Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.404 del 13/03/19 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 10.05)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Volevamo chiedere comunicazioni circa l'emergenza incendi nella Regione Piemonte di queste ultime ore.
Ho visto l'Assessore Valmaggia e volevo chiedere se era possibile avere informazioni di cosa sta succedendo, qual è la reale situazione, se il fenomeno è sotto controllo e se si possono fare degli interventi, anche perché la stagione calda è appena iniziata ed è la stagione della siccità.
So che siamo a marzo ed è un po' paradossale dirlo, ma volevamo capire come intervenire nel merito.



PRESIDENTE

Valuteremo con l'Assessore se è possibile, magari nel pomeriggio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
So che oggi il Presidente ha intenzione di dare le comunicazioni su FCA e il settore automotive. In queste ore, come avrete letto tutti, la vicenda Blutec, che riguarda un pezzo di indotto dell'automotive, sta ovviamente gettando tutte le preoccupazioni sia sulle spalle dei lavoratori che dell'indotto stesso.
Se la Giunta è disponibile, mentre si fanno le comunicazioni sul destino dell'automotive, a partire da FCA, se l'Assessore Pentenero è presente vorremmo capire se c'è già un tavolo di crisi, perché so che su quella vicenda la Magistratura ha avviato l'istanza.



PRESIDENTE

Chiediamo all'Assessora Pentenero se è disponibile per le comunicazioni di oggi pomeriggio. Ricordo che abbiamo preso l'impegno di concludere un percorso che riguarda una legge che ha 100 emendamenti. Lo dico per ricordare il lavoro che ci aspetta.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Accossato, Balocco, Barazzotto, Baricco, Caputo Cerutti, Conticelli, Ferraris e Reschigna.
Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento:

b) Comunicazioni della Giunta regionale


PRESIDENTE

Comunico che, nel corso della seduta pomeridiana, il Presidente della Giunta regionale si è reso disponibile a svolgere la comunicazione relativa al futuro dell'auto e di FCA.


Argomento:

c) Ringraziamenti della Presidenza del Consiglio nei confronti del personale


PRESIDENTE

Ieri, alla fine della giornata eravamo tutti un po' stanchi e non ho ringraziato il personale del Consiglio per il lavoro straordinario che ha fatto durante i lavori per l'approvazione del bilancio. Hanno gestito 260 emendamenti, e l'hanno fatto con la solita competenza e anche con la solita passione.
Grazie alla dottoressa Jannelli e a tutti i dipendenti del Consiglio regionale.


Argomento: Parchi e riserve

Proseguimento esame disegno di legge n. 330, inerente a "Modifiche normative e cartografiche alla legge regionale 29 giugno 2009, n. 19 (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità)"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 330, inerente a "Modifiche normative e cartografiche alla legge regionale 29 giugno 2009, n. 19 (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 19 febbraio 2019 è terminata la discussione generale del provvedimento. Ricordo che il Consigliere Vignale, nel suo intervento in sede di discussione generale, ha richiesto la votazione per appello nominale di ogni singolo emendamento.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 18) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 19) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il n. 1) è un emendamento che, come altri a questo disegno di legge, se fosse su un altro testo e su un altro momento della legislatura parrebbe come ostruzionistico, nel senso che prevede di cassare l'articolo 1. In realtà, tanto questo quanto gli emendamenti successivi non hanno in alcun modo questa volontà, ma ne sottendono un'altra. Come s'individua nella relazione dell'emendamento, si scrive: "Si ritiene che una modifica così significativa per l'aumento di territori vincolati modifica delle realtà gestionali e che nuove istituzioni di aree protette non debbano avvenire allo scadere della legislatura, soprattutto dopo che la stessa legge di riferimento è già stata modificato in modo sostanziale nel 2016 e nel 2018".
Questo è il tema su cui mi permetterò d'intrattenere il Consiglio regionale nella giornata di oggi. La legge sui parchi è una norma estremamente significativa per la Regione Piemonte, non fosse altro per le risorse regionali che ogni anno vengono stanziate all'interno di questa norma e delle attività di gestione delle aree protette.
Nello stesso tempo, le aree protette rappresentano uno strumento in cui è necessario avere grande equilibrio nella tutela dei territori stessi che si vogliono vincolare, ma anche grande equilibrio nella tutela degli interessi legittimi delle popolazioni che vivono all'interno di quei territori.
Perché in un territorio vincolato dalla norma vi sono una serie di limiti.
È sufficiente vedere quanto è previsto all'articolo 8 della legge stessa di cui stiamo discutendo, ma sulla quale stiamo apportando delle modifiche per comprendere quanto sto dicendo: non soltanto il divieto di attività venatoria, ma il divieto di ampliamento di attività estrattiva, il divieto di modificazione significativa di terreni, il divieto di realizzazione di strade.
Tutta una serie di aspetti che appaiono, anche per chi ci ascolta assolutamente leciti e dovuti all'interno di un'area protetta, ma va considerato che, all'interno di queste aree e di questi territori - che non sono territori di proprietà della Regione Piemonte, se non in piccola parte ma sono territori in cui la gente vive, produce e svolge un'attività agricola, in cui i cittadini piemontesi vorrebbero essere tutelati, ad esempio per chi svolge un'attività economica, dai danni da fauna selvatica o molto altro - si impongono tutta una serie di vincoli.
Lo dico in modo non casuale, avendo fatto l'Assessore alle aree protette ed avendo cercato di avere sempre, da questo punto di vista, un grande equilibrio. Un parco può essere una risorsa, ma può essere anche un vincolo. Questo è un ragionamento che ci porta lontano, ma di cui avremo modo di discutere anche nella giornata di oggi.
Ma c'è un secondo tema, che è quello sostanziale, ed è il motivo per cui dicevo in apertura che i nostri emendamenti non sono ostruzionistici, ma di buonsenso. La legge n. 19/2009 in questa legislatura è stata modificata in modo significativo in due occasioni. In una prima occasione, fra il 2015 e il 2016, la V Commissione ha lavorato per molti mesi nella definizione di una nuova legge. Questo non è accaduto solo in questa legislatura, è accaduto anche in quella passata, quando nel 2011 si fece una riforma della norma sulle aree protette.
Successivamente, è avvenuto in modo significativo anche nel 2018, cioè nella legge omnibus che abbiamo votato pochi mesi fa, quando più di 20 articoli della legge 19 sono stati modificati. E quindi oggi siamo alla terza puntata, cioè in una legislatura noi per tre volte arriviamo a modificare in modo significativo una norma. Perché questa non è una norma cartografica o, meglio, è una norma cartografica, ma tutta la normativa relativa ai parchi è sostanzialmente un insieme di norme cartografiche che individuano aree protette da vincoli differenti ai sensi della legge.
Da questo punto di vista, è evidente che, secondo noi, non si può arrivare a pochi giorni dalla fine della legislatura, ovvero dal momento in cui il Consiglio regionale può legiferare in merito, a fare una riforma così significativa. Una riforma così significativa in termini di ettari: più di 10.000 nuovi ettari che vengono in qualche modo vincolati, che oggi non lo sono, ma che vengono vincolati, anche con l'istituzione di nuovi parchi.
Una modifica così significativa anche relativamente alla gestione, e certamente il tema relativo al nuovo Parco del Po piemontese è il tema più rilevante.
Ma è una norma così significativa anche per l'assenza che vi è stata nel confronto con le comunità locali. E non lo dico rispetto al percorso tradizionale, cioè questo disegno di legge è arrivato in V Commissione e come tutti i disegni di legge, ha svolto la sua attività di confronto con il mondo delle rappresentanze, da quelle degli Enti locali a quelle associazionistiche e quant'altro.
La vera anomalia è che, non durante il percorso di discussione della norma ma nell'ultima settimana, prima che la norma venisse licenziata in Commissione, sono state presentate delle modifiche sostanziali sulle quali non sono neppure state interpellate le comunità. Mi riferisco in particolar modo alla modifica avvenuta sul Parco del Po, perché io sono stato interpellato dai Comitati di gestione di entrambi i Parchi interessati e da decine di Amministratori comunali che hanno appreso o dal sottoscritto o da organi di stampa o da altri Consiglieri delle modifiche che si stavano apportando, tant'è che hanno anche scritto al Consiglio regionale nel merito. Allora credo che, anche da un punto di vista del metodo, questa non sia una modalità con cui si possa legiferare.
Non si legifera a dispetto delle comunità locali, non si legifera a dispetto di una parte del territorio, non si legifera avendo uno strabismo di carattere museale (diciamo così). Lo vedremo con altri approfondimenti ma dietro questa norma - e in questo caso non lo dico relativamente al Parco del Po, ma lo dico in termini generali - non c'è, ovviamente a mio modo di vedere, una filosofia di gestione delle aree protette o, meglio, ce n'è soltanto una, anche a discapito della legge: uno spirito di gestione delle aree protette piemontesi, che è lo spirito conservativo museale nulla di più, non c'è altro.
Ciò perché banalmente alcuni strumenti che erano stati introdotti all'interno della modifica del 2016 - quella del 2016, non quella del 2018 a oggi continuano a rimanere strumenti che vivono nella normativa regionale, ma non sono in alcun modo applicati nella sostanza. E a una Giunta regionale tocca applicare le leggi del Consiglio, non le parti di leggi cui l'Assessore è più affezionato.



