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Dettaglio seduta n.393 del 13/02/19 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 14.35 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Zootecnia - Veterinaria

Interrogazione a risposta immediata n. 2545 presentata da Sinatora inerente a "Legittimità dell'obbligo di stipulazione di assicurazione con COSMAN per smaltimento animali da reddito deceduti in azienda"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2545.
La parola al Consigliere Sinatora per l'illustrazione.



SINATORA Benito

Grazie, Presidente.
La mia è un'interrogazione sulla legittimità dell'obbligo di stipulazione di assicurazione con COSMAN per smaltimento animali da reddito deceduti in azienda.
In data in 9 maggio 2016, la Giunta regionale approvava lo schema di convenzione sulla collaborazione, con i Consorzi di Difesa riconosciuti ai sensi del decreto legislativo 102/2004, per l'espletamento dei servizi di raccolta e di smaltimento di animali morti in allevamento.
Ai servizi veterinari piemontesi delle ASL veniva rammentato che suddetto provvedimento imponeva alle aziende non assicurate l'applicazione del tariffario per prestazioni rese nell'interesse di privati (codice A1 con sopralluogo, 50 euro), e questo al fine di spingere le aziende agricole a stipulare assicurazioni con il Consorzio.
Detta obbligatorietà nel consorziarsi favorisce, venuto ovvero il controllo veterinario ufficiale in azienda, pratiche di abbandono o di smaltimento improprio delle spoglie di animali, considerando che il pagamento di 50 euro può essere accettabile per lo smaltimento di un bovino, ma sicuramente è sovradimensionato per ovi-caprino di valore commerciale intorno ai 40/80 euro.
In data 15 gennaio 2019, è stata emessa la Circolare dirigenziale Prot.
1038/A1409A, con la quale si precisa la posizione dell'Amministrazione regionale circa l'obbligatorietà dell'adesione al Consorzio di Difesa (COSMAN), mentre fino a quella data era consentita o tollerata l'azione individuale di smaltimento.
Tutto ciò premesso, interrogo il Presidente della Giunta e l'Assessore per sapere, visto che per alcune tipologie è evidente l'onerosità dell'operazione di smaltimento, se non si ritenga, per certune fattispecie di allevamenti con produzione di carcasse animali di piccole dimensioni, di disporre l'annullamento dell'obbligatorietà dell'adesione al Consorzio.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Consigliere Sinatora, cerco di essere breve, poi le consegnerò una risposta più articolata.
Il COSMAN nasce ai tempi di "mucca pazza" come Consorzio pubblico obbligatorio per evitare agli allevatori che avevano avuto già subito dei danni di avere ulteriori costi nello smaltimento. Nel 2014 (credo a dicembre), con una legge il Consiglio regionale va ad abrogare l'obbligatorietà di adesione al COSMAN e, in accordo, il COSMAN viene trasformato in uno dei dieci Consorzi di difesa. Da allora in poi, il COSMAN pesca il 50% delle risorse (che prima pescava invece completamente dalla Regione) dal sistema nazionale, che viene utilizzato per le assicurazioni agevolate.
Gli allevatori possono scegliere di assicurarsi in uno dei dieci Consorzi presenti sul territorio piemontese e, così facendo, hanno un'agevolazione che in parte arriva dal sistema nazionale e per metà arriva ancora dal sistema regionale.
L'obbligatorietà non c'è: ogni allevatore può scegliere se fare un'assicurazione e quindi, a costi molto contenuti, essere garantito per lo smaltimento eventuale delle sue carcasse, oppure non assicurarsi ma, a questo punto, il costo è di 50 euro, perché è il prezzo che l'ASL chiede per il proprio servizio.
Di conseguenza, non dobbiamo abrogare l'obbligatorietà, perché non c'è: è una scelta che gli allevatori fanno. Posso solo dirle, in conclusione, che tutti (organizzazioni e sistemi allevatoriali) concordano che è molto conveniente - perché si paga in base alle UBA, cioè alle unità bovine adulte parametrate a pecore, a capre o non importa a cosa - fare un'adesione al Consorzio, perché prevede questo contributo pubblico che abbatte i costi per lo smaltimento.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2546 presentata da Monaco, inerente a "Pericolo reale o presunto nella rianimazione e DEA dell'ospedale di Rivoli?"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2546.
La parola al Consigliere Monaco per l'illustrazione.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Il tema è il seguente. Nelle scorse settimane è stato attivato uno stato di agitazione ed è stata sollevata una questione da alcune sigle sindacali in ordine a situazioni di sicurezza e di paventato rischio sia per gli operatori che per i pazienti, sia della Rianimazione dell'ospedale di Rivoli che per quanto riguarda il pronto soccorso.
Io credo che la questione vada invece stigmatizzata e che da parte nostra vada sollevato con molta attenzione un rilievo di questo tipo, perché credo che a tutti stia a cuore la sicurezza dei lavoratori, nonché dei nostri pazienti, ma che allo stesso tempo debbano anche essere prese delle misure laddove vi è un allarme dettato da quesiti che non sono certamente determinanti e legati alle indicati indicazioni fornite.
È stato indicato che la rianimazione di Rivoli avrebbe ospitato, per quasi due mesi, quasi il doppio dei pazienti che può realmente ospitare; in realtà non per picchi influenzali o urgenze di altro tipo, ma per urgenze determinate da alcune eccellenze di cui andiamo tutti molto fieri, come l'emodinamica, o pazienti complessi che poi hanno avuto bisogno di assistenza e di rianimazione. Immagino che se questi pazienti li avessimo trasferiti altrove, avremmo creato nocumento e disagio molto forte e forse, perfino anche qualche condizione di rischio per i pazienti stessi che invece sono stati assorbiti dalla struttura.
Mi risulta anche che il personale sia stato implementato. Le organizzazioni sindacali, infatti, avevano sottolineato che, probabilmente, il personale non fosse adeguatamente formato. Vorrei capire come vengono valutate le formazioni e se sono incrementati i numeri di infortuni sul lavoro, perch non mi risulta siano stati registrati per quanto riguarda il personale e il DEA e nemmeno che ci siano stati incidenti a pazienti relativi all'iperstress.
Rispetto all'anno precedente, non c'è stato un reale forte incremento statisticamente significativo: parliamo di 21 rispetto a 17 pazienti dell'anno scorso, comparato con gli stessi periodi dell'anno. Ricordo che l'anno scorso c'era il picco influenzale che aveva, con le sue complicanze affollato la nostra rianimazione.
Stesso ragionamento dicasi per il DEA. Gli indicatori mostrano una netta riduzione dei tempi d'attesa rispetto agli scorsi anni parametrati a un minor numero di accessi; non importantissimo ma, comunque, vi à un minor numero di accessi.
La questione è se c'è un rischio di esposizione del lavoratore a un pericolo, al di là di incidenti non registrati. Ricordo che una dottoressa dopo una notte di servizio piuttosto faticosa in pronto soccorso, nel tornare a casa, ha avuto un incidente, quindi è "ferma" perché ha subito qualche lesione da questo incidente. Incidenti sul lavoro vero e proprio legati a stanchezza o iperstress, non mi sembra siano stati registrati n per il personale né per i pazienti. Al di là del fatto che i numeri che ho dichiarato li ho verificati personalmente sul campo, vorrei che fosse l'Assessorato a darci una risposta.
Abbia pazienza, Presidente, se ho rubato qualche secondo, ma la "sanità sciacallaggio" mi sembra una cosa che non vada bene e credo che si configuri perfino come procurato allarme che, se non vado errato, è perseguito dal Codice Penale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Do lettura della risposta dell'Assessore Saitta che, evidentemente, come già ha annunciato, rassicura su queste problematiche.
L'Assessore ha approfondito, con la Direzione Generale dell'ASL TO3, quanto segnalato dal Consigliere Monaco. Come evidenziato nella stessa interrogazione, gli indicatori relativi all'attività nel DEA dell'ospedale di Rivoli, registrati anche nel periodo concomitante all'epidemia influenzale, indicano un chiaro miglioramento dei flussi e, di conseguenza una migliore gestione dei pazienti che vi accedono rispetto al passato.
L'ASL TO3 ha adottato un piano per la gestione di sovrafflusso in pronto soccorso che considera tutte le fasi del percorso di cura del paziente, da quella pre-ospedaliera a quella ospedaliera, fino alla dismissione.
In base a questo piano sono stati resi disponibili nell'Ospedale di Rivoli fino a 21 letti aggiuntivi (con assunzione di adeguato personale). A oggi ne sono stati utilizzati solo quattro, ulteriore indice di una migliore organizzazione dei flussi.
Si conferma l'assenza di segnalazioni INAIL sia da parte del personale DEA sia da parte del personale della rianimazione, a indicare che le norme sulla sicurezza sul lavoro vengono quotidianamente rispettate e monitorate anche nella tutela dei diritti contrattualmente previsti in materia di orario di lavoro. Inoltre, i recenti controlli interni del personale addetto alla sicurezza, nonché un recente controllo NAS risalente a 15 giorni or sono, non hanno rilevato anomalie.
Il reparto di rianimazione, in particolare, ha fatto fronte all'aumento dei ricoveri rispetto all'anno precedente, non solo come conseguenza dell'iperafflusso stagionale, ma anche a supporto di procedure interventistiche d'avanguardia effettuate come quelle dell'emodinamica. È stato apportato un adeguamento logistico e tecnologico, nonché di personale, da parte dell'ASL TO3: l'équipe infermieristica è stata integrata con tre unità, che solo dopo un iniziale training nell'ambito dell'urgenza in DEA sono stati collocati in rianimazione per garantire sempre il rapporto adeguato infermiere-paziente.
Dovremo abituarci ai sciacallaggi nei prossimi giorni.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2543 presentata da Gallo, inerente a "Carenza di medici di famiglia nei piccoli comuni piemontesi"


PRESIDENTE

Proseguiamo con la trattazione dell'interrogazione a risposta immediata n.
2543.
La parola al Consigliere Gallo per l'illustrazione.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Brevemente. Il tema della carenza dei medici di famiglia sul territorio soprattutto nei piccoli Comuni, è conosciuto e lo stiamo affrontando da tempo. La Regione Piemonte si è già attivata, in questi anni, aumentando nel recente passato, le borse di studio di medicina generale e attivando una serie di azioni in tal senso. Sappiamo che la situazione è particolarmente critica, tant'è che, dalle previsioni, attorno al 2023 nella città di Torino, addirittura, si potrebbe raggiungere un livello di criticità che, a oggi, pare già raggiunto nei piccoli Comuni.
Il question time viene proposto perché si è venuto a conoscenza che la Regione Piemonte si sta attivando per inserire all'interno del nuovo contratto dei medici di famiglia, in discussione in queste settimane, una forma di premialità per chi svolge quest'attività nei piccoli Comuni con poca popolazione. Il question time è volto a conoscere se ci sono delle evoluzioni, se ci sono delle novità a riguardo per risolvere questo tipo di problema.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Come ha ricordato, da tempo l'Assessorato alla sanità si sta occupando della carenza di medici di famiglia, in particolare nei piccoli Comuni e in aree montane. Si tratta, com'è noto, di un problema di carattere nazionale.
Le risorse messe a disposizione dallo Stato per le borse di studio in medicina sono inferiori ai fabbisogni delle Regioni.
Per queste motivazioni, negli ultimi anni la Giunta Chiamparino ha lavorato per trovare soluzione al problema. In primo luogo, ha provveduto ad aumentare il numero di borse di studio erogate, passando dalle 80 del triennio 2014-2017 alle 189 del triennio 2018-2021, grazie anche a un'intesa raggiunta nei mesi scorsi tra Regioni e Governo. Quest'incremento avrà effetti nel lungo periodo, ma nell'immediato occorre individuare provvedimenti più urgenti. La nostra intenzione - come l'Assessore ha già avuto modo di dire nelle scorse settimane - è d'inserire all'interno del nuovo contratto dei medici di famiglia una forma di premialità per chi svolge la propria attività nei piccoli centri. Proprio nella giornata di domani l'Assessore ha in programma un nuovo incontro sul tema con i rappresentanti di ANCI Piemonte e UNCEM Piemonte.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica - Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2547 presentata da Chiapello inerente a "Evitiamo la soppressione del collegamento diretto Cuneo-Mondovì destinato agli studenti" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interrogante, Consigliera Chiapello, all'interrogazione a risposta immediata n. 2547 sarà fornita risposta scritta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione a risposta immediata n. 2548 presentata da Grimaldi inerente a "Accesso alla contraccezione gratuita nei consultori"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2548.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Il 3 luglio 2018, il Consiglio regionale ha approvato la delibera n. 300 "Indirizzi e criteri per garantire l'effettivo accesso alle procedure per l'interruzione della gravidanza e l'effettiva applicazione della legge 29 luglio 1975, n. 405 (Istituzione dei consultori familiari)". Questa delibera demandava alla Giunta l'istituzione di un tavolo di lavoro per individuare le percentuali degli obiettori di coscienza (ci sono percentuali diverse da ASL ad ASL e da provincia a provincia).
Noi cosa chiedevamo? Chiedevamo che, ogni qual volta gli obiettori avessero superato la percentuale del 50%, il Direttore dell'ASL inviasse subito comunicazione per accedere ad una procedura di turnover e arrivare a dei livelli di servizio equivalenti su tutto il territorio.
Sono contento che sia presente la Consigliera Conticelli, con la quale abbiamo immaginato una deliberazione più importante sul tema dei consultori, chiedendo che tornasse a esistere una contraccezione gratuita poiché dai tabellari ministeriali erano sparite le ultime forme di contraccezione (soprattutto la pillola) per le donne indigenti e le giovani ragazze.
Nell'interrogazione andiamo oltre, nel senso che parliamo non solo di una gratuità per le cittadine e i cittadini di età inferiore ai 26 anni, ma nell'età compresa fra i 26 e i 45 anni - anche di esenzione in caso di lavoratrici colpite dalla crisi, dalla disoccupazione, nel post partum entro 12 mesi del parto, e la possibilità di contraccezione gratuita anche per gli uomini. Questo, ad esempio, ci porta a essere fra le prime Regioni italiane nella distribuzione dei preservativi per le fasce giovanili sotto i 26 anni e rappresenta un pezzo di cultura della prevenzione (penso al tema dell'HIV e di tutte le malattie sessualmente trasmissibili).
Aggiungo che il 25 settembre scorso abbiamo presentato un'interrogazione simile a questa e che l'Assessore ci ha annunciato l'invio di una relazione dettagliata sulla situazione esistente dopo l'approvazione della deliberazione. Ha aggiunto che la struttura non aveva ancora compiuto del tutto il lavoro, ma aveva garantito che nei giorni successivi avrebbe avuto inizio una profilazione e una fotografia del territorio piemontese.
A oggi, Presidente, questa documentazione non è pervenuta; inoltre, poich il bando era rivolto a una piccola parte di contraccezione solo femminile tra l'altro non su tutti i territori, continuano ad arrivarci segnalazioni da tutte le ASL che, sia per i giovani sotto i 26 anni sia per le donne meno abbienti e, soprattutto, per la popolazione maschile non c'è un consultorio che distribuisca gratuitamente preservativi.
Questa vicenda deve essere rimessa in campo. Probabilmente, qualcosa esiste a macchia di leopardo, però l'informazione è bassissima, e mi rivolgo alle colleghe, perché uno dei punti era proprio rafforzare l'informazione.
Magari in alcuni luoghi della città di Torino c'è un po' più di attenzione e anche un rapporto diverso con le giovani ragazze, ma nella gran parte del territorio questa vicenda non si è sbloccata.
Spero che l'Assessore Balocco - che risponderà al posto dell'Assessore Saitta - ci dia una buona notizia e finalmente si avviino sia i bandi sia il lavoro della Commissione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Direi che il bicchiere è sicuramente mezzo pieno, nel senso che l'Assessore Saitta comunica che il gruppo di lavoro cui lei fa riferimento è stato istituito e sta lavorando. Il suo compito è quello di analizzare la presenza di medici obiettori di coscienza presso le strutture sanitarie regionali e verificare le azioni da adottare per la distribuzione di metodi contraccettivi gratuiti, secondo quanto indicato dalla delibera citata.
Il gruppo di lavoro è composto da dirigenti e funzionari dell'Assessorato e dai referenti dei consultori in servizio presso l'ASL Città di Torino e l'ASL di Novara. Nelle prossime settimane, in base alle risultanze del gruppo di lavoro, la Giunta regionale interverrà per rendere effettiva l'applicazione della delibera.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.
Chiedo se è possibile avere un po' di silenzio, per proseguire l'esame delle interrogazioni.


