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Dettaglio seduta n.405 del 13/03/19 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(La seduta ha inizio alle ore 14.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Baricco, Bertola, Boeti, Cassiani Cerutti, Conticelli, Ferraris, Molinari e Reschigna.
Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento: Parchi e riserve

Proseguimento esame disegno di legge n. 330, inerente a "Modifiche normative e cartografiche alla legge regionale 29 giugno 2009, n. 19" (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità)


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 330, inerente a "Modifiche normative e cartografiche alla legge regionale 29 giugno 2009, n. 19 (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità)", di cui al punto 3) all'o.d.g., prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Nella seduta antimeridiana odierna è iniziato l'esame dell'articolato con la votazione dei relativi emendamenti.
Sono stati illustrati tutti gli emendamenti e votati in parte - fino all'articolo 8.
L'emendamento rubricato n. 39) è stato posto in votazione.
La votazione è risultata non valida per mancanza del numero legale.
ARTICOLO 8



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Se vogliamo andare avanti sulla legge entriamo in aula e facciamo il nostro lavoro, altrimenti l'Assessore Valmaggia si arrenderà all'evidenza che all'Aula non interessa, e potremo passare ad altro argomento.
Devo mettere in votazione l'emendamento su cui era mancato il numero legale questa mattina, che è l'emendamento n. 39).



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Credo sia veramente incomprensibile, soprattutto per chi ci guarda: non stiamo dando un grande esempio.
Procediamo quindi con la ripetizione della votazione sull'emendamento n.
39), sul quale era mancato il numero legale, il cui primo firmatario era il Presidente Vignale.
Ricordo che il numero legale è 22.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 39), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 14.36, riprende alle ore 15.06)



PRESIDENTE

Possiamo riprendere il Consiglio dopo la sospensione.
Eravamo per la seconda volta, ma in due sedute di Consiglio diverse, in quanto le convocazioni sono separate (una per il stamattina e una per il pomeriggio) alla votazione dell'emendamento 39), prima firma Consigliere Vignale, con il parere negativo della Giunta.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 39), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 57) viene ritirato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 40), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 41), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 9



PRESIDENTE

L'emendamento 43), presentato dall'Assessore Valmaggia, viene ritirato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 9) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento interviene sull'articolo 9, relativamente agli oneri derivanti dall'applicazione dell'articolo 36 della legge n. 19/09.
Riteniamo che l'articolo si debba cassare (lo vedremo poi anche nella discussione generale), rispetto a una modifica apportata con l'emendamento 105). Al di là del merito del singolo articolo, che vuole cassare l'articolo 9, l'aspetto interessante su cui interviene, non soltanto il nostro emendamento, ma anche quello presentato dalla Giunta regionale, in termini generali, è relativo alle indennità che discendono dall'impedimento che la legge pone nei confronti delle attività economiche.
L'emendamento presentato dalla Giunta regionale, il n. 105), introduce un principio che bene coniuga quanto dicevo questa mattina: l'accertamento che un vincolo effettivo, posto con legge o con strumenti di pianificazione disciplinati dalla presente legge, impedisce, in tutto o in parte l'esecuzione delle attività economiche in atto, connesse all'attività agro silvo-pastorali, riducendoli in modo continuativo al reddito, dando diritto a un indennizzo a compensazione dei mancati redditi.
Si significa - nell'emendamento che presenta la Giunta, non quello che ha presentato il sottoscritto - che questa norma può portare una riduzione delle attività del reddito, in modo continuativo, delle attività economiche. Si prevedrebbe, quindi, una compensazione dei mancati redditi.
Questo evidenzia un aspetto.
Se posso, Presidente, faccio anche una discussione generale sull'articolo, così concludo nei cinque minuti.



PRESIDENTE

Sì, va bene, certo.



VIGNALE Gian Luca

Come dicevo, non tanto quanto rilevava il sottoscritto in questo e in emendamenti precedenti, ma l'emendamento della Giunta regionale sottolinea un aspetto importante: i vincoli che poniamo con questo disegno di legge possono ridurre, in modo continuativo il reddito di attività economiche legate alle attività agro-silvopastorali, e prevede, pertanto, un indennizzo.
Qual è il problema? Il problema non è quanto dice la norma - anche - e neppure come viene modificata con l'articolo 105, il problema vero è che mancano gli indennizzi, non previsti nel bilancio approvato ieri.
I colleghi ricorderanno che l'articolo 12 del disegno di legge sul bilancio prevedeva che le somme derivanti, per esempio, dall'attività venatoria e della pesca fossero vincolate al pagamento degli indennizzi.
Quell'articolo 12 - che devo dire era un buon articolo del bilancio regionale, perché vincolava parte delle tasse a una finalità di scopo: le tasse del mondo venatorio e della pesca servivano anche a pagare i danni che gli agricoltori dovevano subire - articolo completamente cassato ed è quindi facoltà della Giunta stanziare le risorse che ritiene.
Sempre dalla lettura del bilancio approvato ieri, quante risorse ci sono per le attività di compensazione dei mancati redditi? Praticamente nulla. Allora è evidente che, benché l'emendamento 105) sia positivo da un punto di vista della finalità, rimarcando che i vincoli posti possono causare una riduzione continuativa del reddito del mondo agricolo, come in altri casi, non trovano una declinazione della norma: noi votiamo un principio completamente condivisibile, peccato che non abbiamo neppure un euro per dare applicazione a questo principio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 105) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia, per l'illustrazione.



VALMAGGIA Alberto, Assessore ai parchi

Grazie, Presidente.
L'emendamento 105), di fatto, richiama una norma già prevista nella legge n. 19/09; semplicemente, chiarisce che non ci può essere un doppio indennizzo tra realtà dei parchi e il PSR, perché le modalità operative sono già contenute all'interno del PSR dell'agricoltura. Quindi è un emendamento che semplifica e chiarisce, ribadendo quanto diceva il Consigliere Vignale, che era già previsto nella legge n. 19/09.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 105).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo)



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 10



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 10) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 97) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 87) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale, per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 10 interviene su una modifica alla norma finanziaria della legge n. 19/09 e, relativamente ai commi 2 e 3, dispone aspetti relativi ad alcune direttive comunitarie (habitat e uccelli).
Sono una parte di quegli articoli sui quali non vi è una grande contrarietà, anche se sarebbe interessante una serie di valutazioni nel merito, ma come abbiamo detto più volte nel corso della giornata - e lo vedremo in modo più evidente quando arriveremo alla parte sostanziale della norma, che è quello che riguarda la cartografia allegata alle singole tabelle - esprimiamo rispetto a questo disegno di legge una contrarietà poiché modifica a tempo scaduto la legge stessa. È una norma che, qualora un'Amministrazione regionale vincesse le elezioni e avesse un'idea differente rispetto a quanto abbiamo deliberato, rischia di non entrare mai in vigore, o di obbligare un'altra Amministrazione, magari di colore politico differente (questo non importa), ad intervenire su una legge approvata in scadenza di mandato.
Il bilancio di ieri ha stanziato cifre significative sull'anno 2020 2021, in modo solitamente anomalo; chi ricorda un po' quanto accaduto all'interno della Regione Piemonte, sa che solitamente l'ultimo bilancio (diciamo quello preelettorale) o non veniva votato oppure veniva, in qualche modo, lasciato un bilancio che si definiva tecnico, proprio per dare la possibilità a chi vinceva le elezioni di intervenire con una diversa politica di bilancio.
Il timore, rispetto ad un disegno di legge presentato tardivamente e discusso fuori tempo massimo, è proprio il fatto che si tenda o si voglia ipotecare una parte della politica di gestione delle aree protette della prossima amministrazione - ripeto, qualunque essa sarà - con un provvedimento che, in realtà, questa Amministrazione non può attuare. È infatti evidente che tutta una serie di aspetti di fusione o di nuova costituzione delle aree protette sono aspetti che impiegano alcuni mesi per entrare in vigore. Quindi, l'esito del 26 maggio può creare una situazione in cui chi vince le elezioni, trova una norma che non condivide, che non è ancora entrata in vigore, ma sulla quale deve mettere mano.
È questa la contrarietà maggiore che poniamo rispetto alla discussione non soltanto inutile perché non produce effetti da oggi all'insediamento della futura Giunta regionale, ma che vuole, in qualche modo, ipotecare le scelte del futuro Consiglio regionale, non avendole fatte nel corso dei 5 anni. Questo è non solo scorretto da un punto di vista politico, ma rischia anche di essere inutile e di mettere il Consiglio regionale nella condizione di dover impiegare altro tempo per modificare ciò che, in qualche modo, non si condivide.
Non è quasi mai avvenuto, nel senso che solitamente alla conclusione della legislatura si individuano alcuni disegni di legge su cui esiste una larga condivisione o che non ipotecano, in modo sostanziale, una parte così significativa del territorio piemontese come 10 mila ettari e più che andiamo a vincolare. Questo il vero motivo per cui riteniamo che questa legge non soltanto rischi di essere inutile, ma sia soprattutto non corretta: non corretta rispetto alle interlocuzioni che vi sono state con le Amministrazioni locali, non corretta soprattutto nei confronti del Consiglio regionale e non corretta, perché fra 15 giorni questo Consiglio regionale potrà esclusivamente fare solo ordinaria amministrazione e non approvare leggi di modifica come questa.
Quindi, è evidente che stiamo cercando, forzando assolutamente la mano di introdurre ed ampliare una politica museale vincolistica del territorio regionale, senza alcun tipo di confronto reale e senza vedere questa norma applicata, se non in tutti i vincoli. Abbiamo provato ad illustrare questa mattina le tante opportunità che la legge n. 19 dà. Nel momento in cui il Consiglio regionale approva questa legge, partono immediatamente i vincoli ma tutti gli altri aspetti, compresi i due aspetti oggetto di emendamenti della Giunta o della maggioranza in Commissione e in Aula - cioè l'adeguamento del personale, l'indennità e tutta una serie di aspetti legati alla gestione del territorio - non potranno essere in alcun modo attuati per assenza di risorse di un bilancio votato nella giornata di ieri.
Dopodiché, ovviamente, si può fare tutto. Si può fare questo tipo di attività, come abbiamo fatto molte volte nell'arco di questi anni: vengono presentati provvedimenti fortemente contrastati dal territorio o da una parte consistente del territorio regionale e senza alcuna volontà di confronto e di attenzione a quelle che sono le esigenze dei territori.
Perché, ripeto, già solo nei confronti del mondo venatorio e del mondo agricolo, vi sono tutta una serie di aspetti che voi stessi avete scritto.
Al mondo venatorio è evidente, perché sottraiamo altri 10 mila ettari di terreno venabile; sul mondo agricolo è altrettanto evidente, perché con l'emendamento n. 105) avete scritto in maniera chiara che l'istituzione di un parco può creare limitazioni di reddito permanenti all'attività agro silvo-pastorale.
Non è casuale che questi mondi, che rappresentano un pezzo significativo di territorio piemontese, spesso abbiano una contrarietà rispetto all'istituzione o all'ampliamento dei parchi, perché è evidente che, soprattutto quando non c'è dietro un progetto che faccia pensare che l'istituzione di un parco possa essere un'opportunità ma viene visto unicamente come un vincolo, la contrarietà non può che essere naturale.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 87), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 97), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'articolo 10.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 10 bis



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 51) presentato da Campo, Andrissi, Appiano Accossato, Bertola, Ferrentino, Bono, Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie. Lo do per illustrato, Presidente.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 51), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo) (Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 11