PRESIDENTE

Il collega Vignale ha illustrato i tre suoi emendamenti.
Il parere della Giunta sugli emendamenti è contrario.
Relativamente alle votazioni, pare ci sia un problema tecnico.
Sospendiamo brevemente i lavori per verificare il funzionamento dell'impianto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.21, riprende alle ore 10.31)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Possiamo cominciare con le operazioni di voto per appello nominale.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 19), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'articolo 1, nel testo originario.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 1 bis



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 58) presentato da Campo, Andrissi, Bertola, Bono Frediani, Mighetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 59) presentato da Campo, Andrissi, Bertola, Bono Frediani, Mighetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Poiché gli emendamenti n. 58) e n. 59) trattano lo stesso tema, li illustro insieme. L'emendamento n. 58) l'abbiamo concordato con l'Assessore, l'altro è nella sua versione originale.
Il testo di legge prevede che le aree protette possano introdurre biglietti di ingresso o tariffazione per servizi o per l'accesso anche ad alcune infrastrutture dei parchi, come piste o strade.
Ricordo che, per quanto ci siano alcune aree protette che hanno un carattere di attrazione quasi museale (mi viene in mente il Ciciu del Villar vicino a Dronero in provincia di Cuneo), la maggior parte delle aree protette sono aree naturali, sono parchi, sono estensione di territorio dove si va a fare passeggiate e in cui la natura è tutelata, l'ambiente è protetto e si può fruire e conoscere l'ambiente nella sua naturalità.
Introdurre un biglietto di ingresso, o una tariffa, è una limitazione di accesso. Penso al Parco della Mandria, così come al Parco delle Marittime che diventa più grande del Gran Paradiso oramai: lo trovo un controsenso.
Si tratta di un bene pubblico, comune, fondamentale anche per la comprensione di che cosa vuol dire ambiente naturale da parte di tutta la cittadinanza.
Nella versione originale dell'emendamento n. 59) avevamo chiesto che si limitasse la tariffazione ai servizi effettivamente erogati. Ci sta bene pagare il parcheggio, l'area picnic, magari anche l'accesso ad alcuni percorsi che possono essere particolarmente di valore o da tutelare, ma far pagare una tariffa per l'intero ingresso, secondo noi, è comunque sbagliato.
Ci va bene anche la versione dell'articolo 58, quella che abbiamo condiviso con la Giunta e con la maggioranza, perché almeno supplisce a una carenza che era nella versione precedente, cioè il fatto che per la Regione non fosse neanche necessario sapere dell'introduzione di queste tariffe.
Introduciamo semplicemente, stante la libertà delle aree di introdurre bigliettazione anche per gli ingressi, almeno la necessità di una comunicazione che spieghi perché s'introduce e il fatto che la introduca ancora più importante, l'Ente regionale (questo è l'emendamento n. 58).



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per il parere della Giunta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore ai parchi

Grazie, Presidente.
Il parere della Giunta è positivo sull'emendamento n. 58), e negativo sull'emendamento n. 59).
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che, da questo punto di vista e in modo molto pragmatico, vada fatta una riflessione sulla tariffazione. È evidente che vi sono alcuni servizi che già oggi alcuni parchi, non tutti, fanno pagare (l'aspetto più banale è quello legato ai parcheggi).
Se ci si confrontasse con altre situazioni italiane o internazionali dei parchi, ci si renderebbe conto che, in realtà, l'accesso non è vincolato al beneficio esclusivamente di un servizio, ma il costo del biglietto è utile per l'utilizzo proprio di un'area che, ovviamente, non è un'area chiusa, ma è un'area naturale. Questo esiste in gran parte della realtà parco.
Faccio un solo esempio: il Parco delle Cinque Terre incassa dalla bigliettazione quasi otto milioni di euro l'anno e anche alcuni parchi toscani l'hanno introdotta. Se andiamo all'estero, praticamente tutti i grandi parchi hanno questo tipo di attività e questo non è finalizzato a un inasprimento, quasi fiscale, di un bene collettivo qual è il patrimonio ambientale, ma è semplicemente finalizzato al fatto di poter garantire, con un piccolo contributo, i servizi essenziali di cui usufruiscono tutti coloro che accedono al parco.
Faccio due esempi: il primo è legato agli investimenti, cioè la manutenzione della sentieristica o la manutenzione degli edifici presenti nel parco; il secondo è legato al personale.
Noi discutiamo molto di tutela e quant'altro, dopodiché il numero delle persone che si curano della sorveglianza e della manutenzione dei parchi è sempre inferiore, perché molte persone sono andate in pensione, ma non sono mai state sostituite. Anche questo è un paradosso che vogliamo sottolineare: ampliamo aree protette che rischiano di non essere né gestite né vigilate.
Il tema della tariffazione è un tema che ritengo vada tenuto in grande considerazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 58), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 59), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 2



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 2) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 20) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 21) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 2 della legge n. 19 interviene sulla Rete Ecologica Regionale mentre il nostro articolo 2 riguarda le modifiche relative alla cartellonistica o quant'altro, all'articolo 6 della legge regionale.
Il motivo per cui presentiamo questi emendamenti è quello che citavo precedentemente, e faccio (ovviamente non intervenendo sempre puntualmente sui singoli temi) un esempio: l'articolo 2, al comma 1, introduce un aspetto certamente positivo, cioè si dice che, laddove vi sono aree contigue, è necessario segnalarle anche mediante apposita cartellonistica di sintesi, da apporsi in corrispondenza dei principali punti di accesso.
Questa è un'anomalia tutta piemontese. Cioè, le aree contigue sono aree in cui se parliamo, per esempio, dell'attività venatoria, è consentito lo svolgimento di tale attività soltanto per coloro i quali risiedono all'interno del territorio previsto dall'area contigua. In ogni luogo di divieto all'interno della nostra regione, dalle aree protette stesse alle oasi ai divieti di pesca e di caccia, qualunque sia il luogo in cui insiste un divieto, come banalmente accade in virtù del Codice della strada, vi è una segnaletica che indica in modo puntuale ed evidente i confini. Per esempio, per il Codice della strada, laddove vi sia un'assenza di segnaletica, non si è soggetti a sanzione; qualora, cioè, venga commissionata una sanzione e si ricorra, si vince, perché non si poteva sapere che quel luogo era sottoposto a vincolo.
Qui ci troviamo di fronte a una situazione identica: all'interno della nostra regione, nelle aree contigue non è prevista un'obbligatorietà di cartellonistica. L'articolo 2 al comma 1 indica i principali punti di accesso.
Chi non conosce le aree protette e le relative aree contigue, difficilmente riesce a comprendere cosa significa il confine. Cioè il confine di un'area contigua è, in alcuni casi, naturale, per cui c'è una strada, un corso d'acqua, qualcosa che distingue l'area contigua. In larghissimi casi l'area contigua non ha un confine artificiale né naturale, ma è una linea che il legislatore ha tracciato (come stiamo facendo anche in questo disegno di legge) all'interno di una carta; carta che è in scala 1/25.000.
Pertanto, anche qualora io volessi essere puntuale nel rispetto della norma, dovrei aggirarmi per un bosco all'interno del quale vi è un confine fra l'area contigua e il parco, con la mia cartina in mano. Anche se facessi questo, un piccolo punto su quella mappa ha una distanza di alcuni metri (circa 25) rispetto al reale confine.
Noi da molto tempo chiediamo (l'abbiamo chiesto nella modifica del 2016 e in quella del 2018) che, come per tutte le altre realtà del Piemonte in cui esiste un divieto, vi sia una cartellonistica, non nel punto d'accesso, ma su tutta l'area, perché bisogna conoscere i luoghi su cui si legifera.
Io voglio capire, in un'area contigua che, per esempio, è parallela al Parco del Po, o in un'area contigua all'interno di una parco provinciale qual è, come viene detto nella legge , il punto d'accesso. Non c'è un punto d'accesso, cioè non c'è una strada con una freccia che dice "ingresso dell'area contigua", e all'interno di quell'ingresso noi mettiamo un cartello.
L'area contigua è semplicemente una striscia, un confine immaginario, che il legislatore regionale ha posto tirando una riga su una carta, che, se non segnalata, è difficilmente comprensibile.
Badate che esiste esattamente la stessa cosa per i parchi. In essi, per esiste un cartello tendenzialmente ogni 150 metri che segnala il confine del parco, quindi è molto semplice il suo ingresso.
Vi sono, poi, altri aspetti che riguardano, in termini più generali l'ampiezza delle aree contigue piemontesi, che sono assolutamente sovradimensionate rispetto alla reale necessità, e che, anche da un punto di vista della tutela faunistica o della tutela ambientale, poco fanno.
Come dicevo precedentemente, vi è sempre un tema da affrontare, che è quello legato alla possibilità o alla capacità di gestione. "Possibilità" perché ricade anche sulla disponibilità economica che un Ente parco ha.
È evidente che se la gran parte delle proprie attività e la gran parte del proprio fatturato o, meglio, del proprio bilancio, è dato dai trasferimenti della Regione Piemonte, se i trasferimenti calano o non aumentano difficilmente si può garantire una gestione corretta, anche in termini di vigilanza e di gestione.
Chi conosce i parchi piemontesi si renderà conto che abbiamo migliaia di ettari completamente non gestiti sotto tanti punti di vista. Allora, o uno ha un concetto di "gestione del parco" più selvaggia possibile - cioè tanto interviene la natura, e meglio è; personalmente, non credo che questa sia una buona gestione di un'area protetta - oppure questa la si fa con persone e con risorse. Le persone sono diminuite (le risorse sono sostanzialmente identiche, ma c'è meno personale). Le risorse sono sostanzialmente azzerate su tutto quel tema degli investimenti.
Se gli Enti parco sono comunque assimilabili ad un Ente di gestione, è difficile che un Ente di gestione con più ettari da gestire ma con meno personale e con una quasi totale assenza di risorse interne di investimenti possa svolgere bene il proprio lavoro. Può svolgere benissimo un altro lavoro, però, che è quello che anche questa legge individua: quello della musealizzazione.
È evidente che se io non faccio assolutamente niente, in termini di gestione, lascio quel terreno abbandonato. Un terreno abbandonato diventa ovviamente un terreno non gestito, ma anche molto meno fruibile da parte dei cittadini piemontesi.
È chiaro che un pezzo sostanziale di questa legge e della modalità di gestione delle aree protette nell'arco di questa legislatura è stato finalizzato a quello.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Superiore "A. Prever" di Osasco (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti delle classi II A e II B dell'Istituto Superiore "A. Prever" di Osasco in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Parchi e riserve

