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Dettaglio seduta n.398 del 06/03/19 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(La seduta ha inizio alle ore 10.34)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente. Visto il clima effervescente della I Commissione appena svolta, non forzerei i termini della nostra richiesta, che però è nota: vorrei che, in qualche modo, anche la Giunta e i Capigruppo di minoranza decidessero insieme a noi quando fare questo tipo di comunicazione su FCA che, come sapete, abbiamo già chiesto due settimane fa. Poche ore fa FCA ha ribadito i suoi investimenti; ma, a prescindere dalle dichiarazioni stampa, c'è tutto il tema della vocazione industriale di questo territorio e di quelli che saranno gli impegni proprio in quest'area, oltre a tutto il tema dell'elettrico e anche del collegamento di quell'investimento alle tante strategie che abbia messo in campo in questi anni.
Quindi, rivolgo al Presidente Chiamparino e a lei, Presidente l'opportunità di farlo appena il bilancio sarà concluso. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Chiedo scusa. Non richiedo una comunicazione perché non avrebbe senso.
Chiedo solo, visto che abbiamo fatto questa richiesta, di specificare nel corso del dibattito sul bilancio - ma lo chiederanno penso i colleghi - la questione che ha annunciato la Giunta nei giorni scorsi per quanto riguarda gli asili nido. In parte ci ha dato una risposta il Vicepresidente Reschigna, però vorremmo capire se è appoggiata ad una delibera di Giunta o semplicemente al bilancio. Durante il dibattito sul bilancio penso si potrà affrontare.



PRESIDENTE

Per quanto riguarda la richiesta del Presidente Grimaldi, comunico che da parte della Giunta c'è la disponibilità a riferire non appena terminata la sessione di bilancio.
Non essendoci altre richieste di modifica o interventi, l'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Baricco, Bertola, Cassiani, Cerutti, Ferraris Ferrero, Gallo, Molinari e Valmaggia.
Non è presente l'Assessore esterno Saitta.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 26/2/2019.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 19/2/2019.


Argomento: Bilanci preventivi

Proseguimento esame disegno di legge n. 342, inerente a "Bilancio di previsione finanziario 2019-2021"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 342, inerente a "Bilancio di previsione finanziario 2019-2021", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta del 26 febbraio u.s. è iniziato l'esame del provvedimento.
Il Consigliere Appiano ha svolto la relazione di maggioranza, mentre i Consiglieri Bono e Tronzano la relazione di minoranza.
E' aperta la discussione generale sul provvedimento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Inizio questa discussione generale in un clima di grande attenzione partendo da una notizia del giorno - che notizia del giorno non è. Su "La Stampa" di Alessandria oggi si parlava di danni all'agricoltura e di terreni che non vengono più utilizzati ed abbandonati dagli agricoltori. In questa sessione di bilancio, come ormai è tradizione per il Movimento 5 Stelle e il sottoscritto, proponiamo diversi emendamenti relativi proprio alla questione dei danni da fauna selvatica alle colture e dei danni per incidenti stradali.
Già solo il fatto che gli emendamenti siano diversi, significa qualcosa. Significa non tanto che si crea una sorta di ostruzionismo andando a presentare emendamenti superflui, ma emendamenti che vanno a coprire tutta una serie di capitoli. Si tratta, infatti, di capitoli che dimostrano la frammentazione e la scarsa attenzione dedicata a questa problematica nei cinque anni appena trascorsi. Sono cinque anni nei quali si è messa mano alla legge sulla caccia, ma cinque anni nei quali per un lungo periodo c'è stata corrispondenza tra Governo nazionale e governo regionale. Su questo fronte, però, non si è risolto assolutamente il problema, anzi, come vediamo, il problema si sta evolvendo in senso negativo. È un problema che crea effettivamente uno spopolamento di aree marginali ed un abbandono di terreni agricoli. È un problema che nasce da una legge nazionale non più idonea - forse non lo è mai stata - a garantire una pacifica convivenza tra la fauna selvatica e le attività agricole e che ora mostra ulteriori problematiche relative alla convivenza tra le persone che percorrono le strade comunali, provinciali e statali nelle aree marginali e la fauna selvatica.
Oggi ci troviamo a definire mille rivoli di questi danni, rivoli che afferiscono ai danni erogati dalle Province e dagli ATC e dai CA, ma che di fatto, non entrano nelle casse di chi i danni li ha subiti veramente.
Oggi Coldiretti sulla stampa di Alessandria diceva che ci vogliono almeno 3 anni per liquidare un danno da fauna selvatica alle colture.
In più che cosa succede? Succede una cosa che abbiamo ricordato tantissime volte in Commissione e ci meravigliamo un po' del fatto che solo oggi riesca ad arrivare sulla carta stampata. Il fatto è che le segnalazioni non vengono più fatte, perché la speranza di ottenere dei ristori dei danni non c'è più. E a poco valgono le scuse dell'Assessore Ferrero in Commissione, quando sostiene che non vengono fatte richieste.
Non vengono fatte richieste, perché non si spera più di avere un ristoro dei danni. Vogliamo dire di più. Oltre al fatto che c'è un plafond di fondi che dovrebbero essere destinati in maniera precipua a queste attività (i fondi relativi alle tasse di concessioni sull'attività venatoria, che non vengono mai impiegati in maniera completa su queste politiche), c'è un problema vero e proprio di gestione. E la gestione, determinata da vari attori, genera un rimpallo di responsabilità e competenze.
Pertanto, la situazione è veramente drammatica soprattutto per le aziende, che chiudono o che si spostano. C'era una bella testimonianza di un agricoltore che aveva un'azienda a Mongiardino Ligure, che si è spostato a Stazzano, cioè verso valle, perché a monte i danni alla sua attività erano troppo grandi e questo si sta generando un po' in tutto l'Appennino piemontese. È una situazione veramente insostenibile.
Quando si parla di marginalizzazione, di sostegno alle imprese, di manutenzione del territorio bisognerebbe ricordare in primo luogo queste problematiche, che nascono da un contenzioso abbastanza singolare, che vede da una parte - i cacciatori e - dall'altra - gli ambientalisti, ma in mezzo ci sono gli agricoltori che vivono in queste zone.
Su questo, occorre fare un ragionamento serio, concreto, che porti a capire di chi sono le responsabilità della gestione della fauna selvatica nelle nostre province. Per quanto mi riguarda, il vero traguardo è quello di riunificare questa competenza in capo alle Province, con un'attività di gestione venatoria che sia anche corroborata da fondi idonei a porre in campo delle politiche serie, riguardanti la salvaguardia della fauna selvatica ed anche la salvaguardia delle nostre aziende agricole.
Procedo con la questione Finpiemonte, che oggi - attraverso un emendamento - va a definire ulteriormente il suo percorso per riportare fondi all'interno dell'economia piemontese. Lo faccio per ricordare quanto questa questione sia un'altra delle pagine un po' irrisolte della legislatura. Svolgo questi ragionamenti proprio perché questo è il bilancio di fine legislatura e ci corre l'obbligo di precisare alcune questioni.
Finpiemonte è una pagina ancora inesplorata dal punto di vista della vicenda giudiziaria, ma una pagina ormai acclarata di un fallimento politico, di un'idea di Finpiemonte. L'idea di Finpiemonte come una banca l'idea di scimmiottare un po' altre Regioni del Nord che avevano fatto quest'esperienza, forse anche dall'alto di una solidità maggiore della propria finanziaria regionale, che - invece - ci ha visti soccombere in maniera piuttosto tragica e rocambolesca.
Per questo, oggi - a fine legislatura - ci troviamo a riportare dei fondi sull'economia reale; fondi che pensiamo siano stati messi a disposizione dell'azienda in maniera un po' più intelligente rispetto al passato, sotto la spinta delle associazioni di imprese, ma anche di nostre indicazioni che rivelavano, fin dai primi mesi di questa legislatura, come ad esempio - i fondi del POR fossero difficilmente spendibili, poich erano impostati su un'altra economia: un'economia di pre-crisi, dove i finanziamenti in conto interessi avevano una loro rilevanza.
Oggi, questi tipi di contributi non hanno più un appeal verso le imprese, che preferiscono accedere - invece - a finanziamenti bancari che hanno degli iter molto più veloci e snelli.
Questo mi dà l'opportunità di rivolgere ancora un pensiero ai fondi del POR: a che punto siamo con i fondi del POR? Io penso che siamo a un punto abbastanza morto, perché effettivamente questi fondi non hanno appetibilità per le imprese. Questo è un grave danno per la Regione, che porta a quell'immobilismo che la stessa ha conservato in questi anni, dicendo che l'impianto originale del POR aveva una sua validità. In realtà, una sua validità non l'aveva e gli effetti sperati sull'economia piemontese derivanti dal Piano Operativo Regionale sui fondi strutturali, non ci sono stati.
Questo ci fa riflettere molto sul fatto che oggi non bisogna spendere i fondi tanto per spenderli, ma bisogna spenderli bene, con intelligenza e lungimiranza, non pensando a quello che si è fatto nel passato, perché il passato rappresenta un mondo diverso da quello che viviamo oggi.
Infine, in generale, sul bilancio e sugli emendamenti presentati nella giornata di ieri, che vanno a coprire anche situazioni non legate a questioni prettamente finanziarie della Regione. Su questo, invitiamo l'Assessore e la Giunta ad una riflessione, perché se davvero nel bilancio si può inserire la qualunque, noi l'avremmo potuto fare sin dal primo giorno in cui abbiamo discusso la prima legge di bilancio in questo Consiglio; cosa che non abbiamo fatto. Questo rapporto di correttezza all'interno del Consiglio regionale tra maggioranza e opposizione deve andare avanti e concludersi così come è iniziato.
Pertanto, invito la Giunta regionale a evitare di infilare nel bilancio modifiche di leggi che niente hanno a che vedere con questa legge di bilancio del 2019.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Grazie a lei.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Primaria di Verrua Savoia


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe 5^ A della Scuola Primaria di Verrua Savoia in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Bilanci preventivi

