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Dettaglio seduta n.383 del 08/01/19 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 14.35 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Trasporti su gomma

Interrogazione a risposta immediata n. 2478 presentata da Batzella inerente a "Aumento pedaggi sull'autostrada A32 Torino-Bardonecchia"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2478.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Dal 1° gennaio 2019 sono entrate in vigore le nuove tariffe del pedaggio dell'autostrada A32 Torino-Bardonecchia.
Rispetto al 2018, c'è stato l'aumento del 6,71%. Al casello di Salbertrand si pagano 50 centesimi in più rispetto al 2018: i veicoli di classe A adesso pagano sette euro e 30, mentre prima pagavano sei euro e 80, mentre quelli di classe B pagano otto euro e 50, mentre prima pagavano otto euro.
Al casello di Avigliana si pagano 30 centesimi in più rispetto allo scorso anno: i veicoli di classe A adesso pagano cinque euro e 30, a differenza di prima che ne pagavano cinque, mentre quelli di classe B pagano sei euro e 30, mentre prima pagavano sei euro.
La società che gestisce l'A32 è la SITAF, il cui azionista principale è ANAS, che ne detiene il 51,09%. ANAS è di proprietà dello Stato, che quindi è il maggiore azionista della SITAF.
L'adeguamento tariffario del pedaggio dell'A32 segue un iter preciso: entro il 31 ottobre di ogni anno, la SITAF comunica all'ANAS la variazione tariffaria che intende applicare sulla base di una specifica formula contenente diversi fattori: il tasso di inflazione annuo, il recupero di importi relativi agli investimenti programmati e indicatori di qualità.
L'ANAS, a sua volta, verifica la correttezza dei valori inseriti e trasmette la proposta ai Ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dell'Economia e delle Finanze, che approveranno o respingeranno la proposta.
L'aumento dei pedaggi concordato dalla SITAF, che è una società per azioni con il Governo, ha portato l'UNCEM (Unione Nazionale dei Comuni, Comunità ed Enti Montani) a chiedere al Consiglio regionale (l'UNCEM ha lanciato un appello a tutti i parlamentari piemontesi) e alla Giunta regionale di mobilitarsi verso il Governo e verso SITAF, per aprire tavoli di dialogo con le amministrazioni dei territori montani e sospendere i rincari.
Ecco il motivo dell'interrogazione.
Infatti interrogo l'Assessore, e anche il Presidente della Giunta, per sapere se intendono attivarsi con SITAF S.p.A. e con il Governo, per chiedere la sospensione dell'aumento dei pedaggi dell'A32 Torino Bardonecchia, considerando che questi rincari ricadono sui tanti lavoratori che ogni giorno si recano in Val di Susa o su quelli che dalla Val di Susa si spostano verso altre località, rischiando anche di disincentivare il turismo nelle nostre montagne, con pesanti ricadute su tutto il tessuto economico.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Solo una precisazione: non è più ANAS che fa le verifiche dei lavori, e quindi degli importi richiesti ai concessionari, perché ANAS non è più l'ente concedente, ma è direttamente il Ministero ormai dal 2014 attraverso la Direzione generale della vigilanza sulle concessioni autostradali.
Gli aumenti tariffari non solo gravano sugli utenti, ma hanno, nel caso particolare dell'A32, l'effetto di disincentivare l'uso dell'autostrada stessa, creando problemi alla viabilità ordinaria nei centri abitati della Valle, con conseguenze evidenti dal punto di vista ambientale.
L'aumento del 6,71%, entrato in vigore dal 1° gennaio 2019, si aggiunge a quello già significativo applicato nel 2018, pari al 5,71%, che per recuperava i mancati adeguamenti tariffari del 2016/2017, quindi c'erano stati due anni, anzi tre anni (anche il 2015, se non erro), di continuità tariffaria.
In questo caso, abbiamo un aumento importante dopo appena un anno da un altro aumento importante.
La Regione, come lei sa, non ha competenza diretta in materia. È una competenza dello Stato, il quale affida al concessionario tutti gli aspetti di gestione e manutenzione delle tratte autostradali, con riferimento ai contenuti delle concessioni sottoscritte tra il Ministero stesso e la società concessionaria.
Lo schema di convenzione unica relativa all'A32 è stato sottoscritto in data 22 dicembre 2009 e poi c'è stato un atto aggiuntivo, sottoscritto nel febbraio 2018. Gli allegati alla convenzione prevedono gli investimenti lungo la tratta autostradale. In tal modo, gli investimenti previsti incidono in maniera significativa sulle previsioni finanziarie del concessionario.
Il MIT e il MEF approvano tramite decreto (ed è quello che ricordava lei) emanato alla fine di ogni anno precedente, gli aumenti tariffari, legati agli investimenti fatti, per quanto riguarda l'anno seguente. Quello che è avvenuto e che lei ha descritto precedentemente.
Come dicevo prima, la Regione non ha competenze. Le regole sono quelle che ho citato e riguardano appunto il MIT e in certa misura anche il MEF. Nei giorni scorsi comunque ho sentito il Presidente di SITAF, il dottor Stefano Gallina, chiedendogli quali margini vi fossero per annullare o ridurre l'aumento.
Com'è noto, lo stesso Governo che ha fatto i decreti ha chiesto ai concessionari di congelare per sei mesi gli aumenti previsti. Il C.d.A. di SITAF ha dato disponibilità a sospendere la maggiorazione, a fronte dell'impegno del MIT a garantire comunque le spettanze previste dal PEF.
SITAF è in attesa di una convocazione da parte del Ministero stesso.
Credo, quindi, che la posizione di SITAF potrebbe essere paragonabile a quella di ASPI, che invece unilateralmente ha già sospeso gli aumenti tariffari che la riguardavano per sei mesi. Non sfugge, quindi, che si tratta di una mossa che non risolve il problema, ma che ha esclusivamente lo scopo di rimandarlo a dopo maggio.
Nel caso di SITAF, il cui azionista di maggioranza con il 51% (come lei ricordava) è ANAS, e quindi il MEF, il Governo avrebbe potuto intervenire almeno sulla sua quota parte delle spettanze, abbattendo così drasticamente almeno della metà l'aumento.
Inoltre, si sarebbe potuto prevedere, com'è stato fatto in passato in più occasioni, una diluizione nel tempo degli aumenti tariffari. Peraltro questi incrementi si aggiungeranno a quelli già previsti sul pedaggio del Traforo, giustificati dalla necessità di remunerare i costi di realizzazione della seconda canna, come lei sa.
In generale, in Piemonte, l'aumento tariffario, oltre alla SITAF, ha riguardato anche l'A6 Torino-Savona, di proprietà SIAS per una percentuale del 2,22 per cento, anche in questo caso, seguendo un analogo incremento di oltre il due per cento rispetto all'anno scorso.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Trasporti su ferro - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione a risposta immediata n. 2482 presentata da Frediani inerente a "Espressione del tavolo tecnico regionale in merito ai risultati dei monitoraggi della specie Zerynthia polyxena presso il cantiere della Maddalena"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2482.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Partiamo da una delibera di Giunta del 2 febbraio 2018. In questa delibera si può leggere, rispetto alla presenza di una pianta, che rappresenta il nutrimento per questa specie di farfalla bellissima con dei colori veramente meravigliosi (tra l'altro, è una specie protetta, che dev'essere tutelata), che solo a seguito di tale evidenza, quindi rispetto alla presenza di questo lepidottero in un'area vasta, un raggio di circa 2,5 chilometri dal cantiere, risulta sostenibile la realizzazione, così come presentata del cantiere oggetto della variante in sinistra orografica del torrente Clarea. Segue un piano d'azione per garantire la tutela e il mantenimento della presenza di questa meravigliosa farfalla nell'area interessata dal cantiere di Chiomonte.
Purtroppo non ho il tempo di leggere nel dettaglio tutto il contenuto della delibera riferito a questo tema, però arriviamo al punto. La Regione ha istituito un tavolo tecnico, coordinato dalla Direzione Agricoltura, cui partecipano, oltre al proponente, la Città metropolitana di Torino, l'Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Cozie e ARPA Piemonte.
L'obiettivo è valutare gli impatti del cantiere sull'ecosistema, quindi non solo rispetto alla farfalla, ma anche riguardo ad altri aspetti di carattere ambientale.
Nel corso del 2018 si è attivato questo tavolo tecnico con ARPA Piemonte e si è svolta l'attività di monitoraggio sulla farfalla. Citiamo da fonte TELT: "Le attività condotte alla Maddalena, a partire dalla primavera 2018 hanno confermato la presenza della farfalla in una zona che fa parte del futuro perimetro del cantiere". Inoltre, si definiscono ulteriori approfondimenti in previsione.
È successo però che recentemente i proprietari di alcuni terreni (forse, in futuro interessati dai cantieri) hanno ricevuto una comunicazione, un avviso di avvio del procedimento di prossima emissione del provvedimento di autorizzazione all'accesso sulle aree private, ai sensi dell'articolo 15 del DPR 327 del 2001, collegato a quest'attività di ricerca scientifica della specie Zerynthia polyxena. In tale comunicazione si definisce anche una futura attività di perimetrazione delle aree interessate.
Anzitutto, viene spontanea la domanda rispetto alla fattispecie indicata all'articolo 15 del DPR, che non prevede un'attività di ricerca scientifica, quindi il riferimento a questo DPR, in particolare all'articolo 15, ci risulta che non sia proprio adeguato.
Inoltre, poiché sono usciti diversi articoli di giornale dove TELT si è proposta come difensore di questa specie di farfalla (in realtà, la presenza della farfalla era già stata segnalata nel 2012 o, meglio, si era segnalata la presenza della pianta di cui la farfalla si nutre), ci chiediamo come mai le prescrizioni siano state introdotte soltanto nel 2018, nonostante fosse stata segnalata la possibile presenza di questa farfalla.
La domanda rispetto alla situazione che ho appena illustrato è riferita al tavolo tecnico: come si esprime il tavolo tecnico rispetto alle prescrizioni regionali che abbiamo citato in apertura e ai monitoraggi, che sono attualmente in essere, in particolare rispetto al ruolo di TELT, che è il soggetto "espropriante"? Non capiamo con quale autorità vada a inviare un certo tipo di comunicazione ai proprietari.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Se dovessi usare il gergo scolastico suggeritomi dal collega Ferrari, direi che, come interpellante, la Consigliera Frediani è andata fuori tema e spiego perché.
Il tavolo tecnico, cui fa riferimento e su cui chiede delucidazioni, è riferito nella delibera del 2 febbraio 2018 esclusivamente all'analisi e al monitoraggio faunistico relativo a ungulati e carnivori (punto 1, lettera e, "Vegetazione, flora, fauna ed ecosistemi"). Il tavolo tecnico faceva parte di un percorso che partiva dall'analisi degli impatti nei confronti della fauna selvatica e nei successivi 60 giorni si doveva attivare.
Per quanto riguarda l'oggetto della richiesta, quindi fuori dal tavolo tecnico, le lascio una relazione abbastanza lunga, che non vado a leggere che è specifica alla specie nutrice, l'Aristolochia pallida, specie vegetale che nutre e dà vita a questo lepidottero. Le richiamo solo l'inizio di questa risposta.
Zerynthia polyxena è stata ritrovata in forma "preimmaginale" segnalata agli organi competenti, quindi è stata, diciamo, scoperta nel territorio durante il sopralluogo effettuato il 29 maggio 2017 dal personale del Parco delle Alpi Cozie e dell'Università di Torino. Da quel momento, con il personale di ARPA e con i tecnici dell'Università di Torino, si è sviluppato un percorso di approfondimento, relazionato in queste pagine che le lascio rispettando la tempistica e che riguarda tutto il tema specifico delle indagini fatte, che devono essere ancora approfondite nella prossima estate (è evidente, infatti, che le indagini sui lepidotteri devono essere svolte a inizio estate, ovvero durante lo sfarfallamento).
Il tavolo tecnico è tutt'altra cosa, perché riguarda la partita degli ungulati e dei carnivori, per cui non è investito da questa tematica.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Opere di bonifica e consorzi

