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Dettaglio seduta n.384 del 15/01/19 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 10.06)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Ferrero, Gallo, Gancia, Saitta.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute dell'8 gennaio 2019.


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 18 e 20 dicembre 2018.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Superiore "F. Albert" di Lanzo Torinese (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe II B Scienze Umane dell'Istituto Superiore "F. Albert" di Lanzo Torinese in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.
Rivolgo inoltre un saluto ai cittadini di Cuccaro, che per la terza giornata consecutiva sono qui a seguire i lavori del Consiglio regionale.


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Proseguimento esame disegno di legge n. 308, inerente a "Istituzione del Comune di Lu e Cuccaro Monferrato mediante fusione dei Comuni di Lu e di Cuccaro Monferrato in Provincia di Alessandria"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 308, inerente a "Istituzione del Comune di Lu e Cuccaro Monferrato mediante fusione dei Comuni di Lu e di Cuccaro Monferrato in Provincia di Alessandria", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana del 18 dicembre è iniziato l'esame del provvedimento; ha svolto la relazione di maggioranza il Consigliere Giaccone e hanno svolto la relazione di minoranza i Consiglieri Rossi Luca e Bono.
In sede di discussione generale, sono intervenuti: la Consigliera Chiapello, l'Assessore Reschigna, i Consiglieri Bono, Vignale e Ravetti.
Nella seduta antimeridiana del 20 dicembre 2018 è proseguito l'esame del provvedimento con gli interventi in sede di discussione generale dei Consiglieri Sinatora e Tronzano, dell'Assessore Reschigna per precisazioni e dei Consiglieri Mighetti e Vignale. Il Consigliere Tronzano ha espresso la volontà di voler fare ulteriori riflessioni dopo l'intervento dell'Assessore Reschigna.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Ricordo a tutti che i lavori del Consiglio sono cominciati e vi chiedo quindi di stare zitti, perché così non si può lavorare. Questo vale anche per gli Assessori, naturalmente.
Il rinvio dell'esame del provvedimento è a oggi. Sul supporto alle sedute istituzionali (SUSA) sono reperibili le note inviate dai Consigli comunali (due di Cuccaro), con le relative deliberazioni, nonché ulteriori due note trasmesse da alcuni Consiglieri comunali di minoranza del Comune di Cuccaro.
Ci sono Consiglieri che desiderano intervenire su questo argomento? Collega Mighetti, lei non era ancora intervenuto: lo può fare adesso.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Prendo la parola adesso per non intervenire successivamente sugli articoli che mi sembra una cosa non consona a una legge che, di fatto, è una legge tecnica, che non ha un contenuto politico. Tengo a fare una precisazione in merito a quello che è avvenuto nelle ultime settimane.
Nelle ultime settimane abbiamo visto come siano finalmente arrivate quelle famose delibere richieste dall'Assessore Reschigna che dovevano confermare la volontà delle Amministrazioni comunali di proseguire nel processo di fusione dei due Comuni. Ebbene, da questa fase abbiamo capito alcune cose: abbiamo capito che l'Amministrazione comunale di Cuccaro, nonostante il giudizio negativo ottenuto nel referendum, ha manifestato comunque la sua intenzione di continuare il processo di fusione.
Ma la cosa che ci fa interrogare e che ci lascia piuttosto perplessi è quanto è avvenuto nel Comune di Lu (Comune più grande), in cui il risultato del referendum è stato positivo e che ha - sì - prodotto una delibera in cui si manifesta la volontà di proseguire la fusione, ma una delibera adottata con cinque voti. Due voti contrari e tre voti a favore: effettivamente, anche per un Comune piccolo, è una maggioranza che ci lascia molto perplessi; una maggioranza che chiaramente, al di là dei giudizi sulla legittimità o meno dell'approvazione di una delibera in seconda convocazione (com'è avvenuto nel Comune di Lu), effettivamente, dal punto di vista politico, ci lascia veramente basiti.
Perché? Perché questa è una decisione importante per un Comune, pensiamo una delle più importanti, perché decidere di fondersi con un altro Comune crediamo sia una decisione veramente vitale per entrambi i Comuni, per entrambe le Amministrazioni, per entrambe le popolazioni. Quindi, per questo motivo, noi continuiamo a ribadire quanto abbiamo già detto nelle precedenti sedute.
È giunto il momento di dire una volta "no", è giunto il momento di dire che la Regione non è il notaio delle fusioni. La Regione non è il notaio delle fusioni, ma è chiamata legiferare e a dare un giudizio. Il nostro giudizio dal punto di vista politico e dal punto di vista di una valutazione pensiamo oggettiva, è che la fusione tra questi due Comuni non sia matura per essere realizzata, e lo provano - appunto - da una parte, gli esiti referendari e, dall'altra, la scarsa partecipazione, la scarsa condivisione che c'è stata nella delibera del Comune di Lu Monferrato.
Per questo motivo, noi ribadiamo il nostro "no" a questo progetto di fusione; pensiamo che sarebbe stato utile soprassedere su questa fusione, e utile non solo per questo caso, perché anche in altra realtà abbiamo visto che ci sono state delle problematiche di condivisione del progetto con la popolazione e ci sono delle problematiche che noi non vediamo. Le problematiche che non vediamo sono quelle che fanno sì che molte fusioni utili alla popolazione, non vengano portate avanti per le problematiche verificatesi, ad esempio nel caso di Lu e Cuccaro.
Se vogliamo dare un segnale ai Comuni piemontesi lo possiamo dare oggi non portando avanti questo progetto di fusione e dicendo ai Comuni piemontesi che, se vogliono portare avanti dei progetti che siano virtuosi e veramente utili ai cittadini, lo devono fare, ma in primo luogo devono lavorare con i propri cittadini e con la propria popolazione per condividere questo concetto all'inizio, portarlo avanti con convinzione e con l'appoggio di una popolazione che sia edotta su tutti i pro e i contro che questi progetti di fusione portano ai cittadini stessi.
Portare avanti progetti di fusione in questa maniera non farà altro che scoraggiare altri Comuni ad avere benefici da questo tipo di attività.
Noi non siamo contrari alle fusioni dei Comuni, anzi, pensiamo che siano un processo necessario per i Comuni piemontesi. Siamo la Regione con più Comuni d'Italia; siamo la Regione con i Comuni più piccoli e siamo la Regione con Comuni che fanno veramente fatica a fare il loro mestiere, cioè a dare servizi ai cittadini, però dobbiamo far sì che questi progetti di fusione abbiano un senso. Come abbiano anche senso l'Unione dei Comuni e le Unioni montane.
Per fare questo, dobbiamo avviare anche noi un processo serio all'interno del Consiglio regionale, senza distinzione tra chi dice no e chi invece vuole andare avanti, perché non è serio non andare avanti.
La nostra impostazione più seria è quella di dire: "No, non si va avanti in questo caso, perché con queste promesse non è possibile portare avanti una fusione".
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sinatora; ne ha facoltà.



SINATORA Benito

Grazie, Presidente.
A mio giudizio, la fusione dei Comuni di Lu e Cuccaro soffre di alcuni vizi di forma che non permettono di dare un voto favorevole; soprattutto in questo caso, la formula è anche sostanza.
Non si tiene in dovuto conto l'esito di un referendum che ha visto la posizione contraria esprimersi con un voto contrario del 65% dei cittadini.
Inoltre, fa discutere il voto dei Consigli comunali: a Lu, la maggioranza si è espressa con tre voti a favore, due contrari e un astenuto, per cui con una maggioranza anomala che non rappresenta la maggioranza del Consiglio, soprattutto su una decisione che vede scomparire il Comune stesso. Normalmente, tutti gli Statuti comunali, per le modifiche agli stessi Statuti, prevedono la maggioranza qualificata dei due terzi dei Consiglieri assegnati. È strano e inspiegabile come invece, per la cessazione dello Statuto comunale per la scomparsa del Comune, sia stata sufficiente una maggioranza spuria, secondo noi non giusta e non qualificata.
Per questo, il nostro voto sarà contrario.
Grazie.



PRESIDENTE

La Consigliera Chiapello è già intervenuta nella discussione generale. In genere, in fase di discussione generale, l'intervento è uno solo. Quando poi sarà il momento, potrà fare la sua dichiarazione di voto.
Ci sono altri interventi da parte dei Consiglieri? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi Luca Angelo; ne ha facoltà.



ROSSI Luca Angelo

Presidente, sono intervenuto in qualità di relatore di minoranza, ma nel momento in cui feci la relazione portai le risultanze della Commissione svoltasi il giorno precedente, che aveva dato parere favorevole a proseguire nell'iter di fusione.
Successivamente, si sono attese le due delibere dei due Consigli comunali che sono giunte. Adesso, quindi, abbiamo tre elementi: il voto referendario, che nel suo complesso ha dato un voto favorevole, pur sottolineando il fatto che nel Comune di Cuccaro c'è stata una prevalenza dei "no", e le due delibere.
Il punto su cui si è discusso e su cui i Consiglieri regionali sono stati coinvolti (perché abbiamo tutti quanti ricevuto lettere dai favorevoli dell'una e dell'altra posizione), è la delibera del Consiglio comunale di Lu.
Ci sono due aspetti che vorrei venissero chiariti all'Aula, per avere così tutti gli elementi più sereni per poter decidere.
Se non ricordo male, in precedenza, prima della discussione della legge avevo presentato un question time al Vicepresidente Reschigna, vedendo alcune analogie con il caso che si era tenuto l'anno precedente con dei Comuni, sempre in provincia di Alessandra, di Gavazzana e di Cassano Spinola.
Mi pare che allora il Vicepresidente - però a questo punto gli chiedo solo se può confermarlo, perché magari ricordo male - avesse detto che nella lettera che ha mandato ai Comuni, dove c'era stato un esito non concorde della consultazione referendaria, aveva chiesto un nuovo pronunciamento del Consiglio comunale. Il discorso della maggioranza qualificata, quindi, era un qualcosa di più, un qualcosa che era scappato in quella lettera, ma che non era previsto dalla legge.
Questo è un punto che le chiederei di ribadire, perché effettivamente in Consiglio si è molto ragionato su questo argomento - maggioranza qualificata o meno - quindi chiariamo, una volta per tutte, questo passaggio.
L'altro punto riguarda il voto del Sindaco, se è valido o meno.
Personalmente ho esperienza di vent'anni in un Consiglio comunale (credo che la grande maggioranza dei presenti abbia fatto a lungo il Sindaco o il Consigliere comunale) e ricordo che, a parte alcuni casi specifici (mi viene in mente l'elezione della Commissione elettorale, in cui credo sia addirittura la legge stessa a prevedere che il Sindaco non partecipi alla votazione), il Sindaco vota e tutte le delibere in cui vota il Sindaco anche se sono assunte con un solo voto di scarto, sono valide.
A Valenza, nella consiliatura 2000-2005, ci furono due Consiglieri che passarono da maggioranza a minoranza e andammo avanti 11 a dieci, con decine e decine di votazioni, credo tutte valide.
A questo punto credo che, visto che il problema è stato sollevato, chiedo al Segretario generale, o a qualcun altro, di fare una precisazione se ci sono elementi legislativi che inducono a pensare che questa sia una tesi fattibile, per una nostra maggiore serenità.
Ho aperto adesso la posta elettronica e c'è anche una missiva di un Consigliere nel Comune di Lu, che non ha preso parte al Consiglio del 6 gennaio e che ribadisce il suo voto favorevole; questo è un di più. Non so se i colleghi l'hanno ricevuta o meno.
Chiedo, per una maggiore serenità del voto in Aula, queste due precisazioni sulla maggioranza qualificata e sulla delibera di Consiglio comunale; se qualcuno vuole dare una precisazione in questi termini, credo sia opportuno per tutti noi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Rossi.
Consigliere Bono, lei era già intervenuto in discussione generale. Quello che vale per la Consigliera Chiapello vale anche per lei: non ho dato la parola alla Consigliera Chiapello, non posso darla neanche a lei. Lei potrà parlare in dichiarazione di voto. Mi dispiace.
Se non ci sono altri Consiglieri che chiedono d'intervenire in discussione generale, darei la parola al Vicepresidente della Giunta Reschigna sulla questione della maggioranza qualificata.
Per quanto riguarda il Consigliere comunale, il Sindaco è Consigliere comunale; peraltro, il Presidente Chiamparino vota regolarmente in Consiglio. Il Presidente del Consiglio, che ha un ruolo istituzionale, non vota, ma è diverso.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Non voto per scelta, perché è corretto, ma gli eletti.
La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
È la terza volta che mi tocca chiarire quest'aspetto, ma non c'è nessuna difficoltà da parte mia a farlo.
L'ho detto rispondendo a un'interrogazione del Consigliere Rossi e l'ho ribadito durante il dibattito generale che si è svolto in Aula: nella lettera che ho mandato ai due Comuni c'era un errore che riguardava la maggioranza assoluta, che non si ritrova in nessuna norma di legge.
L'elemento fondamentale della lettera inviata ai due Sindaci è che, di fronte a un esito della consultazione referendaria contrastante, anche se è vero che nella sua sommatoria complessiva è favorevole alla fusione ma nella suddivisione tra il voto nell'uno e nell'altro Comune, vi è un esito favorevole nel Comune più grande (Comune di Lu) e un esito negativo nel Comune più piccolo (Comune di Cuccaro), io ritengo che, come abbiamo sempre fatto - di fronte a una consultazione referendaria che esprime un elemento di contraddizione nella sua espressione riassuntiva del voto - occorre che ci sia un momento di riflessione ulteriore all'interno delle Amministrazioni comunali.
In alcuni casi, nella storia del Piemonte e di questa legislatura, posso portare l'esempio molto vicino a casa mia, riguardo alla fusione per incorporazione tra Cossogno e Verbania. A Cossogno, la consultazione referendaria fu negativa e quella di Verbania fu positiva; l'esito finale fu che le due Amministrazioni hanno ritenuto d'interrompere il percorso di fusione.
In altri casi, pochissime settimane fa, in questo Consiglio regionale, a fronte di situazioni con espressioni referendarie negative, in parte o nella loro totalità (caso classico, Gattico e Veruno, dove in entrambi i Comuni le consultazioni referendarie sono state negative, e non è un problema di una Regione che fa il notaio o non fa il notaio) io ritengo che di fronte a percorsi che coinvolgono le comunità locali, la responsabilità è delle Amministrazioni locali che devono decidere se chiedere alla Regione di andare avanti o di non andare avanti, perché sono loro che hanno una responsabilità nei confronti della propria comunità.
Sotto questo profilo, confermo all'Aula, per la terza volta, che non si rinviene nella norma l'obbligo di un provvedimento da parte del Consiglio comunale a maggioranza qualificata. Quello che a me interessava è che i due Consigli comunali - su questo si sono espressi e non aggiungo altro inoltre, non ho capito perché ci è voluto tutto questo tempo per farli esprimere - tornassero a esprimersi assumendosi una responsabilità di fronte alle proprie comunità locali.
Per essere chiari, siamo in una situazione ulteriormente kafkiana, perch mentre il Consiglio comunale di Cuccaro, dove l'esito è stato negativo, con una presenza molto forte dei Consiglieri comunali, si è espresso per la conferma della volontà di fondersi, nel Comune di Lu, dove avevano vinto il sì a favore della fusione, il Consiglio Comunale si è convocato in seconda convocazione, ma comunque siamo di fronte a un atto del Consiglio comunale.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, si proceda con l'esame dell'articolato.