Proseguimento esame disegno di legge n. 342 inerente a "Bilancio di previsione finanziario 2019-2021" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo la discussione generale sul disegno di legge n. 342.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Inizio con un commento generale, che ho già avuto modo di fare in tutte le versioni precedenti e che oggi ribadisco con maggiore forza. In Commissione faremo tutto un processo di descrizione delle tabelle di bilancio, Assessore per Assessore, illustrando tutte le misure e poi arriva un maxiemendamento e cambia tutto. Non solo, ma questa volta i maxiemendamenti sono addirittura uno sostitutivo dell'altro. La fluidità del bilancio che, negli anni precedenti, poteva essere giustificata da un'indisponibilità di numeri legata all'eredità dei bilanci precedenti poco chiari, alle spese fuori bilancio e alla necessità di riportare sotto controllo conti e costi, quest'anno questo problema non l'avremmo dovuto avere.
Avanzo una proposta, anche se oramai sarà per la prossima legislatura: definiamo prima bene tutte le questioni di bilancio e poi incontriamo gli Assessori sulle varie tematiche. Una delle questioni che ho sempre cercato di sottolineare è il fatto che sarebbe utile che quando si fa la discussione in Commissione sugli emendamenti, la si facesse anche quella per tematica o, magari, si cercasse di accorpare le due cose in modo che ci si confronta nel merito delle questioni. Purtroppo già con il bilancio nuova versione, quello uguale per tutti gli Enti pubblici, è diventato molto, ma molto più un esercizio di stile provare a modificare le misure e le cifre all'interno del bilancio perché non si incide, come opposizioni sulle misure specifiche, ma si possono spostare su aree tematiche e poi sperare che vengano indirizzati correttamente.
Questo è già un tema che rende difficile il lavoro delle opposizioni.
La continua variazione dei numeri poteva essere giustificata ma, comunque ci metteva in difficoltà nella nostra attività. Ricordo che l'attività di bilancio ci porta via un numero di Consigli abbastanza significativo tra i vari passaggi di bilancio previsionale, assestamento, nonché finanziaria ecc.ecc. per cui sarebbe più utile, al di là della riconosciuta disponibilità del Vicepresidente, nonché Assessore al Bilancio, Reschigna spiegarci sempre con grande cura le misure che intende proporre. Tuttavia purtroppo, quando arrivano a nostra disposizione il pomeriggio prima e vengono spiegate la mattina prima del Consiglio, è estremamente complesso provare a fare dei ragionamenti politici. Da un lato è comprensibile l'intenzione di lasciare meno spazio possibile alle opposizioni ma dall'altro, visto che proprio sul bilancio avete tutti gli strumenti per ridurre e comprimere i tempi di discussione, almeno permetteteci di costruire il quadro emendativo, il quadro di come ci piacerebbe, come vorremmo che venissero cambiate le politiche di bilancio su un contesto chiaro, che non viene smontato di volta in volta e che ci permetta di preparare gli emendamenti. Purtroppo preparare gli emendamenti, compreso il fatto che devono essere cartacei, firmarli tutti quanti, consegnarli a mano perché lo strumento digitale è ancora ignoto per questo tipo di attività e bisogna anche spostarsi (c'è gente che abita a più di cento chilometri di distanza dal Consiglio) è un lavoro che porta via tempo.
Noi ci rendiamo conto della complessità, tuttavia ci rendiamo anche conto del fatto che stiamo per entrare - in realtà ci siamo già entrati ampiamente - in campagna elettorale per il rinnovo della Giunta e del Consiglio regionale, per cui gli sgambetti politici sono all'ordine del giorno.
A questo punto, non mi resta che provare a fare alcune osservazioni sul merito di quello che, speriamo di aver capito da quello che si sta facendo e che andremo poi a commentare emendamento per emendamento, sarà il bilancio previsionale per quest'anno e per il prossimo triennio. Anche in questo caso il commento che mi viene da fare è che, purtroppo, il bilancio previsionale è diventato sempre più un discorso di ipoteticità perché poi quello che ho sempre lamentato, laddove si facevano provvedimenti con programmazioni di tipo annuale, è che purtroppo poi le risorse, quando ci sono e che riguardano la programmazione dell'anno in corso, in realtà, si rendono disponibili dopo la metà dell'anno. Questo comporta delle significative difficoltà di impegno, erogazione e, magari, anche qualche possibilità di uso arbitrario delle stesse perché ci si viene a trovare in una situazione di relativa urgenza.
Queste sono le questioni generali. Quest'anno abbiamo avuto anche meno tempo del solito per affrontare il concetto del discorso dell'equilibrio economico-finanziario complessivo della Regione; io non ho avuto modo di vedere l'approfondimento sulla questione dei derivati, ma quello che emerge è che si stanno facendo tutta una serie di alchimie. Alchimie che non capiamo.
Ad esempio, nell'ultima versione, per cui ho anche prodotto emendamenti, ho visto sparire risorse da alcune situazioni che sono secondo me, cruciali. La prima sono risorse per un ente strumentale della Regione - l'ARPA - che ha il ruolo di fare verifiche e controlli ambientali, che avrà sempre di più un ruolo strategico e centrale nell'affrontare il tema che, secondo me, è fondamentale per qualsiasi altra politica, che è quello dell'impatto climatico-ambientale di tutte le attività umane che portiamo avanti, anche con le politiche regionali.
Un tema su tutti è stato quello della qualità dell'aria, che tiene sempre banco soprattutto nei periodi invernali. Si vedono tagliare risorse in modo significativo ad un Ente che ha già subito una riorganizzazione che chiamerei ridimensionamento, più che riorganizzazione - con la soppressione di sedi e con una sostanziale riduzione degli organici chiaramente morbida, per carità, tutte le attenzioni possibili, ma è un ridimensionamento. Si vedono tagliare ulteriori risorse quando si sta licenziando un Piano per la qualità dell'aria, quando si è licenziata un'importante riforma della gestione rifiuti sia come Piano sia come legge sul riordino dei Consorzi, tutte cose che, purtroppo, vanno anche a rilento e sulle quali poi ARPA ha delle competenze (il controllo, ad esempio, sulle discariche chiuse, sulle emissioni ecc. ecc. competono a questo Ente). Un Ente che si vede sempre più in difficoltà. Il rischio dei depotenziamenti nasce laddove non si è in grado di controllare puntualmente. Quello dei controlli è un tema che fa storcere alla Regione sempre un pochino il naso quando lo solleviamo - perché Ente programmatorio; tuttavia, non avendo più delle Province funzionali (grazie alla Delrio), certe materie le abbiamo dovute "prendere in casa" (facciamo l'esempio banale dell'agricoltura).
L'altro tema importante che mi preme sottolineare - purtroppo il tempo è sempre scarso per provare a commentare un qualcosa veramente articolato e multiforme, ma ovviamente avremo ampio spazio grazie alla numerosità degli emendamenti - è il fatto che, in cinque anni, noi abbiamo portato, anche un po' faticosamente, un riordino delle Aree protette regionali, cercando di razionalizzare, di dare un valore allo sforzo strategico che è stato fatto negli anni e di consolidarlo.
Non ultimo, arriviamo ad incardinare in aula il tema dei confini delle Aree protette, (attualmente sospeso per la discussione di bilancio) che hanno visto uno sforzo nell'espansione, nell'omogeneizzazione, nella razionalizzazione degli Enti di gestione, che vuol dire anche consegnare le competenze a chi le ha, perché ancora oggi - e finché non sarà in vigore la nuova norma - le Aree protette regionali possono essere gestite da Unioni di Comuni, da Comuni o addirittura, in subdelega, da entità qualsivoglia tramite convenzione, senza eccessivi controlli. Nella nuova versione li si vorrà dare, appunto, agli Enti di gestione regionali delle Aree a parco oppure alle Province, ma - ma - togliamo risorse agli Enti di gestione delle Aree protette, quando invece, se veramente credessimo in quello che abbiamo fatto, una legge del 2016 e adesso una legge che speriamo esca.



PRESIDENTE

Collega Campo, dovrebbe concludere.



