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Dettaglio seduta n.371 del 27/11/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


BERTOLA GIORGIO



(La seduta ha inizio alle ore 10.03)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 13 novembre 2018.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Boeti, Barazzotto, Cassiani, Cerutti, Chiamparino Conticelli, Molinari e Pentenero. Il numero legale è 22.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 20 novembre 2018.


Argomento:

c) Ricevimento delegazione FIOM-CGIL settore automotive


PRESIDENTE

Informo che oggi, alle ore 13, presso la Sala Viglione, primo piano riceveremo una delegazione della FIOM-CGIL provinciali in merito alla grave situazione economica, in particolar modo del settore automotive, al fine di avviare un utile confronto.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Disegno di legge n. 321, inerente a "Bilancio consolidato del gruppo 'Regione Piemonte', per l'anno 2017" (rinvio)


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame del disegno di legge n. 321, inerente a "Bilancio consolidato del gruppo 'Regione Piemonte', per l'anno 2017", di cui al punto 3) all'o.d.g.
Relatrice di maggioranza è la Consigliera Olivetti; relatore di minoranza è il Consigliere Bono. Il testo è stato licenziato a maggioranza dalla I Commissione in data 12 novembre 2018.
BONO Davide (fuori microfono) Non avevamo concordato con il Vicepresidente Reschigna di trattare il bilancio consolidato oggi pomeriggio?



PRESIDENTE

Sospendo i lavori per qualche minuto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.06 riprende alle ore 10.15)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La seduta riprende.
L'esame del disegno di legge n. 321 avverrà oggi pomeriggio a inizio seduta.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Professionale Statale "G. Colombatto" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto Professionale Statale "G.
Colombatto" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Ordinamento regionale

Proseguimento esame disegno di legge n. 294, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2018"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 294, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2018", di cui al punto 4) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
È proseguito l'esame del provvedimento e sono stati approvati gli articoli 18 ter, 89 quater, 90, 91 e 92 bis, 92 ter, 97 ter, 97 quater.
Sono sati sospesi gli articoli 89 ter, 80 quinquies, 80 sexies, 89 septies 89 octies.
Riprendiamo dall'articolo 92 quater.
ARTICOLO 92 quater



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 237) presentato da Vignale, Graglia.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
La Giunta regionale ha presentato, già in sede di Commissione, una serie di emendamenti che sono stati approvati dalla Commissione, per cercare di superare l'impugnativa che il Consiglio dei Ministri.



PRESIDENTE

Forse, non ci siamo capiti.
Posso chiederle, Cassiani, di smetterla di parlare? Questo vale anche per gran parte della maggioranza.
Prego.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Dicevo che, in sede di Commissione, la Giunta regionale ha presentato una serie di emendamenti, che sono stati approvati, per cercare di rimuovere gli ostacoli che l'impugnativa del Governo ha posto sulla nuova legge sull'attività venatoria, la legge 5 del 2018.
L'impugnativa, che non leggo, si basava però su alcuni principi che noi avevamo anche ricordato discutendo la legge, cioè che alcune competenze sono proprie dello Stato e non possono essere modificate dalle Regioni.
Con quest'emendamento, vogliamo modificare il comma 5 dell'articolo 2, per rendere la norma compatibile con le leggi dello Stato. Cosa prevede il comma 5 dell'articolo 2? Introduce un'altra serie di specie non cacciabili esclusivamente all'interno della Regione Piemonte. In più occasioni abbiamo ricordato come la legge dello Stato disciplina l'attività venatoria dispetto alla possibilità o meno di cacciare le specie di fauna selvatica.
La legge, com'è noto, individua specie particolarmente protette, specie non cacciabili e specie cacciabili. All'interno di questa normativa all'interno di questa distinzione fra le tre tipologie (fra virgolette) di specie, si svolge l'attività venatoria.
Quale strumento ha la Regione Piemonte per far sì, come avviene su molte specie, che una specie, nonostante sia cacciabile ai sensi della legge dello Stato, non venga cacciata all'interno della nostra Regione? Un atto amministrativo, cioè il calendario venatorio. Noi superiamo la disposizione della legge dello Stato, trasformando tutta una serie di specie (15) cacciabili ai sensi della legge dello Stato, in non cacciabili.
Pertanto, con l'abrogazione del comma 5 dell'articolo 2 vorremmo non venisse individuata alcuna specie non cacciabile all'interno della nostra Regione, perché questo è già disciplinato in modo puntualissimo dalla legge dello Stato.
Il nostro è un emendamento finalizzato a superare l'impugnativa che il Governo ha posto nei confronti della legge regionale, al di là di ciò che pensiamo della legge 5 del 2018.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Presidente.
Intervengo all'inizio di una serie di emendamenti sul tema della caccia presentati dai Consiglieri Vignale e Bertola.
Li abbiamo vistati tutti e giustamente tutti hanno un loro senso logico, in gran parte sono già stati oggetto di discussione durante l'approvazione della legge. Poiché è una legge già approvata da questo Consiglio e su cui c'è stato un approfondito dibattito, sia in sede di Commissione sia in Aula, ci siamo limitati a presentare nel testo di legge un paio di emendamenti che vanno a rettificare alcuni articoli, perlopiù dal punto di vista tecnico, solo quegli articoli verso i quali ci siamo impegnati con il Governo a modificare, per venire incontro ai rilievi fatti.
Non so se è rituale o no, però volevo dire fin dall'inizio che su tutti questi emendamenti, come Giunta, daremo un parere non positivo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.
Il parere della Giunta è negativo.
Emendamento rubricato n. 165) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche l'Assessore Ferrero per il parere contrario preventivo, che ha tolto anche tutto il pathos e la suspense rispetto all'esito di questi emendamenti. Legittimamente, dopo l'illustrazione degli emendamenti del Consigliere Vignale e nostri di segno opposto, magari ci si poteva aspettare anche un po' di suspense, c'era un'attesa piena di ottimismo.
Questo è un disegno di legge omnibus, che interviene su una serie di questioni, ed è intervenuto di nuovo sulla questione dell'attività venatoria, della caccia, per armonizzare il contenuto della nuova legge approvata l'estate scorsa a rilievi che sono stati apportati dal Governo nazionale.
Dopo una lunga discussione in Commissione e in Aula (una delle discussioni più lunghe di questa legislatura), noi vogliamo tornare sulla legge sulla caccia, non solo per ribadire alcune posizioni che avevamo all'interno di quella discussione e contenute all'interno della nostra proposta di legge sull'attività venatoria che è stata respinta, ma anche perché, al tempo in cui è iniziata la discussione di questo omnibus in Aula - parliamo di qualche mese fa - era tornata di stretta attualità la caccia per via dei tragici incidenti che si sono, purtroppo, nuovamente verificati.
Abbiamo inteso riproporre, all'interno della discussione di questo disegno di legge omnibus, la questione dell'attività venatoria, con particolare riguardo alla questione della caccia alla domenica. Chiediamo nuovamente che la Giunta regionale, la Regione Piemonte e il Consiglio regionale si esprimano nel senso di divieto totale di caccia nel giorno di domenica e non solo con un compromesso all'estremo ribasso raggiunto l'estate scorsa con le sole domeniche di settembre che, in realtà, sono soltanto due (veramente una riduzione irrilevante). Anche gli altri emendamenti che abbiamo presentato sono di supporto alla tematica forte che proponiamo, che è quella della caccia alla domenica.
Nello specifico, l'emendamento n. 165) aggiunge alle specie meritevoli di particolare tutela, quindi escluse dal prelievo venatorio, anche la coturnice e il fagiano di monte, che sono due specie della tipica fauna alpina meritevoli di tutela e altre specie come la starna, la pernice rossa, la quaglia, la beccaccia, il beccaccino, la tortora e la cesena.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Nel ribadire che s'interviene nuovamente su un provvedimento di legge già approvato, anche abbastanza di recente, non possiamo che cogliere l'occasione per provare a sottolineare gli aspetti che, dal nostro punto di vista, già nella discussione sullo specifico provvedimento di legge, erano rimasti più critici.
In particolare, su quest'emendamento, è rilevante il numero di specie. Qui parliamo in particolare di uccelli, ma c'è anche la lepre variabile, che popolano il nostro ambiente e per cui chiediamo maggiore protezione. Alcune di queste specie, come abbiamo già avuto modo di sottolineare nelle discussioni fatte in Commissione, sono in pericolo per la riduzione degli ambienti legata all'espansione delle attività umane. L'inquinamento, le attività umane e anche la caccia stessa contribuiscono all'indebolimento dell'ambiente naturale, quindi della varietà e della complessità delle specie.
Se, da un lato, chiediamo di intervenire sulle tempistiche, sia anche per motivi di sicurezza perché, come sottolineava il Consigliere Bertola limitare a settembre quando, ad esempio, quest'anno abbiamo avuto un ottobre spettacolare, estremamente favorevole alle escursioni e al godere ancora degli ambienti naturali, con un prolungamento dell'estate dall'altro già solo leggere l'elenco delle specie che sono attualmente cacciabili a me fa un po' venire i brividi.
Noi abbiamo ancora una grande ricchezza e una grande varietà di popolazioni animale che rischiano di ridursi pesantemente nei prossimi anni, che hanno già visto pesanti riduzioni, altrimenti non sarebbero tutelate e non si troverebbero nelle liste delle specie da tutelare, come anche da direttive europee.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io a sostegno di quest'emendamento e lo faremo anche sui prossimi. Abbiamo presentato numerosi emendamenti nuovamente sul tema caccia, proprio per cercare di sostenere la nostra richiesta di abolizione della caccia la domenica.
È un tema che abbiamo già portato all'attenzione dell'Aula e della Giunta durante la discussione del testo sulla caccia. Abbiamo ottenuto una piccola conquista, come diceva il collega Bertola, da parte della Giunta, quindi una limitazione che, tuttavia, non è sufficiente.
Proprio in questi giorni ci sono state nuove notizie in merito a incidenti che, molto spesso, purtroppo vedono coinvolti anche dei giovani che magari accompagnano i genitori, piuttosto che i nonni, nella pratica dell'attività venatoria. Crediamo sia arrivato il momento di porre fine a questa pratica.
Per quanto mi riguarda, sarebbe il momento di porvi fine in modo totale, ma ci rendiamo conto che si tratta di una richiesta non condivisa da questa maggioranza e non solo, quindi ci limitiamo a porre delle limitazioni che invece, potrebbero sicuramente trovare accoglimento.
Questo primo emendamento, a prima firma del collega Bertola, identifica delle specie che vorremmo indicare come specie protette, quindi escluse dalla pratica venatoria. La specie della coturnice, ad esempio, che citava poco fa il collega nella sua esposizione, è una specie tipica della fauna alpina. Le nostre montagne sono ricche di specie selvatiche che devono essere protette e che già si trovano a vivere in un ambiente pesantemente modificato dall'uomo.
Chiediamo che si ponga parziale rimedio a questa nostra invasione tutt'altro che pacifica, perlomeno proteggendo queste specie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io nel merito di questi emendamenti, che inaugurano il capitolo della caccia e che chiedono di rivedere la legge regionale n. 5 approvata non da molto tempo e vigente dal 21 giugno 2018. È una legge che in una prima versione era stata già approvata nel primo mese dell'anno, poi ulteriormente modificata.
Diceva giustamente il collega Bertola che il tema è comunque di attualità.
Questi emendamenti sono sia per restringere il numero di specie cacciabili sia per andare a intervenire su un tema molto sentito dalla popolazione piemontese e nazionale, ovvero la caccia alla domenica.
Mi spiace che l'Assessore Ferrero si trinceri dietro una valutazione di rinvio ad accordi con il livello nazionale. Credo che la nostra Regione come ha cercato di fare su altri temi, possa assolutamente fare da apripista su esigenze che ormai non sono più procrastinabili e rinviabili: parlo della caccia alla domenica. Sappiamo che, purtroppo, a ogni stagione venatoria ci sono dei bollettini di guerra dalle nostre montagne e dalle nostre aree boschive con feriti, morti e pericoli scampati, proprio in conseguenza di questa attività, che non sappiamo definire e non vogliamo definirla né come ludico-ricreativa né come sportiva, quindi non sappiamo bene come definirla.
Con questi emendamenti, chiediamo con forza che vengano ridotte le specie cacciabili. Non sto a elencarle, alcune sono specie di uccelli, ma chiediamo con forza che vengano poste delle modifiche alla legge n. 5/2018.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 164) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento, al pari di quello illustrato precedentemente, propone una modifica all'articolo 2, comma 5 della legge regionale n. 5 del 19 giugno 2018, che è quella approvata in questa legislatura sull'attività venatoria.
Ricordiamo che, per via dell'abrogazione della legge regionale sulla caccia avvenuta a opera della Giunta Cota nel 2012, c'era un pesante, pericoloso e insensato vuoto normativo nella nostra Regione. Era una legge che era stata abrogata per non fare esprimere i cittadini, una legge che venne abrogata per impedire ai cittadini piemontesi di esprimersi con un referendum, che era stato richiesto quasi tre decenni prima, probabilmente anche per il timore degli esiti che sarebbero potuti scaturire da quel referendum.
Nello specifico, l'emendamento chiede di escludere dal prelievo venatorio in aggiunta alle specie già previste, anche il fagiano di monte e la coturnice, andando a proteggere tutte e quattro le specie della tipica fauna alpina, che sono la pernice bianca, la lepre variabile, il fagiano di monte e la coturnice. A oggi, solo le prime due sono escluse dal prelievo venatorio e noi proponiamo di aggiungere anche le altre.
Va detto che anche le due specie non escluse dal prelievo venatorio hanno una tutela all'interno del calendario venatorio, con un forte contingentamento dei numeri dei capi prelevabili, però noi riteniamo che siano tutte e quattro meritevoli dell'esclusione dal prelievo venatorio proprio perché sono specie in quantità limitata e vivono in un ambiente quello alpino, fortemente antropizzato che, già di per sé, ne riduce la presenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento, riproponiamo un elenco leggermente più ristretto di specie da escludere dal prelievo venatorio. Non possiamo che ribadire il concetto fondamentale, che è quello che abbiamo portato avanti sia in Commissione sia in Aula quando abbiamo parlato della legge sulla caccia.
Oggi, nella situazione in cui si viene a trovare l'ambiente e per la dipendenza che la specie umana ha dall'ambiente che lo circonda per il proprio benessere, la propria salute e anche la propria alimentazione l'equilibrio dell'ambiente e la salute complessiva dell'ambiente, quindi anche un ambiente vigoroso e ricco di diversità sia vegetale sia animale in generale - è fondamentale che noi ci sentiamo custodi dell'ambiente e non fruitori. Spesso si parla di ambiente come risorsa, si parla di fruizione e di valorizzazione delle risorse ambientali tra cui, purtroppo, anche gli animali, che sono esseri viventi di livello decisamente superiore, hanno una coscienza, sentono il dolore.
Sicuramente su questi temi si è già ragionato, tant'è che abbiamo sottolineo sempre questo - per gli animali da zootecnia anche la legge sul benessere animale. Allora perché non ci poniamo il problema del benessere animale per le specie selvatiche? Le specie selvatiche vivono in un ambiente sempre più compresso e sempre più compromesso, ed è l'ambiente che creiamo noi con il nostro inquinamento, con il nostro sfruttamento quasi indiscriminato delle risorse e con la disattenzione per il corretto rapporto che dovrebbe essere di equilibrio, di sostenibilità e di attenzione a una fragilità dell'ambiente che ci circonda che, purtroppo, va incrementandosi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Come diceva chi mi ha preceduto, il tema della biodiversità è di pesante attualità. In tutti i settori la biodiversità è in forte crisi e la semplificazione della struttura dell'ambiente ha portato alla cancellazione di nicchie ecologiche importantissime e quindi ha semplificato l'ambiente.
L'utilizzo di sostanze chimiche e pesticidi in grande quantità ha impoverito l'ambiente.
Noi siamo tra i maggiori utilizzatori di pesticidi in Europa, purtroppo, e questo addirittura, per esempio tra le specie di api, ha determinato un problema nel mantenimento delle specie autoctone di api. C'è stato un importante convegno domenica proprio nella mia città, cui ha partecipato anche l'Assessore Ferrero: si ha difficoltà a mantenere le specie autoctone delle api come impollinatori che svolgono un ruolo fondamentale alla base della catena alimentare e, se non vi fosse l'uomo, ovvero se non vi fossero gli apicoltori, queste sarebbero già estinte. Così come è già estinta parte degli impollinatori delle specie, per esempio, dei bombi: un 30 per cento è estinto.
Diciamo che quanto più si sale nella catena alimentare, tanto più queste conseguenze sono pesanti e dunque la caccia, che un tempo poteva avere un ruolo non ricreativo, ma di sostentamento dell'uomo, oggi diventa un'attività che ha un'influenza molto impattante sull'ambiente già di per sé parecchio fragile e delicato. Quindi in areali alpini, che sono sempre più ristretti visto il cambiamento climatico che porta delle conseguenze disastrose per l'uomo, e proprio oggi su La Stampa c'è un articolo sui tornado che in Italia quest'anno sono più che raddoppiati...
Mi fermo qua, Presidente: è scaduto il tempo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 255) è uguale all'emendamento n. 237), quindi si conformerà all'esito della votazione di quest'ultimo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 237), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 165), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 164), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Professionale Statale "G. Colombatto" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe II O dell'Istituto Alberghiero "G. Colombatto" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Ordinamento regionale

