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Dettaglio seduta n.397 del 26/02/19 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 14.36 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata )


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Interrogazione a risposta immediata n. 2576 presentata da Bona, inerente a "Finanziamento di opere igienico-sanitarie in territorio montano finanziate dalla Regione Piemonte, ai sensi della l.r. 18/84 e DGR 52-6255/2013 Erogazione degli importi all'ATO 1 'Verbano Cusio Ossola e Pianura Novarese'"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2576.
La parola al Consigliere Bona per l'illustrazione.



BONA Angelo Luca

Grazie, Presidente.
Abbiamo cercato di utilizzare l'interrogazione a risposta immediata come extrema ratio, dopo che sia la Direzione dell'ATO sia i nostri Uffici hanno cercato di comprendere l'iter per il pagamento di queste opere che fanno seguito a un accordo di programma del 2017, relativamente alla l.r. n. 18 del 1984 su opere igienico-sanitarie effettuate dall'Autorità d'Ambito n. 1 (Verbano Cusio Ossola).
Ci sono state le determine regionali di approvazione - che abbiamo visto e ci sono stati dei solleciti alla Regione (principalmente alla Ragioneria) da parte dell'ATO, che non hanno avuto risposta.
Con quest'interrogazione chiediamo di avere quantomeno contezza di quando sarà effettuato il pagamento, perché l'ATO (il raggruppamento di Comuni) ha necessità di avere chiarezza.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bona.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
All'origine, c'è una deliberazione della Giunta regionale, del 2 agosto 2013, recante "Misure per la copertura dei programmi di finanziamento di opere igienico-sanitarie in territorio montano, ai sensi della legge regionale 18 del 1984".
A seguito di questa delibera, le ATO interessate erano la n. 2 (Biellese Vercellese Casalese), la n. 3 (Torinese), la n. 4 (Cuneese) e la n. 6 (Alessandrino), le quali hanno provveduto agli adempimenti di propria spettanza.
Con riferimento all'ATO 1 (Verbano Cusio Ossola, Pianura Novarese), non si è dato seguito alla deliberazione regionale, stante il ricorso presentato dalla Comunità montana Valli dell'Ossola contro il provvedimento regionale in questione. Al fine di dare corso alla liquidazione delle somme rendicontate da parte dei soggetti attuatori degli interventi, la Regione Piemonte ha espresso l'impegno a rimborsare le somme che verranno anticipate da parte dell'ATO 1, entro il 31 dicembre 2018. L'ATO 1 ha dato piena disponibilità in merito al percorso individuato nell'ultima nota della Regione del 23 marzo 2017. Alla luce di quanto sopra e con la deliberazione dell'ATO 1, l'Autorità d'Ambito ha disposto di prendere atto di quanto previsto dalla DGR del 2013; conseguentemente, in data 5 giugno 2017 (Direttore ATO 1), 8 giugno (Commissario della Comunità Montana Valli dell'Ossola) e 12 giugno (Vicepresidente della Regione Piemonte) è stato sottoscritto digitalmente l'accordo di cui sopra. Occorre precisare che, in data 30 giugno 2017, la Comunità montana Valli dell'Ossola ha depositato presso il TAR dichiarazione di rinuncia, ex articolo 84 CPA.
In considerazione di tutto quanto sopra esposto, si dà atto che, per ciascun intervento inerente ai contributi in questione, la Direzione Ambiente Governo e Tutela del Territorio ha effettuato l'istruttoria tecnica-economica e all'ATO 1 è stato trasmesso, con determina del 2017 l'elenco degli interventi, i soggetti beneficiari e gli importi da erogare.
Sulla base della documentazione inviata, relativa agli interventi conclusi e/o in corso di realizzazione, risultava che l'obbligazione da trasferire in capo all'ATO 1 era pari a euro 488.300,12 e che gli interventi da liquidare erano coerenti con le finalità dei fondi utilizzati e con i Piani d'ambito.
In conclusione, in coerenza con l'accordo sottoscritto tra le parti nel giugno 2017, all'ATO 1 spetta il rimborso della somma di euro 488.300,12 che dovrà essere corrisposta a titolo di rimborso con le seguenti modalità: euro 269.804 entro il 30 giugno ed euro 218.495 entro il 31 dicembre 2018.
Sulla base di quanto sopra esposto, si ritiene di dover valutare con gli Uffici regionali competenti la possibilità di effettuare il pagamento degli importi dovuti all'ATO 1 nel più breve tempo possibile.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Tutela del consumatore - Tutela dagli inquinamenti idrici

Interrogazione a risposta immediata n. 2579 presentata da Andrissi inerente a "Rilevante degrado ambientale per l'utilizzo di erbicidi con sostanza attiva Imazamox in coltivazione riso - persistente bioaccumulabile e molto tossico per gli organismi acquatici, con effetti di lunga durata"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2579.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato quest'interrogazione, perché abbiamo fatto un accesso agli atti: abbiamo richiesto i dati sulle analisi dell'ARPA sulla presenza di Imazamox nelle acque superficiali, in quanto già nel 2015 venivano superati i valori, forniti da ISPRA, degli standard ambientali della presenza di questa sostanza.
In base alla scheda tecnica dall'azienda produttrice, è un erbicida, una sostanza particolarmente tossica per la vita acquatica e in modo persistente, tant'è vero che viene classificato come una sostanza tossica dall'Unione Europea. Questa sostanza non dovrebbe trovarsi nell'acqua tuttavia, il suo utilizzo è stato autorizzato dal Ministero dalla Sanità anche in risicoltura.
Fa un po' sorridere leggere nella scheda tecnica che l'acqua della risaia va tenuta stagnante per dieci giorni, perché l'acqua della risaia non pu essere tenuta stagnante, dal momento che le risaie sono comunicanti fra loro. Se una risaia blocca l'acqua, blocca anche tutte le altre risaie a valle, quindi questa indicazione nella scheda tecnica, da quanto mi dicono gli agricoltori che da anni fanno questo mestiere, è improponibile. Nella scheda tecnica vi è anche riportato che la sostanza - adesso non ricordo le parole precise, ma poi magari, se vuole, Assessore, le fornisco la scheda non può venire a contatto con l'acqua, quindi la situazione è questa.
Per quanto riguarda l'Imazamox, dal 2015, quando già l'ARPA segnalava questo dato, c'erano 25 punti di prelievo. L'ultimo dato che ci è stato fornito risale al 2017, mentre nel 2018 non ci è ancora stato fornito nulla (non vorrei che non fosse stata fatta l'analisi). I livelli di Imazamox sono passati da valori che vanno da un aumento dal 100% al 700%, eppure la vicenda di questa sostanza non è stata segnalata in alcun modo né da parte dell'ente di controllo né da altri enti che, in qualche modo, dovevano allertare per la presenza di questo erbicida utilizzato per la coltivazione di un particolare riso che è stato reso resistente a questo erbicida.
Assessore, le faccio questa domanda: se ritiene necessario intervenire subito, segnalando a vari livelli istituzionali europei e nazionali l'estremo degrado ambientale in atto nelle zone risicole per l'utilizzo di prodotti con principio attivo Imazamox e valutarne il divieto per motivi sanitari e ambientali.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Premetto che l'Imazamox registrato per il diserbo di colture leguminose pu essere anche usato nel diserbo delle risaie con particolari formulazioni ma soprattutto con particolari modalità di impiego (risi tolleranti periodi di trattamento, ecc.).
Fatta questa premessa, la Regione Piemonte verifica periodicamente i risultati del monitoraggio ambientale regionale su alcuni prodotti fitosanitari e ha già adottato, negli ultimi 15 anni - unica Regione in Italia - diversi atti amministrativi per limitare l'uso di alcune sostanze attive che maggiormente risultavano implicare un mancato raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale. Gli effetti delle limitazioni all'uso, unitamente all'informazione e alla formazione, paiono essere più efficaci dei divieti.
Ferma restando la necessità dell'attività di controllo da parte delle autorità preposte, si ritiene infatti più funzionale responsabilizzare gli agricoltori sull'utilizzo sostenibile di formulati commerciali contenenti prodotti fitosanitari autorizzati dal competente Ministero della Salute e operare sul territorio nell'ambito di un approccio volto alla difesa integrata.
Nelle norme tecniche di produzione integrata, norme che sono vincolanti per tutti gli agricoltori che beneficiano dei premi collegati all'Operazione 10.1.1 e che saranno di prossima approvazione per il 2019, sarà introdotto nuovamente il divieto di utilizzare l'Imazamox per più di due anni consecutivi sulla stessa particella. L'adesione alle tecniche di difesa integrata andrà pertanto auspicabilmente incrementata.
Tutti i risultati del monitoraggio ambientale regionale sono, ai sensi della normativa vigente, annualmente trasmessi ad ISPRA, che provvede poi alla trasmissione all'Unione Europea.
Per quanto riguarda quest'antiparassitario, le verifiche fatte nelle acque superficiali e anche nelle acque profonde - lascerò poi le tabelle con i dati - evidenziano una diminuzione del numero dei riscontri e del numero dei punti di campionamento. In sintesi, si è avuto un picco di concentrazione nel 2015, ma nei due anni successivi c'è stato un calo.
Anche nell'acquifero profondo questo prodotto è stato ritrovato in modo sporadico: due riscontri nel 2016, di cui un superamento dello standard di qualità ambientale, e uno nel 2017. Comunque, i dati del monitoraggio sono riportati nelle tabelle che adesso lascio a disposizione.
Grazie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2571 presentata da Sinatora inerente a "Pronto Soccorso Santa Croce di Moncalieri"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2571.
La parola al Consigliere Sinatora per l'illustrazione.



SINATORA Benito

Grazie, Presidente.
Mi riferisco, come dice la nota, al Pronto soccorso dell'Ospedale Santa Croce di Moncalieri e parlo sempre per esperienze - guarda caso personali.
Nonostante quanto affermato dall'Assessore Saitta nella seduta del Consiglio regionale del 19 febbraio, in occasione delle comunicazioni circa la situazione del 118, della quale lo stesso Assessore illustrava una situazione delle varie strutture di Pronto soccorso quasi idilliaca, a smentire quanto affermato dall'Assessore, nella notte tra il 5 e il 6 febbraio - come riportato da una testata giornalistica del mercoledì 13 febbraio - al Pronto soccorso dell'Ospedale Santa Croce di Moncalieri, a causa delle richieste conseguenti all'afflusso di ammalati e delle carenze strutturali del nosocomio, i pazienti sono stati costretti a giacere su brandine posizionate per terra.
La grave situazione dovuta alla carenza di letti è stata superata dalla Direzione sanitaria con il rinvio degli interventi chirurgici programmati per lasciare posto ai pazienti del Pronto soccorso, soluzione che ancora una volta ha penalizzato ulteriormente i ricoverati con altre patologie che avevano già superato i tempi delle interminabili liste d'attesa dell'ASL TO5.
Il fenomeno era quantomeno prevedibile, poiché i picchi di soggetti colpiti da patologie causate dal periodo invernale sono ricorrenti e si presentano puntualmente ogni anno nello stesso periodo. Tra l'altro, questo Pronto soccorso è ubicato in locali che, qualora fossero di proprietà dei privati non avrebbero neppure i requisiti per l'agibilità, essendo quasi totalmente posizionati sottoterra, senza finestre e senza uscite esterne, se non quella dell'accesso principale. Quest'allucinante situazione è nota da decenni, ma purtroppo le scelte effettuate nel passato, quelle di investire risorse in un Pronto soccorso ubicato in quella posizione causa oggi un enorme disagio a coloro i quali necessitano di assistenza sanitaria urgente.
I locali d'attesa del Pronto soccorso di Moncalieri nelle ore notturne dei periodi invernali si trasformano in un ricovero di emergenza di alcuni senzatetto che vi trovano riparo dal freddo, costringendo i pazienti in attesa di cure ad una promiscuità non prevista tra chi mendica o deve smaltire i fumi di una bevuta e chi, invece, ha problemi sanitari.
Oltre all'episodio delle brandine posizionate a terra, c'è da aggiungere che nelle giornate del 16 e 17 febbraio pare che l'unico servizio igienico disponibile fosse guasto e inutilizzabile per alcuni periodi, costringendo coloro che necessitavano di urgenze fisiologiche ad uscire dall'ospedale in quanto il Pronto soccorso non ha alcun collegamento con la rimanente parte del nosocomio.
Tutto ciò premesso - e concludo - interrogo il Presidente e l'Assessore per conoscere le iniziative dell'Assessorato alla sanità volte ad alleviare i disagi degli utenti dell'attuale Pronto soccorso dell'Ospedale Santa Croce di Moncalieri, che ha un bacino di utenza di oltre 100.000 abitanti in attesa della prossima realizzazione del nuovo ospedale dell'ASL TO5.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sinatora.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

I problemi strutturali del Pronto soccorso dell'Ospedale di Moncalieri nel suo complesso sono, purtroppo, noti da molti anni. È anche per questa motivazione che la Giunta regionale ritiene necessario realizzare un nuovo ospedale nell'area dell'ASL TO5, per il quale, a oggi, è stato approvato lo studio di fattibilità e sono stati individuati i finanziamenti pubblici necessari, nonostante i ricorsi al TAR che alcune Amministrazioni di centrodestra avevano presentato nei confronti di questa decisione (mi pare che anche il Gruppo della Lega aveva aderito).
In attesa della realizzazione del nuovo ospedale, l'ASL TO5, d'intesa con l'Assessorato alla sanità, ha messo in atto un programma di interventi per migliorare la qualità dell'attività erogata e la vivibilità dell'ambiente.
Oltre alla manutenzione straordinaria degli attuali spazi già effettuata e periodicamente riattivata, è già previsto un intervento di recupero degli spazi adiacenti al DEA, che nella seconda metà dell'anno permetterà di procedere con l'allargamento del Pronto soccorso previo spostamento in altri locali delle attività ospitate attualmente negli spazi interessati dai lavori.
Dal punto di vista organizzativo, l'ASL TO5, come tutte le Aziende Sanitarie piemontesi, ha predisposto un piano per l'iper-afflusso stagionale nei Pronto soccorso, che prevede interventi sul territorio per ridurre gli accessi impropri e favorire la presa in carico di pazienti dimessi e l'adeguamento dell'attività ospedaliera anche attraverso il potenziamento del personale.
Venendo al merito di quanto segnalato, l'uso delle barelle è previsto in via eccezionale solo in caso di iper-afflusso, com'è avvenuto nella notte fra il 5 e il 6 febbraio. In questo caso, il piano predisposto ha funzionato in modo efficace: in due o tre ore tutti i pazienti sono stati riassorbiti nei reparti e nei letti del Pronto soccorso.
Allo stesso modo, la modulazione dell'attività di elezione è una delle azioni previste per fronteggiare l'aumento delle urgenze. Ma questa limitazione è stata attivata in modo decisamente più contenuto rispetto allo scorso anno.
Negli stessi giorni, come da routine avviene del periodo di maxi-afflusso si è svolto un sopralluogo da parte dei Carabinieri del NAS, da cui non è emersa alcuna contestazione, né prescrizione. Al contrario, nel verbale dei NAS si dà atto quanto segue: "Non sono emerse carenze strutturali. I pazienti risultano tutti allettati e posizionati all'interno delle apposite aree. A tutti i pazienti in grado di alimentarsi viene assicurata la somministrazione di pasti. I locali ispezionati sono apparsi in normali condizioni di igiene. Non sono stati notati casi di sovraffollamento. La privacy dei pazienti viene assicurata tramite la presenza di apposite tende e/o divisori mobili che delimitano il posto letto".
Questo è il contenuto del verbale dei NAS. Questo non vuol dire che non ci siano stati dei problemi, ma senza fare enfasi e neppure descrivere la situazione in modo idilliaco - non ho fatto assolutamente questo - la situazione, rispetto al passato, è stata complessivamente meglio gestita per un piano anticipato e molto più forte rispetto a quello dello scorso anno.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2575 presentata da Accossato inerente a "Convenzione per l'attivazione del servizio di senologia clinica, Percorso Fucsia"