Interrogazione a risposta immediata n. 2477 presentata da Graglia, inerente a "Autorizzazione in deroga dell'abbruciamento in loco delle piante di kiwi colpite dal batterio Pseudomonas syringae pv. Actinidiae"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2477 presentata dal Vicepresidente Graglia, che la illustra in qualità di Consigliere.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Con la presente interrogazione avanzo una proposta di deroga che viene dai produttori di kiwi, in particolare della provincia di Cuneo, che è la nostra provincia, Assessore.
Noi sappiamo che la coltivazione di kiwi è riconosciuta sia a livello italiano che a livello europeo ed è messa gravemente a rischio dalla diffusione del batterio Pseudomonas syringae pv. Actinidiae, una patologia molto aggressiva e difficile da arginare. Le azioni finora adottate risulterebbero essere inefficaci, in quanto la patologia si presenta estremamente virulenta.
Dunque, da una parte abbiamo il divieto della Regione di bruciare, dovuto all'elevata presenza di polveri sottili nell'aria; dall'altra, la normativa vigente prevede che il materiale risultante dagli interventi cesori o dall'estirpazione delle piante malate debba essere distrutto mediante incenerimento o interramento profondo in loco, fatte salve diverse modalità prescritte dal settore fitosanitario.
Nello specifico, il Settore fitosanitario regionale ha concesso che il materiale vegetale di risulta possa essere anche destinato alle centrali termiche, con specifiche modalità dopo la trasformazione in cippato. Ma le ditte specializzate non sempre sono disponibili al ritiro dei cascami vegetali dopo che sono stati cippati; né è possibile provvedere all'interramento profondo.
Riteniamo quindi necessario individuare un sistema efficace per debellare la malattia e intervenire nell'immediato a tutela delle imprese agricole le cui coltivazioni sono a rischio.
A tal riguardo, interroghiamo l'Assessore per sapere se non ritenga opportuno disporre l'autorizzazione in deroga all'abbruciamento in loco delle piante di kiwi colpite da questo batterio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Graglia.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Passiamo dalla Zerynthia allo Pseudomonas: si tratta sempre di biodiversità, una positiva, l'altra - lo Pseudomonas, il batterio conosciuto come "Batteriosi del kiwi" - un elemento problematico e sicuramente negativo per le nostre coltivazioni.
Premesso che gli estirpi attuali di impianti di Actinidia chinensis - cioè del kiwi - sono prevalentemente conseguenti alla moria fisiologica, che non prevede alcuna necessità di abbruciamento per motivi fitosanitari e non deriva dal batterio, si fa presente che allo stato attuale il ricorso alla pratica dell'abbruciamento è da considerarsi come strumento residuale in agronomia, sconsigliata per le negative ricadute che ha in ambito ambientale, nonché nella prevenzione degli incendi.
La recente legge regionale n. 15/2018 permette, tuttavia, il ricorso alla pratica dell'abbruciamento dei materiali vegetali su tutto il territorio regionale nei periodi tra il 1° aprile e il 31 ottobre (sette mesi di libertà assoluta per abbruciare anche i residui di potatura o le piante di kiwi estirpate) arco di tempo nel quale è minore il rischio di inneschi di incendio e nel quale viene a cessare il fenomeno dell'inversione termica a causa del mancato ricircolo in atmosfera degli inquinanti di origine antropica (quello che stiamo vedendo in questi giorni soprattutto qui a Torino).
In caso di potatura di impianti affetti da Pseudomonas, al fine di evitare la diffusione del patogeno è possibile fare ricorso a pratiche alternativa all'abbruciamento (o temporanee), per poi abbruciare fuori dal periodo di divieto, che sono quelle che ha già richiamato l'interrogante (l'interramento, il cospargere con calce spenta, la copertura con teli impermeabili per il successivo abbruciamento nella finestra di tempo consentita).
Esclusivamente qualora sia in corso una conclamata epidemia da batterio che deve essere però espressamente appurata dal settore fitosanitario della Regione Piemonte (quindi dev'essere "certificata", diciamo così, dalla Regione Piemonte), si può considerare il ricorso a pratiche alternative di smaltimento quali l'abbruciamento anche nel periodo di divieto, cioè nel periodo invernale.
Al momento, non essendoci fortunatamente casi conclamati epidemiologici non si ritiene opportuno autorizzare in deroga la pratica dell'abbruciamento in loco delle piante di Actinidia chinensis al di fuori del periodo consentito (1° aprile-31 ottobre) dalla legge regionale n.
15/2018.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Ordine pubblico e sicurezza

Interrogazione a risposta immediata n. 2479 presentata da Grimaldi inerente a "Restituire alla collettività la villa confiscata di San Giusto Canavese"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2479, presentata dal Consigliere Grimaldi; risponderà l'Assessora Cerutti.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente, e grazie, Assessora, che immagino conosca la vicenda.
Ancora ieri Libera Piemonte e Avviso Pubblico hanno lanciato un appello per la restituzione alla collettività della villa confiscata al narcotrafficante Nicola Assisi a San Giusto Canavese.
La residenza, come spiego nell'interrogazione, è stata confiscata in via definitiva ben sette anni fa (nel 2011), quindi appartiene di fatto allo Stato ed è data in gestione alla cosiddetta Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni confiscati alle organizzazioni criminali.
Nel 2015 il GICO della Guardia di Finanza ha trovato e sequestrato proprio dentro la villa quasi quattro milioni di euro (3,9 milioni di euro) e n. 24 Rolex dentro il giardino della villa. Tuttavia, dalla confisca ci sono voluti tantissimi anni per liberare la villa dai familiari del criminale che la occupavano, nonostante l'espropriazione definitiva.
Dallo sgombero ormai sono passati più di sei mesi e il luogo è ancora in stato di abbandono. Tra l'altro, c'è stata una vicenda molto sgradevole che ci ha visto coinvolti e la Commissione consiliare per la legalità ringrazio il Presidente i Vicepresidenti presenti - hanno, da subito convocato un sopralluogo. Ricordo il fatto sgradevole e preoccupante: in un momento della scorsa estate alcuni individui sono entrati all'interno della villa e hanno lasciato diversi dispositivi per farla esplodere.
Come sapete, dopo questi fatti, come vi spiegavo anche all'inizio l'Associazione Libera, ma anche Avviso Pubblico, si sono mobilitate in più modi e si sono messe al servizio delle istituzioni continuando a sollecitare l'Agenzia Nazionale affinché prendesse provvedimenti. È ormai acclarato che il Piemonte è crocevia degli interessi criminali. Tra l'altro, San Giusto Canavese conosce da vicino questo fenomeno, visto che nella stessa piccola città di 3.000 abitanti del Canavese si era insediata una locale della 'ndrangheta, sgominata con l'Operazione Minotauro nel 2011. Tra l'altro, ci sono diversi altri immobili sequestrati nella stessa San Giusto, con cinque beni confiscati.
Anche l'ultimo Decreto sicurezza ha, purtroppo, resa vana una parte di questa discussione, perché ha reso possibile la dismissione di questi beni che, almeno più volte, molte organizzazioni e associazioni che si occupano di rimetterli a disposizione della collettività trovano sbagliato, anche per il messaggio culturale che c'è dietro. Sta nelle possibilità dell'Agenzia rimettere nelle condizioni quell'immobile per essere poi assegnato.
Per questo noi chiediamo alla Giunta, così come abbiamo fatto altre volte di sollecitare il Governo, la Prefettura e ovviamente la Città metropolitana che aveva dato una prima disponibilità anche a interessarsi della vicenda, a far sì che si sblocchi sia dal punto di vista del Ministero, sia dell'Agenzia, perché questa continua ad essere una ferita nel nostro territorio e quella villa non può rimanere vuota e abbandonata.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Cerutti per la risposta.



CERUTTI Monica, Assessora ai diritti civili

Grazie, Presidente.
In relazione al question time presentato dal Consigliere Grimaldi, noi possiamo dire che stiamo lavorando rispetto all'impegno profuso dalla nostra Regione a favore del riutilizzo, a scopo sociale, dei beni confiscati alla criminalità organizzata, e questa è anche l'occasione per darne conto.
Alla data odierna risultano presenti 765 immobili confiscati in gestione di cui 175 "destinati" sul territorio piemontese. La legge n.14 del 2007 prevede l'erogazione di contributi per interventi volti a consentire il riutilizzo e la fruizione sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata ed assegnato ai Comuni.
Il Consiglio regionale, su proposta della Giunta (DGR del 24 luglio 2017) e con propria deliberazione del 25 luglio 2017, ha approvato le modalità di attuazione per l'ammissione ai contributi per il riutilizzo dei beni confiscati.
Tra il 2017 e il 2018 la Regione Piemonte ha stanziato 350.000 euro complessivi (150.000 nel 2018 e 200.000 nel 2017) attraverso un bando che ha previsto le condizioni e i requisiti necessari per beneficiare dei contributi da parte dei Comuni del Piemonte sedi di beni confiscati alle mafie.
Il bando 2018 ha assegnato contributi a otto Comuni piemontesi e nello specifico: San Sebastiano Po, Coazze, Torino, Gifflenga nel Biellese Nichelino, Cuorgné, Gattinara e Borgomanero.
Condividiamo le preoccupazioni sollevate dal Consigliere e anche dalle associazioni come Libera che, da sempre, si occupano di promuovere e favorire la cultura della legalità e di contrasto alla criminalità organizzata.
La Regione Piemonte ed il Consiglio regionale hanno testimoniato la propria vicinanza alla comunità di San Giusto Canavese a seguito dell'incendio doloso della scorsa estate.
Condividiamo chiaramente le preoccupazioni determinate anche dalle novità contenute nell'ex Decreto sicurezza, ormai divenuto legge, contro cui, tra l'altro, la Regione sta anche preparando un ricorso.
Riteniamo anche noi che l'estensione della vendita dei beni confiscati ai privati dei beni immobili di cui non sia possibile effettuare la destinazione o il trasferimento per finalità di pubblico interesse, debba essere utilizzata come extrema ratio e non come una scorciatoia per evitare le criticità che si riscontrano nella destinazione e assegnazione dei beni.
Siamo disponibili, assolutamente, a farci interpreti delle perplessità sollevate dalle associazioni e a sollecitare il Governo ad assumere le azioni necessarie a restituire il bene alla collettività, facendo seguito alla mobilitazione di Libera nei confronti di tutte le istituzioni coinvolte. Anche sulla base della sollecitazione del Consigliere, vedremo come poter far sentire la nostra voce al Governo.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2481 presentata da Bono, inerente a "Abbandono dell'incarico da parte dei Direttori generali dell'ASR prima della scadenza"


PRESIDENTE

Passiamo alla trattazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 2481.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

