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Dettaglio seduta n.375 del 11/12/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 10.02)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Barazzotto, Balocco, Campo, Cerutti, Cassiani Chiamparino, Ferraris e Graglia.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 27/11/2018 e 04/12/2018.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
La ringrazio per averci comunicato le sue intenzioni sulla convocazione di un Consiglio aperto su FCA. Come ha dichiarato anche ai mezzi di informazione, in mattinata si scoprirà se quel Consiglio aperto si terrà.
Le chiederei di aggiornarci in una Conferenza dei Capigruppo - anche solo avvicinandoci al banco della Presidenza. Siamo a meno di 48 ore dall'inizio di quel Consiglio e non sappiamo se si terrà, se tutti sono stati informati e se, soprattutto, in così poco tempo, è ancora possibile convocarlo.
Le chiederei di aggiornarci in mattinata.



PRESIDENTE

Siamo rimasti d'accordo che FCA mi avrebbe comunicato il da farsi: appena ho qualche notizia convochiamo una breve Conferenza dei Capigruppo e ci chiariamo.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame disegno di legge n. 328, inerente a "Assestamento di bilancio di previsione finanziario 2018-2020 e disposizioni finanziarie"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame del disegno di legge n. 328, inerente a "Assestamento di bilancio di previsione finanziario 2018-2020 e disposizioni finanziarie", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Appiano, che ha facoltà di intervenire.



APPIANO Andrea, relatore

Grazie, Presidente.
Arriviamo in Aula con l'ultimo atto relativo al bilancio 2018-2020. Un assestamento di bilancio che fa, soprattutto, i conti con le novità, a seguito del giudizio di parifica da parte della Corte dei Conti sul rendiconto 2017 e che, in particolare, necessita di dare copertura alla quota annuale di disavanzo, con entrate proprie dell'Ente, nonché di circoscrivere l'impiego dell'avanzo libero dell'ente medesimo, per l'utilizzo delle parti accantonate o vincolate di cui ad un allegato della legge di bilancio e anche del presente assestamento.
Quest'anno l'attività di assestamento è andata ben al di là della necessità di apportare correttivi a singole poste della tabella, anch'essa allegata al medesimo disegno di legge. Tuttavia, pone un ulteriore tassello in quel processo di stabilizzazione dei conti della nostra Regione, che sarà la vera eredità positiva che questa Amministrazione regionale lascerà in dote alle amministrazioni che verranno.
Come vedremo, alcune disposizioni guardano, addirittura, ben al di là della prossima amministrazione regionale. Penso alla norma che è l'incipit di quel processo di tentativo di riacquisto ed estinzione di almeno una parte dei derivati contratti diversi anni fa, per mettere in sicurezza il bilancio regionale rispetto alla parte ascendente della curva che, di qui a qualche anno, avrebbe interessato e interesserebbe il nostro Ente.
Al di là dei correttivi apportati alla tabella allegata al bilancio, in cui non ci si è limitati ad un'attività di natura tecnica, ma si sono anche fatte alcune scelte in termini di priorità, ne cito una per una per tutte.
Laddove avevamo già appostato maggiori risorse nella legge di bilancio di quest'anno sulle morosità incolpevoli, noi aggiorniamo, con ulteriori risorse, la tabella medesima per allinearci a quell'onere di copertura del 60% che è obbligo della nostra Regione, rispetto alle ATC piemontesi.
Penso anche alla necessità di dar copertura, con risorse proprie, non con le risorse del fondo sanitario, all'indebitamento dovuto ad uno dei mutui contratti in sanità diversi anni fa. Il che ha come contraltare la liberazione di pari risorse, se non ricordo male a memoria, nell'ordine dei 18 milioni (l'entità del mutuo) da utilizzare per spese più specificamente attinenti alla competenza dei servizi sanitari.
Non trascuriamo il lungo, difficile, preciso e puntuale lavoro di rimodulazione degli appostamenti di risorse tra un esercizio finanziario e l'altro. Noi sappiamo che, dal decreto legislativo n. 118 in avanti, nel bilancio di competenza di un anno, possono trovare allocazione solo quelle risorse, o ha senso che trovino allocazione nell'annualità solo quelle risorse su cui vi è una previsione di esigibilità concreta. Il fatto di appostare, nell'anno corretto, le risorse, permette alle Direzioni e agli Uffici di contrarre gli impegni, in un'ottica pluriennale e, quindi, di rendere pienamente operativa la macchina regionale, anche nei periodi di esercizio provvisorio che pur verrà autorizzato.
In un anno particolare, come il 2019, che sarà un anno elettorale, il fatto che gli Uffici possano disporre delle poste negli anni corretti in termini di esigibilità e possano contrarre, da qui a fine anno, impegni pluriennali, è un altro fatto certamente interessante e positivo.
Nel recepire le risultanze del giudizio di parifica da parte della Corte dei Conti, vi è stato anche, oltre alle correzioni di cui dicevo prima, la riapposizione del dato del disavanzo di amministrazione che all'articolo 2 è puntualizzato in un miliardo e 837 milioni circa. Per arrivare alla definizione del disavanzo di amministrazione nella posta di un miliardo e 800, viene detratta la cifra di 6 miliardi e 930 milioni rotti circa, di cui è ridisposto il riassorbimento in quote costanti negli esercizi successivi.
Per quanto riguarda l'accantonamento per parte vincolata e parte accantonata degli importi iscritti nella legge di bilancio, ricordiamo gli aggiornamenti derivanti dal giudizio di parifica, per cui la parte accantonata viene aggiornata poco meno di cinque miliardi, che sono composti per fondi crediti di dubbia esigibilità per la cifra di 324 milioni, per i residui perenti per la misura di 64 milioni, per i fondi vincolati per la copertura di perdite societarie 13 milioni, per il fondo rischi e contenziosi poco più di 95 milioni. Altri accantonamenti per 43 milioni, oltre al fondo di anticipazioni di liquidità derivanti da operazioni contratte nel passato per 4,4 miliardi, di cui 2,4 miliardi per contratti stipulati dalla Regione e 1,761 miliardi per operazioni contratte attraverso il Commissario straordinario di Governo, e 218 milioni per il ripiano annuale del disavanzo derivante proprio dalle anticipazioni di liquidità degli anni passati. Mentre per la parte vincolata la rideterminazione delle somme, nella misura complessiva di 124 milioni, in buona parte scaturiva dai vincoli derivanti da leggi e principi contabili per 61 milioni e per la reiscrizione delle economie a bilancio regionale rispetto alla programmazione dei fondi comunitari.
È interessante analizzare la tabella allegata, in cui vi è il dettaglio delle cifre accantonate vincolate, perché lì dentro vi sta anche l'utilizzo massimo possibile della quota di avanzo di quest'Amministrazione regionale pari a poco più di 106 milioni, per dare copertura alla parte annua di utilizzo concreto della parte accantonata. Per esempio - e questa sarà un'altra delle eredità molto positive dello sforzo e del lavoro che questa Giunta, e in particolare il vicepresidente, ha effettuato con gli Uffici di chiusura di vecchie pendenze - pensiamo alla causa UniCredit-Mauriziano che, a fronte di un accantonamento potenziale di 61 milioni, si dovrebbe chiudere definitivamente con un ordine di grandezza di 40 milioni e mettere la parola fine a questa vicenda che da anni si mantiene in carico la nostra Amministrazione regionale.
Oltre alla parte accantonata e vincolata, a seguito dei dati del rendiconto viene aggiornato anche l'elenco di residui attivi e passivi e viene rideterminato il fondo iniziale di cassa. Poi, dal punto di vista anche sostanziale, mi piace citare l'articolo 6 di questo disegno di legge così come emendato nel lavoro di Commissione, laddove si va ad aggiornare l'elenco delle spese obbligatorie, cioè quelle spese per cui fino alla fine dell'anno l'Amministrazione regionale, con propria delibera, è autorizzata a prelievi dal fondo di riserva. Ebbene, con l'inserimento del capitolo dei trasferimenti correnti all'Ente che sovrintende al Diritto allo studio universitario mettiamo anche la parola fine ad alcune preoccupazioni che erano state rappresentate nelle settimane scorse e che sono state oggetto anche di un incontro in parallelo all'ultima seduta consiliare con le rappresentanze studentesche. Questo articolo è un ulteriore strumento che ci permette di garantire anche per l'attuale anno accademico la copertura e il riconoscimento del 100% delle borse di studio a tutti gli studenti aventi diritto.
Gli articoli successivi del disegno di legge riconoscono alcuni contributi di natura straordinaria per alcune opere e investimenti di pubblica utilità frutto di Accordi di programma e alcuni correttivi a diverse norme di leggi regionali che abbiano attinenza, ovviamente, con la parte del bilancio. In particolare, all'articolo 7 si riconosce nel triennio un contributo di 850.000 euro (410.000 per l'anno in corso e la rimanente parte nei due esercizi finanziari successivi) per il recupero della Basilica Superiore del Santuario di Oropa, che è uno dei siti più visitati della nostra regione ed uno dei nostri motivi di orgoglio come comunità regionale. La rimodulazione negli anni - quindi anche al di là del triennio di riferimento del bilancio di assestamento - dei fondi legati allo sviluppo e alla coesione. Sono stati siglati gli accordi con i Ministeri interessati e negli anni dal 2018 in avanti si appostano fondi per oltre 370 milioni di euro. Sono fondi che vanno a garantire l'acquisto di materiale rotabile per quanto riguarda il sistema ferroviario. Altri interventi su opere e investimenti pubblici di centrale importanza (penso al nuovo Ospedale nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola) e tutte le altre spese sono indicate in un apposito allegato a questa legge di bilancio.
Quindi anche l'aver assicurato in una logica pluriennale superiore rispetto al triennio di riferimento è un'operazione che, con lungimiranza guarda ad una programmazione di medio-lungo periodo e non relega l'attività della Regione alla mera amministrazione dell'esistente o dell'annualità corrente. Anche questo credo che, al di là del dato tecnico e contabile sia un aspetto politico di centrale importanza, specie in un Ente che partiva - e lo ricordo in ogni relazione a qualunque legge di bilancio, di assestamento e di rendiconto che ho l'onore di fare - dal riconoscimento di un disavanzo complessivo iniziale di oltre 3 miliardi di euro, di cui abbiamo dato impegno di copertura nel periodo che la legge pretende essere quello di copertura.
Poi abbiamo una serie di misure in materia di personale regionale, con la rideterminazione del fondo accessorio per completare quel processo di unificazione e parificazione della condizione dei dipendenti regionali storici rispetto ai dipendenti che sono pervenuti nell'organico regionale a seguito del trasferimento dalle Province.



PRESIDENTE

Chiedo scusa. Posso chiedervi, per cortesia, di far ascoltare all'Aula quello che dice il Consigliere Appiano? E questo vale per tutto il Consiglio. Prego, collega, prosegua pure.



APPIANO Andrea

Vi è poi un'ulteriore disposizione per quel processo di chiusura della stagione delle Comunità montane; il contributo all'Ente di gestione delle Aree protette della Valsesia per dar seguito al giudicato di una sentenza del Tribunale di Vercelli - Sezione lavoro, per quanto riguarda i rapporti di lavoro di quell'Ente; l'appostamento di una somma di 4 milioni di euro per far fronte alle esigenze sopravvenute, legate all'evento alluvionale 2018, che ha toccato parte della nostra comunità piemontese; l'appostamento di 1,5 milioni di contributo per la parte a nostro carico della realizzazione della viabilità di accesso al nuovo Ospedale dell'area nord orientale della nostra regione; un contributo straordinario di 250.000 euro per le opere connesse al sito di interesse nazionale di Casale Monferrato per quanto riguarda le bonifiche dall'amianto, dove Casale è il capoluogo di un distretto che raggruppa 48 Comuni interessati da questo tema; il milione di euro per la stabilizzazione del fondo di gestione del Teatro Regio di Torino; alcune appostazioni finanziarie per quanto riguarda le opere di manutenzione idraulica e idraulico-forestale e le opere di spegnimento incendi (oggetto degli articoli 16 e 17 del disegno di legge) i contributi per promuovere i contratti di filiera e di distretto nel quinquennio 2015-2020 e per permettere quindi la partecipazione ad apposito bando ministeriale; la sospensione dell'imposta sulle emissioni sonore degli aeromobili; alcuni piccoli correttivi alla normativa in materia di turismo e in materia di agevolazioni per le micro stazioni, per quanto riguarda il turismo di montagna.
Una piccola variazione alla legge in materia di cave: a fronte di alcuni ritardi nella partenza del nuovo sistema che vede la modifica delle competenze in materia sanzionatoria, affermiamo che, laddove è la Regione in via sostitutiva (temporaneamente sostitutiva), ad eseguire le sanzioni in materia di estrazioni, il 50% di queste venga incamerato dal bilancio regionale, in analogia con quanto avviene nei Comuni, in merito alle sanzioni in materia di circolazione stradale sulle strade provinciali, che vengono eseguite dal personale delle polizie locali.
Ancora, la norma che citavo nelle premesse, contenuta nell'articolo 24 che vincola le economie derivate dalla rinegoziazione di mutui (un processo che è stato oggetto di ampia discussione anche nella giornata di ieri, in Commissione) all'estinzione dei derivati. È un'operazione che, se tutto va bene, metterà in sicurezza le prossime amministrazioni regionali per un terzo dell'ammontare complessivo dei derivati.
Infine, la dichiarazione d'urgenza che, dato anche il periodo dell'anno, è quanto mai necessaria e opportuna.
Pertanto, è un assestamento che guarda certamente al 2018, ma che guarda anche in modo sostanziale e non formale al triennio di riferimento e che, oltre a contenere dati contabili, contiene anche elementi di forte e interessante prospettiva politica da qui alle prossime annualità e alle prossime amministrazioni regionali.
Chiudo quest'intervento ringraziando la Giunta, in particolare nella persona del Vicepresidente, per il preziosissimo lavoro svolto su questo testo insieme agli Uffici.



