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Dettaglio seduta n.388 del 29/01/19 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 9.47 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Pesca

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 2465 presentata da Andrissi, Bertola, Bono e Valetti, inerente a "Recente sentenza della Corte Costituzionale sull'immissione della trota iridea, specie alloctona. La Regione adegui la normativa"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 2465.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Abbiamo citato la sentenza della Corte Costituzionale, che noi crediamo importante, perché sancisce una norma fondamentale, ovvero che vi è una competenza nazionale e che le specie alloctone non possono essere immesse nell'ambiente vegetale e animale, perché creano delle problematiche sulla biodiversità presente nel nostro ambiente. Nell'interrogazione in oggetto noi ci riferiamo specificatamente alla trota iridea.
Siamo in un paradosso, perché la normativa regionale ci dice che la trota iridea non è in grado di riprodursi nell'ambiente naturale e quindi diamo il permesso a "lanciarla" nell'ambiente naturale. A mio parere, e credo che sia il parere anche della Corte Costituzionale e della norma nazionale, se una specie è alloctona, ciò è tanto più dimostrato dal fatto che non è in grado di riprodursi autonomamente nell'ambiente naturale. Ovvero, è una specie che va a limitare la biodiversità perché, quando immetti una specie alloctona, è ovvio che andrà a occupare nicchie ecologiche che dovrebbero essere occupate da specie presenti naturalmente nell'ambiente, quindi è una specie che attenta alla biodiversità piemontese delle specie acquatiche, ma non solo. Sappiamo che si nutre anche direttamente delle uova della trota fario, quindi un antagonista diretto, oltre che ovviamente un antagonista per occupazione di nicchie ecologiche.
Noi crediamo che sia una questione di buonsenso - considerando che gli incubatori, come mi risulta, siano finanziati con soldi pubblici prevedere che, in qualche modo, non si vada a immettere questa specie che di sicuro, non è neanche minimamente inseribile tra l'elenco delle specie autoctone. Questo è un dato certo e ovvio, perché, non essendo in grado di riprodursi naturalmente nel nostro ambiente, non vi è alcuna incertezza.
Chiediamo all'Assessore di sapere se la Regione abbia intenzione di aggiornare la disciplina regionale, al fine di eliminare i contrasti con la propria e a risolvere il contrasto con il livello nazionale e le direttive europee sull'immissione della trota iridea.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la risposta.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Presidente; grazie, Consigliere Andrissi.
Naturalmente le consegnerò la risposta scritta che mi sono guardato anch'io, perché sul tema della trota, tra tutte le tipologie, abbiamo già discusso ampiamente nell'approvazione del Piano ittico regionale.
La risposta si può riassumere in questo modo. Noi stavamo lavorando a uno schema di regolamento, ma la Conferenza Stato-Regioni, nel 2018, ha approvato uno schema di nuovo regolamento che dovrebbe poi sfociare in un decreto del Governo del Ministro dell'Ambiente che darebbe, comunque, la possibilità di immissione di specie alloctone in alcuni contesti. Ragion per cui aspettavamo che fosse approvato questo decreto per fare un regolamento che fosse in linea con le direttive ministeriali.
Nella risposta troverà anche scritto che già l'anno scorso abbiamo attivato, insieme all'Università, un lavoro fatto con gli incubatoi per lavorare sulle specie autoctone e per l'immissione al ripopolamento per quanto possibile.
Questo è quanto mi dicono gli Uffici.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.52 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(Alle ore 10.01 la Vicepresidente Motta comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.31)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Chiedo l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno inerente a "Sostegno alle proposte di legge volte alla tutela dei marchi storici italiani" primo firmatario Consigliere Ottria.
In particolare, però, chiedo anche all'Aula, visto che l'oggetto è non solo il tema delle delocalizzazioni, ma, a partire dal caso Pernigotti, la richiesta al Governo e al Parlamento di affrontare tutto il tema della tutela dei marchi, se vi è la disponibilità, magari più avanti nella seduta di Consiglio, non solo a leggere il testo, ma magari anche votarlo, poich la vicenda è molto urgente.



PRESIDENTE

Va bene, questo lo vedremo.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente all'iscrizione all'o.d.g.)



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Ferraris, Molinari e Pentenero.
Non è presente l'Assessora Parigi.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 22 2019.


Argomento:

d) Variazione composizione Commissioni consiliari


PRESIDENTE

Comunico che, a seguito dell'adesione della Consigliera Stefania Batzella al Gruppo consiliare dei Moderati, si è proceduto - preso atto della nota del Presidente del Gruppo consiliare Moderati, Maria Carla Chiapello - alla variazione della composizione delle Commissioni consiliari: la I, la III la IV, la V e la VI, e della Commissione consultiva delle Nomine.


Argomento:

e) Comunicazioni della Giunta regionale


PRESIDENTE

In merito alla richiesta di comunicazioni in Aula da parte del Consigliere Segretario Bertola relativamente al Parco della Salute, della Ricerca e dell'Innovazione di Torino, con particolare riguardo alle ricadute sul numero dei posti letto, la Giunta regionale si è resa disponibile a fornire in apertura della seduta le informazioni e le comunicazioni.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 15 gennaio 2019.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Parco della Salute, della Ricerca e dell'Innovazione di Torino"


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta, per le comunicazioni in merito a "Parco della Salute, della Ricerca e dell'Innovazione di Torino", con particolare riguardo alle ricadute sul numero dei posti letto.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

