ottobre 2002, n. 24 (Norme per la gestione dei rifiuti), alla legge regionale 13 aprile 1995, n. 60 (Istituzione dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale)"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame della proposta di legge n. 180, inerente a "Modifiche alla legge regionale 14 ottobre 2008, n. 30 (Norme per la tutela della salute, il risanamento dell'ambiente, la bonifica e lo smaltimento dell'amianto), alla legge regionale 24 ottobre 2002, n. 24 (Norme per la gestione dei rifiuti), alla legge regionale 13 aprile 1995, n. 60 (Istituzione dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale)", di cui al punto 7) all'o.d.g.
Correlatore di maggioranza è il Consigliere Andrissi, che ha facoltà di intervenire.



ANDRISSI Gianpaolo, relatore

Grazie, Presidente.
Questa proposta di legge ha l'obiettivo di migliorare la gestione dei materiali contenenti amianto nella regione Piemonte. Come si propone di farlo? L'obiettivo, che è un obiettivo credo importante, parte da un'analisi della situazione della gestione dell'amianto in regione Piemonte, dove abbiamo una capacità per lo smaltimento che è (semplificando) di circa 500.000 metri cubi, mentre la necessità per andare a smaltire completamente il materiale contenente amianto è stimata in due milioni di metri cubi.
Allora, cosa succede? Che continuamente sul territorio arrivano richieste di discariche di superficie per materiali contenenti amianto. Noi crediamo che sia importante innanzitutto mettere dei paletti di tipo ambientale per la realizzazione di queste discariche per materiali contenenti amianto e creare una scala gerarchica, ovvero andare a pensare principalmente a miniere dismesse: in questo modo l'impatto ambientale è più contenuto, cosa che viene già fatta in Paesi come la Germania, che è poi ricettore del 50 dei materiali contenenti amianto che vengono smaltiti dall'Italia.
Quindi è sicuramente pensabile di realizzare un sistema tipo quello tedesco anche in Italia; poi ovviamente vi sono le cave dismesse di superficie però mettendo anche qua dei paletti di tipo ambientale che la legge prevederà in seguito e che poi inserirà la Giunta.
Sicuramente pensiamo alle aree di ricarica: sono le parti del territorio più delicate, perché lì non vi è una falda superficiale e quindi l'inquinante che percola arriva direttamente nell'acqua potabile. Su questo poi sarà la Giunta che metterà questi paletti ambientali, però sicuramente nelle aree di ricarica bisogna mettere delle prescrizioni ambientali, in modo tale da evitare di realizzare discariche di alcun tipo, a mio parere.
Oltre a questo, abbiamo pensato, perché c'è stata una richiesta da parte dell'Università, di creare un centro, utilizzando quanto già previsto dalla legge n. 30, integrando le capacità dell'ASL di Casale con quelle dell'ARPA e con quelle dell'Università, che fino a oggi non erano state considerate.
Infatti, l'Università del Piemonte ha due centri amianto molto avanzati.
Perché questo? Perché riteniamo fondamentale che non sia lasciata alle Province una valutazione delle proposte di impianti alternativi allo smaltimento, in quanto nelle Province non vi sono le competenze per valutare dal punto di vista ambientale, ma anche economico, quei brevetti di tecnica alternativa allo smaltimento, e l'Università ci dice che sono più di 100. Sono quei brevetti che consentono o consentirebbero la completa trasformazione cristallo-chimica delle fibre di amianto; la composizione dell'amianto, che è un silicato, andrebbe incontro a un'altra cristallizzazione, che consentirebbe di formare minerali completamente inerti e quindi la trasformazione di un rifiuto pericoloso in una materia seconda, una volta che questo processo viene riconosciuto.
Per fare ciò, però, vogliamo mettere a disposizione degli Enti pubblici regionali questo centro, che ci consentirà di avere delle valutazioni effettive dell'impatto ambientale del metodo alternativo allo smaltimento e dei costi che questo metodo potrebbe avere. Infatti, bisogna poi mettere tutte le due cose sulla bilancia.
Oltre a ciò, questa proposta di legge di modifica della legge n. 30 ha l'obiettivo di far decollare gli sportelli amianto. Questa è una richiesta venuta dall'Assessore Valmaggia, perché giustamente prima erano previsti a livello comunale. Però fino a oggi sul territorio non vi è stata la diffusione di questi sportelli. Abbiamo inserito uno sportello ogni tot abitanti, in modo tale da far decollare questa importante diffusione sul territorio, che ha una necessità estrema di informazioni sul corretto smaltimento del materiale contenente amianto.
Ultimo, ma sicuramente non ultimo per importanza, abbiamo anche voluto inserire, come già fatto da altre Regioni, una valutazione della presenza delle fibre d'amianto e dei chilometri lineari di tubature in materiali contenenti amianto degli acquedotti. Quest'azione è già stata fatta da altre Regioni, perché, purtroppo, l'amianto presente nell'acqua potabile entra nelle nostre case e vi sono studi che correlano un aumento della presenza nell'ambiente domestico delle fibre d'amianto con la presenza dell'amianto nell'acqua potabile.
Quello che abbiamo voluto mettere in questo testo legislativo è perlomeno una corretta informazione dei cittadini, in modo tale che possano anche valutare la presenza di fibre d'amianto. Questo vale non solo per i cittadini, ma anche per i Consorzi e i Comuni che hanno ancora tubature contenenti amianto. Chi abita in un Comune dove vi sono queste tubature sa che sono particolarmente friabili e quindi si va incontro a continui guasti con conseguenti perdite d'acqua potabile, proprio perché sono tubi che tendono a essere friabili. Ovviamente quando sono friabili immettono grandi quantità di microfibre nelle acque potabili e vale il discorso di prima.
Per quanto riguarda la nocività delle acque contenenti fibre, lo IARC (la Commissione che doveva valutare la nocività delle fibre ingerite con l'acqua) si è spaccata al 50% e quindi non ha riconosciuto una nocività.
C'è solo un limite, che è di sette milioni per litro. Però sappiamo anche che i bambini bevono molto di più, bevono circa sette volte di più di un adulto, quindi i limiti andrebbero calibrati su quelli che sono i nostri minori.
Detto ciò, una conoscenza della presenza delle fibre d'amianto anche nelle acque potabili credo che sia un punto fondamentale di cui questa Regione ha un'estrema necessità.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Accossato, seconda correlatrice di maggioranza.