PRESIDENTE

La parola al relatore di minoranza, Consigliere Bono.



BONO Davide, relatore

Grazie, Presidente.
Arriviamo alla discussione dell'assestamento di bilancio, come ampiamente previsto, a dicembre già avanzato. Questo è sicuramente indice della difficoltà finanziaria del nostro Ente, forse anche di una strategia politica adottata non solo da questa Giunta, ma anche dalle precedenti, per cercare di sminare, depotenziare, svuotare di significato il dibattito politico interno all'Aula.
In effetti, se consideriamo le tempistiche di altri provvedimenti (pensiamo all'omnibus, contestato in tutte le riunioni dei Capigruppo per le lungaggini dell'approvazione - devo riconoscere, non a causa del Vicepresidente Reschigna, che forse è l'uomo con maggiore esperienza politica rispetto ad altri colleghi dell'Aula), sull'assestamento di bilancio abbiamo avuto due sedute e mezzo di Commissione e sono convocate due sedute di Consiglio regionale.
Si pensa di approvare entro domani il provvedimento e questo è già indicativo del fatto che quest'assestamento, almeno per la parte relativa ai Consiglieri, quindi alle proposte di modifica d'Aula, è sostanzialmente inutile: siamo all'11 dicembre e qualunque richiesta di modifica verrà bocciata, cassata, dal Vicepresidente Reschigna, con motivazioni più o meno varie e attendibili, relative ovviamente al tempo e al fatto che tutte le possibilità di manovra sono già state assunte dall'esecutivo, dalla Giunta dal Vicepresidente stesso. Prova ne è che, ad esempio, alcuni emendamenti proposti dal nostro Gruppo sono stati raccolti all'interno del maxiemendamento (il n. 126, che è allegato alle tabelle dell'articolo 1) ma non è stato possibile accoglierli - a detta del Vicepresidente Reschigna poiché c'erano problemi (cito testuali parole) con i sistemi informatici il CSI - per cui risultava più facile predisporre un'unica tabella con entrate e uscite pareggiate, piuttosto che approvare degli emendamenti del Consiglio. Questo, sia nei confronti dei Consiglieri di opposizione sia nei confronti dei Consiglieri di maggioranza. Almeno sul tabellare c'è stata uniformità di trattamento! Sull'articolato, invece, sono state fatte valutazioni diverse.
Tornando alle tempistiche, come l'Aula sa io sono affezionato all'excursus storico delle tempistiche dei nostri bilanci. Quest'oggi sono tornato un po' indietro, non solo alla scorsa legislatura, ma fino al 2001 e devo dire che l'andazzo di approvare l'assestamento sempre più in là nell'anno risale veramente ad anni lontani, quanto meno al 2004, ma probabilmente, se andassimo ulteriormente indietro, risalirebbe a tempi ancora più lontani.
Si dirà che la Corte dei Conti ha dato il giudizio di parifica sul rendiconto solo a settembre inoltrato, ma è ovvio che, se il bilancio viene approvato a marzo o ad aprile, andiamo in coda rispetto alle Regioni che approvano il bilancio previsionale a dicembre, entro i termini stabiliti dalle leggi nazionali. Pertanto, è un cane che si morde la coda: approviamo l'esercizio di bilancio sempre più tardi, il rendiconto viene approvato dopo la pausa estiva, il giudizio di parifica arriva a settembre-ottobre e l'assestamento di bilancio - giocoforza - deve arrivare a dicembre.
Bisognerebbe assumersi l'impegno (non dico che sia semplice e non complicato) di anticipare le tempistiche di approvazione dei bilanci e prevedere, piuttosto, un bilancio previsionale un po' più previsionale provando ad assestarlo durante l'anno, ovviamente con un rendiconto approvato entro i termini canonici, cioè febbraio-marzo, poiché il rendiconto fotografa l'anno precedente. Non chiedo che il 31 dicembre a mezzanotte, momento in cui si dovrebbe festeggiare l'arrivo dell'anno nuovo, ci siano già tutti i dati, ma che dal 6-7 gennaio, con le adeguate procedure informatiche, si possano avere tutti i documenti per il rendiconto.
Dobbiamo veramente cambiare modalità di fare politica di bilancio perché noi non ci stiamo a dover poi fare - questo sì - il teatrino della politica.
Abbiamo presentato degli emendamenti che, più che altro, rappresentano delle istanze politiche. Tra l'altro, molte di queste erano declinate come il Vicepresidente Reschigna sa - più sul 2019 che sul 2018, perché ci siamo detti: "Intanto sul 2018, sostanzialmente, passa nulla!".
Abbiamo provato a spostarli sul 2019, ma in Commissione il Vicepresidente Reschigna ha detto "No, 2019-2020 lo vediamo da gennaio nel previsionale".
Diteci come possiamo lavorare, perché qui stiamo tutti lavorando, o almeno provando a lavorare o, meglio, stiamo provando a fare politica quindi a fare proposte relative alle esigenze più sentite da parte dei vari Gruppi consiliari.
Per cui, com'è giusto che la Giunta faccia il suo documento di bilancio e i suoi emendamenti, che giocoforza vengono approvati, è giusto che anche i Consiglieri, soprattutto di opposizione, presentino emendamenti.
Ovviamente, secondo noi, i Consiglieri della maggioranza sono rappresentati dalla Giunta, quindi sarebbe strano e stucchevole che si mettessero a fare emendamenti per modificare le tabelle di bilancio. E' sempre successo in passato, ma sarebbe un po' strano e stucchevole, perch hanno un canale diretto con la Giunta: si parlano, discutono, litigano e poi trovano un accordo e una quadra. I Consiglieri di opposizione, invece l'unico strumento che hanno per far capire le esigenze di bilancio sono gli emendamenti al bilancio stesso.
Ci siamo ridotti con queste tempistiche, quindi lo spazio è spostato sull'articolato. La legge di assestamento di bilancio, che partiva da sette articoli, è diventata di 26 articoli, compresa l'urgenza. Sono stati aggiunti tanti articoli che però, al proprio interno, devono comprendere variazioni di bilancio. Poiché siamo in assestamento, non possiamo inserire modifiche normative testuali, ma dobbiamo inserire modifiche scritturali normative che abbiano un sottostante di base finanziaria, quindi con investimenti.
Torniamo di nuovo alla difficoltà, non solo di scrivere leggi (e di questo ne parleremo, credo presto, in Capigruppo) che abbiano invarianza finanziaria (e su questo si aprirà un dibattito che credo andrà avanti anche nella prossima legislatura), ma anche articolati di legge che modificano l'articolato di legge che abbiano una copertura finanziaria minima.
Sarebbe un po' assurdo inserire, in assestamento di bilancio - ma mi aspetto di tutto per il futuro - norme che abbiano un impegno finanziario che però sono di invarianza finanziaria.
Dopo averlo visto in una proposta di legge della maggioranza, ce l'aspettiamo presto anche negli assestamenti di bilancio, ossia dire: modifichiamo le leggi, ma la spesa va in capitoli già esistenti. Mi si permetterà un po' di ironia, ma non tanta, perché è quello a cui stiamo assistendo in questi giorni, quindi veramente ci aspettiamo di tutto.
Su questa legge di bilancio sono stati fatti interventi, sicuramente importanti; mentre a noi, sul 2019/2020 è stato precluso qualunque intervento, abbiamo visto che il Vicepresidente Reschigna, sul 2019/2020 ha messo le mani avanti o sopra, a seconda di come si voglia interpretare e giustamente ha raccolto, dalla manovra di bilancio nazionale (tra l'altro non ancora approvata, quindi anche su questo valutazioni sono da fare), i 20 milioni che arrivano dallo Stato per il rinnovo dei centri per l'impiego, stanziati nel 2019 su tre capitoli.
Tra l'altro, nei tre capitoli che vedo la somma non fa il totale, come diceva al contrario Totò, però sarebbe interessante ricapitare e analizzare i tre capitoli, perché non si arriva a 20 milioni: ci sono 6, 9 e 2, quindi non si arriva a 20 milioni. Oltretutto, c'è una diminuzione anche su un altro capitolo, ma lo vedremo bene nel previsionale.
Ieri, l'Assessore Saitta esultava per i soldi in più che arrivano dallo Stato, 50 milioni di euro sui due miliardi di euro dell'edilizia sanitaria in più, con un colpo di bacchetta magica, ha fatto comparire 30 milioni di euro per due dei quattro nuovi ospedali, quello dell'ASL TO5 e dell'ASL VCO, quando - io dico - per anni c'è stato detto che: a) eravamo in piano di rientro; b) non avevamo soldi neanche per piangere; c) non avevamo soldi per assumere e d) non avevamo soldi per la manutenzione degli ospedali.
Invece così, d'improvviso, spuntano fuori dal cilindro 30 milioni dalla gestione sanitaria accentrata del 2014, non del 2018, ma del 2014. Potremmo essere noi distratti, perché tra l'altro la GSA ha colto in fallo anche alcuni Sindacati che dicevano che non erano stanziati i fondi per il rinnovo contrattuale, ma a questo punto chiedo trasparenza sulla gestione sanitaria accentrata, perché non rientra nei nostri bilanci e, fra l'altro nei bilanci verificati e validati dal Ministro della Salu te e dal MEF.
Noi chiediamo trasparenza su questa GSA. Se c'è un tesoretto che viene utilizzato con un colpo a sorpresa a Natale 2018, sia perché a Natale siamo tutti più buoni sia perché ci sono tra cinque mesi le elezioni, vorremmo sapere quanto cuba questo tesoretto, non solo sul 2014, ma anche sugli anni successivi.
In questo modo diventa complicato e do anche la stura al collega Andrissi per scopriamo se riusciamo a coprire tutti gli ospedali con questi fondi miracolosi, fondi pubblici. Mettine 30, ne arrivano 50 da Roma, altri 60 dagli FSC, altri 30 dalla Regione, alla fine copriamo, non dico la Città della Salute di Torino che forse è un investimento più oneroso, ma forse gli altri riusciamo a coprirli con soldi pubblici o, comunque, ad alzare molto l'asticella della partecipazione del pubblico.
Questo è sicuramente un tema importante.
Andando negli ultimi tre minuti sulla legge di bilancio, ci sono tanti articoli. Noi abbiamo condiviso gli incrementi di spesa che ci sono stati su alcuni capitoli, ad esempio quello per coprire la Basilica Superiore del Santuario d'Oropa, ma abbiamo alcune perplessità sulla suddivisione del fondo FSC 2014-2020.
Il collega Valetti stava studiando anche i capitoli riguardanti la parte del trasporto, per capire e per coinvolgere anche un po' il Consiglio regionale. Noi apprendiamo le variazioni sulle tabelle di bilancio riguardanti FSC durante il bilancio stesso. Avevamo chiesto al vicepresidente Reschigna di poter fare una valutazione del Fondo Sviluppo e Coesione insieme in Commissione. Qualcuno l'ha mai vista? No. Noi non l'abbiamo vista.
Di nuovo, non eravamo distratti; di solito in Commissione ci siamo e siamo anche numerosi, a differenza di altri Gruppi consiliari, quindi il Fondo Sviluppo e Coesione è stato deciso di nuovo dalla Giunta regionale senza possibilità di andarlo a valutare insieme al Consiglio regionale.
Qui vedo le tabelle: ci sono diversi interventi, anche del rinnovo del materiale ferroviario e su gomma, oltre ad interventi sulla sicurezza delle strade provinciali.
Vorremmo capirne di più. Ci sono altri fondi per l'ospedale Unico del VCO. C'è anche la realizzazione della strada: anche lì avete di nuovo scelto di costruire un ospedale su una collina. Spero non ci siano le stesse conseguenze dell'ospedale di Verduno, ma probabilmente al Presidente Chiamparino piace lavorare di calcestruzzo, cemento, escavatori e quant'altro; avevamo una collina a Ornavasso (uso volutamente il tempo passato), ma la si spiana, la si rende pianeggiante e si costruisce sopra un ospedale. Servirà, poi, una strada: speriamo solo che non diventi una "mulattiera" come quella dell'ospedale di Verduno, o che non serva la funivia per raggiungerlo, se no tra cinque o dieci anni rivedremo ad Alba e Bra le stesse problematiche che abbiamo vissuto per l'ospedale di Verduno.
Sul resto, è stata varata una misura importante per quanto riguarda il riacquisto dei derivati - "varata" è un parolone, sarebbe più corretto dire "si sta iniziando ad attivare" - anche questa tramite una norma predisposta dalla Cassa Depositi e Prestiti e, poi, da una misura nazionale.
Allunghiamo ulteriormente il pagamento delle obbligazioni sottostanti i derivati (forse non si poteva fare diversamente, non lo so, forse sì o forse no), per cui prolunghiamo il pagamento delle rate, quindi la spesa complessiva: questa Regione terminerà di pagare i propri debiti contratti da Amministrazioni precedenti chissà quando! Sicuramente dopo il 2040, ma questo è un altro tema.
Sui singoli punti interverremo nel corso della discussione generale e nella presentazione degli emendamenti (o forse diranno qualcosa anche i colleghi), perché non c'è più tempo.
Sicuramente, uno dei temi su cui solleciteremo ancora quest'Amministrazione sarà quello relativo alle politiche sociali. Come avevamo detto, sul 2019 e 2020 c'era un buco, sul quale è intervenuta parzialmente l'Amministrazione, ma la questione irrisolta di questa Regione oltre al debito, perlomeno secondo il sottoscritto, che ha forse una predisposizione particolare per il tema sanitario, quindi salute, anziani e non autosufficienti - è il tema delle politiche sociali, su cui dobbiamo trovare una modalità, magari prima della fine legislatura, che non sia quella di una bozza fantomatica del disegno di legge del fondo socio sanitario di cui tutti parlano ma su cui nessuno ha nulla, per dare un riscontro ai tanti anziani e ai tanti non autosufficienti che non ricevono risposte da questa Regione da troppo tempo.