Argomento: Trasporti su gomma

Interrogazione a risposta immediata n. 2551 presentata da Batzella inerente a "Limitato numero di passaggi di autobus SADEM a Sauze di Cesana (TO)"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2551.
Risponderà l'Assessore Balocco.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Sauze di Cesana è un Comune di 244 abitanti, con un'altitudine di 1.560 metri, che si trova in alta Val di Susa, a circa sei chilometri da Cesana in un territorio montano che ha un'alta affluenza di turisti sia in estate sia in inverno.
È vicino alla Via Lattea, il secondo comprensorio sciistico più grande d'Europa, che conta oltre 200 piste da sci, alcune delle quali hanno ospitato anche le gare di sci dei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006.
Nelle numerose frazioni del Comune di Sauze di Cesana (Bessen Bass, Bessen Haut, Grangesises, Rollieres) e in quelle vicine, come Bousson, si trovano molte strutture ricettive realizzate proprio per favorire l'afflusso turistico.
Si tratta, quindi, di una zona molto frequentata, ma in cui il trasporto pubblico risulta carente.
Soltanto pochi giorni fa un sito d'informazione locale ha pubblicato una lettera firmata da un cittadino di Sauze di Cesana, nella quale si denunciavano i disservizi dell'autolinea ordinaria Oulx-Cesana-Claviere Sestriere gestita dalla SADEM S.p.A. In primo luogo, a Sauze di Cesana manca una rivendita di biglietti e, in diversi casi, ai passeggeri è stato chiesto di pagare il supplemento per l'acquisto a bordo del titolo di viaggio, nonostante il regolamento della stessa SADEM specifichi che il sovrapprezzo non si applica se nelle località di partenza non è presente alcuna rivendita.
In secondo luogo, il numero giornaliero di passaggi di autobus è limitato: nella tratta Oulx-Torino (autostazione di Corso Bolzano) l'ultimo passaggio è alle 17.45 e dopo non sono previste altre corse per Sauze di Cesana. In direzione opposta (Torino-Oulx) l'ultima fermate è alle 17.50 e alle 18.19 soltanto la domenica e i festivi, ma solo da giugno a settembre, quindi nel periodo estivo. Da settembre a giugno il numero delle corse giornaliere è ancora più limitato rispetto al periodo invernale, generando quindi notevoli disagi sia agli abitanti sia ai turisti.
La SADEM S.p.A. è la società autotrasporti dell'Europa meridionale, una società privata che però gestisce i servizi di trasporto pubblico in Piemonte; dal 1° gennaio 2011, la SADEM fa parte del Consorzio Extra.To ed è l'operatore unico per i trasporti della Città metropolitana di Torino.
Tra le diverse linee gestite dalla società c'è anche questa che è l'autolinea ordinaria Oulx, Cesana, Clavier e Sestriere.
Sono qui oggi a interrogare l'Assessore per chiedere se intenda verificare insieme alla società di trasporti SADEM, la possibilità d'incrementare il numero dei passaggi degli autobus di linea nel Comune di Sauze di Cesana e nelle frazioni vicine, anche dopo le ore 17.50.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Colgo l'occasione per ricordare che do una risposta essendomi stata questa preparata dall'Agenzia della mobilità piemontese; la Regione, come Assessorato ai trasporti, non ha competenze sulla programmazione dei servizi o sulla variazione degli stessi: la competenza è dell'Agenzia della mobilità piemontese, di cui fanno parte le maggiori Province del Piemonte Città metropolitana prima di tutto, la Città di Torino e poi le città maggiori del Piemonte stesso.
La risposta, che leggerò è dell'Agenzia del mobilità centrale - diciamo così.
Il bacino torinese dell'Agenzia della mobilità piemontese, che ha una sua autonomia ed è presieduto dalla dottoressa Licia Nigrogno, Assessora del Comune di San Mauro, tra l'altro persona che mi pare anche attenta e competente, devo dire che, dal punto di vista dell'implementazione dell'organizzazione e dell'attenzione al sistema di programmazione, ha qualche carenza, forse anche perché è il più complesso rispetto agli altri bacini.
In riferimento all'interrogazione in oggetto, si precisa che, allo stato attuale, il Comune di Sauze di Cesana è servito dalla linea n. 285 (Oulx Cesana-Claviere-Sestriere), gestita dalla SADEM. In particolare, il limitato numero di corse presenti è legato al trasporto studenti o lavoratori, le risorse disponibili sono quelle che sono.
Tuttavia, gli Uffici dell'Agenzia della mobilità si sono attivati con il Consorzio Extra.To cui faceva riferimento, in particolare, al gestore SADEM allo scopo di verificare la possibilità di mantenere in via sperimentale la corsa delle ore 18.19. Qualora la cosa fosse possibile, s'ipotizza un periodo sperimentale, da concordare, nel corso del quale occorrerà monitorare il numero di passeggeri e definire le risorse necessarie per l'attivazione della sperimentazione.
Si tenga presente - dice il Direttore dell'Agenzia della mobilità - che per legge, i servizi devono avere una copertura almeno del 35% della bigliettazione.
Aggiungo che stiamo sollecitando l'Agenzia della mobilità e i gestori a verificare meglio la possibilità di utilizzare il sistema dei cosiddetti servizi a chiamata, che andrebbero a implementare il servizio laddove c'è una carenza di utenza, perché gli abitanti sono pochi, offrendo un servizio adeguato anche a quei cittadini che non possono certamente essere considerati cittadini di serie B. Dal punto di vista dei servizi a chiamata, alcuni bacini stanno facendo passi importanti e bisogna che anche il bacino torinese e l'area metropolitana torinese perseguano questi fini.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2553 presentata da Valetti, inerente a "Programmazione del servizio sostitutivo di trasporto pubblico in previsione dell'interruzione della linea Torino-Ceres"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2553.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Come sappiamo, a Torino sono in corso i lavori di realizzazione del collegamento ferroviario Torino-Ceres con il passante sotto Corso Grosseto l'opera includerebbe il collegamento dell'attuale ferrovia Torino-Ceres con allacciamento al passante ferroviario presso la stazione Rebaudengo e dei sottopassi stradali nei pressi di largo Grosseto.
È stato formulato un cronoprogramma che, ovviamente, comprende la sospensione del servizio ferroviario verso Torino Dora a Torino con l'interruzione del servizio alle stazioni precedenti; quindi, con probabilità d'interrompere il servizio a Venaria o Rigola, sempre nel Comune di Venaria.
La sospensione del servizio ferroviario è stata annunciata con previsione di circa un anno, con tutte le variabilità del caso quando si passa dalla previsione in cronoprogramma al cantiere; quindi, ovviamente, ci sarà un disagio per i pendolari provenienti dalle Valli di Lanzo, da Venaria, da Caselle e dai Comuni limitrofi, che attualmente si recano a Torino con la linea ferroviaria.
Come Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, avevamo già formulato un'interrogazione sulle difficoltà di gestione del traffico nel nodo nord ovest di Torino e la domanda che poniamo all'Assessore è se la Regione Piemonte e l'Agenzia della mobilità hanno previsto, progettato e stanziato eventualmente, nel bilancio triennale, risorse per programmare servizi sostitutivi al servizio ferroviario che verrà sospeso. Immaginiamo dei servizi del tipo automobilistico o autobus, che sostituiscano la ferrovia nel tratto in cui viene interrotta.
Attualmente la ferrovia prosegue fino a Torino Dora, quindi alla stazione Dora, e verrà interrotta prima di Largo Grosseto; non sappiamo esattamente il punto, ma immaginiamo almeno tra Venaria e Rigola, a seconda di come l'infrastruttura permetta la sospensione del servizio e la ripartenza del treno in senso opposto.
La domanda è in che stato sia la programmazione delle corse sostitutive per sopperire a questo blocco, perché parliamo di un'utenza giornaliera tra le nove e le 10.000 persone; un'utenza importante, che se si riversasse, come traffico automobilistico, nella zona nord-ovest di Torino, che soffre già di problemi dovuti all'abbattimento dei cavalcavia, potrebbe creare problemi al traffico ancora più gravi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Com'è risaputo, l'opera è seguita da SCR, la Società di Committenza Regionale, che segue i lavori. È stato il committente, in nome e per conto della Regione che finanzia l'opera e della Città di Torino che l'ha progettata. Per quanto riguarda l'interruzione del servizio ferroviario, si sono ottenuti degli incontri preparatori e la risposta che fornisco è quella da parte dell'Assessorato. Poi aggiungerò eventualmente qualche aspetto riguardo all'Agenzia della mobilità che, come lei sa, non è un organismo regionale.
Considerato che, presumibilmente verso la fine dell'anno in corso, dovrà essere sospeso il servizio ferroviario della linea, si sono analizzate due soluzioni alternative: attestamento del servizio alla fermata Rigola ovvero alla stazione Venaria.
Rispetto a ognuna delle competenze intervenute, le due soluzioni sono state approfondite anche in termini di tempi e costi, oltre che tecnicamente e amministrativamente rispetto ai seguenti aspetti: modifica dell'assetto di Rigola da fermata a stazione, adeguamento della stazione di Venaria ai nuovi carichi di utenza; predisposizione degli spazi per gli autobus sostitutivi del treno; implementazione della linea 11. Queste analisi sono state fatte in un gruppo di lavoro tra l'Assessorato, GTT, SCR e Agenzia.
Valutati i costi di approntamento di quella che dovrà essere la nuova stazione di testa, nelle due diverse configurazioni e tenuto soprattutto in considerazione che, da luglio 2019, la linea ferroviaria sarà soggetta anch'essa alla sorveglianza dell'Agenzia Nazionale della Sicurezza ferroviaria, gli intervenuti all'incontro conclusivo hanno ritenuto che attestare il servizio ferroviario alle stazioni di Venaria sia la soluzione più sostenibile, per tempi e costi.
Il Settore Investimenti Trasporti e Infrastrutture si farà promotore dell'istituzione di un gruppo di lavoro ulteriore, cui fare intervenire anche il Comune di Venaria, al fine di perfezionare le modalità con cui attivare il servizio sostitutivo. Il servizio sostitutivo, come lei ricordava, sarà in carico a GTT, perché il servizio ferroviario attuale è in carico a GTT stesso e, di conseguenza, anche i servizi sostitutivi. Ci non toglie che ci sia la possibilità di attingere in parte anche alle risorse previste dal contratto dell'opera stessa.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 2550 presentata da Caputo, inerente a "Disservizi dovuti all'apertura di un solo Centro per l'impiego"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2550.
La parola alla Consigliera Caputo per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione sottoposta all'Assessora è inerente all'aggiornamento in corso per la costituzione della graduatoria per le assunzioni in fascia B presso il Comune di Torino, in ragione della convenzione stipulata con il Comune nel 2013 sulla base della legge n. 68/99.
Come sappiamo, i Centri per l'impiego rivestono un ruolo fondamentale perché sono il luogo dell'incontro tra la domanda e l'offerta, e oltretutto offrono una serie di servizi gratuiti di orientamento e selezione presente su tutto il territorio nazionale.
A oggi, cosa succede? Stiamo ripartendo con la costituzione di una graduatoria che vede coinvolti numeri molto importanti. Era però stato previsto dagli accordi con la PL che si potessero aprire due Centri per l'impiego nella città di Torino. Invece risulta essere aperto soltanto quello di via Bologna tre volte alla settimana, nei giorni di mercoledì giovedì e venerdì e solo dalle ore 9 alle 12. Questo crea ovviamente dei disagi, se si pensa che solo il primo giorno c'erano delle attese di 185 persone, 210 nel secondo, 230 nel terzo giorno. Lunghe attese ovviamente per persone che hanno già problemi di salute e che non possono affrontare tutta quest'attesa affinché siano avviate le procedure necessarie.
Oltretutto, anche dal punto di vista tecnico, sembra che siano stati segnalati anche dei disservizi, ad esempio dei servizi igienici che si trovano al piano terra, la cui inaccessibilità comporta per chi è in attesa maggiori problemi.
Un altro disservizio segnalato è quello dell'iscrizione online al concorso tramite il sintetizzatore vocale, che è uno strumento indispensabile per le persone disabili non vedenti o ipovedenti.
S'interroga quindi l'Assessore per riuscire a capire come s'intenda intervenire per quanto di propria competenza per far sì che si possa giungere in tempi rapidi a una risoluzione di questi problemi, proprio in ottemperanza al fatto che questa è una graduatoria che coinvolge dopo tanti anni dei numeri molto importanti e ovviamente bisogna cercare di agevolare anche per l'attenzione che si ha verso i destinatari di questo servizio (legge n. 68/99), le persone che ora devono affrontare il reinserimento lavorativo.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Occorre fare una premessa che credo sia abbastanza nota in questi giorni.
È, infatti, noto da tempo, come le Regioni stanno segnalando in modo sistematico e abbastanza frequente, il fatto che abbiamo bisogno di poter partire, quindi di avere tutte le autorizzazioni necessarie - uso questo termine per non entrare ulteriormente nel dettaglio - rispetto al fatto che il personale che oggi abbiamo a disposizione all'interno dell'Agenzia Piemonte Lavoro per gestire i singoli sportelli presenti non è più sostenibile. Oggi abbiamo 400 persone all'interno della nostra Regione, a fronte di un fabbisogno decisamente superiore su tutto il territorio.
Quindi, si parte da questo dato e da questo elemento.
In primis, va evidenziato - e questo va detto, a onor del vero - che nella convenzione non è stato precisato il numero di sportelli che sarebbero stati aperti, anche perché la convenzione è una convenzione extra legge n.
68, nel senso che il Comune di Torino ha deciso di assumere più persone rispetto a quanto prevede la legge.
Questo va evidenziato: non rientra all'interno del computo della legge n.
68, ma sono assunzioni in più rispetto al piano al quale è tenuto la Città di Torino. Non è stato specificato dove sarebbero stati aperti gli sportelli; ciò nonostante, l'APL ha cercato di concentrare le proprie energie all'interno di un unico Centro per l'Impiego, attivando quattro sportelli il primo giorno, sette sportelli il secondo giorno e sette sportelli il terzo giorno, pensando anche di prolungare oltre alla data prevista, qualora ce ne sia la necessità.
Va detto che parliamo di un'utenza molto particolare; un'utenza molto sensibile e molto attenta, che già dal mese di settembre avrebbe potuto iscriversi online, ma è un'abitudine poco diffusa e difficilmente utilizzata, perché si chiede documentazione puntuale e precisa, proprio per determinare una graduatoria.
Non va dimenticato che noi oggi arriviamo da un lavoro che ha messo insieme otto graduatorie di otto Province diverse, che sono state uniformate in una graduatoria unica suddivisa sulle otto Province. È un lavoro importante fatto con il 50% della forza lavoro della quale noi avremmo bisogno per dare una funzionalità corretta rispetto ai servizi che il Centro per l'Impiego deve dare.
Le graduatorie della legge 68 attengono ovviamente a una competenza dei Centri per l'Impiego; non è una competenza che la Regione ha scelto di affidare ad altre Agenzie per il lavoro, ma lo gestiamo attraverso i Centri per l'Impiego.
Il combinato disposto del fatto che noi oggi abbiamo la metà del personale necessario - abbiamo otto applicativi che sono stati uniformati in un'unica graduatoria suddivisa su otto ambiti - fa sì che i tempi siano lunghi. Al Comune di Torino è stata data una priorità, poiché sono assunzioni extra piano legge 68, quindi con una scelta che il Comune ha liberamente deciso di intraprendere. Gli sportelli attivati sono stati attivati con personale non del Centro per l'Impiego, ma con personale distaccato dall'Agenzia direttamente al Centro per l'Impiego, per alleggerire la mole di lavoro.
Il processo che occorre avviare è un processo di accompagnamento singolo proprio perché le graduatorie, ferme ormai da cinque anni, vengono ricostruite, quindi la carriera viene ricostruita singolarmente. Per questo motivo, è necessario avere tutta la documentazione in originale.
Stiamo anche cercando di fare un'opera di sensibilizzazione tale per cui non è necessario che si rechino tutti allo stesso giorno, ma possono prenotare l'ingresso al Centro per l'Impiego. Ci rendiamo anche conto proprio perché sono fasce particolari, che è difficile fare arrivare loro l'informazione precisa. Apriranno ancora lo sportello per alcuni giorni successivi, proprio per permettere a tutti di inserirsi all'interno delle graduatorie previste. Francamente, non abbiamo le risorse umane per aprire altri sportelli in un'altra sede, per cui facciamo un po' di virtù rispetto a quello che abbiamo a disposizione, né possiamo permetterci un'azione maggiormente attiva, pur avendo attivato un'assistenza tecnica e tutto quanto oggi è in nostra facoltà.
Normalmente gli sportelli sono due; invece, si è deciso di portarli a sette ogni giornata, con personale che è stato aggiunto.
Possono iscriversi online ma, se non vi riescono, possono farlo prenotando la visita al Centro per l'Impiego.
Se vengono in mente altre soluzioni che possono essere utilizzate in quel contesto, siamo volentieri a disposizione per trovare una soluzione che possa rispondere alle esigenze di persone delle cui fragilità e difficoltà come ho detto, siamo perfettamente consapevoli, ma si tratta di ricostruire carriere che si rifanno a quattro anni di vuoto normativo e di vuoto gestionale.
È un processo non semplice e assolutamente complicato; ci doliamo se devono fare un po' più di coda, ma francamente non riusciamo a fare di più perch il personale, come vi ho già detto, è ridotto all'osso. Ovviamente lo fanno a Torino, ma nel frattempo viene replicato in tutti gli altri territori quindi non possiamo nemmeno immaginare di spostare il personale da altri territori a Torino.
Questo è il personale che in questo momento abbiamo a disposizione. Non appena potremo assumere altro personale stabile e in pianta organica all'interno dei Centri per l'Impiego, sicuramente disservizi di questa natura inizieranno a ridursi, non solo a Torino, ma su tutto il territorio regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.


