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Dettaglio seduta n.370 del 20/11/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 14.36 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interrogazione a risposta immediata n. 2421 presentata da Sinatora inerente a "Posticipo divieto di abbruciamento degli scarti vegetali"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2421.
Risponderà l'Assessore Valmaggia.
La parola al Consigliere Sinatora per l'illustrazione.



SINATORA Benito

Grazie, Presidente.
Appreso dagli organi di stampa come la Coldiretti abbia portato all'attenzione della Giunta regionale il problema della bruciatura degli scarti vegetali, pratica solitamente espletata in questo periodo dagli operatori di settore al fine di mantenere boschi e terreni puliti.
Ribadito come l'abbruciamento dei residui organici dopo il periodo di raccolta - specie per quanto concerne i produttori di castagne rappresenti una prassi utile e imprescindibile per mantenere efficacemente i suoli coinvolti.
Evidenziata, tra l'altro, la frequente presenza di boschi incolti accanto ad aree boschive presidiate, per cui la rimozione di sterpaglie e risulte nella porzione vigilata diviene "prevenzione indiretta" di incendi che potrebbero estendersi anche alla zona d'incuria.
Acclarato come il divieto di bruciatura all'aperto riguardi, in Piemonte il periodo compreso fra il 1° novembre e il 31 marzo dell'anno successivo (quindi siamo in tema); preso atto della dilazione richiesta dalla Coldiretti, con posticipo del divieto a partire dal 15 dicembre giustappunto per consentire la pulizia dei siti Specificato come gli operatori agricoli siano ben consci dei pericoli legati gli incendi controllati, impegnandosi dunque ad adottare tutte le misure di sicurezza volte a prevenire incidenti e danni (sulla base anche di un sapere atavico, profondamente legato alla conoscenza intima e approfondita del territorio e delle sue dinamiche naturali, legate alle stagioni e al metodo.
Il sottoscritto interroga l'Assessore per sollecitare un celere accoglimento dell'istanza mossa da Coldiretti, così da garantire la pulizia di boschi e terreni, favorendo al contempo la produttività delle coltivazioni e, di concerto, le ricadute economiche tanto per il settore agricolo quanto per l'indotto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sinatora.
Nel chiedere un po' di silenzio all'Aula, do la parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Il 25 settembre 2018 il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato all'unanimità, la legge regionale 15/2018 di prevenzione ed estinzione degli incendi boschivi. Un provvedimento atteso da tempo, soprattutto dopo i roghi avvenuti in Piemonte nell'autunno 2017.
Precedentemente all'approvazione della citata legge regionale, era possibile procedere con l'abbruciamento di un quantitativo massimo di tre metri cubi di materiale vegetale al giorno, a seguito di una comunicazione scritta al Comune di riferimento. Nei periodi di massima allerta incendi veniva invece imposto il divieto di accensione di fuochi all'aperto tramite specifica ordinanza regionale.
A seguito del recepimento dell'Accordo del Bacino Padano in materia di riduzione dell'inquinamento atmosferico, dal 2017 il divieto di abbruciamento, da recepire con ordinanza sindacale, veniva fissato nel periodo compreso tra il 1° ottobre e il 31 marzo dell'anno successivo, con omogeneità d'applicazione sull'intero territorio coinvolto dall'accordo stesso: Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
Al fine di semplificare l'iter sull'applicazione dei divieti di abbruciamento, ma soprattutto di dare una risposta normativa in materia di lotta agli incendi boschivi, è stata approvata la legge regionale 15/2018.
È bene sottolineare che l'introduzione della legge regionale citata spostando la finestra del periodo compreso tra il 1° novembre e il 31 marzo, non rende più necessaria l'ordinanza sindacale di divieto di accensione di fuochi, oltre al fatto che non è più necessaria la comunicazione scritta al Comune, dell'accensione di fuochi nel periodo consentito. Quindi, da una parte c'è una semplificazione negli altri mesi dell'anno e, dall'altra, c'è il divieto nel periodo invernale.
Oltre che per i pericoli legati al verificarsi di incendi boschivi, il divieto nasce anche dall'esigenza di fornire una risposta forte in materia di inquinamento atmosferico, così come già riportato. Infatti, le analisi e gli approfondimenti effettuati dall'ARPA Piemonte e tutti di studi sulle cause dell'inquinamento atmosferico pongono, accanto al traffico veicolare e al riscaldamento domestico, proprio le emissioni da biomassa e l'abbruciamento di materiale vegetale fra le sorgenti più significative dello stesso, con conseguenti rischi per la salute umana.
Rispondendo nello specifico a quanto richiesto, di prevedere un differimento della data di applicazione, si fa presente quanto riportato poc'anzi, ossia che la data di applicazione posticipa già di un mese, dal 1° ottobre al 1° novembre, il periodo di divieto previsto dall'Accordo di Bacino Padano e che il differimento è stato previsto proprio per venire incontro al mondo agricolo.
Grazie.


Argomento: Tossicodipendenza

Interrogazione a risposta immediata n. 2422 presentata da Grimaldi inerente a "Riduzione del danno. A quando l'approvazione delle linee guida redatte dagli operatori delle ASL?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2422.
Risponderà l'Assessore Valmaggia, al posto dell'Assessore Saitta.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come ogni anno, ho partecipato a uno dei Festival di musica elettronica più importanti di questo Paese e forse anche uno dei più importanti della dimensione europea. Questo Festival mi stupisce sempre, perché riesce, come ogni anno, a intuire con grande capacità come servire al meglio le persone che vi arrivano. Sono stati fra gli inventori dei mezzi di trasporto notturno e sono stati fra i primi a ospitare due servizi di questa regione: il servizio PIN e il servizio Neutrovel per fare informazione e prevenzione sul consumo delle sostanze stupefacenti.
In questo Festival ho incontrato tantissimi operatori, che si fermano ore e ore a parlare con i ragazzi di dipendenze e riduzione del danno. Gli interventi di riduzione del danno in Italia risalgono ormai ai primi anni Novanta: contano più di 25 anni di operatività e sono diventati una pratica validata e consolidata.
Il drug checking, invece, è una pratica molto diffusa in tutta l'Europa nell'ambito della riduzione del danno e nel campo delle tossicodipendenze.
Si tratta di un servizio di analisi delle sostanze psicoattive svolto proprio nei contesti del consumo, spesso nato in ambienti vicino a quello dei rave. Le Istituzioni, ma prima ancora erano delle persone che volevano volontariamente, aiutare questo tipo di lavoro, spesso lasciato ai margini.
Per decenni, il drug checking in Italia è stato portato avanti solo da gruppi di volontari/attivisti, in progetti che non dovevano rendere conto a una committenza istituzionale, a proprio rischio e pericolo.
Successivamente, tre anni fa è nato un servizio che si chiama Baonps (Be Aware on Night Pleasure), un progetto europeo cui hanno aderito con convenzioni partner istituzionali come il SERT di Ivrea e il Centro Regionale Antidoping di Orbassano, con il proprio laboratorio regionale di Tossicologia.
Il progetto utilizza una tecnologia basata sulla spettroscopia Raman, che permette agli operatori di non entrare in contatto diretto con le sostanze e di fare dei test veloci. Praticamente si è tolto il problema che spesso era dietro al tema dei test, cioè il fatto che il pubblico entrava per un periodo in possesso di una sostanza illegale e la restituiva.
Grazie al Coordinamento Nazionale della Comunità di Accoglienza e ai servizi outreach della rete è stato possibile portare questa esperienza in vari eventi in sei Regioni italiane e in tutti i casi i feedback sono stati molto positivi.
Come sapete, ogni giorno siamo assediati da "titoloni" che recitano: "Ecco è riesploso il fenomeno delle droghe sintetiche; ecco, oggi è il ritorno dell'uso della cocaina spesso tagliata con altre sostanze". A parte questi annunci, spesso le Amministrazioni non hanno la capacità di andare avanti.
In Piemonte, nel bando di rinnovo del progetto neutrale, la Regione richiede espressamente la fornitura di questo drug checking fra le azioni previste.
Nel frattempo, in Lombardia si sta finanziando un'attività di drug checking all'Istituto Superiore di Sanità.
Ormai sono molti gli eventi sostenuti da istituzioni che ospitano i volontari delle ASL e dei progetti PIN e Neutrovel. Noi sappiamo che gli operatori hanno scritto queste linee di indirizzo e le hanno sottoposte all'Assessore, quindi interroghiamo la Giunta per sapere se intende, dopo essere stata apripista su questi temi, approvare le linee guide redatte dagli operatori delle ASL in materia di riduzione del danno e di drug checking.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Leggo la risposta per conto dell'Assessore Saitta.
La Regione approverà a breve, e comunque entro il corrente anno, i LEA della riduzione del danno e limitazione dei rischi.
Il sottogruppo di lavoro, coordinato dal Settore Programmazione dei servizi sanitari e socio-sanitari, ha provveduto a stilare una bozza di documento sugli interventi di riduzione del danno. Il lavoro successivo è stato quello di selezionare un paniere di interventi che la sanità regionale ritiene necessario individuare come essenziali, attraverso l'approvazione della DGR sui LEA.
L'impatto economico dovrebbe attestarsi sui due e mezzo/tre milioni di euro, a prescindere dei servizi già attivati e presenti da anni in diversi Dipartimenti di ASL della Regione. Complessivamente a regime, il costo di una serie di interventi ritenuti imprescindibili ammonta a circa cinque milioni di euro, che sono, all'incirca, il cinque per cento del costo complessivo dei servizi pubblici e privati per l'area delle dipendenze.
Il Piemonte, tra l'altro, è l'unica Regione che in questa fase ha prodotto il documento che sarà parte integrante del costituendo provvedimento regionale summenzionato.
Ricordiamo che il 14 giugno scorso la Regione ha realizzato un convegno nazionale sul tema della riduzione del danno a cui hanno partecipato numerose altre Regioni, l'Ufficio LEA del Ministero della Salute e l'Istituto Superiore di Sanità.
Grazie.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche) - Contributi alla cultura

Interrogazione a risposta immediata n. 2427 presentata da Bertola, inerente a "Castello di Frinco - assegnazione di contributi regionali e proprietà non accertata"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2427.
La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Parliamo del Castello di Frinco.
C'è una questione da chiarire relativamente all'assegnazione di contributi regionali in funzione di una proprietà del Castello, che pare decisamente non accertata.
Il Castello di Frinco, la cui origine è del XIII secolo, è composto da un imponente edificio e da un parco. Nell'interrogazione si ripercorrono tutte le vicissitudini del Castello, che per brevità di esposizione salto, ma arriviamo ad un punto fondamentale.
Nel 2013 viene indetta un'asta fallimentare per la vendita del Castello nonostante le cause intentate dalla famiglia non fossero e non sono ancora giunte a una conclusione, infatti la famiglia ha proceduto con nuove denunce nei confronti di perito, curatore e Giudice.
Nel 2014, oltretutto, una porzione del Castello è precipitata sulle abitazioni sottostanti, rendendo inagibile la strada che dalla piazza principale conduce alla chiesa.
Il bene viene poi venduto, a ribasso, a un privato nel 2015. Lo stesso privato realizza alcune opere di messa in sicurezza in modo insufficiente e senza un adeguato progetto a monte, tale da determinare un ulteriore crollo del Castello.
Successivamente, viene informalmente raggiunto l'accordo con l'attuale proprietà per la cessione a titolo gratuito dell'immobile in questione al Comune; detta disponibilità vorrebbe essere limitata a non cedere una parte del giardino e il fabbricato definito "scuderia".
Per dare stabilità e sicurezza all'immobile, fin dal novembre 2017 l'Assessorato regionale Cultura e Turismo dispone di uno studio, redatto dall'Amministrazione comunale, che indica le opere presuntivamente necessarie per il relativo recupero. Tale studio, che comprende la valutazione dei costi relativi alla sua messa in sicurezza, indica inoltre come espressamente richiesto dalla Regione quale utilizzo successivo, la destinazione dei mobili a fini prevalentemente turistici, anche con esposizione di collezioni di materiali storici.
Il Comune di Frinco, dal 2017 si affida al Settore Cultura e Turismo per accedere a finanziamenti della Regione, acquisire l'immobile e riqualificarlo turisticamente, considerandolo di pubblica utilità. Il Comune stesso è a conoscenza, a quanto ci risulta, del fatto che sulla questione relativa alla proprietà dell'immobile penda ancora una causa.
Arriviamo a fatti più recenti: è il 5 ottobre quando la Regione Piemonte con DGR 7662, delibera di approvare il programma d'investimenti in ambito culturale e artistico e, all'allegato 4, di destinare l'importo di 550 mila euro finalizzati all'acquisto e alla riqualificazione mediante interventi di ristrutturazione e messa in sicurezza del Castello di Frinco. Ripetiamo a oggi non si può ancora definire certa la proprietà, poiché c'è in pendenza un giudizio di rivendicazione della proprietà avanzata dalla famiglia che lo aveva acquistato.
Quindi, semplicemente, noi con quest'interrogazione intendiamo avere chiarezza, nel senso che vorremmo sapere se la Regione era a conoscenza nel momento in cui deliberava di affidare questi contributi, del fatto che di quel bene non era ancora accertata la proprietà.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
L'inserimento del castello di Frinco all'interno del Piano degli investimenti sul mutuo contratto dall'Amministrazione regionale sull'asse della Cultura è avvenuto sulla base dell'informazione da parte del Comune di Frinco, che aveva in corso le procedure d'acquisizione del bene.
Sulla base di quanto contenuto all'interno dell'interrogazione, tenuto conto che la Regione non può mutuare, con Cassa Depositi e Prestiti, per destinare risorse mutuate a beni non di proprietà di soggetti pubblici, è chiaro che verranno fatti gli adeguati approfondimenti e, qualora risultasse che il Comune di Frinco non è nelle condizioni di poter acquisire il bene, le risorse, che nel frattempo sono state mutuate saranno oggetto di devoluzione ad altro tipo d'intervento.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente.
Riprendiamo le interrogazioni che avevamo sospeso in precedenza, cui risponderà l'Assessore Valmaggia.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interrogazione a risposta immediata n. 2423 presentata da Chiapello inerente a "Ritardo nella distribuzione dei vaccini antinfluenzali"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2423.
Al posto dell'Assessore Saitta risponde l'Assessore Valmaggia.
La parola alla Consigliera Chiapello per l'illustrazione.



CHIAPELLO Carla

Grazie, Presidente.
Sappiamo che il vaccino antinfluenzale bisognerebbe farlo, ma soprattutto farlo anche per tempo, perché l'efficacia arriva dopo 15 giorni e purtroppo, a Cuneo, le dosi erano esaurite dopo due giorni.
Quindi, mi chiedo cosa può fare la Regione, anche se questa mattina ho già letto qualcosa sui giornali.



PRESIDENTE

Grazie, collega Chiapello.
La parola l'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
La campagna di vaccinazione antinfluenzale è partita martedì 13 novembre con numeri estremamente positivi: in questi primi giorni infatti sono state distribuite oltre 350.000 dosi di vaccino e più di 100.000 mila cittadini piemontesi sono già stati vaccinati.
Sabato 17 sono arrivate nei magazzini di stoccaggio altre 65.000 dosi che sono state distribuite nella giornata di ieri; ulteriori 165.000 dosi arriveranno entro la giornata di giovedì.
La prossima settimana, entro martedì 27, saranno disponibili altre 35.000 dosi di vaccino ordinate dalla Regione Piemonte, per far fronte alla campagna di vaccinazione. Le ditte produttrici hanno già provveduto a intensificare la produzione per consegnare le dosi nei tempi previsti.
L'Assessorato alla sanità rinnova l'invito a vaccinarsi, in particolare alle categorie di soggetti a rischio, per le quali il vaccino è gratuito, e agli operatori sanitari per garantire una copertura efficace e proteggere sé stessi e gli altri dai rischi delle complicanze dell'influenza.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Giovani - Psichiatria

Interrogazione a risposta immediata n. 2424 presentata da Motta, inerente a "Sospensione dell'istanza relativa alla realizzazione di un Centro diurno socio-riabilitativo per la tutela della salute mentale dei minori nel territorio di Asti"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2424, che do per illustrata.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Come affermato nell'interrogazione, con DGR del 20 luglio 2018, la Regione ha ritenuto, a conclusione della fase sperimentale avviata negli anni precedenti, d'inserire il Centro diurno socio-riabilitativo (CDSR) quale tipologia autonoma e ordinaria di servizio diurno per la tutela della salute mentale dei minori.
Con questa scelta di programmazione si è inteso valutare positivamente l'esperienza maturata nel corso della sperimentazione e portare a regime una tipologia che integra le risposte residenziali e semiresidenziali per la tutela della salute dei minori. Inoltre, rispetto alla fase sperimentale, si è ritenuto di ampliare il numero di CDSR, raddoppiandoli a livello regionale: dieci CDSR rispetto ai cinque attivati nella fase sperimentale.
L'Assessorato alla sanità, nell'istruire i procedimenti relativi alle richieste per quanto concerne il Quadrante 4 (Asti-Alessandria), ha rispettato la normativa vigente, che prevede come il primo criterio cui il responsabile del procedimento debba attenersi nella disamina delle domande sia l'ordine cronologico di protocollo d'arrivo della domanda, nell'ambito della stessa ASL; in questo caso, nell'ambito dello stesso quadrante poiché il fabbisogno è espresso a tale livello.
A tale criterio si sono appunto attenuti gli Uffici ragionali, assegnandoci il CDSR al territorio della ASL di Alessandria, in quanto la richiesta è pervenuta due giorni in anticipo, in data 3 ottobre 2018, rispetto a quella formulata per l'ambito dell'ASL di Asti.
Tuttavia, ben comprendendo le ragioni che stanno alla base della richiesta di realizzare un CDSR anche nell'Astigiano, l'Assessorato alla sanità s'impegna a effettuare le opportune valutazioni, ai fini di un aggiornamento degli standard dei fabbisogni previsti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2430 presentata da Batzella inerente a "Riorganizzazione e razionalizzazione della rete dei laboratori di analisi - Area omogenea Torino Ovest: ASL TO3, AOU San Luigi di Orbassano, AO Ordine Mauriziano"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2430.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Spiace non ci sia l'Assessore Saitta, ma provo comunque piacere che mi risponda l'Assessore Valmaggia.
Con quest'interrogazione, come si legge nell'oggetto, parliamo della delibera n. 50 del 23 novembre 2015 e della delibera n. 63 del 30 luglio 2018 che tratta di "Riorganizzazione e razionalizzazione della rete dei laboratori analisi. Prime indicazioni alle Aziende Sanitarie Regionali per il consolidamento delle analisi ad elevata automazione". In particolare parliamo dell'area omogenea Torino Ovest, quindi l'ASL TO3, l'Azienda Ospedaliera Universitaria del San Luigi di Orbassano e l'Azienda Ospedaliera dell'Ordine Mauriziano di Torino.
Entro nel merito della questione. I laboratori dell'ASL TO3 coinvolti sono il laboratorio unificato di Rivoli-Pinerolo, con anche una sede periferica di laboratorio che afferisce all'ospedale di Rivoli, che è quella dell'ospedale di Susa. Sempre all'interno di questo distretto abbiamo il San Luigi di Orbassano.
Il laboratorio di Pinerolo è stato completamente ristrutturato e inaugurato nel 2006. Il laboratorio di Rivoli è stato inaugurato, invece, a marzo 2010. Nella realizzazione sono state adottate soluzioni tecnologiche altamente innovative che lo rendono un modello di automazione analitica a livello nazionale e anche europeo. Per ristrutturare i laboratori di Rivoli e Pinerolo sono stati spesi oltre tre milioni di euro. La scorsa primavera inoltre, è stata anche inaugurata la nuova palazzina dei servizi dell'ospedale San Luigi di Orbassano, con uno dei laboratori più avanzati nel panorama regionale e nazionale.
Il laboratorio unificato di Rivoli e Pinerolo esegue un'elevata automazione, che garantisce tempi di risposta ridotti e una sicurezza analitica molto elevata, circa 3,5 milioni e mezzo di esami all'anno. Tra questi, 2,3 milioni verranno trasferiti all'Azienda Ospedaliera Mauriziano mentre 1,2 milioni rimarranno per la processione nell'ASL TO3. Perch questo? Perché la delibera prevede che ci sia un hub di riferimento e l'hub di riferimento della zona omogenea Torino Ovest è l'ospedale Mauriziano di Torino.
A oggi, il laboratorio unificato di Rivoli e Pinerolo invia al Mauriziano gli esami di alta specialistica (autoimmunità e coagulazione specialistica) e anche l'emoglobina glicata, che non è un esame di alta specialità, ma viene comunque esaminato e inviato al Mauriziano.
Presumibilmente, nella primavera del 2019 verranno inviati all'hub anche tutti gli altri esami dei pazienti esterni, mentre all'interno del laboratorio di Rivoli e di Pinerolo verranno esaminati solo gli esami dei pazienti ricoverati nei reparti e quelli eseguiti in urgenza.
Attualmente il laboratorio del Mauriziano non è nelle condizioni strutturali e organizzative e non ha neppure personale in numero adeguato per poter analizzare un numero così elevato di esami. Pertanto, dovranno essere sostenuti anche molti costi.
Venerdì 16 novembre, presso l'ospedale di Rivoli e l'ospedale di Pinerolo si sono svolte due assemblee convocate dalle rappresentanze sindacali unitarie dell'ASL TO3, cui hanno partecipato anche molti lavoratori e molti Consiglieri, tra i quali la sottoscritta.