L'interrogazione in oggetto riguarda l'abbandono dell'incarico da parte dei Direttori Generali delle Aziende Sanitarie. Il tema è emerso pochi giorni prima di Natale, per cui non abbiamo avuto modo di presentare un'interrogazione in quei giorni. Avremmo voluto anche parlarne in Commissione, ma in Commissione lunedì abbiamo avuto un o.d.g. molto intenso.
Il tema è annoso. Non voglio fare speculazioni politiche, già fatte da alcuni media, sul fatto che la Regione sia un po' abbandonata da diversi manager, che siano manager regionali o manager di Aziende Sanitarie.
Quello che mi preme maggiormente comprendere è se ci sono in cantiere delle misure regionali - ovviamente non nazionali, perché quelle spettano a livello nazionale - per far sì che i manager della sanità che vengono incaricati di ricoprire il ruolo di Direttore generale delle nostre Aziende Sanitarie in Piemonte stiano qualche mese e poi scappino in ASL magari più grandi, in particolar modo della Regione Lombardia, più di grido considerate più importanti e più rilevanti a livello del panorama nazionale o magari semplicemente con una maggiore retribuzione.
Ricordo che ne avevamo discusso anche in termini di retribuzione dei manager, dei Direttori generali delle nostre Aziende Sanitarie. Avevamo svolto qualche valutazione sul fatto di non incrementare troppo le remunerazioni, ma bisognerebbe capire se è solo una questione remunerativa.
Noi abbiamo incontrato, pochi giorni dopo il loro insediamento, i Direttori generali; si sono insediati a giugno e noi, tra giugno e luglio, come facciamo sempre, abbiamo avuto un incontro conoscitivo.
Abbiamo parlato, ad esempio, con il Direttore generale dell'ASL di Asti, il dottor Alparone (so che anche la Vicepresidente Motta ha parlato con lui) il quale sembrava entusiasta della nuova realtà lavorativa. Abbiamo scoperto dai giornali, in data 19 dicembre, che ha lasciato l'incarico e si è spostato in Lombardia. La stessa situazione per il dottor Bonelli, forse meno grave, perché il dottor Bonelli almeno ha lavorato tre anni nell'ASL di Biella e aveva già ricoperto due mandati in altre ASL locali.
Inspiegabilmente, però, a dicembre, dopo essere stato riconfermato per il secondo mandato nell'ASL di Biella, anche lui pare aver fatto le valigie ed essere andato via.
Nell'interrogazione ho citato anche le difficoltà dell'ASL di Orbassano.
Vorrei capire se, da parte dell'Assessorato, c'è qualche proposta politica legislativa, deliberativa che si possa mettere in essere da qui a marzo (abbiamo solo più tre mesi di attività lavorativa) per far sì che queste cose non accadano più, oppure se si tratta di scelte dei singoli manager per cui non possiamo fare altro che sperare di trovare la persona giusta che non ci lasci dopo sei mesi, perché inizia a diventare un po' difficile e difficoltosa la gestione delle nostre Aziende Sanitarie



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

È un po' una mia deformazione per il ruolo di coordinatore nazionale quindi, con un'attenta lettura del fenomeno un po' a livello nazionale devo dire che la mobilità che viene giustamente sottolineata dal Consigliere Bono riguarda tutte le Regioni, nel senso che quando abbiamo effettuato la procedura di selezione, abbiamo provveduto a selezionare e a nominare dei Direttori provenienti da altre Regioni, ma devo dire che questo avveniva anche in precedenza.
Dopo la nostra selezione, ce ne è stata una in Sicilia e molti Direttori sono andati dalla Lombardia alla Sicilia. Poi, c'è stata una selezione in Lombardia, cioè vi è una grande mobilità di Direttori che sono stati nominati dalle singole Aziende. C'è un quadro molto articolato. Questa situazione è abbastanza evidente e giustamente non può che preoccupare.
Voglio, pertanto, fare una precisazione e poi arrivare a un'ipotesi di soluzione, partendo da alcune considerazioni di carattere più civilistico.
L'incarico che viene attribuito al Direttore generale delle ASR integra la fattispecie civilistica del contratto di prestazione d'opera intellettuale la quale, per principi generali in materia di lavoro, ha natura e oggetto diversi nelle sue molteplici peculiarità rispetto al rapporto di lavoro subordinato.
Nello specifico, è da evidenziare che tale tipologia di rapporto non soggiace a vincoli di subordinazione in senso stretto, ma poggia il suo fondamento sul vincolo di fiduciarietà ed esclusività. Il contratto stipulato tra la Regione e l'interessato sulla base dello schema tipo a suo tempo approvato con DGR del 19/12/2016 prevede, all'articolo 1, comma 3 l'ipotesi della risoluzione anticipata per dimissioni volontarie previo avviso di almeno 90 giorni. Questo è quello che prevede il nostro contratto.
Anche in passato, peraltro, in presenza delle dimissioni rassegnate da alcuni Direttori generali, la prassi dell'Assessorato è stata di non avvalersi di tale clausola, atteso che la sua applicazione automatica determinerebbe il prolungarsi artificioso dell'incarico al vertice dell'Azienda in una situazione di evidente compromissione di quello stesso rapporto fiduciario che è alla base della nomina del Direttore, con possibili ripercussioni sull'organizzazione e sull'offerta di prestazioni del servizio pubblico sanitario.
In sostanza, chi va in un'altra Azienda incomincia ad avere la testa in quell'Azienda e quindi non abbiamo mai usufruito della possibilità del preavviso, ma abbiamo preferito integrare immediatamente, perché ci sembra importante avere un nome certo.
Per contro, l'accettazione delle dimissioni senza ulteriori differimenti presenta il vantaggio di consentire il più rapido avvicendamento al vertice dell'Azienda Sanitaria interessata.
In ultimo, si sottolinea che l'inserimento di una specifica clausola contrattuale di penalizzazione economica in caso di mancato preavviso ovvero di risoluzione anticipata del rapporto per volontà del Direttore generale, potrebbe costituire un ulteriore elemento di difficoltà nella scelta dei professionisti, riducendo in tal modo la possibilità di scegliere tra i migliori profili disponibili, i quali potrebbero preferire la partecipazione a selezioni in Regioni diverse dal Piemonte, ove siano presenti minori vincoli legati allo svolgimento dell'incarico. In altre parole, qualora dovessimo decidere qualche modalità più forte, oltre al preavviso, questo determinerebbe una riduzione del numero dei Direttori interessati a partecipare alla nostra selezione. Qualunque Regione fa quest'operazione.
Pertanto, il problema è che il contratto con queste caratteristiche di tipo civilistico, per evitare quei problemi che sono obiettivamente gravi per il sistema sanitario, richiede un contratto di carattere nazionale, se non una norma, in modo da evitare una distorsione del sistema. Non so se è chiaro: il problema esiste, ma, qualora noi dovessimo stabilire una norma di questo tipo, è chiaro che metteremmo una barriera più o meno alta a chi vuole partecipare alle nostre selezioni, perché in tutte le altre Regioni sarebbe garantita quella mobilità che oggi garantiamo anche noi.
In ogni caso, la modalità ha creato dei problemi e, pertanto, richiede una riflessione, ma è un problema che riguarda un po' tutte le Regioni. Quando noi abbiamo indicato dei Direttori provenienti dall'Emilia Romagna, hanno avuto lo stesso problema, ed è un problema serio.
La guerra, in quest'ambito, non ha senso, perché prevale l'interesse del nominato, che, essendoci la libertà e la mancanza di penalizzazione sceglie in funzione dei suoi obiettivi di carattere personale. Non sempre gli obiettivi di carattere generale vengono salvaguardati attraverso questa modalità, pertanto ritengo che la modalità per affrontare questo tema sia soltanto quella nazionale.
La sola nostra azione sarebbe insufficiente, anzi potrebbe determinare un danno maggiore.


Argomento: Sicurezza sul lavoro - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2483 presentata da Andrissi inerente a "Azienda Ospedaliera Universitaria Maggiore della Carità di Novara - applicazione degli standard previsti dalla vigente legislazione in merito alla sicurezza dei luoghi di lavoro"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2483.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, esprimo la mia perplessità rispetto alla scelta fatta dall'Azienda Ospedaliera di Novara, Città della Salute di Novara, di scegliere una gara in partenariato pubblico-privato per gestire la manutenzione dei macchinari biomedicali, nel momento in cui parallelamente vi era una gara gestita da SCR.
Su questo abbiamo analizzato parecchi documenti e abbiamo confrontato il benchmark della gara fatta da SCR e valutato le aziende che vi hanno partecipato. Inoltre, abbiamo confrontato i benchmark raggiunti dalla gara SCR con il partenariato pubblico-privato e vi sono delle differenze di costi molto significative. Magari poi, Assessore, forniremo questa nostra analisi attenta, che abbiamo realizzato grazie a delle consulenze importanti e con grandi difficoltà, perché ovviamente abbiamo delle risorse di personale molto ridotte. In questo devo anche ringraziare pubblicamente un dirigente pubblico in pensione che ci ha dato una grossa mano, perch abbiamo fatto un lavoro importante.
Nel momento in cui un'Azienda Ospedaliera dice di avere a disposizione 105 milioni di lasciti e che, in un piano economico finanziario, vuole utilizzare questi soldi per rinnovare i macchinari e non lo fa, ha parallelamente la scelta di partecipare a una gara SCR e non lo fa e sceglie di fare una gara in partenariato pubblico-privato, crea delle difficoltà. Ho potuto fare una visita al reparto di radiologia che è stato ristrutturato, perché il partenariato pubblico-privato prevedeva anche lavori di edilizia. È una gara di partenariato pubblico privato che ha visto un solo partecipante, a dimostrazione che queste gare di partenariato pubblico-privato diventano degli abiti sartoriali, che vestono solo pochi.
Quello che ho notato è l'assenza della possibilità di cambiare l'areazione di questi ambienti dove si fanno le analisi radiologiche e, nel caso in cui arrivi un paziente infettivo, questo obbliga a ore di ferma (e parlo della parte pubblica). I metri quadri per l'attività della parte gestita dal privato (pagato comunque con soldi pubblici) sono doppi rispetto alla parte pubblica. I metri quadri dove operano gli operatori che devono fare il servizio sono due metri quadri per tre operatori più due allievi.
Quello che ci chiediamo è se questa dimensione rispetti le norme del decreto legislativo n. 81 sulla sicurezza del lavoro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il Consigliere Andrissi chiede, relativamente al tema dell'Ospedale Maggiore della Carità di Novara, se gli spazi dedicati per gli operatori sarebbero metricamente adeguati, considerando che per il medesimo spazio dedicato agli operatori non sono state previste vie di fuga in caso di incendio, non esiste areazione diretta tramite finestre. È tutto specificato, quindi rispondo alle questioni poste nell'interrogazione che mi è stata presentata.
Ho chiesto al Direttore generale le informazioni e quelle che mi sono state fornite, in sintesi, sono queste. Dal 1° dicembre 2017 sono in corso interventi di completa ristrutturazione e sostituzione delle apparecchiature della radiodiagnostica diretta dal professor Carriero attraverso una procedura di partenariato pubblico-privato di servizi. Gli interventi sono in fase di conclusione e sono sotto la supervisione di tre responsabili tecnici: il responsabile unico del procedimento, il direttore dei lavori e il direttore esecuzione contrattuale. È imminente anche l'individuazione di un collaudatore all'avvenuto completamento dei lavori.
Nello specifico, si precisa che, come da relazione del direttore lavori gli impianti di ventilazione sono stati realizzati conformemente al progetto, ovvero i locali di Radiologia sono stati equipaggiati con appositi impianti di ventilazione e ricambio d'aria per garantire igiene e salubrità dei locali stessi. Il tasso di ricambio di aria esterna è stato determinato in base alla normativa di riferimento, precisamente almeno cinque volumi all'ora di aria esterna per i locali in esame. Negli altri locali, dove sono presenti operatori, il tasso di ricambio aria è conforme alla direttiva UNI 10339 nella misura di 40 metri cubi all'ora per persona.
Il Responsabile della Struttura Prevenzione e Protezione dell'Ospedale Maggiore ha attestato che gli spazi dedicati al personale sono dotati anche di areazione naturale (finestre). I locali sono, inoltre, schermati in relazione alle norme di radioprotezione.
Riguardo alla consolle di comando delle apparecchiature radiogene, ha precisato che gli operatori risultano in numero di due per la postazione RSX1 e RSX2 e due per la postazione RSX3 e RX4, più un operatore di appoggio non direttamente operante sulle postazioni di comando addetto all'assistenza al paziente. Gli ambienti sono comunicanti fra loro ed è garantita una superficie di due metri quadri a persona.
Relativamente alle vie di esodo, si precisa che, al momento, a causa di lavori in corso, gli operatori che lavorano nella sala comando possono raggiungere le uscite di emergenza del padiglione attraverso la sala RX. A completamento dei lavori sarà disponibile anche un'uscita dal corridoio retrostante la consolle, attraverso la sala d'attesa.
Per quanto riguarda le attività di risonanza magnetica, si precisa che attualmente sono in funzione tre apparecchiature che erogano prestazioni per il Servizio Sanitario Nazionale e per una quota residuale in regime di libera professione intramoenia.