PRESIDENTE

ARTICOLO 1



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Li illustro tutti, anche perché sono riassumibili tutti in due elementi.
Anzitutto, viene spostata la data di fusione, che non è più dal 1° gennaio 2019, ma diventa il 1° febbraio 2019. Questo è un emendamento che ritorna in una pluralità di articoli all'interno del corpo del disegno di legge.
Un secondo emendamento prevede un ricalcolo del contributo atteso: il contributo una tantum viene erogato nel 2019, quello invece da spalmare sui cinque anni viene erogato per undici dodicesimi sul bilancio 2019, per dodici dodicesimi nei successivi quattro anni, poi c'è una coda di un dodicesimo che viene recuperata il sesto anno.
L'ultimo emendamento prevede che, poiché siamo in assenza di leggi di bilancio, gli effetti giuridici della legge decorrono dal 1° gennaio 2019 mentre gli effetti relativamente alla norma finanziaria decorrono dal giorno dopo dell'approvazione della legge di bilancio.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, procediamo con la votazione dell'emendamento.
Il numero legale è 24.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Diamo atto per il verbale del voto contrario della Consigliera Chiapello.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 1, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 2



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 2.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 3



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 3.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 4



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 4.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 5



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 5.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 6



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 2) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 6, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 7



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 3) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 7, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 8



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 8.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 9



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 9.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 10



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 10.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 11



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 11.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 12



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 4) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 12, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 13



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 5) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 13, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola elementare "G. Allievo" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola elementare "G. Allievo" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Proseguimento esame disegno di legge n. 308, inerente a "Istituzione del Comune di Lu e Cuccaro Monferrato mediante fusione dei Comuni di Lu e di Cuccaro Monferrato in provincia di Alessandria" (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo all'esame del disegno di legge n. 308.
Ci sono interventi per dichiarazione di voto? Ha chiesto di intervenire la Consigliera Chiapello; ne ha facoltà.



CHIAPELLO Carla

Non entro nei particolari, perché sono stati ben richiamati dai colleghi.
Ci sono stati dei ricorsi e c'è una comunità molto lacerata e divisa: questa è l'unica certezza.
Speravo in un gesto distensivo, in un gesto di buonsenso, con un rinvio alla prossima legislatura della decisione, visto che entrambi i Comuni, Lu e Cuccaro, sono a fine mandato.
Non essendoci stato questo rinvio, il nostro voto sarà negativo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Mi unisco allo spirito dell'intervento della collega Chiapello. Nello spirito dell'intervento, che dice sostanzialmente che si poteva soprassedere, non avremmo creato nessun precedente assurdo a un'attività legislativa dicendo un no o non decidendo su questo progetto di fusione.
Avremmo dimostrato di essere una Regione attenta a come si svolgono i processi di fusione. Avremmo solo dimostrato questo.
Ci sono altre Regioni che hanno attuato la strategia dei no. Per esempio il Friuli-Venezia Giulia, in vari casi, ha opposto un no ai progetti di fusione, invece noi continuiamo con questo metodo: il metodo di un notaio che, visti i due contraenti con i documenti che paiono idonei a procedere vanno avanti e stipulano un atto. Noi siamo legislatori e questo oggi mi pare che ce lo siamo dimenticati.
Ci siamo dimenticati che, oltre a una valutazione meramente formale, ci sono delle valutazioni oggettive e non soggettive. Oggettive di quello che è accaduto in questi Comuni, di quello che è accaduto prima dei referendum nella fase di avvio dei progetti di fusione, quello che è accaduto durante il referendum consultivo e quello che è accaduto nelle ultime settimane e negli ultimi mesi. Su questo, noi dovevamo fare delle valutazioni: è un dato di fatto che queste due popolazioni, queste due realtà amministrative oggi non sono pronte a un processo di fusione. Non sono pronte le amministrazioni che hanno proposto i progetti di fusione, ma nemmeno le popolazioni, perché il Comune di Cuccaro ha detto no al referendum. Secondo noi, sarebbe stato un gesto veramente di buon senso soprassedere: soprassedere in qualunque maniera, perché si poteva soprassedere rinviando come diceva la collega Chiapello, questo progetto di legge, non semplicemente dicendo "no".
Secondo noi, oggi compiamo veramente uno sbaglio; uno sbaglio che ci porteremo dietro e che spero non si ripeta nei prossimi progetti di fusione.
Dobbiamo mostrare veramente cosa sono questi progetti di fusione: un metodo per dare servizi ai cittadini e non metodi per attribuire contributi ai Comuni che si fondono. Non sono questo e non è questo il senso della normativa. La normativa lo prevede, ma non è il senso della normativa: questo lo dobbiamo capire tutti e pensarci bene la prossima volta.
Mi pare che gran parte della maggioranza e parte dell'opposizione non abbia dubbi nel dire "sì" a questo progetto di fusione: per noi, invece, rimane un "no" convinto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mighetti.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.



(vedi esito votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Immigrazione

Comunicazioni della Giunta regionale in merito alla presentazione del ricorso d'illegittimità costituzionale da parte della Giunta regionale relativamente al "Decreto Sicurezza"


PRESIDENTE

In merito alla richiesta del Consigliere Fluttero, riguardante la decisione del Presidente Chiamparino di sollevare questioni d'illegittimità costituzionale, innanzi alla Corte costituzionale, del "Decreto Sicurezza" l'Assessora Cerutti è disponibile a svolgere le comunicazioni.
Prego, Assessora Cerutti.



CERUTTI Monica, Assessora all'immigrazione

Grazie, Presidente.
Ringrazio i Consiglieri, poiché considero importante condividere una scelta che il Presidente Chiamparino sta portando avanti e che ci porterà successivamente a deliberare, quindi a presentare il ricorso presso la Corte Costituzionale.
Tale decisione contro quello che viene chiamato "Decreto Sicurezza" - ora legge - trova una motivazione in ciò che il decreto può rappresentare sul nostro territorio: da una parte, mette in discussione il sistema di accoglienza che man mano si è cercato di consolidare con il lavoro di tutte le Istituzioni e le Amministrazioni, ai diversi livelli, cercando di passare - come più volte si è ripetuto nel tempo - da emergenziale a strutturale.
La seconda questione centrale, sulla quale tornerò, è il fatto che questo decreto determinerà un aumento esponenziale delle persone irregolari sul nostro territorio, quindi diventerà paradossalmente occasione d'insicurezza sia per i diretti interessati sia per tutta la comunità piemontese. Le persone divenute irregolari dovranno, per potersi mantenere - nel migliore dei casi - essere impiegate in quello che chiamiamo lavoro nero e - nel peggiore dei casi - essere assoldate dalle organizzazioni criminali.
Sappiamo bene (l'ha affermato anche il Ministro dell'Interno) come sia praticamente impossibile, al di là di condividerli, effettuare rapidamente i rimpatri. Pertanto, queste persone rimarranno sul nostro territorio proprio per l'impossibilità - ripeto - dichiarata dallo stesso Ministero dell'Interno di procedere in tempi rapidi al rimpatrio, per questioni concrete, reali e organizzative, ma anche perché non esistono accordi e questo Governo non ha ancora portato avanti alcun nuovo accordo, in particolare con i Paesi del continente africano, per procedere alle pratiche di rimpatrio.
Questi sono gli aspetti centrali.
Noi, per dare conto del fatto che questo ricorso è il naturale approdo di un lavoro portato avanti in questi anni e anche in questi ultimi mesi abbiamo istituito un tavolo informale, insieme all'ANCI regionale, con i Comuni che gestiscono quelli che venivano chiamati progetti SPRAR, i progetti del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati.
A ottobre, abbiamo cercato di raccogliere le problematiche legate al decreto. Tra l'altro, sottolineo che in due anni i posti dei progetti SPRAR in Piemonte sono passati da poco più di 800 a circa 2.000. Questo testimonia il lavoro svolto e anche il fatto che le Amministrazioni comunali si sono messe a disposizione per costruire un'accoglienza strutturale. In realtà, è stato evidenziato che questo sistema sarebbe stato messo a dura prova, come poi è avvenuto: sono stati messi a dura prova i diretti interessati, ma anche, per esempio, gli impatti sul territorio, con una perdita di posti di lavoro (circa 350 su tutta la regione) e con un impatto sull'economia dei Comuni che hanno accolto (pensiamo all'affitto degli alloggi).
È stato citato, ma lo cito nuovamente, il caso di Torre Pellice: 35 alloggi interessati dall'accoglienza e spese aggiuntive (questo è stato stimato dall'ANCI nazionale) nei confronti delle persone vulnerabili. Il costo valutato a livello nazionale, è di 280 milioni. Pertanto, facendo una proporzione, per la nostra regione sono 22 milioni.
Questo ha preoccupato gli amministratori comunali, preoccupa la Regione e quindi, preoccupa l'evoluzione del progetto SPRAR, che - come i Consiglieri sanno - è diventato il SIPROIMI, cioè il sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per i minori stranieri. Questo nuovo sistema sarà necessariamente ridimensionato rispetto a quello che era lo SPRAR fino ad ora.
Sottolineo che abbiamo chiesto ai parlamentari di provare a presentare dei miglioramenti rispetto all'atto durante il percorso da decreto a legge. Non è sortito nulla, tanto che abbiamo comunque rivisto tutti i Comuni prima della pausa natalizia, il 21 dicembre, e ci siamo impegnati innanzitutto a un monitoraggio degli effetti e delle preoccupazioni. Mi fa piacere sottolineare che si tratta di un monitoraggio che riguarda Comuni di tutti i colori politici, poiché abbiamo Settimo, i Comuni della Bassa Val Susa Collegno, Asti, i Comuni del Biellese - che, tra l'altro da poco avevano avviato dei progetti SPRAR - fino al Comune di Torino.
La preoccupazione è particolarmente elevata, poiché leggiamo i dati delle Commissioni territoriali rispetto alle prime applicazioni del decreto, per le quali si parla di dinieghi pari a circa l'82% del totale. Quindi, il fatto di avere l'82% delle persone che richiedono protezione internazionale diniegato significherà avere un grandissimo numero di irregolari, come già dicevo. Ad esempio, l'ISPI, che è l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, stima che in due anni saranno prodotti (possiamo usare questo termine) 130 mila irregolari. In particolare, vorrei sottolineare un aspetto che sta a cuore anche per le politiche che abbiamo portato avanti come Regione: 6.780 minori a livello nazionale che nel 2019 compiranno 18 anni e che anch'essi risulteranno essere fuori dal sistema di accoglienza.
Venendo a questi aspetti che, come credo i Consiglieri comprendono, non sono di carattere ideologico, ma molto pratico, abbiamo deciso di ricorrere proprio per responsabilità rispetto al territorio piemontese. Chiaramente è in fase di stesura con la nostra Avvocatura e con la consulenza del professor Mattei, ma nel ricorso andremo a individuare i profili del decreto che risultano essere gravemente discriminatori e che, tra l'altro mi si permetta di dire, sono anche in assoluto contrasto con la nostra legge regionale (la n. 5/2016) sulla quale stiamo lavorando; legge di rango inferiore rispetto a quella nazionale, che prevede "Norme per il divieto di ogni forma di discriminazione e la parità di trattamento".
Pensiamo che questo decreto, e su questo stiamo lavorando, sia discriminatorio nei confronti degli stranieri, ma vorrei sottolineare anche un altro aspetto: è discriminatorio nei confronti delle fasce più vulnerabili dei cittadini, quelli che chiamiamo poveri. Credo che questo sia un altro aspetto assolutamente passato come marginale, ma che non farà altro che aumentare il numero di coloro che, per esempio, avranno come unico strumento di sussistenza l'accattonaggio (i posteggiatori abusivi), e rispetto ai quali non abbiamo nessun tipo di intervento, se non inasprire le pene, quindi un intervento di carattere persecutorio.
Per questo ci sentiamo direttamente interessati anche rispetto a quelle che sono le competenze regionali, rispetto all'articolo 117 e seguenti della Costituzione, e anche rispetto ad altri articoli esterni al Titolo V, che sono il 2, il 3, il 10, il 32, il 42 che riguarda la proprietà, il 97 che riguarda l'equilibrio di bilancio, proprio perché - anche qui ritorno su un aspetto importante - questo decreto avrà un impatto negativo sull'economia regionale, perché andrà a escludere e sta escludendo fasce produttive della popolazione, su cui, tra l'altro, si sono fatti investimenti.
Mi riferisco, ma credo sia un elemento comunque evidente, a un progetto che arriva alla sua sesta edizione - tra l'altro, portato avanti anche dall'Amministrazione precedente - che è il progetto Petrarca, che è un progetto di educazione civico-linguistica, di insegnamento dell'italiano e non solo, per il quale la Regione Piemonte si è classificata prima a livello nazionale, con risorse del Ministero dell'Interno, quindi anche sotto questo rispetto chiaramente abbiamo delle contraddizioni in atto.
Rispetto a questo progetto, abbiamo la preoccupazione di non avere più un numero sufficiente di allievi, non perché non sono sul nostro territorio ma perché non avranno i documenti per poter accedere ai nostri corsi.
Una competenza centrale della Regione è quella sanitaria, tra l'altro evidenziata anche ieri nell'incontro fra il Primo Ministro Conte e l'ANCI in quanto è stato dichiarato come esito dell'incontro che si andrà a intervenire per uniformare la presa in carico sanitaria dei richiedenti asilo. Se questa non è competenza regionale, chi ritiene che le Regioni non siano interessate da questo decreto mi spieghi come questo non possa essere, invece, elemento su cui deve costruirsi la programmazione sanitaria.
Noi abbiamo i Centri Informazione Salute Immigrati, i cosiddetti Centri ISI, che sono stati creati nel 1996, sono passati a regime nel 2004 proprio per gli stranieri in fase di integrazione, quelli che vengono chiamati stranieri temporaneamente presenti o europei non iscrivibili. In un anno abbiamo più di 33.000 passaggi a questi centri. Dovremmo prevedere un numero molto superiore di passaggi, perché queste persone non potranno più essere inserite nel sistema sanitario normale e quindi su questo dovremmo rivedere la programmazione sanitaria, altrimenti il rischio è che queste persone accedano ai pronto soccorsi, con un impatto su tutta la popolazione. Chiaramente non crediamo che sia un impatto indifferente sulla qualità dei servizi offerti a tutti.
Lo stesso varrà per la programmazione socio-assistenziale rivolta agli stranieri vulnerabili, per cui dovremmo anche su questo andare a rivedere le risorse da mettere in campo.
Quindi, c'è competenza regionale, c'è grande preoccupazione e in ultimo anche qui, tema sottovalutato - non vi sono assolutamente ragioni d'urgenza per un decreto di questo tipo, nel senso che si è andati a portare avanti una riforma complessiva, ispirata appunto a valori che noi crediamo di discriminazione razziale, quando poi però l'urgenza non esiste, in quanto come viene dichiarato da tutti e dallo stesso Governo, il numero delle presenze delle persone straniere non è in aumento, anzi gli arrivi sono assolutamente in diminuzione. Quindi l'urgenza non è assolutamente fondata.
Chiudo dicendo che stiamo lavorando su questo impianto; molto probabilmente venerdì porteremo la delibera in Giunta e pertanto prepareremo questo ricorso in coordinamento con le altre Regioni, proprio per affermare che la sicurezza che viene portata avanti da questo decreto è in assoluta contraddizione con quello che, tra l'altro, ha dichiarato lo stesso Presidente della Repubblica nel discorso di fine anno, per cui la sicurezza parte da un ambiente in cui tutti si sentono rispettati e rispettano le regole del vivere comune.
La vera sicurezza si realizza con efficacia preservando e garantendo i valori positivi della convivenza, ciò che questo decreto assolutamente non porta avanti, perché va in direzione del tutto contraria.