PRESIDENTE

Deve concludere, Consigliera, altrimenti non ce la facciamo andare avanti.
Le ricordo che ci sono 12 interrogazioni.



BATZELLA Stefania

Sono state avanzate diverse richieste e s'interroga l'Assessore per sapere se s'intende rivalutare la tipologia di esami che dai laboratori spoke di Rivoli e Pinerolo verranno trasferiti all'hub del Mauriziano, dopo un'attenta analisi dei costi-benefici, così come richiesto anche dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
È un tema sicuramente importante, che richiede tempo.
Rispondendo anche a una richiesta pervenuta nei giorni scorsi, l'Assessore si rende disponibile a effettuare una relazione puntuale e articolata sulla riorganizzazione della rete del laboratorio analisi in sede di IV Commissione.
Questa è la risposta, che è anche una proposta.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 2426 presentata da Vignale, inerente a "Verifica legittimità decreto presidenziale ATC di Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2426.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'interrogazione è relativa alla nomina avvenuta all'interno di ATC del Piemonte, l'ATC di Torino, rammentando che le Agenzie Territoriali per la Casa, essendo normate dalla legge n. 3 del 2010, sono enti strumentali che rispondono a certe regole. In particolar modo, la stessa norma dice che al personale delle ATC si applicano gli istituti attinenti allo stato giuridico ed economico dei dipendenti regionali.
Il 2 maggio 2018, con decreto presidenziale, viene disposta l'assunzione senza selezione, a tempo determinato e fuori dotazione organica, di un dirigente, a comando già dell'ATC di Torino, alle dirette competenze del Presidente dell'Agenzia. La Giunta regionale, sempre per la succitata legge n. 3, esercita un controllo sugli atti e sulla gestione di ATC e, in particolare, il comma 3 dall'articolo 38 prevede che sono soggette a controllo da parte della Giunta regionale gli statuti delle ATC e la dotazione organica del personale, limitatamente alla consistenza numerica del medesimo.
Parrebbe che non soltanto l'articolo 38, ma anche l'articolo 35 della legge n. 3 siano, in qualche modo, stati superati da questa nomina. Pertanto interroghiamo la Giunta regionale per sapere se l'Amministrazione intende attuare i poteri di controllo e verifica propri dell'Ente che la stessa legge n. 3 del 2010 affida alla Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Leggo la risposta dell'Assessore Ferrari.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si evidenzia che il provvedimento presidenziale dell'ATC del Piemonte centrale non rientra tra quelli sottoposti a controllo regionale, come già precisato in un'apposita nota di riscontro a un esposto presentato da rappresentanti sindacali dell'ATC medesima. Si specifica che, fin dal 1998, il controllo attribuito dalla legge alla Regione in materia di personale dell'ATC riguarda unicamente la dotazione organica del personale, limitatamente alla consistenza numerica del medesimo (legge n. 3 del 2010, articolo 38, comma 3).
Pertanto, alla luce delle sopracitate fonti normative e oltretutto trattandosi nella fattispecie di incarico attribuito al di fuori della dotazione organica, non si ritiene di potersi esprimere circa la legittimità del provvedimento in oggetto, considerata anche l'autonomia organizzativa, patrimoniale, amministrativa e contabile riconosciute dalla legge alle Aziende Territoriali per la Casa.
Grazie.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 2425 presentata da Ottria, inerente a "Crisi SuperDì e IperDì: quale futuro per i dipendenti piemontesi"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2425.
La parola al Consigliere Segretario Ottria in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda la catena di supermercati SuperDì e IperDì, che hanno complessivamente 37 punti vendita suddivisi tra Lombardia, Piemonte e Liguria. In Piemonte ce ne sono quattro, a Oleggio, a Gozzano, a Cameri e a Novi Ligure, dove sappiamo esserci la vicenda della Pernigotti.
Il 1° ottobre si era svolto un incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico tra l'azienda e i sindacati, in cui si discuteva il futuro del gruppo, che è in crisi. Secondo quanto riportato dai sindacati, l'azienda in quell'occasione aveva detto che alcuni di questi punti vendita potevano passare di proprietà, mentre altri erano in trattativa per la vendita e altri ancora, invece, sarebbero stati chiusi definitivamente. Tra quelli venduti compariva anche quello di Novi Ligure.
Nel mese di settembre, dopo una chiusura forzata del mese precedente l'IperDì aveva di nuovo riaperto, facendo anche una svendita quasi totale applicando supersconti per incentivare gli acquisti. Il punto vendita di Novi ha 21 dipendenti che non percepiscono lo stipendio dal mese di luglio e, tra l'altro, quest'ultimo è stato pagato a rate.
L'azienda, nonostante i vari solleciti, non ha mai avviato la richiesta per gli ammortizzatori sociali, per cui questi dipendenti non possono neanche usufruire della cassa integrazione. A oggi, non risultano notizie di conferma circa l'eventuale vendita della filiale di Novi e degli altri punti vendita dislocati in Piemonte.
Per questo motivo, viste anche le preoccupazioni più volte espresse dai lavoratori anche nelle recenti occasioni pubbliche attinenti alla Pernigotti, interrogo la Giunta per sapere quali azioni sono state già messe in campo o saranno messe in campo al fine di tutelare questi lavoratori e salvare, se possibile, questi posti di lavoro, il punto vendita di Novi e gli altri dislocati in Piemonte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Il gruppo commerciale Associati GCA General Market S.r.l. ha sede legale a Monza, è un gruppo attivo nel settore terziario con diversi punti vendita nell'ambito della grande distribuzione e dei servizi con la denominazione IperDì e SuperDì, quindi non solo nella Regione Piemonte, ma anche nella Regione Lombardia. Quindi, si tratta di un'azienda plurilocalizzata.
Da tempo il gruppo ha una crisi finanziaria e per affrontare la vicenda trattandosi di azienda pluridelocalizzata, prevalentemente in Piemonte e in Lombardia si sono svolte più di una riunione presso il MISE, cui abbiamo attentamente partecipato fin dall'inizio. Nel corso di questi incontri si è delineata una situazione che risulta essere assai complessa, sia per la quantità di siti, che sono circa una quarantina su tutto il territorio, sia per i Comuni coinvolti, sia per l'alto numero dei lavoratori interessati.
Sono circa 800 i lavoratori nella loro totalità, dei quali 80 quelli piemontesi.
Per quanto attiene ai siti piemontesi, occorre distinguere quelli in carico a GCA, cioè Novi Ligure, Guzzano e Cameri, e quelli che, invece, hanno un'appartenenza societaria a sé stante, come Borgomanero che, pur appartenenti a GCA, non risultano avere più in carico dipendenti, come quello di Oleggio. Infatti, nella complessa trattativa che l'azienda ha avviato per definire la cessione dei vari siti, e quindi i vari rami di azienda, si è venuta a creare una differenziazione rispetto alla proprietà.
GCA, nel corso dell'ultimo incontro con il MISE, cioè in data 31 ottobre ha anticipato la volontà di procedere alle richieste di cassa integrazione straordinaria per cessazione attività, che nel frattempo, è stata approvata ai sensi dell'articolo 44 del decreto legislativo n. 109/2018, per tutti i siti in cui risulta proprietaria, che sono 36, meno i quattro di cui dicevo prima.
Al fine di mettere in sicurezza i lavoratori nelle more delle possibili vendite che, sembra, saranno effettuate nel periodo di 12 mesi di cassa integrazione, detta cassa integrazione straordinaria riguarderà pertanto 669 lavoratori, di cui 67 piemontesi, e avrà avvio a partire dal 29 settembre, cioè la data in cui è stato approvato l'articolo 44 del decreto n. 109, e terminerà il 27 settembre 2019.
Il 5 novembre è stato sottoscritto l'accordo tra le parti presso il competente Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Quest'accordo comprende anche la ricollocazione, ai sensi dell'articolo 24 bis del 148/2015, che è stato sottoscritto e che è in carico alle Regioni.
La Regione Piemonte, come prevede la normativa, ha sottoscritto a sua volta un accordo con GCA in data 16 novembre per attivare un intervento di politiche attive per il lavoro per i lavoratori piemontesi posti in cassa integrazione, che comprende azioni d'informazione, orientamento, assistenza intensiva (anche attraverso assegno di ricollocazione) ed eventuali attività formative e azioni di scouting finalizzate a reperire inserimenti lavorativi.
Quest'intervento, realizzato in collaborazione con ANPAL Servizi Piemonte e Agenzia Piemonte Lavoro, è già in corso, quindi può essere che alcuni lavoratori in questi istanti siano contattati e invitati a incontri mirati all'illustrazione dell'assegno di ricollocazione e delle sue finalità nonché per verificare la volontà dei lavoratori alla partecipazione di attività di ricollocazione.
L'intervento regionale ovviamente non inficerà quelle che possono essere delle ipotesi di vendita che, nel frattempo, si potranno affacciare per i lavoratori del gruppo GCA. In una trattativa complicata che la proprietà sta portando avanti, ogni giorno sembra ci sia qualche opportunità di acquisizione che debba chiudersi e questa era la notizia che io stessa avevo dato ai lavoratori la scorsa settimana; notizia che è stata smentita perché avrebbero dovuto firmare nella settimana scorsa, ma non sono arrivati a nessuna formalizzazione del procedimento, quindi peggiora la situazione per i lavoratori di Borgomanero.
Pertanto, i lavoratori potrebbero ricevere delle proposte, ma queste non inficeranno l'eventuale vendita che, nel frattempo, dovesse arrivare all'interno del gruppo stesso.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Interrogazione a risposta immediata n. 2428 presentata da Frediani inerente a "Mancata valorizzazione del personale della Regione Piemonte e non utilizzo delle graduatorie vigenti del concorso pubblico bandito per ruoli dirigenziali, con eventuali integrazioni, senza spreco di ingenti risorse economiche pubbliche"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2428.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie Presidente; buon pomeriggio, Assessore.
Sarò breve nell'illustrazione, nel senso che non andrò a ripercorrere tutti gli atti che sono elencati nelle premesse; semplicemente, riprenderò alcuni passaggi.
La Giunta, attraverso deliberazione del 23 febbraio 2018, ha integrato modificandoli, i fabbisogni del Piano occupazionale per l'assunzione di personale dirigenziale per il ruolo della Giunta regionale. Con determina n. 219 del 17 ottobre 2018, sono stati approvati tre bandi di concorso pubblici per il ruolo dirigenziale per la Giunta regionale.
La legge n. 232 dell'11 dicembre 2016 aveva prorogato le graduatorie vigenti del personale e abbiamo visto che sono stati emanati dei bandi di concorso per ricoprire tre profili (adesso non vado a leggere tutto, perch purtroppo ho poco tempo). È già stata utilizzata la graduatoria vigente del concorso pubblico a 15 posti di qualifica dirigenziale e quindi, per farla breve, questi tre posti per i quali è stato bandito il concorso potrebbero forse essere ricoperti attingendo a una graduatoria esistente.
Di conseguenza, questa nostra interrogazione chiede per quale motivo non si sia scelto di andare a ricoprire quelle posizioni utilizzando, per l'appunto, i profili già esistenti in graduatoria, che in alcuni casi ci sembrano anche corrispondere alla ricerca contenuta e indicata nel bando di concorso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris per la risposta.