Proseguimento esame disegno di legge n. 330, inerente a "Modifiche normative e cartografiche alla legge regionale 29 giugno 2009, n. 19 (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità)" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame degli emendamenti che insistono sull'articolo 2 del disegno di legge n. 330.
Emendamento rubricato n. 106) presentato da Corgnati e Ferrentino.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Corgnati, che lo illustra in qualità di Consigliere regionale.



CORGNATI Giovanni

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 106), che insiste sull'articolo 2, è stato un po' richiesto dal territorio, perché ci troviamo di fronte a una situazione per cui al nuovo Parco viene cambiato il nome. Invece, per le tradizioni che riveste questo Parco storico di Crescentino, si chiede di sostituire il nome del nascente "Parco naturale delle Grange vercellesi" con "Parco naturale del Bosco della Partecipanza delle Grange vercellesi". Questo per una sorta di valorizzazione del territorio.
Coglierei l'occasione, se il Presidente è d'accordo, di considerare illustrati anche l'emendamento n. 101), che insiste sull'articolo 3 l'emendamento n. 102), che insiste sull'articolo 4, gli emendamento n. 103) e 104), che insistono sull'articolo 13, perché vertono sulla stessa tematica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 48) presentato da Campo, Bono, Bertola, Frediani Andrissi, Mighetti e Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 107) presentato da Campo, Bono, Bertola, Frediani Andrissi, Mighetti e Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 107) risulta sottoscritto dai Consiglieri Corgnati e Ferrentino, se non erro.



PRESIDENTE

No, ci risulta che gli emendamenti n. 107) e 48) siano firmati da lei.



CAMPO Mauro

È vero, mi scuso. Li illustro insieme, perché sono di nuovo collegati.
Diciamo che l'emendamento n. 107) è la versione primigenia, che vedeva un'ulteriore aggiunta. Illustrerò quindi l'emendamento n. 48), perché è il più importante.
Con esso riusciamo a ottenere - perché siamo riusciti a sensibilizzare l'Assessore e la maggioranza - almeno la risoluzione di uno dei vulnus che incidono sul Parco delle Alpi Marittime.
È una cosa che veramente gridava vendetta: avevamo l'area protetta con un "buco" dentro. In pratica, il Comune di Briga Alta era contenuto all'interno dell'area protetta, ma aveva un'ampia area che non era area protetta. Cosa voleva dire? Intanto comportava che la pratica della caccia anche da parte dei non residenti faceva sì che ci fosse un transito dei cacciatori all'interno dell'area protetta tutta intorno.
Inoltre, gli animali, che non capiscono le assurde logiche umane di fare delle anse o disegnare strani confini di aree protette, sostanzialmente ignoravano questo buco in cui si poteva sparare più o meno liberamente. E questo rappresentava una sorta di "ferita" a quello che era lo scopo di avere un'area protetta, cioè di avere un'area, possibilmente omogenea, in cui ci possa essere la protezione ambientale, la tutela della biodiversità e la tutela dei valori ambientali, che sono anche il rispetto del silenzio e del ridotto impatto delle attività umane.
All'interno delle aree protette non sono vietate tutte le attività umane semplicemente devono essere ricondotte anche nell'ambito del rispetto dell'ambiente circostante.
Con l'emendamento andiamo a trasformare questo buco, non ancora in un'area protetta tout court, ma almeno in un'area contigua. Rientra, quindi nell'ambito di protezione in cui valgono gli stessi limiti dell'area protetta, tranne che per la caccia, dove però possono cacciare solo più i residenti.
Essendo Briga Alta un Comune con qualche centinaio di abitanti, stiamo parlando di cifre veramente esigue.
In realtà, tutto questo lo consideriamo solo un primo passo, collegato anche al fatto che in questa zona - ma lo vedremo poi in altri emendamenti di Giunta - ci dovrebbe essere anche un'espansione più significativa del Parco delle Marittime Marguareis, che si erano già fusi nel 2016, sul territorio del Comune di Ormea.
Purtroppo, questo ampliamento avviene nella maniera minima sindacale diciamo con un significato puramente simbolico, però avviene. Auspichiamo che l'intervento che si sta facendo, in un'area che vede anche un'importante richiesta di riconoscimento UNESCO, sia uno spunto da cogliere per continuare questa pratica anche nella prossima legislatura.
Ovviamente, se governeremo noi questo avrà un impulso decisamente più significativo, ma non mancheremo di fare pressione su chiunque sarà democraticamente inviato a governare questa Regione.
Con l'emendamento 107) chiediamo di inserire anche le sorgenti del Rio Tepice, quindi di aumentare anche lì l'espansione della Collina di Superga perché venissero incluse queste importanti aree umide delle sorgenti del Rio Tepice.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 22) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 23) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ho illustrato, nei nove minuti a disposizione, gli emendamenti 2), 20) e 21); mi rimangono ancora da illustrare gli emendamenti 22) e 23).
Questo tema, che ovviamente ricorre nell'articolo 2, ma anche nell'articolo 6 della legge 19 (quello della definizione delle aree contigue) è uno dei temi più significativi su cui intervenire.
Rammento cosa dice la norma, non quella che stiamo modificando, ma la legge sulla quale interveniamo: "Nelle aree contigue, i piani urbanistici che programmano gli interventi pubblici e privati sono coerenti con la previsione della pianificazione regionale, di cui al comma 1, e dei piani d'area delle aree protette limitrofe e non compromettono la conclusione del progetto in corso e la realizzazione delle finalità di quelli già attuati".
Ovviamente non compromettono la progettazione che è già avvenuta, o che è in corso, ma intervengono con un tema molto più vincolistico rispetto a tutti i nuovi progetti.
Si dice che, nelle aree contigue, i piani urbanistici programmano gli interventi pubblici e privati e sono coerenti con i piani d'area delle aree protette limitrofe, piani d'area che non sono mai stati modificati anche le unioni delle aree protette. Noi discutiamo e discettiamo di tutela ambientale; dopodiché, dal 2009, i singoli piani d'area, che riguardano differenti parchi oggi accorpati, continuano a rimanere tali.
Non c'è stata una sola modifica di un piano d'area o di un'area protetta.
Che cos'è un piano d'area? Lo spiego a chi ci ascolta: è uno strumento urbanistico sovraordinato rispetto ai piani regolatori delle amministrazioni comunali.
Se l'Amministrazione comunale, che diventa oggetto di tutela di un'area contigua, vuole svolgere una propria attività che ha previsto nel piano regolatore, ma che non è prevista nel piano d'area semplicemente perché il piano d'area ha dieci anni, quell'Amministrazione comunale non può fare ci che è previsto nel proprio piano regolatore.
Questo per dire che ci equilibrio e attenzione, relativamente alla creazione di "righe". Noi le vediamo come righe, facciamo una bella area protetta nuova o un bel parco nuovo.
Faccio un esempio, che poi vedremo meglio nell'articolo successivo.
Se verrà ampliata l'area protetta sul Marguereis o, come richiesto negli emendamenti, sull'Alta Val Borbera, chi abita o, meglio, chi ha un'attività imprenditoriale, spesso agricola, in quelle zone, avrà tutta una serie di vincoli dettati dai piani d'area del parco.
In alcuni casi sono totalmente inattuali e vincolano in modo assurdo alcune attività, semplicemente perché hanno dieci anni o perché hanno di nuovo un concetto completamente museale e non di promozione del territorio.
Noi stiamo legiferando sopra la testa delle amministrazioni comunali e sopra la testa dei cittadini che, anche qualora abbiano in mano un titolo che il piano regolatore concede loro, se non è coerente con il piano d'area, non possono utilizzare.
Possono i parchi modificare i piani d'area? No, e per un motivo molto banale.
Ovviamente per legge sì, ma "no" per un motivo molto banale: la modifica dei piani d'area ha un costo significativo, perché è un grande piano urbanistico, e non solo di area vasta, e non hanno le risorse per poterlo fare.
Noi ci mettiamo in questo incarico, cioè vincoliamo 10.000 nuovi ettari di territorio piemontese senza avere gli strumenti, perché questi 10.000 ettari possano essere realmente gestiti. Sono 10.000 ettari ad area protetta e altri nell'ampliamento delle aree contigue. Tutto ciò a scadenza di legislatura, ma soprattutto senza un reale piano di tutela e promozione del territorio piemontese vincolato.
Su quest'aspetto avrò modo d'intervenire relativamente all'articolo 3, che introduce le nuove aree.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola all'Assessore Valmaggia per il parere della Giunta sugli emendamenti.