PRESIDENTE

Apriamo il dibattito sulle comunicazioni dell'Assessora Cerutti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Fluttero; ne ha facoltà.



FLUTTERO Andrea

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessora, anche se mi sarei aspettato una risposta dal Presidente, perché sulle televisioni e sui giornali, nelle settimane e nei giorni scorsi, è stato il Presidente a portare a nostra conoscenza l'intendimento suo e quindi della Regione - in quanto lui rappresenta essendone il Presidente, l'intera Regione Piemonte - di questo importante e impegnativo passo di ricorso alla Corte Costituzionale contro una legge dello Stato.
Nel metodo, i nostri rilievi riguardano il fatto che certamente il Presidente rappresenta l'intera Regione, in quanto eletto direttamente, ma anche noi, con tutta la nostra umiltà di Consiglio regionale rappresentiamo la Regione Piemonte. Come Gruppo, noi riteniamo che, di fronte a una scelta così impegnativa, sarebbe stato assolutamente necessario - non opportuno, ma necessario - un confronto con questo Consiglio regionale. Il rimprovero nel metodo è quindi questo, e ci fa piacere oggi, dopo il nostro richiamo, che sia possibile discutere di tale argomento. Certo ci sarebbe decisamente piaciuto poterlo fare prima della scelta, anche per evitare che qualcuno possa maliziosamente pensare che questa sia una scelta dettata da motivi opportunistici e di propaganda elettorale. Non sia mai! Nel merito. Leggendo qualcosa - non è la mia materia - mi pare di aver compreso che l'unico elemento che presenta dei rilievi significativi per sostenere un ricorso alla Corte Costituzionale sia quello della prevista revoca di cittadinanza a un cittadino extracomunitario che nel tempo abbia acquisito questa cittadinanza e che per gravissimi motivi di pericolo per lo Stato possa essere sottoposto a questo provvedimento. Quindi la revoca della cittadinanza in casi estremi sembrerebbe - utilizzo il condizionale perché non sono certamente esperto della materia come il Presidente l'elemento di maggiore consistenza dal punto di vista di un ricorso alla Corte Costituzionale.
Tutti gli altri argomenti espressi dall'Assessora sono argomenti di dialettica politica, di posizioni e di visioni politiche diverse, che stanno nella logica del dibattito politico, non certo del ricorso alla Corte Costituzionale. Molti di questi potevano e possono essere oggetto di circolari esplicative del Ministero dell'Interno, allorché l'ANCI si sieda con il Presidente del Consiglio o con il Ministro competente a esprimere i suoi problemi. Se poi non c'è questo tipo di capacità di dialogo, non è certo il ricorso alla Corte Costituzionale che possa affrontare e risolvere questo problema di tipo organizzativo.
Perché è vero che esistono problemi di tipo organizzativo a valle dell'applicazione di questo decreto, ma non mi pare che lo strumento sia il ricorso alla Corte Costituzionale, anche perché molti altri Presidenti di Regione non hanno scelto questa via, e non solo quelli di centrodestra o che fanno riferimento a parti politiche diverse da quella del Governo: mi pare che il Presidente della Campania De Luca abbia deciso di non utilizzare questo strumento; ha anche annunciato che utilizzerà altresì questo strumento contro il provvedimento di autonomia differenziata. Quindi si apriranno altri fronti.
Per restare sempre nel merito, segnalo che il Presidente della Repubblica ha controfirmato sia il decreto che questa legge e voi sapete che il Presidente della Repubblica è dotato, nella sua struttura, di esperti costituzionalisti che sottopongono al loro vaglio tutte le norme, per cui in questo caso la Regione Piemonte decide di mettere in discussione anche quanto avallato e approvato dal Presidente della Repubblica. Lo segnalo niente di che. A maggior ragione, però, segnalo l'importanza del gesto e l'assoluta necessità di un confronto preventivo che sarebbe stato quello che noi abbiamo auspicato.
Ancora nel merito, l'Assessora ha raccontato un po' quello che succederà ma, in estrema sintesi, che cosa succederà di importante? Credo che si possa dire che succederà che negli SPRAR, anziché starci 24 mesi, gli immigrati irregolari in attesa della risposta sulla richiesta di concessione di permesso di soggiorno umanitario internazionale ci staranno 12 mesi e ci staranno solo quelli che hanno già ottenuto questo tipo di concessione, mentre oggi ci stanno tutti per 24 mesi, anche quelli che sono in attesa di sapere se otterranno questo permesso di soggiorno. Cambierà questo, per cui aumenteranno i numeri di quelli che non stanno lì dentro ci saranno dei problemi, come dicevo prima, ed è giusto affrontarli in termini di dialettica con il Governo.
Altre cose significative che cambiano la situazione. La negazione di questo permesso di soggiorno a chi compie reati gravi: credo che, da questo punto di vista, i cittadini piemontesi non possano che essere contenti che chi compie reati gravi non abbia diritto di ricevere questo tipo di ospitalità.
Insomma, sono tutte questioni di assoluto buonsenso e che mi pare non creino particolare allarme ai cittadini piemontesi, anzi.
I numeri che citava prima l'Assessora, che sono in riduzione, dicono di 164.000 sbarchi nel 2016, 114.000 nel 2017e 22.000 nel 2018.
È evidente, quindi, che tutto il sistema deve essere rimodulato, alla luce di questa forte riduzione degli sbarchi dovuta, prima, al buon lavoro del Ministro Minniti, poi al buon lavoro di questo Ministro e di questo Governo.
Ringrazio certamente gli amici della Lega e del Movimento 5 Stelle, che con questo provvedimento e con il lavoro di questo anno, 2018, hanno consentito di ridurre in maniera così significativa gli sbarchi nel nostro Paese.
Qual è la nostra conclusione? La conclusione nostra è che una Regione come la nostra - sarò noioso, Presidente, ma glielo ripeto - che ha tanto terreno da recuperare rispetto ad altre Regioni del Nord produttivo (lo sappiamo), rispetto al periodo pre-crisi ha ancora il 7,6% di PIL da recuperare.
Il PIL pro capite della nostra Regione è 29.000 euro l'anno, mentre della Lombardia è 34 mila. Siamo la quarta Regione, su quattro, del Nord produttivo. Abbiamo tanti problemi: l'ATC segnalava recentemente che solo nella provincia di Torino e nella Città metropolitana mancherebbero 26.000 alloggi di edilizia popolare.
Se parliamo di sanità, l'Assessore Saitta, anche se oggi non è presente vanta spesso grandi successi che si rilevano da indagini e da statistiche nazionali. Forse, se uscisse (lo farà e lo fa sicuramente) e chiedesse ai cittadini il livello di soddisfazione rispetto alle liste d'attesa e a tanti altri tipi di servizi, troverebbe una situazione diversa da quella indicata in quegli indici.
Per carità, lo dicono i cittadini, ma mi creda, Presidente, c'è una grossa differenza tra gli indicatori teorici e la pratica. Se lei gira, perché è persona che sta in mezzo alla gente, si renderà conto - poi qua non lo pu dire - che c'è ancora molto da fare. Io non dico che non abbiate fatto niente in questi cinque anni, dico che c'è tantissimo da fare.
I problemi di questa Regione sono tanti e molti sono stati anche gli errori. Capita a tutti di sbagliare. Vogliamo dire che 200 milioni di euro tenuti fermi per quattro anni, nell'attesa di fare una fantomatica banca sono stati un errore importante che ha pesato in maniera significativa? Sono pochi 200 milioni - lo so - rispetto ai 123 miliardi di PIL della Regione Piemonte, ma usati in modo scientifico e mirato potevano dare dei risultati.
In conclusione, Presidente, le cose da fare sono tante, lei ha ancora pochi mesi - probabilmente gli ultimi della sua carriera politica in questo Consiglio regionale, poi le auguro tanti altri successi - per dare dei risultati ai cittadini piemontesi, ma li usi per fare qualcosa di utile rispetto ai tanti problemi che i piemontesi hanno.
Glielo dico sinceramente e glielo dico anche nel suo interesse: ci pensi su, non assuma questa delibera, la ritiri e dedichi queste ultime settimane di lavoro, come Presidente della Regione Piemonte, ad affrontare i tanti problemi non risolti dei cittadini piemontesi, che non sono certamente quelli che stanno dentro il Decreto Sicurezza approvato nei mesi scorsi dal nostro Parlamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Il gruppo LeU, con soddisfazione e anche con una punta di orgoglio, difende non sono le parole dell'Assessora Cerutti, ma anche l'intenzione della Giunta di opporsi, con altre Regioni, a questo decreto.
Intanto la parola "decreto".
Lo diceva fra le righe il Presidente Chiamparino, e oggi ancora meglio l'Assessora Cerutti. Intanto si è voluto affrontare, con un decreto, una materia così complessa che riguarda elementi costitutivi del nostro Paese.
Quando parlo di elementi costitutivi parlo anche di quello che c'è di fondo a questo ricorso: la sicurezza.
Anche con questa decretazione d'urgenza si sono toccati punti cardini della nostra Costituzione e alcuni principi che sono alla base degli articoli iniziali della Costituzione (penso ovviamente all'articolo 2, all'articolo 3 e all'articolo 10). Quello che non capisce il centrodestra, nella sua ampia estensione che va dal Movimento 5 Stelle a Forza Italia (che in qualche modo difende le ragioni del decreto sicurezza), sono le ragioni per cui le Regioni si oppongono al decreto, che non sono le stesse motivazioni dell'ASGI, quindi questo decreto verrà spazzato via costituzionalmente.
Venti Paesi su 28 dell'Unione Europea hanno forme di permessi umanitari, ma di sicuro tutti i Paesi dell'Unione europea difficilmente sono in contrasto con il principio che chi ha diritto all'asilo politico e chi è presente nei Paesi deve avere una qualche garanzia di certezza della sua presenza.
Tra i motivi fondamentali per cui non capiscono il ricorso c'è, ovviamente il fatto che molte Regioni - lo stesso Presidente lo ha detto la scorsa settimana - e non solo noi, continueranno a fornire le cure necessarie, in base al principio universale che ci ispira, in virtù del tema generale delle cure sanitarie e del contrasto con una competenza regionale.
Questo, come sapete, è il tema che riguarda gran parte delle Regioni italiane e del ricorso.
Quello che ha detto poc'anzi l'Assessora Cerutti mi convince ancor di più cioè il fatto che questo tipo di decreto mette a repentaglio gli investimenti fatti da questa Regione. È un punto fondamentale.
Leggevo Mattei, che giustamente ricorda anche un po' di giurisprudenza internazionale sul tema. Sono contento che ci sia l'ausilio di professionalità che gratuitamente, se capisco bene, si sono messe a disposizione; dopodiché, credo che il punto sia capire esattamente che cosa si sta mettendo a repentaglio.
L'appello dei Comuni è più o meno questo: "Guardate che state scaricando su di noi le responsabilità di questa vicenda! Voi state creando invisibili che andranno sulla bassa soglia! Voi state mettendo a repentaglio quello che la Regione, con difficoltà, è riuscita a fare in questi anni!", cioè essere un punto di snodo fra le politiche del lavoro, di integrazione della casa e le politiche sanitarie.
Dopo tutta la discussione sui vaccini, dopo tutto quello che abbiamo discusso sui medici di base, davvero pensate che convenga creare un esercito d'invisibili per il nostro sistema sanitario? Pensate davvero che i Comuni possano supportare con la bassa soglia tutto quello che voi escludete per legge? Fluttero lo diceva con tutta l'educazione possibile: probabilmente non è questo l'unico tema che riguarda il futuro del Piemonte, e meno male che se ne accorge! Ma i piemontesi sanno bene che i giovani che, per mancanza di opportunità e sicurezza nel lavoro, sono costretti a emigrare di quanti sono più dei migranti che entrano nella nostra regione? E poi, fatemelo dire - c'è poco da girarci attorno - c'è tanta "puzza" di razzismo in questa vicenda.
Io non ho sentito tutta questa retorica verso i tanti migranti economici che arrivano nel nostro Paese, che arrivano magari a Caselle con un permesso di soggiorno temporaneo turistico e poi continuano, giustamente, e provano in qualche modo a inserirsi nelle maglie del nostro Paese per cercare un lavoro e cercare integrazione.
Fatemi dire che questa vicenda punirà chi non ha capito fino in fondo quanta retorica è stata impiegata e quanto ci ha resi distanti da un'idea universale di accoglienza di chi scappa dalle guerre, dalla fame e dalla miseria. Vi punirà, perché state facendo il peggio. State cancellando con una nota di una legge tante persone, non capendo che quelle persone esistono, sono reali! È lo stesso atteggiamento che sta avendo l'Amministrazione 5 Stelle su quello che è un luogo storico dell'immigrazione dall'inizio dell'Ottocento, quello del libero scambio: voi potete spostarli, potete cancellarli sulla carta, ma quelle persone continueranno a esistere, a chiedere dignità e provare a tutti i costi a trovarsi un lavoro.
L'altra cosa che state facendo è esattamente questo: state impedendo loro di trovare un lavoro regolare. Io credo che la Regione faccia bene non solo a rivendicare con tutta la sua forza le sue competenze in materia sanitaria, e non solo deve ribadire che queste materie non si affrontano con i decreti, ma si fanno discutendone con gli Enti locali, con le Regioni che hanno competenze in questa materia. soprattutto, vanificate i tanti investimenti fatti in questi anni.
Credo che su questo non solo la Giunta avrà tutto il sostegno di Liberi e Uguali, ma credo che oltre a questa maggioranza ci sono tanti piemontesi che ci daranno ragione e continueranno a stare su queste ipotesi.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Sia l'intervento dell'Assessora Cerutti che quello del Consigliere Grimaldi dimostrano che noi non abbiamo né ascoltato una comunicazione istituzionale da parte di un esponente della Giunta, né un intervento a sostegno di una comunicazione istituzionale, ma abbiamo ascoltato due posizioni politiche che si distinguono - evidentemente, non poteva che essere altrimenti - da quella che è stata una scelta del Governo nazionale.
Tuttavia, mi permetto di far presente al Presidente della Giunta e lo dico anche al Presidente del Consiglio, perché la Presidenza del Consiglio regionale dovrebbe avere un ruolo di garanzia rispetto all'Istituzione regionale, che vi sono alcune regole che non possono essere piegate né alla polemica politica, né alla campagna elettorale, perché noi stiamo, invece scivolando in un pericoloso confine che utilizza le Istituzioni per fare campagna elettorale.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Lo dovrò motivare, ovviamente.
Faccio due premesse; una è indispensabile: noi siamo una Pubblica Amministrazione e non possiamo utilizzare una professionalità, ancorch riconosciuta (io questo non lo so) come quella del professor Mattei, perch è gratis. Una Pubblica Amministrazione sceglie un soggetto che sostiene l'Avvocatura regionale con due modalità: o conferisce un incarico o fa una sorta d'individuazione a selezione, ma non può chiamare un amico di partito o un compagno di gioventù che intanto è diventato un professore e che si occupa di diritto, per sostenere l'Avvocatura regionale. Questo si fa se si gestisce il proprio partito, si fa se si gestisce un'azienda, non si fa se si gestisce un'Istituzione pubblica. Non si fa non solo perché non è corretto, ma perché non si può fare! Presidente, lei non può chiamare un esimio docente dicendo che non costa niente, perché chi se ne frega se non costa niente? Per individuare una persona, conferisca una consulenza del valore che ritiene, ma questo non lo può fare. Mi stupisco che questo possa avvenire, senza che ci sia qualcuno che la richiami a quelli che sono i suoi doveri. Quando si governa, in buona fede, si pensa di poter fare delle cose, ma ci dovrebbe essere una struttura che dice a chi governa le cose che può fare nel rispetto della norma, e le cose che non può fare; e questa è una.
Poi, arrivo alla sostanza del ricorso, per cui io penso che sia esclusivamente campagna elettorale.
Dico all'Assessora Cerutti, che tanto si è occupata di migranti, che dalla fine del 2014 al 2017, in Italia sono e entrati più di 600.000 persone 250.000 delle quali ce le siamo perse e anche in Piemonte sono state identificate, cioè abbiamo preso le loro impronte digitali e c'è stato anche un momento in cui l'Europa ci ha richiamato, perché non li schedavamo neanche più: scendevano dal barcone e andavano dove credevano. Di questi 250.000, 40.000 sono minori. Lo ridico all'Assessora Cerutti: 40.000 sono minori non accompagnati! In questi quattro anni in cui il "meraviglioso" Presidente del Consiglio Matteo Renzi e la vostra progressiva coalizione di governo governava si perdevano ogni mese decine di migliaia di persone che, come dite voi adesso, diventando clandestini, ingrossano le file della criminalità, non hanno tutele sanitarie, non possono essere inseriti in progetti d'integrazione. Voi non vi siete mai occupati di questo? In questi anni io non ho sentito mai una volta l'Assessora Cerutti o il Presidente Chiamparino o l'Assessore Ferrari o altri esponenti che abbiano denunciato il fatto - io l'ho detto più volte, invece - che settimanalmente, ci perdevamo delle persone perché.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