FERRARIS Giovanni Maria, Assessore al personale

Grazie, Presidente. Cerco di rispondere leggendo l'intervento, che è un po' lungo; poi, nell'eventualità, il Presidente mi richiamerà al tempo.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, riferisco e rappresento quanto segue. Con DGR n. 7-5430 del 25 luglio 2017, è stata effettuata la rilevazione dei fabbisogni e la definizione del Piano occupazionale stabilendo le procedure connesse all'assunzione del personale dirigenziale per il ruolo della Giunta regionale. Per procedere all'assunzione dei dirigenti, sono state considerate le possibilità di utilizzo della mobilità esterna, delle graduatorie esistenti, nonché l'indizione di concorsi pubblici, valorizzando gli effetti dell'analisi organizzativa effettuata delle eventuali nuove configurazioni dei Settori e delle connesse competenze professionali richieste.
Oltre a ciò, sono stati considerati i più recenti orientamenti giurisprudenziali che, dopo alcune oscillazioni, osservano come sia la mobilità a doversi ritenere preferenziale, poiché consente di realizzare delle economie mediante la riattribuzione delle risorse umane tra Amministrazioni diverse, con la possibilità di acquisire personale già formato, oltre a garantire l'immediata operatività delle scelte.
Inoltre, nell'attuale quadro congiunturale di finanza pubblica inerente alla programmazione economica, la mobilità consente di coniugare e ponderare le scelte dell'Amministrazione con l'osservanza di vincoli normativi di finanza pubblica posti dalla normativa primaria e dalla programmazione interna. Peraltro, il ricorso alla mobilità esterna risulta propedeutico rispetto all'indizione di nuovi concorsi pubblici.
Alla luce di quanto appena detto, si è dunque stabilito di procedere in una prima fase al reclutamento delle figure professionali dirigenziali per la copertura di strutture organizzative vacanti attraverso l'esclusivo ricorso alla mobilità, con la precisazione - al termine e in considerazione degli esiti e degli effetti della mobilità anzidetta - per le figure professionali che eventualmente resteranno vacanti, di definire con un successivo provvedimento le altre modalità di acquisizione della dirigenza sulla base di scelte organizzative motivate, frutto di analisi organizzativa delle eventuali configurazioni dei Settori, delle competenze e del ruolo che le medesime strutture organizzative dovranno esercitare negli anni futuri e delle connesse competenze professionali da richiedersi ai dirigenti che dovranno dirigerli.
Con DGR n. 21-6511 del 23 febbraio 2018, si è integrata la precedente DGR (di cui ho appena fatto menzione) per effetto delle conseguenti considerazioni. In esito alle quattordici procedure attivate con i provvedimenti di cui sopra, sono risultate in particolare non coperte le seguenti posizioni previste nel bando di mobilità: Settore pubblico di welfare abitativo, articolazione della Direzione Coesione sociale; Settore foreste, articolazione della Direzione Opere pubbliche, Difesa del suolo Montagne, Foreste e Protezione civile, Trasporti e Logistica; Settore controllo sulla gestione dei trasporti e delle infrastrutture articolazione della Direzione Opere pubbliche, Difesa del suolo, Montagne Foreste e Protezione civile, Trasporti e Logistica (posizione A11); Settore Promozione dello sviluppo economico, Accesso al credito per le imprese articolazione della Direzione Competitività del sistema regionale (posizione A14).
La stessa DGR n. 7-5430 richiamata all'inizio ha stabilito che, in considerazione degli esiti e degli effetti della mobilità anzidetta, di individuare, per le figure professionali vacanti, le altre modalità di acquisizione della dirigenza. È stata fatta anche questa valutazione e ne è derivato che il Settore Promozione dello sviluppo economico e Accesso al credito per le imprese è stato istituito ex novo con DGR n. 2-5688; il Settore Edilizia sociale, a seguito della riorganizzazione, è stato modificato e trasformato nel Settore politiche di welfare abitativo, con conseguente modifica delle relative competenze e funzioni in relazione alle nuove politiche di welfare abitativo, da garantire e sviluppare sul territorio regionale.
Per quanto riguarda il Settore Controllo sulla gestione dei trasporti e delle infrastrutture, la relativa posizione dirigenziale risulta essere stata riconfigurata in relazione ai nuovi contenuti del Settore in questione a seguito di quanto previsto con la DGR 11-1409 dell'11 maggio 2015, con la quale sono state modificate sia la funzione, sia le competenze indicate nella declaratoria.
In relazione al fatto che i posti di cui sopra si sono resi disponibili successivamente alla indizione di concorsi da cui sono scaturite le vigenti graduatorie, e che si tratta comunque di posizioni le cui competenze organizzative, così come ridefinite, richiedono know how e professionalità che non si identificano pienamente con nessuno dei profili professionali di cui alle vigenti graduatorie, e che, in parte, non sono rinvenibili tra le competenza richieste con l'atto di indizione del bando n. 173 sopra citato.
Visto anche il notevole lasso di tempo trascorso dall'approvazione delle citate graduatorie (si parla del 2006), stante la sussistenza di preminenti ragioni di interesse pubblico che hanno indotto l'amministrazione a provvedere alla copertura dei posti in questione mediante l'indizione di nuovi concorsi che, attraverso l'enucleazione di specifiche capacità e competenze professionali, meglio permettono di soddisfare le nuove esigenze organizzative risultanti dalla riorganizzazione delle strutture regionali.
Pertanto, alla luce dell'esito della procedura obbligatoria prevista dall'articolo 34 bis del decreto legislativo n. 165/2001 e s.m.i. e delle motivazioni sopra illustrate, si è stabilito di procedere all'acquisizione di tre unità mediante l'indizione di procedure concorsuali pubbliche, di cui una per il Settore Politiche di welfare abitativo, una per il Settore Promozione dello sviluppo economico e accesso al credito per le imprese e l'ultimo per il Settore Controllo sulla gestione dei trasporti e infrastrutture.
Inoltre, con riferimento alle ragioni che hanno portato alla nuova declaratoria del Settore Edilizia sociale in politiche di welfare abitativo, come fatto rilevare dal Direttore della Coesione sociale, sono legate alla nuova collocazione del Settore nell'ambito della Direzione Coesione sociale, competente in materia di welfare, e mira a porre al centro della programmazione in materia di edilizia pubblica sociale il bisogno di abitazioni delle persone e delle famiglie più che il manufatto che li ospita.
La materia s'inserisce a pieno titolo nell'ambito dalla programmazione delle politiche sociali dell'Amministrazione regionale, completando la gamma di programmi di intervento in materia attivata dall'Assessorato alle politiche sociali, della famiglia e della casa e messa in atto dalla Direzione Coesione sociale. La programmazione delle politiche regionali nella specifica materia si orienta, quindi, verso un aspetto ben più ampio d'intervento, occupandosi non solo più di attivazione di interventi edilizi, ma allargando le proprie competenze all'attivazione di una gamma più ampia di interventi di housing sociale e di sostegno all'abitazione integrandola con la programmazione delle altre misure di natura sociale sul territorio regionale.
Modificando la natura del suddetto Settore, si è reso necessario modificare, di conseguenza, i requisiti di accesso alla posizione dirigenziale relativa, attivando una nuova procedura di reclutamento.
Per quanto riguarda, infine, la copertura del posto per il Settore Foreste trattandosi di posto già da tempo istituito e non oggetto di modifiche da parte della recente riorganizzazione, e le cui competenze richieste oggi sono sostanzialmente sovrapponibili a quelle richieste in sede di concorso pubblico bandito nel 2004, sussistono le motivazioni per sopperire a tale esigenza utilizzando la graduatoria vigente del concorso pubblico a n. 15 posti di qualifica dirigenziale (il già citato bando n. 173) inerente al profilo h) di "Esperto tecnico-amministrativo del territorio e dell'assetto ambientale", approvato con determina dirigenziale n. 234 del 31 luglio 2006 e, pertanto, si è proceduto in tal senso.
Credo di aver completato il mio intervento.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ferraris.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2429 presentata da Andrissi inerente a "Disservizi sulla direttrice Alessandria-Mortara-Novara Domodossola-Novara e Arona, Arona-Novara, Biella-Novara"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2429 presentata dal Consigliere Andrissi, che la illustra.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Non me ne voglia, Assessore, ma parliamo di una situazione di grossa difficoltà per il trasporto pubblico nel quadrante nord-est.
È una condizione che, fondamentalmente, questa Amministrazione ha ereditato, perché a parte la sospensione della linea Novara-Varallo, che sappiamo tutti che ha fatto questa Amministrazione, le altre sospensioni e riduzioni di servizio.
Mi riferisco, ad esempio, alla linea Arona-Novara, che è quasi una tratta fantasma, purtroppo. Lo dico perché mi piacerebbe poter utilizzare tutti i giorni il trasporto pubblico per raggiungere Torino. Invece, per quanto riguarda la tratta dove abito, la Oleggio-Novara, devo necessariamente utilizzare l'auto privata, perché non saprei con quale mezzo ritornare.
Come ho detto, è una situazione di grossa difficoltà. Addirittura, per quanto riguarda la Biella-Novara, una scolaresca è stata lasciata sulla banchina della ferrovia, perché, purtroppo, il treno è stato ridotto a 63 posti, quando il picco di utenti è di 120 persone.
Si registrano forti ritardi dei treni tra Domodossola e Novara, che è una linea internazionale. Abbiamo proposto più volte di riattivare questa linea, la Torino-Svizzera, che rappresenta un collegamento diretto tra Torino e il VCO, e che ha una lunga tratta sospesa.
Ci troviamo in una situazione paradossale, perché, effettivamente, si fa fatica a comprendere quali sono gli obiettivi, se non quelli che ci piovono addosso perché la Svizzera ha investito molto per il corridoio Reno-Alpi (conseguentemente, gli Enti locali dovranno essere coinvolti per l'impatto a causa del passaggio di grandi convogli di 750 metri, con la sagoma PC 80 sul territorio).
Noi sappiamo che la legge regionale 1/2000 prevede un'equilibrata presenza di servizi anche per il trasporto pubblico su tutto il territorio.
In pratica, Assessore, questo è un grido di aiuto: per fare una metafora calcistica, non vogliamo giocare tra i dilettanti. Vogliamo entrare almeno in Lega Pro e iniziare a giocare tra i professionisti per i servizi pubblici. Perché non crediamo di valere di meno.
È assurdo che per accedere ad una biglietto BIP Formula debba venire a Torino, perché da noi, purtroppo, questo tipo di servizio integrato non c'è.
Ritengo positiva la sperimentazione che avete attivato (la cosiddetta "post payment"). Credo sia molto interessante, perché permetterà al sistema di trasporto piemontese di fare un grande salto di qualità.
Però noi chiediamo un aiuto dal nord-est.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Consigliere Andrissi, mi aspettavo che aggiungesse anche le problematiche della Domodossola-Arona-Milano, che sono altrettanto preoccupanti e oltretutto, con un bacino d'utenza ed un numero di utenti assolutamente importante; più ancora delle linee cui lei faceva riferimento.
Per rispondere puntualmente, Alessandria-Mortara-Novara e Arona-Novara sono gestite con due differenti contratti: uno in capo a Trenitalia e l'altro in capo a Trenord. Per quanto riguarda Trenitalia, gestisce 14 treni al giorno. A novembre non ci sono state soppressioni. Trenord, invece, è stata interpellata, ma la sua risposta non è arrivata in tempo. Risulta, da agenzia, che sono state effettuate delle soppressioni (con precisione il numero non l'abbiamo), sempre effettuando, però, servizi sostitutivi con bus. Queste soppressioni sono imputabili a problemi di materiale rotabile che, come lei sa, Trenord ha in modo rilevante.
Tra l'altro, pur non essendo noi molto attrezzati dal punto di vista del materiale rotabile, abbiamo ricevuto la richiesta da parte di Trenitalia di fornire a Trenord due vivalto. Abbiamo dato il consenso affinché vengano forniti in prestito, insistendo però che vengano utilizzati proprio sulla linea Domodossola-Arona, che patisce anch'essa di problemi di materiale rotabile molto scarso in capo a Trenord.
Per quanto riguarda la Domodossola-Novara - quella ovest, che passa da Oleggio - è una linea a binario unico, quindi è soggetta a criticità. Al di là di questo, nel mese di novembre, dai dati Trenitalia ci sono stati ritardi significativi riguardanti il sei per cento dei treni (i treni in totale sono 300 al mese), che hanno superato i 30 minuti. Quindi, almeno 20 treni. Come lei sa, nella Domodossola-Novara (in quella linea Domodossola Novara) ci sono interventi da parte di RFI che si stanno prolungando nel tempo. Pare che si concluderanno nelle prossime settimane (speriamo sia la volta buona) e che stiano rafforzando quella linea per il trasporto, come lei ricordava (in questo caso, ma non solo in questo caso) merci, quindi per rafforzare specialmente dal punto di vista del peso assiale.
Per quanto riguarda la linea Biella-Novara, c'è stato effettivamente in capo a Trenitalia, per un certo periodo, l'uso di un mezzo ALN, che trasporta solo 63 posti. È una situazione causata da problemi organizzativi o di servizio (credo organizzativi) da parte di Trenitalia.
Da lunedì 19 novembre, cioè da oggi, questa problematica dovrebbe essere superata, con il ritorno in circolazione del solito minuetto, che invece ha la capacità per i numeri cui lei faceva riferimento.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera - Viabilità - Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 2431 presentata da Ravello, inerente a "Nuovo polo sanitario di Venaria: è stato predisposto il piano del traffico relativo al TPL?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2431.
Risponderà l'Assessore Balocco.
La parola al Consigliere Ravello per l'illustrazione.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Da cronoprogramma, sempre che questo sia rispettato e non abbia un valore come spesso è capitato, solo relativo, è previsto che nel primo trimestre del 2019 si concluderanno i lavori per la realizzazione del nuovo polo sanitario dell'ASL TO3 di Venaria. È un'opera decisamente importante particolarmente onerosa; un'opera molto attesa dal territorio, che porterà inevitabilmente dei cambiamenti strutturali e dei cambiamenti delle necessità, delle esigenze e anche delle criticità del territorio su cui insiste.
Alla luce di questa brevissima premessa, si osserva una preoccupazione data anche dalla mancanza di conoscenza di una pianificazione relativa ai flussi di traffico che andranno inevitabilmente a modificarsi nel momento in cui quest'opera entrerà in funzione e sarà davvero a disposizione della comunità.
Credo sia necessario innanzitutto rispondere a queste preoccupazioni, ma soprattutto farlo con contezza e con conoscenza, con serietà e con la giusta attenzione ai profili che spero siano stati previsti, analizzati in forma preventiva e, quindi, che non determinino che un fatto decisamente positivo porti con sé delle conseguenze non altrettanto positive.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Consigliere, lei ha molte speranze. La invidio! La realizzazione della nuova struttura sanitaria di Venaria ovviamente è frutto di un Accordo di Programma che ne ha seguito anche la realizzazione.
Il Collegio di Vigilanza dell'Accordo di Programma si è riunito ancora ultimamente (il 31 ottobre scorso) e ha ritenuto di approfondire attraverso un tavolo tecnico con tutti gli Enti competenti, le tematiche relative al trasporto pubblico di servizio alla nuova struttura, al fine di definire specifiche e mirate soluzioni. Il tavolo ha coinvolto anche la Direzione Sanità, oltre alla Direzione Trasporti, l'Agenzia della Mobilità e la Città Metropolitana. Ovviamente, anche il Comune di Venaria, che è in questo ruolo il punto di riferimento.
Come lei sa (mi pare abbia fatto anche il Sindaco, nella sua storia amministrativa), il Piano del traffico è un piano originato e prodotto dall'Amministrazione comunale. Quindi, come vede, attraverso il Collegio di Vigilanza dell'Accordo di Programma, sono ad appoggiare e ad accompagnare il Comune di Venaria con tutte le competenze che possiamo mettere a disposizione anche sul tema dei trasporti.
Per quel che so, al tavolo parteciperà anche GTT, proprio perché finora non è stata coinvolta dal Comune stesso in quest'analisi del trasporto.


Argomento: Norme generali sui trasporti - Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 2432 presentata da Bona, inerente a "Trasferimento strade ANAS alla Regione a seguito della richiesta di maggiore autonomia"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2432.
Risponderà l'Assessore Balocco.
La parola al Consigliere Bona per l'illustrazione.



BONA Angelo Luca

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato quest'interrogazione per fare chiarezza sulla posizione della Regione rispetto al trasferimento delle strade d'interesse sovraregionale ad ANAS, anche in considerazione della delibera approvata il 6 novembre dal Consiglio regionale, sull'applicazione dell'articolo 116 della Costituzione dove, al punto della Protezione Civile Infrastrutture si recita che tra le materie oggetto di trattativa con il Governo c'è quella del trasferimento al demanio regionale delle strade attualmente classificate come appartenenti alla rete stradale nazionale, che insistono nel territorio piemontese e che vengano conseguentemente trasferite le funzioni di programmazione, progettazione, costruzione manutenzione e gestione di dette strade attualmente gestite da ANAS.
Il chiarimento riguarda la posizione dell'Assessore, tenuto in data 16 novembre nella Conferenza unificata al MIT, che ha sostenuto la precedente intesa della Regione, sullo schema del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, recante la revisione della rete di interesse nazionale e regionale delle Regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Piemonte e Toscana, ossia quello di proseguire il trasferimento all'ANAS delle strade regionali.
La Conferenza unificata, su richiesta di ANCI e UPI, ha rinviato l'intesa sul Piemonte alla Conferenza di dopodomani, 22 novembre, quando già la Città metropolitana e buona parte delle Province piemontesi si sono espresse dicendo di voler gestire direttamente la rete ANAS, quindi di non portarla in trasferimento a Roma, anche in considerazione della delibera regionale ai sensi dell'articolo 116.
Visto che in apparenza questa posizione sembrerebbe in contraddizione con quanto stabilito dal Consiglio regionale, chiediamo qual è la posizione della Giunta regionale e le motivazioni per questa posizione dell'Assessore.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
Consigliere, le posso fare una domanda al volo? La sua origine è Provincia di Vercelli? Novara? No, no, me lo dica così senza verbale. Perfetto.
La ringrazio di quest'interrogazione, perché potrebbe apparire una contraddizione l'aver dato l'intesa, assieme a tutte le altre Regioni a statuto ordinario.
Come lei ricorderà, venerdì scorso, in sede di Unificata, anche le quattro Regioni non avevano ancora dato l'intesa sul DPCM Ministero dei Trasporti per la riclassificazione delle strade ANAS.
Le tre Regioni (Lombardia, Veneto ed Emilia) che non erano ancora entrate nell'intesa, sono entrate. È rimasto fuori unicamente il Piemonte (ormai unica Regione rimasta fuori dall'intesa) per opposizione della Provincia di Vercelli e qualche perplessità da parte della Città metropolitana, che stiamo verificando ulteriormente.
Le dico - quindi lei ha un'informazione sbagliata - che la maggioranza delle Province piemontesi è assolutamente d'accordo sul passaggio della rete concordata con le Province stesse alla gestione ANAS, questo attraverso iniziative del Ministero dei Trasporti, in continuità, in questo caso, con le posizioni del precedente Governo.
Lei sottolineerebbe una contraddizione per il fatto che, in sede di articolo 116, si dice che si richiede la gestione regionale a livello macroregionale.
Lei avrà letto con attenzione il testo, dove si fa riferimento ad accordi e convenzioni con le altre Regioni confinanti, quindi non è assolutamente in contraddizione con l'altra, su cui non abbiamo ancora dato totalmente l'intesa. La Regione l'ha data; oggi è in corso una tecnica dell'Unificata e giovedì ci sarà l'Unificata vera e propria, quindi vediamo come andrà a finire, se la posizione della Provincia di Vercelli, o meglio, del Presidente della Provincia di Vercelli sarà una posizione che continuerà a essere mantenuta, o se invece troverà una soluzione, ma non è assolutamente in contraddizione con l'ipotesi prevista nell'articolo 116 nella riforma dell'autonomia.
Una volta rifatta la rete, allora potrà essere molto opportuno. Noi crediamo che a livello di macroregione del Nord, definiamolo così, si possa creare un soggetto gestionale che possa garantire una gestione autonoma di questa rete, che più che altro ha la funzione di collegare tutte le Regioni del Nord, sia sul versante Est-Ovest ed Ovest-Est, sia anche, specialmente con la portualità ligure, per quel che ci riguarda, sul versante Nord-Sud e Sud-Nord.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
Alle ore 15.46 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.49)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Baricco, Chiamparino, Corgnati, Ferrari Graglia.
Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento:

b) Persistenza problemi tecnici del sistema audio dell'aula consiliare


PRESIDENTE

Poiché permangono i problemi tecnici ai microfoni, i Consiglieri della minoranza (Valetti, Andrissi, Bono e il Consigliere Segretario Bertola) sono stati spostati nei banchi nella terza fila, con la possibilità sia di parlare sia di votare, in modo provvisorio, sperando che dal prossimo Consiglio i problemi siano stati risolti.
I colleghi Rostagno, Valle, Rossi Domenico e Olivetti, non potendo spostarli da nessun'altra parte, non hanno la possibilità di votare con voto elettronico, ma per alzata di mano e, nel caso d'intervento, potranno avvalersi del primo banco (ex Grimaldi, tanto per capirci). Per adesso cerchiamo di tamponare e chiudere la seduta così. Vi chiedo di fare silenzio perché stiamo iniziando, anzi, abbiamo iniziato la seduta.


Argomento: Ordinamento regionale

Proseguimento esame disegno di legge n. 294, inerente a "Legge annuale dell'ordinamento regionale. Anno 2018"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 294, inerente a "Legge annuale dell'ordinamento regionale. Anno 2018", di cui al punto 4) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Nella seduta antimeridiana odierna è proseguito l'esame del provvedimento.
Sono stati votati gli articoli dall'87 bis all'88 bis; sono stati lasciati in sospeso gli articoli 87 octies decies, 87 novis decies, 89 novies e all'articolo 88 ter sono stati illustrati gli emendamenti rubricati al numero 3), 25) e 4).
Riprendiamo con la discussione generale sugli emendamenti all'articolo 88 ter.
Emendamento rubricato n. 3) presentato da Tronzano.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 25) presentato da Cassiani.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 4) presentato da Tronzano.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cassiani.