Argomento: Edilizia scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 2554 presentata da Bertola, inerente a "Liceo del Cossatese e della valle Strona - Chiusura della succursale di Valle Mosso"


PRESIDENTE

Proseguiamo con la trattazione dell'interrogazione a risposta immediata n.
2554.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione riguarda il Liceo del Cossatese e della Valle Strona in particolare la chiusura della succursale di Valle Mosso.
Partiamo da questo dato: martedì, 5 febbraio 2019, la Provincia di Biella ha comunicato l'immediata chiusura della succursale di Valle Mosso, che ospita 12 aule e circa 240 allievi iscritti al Liceo del Cossatese e della Valle Strona. Un'indagine commissionata dalla stessa Provincia ha rilevato evidenti problemi statici dell'edificio, soprattutto nei pilastri esterni della struttura, che lo espongono a rischio crolli, a soli quarant'anni dall'inaugurazione.
Si citano spesso dati regionali, ma soprattutto nazionali, che parlano di un'età media degli edifici scolastici italiani addirittura a volte superiore ai settant'anni. Qui parliamo di una struttura che, a quarant'anni, presenta già questo tipo di problemi.
Abbiamo poi letto un articolo del quotidiano La Stampa, che cito: "In attesa del trasloco al Pietro Sella di Mosso, si va verso una soluzione provvisoria per consentire, da lunedì, il ritorno a scuola dei 240 studenti della succursale di Valle Mosso del Liceo cossatese e della Valle Strona chiusa dalla Provincia per rischio crolli".
La Preside Tiziana Tamburelli sta provvedendo a informare famiglie e corpo docenti sulla collocazione delle classi, che per i primi giorni sarà in versione "spezzatino". Sette aule per otto classi sono state messe a disposizione dall'Istituto Gae Aulenti all'interno dell'ex scuola Motta di Mosso. Tre classi andranno invece alla Scuola media "Maggia" di Cossato e un'ultima classe resterà nella sede centrale, dove verranno messi a disposizione anche gli uffici della Presidenza.
"Abbiamo risolto in via provvisoria la situazione", ha affermato la Preside agli organi di stampa.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Bertola.
Prego.



BERTOLA Giorgio

Sono io che la ringrazio per aver chiesto il silenzio.
Dichiarava la Preside agli organi di stampa: "Abbiamo risolto in via provvisoria la situazione e ci saranno inevitabilmente dei disagi. Grazie al lavoro svolto in queste ore della Provincia tutte e 12 le classi che erano a Vallemosso saranno poi trasferite al Pietro Sella di Mosso".
L'attuale Vicepresidente della Provincia con delega all'edilizia scolastica, Emanuele Ramella, ha dichiarato, sempre a mezzo stampa, che era stato richiesto alla Regione Piemonte uno stanziamento di circa due milioni di euro.
Per questo motivo, interroghiamo la Giunta regionale, nella persona dell'Assessora Pentenero, per sapere se la Regione Piemonte abbia intenzione d'intervenire stanziando i fondi richiesti, al fine di consentire la realizzazione di interventi necessari alla messa in sicurezza della scuola di cui in premessa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Grazie, Presidente.
Solo un paio di considerazioni di carattere generale, perché i dati che vengono espressi in premessa nell'interrogazione, riferiti a quanto Cittadinanzattiva fa emergere dalla sua relazione, dovrebbero essere letti nella loro integrità.
Ad esempio, è utile sottolineare che, di fronte ad una media del 25% di scuole che hanno il certificato di agibilità, in Piemonte siamo al 41 quindi a più del doppio! Questo è frutto di un lavoro che in questi anni insieme agli Enti locali (quindi Comuni e Province), ha rappresentato un elemento di assoluta positività.
È utile sottolineare un altro aspetto, ossia una scelta che è stata intrapresa dalla Regione e che incide significativamente sul caso che è stato evidenziato: noi abbiamo richiesto l'obbligatorietà della verifica sismica, mentre altre Regioni italiane non sono arrivate a questo tipo di imposizione nella programmazione rispetto alle risorse che vengono assegnate agli Enti locali, alle Province e alle Regioni. Noi, invece abbiamo richiesto che questo diventasse elemento di esclusione all'interno dei bandi e che quindi si potesse procedere a una pianificazione.
Faccio queste considerazioni, Consigliere Bertola, semplicemente perch nell'interrogazione vengono fatte delle premesse riguardanti i dati complessivi, quindi mi permetto di fare due osservazioni che metterebbero in evidenza altre questioni che nell'interrogazione non vengono tenute in evidenza.
Tengo a sottolineare ancora un aspetto: in accordo con il MIUR e con la Presidenza del Consiglio, sul nuovo bando mutui 2018-2020 sono stati finanziati prioritariamente quegli investimenti che prevedono sostituzioni edilizie, laddove le valutazioni costi-benefici (compresa la valutazione di carattere sismico) ritengono sia più utile costruire un nuovo edificio e non utilizzare o intervenire sull'edificio esistente. Questo è stato uno dei criteri sui quali abbiamo fatto la nuova programmazione 2018-2020.
Nel caso specifico della Provincia di Biella, la stessa ha espresso, quale richiesta di finanziamento nella programmazione 2018-2020 (credo siano gli elementi ai quali si rifà l'interrogazione), un fabbisogno complessivo di circa 15 milioni di euro, riferito a sei edifici diversi, a fronte di un riparto delle risorse disponibili per il Piemonte che, solo alla Provincia di Biella, attribuisce 1.365.000 euro. La Provincia ha dunque manifestato il proprio fabbisogno.
Viene stanziato 1.364.000 euro per il solo 2018 e potenzialmente per le altre annualità l'importo sarà del tutto simile (cioè 1.300.000 circa per due, quindi 2.730.000 euro).
Ai fini di una più efficiente collocazione delle risorse in ragione della capacità di spesa dei singoli beneficiari, il meccanismo di perequazione previsto nel bando ha consentito di finanziare la Provincia di Biella per un importo di 2.145.000 euro, con l'unico intervento che è stato proposto nell'annualità 2018 e che è stato previsto sul Quintino Sella.
Si precisa, quindi, che tale importo sconta l'anticipazione di un riparto potenziale 2018-2020, cioè sulle altre due annualità, e che pertanto restano disponibili ancora 585.000 euro.
Ciò detto, l'intervento oggetto dell'interrogazione è presente tra le istanze di finanziamento quale richiesta sulla misura della nuova programmazione 2018-2020, quindi il fabbisogno è stato espresso attraverso un progetto preliminare, che ha bisogno di avere poi l'attuazione attraverso un progetto esecutivo, per essere successivamente finanziato.
La Regione supporterà questo elemento non previsto dalla Provincia di Biella (francamente, nella programmazione non era stata evidenziata una situazione di criticità come quella emersa in questi giorni, ma era stato segnalato soltanto all'interno della programmazione complessiva degli edifici sui quali la Provincia di Biella intendeva intervenire).
All'interno di quella programmazione, con incontri congiunti con la Provincia di Biella (poiché sono loro a decidere le priorità degli interventi), capiremo quale tipo di priorità intendono dare a quell'edificio e quindi la programmazione complessiva degli interventi triennali a oggi ammessi a finanziamento.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Con l'Assessora Pentenero abbiamo concluso.
Passiamo alle interrogazioni cui risponderà l'Assessore Valmaggia.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 2544 presentata da Ravello, inerente a "Qual è lo stato dell'arte della l.r. 1/2018 in materia di rifiuti?"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2544 presentata dal Consigliere Ravello, che la illustra.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
L'Assessore Valmaggia presumo ricordi che l'anno scorso è stata approvata una legge con la quale si è riordinato il settore rifiuti, diciamo così, o comunque il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani nella nostra Regione.
Ricorderà anche che, a nostro avviso, ciò è avvenuto - lo dicemmo allora attraverso una "forzatura" da parte del Consiglio regionale: si ricorda il fatto che in quelle ore era in approvazione la legge di stabilità, che stava introducendo degli aspetti che, in alcuni casi, avrebbero portato la norma approvanda dal Consiglio regionale a essere già superata.
Tuttavia, al di là di questo aspetto, uno degli elementi che sollevammo allora fu lo sbilanciamento nell'attribuzione di poteri sui Comuni. Cioè la legge presentata e poi approvata è una legge che ha ritenuto fosse ragionevole puntare il proprio baricentro sul ruolo dei Comuni.
È comprensibile, alla luce della cosiddetta legge Delrio, che non siano state coinvolte, allo stesso modo dei Comuni, anche le Province. È meno comprensibile, e a nostro avviso poco opportuno, lo scarsissimo peso che si decise di assegnare alla Regione Piemonte, che, come Ente programmatore avrebbe dovuto avere, secondo noi, un ruolo diverso.
Detto questo, in sintesi, ai Comuni in particolare sono stati attribuiti importanti onori e altrettanti oneri, che, in particolare all'articolo 33 della legge, avrebbero dovuto vederli approvare una serie di atti e modificarne altri, insomma portare il sistema a un adeguamento normativo documentale propedeutico all'adeguamento strutturale programmatico.
Riteniamo quindi opportuno, alla luce del tempo finora trascorso e passati i primi nove mesi indicati per alcuni adempimenti sulla parte relativa alle norme transitorie della legge, chiedere quale sia l'esito delle verifiche che, immagino, la Regione abbia costantemente e puntualmente effettuato sul rispetto di alcuni passaggi determinanti per fare in modo che il sistema della governance sia efficiente e, di conseguenza, il servizio ai cittadini sia ancora efficace allo stesso modo.
Ci sono convenzioni in scadenza, ma soprattutto c'è un tema legato alla capacità impiantistica residuale, per il quale s'intravedono condizioni di preallarme, quindi è evidente che, per evitare che il preallarme si trasformi in allarme conclamato, è necessario che il sistema sia pronto adeguato e soprattutto rispettoso di quanto è stato previsto dalla legge già citata. Chiaramente, tutto questo nell'interesse dei territori e dei cittadini utenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Lascerò al Consigliere Ravello un'articolata relazione e, per stare nel tempo concesso, sintetizzo le questioni più importanti.
Primo. A oggi, si sono adeguati alla nuova norma i Consorzi di bacino negli Ambiti territoriali di area vasta delle province di Asti, Biella, Vercelli Verbano-Cusio-Ossola (erano le quattro province che avevano un Consorzio solo) e la Città di Torino, che hanno già adempiuto con gli atti conseguenti, le delibere, ecc.
Ci sono le realtà più complesse, che riguardano le province di Alessandria con tre Consorzi, Cuneo con quattro, Novara con due e la Città Metropolitana di Torino con sette Consorzi, dove non si è ancora addivenuti alla riorganizzazione attraverso la fusione dei Consorzi di bacino secondo le norme previste nei tempi presunti.
Con nota del 20 dicembre scorso, ho avvertito gli Enti inadempienti che, a partire dal nuovo anno, si sarebbe proceduto con le azioni di diffida ad adempiere previste dalla norma, propedeutiche all'esercizio del potere sostitutivo. A oggi, gli atti di diffida sono alla firma del Presidente della Giunta regionale e stabiliscono di adempiere entro 180 giorni per gli Ambiti di area vasta, che coincidono con il territorio della Città Metropolitana di Torino (tranne il Comune di Torino) e con il territorio della Provincia di Cuneo, ed entro 150 giorni per le Province di Alessandria e di Novara.
Per quanto riguarda la costituzione della Conferenza d'Ambito territoriale regionale, si evidenzia che non sono ancora decorsi i termini previsti a tal fine dalla norma regionale, stabiliti in 15 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, quindi entro l'11 aprile 2019. Allo scopo, la Giunta regionale ha già adottato un disegno di legge per modificare e integrare la legge 1 e prevedere la costituzione della Conferenza d'Ambito regionale pur in pendenza della conclusione della riorganizzazione degli Ambiti di area vasta.
Nel contempo, è stato attivato un tavolo di coordinamento regionale, al quale sono invitati a partecipare le attuali associazioni di Ambito territoriale per la gestione dei rifiuti, con lo scopo di facilitare la transizione delle funzioni delle medesime verso l'Ambito territoriale regionale. In questa prima fase si è fatta una ricognizione dell'impiantistica. Al momento sono sotto controllo e costantemente monitorate alcune situazioni di potenziali criticità relativamente all'impiantistica di smaltimento e di recupero energetico.
Il gruppo di coordinamento, inoltre, ha alle spalle la positiva esperienza della gestione dell'emergenza dei rifiuti urbani provenienti dalla Liguria.
Una pianificazione organica e condivisa sul territorio piemontese, infatti oltre ad aver portato ricadute positive per le aziende, ha evitato impatti ambientali aggiuntivi attraverso un costante monitoraggio dei rifiuti in ingresso e in uscita dagli impianti e una progressiva introduzione di vincoli tendenti a limitare l'occupazione di volumetrie nelle discariche piemontesi con rifiuti rigore liguri.
Con questa proposta, che discuteremo in Commissione, andremo a integrare e modificare la legge 1, proprio per consentire la costituzione della Conferenza d'Ambito regionale entro i termini previsti (entro l'11 aprile 2019), pur in pendenza della conclusione della riorganizzazione degli Ambiti di area vasta.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.) - Tutela dagli inquinamenti idrici

Interrogazione a risposta immediata n. 2552 presentata da Mighetti inerente a "Quale fonte di contaminazione da tetracloroetilene e tricloroetilene delle acque sotterranee nell'area Pieve di Novi Ligure?"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2552.
La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente, soprattutto per aver citato queste sostanze dal nome perfido! Nei giorni scorsi, attraverso la stampa, abbiamo saputo che nei monitoraggi che avvengono all'interno dei cantieri del Terzo Valico e dei siti di deposito erano state riscontrate delle anomalie nelle falde vicino all'area di deposito di Pieve di Novi Ligure. Diciamo subito che, con tutta probabilità, queste sostanze sono estranee all'attività di deposito comunque sia, è importante capire da dove arrivano, anche perché il monitoraggio effettuato sul sottosuolo e sulla falda è in un'area che è sì, adiacente al deposito di Pieve di Novi Ligure e ai cantieri del Terzo Valico, ma sostanzialmente in un'area a uso residenziale, quindi è anche difficile capire se ci siano degli scarichi potenzialmente pericolosi dal punto di vista industriale che abbiano causato questi inquinamenti.
La domanda è molto semplice. La domanda è se effettivamente queste anomalie non sono dovute all'area di deposito dei cantieri del Terzo Valico della Pieve ci fermiamo qui? Oppure si va avanti nel capire da dove arriva questo inquinamento? Perché, pur essendo un'attività di controllo legata ai cantieri del Terzo Valico, è chiaramente importante capire dove proviene una fonte di contaminazione da agenti chimici del genere, se ha una provenienza più lontana rispetto al punto di prelievo e con dati più allarmanti di quelli che possiamo riscontrare nelle analisi, oggetto di quest'interrogazione e delle notizie che ci sono pervenute via stampa.
Sappiamo che l'ARPA Piemonte di Alessandra ha già fatto delle verifiche e ci siamo premurati di capire, attraverso quest'interrogazione, qual è la situazione dei fatti e cosa si sia già venuti a scoprire in questi giorni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'Ambiente

