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Dettaglio seduta n.382 del 08/01/19 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 10.02)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Accossato, Cerutti, Chiamparino, Corgnati, Ferraris Olivetti e Pentenero.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 18 e 20 dicembre 2018.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali dell'11 e 12 dicembre 2018.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Tecnico Industriale "Carlo Grassi" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe I L dell'Istituto Tecnico Industriale"Carlo Grassi" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame disegno di legge n. 289, inerente a "Riordino delle norme in materia di agricoltura e di sviluppo rurale"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame del disegno di legge n. 289, inerente a "Riordino delle norme in materia di agricoltura e di sviluppo rurale", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Relatori di maggioranza sono i Consiglieri Rossi Domenico e Accossato relatori di minoranza sono i Consiglieri Campo e Bona.
Ha facoltà di intervenire il Consigliere Rossi Domenico per l'illustrazione della relazione di maggioranza; prego.



ROSSI DOMENICO, relatore

Grazie, Presidente.
Oggi cominciamo la discussione di un provvedimento importante, che si affianca ad altri già approvati in questa legislatura, caratterizzata certamente da innovazione e ammodernamento normativo.
Con l'approvazione di questo disegno di legge, la Regione si doterà di un Testo Unico in materia di agricoltura, settore strategico per il Piemonte e per il Paese. Anche in questo caso, le norme attualmente vigenti rispondono a logiche e a culture obsolete. La legge principale in ambito agricolo infatti, è la n. 63 del 1968, approvata quarant'anni fa, quando il mondo era diverso, ma soprattutto lo era il mondo dell'agricoltura. Non a caso la legge 63 era in sintonia con le politiche agricole statali ed europee dell'epoca, che privilegiavano l'incremento produttivo attraverso il sostegno dei prezzi, il ritiro dal mercato delle eccedenze, l'agevolazione dei fattori di produzione in un mercato europeo altamente protetto dalla concorrenza internazionale.
In particolare, la legge 63 era favorevole al sostegno all'offerta, alla sicurezza alimentare, alla standardizzazione dei prodotti e delle tecniche e alla semplificazione degli orientamenti produttivi; tuttavia la stessa legge intravedeva anche i rischi dell'eccessiva omologazione produttiva e coglieva il tema del contrasto all'abbandono delle aree marginali introducendo interventi mirati alle culture pregiate e alla permanenza degli agricoltori nelle zone collinari e montane, problemi e questioni che poi, nel corso degli anni, si sarebbero accentuati.
È stata una legge importante, che ha resistito nel tempo, ma oggi è necessario superarla, anche perché, per stare al passo con i tempi, sono state molte le norme emanate negli anni: è sufficiente guardare l'elenco delle leggi che abroghiamo con l'attuale disegno di legge per capire quanto bisogno ci sia di semplificazione anche in questo settore.
Oggi lo scenario nel quale si colloca l'elaborazione del disegno di legge è del tutto diverso ed è in rapido mutamento. Il tempo trascorso dalla legge 63 si snoda in un quarantennio nel corso del quale sono avvenute trasformazioni profonde dei mercati, della società, delle sue istanze delle politiche, oltre che naturalmente dell'agricoltura. Di tutto questo la Giunta ha tenuto conto nel generare obiettivi contenuti e nell'articolazione degli strumenti del testo normativo: ne è derivato un testo legislativo concepito come una legge quadro per tutti gli interventi a titolarità regionale in materia agricola, agroalimentare, agroindustriale e di sviluppo rurale; testo destinato, per tale ragione, a durare nel tempo.
La crisi che abbiamo vissuto, anche se ha toccato in maniera marginale il mondo dell'agricoltura rispetto ad altri settori, ha mutato radicalmente le condizioni di contesto, a cominciare dall'accelerazione del processo di riforma dell'assetto istituzionale e di contenimento soprattutto della spesa pubblica, che ha ridotto le risorse a disposizione dei governi locali e accentuato, in proporzione, il peso delle politiche dell'Unione Europea.
È proprio l'evoluzione delle politiche europee, in particolare della PAC (Politica Agricola Comune), a segnare alcuni tra i maggiori cambiamenti intervenuti in questo quarantennio. Il processo continuo di riforma della PAC è stato guidato da due ragioni fondamentali: da un lato, rendere compatibile il sostegno pubblico all'agricoltura europea con la progressiva richiesta di liberalizzazione degli scambi a scala mondiale e, dall'altro l'introduzione crescente di obiettivi orientati alla sostenibilità ambientale e allo sviluppo delle aree rurali, il tutto per conciliare le spinte della globalizzazione con la tutela del modello agricolo europeo basato sull'agricoltura familiare e per mantenere il consenso dei cittadini verso la scelta di continuare ad allocare al settore primario oltre il 40 del bilancio dell'Unione Europea.
Gli elementi essenziali di questo cambiamento possono essere riassunti in alcuni passaggi: primo, il progressivo smantellamento delle barriere protezionistiche; poi la crescente attenzione alla sostenibilità dei processi produttivi agricoli.



PRESIDENTE

Chiedo scusa. Invito i Consiglieri a prendere il loro posto e a consentire al collega Rossi, oltre che a parlare, di essere ascoltato.
Continui pure l'intervento, Consigliere Rossi.



ROSSI DOMENICO, relatore

Grazie, Presidente.
Il sostegno all'integrazione dell'agricoltura, da un lato, nelle filiere produttive; l'unificazione, a partire dalla riforma di Agenda 2000, di tutti gli interventi della PAC a sostegno dello sviluppo dell'agricoltura.
I cambiamenti che ho appena descritto sono stati accompagnati, inoltre dalla progressiva introduzione di strumenti per l'aumento della competitività delle imprese attraverso il miglioramento del capitale umano la trasmissione delle conoscenze e l'introduzione dell'innovazione in agricoltura. Oggi però siamo consapevoli che l'importanza dell'agricoltura va oltre il settore stesso: quello che succede nel mondo in agricoltura ha dei risvolti sull'intero pianeta, lo abbiamo imparato molto bene nei mesi scorsi durante Terra Madre, il Claim Food for Change con il quale tutti siamo stati sensibilizzati all'idea che, ogni volta che parliamo di agricoltura e di cibo, parliamo in realtà di biodiversità, di ambiente, di economia, di politica. Quindi è un tema che, come ho già detto, va oltre se stesso.
Questa consapevolezza sul ruolo strategico che il settore agricolo ha per il futuro del nostro pianeta dà ancora più importanza a questo importante disegno di legge, che doterà il nostro Ente di strumenti semplificati e all'avanguardia. Il lavoro è stato enorme: si tratta di 11 Titoli, 36 Capi due Allegati e ben 112 articoli. All'interno troviamo tutta la materia agricola, che in questo momento è suddivisa in diverse leggi attualmente vigenti.
Nel Titolo I ci sono i principi generali e sono delineati gli obiettivi nonché le definizioni che poi ritroviamo nell'allegato A del disegno di legge.
Nel Capo II del Titolo I sono disciplinati gli strumenti atti a garantire l'ampia partecipazione delle parti economiche e sociali, con l'istituzione del tavolo del partenariato agricolo e rurale.
Il Titolo II è dedicato agli interventi a supporto dell'agricoltura e dello sviluppo rurale. All'interno del Titolo II segnalo che, all'articolo 6 viene introdotto il programma regionale degli interventi, ossia lo strumento centrale per la gestione della programmazione regionale finalizzata a completare ed integrare le politiche europee e a dare attuazione, nei limiti previsti dal bilancio di previsione finanziaria, le linee fondamentali di programmazione contenute nel documento economico finanziario della Regione.
Il primo programma dovrebbe essere approvato nel 2020.
Il catalogo degli interventi previsti è riportato all'interno del secondo allegato della legge, l'Allegato B, che la Giunta potrà modificare anche con solo provvedimento di Giunta.
Il Titolo III della legge è dedicato alla multifunzionalità e comprende tutte quelle norme dirette a favorire lo sviluppo, l'interazione e la diversificazione delle attività agricole nell'ambito ambientale dello sviluppo rurale, del benessere sociale e dei servizi alla persona, quali fattorie didattiche e presidi agricoli di prossimità.
All'interno di questo Titolo, che è il terzo, si segnala anche il Capo II che riguarda le disposizioni in materia di agriturismo e si riprendono, con i dovuti accorgimenti, tutte le disposizioni già previste nella legge n. 2 del 2015, approvata da questo Consiglio.
Il Titolo IV è dedicato alla valorizzazione dell'agricoltura e disciplina alcuni strumenti finalizzati alla valorizzazione delle produzioni agroalimentari e del paesaggio rurale.
Abbiamo poi il Titolo V, dedicato al tema delle frodi agroalimentari e alla costituzione di un sistema di monitoraggio e di controllo volto a tutelare il sistema economico produttivo da attività illecite ed il mercato da frodi, sofisticazioni e contraffazioni. Sappiamo quanto questo settore sia a rischio da questo punto di vista.
Il Titolo VI è dedicato all'attività di bonifica e all'integrazione collettiva; mentre il Titolo VII disciplina gli interventi di razionalizzazione fondiaria dei terreni agricoli, finalizzati a contrastare la frammentazione e la polverizzazione fondiaria dell'abbandono del territorio.
In questo Titolo si prevede l'importante istituzione della banca regionale della terra, in modo da garantire la sinergia con gli interventi di razionalizzazione fondiaria, con particolare riferimento al recupero, a uso produttivo, delle superfici agricole e forestali.
Per promuovere la transizione digitale dei procedimenti in materia di agricoltura, nel Titolo VIII si prevede l'istituzione del Sistema Informativo Agricolo Piemontese, il SIAP.
Nel Titolo IX, invece, abbiamo accorpato in un'unica sede tutta la materia afferente i controlli, la vigilanza e l'applicazione delle sanzioni.
Segue poi la clausola valutativa e nel Titolo XII abbiamo le disposizioni finali, transitorie ed abrogative.
Vi dicevo già prima che sono decine le leggi che vengono abrogate con questo disegno di legge.
Chiude il disegno di legge il Titolo XII, dove ritroviamo la norma finanziaria, così come formulata in I Commissione.
In conclusione, Presidente, mi permetta di fare dei ringraziamenti.
Prima di tutto l'Assessore Ferrero, per come ha saputo portare avanti la proposta di questo disegno di legge, che era un disegno di legge non scontato, complesso e quindi, se le cose sono andate bene, è anche grazie allo spirito e alla capacità dell'Assessore Ferrero.
Poi devo ringraziare tutte le forze politiche che oggi siedono in Consiglio, perché grazie alla collaborazione di tutti siamo riusciti nonostante la mole degli articoli, a lavorare insieme in uno spirito davvero costruttivo; uno spirito che raramente in questa legislatura abbiamo ritrovato. Questo spirito costruttivo ci ha permesso di arrivare al risultato in pochi mesi, valorizzando - e quindi ne approfitto per ringraziare anche loro - il prezioso lavoro degli Uffici della Giunta regionale, ma anche quelli del Consiglio, che ci hanno aiutato in fase di discussione e di lavoro di gruppo in Commissione.
Grazie a tutti e buon lavoro.



