Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.374 del 04/12/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 14.41 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2447 presentata da Batzella inerente a "Grave carenza di medici al Pronto soccorso dell'Ospedale Martini - ASL Città di Torino"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2447, cui risponderà l'Assessore Saitta.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Parliamo della grave carenza di medici al Pronto soccorso dell'Ospedale Martini, ASL Città di Torino.
Il pronto soccorso dell'Ospedale Martini registra 71.000 passaggi all'anno con 12 medici urgentisti in servizio. A due di loro, nonostante avessero ottenuto i trasferimenti all'ospedale Molinette, l'ASL ha revocato il nullaosta in via definitiva per la grave carenza di medici, per non sguarnire ulteriormente il servizio.
Nei pronto soccorso degli altri ospedali che afferiscono alla stessa ASL (San Giovanni Bosco e Maria Vittoria), i passaggi annui sono numericamente simili a quelli del Martini, ma i medici urgentisti in servizio sono 33 al San Giovanni Bosco e 24 al Maria Vittoria, a fronte - ripeto - dei 12 medici urgentisti del Pronto soccorso del Martini.
Il Direttore Generale dell'ASL Città di Torino è da tempo a conoscenza della grave carenza di medici urgentisti presso il pronto soccorso dell'Ospedale Martini. Per metterlo al corrente della situazione si sono svolti incontri e riunioni e sono state inviate tantissime lettere e mail.
Lo stesso Direttore generale, parlando con la stampa ha dichiarato di essere consapevole del problema, tanto da valutare di ricorrere a medici esterni, provenienti dalle cooperative, per la copertura dei turni nel pronto soccorso dell'Ospedale Martini. Il Direttore generale, inoltre sempre secondo alcuni articoli di stampa, avrebbe parlato di un bando di concorso dell'ASL per medici di emergenza e urgenza, per un solo contratto a tempo indeterminato.
A oggi, però, non risulta alcun bando. Tra l'altro, si voleva mettere in atto un bando per un tempo determinato, ma non si è presentato nessuno. Di conseguenza, il bando non è stato fatto.
Il Piano triennale dei fabbisogni di personale dell'ASL Città di Torino 2018-2020, approvato dalla Giunta regionale lo scorso 12 ottobre, presenta un fabbisogno di 19 medici urgentisti presso il pronto soccorso dell'Ospedale Martini. Ne mancano, quindi, sette ai 12 attualmente servizio presenti e che, con fatica e tanto sacrificio, fanno il possibile per garantire il servizio.
Interrogo l'Assessore per sapere se s'intende chiedere ai medici del pronto soccorso degli altri ospedali dell'ASL Città di Torino la disponibilità di supportare i colleghi dell'ospedale Martini nella copertura dei turni senza ricorrere alle cooperative esterne. Se l'Assessore mi ascolta, perch vedo che parla e questo è un caso importante, cui tengo particolarmente.
Dicevo - Assessore, riformulo la domanda - che la interrogo per sapere se s'intende chiedere ai medici del pronto soccorso degli altri ospedali quindi del San Giovanni Bosco e del Maria Vittoria, la disponibilità a supportare i colleghi del Martini nella copertura dei turni, senza ricorrere alle cooperative esterne, in attesa dell'assunzione di un numero adeguato (non un medico, ma un numero adeguato) di medici urgentisti a tempo indeterminato, tramite l'espletamento di un concorso pubblico.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Batzella.
La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Non so da che parte iniziare. Incomincio con il problema più generale della mancanza di specialisti nel Paese Italia.
Colgo quest'occasione per annunciare che il Governo ha accolto una nostra richiesta relativamente all'aumento delle borse di studio. La nostra richiesta, come Regione, era di 2.600 borse di studio, mentre nella legge di bilancio sono indicate 900 borse di studio: è già qualcosa e, in ogni caso, gli effetti si vedranno nel tempo.
La cosa più importante è che il Governo ha accolto anche un'altra proposta che abbiamo avanzato come Regioni, in modo particolare come Regione Piemonte, per consentire, mancando appunto specialisti, che gli specializzandi dell'ultimo anno partecipino ai bandi di concorso. Una volta approvata la legge, questo sarà possibile. La norma dice una cosa molto semplice: "Possono partecipare ai bandi di concorso delle Aziende sanitarie gli specializzandi dell'ultimo anno". È chiaro che questa è la risposta che ci consente di avere degli specialisti che oggi non abbiamo.
Pertanto, il tema del Martini è all'interno dei nuovi concorsi che sono stati fatti e dei loro esiti, ma se non ci sono i medici d'urgenza (ne abbiamo dibattuto diverse volte) non è che solo perché si fa un concorso, i medici d'urgenza si moltiplicano. Non ci sono proprio! In ogni caso, mi sono confrontato con la Direzione dell'ASL Città di Torino per approfondire le questioni che la Consigliera Batzella ha posto nella sua interrogazione. Già nei giorni scorsi abbiamo analizzato il tema del Martini e delle sue risposte con il Direttore Generale. È venuto il Direttore stesso a parlarmi delle risposte necessarie possibili concretamente possibili. Poi, si può fare testimonianza, ma qui è chiaro che se non ci sono gli specialisti e se non c'è una soluzione - e io condivido questo fatto - non si può aspettare e, nell'attesa, non fornire un servizio: si può ricorrere anche alle cooperative esterne, perché si tratta di garantire un servizio.
Questa è la mia opinione, che ho già avuto modo di comunicare al Direttore.
Per quanto riguarda l'ospedale Martini, negli ultimi anni l'ASL ha provveduto a effettuare diversi concorsi per incarichi a tempo determinato e indeterminato, per medico di medicina e chirurgia d'accettazione e d'urgenza.
Bando con scadenza 18/09/2017: nove candidati in graduatoria, sei assunti e tre rinunce.
Bando con scadenza 5/4/2018: cinque candidati in graduatoria, tre candidati assunti, una rinuncia e uno in attesa di assunzione, nel senso che deve scegliere (procedure che abbiamo già visto in altre occasioni).
Bando con scadenza 27/08/2018: quattro candidati in graduatoria un'assunzione.
È già stato indetto un altro concorso con scadenza 31/12/2018.
Questi erano a tempo indeterminato.
Esaminiamo ora quelli a tempo determinato.
Bando con scadenza 21/07/2017: quattro candidati in graduatoria, due candidati assunti e due rinunce.
Bando con scadenza 9/02/2018, espletato il 2/03/2018: un candidato in graduatoria, un candidato assunto.
Bando con scadenza 15/11/2018: nessuna domanda pervenuta.
Questo il quadro.
Inoltre, è stato indetto un concorso pubblico a tempo indeterminato per Medico di Medicina Interna.
Un avviso per un incarico a tempo determinato per Medico di Medicina Interna uscirà sul Bollettino il prossimo 13 dicembre.
L'ASL, sul piano delle procedure, con questa quantità di concorsi ha tentato tutte le operazioni possibili per avere medici d'urgenza a tempo determinato; dopodiché, la situazione è quella che conosciamo.
Adesso ci sono questi concorsi da svolgere. Il Direttore ha avuto il mandato di assumere velocemente delle decisioni per individuare le soluzioni più appropriate per dare una risposta a quei problemi, non escludendo, in assenza di altre soluzioni, la possibilità - su questo concordo perfettamente - di ricorrere anche a cooperative con medici esterni.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione a risposta immediata n. 2453 presentata da Tronzano inerente a "Sostituzione dei farmaci biologici con biosimilari nell'artrite reumatoide"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2453 presentata dal Consigliere Tronzano, che la illustra; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Parliamo di un tema molto importante: non è assolutamente una polemica sterile, perché arriva da alcuni pazienti che stanno utilizzando un farmaco biosimilare.
Il tema è "Enbrel versus Orencia", che non vorrei si trasformasse, poi, in una questione tipo Lucentis e Avastin per quanto riguarda la maculopatia.
Con quest'interrogazione volevo chiedere all'Assessore se ci sono stati studi clinici che dimostrino per l'Orencia, farmaco biosimilare, la stessa efficacia dell'Enbrel.
Ricordo altresì - l'Assessore ne sarà sicuramente a conoscenza, ma lo rammento soprattutto per chi ci ascolta - che il TAR del Piemonte ha emesso una sentenza in cui si prescrive con chiarezza che non ci devono essere aspetti economici e di budget a limitare la prescrizione. Quindi il medico che prescrive ha libertà prescrittiva.
Tuttavia, poiché l'Orencia non è in grado, secondo alcuni pazienti che lo stanno usando, di sostituire adeguatamente l'Enbrel, perché dà effetti collaterali e non è altrettanto efficace, volevo capire se l'Orencia è stato testato, così come si prescrive e come si prevede. Chiaramente l'Enbrel, prima di essere messo in produzione e a disposizione dei pazienti, ha avuto per circa un ventennio la possibilità di essere sperimentato. Non penso che questo, ma lo chiedo all'Assessore, sia avvenuto anche per l'Orencia.
Ritengo che sia un tema molto delicato, visto che l'efficacia di questo farmaco assolutamente non è pari - anzi, è decisamente inferiore - rispetto a quello che è definito biologico, cioè l'Enbrel.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Tronzano.
Risponde l'Assessore Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Prima di entrare nel merito, occorre effettuare un chiarimento: il farmaco "biosimilare" altro non è che un farmaco di origine biologica che ha perduto la copertura brevettuale prodotto da un'azienda farmaceutica diversa da quella che produce il farmaco originatore.
La sovrapponibilità dell'efficacia terapeutica di biosimilari e farmaci originatori è stata recentemente sancita dall'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).
All'interno della determina 629 del 20 aprile 2018, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 7 maggio 2018, l'AIFA riconosce quanto segue: "I medicinali biosimilari vengono prodotti secondo gli stessi standard qualitativi richiesti per gli altri medicinali e che il rapporto rischio beneficio dei biosimilari è il medesimo di quello degli originatori di riferimento. Per tale motivo, l'AIFA considera i biosimilari come prodotti intercambiabili con i corrispondenti originatori di riferimento".
Tale principio è stato ribadito nei giorni scorsi dal TAR Piemonte, che ha respinto l'istanza cautelare presentata dalla Società Italiana di Reumatologia (SIR) contro la centrale di committenza SCR Piemonte.
Respingendo il ricorso, il TAR ha riconosciuto che nella gara bandita da SCR per l'acquisto del farmaco Adalimubab (cui si sono associate Lazio Sardegna, Valle d'Aosta e Veneto) viene garantita la libertà prescrittiva del medico. In tutte le gare che abbiamo fatto questo aspetto è garantito perché ci pare un criterio da mantenere.
Quest'ultimo elemento - la libertà prescrittiva - non è mai stato messo in discussione dalla Regione Piemonte nell'ambito delle gare effettuate per l'acquisto dei farmaci, a condizione, ovviamente, che la prescrizione del farmaco originale sia motivata da particolari necessità da parte del paziente in cura.
Sia l'Agenzia per il Farmaco che la giustizia amministrativa hanno dunque confermato la validità delle scelte effettuate dalla Regione Piemonte.
Fatta questa doverosa premessa, occorre tuttavia rilevare come i farmaci indicati dal Consigliere nell'interrogazione non abbiano alcun nesso con la questione sollevata. Enbrel e Orencia sono entrambi farmaci originatori immunosoppressivi, impiegati nell'artrite reumatoide, autorizzanti rispettivamente negli anni 2000 e 2007, che corrispondono, però, a due principi attivi differenti.
La Regione Piemonte non ha mai effettuato alcuna gara per la sostituzione di uno dei due farmaci rispetto all'altro.
In ogni caso, la competenza sulle procedure relative alla registrazione dei medicinali non è in capo alla Regione, ma è interamente riservata all'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) e all'AIFA stessa.
Gli studi registrativi sono valutati dalle suddette Agenzie, le quali provvedono al rilascio delle autorizzazioni e all'immissione in commercio dei nuovi medicinali. Il medico, a quel punto, è libero di prescrivere il farmaco ritenuto più idoneo al paziente.
Inoltre, in Italia, come in tutti gli altri Paesi dell'Unione Europea, è attivo un sistema di farmacovigilanza. Ogni medico è obbligato a segnalare tutti gli effetti tossici creati dai farmaci. Le autorità regolatorie, a tutela dalla salute pubblica, sulla base di tali segnalazioni, provvedono a emanare allerte, limitazioni all'uso o al ritiro dal commercio dei farmaci com'è capitato in questi giorni col valsartan per l'alta pressione arteriosa.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Lei dovrà rispondere ancora a un'interrogazione a risposta immediata, ma il collega Bono non è ancora arrivato.


Argomento: Ristrutturazione industriale

Interrogazione a risposta immediata n. 2446 presentata da Sinatora inerente a "Situazione TNE (Torino Nuova Economia)"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2446, cui risponderà l'Assessora De Santis.
La parola al Consigliere Sinatora per l'illustrazione.



SINATORA Benito

Grazie, Presidente.
Chiedo informazioni riguardo alla situazione delle aree di Torino Nuova Economia.
Premetto che si è appreso tramite gli organi di stampa che la situazione di Torino Nuova Economia, società pubblica nata nel 2005 per gestire una serie di spazi degli ex stabilimenti della FIAT Mirafiori acquisiti al patrimonio pubblico per un costo di 70 milioni di euro, ha recentemente avuto una nuova evoluzione.
Gli Enti locali affrontarono la questione FIAT nell'estate del 2005, quando ne uscì un accordo che fa ancora discutere oggi, in quanto i tre enti (Comune, Provincia e Regione) acquistarono dal Lingotto un'area di Mirafiori inutilizzata (circa 300.000 metri quadri) più un'altra grande il doppio (Campo Volo) tra Torino e Collegno, spendendo 67 milioni (60 più sette) per ottenere in cambio l'impegno della FIAT a produrre a Torino la nuova Punto.
Le aree del Campo Volo, tra l'altro, non sono mai entrate a far parte del patrimonio demaniale dei tre enti, che hanno corrisposto la parte economica alla FIAT. Nel corso degli anni, l'area dello stabilimento ceduta alla TNE è stata bonificata dagli inquinanti presenti a cura e a spese degli enti pubblici e tale non previsto dettaglio ha incrementato ulteriormente i costi sostenuti dal Pubblico.
In data 25 giugno 2018 il Presidente Chiamparino espresse alcune considerazioni in cui dichiarava: "La prossima settimana ci incontreremo con tutti i soggetti interessati per entrare nel dettaglio e vedere come procedere su questa importante operazione".
Finalmente, dopo 12 anni, sulle aree della stessa TNE viene recentemente formulata una proposta finalizzata a insediare un Manufacturing Technology Competence Center nella proprietà TNE; proposta che, partendo dall'Unione Industriale di Torino, accoglie i favori del Presidente Chiamparino e della Sindaca Appendino, i quali concordando nell'individuare questo spazio come la naturale soluzione per realizzare tale polo.
Il Manufacturing Technology Competence Center, secondo il progetto dell'Unione industriale, opererà con centri di eccellenza tecnologica (CET) nei settori dei nuovi materiali, dell'auto elettrica, dell'interazione uomo macchina e dell'agroalimentare.
Non si hanno più notizie del progetto Centro del design, che avrebbe dovuto dare una giustificazione plausibile all'operazione che ha portato al trasferimento alla FIAT del contributo pubblico di 70 milioni di euro.
Il sottoscritto interroga la Giunta per conoscere lo stato di avanzamento dei progetti di utilizzo delle aree TNE e anche quelle di Campo Volo.
Grazie e scusate.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sinatora.
Risponde l'Assessora de Santis; ne ha facoltà.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alle attività produttive Grazie, Presidente; grazie, Consigliere Sinatora.
La società TNE è, in questo momento, in attesa dell'omologa del Tribunale su un concordato in continuità; omologa che confidiamo possa arrivare a breve.
Com'è noto, dal 2008 vi è stato intanto un fortissimo calo e poi sostanzialmente, un blocco degli investimenti delle imprese e del mercato immobiliare. Ciò ha determinato che per una serie di anni la società TNE non sia riuscita a svolgere quella che era la sua funzione, ossia la valorizzazione di quelle aree a fini d'insediamento di imprese, la cosiddetta "reindustrializzazione" dell'area.
Vi sono stati una serie di soggetti, a partire dal Politecnico, che lì si sono insediati, ma, complessivamente, la situazione si è sostanzialmente bloccata per le ragioni ben note a tutti.
Inoltre, il fatto che la Città metropolitana abbia deciso di esercitare il recesso da quella società ne ha peggiorato nell'immediato le prospettive di natura finanziaria e gestionale.
Auspichiamo che il concordato venga omologato, perché non vorrei che, per effetto della situazione generale d'instabilità finanziaria e di incertezza sul futuro che si è creata in questi ultimi due o tre mesi, e di cui si vedono già effetti molto preoccupanti sul sistema delle imprese, ci ritrovassimo di nuovo in una situazione modello 2008. Perché, altrimenti tutto quello che sto dicendo, evidentemente varrà ben poco.
Ipotizzando che non s'inneschi di nuovo un blocco degli investimenti e una contrazione o una recessione come quella registrata nel 2008 e poi a partire dal 2011 (speriamo, dunque, di non dover patire la terza recessione in dieci anni!), a oggi è ripreso un interesse anche di soggetti privati nei confronti di quelle aree rispetto a cui la società attende l'omologa del concordato prima di procedere.
Il Politecnico, inoltre, nel proprio piano strategico che è stato definito successivamente all'elezione del Rettore Saracco e illustrato ancora ieri all'inaugurazione del proprio Anno accademico, prevede di insediare lì dove vi sono già le attività collegate al design, un insieme di attività che possiamo qualificare come rientranti sotto la terza missione dell'Università, quella del rapporto con il territorio.
In tali attività rientrano i percorsi di laurea breve, le lauree professionalizzanti per gli ingegneri destinati alle piccole e medie imprese della nostra manifattura, in collaborazione con gli ITS, più una serie di laboratori di ricerca, sempre di ricerca industriale per le imprese, iniziative di trasferimento tecnologico, il Competence Center, che è stato aggiudicato al Politecnico e Università di Torino sul bando nazionale del MISE e che verrà provvisoriamente collocato negli spazi del Politecnico al Lingotto, ma che è destinato a trasferirsi a Mirafiori.
Rispetto a quest'ipotesi d'insediamento universitario che però non è destinato alla ricerca di natura accademica, ma proprio alla collaborazione con il mondo delle imprese, in questo momento, abbiamo in corso interlocuzioni con l'insieme dei soggetti pubblici, quindi il Politecnico in primo luogo, ma poi ci saranno anche l'Università, che ha lasciato intendere la possibilità di partecipare a quest'operazione, la Camera di Commercio, che vuole destinarvi una quota di risorse, eventualmente, e qualora decida di contribuire all'iniziativa, il Comune di Torino un'interlocuzione volta a definire un impegno di Regione Piemonte a sostenere questo tipo di progetto attraverso un impegno nei confronti del Politecnico, che sarebbe soggetto attuatore di quest'iniziativa.
Posso aggiungere che, qualora, come mi auguro, quest'iniziativa vada in porto e qualora, come ancor di più mi auguro, il sistema economico e la manifattura italiana non si schiantino contro un muro nel giro dei prossimi tre mesi, confido che il resto dell'area potrà riempirsi, se vogliamo sotto l'etichetta del Manufacturing Technology Competence Center, ma in pratica con strumenti di mercato, perché quello che noi abbiamo - anch'io personalmente - verificato in questi anni è che è fortissimo l'interesse delle imprese grandi, medie e piccole a insediarsi accanto al Politecnico dove si può lavorare con il Politecnico e l'Università nel caso di specie.
Dunque confido che, a questo punto, l'operazione possa effettivamente realizzarsi. Tuttavia, ripeto, se non s'inchiodano gli investimenti delle imprese. Questo è un grande "se" nella situazione in cui noi siamo oggi. La destinazione di TNE, rispetto alla quale fu proprio pensata, e lo dico perché all'epoca ero Assessore della Provincia, era proprio quella, perch era la ragione che aveva ispirato quell'operazione, ossia creare un centro di competenze a beneficio della nostra manifattura e delle nostre PMI.
Quanto specificamente all'area di Campo Volo, da cui praticamente la società non ha ricavato un euro ed è stata lasciata in concessione a titolo gratuito all'Aeroclub (o come si chiama) di Collegno, certamente abbiamo chiesto alla società di fare un ragionamento sulla valorizzazione di quell'area, perché non si può immaginare che una concessione pubblica venga esercita e venga goduta in cambio di nulla. Quindi, la società sta lavorando anche su questo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora De Santis.
Chiedo alla Giunta di rispettare i tempi, perché abbiamo tante interrogazioni.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Previdenza