"Ah no, ma vanno tutte in Germania". L'ultimo caso è quello più semplice: dei 75 della nave Diciotti, per cui era un evento criminoso non dare accoglienza in Italia a queste persone, ne sono rimasti quattro! Ve lo ridico: quattro! Gli altri 71 se la sono data a gambe! Voi sapete dire dove sono questi 71? Chi li ha ospitati sa dire dove sono? No, sono semplicemente dei clandestini - perché questa è la parola corretta - che girano per l'Europa senza identificazione, senza documenti, cercando il Paese più ospitale, con le maglie più larghe e con le possibilità migliori per ottenere un sussidio economico e un futuro.
Comprendo che dalla povertà si scappi, del resto la nostra è una Regione che ha avuto molte persone che sono scappate dalla povertà. Ma sono scappate per andare a lavorare in altre condizioni.
Dunque, sul primo aspetto, quello del timore del non controllo dei migranti, arrivate un po' tardi.
Il secondo aspetto è il danno economico. Ancora ieri un esponente del Partito Democratico ha detto: "Si deve dire che con la chiusura degli SPRAR 12.000 persone perderanno lavoro". E grazie! Avete investito cinque miliardi di euro all'anno su un settore minimale dell'economia, che era un settore fortemente voluto.



(Commenti fuori microfono)



VIGNALE Gian Luca

Credo che dalla fine del fascismo o, meglio, dall'istituzione delle Regioni, non ci sia mai stata una gestione come quella dei migranti (prima col decreto Letta, poi Renzi e quant'altro) gestita interamente dal Ministero dell' Interno (gli sbarchi, i bandi delle Prefetture e quant'altro). Nel 2011, quando c'era l'allora Assessore Ravello, il Governo diede la gestione dei migranti alle Regioni! Furono le Regioni che seguirono davvero, con politiche d'integrazione, laddove riuscirono, quella partita. E voi mi volete dire che questo è un danno economico? Meno male che non spendiamo più cinque miliardi di euro per dare un sostegno economico non irrilevante a un settore che, anche questo, non è casualmente banale.
Se guardiamo i soggetti che si sono occupati in questi anni di migranti rileviamo che gran parte di essi hanno tutti parenti, amici e conoscenti politici (non dico personali, ma a volte anche personali) in quella che è la filiera. Non oggi, ma diremo che cosa ha speso in questi tre o quattro anni anche questa Regione a favore non dei cittadini extracomunitari, e nemmeno a favore dei cittadini extracomunitari clandestini, ma a favore dei richiedenti asilo, i quali, ai sensi del diritto e dei trattati internazionali, per l'8% o 9% in media hanno diritto d'asilo. Poi l'Italia come altri Paesi europei, si è inventata forme di ospitalità che nulla avevano a che fare con il fatto che si scappava da una guerra; si scappava dalla povertà, ma quelle sono dinamiche differenti sui flussi migratori.
Vi è un terzo aspetto, che a me è sembrato il più paradossale: quello dell'emergenza sanitaria. Questa Regione (così come le altre Regioni italiane, ma questa in modo particolare) ha un certo numero di centri di servizi per clandestini (sono bellissime le nuove terminologie dell'Assessora: "non registrati", "non regolarmente presenti"), che non vanno solo al pronto soccorso, com'è sacrosanto che sia e dove qualunque medico, infermiere e OS salva loro la vita e gli garantisce una cura. Ma se domani mattina il clandestino o il richiedente asilo che sta in uno SPRAR del Piemonte ha bisogno di una vista oculistica, sa che cosa avviene? Glielo dico io: il responsabile del centro alza il telefono, chiama l'ospedale di Pinerolo e la mattina dopo, tramite l'ISI, fa la visita medica all'interno dell'ospedale di Pinerolo. Se telefono io per mio figlio, aspetto quattro mesi! Allora, c'è un tema - e concludo - al di là degli aspetti dell'irrilevanza del ricorso, della non pregnanza da un punto di vista costituzionale del ricorso, e del fatto che ci sia una differenza politica (io ne sono lieto) fra voi e il centrodestra: il tema vero che io credo non abbiate ancora capito è che quell'idea universale di accoglienza, per cui questa posizione sarà combattuta dalla popolazione piemontese, viene da chi da troppo tempo non sta in un mercato, non sta in una periferia, non si confronta con la povertà o con la rabbia sociale che c'è in questa Regione. Ma non è che c'è rabbia sociale perché uno è incazzato la mattina! Vi ricordo che Torino è la città che fra il '51 e il '61 ha ospitato mezzo milione di persone! La rabbia sociale c'è perché non c'è più lavoro a sufficienza per dare ospitalità a queste persone, e perché si spendono troppe risorse per dare loro ospitalità a fronte della povertà degli italiani. Questo è il tema che dovrete iniziare a capire.
Parlate, al di là delle vaghe dichiarazioni di universalismo umanista novecentesco e paracomunista novecentesco, e confrontatevi con un mondo incazzato! Incazzato! Perché avete messo davanti ai diritti di persone che hanno problemi e che vengono da un altro continente ai diritti dei cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Bene ha fatto la Giunta a immaginare e istruire una decisione senza passare dall'Aula consiliare, che peraltro non ha competenze in merito. Perch l'intervento di chi ha richiesto le comunicazioni e le repliche che da quella parte stanno arrivando e che magari continueranno, dimostrano come su un tema così delicato, sia l'altra parte politica a voler continuare a fare una perenne campagna elettorale cavalcando e stimolando paure che pur esistono a fini meramente elettorali.
Se questo decreto - lo chiamiamo "Decreto Sicurezza", ma ormai è una legge dello Stato - è esente da qualunque tipo di problematica costituzionale rassicuriamoci tutti: l'organo competente, che è la Corte Costituzionale respingerà al mittente e boccerà il ricorso, confermando, nei fatti, la costituzionalità del decreto. Fossi in voi sarei un po' più cauto e un po' più attento, perché abbiamo precedenti illustri. Quando si è legiferato dal punto di vista ideologico - penso al decreto sicurezza dell'allora Ministro Maroni, ormai più di dieci anni fa - quel decreto, che era esente da qualunque critica, è stato smontato pezzo per pezzo dalla Corte Costituzionale, soprattutto laddove, in modo molto ipocrita e demagogico si volevano attribuire ai Sindaci poteri che i Sindaci non avevano e che non potevano esercitare neanche lo avessero voluto.
Ricordo l'allora dibattito sulle ronde che invito chiunque a verificare nei dieci anni di vigenza, più o meno, di quelle norme, quanto risultato abbiano prodotto, anche in punto di istituzione di quell'inutile e demagogico strumento di contrasto a fenomeni malavitosi.
Veniamo a noi. Se ieri si è già dovuto affermare, dal punto di vista del Governo, nell'incontro con l'ANCI, pur con tutta la ritualità, la moderazione e l'equilibrio del caso, che saranno necessarie circolari interpretative da parte del Governo e da parte delle Prefetture, questo mi fa dire che la legge appena approvata, è stata approvata male. È stata approvata con dei vizi potenziali di fondo, per risolvere i quali s'immagina la scorciatoia della circolare interpretativa. Non c'è nulla di peggio che, su un tema così delicato e che riguarda tutto il territorio nazionale e tutte le nostre comunità, affidare a delle circolari interpretative, magari anche diversificate - Prefettura per Prefettura - la soluzione di problemi. Anche da questo punto di vista, tutta questa fiducia manichea nel fatto che quello che è stato fatto è bene e quello che non è stato fatto o viene criticato è male, la porrei quantomeno in discussione.
È chiaro che in quest'Aula il tema assume una valenza politica che, dal punto di vista dell'iniziativa di ricorso alla Corte Costituzionale maturata in sede di Giunta, può non avere, anzi, non ha. Tuttavia, io sono Consigliere regionale al pari degli altri e non faccio il giurista, ma esprimo valutazioni politiche. Ma parlo anche da amministratore locale orgoglioso del fatto che là dove vivo, nell'ambito omogeneo in cui vivo come in tantissimi altri ambiti omogenei, quando vi era il problema più forte, cioè quando vi era il numero di sbarchi più consistente, ci si è rimboccati le maniche, ci si è candidati tra i primi a costituire uno SPRAR, lo si è messo in moto e si sono ottenuti dei risultati assolutamente pregevoli. Se ogni tanto non ci fossero delle polemiche social, parecchie delle nostre comunità non saprebbero neppure che esiste lo SPRAR nonostante gli sforzi di compartecipazione della vita comunitaria che abbiamo portato avanti.
Il fatto che oggi gli sbarchi siano drasticamente ridotti rispetto ad alcuni anni fa non deriva dal fatto che nel Sahara, piuttosto che altrove siano stati pubblicati dei manifesti in cui si dice: ha vinto il partito di Salvini che, con la complicità di altri partiti, ha formato un Governo che blocca gli sbarchi, per cui dice "non andate più in Italia, le frontiere sono chiuse". Se vogliamo canzonarla così, lo possiamo anche fare, ma non è così. Il fatto che si siano radicalmente e drasticamente ridotti gli sbarchi porta a non aver più l'esigenza di tanti centri di accoglienza straordinari nati proprio per evitare la concentrazione in pochi centri di tante persone (quello sì un problema di gestione e umanitario).
Demolire, ridimensionare o mettere in discussione, proprio in un momento in cui la straordinarietà non c'è più, il sistema strutturato di accoglienza e di protezione dei richiedenti asilo, lo trovo solo ed esclusivamente frutto della volontà ideologica di cavalcare e stimolare un tema ed una problematica.
Il problema poi lo gestiranno le amministrazioni locali e la Regione, come Ente, che, in qualche modo, fa da cornice e ha delle responsabilità in materia. Mettere o approvare norme nuove, senza aver fatto un coordinamento attento con le vecchie norme, è il primo dei problemi che si crea dal punto di vista applicativo. Laddove all'articolo 13 del decreto, oggi legge sicurezza, pur si continua a considerare il permesso di soggiorno per la richiesta di asilo quale documento di riconoscimento ai sensi del DPR del 2000, ma successivamente si dispone che il medesimo non costituisce titolo per l'iscrizione anagrafica, è un problema. È un problema di gestione dei servizi.
Che l'eliminazione dei permessi per motivi umanitari del diritto di residenza ai richiedenti asilo determini problemi interpretativi e applicativi, anche in materia di competenza regionale quali la salute l'assistenza sociale, il diritto allo studio, la formazione professionale e l'edilizia residenziale, è un problema. Se ci sono conflitti tra queste norme, di rilievo costituzionale, o presunti tali, bene ha fatto, o bene farà, chi ha il potere di iniziativa, a sollevare la questione. Starà poi alla Corte Costituzionale decidere se quei rilievi hanno fondamento, oppure no.
Prima si diceva: il Presidente della Repubblica ha controfirmato la legge.
Il Consigliere Fluttero sa benissimo che il Presidente della Repubblica non è la Corte Costituzionale. Il Presidente della Repubblica, al più, pu formulare dei rilievi e rispedire alle Camere per una seconda lettura un testo che, se viene confermato, diventa poi legge. Evitiamo, quindi, di usare argomenti che dimostrano troppo per affermare, invece, dei propri legittimi convincimenti personali.
Il Decreto Sicurezza contiene norme di dubbia legittimità sotto vari profili, perché è vero che ogni Stato può, legittimamente, decidere a chi riconoscere, finanche parzialmente revocare, il diritto di cittadinanza.
Ma, a partire dalle convenzioni internazionali e passando per la nostra Carta Costituzionale, i diritti fondamentali della persona sono riconosciuti alla persona, non al cittadino. Piaccia o non piaccia, quindi una delle grandi conquiste di civiltà dei decenni passati del secolo passato, ottenuti anche con lotte e con resistenze, è stato quello di sganciare dal concetto di cittadinanza formale l'esercizio dei diritti fondamentali della persona. Poiché l'articolo 3 della Costituzione afferma che è compito della Repubblica rimuovere ogni ostacolo che impedisca la piena affermazione della persona. Ogni qual volta si pongono degli ostacoli discriminatori, questo viola quel fondamentale articolo della nostra Costituzione e quindi, a parer nostro, mette in crisi - in questo vi è il pieno sostegno all'iniziativa di ricorso alla Corte - istituti fondamentali come il diritto all'assistenza, il diritto alla salute e il diritto all'istruzione.
Eviterei, visto che noi abbiamo delle responsabilità, il continuo e stucchevole balletto della contrapposizioni in materia di diritti fondamentali tra chi è cittadino di una certa natura e chi è cittadino di altra natura, perché o revochiamo i convincimenti consacrati da convenzioni internazionali o è nostro dovere applicarle fino in fondo, con tutte le storture che la società attuale porta come conseguenze.
Pertanto, mi auguro che il giudizio sulla costituzionalità di questo testo avvenga e avvenga nei tempi più brevi, prima che si concretizzino gli errori che un eventuale giudizio d'incostituzionalità avrà difficoltà a rimediare.
Chiedo che la nostra Regione, con forza, al di là del ricorso alla Corte Costituzionale, continui a essere, come sta facendo, al fianco delle tante comunità e Amministrazioni locali del terzo settore, che si fa carico di una problematica umanitaria e di sicurezza - quella sì - se non gestita.
Al contrario - e chiudo, visto che qui, in Aula, la discussione è anche politica - di uno dei colleghi che mi hanno preceduto, non ringrazio minimamente il Ministro Salvini e men che meno il Governo, che gli ha permesso di fare come sta facendo, ossia - in un momento di sbarchi assai ridotti - costruire un tema di emergenza sociale, enfatizzando paure che pur esistono e vanno ovviamente gestite nel migliore dei modi, e che, con un'ideologica legiferazione, sta mortificando principi su cui si fonda la nostra Repubblica.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Conticelli.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
I Sindaci fanno politica, è vero, è stato detto. I Sindaci non fanno solo politica, ma amministrano dei territori e delle comunità e si fanno carico della vita quotidiana dei cittadini, di quei territori e di quelle comunità.
È stato detto: "L'ANCI si sieda e spieghi i suoi problemi". I problemi dell'ANCI sono i problemi del Ministro, sono i problemi nostri, sono i problemi del Paese e delle nostre comunità. Sono problemi di cui il Governo farebbe bene a non lavarsi le mani.
Mi spiace che lei vada via, collega Vignale, perché è vero che i provvedimenti del Governo (il Governo dai voi guidato) e cui lei ha fatto riferimento hanno dato i poteri alle Regioni, ma cosa ha fatto la Regione Piemonte in quel caso? Ha bypassato, per motivi di opportunità politica, i Comuni; ha dialogato direttamente con alcune associazioni amiche; ha calato sui nostri territori (a Falchera ne sono arrivati 150, senza che neanche il Comune di Torino fosse avvisato) centinaia di persone da inserire; ma non solo da inserire, da accogliere - di prima accoglienza, non come viene fatto nei Centri dello SPRAR - e senza alcun collegamento con le Amministrazioni comunali, che avrebbero dovuto fornire i servizi a queste persone.
Può piacere o meno, ma le persone non si cancellano con un tweet: le persone esistono, hanno delle esigenze e non farsene carico significa scaricare soprattutto sui territori socialmente ed economicamente più deboli - principalmente le periferie - i temi che chi governa si rifiuta sempre per ragioni demagogiche ed elettorali, di affrontare.
Si è parlato della salute. A me piacerebbe che il Ministro dell'Interno tra un barattolo di Nutella e l'altro, riuscisse a farsi un giro nei nostri Pronto soccorso di periferia. Forse si farebbe l'idea del perché.