CASSIANI Luca

Grazie, Presidente.
Terminando il ragionamento, più che sull'illustrazione dell'emendamento sulla vicenda generale, vorrei ricordare all'Aula, perché credo sia importante, anche a futura memoria, che si ricordi la vicenda relativa al distanziometro e alle prime importanti ordinanze che sono pervenute dal Tribunale di Torino.
Velocemente, vorrei leggere un passo che la dottoressa Bosco, III Sezione Civile del Tribunale di Torino, ha recentissimamente (31 ottobre u.s.) dichiarato e ritenuto in un'ordinanza: "Il Comune di Torino non ha contestato i dati della perizia di parte." - ci fu una perizia riguardante il distanziometro - ". ha evidenziato che, in base alla circolare esplicativa della Regione Piemonte, prodotta in atti, la legge regionale 9 del 2016 non prevede mappatura dei luoghi sensibili come requisito di attuazione." - questo è senz'altro vero - ". in realtà, praticamente su 99,32% del territorio urbano di Torino non è possibile installare macchine da gioco; il restante 0,68 è praticamente infruibile, trattandosi di spazi molto ridotti e frammentari che non consentono l'apertura di un locale. Ne consegue in pratica che sul 100% del territorio cittadino non è possibile collocare apparecchi di gioco all'interno di attività aperte al pubblico".
Segue l'ultima parte: "Visto questo dato oggettivo, ad oggi non contestato che quanto meno sul 99,32% del territorio comunale non sia possibile collocare apparecchi da gioco, pone in effetti un problema di costituzionalità delle norme sotto vari profili. Lo stato di fatto ha ingenerato, in effetti, un sostanziale divieto di gestire macchine da gioco, attività imprenditoriale consentita, sebbene da regolamentare e limitare a tutela di altri e pregnanti interessi costituzionali. Il bilanciamento degli interessi costituzionali in gioco per aver portato nel caso del Comune di Torino a una totale negazione della possibilità costituzionalmente garantita di gestire un'attività imprenditoriale lecita.
Sul punto occorrerà valutare l'esito dell'udienza di merito". Poi ovviamente, fissa udienza di merito, dopo aver fatto questo tipo di ordinanza.
Una sola battuta per commentare quest'ordinanza. Intanto si apre un ragionamento, se non altro, sulla costituzionalità o meno di questo distanziometro, perché in alcuni casi, in cittadine di 500, 1.000 o 2.000 abitanti, è facile ragionare sui 500 metri, ma in una città come Torino o capoluoghi di provincia, come Alessandria, Novara, Cuneo, facendo centro sul luogo sensibile e tirando col compasso un cerchio di 500 metri, di fatto si esclude in modo categorico un'attività imprenditoriali lecita in quel territorio.
Questo pone due ordini di problemi: costituzionalmente parlando, ritengo ma ovviamente sarà il Tribunale e speriamo la Corte a dire la sua.
Primo. Viene vietata un'attività lecita in alcune zone dell'Italia e in altre no e questo mi pare discriminatorio dal punto di vista dell'articolo 3 della Costituzione, perché la parità formale e sostanziale dei cittadini non c'è. Di fatto, un imprenditore di Novara non può svolgere un'attività lecita, mentre uno di Varese, a tre chilometri di distanza, può farla.
Primo problema.
Secondo. Di fatto è anche una discriminazione nei confronti dei cittadini: alcuni cittadini hanno (tra virgolette) la possibilità chi svolgere un'attività legale in un luogo, altri devono uscire dalle cinte daziarie di una città come Torino di molte, molte decine di chilometri.
Questo è un fatto che io ritengo importante; spero che il Consiglio ne tenga conto. Se non dovesse tenerne conto, spero che averlo messo a verbale possa consentirci in futuro - spero, quanto prima - di tornare con un ragionamento più compiuto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cassiani.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Non avrei voluto riprendere la parola su questo tema, ma purtroppo la poca serenità con cui si è voluto tornare, in sede di omnibus, su un tema così importante e delicato, come tutti gli altri, m'impone di fare qualche riflessione nei pochi minuti che ho a disposizione.
Innanzitutto, vorrei che fossero chiare alcune cose. La legge mira innanzitutto, a prevenire il gioco d'azzardo patologico ed è proprio sulla prevenzione che è tarato il fatto di non permettere di trovare vicino a punti sensibili tante macchinette o l'utilizzo delle macchinette h24.
I dati in controtendenza rispetto al resto dell'Italia nel volume delle giocate non credo siano frutto del caso, anche se non c'è la prova matematica di quanto sia dovuto alla limitazione degli orari e quanto al distanziometro. Fatto sta che, dopo anni di crescita continua, negli ultimi due anni, si è assistito a una decrescita del volume del gioco. Questo è un dato di fatto e ognuno lo interpreti come vuole.
Non sappiamo, lo si è detto nella Commissione, se a questa riduzione corrisponde un minor numero di teste giocanti o solo una minor mole complessiva di gioco, ma c'è una ricerca e un'indagine per comprendere questo. In ogni caso, è una mera petizione di principio affermare che se chiudo le macchinette, il gioco si travasa automaticamente sull'online. Il trend di aumento del gioco online italiano, addirittura, da qualche dato che abbiamo in mano, dimostra che in Piemonte vi è una piccola controtendenza positiva anche da questo punto di vista. È chiaro che il tema giuridico è quello del bilanciamento degli interessi diversi, tra quello di esercizio dell'attività economica e quello della tutela della salute.
Il TAR, nelle diverse ordinanze che hanno negato la sospensiva alle ordinanze dei Comuni, anche nelle sentenze di merito che ne hanno confermato la legittimità, ha spesso detto che la sospensiva non veniva concessa e le ordinanze venivano confermate nella loro legittimità, perch si riteneva che l'interesse verso la salute fosse preminente rispetto a quello delle attività economiche.
Sul distanziometro la Corte Costituzionale ha già avuto modo di pronunciarsi rispetto a una legge diversa dalla nostra, la legge della Regione Puglia. La sentenza n.107 del 2017 afferma: "Il legislatore pugliese" - il distanziometro lì era calcolato sui 500 metri, esattamente come da noi - "non è intervenuto per contrastare il gioco illegale né per disciplinare direttamente le modalità di installazione e utilizzo degli apparecchi da gioco. Il legislatore è intervenuto per evitare la prossimità delle sale e degli apparecchi da gioco in determinati luoghi, ove si radunano soggetti ritenuti psicologicamente più esposti all'illusione di conseguire vincite e facili guadagni e quindi al rischio di cadere vittime delle dipendenze da gioco d'azzardo".
Che in punta di principio il distanziometro sia illegittimo costituzionalmente, la Corte ha già detto il contrario. Certo, la Corte potrebbe tornare a valutare se l'applicazione della misura rispetto al fatto concreto che in molte realtà porti alla scomparsa di gran parte delle macchinette, porti quel bilanciamento degli interessi troppo sperequato in un senso piuttosto che nell'altro. Mentre di retroattività io non parlerei perché la nostra legge non ha un effetto retroattivo.
Mi auguro che, o per intervento superiore o per nostra volontà, ma concreta, cioè scevra dagli eccessi di toni e di discussioni, quindi con un ragionamento pacato, si torni a valutare il bilanciamento degli interessi.
L'Assemblea, ovviamente, è sovrana, ma non credo che l'omnibus e toni così accesi come abbiamo visto in questi ultimi mesi siano uno strumento utile al riguardo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tronzano; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea

Mi consenta il Consigliere Appiano di usare ancora toni accesi o perlomeno, frasi ad effetto. Credo che adesso sia giusto vietare vicino a luoghi sensibili, quindi a tutti gli esseri umani, l'apertura di pasticcerie perché a qualcuno potrebbe venire il diabete! Potendo venire il diabete credo sia utile, in uno Stato etico, avvisare i cittadini di questo rischio e quindi chiudere la pasticceria. Il ragionamento non può non essere effervescente, ma i toni non possono non essere accesi su principi fondamentali come la libertà economica.
Qualche collega mi diceva: perché ti arrabbi? Perché sono temi talmente importanti che credo che non si debba derogare alla polemica, sempre nella legittimità e sempre mantenendo l'educazione, questo sia ben chiaro. Ci si può scaldare anche volentieri perché sono temi importanti.
Tuttavia, al tempo stesso, mi fa piacere l'apertura del Consigliere Appiano, perché credo che questo sia il modo giusto. L'omnibus potrebbe non essere il palcoscenico sul quale ragionare su questa legge, ma se c'è il bilanciamento degli interessi e interessa questo bilanciamento, proviamo a ipotizzare, ma non lasciamo cadere nel vuoto la proposta del Consigliere.
Come ci muoviamo in questo senso? Si può aprire in Commissione qualche ragionamento? Secondo me è molto importante.
Certamente, e lo ripeto, per noi la salute delle persone è importantissima e il fatto di non abbandonare le famiglie che hanno in caso un problema di gioco patologico è prioritario, ma al tempo stesso prevenzione non vuol dire espulsione dal circuito economico, lo diceva il Consigliere Cassiani prima. Circa il 99 per cento del gioco da intrattenimento è vitato nella città di Torino.
Credo che su quest'aspetto bisognerà riflettere, magari non oggi, visto che la proposta sull'omnibus non è accettata, ma credo che nei prossimi mesi occorra ritornare sul ragionamento.



PRESIDENTE

Volevo capire se abbiamo concordato tutti assieme che i Consiglieri possono stare senza giacca. Non fa caldo, quindi vi invito a rimettere la giacca.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossi Domenico; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io sul tema in discussione, anche perché ritengo la Commissione di ieri molto importante.
Molte delle cose che ha detto il collega Appiano le condivido, per cui cercherò di non ripetere per non rubare troppo tempo all'Aula, perché ha bisogno di approvare l'omnibus che da tanto tempo ci vede qui in Aula.
Un elemento non è emerso, la sottolineatura che voglio fare spero lo metta in evidenza: è un elemento di contesto e anche di processo. Sembra che la storia della lotta al gioco d'azzardo patologico o della malattia, in quanto gioco d'azzardo patologico, nasca soltanto due-tre anni fa, ma noi non possiamo comprendere perché molte Regioni prima del Piemonte e il Piemonte per ultimo siano intervenute in questo senso, se non andiamo a vedere il contesto in cui questo è avvenuto.
Qui non c'è il tempo per andare nel dettaglio, ma due dati li dobbiamo ricordare, anche stando all'esempio della pasticceria che faceva il collega Tronzano.
Una delle differenze tra le slot e la pasticceria è che non c'è stata ancora in Italia la decisione del Governo di fare cassa con l'aumento dell'offerta e dello stimolo a mangiare dolci. Qui cos'è che è avvenuto? È avvenuto che, negli ultimi trent'anni, siamo passati da un Paese dove il gioco, sia culturalmente sia dal punto vista legislativo, era visto come qualcosa che poteva costituire un pericolo (e tale era considerato culturalmente e dal punto di vista legislativo) a qualcosa invece di lecito e addirittura da spingere, perché se più persone giocano, più soldi entrano nelle casse dello Stato. Tant'è che quando abbiamo avuto la discussione e la dialettica con il Governo, uno dei temi fondamentali che il Governo ci aveva posto era proprio la questione del bilancio dello Stato.
Questo è il tema e la contraddizione che è esplosa con le leggi regionali e, in particolare, con la legge regionale del Piemonte. Non si pu risolvere questa contraddizione chiedendo semplicemente al Piemonte di fare un passo indietro, ma chiedendo a questo Paese di rivedere la politica che in questi decenni, ha fatto su questo tema.
L'altro elemento di contesto è che questo fenomeno è diventato così pervasivo che l'Italia - questo ieri è stato detto con chiarezza ma lo sapevamo già - è il quarto Paese in assoluto nel mondo per perdita al gioco. Il quarto Paese al mondo! 19 miliardi persi nel 2016. Questo vuol dire che siamo nella classifica con Stati Uniti, Cina, Giappone, cioè stiamo parlando di un piccolo paese che su questo fenomeno supera Paesi con popolazioni molto superiori a quella italiana.
Questo non può non farci interrogare sul fatto che, evidentemente, siamo di fronte a un elemento di straordinarietà in Italia, che ha portato le Regioni a fare delle scelte che probabilmente sarebbe stato meglio evitare adottando una politica nazionale però diversa, cioè evitando di portare il Paese a essere il quarto nel mondo per soldi persi giocando, che, come sappiamo, sono soldi che vengono definiti non solo da Cavour, come ha citato qualcuno questa mattina, la "tassa sui poveri", perché sono le fasce più deboli che perdono quei soldi.
Il dato ha visto, anche negli anni della crisi, aumentare la raccolta in maniera costante, e anche mentre il Paese era in profonda crisi: mentre aumentavano i disoccupati e calava il PIL, la raccolta del gioco d'azzardo aumentava. Quindi, anche questo è un elemento di rilievo.
Concludo, signor Presidente, dicendo che la questione dell'andamento è importante, perché è evidente che servirebbe una politica integrata nel Paese, perché quello che succede in Piemonte, se si discosta da quello che succede in Liguria e in Lombardia, non aiuta soprattutto le zone di confine. Ma io credo che il Piemonte in questo momento sia un laboratorio anche per gli altri, per capire se effettivamente quello che sta succedendo può essere d'aiuto in questa direzione.
Sicuramente gli effetti per quanto riguarda la prevenzione non possono essere misurati sull'immediato, anche perché, come spiegava bene ieri il dottor Giarre in Commissione, il fatto di togliere la macchinetta e avere le persone che non trovano più la macchinetta nel bar dove normalmente bevono il caffè, mentre fino all'altro ieri ovunque tu andassi avevi una macchinetta con uno stimolo a giocare, sicuramente ha un effetto che non si misura nel giro di tre-quattro mesi, ma nel giro di qualche anno.
Sui numeri sicuramente in questi mesi e in questi anni abbiamo assistito a degli annunci che non erano fondati, ma se dobbiamo essere cauti nell'interpretare quelli di ieri, sicuramente dobbiamo smetterla di dare dei numeri che non sono fondati o, come si fa nel caso dell'ordinanza sicuramente l'elemento di avere un'ipotesi giuridica su una perizia di parte va superato. È bene che anche la Regione si ponga il problema di avere dei dati istituzionali su quanti esercizi effettivamente sono chiusi o possono essere aperti in percentuale nei diversi territori.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, la parola all'Assessora Pentenero per il parere della Giunta.



PENTENERO Giovanna, Assessora regionale

Il parere è contrario, come abbiamo già espresso per il primo emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Hanno votato contro i Consiglieri Ferrentino, Ravetti e i Consiglieri dell'ultima fila; il Consigliere Bono ha votato contro, così come i Consiglieri Andrissi e Valetti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 25), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Si aggiungono i voti contrari dell'ultima fila, più quello favorevole di Bono.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 88 quater



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 2) presentato da Tronzano.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tronzano per l'illustrazione.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento riguarda la non retroattività della legge, nel senso che vogliamo andare nella direzione auspicata anche dal Consigliere Appiano ovvero la prevenzione, poi successivamente corretta dal sottoscritto dicendo: "Sì, bene la prevenzione, ma cerchiamo di non creare una distruzione o di non creare un effetto espulsivo". Quest'emendamento sostanzialmente modifica l'effetto retroattivo e le distanze di 500 metri in ossequio anche alla Conferenza Stato-Regioni che si è tenuta nel 2017.
Oggi in Piemonte contiamo 10.000 congegni in meno, quindi tutto sommato una diminuzione c'è stata, ed è evidente che la riduzione del gioco è anche dovuta a questa diminuzione del 30 per cento delle macchinette da gioco.
Ribadisco, e lo dico soprattutto all'Assessora Pentenero, che in Italia parliamo dell'Italia, ma successivamente parleremo anche della Regione Piemonte - i posti a rischio sono 150.000 su questo tipo di settore, perch siamo la quarta economia italiana nel gioco di intrattenimento (non gioco d'azzardo) lecito, legittimo, legale dal 2004 e conseguentemente gli imprenditori, essendosi organizzati in una certa maniera, hanno creato pensate - 150.000 posti di lavoro che oggi sono a rischio.
Questo è quanto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cassiani.



CASSIANI Luca

Grazie, Presidente.
Un'annotazione solo per sottolineare due questioni: la prima - non me ne voglia il Consigliere Rossi - è che siamo sotto altri Paesi, quindi siamo settimi, ma non cambia nulla.
La seconda riguarda invece le considerazioni giuridiche che poneva il Consigliere Appiano, che sono interessanti. Faccio notare una questione: il Consigliere Appiano fa riferimento a una vicenda sulla quale evidentemente la Corte Costituzionale ha detto che la Regione può e ha titolarità nell'intervenire sulla normativa; diverso è il caso per l'opposizione a ordinanza-ingiunzione, della quale ho parlato. Sono cose diverse: da una parte, si tratta di un potere delegato dalla legge alle Regioni, che nessuno ha mai messo in contestazione, tanto più che ovviamente in tutte le Regioni sugli orari e sulle modalità si è sempre legiferato.
In questo caso, invece, un cittadino impugna l'ordinanza-ingiunzione con cui il Comune gli impone di pagare una somma di denaro a fronte del fatto che ha tenuto accesa una macchina nell'ambito dei 500 metri. Ebbene, è cosa molto diversa, perché qui viene in considerazione tutta un'altra serie di valori costituzionali, che sono: il diritto d'impresa, l'effetto espulsivo il fatto che il distanziometro opera in certe zone del Piemonte in un modo e in altre in modo diverso, che le città che hanno una grande densità hanno uno svantaggio rispetto alle piccole città, che attorno ad alcune cittadine si crea una fascia che in qualche misura può essere utilizzata, mentre attorno a città di una certa grandezza come Torino è diverso.
Ecco, volevo solo che fosse chiaro che non si può fare confusione sulle pronunce del Tribunale e della Corte. Da una parte, nessuno ha mai messo in dubbio la possibilità e - l'abbiamo riconosciuta tutti - la giustezza delle posizioni che vogliono che la Regione si occupi dei ludopatici, di chi ha un problema di gioco d'azzardo patologico (ci sono i SERT che se ne occupano), la formazione, l'informazione, le campagne, tutto quello che ci siamo detti, e su questo nessuno ha mai posto questioni.
La vicenda vera era relativa a questa norma del distanziometro, che è un punto di una legge articolata - legge che, tra l'altro, condivido in grande parte - se questo è un punto che costituzionalmente pone alcuni cittadini o alcune categorie (gli imprenditori, per esempio) in una condizione sfavorente o diversa rispetto ad altri imprenditori su territori diversi dello Stato (Liguria e Lombardia). Il mio intervento era solo perché fosse a verbale che si tratta di cose imparagonabili, poiché hanno oggetti completamente diversi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Solo qualche precisazione.
Innanzitutto mi fa piacere che si affermi che nessuno aveva messo in discussione che il distanziometro, in quanto misura, fosse incostituzionale o costituzionale, quindi usciamo da questo dibattito - peraltro in linea con quanto affermato dalla Corte costituzionale - dicendo che le Regioni hanno potestà legislativa anche in misura di applicazione di un distanziometro.
Semmai la valutazione che ex post potremmo fare è che, con una mappatura seria in mano e quando la legge sarà anche pienamente applicata, poiché a oggi tutto il ragionamento che spostiamo da una macchinetta di un certo tipo ad una macchinetta di un altro tipo si regge sul fatto che sulle sale gioco il distanziometro non è applicato, quando tra qualche mese anche sulle sale gioco si applicherà il distanziometro, quella discriminazione non ci sarà.
Casomai, una valutazione diversa sul bilanciamento di interessi diversi pu essere fatta non mettendo in discussione la misura in quanto tale del distanziometro, ma l'applicazione concreta in un quadro geografico e demografico di distribuzione di densità abitativa della nostra specifica regione.
Io non credo - lo ribadisco - che abbiamo introdotto una norma retroattiva.
Perché non stiamo legiferando in materia di modalità di installazione e utilizzo degli apparecchi, né in materia di ordine pubblico, cosa per cui non saremmo costituzionalmente legittimati a fare.
Noi stiamo valutando una misura di prevenzione in campo sanitario e di salute. Quindi, da questo punto di vista, se non s'immagina di intervenire sull'esistente, sarebbe come se decidessimo di non intervenire. Dunque, non la porrei proprio sul piano della legittimità di una retroattività o meno di una norma.
Se non applichiamo una norma a ciò che c'è, visto che la applichiamo nel momento in cui le macchinette hanno la diffusione più ampia e disparata possibile, sarebbe come dire che non facciamo una legge o che non applichiamo quel tipo di misura.
Ultima considerazione - perché spesso vengono citati - sugli accordi nazionali: mi auguro che prima o dopo lo Stato voglia legiferare in materia. Perché, forse, l'uniformità dal punto di vista delle installazioni, e quindi delle autorizzazioni, la può normare lo Stato, non certo noi.
D'altro canto, per onestà intellettuale, vorrei che tutti dicessimo che ragionare di distanziometro o ragionare di riduzione proporzionale della distribuzione delle macchinette sono due misure alternative tra loro che non possono trovare una sintesi: perché una risponde all'idea che sia più utile avere poche macchinette, ma ovunque; l'altra risponde all'idea di distanziare dai punti sensibili la disponibilità di macchinette, che è la scelta che noi, unanimemente, abbiamo fatto come Consiglio regionale.
Se si vuole rimettere in discussione il presupposto, non ce la caviamo dicendo che basta applicare la nuova linea di tendenza nazionale, perché di per sé è alternativa.



PRESIDENTE

Assessora Pentenero, vuole esprimere il parere della Giunta regionale?