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 11) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 88) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 11 sostituisce il comma 2, dell'articolo 44, della legge n.
19/09 e interviene relativamente ai Piani per i quali si ritiene necessaria una valutazione di incidenza ai sensi dell'articolo 5, del DPR 357197, in considerazione dei possibili impatti sulle finalità di conservazione dei siti della rete Natura 2000 e dei siti di importanza comunitaria proposti per la protezione degli habitat naturali e sottoposti a Valutazione Ambientale Strategica ai sensi della normativa comunitaria, nazionale e regionale.
Questo non è soltanto uno dei tanti esempi, com'è inevitabile che sia dei vincoli che in qualche modo l'essere un'area protetta pone, in particolar modo quelli previsti dall'articolo 44, nel senso che tutti gli strumenti di programmazione e pianificazione che riguardano, anche solo parzialmente, le aree della rete Natura 2000 sono predisposti in coerenza con gli obiettivi di conservazione dei valori naturalistico-ambientali di tali aree e tale siti.
Le nostre misure di conservazione sono state, in questi anni, anche modificate. Sono state attuate nel 2014, ma in molti casi le valutazioni di incidenza per piani e programmi diventano indispensabili allorquando ci si trova all'interno di un'area, per cui tutte le realtà che oggi abbiamo vincolato e che non erano vincolate o che entrano nella rete Natura 2000 e che non erano nella rete Natura 2000 saranno soggette a un nuovo vincolo burocratico, che è certamente legato alla tutela ma che, per tradurlo in modalità pratica, significa che un'attività di tipo economico o un'attività di tipo residenziale. Molte di queste attività saranno soggette a una pratica che costa qualche migliaio di euro a chi la presenta ed è soggetta ai tempi di valutazione da parte dell'Ente Regione. Prima no.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 88) decade per identico contenuto emendamento rubricato n. 11).
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 12



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 12) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 89) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 89) decade per identico contenuto emendamento rubricato n. 12).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Dall'articolo 12 - e lo vedremo poi in tutti i successivi, in particolar modo sull'articolo 13, che sono quelli più significativi - parte tutta una serie di articoli in cui o per iscritto, come all'interno dell'articolo 12, o con scritture e cartografia allegata, come negli articoli successivi, si va ad ampliare tutta una serie di aree.
Una parte di queste zone è stata anche condivisa con gli Enti locali in un'altra parte, invece, non vi è stata una condivisione da parte degli Enti locali. Però, le zone di salvaguardia che si vanno a istituire - cioè quella di Revigliasco, di Isola d'Asti, di Costigliole d'Asti, di Agliano Terme, dei laghi di Avigliana e quant'altro - saranno aree in cui (al netto forse di una in cui viene modificato un aspetto di tutela) i vincoli di cui abbiamo discusso questa mattina e anche nel Consiglio di oggi pomeriggio entreranno in vigore. pertanto, chi svolgerà un'attività, e ve ne sono agricole, per esempio nella zona di Isola d'Asti o di Costigliole per fare due esempi, avrà tutti quei vincoli di cui leggevamo prima e di cui leggevamo anche nell'emendamento presentato dalla Giunta regionale.
L'attività sarà soggetta, come l'articolo precedente appena approvato ad una serie di obblighi di valutazioni, come la valutazione di incidenza ambientale; avrà un rischio, come viene sempre scritto nel testo della Giunta regionale, di riduzione di reddito nel corso dell'anno. Ripeto questo con una valutazione che, ad oggi, è prettamente vincolistica di tutela e non di altro tipo di valutazione.
In teoria, in una politica di governo che, in qualche modo, tiene conto delle differenti esigenze, ci dovrebbe essere un equilibrio che, per esempio, nel caso degli Assessori che sono oggi seduti nei banchi della Giunta, dovrebbe coniugare gli interessi dell'agricoltura con quelli della salvaguardia ambientale. A noi pare, e lo vedremo poi negli emendamenti successivi, che così non sia.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 52) presentato da Campo, Andrissi, Appiano Accossato, Bertola, Mighetti, Ferrentino, Bono, Frediani, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Il Consigliere Campo dà per illustrato l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'emendamento n. 12), su cui la Giunta regionale ha espresso parere negativo.
Annulliamo la votazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale in discussione generale dell'articolo 12. ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
E' singolare quanto sta avvenendo, com'è avvenuto prima per l'emendamento 10 bis (se non ricordo male) e avviene adesso per l'emendamento n. 52.
L'emendamento n. 52, presentato dai colleghi del Movimento 5 Stelle e da alcuni colleghi del centrosinistra, che su questo tema, in una logica conservativa e museale vanno coerentemente insieme - istituisce la zona naturale di salvaguardia del Lago di Arignano. In molti casi, noi abbiamo detto - o meglio - l'Assessore ha detto che la tutela che si voleva ampliare nasceva dalla volontà e dalla richiesta delle Amministrazioni comunali.
La zona di salvaguardia del lago di Arignano riguarda due Comuni: il Comune di Arignano e il Comune di Marentino. Com'è noto, l'Amministrazione comunale, se non ricordo male, di Arignano si espresse in modo contrario rispetto all'istituzione di questa zona, ma comunque non ha espresso alcun parere favorevole nel merito, quindi è legittimamente il legislatore regionale che decide. Però, teoricamente, quando si va a introdurre una salvaguardia maggiore di un pezzo di una Comunità locale, difficilmente lo si fa con un emendamento all'interno dell'Aula. Non che l'Aula non sia titolata ad emendare tutto ciò che crede - ci mancherebbe! - ma in una logica di rapporto con un territorio, appare anomalo che negli emendamenti presentati in Commissione e poi negli emendamenti presentati in Aula si faccia questo tipo di scelte.
È evidente che sono di nuovo scelte conservative, perché è evidente che, all'interno di quest'area, che ha un certo tipo di potenzialità, oggi la richiesta di tutela nasce prettamente dal mondo ambientalista e non è molto gradita dal mondo dell'agricoltura. Come dicevo precedentemente, in una politica di Giunta o la Giunta decide, come sostanzialmente ha fatto di affidare a un Assessore e alla sua struttura e al Consiglio un pezzo di politica, oppure io non so come l'Assessore Ferrero possa, per esempio intervenire rispetto al tema della difesa da danni da fauna selvatica, in quanto - di nuovo - noi avremo un altro luogo in cui i danni saranno maggiori e noi non li pagheremo, perché non abbiamo la risorse per pagarli e perché non avremo gli strumenti per ridurli.
La cosa singolare - e concludo davvero - è che non si abbia nemmeno il coraggio di illustrare gli emendamenti in Aula.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 89), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 52), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'articolo 12, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 13