(Commenti fuori microfono)



CONTICELLI Nadia

Con la divisa da medico! Forse si farebbe un'idea del perché servono anche, insieme all'accoglienza servizi sanitari mirati, tranne poi, però, agitare gli animi e le paure delle persone circa l'inserimento di questi bambini nelle scuole. Allora delle due, l'una: o dobbiamo offrire un'accoglienza sanitaria che tuteli queste persone ed anche le comunità in cui vengono inserite, oppure no però ci si assuma la responsabilità, soprattutto quando si hanno responsabilità di governo.
Come ha detto il collega Fluttero, i migranti non sono aumentati, cioè non siamo in un momento di emergenza, se non nella normale emergenza endemica.
Semmai, questo provvedimento mira a nascondere un'altra verità: con la gestione di questo Governo e di questo Ministro dell'Interno, che un giorno sembra giocare all'allegro poliziotto, un altro all'allegro chirurgo e così via, gli sbarchi sono aumentati, quindi è aumentata l'insicurezza dei nostri territori e dei nostri cittadini, che prima o poi - ahimè - se ne accorgeranno, perché - ripeto - il tweet va bene per un po', ma la gente vive anche nel mondo reale e non solo in un mondo parallelo.
Purtroppo, quando se ne accorgeranno sarà tardi per tutti noi, perché la situazione sarà una situazione di emergenza. E poiché noi siamo cittadini oltre che amministratori di questo Paese, non è che stiamo qui a sperare che tutto vada male e tutto vada a rotoli, per poi dire: "Ecco, vedete! Avevamo ragione!". Lo diremo se saremo costretti, ma speriamo di non arrivare a quel momento.
Certo, le pratiche sono lunghe: occorrono trai i due anni e i due anni e mezzo per il riconoscimento. Semmai, un lavoro da fare era quello di snellire le pratiche, che sono complesse. Quindi, un lavoro che andasse nella direzione assolutamente opposta a quella in cui va il decreto, perch snellire le pratiche, rendere più efficiente il sistema burocratico e il sistema dei controlli non significa cancellarli, perché le persone non si possono cancellare tentando di buttarle fuori dalla porta, perch naturalmente rientrano dalla finestra, non spariscono.
È vero che c'è rabbia sociale: c'è rabbia sociale a causa della mancanza di lavoro, ma questo decreto non restituirà lavoro ai cittadini. Anche qui, mi piacerebbe che provassimo una volta a seguire un discorso logico, perché il terzo settore, a seconda di come fa comodo, è lavoro o non è lavoro. Se il Terzo settore è lavoro, smettiamo di criminalizzare il terzo settore perché o questo è un business - come sosteneva il collega Vignale - oppure come ha detto sempre nello stesso discorso, è un settore residuale. Quindi delle due, l'una. Il lavoro è sempre lavoro, non a seconda dei momenti.
Certo, questo è un lavoro delicato, perché è un lavoro anche di tipo sociale.
Questo decreto non solo non restituirà il lavoro, ma aumenterà il disagio sociale, quindi aumenterà i costi per l'Amministrazione in termini di controllo, di forze dell'ordine e in termini anche di conflitto sociale in molte aree delle nostre città.
Non è accettabile che su un tema così delicato, che impatta sulla vita delle persone, sia quelle che sbarcano sia quelle che vivono nelle nostre comunità e, soprattutto, delle persone più fragili, che non hanno voce, il Governo si permetta di costruire una campagna elettorale perenne. Bene fanno le Regioni non solo a richiamare a una coerenza legislativa, ma a schierarsi a fianco dei Sindaci e dei territori, perché è questo che devono fare le Istituzioni, al di là del loro colore politico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrentino.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Questo tema fa riflettere sul ruolo che molte volte gioca la politica. Ho sempre pensato che l'impegno in politica deve cercare di mettere in risalto e di fare emergere le sensazioni più positive dei cittadini e provare a far crescere una sensibilità maggiore dei cittadini.
Questo decreto, in particolare nel modo come lo intende il nostro Ministro dell'Interno Salvini, agisce esattamente all'opposto. Pur di raggiungere e aumentare i propri risultati elettorali non ci si fa nessuno scrupolo di fare emergere gli istinti peggiori, gli istinti che bisogna solleticare e far emergere. Per questo motivo, specialmente per chi ha vissuto questa fase del progetto SPRAR, non può che fare emergere l'impegno e anche l'intelligenza posta in essere per fare in modo che questo potesse essere un modo utile per tutti e costruttivo per favorire l'integrazione di persone che arrivano in modo assolutamente periglioso nel nostro Paese.
Ho sempre ritenuto che una società occidentale come la nostra non dovrebbe permettere che arrivino da noi su barconi in condizioni estremamente difficili, mettendo a repentaglio la loro esistenza. Io, che ho vissuto come amministratore anche la fase dell'immigrazione, numericamente molto più rilevante e limitata nel tempo, degli albanesi, quando arrivarono in Val di Susa, non posso che fare la differenza adesso. Tutti i Comuni partecipando a questo progetto estremamente importante, hanno favorito l'integrazione di piccoli numeri nei diversi territori. Nel nostro Comune non abbiamo avuto timore a fare una presentazione pubblica in palestra perché questi nostri concittadini del mondo si presentassero e presentassero direttamente ai cittadini i motivi per i quali erano arrivati in Italia. Questo proprio per fare in modo che si eliminassero dei coni d'ombra.
Quando sento dire in questa sala che questi cittadini hanno maggiori opportunità di noi italiani, hanno accesso più velocizzato a visite o a cure mediche, veramente mi si accappona la pelle, perché vivendo con loro conosco le difficoltà enormi che questi ragazzi e ragazze hanno per dimostrare di essere all'altezza della fiducia che i vari Comuni hanno posto in loro.
Devo dire che bene ha fatto la Giunta e condivido la relazione dell'Assessora. Ritengo che sia importante, anche per vincere un'ipocrisia di fondo. Mi è capitato soltanto qualche giorno fa per lavoro di essere in Sicilia e vedere l'ipocrisia che mettiamo in campo, cioè cittadini che vengono utilizzati per i lavori più umili che molti dei nostri figli non accettano.
Qualche mese fa, con la collega Accossato e l'Assessore Valmaggia ho visitato un centro all'avanguardia per il recupero della plastica in provincia di Biella. L'amministratore delegato ci ha fatto visitare l'impianto, tecnologicamente molto avanzato; al termine, però, c'era una decina di postazioni dove dei lavoratori manualmente dividevano gli ultimi residui di plastica. Ci siamo sorpresi (ma mica poi tanto) nel vedere che erano tutti ragazzi di colore. Abbiamo chiesto all'amministratore delegato come mai, il quale ci ha risposto: "Noi avevamo rappresentato al Sindaco la volontà e la necessità di favorire l'occupazione di disoccupati, di lavoratori del posto; non un italiano ha fatto la domanda, non uno ha fatto la domanda". E parliamo di lavori contrattualizzati come da normativa quindi retribuiti come da normativa. Non c'era un italiano che aveva fatto la domanda! Quindi, se abbandonassimo l'ipocrisia, se evitassimo di trasformare ogni elemento in un'opportunità di crescita dei propri consensi, se smettessimo di stimolare le pulsioni più negative dei nostri concittadini e invece utilizzassimo l'arte di fare la politica proprio per far emergere e far crescere le nostre migliori pulsioni e i nostri amministrati, faremmo veramente un ottimo lavoro ed impegneremmo bene la fiducia che i cittadini ci hanno riposto.
Per questo motivo, insieme ai Comuni del territorio dove vivo e dove faccio l'amministratore, stiamo cercando di capire come fare per evitare che il progetto SPRAR nel nostro territorio si concluda miseramente. Stiamo mettendo in campo una serie di possibilità, mettendo insieme pubblico e privato, per fare in modo che si possa dare ancora la possibilità di continuare questo progetto, non nascondendoci che questo decreto, se ci saranno i regolamenti attuativi, determinerà una situazione drammatica rispetto al processo d'integrazione che era in atto.
Mi auguro (ogni tanto sogno) che la politica provi a svolgere un ruolo un po' più ampio e un po' più alto della sola ricerca del consenso.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Superiore "F. Albert" di Lanzo Torinese (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Superiore "F. Albert" di Lanzo Torinese in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Immigrazione