VALMAGGIA Alberto, Assessore ai parchi

Grazie, Presidente.
Il parere della Giunta è favorevole sull'emendamento 106) e quelli collegati, perché riconoscono nel titolo un'esperienza unica, interessante anche a livello nazionale e non solo, che è quella storica del Parco naturale del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino.
Inoltre, il parere è favorevole sull'emendamento 48) sull'area del Marguareis e contrario sugli altri emendamenti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 20), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 21), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 106), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 22), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 23), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 107), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 48), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'articolo 2, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 3



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 3) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 24) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 25) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 26) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 27) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 3 del disegno di legge interviene proprio sull'istituzione dei parchi, perché interviene sull'articolo 10 della legge 19 che è proprio quella sulle aree naturali protette.
L'articolo 3 aggiunge una serie di nuove aree: il Parco Naturale dell'Alta Val Borbera; il Parco naturale del Po piemontese, cambiandone anche i confini, ma soprattutto la modalità gestionale; il Parco naturale delle Grange Vercellesi; il Parco Natura Gesso e Stura e poi altri che vengono indicati nei commi 3 e 4.
Il tema principale della discussione che stiamo affrontando è esattamente questo: vi sono almeno tre realtà, poi molte altre, come quella della Val Borbera che diventa un nuovo parco regionale, quindi un'area che non era protetta e che oggi diventa protetta.
Faccio una considerazione indispensabile: io ho fatto l'Assessore alle aree protette per poco tempo, ma l'ho fatto e credo che le aree protette, se ben gestite e con una capacità di promozione territoriale, possano essere come sono in alcune parti del territorio piemontese - uno strumento di valorizzazione del territorio stesso. Credo meno che la modalità con cui si opera in questo momento e con questa modalità, cioè a fine legislatura, con la terza modifica e quant'altro, sia quella giusta.
Se un Assessore, una Giunta o una maggioranza ha una propria idea di gestione delle aree protette, tendenzialmente iniziando la legislatura cerca di fare una serie di atti - il primo certamente è quello della modifica normativa - che riguardano modifiche attuative, regolamentari e quant'altro che rispondono a una propria filosofia, al declinare ciò che si pensa di gestione di aree naturali in atti normativi e poi amministrativi.
Il fatto che una delle modifiche più significative dell'attività normativa avvenga a 15 giorni dalla fine della possibilità che questo Consiglio regionale ha di legiferare, significa due cose. Intanto che si consegna alla futura Giunta, qualunque essa sarà, una scelta che poteva essere lasciata, nel senso che credo che sarebbe stato più corretto non buttare a mare questo lavoro, ma tenere il lavoro fatto anche di relazione con le Amministrazioni locali, ma concedere a chi succederà a quest'Amministrazione, al di là del di quale coalizione rappresenterà, la scelta di come portare a termine quel lavoro.
In secondo luogo, laddove esiste una filosofia che ha necessità di tre modifiche sostanziali di legge, una ogni due anni, significa che è una filosofia non ben chiara. Ricordiamo che l'ampliamento, la riduzione e la modifica dei confini è una competenza esclusivamente regionale. Lo dico anche a coloro i quali ovviamente si esprimono oggi: non è una competenza di carattere comunale, tant'è che l'Amministrazione si è confrontata con le Amministrazioni. Alcune hanno espresso un parere favorevole alla realizzazione dell'area protetta o all'ampliamento, mentre altre hanno espresso parere negativo. Ma questa è una competenza che tocca al legislatore regionale.
Quindi, vi è un aspetto sostanziale di incomprensione rispetto alle modalità con cui si è arrivati a questa modifica, ma non tenendo in conto una serie di aspetti che afferiscono alla gestione e alla promozione di un territorio. Cioè, dietro la creazione del Parco Unico del Po c'è un progetto di valorizzazione di una lunghissima Asta.
Faccio presente che tutta l'Asta del Po, da Crissolo a Comacchio, non ha un tratto così lungo vincolato a parco. Non c'è, non c'è in Lombardia, non c'è in Emilia; c'è solo l'ultimo tratto del Delta del Po che è un parco naturale, che è decisamente più piccolo rispetto a quello piemontese, ma che è un parco significativo. Ora, 200 chilometri di tratto fluviale completamente vincolato garantiscono un ritorno? Io penso di no e posso fare alcuni esempi.
A Casale Monferrato esistevano le due più importanti scuderie mondiali di off-shore, che erano scuderie arabe, quindi scuderie che portavano grande risorse economiche nel territorio in cui si svolgevano i Campionati mondiali e nazionali ed europei di off-shore, ed erano una grandissima ricchezza per quel territorio. Noi adesso parliamo di ATP, ma per il Casalese quell'intervento era pari a quello che possono essere per la nostra città o per la Regione Piemonte gli ATP di tennis, se c'è un vero momento di promozione territoriale e quant'altro. Non si fanno più da anni per un motivo molto banale: perché la norma è cambiata, perché sono vincolate delle aree e perché non si possono più fare tutta una serie di attività.
Vi faccio un altro esempio molto banale: l'attività di estrazione di materiale litoide dai fiumi. Molto spesso i Consiglieri, in modo completamente trasversale, soprattutto quando c'è un'alluvione, dicono: "Dobbiamo pulire gli alvei dei fiumi, perché gli alvei dei fiumi che, anno dopo anno, crescono, mettono in difficoltà la popolazione piemontese". È sacrosanto, visto che abbiamo tutta una serie di Comuni, proprio sull'Asta del Po, ma anche su quella del Sesia e delle Dore, che sono più bassi del livello dei fiumi, in particolar modo proprio sull'Asta del Po.
L'Asta del Po, al di là degli interventi significativi da fare nei confronti di Magispo, AIPO e quant'altro, viene mantenuta? No, perché è interamente un'area protetta, all'interno della quale questo tipo di attività, sia per la legge nazionale sia per la normativa regionale, viene vietata. Però nessuno dica - lo dico ai colleghi che vivono sull'Asta del Po - che è necessario pulire, perché l'intervento che noi facciamo, ad esempio proprio nel Casalese, aumenta in modo significativo le aree protette e vincola sempre di più una serie di attività di sicurezza, di salvaguardia e di attività economica.
All'interno di quelle aree protette che stiamo istituendo, vi è la possibilità di tutelare l'agricoltura montana, collinare o di pianura esistente con significativi interventi di riduzione della fauna? Facendo un parco no, perché facendo un parco è evidente che, escludendo l'attività venatoria, si può utilizzare esclusivamente l'attività di selecontrollo.
Vi faccio presente, perché poi bisogna anche rammentare ciò che si dice quando si parla al mondo agricolo, che qualche settimana fa con il collega Rostagno e con altri colleghi eravamo proprio in questa sala, nella quale un'associazione agricola regionale faceva presente come vi fosse un problema della fauna selvatica. Ovviamente tutti coloro i quali sono intervenuti hanno fatto presente che è necessario e indispensabile intervenire nei confronti del mondo agricolo, perché l'agricoltura non pu vivere di pagamento di danni, che peraltro non gli paghiamo più perch siamo in de minimis, ma che dovrebbe poter vivere di produzioni agricole proprie.
Tre sentenze. Una recente sentenza della Corte Costituzionale ha detto chiaramente che le attività di controllo all'interno delle aree protette e non solo - non sono effettuabili, se non con metodi biologici (gabbie e quant'altro), oppure dalle Guardie della Provincia. Noi oggi abbiamo un numero sufficiente di Guardie provinciali per svolgere questo tipo di attività? No. E allora sappiamo perfettamente che, vincolando questi 10.000 nuovi ettari, in questo caso istituendo il Parco della Val Volvera ampliando significativamente il Parco del Gesso e dello Stura, ampliando significativamente quello del Po piemontese e altri (quello dell'Astigiano e quant'altro), in quelle zone non garantiremo più agli agricoltori un intervento magari svolto in modo non sempre utile a risolvere i problemi ma non garantiremo più alcuna possibilità d'intervento rispetto ai danni da fauna selvatica.
Questo piace a questa Giunta e questa maggioranza? Per carità, libere ovviamente di votare questo provvedimento, ma anche in questo caso non si può votare questo provvedimento e dire agli agricoltori che stiamo facendo il possibile per ridurre i danni da fauna selvatica. No: stiamo facendo il possibile perché i danni non aumentino, ma siano quelli di prima, o aumentino perché vi è meno prelievo venatorio e in qualche modo abbiamo sempre più aree che sono tutelate.
In ultimo, ma è un tema che tanto affronteremo anche in altre parti del disegno di legge.
Qual è il progetto che sta dietro l'istituzione o l'ampliamento di questi nuovi parchi? In alcuni casi, vi è la richiesta delle Amministrazioni locali di istituire un nuovo parco. Benissimo. È compito delle Amministrazioni locali istituire un nuovo parco? No: è compito del Consiglio regionale con norma. È lecito, ovviamente, che le Amministrazioni locali lo richiedano in un'attività di confronto e quant'altro.
Nella bilancia dei limiti (articolo 8) che la legge regionale pone e dei benefici (attività di promozione del territorio, valorizzazione del territorio e quant'altro), qual è l'aspetto di cui si è discusso in Commissione, in questo sentitissimo dibattito e quant'altro, rispetto all'attività di promozione? È evidente che ho ragione io nel dire che ciò che interessa a questa maggioranza e a questa Giunta è estendere il museo piemontese, cioè aumentare il parco giochi per la città. Perché sempre di più vi è questa distinzione, non solo quando parliamo di parchi: quando parliamo di tutte le attività che in qualche modo garantiscono al mondo rurale, sia esso di pianura, di collina o di montagna, di vivere, c'è sempre qualcuno che alza la mano, quasi sempre del centrosinistra o del Movimento 5 Stelle, che non casualmente votano insieme un provvedimento che, non casualmente, vede il consenso della Giunta su alcuni emendamenti del Movimento 5 Stelle.
In sostanza, vi è questa grande maggioranza che, coesa, vota una norma di "ingessatura" di alcuni territori all'interno dei quali manca qualunque tipo di programmazione in termini di promozione.
Vi sarà una promozione del territorio? No, non se n'è mai parlato. Magari è nella testa di qualcuno, ma se lo estrinsecasse noi saremmo più contenti.
Vi sarà una maggiore tutela delle imprese e dei cittadini che vivono in quei territori? No. Se qualcuno l'ha in testa, ripeto, saremmo lieti di sentirlo, ma non se n'è mai parlato.
Noi abbiamo fatto un ragionamento che è meramente cartografico: una linea la metto qua, l'altra la metto lì. Non ci si è mai posto un problema che non sia quello di cartografia e allora, da questo punto di vista, credo che sarà interessante fare invece altri tipi di ragionamento.