Argomento: Trasporti su gomma - Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 2484 presentata da Cassiani inerente a "Ricorrenti episodi di autobus GTT in fiamme"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2484.
La parola al Consigliere Cassiani per l'illustrazione.



CASSIANI Luca

Grazie, Presidente.
L'interrogazione prende le mosse dai recentissimi fatti che sono avvenuti ancora l'altro giorno a Collegno in provincia di Torino, con un mezzo GTT andato a fuoco, un bus di 18 metri di ultima generazione, e a bordo c'erano molti studenti che si recavano a scuola in quel momento; un mese fa circa è successa la stessa cosa sulla linea Gassino-Settimo, sempre su un mezzo adibito al trasporto studenti, e queste vicende hanno in qualche modo provocato una certa preoccupazione.
Ricordiamo che solo la prontezza degli autisti dei mezzi e il pronto intervento dei Vigili del Fuoco hanno evitato una tragedia, perché questi autobus sono completamente bruciati: insomma, non si è trattato di un principio di combustione, ma l'incendio ha distrutto completamente gli autobus. Grazie alla prontezza di riflessi degli autisti che sono riusciti a far scendere immediatamente tutti i trasportati, abbiamo fortunatamente non riscontrato situazioni di particolare disagio, anche fisico, che potevano trasformarsi in tragedie.
Di conseguenza, la richiesta è sostanzialmente quella di capire come stanno le cose per quanto riguarda l'acquisto di nuovi mezzi da parte di GTT che è stato promesso - tra l'altro, ci sono anche i fondi ministeriali assegnati ma non si è proceduto - e quali sono le azioni che, ovviamente nell'ambito delle proprie competenze, l'Assessorato regionale sta mettendo in campo affinché ci sia la possibilità di evitare che situazioni di pericolo e di una certa gravità come quelle descritte possano verificarsi in futuro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Consigliere Cassiani, lei fa riferimento a episodi che sono avvenuti recentemente, ma che hanno avuto luogo anche nel passato sui mezzi in dotazione di GTT. Ovviamente, una prima risposta riguarderebbe le attività di manutenzione, che in effetti, per stessa ammissione dell'attuale Amministratore delegato di GTT, nel passato e in qualche misura ancora oggi sono carenti, tant'è che lo stesso neo Amministratore delegato si è impegnato per rafforzare le attività manutentive di GTT. Noi speriamo che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi questo dia dei risultati.
Per quel che riguarda le competenze della Regione, ovviamente non posso che risponderle sul tema degli investimenti, perché la Regione, attraverso risorse proprie e risorse dello Stato, è l'ente che fornisce risorse, che devono essere però cofinanziate dalle imprese interessate per l'acquisto di nuovi mezzi.
Con delibera della primavera 2017 (maggio), la Giunta regionale ha definito i criteri e le modalità per addivenire a tale contribuzione e c'è stato anche un primo finanziamento di 45 milioni sull'intero Piemonte per il settore gomma; tenga conto che circa la metà va in capo a GTT. Per questa prima tranche, le modalità di acquisto riguardano l'acquisizione di mezzi a gasolio, ovviamente da Euro 6 in su, e indicano come cofinanziamento il 50%.
Le risorse sono gestite dall'Agenzia della mobilità piemontese e GTT, come ogni altra azienda, parteciperà alle suddette assegnazioni e beneficerà dei contributi regionali a fronte degli investimenti previsti, appunto, dalla delibera cui facevo riferimento.
La procedura di appalto deliberata dal Consiglio d'amministrazione di GTT in data 18 gennaio 2018 (un anno fa) relativamente a una fornitura complessiva fino a 178 nuovi autobus è andata deserta, come pure la successiva procedura negoziata, deliberata dallo stesso C.d.A., nell'aprile 2018. Va detto che questi bandi sono stati attuati in un periodo di evidente difficoltà finanziaria da parte di GTT e questo credo giustifichi o motivi il fatto che le gare siano andate deserte, essendo i mezzi stessi da cofinanziare per il 50% in capo a GTT stessa.
Io spero e credo che le condizioni attuali di GTT siano diverse. Come lei sa, da parte della Regione, con contributi cospicui del passato Governo GTT ha ricevuto un'entità di risorse particolarmente forte, che dovrebbe averla messa in sicurezza dal punto di vista finanziario. Questo per quanto riguarda la prima tranche di 45,2 milioni, mentre sta per essere assegnata una seconda tranche di 24 milioni su tutto il Piemonte (quindi per GTT più o meno la metà), che riguarderà sempre le stesse categorie di mezzi, ma con la prevalenza dei bus a metano, tant'è che nel cofinanziamento verrà calcolato il maggiore costo del bus a metano rispetto al bus a gasolio Euro 6. Questo maggiore costo verrà accollato alla Regione e non all'impresa che se ne farà carico.
Diverso è il tema sui mezzi elettrici, che competono più a finanziamenti che hanno origine dalla Direzione Ambiente e che evidentemente agiscono in modo diverso, perché il costo di un bus elettrico è almeno il doppio di quello di un bus a metano o a gasolio.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Interrogazione a risposta immediata n. 2480 presentata da Vignale, inerente a "C.I.C.: il CSI non proroga il contratto. Come saranno garantiti i livelli occupazionali e i servizi informativi regionali?"


PRESIDENTE

Passiamo alla trattazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 2480.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come indicato nell'interrogazione, il Consorzio per l'Informatizzazione del Canavese, che è stato a lungo un'azienda consortile a proprietà pubblica, è stato acquisito alcuni anni fa ed è diventato un soggetto a tutti gli effetti a controllo privato. Nell'acquisizione vennero garantiti una serie di contratti fra il CSI, l'ASL TO4 e il Comune di Ivrea, che sono scaduti nel dicembre del 2018.
Nel frattempo, una parte dei 124 lavoratori è stata ricollocata o si è ricollocata in altre aziende dei settori informativi; rimangono invece 60 dipendenti all'interno del CIC, la maggioranza dei quali svolge servizi per la Regione Piemonte, dal numero verde a molti servizi di trattamento dati la tassa automobilistica, l'assistenza applicativa in ambito di lavoro e formazione professionale, l'agricoltura e altro.
Il CSI non ha prorogato, come invece hanno fatto per due mesi il Comune di Ivrea e l'ASL TO4, il contratto al CIC; non soltanto mettendo ovviamente in difficoltà i lavoratori presenti, ma non riuscendo più la Regione Piemonte a erogare servizi.
Se, oggi, chiunque di noi telefona al numero verde della Regione per avere informazioni, ad esempio, sul bollo auto o su altri aspetti gestiti dal CIC, in nome e per conto del CSI ma per servizi regionali, si sentirà rispondere, com'è accaduto al sottoscritto, che bisogna mandare una e-mail o, peggio ancora, ci si deve rivolgere all'ACI. Dico peggio ancora, perch l'ACI è ovviamente in grado di sapere, pagando e non più gratuitamente alcune situazioni, ma non è in grado, per esempio, di prevedere la modalità per il pagamento rateale del bollo auto.
La domanda che poniamo è per quale motivo il CSI non abbia prorogato per almeno due mesi questo contratto, non soltanto perché avrebbe garantito un tempo maggiore all'azienda per non creare una situazione di disagio lavorativo ai lavoratori stessi, ma soprattutto perché in questo momento la Regione Piemonte, in una parte così consistente dei servizi che venivano garantiti dal CIC, non li sta più garantendo ai cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per la risposta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessore ai rapporti con società a partecipazione regionale Grazie, Presidente; grazie, Consigliere Vignale.
In realtà, come traccia per la mia risposta ho preso il testo scritto del suo quesito, che in verità mi pare ponesse due temi differenti: il primo la situazione dei dipendenti di CIC, in connessione anche alle pregresse commesse da parte di CSI; il secondo, la gestione dei servizi regionali.
Sul primo ho chiesto soprattutto informazioni all'Assessorato al lavoro alla collega Gianna Pentenero, che ha seguito direttamente la vicenda CIC.
La mia risposta, perciò, si articolerà secondo questi due aspetti.
Le darò poi il testo scritto, perché sarebbe troppo lungo leggerlo, ivi compresa la storia di CIC, che certamente non rifaccio.
Per venire alle situazioni più recenti, il 18 luglio scorso, l'Assessorato al lavoro ha incontrato le organizzazioni sindacali. Nel corso dell'incontro, le organizzazioni sindacali hanno illustrato la situazione di CIC, conseguente ai problemi di CSP NET, e le loro preoccupazioni dovute anche al fatto che in quel momento era aperta un'inchiesta della Procura penale.
Cerco di andare veloce.
Nel corso del citato incontro è emerso che i lavoratori di CIC, dopo l'acquisizione, si erano ridotti da circa 130 fino a circa 80, che le commesse pubbliche non erano garantite oltre la fine del 2018 e nel frattempo non risultavano acquisite ulteriori commesse.
La situazione complessa è aggravata dal procedimento penale in corso, che ha limitato l'operatività di CSP e, per conseguenza, di CIC.
Il MISE ha convocato, sulla vicenda CSP, un incontro in data 3 agosto. Sono stati chiesti chiarimenti ai responsabili dell'azienda ed è stato nominato con nomina giudiziaria, un nuovo amministratore delegato. All'incontro convocato il 19 settembre, invece, l'azienda non ha dato più disponibilità a partecipare, quindi si è in attesa di definire un nuovo incontro di aggiornamento.
Questo riguarda soprattutto CSP, ma le ricadute su CIC e sulla sua operatività sono ovvie.
Il 29 novembre, l'Assessorato al lavoro ha incontrato aziende e organizzazioni sindacali. Nel corso dell'incontro è emerso che il Comune di Ivrea si è fatto carico di una proroga tecnica di 60 giorni per il passaggio di consegne, mentre alcune aziende subentranti si erano già messe in contatto con alcuni lavoratori che avrebbero cessato le attività, per poi essere assunti da nuove società. Una verifica effettuata nel sistema delle comunicazioni obbligatorie dice che nel mese di dicembre hanno dato le dimissioni, e che sono stati successivamente ricollocati 20 dipendenti.
In questo momento non è avviata alcuna procedura di licenziamento collettivo da parte di CIC e la situazione continua a essere seguita dall'Assessorato al lavoro con il MISE e con le aziende pubbliche coinvolte, cercando di individuare soluzioni idonee a salvaguardare i livelli occupazionali.
Per quanto riguarda l'aspetto servizi e contratti, in estrema sintesi: al momento in cui CIC è stato acquisito da un soggetto privato, CSI si è impegnato a mantenere un contratto in essere con CIC della durata di tre anni, specificando che quei tre anni non erano in nessun modo derogabili in quanto rappresentavano già una deroga rispetto alle norme allora in vigore.
Oggi, per di più, essendosi avviate tutte le procedure CONSIP in questo ambito, è stata esclusa la possibilità di ricorrere in qualunque modo a proroga degli affidamenti diretti.
A oggi, il contratto tra CSI e CIC, scaduto il 31 dicembre e improrogabile riguardava tre tipologie di servizi: help desk, assistenza applicative e assistenza informativa, relativamente a cui CIC ha impiegato circa 15, 10 e otto dipendenti. In totale 33.
Per quanto riguarda l'help desk, CSI ha aderito alla relativa convenzione CONSIP (questa è la storia precedente) e una ventina di ex dipendenti CIC sono stati riassunti dal soggetto che invece aveva vinto la gara CONSIP.
Per quanto riguarda l'assistenza applicativa, questa è stata internalizzata e garantita da CSI con risorse proprie.
Per quanto riguarda l'assistenza informativa, CSI non potrà che aderire alla convenzione CONSIP Contact Center Outsourcing in fase di attivazione da parte di CONSIP, nel frattempo erogando i servizi con risorse proprie.
CSI sta già lavorando per poter assicurare, nel momento in cui aderirà alla convenzione CONSIP, l'applicazione e l'attivazione di una clausola sociale a favore dei dipendenti CIC che svolgevano quell'attività; attualmente invece, quell'attività viene svolta da CSI con risorse proprie. Io posso chiedere, ovviamente, un ulteriore approfondimento su questo punto, ma al momento CSI sostiene che non risultano difficoltà come quelle da lei segnalate. Su questo, però, posso fare ancora una verifica.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora De Santis.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.40 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.43)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Accossato, Baricco, Chiamparino, Olivetti e Pentenero.