ACCOSSATO Silvana, relatrice

Aggiungo qualche considerazione come correlatrice di maggioranza, avendo la maggioranza, nel lungo e attento percorso di lavori di Commissione consiliare, deciso di sostenere e appoggiare questa proposta di legge, così come emendata e trasformata.
È bene ricordare che la PDL n. 180 assegnata già nel novembre 2015 alla Commissione prevedeva una serie di interventi anche su altri ambiti d'interesse regionale, che sono poi stati stralciati perché superati dal lavoro consiliare che, nel frattempo, era andato avanti. Mi riferisco, in particolar modo, alla parte che prevedeva un intervento sulla legge n.
24/2002, ma noi abbiamo approvato la nuova legge regionale n. 1/2018 sui rifiuti e interventi sulla legge regionale dell'ARPA, che è la n. 60, poi abrogata e oggetto di una nuova legge che il Consiglio approvò nel 2016.
Oggi però la proposta di legge, così come arriva in Aula, si concentra sul tema dell'amianto, come già ben detto dal collega Andrissi che è il primo firmatario, e si pone nel solco dell'impegno sempre molto attento che questo Consiglio e il Piemonte in generale ha dato alle tematiche relative alla presenza di amianto e alla gestione di questo fenomeno sul nostro territorio. Certamente anche perché il territorio del Piemonte è particolarmente segnato da questo materiale, dal suo utilizzo e dai danni che ha portato a centinaia di cittadini piemontesi.
Questa proposta di legge si colloca in questo solco, proponendo un'attenzione e quindi modifica la legge n. 30 che riguarda le norme per la salute e il risanamento dell'ambiente dall'amianto, ponendo alcune specifiche ulteriori attenzioni che sono già state ricordate prima, ma che in particolare voglio sottolineare anche per testimoniare la condivisione delle forze politiche di maggioranza, al tema dell'individuazione dei luoghi per lo smaltimento di materiali contenenti amianto. Più volte, in quest'Aula e, comunque, nell'attività consiliare di questa legislatura abbiamo sollecitato interventi a sostegno - e sono anche avvenuti - dello smaltimento dell'amianto, sia nel patrimonio pubblico sia in quello privato, che, a oggi, rappresenta ancora la vera macchia nera sul nostro territorio.
Periodicamente l'Assessorato all'Ambiente emana bandi che sostengono quest'attività sia da parte del sistema pubblico degli enti locali, ma anche a favore e a sostegno dell'intervento dei soggetti privati. Su questo tema ci siamo mossi, pur essendoci ancora molto da fare (le superfici coperte con amianto sono ancora numerose sul nostro territorio) e, d'altro canto, c'è poi il tema di dove smaltire in modo corretto e ambientalmente sostenibile e sicuro per i cittadini questi materiali.
Il tema di trovare prioritariamente soluzioni alternative alle discariche e di provare a verificare e a sondare l'impiego di siti estrattivi inattivi era, peraltro, stato già introdotto in alcuni documenti di indirizzo dell'Assessore Valmaggia. Occorrono linee guida e interventi che mettano anche le comunità locali in grado di assumersi le proprie responsabilità di conoscere il fenomeno - perché bisogna sempre conoscerlo - e di assumersi le proprie responsabilità e di svolgere un ruolo di condivisione con il territorio che non sia soltanto quello del proprio giardino.
Credo che, da questo punto di vista, questa proposta di legge, ancorché di pochi articoli, sia un passo importante. Voglio ringraziare la disponibilità dell'Assessore Valmaggia e dei suoi Uffici perché hanno lavorato fattivamente. Voglio ringraziare il collega Andrissi per averci proposto, assieme ai colleghi del Movimento 5 Stelle, una tematica.
Penso che l'approvazione di questa proposta di legge, in chiusura di legislatura, sia un segno importante di come si sia anche riusciti a lavorare, laddove si sono condivisi dei percorsi, in modo trasversale a prescindere dalle ristrette posizioni di appartenenza politica.
Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono interventi in discussione generale? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Sarò brevissimo. Mi sono dimenticato di ringraziare l'Assessorato e, in particolar modo, l'ingegner Schellino, con il quale ho collaborato per mesi. Abbiamo fatto discussioni infinite e elaborazioni infinite, ma è stato veramente utilissimo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Sabato mattina ho partecipato a Casale Monferrato a un interessante e significativo convegno organizzato da AFeVA (Associazione Familiari Vittime dell'Amianto), dall'Associazione Vitas e dalle istituzioni della Città di Casale Monferrato sul tema del mesotelioma.
Durante il dibattito in Commissione sulla modifica della legge ho deciso insieme ai colleghi della provincia di Alessandria, di condividere un ordine del giorno che ho depositato, ma che ritirerò e spiegherò le ragioni. Sapevo della necessità di inserire nel dibattito regionale piemontese il tema della ricerca in sanità correlata alle patologie ambientali, in particolare correlate all'amianto.
Sabato mattina sul tema mesotelioma c'è stato un efficace confronto tra differenti Istituti di Ricovero e Cura a carattere scientifico italiano Milano e Meldola in particolare - che hanno portato alcune esperienze. Per quanto riguarda la Regione Piemonte, alcuni dirigenti sanitari del San Luigi hanno offerto il punto di vista dei ricercatori piemontesi.
Di particolare interesse per quest'Aula sarà sicuramente la voce che abbiamo ascoltato dal vivo di alcuni pazienti che hanno utilizzato una parola su tutte, che è la parola "speranza". E l'hanno legata a un invito alle istituzioni di investire in ricerca, nonostante il mesotelioma sia considerato una malattia rara. Non è una malattia rara a Casale Monferrato ogni anno vengono diagnosticati 50 nuovi casi contro una media regionale pari a 30 e una media nazionale pari a tre.
La parola speranza sta nell'impegno, non nelle parole o nelle intenzioni.
Io sono molto contento e tutti noi dobbiamo essere molto contenti rispetto al fatto che venerdì la Giunta, anche alla luce dell'impegno del Consiglio regionale, abbia adottato una delibera che avvia formalmente il riconoscimento - che dovrà avvenire nei luoghi deputati, quindi Ministero della Salute - dell'Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico sulle patologie ambientali e anche sul mesotelioma, per l'Azienda Ospedaliera alessandrina e l'Azienda sanitaria locale alessandrina. Lì ci sono esperienze che potranno essere utili in questo ambito, non soltanto per la Provincia di Alessandra e per la Regione Piemonte ma, se posso permettermi senza ridondanza, per l'intero pianeta. Ricordo che molti Paesi in via di sviluppo, come Brasile e Russia, utilizzano l'amianto e non l'hanno messo al bando, quindi nel futuro i casi di mesotelioma, purtroppo nel mondo aumenteranno (aggiungo, ancora una volta, purtroppo).
La Giunta ha deliberato, quindi il mio ordine del giorno non serve più, ma serve l'impegno da parte di tutti. Sono convinto che il Governo nazionale a breve, saprà, con i dossier che dovranno produrre le due Aziende alessandrine e anche il Ministero, adottare i provvedimenti necessari per affidare alla Provincia di Alessandria e alla Regione Piemonte il compito di sviluppare al meglio la ricerca pubblica, anche con interventi privati per affrontare tutte le patologie ambientali, in particolare il mesotelioma.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, in qualità di Consigliere, il Consigliere Segretario Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Anch'io esprimo soddisfazione per il buon esito di questa proposta di legge che ha trovato ampia condivisione e approvazione in Commissione e che approda all'esame dell'Aula con gli stessi presupposti. Ringrazio anche le altre forze politiche che hanno collaborato nell'esame in Commissione e gli Uffici del Consiglio e della Giunta regionale, in particolare - come già citato dal collega Andrissi - l'ingegner Schellino.
Questa è stata una legislatura nella quale, al di là delle differenti posizioni tra le varie forze politiche su molti temi, sono stati portati avanti dei piani che attendevano la loro approvazione da anni. È stata la legislatura del Piano regionale amianto, nel quale, tra l'altro, sono stati approvati anche degli emendamenti del Movimento 5 Stelle, che andavano a migliorare il Piano. È un intervento certamente necessario, così com'era certamente necessario un provvedimento che andasse a modificare alcune parti della legge 30, come proposto dalla legge a prima firma del collega Andrissi.
Questo va a completare un quadro che permetterà sicuramente una migliore gestione della questione relativa all'amianto nella nostra regione, che, da una parte, è una pesante eredità dello stabilimento Eternit, che si è diffusa su un ampio territorio, come ben sappiamo, ma dall'altra è dovuta alla presenza di manufatti contenenti amianto.
È, quindi, importante continuare l'opera di contrasto e di prevenzione per risolvere il problema dell'amianto ancora presente e anche per fare dei passi importanti verso la ricerca sul mesotelioma, una malattia che ha un'incidenza molto pesante in Piemonte, in particolare nell'area di Casale Monferrato, rispetto alla quale - secondo le previsioni - dobbiamo ancora vedere il picco d'incidenza.
Ritengo che questo provvedimento sia importante almeno quanto il Piano regionale amianto e che s'inserisca in questo solco.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Mi unisco agli apprezzamenti per il lavoro svolto dai Consiglieri, dalle forze politiche e anche dalla struttura, in particolare la persona che in questi anni ha redatto il Piano amianto e seguito tutta questa partita sul fronte ambientale: l'ingegner Schellino.
È una legge snella, che fa una specie di tagliando alla legge fondamentale del 2008, relativa all'amianto. Pertanto, a distanza di vent'anni c'è un aggiornamento che introduce alcune tipologie nuove di interventi e aggiorna il testo.
Approfitto anche dell'occasione per dire che, in questi anni, dopo aver approvato il Piano amianto si è continuato nei lavori del Comitato strategico amianto presieduto dalla Sindaca di Casale, al quale, insieme all'Assessore Saitta, non abbiamo mai fatto mancare la presenza e l'apporto delle strutture regionali.
Dicevo, in continuità con il Piano è stato anche emesso recentissimamente un nuovo bando finalizzato ai Comuni per oltre due milioni di euro (2.050.000 euro), con contributi per ogni Comune fino a un massimo di 250 mila euro proprio per completare l'eliminazione delle coperture di amianto delle strutture presenti in Eternit nei fabbricati pubblici e dare, quindi un segnale concreto che la Pubblica Amministrazione porta avanti la sua parte di lavoro e la sua parte d'impegno per la bonifica.
Approfitto dell'occasione del Consiglio per segnalare che è aperto (mi pare abbia scadenza il 15 maggio per la presentazione delle domande da parte dei Comuni) un ulteriore bando che si unisce ai bandi precedenti e che fa arrivare a quasi dieci milioni di euro gli investimenti che sono stati messi in campo progressivamente, con diversi bandi, su questo fronte.
Quindi, è un aggiornamento importante, un lavoro che si sta portando progressivamente in esecuzione, compreso il percorso di monitoraggio e di rilevamento svolto da ARPA.
Segnalo che quest'ultima iniziativa non è riferita ai Comuni presenti nel sito d'interesse nazionale, quindi al territorio casalese, a Casale Monferrato e ai 48 Comuni del SIN, avendo questa realtà risorse nazionali direttamente destinate. Pertanto, è un bando riferito a tutto il resto della realtà piemontese.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo in merito a un aspetto contenuto al punto 1 quater dell'articolo 1.
Si dice: "La Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente, stabilisce i criteri per la definizione di compensazione in favore dei territori che ospitano impianti per lo smaltimento dell'amianto anche mediante metodologia alternativa allo smaltimento in discarica".
Io non sono affatto contrario al fatto che comunità o un territorio che si faccia carico di risolvere un problema collettivo e riceva, in qualche modo, una compensazione. Mi domando solo se sia possibile.
Lo dico perché se l'Assessore Valmaggia ricorderà, relativamente al tema della presenza delle discariche facemmo quel lungo "balletto normativo" di abrogazione della compensazione, reintroduzione, impugnazione da parte dello Stato; adesso abbiamo previsto una percentuale di utilizzo della tassa di conferimento in discarica per uno strumento di compensazione.
Volevo solo capire se, in qualche modo, questo articolo è poi applicabile oppure se rischia di essere solo un'enunciazione di principio, che rimane all'interno dell'articolo 1.



PRESIDENTE

Assessore Valmaggia, vuole rispondere? Prego, ne ha facoltà.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Risponderò rapidamente. Intanto il testo individua un percorso, che è quello della definizione dei criteri (non tanto di risorse regionali).
Inoltre, si deve tener conto di tutta la partita che riguarda il conferimento in discarica (quello cui si accennava prima, ovvero il tema delle compensazioni).Vi ricordo che l'amianto è una roccia, è un materiale roccioso, basta andare a visitare Balangero, la più grande cava di amianto d'Europa di qualche decennio fa, per rendersene conto. È una roccia presente anche in natura. Infatti, nel monitoraggio di ARPA si parla di "materiale con amianto di origine naturale" e di "materiale contenente amianto di origine antropica", come gli scavi delle gallerie, il Terzo Valico, eccetera. Anche per quanto riguarda la TAV è un tema che è stato più volte ricordato.
Ritorno al punto. Accanto al tema del riportare l'amianto a dormire sotto terra laddove è stato tirato fuori un secolo fa, o qualche decennio fa, si pensava anche di sviluppare e di approfondire le metodologie alternative allo smaltimento in discarica. È quindi un tema d'altra natura, che va visto all'interno di questo ragionamento complessivo che riguarda i criteri.
Siamo nella logica di un approfondimento sulle procedure alternative intese sia come classico smaltimento in discarica, sia come approfondimento di metodologie alternative viste, però, nella logica del rifiuto speciale della normativa nazionale che riguarda questo. Restiamo, dunque, in quest'ambito.
Peraltro, la verifica svolta dagli Uffici sulla liceità e sulla validità di questo comma è stata positiva.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 1.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 2



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 2.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 3



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 3.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 4



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 4.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Vi ricordo che l'ordine del giorno collegato è stato ritirato.



PRESIDENTE

Pertanto, se non vi sono richieste di intervento per dichiarazione di voto possiamo mettere in votazione l'intero testo di legge.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 369, inerente a "Legge regionale 28 dicembre 2007, n. 28 (Norme sull'istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa) articolo 27 - Atto di indirizzo per l'attuazione degli interventi in materia di diritto allo studio"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di deliberazione n. 369, di cui al punto 8) all'o.d.g.
La parola all'Assessora Pentenero per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Grazie, Presidente.
L'atto d'indirizzo contempla il piano attuativo della legge n. 28.
Sostanzialmente, è lo strumento con il quale noi possiamo procedere alla definizione delle misure per l'anno 2019, la cui prima misura è l'emissione del bando per l'assegnazione delle risorse sul diritto allo studio.
La novità del piano introdotto - e quindi le modifiche rispetto all'introduzione del voucher - permette di far sì che tutte le risorse che oggi abbiamo a disposizione in materia di diritto allo studio, sia sul piano regionale che sul piano nazionale, confluiscano in un unico contenitore - usiamo questo termine per semplificare la questione - e ci permettano, quindi, di stilare le due graduatorie, che, come sapete, si distinguono in "iscrizione e frequenza" e "integrazione dell'offerta formativa".
L'approvazione dell'atto di indirizzo che è stato portato in Commissione e che è stato già discusso in tre sedute diversificate (sia prima che dopo il periodo natalizio) per noi è importante al fine di poter procedere con l'emissione del bando, come dicevo un attimo fa, per il diritto allo studio.



PRESIDENTE

Vi sono richieste di intervento in fase di discussione generale o sull'illustrazione testé svolta dall'Assessora? Vi ricordo che sono stati presentati due emendamenti: Il primo, il n. 1), a firma Ravello, è stato ritirato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 2) presentato da Fluttero e Vignale



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Tale emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Se non ci sono dichiarazioni di voto, possiamo mettere in votazione la proposta di deliberazione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 369, il cui testo sarà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.


Argomento:

Programmazione lavori


PRESIDENTE

All'o.d.g. è previsto il punto 9), "Relazione conclusiva dell'indagine conoscitiva inerente alle vicende di Finpiemonte S.p.A".
L'Assessore arriverà fra alcuni minuti, potremmo sospendere un attimo il Consiglio.
Prego, Consigliere Rostagno.



ROSTAGNO Elvio

Mancando il Presidente della I Commissione, chiederei di rinviare a domani questo argomento.



PRESIDENTE

L'Assessore non c'è ancora.
Per la proposta di legge n. 275 "Attività di vaccino vigilanza attiva, in attuazione del decreto legge 7 giugno 2017, n. 73 recante "Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale e del Decreto ministeriale del 30 aprile 2015" e per la n. 251 "Rimodulazione della dotazione di posti letto ospedalieri" del Consigliere Vignale, non è presente l'Assessore Saitta (forse non pensava nemmeno che saremmo arrivati così in fretta a questo punto), per cui potremmo passare alla proposta di legge n. 257) "Disposizioni in materia di promozione e valorizzazione della famiglia e delle generalità in ambito regionale".



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Per Finpiemonte?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Andiamo avanti con la proposta di legge n. 257).
Prego, Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Presidente, se intende andare avanti con l'o.d.g., e adesso c'è Finpiemonte, faccia pure.



PRESIDENTE

Il Gruppo PD è d'accordo per andare avanti con Finpiemonte?



RAVETTI Domenico

Noi non abbiamo problemi. Se invece ritiene di spostarlo, per ragioni che lei ritiene opportune, non ci sono problemi anche in quel caso.



PRESIDENTE

Nell'incontro che avevamo fatto, i Capigruppo l'avevano ipotizzato per domani, però non è che possiamo spostare tutto a domani. Abbiamo molti provvedimenti da approvare. Se continuiamo con questo ritmo e anche con questo modo di ragionare tra maggioranza e opposizione, tutti i provvedimenti possono essere portati a compimento.
Intanto è presto, sono le 16.20, secondo me c'è il tempo anche per la relazione su Finpiemonte.
Cominciamo con la proposta di legge n. 257).