PRESIDENTE

Bene.
Emendamento rubricato n. 101) presentato da Corgnati e Ferrentino.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Tale emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 24), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 101), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 25), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 26), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 27), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'articolo 3, così come modificato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 4



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 4) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 28) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 29) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 30) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 31) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 32) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 33) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 34) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Gli otto emendamenti all'articolo 4 intervengono sulle modifiche all'articolo 12 della legge regionale, quella relativa ai soggetti gestori delle aree protette. Sostanzialmente, individua coloro i quali hanno, in qualche modo, titolo a gestire quali delle tante riserve, parchi e quant'altro presenti nella nostra regione. Ragion per cui s'inseriscono all'interno dell'articolo 4 della legge, tutta una serie di nuovi soggetti individuando chi sarà il soggetto gestore.
È evidente che su quest'articolo ci sono alcune aggiunte inevitabili, cioè laddove s'istituisce il Parco dell'Alta Val Borbera s'individua che sarà gestito dal Parco dell'Appennino. E poi c'è la grande novità rispetto all'ente di gestione delle aree protette del Po piemontese, quella lunga asta che, in qualche modo, prende tutto il territorio del Po o, almeno un pezzo del territorio del Po. Il Po non inizia con il Parco delle Vallere.
Se uno voleva fare una distinzione, distingueva davvero il Parco del Po in Parco del Po e il Parco del Monviso in area montana. Invece un pezzo di Po sarà ancora gestito dalla Parco del Monviso e la rimanente parte del Po sarà gestita dal Parco del Po piemontese.
Conoscendo l'asta fluviale del Po che, in qualche modo, divide la nostra regione, la percorre quasi al centro, tra nord e sud, noi ovviamente avremo tutta una parte di territorio, migliaia e migliaia di ettari, che saranno completamente vincolati quasi dalle pendici del Monviso, fino ad arrivare ai confini con l'Emilia e la Lombardia.
Ripeto, questo è un unicum che ha solo il Piemonte. L'unica Regione che ha un parco così significativamente lungo, pone tutta una serie di vincoli e mette insieme realtà profondamente difformi tra loro. Mette insieme grandi città con piccoli comuni, con esigenze che sono completamente differenti anche, per esempio, da un punto di vista istituzionale.
I parchi, come sanno i Consiglieri e, probabilmente, chi ci ascolta, hanno un soggetto di gestione, che è il Consiglio del Parco, ma poi hanno la Comunità del Parco che, invece, è costituita da tutti i Sindaci di un parco che, qualche modo, devono condividere non soltanto una progettualità, ma anche vedere le problematiche.
I Sindaci del nuovo Parco del Po piemontese andranno da quelli della collina piemontese, a quelli della Città di Torino e a quelli di grandi comuni come Moncalieri, fino ad arrivare ai piccoli paesi del Monferrato Vercellese e Alessandrino.
È evidente che, già da un punto di vista della rappresentanza, è estremamente complesso. Un conto è essere il Sindaco facente parte di una comunità di 18-20 amministrazioni locali, e allora è evidente che si ha titolo per fare sentire la voce anche del proprio Comune medio o piccolo che sia. Ma voi pensate, solo da un punto di vista istituzionale, a come faranno più di 50 amministrazioni locali che sono all'interno del nuovo Parco del Po piemontese Parco a rappresentare i temi di piccole realtà. In quella comunità l'Assessore del Comune di Torino siederà con l'Assessore del Comune di Moncalieri e con l'Assessore di un piccolo Comune dell'area chivassese, alessandrina o vercellese.
Secondo voi, quale sarà la capacità di ascolto all'interno di quella comunità o nella programmazione delle attività del Parco? Verrà dato più ascolto al Comune di Torino o al Comune di Moncalieri o al piccolo Comune su cui, in qualche modo, la presenza del fiume impatta in modo assolutamente più significativo che non su quello delle grandi città? Evidentemente, sarà un parco gestito dalle grandi città.
È la stessa filosofia che ha pervaso il percorso di questa Giunta sull'attività dei Consorzi, sulla raccolta rifiuti, su attività legate ad altri aspetti, dove si è sempre visto prevalere il grande rispetto al piccolo e dove la rappresentanza delle piccole e medie istituzioni locali ha sempre avuto meno voce rispetto a quelle delle grandi realtà.
Dopodiché non stupisce che questo venga da un Presidente che per dieci anni ha fatto il Sindaco del capoluogo di regione, quindi la più grande città del Piemonte; stupisce che molti Consiglieri, che, invece, rappresentano e dicono di rappresentare, quando svolgono la loro attività sul territorio, i piccoli e i medi Comuni, consentano che nasca un soggetto dove i grandi ovviamente avranno titolo per far sentire una voce differente rispetto ai piccoli.
Poi, paradossalmente, nasce un soggetto più per questioni interne alle dirigenze del parco che per questioni strategiche, perché se uno pone un vincolo che taglia in due il Piemonte per 156 chilometri deve avere un progetto. Cioè, se non c'è nessun parco così lungo, se non c'è nessuna asta fluviale così protetta, dietro ci deve essere una motivazione che differenzi l'attività della Regione Piemonte rispetto a quella dell'Emilia Romagna, della Lombardia, delle altre Regioni attraversate dal Po o da grandi aste fluviali.
Un progetto, però, noi non l'abbiamo mai visto. Noi, come ho detto precedentemente, tanto in Commissione quanto nelle relazioni che l'Assessore ha fatto in V Commissione prima della presentazione del disegno di legge e, poi, anche negli emendamenti che sono stati presentati sempre in sede di V Commissione e anche oggi, discutiamo; discutiamo è un eufemismo, perché un intervento in merito a questa disegno di legge non c'è stato, cioè c'è stata, da parte della maggioranza, una sorta di affidamento della propria potestà legislativa al disegno di legge della Giunta. Di questo prendiamo atto. Ma su un aspetto di questo tipo ci dovrebbe essere un grande progetto di rilancio o, se volete, un progetto, per usare le parole che piacciono ad altri colleghi, di rilancio di quell'asta fluviale.
Faccio alcuni esempi, di cui non ho sentito dire: è evidente che il progetto VENTO, all'interno dell'asta fluviale del Po, può diventare un aspetto trainante.
Che incidenza e che impatto ha la ciclovia Torino-Venezia, considerando che transita per più di 100 chilometri all'interno di aree protette? Questo pone un vincolo o pone un vantaggio? Io ritengo ponga un vincolo sinceramente. Molte attività che dovranno aprire saranno soggette a valutazione di incidenza ambientale e prima non lo erano, così come se ci saranno necessità di modifica rispetto al percorso non solo lungo gli argini. Infatti, tutti i progetti cicloturistici seri, come quello del Danubio, della Loira, ossia tutti i grandi progetti che percorrono i fiumi hanno la grande congiunzione, la grande ciclovia legata all'asta fluviale ma poi hanno molti anelli intorno alla ciclovia e sono dati da una filosofia: non solo chi si affaccia sul Po - parlando in questo caso di Po deve beneficiare del transito, ma ne devono beneficiare anche coloro i quali vivono vicino all'asta del Po (le colline chivassesi, le colline casalesi, una parte dell'area risicola vercellese o quant'altro).
Pertanto, tutte queste ciclovie sono sempre costellate di una serie di anelli che vivono intorno all'area. Ora, se uno vuole realizzare una parte di anelli oggi non esistenti, lo può fare essendo, queste, aree vincolate e, come dice l'articolo 8, in cui non si possono svolgere una serie di attività fra le quali (è sufficiente ricordarlo leggendo la lettera) "movimentazione di terra tali da modificare consistentemente la morfologia dei luoghi" o "realizzazione di nuove strade ed ampliamento di quelle esistenti" (questi sono i divieti che la nostra legge pone all'articolo 8) "danneggiamento e alterazione della sentieristica esistente".