Grazie, Presidente.
Le analisi che ARPA ha fatto nel 2018 avevano riscontrato, nell'ambito del monitoraggio ambientale di ambito vasto inerente alla realizzazione del Terzo Valico, valori anomali di tetracloroetilene nell'acqua di due dei tre pozzi posti a monte idrogeologico della costruenda opera ferroviaria.
A seguito di queste analisi sono stati fatti degli approfondimenti. Gli ultimi approfondimenti risalgono all'11 febbraio 2019, giorno nel quale i tecnici dell'ARPA, Dipartimento territoriale Piemonte sud-est, hanno eseguito una serie di campionamenti delle acque di falda superficiale nell'area del Novese, località Pieve, ricampionando sia i due pozzi che erano risultati inquinati dal tetracloroetilene cloroformio (campionamento del 17 ottobre 2018) sia ulteriori tre pozzi posti in prossimità della zona industriale di Novi Ligure. Tale ulteriore campagna d'indagine si è resa infatti necessaria al fine di determinare la sorgente inquinante che ha portato all'ordinanza del Comune di Novi Ligure, datata 30 gennaio 2019 del divieto di utilizzo delle acque di falda, in località Serenella; si precisa, tuttavia, che tali pozzi non sono, e non erano, allacciati all'acquedotto comunale e neppure utilizzati per uso potabile in loco.
All'esito della richiamate ulteriori analisi si auspica si possa risalire alle fonti dell'inquinamento, avendo potuto, comunque, escludere l'origine di esso dai cantieri del Terzo Valico.
Invito il Consigliere Mighetti a pazientare nella sua curiosità, perch appena avremo i dati vedremo di comunicarli.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Giunta, organizzazione e funzioni - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2549 presentata da Vignale, inerente a "Giornata Europea del NUE112, la Giunta non partecipa agli incontri con le associazioni e i rappresentanti istituzionali"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2549.
Ricordo che, in assenza dell'Assessore Saitta, risponderà l'Assessore Balocco.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Nella giornata di lunedì all'interno di questo palazzo, in Sala Viglione si è svolto un convegno cui hanno partecipato anche molti colleghi Consiglieri, promosso dall'Associazione Udire e realizzato da tutti i soggetti che, in qualche modo, gestiscono il 112, quindi rappresentanze del mondo degli operatori della sanità, della Polizia di Stato, dei Carabinieri, dei Vigili del Fuoco, della Polizia locale; tutti coloro i quali garantiscono la funzionalità del numero unico 112.
È stato, a tutti gli effetti, un incontro anche con una valenza istituzionale. Erano presenti parlamentari di schieramenti politici diversi delle Commissioni Sanità di Camera e Senato. A quest'incontro sono stati invitati anche i vertici della Giunta Regionale, inevitabilmente come soggetto che ha optato per questo tipo di attività.
Al di là del merito della questione, che abbiamo già cercato di affrontare in più di un'occasione in sede di IV Commissione consiliare, al sottoscritto sono parsi assolutamente due aspetti.
Il primo è che nessun esponente della Giunta regionale abbia ritenuto opportuno, in una sede istituzionale come questa, portare nemmeno un saluto o ascoltare quello che tutti i soggetti che, in qualche modo, gestiscono il 112, hanno voluto avanzare.
Il secondo è che, senza alcun invito ai Consiglieri regionali, con un preavviso di qualche giorno, la Giunta regionale abbia organizzato una sorta di comunicazione agli organi di stampa, proprio nel momento stesso in cui si teneva il convegno. È apparsa più la volontà di creare un'iniziativa alternativa, un convegno istituzionale, in un ruolo istituzionale (ricordo che la sala era stata data dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale) che non la volontà di confrontarsi.
La domanda che poniamo è molto semplice: vorremmo sapere per quale motivo nonostante fossero stati invitati da mesi, nessun esponente della Giunta regionale abbia ritenuto opportuno partecipare. Parlo della Giunta regionale in termini di soggetto collettivo, perché se non poteva l'Assessore Saitta è evidente che c'erano altri colleghi che potevano essere presenti al suo posto.
Chiediamo per quale motivo il Presidente Chiamparino e l'Assessore Saitta abbiano ritenuto, proprio nello stesso orario, creare un'iniziativa unilaterale che, a differenza di quella che si è svolta in Consiglio, non aveva una possibilità di contraddittorio o quant'altro, all'interno di Piazza Castello.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Credo che l'Assessore Saitta non abbia assolutamente nulla in contrario se il sottoscritto, a nome suo e della Giunta, si scusa con lei per l'assenza.
Da quanto mi scrive lo stesso Assessore, credo che voglia sottolineare che i due momenti non erano e non sono da considerare momenti gemelli rispetto a quello celebrativo molto importante cui lei faceva riferimento, che è stato organizzato dall'Associazione Udire.
Questo era, invece, un incontro operativo organizzato dalla Regione Piemonte e dalla Prefettura di Torino nell'ambito del 112 Day, iniziativa promossa dalla Commissione Europea e sostenuta dal Ministero dell'Interno che ha visto la partecipazione di tutti gli enti coinvolti a vario titolo nella gestione del numero unico.
All'evento, di conseguenza, erano presenti il Coordinatore Nazionale del gruppo tecnico a supporto della Commissione ministeriale 112, il Prefetto di Torino, il Comandante provinciale dei Carabinieri, un rappresentante della Questura di Torino, il Direttore regionale dei Vigili del Fuoco, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza, un dirigente della Polizia locale di Torino, i Direttori della Città della Salute e dell'ASL CN1, il Direttore dell'Assessorato regionale alla sanità, i responsabili delle Centrali operative 112 di Grugliasco e Saluzzo, il responsabile del servizio regionale 118 e gli operatori delle Centrali operative 112 di Grugliasco e Saluzzo.
È evidente, quindi - dice l'Assessore - l'importanza istituzionale dell'incontro, che ha rappresentato l'occasione condivisa di fare il bilancio del centralino unico 112 a due anni dall'avvio (sappiamo che qualche problema c'è stato), insieme a tutti i principali soggetti ed enti coinvolti nella gestione del servizio.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Devo dire la verità (provo a spiegarlo all'Assessore Balocco, così se ne fa interprete anche nei confronti dell'Assessore Saitta): è singolare il fatto che il Regolamento l'abbiano capito tutti in questa Giunta, tutti gli Assessori. Nel senso che a una precisa domanda si dà una risposta, rispetto alla quale noi possiamo essere, come Regolamento prevede, soddisfatti o insoddisfatti.
Se noi domandiamo perché la Giunta non era presente, non m'interessa (le posso dire la verità?) sapere cosa ha fatto la Giunta, perché io ho chiesto come mai la Giunta non fosse presente. Nella documentazione che lei ha letto - e certamente non è responsabilità sua - non c'è una risposta alla mia domanda. Lo dico, perché sono un po' stufo di porre delle domande e sentire la replica con una relazione di ciò che fa un terzo.
A domanda, si risponde. Punto. Non mi sembra difficile.



(Commenti dell'Assessore Balocco)



VIGNALE Gian Luca

Le scuse da parte sua., ci mancherebbe; però le scuse non sono una risposta.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.48 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 15.53)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Barazzotto, Chiapello, Ferraris, Giaccone e Reschigna.
Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento:

b) Comunicazioni della Giunta regionale


PRESIDENTE

Comunico che, nel corso dell'odierna seduta pomeridiana, il Presidente della Giunta regionale, Sergio Chiamparino, è disponibile a svolgere la comunicazione richiesta dal Consigliere Tronzano, relativa a "Effetti per la Regione Piemonte dell'analisi costi-benefici sulla TAV".


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento:

Nomine

Argomento:

Proposta di deliberazione n. 387 "Azienda Sanitaria Locale Cuneo 2" (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente


PRESIDENTE

Rammento che, ai sensi del comma 4 dell'articolo 79, trattandosi di seconda votazione sono eletti i candidati che riportano il maggior numero di voti.
Ricordo, infine, ai signori Consiglieri di prestare attenzione ai casi di omonimia e, in tale ipotesi, di riportare sulla scheda anche il nome del candidato.



PRESIDENTE

Nomino scrutatori i Consiglieri Segretari Bertola e Ottria.
Prego la Vicepresidente Motta di procedere all'appello nominale.



(La Vicepresidente Motta effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Si proceda allo spoglio delle schede.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 1557 "Garantire la permanenza dell'attività di analisi nei laboratori degli ospedali di Pinerolo, Rivoli e Susa" presentato da Tronzano, Fluttero, Vignale

Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame ordine del giorno n. 1504 "Richiesta di sospensione della DGR 23 novembre 2015, n. 50-2484 di riorganizzazione dei laboratori analisi al fine di consentire un'analisi costi benefici rispetto all'inoltro degli esami specialistici dagli Ospedali dell'ASL TO3 all'AO Ordine Mauriziano e al mantenimento degli esami routinari per esterni" presentato da Bono Andrissi, Bertola, Campo, Frediani, Mighetti, Valetti


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'ordine del giorno n. 1557, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Torniamo a discutere di un tema su cui ci siamo soffermati non più tardi di qualche giorno fa in Commissione. Poi alcuni di noi hanno avuto occasione in un incontro pubblico a Pinerolo due sere fa, di parlarne con l'Amministrazione comunale, alcuni operatori ed alcuni sindacalisti del campo. Il tema della riorganizzazione dei laboratori analisi, soprattutto per quanto riguarda l'area ovest, è stato, sin dal 2015, oggetto di attenzioni, da qualcuno un po' più pronunciate, da qualcun altro un po' meno pronunciate. Comunque, è stato attenzionato sino da allora.
La logica della delibera n. 50, che vedeva l'accentramento presso un laboratorio hub di tutti gli esami non urgenti e il mantenimento dei singoli presidi ospedalieri muniti di laboratorio dei soli esami urgenti avrebbe comportato in un'ASL, tra l'altro molto dispersa territorialmente quale è l'ASL TO3 - che va dai confini con la Francia fino ai confini con la città di Torino e vede nel Mauriziano l'hub di riferimento di questa area - una fortissima penalizzazione, in quanto da alcune stime si sarebbero persi oltre due milioni e 600 mila esami, rispetto ai circa quattro milioni e 600 mila esami complessivamente in carico all'ASL TO3.
Prevalentemente trattasi di esami di chimica clinica in grande automazione.
In quel campo, infatti, dei tre milioni e mezzo se ne sarebbero persi circa due milioni e 200 mila.
Per quanto concerne il San Luigi, la sorte sarebbe stata analoga, in quanto dei circa due milioni di esami in carico oggigiorno, se ne sarebbero persi circa 830 mila, cioè tutto ciò che non era urgenza. Il San Luigi rispetto alla TO3 aveva un trattamento diversificato rispetto agli esami specialistici, in quanto gli esami specialistici, che pur dovevano accentrarsi al Mauriziano non già in forza della DGR n. 50, ma in forza della determina n. 178 di qualche mese antecedente rispetto alla DGR n. 50 e avendo il San Luigi alcuni centri di riferimento regionale - penso in particolare a quello per le talassemie, ma anche a quello sulla sclerosi multipla o sulla fibrosi cistica - avrebbe mantenuto comunque e mantiene tutta la specialistica dei casi in carico a questi centri regionali al di fuori del concetto di accentramento di tutto ciò che non è urgente. Quindi in questo si distingueva sino da allora rispetto al resto del Piemonte e al resto di quanto descritto nella determina n. 178.
Se la soluzione a una situazione così sperequata e così fortemente penalizzante fosse quella di individuare un hub diverso dal Mauriziano come una delle proposte in discussione, cioè non Mauriziano ma o San Luigi o Rivoli o Pinerolo - che poi Rivoli e Pinerolo sono un'unica unità organizzativa, perché il laboratorio è unico come struttura ma diviso in due sedi fisiche - e quindi se individuassimo l'hub con l'impostazione della DGR n. 50, non già Mauriziano, ma ad esempio il San Luigi, la TO3 perderebbe comunque i due milioni e 600 mila esami a favore non più del Mauriziano, ma a favore del San Luigi. Se, invece, la TO3 diventasse l'hub di riferimento al posto del Mauriziano, a questo punto la TO3 tratterrebbe tutti i suoi esami, ma il San Luigi gli 830 mila esami, anziché perderli a favore della città, li perderebbe a favore della TO3.
Onestamente una soluzione del genere non mi trova d'accordo, perché se la criticità che ravvisiamo nell'impostazione tranchant della DGR n. 50 - che ricordiamo, è nata come esplicitazione di uno dei tanti impegni di uscita dal Piano di rientro, mutuando un modello codificato a livello nazionale è che concentrare troppo in un'unica sede provette che provengono da molto lontano incide sui tempi di refertazione, sull'effettiva interazione tra il clinico di laboratorio e il medico di base o il medico di reparto, che soprattutto sugli esami, pur non urgenti ma a breve necessità di referto, è necessario ed è assolutamente funzionale. Non è che cambiando l'hub questo tema viene risolto.
Da questo punto di vista, mi sento di sposare le aperture indicate in Commissione lunedì e che presumibilmente si tradurranno in deliberazione questo venerdì, al posto del semplice spostamento dell'hub, perché in quell'ipotesi di soluzione si distinguono proprio tutti quegli esami che pur non urgenti, necessitano di un referto in tempi brevi e per cui si prevede il mantenimento sul territorio, cioè laddove già oggi vengono refertati e processati. Quindi, sia nei laboratori di Pinerolo e di Rivoli sia nel laboratorio di San Luigi.
Il fatto che l'ematologia, non urgente e non a routine breve che resterebbe alla TO3, non trasmigri più al Mauriziano, come la DGR n. 50 prevedeva, ma venga allocata all'ospedale San Luigi, che ha una specializzazione in materia ematologica molto forte, mi sembra anche un altro elemento significativo e importante per valorizzare un laboratorio, il più recente di tutti - perché è quello inaugurato più di recente - più vicino certamente e quindi più inserito nel contesto omogeneo dell'area ovest perché non cittadino.
Anche questo mi sembra un primo tassello che personalmente mi vede speranzoso, quando si rimetterà mano al Piano socio-sanitario, a individuare proprio all'interno dell'area ovest extracittadina un hub della rete ospedaliera. È chiaro che l'obiettivo poi sarà quello: avendo ora di nuovo piena autonomia decisionale, la gerarchizzazione degli ospedali non vedrà più, nella Provincia di Torino, accentrare tutti e tre gli hub riconosciuti all'interno della Città, ma almeno uno individuarlo al di fuori della cinta daziaria della Città capoluogo.
Fermo restando che l'hub, cioè la sede di accentramento laboratoriale coincide necessariamente con l'hub della rete ospedaliera, è una conseguenza che va addirittura oltre la DGR 1-600. Non è una conseguenza necessaria e obbligatoria, tant'è che questo modello, che riesamina per l'area ovest l'organizzazione laboratoriale, scinde un po' il tema dell'accentramento rispetto alla DGR 1-600. Diversamente, l'unica soluzione è che vada tutto per forza al Mauriziano, oppure si modifica prima la DGR 1 600 e s'individua un hub in zona ovest, e in quell'hub si accentra quello che prima si sarebbe accentrato al Mauriziano.
Questo, però, avrebbe una controdeduzione forte, come dicevo prima: ovunque si accentri tutto, si fa perdere a tutti gli altri laboratori gran parte degli esami.
Il modello verso cui andiamo, invece, è un primo passo per tornare a un radicamento territoriale, a una rete più diffusa che accentri meno e possibilmente meglio.
Chiudo dicendo che dall'elaborazione che mi sono fatto, mutuando dati ovviamente richiesti all'Assessorato, o comunque mutuati dai tanti incontri che abbiamo condiviso anche negli stessi laboratori, la DGR 50 avrebbe portato una fortissima sperequazione di produzione dei tre laboratori perché il laboratorio dell'ASL TO3 si sarebbe ridotto a meno di due milioni di esami complessivamente; il laboratorio del San Luigi sarebbe sceso sotto il milione e 150 mila esami e il Mauriziano sarebbe salito, dagli attuali due milioni e due a oltre cinque milioni e sette. Avremmo avuto tre realtà assolutamente sperequate.
Nel modello che dovrebbe essere la traduzione pratica di quanto ci è stato illustrato in Commissione lunedì, la distribuzione sarebbe molto più omogenea: tre milioni per l'ASL, due milioni e 100 per il San Luigi e tre milioni e sette per il Mauriziano.
Tuttavia, occorre tener conto anche di un altro tema fortemente dibattuto: la criticità dell'aver già accentrato le glicate, che è un esame tipico della patologia diabetica, al Mauriziano, avendo questo prodotto dei ritardi in termini di refertazione e avendo chiesto fortemente ai territori, soprattutto all'ASL TO3, di riacquisirseli.
Nella proposta illustrata lunedì in Commissione, le glicate tornerebbero sul territorio, principalmente nel laboratorio di Rivoli e Pinerolo, da dove erano partite un anno fa.
È chiaro che starà poi nella declinazione specifica del concetto di routine breve, cioè ai tecnici dei laboratori, tradurre nella pratica più specifica quanto detto, ma io credo che queste modifiche siano un'apertura sicuramente più utile che non spostare l'hub da un ospedale all'altro, che manterrebbe la criticità di fondo della DGR 50.