PRESIDENTE

Dichiariamo aperta la discussione generale.
Vi sono Consiglieri che desiderano intervenire?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale, ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Proverò a fare una valutazione generale non soltanto sull'assestamento di bilancio, ma, in special modo sulle politiche di bilancio che hanno contraddistinto gli ultimi anni di questo Consiglio regionale. Perché è certamente vero che i primi anni, per tutta una serie di motivazioni che hanno fatto sì che la Giunta regionale si occupasse più del passato che non del presente e del futuro, avevano almeno una giustificazione rispetto a come venivano prodotti.
Come diceva il collega Bono, credo che vi sia, innanzitutto, un tema che riguarda tutti: quello relativo alla tempistica. Se è pur vero che la parifica della Corte dei Conti oggi stabilisce un tempo in cui si approvano i bilanci (tempo che è dato, ovviamente, dalla parifica stessa), è altrettanto vero che si dovrebbe tentare di approvare il bilancio quando prescritto dalla norma.
Ricordo che questo Consiglio regionale nel 2010, votando quasi solo leggi di bilancio nell'arco di un anno, approvò tanto il bilancio del 2010 quanto l'assestamento del 2010 e il preventivo del 2011. Tutto nell'anno 2010! Quindi non votammo l'esercizio provvisorio, come non accadde nel 2009.
Da questo punto di vista, credo che sulle politiche di bilancio ci vorrebbe un'attenzione maggiore da parte di tutti i Gruppi consiliari per far sì che, com'è accaduto in questo caso (ma anche in atti precedenti di bilancio), vengano licenziati in tempi debiti rispetto a quando sono presentati: ciascuno svolgerà, ovviamente, il proprio lavoro emendativo, ma è importante che l'Ente abbia i bilanci per tempo.
Però non basta solo questo: io credo, altresì, che i bilanci - a mio avviso è l'altro aspetto che credo sia mancato - debbano essere veritieri rispetto al voto del Consiglio.
I bilanci, ovviamente, non sono "non veritieri", ma vi è sempre distanza fra ciò che il Consiglio vota e quelle che sono le reali spese impegnate o le risorse che, una volta approvato il bilancio, vengono distribuite alle singole Direzioni. E, talvolta, queste distanze variano di molte decine di milioni (nel primo anno c'erano addirittura 300 milioni di euro come differenza fra quanto aveva votato il Consiglio regionale e quanto era stato impegnato nell'arco dell'anno!).
Ci tengo a precisarlo, perché altrimenti il lavoro che facciamo è assolutamente inutile: è inutile presentare emendamenti che riguardano qualche centinaia di migliaia di euro se poi, all'interno di missioni e programmi, vi sono stanziamenti già previsti a bilancio che non vengono utilizzati! L'altro aspetto - anche se devo rilevare che questo è l'unico anno in cui il fatto che i bilanci continuino ad essere considerati annuali e non triennali è comprensibile, sia pure con qualche digressione che poi vedremo è che dovremmo imparare, in particolar modo da quando la legge nazionale non ha più fatto distinzioni fra bilancio annuale e bilancio triennale (esiste un unico bilancio), a fare del "bilancio" il vero strumento di programmazione di un'Amministrazione regionale, utilizzando non solo l'anno in corso (in questo caso il 2018, visto che stiamo discutendo dell'assestamento), ma anche interessare il 2020 e 2021.
L'altra anomalia per cui si è sempre contraddistinta questa Legislatura, è usare sia da parte della Giunta sia, soprattutto, dei Gruppi consiliari di maggioranza lo strumento del bilancio per inserire in legge ciò che in legge non ci dovrebbe stare.
Vedremo tutta una serie di stanziamenti che non necessariamente devono essere inseriti all'interno di una legge regionale (lo dico seguendo i singoli capitoli): per esempio, il sottoscritto e il collega Pichetto promuovemmo uno stanziamento per Oropa, ma con una delibera di Giunta - non è necessaria una legge per prevedere un maggiore stanziamento, così come è avvenuto per il Parco della Valsesia.
C'è una motivazione a monte di uno stanziamento; è sufficiente garantire una dotazione maggiore al Settore. Così come sugli eventi alluvionali, ci sono almeno tre norme distinte che consentono lo stanziamento dei 4 milioni di euro previsti all'interno dell'articolato (articolo 12). Mi chiedo se quel contributo debba diventare una parte della legge regionale, avendo noi delle leggi regionali di settore. Io non credo.
Dobbiamo capire se le leggi che votiamo servono a qualcosa; all'interno di quelle leggi che - lo ricordo - sono il perimetro con il quale il Consiglio regionale intende operare, finanziamo le leggi che il Consiglio regionale vota, oppure utilizziamo un secondo modello, usato dal centrosinistra, in particolar modo dai Gruppi di maggioranza di centrosinistra, per avere una qual certa visibilità, in questo caso, certamente preelettorale, in cui si mettono in legge, per darne visibilità cartacea e non solo, una serie di aspetti.
Taluni aspetti li condividiamo completamente, certamente, quello degli eventi alluvionali, ma abbiamo la legge 11, la legge 38, abbiamo tutta una serie di norme che consentono di finanziare questo Settore. È evidente che lo dico per chi ci ascolta - se all'interno dell'articolo che comprende tutti i finanziamenti e le leggi regionali c'è "+ 4 milioni", non lo nota nessuno; se all'interno, invece, dell'articolato della legge c'è scritto " 4 milioni"risulta più evidente.
Dobbiamo intenderci, però, sull'attività normativa, perché se no badate - noi, trasformiamo gli emendamenti alla tabella A, come ha fatto la maggioranza, in emendamenti all'articolato che hanno valenza economica. In tal modo, per la maggioranza è più facile motivare la presentazione dell'emendamento, cosicché, nel momento in cui dovesse esserci il "no", il riferimento è chiaro, non essendo scritto "Missione 18" o "Misura 14" e quant'altro, ma "Finanziamento dell'attività turistica in Piemonte" per 3 milioni di euro. Vale per il fondo del Teatro Regio, che poteva stare all'interno del capitolo sulla cultura; vale per le spese per lo spegnimento incendi nel sistema regionale di Protezione civile che prevede con l'assestamento del 2019, contratti quinquennali dal 2020 al 2024.
Io mi domando quale sia la necessità di inserirlo all'interno di due esercizi di bilancio differenti, se non quella, evidente, di dare una garanzia legittima al mondo associazionistico della Protezione civile.
Bisogna capirsi: o il bilancio è triennale e noi agiamo sul triennio oppure non interveniamo sul triennio solo ed esclusivamente quando ci conviene e facendolo figurare all'interno della norma. Credo che questa modalità dovrebbe interessare anche la Presidenza del Consiglio, perch anche da un punto di vista della qualità normativa ci si deve spiegare, per esempio, come si emenda una norma di bilancio, perché se questo è il modello, noi sappiamo (lo so che l'attenzione della Presidenza è sempre alta su questi temi). Io ogni tanto batto le mani, Presidente, ma ogni tanto è necessario.



PRESIDENTE

Sto parlando con il nuovo Dirigente.



VIGNALE Gian Luca

Ho capito, ma lei ha un dovere: lei è stato eletto per seguire i lavori del Consiglio. Se lei non può, legittimamente.



PRESIDENTE

Io non posso, e non devo dare conto a lei del fatto che per un momento parlo con un Dirigente. Lei poteva continuare: c'è il Vicepresidente della Giunta che l'ascolta.



VIGNALE Gian Luca

Guardi, il Vicepresidente fa un sacco di cose, non possiamo chiedergli Vicepresidente di rappresentare anche l'Ufficio di Presidenza: mi sembra oggettivamente eccessivo.
Pur essendo andato fuori tempo. Si approfitta delle disattenzioni in tutto. Ripeto, rispetto alla modalità di presentazione degli emendamenti la Presidenza del Consiglio ci dica se, relativamente a quelli di spesa, si debbano presentare relativamente alla tabella A, oppure se trasformiamo tutti gli emendamenti che abbiamo presentato - com'è avvenuto in questa legge di bilancio, pur intervenendo in leggi esistenti - in singoli articoli di spesa. È un'altra modalità, certamente molto più lenta per i lavori del Consiglio, ma è quello che noi riscontriamo, non dalla norma arrivata in Commissione, ma da quella uscita dalla Commissione, con le varie modifiche. A me non pare il sistema, altrimenti evitiamo di fare l'allegato A e ognuno le proprie necessità politiche le scrive, nero su bianco, facendo nuovi articoli.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Brevemente. Relativamente alle questioni sull'urbanistica questo assestamento ha reso palese un dato di fatto, che è ancora l'impasse in cui viviamo rispetto ai grandi cambiamenti che l'urbanistica regionale dovrebbe affrontare nei prossimi anni.
Lo scorso anno abbiamo approvato il Piano paesaggistico regionale abbiamo approvato il nuovo regolamento edilizio, tipo quello nazionale.
Entrambi i documenti sono fiori all'occhiello per la Regione Piemonte che li approva tra le prime Regioni in Italia. Una Regione con i suoi Uffici regionali che nascono sotto una buona stella; una Regione che si era dotata, tra le prime in Italia, di una legge urbanistica regionale con un Assessore, il professore Astengo, che era uno dei punti cardine dell'urbanistica italiana negli anni 60-70.
Oggi abbiamo l'opportunità di essere tra i primi della classe. Primi della classe sulla carta, ma poi bisogna essere primi della classe anche nei fatti. Su questo segniamo leggermente il passo. Segniamo il passo riducendo la quota delle somme a disposizione per i Comuni, per l'adeguamento degli strumenti urbanistici comunali e sovraccomunali. Una dotazione che noi paventavamo essere troppo ridotta (due milioni di euro) mentre allo stato dei fatti abbiamo una dotazione rimanente ancora di un milione di euro. Questo perché la macchina degli adeguamenti non è partita e in Commissione la valutazione che ci siamo sentiti di fare, è stata quella che bisognerebbe capire qual è il metodo che ci si è dati. Se il metodo, che abbiamo per di più condiviso nei mesi e negli scorsi anni abbia avuto delle conseguenze sulla normativa regionale e sul metodo di agevolazione dei piani regolatori.
Basandoci sul fatto che un Piano paesaggistico regionale e un nuovo tipo di intendere l'urbanistica deve basarsi su adeguamenti che debbono essere sempre di più sovracomunali per avere più ampio spazio d'azione e di pianificazione, ci siamo chiesti se non valeva la pena creare dei criteri di premialità che raggiungessero chi faceva delle politiche virtuose e chi non andava a polverizzare risorse utili per la pianificazione.
Facendo questo, abbiamo apprezzato anche le proposte emendative della maggioranza in tal senso. Proposte emendative che in Commissione sono state sospese e vengono ripresentate oggi in Aula, con perfezionamenti relativi alla dinamica dei finanziamenti. Finanziamenti che in Commissione erano stati proposti per le Unioni di Comuni e che oggi vengono ampliate, anche ad altre forme di esercizio associato della materia urbanistica. Pensiamo sia corretto, anche stante il panorama attuale delle Unioni di Comuni.
Sappiamo bene quali situazioni abbiamo in Piemonte: situazioni di continuità territoriale e di omogeneità di unioni di Comuni che per lo più ricalcano le vecchie unioni e le vecchie comunità montane. Abbiamo altri casi in cui le vecchie comunità montane e le vecchie unioni sono polverizzate e hanno creato nuove unioni spesso veramente singolari, con territori non confinanti, con territori che non hanno nessuna continuità territoriale. Per questo ci premuravamo del fatto che non venissero premiate queste unioni che, di fatto, non sono auspicabili.
L'inserimento di questo emendamento nella nuova modalità che suggerisce anche diverse forme associate, ovvierebbe a questo problema.
Su questo tema, chiaramente, c'è da fare un collegamento al disegno di legge presentato solo ieri in I Commissione e relativo alle forme associative, alle unioni di comuni. Nuova legge regionale che dovrebbe cambiare il panorama.
Vorrei fare un riferimento a quanto avevamo rilevato, addirittura, nel primo anno di consiliatura, cioè che queste unioni, basate sull'attuale legge regionale, non avrebbero funzionato e non sarebbero state governabili. C'era stato detto che, con pazienza e con concertazione con i Comuni, si sarebbe giunti a un panorama più stabile e più congruo. In realtà questo panorama più stabile più congruo non è stato possibile raggiungerlo e arriviamo oggi, praticamente fuori tempo massimo, con questa legge regionale. Penso che ci sarebbe stato tempo e modo di affrontare il tema in precedenza, con maggiore attenzione e confronto sul tema.
Ultima questione relativa all'assestamento. Volevo fare un flash su un'altra questione relativa ai fondi del PTA. Fondi relativi al miglioramento dei corpi irrigui superficiali, fondi che sono stati ridotti in base alle risultanze del bando regionale. Fondi che, per il primo anno in realtà, sono stati stanziati e assegnati. Un PTA che porta la data del 2007 è un PTA che ha grandi speranze e risorse, ma ha fatto una fatica enorme ad essere applicato. Tant'è che molte parti applicative di questo documento sono arrivate negli ultimi due o tre anni, quando era già in corso la revisione del PTA stesso. Adesso arrivano queste politiche di incentivazione che, ben vengano, ma speriamo che il prossimo anno siano più congrue a quello che è il plafond, che deriva dalle politiche di tariffazione dell'acqua. Su queste risorse fisse e che entrano in capo alla Regione - pensiamo che non si possa continuare ad utilizzare questi fondi in generale per il bilancio regionale, ma che questi debbano essere destinati al loro scopo principale ovvero migliorare la qualità dell'acqua; qualità dell'acqua che cerchiamo di migliorare come Regione Piemonte e che noi, come Movimento 5 Stelle abbiamo a lungo perorato con atti in Consiglio e con attività sul territorio.
Quindi ben vengano queste politiche; speriamo che il prossimo anno si giunga a una stabilizzazione di questo finanziamento e auspichiamo che molti Comuni e molti altri Enti vogliano partecipare a questi bandi di finanziamento per creare i presupposti di un ambiente migliore sulle rive dei nostri fiumi; ambienti che possano essere sia fruiti dai cittadini sia essere luoghi di qualità paesaggistica naturale ed urbana, ma anche di qualità ambientale.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media "A. Antonelli" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe II E della Scuola Media "A. Antonelli" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Federalismo