Insomma, se esiste in un luogo un piccolo sentiero che conduce a una collina e voglio fare di quel sentiero, invece, una strada di un metro, lo voglio fare perché questo anello è congiunto alla Torino-Venezia come area ciclabile? No. A regolamenti vigenti, a cartina che ci proponente e a modifica, quindi, normativa, quest'aspetto non si può fare, così come banalmente - l'accensione di fuochi a uso ricreativo al di fuori delle aree appositamente attrezzate o l'utilizzo di veicoli al di fuori della viabilità consentita, e molti altri aspetti che, invece, stanno dentro le misure di conservazione della Regione Piemonte.
Ripeto: queste valutazioni sono state fatte perché esiste un progetto che vuole fare dell'asta del Po un'asta in cui è più difficile svolgere un'attività imprenditoriale, è più difficile svolgere un'attività agricola ma si ritiene vi sia un grande ritorno dal punto di vista turistico naturalista. Pertanto, nella bilancia dei pro e dei contro, i pro sono decisamente superiori alle negatività? No, nel senso che se c'è questo progetto nella testa di qualcuno, non solo non è mai stato espresso, ma neppure è stato accompagnato alla proposta a questo disegno di legge, che come dicevo, è stato interpretato in modo meramente cartografico.
La gestione del territorio, così come un piano regolatore, ha dietro una filosofia, non sono righe tirate all'interno della planimetria di un Comune, quindi se c'è una zona di espansione, se c'è una zona di mantenimento in agricoltura, se c'è una zona di ampliamento residenziale sono finalizzate da una valutazione che quell'amministrazione ha e che traduce all'interno di un piano regolatore. Qui dovrebbe essere esattamente la stessa cosa.
Vi pongo anche questa domanda: quando avverrà la votazione, approveremo questo disegno di legge. Il nuovo ente di gestione che vede un aumento, se non ricordo male, di circa 4.000 ettari del proprio territorio protetto, un aumento quindi dei vincoli, una necessità di maggiore gestione, perché è un territorio molto più lungo, quindi anche più difficile da gestire.
Avrà risorse aggiuntive? Avrà personale aggiuntivo? Avrà vigilanza aggiuntiva? Avrà risorse per investimenti aggiuntivi? No, perché abbiamo votato il bilancio ieri e non avrà alcun tipo di stanziamento aggiuntivo.
Semplicemente, con le risorse che aveva prima dovrà gestire più terreno cioè più lungo e meno concentrato, quindi con una maggiore difficoltà di gestione - e non avrà certo le risorse per fare un nuovo piano d'area, n per gestirlo in modo puntuale, e altro.
Mi domando - e lo domando anche ai colleghi, che hanno una sensibilità ambientale che non so se sia maggiore della mia, ma che comunque la evidenziano in modo differente rispetto a quanto faccia il sottoscritto quale sia la finalità e l'idea di tutela dell'ambiente, soprattutto di un ambiente fluviale, che si ha all'interno di questo disegno di legge. È forse quella di far scomparire il transito dei barchet nel territorio del Po? È quella di impedire che una serie di attività che utilizzavano il fiume possano essere sempre più limitate? Se sì, qual è la modalità che si sostituisce ai limiti? Perché ovunque si pongano dei limiti c'è un beneficio.
Ad esempio, dove si vieta la circolazione per creare una strada pedonale si presuppone che la strada pedonale incentivi il transito e sia di sostegno al commercio e alla sicurezza di chi la percorre. Parlando di Codice stradale, dove si impongono i 30 chilometri orari si presuppone che questo limite sia indispensabile per garantire maggiore sicurezza.
Sinceramente non ho capito - non perché non ho provato a capire, ma perch non è mai stata presentata una proposta in tal senso - quale sia la finalità. E non è che a questo non ci abbiamo pensato (dico "non ci abbiamo", perché il Consiglio regionale a questo tema ci ha pensato). Ci che sto dicendo dimostra in modo assolutamente puntuale quale sia stata in questi cinque anni la filosofia di gestione delle aree protette.
Nel 2015, con una lunga discussione in sede di Commissione consiliare riuscimmo a far inserire una serie di misure che rappresentavano, diciamo così, la "seconda gamba" della gestione delle aree protette. La prima era certamente quella museale di tutela, la seconda era quella di promozione del territorio.
In questa Regione i parchi iniziarono a nascere alla fine degli anni Settanta, a legittima tutela di ambienti in un momento in cui vi era un espansionismo residenziale e industriale significativo. Ma superato quel momento - perché oggi, ahimè dico io, quella dinamicità economica non c'è più - è necessario prendere questo immenso patrimonio tutelato che abbiamo e trasformarlo da museo chiuso in strumento di promozione territoriale.
Tant'è che venne votato all'interno del Consiglio regionale (prima in Commissione e poi in Consiglio) un articolo che istituiva la "Commissione di promozione delle aree protette". Dunque, non solo strumento di tutela salvaguardia e musealizzazione, ma anche un secondo strumento al quale partecipavano non solo i Sindaci, ma anche gli enti locali, i rappresentanti del mondo imprenditoriale, i rappresentanti del mondo associazionistico regionale e locale, per fare in modo che si progettasse insieme un'idea di sviluppo (compatibile ovviamente, con i limiti che vengono imposti all'essere all'interno di un parco) da rappresentare al territorio.
Questo soggetto ha anche titolo per esprimere pareri consultivi rispetto ai piani d'area. Cioè, visto che un piano d'area è indicativamente uno strumento di valorizzazione territoriale, questo soggetto dovrebbe fare ciò.
Quante volte si sono riunite le Commissioni per la promozione del territorio all'interno di questa Regione? Fra niente e mai. Cioè in alcuni casi si sono riunite una volta, in altri casi non sono mai state istituite nonostante la legge del 2016.
È evidente che tutto questo sta dietro a una volontà politica. Noi abbiamo una legge sui parchi che dice che la Regione Piemonte ha titolo di farsi trasmettere tutte le delibere da chi gestisce un Ente (che dovrebbe essere teoricamente autonomo, cioè nominato dalla Regione ma autonomo, perché ha una sua ragione giuridica e quant'altro). C'era una "camera di compensazione" politica, che era la Conferenza dei Presidenti, che oggi non c'è più. Ma la Regione Piemonte ha titolo, qualora un Ente non rispetti quanto la Regione Piemonte chiede, di commissariare il Dirigente.
Ma quel Dirigente o quei Presidenti che nel tempo non hanno mai costituito o riunito la Commissione per il territorio, sono stati in qualche modo richiamati rispetto a un dovere di legge? Perché non è che deve piacere all'Assessore Valmaggia il fatto che la Commissione esista. È un aspetto che ha deciso il Consiglio. E se i miei antichi studi non ricordano male quali sono le funzioni di rispettiva competenza, di qua ci sta la parte legislativa, di là ci sta la parte esecutiva. Per cui, quando uno fa l'Assessore prende atto di ciò che legifera il Consiglio regionale, piaccia o non piaccia, con le dinamiche di mediazione o meno.
Ne parlavo l'altro giorno con il Presidente: sarebbe interessante capire quante leggi non sono applicate (in termini trasversali, ovviamente) perché viene meno la funzionalità del Consiglio.
Lo dicevamo ieri rispetto alle leggi che l'Assessore Ferrari non applica (c'è solo lui, quindi uso la sua persona come esempio), cioè quella delibera che concede alle associazioni di entrare all'interno delle strutture, o l'articolo 5 della legge n. 10.
Se oggi non partiamo dal presupposto che le regole vanno rispettate (non intendo questa specifica composizione consiliare, cioè con questa maggioranza e questa opposizione), diamo la possibilità all'esecutivo di prendere le parti della norma che piacciono e applicare solo quelle. Credo invece, che a partire dalla politica, per scendere alla parte amministrativa, il rispetto delle leggi approvate dal Consiglio sia un dovere per un Amministratore. Perché - lo vedremo la prossima settimana non c'entra niente con questo, consentitemi però una digressione - non ci può essere il rispetto delle leggi a corrente alternata: tedesca, in termini di puntualità, per le leggi che piacciono (legge n. 1 sui rifiuti) e più mediterranea, invece, rispetto alle norme che non ci piacciono e che non vogliamo applicare.
Le leggi del Consiglio si applicano. Le Commissioni per la promozione del territorio andavano convocate. Non è stato fatto e questa è la dimostrazione assolutamente lampante che l'interesse rispetto alla musealizzazione del territorio che intendete vincolare è l'unico presupposto che vi è stato alla base del Governo di questi cinque anni fa e alla base del disegno di legge che avete presentato.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola elementare"P. Baricco" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe V B primaria della Scuola elementare "P. Baricco" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Parchi e riserve