PRESIDENTE

Proseguiamo con la trattazione dell'interrogazione a risposta immediata n.
2575, presentata dalla Consigliera Accossato, che la illustra.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Gentile Assessore, le pongo una questione a proposito di un tema che lei conosce molto bene. Si tratta di una vicenda - quella dell'Ospedale Valdese di cui si è occupato molto (probabilmente, avrebbe preferito non trovare il disastro che la Giunta precedente ha realizzato con la chiusura dell'Ospedale Valdese).
Do atto del suo impegno e dell'impegno di questa Giunta per la realizzazione della Casa della Salute e di altri servizi.
All'interno dell'ex Ospedale Valdese si è costituita, proprio sulla scorta della mobilitazione contro la chiusura, l'Associazione "Mettiamoci le tette". Si tratta di un'associazione di un gruppo di donne seguito presso il servizio di senologia dell'ospedale, che oggi, grazie ad un rapporto con l'Assessorato e con l'ASL Città di Torino, ha una sede all'interno dell'attuale Casa della Salute, realizzando una serie di servizi di consulenza, di incontro, di formazione e di ascolto, in particolar modo per le donne che hanno contratto un tumore al seno e che quindi si apprestano o a seguire un percorso di avvicinamento all'operazione o il percorso seguente di cura e di recupero.
All'interno di quest'attività e di quest'impegno, le ambizioni dell'associazione sono però più ampie: sono volte a recuperare una parte di quella storia e di quell'esperienza che poi si è andata un po' perdendo e frammentando all'interno di altre strutture sanitarie torinesi e piemontesi, che era quella dell'esperienza del percorso senologico del Valdese che aveva un suo metodo e un suo perché, oltre che un grande apprezzamento da parte delle tantissime donne che lì erano seguite.
All'interno di queste ambizioni di un ulteriore lavoro c'è questo "Percorso Fucsia", che le è stato presentato e che lei conosce probabilmente meglio di me, per il quale mi risulta essere anche attivo un Tavolo di lavoro presso il suo Assessorato, che prevede l'attivazione di una serie di nuovi servizi. Si tratta, in particolar modo, di servizi che non sono quelli di screening, che fa bene Prevenzione Serena, ma sono quelli di follow-up cioè di attività che seguono le donne dopo l'operazione e anche attività di prevenzione, tra le quali quella sulle mutazioni genetiche BRCA, un progetto che sarà attivato a breve e per il quale l'associazione sarà in piazza il 2 e il 3 marzo, contemporaneamente alla manifestazione sportiva "Just The Woman I Am", quindi come partner importante di questa manifestazione che tutela le donne.
Vado alla conclusione, chiedendo all'Assessore a che punto sia l'impegno dell'ASL Città di Torino e dell'Assessorato sul proseguo di questo progetto. Io ho parlato di convenzione, ma forse ho scritto erroneamente perché non so se è proprio questa l'ambizione. È la conclusione di quello che può essere un passo avanti nell'impegno e nell'attività dell'Associazione "Mettiamoci le tette", della sua sede presso l'Ospedale Valdese, del rapporto tra questa Associazione, la storia del percorso senologico Valdese e l'Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Accossato.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

In effetti, come Assessorato abbiamo avuto un rapporto utile con l'associazione "Mettiamoci le tette", per il lavoro che abbiamo avviato dopo la chiusura poco fa richiamata. Abbiamo recuperato alcuni suggerimenti e, soprattutto, il valore di quell'esperienza del Valdese.
L'abbiamo recuperata, innanzitutto, potenziando la breast unit del Sant'Anna, dove c'è stato un incremento consistente di attività e poi attraverso la riapertura del Valdese, con numerose attività che rispondono a una domanda diffusa sul territorio della Città di Torino. Tra un po' daremo anche i risultati complessivi del lavoro fatto in termini quantitativi.
Abbiamo recuperato quella storia stipulando una convenzione; convenzione che è stata stipulata dall'ASL Città di Torino con l'associazione "Mettiamoci le tette" il 29 marzo 2018.
Mi pare che abbiano dei locali e abbiamo partecipato ad alcune iniziative.
Sicuramente c'è un grande entusiasmo e una grande determinazione da parte dell'associazione che sicuramente è utile.
Recentemente, l'ASL Città di Torino, con una delibera dell'8 febbraio 2019 ha pubblicato un avviso pubblico per l'accreditamento (la formula è l'accreditamento) delle organizzazioni di volontariato, nei servizi di sostegno, orientamento, accompagnamento, nonché per iniziative culturali e ricreative. La formula è quella dell'accreditamento.
L'8 febbraio è stato pubblicato, da parte dell'ASL Città di Torino l'avviso pubblico e l'Associazione ha risposto a questo avviso presentando la propria domanda.
La scadenza era alle ore 24 del 25 febbraio 2019.
È in corso, quindi, il lavoro.
È evidente che, sentendo il Direttore Alberti, non solo c'è la volontà, ma la convinzione di continuare ad avere un rapporto con l'associazione, con le modalità che saranno definite nella relazione che stabiliranno direttamente l'associazione e la Direzione Sanitaria. È chiaro che questo avsarà, per forza di cose, all'interno di una regia (ma questo mi sembra logico) per le attività di tipo sanitario, che per forza non può che essere in capo all'Azienda Sanitaria.
Dico cose abbastanza scontate, però è stata presentata la domanda. Poco fa ho sentito il Direttore, che mi ha detto che nei prossimi giorni incontrerà l'associazione per definire bene meglio che cosa concretamente si pu mettere in moto e, sulla base di questo, non soltanto ipotesi, ma accreditamento avviato sul piano delle procedure.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione a risposta immediata n. 2578 presentata da Frediani inerente a "Esenzione dal pagamento dei ticket per persone non occupate ai sensi dell'art. 19, comma 7, del D.lgs 150/2015"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2578.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
In realtà, è una domanda che avrei potuto rivolgere anche all'Assessora Pentenero, perché è un tema un po' a scavalco fra le due materie.
Come riferimento, nelle premesse dell'interrogazione abbiamo indicato una circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che richiama la circolare 34/2015, dove il Ministero ha fornito una definizione di condizione di non occupazione, coerente con le previsioni degli articoli 9 e 10 del decreto legislativo 22 del 2015.
In quel decreto si va a definire che cosa s'intenda per stato di disoccupazione e per condizione di non occupazione. Sembrerebbero due concetti piuttosto vicini, ma in realtà c'è un'importante differenza perché tutto questo va a ricadere sull'iscrizione ai Centri per l'impiego.
In pratica, per sintetizzare, il problema dei Centri per l'impiego è che ci sono molte persone che si iscrivono per poter dichiarare la loro condizione di disoccupazione e, quindi, accedere alle prestazioni di carattere sociale.
Nella circolare del Ministero che ho citato in premessa, che è quella che ho in mano in questo momento, si va pertanto a chiarire meglio, dicendo: "Ai fini dell'attribuzione di prestazioni di carattere sociale, ivi incluse quelle legate all'esenzione dal ticket, le Aziende Sanitarie dovranno tener conto della intervenuta modifica legislativa" - quella appena citata nel decreto 2015 - "e delle indicazioni previste nella circolare 34/2015. Si richiede, pertanto, di intervenire presso le Aziende Sanitarie Regionali al fine di garantire tutele e informazioni uniformi a tutti i cittadini".
In pratica cosa significa? Significa che, com'è avvenuto nella Regione Toscana (solo per fare un esempio), anche lì è stata poi emanata un'altra circolare riferita ai Centri per l'impiego e alle ASL, dove si va a dire che per beneficiare di prestazioni di carattere sociale, ivi incluse quelle legate all'esenzione dal ticket, non è più necessario rivolgersi al Centro per l'impiego per rilasciare la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro e registrarsi come disoccupato, ma è possibile semplicemente autodichiarare la condizione di non occupazione.
Tutto questo è stato fatto proprio per cercare di non intasare i Centri per l'impiego, facendo inserire banche dati delle persone che si trovano in stato di non occupazione e vogliono semplicemente accedere a delle misure di tipo sociale. Non hanno la possibilità di lavorare e quindi non intendono avviare un percorso, sottoscrivendo una DID, ma semplicemente vogliono autocertificare, così come prevede la circolare del Ministero, la loro condizione di non occupazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Comprendo pienamente la delicatezza della problematica posta dalla Consigliera Frediani e le sue ricadute sui cittadini. Tuttavia la Regione Piemonte in questo contesto - evidentemente parlo dal punto di vista delle competenze di tipo sanitario - così come tutte le Regioni, si attiene alle disposizioni emanate dal Ministero della Salute.
A tale proposito, a seguito di un recente quesito posto dalla Regione Marche in merito alla corretta interpretazione della condizione di disoccupato o inoccupato, lo stesso Ministero della Salute ha emanato la recente circolare 24068 dell'8 agosto 2018, indirizzata alla Regione Marche, che precisa quanto segue: "Il Ministero dell'Economia e Finanze ha fornito riscontro affermando che le previsioni di cui all'articolo 10 del D.Lgs 150/2015, perseguono finalità che non sono riferibili ai criteri di partecipazione alla spesa sanitaria, tanto più che non si rinviene nello stesso provvedimento una disposizione di raccordo con le norme che introducono l'esenzione del ticket".
D'altronde, è quanto lo stesso Ministero dispone sul proprio sito istituzionale: "Il termine disoccupato è riferito esclusivamente al cittadino che abbia cessato per qualunque motivo (licenziamento dimissioni, cessazione di un rapporto a tempo determinato) un'attività di lavoro dipendente e si è iscritto al Centro per l'impiego in attesa di nuova occupazione".
Sempre nel sito del Ministero della Salute, è scritto: "Non pu considerarsi disoccupato il soggetto che non abbia mai svolto attività lavorativa né il soggetto che abbia cessato un'attività di lavoro autonoma né chi è in cassa integrazione guadagni sia essa ordinaria che straordinaria. Sono invece equiparati ai disoccupati i soggetti in mobilità". In altri termini, secondo queste disposizioni del Ministero della Salute, la nuova definizione di disoccupato non può automaticamente applicarsi nell'ambito sanitario.
Ricordo, però, per completezza, che il Ministero della Salute già nel luglio 2017 ha chiesto un parere in materia al Consiglio di Stato, che a oggi non si è ancora espresso in maniera definitiva. Nel caso in cui si esprimesse in maniera positiva, la Regione Piemonte si atterrà a eventuali nuove disposizioni che dovessero emergere a seguito del parere.
Questo è il riferimento non soltanto di carattere normativo, ma anche delle indicazioni precise da parte del Ministero della Salute.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 2573 presentata da Grimaldi inerente a "Sciopero lavoratori Sovracup Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2573.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Assessore, quante volte ci siamo occupati di questa vicenda? Ormai il conto non sta più neanche nelle dita delle mani.
Come lei sa, non è la prima volta che i lavoratori del Sovracup sono costretti a denunciare problemi legati al cambio d'appalto e soprattutto al pagamento degli stipendi, per il quale più volte abbiamo richiesto informazioni e presentato question time e interpellanze.
Lo dico: la scorsa estate, ad agosto, credo di aver chiamato lei e il Direttore per sollecitare il pagamento che non era arrivato neanche nei primi 15 giorni del mese. Ormai eravamo al 20 del mese. Abbiamo appreso dai sindacati e dagli organi di stampa che questo giovedì le lavoratrici e i lavoratori dell'ASL TO1 del Sovracup saranno in sciopero per denunciare le dovute spettanze previste dal cambio appalto.
Infatti, nel 2010 la Regione e l'ASL hanno esternalizzato e unificato i call center del Sovracup dell'ASL TO1 al punto Regione Piemonte, in funzione ormai dal 2007. La gara era stata vinta da un'ATI, formata dalla Telecom Italia e dalla Società consortile Multiservizi Diamante. L'azienda uscente Diamante il 31 gennaio ha dichiarato il fallimento e ha già manifestato l'impossibilità di ottemperare ai suoi doveri, ovvero al pagamento degli stipendi di gennaio e febbraio, il TFR e le ferie arretrate.
L'azienda Diamante faceva parte di questo raggruppamento e, a fronte del fallimento dell'azienda stessa, la Telecom ha rescisso il rapporto commerciale con l'azienda, affidando direttamente la gestione alla e digital Services S.p.A. La subentrante, che ha l'assenso dell'ASL, ha concluso la firma dei contratti con i lavoratori prima di attivare un confronto sindacale per il cambio appalto.
Il punto, Assessore, è molto semplice, ma anche molto delicato. Intanto le chiediamo di convocare l'ASL e l'azienda mandataria, affinché tutte le lavoratrici e i lavoratori del Sovracup della Regione Piemonte e di Novara ricevano le mensilità mancanti, il TFR, le ferie e i permessi maturati in questi otto anni di lavoro. Dall'altra, le do anche una soluzione: essendo che c'è una mandataria e la Telecom in qualche modo ha fatto parte di quel raggruppamento - è comprensibile l'aver sciolto qualsiasi rapporto con Diamante - si faccia carico di quanto dovuto ai lavoratori e alle lavoratrici.
Lo dico perché ai lavoratori chiediamo di rispondere in fretta, di abbattere le liste di attesa, di essere parte integrante di questo sistema: non possono essere loro a pagare gli errori delle società che hanno avuto con noi dei rapporti di questo tipo. Quindi, le chiedo veramente di fare il possibile perché questa vicenda si risolva il più presto possibile.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Su questo tema, Presidente, c'è un'analoga interrogazione presentata dal Consigliere Grimaldi e il contenuto della risposta è lo stesso. Lo dico perché eventualmente la risposta può essere data in forma scritta.
Ricostruisco brevemente la vicenda legata al Sovracup. Anche se le interrogazioni sono state tante e ormai conosciamo i particolari, ci tengo a riprenderla brevemente anche per arrivare a una risposta puntuale alla domanda posta, nella conclusione dell'intervento del Consigliere Grimaldi.
Confermo la richiesta di fallimento presentata dalla società Diamante, una delle aziende impegnate nella gestione dell'attuale call center Sovracup e aggiudicataria, insieme a Telecom e Engineering, della gestione del nuovo CUP regionale.
A seguito di questa richiesta, si sta procedendo per entrambe le gestioni alla sostituzione dell'impresa Diamante con la società e-digital Services.
A tale proposito, SCR sta effettuando tutte le verifiche amministrative necessarie ed è in corso la formalizzazione della variazione del raggruppamento temporaneo di impresa che gestirà il nuovo CUP.
In ogni caso, le penali per le eventuali inadempienze verranno applicate al nuovo raggruppamento.
Ci tengo a dire che, nel frattempo (evidentemente non siamo stati a guardare), ho convocato (un paio di settimane fa) nel mio studio le tre imprese (c'era ancora Diamante, prima del fallimento) ed è stato un confronto molto duro. Le questioni che ho sostenuto riguardano il fatto che la scelta delle imprese di stare assieme non è stata compiuta da SCR, ma è una scelta loro, quindi ne devono rispondere in solido. C'era, infatti, da parte loro, una sorta di tentativo di scaricare la responsabilità sulla Regione, cosa che assolutamente non è possibile fare. Siamo stati determinati e da lì si è messo in moto il processo di fallimento della società Diamante.
Ribadisco, pertanto, che la determinazione da parte nostra continua a essere forte, nel senso che raccogliamo informazioni attraverso l'Azienda (l'ASL di Torino) che diventa riferimento nei confronti del gruppo.
Veniamo alla problematica sollevata nella parte finale del question time.
L'ASL Città di Torino ha già provveduto a chiedere a Telecom e a Diamante di procedere al pagamento di tutte le spettanze, recenti e pregresse, ad oggi sospese, ai lavoratori impiegati nell'appalto del Sovracup.
Inoltre, al fine di porre in atto tutte le azioni a tutela dei lavoratori e in applicazione di quanto previsto dal Codice degli appalti, l'ASL Città di Torino ha sospeso tutti i pagamenti verso Telecom e Diamante (quindi anche verso Telecom) e non saranno effettuati pagamenti fin quando la questione non sarà risolta.
Nei prossimi giorni (probabilmente venerdì) convocheremo le aziende per arrivare a una soluzione delle criticità. In ogni caso, è stato già messo in atto da parte dell'Azienda il blocco dei pagamenti che mi sembra anche un segnale molto chiaro di una certa determinazione che abbiamo avuto e che vogliamo continuare ad avere.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 2577 presentata da Bono, inerente a "Ennesima aggressione a medici della Continuità Assistenziale"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2577.
Risponderà l'Assessore Saitta.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Purtroppo, nello scorso weekend è avvenuto l'ennesimo caso di aggressione a medici del servizio di Continuità Assistenziale, in particolar modo donne.
Dalle notizie riportate dai media, sembra che due dottoresse in turno nel servizio di Continuità Assistenziale di Torino centro siano state aggredite da un cittadino che sarebbe andato in escandescenze, in quanto gli sarebbe stato chiesto un documento, una pezza giustificativa, per la somministrazione di psicofarmaci (non è ben chiaro se antidepressivi o ansiolitici).
Questo fatto riporta nuovamente alla ribalta un tema ormai annoso, che dobbiamo affrontare come Regione e che devono affrontare tutte le Regioni: garantire una sicurezza minima a coloro i quali svolgono questo lavoro di contatto diretto con la cittadinanza.
Spesso, le situazioni di maggiore insicurezza vengono percepite al domicilio dei pazienti, dove i medici della Continuità Assistenziale si recano per una visita, ma si assiste sempre di più ad aggressioni anche negli ambulatori.
Ritengo corretto offrire durante le giornate festive una postazione ambulatoriale (penso sia condiviso da tutto il mondo sanitario) per ridurre gli accessi impropri ai Pronto soccorso, pero occorre garantire un minimo di sicurezza. Sappiamo che è stata chiesta dai sindacati e accordata dalla Regione la predisposizione di una serie di piani di sicurezza delle postazioni di guarda medica a tutte le ASL. Mi risulta, però, che non tutte le ASL li abbiano approntati. Non ho la certezza, ma le voci riportate dai media dicono che una di queste ASL sia l'ASL Città di Torino. Non so se questo sia corretto o meno.
Si tratta dell'inserimento di telecamere di videosorveglianza a circuito chiuso, che permetta di svolgere una funzione di deterrenza rispetto a possibili aggressioni, furti o altro e - un sistema che è stato attuato dall'ASL TO4 di Torino dopo una sedia di aggressioni - di un "tasto" di emergenza che colleghi direttamente alla centrale dei Carabinieri più vicina o alle Forze dell'ordine, al fine di farle arrivare rapidamente in situazioni di emergenza.
So che i medici di Continuità Assistenziale che lavorano fuori della Città di Torino avevano chiesto la possibilità di garantire l'autista a tutte le Guardie mediche non solo nella Città di Torino. Questo è un tema più difficile e complicato da portare avanti anche per una questione economica.
Ovviamente tutto è al vaglio - immagino - dell'Assessorato. Deve essere fatta una valutazione attenta, perché è ovvio che quando c'è un autista di un servizio o un esercente l'attività di taxi, c'è qualcuno ad aspettare il medico sotto il domicilio del paziente, pertanto se magari la vista si prolunga, lo stesso autista può attivare un'allerta rispetto alla centrale operativa.
Su questo, chiedo lumi (l'avevamo già chiesto mesi fa); so che, purtroppo accadono questi fatti ed è giusto che si portino all'attenzione del Consiglio e della comunità piemontese, per capire cosa bolle in pentola e cosa si sta facendo a livello di territorio regionale, per evitare ulteriori episodi come questi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Risponderò sulle questioni regionali, ma ci tengo a inquadrare il tema e quindi, anche a cogliere quest'occasione esprimendo un auspicio: che il decreto legislativo predisposto dal Governo contro le aggressioni agli operatori sanitari venga approvato quanto prima (mi pare debba ancora essere approvato).
È una sollecitazione che stanno sperimentando in questo periodo tutte le professioni sanitarie, fermo restando che ciò che deve essere fatto dalle singole Regioni venga rafforzato. Detto questo, auspico che quanto prima il Parlamento approvi questo disegno di legge.
Per quanto riguarda la Regione Piemonte, tutte le Aziende sanitarie si sono occupate del tema, intensificando le misure di prevenzione a tutela del personale impegnato in attività sanitarie e ambulatoriali, in misura e con modalità diverse che dipendono dall'organizzazione e dalle strutture in cui queste attività vengono svolte.
Per quanto riguarda le questioni più specifiche di Torino, alla domanda quali sono i provvedimenti che si stanno mettendo in atto, l'ASL Città di Torino mi ha fornito una risposta (non so se definirlo un Piano o delle azioni già avviate, ma non è un problema soltanto di definizione).
In dettaglio, l'ASL della Città di Torino prevede che le postazioni e gli ambulatori di continuità assistenziale siano situati in strutture presidiata h24 con portineria. Per gli ambulatori con affluenza di pubblico fino alle 24, prevede che sia presente una portineria che controlli l'accesso e una condivisione (ove strutturalmente possibile, in contiguità) degli stessi spazi delle postazioni. Dove possibile, sono stati previsti supporti di citofoni doppi o sistemi di videosorveglianza, e che sia attiva una procedura di allerta con numerazione dedicata d'emergenza presso la centrale operativa situata presso il 118 di Grugliasco.
Inoltre, durante i turni diurni prefestivi e festivi fino alle ore 2, è prevista l'aggiunta di un medico presso il presidio Valletta e il presidio Oftalmico: tre medici ambulatoriali, due ambulatori (presidio Oftalmico) due medici ambulatoriali e un ambulatorio (presidio Valletta). Si sta lavorando, come m'informa l'Azienda Sanitaria, per dotare gli ambulatori di cellulari con un pulsante di allerta (pulsante SOS per comunicare in modo immediato la situazione di pericolo al numero dedicato della centrale operativa), ed è stata predisposta l'attuazione di un sopralluogo serale da parte di un operatore dalla centrale operativa, dalle 20 alle 24, per alcuni giorni presso le postazioni di guardia medica.
Queste sono le informazioni che mi ha dato questa mattina l'Azienda Città di Torino. È chiaro che mi sembra doveroso, da parte dell'Assessorato sollecitare l'attuazione di queste indicazioni, che mi sembrano utili per affrontare il tema che viene posta nell'interrogazione. Suppongo che molte di queste attività siano state avviate, ma m'impegnerò a fornire anche un quadro preciso, cosa che non sono riuscito a fare questa mattina, Tuttavia mi pare che il quadro sia abbastanza completo. Solleciterò la completa attuazione di tutte queste indicazioni puntuali.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione n. 2572 presentata da Batzella, inerente a "Incrementare numero passaggi autobus della linea 286 Susa FS - Exilles-Oulx" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Su richiesta dell'interrogante, Consigliera Batzella, all'interrogazione n.
2572 sarà fornita risposta scritta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2574 presentata da Vignale, inerente a "Il servizio unico ed integrato per la gestione delle prenotazioni sanitarie peggiora di giorno in giorno, cosa fa la Regione?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2574.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Vado a memoria. In questi giorni abbiamo potuto leggere della situazione particolarmente delicata della società Diamante, soggetto che si è aggiudicato, tramite la gara di SCR, il bando per la gestione del Sovracup e soggetto che si è aggiudicato l'affidamento per la realizzazione del sistema omogeneo di gestione delle agende e delle prenotazioni sanitarie.
La procedura d'appalto ha previsto l'erogazione del sistema di contact center della gestione del sistema unico di prenotazione, e di un sistema di recall automatico di disdetta e di prenotazione online al cittadino. La gara è stata aggiudicata a favore di Diamante S.r.l.
Diamante, da alcune settimane, è uscita sui media regionali e non solo per il ritardo nel pagamento degli stipendi. Alcune fonti di stampa segnalano il fallimento della società Diamante. La convenzione, siglata sulla base della gara fatta da SCR, prevede che vi sia una garanzia di qualità del servizio, con una rendicontazione di almeno il 90% delle prenotazioni oggetto di recall su base settimanale.
La stessa convenzione prevede che, qualora non vengano rispettati i tempi e le condizioni previste nel contratto di affidamento, possano essere applicate delle penali all'azienda e, qualora superassero cumulativamente il 10%, potrebbero anche essere motivo di risoluzione contrattuale.
Evidenziando che, da più parti, arriva la richiesta di un miglioramento del servizio unico integrato e che alla gara avevano partecipato anche altri soggetti, interroghiamo per sapere se vi siano a oggi penali applicate a Diamante S.r.l., e qualora ciò sia avvenuto, se vi sia la volontà di rescindere il contratto ipotizzando di affidare la gestione a coloro i quali avevano presentato l'offerta nella stessa gara.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Ho già avuto modo, poco fa, di riferire su questo tema a una precedente interrogazione del Consigliere Grimaldi, quindi in parte ci ritorno; lo dicevo soltanto perché chi mi ascolta potrebbe dire che ripeto sempre le stesse cose.
Ricostruisco brevemente la vicenda legata al Sovracup e all'avvio del nuovo CUP regionale per la prenotazione, di cui si stanno occupando la Regione Piemonte, l'ASL Città di Torino insieme a SCR Piemonte (la stazione appaltante).
Confermo la richiesta di fallimento presentata dalla società Diamante, una delle aziende impegnate nella gestione dell'attuale call center Sovracup e aggiudicataria insieme a Telecom come engineering della gestione del nuovo CUP regionale.
A seguito di questa richiesta, si sta procedendo per entrambe le gestioni alla sostituzione dell'impresa Diamante con la e-digital Services; a tal proposito, SCR sta effettuando tutte le verifiche amministrative necessarie ed è in corso la formalizzazione della variazione dal raggruppamento temporaneo d'impresa che gestirà il nuovo CUP. In ogni caso, le penali per le eventuali inadempienze verranno applicate al nuovo raggruppamento.
Ribadisco, dunque, come non sia in pericolo il funzionamento dell'attuale call center Sovracup né l'avvio del nuovo CUP. Dico questo sulla base di informazioni fornitemi dall'Azienda di Torino, essendo stata risolta la problematica di Diamante, su cui dirò poi. Tale problematica è stata risolta anche per una serie di sollecitazioni che ho fatto attraverso incontri e confronti del raggruppamento. Sulla base di questa decisione del fallimento (sostituzione, personale, eccetera), non c'è il pericolo, come dicevo, per il call center Sovracup né per l'avvio del nuovo CUP. Come dicevo, è chiaro che le adempienze verranno applicate.
Non solo, ma la tabella di marcia che abbiamo definito per quanto riguarda l'avvio del nuovo CUP, sostanzialmente, subirà un piccolo ritardo, ma nella sostanza viene mantenuto, nel senso che quanto prima si dovrebbe procedere al collaudo della piattaforma, che è stata costruita per il nuovo CUP nel Novarese e nel quadrante Nord-Ovest, per poter arrivare quanto prima all'avvio, sempre in quella parte del territorio, del Sovracup.
Per quanto riguarda il tema del personale, L'ASL Città di Torino ha già provveduto a chiedere a Telecom e a Diamante di procedere al pagamento di tutte le spettanze recenti e pregresse ad oggi sospese ai lavoratori impiegati in appalto in Sovracup.
Inoltre, al fine di porre tutte le azioni a tutela dei lavoratori e in applicazione di quanto previsto dal Codice degli appalti, la Città di Torino ha sospeso tutti i pagamenti verso Telecom e Diamante, fino a che non saranno effettuati i pagamenti ai lavoratori.
Come dicevo poco fa, a fine settimana ho convocato le Aziende e il nuovo raggruppamento per continuare a esercitare una doverosa e giusta pressione perché noi vogliamo evitare di rescindere il contratto.
È chiaro che noi siamo determinati. Non esistono le condizioni per la rescissione del contratto, ma sicuramente occorre continuare a esercitare un'azione per il lavoro del Sovracup, con tutte quelle norme contrattuali per quanto riguarda le adempienze e il pagamento dei lavoratori.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.37 la Presidente dichiara esaurita la trattazione )