Argomento: Asili nido - Famiglie

Esame proposta di legge n. 257, inerente a "Disposizioni in materia di promozione e valorizzazione della famiglia e della generalità in ambito regionale. Modifiche alle leggi regionali 8 gennaio 2004, n. 1 (Norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento) e 15 gennaio 1973, n. 3 (Criteri generali per la costruzione, l'impianto, la gestione ed il controllo degli asili nido comunali e costruiti e gestiti con il concorso dello Stato di cui alla legge 6 dicembre 1971, n. 1044 e con quello della Regione)"


PRESIDENTE

Passiamo a esaminare la proposta di deliberazione n. 257), di cui al punto 12) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Valle, relatore di maggioranza.



VALLE Daniele, relatore

Grazie, Presidente.
Anche per lasciare spazio ai lavori, che in questa settimana sono particolarmente intensi, cercherò di essere estremamente sintetico e illustrare i tratti salienti di questa proposta di legge, con la quale andiamo sostanzialmente ad aggiornare le previsioni della legge regionale n. 1 del 2004 sui servizi sociali e, in particolare, tutti gli articoli che si occupano, all'interno di questa, della famiglia.
Sappiamo che la tutela della famiglia e la promozione della genitorialità sono, per una questione di risorse, un po' la "Cenerentola" dei pilastri di azione della Regione e dei nostri Consorzi e servizi socio-assistenziali sul territorio. Non per questo, però, non meritano una strumentazione legislativa adeguata ai tempi.
Con questa proposta di legge, che s'inserisce tecnicamente all'interno della legge n. 1 del 2004, andiamo ad aggiornarne le previsioni, cercando di ampliarne la portata, in particolare con riferimento alla genitorialità alla bigenitorialità e al sostegno di tutte le famiglie. Dall'altro canto andiamo a istituzionalizzare alcune buone prassi sviluppatesi in questo periodo. Penso, in particolare, al coordinamento dei centri per la famiglia, di cui molti consorzi e molti ambiti del socio-assistenziali che operano sul territorio si sono già adottati e si stanno ritrovando attivamente per coordinare le loro politiche.
Rispetto al testo originale in Commissione, anche se in tempi sacrificati perché eravamo proprio in queste ultime settimane, c'è stato un positivo confronto con le altre forze politiche del Consiglio, che ci ha portato, da un canto, a ridurne la portata, proprio per garantire l'invarianza finanziaria della norma; dall'altro, per alleggerirlo rispetto ad alcune proposte che la rendevano un po' farraginosa e che non trovavano convinzione da parte di alcuni colleghi, in particolare del Movimento 5 Stelle.
Mi preme segnalare che c'è anche una piccola, quasi insignificante modifica della legge n. 3 del 1973, relativa agli asili nido, che non ne snatura assolutamente la portata, ma che individua questo tipo di strutture dove all'interno i Comuni e i Consorzi possono ipoteticamente sviluppare attività dei Centri per la famiglia. Sappiamo che sono luoghi che le famiglie sono già abituate a frequentare e sono strutture che molto spesso nell'orario pomeridiano e nei weekend, non sono utilizzate e che potrebbero, invece, da questo punto di vista, rappresentare una sinergia interessante.
C'era una proposta del Movimento 5 Stelle, che non so se è stata presentata, che noi abbiamo condiviso molto, sulla creazione di un portale sulla falsariga di quello che avevamo ipotizzato per la legge sulle politiche giovanili, che avevamo ipotizzato di promuovere con un ordine del giorno.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valle.
La parola alla Consigliera Frediani, relatrice di minoranza.



FREDIANI Francesca, relatrice

Grazie, Presidente.
Poiché non ci aspettavamo questo balzo in avanti dell'o.d.g., non abbiamo ancora preparato l'ordine del giorno relativo al portale, quindi chiederemmo cinque minuti, per poterlo preparare.



PRESIDENTE

Non ci sono problemi.
Possiamo sospendere i lavori per qualche minuto.
Prego.



FREDIANI Francesca

Se vuole, Presidente, procederei brevemente con la relazione, per non sottrarre tempo.



PRESIDENTE

Frediani, è uguale, faccia come vuole lei.
Prego, Valle.



VALLE Daniele

Poiché questa proposta era condivisa e ci trovava favorevoli, proporrei alla Presidenza e ai colleghi di andare avanti con i lavori, e intanto di scrivere l'ordine del giorno per bene per votarlo domani mattina o appena sarà pronto.



PRESIDENTE

No, le leggi vanno concluse.
Collega Frediani, lei ha chiesto di intervenire adesso per tre minuti e poi di intervenire dopo per altri sette? Non c'è problema. Va bene.
Intervenga adesso per tre minuti e poi interverrà per altri sette dopo. È questa la sua richiesta? La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

In realtà, l'accordo permane.
Volevo solo dire che essendo un tema che tratta problematiche e aspetti assolutamente condivisibili, abbiamo cercato di lavorare già in Commissione per migliorare il testo.
Il testo porta delle modifiche a due leggi che, per alcuni aspetti, sono superate e che quindi richiedevano un aggiornamento. Tant'è che uno dei nostri emendamenti è stato proprio relativo alla definizione di "famiglie" piuttosto che "famiglia".



PRESIDENTE

Forse, non è chiaro che i Consiglieri devono stare al loro posto! Altrimenti, se uno parla con l'altro, in una sala in cui ci sono 50 persone, nessuno può sentire chi interviene e questo vale anche per chi sta ai lati dell'aula.
Prego, Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Stavo dicendo che è significativo che uno dei nostri emendamenti approvati in Commissione abbia portato alla definizione del concetto di "famiglie" piuttosto che di "famiglia" e questo è decisamente indice dell'aggiornamento che le leggi richiedevano proprio per cercare di accogliere tutti i vari tipi di famiglia che attualmente sono riconosciuti nel nostro ordinamento. Per il resto, ovviamente, sosteniamo le modifiche proposte, le finalità di questa legge e il ruolo che di centralità che viene dato alla famiglia nel sistema sociale piemontese.
Per quello che riguarda il portale, si trattava di una nostra proposta che imitava quanto già avvenuto relativamente al disegno di legge sulle politiche giovanili, cioè l'idea di creare uno spazio virtuale in cui le famiglie possano trovare tutte le informazioni relative alle tematiche che le riguardano.
Abbiamo proposto un emendamento, che però non ha potuto trovare accoglimento perché non prevedeva un'invarianza finanziaria e, quindi, si era pensato di depositare un atto di indirizzo, che però oggi non è ancora pronto, perché la scaletta un prevista nell'o.d.g. non è stata pienamente rispettata, avendo avuto tempistiche diverse.
Pertanto, a questo punto, abbiamo due possibilità: si sospende e si prepara l'ordine del giorno e poi, nell'arco della seduta, si vota tutto quanto oppure si vota il testo di legge e poi quest'ordine del giorno, essendo condiviso, lo si vota insieme agli altri gli altri ordini del giorno condivisi.



PRESIDENTE

Poiché abbiamo l'esigenza di fare una riunione dei Capigruppo, possiamo sospendere la seduta per alcuni minuti.
Consigliere Valle, prego.



VALLE Daniele

Poco fa ho provato a dire che questa proposta incontra il favore dei colleghi e poiché l'ordine del giorno è condiviso, ci spiaceva buttarlo giù in cinque minuti in modo raffazzonato.
Noi siamo disponibili a votare il testo della legge e di preparare per bene l'ordine del giorno, per inserirlo nell'ordine dei lavori quando sarà pronto, oggi o domani, in maniera che possiamo scrivere un testo fatto per bene e condiviso.



PRESIDENTE

Va bene.



VALLE Daniele

Collegato o non collegato al testo di legge, la sostanza non cambia l'importante è un ordine del giorno che impegni la Giunta a lavorare in quella direzione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Scusi, Presidente parlo a nome del Gruppo Moderati e non sono d'accordo: o seguiamo un Regolamento valido per tutti, oppure fa ognuno fa quello che vuole.
Allora, si sta discutendo una proposta di legge: si discuta subito l'ordine del giorno collegato. Domani l'ordine del giorno non sarà più collegato e quindi non siamo d'accordo: o seguiamo il Regolamento, oppure non lo seguiamo. Perché altrimenti domani discutiamo anche altri ordini del giorno, Presidente.



PRESIDENTE

Collega Batzella, è già successo tante volte. Qui non infrangiamo nessun Regolamento: è già successo molte volte che si approvi un disegno di legge (penso al bilancio) e poi, in un secondo momento, venga approvato l'ordine del giorno collegato a quel disegno di legge.
Quindi, se seguiamo questa strada - e io credo che vada seguita considerato che c'è la disponibilità del Consiglio a seguirla, almeno di gran parte del Consiglio - questo si può fare e non infrange nessun Regolamento.



BATZELLA Stefania

Allora, nel corso delle sedute le ricorderemo anche questo, Presidente.
Grazie.