Proseguimento esame disegno di legge n. 294, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2018" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 294, di cui al punto 4) all'o.d.g.
ARTICOLO 92 quinquies



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 166) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo su un articolo diverso della legge regionale che riguarda l'attività venatoria, che è la legge n. 5/2018. Con quest'emendamento, proponiamo di inserire una previsione contenuta all'interno della nostra proposta di legge sull'attività venatoria e che poi, nell'ambito della discussione avvenuta in Commissione e successivamente in Aula, era stata respinta.
A tal proposito, ricordo una lunga discussione nella quale c'era il disegno di legge della Giunta, approvato con il nostro voto contrario, e poi c'erano due proposte di legge consiliari: una del Gruppo Movimento 5 Stelle, che mi vedeva come primo firmatario, e un'altra a prima firma del collega Vignale.
Quest'articolo aggiuntivo, che proponiamo di fare approvare attraverso l'emendamento n. 166), riguarda l'abilitazione venatoria, per cui contiene tutte le previsioni attraverso le quali è possibile ottenere l'abilitazione venatoria: "Per il rilascio della prima licenza di porto di fucile per uso di caccia, nonché per il rinnovo della stessa, in caso di revoca è richiesta l'abilitazione venatoria. Per sostenere l'esame di abilitazione venatoria, il candidato presenta domanda alla Città metropolitana o Provincia nel cui territorio risiede, allegando il certificato di residenza e il certificato di idoneità rilasciato dalle strutture autorizzate competenti". E poi: "Nei 12 mesi successivi al rilascio della prima licenza, il cacciatore può praticare l'esercizio venatorio solo se accompagnato da altro cacciatore in possesso di licenza rilasciata da almeno tre anni, che non abbia commesso violazioni alle norme nazionali e regionali vigenti che comportino la sospensione o la revoca della licenza".
L'intento è chiaro: fare accompagnare le persone che hanno ricevuto recentemente quest'abilitazione da persone più esperte, per apprendere dei rudimenti che non sono solo quelli del funzionamento di un'arma, ma anche quelli di garantire una maggiore sicurezza a chi, legittimamente, si trova in quelle aree magari per motivazioni diverse dalla caccia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento molto importante; non che i precedenti non lo fossero, ma questo lo è di più. Riguarda l'aggiunta di un articolo (l'articolo 5 bis), dopo l'articolo 5 della legge 5/2018.
Si tratta di un emendamento che riguarda l'abilitazione venatoria. Noi riteniamo che per praticare l'attività non sportiva e non ludico-ricreativa (come dicevo prima) della caccia serva un'abilitazione. Quindi, chiediamo che ci sia, nel momento della prima licenza di un porto d'armi per la caccia (quindi un fucile), ma anche in caso di rinnovo, l'espletamento di un esame di abilitazione venatoria in cui il candidato presenti alla Provincia o alla Città metropolitana, nel caso di Torino, una domanda allegando la residenza e un certificato di idoneità all'esercizio venatorio rilasciato dagli uffici medico-legali dell'ASL locale, oppure dalle strutture sanitarie militari o della Polizia di Stato.
Questo avviene per la patente di guida, dove viene eseguita una visita medica dagli uffici medico-legali, anche se alle volte è molto veloce e sommaria. In questo caso, a maggior ragione, visto che si utilizza un'arma da fuoco, penso sia giusto che venga sostenuto un esame approfondito sull'idoneità psico-fisica (e sottolineo soprattutto psico, oltre che fisica), anche perché è ovvio che magari dopo l'esame della vista, dopo una certa età, possano subentrare difficoltà a utilizzare un'arma, provocando quegli incidenti di cui abbiamo sentito molto spesso parlare nella cronaca di questi ultimi anni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Non possiamo che ribadire nuovamente quello che abbiamo fin qua sostenuto: ci troviamo di fronte a un tentativo, introdotto con la legge sulla caccia di ricondurre a un minimo di controllo o, meglio, di regolamentazione specifica e coerente con la situazione del nostro territorio (è a questo che dovrebbero servire le Regioni) un'attività umana che ha e ha avuto un impatto significativo sul nostro ambiente.
Non prendiamoci in giro: negli ultimi tempi, la caccia ha prodotto un impoverimento della fauna selvatica piemontese. Questo avviene per la presenza di tanti fattori, come la mancanza di presidio del territorio perché abbiamo un'evidente crescita del territorio abbandonato, del rinselvatichimento, tant'è che esiste una legge sulle associazioni fondiarie e il recupero dei terreni agricoli abbandonati.
Recentemente, è stata approvata una legge nazionale sulla gestione forestale che riguarda proprio l'abbandono. Abbandono non significa istantanea ricostituzione di un ambiente selvatico equilibrato: significa terreni poveri, bosco povero, una situazione di ricolonizzazione. Occorrono decenni per sanare qualcosa che è stato guastato da un'attività umana anche agricola, prevalentemente di natura intensiva.
La nostra agricoltura è molto poco biologica, biodinamica, attenta agli equilibri: lascia i terreni impoveriti e la necessità di ricostituire gli equilibri ambientali. Pertanto, anche se il terreno non utilizzato o i boschi crescono, passano decenni prima che diventino realtà sane, popolate dagli animali in maniera equilibrata.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo. Sono due minuti.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 166) è un emendamento molto importante, che va a rafforzare le procedure per il rilascio delle licenze di caccia. È un emendamento molto importante, perché riconosce l'importanza dell'accompagnamento del giovane cacciatore con un cacciatore esperto, che non abbia commesso irregolarità durante la sua attività venatoria.
Sappiamo che gli incidenti accadono a causa di un atteggiamento troppo emotivo, soprattutto nelle battute di caccia collettive, pertanto l'esperienza può essere sicuramente utile per abbassare quello che potremmo eufemisticamente chiamare un livore agonistico troppo elevato, nel momento in cui si è in una battuta di caccia collettiva. Purtroppo, gli incidenti mortali avvengono soprattutto nelle battute di caccia di cinghiale.
Quest'intervento potrebbe ridurre le inesperienze che portano a questo tipo d'incidenti.
Oltre a questo, chiediamo un certificato di idoneità all'esercizio venatorio rilasciato dagli uffici medico-legali e dai distretti sanitari delle Aziende Sanitarie Regionali e dalle strutture sanitarie militari o della Polizia di Stato, ovvero da medici militari in servizio permanente ed in attività di servizio, in modo che anche il profilo psicologico del futuro cacciatore possa essere ben delineato.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, procediamo con la votazione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 166), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere negativo.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Ricordo sommessamente ai Consiglieri che stiamo votando e che se si vuole garantire il numero legale bisogna stare in aula.



