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Dettaglio seduta n.391 del 05/02/19 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 14.38 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione a risposta immediata n. 2530 presentata da Sinatora inerente a "Studio Istituto Ramazzini di Bologna"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2530.
Risponderà l'Assessore Valmaggia.
La parola al Consigliere Sinatora per l'illustrazione.



SINATORA Benito

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda lo studio dell'Istituto Ramazzini di Bologna.
Il 26 novembre 2018 è andata in onda sulla TV pubblica, più precisamente RAI 3, un servizio redatto sui rischi che gravano sulla collettività allorché è stato reso pubblico lo studio epidemiologico dell'Istituto Ramazzini di Bologna sull'interferenza delle emissioni elettromagnetiche sui tessuti umani; argomento ripreso successivamente da alcuni quotidiani.
La sperimentazione dell'Istituto Ramazzini è stata condotta su topi realizzata con esposizioni elettromagnetiche inferiori o pari a quelle degli apparati cellulari della telefonia mobile, con un risultato di denuncia per questo rischio (comparsa di tumori cerebrali, lesioni al nervo acustico, al cuore, ecc.; non sto facendo terrorismo, sto solo esprimendo il pensiero di persone che studiano l'argomento).
Davanti a questa nuova realtà, la Regione Piemonte, che ha anche il compito di vigilanza sulle telecomunicazioni, dovrebbe prendere atto o perlomeno sollecitare i dovuti provvedimenti cautelativi tramite le proprie istituzioni (ARPA, consulenza del Politecnico, chiarimenti al Ministero della Sanità).
Il problema sta coinvolgendo il territorio in modo impressionante, con la proliferazione dei ripetitori e trasmettitori (antenne) per la diffusione della "banda larga", cioè la tecnologia 5G, che rischia di trasformare le città in enormi "forni a microonde".
La verità, messa in luce dallo studio sopracitato, è che si è autorizzata la diffusione di questa nuova tecnologia senza conoscere sufficienti convalide cliniche sulla pericolosità o meno di queste frequenze prospettate dal programma trasmesso da RAI 3.
L'opinione pubblica è sensibile ai rischi di questa pericolosa realtà, la quale offre un servizio irrinunciabile, però necessita che le autorità politiche e sanitarie nazionali o regionali intervengano in modo trasparente e autorevole per tranquillizzare la collettività stessa sui pericoli che possono insorgere e, nello stesso tempo, prendere le adeguate misure di protezione.
La cittadinanza si chiede se è possibile che i tetti delle città diventino una selva di antenne per la tecnologia 5G, senza che nessun provvedimento fornisca sicurezza in merito all'inquinamento elettromagnetico non controllato. Non è auspicabile che l'abuso della tecnologia 5G possa diventare un pericolo sovrapponibile a quello di infausta memoria rappresentato (e che continua) dal "ciclone amianto".
Questa nuova realtà si sta allargando a macchia d'olio e in modo silenzioso con la logica del "fatto compiuto".
Tutto ciò premesso, interrogo il Presidente della Giunta e l'Assessore per conoscere, qualora ARPA Piemonte abbia preso atto dello studio epidemiologico formulato dall'Istituto Ramazzini di Bologna e abbia successivamente effettuato indagini sul territorio piemontese in materia di ricadute da inquinamento elettromagnetico, quali siano stati gli esiti.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Premetto che lo studio effettuato dall'Istituto Ramazzini di Bologna ha evidenziato gli effetti sulla salute dei ratti esposti ai livelli del campo elettromagnetico di 50 voltmetro, molto più elevati di quelli permessi per le sorgenti fisse dal DPCM 8 luglio 2003, che sono pari a sei voltmetro nei luoghi a permanenza prolungata e 20 voltmetro per tutte le aree accessibili.
Per questi motivi, i risultati dello studio non possono essere applicati alle esposizioni ambientali a radiofrequenze emesse da ripetitori per telefonia mobile, che avvengono a livelli di campo elettrico di gran lunga inferiore ai 50 voltmetro.
Preciso, inoltre, che allo stato attuale l'esposizione ambientale non è dovuta agli impianti 5G, che non sono ancora attivi in Piemonte.
Le lascio la documentazione un po' più articolata, dalla quale potrà approfondire le varie tematiche.
Riassumo dicendo che ARPA ha sempre seguito, per quanto riguarda gli impianti sia in fase autorizzativa sia in fase di esercizio, le emissioni degli impianti di telecomunicazioni. I risultati sono tutti reperibili sul sito dell'Agenzia.
La stima dell'esposizione media della popolazione ai campi elettrici a radiofrequenza viene aggiornata annualmente ed è disponibile anche nel rapporto sullo stato dell'ambiente. Inoltre, ARPA, da diversi anni, porta avanti progetti di educazione ambientale e prevenzione sanitaria per quanto riguarda l'esposizione ai telefoni cellulari, finalizzati a promuovere un utilizzo responsabile dello smartphone da parte dei ragazzi in età scolare elaborando, a tal scopo delle specifiche guide, che sono allegate.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2533 presentata da Ottria, inerente a "Pesanti cancellazioni di linee ferroviarie in seguito all'attivazione dell'emergenza lieve dei Piani neve e gelo di FS Italiane"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2533.
Risponderà l'Assessore Valmaggia.
La parola al Consigliere Segretario Ottria, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Molto brevemente, l'interrogazione riguarda il cosiddetto "Piano neve" che Trenitalia ha emesso il 29 gennaio (la settimana scorsa), in seguito a un bollettino ARPA che prevedeva delle nevicate sul territorio del Piemonte sud-orientale e sulla Liguria. Erano eventi calamitosi non molto rilevanti tant'è che non ci sono state nevicate molto significative.
Il "Piano neve", però, ha avuto come conseguenza la cancellazione di numerose corse, riguardanti prevalentemente i collegamenti tra la Liguria il basso Piemonte e la Lombardia. Si tratta delle linee tra Genova, Busalla e Tortona e, in particolare, la Genova-Ovada-Acqui Terme, che è già notoriamente una linea molto problematica anche quando c'è il sole con 30 gradi, figuriamoci con due centimetri di neve.
Ovviamente questo ha messo in grande difficoltà i pendolari che già subiscono giornalmente ritardi e cancellazioni, e lasciando prevalentemente i lavoratori in condizione di estrema difficoltà per raggiungere il posto di lavoro e gli studenti per raggiungere le università e le scuole.
Credo che questo eccesso di prevenzione si può definire, più che una prevenzione dei disagi per la neve, come una rinuncia preventiva a fornire un servizio. Ricordo che il trasporto ferroviario è un servizio pubblico che andrebbe non già cancellato, ma incentivato, favorendo anche una percorribilità in sicurezza dei viaggi fatti dai pendolari e dagli studenti.
Capisco che queste linee in particolare non sono gestite direttamente, per credo che tutelare le migliori condizioni di viaggio e di trasporto per i pendolari del Piemonte sia tra le facoltà di questa Giunta. Pertanto chiedo quali provvedimenti intende intraprendere la Giunta anche nel relazionarsi con Trenitalia.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente. Sostituisco il collega Balocco, quindi leggo quello che ha preparato come risposta, essendo lui impegnato a Roma.
In riferimento all'interrogazione in oggetto, si forniscono i seguenti elementi di risposta. La Regione Piemonte è preventivamente informata dei dispositivi attuati dal Gruppo FS come misure precauzionali in seguito ai "Piani neve e gelo". Tuttavia nel merito non può intervenire, perché la decisione spetta unicamente al gestore della rete del servizio ferroviario.
Si ricorda che le misure precauzionali, a detta del gruppo FS, sono attivate per evitare conseguenze più gravi sulla circolazione in caso di forti precipitazioni nevose o, come nel caso della scorsa settimana, in caso di previsione di gelicidio che nelle passate stagioni aveva creato problemi molto gravi.
Risulta evidente che queste misure colpiscono in modo più pesante i viaggiatori che vivono nelle zone di confine, dove le condizioni climatiche creano maggiori turbative alla circolazione, com'è successo nel caso della Cuneo-Ventimiglia, dove un treno è rimasto fermo parecchie ore a causa della caduta di alcuni rami sulla linea nel territorio francese, dove i soccorsi sono risultati particolarmente lenti e difficoltosi, soprattutto a causa dell'inefficienza del gestore francese.
Si è trattato comunque dei primi casi di attivazione dei piani antineve e la Regione ha chiesto una relazione dettagliata a RFI e a Trenitalia.
Grazie.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2534 presentata da Grimaldi inerente a "ASL TO3 - quali verifiche ha attivato l'Assessorato?"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2534.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, presidente.
Come l'Assessore sa, in data 21 gennaio le rappresentanze sindacali, le RSU dell'ASL TO3, hanno dichiarato lo stato di agitazione dei lavoratori.
Venerdì 20 gennaio le rappresentanze sindacali hanno portato in presidio i lavoratori dell'ASL proprio davanti al suo Assessorato. I sindacati chiedono la modifica della DGR n. 50 recante la riorganizzazione dei laboratori della zona ovest.
Tra l'altro, questa vicenda era stata affrontata dai Consiglieri di maggioranza, che hanno sottoscritto un atto di indirizzo anche condiviso da lei e dal Presidente Chiamparino, in cui si annunciava almeno l'intenzione di sganciare, in qualche modo, l'ASL TO3 con i laboratori di Rivoli e Pinerolo e l'Azienda Ospedaliera Universitaria San Luigi con la nuova palazzina inaugurata nella primavera del 2018, dall'Ospedale Mauriziano almeno per quanto concerne gli esami in grande automazione. Come lei sa abbiamo discusso delle funzioni esercitate dal Mauriziano, già di fatto hub per gli esami specialistici, con tutto quello che potrebbe voler dire lo spostamento di milioni di provette da un luogo all'altro.
Purtroppo nelle ore successive, come hanno riportato alcune testate giornalistiche, i sindacati hanno anche denunciato un clima, come dicono loro, di intimidazione in seguito alle dichiarazioni di stato di agitazione dei lavoratori. Raccontano che alcuni dirigenti farebbero pressioni ai sottoposti, al fine di tacere i problemi della struttura. I lavoratori chiedono alla Giunta e al Consiglio di intervenire per riportare intanto la serenità dei normali rapporti sindacali e dei rapporti, in qualche modo, di lealtà rispetto anche a un confronto, che può anche essere stato, in alcuni frangenti, duro sui contenuti, ma che a loro avviso non ha mai travalicato le forme democratiche previste dalla nostra Costituzione. Il giorno 8 febbraio è previsto un incontro di conciliazione in Prefettura e persistono ancora divergenze fra i lavoratori e la dirigenza dell'ASL, che smentisce questo clima.
La interroghiamo per sapere nel merito quali provvedimenti abbiamo preso anche per le nostre riflessioni, sulla modifica non solo della DGR n. 50 ma in generale di quello che pensiamo debba essere il ruolo di quell'area, che non solo si sente ovviamente distante geograficamente dal Mauriziano, ma che ha paura che vengano meno non solo le loro funzioni e le loro professionalità, ma in generale il senso di continuare, in quel caso, ad avere laboratori come a Rivoli e a Pinerolo.
D'altra parte, chiediamo all'Assessore cosa ha fatto per ripristinare questo confronto, che ci auguriamo, anche dalla conciliazione in Prefettura, possa riprendere con altre modalità e, soprattutto, con altri contenuti. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Ho già avuto modo di dichiarare, dire e affermare che nessuna decisione è stata ancora presa sul tema della modifica alla DGR 50: ci stiamo lavorando. Qui però il collega pone un altro problema relativamente a quello che chiama "stato di tensione" nei rapporti all'interno dell'Azienda sanitaria TO3.
Allora, non risulta all'Assessorato l'esistenza di un clima di intimidazione nei confronti dei lavoratori dell'ASL TO3 da parte della Direzione generale. Sicuramente c'è un clima teso perché sui temi che sono stati sollevati, molti dei quali di carattere aziendale, esistono posizioni diverse all'interno delle rappresentanze sindacali, che non sono un fronte unico, ma un fronte diviso.
Non solo. Nei giorni scorsi, è giunta in Assessorato una petizione di 55 dirigenti medici e amministrativi dall'ASL (55 su 58) che hanno assunto una posizione di distanza delle posizioni di alcune sigle sindacali.
A ogni modo, relativamente alla questione che viene posta sul tema del raffreddamento (diciamo così), c'è una richiesta specifica da parte del sindacato e mi pare che questa procedura avverrà questo venerdì (8 febbraio 2019).
Per quanto riguarda la procedura di conciliazione in Prefettura - incontro previsto dalle norme di legge - ancora prima della programmazione dello sciopero, la Regione parteciperà all'incontro, che avrà evidentemente le caratteristiche previste dalla legge, ma è chiaro che, come Regione Piemonte e come Assessorato, offriremo la nostra collaborazione al fine di contribuire al raffreddamento dei conflitti sindacali interni all'Azienda quindi daremo la massima cooperazione per il ruolo che abbiamo di programmazione, ma anche di supporto a tutto ciò che sarà necessario perché ovviamente siamo interessati a un clima di serenità all'interno dell'Azienda. Come succede spesso per tante procedure di questo tipo, che avvengono in tutta la Regione Piemonte, i nostri tecnici parteciperanno con questo obiettivo.
Invece, sul tema della modifica alla DGR 50, questa ancora non è stata assunta, ma anche qui cercheremo di prendere una posizione finalizzata a garantire le questioni che sono state poste sia in Consiglio sia in questi giorni attraverso dichiarazioni da parte del sindacato. Si tratta di una decisione complessa, ma confido che quanto prima l'assumeremo.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2535 presentata da Frediani inerente a "Installazione nuova TAC presso la Radiologia dell'Ospedale di Susa (TO)"


PRESIDENTE

Trattiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 2535.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Da 18 febbraio fino alla prima settimana di marzo, presso la Radiologia dell'Ospedale di Susa verrà sospeso il servizio TAC (tomografia assiale computerizzata) per permettere il lavoro di installazione di una nuova apparecchiatura, con un fermo delle attività che si protrarrà per un periodo di oltre 15 giorni.
La sostituzione della TAC rientra nella programmazione di installazione delle nuove tecnologie e gestione appalti dell'ASL TO3. Risulterebbe che nel periodo di sospensione del servizio, l'ASL avrebbe deciso di trasportare in ambulanza all'Ospedale di Rivoli i pazienti provenienti dal pronto soccorso di Susa e quelli ricoverati nei vari reparti di degenza che necessitano, appunto, di fare la TAC. I pazienti saranno accompagnati da un medico o da un infermiere reperibili, i quali non potranno quindi essere a disposizione qualora ci fosse necessità per altre attività in ospedale considerando che c'è già una carenza di personale.
Questa soluzione, considerando anche la distanza che c'è tra i vari ospedali, rischia di causare disagi, ritardi e anche rischi per la salute dei pazienti, perché la tempestività nell'eseguire l'esame e quindi fare diagnosi è fondamentale in un paziente per tutelare e salvaguardare le sue condizioni di salute.
Oggi qui in Aula interrogo proprio lei, Assessore, per sapere se intenda chiedere alla Direzione generale dell'ASL TO3 di valutare l'utilizzo di un'eventuale TAC mobile, così da evitare la sospensione del servizio per oltre 15 giorni presso la Radiologia dell'Ospedale di Susa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Torno un po' alla sostanza e poi vengo alle questioni particolari. Qui si sta facendo un'operazione credo ritenuta utile: sostituire una TAC con un'apparecchiatura nuova e moderna, dall'elevato profilo qualitativo operazione di grande importanza per l'Ospedale di Susa. Questo è il tema principale, perché è importante rimarcare il fatto che stiamo potenziando un servizio a livello di qualità.
Per quanto riguarda il passaggio dalla vecchia alla nuova apparecchiatura ho verificato. È chiaro che sono state assunte tutte le precauzioni necessarie per i pazienti, anche se un disagio ci sarà per forza di cose in quanto si sostituisce una TAC vecchia con una nuova.
La sostituzione del macchinario avverrà a partire dal 18 febbraio e si protrarrà per circa tre settimane, tempo necessario per smontare la vecchia TAC (di età ormai ventennale) e montare la nuova apparecchiatura.
L'ASL TO3 ha provveduto a individuare la disponibilità di una TAC su mezzo mobile per il periodo oggetto dei lavori, con l'obiettivo di ridurre il disagio per i pazienti (attualmente vengono effettuati circa otto esami al giorno) e sta verificando l'effettiva fattibilità di questa soluzione tenendo anche conto delle necessità logistiche e impiantistiche di un eventuale posizionamento in prossimità del servizio TAC. Quindi questa è la via principale: mezzo mobile.
L'Azienda ha anche valutato le varie ipotesi possibili nel caso in cui ci fossero dei problemi. Ebbene, solo qualora non fosse possibile posizionare il mezzo mobile l'ASL TO3 provvederà comunque al trasporto dei pazienti ricoverati presso la Radiologia dell'Ospedale di Rivoli limitatamente al breve periodo di tempo necessario all'installazione della nuova TAC.
Per quanto riguarda le prestazioni ambulatoriali già prenotate, queste saranno comunque garantite presso l'Ospedale di Rivoli nella stessa data fissata.
Pertanto, c'è la via principale del mezzo mobile, quindi si sta lavorando in questa direzione, però mi pare che sono state prese tutte le precauzioni. In ogni caso, qualche problema potrebbe esserci, ma è un obiettivo importante per il sistema sanitario e per l'Ospedale di Susa.