PRESIDENTE

Lei mi può ricordare tutto quello che vuole e nessuno le impedisce di farlo. Personalmente ho buona memoria e quello che non riesco a ricordare lo scrivo.
A ogni modo, lei mi dica poi quello che ritiene di rammentarmi.
L'ordine del giorno sarà preparato e domani o dopodomani - quando sarà pronto - troveremo il tempo di esaminarlo, peraltro assieme ad altri ordini del giorno che sono stati presentati e su cui c'è il consenso. Quindi andiamo avanti con il disegno di legge.
Collega Frediani, possiamo considerare conclusa la sua relazione.
Vi sono interventi in discussione generale? Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Le proposte di legge sono sempre utili o, meglio, approvare una norma ancor più se riguarda la famiglia, è certamente sempre utile. Qui si certifica solo un fatto: che quest'Amministrazione si è occupata pochissimo di politiche familiari perché, se a quattro giorni dalla conclusione della legislatura mettiamo in discussione una proposta di legge, peraltro discussa e votata in tempi estremamente non ristretti, ma negli ultimi mesi in sede di IV Commissione, significa che si è data la valenza che si riteneva dare a un tema come la famiglia. Lo dico pensando al fatto che dal bilancio del 2014 fino ancora al bilancio appena approvato, non sono mai mancati uno o più emendamenti del sottoscritto di sostegno alla natalità.
Vedete, la proposta di legge, di per sé, non è neppure una brutta proposta di legge rispetto a ciò che le parole dicono, ma vi sono però due aspetti che intendiamo sottolineare.
Il primo è che è fin ridondante rispetto a ciò che non si è fatto, nel senso che - come dicevo - dopo cinque anni, su una proposta consiliare e non della Giunta - va fatto merito, ovviamente, ai colleghi che l'hanno presentata e discussa - arrivare a discuterla il quart'ultimo giorno utile ecco, già questo ovviamente è un limite semplicemente perché non sarà mai quest'Amministrazione regionale a porre in essere ciò che è scritto all'interno della norma.
Un secondo requisito che bisogna avere - credo - ancorché si sia nell'ultima settimana di Consiglio regionale di questa legislatura, è un po' di serietà normativa. Certamente io non voterò contro questa norma questo è scontato; vedrò poi se esprimere un voto favorevole o di partecipazione semplicemente per i motivi che sto indicando.
In secondo luogo, dicevo, a pochi giorni dalla fine del Consiglio, inserire in termini assoluti tutto ciò che è stato introdotto all'interno di questa proposta di legge significa cambiare in modo sostanziale quelle che sono le priorità della Regione Piemonte.
Badate, io sarei ovviamente lieto se questa Regione, così come proposto dal sottoscritto in decine di occasioni, volesse non tanto porre il tema sugli asili nido e basta, ma intendesse fare una valutazione complessiva sul sostegno al mondo della famiglia partendo dall'assegno di natalità erogato mensilmente (ciò di cui noi ci siamo fatti portavoce in più di un'occasione) fino a molte altre misure. Sarebbe positivo, ma questo purtroppo non è mai avvenuto e non ho mai sentito nessun Consigliere fare delle valutazioni, per esempio, su qualcosa che chiunque può leggere nel piccolo documento che abbiamo steso per la campagna elettorale in corso ricordando i numeri drammatici di questa Regione.
Noi, due anni fa, abbiamo perso complessivamente 17.000 cittadini piemontesi e nel 2018 ne abbiamo persi 19.000, cioè ogni anno ci giochiamo una media città piemontese in termini di denatalità. Non siamo gli unici nel senso che purtroppo tutte le Regioni italiane, salvo l'Alto Adige hanno tassi di natalità negativi, neppure sopperiti dal tasso immigratorio o dalla maggiore natalità delle famiglie immigrate. Ma che vi sia un'emergenza legata alle culle vuote - mi permetto di dire, che vi sia un'emergenza legata alle culle vuote di famiglie italiane - questa sarebbe dovuta essere una priorità di quest'Amministrazione regionale. Ci arriva a tempo scaduto con una proposta di legge del Consiglio? Forse.
Da questo punto di vista, devo dire ai colleghi che hanno steso una legge così impegnativa - perché poi è sufficiente leggere tutto ciò che prevede la stessa norma - che è un po' curioso che uno per cinque anni si dimentichi dell'esistenza dell'istituto famiglia. Anzi, questo Consiglio regionale si è speso quanto mai per fare norme legate alla parità di diritti, ha discusso per settimane ordini del giorno di Cirinnà varie e quant'altro. Certamente rispetto al tema di quella che viene definita famiglia tradizionale - poi chiamatela come volete - cioè la famiglia in cui esiste un padre, una madre e dei figli, questo Consiglio regionale non ha mai fatto nulla. Ha ridotto quelli che erano alcuni stanziamenti, mentre la vecchia e vituperata Giunta il bonus bebè regionale l'aveva inserito. È vero che c'è quello nazionale, ma male non avrebbe fatto addizionare a quello nazionale quello regionale. Non ha fatto alcun tipo di riforma rispetto all'assistenza da zero a tre anni.
Sempre la vecchia e vituperata Giunta almeno aveva finanziato moltissime classi primavera che hanno un grande vantaggio, cioè che dai due ai tre anni una famiglia può inserire nel mondo dell'istruzione il proprio figlio a un costo decisamente inferiore rispetto a quello dei nidi.
Quindi, che cosa intendiamo? "Promuovere le famiglie nello svolgimento delle funzioni sociali ed educative, sostenere la genitorialità e la natalità, agevolare la formazione e lo sviluppo di nuove famiglie sostenere la corresponsabilità paritaria dei genitori negli impegni di crescita ed educazione dei figli, sostenendo il ruolo della paternità e della maternità, favorire l'istituzione, il mantenimento e la diffusione di servizi aziendali ed interaziendali a supporto delle famiglie". Il futuro Palazzo unico non ha il nido aziendale e questo Consiglio regionale ha respinto più ordini del giorno che prevedevano la costituzione dei nidi aziendali all'interno degli ospedali piemontesi.
Ancora: "Promuovere iniziative di informazione e formazione rivolte alle famiglie e ai genitori per un approfondimento delle loro funzioni e responsabilità educative, sostenere la responsabilità sociale e la coesione dei territori in materia di politiche familiari, promuovere l'adozione di una fiscalità più attenta e modulate in base alle necessità delle famiglie". Questo Consiglio regionale ha respinto una mozione da me presentata rispetto al quoziente familiare.
"Promuovere e sviluppare idonee attività di sostegno ai genitori in situazioni di vulnerabilità per migliorare le competenze educative, anche al fine di evitarne l'allontanamento dei minori". E su questo tema potremmo dire molto, mentre noi abbiamo introdotto all'interno di una nostra norma una delle tante norme manifesto dell'Assessora Cerutti - la responsabilità visiva, cioè la responsabilità del genitore (spesso della madre, ma non solo) che assiste a una situazione di nocumento familiare all'interno della propria famiglia, ma non fa nulla. Poi abbiamo i centri per la famiglia, la Consulta regionale per la famiglia, i tempi di cura, i tempi di lavoro e i tempi delle città.
Quindi, diventa davvero stridente - e concludo, perché il mio tempo è finito - pensare che si possa per cinque anni non fare assolutamente nulla in termini di politiche familiari, se non il minimo indispensabile.
Devo ricordare quante volte abbiamo dovuto intervenire per garantire una provvidenza sufficiente (anche nell'ultimo bilancio) rispetto, ad esempio agli assegni di studio, mentre è stata fatta una politica che ha incentivato, in modo assolutamente significativo, quelli che sono gli assegni sul diritto allo studio universitario. Non è che una sia contrastante rispetto all'altra, ma è una scelta. Cioè, se io definisco che voglio una città universitaria e voglio favorire il diritto allo studio di un over diciottenne e non metto neanche un soldo in più per sostenere chi ha un figlio da zero a tre anni, non faccio una politica a sostegno della natalità e una politica a sostegno delle famiglie, ma faccio una politica a sostegno del diritto allo studio universitario, che sono due cose differenti. La seconda starebbe bene se ci fosse il primo pilastro, perch se non nascono figli, non andranno neanche alle scuole medie, alle medie superiori e all'università. Quindi, se sostengo, triplicando la provvidenza da otto a 20 milioni, il diritto allo studio universitario e non ho mai messo un euro in più rispetto al tema legato alle famiglie - ancora quest'anno sul diritto allo studio mancano delle risorse per coprire un bando - è assolutamente evidente che non si è fatto nulla.
Dopodiché si può votare una proposta di legge. È una proposta di legge che rimane come lascito delle cose non fatte che avremmo voluto fare e che non siamo stati in grado di fare, ma soprattutto che non abbiamo avuto la sensibilità di fare. Questo è il tema. Non è una brutta legge, ma il problema vero è che non è stato fatto nulla nell'arco dei cinque anni di legislatura a favore delle famiglie.



PRESIDENTE

Non vi sono altri interventi in discussione generale.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 1.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 2



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 2.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 3



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
È tanto vero quanto sto dicendo che rilevo un aspetto in termini di voto un aspetto interessante che testimonia come una parte di questa maggioranza subisca un provvedimento a favore della famiglia. Nell'arco di cinque anni non c'è mai stato un provvedimento che sia stato approvato con 19 voti favorevoli (articolo 1) e 20 voti favorevoli (articolo 2). Al netto del fatto che l'articolo passa perché, è evidente, con 20 voti favorevoli e con delle presenze l'articolo viene comunque approvato, ma è altrettante evidente che vi è una responsabilità politica nell'espressione di un voto.
Se una maggioranza si esprime in una parte minoritaria del Consiglio regionale, cioè se 19 voti su 50 si esprimono a favore di una politica a favore della famiglia, testimonia quanto detto precedentemente. Testimonia che anche questo provvedimento, che nasce dalle sollecitazioni del Forum delle famiglie e dall'iniziativa di qualche singolo esponente della maggioranza, non è una legge della maggioranza e non è mai stata una politica della maggioranza. Lo ripeto: 19 voti favorevoli sull'articolo 1 e 20 sull'articolo 2. Voti che non vi sono mai stati su nessun provvedimento votato nell'arco di cinque anni. Non c'è nulla di casuale. Abbiamo passato mesi a discutere leggi che hanno minato il concetto di famiglia normalmente intesa come fa questa legge. Questa legge ha un concetto di famiglia che vede al proprio interno un padre, una madre e dei figli e non importa se siano sposati civilmente, legalmente o separati. Non importa. Questa legge parla di un soggetto, che è quello che penso anch'io, che è costituito da un padre, una madre e dei figli. Tant'è che di quei soggetti parla questa norma.
Per mesi abbiamo discusso in Commissione e in Aula di soggetti che non erano una famiglia, ma erano surrogati di famiglia, erano nuove forme di famiglia di cui, ovviamente, l'Assessora Cerutti si è fatta portavoce in modo assolutamente significativo. È evidente che l'espressione del voto non è casuale. Non erano assenti dei Consiglieri, semplicemente ci sono stati dei colleghi di maggioranza che non hanno espresso un voto favorevole, ma hanno dato soltanto la loro presenza.
Poiché ognuno ha le sue ultime leggine da portare a casa in questi ultimi giorni di legislatura che, ovviamente, rimarranno come una sorta di testimonianza politica di ciò che non si è fatto, è evidente che non posso votare contro la legge di un collega che, a sua volta, dovrà votare la mia per cui do la presenza, ma sono sempre 19 voti favorevoli rispetto all'articolo 1 e 20 voti favorevoli rispetto all'articolo 2.
Ragion per cui, a partire dall'articolo 3, chiedo l'appello nominale.



BERTOLA GIORGIO



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di intervento? Indìco la votazione nominale sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 4



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'articolo 4.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 5



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'articolo 5.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 6



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'articolo 6.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 7



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'articolo 7.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 8



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 8 introduce una clausola d'invarianza finanziaria. Questo tradotto per chi non segue con puntualità i lavori del Consiglio regionale significa che la norma non stanzia maggiori risorse rispetto a quelle che già sono presenti all'interno del bilancio del Consiglio regionale, perch la politica, non sempre, ma in particolar modo relativamente al sostegno della genitorialità e della natalità, non può che farsi con misure che abbiano una valenza economica; le stesse che vengono ricordate all'interno della norma.
Fra le tante che ho ricordato, pensiamo agli aspetti di fiscalità di vantaggio, al tema legato al sostegno alla natalità, a quello rispetto ai servizi. Certamente, i tempi di lavoro possono avvenire in organizzazioni che ragionano con le teste di una famiglia e non con quelle di chi non ha una famiglia; certamente, sui tempi di lavoro si può ragionare senza costi.
Lo dico, perché riguarda un provvedimento sul telelavoro, che presentai che non ha un maggior costo per l'Amministrazione regionale, anzi ha un minor costo e spesso agevola i genitori, tanto i padri quanto le madri.
Pertanto, da questo punto di vista ci sono misure che non hanno costi. Ce ne sono certamente molte altre, che sono quelle indicate nella legge, che dei costi non possono non averli.
Si dirà - è quello che c'è scritto nella puntuale nota relativa agli oneri finanziari allegata alla proposta di legge 257 - che, leggendo quella nota possiamo vedere come tutta una serie di risorse siano già previste e stanziate all'interno del bilancio del Consiglio regionale. Questo è certamente vero, però, se uno prende la normativa che noi abbiamo modificato (la legge 1/2004) e la confronta con la normativa che stiamo approvando, si renderà conto che vi sono una serie di misure che non possono non costare di più rispetto a prima.
È evidente che anche la norma d'invarianza finanziaria, che troppe volte è stata utilizzata, significa che, in realtà, questa (l'ho detto in apertura e lo dico anche in conclusione) non è una cattiva legge, tutt'altro: è una legge che, se fosse stata presentata nel 2016-2017, cioè con il tempo necessario per poterla approvare, avrebbe visto senz'altro il mio voto favorevole.
Si tratta, però, di una norma (ed è l'unico motivo per cui non ho dato un voto favorevole alla legge) che non vedrà mai attuazione in questa legislatura e che non prevede risorse aggiuntive, per fare in modo che chi ci sostituirà a partire dalla prossima legislatura potrà, nel rispetto di questa legge, stanziare nuove risorse.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione nominale sull'articolo 8.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.04 riprende alle ore 17.07)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Enti strumentali

Relazione conclusiva dell'indagine conoscitiva inerente alle vicende di Finpiemonte S.p.A.