È stata chiesta una comunicazione sui posti letto del Parco dalla Salute.
Parliamo di questioni che non sono proprio nuove: il Consiglio regionale in diverse occasioni (parecchie occasioni), giustamente, ma anche le Commissioni e il dibattito pubblico in questi anni si sono soffermati su questi aspetti.
Si vuole un'informazione, cosa cui provvederò doverosamente, però non possiamo non partire (credo sia utile per tutti) e ripercorrere la strada che ci ha portati a questo grande progetto del Parco della Salute di Torino.
Mi pare che in questa fase finale, dopo che i gruppi dirigenti (parlo di quelli politici) si sono resi conto dell'importanza di questo tema, per motivi diversi, si stiano attestando più su questioni particolari, non proprio finalizzate a leggere nella complessità il progetto che abbiamo individuato.
Abbiamo iniziato subito a parlare della Città della Salute all'inizio del nostro mandato (ricorderete perfettamente) e credo che le opposizioni qui presenti sappiano perfettamente che di questo tema si è parlato già parecchi anni fa. Sfogliando la rassegna stampa degli anni passati, quando sedevo qui in quest'Aula, c'era un'indicazione molto precisa dell'allora Assessore D'Ambrosio, che mi annunciava che il Parco dalla Salute (allora veniva chiamato "Nuova Molinette", era il 1996-97), nel giro di cinque-sei anni sarebbe stato pronto. La stessa cosa mi ripeteva il Presidente Ghigo quando sollevavo i problemi della necessità di una nuova organizzazione ospedaliera, più protesa al futuro che alla conservazione dell'esistente un'organizzazione ospedaliera che era avvenuta in quegli anni non tanto per esigenze finalizzate a garantire la salute, quanto, come abbiamo visto senza programmazione - più finalizzata a garantire interessi particolari che possono essere elettorali o diversi.
Pertanto, quando noi abbiamo iniziato, abbiamo constatato, come Regione che bisognava seguire una strada diversa: innanzitutto, una strada che guardasse al futuro. Abbiamo incominciato a censire le grandi eccellenze che abbiamo nella Città della Salute, che non sono sicuramente poche e che sono vere eccellenze note al resto d'Italia. Abbiamo incominciato anche a leggere attentamente i seri problemi strutturali che hanno ancora gli ospedali della Città della Salute.
Abbiamo incominciato a calcolare i costi per l'adeguamento della struttura in modo adeguato alle norme di sicurezza: 366 milioni (parlo del 2014) per fare, come qualcuno ha detto, un "taccone", perché s'interviene su una struttura vecchia. Abbiamo incominciato a calcolare i costi di manutenzione annua di quelle strutture, tutte vetuste: 20 milioni all'anno. Abbiamo calcolato i costi di gestione pubblici derivanti da una dimensione eccessiva, dove la quantità di metri quadri per posto letto è il doppio di quella necessaria: altri 20 milioni. Attualmente, nella Città della Salute ci sono 250 metri quadri a posto letto, mentre gli standard oggi presenti sono di 130 metri quadri a posto letto. Non bisogna essere degli scienziati per capire cosa questo vuol dire in termini di riscaldamento raffreddamento, ristorazione, organizzazione e logistica.
Sostanzialmente, siamo partiti da questo dato: se non si fosse intervenuti immediatamente, finita la discussione di tutti i progetti che erano stati presentati negli anni (i diversi tipi, alcuni rispondenti alle esigenze sanitarie all'interno delle Molinette, altri a esigenze di riorganizzazione urbanistica), saremmo stati complici anche noi di un errore che è stato commesso in passato, sapendo che ci sono almeno 50 milioni di spese e di soldi buttati via. Vuol dire che, negli anni, chi ha diretto questa Regione in modo consapevole - non con negligenza, ma consapevolmente - ha buttato via 50 milioni all'anno. Fate il conto di cosa significano 50 milioni all'anno in termini di personale e vi renderete conto di che cosa stiamo parlando.
Abbiamo proceduto, ed è opportuno riprenderlo, a intervenire con un certo pragmatismo per velocizzare il percorso, proprio per non essere complici degli sprechi che ci sono stati. Abbiamo dato un mandato preciso all'Università - parliamo di un'azienda universitaria - con il mondo dei professionisti, le competenze professionali in materia sanitaria, gli uffici regionali e li abbiamo invitati a lavorare velocemente (era la fine del 2014) sull'idea di una nuova struttura ospedaliera.
Abbiamo però dato un mandato preciso. Siccome abbiamo delle eccellenze e le eccellenze non si perpetuano nel tempo, bisogna guardare al futuro, perch i professionisti, i più bravi, guardano al futuro della sanità, non guardano al passato. E gli abbiamo dato un mandato, cioè di tenere conto di quello che stava avvenendo e che sta avvenendo nel resto del mondo per avere delle strutture efficienti, in grado - l'obiettivo era questo - di valorizzare le competenze professionali.
È stata una nostra ossessione: le competenze professionali che abbiamo nella Città della Salute sono delle competenze che, per fortuna, oggi ci sono, perché si tratta di professionisti molto legati al territorio e alla nostra città, ma non è detto che questa passione possa riguardare anche chi arriverà dopo. Sappiamo perfettamente che in sanità c'è una grande competizione per quanto riguarda il personale. Per questo abbiamo voluto in qualche maniera, dare un segno con un certo pragmatismo, come dicevo, ai nostri professionisti con un percorso che abbiamo ritenuto - io lo sintetizzo così - sia un atto di fiducia nei loro confronti sia un invito a restare, perché il futuro della sanità in Piemonte doveva essere diverso in quanto abbiamo delle eccellenze.
Abbiamo detto a chi ci ha lavorato di tenere conto di un elemento che contraddistingue la Città della Salute rispetto ad altre strutture ospedaliere, non soltanto qui in Piemonte, ma anche in Italia. Al di là delle attività ordinarie, tutti quanti conosciamo e leggiamo che cosa capita nella Città della Salute e molto spesso ne siamo orgogliosi. La cronaca è piena di interventi complessi con risultati unici in Italia.
Questi risultati si sono ottenuti e si ottengono perché nella Città della Salute i nostri professionisti hanno iniziato a lavorare insieme, quindi con attività multidisciplinare, e hanno affrontato problemi complessi grazie a questa grande capacità di lavorare assieme. Tutti, dal grande chirurgo al grande anestesista al grande cardiochirurgo: lavorare assieme.
Questo è il futuro della medicina e della sanità e abbiamo lavorato proprio per dare questa fiducia ai nostri professionisti, il tutto finalizzato a garantire il futuro della sanità piemontese.
Chi ha lavorato su questi temi ha scoperto che i modelli di riferimento per quanto riguarda una sanità con queste caratteristiche (complessità ed eccellenze), si possono ottenere soltanto nella misura in cui si ha la capacità - cosa che poi abbiamo sviluppato - di mettere assieme un polo ospedaliero di alta complessità, un polo didattico, un polo di ricerca clinica e traslazionale, una ricerca tecnologica e ingegneristica. È avvenuto così in alcuni Paesi europei, è avvenuto così nel resto del mondo dove ci sono le punte più avanzate. In questo modo si valorizzano le eccellenze e quando parliamo di ricerca legata alla sanità, sappiamo il valore che questo ha anche per quanto riguarda le nuove generazioni, per smetterla, come politica, di lamentarci molto spesso della fuga dei cervelli.
Se vogliamo evitare le fughe dei cervelli, bisogna creare, anche per quanto riguarda la sanità, delle occasioni dove si metta assieme la sanità complessa, di eccellenza, con il polo della ricerca e innovazione. Non per nulla, questo progetto è accompagnato anche da altre risorse relative alla ricerca e sull'innovazione.
Questo è quello che abbiamo fatto. Abbiamo iniziato a preparare gli studi di fattibilità, abbiamo lavorato intensamente per arrivare al progetto di fattibilità. Ricordo qui la discussione, per evitare di ripetere cose che sono note, ma siccome mi pare che non sempre la memoria accompagni anche le riflessioni politiche, sappiamo perfettamente che, da parte di qualche Gruppo di opposizione, ci è stato detto che il finanziamento deve essere pubblico. Dal momento che finanziamento non ce n'era, continuare a dire finanziamento pubblico voleva dire non fare assolutamente nulla; voleva dire sostanzialmente - lo ripeto, perché l'abbiamo detto in diverse occasioni - in qualche maniera marchiare il futuro della sanità, un futuro legato alla media e alla bassa complessità. Lo dico a chi ha sostenuto "occorre il finanziamento pubblico, aspettiamo": questo non era possibile.
E abbiamo scelto la strada del partenariato pubblico-privato anche con una certa convinzione, sul valore di una collaborazione con il privato.
Viene fuori il progetto del Parco della Salute, un progetto che ha la caratteristica di mantenere, all'interno del Parco della Salute, l'alta complessità. In tutti gli ospedali c'è l'alta complessità e poi c'è l'attività ordinaria, l'attività di media e bassa complessità. Se vogliamo questo obiettivo generale, dobbiamo tenere l'alta complessità, mentre per la media e bassa complessità va trovata una giusta collocazione per garantire la sicurezza, ma non insieme all'alta complessità.
Devo dire che questo non è un motivo banale, perché ci commuoviamo giustamente quando a una bambina viene ricostruito il pancreas, e lo vedo da cosa viene scritto sui social. Ci commuoviamo per i grandi risultati. Ma possiamo anche dire che questi risultati possono aumentare, per quanto riguarda la cura di pazienti che hanno bisogno di interventi di alta complessità? E non fare una barriera, perché anziché dedicarci all'alta complessità, ci dedichiamo alla media e alla bassa complessità quando questa può essere fatta altrove? In sostanza, l'alta complessità concentrata soltanto nelle strutture del Parco della Salute consente di dare una risposta maggiore alla cura di pazienti difficili e complessi. Questo è il tema. Pensare una cosa diversa vuol dire, di fatto, che si rinuncia, magari per un ancoraggio al passato di dare quelle risposte. Il numero dei posti letto - poi dirò qualcosa di più preciso - è collegato a questa scelta, non è la somma di quattro ospedali: lì è il Parco della Salute, che vuol dire l'alta complessità. Io sfido chiunque a ritenere che questa sia una scelta sbagliata sul piano sanitario. Questo è il tema. Poi dirò sul resto, per quanto riguarda i posti letto.
Allora, ritengo che su questa vicenda vada innanzitutto fatta qualche precisazione per quanto riguarda i numeri. Nello studio di fattibilità del Parco della Salute, che era basato sui dati del 2012 (perché abbiamo iniziato nel 2014), i posti letto complessivi risultavano 2.411. Oggi i posti a disposizione sono 2.155; di questi, quelli realmente utilizzati sono 1.900. Il Parco della Salute, della Ricerca e dell'Innovazione ospiterà, come vi dicevo, l'elevata complessità attualmente presente nei quattro presidi dell'Azienda Ospedaliera Universitaria.
A pagina 59 dello studio di fattibilità (lo leggo, perché non sempre le letture dei documenti vengono fatte in modo completo) è scritto: "Dal momento che la nuova struttura dovrà concentrarsi rispetto all'attuale sull'alta complessità, è naturale che i trasferimenti di attività verso le Aziende sanitarie dell'Area metropolitana riguarderanno soprattutto l'attività a minore complessità". Era già scritto nel 2015.
Continua: "Ciò, peraltro, consentirebbe ad alcune altre Aziende di attivare funzioni oggi non svolte, ma che assicurerebbero necessariamente alla popolazione delle risposte vicino al proprio territorio". Era scritto così: pagina 59 dello studio di fattibilità.
In quella pagina 59 si fa riferimento anche a un'assurdità, in modo particolare sulla Pediatria: il San Giovanni Bosco non ha Pediatria e non ha Ginecologia. Allora il ragionamento era stato fatto anche in questa funzione: di trasferire la media e bassa complessità nelle zone della città dove vi è una necessità. È banale questo? Cioè non era soltanto un tema legato a un problema organizzativo, ma una risposta adeguata e coordinata alle esigenze di un territorio che non sempre ha delle soluzioni adeguate.
In questo quadro, sempre nel documento, a pagina 60 è scritto (anche questo ignorato): "Considerando l'analisi dell'attività effettuata, nell'area del Parco della Salute si ritiene che il fabbisogno di posti letto è di 1.490 posti: 450 nell'attuale presidio riconvertito del CTO e 1.040, di cui 70 posti tecnici, nel futuro nuovo ospedale derivante dalla funzione di presidio". Quindi ci sono dei punti di ancoraggio forti: l'alta complessità, il trasferimento nel CTO di alcune parti e poi il resto (è scritto) nelle strutture e nelle Aziende ospedaliere dove c'è una domanda.
Lo schema, mi pare, regge perfettamente.
I posti letto sono questi. Credo che la scelta di dedicarci all'alta complessità sia una certa etica, perché problemi complessi della salute ce ne sono tanti e non sempre tutte le strutture ospedaliere sono in grado di poter dare le risposte. Allora è opportuno, non soltanto per gli interessi regionali, ma anche per interessi nazionali, che chi ha a cuore il sistema pubblico sappia che il sistema pubblico deve attrezzarsi per fare l'alta complessità, che non può essere soltanto una prerogativa - altrimenti non fare nulla vuol dire questo - dei gruppi privati.
Noi siamo orgogliosi di aver fatto questa scelta, non soltanto perché siamo in competizione, ma soprattutto perché offriamo una qualità addirittura più elevata rispetto a quella che viene fornita dai grandi gruppi privati italiani, vicini e lontani. Mi pare che questo voglia dire anche difendere il sistema sanitario pubblico.
Regina Margherita. Anche qui va fornito qualche elemento di chiarezza rispetto alle interpretazioni faziose e non vere, che in ogni caso dimenticano il dibattito: c'è una sorta di dimenticanza delle cose dette qui in Aula. I posti letto indicati nello studio di fattibilità del Parco della Salute-Regina Margherita, basato sui dati del 2012, sono 286. I posti letto realmente utilizzati da due anni a questa parte sono 190.
Nello studio di fattibilità del Parco della Salute i posti letto sono complessivamente.
Su questo, se non la smettiamo di dire cose non vere, che creano preoccupazioni, è chiaro che qualcosa bisogna fare. Per avere informazioni vere, è importante non farsi guidare da suggerimenti che magari possono provenire da chi ha esigenze diverse (la metto così, anche se qualche elemento e qualche indicazione l'abbiamo, ma la metto così).
Allora, leggendo i dati e le tabelle nella loro complessità, i posti letto per il Regina Margherita sono 140: 90 per la degenza e 50 nell'area degenza critica, terapia intensiva e subintensiva. Allora il tema è: 190 posti sono quelli attualmente utilizzati e 140 quelli che risultano dei numeri indicati nel documento. Quindi il tema dei 50 posti vuol dire che, nel momento del dimensionamento, si è ritenuto che 50 posti non fossero di alta complessità, anche perché il Regina Margherita è noto: vado al Regina Margherita perché c'è l'alta complessità e perché c'è un nome importante un brand importante.
Questi 50 posti letto sono letto quelli di cui abbiamo anche in questa sede quando abbiamo detto: "Beh, un modulo da 25 può essere rinnovato nel CTO.
Tra due anni al Martini, perché i lavori sono in corso, ci saranno 50 posti letto in più". Si potrebbe anche aggiungere: "E se si ragionasse sul San Giovanni Bosco, no? Che non ha.". Queste sono quindi le questioni, cioè si fa un'operazione finalizzata non a impoverire il sistema, ma a rafforzarlo.
In più, come è emerso chiaramente ieri alla presentazione di un progetto della Città dalla Salute, io credo che qui bisogna recuperare e che abbiamo il tempo per poterlo fare. Io non ci sarò, ma avrete il tempo per poterlo fare, perché stiamo parlando di una cosa che capiterà tra sei o sette anni quindi c'è il tempo di fare una riflessione compiuta coerente con questi obiettivi: questo è il tema.
Probabilmente, qui c'è un limite che quest'occasione ci permette, forse, di superare: il limite sta nel fatto che si è determinata una separazione (tranne che per l'oncologia pediatrica) tra il Regina Margherita e il resto delle attività pediatriche.
Facendo un veloce giro di telefonate tra i Direttori, è emerso che anche le altre pediatrie - quelle del resto degli ospedali - sono importanti e ottengono risultati notevoli, perché oltre alle questioni ordinarie trattano anche casi di una certa complessità.
Se vi fosse, com'è logico, una sorta di rete della pediatria (peraltro, c'è il tempo per poterlo fare), dove si stabilisce che cosa deve fare il Regina Margherita e il resto? Secondo i Direttori, non è che ci sia affollamento nelle nostre pediatrie posso dire così? In ogni caso, probabilmente con qualche posto letto in più e con qualche intervento di carattere economico sono in grado di aumentare e di migliorare la loro attività. Questo è il quadro. Ci sono comunque sei anni di tempo per fare questo lavoro.
Volevo fare, però, anche qualche precisazione.
Nello studio di fattibilità, letto nella sua complessità, fatto di tante pagine (me ne rendo conto) e cresciuto attraverso documenti diversi e contestualizzati, si evince innanzitutto che nel Parco della Salute l'attività del Regina Margherita mantiene e manterrà la sua specificità.
Sono diversi i punti dove questo aspetto viene precisato. A pagina 60, per esempio, si legge: "L'area materna infantile va concepita come unità strutturale, in modo da salvaguardare le necessità peculiari".
Sono state riportate cose diverse. È stato letto quello che serviva per avviare una campagna elettorale (aspetto sul quale interverrò ancora). Ma c'è scritto proprio questo, ossia mantenere la propria specificità: se questo vuol dire che quella parte va al Regina Margherita, si chiami pure Regina Margherita! È stato scritto di percorsi di adulti insieme a bambini ma non è assolutamente vero! Si parla di percorsi diversi. Si parla di un pronto soccorso diverso.
Sono state dette delle cose assolutamente non vere, basta leggere questi documenti per rendersene conto (sono parecchie pagine): si legga tutto nella sua complessità.
Non è assolutamente vero che noi abbiamo deciso di vendere le aree o gli stabili che saranno un giorno liberati: non è assolutamente vero, collega Tronzano, si informi meglio e la smetta di dire cose non vere! Noi non abbiamo venduto assolutamente nulla. Conosco la sua osservazione, ma chi vende è la Regione Piemonte. Quando si vende un pezzo di edificio, viene autorizzato dalla Regione Piemonte.
A dimostrazione che non abbiamo venduto nulla, abbiamo redatto il quadro economico del Parco della Salute (il costo), dove non abbiamo inserito come entrata, la vendita degli immobili. Lo stesso Vicesindaco di Torino Montanari, sa perfettamente - ci siamo incontrati in diverse occasioni per parlare del futuro - che noi non vogliamo realizzare speculazioni su quelle aree. Ribadisco che si tratta di aree pubbliche e le vogliamo utilizzare insieme alla Città di Torino per creare strutture sociali e di tipo sanitario (non ospedaliero) in funzione dei bisogni nuovi, quelli che normalmente noi chiamiamo di tipo territoriale, che rischiano di essere soltanto declinati. Quindi non c'è nessuna vendita! Nessuna vendita.
Forse il Consigliere Tronzano si riferiva a un altro fatto: a un certo punto, quando si è deciso di dare un'accelerata a questo percorso, c'era la parte relativa all'edificio (la parte edile) e la parte relativa alle attrezzature (la delibera CIPE e l'accordo di programma prevedevano tutte e due le cose). Al momento di avere concretamente le risorse, ci è stato detto: "Oggi possiamo darle soltanto per la parte edile". Noi abbiamo chiesto: "E per la parte delle nuove tecnologie?". Ci è stato risposto: "Per questa dovrete aspettare il rifinanziamento della delibera CIPE".
Abbiamo quindi deciso di partire con la parte edile e abbiamo dato una garanzia, perché abbiamo degli immobili, come Regione Piemonte. Però posso assicurare il Consigliere Tronzano, che probabilmente di questo si dispiacerà, che proprio la legge di bilancio approvata le scorse settimane ha rifinanziato l'edilizia sanitaria per quattro miliardi e la prima cosa che sarà fatta - ho avuto contatti in tal senso con il Ministero - sarà finanziare quella delibera CIPE dei 100 milioni a disposizione.
Non solo. Se questo può aiutare per quanto riguarda il futuro, siamo riusciti a fare in modo che questi quattro miliardi siano ripartiti subito tra le Regioni in funzione della quota di accesso, in modo da conoscere le risorse che la Regione avrà a disposizione nei prossimi anni, per fare questa attività o per farne altre. È una cosa sicuramente non banale.
Queste sono le questioni più importanti. È certo che da parte nostra c'è non soltanto un desiderio. Abbiamo tentato - e ci riusciremo! - di evitare gli errori che sono stati commessi in passato, quando si è fatta la nuova struttura ospedaliera.
Quanto si decise di fare il progetto di Biella o di Verduno - pongo un esempio - possiamo dire che è stato fatto un qualcosa di straordinario, in termini di dimensionamento? Diciamo la verità! Perché prevalse una logica conservativa che mi pare venga espressa anche nelle considerazioni che ho letto e che ho sentito.
La logica conservativa stava esclusivamente nel fatto di non avere fiducia nella scienza, e ritenere che la degenza media fosse sempre la stessa! Guardate cos'era dieci anni fa la degenza media in ospedale e com'è cambiata oggi la situazione! Perché, per fortuna, c'è un setting di offerta e di cura più elevato, che consente di ridurre la degenza media.
Oggi l'assurdità è che, non avendo fiducia nella scienza e nell'evoluzione abbiamo un ospedale come Verduno che non sarà pieno, posso dire così? Anche a Biella sappiamo com'è la situazione. Possiamo dire che per due ospedali.
Un milione in più al mese a Biella perché è sovradimensionato (oltre ad altri problemi, come il riscaldamento e cose varie)? Un milione in più a Verduno, se non erro.



(Commenti fuori microfono)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Ecco, sette o otto, rispetto ai due.
Alla fine, sono altri milioni sempre del Fondo sanitario che, per una scelta antiscientifica (perché si tratta di questo), non sono stati utilizzati per rispondere alla domanda di salute, ma noi abbiamo guardato al futuro. La tendenza è questa.
Continuare a dire che i posti letto sono.
Il riferimento alla scienza penso che ogni tanto bisogna farlo, perché non sempre è un elemento centrale nelle valutazioni che vengono fatte. Questo è il quadro e concludo dicendo una cosa molto semplice. Qualcuno mi chiedeva quale sarà il motivo per cui questa questione emerga oggi, dopo quattro anni. Perché? È molto semplice, ma questo è un mio parere personale: credo perché le opposizioni, il Movimento 5 Stelle e il centrodestra non sono contenti - posso dire così - del risultato che abbiamo ottenuto in questi anni.



(Commenti fuori microfono)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

No, ma adesso vi dico.
Il centrodestra sa perfettamente e i Consiglieri pure, altrimenti li invito a una lettura interessante: li invito a leggere che cosa la Corte dei Conti ha scritto nel 2014 sulla sanità, il giudizio di parificazione. Invito i Consiglieri a leggere che cosa ha detto la Commissione Massicci nei tavoli di adempimento in quegli anni; invito a leggere che cosa aveva scritto un mio predecessore, l'ex Assessore Monferino, nel 2012. Non io, ma Monferino: la sanità è in stato fallimentare; nel 2012 è stato detto così.
La situazione che abbiamo ereditato era questa, Vignale, era questa: incapacità a governare un processo. Se non avessimo iniziato con il lavoro che abbiamo fatto, oggi avremmo ancora 15.000 persone in meno nel sistema sanitario. Abbiamo arrestato quel percorso, l'abbiamo arrestato e abbiamo mantenuto il numero dei dipendenti, sostituendoli e aumentandoli: negli ultimi anni, nella sanità, abbiamo avuto 400 persone in più rispetto al passato. Abbiamo bloccato una caduta verticale del sistema sanitario, che era nota; abbiamo avuto la capacità di risolvere i problemi e non per nulla abbiamo registrato, in questi anni, da parte del centrodestra una posizione contro tutto, contro l'Ospedale di Moncalieri, contro l'Ospedale del VCO contro il Parco della Salute. Cos'è questa se non conservazione? Inoltre, devo dire che alcune azioni sono state interrotte in quegli anni s'iniziò a parlare tra il 2000 e la passata legislatura, anzi ancora quella prima, di assistenza territoriale, Case dalla salute, eccetera. Ebbene, il centrodestra ha bloccato tutto, anche le innovazioni sulle Case, ha bloccato tutto. Le abbiamo fatte noi.
Anche il Movimento 5 Stelle non si è distinto per una capacità di guardare avanti: ha difeso tutto.