PRESIDENTE

La parola al relatore di minoranza, Consigliere Campo.



CAMPO Mauro, relatore

Grazie, Presidente.
Riprendo alcune cose dette dal collega di maggioranza, per sottolineare l'importanza del lavoro fatto e per sottolineare anche la mole di lavoro fatto dagli Uffici nel costruire quello che è, di base, un compendio di un'attività legislativa che ha coperto decine di anni di attività regionale. È un tentativo importante di svecchiamento delle norme e di dare un quadro complessivo della normativa e una modalità di lettura unitaria del panorama legislativo sul tema agroalimentare.
Detto questo, sottolineo anche l'importanza del lavoro svolto in Commissione. Devo dire che, su tutta la legislatura, con l'Assessore Ferrero l'attività legislativa è sempre stata improntata a uno spirito costruttivo, su provvedimenti spesso anche controversi che hanno visto un notevole impegno anche in termini di tempo dedicato: penso al provvedimento sulla caccia, ma anche al primissimo che trattammo, relativo alla nuova legge sull'agriturismo, che viene integralmente riportato in questo testo.
Come opposizione, però, dobbiamo sottolineare alcuni aspetti, perché il fatto che questa attività, questo compendio, questo testo unico dell'agricoltura, arriva, purtroppo, in finale di legislatura, sconta alcune limitazioni, forse legate a una necessità di portarlo comunque a conclusione e ad approvazione. Non possiamo che sottolineare il fatto che si tratta di un primo passo; un primo passo che fornisce un inquadramento che affronta alcuni temi importanti, che vanno dall'agricoltura sociale al tema delle frodi, al tema dell'Agenda digitale e alla banca della terra che è un ideale e completamento del discorso sulle associazioni fondiarie portate avanti in altro Assessorato, con una spinta propulsiva. Per molti temi si tratta di un riporto delle norme esistenti e a più di un aggiornamento delle definizioni e della nomenclatura.
Questo è un po' il limite - permettetemi, pur considerandolo un lavoro molto importante - di questa nuova legge. È un limite che chiaramente andrà superato con un'attività successiva e che sarà finalizzata affinché questo primo importante passo verso l'unificazione e il coordinamento tra le varie norme che incidono sul tema corrisponda effettivamente a una transizione di omogeneizzazione, coordinamento e integrazione con il quadro normativo che oramai discende in larga parte dalla nostra partecipazione all'Unione Europea.
Questo quadro normativo negli anni ha subito una rimodulazione degli obiettivi anche a livello europeo. Ricordo che il primo obiettivo della politica agricola della Comunità era quello dell'autosufficienza alimentare, che fa sempre parte degli obiettivi, ma non è più l'obiettivo strettamente prioritario, quanto invece tutta l'altra serie di tematiche che sono state sollevate, come la sostenibilità delle produzioni agricole un'importante tematica che l'Unione Europea riconosce.
Penso che l'Unione Europea sia una delle poche entità politiche che si ponga seriamente il problema di affrontare, attraverso la legislazione, un tema fondamentale per il nostro mondo, cioè l'impoverimento della capacità produttiva delle terre. Quella che era stata la "rivoluzione verde", che aveva portato a una crescita costante della produzione primaria e anche alla potenzialità di affrontare tematiche spinose, come la fame nel mondo o la crescita continua della popolazione del mondo, di fatto si è arrestata avendo raggiunto i propri limiti nell'agricoltura come la consideriamo oggi, quella che chiamiamo "agricoltura tradizionale", che però è quella meccanizzata, che fa un uso intensivo delle soluzioni chimiche e delle selezioni per i miglioramenti del patrimonio genetico delle specie coltivate, così come per quello che riguarda la parte d'allevamento e di zootecnia. Poiché questo limite è stato raggiunto non cresce più la produzione e, nonostante l'attenzione rivolta a questo problema, con rotazioni, con politiche di riposo, eccetera, si è sperimentato un impoverimento della capacità produttiva dei terreni e quindi un sostanziale "bruciare" quella che è la ricchezza organica e minerale dei terreni agricoli.
Questo è un tema che ha spinto fortemente all'implementazione di politiche orientate più verso una sostenibilità, verso il biologico, verso la conservazione della biodiversità, verso la costruzione di perimetri di coesistenza della parte agricola e dell'agricoltura intensiva con margini lasciati allo sviluppo naturale e alla biodiversità.
Questo è sicuramente un tema importante, cui è dovuto aggiungere necessariamente il tema del coordinamento, del potenziamento e del sostegno alle filiere produttive. Quella che era - com'è stata citata - l'ossatura del settore primario agli inizi dell'attività normativa regionale, ma anche della politica comune, quindi l'agricoltura familiare, si è evoluta sempre di più, anche in termini di tecnica, di industrializzazione, di più stretto rapporto con il mondo agroalimentare e con la diffusione anche della grande distribuzione commerciale, ponendo significativi problemi. Inoltre, si è aggiunto il fatto del cosiddetto fenomeno della globalizzazione e, quindi della necessità sempre più di rapportarsi con la concorrenza delle produzioni non europee e non solo non nazionali. Su questo la PAC ha tentato, a volte anche con insuccessi clamorosi, di coordinare il tema delle politiche commerciali, della commercializzazione e della concorrenza sui prodotti agroalimentari.
Tuttavia, questo non è più soltanto un problema dell'Unione Europea, ma è anche un problema di rapporto della capacità produttiva e della struttura produttiva, delle filiere e delle regole importanti, che abbiamo dato per una migliore qualità dei cibi, contro la sofisticazione. Ricordiamo i tanti casi, che abbiamo avuto anche qui in Piemonte, di gravissimi problemi, come il vino al metanolo, che ha apportato significative rivoluzioni all'interno della produzione vitivinicola non solo regionale, oppure il caso della "mucca pazza", che ha inciso sulla zootecnia e che ha mostrato i limiti della filiera per quanto riguardava i mangimi. Sono tutte tematiche che sembrano puntuali, ma che costruiscono un quadro di continua tensione tra l'esigenza di una competitività sempre più spinta a livello mondiale e l'esigenza, l'attenzione, anche etica, e il riconoscimento dell'importanza ambientale della valenza per la salute della produzione primaria, quindi delle tutele e della garanzia di qualità.
Sono tematiche importantissime, così come quella della tutela delle produzioni tipiche del patrimonio genetico delle nostre razze zootecniche autoctone, che ha portato alla costruzione delle banche genetiche e di tutta una serie di tutele. Su questo s'incardina il tema della costruzione delle filiere. Questo è uno dei temi che, forse, in questa legge un pochino manca, perché manca l'attenzione a un equilibrio tra la produzione primaria (quello che sta attorno alla produzione primaria in termini di supporto a essa, quindi dalla parte fertilizzazione, fitosanitaria, mangimistica eccetera) e i successivi passi con l'agro-industria e con la grande distribuzione.
Questi sono temi che, ovviamente, non riguardano soltanto il settore agricolo e anche in questo forse si potrà, perché vedo questa legge come un inizio, intervenire successivamente costruendo su queste fondamenta comunque valide, per affrontare il tema delle filiere, per affrontare altri temi importanti, come sono anche quelli dei numerosi riferimenti normativi che troviamo ancora all'interno di questo testo unico, che, comunque, ci offre un punto di partenza da cui cercare le informazioni e le ulteriori norme che su di esso incidono. Come ho detto, sono ancora numerosi e forse richiederebbero un'ulteriore evoluzione in termini di integrazione, ma anche in termini di nomenclatura, di definizioni e quant'altro.
In conclusione, sottolineo che anche noi abbiamo cercato di offrire il nostro contributo - al riguardo, torno a ringraziare l'Assessore per la disponibilità e gli Uffici per il notevole sostegno nell'integrare le nostre proposte - che si è espresso su temi che ci sono molto cari, come l'Agenda digitale dell'agricoltura piemontese, che ha visto un riconoscimento con l'introduzione della sua definizione, perché cerca di portare a fattor comune e garantire un "cappello unitario" a quello che è un patrimonio importante che la Regione Piemonte ha costruito nel tempo con il proprio sistema informativo, con tutte le banche dati e con altri sistemi (perché, nel frattempo, anche in questa legge si vanno a delineare ulteriori sistemi, come quello sulla questione delle frodi o quello che riguarderà le bonifiche).
Ricordo che un obiettivo importante dell'informatizzazione è anche quello di riuscire a costruire un sistema informativo il più possibile "federato" e interconnesso, che permetta di vedere le varie tematiche con l'occhio delle altre, quindi vedere il problema della fertilizzazione o dell'irrigazione anche dal punto di vista della zootecnia (questione nitrati, questione liquami, eccetera eccetera). O, ancora, l'integrazione con altre banche dati: ad esempio, visto che alcune parti che incidono sulla zootecnia sono anche in capo all'Assessorato alla sanità, le parti relative alla zootecnia e al fitosanitario magari potrebbero essere considerate anche da altri punti di vista, come il controllo della salute degli impatti sanitari e di trattamento delle malattie animali.
Forse mi sto dilungando eccessivamente, ma spero comunque di aver illustrato il quadro dal nostro punto di vista. Sempre dal nostro punto di vista, siamo riusciti a ottenere anche un primo passo verso un altro tema importantissimo, che è quello della tracciabilità agroalimentare, la cui parte normativa in questa Regione risultava un po' carente: siamo riusciti a introdurre un primo principio, che è quello di costruire un sistema e far sì che la Regione sia a supporto non solo della parte richiesta per legge nazionale, ma anche di iniziative di tracciabilità volontaria che intendono usare lo strumento informatico (al riguardo, abbiamo presentato una proposta in relazione all'uso delle blockchain, che è stata recepita).
Si sottolinea, di nuovo il tema dell'informatica integrata nel sistema agricolo; tema che ci è stato sollecitato quando abbiamo dovuto modificare il nuovo PSR e che, forse, risultava un po' carente per quanto riguardava la parte di informatizzazione.
Insomma, di discorsi ce ne sarebbero tanti e questa proposta di legge ha sicuramente stimolato tutta una serie di riflessioni. Forse alcune non si sono potute portare a compimento, ma almeno abbiamo una base su cui lavorare, una base unitaria da espandere e da migliorare. Ritengo sia comunque, un buon punto di partenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Il Consigliere Bona è assente, per cui possiamo cominciare la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Voglio innanzitutto esprimere una valutazione positiva sul metodo con cui si è svolto il lavoro in sede di Commissione su questa corposa legge, che è sì un testo unico, quindi ha in qualche modo preso leggi già esistenti e le ha trasposte in un'unica norma regionale, che è anch'essa una modalità positiva, perché non oggi, ma nei mesi e negli anni a venire per i cittadini piemontesi sarà più semplice individuare ciò che parla in qualche modo di agricoltura. Ma, soprattutto, perché vi è stata disponibilità di ascolto, sia dalla Giunta che dai colleghi di maggioranza, delle proposte che sono venute dalle opposizioni.
Io credo che questo sia in un dato positivo. Non è capitato molte volte in questa legislatura, ma quando è avvenuto ha non soltanto accorciato i tempi di discussione in sede di Commissione, ma soprattutto ha prodotto norme che, a mio avviso, dureranno di più nel tempo. Perché quando si vuole forzare una posizione di parte, tendenzialmente si producono norme che essendo tali, tendono ad essere modificate nel tempo.
Noi dovremmo sempre ricordare, tanto quando si è all'opposizione tanto quando si è in maggioranza, che ciascuno di noi all'interno di questo Consiglio rappresenta non soltanto i cittadini piemontesi che ci hanno riuniti in questo Consesso esprimendo la loro preferenza, ma soprattutto quelle parti di Piemonte differenti che hanno anche una visione diversa in questo caso del mondo agricolo, e che sono in qualche modo contemperate all'interno di questa norma.
Avendo già i relatori illustrato lungamente gli aspetti della norma, mi permetto di fare alcune valutazioni su quelle che ritengo essere le parti più significative, che sono, in qualche modo, anche le parti innovative della legge.
La legge per moltissimi articoli ha, come dicevo in apertura, preso leggi già esistenti, ma contiene alcune novità che noi riteniamo estremamente significative. Intanto, il fatto di avere inserito in legge tutta una serie di produzioni agricole che oggi non stavano in nessuna legge regionale: dall'apicoltura alla produzione di birra in agricoltura, cioè tutte quelle attività che non rientravano nella legge, ma che fanno dell'agricoltura un aspetto di forza che sta nella multifunzionalità, che è proprio il Titolo 3 della legge. Riteniamo che l'agricoltura sociale, il presidio agricolo di prossimità, i cimiteri per animali d'affezione (una proposta avanzata dal nostro Gruppo), le fattorie didattiche e altre proposte che non ricordo perché sono fortunatamente molte, siano un aspetto positivo della norma.
Vi sono altri due aspetti che noi riteniamo estremamente positivi e innovativi. Quelli previsti all'articolo 16, cioè sulla salvaguardia e valorizzazione.