PENTENERO Gianna, Assessora regionale

La Giunta esprime parere contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 88 quinquies



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 5) presentato da Tronzano.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tronzano per l'illustrazione.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Certamente, far normare a livello nazionale il gioco di intrattenimento dal Movimento 5 Stelle sarebbe come mettere Poldo in una paninoteca! Credo che dovremmo ragionare - almeno chi non è contrario pregiudizialmente e ideologicamente ad un certo tipo di filosofia, cioè della libertà di impresa soprattutto - su un aspetto che, a mio avviso, ci stiamo un pochino dimenticando in questa fase. Credo che sia importantissimo aggiungere anche delle considerazioni. Lo dico, perché ritengo sia importante anche capire che cosa sta succedendo, proprio per cercare di verificare se si potrà trovare nel prossimo futuro una quadra.
Su 100 euro di giocato, 70 euro vengono restituiti, perché le vincite ci devono comunque essere, non al singolo giocatore, ma in generale sul volume delle giocate (parliamo, quindi, del 70%). Rimane il 30 per cento. Su questo 30% "perso", il 21% va allo Stato. Tra l'altro - lo dico anche gli amici del Movimento 5 Stelle - l'attuale DEF sta già normando il PREU per gli anni 2022, 2023, eccetera, come se il gioco continuasse ad esistere.
Ricordo che il PREU è la tassa che pagano i concessionari conseguentemente, è già stata inserita nel DEF, perché i conti, in qualche maniera, devono tornare.
Quindi 21 euro vanno allo Stato e nove euro vanno alla filiera, e devono essere divisi fra concessionari, distributori ed esercenti: nove euro lordi! Non so se riusciamo a capire di che dimensioni parliamo: il 70% viene restituito rispetto al 100% di giocato; nove euro su 100 vanno alla filiera. Sostanzialmente, il gestore - l'ultimo della filiera - prende quattro euro lordi.
Stiamo parlando di dimensioni veramente piccole rispetto ai ragionamenti che sto sentendo qui, sul cercare di limitare il più possibile questo tipo di settore.
Ho fatto queste precisazioni perché, se conosciamo i numeri, quest'aspetto potrebbe anche evitare, magari, delle enfatizzazioni su argomenti che forse, non meriterebbero tale enfasi.
L'emendamento in questione, il n. 5), cerca di evitare lo spezzettamento del gioco: cioè il giocatore compulsivo, se ha orari diversi sul territorio regionale, naturalmente va ovunque possa giocare in orari diversi, anche di notte.
Quest'emendamento, quindi, cerca di omogeneizzare gli orari delle sei ore di chiusura durante il giorno.



PRESIDENTE

Grazie, collega Tronzano.
Emendamento rubricato n. 24) presentato da Cassiani.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cassiani per l'illustrazione.



CASSIANI Luca

Questo emendamento fa pendant col precedente - uno riguarda l'articolo 5 l'altro l'articolo 6 - e cerca di emendare l'aspetto del distanziometro per quanto riguarda i piccoli centri. Ovviamente il ragionamento che ho fatto cui mi richiamo, è lo stesso.
Io mi auguro che ci sia ancora tempo in questa legislatura per tornare sul tema. Sono sempre molto scontento quando le vicende politiche approdano nelle aule giudiziarie, cioè quando non si riesce a dare una risposta politica ad una richiesta forte che arriva dal territorio.
Ci tengo a sottolineare che al riguardo è pervenuta una richiesta forte dagli imprenditori insieme ai lavoratori. Per la prima volta nella mia vita (che non è neanche tanto corta) ho assistito a una manifestazione che vedeva tutte le categorie degli imprenditori del gioco legale e della relativa filiera in Piemonte, insieme ai sindacati, alla stessa manifestazione. Fatto straordinario! Ci sono i comunicati stampa nazionali di CGIL, CISL e UIL che richiamano sulla filiera nazionale e dicono che, in realtà, la situazione più delicata è quella del Piemonte.
Mi auguro che non si debba ricorrere privatamente, come purtroppo stanno facendo tanti cittadini, attraverso le opposizioni alle ordinanze ingiunzioni dei Comuni. Vediamo come andrà a finire quella di Torino, che mi pare quella allo stato più avanzato. Vedo anche che ci sono ricorsi a tutti i tribunali: dai TAR al Consiglio di Stato e forse si preannuncia anche la Corte Costituzionale.
Se noi deleghiamo la forza della politica, le decisioni politiche, alla magistratura amministrativa, contabile, costituzionale e ordinaria, come quella del tribunale di Torino, perché non siamo in grado di ragionare insieme e trovare una strada, non facciamo un bel servizio alla politica.
Nel nostro Paese, questo riguarda tantissime questioni: dall'eutanasia ad altre vicende come le unioni civili, dove ci sono una serie di sentenze in cui la magistratura è sempre un po' più avanti della politica nel riconosce i bisogni del Paese.
Io mi auguravo e mi auguro ancora, visto che credo nella politica, che possano essere le aule legislative a decidere quali sono le norme dello Stato. Invece, purtroppo, ogni anno mi rendo conto sempre di più che bisogna rivolgersi alla magistratura, alla quale deleghiamo spesso decisioni che non siamo in grado di prendere, che non vogliamo prendere o che prendiamo in modo sbagliato. Alla fine, anche riguardo a questa vicenda ahimè, lo devo dire - sarà la Corte Costituzionale a decidere se il distanziometro con l'effetto espulsivo è una norma che lede interessi e diritti costituzionalmente rilevanti o no. Io mi auguravo che potessimo essere noi, però purtroppo devo dire che fanno bene coloro i quali si rivolgono ai tribunali se non hanno risposte dalla politica, come non le hanno avute ben altri tipi di situazioni e questioni (parlo del fine vita ma potrei fare esempi di ogni genere per quanto riguarda le grandi battaglie civili di questo Paese).
Bisogna rimanere proibizionisti sempre o antiproibizionisti sempre: non si può fare antiproibizionismo a giorni alterni, perché insieme a questi problemi ci sono anche quelli della tossicodipendenza e dell'alcol, sui quali però, devo dire, non ho visto la stessa attenzione da parte di questo Consiglio, come, invece, sul gioco legale.
Grazie.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta?



PENTENERO Giovanna, Assessora regionale

Il parere della Giunta è contrario. Voglio ricordare, in modo particolare per l'emendamento 24), che andremmo a toccare l'autonomia regolamentare dei Comuni e quindi toccheremmo un altro terreno minato.
Mi permetto anche di ricordare che il Consiglio ha lavorato su una norma volta a prevenire e contrastare il fenomeno della ludopatia, quindi l'ambito d'intervento è stato un ambito che personalmente considero coraggioso. I numeri non possono essere interpretati (mi rivolgo, in modo particolare, al Consigliere Tronzano): i milioni (163) persi dei cittadini che hanno giocato sono i milioni che derivano dalla differenza tra il giocato e la perdita leale, al netto della quota che deve essere versata all'erario per le norme nazionali. Non mi sembra siano somme del tutto irrilevanti, per le quali si possa dire di rimandare a qualche altra imposizione che possa arrivare da qualche altra parte.
Il fatto stesso che la legge non sia stata impugnata dal Governo conferma che ci siamo mossi nell'ambito delle competenze regionali e questo è il motivo per il quale, ad esempio, in merito alla norma che riguarda i Comuni si esprime un parere contrario e s'invita a non toccarla, perché andremmo a toccare la potestà regolamentativa dei Comuni.
Nell'ambito delle nostre potestà, qualche risultato positivo può essere letto. Forse bisognerà anche comprendere cosa succederà da un punto di vista nazionale. Il decreto che derivava dall'accordo Stato-Regioni non è mai stato fatto. All'interno della legge di stabilità c'è un articolato in cui si annuncia la volontà di esprimere una norma nazionale, ma, nel frattempo, gli interventi sulle ludopatie sono entrati nei livelli essenziali di assistenza che noi dobbiamo garantire e forse abbiamo il dovere di legiferare in tal senso. Questa legge aveva anche l'obiettivo di rispondere agli interventi dei livelli essenziali, per i quali siamo chiamati a rispondere dalle norme legate alle attuazioni sanitarie.
Riguardo al tema dell'espulsione, ieri abbiamo sentito il parere degli esperti: o riteniamo che i tecnici esperti siano tecnici esperti altrimenti non esiste dibattito o, meglio, esiste un dibattito che pu andare all'infinito, che è legato all'opinione di ciascuno di noi, ma ieri i tecnici ci hanno spiegato come spesso la distanza sia un deterrente intorno al quale poter lavorare per ridurre la ludopatia. È esattamente il contrario di quello che oggi gli emendamenti vorrebbero testimoniare perché la distanza che intercorre tra lo spazio per il quale si aveva la possibilità di giocare sotto casa e lo spazio per il quale si ha la possibilità di giocare un po' più lontano introduce la variabile dello spazio temporale per la quale forse si può innescare un elemento di riflessione.
Questo serve per tutte le forme di dipendenza: nell'ambito della ludopatia nell'ambito della tossicodipendenza e nell'ambito dei consumatori di alcol.
Giustamente, come mi facevano notare i colleghi, abbiamo altri ambiti in cui la Regione, fatte salve le norme nazionali (ma in quel caso avevamo delle norme nazionali), ha legiferato in modo diverso, più restrittivo rispetto ad altre situazioni italiane. Pertanto, ritengo che siamo assolutamente in un ambito pertinente. Forse occorre avere la pazienza di analizzare i dati che arriveranno successivamente e provare a trarre eventuali altre considerazioni finali, che potranno anche essere di altra natura ma, al momento reale, la fotografia che ci viene consegnata è una fotografia (possiamo usare questo termine?) prudenziale e di interventi che hanno ridotto la perdita del gioco da parte dei cittadini piemontesi.
È evidente che esistono altre forme di gioco, ma è anche evidente che le altre forme di gioco non sono immediatamente fruibili e utilizzabili pertanto abbiamo contribuito a ridurre un po' quel dato impressionante che caratterizza la nostra regione e il nostro Paese, formato da persone che distruggono progetti personali e spesso di vita familiare intorno al tema del gioco.
Questo credo sia un elemento che possiamo osservare anche a occhio nudo nel momento in cui frequentiamo i territori, così come siamo abituati a fare.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 24), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 88 sexies



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 6) presentato da Tronzano.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tronzano per l'illustrazione.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento chiede di aggiungere, dopo il comma 6), l'istituzione di un tavolo di confronto e programmazione che riunisce annualmente Regione soggetti del settore del gioco e intrattenimento e soggetti del settore sanitario, per il miglioramento del carattere tecnico sugli apparecchi automatici e per discutere annualmente della situazione.
Il mio sogno è vedere un bel confronto fra i gestori, gli operatori del settore e l'ASL, perché credo che su questo si debba basare il nostro tentativo. Nel momento in cui mettiamo a confronto due entità che parlano linguaggi diversi, è possibile anche per noi, per la nostra riflessione che ci sia qualche miglioramento, perché i dati di ieri non corrispondono alle informazioni che ho io, per esempio.
Un tavolo di confronto, invece, potrebbe essere utile per un ragionamento.
Ne approfitto per ricordare le patologie da dipendenza. La classifica questo è importante, è data dall'ASL Città di Torino, aggiornata al 2017.
La prima dipendenza è l'eroina, con numeri che vanno da 2.864 nel 2013 a 2.719 nel 2017; il secondo è l'alcol, da 1.064 del 2013 a 1.282 nel 2017 la terza è la cocaina, da 513 nel 2013 a 712 nel 2017 (in aumento); la quarta è la cannabis, da 263 a 377 e soltanto al quinto posto arriva la dipendenza da ludopatia.



(Commenti della Consigliera Frediani)



TRONZANO Andrea

Cosa sto dicendo? Sto citando i dati, consigliera Frediani. Se ha bisogno glieli faccio leggere. Se ha bisogno di dati glieli faccio leggere, sono qua e li metto in evidenza, così almeno anche lei può scoprirli.
MIGHETTI Paolo (fuori microfono) Dovrebbe rivolgersi alla Presidenza.



TRONZANO Andrea

No, no, mi rivolgo al Presidente.



PRESIDENTE

Bisogna rivolgersi al Presidente.



TRONZANO Andrea

La quinta è il GAP, anch'esso in aumento, da 324 nel 2013 a 353; 324 persone rispetto alle 2.719 dell'eroina.
Credo, quindi, che l'Assessore faccia male e sbagli quando dice che dobbiamo tutelare il gioco compulsivo. Sbaglia perché ritiene e somma dentro questo tutto il settore del gioco da intrattenimento; invece occorre distinguere, a mio giudizio, chi purtroppo è entrato in questo loop negativo e deve essere curato, sostenuto e aiutato, compresa la sua famiglia, da chi invece gioca per intrattenimento. In particolare parlo delle AVP, che sono meccanismi che consentono una puntata da un euro - un euro - e soprattutto hanno meccanismi (le introdurranno prossimamente), ad esempio, il codice fiscale o altre cose, che evitano ed eviteranno ai giocatori compulsivi di giocare.
Si parla di un euro a giocata, tra l'altro con tempi di gioco molto più allungati, perché più brevi sono i tempi, più il giocatore compulsivo gioca.
Queste macchine, anche quelle in vigore oggi, hanno la giocata da un euro e hanno puntate che possono avvenire soltanto dopo un certo tempo. Questo placa il giocatore compulsivo.
Pertanto, ci sono valutazioni da fare che, a mio giudizio, sono fondamentali. Mettere in un unico calderone il gioco patologico con il gioco da intrattenimento, mi sembra sbagliato.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, procediamo con la votazione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 89



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 89.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 89 bis



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 8) presentato da Tronzano.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tronzano per l'illustrazione.



TRONZANO Andrea

Questo è l'emendamento che hanno adottato tutte le Regioni in procinto di applicare la legge sulle limitazioni, ovvero la sospensione.
Gli emendamenti 8) e 7) vanno in questa direzione: il tentativo è, visto che il decreto dignità prevede che entro sei mesi il Governo debba legiferare sul tema del gioco da intrattenimento, di chiedere in quest'ottica la sospensione, con l'emendamento 8), della legge complessiva e nell'emendamento 7), così mi porto avanti con i lavori, la sospensione sull'efficacia delle disposizioni di cui all'articolo 5, quello sul distanziometro.
Se volessimo fare una cosa saggia, a mio giudizio, potremmo bocciare l'8) che riguarda l'intera legge e sarebbe anche giusto e corretto, ma potremmo approvare - lo dico alla maggioranza - l'emendamento 7), che prevede soltanto la limitazione sull'articolo 5.
Quindi l'impianto della legge di prevenzione, d'informazione, di comunicazione, di cura, di attenzione, tutte le questioni che Grimaldi Appiano, il PD e i 5 Stelle sollevano giustamente ogni volta che si parla di quest'argomento, non verrebbero toccate, ma verrebbe toccato solo quello che sta creando il danno maggiore a chi ha già investito, ovvero il distanziometro. Ricordo che sia l'Istituto Superiore della Sanità, fonte autorevolissima ed Ente di diritto pubblico - chi ama lo Stato deve amare anche l'Istituto Superiore di Sanità, perché credo che sia un Ente di diritto pubblico assolutamente autorevole - e il Consiglio di Stato hanno detto che il distanziometro non è efficace; pure il Procuratore antimafia De Raho, mi pare di ricordare che, in una sua dichiarazione, ha detto che il distanziometro non serve.
Il Procuratore antimafia, non Tronzano.



(Commenti del Consigliere Rossi Domenico)



TRONZANO Andrea

Non l'ha mai detto?



(Commenti del Consigliere Rossi Domenico)



TRONZANO Andrea

Non l'ha mai detto. Adesso vorrei capire come il Consigliere Rossi possa dire che non l'ha mai detto. Io ho letto le dichiarazioni e le ho lette virgolettate e non smentite.



(Commenti del Consigliere Appiano)



PRESIDENTE

Io eviterei questo scambio di opinioni. Lasciamo finire il Consigliere Tronzano.



TRONZANO Andrea

È anche importante questo. Non c'è problema.



PRESIDENTE

Non durante la discussione, le regole sono diverse. Vi trovate fuori e.



TRONZANO Andrea

A oggi non ho visto smentite nel virgolettato del Procuratore antimafia.
Quindi tre organi importantissimi, il Procuratore antimafia, l'Istituto Superiore della Sanità e il Consiglio di Stato dicono che il distanziometro non serve.
Pertanto, se volessimo fare una cosa saggia, sospendiamo temporaneamente in attesa dello sviluppo del decreto dignità, approvando l'emendamento 7).



PRESIDENTE

Grazie, collega Tronzano.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Solo venti secondi: vorrei solo ricordare all'Aula che è già un anno che il distanziometro viene applicato in una gran parte di locali, perché la norma, che non è ancora operativa, perché il periodo transitorio era più lungo, è quella sulle sale gioco, ma per quanto riguarda le macchinette installate in bar o tabaccherie, non è che se oggi decidessimo, in punto di principio, di sospendere il distanziometro allora le macchine restano e cosa facciamo? Le reintroduciamo, per poi magari, tra qualche mese, quando il Governo o il Parlamento decidessero un'altra norma, le ritogliamo? Non credo che questo sia un metodo saggio di valutazione sulla legge.



PRESIDENTE

Grazie, collega Appiano.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Tronzano, il n. 7) lo vuole.
Prego, Consigliere Cassiani.



CASSIANI Luca

Leggo testualmente la dichiarazione del dottor De Raho, perché almeno è virgolettata: "Si tratta di formare persone, educare, vigilare e intervenire non solo con la repressione, ma attraverso altri organi. Credo che la politica dovrebbe spingere in questa direzione. Il proibizionismo non è assolutamente una soluzione".
Il gioco è un settore di grande rischio, tutto questo è contrastato.



(Commenti del Consigliere Rossi Domenico)



CASSIANI Luca

Lo dice.
È virgolettato. L'ho citato solo perché Tronzano, quando l'ha detto, è stato subissato, ma le parole sono virgolettate e non credo che il Procuratore che faccia valutazioni e dichiarazioni a casaccio.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 7) presentato da Tronzano.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 7) è stato già illustrato dal Consigliere Tronzano.



PRESIDENTE

Siamo in fase di discussione generale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi Domenico.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Cinque secondi, perché sta diventando ridicolo, poi non intervengo più Presidente.
Il Procuratore De Raho non ha parlato di distanziometro, ha parlato del fatto che non serve solo proibire, ma bisogna.
Non ha parlato di distanziometro, giusto per non mettere in bocca parole a personalità importanti. Detto questo, la nostra legge non proibisce sposta, quindi non è una legge proibizionista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tronzano.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Il mio voto, naturalmente, è a favore.
Relativamente a quanto detto dal Consigliere Rossi, adesso abbiamo anche l'interprete ufficiale della Magistratura, del Procuratore antimafia. Il dottor Rossi, Consigliere regionale, che è colui.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Un attimo. Cassiani.



(Commenti fuori microfono)



TRONZANO Andrea

Io ho dichiarato il falso.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

No, no! Cassiani! Però!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Cassiani e Rossi, finitela!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Per cortesia. Non mi fate sospendere il Consiglio!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Io ricordo.
Cassiani!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Non mi faccia di nuovo fare la stessa cosa che ho fatto l'altro giorno! Prego, Tronzano.



TRONZANO Andrea

Contribuisco alla tranquillità dell'Aula dicendo che il Consigliere Rossi Domenico è colui che interpreta il pensiero del Procuratore antimafia, lo abbiamo scoperto oggi e quindi lo ringraziamo, però non credo che il ragionamento da parte mia cambi, ovvero il Procuratore antimafia ha detto una cosa ben specifica, che a mio giudizio non è quella che dice Rossi.



(Commenti fuori microfono)



TRONZANO Andrea

Ricordo che l'emendamento 7) è quello che riguarda l'articolo 5.