PRESIDENTE

Passiamo alla relazione conclusiva dell'indagine conoscitiva inerente alle vicende di Finpiemonte S.p.A., di cui al punto 9) all'o.d.g.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, chiedo scusa! Abbiamo ripreso la seduta, per cui vi prego di sedervi.
Dicevo, passiamo alla relazione conclusiva della Commissione d'indagine conoscitiva inerente alle vicende e al ruolo assunto da Finpiemonte S.p.A.
Le Commissioni permanenti I e III e la Commissione speciale di indagine per la promozione e la cultura della legalità e il contrasto dei fenomeni mafiosi in data 20 febbraio 2019 hanno concluso i propri lavori di indagine conoscitiva inerente alle vicende e al ruolo assunto da Finpiemonte S.p.A.
trasmettendo all'Aula consiliare, ai sensi dell'articolo 32 comma 3 del Regolamento, le seguenti relazioni conclusive: la relazione sottoscritta dai Consiglieri Fluttero, Ravello e Vignale; la relazione sottoscritta dai Consiglieri Bertola, Mighetti, Bono e dalla Consigliera Frediani; la relazione sottoscritta dai Consiglieri Barazzotto, Gallo, Appiano e Grimaldi.
Chi desidera intervenire per l'illustrazione delle relazioni? Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Proverò a sintetizzare la relazione che il Partito Democratico e la maggioranza hanno predisposto rispetto ai lavori di questa Commissione.
È una relazione corposa, costituita da una ventina di pagine, nella quale abbiamo cercato di esaminare il percorso che le tre Commissioni hanno svolto secondo il mandato affidato dall'Ufficio di Presidenza, e di giungere a una sintesi di quello che è emerso da questa indagine conoscitiva.
In accordo con tutti i Capigruppo, abbiamo suddiviso il lavoro delle Commissioni sostanzialmente in due parti. La prima parte è legata alle audizioni e agli approfondimenti inerenti alla vicenda; comprende quindi l'audizione del Consiglio di amministrazione, del Collegio sindacale e delle parti che, come Consiglio regionale, abbiamo ritenuto necessario audire. La seconda parte, invece, è relativa alla riorganizzazione di Finpiemonte e alla nuova Finpiemonte, quindi alle indicazioni della Giunta regionale dalle quali siamo partiti per poi giungere alla riorganizzazione di Finpiemonte, alla riduzione del capitale sociale e all'immissione nel circuito economico delle risorse di Finpiemonte. Ma su questo arriverò al fondo della mia relazione.
Abbiamo raccolto molti documenti, sia relativi ai bilanci della società sia relativi alla gestione di Finpiemonte, quindi a come erano strutturate al proprio interno le procedure, gli organi di controllo e quant'altro partendo dall'inizio e sapendo che Finpiemonte S.p.A. è una finanziaria soggetta alle regole del Codice Civile, quindi alle normative, e con una governance ben definita.
Siamo partiti da un postulato chiaro ed evidente, che abbiamo voluto mettere in risalto fin dalle prime pagine: sia la società Finpiemonte che la Regione Piemonte sono parte lesa in questa vicenda, così come tutto il Consiglio regionale. Nessuno poteva immaginarsi di trovarsi in questa situazione. Di quest'aspetto abbiamo già discusso in più momenti nei mesi scorsi e non sono mancate le comunicazioni da parte della Giunta regionale che oggi ringrazio sia per il continuo coinvolgimento delle Commissioni e del Consiglio intero, sia per le comunicazioni rilasciate ogniqualvolta sono state richieste, sia perché si è prestata nei lavori della Commissione a mettere ovviamente a disposizione documenti, informative e quant'altro fosse necessario ai Commissari per approfondire il discorso.
Vi è stata, quindi, la massima disponibilità da parte della Giunta regionale per i lavori di questa Commissione.
Siamo partiti in primis con la prima audizione del 3 maggio. Ricordo che i lavori della Commissione si sono conclusi nell'estate, poi sono state convocate altre sedute di Commissione per cercare di redigere un documento di sintesi dei lavori, che però non ha portato a un documento unitario della Commissione, che, come vedremo, ha tre relazione distinte.
Come dicevo, siamo partiti dall'audizione del Segretario generale della Regione Piemonte in merito alla materia del controllo analogo.
Il controllo analogo è una di quelle materie molto tecniche e molto articolate che abbiamo voluto approfondire anche su richiesta di alcuni Consiglieri; si tratta, sostanzialmente, di una tematica che è stata affrontata dalla legge Madia nel 2015 per introdurre un sistema di controllo degli organi della Giunta regionale e delle Giunte comunali verso le proprie società partecipate, con l'introduzione dei meccanismi di controllo standard.
La Regione Piemonte, a seguito del testo unico della legge Madia del 2016 ha introdotto una delibera di Giunta regionale (rivisitandola anche nel 2017) che introduce la normativa e i meccanismi di controllo interno.
Con il Segretario generale e la Giunta ci siamo voluti soffermare sulla natura di questi controlli analoghi.
Il controllo analogo - lo diciamo avendo esaminato anche i documenti e avendo prestato molta attenzione al momento di confronto col Segretario generale e la Giunta - è un controllo cui è soggetta Finpiemonte in quanto società in house della Regione Piemonte, ma non è sinonimo di "controllo contabile amministrativo".
Il controllo analogo nasce, sostanzialmente, per due finalità: la prima è di controllo strategico della funzione delle società soggette al controllo analogo. Adesso ci soffermiamo su Finpiemonte, ma ovviamente è una normativa estendibile a tutte le società rientranti in quella tipologia quindi un controllo strategico effettuato sugli atti più significativi degli organismi, in ordine alla coerenza complessiva dell'andamento della società, rispetto agli obiettivi e alle volontà stabiliti dalla Giunta regionale e dal socio, in determinate disposizioni normative, ovviamente le delibere di Giunta regionale.
Il secondo è un controllo sulla gestione, ma finalizzato alla verifica dell'efficienza, efficacia ed economicità di questa gestione. Pertanto sono ben chiari i due obiettivi dell'introduzione, da parte della legge Madia, del controllo analogo.
Ovviamente il controllo analogo, essendo stato introdotto nel 2016, è stato testato e aggiornato di volta in volta anche nel 2017. Bene evidenzia il Segretario Generale, in una delle sue dichiarazioni all'interno dalla Commissione (secondo me significativa), in cui con chiarezza dice (e noi lo citiamo nella relazione): "Il controllo analogo che effettuano gli Uffici regionali non si sostituisce ai regolamenti interni di controllo".
Ho letto un virgolettato.
In base a tutto ciò, risulta evidente che ci sono funzioni diverse rispetto allo standard dei controlli e il controllo interno diventa uno dei capisaldi fondamentali per la buona gestione della società; controllo interno articolato nelle varie funzioni che il Codice Civile determina (dal Collegio sindacale alla società di revisione, all'internal auditing).
Non vorrei dimenticarne qualcuno, ma cito questi perché sono i soggetti che, tra loro dialogando, controllano e gestiscono la società.
È evidente, anche da tutte le audizioni e dai documenti che abbiamo esaminato, che non vi deve essere nessun tipo di ingerenza, da parte della Giunta regionale o dell'organo di indirizzo politico, rispetto alla gestione della società e di una società per azioni.
Questo, ovviamente, non è avvenuto ed è giusto che non avvenisse.
Vado per sommi capi perché la relazione è articolata e corposa e vengono citati stralci di documenti depositati che abbiamo potuto esaminare, ma è evidente che nelle nostre conclusioni possiamo evidenziare che in alcuni casi appare, o apparirebbe, non adeguato il dialogo tra i vari organi preposti al controllo. In alcuni casi non è stato possibile approfondire determinati aspetti, perché alcuni soggetti da noi invitati non hanno partecipato alle audizioni, quindi anche il nostro percorso di approfondimento non è potuto andare nel dettaglio in alcuni aspetti. Di questo ce ne rammarichiamo.
Per quello che abbiamo potuto evidenziare, sicuramente questa è una delle evidenze da mettere in evidenza (scusate il gioco di parole).
L'altro elemento chiaro è che non è stata data nessuna informativa, da nessun tipo di organo di controllo, alla Giunta regionale, rispetto a quanto stava o si presumeva potesse accadere. La Giunta regionale, quindi ha provveduto a denunciare tutto quello che era venuta a conoscenza nel momento in cui è emerso, come le cronache ci raccontano.
Nella seconda parte abbiamo voluto approfondire, insieme alla Giunta regionale (e anche di questo la ringraziamo), come andare a rimettere in circolo le risorse che erano state accantonate e portate ad aumento di capitale di Finpiemonte, e in che modo andare a destinarle sulle leggi regionali.
Le due Commissioni successive hanno approfondito, partendo dal documento che ci è stato consegnato dalla Giunta regionale, le leggi e le priorità che si volevano andare a finanziare con gli oltre 200 milioni che si era ipotizzato di reintrodurre nel sistema economico, con la riduzione del capitale sociale.
Così è stato, perché negli atti successivi, come sappiamo, con atti legislativi e normativi sono state ridotte le risorse e re-introdotte nel sistema economico.
Mi preme dire una cosa: in tutti questi mesi, in cui Finpiemonte ha vissuto questi eventi, in realtà, l'attività di Finpiemonte non si è mai interrotta. Noi lo segniamo con chiarezza al termine della nostra relazione. Se prendiamo come riferimento il periodo 2018-2019, tutte le risorse legate al POR FESR, quindi ai fondi europei, sono state continuamente erogate. L'attività non si è mai interrotta, tant'è che sono stati messi a disposizione, del sistema economico, da 20 a 28 bandi, per un totale di 250 milioni di euro messi a disposizione del sistema economico.
Questo ci fa dire che l'attività ordinaria di gestione dei fondi europei del miliardo di fondi europei a disposizione del Piemonte, non si è mai interrotta ed è sempre proseguita.
Oggi possiamo contare, anche grazie alla buona gestione della Giunta regionale, sui 200 milioni accantonati per l'aumento di capitale sociale e che oggi, proprio nelle ultime settimane, stanno pian piano diventando bandi effettivi, sui quali le nostre imprese piemontesi potranno fare domanda e potranno avere risorse economiche a disposizione.
Grazie.