Esame disegno di legge n. 328 "Assestamento del bilancio di previsione finanziario 2018-2020 e disposizioni finanziarie" (seguito)


PRESIDENTE

Continuiamo l'esame del disegno di legge n. 328, di cui al punto 3) all'o.d.g. Ci sono altri Consiglieri che desiderano intervenire in discussione generale? Prego, collega Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Arriviamo a quest'assestamento un po' tardivo, però il periodo natalizio lo fa apprezzare un pochino di più.
Vorrei partire da una riflessione sul giudizio di parifica della Corte dei Conti. Nel giudizio di parifica, a un certo punto, la Corte dei Conti segnala delle cose molto interessanti, ovvero: "La necessità di realizzare nuovi presidi ospedalieri si scontra con la ridotta possibilità di intervento finanziario". Quindi la Corte dei Conti si dice preoccupata per questo massiccio utilizzo di fondi privati.
Non solo: la Corte segnala che nel 2017, in tema di investimenti nell'ambito dell'edilizia sanitaria, da parte dalla Regione vi è stato un misero investimento per la manutenzione straordinaria dell'edilizia sanitaria, ovvero solo lo 0,2% della spesa per il settore sanitario, il 5 del totale della spesa regionale.
Oggi però scopriamo che escono fuori soldi (30 milioni) da un bilancio della GSA del 2014: addirittura eravamo in Piano di rientro, eppure vi erano dei soldi non utilizzati. Per carità, che i soldi vengano utilizzati proficuamente ci fa piacere, però dobbiamo anche dire che, per quanto riguarda l'Ospedale unico del VCO, noi abbiamo sposato quella scelta politica di fare l'Ospedale e in questa legislatura siamo stati i primi a proporlo con un atto di indirizzo. Ciò non toglie che di quella scelta della collina di Ornavasso noi contestiamo il consumo di suolo e il non utilizzo di un'area dismessa che molto probabilmente avrebbe avuto già le infrastrutture realizzate (strade, ecc.). Adesso, infatti, vediamo che i primi aumenti di spesa iniziano arrivare, aumenti che purtroppo bisogna ovviamente coprire con fondi regionali.
Per questa situazione siamo preoccupati, perché effettivamente non era necessario complicarsi la vita andando a realizzare un ospedale in un'area collinare. A mio parere, gli Enti locali avrebbero dovuto fare uno sforzo maggiore, tenendo conto che non ci possiamo permettere - considerando anche il cambiamento climatico in corso e sapendo che purtroppo sempre più frequentemente arrivano le bombe d'acqua - di consumare ulteriore suolo andando a rischiare degli aggravamenti per le portate dei corsi d'acqua.
Questo è assolutamente un dato importante che andava tenuto in maggior conto, oltre che una possibile riduzione dei costi che vanno a impattare sulla Regione.
Invece sui lavoratori degli Enti Parco, abbiamo presentato un emendamento all'articolato, e ne ho già avuto modo di parlare durante la presentazione in Commissione. Considerato che abbiamo già perso tre ricorsi, proponiamo all'Ente regionale di arrivare a un concordato con i lavoratori, al fine di evitare spese processuali che vanno a gravare sempre sui bilanci regionali, tenendo presente che effettivamente a questi lavoratori, da quanto risulta dagli atti giudiziari, è stato dato un incarico a cui doveva corrispondere una retribuzione che non è corrisposta per cui diciamo che, dopo la terza sconfitta in ambito giudiziario, sarebbe cosa buona e utile evitare di andare avanti ulteriormente su questo fronte.
Per quanto riguarda la gestione rifiuti, tema su cui mi sono sempre battuto insieme ai colleghi, dispiace che alcuni fondi non siano stati utilizzati e che sia rimasto un avanzo di bilancio che è stato assestato. A mio parere, ha fatto bene il Settore ambiente a far uscire le linee guida sulla tariffazione puntuale, ma occorre maggiore comunicazione con i Consorzi e con gli Enti locali. Spesso vi è un atteggiamento diffuso sul territorio per cui si ritiene che realizzare e attivare la tariffazione puntuale sul territorio comporti costi elevati che porterebbero a un aggravio dei conti dei Consorzi (Consorzi unici di Area Vasta, dopo che verranno unificati) e che questi costi aggraveranno le tasse sui rifiuti dei cittadini. In realtà, questi costi possono essere molto contenuti nel momento in cui si approfondisce bene il tema, perché i prospetti economici che vengono fatti girare a livello territoriale variano anche di dieci volte da Ente a Ente, a seconda dell'interesse o meno di attivare la tariffazione puntuale. Poiché lo considero un aspetto cruciale e poiché la Regione stanzia dei milioncini, ritengo che su questo fronte debba essere fatta chiarezza a livello territoriale. Su questo m'impegnerò, perché, nel momento in cui noi non realizziamo la tariffazione puntuale, non portiamo avanti uno degli impegni che questa Regione si è presa con il Piano rifiuti e con la legge n. 1 del 2018, dandosi proprio la priorità di attivare la tariffazione puntuale. Voglio ricordare a quest'Aula che la tariffazione puntuale ha avuto la migliore realizzazione in Piemonte, nel Consorzio Chierese per i Servizi, dove vi sono i migliori dati di rifiuto indifferenziato. Diversamente, noi faremmo del male non solo al territorio ma anche all'ambiente e alla buona gestione. Per comprendere bene questi aspetti, dovremmo diffondere maggiormente le conoscenze che sono in essere in questo consorzio. Su questo occorre uno sforzo complessivo, per chiarificare la situazione.
Per quanto riguarda i derivati, ero rimasto al fatto che non si sapeva (così ci aveva detto l'Assessore), visto l'interesse ballerino, se l'intera operazione fosse conveniente. Questo, facendo la somma degli anni in cui si ha un vantaggio rispetto a quelli in cui il calcolo degli interessi è negativo. Sicuramente, il costo degli interessi - e il giudizio di parifica lo dice: "Dal 2013, per i debiti che purtroppo sono venuti alla luce" quindi è un'azione meritoria da parte di quest'Amministrazione - per l'ente regionale sono passati (lo dice la Corte dei Conti) da 65 milioni, nel 2013, a 228 milioni e 39 mila, nel 2017. Questo è un dato che c'impone una grossa riflessione su quello che è avvenuto negli anni passati in Regione dove purtroppo si mettevano a bilancio delle spese che, poi, non avevano copertura. Noi, purtroppo, lo sappiamo.
Questa è la situazione, cui si vanno a sommare tre tranche di derivati.
C'è la possibilità di ammortizzare un derivato con una spesa di circa 130 milioni. Anche su questo, mi piacerà vedere il giudizio di parifica della Corte dei Conti. Io non sarò più presente in quest'Aula, ma vedremo cosa inserirà, se ulteriori interessi o spese straordinarie per copertura in autotutela del derivato, visto che - ai tempi - l'autotutela non ha avuto un buon successo.
C'è, poi, tutto il tema della morosità incolpevole, la cui entità è effettivamente reale. Lo scopriamo da quest'assestamento, perch effettivamente nei bilanci precedenti non aveva avuto piena copertura.
C'è il tema molto forte della non autosufficienza e il tema della domiciliarità della non autosufficienza, che si collega al Piano cronicità e al tentativo di rallentare la non autosufficienza dei cittadini piemontesi che purtroppo vanno incontro a patologie degenerative. Quindi la gestione del paziente cronico, che è sicuramente interesse di tutti gestire maggiormente al proprio domicilio, poiché si riducono i costi.
Occorre capire se l'assegno di cura lo vogliamo portare su tutto il territorio regionale o se lo limitiamo ad alcune Aziende sanitarie.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Due parole sul capitolo dei trasporti, perché si ripresenta una situazione che avevamo già fatto notare quando venne assunta la decisione (circa un anno fa), nel previsionale, sulla questione dei fondi FSC e del rinnovo dei mezzi del trasporto pubblico. In particolare, fu dichiarato che sarebbero stati privilegiati gli acquisti di nuovo materiale rotabile per i servizi ferroviari regionali rispetto ad altri acquisti che sarebbero stati, in origine, la destinazione dei fondi in questione (circa 20 milioni di euro) per l'espansione del parco veicoli della metropolitana di Torino.
Ovviamente, qualunque scelta ha i suoi pregi e i suoi difetti. Abbiamo un parco veicoli molto vetusto in tutto il settore piemontese: sia su gomma sia ferrovia. I servizi metropolitani devono espandersi e, a questo proposito, voglio citare un dato molto preoccupante, anche se non riguarda il Piemonte: in Italia - in generale - l'età media del parco circolante dei mezzi pubblici è di 12 anni; addirittura il 60% è precedente all'Euro 4 quindi abbiamo uno stato assai peggiore di quello esistente nel comparto automobilistico. Se oggi applicassimo gli stessi criteri dei blocchi auto anche ai mezzi pubblici, fermeremmo il 60% del parco circolante.
Pertanto, s'impone una riflessione sui criteri di allocazione dei fondi. Poi, sappiamo che gli FSC ed altri fondi arrivano dallo Stato nazionale ed alcuni direttamente dall'Europa (quello che citavo prima è oggetto anche di deliberazione CIPE). Resta il problema che questi soldi ora sono destinati alla ferrovia e ci chiediamo cosa ne sarà dell'espansione dei convogli della metropolitana, sperando che i treni arrivino in tempo per i prolungamenti previsti.
Senza andare troppo lontano, è chiaro che, allungando le linee della metropolitana di Torino, si servirà più utenza e ci saranno più chilometri da percorrere, quindi serviranno più treni. Questo tipo di commesse molto particolari funzionano nel caso in cui si devono allestire apposite linee di produzione, perché la tecnologia che fu scelta per la metropolitana di Torino è proprietaria, quindi - attualmente - non sono in corso produzioni di questo tipo di treni per metropolitana. La produzione è cessata, per cui i fornitori devono allestire nuovamente catene di montaggio specifiche per le commesse richieste.
Questo era già stato evidenziato dall'azienda che attualmente gestisce la metro: al crescere degli ordini di questi treni, decresce il prezzo dell'unità singola.
Sarebbe stata buona cosa avere una programmazione di lungo periodo, per acquistare tutti i treni che servono, intensificando la frequenza di esercizio e non mantenendo solo l'attuale sui nuovi prolungamenti.
E questo è un problema. Dopodiché, guardando le tabelle della ripartizione dei fondi, vediamo una distribuzione sul triennio anche sulla parte dei fondi che citavo prima, gli investimenti sui treni. Adesso abbiamo l'incognita della procedura di dialogo competitivo per l'assegnazione del nodo SFM, quindi sapremo presto, secondo gli annunci dell'Agenzia della Mobilità e dell'Assessore Balocco, quale sarà l'esito dell'assegnazione del nodo ferroviario di Torino. Questo è molto importante perché cambia a seconda di quale gestore vincerà; cambia nel senso che, in ogni caso, abbiamo bisogno di nuovi treni, perché molti non ce la fanno più (il parco è in pessime condizioni, lo vediamo soprattutto d'inverno, quando basta poco per creare guasti e disguidi molto pesanti). L'anno scorso proprio in questo periodo, c'erano i blocchi totali della circolazione sul nodo di Torino, specialmente a Lingotto. Ricordo che si bloccò almeno un paio di volte, paralizzando l'intera circolazione ferroviaria di mezzo Piemonte, dato che quasi tutti i servizi ferroviari intersecano il nodo di Torino.
Vediamo che questi fondi sono distribuiti sul triennio, anche con una grossa parte sul 2020. Ci chiediamo qual è stato il criterio di questa distribuzione sul triennio e se sono previsti acquisti particolari, con un nodo che potrebbe venire assegnato già nel 2019.
Vorremmo capire se c'è una programmazione, perché sulla gestione dei contratti con il gestore ferroviario purtroppo non vi è ancora molta trasparenza. E' ancora in voga la prassi consolidata del gestire la contrattazione con le imprese a livello riservato, senza sapere che cosa c'è.
Abbiamo anche questo contratto ponte con Trenitalia in eterna ridefinizione; non ci è dato sapere che cosa si sta discutendo e quindi vuoi che si adombrino segreti industriali di altro tipo, di fatto non sappiamo qual è il futuro del servizio ferroviario in Piemonte. Non sappiamo quando arriveranno i nuovi temi e chi li gestirà.
L'auspicio è di chiarire questo discorso e di rassicurarci sul fatto che anche le risorse per la metropolitana, essendo state spostate, non saranno una patata bollente in mano all'Amministrazione che verrà - dover recuperare i fondi dalla nuova programmazione FSC - altrimenti saremo incapaci di gestire una metro che per l'epoca dovrebbe già essere stata prolungata di altri chilometri, sia verso Collegno sia verso Piazza Bengasi a Moncalieri.
Speriamo non si sia trattato solo di un magheggio per spostare soldi senza poi ripianarli da un'altra parte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie.
Intervengo brevemente perché i colleghi hanno già parlato in modo diffuso delle nostre iniziative rispetto a quest'assestamento. Gli emendamenti che ho presentato sono rivolti a pochi temi, che rappresentano alcune delle priorità principali del mio Gruppo.
In particolare, relativamente al tema della cultura abbiamo concentrato la nostra attenzione sulla difficile situazione del Teatro Regio presentando emendamenti che purtroppo sono stati respinti in Commissione.
Abbiamo cercato di incrementare il fondo a disposizione su tutti i capitoli. Siamo di fronte al cambiamento che avverrà con l'introduzione del Testo Unico, quindi bisognerà valutare le modalità attraverso cui verranno erogate le risorse e se verranno superati alcuni limiti collegati all'utilizzo delle norme che adesso sono state abrogate, in particolare relativamente ai ritardi nei pagamenti. Quello del Testo Unico è una sfida che ci aspetta e ne vedremo gli effetti quando probabilmente, come diceva prima il collega Andrissi, qualcuno di noi non sarà più in quest'Aula.
Gli altri temi su cui ci siamo concentrati sono relativi alle fasce deboli. Abbiamo presentato, sia in Commissione sia in Aula, emendamenti rivolti all'implementazione di attività per detenuti, ex detenuti, proprio per cercare di tenere alta l'attenzione su questo tema, sempre più attuale.
In questi ultimi giorni abbiamo visto episodi di violenza all'interno delle carceri, che denotano e denunciano il grave problema all'interno di queste strutture, ovviamente legato alla carenza di personale, ma anche alla difficoltà di avviare percorsi di ricollocazione, di formazione e di reinserimento nella vita normale per queste persone, nel momento in cui andranno a terminare di scontare la loro pena.
Grande attenzione è stata poi dedicata alla scuola. Su questo ovviamente abbiamo colto con soddisfazione l'intenzione della Giunta di garantire una copertura del 100% delle borse di studio universitarie, per vorremmo che la medesima attenzione fosse dedicata anche alle spese che le famiglie devono sostenere per la scuola nella fascia 0-16. Abbiamo delle graduatorie che non sono interamente coperte; ci sono famiglie che, pur avendo diritto di ottenere i voucher, non hanno la possibilità di ottenerli per mancanza di risorse. Sappiamo che la Giunta ha avviato un percorso di riforma anche nella gestione di queste risorse destinate ai voucher accorpando un po' tutte le fonti di finanziamento e prevedendo una gestione differente a partire dei prossimi anni, però ci piacerebbe molto che tutte le famiglie che devono affrontare spese di iscrizione e frequenza piuttosto che relative all'offerta formativa e ai trasporti, potessero ricevere adeguata copertura.
Ci piacerebbe avere un impegno del 100% per la copertura dei voucher perché ricordiamo che la fascia 0-16 è una fascia interessata dall'obbligo scolastico. Contrariamente alle borse di studio universitarie, che rappresentano una scelta, sicuramente apprezzabile e che va sostenuta con ogni mezzo, la fascia 0-16 è una fascia sottoposta ad obbligo formativo riteniamo doveroso sostenerla e coprire tutte le domande che pervengono alla Regione rispetto ai voucher.
Il sostegno alle famiglie è un altro punto importante: compare negli emendamenti del collega Valetti, per quanto riguarda il sostegno alle spese di trasporto per gli studenti; compare, altresì, in alcuni emendamenti che ha presentato la sottoscritta in Aula, in riferimento alla copertura delle spese per l'infanzia (quindi per l'acquisto di prodotti di prima necessità per i bambini piccoli). Sono spese gravose che, molto spesso, rientrano tra le valutazioni che le famiglie fanno prima di decidere o meno di mettere al mondo un bambino. Sappiamo che, purtroppo, il tasso di natalità della nostra Regione è molto basso, per cui è necessario sostenere le famiglie che decidono, direi coraggiosamente, di compiere questa scelta e, quindi di mettere al mondo dei figli.
A tal proposito, la Regione prevede, per l'appunto, la copertura di alcune spese in un capitolo che noi abbiamo chiesto di implementare.
Abbiamo chiesto di aumentare anche le risorse destinate alla riorganizzazione dei Centri per l'impiego. È un'altra grande sfida che ci aspetta nei prossimi mesi: Centri per l'impiego che saranno la colonna portante dell'introduzione del reddito di cittadinanza, ma che, purtroppo si trovano ancora ad uno stadio di inadeguatezza manifesta.
Bisogna potenziare la rete dei Centri per l'impiego: abbiamo visto in Commissione la presentazione di un piano di riforma di questi importanti punti di riferimento per le persone in cerca di lavoro, ma senza risorse tutto rischia di rimanere sulla carta. Anche per questo, quindi, abbiamo chiesto di potenziare maggiormente quei capitoli.
Tornando un attimo al discorso sulla cultura, abbiamo chiesto il punto della situazione rispetto al Museo di Scienze Naturali: sono previste delle risorse, ma abbiamo chiesto delle specifiche rispetto alla riapertura e non solo, quindi anche in merito ai lavori di restauro, manutenzione ripristino e messa in sicurezza. Auspichiamo che questo importante museo riapra al più presto e possa ritornare a svolgere la sua attività e soprattutto, che i lavoratori siano tutelati e possano svolgere serenamente il loro lavoro così importante anche per le scuole che, quotidianamente prima del disastro avvenuto ormai qualche anno fa, lo visitavano.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Ha chiesto la parola il Presidente Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Intanto prendo le distanze da un passaggio del collega Andrissi, il quale ha accennato al fatto che il periodo natalizio farebbe apprezzare maggiormente questo documento: collega Andrissi, io la vedo in maniera esattamente opposta, nel senso che a Natale, sentendomi più buono (come dovrebbe essere), le mie difese sono più basse e, quindi, non ho la capacità di resistere e di sopportare certe azioni, certe decisioni e talvolta, certi soprusi, come nel resto dell'anno.
Il documento presentato oggi, vivendolo come un qualcosa che nuoce alla mia comunità e, quindi, anche a me stesso, me lo fa mal sopportare molto più rispetto a quanto non sarebbe stato in un altro momento dell'anno - ma rientriamo nel campo della soggettività caratteriale.
Vorrei accennare a tre temi in premessa. Il primo parte da un dato oggettivo, numerico: sul fronte delle entrate si registra una variazione in negativo di 177 milioni (voce composta da più elementi, evidentemente anche da una quota di disavanzo). Questo dato, non essendo proprio di primo pelo mi fa sospettare che sia anche frutto di una vecchia abitudine, diffusa in maniera trasversale, con la quale, in fase previsionale, si era soliti gonfiare alcune entrate ("gonfiare" è un termine brutto, molto prosaico, ma se al Vicepresidente Reschigna viene in mente un termine più aulico è autorizzato a sostituirlo; non me ne voglia, ma in questo momento non mi sovviene null'altro) in maniera tale da sedare o contenere alcune tensioni alcune richieste e alcune sollecitazioni, in particolare della propria maggioranza, pur nella consapevolezza che certe cifre non avrebbero potuto trovare un riscontro nella realtà. Lo penso soprattutto se vedo alcuni elementi che compongono questo dato complessivo: penso, ad esempio, al taglio di 45 milioni sui 52 milioni previsti sul fronte alienazioni. Siamo tra l'80% e il 90%: Vicepresidente, o avete proprio scritto dei numeri a caso, magari con il pallottoliere, girando le palline con gli occhi bendati, oppure c'è stato qualche altro motivo che lei avrà la bontà di spiegarci, ovvero, in ultima istanza, ho ragione io nel sospettare che a monte di certe indicazioni e di certe imputazioni ci sia stata una volontà precisa, quella, appunto, di tenere buona una maggioranza.
Proprio per essere onesto nei suoi confronti, le dico anche che se non fossi mai stato testimone di certi atteggiamenti, farei più fatica a imputarli anche lei; ma non è così, quindi non mi viene così difficile.
Un altro elemento su cui credo sia giusto soffermarsi un attimo riguarda il tema dei contenziosi.
Credo che bene abbia fatto il Vicepresidente a scoperchiare questo calderone, portando alla luce, ma soprattutto intervenendo per quanto possibile di petto, per cercare una soluzione transattiva su alcune vicende. Credo che sia stato un gesto di intelligenza e responsabilità glielo voglio riconoscere. Ci sono, però, due dati che non posso non segnalare:: il primo è che diversi di questi contenziosi - mi spiace dover dare, pur tardivamente, un argomento in mano a parti politiche che non la pensavano come il sottoscritto rispetto, ad esempio, alla possibilità che il Piemonte potesse ospitare nuovamente le Olimpiadi invernali - aperti ancora oggi (penso, ad esempio, al contenzioso aperto per rate non corrisposte su un mutuo per il quale la Regione si fece garante, per il Villaggio olimpico, oppure per il contenzioso con il Comune di Bardonecchia legato all'ex colonia olimpica Medail. Alcune di queste partite le portiamo dietro dai tempi delle Olimpiadi invernali del 2006. Devo dire che, alla luce di questo, non posso non riconoscere che alcune preoccupazioni che spesso in maniera strumentale, sono state portate nel dibattito che ci ha coinvolti sulla possibilità di ospitare nuovamente le Olimpiadi invernali non fossero proprio peregrine. L'altro elemento di preoccupazione su questo fronte è legato alla capacità della Regione di chiudere queste operazioni quindi le gestioni transattive dei contenziosi che ho già citato ovviamente, con la garanzia di avere coperture economiche e finanziarie negli anni successivi, coperture che ad oggi mi pare che non ci siano.
La terza considerazione che volevo richiamare in premessa, già richiamata da altri colleghi, riguarda il ruolo e le funzioni statutarie del Consiglio regionale del Piemonte. Io credo che questa tecnica, che non posso credere si sia resa necessaria, ovvero quella di portare ad approvazione l'Assestamento di Bilancio a pochi giorni dalla fine dell'anno, credo che davvero sia profondamente lesivo di quelle competenze e di quelle funzioni statutariamente previste e assegnate al Consiglio regionale del Piemonte. Anche qui, Vicepresidente, per esperienza, posso facilmente sospettare che ci sia stata una volontà precisa di rispettare questa cadenza temporale. Quale modo migliore per disinnescare un certo assalto alla diligenza, soprattutto da parte dei Gruppi di maggioranza, che è quello di portare all'approvazione dell'Aula un documento che, se fosse modificato in qualche voce, non consentirebbe i tempi di realizzazione di qualche opera. Mi spiego. Se volessi presentare o se avessi deciso, per l'ennesima volta, di presentare un emendamento chiedendo un incremento su alcuni tipi di bonifiche o su un intervento ambientale di natura certamente prioritaria e se questo emendamento mai dovesse passare in questi giorni mi spiega lei in che modo sarebbe possibile impegnare le risorse aggiuntive di cui a quest'operazione, da qui alla fine dell'anno? Sa molto meglio di me che questo non sarebbe possibile, quindi sa molto meglio di me che, da un certo punto di vista, è estremamente utile e funzionale alla Giunta utilizzare quest'impostazione. Viene da sé, ma io da questo punto di vista mi aspetterei una difesa da parte di chi dovrebbe essere chiamato a tutelare gli interessi del Consiglio regionale, prima di tutto, dal Presidente e dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, tuttavia non ho sentito particolari voci in merito.
Venendo al dunque, capirò se manifesterà qualche atteggiamento di disagio e di disturbo se, per l'ennesima volta, impunterò a lei Vicepresidente, l'aver adottato un'impostazione ragionieristica a questo documento; però, aspetti ad arrabbiarsi, aspetti ad offendersi. Sì, so che ha le spalle larghe, quindi credo che.