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, possiamo passare all'esame del punto 3) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 378 "Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino" (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 377 "Azienda Sanitaria Locale di Torino 5" (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 375 "Azienda Sanitaria Locale di Asti" (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 376 "Azienda Sanitaria Locale del Verbano Cusio-Ossola" (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio Sindacale individuazione di 1 componente con funzione di Presidente


PRESIDENTE

Rammento inoltre che, ai sensi del comma 4, articolo 79 del Regolamento interno del Consiglio regionale, nel caso si debba procedere alla nomina di non più di due persone, saranno considerati eletti i candidati che hanno raggiunto la maggioranza assoluta dei votanti, salvo quanto previsto nel comma 3 "Riserva di posti per le minoranze". Se tale maggioranza non è raggiunta nella prima votazione, in seconda votazione sono eletti i candidati che hanno riportato il maggior numero dei voti.
Ricordo infine che i Consiglieri devono prestare attenzione ai casi di omonimia e, in tali ipotesi, riportare sulla scheda anche il nome del candidato.



PRESIDENTE

Nomino scrutatori i Consiglieri Molinari e Bertola.
Procedo personalmente all'appello nominale.



(La Vicepresidente Motta effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Si proceda allo spoglio delle schede.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame disegno di legge n. 289, inerente a "Riordino delle norme in materia di agricoltura e di sviluppo rurale"


PRESIDENTE

Riprendiamo con l'esame del disegno di legge n. 289, inerente a "Riordino delle norme in materia di agricoltura e sviluppo rurale".
Nella seduta antimeridiana è iniziato l'esame del provvedimento.
Sono state svolte le relazioni di maggioranza e di minoranza, la discussione generale ed è iniziata la votazione dell'articolato dall'articolo 1 fino all'articolo 72.
ARTICOLO 73



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 73.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



(Commenti della Consigliera Batzella)



PRESIDENTE

Perché è finito il tempo. Avete aspettato il Presidente e nel frattempo è finito il tempo.
Sia riportato a verbale che la Consigliera Batzella e i Consiglieri Bono Andrissi e Ravello hanno votato a favore.
Ricordo che non ci sono emendamenti fino all'articolo n. 104 e se nessuno mi chiederà di intervenire ci sarà una serie di votazioni.



PRESIDENTE

ARTICOLO 74



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 74.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 75



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Faccio un breve intervento, perché questo è uno dei temi che ci è particolarmente caro e a cui abbiamo contribuito parecchio nella definizione del testo di legge.
La Banca Regionale della Terra è, in pratica, l'attuazione di una legge del 1978, la n. 440. Una legge che aveva già chiaramente in mente le problematiche dell'abbandono della terra e della mancata gestione dei fondi agricoli. Si preoccupava di far sì che sia quelli pubblici che quelli privati e inutilizzati o abbandonati potessero essere messi a disposizione di chi avesse, invece, l'interesse, il desiderio e la capacità - è anche importante che lo si faccia a ragion veduta - di saper gestire i fondi agricoli.
Un fondo agricolo ben gestito, nel contesto delle norme che attualmente tutelano anche biodiversità, territorio, manutenzione e conservazione dello stesso, oltre a poter essere redditizio e quindi dare sostentamento a una famiglia, a un'impresa o a un gruppo di imprenditori che vogliano gestirlo è anche presidio del territorio. Lo è vieppiù in una regione come la nostra che, in buona parte, per oltre il 40%, è composta da cosiddette aree marginali, aree interne e quindi con una forte necessità di svecchiamento ripopolamento e rigenerazione del tessuto primario, del settore primario su tutto il territorio regionale.
Dal nostro punto di vista, la Banca Regionale della Terra è, insieme a quello che era già stato fatto sulle associazioni fondiarie che componevano solo una parte di possibilità per il riutilizzo dei fondi inutilizzati o abbandonati, veramente il completamento. Adesso la cosa importante su quest'argomento sarà fare sì che non rimanga lettera morta.
Si dà un sacco di tempo e si danno compiti importanti ai Comuni, mentre la legge nazionale prevedeva un maggior ruolo della Regione. Chiaramente la Regione nei tempi si è evoluta in un organismo maggiormente programmatorio e la riforma, con la cosiddetta sussidiarietà, con il dare all'ente più vicino al territorio tutti i compiti più importanti, prevede che siano soprattutto gli Enti locali a occuparsi delle questioni, anche di gestione del proprio territorio.
Quel che a noi interessa è che la Regione, comunque, favorisca nel tempo e faccia attenzione a che si adempia alla legge; dall'altra parte, che, ove possibile, con le risorse disponibili, magari trovando anche sinergie nel Piano di Sviluppo Rurale o nell'approccio Leader, si dia spunto a una misura che possa trovare un importante motore di ripopolamento, riutilizzo e riproduttivizzazione, tutela e presidio del territorio regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Una serie di articoli importanti su cui interveniamo, a partire dal primo per evidenziare che la scelta d'inserire una serie di disposizioni legislative sulla Banca della Terra ci pare, in questo momento, una mossa azzeccata. Mossa azzeccata, perché va a togliere un reliquato legislativo cioè la vecchia legge del 1979, che non aveva più una validità, perch mancavano tutti gli enti e gli organismi su cui era basata la norma del recupero dei terreni incolti e abbandonati.
Il problema dei terreni incolti e abbandonati, rispetto al 1978-79 (le date rispettive della legge nazionale e della legge regionale), è cambiato, ma è cambiato in peggio, nel senso che nel 1978-79 avevamo un problema già grave, dovuto allo spopolamento delle campagne derivante dal boom economico degli anni Cinquanta e Sessanta e dallo spostamento di un'intera generazione dalle campagne del Piemonte, dalle zone agricole, marginali verso la città, verso un altro tipo di lavoro e posto in cui vivere.
Oggi, questo fenomeno si è addirittura accentuato, perché non c'è stato un ritorno verso le zone che si sono spopolate; c'è stato un mini ritorno verso le aree della prima cintura dei centri più importanti dalla nostra regione, ma il problema dello spopolamento delle campagne persiste e si è aggravato con altre varianti: il depauperamento della popolazione rimasta (popolazione anziana, che è venuta meno) e l'impoverimento del tessuto connettivo delle infrastrutture di queste aree.
C'è, da un lato, la preoccupazione per lo scarso sviluppo di queste zone marginali e, dall'altro, la preoccupazione per la carenza di manutenzione del territorio, che queste aree vedono peggiorare di anno in anno.
Per questo motivo, abbiamo proposto, oltre a quanto è stato inserito dagli Uffici della Giunta regionale nella proposta di legge, altre parti normative che vanno a implementare e arricchire la proposta sulla Banca della Terra. Chiaramente, non pensiamo che con questo breve contenuto normativo si possa risolvere il problema, ma è uno strumento. È sicuramente uno strumento, che però ha bisogno della partecipazione di tutti, Enti locali in primis, per essere applicato e usato, ed essere efficiente ed efficace per andare, se non a risolvere un problema, a migliorare una situazione piuttosto grave per la nostra regione.
Il lavoro in Commissione, insieme al collega Campo, è stato quello d'inserire altre specificità e questioni che erano già state affrontate da altre Regioni dal punto di vista normativo, dando la possibilità di essere più efficaci nel definire i terreni abbandonati, nel censirli e renderli disponibili per chi ha la possibilità e la voglia di provare a fare agricoltura in terreni marginali, in terreni difficili, ma che possono dare soddisfazione e una realizzazione a quelle persone che non trovano una propria realizzazione nelle nostre città e centri più grandi, così come la possono trovare all'interno di un panorama agricolo e di un'azienda agricola, che possono essere una soluzione sociale e territoriale per il Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mighetti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 75.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 76



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 76.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 77