OTTRIA DOMENICO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Come Gruppo del Movimento 5 Stelle abbiamo preso una posizione molto netta sul problema della ricollocazione dei laboratori di analisi.
Questa posizione era già critica sulla revisione della rete ospedaliera che ha visto l'Ospedale Mauriziano come hub della zona sud-ovest di Torino.
Abbiamo paventato un grosso problema di accessibilità a questo ospedale di riferimento, per una zona molto ampia che comprende tutta la zona sud di Torino (il Pinerolese e le sue valli) con zone molto decentrate che arrivano anche a 60/70 chilometri di distanza dal centro di Torino, con tutta la difficoltà che si aggiunge al percorrere territori montani e valligiani, quindi con un aumento dei tempi di percorrenza. Questo vale sia per i pazienti che si spostano sia per i familiari che devono raggiungere i loro cari degenti negli ospedali, ma a maggior ragione vale per il problema del trasporto dei campioni delle provette.
Parliamo di un decentramento che non ha visto, come riferimento, un ospedale di gran lunga più accessibile alla zona sud di Torino, come abbiamo detto, come ribadiscono gli stessi sindacati e i lavoratori della rete ospedaliera, quale l'Ospedale San Luigi di Orbassano, situato ai perimetri della conurbazione di Torino, con tempi di raggiungimento e accessibilità assai maggiori per i cittadini della zona sud torinese.
Francamente, non possiamo che ribadire questa criticità nell'aver accentrato tre hub tutti all'interno della Città di Torino, in posizioni poco accessibili, sia dal punto di vista automobilistico sia dal punto di vista dei servizi di trasporto pubblico.
Purtroppo, l'Ospedale Mauriziano non è in prossimità di rete metropolitana o di rete ferroviaria, quindi diventa veramente difficile, con un aggravio di tempo che può superare anche di un'ora/un'ora e mezza.
Noi abbiamo ribadito la posizione di differenziare almeno i tipi di analisi, a seconda di urgenti e meno urgenti, e mantenere quelle più urgenti in loco, anche perché sia l'Ospedale di Pinerolo sia l'Ospedale di Rivoli dispongono di laboratori analisi attrezzati, con macchinari ancora da ammortizzare e, specialmente, con un'alta quantità e qualità di competenze che, vedendosi accentrare verso Torino, creerebbe anche un problema di collocazione di queste persone che comunque si sono formate in loco e mantengono un presidio ospedaliero e di analisi di qualità decentrata rispetto alla città, che è una ricchezza per il territorio.
Questo contribuisce all'impoverimento di servizi e a generare il depauperamento che c'è stato con l'accentramento verso la metropoli dei servizi ospedalieri.
Si tratta comunque di una posizione, quella del Movimento 5 Stelle, assai mediatrice, perché noi diciamo che si può spostare qualcosa, però perlomeno scegliamo un centro ospedaliero che sia accessibile anche alle periferie e che non sia collocato in pieno centro di Torino, con una criticità anche nel trattamento e nella gestione dei campioni, che possono diventare critiche nei tempi di percorrenza in cui questi campioni vengono spostati da ospedale a ospedale.
Questo ci è stato ribadito dagli addetti al settore e noi facciamo nostra questa posizione, perché abbiamo visto, anche da parte di forze di maggioranza sul territorio, un'analisi molto critica di questo provvedimento della Giunta.
Se la politica, i tecnici e i lavoratori sono d'accordo, crediamo che l'Assessore Saitta e la Giunta debbano prestare attenzione a questo nostro intervento.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Chiederei un po' di silenzio in aula, perché si fa fatica a sentire gli interventi.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ovviamente, sottoscrivo tutto quello che hanno già detto i miei colleghi.
Devo dire che fatico un po' a comprendere quale sia la ratio che sta alla base di questa riorganizzazione, perché nelle varie discussioni con l'Assessore Saitta (e non solo, perché ricordo un mio question time della settimana scorsa che ha avuto un esito praticamente nullo) è sempre mancata un po' di chiarezza rispetto a quelli che sarebbero i reali vantaggi di questa riorganizzazione.
Diciamo che la percezione che si ha è quella di continuare a tagliare i servizi e di non comprendere quanto sia importante mantenere attivi i presidi sanitari vicino ai cittadini.
In questo caso, parliamo dei laboratori analisi, quindi parliamo sia di investimenti in macchinari, che sono stati fatti e che chiedono di essere utilizzati al meglio, sia di lavoratori che hanno espresso (e che continuano a esprimere) dei timori rispetto agli esiti di questa vicenda esiti che dovrebbero essere manifesti a tutti venerdì. Speriamo.
Abbiamo già avuto occasione di confrontarci con l'Assessore Saitta finalmente! - nella seduta della IV Commissione di lunedì. Per chiaramente, finché non vediamo nero su bianco il contenuto della modifica di questa delibera, non possiamo esprimere giudizi rispetto alla riorganizzazione.
Confermo anch'io le perplessità rispetto alla nomina dell'Ospedale Mauriziano come riferimento hub per tutta la parte sud-ovest della provincia di Torino. Tra l'altro, la parte ovest è una zona montana (sappiamo tutti che abbiamo le Alpi fino al confine), quindi nominare un ospedale cittadino, tra l'altro ubicato quasi in centro, difficilmente raggiungibile da chi arriva dalle aree montane, o non raggiungibile sicuramente in tempi brevi, ci lascia un po' perplessi. Ovviamente, qui il discorso si allarga non solo al tema dei laboratori analisi, rispetto al quale sottoscrivo tutte le perplessità già espresse dai colleghi, ma anche rispetto ad altri temi.
Tra l'altro, qualche tempo fa avevo sollevato il problema dei presidi sanitari fuori Torino, evidenziando come la situazione dell'ospedale di Rivoli, in particolare, fosse critica anche rispetto al pronto soccorso.
Abbiamo registrato in questi anni tagli incredibili sui nostri territori partendo dall'ospedale di Susa (rispetto al quale non starò a ricordare quali sono stati i tagli evidenti) per arrivare proprio all'ospedale di Rivoli. Manca il personale. Purtroppo sono stata al pronto soccorso diverse volte negli ultimi mesi e ho visto una situazione veramente ai limiti della civiltà: mi riferisco ai corridoi invasi da barelle e al personale che fa quello che può. Come sempre, il personale ci mette l'anima, la passione e tutta la sua competenza, però la situazione il più delle volte è ingestibile.
Ho persino visto delle foto di corridoi puliti e sgombri da barelle: francamente, non so che fine abbiano fatto i pazienti per scattare quella foto. Forse li hanno spostati un attimo nelle sale laterali, giusto per scattare la foto, per poi rimetterli tutti in corsia! Vi assicuro, per che se dovessimo entrare adesso al pronto soccorso di Rivoli ho il sospetto che.
APPIANO Andrea (fuori microfono) Lo intasiamo noi.