Argomento: Volontariato

Interrogazione a risposta immediata n. 2536 presentata da Ravetti, inerente a "Situazione della onlus Castellazzo Soccorso. Necessari chiarimenti urgenti circa l'applicazione della DGR n. 48-7791 del 30 ottobre 2018"

Argomento: Volontariato

Interrogazione a risposta immediata n. 2540 presentata da Bertola, inerente a "Ambulanze medicalizzate: accordo regionale per lo svolgimento delle attività di trasporto sanitario di emergenza e urgenza introspedaliero e delle attività di trasporto sanitario introspedaliero programmato e di trasporto su patologie autorizzabili e continuazione di cure-Necessità di apportare modifiche alla DGR 48-7791 del 30 ottobre 2018"


PRESIDENTE

Proseguiamo con la trattazione dell'interrogazione a risposta immediata n.
2536.
La parola al Consigliere Ravetti per l'illustrazione.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Castellazzo Soccorso è una onlus nata nel 1990 ed è iscritta nel registro del volontariato dalla Regione Piemonte. Conosco quest'associazione perch ha sede nel luogo in cui ho rivestito la carica di Sindaco per dieci anni.
La conosco da paziente, la conosco da cittadino e la conosco da padre di una volontaria. Conosco anche i limiti della legge entro cui un Consigliere regionale può e deve muoversi; i limiti che una certa politica non conosce e che l'ignoranza non considera.
I limiti, almeno i miei, mi imponevano, sulla gara per l'assegnazione delle postazioni del 118 e sulle convenzioni dell'azienda ospedaliera, di non interferire assolutamente. Ne va dell'etica e dell'onestà delle Istituzioni, non solo della mia. Peraltro, come si dovrebbe sapere, un Consigliere regionale non partecipa alla discussione, in questo caso sulla definizione dello schema di accordo per lo svolgimento dell'attività di trasporto sanitario e di emergenza; partecipano i rappresentanti nella Commissione Tecnica (i rappresentanti della Commissione Tecnica sono i rappresentanti delle Associazioni di volontariato, tra gli altri).
L'accordo è stato siglato dalla Regione, dalle Associazioni dell'ANPAS, dal Coordinamento delle Misericordie, da ARESA Piemonte, da SOGIT Croce San Giovanni e dalla Croce Rossa.
In quell'accordo, nell'allegato A e nell'allegato B, rispetto ai due servizi in questione (allegato B, in particolare l'articolo 3, per quanto riguarda i rapporti tra Azienda Sanitaria Regionale e associazioni nel trasporto programmato interospedaliero e allegato A, articolo 4, per quanto riguarda l'emergenza urgenza) si definiscono anche le possibilità di costituire le associazioni temporanee di scopo.
La mia non è polemica e mi avvio alla domanda.
So benissimo perché le critiche sono state alimentate e so ciò che avrei dovuto fare e che giustamente, fino adesso, non ho fatto, però ho ascoltato anche gli interventi del Presidente di Castellazzo Soccorso, che i giornali in provincia di Alessandria hanno riportato dettagliatamente dandogli il giusto spazio. Il Presidente parla di monopolio, di big, di associazioni che hanno fatto cartello, di cinque dipendenti su nove rimasti senza lavoro e di molti mezzi tecnologicamente avanzati fermi.
Quelle dichiarazioni mi hanno imposto di interrogare la Giunta per ottenere chiarimenti in merito all'applicazione della DGR 48 del 30 ottobre dell'anno scorso, con queste finalità: tutelare il volontariato, tutto il volontariato, i dipendenti tutti, i cittadini e i pazienti, in un ambito quello sanitario, di fondamentale importanza.
Nella sostanza, per sapere ciò che non so: se davvero sugli schemi d'accordo propedeutici al bando erano sono stati tutti coinvolti, se esistono tutele per i lavoratori e se sono necessari ulteriori approfondimenti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
La parola l'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

La delibera 48 del 30 ottobre scorso ha approvato i nuovi accordi regionali per i trasporti sanitari, i cui contenuti non sono stati definiti unilateralmente dalla Regione Piemonte, ma sono il frutto del lavoro di un gruppo costituito da tutte le rappresentanze del volontariato, le associazioni ANPAS, il Comitato regionale.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Assessore, ma non avevamo visto che l'interrogazione del Consigliere Segretario Bertola è simile, perché riguarda sempre le ambulanze medicalizzate.
A questo punto la farei illustrare anche dal Consigliere Segretario Bertola, così lei potrà dare un'unica risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Perfetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, per l'illustrazione dell'interrogazione n. 2540.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Volevo giusto evitare all'Assessore Saitta di dover ripetere due volte le stesse cose, perché anche la nostra interrogazione prende spunto dalla DGR 7791 del 30 ottobre 2018, che reca "Approvazione per il periodo 2019-2022 degli schemi di accordo regionale per lo svolgimento delle attività di trasporto sanitario di emergenza e urgenza intra-ospedaliero e dell'attività di trasporto sanitario interospedaliero programmato e di trasporto su patologie autorizzabili e continuazione di cure", DGR che modifica la n. 456134 dell'11 giugno 2007.
In particolare, l'articolo 11 dell'allegato A disciplina il rimborso costi facendo riferimento ai seguenti sistemi: la forma continuativa, la forma estemporanea e la forma temporanea, con le diverse tipologie. A detta di molti operatori del settore che ci hanno contattato e che abbiamo sentito questa DGR ha, di fatto, favorito l'aggregazione di realtà più grandi e tagliato fuori dall'assegnazione delle postazioni del 118 e da ogni attività in convenzione con la SR, ma anche in estemporanea, molti delle associazioni minori. Tra l'altro, nei punteggi si premiava l'anzianità e l'anno di fondazione dell'Istituto, più che l'efficienza reale e dimostrata nell'esecuzione del servizio di emergenza urgenza.
Secondo le stime della stessa Croce Rossa del Piemonte, con la nuova modalità di rimborso le associazioni che agiscono con convenzioni in estemporanea avrebbero una diminuzione sostanziale di trasferimenti, che va dal 5% fino, in alcuni casi limite, al 30% con una media del 10% circa in meno. La descritta situazione mette a rischio l'esistenza stessa del servizio che si basa, esclusivamente, ricordiamolo, sul volontariato e con mezzi ormai non più nuovissimi.
Tra l'altro, anch'io cito il fatto di cronaca che riguarda Castellazzo Bormida. Il 30 gennaio scorso è stata pubblicata da Il Piccolo la notizia inerente alle 14 ambulanze ferme nei box a Castellazzo Bormida e dei conseguenti cinque dipendenti licenziati su nove, come bilancio del primo mese di stop dell'attività di Castellazzo Soccorso. Un'eccellenza del volontariato da circa trent'anni, che si è distinta nel tempo non solo per l'attenzione al malato, ma anche per l'impegno a investire in innovazione e salvaguardia dell'ambiente.
Questa situazione è stata descritta anche dalla Croce Reale di Venaria oltre che dalla Croce Verde di Villastellone, per citare due esempi. Gli articoli recentemente pubblicate sui quotidiani attestano una reale difficoltà cui sta andando incontro il volontariato che, di fatto, finisce per mettere le associazioni l'una contro l'altra.
I comitati chiedono di rivedere il metodo dei rimborsi, al fine che i volontari possano continuare a dare il proprio fondamentale contributo in un quadro di sicurezza economica che non metta a rischio l'esistenza stessa di un servizio importantissimo per i cittadini su tutto il territorio regionale.
Interroghiamo l'Assessore Saitta per chiedere se e quali correttivi intende assumere modificando la DGR 48 del 30 ottobre 2018 per salvaguardare il sistema di emergenza-urgenza svolto dall'associazione di volontariato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta congiunta alle due interrogazioni.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Incomincio con una parte comune, poi ci sarà una risposta puntuale sulle questioni che ha posto sia il Consigliera Ravetti sia il Consigliere Bertola.
La mia introduzione serve anche per informare il Consiglio e dare un'informazione più completa. Mi pare che ciò che è stato riferito perlomeno dalle cose che ho sentito poco fa dal collega Bertola, le informazioni in suo possesso, non sono complete. Sicuramente da parte nostra non c'è nessun obiettivo di creare problemi al mondo associativo e al volontariato.
Incomincio con un'informazione che il Consigliere Ravetti sa perché ne abbiamo parlato, ma in modo particolare mi rivolgo al Consigliere Bertola perché, probabilmente, questa parte, almeno dalle cose che ho sentito, non è nota.
La delibera 48 del 30 ottobre ha approvato i nuovi accordi regionali per i trasporti sanitari, i cui contenuti non sono stati definiti unilateralmente dalla Regione Piemonte, ma sono il frutto del lavoro di un gruppo costituito da tutte le rappresentanze delle volontariato, anche quelle che lei ha citato: ANPAS-Comitato Regionale del Piemonte; il Coordinamento Misericordia Piemonte; la SOGIT Croce di San Giovanni-Comitato regionale del Piemonte; l'Associazione della Croce Rossa Italiana-Comitato regionale del Piemonte e l'Associazione A.R.E.S.A. Piemonte. Tutte queste associazioni hanno sottoscritto gli accordi regionali.
Perché gli accordi regionali e cos'è cambiato rispetto al passato? A seguito delle novità introdotte dal Codice del Terzo Settore, la Regione ha provveduto a rivedere gli accordi in essere in scadenza alla data del 31 dicembre scorso, nel rispetto degli articoli 56 e 57 del Codice stesso, che vale la pena tenere presente. Abbiamo optato, proprio a tutela del volontariato, ancora una volta per l'affidamento del servizio ad associazioni di volontariato, proprio perché la peculiarità del territorio piemontese, ricco di associazioni di volontariato e sedi di Croce Rossa, ha sempre contribuito in maniera ottimale al soddisfacimento dell'esigenza del territorio.
Lo stesso articolo 56 del Codice prevede espressamente che l'individuazione delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale con cui stipulare la convenzione sia fatta nel rispetto dei principi di imparzialità, pubblicità, trasparenza, partecipazione e parità di trattamento, mediante procedure comparative riservate alle medesime.
Questo meccanismo ha consentito alle aziende sanitarie di derogare all'indizione di gara d'appalto (altrimenti si sarebbe dovuto fare gare d'appalto nazionali con quello che avrebbe comportato come conseguenza), ma utilizzando una procedura comparativa riservata al mondo associativo.
Questo come inquadramento.
Ritorno sulle questioni che ha posto il Consigliere Bertola per quanto riguarda Castellazzo Soccorso. La possibilità di aggregazione in associazioni temporanee di scopo è prevista all'articolo 4 dell'accordo stesso, quindi quell'accordo siglato dalle associazioni ha previsto all'articolo 4 la possibilità di costituire associazioni temporanee.
L'intento è proprio quello di cercare di offrire una possibilità di partecipazione alle procedure comparative anche alle associazioni non in grado di garantire in modo autonomo continuità nei servizi o, comunque un'adeguata capacità di realizzazione dell'attività oggetto di affidamento (quindi ha una finalità pubblica e di tutela dei più piccoli).
Tuttavia, stiamo verificando come Assessorato, insieme all'azienda Ospedaliera di Alessandria, tutte le procedure effettuate per valutare la congruità dell'assegnazione e si sta inoltre provvedendo - mi riferisco sempre all'Alessandrino - a contattare le associazioni della Croce Rossa e ANPAS con l'obiettivo di addivenire a una mediazione alternativa che coinvolga tutti i soggetti aventi titolo.
Per l'altra questione che pone invece il Consigliere Bertola, come nei precedenti accordi sono state contemplate le due tipologie di servizio, in forma continuativa e in forma estemporanea. Per quanto riguarda la nuova modalità di rimborso per il convenzionamento in forma estemporanea, il nuovo accordo ribadisce le stesse possibilità di convenzionamento precedentemente contemplate, rivedendo solo la metodologia di rimborso, che può avvenire esclusivamente attraverso il riconoscimento delle spese effettivamente sostenute e documentate. Questa è la conseguenza di un affidamento non attraverso una gara d'appalto, quindi al riconoscimento delle spese documentate.
Nel nuovo accordo sono stati introdotti meccanismi di rimborso dei costi effettivamente sostenuti e documentati sulla base del tempo impiegato prevedendo una serie di categorie di costo rimborsabili per tale tipologia di servizio non continuativo, che vanno a sostituire una tariffa forfettaria vietata dalla norma e a palese rischio di sovracompensazione.
Il nuovo accordo, in armonia con il Codice del Terzo Settore, ha previsto come condizione per l'affidamento il possesso di requisiti di moralità e onorabilità, con particolare riferimento all'articolo 2382 del Codice Civile; motivo, questo, di esclusione di alcune associazioni (sono state anche escluse).
L'introduzione di meccanismi di premialità all'anzianità di servizio - e qui vengo alla questione particolare - richiesta da tutte le associazioni presenti al tavolo aveva proprio lo scopo di tutelare l'esperienza maturata e l'attività svolta dalle stesse associazioni negli anni, ribadendo il principio della qualità del servizio comprovata da esperienze maturate.
L'accordo tra tutte le associazioni e la Regione prevede che il peso dato al criterio dell'anzianità di servizio sia di dieci punti, su un totale di 70, sulla qualità. Questo mi pare non fosse noto ed è anche questo un elemento utile nei confronti del sistema sanitario.
Fatte tutte queste premesse, utili (spero) per inquadrare meglio il tema affrontato, ricordo che è già attivo presso l'Assessorato alla sanità un tavolo di lavoro per la verifica della congruità dei rimborsi sulle convenzioni in estemporanea. Quindi, il lavoro si sta svolgendo sulla base di quei principi ed è stato istituito appositamente un tavolo.
Inoltre, la delibera prevede la possibilità di rivedere gli aspetti tecnico operativi anche in relazione al sistema di rendicontazione e al fine di rimodulare eventuali difformità.
In sostanza, rispetto alla prima e alla seconda interrogazione, ritengo di aver dato indicazioni sull'obiettivo finale, che mi pare di grandissima utilità, con la modalità prevista dal Codice. Contemporaneamente, ho anche indicato una modalità di lavoro per le questioni che eventualmente non erano emerse nel tavolo (condiviso e sottoscritto con le associazioni).
Stiamo lavorando per poterle risolvere.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2539 presentata da Andrissi inerente a "Inadempimenti nell'esecuzione del contratto di concessione novennale dell'AOU Maggiore della Carità di Novara, della gestione delle apparecchiature elettromedicali e di altri servizi"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2539.
Risponderà l'Assessore Saitta.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Il 14 agosto 2017 viene deliberato l'affidamento della gara per la manutenzione degli apparecchi biomedicali all'Azienda Ospedaliera di Novara. Una gara importante, perché l'importo totale è di circa 100 milioni. Questo lo dico per chi ci ascolta, quindi per dare un riferimento economico.
Successivamente, vengono nominati i vari direttori di esecuzione del contratto, i direttori dei lavori, del RUP, e ha luogo la fase di avvio che dura dal 1° dicembre al 23 luglio 2018.
Entro il termine della fase di avvio, il capitolato di gara prevedeva che fosse aggiornato l'inventario dei macchinari (oltre 6.000 macchinari) e che fossero anche aggiornati i Fascicoli Macchina.
Ciò che di questa gara lascia veramente perplessi è il fatto che il partecipante fu un solo soggetto, che poi fu anche l'aggiudicatario. Oltre a ciò, questa gara aveva in parallelo un'altra gara fatta da SCR (Società di Committenza Regionale) per lo stesso tipo di macchinari e l'affidamento della manutenzione, in quel caso, aveva un benchmark decisamente inferiore rispetto a quello poi assegnato al partenariato pubblico-privato, come ho avuto modo di dire più volte.
Io ritengo che, quando si firma un contratto, si fa una gara e c'è un capitolato, sia importante che questo capitolato venga rispettato.
altrimenti, come ho già avuto modo di dire anche riguardo alla gestione dei call center e dell'operatore unico dei call center (sappiamo com'è andata la vicenda), se non si fanno rispettare i contratti da parte dei dirigenti sanitari, si rischiano delle complicazioni.
In questo caso, si ponevano delle condizioni (aggiornare l'inventario), ma noi abbiamo fatto un accesso agli atti e quello che ci è stato fornito non è assolutamente rispondente alle richieste del capitolato della gara. Noi abbiamo fatto un accesso agli atti il 17 ottobre 2018 e il 26 novembre per chiedere che ci venisse fornito l'inventario dei macchinari e ci fossero forniti i Fascicoli Macchina. Se, però, le condizione di gara non vengono fatte rispettare, è chiaro che, alla fine, si dà una spiegazione al fatto che vi fosse un solo operatore a partecipare alla gara. Se, cioè, le condizioni del contratto si semplificano, nel senso che tutti gli aspetti del capitolato non vengono fatti rispettare, ci sorge il dubbio che il motivo per cui le difficoltà che altri operatori hanno potuto vedere in queste operazioni che dovevano essere successivamente rispettate, hanno trovato semplificazione.
Quanto ci è stato fornito da parte dall'Azienda Sanitaria Ospedaliera in merito all'inventario non è assolutamente adeguato, anzi è peggio rispetto a quello che inizialmente è stato fornito dall'azienda pubblica all'operatore privato.
Per quanto riguarda i Fascicoli Macchina, la stessa cosa: non ci è stata fornita la raccolta dei dati di manutenzione e del loro inserimento nel sistema informatizzato. Ci è stato consigliato di andare a visionare delle fotocopie presso l'Azienda Ospedaliera, ma il capitolato di gara prevedeva tutt'altro, perché recitava: "Sarà a carico del concessionario la compilazione per ogni apparecchiatura del libro macchina digitale. Le attività relative alla gestione del sistema formativo dovranno essere rese pienamente operative entro la fase di avvio", che è terminata - come dicevo il 23 luglio.
Questa è la situazione. pertanto, interrogo il Presidente della Giunta e l'Assessore competente per conoscere se, dopo aver verificato la veridicità dei fatti e la fondatezza delle argomentazioni sopra esposte intendano vigilare sulla corretta esecuzione del contratto di concessione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