(Commenti fuori microfono)



RAVELLO Roberto Sergio

Ma poi ne ha sentite ben di peggio, sicuramente, in questi anni.
Perché, per la prima volta inizio a sospettare che l'impostazione ragionieristica, che credo e spero abbiate deciso di seguire per l'impostazione di questo lavoro, sia molto meno dannosa per la vostra coscienza dell'alternativa, cioè dell'impostazione politica. È evidente che di fronte a qualunque documento, soprattutto un documento di finanza o di economia si possano scegliere due, anzi, tre impostazioni: l'impostazione ragionieristica, quella politica e la terza è la sintesi tra le due. Ecco nell'osservare, appunto, una certa freddezza in quanto contenuto in questo documento, inizio a sospettare davvero che voi l'abbiate fatto scientemente, altrimenti non mi spiegherei i motivi per cui dietro l'impostazione politica ci sono state alcune scelte che davvero non riesco a spiegarmi. Ne cito qualcuna: sul fronte del diritto allo studio, con questo assestamento, si opera con un taglio di 4 milioni di euro sui trasferimenti alle Province a copertura del Piano annuale degli interventi in campo scolastico, capitolo accordi di programma per l'edilizia scolastica. Allora io davvero non riesco a capire quale politica possa esserci dietro la decisione di ridurre questa voce di circa 1 milione e mezzo di euro, quando si parla d'interventi che avrebbero dovuto - ma lei lo sa molto bene - svilupparsi e realizzarsi in più annualità. Siamo arrivati all'ultimo anno e, per esempio, per l'accordo di programma con il Comune di Saluzzo e di Mondovì si taglia 1 milione su 1 milione 400 mila euro, quindi più di un terzo. Inoltre, sulla Provincia di Alessandria si taglia integralmente quanto previsto dall'accordo di programma. Beh allora, scusate: o si è dormito nei due anni e mezzo, quasi tre, precedenti oppure si è presa una decisione nel finanziare, nell'appostare a bilancio voci a copertura di questi interventi, senza avere la minima contezza di quanto avrebbe potuto essere davvero realizzabile. Vogliamo parlare di diritto allo studio? Erano stati stanziati 9 milioni e 200 mila euro come contributo all'acquisto dei libri di testo. Nelle tabelle si trova una cifra impegnata di 2 milioni e 800 mila euro.