FREDIANI Francesca

Credo che lo troveremmo già intasato, perlomeno ho questo sospetto.
Per carità, magari sono sfortunata io che ogni volta che metto piede in questo pronto soccorso trovo questa situazione: cercherò di evitarlo prometto, anche per altri motivi insomma! Però non prendiamoci in giro: c'è un problema. Il problema riguarda il taglio ai servizi, soprattutto nelle aree al di fuori dei centri cittadini.
Siamo finalmente usciti dal Piano di rientro (prima avevamo questa giustificazione, diciamo così), per cui da adesso in poi speriamo che ci sia, nella logica alla base delle scelte, una maggiore attenzione ai cittadini e soprattutto ai territori che definiamo "marginali".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rostagno; ne ha facoltà.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
Se c'è una cosa che mi dà fastidio è usare delle tematiche di grande sensibilità e di grande impatto con la vita delle persone per sottolineare aspetti che, di fatto, hanno un mero atteggiamento di ricerca del consenso.
Perché nelle cose che sono state dette, credo che ci siano degli aspetti che non sono neanche condivisibili. Dov'è che si parla di "taglio dei servizi"? Stiamo parlando dei laboratori: dov'è che c'è un taglio dei servizi? In secondo luogo, quali sono gli investimenti che sono stati fatti? Gli investimenti non sono stati fatti sui macchinari, che sono a noleggio, ma sulle strutture, che devono comunque ottemperare a dei requisiti indipendentemente dal fatto che il macchinario ci sia o meno.
In terzo luogo, emerge il tema dei trasporti, che comunque è presente ancorché implementato con la delibera n. 50: è presente perché abbiamo 160 punti di prelievo e il sangue non vola, ma viene spostato! Sicuramente la delibera n. 50 prevede che da tre punti dei mezzi, in modo più concentrato, portino una parte del sangue a un hub.
Veniamo alla quarta considerazione, che è relativa al tema dell'emergenza: questo è un "non tema", perché già la delibera n. 50 prevedeva che l'emergenza fosse stata gestita dai laboratori precedenti.
Detto questo, sono cinque gli elementi che ci impongono una valutazione.
Il primo: gli utenti. Non deve cambiare nulla per gli utenti. La delibera n. 50 non cambiava nulla, perché l'utente va a fare il prelievo, non fa null'altro, e ha 160 punti sul territorio piemontese per espletare questo servizio.
Il secondo: un aspetto che invece va valutato è il rischio incidentale. Il rischio incidentale ha due valenze: in primo luogo, più si è esposti alle provette e più c'è rischio. Infatti, i 160 punti farebbero comunque girare delle provette, per cui c'è un maggior rischio incidentale dai punti di raccolta all'hub.
Inoltre, il rischio incidentale va anche valutato nella misura in cui io concentro il macchinario ad alta capacità (un altro termine che non mi viene), perché se ho un macchinario solo e si rompe, ho dei rischi maggiori.
Terzo: i tempi di refertazione. Come pubblico, mi interessa che non ci sia un allungamento dei tempi di refertazione. Effettivamente il sistema, così com'era impostato, presentava delle criticità, anche se non legate tanto a quel sistema, quanto piuttosto a un'anomalia del sistema informatico. Io dico che i sistemi informatici si adattano nel tempo, che sovente hanno delle anomalie e vanno risolte; non è quello che mi comporta la scelta però la valuto.
Quarto: il tema del personale. Le organizzazioni sindacali hanno creato un allarme rispetto alla riduzione di attività e quindi al rischio che il personale andasse in esubero. La Direzione generale dell'ASL coinvolta ha detto che non vi sarà un esubero di personale, perché la diminuzione dell'attività ad alta automazione richiederà un'attività manuale maggiore.
Quindi, per il personale non vi è problema.
Quinto: l'elemento economico (lo dico per ultimo, anche se la politica ci impone di valutare l'aspetto economico). Se un sistema - io non sono un conservatore a tutti i costi - mi consente di avere dei risparmi, utilizzo questi risparmi per avere più risorse da immettere nel sistema sanitario se poi queste risorse saranno riversate su noleggi, su personale o su farmaci non mi interessa: ho più risorse.
Questi sono i cinque elementi che ci consentono di fare una valutazione.
Rispetto ad alcuni di questi elementi, la DGR 50 e poi la successiva DGR 63, potevano presentare delle criticità; su altri aspetti, secondo me assolutamente no. L'Assessorato, su nostra sollecitazione, si è attivato per farci una proposta e lunedì l'ha illustrata. Io non entro nel merito dei quantitativi come hanno fatto altri miei colleghi, più che altro perch sono più attenti di me rispetto ai numeri e alle tipologie; dico però che mi sembra che la soluzione proposta dall'Assessore, di fatto, presenti tre aspetti positivi.
Uno. Non entro nel dettaglio, ma riequilibra le attività di laboratorio su tipologie che io non so valutare perché non sono un tecnico. Mi fido dei tecnici, ragion per cui, se un laboratorio fa un po' più di analisi di un tipo e un po' meno di un altro o viceversa, lascio che gli esperti facciano la loro valutazione.
Due. Cosa importante: mantiene dei laboratori con una maggiore capacità funzionale rispetto alla DGR 50. Perché? La dico in modo semplice. Mentre la DGR 50 sostanzialmente limitava l'alta automazione in laboratori, questi invece adesso la terranno e avranno una capacità maggiore. E a mio parere un laboratorio che ha una capacità maggiore all'interno di un ospedale comunque racchiude in sé delle potenzialità che valuto in modo positivo.
Tre. Io non pensavo, però mi fido di quello che ha detto il dottor Bono lunedì: non altera i costi. Quindi, sotto il profilo economico, questa proposta non aumenta i costi e i possibili risparmi rimangono inalterati.
Tra l'altro, nel riequilibrio delle prestazioni offerte dai singoli laboratori, ritornano in casa dei singoli laboratori le glicate, che rappresentavano un elemento di criticità, probabilmente risolvibile, ma molto sottolineato negli incontri cui ho partecipato, per cui vedo con favore il fatto che ci sia un ritorno ai laboratori dove già prima venivano svolte tali analisi.
Tutto questo per dire che mi fido assolutamente della proposta e ritengo ovviamente, a questo punto, non accettabile l'approvazione dell'ordine del giorno proposto.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Tronzano, comunico che i due ordini del giorno sono stati modificati dai proponenti. Le modifiche sono caricate sul sistema informatico e sono già visibili.
La parola al Consigliere Tronzano.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
È giusto spiegarlo: le indicazioni del Consigliere Appiano e anche del Consigliere Rostagno in altra misura sono senz'altro corrette, quindi intendiamo modificare questo ordine del giorno con la sostituzione della parola "hub" in "laboratori", in modo che non ci siano specifiche difficoltà a cambiare anche la DGR.
In sostanza, modificheremmo la parola "hub" con "laboratori", in modo che rimangano autonomi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Proveremo poi a capire meglio la proposta di modifica dei colleghi. In ogni caso, mi sembrava opportuno fare alcune valutazioni rispetto al tema che i due documenti mettono a disposizione del Consiglio, tema che però è stato fortemente sollecitato nei mesi scorsi da iniziative sul territorio dei sindacati e degli enti locali rispetto all'attuazione della DGR 50, che presentava alcuni elementi di preoccupazione.
È chiaro che noi abbiamo condiviso la preoccupazione espressa dai sindacati e dai lavoratori di quel territorio rispetto all'accentramento di tutta l'attività di laboratorio sul Mauriziano, che in base a quella DGR è l'hub anche per il territorio della TO3, con un depauperamento e uno svilimento di laboratori importanti sul territorio di questa ASL.
Non è soltanto per campanilismo che condivido l'attenzione a un'ASL che forse è la più grande della Regione Piemonte, che mette insieme un territorio molto diverso e anche molto popoloso e che, peraltro, in questi anni, ha fatto investimenti considerevoli sui laboratori di analisi, con un'operazione di accentramento che è andata avanti negli anni.
Ricordo a tutti, ma l'abbiamo condiviso, come Rivoli, per esempio, sia già la sintesi di una serie di laboratori che precedentemente esistevano sul territorio, quindi in sintonia con la DGR n. 50 e un'azione di riordino che in questi anni la Giunta regionale ha dovuto perseguire nel settore della sanità, con un principio di ottimizzazione e semplificazione degli interventi. Operazioni che sono già state realizzate.
A fronte delle sollecitazioni arrivate e della mobilitazione, la possiamo chiamare in questo modo, cui molti Consiglieri hanno aderito condividendone lo spirito di fondo, c'è stata, da parte dell'Assessore Saitta e della Giunta, un'attenzione rispetto a questo tema e la presa in considerazione di una modifica della DGR n. 50, in corso di attuazione. Mi dicono i colleghi che lunedì c'è stata anche una breve presentazione, per sommi capi, di quella che potrebbe essere la modifica; si tratta di capire ovviamente, se va nelle direzioni auspicate, se va nelle direzioni che noi vorremmo mettere e vedere a disposizione.
Certamente c'è il tema del non svilire investimenti forti e realizzati in questi anni. Ribadisco quello sull'Ospedale di Rivoli, ma lo stesso San Luigi (molti di noi hanno partecipato all'inaugurazione non molto tempo fa); c'è il tema di mantenere, per quanto più possibile, sul territorio e con la logica attuale, quegli esami che possono dare un responso in tempi brevi e che servono al paziente e al medico in tempi brevi.
Il Consigliere Appiano mi ha detto che si parla di routine breve. Non sono un'esperta, ma capisco invece - perché mi è anche capitato di doverne utilizzare - gli esami per i quali fa la differenza lo spostamento su uno hub come quello del Mauriziano. Qualche avvisaglia l'abbiamo già avuta con un'anticipazione di attuazione della DGR 50.
Tutte queste condizioni ci fanno prestare attenzione al tema, tant'è che solo la scorsa settimana il nostro Gruppo, con il Consigliere Grimaldi, ha presentato un question time e ha nuovamente sottoposto all'Assessore alla sanità la questione.
Relativamente al tema dei due ordini del giorno - adesso valuteremo le modifiche che vengono proposte nell'impegno finale, quindi ci prendiamo ancora il tempo per valutarle con attenzione - da una prima lettura e dal dibattito fin qui intercorso, ho letto queste mozioni come un'illustrazione del problema a prescindere un po' dall'azione che, in ogni caso, la Giunta sta assumendo. Noi vedremo meglio una sollecitazione a che la Giunta recepisca le nostre istanze e che, davvero, la modifica della DGR 50 vada nella direzione auspicata e che mi sembra, in qualche modo, sia condivisa poi non siamo noi i tecnici che possono decidere il numero o la qualità degli esami. In un impianto complessivo, come ho già provato a dire, di diversificazione delle diverse tipologie di esami, senza svilire, senza arrivare, sostanzialmente, alla chiusura, passare da tre-quattro milioni all'anno a qualche centinaia di migliaia, è chiaro che vuol dire quasi una chiusura e uno svilimento dei lavoratori attuali.
In questo senso, una sottolineatura del lavoro in corso che, invece, non è indicata in queste proposte di ordine del giorno e anche nell'azione che sul territorio c'è stata, sarebbe forse opportuna. Tuttavia, ci riserviamo anche di verificare le modifiche proposte dai proponenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Credo che quest'ordine del giorno ponga all'attenzione un tema, al di là del contenuto specifico, cioè quello della tutela e salvaguardia di alcuni laboratori che sono di assoluta eccellenza sui nostri territori. Fa la fotografia, in qualche misura, della storia della sanità piemontese negli ultimi anni.
Credo che la sanità piemontese possa essere assimilata a un paziente che era in articulo mortis, cioè in punto di morte, che è stato recuperato e oggi è in terapia intensiva. Nessuno pensa sia tutto rose e fiore, ma immaginate cosa vuol dire un paziente ricoverato in terapia intensiva: certamente non sarà floridissimo, ha ancora tante difficoltà.
Per uscire da quella condizione e portarlo in rianimazione è stato complicato, è stato un percorso che ha imposto sacrifici enormi e ha imposto di sottostare alle leggi dello Stato che ci hanno, comunque permesso di uscire dalle sabbie mobili dell'affondamento completo, fino a portare, in pochi anni, la nostra a essere una sanità riconosciuta tra le migliori d'Italia ma, allo stesso tempo, un paziente in gravi condizioni quindi bisogna vigilare con grandissima attenzione e fare ancora tanto.
Il riordino della rete dei laboratori ha penalizzato fortemente alcuni grandi investimenti di non moltissimi anni fa e con risultati di assoluta eccellenza, tanto era dovuto per legge. Allo stesso tempo, però, proprio in virtù di un'attività di terapia robusta che ci ha permesso di rimettere in linea di galleggiamento la barca, si è potuto fare l'intervento cui si fa riferimento oggi e che, forse, sarà deliberato nelle prossime ore. Alcuni segnali di attenzione territoriale che vanno nel rispetto della precisione degli esami, dell'attendibilità dell'esame, di una tutela mentale.
Non dimentichiamo che per portare montagne di esami da un punto prelievi a un centro unico che, peraltro, è nel centro di Torino significa - è facile la battuta - fornire accise allo Stato in termini di benzina consumata e quindi il Governo potrebbe essere contento, perché c'è una maggiore entrata dalle accise dei carburanti.
Ritengo, però, che in termini ambientali un piccolo vantaggio forse si ottenga se si ha l'opportunità, oggi, di valorizzare e salvaguardare alcune eccellenze professionali. Inoltre, l'utente - chi effettua l'esame nei nostri punti prelievo - vede l'attendibilità scientifica dell'esame stesso senza correre il rischio che possa essere inficiato.
Pertanto, ben venga la rivisitazione della delibera n. 50-2484 e l'attenzione che ha avuto la Giunta. Allo stesso tempo, ritengo che se c'è questa attenzione è perché è stato svolto un lavoro di terapia in modo efficace rispetto alla nostra sanità.
Mi piace che qualcuno abbia notato qualche immagine che ho pubblicato. Chi pubblicherebbe mai la foto di un cane che morde l'uomo? Nessuno, avrebbe poca valenza. Ma pubblicare la foto di un DEA come quello di Rivoli normalmente abbastanza affollato, ma che dalle 4 del mattino alle 7.05 riesce ad avere "soltanto" 12 pazienti in ricovero e nessuno in corridoio e tutto perfettamente pulito sembra un'immagine quasi irreale. È come l'uomo che morde il cane! Ritengo meriti attenzione e pubblicazione, con l'aggiunta di una nota (chi vuole può andare a guardarla, perché è pubblicata) con i complimenti alle capacità organizzative e professionali degli operatori.
Pertanto, a tutti coloro che oggi fanno dei sacrifici nei pronto soccorso per lavorare è andato il plauso, non ad altri. Poi, vi posso dire che cinque minuti dopo, alle 7.05, è arrivato un codice rosso, alle 14 il pronto soccorso era nuovamente intasate e affollato, come - ahimè - è regola. E pubblicare quella situazione significa documentare la realtà quotidiana di una sanità che rimane ancora un paziente critico e che quindi, va tenuto in costante e vigile attenzione da parte delle autorità che hanno fatto un percorso.
Rispetto al laboratorio, ritengo che l'attività che è stata svolta - e ringrazio tutti i colleghi che hanno avuto attenzione al tema (tutti, non faccio distinguo di parti o di componenti specifiche) e hanno collaborato a sollevare la questione, a camminare su un percorso unitario, fatto di attenzione alle professionalità, alla qualità degli esami e dei pazienti alle questioni ambientali, quindi alle macchine che inquinano il territorio per portare le provette avanti e indietro - rappresenti un lavoro importante.
Ringrazio il collega Andrea Appiano, in particolare, perché ha fatto sintesi molto laboriosa e corposa di una mole importante d'informazioni che credo siano servite e serviranno alla Giunta.
Auspichiamo, ovviamente, che questo si traduca presto in una realtà coerente con le attese. Forse non è il risultato che tutti si aspettavano: ovviamente tutti vorrebbero avere la carrozza d'oro, ma bisogna sempre fare i conti con quello che ci si può permettere e che si ha in tasca. Quindi se si riesce ad andare seduti su quattro ruote a volte è sufficiente, senza immaginare la carrozza d'oro.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Potrei, ai sensi del Regolamento, intervenire sull'ordine del giorno dei colleghi del Movimento 5 Stelle, ma non lo voglio fare. Solo due considerazioni riferite a tutti i colleghi.
La prima è un aspetto oggettivo: come i colleghi sanno, il 31 marzo 2019 il Service di Rivoli-Pinerolo va in scadenza. Ciò significa che, a fronte di una delibera che mantiene completamente il Service su quei territori o a fronte di una delibera, come prospetta l'Assessore Saitta, che lascia più esami di prima su quei territori, ma ne porta una parte significativa al Mauriziano, rispetto a quella modalità - come ha detto anche il dottor Bono in Commissione - saranno fatte le gare.
Perché dico questo? Perché anche rispetto a una revisione della rete ospedaliera, della relativa DGR n. 50-2484 e quant'altro, noi dobbiamo tenere conto che il nostro voto oggi è più importante di altre volte perché ipotechiamo un pezzo del futuro. Cioè, se il Service del Mauriziano avrà l'alta complessità, inevitabilmente per un tot numero di anni l'alta complessità rimarrà là e tutti i colleghi sanno quanto sia difficile riportare in un luogo ciò che è stato tolto.
Questa è l'unica considerazione che pongo.
La seconda considerazione che, invece, rivolgo a tutti i Gruppi consiliari è se ritengano utile fare una breve sospensiva per provare a trovare un documento condiviso (ovviamente parlo per l'ordine del giorno presentato dal collega Tronzano e dal sottoscritto, dal centrodestra insomma certamente non per Gruppi che non rappresento). Noi siamo ampiamente disponibili a trovare un ordine del giorno condiviso, senza cappelli, per essere chiari, cioè che sia uno strumento di tutela territoriale e non un'indicazione politico-elettorale.
Più chiaramente di così, non so come dirlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sto cercano di aprire la versione modificata dell'ordine del giorno da noi presentato (l'ordine del giorno n. 1504) in cui abbiamo posto in essere delle piccole modifiche riguardanti il mantenimento nei laboratori spoke di Rivoli e Pinerolo degli esami routinari anche per esterni, a prescindere che siano urgenti e brevi, come detto nella presentazione dell'ordine del giorno, accentrando nell'hub solo gli esami rari, rarissimi e ultraspecialistici e lasciando libertà di decidere, con una valutazione economica presentata alla Commissione (noi abbiamo scritto analisi costi benefici, che non deve essere lunghissima, quindi un'analisi rapida), quali siano i benefici e quali siano i costi tra l'hub al Mauriziano e l'hub al San Luigi. Questo, previa una sospensione della delibera, per la parte dell'area Torino ovest, non per tutta la regione.
Questa è la nostra richiesta; anche noi siamo disponibili - visto che abbiamo letto delle aperture e dell'interessamento da parte dei colleghi della maggioranza e in particolar modo del Partito Democratico, ma non solo, anche con il contributo dei colleghi d'opposizione del centrodestra di addivenire a un ordine del giorno condiviso, che possa portare a un risultato utile per i cittadini e, soprattutto, per i pazienti e i lavoratori delle varie Aziende Sanitarie (ASL TO3, Azienda Ospedaliera Universitaria San Luigi, Mauriziano).
Siamo disponibili eventualmente alla sospensione del dibattito in Consiglio, magari cinque minuti, per trovare una sintesi, se c'è la volontà e la possibilità di trovare una sintesi che dia soddisfazione a tutti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
A prescindere dal fatto che non credo che in cinque minuti si possa scrivere un atto d'indirizzo su un tema così delicato e così complesso tale da incidere profondamente, peraltro senza l'interlocuzione del contraltare di Giunta, che questo pomeriggio non è presente, non credo che cinque minuti di sospensione ci portino molto avanti.
Credo che, dal mio punto di vista, ma parlo anche a nome del mio Gruppo, il forte limite dei due atti d'indirizzo che sono stati presentati è che, di fatto e nella sostanza, non si menziona l'evoluzione del dibattito su questo tema che vi è stato in questi mesi.
Se lunedì ci sono state quelle comunicazioni ed è stato annunciato un'ipotesi di modifica della DGR 50 relativamente soltanto alla nostra area territoriale, quella in questione, cioè l'area ovest, non è stato frutto del caso, è stato frutto del fatto che a partire dai territori, dagli operatori, dai cittadini e anche da quelli che, in questi mesi, si sono occupati un po' più direttamente del tema, compresi tutti i Gruppi consiliari, in definitiva, si è fatto un pressing, si sono portate delle argomentazioni e si è cercato di incidere del merito. Il fatto che di tutto questo lavoro non sia dato atto, quasi come se oggi fossimo a novembre o a ottobre dell'anno scorso, ovviamente inficia la possibilità di prendere in considerazione un voto favorevole.
Tuttavia, dall'altro canto e anche questo credo sia l'elemento di sostanza o immaginiamo (parere del sottoscritto, ma anche qui parlo a nome del Gruppo con cui ci siamo confrontati) un percorso di revisione complessiva delle metodologie e dei criteri di organizzazione dei laboratori analisi oppure non si comprenderebbe perché il modello hub e spoke venga completamente disapplicato per una sola parte di Regione, mentre in quella delibera, che in altre parti della Regione ha già trovato attuazione e in altre è in corso d'attuazione, viene a trovarsi applicato.
La modifica che lunedì ci è stata tratteggiata e illustrata per sommi capi in Commissione cerca di mantenere una coerenza rispetto all'impianto generale valido su tutto il territorio regionale e concertato a monte come uno degli atti e degli impegni di uscita dal Piano di rientro, mutuandolo però con la specificità di un territorio che, più di altri territori, ha una dispersione geografica, una pluralità di Comuni e un numero di cittadini, quindi anche di punti di prelievo e di processazione degli esami molto vasto, molto polverizzato e molto ampio.
Da questo punto di vista, si dice di mantenere autonomi e distinti i laboratori attuali; questo è un dato di fatto, perché comunque i laboratori si mantengono e hanno una loro specificità, a maggior ragione con la proposta di revisione della DGR 50.
Se vogliono significare che, invece, tutta la routine, cioè tutti gli esami restano sul territorio, allora si entra in conflitto con il quadro generale, a maggior ragione con quanto proposto dai colleghi del 5 Stelle che addirittura arrivano a dire solo la specialistica di più elevata complessità si accentra da qualche parte (in questo caso, "da qualche parte" è il Mauriziano, ma fosse anche un altro Ospedale il discorso non cambierebbe) e tutto il resto resta nei laboratori di provenienza. Anche qui, però, sarebbe l'unica area geografica piemontese in netta distinzione rispetto al resto del Piemonte. Onestamente, dal punto di vista dell'equità di trattamento di tutti i territori non sarebbe corretto; a me potrebbe egoisticamente stare bene come singolo, ma noi qui non siamo come singoli o come espressione di piccole porzioni di territorio, siamo Consiglieri che parlano di tutta la Regione e quindi in termini un po' più generali.
Se le proposte restano così, peraltro in assenza dell'Assessore competente quindi non ci sarebbe neanche la dialettica necessaria tra Giunta e Consiglio soprattutto in un momento in cui la Giunta sta perfezionando un nuovo atto deliberativo e non in un momento neutrale, non ci sentiamo di approvare i due atti. Forse, quello un po' più neutro, quello dei colleghi di centrodestra, è quello su cui si potrebbe immaginare un'astensione quello, invece, dei colleghi dei 5 Stelle e così ardito da mettere in discussione l'equità di trattamento nel resto della Regione ma onestamente, questo non sarebbe corretto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Appiano.
Rimane la richiesta di sospensione per parlarvi? No, non ci sono le condizioni, se ho capito e interpretato le parole del Consigliere Appiano.
Sospendiamo comunque un minuto, almeno per la minoranza.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.58, riprende alle ore 16.59)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Relativamente ai due ordini del giorno presentati, se, come correttamente diceva il collega Appiano, uno dei problemi oggettivi è che oggi non c'è l'Assessore Saitta - lo dico solo se posso catturare l'attenzione del Presidente - noi siamo disponibili a un rinvio di questa discussione ovviamente se venerdì non viene discussa la delibera. Cioè l'unica cosa che vorremmo evitare è che venerdì venga discussa la delibera e che oggi.
Presidente Chiamparino, posso avere la sua attenzione? Perché essendo lei il capo della Giunta, devo inevitabilmente.



PRESIDENTE

In realtà, pensavano si rivolgesse a me.



VIGNALE Gian Luca

No, è un problema di Giunta, perché la proposta che avanziamo è questa: venerdì deve andare in Giunta un atto di riorganizzazione dell'area ovest.
Le mozioni sono finalizzate proprio a dare un'indicazione alla Giunta regionale. Il collega Appiano poneva un aspetto significativo, cioè che oggi non c'è l'Assessore Saitta. Se il problema è l'assenza dell'Assessore Saitta, noi siamo disposti non a rifare tutta la discussione, ma a riproporre gli ordini del giorno martedì prossimo, avendo la possibilità di un'eventuale condivisione con la maggioranza e con l'Assessore alla sanità con la garanzia però che venerdì la delibera non vada in Giunta, altrimenti evidentemente tutto questo non servirebbe a niente.
Qualora, invece, vi sia una volontà differente, mettiamo al voto gli ordini del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Il collega Vignale avrà colto che nel mio intervento ho citato anche altro rispetto al fatto che oggi in Aula è assente l'Assessore Saitta, cioè il fatto che auspichiamo che invece questo tema trovi una sua definizione in tempi brevi. Quindi, auspichiamo che quanto ci è stato comunicato in termini di informativa lunedì in Commissione si trasformi in delibera il prima possibile, fermo restando che nella declinazione specifica delle tipologie di esami è chiaro che saranno i tecnici che scenderanno nel merito a dettagliarli. E in quell'ambito il concetto che se la delibera sarà coerente a quanto annunciato lunedì, cioè il concetto che l'esame a refertazione rapida resti sul territorio, è un concetto di centrale importanza.
Se anche noi rimandassimo la discussione di qualche giorno, entreremmo comunque in contraddizione rispetto al resto del Piemonte, perché una soluzione che non accentri nulla e non individui un hub qualunque sia nella nostra area territoriale ovest cozzerebbe contro l'impostazione che da altre parti, invece, è stata attuata.
Sul piano dell'equità di trattamento dei territori, onestamente lo troverei, prima ho detto ardito, ora dico ingiusto, forse anche illegittimo da certi punti di vista. Credo che l'informativa abbia declinato rispetto alle specificità del territorio ovest, che sono quelle che ho descritto prima, un adattamento della DGR n. 50 e della DGR n. 178 in parte, la determina di qualche mese prima, in cui ci riconosciamo come Gruppo.



