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Dettaglio seduta n.390 del 05/02/19 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 10.06)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Ottria in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Vorrei chiedere cortesemente, se l'Aula è d'accordo, di approvare l'ordine del giorno n. 1553, "Sostegno alle proposta di legge volte alla tutela dei marchi storici italiani", di cui sono primo firmatario. Questa proposta potrebbe riguardare direttamente la Pernigotti. Come sapete, è da tre mesi che i lavoratori sono in assemblea permanente e oggi, all'ora di pranzo, ci sarà un incontro a Roma, al Ministero del Lavoro, fra sindacati, lavoratori e Governo proprio sulla questione.
Credo che sarebbe opportuno, eventualmente, votare quest'ordine del giorno questa mattina, anche per dare un segnale politico da parte del Consiglio regionale del Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Evidenzio un tema di stretta attualità.
Tutti gli anni, purtroppo, ci troviamo, tra gennaio e febbraio, con un'emergenza influenzale nei nostri ospedali. Ospedali che sono al collasso, come abbiamo letto anche dai giornali ieri e oggi. L'Assessore Saitta ha dato una parziale risposta ai giornali, ma che credo tutti noi non la riteniamo soddisfacente. Abbiamo visto le foto, le immagini e ognuno di noi, purtroppo, ha anche esperienze dirette e indirette del sovraffollamento invernale del pronto soccorso. Ragion per cui vorremmo avere, anche quest'anno, un aggiornamento sul Piano emergenza influenzale nei nostri ospedali.
Chiediamo una comunicazione dell'Assessore Saitta già nella giornata di oggi.



PRESIDENTE

Ci mettiamo in contatto con l'Assessore e cercheremo di capire la sua disponibilità.
Se non ci sono altri Consiglieri che desiderano intervenire, comunico che l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Cassiani, Ferraris e Pentenero.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 29 gennaio 2019.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 22 gennaio 2019.


Argomento: Giovani

Safer Internet Day e giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo


PRESIDENTE

Procediamo con un momento istituzionale in occasione della giornata nazionale contro il bullismo e cyberbullismo.
Autorità civili e militari, signori Consiglieri regionali e cari ragazzi.
Un saluto particolare lo rivolgo ai ragazzi e alle ragazze del master di giornalismo, alla classe V della Scuola Elementare "Toscanini" di Torino e alla II A dell'Amministrazione Finanza e Marketing "Giobert" di Asti.
Benvenuti a Palazzo Lascaris e grazie ai vostri insegnanti che vi hanno accompagnato.
Internet è giustamente considerata una delle più importanti rivoluzioni della storia dell'umanità, considerata al pari dell'invenzione della ruota o della stampa a caratteri mobili. Ha aperto nuove possibilità per tutti noi, ha messo in connessione persone da ogni parte del globo (personalmente ho dei parenti in Australia e ci scriviamo attraverso Facebook). Ha aperto infinite possibilità di conoscenza e di crescita, nuove forme di sviluppo economico e sociale.
Ma esiste, come sappiamo, un'altra faccia di Internet che negli anni è emersa in maniera altrettanto drammatica e tumultuosa: la riduzione degli spazi di privacy, il controllo globale su questo strumento, la separazione tra élite in grado di padroneggiare grandi masse di dati e chi è escluso da questi processi e, infine, i rischi legati ad un uso improprio di questo strumento, tra cui il cyberbullismo.
Il bullismo rappresenta una forma di comportamento sociale di tipo violento e intenzionale, fisico o psicologico, spesso associato alla dimensione scolastica o a luoghi di aggregazione frequentati dai giovani.
Per i cosiddetti "nativi digitali", la distinzione tra online e offline è davvero minima. La "dieta digitale", come viene chiamata oggi l'insieme delle attività che ragazzi svolgono online o attraverso i più diversi canali, ha quindi spesso conseguenze anche nella loro vita reale e, allo stesso modo, le vite online influenzano anche il modo di comportarsi offline.
Il fenomeno si diffonde in maniera sempre più pervasiva, con risvolti tragici sulla vita dei ragazzi, come testimoniato dalle cronache sempre più frequenti. I figli rappresentano la cosa più importante che abbiamo rappresentano il nostro orgoglio, la nostra speranza per il futuro. Non è possibile pensare che un ragazzo o una ragazza si possa suicidare in seguito alle violenze psicologiche che vengono esercitate su di lui o su di lei attraverso internet.
Per queste ragioni, il Consiglio regionale ha approvato la legge n. 2/2018 con l'obiettivo di avere informazioni di contesto sul fenomeno e comprendere gli ambiti di prevenzione ed intervento. Ringrazio ancora una volta tutto il Consiglio regionale che ha votato questa legge e i Consiglieri Bertola e Molinari che si sono occupati specificatamente del tema all'interno dell'Ufficio di Presidenza.
Recentemente un gruppo di lavoro proveniente dal master in Analisi Dati e Business Modelling ha effettuato una ricerca in collaborazione con il Consiglio regionale. Il primo dato, preoccupante, è che ci sono pochi dati a disposizione. Esiste un dataset del MIUR del 2013 relativo a un questionario diffuso nelle scuole, e un altro bacino di dati della Polizia municipale, che ringrazio per il lavoro straordinario che svolge.
Questa mancanza è il primo punto su cui la legge è intervenuta, segnando al Co.Re.Com. la competenza sul monitoraggio. Voglio anche ringraziare il nostro Co.Re.Com e il suo Presidente, Alessandro De Cillis, per l'attenzione che riserva a questo capitolo così importante nella vita dei nostri ragazzi. Lo stesso ringraziamento lo rivolgo a Rita Turino, la nostra Garante dell'Infanzia e dell'Adolescenza.
Dall'analisi è emerso, inoltre, come per gli studenti il fenomeno sia in prevalenza assente o in diminuzione rispetto, invece, alla percezione che viene segnalata dai docenti.
Novara è la provincia in cui il fenomeno bullismo è più grave. A seguire Alessandria e Vercelli. Al contrario, Cuneo è la provincia in cui, grazie ad atti d'intervento e prevenzione, il livello di bullismo è notevolmente ridotto rispetto alle altre province del Piemonte.
La norma approvata nella nostra regione è tra le più avanzate a livello nazionale, un aspetto che ci rende orgogliosi, ma che ci spinge a proseguire su questa strada. Gli appuntamenti che stiamo organizzando in occasione della giornata contro il cyberbullismo - tanti - ne sono testimonianza. Abbiamo coinvolto le scuole, relatori autorevoli che animeranno Palazzo Lascaris che, ancora una volta, sarà aperto alla cittadinanza. Abbiamo usato spesso questo termine: una "casa" per i piemontesi capace di ospitare momenti di confronto e sensibilizzazione aperti al pubblico in grado di contribuire alla crescita e alla formazione civica dei nostri giovani.
Marco Barry, che tutti conoscono (abitiamo nello stesso Comune, Rivoli, e ci lega anche un'affettuosa amicizia) in occasione dell'iniziativa organizzata durante il Salone del Libro dal Consiglio regionale, parlando ai ragazzi, ha rivolto loro queste parole (io le utilizzo oggi, a nome di Marco stesso, per rivolgerle a voi): "Le parole fanno male più di un pugno.
Siete una generazione straordinaria: aggrappatevi ai sogni".
Aggrapparsi ai sogni vuol dire anche poter vivere una vita che merita di essere vissuta.
Buona giornata a tutti.



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Interrompiamo per qualche minuto il Consiglio regionale.
Verrà proiettato il video, poi ci sarà la foto con i ragazzi e l'esposizione dei cartelli che illustrano questa iniziativa.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.15 riprende alle ore 10.26)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazione del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

c) Non impugnativa


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato in data 31 gennaio 2019 la seguente legge regionale e ha deliberato la non impugnativa: legge n. 18 del 30/11/2018 "Bilancio consolidato del gruppo Regione Piemonte per l'anno 2017".


Argomento:

d) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Proseguimento esame proposta di legge n. 305, inerente a "Promozione delle politiche a favore dei diritti delle persone con disabilità"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame della proposta di legge n. 305, inerente a "Promozione delle politiche a favore dei diritti delle persone con disabilità", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 29 gennaio 2019 è iniziato l'esame del provvedimento. La Consigliera Baricco ha svolto la relazione di maggioranza e la Consigliera Frediani la relazione di minoranza.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Allemano; ne ha facoltà.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
In realtà, c'è poco da aggiungere alle relazioni esaustive presentate martedì scorso, ma mi sembra opportuno richiamare un pochino l'Aula ad un clima che richiede concentrazione, perché ci apprestiamo ad esaminare un articolato, a mio avviso, quanto mai significativo.
Normalmente si è portati a credere che leggi di indirizzo che non sono accompagnate da stanziamenti significativi di fondi siano un po' delle questioni che afferiscono all'ambito del desiderio della retorica. Credo che non sia la fattispecie. A mio avviso, è molto importante questa legge che si appresta ad approvare il Consiglio, per cui ringrazio tutti i colleghi per come hanno lavorato, proprio perché andiamo a fissare uno strumento che potremmo definire un navigatore, un qualcosa che ci aiuta a individuare la rotta nei prossimi anni.
Con questo strumento fissiamo la meta, che è quella di porre la persona con disabilità al centro di tutte le politiche, un po' come si è soliti fare per i temi della salute. Abbiamo acquisito in questi anni il concetto che la salute è tale, se passa attraverso tutte le politiche. La persona disabile ha evidentemente bisogno dello stesso approccio, perché non stiamo seguendo segmenti di comunità o persone frammentate in un percorso di vita ma stiamo seguendo un elemento importante del nostro essere comunità.
Pertanto, questo elemento va accompagnato in tutto il suo percorso.
Siamo nella cornice della Convenzione dei Diritti ONU sulle persone disabili, che non era citata da nessuna delle tante leggi che affrontano in modo compartimentato il tema. Ci sembra che sia questo un elemento già di per sé caratterizzante in modo molto positivo questa legge, ma oltre alla meta andiamo a definire un metodo di lavoro.
È evidente a chi ha seguito anche distrattamente questo percorso durato due anni che si è lavorato in modo molto coordinato tra Assessorati, tra politica, dirigenti e funzionari. Questo è garanzia del fatto che avremo i luoghi fisici dove potremo monitorare il percorso delle politiche per le persone disabili nei prossimi anni, naturalmente con la Consulta, che ci consentirà di lavorare con tutte le associazioni portatrici di interessi.
È un'operazione importante, direi più di un testo unico, che probabilmente sarebbe nato già vecchio, perché è in divenire la politica nazionale sul tema della disabilità. Pertanto, avremmo fatto un grande sforzo per avere uno strumento datato già nel momento stesso in cui prendeva vita. Avere invece, un navigatore, un cruscotto che ci dice dove andare, come, con quali metodi, strumenti e con quali persone, secondo noi, è la cosa giusta.
In questo modo, lasceremo indietro quello che non serve e porteremo avanti quello che serve. Penso al REI, penso al dopo di noi e agli strumenti di politica inclusiva che ci siamo dati in questi anni.
Concludo, ringraziando i colleghi e la Consigliera proponente Baricco e tutti coloro che, a livello di struttura regionale, hanno fatto sì che si arrivasse a questo risultato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
La proposta di legge in discussione, e dal titolo e da alcuni articoli della proposta stessa, non potrebbe che essere condivisa, nel senso che quando si parla di "Promozione delle politiche a favore dei diritti delle persone con disabilità", evidentemente è un tema sensibile, su cui molte volte tanto il sottoscritto quanto il Consiglio regionale e le opposizioni in Consiglio regionale hanno significato la necessità di interventi in merito.
Faccio una premessa che c'entra poco con la norma, ma è strettamente correlata al valore che diamo alla norma. Questo Consiglio regionale attende l'applicazione della legge n. 10/2010 sulle persone non autosufficienti da tre anni. Dico tre anni, ma è da molto di più, perché in realtà la attende da quasi nove anni, perché è stata votata nel gennaio 2010 e perché successivamente è stata introdotta nel Piano socio-sanitario.
Poi questo Consiglio, a larghissima maggioranza se non all'unanimità, ha votato almeno due o, forse, tre atti che chiedevano la repentina applicazione della legge. Legge sostanzialmente inattuabile, perché, lo ricordo, manca il Regolamento attuativo della legge stessa.
Perché dico questo, che sembrerebbe non c'entrare assolutamente nulla con la norma? Perché è evidente che la norma, scritta con grande sensibilità dalla collega Baricco, è una norma che, tanto negli interventi quanto nelle linee d'azione (politiche del lavoro e occupazione; politiche, servizi e modelli organizzativi; politiche dei trasporti; politiche e modalità d'inclusione educativa e scolastica; politiche della salute; politiche sociali e welfare abitativo; cultura, turismo e sport; contrasto alla discriminazione e attività di sensibilizzazione, che sono un po' i pilastri della norma), non credo possa vedere nessun Consigliere regionale, ma neppure nessun soggetto che si occupa o non si occupa di questi temi esprimere una contrarietà.
Però - è il però non è per cercare necessariamente un distinguo - le leggi si differenziano (lo dico ovviamente per chi ci ascolta) da una mozione che è in qualche modo una volontà d'intenti con cui si vuole impegnare la Giunta regionale, perché sono cogenti: il Consiglio regionale approva una legge e la Giunta regionale, che quella legge piaccia o non piaccia (in particolar modo questa, che è di iniziativa consiliare), deve darne attuazione.
Se andiamo nei singoli articoli, vediamo che vi è, secondo noi, un vulnus rispetto al reale valore che la legge ha, partendo dall'ultimo articolo.
L'articolo 16 di questa legge parla d'invarianza finanziaria, ma che cos'è l'invarianza finanziaria? Lo dico sempre per chi ci ascolta, ma lo ricordo volentieri anche ai colleghi: è quello strumento che prevede che una legge non abbia costi aggiuntivi rispetto alle risorse già stanziate all'interno del bilancio del Consiglio regionale. Quindi noi partiamo da questo presupposto: che le risorse che dovremmo trovare per finanziare la norma come si vede chiaramente dalla scheda di quantificazione degli oneri, sono interne al bilancio del Consiglio regionale del 2019.
In questi giorni stiamo esaminando il bilancio della Regione Piemonte.
Proprio lunedì scorso, con l'Assessore Ferrari, abbiamo esaminato il bilancio della Regione Piemonte proprio relativamente al tema delle politiche sociali; in altri momenti, l'abbiamo fatto con gli Assessori al lavoro, allo sport e al turismo, insomma a tutti quegli aspetti che vengono richiamati nell'articolo 3 della legge ("Linee d'azione").
Questa legge, qualora venga approvata, rappresenta ovviamente un'innovazione normativa, poiché è una norma che non era presente nel 2018.
Quindi in realtà, a mera logica di sensibilità (diciamo così) rispetto al tema della disabilità, noi dovremmo trovare risorse aggiuntive che in qualche modo possano potenziare le attività previste prima in modo didascalico all'articolo 3 e poi nei singoli articoli successivi: articolo 4 "Attività informative e di sensibilizzazione"; articolo 5 "Politiche del lavoro e occupazione"; articolo 6 "Politiche, servizi e modelli organizzativi per la vita indipendente e l'inclusione nella società" articolo 7 "Trasporti e modalità del personale", e così via.
Mi fermo all'articolo 6, relativo alle politiche, servizi e modelli organizzativi per la vita indipendente e d'inclusione nella società.
Allora, se uno legge il bilancio che il Consiglio regionale discuterà nelle prossime settimane, vede per esempio che il capitolo che può finanziare questo tema relativamente all'inclusione (come altri, ma mi soffermo su questo, perché economicamente più significativo) aveva uno stanziamento di risorse regionali - regionali: non stiamo attendendo il trasferimento di fondi statali e quant'altro - di 55 milioni di euro. Invece quest'anno vede uno stanziamento di 40 milioni, nel 2020 di 40 milioni e nel 2021 di 16 milioni.
Ora, lasciamo stare il 2020 e il 2021 soltanto perché ci sarà un cambio di Amministrazione regionale che potrebbe fare scelte diverse per quegli anni ma fermiamoci al 2019: si tratta di 15 milioni di euro stanziati in meno rispetto alla proposta che viene oggi presentata al Consiglio regionale.
Allora risulta evidente che ci sia un'ottima intenzione nella proposta di legge presentata e illustrata dalla collega Baricco e altri esponenti della maggioranza in sede di Commissione consiliare, che oggi arriva in Aula un'ottima intenzione, che però non porterà (secondo me, ovviamente) alcun tipo di miglioramento rispetto ai servizi che oggi vengono erogati nei confronti del mondo complessivamente inteso della disabilità, cioè non ci sono maggiori servizi rispetto alle politiche d'inclusione, non ci sono maggiori risorse rispetto alle politiche culturali, non ci sono maggiori risorse rispetto alle politiche sportive, non ci sono rispetto alle politiche scolastiche e dell'istruzione, non ci sono rispetto al mondo del lavoro, e potrei continuare così.
Di conseguenza, uno si domanda: a cosa serve la norma? Ed è il punto interrogativo che in qualche modo non consegno, ma su cui ovviamente faccio la riflessione maggiore, perché evidentemente una norma serve a enunciare principi, ma a declinare quei principi facendo sì che, declinandoli, i cittadini oggetto della norma (in questo caso, la popolazione di diversamente abili piemontesi) abbiano un vantaggio rispetto all'approvazione della norma stessa.
Io temo, rispetto all'analisi del bilancio e visto che è una norma di invarianza finanziaria (quindi non aggiunge un euro, non è finanziata se non con le risorse del bilancio regionale), che non ci sarà nulla in più anzi, prima in Commissione e poi in Consiglio regionale, dovremo intraprendere una battaglia per far sì che i tagli rispetto al 2018 non avvengano, però oltre ai tagli ci dovrebbe essere qualcosa di più.
È vero, questa Regione ha fatto qualcosa rispetto alle politiche della disabilità, però è evidente che, quando si vota una legge, ci dovrebbe essere un incremento di azioni per le risorse. È vero, a volte la sensibilità rispetto a questo tema - e concludo - vale di più delle risorse. Io l'ho visto nelle attività di governo che mi coinvolsero come Assessore quando rifacemmo una piscina: convocammo una Commissione di persone con diverse disabilità, per dare ai progettisti una serie di consigli gratuiti, che non costavano un euro in più per la manutenzione straordinaria di questa piscina, ma che avrebbero garantito loro una fruizione decisamente migliore della piscina stessa.
Questi sono alcuni esempi di buone pratiche, ma poi servono tutti altri esempi di investimenti. Pensiamo solo alla mobilità: quanto serve per garantire una mobilità realmente fruibile per tutti, in termini di mobilità pubblica? Servono milioni di euro, che non troviamo in questo provvedimento e non troviamo nel bilancio.
Allora ci domandiamo come verranno attuate le indicazioni date nei singoli articoli. Sarebbe irrituale fare una domanda, quindi è una considerazione che rivolgo, ovviamente, alla maggioranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Ovviamente è una legge importante, che finalmente salutiamo. Di sicuro come ha detto il Consigliere Vignale, ci sono dei problemi per il finanziamento, ma aver definito una cornice e spazi fisici entro cui muoversi è sicuramente un passo in avanti.
È molto importante la sensibilità della comunità per le persone disabili sensibilità che però non deve dipendere solo da imposizioni. Sappiamo benissimo, ad esempio, che siamo di fronte a una mancata adempienza della legge n. 68, ma spesso e volentieri le imprese e gli enti pubblici non hanno gli strumenti necessari, anche finanziari, per attuare questa legge.
Pertanto, un richiamo alla legge n. 68 e anche a una possibile revisione non solo a livello regionale, ma anche a livello nazionale, potrebbe essere auspicabile.
Desidero ringraziare, in particolare, la Consigliera Baricco, sempre sensibile a questi temi, e tutti i Consiglieri che hanno lavorato insieme agli Uffici e all'Assessorato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Nel mio intervento in discussione generale ricalco l'intervento fatto dalla relatrice di minoranza, la collega Frediani, che ha seguito per il Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle la proposta di legge in discussione, la n.
305, per cui non mi discosterò molto dalla sua analisi, che è appunto condivisa dal Gruppo.
È una proposta di legge che consta di molti articoli, dai contenuti condivisibili e condivisi, ma che, com'è già stato detto anche da altri colleghi, sostanzialmente non novella nulla nella parte del bilancio.
Crediamo, quindi, che sia difficile dare seguito a enunciazioni di finalità, principi, interventi e obiettivi, perché se mancano le gambe economiche, le risorse con cui correre, ovviamente non si va da nessuna parte.
Siamo in difficoltà a esprimere una posizione ragionevole e ragionata su questa proposta di legge. È vero che le leggi cornici servono per inquadrare una materia; sono leggi che, di solito, vengono fatte più dal livello nazionale, mentre gli ambiti regionali dovrebbero servire a definire nel dettaglio le politiche reali della Regione e i finanziamenti.
Noi abbiamo tre capitoli di bilancio sulle politiche sociali; anzi, in teoria ne avremmo anche di più, ma quelli che abbiamo analizzato sono ovviamente di competenza regionale, perché su quelli di competenza statale oltre che andare a bussare a Roma forti dei nostri rappresentanti a livello nazionale, sia a livello parlamentare sia a livello governativo, non abbiamo alcuna potestà.
Non possiamo non citare il capitolo 153722, capitolo che riguarda la disabilità. È un capitolo sostanzialmente stabile, per cui si potrebbe dire che almeno non diminuisce. Siamo fermi sui 12 milioni di euro, da anni fra l'altro, e questo capitolo riguarda proprio gli interventi specifici sulla disabilità, quindi tutta una serie di interventi non solo residenziali o semiresidenziali, ma anche domiciliari; interventi in parte anche citati qui, ma tutta un'altra serie di misure non sono finanziate e probabilmente non sono neanche finanziabili.
Se andiamo a vedere l'insieme del fondo regionale 153157, il cosiddetto "fondone" per i consorzi gestori, insieme al Fondo nazionale della non autosufficienza, questo rimane stabile; anzi, per la verità, come avevo segnalato anche in Commissione, diminuisce di 50.000 euro, cioè passiamo da 44 milioni e 370.000 euro a 44 milioni e 320.000 euro, contravvenendo due volte al comma 2 dell'articolo 35 della legge 1 del 2004, che dice che le risorse di questo capitolo - risorse sulla non autosufficienza, diciamo sul sostegno alle politiche sociali - devono essere almeno pari a quelle dell'anno precedente, incrementate del tasso di crescita della spesa e del costo della vita come indicizzato dall'ISTAT.
Siamo in una situazione un po' paradossale e lo voglio ricordare citando nuovamente la legge 1 del 2004. Non eravamo in assenza di una norma, n avevamo a che fare con una norma vecchia e superata, a meno che si voglia dire che abbiamo un afflato di modernismo e di necessità di considerare vecchio tutto quello che ha più di dieci anni, per cui si deve per forza mettere mano alle leggi ogni dieci anni.