PRESIDENTE

ARTICOLO 92 sexies



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 167) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Nell'emendamento precedente si parlava dell'abilitazione all'esercizio venatorio; in quest'emendamento invece si propongono norme specifiche per l'abilitazione all'esercizio venatorio nella zona delle Alpi, perch ovviamente siamo in un territorio più fragile e più delicato, nel quale, a nostro avviso, bisognerebbe anche entrare senza armi (ma questa è la posizione nota che abbiamo sulla caccia e, per quanto mi riguarda, anche sulle armi in generale).
È un territorio sicuramente più fragile, rispetto al quale è giusto che ci sia una disciplina diversa. Noi chiediamo, ad esempio, che chi richiede l'abilitazione a esercitare l'attività venatoria nella zona delle Alpi anche se è residente in altre Regioni, debba sostenere un apposito esame integrativo a quello dell'abitazione venatoria, in cui dimostri, attraverso un esame scritto, di possedere nozioni sufficienti relativamente alle specie alpine protette e oggetto di caccia, alla biologia delle medesime alle armi consentite e alle disposizioni normative e regolamentari riguardanti la zona alpina in generale.
Anche per quanto riguarda la caccia nella zona alpina richiediamo che, nei 12 mesi successivi al conseguimento dell'abilitazione, il cacciatore possa praticare l'esercizio venatorio solo se accompagnato da altro cacciatore in possesso di abilitazione per l'esercizio venatorio nella zona delle Alpi rilasciata da almeno tre anni, e che non abbia commesso violazioni alle norme regionali e nazionali che comportino la sospensione o la revoca della licenza, ai sensi dell'articolo 32 della legge 157 del 1992.
Pertanto, riteniamo che un'abilitazione ulteriore e particolare per l'esercizio dell'attività venatoria nella zona alpina e in più, per chi l'ha conseguita da poco, anche l'accompagnamento da parte di chi invece quell'abilitazione alla caccia nella zona alpina l'ha ricevuta da più tempo, sempre con l'obiettivo di una formazione che permetta di proteggere maggiormente quel territorio così fragile, possa garantire sicurezza a chi si trova in quella zona.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento va nella direzione dell'emendamento precedente sull'articolo 92 quinquies (questo riguarda il 92 sexies), quindi sarebbe da leggere integrato con l'altro, che però non è stato approvato dall'Aula.
In questo caso, si chiede un'abilitazione aggiuntiva per l'esercizio venatorio nella zona delle Alpi; un provvedimento che dovrebbe essere condiviso e condivisibile da tutte le Regioni che insistono sull'arco alpino.
In questo caso, ovviamente parliamo della Regione Piemonte e parliamo di un titolare di licenza di caccia che intenda esercitare attività venatoria in zone delle Alpi ed è privo di certificato di abilitazione. Anche se è residente in altre Regioni - questo è molto importante per i cacciatori che vengono da fuori - deve sostenere apposito esame integrativo di quello dell'abitazione venatoria, in cui dimostri, anche attraverso un esame scritto, di avere conoscenze relative alle specie alpine protette e oggetto di caccia.
Molte volte noi mettiamo i divieti di caccia su alcune specie e poi magari il cacciatore non sa neanche cosa si trova di fronte e spara - dico un po' così, metaforicamente - all'impazzata e abbatte capi senza conoscere se siano di specie protette o meno. Lo dico, ma penso che sia abbastanza comprensibile e, purtroppo, diffuso.
Devono conoscere la loro biologia, quindi quand'è la stagione della riproduzione e quando no (quindi anche le dimensioni per capire se sono esemplari piccoli o adulti e maturi); le armi consentite; le disposizioni normative nella nostra Regione, ecc. ecc.
Credo che in questo caso sia molto importante approvare questo emendamento soprattutto per i cacciatori fuori Regione, e penso possa essere condiviso e condivisibile, o almeno possa esserlo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento è un po' il completamento del precedente, per cui si richiede di verificare maggiormente la consapevolezza e la preparazione di chi vuole dedicarsi all'attività venatoria, in cui si dimostri, attraverso un esame scritto, di possedere nozioni molto specifiche in relazione all'ambiente in cui si intende andare a praticare questa attività.
È evidente che questo comporta tutta una serie di filtri e limitazioni, ma è fondamentale garantire, in una logica di interventi che si cerca di rendere il meno intrusivi possibili nell'ambiente, che chi va a farli debba avere competenze praticamente pari a quelle di un guardiaparco sostanzialmente deve conoscere molto bene anche le caratteristiche specifiche dell'areale in cui intende andare a esercitare la propria attività.
È chiaro che si tratta di costruire un contesto, ma di nuovo stiamo facendo un discorso basato su una parzialità della problematica. La problematica di tutela e conservazione dell'ambiente andrebbe, prima, espansa costruendo un quadro che tuteli il complesso del nostro ambiente e poi, solo dopo aver definito gli elementi fondamentali, anche nell'educazione dei cittadini in generale, per quanto riguarda la tutela e il rispetto dell'ambiente (vegetale, animale, il terreno e le acque), si dovrebbe andare a operare laddove ci sono attività specifiche con ulteriori regolazioni.
A noi tutto questo manca. Da noi è tutto profondamente disomogeneo, per cui si cerca di intervenire in maniera verticale sulle singole questioni perdendo spesso di vista il fatto che si tratta di un quadro che va costruito e armonizzato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

L'emendamento va a rintrodurre un'abilitazione che in questo momento non esiste più, che è quella per l'esercizio venatorio nella zona delle Alpi.
Questa abilitazione è molto importante perché, nel momento in cui si va a cacciare, quindi a esercitare l'attività venatoria su un territorio particolare, così ricco e variegato come quello alpino, è importante avere le competenze necessarie.
Per competenze necessarie noi indichiamo, nell'emendamento, la conoscenza delle specie alpine, in particolare quelle protette e quelle oggetto di caccia; la biologia di queste specie e quali sono le armi consentite. Si tratta, se è possibile, di rendere il cacciatore consapevole, anche se questo termine un po' stride, dal mio punto di vista, perché se si fosse veramente consapevoli di quello che si fa quando si va a caccia probabilmente si lascerebbe lì il fucile e si farebbe altro.
Occorre limitare l'impatto dei cacciatori che si avventurano in zona alpina o, perlomeno, tentare di formarli e di renderli più edotti rispetto all'ambiente in cui si stanno muovendo.
Quello che chiediamo è la reintroduzione di questo specifico esame integrativo dell'abilitazione venatoria, quindi un'ulteriore specializzazione, oltre a quella di abilitazione venatoria.
Nei 12 mesi successivi al conseguimento dell'abilitazione per l'esercizio venatorio nella zona delle Alpi, la pratica venatoria può essere esercitata soltanto accompagnati da una persona in possesso di uguale abilitazione da almeno tre anni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
In questo caso, parliamo di autorizzazione alla caccia in zone alpine; zone dove la flora e la fauna sono quasi il residuato di una situazione glaciale che, via via, ci ha portato fino ai nostri giorni.
Con l'altitudine, quindi, ritroviamo quel percorso che ci porta a situazioni più nordiche, con flora e fauna completamente diverse e differenti, i cui areali sono, rispetto a quelli della nostra Pianura Padana, in continua riduzione.
È importante che chi viene autorizzato a cacciare in queste zone areali sempre più ristrette, sostenga degli esami che ne consentano il riconoscimento delle specie protette alpine. Lo riteniamo fondamentale perché ciò consentirebbe di evitare cacciagioni improprie.
Per questo motivo, abbiamo inserito apposito esame integrativo dell'abilitazione venatoria in cui si dimostri, attraverso un esame scritto, di possedere nozioni sufficienti relativamente a specie alpine protette e oggetto di caccia; biologia della medesima; armi consentite e disposizioni normative e regolamentari riguardanti la zona delle Alpi.
Ovviamente, oltre a ciò, nelle zone delle Alpi si applicano le disposizioni riguardanti l'abilitazione venatoria.



PRESIDENTE

Se non ci sono altre richieste di intervento, procediamo con la votazione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 167), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 92 septies



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 168) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo su un altro emendamento che riguarda sempre l'abilitazione. In questo caso riguarda la commissione d'esame. L'emendamento, oltre a porre la questione specifica della commissione d'esame così come la intendevamo noi nella nostra proposta di legge, pone anche un'altra questione, che è una delle questioni di fondo che ci trovavano in dissenso rispetto al disegno di legge della Giunta: l'eccessiva delegificazione.
Tutta una serie di questioni importanti che in precedenza - parliamo della vecchia legge sulla caccia - erano specifica previsione di legge sono state tolte dalla nuova legge sull'esercizio dell'attività venatoria.
Secondo la Giunta, tutta una serie di questioni molto importanti doveva essere demandata (ed è demandata) ad atti specifici dell'Esecutivo, quindi senza previsioni di legge.
Noi riteniamo che approvare una legge così rilevante, con una discussione così lunga, nella quale, in realtà, si demandano delle questioni importanti a una ventina o trentina di delibere, non sia un buon lavoro. A nostro avviso, tali questioni devono restare all'interno di una legge.
Una di queste è l'esatta definizione della Commissione d'esame: la legge attuale sull'attività venatoria, la n. 5/2018, demanda all'articolo 5 i regolamenti d'attuazione direttamente alla Giunta regionale. La commissione d'esame, così come l'abilitazione all'attività venatoria, è una questione specifica di merito, ma è anche una questione più generale di tecnica legislativa. A nostro avviso, un provvedimento così complesso dovrebbe essere il più onnicomprensivo possibile, e non demandare troppe questioni a successivi provvedimenti della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
È un discorso che abbiamo affrontato più volte nel corso della discussione inerente la legge sulla caccia. È una legge che ha delegato molto a quelle che sono le attività successive di Giunta.
A nostro avviso - e non solo a nostro avviso - questo metodo di lavoro non premia la stabilità di una normativa, che, di fatto, dipenderà molto dalle volontà della singola Giunta che si succederà nel governo della Regione Piemonte.
Noi riteniamo, invece, che tutte le attività della Regione necessitino di una maggiore stabilità, specialmente l'attività venatoria. Dunque, tutte le procedure connesse a questa attività, che sono anche piuttosto laboriose e complicate, devono avere una loro continuità nel tempo.
Pensiamo, altresì, che questa modalità di lavoro sulla legge regionale si sottragga a quelle che sono le contestazioni del Governo nazionale e delle varie impugnative.
Pertanto, riteniamo che questa situazione non si possa protrarre a lungo e che l'attività normativa, per quanto concorrente, debba essere portata avanti in maniera coordinata tra il livello nazionale e il livello regionale, e poi chi deve applicarla sul territorio. In antitesi, penso che in questi anni si sia creata tantissima confusione, che ha solamente generato guai per i cittadini dei territori dove si effettuano le battute di caccia e la caccia in generale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
È molto importante dare adeguata stabilità alla normativa sulla caccia. Con quest'emendamento si chiede che tutto quello che è possibile specificare in relazione alla commissione d'esame che se ne occupa sia scritto nel testo di legge, e non demandato a provvedimenti di Giunta, che possono mutare nel tempo.
Dobbiamo dare al Piemonte un giusto approdo alla normativa sulla caccia che sia una sintesi delle posizioni politiche di quest'Aula e delle posizioni politiche della maggioranza e delle minoranze, che sono anche molto diverse tra loro; anche tra noi abbiamo comunque posizioni diverse che scaturiscono da un modo diverso di vivere il territorio.
Voglio sottolineare l'importanza di tutelare, innanzitutto, la vita e il ripopolamento delle aree marginali, proteggendo un equilibrio tra la fauna selvatica e la vita umana, che, in molti casi, è stata invasiva verso gli equilibri naturali, in altri è arretrata in modo inconciliabile e, allo stesso modo, rappresenta un danno per l'ecosistema: pensiamo allo spopolamento dei territori montani, collinari e di campagna, che magari non hanno un'alta redditività per l'agricoltura e le attività industriali, che patiscono un arretramento della presenza umana che crea, conseguentemente problemi all'ecosistema stesso.
Si registrano numerosi casi in entrambe le direzioni: bisogna, quindi trovare la giusta via di mezzo, che non sia solo favorevole alla caccia in modo sregolato ed eccessivo, com'è oggi, ma che non sia neanche contraria a prescindere. Dobbiamo trovare il perfetto equilibrio e, per farlo, dobbiamo scrivere una normativa che non cambi dopo qualche anno, a seconda del pensiero politico della Giunta in carica in quel momento sulla caccia.



