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Dettaglio seduta n.394 del 19/02/19 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 10.05)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ieri le ho scritto una lettera a nome del Gruppo Liberi e Uguali, insieme al Consigliere Ottria e alla Consigliera Accossato.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Mi scusi se la interrompo, collega Grimaldi: il Consiglio è cominciato.
Invito ciascun Consigliere a prendere posto e invito anche le barcacce a fare silenzio.
Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Dicevo, ieri le ho scritto una lettera per chiedere le comunicazioni in Aula dell'Assessore Saitta in merito alla stabilizzazione dei medici precari del 118.
Come lei sa, quest'Aula ha espresso in diversi momenti l'esigenza di questo provvedimento, prima con un ordine del giorno e poi con un emendamento nell'ultima azione legislativa del bilancio.
Purtroppo, abbiamo scoperto dai giornali che il Governo ha impugnato questa legge. Rilevo che l'Aula è solita esprimersi in tal senso o, almeno ricevere le comunicazioni sulle impugnative delle nostre leggi addirittura, ogni tanto, succede proprio dal banco della Presidenza. E visto che c'è un merito sia per i lavoratori, sia, in generale, per l'organizzazione del nostro sistema sanitario, chiediamo all'Assessore Saitta la disponibilità a fornire, in giornata o quando arriverà, delle comunicazioni al riguardo, per conoscere anche il merito di questa impugnativa.
Grazie.



PRESIDENTE

D'accordo.
Ha chiesto la parola la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Anche il Gruppo dei Moderati, come avrà potuto leggere, ieri mattina le ha inviato una richiesta di comunicazioni da parte dell'Assessore Saitta in merito all'impugnativa del Governo del provvedimento regionale che stabilizzava gli oltre 80 medici precari del 118 Piemonte.
Chiediamo con urgenza all'Assessore Saitta delle comunicazioni in Aula oggi.
Grazie.



PRESIDENTE

Va bene. Appena arriverà L'Assessore Saitta, ci metteremo d'accordo sulla programmazione.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Barazzotto, Baricco, Cassiani, Ferrari Ferraris, Ferrero e Pentenero.
Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 13 febbraio 2019.


Argomento:

c) Impugnativa del Governo verso la legge approvata dal Consiglio regionale


PRESIDENTE

Informo che il Consiglio dei Ministri in data 14 febbraio 2019 ha esaminato la legge regionale n. 19 del 17 dicembre 2018 e ne ha deliberato l'impugnativa dell'articolo 135.
L'articolo 135, riguardante i servizi di emergenza e urgenza territoriale si pone in contrasto con i principi fondamentali dettati dal legislatore statale nelle materie concorrenti riguardanti la tutela della salute e delle professioni, di cui all'articolo 117, terzo comma della Costituzione nonché per violazione al precetto costituzionale di uguaglianza di cui all'articolo 3 della Costituzione, di garantire l'uniformità nel territorio nazionale delle regole fondamentali di diritto che disciplinano i rapporti in questione volti ad assicurare la massima efficienza e funzionalità operativa al servizio sanitario pubblico.


Argomento:

d) Non impugnativa del Governo verso le leggi approvate dal Consiglio regionale


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato, sempre in data 14 febbraio 2019, le seguenti leggi regionali e ne ha deliberato la non impugnativa: legge 17 dicembre 2018, n. 20 "Assestamento del bilancio di previsione finanziario 2018-2020 e disposizioni finanziarie" legge 20 dicembre 2018, n. 21 "Piemonte Regione dell'Arsenale della Pace" legge 21 dicembre 2018, n. 22 "Istituzione del Comune di Quaregna Cerreto mediante fusione dei Comuni di Quaregna e di Cerreto in Provincia di Biella" legge 21 dicembre 2018, n. 23 "Istituzione del Comune di Valchiusa mediante fusione dei Comuni di Vico Canavese, Meugliano e Trausella, nella Città metropolitana di Torino" legge 21 dicembre 2018, n. 24 "Incorporazione del Comune di Camo nel Comune di Santo Stefano Belbo in Provincia di Cuneo" legge 21 dicembre 2018, n. 25 "Incorporazione del Comune di Riva Valdobbia nel Comune di Alagna Valsesia in Provincia di Vercelli" legge 21 dicembre 2018, n. 26 "Istituzione del Comune di Gattico-Veruno mediante fusione dei Comuni di Gattico e di Veruno in Provincia di Novara" legge 21 dicembre 2018, n. 27 "Incorporazione del Comune di Valmala nel Comune di Busca in Provincia di Cuneo" legge 21 dicembre 2018, n. 28 "Incorporazione del Comune di Castellar nel Comune di Saluzzo in provincia di Cuneo" legge 21 dicembre 2018, n. 29 "Istituzione del Comune di Valdilana mediante fusione dei Comuni di Mosso, Soprana, Trivero, e Valle Mosso in Provincia di Biella" legge 21 dicembre 2018, n. 30 "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione Piemonte per gli anni 2019-2021 e disposizioni finanziarie" legge 21 dicembre 2018, n. 31 "Modifiche alla legge regionale 4 ottobre 2018, n. 16 (Misure per il riuso, la riqualificazione dell'edificato e la rigenerazione urbana)".


Argomento:

e) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

f) Richiesta di comunicazioni della Giunta regionale


PRESIDENTE

Informo che è pervenuta da parte del Gruppo dei Moderati, come anticipato dalla Consigliera Batzella, la richiesta di comunicazioni da parte dell'Assessore Saitta in merito all'impugnativa del Governo.


Argomento:

g) Ricevimento delegazione sindacale


PRESIDENTE

Oggi, alle ore 12.30, in Sala A, è prevista la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari. Alle ore 13 verrà ricevuta una delegazione sindacale che ha chiesto di essere audita in merito alle modifiche e alle integrazioni apportate dalla Giunta regionale alla delibera 50/2015 e alla conseguente riorganizzazione della rete dei laboratori d'analisi dell'ASL TO3.


Argomento: Giovani

Proseguimento esame disegno di legge n. 314, inerente a "Nuove norme in materia di politiche giovanili"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 314, inerente a "Nuove norme in materia di politiche giovanili", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 13 febbraio 2019 è iniziato l'esame del provvedimento. Il Consigliere Grimaldi ha svolto la relazione di maggioranza; la Consigliera Frediani quella di minoranza.
Chiedo, quindi, se ci sono interventi in discussione generale su questo disegno di legge.
Non essendovi richieste di intervento, procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1



PRESIDENTE

Non insistono emendamenti sull'articolo 1.



PRESIDENTE

Vi sono interventi sull'articolo 1?



PRESIDENTE

Se non ci sono interventi in discussione generale dell'articolo 1, invito i Consiglieri a prendere posto, poiché cominciamo con le votazioni.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 1.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 2



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 2.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 3



