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Dettaglio seduta n.369 del 20/11/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 9.51 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 2340 presentata da Frediani e Bertola, inerente a "Preoccupazione per lo stabilimento Sumiriko di Chivasso (ex Dytech)"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 2340.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Avevamo già interrogato nel 2016 rispetto alla situazione della Dytech, che fa parte del gruppo nipponico Sumitomo Riko, motivo per cui in questo momento credo che l'azienda abbia preso questo nome. All'epoca avevamo manifestato qualche preoccupazione rispetto alla chiusura del sito di Airasca. La Dytech, che produceva tubi di alimentazione e bocchettoni per sistemi di idroguida, aveva annunciato la chiusura del sito di Airasca e il conseguente trasferimento delle lavorazioni nello stabilimento di Chivasso.
I lavoratori erano 380 nello stabilimento di Airasca e 350 sul sito di Chivasso.
All'epoca era stato presentato alle organizzazioni sindacali un piano strategico, che prevedeva lo sviluppo di nuove iniziative commerciali e industriali e l'ottimizzazione delle attività per recuperare efficienza attraverso la concentrazione di tutte le produzioni di Airasca e Chivasso nell'ultimo stabilimento, cioè in quello di Chivasso. Era previsto anche un piano che prevedeva una riduzione del personale, attraverso accordi, e dei servizi forniti ai lavoratori che avrebbero dovuto recarsi a Chivasso da Airasca, Pinerolo e dintorni, ivi incluso un servizio di navetta.
Siamo però arrivati al punto in cui si rischia di vedere ulteriori complicazioni, perché la produzione potrebbe non essere più garantita.
Infatti, all'epoca la proprietà giapponese aveva dichiarato l'intenzione di dismettere l'attività se, entro il 2018-2019, non ci fosse stato un risanamento della difficile situazione finanziaria.
Ci sono arrivate in questi giorni alcune segnalazioni e abbiamo anche letto sui giornali diversi segnali preoccupanti rispetto alla possibilità di mantenere la produzione nel sito di Chivasso e conservare l'attuale livello di occupazione; arrivano anche alcune segnalazioni rispetto al venir meno del servizio di navetta. Quindi volevamo capire se l'Assessorato fosse informato delle intenzioni dell'azienda e se ci fosse qualche pericolo in vista rispetto alla situazione dei lavoratori.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Grazie, Presidente.
Da informazioni che abbiamo assunto, al momento non ci risultano particolari criticità sul fronte occupazionale, o meglio, non è stata manifestata alcuna intenzione di utilizzare né CIGO né CIGS e nemmeno di avviare nessuna procedura di licenziamento collettivo. È pur vero che il settore dell'automotive, in termini generali, ha al proprio interno elementi di rallentamento della produzione, ma al momento nello stabilimento specifico non risulta esserci nessuna evidenza in tal senso quindi né le parti sindacali né le parti datoriali ci hanno richiesto un intervento all'interno dello stabilimento stesso.
Cosa diversa è il tema della navetta, per il quale è stato preso un impegno anche dalle Amministrazioni territoriali al fine di trovare una soluzione impegno che, per la prima parte del trasferimento dello stabilimento, è stato assunto a totale carico dell'azienda e rispetto al quale invece adesso pare, da una trattativa emersa sempre in sede sindacale e sempre solo internamente, ci siano elementi di difficoltà. Su questo nulla vieta che ci sia un intervento da parte nostra per capire che cosa stia succedendo.
Per il resto, come molte altre situazioni dell'indotto dell'automotive che stanno un po' aspettando segnali dal mercato, al momento non ci risultano essere elementi di gravità o di attenzione particolare sullo stabilimento stesso. Comunque, come sempre, offriamo la nostra disponibilità a monitorare e a comprendere che cosa succede nel frattempo.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 2324 presentata da Tronzano, inerente a "Prelievo di sangue del defunto prima della cremazione - Attivazione sperimentale della normativa nazionale e regionale"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 2324.
La parola al Consigliere Tronzano per l'illustrazione.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Abbiamo appreso questa notizia sul sito di AFC Torino S.p.A.; inoltre, ho appreso che, dopo un periodo di sperimentazione, il prelievo di sangue del defunto prima della cremazione non sarà più fornito gratuitamente, ma sarà a pagamento.
Pertanto volevo capire qual è la ratio, quanto durerà la sperimentazione e quanto costerà nel momento in cui la stessa sarà terminata; ciò perch coinvolge praticamente moltissimi cittadini che dovessero avere una persona cara che muore in casa per essere portata alla cremazione. Avevo piacere di capire queste cose, Assessore.
Grazie.