OTTRIA DOMENICO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sarò breve, anche perché i colleghi che mi hanno preceduto hanno già illustrato in maniera esaustiva le motivazioni degli emendamenti 164) 1659, 166) e 168), che, ripeto, si devono leggere in sequenza.
Questi emendamenti tendono a introdurre nella legge recentemente approvata e già modificata, la n. 5/2018, alcuni temi che sono stati delegificati e demandati ai regolamenti attuativi della Giunta regionale.
Com'è stato anticipato dai colleghi Mighetti, Valetti e Bertola delegificare ormai è un "andazzo" abbastanza diffuso in questa Regione (ma credo anche in altre Regioni); tende, però, a depotenziare anche i significati delle leggi. Perché, poi, un regolamento attuativo si modifica all'interno delle "segrete stanze", passatemi il termine, di un Assessorato o di una Giunta, e viene tolto dalla potenzialità legislativa della Commissione e dell'Aula. Ciò significa sottrarre dalla competenza del Consiglio regionale una serie di temi che, invece, potrebbero e dovrebbero essere discussi in Aula.
In questo caso, si parla della commissione d'esame e della sua specifica composizione. Non sto a delineare e a definire quale sia la composizione della commissione, ma ci teniamo a ribadire un concetto: le norme regionali devono essere complete delle tematiche che affrontano e devono essere demandate a regolamenti regionali, come forma residuale, solo materie che non possono, per motivi evidenti, essere oggetto di norma legislativa.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Ci sono altri interventi sull'emendamento rubricato n. 168)? Comunico che il numero legale è 25.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 168), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Vorrei semplicemente chiedere un po' di serietà all'Aula, se è possibile perché francamente credo non sia un atteggiamento serio quello dei Consiglieri che fanno capolino dalla buvette, mettendo la testa dentro l'aula per chiedere ai colleghi di votare al loro posto.
Quindi, chiedo a lei, come Presidente dell'Assemblea, di poter richiamare i colleghi, altrimenti quando sarà possibile, chiederemo una verifica dei voti, per capire se effettivamente i numeri ci sono oppure no.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Credo che lei abbia ragione. Invito il Consiglieri a rimanere in Aula e ricordo che stiamo votando, per cui è necessario rimanere in aula per la votazione.
Grazie.
ARTICOLO 92 octies



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 169) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intervengo anche per sottolineare quanto detto dal nostro Capogruppo, il Consigliere Bono; tra l'altro, a me pare non sia consentito votare al posto dei colleghi, perché il voto è individuale e ciascuno deve votare per sé e non per gli altri. Pazienza che a volte si vota per quei colleghi che magari, sono presenti in Aula e che stanno facendo altro, ma in quel momento dovrebbero votare e non fare altro, perché diventa un po' una presa in giro se semplicemente si vota per un collega che è fuori e fa capolino con la testa per un secondo. Ma, tant'è; non vi lamentate di se poi l'opposizione reagisce con certi atteggiamenti.
Siamo all'emendamento 169) e anche qui si parla di una questione che è stata oggetto di delegificazione da parte della Giunta regionale all'interno della legge 5 del 2018: è una questione che riguarda l'allevamento di fauna selvatica a scopo alimentare, che in precedenza era previsione di legge ed è stata esclusa e demandata a successivi regolamenti, sempre all'articolo 5 della legge 5 del 2018; il tutto è stato demandato a regolamenti d'attuazione.
Noi, con l'emendamento n. 169), abbiamo inteso riprendere il contenuto della nostra proposta di legge, relativamente all'allevamento di fauna selvatica a scopo alimentare, quindi, diciamo: "La Provincia e la Città metropolitana, sulla base di apposite disposizioni dettate dalla Giunta regionale, entro sei mesi, dall'entrata in vigore della legge possono rilasciare a persone nominativamente indicate l'autorizzazione per l'impianto e l'esercizio di allevamenti di fauna selvatica a scopo alimentare. Non è consentito l'allevamento, la detenzione e il trasporto di cinghiali vivi sul territorio regionale. Coloro che, alla data di entrata in vigore della presente legge, detengono cinghiali devono denunciare alla Regione e non ne possono consentire la riproduzione".
L'emendamento dà anche disposizioni riguardanti l'atto d'autorizzazione della Regione e le caratteristiche che devono avere gli allevamenti, che sono soggetti alla vigilanza veterinaria esercitata dall'Azienda Sanitaria Regionale competente per territorio.
Al comma 4 diciamo che gli esemplari pertinenti agli allevamenti devono essere muniti di contrassegno inamovibile, indicante il mese e l'anno di nascita, il numero progressivo e la matricola e sul retro del contrassegno il numero di autorizzazione dell'allevatore.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Questo è un tema presente anche in altri settori di allevamenti, per esempio, relativamente alla trota iridea, sulla quale c'è stata una sentenza dalla Corte Costituzionale, che assolutamente ha riconosciuto che la trota iridea è alloctona. Per legge, non si può lanciare pesce alloctono, al contrario di quanto avviene in Piemonte, dove viene comunque lanciata nei corsi d'acqua. Su questo aspetto interverremo prossimamente perché la trota iridea addirittura non riesce neanche a riprodursi nel nostro ambiente, e ciò è la dimostrazione che non è per nulla autoctona.
Al di là di questo, sul cinghiale andrebbe aperto anche questo fronte perché il cinghiale presente nel nostre campagne è di stazza maggiore rispetto al cinghiale autoctono, si riproduce un numero maggiore di volte ed è un cinghiale con un impatto pesantissimo sull'attività agricola tant'è vero che abbiamo i selecontrollori. Se qualcuno pensa anche di allevare dei cinghiali, la cosa diventa veramente molto, molto grave perché dobbiamo rimediare continuamente con i piani d'abbattimento su tutto il territorio regionale e non si capisce perché bisogna consentire l'allevamento, la detenzione e il trasporto di cinghiali vivi sul territorio regionale.
Per questo motivo, credo che questa norma sia decisamente importante; credo che la Regione farebbe bene ad approvare l'articolo 5 quinquies, in quanto il cinghiale è un problema regionale: ha perso quelli che sono i feedback di controllo naturali della popolazione e ha un impatto su tutta l'attività agricola decisamente elevato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento, intendiamo intervenire sulla questione dell'allevamento di fauna selvatica, a scopo alimentare. Facciamo un po' di zootecnia a scopo di fucilazione. A parte la contraddizione in questo tipo di attività, riteniamo che, come minimo, bisognerebbe provare a dare un'impronta un po' più controllata, in particolare sul tema della tracciabilità e, soprattutto, anche su tutte le prescrizioni e obblighi cui chi fa questa attività di allevamento è tenuto a sottoporsi, proprio perché si tratta di un'attività sostanzialmente zootecnica.
Questo aspetto è molto importante da tanti punti di vista. Qui abbiamo veramente la sovrapposizione del mondo della zootecnia. Da un lato, la zootecnia da carne o da produzione lattiero-caseario è regolata da norme molto severe e molto attente alla qualità e anche al benessere degli animali; dall'altro abbiamo, invece, il fatto che qui produciamo animali per rilasciarli nell'ecosistema e poi abbatterli a fini sportivi eventualmente poi alimentari, insomma a fini ricreativi (questo tipo di attività non la chiamerei sport).
Quello che chiediamo è di dare una struttura un po' più vincolante e più controllata a questo tipo di attività, in particolare anche perché serve capire l'impatto che queste cose hanno sulle popolazioni di animali selvatici. Una cosa è il ripopolamento, un'altra è il ripopolamento a fini esclusivamente ludici.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