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo per svolgere una considerazione che abbiamo ripetuto più volte nell'arco di questa legislatura, in particolar modo da quando è entrato in vigore il Decreto legislativo 118.
Noi sappiamo che, ogni qualvolta presentiamo una proposta di legge dobbiamo in qualche modo quantificare il valore della legge stessa e trovare le necessarie risorse finanziarie. Ora, per carità, siamo a conclusione della legislatura, ma lo dico come modo di lavorare alla Presidenza, che ovviamente è sempre pro tempore, ma lo dico ai colleghi Consiglieri ed evidentemente anche gli Uffici.
Noi avevamo iniziato un'attuazione del Decreto legislativo 118 in cui, per esempio, c'è stata una lunga discussione sulla legge 305, dove abbiamo cercato di quantificare gli oneri di una nuova legge all'interno delle singole misure. Se all'inizio questo lavoro in qualche modo ha funzionato tant'è che una serie di disegni di legge, devo dire particolarmente onerosi, non sono neanche più stati trattati dalla maggioranza, nel corso della chiusura della legislatura abbiamo inventato un trucco; un trucco che si è manifestato nella 305 (legge a invarianza), per cui io utilizzo delle risorse già presenti all'interno del bilancio e, pur aggiungendo tutta una serie di misure supplementari, che ovviamente costano di più rispetto a quanto era stato previsto, ritengo che ciò possa continuare ad avere copertura rispetto al bilancio regionale.
Per carità, lo dico sotto forma di battuta: purtroppo non è dopo l'eliminazione dei ticket sui farmaci a invarianza di bilancio che possiamo votare tutto. Però, se un qualunque collega legge quelle che sono le funzioni della Regione - non le funzioni delle Province e della Città metropolitana, ma le funzioni della Regione - vede che ha tutta una serie di impegni significativi: valorizza la continuità di una programmazione attenta alle caratteristiche e alle esigenze delle giovani generazioni relativamente a educazione, istruzione, formazione, orientamento e accesso al mondo del lavoro; sviluppa pratiche che favoriscano le pari opportunità e la partecipazione attiva; promuove l'adozione di buone pratiche di campagne informative e di coordinati innovativi in ordine all'educazione alla salute e ai corretti stili di vita; promuove politiche di cittadinanza attiva, affiancando la famiglia, la scuola, le agenzie formative e le altre forme associative; valorizza l'attività del fondo regionale; coordina e accompagna lo sviluppo del modello di governance; monitora le zone di aggregazione ad alto rischio, e quant'altro.
Ora, se oggi tutto ciò già avvenisse, noi potremmo semplicemente dire che questo non è altro che una sorta di testo unico sulle politiche giovanili per cui mettiamo insieme ciò che già attualmente viene finanziato con il bilancio regionale. Oppure, come la legge prevede, c'è un potenziamento delle politiche già esistenti, perché quando si dice che "sviluppa" o "valorizza" o "promuove" vuol dire che "non coordina" laddove, davvero, si svolge un'attività di programmazione. Esiste un monitoraggio delle zone di aggregazione giovanile ad alto rischio di disagio e una promozione delle strategie di.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Vignale.
Non credo che si possa lavorare con questo brusìo di fondo, con ogni Consigliere che parla con il suo vicino, rimanendo anche in piedi all'interno dell'aula.
Invito i Consiglieri ad avere rispetto per il collega che sta intervenendo.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Vi sono una serie di aspetti che non sono modalità di coordinamento di politiche già vigenti. Da questo punto di vista, per esempio, se prendiamo il comma 2 dell'articolo 3, lì sì che la struttura regionale, deputata alle politiche giovanili, in qualche modo, coordina attività realizzate da altre strutture e altri assessorati: l'istruzione, la formazione professionale e quant'altro.
Lo dico perché negli ultimi anni il bilancio di questa Regione, rispetto alle politiche giovanili, riportava un magnifico zero, o quasi, all'interno del proprio bilancio. Esiste una legge dello Stato, la n. 118, e non è più come prima in cui facevamo una legge e dicevamo: nel futuro bilancio regionale troveremo le risorse per finanziare la norma. Abbiamo un numero consistente di leggi che non sono mai state finanziate dal momento in cui sono state approvate da questo Consiglio. Tant'è che, in alcune norme, le prime in cui siamo stati vagamente rispettosi delle leggi dello Stato abbiamo fatto anche un lavoro di computo delle singole attività.
Concludo, non sono intervenuto prima e non intervengo più.
L'articolo 3, così come altre parti della norma relativamente ai programmi regionali, al Piano triennale, agli organismi di coordinamento e quant'altro, sono iniziative che sono, ovviamente, negative o da contrastare (vi sono alcuni aspetti su cui vi sono valutazioni differenti).
Con i 350 mila euro messi in norma finanziaria non ci paghiamo neanche la mobilità e gli scambi. Lo dico non perché sia la solita, secondo noi corretta critica rispetto a norme omnibus che poi hanno uno stanziamento inferiore a quello del più piccolo emendamento che si presenta in Consiglio regionale, ma lo dico perché vale sempre. Questo Consiglio regionale, visto che da un anno e mezzo viola la legge n. 118 - meglio, aggira furbescamente la legge n. 118 - lo può fare sempre: questo è il tema.
Lo può fare sempre, perché non c'è nessuna nota normativa rispetto al fatto che, evidentemente, la legge n. 118 non è rispettata; non c'è alcuna nota dell'Ufficio di Presidenza relativamente al fatto che la legge n. 118, con l'approvazione di questa norma, non è rispettata. Ai posteri rimane il fatto che si può legiferare male, si possono fare ordini del giorno con valore normativo, con un minimo di stanziamento e assolutamente inutili ai più.
È sufficiente leggere, se qualcuno ci ascolta - molti ci ascoltano - ci che dice solo l'articolo 3, quello della funzione della Regione, per capire che, per fare quelle cose lì, ci vanno milioni di euro.
Con 350 mila euro, forse ci paghiamo gli scambi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente sull'articolo 6 che riforma, modifica e cambia l'impostazione della vecchia Consulta regionale dei giovani del Consiglio regionale, presieduta dal sottoscritto e dal Consigliere Molinari, e la fa diventare Forum regionale dei giovani.
Con l'occasione, volevo ringraziare i componenti dell'Ufficio di Presidenza della Consulta, che hanno collaborato alla stesura, con le loro proposte di quello che poi è diventato l'emendamento al disegno di legge che ha portato a questa modifica.
Ringrazio anche gli Uffici del Consiglio regionale, che ci hanno aiutato a formulare quest'emendamento, e ringrazio la Giunta regionale per aver accettato un dialogo costruttivo sul futuro della Consulta dei giovani poiché la stesura originaria del disegno di legge, per quanto riguarda il Forum regionale, era diversa. Si è trovata una soluzione che speriamo possa portare a una maggiore partecipazione, poiché - soprattutto negli ultimi anni, non tanto e non solo in questa legislatura, ma già, con alcuni segnali, nella legislatura precedente - la Consulta dei giovani aveva funzionato molto bene, e funziona tuttora molto bene, come soggetto che promuove dei progetti.
Ne ricordo due, in particolare, degli ultimi tempi: quello contro il bullismo e cyberbullismo, "Bulli e Pupe", e quello seguito soprattutto dal collega Molinari sull'educazione sentimentale, dove, però, ci sono stati problemi con la partecipazione.
Speriamo che la nuova formulazione del Forum regionale, che vede la partecipazione di 25 componenti scelti tra gli amministratori locali di età inferiore ai 29 anni e 25 componenti con la caratteristica, che avevano già in passato, di iscritti alle associazioni giovanili, possa portare il Forum ad avere una maggiore partecipazione e a diventare uno strumento anche consultivo nei confronti della Regione, in merito a tutte le politiche giovanili.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 7



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 7.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 8



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 8.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 9



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 9.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 10



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 10.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 11



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 11.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 12



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 1) presentato da Frediani, Bertola.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
In merito agli spazi di aggregazione giovanile, avevamo già presentato un emendamento in Commissione, poi ritirato per trovare una migliore formulazione. L'abbiamo trovata - spero - con questo nuovo emendamento dove andiamo a definire le finalità degli spazi di aggregazione; spazi di cui si sente un gran bisogno soprattutto nei piccoli Comuni, dove vi è la necessità di offrire delle opportunità ai giovani.
Purtroppo, in questi giorni, nel Comune in cui vivo, una baby gang (non so se definirla così, perché non sono ragazzi così baby!) ha pensato di trascorre la nottata sfasciando auto e le bacheche dell'ANPI e di altre associazioni che espongono i loro volantini e manifesti sulla strada principale del Comune. Sono fatti che ci fanno riflettere e pensare che forse abbiamo offerto poche alternative ai nostri giovani, che non hanno spazi dove ritrovarsi quando chiudono i locali (molto presto, nei piccoli Comuni), per cui magari si ritrovano per le strade.
Con questo, non voglio togliere responsabilità alle azioni gravissime di queste persone, che spero vengano individuate e punite, però cerchiamo di trovare delle soluzioni; penso che sia anche una delle finalità di questa legge.
Tornando all'emendamento, definiamo: "Gli spazi di aggregazione giovanili devono essere finalizzati a consentire ai giovani di produrre in modo partecipato il progetto di uno spazio che permetta ai giovani del territorio di relazionarsi, socializzare con i propri coetanei attraverso la liberalizzazione di attività legate ai loro interessi, dando continuità alle loro passioni, raccogliendo le richieste spontanee, offrendo l'opportunità per la realizzazione".
Inoltre, si aggiunge "ospitare nuove attività e progetti di comunità e iniziative volte alla prevenzione del disagio"; qui ci riferiamo al disagio, che è l'elemento che abbiamo inserito anche attraverso altri emendamenti già accolti in Commissione.
Infine, "individuare la rete di tutti i soggetti coinvolti, la loro distribuzione sul territorio e la ripartizione delle funzioni per ciascuno di loro".



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 12, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 13



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 13.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Sia riportato a verbale il voto favorevole dei Consiglieri Bono e Andrissi.



PRESIDENTE

ARTICOLO 14



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 14.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 15



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 15.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 16



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 16.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 17



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 17.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 18



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 18.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 19



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 19.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 20



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 20.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 21



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 21.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 22



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 22.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 23



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 23.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Sono terminati gli articoli.
Ci sono interventi in dichiarazione di voto? Se non ci sono dichiarazioni di voto, do la parola all'Assessora Cerutti e poi mettiamo in votazione l'intero testo di legge.
Prego, Assessora Cerutti.



CERUTTI Monica, Assessora alle politiche giovanili

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, ringrazio il Consiglio regionale per il lavoro portato avanti in questi ultimi mesi.
Questo testo di legge, così com'è già stato detto in alcuni interventi oggi in Aula, se con l'approvazione finale diverrà legge, va a rendere più moderna una normativa che, come i Consiglieri sanno, risale al 1995, quindi riguarda ragazzi che nell'anno di quella legge non erano neanche ancora nati.
Si tratta di uno strumento di cui la Regione Piemonte si dota per parlare ai giovani, incentivando quella che potrebbe essere la loro partecipazione.
Il cammino che ci ha condotto a questo testo è stato un cammino partecipato; prima di tutto con i giovani della regione attraverso il progetto "Regaliamoci un'idea", che ha coinvolto 300 giovani fra i 18 e i 30 anni, mediante la metodologia del dialogo strutturato, per arrivare a un testo poi sottoposto agli Assessori alle politiche giovanili dei Comuni della Regione, che chiaramente hanno voluto essere coinvolti.
Devo dire che, anche in questo caso, vi è stata una grossa risposta che tra l'altro, ha messo in risalto, come diceva il Consigliere Vignale, come le politiche giovanili si sono svolte.
Con questa nuova legge vorremmo far sì che le politiche giovanili non siano la Cenerentola, ragion per cui spesso, anche per mancanze di risorse e per il problema principale che si vuole affrontare, sono state identificate con le politiche sul lavoro.
In realtà, le politiche giovanili non vogliono essere le politiche sul lavoro. Certo, devono essere collegate a esse. In questo senso, il testo che andiamo a votare prova a ristabilire un legame con i giovani piemontesi.
Il testo che portiamo in Aula è stato esaminato e rivisto in Commissione anche rispetto a una formulazione che è stata parecchio rimaneggiata. Quel testo era stato il risultato di una forte partecipazione, quindi aveva uno stile non omogeneo e alcune ridondanze che in questo testo finale sono state asciugate.
Si è provato a dare un'idea di ciò che dovrebbero essere le politiche giovanili, in particolare rispetto al collegamento fra il ruolo di programmazione della Regione e il ruolo centrale dei Comuni, senza per questo mettere da parte Province e Città metropolitana, il cui ruolo è anch'esso di pianificazione, ma che demanda ai Comuni, e in particolare a quegli spazi di aggregazione cui si faceva riferimento, un ruolo decisamente più attivo.
In questo senso noi, prima di arrivare a questo testo, abbiamo comunque man mano rimesso in moto un dialogo con gli Assessori alle politiche giovanili con un censimento sugli spazi di aggregazione che sono, sul territorio piemontese, molto differenziati, proprio perché si tratta di avere spazi in Comuni molto piccoli, o in centri più grandi, che però dovrebbero tutti fornire le stesse opportunità ai giovani.
In questo senso, abbiamo già promosso e riattivato una progettazione che ha visto protagonisti i Comuni, quindi i loro spazi di aggregazione, su tematiche portate avanti da questo disegno di legge: la cittadinanza attiva, tematiche di inclusione e altre questioni già trattate (prima si faceva riferimento alla Consulta giovanile come esempio di contrasto alla violenza di genere), proprio per provare a costruire partecipazione e a dare spazi, perché le politiche giovanili, così come emerso nel confronto con gli Assessori alle politiche giovanili, sono anche spazi e contenuti.
Anch'io riprendo l'impianto del disegno di legge, che vuole lavorare, come si diceva qualche anno fa, sull'agio, senza però dimenticare il disagio, e a provare a far sì che, offrendo spazi e strumenti, vi sia effettivamente la possibilità di riallacciare anche una relazione fra i giovani e le istituzioni. A questo sono improntati anche gli organismi definiti all'interno della legge.
In particolare, come già veniva ricordato dal Consigliere Bertola, abbiamo rivisto la Consulta giovanile e l'abbiamo riformulata in una struttura che auspichiamo possa favorire effettivamente la partecipazione del Forum. Ci sarà il registro delle associazioni giovanili che, tra l'altro accompagnerà il portale, in realtà già in linea, che è il portale degli Informagiovani, che unisce tutte le redazioni che avevano aderito e che sono tornate ad aderire a questa rete regionale in una logica bidirezionale, quindi di informazione ai giovani, ma anche di spazi in rete offerti ai giovani per la loro comunicazione.
Ultima questione, non ultima in ordine di importanza, è anche il riconoscimento della figura di chi lavora alle politiche giovanili, che non è solo un educatore, ma è colui che porta avanti progetti che possono accompagnare la cittadinanza attiva: lo youth worker.
Concludo, ringraziando ancora una volta il Consiglio regionale per il lavoro svolto, che ci ha condotto a un rapido esame in Aula dell'articolato. Chiaramente ringrazio anche gli Uffici del Settore che si dedica in particolare alle politiche giovanili e anche gli Uffici del Consiglio regionale, perché tutti insieme siamo arrivati a un risultato che non è, come si dice spesso, il punto d'arrivo, ma è il punto di una ripartenza su politiche che hanno bisogno di essere maggiormente riconosciute e, auspichiamo nel tempo, anche maggiormente sostenute da tutti i livelli delle Amministrazioni.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Cerutti.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto "P. Gobetti" di Rivoli (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Superiore "P. Gobetti" di Rivoli in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Parchi e riserve