CAMPO Mauro

Chiudo questo ragionamento e concludo, Presidente.
Ci si aspetterebbe un minimo di coraggio e di risorse; tra l'altro parliamo di spesa storica, quindi non parliamo di cose "campate per aria" anzi bisognerebbe provare ad avere un po' più di coraggio e investire su queste cose: qualità dell'aria e qualità dell'ambiente, due temi centrali per il nostro futuro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Questo bilancio previsionale 2019 ha degli aspetti interessanti e presenta delle questioni tutt'oggi ancora aperte. In particolar modo voglio innanzitutto chiedere alla Giunta se può spiegare la manovra sul ticket dei farmaci. Siccome c'era un'esenzione in base ai redditi, vorremmo capire principalmente quali classi sociali fruiranno di quest'abolizione del ticket sui farmaci e quanto quest'operazione andrà a gravare sul fondo sanitario regionale, in modo tale da comprendere che cosa comporterà quest'abolizione dal punto di vista economico per la gestione sanitaria regionale ed effettivamente quali classi sociali si andranno a favorire nella riduzione dei costi del cosiddetto out of pocket sanitario. Questo è un aspetto che vorremmo comprendere, per capire anche praticamente quanto questa manovra cuba.
Vi è un'altra questione sulla sanità. Ne abbiamo parlato lungamente in Commissione sanità e ci sono state anche tante audizioni sulla gestione a domicilio della non autosufficienza, in particolar modo degli anziani non autosufficienti per problemi fisici e per problemi mentali. Più volte è stato detto che la gestione a domicilio di questi tipi di pazienti consentirebbe alla Regione di risparmiare complessivamente nei costi di cura, in quanto l'accesso a una RSA di questi pazienti comporta una copertura della parte sanitaria e dunque costi maggiori rispetto a quelli previsti dalla norma regionale; la copertura di un assegno di cura nel caso in cui l'anziano venga mantenuto al proprio domicilio è infatti inferiore tra l'altro credo migliorando anche la sua qualità di vita.
Detto ciò, sappiamo che è in corso da anni una sperimentazione chiamiamola così, ma ormai forse non è più sperimentazione - in particolar modo nell'ASL di Torino, dove viene dato un assegno di cura di circa 740 euro, sebbene non ci siano delibere attuative successive alla normativa regionale. Oggi prevedete un assegno di cura, quindi avete messo a bilancio nel 2020 venti milioni per la copertura dell'assegno di cura fuori dalla Città di Torino: ci sembra un po' strano prevedere una misura così importante nel 2020, quando ci sarà chissà quale Amministrazione (vedremo).
Detto ciò, ci sarebbe però piaciuto avere, prima di questo inserimento in bilancio, una relazione che ci facesse comprendere effettivamente ed oggettivamente che cosa ha comportato la somministrazione di questo assegno alle famiglie che avevano la capacità di gestire a domicilio un anziano non autosufficiente. Nel momento in cui non abbiamo questi dati, ci sentiamo anche, da un lato, politicamente un po' presi in giro per questi venti milioni che sono stati inseriti nel 2020; dall'altro lato, crediamo che sarebbe stato molto più serio relazionare alla Commissione sanità e portare i dati che oramai sono elementi che hanno una consuetudine data dagli anni di somministrazione di questi assegni, cosa che ad oggi non è stata fatta.
Quindi chiediamo alla maggioranza di venire in Commissione sanità, di portarci questi numeri e di aprire la discussione anche in vista di questa previsione di investimento di venti milioni, che è una cifra molto importante per il 2020. Non vorremmo che questa cifra fosse messa prima per poi essere tolta dopo, e crediamo che queste cose vadano fatte con cognizione e con dati oggettivi.
Vi sono poi dei tagli, nel senso che sull'edilizia sociale la morosità incolpevole non viene coperta completamente. Sappiamo che purtroppo le classi sociali più deboli in questi anni hanno perso delle capacità reddituali importanti in Piemonte e, di conseguenza, la morosità colpevole è cresciuta. L'Assessore Ferrari ci ha relazionato l'ultima volta in Commissione dicendo che vi era una crescita superiore a una decina di punti percentuali (perlomeno, nell'ultimo anno c'è stata questa crescita), per di fatto, rispetto agli otto milioni che cuba questa necessità importante che poi ha creato sul territorio la realizzazione di tavoli per la valutazione della morosità incolpevole e della morosità colpevole eccetera. Si tratta di tavoli che, tra l'altro, stentano ad andare avanti perché vi sono delle difficoltà oggettive per riuscire ad andare incontro alle necessità finanziare degli ATC e alle richieste economiche, ma vi sono anche delle difficoltà oggettive da parte delle famiglie a coprire i piani di rientro.
Detto ciò, però, il fatto che manchi ancora un milione dal 60% della copertura regionale sulla morosità incolpevole creerà sicuramente ulteriori problemi e disguidi, e i tempi si allungheranno. Sappiamo che i bilanci delle ATC sono in grossa difficoltà, con passività decisamente significative (dall'ATC nord, all'ATC sud a quella centrale), per cui crediamo che questa mancanza rappresenti un ulteriore aggravamento delle problematiche.
Un altro aspetto rilevante riguarda l'Agenzia per la locazione, dove sono stati tagliati circa 200.000 euro.
Come sappiamo, è un'iniziativa dell'Assessore, in cui ha creduto fortemente e che inizia a dare dei forti risultati. Ma vi sono comunque delle difficoltà sul territorio regionale: addirittura, si parlava di morosità incolpevole anche nell'edilizia agevolata. Quindi scoprire anche questo fronte significherebbe creare nuove difficoltà sul territorio. Anche su questo aspetto, dunque, presenteremo degli emendamenti.
Cambio discorso per introdurre una questione relativa all'agricoltura.
Sui fitofarmaci, in modo particolare, presenterò un emendamento, perch basterebbe un chimico per disporre di un laboratorio fitofarmaci regionale certificato, che, a nostro avviso, rappresenterebbe un passaggio fondamentale.
Da tre mesi, infatti, stiamo aspettando che le rese del settore risicolo vengono rese note. L'altro ieri a Milano si è tenuto un importante convegno sul "riso biosystem", settore che oramai ha ricevuto grossi riconoscimenti.
Il dato anomalo deriva dal nostro Ministero, nel senso che non sta rendendo noti i dati relativi alle rese del settore risicolo. Gira voce che addirittura il settore risicolo biologico abbia delle rese superiori al risicolo convenzionale. È per questo che da tre mesi questi dati non vengono resi noti! Alla luce di ciò, chiederemo all'Assessore Ferrero di invitare il Ministro Centinaio a render pubblici tali dati.
Ci tengo a sottolineare che la situazione sta slittando verso il basso a causa di questa mancanza di dati dal punto di vista dell'analisi. E veniamo, quindi, all'altra questione, ossia al taglio di 1.680.000 euro di trasferimenti all'ARPA; taglio che riduce la sua capacità di indagine.
Ricordo che vi era già stato un accorpamento dei laboratori, per cui sappiamo - perché abbiamo fatto richiesta di accesso agli atti più volte che le capacità di analisi dell'ARPA risultano già fortemente ridotte, in particolar modo nel settore fitofarmaci. Tutto ciò va contro quelli che erano gli impegni assunti da questa maggioranza, che aveva assolutamente garantito che la capacità di analisi non sarebbe stata diminuita. Tuttavia l'ulteriore taglio di 1.680.000 euro riduce questa capacità, in una situazione in cui il laboratorio fitofarmaci regionale non può fare analisi certificate; ne consegue che le analisi sul terreno (prelievi sul campo) devono essere espletate da altre Regioni, i cui costi elevati impediscono un numero congruo di analisi, impedendo, di fatto, la verifica e il controllo.
Se il Ministero sta bloccando da tre mesi la pubblicazione di questi dati è proprio perché vi è una situazione di estrema complessità (per usare un eufemismo), una situazione di difficile controllo. Su questo fronte la Regione non deve assolutamente abbassare la guardia.
Registriamo anche un taglio di 384.000 euro sulle aree protette. Le aree protette sono in forte crisi, perché sono.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Vado a concludere, Presidente.
Sulle aree protette il taglio ulteriore di risorse è inaccettabile perché il personale è già fortemente sguarnito.
Sempre in tema ambientale vi è tutto il discorso sul Piano della qualità dell'aria e sul Piano energetico ambientale regionale, dove si registra una situazione di forte difficoltà. Ciò che manca sono innanzitutto le risorse, ma anche - credo - una visione di insieme che ci dia una capacità di impattare sia sul cambiamento climatico, sia sull'inquinamento dell'aria, che è sicuramente correlato al cambiamento climatico. Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono altri Consiglieri che desiderano intervenire? Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Il collega Mighetti prima ha accennato alla notizia del giorno relativamente all'agricoltura. Per me la notizia del giorno è che da oggi si possono inoltrare le richieste per il reddito di cittadinanza.
Tra l'altro, ho letto proprio su questo tema un'intervista all'Assessora Pentenero che dichiarava i suoi timori rispetto al fatto che i Centri per l'Impiego non siano pronti ad avviare gli iter necessari per sostenere questa importantissima riforma delle politiche attive per il lavoro.
Ricordo che nel luglio 2015, quando si andò a sottoscrivere l'accordo quadro tra Governo e Regioni, sia il Presidente Chiamparino sia l'Assessora Pentenero aderirono con entusiasmo a questo accordo, sottolineando il ruolo attivo delle Regioni; Regioni che, da quel momento in poi, assunsero la gestione dei Centri per l'Impiego.
Ora, il dubbio che sorge è il seguente: in questi anni che cosa si è fatto, tra Stato e Regione, per potenziare questi servizi? Noi abbiamo seguito tutta la questione relativa al personale. Tra l'altro, la faticosissima vicenda dei precari si è conclusa solo tre giorni fa, se non sbaglio (o venerdì o lunedì, ho i giorni un po' confusi con la pausa del carnevale), con la stabilizzazione dei precari della Città metropolitana.
Però ci sono ancora molte ombre sulla gestione; ci sono dei Centri per l'Impiego che hanno sicuramente delle difficoltà da superare e io credo che sia necessario rendersi conto che serva l'impegno e il contributo di tutti gli Enti che sono coinvolti in questo percorso.
Ripartendo un po' da quel 2015, momento in cui le Regioni hanno assunto questo ruolo centrale, bisognerebbe ripercorrere tutti i passaggi fatti in Regione, per vedere se ognuno ha fatto quanto dovuto.
In particolare, dovremo mettere mano, oltre che al personale, anche se mi rendo conto che deriva da un impegno del Governo più che della Regione le risorse arrivano da lì - proprio sull'organizzazione vera e propria quindi capire se APL ha realmente svolto quel ruolo di coordinamento e di sostegno alla riorganizzazione dei Centri per l'impiego.
In questi giorni ho incontrato alcuni Direttori di questi Centri e sono andata a vedere le condizioni alla loro apertura: devo dire che la situazione è veramente preoccupante.
Sappiamo che a brevissimo partirà la misura, perché da oggi si possono inoltrare le richieste, però non parte ancora quella fase in cui si prenderanno in carico le persone in cerca di lavoro e poi, con il sostegno dei navigator, si andrà a proporre inserimenti lavorativi.