In riferimento all'interrogazione consiliare a firma del Consigliere Andrissi, relativa ai presunti inadempimenti nell'esecuzione del contratto di concessione novennale dell'Azienda Ospedaliera Maggiore della Carità di Novara per la gestione delle apparecchiature elettromedicali e di altri servizi, abbiamo contattato la Direzione generale dell'Azienda Ospedaliera.
La Direzione comunica che, a seguito delle articolate e puntuali richieste del 17 ottobre 2018 e del 26 novembre 2018, presentate dal Consigliere Andrissi, l'Azienda stessa ha fornito ampia documentazione.
Per quanto attiene agli adempimenti relativi al contratto in oggetto l'Azienda Ospedaliera Universitaria, tramite le figure proposte, RUP (Responsabile Unico del Procedimento) e DEC (Direttore dell'Esecuzione del Contratto) provvede alle verifiche del caso, in particolare all'aggiornamento pressoché quotidiano dei dati, essendo il fascicolo macchine anche l'inventario documenti dinamici.
In ogni caso, l'Azienda Ospedaliera ribadisce che tutta la documentazione è a disposizione per le verifiche del caso.
ANDRISSI Gianpaolo (fuori microfono) L'Assessore non ha risposto!



PRESIDENTE

Consigliere Andrissi, la sua interrogazione è stata discussa. Se non è soddisfatto, sa che può ripresentare un'altra interrogazione.
Collega, abbia pazienza!


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2541 presentata da Frediani inerente a "Previsione del piano di riorganizzazione dei laboratori di analisi dell'ASL TO3 e dell'Azienda Ospedaliera Universitaria San Luigi di Orbassano"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2541.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Torniamo a parlare o almeno iniziamo a parlare del Piano di riorganizzazione dei laboratori analisi dell'ASL TO3 e dell'Azienda Universitaria Ospedaliera San Luigi di Orbassano. Tra l'altro, c'è stato un presidio qualche giorno fa proprio sotto la Giunta con alcuni lavoratori che chiedevano delle informazioni rispetto alla revisione della delibera e purtroppo non sono stati ricevuti.
Le DGR cui facciamo riferimento sono la DGR n. 50/2015 e la n. 63/2018, che individuano per l'area omogenea Torino ovest, area alla quale afferisce l'ASL TO3, l'Azienda Ospedaliera Mauriziano quale Centro hub, cioè sede principale per le analisi in grande automazione, stabilendone criteri generali di costituzione e anche il cronoprogramma di realizzazione.
L'ASL TO3 viene individuata quale sede di laboratori SPOC, cioè secondari rispettivamente presso gli ospedali di Rivoli e di Pinerolo, nonché di un laboratorio di sede periferica disagiata presso il presidio di Susa. In tale contesto l'ASL TO3, in ottemperanza al mandato regionale e in considerazione della scadenza delle forniture di laboratorio in essere al 31 marzo - quindi si tratta veramente di una scadenza molto imminente - ha recentemente ricevuto da parte dell'Azienda Ospedaliera Mauriziano comunicazione della disponibilità dal 1° aprile 2019 al trasferimento presso il laboratorio del Centro hub delle analisi di biochimica clinica e immunometria eseguite in automazione.
Peraltro, questo trasferimento al Centro hub sarà l'ultimo tassello del processo riorganizzativo delle attività di laboratorio. L'ASL TO3 a tutt'oggi sta predisponendo queste ultime azioni propedeutiche.
La medicina di laboratorio dell'ASL TO3 esegue attualmente in elevata automazione circa tre milioni e mezzo di esami all'anno, con la concentrazione presso l'hub degli esami per esterni, attualmente eseguiti in elevata automazione. Due milioni e 300.000 esami verranno trasferiti all'Azienda Ospedaliera Mauriziano, mentre poco meno di un milione e mezzo rimarranno per la processazione nell'ASL TO3. Presso le tre sedi del laboratorio analisi dell'ASL TO3 continueranno a essere effettuati solo gli esami per interni, le urgenze, nonché gli esami per esterni per particolari tipologie di pazienti, quali ad esempio i pazienti oncologici e nefrologici.
La riorganizzazione della rete dei laboratori comporterà un costo, che viene stimato dall'ASL in circa 60.000 euro al mese, per la gestione del trasporto del materiale biologico da sottoporre ad analisi e si prevedono circa tre invii al giorno. Bisogna ricordare, quindi, il trasferimento di risorse dall'ASL TO3 al Mauriziano come rimborso del costo di effettuazione degli esami.
Ci sono poi delle incertezze anche sulle ricadute occupazionali di questa riorganizzazione, motivo per cui i sindacati hanno espresso timori e ieri avrebbero voluto ricevere qualche informazione in più dall'Assessore soprattutto considerando che recentemente l'Assessore aveva dichiarato la sua disponibilità a una revisione della normativa. Però non si è più saputo nulla, quindi c'è grande incertezza rispetto alla delibera di revisione, ed è proprio rispetto a questa possibile revisione del piano che chiediamo oggi informazioni all'Assessore in Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

Devo chiedere scusa, ma dall'oggetto dell'interrogazione del Consigliere Grimaldi non ho interpretato che fosse simile a questa che era molto dettagliata sui laboratori. Prima il Consigliere Segretario Bertola, appena ha sentito l'interrogazione del Consigliere Ravetti, mi ha subito avvisata.
Quindi, magari quando succede che ci sono due interrogazioni simili, se avvisate anche la Presidenza evitiamo le sovrapposizioni.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Evidentemente rinvio a ciò che ho avuto modo di dire poco fa nella risposta all'interrogazione presentata dal collega Grimaldi e devo dire che non è l'unica, perché mi pare che nelle ultime settimane, come credo tutti i Consiglieri sappiano, questo tema è ritornato all'ordine del giorno della nostra discussione del Consiglio regionale.
Colgo questa occasione soltanto per aggiungere alcune considerazioni.
Stiamo lavorando a una soluzione del problema e lo stiamo facendo non soltanto con equilibrio, ma evidentemente con l'esigenza di non creare problemi ai pazienti. Questa è la prima preoccupazione.
Come la Consigliera sa, non si sta immaginando di ridurre il numero dei punti di prelievo: una questione riguarda i pazienti, un'altra questione riguarda l'organizzazione. Quando si parla di laboratori, si parla di organizzazione dell'attività per trovare la modalità più utile dal punto di vista economico per risparmiare risorse da utilizzare nel sistema sanitario. Quindi, il tema è questo.
In ogni caso, essendo un tema complesso affrontato nel 2015 e non soltanto per la zona ovest, ma per tutta la Regione Piemonte, stiamo lavorando per dare una risposta e credo che quanto prima, come ho avuto modo di dire questo avverrà per rispondere alle esigenze che sono emerse anche qui in Consiglio regionale.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Consigliera Frediani, però non potete discutere le interrogazioni.
Dica.



FREDIANI Francesca

Dal momento che formalmente non sarei tenuta a seguire le interrogazioni dei colleghi, non mi può rispondere: "Ho già risposto a Grimaldi". Quindi chiederei almeno di avere la risposta scritta da parte dell'Assessore perché sinceramente non ho seguito quello che ha risposto al Consigliere Grimaldi.



(Commenti fuori microfono)



FREDIANI Francesca

Fossero anche due minuti fa, io ho fatto una richiesta all'Assessore e mi aspetto almeno una risposta scritta, non: "Ho già risposto a Grimaldi". Non è nei miei compiti controllare quali interrogazioni fanno i colleghi sinceramente.
Come no? Non mi dà risposta scritta? E allora mi risponda esattamente quello che ha risposto al collega Grimaldi, perché non mi può dire: "Ho già risposto a Grimaldi".
Abbia pazienza!



PRESIDENTE

L'Assessore le darà la risposta scritta.
Sì, gli Assessori devono rispondere, però normalmente sullo stesso testo diamo la risposta.
Va bene, chiedo anche agli Uffici se possiamo magari evidenziare queste situazioni quando vengono presentate.


Argomento: Comuni - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione a risposta immediata n. 2531 presentata da Graglia, inerente a "Rinnovamento portale Regione Piemonte e attività regionale di supporto ai Comuni in materia urbanistica" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Su richiesta dell'interrogante, Vicepresidente Graglia, all'interrogazione n. 2531 viene fornita risposta scritta.


Argomento: Trasporti su gomma

Interrogazione a risposta immediata n. 2532 presentata da Chiapello inerente a "Quando il cartello ingannevole 'Cuneo Centro' all'uscita della A33 verrà corretto?" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2532.
La parola alla Consigliera Chiapello per l'illustrazione.



CHIAPELLO Maria Carla

Grazie, Presidente.
Do per illustrata l'interrogazione; ho già avuto la risposta scritta dall'Assessore Valmaggia.
Grazie.


Argomento: Ordinamento regionale - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione a risposta immediata n. 2538 presentata da Fluttero inerente a "Applicazione dell'articolo 7 bis della legge regionale n. 19 del 2011, rubricato 'Tutela delle professioni ordinistiche per attività espletate per conto di committenti privati e di contrasto all'evasione private'"


PRESIDENTE

Adesso esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2538 del Consigliere Fluttero, che la dà per illustrata.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
L'articolo 144 della legge regionale n. 19 del 2018 ha inserito l'articolo 7 bis nella legge n. 19 del 2011 in materia di sostegno alle professioni intellettuali ordinistiche, prevedendo che le richieste di autorizzazione o le istanze a intervento diretto previste da norme o regolamenti regionali della Città metropolitana di Torino e comunali devono essere corredate anche dalla lettera di affidamento dell'incarico sottoscritta dal committente, con allegata fotocopia del documento d'identità.
L'Amministrazione competente, al momento del rilascio dell'atto autorizzativo o nella ricezione d'istanza di intervento diretto, acquisisce l'autocertificazione del professionista o dei professionisti redattori e sottoscrittori degli elaborati progettuali secondo un modello elaborato dalla Giunta regionale e contenuto in apposita deliberazione.
Da un'interpretazione strettamente letterale, si evince che l'attuazione della disposizione normativa è condizionata all'emanazione del modello regionale affidato al provvedimento della Giunta e che pertanto le richieste di autorizzazione e le istanze ad accesso diretto dovranno essere corredate dalla documentazione sopra richiamata solo a seguito dell'adozione del modello.
Conseguentemente, non trova applicazione la sospensione del procedimento amministrativo prevista dal comma terzo, in caso di mancata presentazione del modello medesimo.
Grazie.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Giunta, organizzazione e funzioni

Interrogazione a risposta immediata n. 2537 presentata da Cassiani inerente a "Rinnovo richiesta di costituzione di parte civile contro i responsabili dei fatti avvenuti a Torino in Piazza San Carlo la sera del 3 giugno 2017"


PRESIDENTE

Trattiamo adesso l'interrogazione a risposta immediata n. 2537, cui risponderà il Vicepresidente Reschigna.
La parola al Consigliere Cassiani per l'illustrazione.