PRESIDENTE

delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.41)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Batzella, Cassiani, Cerutti e Gancia.


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, prima di andare avanti con la discussione che non abbiamo terminato questa mattina, occorre procedere all'esame del punto 4) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 391 "Fondazione C.R.T. Cassa di Risparmio di Torino - Consiglio di indirizzo" - Designazione di due terne nel cui ambito il Consiglio di indirizzo della Fondazione provvederà a nominare due Consiglieri Proposta di deliberazione n. 392 "Commissione di Garanzia" - (articolo 91 Statuto della Regione Piemonte e articolo 3, comma 1, l.r. 25/2006) elezione di 1 membro in sostituzione del signor Paolo Cattaneo La votazione avviene a maggioranza dei due terzi dei componenti il Consiglio regionale.
Proposta di deliberazione n. 390 "Fondazione Museo Arti e Industria di Omegna" - Collegio dei Revisori dei Conti - Nomina di un Revisore dei Conti Proposta di deliberazione n. 393 "Associazione 'Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà'" Consiglio direttivo - Designazione di un rappresentante" Signori, spero che voi poi sappiate che cosa state votando, visto che non c'è nessuno che ascolta.
Ai sensi dei commi 1 e 2, dell'articolo 79, del Regolamento interno del Consiglio regionale, qualora il Consiglio debba procedere alle nomine o designazioni di più di due persone, ciascun Consigliere limita il proprio voto ai due terzi degli eligendi. A seguito dello spoglio delle schede, si procede alla determinazione della graduatoria dei candidati in ordine decrescente rispetto ai voti riportati. A parità di voti, prevale il più anziano di età.
Rammento inoltre che, ai sensi dell'articolo 79, comma 4, del Regolamento interno del Consiglio regionale, nel caso si debba procedere alla nomina di non più di due persone, saranno considerati eletti i candidati che hanno raggiunto la maggioranza assoluta dei votanti, salvo quanto previsto nel comma 3 "Riserva di posti per le minoranze" e salvo quanto previsto da norme specifiche, come ad esempio nella Commissione di garanzia. Se tale maggioranza non è raggiunta in prima votazione, in seconda votazione sono eletti i candidati che hanno riportato il maggior numero dei voti.
Per quanto attiene nello specifico alle designazioni delle due terne di candidati per il Consiglio d'indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, ricordo che questa mattina si è svolta la votazione della prima terna di candidati. Gli Uffici hanno predisposto una nuova scheda di votazione dalla quale sono stati scorporati i nominativi dei soggetti designati nella prima terna. Si procede pertanto con la seconda votazione per la designazione della seconda terna di candidati.
Invito i Gruppi consiliari di minoranza a procedere all'assunzione del proprio candidato ai sensi dell'articolo 79, comma 3, del Regolamento interno del Consiglio regionale, in riferimento alla designazione per la formazione della seconda terna di candidati relativi alla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino - Consiglio d'indirizzo.
Ricordo, infine, ai signori Consiglieri di prestare attenzione ai casi di omonimia e, in tale ipotesi, di riportare sulla scheda anche il nome del candidato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Nomino scrutatori i Consiglieri Bertola e Ottria.
Prego la Vicepresidente Motta di procedere all'appello nominale.



(La Vicepresidente Motta effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Si proceda allo spoglio delle schede.


Argomento: Trasporti su ferro

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Evoluzione questione TAV collegamento Torino-Lione"


PRESIDENTE

Nella seduta antimeridiana del 26 febbraio 2016 il Presidente della Giunta regionale, Sergio Chiamparino, ha svolto la comunicazione.
È iniziata la discussione generale e sono ancora iscritti ad intervenire i Consiglieri Monaco, Andrissi, Grimaldi e Tronzano. Sono previste, infine le repliche del Presidente Chiamparino.
In assenza del Consigliere Monaco, darei la parola al Consigliere Tronzano.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Non ci dilunghiamo molto, perché il mio Capogruppo ha già detto tutto.
Volevo solo aggiungere alcune considerazioni.
La prima cosa che mi viene in mente è il cambio di linea proprio di oggi del Movimento 5 Stelle, che ha abbandonato uno dei dogmi centrali della propria attività politica, quello dei due mandati.
Adesso i due mandati non sono più un tabù, per cui si potrà arrivare anche al terzo mandato.



(Commenti fuori microfono)