PRESIDENTE

A questo punto, procediamo con la votazione degli atti di indirizzo.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 1557, il cui testo sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 1504, il cui testo sarà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 387 "Azienda Sanitaria Locale Cuneo 2" (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente Proclamo designato, quale componente con funzioni di Presidente del Collegio sindacale dell'Azienda Sanitaria Locale Cuneo 2, il signore Matinata Ettore.


Argomento: Giovani

Esame disegno di legge n. 314, inerente a "Nuove norme in materia di politiche giovanili"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 314, inerente a "Nuove norme in materia di politiche giovanili", di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Grimaldi, relatore di maggioranza.



GRIMALDI Marco, relatore

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio, a nome di tutta la maggioranza, i colleghi che in questi mesi hanno lavorato per questo disegno di legge in VI Commissione.
Ovviamente il ringraziamento più grande va all'Assessora Cerutti, che diversi mesi fa ha portato in Commissione, e prima ancora in Giunta, questo provvedimento che, di fatto, rinnova e amplia l'ordinamento regionale in questa materia.
Le finalità, come sapete, sono diverse. È chiaro che una normativa che ha qualche anno necessitava di essere reintegrata e di diventare una nuova legge quadro; cosa che abbiamo fatto su diversi fronti.
Le finalità della nuova legge sono diverse: riconoscere i giovani come una ricchezza del territorio, come una risorsa fondamentale ed essenziale di questa comunità; promuovere i diritti di una cittadinanza attiva dei più giovani; l'attivazione, lo sviluppo e il consolidamento di ambiti di partecipazione giovanile alla vita delle Istituzioni in primo luogo, ma soprattutto dei loro territori.
È chiaro che il dialogo tra generazioni, culture e religioni diverse l'integrazione, l'inclusione interculturale dei giovani figli di migranti tutto il tema della partecipazione giovanile nei processi culturali e tutto quello che può servire per offrire pari opportunità di accesso allo studio al lavoro e alla creazione di nuove imprese, sono un tratto distintivo di quest'Amministrazione.
Ricordiamo due grandi temi che ci hanno visto discutere in questi anni: il diritto allo studio scolastico (quello delle scuole medie superiori e ovviamente quello universitario) è il tema di fondo, come dicevamo già con l'Assessora in Commissione, di tantissimi giovani che, una volta finita l'esperienza formativa, sono costretti a migrare fuori dal nostro territorio.
Lo diciamo a chi spesso, dai banchi dell'opposizione, polemizza su quanti migranti arrivano in Piemonte. Ricordiamo, purtroppo, che sono più i ragazzi che se ne vanno via per assenza di opportunità, che non giovani migranti che entrano.
Per questo credo che tutta la parte sull'e-democracy, sul rafforzamento dell'Informagiovani sul portale "Piemonte giovani", sugli spazi di aggregazione, ma soprattutto su tutto il tema dei youth workers, sia centrale in questa nuova discussione; così come favorire il coinvolgimento degli Enti locali nella programmazione regionale sulle politiche giovanili favorire la continuità di una programmazione attenta alle caratteristiche e alle esigenze delle giovani generazioni e favorire la valorizzazione delle pari opportunità e della partecipazione attiva.
Questo è importante, insieme a quello che dovremmo fare con gli Enti locali che devono rispondere alle necessità e alle esigenze dei giovani attraverso l'erogazione di servizi integrati. Penso al tema universitario che spesso soprattutto in grandi città capoluogo, si integra con una gestione di servizi tipo il "cerchi alloggio", le esperienze giovanili all'estero o la formazione extra curriculare.
Potremmo parlare di tante questioni: gli scambi culturali, la partecipazione attiva e di come l'Osservatorio regionale sulle politiche giovanili potrebbe studiare e analizzare le condizioni delle giovani generazioni che spesso vengono semplicemente rimbalzate sui media come oggetto scandalistico di una fotografia che spesso appare appannata o dai toni eccessivi nella sua illustrazione. Lo dico perché ci sono temi più delicati: penso al tema delle informazioni sulla sessualità e sull'educazione sentimentale.
Su questo, come sapete, non solo c'è una sintonia con quello che diciamo spesso con l'Assessora, ma soprattutto con quello che è un'esigenza del Paese. Purtroppo ammettiamo che queste leggi non bastano; senza risorse vere dello Stato, senza un'integrazione dei percorsi scolastici nazionali con queste progettualità, difficilmente arriveremo a quell'ora d'amore che il Parlamento avrebbe dovuto accogliere nell'educazione sentimentale nelle scuole.
Tuttavia, possiamo fare qualcos'altro, come dicevamo prima in un question time sul tema dei contraccettivi gratuiti e dell'informazione nelle nostre ASL.
Lo diciamo all'Assessora perché lo abbiamo scritto, ma il ruolo degli Assessorati alle politiche giovanili dovrebbe essere più potente di una scrittura normativa. Ritengo che tutti gli Assessori della Giunta dovrebbero sentirsi, in parte, corresponsabili di questa strategia.
Sul tema delle ASL e della sanità, per esempio, ci sono altri temi che abbiamo qui sotto: il tema dell'informazione e della prevenzione sulle droghe e il tema della riduzione del danno.
In una grande politica giovanile e in una legge di riordino si possono dire tante di queste cose, ma alla fine sono più importanti gli atteggiamenti e la capacità delle Giunte di cogliere il punto. Lo dico - non c'è l'Assessora Parigi, ma è presente il Consigliere Valle, che ha presieduto anche la Commissione - perché il tema della riorganizzazione degli spazi giovanili è, in generale, un tema che dovrebbe ossessionarci. Ve lo dico perché non si può affrontare il tema degli spazi di aggregazione solo quando ci accorgiamo, per qualche scandalo, che non è possibile pensare che in una città come Torino, quando si supera la soglie delle 300/400 persone si possa andare solo alle OGR o al PalaIsozaki, e che la gran parte dei luoghi di aggregazione giovanile non siano a norma, gestiti dai Comuni ma dati in concessione, spesso senza fondi per fare grandi ristrutturazioni e per rimetterli in sicurezza.
Allora non vi scandalizzate - lo dico all'opinione pubblica - se poi alla fine si deve andare in quei grandi parchi giochi del divertimento che sono fuori dalle nostre città. Io credevo che quel tempo fosse finito.
Questa città ha tantissimi spazi: è ora di riaprirli! Tra l'altro, grazie a una convenzione con la Regione Piemonte, ne è stato riaperto da poco uno il Torino Youth Centre, con il nuovo Cubo. Ma ce ne sono tanti altri che devono riprendere forma: penso al CAP10100, penso a El Barrio, penso a tanti luoghi qua a Torino ma anche nel resto del Piemonte.
Credo che sia giusto stanziare quelle risorse - lo abbiamo ribadito all'Assessora Parigi e ritengo che lo faremo anche nella discussione sul bilancio preventivo di questo Ente - perché spesso l'aggregazione risolve tante delle problematiche che ho citato. Perché credo che un mondo in cui si consuma e basta, dove spesso i luoghi di aggregazione giovanile sono quelli commerciali (sono le piastre che, in qualche modo, vediamo nella riqualificazione, così si dice, dei quartieri), debba essere affiancato da un altro modello.
Ci auguriamo che questa legge possa servire a tante Amministrazioni - e alla Regione che verrà - per mettere in campo questo tipo di politica.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
La parola alla relatrice di minoranza, Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca, relatrice

Grazie, Presidente.
Noi, ovviamente, come ogni volta che ci è stato assegnato un compito - in questo caso siamo relatori di minoranza, mi scuserete se uso il plurale maiestatis - abbiamo lavorato con impegno su questo testo, per cercare di portare delle proposte. Devo rilevare che queste proposte sono state in gran parte recepite in Commissione, motivo per cui ci presentiamo in Aula soltanto con una proposta emendativa.
Gli aspetti su cui abbiamo voluto insistere un po' di più in questa nostra attività propositiva sono legati, in particolare, al disagio. Ci sembrava infatti, che il testo da cui siamo partiti avesse meno attenzione o comunque, un'attenzione non sufficiente al disagio. Abbiamo dunque tentato di introdurre quest'aspetto cercando di portare delle proposte per capire come si possa prevenire il disagio nei giovani, che è uno dei grandi temi della nostra società. Purtroppo ogni volta che si parla di mondo giovanile ci si scontra anche con quella "zona d'ombra" della condizione giovanile.
La politica, a nostro avviso, dovrebbe cercare di dare delle risposte soprattutto per risolvere questa "zona d'ombra".
Come ho detto, abbiamo avanzato delle proposte in particolare relativamente agli spazi di aggregazione (quelli che citava poco fa anche il Consigliere Grimaldi). La proposta emendativa che abbiamo portato in Aula insiste sull'articolo 12, relativo appunto agli spazi di aggregazione.
Abbiamo cercato, altresì, di definire la figura dello youth worker con un emendamento che è stato respinto in Commissione. Diciamo che è comprensibile che non si volesse definire troppo questa figura, che, in realtà, rappresenta una novità nel panorama normativo. Viene introdotta nell'articolo 15 come figura un po' generica: "La Regione valorizza e promuove le pratiche dello youth worker nell'ambito dei servizi di animazione socio-educativi rivolti ai giovani e nelle azioni di contatto scambio e condivisione tra i giovani e tra le generazioni". In pratica, si va a introdurre questa figura, ma in realtà dovrà essere ovviamente meglio definita. Si dovrà quindi capire come questa figura andrà a interagire con tutti gli altri soggetti che operano nel settore giovanile.
L'altro tema che abbiamo toccato - rilevo che su questo c'è stata più partecipazione, soprattutto dell'Ufficio di Presidenza, in particolare con il collega Bertola, che seguiva la Consulta regionale dei giovani riguarda il rapporto fra le istituzioni e una struttura un pochino più istituzionale, com'era per l'appunto la Consulta regionale dei giovani.
Diciamo che lì i problemi si sono evidenziati in maniera piuttosto evidente, perché abbiamo audito l'Ufficio di Presidenza della Consulta regionale dei giovani e abbiamo toccato con mano quali fossero i problemi che questi ragazzi, a torto o a ragione, hanno incontrato durante lo svolgimento della loro attività.
Questa Consulta non esisterà più: al suo posto ci sarà una nuova struttura che sarà il Forum regionale dei giovani, che troviamo definito nel Capo 3 all'articolo 6. Su questo, ovviamente, si è speso principalmente il lavoro del collega Bertola, per quello che riguarda il riferimento del nostro Gruppo, per cercare di definire meglio questo organismo nuovo.
Speriamo, ovviamente, che ci sia un rapporto un pochino più produttivo, o perlomeno che venga percepito in modo migliore anche dai giovani. Perch purtroppo, quando i giovani si accostano dalle istituzioni partono sempre in modo piuttosto critico. Questo, probabilmente, è dovuto un po' all'impostazione mentale che si ha, ed è anche giusto che sia così. Ci auguriamo che si riescano a definire delle modalità di interazione migliori e che ci sia maggiore soddisfazione anche da parte loro.
Per tutto quello che riguarda gli altri aspetti della legge, come dicevo prima, sono stati recepiti numerosi emendamenti. Noi abbiamo provato ad ampliare un po' l'orizzonte cercando di proporre un'educazione e una percezione alla cittadinanza che non fosse solo quella europea, cercando quindi di eliminare il riferimento alla "cittadinanza europea", non tanto perché non vogliamo che i nostri giovani si sentano cittadini europei, ma perché ci piacerebbe che si sentissero, in senso più ampio, cittadini del mondo.
Questi emendamenti non sono stati recepiti, ma ci accontentiamo, diciamo così, dalla prospettiva che si è data, alla fine, al testo di legge.
Vengono poi definite le politiche: Informagiovani, gli spazi di aggregazione, il sostegno alla partecipazione e alla vita civile e politica. Questo è l'aspetto su cui dovremmo concentrarci maggiormente, per cercare di rendere i giovani dei cittadini consapevoli, di dialogare con loro e di renderli cittadini attivi. Questa è sicuramente la sfida più importante per chi fa politica e per chi lavora nelle istituzioni.
L'articolo 14 parla del portale "Piemonte giovani", che è un canale di comunicazione ufficiale. Bisognerà poi trovare il modo di utilizzare i social, che sono lo strumento principale attraverso il quale i giovani comunicano.
Per il resto, si è riusciti ad arrivare a una sintesi di tutte le visioni e il testo di legge giunto oggi in Aula è un testo condivisibile, che ha coinvolto tutti, come capita spesso quando si lavora su temi trasversali e che toccano un po' tutti noi. È un testo che riteniamo ovviamente condivisibile, fermo restando l'emendamento che abbiamo presentato e che comunque abbiamo già discusso con l'Assessore.



PRESIDENTE

Ci sono interventi in discussione generale? L'Assessora Cerutti pensa di parlare dopo? Nessuno.
Sospendiamo allora brevissimamente i nostri lavori.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.24, riprende alle ore 17.25)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Mi pare che la discussione generale sia di per sé finita.
Se l'Assessora non ha delle repliche, in accordo con i Capigruppo pensavamo di rimandare la votazione dell'articolato alla prossima seduta e utilizzare quest'ultima mezz'ora per la trattazione degli ordini del giorno, ovviamente se l'Assessora è d'accordo e se ai colleghi va bene.



PRESIDENTE

Sono state svolte le relazioni di maggioranza e di minoranza; ho aperto la discussione generale e nessuno ha chiesto di intervenire, quindi ho chiuso la discussione generale e siamo all'articolato.
Dalla prossima seduta, iniziamo con l'articolo 1.


Argomento: Tempo libero - Trasporti su ferro

Esame ordine del giorno n. 266 presentato da Valetti, Andrissi, Bertola Bono, Campo e Frediani, inerente a "Abbonamento per trasporto biciclette su treno"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame dell'ordine del giorno n. 266, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Poiché l'Assessore Balocco nel pomeriggio è in congedo, chiedo al primo firmatario, Consigliere Valetti, se intendete discuterlo comunque anche senza l'Assessorato, come abbiamo fatto oggi per gli altri ordini del giorno. Sì? Bene.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Quest'ordine del giorno è il risultato di un lavoro del nostro Gruppo anche di comparazione con misure che sono adottate non solo in altri Paesi, ma anche in altre Regioni d'Italia. Abbiamo visto, ad esempio, che in Emilia Romagna esiste un bonus per abbonamento con trasporto biciclette al costo di 60 euro e uno sconto di 100 euro sull'abbonamento annuale per chi ha acquistato una bici pieghevole. Pensiamo che queste piccole misure possano aiutare la multimodalità e anche l'integrazione di più mezzi di trasporto magari in contesti rurali o di paesi che hanno un'accessibilità alla ferrovia non ottimale, che hanno servizi di trasporto pubblico su autobus non ottimali per raggiungere la stazione.
Queste piccole misure potrebbero agevolare delle modalità di trasporto alternative a quella automobilistica, andando anche a integrarsi con quelle infrastrutturali che prevedono gradualmente nei Comuni della nostra regione l'estensione delle piste ciclabili anche in territorio extraurbano.
Noi riteniamo che sia giusto promuovere la modalità sostenibile. Pensiamo sempre agli incentivi per i mezzi di trasporto convenzionali, pensiamo a incentivi spesso anche cospicui per il rinnovo del parco automobilistico cosa giustissima. Crediamo però che il futuro sia anche spostare sempre più quote sul trasporto sostenibile, quindi sull'uso combinato del trasporto pubblico. In particolare, il trasporto bici su treno riveste un'importanza abbastanza strategica, perché vi sono modalità (bici pieghevoli, oltre al bike sharing, ovviamente) che sono molto flessibili e consentono veramente di ampliare la platea dei possibili utenti del trasporto pubblico, in particolare ferroviario.
È una misura che, pur citando alcune disposizioni che sono adottate in altre Regioni, non impone delle prescrizioni sull'importo degli abbonamenti: è una linea guida che chiede di implementare un titolo di viaggio dedicato al trasporto di biciclette. A oggi, ricordiamo che si paga un altro biglietto per trasportare la bicicletta sul treno, quindi si paga due volte il costo del biglietto, mentre noi proponiamo forme di abbonamenti mensili e annuali che siano allineati alle proposte fatte in altre Regioni italiane, permettendo anche un rimborso di abbonamento agli utenti che usano bici pieghevoli secondo modalità che lascia comunque libertà agli Uffici regionali di decidere.



PRESIDENTE

Chiedo scusa.
Colleghi, possiamo fare ancora un po' di silenzio? Manca mezz'ora al termine dei lavori e credo che possiamo rispettare l'intervento del Consigliere.
Prego, collega Valetti.