OTTRIA DOMENICO



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallo.
La parola alla Consigliera Frediani per la seconda relazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ripercorriamo anche noi brevemente la vicenda, già riassunta dal Presidente Gallo, anche se da una prospettiva parzialmente diversa dalla nostra (motivo per cui non abbiamo sottoscritto un atto comune al termine dell'indagine conoscitiva).
Ricordiamo anche noi che l'indagine conoscitiva è stata avviata con delibera del Consiglio regionale n. 92 del 2018.
Le vicende in oggetto erano quelle relative alla gestione impropria e fuori controllo di una somma corrispondente a circa 50 milioni di euro, da parte dell'istituto finanziario regionale, Finpiemonte S.p.A.; Finpiemonte che come riportiamo nella nostra relazione, è stato istituito con legge regionale n. 8 del 1976 e successivamente riorganizzato con la legge regionale n. 17 del 2007.
Finpiemonte è una società a capitale interamente pubblico a prevalente partecipazione regionale e operava - e opera, insomma - a favore della Regione e degli altri Enti costituenti o partecipanti.
In particolare, nel comma 2 dell'articolo 3, si afferma: "La Giunta regionale, con proprio provvedimento verifica lo stato di attuazione degli obiettivi assegnati, anche sotto il profilo dell'efficacia, efficienza ed economicità". In questo comma si evidenzia il ruolo della Giunta rispetto all'attività di Finpiemonte.
Quando abbiamo appreso la gravità dei fatti dalla viva voce del Presidente e dai giornali, prima dell'avvio dell'indagine conoscitiva e valutativa abbiamo fin da subito chiesto la costituzione di una Commissione d'inchiesta attraverso la nostra mozione n. 1299 del 27 dicembre 2017, che purtroppo è stata bocciata.
Abbiamo accolto questa bocciatura con rammarico, perché la Commissione d'inchiesta avrebbe avuto possibilità di fruire di un maggior potere di accertamento da parte dei Commissari, quindi rimane un po' l'amarezza per non aver potuto servirsi di questa possibilità, che avrebbe potuto offrire strumenti aggiuntivi e più potenti rispetto a quelli che sono stati concessi a una semplice indagine conoscitiva.
Abbiamo partecipato attivamente a tutte le sedute di Commissione l'indagine si è svolta nell'arco temporale compreso fra il 3 maggio 2018 e il 26 luglio 2018. Inoltre, si sono svolte 12 sedute e in sette di queste abbiamo potuto audire quasi tutti i soggetti utili a definire il quadro oggetto dell'indagine conoscitiva.
Per completezza, nella nostra relazione abbiamo indicato tutti soggetti che sono stati auditi, sottolineando come non sia stato possibile, per indisponibilità, audire la società Deloitte e lo Studio legale Tosetto Weigmann e Associati.
Nella relazione si trovava il dettaglio del corposo materiale che abbiamo avuto a disposizione, sia quello portato dagli auditi sia quello reperito attraverso l'Ufficio di Presidenza della Commissione. Inoltre, nella relazione ripercorriamo tutto il percorso di quello che, secondo noi, è l'aspetto critico di questa vicenda, quindi il fatto che, ancora ignari di quello che stava succedendo, si stesse attuando un progetto per rendere Finpiemonte un intermediario finanziario. Il progetto è fallito e c'è stata una retromarcia da parte della Giunta, proprio in seguito a questi fatti.
Dal 2009 Finpiemonte era iscritta nell'elenco generale del testo unico bancario degli intermediari finanziari vigilati dalla Banca d'Italia ed era, pertanto, autorizzata a concedere finanziamenti sotto qualsiasi forma.
Nel 2015, è entrato in vigore il Decreto Ministeriale n. 53, che aveva ridefinito il contenuto delle attività riservate agli intermediari finanziari e le circostanze in cui potevano essere esercitate nei confronti del pubblico.
In base alla riforma del Titolo V, con il testo unico bancario (entrato definitivamente in vigore nel 2015 con un periodo transitorio di un anno) gli intermediari finanziari sono ora autorizzati dalla Banca d'Italia all'esercizio dell'attività di concessione di finanziamento sotto qualsiasi forma, incluso anche il rilascio di garanzie, e sono iscritti in un apposito Albo previsto dall'articolo n. 106 del testo unico bancario. Gli intermediari finanziari possono svolgere l'attività di gestione di fondi pubblici, ai sensi dell'articolo 47, anche in via non subordinata.
Inoltre, c'è stata la decisione politica, quella che ha trovato concretizzazione nella delibera di Giunta n. 14.28.57 del 1° febbraio 2016 dal titolo "Società finanziaria regionale Finpiemonte SpA - Indirizzi operativi". In questa delibera si definiva come indispensabile che Finpiemonte presentasse istanza d'autorizzazione per l'iscrizione all'Albo di cui all'articolo n. 106 del decreto legislativo del 1° settembre 1993 n. 385, quello relativo al testo unico bancario.
L'obiettivo era di consentire a Finpiemonte di agire come intermediario finanziario autorizzato e vigilato, con la possibilità di attivare - quello che abbiamo definito - un "significativo effetto leva sulle risorse" e pertanto, adempisse alle condizioni richieste per ottenere tale iscrizione e procedesse all'adozione delle modifiche statutarie e regolamentari richieste, nonché all'adozione di un piano industriale.
Finpiemonte, per l'appunto, ha predisposto il proprio piano strategico 2016 2018 approvato dal Consiglio d'Amministrazione e dall'Assemblea dei soci in data 4-8 febbraio 2016 e poi trasmesso alla Banca d'Italia nell'ambito del programma di attività il successivo 12 febbraio.
La posticipazione dei tempi attesi di ricezione dell'autorizzazione da Banca d'Italia, unitamente al ritardo rispetto alla pianificazione iniziale del versamento della prima tranche di aumento di capitale del 2017, da gennaio, aprile e maggio, e dell'avvio dei finanziamenti BEI, ha portato a ipotizzare un avvio dell'attività di cofinanziamento successivo rispetto alla prima ipotesi d'inizio anno e l'ha dilazionato nel corso dell'anno.
Finpiemonte, in un primo momento, ha comunque ottenuto l'autorizzazione ad agire come intermediario finanziario da parte di Banca d'Italia e le sono stati affidati compiti quali l'assistenza tecnica su progetti specifici e la gestione delle agevolazioni, con particolare riferimento agli strumenti finanziari previsti dai fondi europei; tale qualifica le ha permesso inoltre, di partecipare ai fondi d'investimento.
Nel corso della Commissione d'indagine, abbiamo anche approfondito il tema della possibile nuova struttura di Finpiemonte, quella che per l'appunto voleva trasformarla in una società d'intermediazione finanziaria. Questo progetto ipotizzava alcuni passaggi: il primo era la revoca delle disposizioni di aumento del capitale sociale, precedentemente autorizzato fino a 600 milioni, con conseguente utilizzo delle risorse reperite dal capitale sociale per investimenti su assi strategici definiti. Poi, la previsione d'interventi organizzativi, finalizzati alla verifica dell'assetto di Finpiemonte, con particolare attenzione al profilo dei controlli. Infine, il percorso di riunificazione tra Finpiemonte con Finpiemonte Partecipazioni S.p.A.
Noi, più volte, abbiamo fatto presente, sia in Commissione sia in Aula durante le discussioni relative alla trasformazione, il rischio di non avere gli strumenti di controllo adeguati, quindi il rischio di non individuare in modo chiaro ed efficace i soggetti che avrebbero dovuto essere responsabili del controllo, e ricordo anche una serie di emendamenti presentati in questo senso.
Tornando alle audizioni svolte, sottolineiamo nuovamente come il limite più grande sia stato quello di aver scelto una Commissione d'indagine, anzich una Commissione d'inchiesta, e tale limite si è concretizzato proprio nel momento in cui si è avviata in concomitanza l'indagine giudiziaria. Questo ha fatto sì che diversi soggetti pubblici abbiano rifiutato di presentare delle documentazioni che sarebbero state fondamentali per approfondire i fatti e dunque la Commissione si è ritrovata un po' a dover lavorare senza avere a disposizione tutti i documenti necessari. Quello che è successo dopo lo sappiamo: la Regione ha rinunciato al piano di trasformazione di Finpiemonte in soggetto bancario.
È evidente che le principali conseguenze del fallimento di questo progetto e ovviamente di tutta la questione che è stata ed è tuttora oggetto d'inchiesta, sono ricadute pesantemente su tutto il tessuto produttivo; a questo si deve anche sommare l'ammanco di circa sei milioni di euro dalle casse della finanziaria, oltre a investimenti in prodotti speculativi per circa 45 milioni, con un'apparente minusvalenza di cinque milioni al momento dell'apertura dell'indagine conoscitiva.
È chiaro che i processi di gestione interna sono sempre perfezionabili però occorre sottolineare che più un processo necessita di ulteriori controlli, minore è la responsabilità che viene delegata ai singoli componenti del processo. Nella situazione in oggetto, diventa difficile collegare i mancati controlli a un problema organizzativo. Infatti è emerso che il nesso causale è imputabile - questo nella migliore delle ipotesi - a una scarsa diligenza di diversi soggetti che erano preposti al controllo stesso. Ad esempio, è emersa quella situazione paradossale che, se non si fosse trattato di una situazione così grave, avrebbe quasi fatto sorridere: il fatto che la società di revisione avrebbe scritto un'epistola elettronica al Presidente del Collegio sindacale, avvertendo che vi erano dei problemi legati al conto svizzero aperto presso Vontobel, divenuto poi appunto l'oggetto dello scandalo, ma a tale mail non è seguita alcuna risposta in quanto, secondo quanto riportato in Commissione, per un'incomprensione non sarebbe stata nemmeno aperta e la società di revisione non si sarebbe premurata di capire il motivo per cui non ci fosse stato riscontro a tale sua epistola. Quindi una situazione piuttosto paradossale, ai limiti della credibilità di chi la racconta.
Nel corso dell'audizione della società di revisione Ernst &Young ovviamente non abbiamo inserito riferimenti a persone precise nella nostra relazione - si è affermato che in un contesto complesso è altamente improbabile che una sola persona possa essere l'artefice di un disegno non in linea con le norme di legge. Poi si è aggiunto: un singolo commette un errore sulla sua specifica attività; è chiaro che, se ci sono più errori nella stessa catena di attività, vuol dire che tutto l'impianto è sbagliato a monte. In seguito ovviamente si denuncia un'inadeguata attività di vigilanza da parte di più di un soggetto, quindi una serie di eventi, per collegati a una serie di negligenze messe in atto da singole persone.
Da tutto questo si evince - per concludere - che, per quanto si potesse ritenere efficiente il sistema di controllo, e così ci è stato risposto più volte anche in seguito alle nostre sollecitazioni in Aula, quando abbiamo espresso più volte i nostri timori rispetto ai sistemi di controllo, esso realtà si avvaleva di procedure frammentate, che deresponsabilizzano i vari soggetti ed è evidente che, laddove i soggetti controllori non adempiono correttamente ai loro doveri, il sistema fallisce.
Preoccupa quindi pensare come una finanziaria in possesso delle caratteristiche per diventare un istituto bancario sottoposto a vigilanza dalla Banca d'Italia - quindi il procedimento era in atto, procedimento che la Giunta ha avviato con decisione politica - potesse lasciare in mano a singoli soggetti una tale libertà di azione senza aver prima predisposto un controllo efficace.