La legge n. 1 del 2004 ha 15 anni. Tale è la legge quadro sulle politiche sociali ed è una legge organicamente di senso compiuto, scritta bene sintetica e suddivisa per capi. Ha il Capo, ad esempio, sulla non autosufficienza, il Capo sulla famiglia, il Capo relativo alle politiche per le persone disabili e riesce a sintetizzare gli obiettivi e gli interventi da portare avanti sul tema della disabilità, in tre articoli.
Devo dire che una delle capacità che, spesso, non appartiene alla politica è la sintesi. Su questo penso che in molti potrebbero essere d'accordo, io per primo. Avere la possibilità di sintetizzare in tre articoli gli interventi delle politiche per le persone disabili - leggo i tre articoli della legge 1/2004 - è sicuramente un qualcosa di positivo, invece di creare una nuova legge che crea un'ulteriore frammentazione normativa e legislativa. Avremo, quindi, la norma n. 1/2004 e poi questa.
Forse mi sono perso un pezzo, perché è sempre complicato seguire tutto ma in effetti, mi chiedevo se poi quegli articoli vengano, in qualche modo abrogati o restino nella legge n. 1/2004. A questo punto, non capisco se devo seguire la legge n. 1/2004, oppure questa nuova che sarà la numero X del 2019.
Chiederei anche un attimo di coordinamento con gli Uffici prima di votare in Aula e capire se dobbiamo fare delle integrazioni o delle abrogazioni.
La legge 1/2004, al primo articolo, tratta di "Attività di promozione regionale", quindi la Regione faceva una serie di attività di promozione regionale: sostegno alla responsabilità familiare, sviluppo delle autonomie, promozione per la vita indipendente, potenziamento dei servizi di assistenza domiciliare, integrata o meno, educativa territoriale realizzazione per integrazione scolastica e universitaria, incremento reti e centri diurni e CAD, nuove tipologie di risposte residenziali, rimozione degli ostacoli, promozione dell'acquisto di strumenti tecnologici e innovativi, sviluppo di iniziative permanenti di informazione e partecipazione.
All'articolo 47 si parlava, invece, di servizi e prestazioni per persone disabili e, in maniera più succinta, si diceva: a) aiuto alla persona, b) assistenza domiciliare (come ho detto, anche integrata e educativa), centri diurni, integrazione scolastica lavorativa, sostegno alla famiglia accoglienza residenziale, famiglie e comunità sostitutive.
Devo dire che aveva la capacità di fare una sintesi molto proficua e comprensibile, anche per chi non è un esperto, un fine giurista o un legislativo che comprende e studia le norme. Non sto dicendo che questa legge sia scritta male, ma è ovvio che è una legge in più, che va a specificare, richiamando giustissimamente - anche se non si dovrebbe usare questo termine in italiano - la Carte dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea, i vari richiami alle carte e agli osservatori sulla condizione di persone con disabilità. Una serie di interventi che, sostanzialmente ricalcano quelli nella legge 1/2004, una serie di linee d'azione che inseriscono anche temi, come ho detto, già ricompresi in altre leggi regionali come, ad esempio, quello sulla disabilità.
Con il Consigliere Valetti, tra l'altro, abbiamo inserito nella legge 1/2000, che è la legge quadro sul trasporto pubblico e anche nel Piano della mobilità, tutta una serie di norme proprio sull'agevolazione delle persone disabili. Sappiamo che la mobilità, per le persone disabili purtroppo in questo Paese è uno dei problemi più seri; non dico il principale, ma spesso è difficile accedere a un treno, a un pullman o muoversi con facilità nelle nostre città.
Si aggiunge anche il tema della cultura e del turismo. Anche in altre leggi abbiamo lavorato su questo tema, così come sul tema del contrasto alla discriminazione e attività di sensibilizzazione nella legge n. 4/2016.
Le attività informative e di sensibilizzazione già ci sono. Politiche del lavoro e occupazione: anche queste erano presente in altre norme. Potrei andare avanti così leggendo gli altri dieci articoli, ma il tempo stringe e quindi chiudo sulla norma finanziaria. Interessante è sicuramente la parte di promozione sportiva, ma questa rientra nella programmazione delle attività sportive che dipendono dai fondi, sempre scarsi, che vengono posti sulle attività sportive. Tuttavia ci sono delle realtà, per fortuna molto belle, come le Paralimpiadi, che vengono riproposte da anni sul nostro territorio regionale, quindi è un'attività molto importante.
L'articolo 12 riguarda il confronto con le organizzazioni e la tutela delle persone con disabilità. Ben venga che venga inserito in una legge, ma spero che non ce ne sia bisogno. Spero che, qualunque Giunta porti avanti un confronto con le organizzazioni di tutela delle persone con disabilità, non ci sia bisogno di inserirlo in legge anche se, devo dire, spesso la politica tende a non ascoltare, ma penso sia uno dei nostri doveri.
Chiudo con la parte finanziaria. Come si fa ad approvare una legge così densa di contenuti, di impegni, di obiettivi, di finalità, ripeto condivise e condivisibili, con una clausola di neutralità finanziaria? Le risorse che oggi stanziamo a bilancio, come ho detto, sono stabili e al netto di quei 50 milioni in meno, che spero siano un errore, mi auguro che si possa incrementare del tasso di inflazione programmata ai sensi dell'ISTAT già in questo bilancio, quindi parliamo di 400 mila euro, che è la richiesta che faremo all'Assessorato al bilancio.
Come si fa a garantire che questa legge sia realmente attuata? Normalmente le leggi, quando venivano approvate fino a qualche anno fa, all'interno delle stesse erano stanziate una serie di risorse in più. Poi, nel corso degli anni, queste risorse non si sono più stanziate. È vero che era sbagliato anche quel metodo; tra l'altro, oggi siamo con una metodologia del decreto legislativo n. 118 e della competenza potenziata, quindi le risorse ci devono già essere.
Chiedo veramente ai colleghi di non approvare una norma che crea delle aspettative nella popolazione, che poi non possono essere esaudite perch facciamo un cattivo lavoro. La legge è buona, scritta bene; tra l'altro, ha accolto anche alcuni nostri emendamenti, tra cui quello del Disability Manager. Secondo noi non c'era bisogno di fare una legge nuova, si poteva inserire nel Capo III della legge 1/2004, ma sul tema delle risorse non consegniamo alla prossima Amministrazione questa legge senza un euro in più.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Ci sono altri Consiglieri che desiderano intervenire? Se non ci sono altri interventi, do la parola all'Assessore Ferrari, che farà qualche riflessione su quanto detto dai Consiglieri intervenuti.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Grazie, Presidente.
Mi sembrava doveroso fare un intervento da parte della Giunta regionale per esprimere il proprio punto di vista rispetto a una proposta di legge che ha visto il Consiglio attore principale e protagonista anche nella promozione oltre che nella discussione.
Pertanto, è chiaro che noi ci poniamo di fronte, con estrema attenzione e dopo aver dato anche qualche nostro contributo, a un'iniziativa consiliare che riteniamo in sé di notevole importanza, perché ci permette di affrontare in Aula, oltre che prima in Commissione, una discussione e un confronto su uno dei capitoli più importanti delle politiche sociali, delle politiche socio-sanitarie, delle politiche d'inclusione complessivamente intese.
Ritengo che l'elemento caratterizzante di questo disegno di legge, che in qualche modo diventa anche un valore aggiunto per il lavoro stesso della Giunta regionale, stia in un elemento che precede lo stesso tema delle risorse finanziarie, e cioè l'idea che le politiche per le persone e con le persone con disabilità non possono più essere intese come politiche settoriali. Questo mi pare sia l'elemento più importante, culturale, che viene messo in evidenza attraverso questo disegno di legge, imponendo, per legge, un lavoro di piena sinergia tra le diverse aree, tra i diversi settori che definiscono le politiche di questa Regione.
Le politiche per le persone con disabilità non sono primariamente politiche destinate a gestire alcuni servizi. Certo, anche questo, ma sono prima di tutto degli indirizzi destinati a tutte le politiche e quindi a tutti i settori che definiscono queste politiche, affinché, nella definizione di queste politiche e di questi interventi, si tenga presente come elemento essenziale il punto di vista delle persone con disabilità.
L'obiettivo vero non è quello di creare un servizio in più (almeno, io l'ho inteso così), ma quello d'impostare in maniera innovativa i servizi e la logica dei servizi. L'obiettivo non è quello di fare un qualcosa ad hoc, ma è quello di fare in modo che tutti insieme si lavori con l'obiettivo essenziale della cittadinanza, non inteso come mero riconoscimento giuridico di uno status, di una condizione, ma come favorire quel senso di appartenenza alle comunità, quell'esserci, quella possibilità concreta di poter vivere con gli altri dentro il tessuto delle nostre comunità.
Questo mi pare sia l'obiettivo essenziale della legge ed era necessario credo - individuare uno strumento di legge regionale per mettere a sistema in questa logica, tutti i vari elementi normativi che sono già presenti come veniva ricordato anche qui, negli interventi del dibattito, nella nostra legislazione regionale. Questo ci consente di avere una visione complessiva, unitaria, omogenea, coerente. Quindi, in questo modo, dice alla politica di impegnarsi e di orientarsi in una certa direzione e con una certa logica.
Io credo che, dal punto di vista delle politiche sociali, ci siano già degli elementi molto concreti e molto importanti su cui questa legge pu agire anche a invarianza di bilancio. Penso, per esempio, al lavoro che è già iniziato da quasi un anno e che ormai è giunto alle sue conclusioni (noi ci auguriamo di poterlo definire nelle sue conclusioni entro questo mese) sull'aggiornamento delle linee guida della normativa regionale che risale al 2008, relativamente ai progetti di vita indipendente.
Questo è un lavoro che è stato fatto a stretto contatto con le associazioni: è stato istituito un tavolo di lavoro, un gruppo di lavoro con le associazioni rappresentative di questa realtà, di questo mondo proprio finalizzato ad aggiornare le linee guida e la normativa regionale che - ripeto - ha ormai più di dieci anni di vita rispetto a un tema capitale, perché immaginare la vita indipendente non significa fare un servizio e basta, ma significa impostare una logica destinata a garantire e a favorire l'autonomia delle persone con disabilità.
È chiaro: questo lavoro potrà anche comportare la necessità di rivedere come le attuali risorse vengono gestite e rivedere anche eventualmente una certa allocazione diversificata delle risorse stesse. Ma noi non possiamo immaginare di concentrarci subito su questo versante - quello finanziario senza aver impostato in maniera diversa il lavoro, altrimenti rischia di essere inutile.
Mi pare che, proprio su questo punto, una legge regionale come questa stimoli in maniera cogente - appunto - il lavoro che deve avere questo tipo d'impostazione. Ma poi penso all'altro grande capitolo che da due anni a questa parte ci vede coinvolti. Certo, su risorse nazionali, ma sono risorse nazionali gestite con un orientamento e un indirizzo definito dalle Regioni: il tema del "dopo di noi".
Il tema del "dopo di noi" rappresenta un finanziamento ulteriore rispetto a quello che già abbiamo. Anche nel 2019 noi avremo a disposizione nazionalmente parlando, 56 milioni di euro, con un leggero aumento rispetto allo scorso anno, quindi avremo anche un riparto regionale incrementato immagino - rispetto allo scorso anno.
Questo, grazie proprio al disegno di legge, può diventare un ulteriore strumento e quindi avere ulteriori risorse per favorire davvero progetti di autonomia personalizzati, progetti di autodeterminazione personalizzati dove s'innesca un proficuo lavoro d'interazione tra l'ente pubblico che gestisce i servizi e fa la regia e tutte le realtà del mondo del terzo settore che lavorano in questo campo.
Noi abbiamo già incominciato in questa direzione da due anni a questa parte, ma indubbiamente una legge regionale come questa c'induce sempre di più a lavorare in questa logica. Indubbiamente, credo che questo rappresenti un valore aggiunto importantissimo e può effettivamente rappresentare un salto di qualità, anche culturale, rispetto all'approccio tradizionale con cui si lavora in questo campo.
Devo dire un'ultima cosa e poi chiudo. È stato riferito e ribadito in altre occasioni - e questo punto l'abbiamo discusso anche nell'ultima Commissione relativamente ai temi di bilancio - che ho già dato piena disponibilità (aspetto soltanto la data) a essere in IV Commissione insieme al collega Saitta per dire espressamente quanto è stato compiuto in questi mesi di lavoro sul tema della legge n. 10 - chiamiamola così per intenderci, poi è molto di più - e quali sono le criticità che abbiamo affrontato dentro questo percorso e le difficoltà oggettive con cui abbiamo dovuto fare i conti e che ci hanno impedito di poter arrivare, come avevamo previsto, a un risultato concreto rispetto al lavoro che abbiamo fatto e, proprio rispetto a questo, tentare di trovare una soluzione che possa rappresentare una soluzione praticabile.
Questo l'ho detto e ribadito in sede di Commissione: quando il Presidente Rossi mi convocherà, sarò presente insieme al mio collega Saitta, perch deve essere chiaro un punto. Noi, rispetto all'ordine del giorno votato dal Consiglio regionale, ci siamo mossi, abbiamo scritto anche delle cose che sono uscite poi in maniera un po' forzata e un po' strumentale da parte di qualcuno, mettendo in giro anche delle voci contrastanti. Però ci siamo mossi, abbiamo lavorato, abbiamo messo in campo un'ipotesi di lavoro, che ha incontrato, lo ribadisco, oggettive difficoltà, delle quali verrò a dire senza problemi la natura e quale possibile e concreta soluzione possiamo portare a compimento.
È vero, non lo nascondo: sul tema della non autosufficienza, sul tema della domiciliarità, sul tema dell'assistenza domiciliare, sul tema del ruolo e del profilo dell'assistente familiare dentro la filiera delle cure sulla non autosufficienza, abbiamo avuto un problema, che però non si è creato adesso. Si è creato da qualche anno a questa parte e, rispetto a questo tema, il rapporto tra l'ambito sanitario e l'ambito sociale, tra le professionalità sanitarie e le professionalità sociali, tra le risorse sanitarie e le risorse sociali non ha ancora trovato un suo equilibrio, per ragioni che vanno anche oltre la nostra concreta possibilità di azione.
Però questo è il punto.
Pertanto, l'impegno era quello di trovare una soluzione. Noi siamo, lo ribadisco anche oggi in Aula, a disposizione della Commissione per affrontare in maniera puntuale, sulla base di un lavoro che è stato fatto e per trovare anche insieme eventualmente delle soluzioni che possano, per essere praticabili, perché sarebbe inutile trovare una soluzione che il giorno dopo trova ad altri livelli un ostacolo che ne impedisce l'attuazione. Questo è il punto.
Su questo mi fermo, ribadendo da una parte la nostra totale condivisione dell'impianto e il contenuto del disegno di legge, perché ci porta a lavorare anche in maniera nuova, diversa e positiva e, dall'altro l'impegno rispetto al tema della legge n. 10, che ho già ribadito per quanto riguarda il lavoro in Commissione.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
Si proceda con l'esame dell'articolato.