(Commenti fuori microfono)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

E via di questo passo.
Dopodiché, nonostante queste opinioni, oggi, la sanità piemontese - so che questo vi dispiace - per una certificazione del Governo, è la prima sanità in Italia nei Livelli Essenziali di Assistenza.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Consigliere Bono, quando vorrà la parola.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

È al primo posto dei Livelli Essenziali di Assistenza, in Italia. Prima del Veneto, prima della Toscana, prima della Lombardia e via di questo passo. È al primo posto.
Contemporaneamente, il mese scorso - credo che l'abbiate letto, ma poich questa cosa pare che bisogna distruggerla, mi permetto di sottolinearla il Piemonte è la prima delle cinque Regioni che il Ministero della Salute ha selezionato come benchmark.
Questo significa che il Piemonte è la Regione di riferimento per i costi standard e ciò vuol dire che, mettendo assieme queste due operazioni riconosciute dal Governo gialloverde - la interpreto in termini molto semplici - è stato riconosciuto che, nonostante la situazione disastrosa siamo riusciti a elevare il livello di servizi, altrimenti non saremmo primi, con maggiore efficienza ed efficacia. Siamo un punto di riferimento a livello nazionale. Capisco che è complesso riconoscerlo, però questo non è un elemento secondario.
In conclusione, si parla di questo, oggi, dopo quattro anni, perché abbiamo raggiunto l'obiettivo che ci eravamo dati; se ne parla oggi, perché siamo alla vigilia dell'avvio della procedura di gara d'appalto per il Parco della Salute: è questione di giorni. Stiamo facendo gli ultimi affinamenti ma nei prossimi giorni partirà. In noi non c'è soltanto il desiderio, ma pensiamo tutti quanti di aver fatto un lavoro straordinario guardando al futuro. D'altronde, siamo una coalizione di progressisti e bisogna guardare al futuro. Chi guarda al passato, sicuramente, si rassicura, ma vuol dire non tenere conto, per motivi diversi.
Poi ci sono i progressisti veri o finti: dire "chiediamo soldi pubblici e se non ci sono, aspettiamo" significa anche essere conservatori.
Certamente, abbiamo fatto un grande lavoro, ma c'è ancora da lavorare. Per quanto riguarda il futuro, evidentemente, sarà compito della prossima Amministrazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Per primo, ha chiesto la parola, in qualità di richiedente della comunicazione su questo tema, il Consigliere Segretario Bertona.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Chiedo anche l'apertura del dibattito su queste comunicazioni.
L'Assessore Saitta ha detto che, in passato, i soldi dei cittadini piemontesi sono stati buttati via.
Assessore, grazie per avercelo detto: lo sapevamo già. Il centrodestra e il centrosinistra, che hanno governato la Regione negli anni passati, hanno buttato via i soldi dei cittadini e questo è un fatto: centrodestra e centrosinistra, Giunta Bresso, Giunta Ghigo, Giunta Cota, eccetera. Il Piemonte è l'unica Regione del Nord a essere finita nel Piano di rientro.
Lo sapevamo già. L'Assessore Saitta ha giustamente ricordato anche i fallimenti delle Giunte di centrosinistra, della sua parte politica e noi lo ringraziamo per questo.
Da dove siamo partiti per dire che vogliamo fissare un punto fermo, che vogliamo parlare dei tagli dei posti letto? Siamo partiti, certamente anche come forza politica, ma, signori, gli stimoli sono venuti da fuori! Abbiamo ricevuto centinaia di messaggi di cittadini e di persone che si incontrano per la strada - non di conservatori - di persone preoccupate: i sindacati dei medici sono preoccupati, i sindacati degli infermieri sono preoccupati, non il Movimento 5 Stelle.
Tutto si può dire, tranne che il mondo sindacale sia completamente sovrapponibile al Movimento 5 Stelle, non mi sembra: mi sembra più il contrario. Spesse volte; non è un atteggiamento da condannare, ma mi pare che la tendenza sia più verso il centrosinistra. Per questo siamo preoccupati.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità (fuori microfono)

Leggetevi lo studio di fattibilità!



BERTOLA Giorgio

Sì, Assessore Saitta. Abbiamo fatto lo sforzo di leggere tutte le mille versioni che avete pubblicato e anche quelle che non si trovano proprio facilmente, perché oggi tutto è pubblicato. Oggi la differenza non si fa tra il pubblicare qualcosa e non pubblicarlo: bisogna vedere dove lo si pubblica, perché qualcosa può essere pubblicato e trovato facilmente, per qualcos'altro bisogna fare qualche giro in più e trovare qualcuno che ti invia un link, altrimenti non lo trovi.
Comunque abbiamo letto tutto, Assessore Saitta. Non si preoccupi! Sappiamo anche mediamente leggere: tra di noi, uno sa leggere, l'altro sa scrivere e tra di noi ci compensiamo.
È stato detto: "Si sapeva già". Il fatto che si sappia già non vuol dire che sia giusto, perché non è che se una cosa è risaputa diventa giusta, se è sbagliata: se è sbagliata, è sbagliata! Del resto, già noi fummo gli unici a proporre una serie di emendamenti alla delibera del Consiglio regionale riguardante l'edilizia sanitaria che trattava di posti letto trattava di posti letto per il Parco della Salute e trattava anche di quota pubblica nel partenariato pubblico-privato, quindi non ce lo siamo inventato adesso: l'abbiamo già detto mesi fa. Che poi fosse una proposta dell'opposizione ci sta, non è stata accettata da voi, ma non lo abbiamo scoperto adesso, lo dicevamo già allora. Piuttosto, siamo contenti che ci sia anche un mondo fuori dalla nostra sfera politica di Consiglieri regionali, di Consiglieri comunali, di attivisti e simpatizzanti che oggi se ne sia reso conto.
Allora, è vero o non è vero che la Città della Salute oggi assomma più di 2.200 posti letto? Si, è vero. È vero o non è vero che il nuovo Parco della Salute arriverà, tra bassa e alta intensità, a 1.490 posti letto? Sì, è vero. È vero o non è vero che c'è, quindi, un taglio di quasi 900 posti letto? Sì, è vero. Questo è un dato. È vero o non è vero che il numero di posti programmati per il Parco della Salute è inferiore al numero di posti letto programmati dalla DGR 1-600? Sì, è vero perché lì sono più di 1.800.
Signori, o venite in Consiglio e cambiamo la DGR 1-600, ma non la cambiate voi - perché sono finiti quei tempi in cui approvavate le delibere e poi portavate un "parerino" in Consiglio - oppure, considerato che siamo usciti dal Piano di rientro, fate una proposta di delibera, la discutiamo in Consiglio e forse viene approvata. Quindi, o cambiate la DGR 1-600, oppure state giocando con i numeri. I numeri sono quelli e li ha confermati l'Assessore Saitta.
È vero o non è vero che i posti letto per il polo materno-infantile diminuiscono? Sì, diminuiscono. Dove vengono recuperati? Non si capisce bene, perché, signori, non so se siamo contro la scienza - noi non siamo contro la scienza - ma forse qualcuno, qualcuno di voi, però, è contro la matematica. Abbiamo sentito la vostra conferenza stampa in cui avete detto che i posti letto vengono recuperati, ad esempio, nell'Ospedale Unico dell'ASL TO5. Non è vero, perché l'Ospedale Unico dell'ASL TO5, a oggi come studio, ha il numero esatto di posti letto programmati dalla DGR 1 600, vale a dire 460, che è certamente inferiore alla sommatoria dei tre ospedali attuali. Quindi c'è già una riduzione e prevede 460 posti letto non si recuperano lì. Tant'è vero che oggi avete già cambiato. Una settimana fa parlavate dell'Ospedale Unico dell'ASL TO5; oggi parlate del Martini e di altri ospedali; la prossima volta parlerete di altri ospedali ancora. A me sembrano un po' i "carri armatini" di Mussolini, che si spostano di qua o di là: a seconda del contesto in cui si parla, li spostate. La matematica certamente non è un'opinione, e poiché non è opinione, bisognerebbe anche cercare di essere, almeno su quello, un po' meno creativi.
Noi siamo venuti qua e non ci siamo opposti a tutto: abbiamo cercato di opporci alle cose che non vanno e abbiamo cercato di difendere i servizi sì - in questa legislatura come in quella passata.
Siamo conservatori? Non lo so. I cittadini sono conservatori? Non lo so, ma i cittadini pagano le tasse e vogliono avere dei servizi. Non sappiamo se ciò vuol dire conservare, innovare o essere contro la scienza, non lo sappiamo. Certo è che, forse, sulla vostra idea di progressismo siamo un po' prevenuti, perché abbiamo visto i disastri che avete fatto. Se era progressismo o no non lo sappiamo, ma i disastri sono lì a parlare per voi.
Sicuramente è progressista un grattacielo di 40 piani dove spostare i nuovi uffici della Regione, un palazzo autonomo dal punto di vista del caldo e del freddo, modernissimo, ma è lì. È il progresso, ma è lì fermo, con il cantiere e la gru, quindi, per ora, non siete stati capaci di finire un palazzo di 40 piani; vedremo in seguito. Il progresso sicuramente piace a tutti, ma quando l'opera viene finita e non si ferma a metà.
Abbiamo provato anche ad avanzare alcune proposte in questi giorni. Sì, è vero: abbiamo lanciato una manifestazione. Il 2 febbraio, alle 15, saremo in piazza Castello, davanti alla sede della Regione, a manifestare con dei fiocchi rosa e azzurri per la difesa di questi presidi, per la difesa del polo materno-infantile, per la difesa del CTO; non come ospedali, come costruzioni, come mattoni, ma come servizi.
Abbiamo anche avanzato una proposta. Abbiamo detto: proviamo a ragionare e ad arrivare almeno a 1.821 posti letto, che non sono una nostra invenzione ma quello che avete scritto voi nella DGR 1-600 che - ripeto - o la cambiate o è così. Proviamo ad arrivare ad almeno 1.821 posti letto? Come? Abbiamo fatto un calcolo, che può essere giusto o più o meno sbagliato. Voi avete detto 130 metri quadri a posto letto, noi abbiamo ipotizzato 120 metri quadri a posto letto, quindi ancora meno spazio; abbiamo calcolato che, con una spesa di 80 milioni di euro in più, si arriva a 1.821 posti letto. Come? Chissà! Magari provando sommessamente a chiedere se si riesce ad aumentare la quota del pubblico nel partenariato pubblico-privato.
Sappiamo che si può arrivare fino al 49% - oggi siamo al 30% - e la nostra proposta porterebbe a circa 41% il pubblico nel partenariato pubblico privato.
Scandalo! Conservatori! Guai! Non mi sembra: è una proposta. Ci sono quattro miliardi del Governo per l'edilizia sanitaria: possiamo provare a chiederlo? Proviamo! Nel riparto, vogliamo provare a chiederlo? Provare non costa nulla, al limite ci dicono di no e voi direte che il Governo del Movimento 5 Stelle è fatto da cattivi. Pazienza! Ce lo dicono tutti i giorni! Questi sono i fatti. Chiaramente, ci sono le opinioni politiche che possono essere diverse, però i fatti sono questi. Quindi, smettetela di dire che chi si oppone è contro la scienza, che è conservatore. Basta! Le abbiamo già sentite queste cose.
Siete preoccupati? Dite che la nostra paura è che qualcuno sia contento di quello che avete fatto, ma vedrete che i cittadini non sono contenti di quello che avete fatto! Vedrete bene che non saranno contenti di quello che avete fatto! Mi dispiace: siete partiti dai debiti, sicuramente, ma li avete contratti anche voi. Forse avete cercato di essere parte della soluzione, ma certamente eravate anche parte del problema.
Ne ho sentita un'altra: "Adesso non è il caso di tirare fuori queste questioni, perché gli investitori privati si spaventano". Noi preferiamo rispondere alle famiglie preoccupate, ai cittadini piemontesi preoccupati per i servizi, piuttosto che agli investitori privati.
Chiudendo, quando ho sentito parlare di investitori privati mi è venuta in mente la vignetta di Altan: un signore che ha un ombrello conficcato dove non vorrebbe e un altro signore dietro con l'ombrello. Il tizio dice "Tolga quell'affare da lì" e il signore con l'ombrello dice: "Impossibile provocherei la fiducia degli investitori internazionali".
Ecco: voi siete quelli, siete i signori con l'ombrello. Da anni, siete sempre stati quelli: l'ombrello proprio lo dovete togliere.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Assessore, ho due figli e ogni tanto con loro leggo fiabe e guardo film d'animazione, ma non credo a quello che c'è scritto e che vedo! Non so quale istituto abbia potuto individuare la Regione come primo soggetto per l'erogazione di servizi. Vi è un motivo, posto che questa è una delle tante valutazioni (ve ne sono molte altre profondamente differenti): certamente, la Regione Piemonte è la prima in Italia per numero di tagli. E allora, se una valutazione si fa da un punto di vista del risparmio della spesa, siamo sicuramente i primi; se si fa in termini di valutazione dei servizi, io la invito ad andare negli ospedali non avvisando il Direttore generale che le fa trovare l'ospedale perfetto e il personale che l'accompagna, ma un giorno a caso in un pronto soccorso, in uno di quelli che volete chiudere, in un pronto soccorso qualunque. Si renderà conto di qual è questa grande enfasi ed empatia che avete trasmesso ai cittadini sul tema della sanità.
Al di là di quest'aspetto, perché c'è un limite a ciò che si dice, prima di entrare nel merito voglio fare alcune considerazioni, perché le citerò poi nel mio intervento: la scienza, incarnata da operatori sanitari responsabili della sanità pubblica e quant'altro, è scienza sempre. Cioè non è che se un medico dice che la vostra operazione sulla Città della Salute è corretta, quello è uno scienziato e se un medico dice che cancellate il Regina Margherita, quello è un conservatore e vuole tutelare i privilegi, perché i privilegi si tutelano con tutti.
Io non ho mai visto una Giunta regionale che ha utilizzato i vertici di un'Azienda per difendersi. Ci si tutela da soli, non ci si tutela con i vertici di un'Azienda e i vertici di un ospedale, perché questo non è corretto. Ma hanno tanto valore le parole dette in conferenza stampa dai vertici della Città della Salute quanto quelle che dicono i medici, le associazioni, gli operatori. Non c'è uno più scienziato degli altri: sono a pari livello.
E allora, cosa prevede il vostro documento? L'abbiamo letto tutto ma peraltro, ho avuto il timore, in alcuni momenti, che non l'abbiate letto voi, perché quando in conferenza stampa avete parlato di 250 posti letto non so dove li avete trovati. È sufficiente andare nel vostro documento (a un certo punto l'Assessore citava le pagine, poi ha dimenticato di citarle), allegato alla delibera, nell'area donna-bambino, dove si dice chiaramente che per la degenza pediatrica ci sarà un padiglione di 90 posti letto. Ovviamente, a questi si sommano i 50 più i 50 posti letto che oggi sono presenti al Sant'Anna (quell'ospedale vicino al Regina Margherita!) e la somma di questo fa 190 e non 296.
Anche da questo punto di vista, non si gioca con gli atti. La DGR 1-600 è stata il totem di questa legislatura. Ciò che c'era scritto nella DGR 1-600 era un mantra che non poteva essere messo in discussione. E allora, vale ancora adesso, cioè il nuovo ospedale riduce i posti letto modificando la DGR 1-600. Se non viene modificata la DGR 1-600, come viene correttamente ricordato, la nuova Città della Salute ha 1.800 posti letto come minimo.
Perché siamo arrivati a questo? Perché voi avete fatto un ragionamento che non è sanitario, e poi lo dirò con parole non mie. Voi avete fatto un ragionamento sulla scatola, cioè piaceva - quando governava ancora il centrosinistra in Comune - quest'operazione di riempire l'area intorno al palazzo della Regione. Ricordo un incontro all'IRES, in cui io ero presente e lei no, anche se era stato invitato, dove si esponeva quest'iniziativa.
C'era il dottor Lorusso, che certo non fa parte dello schieramento che oggi in parte rappresento, a rappresentare il Comune di Torino.
Pertanto, avete ragionato sulla scatola e non su quello che sarebbe avvenuto. Cosa dice, per esempio, l'Ordine provinciale dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Torino? Io non so se siano dei terribili conservatori, ma dicono: "Occorre considerare alcune criticità, come, per esempio, la consistente riduzione dei posti letto dell'attuale Città della Salute, di difficile realizzazione per almeno tre motivi: le strutture ospedaliere esistenti sono nelle stesse condizioni di criticità strutturale e impiantistica degli ospedali della Città della Salute, sono sovraccariche e nella gestione territoriale delle medicina non si vede una strategia che permetta la gestione della cronicità a 360 gradi".
Dicono ancora: "Proprio per cercare di provare a condividere il più grande investimento in salute che questa Regione intende fare, sul quale non abbiamo alcuna contrarietà nel merito, bisogna evitare di sprecare soldi".
La Consulta delle professioni sta ricercando da tempo un fattivo confronto nel merito delle trasformazioni rispetto al Parco della Salute e al futuro delle attuali aree. Ha inviato ai primi di gennaio un documento alla Regione, è stata inviata una lettera di sollecito, ma a entrambe non è seguita risposta. Non è Gian Luca Vignale che vi ha scritto e cui non avete risposto, come è consuetudine fare, ma è il Collegio dei Medici.
Poi noi qualche settimana fa, come l'Assessore sa perché era presente abbiamo audito i medici del Regina Margherita all'interno della IV Commissione consiliare. Lo rammento, audizione richiesta dal collega Grimaldi, non richiesta dal centrodestra. Un medico della Città della Salute ha detto: "Il Parco della Salute prevede la cancellazione di questo ospedale e questo deve essere chiaro a tutti, cioè l'ospedale sparisce.
Sparisce e confluisce nella Città della Salute. Con che cosa? Con qualche modulo di Pediatria, con la sparizione completa della specialità. Il Parco della Salute prevede esattamente questo: un salto indietro di 150 anni".
Ovviamente non è un medico che vuole tutelare un presidio di assoluta eccellenza a livello italiano, è un medico che vuole tutelare i suoi interessi, perché nella logica di questa Giunta, se uno dice qualcosa contro di voi, tutela i suoi interessi; se, invece, vi difende, è uno scienziato.
Ma non solo. Arriva poi all'ultima considerazione, che è quella basilare quella su cui si sostanzia la nostra contrarietà. Voi ritenete che gli ospedali monospecialistici debbano essere superati, per creare degli spezzatini da mettere sul territorio. La logica dell'Oftalmico, la logica del Regina Margherita, la logica del CTO, la logica del Sant'Anna: più posti al Martini, l'ha detto lei prima, più posti al Giovanni Bosco.
Quindi, superiamo le eccellenze - il Presidente Chiamparino fa sì con la testa - superiamo gli ospedali monospecialistici per fare, invece, un servizio che garantisce più posti letto sul territorio.
Noi abbiamo un'idea completamente diversa: crediamo che gli ospedali monospecialistici debbano essere garantiti e mantenuti, perché hanno la capacità di curare, rispetto a tutte le patologie, meglio di altri. Perch vede, lei può raccontare quello che vuole, ma se uno non è un medico conosce tanto così come funziona la sanità. Sappiamo bene che ci sono notizie dai media (il grande trapianto, il grande intervento, eccetera), ma ci sono eccellenze quotidiane che sui media non vanno, ma stanno dentro al Regina Margherita, stanno dando al CTO, stanno dentro al Sant'Anna, stanno ancora oggi dentro all'Oftalmico. E non avete chiuso il pronto soccorso, e questo è l'ultimo tema, perché ho concluso il tempo a mia disposizione.
I quattro DEA dei quattro ospedali della Città della Salute sono tutti ospedali a rilevanza regionale: per la Neonatologia è il Sant'Anna, per la Pediatria è il Regina Margherita, per l'Oculistica è l'Oftalmico, per la Traumatologia è il CTO. Quindi, un motivo lo vorrà dire, non li abbiamo elencati solo noi, li avete indicati anche voi. Lì dentro ogni anno transitano più di 230 mila persone che vanno al pronto soccorso.
Allora, mi dovete dire come spiegheremo ai cittadini piemontesi, qualora anche esista un padiglione Regina Margherita nella Città della Salute, che lì i loro figli li possono portare solo se hanno una grande intensità. Se mio figlio sta male, prendo e lo porto lì. Poi voi cosa volete fare? Prenderlo e spostarlo con un'ambulanza in un altro ospedale del territorio? È evidente che è un progetto che non sta in piedi e che non funziona perché gli ospedali, come la legge Balduzzi dice, partono dai DEA e noi con questo progetto perderemo anche i DEA monospecialistici di quegli ospedali quelli per intenderci che quando c'è un grande intervento di traumatologia parte e va al CTO, non va da un'altra parte; quando c'è una grande emergenza neonatologica, va al Sant'Anna, non va da un'altra parte.
Questo è il vostro progetto, noi lo avversiamo fortissimamente e di questo siamo fieri.



PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo di rispettare i tempi, perché in questo momento ho nove richieste di intervento, e vi rendete conto che se tutti sforiamo non è possibile.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Amministrazione, Finanza e Marketing "P. Calamandrei" di Crescentino (VC)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola Amministrazione, Finanza e Marketing "P. Calamandrei" di Crescentino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Parco della Salute, della Ricerca e dell'Innovazione di Torino" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo il dibattito sulle comunicazioni rese dall'Assessore Saitta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con molta attenzione la relazione dell'Assessore alla sanità perché credo che le polemiche che ci sono state e la tensione mediatica che si è volutamente sollevata in questi giorni richiedesse una risposta accurata e lo ringrazio, perché è stata una risposta sincera.
Credo che bisogna fare la fotografia di dove si è partiti per capire dove siamo oggi. C'è tanto da fare ancora oggi, ma da dove si è partiti? Con una storia di fallimento, che è stata ampiamente certificata anche da chi l'ha preceduta. Credo che sia necessario far sapere che quella era la fotografia di partenza, piuttosto che fare il mugugno su dove non si è ancora arrivati, che è in pectore e bisogna arrivarci.
Ci sono state segnalate tutte le eccellenze delle quali il Piemonte e la sanità piemontese riesce a mettersi le medaglie e - credo che sia forse uno dei pochi elementi che condivido con il collega Vignale - mi piace menzionare tutte le eccellenze quotidiane, di tante vite che vengono quotidianamente salvate in modo ordinario, e sono migliaia. Credo che questo sia un valore aggiunto.
L'eccellenza è sempre un fatto clamoroso e straordinario che viene realizzato, ma credo che la eccezionalità che c'è stata nella nostra sanità piemontese si sia realizzata negli anni, proprio in questi anni di grandissime difficoltà, di grandissimi mugugni, di grandissimi sacrifici nel mantenere un livello costante che oggi permette alla Giunta, a tutti noi e al Piemonte di poter dire che siamo un riferimento. Le parole fallimento e riferimento si somigliano da un punto di vista di assonanza fonetica, ma credo che abbiano certamente un significato diametralmente opposto.
Credo che occorra fare anche una precisazione perché, quando si parla di ospedali monospecialistici, non bisogna confondere quella che può essere una struttura ospedaliera che guardava solo ed esclusivamente un senso o un organo (qual è la vista, qual è l'oftalmico), che però poi si estraniava completamente, soprattutto oggi che parliamo di complessità di casi dove c'è bisogno del diabetologo, del cardiologo e di tante cose. Loro si chiudevano nel loro bacino e facevano delle cose senza nemmeno avere il confronto culturale con gli altri, quindi ben venga il fatto che si vadano ad integrare delle cose.
Credo che i temi siano stati sempre tutti ampiamente sottolineati, ma sai collega Vignale, quando si va a discutere di un medico che ha bisogno di una consulenza e sta a parlare solo con sé stesso e con i suoi, credo che sia fortemente limitato culturalmente. Se ha voglia di stare in quella nicchia di chiusura, stia lì, ma credo che l'operatore pubblico debba erogare dei servizi validi anche per gli altri perché, soprattutto nell'oculistica, dove i temi comprendono una serie di patologie che sono quelle della cronicità e quelle dell'età avanzata, non si può prescindere da un professionista che faccia solo ed esclusivamente il suo mestiere indipendentemente dagli altri e vuole stare anche logisticamente lontano dagli altri per motivi che non ci ha ancora chiarito.
Te lo dice - se mi permette, collega Vignale - uno che quotidianamente deve confrontarsi coi colleghi di altre discipline, perché io, quando vado a operare, devo operare un paziente che avrà il diabete, la cardiopatia questo, quello e quell'altro, e dovrò consultarmi con loro, perché non posso andare sul tavolo operatorio se non ho una condivisione per dare la migliore risposta a quella persona. Se ci vado per conto mio, è un problema mio, ma dovrò rispondere a esigenze che forse non sono sanitarie. Questo credo che vada detto. Mi permetto di uscire da quello che è il ruolo di Consigliere e di tornare sul campo classico della mia attività, perché ci sono i livelli d'intensità che vengono registrati e a volte riusciamo a dare, grazie a questo, anche delle buone risposte.
Parlando di ospedali specialistici, andiamo su quelli più strettamente specialistici noti e che sono entrati nell'immaginario collettivo, che possono essere il gruppo del materno-infantile e quelli della traumatologia. Certamente sono esperienze che non vanno trascurate dimenticate o messe in un calderone comune, ma che esistono già nella storia anche in altre parti d'Italia. Senza andare tanto lontano, ma 30 40, 50 anni fa hanno costruito ospedali polispecialistici - oggi non si farebbero più e i policlinici universitari poliblocchi, da migliaia di posti letto, da 3.000-4.000 posti letto, non vengono più strutturati in questa maniera - dove dentro c'erano i blocchi del materno-infantile e i blocchi della traumatologia cosiddetta CTO, che va confrontata con altri.
Questo non significa togliere risorse al sistema.
È vero, Assessore, ha detto bene, a me della sua relazione interessa il fatto che è chiara l'idea di dove si voglia andare, è chiaro il percorso.
Poi ci potrebbero essere gli incidenti, possono esserci innovazioni variazioni, ecc.; io credo che quello che bisogna dare oggi è una risposta chiara, che sia un elemento di rassicurazione agli operatori, i quali possano invece, superati questi anni difficilissimi, avere la possibilità di lavorare con serenità e tranquillità, guardando al futuro, sapendo di avere una garanzia di sistema sanitario pubblico efficace ed efficiente, in grado di garantire loro di lavorare bene. Ma stavolta lo dico anche egoisticamente.
Questo permette al nostro utente, alla nostra persona, al nostro paziente che si rivolge in ospedale, in ambulatorio o nelle strutture di complessità maggiore (come si suole definirle) di avere la possibilità di sapere e avere certezza di una terapia che risponda a quel criterio che poi ci rende parametro di riferimento, perché se quello ce lo rende sullo standard medio credo che sia molto qualificante.
Guardate, io credo che bisogna fare un grosso lavoro anche sull'informazione. Le liste d'attesa sono lunghe: educhiamo noi medici questa volta a gestirle bene, perché mi risulta - ed è così - che per accesso alle strutture pubbliche non è che tu vai a prenotarti e in automatico sei ultimo della fila: tu vai a prenotarti in base a una richiesta di urgenza, di emergenza di una prestazione specialistica che viene filtrata a monte, per cui se il tuo medico di famiglia ritiene che tu sia programmabile, rischi di finire ultimo in una lista, poich probabilmente non hai carattere di urgenza e finisci dopo sei mesi; se per il medico mette un codice che entro 30 o 60 giorni devi fare quella visita tu la visita la fai in tutto il territorio della Regione Piemonte in 30 o 60 giorni, cioè non è che ti portano poi a 18 o a 24 mesi a causa delle liste d'attesa.
Esiste questa storia, questo falso mito delle lunghissime liste d'attesa ma in realtà sono gestibili e credo che, a oggi, esistono procedure che garantiscono a tutti i cittadini la propria emergenza e la propria urgenza sanitaria in base all'oggettività dello stato clinico e non del bisogno generale per cui si richiede un servizio.
È stato fatto notare come l'Assessore si sia giustificato dicendo: "Non abbiamo venduto niente e non è stato messo in vendita niente". Posso dire: e se pure fosse? Nel giorno in cui dovessimo immaginare che abbiamo delle strutture obsolete e abbandonate.
La invito, Assessore, a far fare un lavoro su quello che negli anni scorsi hanno fatto, soprattutto la Giunta precedente, nell'applicare una serie di chiusure che richiamavano riorganizzazioni territoriali: hanno utilizzato l'edilizia sanitaria per tenerla poi abbandonata e quindi oggi ci paghiamo non soltanto le strutture come Biella o altre che lei vede e dice "mi costa cento volte quello che serve!", ma abbiamo delle strutture costruite sapendo che nella riorganizzazione andavano poi chiuse come ospedali. Sono state chiuse e dovranno diventare Casa della Salute, sono letteralmente obsolete e abbandonate e noi là sopra ci paghiamo tutte le utenze e tutto quello che c'è da pagare, oltre le tasse comunali. Quella è una roba che è in carico al Sistema Sanitario Nazionale e su cui invito a fare un'ulteriore riflessione e approfondimento.
Dicevo, ma anche se avessimo venduto questi immobili? Nulla ci vedo di male, se il reinvestimento rimane in sanità. Glielo dico, guardi, in controtendenza rispetto ad alcuni che immagino pensino che occorra prendere sempre dal fondo delle tasse o da qualcuno che deve pagare, perché tutto è dovuto e comunque è gratis. Se abbiamo delle risorse, piuttosto che abbandonarle, gestiamole; se vanno gestite e c'è un interesse di qualcuno che ci aiuta a far rendere bene il nostro operato, va bene.
Concludo. Ci sarebbero tante cose da dire, però sull'indirizzo credo che sia corretta l'impostazione. Io sono incoraggiato non tanto dalla storia di quello che è accaduto perché ci sono molte cose da fare, ma dal fatto di avere la convinzione, dalla sua relazione, che c'è un percorso dove è chiaro che cosa si vuole fare e quindi dove si vuole arrivare.
Credo che il percorso sia corretto. Mi auguro che si abbia la forza di identificarlo, al di là di quelli che sono i portatori di bandiere e di colore, e di quelli che sono gli interessi particolari e individuali.
Ascoltiamo meno le sirene e - la cito testualmente - "alcuni suggerimenti".
Io direi, piuttosto, ascoltiamo meno "alcuni suggeritori", che a volte sono interessati per motivi che nulla hanno a che vedere con la sanità pubblica e con la collettività.
Piuttosto che sostenere la mia o la sua bandiera, cerchiamo di immaginare quale possa essere il percorso più idoneo, in grado di fornirci una sanità moderna (fra sette, otto o anche dieci anni) e adeguata a quelle che sono le istanze.
Un'ultima considerazione, proprio in ordine ai posti letto, perché bisogna porre attenzione ad un tema.
Molti anni fa, nel 1990, quando arrivai in Piemonte - io venivo da una scuola dove si operavano le ernie e in 24 ore si mandava a casa il paziente drammaticamente mi trovai in un ospedale come quello di Giaveno, gestito dal professor Ciccolini, dove per la stessa operazione il malato doveva stare rigorosamente a letto, senza alzarsi, sette giorni! Io stesso mi presi una "shampata" perché dopo 24 ore, per far urinare quel paziente, lo tirai personalmente giù dal letto. Il giorno dopo, apriti cielo!



PRESIDENTE

Consigliere Monaco, il tempo a sua disposizione è terminato.



MONACO Alfredo

Chiedo scusa, concludo.
È cambiato tutto da allora. Sono passati 25 anni: è cambiato il mondo ed è cambiata la sanità. Immaginare di avere quel numero di letti o quel sistema gestionale sarebbe anacronistico e pericolosissimo. Sprecheremmo delle risorse e in pochi anni si parlerebbe veramente di "fallimento", da cui non si potrebbe tornare indietro.
Presidente, mi consenta un'ultima considerazione. Credo che negli anni scorsi la sanità piemontese sia stata investita di un tema che a questa Giunta nessuno riconosce, quando sarebbe corretto farlo. Credo che la Procura abitasse più in Corso Regina che a casa sua, al Bruno Caccia.
In questi cinque anni, invece, credo che si sia dimenticata l'indirizzo di Corso Regina.



PRESIDENTE

Consigliere Monaco, deve concludere. Sono già trascorsi 12 minuti!