La questione degli allevamenti è molto delicata.
Ancora qualche giorno fa, sul notiziario di uno dei principali sindacati agricoli nazionali, si leggeva di uno strano caso di un allevamento del nord Piemonte dove sono stati trovati dei cinghiali senza contrassegni. La scusante trovata dall'imprenditore era che i cinghiali arrivavano dal Sud erano solo pochi esemplari e per una caso fortuito non avevano il contrassegno. Nell'articolo si obiettava il fatto che il trasporto di questi esemplare costasse molto e il fatto che vi fossero solo due esemplari trasportati, che era una versione abbastanza poco credibile.
Detto il fatto di cronaca pensiamo che, effettivamente, sul nostro territorio, specialmente in passato, vi siano stati dei casi veramente emblematici. Casi che hanno dato origine a vere e proprie problematiche soprattutto agli agricoltori piemontesi: allevamenti mal gestiti allevamenti falliti che hanno lasciato allo stato brado animali selvatici in maniera incontrollata; allevamenti che, di fatto, sono diventati l'input per una proliferazione di fauna sostanzialmente alloctona all'interno della nostra regione.
Dobbiamo capire che la caccia è uno sport, ma che non si può fare sport abusando della pazienza e dei soldi degli agricoltori che investono sul nostro territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Molto rapidamente, perché i colleghi hanno già detto abbondantemente sul tema. La volontà è di inserire all'interno della legge n. 5 del 2018 un tema che è stato espunto dalla norma e non si sa se verrà poi ripreso in un regolamento attuativo.
Chiediamo che la Giunta dia delle disposizioni quadro sul tema e che poi la Provincia e le Città metropolitane adottino quanto detto nell'emendamento in oggetto, cioè sia sottoposto a stretta autorizzazione l'impianto e l'esercizio di allevamenti di fauna selvatica a scopo alimentare. Non è consentito il trasporto di cinghiali vivi sul territorio regionale.
La questione è nota ed è dovuta all'utilizzo di rilasci allo stato libero allo stato brado di animali di fauna selvatica, ossia capi di fauna selvatica allevati a scopo di caccia. A scopo di quella caccia che diventa più un tiro al piccione che una vera e propria caccia come si ipotizza dovrebbe essere.
Chiediamo una stretta e rigida regolamentazione per evitare anche tutti i fenomeni di cui sappiamo, come un eccessivo ripopolamento di alcune specie che poi sono le specie che distruggono le coltivazioni degli agricoltori per permettere ai cacciatori di fare il tiro al piccione.
Sostanzialmente chiederemo un po' di attenzione su questo tema. Credo che la sensibilità dell'Assessore su questo ci sia e potremmo, in effetti trovare una quadra per avere un inserimento in legge di quest'articolo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 169), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 92 novies Emendamento rubricato n. 170) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Notiamo con piacere che alcuni dei nostri emendamenti suscitano reazioni nella maggioranza che ha un colore diverso da quello rosso. Con l'emendamento n. 170) proponiamo una questione già contenuta all'interno della nostra proposta di legge, che riguarda l'allevamento di fauna selvatica a scopo ornamentale e amatoriale.
La legge n. 5/2018, che è la nuova legge sull'attività venatoria, alla lettera f) del comma 6 dell'articolo 4, che riguarda le funzioni amministrative, quindi la suddivisione delle funzioni tra i vari enti di amministrazione, dice che sono demandate alle Province e alla Città metropolitana "le autorizzazioni all'allevamento di fauna selvatica a scopo di ripopolamento alimentare, amatoriale e ornamentale".
Viceversa, il nostro emendamento propone di inserire all'interno della legge n. 5/2018 un divieto specifico di allevamento di fauna a scopo ornamentale e amatoriale. Infatti, l'emendamento che proponiamo dice espressamente che è vietato, ovvero "non è consentito l'allevamento di esemplari appartenenti alla fauna selvatica a scopo ornamentale ed amatoriale"; quindi, non una funzione demandata all'autorizzazione della Provincia o della Città metropolitana, ma un divieto espresso nella legge regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Anche questo ci sembra un emendamento condivisibile che, tra l'altro, non riguarda neanche tout court la caccia, quindi speriamo che, almeno su questo, dall'arancione si passi a un colore ancora più positivo. Si chiede di vietare l'allevamento di esemplari di fauna selvatica a scopo ornamentale e amatoriale. Non ne capiremmo la motivazione, nel senso che già non capiamo la motivazione per un allevamento a fini pseudo-venatori nel senso che li si alleva, poi li si lascia liberi e infine gli si spara quando questi capi di allevamento sono abituati a un rapporto con l'uomo di un altro tipo, non sicuramente quello di un essere umano che gli spara, ma che lo alleva, lo accudisce e lo nutre.
Siamo assolutamente d'accordo con quest'emendamento. Qualcuno potrebbe dire che non potrebbe essere diversamente, in quanto l'abbiamo firmato sottoscritto e presentato, ma, ripeto, mi sembra un emendamento di buonsenso che possa trovare un accoglimento all'interno dell'Aula.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Sappiamo che gli allevamenti di animali hanno un impatto importantissimo sul cambiamento climatico, ma prevedere che sia consentito un allevamento di esemplari di fauna selvatica a scopo ornamentale e amatoriale effettivamente dimostra la cecità della specie umana, che effettivamente non vuole rendersi conto di quello a cui stiamo andando incontro, cioè ad un cambiamento climatico importantissimo che avrà delle conseguenze economiche, sociali e sanitarie devastanti, ma andiamo avanti a ballare sul Titanic, e quindi avanti così.
Questo è un emendamento di buonsenso, perché non si capisce perché dovremmo avere un allevamento di animali che poi magari diventano un trofeo. È un emendamento di buonsenso, che consentirà di fare chiarezza all'interno delle attività consentite nella Regione Piemonte e arricchirà sicuramente il testo legislativo approvato proprio nel 2018, cioè la legge regionale n.
5/2018.
Assessore, credo che sia un emendamento importante e, come ha già detto il Consigliere Bono, auspico che la maggioranza cambi il colore del tastino schiacciato nella votazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
È un argomento attinente e parallelo a quello della caccia, che ha a che vedere con l'utilizzo di animali, quindi di esseri viventi, a scopi che non sono neanche quelli dell'alimentazione. Quindi, è deprecabile in ogni caso addirittura ancora di più se parliamo di allevamenti, che sono senz'altro l'attività umana dedita di solito all'alimentazione, ma più impattante per quanto riguarda il rapporto tra l'uomo e le specie animali.
Il mondo sta già soffrendo per le attività intensive di allevamento ai fini dell'alimentazione e ci sembra davvero immorale che queste cose avvengano per altri fini, che non hanno nulla a che vedere con il sostentamento della specie umana, ma con un malinteso senso che non è neanche di trofeizzazione di un essere vivente, perché qui non c'è neanche l'orgoglio di poter dire che lo si è guadagnato.
Questo è discutibile anche nella caccia, ma nei casi di allevamento non si comprende addirittura che senso abbia. È senz'altro una pratica deprecabile dal punto di vista etico e dal punto vista della sostenibilità, perch causiamo sofferenza animale senza alcun motivo, oltre a creare un impatto ambientale tipico di tutti gli allevamenti.
È un impatto ambientale che ha effetti diretti sul riscaldamento climatico sulla produzione di gas climalteranti e anche sull'inquinamento in loco perché gli allevamenti inquinano in loco. Non è l'animale che pascola libero che inquina, ma è la concentrazione di animali in un solo stabilimento industriale che crea degli impatti. Quindi, se questo modello lo critichiamo e lo mettiamo in discussione sull'alimentazione, a maggior ragione lo mettiamo in discussione per altri scopi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Intervengo anch'io a sostegno di quest'emendamento: la fauna selvatica, lo dice il nome stesso, è selvatica, quindi è corretto che le sia consentito di vivere libera, di vivere in natura. Ci sembra che qualsiasi tipo di allevamento di esemplari appartenenti alla fauna selvatica sia deprecabile a maggior ragione nel caso in cui questo allevamento sia finalizzato allo scopo ornamentale ed amatoriale.
Bisogna diffondere una cultura del rispetto per gli esseri viventi e, in particolare, una cultura che sostenga che gli animali non sono un oggetto che possiamo utilizzare per il nostro divertimento o per rendere interessanti i nostri giardini, come potrebbe essere nel caso in cui avessimo un animale selvatico che utilizziamo soltanto per il nostro diletto e abbellimento. È una cultura che purtroppo non è ancora così diffusa e non riguarda soltanto l'allevamento di fauna selvatica, ma spesso anche la detenzione di fauna esotica, che è un altro grave problema nel nostro Paese.
Personalmente non apprezzo nemmeno l'allevamento a scopo alimentare della fauna selvatica, neanche così come quello degli animali in generale: per me gli allevamenti potrebbero chiudere anche da domani senza nessun problema.
Tornando al senso di quest'emendamento, chiediamo che sia vietato l'allevamento di esemplari appartenenti alla fauna selvatica a scopo ornamentale. Mi sembra un emendamento assolutamente ragionevole, sensato e accettabile, per cui spero che la Giunta lo accolga.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto Professionale Statale "G. Colombatto" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe II E dell'Istituto Professionale Statale "G. Colombatto" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Ordinamento regionale

Proseguimento esame disegno di legge n. 294, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2018" (seguito)


PRESIDENTE

Continuiamo l'esame del disegno di legge n. 294.
Eravamo giunti all'emendamento n. 170).
Il parere della Giunta? È contrario.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 170), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Bono.



BONO Davide

Presidente, però non si può lavorare così. Non è difficile stare in aula: noi ci stiamo dalle 10 di mattina alle 19 di sera e possono farlo anche i colleghi di maggioranza.



PRESIDENTE

Credo che così non si possa andare avanti. Consiglieri, vi invito ancora una volta a rimanere in Aula, appellandomi al vostro senso responsabilità.
Colleghi, non mettetemi in difficoltà, perché non diamo un buon esempio agli studenti che sono oggi presenti per assistere ai nostri lavori, per cui vi rivolgo questo ulteriore invito e spero che sia l'ultimo.
Grazie.
Dunque, l'emendamento n. 170) era stato respinto.
ARTICOLO 92 decies



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 171) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Anch'io ribadisco che comunque bisogna votare a livello individuale e non far votare i colleghi, cioè non si può votare per un collega; tra l'altro penso anche che l'impianto di quest'aula abbia bisogno di un ammodernamento, poiché ha più di vent'anni.
Se nella prossima legislatura ci sarà la possibilità di rinnovare e ammodernare l'impianto tecnico dell'aula, proporremo un sistema a riconoscimento di impronta digitale come quello già presente in un ramo del Parlamento, in modo che questa pratica non si possa più mettere in atto.
Questo lo dico poiché vale per tutti, perché nella prossima legislatura in maggioranza ci potrebbe anche essere, sperabilmente, qualcun altro e anche qualcos'altro.
Allora, torniamo all'emendamento n. 171) e parliamo di attività di tassidermia, di imbalsamazione e detenzione di trofei. Anche in questo caso, ci scontriamo con la legge n. 5/2018 che, sempre al comma 6 dell'articolo 4 (citato prima), demanda alle Province e alla Città metropolitana il rilascio delle autorizzazioni per l'attività di tassidermia, per la detenzione di spoglie imbalsamate e preparazioni tassidermiche, nonché la modalità di prelievo delle stesse. E alla lettera d) demanda gli adempimenti per la nomina e il funzionamento della commissione d'esame per l'accertamento di idoneità allo svolgimento dell'attività di tassidermia.
Viceversa, l'articolo che noi proponiamo di introdurre con l'emendamento n.
171), detta specifiche norme in merito all'attività di tassidermia e di imbalsamazione e detenzione di trofei anche disciplinando la tipologia della Commissione, quindi il Presidente della Giunta regionale nomina una Commissione composta da un esperto in legislazione venatoria, un laureato in scienze biologiche o scienze naturali, esperto in vertebrati omeotermi un laureato in veterinaria, un esperto in tecniche di tassidermia, un perito conciario. Poi ci sono le caratteristiche che deve avere l'esame articolato in un colloquio e in prove pratiche. Infine, sono presenti altre disposizioni inerenti anche l'esercizio dell'imbalsamazione.



PRESIDENTE

Vi sono altri interventi su quest'emendamento? Prego, Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo di migliorare la normativa inserendo l'articolo 5 septies, relativo all'attività di tassidermia, imbalsamazione e detenzione di trofei.
La normativa che noi chiediamo d'inserire nella legge regionale 5/2018 prevede che le specie imbalsamabili non siano specie protette, perché in quel caso, ovviamente, si andrebbe a compiere un atto illegale di caccia.
La norma è alquanto complessa, però consente sicuramente di apportare un maggiore chiarimento sulle qualifiche dell'artigiano che svolge l'attività d'imbalsamazione. Chiediamo che l'esame, articolato in un colloquio e in prove pratiche, abbia a oggetto anche la legislazione venatoria e relativa al commercio e alla detenzione di fauna protetta e minacciata di estinzione. Segnalo che è stato addirittura cacciato un rinoceronte in un giardino zoologico, quindi comprendiamo che in questo settore c'è grande confusione! Inserire questa norma all'interno della legislazione regionale è utile perché abbiamo delle aberrazioni, anche all'interno dell'Unione Europea non solo in Italia o in Piemonte, che raggiungono livelli parossistici.
Mi fermo, perché ho già terminato il tempo.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
L'articolo 5 septies intende disciplinare, con quest'emendamento l'esercizio dell'attività di tassidermia e imbalsamazione. In effetti, vi è una giungla di normative diverse, anche di sensi comuni e percezione dell'eticità di questa pratica molto diversa, non solo all'interno della nostra società, ma anche all'interno delle società europee e degli Stati.
Pertanto, chiediamo che la Regione si faccia capo per la regolamentazione e la nomina di una commissione che si esprima sull'accertamento delle adeguate conoscenze e capacità riguardanti questo tipo di pratica.
Personalmente, la considero una pratica molto discutibile e probabilmente anche di cattivo gusto, anche se magari ricordiamo con un po' di nostalgia i musei degli animali (a scopo didattico, forse questa pratica poteva avere un senso). Riteniamo, però, che, a oggi, non ci sia più nulla da scoprire e da mostrare in questo campo, pertanto usare gli animali in questo senso anche se probabilmente è più un parere personale, diventa un'inutile sofferenza per gli animali stessi, non essendo un'attività legata all'alimentazione e alla sussistenza degli esseri umani.
Rispettando le diverse visioni presenti sul tema, riteniamo doveroso istituire e regolamentare in modo molto ferreo l'attività d'imbalsamazione demandando anche a una commissione apposita. L'articolo di legge, cioè, non contiene tutto, ma si demanda alla commissione il compito di delineare le relative discipline.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Il parere della Giunta è contrario.
Indìco, la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 171), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 92 undecies