PRESIDENTE

ARTICOLO 1



PRESIDENTE

Comunico che il numero legale è 25.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 1.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 2



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 2.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 3



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Non ho avuto il tempo di intervenire sugli articoli precedenti e, avendo svolto la relazione nella scorsa seduta, volevo soltanto riprendere un attimo il filo del discorso. Lo faccio sull'articolo 3, che è proprio quello relativo alle linee d'azione. Le linee d'azione implicano ovviamente dei fatti che si mettono in atto e che richiedono risorse, e qua ritorniamo al punto più controverso di questo testo, che è proprio quello.



PRESIDENTE

Chiedo scusa. Stiamo discutendo un disegno di legge: invito i Consiglieri ma non solo i Consiglieri, a stare zitti.
Prego, collega Frediani, continui pure.



FREDIANI Francesca

Mi riferivo alla mancanza di risorse aggiuntive.
In quest'articolo, che è assolutamente condivisibile, si vanno a riepilogare le linee d'azione. Ci piace richiamare l'attenzione dell'Aula proprio su queste linee, perché vedremo poi, in fase di discussione di bilancio, se saranno messe a disposizione adeguate risorse per dare attuazione a quanto previsto all'interno di questa legge, in particolare: politiche del lavoro e occupazione; politiche, servizi e modelli organizzativi per la vita indipendente; tutta la parte relativa ai trasporti e alla mobilità (qui si va ad agire anche su altri Assessorati) inclusione educativa e scolastica; salute e politiche sociali; welfare abitativo; infine, soprattutto alla lettera g), relativamente alla cultura e al turismo, c'è il grosso nodo dell'accessibilità delle strutture.
Noi auspichiamo che anche in fase di discussione di bilancio si possa prevedere un incremento delle risorse per poter adeguare le costruzioni e consentire una maggiore accessibilità alle strutture dedicate alla cultura e anche allo sport (punto successivo).
Tutto ciò richiede un grande impegno di risorse, ovviamente, quindi ritorniamo a porre il dubbio che avevamo posto inizialmente su questo testo, che è assolutamente condivisibile nelle azioni previste e nelle finalità, ma che purtroppo probabilmente non avrà benzina adeguata e, di conseguenza, risorse adeguate per poter arrivare a svolgere tutte le sue finalità.



PRESIDENTE

Se non ci sono altre dichiarazioni di voto, possiamo mettere in votazione l'articolo 3.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 4



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 4.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 5



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 2) presentato da Caputo, Allemano, Baricco Frediani.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Caputo per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Nell'articolo 5 viene introdotta la figura del Disability Manager, una figura che noi appoggiamo e sosteniamo. In particolare, quest'emendamento sostituisce le parole "nelle reti pubbliche e private" con le seguenti: "negli enti pubblici e nelle aziende private, al fine di costruire reti servizi e soluzioni per sostenere l'autonomia e per promuovere la figura del Disability Manager".
Perché? Noi partiamo dal concetto che ogni individualità è un bene prezioso e quella del Disability Manager è una figura importante proprio perché atta a monitorare costantemente il percorso d'inclusione formativo dei lavoratori affetti da disabilità, per rimuovere le cause che ne impediscono la piena valorizzazione professionale; ha anche l'obiettivo di adottare delle misure atte a superare le problematiche che ne derivano e conciliare quindi le esigenze di cura, lavoro e vita.
Crediamo che sia assolutamente fondamentale, perché interviene anche nella pianificazione, nella ricerca e nella selezione dell'inserimento all'interno delle aziende e degli enti pubblici. Su questo lavoreremo anche perché oggi vi è un'altra evoluzione, ovvero la figura del Diversity Manager, che oltretutto ha proprio l'obiettivo - su questo presenteremo un atto di indirizzo - di lavorare sulle differenze e valorizzarle, creando l'inclusione con le diversità presenti oggi nella nostra società.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ho sottoscritto l'emendamento a prima firma Caputo, che va a definire ulteriormente quanto già inserito durante l'attività in Commissione attraverso questa modifica all'articolo 5, inserendo la figura e il ruolo del Disability Manager, una figura prevista da un decreto del Presidente della Repubblica del 12 ottobre 2017, che serve proprio per fare da raccordo fra tutti soggetti, al fine di giungere a un migliore coordinamento diretto all'inserimento lavorativo delle persone con disabilità. Quindi è una figura centrale sicuramente importantissima, che servirà ad aiutare gli enti e le aziende nella loro attività di avviamento al lavoro, nonché di monitoraggio delle attività svolte dai disabili all'interno dei loro uffici.



PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi, per cui possiamo mettere in votazione l'emendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 5, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 6



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 6.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 7



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 7.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 8



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 8.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 9



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 9.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 10



PRESIDENTE

Ci sono dichiarazioni di voto? Prego, Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come abbiamo detto nella discussione generale, alcuni articoli prevedono la parola "promuove", mentre altri la parola "sostiene". Potrebbe sembrare lana caprina, ma le parole hanno il loro significato importante, anche da un punto di vista finanziario. "Promuovere" può voler dire non prevedere risorse aggiuntive, ma "sostenere" sicuramente vuol dire azioni, vuol dire attuare provvedimenti e, quindi, richiede implicitamente la previsione di nuova spesa.
Sull'articolo 10, "Politiche di welfare abitativo", parliamo di un coordinamento con risorse statali, per cui credo che preveda anche risorse regionali.
Per questo motivo, mi chiedo che tipo di risorse regionali sono previste in coordinamento con le risorse statali, per il superamento delle barriere architettoniche negli edifici privati e di edilizia sociale.
Tra l'altro, lo stesso ragionamento si poteva fare sugli articoli precedenti, in particolar modo l'articolo 7, dedicato ai trasporti e alla mobilità personale, in cui forse in maniera più attenta si è parlato di monitoraggio della realizzazione del PEBA (Piano per l'eliminazione delle barriere architettoniche) e non di promozione. È un monitoraggio che si pu fare, però si parlava anche di misure volte a favorire la mobilità individuale.
Francamente, a me sembra che stiamo approvando un disegno di legge che non ha le coperture economiche e continuo a ripeterlo guardando gli Uffici del Consiglio regionale. Ne abbiamo discusso molte volte in Commissione e anche per diverse settimane sulla relazione tecnico-finanziaria, ma continuo a dire che se prevediamo delle misure, queste misure hanno poi bisogno di una stima economico-finanziaria.
Quando abbiamo fatto dei provvedimenti in Commissione, più volte ci è stato detto che questi provvedimenti non potevano andare avanti se non si faceva una stima della spesa. In ultimo, il provvedimento che stiamo condividendo con il Consigliere Grimaldi, sul tema del sostegno alla casa, in cui ci dicono che se non c'è una stima della spesa non possiamo andare avanti.
Sono un po' perplesso, nel senso che se rimane solo come un'indicazione di cornice va bene, ma se adottiamo misure, sosteniamo e promuoviamo azioni ci deve essere una stima economica per quantum e quindi ci dovete dire all'interno della clausola di neutralità finanziaria, dove andiamo a togliere risorse, cioè le disimpegniamo da alcune azioni e le re-impegniamo in altre? Questo penso debba essere fatto all'interno dei capitoli o, meglio all'interno dei programmi, perché poi il bilancio si fa per programmi, si modifica per programmi. Dentro vediamo la stessa cifra, ma poi sappiamo che devono esserci degli interventi incisivi all'interno di capitoli, ci devono essere delle determine dirigenziali.
Noi continuiamo a non capire dove si vadano a prendere le risorse, oppure andiamo a prevedere misure che non hanno copertura. Allora ritorna la domanda iniziale: perché stiamo approvando questa legge? Forse la risposta ce l'ho già, però non voglio fare come un nostro collega di maggioranza che si fa le domande e si dà le risposte da solo. Diciamo che un'idea vaga ce l'ho, però dovremmo cercare, quando approviamo una legge, di non fare politica, ma fare leggi.



PRESIDENTE

La legge ha invarianza di spesa, non è senza spesa. Le risorse sono quelle all'interno dell'Assessorato, ma questa è una discussione che abbiamo già fatto. Immagino che nessuno riesca a convincerla della bontà di questa riflessione, Consigliere Bono, perché lei, legittimamente, la pensa in maniera diversa.
Se non ci sono altri interventi, è aperta la votazione sull'articolo 10.
Indìco la votazione palese sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 11



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 11.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 12



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Voi non mi convincerete e io, forse, non riuscirò a convincervi, ma almeno provo ad annoiarvi sui singoli articoli, o provo almeno a confondervi come diceva qualcuno un tempo.
A parte le battute. Siamo sull'articolo 12, "Promozione sportiva". Tutta la legge è condivisibile, sicuramente è un tema molto importante anche quello della promozione sportiva per tutta la popolazione, quindi abili diversamente abili e quant'altro.
Tuttavia qui si dice: "Prevedere la più ampia partecipazione all'attività sportiva a tutti i livelli. Sostegno all'attività fisica motoria.
Partecipazione all'attività ludica e ricreativa di svaghi o sport, incluse le attività previste dal sistema scolastico. Predisposizione di parchi gioco fruibili e ludoteche prive di barriere. Accessibilità e fruibilità degli impianti sportivi". Va bene tutto, ma stiamo parlando anche di investimenti, cioè spese in conto capitale, non solo spesa corrente. Stiamo parlando di investimenti in impianti sportivi, che devono essere resi accessibili.
Non so più a chi appellarmi. È vero che abbiamo discusso tante volte in Commissione, ma un conto è la spesa corrente e, come dite, si va a prendere dal capitolone del fondo sociale, si tira un po' la coperta, si farà un po' meno domiciliarità e si farà più, ipotizzo, sostegno all'attività sportiva (spesa corrente), posto che non so se sia tanto sostenibile politicamente.
Tuttavia, se parliamo di investimenti, come già detto prima, che sia eliminazione di barriere architettoniche per la mobilità, che sia eliminazione di barriere negli impianti sportivi, servono soldi veri freschi e nuovi. Non so neanche se dal capitolo dell'Assessorato Ferrari oppure se dell'Assessorato allo sport, Ferraris, o se da altri investimenti. Non li voglio targhetizzare con il nome dell'Assessore, per è Fondo Sviluppo e Coesione e Fondo di altro tipo.
Secondo me, questo è un chiaro esempio di articolo che necessita di una copertura finanziaria ben specifica. Non so se sono stato chiaro guardando l'Assessore e il Presidente, che in questo momento è impegnato in altro. Un conto è la spesa corrente. Non siamo d'accordo, non ci convinceremo a vicenda, ma poi la prossima amministrazione dovrà decidere, in parte già anche voi, come tirare la coperta corta. Se stiamo parlando di investimenti, francamente sono perplesso.
Mi appello di nuovo al Presidente, che è distratto dal collega Vignale, e anche agli Uffici del Consiglio: se parliamo di investimenti, non potete dirci che c'è una clausola di neutralità finanziaria. Forse mi sono distratto nell'analisi in Commissione e non me ne sono accorto.
Lo ripeto ancora una volta: spesa corrente va bene, la coperta è corta, si tira da una parte all'altra, ma investimenti.
Francamente, non mi sento di votare una norma che prevede sostegno a spese in investimento in conto capitale che non hanno copertura.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Non c'è una risposta dell'Assessore Ferrari e io non sono tenuto a rispondere sulla questione che lei solleva. La questione dell'invarianza è la stessa in questo capitolo.
Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 13



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 13.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 14



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 14.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Superiore "G. Colombatto" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Superiore "G. Colombatto" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Proseguimento esame proposta di legge n. 305, inerente a "Promozione delle politiche a favore dei diritti delle persone con disabilità" (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo all'esame della proposta di legge n. 305.
ARTICOLO 15



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 2) presentato da Appiano, Andrissi, Baricco Campo, Grimaldi, Rostagno, Tronzano.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Molto velocemente. È a mia prima firma solo per ragioni alfabetiche. È la clausola valutativa che abbiamo licenziato e riscritto unanimemente nell'apposito comitato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Appiano.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 16



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani per dichiarazione di voto.



FREDIANI Francesca

Per ribadire, per l'ennesima volta (sembra ce ne sia il bisogno, anche se in realtà è un argomento che è stato superato in Commissione ed anche in Aula), che quello delle risorse ci sembra un argomento assolutamente cruciale.
La clausola d'invarianza non ci convince assolutamente, quindi non daremo voto favorevole all'articolo 16. Non ci sembra corretto affermare che la presente legge non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale, perché, anche se all'interno dei vari articoli si fa riferimento a leggi già esistenti e finanziate magari in modo non proprio soddisfacente, ma comunque già finanziate nel bilancio, in altri passaggi si vedono, invece, delle affermazioni come "promuove" o "sostiene" addirittura degli investimenti; ad esempio, quelli sui parchi gioco oppure sulle strutture sportive, che devono essere previsti per rendere accessibili i luoghi della cultura.
Consideriamo scorretto e non corrispondente al vero il fatto di dichiarare in norma che non ci sono maggiori oneri.
Per questo motivo, non possiamo esprimere un voto favorevole rispetto a quest'articolo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Indìco la votazione palese sull'articolo 16.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani per dichiarazione di voto sull'intero testo.