Esame disegno di legge n. 330, inerente a "Modifiche normative e cartografiche alla legge regionale 29 giugno 2009, n. 19" (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità)"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame del disegno di legge n. 330, inerente a "Modifiche normative e cartografiche alla legge regionale 29 giugno 2009, n. 19 (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità)", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Sono relatori di maggioranza i Consiglieri Ferrentino e Campo. Relatore di minoranza è il Consigliere Vignale.
La parola al Consigliere Ferrentino.



FERRENTINO Antonio, relatore

Grazie, Presidente.
Premetto che questo disegno di legge ha avuto una serie di integrazioni e di modifiche ancora pochi minuti prima di cominciare il Consiglio. Quindi non tutti i nuovi emendamenti e le modifiche previste sono all'attenzione dei colleghi. Ho visto che stanno caricando adesso alcuni emendamenti.
Ringrazio non solo la Presidente della Commissione Accossato e i colleghi per il lavoro svolto in Commissione, ma anche l'Assessore e la struttura che ha collaborato con noi per cercare di recepire le modifiche intercorse fino a pochi minuti fa. Anche la stessa relazione allegata agli atti è in parte modificata in alcuni aspetti.
Fatta questa premessa doverosa, perché alcune cose che dico magari al momento non trovano riscontro nella documentazione allegata, aggiungo solo quanto sia importante l'impegno della Regione Piemonte che ha profuso negli ultimi decenni per cercare di tutelare e valorizzare l'ambiente naturale e le biodiversità del nostro territorio. I due Parchi nazionali, le 24 aree protette e i circa 140 mila ettari gestiti da 14 Enti strumentali fanno sì che la Regione Piemonte sia una regione che pone la massima attenzione alla tutela e alla salvaguardia, ma anche alla valorizzazione del proprio ambiente naturale.
Il disegno di legge oggi sottoposto all'attenzione dell'Assemblea è finalizzato in larga massima al recepimento delle istanze provenienti dalle Amministrazioni locali, perché è uno degli imperativi che con l'Assessore ci si era dati, cioè quello di cercare di raccogliere le sollecitazioni che arrivavano dai territori di competenza appartenenti principalmente alla cosiddetta Rete Natura 2000. Vi sono siti di importanza comunitaria, zone speciali di conservazione e zone di protezione speciale e l'istituzione di nuove aree naturali protette o l'allargamento di aree preesistenti, in alcuni casi con i cambi di denominazione o il passaggio dallo status di riserva a quello di Parco naturale.
È anche utile ricordare che il regime di tutela della biodiversità in Piemonte si traduce non solo nell'identificazione di parchi e riserve naturale, ma anche di siti della già citata Rete Natura 2000, che istituiti ai sensi della Direttiva 92/43/CEE sulla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica, e della Direttiva 2009/147/CE sulla conservazione degli uccelli selvatici nonché delle disposizioni nazionali in materia, si sovrappongono territorialmente, nella maggior parte dei casi, alle aree naturali protette.
Il provvedimento apporta modifiche di tipo normativo e, soprattutto, di tipo cartografico. Mi preme rilevare che gli Uffici hanno svolto un importante lavoro per metterle a disposizione non solo dei Commissari della V Commissione, ma anche degli enti auditi.
Il disegno di legge è stato assegnato alla V Commissione in data 5 novembre 2018. Si sono svolte consultazioni online con gli enti e con i soggetti interessati alla materia, che hanno apprezzato anche la messa a disposizione di questa documentazione cartografica. Infine, è stato ovviamente trasmesso al CAL per l'acquisizione del parere.
La Commissione, dopo ampia discussione, ha licenziato il testo all'unanimità dei Gruppi presenti nella seduta del 7 febbraio 2019 modificando il testo originariamente presentato dalla Giunta regionale e accogliendo sia le istanze provenienti dagli enti locali, sia i contributi che sono pervenuti dai diversi Gruppi, sia di maggioranza che di minoranza in sede di discussione consiliare.
Aggiungo che ancora nelle ultime ore, sia da parte del Movimento 5 Stelle che da parte dalla maggioranza, sono giunte ulteriori sollecitazioni e contributi, che sono stati trasformati in una serie di emendamenti che abbiamo condiviso con la Giunta regionale e con l'Assessore.
Con la Presidente Accossato è stato anche predisposto un ordine del giorno che prova a recepire, dal punto di vista legislativo, la parte più significativa del testo, rappresentata dalla nascita del Parco naturale del Po piemontese, che vedrà confluire sotto un'unica gestione gli attuali Parchi del Po tratto torinese e tratto vercellese-alessandrino, e che rappresenta una situazione gestionale unica lungo il Po in tutto il Nord Italia.
Mi soffermo su quest'aspetto, perché è stato oggetto di una serie di modifiche che mi auguro siano state caricate sul supporto informatico (mi faceva segno il collega Appiano che qualcosa ancora manca), perch rileggendo tutto con attenzione non si nascondono le problematiche dal punto di vista normativo e gestionale, ma aggiungerei anche di politica istituzionale sui territori, visto il coinvolgimento di 53 Comuni suddivisi su tre Province.
Si è inteso chiedere alla Giunta regionale un atto di indirizzo per cercare di salvaguardare in questa logica di accorpamento le sedi decentrate come elemento di rappresentazione dell'eterogeneità di questo nascente Parco del Po piemontese, anche in termini di tempistiche.
Inizialmente, si era stabilita la data del 1° gennaio 2020 per l'operatività di questo ente, ma abbiamo ritenuto di concedere un semestre in più, quindi si chiede all'Aula di posticipare la data dell'operatività al 1° luglio 2020, proprio per cercare di favorire, da parte della Comunità del Parco (che racchiude una miriade di Comuni che vogliamo assolutamente tutelare i loro indirizzi), un processo di coinvolgimento di tutte le realtà comunali.
Personalmente, chiedo anche scusa se nella discussione in Commissione si sono usate delle aggettivazioni forse non utili dal punto di vista della politica istituzionale quando si è parlato, in qualche passaggio, di "soppressione di enti": ci tengo a precisare che qui non sopprimiamo nessun ente. Facciamo soltanto convergere due attuali enti verso un unico Parco del Po piemontese.
Abbiamo quindi provato a correggere quest'aspetto, che giudico essere stato una mancanza di sensibilità, diciamo così, nell'utilizzo di un termine come "soppressione".
Ovviamente, a questo nuovo ente Parco del Po piemontese sono state aggregate una serie di aree naturali, che non vado a elencare nel dettaglio perché diventerebbe tedioso, ma i colleghi le troveranno allegate al testo di legge.
Mi limito soltanto a ricordare che il territorio alessandrino-vercellese è interessato anche dall'istituzione del Parco naturale delle Grange vercellesi e dall'istituzione del Parco naturale dell'Alta Val Borbera.
Il territorio torinese, invece, è interessato dalla trasformazione dell'area contigua della Riserva naturale dei laghi di Avigliana, che diventa zona naturale di salvaguardia (anche questo elemento è stato recepito con soddisfazione dal territorio).
Molte sono le modifiche che hanno interessato anche il territorio cuneese che vanno dall'ampliamento del Parco naturale del Monviso alla rideterminazione dell'attuale Riserva naturale di Paesana; o, ancora all'istituzione della Riserva del Bosco del Merlino e così via.
L'implementazione di queste aree protette ha ricevuto una condivisione piuttosto diffusa da parte di tutti di enti auditi.
Si sottolinea, altresì, l'istituzione di quattro nuove riserve naturali e di altrettante zone di salvaguardia nella Piana del Tanaro, che vengono affidate all'ente di gestione del Parco Paleontologico astigiano.
Per quanto riguarda il territorio biellese, il disegno di legge propone il cambiamento di gestione della Riserva naturale di Spina verde.
In ultimo, il disegno di legge n. 330 introduce, al fine di meglio individuare i confini delle aree contigue, la previsione di un'apposita cartellonistica informativa, richiesta da più Commissari, da disporre lungo i principali punti di accesso e rendere quindi visibile, a quanti frequentano per ragioni diverse queste aree, l'individuazione del territorio in cui si trovano. Quindi la semplificazione anche delle procedure di selezione del Direttore di Ente di gestione, privilegiando ovviamente la soluzione interna laddove vi sia tale possibilità, oppure seguendo le procedure selettive previste dalla vigente le normativa nel caso non ci siano professionalità all'interno della struttura.
Diciamo dunque che è stato un lavoro molto complicato, specialmente per gli Uffici, per riuscire a rideterminare le nuove limitazioni cartografiche, ma alla fine, con le modifiche che sono state apportate ancora questa mattina e con gli emendamenti che saranno presentati nel corso della discussione ci sembra di poter dire che è stato fatto un buon lavoro, che dà anche la prospettiva al Parco del Po piemontese di essere un Ente estremamente importante, che salvaguarda le progettualità già insite nei due Enti parco (cito il Centro di documentazione delle Vallere, le varie sedi decentrate e, naturalmente, il MaB UNESCO).
Con l'ordine del giorno e con una serie di integrazioni apportate ancora fino a qualche minuto prima dell'inizio del Consiglio, riteniamo che siano state colte tutte le sollecitazioni che sono arrivate sia dai diversi Commissari, ma anche dal territorio e dalle varie comunità del parco.
Grazie.