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri, ma credo che il Consigliere Vignale faccia fatica a intervenire in un'Aula così poco attenta. Se in ogni angolo dell'Aula c'è qualcuno che chiacchiera con qualcun altro è difficile intervenire.



VIGNALE Gian Luca

L'articolo 16 prevede la valorizzazione e la salvaguardia delle opere umane di ingegneria agricola: muretti a secco, piloni di pietra e di calce filari, cioè tutto ciò che, in qualche modo, rappresenta non soltanto l'agricoltura piemontese, ma la cultura piemontese.
Credo che, al di là delle norme, spesso noi dobbiamo ricordarci spesso non solo delle iniziative di punta, come certamente sono Slow Food, Terra Madre e Cheese e molte altre, ma nella pratica quotidiana dell'attività agricola dietro la produzione primaria c'è, in realtà, una storia centenaria, anzi millenaria, delle popolazioni che hanno vissuto la nostra terra.
Credo che il punto relativo ai muretti a secco e ai piloni di calce, che ha avanzato il nostro Gruppo e che oggi diventa legge regionale - nel contempo, sono anche diventati patrimonio dell'UNESCO, per cui siamo stati anche dei legislatori regionali puntuali rispetto a questo aspetto - sia importante per due motivi. Il primo per il recupero di terra, ma questo lo vedremo successivamente; il secondo per il mantenimento e la salvaguardia del lavoro che, prima di noi, molti agricoltori hanno svolto in modo eroico, con tanta fatica e sottraendo alla montagna, alle colline e ai luoghi impervi pezzi di terra per farne un luogo di mantenimento della propria famiglia, oppure di produzione per terzi.
Altrettanto importante è l'aspetto che già citava il collega Campo relativo alla banca della terra, ma anche quello relativo al censimento dei terreni silenti, ai terreni incolti e abbandonati.
Credo che questa norma, Al Titolo VII, si pone un obiettivo che è certamente sfidante, cioè quello di provare a recuperare terreni che erano agricoli e che oggi sono diventati, in larga parte, terreni occupati da boschi di invasione, non solo in montagna, ma anche in pianura, in colline in gran parte delle nostre realtà piemontesi. È un aspetto assolutamente significativo. Oggi abbiamo un'opportunità che anni fa non avevamo: vi è una domanda di terra e, soprattutto, una domanda di ricomposizione fondiaria. In particolar modo le amministrazioni comunali in collina e in montagna possiedono decine di migliaia di ettari che sono di proprietà delle Amministrazioni regionali - ma soprattutto comunali - che possono essere concessi a terzi, con alcuni esperimenti significativi che all'interno della nostra regione già avvengono. Alcuni Comuni promuovono già bandi per cui concedono contributi economici a chi salvaguarda i pascoli. Badate, non è solo principalmente un aspetto agricolo, ma anche paesaggistico.
Credo, e concludo, che questo sia un buon punto di partenza. Non è un punto d'arrivo, non fosse altro perché la legge, essendo una legge di più di cento articoli, ha tutta una serie di rimandi, che io non ho contato, ma ci sono decine di delibere che la Giunta regionale - questa e la prossima dovranno affrontare per dare attuazione alla legge, ma sia anche sufficiente porre mano ad altre norme. Faccio l'esempio della legge sulla forestazione: è evidente che se il costo del disboscamento di terreni che sono ancora catalogati a seminativo è, in alcuni casi, troppo caro perch la compensazione è ancora elevata, è difficile che ci sia qualcuno che svolga questa attività.
In ultimo, le attività di semplificazione. Mi rivolgo all'Assessore con una sorta di richiesta che, come lui sa, viene da gran parte del mondo agricolo. Noi abbiamo una burocrazia che ogni giorno impone qualcosa.
Pensiamo solo alla fatturazione elettronica, che dal 1° luglio riguarderà anche tutto il mondo dell'agricoltura; già oggi riguarda non solo il mondo dei piccoli agricoltori, ma tutto il resto. Noi dobbiamo metterci in testa che dobbiamo provare a semplificare, non solo a legiferare, le procedure di tutti i giorni.
Un agricoltore - mio nonno svolgeva quel nobile lavoro - prima di tutto deve - ai tempi di mio nonno era così - lavorare la terra e produrre beni primari da vendere a terzi. Non deve solo essere, o in gran parte essere un soggetto che compila moduli. Se diventa un soggetto che compila moduli la sua azienda non è più in grado di esistere. Meglio, potranno esistere solo le medie e le grandi aziende con un grande aggravio, ma le piccole saranno sempre più in difficoltà.
Questo riguarda anche alcuni aspetti che sono già legge regionale da molto tempo. Su questo bisogna intervenire non soltanto con la legge, non soltanto con le delibere, ma anche con le relazioni nei confronti di altri pezzi di mondo regionale. Faccio l'esempio delle ASL: è inutile che parliamo di ospitalità rurale se, poi, ciò che noi scriviamo, legiferiamo e deliberiamo non viene attuato da chi svolge i controlli, perché quella è un'altra grande opportunità di accrescimento economico che possiamo dare a molte realtà della campagna piemontese.
Pertanto - come dicevo - credo sia un ottimo punto di partenza, tenendo sempre alta, però, l'attenzione su quella che è la nostra volontà: fare in modo che quanta più terra possibile in Piemonte torni a essere coltivata e produca reddito, per chi la produce e per la nostra regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Ottria, che interviene in qualità di Consigliere.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo molto volentieri e cercherò di non ripetere quanto è già stato detto dai relatori e dagli interventi che mi hanno preceduto.
Sottolineo come questa legge, che è una legge quadro per l'agricoltura piemontese, sia frutto di un proficuo e lungo lavoro svolto in Commissione con il gruppo di lavoro che si è costituito. È una legge che ha pochi precedenti: ricordo la legge sulle attività estrattive, frutto di proposte che i Gruppi di maggioranza e di minoranza hanno portato, andando a migliorare e a implementare il testo che la Giunta aveva presentato.
Questa legge quadro va a sostituire e in parte anche a eliminare molte altre leggi presenti in campo regionale. Come è stato detto, è molto cospicua: 112 articoli e 12 titoli. Presenta degli aspetti innovativi che riguardano, ad esempio, l'ambiente. Un fatto che a me è piaciuto molto è l'attenzione all'ambiente, alle peculiarità rurali, alle biodiversità e alla multifunzionalità. Poi, vi è l'agricoltura sociale, che comprende aspetti interessanti rispetto ai servizi di prossimità, così come la razionalizzazione fondiaria e il recupero dei terreni abbandonati.
Personalmente, sono particolarmente contento che finalmente sia stato affrontato e recepito nel lavoro di Commissione il tema legato alla lavorazione, trasformazione e confezionamento dei prodotti agricoli di esclusiva provenienza aziendale. È un contributo che ho cercato di portare personalmente; me ne ero già occupato un paio di anni fa, andando a riprendere una proposta di legge che era stata presentata nella scorsa legislatura. Era un testo molto datato e superato anche per quanto riguarda la normativa.
Rimarco che questi tipi di attività legate ai piccoli produttori e ai piccoli contadini sono un baluardo a difesa delle produzioni piemontesi che si stanno caratterizzando e che si sono sempre caratterizzate storicamente, per la loro peculiarità e qualità.
L'agricoltura su piccola scala è un'agricoltura che ha un basso impatto ambientale in quanto provvede alle colture diversificate, all'impiego ridotto della chimica e dei pesticidi, alla costante riduzione del consumo di petrolio, alla commercializzazione dei prodotti tramite contatti diretti con i consumatori. Un aspetto importante è quello di mantenere queste tipicità anche per il loro risvolto sociale, cioè per evitare (se ne parla sempre, ma spesso non si è altrettanto efficaci) l'abbandono delle zone marginali dei nostri territori.
L'agricoltura contadina contribuisce, come ho detto, alla difesa della campagna e delle zone montane, che altrimenti sarebbero sempre più marginalizzate, offrendo anche la possibilità di portare dei servizi di prossimità.
Questa necessità si avvertiva da tempo. Personalmente, sono stato contattato anche da associazioni che cercano di promuovere le attività dei piccoli contadini e che chiedono una normativa, che è già presente in altre Regioni italiane, che permetta di lavorare e trasformare i loro prodotti agricoli.
Mi fa molto piacere che, pur attraverso alcune difficoltà di tipo normativo, questa proposta sia stata recepita, pertanto anch'io mi associo a quanto detto dai miei colleghi e ringrazio innanzitutto l'Assessore Ferrero, che ha saputo gestire e fare da regia in questa proficua opera di miglioramento del testo. Ringrazio i funzionari dell'Assessorato all'agricoltura, con i quali abbiamo interloquito a lungo, e quelli della Commissione, per aver saputo ascoltare non solo la mia proposta, ma anche quelle citate dal Capogruppo Vignale e altri colleghi.
Ritengo che questo testo vada a migliorare l'attività agricola nel suo complesso e, per questo, ringrazio i colleghi e l'Aula, che spero saprà approvare il provvedimento in tempi veloci.
Grazie.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Tecnico Industriale "Carlo Grassi" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della I Eccellenza dell'Istituto Tecnico Industriale "Carlo Grassi" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame disegno di legge n. 289, inerente a "Riordino delle norme in materia di agricoltura e di sviluppo rurale" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 289, in sede di discussione generale.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Mi aggiungo ai colleghi nel ringraziare gli Uffici per il lavoro svolto in questi anni e mesi, per la creazione di questo provvedimento.