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Quest'articolo mi dà ancora l'opportunità di precisare alcune questioni che abbiamo affrontato in Commissione. La formulazione degli articoli 75, 76 e 77 ben si coniuga con le proposte di legge che abbiamo analizzato in questa consiliatura, come la legge regionale 21/2016, relativa alle associazioni fondiarie.
Su questo fronte, sul fronte che unisce il panorama dell'agricoltura al panorama della forestazione e della gestione forestale, c'è ancora un lavoro da fare. C'è ancora un lavoro da fare, perché il testo unico ha scelto, e secondo me a ragione, di occuparsi di agricoltura. Alla legge forestale sarà lasciato il compito di parlare di quello che è il settore forestale e di trattare questo argomento, che è, invece, un argomento comune.
L'argomento del recupero di terreni che, in parte, sono coperti da boschi di invasione può essere attuato in diverse maniere: con recupero agricolo in alcuni casi e in altri casi, invece, il recupero che si può fare è un recupero attraverso una gestione forestale sostenibile e compatibile con tutti i crismi ambientali.
Dal punto di vista della legge forestale, c'è un lavoro che è stato iniziato nell'omnibus di adeguamento al nuovo testo unico forestale nazionale. È un lavoro che dovrà giocoforza essere portato avanti nei prossimi mesi e nei prossimi anni, perché il testo unico forestale prevede decreti attuativi che ne specificano alcune parti e normano alcune questioni fondamentali.
Pensiamo anche che il decreto legge nazionale abbia ancora alcuni punti non estremamente limpidi e leggibili e perfettamente interpretabili. Quindi pensiamo che nei decreti attuativi o in un nuovo decreto legislativo si possano chiarire quei punti di non comprensione rispetto al recupero di terreni agricoli e forestali, perché il testo unico forestale ci dà delle armi in più per il recupero dei terreni, che riguardano il potere sostitutivo delle Regioni.
Questa proposta normativa della Banca della Terra riguarda sostanzialmente un intervento che non è un intervento sostitutivo della Regione. Con il testo unico forestale si ha una base normativa nazionale un po' più forte e probabilmente si hanno strumenti di maggiore portata.
Pertanto, con fiducia speriamo che da un lavoro, che è un lavoro che in queste stanze è stato condiviso da maggioranza e opposizione, si arrivi anche a una collaborazione tra i vari enti per giungere veramente a una normativa che dia la possibilità, a chi ha voglia e chi ha le risorse per andare ad investire sui nostri terreni e a rigenerare ricchezza da terreni abbandonati, di lavorare con meno lacci e lacciuoli possibili, nel pieno rispetto del nostro territorio e della sua fragilità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
In realtà, provo a fare un intervento che riguarda certamente l'articolo in oggetto, ma soprattutto il Titolo VII, che riteniamo essere una delle parti più significative di questa norma. Ci permettiamo di fare alcune considerazioni relativamente alla necessità di avere disponibilità finanziarie dedicate e anche tempistiche celeri in tal senso, nel senso che è corretto dire che ci si pone come obiettivo, relativamente agli articoli 75, 76 e 77, un periodo che sia triennale per la Banca della Terra e una modalità di attribuzione dei benefici previsti dalla norma anche su progetti e soluzioni organizzative e gestionali. Vi è, però, la necessità di far sì che questo sia un obiettivo in cui si arriva al censimento di tutti i terreni incolti all'interno della nostra Regione, ma vi è la possibilità, come sta già accadendo in alcune realtà, che alcuni terreni incolti siano dati in gestione a imprenditori agricoli in tempi più brevi però con una dotazione economica.
Lo dicevo nell'intervento di questa mattina: ci sono interessanti interventi all'interno della nostra Regione in Comuni montani e collinari che hanno già, in qualche modo, messo a disposizione i loro territori o per la manutenzione o per riportarli all'agricoltura. Però noi crediamo che siano necessari due strumenti, perché questo titolo possa funzionare. Il primo è quanto ricordavamo già relativamente all'articolo 6, cioè una disponibilità finanziaria che garantisca la possibilità di operare all'interno di questi territori. Il secondo veniva ricordato precedentemente ed è una modifica della legge forestale, altrimenti l'intervento o il pagamento degli oneri compensativi previsti dalla legge n. 4/2009 rischia di non rendere efficaci questi articoli.
Proprio sull'aspetto della legge n. 4, che tanto sarà oggetto di inevitabile modifica anche dopo l'entrata in vigore del Codice delle foreste, ma anche di uno stanziamento economico adeguato e anche di una certa celerità nelle varie delibere, devo dire che questa è una legge, come dicevamo questa mattina, sfidante, ma che presuppone che gli Uffici facciano un grande lavoro. Io non li ho contati, ma se guardiamo quanti sono gli atti amministrativi che devono dare attuazione alla norma, vediamo che sono alcune decine.
Certamente c'è un lavoro da fare per far sì che la legge diventi non soltanto un testo unico, ma diventi applicabile nei principi normativi che il Consiglio intende dare. Però certamente con questi ingredienti, che non sono pochi, crediamo che questi aspetti siano significativi.
Ci permettiamo di fare solo un appunto che avevamo già fatto nella discussione in Commissione; non sono sicuro che aver previsto un obbligo di concessione alle Unioni o ai Comuni qualora non appartengono all'Unione sia lo strumento più veloce, nel senso che noi potremmo avere, in alcune realtà in cui le Unioni sono vaste, alcuni Comuni più avanti rispetto all'intero progetto dell'Unione di Comuni, per cui, da questo punto di vista, credo che una riflessione andrà fatta, per evitare che Comuni che in qualche modo vanno più verso quanto è previsto dal Titolo VII siano in qualche modo legati da un progetto che magari non è un progetto che ha l'Unione semplicemente perché molte nostre Unioni (penso, per esempio, alle realtà montane) hanno situazioni differenti fra chi, in testa di valle, ha un numero significativo di pascoli rispetto a chi, nella media e bassa valle invece ne ha meno.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Consigliere Campo, ha chiesto di intervenire? Prego.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Intervengo giusto per aggiungere un paio di cose, perché il tema è particolarmente interessante ed è soprattutto uno degli elementi innovativi dal punto di vista della ricomposizione fondiaria, almeno per quello che riguarda la nostra Regione.
È evidente, come ha anche sottolineato il collega che mi ha preceduto, che questa parte prevede addirittura due atti deliberativi da parte della Regione, quindi comporta un ulteriore lavoro affinché gli si dia attuazione. Inoltre prevede un tempo abbastanza lungo di tre anni per la realizzazione del censimento degli incolti e degli abbandonati, quindi bisogna far sì che ci sia una continuità, perché il rischio è sempre molto grosso quando l'attuazione di una parte di norma dipende, da un lato, da degli adempimenti dal punto di vista della Regione e, dall'altro, dal coordinamento con gli Enti locali, che purtroppo - lo sappiamo molto bene sono a geometria estremamente variabile per dimensioni, per capacità, per competenze e disponibilità.
Si richiede un'attenta regia, quindi sarà compito di chi governerà la Regione - nel prossimo triennio, almeno - e di chi sarà qua in Consiglio presidiare con grande attenzione questa, che è veramente una grande opportunità.
Adesso, leggendo l'articolo 77, mi viene in mente che, tra i punti del comma 2, ci sarebbe stata bene la "multifunzionalità" in agricoltura come importante motore emotivo per l'assegnazione dei terreni, perché oggi la cosa bella che stiamo costruendo con questo testo è fornire un quadro completo di quelle che sono anche le opportunità che si offrono a chi vuole intraprendere agricoltura.
Visto che ci avviamo anche alla predisposizione del nuovo Piano di Sviluppo Rurale, mi aspetto che ci sia una forte attenzione anche nella costruzione di nuove misure che trasformino, ad esempio, l'insediamento "giovani" in un insediamento "nuove realtà agricole", affinché questo comprenda non solo il ricambio generazionale in agricoltura, ma anche l'avviamento di chi magari non trova più opportunità in altre aree produttive e vuole provare a riconvertirsi, e può trattarsi sia di giovani sia di leggermente meno giovani, quindi con attenzione all'imprenditoria femminile e all'imprenditoria straniera residente (quella cosiddetta immigrata).
Abbiamo visto anche un esempio nel Cuneese, nella nostra Valle Stura, dove alcuni imprenditori stranieri sono venuti a lavorare nel campo dell'allevamento e quindi a contribuire anche al ripopolamento delle nostre valli.
Le opportunità sono tante e la parte del leone, per quanto riguarda la disponibilità economica a supporto, è più nel PSR, con la speranza che magari la realtà cambi nel futuro; sarà interessante vedere come si potrà articolare il nuovo PSR e se magari una quota molto più importante possa essere destinata, per l'appunto, alle misure per lo sviluppo delle cosiddette aree interne, che richiedono, alla luce degli esperimenti fatti sul Piano aree interne nazionale, un'importante capacità di visione, di programmazione e di investimento sul territorio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Indìco la votazione palese sull'articolo 77.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 78



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 78.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 79



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 79.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Sia riportato a verbale il voto favorevole della Consigliera Frediani.



PRESIDENTE

ARTICOLO 80



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Mi permetto un ulteriore piccolo intervento; poi ci sarà solo l'articolo 107 che mi sta particolarmente a cuore.
L'articolo 80 è un altro dei contributi su cui abbiamo cercato di dare un apporto costruttivo: l'Agenda digitale per l'agricoltura piemontese. È un punto che riteniamo veramente centrale. In generale, il discorso di Agenda digitale forse si sarebbe potuto sviluppare di più in questa legislatura ma perché? Perché veramente l'uso intelligente e organizzato dell'informatizzazione e del sistema delle comunicazioni permette un elevato livello di semplificazione a tutti gli ambiti di integrazione anche tra sistemi pubblici e privati; è un obiettivo che è stato perseguito da questa Regione da tempo, diciamo fin dalla nascita, negli anni Settanta del Consorzio per il Sistema Informativo, ma non solo attraverso politiche di infrastrutturazione e di supporto agli Enti locali nell'interconnessione al sistema Piemonte e nella realizzazione di una miriade di applicativi nel tempo e banche dati, che vedono la Regione Piemonte all'avanguardia in Italia su questi temi, anche proprio come sistema unitario, perché anche altre Regioni hanno banche dati e sistemi, ma non sono così integrati e così organizzati. Purtroppo ci sono dei buchi anche da noi (penso alla sanità), ma sull'agricoltura si è fatto un grandissimo lavoro.
Riteniamo importante essere riusciti a costruire questa serie di articoli che cercano di mettere a fattor comune, partendo dal SIAP (Sistema Informativo dell'Agricoltura Piemontese) un vero fiore all'occhiello integrando tutte le altre applicazioni e le banche dati nel costruire un vero sistema integrato che faccia parte del contesto dell'Agenda digitale totale piemontese, in coordinamento con quella nazionale, ma comunque focalizzata sull'agricoltura, che è bene organizzata sotto questo punto di vista.
Questo lo consideriamo un risultato importante, che potrà dare veramente frutti nel far sì che tutto quello che abbiamo approvato nei Capi precedenti possa svolgersi e realizzarsi in maniera sinergica anche tra i diversi punti.
La multifunzionalità, la lotta alle frodi, il supporto all'agricoltura sociale e la banca dati dei sistemi irrigui possono essere non solo di utilità per l'Ente Regione nel suo ruolo programmatorio, ma anche aperte a quelle che sono le realtà produttive, gli Enti locali e le autorità amministrative, non solo regionali.
Questo è uno dei focus che forse si è un po' perso dopo il 2007, dopo i piani di e-gov, nel precipitare purtroppo all'interno dei vincoli di bilancio e della riduzione delle risorse, ma che invece possono contribuire in modo importante al buon funzionamento e alla razionalizzazione nell'utilizzo delle risorse per la Pubblica Amministrazione e non solo.
Per noi questo è un articolo importante e centrale del provvedimento.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Indìco la votazione palese sull'articolo 80.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 81



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 81.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 82



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 82.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 83



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 83.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 84



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 84.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 85



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 85.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 86



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 86.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 87



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 87.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 88



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 88.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 89



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 89.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 90



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 90.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 91



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 91.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 92



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 92.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 93



PRESIDENTE

Andrissi, vuole intervenire? Prego.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire in merito a questa normativa, che ritengo importante perché nella nostra Regione si è verificata la diffusione di organismi nocivi; lo dico perché non abito molto distante dall'aeroporto internazionale di Malpensa.
La Popillia japonica sta creando un vero problema alle coltivazioni di piante da frutta e alla coltivazione dell'uva. È un coleottero che ha infestato la zona del Novarese e so che addirittura è arrivato fino nel VCO a elevate altitudini, anche perché è particolarmente persistente.
Sembra che alcuni trattamenti biologici, quali il chitosano, siano dei veri repellenti per questo coleottero, in quanto forma una pellicola che rende la foglia non più mangiabile; è un tipo di contaminazione da specie alloctona veramente preoccupante.
Questa normativa impone una quarantena, tuttavia spero che venga fatta rispettare anche al di fuori del territorio piemontese, perch dall'Aeroporto di Malpensa, in sede lombarda, purtroppo abbiamo quest'esperienza che è veramente preoccupante: una contaminazione di questo coleottero fino nel territorio del Novarese e speriamo che si limiti fin dove è arrivato. La sua capacità d'infestare le piante e la sua capacità riproduttiva ne fanno un agente molto preoccupante.
Questa normativa però ha valore soltanto a livello regionale, quindi spero che dall'altra sponda vi sia un'attenzione sufficientemente adeguata rispetto a possibili arrivi di agenti, sia vegetali sia non vegetali, che possano creare notevoli danni all'agricoltura e non solo all'agricoltura.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Indìco la votazione palese sull'articolo 93.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 94



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 94.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 95



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 95.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 96



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 96.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 97



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 97.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 98



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 98.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 99



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 99.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 100



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 100.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 101



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 101.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 102



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 102.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 103



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 103.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 104



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 14) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 15) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per l'illustrazione.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Andiamo soltanto a modificare i titoli, aggiungendo sia nel titolo che nel testo, la dicitura "agricole ed".
Come ho detto, si tratta di una mera un'aggiunta nel titolo e nel testo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 104, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Siamo giunti alla trattazione del Capo X.