Comunicazioni della Giunta regionale in merito alla presentazione del ricorso d'illegittimità costituzionale da parte della Giunta regionale relativamente al "Decreto Sicurezza" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo il dibattito relativo alle comunicazioni della Giunta regionale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ho sentito tante cose interessanti negli interventi dei colleghi. Alcune mi sono sembrate un po' delle boutade e mi sembra che tutto il dibattito sia connotato veramente da una colorazione elettorale molto forte.
Quindi, forse ha fatto bene il Presidente di Gruppo Fluttero a chiedere comunicazioni in Aula alla Giunta. Anch'io mi sarei aspettato le comunicazioni del Presidente Chiamparino e non dell'Assessora Cerutti, non per sminuire il ruolo, la delega e la competenza dell'Assessora Cerutti, ma proprio perché abbiamo visto un grande attivismo in queste ultime settimane da parte del Presidente Chiamparino sempre su temi che forse interessano poco al Piemonte e ai piemontesi.
Non voglio precorrere l'esito delle urne, poiché fare profezie ha sempre portato un po' male, soprattutto ad alcuni esponenti di spicco del Partito Democratico, quindi non vorrei ricadere in quel novero di sfortunati politici che fanno previsioni elettorali non azzeccate, però diciamo che campagna elettorale la state facendo voi, dato che discutere di impugnativa di fronte alla Corte Costituzionale di un decreto diventato legge francamente mi sembra un po' riduttivo.
Tra l'altro, avete sollevato delle questioni in merito alla costituzionalità che sinceramente non ho capito e avete citato tutti gli articoli della Costituzione, dal primo al 117, riguardante le nostre competenze. Poi io non sono a chiedervi nulla, perché tanto sarebbe una richiesta retorica quella di non fare ricorso: fate quello che ritenete più opportuno. Non fate però perdere tempo e soldi ulteriori rispetto a quanto avete fatto perdere in questi cinque anni al Piemonte e ai piemontesi quindi fatelo non retribuendo il dottor Mattei, fatelo come ritenete più opportuno, ma - ripeto - non fateci perdere ulteriore tempo e ulteriori soldi, perché non possiamo permettercelo.
Ho sentito una serie di affermazioni un po' false, un po' eccessive, un po' scorrette, soprattutto dai colleghi della sinistra, che mi stupiscono sempre perché a volte prendono giustamente le parti della povertà diffusa che esiste nel nostro territorio, nella nostra regione, nel nostro Paese con misure condivise anche da noi, come l'ipotesi di un reddito di cittadinanza, così come delle misure per evitare gli sfratti e per evitare il pignoramento delle case sottoposte a mutui immobiliari - ma poi sembrano un pochino dimenticare la realtà dei fatti, perché la realtà dei fatti non può essere piegata al proprio volere politico elettorale, ovverosia la realtà dei fatti è che comunque c'è grave e grande disagio nei nostri territori.
Mi verrebbe da fare una battuta, guardando il Presidente Chiamparino: forse chi abita in Piazza Vittorio Veneto o nel centro di Torino non ha tanto contezza della situazione, così come i colleghi che abitano magari in piccoli e "ridenti" paesini della provincia. L'invito che facciamo è di venire a vedere quali sono le realtà delle periferie delle nostre grandi città, in primis Torino. Purtroppo noi non dobbiamo né cavalcare né negare la realtà - lo sottolineo, e parlo per il Movimento 5 Stelle che, come sapete, è una delle due componenti del Governo - e se voi provaste a fare un esercizio sociale, quello che io faccio tutte le mattine prendendo il tram numero 4 da Barriera di Milano verso Torino, forse potreste ascoltare alcuni discorsi e capire un po' della percezione reale delle cose.
La percezione reale delle cose è che il problema c'è, quindi condivido quanto detto dal collega Vignale, almeno questa parte qui, che tra l'altro è anche la parte economico-sociale che rappresenta un po' una legge della natura degli ecosistemi, nel senso che, in un Paese che non cresce o che cresce poco, la torta da dividere non è infinita e, se noi pensiamo di poter aggiungere in continuazione commensali a mangiare la torta, le fette si restringono: di opportunità lavorative, economiche, di servizi sociali e così via. Quindi è un dato di fatto abbastanza reale e condiviso; poi potremmo discutere di dati con l'IRES magari rispetto all'edilizia popolare e quant'altro, ma la percezione delle persone è questa.
Possiamo lavorare per provare a cambiare la percezione della realtà, ma non possiamo negarla. A me sembra che voi facciate un esercizio di negazione della realtà, cioè la percezione delle persone è che sui servizi sociali sulle case popolari e anche sulla sanità ci sia sempre un favorire magari le persone che sono immigrate e vengono da fuori rispetto a quelle che sono italiane. Io parlo di percezione. Questo è un dato abbastanza evidente.
Continuare a negare la realtà non farà altro che incrementare i consensi a quelle forze politiche - non dico quali - che magari possono cavalcare o strumentalizzare questa sensazione di disagio. Quindi non mi sembra neanche una scelta tanto azzeccata, la vostra, però non sarò certo io a dire che tipologia di campagna elettorale fare.
Sul Decreto sicurezza e immigrazione, ho sentito dire che noi negheremmo il rifugio e la protezione internazionale a chi scappa da fame e guerre.
Ebbene, questa mi sembra, diciamo, una boutade, per essere carino, perch siamo in Aula. Ricordiamo che il diritto internazionale sulla protezione non cambia e che sostanzialmente viene eliminata la parte dei permessi umanitari. Tuttavia, anche quando ho letto le normative internazionali, ho scoperto - non lo sapevo prima, non è una materia che seguo - che sono tanti i Paesi in Europa in cui non esiste questa protezione aggiuntiva o se esiste, sussiste solo per permessi speciali. Noi abbiamo fatto questo signori: ci stiamo uniformati alla maggioranza degli altri Paesi d'Europa.
Già geograficamente siamo una Nazione un po' sfortunata - a seconda dei punti di vista, ovviamente - nel senso che siamo incuneati nel Mediterraneo e siamo il primo Paese di sbarco dei flussi migratori. Aprire ulteriormente ai flussi migratori rilasciando a tutti i permessi umanitari, francamente mi sembra assurdo, vieppiù quando l'Europa delle nostre esigenze e delle nostre richieste se ne frega altamente e non c'è stato, fino al 3 giugno 2018, nessun Governo che sia riuscito, nonostante le promesse elettorali, a farsi rispettare.
A noi non interessa difendere particolarmente la Lega, il decreto o quant'altro, però prendiamo atto - e questo è un esercizio di correttezza dovrebbero farlo tutte le forze politiche nel Paese - che, da quando c'è questo Governo, l'atteggiamento dell'Europa nei nostri confronti un pochino un poco, non dico che sia proprio cambiato il mondo - è cambiato, magari non dai Paesi dell'Austria di Visegrad, perché loro fanno un altro tipo di politica, ma dai Paesi dell'Europa occidentale qualcosina è cambiata.
Diciamo che ogni tanto bisogna dare - non usando un termine molto aulico delle mazzate politiche per ottenere almeno di essere ascoltati e di ottenere finalmente la suddivisione delle quote.
Quindi io non penso che questo decreto sia incostituzionale, non credo che sia contro i diritti né che sia la negazione della dichiarazione dei diritti e tutto quello che avete citato; penso che sia l'uniformarsi alle politiche nazionali dell'Europa per far sì che l'Italia venga finalmente rispettata, cosa che non hanno fatto né i Governi Renzi né i Governi Berlusconi precedenti, né tutti gli altri Governi che ci hanno preceduto.
Devo dire un'altra cosa al collega Appiano, che giustamente ha fatto una battuta, anche simpatica, dicendo che non vengono affissi i cartelli nel deserto del Sahara, anche perché non si saprebbe dove affiggerli, tra l'altro.
Purtroppo mi sento di doverlo correggere, nel senso che nei Paesi da dove parte l'immigrazione - io ci sono stato, anche se per un viaggio parzialmente di piacere - conoscono esattamente la geopolitica internazionale, cioè sanno quali sono i Paesi più o meno accoglienti e quali sono i Governi più o meno accoglienti, quindi si indirizzano in una direzione o in un'altra.
Questo è sbagliato; non ci deve essere in Europa un Paese accogliente e uno che non è accogliente. Dovremmo garantire che vengano accolti tutti quelli che hanno diritto alla protezione internazionale, quindi che scappano da guerre e da altre calamità naturali.
Per gli altri mi dispiace, ma, signori, forse dovreste dare ragione al Governo 5 Stelle-Lega, anche se forse un po' esagera quando parla di un futuro boom economico.
Ha ragione il Consigliere Vignale: se potessimo offrire 500 mila posti di lavoro alla nuova FCA, che produrrebbe milioni di automobili a Torino allora potremmo prenderli tutti, ma, per come stanno le cose, negare la realtà, secondo me, è molto più pericoloso che provare a interpretarla e a dare risposte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Allemano; ne ha facoltà.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Voglio ringraziare il Presidente per quest'azione che si appresta a fare che, a mio avviso, darà dignità al Piemonte.
Non sto a ripetere le cose già dette dai miei colleghi, però due punti li voglio sottolineare, perché sono stati fortemente rimarcati dal collega Vignale e, con mia sorpresa, dal collega Bono.
Il primo è un'interpretazione completamente negativa dell'esperienza SPRAR.
Senza citare Riace, visto che anche noi viviamo, andiamo ai mercati e ci muoviamo sul territorio. Io abito una terra dove molte esperienze SPRAR sono state assolutamente positive, direi in certi momenti addirittura condizionanti l'esistenza stessa del Paese. Penso a Ostana, penso a Ormea penso a Entraque e penso a tante realtà dove si è avuta l'accortezza di agire con le Istituzioni, quindi non con la macchina prefettizia di CAS, ma con una distribuzione intelligente, meditata e preparata dei migranti.
In questo caso, queste persone sono state determinanti per l'economia e per tenere aperte le scuole. Pertanto, presentare tutto questo apparato come una macchina per distribuire privilegi e favori è offensivo nei confronti di chi l'ha trasformata in un'opportunità per i territori.
La seconda questione che mi piace ancora meno è il fatto che si ricorra ai migranti come specchietto per le allodole. Se stiamo male, abbiamo paura e siamo rancorosi, la colpa è dei migranti; la colpa è di questo 8% che, per carità, non scappa dalle guerre come è stato appena detto, ma viene a fare turismo, quindi a rubarci delle risorse! Ora, senza ricordare il Libano, dove il numero di migranti è pari quasi alla metà dei residenti, quindi 20 volte superiore a quelli che ha in Italia, e senza ricordare il fatto che siamo al 14° posto in Europa come percentuale di migranti, credo valga la pena, per onestà intellettuale considerare che se siamo cattivi, rancorosi e sempre alla ricerca di vendette e di passi indietro, è perché molto probabilmente siamo andati in crisi, prima con la crisi economica del 2008, poi con le non risposte a questa crisi, che hanno chiaramente lasciato intendere che il denaro si concentra in sempre più in poche mani, che gli ascensori sociali sono bloccati e che la giustizia sociale è un opzional.
Se riflettiamo un momento sui gilet gialli, non ci sono i poveri in piazza c'è quel ceto medio che ha evidentemente di molto aumentato il suo benessere in questi anni e che si vede un po' tradito dalle élite che governano l'Europa, per il fatto che tutte queste scommesse - la possibilità di uno sviluppo equamente distribuito e la compatibilità con l'ambiente (non possiamo negarci che la terra sia più simile a una discarica per pochi che a una terra per tutti), sono andate perse.
Se noi siamo arrabbiati è per questo, non perché c'è gente più povera di noi che viene in Italia. Lo contesto radicalmente: è veramente mettere uno specchietto per le allodole e dire: "Guardate lì, guardate lì!". No guardate là, guardate l'Europa, guardate noi, perché anche noi siamo élite.
Anche lei, Vignale, è élite, perché abbiamo almeno 500 libri in casa perché abbiamo studiato e perché siamo garantiti. Tutti gli altri non lo sono o, meglio, lo sono, ma hanno paura di perdere e si sa che quando uno teme di perdere qualcosa è molto più aggressivo di uno che non ha e cerca di raggiungere.
Se non vogliamo condannarci a fare una retromarcia al giorno, a cercare un capro espiatorio al giorno e ad affidarci a manovre che sembrano più al campo dei miracoli di Collodi che non a un qualcosa che abbia un minimo di supporto, dobbiamo recuperare umanità, intelligenza e memoria.
Penso che una strada sia anche il ricorso che ci apprestiamo a fare.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Anch'io vorrei stare sul punto politico della questione, scusandomi in anticipo se non riuscirò a toccare i livelli di retorica che, come al solito, provengono dalla parte sinistra di questo emiciclo, ma purtroppo noi siamo a abituati a stare sui fatti concreti.
Anche a me fa un po' specie, fermo restando le competenze e le responsabilità dell'Assessora Cerruti sul tema, che risponda lei e non Chiamparino, che, del resto, non è neanche molto attento al dibattito. Poi conosciamo bene il suo gioco: fa comodo perché lui replicherà, quindi parlerà per ultimo, sarà l'ultimo a parlare e farà qualcuna delle sue brillanti battute e finirà lì. Però ci sarebbe piaciuto ascoltare cosa ne pensa, premesso che per buona parte sappiamo già come la pensa e abbiamo visto come sia sconnesso dalla realtà, ma su questo torneremo dopo.
Anch'io trovo un po' anomalo il fatto che si sia affidata la scrittura di questo ricorso a Mattei, persona peraltro più che stimabile. Fermo restando la mia posizione contraria a impugnare questa legge, trovo anche non molto rispettoso nei confronti del Consiglio regionale il fatto che per quest'impugnativa non si sia passati attraverso un atto d'indirizzo del Consiglio regionale, come magari è avvenuto in altri casi e così come magari, in altri casi è avvenuto, ossia che il Consiglio chiedesse un orientamento su una legge. Chiamparino, probabilmente, aveva una maggioranza in Consiglio regionale per un indirizzo del genere e ha deciso di andare da solo, perché questa è la sua campagna elettorale.
Sul Decreto Sicurezza si è detto che è la risposta a un sistema che non funziona, signori, non sono solo le polemiche su Facebook, perché fa comodo prendersela con i social (che pure sono un brutto posto) quando qualcosa non funziona e non si riescono a dare altre risposte.
Qualcuno ha detto che gli sbarchi sono diminuiti. Può essere vero sicuramente non è merito dei Governi di centrosinistra, perché ricordo cosa ebbe modo di dire non Salvini, non Di Maio, non il nostro Ministro Di Stefano, non il sottoscritto, ma Emma Bonino: "Siamo stati noi a chiedere che gli sbarchi avvenissero tutti in Italia, anche violando Dublino". Nel 2014-2016, quindi durante il Governo Renzi, si chiese che "il coordinatore la Guardia Costiera, fosse a Roma e che gli sbarchi avvenissero tutti quanti in Italia; lo abbiamo chiesto noi, l'accordo l'abbiamo fatto noi violando di fatto Dublino" . Questo è quanto ha detto Emma Bonino e in altre occasioni ha detto che Renzi aveva barattato i soccorsi in cambio della flessibilità sui conti. Una maggiore flessibilità sui conti, in cambio di tutti gli sbarchi in Italia.
Poi qualcuno se l'è presa con un Governo che ha chiesto un po' più di flessibilità, non certo quella che viene concessa alla Francia, ma un po' più di flessibilità per fare una manovra espansiva, quando qualcuno aveva barattato la flessibilità - peraltro, minima - con decine di sbarchi in più. Questo è il modo con cui si è proposta l'Italia del centrosinistra nei confronti dell'Europa e questo è il motivo per cui oggi viviamo questi problemi. Gli sbarchi e l'immigrazione sono stati vissuti finora come un problema per l'Italia, perché gli immigrati arrivavano in Italia e in Italia non soltanto si soccorrevano in mare, come si continua a fare, ma si prendevano tutti, perché qualcuno aveva deciso che andava bene così.
Si può dire quello che si vuole di questo Governo, certamente sta cambiando l'autorevolezza dell'Italia in Europa; si sta dicendo che questo è un problema di tutti, non solo dell'Italia e tutti devono proporre soluzioni ed essere parte della soluzione, senza scaricare il problema.
Del resto, le modifiche apportate ai permessi dalla Legge sulla sicurezza ex Decreto, come sottolineava il collega Bono, portano l'Italia alla pari di altri Paesi europei, quindi dal punto di vista legislativo non ci sono particolari elementi innovativi, se parliamo del contesto, del quale vi piace sempre parlare, cioè quello europeo: ci avvicinano all'Europa e non ci allontanano dall'Europa.
Inoltre, dicevo prima che abbiamo sentito di nuovo da quella parte esprimere tanta retorica, il solito atteggiamento di supponenza e di superiorità morale intellettuale della sinistra che tanto gli ha portato bene in questi anni, per cui da un certo punto di vista mi verrebbe anche e da dire "continuate così", perché sentiamo anche parlare di giustizia sociale da quella parte.
Adesso il PD parla di giustizia sociale! Due giorni fa, un autorevole esponente del PD, Gozi, ha detto che vorrebbero promuovere un referendum abrogativo del reddito di cittadinanza e oggi dobbiamo anche sentir parlare di giustizia sociale da quella parte dell'emiciclo, quando i Governi precedenti hanno creato cinque milioni di poveri nel nostro Paese, qualcuno dice che bisogna abrogare il reddito di cittadinanza con un referendum. Ma anche lì, mi verrebbe da dire fatelo pure, almeno qualche volta portate qualche voto a noi e non solo a Salvini, come fate tutti i giorni d'abitudine.
Vedo un centrosinistra, a partire da Chiamparino, sempre più sconnesso dalla realtà, perché, da una parte, si riempiono le piazze con i gilet di cachemire arancioni e si dice che la priorità è solo quella e quotidianamente, vediamo che le priorità sono altre, per i cittadini piemontesi, quindi continuiamo a dire che noi vorremmo parlare di quelle e dall'altra, caratterizza la sua campagna con un ricorso costituzionale contro una legge.
Il ricorso costituzionale è partito e, come dicevo la volta scorsa, il rigore è quando l'arbitro fischia: ci sarà un giudizio della Corte Costituzionale, per fortuna in Italia vige ancora la separazione tra i poteri. Nel frattempo, questa è legge e quindi i Sindaci la devono applicare, perché è una legge, altrimenti introduciamo il principio secondo il quale un Sindaco non applica una legge, perché secondo il suo personalissimo parere non è costituzionale.
Non è così: ci sono organismi, per fortuna, come la Corte Costituzionale che decide se questa legge è costituzionale oppure no. Se non lo sarà verranno portate delle modifiche, non lo sappiamo. E anche noi ci auguriamo che questo giudizio avvenga al più presto, così almeno si riuscirà a parlare, anche in questa sede, di questioni che riguardano un po' più direttamente la vita dei cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Barazzotto; ne ha facoltà.