PRESIDENTE

Consigliere Ravello, sono passati quasi 12 minuti.



RAVELLO Roberto Sergio

Ha ragione, Presidente, ma mi conceda ancora qualche secondo.
Avrei molte altre cose da aggiungere e ci sono alcune voci che non possono essere richiamate per sostenere una tesi. Ad esempio, a monte di tutto questo c'è anche un'altra preoccupazione: le nostre Direzioni sono professionali, efficienti e in grado di gestire e d'impegnare le risorse che vengono assegnate loro nel corso dell'anno, oppure non lo sono? Oppure ancora peggio - subiscono un input da parte della Giunta a non impegnare le risorse appostate a bilancio? Faccio anche qui due esempi. Centro per l'impiego: 23 milioni impegnati, 23 milioni stanziati, impegno zero. Fondo regionale per i disabili: due milioni e 900 mila euro stanziati, impegno: 490 mila euro.
Piano di tutela delle acque. Tema molto caro al Vicepresidente Reschigna e a tutto il territorio che gli ha dato i natali. Previsioni: due milioni e 200 mila euro. Impegnato: 630 mila euro. Parliamo, tra l'altro, di un argomento che è soggetto a un obbligo di norma che impone l'impegno del 5 dei canoni idrici per interventi di risanamento dei corpi idrici. Legge n.
2 sugli impianti sciistici. Stanziamento: sette milioni e 800 mila euro impegnati: tre milioni e 300 mila euro. Taglio di oltre quattro milioni di euro. Edisu ve la risparmio, perché ve la siete già suonata e cantata e non voglio infierire.
Politica per l'immigrazione e la parità di genere: stanziamenti sostanzialmente dimezzati. La cosa non mi sorprende vista l'evanescenza dell'Assessore delegato a queste materie, ma quello che non mi piace è che molti degli argomenti posti a sostegno di certi stanziamenti e di certe politiche, evidentemente, hanno una valenza puramente da comizio o, ancora peggio, da bar.
Alla luce di questi numeri io credo sia molto meglio per voi se decidete di rivendicare la natura ragionieristica di questo assestamento di bilancio, con l'alternativa, qualora doveste rivendicarne la natura politica, che vi dimostrereste nient'altro che un gruppo di sadici.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Policaro; ne ha facoltà.
Consigliere, lei ha cinque minuti in meno rubati dal suo Capogruppo.



POLICARO Giuseppe Antonio

Il mio sarebbe stato, comunque, un intervento breve, posto quanto già detto dal mio Capogruppo, cui non posso che aggiungere poco. Comunque mi trovo d'accordo con quanto da lui testé enunciato.
Sottolineo anch'io l'approccio, mi spiace ripeterlo, ragionieristico di questo bilancio. Da una parte è un approccio dovuto, oserei dire anche per fortuna, magari con un approccio ragionieristico è più difficile fare altri danni.
Sottolineo anche l'aspetto di un approccio che è anche portato e richiesto dalla stessa Corte dei Conti. Si è fatto menzione poco fa all'intervento della Corte dei Conti, di cui abbiamo già parlato qualche mese fa, che sottolineava alcuni aspetti. Il primo, è già stato detto dal Consigliere Ravello, sono 106 milioni di disavanzo che sono stati coperti anche con alcuni interventi che hanno visto alcuni tagli di cui il Consigliere Ravello ha già dato conto. Secondo erano segnalati una serie di interventi e di preoccupazioni, richieste di maggiori operatività e di maggiore efficienza nella gestione delle risorse. Mi ricordo un dato che non potrò dimenticare: soltanto l'8% dei fondi comunitari a disposizione della Regione Piemonte sono sfruttati dalla stessa. Anche qui posso riprendere quanto detto dal mio Capogruppo, questo testimonia un'incapacità gestionale, testimonia una poca efficienza e una scarsa attenzione al recepimento di risorse, così come anche, e su questo ci tornerò tra poco la mancanza di una qualsivoglia rendicontazione in termini di efficienza delle spese effettuate.
Abbiamo un disavanzo di circa sette miliardi, ricordo che il disavanzo di tutte le Regioni messe insieme è meno di 50 miliardi. Se consideriamo questo è un dato che fa tremare i polsi - la popolazione della regione Piemonte, ciò significa che ogni cittadino avrebbe un debito, nei confronti dei creditori della regione, di circa 1800 euro. Se oggi volessimo rientrare del disavanzo certificato, 6 miliardi e 950 milioni, vuol dire che dovremmo chiedere delle risorse ai cittadini.
Cosa vuol dire? Vuol dire che siamo in presenza di un bilancio rigido dove dobbiamo rientrare di 500 milioni all'anno per il piano portato avanti dall'Assessore Reschigna e dove non possono essere portate avanti altre iniziative politiche. Ed è testimoniato anche dalla scarsità degli interventi che possiamo vedere anche nell'avanzo di amministrazione. La verità è che la Regione - ma lo sappiamo - è una Regione bloccata e viene venduto soltanto fumo. All'opinione pubblica vengono venduti dei desiderata che, si sa, non potranno essere realizzati. Da una parte abbiamo dei tagli obbligati anche dalla Corte dei Conti, dall'altra non abbiamo risorse per fare attività, anche di carattere politico.
Il fatto che l'avanzo di amministrazione sia portato - tecnicamente è l'ultima variazione al bilancio - l'11 dicembre in approvazione in quest'Aula, significa chiaramente che non soltanto si arriva in ritardo non soltanto si è lavorato con una certa lentezza ma, probabilmente, come è già stato accennato, non c'è neanche la volontà di discutere e magari perché no, di apportare emendamenti modificativi all'impostazione che comunque, è molto povera.
Impostazione molto povera che prevede alcuni interventi a pioggia pochissimi migliaia di euro che sono magari distribuiti laddove, invece, ce ne vorrebbero milioni. Un esempio, ho letto la relazione del Consigliere Appiano, sono 250 mila euro soltanto per gli interventi di bonifica da amianto nella zona di Casale Monferrato. È uno dei tanti interventi di cui si può parlare, ma ci vorrebbero milioni di euro. Tra l'altro, si è chiaramente ancora in ritardo per intervenire e per cercare di risolvere problematiche che ben tutti conosciamo.
Voglio essere molto breve, il mio vuole essere un intervento circostanziato e senza cercare di ripetermi. La verità è che siamo di fronte ad un bilancio rigido, ad un bilancio che ha un approccio prettamente contabile, ad un assestamento che non propone nient'altro, se non quello che già conosciamo, cioè la presenza di una Regione ingessata di una Regione che si è già impegnata per i prossimi anni, quindi per i prossimi quindici anni, comunque sia, navigherà nelle stesse acque.
Mi viene un po' da sorridere, ma è un sorriso evidentemente amaro quando sento il Presidente Chiamparino che promette interventi a destra e a manca, quando, e questo bilancio lo certifica, non ce n'é l'opportunità.
Quando dice: "Interverremo noi a fare la TAV se il Governo non lo farà" forse farebbe meglio a parlare prima con il suo Vicepresidente, il quale sicuramente molto attento e molto capace, gli spiegherà quelli che sono - e noi l'abbiamo capito purtroppo - i conti della Regione Piemonte.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Comprensivo di Via Collino a Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe V A dell'Istituto Comprensivo di Via Collino a Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame disegno di legge n. 328 "Assestamento del bilancio di previsione finanziario 2018-2020 e disposizioni finanziarie" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 328, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Poiché non vi sono altri Consiglieri che desiderano intervenire in discussione generale, possiamo ascoltare la replica del Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato con molto interesse tutti gli interventi, compreso quello del Consigliere Policaro - il Presidente Ravello sa dove vado quando mi assento e sa pure che lì c'è un televisore che permette di seguire l'attività del Consiglio.
Parto da alcune riflessioni. La prima: certamente è un bilancio rigido perché il dato riportato poc'anzi dal Presidente Ravello sulla crescita della spesa per interesse e per istituzione di quote capitali del debito contratto dalla Regione è un dato impressionante, che oggi ci colloca sicuramente tra le Regioni più indebitate d'Italia. E con questa rigidità noi dobbiamo convivere, cercando di affrontare le situazioni.
Ancora una volta è stato fatto riferimento agli oltre 6 miliardi del disavanzo della Regione. Nella realtà, il problema che noi abbiamo non sono i 6,6 miliardi - cifra oggi inferiore a 3 miliardi di euro: in questi quattro anni abbiamo coperto circa 700 milioni di euro del disavanzo accumulato. L'altra parte è la restituzione delle anticipazioni ottenute sul Decreto legge 35, che progressivamente si riducono man mano che annualmente la Regione restituisce le rate al MEF (circa 218 milioni di euro l'anno) delle anticipazioni ottenute.
Ma una riflessione la pongo e ripropongo al Consiglio regionale perch vorrei che a tutti fosse chiaro da dove siamo partiti. Noi siamo partiti con una Regione che nel 2013 aveva presentato un rendiconto in attivo e improvvisamente, alla fine del 2014, questo rendiconto attivo è diventato un disavanzo di 3,3 miliardi di euro. Siamo però anche una delle Regioni che in quegli anni (2013, 2014 e 2015, per essere chiaro) più ha fatto ricorso alle anticipazioni sul 35: oltre 4 miliardi di euro, che sono serviti per pagare fornitori che reclamavano alla Regione queste risorse da molti anni.
Allora, se mettiamo assieme le due questioni, una Regione che improvvisamente scopre di essere pesantemente in disavanzo e una Regione che, pur avendo oggi enormi problemi di liquidità e di cassa, grazie alle anticipazioni del DL 35, ha coperto in tre anni oltre 4 miliardi di pagamenti, credo che a tutti noi appaia con molta chiarezza l'eredità di un passato, sulla quale protagonismo vi è stato da parte di più e più Amministrazioni regionali di diverso colore politico, che spero non venga mai presa ad esempio per come si dovrebbe amministrare la cosa pubblica.
Parto da una questione che è stata brevemente accennata, ma che vorrei esplicitare, anche perché ancora ripetutamente in queste settimane noi siamo sollecitati - io sono sollecitato - ad effettuare pagamenti. A me preoccupa la rigidità del bilancio, ma la mia più grossa preoccupazione è rappresentata dal fatto che avere oggi una Regione con circa 2 miliardi e mezzo o 2,6 miliardi di disavanzo significa avere in giro qualche decina di migliaia di creditori che battono cassa e che avanzano crediti nei confronti della Regione. Quest'anno siamo riusciti, fino alla fine di ottobre, a far fronte a tutte le esigenze di liquidità che i creditori reclamavano, certo non onorando la maggior parte degli impegni, ma individuando delle strade di accorciamento rispetto alla situazione del 2017.
In questo mese e mezzo, siamo in grossissima difficoltà e sofferenza.
Non la Regione Piemonte è in grossissima difficoltà e sofferenza: tutta la Pubblica amministrazione italiana è in grossissima difficoltà e sofferenza.
Perché? Perché dall'inizio di novembre non vediamo più un euro di trasferimento dallo Stato. Io non so se vi è questa situazione perché alla fine dell'anno si vuole rappresentare sostanzialmente un quadro dei conti del bilancio dello Stato meno negativo rispetto a quella che probabilmente è la realtà, o non so se a questa situazione abbia concorso il fatto che un mese fa un'emissione importante di BTP Italia sia stata sottoscritta a meno del 50% e un'altra emissione prevista di titoli di Stato sia stata cancellata probabilmente per evitare una situazione come quella che si è verificata sull'emissione dei BTP Italia sottoscritta al 50%. So però qual è la conseguenza di questa mancanza di liquidità dello Stato: che lo Stato la sta ritrasferendo sostanzialmente sul sistema pubblico. Perché non è che la Regione Piemonte non ottiene pagamenti nella quantità rispetto alla quale era abituata nel corso degli anni nello stesso periodo, ma tutte le Regioni stanno vivendo questa condizione, tutti i Comuni e le Città metropolitane stanno vivendo questo tipo di condizione.
Ora, si parla molto di quello che il pubblico dovrebbe fare in un momento di difficoltà dell'economia del nostro Paese. La cosa che il pubblico non dovrebbe fare è ritornare a essere un cattivo pagatore, perch ritornare a essere un cattivo pagatore significa far pagare dei prezzi sostanzialmente al sistema economico italiano, sostanzialmente al complesso delle associazioni, sostanzialmente a tutto ciò che vive e dipende dalla capacità del pubblico di poter pagare.
Seconda riflessione: la tempistica. Credo che noi abbiamo attraversato una fase molto complicata - lo dico onestamente; una fase molto complicata perché le parifiche della Corte dei Conti sono un fatto complicato. La parifica sul rendiconto 2017 noi l'abbiamo avuta alla fine di luglio, la Regione Calabria l'ha avuta dieci giorni. Certamente, arrivare con una parifica alla fine di luglio significa dilatare i tempi di approvazione dell'assestamento di bilancio, perché la prima cosa che deve fare l'assestamento di bilancio è recepire i contenuti del rendiconto e aggiornare i documenti di bilancio sulla base dei contenuti del rendiconto.
Occorrerebbe ricalibrare i tempi. Non c'è furbizia o astuzia: "Porto l'assestamento in ritardo in modo da avere la scusante per rifiutare tutte le idee che possono venir fuori". Non c'è questo tipo di atteggiamento anche perché, in mezzo a tantissime difficoltà, non credo di aver mancato di trasparenza e correttezza nel fornire alle Commissioni e al Consiglio regionale la situazione, impegnandomi anche in un confronto a volte non semplice. Certamente, a quel confronto non mi sono mai sottratto.
Occorre ricalibrare le modalità attraverso le quali si arriva all'approvazione e all'esame dei documenti. Non nascondo che in tutti questi anni, ogni volta che il Governo, di qualunque colore politico, anche il precedente (ho litigato anche con il precedente Governo, su questo) esaminava leggi di bilancio, leggi di assestamento e leggi di rendiconto fino all'ultimo io ero chiamato a fornire elementi di chiarimento e chiarificazione. Il fatto che questa mattina mi sia arrivato il messaggio che il Governo non ha impugnato la legge di rendiconto del 2017 mi ha rassicurato, ma le settimane scorse non sono state semplici per me nell'affrontare questo tema con il Ministero dell'Economia e Finanze.
Forse (lo dico anche così) c'è bisogno che tutti assieme si collabori soprattutto in futuro - per chi ci sarà, per chi avrà responsabilità di governo e di opposizione - e le stesse "liturgie" nell'esame dei documenti di bilancio vengano sostituite con un confronto molto più netto, molto più serrato sul piano dei tempi, che non fa sconto sul piano del merito.
Arrivo alle questioni.
Ormai, per il Consigliere Ravello definire questa gestione ragionieristica è un leitmotiv, per cui non mi arrabbio e non pongo certamente obiezioni. Vorrei, comunque, cercare di inquadrare questa legge di assestamento di bilancio in quelli che sono, dal mio punto di vista, i contenuti fondamentali.
Primo: indubbiamente, c'è ancora una difficoltà nella spesa per investimento. Cioè, mentre le Direzioni hanno una capacità velocissima d'impegnare la spesa corrente, c'è ancora una difficoltà a far partire e a guidare con la dovuta celerità ed efficienza la politica degli investimenti.
Devo dire onestamente che la situazione è molto migliorata rispetto al passato, perché gli esempi che ha fatto il Consigliere Ravello sugli accordi con le Province sull'edilizia scolastica io li ho presenti tutti: il "Maggia", Verbano-Cusio-Ossola, Alessandria, l'Istituto "Monti" di Asti l'intervento a Saluzzo e Mondovì. C'è una difficoltà enorme da parte delle Province a reggere e soprattutto portare avanti questi investimenti, che si trascinano da anni, come risorse da parte della Regione. Cioè, l'impegno cui lei faceva riferimento su quell'Accordo di Programma è perché i 400 mila euro riguardavano un intervento del Comune di Saluzzo, che l'ha realizzato, e quindi lo stiamo pagando. Il milione di euro che era parte di un Accordo di Programma che ha scadenze anche negli anni prossimi, che riguardava Mondovì, non è partito. La storia dell'Istituto "Monti" di Asti è una storia esemplare: molte volte s'individuano degli interventi da parte dei soggetti locali (Province o Comuni) e poi non ci si rende conto che quegli interventi rischiano di non partire, perché le scelte a volte sono sbagliate, a volte sono contraddittorie, a volte aprono un dibattito politico infinito per cui ogni Amministrazione che viene o che va pensa di ritornare su questo tema.
Sulla questione dell'amianto, voglio precisare che qui stiamo parlando di un contributo di spesa corrente di 250 mila euro, dato al Comune di Casale Monferrato per il ruolo e per il carico che il Comune di Casale Monferrato si è assunto nella gestione di tutto il progetto sull'amianto che coinvolge 48 Comuni del Casalese.
Per il Comune di Casale Monferrato questo ha determinato e comportato oneri sotto il profilo economico, oltre all'utilizzo di risorse umane, ma queste non sono destinate a interventi sulla modifica dell'amianto rispetto ai quali - se posso fare un unico rilievo - il Comune di Casale Monferrato si trova a gestire in pochissimo tempo una massa enorme di risorse che, se diluite nel tempo, probabilmente sarebbero più adeguate all'effettiva capacità di spesa. Sono tutti trasferimenti statali, ma a Casale Monferrato certamente non mancano gli stanziamenti e le risorse per portare avanti il tema delle bonifiche.
Seconda questione: la differenza e la riduzione delle entrate tra la legge di bilancio e la legge di assestamento di bilancio.
A parte il riferimento sui proventi da alienazioni immobiliari, che voglio ricordare - non ha effetto sulla spesa, perché i proventi da alienazioni immobiliari noi li collochiamo in un fondo che deve essere destinato alla riduzione del debito, quindi non compensiamo quei provvedimenti con capacità di spesa di altro tipo. Quindi, è una partita di giro. Anche su questo, in uno spirito di leale collaborazione, come deve esserci tra le istituzioni.
Noi non ci siamo mai sottratti a rapporti di collaborazione con il Comune di Torino e la Città di Torino quando erano in campo questioni importanti come la riorganizzazione e il risanamento di GTT, come l'intervento straordinario sul Teatro Regio. Posso aggiungere che mi sarei aspettato che la Città di Torino, dopo tre anni, approvasse le varianti al Piano regolatore per il cambio di destinazione d'uso di immobili di proprietà regionale che non comportano alcun metro cubo d'incremento della capacità volumetrica? Dopo tre anni non hanno ancora approvato le varianti al Piano regolatore e l'immobile di via Petrarca, così come altri, che non riesco a venderli.
Forse, sotto questo profilo, una certa qual disponibilità sarebbe stata oltremodo apprezzata dall'Amministrazione regionale.
A parte questo, la riduzione delle entrate trova riferimento al fatto che nella legge di bilancio avevamo ipotizzato un utilizzo dell'avanzo vincolato e accantonato in misura più consistente rispetto a quello che siamo tenuti a fare in assestamento. Avevamo scelto oltre 240 milioni di euro, che noi abbiamo - che noi abbiamo.
Tuttavia, essendo una Regione in disavanzo, il MEF ci consente, da quest'anno, di utilizzare l'avanzo, per coprire spesa accantonata o vincolata risultante dal rendiconto, unicamente in una misura pari a quell'importo corrispondente alla quota annuale di copertura del disavanzo: 106 milioni.
Questa è la situazione.
Le modifiche all'allegato B della legge di assestamento vanno a modificare anche questa posta rispetto al bilancio di previsione. Questo ha comportato una doverosa scelta relativamente a quale quota parte di quei 340 milioni copro: quella più urgente? La parte del leone la fanno i contenziosi, che ammontano a circa 77 milioni di euro, che compriamo. In parte li abbiamo già coperti (vicenda