Ovviamente quella parte suscita preoccupazioni, innanzitutto dell'Assessora (tant'è che l'ha dichiarato a mezzo stampa), però ci piacerebbe capire quali sono le intenzioni e le disponibilità di collaborazione da parte della Regione affinché questa misura funzioni al meglio, perché, ripeto, è necessario che tutte le Istituzioni coinvolte si impegnino al massimo e assumano un atteggiamento collaborativo, anche se mi par di capire che non tutti credano allo stesso modo in questa misura, per è necessario.
Poiché si tratta di una misura importante, sentita ed è ovviamente in una fase sperimentale (perché per la prima volta viene attuata nel nostro Paese), è necessario che tutti facciano la propria parte. Noi ovviamente abbiamo ancora pochi mesi di attività davanti, però ci piacerebbe fare il punto su questa questione e valutare se le risorse messe a disposizione dalla Regione sono sufficienti per affrontare questo impegnativo percorso.
Cambiando argomento, abbiamo parlato poco fa in Commissione del Testo Unico della Cultura. L'Assessore Reschigna ha annunciato che le modifiche relative al modo in cui verranno stanziate le risorse sono rinviate, se ho ben inteso, a partire dal 2020; per cui i due fondoni - chiamiamoli così per le spese destinate alla cultura, saranno utilizzati soltanto a partire dal prossimo anno.
Noi ovviamente ci rendiamo conto della difficoltà di andare a modificare totalmente le modalità di stanziamento delle risorse considerando che il Testo Unico ha abrogato oltre trenta leggi regionali ma abbiamo qualche timore sul modo in cui verrà gestito questo complesso passaggio.
Oltre al passaggio tra le leggi abrogate al Testo Unico ci sarà un passaggio - non sappiamo ancora in quale direzione - tra la Giunta attuale e una futura Giunta.
Noi speriamo che in tutto questo percorso si tenda comunque conto del ruolo del Consiglio e delle Commissioni e che sia consentita la giusta collaborazione, per cercare di superare, in modo meno impattante possibile e con meno conseguenze negative possibili per gli operatori, questo delicato passaggio; considerando, per di più, che il settore culturale è un settore particolarmente delicato, dal punto di vista delle risorse, perch purtroppo negli anni si sono accumulati ritardi nell'erogazione dei fondi che molto spesso hanno creato difficoltà agli operatori.
Noi speriamo che questo passaggio riesca a superare tutti questi ostacoli e che alla fine si arrivi a un quadro chiaro e certo dell'assegnazione delle risorse e che il tutto sia fatto con la massima trasparenza.
Per quanto riguarda l'attività emendativa, abbiamo già presentato emendamenti in Commissione che non sono stati accolti in quanto emendamenti, ma sono stati recepiti nei contenuti. In particolare emendamenti relativi alle dotazioni informatiche per il personale regionale ed emendamenti relativi ai fondi per la scuola, cioè i buoni scuola, i voucher.
Noi teniamo particolarmente a queste voci di bilancio, quelle relative al sostegno alle famiglie per consentire ai ragazzi di frequentare la scuola dell'obbligo, perché ci sembra un sostegno sacrosanto, quanto il sostegno che viene dato alle borse di studio universitaria, se non di più perché parliamo di scuola dell'obbligo.
Ci sembra importante questo impegno e siamo contenti che sia stato recepito nella misura prevista nell'emendamento di Giunta.
In questi ultimi mesi ho seguito come relatrice diversi testi di legge alcuni hanno ricevuto adeguata copertura e altri non la prevedevano già in partenza. Penso alla legge sulle politiche per i disabili, che già partiva dichiarando che non avrebbe avuto necessità di risorse aggiuntive, perch si trattava semplicemente di una sorta di cruscotto di leggi già esistenti riunite in una sorta di indice, in modo da riordinare un po' tutto il quadro normativo.
Tuttavia, crediamo che sia necessario destinare più fondi alle politiche per la famiglia - e qua mi riferisco ad una legge che è ancora in discussione, quindi immagino che vedrà la luce dopo l'approvazione del bilancio - e poi quella relativa al bullismo, cyberbullismo e alle politiche giovanili, temi strettamente collegati e più che mai attuali.
E' importante, quindi, che venga mantenuto costante negli anni il finanziamento a queste importantissime voci, perché la famiglia e le famiglie devono essere sempre considerate come nucleo centrale di tutte le politiche sociali della nostra Regione.
Colgo l'occasione per dire, negli ultimi trenta secondi che mi rimangono, che altrettanta attenzione vorrei che ci fosse per la legge sulla sperimentazione animale, sui metodi sostitutivi della sperimentazione animale, che al momento non risulta finanziata, pur essendo stata approvata a luglio, e rispetto alla quale stiamo elaborando un emendamento per cercare di trovare le coperture, perché a quanto pare c'è stata un'osservazione della Direzione dell'Assessorato che non ha consentito il finanziamento della legge. Speriamo che in Aula si riesca a trovare una soluzione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Reintervengo nel dibattito generale dopo la relazione di minoranza che ho svolto la scorsa settimana, un po' tra la disattenzione dell'Aula. Non me ne vogliano i colleghi del centrodestra, ma anche dal centrodestra non ho sentito interventi in questo dibattito, e mi sembra strano, e non me ne vogliano anche i colleghi di maggioranza che forse dalla loro parte cercano di limitare i "danni", non magari i danni di bilancio ma con interventi per non stimolare ulteriori dibattiti. Certo che quando siamo in approvazione di una legge di bilancio, sostanzialmente la legge quadro di un Ente importante come la Regione Piemonte (ma varrebbe per qualunque altro Ente) credo che un po' più di dibattito potrebbe servire e potrebbe interessare.
La prima cosa che mi sento di dire è che, per fortuna, esiste una forza di opposizione come il Movimento 5 Stelle che ha chiesto gentilmente di poter prolungare il dibattito - e gentilmente è stato concesso - alla prossima settimana. Dico questo perché? Perché è stato presentato nei tempi in cui ci eravamo detti e quant'altro, con il lavoro degli Uffici e dell'Assessorato, un nuovo maxi emendamento riassuntivo, che va a modificare sostanzialmente tutto quello che avevamo analizzato in Commissione non più tardi di due settimane fa. Già non era stato grandemente illustrato in Commissione, oggi abbiamo fatto una Commissione veloce alle ore 9 richiesta dai Capigruppo, per poter analizzare le variazioni di questo maxi emendamento.
Ci sono, tra l'altro, tutta una serie di emendamenti all'articolato presentati dal Vicepresidente Reschigna, quindi a nome della Giunta, non a nome della maggioranza e non a nome dell'opposizione. È una serie di emendamenti anche a testi di legge che non dovrebbero entrare nell'analisi di un documento di bilancio. L'abbiamo detto per anni: nel bilancio ci vanno solo le modifiche di bilancio e le norme finanziare. Quindi nell'articolato ci può essere, ad esempio, l'istituzione del fondo X o la creazione della copertura di garanzia Y, ma non modifiche testuali di normative che non hanno ricadute finanziarie. Questa è la prima legge, la prima stella polare del bilancio.
Mi rendo conto che siamo a fine legislatura e probabilmente alcune modifiche di testo sono considerate urgenti dalla Giunta e quindi le vuole inserire nella legge di bilancio. Io mi sento di chiedere questo alla Giunta, quindi parlo al Vicepresidente Reschigna per parlare a tutta la Giunta ma anche al Presidente Chiamparino. Noi chiederemmo di stralciare queste norme che non riguardano modifiche finanziarie, quindi ad esempio quella sulla legge dell'edilizia popolare, ma anche altre norme che riguardano l'agricoltura o quant'altro o eventualmente anche quelle sulla cultura, anche se, in effetti, è testuale anche se potrebbe essere considerata finanziaria, perché sposta al 2020 l'applicazione della nuova normativa con un fondone unico (spesa corrente) e un altro conto capitale e spostarla su un altro veicolo, ad esempio un disegno di legge. Tra l'altro, mi sembra che queste tre norme non aprono un contenzioso particolare, ma per correttezza formale si possono spostare su un veicolo che possa avere un iter veloce, magari con una legislativa, se nella riunione dei Capigruppo, che dovremmo fare oggi, troviamo l'accordo su questo. Per una correttezza formale che abbiamo tenuto in questi 5 anni sarebbe un peccato andare a perdere nell'ultimissimo mese.
In più, c'è la questione sollevata dal Presidente Vignale sul tema della presentazione di alcuni emendamenti, non tanto il Forte di Fenestrelle ma l'altro emendamento che i colleghi conoscono, con l'individuazione proprio con nome e cognome delle persone - intendo l'associazione, non ovviamente l'individuo - che dovrebbe fruire di un finanziamento. È una cosa un po' curiosa, perché, ripeto, non conosco questa realtà - non perché io debba per forza conoscerla - ma mentre del Forte di Fenestrelle è nota a tutti la situazione - e penso che qualche collega potrà anche intervenire sul tema del Forte, se lo ritiene, nella discussione generale o nell'analisi degli emendamenti - questa è una realtà molto più piccola, che francamente penso quasi nessuno di noi conoscesse.
Quindi, vorremmo capire come nascono queste idee, perché il Forte di Fenestrelle è una realtà che riconosciamo, il Sacro Monte di Belmonte è una realtà che riconosciamo sulla quale i Comuni dell'area locale hanno fatto una richiesta di poter finanziare l'acquisto, eccetera. Oropa è una realtà conosciuta a livello nazionale, se non internazionale, e ci sta. Se andiamo poi sulle scelte un pochettino più di piccolo cabotaggio e ridotte iniziamo a non capire più le motivazioni, perché quella associazione sì e perché quella no. Cioè, il mezzo restauro di un campanile va bene, ma perché quella sì e gli altri cento campanili o mille campanili del Piemonte che hanno delle problematiche e sono comunque un patrimonio storico architettonico ed culturale importante no. Quello non lo capiamo e chiederemo di stralciare questa norma e di rivederla successivamente oppure ci venga data una spiegazione in Aula, in modo che possiamo comprendere perché questa sì e altre no.
Sugli extra LEA ha già detto benissimo il collega Andrissi. Noi potremmo essere anche contenti, lo chiediamo da 5 anni e ci permetterà Vicepresidente Reschigna, di dubitare un po' della sostenibilità di una misura del genere, nel senso che voi come Giunta presentate un emendamento che prevede 20 milioni di euro in più nel 2020. E' ovvio che nel 2020 ci sarà un'altra Giunta, magari sarà una Giunta nuovamente a guida Chiamparino c'è chi farà gli scongiuri in un senso o nell'altro - o magari ci sarà una Giunta di un altro tipo. Seppure a bilancio le tabelle quadrano, mi sembra un impegno su cui vorremmo avere delle certezze in più, affinché non si arrivi poi a giugno con la nuova Giunta che cancella quello e cancella magari l'abolizione del ticket sui farmaci, cosa che non sta in piedi perché i bilanci delle nostre ASL hanno un margine di avanzo, ma sappiamo che quell'avanzo viene utilizzato per investimenti di cui abbiamo bisogno e magari anche delle misure annunciate in una Conferenza stampa, delle quali non abbiamo capito bene se ci fosse una delibera sotto o meno. Mi riferisco ai nidi per le famiglie in difficoltà.