Interrogazione a risposta immediata n. 2448 presentata da Grimaldi inerente a "Fondi per nuovi cantieri di lavoro e accompagnamenti alla pensione"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2448.
Risponderà l'Assessore Ferrari, al posto dell'Assessora Pentenero.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Da fonti giornalistiche risultano residui dall'utilizzo degli ammortizzatori in deroga, cioè Cassa e Mobilità, per un totale di circa otto milioni di euro. Questi fondi, che risultano in capo all'INPS regionale, verrebbero rigirati di fatto alla Regione Piemonte, per essere utilizzati sulle politiche attive del lavoro per gli anni 2018 e 2019.
Assessore Ferrari, anche se non è la sua materia di competenza, lei sa che i cantieri di lavoro sono previsti anche da una nostra legge regionale, la n. 34 del 2008, e consistono di fatto nell'inserimento temporaneo e straordinario di cittadini disoccupati di lungo periodo prevalenti con mansioni di pubblica utilità, nell'ambito del decoro, della manutenzione degli uffici e degli spazi pubblici.
Arrivo al punto. A oggi, dai dati in possesso, solo nella Città di Torino sono in servizio circa 466 cantieristi inseriti in vario modo; non sto qua a elencarle quello che ha davanti.
Considerato che la Città ha in corso una copertura del finanziamento di un 1,3 milioni e di contributi regionali per 650 mila euro e che, di fatto questi strumenti sono utilizzati tanto nel capoluogo, come in tante altre città del territorio.
Visto che più volte anche in alcune sedi, di concerto con i sindacati, più volte è stato detto che questo utilizzo o l'utilizzo di risorse ulteriori del POR-FESR non utilizzate o sottoutilizzate da parte delle misure di politiche attive del lavoro, potevano essere reinserite dentro il tema dei cantieri di lavoro, interroghiamo la Giunta per sapere quante e quali risorse saranno impiegate nei nuovi cantieri di lavoro e di accompagnamento alle pensioni, perché se è difficile riutilizzare gli otto milioni di euro dell'INPS sulle politiche attive, di sicuro una delle prime cose che potremmo intanto fare è utilizzare quello che abbiamo avanzato al POR-FESR su queste misure.
Poiché è importante per tutti i disoccupati e gli inoccupati piemontesi avere delle certezze anche per i prossimi mesi e nell'immediato futuro chiediamo alla Giunta di capire bene quante cifre e quali verranno messe a disposizione per i cantieri di lavoro.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
La parola all'assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
La Regione e le parti sociali piemontesi, con l'accordo del 28 marzo 2017 hanno definito le modalità di utilizzo, ai fini di politiche attive, delle risorse residue dagli ammortizzatori sociali in deroga, prevedendo un programma di cantieri di lavoro, per un importo di otto milioni di euro, e un intervento breve volto a concedere ai disoccupati titolari di ASpl NASpl, NASpl e disoccupazione speciale edile richiedenti la mobilità in deroga con domande istruite positivamente dall'INPS, un'indennità sostitutiva di questo ammortizzatore.
L'avvio di tali progetti ha però subito ritardi, perché il Ministero del Lavoro ha subordinato la messa a disposizione delle risorse a una completa definizione dei costi legati alle deroghe e a una certificazione da parte dell'INPS dei fondi residui per ogni Regione. Tale procedura prevedeva che le Regioni dichiarassero di aver concluso le autorizzazioni di CIG e mobilità in deroga, che l'INPS definisse le modalità di gestione e di erogazione di tali fondi, in capo all'istituto, e che l'INPS fornisse in esito alle verifiche contabili effettuate una quantificazione delle risorse residue.
La quantificazione, derivante da una lunga serie di precisi controlli sulle domande di CIG e mobilità in deroga autorizzate nell'ultimo triennio, che in Piemonte sono quasi 30.000, è stata comunicata alla nostra Regione il 23 luglio 2018: la somma riconosciuta sarebbe di circa sette milioni e mezzo di euro, in misura quindi inferiore ai costi stimati nell'accordo del 28 marzo 2017 per un diverso sistema di calcolo delle risorse residue.
Trattandosi di una questione che riguarda tutte le Regioni, il 3 ottobre scorso si è svolto un incontro al Ministro del Lavoro tra INPS e rappresentanti delle Regioni, che hanno proposto una soluzione alternativa alla procedura prevista dall'INPS. Non essendosi sbloccata la situazione a livello nazionale, per superare l'impasse, la Regione Piemonte ha concordato, con la Direzione Regionale INPS di sottoscrivere la convenzione di cui alla circolare n. 6-2018 per la somma certificata di circa sette milioni e mezzo di euro, e l'INPS si è impegnata a dichiararsi formalmente disponibile a recuperare successivamente l'importo residuo, tramite un addendum alla convenzione stessa.
Lo schema di convenzione, previsto da una DGR, dovrebbe essere sottoposto all'approvazione della Giunta nella prossima seduta.
La convenzione dovrebbe essere sottoscritta entro metà dicembre, in modo che all'inizio del 2019 si possa dare corso a una prima tranche del programma di cantieri lavoro, rivolti a disoccupati di 58 anni e oltre prossimi al raggiungimento dei requisiti pensionistici.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrari.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 2450 presentata da Frediani inerente a "Salvaguardia e tutela dei lavoratori a rischio licenziamento per la crisi della Vigo Autoindustriale srl."

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 2455 presentata da Conticelli inerente a "Vigo Autoindustriale srl. Salvaguardare tutti gli attuali livelli occupazionali"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora le interrogazioni a risposta immediata n. 2450 e n. 2455.
Avendo lo stesso tema, saranno illustrate da entrambe le Consigliere interroganti, ma riceveranno una risposta comune.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione dell'interrogazione n. 2450.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Chiaramente è un tema che riguarda sia la questione lavoro sia la questione trasporti, quindi è al confine fra più tematiche, motivo per cui immagino abbia suscitato l'interesse anche della Presidente della III Commissione.
Parliamo della questione Vigo. Noi siamo venuti a conoscenza della questione ricevendo una lettera del Sindaco di Chieri, che esprimeva preoccupazione rispetto alla situazione di questa azienda che si occupa dei trasporti in molte città della provincia di Torino, a partire da Chieri San Mauro e altre.
Da oltre trent'anni è specializzata anche nel cosiddetto trasporto di fabbrica, quindi nella gestione dei servizi per il trasporto di operai e impiegati.
Con una lettera alle organizzazioni sindacali e alla Regione Piemonte datata 22 novembre, l'Unione Industriale di Torino ha comunicato che la Vigo ha attivato la procedura di licenziamento collettivo di 69 lavoratori.
Da fonti interne abbiamo appreso che ci sono dei problemi personali della proprietà e che si sta ipotizzando il passaggio di alcuni lavoratori a un'altra società che potrebbe essere interessata, ma che pare non sia disponibile ad assorbire tutti i lavoratori. Per i rimanenti, sarebbe previsto un periodo di cassa integrazione e poi un futuro piuttosto incerto.
Ricordiamo che il 3 luglio 2015 venne sottoscritto dalla Regione e dalle sigle sindacali l'accordo sulle clausole sociali per il TPL, settore autoferrotranvieri. In una parte importante di quest'accordo si specifica che, in caso di subentro totale o parziale di una nuova impresa nell'attività oggetto della gara, cioè contratto di servizio TPL, tutto il personale in forza all'impresa affidataria, al momento dell'indizione delle procedure di affidamento, dovrebbe transitare con passaggio diretto alle dipendenze dell'impresa aggiudicataria, a far data dall'inizio dell'affidamento del servizio. In sostanza, la Regione Piemonte dovrebbe fare rispettare la clausola prevista nell'accordo.
Ci preoccupa la situazione di quei 38 lavoratori, ma sappiamo anche che la Regione potrebbe avere gli strumenti adeguati per fare fronte a questa situazione, quindi chiediamo rassicurazioni in merito all'Assessore, che mi sembra oggi non sia presente in Aula, ma immagino abbia delegato qualcuno alla risposta.
Grazie.



PRESIDENTE

L'Assessora Pentenero ha delegato l'Assessore Ferrari per la risposta.
La parola alla Consigliera Conticelli per l'illustrazione dell'interrogazione n. 2455.



CONTICELLI Nadia

La situazione è quella che ha già delineato la collega. C'è una preoccupazione, in primo luogo, per i lavoratori, che è anche legata al servizio che la Vigo, soprattutto nel territorio di Chieri e di San Mauro effettua in particolare per conto delle società Sadem e Canova.
Mentre per i lavoratori, una trentina, della sede di Chieri, nella trattativa si è abbozzata la possibilità che vengano assorbiti dalla Cavourese, che garantirebbe questo pezzo di servizio, invece per i 38 dipendenti della sede di San Mauro Pescarito non si hanno ancora certezze.
Dovrebbe subentrare la cassa integrazione. Oltretutto pare che anche il patrimonio immobiliare della Vigo sia in vendita o in liquidazione, per cui anche rispetto alla liquidità per il pagamento di un eventuale trattamento di fine rapporto non ci sono certezze.
Anch'io nell'interrogazione ho citato il protocollo di intesa occupazionale siglato nel 2015 proprio per il comparto autoferrotranvieri per il TPL, che prevede il rispetto delle clausole sociali, quindi con il subentro di altre aziende e di altre ditte dovrebbe essere prevista una totale garanzia anche di condizioni per i lavoratori.
Questa situazione desta preoccupazione, perché non è la prima azienda di trasporto locale che entra in crisi. Il panorama piemontese è caratterizzato da una molteplicità di aziende locali di trasporto che hanno difficoltà, in un momento come questo, a restare sul mercato. D'altro canto, bisogna pensare anche a riorganizzare il servizio, oltre che a riassorbire questi lavoratori.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta a entrambe le interrogazioni.



FERRARI Augusto, Assessore regionale

Com'è già stato ricordato, in data 22 novembre la società Autoindustriale Vigo Srl ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per tutti i dipendenti in forza, comunicando la decisione di porre in liquidazione la società, cessando lo svolgimento di ogni esercizio al 31 dicembre 2018.
Attualmente Autoindustriale Vigo occupa 69 dipendenti, di cui otto a tempo determinato.
Nella comunicazione citata, la società precisa che nella sede di San Mauro Torinese vengono svolti alcuni servizi extraurbani diretti e i servizi a chiamata Provibus, oltre a quelli extraurbani subaffittati da GTT, Canova e Sadem. Al deposito di Chieri fanno capo i servizi extraurbani diretti dell'area chierese, nonché quelli a chiamata Mebus ed il servizio urbano della città di Chieri.
La decisione aziendale di mettere in liquidazione la società e cessare i servizi va ricercata nell'incidenza dei servizi svolti in sub-affidamento nella ridotta domanda di mobilità che ha causato scarsi ricavi da traffico dei servizi diretti, nei costi legati alla obsolescenza del parco autobus nonché nella stagnazione del mercato del noleggio, che hanno prodotto una situazione di redditività insoddisfacente. A tale situazione si aggiungono il ritardo nei pagamenti con un conseguente accumulo di crediti, che ha sempre più minato la situazione finanziaria dell'azienda, le condizioni di salute del titolare e la mancanza di prospettive di continuazione di una gestione familiare dell'azienda.
L'Assessorato al lavoro sta seguendo con la massima attenzione la vicenda e la prossima settimana convocherà azienda e sindacati per supportare le parti nella ricerca di soluzioni idonee a una definizione positiva della vicenda.
Come riportato dagli organi d'informazione, ci sarebbe un potenziale acquirente interessato all'azienda. Tuttavia, le trattative sono in corso e ragioni di riservatezza impediscono di rendere noti ulteriori dettagli. La Regione continuerà a seguire l'evolversi della trattativa ed è disponibile a mettere in campo tutti gli strumenti a sua disposizione per salvaguardare i posti di lavoro.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 2451 presentata da Andrissi inerente a "Bando in project financing ATC Piemonte Nord, procedure bonifica, rimozione e smaltimento manufatti contenenti amianto"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2451.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Sto perseguitando l'Assessore Ferrari sul bando di partenariato pubblico privato per il rinnovo di 90 caldaie in Provincia di Vercelli e 24 in Provincia di Biella, e anche per il relativo rinnovo locali. Questo è un aspetto molto importante, perché ovviamente in edifici realizzati decine di anni fa è possibile rinvenire manufatti in amianto, in particolar modo le canne fumarie che spesso e volentieri sono state realizzate in amianto. Le specifiche tecniche amministrative del bando prevedevano al punto 17 che fosse a carico del concessionario sia lo smaltimento sia la bonifica dei siti oggetto della gara e della presenza di amianto, se interessati da interventi di riqualificazione e messa a norma; oltre a ciò, anche tutti gli oneri per la sicurezza.
La scadenza è stata superata, perché era il 15 ottobre 2018, per cui crediamo che le opere di rinnovo caldaie e bonifica siano state già realizzate.
Sappiamo anche dalla normativa che, laddove è stato rinvenuto amianto bisogna procedere con un iter suddiviso in quattro fasi. La prima fase è la verifica della presenza di amianto. La seconda fase è la valutazione relativa alla qualità e allo stato manutentivo, ovvero se tende a essere friabile e a sbriciolarsi, quindi a diventare molto pericoloso. La terza fase riguarda la progettazione dell'intervento che va presentato all'ASL con apposito piano di lavoro 30 giorni prima di avviare i lavori di bonifica. La quarta fase è la realizzazione dell'intervento di bonifica con rimozione oppure senza rimozione, però prevedendo il momento in cui realizzare tale rimozione. Ci chiediamo se effettivamente è stato presentato questo piano di lavoro per lo smaltimento.
Oltre a questo, a fine lavori bisogna consegnare un attestato con cui si dichiari di aver assolto lo smaltimento dell'amianto secondo gli estremi di legge, comunicare nel dettaglio tutte le attività svolte in modo da programmare le attività del piano di controllo e manutenzione, allegare il formulario di identificazione rifiuti che sono stati smaltiti.
Noi abbiamo presentato quest'interrogazione innanzitutto perché siamo stati allertati da alcuni cittadini di queste case popolari. Ho voluto fare questo accertamento direttamente, andando a chiedere ai cittadini direttamente sul luogo se effettivamente queste preoccupazioni avevano un qualche fondamento.
Chiedo all'Assessore per conoscere nel dettaglio per quali interventi siano stati presentati i piani di lavoro per lo smaltimento dell'amianto legati al bando sopracitato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrari per la risposta.



FERRARI Augusto, Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa

Quando abbiamo ricevuto ieri il testo dell'interrogazione ci siamo attivati immediatamente per chiedere con urgenza all'ATC del Piemonte Nord gli elementi di dettaglio da mettere a disposizione proprio su questo punto.
Devo dire che non abbiamo ancora ricevuto una risposta completa e formale per cui siamo in attesa che questa avvenga in maniera dettagliata. Non appena ne saremo in possesso, la metteremo sicuramente a disposizione del Consigliere Andrissi.
Per il momento siamo riusciti ad avere (oggi, nel primo pomeriggio) da ATC Piemonte Nord una prima risposta molto, molto parziale, però voglio già metterla in evidenza, in modo da capirne il tipo di indirizzo.
In riferimento all'appalto che viene messo a oggetto dell'interrogazione dice sostanzialmente: "Si informa che non sono stati presentati i piani di lavoro per lo smaltimento di amianto perché, laddove sono state riscontrate situazioni preesistenti di manufatti contenenti amianto, sono state adottate soluzioni alternative; soluzioni alternative che sono state preventivamente sottoposte ed approvate dall'ufficio direzione lavori preposto".
Ora, il punto che dobbiamo approfondire e su cui abbiamo chiesto il dettaglio è proprio questo, cioè quali sono le soluzioni alternative e quali degli immobili che sono coinvolti nell'intervento sono effettivamente indicati. Su questo credo che, nel giro di qualche giorno, avremo la risposta formale e dettagliata da poter poi sottoporre alla vostra attenzione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 2449 presentata da Bono, inerente a "Mancato pagamento degli stipendi ai lavoratori del Sovracup di Torino e Novara dipendenti della società Diamante, vincitrice della gara per il CUP unico in ATI"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2449.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente .
Ho inteso presentare quest'interrogazione su un tema che, insieme al collega Andrissi, seguiamo da molto tempo. Personalmente, già dalla scorsa legislatura, avevo prestato attenzione alle problematiche dei lavoratori e in particolar modo ai dipendenti della società consortile multiservizi Diamante.
La società Diamante, in un'ATI con Telecom Italia, già gestisce il call center dell'ex ASL TO1, che adesso serve anche tutta la città di Torino e quindi anche l'ex ASL TO2, diciamo per una sorta di CUP sovraziendale chiamato in effetti Sovracup della Regione Piemonte.
Già nella scorsa legislatura c'era stata una serie d'inadempienze contrattuali, in particolar modo rispetto al numero di risposte alle telefonate e alle tempistiche; inadempienze che sono state in parte risolte nella legislatura passata.
Un'interrogazione in merito ai ritardi di pagamento di stipendi è stata presentata anche in questa legislatura. Noi pensavamo che la questione si fosse risolta, anche perché la stessa azienda fa parte dell'Associazione Temporanea d'Impresa, che ha vinto la gara del CUP unico regionale insieme a Engineering e Telecom, dopo un ricorso al TAR e al Consiglio di Stato rispetto alla prima vincitrice, che era il Consorzio Lavorabile-Santer Reply.
Abbiamo letto con stupore e sorpresa sulle cronache locali dei giornali nazionali che ci sono ancora ritardi di pagamento e mancati pagamenti di questi ultimi mesi da parte della società Diamante; ritardi che hanno trovato conferma per quanto riguarda i nostri contatti. Abbiamo infatti provato a contattare dei lavoratori e dei sindacalisti e tali ritardi risultano tuttora in essere, per cui gli stipendi risultano ancora non pagati.
Parliamo di 44 dipendenti di Torino e 15 di Novara, il che speriamo non pregiudichi poi il funzionamento del CUP unico regionale, che dovrebbe essere uno dei punti di svolta di questa sanità regionale, su cui fa affidamento la Giunta per ridurre le liste d'attesa e migliorare il servizio anche con strumenti - l'abbiamo letto nel comunicato stampa di lancio di questa iniziativa - di applicazioni interattive da smartphone tablet e quant'altro.
Si tratta di problematiche che rischiano di ritardare anche l'avvio dei lavori, perché ricordiamo che mesi fa si parlava di lancio del CUP unico regionale a settembre, poi si è parlato di ottobre, adesso di novembre.
Ieri o stamattina (faccio confusione fra le tante notizie che leggo) si è letto che dovrebbe partire proprio in queste ore o giorni a Novara. Lo speriamo, però chiediamo, da un punto di vista di regolarità dei pagamenti degli stipendi, se ci possono essere date garanzie da quest'azienda, se sono state fornite all'Assessorato e se gli Assessorati alla sanità e al lavoro si sono attivati per comprendere quale sia la reale situazione dei fatti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Leggevo l'appunto che mi hanno preparato gli Uffici e anche un messaggio di ieri che mi è arrivato sui social, in cui i lavoratori esprimono nuovamente tutta loro preoccupazione e mi comunicano che ieri sono stati pagati. Per al di là di questo aspetto, qui invece.



(Commenti fuori microfono)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Ragazzi, ieri. Non è la Regione che paga. Ci sono anche delle coincidenze nella vita, no? Allora, è chiaro che, al di là di questo aspetto della data, noi stiamo seguendo con grande attenzione, insieme all'ASL Città di Torino, la vicenda richiamata dall'interrogazione del Consigliere Bono in merito al ritardo del pagamento degli stipendi dei lavoratori del Sovracup da parte della società Diamante.
Nei giorni scorsi, la società ha effettivamente ottemperato, seppure in ritardo, al pagamento degli stipendi relativi al mese di ottobre; il pagamento degli stipendi del mese di novembre è previsto per il 15 dicembre. Come vi dicevo, questo messaggio è il più recente. Tuttavia, in seguito al ricorso accolto dal TAR al Consiglio di Stato, a Diamante è stata assegnata, insieme a Engineering e Telecom (com'è stato ricordato) anche la gestione del nuovo CUP unico per le prenotazioni.
Noi stiamo seguendo la vicenda insieme a SCR e abbiamo convocato per giovedì mattina Diamante e anche le altre imprese per fare un punto della situazione e avere quelle sicurezze, quelle certezze necessarie per il prosieguo del lavoro avviato per quanto riguarda Novara. Quindi preoccupazioni condivisibili, perché non hanno pagato.
C'è il tema del DURC. Giovedì sono stati chiamati e ci saranno, in modo da dare delle certezze, perché non si può stare in una situazione dove non si paga: bisogna pagare e il tempo per farlo è previsto dalle norme. Quindi giovedì ci sarà l'incontro e avremo anche l'occasione per ricevere elementi utili per proseguire la nostra attività, come abbiamo programmato.


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Interrogazione a risposta immediata n. 2452 presentata da Rossi Luca Angelo, inerente a "Fusione dei Comuni di Cuccaro Monferrato e di Lu"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2452.
Risponderà il Vicepresidente Reschigna.
La parola al Consigliere Rossi Luca per l'illustrazione.