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 13) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 90) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 91) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 13 è un po' il cuore dei limiti della norma di cui parlavamo precedentemente: se un piemontese legge l'articolo 13, vede che ha una serie di elencazioni che sostituiscono cartografia con altra cartografia.
Il primo emendamento prevede di cassare l'intero articolo 13 e questo è tutto fuorché un emendamento ostruzionistico, come non lo sono gli altri. È evidente che l'elenco delle modifiche che noi andiamo ad apportare, che da un punto di vista anche solo numerico corrispondono a 33 differenti cartografie, la dice lunga rispetto al ragionamento che facevo precedentemente. Cioè, se a fine legislatura, essendoci la necessità di una modifica che da mesi o da anni era richiesta da parte di un'Amministrazione locale, di un territorio, fosse fatta una modifica davvero esclusivamente cartografica riguardante tre/quattro situazioni, sarebbe stato comprensibile. Io stesso ricordo che, relativamente alle aree contigue anche se non era un aspetto di Consiglio regionale, ma di Giunta, perché vi era l'intesa con l'Amministrazione comunale come la legge prevede, facemmo una piccolissima modifica sul parco del Po vercellese-alessandrino.
Ma noi, oggi - e lo dimostra l'articolo 13 - stiamo modificando 33 differenti cartografie. Male ho fatto a non portarmi la stampa delle cartografie, che sono ovviamente allegate al disegno di legge, ma era per dare il senso del ragionamento: noi abbiamo tutta una serie di modifiche sostanziali all'interno dell'articolo 13 dall'introduzione di nuovi parchi all'introduzione di nuove riserve, all'estensione di alcune aree, in modo assolutamente significativo. Con queste modifiche non teniamo conto, o teniamo parzialmente conto, di alcune attività; le nuove modifiche - per esempio - hanno inglobato al loro interno quelle che erano realtà con un passato, e un potenziale presente, di carattere estrattivo, hanno inglobato, anche se parzialmente, aziende che hanno avuto una concessione da parte della Regione Piemonte per poter svolgere la loro attività all'interno della nostra regione, hanno inserito dei territori in numero assolutamente significativo, in particolar modo concentrati in alcuni aspetti: l'ampliamento del parco del Monviso, l'istituzione del parco della Val Borbera, la costituzione del parco fluviale Gesso e Stura e l'ampliamento significativo delle aree protette all'interno del parco del Po, trasformando, in modo sostanziale, la nostra legge n. 19, che, come dicevamo, è fatta certamente di tanti articoli che riguardano l'aspetto di gestione del territorio, ma che, inevitabilmente, si conclude con le righe di cui parlavamo a inizio seduta di questa mattina, cioè con una definizione delle aree a maggior tutela, quindi con un vincolo a riserva, a oasi e a parco, o con vincoli minori, ma pur sempre significativi come quelli che abbiamo introdotto nell'ampliamento delle aree contigue.
Vi è tutta una serie di soggetti che, ovviamente, da questo punto di vista avranno delle limitazioni nel merito. Perché è sufficiente che uno legga i divieti di cui all'articolo 8 e le misure di conservazione oggi vigenti per capire quanti e quali vincoli e adempimenti bisogna svolgere se presenti all'interno di un parco.
Di nuovo, in questo senso - poi lo vedremo in modo dettagliato - quando si crea una realtà (o si amplia tanto sul vincolo maggiore, quindi di un'area protetta, quanto su un vincolo minore, quale quello di un'area contigua) vi dovrebbe essere quasi sempre un principio che, in qualche modo, fa sì che si tenga conto di quell'articolo 25 di cui parlavamo stamattina.
Credo che l'Assessore sia sprovvisto dei piani di ricaduta socio economica che i parchi hanno prodotto nell'arco di questi cinque anni e credo che anche facendo più volte domanda ne saremmo sprovvisti anche noi: semplicemente perché non ci sono.
E il tema puntualmente previsto all'interno di molti articoli della legge n. 19, quello di mettere di fianco alla tutela necessaria di un'area protetta l'aspetto relativo, invece, allo sviluppo economico e alla promozione del territorio, non c'è. Tutti i parchi piemontesi sono aree esclusivamente museali, in cui si fa solo tutela? No, vi sono alcuni parchi che hanno saputo autonomamente promuovere il territorio e che funzionano anche da un punto di vista dell'attrazione. Ve ne sono molti altri (o parti di essi) in cui, invece, ciò non è avvenuto, o in cui vi è una difficoltà di convivenza fra i soggetti che quei parchi li vivono. Pongo un esempio perché l'Assessore Valmaggia, oltre ad essere Assessore alle aree protette dovrebbe anche fare l'Assessore alla Montagna. Uno dei temi più significativi e sui quali vi è un maggiore peso rispetto a questo tema è proprio l'area che riguarda i parchi montani, le sue aree pascolive, la garanzia e il mantenimento di quelli che sono pascoli, malghe e possibilità di operare all'interno di quelle realtà. Gli esempi che potrei fare sono infiniti, ma avremo modo, nel corso del dibattito, di poterli approfondire.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 49) presentato da Campo, Andrissi, Appiano Accossato, Bertola, Mighetti, Ferrentino, Bono, Frediani, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 50) presentato da Campo, Andrissi, Appiano Accossato, Bertola, Mighetti, Ferrentino, Bono, Frediani, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 100) presentato da Campo Andrissi, Bertola, Bono Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 99) presentato da Campo, Andrissi, Bertola, Bono Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo, per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Faccio un breve intervento, poi darò per illustrati tutti gli altri emendamenti a quest'articolo.
Intervengo solo per dire che qui sta il cuore di questo provvedimento: parliamo di un disegno di legge cartografico, e qui è plasticamente rappresentato l'intervento che andiamo a fare sulle aree protette piemontesi.
Dopo aver assistito allo show del nostro collega di centrodestra, il quale ha contestato, sostanzialmente, il metodo e il merito di tutto il disegno di legge, mi preme sottolineare il merito effettivo di questo disegno di legge, che noi riteniamo, invece, particolarmente prudente e forse un po' timoroso rispetto a quelli che potevano essere gli obiettivi processati già nel 2015 col primo intervento sulla legge n. 19; ma almeno porta a compimento il discorso.
Alcune questioni le risolviamo: facciamo crescere il livello di protezione sul territorio, diamo una maggiore uniformità alle aree protette, risolviamo alcuni temi, mentre altre questioni si sarebbero potute affrontare forse un po' più di petto, ma purtroppo ci siamo arrivati a fine legislatura.
È importantissimo, a nostro avviso, l'aumento delle aree contigue e l'istituzione dell'area protetta regionale (che era già Parco fluviale Gesso Stura nel cuneese). È importantissima anche la questione del Parco del Po piemontese: mi preme segnalare questo aspetto per quanto io sia in opposizione, e in questa veste non dovrei difendere, sostanzialmente, un disegno di legge della Giunta regionale supportato da un'intera maggioranza. Tuttavia, il fatto di far crescere dimensionalmente le aree protette e, quindi, dare un maggior peso agli enti di gestione e una maggior capacità organizzativa e gestionale, permette a questi enti.
Ricordo che dal depotenziamento delle Province in avanti, tutto sommato, a livello di difesa del patrimonio ambientale del territorio, gli Enti parco regionali hanno fatto un "signor lavoro", soprattutto quelli di maggiori dimensioni.
L'intervento che abbiamo fatto è legato proprio alle problematiche connesse alla frammentazione del sistema della gestione delle aree protette regionali. Quindi, al di là di tutto e con tutti i limiti della prudenza che caratterizza sempre l'azione del nostro Assessore Valmaggia, questo è un disegno di legge importante; è un disegno di legge che il Piemonte merita di portare a casa (a differenza di tanti altri), anche se con un po' di fretta in questo finale di legislatura. Perché? Perché dà comunque una maggior tutela, dal punto di vista ambientale, al nostro territorio.
Venerdì si terrà una grande manifestazione, stimolata persino dai nostri figli, per un'attenzione maggiore al nostro futuro dal punto di vista della tutela dell'ambiente e degli impatti che l'attività umana avrà su di esso.
È fondamentale che in Piemonte, dove abbiamo con orgoglio un territorio che ha una buona percentuale di difesa, dal punto di vista ambientale, con tutti i limiti dei problemi di inquinamento, cementificazione frammentazione degli interventi e disomogeneità dell'intervento regionale perché, ricordo, dovrebbe essere l'Ente a programmare, a livello ampio, gli interventi sul territorio.
Con tutti questi limiti, con questo disegno di legge qualcosa stiamo facendo e qualcosa stiamo lasciando alle generazioni future, sperando che chiunque venga, da giugno in avanti, non smonti quello che si è fatto fino ad oggi.
E' importantissimo terminare questo disegno di legge; sono importantissimi gli emendamenti che siamo riusciti a portare avanti in maniera costruttiva anche con la maggioranza, con cui magari tante volte abbiamo anche litigato (anche in questo particolare frangente politico) quindi non posso che rimarcare l'importanza di concludere la discussione e di giungere finalmente a compimento di questo percorso lungo oramai quattro anni.
Grazie.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 103) presentato da Corgnati, Ferrentino.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 104) presentato da Corgnati Ferrentino.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 64) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 92) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 93) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 94) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 95) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 96) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 60) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 92) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 61) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 62) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 63) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 64) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 65) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 66) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 67) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 68) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 69) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 70) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 71) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 72) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 73) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 74) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 75) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 76) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 77) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 78) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 79) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 80) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 81) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 82) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 83) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 84) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 85) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 86) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intanto, faccio una considerazione di carattere generale.
Le norme che tendenzialmente, ma non solo in questo Consiglio, durano nel tempo, sono quelle non necessariamente condivise, ma sulle quali c'è stato un lavoro di condivisione territoriale e politico.
Solitamente, le norme di rottura sono i primi punti che una maggioranza, se alternativa a quella precedente, intende modificare.
Ovviamente sto facendo una valutazione esclusivamente personale.
Posso dire, come esponente del centrodestra, che se dovessimo individuare due leggi, fra le tante, cui porre mano, certamente sono la legge sui rifiuti e questa.
I motivi sono profondamente diversi: la legge sui rifiuti profondamente sbagliata poiché non tiene conto della volontà dei territori questa, per motivi simili, cui se ne aggiunge un altro: è' una legge errata perché non ha alcun tipo di progettualità al proprio interno, se non quella meramente museale e conservativa; secondo motivo, perché viene fatta in scadenza di legislatura.
In scadenza di legislatura nessuno tenta, se non in modo poco intelligente, di fare un'operazione di forzata maggior salvaguardia come questa.
Come sempre avviene quando si attua questo tipo di interventi normativi, vi è un momento, in particolar modo quello legato ai parchi, in cui vi è un interesse collettivo, magari suscitato dalle discussioni che avvengono all'interno delle Comunità locali. Vi è poi un momento di assoluto silenzio, in cui il Consiglio regionale legiferava in un silenzio tombale; infine vi è il momento dell'attuazione.
Il momento dell'attuazione sarà quella in cui, a partire dalle prossime settimane, in una serie di territori nasceranno immediatamente dei vincoli saranno territori che dovranno sottostare alle norme, ad una serie di vincoli che la nostra legge pone.
Faccio un altro esempio.
La legge regionale n. 19, che non è una "cattiva" legge o, meglio, era una buona legge, certamente con molte modifiche da apportare, in particolar modo negli stravolgimenti fatti in questa legislatura, soprattutto con le modifiche del 2018 e di oggi, prevede che all'interno dei divieti previsti dall'articolo 8, fatto salvo il divieto dell'attività venatoria (che ovviamente è un divieto non superabile all'interno dei parchi), tutti gli altri divieti possano essere, totalmente o parzialmente, derogati con un Regolamento di cui i parchi si dotano.
Questo perché? Perché evidentemente i parchi sono parchi di pianura sono parchi fluviali; sono parchi collinari e sono parchi montani in cui si ha la presenza di attività, di Comunità e di vita economica, profondamente differenti fra loro.
Quella possibilità di deroga da introdurre con i Regolamenti dei parchi consente, o avrebbe consentito, di valorizzare un'area piuttosto che un'altra, non facendo venire meno quelle che sono importanti attività economiche. In alcune parti del Piemonte, le attività di estrazione di pietra lapidea sono fra i principali motori di occupazione e di sviluppo per alcune realtà.
Con la norma in approvazione, estendiamo in alcune aree un principio già introdotto, per il quale chi ha un'attività estrattiva in corso pu portarla a compimento, ma certamente non può né ampliarla e nemmeno rinnovarla. Questo vale per molte altre attività.
Quanti sono i parchi che si sono dotati di un regolamento che differenzia le esigenze economiche di un territorio rispetto a un altro? Lo dico io: zero. Non c'è un solo parco piemontese che nell'arco di questi anni si sia dotato di un regolamento che metta in deroga alcune attività previste, vietate o non vietate, ma vincolate a una serie di ottemperanze previste dalla normativa.
Questo, unitamente agli emendamenti prima illustrati e rispetto al grande passo avanti che noi oggi staremmo per fare, dimostra ancora una volta come non vi sia alcun tipo di strategia, né il centrosinistra né il Movimento 5 Stelle rispetto a una politica corretta di gestione dell'ambiente, che non sia quella della musealizzazione.
In molti dei miei interventi, ho provato a far presente come il rischio che l'unico interesse prevalente sia quello conservativo; l'ho detto chiedendo quante volte sono state istituite e convocate le Comunità per la promozione del territorio, chiedendo quante volte hanno espresso un parere sulle attività dei parchi, chiedendo quanti parchi siano dotati di Piano di sviluppo socioeconomico.
Attenzione, non sono richieste del nostro Gruppo consiliare o di Gian Luca Vignale, ma sono parti della legge n. 19/09, che l'Assessore regionale che presiedeva la Conferenza dei Presidenti (fintanto che non è stata sciolta) avrebbe dovuto porre all'attenzione dei Presidenti come obbligo l'istituzione e la convocazione sono obbligatorie, dal momento che avevamo inserito un numero minimo di convocazioni annue.
La legge ha tutta una serie di strumenti e di facilitazioni rispetto alla maggiore capacità d'incasso da parte dei parchi per fare in modo che questi diventino strumenti di promozione. Invece, tutti gli articoli di legge che noi abbiamo approvato nel corso degli anni non sono mai stati attuati o, addirittura, andiamo incontro ad un'ulteriore restrizione.
Infatti, questo disegno di legge impone maggiori restrizioni rispetto alle attività di bigliettazione di servizio o un biglietto d'ingresso; inoltre pone un altro vincolo che, davvero, è il più lontano da una logica vera di conservazione e di sviluppo di un'area protetta, grazie all'emendamento che poco fa tutta la maggioranza e il Movimento 5 Stelle hanno votato, per cui non si possono più dare servizi a privati: la convenzione può essere stipulata unicamente con un ente pubblico, il quale a sua volta dovrà darla a privati o lo gestisce da sé.
Esisteva la possibilità per cui nei parchi, in un lavoro di condivisione della gestione territoriale fra pubblico e privato, entravano le imprese; a nostro modo di vedere, l'impresa non è certamente un soggetto da demonizzare, l'impresa può lavorare sulla promozione all'interno delle aree protette, anzi dovrebbe farlo molto di più di quanto non lo faccia oggi; perché magari quei territori avrebbero un po' più di sviluppo economico rispetto ai tanti soldi che la Regione mette.
Ebbene, di tutte le parti di legge riferite ai Piani di sviluppo, alla possibilità di pagamento di servizi, alla gestione del territorio e quant'altro, non c'è nulla.
Ma anche se in norma non c'è nulla, perché non è stato permesso di fare nulla, perché, come dicevo, è dovere dell'Assessorato e del Settore far rispettare la norma, perché l'Assessorato ha voluto una norma estremamente stringente, e una parte è ripresa nel ddl che stiamo votando, in cui unica legge di rapporto con enti strumentali della Regione Piemonte è l'unica norma che prevede la possibilità di commissariamento da parte della Regione Piemonte e prevede il dovere di trasmissione mensile delle delibere presentate da ogni Direttore.
Questo aspetto, che ha una sua idea di parco unico regionale, di gestione centralizzata di quelle che sono le vocazioni dei singoli territori, essendo così forte la capacità di centralizzazione della gestione di soggetti, anche se autonomi, avrebbe dovuto, dando attuazione alla norma, fare ciò che la norma prevede, nella libertà e nella capacità di ogni Comunità e di ogni Consiglio non soltanto di istituire le consulte per la promozione del territorio, ma di farle funzionare; avrebbe dovuto chiedere e ottenere i Piani di sviluppo, avrebbe dovuto individuare strategie con cui cercare di fare attività di promozione.
Guardate, io lo dico perché nella brevissima attività che ho fatto da Assessore ai Parchi, il concetto che ripetevo ai Presidenti e ai Direttori dei parchi è che l'attività di conservazione (non la chiamavo di musealizzazione) è riuscita benissimo in questa Regione. Allora, da quel punto di vista il collega Campo ha ragione: questa Regione più di altre (il 18%, se non ricordo male, del territorio regionale è nella Rete Natura 2000) è riuscita a tutelare aree ambientalmente pregevoli della nostra Regione.
Dopodiché, vi sono aree meravigliose che non sono a parco; la quasi totalità della corona alpina della provincia di Torino, salvo il Parco delle Alpi Cozie, non è un'area protetta, ma anche quella è da tutelare così come si è tutelato il resto delle aree.
La cosa che provavo a ripetere è che certamente l'attività di conservazione ha funzionato, ma ciò che non ha assolutamente funzionato in modo diffuso sul territorio, invece, è l'attività di promozione. Dico in modo diffuso, perché in realtà ci sono degli esempi in cui, invece, i nostri parchi sono diventati uno strumento di sviluppo del territorio. Non sto a fare gli esempi, perché non conosco più così a fondo le realtà come qualche anno fa, anche se credo di conoscerle ancora in modo abbastanza approfondito. Avevamo provato anche a sviluppare una serie di progettazioni. Ne dico una su tutte: il turismo scolastico.
All'interno dei nostri parchi, i centri visita ogni anno sono visitati da decine di migliaia di studenti piemontesi e abbiamo un caso estremamente positivo in termini di realizzazione strutturale, che è la Casa del Parco di Rocchetta Tanaro. È una struttura che è stata realizzata in modo molto puntuale, funzionale ed efficiente. Infatti, è un centro che ha non solo il centro visita, ma ha stanze in cui dormire e sale in cui realizzare convegni.
Ogni anno si tiene l'iniziativa della Federazione Italiana di fitwalking ed ospita tutta una serie di attività che hanno una ricaduta non soltanto per il gestore del centro visita, ma anche per il territorio perché ovviamente è gente che si ferma, intanto perché all'interno c'è un ristorante e un'area ricettiva. Quindi, ha una ricaduta non solo per chi lì opera, perché le persone che visitano quel luogo attratte dal meraviglioso patrimonio ambientale delle colline del Monferrato possono in qualche modo portare denaro non solo alla struttura e, in modo indiretto, al Parco visto che il gestore riconosce un affitto di gestione al Parco stesso, ma per tutto il territorio.
Il problema è che questo è l'unico esempio piemontese, perché nel bilancio 2014, poi non utilizzati, si erano investiti 500 mila, che so che sembrano pochi, ma era la prima volta dopo anni in cui si rimettevano soldi sugli investimenti. La nostra volontà era esattamente quella, perché siamo pieni di centri visita, molto belli da un punto di vista espositivo, che avrebbero gli spazi per diventare strutture ricettive, ma che non sono strutture ricettive. Perché questo è importante? Perché è evidente (e ho fatto volontariamente l'esempio del turismo scolastico) che la nostra Regione con il suo sistema dei parchi avrebbe la possibilità di intercettare un numero consistente di scolaresche italiane, perché come in pochi luoghi come all'interno della Regione Piemonte, in un turismo che certamente è in crescita - che è il turismo verde, il turismo ambientale (chiamatelo come credete) a cui ad esempio il mondo della scuola è estremamente attento - uno può, venendo in Piemonte, visitare aree ambientalmente protette che hanno delle differenziazioni notevoli fra loro.
Un turista, nell'arco di tre giorni, può percorrere il sentiero dei ghiacci che è sotto il Monte Rosa per scendere a vedere il Parco del Ticino o vedere la particolarità della Baraggia Biellese. E si possono fare molti altri esempi di questo tipo.
Per cui da questo punto di vista era nato e stavano cercando di fare nascere una capacità da parte dei parchi proprio di incasso di maggiori risorse, ma non incasso soltanto perché i parchi avrebbero necessità di maggiori risorse per fare attività di sviluppo territoriale. Incasso perché se i parchi incassano, significa che fanno attrazione territoriale e significa che danno, a loro volta, una ricaduta sul territorio. È quello che dicevo questa mattina rispetto ai parchi americani. Lo Stato Federale americano stanzia milioni di dollari per il sistema dei parchi statunitense, ma allo stesso modo verifica con un sistema di valutazione economica qual è la ricaduta che, in qualche modo, quel parco ha. E vi sono altri aspetti che dimostrano come non si è prestata attenzione, sempre al rispetto della legge. E faccio un esempio che riguarda l'Assessore Ferrero.
La nostra legge vigente, la n. 19/2009, all'articolo 33 sancisce un principio estremamente importante. L'articolo 33 è quello della tutela faunistica all'interno dei parchi e prevede che un parco deve intanto censire le specie in sovrannumero e abbatterle. Ogni qualvolta uno parla con un agricoltore (se qualche volta ci parla) si sa che, laddove esistono le realtà parco e le realtà protette, gli animali intelligentemente si rifugiano all'interno di quelle aree durante il periodo in cui si svolge l'attività venatoria o anche l'attività di controllo, per uscire poi nel corso della notte.
Proprio per questo motivo l'articolo 33 prevede che la Giunta regionale dia mandato ai Parchi e agli Enti di gestione di fare un censimento e successivamente un Piano di abbattimento e, laddove questo Piano non venga effettuato e quindi inevitabilmente, o nel territorio del parco o nel territorio limitrofo, aumentino i danni da fauna selvatica, la Giunta regionale dovrebbe - dico dovrebbe, perché non è mai avvenuto - ridurre il trasferimento ai singoli enti di gestione.
Perché, per esempio, quando io svolgevo l'attività di Assessore, non abbiamo mai ridotto i trasferimenti? Semplicemente perché mancava uno strumento alla legge n. 19/09: il Regolamento faunistico, che è quello strumento che consente non l'attività venatoria all'interno dei parchi, ma consente di svolgere un'attività di controllo all'interno dei parchi che non riguarda solo le specie cacciabili. All'interno di alcuni parchi, per esempio (penso al Parco La Mandria, e non è l'unico), lo scoiattolo grigio che è una specie alloctona, sta uccidendo e facendo scomparire lo scoiattolo rosso, che invece è una specie autoctona, quindi noi potremmo fare.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