FREDIANI Francesca

Solo per spiegare il motivo per cui voteremo questo testo di legge con la presenza.
Abbiamo espresso le nostre perplessità fin dall'avvio della discussione in Commissione. Poi, ovviamente, condividendo i principi di fondo e le sue finalità, abbiamo contribuito in modo propositivo, cercando di migliorare il testo con proposte emendative che in gran parte sono state recepite.
Rimane, però, il dubbio di fondo legato all'utilità di questa norma, che è soltanto un riepilogo, un cruscotto - come è stato definito dai relatori di maggioranza - per avere sott'occhio tutte le iniziative legislative che riguardano la disabilità nella nostra regione. Non aggiunge granché di nuovo, al di là della figura del Disability Manager, che, in ogni caso deve ancora essere accompagnata nella sua realizzazione e promozione all'interno degli enti pubblici e delle aziende. Rimane, poi, il grosso nodo delle risorse.
A nostro avviso, questa norma non avrebbe dovuto nemmeno vedere la luce proprio perché va contro tutte le regole di redazione delle norme che il Consiglio regionale deve seguire.
Solo per questi motivi, voteremo con la sola presenza l'intero testo e ribadiamo la piena condivisione delle finalità contenute all'interno degli articoli. Ovviamente, cercheremo di fare la nostra parte quando si andrà a discutere il bilancio per stanziare adeguate risorse sugli articoli che sono citati all'interno di questa norma e che sono previsti all'interno di altre leggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Per motivare il voto non favorevole, com'è già avvenuto durante la discussione, ma di presenza, rispetto a questo disegno di legge che sarebbe stato, invece - come già detto nella discussione generale - un voto favorevole se l'articolo 16 avesse avuto - come sarebbe dovuto essere - una norma finanziaria che prevedeva stanziamenti economici aggiuntivi e non una norma finanziaria che non prevede alcuno stanziamento.
Certamente, non è una norma che fa male a nessuno, nel senso che sancisce principi totalmente condivisibili, però dietro il nostro lavoro c'è del tempo che dedichiamo alla scrittura delle leggi, come hanno fatto i colleghi di maggioranza e la prima firmataria; c'è un lavoro che si svolge in Commissione, ce n'è un altro che avviene in Consiglio.
Che tutto questo si concluda con una sorta di mozione molto puntuale sul tema della disabilità ci sembra oggettivamente un'occasione sprecata, nel senso che, se davvero vi era una sensibilità - e vi è una sensibilità rispetto a questo tema, sarebbe inevitabile, perché questo fanno le assemblee parlamentari, ossia che a fronte di indicazioni puntuali vi fosse una declinazione altrettanto puntuale con le risorse.
Le risorse aggiuntive non erano sufficienti? Certamente, perché i punti tanto della relazione quanto dei singoli articoli - indicati in questa norma di legge sono molto sfidanti, ma completamente condivisibili. Quindi che si vada verso una strada che, un po' alla volta, con investimenti aggiuntivi un tanto l'anno porta a far sì che vi sia una situazione migliore sarebbe stato completamente condivisibile, anche se le risorse non fossero state sufficienti a garantire quanto l'articolato prevede. Che non ci sia neanche un euro aggiuntivo riteniamo che non sia corretto nei confronti del lavoro svolto.
Ha ragione l'Assessore e alcuni colleghi quando hanno detto che su temi come questi, e non solo come questi, non sono sufficienti solo le risorse.
Questo è sacrosanto. Abbiamo visto, per contro, delle realtà in cui sono state stanziate risorse, ma non avendo un coinvolgimento con i soggetti beneficiari, qualunque essi fossero - al di là che in questo caso si parli di disabilità - a volte sono state sprecate. Ma non è neanche vero il contrario, nel senso che non bastano buone pratiche per dare servizi aggiuntivi ai diversamente abili presenti all'interno della nostra Regione.
Servono certamente buone pratiche, ma servono le risorse che mancano.
Non casualmente, quando le associazioni ci scrivono, qualunque esse siano difficilmente ci chiedono solo buone pratiche; a volte anche, a volte chiedono sensibilità maggiore all'interno di strutture, a volte molte cose.
Con Paolo Osiride Ferrero, lo storico Presidente della CPD, facevamo l'esempio degli orrori dei primi "sportelli handicap" (allora si chiamavano ancora così) aperti in questa Regione. C'era quello di una nota banca che era alto un metro e 40, quindi totalmente inaccessibile per tutti coloro che avevano problemi motori; c'era quello al primo piano senza ascensore.
Ovviamente su questi aspetti intervengono le buone pratiche. Poi però ve ne sono altri. Se devo, parlando di sport, acquisire un braccio per fare in modo che alcuni atleti con una particolare disabilità possano svolgere attività motorie all'interno di una piscina, quella cosa costa. Se devo superare delle barriere architettoniche presenti nei mezzi di trasporto come all'interno di strutture pubbliche, quelle cose costano. E se mettiamo insieme non solo i capitoli delle politiche sociali, ma anche il taglio che c'è stato sugli interventi per il superamento delle barriere architettoniche sempre nel nostro bilancio, e li sommiamo a molti altri diventa evidente che questa rischia di essere un'ottima mozione, ma certo non una legge.
Ed è per questo motivo, e non certo per ciò che la legge contiene dall'articolo 1 all'articolo 15, che non esprimerò un voto favorevole, come avrei voluto fare, ma soltanto di presenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Solo per motivare rapidamente il voto pienamente favorevole a questa legge.
Ho sentito fare parecchie considerazioni sulla sostanza della legge, e c'è un accordo, e un po' meno sul fatto che non siano destinati i fondi. Per mi sento di ringraziare chi ha deciso di intraprendere questo cammino, pur con la possibilità di essere criticato, proprio in relazione al fatto che deve esserci un'invariabilità di spesa, perché in realtà la sostanza in questo caso coincide anche con l'aspetto culturale.
Di fatto, se la Regione decide di riorganizzare la materia, di creare una cabina di regia, di creare un tavolo di confronto significa che matura un'attenzione ed è maturata un'attenzione al tema e non solo, ma che s'intende fare in modo che la comunità piemontese sia più attenta al tema.
Faccio un esempio di cui spero cogliate più che altro lo spirito. Penso ai treni della memoria. I treni della memoria, in realtà, non producono un effetto in termini di fondi, ma quanto producono nelle generazioni che partecipano a quell'esperienza, in termini di sensibilità e di capacità di comprendere la propria storia e il mondo in cui si vive? Penso che, a volte, le leggi e gli interventi del Consiglio abbiano anche questo significato, al di là degli aspetti economici e finanziari e dei loro risvolti così pratici. Quanto è importante, invece, spostare l'attenzione sulla sensibilità che una comunità ha per determinati temi? Io stesso umilmente ammetto che non sempre sull'argomento sono così pronto.
Nell'ambito del mio stesso movimento ci sono dei rappresentanti che si trovano in una situazione di disabilità fisica e ogni volta fare le riunioni non è facile, perché sia nelle sedi ufficiali sia nei bar o nei luoghi in cui ci ritroviamo non sempre l'accesso è così facile. Per questo ringrazio chi ha pensato e ha lavorato a lungo quanto meno per sensibilizzare e per portare all'attenzione della comunità questo tema.
Se le mie figlie, nel momento in cui non sarò più in quest'Aula, o qualcuna delle persone che mi conosce mi chiederanno che cosa ho fatto o se ho partecipato a dei processi che in qualche modo muovessero nei confronti dei più deboli un'attenzione e una sensibilità, potrò dire che ho votato a favore e ho partecipato con forza ed attenzione alla possibilità di licenziare una legge di questo tipo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Già fin d'ora chiedo scusa se farò un intervento molto duro, ma credo che in un momento storico come questo sia necessaria la verità, perché un Paese senza verità è un Paese senza futuro.
Sentire in quest'Aula che mancano le coperture, come in effetti mancano, e sentirlo dire da esponenti che stanno creando una spesa pubblica che avrà un impatto incredibile per i nostri figli, e che non ha copertura, mi fa rabbrividire. Perché o c'è una mancanza di senso di cognizione di quelli che sono i nostri conti, di quello che è il nostro debito, che è oltre il 130% del PIL, senza una crescita, e quindi è una mancanza di consapevolezza e di presa di coscienza della realtà, oppure si è in malafede. Queste sono le due opzioni e nessuna delle due situazioni è una situazione consona a persone deputate a governare. Questa è una sottolineatura che tengo a fare perché tra le persone non vi è grande consapevolezza dello stato dei conti pubblici.
Quindi voglio ribadire l'apprezzamento ai colleghi che hanno lavorato a questo provvedimento, in particolare alla Consigliera Baricco (l'ho detto già prima), perché in ogni caso ci fornisce degli strumenti e ci dà l'opportunità nell'accendere un faro su situazioni che sono importanti, di cui io spesso si parla.
È anche vero che gli investimenti possono essere un volano della ripresa in questo momento non c'è la possibilità di stanziarli, ma possono essere un volano della ripresa. Io sentivo la preoccupazione di esponenti di Confindustria e di esponenti di Confagricoltura. Il reddito di cittadinanza, con 780 euro, sicuramente può far chiedere a tanti giovani se conviene stare a casa o lavorare.



(Commenti fuori microfono)