BARAZZOTTO Vittorio

Presidente, mi sono vestito da Ministro dell'Interno, perché sono un classico, quindi ho messo la camicia bianca e il vestito scuro. Oggi mi sento un po' così! Con questa premessa, sottoscriverei (e concluderei anche velocemente) gli interventi di quanti mi hanno preceduto in questo stile un po' classico.
Farò, però, due considerazioni, sebbene, forse, mi sia già ripetuto in passato, ma è bene inquadrarle. Potremmo parlare alla pancia, ma in questo caso in questo emiciclo sapremmo tutti infiammare le piazze abbastanza rapidamente.
Collega Bono, viviamo anche noi nelle periferie e nelle province: sappiamo che le persone sono stufe di "questi negher", per dirla in lombardo, che ci portano via il lavoro, salvo che nessuno voglia svolgere il lavoro che fanno queste persone. O, ancora, salvo il fatto che, comunque, c'è una mancanza di lavoro enorme e, a quanto pare, l'Italia in questo momento non sa come farvi fronte. È dunque un aspetto un po' curioso.
Come ho detto, farò alcune considerazioni per inquadrare il tema in modo un po' noioso: negli anni Novanta, ahimè, insegnavo. L'unica cosa che prescrissi ai miei studenti fu quella di leggere un libro di Mario Deaglio intitolato "Liberista? Liberale. Un progetto per l'Italia del Duemila".
Quel libro, che andrebbe riletto con gli occhi di allora, prefigurava prendendo a prestito il pensiero di un sociologo francese, che sarebbero arrivate queste orde magrebine, e che si sarebbero riversate sulle coste italiane e provenzali, invadendo l'Italia.
Queste orde magrebine non arrivarono, ma poco dopo arrivò quella famosa "carretta" dall'Albania. Era abbastanza chiaro, quindi, qual era lo scenario, ma l'Europa era distratta o non si accorgeva che c'era una guerra in corso nella ex Jugoslavia (ce ne siamo accorti solo dopo!).
Più tardi, Jacques Attali scrisse "Breve storia del futuro" (scrisse peraltro, anche un'altra opera) e fece anche un simposio a Parigi (peraltro, i politici o sono distratti o è meglio che non ascoltino queste argomentazioni), nel quale si raccolse il meglio degli economisti, dei sociologi, dei geologi e degli studiosi. Insomma, fu uno studio molto ben fatto di qualche anno fa su come va il mondo e su come si prefigura il mondo.
Sono passati ormai degli anni e la situazione è cambiata: abbiamo avuto un'America e un'Europa che hanno dominato il mondo dal punto di vista del PIL mondiale, e oggi rappresentano meno di un terzo; inoltre, tutta l'economia dell'Atlantico si è spostata nel Pacifico.
Come ho detto, il mondo è cambiato. Ma noi, poverini, in Italia vorremmo far da soli rispetto a questo quadro mondiale e gestire, sempre da soli anche una politica migratoria.
Non sono mai stato "talebano" di nessuno, e poiché non sono neanche tanto d'accordo o soddisfatto della politica di Minniti, perché ho dei carissimi amici, compreso un ex collaboratore, che lavorano per le ONG in quel di Beirut, e quando si parla dei campi profughi vorrei precisare non sono proprie dei "resort" o dei "Club Méditerranée", quindi come cittadino italiano ed europeo me ne vergogno, a prescindere che io sia del PD, del Movimento 5 Stelle o della Lega.
Una minima sensibilità comune dovrebbe indignarci per quello che sta succedendo; non dovremmo sopire o mettere a posto le coscienze dicendo "chi se ne frega".
Sempre come cittadino italiano ed europeo, andando per mare, amandolo ma anche temendolo (forse è per quello che qualche volta mi sono salvato, del resto è lo stesso amore e rispetto che nutro per la montagna), quando vedo che discutiamo e dissentiamo tra pop corn e nutella, e tra un salotto e l'altro (non so qui chi sia più radicale, se i cachemire o quelli che invece dicono "oh, ma cosa fanno questi qui in mare?"), quando vedi delle intere famiglie, 40 persone.
Non so se siano tutti terroristi, ma ci sono bambini inermi, che vomitavano per via del mare, e noi stiamo discutendo se tenerli fuori da Malta oppure no. Bisognerebbe provare a stare in mare col mare mosso, senza poter entrare in porto! Credo che non sia una delle cose più piacevoli.
Vedo che c'è un respiro molto corto e nessuno fermerà l'acqua che scende dalla montagna. Qualsiasi studio sulla politica migratoria ci dice che nei prossimi anni saranno milioni e milioni! Quindi, o l'Italia e l'Europa mostrano una politica di lungo termine, non guardando alle elezioni di oggi ma alle generazioni di domani (lasciamo perdere la citazione storica ormai inflazionata, tanto l'avete capita), oppure saremo sepolti da queste ondate! Lo diceva Deaglio negli anni Novanta in quel libro: tanto non si possono mettere le portaerei nel Mediterraneo! Peraltro, le risposte mi paiono un po' violente, perché significherebbe esasperare gli animi religiosi.
Non è con una politica di medio raggio o andando a parlare sempre alla pancia della gente che risolviamo i problemi, perché non li stiamo risolvendo! I problemi ci sommergeranno.
Quando la Regione, democraticamente e civilmente, insieme ad altre Regioni dice: "Ho un problema" e lo denuncia.
La soluzione è buttarli fuori dalla porta per farli rientrare da dietro esasperando la situazione? Certo prenderemo qualche voto in più (uso il plurale maiestatis), ma non avremo fatto del bene. Questa soluzione nel breve vi premierà, ma nel lungo ci massacrerà, perché i costi aumenteranno.
Non c'è da stupirsi se la Regione aderisce civilmente, come ha detto bene il collega Appiano, e prova a presentare un ricorso: è nel nostro diritto farlo, e abbiamo ancora voglia di sprecare del tempo - lo dico tra virgolette - a parlare di questo problema migratorio.
Sappiamo benissimo che forse converrebbe non parlarne, fare finta di nulla e lasciare che i problemi vadano da sé. Ma noi abbiamo voglia di parlarne: vogliamo che la gente si renda conto di quella che è la situazione e non dica semplicemente "ma sì, li butteremo via", perché c'è un livello minimo di umanità e di sensibilità, e poi c'è un altro livello di interessenza perché conviene a noi gestire l'immigrazione. In Europa facciamo i duri? Ma con chi facciamo i duri? Noi siamo l'Europa, e per fare i duri bisogna ritornare a quell'Europa di trenta o quaranta anni fa, quando qualche cervello in giro c'era ancora; solo allora, forse, si riuscirà a fare una politica a lungo respiro, guardandosi tutti all'ombelico e non guardando la luna.
Ma i dati ci sono: i sociologi e gli economisti, che non hanno appartenenza a un partito o ad un altro, dicono esattamente quali sono le proiezioni.
Poi si potrà sbagliare, del resto non si possono prevedere le guerre da qui a cinque o a sei anni, le pestilenze o quant'altro. Ma i dati migratori dei prossimi dieci anni sono molto chiari. E non è dicendo ai Sindaci "buttate via gli immigrati" che si risolve il problema. Così facendo, andiamo a spezzare quel poco che, con fatica, si è fatto in questi anni di inclusione. Andiamo a escludere quelli che sono stati inclusi: che capolavoro stiamo facendo! Si era riusciti a fatica a realizzare un progetto d'inclusione e adesso andiamo a spazzarlo via. Non mi sembra un grande risultato, quindi ben venga questo ricorso.
Consentitemi un ultimo pensiero (lo disse qualcuno che poi venne massacrato): bisogna certamente essere cattolici la domenica, per chi ci crede, ma bisogna essere poi cattolici nel credo anche durante la settimana.
Lo dico per chi ci crede, e io ci credo. Il nostro servizio non è solo domenicale (venne poi ucciso chi disse questo e spero di non fare la stessa fine, al massimo di essere criticato). Cerchiamo di essere coerenti e di guardare certamente a un livello di sensibilità minimo e di umanità.
Rispondiamo per le politiche che influenzeranno le future generazioni, non solo quelle che votano domani, ma anche quelle che voteranno fra dieci anni. Non credo che con questa politica mercantilista, restrittiva, che la storia ci dice essere sempre stata fallimentare, noi stiamo rendendo un grande servizio.
Ben vengano i ricorsi, ben venga il fatto di poter parlare alle persone, ma non perché si è buonisti, ma perché conviene anche a noi, conviene all'Italia e all'Europa gestire una politica di questo tipo. Altrimenti i numeri, anche demografici, noi siamo destinati a perderli.
Vincerete magari le elezioni domani, ma perderete sicuramente il futuro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Si è parlato di percezioni; in quest'Aula, un'altra volta, ho avuto modo di esprimermi sul tema della percezione e della realtà: lo riprendo.
Quest'autunno un importante istituto di ricerca internazionale ha definito l'Italia il paese, tra i più sviluppati, al primo posto nella classifica tra quelli che hanno una percezione più distorta della realtà. Primo nel mondo: l'Italia. Cioè, capitano delle cose e i cittadini vivono, secondo quello studio e quella ricerca, in un'altra dimensione rispetto alla realtà; in particolare, su lavoro, immigrazione e salute.
Capita questo, in Italia. E le forze di governo ci dicono che noi dovremmo non vivere nella realtà, ma nella percezione. Ah! Grande senso di responsabilità istituzionale. Noi dovremmo comprendere le ragioni, le difficoltà, anche le percezioni, della nostra gente e dei nostri concittadini, ma allinearle alla realtà. Questo è il senso delle responsabilità! Ripeto: questo è il senso delle responsabilità che, in questi mesi, questo Governo non è in grado di esercitare.
Io capisco: nell'azione del Presidente Chiamparino e di altri Presidenti di Regioni contro il Decreto Sicurezza, e in linea con il pensiero di tantissimi Sindaci del nostro Paese, non c'è soltanto un'azione contro il decreto stesso. Non solo. C'è anche un'azione contro un pensiero, una politica, un modo di governare questa società, un metodo per cambiare la carne e la radice della nostra gente e della nostra società.
Quindi, noi presenteremo un atto di indirizzo, Presidente Boeti, chiedendo un voto dell'Aula a sostegno dell'azione della Giunta e del Presidente Chiamparino; se ci sarà la possibilità di votarlo, lo faremo (credo che lo voterebbero in tanti in Italia il documento che presenteremo).
Molta classe dirigente che, da qualche mese, non parla, negli ultimi giorni, soprattutto alcuni intellettuali - non vorrei nemmeno definirli di destra o di sinistra - hanno finalmente trovato le ragioni per rispondere all'azione del governo del nostro Paese. In qualche modo, vorrei dar voce in quest'Aula a qualche lettera che nelle ultime ore è stata pubblicata che definiscono questo il peggior Governo della nostra storia. E cercher di motivarlo.
A proposito di percezioni. "Voi non siete incapaci, ma politicamente arroganti, perché non avete colpe nel non avere un'idea di come si governi ma quella di credere di saperlo fare e di indurre i cittadini che siete in grado di farlo". Queste sono parole che ho letto in alcune lettere scritte nelle ultime ore. "Siete incompetenti". Non mi rivolgo ovviamente ai colleghi dell'Aula, ma loro, quelli che sostengono da un punto di vista politico questo Governo devono averne consapevolezza.
Ripeto: incompetenti! Io ho sentito delle cose prima, rispetto ai Comuni, che mi hanno fatto rabbrividire. E mi rivolgo ai Sindaci del nostro Piemonte. Movimento 5 Stelle e Lega che parlano di Comuni: l'unica cosa che hanno fatto in questi sei mesi è costringere i Sindaci del nostro Paese ad aumentare le tasse per continuare a mantenere i servizi e la qualità dei servizi nei nostri Comuni. È l'unica cosa che sono riusciti a fare in questi mesi! E parlano di Comuni, di come mettere insieme i Comuni! Ma ci va il senso del limite! Nelle discussioni, ci va il senso del limite.
Nel chiedere al Piemonte di immaginare - noi lo faremo nelle prossime settimane - come si dialoga tra amministrazioni comunali per mantenere inalterata la qualità dei servizi, ci va del coraggio, dopo aver fatto niente, se non aver peggiorato le condizioni delle amministrazioni comunali del nostro Paese.
Incompetenti! Sì, incompetenti! Nello spazio tra la percezione e la realtà vincono gli incompetenti. Avete fatto retromarcia su tutto, a proposito di competenze. A partire dal salvataggio delle banche per passare agli F35 tanto cari al Movimento 5 Stelle del nostro Piemonte, alle trivellazioni addirittura sui vaccini. Incompetenti! Addirittura sui vaccini (cavallo di battaglia), l'euro, l'Europa. Non uscite dall'Europa! Avete detto altro. I voti di fiducia.
Avete - su questo sono d'accordo con chi l'ha scritto - ridato polmoni odio e rabbia alle persone più in difficoltà. Avete fatto bene,- ma mettendo in contrasto tra loro chi vive sofferenze e difficoltà; non parlo tra quelli che arrivano dal sud del mondo e italiani, ma tra italiani e italiani.
Voi non siete razzisti e fascisti: io sono contrario a queste definizioni.
Dico però che, se esistono razzisti e fascisti in Italia, adesso si sentono meglio! Si sentono molto meglio. E giocate a tenere in mare donne e bambini, pur di raccogliere consenso. Avete giocato con la rabbia delle persone; mi riferisco sempre agli italiani che sono davvero in difficoltà ma che adesso hanno bisogno di risposte reali, concrete, che hanno bisogno di cambiare concretamente le proprie condizioni di vita.
Qui stanno tutti i vostri limiti e, proprio nei vostri limiti nel confronto con gli italiani, prima o poi - democraticamente - questo Paese vi metterà in un angolo, perché questo Paese è infinitamente più bello di voi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Per riprendere le ultime parole del Consigliere Ravetti, posso dire che se questo Paese è decisamente meglio del Governo e delle sue parti politiche ad alzare la media sarà necessariamente la popolazione del PD e di quelli che la pensano come loro, perché, in qualche modo, bisogna portare nuovamente la media della qualità dei cittadini italiani a un livello che piaccia a lor signori.
Ho preso spunti da diversi interventi, specialmente quelli dei colleghi del Partito Democratico e della maggioranza, riguardo al fatto che, in questa retorica, anche per il Gruppo del Movimento 5 Stelle è importante precisare che non abbiamo dubbi sul fatto che l'immigrazione sia uno dei problemi dell'Italia, anzi sono assolutamente certo che non è l'immigrazione a causare i problemi dell'Italia, ma sono stati i Governi guidati, in gran parte negli ultimi anni, da coalizioni con la presenza del Partito Democratico, che ha avuto senz'altro la maggiore responsabilità per la situazione in cui versa il Paese, nel bene e nel male. Poi, giudicate voi e giudichino i cittadini quanto è bene e quanto è male di quello che è stato fatto negli ultimi decenni e quanta responsabilità per questa situazione è imputabile a un Governo che è in carica da nove mesi. Pertanto, affermare che questo è il peggior Governo degli ultimi decenni, la trovo una considerazione piuttosto avventata e prematura. Aspetterei ancora un attimo per dirlo.
Dopodiché, per fortuna o purtroppo, constatiamo che il Partito Democratico si è dimenticato di vaste fasce di popolazione di cittadinanza italiana povera e in condizioni di sofferenza e, per fortuna, essendo in democrazia questo processo ha portato dei risultati evidenti alle ultime elezioni (e li sta continuando a portare), perché a forza di retorica buonista e terzomondista che forse serve molto a compiacere un ramo di popolazione un po' radical chic, che però è minoritario, viene ascoltato poco volentieri da quelle fasce di popolazione italiana che si trovano in una situazione di crescente povertà. Viene ascoltato poco e questo, evidentemente, emerge alle elezioni, perché si vede che con questa retorica non abbiamo risolto i problemi dei Paesi fonte d'immigrazione, ma abbiamo aggravato anche i problemi dei Paesi che sono punto di destinazione dell'immigrazione.
Ogni immigrato che abbiamo accolto non ha migliorato la situazione dei Paesi dell'Africa, ma sta peggiorando la nostra. Non è il singolo immigrato a peggiorare la situazione, ma le politiche - queste sì - neoliberiste portate avanti in Europa specialmente da coalizioni di centrosinistra, di cui il Partito Democratico fa parte da decenni.
Il collega Allemano ha detto giustamente che i cittadini europei si stanno rivoltando contro le élite europee che hanno prodotto queste politiche.
Devo informare il collega Allemano che queste élite siete voi. Siete voi! Queste élite siete voi, che avete una frenetica e inspiegabile attenzione alle masse d'immigrazione, alle banche e alle questioni finanziarie, ma una minore attenzione a quello che vive il popolino, il popolo vero, che sta patendo questa situazione di recessione economica e di guerra tra poveri.
Una guerra tra poveri immigrati e poveri italiani.
Questa è la situazione. Piuttosto, dobbiamo chiederci se questo modello di accoglienza ha fatto del bene alle persone immigrate, se ha fatto del bene agli italiani e cosa risolve della situazione planetaria. Ricordo che la maggior parte dei conflitti da cui provengono gli immigrati in Italia e in Europa sono generati dalla scarsità di risorse. No, dovrei dire dalla guerra delle risorse, ma non tanto la guerra del cibo e dell'acqua, quanto la guerra delle risorse necessarie ad alimentare le economie dell'Europa e dei Paesi industrializzati.
Pertanto, vogliamo fare qualcosa di veramente concreto per risolvere il problema dell'immigrazione? Proviamo a mettere in discussione il modello industrializzato ed economico dell'Occidente: non vedo molti spunti da queste parti, a sinistra. Non vedo molte voci che vengono a mettere in discussione il nostro modello di sviluppo. Mi sembra piuttosto che lo si voglia perpetrare in modo abbastanza consueto, predisponendo le solite soluzioni.
Anche in fatto di sviluppo infrastrutturale, continuiamo a produrre cemento, a produrre grandi infrastrutture, ad avere un'economia energivora e ricca di pretese e di risorse provenienti proprio da quei Paesi di cui vogliamo curare la popolazione. Mi sembra una grande ipocrisia questa proprio una grande ipocrisia.
Vedo che adesso è calato il silenzio e forse anche un po' di disattenzione.
È un vero peccato.
Detto ciò, parliamo di come rivedere un modello che permette alle persone di vivere in pace a casa loro. Se pensiamo a quanto spendiamo per mantenere rinchiusi in strutture degli immigrati che a volte ne hanno il diritto perché provenienti da situazioni di conflitto, ma a volte la situazione è più dubbia, se investissimo questi soldi direttamente nei Paesi di origine per creare delle situazioni socio-economiche che facciano crescere questi Paesi, se pagassimo il prezzo giusto delle materie prime invece di fare questa penosa politica buonista di accoglienza che non aiuta nessuno, non aiuta gli immigrati e non aiuta i Paesi di provenienza, allora forse ci trovereste d'accordo.
Francamente, trovo molto stucchevole il dibattito e trovo anche molto stucchevole questo giudizio un po' manicheo di qualità sul fatto che la maggioranza guidata dal PD avrebbe tutelato i diritti umani più di qualunque altra, mentre questo Governo, brutto e cattivo, sta facendo un danno all'eguaglianza dei diritti di questo pianeta.
Mi sembra che si siano sollevati i toni un pochino più del necessario senza averne neanche - tra l'altro - le capacità argomentative per vedere la situazione nel complesso. Il fenomeno migratorio è solo l'ultimo anello di una catena molto complessa di eventi socio-politici d'impostazione dell'economia globale. È per permetterci di mangiare e guardare incessantemente i nostri tablet e i nostri smartphone che questa gente viene in Europa a fare la fame. Faceva la fame là e fa la fame qua, per concederci risorse a basso costo e permetterci di stare attaccati ai nostri tablet. Questa è la verità.
Quindi, tutte le politiche e le contestazioni buoniste del Partito Democratico a questo Governo, di fronte a questo fenomeno che è incontestabile, francamente non si possono proprio sentire.
Purtroppo si è sperato di fare passare queste politiche con la forza quindi con la forza verso le Amministrazioni locali, con la forza verso i cittadini, che ovviamente non le hanno capite. Non credo che non le abbiano capite perché sono stupidi; qualcuno dice che si è ascoltata la pancia, ma forse in questo caso la pancia aveva ragione, perché la pancia non ha sempre torto, soprattutto dopo decenni di soprusi e di situazioni in cui è crescente il livello di malessere e povertà nella popolazione italiana e nella popolazione dei Paesi migranti, tutti. Il livello di benessere globale è in calo di fronte a una concentrazione sempre maggiore di risorse e capitali in poche mani. Questo sta succedendo.
Allora, prima di fare la retorica antigovernativa a questo Governo, poniamo delle soluzioni al problema della concentrazione delle risorse, facciamo qualche cosa in proposito, occupiamoci un po' meno di banche, che anche il nostro Presidente Chiamparino forse conosce meglio di noi; occupiamoci un po' dei problemi di ridistribuzione e di dove sta veramente il potere che causa questi fenomeni migratori, di cui, a mia modesta opinione, le famose lite italiane ed europee che hanno causato questa situazione, vedono il PD tra i protagonisti, casualmente.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cassiani; ne ha facoltà.