MOLINARI GABRIELE



PRESIDENTE

Interviene ora il Consigliere Campo come co-relatore; prego.



CAMPO Mauro, relatore

Grazie, Presidente.
Giunge oggi in Aula questo disegno di legge, che va a completare l'opera di riordino del sistema di gestione delle aree protette iniziata nel 2015.
Questo disegno di legge è in lieve ritardo, perché ricordo che era previsto 180 giorni dopo l'entrata in vigore del precedente. Ovviamente ci immaginiamo ci siano state (e ci sono state) tutta una serie di complessità da affrontare, non ultimi gli impatti sul territorio, sulle organizzazioni degli Enti di gestione e sul sistema delle aree protette complessivo del precedente disegno di legge.
È un disegno di legge importante perché, oltre a completare quello che è stato un riordino della legge 19 del 2009, va a realizzare un obiettivo importante già stabilito, che era quello di ampliare e razionalizzare il sistema delle aree protette piemontesi a gestione regionale.
Il nostro parere è ovviamente positivo, perché l'obiettivo è stato perseguito, anche se dal nostro punto di vista un po' timidamente. Come ho già avuto di modo di dire nella discussione in Commissione, pur essendoci delle importanti innovazioni che vedono crescere complessivamente il sistema delle aree protette regionali piemontesi, questo sviluppo avrebbe potuto essere molto più razionale e molto più costruttivo per quello che riguarda l'effettiva funzionalità e valore della protezione ambientale in Piemonte.
In tal senso, parliamo di tutte quelle opportunità che si sono perse, in particolar modo l'opportunità di integrare finalmente all'interno delle aree protette regionali quelle che sono le aree protette Natura 2000, che comunque sono già confinanti e spesso addirittura di collegamento tra aree protette regionali. Sono aree che, sostanzialmente, sono già sotto la gestione degli Enti di gestione dei Parchi regionali e che hanno già un elevato livello di tutela ambientale, per le quali l'inserimento nel sistema delle aree protette regionali e dei Parchi regionali avrebbe comportato esclusivamente il fatto che non vi si potesse più praticare la caccia; un fatto che avrebbe avuto un senso, una sua ratio anche dal punto di vista naturalistico.
In questo caso, parlo proprio di aree incastrate in mezzo al sistema dei parchi, quindi praticamente all'interno di confini amministrativi che gli animali non conoscono, per cui avrebbe avuto pieno senso dal punto di vista naturalistico e di tutela faunistica e della biodiversità, inserire queste aree già riconosciute di importante valenza ambientale e naturalistica all'interno del sistema dei parchi. Ciò anche per una semplicità di gestione e per un potenziamento di quello che è un obiettivo fondamentale che noi, come Movimento 5 Stelle, in questa legislatura abbiamo ribadito in ogni provvedimento di legge che avesse ad argomento l'ambiente, il territorio, la fauna e la vegetazione, ossia il fatto che viviamo in un'epoca di profonda compromissione dell'ambiente che ci circondano, di grave difficoltà degli ecosistemi a mantenersi e a essere sani, per cui tutta la questione della tutela ambientale è centrale come elemento di sostenibilità delle attività umane.
Ricordo l'importanza delle aree boscate e della loro corretta gestione per gli equilibri del carbonio nell'atmosfera, per l'assorbimento degli inquinanti: infatti, in gergo tecnico si chiamano "pozzi", cioè quei polmoni che fanno sì che l'ambiente sostenga le attività umane e compensi l'inquinamento che le attività umane creano.
Questo è un elemento fondamentale e le aree protette sono aree gestite a tal fine, non sono solo aree messe da parte o abbandonate dall'uso umano che bene o male tentano di riprendersi, ma portano magari all'avanzare del bosco povero, del bosco debole, che non contribuisce a contenere il dissesto del territorio e che a volte anzi peggiora il dissesto del territorio, ma perché? Perché l'area è già antropizzata.
Invece le aree gestite, le aree protette e gestite all'interno del sistema dei parchi in questi anni sono andate anche a sostituire quella che era la tutela provinciale, cioè di un'istituzione come le Province che, lungi dall'essere state abolite, sono state in realtà solo depotenziate a meri fini economici. Si può dibattere finché si vuole sull'abolizione, il funzionamento o il mantenimento di un'istituzione, ma fare finta di abolirla per depotenziarla e quindi non farle più esercitare le funzioni di sua competenza per il territorio, è stato un atto veramente triste (mi verrebbe da dire di peggio, ma cerchiamo di essere positivi).
A questo si aggiunge la supplenza degli enti regionali, almeno per quello che riguarda la tutela del territorio. Degli enti regionali e, in parte degli enti comunali che, anch'essi, hanno subito tagli e hanno quindi avuto difficoltà a mantenere i presidi per i livelli ambientali sul territorio.
Importantissimo è il ruolo delle aree protette regionali che, insieme a quelle nazionali, costituiscono un'elevata percentuale, per fortuna, del nostro territorio regionale che viene, quindi, tutelato.
Anche per questo noi abbiamo avanzato diverse tipologie di proposte che cercavano di uniformare quel mosaico. Se oggi uno guarda la cartografia delle varie modalità di protezione (le riserve, le ZPS, in generale le aree Natura 2000, le zone di ripopolamento a gestione provinciale, i vari ambiti di protezione), vede una costruzione estremamente ad Arlecchino, con tipologie sparse in giro per la regione, spesso confinanti, spesso intersecantesi, che si sovrappongono o che sono in mezzo a qualcosa che non c'entra niente. Noi proviamo a definire, invece, dei criteri generali.
In questo noi rileviamo un deficit nell'intervento dell'ente regionale e la programmazione è un elemento centrale dell'attività regionale.
Programmazione vuol dire definire gli obiettivi, anche perché dal 2016 a oggi abbiamo avuto due anni e mezzo di interlocuzione e di proposta verso i territori. Costruire un quadro di proposta unitario, di livello regionale che definisce obiettivi, definisce anche un'ambizione nella costruzione dei sistemi di protezione naturale delle aree protette, da proporre ai Comuni e alla discussione. Non il contrario, non un'attività - certamente importante di ascolto delle proposte dal territorio, perché così si continua a mantenere un'impostazione di frammentazione, perché ognuno propone quello che è di propria competenza.
Sacrosanti i Comuni a portare avanti le proprie ambizioni di interesse, ma questo doveva avvenire all'interno di una cornice generale, di un obiettivo generale, che contemperasse le proposte, le esigenze e le critiche che arrivavano dai territori, con un'idea. Con un'idea di più ampio respiro che vuol dire qualcosa per gli oltre quattro milioni di abitanti del Piemonte e le decine di milioni di abitanti del Piemonte che non votano (gli animali, poi ci metterei anche le piante), che votano estinguendosi rovinando, di fatto, e destabilizzando l'equilibrio ambientale.
Si dice che gli umani a volte votano con i piedi andandosene, come sta succedendo anche in Italia e anche nella nostra Regione, per dire che qualcosa non va. Purtroppo gli animali votano sparendo, votano estinguendosi, votano spostandosi. È quello che succede alle popolazioni di uccelli. Noi abbiamo fatto una grandissima battaglia sulla norma sulla caccia per una maggiore tutela delle popolazioni di uccelli e non solo. Gli animali votano con gli squilibri faunistici e lo stesso vale per la vegetazione: con la sofferenza, con l'aumento delle specie non autoctone e invadenti per la debolezza dei nostri boschi.
Riassumendo, veramente si potrebbe fare un convegno su che cosa - forse avremmo dovuto provare a promuoverlo - vogliamo fare con la protezione ambientale, nell'intersezione tra parchi nazionali e le direttive europee.
Chi più della Regione ha il quadro del nostro territorio e quindi pu giustamente, andare a dire che cosa ha un senso e che cosa non lo ha; chi più della Regione ha una capillare organizzazione sul territorio, proprio nel sistema delle aree protette, negli enti di gestione delle aree protette. Per questo - e lo vedremo magari nella discussione sui singoli emendamenti - per anni ho fatto una battaglia sulla questione che gli allargamenti non devono essere una decisione solo politica, solo delle Giunte comunali o regionali, ma vanno anche concordate con le strutture tecniche dei parchi.
Noi avevamo avanzato una proposta - e su questo continuerò a dire che stiamo facendo la scelta sbagliata - che aveva un senso per il Comune di Ormea. Si è deciso di fare una cosa politica. giusto per dire che abbiamo messo un Comune in più dentro un parco. È sbagliato! Giusta, invece, la scelta di includere quello che era un insulto all'intelligenza, di inserire dentro un parco quello che non era parco nel Comune di Briga Alta. Oggi a questo opponiamo parziale rimedio facendolo diventare un'area contigua, ma tutti quei corridoi naturalistici che, purtroppo, avrebbero potuto essere parco, non lo diventano. Avrebbero dovuto esserlo perché hanno un senso proprio perché sono corridoi che collegano aree protette, che danno una continuità territoriale, importante per il valore che la continuità territoriale ha in ambito naturale.
Le specie, sia vegetali sia animali, non conoscono i confini amministrativi. Avere delle "striscette", che non sono parco, tra i parchi è un'assurdità dal punto di vista naturalistico ed è veramente di corta visione politica - di cortissima visione politica - pensare che non sia importante perdere un'occasione che capita, forse, come si è visto, una volta ogni cinque anni (in realtà, l'ultima revisione dei confini dei parchi data ben più distante da questa). Perdere quest'occasione è un problema, proprio perché siamo di fronte a sfide colossali dal punto di vista della tutela ambientale.
Pertanto, avremmo potuto fare di più. Siamo contenti che sia stato fatto qualcosa, ma questo qualcosa è un passettino e oggi, purtroppo, i passettini non bastano più. Abbiamo deteriorato il nostro mondo, per cui o abbiamo un po' più di coraggio - e questo vale ovviamente per la Regione per lo Stato, per l'Unione Europea e il mondo intero - oppure, se non si ha il coraggio di fare scelte molto più ambiziose, non andremo da nessuna parte.
Il nostro mondo lo stiamo demolendo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
La parola al Consigliere Vignale, relatore di minoranza.