No, è il contrario: quella grigia è americana, quella rossa è autoctona.
Quindi potremmo fare anche interventi che non riguardano necessariamente le specie cacciabili, perché dentro i parchi non si caccia e si fa attività di controllo.
Il Regolamento faunistico, peraltro, prevedeva anche una possibilità di maggiore introito per i parchi, e anche qui - senza alcun tipo di ipocrisia comunico ai colleghi più anticaccia che all'interno dei parchi si uccidono gli animali o con metodi biologici o con dei semplicissimi fucili.
Insomma, si svolgono delle attività di controllo, perfino di notte addirittura con i fari, per mezzo di qualche centinaio di selecontrollori che sono cacciatori abilitati a fare attività di predazione di animali di caccia consentita, dunque un'attività di selezione all'interno dei parchi.
Sì, cambia la parola, ma il fine è il medesimo: un animale viene ucciso e muore perché in sovrannumero. Lo dico perché, cosa prevedeva il Regolamento faunistico? E dico prevedeva non casualmente, perché è stato inopinatamente abrogato con la legge 5/2018, quella sulla caccia, e perch si è entrati poi sul Regolamento faunistico è tutto un mistero. Ebbene, il Regolamento faunistico prevedeva l'obbligatorietà, per chiunque fosse chiamato dai parchi per attività di controllo, di svolgere intanto - come la legge 157 prevede - un esame formativo per l'attività di selezione all'interno dei parchi; in secondo luogo, qualunque animale fosse abbattuto, aveva l'obbligo di essere registrato e di poter contribuire anche in termini economici all'attività del parco.
Perché, guardate, questa è un'altra ipocrisia tutta nostra. Se io vado ad abbattere un animale all'interno di una riserva o di un ATC, pago un prezzo (possono essere anche i banali 25 o 30 euro della fascetta del cinghiale fino a un importo maggiore per le specie più pregiate), e non solo pago un prezzo: pago un prezzo e il comparto piuttosto che l'ATC sa chi è stato ad ammazzare quell'animale, perché a quell'animale deve essere apposta una fascetta a cui corrisponde un nome e un cognome, per cui non c'è alcun tipo di possibilità che quell'attività venga svolta in modo fraudolento.
Se invece svolgo un'attività all'interno di un parco chiamato dalla Direzione in qualità di selecontrollore, io abbatto i capi che trovo e poi che fine fanno in alcuni casi è anche regolamentato: c'è la possibilità di ristoro per l'intervento fatto dal selecontrollore con il fatto che uno si tiene i capi. In sostanza, dentro i parchi c'è uno dei più grandi mercati in nero di carne che avviene all'interno della nostra Regione. Il Regolamento faunistico avrebbe messo fine a questa pratica, perché indicava nome e cognome di chi aveva abbattuto che cosa e avrebbe disciplinato questa modalità.
Tuttavia, chissà per quale motivo, il Regolamento faunistico, dal 2014 al 2018, pur essendo in vigore, non è mai stato utilizzato. Questa è di nuovo una responsabilità dell'Amministrazione regionale perché, sempre nel rispetto dell'articolo 33 della legge, noi avremmo dovuto dare meno soldi a chi non faceva svolgere questo tipo di attività, che era utile a due cose: prima di tutto a limitare i danni nei territori interni al parco (perch ricordo che dentro i parchi si svolge attività agricola) ed esterni al parco a favore dell'agricoltura; in secondo luogo, per poter incassare quelle risorse utili a pagare, per esempio, i danni che non paghiamo rispetto alle rovine create all'interno dei parchi e magari a trovare quelle compensazioni di cui abbiamo parlato all'articolo 105.
Neanche questa parte della norma è stata attuata, e allora - come vedete - attenendomi scrupolosamente non agli articoli che io vorrei fossero contenuti in una nuova legge regionale, ma agli articoli che sono contenuti all'interno di questa legge regionale, è ben chiaro che vi è un tema, che è quello che riguarda l'attività di conservazione, dove in modo puntuale l'attenzione dei parchi è estrema. Infatti, se c'è un taglio di piante che non è rispettoso di quello che prevede la norma, c'è la sanzione o l'impedimento alla realizzazione, quindi tutti gli articoli che prevedono vincoli li abbiamo fatti rispettare dal primo all'ultimo in modo più che puntuale, direi, andando a volte anche oltre a quanto era la volontà del legislatore regionale; invece, in ogni parte in cui si doveva utilizzare la legge regionale per svolgere le funzioni di promozione, di tutela di chi vive nel territorio, di riduzione della fauna selvatica, di possibilità di maggiori incassi, di possibilità di maggiore attrazione, tutti quegli articoli, dal primo all'ultimo - e io ho fatto esempi puntuali - non sono stati attuati.
Da ciò si deduce, come abbiamo ampiamente cercato di spiegare nella seduta di oggi, che anche in questo caso ci troviamo di fronte all'ennesima volontà di conservazione del territorio e non di gestione del territorio.
Dopodiché, se io dovessi fare un ragionamento meramente di carattere spicciolo e legato alle elezioni che verranno, devo dire che questo è uno dei tanti danni che, secondo me, si ritorcerà contro chi ha voluto legiferare male, in fretta e a tempo scaduto rispetto a un tema così delicato, ma non è questo l'interesse. Come abbiamo più volte dimostrato in particolar modo nell'unica vera discussione che si è tenuta fra il 2015 e il 2016 (in quella del 2018 ci sono stati 25 emendamenti presentati sulla legge durante la discussione della legge omnibus), quindi in modo coerente nell'attività che svolgemmo come amministrazione di centrodestra e nell'attività che abbiamo svolto come centrodestra all'opposizione, i punti e i temi per noi essenziali sono quelli della promozione territoriale dello sviluppo economico e della tutela delle imprese che insistono su quei territori: soggetti di cui vi siete dimenticati.
Al mondo dell'agricoltura dovrete spiegare che questo è stato, come ha detto correttamente il Consigliere Campo, un grande risultato raggiunto da questa Amministrazione regionale alla quale spiegheremo come tutti i nuovi vincoli che sono stati introdotti nelle aree pascolive, nelle aree agricole di pianura e quant'altro, sono stati posti per aver conseguito un grande risultato: aver aumentato il livello di conservazione del nostro territorio.