CASSIANI Luca

Grazie, Presidente; grazie anche al Vicepresidente Reschigna, che già nell'ottobre aveva dato una prima risposta interlocutoria rispetto a questo tema.
Bene, da quell'epoca sono successe alcune cose, di cui volevo dare contezza al Consiglio, che immagino già sappia, però penso che siano importanti ai fini di una valutazione da parte degli Uffici, ovviamente dell'Avvocatura ma soprattutto della Giunta regionale.
Succede questo: il procedimento penale che tutti conoscono per i fatti drammatici avvenuti il 3 giugno 2017 è iniziato con l'udienza preliminare e tutta una serie di procedure legate alla riunificazione dei processi, che con ogni probabilità avverrà nei prossimi giorni. C'è anche la possibilità che questo processo sia trasferito in Corte d'Assise, quindi unificando anche i processi relativi ai ragazzi che sono stati individuati dall'accusa ma ancora siamo una fase dibattimentale, per cui non sappiamo esattamente quali sono le responsabilità - o comunque ai famosi autori dell'utilizzo dello spray al peperoncino, con tutto quello che poi è derivato rispetto a quelle azioni, durante la serata.
Le mie domande, rispetto all'interrogazione del 28 di ottobre, nella quale domandavo alla Giunta di fare una valutazione ai fini della costituzione di parte civile della Regione per due ordini di motivi, sono sostanzialmente queste.
Io credo che gli ordini di motivi per i quali la giunta debba valutare con attenzione una possibile costituzione di parte civile della Regione, siano aumentati, per due semplici questioni.
La prima è che, purtroppo, la Città di Torino, anziché costituirsi parte civile per difendere il buon nome della città rispetto a quei fatti gravissimi che hanno sconquassato e ferito gravemente tutta la cittadinanza colpendo oltre mille persone dal punto di vista fisico, oltre che moralmente tutti i cittadini di questa città e i tantissimi piemontesi anziché essere parte civile, come avviene in tutte le città che vengono colpite da vicende di questo genere, si trova a essere dall'altra parte della barricata, quindi responsabile civile. Di conseguenza, la Città di Torino pagherà, insieme al Ministero dell'Interno e a Turismo Torino, i danni economici, che le persone che in qualche modo hanno subito i fatti drammatici chiederanno in giudizio.
Ecco che quindi c'è un vulnus di carattere giuridico, cioè non c'è nessuna istituzione pubblica che difende il Piemonte, il suo capoluogo, i cittadini torinesi e piemontesi da quella vicenda nella quale nel processo si troveranno dei responsabili. A oggi, nessuno sta facendo le veci dei cittadini, dei torinesi e dei piemontesi che da quell'episodio hanno tratto un nocumento enorme dal punto di vista dell'immagine, della ferita e di quello che ha rappresentato questa vicenda nell'immaginario collettivo.
Sappiamo che da quella vicenda sono sorte una serie di problematiche, per quanto riguarda l'utilizzo di spazi pubblici; problematiche relative all'organizzazione di manifestazioni (addirittura sono cambiate le normative e c'è stata la famosa circolare di Gabrielli).
Pertanto, una vicenda molto impattante per la cittadinanza.
A questo punto chiedo, ancor più fortemente di quanto lo feci nell'ottobre scorso, che la Regione valuti, almeno attraverso l'Avvocatura, questa costituzione, perché l'ultimo presidio di democrazia e di rappresentanza delle Istituzioni che, rispetto ai cittadini piemontesi e torinesi, rimane la Regione Piemonte, non essendoci altri enti territoriali che possono farlo.
Credo che la ferita sia una ferita drammatica che non possiamo dimenticare e saranno soltanto i torinesi a pagare di tasca loro, ovviamente attraverso il Comune, che è il responsabile civile e che dovrà pagare i danneggiati.
Nessuno difenderà i torinesi che hanno subito questa enorme e denigratoria offesa sui giornali, dove siamo stati additati come una città incapace e disorganizzata.
Insomma, Torino non ha fatto una bella figura internazionale ed è stata una situazione che ha nuociuto ai cittadini, ai torinesi e ai piemontesi tutti.
Aggiungo che purtroppo, in conseguenza di questi fatti (lo stanno accertando le indagini), proprio in questi giorni una seconda vittima si è aggiunta alla signora Pioletti, già deceduta successivamente ai fatti, nel drammatico bollettino di quella serata con oltre 1.500 feriti.
A oggi, purtroppo, abbiamo una nuova vittima, che ovviamente completa un quadro drammatico, facendolo diventare un quadro devastante.
È per questo che mi rivolgo alla Giunta, affinché, dopo averla valutata decida esattamente qual è la posizione della Regione Piemonte su questa vicenda.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Allo stato attuale degli atti, io non sono in grado di aggiungere nulla alla risposta che ho dato qualche mese fa a un analogo question time del Consigliere Cassiani.
Quello che posso dire al Consigliere Cassiani è che chiederò una relazione all'Avvocatura, la porterò in Giunta e la Giunta assumerà le decisioni del caso.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.45 la Presidente dichiara esaurita )



PRESIDENTE

la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.48)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Baricco, Balocco, Ferraris, Pentenero


Argomento:

b) Non impugnativa


PRESIDENTE

Vorrei fare una precisazione su quanto è stato comunicato questa mattina dal Presidente Boeti in apertura del Consiglio, perché forse c'è stata una frase non interpretata in modo corretto, ma il Presidente Boeti l'ha comunicato in modo puntuale e io lo ripeto.
Il Consiglio dei Ministri ha esaminato, in data 31 gennaio 2019, la seguente legge regionale e ha deliberato la non impugnativa, legge n. 18 del 30/11/2018 "Bilancio consolidato del gruppo Regione Piemonte per l'anno 2017". Poi è avvenuta la presentazione dei progetti di legge ed è stato riferito che l'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale per l'adunanza in corso. E poi, a seguire, tutto il resto delle comunicazioni, però la deliberazione è di non impugnativa.


Argomento: Ordinamento regionale

Richiesta, da parte dei Consiglieri Bono e Vignale, di chiarimenti in merito alle modalità di risposta alle interrogazioni a risposta immediata da parte dell'Assessore Saitta


PRESIDENTE

Prego, Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Solo sottolineare che durante lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è successo l'ennesimo fatto increscioso con l'Assessore Saitta. Io seguivo i colleghi dagli uffici in diretta con l'audio, ma l'audio non era ottimale. Segnalo, giusto anche per non scaricare la responsabilità della mancata volontà di rispondere a un'interrogazione di una collega - nella fattispecie, la Consigliera Frediani - da parte dell'Assessore, che la responsabilità non è degli Uffici per non avere accorpato due interrogazioni (quella della Consigliera Frediani e quella del Consigliere Grimaldi), perché trattano due temi diversi. È vero che la parole erano molto simili - cambiava solo una lettera, in una era "lavoratori", nell'altra "laboratori"- ma trattano due temi diversi.
Mi spiace, ma se l'Assessore Saitta non è in grado di leggere correttamente il titolo di un'interrogazione, non può scaricarla sugli Uffici del Consiglio regionale dicendo che non hanno accorpato le interrogazioni e negare una risposta a una Consigliera, che sia di opposizione o di maggioranza (per ovvi motivi, capita più spesso con i Consiglieri dell'opposizione che della maggioranza).
Se una volta in cinque anni l'Assessore può dire le parole "scusa", "ho sbagliato" potrebbe essere una cosa utile. So che siamo in molti ad avere questa difficoltà a chiedere scusa quando si sbaglia e poi, quanto prima ricevere la risposta scritta all'interrogazione della Consigliera Frediani.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Personalmente sto aspettando da quattro settimane una risposta che l'Assessore Saitta non ebbe modo di darmi in Consiglio correttamente perch da lunedì a martedì non sempre è semplice prepararsi. L'Assessore si era preso l'impegno di trasmettere l'interrogazione. Ciò non è avvenuto, ma non è questo il tema.
Ha ragione il Presidente quando dice che i Consiglieri possono dichiararsi soddisfatti o insoddisfatti e, qualora siano insoddisfatti, trasformare l'interrogazione a risposta immediata in un'interrogazione normale, ma avrebbe ragione se le interrogazioni si svolgessero. Lei sa bene che noi svolgiamo una media di interrogazioni, penso, la più bassa nella storia da quando è stata istituita la Regione Piemonte ma, soprattutto, non credo sia corretto che si possa scegliere di non rispondere. Quando qualcuno di noi presenta dei question time, perde un po' del suo prezioso poco tempo per cercare di individuare dei problemi che vengono sottoposti e scrivere un'interrogazione come si deve.
Se non la scriviamo come si deve gli Uffici, correttamente, ci dicono che va modificata. Se poniamo due domande invece che una, come Regolamento prevede, correttamente ci dicono che va modificata. Il Regolamento prevede che si risponda, ed è vero che uno può essere non soddisfatto, ma la non soddisfazione non può partire dal presupposto che non c'è una risposta. Se non c'è una risposta, bisogna dire a chi di dovere che - guarda caso, è molto spesso l'Assessore Saitta - a una non risposta deve seguire una risposta.
Lo dico perché il Presidente Gariglio, quando era ancora in quest'Aula, a una Conferenza dei Capigruppo, quando era ancora in Consiglio, si era lamentato per una non risposta a un question time, dopodiché la settimana successiva venne iscritto un question time in più perché l'Assessore Saitta non aveva dato risposta. Nessuno chiede questo, peraltro oggi non avevo un question time, ma è una questione di metodo.
Alle domande si risponde. Se uno non sa come rispondere è un altro problema. Non è che un Assessore si può nascondere, da un punto di vista politico, dietro a una non risposta perché.



PRESIDENTE

Abbiamo compreso, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Volevo rilevare una questione perché è presente il Consigliere Rossi Presidente della IV Commissione. Sul tema dei laboratori, senza che nessuno l'avesse chiesto, abbiamo assistito una meravigliosa comunicazione dell'Assessore Saitta che, prima ancora che la Commissione fosse conclusa aveva già trasmesso il proprio comunicato dicendo che avrebbe risolto entro gennaio il problema dei laboratori dell'ASL TO3.
Chiedo al Presidente Rossi la stessa solerzia nel ricevere comunicazioni da parte della Giunta regionale. Se il Consigliere legge il verbale della Commissione che presiede potrà verificare che l'Assessore Saitta "si impegna a superare le criticità in seguito all'adozione di tale atto", cioè la DGR 50. Altrimenti credo che non funzioni. Ricordiamoci sempre che il Consiglio regionale è un organo, la Giunta un altro: tanto che uno sia di maggioranza, quanto sia di opposizione.



PRESIDENTE

Grazie.
Concordo sulla necessità di dare le risposte, naturalmente non sempre si è soddisfatti della risposta della Giunta, ma certamente abbiamo sempre chiesto questo impegno da parte nostra.
Relativamente alle interrogazioni specifiche, non avevo ritenuto che fossero uguali, poi invece mi è stato fatto notare questo, quindi pensavo di aver sbagliato a interpretare i due titoli in modo non comune e poi c'è stata la risposta da parte dell'Assessore Saitta.
Ho detto alla Consigliera Frediani che stiamo facendo stampare lo stenografico in modo da poterle dare intanto la risposta che è stata data precedentemente dall'Assessore, qualora non fosse, comunque, soddisfacente (abbiamo visto che il testo dell'interrogazione era diverso). Naturalmente siamo disponibili, come uffici, a integrarla nella prossima settimana come question time, non calcolandola in aggiunta a quelle che ogni Gruppo pu presentare in settimana. Stiamo facendo questa verifica.
Invece, per quanto riguarda la risposta che deve ancora dare, qual è il tema, così lo sollecitiamo?



(Commenti dell'Assessore Saitta)



PRESIDENTE

Se ce lo segnala, la ringrazio, così lo facciamo presente.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist.

Esame disegno di legge n. 313, inerente a "Disciplina dei complessi ricettivi all'aperto e del turismo itinerante"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame del disegno di legge n. 313, inerente a "Disciplina dei complessi ricettivi all'aperto e del turismo itinerante", di cui al punto 5) all'o.d.g.
Relatrice di maggioranza è la Consigliera Olivetti, che ha facoltà di intervenire.



OLIVETTI Celestina, relatrice

Grazie, Presidente.
La presente proposta di legge si propone di aggiornare il contesto legislativo piemontese del comparto ricettivo all'aperto. Tassello che è ancora mancante per completare il rinnovamento della normativa in materia di turismo che, in questa legislatura, ma è stato affrontato, in modo da permettere alla Regione Piemonte di guardare verso forme di turismo, se vogliamo, anche innovative.
Il comparto ricettivo all'aperto, negli ultimi tempi, è andato incontro a un importante processo di rinnovamento e, quindi, rivedere la normativa attualmente in vigore per armonizzare il contesto significa renderlo più coerente alla realtà e più rispondente alle esigenze del mercato.
L'intento è quello di riuscire a valorizzare sempre di più la fruizione turistica del nostro patrimonio, dei beni naturalistici e culturali del territorio piemontese attraverso la riqualificazione e il potenziamento delle strutture ricettive all'aperto, inglobando nuove forme di turismo itinerante a stretto contatto con la natura, quindi venendo incontro alle richieste di un mercato dinamico e in evoluzione.
I dati che ci ha fornito l'Osservatorio Turistico Regionale confermano infatti, la crescita ormai decennale del settore in Piemonte. Questi dati sottolineano quanto il nostro sistema sia ormai un asset economico strategico per la nostra Regione, capace di trainare anche altri settori.
Si tratta di un ambito che, però, in questi anni si è profondamente trasformato e che, a fianco delle forme tradizionali, vede una crescita sempre più importante del turismo esperienziale ed extralberghiero, cui stiamo cercando di rispondere dotandoci nuovi strumenti.
Il testo di legge va in questa direzione. Le attuali disposizioni normative risalenti al 1979 presentano, infatti, alcune carenze che si traducono spesso in difficoltà a carico degli operatori turistici del settore, che si devono costantemente confrontare con dubbi interpretativi e difficoltà operative. Appare, quindi, necessaria un'integrazione e una nuova sistemazione delle disposizioni attuali, nel senso di una delegificazione in un'ottica di semplificazione dei procedimenti e degli oneri amministrativi.
Con questo disegno di legge, la Regione Piemonte ha l'opportunità di fare da apripista in Italia. Negli ultimi anni si è, infatti, posta via via maggiore attenzione alle qualità del viaggio e alla sua stessa natura. Non sorprende, quindi, che assistiamo a iniziative imprenditoriali sempre più green e sostenibili, sfruttando al massimo le potenzialità offerte dalla sharing economy.
Oltre a operare cambiamenti nella regolamentazione delle attuali tipologie ricettive all'aperto, anche sotto il profilo della denominazione e il riconoscimento dei campeggi temporanei e mobili, l'articolo 7 inserisce una nuova tipologia di attività. È il caso del garden sharing, che permette ai privati di mettere a disposizione dei turisti itineranti spazi all'aperto o aree verdi, per le quali non è necessario il cambio di destinazione d'uso.
L'idea è quella di offrire un'alternativa al campeggio tradizionale unendo un approccio esperienziale al rispetto dell'ambiente.
Per tutti i viaggiatori sarà, in questo modo, possibile pernottare in luoghi privi di strutture ricettive ed essere accolti dai residenti del posto, disponibili a consigliare e far conoscere il proprio territorio.
Il disegno di legge esce dopo un'attenta disanima da parte della III Commissione, che ha visto il lavoro sinergico delle forze politiche per la ricerca di un testo condiviso. A tale proposito, il ringraziamento va all'Assessora Parigi e alla struttura tecnica, per la capacità dimostrata nel recepire le sollecitazioni arrivate dai commissari.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Accossato, seconda relatrice di maggioranza.



ACCOSSATO Silvana, relatrice

Grazie, Presidente.
Aggiungerei alcune altre considerazioni alla puntuale relazione e illustrazione che la collega Olivetti ha svolto, rispetto al disegno di legge 313.
Innanzitutto, voglio segnalare come questo disegno di legge chiuda un percorso di lavoro che ci ha coinvolti, come Consiglio, in questa legislatura di aggiornamento e riordino delle normative legate al turismo e alle diverse forme e modalità di accoglienza, con particolare attenzione per le forme di ricettività meno tradizionali e più innovative, quali quelle di tutto il comparto dell'extralberghiero di cui ci siamo occupati a lungo nel biennio precedente e oggi, con questo provvedimento, con i complessi ricettivi all'aperto del turismo itinerante.
In questo modo, stiamo aggiornando un sistema normativo e legislativo che è in grado di essere all'altezza della realtà attuale del turismo e di mettersi a disposizione dei soggetti imprenditoriali e non (questi ultimi sempre più numerosi), che in tutto il territorio piemontese sono a disposizione delle diverse forme di turismo e di turisti.
Pertanto, in qualche modo, l'obiettivo è contribuire a favorire l'incremento di presenze sul nostro territorio e, soprattutto, rendere la nostra regione più accogliente e in grado di essere attraente e poter incontrare il gusto di una forma di turismo più variegata e riuscire a incontrare le attese di svariate caratteristiche di turisti.
Nello specifico, le caratteristiche del disegno di legge 313 sono state illustrate. Voglio sottolineare ancora l'aspetto di semplificazione, quindi un impianto normativo che tende ad andare all'essenziale e gli indirizzi oltre ad aver riporto a successivi provvedimenti regolamentari gli aspetti più maggiormente attuativi. In questo modo, si consente alla Regione di essere, in futuro, al passo con le esigenze del mercato e potersi adeguare in modo più veloce.
L'altro aspetto che mi sembra opportuno sottolineare - è già stato detto e mettere a disposizione di tutto il Consiglio è il lavoro di confronto che si è svolto in Commissione e che ha portato a un testo condiviso; un testo dove sono stati riconosciuti suggerimenti e istanze arrivate dal dibattito.
Pertanto, ritengo che possiamo mettere a disposizione di tutti i colleghi del Consiglio un disegno di legge il cui articolato è il frutto di un lavoro di condivisione e approfondimento sicuramente molto importante e molto dettagliato.
Tra gli aspetti innovativi, sicuramente vi è quello del garden sharing, che forse è una novità nel panorama nazionale e che ci porta un po' al livello di esperienze straniere. Molti di noi hanno avuto modo di verificarne l'efficacia in nazioni a noi vicine, come la Francia, che da anni ha un sistema di accoglienza di questo tipo.
Ancora una volta con il recepimento di questa formulazione, ma anche con la valorizzazione del sistema più generale dei campeggi, mettiamo a disposizione di tutto il territorio piemontese, anche di quello meno urbanizzato e di quello che, a prima vista, potrebbe apparire più marginale, la possibilità di accogliere i turisti. In questo modo c'è un'azione precisa e credo anche fruttuosa nell'andare a valorizzare il nostro patrimonio non soltanto storico e artistico più tradizionale, ma soprattutto ambientale e dei centri più dispersi sul territorio regionale.
Il disegno di legge che presentiamo oggi sicuramente può essere una risposta utile per integrare la nostra offerta turistica, per valorizzarla e per mettere nelle mani dei cittadini piemontesi, che vogliono svolgere un ruolo attivo nel turismo della nostra regione, uno strumento chiaro e semplice in grado di aiutarli a fare impresa, laddove decidono di fare del turismo la loro attività principale, o aiutarli a svolgere un ruolo come soggetti non imprenditoriali, che però vogliono integrare la loro attività principale con forme di accoglienza turistica che vengono riconosciute e che possono essere messe in rete con il resto dell'offerta turistica della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo, relatore di minoranza.