GANCIA Gianna

Ebbene sì! I lavori stagionali e l'agricoltura costano poco di più, e questa è Confagricoltura che lo dice, così come Confindustria ha espresso perplessità.
Quindi, Presidente Chiamparino, quando avremo maggiore autonomia, avremo uno strumento già definito - ringrazio la Consigliera Baricco, ribadisco per poter mettere le risorse. Perché una società civilizzata deve assolutamente aver cura per primi dei malati e delle persone disabili (sono insegnamenti che ho avuto in famiglia); tutti gli altri, olio di gomito e gambe, perché così si ricostruisce un Paese. I malati, gli anziani, i bambini e i disabili hanno bisogno di tutela; per tutto resto, occorre iniziare a mettere un pochino di cultura liberale, di intraprendenza e anche di cultura del lavoro.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Cogliamo l'occasione per ringraziare la prima firmataria di quest'importante proposta di legge, la collega Baricco, e anche il collega Alemanno, nonché tutti gli altri colleghi che comunque hanno lavorato e creduto in questa legge. Un ringraziamento particolare va rivolto inoltre a tutti i funzionari dall'Assessorato che hanno lavorato su questa legge.
È una legge che mi sta particolarmente a cuore perché tratta il tema della disabilità. Si parla tanto di disabili abbandonati dalle istituzioni e invece in questo caso c'è una proposta molto importante a favore delle persone con disabilità per tutelare i loro diritti.
È una legge di promozione. Abbiamo tante altre leggi regionali e nazionali che tutelano i disabili, ma io credo che con questa legge oggi diamo un segnale forte da parte della Regione Piemonte; un segnale forte perché la Regione Piemonte dice sì all'inclusione delle persone disabili nei vari ambiti: lavorativo, educativo, sociale, del lavoro, della salute e del welfare, dei trasporti e della mobilità; c'è anche un'inclusione dal punto di vista educativo e scolastico, dal punto di vista abitativo, dal punto di vista culturale e turistico, nonché una promozione sportiva.
La cosa importante che mi è piaciuta da subito di questa proposta di legge che ho sostenuto e che il Gruppo dei Moderati voterà convintamente sì, è che finalmente mette insieme i vari autori e tutti i protagonisti che si occupano delle persone con disabilità, quindi mette insieme il confronto tra le autonomie locali e le varie associazioni che tutelano le persone con disabilità.
Finalmente anche tutti i vari Assessorati si parleranno tra di loro, perch ci sarà una cabina di regia che seguirà, terra sotto controllo e monitorerà tutte le proposte inserite in questa legge. Finalmente tutti questi Assessorati potranno parlarsi tra loro e potranno lavorare in rete e in sintonia.
Quindi ben venga che ci sia questa legge di promozione e di tutela delle persone con disabilità: è un passo avanti, è un grande segnale.
Naturalmente non posso che essere soddisfatta e ringraziare tutti quanti quelli che vi hanno lavorato, che ci hanno creduto e ci credono giorno dopo giorno.
Quindi il Gruppo dei Moderati voterà sì a questa proposta di legge.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Caputo.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Ringrazio la collega Baricco, il collega Allemano (con il quale abbiamo potuto lavorare in un gruppo di lavoro) e anche chi della minoranza, come la collega Frediani, ha lavorato in un percorso lungo (quasi due anni) su questa proposta di legge 305.
È un percorso partecipato, che ha visto lavorare a stretto contatto la struttura, che ringrazio per il prezioso lavoro, ma anche le associazioni le quali sono state coinvolte in un tavolo coordinandole, quindi ascoltando chi ogni giorno opera all'interno del settore della disabilità.
È un percorso non sempre scontato, che credo debba essere valorizzato e riconosciuto, perché la politica si deve porre in ascolto e adottare le azioni utili affinché si possa mettere in atto un processo volto a migliorare le condizioni delle persone diversamente abili e superare le difficoltà alle quali loro si approcciano ogni giorno.
È un cambiamento culturale che deve avvenire e che credo sia fondamentale proprio perché la proposta di legge si pone come quadro di riferimento nel complesso panorama normativo regionale specificando come i diritti imprescindibili di queste persone debbano essere declinati in tutti gli ambiti di azioni delle politiche regionali.
È dunque un passo importante al quale abbiamo lavorato, inserendo e anche perfezionando quella che era la figura del Disability Manager, perch l'ambito lavorativo è uno degli ambiti fondamentali per riuscire a dare dignità e inclusione sociale a chi ha anche solo una disabilità visiva.
Oggi le nuove tecnologie aiutano molto e possono essere un modo per garantire una maggiore inclusività lavorativa e anche autonomia.
Questo credo sia fondamentale per chi vive ogni giorno con una disabilità e anche per supportare le famiglie, perché non parliamo solo di loro, ma anche delle loro famiglie.
La politica ha la responsabilità di creare le condizioni.
Quando parliamo di Disability Manager devo ricordare l'importanza del fatto che tale figura fosse già stata prevista, perché nella riforma Madia era stata istituita la Consulta Nazionale per l'Integrazione in ambiente di lavoro delle persone con disabilità presso il Dipartimento della Funzione Pubblica.
Quello fatto dal Ministro della Semplificazione Marianna Madia è un passo importante, proprio perché l'istituzione della figura del responsabile dell'inserimento lavorativo nei luoghi di lavoro riconosce che la disabilità non è uno stigma, che le persone non abili non sono un peso anzi, devono essere valorizzate, ascoltate e, soprattutto, comprese nelle loro potenzialità.
Noi ovviamente siamo favorevoli al fatto che si possa proseguire in questa direzione, perché non deve essere "un uomo, uno slogan", ma occorre ricordare che un passo importante, per il loro inserimento lavorativo, era già stato fatto. Abbiamo varie realtà nel nostro Piemonte, penso al Comune di Alessandria e di Torino, ma anche al Comune di Roma, che a breve dovrebbero adottare questa misura.
Auspico che possa essere solo l'inizio di un lungo percorso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Voglio unirmi ai cori di apprezzamento per il lavoro svolto e per gli sforzi profusi, in particolare dai colleghi che hanno più di tutti lavorato a questo testo. Uno su tutti, voglio riconoscere l'impegno e la sensibilità, sapendo anche quant'è alta la sua attenzione nel quotidiano della collega Baricco su quest'argomento, perché non è così scontato che fuori da quest'Aula, una volta tolti i panni del rappresentante delle Istituzioni, nel proprio privato si continui a trattare questo argomento con l'attenzione e la stessa sensibilità usata all'interno di un'Assemblea all'interno di Istituzioni.
Allo stesso modo, però, non possa non rappresentare un certo disagio rispetto al tema dell'invarianza delle risorse, rispetto quindi alla mancanza delle risorse. Mi permetto di replicare, con grande rispetto e senza alcuna volontà polemica, a un passaggio del collega Giaccone ritenendo un po' ardito il paragone tra il tema della memoria e quello della disabilità.
Si tratta di due temi sui quali è necessario investire sul piano culturale ma si differenziano tra loro nel momento in cui, trasformare azioni in sostanza, non può che richiedere, sul tema della disabilità, un congruo impiego di risorse.
Ricordo che più di vent'anni fa, da giovane Consigliere di circoscrizione feci un'iniziativa: volli denunciare la presenza ancora altissima di barriere architettoniche sul territorio della Circoscrizione in cui giocavo, ma con molta serietà, a fare l'amministratore. Per farlo, mi feci prestare da un amico una sedia a rotelle e la usai per qualche ora mettendomi nelle stesse condizioni di chi, a differenza mia e per sfortuna sua, era costretto ad utilizzare quello strumento per fare cose che ognuno di noi dovrebbe avere il diritto di fare nella propria vita quotidiana.
Fu impressionante quanto rimasi colpito da questa esperienza, perché una cosa è parlare di alcuni argomenti, altro è cercare di calarsi in una dimensione, una realtà non propria, scontrandosi con una realtà.
Era evidente, allora come oggi, quanto il tema della disabilità e dei disagi che i disabili provano nell'esercizio dei loro diritti, riconosciuti nel loro quotidiano, dipendano da un congruo impegno di risorse economiche in assenza del quale temo che il lavoro, l'impegno e la sensibilità possano addirittura essere mortificati.
Indubbiamente la mancanza di risorse indebolisce una proposta, perch confina un intervento, più che condivisibile, a un pur importante piano culturale, su cui gli investimenti sono diversi.
E allora chiudo ribadendo questo concetto: il tema dell'invarianza delle risorse non può non farci dubitare rispetto alla reale volontà della Giunta, e non del Consiglio, di tradurre in azioni concrete una serie di buoni principi. Purtroppo le regole della democrazia o, meglio l'attuazione dell'esercizio della democrazia limita la nostra espressione e tra i pulsanti che ci sono qui nel banco non vedo il pulsante del "sì con riserva", perché questo sarebbe quello che premerei oggi. In assenza di questa possibilità, esprimerò un voto favorevole, pur condizionato sul piano politico, per tutta una serie di ragioni che ho ampiamente espresso.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste d'intervento, possiamo procedere con la votare votazione dell'intero testo.
Ricordo che il numero legale è 25.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame della proposta di legge n. 259, inerente a "Interventi a favore delle vittime della criminalità", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Non so quanto tempo ci vorrà a discutere il testo e di sicuro non vorrei rallentare l'iter di questa legge che per noi è importante discutere oggi.
Vi chiederei, visto che il Consigliere Ottria ha fatto una proposta all'Aula, se è possibile esprimerci su quell'ordine del giorno e se ci sono altri documenti sul caso, in particolare, della Pernigotti. La proposta di legge, in realtà, servirebbe anche ad altri marchi storici.
Vi chiederei, se è possibile, di farlo adesso anche per evitare che si interrompa la discussione del testo del Consigliere Vignale. Se è possibile diamo un segnale tutti insieme. Ripeto, se ci sono altri testi, l'avevo già chiesto in Conferenza dei Capigruppo, per noi si possono votare insieme altrimenti chiederemmo di mettere in votazione solo il nostro.



PRESIDENTE

Sono dell'idea di continuare con la discussione del disegno di legge tuttavia è stata avanzata una richiesta all'Aula. L'Aula è favorevole a discutere ed approvare l'ordine del giorno presentato, oppure c'è una discussione? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Come di norma abbiamo sempre fatto, gli ordini del giorno si discutono a fine giornata. Per noi non ci sono ostative a discutere quell'ordine del giorno, posto che ce ne siano altri in cantiere prima, ma da prassi si discutono a fine seduta, quindi non modificherei quella prassi proprio oggi.
Rimane sempre attuale anche se si discute alle 17 e non alle 12.



PRESIDENTE

Non è una giornata particolarmente impegnativa, per cui credo che possiamo proseguire e poi approvarlo..



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Lo so, ma questo modifica il senso dell'incontro con i sindacati, è un'espressione politica. Va bene se l'approviamo in giornata, secondo me va bene lo stesso, ma visto che il Consiglio comunque non è d'accordo.
Il Consigliere Bono ha espresso il parere del Movimento 5 Stelle.
Proviamo a discutere in maniera sintetica questa proposta di legge.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Purtroppo ci siamo distratti, o forse mi sono distratto io, ma sull'ordine del giorno della Pernigotti, prima firma Consigliere Ottria, vorremmo avere la certezza che quel documento si possa votare oggi, possibilmente questa mattina. Se non ci sono le condizioni, siamo dell'idea di sostenerlo come primo punto all'ordine del giorno tra quelli..



PRESIDENTE

Si è disponibile a votarlo oggi: nell'arco della giornata l'atto di indirizzo sarà votato. Questo è l'impegno che mi pare di poter prendere a nome del Consiglio regionale.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Esame proposta di legge n. 259, inerente a "Interventi a favore delle vittime della criminalità"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 259, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Relatori di maggioranza sono i Consiglieri Appiano e Grimaldi. Relatori di minoranza sono i Consiglieri Vignale e Frediani.
La parola al Consigliere Vignale, relatore di minoranza.



VIGNALE Gian Luca, relatore

Grazie, Presidente.
La norma è semplice, ma noi riteniamo estremamente importante la proposta di legge n. 259 che abbiamo presentato. Il titolo, "Interventi a favore delle vittime della criminalità", credo sia sufficiente a far comprendere quanto la legge contiene.
È una legge di due articoli, il cui primo prevede: "La Regione Piemonte favorisce gli interventi di assistenza e di aiuto ai privati cittadini e agli esercenti un'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o comunque economica e loro familiari fino al quarto grado di parentela vittime di un reato contro il patrimonio e la persona mediante: a) assistenza legale; b) contributi utili ad affrontare emergenze economiche".
Il comma 2, invece, prevede che la Regione Piemonte possa prevedere il patrocinio per i cittadini che, vittime di un delitto contro il patrimonio o la persona, siano indagati per aver commesso un reato per eccesso colposo in legittima difesa, ovvero siano stati assolti per la sussistenza dell'esimente la legittima difesa stessa.
Il comma 3 recita: "La Regione prevede lo stanziamento di contributi economici utili ad affrontare la situazione di emergenza economica alle vittime di reati contro il patrimonio o la persona". Per questi articoli è previsto l'istituzione di un fondo, denominato Fondo regionale per gli interventi a favore delle vittime della criminalità. Il comma 5 demanda ad una delibera di Giunta per definire "i criteri e le modalità per l'accesso al fondo", dando priorità ai soggetti di età superiore ai 65 anni e comunque, in difficoltà economica.
Perché ho voluto leggere con dettaglio e puntualità i cinque commi dell'articolo 1 che poi, di fatto, sono norma? L'articolo 2 prevede solo lo stanziamento di 500 mila euro come dotazione economica della norma stessa.
È evidente che questa legge si pone una finalità: cerca di fotografare una situazione di realtà, cioè quella che molte persone, all'interno della nostra regione, sono vittime di reati. Una parte consistente di queste persone, dopo aver subito un reato, vive una significativa condizione di difficoltà economica e psicologica, pertanto crediamo che la nostra Regione si debba occupare di costoro. Lo dico, perché molte motivazioni per cui i colleghi di centrosinistra hanno ritenuto in Commissione di votare contro questa proposta di legge nascevano da un aspetto d'incostituzionalità.
Al di là del fatto che noi forziamo la mano quando c'interessa - al di là del parere della Corte Costituzionale - e, invece, usiamo la Corte Costituzionale come strumento per dire di no quando non abbiamo il coraggio di dire di no su un tema, è assolutamente evidente che questa norma, salvo il comma 2 - quello che prevede la tutela anche economica per chi si è difeso, per chi è stato accusato di eccesso di legittima difesa - non è in alcun modo incostituzionale. Perché? Perché noi abbiamo una norma in questo senso, anzi ne abbiamo addirittura due: una norma del 2006, che non è mai stata finanziata da quest'Amministrazione, e una norma del 2015 o 2016 (non ricordo), dell'Assessora Cerutti, che - fra le tante cose - interviene anche per le donne vittime di reati, prevedendo una serie d'interventi.
Infatti, recentemente l'Assessora Cerutti, avendo uno stanziamento economico di 150 mila euro per le donne vittime di violenza o di tratta, ha comunicato ai media, e immagino anche alla propria Giunta regionale, che la dotazione economica che il bilancio aveva indicato per quella norma non è sufficiente, perché servono risorse adeguate.
Pertanto, noi cosa chiediamo? Con questo provvedimento, chiediamo semplicemente che tutte le persone che vivono in Piemonte siano uguali davanti alla legge, che non ci siano categorie di persone che possano avere un sostegno di carattere economico, psicologico, legale, e invece la gente "normale", perché è sempre di questo che parliamo, non abbia diritto a nulla.
È singolare, perché due settimane fa abbiamo discusso la legge sui Rom e quando si è parlato di non scolarità all'interno dei campi, ci è stato detto: "No, il 70, l'80% delle persone presenti nei campi va a scuola; c'è un controllo puntuale". Poi, però, scopriamo incredibilmente che un bambino di otto anni non è mai stato un giorno a scuola e ha vissuto otto anni in questa regione.
Noi crediamo che, così come quella norma, anche questa abbia un confronto con la realtà. Noi non diciamo"dobbiamo garantire il sostegno economico a tutti i piemontesi", perché sappiamo che sarebbe impossibile garantirlo a tutti i piemontesi vittime di criminalità. Noi individuiamo due fattispecie: la categoria degli over 65 (le persone con più di 65 anni) perché - ce lo dicono le statistiche - sono le persone più bersagliate da truffe, reati, scippi, rapine e quant'altro, e le persone in difficoltà economica, cioè quelle che vengono messe davvero in difficoltà economica dal furto, ad esempio, della pensione.
Questa ci pare una norma di buonsenso, che vuole confrontarsi con la realtà e che non vuole continuare a sostenere il principio per cui se sono una minoranza ho diritto alle tutele, mentre se mi trovo all'interno di una maggioranza non ne ho diritto.
Perché ho detto tutto questo? Perché se qualche collega ritiene che il comma 2 (l'unico che forse ha un profilo d'incostituzionalità) sia il motivo per cui respingere la norma, noi non abbiamo alcun problema: presentiamo un emendamento che cassi il comma 2 e rimane una legge assolutamente costituzionale da votare. Diciamo, cioè, ai colleghi - poi ovviamente ognuno dirà ciò che vuole, ma chi ci ascolta naturalmente capisce - che non ci sono giustificazioni per esprimersi contro una norma di buonsenso, perché noi non siamo la Corte Costituzionale e perché c'è solo un comma all'interno della legge che può avere vizi di costituzionalità. Gli altri no.
Noi continuiamo ad affermare che migliaia di piemontesi avrebbero diritto a un sostegno rispetto al reato che hanno subito. Questo non ci sembra un principio di destra, estremista o quant'altro: ci sembra un principio di grande buonsenso. È evidente che il buonsenso ha categorie di pensiero; il buonsenso ha anche categorie politiche per cui il buonsenso si applica alle minoranze, ma non si applica quasi mai, soprattutto in quest'Aula, alle maggioranze.
Noi siamo lieti che oggi questo provvedimento venga all'attenzione dell'Aula, dopo una discussione - devo dire la verità - non lunga in Commissione, dove però è stato respinto. In questo modo, possiamo dire e rappresentare ai piemontesi chi è a favore della tutela di tutti e chi è a favore solo della tutela di qualcuno, anzi chiede maggiori risorse per questi. Quelle maggiori risorse saranno certamente utili, non dico che non lo siano, anzi: assistiamo quotidianamente a fenomeni in cui le donne ieri è successo nella nostra regione - sono vittime di violenza, per cui sono certamente utili. Dopodiché, non esiste solo quella realtà; quelli sono crimini efferati, ma un crimine altrettanto efferato riguarda le persone anziane vittime di violenza all'interno del proprio appartamento che non sanno come difendersi e come ricominciare, perché magari sono state derubate di tutti i propri averi.
Noi vorremmo mettere tutti sullo stesso piano: niente di più e niente di meno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi, relatore di maggioranza.