PRESIDENTE

Abbiamo illustrato tutti gli emendamenti presentati all'articolo 13 e quindi iniziamo le votazioni.
La parola all'Assessore Valmaggia per il parere della Giunta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore ai parchi

Grazie, Presidente.
Il parere della Giunta è favorevole sugli emendamenti n. 49, 103 e 53 ed è contrario su tutti gli altri emendamenti.



PRESIDENTE

Assessore, é contrario anche sull'emendamento n. 108?



VALMAGGIA Alberto, Assessore ai parchi

Chiedo scusa, contrario anche sugli emendamenti n. 108 e 109.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 90), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 91), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 49), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 50), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 92), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 100), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 99), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 93), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 94), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 103), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 104), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 95), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 96), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 60), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 61), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 62), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 63), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 53), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 54), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 64), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 108), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 109), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 65), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 66), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 67), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 68), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 69), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 70), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 71), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 72), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 73), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 74), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 75), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 76), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 77), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 78), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 79), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 80), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 81), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 82), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 83), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 84), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 85), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 86), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'articolo 13, come emendato



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 14



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 14) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Lo illustro perché, in realtà, non ho ancora avuto modo di sottolineare un aspetto. Si rileva che la norma abbia una clausola di invarianza finanziaria, che, come avevo già avuto modo di rilevare in sede di Commissione, ritengo (lo dico anche alla Presidenza) che non sia tale.
Penso che la legge in due parti, in particolar modo, con un aggiornamento, cioè con l'approvazione dell'emendamento 105) e poi con la previsione della gestione del personale sufficiente per gestire i parchi in rapporto agli ettari, preveda sostanzialmente una spesa.
Se nell'articolo sul personale c'è scritto "compatibilmente con le dotazioni di bilancio", l'emendamento 105) che abbiamo approvato, invece prevede che vi sia una dotazione finanziaria per compensare e indennizzare coloro i quali hanno una riduzione continuativa di reddito per le limitazioni poste dall'operare all'interno di un parco.
Lo dico alla Presidenza: ai sensi del decreto legislativo n. 118, ai sensi della delibera sulla valutazione degli esiti del costo di una norma questa norma non è più a invarianza finanziaria, perché l'emendamento 105) che abbiamo approvato è un emendamento di spesa. Pertanto, credo che su questo tema, come abbiamo fatto in altri casi, si dovrebbe convocare la I Commissione, per calcolare quale sia il costo, anche sulla scorta degli anni precedenti, che può avere per garantire il pagamento delle indennità e inserire una norma finanziaria all'interno della legge che tenga conto di questo aspetto, che è stato previsto.



PRESIDENTE

Chiedo un po' di silenzio.



VIGNALE Gian Luca

Ripeto: ritengo che, dopo l'approvazione dell'emendamento 105) questa norma, che prevede l'indennità per coloro i quali hanno una riduzione di reddito per le imprese che operano all'interno delle aree parco, a differenza di com'era uscita dalla V Commissione, oggi abbia un costo; per tale ragione, credo che si dovrebbe convocare la I Commissione per scrivere una norma finanziaria per quantificare o, meglio, chiedere alla Giunta di quantificare un ipotetico danno, che io sinceramente non saprei valutare perché questi aspetti li abbiamo demandati alla Giunta regionale.
Se avrete la pazienza di ascoltarmi ancora un secondo, lo dico alla Presidenza.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

No, so che voi donne sapete fare tutto, ma il dottor Poppi no, perch come me, è un uomo e sa fare una cosa alla volta.



(Commenti del Consigliere Appiano)



VIGNALE Gian Luca

È la verità. Io parlo per la mia esperienza personale, non parlo per quella altrui.
Dicevo, lo dico perché mentre l'emendamento sull'implementazione dei dipendenti prevede ".nei limiti delle disponibilità di bilancio" (lo dico a memoria), è evidente che è a invarianza finanziaria: a me pare - lo pongo alla Presidenza - che l'emendamento 105) invece debba essere quantificato.



PRESIDENTE

Va bene.
Gli Uffici stanno valutando.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.11 riprende alle ore 17.18)



PRESIDENTE

Presidente Vignale, l'emendamento n. 105) si limita a sopprimere una parte dell'articolo 36, comma 7, e non introduce una nuova fattispecie di risarcimento di indennizzo che, invece, è già prevista dal testo vigente.
Peraltro lo stesso articolo 36, al comma 11, già prevede la fattispecie legata agli oneri e la relazione tecnico-finanziaria del disegno di legge dovrà dare conto dell'invarianza finanziaria.
Spero di essere stata chiara: la risposta alla sua domanda è negativa.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.19, riprende alle ore 17.20)



PRESIDENTE

La seduta riprende.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'articolo 14.
Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La Consigliera Frediani dichiara di voler dare voto favorevole.



PRESIDENTE

ARTICOLO 15



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 15) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 15 sono le "Disposizioni finali", quindi inevitabilmente ci che riguarda l'articolato, ma vi è un aspetto che credo sia significativo.
L'articolo 15 prevede al comma 1 alla lettera a) che "all'Ente di gestione delle aree protette del Po vercellese e alessandrino che prende il nome di Ente di gestione delle aree protette del Po piemontese è trasferita la gestione della Riserva naturale." e tutto ciò che riguarda il Po, tanto della parte del torinese quanto di quella alessandrina, vercellese e la collina, le Vallere e quant'altro. Questa ovviamente è una disposizione che non può non esserci, nel senso che è la traduzione di ciò che fino adesso è stato votato.
Segnalo soltanto che, rispetto ad una serie di indicazioni che in qualche modo più Amministrazioni locali e, devo dire, in modo politico assolutamente trasversale, hanno segnalato, tutte le considerazioni che le amministrazioni locali facevano tanto nell'area alessandrino-vercellese quanto nell'area torinese quanto nel Parco del collina o relative alla riserva delle Vallere, si riducono ad un ordine del giorno che ha degli aspetti che potrebbero anche essere condivisibili, ma che non trovano alcun adempimento nella norma.
E' un po' strano dire che si devono mantenere equilibri nella ripartizione delle competenze del personale rispetto alla funzione dei due Enti di gestione originali. Questo molto semplicemente perché quando da due Enti se ne fa uno unico, non c'è alcun vincolo che ponga l'Ente nascente da due fusioni a mantenere l'equilibrio nella ripartizione delle competenze del personale. Non vi è alcuna modalità con cui si possa operare all'interno della legge, affinché la nuova Comunità del parco sappia valorizzare le attuali sedi quali elementi di promozione dell'intero territorio o a valorizzare la sede delle Vallere e quant'altro, se non attivando una fase transitoria di un Tavolo di coordinamento. Un ordine del giorno rispetto ad una legge che verrà comunque gestita dalla prossima Amministrazione regionale, non ha alcun valore; l'unica disposizione che in qualche modo poteva essere vincolante e tutelante per quelle Comunità era per l'appunto - inserire una norma transitoria o delle disposizioni transitorie rispetto alla fattispecie proprio legata al nuovo Parco del Po piemontese. Questo, ovviamente, non è avvenuto.
Discuteremo poi l'ordine del giorno presentato da alcuni colleghi anche su sollecitazione degli enti di gestione, ma certamente tutto ciò non è contenuto all'interno della norma.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 44) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 45) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Valmaggia per l'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 44) e sul n. 45, che insiste sull'articolo 15 bis.



VALMAGGIA Alberto, Assessore ai parchi

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 44) riscrive il fatto che le risorse umane finanziarie, strumentali e patrimoniali e i rapporti giuridici vengono trasferiti dall'Ente del Po torinese all'Ente del Po piemontese.
L'emendamento n. 45) stabilisce che il Consiglio dell'Ente delle Aree protette del Po vercellese e alessandrino e il Commissario dell'Ente di gestione delle Aree protette del Po torinese rimangono in carica ed esercitano i poteri fino all'insediamento del Consiglio dell'Ente di gestione del Po piemontese, perché c'è un doppio tempo di attuazione di questa legge.
Per quanto riguarda tutte le altre aree che sono state inserite e votate oggi, l'entrata in vigore con l'approvazione di questa legge, per il Po torinese e vercellese, che si uniscono nel nuovo Po piemontese, vi è una fase transitoria più lunga per costruire questo percorso e anche per amalgamare questi due parchi e costruire un progetto strategico.
In questo senso, questi due emendamenti sono collegati a questa differente velocità di attuazione: una immediata e l'altra successiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente. Intervengo in discussione generale sul nuovo articolo che, di fatto, l'emendamento n. 45) crea.
Un po' a conferma di quanto dicevo precedentemente, l'emendamento n.
44) - ma non potrebbe recitare altro che questo - dice chiaramente in norma che le risorse umane, finanziarie, strumentali e patrimoniali connesse ai rapporti giuridici attivi e passivi relativi all'Ente di gestione del Po torinese sono trasferite all'Ente di gestione del Po piemontese.
Ora, tutto ciò che poi verrà scritto nell'ordine del giorno - che sono pie intenzioni, per carità - viene in qualche modo completamente superato da una disposizione tranchant che dice che ciò che oggi è Po torinese entra in quello che è il nuovo Ente di gestione del Po piemontese, quindi la salvaguardia del personale, la salvaguardia della rappresentanza e quant'altro sono ovviamente andate a farsi benedire in quello che diventa un soggetto unico .
Parimenti, l'emendamento n. 45) avrebbe del buonsenso se ci trovassimo a un anno dalle elezioni, perché - com'è noto - col rinnovo della Giunta regionale, decadono anche gli Enti di gestione, o meglio, vengono rinnovati. Se oggi fossimo nel gennaio del 2018, questa norma transitoria darebbe, sì, il tempo di fare in modo che l'emendamento n. 44) sia attuato in maniera graduale, poiché i due Enti di gestione rimangono in piedi ancora un anno, tempo necessario per mettere insieme due realtà così composite. In realtà, fra pochi mesi, con i tempi che si darà la nuova Amministrazione regionale, chi verrà dopo di noi nominerà il nuovo Ente di gestione dell'Ente unico e allora è evidente che su questo aspetto, senza un emendamento che abbia una data, che vada oltre il tempo della legislatura, di fatto chi ci sarà fra qualche mese starà discutendo su quale Presidente nominare, quale Consiglio dell'Ente nominare, che sarà unico per quelli che sono oggi i due differenti Enti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 44).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'articolo 15, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 15 bis