VIGNALE Gian Luca, relatore

Grazie, Presidente.
Ritengo che, proprio per l'importanza della materia di cui stiamo discutendo (la gestione delle aree protette piemontesi), la significativa variazione che questa proposta di legge propone (che non è soltanto di natura cartografica, anche se inevitabilmente la variazione di una legge sulle aree protette non può che essere cartografica, perché definisce i confini delle differenti zone di tutela previste dalla legge 19) non debba e non possa essere fatta a due mesi dalla conclusione della legislatura soprattutto perché non c'è nessuna legge regionale che sia stata così profondamente modificata come la legge 19 stessa.
Fra il 2005 e il 2006, il Consiglio regionale ha discusso per molti mesi in Commissione la modifica sostanziale della legge 19, inserendo una serie di innovazioni; nel 2018, ha cambiato - se non ricordo male - altri 22 articoli, tutto fuorché in modo non sostanziale, abrogando la Conferenza dei Presidenti e portando avanti una serie di altre cose significative.
Pochi mesi fa abbiamo nuovamente modificato in modo drastico la legge 19 e adesso, a pochi mesi dalla conclusione della legislatura, apportiamo nuovamente una modifica sostanziale alla normativa sui parchi.
Intanto, s'introduce un principio (poi, ognuno lo legge come crede): s'introducono più di 10.000 ettari di aree protette, in Piemonte. Cosa si può fare e cosa non si può fare? Qual è il vincolo di vivere all'interno di un'area protetta? Nelle aree protette è vietata l'attività venatoria (poi vedremo cosa comporta), è vietata l'apertura di nuove attività estrattive (si possono solo rinnovare quelle esistenti), non si possono aprire discariche, è vietata la movimentazione di terra che modifichi la morfologia dei luoghi, è vietata la realizzazione di nuove strade, il danneggiamento e l'alterazione della sentieristica, il danneggiamento e l'alterazione degli ecosistemi esistenti.
Partiamo da quello che appare l'aspetto più significativo in termini di volontà di tutela: il divieto dell'attività venatoria. L'Assessore Valmaggia credo sappia bene - altrimenti lo informo - che, a legislazione nazionale vigente, sull'attività venatoria e soprattutto sul controllo in questo momento è possibile.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

Consigliere Vignale, un attimo.



VIGNALE Gian Luca

È il grande interesse esistente su questa legge.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Dicevo che dovrebbe essere noto (uso il condizionale non casualmente) che in questo momento, all'interno della nostra regione l'attività di controllo non l'attività venatoria - di fauna selvatica (cioè quando banalmente un agricoltore ha dei danni e chiede l'intervento delle Province, cui abbiamo assegnato il controllo) non si può fare.
Inoltre, questa Giunta ha scelto di non avvalersi mai di uno strumento previsto dalla legge 19: il regolamento faunistico. Nell'aprile 2014, noi abbiamo previsto il regolamento faunistico, che consente a tutti - non solo ad alcune persone - di svolgere attività di controllo (ovviamente le persone abilitate) all'interno dei parchi. Per attività di controllo all'interno dei parchi s'intendono tutte quelle attività di riduzione dei danni causati dalla fauna selvatica.
Il regolamento è stato abolito, non è - ovviamente - stata abolita l'attività dei controllori, ma i danni continuano ad esserci all'interno delle aree protette. Noi, però, aumentiamo le aree protette per 10.000 ettari. Dove? In quelle realtà come la zona del Po (se non ricordo male circa 7.000 ettari) che sono a grandissima valenza agricola.
La Regione ha, poi, le risorse per pagare i danni che vengono causati? No per due motivi. Il primo, perché è applicata una legge sul de minimis rispetto ai danni. Pertanto, i danni che ti procura un "pezzo di Stato" io Regione, non te li pago, perché questa Giunta ha deciso di introdurre il de minimis. Il secondo, perché, anche solo banalmente nel trasferimento alle Province per pagare i danni provocati dalla fauna selvatica all'interno dei parchi, questa Regione è inadempiente, credo per 600 mila euro, nei confronti degli agricoltori piemontesi.
Perché ho detto questo, riferendomi proprio all'attività più impattante che è quella dell'attività venatoria? Perché bisogna fare molta attenzione nel legiferare, con un'ottica cittadina, che non vuol dire vivere in città o, meglio, con un'ottica della natura come strumento di svago del sabato e la domenica, relativamente a chi in quelle zone, dove qualcuno di noi e anch'io va per divertirsi, vive del suo lavoro, di quell'assenza di vincoli, di quei minori vincoli per tutto il resto dell'anno.
Nessuno dica che stiamo affrontando un disegno di legge che vede il consenso delle amministrazioni comunali, perché non è così: alcune hanno deliberato per l'ampliamento o l'istituzione di aree protette e altre invece, non sono affatto favorevoli a che ciò avvenga, ma, soprattutto questa è una competenza prettamente regionale. Non è una competenza dei Comuni, i quali possono anche chiedere di tutelare completamente un'area di un Comune e poi sta al buonsenso, ovviamente, di chi legifera decidere se viene inserito oppure no.
Inoltre, non vi è solo un aspetto formale, ma ce n'è uno sostanziale: a due mesi dal voto non si stravolge una legge sull'attività sui parchi, perché è una questione di buonsenso.
Ancora, c'è anche un altro aspetto di merito su come abbiamo condotto la discussione di questa legge: la Giunta predispone un disegno di legge, lo invia, con la cartografia, anche leggibile, fra quelle che erano i confini preesistenti e i nuovi confini inseriti, ai Comuni e al CAL; lo invia a tutti i soggetti che devono fare delle osservazioni. In quel disegno di legge, per esempio, il Parco del Po era inserito in due parti distinte anzi in tre, quello del Monviso (dove, però, c'è anche un pezzo di Po, che però lasciamo nel Parco del Monviso, ma va bene così), il Parco del Po Torinese e quello alessandrino-vercellese, con alcune modifiche solo cartografiche all'interno.
Dopo tutta la discussione che è avvenuta, l'Assessore Valmaggia presenta in Commissione un emendamento residuale, dicendo che sono state valutate un po' di osservazioni, e proponendo il Parco unico del Po piemontese.
Ovviamente, è stato accolto da alcuni con favore e da molte Amministrazioni, che ancora ieri ci hanno scritto, invece, con contrarietà.
Lo stesso collega Ferrentino sostiene una cosa che la dice lunga sull'inopportunità di essere oggi qua a discutere su questa norma: noi dovremmo votare una norma, della quale una parte consistente di articoli entra in vigore il 1° luglio 2020. Ma il 26 maggio - ve lo comunico - si va al voto.
Voi avete mai visto un'Amministrazione regionale che fa una norma che modifica in modo sostanziale un assetto quale quello dei parchi piemontesi demandandone l'entrata in vigore al 1° luglio 2020, mentre ci sono le consultazioni elettorali? A me sembra davvero un atteggiamento che non solo dimostra molto poco buonsenso, ma che ha molto poco rispetto delle istituzioni o, soprattutto, conferma il fatto che nei quattro anni precedenti si sono avute idee molto, molto poco chiare e molto, molto confuse.
Devo dire che sono qua da un po' di anni, ma non ho mai visto una legge quadro (la legge 19 è una legge quadro) essere modificata tre volte in modo consistente nell'arco di tre anni. Ma quale idea avete della promozione e dell'uso dei parchi piemontesi? Un'idea che è molto tutelante e infatti torna, con ovviamente l'apprezzamento del Movimento 5 Stelle, a un'idea di gestione delle aree protette che non è né gestione e neanche promozione, ma è esclusivamente tutela. Perché, anche in questo caso, è sempre una questione di applicazione delle leggi: l'Assessore Valmaggia non è pagato dai piemontesi per fare le leggi, è pagato per proporle, ma è soprattutto pagato per applicarle! Allora, una legge del 2006 ha indicato all'Assessore Valmaggia e ai Presidenti dei parchi l'obbligo di costituire le comunità dei parchi entro 90 giorni. Un regolamento regionale diceva all'Assessore Valmaggia e ai Presidenti dei parchi che avrebbero dovuto avvalersi del regolamento faunistico, e sapete perché? Perché quel regolamento faunistico prevedeva che ogni soggetto che fosse entrato in un parco per abbattere un animale avrebbe dovuto corrispondere una quota per l'abbattimento di quell'animale (anche solo 0,5 centesimi), ma soprattutto che venisse tacciato il suo nome e cognome, così avremmo saputo chi entrava all'interno dei parchi, chi svolgeva attività venatoria sotto forma di controllo all'interno dei parchi, beneficiandone rispetto a molti altri che, invece, non ci possono entrare, perché non superano mai i corsi di selecontrollo.
In questa regione ci sono centinaia di cacciatori - ve lo dico - abilitati col tesserino di selecontrollo, che cacciano di mattina, di pomeriggio, di notte con i fari, e quello non stupisce nessuno, perché il controllo è necessario e indispensabile, ma quel regolamento diceva una cosa diversa: superato un esame, come prevede la legge dello Stato, può entrare chiunque non alcuni, ma chiunque. Lo ripeto: non alcuni, chiunque, ma quello non è stato rispettato! La Commissione per la promozione delle aree protette non è mai stata istituita o dov'è stata istituita non si è mai riunita. Ho chiesto decine di volte di sapere quante volte, parco per parco, si sono riunite le Commissioni per la promozione del territorio. Glielo dico io: quasi zero una, due volte o quasi zero, perché? Perché non c'è nessun interesse nella proporzione del territorio.
Continuate ad avere un concetto dei Parchi che è museale, nonostante le grandi possibilità che il nostro territorio offre, nonostante le decine di migliaia di persone che vengono a visitare i nostri centri visita. Lo dimostra il fatto che andiamo a creare il più grande parco d'Italia: 250 chilometri di lunghezza per 56 Comuni. C'è un investimento che vediamo, per esempio in questo bilancio, rispetto alla maggiore assunzione di personale? No, c'è solo una disposizione semplice: l'articolo 5, che riguarda sempre la collettività, secondo cui, rispetto a prima, quando i Direttori lo dovevano svolgere chi faceva il Dirigente.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Personalmente condivido quest'articolo perché l'avevo presentato, però mi ricordo che c'era qualcuno che era contrario, cioè lei, Assessore Valmaggia. Era contrario a quest'articolo e nell'ultima modifica di norma l'ha respinto. Forse ci sarà qualcuno che oggi è un po' più interessato a fare il Direttore non essendolo già; quindi va bene che si faccia un contratto di diritto privatistico.
Queste cose, cioè gli interessi di pochi contro gli interessi della collettività, non vanno bene. Mai. Non vanno bene soprattutto a due mesi dalla scadenza di una legislatura.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Abbiamo terminato le relazioni di maggioranza e di minoranza.
Ci sono interventi in discussione generale? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questo disegno di legge, come richiamato da qualcuno, in prossimità della fine della X Legislatura, è il secondo che, nel corso di questi cinque anni, interviene sul tema delle aree protette regionali.
Il primo era un disegno di legge assai più corposo, poiché ha modificato buona parte della governance delle aree protette con accorpamenti di enti di gestione, ma anche con alcune modifiche cartografiche.
Questo documento giunge alla fine di un dibattito già aperto durante il precedente disegno di legge su alcuni ampliamenti, ad esempio quello che volevamo e vogliamo ancora fortemente noi, del Parco del Marguareis sull'area di Ormea.
Da questo punto di vista, riteniamo positivo che si sia riusciti, anche se solo in parte, a intervenire in questa legislatura. Certamente - ma non voglio ripetere quanto già detto in modo molto chiaro ed esaustivo dal collega Campo - su alcuni aspetti si poteva avere un po' più di coraggio.
Come Gruppo, abbiamo cercato di lavorare per migliorare il disegno di legge; abbiamo portato diversi emendamenti in Commissione (e altri lì discuteremo qui in Aula) e su alcuni ho visto che c'è un consenso che va oltre il nostro Gruppo, poiché sono stati firmati anche da Consiglieri di maggioranza.
Oltre al tema che ho segnalato prima, ce n'era anche un altro, che avevo portato all'attenzione della Commissione e che ha poi dato il via ad un'audizione in Commissione, relativo al lago di Arignano, per il quale proponevamo l'istituzione di una riserva naturale.
Anche su questo aspetto torneremo nell'esame del disegno di legge in Aula.
Per noi, o almeno secondo noi, in questo documento ci sono sicuramente luci e ombre; non elementi rispetto ai quali abbiamo forte contrarietà, ma cose sulle quali forse si poteva e si doveva fare di più.
Noi comunque abbiamo lavorato con intento costruttivo in Commissione e altrettanto faremo in Aula, andando a illustrare i nostri emendamenti.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto d'Istruzione Superiore"8 Marzo" di Settimo Torinese (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto d'Istruzione Superiore "8 Marzo" di Settimo Torinese in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Parchi e riserve