ROSSI Luca Angelo

Grazie, Presidente.
Semplicemente, si tratta di uno dei processi di fusione tra Comuni che sono stati sottoposti a referendum consultivo nello scorso mese di novembre precisamente l'11. Si tratta di due Comuni in Provincia di Alessandria, due piccoli Comuni con una differenza di popolazione: Cuccaro Monferrato ha circa 320 abitanti, mentre Lu ne ha 1.100.
Non sto a leggere i vari passaggi (li abbiamo descritti nell'interrogazione) dei mesi precedenti, compresa la delibera del Consiglio regionale n. 309.
L'esito del referendum ha previsto la prevalenza dei "sì" (368 contro 314) alla fusione tra i due Comuni. Tuttavia, nel Comune più grande (Lu) c'è stata una prevalenza dei "sì", mentre nel Comune più piccolo (Cuccaro Monferrato) sono prevalsi i "no" (137 contro 76).
Quello che noi chiediamo è un chiarimento sulla procedura adottata, perch sappiamo che la Regione - attraverso una lettera a sua firma, immagino - ha chiesto a entrambi i Consigli comunali di confermare le loro decisioni dei mesi passati, quindi di procedere effettivamente alla fusione, mentre in passato questo non è avvenuto. In particolare, in provincia di Alessandria c'era stato un caso analogo nel 2017, con due Comuni (Cassano Spinola e Gavazzana), sempre piccoli, ma uno molto più piccolo dell'altro, dove nel Comune più piccolo (Gavazzana) avevano vinto i "no", ma non è stata richiesta alcuna ulteriore votazione al Consiglio comunale e si è proceduto alla fusione dei Comuni stessi.
In quel caso, c'è stato anche un pronunciamento del TAR Piemonte, che non abbiamo citato nell'interrogazione, però ci è arrivata la sentenza dello scorso mese di novembre, che ha respinto un'istanza del comitato per il no alla fusione.
L'unica cosa che si rileva leggendo la sentenza è che forse, in quel caso si sarebbe potuto rendere più facile il passaggio, indicando nella nuova denominazione comunale che si andava a introdurre anche il nome del Comune più piccolo, che, invece, in questo caso, scompare del tutto, perché il Comune si chiama Cassano Spinola. Invece, nel caso che stiamo esaminando in quest'interrogazione, il Comune che eventualmente dovesse essere istituito si chiamerà Lu Cuccaro, cioè verranno mantenute entrambe le denominazioni.
L'interrogazione chiede perché questa disparità di trattamento, perché in passato, a fronte di un risultato referendario che aveva visto uno dei due Comuni esprimersi in prevalenza contro la fusione, non è stato chiesto il pronunciamento dei Consigli comunali, si è andati in Commissione consiliare e, poi, la Commissione consiliare ha dato il via libera alla legge regionale che ha istituito il nuovo Comune. In questo caso, invece, è stato chiesto un ulteriore passaggio nei Consigli comunali.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Non c'è alcuna diversità di trattamento. Nel caso cui faceva riferimento il Consigliere Rossi non è stata chiesta alcuna delibera ai Consigli comunali perché autonomamente i due Consigli comunali, dopo la consultazione referendaria, avevano assunto le loro determinazioni senza aspettare le decisioni della Regione. Ho qui le fotocopie degli atti deliberativi trasmessi dai due Comuni.
Ho mandato questa lettera proprio perché, mentre in alcuni casi i referendum sono stati molto chiari sotto il profilo dell'espressione della volontà delle comunità locali, ci sono stati, non solo in questo caso, ma anche in altri, degli esiti negativi sotto il profilo della consultazione referendaria, che essendo una consultazione obbligatoria, ma consultiva non necessariamente impegna gli atti delle Amministrazioni comunali e della Regione.
La Regione, sotto questo profilo, chiede doverosamente ai Consigli comunali interessati qual è il loro orientamento, dopodiché ricordo al Consigliere Rossi che i disegni di legge sono depositati in Consiglio regionale.
La Giunta regionale ha ritenuto di fare quest'ulteriore elemento di raccolta delle volontà da parte dei Comuni per offrirli alla valutazione del Consiglio regionale, perché le competenze appartengono al Consiglio regionale, che esaminerà i disegni di legge.
Ho iscritto all'o.d.g. della Commissione di giovedì prossimo tutti i disegni di legge di fusione per incorporazione o normali che hanno avuto una consultazione referendaria positiva, demandando alla Commissione di lunedì prossimo, al pomeriggio (lo dico in anticipo), l'esame di quei disegni di legge che hanno avuto consultazioni popolari con esiti alterni: tutti negativi o, in qualche caso (in un Comune) una maggioranza favorevole e una maggioranza contraria.
Lunedì prossimo, la Commissione esaminerà tutti gli eventuali contributi che sono arrivati dai Comuni e sarà nella piena facoltà di valutare se mandare avanti gli iter dei disegni di legge oppure interromperli.


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione a risposta immediata n. 2438 presentata da Accossato inerente a "Possibili ricadute negative dell'arrivo della tredicesima tappa del Giro d'Italia 2019 sul Parco nazionale del Gran Paradiso"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2438.
Risponderà l'Assessore Valmaggia.
La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Mi scuso per la scorsa settimana, ma un fatto imprevisto non mi ha consentito di essere presente. Ringrazio, quindi, l'Assessore di poterla illustrare oggi.
L'interrogazione riguarda la prossima edizione del Giro d'Italia (nel 2019) e le informazioni che abbiamo ricevuto rispetto al suo percorso che toccherà, ancora una volta, positivamente il Piemonte, in particolar modo la tredicesima tappa, che ha partenza da Pinerolo e arrivo a Ceresole Reale, al lago di Serrù, nel territorio del Parco del Gran Paradiso.
Voglio dire subito, nella premessa di questo breve intervento, che sono tra coloro che considerano il Giro d'Italia una delle manifestazioni sportive più importanti del nostro territorio e ne riconosco le ricadute sui territori che tocca.
Ritengo, quindi, che sia un elemento positivo il fatto che il Piemonte, in questi ultimi anni, sia riuscito a ottenere una serie considerevole di tappe, con la conseguente valorizzazione dei suoi Comuni e del percorso. Ma giudico altrettanto doverosa e importante un'interlocuzione attiva con gli organizzatori nella definizione delle tappe, dei tracciati e dei percorsi.
Perché se sono innegabili le ricadute, è altrettanto vero che bisogna interloquire. Credo, infatti, che i nostri Comuni e i nostri territori non debbano essere gli "indigeni" cui portare un po' di collanine e si debbano accontentare del fatto che arriva il "grande evento".
Nella fattispecie, non so quali siano le interlocuzioni in corso e quali siano le valutazioni. Certamente, l'arrivo di una tappa all'interno di un'area parco - peraltro, il Parco del Gran Paradiso, il più antico parco nazionale italiano, che nel 2022 compirà cento anni - con gli ultimi sette chilometri di percorso su una strada (quella che porta al Nivolet) che è oggetto ormai da vent'anni di un progetto di chiusura al traffico almeno nei fine settimana estivi, proprio per tutelarne la delicatezza e la particolarità di pregio ambientalistico, desta qualche preoccupazione.
Tutte queste considerazioni mi inducono a chiedere all'Assessore quali attenzioni siano poste in essere perché questo evento sia compatibile con la delicatezza che un'area parco presuppone, particolarmente nel periodo primaverile (stiamo parlando di maggio), che è periodo di riproduzione faunistica e, in generale, di particolare delicatezza.
Vorrei capire dall'Assessore competente - credo che sarà l'Assessore all'ambiente Valmaggia - cosa si sta facendo affinché l'evento sia gestito nel modo migliore possibile e quali accorgimenti verranno messi in atto per garantire la tutela del Parco.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Accossato.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore ai parchi

Grazie, Presidente.
Come ha già ricordato la Presidente di V Commissione Accossato, il Parco Nazionale del Gran Paradiso, che è il più antico parco italiano, ha personalità di diritto pubblico. È un parco nazionale ed è sottoposto alla vigilanza del Ministero dell'ambiente.
Il territorio del Parco insiste sia sul territorio della Regione Piemonte sia dalla Regione Valle d'Aosta, ed è gestito da un organismo statale autonomo sotto il profilo delle scelte gestionali e regolamentari in materia territoriale e ambientale, nonché in termini di promozione e immagine anche ai fini della sostenibilità ambientale.
In relazione a tali aspetti, non è quindi sottoposto al coordinamento della Regione Piemonte.
Il territorio del Parco Gran Paradiso, però, coincide con il sito di importanza comunitaria e zona di protezione speciale Parco Nazionale Gran Paradiso, ai sensi della Direttiva "Habitat" e della Direttiva "Uccelli", e la gestione di tale sito della Rete Natura 2000, nelle more dell'approvazione del Piano del Parco (comprensivo anche del Piano di gestione del citato sito) è della Regione Piemonte, per il territorio di competenza.
Ricordo, inoltre, che non è la prima volta che una tappa del Giro d'Italia si conclude con l'arrivo in alta montagna (ricordo, ad esempio, i 2.000 metri di Sant'Anna di Vinadio nel 2016) o all'interno di aree parco, quali il Parco dello Stelvio, della Majella e nello stesso Parco del Gran Paradiso, a Cogne. Ciononostante, è evidente che devono essere approfondite e definite le cautele necessarie a tutelare le biodiversità presenti nell'area protetta in questione.
Allo stato attuale, non è ancora stata formalizzata, alle competenti strutture regionali, alcuna richiesta in merito, ma si sono già iniziati incontri informali con gli organi tecnici del Parco Gran Paradiso e con l'Amministrazione di Ceresole Reale, per delle prime valutazioni sulle potenziali criticità ambientali determinate dall'evento, per acquisire informazioni sulla sua reale portata, per individuare i soggetti organizzatori e, non ultimo, per coordinare i pareri e le autorizzazioni necessarie sotto il profilo ambientale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2454 presentata da Motta, inerente a "Stazione di Asti. Soppressione di tre Frecciabianca su quattro"


PRESIDENTE

Passiamo alla trattazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 2454 presentata dalla sottoscritta, che la dà per illustrata, alla quale risponderà l'Assessora De Santis al posto dell'Assessore Balocco.
Prego, Assessora.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora regionale Grazie, Presidente.
La problematica era già stata affrontata nella risposta all'interrogazione a risposta immediata presentata la scorsa settimana dal Consigliere Ottria.
Di conseguenza, il testo della risposta è il medesimo che era stato fornito in quell'occasione, con una sola precisazione: non risultava corretta l'informazione che i Frecciabianca che collegano Asti a Roma n. 8323 e 8606 saranno soppressi con il nuovo cambio orario, così come risulta consultando l'orario ufficiale di Trenitalia in vigore dal 10/12/2018.
Com'è noto, la Regione non ha competenze in merito alla decisione dell'operatore circa l'offerta a mercato, alla quale i treni Frecciabianca appartengono.
Della modifica siamo stati informati via mail solo in data 24/11/2018, con una mail peraltro generica che parlava di uno spostamento dell'offerta dei Frecciabianca all'80% sui Frecciargento e, per il restante 20%, sui Frecciarossa.
La decisione di sopprimere il Frecciabianca 8807 (Torino Porta Nuova-Lecce) priva le fermate intermedie di Asti e Alessandria dell'unico collegamento veloce con Piacenza e Bologna, sostituendolo con un Frecciarossa su Milano che poi raggiunge la Romagna e la Puglia.
Ricordo che a gennaio 2017, in presenza di analoga arbitraria decisione di Trenitalia di sopprimere una parte consistente dell'offerta Frecciabianca da Torino a Milano, la Regione è intervenuta sostituendo quell'offerta con tre coppie di treni fast regionali (quindi contribuiti).
Ho chiesto a Trenitalia - dice naturalmente l'Assessore Balocco - di fornire i dati sulle frequentazioni di questo treno e, in particolare salite e discese di Asti e Alessandria in direzione Piacenza e Adriatico per poter fare una valutazione sull'entità dei flussi sia per eventuali utenze pendolari, sia, per esempio, in corrispondenza dei mesi estivi.
Al momento, questi dati non sono stati forniti e vengono peraltro considerate informazioni di mercato e quindi sensibili da Trenitalia.
A titolo informativo, va rilevato che secondo Trenitalia, come citato in un comunicato, questa sostituzione potenzia i collegamenti "adriatici" consentendo di raggiungere da Torino più rapidamente la Romagna e la Puglia, e collegando, per la prima volta Torino con la città di Lecce, con sensibili riduzioni dei tempi di viaggio tra il capoluogo piemontese e Rimini, Ancona, Bari e Lecce.
Da Torino a Rimini si passa da quattro ore e quattro minuti a tre ore e 18 minuti, fino ad Ancona da quattro ore e 56 minuti a quattro ore e 13 minuti. È invece di sei ore e 47 minuti la percorrenza Frecciarossa fra Milano e Bari, ed è di otto ore e cinque minuti quella fra Torino e Bari.
Il nuovo Frecciarossa partirà da Porta Nuova (Torino) alle ore 9.20 con arrivo a Lecce alle 18.52, con fermate intermedie a Torino Porta Susa Milano Porta Garibaldi, Milano Rogoredo, Reggio Emilia, Bologna, Rimini Pesaro, Ancona, Pescara, Termoli, Foggia, Barletta, Bari Centrale e Brindisi.
Stesse fermate per il collegamento di ritorno, che partirà da Lecce alle ore 12.06 con arrivo a Milano alle ore 20.42 e a Torino alle ore 21.40.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.53 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 16.01)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Baricco, Bertola, Cerutti, Chiamparino Ferrero e Molinari.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti al ricevimento di una delegazione studentesca in merito al tema borse di studio EDISU


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Vado un po' fuori tema per segnalare qualcosa che è successa oggi in pausa pranzo.
Quando siamo usciti abbiamo visto un presidio di studenti davanti al Consiglio che non è stato portato all'attenzione dell'Aula e sappiamo che dopo si è svolto un incontro con l'Assessore Reschigna, l'Assessora Cerutti, il Presidente della VI Commissione, il Consigliere Valle, però che io sappia le opposizioni non sono state informate.
Ora, mi sembra che sia la prima volta che si verifica una situazione di questo tipo. Di solito, se c'è un presidio fuori dal Consiglio regionale e se sono qui davanti è evidente che vogliono interloquire con il Consiglio regionale, altrimenti avrebbero tutte le possibilità di chiedere un appuntamento riservato con i Gruppi consiliari cui loro fanno riferimento.
Normalmente, quando c'è un presidio davanti al Consiglio si incontrano i presidianti come Consiglio regionale e quindi si estende la possibilità di partecipare a tutte le forze politiche. Non abbiamo capito molto il senso di questa riunione ristretta tra Assessori, alcuni Consiglieri e i rappresentanti degli studenti.
Quindi, vorrei che qualcuno potesse solo spiegarci che cosa sia successo oggi, perché ci sembra un caso unico e mai verificatosi.



PRESIDENTE

Alla Presidenza non è arrivata alcuna richiesta d'incontro da parte degli studenti che erano all'esterno.
La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Molto sinteticamente: in data 30 novembre 2018, alle ore 18.49 ricevo un'e mail dalla signora Margherita Accornero, che è la rappresentante degli studenti nel Consiglio d'amministrazione di EDISU, inviata a Marta Levi Vittorio Sopetto, l'Assessora Cerutti, il sottoscritto, Marco Grimaldi Daniele Valle e Andrea Appiano, in cui si chiede un incontro relativamente al tema borse di studio EDISU.



(Commenti della Consigliera Frediani)



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Margherita Accornero è la rappresentante degli studenti universitari nei Consiglio d'amministrazione di EDISU.
Per mia comodità, ho fissato l'incontro alle ore 13 di oggi, visto che ero in Consiglio; non avevo avuto nessuna segnalazione di manifestazioni o di richieste di altro tipo. Doveva essere un incontro tra il sottoscritto l'Assessora Cerutti e i Consiglieri che sono stati notificati dalla signora Margherita Accornero attorno a questo tema. Con qualche stupore, devo dire mi sono trovato un presidio davanti al Consiglio regionale e anche con altrettanto stupore mi sono trovato che l'incontro non era con la signora Margherita Accornero, ma con una delegazione degli studenti universitari.
Cosa che è sfuggita alle mie capacità organizzative.
Ripeto, l'ho fatto qui, perché non avevo altra circostanza, ma avrebbe dovuto essere un incontro richiesto dalla rappresentante degli studenti come ha detto la Presidente, non c'è stata richiesta di audizione al Consiglio. Se trovo 15 studenti universitari, non ho tema a discutere con loro e quindi non li sbatto certo fuori dalla porta.
Ho voluto dire, ma penso che lei abbia ascoltato le mie parole questa mattina, anche in relazione al presidio che c'è stato questa mattina, che mi sembra - spero che l'incontro abbia chiarito definitivamente la situazione - che su questa vicenda si è montata una panna sul nulla, perch è dal mese di giugno-luglio, come ho avuto più volte modo di esplicitare all'interno della I Commissione del Consiglio regionale, che la Giunta regionale ha sempre confermato l'impegno a corrispondere al cento per cento delle borse di studio.
Poi, il mondo è fatto di liturgie: quando sono uscito fuori dal Consiglio regionale per andare a colazione gli studenti dicevano che era grazie alla loro mobilitazione che hanno ottenuto quello che la Giunta fin dal mese di luglio ha sempre dichiarato ci sarebbe stato.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
La mia prima preoccupazione è che sia chiaro a tutti gli studenti, che stamattina erano in presidio qua fuori, che il Consiglio regionale non era informato della loro presenza, perché sarebbe piuttosto antipatico se gli studenti pensassero che le uniche persone disposte ad ascoltarli fossero quelle presenti in questo incontro ristretto. Quindi mi piacerebbe che in qualche modo si rendesse noto che ci sarebbe stata da parte dell'intero Consiglio regionale la disponibilità ad ascoltare gli studenti, così come avviene ogni volta che c'è un presidio di fronte al Consiglio.
Spero che anche gli studenti sappiano capire quando qualcuno cerca di fare marchette sulla loro pelle, anziché aiutarli.



(Commenti del Consigliere Cassiani)



FREDIANI Francesca

Eh, lasciamo stare, guarda. Mi tolgo la parola da sola, se no.



(Commenti del Consigliere Cassiani)



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame proposta di deliberazione n. 335, inerente a "Documento di economia e finanza regionale (DEFR) 2019-2021"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare la proposta di deliberazione n. 335, di cui al punto 4) all'o.d.g., licenziata a maggioranza dalla I Commissione, il 17 settembre 2018.
La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Farò una relazione molto breve, perché di questo documento abbiamo avuto modo di discutere lungamente per le singole parti, anche all'interno delle diverse Commissioni e poi, come valutazione finale, da parte della I Commissione.
Voglio dire che quest'aggiornamento del Documento di Economia e Finanza Regionale 2019-2021 ricalca il modello che abbiamo dato dall'inizio di questa legislatura al DEFR; questo documento non contiene cifre, perché le contiene invece la nota di variazione che lunedì pomeriggio esamineremo in I Commissione. Questo documento delinea e aggiorna gli scenari e gli orizzonti entro cui si muovono le scelte politiche che l'Amministrazione regionale sta sviluppando nel corso della legislatura.
È un documento che aggiorna la situazione piemontese sotto il profilo dell'andamento demografico. Sotto questo aspetto, è confermata la tendenza molto evidenziata da molti anni a questa parte, di una regione vecchia (siamo la seconda regione, dopo il Trentino Alto Adige, per anzianità di popolazione), e di una Regione nella quale i flussi immigratori sono rallentati. Anche l'anno scorso c'è stato un saldo negativo rispetto alla popolazione emigrata rispetto a quella immigrata.
È veramente impossibile proseguire..



PRESIDENTE

Ho chiesto prima un po' di silenzio.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

È un documento che, sotto il profilo della natalità tende, sostanzialmente a ribadire un concetto che era già stato espresso in alcuni aggiornamenti degli anni successivi, e cioè che c'è un progressivo adeguamento della popolazione immigrata in Piemonte ad uniformarsi alla tendenza della popolazione stanziale. C'è una sostanziale riduzione del tasso di natalità.
È un documento che fa i conti con gli scenari economici, analizzando sostanzialmente il dato della ripresa economica nel corso del 2017, che è in linea con il tasso di crescita della ricchezza e con l'incremento dell'occupazione per quanto riguarda i dati nazionali; è significativamente leggermente meno in crescita rispetto all'andamento di crescita delle altre regioni dell'Italia settentrionale. Anche questo non è un elemento di novità, purtroppo.
Vi è un aggiornamento molto significativo e interessante per quanto riguarda l'utilizzo e la capacità di progettazione sui Fondi Strutturali Europei, non solamente su questi, ma anche sui Fondi Europei nella loro generalità e nel loro complesso, che crescono e assumono anche una dimensione, in termini economici, in modo più significativo rispetto agli anni passati, anche se rimane una tendenza tutta italiana di una insufficiente capacità di utilizzo dei Fondi Europei, non sulla dimensione strutturale.
Vengono poi individuati gli obiettivi di questa fine legislatura che sono dettagliati per singolo Assessorato, in relazione anche ad un aggiornamento degli stessi..
C'è un ritorno alla dimensione conflittuale della sinistra nella politica italiana.



PRESIDENTE

Non so più cosa fare. Consigliere Rossi, Assessora De Santis.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Dimensione conflittuale che non garantisce crescita di consenso alla sinistra ma, in compenso, una componente di turbativa dello status quo.
C'è un aggiornamento, da parte dei singoli Assessorati, rispetto allo stato di attuazione degli obiettivi e vengono, soprattutto, evidenziate alcune tematiche che appartengono anche agli obiettivi di fine legislatura. Uno è quello di tutta la trattativa con il Governo, sull'autonomia differenziata in applicazione dell'articolo n. 116 della Costituzione.
A questo riguardo, voglio dire e informare l'Aula che si sta completando il lavoro, da parte delle singole Direzioni, di compilazione delle schede come hanno fatto le altre Regioni, cioè la traduzione del documento di indirizzo politico nell'individuazione puntuale delle norme di legge e degli ambiti dentro i quali questa norma di legge si colloca, oltre a un tema, un po' collegato al dibattito politico nazionale e un po' autonomamente affrontato all'interno di questa fine legislatura regionale, di una rivisitazione della legge sulle gestioni associate, in modo particolare nella legge sulla montagna.
È un documento più di indirizzo politico, piuttosto che un documento contabile. La nota di variazione che esaminiamo lunedì pomeriggio in I Commissione, invece, è la traduzione di questo documento in cifre.