PRESIDENTE

ARTICOLO 105



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 105.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 106



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 106.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 107



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Mi permetto un piccolo intervento sulla clausola valutativa perché, come ho già avuto modo di dire su una sua piccola ramificazione relativamente al tema agriturismo, quello che è stato fatto è stato un lavoro importante in un testo di tale complessità e, per certi versi, eterogeneità.
Vale la pena sottolineare, non perché altre parti del testo siano meno importanti o abbiano comportato meno lavoro, l'innovazione che è stata introdotta e il ruolo importante che la Regione Piemonte ha nel panorama italiano delle Regioni per quello che riguarda la valutazione delle politiche. Faccio parte del Comitato paritetico per la valutazione delle politiche e la qualità della normazione ed è stata una piacevole scoperta verificare che la nostra Regione, fin dal lontano 2002, è stata un'apripista nell'introdurre clausole valutative, nel fare indagini conoscitive, nell'avere uno strumento come l'IRES che valutasse l'impatto delle politiche e la loro attuazione sul territorio.
In particolare, su questo testo, il lavoro è stato complesso perché, anche nella discussione che abbiamo fatto con i funzionari, potevano esserci due approcci. Essendo una collezione di testi di legge, per quanto integrata e raccordata, si poteva considerare di inserire una serie di clausole più limitate che poi convergessero ad alimentare una relazione finale.
Tuttavia, si è fatta la scelta di costruire un punto centralizzato con alcune piccole diramazioni per, ad esempio, il discorso dell'agriturismo per particolari realtà innovative o, comunque, diramazioni che avessero impatto anche su altri settori come il turismo, e di costruire una clausola valutativa che tenesse conto di due aspetti importanti. Il primo è quello di non costituire, per i funzionari preposti alla redazione del testo, un onere eccessivo e non diventare un adempimento particolarmente difficoltoso, quindi occorre una notevole attenzione a costruire una relazione finale semplice, diretta e che contenga effettivamente le informazioni rilevanti.
Inoltre, considerando che parliamo di un testo unico per l'agricoltura e quindi di un tentativo di dare unitarietà a una materia, di dare unitarietà alla clausola valutativa, la valutazione sarà poi il feedback per la Giunta che, per certi versi, ha già tutta una serie di strumenti propri, ma soprattutto per l'organo legislativo che ha rilasciato il testo di legge in termini di informazioni utili a quelle che saranno le evoluzioni successive. Questo è il prodotto finale e l'importanza della valutazione: il fatto di avere le informazioni utili e tempestive per affrontare le evoluzioni sui testi di legge, quindi reindirizzare le politiche indipendentemente dall'eventuale cambiamento di colore politico della Giunta e della maggioranza in Consiglio regionale.
Mi preme sottolineare l'importanza del lavoro fatto su questo tema e il fatto che, anche a livello nazionale, il Piemonte, comunque, è una delle poche Regioni che lo sta affrontando in maniera molto seria e costruttiva.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Il Consigliere Campo mi ha stimolato, quindi ne approfitto anch'io dello spazio che ci concede.
Mi sono sfuggiti gli articoli sulla piattaforma informatica multifunzionale che recepisce una proposta di legge del nostro Gruppo, con il sottoscritto primo firmatario. Ci tengo a sottolineare un aspetto che il Governo nazionale ha messo a disposizione nel prossimo triennio: 45 milioni per progetti di soggetti privati o Enti pubblici che utilizzano il sistema operativo blockchain per sviluppare sistemi, quale il nostro, innovativi.
Nel nostro caso innovativo nel senso di tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti agroalimentari.
Spero che la Regione Piemonte, poiché abbiamo già approvato un atto di indirizzo su questo fronte, riesca a presentare un progetto a livello nazionale che consenta di accedere ai finanziamenti che sono stati messi a disposizione degli enti pubblici e - prima tra le Regioni italiane - possa arrivare con una piattaforma informatica e innovativa che consenta di tracciare in modo trasparente, a partire dai produttori, tutti i passaggi di filiera.
Oggi parlavamo dell'importanza della creazione delle filiere, ma è anche importante che queste filiere siano trasparenti. Per renderle trasparenti il sistema dei blocchetti informativi - il blockchain - consente, da una parte, al consumatore di seguire a ritroso il percorso del prodotto agroalimentare, ma, dall'altra, anche al produttore di vedere il percorso fatto dal suo prodotto in modo trasparente, con un QR Code.
Questo consentirebbe, tra l'altro, di abbattere i costi di gestione, perch il sistema blockchain è un sistema indelebile nel tempo, a bassi costi di gestione. Consentirebbe alla Regione un sistema volontario per avere finalmente contezza di quello che un consumatore trova, ad esempio, nel suo sacchetto di riso. Sappiamo che, spesso, si va a comprare il sacchetto di riso Carnaroli, ma, purtroppo, il riso presente nel sacchetto Carnaroli pur avendo quel formato del chicco di riso, non è un riso Carnaroli.
Il consumatore vuole un salto di qualità nei sistemi di tracciabilità e rintracciabilità e questo strumento consentirebbe di farlo. La Regione Piemonte sarebbe la prima Regione in Italia a presentarsi con un sistema di qualità e tracciabilità innovativo. Questo lo dobbiamo a Slow Food, che grazie all'etichetta parlante, ha creato un sistema sperimentale importante, e lo dobbiamo all'etichetta trasparente macrobiotica, che pur nelle fasi ultime, veramente molto accidentate anche dal punto di vista giuridico, è stata un passaggio positivo e importante.
In questo modo, si potrebbero inserire i produttori piemontesi di alta qualità (ce ne sono tanti) che non utilizzano sostanze chimiche, che utilizzano varietà antiche, che usano tecniche agronomiche innovative, che non sono più sperimentali, ormai, dando informazioni ai consumatori che hanno sete e fame, non solo dei prodotti agricoli di qualità, ma anche di informazioni e ne vogliono sempre di più. Credo che le tecniche innovative lo consentano a bassi costi.
Questa legge lo consentirà e la clausola valutativa permetterà di valutare quanto verrà realizzato con la legge stessa.
Pertanto, chiedo all'Assessore un impegno su questo fronte: cerchiamo di prendere anche finanziamenti nazionali, perché sono soldi a disposizione che aspettano solo di vedere un progetto piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Indìco la votazione palese sull'articolo 107.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 108



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 108.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 109



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 109.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 110



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 110.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 111



PRESIDENTE

In merito all'articolo 111, è necessario convocare una breve riunione della I Commissione, per la norma finanziaria.
Pertanto, la I Commissione è convocata in Sala A.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.06, riprende alle ore 17.21)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Emendamento rubricato n. 17) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Da quello che ho capito, sarà sostituito dall'emendamento che lo aggiorna alla questione dell'esercizio provvisorio. Al di là dello spostamento di programmazione, quindi 2019-2020-2021, e dell'entrata in vigore dopo l'approvazione del bilancio, il nocciolo della questione è che, purtroppo le risorse sulla norma finanziaria sono parecchio esigue, se le confrontiamo con quelle che sono le ambizioni. I punti sono tanti, però se guardo l'Allegato B riguardo alle risorse destinate, o ci si focalizza su alcune azioni prioritarie, oppure veramente si distribuiranno in mille rivoli. Questo è un peccato ed è il limite del costrutto normativo sull'agricoltura che, purtroppo, dipende, in maniera ormai strutturale, da quelle che saranno le misure e da quelle che sono - di fatto, in questi anni è già stato così - le misure del Piano di Sviluppo Rurale.
L'auspicio è che questa situazione possa cambiare nei prossimi anni liberando magari risorse dal profondo indebitamento in cui la Regione versa e anche, purtroppo, da tutto il discorso relativo ai derivati, ai deficit eccetera, e magari riuscire finalmente a impostare politiche a livello nazionale, in primo luogo, e a livello regionale di conseguenza, magari anche con la tanto auspicata acquisizione di nuove funzioni e nuove autonomie delle politiche produttive e quindi anche della ricchezza prodotta dalle attività economiche sul territorio.
Nel frattempo, questa norma purtroppo ci soddisfa molto poco, per cui penso che ci asterremo su questo articolo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17).
Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo)



PRESIDENTE

Con l'approvazione dell'emendamento 17), interamente sostitutivo, è altresì approvato l'articolo 111 in una nuova formulazione.



PRESIDENTE

ARTICOLO 112



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 19) è stato ritirato dal proponente.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 21) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per l'illustrazione.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Se ricordo bene, è la norma finanziaria. Lo dico per coloro che non erano presenti in Commissione: siccome avevamo preparato la norma per l'approvazione nel 2018 e c'era l'entrata in vigore dal 1° gennaio 2019 adesso l'entrata in vigore è dall'approvazione della legge finanziaria, in modo che ci sia uno strumento che accompagna.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 112, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 378 "Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino" (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente Proclamo individuato, il signor Renato Stradella, quale componente con funzioni di Presidente, in seno al Collegio sindacale dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, ai fini della successiva designazione da parte del Presidente della Giunta regionale.
Proposta di deliberazione n. 377 "Azienda Sanitaria Locale di Torino 5" (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente Proclamo individuato, il signor Renato Filippi, quale componente con funzioni di Presidente, in seno al Collegio sindacale dell'Azienda Sanitaria Locale di Torino 5, ai fini della successiva designazione da parte del Presidente della Giunta regionale.
Proposta di deliberazione n. 375 "Azienda Sanitaria Locale di Asti" (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente Proclamo individuato, il signor Luciano Sutera Sardo ,quale componente con funzioni di Presidente, in seno al Collegio sindacale dell'Azienda Sanitaria Locale di Asti, ai fini della successiva designazione da parte del Presidente della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Proposta di deliberazione n. 376 "Azienda Sanitaria Locale del Verbano Cusio-Ossola" (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio Sindacale individuazione di 1 componente con funzione di Presidente



PRESIDENTE

Votazione non valida per mancato raggiungimento del numero legale (articolo79, comma 4 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.29, riprende alle ore 17.30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame disegno di legge n. 289, inerente a "Riordino delle norme in materia di agricoltura e di sviluppo rurale" (Atti d'indirizzo collegati: ordine del giorno n. 1542; ordine del giorno n. 1541; ordine del giorno n. 1543) (seguito)


PRESIDENTE

Mentre ringrazio il Consiglio regionale per il modo con il quale ha portato a compimento in una giornata un disegno di legge di 108 articoli continuiamo con gli atti di indirizzo collegati al disegno di legge n. 289 in maniera da poter approvare il provvedimento.
. Ordine del giorno n. 1542 presentato da Rostagno, Allemano, Appiano Barazzotto, Caputo, Cassiani, Conticelli, Corgnati, Ferrentino, Gallo Ravetti, Rossi Domenico e Valle, inerente a "Individuazione di apposite risorse economiche per la manutenzione, costruzione e rifacimento dei muretti a secco".
Lo vuole presentare, collega Rostagno?