GTT Agenzia Mobilità: 23 milioni) e per l'altra parte la copriamo con

l'utilizzo dell'avanzo. Sono i 40 milioni di euro della transazione con UniCredit sulla vicenda ospedali Mauriziano (Giunta Ghigo, quindi stiamo parlando di vent'anni fa).
La Corte d'Appello di Torino aveva condannato la Regione a corrispondere 61 milioni di euro a UniCredit. Sono riuscito a transare con UniCredit a 40 milioni di euro: 20 milioni li pago adesso (li ho già pagati), 20 milioni li pagherò a gennaio.
L'importo della vicenda GEC, che si trascina da moltissimo tempo, era pari - scusatemi, ve lo dico subito ma vorrei essere chiaro nelle cifre che indico - a sei milioni 213 mila; ora la transiamo a quattro milioni 370 mila.
Questo è il pezzo più consistente.
Passo alla vicenda legata al Villaggio Olimpico S.r.l.
Ricordo al Consiglio regionale, che parte dei 9 milioni e mezzo nascono da una legge regionale collocata temporalmente all'epoca dell'Amministrazione Ghigo, in base alla quale la Regione Piemonte si è costituita garante nei confronti di una società privata, Villaggio Olimpico S.r.l., al fine di garantire un mutuo contratto dalla stessa con Intesa San Paolo e Monte dei Paschi di Siena. Poiché lor signori non hanno pagato una parte di questo mutuo, hanno detto alla Regione: "Ti ricordi che tu sei garante, a formale prima richiesta, rispetto alle inadempienze di pagamento da parte di lor signori? Il conto fa nove milioni 858 mila euro".
L'abbiamo chiusa a nove milioni e mezzo.
C'è da dire che io conto, già a partire dall'anno prossimo, di recuperare una parte di queste risorse, perché a questo punto la Regione Piemonte è ipotecaria di primo grado su un complesso di 354 alloggi e appartamenti nel comune di Sestriere.
Credo - magari anche con le dovute minacce di attivare istanza di fallimento nei confronti dal Villaggio Olimpico S.r.l., perché abbiamo il dovere di rientrare di quelle risorse - che una parte delle risorse, magari già l'anno prossimo se non più avanti nel tempo, potrà essere recuperata dalla Regione.
Per quanto riguarda la partita relativa all'utilizzo dei 106 milioni di euro, incominciamo a dare copertura, non totale, a tutte quelle parti che avevamo accantonato nel rendiconto e che riguardano l'edilizia residenziale pubblica, i danni alluvionali del 1996, 2000 e 2003 (per dire a quanto tempo fa risale la situazione) e quant'altro.
Queste sono le priorità che abbiamo ritenuto di inserire oggi all'interno dell'utilizzo dei 106 milioni di euro nell'assestamento di bilancio.
Nel 2019, anche alla luce di queste economie (perché tutti questi fondi erano accantonati sull'assestamento), credo che la Regione Piemonte utilizzando altri 106 milioni di euro possibili, "farà fuori" un'altra parte degli importi accantonati e vincolati.
Dopo essermi spiegato in questi termini, voglio fare alcune ulteriori sia pur veloci, considerazioni.
La prima. Questo assestamento è un po' più importante di quanto lo si voglia far passare, e non solo perché con esso prosegue una importante politica di investimenti per la Regione. Ricordo che nel 2017 si verific un momento di fortissima tensione tra le valli cuneesi e la Regione Piemonte circa il fatto che la Regione Piemonte usasse il tesoretto olimpico. Non poteva far diversamente, non tanto la Regione, ma Fondazione XX Marzo, unicamente sulle valli olimpiche, perché quelle valli da anni molti anni, anche quando c'erano altri Assessori regionali al turismo, per essere chiari, di quelle parti e di quelle provenienze territoriali - non avevano visto finanziamenti sul sistema del turismo montano.
Quella sfida noi l'abbiamo raccolta e dopo quel momento di tensione è partito un progetto che ha avuto già nel 2017 un suo spazio importante.
Tale spazio si è ampliato ulteriormente nel 2018 e lo avrà anche nel 2019 il che comporta, come conseguenza, il fatto che noi, sul sistema del turismo montano, in due anni abbiamo investito oltre 40 milioni di euro, o stiamo investendo oltre 40 milioni di euro.
Oggi questo corrisponde ad una visione, perché il turismo è una componente importante del sistema economico piemontese). Vi è la necessità di rafforzamento, o se vogliamo anche di concentrare le risorse in alcune aree strategiche sotto il profilo turistico.
Il turismo montano è stata una scelta forte, che sta coinvolgendo non solo le valli cuneesi, ma anche la Città metropolitana di Torino (esclusi i siti olimpici), la Provincia di Biella, la Provincia del Verbano Cusio Ossola e la Provincia di Vercelli: riteniamo tale scelta un investimento sul futuro.
Le scelte contenute all'interno di questo assestamento e la possibilità che abbiamo di scrivere la programmazione. non di tutti ancora, perché ho ancora delle difficoltà con qualche Ministero dopo la delibera CIPE del 2017 a definire le intese, in modo particolare col Ministero dell'ambiente sull'attuazione dei fondi FSC 2014-2020. Ma almeno incominciamo ad inserire la programmazione non più sul piano di documenti politici, ma sul piano dell'allocazione di risorse nei documenti di bilancio della Regione, che riguardano - lo ricordava il Consigliere Appiano nella sua relazione - 370 milioni di euro di investimenti.
Se mettiamo assieme i 370 milioni di euro degli FSC (che sono ancora una minima parte rispetto al complesso), oltre al fatto che dall'anno scorso siamo ritornati ad investire non solo sul turismo montano, ma anche sulla vecchia legge n. 18, e che tra quest'anno e l'anno prossimo come Regione finanzieremo, con circa 83 milioni di euro, gran parte degli interventi sulla difesa del suolo, significa che dopo i primi due anni rispetto ai quali era indispensabile fare i conti con la triste realtà della Regione, se volevamo guardare avanti, verso il futuro, negli ultimi due anni abbiamo ripreso una capacità di investimento non certo illimitata e non confrontabile con quella di certe Amministrazioni che, però, hanno determinato questo disastro sui conti la Regione, ma abbiamo ripreso una capacità di investimento comunque importante e forte. Io credo che tale capacità d'investimento possa svilupparsi ulteriormente in futuro.
Vi è una norma nella legge di assestamento di bilancio (ne abbiamo parlato ieri pomeriggio, ma anche giovedì scorso in I Commissione) che testimonia - è una questione che, come Giunta regionale, a partire dal Presidente, rivendichiamo - come la politica di bilancio non sia stata appiattita sul presente, perché abbiamo sempre cercato di cogliere tutte le opportunità che avrebbero determinato un beneficio non per questa Amministrazione regionale, ma per il futuro.
L'operazione che spero riusciremo a chiudere entro la fine dell'anno con Cassa Depositi e Prestiti, con la quale si sospenderà il pagamento per due anni dei mutui contratti con Cassa Depositi e Prestiti, con l'obbligo e l'impegno della Regione di destinare quei risparmi sul 2019 e sul 2020 per acquistare swap, non determina un beneficio né per me, né per il Presidente Chiamparino. Semmai, determinerà un beneficio per quelle Amministrazioni regionali che, senza un'operazione di questo tipo, fra qualche anno vedranno la curva dell'importo relativo alla restituzione del debito fare così! Perché la natura di quei tre prestiti obbligazionari sottostanti i derivati non è di accantonamento a rate costanti, ma a rate crescenti.
Oggi l'accantonamento cresce di 3 milioni di euro l'anno rispetto all'anno precedente - peraltro, saprei cosa farne! - ma fra qualche anno l'accantonamento crescerà al ritmo di 20 milioni di euro all'anno rispetto all'anno precedente.
Se non interveniamo oggi, rinegoziando i mutui con Cassa Depositi e Prestiti e sospendendo per due anni il pagamento degli stessi al fine di destinare 169 milioni di euro (risparmio del 2019 e 2020) per comprare sul mercato almeno uno dei tre swap che gravano sui tre prestiti obbligazionari contratti della Regione, perderemmo, dal mio punto di vista, un'opportunità seria e necessaria se vogliamo non solo contribuire alla gestione del presente, ma anche avere uno sguardo sul futuro.
Rispondo ancora al Consigliere Andrissi relativamente alla questione che poneva nel suo intervento: l'unica condizione richiesta per la sottoscrizione di questa operazione che dovrebbe essere sottoscritta il 29 dicembre è quella di rientrare nella curva di convenienza economica. Ma questo non dipende da noi: come ho spiegato in Commissione giovedì scorso il giorno prima eravamo fuori dalla curva, perché i tassi di Cassa Depositi e Prestiti, che sono fortemente influenzati dall'andamento dello spread, ci collocavano all'esterno. Il giorno della Commissione, invece, eravamo al di sotto della curva, quindi eravamo in una buona condizione.
Per il futuro della Regione, spero ardentemente - non dico "prego", ma "spero" ardentemente - che alla fine dell'anno si rientri in una buona curva di convenienza economica, perché sarebbe un'operazione storica per il bilancio della Regione Piemonte.
Veniamo alle altre questioni, e mi avvio molto velocemente a concludere. Io sono sempre pronto ad accogliere ogni suggerimento. Gli articoli servono perché, altrimenti, non ci sarebbe norma di legge. Quando fate riferimento all'intervento degli 810.000 euro per il recupero del Santuario di Oropa, tengo a precisare che non c'è una legge regionale che dice che la Regione stanzia quelle risorse per il Santuario di Oropa. Ci sono, semmai, delle risorse sul capitolo delle Chiese, ma a quel punto si va a bando. Noi non possiamo permetterci in questo momento, un'operazione di recupero della Basilica superiore del Santuario di Oropa: è un'operazione da 2 milioni di euro. La Regione ha creato una regìa, cui partecipano tutte le fondazioni bancarie (CRT, Compagnia San Paolo, Cassa di Risparmio di Vercelli, Cassa di Risparmio di Biella e quant'altro) affinché la Basilica superiore, che oggi è chiusa per problemi statici possa essere recuperata in tempi utili, affinché nel 2020 si possa celebrare la V Incoronazione della Madonna, evento che si compie ogni cento anni. È un evento rilevante, non solo nell'esperienza di fede di molti cittadini piemontesi, ma anche in termini di capacità di turismo religioso.
È un assestamento di bilancio che ha questi contenuti, che rilancia politiche di investimento, che consente, sostanzialmente, di mantenere inalterata la capacità di intervento della Regione su assi importanti, come quello dell'università. Posso aggiungere che, probabilmente, a seguito di un incontro tenutosi ancora ieri sera al fine di garantire senza ombra di dubbio il cento per cento delle borse di studio EDISU, faremo un prelievo di circa 200.000 euro dal Fondo di riserva. Questo, come ho detto, è emerso ieri sera in un incontro che abbiamo avuto con EDISU; con l'Assessora Cerutti abbiamo esaminato analiticamente tutti i conti, e si comprendono anche tutte le borse di studio per coloro che vanno all'estero, per i dottorati di ricerca, quindi non lasciando fuori nessuno.
. Quindi, pur avendo questo peso, questa rigidità e questa drammatica eredità che deve portare avanti, è un bilancio che comunque ha dentro di s scelte, indicazioni e, dal mio punto di vista, anche visioni sul futuro.
In conclusione, non ho nulla contro i ragionieri e non ho nulla contro le politiche ragionieristiche - peraltro io non sono un ragioniere perch ho fatto studi classici; poi, ho avuto una crisi personale alla fine del Liceo classico e, sciaguratamente, mi sono iscritto a Economia e Commercio passando tutti gli esami tranne quelli di matematica, quindi non posso proprio ammantarmi di nessun diritto, perché non mi sono neanche laureato e perché ancora oggi mi mancano i quattro esami di matematica: sarebbe un'appropriazione indebita di titolo.