Proseguimento esame disegno di legge n. 330, inerente a "Modifiche normative e cartografiche alla legge 29 giugno 2009 n. 19" (Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 330.
Siamo ancora in fase di discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ovviamente non mi discosto molto dalla mia relazione, essendo una relazione di minoranza, ma tengo solo a far presente un aspetto, che è quello che ha contraddistinto questa legislatura.
Spesso, in questa legislatura, abbiamo trovato differenze fra la maggioranza e le opposizioni. Vi è stato solo un tema, quello dell'ambientalismo eccessivo, quello che secondo noi non è tutela ambientale, ma è musealizzazione dell'ambiente, che invece ha visto due parti politiche - il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle - andare perfettamente d'accordo, o quasi perfettamente d'accordo.
Certamente non l'abbiamo visto, parlando di modifiche sull'allora vigente norma sull'attività venatoria; non l'abbiamo visto sul disegno di legge sui parchi e non l'abbiamo visto sulla legge n. 5. Non abbiamo visto nessuna di quelle spigolature e contrarietà che oggi vediamo.
Per carità, è assolutamente legittimo che vi siano temi su cui forze di opposizione possano avere feeling maggiore rispetto ad altre. È assolutamente legittimo. Lo dico perché ieri mattina in questa sala assieme a pochi colleghi, abbiamo partecipato a un'iniziativa organizzata da un sindacato agricolo rispetto a un tema il cui titolo era "Tuteliamo l'ambiente e proteggiamo l'uomo". Era un titolo ovviamente evocativo e soprattutto, è stata una bella mattinata, perché è nata dagli interventi uno per Provincia, di singoli allevatori, coltivatori o quant'altro che intervenivano principalmente su un tema: la possibilità di convivenza delle loro aziende con la fauna selvatica.
L'Assessore Ferrero, ovviamente avendo una platea di agricoltori, ha detto che era necessario e indispensabile un intervento quanto più possibile significativo da parte dell'Amministrazione regionale e delle altre Amministrazioni. Diciamo che ha scaricato un po' il barile, ma questa è una mia valutazione, sulle Amministrazioni provinciali e sulle ATC dimenticando che alle Amministrazioni provinciali abbiamo deciso noi di dare la delega rispetto al controllo e che le ATC, come l'Assessore Ferrero sa bene, possono essere commissariate qualora si ritenga che non siano state rispettate le DGR. Però l'Assessore Ferrero assumeva un tema, che era quello della Giunta regionale di vicinanza nei confronti del mondo agricolo.
All'interno di questi nuovi 10.000 ettari, che oggi non sono parco e che invece, diventeranno parco quando voterete (e sottolineo che voi voterete) questo provvedimento con la mia assoluta e totale contrarietà, ci sono alcune centinaia di aziende agricole, forse di più. Ci sono tutte le aziende cerealicole dell'asta del Po, le aziende agricole della Val Borbera, le aziende agricole del Tesso e dello Stura, cioè un numero significativo di imprenditori che oggi possono vedere limitati i danni anche non in modo significativo, perché l'attività venatoria consente, ad esempio in modo selettivo come avviene in Val Borbera o in modo meno selettivo, una riduzione della presenza di capi compatibile con il tema dell'ambiente. Cioè si abbatte il sovrannumero e, ovviamente, non si intacca mai quella che è la popolazione che deve vivere in quelle aree.
Poi si è parlato anche di lupo, ma questo è un altro aspetto su cui sarebbe, invece, interessante l'apporto dei parchi, proprio perché non parliamo di attività venatoria, ma parliamo di presenza dei grandi predatori all'interno delle nostre montagne e ormai anche di colline e pianure.
Però quella stessa Giunta, che era rappresentata dall'Assessore Ferrero oggi, unitamente alla sua maggioranza e al Movimento 5 Stelle, decide di mettere in serissima difficoltà altre centinaia di agricoltori piemontesi che vivono all'interno di quelle aree. Se non vi è chiaro - perché un po' di distonia fra il mondo reale e quest'Aula spesso avviene - vorrei che l'Assessore Valmaggia, come fa sempre perché è un Assessore che conosce il territorio, provasse ad andare in Val Borbera a spiegare a quegli agricoltori di montagna che in quel pezzo di territorio (non sarà una grande area) e nelle relative aree contigue la caccia sarà vietata oppure esclusivamente praticata da chi vive in quella zona e da più nessun altro.
Vorrei vedere quanti "sì" otterrebbe da parte del mondo agricolo. Sapete perché le dico, Assessore, e vi dico, colleghi, questo? Perché quelle persone vivono 365 giorni all'anno in quei territori e quindi vi sarà nuovamente una frattura come abbiamo visto sulla legge n. 5 e sulla legge n. 2 degli impianti di risalita e su alcuni altri temi.
Ogni qualvolta parliamo, non dico di sviluppo economico, perché capisco che sarebbe per voi una parola diabolica, ma di promozione del territorio finalizzata a garantire una ricaduta economica e di vita, in particolar modo per le realtà montane, di fiume e realtà rurali che hanno maggiori difficoltà nelle loro dinamiche di azienda; ogni qualvolta teorizziamo una cosa, cioè teorizziamo l'importanza della vita in montagna, delle imprese montane, del sostegno a chi fa l'agricoltura (gli agricoltori sono i primi ambientalisti di questa regione), gli "regaliamo" 10.000 ettari di terreni su cui tutta una serie di attività saranno vietate, oppure saranno vincolate a una valutazione di incidenza ambientale, oppure in cui sarà più difficile per loro svolgere le loro attività quotidiane! È questo che, molto banalmente, stiamo facendo.
Pertanto, come ho avuto modo di dire ieri, non ho dubbi con chi schierarmi.
Se mi devo schierare vicino ai cittadini piemontesi che, con fatica e con sudore della fronte, cercano di difendere quei loro territori, o mi devo schierare tra chi fa un ambientalismo cittadino, in cui le montagne e le zone rurali sono il meraviglioso luna park per chi non vive in quei territori, io non ho dubbi. Io mi schiero sempre e comunque da parte di chi vive quei territori. E, guardate, con una puntualità che sarà maniacale andremo zona per zona, metro quadro per metro quadro nelle zone che andrete a vincolare - chiederemo l'appello nominale per ogni singola votazione degli articoli - a spiegare chi è che li prende in giro e chi no. Perch l'unica cosa che non è possibile, e concludo, è prendere in giro i cittadini! Uno vuole fare il promotore dell'ambiente museale, come lo definisco io? Lo faccia, assumendosi però la responsabilità di credere che quella sia la vera via di sviluppo del nostro Piemonte per tutta una serie di aspetti gli aspetti più ipocriti che, in qualche modo, potremmo evidenziare: pezzi di montagna in cui sono bloccate una serie di attività, ma dove 3.000 4.000 o 5.000 macchine ogni sabato e domenica possono tranquillamente salire visto che c'è il parcheggio che porta in quota, perché quello non rappresenta un danno all'ambiente.
Come dicevo, e concludo, lo farò in modo maniacale. Dopodiché - mi rivolgo al Vicepresidente della Giunta, all'Assessore Valmaggia e alla Presidenza del Consiglio - considerate che una serie di modifiche sostanziali apportate alla legge le avete presentate questa mattina.
Alle ore 12.30 è prevista la Conferenza dei Capigruppo, per cui non ruber ulteriore tempo a questo Consiglio. Credo, però, che un po' di deuit istituzionale, così si direbbe dalle nostre parti, ogni tanto sia necessario.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Nell'invitare l'Aula a fare un po' più di silenzio, la parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Farò un intervento in fase di discussione generale, perché certe affermazioni non si possono sentire. Dubito persino che il Consigliere Vignale possa pronunciare la parola "ambiente", dal momento che sotto questo profilo ha veramente infilato una serie di castronerie indicibili.
Non esiste alcuna prova documentata che dimostri che l'attività venatoria porti a una diminuzione dei danni da specie selvatiche: dunque, o ci porta dei numeri, oppure sta soltanto dicendo la propria opinione.
Per rimanere sempre su quell'aspetto, che cosa fa l'attività venatoria? A essa, invece, possiamo ovviamente imputare una diminuzione della biodiversità e una proliferazione di specie non autoctone. Quindi finiamola, perché chi racconta le storie ai cittadini non siamo noi! Noi siamo quelli che stanno cercando di far sì che l'ambiente che ci circonda sia un minimo tutelato! Guardate che oggi il Consigliere Vignale ha detto "non possiamo scavare" "non possiamo fare attività estrattiva", "non possiamo fare nuove strade" ma i dati relativi all'aumento delle superfici impermeabilizzate evidenziano che il Piemonte è certamente meno impermeabilizzato della vicina Lombardia, ma sta registrando dei tassi di crescita elevati. La provincia in cui vivo ha il tasso di impermeabilizzazione e di crescita delle aree urbanizzate, delle strade e delle coperture più elevato della nostra regione; si tratta di una dinamica deleteria che si unisce all'impoverimento dell'ambiente legato agli inquinamenti. E il Consigliere Vignale lo sa bene! Lo sa perché ha visto i numeri relativi all'inquinamento delle acque, all'inquinamento dell'aria e all'inquinamento dei suoli; conosce i numeri delle bonifiche che sono necessarie, dal piccolo distributore di benzina che non c'è più fino a Casale Monferrato ai siti di interesse nazionale.
Smettiamola, allora, di dire che c'è un ambientalismo becero, perch grazie al cielo, a malapena c'è un po' di ambientalismo! Perché le stiamo sterminando le specie animali, le stiamo depauperando e stiamo impoverendo anche le specie vegetali! Signori Consiglieri, noi abbiamo a disposizione il Piano energetico regionale, da cui emerge un'approfondita analisi degli scenari climatici che ci aspettano: i modelli sono convergenti, per cui sono previsioni quasi certe di un disastro che sta avvenendo, non che dovrà avvenire! Io vorrei vedere i numeri a supporto delle considerazioni che vengono fatte quando si dice che certe cose "fanno bene": non fanno bene a niente! Ciò che si fa all'interno dei parchi, anche per la pratica agricola, non è proibire attività produttive al loro interno, tant'è che si fa persino attività estrattiva se rientra all'interno di un'area protetta. Certo non la espandono (e vorrei vedere!), d'altronde siamo pieni di cave ovunque. E per l'agricoltura o per l'allevamento non è che la si vieta o la si impedisce: anzi, la si favorisce, perché si costruiscono sentieri, si creano abbeveratoi, si fanno gare unitarie per l'alpeggio laddove non si riusciva a fare prima, si fa applicare la legge! Questo è deleterio.
Questo succede: si fa rispettare la legge, perché altrove non esiste più la Polizia provinciale, non esistono più le Guardie Forestali, perché le abbiamo devastate nel tempo grazie anche - ma non solo - ai Governi di centrodestra. Quindi finiamola.
È vero che oggi siamo in finale di legislatura, ma lo hanno sempre fatto tutti: mi ricordo il Piano energetico regionale della Giunta Ghigo, in finale di legislatura; ricordo la relazione sull'energia in Piemonte della Giunta Bresso, anch'essa a fine legislatura. Vogliamo parlare della Giunta Cota? Stessa cosa, siamo arrivati in VAS col Piano energetico regionale sempre a fine legislatura. E i provvedimenti con i bandi per le biomasse eccetera eccetera? Sempre a fine legislatura.