CASSIANI Luca

Pochi minuti solo per dare un giudizio, un parere, un'opinione di carattere costituzionale e anche politico sul complesso delle norme recentemente sottoposte all'approvazione con decreto da parte del Parlamento.
Innanzitutto una premessa. Guardate che i decreti, come ci insegnavano e i colleghi lo sanno bene, devono essere emanati per i casi di necessità e d'urgenza. In questo caso, non capisco quali siano le questioni di necessità e di urgenza così impellenti da non far passare il provvedimento attraverso un disegno di legge e un iter parlamentare classico, con quello che consegue dal punto di vista procedurale parlamentare, e invece si fa un decreto, come se la vicenda dei migranti e i problemi a loro legati fossero capitati tra capo e collo tra il mese di ottobre e di gennaio.
Non si comprende quali siano i motivi urgenti, dopo una campagna elettorale nella quale Salvini e l'attuale compagine governativa ci ha spiegato che avrebbero espulso in poco tempo 600.000 migranti. Invece sappiamo bene che negli scorsi sei mesi, i migranti non solo hanno smesso di essere espulsi quelli che ovviamente non avevano titolo per rimanere nel nostro Paese - ma sono rallentate moltissimo le espulsioni e si è favorita la precarizzazione e l'immigrazione clandestina, facendo diventare clandestini quelli che avevano cercato un percorso per essere riconosciuti come persone che vivono nel nostro territorio per motivi economici e per motivi di protezione.
Questa è la prima questione.
La seconda, invece, riguarda l'inquadramento generale di questo Decreto Sicurezza, dove le norme relative ai migranti vengono inserite paritariamente a quelle sui mafiosi e i terroristi. Ora, per accomunare in uno stesso decreto le norme per regolare le questioni riguardanti i migranti insieme a quelle dei mafiosi della mafia - quindi norme pochissime ma ci sono, relative alla mafia e al terrorismo - si deve avere un'idea del problema mondiale sociale, politico e geopolitico dei migranti alla stregua di un fenomeno di ordine pubblico e un fenomeno come quello della mafia e del terrorismo. Queste sono le prime questioni che vengono agli occhi di tutti.
Un'altra questione è quella della distruzione, frantumazione e attacco all'articolo 22 della Costituzione sulla cittadinanza. Da questo momento noi abbiamo cittadini che hanno una cittadinanza di serie A e di serie B.
Per cui se io o il Consigliere Giaccone compiamo un reato in Italia di carattere politico, veniamo condannati ma manteniamo la cittadinanza. Se invece, siamo stranieri e abbiamo ottenuto la cittadinanza, questa ci viene tolta.
La cittadinanza non può essere tolta per motivi politici, dice l'articolo 22 della Costituzione, e questo è un fatto di una gravità inaudita. È evidente che tutti i costituzionalisti del nostro Paese su questo punto dicono che la Corte dovrà prendere posizione.
Oltre a questo, vi è la questione riguardante il principio d'uguaglianza l'articolo 3 della Costituzione, e l'articolo 13, che fra poco citer rispetto alla permanenza per 180 giorni all'interno dei CPR, che è una detenzione anche questa, non prevista dalla Costituzione, se non ovviamente nelle forme previste dall'autorità giudiziaria e che, in questo caso, non sono assolutamente tutelate.
Pertanto, i cittadini, le persone, gli esseri umani in questo Paese da questo momento sono distinte in due categorie: quelle di serie A, che compiono reati di carattere politico e di ogni genere, vengono condannati e mantengono la cittadinanza; quelli di serie B, che fanno questi reati e gli viene tolta la cittadinanza. Questo evidentemente è la negazione di un principio cardine del nostro ordinamento, oltre che dell'articolo 22 e dell'articolo 3 della Costituzione. Il principio di uguaglianza dice che per lo stesso reato io e il cittadino immigrato, venuto in Italia 15 anni fa e che ha ottenuto la cittadinanza regolarmente, non possiamo essere trattati in modo diverso.
Questo decreto cerca di mettere una pezza a una vicenda che, ancor più grave, ci portiamo dietro dalla vicenda Bossi-Fini. E questa pezza è ovviamente peggiore dello strappo al vestito, perché in qualche modo peggiora una legge già pessima di per sé, cercando di precarizzare quello che si cercava di mettere alla luce del sole.
È evidente che, proprio per motivi di sicurezza, è molto meglio, più utile e più comodo anche per le forze dell'ordine, che su questo si sono anche espresse, avere persone regolari, che abbiano un permesso, che siano sottoposte a dei controlli per il rinnovo del permesso anche per un certo numero di anni piuttosto che clandestinizzare tutto quello che è il fenomeno dell'immigrazione. Questo vale anche per i migranti economici e per i migranti regolari, anche per coloro i quali ne hanno diritto, come dice l'Agenzia delle Nazioni Unite per la protezione delle persone. È successo pochissime volte nel nostro Paese che l'Agenzia delle Nazioni Unite dica che questo decreto è chiaramente contrario ai principi e ai valori della Carta Universale dei Diritti dell'Uomo e delle stesse norme che l'Italia ha contribuito a scrivere, votandole all'ONU tantissimi anni fa.
Tutti questi profili ci fanno dire che dobbiamo uscire fuori dall'equivoco.
Non si possono normare questioni di carattere geopolitico di questo livello all'interno di un decreto che parla di terrorismo e mafia. Non si pu accomunare, anche solo nell'idea, che il terrorista è uguale al migrante che il migrante è di per sé un potenziale terrorista, perché questa è un'idea che stiamo insinuando all'interno del nostro ordinamento. E dico a tutte le persone che hanno avuto la fortuna di leggere il decreto - devo dire che credo siano pochissime dagli interventi che ho sentito, e credo che i colleghi dell'opposizione non l'abbiano letto approfondendolo - che istituire categorie di cittadini di serie A e di serie B anche se commettono gli stessi reati è veramente un'assurdità che già di per s andrebbe censurata.
Ora, non so cosa succederà. Sicuramente la Corte Costituzionale entrerà su questa vicenda, ma attenzione ai danni che stiamo in qualche modo portando nel nostro Paese, che stiamo in qualche modo causando a tutto quello che è un sistema che - come hanno detto benissimo i colleghi - stava funzionando e che aveva dato grandi risultati; un sistema che, tra l'altro, mette l'Italia - come diceva il collega Barazzotto - in una posizione non tra le prime in Europa per quanto riguarda l'accoglienza dei migranti sia sotto protezione che per motivi di lavoro, per cui l'Italia da questo punto di vista non ha alcuna emergenza.
Pensare a una politica emergenziale per far passare leggi restrittive, che in qualche modo discriminano i cittadini con la cittadinanza italiana - a seconda della loro provenienza, se nascono in Puglia o in Calabria, o se nascono in Marocco, ma sono cittadini italiani - è assolutamente un abominio giuridico e culturale. E su questo politicamente penso che quest'Assemblea legislativa debba dire qualcosa.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente. Sarò breve, vista l'ora tarda.
Ci sono stati tanti interventi che mi hanno preceduto, che mi trovano concorde e che condivido. Personalmente ho apprezzato e apprezzo il ricorso da parte dalla Regione Piemonte, perché credo che sia un diritto della Regione fare ricorso; quando ci sono gli estremi per poter fare un ricorso non vedo e non comprendo il motivo per il quale non si debba fare un ricorso, perché se i ricorsi si fanno e vanno bene da una parte, devono anche andar bene e rispettare anche le opinioni delle altre parti. Il ricorso non si fa solo quando lo decide una forza politica rispetto a un'altra forza politica.
Qui dobbiamo mettere al centro dell'attenzione e al centro del dibattito i cittadini, dobbiamo tutelare i diritti umani, i diritti delle persone. È vero che le leggi sono erga omnes, quindi devono essere osservate da tutti però nello stesso tempo credo che ognuno abbia il diritto di poter dissentire. Se c'è un decreto, seppur emanato dal Governo e votato dal Parlamento, sul quale non si è d'accordo, credo che si abbia tutto il diritto di poter dissentire, che gli Amministratori abbiano il diritto di poterlo fare finché siamo ancora in democrazia e c'è la libertà di poter esprimere la propria opinione e di poter ricorrere a degli strumenti legali, costituzionali, democratici. Quindi non posso che apprezzare questo.
Vorrei inoltre dire che legalità non significa moralità e ricordare che evidentemente la storia non ci ha insegnato niente, che non ci è rimasto niente dalla storia che abbiamo vissuto, di chi ci ha preceduto, di chi ha combattuto, di chi ha portato avanti delle battaglie per poter avere dei diritti. Se penso alla schiavitù, prima era legale e oggi non lo è più l'Olocausto era legale, la segregazione era legale, mentre era illegale che cosa? Liberare gli schiavi era illegale; richiedere i diritti era illegale perché non si potevano chiedere i diritti, e torniamo indietro a non tanto tempo fa. Se pensiamo ai diritti che si potevano chiedere, le persone non avevano il diritto di poter chiedere i diritti delle persone, anche proteggere e nascondere gli ebrei era illegale. Capite che legalità non significa moralità.
Ecco, io credo che debba prevalere il buonsenso. Esiste una legge? Bene, le leggi vanno osservate; nello stesso tempo, però, esiste la democrazia e ciascuno deve avere il diritto di poter esprimere la propria opinione. La Regione - ben venga - ricorre a uno strumento democratico (farà ricorso) poi sarà chi di competenza (la Corte Costituzionale) a decidere se ci sono gli estremi per poter procedere alla modifica o all'annullamento di questo decreto. Però la libertà e il rispetto delle persone devono essere messi al primo posto.
Non vado oltre, perché ci sono stati tanti interventi e perché comunque ho condiviso e condivido molte posizioni. Personalmente mi sento di tutelare tutte quelle persone che devono avere una voce e che devono avere dei diritti; concordo quando si dice che non ci devono essere cittadini di serie A e di serie B.
È vero che esiste il problema immigrazione e che l'immigrazione va controllata e sicuramente va gestita, però non possiamo permetterci di lasciare morire in mare degli esseri umani: una posizione va presa e dobbiamo dare un messaggio forte. La mia coscienza non mi permette di appoggiare determinate scelte, perché io agisco con la testa, ma agisco anche con il cuore e con la fede.
Grazie.



PRESIDENTE

Il Consiglio regionale finisce qui.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



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