CAMPO Mauro, relatore

Grazie, Presidente.
Arriviamo in Aula al finale di legislatura, quindi sarà interessante vedere se riusciremo a dare piena attuazione, tramite il Regolamento, anche a questa nuova norma, che va a completare il quadro dell'innovazione normativa sul settore dell'accoglienza nella nostra regione, sul settore turistico. Abbiamo già visto nell'arco della legislatura diversi interventi, dal riordino delle ATL per giungere alla riorganizzazione dell'ospitalità extralberghiera. A completamento, andiamo a toccare anche il discorso del turismo all'aperto.
Abbiamo di nuovo una norma improntata a quello che è stato lo stile delle precedenti, quello che viene chiamato lo stile della delegificazione, che viene visto in un'ottica di semplificazione e che sposta alcune caratteristiche, pur fondamentali, all'interno di un regolamento che va approvato in seguito e che proprio per questo, come abbiamo già visto in casi precedenti, diventa più corposo e, per certi versi, meno stabile anche nel tempo.
Infatti, continuo a sostenere che quello che è scritto in legge, come minimo viene sottoposto a una discussione più accurata, a possibilità di modifiche discusse in una doppia lettura, in Commissione e poi pubblicamente in Consiglio con tutti quanti, mentre un regolamento viene sì discusso in Commissione, ma più che altro per un parere. Poi chiaramente se c'è una disponibilità, si fanno anche dei tavoli più tecnici che sono spesso molto costruttivi, ma il processo è molto più snello.
Quindi, è vero, c'è uno snellimento del processo, ma a scapito di una maggiore attenzione, anche politica, a quello che si fa passare. Infatti le leggi, oltre ad avere delle disposizioni tecniche, che vanno a regolamentare un settore, sono anche la manifestazione di un'intenzione politica di volerlo regolamentare in un certo modo e con certi obiettivi alcuni dei quali, per certi versi, non abbiamo molto condiviso. Ad esempio la tendenza sulle tematiche delle tipologie di ospitalità non alberghiera e quindi quelle più potenzialmente innovative, a volerle professionalizzare, proprio laddove invece la non professionalità e la diffusione sul territorio di forme molto elastiche e di diverse tipologie di ospitalità sono una delle caratteristiche che permettono di avere un'offerta più adeguata ai tempi, ai tipi di turismo e alla richiesta di turismo e di ospitalità che c'è oggi.
Se, da un lato, è giusto rafforzare l'offerta di accoglienza professionale di qualità e qualificata, dall'altra è giusto anche rispondere a quelle che possono essere richieste e, dall'altra parte, un tipo di offerta che va ad aprire una parte di territorio che difficilmente può offrire quel tipo di offerta alberghiera qualificata e, proprio per questo, più costosa e più strutturalmente complessa per certi tipi di territorio che hanno possibilità di accoglienza più diffuse e non più concentrate.
Da questo punto di vista, era utile e probabilmente atteso anche un riordino della materia. Si è fatto un lavoro importante anche sull'ospitalità per il turismo all'aperto. Rimangono alcune perplessità perché, come al solito, come già rilevammo nel costrutto normativo relativo all'ospitalità extralberghiera, la delegificazione e il passaggio a un regolamento aggiuntivo di alcune parti ha lasciato delle disomogeneità all'interno dalla legge, perché non si enunciano solo definizioni e indicazioni di massima, quindi una strutturazione di massima dell'offerta ma ci sono anche alcune definizioni più di precisione che poi non vengono riprese da nessuna parte e di cui ci si chiede quale rilevanza possano avere.
Faccio un esempio banale, quella del comma 4 dell'articolo 6, che va a identificare le tipologie di ospitalità permanenti, non permanenti, oppure miste, perché poi non vengono richiamate come definizione in nessun altro punto della legge, a differenza degli altri commi di questo importante articolo.
Ci sono alcune cose che sono un po' strane, che sembrano aver visto strappare via dei pezzi, che poi magari ritroveremo all'interno del regolamento, ma che fanno sì che la discussione su questo tema, non essendo il regolamento già allegato alla legge, si sposti anche in maniera importante (come fu per l'extralberghiero) alla successiva definizione del Regolamento, che avverrà - speriamo, nel senso che almeno lo chiudiamo entro la legislatura - purtroppo ancora più a ridosso del momento elettorale, quindi un po' a scapito della serenità di discussione, se posso pensare a come sfortunatamente vanno le campagne elettorali, quindi magari non lascerà troppo tempo per gli approfondimenti.
Se poi pensiamo che, ad esempio, alcuni interventi importanti sia sulla norma che sul regolamento per l'extralberghiero li dobbiamo vedere proprio in questo periodo - so che sono passati nel CAL la scorsa settimana - la logica della manutenzione comunque non risparmia né le norme, anche delegificate, né i Regolamenti, che diventano più pesanti. Quindi, sotto questo punto di vista, lasciamo alla prova del tempo queste innovazioni normative.
Dal punto di vista del contenuto, questa norma è interessante - vi ho già detto alcune perplessità - perché presenta varie innovazioni e presenta, a mio parere, alcune cose che tendenzialmente dovremmo andare a precisare meglio. Trovo abbastanza strana quella che è la definizione di equipaggio che quando poi parleremo di garden sharing viene definita chiaramente con piazzole e massimo di numerosità di ospiti, mentre nella sua definizione l'equipaggio è un insieme di persone che si trovano all'interno di una di queste strutture di ospitalità all'aperto, quindi senza legami con la piazzola e con le tipologie abitative o con la numerosità specifica di singolo gruppo o aggregazione di individui di varia natura. È una definizione che resta un po' per aria, che viene precisata in un articolo relativo al garden sharing e non, ad esempio, per quello che riguarda i villaggi turistici o i campeggi, per cui ci aspettiamo che poi qualcosa appaia magari nel regolamento. Questo per dare un po' il senso della norma.
Dicevo che è interessante l'innovazione sul garden sharing riguardante una tipologia di ospitalità innovativa, che ovviamente va individuata in modo preciso affinché non diventi invece un'attività di quelle di tipo professionale sotto mentite spoglie, e per questo c'è stato qui un utile dialogo e un utile confronto che ha visto prima apparire e poi sparire le strutture fisse all'interno del garden sharing e prima una modalità di ospitalità molto breve, poi allungata a una settimana, con una miglior definizione - appunto - del numero di ospiti e di piazzole, con gli ospiti individuati anche come equipaggi e piazzole come elementi abitativi temporanei messi a disposizione nella tipologia di ospitalità.
Altra cosa interessante che si vedrà alla prova dei fatti è la definizione delle modalità di turismo itinerante, che a mio parere forse andavano spiegate un po' meglio in legge anche dal punto di vista delle restrizioni.
Mi preoccupa un po' l'ampia libertà che si lascia a associazioni e a enti più o meno definiti, anche come scopi e come finalità, per costruire strutture di ospitalità all'aperto sul territorio. Questo probabilmente potrà creare in futuro qualche problema sia per la costruzione di realtà poco controllabili in quanto magari circoli privati o associazioni chiuse sia come tipologia di ospitalità su cui sarà anche difficile andare a controllare la redditività e quindi eventuali impatti di elusione o evasione fiscale.
Tutte queste tematiche sulla materia, ad esempio, ci hanno portato a predisporre qualche emendamento. Nel complesso, è una norma comunque utile che aggiorna la materia ai tempi, sulla quale manteniamo qualche perplessità e che noi, tutto sommato, avremmo fatto un pochino diversamente.
Comunque un bel lavoro, un interessante confronto democratico; vedremo in futuro. Diciamo che il nostro parere è ancora un po' appeso al discorso di che cosa sarà poi il regolamento.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bona per svolgere la seconda relazione di minoranza.



BONA Angelo Luca, relatore

Grazie, Presidente.
Ovviamente anche noi abbiamo cercato di far prevalere la necessità di questa norma rispetto a ulteriori migliorie che si potevano apportare proprio per l'esigenza che un comparto molto importante per la nostra Regione aveva di una norma. È una norma che, uscita dalla Commissione viene presentata oggi in legge molto tecnica - non ci sono spinte di indirizzo politico particolari - e va ovviamente a regolamentare e ad aggiornare questo comparto, che è in continua evoluzione.
Oggi in Italia il comparto del turismo all'aria aperta è molto importante: fattura circa 1,8 miliardi di PIL, con un 14% di presenze. In Piemonte siamo al 12,7% di presenze (ultimi dati), quindi siamo leggermente sotto la media e chiaramente dobbiamo prendere come esempio quelle che hanno numeri più alti dei nostri, a partire dalle strutture professionali con una certa grandezza, che offrono servizi tendenti ad essere sempre più simili al settore alberghiero, anziché a quello extralberghiero.
Per esempio, sul lago di Garda, che è un nostro competitor diretto, ci sono strutture da 8.000-10.000 posti, mentre le nostre sono a cavallo dei 3.000 posti, quindi c'è molto da lavorare. Chiaramente la base di tutto è avere una legge che rappresenta un punto fisso, sebbene poi demandi molte cose al Regolamento di attuazione.
Dicevo che siamo intervenuti con degli emendamenti che, in pratica, sono stati tutti accolti dalla maggioranza, e di questo ringraziamo anche proprio per la collaborazione fattiva che è avvenuta in Commissione, che sicuramente ha migliorato e snellito il testo della legge iniziale. Quindi da questo punto di vista, possiamo essere soddisfatti. Poi vi è tutta una serie di questioni che andranno sicuramente affrontate dal punto di vista regolamentare e, in futuro, probabilmente a livello legislativo.
Sicuramente bisognerà prestare più attenzione allo sviluppo delle strutture innovative o, comunque, alla parte innovativa, soprattutto laddove ci sono dei vincoli particolari legati alle zone d'interesse naturalistico, che vanno ovviamente tutelate e preservate col massimo grado d'attenzione, per cui vi deve essere una garanzia di messa in ripristino una volta che i campeggi, per loro natura provvisori, vengono tolti. Però ci deve essere una maggiore flessibilità anche nell'utilizzo di queste aree, ovviamente in modo rispettoso della natura e coerente col paesaggio. E questo è sicuramente un tema che andrà affrontato meglio in futuro.
Certamente, così com'è stato inserito nel Veneto, è comunque un mercato sempre più in crescita anche dalle nostre parti (in Piemonte in genere soprattutto sui laghi) quello del turismo e del campeggio acquatico e sulle barche in approdo per quanto riguarda le strutture ricettive che abbiamo sui laghi. Questo, per esempio, non è assolutamente trattato in questo regolamento ed è una mancanza, una lacuna abbastanza grave.
Si sottolinea anche l'articolo 18, dove si parla delle azioni di sostegno al sistema turistico. Credo che la più importante azione di sostegno al turismo all'aria aperta che può fare il pubblico rispetto alle strutture sia quella di investire sul sistema turistico, quindi sui trasporti, sulla comunicazione, sulla fruibilità delle nostre aree, perché sicuramente gli operatori, prima ancora dei finanziamenti, sempre importanti e graditi necessitano di essere messi al pari dei propri competitor nazionali, come appunto il lago di Garda o il Veneto, ma soprattutto con quelli del centro e nord europeo, con una serie di infrastrutture che evidentemente solamente il pubblico può realizzare in modo coordinato.
Questo è un altro tema che sicuramente andrà rivisitato meglio e approfondito, perché oltretutto il sistema turistico che fa da contorno alle strutture ricettive è anche una parte sostanziale della capacità delle strutture ricettive di accogliere turisti e, quindi, di fare mercato e di creare ricchezza e lavoro. Questo è un altro tema importante.
Altra cosa che sicuramente andrà rivista con particolare attenzione, oltre appunto allo sviluppo del sistema pubblico-privato in relazione ai campeggi all'aria aperta, che sono per loro definizione legati strettamente al territorio, è anche quella degli investimenti privati sulle aree demaniali che fanno parte di un'attività assolutamente necessaria, strettamente correlata alle strutture all'aria aperta che si trovano spesso intorno ai laghi, ma ovviamente anche in particolari zone d'interesse naturalistico.
Ci siamo dedicati al garden sharing normandolo, ed è assolutamente una cosa necessaria, una buona cosa; ci siamo dedicati al turismo itinerante e anche lì sono d'accordo, contrariamente al collega dei 5 Stelle, con una normativa molto snella, perché abbiamo bisogno di dare velocità alla creazione d'impresa, sebbene debba essere controllata. Non ci siamo invece sufficientemente dedicati ad altri aspetti che poi competono direttamente alla Regione, come appunto il sistema di concessione e di investimenti fatti su aree demaniali, che sono aree pubbliche.
Un ultimo richiamo che colgo l'occasione di fare nel momento di presentazione di questa legge è ricordare - perché riguarda anche questo le strutture soprattutto non professionali - il CIR (codice identificativo regionale) che altre Regioni hanno avviato, che è stato inserito anche nel regolamento dell'extralberghiero, ma di cui ancora non sentiamo parlare fattivamente e che, soprattutto, non è contenuto in questa legge.
Ecco, credo che negli aspetti regolamentari che vengono trattati in questa legislatura e nella prossima questi elementi debbano sicuramente essere attenzionati in modo particolare proprio per dare un prodotto che, sebbene tecnico, era comunque necessario e deve funzionare.
Come ultima richiesta - credo che si faccia così, però preferisco sottolinearlo - questa legge abolisce la vecchia legge mantenendo gli allegati e mantenendo, mi sembra, un articolo, quindi quando usciamo col Bollettino Ufficiale, proprio per favorire chi non fa politica, oppure chi deve leggere e dare attuazione alle normative regionali, credo che sarebbe una buona operazione di trasparenza e di buona amministrazione uscire direttamente con un testo coordinato.
Grazie.



PRESIDENTE

Abbiamo terminato le quattro relazioni di maggioranza e minoranza.
Apriamo la discussione generale sul disegno di legge n. 331.
Chiedo se ci sono interventi. Nessuno? Allora iniziamo con l'esame dell'articolato e degli emendamenti.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 10) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 11) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Parigi per l'illustrazione.