PRESIDENTE

Qualcuno chiede di intervenire il discussione generale? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

È oggettivamente molto difficile lavorare in quest'Aula e penso che sia anche abbastanza paradossale.



PRESIDENTE

C'è l'anarchia che regna.



MIGHETTI Paolo

Dicevo che è abbastanza paradossale che il Vicepresidente intervenga e la sua maggioranza si faccia i fatti propri, in maniera così evidente. Se avete fiducia, dovete anche un po' di rispetto. Uscite dall'Aula, se volete parlare.



PRESIDENTE

Almeno il silenzio, oltre la fiducia.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Volevo fare qualche appunto sul Documento di economia e finanza. Documento che ribadisce un po' quelle che sono state le linee portate avanti in questi anni. Linee che, da sempre, in parte, riteniamo non idonee a una programmazione dell'intervento della Regione, anche nell'economia generale del Piemonte.
In particolare, sui Fondi europei, vediamo crescere un'analisi dello stato di fatto che però non coincide con interventi di miglioramento di quelli che sono stati i presupposti per la programmazione.
Una programmazione che, in tutti gli ambiti, sembra correre su binari diversi. Una programmazione dei Fondi Strutturali Europei che non si accompagnata tra una programmazione e l'altra. Una programmazione del POR FESR che è slegata da quella del PSR FEASR e, ancor di più.



PRESIDENTE

Potete permettere al Consigliere Mighetti di fare il suo intervento? Consigliere Appiano, per cortesia. Consigliere Bono, anche lei, lasci parlare il Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Continuo, anche se questo capannello qui dietro mi dà veramente un fastidio esagerato. È una cosa insopportabile. Una volta c'era il Presidente Gariglio che, come iniziavo a parlare, iniziava a telefonare; adesso c'è un suo erede dal punto di vista dello scranno.
Stavo dicendo che sui Fondi europei c'è la programmazione, la programmazione del FSE e penso che anche questa corre scoordinata rispetto alle altre due. Queste in special modo, perché vediamo ogni giorno parlando anche con imprese e con associazioni datoriali, che la formazione in ambito professionale non segue quelli che sono i bisogni delle aziende.
Questo è un male, perché vuol dire che noi spendiamo dei soldi, cerchiamo di fare tutto al meglio, ma rischiamo di spendere malamente questi soldi.
Abbiamo realtà produttive molto importanti, realtà produttive che anche negli anni di crisi hanno mantenuto livelli occupazionali alti e, in alcuni casi, hanno accresciuto anche i loro fatturati. Queste aziende faticano a trovare operai specializzati o professionisti atti a portare avanti le proprie azioni aziendali.
Per questo bisognerebbe lavorare in senso propositivo, nel senso di dare una direzione da parte della Regione Piemonte a tutti gli attori di questo processo, che non possono più essere degli attori che propongono vecchie modalità d'azione che non corrispondono più ai bisogni reali dell'azienda sia nel campo industriale sia nel campo agricolo sia nel campo dell'agroalimentare.
Sul fronte dell'urbanistica abbiamo visto quali sono le intenzioni dell'ultimo chilometro di questa legislatura; intenzioni che vogliamo anche capire nel profondo, intenzioni che vogliamo veramente comprendere, perch a oggi non le comprendiamo appieno. Si fa espressamente riferimento nel DEFR al piano territoriale regionale, che oggi apprendiamo avere una legge che prende spunto dal Piano territoriale.
Abbiamo un DDL sul consumo del suolo che rispetta i dettami di un programma. Qui vi è proprio un'inversione di quella che è la tecnica legislativa in cui il programma sta sopra alla legge. Questo non dovrebbe essere così, dovrebbe esserci uno strumento più snello a livello di piano territoriale regionale.
Bisognerebbe lavorare in senso inverso e bisognerebbe soprattutto avere una proposta sul consumo del suolo che sia una proposta autentica e veritiera non uno spot preelettorale. Perché è di questo che stiamo parlando, di una proposta di legge che non ha un contenuto normativo pregnante, che genera confusione e che genererà consumo del suolo, se verrà approvata. Penso che non verrà approvata e lo spero, perché effettivamente quella legge, al contrario della legge sul riuso, non ha veramente un senso rispetto a quello che propugna all'interno dei suoi articoli.
Concludo sulla difesa del suolo, che richiama ancora al sistema ReNDiS, che aspettiamo da cinque anni nella sua attuazione e che ancora adesso nell'ultimo DEFR andiamo a richiamare come una manna dal cielo che non è mai arrivata e che ci auguriamo venga ridimensionata e rivista. Infatti non ha funzionato in cinque anni e non pensiamo che nei prossimi anni vedrà una luce propria e una luce che porti in sicurezza il nostro territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Analizziamo un corposo documento di 166 pagine che ha, nella sua parte iniziale, a parte le solite premesse sul contesto socio-economico complessivo, un'ampia trattazione di quella che è stata la PDCR sull'autonomia differenziata. Non posso che ribadire quanto già detto in quel contesto.
La proposta di autonomia differenziata portata avanti dalla Regione Piemonte è una proposta che, allo stato attuale della situazione, si configura come incosciente, perché la Regione Piemonte non ha ancora risolto i nodi fondamentali delle sue problematiche organizzative: dissesto economico-finanziario, cito giusto a caso la persistente esistenza degli elementi di finanza derivata acquisiti oramai nel lontano 2009. Non solo anche le richieste che sono state portate avanti sono spesso in contrasto anche con le politiche attuate durante questa legislatura.
Viene da citare, infatti, il discorso delle competenze sugli assi viari più importanti quando si vanno a firmare protocolli d'intesa per riportare di nuovo sotto il controllo nazionale assi viari importanti. Questo era giusto per fare alcuni esempi.
Inoltre, manca ancora oggi, per portare avanti un discorso di ulteriori opzioni, in relazione alla riforma costituzionale del 2001, l'effettivo completamento del percorso che la riforma costituzionale presupponeva ossia il fatto che venissero garantiti gli elementi base per avere l'effettiva competenza sulle materie già definite, anche sulle materie concorrenti e non solo quelle di esclusiva competenza. Quell'elemento di autonomia economica e finanziaria non è stato mai portato a compimento nonostante i lavori di Commissione bicamerale, nonostante alcune sentenze nei primi anni Duemila - poi le tendenze si sono invertite a livello di Corte Costituzionale, vista l'inadempienza del percorso - dal punto di vista dell'equilibrio delle competenze dal punto di vista legislativo tra centro e periferia.
Quindi, manca completamente l'elemento di contesto che possa favorire il successo. Io non dico che non si possa fare, ritengo però che il farlo - se questo punto andasse effettivamente a compimento - oggi porterebbe solo a ulteriori elementi di confusione, inefficienza e malfunzionamento della macchina pubblica regionale.
La macchina pubblica regionale oggi non è in grado - per adesso - di fare quello che dovrebbe già fare a legislazione vigente. Quindi, sotto questo profilo, si tratta di 20 pagine di "fuffa", secondo me, di propaganda per certi versi, e questo non lo nascondo perché, purtroppo, negli ultimi mesi abbiamo dovuto assistere a tutta una serie di iniziative di mera provocazione e disturbo nei confronti del cambiamento di orientamento politico del Governo centrale. Anche questa intenzione qui declinata, dal mio punto di vista, non è che un ulteriore elemento di provocazione, di tentativo di infastidire, disturbare - come si può dire ulteriormente? - e creare problemi al Governo centrale, perdendo ulteriore tempo rispetto alle questioni fondamentali.
Le questioni fondamentali vengono anche citate, perché alcune cose importanti sono contenute nel DEFR, come ad esempio la ridefinizione dell'assetto istituzionale, che continua, per quanto riguarda l'articolazione dello Stato, a essere in predicato, nonostante ormai il referendum costituzionale, che in Italia avrebbe dovuto costruire un nuovo quadro istituzionale, sia sostanzialmente fallito da due anni.
Si sarebbe dovuto vedere un cambiamento in relazione al funzionamento e all'organizzazione degli Enti territoriali locali e anche un mutamento di ciò che compete alle Regioni, magari proprio verso un rilancio del regionalismo come inizialmente inteso. Questo processo non è partito, ma evidentemente non poteva partire da chi aveva fatto del cambiamento costituzionale una bandiera: ci si sarebbe aspettati che almeno si intervenisse su quella legge (la Delrio) che ha, di fatto, disintegrato gli Enti d'area vasta (le Province), rendendoli totalmente disfunzionali e causando non pochi problemi alle Regioni, le quali peraltro hanno reagito con una disomogenea riorganizzazione delle funzioni, per cui da Regione a Regione le situazioni sono diverse. E questo completa un po' il quadro della prima parte.
In relazione alle tematiche più specificamente di carattere regionale laddove si va a intervenire sulle materie di competenza, per le materie che seguo io, avevo già segnalato che vi sono miglioramenti dal punto di vista dell'impostazione del documento: è decisamente meglio strutturato, vengono definiti meglio gli obiettivi e i risultati attesi per tutte le materie cosa che non era presente in tante edizioni precedenti. Ma di nuovo - e questo l'ha detto molto chiaramente anche il collega che mi ha preceduto stiamo parlando sempre di una sostanziale replica dell'attuale, stiamo fotografando l'attuale e dicendo che quello è l'approccio che noi avremo anche nella programmazione futura. E questo è un problema.
È un problema, ma perché? Perché è evidente, dai dati che ci sono nelle varie parti descrittive e nelle varie parti di contesto, che le politiche fino a oggi portate avanti si sono rivelate inefficaci, poiché noi abbiamo un problema di competitività, abbiamo un problema di contrazione del complesso delle attività economiche e abbiamo un problema anche in confronto alle Regioni nostre vicine.
Parlando di agricoltura, abbiamo comunque un problema di calo del valore prodotto dal comparto agricolo, che è particolarmente grave per il settore primario, che vede ormai un rilevante apporto di importazioni per quello che riguarda i prodotti puri. Così come appunto, facendo l'esempio della zootecnia, ormai la maggior parte dei vitelli nasce in Francia e poi viene allevata in Piemonte; a fronte di questo, noi abbiamo un'agroindustria che un po' compensa, perché nei prodotti trasformati - grazie al cielo abbiamo una capacità relativa al brand, ovvero una capacità nostra di costruire prodotti (in particolare il vino, ma anche tanti altri prodotti) di grande qualità molto richiesti all'estero.
Tuttavia, il nostro sistema economico è evidentemente in sofferenza, così come è evidentemente in sofferenza il settore del trasporto; non solo il trasporto dal punto di vista della logistica, ma anche dal punto di vista del trasporto pubblico. Non siamo riusciti, in questa legislatura, a fare le gare e a riorganizzare, nonostante la costituzione dell'Agenzia per la mobilità piemontese (quindi un accentramento della programmazione), sia per il trasporto pubblico locale su gomma sia per quello ferroviario, per cui siamo in regime di proroga sui vecchi contratti; contratti evidentemente inefficaci e inefficienti, se non addirittura capestro in tanti casi.
Non siamo riusciti a dare un cambio alle politiche, se non adesso, forse in fase finale, con alcune iniziative di incentivazione, tra cui il prossimo bando sulla sostituzione dei mezzi commerciali. Per quello che riguarda la tipologia di mezzi di trasporto e la sostenibilità ambientale anche da questo punto di vista vi è inefficacia e, di nuovo, vediamo dei "vorrei, ma non so se ce la farò" nell'attuale DEFR.
Sulle questioni ambientali, siamo ancora in fase di definizione preliminare di tutto quello che riguarda la strategia per la sostenibilità ambientale e il cambiamento climatico, tutte cose che erano previste da una legge del 2000, rispetto alla quale ci siamo mossi di nuovo tardi nel 2017. Perché? Ci sarebbe da analizzare Capo per Capo; purtroppo lo spazio, pur di dieci minuti, su 166 pagine è scarso, però sostanzialmente abbiamo un documento di programmazione che, purtroppo, ben poco programma e tanto sottolinea in merito a cose che non sono di competenza della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Vicepresidente Reschigna per avere illustrato un documento che ha un importante valore politico. Non è un documento di natura prettamente ragionieristica. È un documento che dovrebbe rappresentare una piattaforma di governo, un elemento d'ispirazione per le politiche di una Giunta regionale, un documento che ha un'oggettiva valenza strategica e che dovrebbe partire da una serie di analisi delle criticità, delle sofferenze dei bisogni, delle necessità e delle possibilità, trasformando, poi, tutti questi elementi in numeri, in tabelle e in cifre.
Pertanto, nell'analisi di questo lavoro, parto con uno spirito assolutamente privo di particolarismi, nel senso che lo leggo con uno spirito critico, con l'occhio del cittadino contribuente piemontese.
Nell'approcciarmi a quest'importante lavoro, però, devo dire che ho avuto da subito la nettissima sensazione di aver sbagliato documento e di essermi trovato tra le mani il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria dell'anno scorso, poiché, caro Vicepresidente, al netto di alcune ricalibrature, soprattutto nella parte delle premesse, dove vengono doverosamente richiamate alcune condizioni contingenti che sono variate rispetto allo scorso anno, nei contenuti, cioè nella parte più importante nel cuore del provvedimento, quindi, nel capitolo dedicato agli indirizzi e agli obiettivi strategici della programmazione regionale, nella maggior parte dei casi le schede del documento presentato e illustrato oggi e le schede del documento presentato e votato lo scorso anno sono, senza troppa difficoltà, davvero troppo facilmente sovrapponibili.
Richiamo alcuni capitoli: edilizia residenziale pubblica e piani di edilizia economico-popolare. Gli obiettivi e i risultati attesi sono sostanzialmente identici rispetto a quelli approvati lo scorso anno e non mi si dica che tutto ciò accade per rispondere allo spirito di continuità amministrativa che deve caratterizzare il corso di una legislatura, perch la continuità amministrativa si manifesta, si realizza e si concretizza in altri modi e non copiando e incollando da un documento in word i contenuti di un documento strategico di programmazione economico-finanziaria.
Ci sono certamente programmi che si sviluppano su più anni, ma, ad esempio se vado avanti, scorrendo i capitoli, m'imbatto nella Missione "Soccorso civile" e mi trovo con due pagine assolutamente identiche al DEFR dello scorso anno, nel quale si diceva e nel quale si dice: "Le calamità naturali che colpiscono il Piemonte con considerevole frequenza necessitano di risposte adeguate in termini temporali e con ricadute efficaci".
Devo dire che questo principio è buono un po' per tutte le stagioni, un po' per tutte le legislature e un po' per tutte le maggioranze, ma è il passaggio successivo, o, meglio, il fatto che il passaggio successivo sia identico rispetto al documento dello scorso anno, a preoccuparmi.
Quando si dice che il compito è arduo in relazione alla scarsezza delle risorse, bene: c'erano scarse risorse lo scorso anno e ci sono scarse risorse quest'anno. Insomma, alla fine il territorio piemontese continua a non avere risorse per la propria messa in sicurezza, per la messa in sicurezza delle proprie valli, delle proprie montagne, dei propri fiumi dei terreni e degli abitati più a rischio. Non ha risorse per adeguare le proprie infrastrutture a quanto previsto dagli strumenti di pianificazione (penso al PAI e quant'altro).
Vado avanti, sempre restando più o meno in argomento. Il capitolo dedicato alla difesa del suolo continua a essere assolutamente identico al documento dello scorso anno: lo scorso anno il territorio piemontese era fragile e quest'anno continua ad essere fragile; lo scorso anno non c'erano risorse e quest'anno continuano a non esserci risorse.
Devo dire, pertanto, che diventa difficile non domandarsi quale sia stato il contributo di questa Giunta nell'intervenire rispetto ad alcune sofferenze del nostro territorio che sono pur correttamente evidenziate in questo documento.
Andiamo avanti.
Mi spiace dover puntare sempre il mirino contro l'Assessore Valmaggia (mi creda, è un caso!), ma anche il capitolo dedicato alla qualità dell'aria non mi pare così diverso rispetto allo scorso anno. Anche quest'anno si dice che è necessario potenziare le misure, e va bene: ne prendiamo atto per il secondo anno consecutivo. Ma dire che bisogna attendere la conclusione delle procedure legate alla gara per l'acquisto di nuovi mezzi mi dà tanto l'impressione di allungare il brodo con l'acqua. Si rimanda ancora, per l'ennesima volta, un problema che viene correttamente analizzato, ma che non viene altrettanto correttamente affrontato.
Viene correttamente richiamato l'Accordo di bacino padano e l'Assessore Valmaggia sa molto bene che c'erano due fronti su cui si sviluppavano le linee d'azione previste da tale accordo: uno era legato alle competenze dell'Assessorato all'ambiente per il fronte qualità aria, l'altro era legato a competenze dell'Assessorato all'agricoltura. Parlo del fronte nitrati, altro tema su cui dovrebbe essere alta l'attenzione di un Governo regionale, considerato che il Paese (l'Italia) non so o se rischia solo di essere sottoposto a procedure d'infrazione, ma sul fronte agricoltura non abbiamo contezza di alcun provvedimento preso in attuazione dell'Accordo di bacino padano.
Cambio argomento, così posso lasciare tranquillo, per un attimo l'Assessore Valmaggia.
Proseguo nell'analisi del documento e m'imbatto nel programma dedicato al benessere sanitario, dove troviamo capitoli dedicati alla riduzione delle liste d'attesa, al CUP unico regionale, al riordino della rete ospedaliera all'integrazione con l'assistenza territoriale, all'edilizia sanitaria alla sanità digitale. Altri capitoli praticamente identici rispetto a quelli presentati, discussi, dibattuti e approvati lo scorso anno.
Sulla riduzione delle liste d'attesa, ad esempio, ricordo i roboanti comunicati dell'Assessore Saitta e del Presidente Chiamparino, ma mi pare che non ci si sbagli di molto nel sostenere che dopo quattro anni e mezzo molto poco sia stato fatto e che la situazione sia cambiata davvero forse appena di una virgola.
Edilizia sanitaria: affermare - e questo lo dice il documento - dopo quattro anni e mezzo di governo regionale, dopo una legislatura, che troppe strutture sono inadeguate e vetuste, lo considero imbarazzante. È imbarazzante che dopo una legislatura ci si continui a limitare all'analisi di un dato di fatto rispetto al quale, evidentemente, mancano gli interventi. Ricordo ancora le parole dell'Assessore Saitta pronunciate in quest'Aula rispetto allo stanziamento di oltre un miliardo di euro per il programma di edilizia sanitaria. Al momento che cosa ne è di queste risorse? Dov'è finito questo tesoretto? Se così lo possiamo chiamare? Spesso cito il giudizio di parifica al rendiconto 2017 della Corte dei Conti non perché mi diverta a leggerlo nel tempo libero, ma perch rappresenta, comunque, un punto di vista sicuramente non di parte sicuramente tecnico, obiettivo e imparziale rispetto all'azione della Giunta. Anche nel giudizio di parifica sul rendiconto 2017 la Corte dei Conti ha evidenziato come la spesa per investimenti, riferita al settore sanitario, abbia subito un forte rallentamento. Il giudizio di parifica parla di particolare lentezza sia sotto il profilo della programmazione delle risorse sia in relazione al completamento dei lavori. Devo aggiungere qualcos'altro? Non credo sia necessario rimarcare alcuni concetti che, come ho già detto, sono pronunciati, messi nero su bianco da un soggetto molto ma molto più autorevole del sottoscritto.
Sempre sul programma benessere sanitario, un passaggio sull'immigrazione mi ha fatto sorridere. Vedo che la Giunta richiama un processo di revisione normativa che consente di rispondere al fenomeno migratorio, con una prospettiva integrata delle diverse politiche. Io non ho capito bene a che cosa si riferisca questo passaggio. Vicepresidente, se si riferiva al disegno di legge n. 258, cioè lo ius soli in salsa piemontese, mi pare evidente che questo provvedimento sia già stato accantonato dalla sua stessa maggioranza. Non preoccupatevi, qualora la maggioranza dovesse cambiare idea, comunque, faremmo il possibile, e anche di più, per evitare che questo documento passi, tuttavia mi piacerebbe avere un chiarimento su questo richiamo.
Concludo evidenziando un dato, non per la prima volta. Credo che questa Giunta si sia limitata a una gestione del debito delegandola interamente all'Assessorato al bilancio, sul cui lavoro credo di non aver molto da criticare. È oggettivo che l'Assessorato al bilancio abbia fatto un lavoro più che degno, tuttavia è chiaro che stiamo parlando di un uomo solo circondato da una Giunta che non avrebbe lasciato un segno, neanche come fanno i fantasmi quando camminano su un letto di farina: non lasciano impronte. Questo è il segno che ha lasciato questa Giunta alla Regione Piemonte, nel migliore dei casi.



(Commenti del Consigliere Appiano)



RAVELLO Roberto Sergio

Vogliamo parlare delle Giunte precedenti, Consigliere Appiano? Se la mettiamo su questo piano, non so chi si fa più male. Non era una minaccia era semplicemente un ricordo.



PRESIDENTE

Consigliere Ravello, concluda, perché ha superato il suo tempo.