PRESIDENTE

Al posto dell'Assessore Saitta, risponde l'Assessora Pentenero; prego.



PENTENERO Giovanna, Assessora regionale

Grazie, Presidente.
L'articolo 3, comma 1, della legge 130/2001 recita: "Obbligo per il medico necroscopo di raccogliere da cadavere, e conservare per un periodo minimo di dieci anni, campioni di liquidi biologici ed annessi cutanei, a prescindere dalla pratica funeraria prescelta, per eventuali indagini per cause di giustizia". Successivamente, con circolare in data 1 agosto 2016 il Ministero della Salute ha specificato che l'obbligo, per il medico necroscopo, riguarda esclusivamente il caso di avvio della salma alla cremazione e che "il prelievo viene conservato in adeguati archivi per almeno dieci anni, sotto la responsabilità del Direttore del Servizio di Medicina Legale".
La Direzione regionale Sanità ha dunque provveduto a individuare una metodica di raccolta e conservazione dei campioni biologici finalizzati alle previsioni della norma in esame, in considerazione dei parametri di sostenibilità della procedura stessa e con particolare riferimento alla custodia e protezione, nel tempo, dei campioni biologici prelevati.
Il metodo di stoccaggio di campioni ematici, raccolti in apposite piastrine, si è rivelato un'ottima possibilità applicativa, non presentando particolare difficoltà per la gestione e custodia degli stessi.
Tutte le informazioni necessarie sono raccolte nel programma regionale PABI, predisposto per l'occorrenza e in dotazione a tutte le ASL piemontesi. Il sistema assegna, a ogni campione e per ogni ASL, un numero di archivio automatico ed è possibile specificare ulteriori informazioni come ad esempio la data del prelievo, il nominativo del sanitario precedente e il luogo di conservazione della piastrina di riferimento a cui ogni ASL dovrà provvedere.
In questa prima fase sperimentale, e sino al 31 dicembre, si è stabilito di attivare le descritte procedure presso le ASL Città di Torino e TO4. Al termine della fase di collaudo dell'applicativo, tutte le ASL piemontesi saranno invitate a uniformarsi.
La procedura non prevede, a oggi, l'applicazione di alcuna tariffa specifica, se non quelle già considerate dal tariffario regionale approvato con DGR n. 25-6455 del 1 luglio 2002 di recepimento del DPCM 29 novembre 2001, "Adeguamento tariffe prestazioni di Medicina Legale".
A conclusione del periodo di sperimentazione e sulla base delle indicazioni che ne conseguiranno, sarà data ampia comunicazione ai cittadini a mezzo dei Comuni, quali titolari dei provvedimenti autorizzativi in materia di Polizia Mortuaria in osservanza alla normativa vigente, nonché, ove possibile, attraverso siti istituzionali di Regione e ASL.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 2021 presentata da Bono, inerente a "ASL Città di Torino - Mancata attivazione del Centro di I livello per l'incontinenza urinaria territoriale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 2021.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Ho presentato quest'interrogazione a marzo di quest'anno per sollevare il tema della rete dei Centri per l'incontinenza urinaria territoriale. È un problema molto diffuso, anche perché la popolazione invecchia molto.
Sappiamo che al 31 dicembre 2016 gli over sessantacinquenni si aggiravano intorno al 25% nella sola città di Torino (in tutto il resto della regione sono poco meno), mentre gli over settantacinquenni sono circa 124.000 (quasi la metà degli over sessantacinquenni), sempre per quanto riguarda la città di Torino, e rappresentano, quindi, circa il 10% a livello regionale.
Oltretutto, è una condizione correlata a una serie di patologie che derivano anche dalle implementate capacità d'intervento e cura della medicina moderna.
Nella nostra Regione esiste una DGR di qualche anno fa (DGR n. 40 del 2004), che prevede la creazione di una rete di servizi per la prevenzione e che ha, come obiettivi, la quantificazione e qualificazione della domanda e della risposta in termini di competenze specifiche e multidisciplinarietà tra urologo, fisiatra e ginecologo; diagnosi precoce; intervento tempestivo, perché è ovvio che una diagnosi precoce e un intervento tempestivo possono contribuire a migliorare la sintomatologia ed evitare magari, il ricorso a interventi chirurgici invasivi e impattanti per l'utente, ma anche per il Sistema Sanitario Regionale.
I Centri territoriali per la prevenzione, la diagnosi e la cura sono stati suddivisi in tre livelli: il primo livello rappresenta, sostanzialmente dei centri ambulatoriali periferici multispecialistici; il secondo livello si compone di centri specialistici di riferimento presenti nei principali ospedali della nostra Regione; il terzo livello s'identifica con un solo centro, il Centro di neurourologia e unità spinale, già esistente presso il CTO dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino.
Siamo venuti a sapere che, prima della fusione fra ASL TO1 e ASL TO2 c'era interesse, da parte dell'ex ASL TO1, di istituire un Centro regionale ambulatoriale periferico multispecialistico di primo livello quantomeno in uno dei due poliambulatori territoriali (se non in entrambi), quello di Via Gorizia n. 114, e quello di Corso Corsica n. 44, rappresentanti due diverse Circoscrizioni e due diversi Distretti della Città di Torino, con oltre 100.000 abitanti l'uno, sempre ai sensi della delibera che ho richiamato prima, la DGR 40-2004.
Dopo la fusione dell'ASL TO1 e TO2 nell'ASL unica della Città di Torino sembrerebbe - perlomeno a marzo del 2018 - che si sia perso questo progetto.
Interroghiamo la Giunta regionale o, meglio, l'ASL per interposta persona dell'Assessora, per sapere se su questo progetto molto importante, che ripeto - interessa una larga fetta della popolazione regionale (in questo caso comunale), ci sono novità e sviluppi, oppure se si è perso del tutto il progetto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora regionale