Ripeto, ben venga, ma serve un'analisi dell'efficacia, come abbiamo detto più volte, perché se l'analisi dell'efficacia porta ad un risultato positivo - e lo dico anche all'Assessore Ferrari - degli assegni di cura fate i regolamenti attuativi della legge n. 10/2010. Servono i regolamenti attuativi della legge n. 10. Mi si permetterà, poi le polemiche ci stanno in Commissione come in Aula, di dire che ci sembra una marchetta elettorale ad un mondo associativo di associazioni, di familiari, di anziani e disabili non autosufficienti, ai quali si dice: "Guardate, non abbiamo fatto un beato nulla in questi 5 anni sul tema, però abbiamo stanziato per la prossima Giunta 20 milioni di euro; se, poi, arrivano dei "cattivoni" e quei 20 milioni non ci sono - e quindi, in realtà, non li riescono a mettere - è colpa della prossima Giunta. Ecco, forse più che una marchetta elettorale mi sembra una polpetta avvelenata per la prossima Amministrazione.
C'è, poi, il tema del grattacielo, mentre il tempo scorre.
Il Vicepresidente Reschigna si è detto disponibile a fornire un'informativa, immagino più in Commissione che in Aula, vista la delicatezza del tema. Bene. Abbiamo visto tante modifiche: meno 15 milioni nel 2019 (forse era uno stanziamento pre-locazione), degli spostamenti anche nel 2020 (vediamo già 4 milioni nel 2020 e 16 nel 2021). Abbiamo chiesto delle spiegazioni in Commissione, ma bisogna rimandare al dibattito futuro, sempre in Commissione. Di certo è che nel 2019 non ci entrerà la Giunta; si diceva - se non ho capito male - forse nel secondo semestre del 2020. Vediamo, è ovvio che bisogna capire cosa succederà.
Sono stati fatti tutta una serie di slittamenti di fondi e di Accordi di programma dal 2019 al 2020: su questo abbiamo avuto un dibattito abbastanza accalorato in Commissione, nel senso che, da un punto di vista tecnico di bilancio, gli investimenti sono per loro natura pluriennali ed è ovvio che con il decreto legislativo 118 si può iniziare un impegno e metterlo negli anni successivi, ma in questi anni non l'abbiamo mai fatto.
Penso all'edilizia sanitaria, dove, a bandi non ancora aperti, avete stanziato i fondi in bilancio per la copertura degli investimenti sui nuovi ospedali. In questo caso, invece, vorremmo far partire i lavori e una serie di misure che, tra l'altro, il Vicepresidente Reschigna ha detto che sono state eliminate negli anni, perché anche gli Enti Province e Comuni sono stati molto lenti e non hanno fatto nulla. Questa, però, mi sembra una discrepanza poco logica rispetto alle tendenze degli ultimi anni, in cui si è cercato di stanziare le risorse e farle partire. Pertanto, ci sono gli impegni nel 2019 per far partire gli investimenti - e chiudo - ma le risorse sono nel 2020, andando a impegnare anche la successiva Amministrazione.
Non ho più tempo. Chiudo dicendo che, nell'analisi degli emendamenti vedremo come una serie di nostri emendamenti sono accolti nel maxiemendamento della Giunta, come spesso capita. Avremmo avuto piacere che fossero approvati come nostri emendamenti; è vero che la copertura era diversa, perché nei nostri emendamenti andava nel fondo di riserva, mentre in quello della Giunta va nella rivalutazione di tutto lo swap, che è la grossa novità - e chiudo veramente, Presidente - di questo maxiemendamento cioè si rivaluta tutto il derivato, il floor del derivato, e si fa una copertura con la possibilità di andare ad ammortizzare quelle che possono essere le oscillazioni negli anni. Si liberano, quindi, delle risorse in questo senso anche grazie ai risparmi della rinegoziazione Cassa Depositi e Presti, perché stiamo spostando in là.
È vero che probabilmente non si poteva fare diversamente, però abbiamo spostato in là un pezzo di debito (al 2036-2037) per garantire la sostenibilità di quest'Ente che - diversamente - non sta più in piedi, per colpa, purtroppo, delle scelte del passato, che sono state fatte malauguratamente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo è l'ultimo bilancio che si vota in questa legislatura e chiunque abbia un po' di memoria rispetto a ciò che è avvenuto nelle legislature passate ricorderà che è quasi sempre stato approvato quello che veniva definito un bilancio tecnico, cioè un bilancio che consentiva all'Amministrazione vincitrice delle elezioni un margine di discrezionalità e anche - per esempio - di differenze e di distinguo rispetto all'Amministrazione precedente, anche se questa era dello stesso colore politico, anche se nella nostra Regione ciò non accade dal 2000.
Oggi, invece, ci troviamo di fronte a un bilancio pesantemente elettorale, che modifica le regole che in questi anni abbiamo trovato all'interno del Consiglio regionale e che obbliga la futura Amministrazione (qualunque essa sarà) a pagare cambiali contratte da quest'Amministrazione.
Dicevo, un bilancio pesantemente elettorale, una modifica dei patti con cui solitamente si discute una legge di bilancio e il pagamento di cambiali.
Inizio dal primo, che è anche il più semplice: la modalità. Abbiamo passato alcune settimane - prima nelle Commissioni di merito, poi in I Commissione - a discutere un bilancio, abbiamo cercato di farlo con dovizia, con la possibilità, per esempio per il sottoscritto, che rappresenta da solo un Gruppo, di essere presente e di intervenire nella discussione del bilancio, rendendoci poi conto che, in realtà, tutto quanto è avvenuto nelle Commissioni di merito e in I Commissione fino a 15 giorni fa non è servito quasi a nulla. Oggi, infatti, ci troviamo di fronte a una modifica presentata ieri dall'Assessore al bilancio che non stravolge, ma introduce tutta una serie di modifiche sostanziali, sia qualitativamente sia quantitativamente, all'interno del bilancio.
È un bilancio pesantemente elettorale, perché introduce due tipologie di interventi elettoralistici. I primi, più evidenti, più smaccati: noi con legge, decidiamo di stanziare un milione di euro a due associazioni.
Lo chiedo a chi ci ascolta, ma magari anche a qualche collega che ha patrocinato gli emendamenti: come funziona la nostra Regione? La nostra Regione non funziona come un Comune, cioè non si decide all'interno di una Giunta che il beneficiario di un contributo è l'associazione "X", piuttosto che l'associazione "Y". Il Consiglio regionale, come altre assemblee legislative, funziona in questo modo: si finanziano le leggi. Si finanziano le leggi e all'interno delle leggi trovano copertura coloro i quali ne hanno titolo. Perché questo è giusto? Perché non si fanno favoritismi. Chi presenta un buon progetto di carattere culturale ha titolo per essere finanziato; chi non lo presenta non ha titolo per essere finanziato.
Bene, da anni quest'amministrazione finanzia prima niente e poi poco la manutenzione straordinaria degli edifici culturali. Nell'arco di questi anni, centinaia di associazioni e amministrazioni comunali ci hanno chiesto un piccolo contributo per il recupero, magari, dell'abbazia storica perch era nella via Francigena, piuttosto che per il campanile, o per più il piccolo castello o il castello significativo, e quasi sempre la risposta è stata negativa. Anche quando hanno partecipato a bandi, vi è stata la presentazione di un numero significativo di domande senza riscontro, per con questa legge di bilancio, abbiamo introdotto dei canali preferenziali.
Se un'associazione ha particolari relazioni con alcuni Consiglieri regionali o con la Giunta regionale può trovare un nuovo grimaldello. Cioè noi inseriamo un articolo all'interno della legge di bilancio per cui diciamo che, in questo caso, l'Associazione San Carlo che gestisce il Forte di Fenestrelle e l'Associazione Abbadia di Stura-I Templari, che gestisce una struttura privata, sono beneficiari non di cinque euro, non di cinquanta e neanche di cinque mila, ma di cinquecento mila euro ciascuno di contributo.
Abbiamo delle istituzioni culturali che hanno anche uno strumento utile per recepire i contributi come le Fondazioni che, da anni, chiedono queste risorse. Faccio un esempio perché è pubblico, perché è regionale. La regione Piemonte ospita i Sacri Monti, che sono un patrimonio UNESCO: i Sacri Monti di Varallo, di Crea, ecc. Il sistema dei Sacri Monti piemontesi non ha mai ricevuto un contributo pari a quello di cui due Associazioni soggetti privati, che nominano privatamente il loro Presidente e che tengono privatamente la loro contabilità, possono beneficiare. E lo facciamo con una legge! Mi rivolgo all'Assessore Parigi, che non è presente, o ai colleghi che hanno lavorato per la legge sulla cultura: perché facciamo le leggi se è sufficiente che ci sia una relazione personale fra un Consigliere e la Giunta per finanziare l'Associazione X o Y? Non facciamole più! Stabiliamo che il Consiglio regionale finanzia amici, conoscenti, persone del quartiere, della vallata, del Comune, che è la via più utile. È questo ci che si rileva ed è pesantemente elettorale. Modifica i patti perché noi abbiamo sempre detto una cosa, ce l'ha ricordato il Vicepresidente Reschigna in decine di occasioni: se facciamo una legge di bilancio parliamo solo di bilancio; se facciamo l'omnibus, cioè se facciamo la legge di accompagnamento, di riordino del sistema regionale, dentro, invece modifichiamo altre norme. Se le opposizioni, o anche la maggioranza avessero presentato in una o nell'altra legge degli emendamenti di bilancio nel provvedimento omnibus o non di spesa nella legge di bilancio si sarebbe detto: "No, non è questo lo strumento".
Oggi invece abbiamo una serie di modifiche, come il rinvio della Bolkestein, che ci vede, dal punto di vista del merito, favorevoli, ma questa è un'Amministrazione che per quattro anni, in molti casi, ha osteggiato qualunque proposta che, in qualche modo, garantisse questo rinvio, oppure ha detto che non è una nostra competenza, perché è una competenza dello Stato. È vero che vi è stata una modifica della legge dello Stato ma - guarda caso - a tre mesi dalle elezioni, questo interesse nei confronti del mondo degli ambulanti emerge in alcuni emendamenti di testo. Non solo. Rispetto alle cambiali da pagare, vi è uno slittamento di 55 milioni di euro di investimenti dal 2019 al 2020. Lo slittamento è tecnico? È possibile e, in alcuni casi, è utile non mettere delle risorse quando non si può liquidare, ma questa Amministrazione vuole anche fare gli impegni. Le due cose stridono: si lascino libere le risorse, ma si lascino a chi governerà la Regione tra tre mesi (chiunque esso sia) quegli impegni di 55 milioni di investimenti, che è una cifra quasi pari o di poco inferiore a quella delle risorse libere che la Regione fa quest'anno.
In ultimo, segnalo un aspetto nella rottura dei patti. Quest'anno ricorre il decennale della legge n. 2 sul sostegno delle imprese di montagna, che sono il più grande motore economico della montagna piemontese. Ad ottobre 2018, noi cancelliamo i quattro milioni che c'erano a bilancio per fare il bando, dicendo: "Nel 2019 faremo due bandi". Questo affidamento rimane, perché gli otto milioni rimangono nella legge di bilancio presentata prima in III Commissione, poi in I Commissione e licenziata quindici giorni fa; oggi scopriamo che un'annualità non c'è più perché non riusciamo a coprire le risorse.
Credo, per il mio punto di vista, che il sostegno al più grande motore economico della nostra regione nell'area montana valga molto di più di qualche marchetta elettorale.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Superiore "Lagrange" di Vercelli