GRIMALDI Marco, relatore

Grazie, Presidente.
Mi fa sorridere il tema della realtà citato dal Consigliere Vignale, perch è proprio su questa base, più e prima dell'interesse costituzionale sulla materia, che in qualche modo basiamo il nostro "no".
Cosa intendo per realtà? Intanto devo dare atto a lui, alla destra e a Salvini di aver rovesciato la piramide della percezione e dei dati reali.
Cioè, in Italia più o meno le denunce negli ultimi anni sono scese del 10,2, i delitti del 9,5, gli omicidi del 16,3, le rapine del 12,3, i furti del 9,5. Sono dati del Ministero dell'Interno, quindi governato dal Vicepremier. Dall'altra aumenta la percezione di insicurezza.
Su questo, Vignale, chapeau! Siete stati bravissimi a mettere il tema al centro, anche in Parlamento. Sapete benissimo che a febbraio arriverà, così come annunciato dal patto di governo fra Salvini e i 5 Stelle, la riforma della legittima difesa, come se veramente dovessimo riformare un oggetto che è già stato riformato.
Anche su quello vorrei capire di quale modello stiamo parlando, perché è un modello che assomiglia, almeno dal punto di vista giuridico anche di questa legge presentata da Vignale, a un'ispirazione molto americana, dove però i dati sul tema della sicurezza degli abitanti americani sono assai diversi.
Ma non è solo una percezione in quel caso. Fornisco un po' di dati. Negli Stati Uniti più o meno circolano mediamente 88,8 armi ogni 100 abitanti mentre in Italia questo numero scende a 11,9 ogni 100 abitanti. In America questa presenza diffusa di armi si traduce nel 2,97 omicidi ogni 100 abitanti, in Italia i morti sono lo 0,71 ogni 100.000 cittadini.
Che cosa intendo? Diciamoci la verità: il patrocinio gratuito c'è già in Italia, vorrei solo farvelo sommessamente notare, e possono ricorrervi tutti i cittadini, tutti, anche quelli che hanno abusato della legittima difesa. A parte i due o tre casi che Salvini accompagna in tutta Italia, se guardate i dati reali dell'abuso di legittima difesa, ditemi quante persone sono state processate e sono andate fino alla fine del loro giudizio e sono finite in carcere. Pochissime! Pochissime, stanno nelle dita di una mano in questo decennio.
Allora, di che cosa stiamo parlando? Di niente, di propaganda. Sì, in questo caso sì, glielo dico, Consigliere Vignale, ma prima di arrivare al tema costituzionale. Io sono d'accordo con lei: chi si è rivolto nei suoi confronti dicendo che è solo un problema di competenze, secondo me sbaglia, perché ci sono culture politiche diverse davanti. Però vorrei farle notare che la vicina Lombardia ha fatto una legge regionale come quella che propone lei, la Lombardia è anche un po' più grande e, tra l'altro, i casi di cronaca sono successi lì. Lei sa, dal 2015 a oggi quanti cittadini hanno utilizzato il Fondo della Regione Lombardia? Zero! È chiaro che esistono anche i punti, dal punto di vista costituzionale, che ci dicono addirittura che c'è un parere tecnico negativo.
Lo leggo, perché essendo relatore dobbiamo metterlo a verbale: "L'esame ha evidenziato che la Corte Costituzionale ha recentemente dichiarato l'illegittimità costituzionale della legge della Regione Liguria n. 11 2016" - andate a leggerla, è molto simile a quella del Consigliere Vignale "per disposizione analoga a quelle contenute della PdL n. 259 nella parte in cui disciplina il patrocinio regionale dei suddetti procedimenti. Con la sentenza 172/2017, la Corte ha ritenuto infatti che, attraverso regole che incidono sul patrocinio nel processo penale, la norma risulta funzionalmente servente rispetto a scelte in tema di sicurezza, per le quali le Regioni non hanno competenze essendo materia riservata della potestà legislativa". Inoltre, come ricordava il Consigliere Vignale, si prevedono già diversi interventi regionali di aiuto e assistenza delle vittime di reati, in particolare della legge del 2007 che norma alcune particolari vicende, come quelle della criminalità organizzata.
Pertanto, Consigliere Vignale - tra l'altro, avrà più forza di noi, anche se non sostiene il Governo Salvini direttamente - mi pare che il Parlamento andrà a esprimersi anche sui temi che, in parte, ha posto. Credo sinceramente che la normazione regionale non abbia bisogno di questo fondo non abbia bisogno di alimentare quella percezione e, ripeto, credo che dobbiamo stare anche un po' attenti a non rivolgerci verso un modello, che tra l'altro ha dei dati molto peggiori dei nostri sia sul tema della sicurezza sia della percezione, ma anche sui reati contro le persone e le cose.
Credo che converrebbe a tutti rimettere questa idea di fondo della giustizia privata in una fondina, che non fa parte della nostra cultura mediterranea e non fa certo parte della nostra cultura italiana. Per questo convintamente bocceremo il suo testo.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani, seconda relatrice di minoranza.



FREDIANI Francesca, relatrice

Rispetto a questo testo devo dire che, negli ultimi giorni, abbiamo fatto un po' mente locale anche con i colleghi e non siamo riusciti a ricordare quale sia stato il dibattito in Commissione. Forse perché non c'è stato un dibattito in Commissione. C'è stato qualche tempo fa, ma non è stato tanto sul merito, perché quando si vanno a toccare alcuni temi, c'è un po' una sorta di chiusura, di negazione del dibattito. Infatti, si vanno a toccare dei temi che sono sicuramente importanti, dei temi sentiti.
Prima il collega Grimaldi faceva riferimento al tema della percezione della sicurezza e si attribuiva un po' anche a una parte del Governo la responsabilità di aver accresciuto in questi mesi quella percezione di insicurezza. Questi ovviamente sono giudizi che stanno un po' alla sensibilità di ognuno, perché ognuno di noi può pensarla in modo diverso rispetto a quanto detto dal collega Grimaldi.
Tornando al testo, sicuramente si va a toccare un tema molto attuale, molto sentito. Il primo firmatario Vignale faceva riferimento ai reati che avvengono nella nostra regione e a quanto spesso vadano a colpire proprio quelle fasce di popolazione che più avrebbero bisogno di sostegno economico, tant'è che il testo dimostra una particolare attenzione verso gli over 65 e verso i cittadini in difficoltà economica.
Premettendo che si tratta di una proposta che va ad agire, come certificato dalla Corte Costituzionale, su temi che non sono di competenza regionale e che va a toccare anche un qualcosa che già è previsto (patrocinio gratuito), noi salviamo tutto quello che riguarda il sostegno economico a chi è vittima di criminalità. Questo sicuramente ci sembra un contenuto buono, che però non va a compensare quanto vediamo di non propriamente positivo nell'articolo 1, comma 2.
Considerando, tra l'altro, che, come ricordava anche il collega Grimaldi, è in elaborazione una norma nazionale, noi possiamo provare a proporre al primo firmatario di rinunciare a quel passaggio al comma 2 dell'articolo 1 nel momento in cui si va a prevedere il patrocinio nei procedimenti penali per la difesa dei cittadini che, vittime di un delitto contro il patrimonio o contro la persona, siano indagati per aver commesso un reato per eccesso colposo di legittima difesa. Quindi quel comma lì, a nostro avviso potremmo rimuoverlo dal testo.
Per il resto, ovviamente il tema della sicurezza è un tema sentito, non so quanto sia aderente o meno alla realtà. Comunque, vediamo cosa dice il primo firmatario rispetto alla nostra proposta prima di manifestare la nostra intenzione di voto.



PRESIDENTE

Le relazioni sono state svolte.
In discussione generale, si era prenotato il Consigliere Sinatora, che pu intervenire.