Il primo aspetto che non sfugge all'attenzione di quest'Aula è il livello di semplificazione che questo testo unico mette in campo. Il livello di semplificazione si ha, innanzitutto, con il testo in sé, cioè nel non dover accedere a "enne" testi per avere in mano la normativa che compete a un settore importante come quello dell'agricoltura. Per questo motivo giudichiamo positivamente il lavoro svolto e il provvedimento e per questo l'atteggiamento del Movimento 5 Stelle in Commissione è stato costruttivo e propositivo per la prosecuzione del dibattito.
Dopo aver analizzato il testo, possiamo dire che affronta vari problemi e varie parti dell'ambito agricolo e agroindustriale piemontese, ma soprattutto cerca di fare sintesi e cura con grande efficacia alcuni elementi che a noi paiono fondamentali. Vi sono anche elementi della proposta e della visione del Movimento 5 Stelle in ambito di sviluppo agricolo.
Parliamo di quello che è il contatto dell'agricoltura con l'ambiente e il contatto dell'agricoltura con la valorizzazione dei propri prodotti di qualità. L'agricoltura occupa gran parte del territorio piemontese e con esso ha un rapporto molto stretto e molto importante. È un rapporto che va oltre quella che è la semplice coltivazione della terra, ma è un rapporto che va a congiungersi molto strettamente con la tutela del territorio. È un'agricoltura importante per l'ambiente, che ha bisogno di tutela dal punto di vista idrogeologico e di tutela dal punto di vista degli inquinanti.
Sappiamo bene della rivoluzione portata avanti - la chiamo rivoluzione non a caso - dal PAN negli scorsi anni, con un'attenzione che era necessaria per l'utilizzo dei fitofarmaci a livello agricolo. È un'attenzione che negli scorsi decenni, non c'era, ma era necessaria per tutelare sia i consumatori sia gli stessi agricoltori che utilizzano questi prodotti per motivi lavorativi. Non ci sfugge nel testo la parte improntata a un uso responsabile del territorio, un uso del territorio che va dal recupero di quelle che sono le realtà agricole dismesse alla manutenzione del territorio.
Sappiamo bene che cosa è successo negli ultimi decenni: gran parte dei territori agricoli piemontesi nelle aree marginali sono stati abbandonati.
Questo è un grave danno non solo per l'economia agricola e per il paesaggio piemontese, ma è un grave danno anche dal punto di vista idrogeologico.
I terreni abbandonati non sono più mantenuti; non sono più manutenuti i fossi, non sono più manutenute strade e scoli d'acqua e questo ricade pesantemente sulla stabilità dei versanti. Quando parlo di manutenzione del territorio, faccio sempre riferimento al fatto che, per quanti soldi e quanti investimenti possa fare lo Stato per andare a risolvere singole parti di territorio che franano o che creano alluvioni, il vero problema sta nelle grandi aree che sono di proprietà privata e che, quindi, devono essere mantenute dai legittimi proprietari. Per questo la manutenzione del territorio per gran parte va fatta attraverso l'incentivazione della manutenzione dei privati, attraverso politiche di valorizzazione dell'agricoltura nelle aree marginali.
Mi sembra che questo progetto di legge lavori molto su quest'ambito, cioè sulla valorizzazione e soprattutto sulla qualità. Parlo della multifunzionalità. Parlo dell'agriturismo che ha, in sostanza, assorbito in questo testo unico il lavoro fatto a inizio legislatura con la legge sull'agriturismo. Parlo dell'attenzione al biologico e ai distretti del cibo, alle enoteche regionali e alla trasformazione diretta da parte degli agricoltori. Sono tutti elementi importanti, che fanno sì che i piccoli agricoltori possano essere più autonomi e abbiano vita più semplice per realizzare e trasformare il proprio prodotto.
Una critica che, forse, possiamo fare al disegno di legge è la seguente.
Una parte che, secondo noi, non è sufficientemente indagata forse è quella relativa alle filiere, nel senso che ci sono degli accenni al discorso delle filiere agroindustriali, ma il punto centrale, secondo noi e anche secondo alcune parti del mondo agricolo, è che la filiera deve garantire un giusto prezzo al produttore agricolo. E come possiamo far leva sull'agroindustria, perché questo accada? Una delle modalità con cui giungere all'obiettivo è quella di lavorare su impegni all'interno del PSR.
Noi finanziamo ormai da decenni l'agroindustria e tanti soldi sono stati spesi per migliorare gli impianti agroindustriali del Piemonte. Per servono impegni precisi da parte di chi riceve fondi regionali ed europei attraverso il PSR; fondi che, ricordiamo, sono molto più alti rispetto ai normali fondi che riceve una ditta con un codice ATECO che sia diverso da quello della trasformazione agroindustriale.
Pertanto, possiamo mettere dei paletti che siano precisi e stretti, secondo cui le imprese che ricevono questi contributi dalla Regione Piemonte attraverso il PSR assumono degli impegni sul prezzo pagato agli agricoltori, un prezzo giusto che sia congruo a un agricoltore che opera in Piemonte e che opera in Italia con tutte le problematiche che ci sono.
Infatti, non dobbiamo nasconderci dietro a un dito, perché il livello di qualità e di sicurezza dei nostri prodotti è un costo. È un costo positivo perché garantisce a noi consumatori un prodotto sicuro e di qualità, ma è un costo per gli agricoltori, e questo deve essere riconosciuto; deve essere riconosciuto e una modalità è appunto quella che ho prima enunciato.
Per questo motivo, successivamente dovremo presentare un emendamento sull'articolato improntato proprio su tale questione. Perché ciò? Perch l'agricoltura piemontese è molto variegata: passa dall'agricoltura delle aree marginali, in cui bisogna fare di necessità virtù e valorizzare dal punto di vista economico la produzione di nicchia che si fa all'agricoltura estensiva della pianura piemontese, quindi grandi numeri e grandi investimenti da parte degli imprenditori agricoli, che magari da generazioni lavorando sugli stessi terreni. Ebbene, anche questa grossa realtà, che fa grandi numeri e grande produzione, deve essere aiutata ad andare avanti a competere con i veri competitor del mercato dell'agricoltura piemontese, che sono i competitor fuori non solo dalla nostra regione, ma fuori dall'Italia e fuori dall'Europa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tronzano.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Inizio ringraziando l'Assessore, come già hanno fatto gli altri colleghi per l'attenzione dimostrata nei confronti delle opposizioni durante lo svolgimento delle Commissioni; ha anche consentito ad alcuni nostri emendamenti di essere approvati e di questo gli siamo grati. Tuttavia all'interno di questo disegno di legge, mancano secondo noi alcune cose e penso sia utile illustrarle, soprattutto perché crediamo fortemente che l'agricoltura, dal punto di vista occupazionale, nel prossimo futuro possa essere uno degli argomenti centrali. In particolare, riteniamo che la sfida sulla qualità di ciò che mangiamo, Assessore, sarà uno dei grandi traguardi di civiltà all'interno di questa Nazione e dell'Europa tutta; e non solo dell'Europa, ma anche del mondo.
Oggi molte malattie dipendono da ciò che mangiamo, anzi direi che sostanzialmente la maggior parte delle malattie dipendono da questo, oltre naturalmente dall'inquinamento ambientale, quindi credo che su tale aspetto ci dovremo concentrare moltissimo nel prossimo futuro. Inoltre, pensando agli agricoltori, credo che, come dicevano il Consigliere Mighetti e il Consigliere Vignale, si debbano fare delle riflessioni sui prezzi che gli stessi riescono a ottenere, ovvero sul giusto profitto che ogni agricoltore deve poter ottenere dalla propria attività, senza dimenticare l'aspetto della burocrazia.
Se, ad esempio, fossi in lei, Assessore, farei una battaglia a livello romano, se possibile, contro la fatturazione elettronica: in qualche maniera, non è pensabile che i nostri agricoltori debbano spendere tempo e denaro per cercare di non essere marchiati come evasori fiscali. Allora, se magari lei volesse approntare un ordine del giorno, compatibilmente con le leggi e con le regole, credo che il Consiglio regionale potrebbe in questo senso darle un atout adeguato alla sfida contro la fatturazione elettronica.
Detto questo, che cosa, secondo noi, manca principalmente all'interno di questo disegno di legge? Manca la questione dell'agricoltura produttiva tradizionale, cioè noi ci siamo occupati benissimo e tantissimo dell'agricoltura sociale, degli agriturismo, del biologico, del distretto del cibo (assolutamente importante, che speriamo possa partire) e di tutta una serie di questioni, ma ci siamo forse dimenticati proprio dell'aspetto centrale di tutto il sistema del settore primario, che è quello dell'agricoltura produttiva tradizionale. Se lei fosse d'accordo, Assessore non l'abbiamo presentato come Gruppo, non so se altri colleghi l'hanno fatto come emendamento - potremmo anche aggiungere al primo punto, nelle finalità della legge, un emendamento che aggiunga, più o meno, "alla valorizzazione dell'impresa agricola, sostenendola attraverso investimenti nella ricerca, nelle infrastrutture, nelle innovazioni tecnologiche e digitali". Questo potrebbe essere un emendamento che non abbiamo discusso in Commissione per mancanza di tempo, ma che, se lei volesse inserire all'interno di questo disegno di legge 289, noi saremmo assolutamente favorevoli e d'accordo.