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto superiore "Lagrangia" di Vercelli in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Bilanci preventivi

Proseguimento esame disegno di legge n. 342, inerente a "Bilancio di previsione finanziario 2019-2021" (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Un bilancio che mi vede piuttosto attento nell'analisi soprattutto sui temi che mi sono cari, che ci sono cari anche come Gruppo del Movimento 5 Stelle. Innanzitutto trasporti e ambiente. Siamo in un momento dove ci è richiesto, come Regione, ma anche come Nazione, uno sforzo in più sulle tematiche dell'ambiente, in particolare sui trasporti che vediamo come una delle cause principali dell'impatto ambientale del nostro sistema economico. Sono chiesti degli sforzi, e lo vediamo formalizzato anche nel Piano di qualità dell'aria della Regione Piemonte, che attualmente è in corso di discussione e approvazione presso le Commissioni.
Purtroppo queste misure si trovano spesso ad enunciare dei principi e delle volontà specialmente per rispondere alle pressioni costanti dell'Unione Europea e dello Stato italiano, che ci chiedono degli sforzi pena sanzioni economiche soprattutto per quanto riguarda l'inquinamento dell'aria. In Piemonte e in Pianura Padana si soffre di inquinamento dell'aria e le persone purtroppo si ammalano e muoiono a causa dello smog.
La statistica dell'OMS vede oltre 80.000 morti premature in Italia a causa dell'inquinamento dell'aria, in particolare dello smog. Quindi, la Regione Piemonte, come altre Regioni, è stata obbligata ad adeguarsi e a porre in essere delle proposte e delle misure per limitare l'inquinamento.
Queste misure purtroppo arrivano in modo intempestivo: sono state di fatto realizzate alla fine del mandato elettorale di questa Giunta, quasi a ridosso delle nuove elezioni, e sostanzialmente si limitano ai blocchi del traffico che la Regione Piemonte è stata obbligata a ratificare con accordo interregionale e a cui poi, di conseguenza, le maggiori città piemontesi sono state obbligate ad adeguarsi, prima fra tutte la città di Torino, che è una delle città più interessate dagli sforamenti delle polveri sottili ed altri inquinanti.
Detto ciò, tali principi si traducono in un Piano della qualità dell'aria; peccato che le misure economiche a sostegno di questo tipo di politica languono, perché di fatto bloccare le auto non costa nulla agli Enti pubblici, magari costa un po' di consenso, invece le politiche che devono promuovere mobilità più sostenibile, trasporto pubblico e molto altro ancora sono in là da venire. E sono in là da venire malgrado il problema della qualità dell'aria, che non era di certo sconosciuto 4 o 5 anni fa quando è stata eletta la presente Giunta a capo della Regione Piemonte, non è un problema nato negli ultimi anni.
Abbiamo quindi il rischio che queste misure, che sono anche citate nel Piano della qualità dell'aria, non trovino attuazione nelle politiche economiche. Noi, del Gruppo del Movimento 5 Stelle, proviamo a correggere un po' il tiro con alcuni emendamenti e insistiamo sulla necessità di incrementare gli investimenti sul trasporto pubblico, in particolare ferroviario; insistiamo inoltre su un aumento delle misure, pure giuste che sono state poste in essere dalla presente Giunta per aiutare le piccole aziende a sostituire i propri mezzi da lavoro inquinanti con dei mezzi meno inquinanti, in particolare mezzi elettrici o a basso impatto ambientale.
Crediamo che le cifre stanziate siano solo la dimostrazione di un intento politico, ma di fatto rischiano - come ha ammesso la stessa Giunta di non essere sufficientemente incisive e non rispondere alla platea di persone che potranno avvicinarsi a questa misura per richiedere un incentivo. Infatti, se parliamo dei due milioni di euro, la misura purtroppo non è andata a buon fine, ma non solo per colpa della Giunta regionale: anche perché c'è scarsità di informazione, vi sono degli interessi, sappiamo che anche il mercato attualmente è in ritardo sul proporre delle soluzioni efficaci per la mobilità sostenibile ed elettrica.
In particolare, sul bando della Regione che prevedeva incentivi ai veicoli commerciali vi sono state poche adesioni sia a causa di questo problema che a causa del fatto che i concessionari e le case costruttrici visto che hanno fiutato il cambiamento di clima in fatto ambientale cercano ormai di far fuori le loro flotte e i loro magazzini di veicoli ancora inquinanti, ancora a gasolio e ad altre motorizzazioni. Di conseguenza, la misura regionale non viene promossa presso i concessionari e presso le case costruttrici, e questo lo possiamo capire perfettamente.
Buona l'idea di allargare la platea anche alle auto di proprietà delle piccole aziende, delle partite IVA. Siamo sicuri che questa misura avrà successo come domande, ma siamo altresì sicuri che l'importo stanziato non è minimamente sufficiente a essere incisivo sulle domande che arriveranno.
Quindi noi prima di tutto, con un emendamento, chiediamo di aumentare questo fondo.
Chiediamo inoltre di intervenire su un altro capitolo strategico, che è sempre un'idea interessante di questa Giunta, ma con fondi non sufficienti e che comunque non sono stati stabilizzati nel triennio, ovvero il famoso Ferrobonus, che è un bonus che aiuterebbe le aziende piemontesi a diminuire il costo di accesso all'infrastruttura ferroviaria, quindi a trasportare le proprie merci su ferrovia. Noi sentiamo tanto parlare, specialmente dal Partito Democratico ed altri partiti nazionali come Forza Italia, della necessità di costruire il TAV per trasportare più merci su ferro e poi non interveniamo su un qualcosa che è ancora più essenziale per promuovere queste politiche, ovvero quanto costa alle aziende accedere alle infrastrutture ferroviarie e trasportare le proprie merci? Ci risulta che molte aziende sono scoraggiate dal fare questo passo perché i costi di accesso sono eccessivi, quindi questo è un discorso che si può fare; si pu fare, tra l'altro, con importi piccoli: parliamo di centinaia di migliaia di euro o di qualche milione di euro contro altri investimenti per grandi opere che si aggirano intorno a svariati miliardi.
Crediamo che dare un incentivo alle aziende che vogliono trasportare le merci su ferrovia sia qualcosa che non costa più di tanto, ma che può dare un effetto trainante sul lungo periodo perché, una volta che il mercato è avviato, il pubblico può farsi da parte e lasciare che cresca da solo, per stiamo faticando ad iniziare questo circolo virtuoso sul trasporto ferroviario.
Per quanto riguarda gli investimenti sulle ferrovie, in particolare sulle ferrovie locali, noi ogni anno chiediamo di incrementare i fondi per il trasporto pubblico, chiediamo che la Regione intervenga maggiormente anche utilizzando i fondi europei sulle infrastrutture per cofinanziare gli interventi statali. Certamente è necessario un maggiore impegno anche sul fronte nazionale per accelerare i processi di ammodernamento della nostra rete ferroviaria. Ci sono molti interventi che reputiamo corretti, già avviati dai Governi precedenti e confermati anche dall'attuale Governo sull'ammodernamento della rete ferroviaria regionale e nazionale, perch senz'altro è necessario incrementare la capacità della nostra rete ferroviaria di trasportare merci e persone e in particolare, per quanto riguarda le persone, migliorare l'affidabilità e la puntualità perché, se vogliamo che maggiori quote di persone utilizzino il trasporto pubblico certi episodi di disservizi costanti devono comunque essere portati alla fine.
Siamo a quattro anni e dieci mesi di Giunta regionale: sulle ferrovie locali ci saremmo aspettati qualcosa di più.
Ad oggi, abbiamo ancora una decina di linee ferroviarie in Piemonte perfettamente funzionanti o capaci di funzionare con investimenti minimi, a cui la Regione non ha richiesto il reinserimento di tracce ferroviarie.
Credo che questa rappresenti una sorta di "ferita" per molti territori che aspettano il ritorno di servizi essenziali; in particolare, abbiamo delle aree in Piemonte che sono di altissima eccellenza e che soffrono ancora di spopolamento, specialmente di giovani studenti in cerca di lavoro, che sono obbligati a lasciare le proprie terre per cercare occupazione nelle grandi città. Perché spostarsi con l'auto, specialmente se non si ha un reddito stabile, è complesso. Spostarsi con i mezzi pubblici, lenti e inefficienti, non è fattibile. Tutto ciò causa, quindi ulteriore spopolamento dei nostri territori, in particolare quelli marginali e le vallate alpine, la cui depressione è tuttora non invertita.
Le politiche sul trasporto pubblico e sull'ambiente le vedrei più orientate nel tentativo di invertire questa tendenza e ripopolare i territori. Abbiamo dei territori di "prima classe", riconosciuti anche in tutto il mondo, come le Langhe o il Monferrato; abbiamo delle valli stupende, ma manca ancora una vera politica per farle crescere anche a livello regionale. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Mi sembrava doveroso, avendo ascoltato gli interventi in discussione generale, fare alcune puntualizzazioni sul fronte della maggioranza. Perch la discussione generale, inevitabilmente, ha riguardato anche le proposte emendative che sono state illustrate nella I Commissione di questa mattina prima dell'apertura dei lavori consiliari.
È ben chiaro che ciascuno di noi è portatore di un punto di vista e di una posizione di parte. Il fatto che si sia a ridosso della fine di questa esperienza consiliare, quindi della campagna elettorale, condisce questa nostra alterità di toni, sfumature e punti di vista anche ben marcati.
Ritengo però doveroso sottolineare come l'arricchimento alla legge di bilancio che arriverà da questi emendamenti, ove approvati, sarà importante non tanto e non solo per questa attuale maggioranza e per questa o finanche per la prossima legislatura, ma per una logica di medio-lungo periodo per la nostra Regione.
Non vorrei che passasse in secondo piano il fatto che l'operazione sull'acquisto del floor di uno dei tre derivati, che era stata annunciata nell'iter di Commissione e perfezionata nell'attuale emendamento, porterà nei prossimi vent'anni (o poco meno) un risparmio consistente in termini di accantonamenti per la nostra Regione nell'ordine di grandezza di circa 180 milioni di euro, ovviamente secondo le simulazioni attuali. Ma sono simulazioni fatte anche con un criterio prudenziale. Perché se si fossero voluti utilizzare dei criteri meno prudenziali, probabilmente potremmo raccontare già oggi che il risparmio derivante da questa operazione sarà ben superiore a 180 milioni di euro.
È un'operazione che non guarda né all'oggi, né al domani prossimo. Se fossimo stati orientati dal fare una legge tecnica o una legge meramente di campagna elettorale, certamente avremmo cercato di sfruttare quanti più margini possibili nella legge di bilancio per alimentare magari spesa corrente dell'indomani.
Invece la responsabilità che sta dietro questo emendamento è tutt'altra.
Si è sottolineato che per quadrare sull'immediato, cioè sul 2019 l'operazione di riacquisto integrale di uno dei floor, andiamo a reimputare alcune spese di investimento dal 2019 al 2020.
È stato ben spiegato che la convenienza per la Regione è massima se riusciamo ad acquistare per intero uno dei tre floor di derivati, e non se lo frazioniamo in due parti utilizzando in modo ragionieristico i 101 milioni che si risparmiano dalla rinegoziazione di alcuni mutui sul 2019, e gli 80 milioni circa (anzi 73) che si risparmiano sull'anno prossimo. Da qui la necessità di trovare 73 milioni ulteriori sull'attuale bilancio. Ma questa operazione non viene fatta sacrificando alcun tipo di investimento.
Questo perché quando ragioniamo in termini di decreto legislativo 118 l'ho detto prima in sede di Commissione e lo volevo riportare anche in Aula cioè di nuova legge sull'armonizzazione contabile degli Enti locali e delle Regioni, spesso ragioniamo avendo in testa la spesa corrente e non la spesa di investimento.
La spesa di investimento, che per sua natura è pluriennale e si protrae negli anni man mano che gli stati di avanzamento lavoro degli investimenti si protraggono negli anni, vorrebbe che sulle singole annualità si conservino iscritti a bilancio solo quei soldi necessari per le somme derivanti dall'avanzamento lavoro di quell'anno delle spese di investimento. Quindi l'operazione che andiamo a fare sul triennio non sposta di una virgola la capacità di impegno in materia di investimenti; n ritarda di un minuto la possibilità concreta di fare gli investimenti di cui si è fatta menzione. E vincola le Amministrazioni future esattamente quanto avrebbe vincolato la scelta di fare quest'anno i 73 milioni di impegni previsti nell'originario disegno di legge, che poi inevitabilmente, si sarebbero trasformati in fondo pluriennale vincolato stante l'esigibilità effettiva negli anni a venire delle spese medesime.
Quindi respingiamo dal punto di vista politico la lettura elettoralistica che si vuole dare di questa operazione così importante, che invece ci permette, come Amministrazione tutta, di consegnare alle future Amministrazioni regionali un quadro finanziario più stabilizzato e meno esposto ai rischi che i derivati, per loro natura, porterebbero ad esporre l'Amministrazione regionale, soprattutto tra alcuni anni, quando cioè le quote da accantonarsi sarebbero lievitate.
Dunque, un plauso agli uffici, al Vicepresidente Reschigna e alla Giunta, che anche negli ultimi giorni hanno perfezionato un'operazione così complessa, che non è di qualche centinaia o migliaia di euro, ma è di parecchie decine di milioni.
Secondo aspetto: il maxi emendamento, i cui contenuti erano comunque stati richiesti da noi in Commissione, sollecitati nelle relazioni introduttive e nei titoli già annunciati non questa mattina, ma nelle settimane scorse .In Commissione. Era stato detto durante i lavori di Commissione che per l'esigenza di chiudere il disegno di legge in tempi ragionevoli e portarlo in Aula, era stato provvisoriamente necessario immaginare delle riduzioni nell'allocazione di risorse di alcuni capitoli che però noi stessi avevamo riconosciuto come capitoli meritevoli di particolare attenzione. Penso al sostegno alle scuole dell'infanzia paritarie, sia quelle gestite da soggetti terzi rispetto agli Enti locali sia quelli gestiti direttamente dai Comuni; penso agli interventi sul sistema bibliotecario metropolitano; penso alla morosità incolpevole; penso al rifinanziamento della legge sugli Istituti Storici della Resistenza e gli emolumenti connessi alla Resistenza (una legge dell'85 che mantiene tutta la sua modernità e attualità).