PARIGI Antonella, Assessora al turismo

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 10), alla lettera c), del comma 1, dell'articolo 1 di questa proposta di legge, dopo le parole "culturali" e "ambiente", sono inserite, rispettivamente, le parole "i beni e i valori paesaggistici" e "paesaggio". Questo si rende opportuno per indicare, fra le risorse da valorizzare sul territorio piemontese, anche quelle attinenti ai beni del paesaggio, naturalmente in quanto suscettibili d'interesse per gli interventi previsti di questa proposta di legge. Sottolineo, tra l'altro che comunque il paesaggio e i beni paesaggistici sono anche inseriti nel nostro testo della cultura.
Con l'emendamento n. 11), alla lettera e), del comma 1, dopo le parole "riqualificazione urbanistica", è inserita la parola "paesaggistica". La motivazione è la stessa di cui vi ho detto prima.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Parigi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto sull'articolo 1, il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

L'articolo 1 riguarda le finalità.
È chiaro che è un articolo di natura abbastanza generale, tuttavia mi sembra importante che venga sottolineato il fatto che si voglia incentivare il turismo diffuso, cioè la possibilità di raggiungere i luoghi che, con l'ospitalità tradizionale anche all'aperto, parlando anche solo di campeggi o villaggi turistici esistenti, non sarebbero raggiungibili per quanto di campeggi ne abbiamo.
È altrettanto importante l'intento di rilanciare questo tipo di ospitalità.
Trovo che anche nelle finalità, sotto questo punto di vista (su questo articolo voteremo positivamente), ci sia un'indicazione importante. È ovvio che tutto questo va poi ricompreso in quel discorso di organizzazione del turismo e della promozione dell'ospitalità che abbiamo rivisto ai tempi della rivisitazione del discorso ATL, con l'ADMO e tutto il resto, perch le finalità vengano perseguite in maniera organica a livello regionale valorizzando effettivamente i singoli territori.
Inoltre, visto che introduciamo elementi di riqualificazione paesaggistica e urbanistica, devono discendere poi delle politiche anche per quello che riguarda il ruolo della regolamentazione edilizia e urbanistica, altrimenti continueremo a vedere un brulicare di capannoni nei fondovalle, senza alcuna attenzione al paesaggio, all'estetica o anche solo al recupero paesaggistico di qualcosa negli insediamenti abbandonati e poco più.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1, così come emendato.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 2



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 2.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 3



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 1) presentato da Campo, Andrissi, Bertola, Bono Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione dell'emendamento n. 1).



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Molto brevemente, l'emendamento mira a riscrivere la lettera b) del comma 1 dell'articolo 3 per rendere la vita un po' più semplice.
La lettera b) prevede una fornitura obbligatoria di energia elettrica acqua, gas e riscaldamento nelle unità abitative a seconda dei periodi di accensione. È evidente che non si può obbligare ad avere il gas quando oggi ci sono soluzioni alternative sia per l'attività di cucina sia per l'attività di riscaldamento, magari anche incentivabili proprio perch alternative all'utilizzo di combustibili fossili, oltre al fatto che l'utilizzo del gas e quindi la necessità di fornire gas in aree anche complicate vuol dire bomboloni o bombole e, quindi, adempimenti ulteriori dal punto di vista della sicurezza e dell'antincendio. Ragion per cui riteniamo che si possa lasciarlo facoltativo.
Certo, se è necessario uno lo può mettere, ma posto che si fornisce energia elettrica, acqua e riscaldamento il resto sta all'attività di qualificazione, alla capacità di offerta e di iniziativa del gestore della struttura.
Grazie.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 9) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Parigi per l'illustrazione emendamento n. 9).



PARIGI Antonella, Assessora al turismo

Abbiamo preso spunto, in realtà, dall'emendamento del Consigliere Campo e quindi abbiamo sostituito la parola "gas" con le parole "servizio cucina".



PRESIDENTE

Se non ci sono interventi, la parola all'Assessora Parigi per il parere della Giunta sull'emendamento n. 1).



PARIGI Antonella, Assessora al turismo

Parere contrario, perché l'abbiamo ricompreso nel nostro emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Di norma, per riconoscere il lavoro dei Consiglieri d'opposizione, ma anche quello dei Consiglieri di maggioranza, si cerca di accogliere gli emendamenti presentati. Questo, a maggior ragione, perché l'abbiamo presentato prima. Poi, non so, ditemi se si possono sintetizzare le due proposte emendative e votare sia il nostro sia il vostro emendamento.
Chiedo agli Uffici se questo è possibile.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.40 riprende alle ore 16.41)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola all'Assessora Parigi.



PARIGI Antonella, Assessora al turismo

Mi scusi, Consigliere Bono, a parte che noi con piacere abbiamo sempre accolto gli emendamenti, laddove erano migliorativi, voi, per nell'emendamento n. 1) togliete la parola "gas". Sostanzialmente, noi accogliamo il vostro suggerimento nell'emendamento n. 9). Quindi respingiamo il vostro, perché in realtà togliamo, con l'emendamento n. 9) la parola "gas" e inseriamo "servizio cucina".
In realtà, l'abbiamo accolto, reintegrandolo in un nostro emendamento.
Adesso non so che cosa sia più politically correct, però se io accolgo il n. 1), non posso più approvare il n. 9).



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Anche agli Uffici non sembra così corretto. Intanto, però, lo verifichiamo.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Non ne faccio una storia di paternità della questione, però faccio notare che la versione precedente del testo non prevedeva comunque il servizio cucina. Quindi, noi stiamo aggiungendo una specificazione che prima non c'era, perché io fornivo elettricità, acqua e gas, con le quali posso fare diverse cose.
Noi abbiamo fatto un'aggiunta, sostituendo il mio emendamento. Per me va benissimo, ritiro anche l'emendamento, però faccio notare che, volendo, lo si poteva accogliere e poi presentare un emendamento integrativo.
Comunque, ritiro il mio emendamento e va bene quello della Giunta. Lo facevo solo per far notare, per precisione, che in questo modo abbiamo aggiunto un ulteriore servizio obbligatorio. Non so se sia una cosa così positiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bona.



BONA Angelo Luca

Per sottolineare che un conto è dire "cucina", un conto è dire "piano cottura", perché la cucina da cosa è composta? Nel senso che, a quel punto dobbiamo scrivere tutto. Se scriviamo così, inseriamo una componente con la dicitura di cosa s'intende per cucina, per evitare di aprire alle varie interpretazioni delle ASL.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Accossato.



ACCOSSATO Silvana

Ho anche qualche dubbio, perché gli emendamenti che vengono presentati in Aula, magari un po' di corsa dopo un lungo e approfondito lavoro in Commissione, possono indurci in qualche potenziale errore.
Anche da parte mia, rileggendo, "gas" non è sostituibile con "servizio cucina". Qui, il termine "gas" era messo in fila come "energia elettrica" che vuol dire fornitura di energia - "acqua", come fornitura di acqua e fornitura di gas, che è una cosa: vuol dire che arriva il gas. Poi giustamente il collega fa notare che in tanti posti non c'è la rete del gas e del metano e magari hanno i bomboloni. Sostituire con "servizio cucina" è un altro ragionamento: vuol dire che noi richiediamo altri servizi.
Assessora, non so se siamo proprio convinti, ecco. Io ho qualche dubbio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Parigi.



PARIGI Antonella, Assessora al turismo

Per noi va benissimo mettere "piano cottura".
Siamo tutti d'accordo? Allora lo modifico.



PRESIDENTE

Allora, mi conferma che l'emendamento n. 1) viene ritirato e l'emendamento n. 9) viene modificato con le parole "piano cottura"? Va bene per tutti? Consigliere Campo, se vuole può firmarlo.
Sospendo brevemente i lavori.
Chiedo alla Consigliera Accossato, al Consigliere Bona, al Consigliere Campo e al Consigliere Gallo di raggiungerci al banco della Presidenza.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.45 riprende alle ore 16.52)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola all'Assessora Parigi.



PARIGI Antonella, Assessora al turismo

Abbiamo fatto una lunga riflessione, per cui in realtà accogliamo l'emendamento del Consigliere Campo e ritiriamo il nostro.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Parigi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 3, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 4



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 2) presentato da Campo, Andrissi, Bertola, Bono Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento lo riproponiamo - l'avevamo già proposto in Commissione perché riteniamo che sia sensato. Ci è stato detto che la definizione di attività di servizi complementari accessori è sostanzialmente già contenuta nella normativa di livello nazionale, però riteniamo utile questa definizione di complementarietà per andare effettivamente a definire una limitazione per cui l'attività cosiddetta accessoria complementare non diventi preponderante rispetto a quella propria della ragione sociale.
In sostanza, se io sto facendo un campeggio o un villaggio turistico e offro anche la SPA o il golf, non deve diventare più grande la SPA o il golf rispetto all'attività di campeggio o al villaggio turistico. Questo è il motivo per cui riteniamo valido specificare chiaramente in legge che l'attività non deve rappresentare un cespite autonomo di ricavo e che i ricavi relativi ai servizi complementari devono essere uguali o inferiori al 30% di quelli complessivi dell'attività principale.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta? Prego, Assessora Parigi.



PARIGI Antonella, Assessora al turismo

Mi scusi, Consigliere Campo, però la parola "complementare" vuol già dire che è in modalità accessoria e non ha titolo principale, ed è peraltro limitata ai soli ospiti, quindi è tautologico aggiungere del resto.
Di conseguenza, il nostro parere è contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Parigi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 4, nel testo originario.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 5



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 3) presentato da Campo, Andrissi, Bertola, Bono Frediani, Mighetti, Valetti. .



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 4) presentato da Campo, Andrissi, Bertola, Bono Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Qui siamo arrivati all'articolo delle definizioni e riteniamo utile, con l'emendamento n. 4), specificare meglio il discorso di equipaggio rispetto alle persone che, singolarmente o in gruppo, soggiornano all'interno della struttura ricettiva all'aperto in una piazzola o unità abitativa, con o senza mezzi mobili di pernottamento propri.
Nel testo, così com'è scritto ora - e vado a leggerlo, perché secondo me è importante che ci capiamo - si dice: "L'equipaggio sono le persone che singolarmente o in gruppo soggiornano all'interno della struttura ricettiva all'aperto, con o senza mezzi mobili di pernottamento propri".
La struttura ricettiva all'aperto può essere l'intero campeggio, cioè non si specifica l'elemento ospitativo all'interno della struttura ricettiva quindi che sia la piazzola per la tenda, il camper o la roulotte, o che sia il bungalow o una struttura fissa, quello è l'elemento distintivo che l'equipaggio occupa. Possiamo anche non definirlo in termini numerici perché le dimensioni possono essere variabili, però non possiamo dire che un gruppo di piazzole possa contenere un equipaggio o che più equipaggi possano occupare una piazzola o un bungalow, altrimenti dovremmo andare a individuare in termini di persone di che cosa sono fatti questi equipaggi.
Quindi a oggi la lettera a), dal mio punto di vista, risulta del tutto indefinita e quella che propongo io nell'emendamento n. 4) è una possibile interpretazione più specifica.
Con l'emendamento n. 3), invece, andiamo a intervenire sulla lettera f) delle definizioni, cioè sul fatto che le strutture edilizie leggere e i manufatti predisposti temporaneamente debbano avere prima un preventivo consenso del titolare o gestore della struttura. Questo perché ci sembra abbastanza normale che, per poter costruire qualcosa di un po' più strutturato, si debba comunque chiedere prima il permesso.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Parigi per l'espressione del parere della Giunta.



PARIGI Antonella, Assessora al turismo

Grazie, Presidente.
Accogliamo l'emendamento n. 4) e respingiamo il n. 3).



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Parigi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Procediamo con la votazione del secondo emendamento all'articolo 5.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 5, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Faccio una proposta al Consiglio regionale.
Considerato che ci sono ancora venti articoli, e che quindi non siamo in grado di approvare oggi il disegno di legge, propongo di chiudere qui con la legge e di discutere gli ordini del giorno, a partire da quello presentato stamattina, che è di attualità, la cui trattazione andrebbe conclusa oggi.
Se siete d'accordo, procediamo in tal senso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Io dico solo che in Aula va bene tutto, per quanto riguarda gli attacchi politici da parte delle forze politiche, però sottolineo che se i colleghi che presentano un ordine del giorno, dell'utilità di cui parleremo successivamente, come già detto il Presidente del Consiglio stesso e quindi non me lo sono inventato, scrivono comunicati stampa ai giornalisti dicendo, non mi sta bene Leggo testualmente il comunicato: "Poco fa, in Aula del Consiglio regionale abbiamo assistito alla riproposizione di quanto sta avvenendo a Roma. I fatti: oggi alle 13 tavolo Pernigotti. In Regione si è replicata la solita recita, sia martedì scorso che quest'oggi ho chiesto di discutere e votare il mio ordine del giorno, che sostiene il testo parlamentare a tutela dei marchi storici e invita il Governo ad accelerare l'approvazione di un testo, qualsiasi testo che tuteli" - giustamente qualsiasi testo e poi si fa riferimento al testo di legge del parlamentare Fornaro - "che tuteli i marchi storici, il Movimento 5 Stelle poco fa, in seguito a un ulteriore sollecitazione da parte mia e del Capogruppo Grimaldi, si è nuovamente opposto alla discussione. Evidentemente a Roma, come a Torino, la linea del Governo dei 5 Stelle è unica e non prevede né la tutela dei posti di lavoro né delle aziende italiane scippate da investitori stranieri". Potrebbero mettere anche che non ce ne frega niente degli italiani e dei piemontesi.
Insomma, diciamo che questo non predispone il nostro Gruppo consiliare a discutere serenamente quest'ordine del giorno e a fare l'inversione rispetto agli altri ordini del giorno presentati.
So che è difficile, ma lascio a lei la decisone su come procedere. Di sicuro, se vogliamo invertire l'o.d.g., si deve fare una votazione. Non voteremo assolutamente contro, altrimenti vedremo il secondo post del collega Ottria sul tema, ma diciamo che manca un po' di savoir faire in politica.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Io non conoscevo ovviamente il post di Ottria. peraltro, mi sembrava che su quest'argomento, da quello che sento in televisione, il Movimento 5 Stelle e il Governo avessero caldeggiato un'ipotesi di questo tipo. Ho sentito un'intervista di Di Maio, quindi pensavo che non ci fossero problemi a discuterlo.
Vedo che non ci sono tanti problemi sul merito quanto sul metodo utilizzato.
Do la parola al Consigliere Grimaldi, dopodiché lo discuteremo.



GRIMALDI Marco

Devo dire che nella giornata di contrasto al bullismo, come ricordava il Consigliere Giaccone, le parole "pressione psicologica" o "indebita" non stanno mai nella stessa frase.



PRESIDENTE

È stato condizionato dalla giornata.



GRIMALDI Marco

Non c'è nessuna modalità intimidatoria, non mi pare oggettivamente coerente la citazione dei post con quanto succede tutto il giorno qua.
Lo dico ai colleghi del Movimento 5 Stelle: se dovessi guardare i post di Bono, che trattano ogni mia proposta come una marchetta - le chiama così ogni volta che parliamo dei lavoratori sono marchette.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Se vogliamo discutere l'ordine del giorno, mi sembra che sia.



GRIMALDI Marco

Lo stavo dicendo: evitiamo lo specchio riflesso.
Il Consigliere Ottria ha solo spiegato le motivazioni per cui avrebbe preferito la votazione entro pranzo. Perché? Perché c'era il tavolo. Il Consigliere Bono: "Ma sì, non cambia niente". È legittimo, adesso per diciamoci la verità e facciamo quello che ci siamo detti, almeno votiamo e discutiamo.
Chiediamo scusa se abbiamo in qualche modo.
Però se iniziamo a guardare i social di ognuno di noi, iniziamo a farci veramente del bullismo in Aula, visto che spesso sui social esageriamo in termini polemici, ma qua un po' di civiltà nella discussione c'è manteniamo questi toni e guardate sempre i social di Appiano, che parla solo di cucina.
Grazie.



PRESIDENTE

Io chiedo - lo chiedo anche al Movimento 5 Stelle - di non mettere in votazione l'inversione, se volete, altrimenti mi costringete a farlo. Se siamo d'accordo sul fatto che questo è un tema importante accettiamo l'ipotesi, con il consenso unanime dell'Aula, di discuterlo. Nell'ordine del giorno naturalmente ognuno dirà quello che pensa. Siete d'accordo a discuterlo senza votare l'inversione?