PRESIDENTE

Passiamo ora alla terza relazione, che ha tre firmatari, ma credo che ci sia solo il Consigliere Vignale, cui lascio la parola.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
La relazione presentata dal Presidente Fluttero, dal Presidente Ravello e dal sottoscritto, a nome ovviamente dei Gruppi consiliari del centrodestra ha una finalità: non certo quella, come le relazioni dei colleghi, di sostituirsi all'organo giudicante, ovvero alla Magistratura, ma quella di cercare di valutare le responsabilità politiche, ove ve ne siano - e secondo noi ve ne sono - all'interno della situazione di Finpiemonte situazione che parte certamente da un errore: quello di aver voluto trasformare la finanziaria regionale in banca.
Questo errore è duplice: in primo luogo, perché ha in qualche modo bloccato l'attività stessa di Finpiemonte o l'ha resa estremamente più complessa, ma non è di questo che parleremo; in secondo luogo perché, nel momento in cui si trasforma una finanziaria in banca, è necessario avere la certezza che si garantisca un adeguato controllo relativamente all'esistenza della banca stessa. Tant'è che nella nostra relazione facciamo presente come si pu ipotizzare che, per oltre un anno, la mancata assunzione di un risk manager e la contestuale mancanza e definizione da parte della Giunta di adeguati sistemi alternativi di controllo per gestire questo periodo transitorio abbia rappresentato un elemento - noi sottolineiamo il principale elemento di fragilità del sistema che ha reso possibile la realizzazione dei fatti oggetto di indagine.
Non ci soffermeremo neanche per un istante su responsabilità personali, che non sta a noi valutare, ma ci soffermeremo sul fatto di come sia potuto accadere quanto è avvenuto. Per ricordarlo, il 27 gennaio 2016 il Consiglio di Amministrazione di Finpiemonte approva il trasferimento alla Banca Vontobel di un lotto di liquidità di 50 milioni di euro, modalità che, se non fosse per ciò che è accaduto in seguito, è una modalità che avveniva con altri istituti bancari.
Finpiemonte non tiene una propria giacenza in un cassetto, ma ovviamente utilizza strumenti e istituti bancari per far fruttare senza rischio il proprio denaro. Dopo quattro mesi parte un bonifico irregolare di due milioni a una società privata, il successivo 13 giugno un bonifico di 1,4 milioni di euro a un'altra società privata e addirittura il 13 gennaio dell'anno successivo (2017) parte un terzo bonifico di due milioni e mezzo di euro.
La Magistratura sta valutando quali siano le responsabilità. È curioso un aspetto e non riguarda Finpiemonte, ma potrebbe riguardare l'ultima partecipata regionale e potrebbe riguardare l'ultimo nostro conto corrente personale o qualunque conto corrente di un'azienda. Ognuno faccia le proporzioni che ritiene, ma se io presto a un istituto bancario 50.000 euro e dopo pochi mesi non riesco più ad entrare nel mio internet banking quindi non posso più controllare la mia liquidità e ci impiego da gennaio 2016 a ottobre 2017 a scoprire che in questo conto corrente c'è qualcosa che, in qualche modo, non quadra, questo è un aspetto che non avviene nella più piccola società partecipata regionale. Il problema non è di chi ha la responsabilità, perché ovviamente non attiene a noi individuarla; il problema è come sia potuto accadere.
Come dicevo precedentemente, nell'ultima società partecipata regionale se l'amministratore delegato, da una parte, e, dall'altra parte, il dirigente tenuto alla contabilità e al settore finanziario si accorge dopo tre giorni che non può più accedere a un conto corrente bancario, è evidente che intraprende subito tutte le iniziative possibili per fare in modo che ci avvenga.
L'attuale Presidente di Finpiemonte ha dichiarato in seno alla Commissione che è venuto a conoscenza di questa situazione nell'ottobre 2017, quindi nove mesi dopo l'apertura del trasferimento di liquidità di 50 milioni di euro e dopo molti mesi in cui quel conto era, di fatto, irraggiungibile per tutto il sistema Finpiemonte, che se si basava solo su un vertice, era profondamente sbagliato all'interno dell'organizzazione Finpiemonte. O perlomeno soprattutto profondamente sbagliato rispetto agli strumenti di controllo di cui la Giunta si era dotata.
Correttamente il Presidente Gallo ricordava che, in attuazione alla legge Madia, la Giunta regionale con delibera dell'11 aprile 2016 prevedeva un atto e approvava le linee guida di controllo analogo sugli organismi partecipati della Regione Piemonte, che hanno tutta una serie di strumenti di controllo analogo. Cioè, sono i controlli che non facciamo esercitare soltanto a chi gestisce le nostre società partecipate, ma che svolgiamo noi internamente.
È evidente che è tale e tanto il poco controllo che è avvenuto che noi non abbiamo verbali di incontri avvenuti da parte dell'istituto che è stato creato, cioè il Comitato di controllo, di cui all'articolo 2 dell'allegato alla delibera, e tantomeno rispetto alla natura del controllo che è prevista dall'articolo 7 della stessa delibera. Quindi, controlli insufficienti internamente a Finpiemonte, ma soprattutto controlli insufficienti internamente alla Giunta regionale.
Sottolineiamo un aspetto. Noi abbiamo svolto un ottimo lavoro in sede di I Commissione inficiato da un aspetto assolutamente rilevante, cioè né la Commissione né la Giunta regionale - però qui diciamo la Commissione - non hanno mai potuto vedere la relazione trasmessa da Bankitalia a Finpiemonte e quando l'abbiamo chiesta a Finpiemonte, non ci è stata data. Quando l'abbiamo chiesta alla Giunta regionale non ci è stata data, dicendo che non era in loro possesso come nell'atto che la Giunta regionale ci fa presente, dicendo di non aver mai chiesto ufficialmente il documento.
La Giunta regionale non chiede la relazione di Bankitalia, ma è evidente che non è così, perché quando l'Assessore interveniva, dimostrava di conoscerla; però è anomalo il fatto che se uno non la chiede, è evidentemente in errore, perché io vorrei sapere i motivi che sottolinea Bankitalia per capire laddove ho sbagliato.
In secondo luogo, tanto di più se avviene in una Commissione, che ha come finalità proprio quella di indagare relativamente alle modalità con cui si è potuti arrivare a questo ammanco.
Le stesse dichiarazioni del Revisore dei Conti appaiono poi quasi grottesche quando la società di certificazione di Finpiemonte invia una e mail al Presidente dei Revisori segnalando rischi sullo stesso bilancio. E mail inviata il 17 maggio 2017 esclusivamente al Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti che, per mera disattenzione, non l'ha trasmessa a nessuno.
Insomma, vi sono tante e tali mancanze all'interno del controllo del più importante soggetto partecipato regionale che lasciano intravedere aspetti dilettanteschi. La principale responsabilità che poniamo non è quella relativamente a chi ha compiuto un dolo di cui, ovviamente, risponderà davanti alla Magistratura, ma noi siamo un'istituzione pubblica. La differenza che esiste tra un'istituzione pubblica e una privata è che un'istituzione pubblica, visto che gestisce denaro dei cittadini piemontesi, deve fare in modo che quel denaro sia gestito correttamente anche laddove noi nominassimo un soggetto o anche qualora un soggetto, in modo fraudolento, volesse utilizzare delle risorse in modo non corretto.
Segnaliamo come questa appaia come un'anomalia gestionale macroscopica che non può che portarci a ritenere inadeguata l'azione di controllo da parte dell'azionista Regione Piemonte, evidentemente inconsapevole delle diverse e più robuste esigenze organizzative di controllo richieste da un ente che ha subito la trasformazione da semplice strumento operativo della Regione nella gestione dei bandi europei, a vero e proprio intermediario finanziario. Di fatto, una vera e propria banca pubblica.
Credo sia questo il profilo più significativo e più sostanziale che, in qualche modo, va sottolineato sancendo anche un aspetto: in Commissione non abbiamo potuto svolgere compiutamente il nostro lavoro, anche per responsabilità della Giunta regionale rispetto all'assenza della relazione di Bankitalia rispetto a tante altre informazioni che o Finpiemonte o la Giunta regionale non hanno dato alla Commissione. Lo farà la Magistratura certamente, ma è un aspetto che noi non volevamo minimamente svolgere quello relativamente all'attività della Magistratura. A noi interessava, e ci interessa, svolgere l'attività di controllo rispetto ai mancati controlli e al mancato adempimento della delibera in attuazione del decreto Madia.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire in discussione generale il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Arrivano in Aula le relazioni sull'indagine conoscitiva effettuata dalla I e III Commissione e dalla Commissione Legalità sulle vicende Finpiemonte.
Arrivano in Aula dopo più di un mese da quando sono state licenziate dalla Commissione.
Riguardano fatti molto gravi, fatti che vanno a minare la base e le fondamenta della fiducia che i cittadini hanno nei confronti di chi amministra la cosa pubblica.
Chiaramente, sulla questione è in corso un'indagine della Magistratura e questa mattina la Guardia di Finanza ha sequestrato beni per oltre 12 milioni di euro all'ex Presidente di Finpiemonte e ad altri sette soggetti.
La giustizia farà chiaramente il suo corso e noi auguriamo buon lavoro alla Magistratura, ma è chiaro che c'è una questione politica di fondo che è ineludibile, ragion per cui avevamo chiesto una Commissione d'inchiesta.
Commissione d'inchiesta che ci è stata negata, perché si è proceduto per una via molto meno incisiva rappresentata dall'indagine conoscitiva.
I fatti oggetto della vicenda sono ormai chiari a tutti. Sono spariti circa 11 milioni di euro dei cittadini piemontesi. Circa sei milioni in tre bonifici fatti da qualcuno a tre soggetti privati che, secondo quanto è emerso, sono riconducibili ad attività imprenditoriali dell'ex Presidente.
Oltre a questi, si è registrato un ammanco di altri circa cinque milioni legato alla perdita relativa a un investimento speculativo, che non era nelle possibilità di Finpiemonte, su un conto in Svizzera dove erano depositati 50 milioni di euro (sei più cinque, fanno 11 milioni).
Parliamo di una partecipata della Regione Piemonte; parliamo, tra l'altro di un soggetto rispetto al quale la Giunta Chiamparino aveva avuto la brillante idea di creare una banca, di far diventare Finpiemonte un istituto vigilato, ai sensi dell'articolo n. 106 del testo unico bancario.
Nel frattempo, succedevano altri fatti. Parliamo di una partecipata che aveva un Presidente con un passato politico nel centrosinistra (indubitabilmente), diventato Vicepresidente con una Giunta di centrodestra, diventato poi Presidente quando si era dimesso il Presidente nominato dal centrodestra e confermato alla Presidenza di Finpiemonte dal centrosinistra in questa legislatura. Persona che gli organi di stampa definiscono - leggo testualmente - come "fiore all'occhiello del PD manageriale".
Questi fatti, ovviamente, hanno avuto pesanti ricadute sul sistema delle aziende piemontesi ed è emerso in modo evidente come un soggetto come Finpiemonte, che doveva diventare una banca, non aveva un minimo di controlli decenti. Quello che è accaduto è da repubblica delle banane e da dilettanti allo sbaraglio. Succede che una persona può fare, impunemente sei milioni di euro di bonifici e può fare un investimento speculativo dove si perdono altri soldi. E accade - questo lo abbiamo saputo durante l'indagine conoscitiva - che un bel giorno parta una mail dal Revisore dei Conti al Presidente del Collegio sindacale, dove si scrive: "Fate attenzione a quel conto da 50 milioni di euro presso la banca svizzera Vontobel, perché lì si stanno facendo delle operazioni che non sono proprio conformi alle previsioni statutarie di Finpiemonte".
È possibile che quella mail non venga aperta (succede che quella mail non viene aperta). Secondo quanto ci è stato riferito in Commissione, la segretaria chiama il Presidente del Collegio sindacale e gli dice: "Ascolta, è arrivata quella mail dai Revisori dei conti". E lui risponde: "Ma sì, riguarderà il bilancio dell'anno scorso. Non importa, mi hanno già chiamato al telefono". E quella mail non viene aperta. Non solo: la società di revisione dei conti, dopo qualche giorno, non si premura di sapere se quella mail è stata aperta e se è stato fatto qualcosa. Pertanto, non c'è nessuno che prende il telefono e chiede al Presidente del Collegio sindacale: "L'hai letta quella mail, perché qui stanno succedendo delle cose strane?". Non succede nulla.
La magistratura farà il suo corso: buon lavoro alla magistratura! Noi non emettiamo sentenze giudiziarie, però i giudizi politici - quelli sì - sono in capo a noi. Vogliamo chiamarli giudizi? Vogliamo chiamarle sentenze? Chiamiamole come vogliamo. Il giudizio politico è che è chiaro che ci sono gravissime responsabilità politiche in capo alla Giunta Chiamparino e il nostro giudizio politico è che, se non bastasse già tutto il resto, voi dovreste andare a casa già solo per questo!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La parola all'Assessora De Santis.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora ai rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente.
Ringrazio i Consiglieri che sono intervenuti finora e ringrazio soprattutto il Consiglio per il lavoro di approfondimento sulla vicenda Finpiemonte che è stato svolto in I Commissione.
Non entro nel merito delle singole conclusioni: voglio solo condividere e precisare un paio di questioni.
Prima questione: mi sembra che le tre relazioni condividano un punto sul quale io ritengo che, purtroppo, non possa esserci dubbio, ossia che questa vicenda (accerterà, poi, la magistratura il come e il perché, esattamente) è frutto di un disegno criminoso ai danni della società e naturalmente ai danni della Regione.
È venuta fuori, anche largamente condivisa, la questione generale dei controlli. Voglio ricordare che neppure il controllo analogo pu sostituirsi ai controlli e a ciò che deve funzionare all'interno di una società. È stata ricordata la nostra ipotesi di trasformazione della finanziaria in intermediario finanziario vigilato, ai sensi del nuovo TUB.
Tutta questa vicenda, in realtà, si è avviata quando la società non era ancora intermediario finanziario.
Rispetto ai responsabili della società medesima, ricordo che noi avevamo nominato il Consiglio d'Amministrazione essendo consapevoli di quanto fosse cruciale l'operatività di Finpiemonte e che Finpiemonte non fosse una "cosa" della maggioranza. L'avevamo nominato dunque scegliendo persone che ritenevamo potessero avere - e ritengo avessero effettivamente - la fiducia di una parte del Consiglio ben più ampia di quella della sola maggioranza.
Il tema d'immaginare strumenti finanziari a sostegno delle nostre imprese continua ad essere un tema rilevante. È un tema sul quale la prossima Giunta - quale che essa sia - dovrà interrogarsi.
La gestione dei controlli rispetto alle nostre società partecipate noi l'abbiamo trovata in una condizione molto debilitata, non dico rispetto semplicemente alle previsioni della riforma Madia, ma, in generale rispetto a ciò che si deve fare (e si doveva fare) anche prima, per sapere cosa accade dentro le nostre partecipate. Ci abbiamo lavorato per quattro anni e mezzo e oggi lasciamo in eredità una situazione in cui almeno è chiaro cosa accade in tutte le nostre società: quali problemi ci sono quali sono i rischi di natura gestionale, di natura finanziaria, ecc.
Sicuramente, la situazione che abbiamo trovato non è simile a quella che lasciamo.
È stato ricordato più volte che l'attività conoscitiva del Consiglio non ha potuto avvalersi della relazione di Banca d'Italia. Su questo, voglio rivolgermi specificamente al Consigliere Vignale, il quale ha affermato che evidentemente io quella relazione la conoscevo. Il Consigliere Vignale mi conosce da molto tempo: io ho la - forse antiquata, forse stupida abitudine di non mentire. Se dico che una carta non l'ho letta è perch davvero non l'ho letta; se dico che una carta non ce l'ho è perché davvero non ce l'ho.
Perché io non ce l'ho e non l'ho letta? Semplicemente perché, nella fase in cui la società è stata intermediario finanziario vigilato sottoposto alla vigilanza di Banca d'Italia, il rapporto è corso direttamente fra Banca d'Italia e gli amministratori della società e non fra Banca d'Italia e i soci. Banca d'Italia ha fatto gli approfondimenti e le verifiche del caso ha assunto alcune decisioni, ma non si è concluso nemmeno ancora adesso quello che io chiamo il contenzioso (non è la parola giusta, ma diciamo pure il contenzioso) fra la società e Banca d'Italia.
Il fatto che in tutta quest'operazione siano state coinvolte persone (persone sulle quali Banca d'Italia può avere da dire delle cose, il giudice penale evidentemente anche) fa sì che è particolarmente delicato per la società distribuire documenti. Perché - lo ripeto - stiamo parlando di giudizi, di valutazioni e di sanzioni che ricadono su delle persone.
Quello che abbiamo fatto con la società (col nuovo Consiglio d'amministrazione e con il nuovo Direttore) è stato rimettere mano al sistema di gestione della società, al sistema dei controlli, agli organigrammi interni. Ma è difficile per il socio - ed è anche improprio intervenire su quelle che possono tradursi in sanzioni o in imputazioni o condanne per singole persone, che la società, in qualche misura, è tenuta a tutelare.
In generale - mi fa piacere che sia stato riconosciuto, per cui ringrazio il Consigliere Gallo per questo - noi non abbiamo tenuto nulla di nascosto o di infilato nei cassetti; nel momento in cui il Consiglio ha dovuto occuparsi di questa vicenda, tutte le carte che ci sono state chieste le abbiamo date, perlomeno quelle che erano nella nostra disponibilità; tutte le domande che ci sono state poste hanno ottenuto le dovute risposte.
Sicuramente, una vicenda come quella che è accaduta non può che avere come movente un'operazione criminale anche abbastanza ben studiata. Credo che da qui in avanti l'impegno di questo Consiglio e di questa Regione non può che essere quello di sostenere l'operatività della società, che, al di là di tutto, ha avuto anche un danno d'immagine fortissimo, di aiutarla e sostenerla nella ricostruzione sia delle sue modalità operative interne sia dei meccanismi e degli strumenti di relazione con il mondo esterno.
Credo che il fatto che abbiamo continuato ad affidare a Finpiemonte funzioni cruciali possa essere, anche per il Consiglio, la dimostrazione del fatto che la società ha dentro capacità, valori e persone notevoli, per cui non avrebbe senso buttare il bambino con l'acqua sporca.
Certamente, è successa una cosa estremamente grave; certamente questa Giunta non l'ha in nessun modo né nascosta né coperta. Che cosa sia accaduto esattamente lo dirà la Magistratura.
Credo che oggi la nostra preoccupazione - parlo della mia, almeno per il tempo che toccherà ancora a me occuparmi di questa materia - non possa che essere quella di mantenere efficienza all'azione della Regione, operatività e fiducia nei confronti della società.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Indìco la votazione palese sulla relazione sottoscritta da Barazzotto Gallo, Appiano e Grimaldi.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Sospendiamo la votazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Il Presidente Fluttero e il Presidente Ravello, con i quali ho presentato questa relazione, sapevano che sarebbe stata discussa nella giornata di domani.