Proseguimento esame disegno di legge n. 330, inerente a "Modifiche normative e cartografiche alla legge regionale 29 giugno 2009, n. 19 (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità)" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 330 e dei relativi emendamenti.
Emendamento rubricato n. 102) presentato da Corgnati e Ferrentino.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Tale emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Iniziamo con le votazioni degli emendamenti all'articolo 4.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta è contrario su tutti gli emendamenti, tranne su quello presentato dal Consigliere Corgnati.



PRESIDENTE

Ricordo che il numero legale è 23.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 28), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 29), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 30), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 31), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n.
102), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 32), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 33), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 34), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'articolo 4, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 5



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 5) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è ritirato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 35) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è ritirato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'articolo 5.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 6



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 6) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento n. 6) è uguale all'emendamento n. 36): l'obiettivo è di cancellare l'articolo 6.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il motivo per cui è stato ritirato l'emendamento all'articolo 5 è che s'introduce un concetto, cioè la possibilità che l'incarico di Direttore dell'Ente di gestione sia attribuito a un dirigente del ruolo dell'Ente o a una persona terza in possesso di requisiti con contratto di lavoro a tempo determinato; lo dico favorevolmente, perché era una proposta emendativa alla legge 19, che venne licenziata in Commissione, ma non in Aula nella precedente legislatura, che anche noi presentammo in sede di discussione generale sulla modifica della legge 19.
Su questa modifica il centrosinistra - sia all'opposizione che in maggioranza - si era sempre espresso contrariamente, per cui una delle positività rispetto a questa modifica tardiva è che almeno s'introduce un concetto di snellezza ed efficienza maggiori all'interno della gestione delle aree protette.
L'articolo, invece, interviene sull'articolo 24; al di là del merito della modifica che viene posta, l'aspetto interessante è che siamo sulle parti che riguardano l'aspetto di pianificazione e gestione delle aree, cioè tutto questo titolo (ovviamente, nella legge 19 e non nel disegno di legge) e tutte le parti riferite alla Capo V sono quelle che riguardano la pianificazione. In particolar modo, l'articolo 27 è proprio quello afferente ai piani naturalistici delle aree naturali protette e ai piani di gestione delle riserve speciali.
Solo per dire che l'intero Capo 9, relativo ai piani d'area, ai piani naturalistici, alla valutazione degli effetti degli strumenti di pianificazione con le risorse a disposizione degli Enti di gestione è un capitolo e sono quattro articoli che potevamo anche non avere perché, come sa bene l'Assessore Valmaggia, questo tipo di attività, sia di nuova pianificazione che di verifica degli esiti delle pianificazioni precedenti è sostanzialmente infattibile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'articolo 6, nel testo originario.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 36 è decaduto.



PRESIDENTE

ARTICOLO 6 bis



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 42) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per l'illustrazione.



VALMAGGIA Alberto, Assessore ai parchi

Grazie, Presidente.
Si tratta di una semplice integrazione che corregge un errore materiale laddove si richiamano, in modo esplicito, le zone naturali di salvaguardia e le aree contigue per il rispetto delle procedure relative all'adozione dei piani previsti. Quindi, è semplicemente un'integrazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 42).
Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Con l'approvazione dell'emendamento 42, è considerato approvato anche l'articolo 6 bis.



PRESIDENTE

ARTICOLO 7



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 7) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 37) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 38) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione dei tre emendamenti che vertono sullo stesso tema.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 7 del disegno di legge interviene sempre sull'articolo 27, che è quello, come dicevo precedentemente, che afferisce ai piani naturalistici delle aree protette. Si fanno ovviamente una serie di introduzioni anche legate alle modifiche che la norma ha posto, quindi s'interviene sull'articolo 27; però, come dicevo precedentemente, anche se in chiusura del mio intervento, sarebbe interessante leggere la norma per comprendere che cosa della legge è oggettivamente attuato oppure no.
Faccio un esempio: quando ho svolto la carica di Assessore demmo adempimento dopo circa cinque anni a due atti previsti nella legge n. 19 cioè le misure di conservazione e il regolamento faunistico che non erano stati ancora attuati. Anche questo titolo è estremamente importante, perch non parla solo di pianificazione urbanistico-territoriale legata ai piani d'area, ma ha un articolo estremamente significativo, che è il 25, relativo al piano pluriennale economico-sociale, che recita: "La Comunità delle aree protette promuove lo sviluppo economico e sociale dei territori interessati e di quelli adiacenti, nel rispetto delle finalità di tutela generali".
Quest'articolo nel comma successivo recita: "La Comunità delle aree protette, con il concorso della Consulta per il territorio e delle parti sociali ed economiche interessate, elabora un piano pluriennale economico sociale relativo alle aree protette di propria competenza". Quanti piani abbiamo che afferiscono all'articolo 25? Credo fra nessuno e quanti ne stanno nelle dita di una mano.
Si tratta evidentemente un aspetto significativo di come le leggi regionali vengono applicate a pezzi. Tutta la parte precedente e tutto l'articolo 8 relativo ai vincoli certamente è garantito, ma tutto l'aspetto che, invece afferisce allo sviluppo socio-economico non è rispettato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'articolo 7, nel testo originario.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 8