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Tutela del consumatore

Esame ordine del giorno n. 1553 presentato da Ottria, Accossato, Grimaldi e Ravetti, inerente a "Sostegno alle proposte di legge volte alla tutela dei marchi storici italiani"


PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto l'ordine del giorno n. 1553, di cui al punto 40) all'o.d.g.
Il primo firmatario di quest'atto di indirizzo è il Consigliere Segretario Ottria, cui do la parola in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Intanto, se mi permettete, molto brevemente, credo che non si possa usare il bilancino nel giudicare quali post siano tollerabili e quali no. Non credo di aver offeso nessuno, io sono intervenuto all'inizio della seduta per chiedere che l'ordine del giorno venisse discusso prima delle ore 13 ovviamente perché aveva un senso la tempestività dell'ordine del giorno che già avrebbe potuto e dovuto essere discusso la settimana scorsa.
Non è stato possibile, ma mi aspettavo che questa mattina fosse nell'interesse di tutti che il Consiglio regionale desse un segnale simbolico di vicinanza ai lavoratori che da tre mesi sono in assemblea permanente e che, a oggi, non vedono alcuna prospettiva.
Alle 12 doveva iniziare il tavolo di confronto presso il Ministero del Lavoro - credo che sia ancora in corso - e, purtroppo, le notizie non sono così positive per i lavoratori. L'azienda ha confermato l'intenzione di chiudere lo stabilimento di Novi Ligure, di darlo in affitto a terzi, di delocalizzare la produzione e di non vendere il marchio.
Mi pare che, anche dopo i vari annunci - e questi ci sono stati, non me li sono inventati io - tutte le forze politiche siano state lì a dare solidarietà ai lavoratori, compreso il sottoscritto. Qualcuno che ha responsabilità esecutive aveva promesso un intervento legislativo a favore della Pernigotti. Bene ha fatto il Governo a ottenere la cassa integrazione anche per la cessazione, per tutelare maggiormente i lavoratori, ma credo che occorra e sia necessario un intervento legislativo che a oggi non c'è stato.
Vengo alla proposta di legge che l'Onorevole Fornaro ha fatto e che, a oggi, è l'unica proposta concreta avanzata sulla tutela dei marchi storici italiani. Nel caso specifico, poteva essere uno strumento utile per la Pernigotti. Il Governo poteva anche semplicemente emanare un decreto legge in pochi giorni e farlo proprio. È uno strumento che poteva essere efficace.
Il mio ordine del giorno chiede al Consiglio di sostenere questa proposta.
Mi rendo conto che l'ordine del giorno è uno strumento simbolico ma ha comunque, la sua valenza politica. Chiedo alla Giunta anche di farsi portavoce presso il Governo per chiedere, comunque, di poter eventualmente approvare un atto. Se l'atto lo fa il Ministro Di Maio piuttosto che l'Onorevole Fornaro, saremo certamente felici e faremmo anche i complimenti per quanto fatto. A oggi non è così e credo che tutti noi dobbiamo dimostrare, anche simbolicamente, ma qualcuno lo può fare anche concretamente, la vicinanza alla Pernigotti.
La proposta di legge in oggetto è molto semplice, è una proposta di legge che ha un articolo e che prevede per i marchi storici antecedenti al 1 gennaio 1969 la decadenza nel caso in cui la proprietà di un marchio sposti le produzioni dal luogo in cui il marchio è stato creato. È una proposta.
Qualcuno mi ha detto che potrebbe essere discutibile, che se da Novi Ligure la Pernigotti si spostasse al Comune di Pozzuolo, che è a cinque chilometri, ma in questo caso non sarebbe tollerabile.
È una proposta che può essere migliorata, ma è una proposta su cui si pu lavorare ed è, a oggi, l'unico strumento molto semplice. Tra l'altro, è stato depositato alla Camera il 17 gennaio, è stato vagliato dagli Uffici legislativi del Parlamento, non sono state mosse obiezioni ed è stato calendarizzato in Commissione chiedendo l'esame in sede legislativa.
Credo che il Governo, se vuole, abbia anche lo strumento del decreto per intervenire. Questo è quanto. Non è nel mio stile essere polemico. In questo caso, forse, mi sono lasciato un po' prendere dalla delusione nel non vedere, da parte dell'Aula, l'attenzione che secondo me questo tema meritava.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questa è un'assemblea legislativa dove si approvano leggi e dove si approvano, legittimamente, atti di indirizzo e si fa politica. Da una parte è ammissibile fare della legittima propaganda o legittimo zoccolo duro sulle proprie intenzioni e sulle proprie prese di posizione, cercando di farle valere su quelle degli altri. È legittimo.
A me pare che, in questo caso, ci sia un po' troppa fretta di prendersi dei meriti, di far vedere che si fa, più che di fare, e di mettere in evidenza i meriti propri, evidenziando ipotetici demeriti altrui. Tra l'altro, questo va detto per par condicio, il Consigliere Ottria ha attaccato anche la maggioranza definendola timida, quasi che se si fosse approvato questo ordine del giorno entro le ore 13 avremmo risolto i problemi dei lavoratori della Pernigotti.
Spiace dirlo: non è così, signori. Non è così. Noi siamo qui per fare politica, ma dovremmo essere qui - su questo penso si possa essere tutti d'accordo, centrodestra, centrosinistra e Movimento 5 Stelle - per risolvere i problemi dei cittadini piemontesi o, meglio, per cercare di farlo.
Premetto che trovo singolare che si discuta un ordine del giorno per promuovere una proposta di legge di un singolo parlamentare, in Parlamento.
A me pare singolare, ma qua si può fare tutto: siamo insindacabili e se approviamo un ordine del giorno che stabilisce che le case devono essere pitturate tutte di rosa, l'abbiamo approvato. Poi, vediamo se qualcuno lo fa. In ogni caso, è singolare.
Per andare al merito della questione, noi riteniamo che questo provvedimento sia inefficace. Questo provvedimento non solo non risolverebbe i problemi dei lavoratori della Pernigotti - al limite, si riferirebbe a marchi registrati o trasferiti dopo l'approvazione della legge, quindi non salverebbe i lavoratori della Pernigotti - ma, purtroppo non salverebbe nemmeno gli altri o, meglio, ci sarebbero effettivi problemi di applicazione. Infatti, se ci riferiamo a cosa è successo in passato, e quindi non necessariamente a chiusure, cessioni del marchio e delocalizzazioni, ma semplicemente delle acquisizioni aziendali, si sarebbero persi marchi come Campari, Elah Dufour; marchi che, per fortuna ci sono ancora (magari si sono spostati o hanno cambiato proprietà, e questo è un altro aspetto debole).
Pertanto - ripeto - noi abbiamo apprezzato come si è mossa la politica tutta: regionale e locale. C'è stata grande attenzione nei confronti del problema della Pernigotti da parte dall'Amministrazione comunale di Novi per carità. Siamo stati tutti a Novi; ci sono stato anch'io tre volte.
Forse, se la stessa attenzione ci fosse stata in passato, saremmo a parlare di qualcosa di diverso, ma tant'è: siamo arrivati fin qua.
C'è stato anche un grande impegno del Governo nel cercare una mediazione nel cercare di parlare con gli imprenditori. È evidente a tutti che la situazione dipende dalla volontà di un singolo, di un imprenditore che ha la sua azienda e la vuole chiudere o la vuole vendere: o si riesce a fargli cambiare idea, oppure diventa difficile, con tutta la buona volontà.
Sono stati esperiti diversi tentativi, ma ora siamo a questo punto e per fortuna (ma non è fortuna; la fortuna è quando uno pesca l'asso di bastoni dal mazzo!) o, meglio, per bravura di questo Governo è stata reintrodotta la cassa integrazione per cessazione di attività, che Renzi aveva tolto.
Diversamente, quei lavoratori non avrebbero la cassa integrazione, così come non l'avrebbero avuta i lavoratori della Comital. Sono state gestite queste crisi aziendali, per fortuna o per bravura, soprattutto ripristinando quegli strumenti che non c'erano più.
So che è allo studio un provvedimento da parte del Governo, però qui ci si deve scontrare con la realtà e con un provvedimento che tecnicamente deve essere inattaccabile, perché sapete benissimo che ci muoviamo in un contesto di concorrenza, di aiuti di Stato, di mercato globale che tanto piace a voi, ma è quel sistema lì e quindi è molto difficile trovare un provvedimento che vada bene - ripeto - non solo per i lavoratori della Pernigotti, ma soprattutto per quelli che arriveranno dopo, che, però, sia un provvedimento che possa stare in piedi.
A nostro avviso, il provvedimento proposto da Fornaro non sta in piedi e non risolve i problemi. Pertanto, siamo tutti vicini ai lavoratori della Pernigotti e pensiamo che a loro serva attenzione e responsabilità; a loro come a tutti i lavoratori piemontesi di tutte le aziende che vorremmo che in futuro, non lasciassero la nostra regione. Non servono propaganda accuse reciproche e soprattutto non serve dilettantismo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Velocemente, per poter votare quest'ordine del giorno. Anticipo il voto favorevole del Gruppo Partito Democratico (lo concederà il collega Ottria lo dico scherzando!).
A volte i post hanno un significato e a volte no. Quando mi telefonano due Consiglieri comunali della città di Novi per chiedermi come mai sono timido, mi viene da rispondere che non sono timido e sarò ardito, audace coraggioso, intrepido. Sarò anche temerario, perché non parler dell'iniziativa dell'Onorevole Fornaro, che è l'unico parlamentare del centrosinistra della provincia di Alessandria, per cui è normale che in Parlamento abbia depositato una proposta di legge che tende a mettere in sicurezza i marchi storici italiani.
Diciamo la verità: c'è un vuoto normativo in tal senso. Al di là delle tempistiche, il comparto manifatturiero, l'artigianato, il commercio italiano, che nel mondo può vincere la sfida se è tutelato, perché ha della qualità e sulla qualità può vincere quella sfida, ha bisogno di normative che possano proteggere quei marchi che rappresentano una storia, che rappresentano un territorio, che rappresentano - nel futuro - il senso di distretti industriali, di distretti produttivi.
Una legge adeguata ai nuovi tempi sui distretti produttivi credo possa interessare particolarmente il Piemonte. In quel contesto, s'inserisce la proposta di Federico Fornaro e quello dell'ordine del giorno sarà pure un atto simbolico,- però vale assolutamente la pena sostenerlo.
Vicini ai lavoratori: facciamo attenzione, perché, a forza di stare vicini ai lavoratori senza risolvere i loro problemi, i lavoratori non ci vogliono più vicini. Non hanno più bisogno di persone che stiano loro vicini: hanno bisogno di istituzioni che tendano verso il campo della soluzione dei problemi.
Sarò temerario - ho detto al principio - e allora mi sia permesso di dire che l'Italia si avvia verso una lenta, ma pericolosissima recessione e siamo ai segni meno, dopo una lenta, ma reale risalita. Lo dico, perché gli indici della finanza dicono che il PIL, nel quarto trimestre del 2018, è sceso dello 0,2%. E allora, se volete, diciamo che la colpa è del primo Governo De Gasperi, però devo dire che di politiche industriali che generino lavoro in questo Paese e che lo ancorino bene in una dimensione europea, non se ne vede nemmeno l'ombra.
A quei lavoratori, agli impiegati e agli amministrativi che adesso hanno fortunatamente una risposta, nemmeno adeguata ma perlomeno una risposta mensile per un po' di tempo, dovreste voi al Governo, se mi sentite mettere in campo qualcosa che vada oltre il reddito di cittadinanza qualcosa che generi lavoro. Ripeto: qualcosa che generi lavoro, perch l'Italia ha bisogno di lavoro. Quegli operai adesso hanno bisogno di qualcuno che dica loro cosa accadrà almeno nei prossimi anni. Invece vedo kermesse televisive con scritte pubblicitarie dove si risponde alla povertà con un sollievo che va bene forse per il giorno dopo, perché dopo due giorni a pagare quel costo saranno le nuove generazioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Prendo spunto dalle ultime parole del Consigliere Ravetti per dire che il reddito di cittadinanza genera lavoro, genera il lavoro vero in contrapposizione al lavoro nero, perché se i lavoratori non sono più ricattabili, specie in alcune aree del nostro Paese, l'emersione è un fatto auspicabile e possibile.
Vado avanti sul tema di oggi, che mi dispiace dover affrontare in questo modo. Mi dispiace dover affrontare questo tema in un giorno significativo per la Pernigotti con una polemica politica abbastanza sterile. È una polemica politica che non ha niente a che vedere con la risoluzione del problema della Pernigotti e una polemica politica che, chiuso questo Consiglio regionale, non avrà nessun altro senso, se non fare dei comunicati stampa e continuare a litigare tra noi politici.
Ho sentito dire che la proposta LeU, la proposta di Federico Fornaro, è una proposta simbolica. È una proposta simbolica, ma mi pare che l'Onorevole Fornaro non abbia detto ai lavoratori della Pernigotti che quella è una proposta simbolica. Non mi pare.
Sì, è l'ordine del giorno, ma anche la legge ormai è simbolica. È una proposta di legge simbolica, perché è una proposta di legge che si propone con un articolo di risolvere un problema che i tecnici del Ministero del Lavoro non riescono a risolvere. Quindi, onde evitare di pensare che siamo tutti, non so se si può dire, "abelinati" - una parola che diciamo nel Basso Alessandrino - e che ci sia solo l'Onorevole Fornaro che ha le idee giuste per risolvere questi problemi, diciamo subito che quella proposta non risolve i problemi, anzi rischia di generarne di nuovi. Rischia di generarne di nuovi, perché nella stringata soluzione Fornaro diciamo che chi si azzarda a produrre fuori dal Comune dove era piazzato all'atto della registrazione del marchio (marchi ante 1969), perde la titolarità del marchio.
Bene, a Novi Ligure abbiamo un esempio lampante, abbiamo la Pernigotti e nella stessa area abbiamo la Campari, che è nata a Milano e non a Novi Ligure, e abbiamo la Novi e la Dufour. La Novi è nata a Novi e la Elah e Dufour che sono nate altrove.
E cosa perdiamo? Perdiamo dei marchi perché abbiamo sbagliato una legge? A me sembra che queste proposte di legge non solo lascino il tempo che trovano, ma sono solo un elemento per far parlare di sé sui giornali.
Proposte di legge che sappiamo senza un futuro, perché sbagliate all'inizio. Proposte di legge che sappiamo che, nel loro impianto e nella loro idea, sono sbagliate, perché se da una parte c'è il Ministro Di Maio che va alla Pernigotti e parla di una legge per la Pernigotti e poi c'è una verifica di questi elementi e di queste idee al Ministero, è un fatto imprescindibile, è un fatto che non ci lascia altre possibilità che un presupposto di legge: il marchio si acquisisce e si acquisiscono con esso dei diritti. E una legge che opera da oggi, opera sui marchi che vengono trasferiti o che vengono registrati dopo l'approvazione della legge, vuol dire per ora un problema insormontabile.
Se l'Onorevole Fornaro ha idee su questo tema, le dica! Le dica invece di scrivere una legge di un articolo, andando a dire che con questa legge si risolve il problema della Pernigotti. Non si risolve il problema della Pernigotti con questa proposta di legge e con un ordine del giorno che porta avanti questa proposta di legge.
Adesso vorrei tornare al concreto, cerchiamo di tornare sul dato concreto di una crisi che non è semplice, ma difficilissima da risolvere. C'è un Tavolo che dura da ore oggi, allora cerchiamo di lasciare lavorare i sindacati, i funzionari del Ministero, i Ministri, i Sottosegretari per trovare una soluzione.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

C'è anche l'Assessora Pentenero!