MONACO Alfredo

Semplicemente, forse non ne ha più avuto bisogno. Credo che questa sia un'ulteriore nota di merito.
Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Ho sentito dire "c'è un limite a quel che si dice"; ho sentito citare le parole "senza vergogna" e "volete chiudere gli ospedali monospecialistici".
Certo che, proferite da un ex Assessore della Giunta Cota, che ha votato i piani di rientro e che ha sottoscritto parte di quella strategia nazionale che vede, di fatto, questa strategia in campo da anni, fa un po' sorridere.
La questione, però, è chiedersi se capiamo questo ridisegno dal punto di vista scientifico (al riguardo, concordo con le parole espresse la scorsa settimana dal Presidente, ma anche con quelle pronunciate oggi dall'Assessore Saitta).
Mi consenta, però, di sollevare una critica, Assessore Saitta (peraltro gliel'avevo già anticipata un bel po' di tempo fa, quando parlavamo dell'ASL di Torino). In realtà, è una critica che muovo a tutti noi, non solo a lei.
Le dicevo: "Guardi che l'accordo con la Città di Torino sulla Città della Salute rischia di essere un boomerang e non l'inizio di un gran processo".
Sa perché glielo dicevo? Perché per fare questa "rivoluzione", che è una rivoluzione di percezione, occorre spiegare a tutti che le parole "eccellenza" e "alta complessità" sono cose diverse: personalmente l'eccellenza la voglio al Gradenigo, anche se è gestito da Humanitas, la voglio al Giovanni Bosco, la voglio al Martini! Io voglio che le donne del mio quartiere possano partorire in luoghi sicuri.
Allora, qual è la contraddizione in tutto questo? La contraddizione sta nel fatto che nella cultura monospecialistica uno pensa di essere al sicuro se va lì, mentre va negli ospedali di territorio solo per le cose non gravi (se ho sbattuto il piede su uno spigolo, se mi sono tagliato, se mi è arrivato uno sportello nell'occhio, eccetera). Ma per tutti gli altri casi non mi fido e devo andare da un'altra parte.
Mi rivolgo anche alla Città di Torino: o apriamo un dibattito pubblico (però lo chiedo alla Regione) su quello di cui stiamo parlando, o non solo non dominerà la scienza, ma prevarrà giustamente quello che ha fatto Andrea Tronzano: mi riferisco alle 77.000 firme - applausi, bravissimo! - dicendo cose che, ovviamente, alla gente.



(Commenti del Consigliere Tronzano)



GRIMALDI Marco

Lei non sarebbe preoccupato se le dicessero: "Lo sa che dopo il Meyer e il Gaslini, il Regina Margherita, uno degli ospedali più importanti, verrà chiuso e i bambini non avranno più altri luoghi?". Non sarebbe preoccupato? Non firmerebbe se fosse un cittadino, Assessore? Alla gran parte dei cittadini è sorto questo dubbio: magari quelli più politicizzati hanno detto "però se lo fa il Consigliere Tronzano.", ma la gente normale, giustamente, dice: "No, noi dobbiamo difenderlo quell'ospedale".
Veniamo al secondo punto. Posto che io non credo.



PRESIDENTE

Scusi, "se lo fa Tronzano", nel senso che fa opposizione, quindi è normale che lo faccia.



GRIMALDI Marco

Certo. Ed è normale che la gente politicizzata di sinistra in qualche modo si ponga il dubbio e pensi "se lo fa Tronzano a due mesi dalle elezioni".
Ma mentre Tronzano non ha governato con Cota, mi fa un po' più ridere chi quelle cose le ha scritte e votate, e fa finta di niente. Ma lasciamo perdere, perché non c'è mai limite al peggio, come diceva lo stesso Consigliere! Mi soffermo però su un punto, Assessore: dobbiamo metterci d'accordo perché la comunità scientifica sta con questo disegno e sono stato io a richiedere l'audizione di quella parte di comunità scientifica. Perché loro hanno dei dubbi.
Io sono un donatore di midollo osseo e sono andato al Regina Margherita non più di un anno fa per fare uno degli ultimi matching: speravo di salvare la vita ad un bambino, che per fortuna ha trovato il matching con un'altra persona.
Mi sono ritrovato a un dibattito pubblico, perché, essendo un Consigliere eletto nella Città di Torino, sapevano chi ero.
Il dibattito pubblico verteva su questo: "Come facciamo? Mica possiamo lasciare il Regina Margherita e il Sant'Anna? Perché, allora, l'alta complessità non c'è o non è tutta assieme".
Dall'altra, però, sostenevano: "Noi, però, non possiamo perdere le nostre peculiarità".
Era proprio un dibattito fra persone che la pensano anche diversamente. Si diceva ancora: "Però la riduzione a 100 posti non ci basta; non possiamo preservare quel.".
A mio avviso - lo dico sinceramente - dobbiamo stare attenti a non cadere nella trappola che Tronzano, giustamente, ci mette davanti, dicendo: "Guardate che al Giovanni Bosco non ci sono ancora quei posti; al Martini non è finito quel disegno".
Di fatto, la gran parte delle donne va a partorire al Sant'Anna: ma non perché rappresenta la "classe A", ma perché è tutto il Sant'Anna, è tutto! Se vai a chiedere alle donne, il Sant'Anna è tutto, per cui tutto si fa lì.
Ne abbiamo già discusso per altri temi, come quello dell'interruzione volontaria di gravidanza.
Allora, o facciamo una scommessa diversa, dicendo che tutto diventa classe A, ma l'alta complessità sta alla Città della Salute; è diverso, perché la ricerca sta lì, tutta la parte d'istruzione sta lì; il disegno è tutta un'altra cosa. Non so come dirvelo. Non solo dovete rispondere a una parte della comunità scientifica, che vi chiede - poiché sa benissimo che il 75 per cento di posti occupati è uno spreco, già oggi - se è possibile passare da 200 e rotti posti a 90? È possibile? Dobbiamo dire di sì, ma soltanto se questo disegno è completo, ripeto; e dev'essere completato, secondo me, e non so se abbiamo sei o sette anni di tempo.
Vorrei che questa proposta alla Città di Torino la faceste adesso. Perché a me fa piacere che i 5 Stelle vadano sotto la Regione (anche loro fanno opposizione e anche loro fanno campagna elettorale), ma io credo che abbiamo un compito più alto, che non è se vincere o perdere le elezioni, ma è capire se questo salto lo facciamo fare a tutta la nostra comunità.
Infine, come lei sa bene, collega Tronzano, c'è un problema relativo anche ai pediatri di famiglia. Perché è un problema se chi abita alle Vallette deve spostarsi di due quartieri per andare dal suo pediatra di famiglia metà dei problemi li dobbiamo risolvere nell'ambito della medicina territoriale, perché il bambino con la febbre non si porta al Regina Margherita, che stupidaggine sarebbe! Lo si deve portare nel suo ospedale di quartiere, nel suo ospedale di cui si fida; ed è quel rapporto di fiducia che deve rinascere negli ospedali di base, nei medici di base, in una pediatria che parte da lì.
Lo dico sinceramente, ciò che mi fa più paura della Città della Salute è un'altra: il project financing, cioè dire che parte di questo dibattito pubblico possa essere relegato e delegato a un dialogo competitivo. Da uomo di sinistra, dico che quel dibattito pubblico spetta a noi, spetta in ogni quartiere e in ogni sede pubblica e non solo a questo Consiglio regionale.
Per questo mi auguro che non aspetteremo sei anni per fare questa discussione, perché questa discussione va introdotta adesso, anche se siamo in campagna elettorale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
La parola al Consigliere Tronzano.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Faccio politica da tanto tempo e per me il dibattito è il sale; credo che le critiche siano legittime, anzi doverose, però altrettanto dovete darmi atto che quando cerco di criticare, lo faccio parlando di atti e non di supposizioni.
Assessore Saitta e Presidente Chiamparino, il tema arde sotto la cenere da diversi anni. Io mi occupo del Regina Margherita almeno un da decennio, da quando ero in Comune a Torino; avevo già presentato, a suo tempo, una mozione per la salvaguardia del Regina Margherita, per il potenziamento che non è mai stato discusso e neanche mai approvato e questo è significativo perché ciò è avvenuto proprio nell'ultima Consigliatura con il Sindaco Fassino.
Dicevo, il tema arde sotto la cenere da diversi anni e le dirò di più Consigliere Grimaldi, che giustamente dice che io faccio una politica di parte, quindi strumentalizzo, così come l'Assessore Saitta e il Presidente Chiamparino; sono in Consiglio regionale dall'aprile del 2018, ho aspettato e questo per un politico, credetemi, è la cosa opposta rispetto a quello che dite voi, perché per un politico fare quello che sto dicendo io è quasi passare per sciocchi. Le questioni legate al depotenziamento del Regina Margherita le ho viste e già lette da tempo, ma ho aspettato proprio per non strumentalizzare e, combinazione, è arrivata l'audizione dell'ANAAO di due lunedì fa. Soltanto allora mi sono detto che era il momento giusto per sollevare il dibattito politico.
Sorridete, fate cosa volete, a me non interessa. Io vi dico quella che è la verità per quanto mi riguarda, cui risponderò con la mia coscienza e soltanto con alla mia coscienza, perché non posso certo dire a voi di credere a quanto sto dicendo: soltanto dopo l'audizione dell'ANAAO è scaturita la necessità politica di sollevare questo problema, cari Consiglieri di maggioranza. Questo per dire che io non strumentalizzo per nulla! Oltrettutto, sulla salute dei bambini.Quando il Presidente Chiamparino risponde dicendo che i finanziatori si spaventano, io mi preoccupo, Presidente, perché noi non vogliamo spaventare i finanziatori noi ci stiamo occupando della salute dei bambini.
Lei sorride sardonico, d'accordo, ma per noi quello è il punto. Almeno per quanto mi riguarda il punto è quello, Presidente Chiamparino. È inutile che si offenda o si arrabbi: lei deve darci il diritto di entrare nel dibattito e non di bollare come fake news tutte le cose, che non le piacciono o che non vi piacciono, proposte da questa opposizione, perché i miei colleghi se ne stanno occupando da tempo del tema del Regina Margherita. Le 122.000 firme non sono frutto di una follia collettiva, ma sono frutto anche di presenze all'interno della stessa comunità scientifica cui lo stesso Presidente Chiamparino si appella. Abbiamo scomodato addirittura la comunità scientifica; addirittura, come diceva il Consigliere Vignale abbiamo "costretto" (tra virgolette, perché l'hanno fatto volentieri giustamente sono degli amministratori e devono governare insieme a chi vince le elezioni) decine di direttori affinché fossero presenti a una conferenza stampa, a mio giudizio, surreale.
Assessore Saitta, la sua relazione non mi ha per niente convinto, anzi, mi ha rafforzato nella convinzione che noi stiamo barattando un ospedale fondamentale come il Regina Margherita con qualche modulo di pediatria: questo è il dato che emerge.
Ripeto, perché fa bene ripeterlo, quanto ha detto uno dei medici auditi il 14 gennaio 2019: il Parco della Salute prevede esattamente questo, quindi un salto indietro di 150 anni: mettiamo i bambini nei reparti degli adulti.
Poi, lo confermerò attraverso l'atto aziendale.



(Commenti dell'Assessore Saitta)



TRONZANO Andrea

Sì, Assessore Saitta, è così, i dati.



(Commenti dell'Assessore Saitta)



TRONZANO Andrea

Assessore, poi mi replicherà, ha già avuto il tempo di dire le sue cose adesso faccia dire le mie e mi faccia parlare di atti, altrimenti.



(Commenti dell'Assessore Saitta)



PRESIDENTE

Lasciamo intervenire serenamente, tra l'altro, come sta facendo, il Consigliere Tronzano.



TRONZANO Andrea

Io sono serenissimo.
Dicevo, il Regina Margherita funziona grazie ai privati, grazie alle donazioni di centinaia di migliaia di euro, di milioni di euro che i privati hanno fatto in questi anni, perché se fosse stato per la programmazione sanitaria della Regione Piemonte, il Regina Margherita avrebbe già chiuso: realmente sono i privati che hanno dato un ausilio fortissimo alla continuità del Regina Margherita.
Inoltre, dico che la nostra non è strumentalizzazione elettorale Consigliere Grimaldi. Giustamente, lei dice quello, ribattendo politicamente, ma non è strumentalizzazione elettorale la nostra, è una questione culturale: i bambini non sono adulti in miniatura. Questo è il tema! Questo è il tema! Allora, se lei mi dà possibilità di continuare nel ragionamento relativamente al Regina Margherita succede che in questo caso abbiamo sostanzialmente, nel progetto dello studio di fattibilità, che la degenza pediatrica, il day hospital, il day surgery e gli ambulatori sono segnate come sottoaree, ma nell'atto aziendale che si sta discutendo (che probabilmente si approverà oggi, è stato approvato in questi giorni) scompaiono - ripeto, scompaiono - le chirurgie pediatriche.
Ve le cito: neurochirurgia pediatrica, cardiologia pediatrica, chirurgia pediatrica, cardiochirurgica pediatrica, urologia pediatrica otorinolaringoiatria, chirurgia plastica pediatrica passano sotto il reparto degli adulti. Questo nell'atto aziendale.
Sono fake news? Dimostratemelo, fatevi le vostre ragioni: per me non c'è nessun problema. Questo è un appello che io lancio, perché il Regina Margherita deve rimanere tale! E quando succedono queste cose, quando vedi questi atti, ti preoccupi, se pensi realmente alla salute dei bambini. Se poi volete fare strumentalizzazione politica, potete dirmelo e ci sta però, credetemi, modificate questi atti, anche lo studio di fattibilità, e allora i Consiglieri Tronzano, Vignale, tutti i Consiglieri di centrodestra e del Movimento 5 Stelle - magari - crederanno a quello che voi state affermando e che avete messo in discussione in questi giorni.
Assessore Saitta, io non ho mai parlato di vendita, ma di una delibera che avete approvato a settembre 2017 in cui, al punto 13.13, si parla del Sant'Anna e del Regina Margherita e si parla, oltre che di attrezzature di interesse generale e attività di servizio terziarie commerciali e nuovi spazi pubblici, anche di residenze. Non so che cosa lei intenda per vendita: io non ho mai parlato di vendita. Io ho detto che quell'ospedale lì, in quelle condizioni, nel nuovo Parco della Salute rischia di scomparire. Ripeto, scomparire, non ci sarà più. Chiamiamola, per identificarla, la torre pediatrica. Non ci sarà più un posto fisico dove i bambini avranno, tutti, la possibilità di essere curati.
L'Assessore parla di etica, ma magari parli di etica anche con i non autosufficienti, con i medici di medicina generale, con i pediatri; ne parli con il post-acuzie e ne parli sulla cronicità. Non parli di etica soltanto per difendere le sue posizioni, legittime, ma parli anche di etica in questo senso, dove, per adesso, non mi pare che abbia brillato per la sua capacità politica di gestione e di programmazione.
Chi scrive, soprattutto sui profili social, fa anche commuovere, Assessore.
Io ormai ho una certa età, ho due figli e, purtroppo, andando avanti con l'età - ma lo provate credo tutti - ogni tanto vi commuovete e vi possono anche scendere le lacrime su queste cose.
Nei profili Facebook, ho letto di una certa Roberta che scrive che gli abbracci del Regina Margherita sono come quelli di una mamma, di un papà.
Questo è l'aspetto culturale! Presidente Chiamparino, la sua cinicità è eccezionale! Lei fa cenni con la testa, con quella faccia che dice: "Ma cosa sta dicendo?". Lei è cinico su questo, mi creda, Presidente. Glielo dico con rispetto! Io sto parlando di una cosa seria, importantissima, dove non ho bisogno di affermazioni con la testa, ma ho bisogno di capire se voi credete realmente a questo tipo di possibilità.
A mio giudizio, voi state smantellando questo tipo di ospedale, lo state portando in una situazione che non sarà più quella di oggi. Tanti ragazzi ricoverati lì dentro e che per fortuna sono stati guariti, si ricordano ancora oggi gli abbracci delle infermiere e dei medici. Gli infermieri che si sono dedicati a loro non sono gli infermieri degli adulti, ma hanno delle specificità e delle specializzazioni loro dedicate.
Il Transitional Care, che adesso alle Molinette non funziona tantissimo, è fondamentale anche al Regina Margherita, per esempio. Portarlo lì.
Addirittura io parlerei di IRCCS per il Regina Margherita.
Assessore, non c'è rabbia nelle mie parole, sto solo cercando di parlare con veemenza, perché è il mio carattere, e non sono seccato dalle critiche ma sono preoccupato. Quando lei parla di posti letto, Assessore, deve tenere conto che al Regina Margherita arrivano da tutto il mondo! Non possiamo distruggere o abbassare il numero di posti letto se vogliamo un Regina Margherita come lo immaginiamo noi, cioè centro di eccellenza pediatrica, tutto dedicato ai bambini. Non possiamo parlare di diminuzione dei posti letto, perché rischiamo, veramente, di perdere quell'attrattività e quella capacità del Regina Margherita di attrarre persone per la professionalità dei chirurghi, per la professionalità dell'infermiere e per la struttura tutta insieme.
Lei parla di vendita. Io non ho mai parlato di vendita.