Con questa manovra, quindi, non si creano spese, ma si continua in quell'opera di stabilizzazione sul piano annuale, certo, ma anche triennale, rispetto a voci socialmente e politicamente importanti. Non vorrei che però sfuggisse l'altra vera, grande, forte e significativa novità che questo emendamento, frutto del lungo dibattito che negli anni abbiamo portato avanti, consegna alla prossima Amministrazione regionale (questo sì): la stabilizzazione del comparto cosiddetto extra LEA, dentro cui ci sta il tema della non autosufficienza e degli assegni di cura dentro cui ci sta il tema del LEA aggiuntivo nel campo della disabilità cioè quel meccanismo che porta a coprire al 70% e non al 50%, in termini di spesa sanitaria, il tema della residenzialità nel campo della disabilità.
Il fatto di poter avere un bilancio che sul triennio permette l'utilizzo e l'impegno dei famosi 55 milioni, in parte sociale accompagnati ai 15/16 di parte sanitaria, cioè 71 milioni complessivi, è una novità importante ed è una novità fortemente voluta.
Se poi a questo aggiungiamo che l'attenta rivisitazione di tutte le voci di spesa permette di allocare in più, non come parte di questo ragionamento, circa venti milioni sulla prossima annualità, ci offre lo strumento tecnico e finanziario, ma politico nella sua ispirazione, per aprire finalmente una nuova pagina nel campo delle politiche di domiciliarità, su cui tante volte ci siamo intrattenuti in quest'Aula e nelle Commissioni, e che finalmente oggi trova le condizioni per avere anche un impulso ulteriore.
Io credo che la legge di bilancio, su cui già nella relazione dell'altra settimana mi ero permesso di offrire una valutazione positiva in termini politici, non certo ragionieristici, da parte della maggioranza e mia, in qualità di relatore di tutta la maggioranza, si arricchisce con questi emendamenti e si completa in modo organico, razionale e coerente rispetto alle linee guida tracciate nella relazione introduttiva.
Certamente ci permette di offrire, a chi verrà nella prossima Amministrazione, un quadro finanziario più stabile, più sicuro e che permette di fare programmazione, termine che qualche anno fa era sparito dall'attenzione di quest'Aula.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Appiano.
Non essendoci altri Consiglieri che intendono intervenire, do la parola all'Assessore Reschigna per la replica.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Fino all'intervento del Consigliere Appiano mi sembrava di vivere una discussione surreale. Lo dico molto francamente. Siamo stati più di un'ora in I Commissione a discutere, anche sotto il profilo tecnico dell'operazione sui derivati, e in tutti gli interventi che ho ascoltato da parte dei Consiglieri di opposizione, è stata messa sotto silenzio.
Io, invece, parto da qui, perché quello che è contenuto all'interno del maxiemendamento, come correttamente ha detto il Consigliere Appiano nel suo intervento, non è un'operazione che va a utilità di questa Amministrazione regionale, ma è in piena coerenza con tutta la politica di bilancio portato avanti in questi anni. E' un'operazione capace di produrre effetti positivi sino al 2036.
Riassumo i termini della questione per chi non ha potuto partecipare ai lavori della I Commissione.
Sulla fine del 2018, Cassa Depositi e Prestiti, in accordo con il Governo, emana un provvedimento con il quale sostanzialmente dice: "Io consento alle Regioni e ai Comuni che intendono utilizzare alcune economie" su cui poi mi soffermerò - "per comprare derivati, di bloccare per due anni, 2019-2020, il Piano di ammortamento dei mutui che andranno a rinegoziare".
L'operazione di negoziazione di quei cinque mutui è stata approvata dal Consiglio regionale e porta anch'essa effetti positivi - non così significativi, perché l'entità di quei mutui non era così rilevante - anche se ha un elemento negativo rappresentato dal fatto che viene allungato il Piano di ammortamento.
Come ho rappresentato in quella sede, con quel provvedimento di legge l'allungamento del Piano di ammortamento va a intercettare una fase nella quale l'indebitamento della Regione è zero, quindi non scarica oneri impossibili.
L'ammontare delle rate di ammortamento dei mutui che abbiamo rinegoziato con Cassa Depositi e Prestiti prevede minori pagamenti, pari a 101 milioni e 695.360 euro sull'esercizio 2019 e a 73 milioni e 487.822 euro sull'esercizio 2020. Si tratta di 175 milioni di euro che non vengono pagati a Cassa Depositi e Prestiti sulle annualità 2019-2020. Di conseguenza, se quei risparmi sul 2019-2020 vengono utilizzati per comprare derivati, abbiamo un allungamento ulteriore di due anni del Piano di ammortamento di questi mutui.
Se l'Amministrazione regionale, che ha aderito a questa operazione, non riuscisse a comprare i derivati, il risultato finale sarebbe che alla fine del 2020 quegli importi dovrebbero essere pagati a Cassa Depositi e Prestiti, perché non c'è la ratio dell'interruzione della sospensione del Piano di ammortamento dei mutui.
Sappiamo tutti che, fra qualche anno, il tema dei derivati sarà un tema che peserà fortemente sui bilanci della Regione, perché le operazioni dei tre prestiti obbligazionari con sottostanti derivati non è un'operazione ad accantonamento a rate costanti, ma a rate crescenti.
Quindi, fra 8-10 anni quell'incremento costante nel tempo degli accantonamenti, anno dopo anno, rischia di ricreare un enorme ulteriore problema sul bilancio della Regione, che cerco di riassumere in questo modo.
Nel 2019, se non avessimo fatto operazioni come quella che vi ho rappresentato, il nostro costo complessivo di restituzione del debito alle banche e allo Stato - perché in questo sono ricomprese anche le restituzioni sulle anticipazioni contratte con il Governo sul decreto legge n. 35 - sarebbe stato di 479 milioni di euro, ma nel 2036, come punto massimo, questi 479 milioni di euro sarebbero diventati 595 milioni di euro, crescendo costantemente, perché i 479 di quest'anno sarebbero diventati 498 l'anno prossimo, 509 nel 2021 e 521 nel 2022. E' un accantonamento che cresce progressivamente nel corso degli anni. Non è che con questa operazione noi risolviamo il problema in modo definitivo, per sappiamo che non abbiamo la bacchetta magica per risolvere con un unico provvedimento tutte queste operazioni. Lo allevia però, lo allevia come le rinegoziazioni che abbiamo fatto hanno alleviato, in tutti questi anni, la curva dell'incremento del debito.
Torno al punto di partenza: 175 milioni. Dai conteggi fatti, anche attraverso un confronto preliminare e una verifica delle disponibilità da parte degli istituti che oggi sono proprietari di questi derivati, emerge sostanzialmente che non siamo in grado di comprare con 175 milioni di euro la totalità del derivato, ma saremmo in grado di comprare il Floor, che è un pezzo, il più significativo in termini di onere di accantonamento annuale, di uno dei tre derivati. La stima può andare tra i 180 e i 185 milioni di euro, per comprare il Floor di un derivato di 600 milioni.
Prudenzialmente, perché sappiamo che il valore di questa operazione terrà conto inevitabilmente delle condizioni del mercato nelle quali quel giorno si farà l'operazione - e sono condizioni che fluttuano giorno dopo giorno noi abbiamo ritenuto di accantonare 189 milioni di euro. Siamo convinti di poterne spendere meno e già questa sarà un'economia che consegneremo alla futura Amministrazione regionale.
Potevamo intraprendere, come ho spiegato in Commissione, anche un'altra strada, che è quella di dire: "Benissimo, abbiamo 101 milioni di euro di risparmio sul 2019 e 73 milioni circa di risparmio sul 2020: compriamo nel 2019 Floor di derivato per 101 milioni di euro e nel 2020 chi ci sarà potrà fare una stessa operazione per 73 milioni di euro". Sarebbe stata un'operazione poco conveniente, perché un conto è comprare in blocco il Floor di un derivato, un conto è comprare una pezza. Il prezzo che avremmo pagato sarebbe stato un prezzo complessivamente superiore, ma assurdamente ci potevamo trovare nella situazione di comprare quest'anno un pezzo di derivato da una delle tre banche e l'anno prossimo, completata l'operazione, di comprare da un'altra banca. Quindi, avremmo avuto due derivati nei quali il Floor per un pezzo era di proprietà della Regione e per un pezzo rimaneva di proprietà della banca.
Vi chiedo scusa se voglio dilungarmi sotto il profilo tecnico, ma solo perché almeno il Consiglio regionale comprende il significato dell'operazione. Dalle stime che abbiamo fatto, questa operazione è capace prudenzialmente, di maturare minori costi di accantonamento da oggi al 2036 per almeno 185 milioni di euro e non costando nulla all'Amministrazione regionale, se non l'allungamento di due anni del piano di ammortamento di 5 mutui. Quindi, non ci costa, l'unico inconveniente è l'allungamento di 2 anni del piano di ammortamento di questi 5 mutui.
Come correttamente ha rappresentato il Consigliere Appiano - che ringrazio perché ha fatto un ragionamento assolutamente condivisibile sia sul piano politico sia sul piano tecnico - noi stimiamo un risparmio da oggi al 2036, che è più significativo nei primi anni e tende, secondo le nostre previsioni, a crescere nel corso del futuro, non perché abbiamo giocato sulle rate, ma perché oggi abbiamo un fixing negativo di -0,275%.
Su un'operazione da oggi al 2036 sarebbe stato poco prudente immaginare di continuare ad avere un fixing negativo. Io mi auguro di no, ma ci sarà una curva che farà crescere i tassi di interesse da oggi al 2036. Di poco me lo auguro, di tanto non me lo auguro.
Abbiamo stimato che questo fixing possa passare dall'attuale -0,275% a 1,722%. Quindi, i conteggi sono stati fatti con un delta di oscillazione di 2 punti percentuali e mi sembra che se i tassi di interesse crescessero più di 2 punti percentuali, ahimè, non per la Regione Piemonte ma per l'economia italiana, sarebbe un grosso problema.
Però, e torno al punto di partenza, come finanziare nel 2019 i 189 milioni di euro? Non è stato semplice, lo dico molto francamente. Volendo fare questa operazione, che è un'operazione che sul 2019 ci dà un risparmio di 21 milioni di euro, per essere chiaro, ma la traguardo sul futuro delle sorti della Regione Piemonte.
Abbiamo immaginato di costruire, ed è il senso del maxiemendamento fondamentalmente, questi elementi: 2019, 101 milioni di euro e 695 di risparmio. Risparmiamo 21.676.000 in termini di minor accantonamento perché l'acquisto di quel Floor sul 2019 ci determina un minore accantonamento di 21.676.000 euro.
La legge di bilancio prevedeva ulteriori restituzioni di Finpiemonte per 33 milioni di euro, che abbiamo spalmato secondo le nostre esigenze di investimento: in parte sul 2019, in parte (per 12 milioni di euro) sul 2020 e in parte (per 17 milioni di euro) sul 2021. Abbiamo ritenuto di introitare nel 2019 la parte residua, che sono 24 milioni di euro. In più abbiamo cercato di ragionare su quanta parte di investimenti finanziati dal bilancio della Regione possiamo spostare dal 2019 al 2020: sono complessivamente, non 51 milioni di euro, ma 41 milioni di euro.
Investimenti che, come è stato ricordato dal Consigliere Appiano, non vengono cancellati, ma - ripeto - spostati sul 2020. Investimenti che possono partire immediatamente, non appena approvata la legge di bilancio.
Cosa succede, però, sul 2020, visto che sul 2020 noi spostiamo 41 milioni di euro di investimenti e accertiamo 12 milioni di euro in meno di entrate? Nel 2020 ci torna comodo il fatto che noi non paghiamo 73 milioni di euro a Cassa Depositi e Prestiti; nel 2020 ci torna comodo il fatto che noi abbiamo un risparmio di accantonamento dello swap di 20.717.000 euro.
Il saldo di queste operazioni sul 2020 ci porta ad un saldo positivo di 40.551.000 euro.
Pertanto, facciamo un'operazione che ha come conseguenza unicamente quella di spostare di due anni il Piano di ammortamento di cinque punti, di spostare 41 milioni di euro di investimenti sul 2020, senza rallentarli perché ricordo che il bilancio pluriennale ha carattere autorizzatorio e che, non su questa legge di bilancio, ma da sempre, ciò che era previsto nelle tre annualità del bilancio pluriennale veniva da tutte le Amministrazioni regionali impegnato.
Sono queste le caratteristiche - come ha definito il Consigliere Vignale - di un bilancio elettorale, che modifica le regole, che obbliga la futura Amministrazione a pagare cambiali firmate dall'attuale Amministrazione? Sono esattamente tue parole, Consigliere Vignale.
No, noi non prevediamo nessuna cambiale che pagherà la futura Amministrazione, perché i 41 milioni di euro di investimenti che spostiamo sul 2020 sono coperti da questa legge di bilancio. La cambiale si fa e si sottoscrive quando qualcun altro deve provvedere a pagare. Noi, le risorse e anche di più rispetto a quelle che abbiamo, che ci sono necessarie, le collochiamo sul bilancio 2020.
Ma qui, oggi, è venuto fuori anche un altro tipo di ragionamento, che io - però - affronto con molta serenità e fermezza: come si permette quest'Amministrazione regionale di decidere investimenti che dovrebbero essere lasciati alla futura Amministrazione regionale? Li cito, questi investimenti: sono investimenti sull'edilizia scolastica, Accordi di programma non sottoscritti quest'anno con le Province, ma sottoscritti 10 anni fa (tutti gli anni io metto i soldi, li mando in economia, perché le Province non sono in grado di spendere, e li riscrivo l'anno dopo in bilancio), come per l'Istituto Maggia del VCO, l'Istituto Monti ad Asti l'intervento in provincia di Cuneo sulla Città metropolitana. Sono 10 milioni di euro di un pacchetto di 25 milioni di euro sugli investimenti sulle ferrovie e sulla viabilità, ma 15 milioni di euro rimangono quest'anno. È così facilmente comprensibile il fatto che probabilmente ben difficilmente 25 milioni di euro non si spendono in un'annualità? Sono i 30 trenta milioni di euro dell'intervento sul Manifectury Technology Centre a Torino e sugli interventi collegati all'Università di Torino sull'industria dell'avio.
Ci venite a dire che è sbagliato, che è una manovra elettorale finanziare progetti strategici sul futuro dell'economia piemontese? Io credo che non possiamo arrivare a questi livelli, perché non c'è nulla di elettorale in questo: c'è la convinzione che ce ne sia bisogno e ricordo che il Manifectury Technology Centre non è entrato in questo emendamento ma era entrato in un articolato e in un emendamento votato all'unanimità dalla Commissione consiliare.
Io penso che quest'operazione dia fastidio, per una ragione molto semplice: a differenza del passato, ancora, su questa legge di bilancio quest'Amministrazione regionale dimostra concretamente di non guardare alla punta del proprio naso, ma di collegare strettamente le proprie sorti a quelle del futuro dell'Istituzione Regione Piemonte. Lo dico molto francamente, con molto rispetto (poi non sono nuovo, sono abbastanza anzianotto anch'io - come il Presidente Chiamparino - della politica): sappiamo tutti che è normale. Lo dico con molto rispetto: solo in questo campo, solo in questo ambito si giustifica il fatto che in tutti gli interventi che avete svolto questa mattina nessuno di voi ha fatto riferimento a quest'operazione e l'unico intervento che ha fatto riferimento a quest'operazione è quello del Consigliere Appiano.