Come vedete, lo hanno fatto tutti: è stato un atteggiamento bipartisan quindi è inaccettabile sentirsi dire "non si fa per rispetto istituzionale": non l'avete mai avuto, nessuno! Spero che noi lo avremo, ma non lo so; mi permetto di nutrire anche qualche dubbio, perché purtroppo le cattive abitudini sono profondamente radicate.
Quello che stiamo discutendo oggi è il completamento di un iter a cui abbiamo contribuito tutti quanti; un iter fondamentale per dare un minimo di tutela moderna, adattata alle situazioni attuali, dove certe istituzioni, che una volta tutelavano il territorio, non sono più in grado di farlo (né lo Stato, né le Province), perché hanno depauperato i ruoli di tutela del territorio. Grazie a Dio, esiste una Regione che ha avuto in questo macello di riordini istituzionali - perché è stato fatto un macello! un minimo di stabilità istituzionale. Questa è l'unica cosa che si pu dire.
Io mi accaloro ma, santa pace, ogni tanto ci sono delle cose che non si possono sentire, anche sulla promozione! Al di là del fatto che i parchi già solo per il fatto di esistere, si promuovono. Ma poi possono costruire dei piani di promozione. Noi abbiamo pensato di costruire un sistema di sostenitori, di volontari, di sostegno ulteriore volontario ai parchi anche per evitare il discorso delle tariffazioni. Abbiamo riordinato il sistema del turismo con le ATL, con una DMO, un sistema regionale di promozione dell'offerta turistica: ebbene, facciamo funzionare quello.
Hanno fatto pure l'accordo con la Film Commission per promuovere il territorio anche laddove questo è già stato promosso all'interno di produzioni cinematografiche.
Queste sono le sinergie che bisogna attuare, perché il tema dell'ambiente non è più solo della Direzione Ambiente, ma è anche dell'Agricoltura, è anche del Turismo, è anche della Cultura. Sono questi gli aspetti che eventualmente vanno criticati in un'organizzazione regionale a compartimenti stagni, con gli Assessorati che difficilmente si parlano anche quando si fanno i tavoli interassessorili.
Sono curioso di vedere cosa succederà nella prossima legislatura, nel caso non vincessimo noi. È un caso remoto, diciamo, viste le proiezioni; per nel caso non vincessimo noi e capitasse che il centrodestra vada al governo della Regione, io mi aspetto l'arrivo degli unni, dal punto di vista ambientale.
Quindi è importantissimo il fatto che si porti a compimento il provvedimento, cosa che è comunque nel pieno diritto e nelle facoltà di una Giunta ancora in carica; semmai, come ho già avuto modo di dire, mi sarei aspettato una maggiore e continua attività di promozione di un'idea, di una proposta regionale, a partire da quando è entrata in vigore la legge del 2016 fino a oggi, e non di arrivare a fine anno scorso con la proposta e quindi con tutte le discussioni da fare, cosa che ha portato delle tensioni sui territori e purtroppo, a ridosso anche di elezioni locali, ha comportato alcune delle scelte che facciamo oggi.
Anzi, dico anche questo al Consigliere Vignale: guardi, Consigliere, in realtà per lei è un vantaggio essere arrivati a ridosso delle elezioni con un provvedimento di questo genere. Perché? Perché così questo provvedimento è stato molto più timido di quanto avrebbe potuto essere. Ed è quello che noi contestiamo perché, se noi avessimo fatto questo provvedimento nel 2016, certe cose le avremmo fatte con maggiore forza e potenza.
Mi ricordo i tavoli d'incontro fatti nel 2015 sull'espansione del Parco sul Comune di Ormea, quando il Sindaco (che è lo stesso di oggi e che probabilmente sarà lo stesso di domani) disse: "Se la Regione lo vuole fare, il Comune di Ormea non si oppone". Nell'incontro fatto meno di un mese fa a Cuneo sullo stesso tema, il Sindaco non era più d'accordo: aveva una proposta studiata col Parco su aree effettivamente utili e da tutelare come valore naturalistico e ambientale.
Questa è la situazione. Oggi quello che stiamo facendo è più difficile di quanto sarebbe stato se l'avessimo fatto nei tempi che ci eravamo detti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Il disegno di legge 330 ha forse un titolo sminuente o riduttivo rispetto alla sua reale portata, perché sostanzialmente presenta una serie di modifiche cartografiche, che però sono la presa d'atto e la trasposizione in un disegno di legge di ampliamenti delle aree protette piemontesi di notevole interesse e dimensione; ampliamenti che, come abbiamo sentito in quest'Aula, qualcuno vede con più che preoccupazione, ma con grande contrarietà e come elemento di difficoltà per il territorio piemontese.
Noi invece, dal nostro canto, avendo seguito il lavoro dell'Assessore, il lavoro in Commissione e l'approdo oggi in Aula, accogliamo con grande soddisfazione questa soluzione, questo punto di arrivo; anzi, in qualche modo ci uniamo anche ai ragionamenti che richiedono sempre un po' più di coraggio, perché ci troviamo più vicini a questi ragionamenti che non alle riflessioni di coloro che invece vedono come una pericolosa situazione negativa per il Piemonte l'ampliamento delle aree protette.
Vorrei sottolineare un altro aspetto positivo di questo disegno di legge perché non solo si ampliano i confini, si istituiscono nuove aree a parco e nuove riserve, nuove aree tutelate, ma la cosa da sottolineare è che queste proposte arrivano da istanze del territorio; arrivano, in particolar modo dai Comuni, dai Sindaci e dai Consigli comunali con altri soggetti importanti del territorio, i soggetti imprenditoriali e le associazioni interessate a vario titolo.
Sono istanze che provengono dal territorio e che vengono recepite, quindi credo che, nell'ambito di un tale avanzamento della cultura dei parchi, sia significativo sottolineare come sia avvenuta una presa di considerazione e anche un mutamento culturale che vede nei parchi non un soggetto che musealizza, che blocca, che vincola e basta, ma - come deve essere, com'era anche nel progetto istitutivo di quarant'anni fa, in cui la Regione Piemonte fu all'avanguardia, e com'è in giro per il mondo - un elemento di sviluppo, un elemento di valorizzazione del patrimonio ambientale, ma anche di quello economico.
Non a caso, ricordo che proprio nelle modifiche apportate nel 2015 alla legge 19 furono introdotti - anche qui, dopo un lungo dibattito - elementi che andavano in questa direzione. Penso all'istituzione della Consulta territoriale, che mette insieme anche i soggetti a rappresentanza economica, ma penso proprio all'introduzione di alcune specifiche terminologie che riguardano la promozione turistica e la valorizzazione economica, fino alla valorizzazione dei marchi di prodotto dei parchi. Si tratta quindi di un percorso di condivisione con il territorio delle realtà a parco e di valorizzazione del loro ruolo, che ha visto questo cambio di mentalità non generalizzato sul territorio piemontese, poiché sappiamo anche di alcune zone dove proporre l'estensione del parco è ancora problematico, per cui probabilmente non abbiamo fatto abbastanza per fare cultura dei parchi.
In questo senso, mi associo all'auspicio che la Giunta regionale, nella prossima legislatura, saprà mettere in campo ancora più coraggio in merito con azioni utili a ricostruire e rimettere insieme una visione di tutela ambientale e valorizzazione del patrimonio locale attraverso questo strumento. Strumento che è riuscito, negli anni, peraltro, ad avere riconoscimenti internazionali; pensiamo ai parchi piemontesi, che sono entrati nella lista delle riserve della Biosfera MaB UNESCO, a quello del Monviso e, ultimo, proprio al Parco torinese, il tutto grazie al lavoro di chi, in quei parchi, ci lavora e ci crede, e degli enti di gestione.
Una realtà che si è consolidata e che oggi viene riconosciuta non soltanto con una funzione di tutela, ma come soluzione utile per tutelare l'ambiente, utile anche per una gestione della fauna selvatica; anche le attività di contenimento, quando sono necessarie, vanno fatte e nei parchi trovano una giusta risposta, utile anche per valorizzare, come ripeto, a tutto campo il patrimonio. Qui, davvero, la collaborazione e la sinergia con tutto il settore del turismo dovrà essere ancora più stretta.
Solo la scorsa settimana abbiamo approvato una legge nuova sul turismo non convenzionale, sul turismo all'aperto (terminologia giusta), ma gran parte di questo turismo si svolge nei parchi o nei dintorni dei parchi e vede nei parchi l'elemento attrattore. Io vado a campeggiare in quella zona, vicino alla Val Troncea, perché so che poi andrò a farmi la camminata in Val Troncea e so che vi sono dei servizi da parco; se non posso camminare ho la navetta, ci sono attività di supporto.
Nel nostro disegno di legge, oltre alle cose che ho richiamato e agli interventi che sono stati fortemente stimolati dai territori, c'è sicuramente un'iniziativa innovativa, che è la definizione del nuovo Parco del Po piemontese. In questo senso, credo che abbiamo usato anche il giusto coraggio mettendo insieme istanze, volontà magari non definite fino all'ultimo passaggio da parte dei territori, con un'idea di valorizzazione e di promozione che già aveva, in qualche modo, percorso il dibattito consiliare nel 2015, quando intervenimmo sui parchi.
Ovviamente, oltre che una soluzione coraggiosa, è anche un nuovo soggetto da costruire con cura e attenzione, mettendo insieme le migliori esperienze e le migliori pratiche, valorizzando tutto ciò che è stato fatto per portare a fattore comune e avere dei risultati ancora migliori. Di questo parleremo in seguito nel presentare velocemente l'ordine del giorno che insieme ad altri colleghi ho sottoscritto.
In conclusione, direi soltanto questo. Certamente - anche qui, più come un auspicio alla prossima legislatura - superata una fase di razionalizzazione razionalizzazione dei costi, razionalizzazione dell'organizzazione - e anche ridefinizione organizzativa, è necessario, come già si è potuto fare nell'ultimo anno, con alcune disponibilità economiche maggiori, fare grande attenzione agli organici.
Occorre dare la possibilità agli enti non solo di sostituire il turnover ma di ridarsi una definizione delle migliori figure che servono ai parchi e poterle avere non solo in pianta organica, ma anche in servizio. Così come sarà necessario avere delle risorse per la ridefinizione dei piani d'area che in molti parchi sono fermi da moltissimi anni. Dare quindi maggiore visione a obiettivi a largo raggio, per lavorare al meglio su quella cultura dei parchi che è nel nostro territorio e tra i nostri cittadini, ma che deve trovare le giuste risposte nelle soluzioni legislative.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Non posso controbattere alla frase del Consigliere Campo che ci definisce "unni", perché l'ordine del mio movimento è di essere gentile con i grillini, perché sapete che hanno salvato il "capitano" dal processo, e di questo dobbiamo ringraziarli, quindi non rispondo.