PRESIDENTE

Devo però ricordare anche a lei che ha dieci minuti a disposizione Consigliere Tronzano. Qualche minuto in più non succede niente, ma non tanto di più.



TRONZANO Andrea

Arrivo alla conclusione.
Assessore Saitta, voglio rimanere sulla politica. Quando lei mi parla dell'ex Assessore Monferino, mi sta bene, tanto di rispetto, ma l'ex Assessore era un tecnico. Io parlo di politici come lo è lei, come lo sono io e come lo è stato l'ex Assessore Cavallera.
Noi siamo disponibili - ne ho parlato con l'ex Assessore Cavallera proprio oggi - a confermare quello che sto dicendo. Il Piano di rientro - qui permettetemi però una nota polemica, visto che voi l'avete fatta su tutti i giornali, io la faccio in Aula - non è stato determinato dalla Giunta Cota Assessore e Presidente, ma è stato determinato dagli impegni non mantenuti della Presidente Bresso, in cui si mettevamo a bilancio delle cifre a favore della sanità, ma poi quelle cifre, già spese dall'ASL, non c'erano più, quindi le ASL aumentavano forzatamente il debito.
Questo è il dato. Se vuole, me lo conferma anche telefonicamente l'ex Assessore Cavallera, è così. È inutile che ci rimpalliamo le responsabilità.



PRESIDENTE

Deve concludere, Consigliere Tronzano: quello che vale per gli altri, vale anche per lei.



TRONZANO Andrea

Parliamo di politica, di strategia; parliamo della struttura Regina Margherita, ospedale per bambini: i bambini non sono adulti in miniatura l'ospedale Regina Margherita deve rimanere tale. Questo è il punto.
Non sono fake news quello che diciamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Devo dire la verità, Presidente. Qualche decina di minuti fa volevo fare un intervento giocando dalla parte del campo dove si attacca. Pensavo a tutto quello che il Governo nazionale dovrebbe fare e, a mio parere, non fa rispetto al sistema sanitario pubblico, rispetto alle risposte, ai bisogni e alle esigenze di salute dei cittadini. Pensavo a quello che il Governo dovrebbe fare e non fa rispetto agli investimenti in ricerca in sanità fondamentale ricerca pubblica.
Volevo fare un intervento per sottolineare quanto sarebbe importante aumentare ancora di più il Fondo Sanitario Nazionale per l'assunzione di infermieri, per mettere a disposizione più risorse per le Regioni, per esempio, per assumere medici sul territorio, non soltanto negli ospedali una parte del campo - quello dell'attacco - dove, in questa fase in cui altri governano il Paese, ci si troverebbe meglio.
Assessore Saitta, mi è venuto in mente che ieri noi non abbiamo visto un tweet di 30 secondi: ieri abbiamo assistito a un intervento - una lezione di un'ora e mezza - di un politico in pensione - diciamo così - della Prima Repubblica, che ci ha ricordato il senso del limite della politica nella società attuale. Ci ha pregato di riflettere rispetto alle azioni che pu mettere in atto la politica nell'interesse pubblico. Ci ha raccontato come nelle decisioni, la politica è soltanto uno degli attori tra i tanti che in questa fase storica della nostra società incidono sulle scelte finali.
È il senso del limite (molte volte anche lei ce lo ricorda), il senso del limite della politica, in una società dove è facile poterlo dire in dieci minuti, ma è difficile convincere quelli che non ci credono. La politica conta sempre meno; conta sempre meno anche nel rapporto con il cittadino perché oggi può andare bene (è una provocazione) una raccolta firme, ma il cittadino inizia ad abituarsi all'idea che può fare a meno anche del politico che raccoglie le firme.
Credo che questo sia anche un po' il senso della discussione di oggi: riconoscere il limite di questo dibattito, che a quattro mesi dalle elezioni per me e per tanti di noi non può non essere riconosciuto per il profilo elettorale che ha assunto, perché nel senso del limite della politica noi dovremmo riconoscere anche la superficialità di questo dibattito.
Oggi ho sentito dire che tutti crediamo nella scienza: mi fa piacere. Io non so se lo studio della Bocconi può essere inserito nella dimensione scientifica del dibattito. Qui, negli interventi, ho sentito parlare rispetto agli ospedali, quasi esclusivamente di posti letto. Gli studi non soltanto della Bocconi, ma di tante comunità scientifiche nazionali e internazionali ci dicono che i posti letto sono uno dei tantissimi indicatori, nemmeno più il fondamentale, rispetto al futuro degli ospedali.
Certo - sì - è quello che più di altri determina il maggior numero di raccolta di firme, perché la paura e la percezione, per carità, sono tutte cose che capiamo.
Però, tra noi e la nostra ricerca del consenso e il senso delle responsabilità dovremmo accorciare le distanze e tenere conto che gli ospedali del futuro saranno valutati per l'hi-tech, per quanto saranno robotizzati, digitali, con un'organizzazione smart e un solo obiettivo: l'efficienza. Una cosa che è anche complicata per la politica, questa. È complicato capirlo, è complicato comprenderne le dinamiche, è complicato anche ascoltare la voce di una parte, seppur importante e significativa dei rappresentanti dei professionisti all'interno delle strutture, che conoscono bene - appunto - una parte, non l'insieme.
L'insieme è qualcosa di molto più complesso, poco superficiale e va oltre il dibattito che stiamo facendo anche noi, però deve inserirci in una dimensione di futuro che ha bisogno, almeno per noi, in questo Consiglio regionale, di un atteggiamento mentale, che è il seguente: una forte attitudine al cambiamento.
Se c'è un aspetto tra i tanti positivi che mi va di raccontare in quest'intervento, e cercherò di farlo anch'io con la caratteristica politica di chi affronta le elezioni, rispetto all'azione di questa Giunta è che non ha avuto o non abbiamo avuto paura del cambiamento, è che abbiamo aperto una discussione nuova rispetto a quello che sarà utile nel futuro. E se discutiamo di efficienza di una struttura ospedaliera o di un sistema sanitario, discutiamo - per esempio - con gli indicatori.
Il Piano Nazionale Esiti: perché non facciamo una discussione pacata, se volete anche senza microfono, per comprendere, struttura per struttura, le criticità del Piano Nazionale Esiti? Perché alcune strutture determinano esiti positivi e altre non gli stessi? E perché alcuni piemontesi, in alcune zone del nostro Piemonte, hanno a disposizione non medesime risposte? Facciamola questa discussione! E perché non facciamo una discussione altrettanto seria rispetto al fatto che (a proposito di percezioni) sempre la Bocconi ci dice che il 52% degli italiani preferisce la concentrazione in un unico ospedale (non io o il Segretario, che non c'è, del Partito Democratico, ma che ci sarà)? Il 52 dei cittadini preferisce la concentrazione in un'unica struttura. È la metà, e gli altri non si esprimono. Soltanto il 27% preferisce la frammentazione. E noi vogliamo indurre i cittadini a pensare il contrario? Al di là della campagna elettorale, proviamo ad andare oltre. Facciamolo adesso: faremo il possibile per criticarci, ma proviamo ad avere un pensiero verticale.



(Commenti fuori microfono)



RAVETTI Domenico

Un pensiero verticale - non accetto provocazioni, anche se simpatiche dove sul fondo facciamo l'analisi seria, ci mettiamo all'altezza di coloro i quali provano, sotto il profilo politico, per la nostra parte, a capire esattamente cosa è necessario e qual è la lettura oggi dei problemi. E sempre in verticale, proviamo a immaginare come sarà nel futuro, cercando di dare traiettorie condivise il più possibile, al di là della polemicuccia.
Non può essere che oggi si sia più sereni politicamente nel vincere la battaglia della polemica quotidiana. Sarà una zona confortevole - lo capisco - per qualcuno di noi, ma il nostro destino è provare, nel pensiero verticale, a immaginare cosa sarà anche dopo di noi, altrimenti la politica conterà sempre meno in quei processi e saremo sempre meno determinanti nelle scelte che riguardano soprattutto le fasce più deboli della nostra popolazione.
Io invito a fare questa discussione, non un'altra. Capisco che non è un tweet, capisco che non è una dinamica da social, ma credo che sia necessario fare così.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Tecnico "R. Luxemburg" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Tecnico "R. Luxemburg" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Parco della Salute, della Ricerca e dell'Innovazione di Torino" (seguito)


PRESIDENTE

Procediamo ancora con il dibattito sulle comunicazioni dell'Assessore Saitta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Assessore, io di solito non mi diverto a sparare sulla Croce Rossa, mi diverto di più a sparare su di lei, questo metaforicamente parlando ovviamente. Però di fronte a una certa sfrontatezza, credo che rivendicare le ragioni della verità sia prima di tutto un dovere morale, che dobbiamo osservare per rispetto a noi stessi e alla nostra coscienza e, soprattutto per rispetto alla comunità che siamo stati chiamati ad amministrare.
Devo dire che sono rimasto più volte stupito durante il suo intervento e durante il dibattito che ha preceduto, per mezzo degli organi di informazione nei giorni scorsi, questo incontro. Mi stupisco prima di tutto del fatto che chi - e lei è tra questi, Assessore Saitta - rivendica il proprio progressismo, debba indignarsi e reagire in maniera tanto scomposta di fronte a un intervento, da parte di Gruppi rappresentanti delle istituzioni, che altro non ha fatto che ricordare alcuni elementi di pura mera e semplice verità. Non siamo di fronte a notizie fasulle, non siamo di fronte a fake news. Siamo certamente di fronte all'utilizzo a fini politici di alcune notizie e di alcune informazioni, che evidentemente non sono arrivate al tessuto sociale come avremmo sperato a tempo debito.
I numeri che vengono ricordati, che sono stati richiamati dall'ANAAO e poi ripresi da noi, dal collega Tronzano e da tutti gli altri, sono numeri contenuti negli atti approvati dalla Giunta e dal Consiglio regionale negli scorsi mesi, non sono numeri inventati. Aggiungo che qua, più che stupito sono un po' indignato, perché arrivare a sostenere che il nostro lavoro di rappresentanti di un'istituzione, eletti dal popolo piemontese, rischiasse di spaventare gli investitori, e quindi di compromettere la realizzazione di un progetto, Presidente, lo può raccontare ad un bambino. Credo, per che non sia troppo difficile andare a spiegare a chiunque che non saranno certo delle ragioni che l'opposizione richiama, riferendosi a numeri contenuti in atti di programmazione e che gli investitori ben conosceranno a far cambiare loro idea.
Credo sia ben più grave che la Giunta regionale, per sostenere le proprie ragioni, abbia chiamato a raccolta - e sicuramente chi ha risposto, l'ha fatto in maniera più che spontanea - alcuni dirigenti e alcuni manager della sanità, che sono stati dalla stessa Giunta nominati, a sostenere le ragioni della Giunta regionale di fronte alle opposizioni. Quel teatrino mi ha ricordato qualche rappresentazione pubblica di un tal Kim Jong, che vive dall'altra parte del mondo e che periodicamente chiama i suoi generali e gli dice: "Dite al popolo quanto stiamo bene, quanto siamo sani!". E tutti rispondono: "Ma certo, Presidente, siamo sanissimi, stiamo benissimo! Anzi siamo fino un po' troppo sovrappeso e vorremmo che lei, amatissimo Presidente, ci desse una dieta per alleggerirci". Guardate, non troveremo mai in Corea del Nord un generale dell'esercito di Kim Jong dare torto al proprio capo, così come sarà ben difficile trovare un manager della sanità piemontese che pubblicamente dia torto all'Assessore e al Presidente che li hanno nominati.
Un altro passaggio che credo sia doveroso fare, ma a beneficio di tutti riguarda un argomento che spesso viene toccato, quello del rimpallo delle responsabilità del tipo: "Chi c'era prima ha fatto questo, chi c'era prima rispetto a chi c'era prima, ha fatto quest'altro", e così via. È un giochetto al quale mi aspetto che una persona dell'esperienza che ha lei Assessore, si possa sottrarre, anche perché se lo si inaugura, diventa poi rischioso un po' per tutti farlo. Perché allora mi trovo costretto a ricordare i 740 milioni di euro disimpegnati dalla sera alla mattina dalla Presidente Bresso - mi pare il giorno in cui le urne erano ancora aperte che hanno, di fatto, disastrato i primi due anni di Amministrazione della Giunta regionale eletta subito dopo.
Mi trovo costretto a ricordare anche quante risorse - mi pare in totale circa 900 milioni di euro - che, nei bilanci approvati dal Consiglio regionale sotto l'insegna Bresso, sono state iscritte, ma mai trasferite però utilizzate dalle ASL e che hanno generato un buco quasi miliardario.
Mi trovo costretto a ricordare quanto certificato dal tavolo Massicci che guardando il risultato d'esercizio 2013, sostenne che questo si chiuse con l'azzeramento del disavanzo di gestione mediante un sostanziale pareggio anzi con un attivo di otto milioni di euro. E Massicci non era un tizio con cui noi della Giunta Cota andavamo a prendere l'aperitivo ogni tanto, ma era un soggetto che rappresentava il Governo e che, per conto del Governo faceva un certo lavoro.
Sulla contingenza devo ricordarle, Presidente, che ciò di cui stiamo parlando deriva da due fondamentali atti di programmazione. Il primo è il programma degli interventi in edilizia sanitaria, il fantasmagorico miliardo e mezzo che nessuno ha ancora visto, con il quale si dovrebbe rilanciare il sistema strutturale e infrastrutturale della sanità piemontese. Sappiamo, e lei lo sa meglio di me, che le uniche certezze sono sul Parco della Salute e sull'Ospedale di Novara e che addirittura la Corte dei Conti, nel giudizio di parifica del 2010, vi ha pesantemente ripresi denunciando una particolare e profonda lentezza sotto il profilo della programmazione e dell'approntamento delle risorse per la realizzazione di quanto contenuto nel Piano.
Il secondo filone viene generato dal combinato disposto di due delibere: la n. 1-600 del 2014 e la n. 286 del 2018 (se non ricordo male). Il combinato disposto di queste due delibere ha generato un delta negativo di circa 1.000 posti letto sul Piemonte, e di questi circa 800 investono il territorio torinese. Punto. Non c'è molto da discutere su tutto ciò.
Questi sono i numeri che voi ci avete portato e che il Consiglio regionale ha approvato. Questi sono i numeri che sono stati approvati, nonostante persino dall'allora Capogruppo del PD, successivamente dal Presidente della IV Commissione e pure dalla maggioranza siano arrivate richieste di rivedere un dato che pareva un po' troppo pesante da sopportare per il territorio piemontese.
Per quanto riguarda il Regina Margherita, capisco anche che nel dibattito politico sia fastidioso e pesante dover ascoltare i soliti "tromboni" dell'opposizione, però avete fatto un po' di fatica a non ascoltare un'associazione di professionisti come la ANAAO nel momento in cui è venuta a buttarvi in faccia quanto noi avevamo tentato di denunciare, pur senza essere ascoltati, un anno prima in questa stessa Aula. E sul Regina Margherita, chi vi parla non è assolutamente contrario rispetto al progetto di costruzione del Parco della Salute, questo lo voglio sottolineare: io parlo solo di numeri e di posti letto, oltre che eventualmente della necessità di mantenere la specificità di un'eccellenza.
I numeri dei posti letto sul Regina Margherita parlano chiaro: da 286 si va a 90. Mio figlio, che fa la quarta elementare, supportato dall'altro mio figlio che fa la prima, m'insegna che il 90 nel 286 ci sta tre volte e avanza ancora qualcosa. C'è altro da aggiungere su questo? No. E guardate se vi stupite del fatto che molta gente sia andata dietro a una petizione innanzitutto state offendendo quelle 120.000 persone che hanno, sulla base di numeri reali, firmato a sostegno di questa ragione, ma sottovalutate anche un altro problema, che ci trasciniamo da tempo e che ci trascineremo sempre di più: l'assoluta incapacità di questo Consiglio regionale e comunque, di questa istituzione di saper gestire in maniera costante continua e rispondente a verità un flusso di informazioni nei confronti della comunità.
Come a dire: noi ci siamo riuniti e abbiamo parlato ore, ore e ore di posti letto in sanità. Nessuno fuori di qua se n'è accorto, nessuno fuori di qua ha capito che cosa dicevano al Piemonte i numeri contenuti nelle due delibere richiamate. È bastato invece prendere quelle informazioni e utilizzare un altro mezzo. Ebbene - questo lo dico in particolare al Presidente - credo che si debba fare una profonda riflessione sull'utilizzo che deve essere fatto dei mezzi di informazione, prima che di comunicazione, rispetto a ciò che accade all'interno di questa istituzione nei confronti del resto del mondo, perché questo evidentemente continua a mancare.
Caro Assessore, la verità - perché è sulla verità che continuiamo a giocarla - va raccontata, chiaramente se la volete chiaramente raccontare ma se lo fate, va raccontata tutta. Perché anche quando ci ricordate i risultati del monitoraggio sui LEA (livelli essenziali di assistenza) citate tutte le medaglie d'oro perché vi fa molto comodo, però dimenticate di citare le medaglie di legno, scordando quali sono le criticità e quanto sono brutti i risultati che abbiamo avuto sugli indicatori relativi al tasso di ospedalizzazione per diabete e scompensi cardiaci, per asma e gastroenterite per i minori di 18 anni, per l'assistenza domiciliare agli anziani e l'assistenza ai disabili.