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 45).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo)



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 16



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 16) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione dell'emendamento n. 16



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente L'articolo 16 nasce per una omogeneità nell'intervento normativo. E' evidente che l'articolo 16 abroga tutta una serie di disposizioni, oggi vigenti, della legge n. 19 del 2009. Per tutto ciò che abbiamo detto nel corso di questa seduta, non siamo ovviamente favorevoli.
Vi è un dato su cui, peraltro, vogliamo fare una considerazione. Alcune modifiche che abbiamo apportato sono, al di là del merito di ciò che abbiamo detto, modifiche che vanno, in qualche modo, a tutelare gli enti di gestione a discapito di chi vive all'interno del territorio. Faccio l'esempio proprio dell'emendamento n. 105 di cui parlavo precedentemente.
Il comma 3 dell'articolo 36 (Risarcimento e indennizzi) della legge n.
19/2009 prevedeva che il risarcimento, che è una riduzione in modo continuativo di reddito, dà diritto ad un indennizzo. Il comma 3 recitava: "Danno comunque diritto all'indennizzo: a) la riduzione del carico di bestiame al di sotto dei limiti di carico ottimale e la riduzione del normale periodo di monticazione; b) le riduzioni di reddito derivanti da limitazioni colturali o da modificazioni delle tecniche di coltivazione".
Questi due aspetti, che riguardano per esempio la pastorizia e non solo, ma riguardano principalmente la pastorizia, non sono più presenti all'interno della nostra legge.
Posto che di indennizzi ne avevamo pochi o mai, almeno prima era sancito un principio in legge. Chi si occupava di un'attività agricola era perché qualcuno, come avete fatto voi oggi, aveva deciso che, all'interno di quelle aree, deve attuare una riduzione di carico di bestiame o una riduzione di periodo di monticazione o una limitazione colturale, perch questo è previsto all'interno dei limiti che la legislazione sui parchi introduce, aveva comunque diritto ad un indennizzo. La vecchia norma si aveva "diritto a un indennizzo a compensazione dei mancati redditi", ma quella parte adesso non c'è più.
Noi abbiamo ampliato, sempre per tornare al ragionamento fatto in più di un'occasione.
Non so perché fischia il microfono.



PRESIDENTE

Perché l'Aula non ne può più. Scusi la battuta, Consigliere Vignale vada verso la chiusura del suo intervento.



VIGNALE Gian Luca

Però è stimolante. Mi dovete dare solo il tempo di predisporre qualche emendamento. Ognuno vede gli stimoli con la testa che ha.
Al di là della battuta, devo dire, rispetto a quanto dicevo precedentemente, che bastano questi due commi cancellati per capire, in modo chiaro, quali sono le differenti posizioni. C'è, da una parte, chi sta con chi non vuole che vi siano limitazioni colturali, non vuole che vi siano limitazioni di periodo di monticazione, non vuole che vi sia la riduzione del carico di bestiame all'interno, quasi sempre in questo caso delle aree montane ma non solo; dall'altra, chi preferisce, invece, che anche qualora vi siano questi aspetti, non vi sia più diritto a un indennizzo.



PRESIDENTE

Grazie Consigliere, lo consideriamo anche come intervento in discussione generale.
Emendamento rubricato n. 55) presentato da Campo, Andrissi, Appiano Accossato, Mighetti, Ferrentino, Bono, Frediani, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 56) presentato da Campo, Andrissi, Appiano Accossato, Mighetti, Ferrentino, Bono, Frediani, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

I Consiglieri presentatori degli emendamenti n. 55 e 56 danno per illustrati gli emendamenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per il parere della Giunta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore ai parchi

Il parere è favorevole sugli emendamenti n. 55 e 56 ed è contrario sull'emendamento n. 16.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 55), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 56), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 17



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 47), presentato dalla Giunta regionale, è ritirato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 17) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo al di là del merito dell'emendamento, che intende cassare l'articolo 17 sulle entrate in vigore, poiché prevedere l'entrata in vigore il 1° gennaio 2020, per tutta una serie di disposizione che abbiamo dato, è per certi versi - inutile, mentre per altri versi speriamo sia proprio inutile, nel senso che non entrino in vigore mai.
C'è un altro tema che voglio sottolineare, perché noi votiamo gli emendamenti senza illustrarli (parlo di quelli presentati dalla larga maggioranza, oggi Movimento 5 Stelle- centrosinistra). L'emendamento n. 45) appena approvato - ha escluso i Comuni e le Unioni di Comuni dalle gestioni delle aree di Rete Natura 2000. Se, cioè, fino a ieri le aree di Rete Natura 2000 potevano essere gestite da Comuni, Unioni di Comuni Province o Città metropolitana, con l'emendamento appena approvato noi non ci fidiamo dei Comuni e obbligatoriamente escludiamo l'opportunità che un Comune possa gestire il proprio territorio su cui insiste un'area protetta.
Devo dire che questa è una novità interessante, nel senso che ci sono dei Comuni (e non sono neppure Comuni di centrodestra) che hanno avanzato domanda, ai quali ovviamente faremo prontamente conoscere la scelta che ha fatto quest'Amministrazione. Si tratta di Comuni che hanno anche un'omogeneità politica e che legittimamente vogliono gestire il territorio su cui insiste il proprio parco.
Noi discettiamo e discuteremo la prossima settimana di Unioni montane.
Abbiamo vietato a Unioni montane che magari raggruppano 30 Comuni di gestire anche solo un'oasi presente nel proprio territorio. Questa è la dimostrazione lampante di come vi sia stata, nella scrittura di questa norma, una volontà dirigista che vuole fare dei parchi regionali un pezzo di struttura della Regione Piemonte; è la volontà più evidente e io mi auguro che, grazie all'articolo 17, che pospone tutta una serie di entrate in vigore della legge, fra cui l'articolo 16, questa legge non entri mai in vigore, perché è un insulto - nel concetto di sussidiarietà che ci dovrebbe essere di un ente - il fatto che noi impediamo a 1.200 Comuni o alle 50 Unioni montane o alle molte Unioni di Comuni di poter gestire un pezzo del proprio territorio.
Poi, ognuno vota ciò che crede e come crede, però c'è un limite: c'è un limite alla possibilità di non avere una scelta nella politica e di non avere alcun tipo di scelta se non quella dettata da terzi. Chi si fa dettare la politica da terzi è bene che abbia i risultati che credo questa legge porterà in termini, non dico di consenso, ma di assenza completa di fiducia di un'Amministrazione regionale nei confronti dei suoi Sindaci.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 98) presentato da Campo, Andrissi, Bertola, Bono Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Giusto due parole, perché mi sembra che il Consigliere Vignale abbia completamente mancato il concetto, nel senso che la logica è proprio quella della piena sussidiarietà: noi andremo - con una norma che voglio vedere se uscirà dalla Commissione - addirittura ad appesantire i compiti e a responsabilizzare maggiormente i ruoli dei Comuni, degli Enti locali e delle Unioni di Comuni, proprio sul tema delle aree protette regionali.
Questo, proprio per come sono configurate, per il fatto che ci sono enti di gestione che hanno dei Consigli in cui i Comuni sono pienamente rappresentati e che definiscono tutta la pianificazione della gestione territoriale all'interno delle aree protette, ci sembra perfettamente ragionevole, anche perché parliamo di qualcosa che esiste già in oltre il 90% dei casi attuali, cioè che siano gestiti dall'ente di gestione delle aree protette, con una possibilità per quegli enti provinciali o Città metropolitana, eventualmente, di manifestare il proprio interesse, proprio perché è anche nei loro compiti, come enti di area vasta, pertanto sovraordinate ai Comuni e nel pieno rispetto di un discorso di sussidiarietà. Nulla viene tolto ai Comuni dal punto di vista della gestione del proprio territorio e del proprio ruolo fondamentale, tant'è che fanno parte dei Consigli del parco.
È, quindi, una legge profondamente rispettosa che abbiamo impiegato addirittura due anni a redigere, rispetto ai sei mesi che erano stati previsti originariamente, proprio per un sovrappiù di scrupoli nell'andare a vedere come potevano essere declinate queste scelte sul territorio.
Si può criticare sempre, per carità, ma non si può dire che andiamo a violare il ruolo comunale. I ruoli dei Comuni sono perfettamente rispettati, hanno tutte le voci in capitolo che vogliono. Mi permetto anche dire che ogni tanto i Comuni rappresentano un problema, perché spesso non capiscono la differenza tra quello che è il compito di chi gestisce un'area protetta e quelle che sono le norme che tutelano.



(Commenti del Consigliere Vignale)



CAMPO Mauro

Ma io lo spero, lo spero! Guardate che ogni tanto è un problema con gli amministratori locali: può darsi che sia un deficit della Regione o degli enti sovraordinati.



(Commenti del Consigliere Vignale)



CAMPO Mauro

Fammi concludere, io non ti ho interrotto quando parlavi tu e dicevi le tue castronerie.
Ci può essere un problema di informazione, però quando un amministratore va ad imputare ad un'area protetta una colpa che invece dipende da una norma (che non c'entra niente con le aree protette) volta alla tutela del territorio, vuol dire che c'è un problema di informazione.
A questo livello, siccome abbiamo degli enti che sono stati deputati a questo tipo di compito, è importante la razionalizzazione della suddivisione delle mansioni. Perché oggi uno dei problemi italiani per cui le norme non trovano mai attuazione è dovuto al fatto che la loro attuazione sia disseminata tra troppi livelli istituzionali e non solo anche di enti intermedi. Dunque, chiarire in modo chiaro e non ambiguo chi fa che cosa, alla fine va a vantaggio di tutti quanti, compresi i Comuni che vedono, tra l'altro, un interlocutore chiaro rispetto a chi deve anche spiegare che cosa si sta facendo dal punto di vista delle competenze.
Sotto questo profilo, quindi, questa norma è assolutamente adeguata.
Semmai, bisognerà vedere se le Province saranno in grado (se sono interessate a farlo) di fare quello che fanno gli enti di gestione delle aree protette.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Emendamento rubricato n. 46) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia, per l'illustrazione.