SINATORA Benito

Grazie, Presidente.
Leggo, così non sbaglio. Quelli che il nostro collega Grimaldi ha fornito per me sono dati "drogati" dal fatto che la gente non denuncia più. È inutile raccontarci "palle": la gente non va più a denunciare. Perché? Perché manca la certezza della pena.
Io vivo in un quartiere molto bello, molto lucido, dove stanno tutti bene San Salvario, quindi vi posso raccontare come si vive lì. I giudici tollerano la delinquenza comune, perché ormai la delinquenza comune non è più neanche un reato, ma un divertimento: vai lì, racconti e ti ridono pure in faccia.
Oppure, la derubricazione a reati bagatellari di scippi e rapine e gli insulti che vengono varati dalla sinistra hanno liberato i delinquenti questo poi ce lo dimentichiamo. Qui stiamo parlando di sicurezza, di certezza della pena, ecc., ma poi ce la prendiamo col Ministro dell'Interno perché è della Lega. Cos'è? Un delinquente, un assassino? Cosa siamo noi? Noi della Lega, cosa siamo? Io, va bene, sono qui unico contro 48, non mi vergogno: lo sostengo e condivido. Però, quando si parla di certe cose, dobbiamo non dire dati, ma parlare anche di quella che è la realtà. Viviamoli i quartieri, prima di parlare; viviamo sulla nostra pelle cosa vuol dire fare una denuncia e poi essere presi in giro o aspettare vent'anni. La certezza della pena significa quello: denunciare e avere il tuo diritto, avere la tua difesa.
Anche se sei colpevole, vieni colpevolizzato subito, non è che devi aspettare.
Quindi quando qui volete citare dei dati, okay; la realtà, però, è un'altra. Non coinvolgiamo il Ministro dell'Interno oppure il Presidente dei 5 Stelle, perché c'è un Governo che sta cercando di lavorare. Noi, come Regione, vogliamo fare le cose della Regione? Allora diamoci da fare perch questa Regione diventi autonoma, che possa deliberare lei certe condizioni.
È tutta la mattina che stiamo parlando di che cosa? A parte il progetto di legge che è stato approvato prima, però sui costi delle politiche lavorative disabili, sull'esistenza del problema che hanno un trattamento diverso da tutti gli altri, ecc.
Adesso qui se la sono presa con Vignale perché, essendo di centrodestra sembra quasi che tenga le parti della Lega. Ebbene, la Lega c'è, io ci sono, nel mio piccolo posso dire anche cose sbagliate, però state tranquilli che parlo per esperienza vissuta.
Quindi al collega Grimaldi volevo solo dire semplicemente che, prima di fornire dei dati, è meglio pensare anche ad altro, perché la realtà fuori di qui è diversa, molto diversa da quella che viviamo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
È del tutto evidente la delicatezza di un tema come quello della sicurezza che io declinerei però sin da subito come "sicurezze", cioè un concetto integrato di sicurezza. Spesso su questo tema così delicato si giocano campagne elettorali, propaganda, divisioni artefatte, distinzioni tra realtà e percezione, no? Quindi io credo che questo, come altri argomenti delicati, vada trattato col dovuto approfondimento.
Allora, noi oggi abbiamo all'o.d.g. una proposta di legge rubricata "Interventi a favore delle vittime della criminalità", che consiste di appena un articolo di merito (poi una è la norma finanziaria e una la dichiarazione d'urgenza), quindi mi concentro sull'articolo 1. L'articolo 1 effettivamente si suddivide in due parti: la prima è quella che tratta il tema del patrocinio gratuito erga omnes, cioè a prescindere dalle condizioni economiche della persona, nel momento in cui la persona dovesse essere indagata per eccesso colposo in legittima difesa, verrebbe comunque garantita nel patrocinio da parte di fondi regionali. E poi c'è una seconda parte che parla di interventi economici a favore delle vittime della criminalità, con alcuni indici di preferenza: l'età avanzata (oltre i 65 anni) oppure la condizione economica precaria.
Se noi togliamo l'articolo 2, immaginando di poter emendare, abrogando un comma e mantenendo in piedi il resto dell'articolo, l'impianto generale di questo articolo, a mio parere non acquista una efficacia o una positività né giuridica né politica. Se togliamo il comma 2, quest'articolo perde di qualunque innovazione effettiva, o di qualunque attività, e perde anche di mordente rispetto agli intenti del proponente.
L'articolo 2 non è in dubbio di legittimità costituzionale. Il comma 2 è palesemente incostituzionale, ma non perché lo dice il sottoscritto o qualche altro collega, ma perché sul medesimo articolo di legge di Regione diversa, cioè la Liguria, la Corte Costituzionale si è già espressa.
Sarebbe immaginabile che a distanza di un anno, ove fosse portata alla sua attenzione il medesimo testo, il responso non potrebbe che essere lo stesso.
È già stato ricordato che in quella sentenza non si è messo in discussione non si è rapportato il comma 2 o, comunque, questa formulazione di patrocinio gratuito, rispetto al tema dell'ordinamento penale, ma la Corte ha detto che una disposizione siffatta non introduce nuovi reati, non modifica il Codice Penale, dunque non è da quel punto di vista che è incostituzionale; è incostituzionale perché va a interessarsi, sia pur latamente e indirettamente, ma comunque in modo certo e sicuro, rispetto al tema di ordine pubblico e sicurezza, che è materia esclusiva dello Stato.
Sul perché va a interferire sulla materia dell'ordine pubblico e sicurezza è interessante leggere proprio la dizione riportata: "È dunque la ratio ispiratrice della disposizione a interferire anche con la materia ordine pubblico e sicurezza, attraverso il sostegno economico nel procedimento e nel processo. È infatti incoraggiato, o non scoraggiato in ambito regionale, il ricorso alla ragion fattasi".
Questa disposizione è la traduzione, in salsa piemontese, della liberalizzazione in materia di legittima difesa, che l'attuale maggioranza e l'attuale patto di Governo nazionale stanno cercando di portare avanti a livello nazionale, laddove la competenza costituzionale invece c'è.
Occorre poi vedere se l'attuale idea di riforma della legittima difesa, che renderebbe legittimo a priori e a prescindere qualunque reazione in caso di provocazione, comunque sia percepita, superi il vaglio di costituzionalità nel caso di un eventuale ricorso, ma di sicuro la formulazione di una disposizione come quella che stiamo analizzando, contenuta nel comma 2 lancia un messaggio ben chiaro alla comunità piemontese, in questo caso come era quella ligure nell'altro caso: reagite come meglio credete, perch quantomeno, dal punto di vista della difesa in giudizio, ci penserà la Regione.
Ecco, io credo che questo, oltre che avere dei profili di palese incostituzionalità dal versante regionale, è assolutamente da osteggiare sul versante politico più generale. Credo, anche se in questo non c'è una pronuncia, non essendoci ancora una legge statale in materia della Corte che ben difficilmente la Corte Costituzionale, laddove andasse in porto la riforma della legittima difesa che si sta propagandando e su cui si fonda il patto di Governo attuale (quindi non vede solo uno dei due partner, ma entrambi i partner del Governo attuale interessati a portare avanti quel provvedimento), potrebbe minare un principio cardine del nostro ordinamento costituzionalizzato: la proporzionalità della reazione rispetto all'offesa è il cardine su cui si regge il nostro patto di convivenza.
Caduto quel cardine, credo che, al di là delle ragioni morali ed etiche, la sicurezza, o la insicurezza che ne verrebbe fuori, sarebbe sicuramente peggiorativa per tutti.
Quei paesi in cui c'è libertà di utilizzo di armi sono paesi dove lì, sì, i dati sono chiari ed evidenti (e non so quanti reati vengono denunciati e quanti reati vengono consumati), ma il dato evidente è che l'insicurezza della comunità tutta, derivante dalla libera reazione a qualunque tipo di offesa, peggiora le condizioni di sicurezza di tutti (le armi spesso vengono rivolte contro persone che nulla hanno fatto).
A un certo punto, la mente umana e anche l'istinto possono portare a dei comportamenti assolutamente pericolosi per la tenuta del nostro ordinamento.
Pertanto, il comma 2, non solo è da contrastare nella legge regionale perché dal punto di vista delle nostre competenze non vi rientra, ma è anche ispiratore di un principio giuridico assolutamente negativo e da contrastare sul piano politico e della civiltà giuridica, con tutto il rispetto e la dovuta attenzione al dramma di chi vive effettivamente un'offesa o una violazione del proprio domicilio o della propria persona.
Viviamo tutti nel mondo - mi rivolgo al collega che mi ha preceduto - e ahimè, sappiamo benissimo che non viviamo nell'Eden o nel paese dove tutto è perfetto e dove tutti vivono sereni e tranquilli. Il dramma che molte persone vivono in alcuni contesti urbani, ma non solo urbani, è ben noto a noi, ma credo che interventi liberalizzatori in materia di legittima difesa non migliorino le condizioni di sicurezza dei più deboli della comunità.
Se noi togliamo il comma 2 dell'articolo 1, cosa resta? Restano alcune dichiarazioni di principio, suffragate da una norma finanziaria che, come spesso ci viene detto per le nostre iniziative legislative, sono ben poca cosa rispetto all'entità e alla delicatezza del fenomeno e ben difficilmente riuscirebbe a modificare la condizione di sicurezza della nostra comunità piemontese. È una disposizione monca e incompleta.
Dovremmo riprendere in mano una legge che questa Regione già ha - e magari sarebbe il caso di lavorare sul rifinanziamento di quella legge - credendo su un concetto effettivo e integrato di sicurezza. È la legge del 2007, la n. 23, il cui articolo 1, nelle finalità, declina il concetto di sicurezza a 360 gradi e mette in gioco non solo il cittadino vittima o le Forze dell'ordine, ma tutti quegli enti e quelle istituzioni che possono e devono contribuire al miglioramento delle condizioni di sicurezza delle persone.
"La Regione, in armonia con i principi costituzionali dello Statuto realizza, anche attraverso attività promozionali di sostegno, politiche locali per la sicurezza integrata delle città e del territorio regionale e per lo sviluppo di una diffusa cultura e pratica della legalità, tese a contrastare i fenomeni che generano sentimenti di insicurezza della popolazione e tesa ad aumentare la sicurezza reale", e poi declina questo principio nella costituzione di fondi, in un patto per la sicurezza nell'assistenza e aiuto a vittime di reati. Insomma, in tutti gli articoli di questa legge.
Credo che bene faremmo a eliminare l'approccio ideologico a un tema così delicato, valutare la sicurezza a 360 gradi, quindi sul lavoro, nelle condizioni di vita quotidiana, nelle politiche sociali e anche, ahimè nella situazione di vittime di reati. Dovremmo lavorare, a questo punto per attuare fino in fondo e finanziare una legge importante in vigore, che è molto più evoluta e completa di questo striminzito articolo 1, così come deriverebbe dalla cancellazione eventuale del comma 2 che, invece, è il vero principio ispiratore di questa iniziativa legislativa.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi in discussione generale? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intanto per dire che ho presentato un emendamento che vorrebbe cancellare il comma 2 dell'articolo 1. Questo solo per non dare scuse, e poi perch credo che il Parlamento nazionale interverrà nel merito.
Tuttavia voglio ricordare non tanto ai colleghi che, in realtà, non hanno non dico il coraggio, ma tentano di nascondersi dietro un profilo di incostituzionalità, che approvando l'emendamento presentato non vi sarà più, voglio ricordare, dicevo, che cosa prevede una norma semplice.
È una norma che noi riteniamo semplice, di buonsenso, che nasce da un po' di pragmatismo e non da quella distanza siderale che il centrosinistra tende ad avere sempre di più con i cittadini piemontesi, a partite dal titolo, "Interventi a favore della criminalità", alle finalità: garantire assistenza legale e contributi utili ad affrontare emergenze economiche nell'individuare i beneficiari, persone con più di 65 anni, o in difficoltà economica.
Non soltanto si vede che vi è una distanza fra il mondo reale e, in molti casi, quest'Aula rispetto a quella che viene definita percezione di insicurezza, ma vi è una distanza siderale rispetto ai dati. I furti nelle principali abitazioni, per blocchi di cinque anni - dati ISTAT - passano dall'1,1% all'1,8%: aumentano dello 0,9 I furti in abitazione secondaria passano dallo 0,3% allo 0,7%. I furti di oggetti esterni all'abitazione passano dallo 0,9% all'1,3%. L'ingresso abusivo nell'abitazione principale passa dallo 0,3% allo 0,6%. Il vandalismo contro l'abitazione passa dall'1,4% all'1,5%. Il vandalismo contro gli animali passa dal 2,6% al 2,7%. Diminuiscono i furti di automobili e di moto, diminuiscono i furti di ciclomotori, aumentano quelli di biciclette.
Al di là di un numero complessivo di dati che, ricordo che nel 2017, in questa città, nel capoluogo piemontese, le denunce sono state 136.000: Torino ha avuto un numero di denunce superiore a quello di Napoli. Tanto per fornire un dato rispetto al fatto che l'insicurezza è solo percepita in realtà noi viviamo in un sistema sicuro. Potrei dire che negli ultimi mesi sono aumentati gli arresti, ma non mi interessa. Anche a fronte di una maggior presenza e di un numero più significativo di arresti abbiamo comunque, un numero di reati che è assolutamente significativo.
Questa legge vuole dare una risposta semplicissima e banalissima a tutte quelle persone che hanno subito un reato, quasi sempre, da un punto di vista psicologico ed economico, devastante: il furto in abitazione, il borseggio, l'ingresso all'interno dell'abitazione principale, il furto di automobili e quant'altro. Vuole dare una risposta semplice garantendo la possibilità di avere un ristoro economico, in particolar modo per le persone in maggiore difficoltà, e un'assistenza legale per chi non pu accedere al patrocinio gratuito perché arriva fino a 10.000 euro, ma è certamente in una situazione di difficoltà economica.
Il pensionato che guadagna 800-900 euro al mese netti non può accedere al patrocinio gratuito - poi qualcuno lo dirà al collega Grimaldi - e non è un soggetto che si può permettere un avvocato, ed è una persona che ha certamente dei problemi di carattere economico.
Questa tende a essere una norma di realtà. Capisco che nella discussione che si è ingenerata si è fatta tutta una grande dissertazione come quella del collega Appiano sui principi costituzionali, sullo stravolgimento del nostro patto fondativo e quant'altro, ma in realtà si tratta di dire sì o no alla volontà di sostenere chi è stato vittima di un reato.
C'è una legge regionale che garantisce già questo? In parte. È stata finanziata all'interno di questo bilancio? No. Abbiamo appena esaminato le tabelle e non c'è un euro a fronte della legge n. 23/2007. Tutto lì, niente di più e niente di meno.
Esistono persone che, invece, beneficiano di tutela legale e di tutela economica all'interno della nostra regione? Si. Alcune di queste, molto probabilmente, meriteranno questa tutela. Rilevo soltanto che sono non soltanto donne vittime di violenza, ma vi sono donne vittime di tratta, vi sono rifugiati, secondo i dati che ha comunicato qualche settimana fa l'Assessora Cerutti.
È sbagliato aiutare queste persone? Non penso. È sbagliato aiutare solo queste persone? Certamente sì.



PRESIDENTE

Ci son ancora Consiglieri che desiderano intervenire in discussione generale? Possiamo considerare conclusa la discussione generale? Passiamo all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 1) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Come ho detto in discussione generale, l'emendamento all'articolo 1 intende cassare il comma 2, che è il comma più suscettibile, l'unico che ha profili d'incostituzionalità. Cassando il comma 2 dell'articolo 1 noi avremmo una norma da approvare o respingere, non importa, che però non ha alcun profilo d'incostituzionalità. Come tale, l'espressione di voto su quella norma è solo ed esclusivamente una valutazione di carattere politico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Evidentemente, il mio voto sarà favorevole rispetto all'abrogazione del comma assolutamente incostituzionale, fermo restando che quando verr chiamato a votare l'articolo, così come eventualmente modificato, il voto sarà contrario per le ragioni espresse nell'intervento precedente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Appiano.
Il numero legale è 25.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 1, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Pertanto, decade l'intera proposta di legge.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



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