PRESIDENTE

Consigliere Ravello, devo ricordare anche a lei i tempi.



RAVELLO Roberto Sergio

Ebbene, quella relazione sarebbe bene che la leggessimo con maggiore attenzione tutti quanti.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Lasciamo finire il collega Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

Il Presidente giustamente mi rimprovera.
Chiudo l'intervento facendole una domanda, Assessore, e la estendo anche al Presidente: ma voi due vi siete mai chiesti quale sia il vero giudizio del Piemonte sulle politiche sanitarie che avete voluto fossero approvate? Non tanto perché questo sarebbe difficile, me ne rendo conto, tastare il polso di una comunità è difficile, ma vi siete mai chiesti quale sia il vero giudizio sulle vostre politiche da parte della vostra stessa maggioranza? Perché, guardate, quello che resterà di questa legislatura - ed è un peso per noi insostenibile della verità - è la chiusura dell'Oftalmico l'annuncio di un piano da un miliardo e mezzo di euro senza che questi ci siano e il taglio dei posti letto sul Regina Margherita e sulla città di Torino.
Questo resta, tutto il resto sono chiacchiere.



PRESIDENTE

Alla domanda risponderà il Presidente Chiamparino, al quale do la parola.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Mi scuso se non intervengo in conclusione, ma non potendo prevedere la durata del dibattito, nel pomeriggio ho una questione personale che forse non mi consentirà di essere completamente presente; d'altra parte è anche giusto che risponda l'Assessore Saitta, il quale ha introdotto la questione con ampiezza, fornendo i dati e svolgendo una serie di considerazioni, per cui è giusto che dia risposte documentate come sicuramente può fare più di me.
Da parte mia, non ricordo la storia della Città della Salute perch essendo anch'io ormai di una certa età, l'ho vissuta dall'inizio, ovvero dal 2003, quando firmammo il primo Protocollo d'intesa con l'allora Presidente Ghigo, con me come Sindaco, oltre che con le Ferrovie dello Stato, e posso solo dire una cosa (qui finisco il primo punto): se siamo ancora qui, a ormai quasi vent'anni, è perché hanno sempre vinto i particolarismi, anche scientifici, Consigliere Vignale. Credo che lei convenga con me sul fatto che esistono scienziati particolaristi e particolarismi scientifici; nessuno dei due è utile per guardare al futuro però sono scientifici. E la storia è quella: non si sono fatte le torri chirurgiche, non si è voluto prendere in considerazione l'ipotesi che era pure stata avanzata di Grugliasco. Insomma, i particolarismi alla fine sono prevalsi e siamo qui.
Dirò poi qualcosa sul carattere strategico che ha, però siamo qui e abbiamo perso quasi vent'anni per un progetto che è strategico per migliorare la qualità della cura dei nostri cittadini piemontesi e, comunque, anche per creare un punto di innovazione che ritengo strategico anche dal punto di vista economico.
Prima di tutto, però, voglio introdurre una breve questione di rispetto.
Consigliere Ravello, so che lei è simpatico e io credo che l'abbia detto con una simpatia che le è propria, non pensandoci, però paragonare il professor Morino, il professor Salizzoni e il professor Rinaldi ai generali di Kim Jong mi sembra un po' una mancanza di rispetto. La chiudiamo qui con una battuta simpatica.
Veniamo alla mancanza di rispetto numero due: lei, Consigliere Tronzano, mi ha accusato di essere cinico. Io non l'ho interrotta per ragioni di rispetto, verso di lei e verso il suo ruolo di Consigliere. Mi lasci per dire che gli abbracci del Regina Margherita, senza retorica, li ho sentiti non qui, sulla rete, ma sulle mie spalle. Ogni anno le sento dai bambini e dai ragazzi malati che vado a trovare da quando ho iniziato a fare il Sindaco. Quindi non ha bisogno di insegnarmi né la sofferenza, né la gioia per aver vinto la sofferenza di quei bambini.
Semmai, cinico è chi usa la fake news che si chiude il Regina Margherita per spaventare le mamme e le famiglie. E vengo al dunque.
Qualche settimana fa tutti abbiamo letto e gioito - ci siamo anche commossi per quella bambina (Alicia, se non ricordo male il nome, o Alice) che dopo tre anni è tornata a gustare lo yogurt, perché un'équipe medica gli ha ricostruito l'esofago. Quell'équipe medica era composta da tanti soggetti infermieri e tecnici. Ricordo, in particolare, due leader: il professor Romagnoli, Direttore del Centro Trapianti della Città della Salute di Torino, successore del professor Salizzoni, e il dottor Gennari, chirurgo pediatrico del Regina Margherita, che hanno lavorato per lungo tempo insieme.
Perché cito questo particolare? Perché ciò che sorgerà nel Parco della Salute è esattamente questo, moltiplicato per cento, anzi per mille! Organizzare la complessità - e non l'eccellenza - in modo tale da poter effettivamente rispondere a quelle necessità di interdisciplinarietà che sono oggi decisive. Ecco perché facevo riferimento ai particolarismi scientifici che ci sono, che sono del tutto legittimi, ma che non guardano al futuro.
Consigliere Ravello, lei conosce a fondo il mondo medico e lo sappiamo entrambi, per cui possiamo anche parlarne insieme: sa bene quanto oggi l'importanza della qualità della cura non dipenda dal numero di posti letto, ma dall'accumulo di conoscenze, di tecnologia e di professionalità.
Lo sapete meglio di me! Tronzano no, perché.



(Commenti del Consigliere Tronzano)



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Io non voglio convincerla, però questo è l'asse attorno a cui si costruirà la Città della Salute. Ho posto anche un esempio concreto affinché si capisca che cos'è e da chi è fatto, cioè da un chirurgo pediatra che ha collaborato per lungo tempo con il Direttore del Centro Trapianti.
Posso anche aggiungere, Consigliere Tronzano, che questa collaborazione è l'esatto frutto funzionale di quell'atto aziendale. È chiaro questo? TRONZANO Andrea (fuori microfono) Quindi chiudete il Regina Margherita!



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Vorrà dire che nel Parco della Salute ci sarà una struttura pediatrica infantile che sarà centrata sulla complessità. Veniamo ai posti letto.
I posti letto attualmente utilizzati al Regina Margherita sono 185-190, a seconda dei casi.



(Commenti fuori microfono)



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Come "Non è vero"? Informatevi! BONO Davide (fuori microfono) Leggi i dati del Ministero!



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Informatevi! Informatevi! Ci sono 143 posti letto utilizzati per l'ospedalizzazione ordinaria e 43-45 posti letto per il day hospital. In totale sono 186-190. Quindi ce ne sono 100 non utilizzati (questi sono i dati, non sto dicendo nulla di nuovo).
Come dicevo, 100 vanno al Parco della Salute. Poi è ovvio che è un "intorno" quello di cui si discute, nel senso che se non sono 100, possono diventare 120. Però non possono tornare ad essere 200, per essere chiari.
Perché, altrimenti, avrebbe ragione il Consigliere Tronzano, nel senso che non si fa il Parco della Salute e si mantengono le cose esattamente come stanno adesso.
È una scelta politica, bisogna solo decidere: non si fa il Parco della Salute e si fa un'altra cosa; si fa un po' di ristrutturazione, di abbellimento, di window dressing di quello che c'è adesso, e la si finisce lì. Questo è ciò che vuole il Consigliere Tronzano. Io, invece, voglio l'altra scelta.
Aggiungo, ancora, che quei 100 posti letto che restano (anzi 80 o 70, a seconda se saranno 100 o 120) si distribuiranno sul territorio, e aumenteranno.
Ha ragione da vendere il Consigliere Grimaldi quando sostiene che ci sono già oggi delle eccellenze! Dovranno essercene sempre di più. Non esiste che un bambino che dev'essere ricoverato per osservazione per due o tre giorni debba andare in un posto in cui non c'è un pediatra all'altezza della situazione! Di eccellenze, quindi, dovranno essercene sempre di più.
Quei posti letto saranno costruiti al Giovanni Bosco, dove non ha senso che nell'unica parte della città dove si registra ancora un tasso di nascite superiore alla media non ci sia una maternità e una pediatria. Andranno a rafforzare quella che c'è già al Martini. Tra il CTO e Moncalieri rafforzeranno quella della zona sud.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

C'è anche il Maria Vittoria.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