L'altro aspetto, inerente alle filiere - ne parlava il Consigliere Mighetti secondo noi è assolutamente da sottolineare, affinché l'erogazione dei contributi sia subordinata all'assunzione, anche in forma contrattuale, di precisi impegni volti alla tutela del reddito degli agricoltori. Ecco, in questo senso forse non siamo stati abbastanza chiari all'interno del disegno di legge.
Dopodiché - e chiudo - enuncio una nota, anche se un pochino complicata, su cui ragionare in un dibattuto d'Aula, perché penso che sia un settore delicato, un settore che deve essere sottoposto ancora a delle valutazioni: la questione OGM; la questione OGM proviene anche dal suo mondo, dal mondo agricolo. I divieti che sono stati imperativi all'interno della nostra legge, quindi il recupero, la conservazione, l'uso e la valorizzazione delle risorse genetiche in agricoltura o il mantenimento del divieto di coltivazione di piante geneticamente modificate, che sono inseriti all'interno di progetto disegno di legge, forse sono troppo stringenti rispetto a quanto si sta dimostrando. L'Università di Pisa, ad esempio, in questi ultimi venti anni ha fatto degli studi raccogliendo oltre 10.000 dati sulle colture dove non c'è alcuna evidenza specifica di insalubrità rispetto a questo tema. Magari, rimanendo ferme le leggi comunitarie e nazionali e senza toccare nulla di particolare, forse siamo andati ad incidere troppo pesantemente in questo senso.
Questa è una critica che proviene proprio dal mondo agricolo, non arriva da degli scatenati fanatici a favore dell'OGM, per cui credo che su quest'aspetto una piccola riflessione si debba fare, naturalmente tenendo conto che forse questo non è il momento giusto, perché è un dibattito d'Aula. A ogni modo, credo che si debba tenere conto anche degli ultimi dati che stanno emergendo e che l'Università di Pisa ha certificato, per cui penso che forse siamo andati ad incidere un po' troppo pesantemente rispetto a questo tema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore e ringrazio la Direzione Agricoltura per il lavoro fatto: credo sia un lavoro notevole, un punto di partenza importante per questa Regione.
Credo che nel 2018 siano due gli avvenimenti importanti che sono accaduti: da un lato, ad aprile 2018, il Presidente della FAO che dichiara pubblicamente che il sistema dell'agricoltura convenzionale, quella eufemisticamente detta "rivoluzione verde" è fallito; ovvero dell'agricoltura convenzionale sostenuto dall'agrochimica. È fallito perch è un sistema insostenibile a livello ambientale; è insostenibile dal punto di vista economico perché, se nel nostro mondo occidentale sovvenzionato come dicevano alcuni interventi, il 40% dei fondi strutturali europei vanno all'agricoltura, fuori dal mondo occidentale questo sistema, che è imperialismo occidentale - consentitemi questo termine un po' forte questa globalizzazione economica, che tende a uniformare a livello mondiale, ha creato disastri, innanzitutto sociali ed economici. Basta leggere i libri di Vandana Shiva per scoprire che, in India, la rivoluzione verde ha portato gli agricoltori alla fame (e non si è mai visto un agricoltore soffrire la fame) e a 300 mila suicidi, oltre che a danni ambientali incredibili sulla sostenibilità, sull'inquinamento ambientale e sulla biodiversità.
Questo è un punto di partenza fondamentale che credo questa Regione debba prendere in prima considerazione, se vogliamo dare un contributo alla mitigazione del cambiamento climatico, a un miglioramento delle produzioni agricole piemontesi e a una richiesta che nasce anche dai consumatori europei in primis, che chiedono una maggiore qualità dei prodotti agricoli.
Chiedono una riduzione dell'impatto ambientale; chiedono anche e soprattutto una riduzione dell'impatto sanitario, un impatto che purtroppo, nella stragrande maggioranza (ne ho avuto modo di parlare con un componente del settore ambiente europeo: ci siamo incontrati per un'altra vicenda, ma abbiamo avuto modo di parlare anche di questo) è sconosciuto.
Parliamo di un impatto dovuto a multi-residui e attualmente non vi sono studi scientifici che consentano di comprendere appieno l'azione sinergica di questi residui chimici sull'essere umano e non solo.
Questo ha delle conseguenze notevoli, che vediamo con un continuo aumento dell'incidenza di malattie neurodegenerative e con un aumento dell'impatto nell'età evolutiva. Su Lancet è stato pubblicato un importante articolo dove si parla di una pandemia silenziosa e tra i grandi accusati, oltre ai metalli pesanti, venivano inseriti i pesticidi, pandemia silenziosa dell'autismo e delle malattie dello spettro dell'autismo.
Questo, quindi, è un punto di partenza importante.
Sempre nel 2018 è avvenuto un altro fatto eccezionale: la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 25 luglio, che finalmente ha riconosciuto e applica le restrizioni dalla direttiva n. 18 del 2001, non solo agli OGM transgenici, ma anche agli OGM ottenuti per mutazione sito diretta.
Per questo dobbiamo ringraziare la Confédération Paysanne francese, che ha fatto un'opera meritoria per tutta l'Europa, per tutti i Paesi europei.
Auspico che anche in Italia nasca un sindacato degli agricoltori forte e importante come quello francese, che prenda a cuore questioni che hanno un impatto a livello globale, per iniziare a cambiare quella che è una strategia per fare la cosiddetta rivoluzione agro-ecologica, uno dei pilastri fondamentali per ridurre l'impatto ambientale.
Noi ci dobbiamo confrontare.
In questa legge si parla di sostenibilità dell'attività agricola. Sono i primi articoli quelli fondamentali e basilari, poi questa sostenibilità va tradotta. Se noi la traduciamo a livello regionale - l'Assessore non me ne voglia, perché apprezzo quanto ha fatto e quello che sta cercando di fare con il continuo dialogo che ha mantenuto con noi dell'opposizione - devo però sottolineare il fatto che la Regione Piemonte, se andiamo a vedere i finanziamenti del PSR all'agricoltura biologica, è tra le Regioni nella parte bassa della classifica (ci sono alcune Regioni che arrivano vicino al 25% per il PSR dedicato all'agricoltura biologica).
Credo che questa Regione debba fare grandissimi sforzi in questa direzione.
Mi fa piacere che in questa legge sia inserita la possibilità di fare formazione, perché in questi anni la formazione agli agricoltori è stata molto carente e gli stessi sono stati in balia di multinazionali.
Guardate, io non credo che tutti i cambiamenti portino a un miglioramento economico, sociale e scientifico. Non è così. La ricerca scientifica quando è fatta da privati, porta a migliorare gli interessi di quei privati, ma non a migliorare le situazioni di produzione agricola, di impatto sul territorio e di salute dei cittadini. Così è avvenuto nell'agricoltura piemontese, dove abbiamo il riso Clearfield, geneticamente modificato per essere resistente a un erbicida di una multinazionale che lo vende agli agricoltori facendo firmare un contratto che devono usare l'erbicida di quella multinazionale. Ma qual è il vantaggio per il sistema agricolo in toto? Qual è il vantaggio? Vi è un vantaggio, perché c'è la libertà di impresa e tutto quanto si raccorda con le regole del capitalismo, ma non con le regole che la politica si deve dare. Ovvero, se una pianta serve a migliorare la biodiversità, a mantenere la biodiversità e a ridurre l'impatto, lo posso concepire, a patto che non sia geneticamente modificata, ma ottenuta per selezione.
L'importante sentenza del 25 luglio dalla Corte di Giustizia Europea ha ribadito, alla risposta al terzo quesito posto dalla Confédération Paysanne, che uno Stato (parlo di uno Stato, quindi non di una Regione) può, laddove lo richieda, porre restrizioni alla coltivazione in campo aperto anche di organismi ottenuti per mutagenesi convenzionale, ovvero utilizzando sostanza viva, quindi i semi che sono bombardati con sostanze radioattive o mutageni chimiche. Questo è un passaggio importante che conferma quanto già scritto nella Direttiva n. 18 del 2001.
Uno dei punti fondamentali della sostenibilità è la qualità dei terreni perché esiste un doppio problema: da un lato, l'utilizzo dei terreni come serbatoio di sostanze carboniose, il cosiddetto Carbon Sink, e questo è un passaggio importante, perché da un lato andiamo a favorire il cambiamento climatico utilizzando fertilizzanti chimici, dall'altro vi è un continuo impoverimento dei terreni che riduce la produttività.
Su questo tema, esiste una relazione molto importante scritta da associazioni importanti come ISDE e Legambiente, dove si dimostra che con l'agricoltura biologica si mantiene la sostanza carboniosa che nel tempo aumenta, aumentando anche la produttività, e di questo abbiamo avuto un riscontro concreto il 20 dicembre. Ringrazio ancora l'Assessore, che ha voluto partecipare all'incontro del 20 dicembre, dove gli agricoltori, la punta di diamante della risicoltura piemontese, che spero diventeranno un bio-distretto nella zona di Rovasenda. Infatti, di anno in anno aumentano per il passa parola e spero che non sia solo più un passa parola, ma che questa legge consentirà di fare formazione a questi agricoltori e di trasmettere le tecniche agronomiche che si sono sviluppate e sperimentate grazie all'iniziativa privata (questo è un po' un dispiacere) di alcuni agricoltori sperimentatori, che non riuscivano più, probabilmente non tanto per una questione ambientale, ma prima ancora per una questione economica a sopravvivere con l'agricoltura convenzionale.
Questo è un passaggio importante, oltre al fatto - altro passaggio importante - che finalmente anche l'INAIL sta riconoscendo alle malattie professionali. Nella relazione dell'IRES si parla di quasi una trentina di casi.