RAVELLO Roberto Sergio

Il segno lasciato è di natura puramente ragionieristica. Neanche gli Assessorati, con la possibilità di gestire risorse comunitarie, sono stati in grado di spenderle in maniera puntuale, in maniera efficace e con le giuste tempistiche.
Ricordo ancora che sul FESR - e quando si parla di FESR si parla di ricerca, di sviluppo e di occupazione - è altamente probabile che si vada incontro alla cosiddetta tagliola e che si incorra, quindi, in un obbligo di disimpegno automatico di queste risorse.
Devo dire che non credo ci sia molto da aggiungere. Il giudizio sul vostro operato, è chiaro, tra pochi mesi lo daranno i piemontesi, ma io sono chiamato a dare un giudizio puntuale in questo momento sul lavoro che c'è stato presentato e questo è quanto.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come ripeto tutti gli anni, e lo diciamo per l'ultima volta in questa legislatura (per il futuro chi lo sa), il Documento di Economia e Finanza regionale è uno documento molto importante, ma molto sottovalutato dal Consiglio regionale e un po' anche dagli Assessori (magari non dall'Assessore al bilancio, ma dagli altri Assessori sì). È un documento che dovrebbe tracciare le linee di programmazione politica, economica e finanziaria di una Giunta, di un'amministrazione. Il Vicepresidente ha detto, giustamente, che rappresenta sia un lascito di questa amministrazione sia uno sviluppo per il futuro, chiunque ci sarà nella prossima legislatura.
C'è ovviamente una sorta di analisi dello stato attuale, quindi il contesto di riferimento e gli obiettivi strategici, quindi la prima parte del contesto economico finanziario di riferimento. Si fanno delle valutazioni in merito a quello che è lo sviluppo della regione europea dove l'Italia è inserita, non solo politicamente ma anche da un punto di vista geografico economico e culturale.
Uno scenario nazionale che dipende anche dalle dinamiche politiche e finanziarie della manovra di bilancio che dovrà trovare approvazione entro quest'anno, con più o meno possibilità di rilancio dell'economia nazionale.
È uno scenario regionale che dipende, in parte, anche da come la Regione va a investire risorse, soprattutto dei Fondi europei, che sono le risorse maggiori che riguardano la Regione, quindi FSE e FESR.
Questa Regione si vanta, in quest'ultimo anno di bilancio, e forse anche nel 2019, di aver recuperato una serie di risorse per investimenti, cosa che negli ultimi anni assolutamente non c'erano più state. Anzi, erano crollate le spese per investimenti in maniera molto forte. Dice di aver recuperato, ma non ha stampato soldi né li ha prodotti, né ha fatto grandi risparmi da altre voci di spesa.
Sostanzialmente, ha usufruito di altri Fondi nazionali/europei, Fondi di sviluppo e coesione (FSC ex FAS) e ha usufruito del rientro dell'aumento di capitale di Finpiemonte per 300 milioni di euro che vanno a finanziare linee di investimento sulla nostra economia regionale. Linee d'investimento che si erano sostanzialmente chiuse con quell'errore, volevo dire tragicomico, ma direi solo tragico, anche se forse, fortunatamente, abbiamo perso solo un po' di mesi, ma nel frattempo non abbiamo perso troppe aziende (spero che questo non abbia portato a un incremento del numero di aziende che chiudono e una diminuzione di numero di aziende che aprono nella nostra Regione).
Avete cercato, come Regione, purtroppo, nonostante i nostri appelli contrari, di trasformare la finanziaria regionale in una "banca", per incrementare il sostegno alle imprese, senza rammentare, tuttavia, che gli istituti economici e bancari oggi fanno già fatica a finanziare l'economia reale di livello nazionale e le famiglie. Figuriamoci una banca regionale con quei sistemi di controllo che facevano - e che temo facciano ancora adesso - acqua da tutte le parti.
Come dicevo, è un tentativo tragicomico, che ha portato a una distrazione anche di fondi di cui si occupa la Magistratura (non si è capito se cinque 15 o 50, ma, come ho detto, se ne occuperà la Magistratura) e a una sorta di figuraccia non dico internazionale (anche se sono coinvolte, ovviamente delle banche estere, come la Vontobel svizzera), ma sicuramente nazionale da cui, tutto sommato, il Presidente Chiamparino, abile "scansatore" - uso questo neologismo perché non esiste il termine, nel senso che è abile a scansare situazioni pericolose e negative, anche se vorrei citare una parola che non è pronunciabile in Aula - è uscito, comunque, abbastanza indenne.
Questa è una delle riflessioni che dovremmo fare. Tutta la Giunta e tutta la maggioranza ne è uscita un po' indenne: sembra quasi che la colpa non sia mai di nessuno! Ricordo anche il caso dell'Assessora De Santis, per la quale abbiamo chiesto a più riprese con una mozione di sfiducia il possibile ritiro delle deleghe e la relativa consegna ad altri Assessori della Giunta, ma questa maggioranza non ha voluto prenderne atto, anche se sappiamo che i rapporti non sono proprio idilliaci (si sa, però, che è sempre meglio rimanere compatti verso l'esterno, piuttosto che dare segnali di cedimento ai cattivi nemici dell'opposizione, consentitemi un po' di retorica).
Il contesto in cui viviamo è un insieme di contesti europei e internazionali, perché si guarda cosa fa l'America rispetto ai dazi verso la Cina, si guarda la situazione con l'Europa e riguardo alla Brexit; si osserva il contesto nazionale e il conteso regionale in cui lavoriamo noi.
Io mi occupo un po' più per diletto di bilancio e poi, per formazione, di sanità.
Sulla materia inerente al bilancio, come al solito, notiamo una parte molto interessante che riguarda la riscossione delle tasse e il recupero dell'evasione, dove risulta che vi sia ancora un recupero di evasione dalla tassa automobilistica regionale molto alto: l'abbiamo avuta, ma abbiamo già visto in assestamento (lo vedremo tra poco anche in Aula) che forse questa volta si è un po' ecceduto con un incremento di 30 milioni.
Abbiamo sentito di cittadini piemontesi che ricevono lettere con cui si chiede la dimostrazione del pagamento del bollo auto di dieci anni fa! So infatti, che il Gruppo della Lega (anche noi condividiamo questo tema) ha chiesto una modifica o, meglio, un'uniformità di trattamento rispetto a quella che è la prescrizione del pagamento del bollo auto, cosa che la nostra Regione non rispetta. Sfido molti di noi a ritrovare le ricevute di un pagamento di un bollo auto di dieci anni fa! Cioè metterebbe in crisi qualunque buon amministratore, figuriamoci un cittadino impegnato tra mille fronti.
Si nota un aumento delle entrate non solo sul bollo auto, ma anche sull'IRPEF, che fa riflettere: si registrano 30 milioni di euro in più sull'IRPEF al 2021. Vuol dire che, probabilmente, questa Regione è d'accordo con le linee del Governo nazionale, secondo il quale con un incremento delle misure sia derivanti dal superamento in parte della legge Fornero, sia di sostegno alla povertà, con il reddito di cittadinanza potranno ripartire i consumi. Inoltre, anche con una serie di interventi e investimenti sulle infrastrutture piccole, medie e grandi - ma necessarie! probabilmente l'economia ripartirà. Diversamente, non saprei come spiegarmi questi 30 milioni in più di gettito di addizionale regionale IRPEF, al netto della manovra regionale, che cuba un'altra cifra.
Anche l'IRAP è in incremento: si ipotizza sul settore privato un incremento del gettito dell'IRAP e, quindi, delle attività produttive; in questo senso c'è una visione positiva. Non sappiamo - adesso, ovviamente, lo dico con un velo di ironia - se c'è un allineamento di questa Amministrazione regionale rispetto alla visione del Governo nazionale, oppure se è semplicemente una stima ottimistica per dettare una linea anche di possibili interventi sia di spesa corrente che di investimenti. Forse non lo sapremo mai o forse lo sapremo se ci sarà continuità amministrativa, almeno di colore, nella prossima legislatura (se invece ci sarà un'altra Amministrazione, ci dirà cose diverse).
Sulla parte delle entrate e della tassazione non farò alcun cenno, posto che ho solo più due minuti a disposizione.
Mi sposto, invece, sulla parte relativa alla sanità, perché il tempo stringe.
Diciamo che la parte relativa alla sanità (pagina 66) è abbastanza ristretta - il che può essere una virtù, ma talvolta anche un difetto rispetto, ad esempio, alla parte del settore sociale, che è molto corposa.
Sul primo punto, relativo alla riduzione delle liste di attesa, emerge, di nuovo, una certa sintonia tra il Governo regionale e il Governo nazionale per cui bisognerebbe capire chi ha iniziato prima e chi dopo. Noi siamo convinti, ovviamente, di avere avuto per primi il focus su questo punto, ma ce lo diranno i posteri. L'importante, per i cittadini, è chi risolve i problemi, non chi arriva prima a segnalarli.
Si cita, appunto, l'obiettivo di arrivare a una mappa dei dati di consumo e dei flussi delle prescrizioni: sarebbe finalmente positivo, anche se - è ovvio - a fine legislatura suona un po' stucchevole dirlo. Abbiamo chiesto anche i dati sulla mobilità passiva: in merito a questo, dobbiamo ricordarci in IV Commissione, con il Presidente Rossi, di richiedere chiarimenti all'Assessore, che aveva detto che dovevamo arrivare entro la fine dell'anno, per capire che cosa va fuori Regione.
Veniamo al tema del CUP unico regionale. Abbiamo sollevato oggi il tema con un'interrogazione e giovedì l'Assessore avrà un appuntamento su questo: speriamo di avere delle informative in merito, perché avere una prenotazione semplice e facile per i cittadini è dirimente. Sappiamo di cittadini che fanno cento telefonate per avere una risposta a una visita! Cioè non è più un sistema sanitario universale pubblico (non dico gratuito perché ormai si pagano i ticket probabilmente dappertutto), perché neanche l'accesso è più garantito. L'Europa, addirittura, parla di "uguaglianza di accesso": qui non abbiamo neanche l'uguaglianza di eccesso, figuriamoci di prestazioni! In merito all'assunzione del personale e alla stabilizzazione dei precari qualcosa è stato fatto: si citano le norme nazionali, ma si sta cercando di lavorare per superarle; dunque, anche la Regione dovrà fare la sua parte garantendo, quindi, che non vengano presi medici e infermieri di cooperative, ma vengano assunti in maniera stabile nei tetti di spesa (a questo abbiamo visto che non ci siamo arrivati).
Sull'edilizia sanitaria c'è poco da dire, ne abbiamo già parlato molto.
Si cita anche la sanità digitale: su questo sarebbe utile, forse, fare ancora un punto prima della fine di questa legislatura, per capire dove siamo arrivati.
Velocemente, si tratta anche la prevenzione. Io sono convinto che sulla prevenzione potremmo e dovremmo fare molto di più. Tutti ci siamo concentrati su molti temi - sull'anziano, sulla psichiatria e quant'altro ma, forse, sulla prevenzione abbiamo fatto veramente poco.
Sul sociale non ho più tempo per dire nulla, spero mi succederà il collega Andrissi. Ci sarebbe da dire ancora tanto sugli anziani e sui disabili.
Sull'integrazione del Fondo socio-sanitario noto che, nonostante quanto da noi chiesto e quanto risposto dall'Assessore Saitta, si cita ancora il Fondo unico socio-sanitario, l'integrazione del distretto socio-sanitario e il dipartimento socio-sanitario. Chissà se prima della fine legislatura riusciremo ad avere un disegno di legge, una bozza o un qualcosa giusto per parlarne in Commissione. Potrebbe essere utile anche come lascito alla prossima legislatura.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
La relazione del DEFR è molto interessante, dà uno sguardo socio-economico all'intero Piemonte e mostra come questa Regione effettivamente abbia delle difficoltà di tipo economico e sociale che la pongono nelle parti più retrostanti dell'area nord del nostro Paese, con un tasso di disoccupazione che è sopra la media nazionale, sopra la media dell'area del nord del Piemonte e, in particolar modo, nell'est del Piemonte vi sono delle difficoltà occupazionali importanti. A livello sociale vi è stato uno scivolamento verso il basso di importanti fasce sociali del Piemonte, in particolar modo, quelle a basso reddito.
Il Governo passato ha messo a punto la procedura del REI per andare incontro a queste difficoltà e a questo impoverimento di parte del tessuto sociale piemontese; questa è sicuramente una misura importante, ma non sufficiente.
Vi sono state delle situazioni, che ho incontrato durante la mia attività di famiglie cui non veniva neanche fornita l'acqua e questo è veramente il limite estremo che ho potuto riscontrare: difficoltà in quelle esigenze vitali assolutamente ineludibili, l'esigenza dell'igiene personale all'acqua potabile, eccetera. Impedire l'utilizzo dell'acqua alle famiglie in una regione del Nord io credo sia proprio l'estremo della mancanza di un coordinamento per quanto riguarda anche i settori dei servizi sociali comunali con quelle che sono le possibilità di accedere a fondi che poi vengono resi disponibili.
Per questo motivo, tra l'altro, venerdì prossimo incontrerò l'Arcivescovo di Vercelli insieme al Consigliere comunale di Vercelli, Michelangelo Catricalà. Questo è un tema che mi ha lasciato veramente addolorato, in questi anni in cui ho avuto quest'esperienza di Consigliere regionale perché non avrei mai pensato che in una regione con estremi di eccellenza a livello industriale e d'innovazione viva situazioni di questo genere.
Detto ciò, per quanto riguarda il sociale e le ATC, l'Assessore Ferrari gliel'ho sempre riconosciuto - ha svolto un grandissimo lavoro per rendere trasparenti i bilanci delle ATC e ha dovuto gestire una situazione di estrema difficoltà, ha fatto partire tavoli di confronto Comune-ATC per distinguere quelli sono le morosità incolpevoli da quelle colpevoli, che ritengo importanti. Tuttavia, la situazione è di estrema difficoltà.
Inoltre, volevo fare un punto sulla situazione ambientale. Proprio oggi è partito il COP24 per valutare il cambiamento climatico. Sappiamo che l'obiettivo era di mantenere l'aumento della temperatura entro i due gradi avrebbe dovuto essere uno degli obiettivi ambientali fondamentali di quest'Aula, perché sappiamo che superando i due gradi si va in una zona di non ritorno. Ricordo i temporali e le trombe d'aria che abbiamo vissuto nel sud del Piemonte, capitati pochi giorni fa in modo anomalo, strano e assurdo, le piogge che diventano bombe d'acqua, gli eventi estremi che purtroppo avranno un impatto.
È sufficiente leggere la Position Paper dell'ISDE per comprendere che questo dovrebbe essere uno dei punti fondamentali dell'azione della politica. Purtroppo, però - non voglio tirarmi fuori da questo atto d'accusa che faccio prima di tutto a me stesso - non riesco a comprendere quale sia stato veramente il cambiamento che abbiamo apportato in questi anni su questo fronte.
Penso che sia difficile trovare all'interno del Piano energetico regionale (ancora in Commissione) quali siano le misure che potranno veramente stravolgere l'azione pubblica di quest'Amministrazione e affrontare con grande decisione questo cambiamento epocale, che pone tutta la politica di fronte alla grande cecità del mondo occidentale, che ha vissuto a spese del resto del mondo e consumato a scapito delle altre Nazioni risorse e forniture energetiche.
Paradossalmente, una nazione come la Cina, che in passato non ha contribuito al cambiamento climatico dovuto a noi del mondo occidentale, ci sta credendo molto di più rispetto a noi: è solo questa mattina la notizia che la Polonia non vuole assolutamente abbandonare il carbone.
Questa è la situazione ambientale che impone un cambio di passo deciso da parte di tutti, ma pensiamo anche all'agricoltura e alle percentuali di contributo al cambiamento climatico causata dall'attività agricola (chi parla del 30%, chi del 40%, attestiamoci sul 30% ad aprile 2018). Il Presidente dalla FAO ha dichiarato fallita quella che in un modo assurdo era stata chiamata la rivoluzione verde, perché l'agricoltura basata su fertilizzanti chimici e sostanze chimiche ha portato, solo in una Nazione come l'India, a 300 mila suicidi.
Ovviamente, nel mondo occidentale questi suicidi non ci sono, perché con i soldi pubblici noi sosteniamo quest'agricoltura e questo è il feedback di fallimento politico, perché noi, di fatto, sosteniamo un'agricoltura che provoca il cambiamento climatico, un'agricoltura che provoca un impoverimento dei terreni e che provoca un inquinamento dell'acqua.
Di fronte a questo, cosa dobbiamo fare? Dobbiamo cambiare assolutamente il PSR. Noi destiniamo al finanziamento dell'agricoltura biologica, che non utilizza sostanze chimiche, con meno del 5% del PSR. Di conseguenza, non possiamo più fare operazioni politiche di questo tipo, perché sono operazioni politiche perdenti, che ci obbligano ad andare avanti col cosiddetto business as usual, che è fallimentare dal punto di vista dell'impatto sull'ambiente. Questo è un dato ormai riconosciuto da tutti che ci obbliga a un cambiamento epocale a partire da tutti i fronti.
Mi sarei aspettato in questo DEFR un istogramma, un diagramma a torta (almeno ci mettevamo sopra anche le candeline e festeggiavamo il DEFR) che ci spiegasse quali erano i settori. Se, effettivamente, la mission, come è riportato, è il cambiamento climatico, io non lo vedo nelle azioni conseguenti. Mi sarei aspettato un diagramma a torta che ci spiegasse quantitativi di gas climalteranti, settore per settore, e che impatto avranno, nella riduzione delle emissioni, le decisioni di questa Amministrazione. Sappiamo che, in realtà, le emissioni, di anno in anno stanno aumentando e in questo DEFR si dice che noi abbiamo già superato i due gradi di aumento delle temperature massime in Piemonte. La situazione è molto grave.
Relativamente alla sanità, per quanto riguarda le operazioni di edilizia sanitaria, ne abbiamo parlato diffusamente. Non condivido il fatto di procedere a un'operazione di edilizia sanitaria da un miliardo e mezzo finanziata al 70% da privati. Questo è un modo per non indebitarsi, in una Regione che è fortemente indebitata, e in uno Stato che non fornisce i mezzi economici per fare opere di edilizia sanitaria.
Sta di fatto che questo aggiramento ci costerà carissimo, con un canone di disponibilità che graverà sulle Aziende sanitarie per i prossimi 26 anni terminata l'opera di edilizia. Sono previsti cinque anni per realizzare gli ospedali nuovi (Parco della Salute a Torino e Città della Salute a Novara), poi per 26 anni pagheremo interessi pesantissimi, e li pagheranno soprattutto coloro che verranno dopo.
Voi sbandierate questo piano da un miliardo e mezzo, ma non specificate mai. Fortunatamente non prendo il TG3 piemontese e vedo quello lombardo quindi vedo le magagne lombarda con occhio critico. Tuttavia mi è capitato una volta di vedere il TGR piemontese e, sinceramente, sentire parlare al TG3 di un miliardo e mezzo di investimenti.
No, specifichiamo bene. Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Il 30% è investimento pubblico, il 70% è investimento privato e si paga un equity salatissimo su questi soldi. Considerate che l'Assessore Reschigna è venuto in Commissione a presentarci una rinegoziazione dei mutui pubblici all'1,65% e non oltre l'8%.
Purtroppo questa vicenda la viviamo anche nei servizi: abbiamo un partenariato pubblico-privato per la manutenzione dei macchinari biomedicali che ha dei tassi di interesse incredibili. È stato sbandierato come partenariato che rispettava la spesa storica, ma se confrontiamo il benchmark della gara SCR con quanto è stato dato di manutenzione media per gli apparecchi biomedicali con il partenariato pubblico-privato, abbiamo degli aumenti fatti parallelamente che sono dell'ordine del 50%.
Queste sono scelte che pagheremo tutti noi cittadini piemontesi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono richieste di intervento in discussione generali? Dichiarazioni di voto? La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Pochissime considerazioni di replica.
Sono poco scandalizzato - mi riferisco all'intervento del Consigliere Ravello - se pezzi di questo documento ricalcano, sostanzialmente, il DEFR dell'anno scorso. Noi concepiamo questo documento come un aggiornamento.
Posso riconoscere che ci sono degli aggiornamenti compiuti in alcune missioni, programmi e direzioni più puntuali e altri un po' meno puntuali ma l'intelaiatura del documento è un'intelaiatura base. Anno per anno, non è che rifacciamo l'analisi del mondo e del programma politico di un'Amministrazione, ma procediamo unicamente all'aggiornamento delle parti più significative, o come elementi aggiuntivi, e ce ne sono in questo documento, o come elementi che testimoniano quanto è stato fatto nel corso dell'anno precedente.
C'è ancora un po' da lavorare, me ne rendo conto, perché un po' di pigrizia c'è, a volte, nell'aggiornamento di queste schede e missioni di programma.
Tuttavia credo che, adagio adagio, questo documento diventi un documento innanzitutto leggibile e comprensibile rispetto al lavoro che sta portando avanti l'Amministrazione regionale.
Due semplicissime battute.
La prima. L'ho detto e lo ripeto: anche quando si parla del lavoro attinente alla politica di bilancio è un lavoro politico, non è un lavoro ragionieristico. Se non ci fosse stata tanta politica nello scegliere quali erano gli assi di intervento su cui calibrare e rafforzare l'intervento dell'Amministrazione regionale, oggi noi non ci troveremmo in questo tipo di situazione. C'è tanta scelta politica.
Credo che il lavoro svolto, su cui non è il caso di ritornarci questa sera in questi quattro anni, non è immune da pecche, non è immune da errori, ma è un lavoro che dovrà essere attentamente valutato, perché si è inciso molto rispetto alla possibilità d'intervento della Regione.