TRONZANO Andrea

Spero, quindi, che avendo cambiato idea su questo tema - lo dice il Premier Di Maio, non io - speriamo che anche su questo argomento così centrale per l'attività politica del Movimento 5 Stelle, cioè la TAV, si possa arrivare ad una cambio di rotta, che, a mio giudizio, sarebbe quanto mai opportuno.
Sull'ipocrisia ho sentito in Aula parole di fuoco da parte del Consigliere Appiano e di altri colleghi: credo che sull'ipocrisia il Partito Democratico non abbia niente da insegnare a nessuno! Non penso che le vostre posizioni siano sempre lineari e chiare, così come quella del Movimento 5 Stelle. I supermercati sono uno di quei temi chi mi viene in mente sulla politica di Torino: "No ai supermercati", ma ne abbiamo aperti ovunque tutti i giorni durante questa consigliatura in Consiglio comunale.
Veniamo alla questione Salvini: il Ministro Salvini non ha certo bisogno della mia difesa, ma credo che la sua posizione sia più trasparente rispetto a quella di Prodi o di Bresso, che in pubblico dicevano delle cose e in privato (mi riferisco, ad esempio, alla Presidente Bresso) andavano poi sui territori a dire che la TAV non si sarebbe fatta, oppure Prodi, con l'allora Ministro Cento, che tutti i giorni guerreggiavano e cannoneggiavano contro la TAV.
E, infatti, sono praticamente 38 anni che ne parliamo, dal 1991.
La Regione - lo dico al Consigliere Campo - programma, quindi non ha facoltà di fare attività amministrativa, cioè di essere sul pezzo per ogni tema. Certamente la programmazione è fondamentale, ma noi crediamo, come lo crede il Presidente Chiamparino e tutto il centrodestra, compresa la Lega che la TAV sia fondamentale, soprattutto per due questioni.
Uno, la questione su Milano. Non possiamo continuare a essere sudditi rispetto a una città che sta diventando metropoli e noi continuiamo ad arretrare. Tutti gli indicatori continuano a dirci che questo è uno degli elementi essenziali su cui dobbiamo battere, perché le infrastrutture possono essere un ausilio importante.
La seconda questione, oltre al collegamento rispetto alla capacità di essere competitivi con Milano, è la logistica.
Sulla logistica credo si possa basare l'attività politica e occupazionale dei prossimi anni. Se facciamo l'asse Sud-Nord e non facciamo l'asse Ovest Est, secondo me è un errore, un errore che francamente non capisco. Non capisco neanche la questione legata all'ambiente, perché credo che, da tutti i dati che continuamente sentiamo dall'ARPA o da altri enti strumentali, sia della Regione sia dello Stato italiano, il traffico su treno è sicuramente meno inquinante e meno impattante rispetto a quello su gomma.
Dopodiché, ed è l'ultima annotazione e poi do solo un suggerimento al Presidente Chiamparino, se avrà piacere di ascoltarlo, è la UE che ha aumentato i fondi rispetto alla TAV.
È notizia di questi giorni: quindi l'Italia, nel suo complesso, dovrà solo più stanziare 366 milioni, rispetto a quelli che erano previsti.
Questo mi sembra un dato sostanziale e di fondo importantissimo, su cui invito il Movimento 5 Stelle a riflettere.
L'ultimo dato è un suggerimento, Presidente: c'è sempre il nostro ordine del giorno che, su suggerimento del Capogruppo Fluttero del Gruppo di Forza Italia, è stato votato da tutto il Consiglio. Riguarda la questione di subentrare noi in caso di assenza dello Stato. Un po' com'è successo da altre parti del Nord Italia.
Punti molto su quest'aspetto, Presidente, perché pensiamo possa essere una delle soluzioni.
Noi non siamo contrari al referendum, ci mancherebbe altro, come tutti gli altri Gruppi del centrodestra faremo grande attenzione a questo strumento ma non essendo regolamentato è un po' più complicato. Magari utilizzare il nostro ordine del giorno e, ai tavoli di trattativa, essere presenti sul tema, forse potrebbe fare bene al ragionamento sulla TAV, perché noi crediamo si debba fare e certamente - lo ripeto - si farà anche in ossequio all'occupazione e alle imprese che tanto lo chiedono.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Rispondo brevemente al Consigliere Tronzano.
Personalmente sono sempre stato contrario al professionismo dalla politica.
Vengo, da quando ero poco più che maggiorenne, da una forza politica che ha fatto all'inizio una battaglia sul discorso che la politica non deve essere un'attività professionale.
Tutti i cittadini dovrebbero, per un periodo della loro vita (se ovviamente hanno questo ideale e voglia di dedicarsi a un'attività che sicuramente è una delle più nobili che si possono realizzare, perché lavorare per il bene comune di tutti sicuramente può dare grandi soddisfazioni), avere il diritto di fare politica, ma non in modo professionale, perché il professionismo della politica, insieme a quella che un tempo si chiamava partitocrazia, ha creato danni enormi a questa Nazione.
Credo che faccia bene il Movimento 5 Stelle a ripensare, per quell'attività politica che è un'attività non professionale, cioè l'attività da Consigliere comunale, che si possa fare il Consigliere comunale prima dei due mandati in Consiglio regionale o da parlamentare.
È un giusto ripensamento, perché sicuramente l'attività da Consigliere comunale è un'attività che una persona non fa in modo professionale, ma solo nei margini di tempo della propria attività lavorativa e, quindi, non va conteggiata come un'attività politica di tipo professionale, che è tutt'altro, ed è quello che facciamo in quest'Aula o nelle Aule del Parlamento italiano.
Per quanto riguarda la vicenda di cui abbiamo parlato per tutta la mattina ed oggi, è chiaro che la maggioranza ha cercato di portare in questa campagna elettorale un tema che gioca a proprio favore, tema che è ribalzato su tutte le pagine dei mass media nazionali: il Governo del cambiamento ferma l'economia italiana e poi, in particolare, in Piemonte bloccare la TAV significa bloccare l'economia piemontese.
Credo sia una narrazione che non ha alcun tipo di riscontro reale. In realtà, se noi guardiamo dal 2005 al 2014, in questa regione vi è stato un crollo dei consumi energetici da parte dell'industria, che testimonia una deindustrializzazione che ha comportato la diminuzione del 59% dei consumi energetici.
Questo calo non è dovuto a un'azione virtuosa da parte della Regione Piemonte per un miglioramento dei cicli produttivi, per una riduzione dell'impatto ambientale dei cicli produttivi o per una scelta strategica.
Il Piemonte era una regione industrialmente più debole, con una classe dirigente e politica sicuramente impreparata ad affrontare una crisi come quella che è verificata; tant'è vero che - e IRES lo dice nelle sue relazioni - sono state svolte azioni pro cicliche, per evitare che la crisi si esacerbasse. Questo è stato un danno notevole che ha portato alla perdita, per esempio, di 3.500 posti nel settore sanitario.
Credo che questa sia una lettura più corretta.
Non credo che con otto coppie di treni passeggeri tra Torino e Lione, come prevede la realizzazione del tunnel di base, si rilanci l'economia piemontese.
Credo che già un errore pesantissimo vi fu con la linea ad alta velocità Torino-Milano. È una linea che ha 340 tracce per treni, ma se ne utilizzano soltanto 70, altrimenti non sarebbe stato fatto quello studio per andare a individuare stazioni intermedie tra Torino e Milano.
Quella linea ad alta velocità è costata quasi il doppio dell'alta velocità realizzata in Germania (52 milioni al chilometro rispetto a poco più di 30 milioni in Germania per fare linee ad alta velocità). Sarebbe stato meglio fare un'alta capacità che avrebbe intercettato sicuramente di più il trasporto cargo e il trasporto merci, cosa che invece non ha dato alcun tipo di beneficio, laddove vi è un inquinamento da trasporto su gomma. Quei 52 milioni a chilometro non possiamo utilizzarli per il trasporto merci perché lì i treni merci non ci vanno. Questo strategicamente è stato un danno ambientale incredibile per questa regione e non solo.
Già nei primi anni Novanta questa cosa veniva detta da alcuni, da pochi purtroppo, cioè che l'unica linea ad alta velocità che aveva un senso in Italia era la linea Milano-Roma. Per il resto, assolutamente non vi era alcun senso, perché l'Italia è il paese delle 100 città ed era importante dare collegamenti veloci, ma andare incontro alle esigenze dell'80% dei fruitori del settore passeggeri, che sono pendolari. I pendolari in Piemonte pagano la tragedia di avere 13 linee sospese ed altre linee semisospese, ad esempio l'Arona-Novara, che è una linea con sette coppie di treni e non fa un servizio pendolari.
I giovani studenti della provincia di Novara, che sono tanti, anche solo da Comuni come Bellinzago, Oleggio e altri, per arrivare alle loro scuole (parliamo di 20 chilometri) impiegano un'ora e mezza con il pullman, perch poi devono prendere un altro autobus cittadino. Questo per dirvi del disagio. Un altro esempio è quello della Valsesia, dalla quale, per arrivare con i mezzi pubblici a Novara, i tempi sono raddoppiati.
Questa è la realtà. A questo si associa anche un corridoio Reno-Alpi che avrà un fortissimo impatto sul territorio e una Regione Piemonte che non è stata in grado di chiedere, con investimenti miliardari su quella linea, il miglioramento del servizio passeggeri sul corridoio Reno-Alpi, che è un collegamento importantissimo, perché collegherà il nord Piemonte con il sud Piemonte. In mezzo c'è anche la linea Milano-Torino, quindi un possibile collegamento veloce, ma sulla Milano-Torino i treni veloci noi li vediamo solo passare e li salutiamo.
Questa è la situazione che si è prodotta per aver sbagliato completamente una previsione. Però, lo sappiamo, c'erano dei forti appetiti, sappiamo cosa c'era dietro l'alta velocità. È stato raccontato agli italiani che c'erano gli investitori privati che la realizzavano, mentre i privati non hanno messo una lira su quella linea. Per cui oggi paghiamo le conseguenze.
Non abbiamo una linea internazionale Torino-Svizzera, però su questo nessuno dice una parola. Lì c'era una linea sospesa, l'Arona-Santhià che investendo poche decine di milioni, consentirebbe di aprire un corridoio internazionale tra Torino e la Svizzera, cosa che adesso non c'è.
Qui si parla di andare tutti a Lione, però gli altri collegamenti non ci sono, si fa finta che non ci siano. Questo è incredibile, come se il Piemonte fosse solo Torino. Per carità, Torino è il capoluogo regionale, ma anche le altre parti del Piemonte vorrebbero dei servizi pubblici, mentre hanno visto in questi anni solo sospensioni, riduzioni e aumenti dei biglietti regionali. Questo abbiamo visto negli anni. Poi ci credo che nascono anche iniziative avventate, come quella del passaggio in Lombardia.
Su tutto questo vorrei chiedere al Gruppo LeU (Liberi e Uguali) qual è la loro posizione, se è un "ni TAV", perché attualmente in Regione sono alleati con la forza politica che maggiormente ha voluto impostare la sua campagna elettorale su questo tunnel di base. Sappiamo che la vostra posizione a livello nazionale è contraria alla TAV. Quindi, ci piacerebbe anche sentire la vostra voce di contrarietà a un'opera che noi riteniamo del tutto inutile per rilanciare il Piemonte, perché i problemi stanno altrove.
Se una multinazionale svedese si è permessa di andare nel Vercellese ad acquistare un'azienda e delocalizzare i cicli produttivi, è perché il sistema Italia è debole. La Borgolon di Varallo Sesia ha delocalizzato in Croazia, dicendo che l'energia costava troppo. Anche in quel caso è il settore industriale piemontese che è debole, che perde pezzi. La IFI di Santhià sta praticamente chiudendo, da cinque mesi non paga più gli operai.
È in questa situazione: 130 operai, un'azienda con 160 anni di storia. Io non credo che c'entri la TAV, ma c'entrano tantissime altre cose che questa Regione non è mai stata in grado di portare avanti. E purtroppo andiamo avanti facendo continuamente gli stessi errori.
Il rapporto dei pendolari di Legambiente segnalava il Piemonte come la regione delle linee ferroviarie sospese, però noi continuiamo a parlare di un tunnel che sarà pronto fra trent'anni.
Restituiamo i servizi ai pendolari, facciamo rinascere il tessuto economico e sociale piemontese che chiede a gran voce questi servizi pubblici, per tutti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Vorrei dare una notizia all'Aula, soprattutto al Movimento 5 Stelle che adesso ci chiama in causa: con ben dieci milioni e 700 mila voti il Movimento 5 Stelle ha vinto le scorse elezioni politiche, piazzandosi di fatto al primo posto. E vorrei dare una notizia anche alla Consigliera Frediani, che si rivolge verso il Presidente Chiamparino dicendo "noi non vogliamo la mini TAV": per quanto sia l'idea di forza del Presidente Chiamparino, non è il Presidente Chiamparino che sceglierà se portare avanti o meno i lavori della TAV. E vi spiego perché. Perché avete una maggioranza parlamentare e una maggioranza parlamentare che ha appena preso in giro il Paese.
Abbiamo discusso tante volte su questo tema con il Presidente Chiamparino.



(Commenti del Consigliere Bono e della Consigliera Frediani)



GRIMALDI Marco

Però fatemi intervenire, ho ascoltato tutta la mattinata i vostri interventi, non vi sto insultando..



PRESIDENTE

Lasciate che intervenga!



GRIMALDI Marco

Non sto mica insultando.



PRESIDENTE

Dire "preso in giro" non è un'offesa.
Lasciate parlare il Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Dicevo che, per quanto diano forza a questa tesi - immagino che il Presidente sarà felice - hanno una maggioranza. Hanno una maggioranza che tra l'altro, lo ripeto, ha appena preso in giro l'intero Paese, perch rimandando questa discussione dopo le elezioni europee, i primi a essere presi in giro - lo dico sommessamente al Movimento 5 Stelle, che ci chiede qual è il rapporto con il Movimento "No TAV" - sono proprio quelli del Movimento "No TAV". Perché a cosa serve questa decisione? Avete i numeri.
Volete fermare? Avete detto che era tutto legato alla valutazione costi benefici.
Secondo errore: io lo dico e, guardate, lo dice proprio uno che in qualche modo.



PRESIDENTE

Consigliere Grimaldi, mi scusi solo un attimo.
Ho dimenticato di salutare i ragazzi di una scolaresca.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo "A. Tallone" di Alpignano (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti del Modulo 2 di Cittadinanza Europea dell'Istituto Comprensivo "A. Tallone" di Alpignano, in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Trasporti su ferro

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Evoluzione questione TAV collegamento Torino-Lione" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo il dibattito sulle comunicazioni del Presidente Chiamparino.
Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Dicevo che fa un po' sorridere che un movimento politico basi un ventennio di battaglie politiche su un'analisi costi-benefici che, tra l'altro, vede tutti i suoi limiti: dalle accise fino a non capire che il vero problema della contraddizione della TAV e del trasporto merci su ferro, Consigliere Andrissi, è proprio il fatto che il sistema Paese non ha deciso di spostare su ferro la gran parte dei nostri movimenti.
E comunico un'altra curiosità, soprattutto al collega Andrissi. Compagno Andrissi, gliela dico meglio: siete al Governo, avete tutta la possibilità di far vedere le alternative a quegli investimenti. Ma le avete viste? Solo per capirci: abbiamo visto un euro in più d'investimento nel Nord Italia per il trasporto pubblico locale? L'avete visto? Abbiamo visto un grande piano d'investimenti per il trasporto su merci e su ferro? Io, in questa finanziaria non ho visto niente del genere. Lo dico, perché, come sapete anch'io vorrei spendere meglio quest'ultimo mese di Consiglio regionale meglio, rispetto alla discussione cui ho assistito questa mattina.
Presidente Chiamparino, abbiamo ancora tante cose da fare in questo mese: per esempio, la possibilità di estendere l'esenzione sui ticket anche a tutto il tema delle visite mediche specialistiche, la possibilità di fare una buonissima legge sui salva mutui, la possibilità che questo Consiglio continui a fare quello che ha fatto, cioè tirare fuori dal baratro questa regione.
Lo dico ai Consiglieri che mi chiedono delle contraddizioni, del perch siamo finiti insieme: chiedetevi voi perché fareste di tutto per difendere il vostro Governo, fareste di tutto con chi, tra l'altro, a Chiomonte era lì fino all'altro ieri.
Pertanto, ognuno guardi le proprie contraddizioni; di sicuro, se devo scegliere con chi fare i patti di Governo, non li farei mai né con i fascisti né con chi tiene.



(Commenti della Consigliera Frediani)



GRIMALDI Marco

Sì, ma guardi che è "Sì TAV" anche Salvini. Glielo ricordo, solo per capirci.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliera Frediani.



GRIMALDI Marco

Le do una notizia: lei è al Governo con Salvini e ha anche dei Ministri. Io non sono neanche seduto in Giunta eppure, a differenza sua, riconosco la dialettica politica.
Voi fate finta che la dialettica politica non esista e continuate a relegare questa discussione in un'analisi costi-benefici che è diventata un boomerang contro il movimento "No TAV" stesso. Fatevi un po' più furbi.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Consigliera Frediani! Se non offende nessuno, ha il diritto di dire quello che vuole! Va bene?



GRIMALDI Marco

È la democrazia, Consigliera! Lo so che le dà fastidio, ma è la democrazia!



PRESIDENTE

Consigliera Frediani, se continua così mi costringe a prendere un provvedimento. La smetta!



GRIMALDI Marco

La deve smettere, Consigliera. Lei sta con Salvini, sta con un Governo semi fascista e la dovrebbe un po' far finita.



(Proteste provenienti dai banchi riservati ai Consiglieri del Gruppo Movimento 5 Stelle)



GRIMALDI Marco

Mi dispiace, lo penso! Chi dà le colpe agli ultimi e non chi li affama è un fascista, secondo me, e dovete farvi un po' furbi e dovete aprire un po' gli occhi!



PRESIDENTE

Non vi sta dicendo che siete fascisti.



GRIMALDI Marco

E dovete guardarvi un po' le vostre contraddizioni!



PRESIDENTE

Salvini lo quereli.
Vada avanti, Consigliere Grimaldi.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Io non ho insultato nessuno!



PRESIDENTE

Scusate. Mi scusi un attimo, Consigliere Grimaldi



GRIMALDI Marco

Non vi ho dato dei fascisti.



PRESIDENTE

Consigliere Grimaldi, stia zitto un momento.
Rivolgo un appello all'Aula: un Consigliere, quando interviene, se non offende nessuno, ha il diritto - come questo diritto l'ha lei, Consigliera Frediani - di dire quello che pensa e di esprimere il proprio pensiero politico. Non mi pare abbia detto che sia fascista Salvini, ma, se così è lo quereli Salvini. Ci sono le registrazioni, faccia quello che crede.
Ha finito, Consigliere Grimaldi?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Allemano.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato sei ore e chiedo due minuti all'Aula: sarò molto veloce.
Secondo me, questa discussione ci porta molto oltre la tratta ad alta velocità (faccio mia la dizione del collega Fluttero, che la chiama "la TAV", perché è una tratta ad alta velocità). Secondo me, qui sono in ballo due principi sine qua non senza i quali le nostre giornate qui sono veramente buttate al vento.
Il primo è che le decisioni assunte democraticamente si portano avanti quando sono in fase avanzata di cantierabilità. Non sto a ricordare che c'è un Parlamento europeo e due Parlamenti nazionali. Trovo semplicemente ridicolo che si ironizzi sui 27 chilometri scavati, perché bisognerebbe provare a scavare 27 chilometri, così come sui 1.000 occupati e quant'altro.
Trovo ridicola un'analisi costi-benefici fatta a cantiere ampiamente avanzato; non si considera la progettazione come un lavoro in essere quindi qualsiasi persona di buonsenso darebbe per scontato che cosa fatta capo ha.
Il Presidente parla spesso di Verduno: mi sembra non sia appassionato del luogo dove è stato fatto l'ospedale, ma non ha mai messo in discussione la liceità di quell'opera, perché l'hanno decisa e se ne sono assunti la responsabilità. Oggi c'è e noi la portiamo avanti. Non è una questione che ci dà grande gioia, però un principio per chi ha amministrato, fosse anche solo un condominio, è che le decisioni assunte democraticamente si portano avanti.
Il secondo principio è che qui decontestualizziamo la vicenda della tratta ad alta velocità. Ho sentito parlare della Saluzzo-Savigliano. Quell'opera riguarda 30.000 persone e io sono una di quelle che stasera rientrerà con il trenino vicino a casa. La Asti-Cuneo riguarda 500 mila persone, quindi il sud del Piemonte. La vicenda della TAV riguarda l'Europa, perché se questo corridoio non passa da noi, passa a nord dell'Italia e noi diventeremo periferia.
Pertanto, trovo veramente ridicolo che si mettano sempre sullo stesso piano cose che hanno delle calibrature incomparabilmente distanti. Tutto quello che serve a richiamare questi principi elementari della politica sarà utile a chi amministra e a chi sarà dopo, a prescindere da chi vincerà, perch senza il rispetto per le scelte fatte e senza la definizione della cornice in cui si applicano le scelte non si va da nessuna parte e si perde soltanto tempo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? Consigliere Bono, lei è già intervenuto.
Cosa deve dire, Consigliere Bono?