PRESIDENTE

Andrissi, ha dieci minuti a disposizione, ne sono passati quasi 12.
Concluda.



ANDRISSI Gianpaolo

Arrivo alla conclusione.
Una stretta relazione tra sostanza chimica autorizzata e patologia insorta.
Questo credo sia uno dei punti di partenza importanti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore e gli Uffici per il lavoro svolto.
Devo dire che ci saremmo aspettati che il riordino delle leggi sull'agricoltura avesse un respiro un po' più ampio.
Noi siamo da sempre convinti, a differenza di quanto è stato detto negli interventi precedenti, che l'agricoltura debba essere paragonata in tutto e per tutto all'industria; non per niente Einaudi auspicava e ha sempre ribadito che il Ministero dell'Agricoltura dovesse essere unito al Ministero dell'Industria, perché solo così l'imprenditore agricolo, in questo caso, può essere competitivo ed essere meno soggetto a un'Europa che in questo caso è dirigista, dal punto di vista dell'agricoltura, come si vede dalle direttive che riceviamo. Questo è sicuramente un punto importante.
Assessore, credo che potesse essere un'occasione, visto il contesto in cui viviamo e il contesto in cui nascono determinati decreti, per parlare del fatto che l'agricoltura attuale - dico una cosa impopolare - senza una manovalanza straniera sottopagata e anche bistrattata non reggerebbe.
Questa poteva essere un'occasione per parlare anche di questo, perché lo sappiamo tutti e lei lo sa meglio di me, Assessore, lei che va nelle campagne del Saluzzese e che va a Santo Stefano Belbo. Tutti sappiamo che se non ci fossero i macedoni non si raccoglierebbe l'uva del Moscato; se non ci fossero gli indiani non ci sarebbero i mungitori nelle stalle. Non vuole essere una critica ma, secondo noi, è un'occasione persa non parlare di una cosa vera.
La nostra agricoltura deve assolutamente diventare e avvicinarsi sempre di più all'industria; credo che, sotto quest'aspetto, già nel passato la Lombardia e l'Emilia Romagna abbiano fatto passi più importanti di noi.
Inoltre, è stato dimenticato il fatto che senza la manovalanza di extracomunitari sottopagati la nostra agricoltura non starebbe in piedi molto spesso con una manovalanza che è a carico o di tutta l'intera collettività e non soltanto degli imprenditori in alcuni casi anche molto ricchi.
Io sono liberale e per me la ricchezza e il profitto non sono assolutamente uno svantaggio, ma quando viene accollato dall'imprenditore e quando viene diciamo, prodotto dall'imprenditore stesso senza carico dell'opportunità.
Per questo penso sia stata un'occasione mancata parlare di questo, ma potremmo farlo anche in seguito alle Decreto Sicurezza, perché tanto è lì che arriveremo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gancia.
Non essendovi ulteriori richieste d'intervento, si proceda con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 18) presentato da Tronzano, Ravello, Fluttero Vignale, Gancia. (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Tronzano per l'illustrazione.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Ne ho parlato con l'Assessore e, se fosse possibile e se il Consiglio fosse d'accordo, all'articolo 1, comma 1, dopo la lettera a) aggiungerei la lettera a bis) - perché si tratta di un emendamento sostanziale sulle finalità - che contiene la frase "alla valorizzazione dell'impresa agricola sostenendola attraverso investimenti nella ricerca, nelle infrastrutture nelle innovazioni tecnologiche e digitali".
Inserirei questo passaggio.



PRESIDENTE

Il testo dell'emendamento non è stato ancora caricato sul supporto informatico perché è stato appena presentato.
Ci sono richieste di intervento sull'articolo 1 o sull'emendamento test illustrato?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Come ho detto, è stato appena presentato; gli Uffici stanno provvedendo al relativo caricamento sul supporto informatico.
Mi comunicano che il testo è stato caricato, per cui i Consiglieri che lo desiderano possono consultarlo.
Emendamento rubricato n. 3) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Nel frattempo, possiamo procedere con l'illustrazione di questo emendamento da parte dell'Assessore Ferrero. Se i Consiglieri lo desiderano, si potrà poi tornare sull'emendamento precedente.
Prego, Assessore Ferrero.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Lo farò anche alla fine in modo più compiuto, ma ne approfitto per ringraziare tutti voi per il lavoro svolto.
Entrando nel merito dell'emendamento, il testo riprende un po' l'ultimo intervento della Consigliera Gancia: abbiamo inserito una particolare attenzione alla dignità del lavoro.
È uno strumento che ci consente, anche in futuro, di prestare maggiore attenzione non solo in termini di accoglienza, così come prevede la legge regionale, ma anche di poter verificare, qualora le imprese attingano a contributi pubblici, il rispetto delle norme di lavoro e dell'accoglienza di quei lavoratori che spesso vengono utilizzati come manodopera, ma verso i quali poi non si presta alcuna attenzione sul luogo dove risiedono, dove dormono e quant'altro.
Con quest'emendamento, abbiamo previsto anche quest'attenzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Leggo ora l'emendamento dell'Assessore e, ovviamente, non può che farci piacere.
Chiederei solo all'Assessore, visti i termini costituzionali della vicenda se si può aggiungere, dopo le parole "riferimento alla salvaguardia della dignità del lavoro" le parole "e della giusta retribuzione", che è un concetto presente nella materia costituzionale.
La giusta retribuzione è commisurata al tipo di lavoro, e il principio non è fuori né da quello che sancisce lo Statuto della Regione Piemonte, né da quello che prevede la Costituzione italiana.
Grazie.



PRESIDENTE

La Giunta regionale vuole esprimere il parere sull'emendamento test illustrato e sulla proposta del Consigliere Grimaldi? Prego, Assessore Ferrero.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

La Giunta regionale esprime parere favorevole.
Rispetto all'intervento del Consigliere Grimaldi, vorrei precisare che noi abbiamo evitato di inserire concetti già previsti sia nel nostro ordinamento sia nella Costituzione. Mi sembra ormai assodato questo principio, nel senso che se cominciamo a scrivere che dobbiamo stare attenti a una serie di aspetti.
Lo consideravo un po' scontato.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Sì, però questo s'inserisce invece sull'accoglienza, che non è un elemento che la legge prevede.
In questo caso, il tema è quello dei lavoratori che vengono assunti lavorano e poi, però, non si sa dove vanno a dormire. Questa, a nostro avviso, è un'attenzione che non è prevista nella norma di legge.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 1, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 2



PRESIDENTE

Sull'articolo 2 insisteva l'emendamento rubricato n. 2), presentato dal Consigliere Valle, che lo ha ritirato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 2.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 3



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
L'articolo 3 è importante, perché ridefinisce quello che esisteva già, il tavolo per il partenariato, aggiornando un po' le definizioni.
In merito a quest'articolo, mi preme solo sottolineare quello che avevamo provato a chiedere in Commissione su cui, forse, c'era stata un'apertura magari non da inserire in legge, ma al fatto d'individuare un momento per una cosiddetta fase ascendente che coinvolgesse il Consiglio regionale nella redazione del nuovo PSR, magari nelle fasi iniziali.
A tal fine, chiederei la disponibilità dell'Assessore a valutare un ordine del giorno da collegare al provvedimento di legge che, ovviamente, prima sottopongo alla sua attenzione. Ritengo importante infatti che, tra tutte le parti coinvolte, già nelle fasi di predisposizione della programmazione delle politiche agricole e di sviluppo rurali, quanto si dice già al comma 1, ci possa essere anche un confronto che possa recepire o, comunque valutare proposte, opinioni e considerazioni da parte dell'Assemblea legislativa che rappresenta sia la maggioranza che la minoranza.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha già preparato il documento, collega Campo? Mettiamo in votazione l'articolo e poi valuterà con l'Assessore.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 4



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 4, nel testo originario.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 5



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 5, nel testo originario.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 6



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Faccio solo un piccolo intervento, perché ci sono alcuni elementi che sono molto importanti all'interno del Capo I di questa norma: la definizione del programma regionale degli interventi. È il tema centrale della parte programmatoria, che si definisce meglio al successivo articolo, ma ha un unico punto debole: il fatto che, purtroppo, le risorse da destinare a questi interventi, dal punto di vista di risorse proprie della Regione sono esigue. Se si dà anche un'occhiata all'Allegato b), che verrà poi citato nell'articolo 7 in merito alle modalità di attuazione, le tipologie di interventi sono in realtà molteplici proprio perché il panorama programmatorio è vasto.
Qui si sente un po' la mancanza di quello che potrebbe essere un momento di raccordo importante tra la programmazione regionale e il Piano di Sviluppo Rurale che discende dalla PAC che, tra l'altro, andrà incontro a un'importante innovazione, con il fatto che i PSR saranno negoziati con lo Stato centrale, piuttosto che direttamente con l'Europa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Le novità normative portano, anche inevitabilmente, modifiche alle "abitudini" delle politiche di bilancio. Negli ultimi anni, anche per le condizioni di complessità del bilancio regionale, siamo stati abituati ad avere alcuni settori, uno dei quali è l'agricoltura, che hanno vissuto principalmente di trasferimenti e di risorse non regionali. Con il Piano di Sviluppo Rurale e il FEASR venivano realizzate gran parte, la quasi totalità, delle politiche regionali.
Com'è evidente, e non per caso, il comma 1 dell'articolo 6 prevede che quanto è previsto dall'articolo stesso e lo stesso programma degli interventi sia approvato dalla Giunta regionale nei limiti previsti dal bilancio di previsione finanziaria. Quanto è previsto all'articolo 6 sono aspetti significativi. Ve n'è uno, il comma 2, che individua la modalità con cui predisporre il piano stesso, quindi dalla partecipazione delle parti economiche all'individuazione degli obiettivi strategici e quant'altro, poi sui commi 3 e 4 l'individuazione puntuale di ciò che il programma deve prevedere.
È sufficiente leggere le lettere del comma 3 per comprendere che, in realtà, quando noi parliamo di analisi del sistema agricolo, agroalimentare e agroindustriale rurale, obiettivi da conseguire e le loro priorità strategie d'intervento finanziarie e operative, prevediamo tutta una serie di interventi compresi quelli finalizzati al sostegno della ripresa produttiva in zone interessate da calamità naturali, eventi eccezionali avversità atmosferiche.
È, quindi, evidente che dovremmo sempre tenere conto, nell'analisi del bilancio - a partire da quello del 2019, che potrà essere un bilancio ponte, non tanto perché vi sono le elezioni regionali, quanto perché la legge deve trovare la sua attuazione - prevedere e prestare attenzione al fatto che vi siano risorse regionali dedicate all'agricoltura, altrimenti il rischio vero è che una parte della norma (quella sugli enti irrigui sull'agriturismo, le parti che sono state inserite all'interno della norma e che già esistevano) vada avanti da sé. Diverso è ciò che riguarda invece, le novità, che sono gli aspetti più significativi che questa legge contiene.
Pertanto, è evidente che la modalità con cui è stato scritto l'articolo 6 è corretta, ma è altrettanto evidente che, a partire dall'analisi del bilancio che faremo nelle prossime settimane, dovremo cercare di trovare una corrispondenza di quest'articolo nelle politiche di bilancio regionale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Non essendoci altri interventi, indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 7