PRESIDENTE

Grazie, collega Tronzano.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Chiedo una cortesia.
Poiché l'Assessora Pentenero non può essere presente nella seduta di martedì prossimo, chiedo di esaminare, visto che sono articoli ed emendamenti a sé, quindi non collegati ad altri temi, gli emendamenti n.
201), primo firmatario Consigliere Grimaldi; n. 233), primo firmatario Consigliere Ravello; n. 268), n. 267) e n. 260) a firma della Giunta e n.
265), prima firmataria Consigliera Frediani.



PRESIDENTE

Un attimo solo che dobbiamo vedere quali sono gli emendamenti.
ARTICOLO 92 bis



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 201) presentato da Grimaldi, Accossato, Appia no Ottria, Valle.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento può presentare rischio d'incostituzionalità, perch interviene in materia attribuita alla contrattazione collettiva, riservata alla potestà esclusiva statale.
Questo quanto gli Uffici ci hanno riferito.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Ne siamo consapevoli. E siamo anche consapevoli di aver proposto all'Aula un iter diverso. Avevamo proposto di presentare una proposta di legge al Parlamento in cui affrontare organicamente il tema dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici della cosiddetta gig economy. Come sapete il Presidente di questa Regione si è esposto su questo tema, dicendo che sul tema del divieto di cottimo avremmo dovuto urgentemente fare qualcosa.
Purtroppo, lo dico senza polemica, dai primi atti del decreto dignità e poi dal tavolo di lavoro ci aspettavamo che, almeno sul divieto di cottimo, si arrivasse in fretta a una soluzione.
Che cosa abbiamo pensato? Ringrazio i colleghi del Partito Democratico e delle forze di maggioranza che con noi hanno condiviso questa idea, a partire dal Consigliere Valle, relatore della legge.
L'idea è di utilizzare il tema della sicurezza stradale e della sicurezza della salute dei lavoratori per intervenire sul divieto del pagamento di cottimo in questa Regione. Credo che i dati siano chiari. Giovedì scorso un rider di Glovo, per l'ennesima volta, è caduto provocandosi la frattura della mascella.
Perché colleghiamo il tema del divieto di cottimo al tema della salute di questi lavoratori? È chiaro che, sempre di più, che lo si chiami caporalato digitale o che, in qualche modo, si veda della subordinazione, il tema del cottimo mette a repentaglio la vita di quelle persone. In che senso? Da quando sono stati tolti i salari minimi legali nei loro contratti e vengono solo pagati a consegna, che sia sotto la neve, che sia sotto la pioggia che sia durante i momenti peggiori del traffico quei rider, quei fattorini che cosa vogliono fare? Fare più consegne per arrivare a un minimo salariale decente. È su questa base che noi sfidiamo questa possibilità.
Sappiamo benissimo che potrebbe essere impugnato dal Consiglio dei Ministri, ma sapete qual è la cosa migliore? Se il Consiglio dei Ministri lo impugna, non credo che il Ministro Di Maio che, in qualche modo, ha detto che su questa vicenda vorrà intervenire, non faccia parallelamente un decreto migliore. Si prenda le prerogative e faccia una legge più estensiva.
Qualora non succedesse, e io credo che il Vicepremier Di Maio non impugnerà questa vicenda, dal giorno dopo, da domani, in Piemonte nessuno rider potrà più essere pagato a cottimo. Credo che questo punto di avanzamento è una cosa che regaliamo, di fatto, non solo alla discussione pubblica ma, in realtà, stiamo evitando che da domani questi ragazzi continuino a mollare il freno, così come chiedeva Foodora, per arrivare a un salario minimo legale, per arrivare a quella dignità che ogni lavoratore e lavoratrice dovrebbe avere.
Per questo vi chiedo di pensare al tema dell'incostituzionalità, ma non è l'omnibus che rischia di andare a casa. Qualora lo impugnassero, ci vorrà una legislazione nazionale. Non ce lo impugnano? Semplicemente abbiamo fato avanzare i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.



PRESIDENTE

Ci sono altre richieste di intervento? Consigliera Frediani, lei può solo intervenire in discussione generale perché non è tra i firmatari.
La parola all'Assessora Pentenero per il parere della Giunta.



PENTENERO Giovanna, Assessora regionale

Grazie, Presidente.
È indubbio che il valore espresso dall'emendamento presentato è un valore sicuramente alto e politicamente importante. C'è però il rischio di un'impugnativa di anticostituzionalità, a fronte anche di quelli che sono stati i pronunciamenti avuti in questo periodo in materia di sicurezza per i rider. E forse tra i due aspetti, tra quello che è l'aspetto valoriale e l'aspetto del rischio di un'impugnativa, credo che dovremmo far prevalere l'aspetto del buonsenso, ferme restando tutte le azioni politiche che potremmo mettere in campo affinché questa norma o comunque una disciplina di carattere nazionale possa essere introdotta.
Peraltro, i progetti di legge presenti all'interno delle Camere in tal senso arrivano da più Gruppi parlamentari, quindi c'è una volontà espressa anche dal Parlamento, ma credo che nel nostro agire politico potremmo trovare altri spazi e altre opportunità per andare in questa direzione.
Il rischio di un'impugnativa è molto alto, come ci dicono gli Uffici e come ha ben presente ciascuno di noi, quindi il buonsenso consiglierebbe di non approvare l'emendamento e di non accettare l'emendamento così come è stato proposto.



PRESIDENTE

È stata richiesta una sospensione dei lavori.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.02 riprende alle ore 17.16)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Stiamo aspettando il Consigliere Vignale, che aveva chiesto di intervenire.
È qua? Bene, collega Vignale, ha la parola, possibilmente nel silenzio dell'Aula.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intervengo non solo per esprimere il mio voto favorevole sull'emendamento.



(Brusìo in aula)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Scusi se la interrompo, Consigliere Vignale.
Consiglieri, siccome il collega Vignale sta intervenendo e l'Assessore dovrebbe ascoltare.
Con questo brusio, non può funzionare.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Dicevo, intervengo non solo per esprimere il voto favorevole sull'emendamento, ma anche per fare, se mi è permesso, una piccola considerazione.
È certamente vero che tutto ciò che riguarda la contrattazione nazionale (in termini di contratti di lavoro) è normato dallo Stato. È altrettanto vero, però, che questo Consiglio regionale ha votato, in un caso, una legge al Parlamento sul salario minimo, sempre in questa legislatura; in altri casi (penso, ad esempio, alla legge sull'attività venatoria, ma non è l'unico caso; penso, ancora, a pezzi di leggi di bilancio e altre norme) ha provato in qualche modo a "forzare" sulla normativa regionale quando riteneva che fosse necessario farlo, sapendo che, non essendo una norma completa ma un articolo di norma, l'unica cosa che sarebbe potuta accadere in caso di impugnativa sarebbe stata quella di vedere l'articolo decaduto.
Ci tengo però a sottolineare che ciascuno di noi conosce il valore economico con cui vengono purtroppo sottoscritti i contratti nazionali: 4,5 euro lordi l'ora! Cioè vi sono una serie di situazioni, che non sono soltanto quelle cui faceva riferimento il collega Grimaldi.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Colleghi! Il Consigliere Vignale sta cercando di intervenire e faccio fatica a sentire quello che dice. Non è che ciascuno può interloquire col proprio vicino di banco, non funziona così. Nemmeno alle elementari! Prego.



VIGNALE Gian Luca

Ma lei non può dare le note! Dicevo, avendo a mente ognuno di noi il costo orario con cui vengono remunerati alcuni lavoratori, nel rispetto dei contratti nazionali, non fosse altro come forma di volontà di intervento normativo per segnalare una situazione che non può più essere accettata all'interno di questo Paese credo sia doveroso fare questa riflessione.
Pongo un esempio un po' più calzante rispetto a quello di prima: mi riferisco, ad esempio, alla legge di cui abbiamo molto discusso nel pomeriggio di oggi, quella sulla ludopatia. Sapevamo bene, quando è stata approvata, che c'era un rischio di impugnativa.
Molte volte il Consiglio regionale, quando politicamente ritiene di dover "forzare", forza. E io credo che questa sia proprio l'occasione in cui valga la pena farlo, e lo dico sebbene l'emendamento sia stato presentato da un collega che, non fosse altro che dal punto di vista della teorica geografia politica, è all'opposto del luogo in cui siedo io. Ma quando ci sono delle buone proposte, che, in qualche modo, provano ad individuare differenti paradigmi di tutela del lavoro, credo che le stesse non debbano avere confini.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
A me spiace un po' che un tema così importante diventi quasi oggetto di non so neanch'io come definirlo, forse di provocazione.
Siamo consapevoli che quest'emendamento potrebbe essere oggetto di critica e, quindi, di invalidazione da parte del Governo.
Ci sembra che questo tentativo di forzare la mano sia, forse, un modo per portare avanti una propria iniziativa, dimenticando che il Governo, in realtà, è già impegnato su questo fronte: c'è un tavolo aperto; il Ministro Di Maio ha dichiarato fin da subito il suo interesse verso questa tematica è stata depositata una risoluzione da parte di una deputata del Movimento 5 Stelle che, per l'appunto, mira ad accelerare i tempi del dibattito su questo tema.
Io credo che l'azione che si vuole forzare oggi in Consiglio sia, più che altro, un modo per mettere una firma sull'iniziativa.
Spero di sbagliarmi, perché non c'è niente di peggio che cercare il consenso sulla pelle dei lavoratori. Quindi mi auguro che oggi non si vada a intraprendere in Consiglio un percorso finalizzato soltanto ad appropriarsi di una vittoria politica, e non a risolvere un problema.
Valuteremo; vediamo l'Aula come si esprimerà e decideremo anche a noi che tipo di votazione esprimere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 201), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 97 bis



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 223) presentato da Ravello, Vignale



PRESIDENTE

Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravello per l'illustrazione.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento si propone di intervenire sulla legge n. 28/2007, con riferimento alle modalità di assegnazione dei cosiddetti "assegni di studio", conosciuti anche come voucher. Il tema è questo. Tra l'altro, è anche oggetto di un'audizione alla quale l'Assessora Pentenero ha partecipato e dato, per quanto possibile, in quella sede.



(Commenti dell'Assessora Pentenero)



RAVELLO Roberto Sergio

Qualche settimana fa, Assessora.



(Commenti dell'Assessora Pentenero)



RAVELLO Roberto Sergio

Sì, Assessora. C'era un suo funzionario e c'era un comitato di mamme di studenti, che hanno evidenziato un problema legato all'assegnazione dei voucher.
Conferma? Era lei o una sua sosia?



(Commenti dell'Assessora Pentenero)



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie.
Dicevo che il tema è relativo alle modalità d'individuazione dei soggetti che possono beneficiare di questa forma di contributo e con il nostro emendamento chiediamo semplicemente di rimuovere una causa che consideriamo d'iniquità tra richiedenti di origine straniera e richiedenti di origine e nazionalità italiana. Infatti, se per gli italiani il soggetto controllante è chiaramente più agevolato nell'attività di verifica e controllo di veridicità della dichiarazione sostitutiva unica presentata dai richiedenti, non lo è, ovviamente, quando il richiedente non è di nazionalità italiana e, quindi, quando non esiste un soggetto, un'anagrafe una banca dati alla quale attingere.
Pertanto, chiediamo che tutti i richiedenti, tutti i soggetti che vogliono accedere a questa misura, specifichino le loro condizioni reddituali tramite presentazione del modello ISEE e, per i cittadini stranieri, una documentazione equipollente presentata e redatta dallo Stato di origine.
In questo modo, riteniamo si possa rimuovere un'evidente stortura che non può non saltare agli occhi guardando le graduatorie e le nazionalità dei soggetti beneficiari di questo tipo di misure, riportando quindi elementi di parità e di rispetto di requisiti che devono essere oggettivi e che devono prescindere dalla nazionalità, ovviamente.
Grazie.



PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi su questo emendamento.
Il parere della Giunta?



PENTENERO Giovanna, Assessora regionale

Il parere è contrario, ma tengo a fornire alcune spiegazioni.
Consigliere, ricordo benissimo, ma pensavo facesse riferimento a qualche altra assemblea pubblica. In un'audizione avvenuta in Consiglio, e precisamente tre martedì fa, ho detto semplicemente che era presente un emendamento e che sarebbe stato discusso dall'Aula.



(Commenti del Consigliere Ravello)



PENTENERO Giovanna, Assessora regionale

No, ma io ricordavo benissimo, però sembrava che avessi dato segnali di apertura nei confronti di quest'emendamento. Ci tenevo solo a precisare quest'aspetto. Quello che ho detto è che sarebbe stato discusso dall'Aula.
Sappiamo anche che uno strumento simile, ma in un contesto completamente diverso, sarà discusso dall'Aula in merito all'edilizia sociale.



(Commenti fuori microfono)



PENTENERO Giovanna, Assessora regionale

È già stato discusso, chiedo scusa. Perfetto, è già stato votato, quindi si potrebbe anche immaginare una coerenza rispetto ai due argomenti.
Trattasi di due procedure completamente diverse. Peraltro, per quanto riguarda l'ISEE utilizzato all'interno della legge 28 per l'applicazione dei voucher, è un ISEE per il quale noi abbiamo un controllo del 100 per 100 del reddito di un nucleo, legato al nostro sistema Paese e non a eventuali proprietà che possano essere riconosciute in altri Paesi di provenienza. Si tratta di un diritto che viene esercitato da un minore che accede alle nostre scuole e si tratterebbe di un diritto difficilmente verificabile, poiché, dopo un'affermazione di principio, le condizioni di quel nucleo e, quindi, le difficoltà all'interno delle quali si troverebbe il minore nell'accedere al sistema scolastico continuerebbero a permanere perché la ricchezza, in quel caso, avrebbe un valore che non riusciremmo n a misurare né a controllare e avrebbe soltanto l'efficacia di una dichiarazione di principio.
Pertanto, riteniamo di esprimere parere contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 223), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 97 ter



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 268) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 97 quater



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 267) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero per l'illustrazione.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Grazie, Presidente.
Approfitto per presentare gli emendamenti n. 268), all'articolo 97 ter, e 267), all'articolo 97 quater.
Durante la presentazione in VI Commissione delle eventuali modifiche al Piano triennale, ho rappresentato la possibilità di utilizzare tutte le provvidenze derivanti dal bilancio dello Stato, che possono essere utilizzate per far sì che la seconda graduatoria legata al tema del diritto allo studio per integrazione dell'offerta formativa, trasporti e POF, possa essere utilizzata in un'unica graduatoria e non in una sovrapposizione di graduatorie che, peraltro, oggi ne determinano anche una difficoltà di spesa, oltre che di gestione.
Per poter far confluire tutte le risorse abbiamo bisogno di modificare la legge 28, laddove precisava che le risorse legate alla 488 erano risorse che facevano riferimento a un bando comunale. Dobbiamo modificare la norma dicendo semplicemente che non saranno più effettuati i bandi comunali, ma si effettuerà soltanto un bando regionale. In questo modo, tutte le risorse finiranno in un'unica graduatoria, permettendo di far scorrere quella che oggi è una graduatoria per la quale abbiamo avuto un aumento dell'80 per cento delle domande, mentre con l'altra graduatoria, iscrizione e frequenza, arriviamo al 100 per 100 del finanziato.
Questo ci permetterebbe di equilibrare la situazione e arrivare a una forma di finanziamento che si attesta intorno alla fascia ISEE vicina ai 20.000 euro, ottenendo un risultato che consentirebbe di equilibrare gli effetti del diritto allo studio su tutto il sistema dell'istruzione, soprattutto andando a togliere quegli ostacoli che ci mettevano in una condizione di difficoltà sulla seconda graduatoria.
Sono due emendamenti collegati, perché toccano lo stesso contenuto in due articoli diversi. È stata suggerita la scelta di fare due emendamenti divisi, ma hanno un unico contenuto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Condivido lo spirito dell'emendamento, ma volevo solo chiedere una cosa perché non ho capito.
Precedentemente vi era una provvidenza, che negli anni passati ricordo essere di circa cinque milioni di euro, che erano i contributi che lo Stato trasferiva ai Comuni per il pagamento dei libri di testo, fino a 10.000 euro; tant'è che nella modifica della legge 28 noi escludemmo questa tipologia di provvidenza, proprio per evitare di dover controllare che una famiglia non avesse percepito dall'una e dall'altro.
Adesso, invece, queste risorse vengono gestite dalla Regione all'interno dei fondi della legge 28?



PRESIDENTE

Prego, Assessora Pentenero.



PENTENERO Gianna, Assessora all'istruzione

Sostanzialmente vengono gestiti dalla Regione in un'unica modalità.
È evidente che a questo punto non si potrà accedere all'uno o all'altro; si potrà accedere a un'unica provvidenza; peraltro, abbiamo rimodulato - sarà presentato nella formulazione del piano triennale - le fasce di reddito.
Ovviamente non tocca quest'emendamento, ma anticipo soltanto un elemento di discussione. Che cosa si è verificato negli ultimi anni? Che nell'utilizzo del voucher, molto più fruibili, flessibili e più semplici, le famiglie non accedessero più ai bandi dei Comuni. Sono risorse che sono sempre state regolate dalla Regione; venivano attribuite ai Comuni, i quali emanavano i bandi. Con l'utilizzo del voucher, molto più flessibile e più semplice, le famiglie non presentano più domanda ai Comuni per una spesa del tutto analoga, cioè spese di libri, quindi due spese che si andrebbero a sovrapporre.
In questo modo, permettiamo di raggiungere più famiglie e non si sovrappone la stessa cifra, garantendo un'equità del diritto allo studio. Mi sembra che sia davvero molto più equilibrata e non possa che essere apprezzata dalle famiglie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Mettiamo in votazione l'emendamento 268).
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 268).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 267).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 97 quinquies



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 265) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Con quest'emendamento proponiamo una modifica alla legge 63 del 1995.
Chiediamo di sostituire la lettera a) del comma 1) dell'articolo 11, con la seguente formulazione: "Enti pubblici e organismi di diritto pubblico che svolgano attività di formazione professionale".
Siamo all'interno dell'elenco dei soggetti che possono ottenere l'accreditamento per svolgere attività di formazione.
Questa proposta noi andiamo a suggerirla per garantire, o per consentire la possibilità di diventare Enti di formazione anche a soggetti che attualmente non possono esserlo, in particolare enti pubblici e organismi di diritto pubblico che svolgono attività o che intendono svolgere attività di formazione.
Non nascondiamo che lo scopo dell'emendamento è di consentire al Teatro Regio di esercitare un'attività di formazione e, quindi, di poter avviare un'attività di accademia; così come richiesto durante le audizioni dei sindacati dei lavoratori e anche del C.d.A. della Fondazione.
Crediamo sarebbe un valore aggiunto. È vero che l'Assessora Parigi, durante una seduta di Commissione, ha detto che non sarebbe la soluzione di tutti i problemi che in questo momento il Regio si trova ad affrontare, per sarebbe un valore aggiunto sia per il Teatro, che avrebbe la possibilità di creare un proprio vivaio e di offrire rappresentazioni e spettacoli a costo minore, anche in orari diversi rispetto a quelli degli spettacoli in abbonamento, sia per la città, perché potrebbe dotarsi di un'accademia in un ente lirico, uno dei pochi enti lirici della nostra Regione, quindi speriamo che quest'emendamento sia accolto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola all'Assessora Pentenero per il parere della Giunta.