PRESIDENTE

Ci sono tre emendamenti, uno della Giunta e altri due accolti favorevolmente dalla Giunta.
Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Mi sembra molto chiaro.
Interviene unicamente sull'emendamento al paragrafo sullo sport, a pagina 99. È richiesto dall'Assessore Ferraris. È un cambio di formulazione di una frase.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Emendamento rubricato n. 2) presentato da Valetti, Bono, Frediani Mighetti, Ravello Vignale. (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
I colleghi, Presidente dei Gruppi, l'hanno cofirmato solo per permettere al nostro Gruppo di presentarlo (e ringrazio loro per questo). Era già stata inserita la delibera, quindi non potevamo più presentarlo solo con le nostre firme di Gruppo.
Quest'emendamento chiede una specifica importante sul tema della Linea 2 della metropolitana di Torino e chiede di aggiungere supporto al completamento della progettazione della linea.
Com'è del tutto evidente, la Regione può dare un supporto e non entrare ovviamente nel merito della progettazione, che è in capo alla Città di Torino e a GTT e alle sue partecipate.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 3) presentato da Valetti, Bono, Frediani Mighetti, Ravello Vignale. (Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Visto che si tratta di un documento di programmazione per i prossimi tre anni, volevamo consegnare alla prossima legislatura l'impegno a dare la priorità nell'acquisto di materiale rotabile con alimentazione alternativa ai combustibili fossili, in particolar modo al petrolio; quindi, potrebbero essere o il metano oppure elettrico. È ovvio che c'è una preferenza per l'elettrico, ma sappiamo che l'elettrico ha dei costi di acquisto iniziali maggiori, ma si ripaga in maniera molto più rapida rispetto al metano e al gasolio, per non parlare della benzina.
È una direzione per quanto riguarda la riduzione dell'età media del parco veicolare, e parliamo di autobus. Siamo d'accordissimo anche sulla qualità ambientale, visti i continui richiami da parte dell'Europa per il rispetto dei protocolli per il miglioramento della qualità dell'aria. Crediamo che su questo si debba intervenire.
Purtroppo, come dicevo, molte volte per difficoltà nel reperire risorse immediatamente disponibili, quindi la liquidità, si ricorre più ad alimentazioni a gasolio Euro6 invece che a metano o elettrico. Devo dire che gli utenti cittadini, piemontesi e non solo, questo lo capiscono poco.
Tra l'altro, da ieri siamo di nuovo in blocco dei diesel Euro4; forse giovedì verrà interrotto questo divieto perché ieri sera un poco ha piovuto, migliorando la qualità dell'aria. I cittadini però lo capiscono poco, perché le Amministrazioni pubbliche acquistano autobus a gasolio Euro6, mentre ai cittadini si chiede di lasciare a casa l'auto Euro4 magari dotata di filtro antiparticolato.
Credo che su questo le Amministrazioni regionali, metropolitane e comunali anche con il supporto del Governo nazionale, devono dare una linea di indirizzo affinché si vada veramente almeno verso il rifiuto del gasolio e se proprio non si può comprare solo elettrico, perché ci sarebbero difficoltà di acquisto iniziale e di infrastrutturazione di ricarica magari andare sul metano. Anche quello ha bisogno di un'infrastruttura di ricarica, però è ovvio che è un po' più facile rispetto all'elettrico.
Questo è il significato dell'emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 335, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.


Argomento: Ordinamento regionale

Esame disegno di legge n. 294, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale 2018" (Atti d'indirizzo collegati)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli atti d'indirizzo collegati al disegno di legge n.
294, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Ordine del giorno n. 1466 presentato da Conticelli, Barazzotto Baricco, Caputo, Chiapello, Ferrentino, Gallo, Grimaldi, Ottria Ravetti e Valle, inerente a "Emanazione di una normativa a livello nazionale di regolamentazione e armonizzazione della caccia nelle giornate domenicali" Consigliera Conticelli, lo illustra lei?



CONTICELLI Nadia

Sì, Presidente.
Quest'ordine del giorno era stato presentato, dopo l'approvazione della nostra legge di regolamentazione dell'attività venatoria, diciamo un po' in seguito alle polemiche che si sono riaperte in relazione a nuovi incidenti avvenuti durante la domenica.
Noi riteniamo - ed è abbastanza oggettivo - che la legge regionale del Piemonte sia in questo momento, in qualche modo, pilota in Italia rispetto alla regolamentazione, che sia frutto di un'ampia mediazione, non solo tra le forze politiche, ma anche col mondo venatorio fuori di qui e il mondo degli ambientalisti. L'ordine del giorno riprendeva, peraltro, un invito del Ministro rivolto alle Regioni a vietare la caccia nelle giornate della domenica.
Con il nostro ordine del giorno, noi chiediamo che quantomeno, come primo passo, il Ministro si prodighi, per la sua competenza e al tavolo Stato Regioni, per allineare anche le altre Regioni rispetto al passo avanti fatto sulle pre-aperture dalla Regione Piemonte.
Da lì in poi, sugli step successivi si può ragionare e naturalmente noi siamo concordi.



PRESIDENTE

Ci sono interventi? Prego, Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Era già stata anticipata la volontà di intervenire sul tema annoso e gravoso della regolamentazione della caccia la domenica tramite un ordine del giorno e non tramite un intervento in legge. Diciamo che siamo un po' perplessi, nel senso che sembra che, da una parte, quest'Amministrazione abbia iniziato un percorso di richiesta di maggiore autonomia con un documento presentato al fotofinish rispetto alle Regioni capofila (Lombardia, Veneto e in parte, secondariamente, Liguria ed Emilia Romagna) dall'altra, pare però che stia cercando di demandare tutto a livello nazionale.
Lo diceva prima in maniera un po' giustamente schietta e ruvida il collega Campo, ma in effetti sembra quasi che ci sia stato un cambio di registro in questa maggioranza, cioè da quando c'è stato il cambio di maggioranza governativa nazionale sembra sia aumentato.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Potremmo fare un'analisi della qualità della normazione e degli atti d'indirizzo per vedere quanti atti d'indirizzo, dal 3 giugno 2018, sono diventati un impegno nei confronti del Governo nazionale chiedendogli di fare determinate cose rispetto a prima. Prima non ce n'era uno e adesso ci sono tanti atti. Però è importante riconoscere il ruolo centrale del Parlamento e del Governo nazionale.
Siamo una Repubblica costituzionale fondata sul lavoro, quindi è giusto ricordare che esiste un Parlamento nazionale che deve lavorare per il bene dei cittadini e che anche il Governo nazionale deve fare altrettanto. Forse in alcuni altri momenti storici ce n'eravamo un po' dimenticati.
Sulla regolamentazione della caccia, mi rendo conto che questo documento è una sintesi tra opposte anime all'interno del centrosinistra: chi ha la visione di mantenere libera la caccia tutte le domeniche e chi ha la visione di impedire la caccia la domenica, tra l'altro rispettando il dettato costituzionale, che prevede che la caccia è comunque un'attività sancita dalla legge nazionale e che non si può abolire, nonostante i vari tentativi di referendum abrogativi, raccolte firme, petizioni e quant'altro.
Noi ovviamente abbiamo una posizione chiara e precisa, forse diversa dalla vostra, in parte - almeno per alcuni Consiglieri - rimanendo però sempre nell'alveo della costituzionalità e del rispetto delle norme nazionali anche perché non potrebbe essere diversamente. Quindi non possiamo abolire la caccia, ma la possiamo regolamentare e armonizzare; armonizzare non so cosa vuol dire.
La proposta cui siamo arrivati oggi è il divieto di caccia nelle domeniche di settembre. Come si ricordava, le domeniche in cui si può cacciare a settembre, se non ricordo male, sono sostanzialmente due e quindi non è che abbiamo fatto grandi passi in avanti; bisognerebbe capire, o meglio bisognerebbe essere forse un po' più coraggiosi. In questo senso, se i colleghi di maggioranza vogliono inserire qualche impegno maggiore per il Governo, noi saremo lieti di sottoscriverlo, soprattutto se si vuole specificare anche come regolamentare e magari dare qualche indicazione in più, perché regolamentare può essere che io vieto la caccia da mezzanotte alle sei del mattino.
Dico questo pensando a taluni divieti "creativi" di alcuni Comuni sull'orario delle slot machine.
Nelle premesse, in effetti, si ricorda che i boschi sono un patrimonio di tutti e che anche la domenica ciascun cittadino ha diritto di goderseli il più possibile in sicurezza. Il Presidente del Consiglio regionale della Liguria - si riporta la sua dichiarazione - dice che è necessario alleggerire la domenica diluendo maggiormente le giornate di caccia sul martedì e il venerdì; il Governatore Chiamparino chiede che un decreto diventi immediatamente esecutivo e avete citato giustamente il Ministro Costa, il quale ricorda che i boschi e i monti la domenica sono popolati da escursionisti, da chi va a funghi o a castagne, cose che abbiamo già detto tutti.
Avete inoltre citato - purtroppo - anche esiti negativi e infausti di incidenti mortali avvenuti durante battute di caccia, richiamando il dossier "Vittime della caccia" della Onlus Gaia, e avete riportato appunto quello che dicevo della nostra legge regionale, forse enfatizzando un po' troppo solo le domeniche di settembre, come se nei boschi si andasse solo a settembre e non durante gli altri mesi dell'anno.
Se volete, noi siamo disponibili a sottoscrivere un impegno maggiore, che chieda una regolamentazione con esclusione delle domeniche. Così com'è, il DEFR contiene un impegno molto blando, che chiede appunto di regolamentare e armonizzare, ma non si sa come armonizzare. Forse ci si riferisce alle altre Regioni, per cui sarebbe interessante capire che tipologia di normativa hanno le altre Regioni, ma capite benissimo che, a seconda del colore dell'Amministrazione, su questo tema ci sono risposte diverse perché storicamente centrodestra, centrosinistra e Movimento 5 Stelle hanno posizioni diverse.
È ovvio che una Regione di un certo colore politico tenderà ad armonizzare nel senso di permettere la caccia tutte le domeniche, una Regione con un altro colore politico tenderà a limitare la caccia ad alcune domeniche (quelle pari o dispari, come le targhe alterne) e se, prima o poi, ci sarà una Regione amministrata dal Movimento 5 Stelle magari tenderà ad escludere tutte le domeniche.
Pertanto, armonizzare diventa difficile. È vero che ci può essere un decreto in questo senso, ma rimane il calendario venatorio e la disponibilità delle singole Regioni di decidere, poi, come calarlo. Cioè, o c'è il divieto totale e si dice che la domenica non si può cacciare altrimenti, se si prova ad armonizzare tra diverse Regioni, la vedo lunga.
Immagino la Conferenza Stato-Regioni con "x" Regioni di un colore politico e "x" dell'altro: diventa veramente complicato e c'è il rischio di naufragare.
Poi, se vogliamo approvare ordini del giorno - passatemi il termine, senza offesa - per pulirci un po' le coscienze, magari per non aver votato un emendamento, è un discorso. Tra l'altro, alcuni colleghi della maggioranza l'hanno votato - e li ringraziamo per aver dimostrato libertà di espressione e opinione - però rimane un ordine del giorno che lascia il tempo che trova.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intanto, considero importante rammentare un aspetto: la normativa nazionale sulla caccia, come abbiamo detto più volte, disciplina una serie di aspetti fra cui i giorni di attività venatoria. Sono cinque e sono ben distinti: tranne il martedì e il venerdì (giorni di silenzio venatorio) rimangono gli altri cinque, all'interno dei quali i cacciatori possono scegliere quando esercitare la caccia.
Chi legifera dovrebbe anche conoscere (così diceva Einaudi): a settembre la caccia è chiusa per tutti coloro i quali cacciano gli ungulati; quattro domeniche e quest'anno cinque, perché per alcune specie si poteva cacciare dal 2 o dal 15 settembre. Questo, per puro puntiglio, perché in realtà del calendario venatorio noi conosciamo solo una parte, che è quella riferita all'apertura più tradizionale. Vi sono, però, alcuni periodi riferiti agli ungulati che hanno tempi differenti.
Pertanto, almeno quando legiferiamo dovremmo avere la necessità di conoscere ciò per cui legiferiamo.
Detto ciò, credo non esistano soggetti diversi rispetto ad altri. L'ho già detto in un'occasione: se ci mettessimo a disciplinare le attività per le morti che esse creano, direttamente o indirettamente, la caccia non sarebbe certo fra i primi posti.
Vi è anche un altro tema: essendo una possibilità, una passione un'attività (la definizione che credete) lecita, ai sensi della legge, non riesco a comprendere per quale motivo noi dovremmo limitare una libertà.
Cosa dobbiamo chiedere a chi svolge l'attività venatoria? Tutta una serie di attenzioni e di limiti che sono già posti dalla norma dello Stato, che però non pone nei confronti di nessun'altra categoria di persone che svolgono un'attività che comporta dei rischi per sé stesse e per terze persone.
Credo che questo sia sufficiente. Dopodiché, è evidente - ma lo dico solo in termini di valutazione - che l'ordine del giorno è uno strumento assolutamente inutile e anche voi vi siete resi conto che, pur in una volontà quasi persecutoria nei confronti del mondo venatorio, la chiusura della caccia nel mese di settembre è assolutamente ingiustificabile e oltre non si poteva andare.
Metterci a limitare ciò che non ci piace è uno sport cui posso partecipare volentieri, ma non credo sia utile, perché a molti colleghi può non piacere l'attività venatoria, mentre a me possono non piacere altre espressioni di libertà che, secondo la mia valutazione personale, non ritengo tali; certo non le limiterei, ma non le ritengo tali, però ognuno è libero di fare nei limiti della legge - ciò che crede.
Io credo che l'attività venatoria abbia già molti limiti derivanti dalle norme e che non ne servano altri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Direi che tra gli ordini del giorno indirizzati al Governo nazionale questo sicuramente è uno dei meno provocatori, in quanto è sicuramente condivisibile, al di là di approvare i ragionamenti del collega Bono riguardo al fatto che si poteva anche essere un pochino più coraggiosi nell'omnibus, quando abbiamo chiesto, con alcuni emendamenti, di prevedere le chiusure domenicali.
Voglio ricordare al collega Vignale che non si tratta di una discussione su quello che piace o non piace, perché anche in questo caso - gli piaccia o meno - le diverse forze politiche hanno orientamenti politici diversi e quindi propongono idee per lo sviluppo, per la compatibilità ambientale.
Lei sa benissimo che, ad esempio, per il Movimento 5 Stelle il tema dell'ambiente è uno dei temi primitivi e più importanti.
Pertanto, il fatto di essere consapevoli del livello di guardia cui siamo giunti nella conservazione dell'ambiente, nella tutela delle specie e non solo, perché parliamo anche di semplice e banale tutela del territorio rende necessario cercare di limitare il più possibile le attività che consideriamo nocive, per quello che riguarda la conservazione della biodiversità, della fauna, degli equilibri faunistici, che vanno riportati a una gestione da custodi.
Io ho sempre sostenuto che la caccia oggi può essere, al più, uno strumento di gestione degli equilibri venatori, ma sicuramente non uno strumento ludico, uno sport, un'attività ricreativa.
Per questo motivo, noi abbiamo presentato anche tutta una serie di emendamenti che davano il massimo delle competenze e di capacità di valutazione a chi vuole praticare la caccia.
L'aspetto che noi riteniamo più importante è che, al giorno d'oggi, questa è una pratica ormai arcaica, che non ha più alcuna giustificazione, se non nei bassi istinti umani della volontà di uccidere qualcos'altro perché lo si può. Purtroppo, alle volte, questo qualcos'altro, diventa qualcun altro.
Questo diventa sempre meno compatibile anche con la frequentazione, sempre più assidua, degli ambienti naturali da parte di persone che cercano altro nell'ambiente, che cercano una fruizione più sostenibile, più compatibile e meno invasiva e che lo vogliono poterlo fare in tutti i periodi dell'anno.
Oggi il turismo ambientale, ma anche la pratica della passeggiata salutare della gita nella natura, è una pratica sempre più diffusa, una pratica positiva per la salute umana e anche per la comprensione dell'ambiente da parte delle persone. Ambiente non più percepito solo come un elemento nemico, oppure una risorsa da sfruttare.
Sotto tutti questi punti di vista, non è una questione di "ci piace" o "non ci piace". Io, ad esempio, trovo esteticamente belle le armi, ma andrebbero rimirate. Ci sono le armi a salve, si possono usare anche in maniera divertente in qualche gioco, per chi ci trova divertimento, ma non laddove la cosa diventa pericolosa. È vero che ci sono attività umane più pericolose, che provocano maggiori vittime, ma quelle che si possono evitare o limitare vanno limitate o, addirittura, eliminate laddove è possibile e laddove compatibile con le esigenze.
Certe attività sono ineludibili, se pensiamo all'edilizia, se pensiamo anche alla pratica della guida. Purtroppo è vero che fanno ben più vittime ma sono attività necessarie nella società moderna alle quali, comunque, si cerca di applicare tutte le soluzioni possibili e più innovative per limitare i danni.
La caccia, purtroppo, ha visto ben poche evoluzioni da questo punto di vista. Quest'ordine del giorno è sicuramente un documento un po' timido, si può chiedere di più, a noi interesserebbe chiedere di più, in particolare la questione di tutte le domeniche. Avete già citato anche nelle motivazioni il fatto che l'orientamento espresso dal Ministro è già stato comunque, in tal senso.
È un'opportunità, quindi lo voteremo, e cercheremo di fare in modo che questo venga portato avanti a livello nazionale, ma di nuovo non posso che sottolineare quella piccola contraddizione in termini. Siete qua a chiedere una cosa al Governo nazionale che, tutto sommato, non avete avuto il coraggio di fare nella nostra Regione.
Cerchiamo di dimostrare la determinazione nel portare avanti questo tipo di politiche e questo tipo di iniziative prima a casa nostra, senza sperare che qualcuno le risolva per noi da più in alto, perché noi non abbiamo osato arrivare a tanto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Vorrei intervenire sull'ordine dei lavori.
Nella Conferenza dei Capigruppo avevamo deciso come organizzare i lavori del pomeriggio. Mi chiedo se quella decisione, dato quello che è capitato questa mattina e la lunghezza di alcune discussioni, sia ancora valida.
Sono le 17.40 e alcuni ordini del giorno rischiamo di non discuterli e non era questa l'intenzione.
Se vogliamo dedicare un minuto e non di più a una Conferenza dei Capigruppo al banco della Presidenza, bene, altrimenti ne prendiamo atto.



PRESIDENTE

Credo di interpretare che, forse, questo sia l'ordine del giorno che più di altri può richiedere interventi, mentre gli altri possono essere discussi più velocemente. Ditemi voi. Ci sono altri interventi? Possiamo chiudere la discussione sull'ordine del giorno n.1466.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Chiedo la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Va bene, Consigliere.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 1466.
Il Consiglio approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 1473 presentato da Sinatora, Policaro, Ravello e Tronzano, inerente a "Dirigenza regionale - integrazione con normativa statale in materia"



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sinatora per l'illustrazione.



SINATORA Benito

Mi limito solo a leggere l'impegno.
Il testo recita: "Impegna il Presidente e la Giunta regionale a valutare la modifica del comma 4 dell'articolo 24 della l.r. 23/2008, aggiungendo il seguente comma: '4. Gli incarichi, non rinvenibili nei ruoli dell'Amministrazione, sono conferiti, fornendone esplicita motivazione, a persone di particolare e comprovata qualificazione professionale che abbiano svolto attività in organismi ed enti pubblici o privati, ovvero in aziende pubbliche o private, con esperienza acquisita per almeno un quinquennio in funzioni dirigenziali o che abbiano conseguito una particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica desumibile dalla formazione universitaria e post-universitaria, da pubblicazioni rilevate da esperienze concrete di lavoro maturate per almeno un quinquennio anche presso Amministrazioni statali o regionali, ivi compresi i dipendenti del ruolo della Giunta o del Consiglio regionale del Piemonte in posizioni funzionali previste per l'accesso alla dirigenza o che provengono dai settori della ricerca, della docenza universitaria delle magistrature e dei ruoli degli avvocati e procuratori dello Stato".
Grazie.



PRESIDENTE

La Giunta vuole esprimere il parere? Prego, Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Il parere della Giunta è favorevole se il Consigliere Sinatora ha provveduto a correggere quelle due questioni che avevamo concordato: al posto di "attivarsi" chiedevamo di inserire "a valutare di modificare" e in fondo, al posto della dicitura "da pubblicazioni rilevate o da esperienze concrete" di usare la frase "da pubblicazioni rilevate e da esperienze concrete".



PRESIDENTE

Sì.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Allora il parere della Giunta regionale è favorevole.