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 7.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 8



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 8.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 9



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 9.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 10



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 10.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 11



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 11.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 12



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 12.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 13



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 13.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 14



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 14 è un articolo che riteniamo significativo e prevede che la Giunta regionale, con parere della Commissione, definisca le disposizioni per disciplinare le procedure d'affitto relativamente all'uso dei pascoli montani e delle malghe di proprietà pubblica. Sappiamo che questo è un tema che è stato molte volte dibattuto, perché negli ultimi anni c'è stata una sorta di finanziarizzazione dei pascoli, che hanno avuto, in particolar modo per le aziende di pianura, un grande valore in termini anche di ritorno sulla PAC e che, in alcuni casi, hanno aumentato in modo vertiginoso il valore reale dei pascoli.
Considerando che a legge approvata sia la Giunta che deve individuare le disposizioni per disciplinare le procedure d'affitto e concessione, credo che questa sia una delle delibere più urgenti, perché, come l'Assessore sa anche la Regione Piemonte ha pascoli di proprietà che concede a terzi, ma soprattutto le Amministrazioni comunali piemontesi hanno centinaia di pascoli che concedono a terzi. Questo avviene nei mesi che ci stanno seguendo, nel senso che ovviamente avvengono ben prima che gli animali vengano portati al pascolo.
Fra tutti gli articoli, forse è uno di quelli che merita la maggiore attenzione; poi entreremo nel merito del parere quando arriverà in Commissione. Mi permetto di sottolineare come sia fondamentale legare la concessione di un pascolo alla manutenzione del territorio, possibilmente durante tutto l'anno.
Ovviamente nel periodo in cui il territorio è innevato non ha bisogno di manutenzione, ma nel resto del periodo sì, perché questo contempera due esigenze: quella di far sì che i pascoli vengano utilizzati quanto più possibile da proprietari che vivono il territorio tutto l'anno e non solo nei mesi di monticazione e, in secondo luogo, perché questo consente davvero una manutenzione vera del territorio, che non è solo, come abbiamo detto, agricoltura, ma è certamente agricoltura, salvaguardia idrogeologica, manutenzione paesaggistica e quant'altro.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 14.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 15



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 15.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Superiore "Bosso - Monti" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Superiore "Bosso - Monti" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame disegno di legge n. 289, inerente a "Riordino delle norme in materia di agricoltura e di sviluppo rurale" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 289, inerente a "Riordino delle norme in materia di agricoltura e di sviluppo rurale", di cui al punto 4) all'o.d.g.
ARTICOLO 16 Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'articolo 16, e per questo rinnovo il ringraziamento anche agli Uffici, è nato da una proposta che il nostro Gruppo consiliare ha fatto e che ha poi subito una riscrittura in bella da parte degli Uffici regionali.
Credo che ciò che è definito come sistemazione dei terreni agricoli, in realtà, individua nel comma 4 l'aspetto più significativo: "La Regione valorizza le sistemazioni agrarie tradizionali a elevata valenza paesaggistica costituite da terrazzamenti realizzati con muretti a secco siepi, filari, pascoli erborati, vigneti impiantati con palere di legno o piloni di pietra, calce dalle risaie". Tutto ciò è estremamente significativo, perché introduce un aspetto che prima non c'era nella legislazione regionale. Nella delibera del Piano paesaggistico, in qualche modo, veniva introdotto, ma era più una misura di carattere paesaggistico e non agricola, mentre qui diventa prima di tutto un aspetto agricolo che ha anche una valenza paesaggistica, cioè il mantenimento delle opere di ingegneria umana rispetto all'ambiente.
Di nuovo, quest'articolo necessita di un regolamento e il comma 6 prevede che i tempi per la sua attuazione siano 180 giorni. A noi, come avevamo detto anche in Commissione, paiono un po' elevati, ma comprendiamo che il periodo in cui siamo, ovvero a fine di una legislatura e di inizio di un'altra, possa prevedere tempi più lunghi, anche se questo è un aspetto attuativo di una norma del Consiglio regionale. Quindi, ci auguriamo che in qualche modo, venga fatta non in fretta, ma in tempi celeri concordandolo e concertandolo con le varie esigenze. Infatti, i tanti aspetti d'ingegneria di manutenzione previsti da quest'articolo devono anche fare in modo che vi sia una delibera e, di conseguenza, dei regolamenti di polizia rurale che consentano, di nuovo, che ciò avvenga nel modo più semplice possibile, altrimenti rischiamo di complicare la vita a chi vuole o mantenere o recuperare parti di terreno del Piemonte.
È certamente uno degli aspetti più importanti di questa norma e, secondo me, andrà poi inserito un inciso sul fatto che stiamo parlando di un pezzo di territorio piemontese protetto dall'UNESCO. Non l'abbiamo fatto in Commissione, per cui questo non è avvenuto, e io - devo dire la verità non ho fatto in tempo a presentare un emendamento oggi, però ci sarà modo di innovare la norma, tenendo conto anche di queste tale aspetto. Se uno legge le motivazioni per cui diciamo che gli interventi di ingegneria umana sui terreni agricoli sono diventati patrimonio dell'UNESCO, legge proprio le tante valenze: agricola, di manutenzione, di prevenzione da valanga slavine e dissesto idrogeologico.
Di conseguenza, diamo a quest'articolo una grande importanza all'interno della legge, ma dovrà trovare adeguata e corretta regolamentazione e risorse perché - ci permettiamo di sottolinearlo nuovamente - gran parte della norma (anche gli articoli che abbiamo votato precedentemente al 16) prevedono sempre la valorizzazione e la promozione, ma tutto ciò non lo si fa solo con le risorse: lo si fa con tanti strumenti messi insieme.
Ovviamente, un po' di risorse sono comunque indispensabili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Ritengo l'articolo 16 un articolo importante, un articolo che mette in luce quanto citavo già prima in discussione generale rispetto all'approccio di questa legge nei confronti del territorio e della sua manutenzione.
Sappiamo bene che gli agricoltori sono un presidio fondamentale per la manutenzione del territorio, un presidio che - ahimè - col passare dei decenni, è venuto in gran parte meno. Dobbiamo dunque sensibilizzare e laddove non si riesce a sensibilizzare, obbligare a manutenere il territorio. Perché? Perché è un obbligo di chi possiede un terreno fare in modo che il fondo non cagioni danni alla comunità e a terzi.
Quest'articolo è quindi importante, ancorché faccia riferimento a una norma di legge proposta dal Movimento 5 Stelle, la legge n. 22 del 2016 "Norme in materia di manutenzione del territorio", che aveva come primo firmatario il sottoscritto; una legge che - ahimè - attende un regolamento d'attuazione da circa due anni, e il fatto che il testo unico dell'agricoltura citi quella legge fa comprendere a questo consesso come non sia una norma così banale da non avere l'attenzione della Giunta regionale per circa due anni: è una norma che ha un suo valore, un valore atteso da molti Comuni della nostra regione. Perché? Perché questa norma sulla manutenzione del territorio fa sì che i regolamenti di polizia rurale possano essere di nuovo una realtà come lo sono stati per circa un centinaio d'anni.
Le normative di riferimento sono decadute negli anni con la riforma del testo unico sugli Enti locali, poiché facevano parte del Regio Decreto del 1911 e ora i regolamenti dei Comuni piemontesi non hanno una base d'appoggio normativa. Ciò fa sì che si possano prevedere sanzioni minimali sanzioni minimali che sostanzialmente coincidono con le sanzioni per il non rispetto del Codice della strada. Va da sé che fare una sanzione di un centinaio d'euro a un frontista stradale che non taglia delle piante che cadono sull'asfalto o che non osserva una corretta manutenzione di un fosso contermine a una strada comunale non rappresenta una cifra proibitiva per un investimento che sarebbe grandemente superiore alla sanzione. Invece la legge sulla manutenzione del territorio prevede sanzioni da 150 a 1.500 euro e queste potrebbero invitare calorosamente a fare il proprio dovere a chi ha dei terreni contermini alle strade o alle strutture pubbliche.
Come dicevo prima, la manutenzione del territorio non può essere fatta solo dagli Enti, non può essere fatta solo dai Comuni, non può essere fatta solo dalle Province, non può essere fatta solo dalla Regione e dallo Stato con interventi straordinari, perché gran parte dei terreni è di proprietà privata e chi possiede questi terreni deve assumersi la responsabilità di non cagionare danno agli altri.
Per questo motivo, ribadisco l'importanza di quest'articolo e ribadisco l'importanza della normativa citata nell'articolo che stiamo discutendo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rostagno.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
Condivido gli interventi di chi mi ha preceduto e devo dire che ringrazio anche chi ha sollecitato la conciliazione di questa norma, che tra l'altro è molto in linea con le politiche che abbiamo fatto in questi anni, non ultimo il Piano paesaggistico.
Condivido poi quello che ha poc'anzi detto il collega Vignale in relazione alla necessità di trovare risorse, perché va bene l'enunciazione di principi, ma poi, alla fin fine, se su una norma di questo tipo non riusciamo a trovare un po' di risorse, diventa un vano tentativo nobile, ma che non produce degli effetti.
Per questo motivo, sto predisponendo - ve lo sottopongo nelle prossime ore un ordine del giorno che impegna la Giunta a trovare delle risorse (penso alla rimodulazione del PSR o, comunque, delle prossime politiche di programmazione) su questo specifico articolo, perché solo in questo modo l'articolo può avere una certa valenza.
Ovviamente quest'ordine del giorno lo metto a disposizione di voi colleghi affinché abbia la massima condivisione, con le eventuali correzioni che riteniate opportune.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tronzano; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
L'articolo mi pare molto importante, come dicevano i colleghi che mi hanno preceduto; l'unica cosa che ritengo superflua, addirittura appesantente rispetto al testo, è il comma 6. Di nuovo la Giunta regionale s'inserisce all'interno di un meccanismo che, a nostro giudizio, potrebbe essere regolato soltanto dei Comuni attraverso i regolamenti di polizia rurale.
Noi, invece, attraverso questo comma 6 mettiamo di nuovo la Regione come colei che stabilisce, con deliberazione, le modalità e i criteri per l'attuazione del presente articolo, nonché le linee guida.
Su questo c'è la nostra critica, per cui non voteremo a favore dell'articolo, anche se è importante, perché riteniamo che sarà appesantito da questo comma 6.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri Consiglieri che intendono intervenire, possiamo passare alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 16.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 17



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 4) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per l'illustrazione.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Aggiungiamo, tra le operazioni svolte dalla multifunzionalità, la manutenzione del territorio. Era già declinato in altro modo, ma ci hanno fatto notare che così mancava.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4).
Il Consiglio approva.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola elementare Istituto Comprensivo "G. Cena" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola elementare Istituto Comprensivo"G. Cena" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame disegno di legge n. 289, inerente a "Riordino delle norme in materia di agricoltura e di sviluppo rurale" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 289, inerente a "Riordino delle norme in materia di agricoltura e di sviluppo rurale", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Continuiamo con la votazione dell'articolo 17.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 17, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 18



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 5) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per l'illustrazione.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Andiamo solo a specificare, in riferimento alla legge nazionale, i soggetti che attuano l'agricoltura sociale.