ROSTAGNO Elvio

No. Lo do per illustrato perché ne avevamo già parlato in fase di discussione generale.



PRESIDENTE

. Ordine del giorno è il n. 1541 presentato da Campo, Andrissi, Bertola Bono, Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Coinvolgimento del Consiglio regionale alla formazione del nuovo Piano di Sviluppo Rurale".
Collega Campo, intende illustrarlo?



CAMPO Mauro

Sì, brevemente. Grazie, Presidente.
Così come che ho citato nel commento all'articolo 3, chiediamo alla Giunta di individuare una modalità per coinvolgere il Consiglio regionale nelle fasi iniziali della predisposizione del nuovo PSR, proprio perché il PSR è ormai lo strumento principe di programmazione degli interventi in materia di agricoltura, in modo da poter eventualmente ascoltare e valutare proposte che arrivino dai Gruppi consiliari.



PRESIDENTE

Ordine del giorno è il n. 1543 presentato da Vignale, inerente a "Nei bandi PSR misura 4.4 la Regione inserisca il recupero delle sistemazioni agrarie tradizionali ad elevata valenza paesaggistica come normato all'articolo 16" .
Lo vuole presentare, Consigliere Vignale? Prego.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il collega Rostagno lo aveva anticipato in un intervento e io no.
Questo è semplicemente simile a quello presentato dal collega Rostagno cioè prevede di reperire fondi al fine di garantire quanto previsto all'articolo 16 della legge all'interno della programmazione, che sia nella coda di quest'ultima o che sia nella futura programmazione. È comunque in corso la discussione per la futura programmazione, ma si prevede che in una sottomisura del PSR siano dedicate risorse a questa finalità.



PRESIDENTE

Qual è il parere della Giunta su questi tre ordini del giorno? Prego, Assessore Ferrero.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Direi che è favorevole su tutti e tre, perché li abbiamo anche potuti vedere insieme.
Grazie.



PRESIDENTE

Benissimo, allora possiamo metterli in votazione.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1542, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Sia riportato a verbale il voto favorevole della Consigliera Frediani.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1541, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1543, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso) Il disegno di legge n. 289 è stato dunque approvato.
Complimenti all'Assessore Ferrero e all'intero Consiglio.
Mentre aspettiamo di sapere se è stata fatta la modifica per la proclamazione degli eletti, l'Assessore Ferrero vuole dire una cosa.
Prego, Assessore.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Diciamo che, per rispettare i tempi e sapendo che avete in programma lavori importanti, mi ero astenuto dall'intervenire, però tengo soltanto a fare e a questo punto in un lampo - dei ringraziamenti, partendo naturalmente dal Presidente del Consiglio regionale, per arrivare alla struttura regionale e ai colleghi Consiglieri per il lavoro svolto. In particolare ringrazio il Presidente della III Commissione e tutti i componenti, perch lì abbiamo lavorato veramente con spirito costruttivo.
Credo che con questo lavoro abbiamo riordinato quarant'anni di leggi sul tema dell'agricoltura e abbiamo anche inserito innovazioni importanti.
Vorrei terminare ringraziando ancora la Direzione Agricoltura. Oggi è presente anche il nuovo Direttore, insieme alla dottoressa Torasso, alla dottoressa Berto e alla dottoressa Martina; diciamo un po' tutti, perch loro sono quelli che hanno veramente lavorato almeno un paio d'anni Settore per Settore, a rimettere mano a questa legislazione e a cancellare 35 leggi che non erano più utili e più attuali, dando origine a un testo sul quale poi tutti avete lavorato.
Ciò che voglio sottolineare - e ho finito - è che noi, in questo testo, non ci siamo occupati di norme già esistenti a livello nazionale o di quell'economia che fa grandi numeri nell'agricoltura, perché questa francamente, fa a meno spesso della politica e non ne ha bisogno. Sono imprese performanti che hanno una loro economia e che lavorano da sole; e quando la politica si occupa di loro, non sempre è un dato positivo.
Ci siamo invece occupati dei territori più fragili e delle imprese più piccole, cioè di tutte quelle situazioni in cui occorre dare delle opportunità.
Questo testo potrà essere di aiuto agli agricoltori, o a chi si vuole avvicinare a questo lavoro, perché sfogliandolo si potranno trovare delle opportunità, come ha già detto qualcuno negli interventi. È anche un modo per capire se ci sono nuove possibilità e nuove opportunità, soprattutto in quei territori dove rischiamo la desertificazione.
Il mio voleva essere un ringraziamento, dove ho lasciato per ultimo il Presidente Chiamparino, il Vicepresidente e i colleghi della Giunta, perch hanno voluto dare un percorso di fattibilità a questo strumento che non era così scontato, proprio in un periodo in cui abbiamo anche altre questioni tutte ugualmente importanti e urgenti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero, una pagina di buona politica.


Argomento: Nomine

Nomine (seguito)


PRESIDENTE

Come anticipato, si procede alla ripetizione della votazione relativa alla proposta di deliberazione n. 376 e si precisa che, stante alcuni casi di omonimia, nelle schede occorre segnalare il nome di battesimo.
Proposta di deliberazione n. 376 "Azienda Sanitaria Locale del Verbano Cusio-Ossola" (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio Sindacale individuazione di 1 componente con funzione di Presidente Essendoci due persone con lo stesso cognome (Grieco), è indispensabile, per raggiungere il numero legale, indicare, oltre che il cognome, anche il nome.
Se il Consiglio è d'accordo, trattandosi di una sola votazione, in tempi rapidi potremmo votare ancora questo rappresentante del Collegio sindacale poi decidiamo come proseguiremo i lavori odierni.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Si proceda alla distribuzione delle schede per la seguente nomina:



PRESIDENTE

Proposta di deliberazione n. 376 "Azienda Sanitaria Locale del Verbano Cusio-Ossola" (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio Sindacale individuazione di 1 componente con funzione di Presidente Nomino scrutatori i Consiglieri Bertola e Molinari.
Prego la Vicepresidente Motta di procedere all'appello nominale.



(La Vicepresidente Motta effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Si proceda allo spoglio delle schede.
Mi dispiace per questo contrattempo, ma dobbiamo aspettare qualche minuto per lo spoglio. Affinché la nomina sia effettiva, bisogna effettuare la proclamazione.


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Esame disegno di legge n. 308, inerente a "Istituzione del Comune di Lu e Cuccaro Monferrato mediante fusione dei Comuni di Lu e di Cuccaro Monferrato in Provincia di Alessandria"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame del disegno di legge n. 308, inerente a "Istituzione del Comune di Lu e Cuccaro Monferrato mediante fusione dei Comuni di Lu e di Cuccaro Monferrato in Provincia di Alessandria", di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Poiché penso che a tutti i colleghi dell'Aula siano arrivate delle mail relative alla resocontazione dei Consigli comunali che si sono tenuti sia a Lu che a Cuccaro Monferrato, io sarei a chiedere una Conferenza dei Capogruppo volante per discutere il tema.
Poiché domani ci sarà la Conferenza dei Capigruppo e poiché sono le ore 17.50, non credo possibile riuscire in dieci minuti a convocare la Capigruppo, decidere cosa fare sul provvedimento e tornare in Aula.
Pertanto, chiederei, se fosse possibile, di passare al punto successivo e discutere di quest'argomento domani, in sede di Conferenza dei Capigruppo.
In tal modo possiamo affrontare questo tema e prendere una decisione per la prossima seduta, se il Consiglio è d'accordo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola alla Consigliera Chiapello.



CHIAPELLO Carla

Grazie, Presidente.
Sono d'accordo e mi associo a questa richiesta.



PRESIDENTE

Grazie, collega Chiapello.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Se il Consigliere Bono chiede una riunione della Capigruppo ora, siamo disponibili, ma non siamo disponibili a passare al punto successivo all'o.d.g.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ravetti.
La parola al Consigliere Tronzano.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
So che il pubblico in questo caso non può essere dirimente, ma ci sono persone che aspettano da questa mattina questo voto, quindi personalmente ritengo che, se votassimo rapidamente, si chiarirebbe in tal modo la posizione del Consiglio regionale.
Quindi, io procederei con il voto, anche per rispetto delle persone che sono qui da questa mattina.
Questa è la mia valutazione molto personale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Tronzano.
Ho molto rispetto per le persone che sono qui; escludo che in cinque minuti, anche se si decidesse di discutere questo provvedimento, visto che il Consiglio finisce alle ore 18, il provvedimento possa essere portato a compimento, in un caso o nell'altro, naturalmente.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Vista l'ora tarda, mi associo anch'io alle richieste del Consigliere Buono e della Consigliera Chiapello.
Credo che non ci sia il tempo materiale per poterne discutere; viste l'entità e l'importanza del caso, cinque minuti o dieci minuti sono sprecati. Parliamone domani in sede di Capigruppo, se ne discute e decidiamo il prossimo Consiglio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
Il Consiglio si concluderà alle ore 18.
Ci sono altri interventi? Procediamo con la proclamazione degli eletti e poi credo che il Consiglio si possa chiudere qui, perché sono le ore 18. Domani, nel corso della Conferenza dei Capigruppo, i Capigruppo decideranno di che cosa discutere assieme a me, naturalmente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Presidente, proprio per serietà, come dice il collega Barazzotto quest'Aula doveva esprimersi a dicembre, e abbiamo fatto bene ad aspettare oggi; a dicembre avevamo deciso che ci saremmo espressi oggi.
Io non mi sento responsabile, da un punto di vista politico, per il fatto che oggi non abbiamo potuto esprimerci. Resta comunque il fatto che non c'è un altro gioco, ce n'è uno solo: sì, no o astenuti. Però dobbiamo farlo perché è nostro compito.



PRESIDENTE

Sul fatto che sia necessario decidere non ci sono dubbi: i Comuni si sono espressi. Però sul fatto che il Consiglio debba avere la possibilità di discutere e di intervenire sull'argomento, anche questo è un fatto innegabile, Capogruppo Ravetti.
Sono d'accordo con lei, ma considerato che questa sera oltre alle ore 18 il Consiglio non è disponibile ad andare avanti, peraltro dopo una giornata di lavoro corretta e positiva, è chiaro che questo sarà il primo punto all'ordine del giorno da trattare, in qualunque modo vada la discussione nella Conferenza dei Capigruppo. Poi, naturalmente, il Consiglio si esprimerà con il voto e ciascuno si assumerà le proprie responsabilità.
Dunque, il primo punto all'ordine del giorno della seduta di martedì prossimo sarà questo.
Tutto ciò consentirà anche ai cittadini di quei due Comuni (non so se oggi sono presenti tutti e due o uno solo) di ascoltare la discussione che si terrà e andare a casa anche in un tempo accettabile, e non alle 18 di sera.
Sinceramente, non abbiamo fatto il lavoro che c'eravamo prefissati di fare.
Ma c'era un punto all'ordine del giorno che riguardava una legge di grande importanza, il Consiglio ha lavorato in maniera seria e ne ha concluso l'esame.
Se da un momento all'altro arriva la proclamazione, procediamo in tal senso e, poiché mancano tre minuti, alle 18 il Consiglio si chiuderà.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti (seguito)


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 376 "Azienda Sanitaria Locale del Verbano Cusio-Ossola" (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio Sindacale individuazione di 1 componente con funzione di Presidente Proclamo individuato, quale componente del Collegio sindacale dell'Azienda Sanitaria Locale Verbano-Cusio-Ossola con funzioni di Presidente, il signor Grieco Giuseppe.
Il Consiglio termina qui.
Auguro buona serata a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.57)



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