PRESIDENTE

Grazie.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1473, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 1476 presentato da Bertola, Bono, Frediani Campo, Andrissi, Mighetti e Valetti, inerente a "Eccessive difficoltà burocratiche per specifiche attività di hobbismo"



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Lo illustro brevemente io, visto che il Consigliere Bertola, che è il primo firmatario, è assente.
S'intende chiedere una piccola revisione, perché a seguito della modifica di regolamentazione che è stata fatta recentissimamente per quanto riguarda i cosiddetti "mercatini dell'usato e dell'antiquariato minore" sono state introdotte alcune novità che vanno, sostanzialmente, a complicare parecchio la vita degli hobbisti e di coloro che svolgono questa attività non per abusivismo rispetto a un'attività mercatale tradizionale, ma proprio per questioni di passione e interesse su specifici argomenti.
Peraltro, alcune categorie di questi hobbisti hanno anche una rilevanza sociale: il fatto che si siano aggiunte alcune complicazioni significative tra le quali l'obbligo di una tessera in bollo da richiedere al Comune in cui si svolge il primo mercatino dell'anno, il limite di 18 giornate annue per ogni soggetto non professionista e, soprattutto, altro tema abbastanza importante, una specie di inventario degli oggetti da porre in vendita con la presentazione di una richiesta di partecipazione al Comune per ogni mercatino cui si intende partecipare - ha dato luogo ad alcune problematiche.
Il Consigliere Bertola ha citato un esempio molto evidente, che è quello dei radioamatori, un caso pratico esemplificativo di tutte le questioni: per questi soggetti, infatti, è molto complicato catalogare e quantificare per ogni mercatino i componenti messi in esposizione, perché parliamo appunto, di componentistica elettronica che spesso ha il valore inferiore al centesimo di euro, e che talvolta viene venduta a manciate (sono elementi disposti sfusi).
Inoltre, molto spesso la maggior parte dei radioamatori sono volontari della Protezione Civile, della Croce Rossa o di altre organizzazioni di soccorso, per cui sembra brutto e disincentivante, verso un'attività che spesso è proprio condotta per puro volontariato e buona volontà sociale costringerli a ulteriori adempimenti.
Pertanto, molto banalmente, quello che si chiede con quest'ordine del giorno è cercare di mitigare l'impatto di queste determine dirigenziali e della delibera di Giunta regionale, al fine di semplificare gli adempimenti in capo a specifiche attività di hobbismo che abbiano anche una valenza di tipo sociale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente solo perché su questa materia abbiamo legiferato qualche mese fa, e riconosciamo il buon lavoro svolto per approvare quella norma.
In questo disegno di legge omnibus abbiamo già inserito delle misure di semplificazione, in particolare con degli emendamenti relativi all'utilizzo del tesserino delle 18 volte, che non ha più validità solo annuale (sostanzialmente da oggi, o da quando verrà approvata la legge), ma avrà validità fino ad esaurimento delle 18 timbrature; anche il tema dell'elenco beni che vengono messi in vendita, citati prima dal collega Campo, in realtà, è stato semplificato e reso più semplice già nel regolamento attuativo della norma, qualche mese fa.
Rispetto all'ordine del giorno, siamo sempre favorevoli a semplificare la norma e a renderla più agevole, anche e soprattutto in quest'ambito, quindi voteremo a favore dell'ordine del giorno, con questa precisazione, e cioè che molte delle questioni sollevate all'ordine del giorno sono state approvate con gli emendamenti all'interno.



PRESIDENTE

Grazie, collega Gallo.
Qual è il parere della Giunta? La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Il Consiglio faccia quello che vuole. Il parere della Giunta è negativo perché, "su valutazioni dell'Assessore competente e della Direzione Competitività", i contenuti di quest'ordine del giorno non risolvono in termini di semplificazione, ma complicano ulteriormente sotto il profilo procedurale.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1476, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Ordine del giorno 1494 presentato da Gallo, Allemano, Appiano Barazzotto, Caputo, Cassiani, Conticelli, Corgnati, Ferrentino Giaccone, Monaco, Olivetti, Ravetti, Rossi Domenico e Valle, inerente a "Fenomeno della tratta di esseri umani. Prevedere adeguati corsi di formazione nel Piano formativo regionale per il Personale della Polizia locale 2018-2020"



PRESIDENTE

Il Consigliere Gallo lo dà per illustrato.
Il parere della Giunta è favorevole.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1494, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Ordine del giorno 1496 presentato da Campo, Andrissi, Bertola, Bono Frediani, Mighetti e Valetti, inerente a "Modifica numero giorni d'apertura obbligatoria extralberghiero nel mese di dicembre"



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Chiediamo d'intervenire su un problema che riguarda proprio questo periodo.
Nel 2017, abbiamo approvato la legge regionale n. 13, che riguarda le strutture ricettive extralberghiere e, nel giugno di quest'anno, il regolamento d'attuazione relativo.
Tra le tante cose, è stato un parto abbastanza elaborato questo regolamento, perché molto complesso. C'è stato anche un tavolo di lavoro e si sono risolti tanti problemi in maniera costruttiva. Uno dei temi che è emerso in questo periodo riguarda, all'articolo 2, comma 2 del Regolamento il fatto che gli esercizi di affittacamere e bed and breakfast non imprenditoriali sono aperti per un periodo complessivo di 270 giorni l'anno, con periodi di apertura minima continuata di 45 giorni nel corso dell'anno solare.
Pertanto, emerge chiaramente che l'anno solare è un elemento non ben costruito per individuare i periodi più produttivi per l'attività di ricettività perché, in particolare nel periodo invernale, la prescrizione dei 45 giorni comporterebbe che gli affittacamere o i bed and breakfast non professionali (ricordo che sono persone comuni che, in specifici periodi aiutano l'ospitalità anche in molte aree marginali e quindi aiutano anche il settore del turismo) sarebbero costretti ad aprire a metà novembre e per tutto dicembre, per coprire le vacanze natalizie o magari il ponte dell'Immacolata, che appunto partirebbe dall'8 dicembre circa. Inoltre, per coprire la settimana dell'Epifania, sarebbero costretti ad aprire altri 45 giorni, tutto gennaio almeno fino al 15 febbraio.
Noi chiederemmo di affrontare la questione in maniera un po' più elastica ipotizzando un paio di possibili soluzioni. Poi ci appelliamo alla sensibilità della Giunta e dell'Assessorato competente per individuare la soluzione migliore o di considerare i 45 giorni a scavalco della fine dell'anno, per quello che riguarda la fine dell'anno, oppure di ridurre la tempistica di apertura consecutivo-obbligatoria almeno della metà, proprio nel periodo di fine e inizio anno.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bona; ne ha facoltà.



BONA Angelo Luca

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno che ha illustrato il Consigliere Campo è assolutamente ragionevole, ma pone, comunque, una serie di argomenti all'interno del regolamento della legge sul turismo che sono stati appena approvati e che oltretutto, variano in modo anche abbastanza sostanziale le ratio delle norme approvate. Proporrei, al di là dell'ordine del giorno, di riportare in Commissione il regolamento visto che, comunque, non si tratta di un singolo impegno, ma si tratta di una serie di argomenti alcuni dei quali possono essere anche condivisibili.
Prima della fine dell'anno l'Assessora si era presa l'impegno di promulgare o, comunque, dare attuazione al Codice Identificativo Regionale, quello che stanno facendo tutte le altre Regioni, che ancora non si sa che fine abbia fatto e questa potrebbe essere l'occasione anche per parlarne.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

L'ordine del giorno pone un problema reale, dopodiché l'Assessorato regionale al turismo sta definendo, con le associazioni rappresentative della categoria, delle modifiche al regolamento che non affrontano unicamente le questioni legate al periodo a scavalco tra la fine e inizio anno, ma affrontano complessivamente la questione legata alla tempistica minima di apertura di 45 giorni. Non c'è solamente una contingenza che riguarda questo periodo dell'anno, ma questo tipo di attività ricettiva riguarda un tema di stagionalità.
L'orientamento che sta maturando è che l'obbligo di apertura continua per 45 giorni avvenga una sola volta all'anno e su un periodo che sia valutato dall'operatore, in relazione al fatto che ci sono contesti territoriali differenti tra montagna, pianura, collina e realtà dei parchi.
Noi chiederemmo il ritiro dell'ordine del giorno. La modifica al regolamento avverrà complessivamente nei prossimi giorni perché, ripetiamo la rigidità di questa norma all'interno del regolamento è condivisa come elemento che deve essere affrontato. Tuttavia, vorremmo affrontarlo non solamente con riguardo a questo periodo dell'anno ma, complessivamente, al tema.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Diciamo che potevamo provare a modificarlo, ma quello che vorrei chiedere piena disponibilità anche ritirarlo - è se il tema sarà affrontato anche in Commissione. Vorrei che ci fosse un impegno ad affrontare il tema in Commissione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Il regolamento ha bisogno del parere della Commissione.



CAMPO Mauro

In questo caso lo ritiro. Grazie.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno è ritirato con l'impegno della discussione in Commissione.
. Ordine del giorno n. 1503 presentato da Andrissi, Bertola, Frediani e Valetti, inerente a "Proposta attivazione progetto e sviluppo, della piattaforma informatica multifunzionale 'Blockchain'. Su progetti d'innovazione tecnologica saranno stanziati 45 milioni di euro in tre anni da parte del Governo nazionale".
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Il Blockchain è alla base del bitcoin ed è una parola innovativa che si sta diffondendo anche sui mass media.
Questa proposta di legge è stata recepita dall'Assessore Ferrero nel testo unico per l'agricoltura e nasce dall'analisi dei sistemi di etichettatura più innovativi presenti anche sul territorio piemontese. Tuttavia sono sistemi privati. Mi riferisco all'etichetta trasparente dei macrobiotici e all'etichetta parlante di Slow Food.
L'obiettivo qual è? È quello di darà la possibilità, effettivamente, di tracciare in modo trasparente il sistema agroalimentare piemontese partendo da quello di eccellenza, cioè dalle varie etichette di origine controllata, IGP e anche dal settore biologico, e dare la possibilità che questo sistema sia trasparente sia per i produttori e gli intermediari, ma anche per i consumatori, quindi che a ritroso ci sia un controllo continuo.
Il passaggio importante è che l'attuale Governo ha previsto 45 milioni per i prossimi tre anni di finanziamento di progetti da parte di enti pubblici e aziende private che vogliono innovarsi, utilizzando i sistemi di crittografia che consentono una lettura delle informazioni. Il bello del sistema Blockchain è che si possono inserire queste informazioni che diventano trasparenti.
Se il produttore - parlo per la mia zona - di riso biologico vuole inserire che tipo di varietà antica ha coltivato, quale tecnica agronomica ha utilizzato, quando ha raccolta e a chi l'ha venduto, questa informazione che è un po' come scriverla su una lavagna, rimane indelebile nel tempo. Il consumatore alla fine la potrà leggera con il Qr Code e leggere a ritroso anche i passaggi che ha fatto quel riso per arrivare al consumatore, ma soprattutto sarà sicuro che quel prodotto contiene quel riso coltivato da quel produttore.
Questo attualmente non è possibile, quindi sarebbe un passaggio veramente molto importante, che consentirebbe al consumatore, ma anche ai produttori di avere la certezza della presenza del proprio riso in quel determinato prodotto che arriva al consumatore. Credo che questo sia un passaggio molto importante.
Il 18 ottobre 2018, il Governo ha deciso di mettere dei soldini su questo fronte. Noi abbiamo presentato questa proposta di legge che è stata recepita, e ringrazio l'Assessore Reschigna, che ha dato parere favorevole con una modifica che vedete a quest' ordine del giorno, che consente di accelerare la procedura per attingere a questi fondi e che consentirà alla Regione Piemonte, credo tra i primi Enti pubblici a livello a nazionale e non solo, di sperimentare un sistema di tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti agroalimentari innovativo a livello mondiale.



PRESIDENTE

Come già anticipato, c'è il parere favorevole, con le modifiche che sono già state condivise e concordate con il Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1503, il cui testo come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 1516 presentato da Valetti, Frediani, Andrissi Bertola e Bono, inerente a "Protocollo d'intesa per la riapertura della linea ferroviaria Chivasso-Asti"



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Semplicemente, è un ordine del giorno che chiede quanto espresso nel titolo, che è un titolo abbastanza chiaro, ovvero relativo al protocollo d'intesa per la riapertura di questa linea, che è una linea fondamentale per dare un servizio a una parte di Piemonte che effettivamente, pur essendo molto centrale e molto ben dislocata, ha un gap a livello di collegamenti ferroviari.
Quest'ordine del giorno ha proprio lo scopo di collegare sostanzialmente tutta la parte ovest del Monferrato tra Asti e Chivasso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Credo che sia molto importante questa proposta che ha fatto il Vicepresidente della Commissione trasporti Valetti, perché sappiamo che abbiamo finanziato uno studio che prevede una possibilità, anche come soluzione per l'Alta Velocità Torino-Milano, che sappiamo essere utilizzata nelle sue potenzialità per meno del 20%. Una delle ipotesi che verrà vagliata è la fermata a Chivasso e la fermata a Novara.
Mi fa piacere che il Consigliere Domenico Rossi abbia sottolineato quest'aspetto, cioè che a Novara doveva già essere realizzata una fermata dell'Alta velocità.
Avevamo 14 linee sospese, adesso stiamo riaprendo la Vercelli-Casale e la Casale-Mortara, stando a quanto è stato presentato dall'Assessore ai trasporti in Commissione. Credo che percentualmente abbiamo il 30% delle linee sospese in Piemonte, quindi il trasporto pubblico locale piemontese è in una situazione di sofferenza e riattivare queste linee sospese crea un sistema di nodi importanti e afferisce a nodi importanti, perché arrivare a Chivasso vuol dire per i cittadini di Asti e del Monferrato poter accedere alla linea dei regionali veloci della Torino-Milano.
Questo è molto importante, ma potrebbe anche voler dire nel prossimo futuro accedere alla fermata dei treni ad alta velocità. Non solo, a Chivasso afferiscono anche i treni provenienti da Ivrea e i treni provenienti dalla Valle d'Aosta. Pertanto, diventerebbe un nodo ferroviario veramente importante per tutto il Piemonte e potrebbe anche voler dire potenziare questo nodo con un'ulteriore fermata dell'alta velocità o, comunque accedere da Chivasso a Porta Susa, che comporta circa 10-15 minuti.
Prevedere questa soluzione consentirebbe a quest'area del Piemonte di diventare un nodo di riferimento piemontese per il trasporto pubblico.



PRESIDENTE

Vi ricordo che c'era un impegno nella Conferenza dei Capigruppo e ci sono ancora cinque ordini del giorno.
Da astigiana sono certa che la riapertura dalla linea Asti-Chivasso sia una cosa fondamentale per questo Consiglio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Il collega Valetti ci ha chiesto di esplicitare bene quest'ordine del giorno, perché è un ordine del giorno a cui teniamo in particolar modo.
Sicuramente la linea Chivasso-Asti è una linea molto importante, come sa chi abita su quel territorio, magari non ad Asti né a Chivasso ma nelle colline dell'Astigiano verso il Chivassese. È una linea che è nata nei primi anni del Novecento ed era una linea a binario unico non elettrificata, lunga circa 50 chilometri. È stata sospesa nel 1994 a causa dei danni provocati dall'alluvione al ponte sul Po dopo Chivasso e ripristinata nel 2000. Presentava però delle problematiche nella galleria di Brozolo.
Quindi, a Brozolo si è sospesa con un tratto della linea che andava dal paese successivo verso Asti e dall'altra parte, dal paese dopo Brozolo fino a Chivasso. A furia di avere una linea praticamente spezzata a metà, che non conduceva nei due centri principali (da una parte a Chivasso e dall'altra ad Asti) ovviamente ha perso d'interesse ed è stata sostituita poi da bus. Il che comporta ovviamente delle problematiche notevoli, come un orario diverso: il servizio automobilistico impiega circa 30 minuti in più, è meno affidabile, perché purtroppo sappiamo che l'età media dei nostri autobus è molto elevata.
Successivamente, è stata sollevata una volontà popolare con una raccolta firme e presentata una petizione per poter riavviare la linea, all'inizio eventualmente anche nell'ipotesi di mantenimento di due linee spezzate, poi con la risoluzione del problema nella galleria di Brozolo e Cortanze, in modo che si possa riavviare tutta la linea.
È del tutto evidente che le linee ferroviarie, possibilmente magari poi elettrificate, sono lo strumento migliore di trasporto ferroviario, ma anche quelle non elettrificate, come in questo caso, comunque assicurano un risparmio anche per il numero di viaggiatori che può portare un treno rispetto a un autobus e per la rapidità del percorso stesso, che è maggiore rispetto a un autobus.
Quindi noi chiediamo - sappiamo che è già stato oggetto di approfondimenti da parte della Giunta - che venga promosso un Protocollo d'intesa con RFI.
Si citava l'Accordo quadro, si citava anche la possibilità di un aggancio alla linea ad alta velocità per quanto riguarda Chivasso; poi non sappiamo se sarà questa la scelta, ma crediamo che.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Tra l'altro, ci sono due ordini del giorno, uno nostro e uno del centrodestra (e forse anche uno del centrosinistra), per uno studio serio per un'analisi costi-benefici sulla pre-individuazione della stazione migliore di alta velocità.
È ovvio che - io lo ripeto, ma anche su questo abbiamo discussioni ancora in divenire nel Gruppo - individuare due fermate di alta velocità in un territorio che ricopre una linea di 130 chilometri è un po' troppo: forse bisogna individuarne una sola. Già sulla fermata di Reggio Emilia le battute si sono sprecate, in rapporto alla provenienza di un Ministro che molti anni prima era Sindaco e aveva avuto anche un ruolo sempre importante sul territorio di Reggio Emilia, per cui diciamo di non cadere nello stesso errore.
Sicuramente quello dell'alta velocità è un tema importante quando ovviamente serve - lo dico al collega Appiano e al collega Cassiani - e quando collega città italiane con città italiane. Infatti, laddove si va verso la capitale di un Paese, ovviamente c'è un flusso di utenza notevole tant'è che ha sostituito degli aerei. Quando vado a parlare di andare verso Lione, quando presento Lione come un approdo turistico del Piemonte e della città di Torino.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Ecco, Lione è una città bellissima, ma rimangono tutti un po' straniti.
Anche l'ipotesi di portare frotte di turisti da Parigi a Torino e da Torino a Parigi col treno fa un po' sorridere, nel senso che di norma la gente.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Parigi è bellissima. Di solito, l'utenza va in aereo e diventa difficile pensare di ipotizzare di trasportarla con il treno; il TGV, tra l'altro già esiste e quindi su questo posso garantire che i collegamenti già ci sono. Ma non è questo l'oggetto del dibattito, altrimenti facciamo un'altra seduta del Consiglio sul TAV, poi si attiva la collega Frediani e giustamente noi siamo tutti più lieti e contenti.
Siamo invece a richiedere queste modifiche e avviarle in tempi ragionevoli insomma, abbiamo aspettato quattro anni per sentire di una riapertura delle linee ferroviarie chiuse durante la legislatura Cota, ma mi sembra che comunque su questo possiamo dire che la Giunta Chiamparino non si è distinta per una grande iperattività.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta? Prego, Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

La Giunta regionale considera quest'ordine del giorno inutile, nel senso che è perfettamente a conoscenza del primo firmatario dell'ordine del giorno che, con nota del 24 luglio 2018, la Regione ha richiesto a RFI di riattivare la linea ferroviaria Chivasso-Asti nella tratta Chivasso Brozolo. L'Agenzia, con nota dell'11 settembre 2018, ha richiesto a Trenitalia di valutare i costi e i tempi tecnici per riattivare il servizio. Nella giornata del 3 dicembre 2018, l'Assemblea del Bacino metropolitano di Torino ha condiviso le attività e ha deciso di prevedere nel DUP 1-921 il prosieguo delle attività finalizzate all'apertura dall'esercizio.
Rispetto a quanto sopra esposto, si precisa che verrà attivato specifico Protocollo che terrà conto degli equilibri relativi ai servizi e alle economie del Bacino. Quindi c'è un'attività in corso della Regione Piemonte nota al Consiglio regionale - circa l'obiettivo della riattivazione di questo servizio.



PRESIDENTE

Consigliere Bono?



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Diciamo che gli ordini del giorno non sono mai inutili o non sono mai utili, a seconda dei punti di vista, ma ovviamente non possiamo avere la sfera di cristallo e sapere che il 3 dicembre si riunisce la Città metropolitana.



(Commenti del Vicepresidente Reschigna)



BONO Davide

Ma certo. Come ben sa, l'avevamo anche presentato già nell'attività sia emendativa che di indirizzo su questo tema. Adesso non ci interessa, come abbiamo detto prima, la primogenitura: ci interessa il risultato. A ogni modo, il Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle è sempre stato molto attivo sulla riapertura delle linee ferroviarie, ha presentato anche una proposta di legge sul tema e quindi non si può dire che non siamo sempre stati in prima linea a sollecitare la Regione su questo punto.
Devo confessare che siamo un po' in difficoltà, perché quando presentiamo ordini del giorno che non incontrano il favore della maggioranza giustamente la maggioranza ce li boccia; quando presentiamo ordini del giorno che riscuotono consenso o tanto consenso da essere già in fieri, in divenire e c'è un'attività, ci chiedete di ritirarli o ci dite che sono inutili.
Ebbene, diteci un po' voi che ordini del giorno dobbiamo fare, perché siamo veramente in difficoltà; aiutateci a scrivere qualcosa che possa incontrare il vostro parere favorevole, ma non essere già nella mente dell'Assessore o del Presidente del Gruppo consiliare.
Altrimenti, francamente, ci risulta davvero difficile presentare anche gli atti di indirizzo, perché - come abbiamo sempre detto - alle opposizioni si lasciano non gli ordini del giorno sulla pace nel mondo, ché quelli si votano sempre all'unanimità, ma almeno gli atti di indirizzo.
Gli emendamenti ce li bocciate, le proposte di legge non ce le fate discutere: lasciateci almeno gli ordini del giorno. È un appello veramente disperato alla democrazia in quest'Aula.