PRESIDENTE

Non essendoci richieste di intervento sull'emendamento, procediamo con la votazione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 18, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 19



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 6) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 7) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per l'illustrazione di entrambi gli emendamenti.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Sono semplicemente di semplificazione: in uno andiamo a togliere il fatto che le fattorie didattiche devono sottostare alle norme di carattere igienico-sanitarie previste per le aziende agrituristiche, perché non sempre le fattorie didattiche svolgono quest'attività.
Con il successivo emendamento, invece, non vi è più l'obbligo di affiancare il logo di fattoria sociale a quella didattica. Insomma, lasciamo spazio al libero arbitrio.



PRESIDENTE

Non essendoci richieste di intervento sugli emendamenti, procediamo con le votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 19, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 20



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 8) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per l'illustrazione.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Abbiamo specificato meglio, anche a seguito di un suggerimento ricevuto nell'incontro con il gruppo delle Autonomie locali, quali sono i soggetti che possono attuare il presidio di prossimità.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 20, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 21



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 21.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 22



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 22.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 23



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 23.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 24



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 1) presentato da Valle.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi Domenico per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Non intervengo sull'emendamento, ma sull'articolo, perché non l'ho firmato lo ha firmato il collega, che è assente, ma va bene.
L'emendamento che troviamo in questo articolo aggiunge un altro elemento da definire all'interno dell'Allegato B, che è quello di "sciame" o di "nucleo", per quanto riguarda le api.



PRESIDENTE

Grazie, collega Rossi.
La parola al Consigliere Tronzano.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Vorrei che l'Assessore spiegasse, per favore, perché si aggiunge, al comma 4, la frase "privilegiando quelle autoctone". Penso che l'autoctonia sia fondamentale, rimanga tale e sia soltanto lei all'interno di questo percorso. Inserendo "specie non autoctone" è possibile che l'ambiente, come succede con i cormorani o con i siluri.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente (fuori microfono)

Si tratta di specie vegetali, non animali.



TRONZANO Andrea

Ah, specie vegetali. Allora, chiedo scusa, perché ho sbagliato io.



PRESIDENTE

Grazie, collega Tronzano.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Chiedo venia. Poiché si va a introdurre una nuova definizione, che mi pare venga anche dettagliata, vorrei sapere, dal momento che definiamo cos'è uno "sciame".



(Commenti fuori microfono)



CAMPO Mauro

Bisognerà definirlo. Quindi, delega.
Grazie. Volevo sapere solo questo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Il parere è favorevole, perché è stato ritirato l'altro emendamento, che andava a specificare e invece noi lo specificheremo in un regolamento perché per dire che è composto da sei favi e se, magari, diventano sette dobbiamo cambiare la legge.
Quindi, rimane l'idea che lo dobbiamo specificare, ma sarà il regolamento a farlo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 24, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 25



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 25.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 26



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 26.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 27



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 27.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 28



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 28.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 29



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 29.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 30



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 30.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 31



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 31.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 32



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 32.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 33



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 33.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 34



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 34.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 35



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 35.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 36



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 36.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 37



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 37.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 38



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Volevo solo sottolineare l'importante lavoro che si è fatto nel cercare di costruire una clausola valutativa. Lo vedremo anche successivamente, quando arriveremo al punto, ma essendo membro del Comitato per la valutazione delle politiche legislative, questo disegno di legge in particolare ha posto un'interessante questione di valutazione dell'impatto e della qualità delle politiche che ivi vengono rappresentate, proprio per l'eterogeneità delle tematiche che vengono trattate sotto il cappello dell'agricoltura e che ha portato alla costruzione di una clausola valutativa - che vedremo piuttosto corposa - con alcune ramificazioni.
Abbiamo incorporato norme che avevano già una clausola valutativa.
L'articolo 38, fatto in maniera molto accurata, è un esempio di una di queste ramificazioni. Infatti, cerca di sposare la non pesantezza dell'attività che, comunque, dovrà essere svolta dagli Uffici preposti nel costruire della documentazione che ci dica come sta andando l'efficacia e l'attuazione del provvedimento e anche un'attenzione a individuare particolari aree che possano essere oggetto, come quella dell'agriturismo di alcune valutazioni specifiche. Uno degli elementi innovativi che riguardano questo disegno di legge è la costruzione delle modalità della valutazione dello stesso.
Mi premeva sottolinearlo, perché è un ulteriore contributo degli Uffici del Consiglio a una legge che, comunque, porta alcune interessanti innovazioni anche in termini di tecnica.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Indìco la votazione palese sull'articolo 38.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 39



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 9) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 10) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 20) presentato da Mighetti, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per l'illustrazione degli emendamenti n. 9) e n. 10).



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Semplicemente prima di "produzione agroalimentare" aggiungiamo "agricole ed agroalimentari", perché non sempre sono inclusive.
Ne approfitto anche per esprimere favorevole sull'emendamento del Consigliere Mighetti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.
La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione dell'emendamento n.
20).



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Illustro quest'emendamento costruito sulla scorta di quanto avevo anticipato in discussione generale relativamente alle questioni riguardanti le filiere agricole e agroindustriali, alla potenzialità di queste filiere e alla potenzialità positiva rispetto al giusto compenso per gli agricoltori.
L'emendamento non fa altro che inserire un nuovo comma che recita la seguente proposizione: "La Regione Piemonte, per le finalità di cui all'articolo 1, comma 1, lettere b), i), l) e m) promuove la valorizzazione delle filiere, con particolare attenzione all'equità nella distribuzione del valore aggiunto del prodotto agricolo".
Sappiamo bene quale sia la forza dell'industria e dell'agroindustria nel determinare il prezzo. Determinare il prezzo di un prodotto agricolo in un mercato globale diventa ancora più semplice. Per questo motivo, ci è sembrato giusto inserire questo elemento che possa essere di spinta e di appoggio nei prossimi bandi del PSR per creare priorità che siano di netto vantaggio per quegli imprenditori dell'agroindustria che contemporaneamente alla presentazione di un progetto di investimento, si impegnino a corrispondere ai produttori agricoli un prezzo convenzionato un prezzo stabilito di modo che gli agricoltori possano avere un compenso atto a coprire le proprie spese e avere un reddito dignitoso e opportuno per il futuro dell'azienda agricola stessa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Mi permetto di aggiungere alcune cose proprio perché questo è un tema importante e che, di fatto, è già sentito anche a livello di alcune filiere, tant'è che anche in Piemonte abbiamo un paio di esempi di aziende dell'agroindustria che hanno promosso, anche con la partecipazione dell'Accademia, degli studi per costruire adeguatamente il prezzo da riconoscere al produttore primario, calcolato sulla base anche dei costi sostenuti dalla produzione primaria.
Ci sembra un tema importante che comincia a essere sentito anche a livello delle filiere e anche da chi, fino adesso, nelle filiere, ha fatto la parte del leone, che non è di sicuro la produzione primaria, il riconoscimento del lavoro svolto da chi ha fatto contribuito alla produzione primaria.
Troviamo particolarmente importante una legge che promuova la diffusione di questo tipo di pratiche, di maggiore equità ed equilibrio nella costruzione del valore.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 20), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 39, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 40



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 40.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 41



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 41.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 42



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 42.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 43



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 43.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 44



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 44.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 45



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 45.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 46



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 46.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 47



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tronzano; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa, ma sull'articolo 43 il mio voto è favorevole. Volevo solo comunicarlo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Tronzano.
Indìco la votazione palese sull'articolo 47.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 48



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 11) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per l'illustrazione.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Semplicemente, questo è un insieme di norme per le piccole aziende che lavorano esclusivamente il loro prodotto.
Nell'emendamento siamo andati a definire la cooperativa, sostituendo la dicitura "le cooperative che utilizzano solo il lavoro dei propri soci lavoratori" con "le cooperative di produzione primaria", cioè le cooperative agricole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Ottria, che interviene in qualità di Consigliere.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Molto brevemente, questo è il Capo IV, che introduce il concetto di lavorazione dei prodotti agricoli di provenienza aziendale e definisce i destinatari e i requisiti.
L'articolo 48 individua i destinatari e le cooperative agricole e l'emendamento della Giunta va a precisare meglio i soggetti, per cui ritengo sia accoglibile.
Se posso, sull'articolo 50, gli emendamenti presentati dalla Giunta riguardano le abitazioni dei produttori agricoli.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ottria.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione sull'articolo 48, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 49



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 49.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 50



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 12) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 13) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per l'illustrazione di entrambi gli emendamenti.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Abbiamo solo specificato meglio le parole quando si parla di "civile abitazione e di abitazione dell'imprenditore agricolo".
Nel primo caso, abbiamo scritto "presso i locali dell'azienda o dell'abitazione dell'imprenditore agricolo"; nel secondo caso, al posto di "civile abitazione" abbiamo scritto "l'abitazione dell'imprenditore agricolo".
Sono specificazioni per evitare fraintendimenti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 50, così come modificato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 51



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 51.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 52



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 52.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 53



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 53.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 54



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 54.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 55



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 55.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 56



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 56.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 57



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 57.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 58



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 58.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 59



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 59.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 60



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 60.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 61



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 61.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 62



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 62.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 63



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 63.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 64



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 64.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 65



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 65.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 66



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 66.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 67



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 67.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 68



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 68.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 69



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 69.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 70



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 70.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 71



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 71.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 72



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 72.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusi i lavori della mattinata.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.59)



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