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

L'ordine dei lavori è una parola che non esiste, Consigliere Bono, e questo lei dovrebbe saperlo.
Se le do la parola, sentiamo quello che vuole.



BONO Davide

Presidente, le dico solo questo: io credo che, a parti inverse, vorrei un Presidente dell'Aula che tuteli l'Istituzione.
A me, potete ben capire, della Lega e di Salvini può interessare che sia in buona salute, che faccia le cose che sono scritte nel contratto di Governo per il resto, non m'interessa. Ma se un membro di un Consiglio dà a un'Istituzione, a un Ministro dell'Interno, del fascista, così come - credo se lo dicessero di un Assessore della Giunta Chiamparino, in Parlamento credo che il Presidente dalla Camera Fico richiamerebbe all'ordine chiedendo di non utilizzare queste parole. Quindi le chiedo solo di rappresentare correttamente.



(Commenti del Presidente Chiamparino)



BONO Davide

Si sbaglia, Presidente Chiamparino, nella vita sbagliamo tutti. Lei ha sbagliato tante volte, ho sbagliato qualche volta anch'io e quindi, secondo me, da questo punto di vista, ci deve essere un minimo di correttezza.
Prendiamo, comunque, atto che il Gruppo di LeU, ovviamente essendo alleato con Chiamparino, porterà voti al "Sì TAV".
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Mi dispiace che si sia offeso, non ho l'immunità parlamentare come il Ministro Salvini e non mi farò comunque difendere dal Movimento 5 Stelle.
Volevo solo dire che il Vicepremier si può difendere da solo e da qualsiasi accusa. Evitiamo di polemizzare su questo tema.
Grazie.



PRESIDENTE

L'Ufficio di Presidenza garantisce tutto il Consiglio in una discussione di questo tipo. La parola "fascista" la considero effettivamente una parola grave, tuttavia mi sembra sia stata sdoganata abbondantemente soprattutto nel nostro Paese e può essere interpretata anche come elemento dittatoriale piuttosto che come elemento offensivo.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Se per cortesia adesso mi lasciate due minuti, perché, anche per rispetto dell'Aula e del dibattito, credo sia giusto fare mie considerazioni, non conclusive.
Prima di tutto - per carità, come dimostrano anche queste battute, si pu sempre discutere meglio - io sono stupefatto dello stupore. Su un tema di cui parla tutta Italia, parla una parte dell'Europa, che il Consiglio regionale del Piemonte si stupisca del fatto che si discute di questo, mi stupisce. È una considerazione. Poi, so benissimo che ci sono tante altre questioni, come il bilancio di cui discuteremo, ma in un momento in cui ripeto, buona parte d'Italia, per non esagerare, considera questo uno dei temi centrali sarebbe stupefacente se noi non ne parlassimo.
Seconda questione, e qui mi rivolgo al Consigliere Tronzano, che mi ha interpellato direttamente. Sul fatto che ci sia una disponibilità dell'Unione Europea a salire al 50% nei finanziamenti sia della parte transfrontaliera, cosa già stabilita nel regolamento che entrerà in vigore per la programmazione '20-'27, sia anche una disponibilità a considerare la stessa percentuale per le parti nazionali, l'ho detto io, riportando una telefonata con il Vicepresidente di Rhone Alpes, Etienne Blanc, il quale ha avuto queste rassicurazioni dalla Commissione Europea. E nessuno le ha smentite.



(Commenti della Consigliera Frediani)



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

No, no...
Lei non segue attentamente, forse.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Guardi, tutto può dire, tranne che questo.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Però lei segue attentamente quello che le conviene. Quando il Ministro francese Etienne Blanc, con un comunicato scritto, che posso esibire in qualunque momento e che su sua autorizzazione io ho reso pubblico, ha detto che le cifre non erano cambiate, il che non smentisce la disponibilità.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Vale per tutte le opere!



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Frediani, basta!



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

No! Consigliera Frediani, è inutile che stia.
La disponibilità a salire al 50% c'è, ma la deve chiedere il Governo interessato.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Ma cosa dice?



PRESIDENTE

Se possiamo evitare il dialogo, saremmo grati a entrambi.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Vale per tutte le grandi opere su cui ci sono finanziamenti europei e non solo per la parte transfrontaliera, ma anche per la parte nazionale.
Chiaro questo? Seconda cosa. Non escludo affatto, come lei diceva, a considerare la presa in carico, gestionalmente, dell'opera; naturalmente, questo sta a pieno titolo dentro all'articolo 116 della Costituzione, che è il tema sul quale il Vicepresidente sta completando (anzi, la parte tecnica è già completata) e sta predisponendo, insieme al Ministro Stefani, la bozza d'intesa e su cui non è affatto escluso - è un classico caso - che possa esserci un passaggio di gestione all'insieme delle Regioni interessate, a fronte ovviamente, delle risorse necessarie a fare. È chiaro che non può essere senza il passaggio delle correlative risorse necessarie a fare.
Terza cosa, e finisco rapidissimamente. Ripeto: la scadenza è l'11 marzo se l'11 marzo il Governo farà una lettera, una telefonata, o quello che vorrà, in cui dirà "si fanno i bandi", noi faremo festa (non so se la farà anche il Governo, questo è un altro discorso che non mi riguarda, se non indirettamente).
Se invece non sarà così, io credo occorra mobilitare politicamente il Piemonte affinché faccia sentire qual è la volontà dei piemontesi.
Figuriamoci, Consigliere Fruttero, se io non sono d'accordo che le elezioni del 26 maggio saranno un modo anche per decidere su questi aspetti - io ho già anche in testa lo slogan - quindi non è questo il punto.
Il punto è che il Ministro Salvini è equivoco, è ambiguo, perché da una parte dice che è a favore, e lo capisco, perché cavalca un tema che l'opinione pubblica vede con favore. Dall'altra parte, però, continua a tenere bloccata l'opera per salvare un patto di potere con il Movimento 5 Stelle, che è quello che in questo momento sta dominando. Per evitare che l'equivoco e l'ambivalenza continui.
Guardate, lo voglio dire chiaro, dato che c'è qualcuno che lo dice: anche se vinceste voi - fatto che, come ci siamo già detti altre volte, bisogna sempre valutare quando le bocce sono completamente ferme - sull'onda delle votazioni in Abruzzo, in Sardegna o di quello che sarà, questo non è risolto di per sé, perché il patto di potere con il Movimento 5 Stelle permane. Dato che gli esponenti del Movimento 5 Stelle, ai quali riconosco coerenza piena, perché loro non sono mai stati equivoci sul tema, e dato che il Ministro Salvini il patto di potere lo mantiene, chiunque governi il Piemonte l'ambiguità del Ministro Salvini resterà. Ed è per questo che è importante che ci sia un modo di pronunciarsi che sia specifico sul tema nel caso in cui venga mantenuto il blocco; ed è per questo - ed ho finito che io chiederò.
Ho fatto anche qualche verifica e dato che io, per essere molto chiari, a differenza dei Ministri di questo Governo che non si degnano di rispondere a una lettera del Presidente della Regione sull'Asti-Cuneo del 5 giugno 2018 (barbarie istituzionali, ripeto, barbarie istituzionali), sono invece rispettoso delle Istituzioni, fatti gli approfondimenti tecnici, scriver una bella lettera - hanno detto che la devo fare io come rappresentante esterno dell'Istituzione - al Ministro Salvini, in quanto titolare del Dicastero degli Interni, per chiedere se è possibile, nel giorno dell'election day (elezioni europee e regionali), celebrare una consultazione popolare, ai sensi dell'articolo n. 86 dello Statuto, per consentire ai cittadini piemontesi di pronunciarsi sul sì o sul no al blocco della TAV che questo Governo sta attuando.
Se il Ministro dirà che si può fare, l'organizzeremo insieme alle consultazioni elettorali; se ci risponderà che non si può fare.



(Commenti della Consigliera Frediani)



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Non si preoccupi, Frediani.



PRESIDENTE

Scusi, Frediani, però.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Non ho sentito, cos'ha detto?



PRESIDENTE

Si può chiedere.
No, no, no, no! Frediani, lei non può continuare così.
Lasci finire il Presidente Chiamparino.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Ma non è un dialogo! Allora, la smetta di parlare, se non è un dialogo! FREDIANI Francesca (fuori microfono) Ma che procedura è questa?



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Non si preoccupi. Io rispetto le Istituzioni.



(Commenti della Consigliera Frediani)



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Non si preoccupi.



PRESIDENTE

Il Presidente Chiamparino sta concludendo il suo intervento.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Di fronte a un Gruppo, che è rappresentato al Governo; di fronte al Ministro Toninelli che, dal 5 giugno, non si degna di rispondere a una lettera; di fronte al Presidente del Consiglio Conte che, dal 29 settembre "seduto in quel caffè" , non si degna di rispondere a una lettera; insomma di fronte a questo tipo di atteggiamento istituzionale, io che, invece sono serio, non procedo, se non ho fatto correttamente le verifiche istituzionali col Ministero dell'Interno, quindi non faccio alcuna forzatura! Guardate, se il Ministro dell'Interno mi risponde che la consultazione non si può fare, non preoccupatevi, perché trovo mille altri modi per far pronunciare i piemontesi sul tema della TAV.
Non preoccupatevi, perché su questo so di stare dalla parte del Piemonte che non vuole essere messo in un angolo!



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Chiamparino.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Basta, basta! Dichiaro conclusa la discussione sulle comunicazioni della Giunta.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 4) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 391 "Fondazione C.R.T. Cassa di Risparmio di Torino - Consiglio di indirizzo" - Designazione di due terne nel cui ambito il Consiglio di indirizzo della Fondazione provvederà a nominare due Consiglieri Proclamo designati, quali componenti della seconda terna nel cui ambito la Fondazione C.R.T. - Cassa di Risparmio di Torino provvederà a nominare un Consigliere, la signora Anna Maria Di Mascio e i signori Francesco Di Pasquale e Agostino Ghiglia.
Proposta di deliberazione n. 392 "Commissione di Garanzia" - (articolo 91 Statuto della Regione Piemonte e articolo 3, comma 1, l.r. 25/2006) elezione di 1 membro in sostituzione del signor Paolo Cattaneo La votazione non è valida per mancato raggiungimento del numero legale richiesto da legge regionale 25 del 2006.
Proposta di deliberazione n. 390 "Fondazione Museo Arti e Industria di Omegna" - Collegio dei Revisori dei Conti - Nomina di un Revisore dei Conti Proclamo designato, quale Revisore dei Conti del Collegio dei Revisori della Fondazione Museo Arte e Industria di Omegna, il signor Arzufi Eraldo.
Proposta di deliberazione n. 393 "Associazione 'Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà'" Consiglio direttivo - Designazione di un rappresentante" Proclamo designato, quale Rappresentante del Consiglio Direttivo dell'Associazione Museo Diffuso della Resistenza e la Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà, il signor Gambotto Fulvio.
Do atto che, ai sensi dell'articolo 20 del d.lgs 39/2013, la presentazione della dichiarazione, da parte del soggetto nominato, sulla insussistenza di una delle cause di inconferibilità di cui al citato decreto è condizione per l'acquisizione dell'efficacia dell'incarico.


Argomento: Trasporti su ferro

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Evoluzione questione TAV collegamento Torino-Lione" (atti d'indirizzo collegati) (seguito)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame degli atti di indirizzo collegati alle comunicazioni della Giunta regionale.
. Mozione n. 1562 presentata da Ferrentino, Allemano, Barazzotto, Caputo Conticelli, Corgnati, Gallo, Olivetti, Ravetti e Valle, inerente a "Analisi costi-benefici del nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione.
Necessario e urgente un approfondimento tecnico e giuridico per scongiurare il non completamento dell'opera".
La parola al Consigliere Ferrentino per l'illustrazione.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
La mozione era già presentata, quindi è già a conoscenza dei colleghi.
Desidero integrare con la parte aggiunta dopo l'intervento del Presidente di questa mattina.
Poiché il Presidente Chiamparino ha manifestato al Consiglio la volontà di dare voce ai cittadini piemontesi, s'impegna la Giunta regionale del Piemonte, nella non auspicata ipotesi che TELT sia ancora indotta a bloccare i fondi di gara per il proseguimento dell'opera, a verificare ogni possibile soluzione per permettere ai cittadini piemontesi di potersi esprimere, anche con l'eventuale abbinamento alle elezioni del 26 maggio 2019.
Questa è soltanto la parte che è stata aggiunta stamattina e che integra quanto avevo già depositato qualche settimana addietro.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.35, riprende alle ore 16.37)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Il Movimento 5 Stelle ha presentato degli ordini del giorno che saranno illustrati dal Consigliere Valetti in un solo intervento, dopodiché li metteremo in votazione.
Li enumero tutti.



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 1568 presentato da Valetti, Andrissi, Bono e Bertola inerente a "Proposta di consultazione popolare ai sensi dell'articolo 86 dello Statuto della Regione Piemonte per la riapertura della Ferrovia Pinerolo-Torre Pellice"



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 1569 presentato da Mighetti, Valetti, Andrissi, Bono Bertola, Campo e Frediani, inerente a "Proposta di consultazione popolare ai sensi dell'articolo 86 dello Statuto della Regione Piemonte per la riapertura della ferrovia Alessandria-Castagnole e Asti Castagnole-Alba".



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 1570 presentato da Valetti, Andrissi e Bertola inerente a "Proposta di consultazione popolare ai sensi dell'articolo 86 dello Statuto della Regione Piemonte per il potenziamento della ferrovia Pinerolo-Torino".



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 1571 presentato da Andrissi, Bono e Mighetti, inerente a "Consultazione popolare ai sensi dell'articolo 86 dello Statuto della Regione Piemonte per la riapertura ferrovia Arona-Santhià e Novara Varallo".



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 1573 presentato da Campo, Andrissi, Bono, Bertola Mighetti e Valetti, inerente a "Consultazione popolare ai sensi dell'articolo 86 dello Statuto della Regione Piemonte - Riapertura della linea ferroviaria Cuneo-Mondovì".



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 1574 presentato da Campo, Andrissi, Bono, Bertola Mighetti e Valetti, inerente a "Consultazione popolare ai sensi dell'articolo 86 dello Statuto della Regione Piemonte - Riapertura della linea ferroviaria Cuneo-Saluzzo".



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 1575 presentato da Campo, Bertola, Mighetti e Valetti inerente a "Consultazione popolare ai sensi dell'articolo 86 dello Statuto della Regione Piemonte - Riapertura della linea ferroviaria Bra Ceva".



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 1576 presentato da Campo, Andrissi, Bono, Bertola Mighetti e Valetti, inerente a "Consultazione popolare ai sensi dell'articolo 86 dello Statuto della Regione Piemonte - Riapertura della linea ferroviaria Ceva-Ormea".



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 1577 presentato da Campo, Andrissi, Bono, Bertola Mighetti e Valetti, inerente a "Consultazione popolare ai sensi dell'articolo 86 dello Statuto della Regione Piemonte - Riapertura della linea ferroviaria Bastia Mondovì-Mondovì".



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 1578 presentato da Campo, Andrissi, Bono, Bertola Mighetti, Valetti, inerente a "Consultazione popolare ai sensi dell'articolo 86 dello Statuto della Regione Piemonte - Riapertura della linea ferroviaria Busca-Dronero".