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 172) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 172), riprendendo una parte della nostra proposta di legge, parla di esame di abilitazione all'attività venatoria e descrive tutte le caratteristiche che dovrebbe avere tale esame: mostrare attraverso colloqui, di possedere nozioni sufficienti nell'ambito del programma di cui al comma 5 e sufficiente perizia nello smontaggio montaggio e uso delle armi da caccia.
Inoltre, ci sono le previsioni riguardo al possibile non superamento dell'esame, prevedendo la possibilità di ripeterlo e i temi sui quali deve vertere l'esame stesso: ovviamente, occorre conoscere l'ambiente, essere al corrente dei principi di salvaguardia delle produzioni agricole, conoscere le armi da caccia e le norme di pronto soccorso.
Queste sono definizioni molto specifiche che noi vorremmo fossero ricomprese in una legge regionale e non demandate a provvedimenti successivi della Giunta regionale.
È inutile sottolineare l'importanza della massima attenzione verso tutto ciò che riguarda l'abilitazione all'esercizio dell'attività venatoria perché parliamo di persone che devono imbracciare un'arma e recarsi all'aperto per praticare l'attività venatoria. Si tratta di un ambiente nel quale non ci sono solo gli animali che si vogliono uccidere, ma ci possono essere anche delle persone. Le persone ci sono, perché sono ambienti frequentati sia da altri cacciatori sia da persone che magari quel giorno legittimamente, avevano voglia di fare una passeggiata nei boschi per raccogliere funghi o castagne, o semplicemente per prendere un po' d'aria ma certe volte sono costretti ad autoinibirsi per paura di correre dei rischi.
Proprio in questo senso, è importante che ci sia la massima attenzione verso l'abilitazione all'esercizio della caccia, perché sono norme che devono andare a tutelare la sicurezza e l'incolumità pubblica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo di rintrodurre, nella legge 5 del 2018, un articolo specifico sulle modalità di svolgimento dell'esame di abilitazione venatoria. Crediamo che, a fronte di innumerevoli incidenti accaduti alcuni anche mortali, negli ultimi mesi e negli ultimi anni, durante le fasi iniziali di apertura, magari quelle più concitate, della stagione della caccia in periodo autunnale, sia importante una risposta da parte della Regione.
Anche se l'Assessore ha dato un parere anticipato negativo su tutti gli emendamenti, un ravvedimento in corso di discussione può essere sempre ben accolto.
Crediamo che inserire in legge una normativa che specifichi che cosa deve essere previsto, richiesto, mostrato e superato nell'esame di abilitazione venatoria, da un uno punto di vista attitudinale, sia necessario.
Non vogliamo attendere la presentazione di regolamenti di Giunta su questi punti che non devono essere oggetto di modifica a seconda di ogni cambiamento di maggioranza e a ogni nuova legislatura, ma devono essere iscritti in una legge che deve essere approvata dal Consiglio, e se si vuole poi modificare, deve ripassare direttamente dal Consiglio regionale con tutti i suoi passaggi, quindi in Commissione e poi in Aula.
Credo che quest'emendamento, che riguarda l'esame all'abitazione venatoria sia fondamentale e non approvarlo sarebbe un cattivo segnale da parte della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Qui s'incrociano di nuovo vari temi, uno dei quali è la tecnica legislativa, ossia una tendenza considerata semplificatoria: mettere in legge giusto un canovaccio e poi lasciare la definizione delle questioni a regolamenti che poi possono essere modificati più agevolmente con una delibera di Giunta.
È evidente che, dal nostro punto di vista, questo non è un buon modo di fare leggi, perché le leggi devono dare certezze e devono dare certezze che permettano anche di avere una durabilità nel tempo. Già noi interveniamo fin troppo facilmente e frequentemente su leggi approvate di recente.
Questo ha un'evidenza molto pubblica perché, come minimo, c'è una discussione tra maggioranza e minoranza in Aula di Consiglio, ma sulle delibere di Giunta diventa molto meno dibattibile, si rischia di trasformare quello che dovrebbe essere un contenuto di legge, quindi occorre un punto di riferimento relativamente stabile (ovviamente, tutto si può modificare, però i percorsi che portano alle modifiche sono di natura diversa), in un elemento di variabilità che dipende, al di là del cambiamento di Giunta, da atteggiamenti che riguardano solo l'esecutivo.
Dal nostro punto di vista, dovrebbe essere chiaramente definito all'interno dell'assemblea legislativa.
Quello che proponiamo è di dare maggiore rilievo e stabilita al contesto della definizione dell'abilitazione venatoria, proprio perché lo riteniamo elemento centrale per una corretta configurazione dell'attività venatoria stessa e punto di riferimento per tutti coloro che a essa si vogliono approcciare in modo serio e rispettoso della legge e dell'attenzione all'ambiente, che con la legge che abbiamo approvato forse si è provato a introdurre.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 172), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

ARTICOLO 92 duodecies



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 173) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'emendamento riguarda le opzioni sulla forma di caccia prescelta. Se andiamo a leggere la legge 5 del 2018, alla lettera g) del comma 6 dell'articolo 4 troviamo che l'opzione sulla forma di caccia prescelta è demandata, come funzione, all'esercizio della Provincia e della Città metropolitana.
Viceversa, con l'emendamento n. 173) lo specifichiamo nella legge con un articolo apposito: diciamo che l'opzione sulla forma di caccia prescelta in via esclusiva.



(Brusìo in aula)



BERTOLA Giorgio

Presidente, io mi fermo, perché non mi sento mentre parlo.
Grazie.



PRESIDENTE

Non la sento nemmeno io.



BERTOLA Giorgio

"1. L'opzione di forma di caccia prescelta in via esclusiva, a norma dell'articolo 12, comma 5, della legge 157 del 1992, ha durata quinquennale e si intende rinnovata se entro il 31 marzo precedente la scadenza del quinquennio il cacciatore non fa pervenire alla Provincia o alla Città metropolitana richiesta di modifica delle opzioni contenute nel tesserino regionale.
2. Il cacciatore che abbia conseguito l'abilitazione all'esercizio venatorio dopo l'entrata in vigore della presente legge deve comunicare la propria opzione alla Provincia di residenza entro 30 giorni dalla data di detto conseguimento.
3. Le Province e la Città Metropolitana trasmettono alla Giunta regionale i dati relativi all'opzione di cui al comma 1".
Come dicevo prima riguardo all'opzione della forma di caccia prescelta abbiamo una specifica disposizione in legge e non semplicemente un rimando alle funzioni della Provincia e della Città metropolitana.



PRESIDENTE

La Giunta vuole esprimere il parere su questi emendamenti? Prego, Assessore Ferrero.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

La Giunta esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 173), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 92 terdecies



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 174) presentato da Bertola, Bono, Frediani Andrissi, Campo, Mighetti e Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

L'emendamento n. 174) riguarda il "tesserino regionale": noi proponiamo di inserire, dopo l'articolo 5 dalla legge n. 5/2018, un articolo aggiuntivo con queste previsioni: "Chiunque intenda esercitare la caccia nell'ambito della Regione Piemonte, cacciatori foranei compresi, deve essere in possesso del relativo tesserino predisposto dalla Regione.
Il rilascio del tesserino è subordinato: a) al possesso di valida licenza di porto di fucile per uso di caccia rilasciato dalla competente autorità statale b) all'avvenuto versamento delle tasse prescritte c) all'aver stipulato il contratto di assicurazione d) alla restituzione di quello usato nell'ultima annata venatoria, che in caso di mancata richiesta deve avvenire entro il 30 settembre.
Il tesserino è valido per un'annata venatoria e s'intende automaticamente sospeso o revocato in caso di sospensione o revoca della licenza di porto di fucile per uso di caccia.
In caso di smarrimento o di sottrazione del tesserino, il titolare, al fine di ottenere il duplicato, deve dimostrare di aver provveduto a denunciare il fatto all'autorità di pubblica sicurezza e deve esibire l'attestazione del versamento delle tasse di concessione regionale relative all'abilitazione venatoria.
Il tesserino deve avere il timbro indelebile attestante l'ATC o il CA in cui è autorizzato ad esercitare l'attività venatoria: su di esso viene annotato, mediante perforazione negli appositi spazi, il giorno di caccia prescelto all'atto dell'inizio dell'esercizio venatorio e i capi di fauna selvatica abbattuta prima di raccoglierli.
Il cacciatore residente in altre Regioni è tenuto all'osservanza delle norme contenute nella legge nazionale e nella presente legge".
Si tratta, quindi, di una disposizione specifica in legge che riguarda le caratteristiche che deve avere il tesserino regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sto cercando di verificare i rimandi tra la legge regionale nuova approvata all'inizio di quest'anno e già modificata (legge n. 5/2018), e questi emendamenti.
In effetti, giudichiamo condivisibili questi emendamenti e non comprendiamo le motivazioni di una loro bocciatura da parte della Giunta.
Proverò a spiegarmi ulteriormente citando gli articoli. Nella legge n.
5/2018 si parla di "tesserino regionale", ma non si definisce esattamente che cosa sia.
L'articolo 12 recita: "Possono svolgere la caccia di selezione solo i cacciatori in possesso, al momento della consegna del tesserino regionale di attestato di partecipazione a prova di tiro rilasciato da una selezione di tiro a segno nazionale o di poligono privato autorizzato con licenza di pubblica sicurezza". Però non si definisce cos'è questo "tesserino" all'interno della legge. Né si rimanda a un regolamento regionale la sua definizione.
A mio avviso, quindi, c'è proprio una carenza all'interno della legge.
Peraltro, si parla anche di sanzioni amministrative in assenza del tesserino venatorio. Ma, di nuovo, non si capisce esattamente che cosa sia chi lo rilasci, dove, come o perché.
Quest'emendamento ci sembra non solo condivisibile, ma anche necessario.
Francamente, non so se l'Assessore abbia fatto o meno una valutazione su questo. Possiamo anche riscriverlo nelle modalità in cui la Giunta riterrà più corrette, però non si può scrivere una legge in questo modo: ce lo dicono gli stessi uffici legislativi, secondo i quali nei primi articoli relativi ai principi, alle finalità e agli obiettivi, ci sono le definizioni. Oppure c'è un articolo specifico in cui si chiarisce quali sono i vari obblighi di legge scritti nel testo (tant'è che c'è pure una sanzione!).
Non capiamo bene se c'è solo un rimando alla norma nazionale, ma crediamo che ci debba essere anche una norma regionale che specifichi meglio gli obblighi previsti dalla nostra legge regionale e le sanzioni in caso di inadempienza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Ribadisco quello che ha puntualizzato poco fa il collega Bono: pare che all'interno della legge 5/2018 manchi proprio la descrizione di quello che dev'essere il tesserino regionale e il modo in cui viene rilasciato, che andiamo a definire all'interno del comma 2 del suddetto articolo: "a) Il rilascio del tesserino è subordinato al possesso di valida licenza di porto di fucile per uso di caccia; b) all'avvenuto versamento delle tasse prescritte; c) all'aver stipulato il contratto di assicurazione; d) alla restituzione di quello usato nell'ultima annata venatoria".
Nel comma 3 andiamo a definire la validità del tesserino e le modalità in base alle quali viene automaticamente sospeso o revocato, e che cosa succede in caso di smarrimento o di sottrazione, quindi in che modo il titolare può ottenere il duplicato, ossia l'esatta procedura.
Nel comma 5 si specifica che il tesserino deve riportare il timbro attestante l'ATC o il CA in cui è autorizzato ad esercitare l'attività venatoria.
Infine, nel comma 6 si ribadisce che i cacciatori foranei devono osservare le norme contenute nella legge nazionale e nella legge regionale, quindi la legge 5/2018.
Ci sembra che tutte queste precisazioni siano assolutamente necessarie all'interno di una legge che fa riferimento al tesserino, ma poi, di fatto non ne definisce né le modalità di rilascio, né le modalità collegate ai commi che ho appena illustrato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento riguarda il tesserino regionale, fa riferimento ai cacciatori che praticano la caccia nel proprio territorio, ma anche ai cacciatori foranei.
Approfitto di quest'emendamento per parlare espressamente della questione dei foranei e delle tematiche che hanno suscitato l'attenzione dell'Aula e del Consiglio negli scorsi mesi, quando non solo si parlava della nuova norma sulla caccia, ma anche di modifiche dell'assetto relativo all'impiego dei cacciatori foranei all'interno delle ATC e dei CA, specialmente del sud del Piemonte.
C'era grande perplessità rispetto alla riduzione dei foranei in alcune aree, specie per l'impatto sull'attività di selezione degli ungulati. In realtà, pensiamo che questa iattura, così com'era stata paventata, nei fatti non si sia poi realizzata.
Corre l'obbligo di precisare che, laddove si erano registrati numerosi danni all'agricoltura, come in provincia di Alessandria, si è potuto verificare come, all'apertura dell'annata venatoria, vi fosse una percentuale di cacciatori veramente preponderante rispetto alle altre province piemontesi (se non sbaglio, oltre un terzo dei cacciatori).
Da questo punto di vista, si è dipanato quello che da tempo era un dubbio che ci attanagliava, relativamente al legame tra cacciatori e danni alle colture: in realtà, non è detto che più cacciatori ci siano, più attività di selezione si faccia e più si contengano i danni all'agricoltura. Questo perlomeno, hanno dimostrato i dati. E, come sapete, i dati sono incontrovertibili.