VALMAGGIA Alberto, Assessore ai parchi

Grazie, Presidente.
Rubo un minuto solo per chiarire alcuni aspetti che, probabilmente anche un po' per la stanchezza e la fatica di questa giornata, hanno fatto equivocare il Consigliere Vignale. Vorrei quindi essere molto chiaro.
Ad oggi in Piemonte non c'è nessun Comune o Unione di Comuni che gestisce un sito di Rete Natura 2000. Al riguardo, l'Unione Europea ha fatto partire una procedura d'infrazione per vietarlo. Ad oggi non sono gestiti.
Noi togliamo i siti di Rete Natura 2000 - che altra cosa - dalla gestione di aree protette fatte dai Comuni, a partire dal mio Comune di Cuneo, che spero continui a gestire bene come ha fatte in queste dodici anni il Parco del Gesso e Stura ampliato ai Comuni vicini.
Vengo all'emendamento. Peraltro, non ho collegato l'emendamento rubricato n. 46) con il n. 44) e il n. 45), ma sono tre emendamenti connessi.
L'entrata in vigore della legge - anche su questo vorrei essere molto chiaro - si ha il quindicesimo giorno dalla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ad eccezione di una serie di articoli che riguardano il Parco del Po piemontese, per il quale è prevista una fase transitoria - che si collega alla permanenza in carica del Commissario del Po torinese e del Presidente del Po vercellese-alessandrino - che porterà l'entrata in vigore al 1° luglio 2020.
Si configurano, quindi, due velocità: immediatamente, per tutto il resto del Piemonte, e 1° luglio 2020, per il Parco del Po piemontese.
Perché è un qualcosa che dev'essere costruito, dev'essere condiviso maggiormente e dev'essere sostenuto da una progettualità lunga. Quindi è previsto questo tempo più lungo.
Ci tengo dunque a chiarire che l'emendamento n. 46) si riferisce a quel passaggio: perché in Aula ciascuno è libero di dire quello che vuole, ma quando si eccede nelle informazioni non corrette, un piccolo chiarimento diventa necessario. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale, in discussione generale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il fatto che non vi sia nessun Comune o Unione di Comuni che gestisce è dato anche da un motivo molto banale: lo decide la Giunta qual è il soggetto gestore. E la Giunta in questi cinque anni, anche laddove vi erano richieste da parte di Comuni o Unioni di Comuni, ha sempre affidato la gestione agli enti gestori. Ma la legge fino a ieri (e non casualmente) manteneva un principio essenziale: la gestione delle aree di Rete Natura 2000 poteva essere svolta dagli enti di gestione vicini, dalle Province dai Comuni o dalle Unioni dei Comuni, cioè da tutte le articolazioni istituzionali presenti sul nostro territorio, proprio perché uno potesse avere la capacità e la facoltà di valutare con i singoli territori qual era il soggetto che meglio lo poteva fare.
Il dato incontrovertibile è che se fino ad oggi questa possibilità c'era, dall'entrata in vigore della legge questa possibilità non vi sarà più. Cioè viene preclusa questa facoltà ad enti democraticamente eletti dai cittadini. E guardate che la distinzione è solo quella: gli unici soggetti che andrebbero a gestire le aree di Rete Natura 2000 eletti da tutti i cittadini sarebbero i Comuni, perché non lo sono le Province (o lo sono in modo indiretto), né lo sono i Consigli di gestione, che sono nominati dalla Giunta regionale, seppure di concerto con il territorio. Poi non importa a chi va, ma l'aspetto singolare è che si sia scientemente voluto escludere le Amministrazioni comunali ed le Unioni di Comuni da questo aspetto.
Tenete anche conto che non stiamo parlando degli Enti parco come se avessimo di fronte dei "super tecnici" del Ministero dell'ambiente! Noi abbiamo strutture che fanno l'impossibile, ma che, da un punto di vista numerico, hanno difficoltà a gestire l'esistente, e sono sempre di meno.
Quindi questa capacità di gestione all'interno degli Enti parco esiste molto, molto sulla carta.
Di certo, relativamente alla convenzione che in qualche modo si sigla con gli Enti parco nella gestione di pezzi di territorio regionale - perch le aree di Rete Natura 2000 sono pezzi di territorio regionale - se prima i Comuni potevano avere una voce in capitolo, anche in un'attività di consultazione con il soggetto gestore, oggi tutto questo viene meno semplicemente perché sono soggetti che hanno titolo a essere seduti nella Comunità del parco, ma non nel Consiglio del parco.
Nella Comunità del Po, ad esempio, dove si siederanno più di 50 amministratori locali, voglio vedere quale sarà il peso che le singole amministrazioni comunali riusciranno ad avere.
Questo e non solo questo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Se non ci sono altri interventi in discussione generale, procediamo con le votazioni.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 17), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 98), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 46), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo)



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Procediamo con le dichiarazioni di voto sull'intero testo.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

L'avrei fatta dopo, visto che non ho mai ascoltato i colleghi.
Posso ascoltarli e intervenire dopo?



PRESIDENTE

Sì, va bene.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Non avevamo alzato la mano perché riteniamo che ormai gli argomenti sono stati sviscerati.
Voglio ancora ribadire quanto già detto all'inizio della discussione generale: l'interlocuzione con i territori è stata alla base del presupposto per portare il disegno di legge n. 330 all'attenzione del Consiglio. Ancora oggi abbiamo dialogato con i territori per capire se avevamo colto le loro indicazioni.
E' ovvio che, quando ci sono delle modifiche, ci possono essere, per quanto riguarda il Parco del Po piemontese, delle remore rispetto all'applicazione di questa normativa. Per questo motivo abbiamo chiesto alla Giunta di spostare l'entrata in vigore del provvedimento al 1° luglio proprio per cercare di dare ai territori la possibilità di capire le potenzialità presenti nel provvedimento e, quindi, di poter coinvolgere l'Assemblea del Parco, quindi tutti i Sindaci e gli Enti locali sul territorio.
E' il presupposto che abbiamo detto all'inizio all'Assessore: volevamo che questo provvedimento raccogliesse le indicazioni del territorio e che ampliasse già le norme patrimonio delle aree protette della Regione Piemonte.
Voglio ringraziare gli Uffici per avere accompagnato questo processo e l'Assessore, al quale abbiamo rappresentato le sensibilità che si manifestano sul territorio.
Con la collega Accossato, Presidente della Commissione, abbiamo predisposto un ordine del giorno che andasse a cogliere le perplessità e i dubbi delle organizzazioni sindacali piuttosto che del personale dei parchi, che sono oggetto di un tentativo di sintesi nella gestione dei parchi.
L'ordine del giorno che accompagna questa normativa cerca di dare gli elementi per fugare ogni dubbio sul fatto che questo provvedimento vuole mettere in primo piano le scelte delle Amministrazioni locali sul territorio, e cerca di fare massa critica, per fare sì che l'Ente Parco del Po possa rappresentare veramente le istanze che arrivo dal territorio, che secondo noi sono enormi potenzialità.
Il provvedimento raccoglie e rilancia il tema della valorizzazione della promozione delle aree protette piemontesi come elemento di sviluppo e di valorizzazione dell'intero territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie.
Solo per confermare e dichiarare il voto favorevole del nostro Gruppo e la soddisfazione di aver portato a termine questo lavoro. (Non so se posso illustrare adesso l'ordine del giorno essendo in dichiarazione di voto? Va bene, dopo).
Dicevo, la soddisfazione per aver portato a termine il ragionamento e quindi, il lavoro su questo disegno di legge che amplia le aree protette nel nostro territorio e coglie le sollecitazioni e le attenzioni di molti Comuni, molti territori che, negli anni, hanno compreso come far parte di un'area protetta, di un parco, di una riserva possa essere un valore aggiunto per lo sviluppo economico, per la promozione turistica, agricola e ambientale di quell'area. Credo che da questo punto di vista culturale sia stato fatto un grande passo avanti.
Sottolineo ancora come la discussione in Aula, con l'approvazione di alcuni emendamenti, sia dei Consiglieri che della Giunta, abbia portato a raccogliere, per esempio, le istanze di un territorio, come quello del Lago di Arignano che trova così una sua dimensione di protezione, che forse è un primo passo per l'area di salvaguardia, anzi a quelle Associazioni che l'hanno sollecitato fortemente diciamo che questo è un primo passo all'interno di un percorso che potrà anche evolvere in un vero e proprio ingresso in un'area protetta.
Oltre a questo, certamente nella conclusione vi è anche la volontà e credo l'impegno che questo Consiglio in futuro, quando chi governerà la Regione in futuro sarà chiamato a ragionare su questi temi: mettere in campo nuove idee, nuove programmazioni per poter fare funzionare al meglio il sistema delle aree protette del Piemonte, raccogliendo questa grande e lunga esperienza e mantenendola viva anche in futuro.



PRESIDENTE

Grazie, collega Accossato.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il nostro voto, il mio voto, non potrà che essere contrario a questo disegno di legge.
Tuttavia, nei pochi minuti della dichiarazione di voto vorrei cercare di motivare le contrarietà, indicando alcuni punti e fra le tante parole spese oggi.
Uno dei punti riguarda certamente la tardività; credo che un provvedimento, che rischia di essere non voglio dire divisivo, ma rischia di essere estremamente significativo per l'impatto che avrà a livello territoriale, non si dovrebbe assumere a quindici giorni dalla scadenza del periodo di attività normale del Consiglio e non solo, nella normale amministrazione.
In secondo luogo, perché (come abbiamo provato a fare presente all'interno del disegno di legge, non tanto ciò che il disegno di legge contiene o non contiene, ma quanto ciò che è stato fatto rispettare della legge n. 19 dal 2009 a oggi) tutte le parti, anche quelle positive introdotte da quest'Amministrazione nel 2016, che cercavano di rendere più evidente l'attività di promozione territoriale delle aree protette come uno dei due pilastri che, da un lato, tutela e, dall'altro, prevede investimenti in promozione, ebbene, tutte quelle norme (che ho già ricordato e quindi non riassumo) che prevedevano l'attività di promozione sono state tutte completamente disattese.
Questa non è soltanto una scelta politica; è una scelta politica che noi condanniamo, ma lo è altrettanto come scelta amministrativa che condanniamo, perché non si può, come abbiamo detto in tanti interventi prendere di ciò che vota il Consiglio regionale la parte che piace e lasciare quella che non piace.
Voteremo contro perché questo è un provvedimento che lede fortemente gli interessi del mondo agricolo, complessivamente, e in particolar modo del mondo agricolo delle aree collinari e montane. Inoltre, la stessa cancellazione che vi è stata di quelle due misure, che saranno quelle che promuoveremo maggiormente, perché è difficile spiegare un provvedimento, ma ci sono alcuni temi più facili da comprendere e cioè il fatto che la riduzione del carico di bestiame, la riduzione culturale o la riduzione dei periodi di monticazione non dia più, per norma, diritto all'indennizzo è un aspetto significativo di come la tutela di aree si metta davanti alla tutela del mondo che vive quei luoghi e faccia sempre di più una politica che fa di quei luoghi la montagna, la campagna luna park, cioè luoghi in cui non importa che si possa vivere, ma luoghi in cui un pezzo di popolazione piemontese, che può vivere in città o anche fuori dalla città la individua come luogo in cui passare il proprio fine settimana.
Infine, in tutta la costruzione della norma non vi è stato alcun concetto di sussidiarietà. Il concetto di sussidiarietà si è evidenziato laddove come nel caso del Comune che ha voluto il parco della Val Borbera o anche il Comune di Cuneo sull'estensione del Parco del Gesso e Stura si desse importanza a chi aveva detto "sì", ma come in alcun modo non si sia tenuto in alcuna considerazione tutte quelle Amministrazioni locali, quei soggetti di gestione che, invece, hanno espresso negatività rispetto ad alcune scelte.
Quindi, l'insieme di questi aspetti non permette di dare a questa legge un voto negativo in modo aprioristico; noi abbiamo anche votato in modo differente rispetto alle preposizioni che venivano fatte; certamente, non siamo contrari alla posticipazione al 1° luglio del 2020, cioè quello che prevede l'articolo 16, ma nel suo complesso questa è una norma dirigista questa è una norma non sussidiaria, questa è una norma che non tiene conto delle volontà di chi vive il mondo che abbiamo vincolato, precedentemente o con questa legge, che non tiene conto delle popolazioni che lì operano vivono e lavorano, ma che tiene conto di una ideologica idea di tutela ambientale che fa solo del male ai nostri territori.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore ai parchi