C'è già il Maria Vittoria, ma ha spazi stretti che non permettono un potenziamento. Come vede, sono abbastanza informato! Non sarebbe male, quindi, creare un nucleo al Giovanni Bosco, inserito - lo ripeto - nel cuore di quella parte di città che ancora.
Alla fine, se facciamo due conti (questa è materia di confronto), i posti letto sul territorio potranno tranquillamente essere di più di quei 190 scarsi che oggi sono quelli effettivamente utilizzati al Regina Margherita.
Non so se è chiaro, ma spero di sì.
Da una parte, le complessità: per esempio, la ricostruzione dell'esofago dall'altra parte, la ridistribuzione. Ho fatto un esempio, che può essere una base ragionevole di discussione, sul territorio, per potenziare le normali funzioni pediatriche che devono essere di maggiore qualità e più vicine al territorio.
Finisco con una predica inutile, come anche il resto, credo. Penso che sarebbe un sussulto d'intelligenza da parte di tutti noi, se fossimo in grado, con una sorta di patto fra gentiluomini e gentildonne, di tenere fuori dalla campagna elettorale il progetto della Città della Salute. Lo dico non perché io tema, perché anzi per quel che mi riguarda è uno dei cavalli su cui farò la campagna elettorale, ma perché credo sarebbe un segno di rispetto verso la comunità, le professionalità e le competenze della nostra comunità scientifica e medica far sì che, con un margine di variazione (che però non può essere lasciare le cose come stanno, oppure farlo) si sappia che chiunque vincerà, quel progetto andrà avanti.
Temo che questo non possa avvenire, anche se mi auguro che qualche segnale in questa direzione, nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, possa avvenire dalla comunità scientifica torinese.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Chiamparino.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Vorrei che l'Assessore Saitta e anche il Presidente ascoltassero con attenzione il mio intervento, come noi abbiamo ascoltato con attenzione almeno la sottoscritta ha ascoltato con attenzione il vostro intervento.
Credo fermamente, l'ho sempre sostenuto e sempre lo sosterrò, che sia giusto, anzi doveroso valorizzare le competenze professionali. È giusto migliorare la qualità dell'assistenza, però ritengo non sia giusto ridurre i posti letto, perché il Gruppo dei Moderati sostiene che i posti letto devono essere garantiti. I cittadini, Assessore e Presidente, devono avere non solo delle rassicurazioni, ma anche delle certezze. Ho trascorso un paio di giorni a rispondere a madri disperate, perché dicevano che non possono più curare i loro bambini, perché non possono più rivolgersi al Regina Margherita.
È vero che non tutto ruota attorno al Regina Margherita, seppure sia un ospedale monospecialistico di eccellenza e di competenza esclusivamente pediatrica, paragonabile al Gaslini di Genova, al Bambin Gesù e a tanti altri ospedali; è vero che ci sono anche altre eccellenze, ci sono delle pediatrie e delle neonatologie nella città di Torino e non solo nella città di Torino, ma anche nelle altre province della nostra regione, che sono eccellenti e cui ci si può rivolgere e fare affidamento.
Per quanto riguarda i posti letto, l'Assessore ci ha illustrato e ne siamo a conoscenza anche noi, perché siamo andati a verificare, a leggere, a studiare e ad analizzare quanti sono i posti attualmente presenti nella Città della Salute di Torino e quale sarà il numero dei posti letto nel futuro Parco della Salute.
Come ha detto l'Assessore, lo studio di fattibilità del futuro Parco dalla Salute di Torino è basato sui dati del 2014; nel 2014 e anche attualmente si parla di 2.411-2.455 posti letto.
Sempre secondo i dati comunicati dall'Assessore - questo non mi è ben chiaro - pare che i posti attualmente realmente utilizzati siano 1.900 però nel Parco della Salute, che sarà incentrato, sostanzialmente sull'alta complessità, sono previsti 1.070 posti letto, più 450 posti letto nel CTO.
Per quanto riguarda il Regina Margherita, vorrei ribadire un concetto molto importante: la sottoscritta aveva già denunciato in Aula e anche nella Commissione competente che ci sarebbe stato un notevole taglio di posti letto, soprattutto per quanto riguarda l'Ospedale Regina Margherita. Il polverone è venuto fuori quando, lunedì 14 gennaio, in IV Commissione sono stati auditi i rappresentanti sindacali di ANAAO Assomed, il sindacato più rappresentativo dei medici ospedalieri italiani. In quell'occasione è emerso il problema del taglio dei posti letto al Regina Margherita e tutti si sono preoccupati. Però, quando la sottoscritta, tempo addietro, aveva dichiarato forte preoccupazione in Aula e in IV Commissione, nessuno aveva preso in considerazione questa preoccupazione. Oggi, invece, siamo tutti preoccupati! Ben venga la preoccupazione, perché è giusta, ma soprattutto sono preoccupati i cittadini piemontesi - noi compresi - che sono quelli che pagano regolarmente le tasse, che sono quelli che usufruiscono dei servizi e quelli che dovranno usufruire dei servizi, quindi questi servizi vanno garantiti.
Abbiamo detto che al Regina Margherita attualmente i posti letto sono 286.
Di questi nel futuro Parco della Salute ci saranno 90 posti letto di degenza e 50 posti letto dedicati alla terapia intensiva e sub-intensiva per un totale di 140 posti letto, però ne mancano 146.
L'Assessore Saitta, che ha buona memoria, ricorderà che martedì scorso ho presentato un question time in Aula, esprimendo forte preoccupazione e soprattutto, chiedendo all'Assessore il mantenimento e la ricollocazione dei posti letto mancanti, quelli che non verranno inglobati nel futuro Parco della Salute.
L'Assessore ha dato la sua risposta, dicendo che, poiché stiamo parlando di un progetto in fase preliminare, questo progetto può essere sicuramente modificato. Personalmente, ho chiesto, e chiediamo fortemente, che questo progetto venga modificato.
Quello che ho sempre criticato a questa Giunta, in particolare all'Assessore Saitta, è il mancato dialogo, perché poi si creano queste situazioni con tutti i rappresentanti sindacali dei medici, degli infermieri e gli stessi operatori della sanità. Credo, Assessore, che sia giunto il momento di parlare, di confrontarsi e di mettere insieme tutte le figure.
Lei ha parlato di una Commissione tecnica competente, che si occuperà del progetto, che lavorerà in collaborazione e si coordinerà insieme alle imprese che si occuperanno della costruzione del futuro Parco della Salute.
Lei ha parlato di una Commissione di medici e di professionisti che si confronteranno tra di loro: questa è la risposta che mi ha dato martedì scorso.
Credo, veramente, Assessore, che sia giunto il momento di confrontarsi nel vero senso dalla parola. Ripeto, i cittadini e le cittadini piemontesi, le famiglie, i bambini hanno bisogno non solo di rassicurazioni, ma di certezze e di garanzia.
Arrivo al punto. Abbiamo parlato del Regina Margherita, ma un altro problema è legato anche all'area materna, all'ospedale Sant'Anna: grande eccellenza in ambito ostetrico-ginecologico. Al Sant'Anna attualmente i posti letto sono 145 e, nel futuro Parco della Salute, saranno 50 i posti letto previsti, con sale parto, sale operatorie dedicate e un pronto soccorso dedicato. Da 50 posti letto ad arrivare a 145 ne mancano 95. Tra l'altro, ho fatto io stessa la domanda alla rappresentante sindacale che era presente in Commissione, e lo ho chiesto se i 50 posti letto sono sufficienti nel futuro Parco della Salute. Mi è stato risposto di sì. Ho ancora chiesto: i restanti posti letto dove verranno collocati? Mi è stato risposto che potevano essere sufficienti 50 posti letto di alta specialità che poi verranno inglobati sempre nel futuro Parco della Salute, ma non era chiaro agli stessi medici e agli stessi specialisti dove venissero ricollocati gli altri posti letto.
Sono qui a fare delle domande ben precise. In tutta la mattinata si è discusso della ricollocazione dei posti letto, l'Assessore Saitta e il Presidente hanno sottolineato e affermato più volte che non verrà chiusa nessuna struttura, né che verranno vendute le strutture, quindi la struttura del Regina Margherita e del Sant'Anna non verranno vendute, non verranno fatti degli appartamenti. L'Assessore oggi ha detto: in raccordo con il Comune di Torino, quella struttura - il Regina Margherita - verrà utilizzata in futuro per progetti sociali e socio-sanitari a favore della Città di Torino.
Si è detto che i posti letto mancanti, che non verranno inglobati nel futuro Parco della Salute, verranno ricollocati nel territorio. Verranno ricollocati una parte al Martini e una parte al San Giovanni Bosco, ma anche qui è da chiarire se abbiamo gli spazi, se realmente c'è non solo lo spazio sufficiente, ma se abbiamo i posti letto da collocare all'interno di quelle strutture.
Chiedo all'Assessore, considerando il taglio dei posti letto parlando del Regina Margherita.



PRESIDENTE

Anche lei, come gli altri Consiglieri, deve concludere.



BATZELLA Stefania

Mi accingo a concludere.
Considerando che rimarranno i posti di bassa e media intensità di cura perché, Assessore, quei posti letto, invece di essere ricollocati sul territorio o in altri ospedali, non li lasciamo all'interno dalla struttura del Regina Margherita? In considerazione del fatto che non verrà venduta non verrà abbattuta, non verranno costruite appartamenti e verrà utilizzata per progetti sociali e socio-assistenziali.
Noi chiediamo che i posti letto di bassa e media intensità che non verranno inglobati nel futuro Parco della Salute rimangano nell'attuale struttura del Regina Margherita.



PRESIDENTE

Tutti quelli che sono intervenuti precedentemente hanno parlato due minuti in più, questo è valso anche per la Consigliera Batzella.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Non era quello, porteremo poi in Conferenza dei Capigruppo una questione di prenotazione degli interventi..



PRESIDENTE

Anche qui, Consigliere Bono, si era deciso che interveniva un Consigliere per Gruppo; i Consiglieri dei Moderati non erano ancora intervenuti, mentre i Consiglieri del Movimento 5 Stelle sì.



BONO Davide

Mi spiace che non ci sia il Presidente Chiamparino perché volevo rivolgermi soprattutto a lui, ovviamente anche all'Assessore Saitta, ma principalmente al Presidente.
Innanzitutto sorridevamo un po' con il collega Bertola che è intervenuto per primo e che ha richiesto le comunicazioni in Aula, e ci dicevamo (ce lo siamo detto usando il labiale): mettetevi d'accordo. Il Presidente Chiamparino ci pare che sia rimasto ancora alla precedente versione del risiko dei posti letto del Città della Salute. È rimasto a: lì mettiamo a Torino Sud, all'ASL TO5. Mentre l'Assessore Saitta oggi è venuto con la nuova versione del risiko, dei "carri armatini": li spostiamo sulla Città di Torino.
Vi chiedo, innanzitutto, di essere chiari, anche affinché i giornalisti che seguono oggi le televisioni e i cittadini che ci seguono online possano avere una versione unica, altrimenti si crea veramente una confusione pazzesca.
Ritorno all'audizione dell'ANAAO, quindi ricordando ancora una volta che sono stati i sindacati, non solo loro, ma anche la CIMO, l'Ordine dei Medici, il Nursind e il Nursind App, quindi il sindacato degli infermieri che hanno sollevato e sollevano da anni queste problematiche. La domanda retorica è stata posta alla dottoressa Todros dell'ANAAO. Sottolineo, solo per memoria storica, che era candidata con LeU alle politiche nazionali a marzo 2018, cioè nove mesi fa.
È ovvio che se io andassi a chiedere al collega Bertola, se tra dieci anni sarà diventato sindacalista di un qualche sindacato, cosa ne pensa della mia riforma, se gli si domandasse se i posti letto in ostetricia sono sufficienti per garantire i parti, ovvio che risponderebbe di sì. Io per mi ricordo, però, che era in grande imbarazzo. Tra l'altro, il Presidente Chiamparino, che non c'è più, si auto-risponde e dice: "I posti letto basteranno perché li spostiamo". È ovvio che possiamo fare ad un ospedale da 100 posti letto, poi 2.000 li spostiamo sul resto della Regione e allora i posti letto bastano e sono sufficienti.
Il Presidente Chiamparino - lo voglio sottolineare anche ai colleghi dell'Aula e ai giornalisti presenti - è addirittura riuscito a dire che forse realizzeremo più posti letto di quelli di prima. Lo dico all'Assessore Saitta, perché non c'è neanche il Vicepresidente Reschigna, e lo dico al Presidente del Consiglio: c'è un limite a tutto, ad essere presi (e dovrei dire una parola che non dico) per i fondelli così, in Aula! Basta! Noi siamo stufi! Non potete venire qui a dire quello che credete: vi siete svegliati la mattina, avete mangiato quello che avete mangiato e allora cambiate idea. Ci sono dei documenti di programmazione che, tra l'altro, avete adottato senza farli passare dal Consiglio, nel 2014. La delibera 1-600, già citata: quella fa fede. Tutto il resto sono vostre fantasie! State andando contro una delibera di programmazione sanitaria: dovete dire dove mettete questi posti letto, non a parole, ma con i documenti. Dovete presentare un documento di programmazione sanitaria entro la fine della legislatura, altrimenti lasciate un vincolo alla prossima Amministrazione che sarà costretta a giocare sulle fantasie che voi avete fatto e che avete detto: un giorno qui, un giorno là; 50 lì, 50 sotto! I numeri dei posti letto non potete inventarli sul momento, se avete sentito la dottoressa Fagioli, il dottor Falco o qualcun altro. I posti letto, certificati dal Ministero, al Regina Margherita sono 280. A me non interessa proprio nulla che voi veniate a dire che sono 190: noi abbiamo i dati del Ministero. O voi mandate al Ministero dei dati taroccati (sono i flussi NSIS, sono i flussi che date al Ministero) e questo è grave, oppure dovete dirci come in un mese, dal 31 dicembre 2018 al 29 gennaio 2019 siamo passati da 280 posti letto utilizzati a 190.
Non è vero! Non è vero, perché abbiamo sentito i sindacati, tutti i sindacati, in questo momento, mentre voi parlavate, e tutti i sindacati ci hanno detto che non è vero, che i bambini vengono ricoverati addirittura nei reparti di terapia intensiva e i pazienti della terapia intensiva vengono portati nei reparti di infettivologia, perché non ci sono posti letto. Diversamente, non ci sarebbero liste d'attesa.
Abbiamo sentito delle fantasie! Mi spiace dover attaccare il collega Monaco, perché è un collega due volte (anche come medico), ma lasciamo perdere le fantasie sul fatto che le liste d'attesa sono un falso mito. Non so dove viva il collega Monaco, ma basta andare in qualunque ospedale e ci sono barelle perennemente ferme nei pronto soccorso, nei DEA. È notizia dell'altro giorno, dell'ospedale di Orbassano, ma anche dell'ASL TO4, di malati che stanno quattro o cinque giorni in barella in un pronto soccorso perché non ci sono i posti letto.
Non ci sono i posti letto e non avete dato risposte sul territorio. Sono cinque anni che vi riempite la bocca di parole, ma non avete realizzato i posti letto di cura intermedia sul territorio. Non avete dato risposte a queste persone e volete ancora tagliare i posti letto, Presidente Chiamparino! Poi, ognuno potrà dire quello che vuole. Non è campagna elettorale, questa: è un tema fondamentale della vita dei piemontesi.
Voi avete l'obbligo, in quanto amministrate ancora per tre mesi, di dare risposte chiare e certe ai piemontesi. A me non interessa la campagna elettorale che ci sarà tra tre mesi e quant'altro: questo è un tema concreto e reale. Voi avete l'obbligo politico e morale di portare una delibera di programmazione.
Ve lo chiedo ancora una volta, perché sono passate ormai tre ore da quando l'ha detto il collega Bertola: siete d'accordo a rivedere il Piano di edilizia sanitaria per renderlo congruente - ma ve l'avevamo già detto in occasione della delibera di edilizia ospedaliera - con la delibera 1-600 o volete fregarvene? Perché ve ne state fregando! Questo è addirittura un illecito amministrativo, perché non potete essere andati a Roma a portare una delibera di programmazione e poi fare quello che volete: i contenitori, una volta realizzati, non si modificano.
Tra i tanti messaggi simpatici - giusto per stemperare un po' il tono dell'intervento - un simpatizzante mi ha scritto sulla mia pagina social: "Si potrà, dopo, infilare un letto in più in ogni camera? Quindi, da due posti letto a tre?". Ovvio che no. Quindi, state vincolando il futuro del Piemonte a questa realtà.
Vi chiedo veramente, e lo chiedo anche ai Consiglieri di maggioranza perché hanno una precisa responsabilità politica di accettare tutte le scelte che vengono poste dalla Giunta (ma sono anni che ne parliamo, ne abbiamo parlato in occasione della delibera sulla psichiatria, ecc.), di rivedere semplicemente i numeri.
Un altro messaggio importante: noi non vogliamo bloccare alcun intervento Presidente Chiamparino e Assessore Saitta. Noi siamo favorevoli ad andare avanti su questo progetto, perché voi (lei, Assessore Saitta, era Presidente della Provincia e il Presidente Chiamparino è stato dieci anni Sindaco di Torino) avete perso 16 anni di tempo. Non noi, ma voi, perché il Presidente Chiamparino nel 2003 voleva l'intervento intorno all'area FIAT Avio - dov'è adesso - poi è arrivata la Presidente Bresso, che lo voleva fare a Grugliasco, infine il Presidente Chiamparino, quando era ancora Sindaco - nel 2010 - ha firmato il progetto del Presidente Cota nel Masterplan e lo voleva alle Molinette. Nel 2011 è arrivato Fassino, ha firmato quel progetto, ma, al termine della legislatura, ha cambiato idea tornando - nel 2014 - sul progetto di Chiamparino.
Mettetevi d'accordo! Create una confusione nelle scelte e poi raffazzonate ancora gli interventi e li rendete perfetti, com'è stato detto prima dai colleghi: è scienza quello che proponete voi, tutto il resto sono fake news, frottole.
Chiudo veramente, dicendo che i dati sono quelli, a meno che non presentiate altri dati, perché li avete anche nascosti lungamente. I posti letto del Regina Margherita oggi sono 280 e voi avete detto che in futuro saranno 140. Non è vero! Sono 90, perché la neonatologia oggi è al Sant'Anna, non al Regina Margherita, quindi i posti letto di pediatria sono 90, cui se ne aggiungeranno 24 dalla tabella del quaderno 4; 24 al CTO riconvertito a bassa intensità. Quindi passiamo da 280 a 114.
La stessa cosa si potrà dire per il Sant'Anna, che adesso ne ha 380 e passiamo a 100 più 50 (150). Non so quanti ne dovete recuperare, però fate 380 meno 150.
Chiudo dicendo che non è stato ricordato il CTO, un'eccellenza su cui abbiamo investito soldi; al Regina Margherita è stato fatto il pronto soccorso nuovo, al CTO c'è tutta l'unità spinale, c'è il Centro Grandi Ustionati, ma non si sa cosa ne sarà di questa struttura. La limitazione funzionale, non si sa. Ci sono oggi 400 posti letto, di ortopedia ce ne sono 90: diteci, nelle vostre fantasie più sfrenate, dove andranno a finire questi numeri. Noi vogliamo dei documenti, perché è finita l'ora di discutere solo di parole, ma questo vale per le opposizioni e per la maggioranza.
Portate dei documenti chiari e certi, non lasciate un fardello così pesante alle prossime Amministrazioni, che non potranno più fare delle scelte perché voi avrete vincolato la futura sanità piemontese a un taglio drastico dei posti letto, già effettuato con la delibera n. 1-600 di 2.200 e ora di altri 800 posti letto in meno.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Nel pomeriggio, dopo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, ci saranno ancora due interventi e l'Assessore Saitta replicherà.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle 13.03)



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