PENTENERO Gianna, Assessora alla formazione professionale

Grazie, Presidente.
La legge n. 63 disciplina le modalità con le quali i soggetti accreditati possono partecipare al sistema della formazione e individua modalità diverse a seconda degli atti d'indirizzo con i quali vengono definiti i bandi e le diverse tipologie di formazione che noi destiniamo alle diverse fasce di cittadini piemontesi e non solo.
Introdurre una norma di questa natura vuol dire aprire a una quantità incredibile di soggetti che non andrebbero a rispettare la norma che oggi l'Unione Europea ci richiede per poter entrare all'interno del sistema della formazione, ovvero avere un riconoscimento all'interno del sistema di accreditamento. Tant'è che il Teatro Regio, tempo addietro, era accreditato all'interno del sistema della formazione, accreditamento che però non ha mai esercitato.
Noi abbiamo altri soggetti simili al Regio. Penso, ad esempio, al Teatro Stabile, poiché è stato fatto un riferimento chiaro ed esplicito al tema del Teatro Regio. Faccio riferimento ad altri sistemi teatrali, che afferiscono al sistema della formazione professionale, perché hanno chiesto e ottenuto l'accreditamento e partecipano ai bandi di riferimento.
Quindi oggi, andando a introdurre una norma di questa natura, senza introdurre una regolamentazione specifica, correremmo il rischio d'introdurre all'interno del sistema dei soggetti che non avrebbero titolo a partecipare alle diverse misure previste dal bando e che destabilizzerebbero in modo significativo il sistema della formazione.
Le norme europee ci richiedono un sistema di accreditamento che è stato diversificato, tant'è che abbiamo, ad esempio, altre strutture, come le istituzioni scolastiche, che hanno un sistema di accreditamento e partecipano ai bandi della formazione e che, a seconda delle misure che vengono definite, possono esercitare la propria attività.
Prova ne è, appunto, che il Regio tempo addietro aveva un accreditamento che poi ha lasciato decadere e oggi, se volesse entrare all'interno del sistema della formazione, potrebbe riaccreditarsi e quindi ripartire con un sistema che gli permetterebbe di stare all'interno del sistema della formazione. Oppure, come ho suggerito in più occasioni, avviare delle azioni sinergiche con i soggetti del mondo del teatro che hanno una accreditamento e che, quindi, possono già esercitare queste attività - già lo fanno tuttora, per essere molto chiari - e rientrare allo stesso modo cioè attraverso un'azione sinergica. Ampliando il sistema di accreditamento legato a quel tipo di struttura, potrebbero entrare a pieno titolo all'interno del sistema della formazione.
Mi spiace aver fatto riferimento a un pezzo specifico, ma è stato fatto dalla Consigliera; la norma in questo modo non risponde ai regolamenti comunitari e neanche alle modalità con cui oggi vengono assegnate le risorse all'interno del sistema della formazione.
Se v'interessa approfondire ulteriormente la questione, lo possiamo fare in un contesto diverso. L'emendamento modificherebbe in modo significativo e andrebbe a creare problemi a tutto il governo del mondo della formazione fermo restando che non è preclusa a questi soggetti la possibilità di partecipare: basta che richiedano l'accreditamento all'interno del sistema della formazione professionale. Possono farlo, tant'è che, appunto, come già detto, avevano un sistema di accreditamento. Lo hanno lasciato decadere, perché il mantenimento del sistema dell'accreditamento ha necessità di avere dei tempi di manutenzione che loro non hanno rispettato e, quindi, non possono accedere ai bandi della formazione professionale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 265), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Procediamo con l'esame degli emendamenti presentati dall'Assessora De Santis, che erano stati sospesi.
ARTICOLO 18 ter Emendamento rubricato n. 39) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 280) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessora De Santis per l'illustrazione.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora all'innovazione Grazie, Presidente.
Ringrazio in primo luogo i Consiglieri per la richiesta di consultare la Commissione prevista dalla nostra legge sull'editoria, perché in effetti devo chiedere scusa, da questo punto di vista - non mi ero minimamente resa conto del fatto che nell'incrocio fra questi emendamenti e il testo unico sulle norme in materia di cultura. In realtà, era rimasto una sorta di piccolo baco legislativo. I due emendamenti fanno anche ordine da questo punto di vista.
Noi abbiamo fatto questo confronto con la Commissione che ci ha dato alcuni utili suggerimenti, parte dei quali sono accolti direttamente nel testo normativo che vi è oggi sottoposto, quello dell'emendamento 39). Altri verranno inseriti nel bando come, per esempio, la richiesta della Consigliera Frediani, che riprende in realtà una disposizione di legge che prevede che vengano indicati i contributi pubblici. Questo sarà inserito nel bando, perché essendoci già una legge nazionale, non avrebbe senso ripeterlo in una legge regionale. Nel bando, invece, verrà indicata come una delle condizioni di ammissibilità.
Torniamo allora al contenuto complessivo dell'emendamento n. 39). Questo prevede la possibilità che, analogamente a quanto viene fatto per le testate giornalistiche cartacee, le somme che la Regione destina al sostegno della stampa periodica locale possano essere destinate anche alle testate giornalistiche online. Naturalmente le spese rendicontabili dalle testate giornalistiche online sono diverse rispetto a quelle tipiche della carta. Sono l'abbonamento annuale, un massimo di due agenzie di stampa l'abbonamento annuale all'hosting provider, le spese di ottimizzazione del web per i dispositivi mobili.
Vengono poi specificati i requisiti che il sito deve avere: la frequenza di aggiornamento almeno quotidiana, la sede della redazione in Piemonte, la registrazione della testata giornalistica online da almeno due anni, questo per garantire parità di trattamento rispetto alle testate cartacee. Deve esserci un giornalista professionista responsabile della testata l'iscrizione della testata al ROC, la media di visualizzazioni non inferiore al milione all'anno, non deve trattarsi di meri aggregatori di notizie e occorre una struttura minima di redazione. Sono escluse, come peraltro avviene anche per i giornali cartacei, le grandi testate giornalistiche.
Queste sono tutti punti concordati e condivisi con la Commissione che, come ripeto, ci ha fatto anche altre segnalazioni: i meccanismi di verifica del numero di accessi al sito, il richiamo alla compliance sulla questione di rendere pubblici i contributi ricevuti da soggetti pubblici che si è concordato con loro di inserire nel bando.
L'altro tema che residuava e che è effetto di questo piccolo baco normativo era la composizione stessa della commissione. Il testo unico sulla cultura che entrerà in vigore fra quattro settimane, ha tolto dalla commissione gli editori, quelli che pubblicano libri, che fanno invece parte di un'altra commissione prevista in quella legge, ma ha lasciato sospesa la composizione della commissione che, invece, si occupa di stampa periodica locale.
In accordo con i colleghi della cultura e su proposta della commissione che abbiamo incontrato, dal 1° gennaio questa commissione si occuperà esclusivamente di stampa periodica locale, quindi di provvedimenti attuativi delle leggi in materia di stampa periodica locale. Usciranno dalla commissione i rappresentanti degli editori di libri e ci saranno come ci sono adesso, due rappresentanti per le testate cartacee e due rappresentanti per l'associazione delle testate online.
Questo è quello che loro stessi ci hanno suggerito, il che significa che dal 1° gennaio tutta la macchina andrà a regime e si potrà avere anche un tavolo di consultazione con i soggetti interessati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Il testo è decisamente migliorato, a testimonianza del fatto che le istituzioni nate in Consiglio regionale sono, in qualche modo, utili e non era un vezzo quello di chiedere la convocazione della Commissione editoria.
Pongo solo due aspetti: uno di metodo e l'altro di merito. Quello di metodo. Come il Presidente del Consiglio sa bene, ai sensi del Regolamento questo è un articolo non emendabile, perché è un articolo aperto.
Sarebbe utile se il Presidente del Consiglio mi ascoltasse, perché è un aspetto regolamentare.
Dicevo, Presidente, che vi sono due considerazioni. Non è che lei deve ascoltare tutto ciò che dico, ma riguarda il Regolamento, quindi non ho potuto non interromperla.
Vi è un aspetto di merito che, essendo l'articolo 89 un articolo aperto due Consigli fa discutemmo di questo articolo e, proprio nella discussione chiedemmo che venisse, e poi fu accolto dall'Assessore questo consiglio portato in Commissione editoria. Ad articolo aperto, teoricamente gli emendamenti non si possono presentare, lo dico perché il Regolamento vale per tutti. Se lo presenta un Consigliere di minoranza, la Presidenza del Consiglio fa presente che ciò non è possibile, salvo intese con il Consiglio, quindi mi sembra corretto farlo.
Credo che il testo sia migliorato da un punto di vista normativo, tuttavia vi è un "però" che ho fatto presente l'altra volta in cui abbiamo discusso questa norma, di cui io ero stato il primo firmatario nel lontano 2007, e che credo vada tenuta in considerazione. Credo che il luogo in cui discutere di questo sia l'assestamento di bilancio - che, peraltro, in questo momento è in I Commissione - per un motivo molto banale. Ieri abbiamo visto i numeri relativi all'editoria locale, e non abbiamo incremento di risorse.
È evidente che il testo che oggi ha presentato l'Assessore è decisamente migliore rispetto a quello precedente perché, così come per la legge sull'editoria cartacea, per tutta una serie di parametri che sono facilmente verificabili, risulta omogeneo con la norma che, in qualche modo, regolamenta i benefici per l'editoria cartacea. Ha modificato, come correttamente ha detto l'Assessore, la Commissione, che rimaneva invece mal composta dalle modifiche fatte dalla nuova legge sulla cultura.
Il però sono le risorse, nel senso che è evidente a tutti che, ancorché sia ben scritta, mentre prima avevamo una categoria di beneficiari, cioè coloro i quali stampano giornali di carta, oggi abbiamo due categorie di beneficiari, correttamente tanto chi stampa giornali di carta quanto chi fa informazione online, ma a parità di risorse. E questo evidentemente è un tema.
Per queste ragioni, credo che il luogo adatto per affrontare la discussione relativamente alla modifica della legge sull'editoria sia l'assestamento di bilancio. Condivido l'ampliamento dei beneficiari, perché evidentemente quando nel 2007 iniziammo la discussione della norma in Commissione, i giornali online non esistevano, per cui non ci ponemmo neppure il problema.
In questo momento è corretto che siano inseriti nella legge, ma evidentemente non è corretto che non ci sia neanche un soldo in più altrimenti è inutile dare maggiori diritti a parità di risorse.



PRESIDENTE

Ricordo bene la discussione che c'è stata.
Abbiamo ammesso i due emendamenti perché l'esigenza dei due emendamenti è nata dalla discussione in Aula, quindi c'è stato un fatto specifico. Resta la regola, ma in questo caso la regola l'abbiamo sorpassata, perché ho ritenuto che le riflessioni che lei faceva fossero giustificate e l'Assessore ha provveduto. Questa è la ragione per la quale i due emendamenti sono stati ammessi, anche se il tema era già stato discusso.
Su richiesta del Consigliere Vignale, ha chiesto la parola l'Assessora De Santis; ne ha facoltà.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora all'innovazione Sono pienamente consapevole della questione che lei pone e immaginavo che giustappunto, eventualmente in sede di assestamento di bilancio, avrei affrontato il tema con il Vicepresidente Reschigna. Però non vorrei neanche che facessimo una specie di gatto che si morde la coda, perché in sede di assestamento di bilancio, come a lei è ben noto, non si discute di normativa, ma si discute di finanza.
Siccome da una parte non si discute di finanza e dall'altra non si discute di legge, quello che posso dire è che sono consapevole del problema e che m'impegno non dico a risolverla, perché a questo mondo poche cose si risolvono, ma a capire se esistono le condizioni per rispondere, almeno parzialmente, all'esigenza che lei pone e che io condivido. Però direi che adesso bisogna parlare della norma, ma quando arriveremo all'assestamento di bilancio parleremo delle risorse.
È un problema che è chiaro anche a me.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Solo per esprimere un voto che non sarà contrario, perché condivido il nuovo testo che è stato presentato, però quando non esistevano gli omnibus le modifiche alle norme si facevano negli assestamenti. Verosimilmente le faremo ancora anche in questo assestamento.
Assessore, stia serena, va benissimo che la modifica normativa si faccia nell'omnibus, ma c'è un "ma": a oggi, il bando sulla legge non è ancora stato fatto. Allora, l'unica cosa è che non si può passare per fessi, lo dico. È evidente che se facciamo una norma che amplia i beneficiari, a parità di risorse e con un bando da fare, non va tanto bene. Non va tanto bene nel senso che ognuno fa le scelte che crede, però lo dice chiaramente e lo vedremo in questi giorni nella discussione del bilancio.
L'unico impegno che chiedo all'Assessore e al Vicepresidente, perché ha la delega al bilancio, è che si attenda l'assestamento di bilancio per fare il bando. Non c'è un soldo in più? Pazienza, però almeno non si possa dire che è tardi e che, anche se mettiamo i soldi adesso, è troppo tardi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora all'innovazione Questo sinceramente lo davo per scontato, ma lo dico per sua tranquillità: è già avvenuto in altri anni - non so perché, ma ciclicamente tende ad avvenire così - che questo bando viene aperto con una certa quantità di risorse e viene integrato successivamente perché le risorse arrivano dopo.
In ogni caso, il problema mi è chiaro e non faremo delle operazioni che pregiudichino l'esito del bando. Più di così non posso dire.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora De Santis.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 39).
La votazione è annullata, in quanto è stata richiesta una sospensione della seduta.
C'è tutto il tempo possibile, quindi vi chiedo la cortesia di non chiedere più di sospendere il Consiglio mentre stiamo votando.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.03 )



PRESIDENTE

riprende alle ore 18.08)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
In Commissione editoria io non ero presente, ma era presente un nostro collaboratore; non avevo potuto partecipare, ma tanto era stata una nostra richiesta quella di.



PRESIDENTE

Mi scusi se la interrompo.
Per cortesia. Prego ognuno di riprendere il proprio posto e non fare capannelli, altrimenti non si capisce quello che dice la collega Frediani.
Prego, Consigliera, continui pure.



FREDIANI Francesca

Dicevo, era stata una nostra richiesta quella di sottoporre questo emendamento alla Commissione editoria proprio per valutare quali potessero essere gli impatti sul mondo editoriale.
Non ho potuto partecipare alla Commissione, ma c'erano dei colleghi ed era presente anche un nostro collaboratore. Ci è stato riportato che gli editori hanno chiesto un perfezionamento dell'emendamento, cosa che peraltro avevamo già fatto presentando una serie di emendamenti. Ci nonostante, non vediamo riscontro ad alcune delle istanze, ad esempio il fatto che si chiedesse di rendere il contributo una tantum, il fatto che si indicasse con maggiore precisione la frequenza di aggiornamento (sei volte al giorno), il fatto che si chiedesse di garantire l'accessibilità del sito anche per i disabili, e potrei andare ancora avanti; insomma, c'erano diverse richieste.
Inoltre, non mi è chiarissimo se le testate che hanno sia la copia cartacea sia la copia online percepiscono finanziamenti doppi e per due strade: mi sembra poco chiaro l'emendamento formulato in questo modo. In sostanza pare che si sia fatto un passaggio più formale in Commissione editoria e poi si sia arrivati in Aula con una mano di bianco, diciamo, ma che sotto ci sia ancora qualche problema.



PRESIDENTE

L'Assessora De Santis risponde a questa sua riflessione; prego.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora all'innovazione Consigliera Frediani, mi rendo conto che dico cose poco interessanti, per buona parte delle cose che lei mi chiede adesso io le avevo dette quando avevo illustrato l'emendamento.
Allora, la questione dell'accessibilità per i disabili.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Non si tratta di cose poco interessanti; il fatto è che in quest'Aula non si riesce più a lavorare a causa del rumore continuo dal mattino alla sera.
A me piacerebbe poter lavorare nel silenzio.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora all'innovazione Va bene.
Allora, alla Commissione era presente peraltro il Consigliere Ottria, che ha dunque seguito la discussione svoltasi in quella sede. Come dicevo, è stato concordato che alcune cose si sarebbero inserite nella norma, altre di livello inferiore nel bando. La questione dell'accessibilità per i disabili come requisito per l'ammissibilità della richiesta di contributo sta nella legge; altre cose, quali per esempio la certificazione del numero di accessi e la metodologia di certificazione, saranno messe nel bando.
L'altra questione che lei sollevava, ossia la possibilità di sommare contributi di un tipo o dell'altro, era stata espressamente esclusa dall'inizio, nel senso che si è detto che chi possiede entrambe le testate decide su quale delle due chiedere il finanziamento, se sulla testata online o su quella cartacea.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

DE SANTIS Giuseppina, Assessora all'innovazione



PRESIDENTE

Io non ho più il testo completo.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

DE SANTIS Giuseppina, Assessora all'innovazione



PRESIDENTE

No, anche su questo mi pare che si fosse detto di inserirlo nel bando. In ogni caso, è questo ciò che si farà.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

DE SANTIS Giuseppina, Assessora all'innovazione



PRESIDENTE

Consigliera, io posso riportarle l'esito della Commissione.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Assessora De Santis, concluda l'intervento.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora all'innovazione Ho terminato.



PRESIDENTE

Se ritiene di aver detto tutto ciò che c'era da dire, la discussione finisce qui: non possiamo continuare all'infinito. I Consiglieri che volevano intervenire sono intervenuti.
Ha ancora una considerazione da fare? Prego, Assessora.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora all'innovazione Consigliera Frediani, mi ricordavo che c'era in legge: "I contributi concessi ai sensi del presente articolo" - cioè quello che riguarda le testate online - "non sono cumulabili con quelli concessi ai sensi dell'articolo 8", che è quello che riguarda le testate cartacee.
Pertanto, se uno ha l'una e l'altra, decide su quale delle due chiedere il contributo.



PRESIDENTE

L'Assessora ha risposto.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 39).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 280).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Vicepresidente Reschigna; ne ha facoltà.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Chiedo scusa per l'interruzione, ma chiederei di rinviare a martedì prossimo la trattazione dell'emendamento rubricato n. 29), che è l'articolo aggiuntivo 89 ter, presentato dal Consigliere Ravello, l'emendamento rubricato n. 18) del Consigliere Valle, l'emendamento rubricato n. 61) del Consigliere Andrissi e gli emendamenti rubricati n. 272) e n. 271) del Consigliere Bono.
Seguendo l'ordine, dovremmo ripartire con l'emendamento rubricato n. 38) e i relativi subemendamenti.



PRESIDENTE

Prima ci sono i subemendamenti dal 275) al 279).
ARTICOLO 89 quater Submendamento rubricato n. 275) presentato da Tronzano, Bona, Fluttero Gancia, Ravello e Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Sostanzialmente, l'emendamento ha, come finalità, quella di anticipare l'attività di stabilizzazione dei medici del 118 dal secondo semestre del 2018, e non posticiparla al 2019. Semplicemente perché, com'è indicato all'interno della relazione, sono in corso di svolgimento le procedure di assegnazione delle zone carenti del secondo semestre 2018.
Pertanto, visto che è un'attività che comunque si realizzerà nel 2019, si ravvede l'opportunità di dare avvio alla procedura sin da quest'anno.