Grazie, Presidente.
Qualche breve considerazione, a partire dalla personale soddisfazione per il raggiungimento di questo risultato, perché non abbiamo sicuramente né legiferato male né legiferato in fretta né legiferato a tempo scaduto.
Abbiamo completato un ciclo, un percorso che è partito dalla legge sui parchi del 2016 e che, con le richieste arrivate dagli Enti locali, con questo disegno cartografico si va a completare. Raccogliamo le richieste dei territori. La vera novità dal 2016 è che i territori chiedono di entrare nel parco, perché lo considerano non un vincolo, ma un'opportunità.
Molti sindaci mi hanno chiesto "Quando lo votate, perché vorremmo venire in Aula ad assistere, perché è un bel momento". Saluto per tutti il Sindaco di Antignano, dell'Astigiano, lui per tutti, che è stato qui tutto il giorno. Dicevo che è cambiata la prospettiva e i parchi non sono più visti in una logica di vincolo, ma in una logica di opportunità. In questo senso è un disegno di legge, secondo me, che chiude un disegno che abbiamo abbozzato ed impostato nel 2016, ma che apre anche nuove prospettive.
Il Parco del Po piemontese sarà la vera scommessa, come accennava prima anche il Presidente Vignale, per il Progetto VENTO, per una valorizzazione turistica. Il Parco del Monviso con il Giro del Viso ha avuto uno sviluppo turistico significativo. Le Alpi Marittime stanno lavorando sull'UNESCO. Ci sono delle prospettive e non è vero che siamo fermi alla tutela e al vincolo, perché stiamo spingendo molto sulle opportunità.
Magari poi le regalo, visto che ce l'ho qui, una copia della "Laudato Sì" che dice che i primi custodi sono gli agricoltori, i residenti. Le cose fatte senza il consenso della gente non vengono accolte, non vengono custodite e questo disegno di legge, anche se potrà cambiare la maggioranza in quest'Aula, non verrà modificato, secondo me, perché sono i territori che l'hanno chiesto e sono i territori che l'hanno voluto.
Chiudo con questa immagine. Domenica scorsa, Campionati italiani di corsa campestre, festa del cross: 2500 atleti. Non ho ricordato, perché è un parco nazionale, l'arrivo del Giro d'Italia a Ceresole Reale come opportunità di sviluppo per l'intera valle, parliamo del Gran Paradiso. Sto parlando del Parco della Mandria di domenica scorsa. Questo è l'esempio l'emblema del parco del 2019, del parco del futuro e del percorso che abbiamo portato avanti in questi anni e che con questo disegno di legge andiamo a consolidare.
Chiudo, ringraziando tutti, i Consiglieri, i miei uffici, i molti Comuni che hanno sollecitato ed aspettano l'approvazione di questo disegno di legge, a partire da Carrega Ligure, sicuramente il Parco dell'Alta Val Borbera è uno dei quali, ma anche i molti Comuni dell'Astigiano che hanno votato addirittura all'unanimità per entrare nel parco. È il segno di un cambiamento di cultura e di mentalità che ci fa ben sperare. Grazie.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno collegato n. 1565.
. "Attuazione del disegno di legge n. 330 e costituzione del nuovo Parco Naturale del Po Piemontese", presentato da Accossato, Giaccone, Ottria Grimaldi, Molinari, Ravetti, Campo, Ferrentino, Appiano.
La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Com'è stato detto lungamente nel corso del dibattito e ancora nelle conclusioni dell'Assessore, tra i tratti distintivi di questo disegno di legge, soluzione nata all'interno della discussione in Commissione consiliare, c'è la costituzione del nuovo Parco del Po piemontese. Quindi una soluzione che è stata condivisa all'interno della Commissione da proposte arrivate dai Consiglieri e che hanno trovato riscontro anche nei commenti e nelle osservazioni che le Comunità del parco avevano fatto al ddl n. 330.
Trattandosi di un'assoluta novità, e certamente di un cambio che ha una dimensione diversa dagli ampliamenti delle altre aree naturali protette e degli altri Enti parco, abbiamo voluto raccogliere all'interno di un ordine del giorno alcune preoccupazioni ed indicazioni. È un atto di indirizzo a tutti gli effetti e riteniamo che possa essere operativo e messo a disposizione anche da questa Giunta, perché quando la legge sarà pubblicata ed approvata, sarà resa operativa, e quindi la Giunta dovrà dar corso alla fase transitoria dell'unificazione dei due parchi attuali, il Parco del Po Torinese e il Parco del Po Vercellese e Alessandrino, per lavorare nel modo giusto, coordinato e condiviso per la costruzione del nuovo Parco del Po mettendo in evidenza e valorizzando - e qui lo diciamo - le esperienze positive che in queste aree sono state portate avanti in questi anni.Ne ricordiamo, in particolar modo, due: proprio il lavoro sulla ciclopista VENTO, che accompagna tutto il corso del Po in Piemonte e che quindi dovrebbe trovare, anche da questa soluzione, un nuovo stimolo per diventare realtà e la valorizzazione del riconoscimento MAB-UNESCO, ottenuto alcuni anni fa, per il Po Torinese e un'ottantina di Comuni collegati. Queste esperienze non solo non devono essere trascurate, ma dovranno trovare nuova valorizzazione all'interno del nuovo Ente Parco.
In questo senso pensiamo che si debba trovare una particolare destinazione per la Riserva Naturale delle Vallere e per quel luogo, per diventare un centro di documentazione del Po, come riferimento per tutto il tratto del Po, collaborando anche con il Parco del Monviso che gestisce e controlla la prima parte del tratto del Po, quello più torrentizio. Nello specifico, attivare in modo strutturato un tavolo di coordinamento tra i soggetti interessati, per far partire il Parco, che dovrà andare a compimento nella scadenza che in legge abbiamo indicato che è quella di luglio 2020, avendo ovviamente molto a cuore le questioni delle coerenze gestionali, le eventuali modifiche statutarie per garantire pari opportunità a tutte le questioni organizzative, soprattutto del personale.
In questo senso ovviamente c'è anche un'indicazione più generale di un'attenzione al turnover del personale dei parchi, che riguarda ovviamente questo nuovo Ente, ma in generale i parchi piemontesi.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 1565, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sul disegno di legge n. 330.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Calamità naturali

Comunicazione dell'Assessore Valmaggia in merito agli incendi avvenuti in Piemonte nei giorni scorsi


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per una breve comunicazione in merito agli incendi verificatisi negli ultimi giorni.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Mi pare che il Consiglio sia convocato fino alle ore 19.



PRESIDENTE

Infatti, chiedevo ai colleghi come volevano proseguire.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Gli incendi dei giorni scorsi (10, 11 e 12 marzo) hanno avuto diversi fronti nei Comuni di San Carlo Canavese, Val della Torre, Bollengo, Bairo e Givoletto (nel Torinese), Viarigi (nell'Astigiano), Paesana e Bagnolo (nel cuneese), Cremolino (nell'Alessandrino), Mottalciata (in provincia di Biella), oltre ad altre alcune segnalazioni minori, prontamente chiuse. Ci per dire come il tema è un tema che interessa diverse province del Piemonte. In particolare, i punti più delicati sono stati Givoletto e Val della Torre.
Sono intervenuti 250 volontari AIB e 74 mezzi. Ricordo che già a fine anno, con determina dirigenziale, era stata dichiarata la massima pericolosità e quindi noi, per tutto il periodo dal 28 dicembre fino al 4 febbraio, abbiamo avuto la massima pericolosità in Piemonte, dunque l'allerta massima. Dal 4 febbraio, per le mutate condizioni meteorologiche era caduta un po' di neve ed è stata sospesa la massima pericolosità, che è stata però ripristinata ieri, secondo i dati forniti da ARPA.
Per quanto riguarda i lavori di questi giorni, personalmente sono stato ieri mattina nel Comuni di Givoletto e di Val della Torre a verificare la situazione con i Vigili del Fuoco, con AIB e con i Sindaci dei due Comuni.
Nelle giornate scorse sono intervenuti i mezzi di terra, ma anche gli elicotteri della flotta regionale e sono stati messi in azione anche gli elicotteri del Dipartimento nazionale. L'11 marzo avevamo due elicotteri uno su Viarigi e l'altro su Val della Torre; il 12 marzo su Val della Torre e Givoletto e poi su Val della Torre. Ripeto, avevamo i due elicotteri delle nostre flotte regionali e anche gli elicotteri pesanti del Dipartimento nazionale di Protezione Civile, gli Erickson, che son molto flessibili e funzionano bene; successivamente, dopo gli Erickson, sono arrivati anche due Canadair in loro sostituzione a fine turno, provenienti da Genova.
Tutto ciò ha potuto avvenire anche perché, come dimostrano i modelli previsionali europei, tutta l'area Italia nord-ovest era considerata a medio-basso rischio incendi e quindi, non essendoci eventi in atto nelle regioni limitrofe, è stato possibile impiegare completamente le disponibilità aeree presenti in zona.
Relativamente agli interventi effettuati nei giorni scorsi, solo nel Comune di Givoletto si è arrivati vicino a delle abitazioni, le quali sono state evacuate nella notte tra lunedì e martedì; diversamente, sono stati tutti incendi non di interfaccia e quindi della zona boscosa e della zona pascoliva. Per i boschi, il fuoco, che si è mosso velocemente per la presenza del vento, è stato un fuoco radente, quindi sotto chioma, dunque non ha colpito la parte alta di quelle pinete, per cui è presumibile che ci sia una ripresa della vegetazione arborea.
In ogni caso, si è intervenuti e ad oggi continua a esserci lo stato di massima pericolosità perché le condizioni meteorologiche, soprattutto le non precipitazioni, le temperature relativamente alte, ma soprattutto il vento, mettono insieme quegli elementi che però vedono sempre l'uomo nella Val della Torre, luogo dove negli ultimi mesi ci sono stati tre incendi successivi - far fatto scattare questi incendi.
Con l'aiuto dei Carabinieri Forestali si sta procedendo nelle verifiche, nella valutazione e nella parte di indagine per ricercare eventuali responsabili. Il resto è sotto il controllo, si mantiene l'allerta di massima di pericolosità ripristinata proprio nella giornata di ieri per i prossimi giorni. Grazie



PRESIDENTE

Ci sono richieste di intervento sulla comunicazioni? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per aver dato comunicazioni e mi sembra che sul merito non si possa ancora dire nulla. È abbastanza presto, se ne parlerà nei prossimi giorni, non so se avremo tempo magari nell'ultima settimana di marzo che abbiamo convocato cinque Consigli per fare il punto della situazione per approfondire un po' il tema e per capire quali sono stati i danni. Oggi la notizia è troppo fresca.
Vorremmo conoscere quali sono stati i danni e quali gli interventi anche preventivi, che la Regione ha fatto e farà per evitare che, nei prossimi mesi e ne prossimi anni continuino questi episodi. Ripeto, il clima, è evidente a tutti, sta cambiando e quindi bisogna sicuramente intervenire prima per evitare gli incendi. Dopo siamo solo ad inseguire per spegnere gli incendi stessi.
Grazie per le comunicazione e speriamo che il vento cessi e piova, così migliorerà sicuramente la situazione.



PRESIDENTE

Possiamo chiudere qui il Consiglio, buona serata a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.32)



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