PRESIDENTE

Prego, collega Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Oggi, parlando di TAV, ne abbiamo approfittato per ripuntare i riflettori su un problema concreto - questo invece concreto - del Piemonte, che sono le sue 14 linee ferroviarie sospese, di cui praticamente la maggior parte resterà tale anche dopo questo mandato di Amministrazione regionale.
Brevemente, come stabilito con i colleghi Campo, Andrissi e Mighetti abbiamo richiesto con degli ordini del giorno di sottoporre a consultazione popolare la riapertura di queste linee: la Pinerolo Torre-Pellice, l'Asti Alba, la Castagnole-Alessandria, la Novara-Varallo, la Santhià-Arona, la Bastia-Mondovì, la Bastia di Mondovì-Mondovì, la Bra-Ceva, la Ceva-Ormea la Cuneo-Mondovì, la Cuneo-Saluzzo. Sono tutte linee ferroviarie che trasportavano delle persone fino al 2012 e che sono state chiuse, lasciando interi territori sprovvisti di un servizio.
Noi vogliamo sapere cosa ne pensano i piemontesi dell'avere tolto queste linee ferroviarie cancellandole con un tratto dalla mappa delle ferrovie piemontesi e italiane. Non è successo in alcun'altra Regione italiana e credo neanche europea che, mentre si va verso una maggiore sostenibilità ambientale ed elettrificazione dei trasporti, si chiuda il 25% delle ferrovie di una Regione; la stessa Regione che, secondo alcune parti politiche, deve puntare tutto su un solo costosissimo tunnel, lasciando chiuse tutte queste ferrovie utili.
Noi chiediamo che si consultino i piemontesi, anche quando sappiamo che l'esito non è favorevole a quello che vorrebbe la Giunta Chiamparino, il Partito Democratico e tutti quelli che hanno più a cuore l'interesse di qualche grande opera, un po' meno quelle piccole cose che servono ai cittadini.
Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono interventi sulla mozione n. 1562? Prego, Consigliere Vignale, prenda pure la parola.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
A rigore di Regolamento, potrei fare 15 interventi: uno per ordine del giorno. Ma mi conterrò e ne farò uno relativo invece al documento presentato dal collega Ferrentino, che non riguarda la TAV, ma riguarda il rispetto delle situazioni e il far sì che questa Regione si doti di uno strumento che non ha.
Noi non possiamo svolgere un referendum consultivo non perché il destino è cinico e baro, ma per un motivo molto banale: abbiamo previsto all'interno del nostro Statuto questo strumento di consultazione, ma non è mai stata fatta una legge ordinaria.
Dico questo perché nel dicembre del 2014, in modo formale, l'allora Capogruppo di Forza Italia, Senatore Pichetto, avanzò all'Ufficio di Presidenza questa richiesta: il fatto di creare una norma che, in qualche modo, desse la possibilità al Consiglio regionale di dare applicazione a quel che prevede lo Statuto. In questi anni non mi sembra che questa maggioranza, nonostante questo, si sia peritata di fare qualcosa per ascoltare i piemontesi.
Aggiungo un secondo aspetto, che alcuni colleghi ricorderanno, mentre altri no, rispetto al fatto di quanto sia importante ascoltare i piemontesi (ovviamente, io ritengo che lo sia): il centrodestra (e non solo, in realtà anche un Comitato che era nato all'interno e all'esterno del Consiglio regionale), raccolse le firme per farsi autorizzare la possibilità di consultazione popolare per la DGR 1-600 sulla riforma sanitaria. Come i colleghi ricorderanno, il Consigliere Ravetti, che non ricordo se fece l'intervento da Capogruppo o da Presidente della IV Commissione, fu molto puntuale nel dire che non si può svolgere un referendum su materie che riguardano la legislazione nazionale e non regionale.
Ora, si può fare tutto, ma ci andrebbe un po' di deuit - direbbe il Presidente Chiamparino - nel redigere gli ordini del giorno. Io ho sempre avuto grande rispetto per le istituzioni, pur avendo una visione della vita politica che faceva del capo di una maggioranza un aspetto importante. Ma il fatto che in un ordine del giorno si scriva: "Visto che il Presidente Chiamparino ha manifestato al Consiglio la volontà di dar voce ai cittadini piemontesi".



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Chi se ne frega! Nel senso che solitamente "la Regione Piemonte" o "la Giunta regionale" sono i termini che abitualmente si usano. Perché quando un nome e un cognome "ha la volontà di.", quel nome e cognome doveva soltanto dire al suo Ufficio di Presidenza, in cui vi è una maggioranza di centrosinistra, di fare, come ha richiesto da cinque anni, una legge che consentisse a tutti i piemontesi di potersi esprimere su una consultazione referendaria, non solo quando piace ad una parte della maggioranza, e non solo sui temi che sono elettoralmente più sensibili.
Lo dico essendo ovviamente favorevole alla consultazione. E qualora vi fosse una consultazione, non avrei alcun dubbio sul voto da esprimere. Per deve valere per tutti. Perché noi abbiamo negato ai cittadini piemontesi la possibilità di esprimersi sulla riforma sanitaria, perché ci sarebbe stato dico io, sbagliandomi, ma tanto con la prova del "no" non c'è nient'altro verosimilmente un largo dissenso rispetto alla riforma che avete fatto.
Gli strumenti di consultazione popolare sono indispensabili, in particolar modo per chi, come me, crede nella democrazia diretta. Ma gli strumenti di consultazione popolare devono essere usati da tutti. Perché con la logica del pezzo di carta da aggiungere alla scheda, è evidente che noi potremmo chiedere che il 26 maggio si discuta di 114 altre cose. Perché questo non avviene? Perché, come il Presidente Chiamparino sa, vista la sua lunga storia nelle Istituzioni, gli strumenti di partecipazione alla vita democratica sono regolamentati. E quando non lo sono, risultano difficili da utilizzare. Questo è il grande errore che è stato commesso durante questa legislatura.
Se il problema posto fosse stato sollevato tre mesi fa, capisco che nessuno sarebbe stato in grado di fare una legge ordinaria, perché così viziata dal tema "Sì TAV" o "No TAV". Ma visto che quello è un tema che ponemmo nel 2014, forse, se ci aveste dato ascolto, lo si poteva fare su questo tema come lo si sarebbe potuto fare su altri temi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Intervengo solo per annunciare, a nome del Gruppo, il nostro voto negativo rispetto all'atto di indirizzo del Consigliere Ferrentino, che, tra l'altro, vedo che ha un'aggiunta a penna abbastanza incomprensibile, che forse non è stata letta nell'illustrazione.
Mi viene quasi da pensare che dopo la giornata di oggi, avendo visto anche un'ansa del Presidente Boeti in cui si diceva che non fosse proprio così praticabile la via della consultazione, si sia cercato una soluzione del tipo: "Cosa facciamo? Ma sì, scriviamo a Salvini e proviamo a mettere una scheda in mezzo alle altre". Poi il tutto è stato riassunto in questo pasticcio inserito nell'atto di indirizzo che stiamo per votare.
Presidente, lei ha detto che ha rispetto per le Istituzioni: se le sembra di dimostrarlo in questo modo...
Presidente Chiamparino, se posso avere la sua attenzione solo più per un minuto, dicevo che lei ha appena dichiarato di nutrire rispetto per le Istituzioni, ma poi pensa di avviare un percorso totalmente al di fuori di ogni norma e di ogni regolamento previsto nella nostra Regione. Lei pensa di scrivere una lettera al Ministero - non si sa bene seguendo quale tipo di procedura - e immagine pure di aggiungere una scheda per le prossime elezioni inserendo.
A questo punto, apriamo il televoto durante la seduta di Consiglio, o la prossima! Ci organizziamo e facciamo un'ultima ora di televoto, come a Sanremo! Mi sembra veramente che si stia rasentando il ridicolo.
Se riusciremo a ottenere un parere rispetto a questa sua nuova idea di procedura ben venga, discutiamone. Ma dubito che si possa trovare qualcuno che possa avallare questo tipo di proposta. Mi sembrerebbe veramente un ridicolizzare gli strumenti che il Consiglio regionale ha a disposizione per consentire ai piemontesi di esprimersi; strumenti che su questo tema particolare e in queste condizioni non sono assolutamente praticabili.
Eviterei, quindi, di cercare ulteriori scorciatoie che non hanno nessuna legittimità e renderebbero soltanto questo Consiglio ridicolo (non mi viene in mente altro termine), una soluzione un po' raffazzonata per cercare di evitare il peggio. Per voi, ovviamente, il peggio è la fine di questa grande opera inutile, mentre per noi sarebbe finalmente un buon risultato ottenuto.
Al Consigliere Grimaldi dico soltanto che io non accetto lezioni di coerenza nei confronti del Movimento "No TAV" da parte di nessuno. Io non ho nessun problema ad andare davanti al movimento "No TAV" a ribadire le mie posizioni, che sono sempre le stesse da tantissimi anni. Dopo numerose manifestazioni, vi assicuro che credo di poter andare tranquillamente a testa alta davanti al movimento "No TAV", senza temere nessuna accusa di incoerenza e ogni voto che viene dato alla parte politica che rappresento e in cui sono eletta, è un voto dato al "no".
Io non mi candido in una coalizione per cui dico di essere "No TAV" e i voti che arrivano a me finiscono poi nel calderone dei "Sì TAV".
Per cui, prima di dare lezioni di coerenza agli altri, magari guardarsi un attimo allo specchio.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Campo, voglio dire alla Consigliera Frediani che in questo Consiglio regionale.



(Commenti del Vicepresidente Reschigna)



PRESIDENTE

.non sulla mozione n. 1562; interviene soltanto uno di loro - e così hanno fatto. Per cortesia, Vicepresidente Reschigna, faccia il suo lavoro e che io provo a fare il mio.
Volevo dire alla Consigliera Frediani che non mi pare che questo Consiglio regionale sia stato ridicolo in questi cinque anni e ha lavorato in maniera seria.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

No, no. Lei usa delle parole e poi, quando altri usano parole che non vanno incontro alle sue aspettative, lei stigmatizza.
Mi lasci dire che secondo me ha fatto male a dire che questo Consiglio regionale, in quest'occasione, è ridicolo.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Ma non lo dico!



PRESIDENTE

Va beh, magari allora non ho capito.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Di nuovo, rimango perplesso rispetto a questa mozione, che parte dalla richiesta di un impegno, di un approfondimento tecnico-giuridico urgente come se non ne avessimo appena fatto uno, e arriva al fatto che, siccome il Presidente della Regione avrebbe piacere di consultare la popolazione bisognerà trovare il modo, se per caso non venissero emessi i bandi TELT di consultare la popolazione piemontese.
Tuttavia, com'è emerso da quanto dichiarato dal Presidente Chiamparino poc'anzi, non potendolo fare in virtù del fatto che le prescrizioni del nostro Statuto non sono state regolamentate per poterlo fare, nonostante questo articolo statutario sia lì non da poco tempo, allora scriveremo al Ministro dell'Interno per chiedergli di fare un referendum, neanche formalizzato, ma sostanzialmente un referendum, all'interno della votazione delle elezioni europee-regionali-amministrative.
A me viene in mente, non più tardi del 2016, il fatto che il Governo precedente disse che non si poteva accorpare il referendum (allora delle trivelle) alle votazioni amministrative.
Per carità, a livello nazionale si parla solo di referendum abrogativo però qua stiamo parlando di una consultazione, che non è il consultivo e non è normato né a livello nazionale né a livello regionale da noi, quindi stiamo chiedendo di fare una cosa che non esiste dal punto di vista procedurale e regolamentare.
Si tratta, quindi, di mettere il nulla. Potrebbe veramente andare lì chiunque a dire: aggiungiamo, scrivo a Salvini e voglio aggiungere un bigliettino con la pubblicità di un prodotto per la pulizia del viso dimagrante.
Chiunque può chiedere una cosa assurda al Ministro dell'interno.
Mi pare che, come rispetto istituzionale, ma anche come logica, un Presidente di Regione non può "svegliarsi" e dire: "Voglio consultare la popolazione della mia Regione, però, siccome non mi sono preoccupato in cinque anni di dare regola a una prescrizione del mio Statuto, lo deve fare il Ministro dell'interno".
Presidente, come le abbiamo già suggerito informalmente, volendo ci sono le piattaforme online per la raccolta firme. Liberissimi di usarle tutti quanti, le usiamo anche noi, però cerchiamo veramente di non prenderci in giro e di non prendere in giro i cittadini parlando in quest'Aula di cose istituzionalmente insensate. Quello che avete detto poc'anzi è insensato.
Questo è l'assurdo. L'anno scorso, quando parlavate di autonomia differenziata, vi dicemmo: perché non lo chiediamo ai piemontesi come hanno fatto il Veneto e la Lombardia? Potevate pensarci allora e dirci: "Non è normato, non lo possiamo fare adesso, però lavoriamo sul fare una norma che permetta di avere un po' più di democrazia diretta in questa Regione".
Il centrodestra non lo fece a suo tempo, non gli interessava; anzi, ha sostanzialmente disinnescato l'unico referendum mai tentato su iniziativa popolare in questa Regione. Il centrosinistra, in cinque anni di piena legislatura, non ci ha neanche provato a ripristinare un minimo di democrazia diretta.
Smettiamola con queste assurdità e parliamo delle cose sensate. Se c'è da votare una mozione, non mettiamoci dentro, a scarabocchio, cose che non hanno nessun fondamento giuridico e istituzionale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Procediamo con le votazioni.
Il numero legale è 25.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1562, il cui testo sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Passiamo agli ordini del giorno presentati dal Gruppo del Movimento 5 Stelle.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1568, il cui testo sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1569, il cui testo sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1570, il cui testo sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1571, il cui testo sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1573, il cui testo sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1574, il cui testo sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1575, il cui testo sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1576, il cui testo sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1577, il cui testo sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1578, il cui testo sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame disegno di legge n. 342, inerente a "Bilancio di previsione finanziario 2019-2021"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame del disegno di legge n. 342, inerente a "Bilancio di previsione finanziario 2019-2021", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Appiano, che ha facoltà di intervenire.