MIGHETTI Paolo

Benissimo, sono contentissimo che ci sia anche l'Assessora Pentenero che porta la voce della Regione Piemonte sul tema e magari anche la Regione Piemonte può fare qualcosa. Quindi, sono contentissimo che ci siano tante persone a quel Tavolo e tante persone che si danno da fare, ma noi dovremmo trovare un clima migliore in questo Consiglio regionale, un clima che sia propedeutico per fare tutto il possibile e non cose inutili.
Adesso le cose inutili ai lavoratori non interessano e, come diceva il collega Ravetti, effettivamente i lavoratori si potrebbero arrabbiare in futuro e tutte le gite allo stabilimento di Novi potrebbero essere interpretate in segno inverso rispetto a un'effettiva vicinanza della politica ai lavoratori.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Solo per ricondurre la discussione a ciò che è avvenuto all'interno di questo Consiglio regionale e all'interno della Regione Piemonte, ricordo che l'11 settembre 2013 la Giunta regionale della precedente legislatura con delibera n. 1-6347, diede il mandato a Finpiemonte di acquisire dei marchi. Non soltanto diede il mandato di farlo, ma avvenne, perché nella crisi della Romi Italia, che era in stato di liquidazione, Finpiemonte acquisì il marchio della Romi e l'acquisizione del marchio fu poi utile alla risoluzione di quella vertenza in modo positivo.
Quando esplose la crisi della Pernigotti, questo Consiglio regionale, il 13 novembre del 2018, quindi alcuni mesi fa, ha votato un ordine del giorno che non impegna il Governo e il Parlamento, soggetti a noi vicini da un punto di vista istituzionale, ma che non riguardano ciò che un Ente pu fare. Tale ordine del giorno recita: "Il Consiglio regionale impegna la Giunta e l'Assessore competente a dare mandato a Finpiemonte, al fine di verificare la possibilità di acquisire il marchio Pernigotti".
Credo che questo sia l'aspetto più significativo cui noi dovremmo puntare cioè ricordarci che noi abbiamo, in realtà, una competenza, che potremmo esercitare o avremmo potuto esercitare, e che in questi mesi non abbiamo esercitato.
Ora, che vi sia un ulteriore ordine del giorno che oggi non impegna questa Giunta, ma impegna il Parlamento a intervenire nel merito, relativamente alla tutela dei marchi storici, è certamente un aspetto che va tenuto in considerazione, però, in particolar modo, quando si fanno valutazioni rispetto a temi di macroeconomia, bisognerebbe che ognuno si assumesse le proprie responsabilità.
Certamente è corretto dire che ci si augura che si arrivi a una rapida calendarizzazione delle proposte di leggi relative alla tutela dei marchi storici in Piemonte e che si arrivi a una soluzione legislativa in merito alla tutela dei marchi. Il colleghi Ravetti ha avuto modo di discettare rispetto al declino, però io, che tendo, da buon piemontese, a cercare di essere pragmatico e di vedere se esiste la soluzione più vicina, vorrei che questa Regione, con un po' più di interesse e soprattutto di forza rispetto a quello fatto fino a oggi, desse attuazione alla mozione votata credo all'unanimità, da questo Consiglio regionale il 13 novembre scorso.
Io sarei già soddisfatto. Poi è evidente che se il Parlamento nazionale come avviene in altri Stati, crea una norma che non solo tutela i marchi ma che lega anche i marchi alla filiera che dietro ai marchi c'è, sarebbe un di più.
Su questo non c'è nulla da mettere in discussione. L'unica cosa che mi sembra utile segnalare è che chi, essendo in maggioranza ed essendo rappresentato dalla Giunta, che abbia o meno un Assessore all'interno della Giunta, dovrebbe, come qualunque soggetto all'interno della maggioranza sentirsi rappresentato da questa Giunta regionale. Con questo ordine del giorno, è come quando si prova a chiedere ai propri figli di essere molto educati, essendo molto diseducati.
Se uno guarda vicino a sé e chiede che la propria maggioranza faccia quello che deve fare, perché la mozione è un atto di indirizzo alla Giunta regionale, dico che se avessimo già fatto quello, sarebbe indispensabile la modifica normativa. Ma visto che non abbiamo neanche dato attuazione all'ordine del giorno del 13 novembre, va bene che si solleciti il Parlamento, ma mi auguro che, da questo punto di vista, s'intervenga in modo molto più repentino nel cercare una soluzione con gli strumenti che abbiamo a disposizione. Strumenti e risorse, perché vorrei ricordare che all'interno del capitale sociale - non che arriva da Finpiemonte, ma che ancora all'interno di Finpiemonte è stato svincolato dalla tutela del Finpiemonte banca - ci sono le risorse per poter certamente arrivare all'acquisizione del marchio Pernigotti.
Pertanto, vi invito non soltanto a darvi da fare, ma a darvi da fare rispetto a ciò che il Consiglio regionale vi ha chiesto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Non so cosa vi sia successo oggi, ma ho sentito cose strane, anche quest'ultima del Consigliere Vignale. Glielo dico sinceramente: noi che siamo anche per statalizzare, in alcune situazioni, le banche, così come saremmo anche per riacquisire il marchio. Le faccio solo notare che qua il problema è che, non solo non vogliono venderlo, ma che oltre alla delocalizzazione della produzione, si portano via il marchio, ed è consentito dalle dinamiche sia europee sia nazionali.
Voglio sommessamente dire al Movimento 5 Stelle una cosa: chi di twitter ferisce, di twitter perisce. Ve lo dico sinceramente: siete voi i primi ad aver annunciato questo tipo di informazione; siete fra i primi. Giorgio Bertola, candidato Presidente nella Regione Piemonte, addirittura ringrazia l'impegno del Primo Ministro Conte e dice che presto arriveranno.
L'Onorevole.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

No, no, scusate, adesso parlo io un secondo, se è possibile. Non vi sto n minacciando né dicendo cose.
Dico solo che eravate sulle stesse posizioni, anzi, utilizzate addirittura alcune parole dette dallo stesso Onorevole Fornaro, cioè: "Basta, la musica è cambiata, il governo del cambiamento non si inchina né si genuflette davanti a nessuno. Il nostro Luigi Di Maio è stato chiaro: gli imprenditori non sono più i benvenuti in Italia. Non si gioca più sulla pelle delle persone. L'incontro con la proprietà Pernigotti di ieri sera, alla presenza di Giuseppe Conte, ha garantito un po' di respiro ai lavoratori, ma la nostra volontà è quella di tutelare i marchi storici del made in Italy. Su questo fronte, la nostra battaglia continua e stiamo preparando una legge per vincolare i marchi storici ai propri territori di produzione".
Ma non è lo stesso contenuto della legge Fornaro, che, se volete, vi spiego? Cosa dice Fornaro? Dice che c'è una regolamentazione europea che prevede anche la possibilità, per i livelli legislativi nazionali, di prevedere dei vincoli anche sulla tutela dei marchi storici.
Allora, un conto è l'obiezione, ma il Comune rischia di far saltare tutto perché uno può spostarsi da Chieri a Pino Torinese. Emendiamolo: se il problema è il Comune, emendiamolo.
Se il problema è invece come dice Mighetti, che non è retroattiva e intanto si fa una legge, poi se qualcuno. Facciamo decadere il marchio, così ritorna nella nostra proprietà nazionale e se qualcuno fa ricorso, facciamo il contenzioso.
Mi pare un po' più di moral suasion rispetto ai vostri tweet e al vostro modo di dire: "Adesso i lavoratori finalmente tireranno un sospiro di sollievo". Insomma, non so come dirvi: l'Onorevole Fornaro tutto vuole meno che intestarsi chissà cosa e il deputato di quell'area addirittura vi ha detto: "Trasformatelo in un decreto d'urgenza".
La vostra Capogruppo a Novi ha votato lo stesso ordine del giorno, quindi di cosa stiamo parlando? Votiamo questa cosa, modifichiamola, se deve essere modificata, ma il senso è provare a tutti i costi a difendere, dopo che hanno delocalizzato le sedi fiscali, le sedi legali e le sedi produttive, un marchio, che ha senso solo se fatto in questo Paese, perch c'è la difesa della nocciola tipica, del modo di fare i gianduiotti. È un po' assurdo che uno si porti via, oltre che la storia e il marchio, anche la produzione in un altro luogo che non c'entra niente con la nostra filiera.
Credo che, come avremmo fatto lo stesso "casino" per il Barolo, per tutte le nostre DOCG, perché non lo possiamo fare per la Pernigotti? Perché non possiamo provare a fermare questa delocalizzazione? Spero che tutti voi vogliate firmare quest'ordine del giorno, votarlo e, se ci sono degli emendamenti da proporre in Aula al Parlamento, mi pare che abbiate la maggioranza.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Siccome si parlava prima di atti di indirizzo che sono stati votati dall'Aula cui poi non si è dato seguito, vorrei solo ricordare, nel mio piccolo, partendo dal basso della Regione, quindi senza pensare a regolamentazioni europee, che nel nostro piccolo - ovviamente tra virgolette dico la parola piccolo, perché in realtà siamo un'Aula legislativa regionale, quindi dovremmo avere grande competenza su questi temi - è stato approvato un atto di indirizzo, all'incirca due anni fa, in cui si impegnava la Giunta regionale affinché contribuisse, nel rispetto delle competenze regionali, a estendere e a riconoscere il marchio made in Piemonte a tutti gli ambiti produttivi, per incentivare l'attrattività del contesto territoriale in un'ottica premiante e procedendo alla revoca dei contributi regionali concessi a qualsiasi titolo alle imprese con una o più sedi dislocate sul territorio regionale che delocalizzano la propria produzione.
Ora, se gli ordini del giorno hanno veramente un senso e ha senso anche l'ordine del giorno che ci accingiamo a votare in Aula, io mi chiedo che cosa si sia fatto rispetto a quest'impegno in questi anni. Per me questo ordine del giorno aveva molto senso, perché si diceva che in Piemonte abbiamo tutta una serie di marchi di eccellenza (nelle premesse dell'atto di indirizzo sio citavano anche alcuni numeri secondo i dati Eurostat aggiornati ad aprile 2016, anche se ovviamente è un po' superato come aggiornamento dati, ma è sempre significativo) ed è in sesta posizione, in Europa, per quanto riguarda la registrazione per i marchi, con 483 richieste, preceduta da Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e Toscana.
Poi si diceva che nel febbraio 2014 a Berlino, sotto il brand made in Piemonte, circa 20 aziende, grazie al sostegno dell'Assessorato all'agricoltura della Regione Piemonte, hanno partecipato alla 22 edizione. E poi si faceva riferimento a una rassegna internazionale.
Quest'ordine del giorno chiedeva proprio di estendere questo marchio a tutti gli ambiti produttivi, proprio per tutelare le aziende piemontesi quindi ci sarebbe stato tutto il tempo di contattare le varie aziende per capire quali fossero interessate ad aderire a questo marchio made in Piemonte ed eventualmente poi anche porre qualche vincolo rispetto alle possibilità di delocalizzazione. Tra l'altro, questo è anche oggetto di una proposta di legge attualmente in discussione in III Commissione, sempre legata al chiedere indietro i fondi erogati dalla Regione a qualsiasi titolo, qualora le aziende vadano a delocalizzare.
Se veramente hanno un senso gli atti che noi votiamo in quest'Aula, se questi impegni sono realmente degli impegni che poi vanno rispettati e a cui si deve poi dar seguito, io chiedo semplicemente che cosa si sia fatto rispetto a questo atto di indirizzo che, ripeto, è stato approvato due anni fa e che forse, non dico che sarebbe stata la soluzione, perché non credo che sarebbe stata la soluzione a questa crisi, però magari avrebbe potuto dare un forte segnale a qualche azienda che, invece, in questi anni ha pensato bene di prendere la produzione di eccellenza dal nostro territorio e di spostarla magari in altre Regioni, se non addirittura in altri Paesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intendo intervenire sul dibattito dell'ordine del giorno, anche perché sono stato chiamato in causa un po' di volte, e non voglio fare neanch'io il timido o la persona vergine dal punto di vista della politica, della comunicazione politica e degli attacchi politici.
Credo che su alcune tematiche, che coinvolgono persone in grande difficoltà, come lavoratori che rischiano di trovarsi da un giorno all'altro senza più il loro posto di lavoro, forse - forse - un pochettino di comunicazione politica in meno (meno cinismo e meno comunicazione politica), potremmo farla, anche come esempio di una politica che cerca di dare risposte e soluzioni. Poi possiamo ritornare indietro, come diceva il Consigliere Ravetti, a De Gasperi, per vedere di chi sono le responsabilità del Paese, però francamente credo che i lavoratori della Pernigotti, altri lavoratori e il Paese abbiano bisogno di altre tipologie di risposte.
Mi spiace che il Consigliere Grimaldi, che alcune volte - faccio una battuta - ha delle buone idee, che sono anche condivise da noi, si senta attaccato da noi dicendo che fa solo marchette, diciamo che alcune volte secondo noi, tende a fare una comunicazione politica - non diciamo marchette - molto "efficace". Non c'è nulla di personale verso il Consigliere Grimaldi, che ha contagiato un po' gli altri colleghi del Gruppo, tra cui il Consigliere Ottria.
Ritornando al serio. È riunito un tavolo da ore e, ripeto anch'io, i tecnici del Ministero, così come i tecnici, i funzionari e i dirigenti dell'Assessorato alcune volte ci dicono "questo si può fare", "quest'altro non si può fare", ma non è che un parlamentare o un Consigliere regionale si sveglia la mattina e trova la soluzione a tutti i mali. C'è bisogno di lavoro e di tempo.
Come ha detto benissimo il Consigliere Mighetti, la proposta di legge Fornaro, almeno quella che abbiamo potuto leggere, non risolve i problemi.
perché, come abbiamo detto, ma l'ha detto lo stesso Consigliere Ottria in un motto di sincerità, sostanzialmente basterebbe lasciare una piccola parte, microscopica, della produzione a livello locale e portare via tutto il resto. I modi per aggirare la norma si trovano. Non è quella la soluzione.
Avrei gradito, da parte del Consigliere Ottria o del Consigliere Ravetti o del Consigliere Mighetti, un ordine giorno condiviso, in cui si sostiene si potrà dire anche che questo ha poca utilità - la tutela della produzione, si sostengono i lavoratori, si sostiene l'attività del tavolo a livello nazionale. Perché dobbiamo trasformare anche questa situazione in una questione di parte? Ripeto, non è che un Consigliere o un parlamentare si sveglia la mattina e con la bacchetta magica risolve i problemi che ci tornano da politiche europee, politiche nazionali, politiche regionali come ricordava giustamente la Consigliera Frediani.
Approviamo ordini del giorno, ma cerchiamo di approvare anche la proposta di legge sul contrasto alle delocalizzazioni industriali, che ancora sono in attesa di capire che esito definitivo avranno, e poi non vengono portate avanti le nostre politiche regionali.
Credo che si debba fare un po' di attenzione su questo. Veramente, non strumentalizziamo delle situazioni difficili e complicate. A livello nazionale c'è un tavolo in cui è compresa anche la Regione, con l'Assessore di competenza. Si sta lavorando sul tema, si riuscirà a risolvere la questione? Non lo sappiamo, non lo possiamo dire oggi. Si farà tutto il possibile per cercare di ottenere la migliore soluzione? Quello sì, per non trasformiamo anche questa nell'ennesima caciara politico-elettorale a tre mesi dal voto.
Ha ragione il Consigliere Ravetti, i lavoratori non ci accoglieranno più a braccia aperte, ma in questi mesi rischiamo di essere tutti accolti in altri modi - che non dico - e, forse, se facciamo queste sceneggiate, ce lo meritiamo anche un po'.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi Luca Angelo; ne ha facoltà.



ROSSI Luca Angelo

Grazie, Presidente.
Non avrei voluto intervenire, a dire la verità, anche perché il clima in questa discussione mi è sembrato poco consono a risolvere i problemi dei lavoratori della Pernigotti. Molti l'hanno sottolineato. C'è, forse, una ricerca di visibilità individuale che mal si concilia con l'atteggiamento che dovrebbe avere quest'Aula.
Il collega Vignale ha ricordato prima che tre mesi or sono avevamo avuto un approccio diverso, avevamo cercato una soluzione, una proposta unitaria che, peraltro, non è stata portata avanti. Adesso c'è un ordine del giorno che "fa fine e non impegna", come si dice. C'è una proposta in Parlamento si parla genericamente di proposte, ma si sa che poi ce n'è una alla quale si fa riferimento esplicito e si dice "sosteniamola".
Credo che il Parlamento, la Camera dei Deputati in questo caso, farà il suo lavoro. Noi dovremmo pensare, com'è stato ricordato prima, a dare attuazione alle deliberazioni e agli ordini del giorno che vengono votati in quest'Aula e che poi, invece, non vengono portati avanti. Ritengo che l'atteggiamento che abbiamo tenuto in questa mezz'ora, forse, poteva essere più costruttivo, con un approccio differente, magari pensato in maniera congiunta nei confronti dei lavoratori. Di fatto, il testo di legge presentato alla Camera potrebbe avere una validità su casi futuri che si potrebbero proporre ma, nei fatti, nello specifico, non aggiunge molto a quanto purtroppo si sta verificando. Le notizie che giungono da Roma non sono delle migliori (guardavo gli aggiornamenti ancora di un'oretta fa).
Questo mi lascia abbastanza perplesso sul voto che dovremo esprimere fra poco.
Grazie.



PRESIDENTE

Possiamo metterei in votazione l'ordine del giorno? Alle ore 18 teoricamente il Consiglio dovrebbe finire.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1553, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.
(La seduta ha termine alle ore 17.58)



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