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 8) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 39) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 40) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 41) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 57) presentato da Campo, XX.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

L'articolo 8 interviene su una modifica dell'articolo 29 della legge e inserisce una serie di modalità gestionali: "Opera nel rispetto del vincolo di bilancio affinché gli Enti di gestione siano dotati di adeguate strutture amministrative regionali, in relazione all'estensione e alla peculiarità dei territori gestiti, alla complessità delle problematiche presenti e alla necessità di reperire risorse finanziarie, di cui all'articolo 22. La Regione può chiedere la trasmissione di ulteriori atti necessari all'espletamento di funzioni istituzionali, di cui al presente articolo".
La lettera b bis) sostanzialmente è quella che sancisce il fatto che, nel rispetto dei vincoli di bilancio, gli Enti siano dotati di adeguata struttura amministrativa e gestionale.
Avendo proprio ieri approvato il bilancio della Regione in senso triennale com'è piaciuto dire su alcuni temi nella giornata di ieri - possiamo dire tranquillamente che, con tale bilancio, non possiamo in alcun modo garantire un'adeguata struttura amministrativa e gestionale in relazione all'estensione e alla peculiarità dei territori gestiti, semplicemente perché abbiamo messo un numero di risorse pari quest'anno e un numero di risorse inferiori per il 2020 e per il 2021.
Allora, è un po' questa la singolarità legislativa con cui si opera, cioè tutto questo nasce da un'esigenza che legittimamente gli Enti di gestione hanno posto alla Giunta regionale, di cui qualche Consigliere si è fatto portavoce all'interno della Commissione, ed è diventata un nuovo pezzo di modifica della norma.
La cosa non comprensibile è vedere come, nel caso delle politiche di gestione del territorio su aree protette, nel caso di politiche sanitarie nel caso di politiche socio-assistenziali e molto altro, ci sia una vera schizofrenia politica fra le dichiarazioni che si fanno e ciò di cui ci si fa interpreti quando si discute una legge.
Evidentemente l'articolo in questione è assolutamente condivisibile, perch è di un'assoluta semplicità, non solo comprensiva, ma argomentativa, nel senso che dice correttamente che non ci devono essere squilibri fra parchi e parchi a seconda della dimensione, e che deve essere anche garantita un'adeguata - dice così la nuova lettera - struttura amministrativa e gestionale.
Il problema è che o troviamo dei volontari che nei prossimi anni, a partire da quest'anno operino all'interno delle aree protette svolgendo le attività vi sono anche - che vengono indicate all'interno dell'articolo 8, oppure questa è l'enunciazione di un principio che rimarrà tale certamente nel corso di quest'anno, ma anche negli anni a venire.
Infatti, nonostante i molti pensionamenti di dirigenti, di guardie e di personale dipendente, c'è stato un numero limitatissimo di assunzioni peraltro anche con modalità un po' anomale, cioè non si è fatto un concorso, che è quello che dovrebbe fare un Ente pubblico, ma sono state fatte sostanzialmente alcune chiamate dirette (con quale modalità, solo l'Assessore Valmaggia o i gestori degli Enti lo sanno), perché è una modalità che la legge dello Stato non prevede, se non in via assolutamente eccezionale.
Al di là di questo, nei minuti che mi rimangono vorrei tornare al ragionamento che facevo precedentemente - e da questo punto di vista, lo dico anche alla Presidenza del Consiglio e ai colleghi per ciò che vale non perché non serve che li coinvolga, ma proprio in termini di valutazione ovvero il concetto relativo al rispetto delle leggi esistenti.
Come vi dicevo, se guardate il Capo VIII della legge sulle aree protette vi è tutta una serie di modifiche, alcune delle quali sono figlie della modifica fatta nel 2016 (per esempio, il comma 2 dell'articolo 25, quello sul Piano pluriennale economico-sociale) che farebbero della nostra legge una legge equilibrata. La nostra, con le modifiche apportate nel 2016, in teoria è una legge potenzialmente equilibrata, cioè non è una legge solo più museale, ma è una legge che in qualche modo ha posto al centro dell'attività delle aree protette proprio la gestione e la promozione dello sviluppo economico e sociale dei territori interessati e di quelli ad essi adiacenti.
Se andaste su un sito della liberalissima America, un sito di un Parco della ipercapitalista America, vedreste che c'è un rettangolo (in molti siti dei parchi) all'interno del quale è indicato quanto investe lo Stato federale o lo Stato e qual è la ricaduta economica che l'investimento fatto con le risorse dei cittadini ha prodotto in termini di ritorno.
Lo dico perché noi ogni tanto discutiamo all'interno di questo Consiglio per esempio nelle giornate che ci hanno appena preceduto, di stanziamenti per qualche centinaia di migliaia di euro relativamente a temi che ci paiono di grande importanza per un territorio.
Negli ultimi dieci anni, questa Regione ha speso più di 300 milioni di euro sul settore delle aree protette, direttamente e indirettamente, ma sempre con soldi pubblici. Considerate se noi, invece di pensare alle aree protette, destinassimo la metà di queste risorse regionali a qualunque altro comparto dell'impresa, della Pubblica Amministrazione dell'associazionismo, quale sarebbe l'impatto che ne avremmo in termini di promozione, tutela e tutto ciò che credete.
Quei soldi sono stati mal spesi? No. Non sono stati soldi mal spesi, ma la cosa su cui focalizziamo troppo poco la nostra attenzione è che ogni anno la Regione Piemonte fa gli investimenti più significativi di risorse proprie, cioè di fondi regionali che può mettere dove vuole per investire sul settore delle aree protette.
Come accade in altri Stati, noi - ciò che dicevo prima - l'abbiamo in legge, perché la legge non soltanto prevede che le Comunità delle aree protette debbano promuovere lo sviluppo sociale economico o che le Comunità delle aree protette, con il concorso della Consulta per il territorio delle parti sociali interessate, elabori un piano pluriennale socio-economico, ma deve anche mettere in campo (come prevede l'articolo 28) strumenti di valutazione degli effetti di pianificazione: "Gli strumenti di pianificazione di cui al presente Capo sono sottoposti a procedure di valutazione previste dalla normativa comunitaria e quant'altro e gli effetti ambientali derivanti all'attuazione degli strumenti di pianificazione sono sottoposti a monitoraggio, al fine di individuare tempestivamente gli effetti negativi imprevisti e adottare le misure correttive ritenute idonee e opportune".
In sostanza, la nostra normativa prevede che, prima di tutti gli altri strumenti di pianificazione, vi sia lo strumento di pianificazione socio economica.
Allora oggi l'Assessore Valmaggia potrebbe tornare in Consiglio presentandoci piani di sviluppo che le singole aree protette hanno elaborato all'interno di questi cinque anni, per esempio i due del Po, così potremmo capire come quei due piani di sviluppo sono fra loro integrabili potrebbe raccontarci cosa hanno fatto in questi anni le Comunità proprio ai sensi dell'articolo 25 nel lavoro con la Consulta per la promozione del territorio, in modo tale che avremmo in qualche modo maggiore contezza perché questo non è avvenuto in sede di Commissione - che è davvero necessario ampliare i confini e tutelare altri 10.000 ettari di terreno regionale perché questo, se è vero che porta vincoli, dovrebbe portare, o almeno quegli strumenti ci dovrebbero dire che quei vincoli portano una maggiore ricaduta economica.
Noi legiferiamo al buio. Meglio, legiferiamo su un'ideologia ambientalista che pensa che la tutela dell'ambiente sia una tutela conservativa. In realtà, chiunque conosca le aree che sono anche tutelate, sa che un'area non gestita non è ambientalmente ben mantenuta.
Un' area non gestita diventa un'area non gestita: diventa un'area che ambientalmente, ha una serie di svantaggi perché intervengono, dal punto di vista della fauna e della flora, alcuni aspetti che andrebbero, in qualche modo, regolamentati come dice l'articolo 27. Ma il Capo VIII, in questi cinque anni, non è stato in alcun modo tema di attuazione della legge, è come se noi non ce l'avessimo.
È evidente, come dicevo precedentemente, che non possiamo prevedere e rispettare esclusivamente alcune parti e non rispettarne altre.



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, rispetti anche un po' i tempi.
Emendamento rubricato n. 57) presentato da Campo Andrissi, Bertola, Bono Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Lo ritiriamo perché ieri, a margine del bilancio, è stato approvato un ordine del giorno sullo stesso tema.



PRESIDENTE

Invito i Consiglieri a prendere posto: stiamo per votare.
Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 39), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.43)



< torna indietro