APPIANO Andrea, relatore

Grazie, Presidente.
Arriviamo in Aula dopo un lavoro di Commissione che ha occupato le sedute dall'inizio dell'anno fino alla scorsa settimana sull'ultimo bilancio triennale di questa legislatura.
Perché preciso che si tratta dell'ultimo bilancio della legislatura? Perch vale la pena, prima di entrare in qualche dettaglio specifico del bilancio medesimo, fare anche un breve resoconto di quella che era la situazione di partenza, rispetto a quella che è la situazione stabilizzata in questo bilancio triennale.
Quando è iniziata questa legislatura il bilancio della Regione - attraverso un'attenta opera di rivisitazione di tutti i capitoli di entrata e di spesa, l'emersione di debiti fuori bilancio, di residui perenti che avrebbero dovuto essere reiscritti e così via - presentava un disavanzo sostanziale di oltre tre miliardi di euro, un indebitamento di oltre dieci miliardi di euro (10,5 miliardi, per la precisione), a fronte di un bilancio che complessivamente ammonta a 11-12 miliardi.
Quando si arriva a fare una valutazione di sintesi finale di un lungo percorso che non nasce oggi, ma nasceva cinque anni fa, occorre dire che se quest'oggi arriviamo ad analizzare ed approvare un bilancio che è riuscito anche grazie a una serie di provvedimenti nazionali che hanno dato alle Regioni gli strumenti per poter gestire situazioni complesse come queste ma anche e soprattutto attraverso l'operato, in particolare, del nostro Vicepresidente della Giunta regionale - a ricondurre su un binario di sostenibilità nel tempo dei conti della nostra Regione, questa credo sia l'eredità più importante che lasciamo alle future Amministrazioni, al contrario di quella che abbiamo ereditato quando siamo entrati in carica.
Oggi, la quota che annualmente viene destinata alla copertura del disavanzo, che in parte deve essere coperta in 20 anni e in parte in 30, è di circa 106-107 milioni di euro e costituisce anche il limite, in virtù delle novelle legislative degli ultimi anni, di impiego dell'avanzo che viene ad accertarsi anno per anno, attraverso il consuntivo. Anche di questo si darà conto nel corso della relazione.
È chiaro, poi, che, facendo il saldo finale dello stock di disavanzo e di debito che andremo a lasciare in eredità, questo sarà più basso di quello ereditato a inizio legislatura, perché nel corso degli anni sono state coperte le prime rate di questo Piano di rientro - appunto - ventennale o trentennale.
Pertanto, questo, come gli ultimi bilanci, è un bilancio autenticamente triennale, nel senso che non ha un occhio di riguardo solo alla prima delle tre annualità, ma cerca - soprattutto sui capitoli politicamente più rilevanti - di dare una copertura e una stabilizzazione sull'intero triennio.
Tra le misure nuove che vengono contemplate, vi è anche un accantonamento derivante da un'operazione di rinegoziazione di alcuni mutui contratti da questa Regione; accantonamento che cerca di affrontare - e sarà, questa una sfida anche delle prossime settimane e dei prossimi mesi - il tema del riacquisto almeno di uno dei tre derivati del passato. È chiaro che questa è un'operazione che non guarda all'immediato, non guarda al futuro prossimo, ma guarda a un futuro un po' più avanti nel tempo. È segno che quest'Amministrazione ha cercato non solo di consolidare nell'oggi i conti della Regione, ma anche di lasciare, da questo punto di vista, su un tema così delicato come quello dei tre derivati contratti diversi anni fa, una situazione migliore di quella trovata.
Un altro dato in punto di partenza che mi sembra interessante sottolineare è che, anche dal punto di vista della cassa, sono stati fatti degli sforzi immensi, nel corso di questi anni, per migliorare una situazione che era drammatica. Non che oggi i problemi siano risolti, non che oggi la Regione riesca a pagare, in termini di cassa, la competenza dell'anno al 100%. Noi sappiamo che sono stati fatti progressi che per legge andavano fatti, in parte sanitaria e in parte non sanitaria, per tutti i pagamenti che hanno a monte una fattura, e quindi, dove vi sono delle norme che impongono il pagamento entro 30 o 60 giorni, ma anche per quei pagamenti che non hanno a monte una fattura e che quindi fuoriescono da questa normativa, i tempi sono nettamente migliorati rispetto al passato.
Perché è importante sottolineare questo punto? Perché noi spesso prestiamo attenzione solo a quali cifre andiamo a scrivere nel bilancio, a quali accordi riusciamo a fare con Enti locali, a quali pagamenti abbiamo da onorare nei confronti di impresa o soggetti terzi, ma se poi quei pagamenti non vengono effettivamente effettuati, il rischio è che la Regione stessa come altri enti in notevole ritardo di pagamento, sia causa di problemi di liquidità e di sopravvivenza di Enti locali, imprese e persone fisiche che vantano un credito da parte della Regione medesima. Pertanto, anche l'attenzione alla cassa è un tema di centrale importanza.
Questo è un bilancio che reimposta, anno per anno, e quindi anche sul triennio che stiamo analizzando, le parti di cofinanziamento regionale dei progetti finanziati con i fondi europei. Anche da questo punto di vista, il trend in questi cinque anni è radicalmente cambiato rispetto alla legislatura precedente.
Io, qui, ho in mente anche un esempio concreto, riguardante la realtà che conosco più direttamente, ma possiamo estenderlo dicendo che, a inizio legislatura, noi abbiamo dovuto dare copertura di bilancio ai cofinanziamenti regionali del settennato europeo che si era già concluso un anno prima dell'inizio della legislatura in corso. Contemporaneamente, ci siamo dovuti porre il tema del finanziamento, anno per anno, di ciascuno dei sette anni della nuova programmazione e, contemporaneamente, negli ultimi mesi, stiamo lavorando per le linee guida della programmazione del settennato futuro.
Pertanto, anche da questo punto di vista, ritengo vi sia una regolarità e correttezza di gestione finanziaria sicuramente migliore di quella del passato.
Come viene spesso detto, la cura dei conti non è un fatto ragionieristico ma è un fatto anche eminentemente politico, perché a valle delle spese finanziate con il nostro bilancio ci sono servizi pubblici, Enti locali imprese e persone che vantano crediti o hanno aspettative rispetto all'azione regionale.
È una Regione che, abbiamo detto, anche in questo bilancio mette in sicurezza alcuni capitoli che consideriamo centrali dal punto di vista dell'azione di Governo che in questi cinque anni abbiamo cercato di portare avanti. Pensiamo al tema delle politiche sociali: il fondo indistinto viene garantito ormai da alcuni anni nella medesima misura (44 milioni circa di euro) e anche questa è una novità. In passato, spesso gli enti gestori attendevano gli ultimi giorni dell'anno per sapere di quante risorse avrebbero beneficiato per l'anno che si stava per concludere. Questo impediva, di fatto, una programmazione anche minima. Nella logica, poi, di un bilancio triennale e non più pluriennale com'era prima, dove c'era quindi una diversità tra l'annualità e gli altri due anni del triennio quest'esigenza di stabilizzazione di fondi è ancora maggiore.
Le borse di studio universitarie: è una posta di grande rilevanza anche dal punto di vista quantitativo. Vengono garantite anche in questo nuovo bilancio le risorse per dare a tutti gli studenti aventi diritto della borsa di studio il beneficio economico.
Il fondo per la montagna: anche da questo punto di vista, il bilancio che andiamo ad analizzare stabilizza le risorse.
Ultimo, ma non ultimo, tutto quel fondo che complessivamente noi definiamo "extra LEA", che ammonta a circa 55 milioni di euro, che viene garantito sull'anno in corso ed è parzialmente garantito già sui due anni successivi all'anno in corso (su questo poi farò un inciso finale), che si aggiunge a quei circa 13, 13 milioni e mezzo di cosiddetti extra LEA, quando vi era il Piano di rientro, che però l'azione della Giunta sta cercando di riportare sotto il cappello della copertura finanziaria del fondo sanitario.
Perché sono fondi importanti? Perché in quei 71 milioni ci stanno i circa 30 milioni destinati alla fragilità psichiatrica, intesi come compartecipazione alle rette degli ex RP3, ma anche le borse lavoro e quindi gli assegni terapeutici che riguardano questo campo; ci stanno i 22 milioni e rotti di euro per il tema degli assegni di cura, che a oggi hanno una vigenza in alcune ASL territoriali e che auspichiamo possano avere in futuro un'estensione anche in altre parti di territorio; ci stanno i cinque milioni e 400 mila euro di interventi in materia di SLA, che in parte sono finanziati con fondi tratti dal fondo per la non autosufficienza (tre milioni e 600) e per il resto, invece, sono integrati con fondi regionali.
Poi, ci stanno quei 13 milioni con copertura sanitaria, che riguardano una parte della quota dei primi sessanta giorni di ricovero in post-acuzie, la quota per i nuclei Alzheimer e la quota di innalzamento del tetto di compartecipazione sanitaria rispetto alla misura fissata nei LEA, in campo di disabilità.
Il fatto che si stabilizzino queste risorse dal punto di vista sociale e sanitario, quindi della politica della salute, ha una centrale importanza.
Un tema che qui viene tracciato come assegno di cura, ma più in generale lo potremmo definire e declinare come domiciliarità, lo abbiamo analizzato e discusso parecchio, soprattutto nell'ultimo anno di attività di questa Amministrazione e di questa legislatura.
Si era immaginato di individuare uno strumento nell'istituzione di un Fondo unico socio sanitario per superare alcune rigidità di sistema che trovano fonte di problema a livello nazionale, e non certo a livello regionale. Si è poi deciso che i tempi non fossero maturi per portare avanti un dibattito e una discussione nel merito su questo tipo di fondo, ma il fatto che si garantisca e si stabiliscano le risorse economiche è certamente di stimolo all'attività che anche nelle prossime settimane dovremo portare avanti per una chiosa su questo tema che parli al futuro e non solo al passato. Su questo, chiediamo un impegno, tutti noi certamente, ma anche alla Giunta per qualche approfondimento ulteriore.
È una Regione che, nonostante tutte le problematiche di bilancio che abbiamo individuato e segnalato, è tornata finalmente a investire. Un ente è importante se ha anche una capacità di spesa in termini di investimenti e non solo di spesa corrente. Infatti, se si andasse a leggere la tabella riepilogativa, il quadro riassuntivo del bilancio, nelle parte di spesa in conto capitale troviamo allocato un miliardo e 54 milioni circa. Questa è anche una novità rispetto ai bilanci di inizio legislatura, quando quell'estrema difficoltà finanziaria ci impediva di essere organismi propulsori di investimenti.
All'interno del quadro degli investimenti ci stanno certamente tutti gli Accordi di Programma, i cui fondi vengono appostati in apposita missione ci sta, nel 2019, la metà di quello stock di 83 milioni messi a disposizione degli Enti locali per favorire investimenti locali.
Anche qui mi si permetta una battuta: nei primi mesi di quest'anno i Comuni sotto i 20.000 abitanti hanno ricevuto una letterina da parte del Ministro dell'Interno che glorificava il fatto di aver destinato 50-70.000 euro per Comune come elemento di estrema novità e attenzione. Beh, quelle risorse rispetto a un bilancio nazionale di circa 800 miliardi, vengono superate ampiamente da quelle che noi, come Regione, con un bilancio che destina un miliardo agli investimenti, diamo agli Enti locali senza eccessive letterine.
Ci stanno poi anche i finanziamenti in quello stock complessivo di 170 milioni, che parte sono gli 83 che dicevo prima, ma parte sono anche la gestione di risorse FSC per la cura e manutenzione del territorio in quanto dissesto idrogeologico. Anche questo è un tema di centrale importanza.
Due sedute fa di I Commissione bilancio abbiamo dato ulteriori pareri favorevoli alle schede tecniche. Sono allocati quei 200 milioni che recuperati da capitale di Finpiemonte, vengono destinati a una forte iniezione all'economia piemontese, con particolare riguardo del finanziamento alla legge n. 34 delle piccole e medie imprese, del commercio e anche del settore del turismo. Se noi andiamo a declinare queste risorse sono otto milioni e mezzo per le attività culturali, 18 per il turismo, 5,4 per l'ambiente, 8,3 per le politiche sociali, 140 milioni per piccole e medie imprese e attività produttive, 14 per la formazione professionale e cinque per il settore energetico.
In questo bilancio, iscriviamo anche il risultato presunto di amministrazione, avendo fatto già tutta l'attività preconsuntiva che complessivamente, è di 465 milioni con il limite di utilizzo effettivo di quasi 107 milioni.
Prudenzialmente, di questi 107 milioni non diamo completa applicazione tenendo poco meno di 20 milioni accantonati a futura memoria, ma cerchiamo di dare alcune risposte applicando i restanti 87 milioni. In particolare allocando 15 milioni sul Fondo per potenziali contenziosi, poco meno di cinque milioni per la riconciliazione di debiti e crediti con gli Enti strumentali, tutti i fondi di cofinanziamento FSF e FSR, quattro milioni e sei per i progetti di riduzione rifiuti, tre milioni e 300 per i progetti di prevenzione e contrasto del gioco d'azzardo patologico, sette milioni circa complessivi su progetti di edilizia residenziale pubblica agevolata il milione e mezzo per i fondi per i danni causati da ungulati, sei milioni e mezzo circa di contributi per danni alluvionali ed eventi calamitosi e quattro milioni e cento per gli Accordi di Programma concessionari del trasporto pubblico locale.
Anche da questo punto di vista, si è voluto dare delle risposte cogenti ed effettive su tematiche che riteniamo di assoluta importanza e centralità.
In alcuni articoli poi si declinano ulteriori interventi, e ne cito uno per tutti: 30 milioni suddivisi su tre annualità per quanto riguarda il Centro per il trasferimento tecnologico e innovazione del sistema della ricerca al sistema produttivo, nonché il Centro denominato Piattaforma Aerospazio.
Crediamo che anche questo sia un intervento molto importante.
La stabilizzazione dei fondi per la Città metropolitana di Torino e per la Provincia del Verbano Cusio Ossola; la copertura finanziaria di alcune leggi che sono state approvate in vigenza di esercizio provvisorio (penso ad alcune fusioni e penso al finanziamento del testo unico in materia di agricoltura), l'Accordo di Programma per gli interventi di acquisizione dell'ex convento di Saluzzo e poi, come dicevo, l'iscrizione dell'avanzo di amministrazione presunto.
Un bilancio triennale che non è un libro dei sogni, ma fa i conti con una realtà che è ancora complessa e che ci permette di dire che il bilancio che restituiremo è di sicuro più credibile, più dignitoso e più gestibile negli anni rispetto a quello disastroso che abbiamo ereditato.



OTTRIA DOMENICO



PRESIDENTE

Grazie Consigliere Appiano.
La parola al Consigliere Bono, relatore di minoranza.



BONO Davide, relatore

Grazie, Presidente.
Ovviamente abbiamo una posizione e una valutazione del bilancio totalmente diversa, se non opposta, a quella del collega Appiano. Ovviamente riconosciamo gli sforzi fatti dalla Regione.
Sforzi che sono iniziati con un risanamento già nella scorsa legislatura ma, purtroppo, anni, se non anche quinquenni, di mala gestio della cosa pubblica in Regione Piemonte non possono essere risolti in pochi mesi.
Innanzitutto, partiamo dalla questione delle tempistiche, come facciamo tutti gli anni: quest'anno, dovremmo gioire perché iniziamo la discussione del bilancio alla fine di febbraio; ovviamente, del bilancio previsionale lo dico a chi ci segue - il che significa che stiamo affrontando il previsionale del 2019 alla fine di febbraio e - ripeto - dovremmo gioirne perché siamo in anticipo rispetto a quanto è successo negli ultimi dieci anni.
L'ultimo bilancio approvato in tempo, perché le norme di bilancio nazionali, recepite anche dalla Regione, dicono giustamente che un bilancio previsionale (anche per definizione) dovrebbe essere chiuso entro l'anno precedente, cioè entro il 31 dicembre, è stato quello del 30 dicembre 2010.
Sembrano passati secoli, anche se era poco più di otto anni fa, ma era veramente forse un altro mondo. Poi, ci siamo resi conto, come Regione, che francamente qualcosa nel bilancio non funzionava bene rispetto al pregresso.
Per anni abbiamo parlato di responsabilità e di pregresso. Io credo sia giusto riconoscere le responsabilità a chi ha creato questa situazione di debito, di disallineamento rispetto alle ASL, di ritardi nei pagamenti commerciali che abbiamo dovuto poi finanziarizzare (trasformare in debito) grazie a misure nazionali; perché oggi, senza quelle misure nazionali, noi non avremmo chiuso il bilancio un bel po' di anni fa.
Nella scorsa legislatura alcuni Assessori "creativi" avevano ipotizzato dei fondi immobiliari, che dovevano addirittura essere inseriti dentro gli ospedali! Diciamo che ognuno può valutare come ritiene le proposte politiche di ogni parte, però diciamo che vi è stata un'eccessiva "creatività finanziaria".
Dicevo che nel 2011 abbiamo approvato il bilancio alla fine di maggio addirittura al di fuori della scadenza dell'esercizio provvisorio (garantito solo per quattro mesi); nel 2012 a maggio - di nuovo - e nel 2013, stranamente, a febbraio; nel 2014 a maggio. Chiedo scusa, a febbraio era il 2014, che era l'anno delle elezioni: in effetti, per motivi elettorali, era stato approvato un po' prima. Il primo bilancio dell'Amministrazione Chiamparino è stato approvato a maggio del 2015; nel 2016, nel 2017 e nel 2018 ad aprile e nel 2019 potremmo andare ad approvazione a marzo.
Innanzitutto, chiedo al Vicepresidente Reschigna agibilità politica, perch ci troviamo sempre nelle stesse condizioni. Ora, non le do nessuna particolare responsabilità politica sulle lungaggini di bilancio, perch sappiamo che sono complicazioni che ci portiamo dietro da anni: ritardi anche nelle leggi di bilancio nazionali, difficoltà, eccetera, però non ci potete chiedere di approvare il bilancio del Consiglio in due sedute.
Credo che questo, quantomeno, debba essere oggetto di un'attenta analisi: in Commissione abbiamo permesso la presentazione di un maxiemendamento di 11 pagine, se non ricordo male, con tutta una serie di voci: praticamente un nuovo bilancio. Giusto perché in questi anni abbiamo sempre avuto risposte precise e puntuali dal Vicepresidente Reschigna, abbiamo detto: "Va beh, lo vediamo poi nelle pieghe delle tempistiche del Consiglio regionale". Però ci sono centinaia di voci che devono essere analizzate con tagli anche pesanti.
Tra l'altro, è stato presentato in anticipo rispetto alle tempistiche perché ci rifacciamo anche alla norma finanziaria, all'articolo 1, commi 897 e 898 della legge di bilancio del 2019, e quest'anno applichiamo la quota parte degli accantonati vincolati e destinati già al bilancio con l'analisi del preconsuntivo.
Per farla semplice, perché anche a livello nazionale sembra facciano fatica a scrivere norme semplici, quello che abbiamo sempre detto è che se approviamo il bilancio a marzo, è ovvio che c'è già il consuntivo, perch il bilancio dell'anno precedente si chiude il 31 dicembre. Con un'esagerazione iperbolica, diciamo che se ci fosse un programma che alla mezzanotte del 31 dicembre permettesse di schiacciare un tasto e desse il rendiconto, non ce l'avremmo già alle 0.00 e un secondo, perché è ovvio che le spese che sono impegnabili scadono il 31 dicembre in quell'anno. Poi per lungaggini burocratiche, per i problemi anche di software (abbiamo anche quelli all'Assessorato al bilancio) abbiamo il consuntivo molto dopo.
Adesso siamo ancora in una fase di preconsuntivo, però la norma nazionale chiede di approvare il preconsuntivo in modo che al netto dell'FCDE (Fondo crediti di dubbia esigibilità) e al Fondo di anticipazione di liquidità, la lettera A del Prospetto dell'avanzo di amministrazione possa essere utilizzato nel bilancio in corso, nonostante noi siamo in disavanzo d'amministrazione. Questa è la parte tecnica; questo è qualcosa che fa a pugni un po' con la realtà di tutti i giorni, nel senso che abbiamo un disavanzo che ci portiamo dietro danni (il famoso "Allegato C" degli anni passati, che ha cambiato lettera), quello che dà la spalmatura del disavanzo o del debito - chiamiamolo come vogliamo - della ricognizione straordinaria dei residui e dell'anticipazione di liquidità.
Negli anni, questo è stato anche oggetto di rivisitazione. Infatti, sarei stato anche curioso di sapere se eravamo già a una nuova riscrittura di questo documento; probabilmente, il Vicepresidente Reschigna mi dirà di aspettare la prossima Amministrazione e noi rimaniamo con l'ultima rivisitazione, che è quella di qualche mese fa, che prevede la spalmatura in vent'anni del disavanzo, in trent'anni della ricognizione straordinaria dei residui e a trent'anni anche dell'anticipazione di liquidità (DL n.
35).
Il dato importante è che questo comporta un notevolissimo impegno di spesa per la Regione Piemonte: si parlava di oltre 500 milioni di euro. L'ultimo dato è dello scorso bilancio e la dimostrazione dei limiti d'indebitamento erano 547 milioni, se non erro. Quindi, sono 540 milioni che noi purtroppo, dobbiamo distogliere da politiche economiche per la Regione Piemonte e che dobbiamo utilizzare per risanare i buchi di bilancio che qualcuno ha creato in anni passati.
Si dirà che l'abbiamo già detto tante volte, ma repetita iuvant, bisogna ripeterlo, anche perché ho visto una lieve tendenza, in quest'ultimo anno da parte di questa Giunta che è stata un po' meno attenta ai calcoli ragionieristici (critica mossa anche noi negli anni) per andare un po' più verso la creatività e la produzione di ricette un po' fantasiose, come, per esempio, una misura d'indebitamento, che è stata fatta con la famosa misura degli 83 milioni di euro, l'anno scorso: la manovra Finpiemonte, che non ci stancheremo mai di ripeterlo, è stato un disastro politico, finanziario ed economico che abilmente - devo dire molto abilmente - state cercando di rivendere come un risultato positivo sul territorio.
In sostanza, 200 milioni erano stati immobilizzati per l'aumento di capitale tornano indietro. Voi ce li presentate in Commissione e sul territorio come la manna dal cielo che va a finanziare le imprese, che va a finanziare la trasformazione dei veicoli alimentati a gasolio (abbiamo visto che la misura non tira, perché probabilmente le case commerciali stanno prendendo i nuovi veicoli diesel di nuovo Euro 6, quindi noi l'avevamo indicata su metano ed elettrico, ma non tira) e che va a finanziare tutta una serie di altre misure sicuramente interessanti che abbiamo affrontato in I Commissione.
Tuttavia, non si tratta di un "salva Piemonte": è un - permettetemi se lo dico - "salvarvi la faccia", nel senso che avete fatto un disastro su Finpiemonte e state fortunatamente cercando di recuperare, dopo mesi e anni in cui vi dicevamo che era una cavolata pazzesca.
Quindi io chiedo agibilità politica, chiedo che le misure che avete approntato nel combinato disposto tra maxiemendamento e destinazione dell'accantonamento vengano discusse. Rispetto a quei 106 milioni di euro che dovrebbero essere destinati.
Tra l'altro, ho provato a guardarli un po' nell'analisi dei capitoli e non è che ci siano tante misure che vanno a ripianare i tagli presenti nel maxiemendamento, se non la parte di cofinanziamento del POR FSE o POR FESR.
Per quanto riguarda le altre misure, non ho visto coperture ai tagli che avete fatto, quindi vado ad elencarli, ma sono rimasto stupefatto che siano stati fatti dei tagli consistenti su alcune voci che erano state già discusse nel bilancio previsionale. Tutti gli anni - questo lo voglio dire per chi ci ascolta da fuori Consiglio, ma anche per chi è in Consiglio finiamo per discutere il bilancio, poi arriva il maxiemendamento dell'Assessore che riscrive totalmente il bilancio e noi ci troviamo in difficoltà, perché poi dobbiamo rimettere mano alle nostre proposte emendative, ed è veramente una battaglia impari. Alcune volte anche gli stessi Assessori del Presidente Chiamparino sono in difficoltà, perch vengono in Commissione a dirci: "Eh, speriamo". Quando noi diciamo chiediamo se quei fondi sono aumentati, loro ci rispondono: "Eh, speriamo".
Prendiamo, come esempio, il tema dell'edilizia sociale. Abbiamo fatto con l'Assessore Ferrari una discussione bella, devo dire, da un punto di vista politico, anche con delle buone proposte. Chiedevamo più soldi, sono stati stanziati, ma poi è stato fatto un passo indietro, per cui dovremmo convocare una Commissione di bilancio per capire perché come mai, rispetto ai dati del maxiemendamento sul fondo sociale, che era faticosamente arrivato a sette milioni di euro, sottraiamo 840.000 euro e torniamo a 6,160 milioni. Quindi, quando l'Assessore Ferrari ci diceva "speriamo", in effetti l'aveva detto perché già sapeva che sarebbe arrivato il taglio.
Anche sulle ASLO (agenzie sociali per la locazione) ci sono 240.000 euro in meno, quindi avevamo aumentato, ma subito dopo abbiamo ridotto. Idem dicasi sulle cooperative a proprietà indivisa: abbiamo discusso di fondi in più per poter garantire affitti calmierati (più bassi rispetto al mercato) degli alloggi di cooperative a proprietà indivisa, ma da quello che ho letto - poi chiedo appunto la convocazione della Commissione bilancio per poterne discutere nella sede opportuna e non in Consiglio, che sarebbe difficile - ho visto un più 600.000 e un meno 600.000: se la matematica non mi ha abbandonato del tutto, fa zero.
Abbiamo visto tanti tagli anche sul settore istruzione. Forse poi dirà qualcosa di più la collega Frediani, ma giustamente vi vantate di aver finanziato in più le borse di studio universitarie. Bene, ma tutto il mondo della scuola dell'obbligo? Qualcuno lo vuole dire che avete tagliato pesantemente sulle scuole paritarie, sul piano trasporti, sui POF (piani offerte formative libri) e sulle scuole materne? Parliamo addirittura di qualche milione, perché si tratta rispettivamente di tagli da 800.000, da 600.000, da 825.000 e da 525.000 euro, che insieme credo ammontino a circa 2 milioni di euro.
Passiamo alla cultura. La cultura e lo sport sono sempre un po' la Cenerentola di questo Consiglio, quindi vi è stato un taglio di 695.000 euro sulle piccole realtà culturali; d'altra parte, c'è stato un incremento di 930.000 euro sui grandi enti (le convenzioni dei grandi enti). Ci sta non ci sta? Boh, forse è più facile che i grandi enti riescano a ottenere finanziamenti anche da altri partner, come ad esempio dalle Fondazioni bancarie. Nel caso dei piccoli enti, ovviamente, se la Regione li abbandona, questi muoiono.
Ci sono poi tanti altri tagli, dalle biblioteche alla musica alle università popolari, oltre al Museo della Resistenza e al Museo di Scienze Naturali; addirittura c'è un taglio all'area museale della Benedicta, in provincia di Alessandria. Ce ne sono veramente tanti, di tagli.
Vado a chiudere, perché dovrei leggerli tutti, ma ovviamente non ce la faccio. Sul sociale - ci mancherebbe, collega Appiano - abbiamo protestato in tutti i modi, non solo noi nel nostro piccolo, ma anche varie realtà sociali del territorio: gli extra LEA devono arrivare a 55 milioni di euro.
Sono arrivati fortunatamente a 55 milioni di euro sul 2019; sul 2020 sono ancora intorno ai 40 e sul 2021 sono intorno ai 12 (vado a memoria). Cosa facciamo per il 2020 e 2021? È possibile autorizzare un bilancio che è triennale per definizione senza quelle coperture? Lasciamo un'eredità molto pesante alla futura Amministrazione.
Inoltre, il fondo sociale - Assessore, da lei questo scivolone non me l'aspettavo - è vero che le risorse sono stabilizzate, ma lei sa meglio di me che la legge 1/2004, articolo 35.