PRESIDENTE

Quindi lo mantenete? Sì.
I Consiglieri del Gruppo Movimento 5 Stelle chiedono la votazione per appello nominale.
Indìco la votazione nominale sull'ordine del giorno n. 1516, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 1517 presentato da Valetti, Frediani, Andrissi e Bono, inerente a "Monitoraggio servizi di trasporto automobilistico"



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'ordine del giorno è molto veloce e segue una modifica anche fatta alla legge 1/2000, all'articolo 18, approvata con l'emendamento che sostituiva l'articolo 29 bis del DDL 2/94.
Consideriamo fondamentale avviare un sistema di monitoraggio indipendente a livello regionale, per le tratte regionali metropolitane del servizio automobilistico, in modo da avere dati reali del passaggio anche nelle fermate ed eventuali problematiche. Se, cioè, non abbiamo dati indipendenti, non possiamo sapere come sanzionare le aziende, ma anche come farle migliorare e come migliorare il sistema di trasporto pubblico. La stessa cosa varrebbe sul servizio ferroviario, dove ovviamente il monitoraggio della puntualità viene fatto, anche in questo caso, dal gestore, dall'esercente del servizio.
Un monitoraggio effettuato dall'ente pubblico secondo noi sarebbe la soluzione migliore, proprio per dare una risposta all'utenza ed anche per valutare ed efficientare il posizionamento delle fermate e i programmi di esercizio delle linee stesse, grazie anche al sistema di bigliettazione elettronica (BIP) che permette di capire i flussi, come già succede nella città di Torino, sui bus urbani, e su altre aree come quella del Cuneese che è stata la prima a sperimentarlo. Quindi, allargare l'analisi dei dati.
Chiediamo che venga effettuato in maniera puntuale, al fine di avere dati precisi e il monitoraggio delle linee automobilistiche da parte del settore competente per la produzione della documentazione utile a razionalizzare ed efficientare il servizio di trasporto pubblico automobilistico.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta è favorevole.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1517, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 1520 presentato da Bono, Andrissi, Bertola Frediani e Valetti, inerente a "Installazione di impianti di videosorveglianza in tutte le strutture socio-sanitarie autorizzate e/o accreditate" e l'ordine del giorno, presentato dal Consigliere Bono e altri, inerente a "Videosorveglianza nei servizi di continuità assistenziale"



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
È un tema salito alla ribalta mediatica degli ultimi mesi, purtroppo per fatti - come al solito - negativi, nel senso che abbiamo assistito a episodi che configurano dei veri e propri reati di maltrattamento e abusi sugli anziani ricoverati in strutture residenziali socio-sanitarie, non solo in Piemonte ma un po' in tutta Italia. In questi casi, la magistratura inquirente ha dato mandato alla polizia giudiziaria di installare delle telecamere che riprendessero le percosse, gli abusi e i maltrattamenti inflitti da alcuni (per fortuna pochi, pochissimi) operatori socio-sanitari e operatori sanitari all'interno delle strutture, che hanno portato all'arresto e ai processi.
È una situazione che crea tanto clamore mediatico, che, tra l'altro, fa sì che alcune famiglie magari non procedano al ricovero dei propri cari in strutture di cui si parla male in un articolo di stampa, per un episodio singolo, per un singolo operatore, mentre il 99,9% degli altri operatori è rappresentato da persone competenti e con ogni capacità anche empatica e relazionale verso gli anziani ricoverati. Si finisce per rinunciare al ricovero in queste strutture, creando delle problematiche sanitarie, perch sì riversano sui pronto soccorso e sui DEA delle nostra regione.
Pensavamo di andare in scia a proposte di legge già predisposte a livello nazionale, che devono essere discusse, già approvate a livello regionale come nel caso della Regione Liguria, che ha approvato una norma che prevede l'inserimento di telecamere per la videosorveglianza nelle camere e negli spazi comuni in cui possono stazionare gli anziani ricoverati nelle strutture socio-sanitarie, non per istituire un sistema di polizia e di sorveglianza dei lavoratori, che vengono controllati h24 dalla proprietà ma per avere una funzione deterrente. Infatti, un comportamento maltrattante non è mai giustificabile, però la telecamera può servire anche come deterrente.
Alcuni sindacati sollevano anche situazioni di disagio lavorativo ed economico all'interno delle strutture. Ripeto: non ci può mai essere giustificazione, ma la videocamera può svolgere una funzione di deterrenza quindi evitare un comportamento maltrattante e abusante. Noi la pensiamo in questa direzione. Abbiamo accondisceso a ritirare l'emendamento avente lo stesso tenore che era presente nell'omnibus, perché l'Assessore ci ha detto di voler fare un supplemento d'istruttoria sia negli uffici dell'Assessorato sia per un confronto giusto e sacrosanto con i sindacati e le associazioni datoriali delle strutture. Crediamo che quest'attività debba essere portata avanti e speriamo che questo avvenga in fretta.
L'abbiamo inserita anche nella modifica dell'impegno dell'ordine del giorno e crediamo che si debba studiare il caso Liguria, quindi sentire la collega Assessora Sonia Viale della Liguria, per capire che tipo di regolamento hanno posto in essere, come hanno disciplinato la normativa e quali risultanze avranno, perché la loro normativa parte dal 1° gennaio 2019 quindi non è del tutto immediata.
Penso possa essere una rivoluzione buona e positiva. Non dobbiamo aver paura delle tecnologie informatiche presenti nella nostra vita quotidiana e, ovviamente, non deve diventare un sistema di vigilanza poliziesco rispetto ai lavoratori e agli operatori che lavorano ivi, quindi bisogna prevedere anche dei sistemi di valutazione e utilizzo del materiale stesso.
Il materiale, cioè, non deve essere utilizzato per valutare se, come e quanto lavora l'operatore, ma solo come situazione di deterrenza.
Noi crediamo che si possa trovare un punto di sintesi tra parenti associazioni di familiari dei ricoverati, lavoratori, sindacati associazioni datoriali e parte politica. Si può trovare: probabilmente il momento dell'omnibus non era quello giusto e ci va ancora un po' di tempo.
Il mio auspicio sarebbe quello di poterlo approvare prima della fine di questa legislatura; non so se ce la faremo, iniziamo però a lavorare da subito, in modo che, se non sarà entro maggio, possa essere a inizio della prossima legislatura, quindi entro l'anno 2019.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Non possiamo che concordare sulla necessità di garantire più sicurezza ai pazienti ricoverati. L'unico problema, che è stato anche ripreso dal Consigliere Bono, è relativo alla verifica della coerenza di una videosorveglianza, così com'è stata immaginata e ipotizzata, rispetto ad alcuni diritti garantiti ai lavoratori.
L'esperienza amministrativa ormai lunga mi porta a dire che, qualora vi sia una modalità che in qualche maniera tende a ledere non soltanto la privacy ma anche a verificare il lavoro e soprattutto alcuni comportamenti normalmente, da parte delle organizzazioni sindacali, anche negli Enti pubblici c'è sempre stata una pesante reazione, debbo dire con qualche motivazione anche condivisibile, perché credo che riguardi tutti. Penso infatti che nessuno di noi gradirebbe lavorare se nella propria camera avesse puntata la telecamera tutto il giorno, no? Allora, credo che si tratti esclusivamente di verificare la praticabilità o una modalità diversa in grado di garantire quella sicurezza: diventa fondamentale, oltre evidentemente nel rapporto con i datori di lavoro anche con chi lavora, perché è un elemento essenziale. Suppongo che il sindacato sia interessato a trovare una modalità per garantire più sicurezza ai pazienti, di questo ne sono convinto, ma delle modalità operative ritengo che sia opportuno definirle, altrimenti queste decisioni possono essere oggetto di ricorso, come normalmente avviene.
Non so bene cos'ha fatto la Liguria, ma noi preferiamo avere un atteggiamento più di attenzione nei confronti di alcuni diritti dei lavoratori, in ogni caso verificandoli e poi cercando di metterli assieme.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1520, il cui testo come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 1523 presentato da Bono, Allemano, Andrissi Appiano, Campo, Chiapello, Frediani, Giaccone, Mighetti, Ravetti e Rossi Domenico, inerente a "Videosorveglianza nei servizi di continuità assistenziale"



PRESIDENTE

Consigliere Bono? È un altro documento.
Lo consideriamo illustrato?



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Solo che nella Conferenza dei Capigruppo c'eravamo impegnati a votare anche qualche ordine del giorno, lei se lo ricorderà.



(Commenti del Consigliere Bono)



PRESIDENTE

Infatti, il rispetto per l'opposizione è testimoniato; ci va anche un po' di rispetto per la maggioranza, perché gli accordi che avevamo preso erano quelli che avremmo votato anche qualche ordine del giorno secondo la graduatoria.
Prenda pure la parola, Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Mi sembra che abbiamo illustrato in tre minuti tutti i nostri ordini del giorno; tra l'altro, ne sono stati approvati anche della maggioranza.



PRESIDENTE

Tre minuti vanno bene, continui.



BONO Davide

Non mi sembra che stiamo "ciurlando nel manico", come si suol dire.
Questo è un ulteriore ordine del giorno simile all'altro, ma che ha attratto un diverso argomento: il tema della videosorveglianza nei servizi di continuità assistenziale, tema anche questo salito purtroppo alla ribalta mediatica a causa di episodi di violenza contro i medici e quindi in questo caso, non riguarda i pazienti anziani ricoverati in strutture, ma riguarda i medici stessi.
Molte volte i servizi di continuità assistenziale sono posti in strutture territoriali dell'ASL isolate; vi si svolge un'attività ovviamente notturna, oltre che festiva diurna, e quindi di notte si può essere un bersaglio sensibile. Ciò vale non solo per il medico donna che è stata purtroppo oggetto di aggressioni anche a sfondo sessuale nel nostro Paese (fortunatamente non in Piemonte, ma ad esempio in Puglia vi è stato un caso di vera violenza sessuale), ma vi sono aggressioni all'ordine del giorno magari per il diniego a seguito di una richiesta inopportuna di somministrazione di farmaci, di stupefacenti a base di oppioidi, di morfina o simili, oppure per la certificazione di malattia per "x" giorni a cui magari non si ha diritto.
Sappiamo che le ASL stanno già lavorando su questo; molte sedi territoriali in Piemonte hanno la porta allarmata, il videocitofono, le telecamere all'interno che fungono da deterrente e c'è anche una placchetta (abbiamo visitato alcune di queste strutture nel territorio dell'ASL TO3, TO4 e TO5) con su scritto appunto "area videosorvegliata", in modo che funga proprio da deterrente e non da violazione della privacy.
Di conseguenza, chiedo che sia importante il rendere obbligatorio questo tema; tra l'altro, l'Assessorato e la maggioranza hanno voluto fare un richiamo anche giusto alla normativa nazionale che è in discussione e quindi sollecitare, attraverso la Conferenza Stato-Regioni, il disegno di legge nazionale sulle misure di sicurezza in generale per tutti gli esercenti e il personale sanitario, soprattutto relativamente al tema del pronto soccorso.
Tutti, chi per lavoro o per problemi suoi o familiari, vi hanno fatto almeno un passaggio una volta e sanno che il pronto soccorso è un po' un porto di mare e che, soprattutto negli orari notturni, possono esserci anche problematiche con utenza difficile, quindi anche in questo caso bisogna porre sicuramente in essere delle misure nazionali per far sì che venga tutelato l'esercizio dell'attività sanitaria, proprio per evitare che già la carenza di vocazioni, soprattutto per l'emergenza-urgenza, che sta raggiungendo livelli preoccupanti, non si estenda ulteriormente, non solo perché il lavoro è pesante e faticoso, ma anche perché diventa pericoloso proprio dal punto di vista della propria incolumità.
Crediamo fortemente in quest'ordine del giorno, cui speriamo che venga data attuazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Sono d'accordo con le puntualizzazioni che sono state fatte. Alla fine quest'ordine del giorno, così com'è formulato, evidenzia dove c'è un problema di strumentazione, ben lontano da quando s'immaginava, mi pare qualche mese fa, di mandare l'esercito in tutti gli ospedali.
A ogni modo, è una storia chiusa. Però il richiamo alla legge nazionale consente anche - questo è un aspetto importante - di modificare le norme soprattutto del Codice Penale, che ha un effetto deterrente considerevole quando c'è un'aggressione nei confronti di un operatore sanitario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Saitta.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1523, il cui testo come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Mozione n. 1506 presentata da Caputo, Tronzano, Rossi, Baricco Barazzotto, Ravello, Appiano, Accossato, Ravetti, Rostagno, Grimaldi Allemano, Boeti e Olivetti, inerente a "Fibromialgia. Specifici interventi di presa in carico e gestione dei pazienti in forma più consolidata e inserimento della patologia nei livelli essenziali di assistenza (LEA), di cui all'articolo 1 del DPCM del 12 gennaio 2017"



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Caputo per l'illustrazione, con l'invito ad essere sintetica.



CAPUTO Valentina

Presidente, sarò estremamente sintetica, nel senso che ne abbiamo già parlato oggi, quindi la darei per illustrata.
Ringrazio il Consigliere Ravello, che ha aggiunto la sua firma, perch come lo stesso ha ribadito, non è una questione politica, ma è un'azione di buonsenso verso chi soffre di questa patologia.
Grazie.



PRESIDENTE

Magnifico.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie per il "magnifico".



PRESIDENTE

"Magnifico" era riferito alla sintesi.
Spero di poterlo dire anche per lei, collega Bono!



BONO Davide

Non ho avuto modo di leggere il testo della mozione: ho visto che era stata depositata qualche giorno fa, quindi la leggerò sul momento, in modo da capire quale impegno viene posto in essere.
Si chiede d'impegnare la Giunta a definire, nell'ambito dello sviluppo della Rete Reumatologica regionale, un percorso ad hoc volto allo studio della prevalenza ed incidenza della fibromialgia e del sistema di offerta regionale, in funzione della messa in atto di specifici interventi di presa in carico e gestione dei pazienti in forma più consolidata.
Su questo non possiamo che esprimere parere favorevole, in quanto il tema della creazione di una Rete per le malattie cosiddette "orfane", cioè quelle che non hanno una diagnosi o una terapia univoca, ci vede assolutamente d'accordo, quindi rientrano nel tema della reumatologia regionale (abbiamo già detto dell'incontro svolto all'Ospedale Giovanni Bosco di Torino sul tema della fibromialgia e delle altre malattie rare).
Dunque, il fatto che si creino dei punti di riferimento e un sistema di offerta regionale è assolutamente fondamentale.
Servirebbe, forse, inserire anche una parte di formazione per i medici di medicina generale (e, magari, anche una serie di informazioni generali per i medici internisti), che sono quelli che stanno sul territorio, in front office, vedono le problematiche dei pazienti e, magari, perché non hanno ricevuto una formazione universitaria (questo lo possiamo dire), o perch si sono laureati venti o trent'anni fa e non hanno fatto dei corsi di aggiornamento ECM, non riconoscono la patologia, la derubricano a semplice depressione o ansia - perché è la cosa più diffusa - e prescrivono un semplice ansiolitico o un antidepressivo. La situazione non va incontro ad una soluzione, anzi peggiora, e non riusciamo ad ottenere un risultato.
Su questo, quindi, chiederei, se possibile, una modifica in questo senso.
Si chiede poi alla Giunta di attivarsi presso il Ministero della Salute nell'ambito della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, affinché si provveda senza ulteriori ritardi, a inserire la fibromialgia nei LEA.
Non so se con i colleghi ne vogliamo parlare un attimo, ma ricordo che nei mesi precedenti abbiamo già discusso di fibromialgia. Mi riaggancio al discorso che ho fatto prima: quando c'era un certo Governo non si è mai portato avanti un tema del genere. Anzi, ricordo un ordine del giorno della collega Batzella (che allora era nel nostro Gruppo consigliare), in merito al quale era stato chiesto, se non erro, di ritirare proprio quell'impegno rispetto al riconoscimento nei livelli essenziali di assistenza.
È vero che il mondo cambia. È bello, perché si cambia opinione e si cambia idea. Se mi posso permettere, però, bisognerebbe cercare di non cambiare idea all'interno della stessa legislatura. Perché un ordine del giorno l'abbiamo già approvato in questo senso tre anni fa, ed era stata espunta questa parte. Mi chiedo, quindi, per quale motivo oggi dobbiamo andare a ripresentare un ordine del giorno sullo stesso tema: mi do anche la risposta, perché non sono proprio così, e aggiungete voi la parola che preferite. Ci arriviamo anche noi! Rivoteremo quest'ordine del giorno senza particolari problemi, tanto sappiamo che, comunque, all'interno dei riconoscimenti dei livelli essenziali di assistenza si passa dall'Istituto Superiore di Sanità, dal Consiglio Superiore di Sanità, da tutte le richieste tecniche e quant'altro. In pratica, sappiamo che ci sono delle difficoltà a riconoscere questa patologia nei LEA, proprio per la difficoltà di inserimento di tutte le patologie rare.
Per noi il parere è assolutamente favorevole. È ovvio che le Regioni dovranno farsene carico. Siamo consapevoli che, se andrà avanti il riconoscimento dei LEA su questa patologia, ce ne saranno, ovviamente altre 200.
Una parte sono già state riconosciute; è un lavoro che si deve fare, per cui occorre proseguire. Bisogna comunque fare un lavoro tecnico, anche in ambito sanitario, per riconoscere i trattamenti, le tipologie di esenzione quali trattamenti passare (ad esempio, massofisioterapia, fisioterapia riabilitazione, eccetera) e quali tipi di medicine, perch l'antidepressivo, come ho detto prima, magari non viene collegato alla patologia e c'è solo l'antinfiammatorio.
Facciamo solo attenzione a questi aspetti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Indìco la votazione palese sulla mozione n. 1506, il cui testo, come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Per rispetto d'Aula. chiediamo d'iniziare la discussione degli ordini del giorno e chiederei al primo firmatario dell'ordine del giorno n. 1475 Consigliere Giaccone, visto che credo che questo Consiglio voglia intervenire sul decreto sicurezza, anche se è già passato, con tutto il tempo necessario, se è d'accordo di passare al punto successivo, la mozione n. 1482 sul disegno di legge Pillon.
Ovviamente, se la prima firmataria, la Consigliera Accossato, è d'accordo.



PRESIDENTE

La prima firmataria è d'accordo.
La parola al Consigliere Tronzano.



TRONZANO Andrea

Comprendendo le legittime richieste e l'accordo dei Capigruppo, per guardando anche l'ora, essendo un tema molto importante, Presidente, se è possibile, chiederei alla maggioranza.



PRESIDENTE

L'abbiamo deciso nella Conferenza dei Capigruppo.



TRONZANO Andrea

Se può metterlo in votazione.



PRESIDENTE

Se la maggioranza è d'accordo, possiamo cominciare la discussione; si pu decidere a maggioranza.



TRONZANO Andrea

Io sono contrario.



PRESIDENTE

Mi dispiace, ma non possiamo fare diversamente.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Consiglierei alla maggioranza e all'Ufficio di Presidenza.
Tra l'altro, vi abbiamo lasciato volutamente un po' di tempo per discutere gli ordini del giorno.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Ben 11 minuti. Potevamo tranquillamente arrivare alle 19.
Sottolineo che l'Ufficio di Presidenza ha fatto un po' di pressioni indebite; glielo dico sorridendo e poi ne parliamo in Conferenza dei Capigruppo. Andiamo avanti! Andiamo avanti! Anche il Vicepresidente Reschigna! Sembrava dovessimo approvare ordini del giorno per risolvere la pace nel mondo, invece sono una serie di ordini del giorno, politici della maggioranza. Ma, va bene! Si fanno anche quelli.
Chiederei, con un minimo d'intelligenza, di cui lei ne è ampiamente dotato Presidente, di discutere l'ordine del giorno condiviso sul tema delle vaccinazioni del Consigliere Monaco, che è condiviso e si approva in un minuto.
L'impegno che ci possiamo prendere è di iniziare, il prossimo martedì, con gli ordini del giorno, perché è ovvio che se si mettono sempre in coda.
Sarebbe sufficiente convocare due giornate di Consiglio, se si ha paura di non approvare sia l'assestamento che gli ordini del giorno.
Non facciamo però la brutta figura di iniziare a trattare un tema comunque importante, a livello nazionale, alle 18.53, quando molti colleghi sono andati via o stanno andando via e non diamo un grande segnale.
Questa è la proposta mi sento di fare; le tempistiche d'approvazione non dipendono da noi, perché mi sembra che siamo stati fin troppo bravi.



PRESIDENTE

Lei sa che è già successo altre volte che la discussione di una mozione o di un ordine del giorno si è protratta oltre il termine dell'orario del Consiglio. Dato che entrambi siamo d'accordo sull'importanza di questo provvedimento, che riguarda migliaia di persone, io credo che possiamo cominciare e, se necessario, finire la discussione.
Grazie per il suggerimento, a maggioranza ci siamo espressi, anzi la maggioranza si è espressa per l'inversione e per votarla.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Dobbiamo mettere in votazione l'inversione.
Indico la votazione palese sulla richiesta di inversione di punti all'o.d.g.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Fidatevi, fidatevi.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

La votazione non è valida per mancanza del numero legale per deliberare.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.54)



< torna indietro