PRESIDENTE

La Giunta vuole esprimere il parere sugli emendamenti?



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

La Giunta esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 174), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 92 quaterdecies



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 175 ) presentato da Bertola, Bono, Frediani Campo, Andrissi, Mighetti e Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Ci tengo a illustrarlo, perché vorrei provare ancora a convincere l'Assessore, nonostante il suo preventivo parere contrario.
L'emendamento n. 175) riguarda l'introduzione di fauna selvatica dall'estero.
"1. L'importazione dall'estero di fauna selvatica viva, purch corrispondente per specie e sottospecie a quelle presenti sul territorio regionale" - ovviamente non si parla di fauna alloctona - "può effettuarsi solo a scopo di migliorare la consistenza numerica di popolazioni autoctone, il cui numero sia ritenuto ai limiti della soglia di sopravvivenza.
2. I permessi di importazione possono essere rilasciati dal competente Servizio Veterinario dell'ASL unicamente a ditte che dispongono di adeguate strutture ed attrezzature per ogni singola specie di selvatici, al fine di avere le opportune garanzie per controlli, eventuali quarantene e relativi controlli sanitari.
3. Le autorizzazioni per le attività di cui al comma 1 sono rilasciate dal Ministero delle Risorse agricole, alimentari e forestali su parere dell'ISPRA e previo nulla osta favorevole del Ministero della Sanità, nel rispetto delle convenzioni internazionali.
4. Su ogni partita introdotta, i Servizi Veterinari delle Aziende sanitarie regionali eseguono, prima del rilascio degli animali, controlli sanitari eventualmente integrati da indagini di laboratorio".
Questo testo, così come la maggior parte dei nostri emendamenti, era un articolo della nostra proposta di legge sull'attività venatoria. In questo caso, come ho ribadito, si parla di introduzione di fauna selvatica dall'estero.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo di introdurre un altro punto importante nella legge n. 5/2018. Evidentemente, non verrà accolto neanche questo, per cui sarà compito della prossima legislatura - speriamo - migliorare questa legge regionale, cercando di introdurre una serie di concetti importanti tra cui il divieto di importazione dall'estero di fauna selvatica viva, che può effettuarsi solo a scopo di migliorare la consistenza numerica di popolazioni autoctone, purché corrispondenti per specie e sottospecie a quelle presenti sul territorio regionale. Ovviamente, il ghepardo non è una specie selvatica che si può importare all'estero! Potremmo anche incrociarli coi gatti, come suggerisce il collega Mighetti, ma non sarebbero comunque autoctoni.
I premessi di importazione sono rilasciati dal competente Servizio Veterinario dell'ASL e via discorrendo per tutta una serie di autorizzazioni.
A nostro avviso, anche questa è una norma importante da inserire in legge.
Non capiamo il motivo della chiusura su questi emendamenti dell'Assessore Ferrero. Forse, poi ce le spiegherà a microfono, magari se se vuole intervenire nel dibattito, perché capiamo alcune posizioni ideologiche politiche o partitiche su temi che per noi sono importanti, come il divieto di caccia la domenica, come il numero di specie cacciabili e quant'altro ma su questi emendamenti non capiamo il perché di una chiusura a priori.
Quindi, se volesse spiegacelo, ne saremmo lieti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento interviene su una questione che riterrei molto delicata: introduzione di fauna selvatica dall'estero. Penso che negli scorsi anni e anche oggi abbiamo assistito a un fenomeno abbastanza preoccupante, un fenomeno che nasconde anche una sorta di commercio sotterraneo. Addirittura questo è stato provato non da inchieste giornalistiche, ma da inchieste della Magistratura e sono noti, anche attraverso la stampa, i fatti relativi ad alcune intercettazioni.
Detto questo, occorre precisare che questo fenomeno diventa abbastanza preoccupante anche dal punto di vista ambientale, nel senso che se continuiamo a importare fauna dall'estero che viene immessa per essere cacciata entro breve termine, noi commettiamo veramente un atto improprio dal punto di vista faunistico, un atto che non migliora le specie e la fauna selvatica del nostro territorio, bensì le impoverisce e non crea nessun miglioramento del nostro ambiente.
Per questo motivo, abbiamo proposto quest'emendamento e mi unisco al collega Bono nel chiedere all'Assessore quali siano le motivazioni del diniego su tutti gli emendamenti: vorrei capire se questo diniego è anche basato sul fatto che questa legge è sotto impugnativa e se l'Assessore, in questo caso, non voglia toccare la legge al di fuori delle questioni balzate sotto l'occhio del Governo che sono state oggetto dell'impugnativa.
Mi sembra che l'Assessore assenta su questo punto. Sul resto dell'omnibus solleverò un'altra questione proprio relativa a questo atteggiamento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Mi auguro che l'assentire dell'Assessore fosse la ricevibilità dell'emendamento.
Questo, insieme a quello sull'allevamento, è un altro tema di quelli importanti che andrebbero veramente scritti nella legge e non lasciati a qualche disposizione regolamentare. Purtroppo, in quest'epoca di transito veloce di tutte le cose, si pensa che le cose materiali siano come il bit e che quando si spostano, senza guardare al confine e a problematiche varie non portino conseguenze di altro livello. Purtroppo, abbiamo visto che la liberalizzazione dei traffici, dei mercati e dei trasporti ci ha messo a confronto con le problematiche, in particolare a livello ambientale dell'importazione di problemi connessi all'ambiente: dai parassiti alle malattie, ci ritroviamo con questioni per cui il nostro ambiente non è preparato a reagire e neanche noi lo siamo.
Abbiamo parlato in particolare dei parassiti, però vale anche per la fauna quindi in quest'emendamento scriviamo chiaramente che l'importazione dev'essere esclusivamente legata alle specie e sottospecie già presenti sul territorio regionale ed esclusivamente nel caso in cui le specie e le sottospecie già presenti siano ritenute ai limiti della soglia di sopravvivenza. Quindi, deve essere un caso estremamente straordinario.
Dopodiché, utilizzare tutti i presidi possibili (una volta, c'era la quarantena) per fare tutte le verifiche del caso.
Questi sono temi veramente importanti e critici per la sostenibilità ambientale dal punto di vista animale.
Io continuo a dire: guardate che le specie sono particolarmente fragili e gli impatti vanno valutati con grandissima attenzione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Grazie, Presidente Ci tenevo a intervenire solo perché non sembrasse un rimbalzo continuo.
Ricordo che la legge è stata approvata da poco. Inoltre, su tutti questi elementi si è già avuta una discussione e ricordo altresì che gli interventi sulla legge li abbiamo fatti esclusivamente per rispondere alle osservazioni del Governo.
Ora, non vorrei che, come ha detto bene il Consigliere Mighetti aggiungendo altre modifiche sulla legge ci sottoponessimo di nuovo a un esame del Governo e, quindi, a nuove possibilità di avere dei motivi d'impugnazione.
Abbiamo verificato che tutti questi emendamenti sono pertinenti, ma nessuno corregge, ad esempio, un errore materiale o un'imprecisione necessaria da correggere, quindi preferiremmo evitare. Tuttavia, ad esempio, abbiamo già inserito il divieto d'importare la fauna allevata all'estero.
Molti emendamenti sono completamenti: quello precedente era un articolo interessante, che potrebbe far parte, giustamente, di un regolamento, ma non della legge, perché va a declinare come viene rilasciato il tesserino e non credo che una legge regionale debba avere una declinazione del genere per l'impostazione che abbiamo dato.
Questo è il motivo per cui abbiamo fatto la scelta di non accettare emendamenti che non siano quelli richiesti dal Governo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore di avere almeno dato una risposta nel merito delle nostre richieste. Le comprendiamo, ma non le condividiamo, ovviamente, come penso potrà immaginare.
Chiedo, proprio per correttezza formale della legge, quando si citano determinati punti della legge, come il tesserino regionale, che si rimandi a un regolamento e si scriva "legge che si rimanda a un regolamento regionale", che si spieghi che cos'è quel provvedimento che si deve portare avanti o, comunque, quello strumento necessario per abilitare il cacciatore, oppure si deve spiegare con un articolo di legge.
Tertium non datur, è abbastanza evidente.
Sulla questione dell'impugnativa lanciamo un appello al Vicepresidente Reschigna affinché anche altri provvedimenti oggetto di impugnativa da parte del Governo nazionale non vengano toccati, per lo stesso motivo, con emendamenti in Aula.
Vedremo nel prosieguo dell'analisi del provvedimento se si utilizzeranno due pesi e due misure. Noi chiediamo che si utilizzi la stessa misura per altri provvedimenti impugnati che, magari, sono oggetto di emendamenti magari non dai colleghi di opposizione, ma dai colleghi di maggioranza.
A buon intenditore, poche parole.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 175), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 92 quinquies decies



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 176) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 176) riguarda la cattura e l'inanellamento a scopo scientifico, che è un'altra questione che nella legge n. 5 del 2018 non trova spazio, se non in una riga, vale a dire alla lettera d) del comma 1 dell'articolo 5 che riguarda i regolamenti di attuazione, dove si dice: "La Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente in ordine alle lettere g), h) e l) con propri regolamenti, nel rispetto dei principi individuati al presente capo ai sensi dell'articolo 27 dello Statuto disciplina, alla lettera d), le attività di cattura e di inanellamento a scopo scientifico, di tassidermia e di detenzione dei trofei".
È una questione che noi, in armonia con l'impostazione che abbiamo scelto per la nostra proposta di legge sull'attività venatoria, vorremmo invece inserire nella legge, quindi non demandarla a un provvedimento della Giunta. La questione è relativa, secondo noi, all'eccessiva delegificazione applicate dalla Giunta regionale sul tema dell'attività venatoria.
L'articolo che proponiamo di aggiungere è composto da cinque commi.
"1. La Giunta regionale, su parere dell'ISPRA, può concedere, su motivata richiesta, ed esclusivamente per ragioni di studio e ricerca scientifica, a Istituti universitari, al Consiglio nazionale delle ricerche e ai Musei di storia naturale, l'autorizzazione a catturare e utilizzare esemplare di mammiferi ed uccelli e di prelevare uova, nidi e piccoli nati anche su territori ove è vietato l'esercizio venatorio.
2. Non è mai consentita l'utilizzazione per attività di vivisezione degli esemplari catturati ai sensi del comma 1.
3. L'attività di cattura temporanea per inanellamento degli uccelli a scopo scientifico è autorizzata dalla Giunta regionale ed è organizzata e coordinata sull'intero territorio nazionale dall'ISPRA; tale attività funge da schema nazionale di inanellamento in seno all'Unione europea per l'inanellamento (EURING). L'attività di inanellamento può comunque essere svolta esclusivamente dai titolari di specifica autorizzazione rilasciata dalla Giunta regionale, su parere dell'ISPRA. La concessione dell'autorizzazione è subordinata alla partecipazione a specifici corsi di istruzione, organizzati dallo stesso istituto, ed al superamento del relativo esame finale".
L'articolo che proponiamo di aggiungere è composto poi da altri due commi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
L'attività di inanellamento è un'attività scientifica molto importante, che viene svolta sul territorio regionale. Penso al centro d'inanellamento presente presso Casone Montelame nel Parco del Ticino, che è considerato corridoio ecologico nord-sud più importante d'Europa. È un'area boschiva estesa, che corre proprio lungo tutto il corso del fiume Ticino e che consente di dare rifugio a specie migratorie di interesse internazionale.
Il fatto di avere un centro d'inanellamento nel Parco del Ticino è importantissimo. Penso anche a tutto il sistema di Rete Natura 2000, alla Direttiva uccelli e habitat che, tra l'altro, recentemente ha visto, anche da parte dell'Assessore Valmaggia, un ampliamento dell'area Parco regionale inglobando parte della Rete Natura 2000.
Quest'attività scientifica è importantissima sul territorio regionale perché ci consentirebbe anche di capire le vere e proprie emergenze, cioè capire la presenza di determinate specie di uccelli, se parliamo di uccelli, e le crisi che questi possono avere. Penso, per esempio, ai passeri, che hanno avuto un calo impressionante della popolazione negli ultimi anni, ma i centri di anellamento consentono di verificare man mano e di monitorare la presenza di queste popolazioni e il loro variare rispetto al variare della condizioni ambientali che incidono sulla presenza di queste popolazioni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 176), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 93