(Commenti fuori microfono)



RESCHIGNA Aldo

No, però senza nessuna tensione o senza nessun particolare livore polemico.
In questi anni mi sono accorto di una cosa: se nell'amministrazione della cosa pubblica guardiamo oltre la punta del nostro naso, è indispensabile che creiamo delle condizioni affinché le future Amministrazioni regionali possano non dico ereditare una condizione migliore della nostra, ma una condizione non peggiore di quella che noi consegniamo oggi. Le conseguenze dureranno per tanti anni e nel frattempo come si fa a reggere una politica di bilancio? Rendendosi conto che mantenere un bilancio in equilibrio è la miglior garanzia rispetto al fatto che una Regione possa continuare a essere un soggetto utile alla comunità piemontese e facendo delle vere e autentiche scelte politiche, perch all'interno di questo bilancio ci sono tanti "no" e qualche "sì". I tanti "no" e i pochi "sì" sono sempre frutto di ragionamento politico e non di un calcolo ragionieristico.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Possiamo procedere con l'articolato.
L'articolo 1 è rinviato, da sospendere con gli emendamenti.
Cominciamo con l'articolo 2, che non presenta emendamenti.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.23 riprende alle ore 12.45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 34) presentato da Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Ravello per l'illustrazione.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Questa proposta di variazione mira a fornire ulteriori risorse che siano poste al sostegno di interventi di edilizia scolastica di cui al capitolo "Contributi a favore degli Enti locali per il finanziamento di interventi di edilizia scolastica inseriti nei Piani triennali e annuali ai sensi della legge regionale 35", prevedendo anche - e questo riprende un passaggio dell'intervento di poco fa - la copertura di interventi tesi alla rimozione di manufatti contenenti amianto.
Riteniamo che questa continui ad essere una priorità; è un tema che solleviamo ad ogni occasione e soprattutto ad ogni discussione di assestamento, poiché riteniamo sia un tema su cui la Regione non pone la dovuta e giusta attenzione.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 117) presentato da Vignale, Gancia, Sinatora Ravello.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo emendamento, come altri che abbiamo presentato, interviene sul capitolo degli investimenti. È vero quanto veniva ricordato dal Vicepresidente: rispetto ai primi due anni in cui sostanzialmente gli investimenti erano praticamente azzerati, nell'arco degli ultimi due bilanci vi è stata una ripresa degli investimenti. Secondo noi non è ancora sufficiente, ma è innegabile che vi sia stata.
Perché sull'edilizia scolastica? Perché anche il piano di investimenti che la Giunta ha presentato in I Commissione destina, se non ricordo male (vado a memoria), solo 4 milioni di euro per l'edilizia scolastica. Ora, è vero che vi è uno stanziamento importante da parte dello Stato centrale sull'edilizia scolastica, ma è altrettanto vero che sono interventi differenti, cioè gli interventi previsti dallo Stato centrale sono solitamente interventi medio-grandi, di medio-lungo periodo, mentre in alcuni casi noi avremmo necessità di risorse, mi permetto di dire, che vadano a sopperire o a intervenire nei confronti di quelle istituzioni scolastiche oggi maggiormente in difficoltà, ovvero tutte le scuole medie superiori della nostra regione, che sarebbero di competenza delle Amministrazioni provinciali e che - come purtroppo vediamo dalla cronaca quotidiana - hanno enormi difficoltà.
Ma non soltanto questo. Noi crediamo che un aumento di questa portata consentirebbe di attuare tutta una serie di interventi di messa a norma anche interventi che non hanno un una valore significativo da un punto di vista economico, ma che sono di grande sicurezza o, in ogni caso, di buona manutenzione degli edifici scolastici piemontesi. Di conseguenza, crediamo che questi 6 milioni, così come per altri emendamenti che abbiamo presentato, siano importanti da questo punto di vista.
Ci permettiamo di rammentare un aspetto (poi ne ricorderemo un altro negli emendamenti successivi): come sia importante una verifica su tutti al 31/12 relativamente a quelli che sono stati gli importi stanziati a bilancio e in assestamento; parlo di spese in conto capitale, quelle realmente poi impegnate e utilizzate.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 141) presentato da Vignale, Gancia, Sinatora Ravello.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 141) in realtà dà una copertura economica anche in virtù del fatto che nella prima presentazione del bilancio che l'Assessore Valmaggia ha fatto in sede di Commissione vi era un taglio sul fondo regionale sulla montagna; in questo caso, riguarda le scuole in aree territorialmente disagiate, con un contributo complessivo di 1,5 milioni di euro.
Se è vero che la Regione quest'anno ha fatto un intervento sicuramente utile relativamente alle spese di spostamento, va rilevato come vi sia una necessità, per gli Enti locali territoriali (dai Comuni alle Unioni dei Comuni, fino alle singole Amministrazioni comunali dove vi è sede un'amministrazione scolastica), di risorse così come prevede l'articolo 19 della legge 28.
Quando, nel 2007, fu approvata la legge sul diritto allo studio, venne dedicato un articolo alle scuole in aree montane e in aree territorialmente disagiate; riteniamo sia estremamente importante, perché molte volte - come abbiamo visto su altri capitoli afferenti alla montagna - decliniamo, o meglio, enunciamo nei convegni in cui si parla delle Alpi e degli Appennini piemontesi, principi a garantire parità di diritti a chi abita nelle terre alte rispetto a chi abita in pianura, ma che sono - ahimè - scarsamente poi declinati nelle attività concrete che quest'Amministrazione regionale espleta. Riteniamo quest'aspetto fondamentale, in particolar modo se riferito a scuole ospitate da piccoli e piccolissimi Comuni; se in altre realtà le Amministrazioni comunali medio-grandi, hanno qualche disponibilità economica in più e la possibilità d'intervenire, in molte realtà picole o piccolissime un intervento anche solo da 70-80-100 mila euro di manutenzione è pressoché impossibile per i loro bilanci comunali.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 131) presentato da Vignale, Gancia, Sinatora Ravello.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
In questo caso, l'emendamento non riguarda una spesa in conto capitale ma una spesa di parte corrente, cioè azioni a favore di scuole e studenti in aree territorialmente disagiate. Infatti, ci sono diverse necessità: intanto, quella di stanziare risorse adeguate per queste realtà.
Ci permettiamo di dirlo: sarebbe significativo che queste risorse anche a costo di cancellare il capitolo del 2018, perché oggi sarebbero quasi non spendibili, siano invece previste già da adesso per il 2019 e il 2020. Il motivo è molto banale: la Regione Piemonte molto spesso attua una misura di sostegno alle scuole, in particolar modo scuole dell'infanzia e scuole primarie, delle realtà disagiate e delle realtà montane. Lo fa con il bilancio e, quindi, una volta approvato il bilancio, assegnate le risorse all'Assessorato, fatto il bando e quant'altro, gli enti locali non hanno certezze di poter impegnare un docente o un docente di sostegno in più, come può avvenire in quelle realtà. Questo, perché i docenti vengono assegnati a seconda degli organici e, a volte - in realtà - vi è necessità per un motivo banale: perché il docente è uno, ma magari opera in tre scuole differenti nella stessa valle. Quindi, nel numero delle ore non possono essere conteggiate soltanto le ore che trascorre a scuola, ma anche quelle che utilizza per spostarsi. Questi conteggi devono poter essere fatti all'inizio dell'anno, in modo che quando inizia l'anno scolastico, se vi sono risorse aggiuntive, i soggetti titolati (i Comuni e l'Unione dei Comuni) sono in grado di sapere che possono beneficiare di quelle risorse e quindi garantire un servizio aggiuntivo. Se lo facciamo - come spesso accade - con il bilancio dell'anno successivo, questo è non inutile, ma certamente tardivo.
Pertanto, se all'interno dell'emendamento si volesse cassare l'anno 2018, ma mantenere il 2019 e il 2020, noi saremmo, ovviamente, disponibili.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 90) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Con quest'emendamento, che immagino sia l'ultimo che andiamo ad illustrare prima della pausa, chiediamo uno stanziamento per il 2018 di 50 mila euro e per le successive due annualità (2019-2020) di 300 mila euro delle risorse disponibili per il capitolo destinato ai progetti sperimentali di supporto alle autonomie scolastiche per l'integrazione degli alunni disabili o con esigenze educative speciali.
Si tratta di un tema particolarmente caro al nostro Gruppo. Tra l'altro, in questi giorni stiamo affrontando una discussione che stenta un po' a partire, relativamente al tema delle disabilità. Stenta a partire perché abbiamo delle perplessità rispetto alla copertura finanziaria della norma e abbiamo posto l'attenzione sul fatto che, per dare forza alle politiche di sostegno alle persone che vivono la disabilità, è necessario prevedere delle risorse adeguate.
Questa norma - la legge 28 del 2007 - all'articolo 15 va a definire le attività destinate agli alunni con disabilità o con esigenze educative speciali, quindi ci sembra un segnale di attenzione ed anche d'impegno da parte della Giunta il fatto di recepire quest'emendamento che chiede fin da subito un aumento delle risorse a disposizione del capitolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Possiamo andare avanti, allora.
Emendamento rubricato n. 91).
BONO Davide (fuori microfono) No, intervengo dopo la pausa.



PRESIDENTE

La pausa non c'è ancora: mancano ancora cinque minuti.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Non mettiamoci a litigare sul minuto. L'orologio è lì.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Va bene. Il Consiglio regionale finisce qui: al mio orologio, manca un minuto! La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.59)



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