(Commenti del Consigliere Vignale)



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Ma apri e chiudi quello che voi, Consigliere Vignale! Io constato che è un'operazione che dovrebbe far piacere a tutto il Consiglio regionale, soprattutto in una fase nella quale il futuro della Regione è un futuro - mi auguro - contendibile per molti soggetti e per molti schieramenti. Che ci siano delle condizioni che riguardino anche il futuro, di miglioramento delle condizioni del bilancio della Regione dovrebbe far piacere a tutti noi. Certo, c'è un'operazione che è collocata nel bilancio 2020 e lo dico perché questo tema è stato affrontato ed è stato ripreso anche in alcuni interventi, tipo quello del Consigliere Andrissi e non solo. L'incremento degli stanziamenti sugli extra LEA li possiamo collocare nel 2020 perché, come ho cercato di spiegare, nel 2019 le risorse le dobbiamo impegnare per creare queste condizioni di miglior futuro per la Regione Piemonte. Queste condizioni di miglior futuro per la Regione Piemonte incominciano a svilupparsi dall'annualità 2020 e in questo noi lanciamo un segnale molto chiaro, che è quello di dire: abbiamo bisogno di alzare il livello della protezione sociale all'interno della nostra Regione. Per tutti questi anni, lo dico, non è stata un'impresa da poco noi siamo riusciti a mantenere il livello di protezione sociale.
Apro e chiudo una parentesi senza nessun intendimento polemico: io che facevo il Capogruppo del PD nella precedente legislatura regionale, mi ricordo gli interventi dell'allora Presidente Cota che diceva che la Regione doveva occuparsi della sanità e che il tema delle politiche sociali è competenza dei Comuni, quando chiedeva, sostanzialmente, di ridurre gli stanziamenti sulle politiche sociali. Noi li abbiamo mantenuti, non abbiamo mai toccato un euro (è stato uno sforzo importante, sotto questo profilo) abbiamo alzato ad alti livelli la capacità di spesa e oggi ci sono le condizioni per fare un'operazione di questo tipo.
Certo, per far quadrare l'emendamento che prevede anche la correzione di un altro emendamento - che, mi scuso, ho presentato io in Commissione, e che mi sono reso conto delle eventuali conseguenze che poteva determinare cioè riportare tutti i capitoli su politiche sensibili (la casa, le politiche sociali, la cultura, il diritto allo studio) agli stanziamenti pari a quelli del 2018 - non potendo far quadrare tutto il cerchio abbiamo dovuto, ho dovuto, sostanzialmente, rimangiare la scelta che avevo assunto come Assessore al bilancio di finanziare due annualità di spesa corrente sul sistema neve nel 2019. Ma era una volontà che avevo espresso in termini molto chiari. Non dovevo correggere un mio errore, perché da quando c'è la legge regionale n. 2 si paga in questo modo, non ho tolto risorse al sistema neve sulla spesa corrente: glieli volevo pagare in anticipo rispetto al passato. Vorrei che fosse chiaro questo.
Quand'anche questo diventasse un elemento di polemica politica corretto che sia e legittimo tutte le opinioni, non sarà in grado comunque Consigliere Vignale, di scalfire il fatto che questa Amministrazione regionale ha messo decine e decine di milioni di euro di investimento sul sistema neve, azione che le precedenti Amministrazioni regionali si erano ben guardati di fare! Questo è il dato politico che rimarrà di questa legislatura regionale; una legislatura che ha ripreso a investire sul sistema turistico e sul sistema turistico montano. Questo è riconosciuto da tutti, ripeto, è riconosciuto da tutti. Mi ricordo la prima riunione con le associazioni del sistema neve dalla provincia di Cuneo, che è finita a parole nei miei confronti, perché dovevo cercare di rappresentare i limiti.
E, invece, i passi successivi che sono stati fatti, con raggiungimento di obiettivi importanti, con investimenti che sono partiti e che oggi potranno produrre ulteriore capacità di attrazione da parte di quelle località, a Cuneo come da altre parti all'interno della regione Piemonte, è un dato che noi rivendichiamo con molta forza. Nessuna cambiale firmata e lasciata da pagare al futuro. La consapevolezza che durante questa legislatura regionale non abbiamo risolto tutti i problemi del bilancio della Regione.
La consapevolezza, però, che non abbiamo creato disastri ulteriori, semmai abbiamo operato per migliorare fortemente la situazione.
Vi fornisco solo due dati sotto questo profilo: in quattro anni, noi abbiamo coperto 889 milioni di euro di disavanzo della Regione; quel disavanzo che era di tre miliardi e 285 milioni di euro oggi è tre miliardi e 285 milioni meno 889. In quattro anni, abbiamo pagato oltre un miliardo e 200 milioni di rate sul debito che aveva contratto la Regione Piemonte nel corso degli anni.
In questi anni abbiamo cercato di restituire dignità e credibilità alle politiche di bilancio della Regione. Alla fine del 2018, in Ragioneria, io avevo provvedimenti da pagare per 885 milioni di euro (non è un vanto, lo dico subito). Ora, poiché i tre miliardi e 207 milioni di euro di disavanzo che, improvvisamente, qualche settimana o qualche mese dall'inizio di questa legislatura, significavano concretamente non solo un disavanzo da coprire, ma avere in giro per il Piemonte qualche decina di migliaia di creditori che vantavano questo credito nei confronti della Regione - sia ben chiaro: 885 milioni di euro riguardano i provvedimenti di liquidazione poi ci saranno impegni che non sono ancora arrivati ai provvedimenti di liquidazione - io dico che abbiamo anche migliorato, con fatica, la situazione di cassa della Regione Piemonte e la capacità di pagamento della Regione Piemonte.
Un'ultima velocissima considerazione e vi chiedo scusa della lunghezza.
Sono ritornate più volte, anche negli interventi di quest'oggi, le riflessioni sulla vicenda Finpiemonte. Non torno su quanto è avvenuto e su quello che è stato fatto; vorrei solo tornare su un elemento che non sempre è sufficientemente compreso: il tentativo di quella operazione non era far diventare Finpiemonte una banca, ma di poter continuare a far fare a Finpiemonte le stesse cose che faceva nel passato e che con il mutamento della legge bancaria non era più in grado di poter svolgere con quelle caratteristiche. È un tentativo che è andato male, è un tentativo che ha messo in evidenza anche difficoltà strutturali e organizzative della finanziaria regionale sul sistema dei controlli, è un tentativo rispetto al quale abbiamo cercato di risolvere almeno con una certa velocità il tema della rimessa in circolazione dei soldi destinati per quell'aumento di capitale sul sistema economico.
Si tratta di soldi che - voglio ricordare all'Aula - ci è costato rimettere in campo, non per la vicenda Finpiemonte, ma perché negli anni passati, nella precedente legislatura regionale, non erano destinati al sistema economico: erano destinati a pareggiare fittiziamente gli equilibri di bilancio. In sostanza, erano soldi che servivano per pareggiare la spesa corrente: 450 milioni di euro. Quelle erano le cambiali, Presidente Vignale.



PRESIDENTE

Allora, iniziamo subito con l'articolato. Sospendiamo l'articolo 1 e l'articolo 2.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Sono le 12.35 e devono essere caricati gli emendamenti, per cui sospendiamo per qualche minuto la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 12.36, riprende alle ore 12.40)



PRESIDENTE

Ricordiamo a tutti che oggi pomeriggio non è previsto l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento, pertanto alle 14.30 inizierà la regolare seduta di Consiglio.
Buon appetito tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 12.41)



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