PRESIDENTE

Consigliere Tronzano, vuole intervenire su quest'emendamento, dal momento che è il primo firmatario? Prego; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea

Direi che questo si configura come un subemendamento all'emendamento della Giunta. E, dalle informazioni che dispongo dall'ambito dei medici di medicina generale, sarebbe auspicabile che venisse approvato.
Adesso, non essendoci l'Assessore Saitta, non saprei dire (ci pensa lei Vicepresidente?), perché un tema importante, da questo punto di vista, è che se potessimo anticipare al 2018 la trasformazione del contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato, quindi la stabilizzazione di questi medici di urgenza, potremmo inserire immediatamente questi 50 medici, più 17 nel 2019. Ne rimarrebbero fuori, purtroppo, perché non avrebbero l'anzianità prevista, 12.
Pertanto, è auspicabile anticipare a quest'anno questo tipo di misura, in modo che sia immediatamente esecutiva e consenta al 118 di lavorare con più serenità e con un'operatività che probabilmente il contratto a tempo determinato non consente.
È un subemendamento all'emendamento, quindi l'intenzione politica c'era da parte dell'Assessore alla sanità e della Giunta. Io chiedo soltanto, se possibile, l'anticipo a quest'anno.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Tronzano.
Subemendamento rubricato n. 276) presentato da Tronzano, Bona, Fluttero Gancia, Ravello e Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Subemendamento rubricato n. 277) presentato da Tronzano, Bona, Fluttero Gancia, Ravello e Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Subemendamento rubricato n. 278) presentato da Tronzano, Bona, Fluttero Gancia, Ravello e Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Subemendamento rubricato n. 279) presentato da Tronzano, Bona, Fluttero Gancia, Ravello e Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tronzano per l'illustrazione.



TRONZANO Andrea

Sono tutti collegati, Presidente, quindi li do per illustrati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Ottria in qualità di Consigliere, in discussione generale.
Poi il Vicepresidente Reschigna esprimerà il suo parere.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
Molto brevemente, per esprimere soddisfazione in merito all'emendamento che la Giunta ha proposto.
Per quanto mi riguarda, anche alcuni emendamenti presentati dal Consigliere Tronzano sono positivi, perché vanno a sistemare una situazione che si trascinava da anni e di cui mi sono occupato insieme alla Consigliera Batzella, raccogliendo le istanze degli 80 medici che da anni sono precari e lavorano in un settore molto delicato per l'assistenza territoriale, in condizioni spesso anche disagiate. Meritano tutta la nostra attenzione e meritano di essere fidelizzati in un servizio che ha bisogno di alta professionalità e che venga riconosciuta loro.
Pertanto, esprimo soddisfazione. Ripeto: ce ne siamo occupati anche in alcune interrogazioni e giustamente la Giunta le sta raccogliendo.
In generale, non sempre i provvedimenti che approviamo in quest'aula hanno ricadute immediate e positive come in questo caso. Per una volta, ritengo vada sottolineato.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tronzano.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Ottria. Spero che l'attenzione sia soprattutto sul comma 1 dell'articolo, che aggiunge "del secondo semestre 2018 e del primo semestre 2019". Questo è l'elemento centrale.
Al comma 2 (approfitto per illustrarli) si aggiungono due parole: "prioritariamente", nei servizi di emergenza-urgenza 118 e "in subordine" nei servizi di continuità assistenziale.
Al comma 3 aggiunge, dopo "personale medico", le parole "iscritto in graduatoria regionale" e, dopo il punto, aggiunge: "Le procedure di assegnazione degli incarichi ai medici di cui al comma 1 avvengono in una fase immediatamente successiva alla conclusione dell'assegnazione delle zone carenti agli aventi diritto".
Dopodiché, si aggiunge il comma 4 bis: "Le procedure di formazione delle graduatorie e dell'assegnazione degli incarichi di cui al comma 2, 3 e 4 sono definite dagli organi istituzionali previsti agli articoli 23 e 24 dell'Accordo Collettivo Nazionale per la medicina generale del 23 marzo 2005, convocati all'uopo".
Nella sostanza, i commi 2, 3, 4 e 4 bis sono delle formalità - diciamo così sono degli addendi rispetto all'elemento essenziale, che è al comma 1 e che anticipa al 2018 la stabilizzazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Tronzano.
Emendamento rubricato n. 38) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Anche se è un modo un po' irrituale, gli interventi su quest'emendamento della Giunta e i subemendamenti mettono in evidenza l'importanza dell'atto sottoposto alla valutazione del Consiglio regionale.
Con quest'emendamento, noi tendiamo a superare una fase di precariato all'interno del personale di uno dei servizi fondamentali (quello dell'emergenza-urgenza, quindi del 118), con un impegno relativo alla stabilizzazione del personale con contratti a tempo indeterminato, che oggi, in gran parte, è ancora legato con contratti a tempo determinato.
Detto questo, relativamente ai subemendamenti a prima firma del Consigliere Tronzano, la Giunta esprime parere favorevole all'emendamento n. 275) parere favorevole alle parole dopo "BUR" e sino alla fine del comma, quindi "118". Di fatto, l'emendamento dovrebbe essere corretto nel senso che non viene cambiato tutto il primo comma, ma vengono solamente cambiate le parole successive a "BUR". Con quest'emendamento, noi non anticipiamo al 2018 le procedure di stabilizzazione, ma consideriamo anche le ore vacanti del 2018. Quindi, con questa correzione, il subemendamento è accolto.
Sono accolti i subemendamenti 276), 277) e 278). Non è favorevole il parere sul subemendamento 279), essendo pleonastico, in quanto questo contenuto è già previsto dalla norma.
Leggo come diviene il primo comma: "Al fine di garantire la continuità nell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza, il personale medico in servizio presso le strutture del sistema emergenza-urgenza territoriale 118 delle ASR della Regione Piemonte che, alla data di pubblicazione sul BUR" - fin qui rimangono le parole dell'emendamento della Giunta - "n. 44 del 31/10/2018 delle ore vacanti del secondo semestre 2018, del primo semestre 2019, come previsto all'articolo 92 dell'Accordo Collettivo Nazionale del 23 marzo 2005 e le sue modifiche e integrazioni, ha maturato un'anzianità lavorativa di tre anni, può accedere alle procedure di assegnazione degli incarichi convenzionati a tempo indeterminato, destinati al servizio di emergenza/urgenza 118".
Quindi dovreste cancellare la prima parte fino a "BUR" del subemendamento e la parte restante va a modificare il primo comma dell'emendamento 38).



(Commenti del Consigliere Tronzano)



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

No, è il primo pezzo che non è così. Comunque la sostanza è sulla parte che abbiamo accolto, quindi dia retta a me, corregga l'emendamento e diamo parere favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire anch'io in merito a questi emendamenti, che sono frutto di grandi battaglie e di un grande lavoro protratto da tempo. Per una volta, non posso che rendere merito all'Assessore Saitta, che ha finalmente tenuto fede a un impegno preso. Oggi non è presente, però l'Assessore ha mantenuto l'impegno che il Consiglio regionale gli aveva dato con l'approvazione di un atto d'indirizzo a mia prima firma. Ho lavorato strettamente a contatto con il collega Ottria, che ringrazio, come ringrazio tutti gli altri Consiglieri che hanno sottoscritto, sostenuto e votato favorevolmente questo atto di indirizzo.
Non posso che ringraziare l'Assessore per aver tenuto fede e per aver ascoltato le istanze portate avanti da questi 80 medici del 118 che operano con grande professionalità nel nostro territorio. È finalmente giunto il momento, dopo dieci anni di precariato, di stabilizzarli, anche perché il loro lavoro è molto importante.
Sono sempre in prima linea; si occupano di urgenza ed emergenza territoriale, sono i primi a intervenire e incidono positivamente nella salute degli individui, salvando vite umane. Come tutti sappiamo, bastano veramente pochi minuti per salvare una vita umana.
Voglio anche ringraziare i colleghi di Forza Italia, segnatamente il collega Tronzano, per aver presentato questi subemendamenti su cui voterò a favore, perché vanno a completare, in maniera positiva e favorevole l'emendamento presentato dall'Assessore.
Non posso che essere felice per quest'emendamento, che finalmente verrà inserito nella legge e diventerà legge.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Anche il Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle voterà convintamente a favore dell'emendamento della Giunta. Non capita spesso e c'è chi dice che dispiace che non sia presente l'Assessore Saitta, visto che non capita spesso.
Ovviamente nasce da richieste fatte dei Gruppi consiliari; forse se non ci fosse stata la pressione del Consiglio regionale, maggioranza e opposizione, non saremmo arrivati a questo punto positivo, nel senso che c'erano preoccupazioni per via dalla norma nazionale, dell'Accordo Collettivo Nazionale che, in effetti, prescrive l'obbligo dell'attestato in medicina generale a coloro che sono lavoratori del 118.
Non è molto chiaro, nel senso che l'attestato di medicina generale serve per fare il medico del territorio, in particolar modo il medico di medicina generale, oppure la continuità assistenziale.
Rimane quindi il nodo non risolto, a livello nazionale, di capire se il medico dell'emergenza del 118, che adesso non sappiamo neanche più se chiamarlo 118 o Numero Unico di Emergenza 112, debba rispondere al territorio oppure all'ospedale, quindi all'emergenza ospedaliera.
Rimarrà un modo da risolvere a livello nazionale. È importante questa risoluzione del Consiglio regionale, che segue due ordini del giorno, anche se, come sappiamo, gli ordini del giorno approvati hanno vita breve e soprattutto, hanno una cogenza limitata se non vengono seguiti da una norma di legge.
L'Assessore aveva già annunciato un mese fa che sarebbe stato presentato un emendamento al disegno di legge, quindi noi non abbiamo presentato emendamenti in questo senso, proprio perché c'era stato questo annuncio e non poteva essere disatteso dopo tutte le promesse rispetto agli ordini del giorno approvati, quindi un plauso alla stabilizzazione dei lavoratori che tengono in piedi il sistema di emergenza-urgenza nella nostra regione già da diversi anni.
Sugli emendamenti di Forza Italia, rispetto al 275), 276), 277) e 278), che sono un rafforzativo, sono accoglibili; mentre anch'io non ho ben compreso il 279), quindi probabilmente daremo solo la presenza. Rimane il fatto che l'impegno del Consiglio regionale di stabilizzare i lavoratori è positivo quindi andiamo avanti su questa linea. Si deve fare ancora molto, ma sicuramente è un atto positivo.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, possiamo procedere con le votazioni.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 275), come modificato, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Prego, Consigliere Tronzano.



TRONZANO Andrea

Per rendere più facile la votazione, visto che mi pare che il parere della Giunta sugli emendamenti 275), 276), 277) e 278) sia positivo, ritiro il 279).



PRESIDENTE

Grazie, collega Tronzano.
Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 276), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 277), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sul subemendamento rubricato n. 278), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Come annunciato dal Consigliere Tronzano, l'emendamento rubricato n. 279) è ritirato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 38).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 90



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 90.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 91



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 91.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 92



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 92.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 92 ter



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 22) presentato da Rostagno, Valle.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rostagno per l'illustrazione.



ROSTAGNO Elvio

Grazie, Presidente.
L'emendamento interviene sulla legge 19 del 10 ottobre 2011, la norma a sostegno delle professioni intellettuali ordinistiche.
Nel campo delle professioni intellettuali, soprattutto per quanto concerne il ramo immobiliare, in questi anni si sono evidenziate forti sofferenze.
La Regione Calabria e altre Regioni stanno provvedendo, in forma analoga con una specifica norma di legge che impone che il titolo abilitativo sia conseguente a certificazione dell'avvenuto pagamento delle spese professionali dovute da parte del committente. È un controllo analogo come succede per la presentazione del DURC, che non ha nulla di specifico per quanto concerne i provvedimenti edilizi, ma consente di garantire che l'intervento che viene realizzato sia fatto da aziende che sono rispettose del pagamento degli oneri previdenziali.
Per quanto concerne il professionista, questa norma consente di garantire che gli interventi di progettazione siano fatti a seguito di incarichi professionali, come prevede la legge, e ritengo che sia anche una possibilità di garanzia rispetto alla possibile evasione fiscale.



PRESIDENTE

Grazie, collega Rostagno.
La parola al Vicepresidente Reschigna.



(Commenti fuori microfono)



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Difatti. Penso che il Consiglio regionale farà anche a meno del mio parere odierno. Io non voto l'emendamento, ma darò la presenza e cerco di spiegarne la ragione.
Pur riconoscendo il fatto che questa norma sia stata introdotta in alcune legislazioni regionali, come quella della Regione Calabria, noi rischiamo d'inserire all'interno di una procedura pubblica, quale quella del rilascio di un'autorizzazione, un permesso a costruire, un rapporto privato. Cioè il fatto che il rapporto tra cliente e professionista sia saldato sotto il profilo economico.
È diverso, Consigliere Rostagno, rispetto all'esempio che lei ha fatto sul DURC, perché il DURC riguarda un rapporto tra un'impresa e una Pubblica Amministrazione; qui viene subordinato il rilascio di un permesso a costruire o di un'autorizzazione alla costruzione al pagamento di un rapporto professionale, che è un'esigenza corretta, sia ben chiaro, ma fino a che punto una procedura che dovrebbe considerare la corrispondenza tra quanto viene richiesto e quanto è negli strumenti urbanistici può essere influenzata da un rapporto privato tra un cliente e il proprio professionista? Io ho qualche perplessità.
Riconosco che alcune Regioni hanno assunto questa norma, MA darò voto di presenza, perché personalmente non mi sento di dare un parere favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Capisco la finalità dell'emendamento, tuttavia invito il collega Rostagno e i colleghi a riflettere su quanto stiamo votando.
Noi stiamo dando mandato alla Pubblica Amministrazione di verificare che nel rilascio di un'autorizzazione, due soggetti privati, quindi un richiedente e una concessione, un architetto, un avvocato, qualunque sia la pratica che si deve presentare, abbia la parcella saldata.
Attenzione, vi sono due aspetti su cui riflettere. Il primo è che, da questo punto di vista, lo dovremmo fare con tutti. Perché l'artigiano edile no? Perché l'imprenditore agricolo no? Nel momento in cui c'è la concessione di un terreno per pascolo, la Pubblica Amministrazione dovrebbe verificare che sia stato corrisposto il pagamento per quel pascolo. Nel momento in cui vi è la domanda per la ristrutturazione di un immobile, dovremmo verificare che, successivamente vi sia anche il pagamento dell'artigiano che ha dato vita al progetto presentato da quell'architetto, da quell'ingegnere, o da quel geometra per cui facciamo la verifica. Questo è un aspetto che mi sembra non rientri tra le funzioni del pubblico.
Vi è un secondo aspetto che mi preoccupa allo stesso modo, non maggiormente. Questa è burocrazia. Se siamo in contenzioso perché ritengo che un geometra o un ingegnere non abbia fatto il lavoro per cui lo dovrei pagare e non lo voglio pagare perché è un mio diritto da Codice Civile verificare che la sua prestazione corrisponda a quanto mi ha fatturato, in quel momento lui mi blocca un'eventuale autorizzazione.
Non solo. Visto che noi diciamo che è un documento che deve essere richiesto dagli uffici interessati, a iter attivato è carta che rimane in Comune. Come fa un'Amministrazione comunale dimostrare che io ho saldato il geometra? Lo fa perché non solo c'è la parcella, ma la copia del bonifico che attesta che io l'ho pagato. Quei documenti stanno in un cassetto del Comune.
Nei Comuni piccoli magari è un po' più semplice, ma nei Comuni grandi è un problema. Facciamo attenzione. Facciamo leggi che parlano di semplificazione e poi mettiamo delle zeppe fra amministrazione comunale e privati che non sono sostenibili. Mi permetto di dire che c'è il Codice Civile per questo.
Se noi dovessimo usare la Pubblica Amministrazione per dirimere tutte le questioni legali, pensate ai regolamenti di condominio, che è una delle maggiori attività che intasano i Tribunali civili. Non può essere un compito della Pubblica Amministrazione, per un motivo banale. Se dalla Rivoluzione francese il potere legislativo e quello esecutivo sono stati divisi, è giusto che rimangano divisi. Se un geometra non è pagato andrà davanti a un Giudice, che intimerà, chi deve pagarlo, di farlo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Semplicemente per dire questo.
Noi voteremo a favore dell'emendamento presentato dal collega Rostagno per le ragioni che ha detto prima il collega e un po' perché è un'esperienza legislativa che altre Regioni, com'è stato detto, hanno già adottato. Tra l'altro, se la preoccupazione è normare il rapporto tra privati, non vorrei banalizzare, ma il progetto stesso è un rapporto tra privati. Su questo non ci sono dubbi. Stiamo parlando della documentazione necessaria per portare a termine un processo legato all'autorizzazione.
D'altro canto, c'è anche una richiesta che viene dal mondo professionale ed è anche un modo per prestare particolare attenzione nei confronti dei cittadini che sono adempienti e che hanno tutto l'interesse perché questa società valorizzi il ruolo e i buoni comportamenti di coloro i quali non hanno problemi ad attivare procedure e poi anche a pagarle.
Per questa ragione, vogliamo dare un segnale in questo senso e daremo un voto favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bona; ne ha facoltà.



BONA Angelo Luca

Grazie, Presidente.
Molto brevemente.
Vorrei ricordare a tutti che un conto è la Pubblica Amministrazione, un altro sono gli ordini professionali. Ci sono regole deontologiche degli ordini professionali che spetta agli ordini professionali far rispettare.
Un professionista, prima di accettare nuovamente un incarico da un cliente deve assicurarsi che il professionista precedente sia stato saldato. Questo è quello che devono fare gli ordini, che sono pagati per farlo. I professionisti sono tenuti a farsi tutelare, in questo caso, anche con l'aiuto degli ordini.
Altra cosa sono i rapporti privatistici. Quando si presentano i progetti o si fanno dei progetti che prevedono delle iniziative, salvo buon fine, o progetti che possono vedere anche il professionista direttamente impegnato nelle attività di progettazione, anche se si trattasse di direttori tecnici di d'impresa o altro, se andiamo ad aprire questo fronte e a creare questo precedente, credo che i casi per i quali la Pubblica Amministrazione debba chiedere gli adempimenti nei confronti dei privati che si avvalgono di qualche professionista, siano veramente tantissimi. Dai geometri, agli architetti e ai periti forestali, apriamo veramente un problema molto grave e molto esteso, che non so come si possa giustificare nei confronti dei cittadini o delle altre categorie che non sono comprese in quest'emendamento.
Per questo motivo, se è possibile, chiedo che la votazione avvenga per appello nominale, perché credo che ciascuno debba assumersi la responsabilità del proprio voto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Soltanto per chiedere se è possibile chiedere, e quindi farlo eventualmente in un successivo momento, al collega di ritirare l'emendamento ed eventualmente, fare un approfondimento in Commissione e presentarlo modificato o rivalutato in altra sede.
Grazie.



PRESIDENTE

È stato richiesto il ritiro.



PRESIDENTE

Indìco la votazione nominale sull'emendamento rubricato n. 22).



PRESIDENTE

I Consiglieri Rostagno e Valle sono favorevoli.



PRESIDENTE

Presenti 27, voti contrari 7, voti favorevoli 14, non votanti 6.



PRESIDENTE

In più ci sono i tre Consiglieri dell'ultima fila che non potevano votare e hanno votato a favore.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva



(vedi esito votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.55)



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