PRESIDENTE

Gli ho telefonato.



VIGNALE Gian Luca

Sì, sì.
L'abbiamo discussa nella giornata di oggi e quindi, sostanzialmente, il lavoro l'abbiamo quasi terminato.
Chiederei solo, se fosse possibile, di rinviare la votazione alla giornata di domani. Credo che non cambi nulla rispetto ai lavori del Consiglio, con la possibilità di fare la dichiarazione di voto.
Se è possibile, non mi sembra di chiedere nulla di rivoluzionario.



PRESIDENTE

La maggioranza vuole esprimersi su questa proposta del collega Vignale? Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Comprendo la situazione.
La proposta che facciamo - poi, Presidente, valuti lei, con il buonsenso che la contraddistingue - è di completare l'iter della discussione compresa la dichiarazione di voto. Se poi vogliono partecipare al voto i colleghi assenti, rimandando quindi soltanto la votazione a domani, è un'altra questione.
Per il resto, non si riapra nessun tipo di discussione.



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, l'idea è quella di non riaprire la discussione, ma di votare domani.
Lei pensa che possa essere sufficiente?



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Faccia lei, Presidente.



PRESIDENTE

Io credo che si possa concludere anche con la votazione.
Peraltro, anche il collega Barazzotto è dispiaciuto, avendoci lavorato, di non essere presente a questa discussione.
Ho spiegato la situazione telefonando direttamente al collega Fluttero e lui, che è un uomo di grande buonsenso, mi ha risposto: "Fate come potete se è necessario, concludetela".
Procediamo, quindi, con le dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo, intanto, per dichiarare un voto contrario alla relazione del centrosinistra, per un motivo molto banale. Io capisco che uno debba difendere un cattivo operato, ma credo che non si possa minimizzare una situazione come questa, tantomeno fare quello che per un'Amministrazione pubblica è la cosa più semplice e - consentitemi di dire - la cosa più vile, cioè quello di affermare: ci sono state alcune persone che hanno sbagliato, la responsabilità è soltanto loro, quindi noi non c'entriamo nulla.
È stata un po' la tesi dell'Assessore De Santis, non solo oggi, ma in tutta la discussione, ed è stata la tesi del Presidente Chiamparino: appena ne siamo venuti a conoscenza, abbiamo fatto l'esposto.
E ci manca ancora, non è un'opera di bene aver fatto un esposto semplicemente non siete stati omissivi nel momento in cui ne siete venuti a conoscenza, altrimenti vi sareste macchiati di un reato, qualora non aveste fatto un esposto in Procura.
Tuttavia, pensare o far credere all'opinione pubblica, e ai sottoscritti che non si conosce.



(Commenti dell'Assessora De Santis)



VIGNALE Gian Luca

Io non ho detto, Assessore, che lei ha in mano la relazione, posto che secondo me ce l'ha, ma non è quello il tema. Il dato.



(Commenti dell'Assessora De Santis)



VIGNALE Gian Luca

Ma potrò dire quello che voglio? Secondo me lei ce l'ha, o meglio, anzi mi correggo.



PRESIDENTE

Il Consigliere Vignale dice quello che pensa.



VIGNALE Gian Luca

Guardi, mi correggo: lei ha la possibilità di avere informazioni.
Recentemente ci ha detto: "È in corsa ancora un contenzioso fra Banca d'Italia e Finpiemonte". Ma se lei non ha mai detto niente, non può sapere che c'è un contenzioso. O gliel'ha detto il Presidente di Finpiemonte, che però a noi non lo dice, e allora non c'è parità di nozioni.
È questo il tema. È comodo non far vedere la relazione della Banca d'Italia, ma la Giunta può non chiedere la relazione della Banca d'Italia? Ma che Giunta è una Giunta che non vuole avere, fra i propri atti, e non vuole essere a conoscenza di quelle che sono le puntualizzazioni che Banca d'Italia fa alla Banca regionale? È una cosa che non ho mai visto. Se un soggetto terzo facesse una relazione all'ultima delle società partecipate regionali, chiunque facesse l'Assessore alle partecipate l'andrebbe a chiedere dopo un minuto, perché vorrebbe sapere, parola per parola, che cosa c'è scritto, perché la responsabilità personale è un conto, politica e un altro.
Se un dipendente di un'azienda prende delle risorse, le distoglie dall'azienda e le usa a fini personali, è una responsabilità del sottoscritto. Punto. Perché è denaro privato.
Nel momento in cui parliamo di un'azienda pubblica, l'Assessore De Santis può anche non capirlo, ma parliamo di risorse pubbliche, risorse che derivano dalla tassazione generale; non parliamo né di risorse sue, né mie né dell'ex Presidente Gatti, né di nessuno. Parliamo di denaro pubblico e allora sul denaro pubblico c'è un dovere che non è solo scritto nel Codice Civile, non è solo scritto nella DGR, ma è nella stessa capacità di gestire un'Istituzione, dal più piccolo Comune al Parlamento nazionale, che è quella di gestire - dice il Codice Civile - come il buon padre di famiglia come una buona madre di famiglia.
Non è questo che avete fatto, perché una buona madre di famiglia, se un figlio ha un problema che viene scritto, per prima cosa va a leggere la nota che ha preso a scuola. È come se una madre o un padre sapesse che suo figlio ha preso una nota dettagliata, ma non l'andasse a leggere nel diario.
Questo ci volete far credere? Cioè voi ci volete far credere che nel gennaio sono stati ben prestati 50 milioni, che già quattro mesi dopo era stato fatto un bonifico di un milione e mezzo; che non si è potuto vedere un conto corrente per otto mesi senza che nessuno - nessuno - salvo il Presidente, fosse a conoscenza di quella situazione? Possiamo essere allocchi, potete avere questa superiorità morale che fa sì che un Consigliere di centrodestra è anche tendenzialmente meno abile a scoprire le capacità, ma in piemontese si direbbe "badola no", nel senso che c'è un limite a ciò cui potete pensare, cui arriviamo.
Non è pensabile che per otto mesi la principale banca regionale non conoscesse il proprio conto corrente. Non è questo. Non è possibile pensarlo. Non è possibile. Se ciò è accaduto, è una responsabilità della politica. Fosse capitato a noi.



(Commenti del Vicepresidente Reschigna)



VIGNALE Gian Luca

Non è solo personale, Vicepresidente, perché il compito della politica è evitare - e lei conosce bene la macchina regionale - che qualcuno possa usare delle risorse senza che sia controllato da terzi. Lei non può fare anche volesse, un bonifico di mille euro a qualunque associazione.
Lei, che è Assessore al bilancio, non lo può fare. Non lo può fare perch il sistema funziona in modo tale che lei non lo possa fare. Non lo pu fare.



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, le ricordo che il tempo a disposizione per le dichiarazioni di voto è di cinque minuti.



VIGNALE Gian Luca

Non lo può fare. Lo stesso vale per il suo Direttore. Il suo Direttore lo può fare solo all'interno di parametri ben condivisi e lei mensilmente anzi, più che mensilmente, guarda le modalità.
Non casualmente, all'interno di tutte le Istituzioni c'è un soggetto che decide che deve essere pagato un terzo, e ce n'è un altro che invece effettua il pagamento. Non sono casuali tutte queste regole.
Sono queste le responsabilità politiche. Quelle personali a me non interessano, nel senso che sarà compito della Magistratura decidere. Io non faccio il Magistrato, sono pagato dai cittadini piemontesi perché vengano gestite bene le risorse pubbliche.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Indìco la votazione palese sulla relazione sottoscritta da Barazzotto Gallo, Appiano e Grimaldi, sulla quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Sia riportata a verbale la non partecipazione alla votazione del Consigliere Cassiani e della Consigliera Chiapello.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla relazione sottoscritta da Bertola Mighetti, Bono e Frediani, sulla quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla relazione sottoscritta da Fluttero Ravello e Vignale, sulla quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

La relazione approvata costituirà allegato di specifica deliberazione.
Chiedo ai Capigruppo dieci minuti per la Conferenza dei Capigruppo in sala A, così stabiliamo come procedere.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.19, riprende alle ore 18.40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.40)



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