VALETTI Federico

La ringrazio, Presidente. Comunque ho concluso.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi su quest'ordine del giorno? Nessuno. C'è un orientamento della Giunta o da parte del Consiglio su questo ordine del giorno? Sospendiamo per un momenti i nostri lavori.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.31, riprende alle ore 17.33)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Il Consigliere Valetti ha presentato due modifiche, che vi leggo: "Il Consiglio regionale impegna la Giunta a valutare l'implementazione di titolo di viaggio dedicato al trasporto biciclette disponibile nella forma di abbonamento mensile annuale allineata al prezzo proposte in Regione Emilia Romagna, nell'attesa di una normativa nazionale in materia.
A valutare un rimborso sull'abbonamento agli utenti che utilizzano biciclette pieghevoli secondo analoga modalità, già applicata in Emilia Romagna" Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 266, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Trasporti pubblici

Esame ordine del giorno n. 1508 presentato da Batzella, Accossato, Appiano Gancia, Grimaldi, Ottria, Policaro, Ravello e Sinatora, inerente a "Rimborso biglietto mezzi pubblici alle persone economicamente svantaggiate che accedono ai servizi di prevenzione, di cura e di riabilitazione delle dipendenze del gioco d'azzardo patologico - Ser-D"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame dell'ordine del giorno n. 1508, di cui al punto 10) all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
La legge 9/2016 dalla Regione Piemonte, "Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico", detta disposizioni finalizzate a prevenire il gioco d'azzardo patologico e a tutelare le fasce più deboli e maggiormente vulnerabili della popolazione nonché a contenere l'impatto delle attività connesse all'esercizio del gioco lecito sulla sicurezza urbana, sulla viabilità, sull'inquinamento acustico e sulla quiete pubblica.
La legge, inoltre, prevede il trattamento terapeutico e il recupero dei soggetti che sono affetti da dipendenza da gioco d'azzardo e il supporto delle loro famiglie.
Il 27 dicembre 2017 il Consiglio regionale ha approvato il "Piano integrato delle attività di contrasto, prevenzione, diagnosi di cura del gioco d'azzardo patologico", che mira a potenziare i servizi sanitari dedicati alle dipendenze, la formazione degli operatori e l'avvio di campagne di informazione. Tra gli obiettivi specifici del Piano c'è il potenziamento dell'accessibilità ai servizi; ciò significa che ogni ASL deve avere un "luogo di erogazione delle attività che privilegi la prossimità, in analogia all'erogazione degli interventi per l'uso problematico di sostanze".
Nel 2004 in Piemonte, su iniziativa del Dipartimento dell'ex ASL5, oggi ASL TO3, è nato il coordinamento degli operatori GAP della Regione Piemonte tuttora attivo in ambito regionale, che vede coinvolte le varie Aziende Sanitarie Locali già attive in questo ambito, avente la finalità di un confronto clinico ed esperienziale fra gli operatori e la formazione degli stessi.
In Piemonte sono attualmente presenti 38 punti ambulatoriali contro il gioco patologico e circa 200 operatori interessati. All'inizio degli anni 2000 il dipartimento delle dipendenze dell'ASL TO3, diretto dal dottor Paolo Jarre, ha realizzato il progetto "Su e giù per le valli" alla luce del fatto che le persone domiciliate in territori più distanti dai servizi ambulatoriali avevano una minore probabilità, statisticamente significativa, di accedere a tutti i servizi di cura e riabilitativi ambulatoriali e semiresidenziali, sia per la difficoltà logistica sia per la carenza di risorse per pagare i mezzi di trasporto necessari per raggiungere gli ambulatori di cura.
Concretamente, con questo progetto si è cercato di garantire il più possibile l'equità nell'accesso ai servizi, agevolando quindi le persone economicamente più svantaggiate e che, come in un circolo vizioso rappresentano la fetta più consistente di chi è affetto dalla dipendenza da gioco d'azzardo.
In un primo momento, l'iniziativa "Su e giù per le valli" prevedeva il pagamento delle spese di trasferta con i mezzi pubblici solo per i cittadini residenti nella media e alta Val di Susa per accedere ai servizi di cura e a quelli riabilitativi ambulatoriali e semiresidenziali.
Nel 2007 l'intervento è stato esteso anche alla Val Sangone e nel 2008 alla Valle di Val della Torre.
Dal 2017 il progetto è attivo per gli utenti di tutte le cinque principali valli dell'ASL TO3: la Valle di Susa, la Val Chisone, la Val Sangone, la Valle Pellice e la Valle Germagnasca. Inoltre, dal 1° luglio 2018 è attivo uno sportello ambulatoriale Ser-D a Fenestrelle per gli utenti residenti a Sestriere, Pragelato, Usseaux, Fenestrelle e Roure.
In Piemonte, il numero dei giocatori patologici, come sappiamo, è stato sempre in continuo aumento, a parte la regressione - seppure minima - in seguito all'approvazione della nostra legge regionale. I pazienti affetti da ludopatia grave, seguiti dal Sistema Sanitario Regionale, sono passati da 166 nel 2005 a 821 nel 2016. In pochi anni, c'è stato un incremento di quasi il 500%. A questi, si aggiungono altri 863 casi di dipendenza di livello secondario, sempre secondo i dati della Regione Piemonte relativi al 2016. La stima delle persone con problematiche da GAP è complicata dalla variabilità dei criteri diagnostici e dal non riconoscimento del problema da parte dei soggetti coinvolti.
Con quest'ordine del giorno, il Consiglio regionale impegna il Presidente della Giunta e l'Assessore competente a sollecitare tutte le Aziende Sanitarie Locali e le Aziende Ospedaliere affinché il progetto dell'ASL TO3 "Su e giù per le valli" venga esteso a tutto il territorio regionale, per garantire a tutte le fasce più deboli, alle persone economicamente svantaggiate, il rimborso del biglietto dei mezzi pubblici, quando devono recarsi presso gli ambulatori territoriali.
Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi sull'ordine del giorno? Prego, Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Chiedo, per cortesia, la votazione con appello nominale.
Grazie.



PRESIDENTE

D'accordo.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 1508.
Il Consiglio approva (Vedi esito votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame ordine del giorno n. 1472 presentato da Gancia e Sinatora, inerente a "Esenzione dal pagamento della tassa automobilistica per i veicoli a doppia alimentazione"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 1472, di cui al punto 11) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Sinatora per l'illustrazione.



SINATORA Benito

Grazie, Presidente.
Velocemente, l'ordine del giorno riguarda l'esenzione dal pagamento della tassa automobilistica per i veicoli a doppia alimentazione.
Perché questa richiesta? Visto il comma 2, lettera g) dell'articolo 5 della legge regionale 23 settembre 2003, n. 23, ritenuto opportuno modificare le previsioni normative succitate, prevedendo l'esenzione dal pagamento della tassa automobilistica per i proprietari di veicoli a doppia alimentazione (benzina/elettrica con potenza complessiva non superiore a 100 kilowatt benzina/metano e benzina/GPL) già dotate di dispositivo per la circolazione con gas metano o GPL alla conclusione del ciclo di produzione e prima dell'immissione in commercio, dato atto che tale modifica incentiverebbe l'acquisto di auto con consumi ed emissioni ridotte recando giovamento all'ambiente, visto il disegno di legge regionale 294/2018 recante "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale anno 2018", il Consiglio regionale impegna il Presidente della Giunta regionale ad attivarsi per modificare il comma 2, lettera g) dell'articolo 5 della legge regionale 23 settembre 2003, n. 23, eliminando le parole "per cinque annualità a decorrere dalla data di immatricolazione".
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Su questo punto eravamo intervenuti nella legge di bilancio di due anni fa inserendo, con un emendamento del collega Bertola, l'esenzione per cinque anni per le vetture ibride, ovvero le vetture che hanno un motore endotermico, quindi tendenzialmente alimentato a benzina o gasolio, con l'aiuto di un motore elettrico, mentre era già esistente la norma dell'esenzione per i veicoli alimentati a benzina-metano o benzina-GPL, per i bivalenti.
Questa norma è stata modificata dalla Giunta, introducendo il pagamento di un bollo ridotto - se non ricordo male, pur avendo io stesso una vettura alimentata a metano - a un quinto del bollo per il metano e un quarto per il GPL, sulle vetture bivalenti. Sulle monovalenti rimarrebbe l'esenzione.
Non voglio tenere una lezione (so che ci documentiamo tutti in caso di acquisto di una vettura), ma cos'è una vettura bivalente rispetto a una vettura monovalente? Una vettura bivalente è una vettura che ha un normale serbatoio a benzina, oltre ad avere le bombole per il metano o il GPL.
Invece, la vettura monovalente è una vettura che ha un serbatoio ridotto sotto i 15 litri, quindi si presuppone che utilizzi quasi sempre metano o GPL.
Personalmente, non capirei tanto una persona che ha una macchina alimentata a metano o GPL e viaggia a benzina, se non perché i distributori di metano e GPL sono chiusi la notte, cioè normalmente si tende a utilizzare il carburante che costa meno, quindi GPL e metano.
Tra l'altro, bazzicando le riviste di settore nel poco tempo libero che mi rimane, ho visto che il mondo dell'automotive si sta spostando verso le vetture monovalenti. Perché? Perché i nuovi cicli di omologazione, passati dal ciclo NEC al ciclo WLTP, prevedono addirittura (l'ho scoperto qualche settimana fa con mia grande sorpresa) l'inserimento di un filtro antiparticolato sui motori a benzina, quindi non sono interessati solo i motori a gasolio, ma anche quelli a benzina, per ridurre ulteriormente le emissioni di particolato.
I produttori di vetture con doppia alimentazione (metano-GPL o metano-GPL con benzina) sono andati tutti verso il monovalente, tra l'altro creando enormi problemi alla distribuzione di autovetture; diciamo che, per una volta, non è stata FCA a causare problemi nella rete di distribuzione, ma i gruppi Volkswagen, Audi, Seat e Skoda, quindi per una volta possiamo essere lieti, anche se non è più italiana, perché non è FCA a causare questi problemi.
Dicevo, probabilmente la messa in vendita dei queste vetture è stata ritardata, perché devono ottenere questa nuova omologazione.
Sostanzialmente, stante così la legge, tutte le nuove auto immatricolate verrebbero esentate, perché in futuro metano e GPL saranno tutte monovalenti e quindi, probabilmente, andrebbe a ricadere su quelle che sono le vetture oggi esistenti (come, per esempio la mia, quella del collega Andrissi, e credo quella del collega Rossi, se non ha cambiato auto) che pagano 30/40 euro di bollo e che sarebbero esentate.
Noi siamo d'accordo, tant'è che avevamo contestato la scelta della Giunta d'introdurre questo balzello dopo il quinto anno, che magari non è tantissimo (30/40 euro l'anno), però non lo riteniamo opportuno in un momento in cui le persone devono cambiare macchina, perché potevamo scegliere un momento un po' più appropriato.
Per quanto riguarda le vetture benzina-elettrico, ho una mia posizione forse anche condivisa da qualche altro collega del Gruppo: penso che si debba porre una distinzione tra auto che realmente vanno in elettrico e quelle no; questa è un po' la sfida del futuro. Ormai si utilizzano piccoli motorini elettrici con delle batterie mignon che danno semplicemente un aiuto all'auto che parte a benzina e tutto il tempo va a benzina. Quindi forse su quelle auto l'esenzione ha poco senso, ma avrebbe più senso sulle vetture con il plug-in, cioè che si ricaricano collegandosi alla corrente: tutte le altre vetture non vanno a energia elettrica, ma a benzina e ricaricano una piccola batteria frenando.
Per quanto riguarda vetture benzina-metano, noi siamo d'accordo, anche se parzialmente in conflitto d'interesse, perché alcuni di noi hanno una vettura del genere; ripeto, io sono contento di dare 30 euro all'anno alla Regione, se questo può servire ad aiutare un po' il bilancio regionale però non era il momento giusto.
Per quanto riguarda la parte elettrica, vorremmo capire meglio.
Probabilmente non esprimeremo complessivamente un parere favorevole sull'ordine del giorno: valutiamolo in bilancio. Se il collega Sinatora presenterà un emendamento, noi saremo lieti di votarlo, se è possibile suddiviso tra i due componenti, così potremmo votare favorevolmente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Sinatora.



SINATORA Benito

Grazie, Presidente.
Prendo atto di quanto è stato detto, però non credevo di creare un "casino" così.
Va bene, mi adeguo.



PRESIDENTE

Magari meglio dire una "problematica"; siamo più sfumati.



SINATORA Benito

Una volta che riesco a dire qualcosa, ragazzi! Chiedo scusa, non lo farò più.



PRESIDENTE

Allora, Consigliere Bono, va bene.
Ci sono delle modifiche da fare, che lei ha chiesto e che il Consigliere Sinatora sarebbe disponibile ad accettare? No. Allora, ho capito male. Lo votiamo così com'è.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.51, riprende alle ore 17.52)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo per dichiarazione di voto rispetto all'ordine del giorno.
Non entriamo nel merito della proposta del collega Sinatora, ma diciamo che se non ritira l'ordine del giorno - ed è legittimato a chiedere l'espressione del voto - noi ci asterremo, perché quella discussione vorremmo farla nell'ambito del bilancio, che adesso è in Commissione e poi arriverà in Aula.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ravetti.
La parola al Consigliere Sinatora.



SINATORA Benito

Grazie, Presidente.
A me va bene tutto, purché si possa firmare.



PRESIDENTE

Va bene. Quindi, l'ordine del giorno n. 1472 è sospeso e sarà ripresentato in discussione di bilancio.



SINATORA Benito

Sì, grazie.



PRESIDENTE

Prego.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame ordine del giorno n. 1432 presentato da Barazzotto, Allemano Baricco, Caputo, Andrissi, Batzella, Bertola, Bona, Bono, Cassiani Conticelli, Corgnati, Ferrentino, Frediani, Gancia, Giaccone Grimaldi Mighetti, Monaco,Olivetti, Ottria, Ravetti, Rossi, Rostagno, Sinatora Tronzano, Valetti, Valle e Vignale, inerente a "Criteri per la selezione del donatore di sangue"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame dell'ordine del giorno n. 1432, di cui al punto 12) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Barazzotto per l'illustrazione.



BARAZZOTTO Vittorio

Possiamo approvare l'ordine del giorno, però dato che comincia a essere vetusto - meno male che non abbiamo fatto dei prelievi, perché il sangue sarebbe un po' raffermo, dopo tutti questi mesi - il problema è che sarebbe opportuno discutere questo argomento con l'Assessore alla sanità, così potremmo avere un parere.
Avendolo firmato, credo, quasi tutto il Consiglio regionale ed essendo un problema medico-tecnico o tecnico-medico, io lo posso anche illustrare anche se adesso non ce l'ho qui davanti, però la Consigliera Accostato, che è favolosa e bravissima, è riuscita a trovarmi in tempo reale il testo dell'ordine del giorno.
Il problema comunque lo sintetizzo, anche se è semplice: vengono esclusi e ci sono molti luminari in sala - ai fini della donazione coloro che hanno il cosiddetto blocco di branca sinistra. Dato che non c'è una direttiva nazionale unanime sotto quest'aspetto, e io ne sono un esempio, nel senso che sono un donatore e in Piemonte non posso donare ma in Sardegna lo posso fare, non è semplice prendere un traghetto o un aereo tutte le volte per poter andare a donare in Sardegna, per quanto sia mosso da spirito filantropico. Sarebbe carino, visto che il sangue in Piemonte scarseggia poterlo fare comodamente qui.
Voi direte che io non sono un tecnico, ma ovviamente l'ordine del giorno è una richiesta a favore dei cardiologi. In poche parole, possiamo anche approvarlo, però sarebbe carino che pervenisse un parere, visto che ogni Regione fa un po' come gli garba, e che potesse esserci un parere da parte dell'Assessorato alla sanità.
Credo che da maggio a oggi un pensierino possono esserselo fatto. Non so se sono stato chiaro.



PRESIDENTE

È stato molto chiaro. È vero che è tutto il giorno che stiamo approvando e discutendo ordini del giorno senza il parere degli Assessori.



BARAZZOTTO Vittorio

Questo è un bel problema, però.



PRESIDENTE

È un bel problema, quindi visto che l'approvazione degli ordini del giorno normalmente non dipende dal parere alla Giunta, essendo l'ordine del giorno n. 1432 sottoscritto in modo trasversale, credo che si possa votare.



BARAZZOTTO Vittorio

Però sarebbe carino che ci dicessero poi cosa vogliono fare.



PRESIDENTE

Allora votiamolo.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1432, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.
(La seduta ha termine alle ore 17.58) (La seduta ha termine alle ore 17.58)



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