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 187) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Siamo sempre all'attività venatoria, quindi siamo ancora a modificare la legge n. 5/2018. In questo caso proponiamo di aggiungere un comma dopo il comma 1 dell'articolo 93 del disegno di legge n. 294. Vogliamo inserire il seguente comma: "Una quota del territorio agro-silvo-pastorale regionale e quota parte del territorio delle Alpi è destinata alla protezione della fauna selvatica nella misura rispettivamente del 30% e del 20% del totale ai sensi del comma 3 dell'articolo 10 della legge 157/1992".
Siamo quindi con altre questioni relative all'esercizio dell'attività venatoria nella nostra regione, e ovviamente questo set di emendamenti come ha avuto modo di riconoscere l'Assessore Ferrero, è estremamente pertinente all'attività venatoria, ma ha anche lo scopo di riportare sicuramente l'attenzione su questa legge e soprattutto su quello che andremo a dire con gli emendamenti successivi che riguardano più che altro i giorni nei quali è consentita l'attività venatoria.
Fermo restando che la nostra proposta di legge prevedeva in maniera secondo noi, sensata di permettere l'attività venatoria solo il mercoledì e il sabato, vogliamo riproporre fortemente la questione della domenica e del divieto totale di caccia alla domenica, anche proseguendo il dibattito di mesi fa, che poi era sfociato in una soluzione al ribasso, che prevedeva il divieto solo nelle domeniche di settembre, di fatto solo in due domeniche all'anno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
In questo caso introduciamo un concetto molto importante, cioè chiediamo un'estensione della protezione su territorio agro-silvo-pastorale. Sappiamo che l'esperienza di un parco agricolo in Lombardia ha avuto un grosso riconoscimento anche a livello internazionale. Mi riferisco al Parco Agricolo Sud Milano, una mezzaluna che avvolge l'area metropolitana di Milano e che ha consentito di mantenere, perlomeno a sud di Milano territori agricoli nelle vicinanze di questa grossa metropoli, che altrimenti sarebbero stati anch'essi cementificati.
Parimenti è possibile immaginare di estendere protezioni su territori agro silvo-pastorali, come prevede quest'emendamento, e prevedere protezioni su queste aree, che quindi diventerebbero una sorta di area a tutela speciale e consentirebbero di estendere quelle tutele che sicuramente permetterebbero a questa Regione di diventare un riferimento a livello nazionale, e non solo, per le protezioni ambientali e migliorare la condizione della fauna selvatica su tutto il territorio.
Abbiamo bisogno di maggiori protezioni, di consentire rifugio a specie che sempre più, sono in difficoltà, soprattutto nell'areale alpino, dove vi è un cambiamento climatico che restringe l'ambito territoriale dove specie importantissime possono riprodursi e sopravvivere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento è un altro di grande importanza. Temiamo che, per le motivazioni dette prima, non troverà accoglimento nell'Aula che giustamente segue, quando lo ritiene utile da un punto di vista elettorale, visto che siamo a sei mesi dal voto, le indicazioni dell'Assessore e quando lo ritiene non utile, invece, fa di testa propria, ma queste sono le cattive regole della politica.
Riteniamo che sia fondamentale inserire, dopo l'articolo 6, comma 1, della legge n. 5/2018, il comma 1 bis, in cui si chiede che una quota del territorio agro-silvo-pastorale regionale, quota parte del territorio nelle Alpi, rispettivamente per il 30 per cento e il 20 per cento totale, sia destinata alla protezione della fauna selvatica, in modo che possa ripopolarsi secondo le indicazioni degli organismi riconosciuti nell'ambito della veterinaria e della preservazione delle specie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 188) presentato da Mighetti, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento stabilisce che il proprietario conduttore di un fondo che intende vietare sullo stesso l'esercizio dell'attività venatoria inoltri al Presidente della Provincia e al Sindaco dalla Città Metropolitana di Torino una richiesta che deve essere esaminata dall'Amministrazione nel rispetto dei termini e delle tempistiche, di cui all'articolo 2 della legge n. 241 del 7/8/1990.
La Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente stabilisce, entro 60 giorni dall'approvazione della presente disposizione i criteri e le modalità di esercizio del presente divieto, compresa l'apposizione, a cura del proprietario e del conduttore del fondo ove insiste il divieto di caccia, di tabella esente da tasse, che limitano, in maniera chiara e visibile, il perimetro dell'area interessata. Nelle more dell'approvazione del Piano faunistico-venatorio regionale conservano validità ed efficacia i provvedimenti in essere, affinché possa essere valutata la richiesta.
Quest'emendamento va ad agire, in realtà, sulle questioni dell'impugnativa ma, al contrario di quanto previsto dalla Giunta, aggiunge tale questione finale in merito alle situazioni già in essere; situazioni appunto in cui nelle more dell'approvazione del Piano faunistico-venatorio regionale cui demanda la normativa, conservano validità ed efficacia i provvedimenti in essere.
Quindi non vengono meno dei provvedimenti in essere che, in questo momento di interregno, diciamo così, non potrebbero essere di fatto elementi che pongono invalidità alle esenzioni di alcune aree dall'esercizio venatorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Come diceva prima l'Assessore Ferrero, la Giunta ha inteso intervenire sulla legge n. 5/2018, una legge approvata nel corso di quest'anno soltanto per questioni inerenti all'impugnativa da parte del Governo e una delle questioni, in questo caso, è anche relativa ai fondi, quindi all'esigenza che noi sentiamo fortemente di tutelare anche i proprietari dei fondi, ovviamente.
Noi proponiamo la sostituzione del comma 7 dell'articolo 6, della legge 5/2018 con il seguente: "Il proprietario o il conduttore di un fondo che intende vietare sullo stesso l'esercizio e l'attività venatoria inoltra al Presidente della Provincia e al Sindaco della Città metropolitana di Torino una richiesta che deve essere esaminata dall'Amministrazione nel rispetto dei termini e delle tempistiche di cui all'articolo 2 della legge n.
241/1990. La Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente, stabilisce, entro 60 giorni dall'approvazione della presente disposizione, i criteri e le modalità di esercizio del presente divieto".
È importante l'altra previsione, che dice: "Nelle more dell'approvazione del Piano faunistico-venatorio regionale conservano validità ed efficacia i provvedimenti in essere affinché possa essere valutata la richiesta".
Noi riteniamo che questa previsione che abbiamo inserito sia di buonsenso e che quindi possa trovare accoglimento da parte della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Altri interventi? Prego, Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Questo è un argomento molto delicato, che è sollecitato da tanti agricoltori, soprattutto quelli che fanno raccolti di cereali nel periodo settembre-ottobre e che possono subire grossi danneggiamenti dal passaggio di cacciatori nei loro fondi.
Se vi è una possibilità di sanare in qualche modo quanto detto dai precedenti interventi, crediamo che sia importante un'approvazione di quest'emendamento, tant'è vero che si va a decretare: "La Giunta regionale sentita la Commissione consiliare competente, stabilisce, entro 60 giorni dall'approvazione della presente disposizione, i criteri e le modalità di esercizio del presente divieto, compresa la posizione a cura del proprietario o del conduttore del fondo ove insiste il divieto di caccia di tabelle esenti da tasse che delimitano in maniera chiara e visibile il perimetro dell'area interessata. Nelle more dell'approvazione del Piano faunistico-venatorio regionale, conservano validità ed efficacia i provvedimenti in essere affinché possa essere valutata la richiesta".
Nelle more del Piano faunistico-venatorio regionale - questo è un passaggio importante - vi è anche il superamento del silenzio-assenso e crediamo che sia un altro aspetto importante, laddove vengono poste anche delle tempistiche di risposta.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? Prego, Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento molto importante e spero che l'Assessore Ferrero voglia accoglierlo e valutarlo positivamente, perché introduce una fattispecie sempre relativa alla caccia, ma diversa rispetto alle tematiche che abbiamo affrontato prima: rappresenta sostanzialmente la possibilità per il proprietario o conduttore di un fondo, di potersi proteggere rispetto all'ingresso nel suo terreno di proprietà o di conduzione da parte dei cacciatori che, come sappiamo da racconti attendibili di chi vive appunto queste.



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi, il Consigliere Bono vorrebbe concludere il suo intervento.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
C'è che vive quotidianamente, soprattutto nei periodi di caccia (periodi autunnali), colpi di arma da fuoco vicino alla propria casa, con preoccupazioni, addirittura con rischi di incidenti, ferimenti e quant'altro. Quindi io credo che questo sia un emendamento - lo ripeto ancora una volta - fortemente condivisibile, con cui si può chiedere appunto, l'interdizione nel proprio fondo nei confronti dei cacciatori.
Chiedo anche ai colleghi di maggioranza di valutare con attenzione quest'emendamento, che non preclude nessuna delle attività che vengono concesse dalla legge n. 5/2018, cioè la caccia in tutte le sue forme, com'è stato deciso da questa maggioranza.
La Giunta, entro 60 giorni (eventualmente possiamo anche dire 90 giorni, se lo ritiene necessario), deve approvare criteri e modalità di esercizio del presente divieto, compresa l'apposizione a cura del proprietario del fondo di tabelle esenti da tasse che delimitano in maniera chiara e visibile il perimetro delle aree interessate, in modo da evitare che poi si incappi in sanzioni o che il cacciatore gli possa dire: "Eh, ma non sapevo che il fondo era questo, che c'era il divieto, che c'era la delimitazione".
Quindi chiedo veramente di prendere molto attentamente in considerazione quest'emendamento e, possibilmente, di arrivare a un'approvazione positiva.



PRESIDENTE

Bene. Non ci sono altri interventi, per cui possiamo mettere in votazione con parere contrario della Giunta, i due emendamenti.



(Commenti del Consigliere Bono e della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Come dite? Motivare il parere contrario? La Giunta può dare un parere contrario perché la pensa in maniera diversa. Non è che uno deve giustificare perché dà un parere contrario: dà un parere contrario perch non è d'accordo.
Prego, Assessore Ferrero.



FERRERO Giorgio, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca

Posso intervenire, Presidente? Lo faccio volentieri.
Questo, tra l'altro, è proprio l'articolo su cui noi abbiamo il contenzioso con il Governo. Ricordo, infatti, che su quest'articolo noi siamo in contenzioso con il Governo e abbiamo voluto mantenerlo apposta.
Pertanto, se vale per gli altri, vale tanto più per questi inserimenti che avete richiesto. Direi che questo è doppiamente inopportuno.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferrero.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 187), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 188), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 93, nel testo originario.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Ricordo a tutti coloro che vogliono partecipare che in sala Viglione c'è l'audizione della delegazione FIOM-CGIL, settore automotive.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.58)



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