(Commenti fuori microfono)



GANCIA Gianna

Anzi, dobbiamo ringraziare di questo. Posso dire invece.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera Gancia.
Consiglieri, non riesco a sentire quello che dice la Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Quindi, non controbatto al fatto che ci definisce "unni", perché - appunto è stata una manifestazione importante che hanno dato al capo della Lega Salvini premier.
Sono però assolutamente d'accordo con il Consigliere Vignale, quindi non mi ripeto.
Il nostro voto non sarà favorevole e, in questo caso, parlo da contadina perché è un termine che mi piace; da persona che nasce dalla terra, vive con la terra e vive il quotidiano. Da contadina e da imprenditrice agricola, dico che non c'è stata alcuna interfaccia con le problematiche che noi viviamo ogni giorno. Non voglio ripetere alcune considerazioni perché sono già state indicate bene dal Consigliere Vignale, ma sicuramente un confronto con le categorie che vivono e investono nei territori di tasca loro e non con soldi pubblici andava considerato e andava assolutamente effettuato in un modo più consistente, tenendo conto delle esigenze che hanno coloro che operano sul territorio.
Ci tenevo a precisare questo'aspetto.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ci sono altri Consiglieri che desiderano intervenire? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Ritengo che il disegno di legge 330, ampiamente discusso in Commissione presenti aspetti positivi e alcune zone d'ombra. L'aspetto positivo è quello di andare a ricomprendere le aree di Rete Natura 2000 all'interno delle aree parco. Questo è un aspetto positivo, così come il Parco del Po piemontese, che considero un passo avanti per tutta la regione.
Ci sono, però, degli aspetti che sono delle zone d'ombra, come la dipendenza dai pareri dei Comuni, che considero non necessaria. La Regione deve avere un'idea dei parchi regionali, un suo disegno, una sua idea partendo dalle emergenze ambientali che il Piemonte vive drammaticamente.
Emergenze ambientali che sono anche emergenze sanitarie, perché - come affermava il collega Campo - il discorso dei corridoi ecologici è un discorso importante.
Non c'è un collegamento tra aree protette: l'unico corridoio ecologico importante che abbiamo in Piemonte è il Parco del Ticino; un corridoio ecologico tra i più importanti d'Europa. Al di fuori di quello, abbiamo aree agricole che ormai sono dei deserti chimici, dove anche i nostri enti nazionali del Ministero dell'Agricoltura ci hanno messo del loro, dando luogo a dei brevetti, insieme a multinazionali della chimica e dell'agroindustria, che andrebbero analizzati attentamente. Il fatto di usare specie vegetali modificate per essere resistenti agli erbicidi spiega le aberrazioni che viviamo all'interno di questa regione e di buona parte dell'Europa.
Pertanto, al di fuori delle aree protette, che sono una piccola fetta del territorio piemontese, vi è una crisi sanitaria, ambientale e di biodiversità che ormai è registrata drammaticamente, perché la coltivazione sempre più indotta dall'agrochimica, con aree agricole sempre più estese tra l'altro, il PSR, anche da quel punto di vista, andrebbe modificato porta a estensioni sempre più meccanizzate e con un utilizzo sempre maggiore di sostanze chimiche.
In questo contesto, occorre trovare il modo di uscire dalle emergenze e, al di là dei nostri bei parchi regionali, che sono un po' isole nell'oceano andare oltre queste situazioni. Il discorso dei corridoi ecologici pu essere un punto fermo: sviluppare dei corridoi ecologici è importantissimo perché l'avifauna selvatica fa fatica a passare da un'area a un'altra e, in quell'area e in quei passaggi, non trova più situazioni di possibile permanenza.
Questa situazione è sempre più drammatica. Occorre pensare anche a un parco agricolo, perché nei nostri parchi regionali abbiamo perso la possibilità di fare un marchio della qualità agricola. Io ho vissuto la proposta - che poi è sempre fallita - del marchio della qualità dell'agricoltura nel Parco del Ticino, ma dietro alla qualità dell'agricoltura in un parco regionale ci vuole un disciplinare serio, che vada a riconoscerne qualità e peculiarità. Sappiamo (l'ha spiegato l'Assessore in Commissione) che questo percorso non è consentito.
Pertanto, in merito alla problematica dell'agricoltura nei parchi regionali, non se ne esce con dei marchi, perché questi non sono consentiti, pur vivendo una grossa difficoltà a livello regionale.
Addirittura, le aree protette, in parte, vengono aggredite. Penso al progetto del Devero, dove le misure sito-specifiche non consentono la realizzazione di nuovi impianti sciistici e dove abbiamo solo il 17% del territorio alpino in area protetta, che sia Rete Natura 2000 o parco regionale.
Dove si va a ipotizzare lo sviluppo di un'area sciistica? All'interno dell'area protetta! Questo sta a testimoniare che le aree protette sono definite aree in cui non si possono costruire discariche, fare attività estrattiva o cacciare ma poi si pensa (alcuni amministratori pubblici pensano) che nei territori della Rete Natura 2000 si possa fare un po' quello che si vuole, perch sono fette di montagna che vanno sfruttate! Addirittura, il Presidente della Provincia del VCO ha detto a me e al collega Campo: "Nell'Alpe Veglia c'è un problema: crescono i larici". Ho risposto: "È vero, è un grosso problema: in montagna crescono i larici, hanno il vizio di crescere! Purtroppo si diffonde la piaga del larix decidua, che ha la capacità di sopravvivere anche ad altezze elevate!".
A parte la battuta, questo sta a testimoniare che anche gli amministratori pubblici hanno grosse difficoltà nel riconoscere le aree protette. Queste aree, che rappresentano una piccola fetta del territorio piemontese secondo noi andrebbero ampliate, con un disegno di crescita di tali aree mantenendo la biodiversità, che è sempre più in difficoltà soprattutto nelle aree alpine, anche a causa del cambiamento climatico dovuto non solo all'azione dell'uomo (il cambiamento climatico è dovuto all'azione dell'uomo, ma non a un'azione di edificazione diretta), che comporta una riduzione sempre più stringente degli areali di sopravvivenza delle specie alpine.
Pertanto, l'uomo dovrebbe pensare a proteggere maggiormente queste aree e valutare attentamente la possibilità di un turismo dolce, cioè un turismo sostenibile, perché non si può più pensare di fare affari economici come si facevano negli anni passati.
Il famoso BAU, che non è il verso del cane, ma sta per business as usual il business che si è usato fare dai gloriosi anni Settanta, quelli dello sviluppo economico fino a oggi, non regge più. Bisogna cambiare modo di agire e per fare questo dobbiamo valorizzare le nostre aree più belle: pensando a un turismo sostenibile, a sviluppare le ciclovie, a sviluppare un turismo diffuso, non con opere di cementificazione del territorio, non con nuovi impianti sciistici.
Guardate, io sono un amante della neve, ma purtroppo devo dire che, pur essendo andato in montagna sabato scorso, mi sono messo il cappello per proteggermi dal sole e non per proteggermi dal freddo! Questo cambiamento climatico lo viviamo tutti ed è sempre più evidente, soprattutto a chi che come me, ha iniziato a sciare negli anni Settanta, quando nel mese di febbraio in montagna faceva molto freddo. D'altronde, se i glaciologi dicono che da qui al 2050 non ci saranno più ghiacciai sulle nostre Alpi ci sarà un motivo.
Insomma, dobbiamo ripensare il nostro modello di fare economia, ma per farlo è sicuramente importante partire anche dalle aree protette.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Il Consiglio regionale finisce qui.
Ricordo la Conferenza dei Capigruppo in Sala A.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.30)



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