(Commenti dell'Assessore Ferrari)



BONO Davide

Mi spiace. Visto che di leggi lei ne sa, sa leggerle e interpretarle bene e sa anche scriverle, ebbene, la legge dice che il fondo sociale deve essere incrementato ogni anno dell'aumento dell'indice di inflazione, cosa che non facciamo da quando c'è la legge. Quindi siamo inadempienti e dobbiamo aumentare quel fondo. Ecco, noi chiediamo che quel fondo venga aumentato.
Concludo dicendo che è una legge di bilancio con molte ombre e noi chiediamo che ci sia veramente discussione. Infatti, in Commissione non abbiamo fatto ostruzionismo, ma abbiamo discusso sul merito; poi è arrivato un maxiemendamento di dieci pagine con centinaia di voci che sono state modificate, per cui chiediamo che venga convocata una Commissione dove discutere con serenità dei punti senza eccessiva fretta: due giornate di Consiglio non credo siano confacenti a una discussione di tale portata e chiediamo spazio.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al secondo relatore di minoranza, Consigliere Tronzano.



TRONZANO Andrea, relatore

Grazie, Presidente.
Per quanto mi riguarda, è la prima discussione cui assisto sul bilancio della Regione. Devo fare innanzitutto i complimenti all'Assessore Reschigna per il suo grande lavoro, nel senso che, nonostante tutte le difficoltà, la sua capacità di lavoro è stata certamente encomiabile. I complimenti li rivolgo quindi alla persona Reschigna, ma forse non alla Giunta Chiamparino, per tutta una serie ragioni che adesso cercherò di elencare.
Naturalmente, non entrerò nel dettaglio delle cifre, perché sarebbe inutile. A me interessa, invece, ragionare sui temi sui quali si cerca di investire, in quanto non abbiamo possibilità di accontentare tutti.
Ormai le risorse non sono illimitate: a nostro giudizio, ce ne sono a sufficienza per poter fare delle politiche adeguate, ma dipende sempre dalla volontà politica.
Prima di tutto, però, consentitemi di rispondere al Consigliere Appiano che è stato relatore di maggioranza: in questa seduta di Consiglio incrociamo le armi più volte, però sono anche un po' stanco di sentire che il bilancio che avete ereditato era un disastro, eccetera eccetera. Perch allora, mi costringe di nuovo - cosa che non avrei voluto fare - a tornare indietro negli anni.
Ricordo che negli ultimi anni della Giunta Ghigo (2003-2004) il bilancio era negativo, cioè aveva registrato debiti per circa 250 milioni di euro.
Dopodiché, se non erro - mi dica lei se sbaglio - sono arrivati la Presidente Bresso e l'Assessore Peveraro, con tutti i derivati e gli impegni sulla sanità che poi non hanno rispettato: ovvero nel bilancio delle cifre, le ASL che le spendono, dopodiché non se le ritrovano più in bilancio. Conseguentemente, arriviamo alle cifre di oggi. La Giunta Cota si trova quel bilancio.
Questi sono fatti, credo. Non so come si faccia a continuare a insistere sulla questione del bilancio che avete ereditato come un disastro: lo sento da vent'anni in Comune e lo sento da qualche mese in Regione. Ciascuno ha le proprie responsabilità. Certamente qui, come in Comune a Torino (2002 2007), circa 600 milioni di euro di debiti all'anno (Assessore Peveraro) dopodiché, entriamo nella Giunta Bresso, sempre con l'Assessore Peveraro, e arriviamo di nuovo a questi debiti.
Quindi, per favore, o li confutate con delle cifre, oppure non mi convincete (o, comunque, non ci convincete, perché ci sembra veramente esagerato).
Detto questo - è una polemica senz'altro sterile, ma che ci va per poter rispondere in certi momenti - credo che l'Assessore al bilancio sia da rispettare, perché è una materia entro cui è sempre complicato destreggiarsi: ci sono degli artifizi contabili e ciascuno fa quel che pu per cercare di farlo quadrare. Pertanto, non voglio insistere su questo tema delle cifre, ma voglio andare sull'aspetto strategico.
È qui, forse, in questi cinque anni, che la Giunta Chiamparino, nata con grandi aspettative e terminata con delusioni abbastanza evidenti, merita un attimo di attenzione, Consigliere Appiano.
Abbiamo due direttrici fondamentali, anzi tre, forse anche quattro: i bambini, gli anziani, la famiglia e le categorie produttive. Facciamo dunque, un esame di coscienza analitico su queste direttrici.
Sui bambini abbiamo già ragionato; credo che la questione relativa al Regina Margherita sia andata su tutte le cronache: è quello il grande dubbio.
Relativamente ai bambini potremmo, ad esempio, citare l'attività sportiva e l'attività fisica. Se esamino il budget inserito nei bilanci della Regione della Giunta Chiamparino rimango esterrefatto, soprattutto se li paragono ai budget delle nostre Giunte al Governo, dove l'attività fisica e lo sport erano veramente delle questioni sulle quali investire. Quest'anno - 2018 se c'è un milione di euro (vado a memoria) è tanto! Se pensiamo ai bambini come il nostro futuro, o se pensiamo agli anziani per cercare di diminuire i costi della sanità, probabilmente sull'attività fisica - in questo caso mi rivolgo all'Assessore Ferraris, che è presente qualche ragionamento in più forse potevamo farlo. Perché credo che sia importantissimo.
Veniamo agli anziani, altra risorsa fondamentale nella nostra società: abbiamo le associazioni dei non autosufficienti che sono sul piede di guerra da anni; abbiamo avuto un piano della cronicità che grida vendetta tanto è la nullità di quanto c'è scritto all'interno, se non un panegirico con tanta filosofia, ma nessuna risorsa vera.
Se vogliamo ragionare sugli anziani, probabilmente qualche sforzo in più sull'attività fisica, sulla cronicità e sui non autosufficienti potevamo farlo. È inutile continuare a dire tante belle parole, a proposito di ipocrisia, cioè a decantare le nostre virtù, quando abbiamo tutte le associazioni dei non autosufficienti che sono oggettivamente furibonde perché le famiglie si stanno disgregando a seguito della mancanza di investimenti su questo tema e, conseguentemente, noi probabilmente non abbiamo fatto granché. Potevamo fare meglio, se vogliamo.
Un altro argomento centrale e importante, a mio giudizio, riguarda i medici di medicina generale, sempre per ragionare su quella che è la prevenzione le liste d'attesa e i costi della sanità. Tanto valeva, forse, investire un po' di più sui medici di medicina generale per cercare di diminuire anche le spese sanitarie, le liste d'attesa e gli accessi ai Pronto soccorso.
Anche su questo non abbiamo fatto granché. Anzi, direi nulla.
I medici di medicina generale si stanno lamentando: l'Assessore Saitta rimarrà famoso in questa legislatura per non aver parlato con nessuno e aver scontentato praticamente tutti. Anche lì, probabilmente, qualche sforzo in più l'Assessore poteva farlo. Non sono stati neanche ascoltati.
Arriviamo, quindi, a un altro tema che giudico altrettanto fondamentale: mi riferisco alla collaborazione pubblico-privato sulla sanità, Assessore.
Vorrei poi una sua replica (magari la farà su tutto, ma in particolare la vorrei su questo aspetto) sul fatto che abbiamo stipulato degli accordi con i fornitori privati della sanità e li abbiamo firmati durante l'anno precedente. Abbiamo fatto fare le produzioni a questi soggetti privati dopodiché abbiamo disdetto il contratto e l'abbiamo cambiato in corsa, ma le spese intanto i privati le avevano già fatte. Noi abbiamo abbassato quella cifra e, conseguentemente, abbiamo messo in difficoltà, o addirittura in ginocchio, certi erogatori privati che, probabilmente sarebbero potuti essere utili al percorso di abbattimento delle liste di attesa.
Su questo argomento vorrei una risposta precisa, perché credo che sia uno dei vulnus più importanti di questa legislatura.
Possiamo continuare. Le politiche che abbiamo fatto in Comune si sono riverberate poi sulla Regione. Mi riferisco, ad esempio, ai 40 milioni di euro dati a GTT, quando la stessa si poteva privatizzare già nel 2012.
Invece siamo andati per le lunghe, sempre per battaglie interne al Partito Democratico, sempre per scontri di parte faziosi, una parte contro l'altra all'interno delle coalizioni che hanno governato la Città negli ultimi trent'anni (a parte questi cinque). E oggi siamo arrivati all'incasso, cioè abbiamo dovuto mettere 40 milioni per GTT per cercare di farla andare avanti.
E continuiamo. Poi cercherò di smetterla, altrimenti sembra una critica a tutto tondo, ma naturalmente poi governare è un'altra cosa, quindi quando e se toccherà a noi dimostreremo, dovremo dimostrare quello che stiamo dicendo e certamente cercheremo di farlo; perlomeno, cercheremo di ascoltare le parti in gioco in Piemonte, cosa che voi avete fatto pochissimo, se non per nulla.
L'ha già citato il collega Bono nel primo intervento, ma nei corridoi ne parliamo sempre: il fallimento di Finpiemonte, i 200 milioni di euro quello è uno dei fallimenti che, se sommati al grattacielo, se sommati a Eurofidi, se sommati all'attività di CSI, insomma: a noi avreste chiesto le dimissioni tutti i giorni, per cinque anni, se avessimo fallito come avete fallito voi. Eppure siete riusciti a continuare a stare in piedi. Bravi perché questa è una virtù, è una bravura; però - attenzione! - non venite a spacciarci l'inserimento dei 200 milioni nel circuito economico come fosse una virtù, perché siete veramente ipocriti. E torniamo all'ipocrisia di prima. Un errore strategico che voi avete fatto, adesso ce lo venite a vendere come se fosse, invece, un grande successo della vostra Giunta.
E poi il grattacielo: prima o poi andremo in questo grattacielo? Non lo so.
Io spero. Da quanti anni ne parliamo? Tanti, tanti! I dipendenti probabilmente, avrebbero piacere di vedere il grattacielo prima di andare in pensione! E poi, se vogliamo, l'ultimo tema è quello dell'edilizia, che a noi sta molto a cuore, perché è un settore delicatissimo e importantissimo per il circuito economico. Sull'edilizia non abbiamo investito praticamente nulla non abbiamo fatto sforzi.
Insomma, per dirla e per concludere: ci sono settori strategici che, a nostro giudizio, dovrebbero essere tutelati in maniera lecita e legittima molto di più, in maniera molto diversa rispetto a quello che voi avete fatto.
La sfida elettorale che si presenterà il 26 maggio è l'occasione per ribadire le nostre convinzioni come centrodestra; sicuramente, fra queste condizioni ci sono le cose che ho detto oggi, in alternativa alle vostre legittime aspirazioni che però, in questa legislatura, anche con ipocrisia sono state disattese.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Bene. Le tre relazioni generali sono finite; sarebbe stato utile aver finito la discussione generale, però non è andata così.
Il Consiglio regionale finisce qui. Buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.50)



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