Grazie, Presidente.
La Direzione generale dell'Azienda Sanitaria Città di Torino precisa che il Centro di primo livello cui si fa riferimento era stato proposto dall'ASL TO1 sulla base della motivazione e dell'interesse specifico di alcuni professionisti per il problema dell'incontinenza urinaria.
Nel dicembre 2016 era stata pertanto inviata una proposta progettuale a livello regionale, rispetto alla quale l'Assessorato aveva rilevato delle non conformità.
Dal 1° gennaio 2017 è stato avviato l'accorpamento nell'attuale ASL Città di Torino e questo ha inevitabilmente condotto a un ripensamento delle modalità organizzative e delle prospettive di sviluppo di un'Azienda decisamente diversa rispetto agli assetti precedenti, ove l'integrazione doveva diventare il cardine di ogni nuova iniziativa.
Nel frattempo, pur non avendo ancora un Centro di primo livello formalmente individuato, i pazienti sono accolti e seguiti sia presso il secondo livello dell'ospedale San Giovanni Bosco, sia presso i servizi degli ospedali Maria Vittoria e Martini.
In questo contesto, l'ASL Città di Torino sta lavorando per creare reti e percorsi affinché i pazienti possano trovare risposta in modo organico e interagente.
L'incontinenza urinaria fa parte del pool di risposte su cui si sta lavorando.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Assessora! Faccio fatica, pur essendo vicina all'Assessora, a sentire quello che sta dicendo. Figuriamoci l'interrogante! Vi chiedo veramente un po' più di silenzio. Grazie.



PENTENERO Gianna, Assessora regionale

Grazie, Presidente.
L'incontinenza urinaria fa parte del pool di risposte su cui si sta lavorando, rivedendo i progetti precedenti e fornendo loro un più ampio respiro, oltre che un maggior numero di punti di ingresso ai percorsi.
La revisione sarà coerente all'esito del confronto già previsto a livello regionale fra i componenti della Commissione per l'incontinenza urinaria e una rappresentanza dei distretti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 2323 presentata da Motta, inerente a "Situazione occupazionale dei lavoratori della Divisione Lighting del gruppo Blutec, sita in Asti in strada Cascina Cauda"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 2323 presentata dalla sottoscritta, che do per illustrata.
La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

La Blutec è un'azienda leader nel settore dell'automotive, plurilocalizzata in Italia, in diverse regioni.
Abbiamo appreso, dalle segnalazioni della Consigliera, le notizie di stampa e sindacali inerenti alla preoccupazione per la situazione finanziaria della società e le possibili ripercussioni sullo stabilimento di Asti.
L'Assessorato segue la vicenda ed è immediatamente disponibile, in considerazione della plurilocalizzazione del gruppo Blutec e delle dimissioni dello stesso gruppo, a chiedere urgentemente un incontro al MISE per l'apertura di un tavolo tecnico nazionale (essendo una plurilocalizzata), dove affrontare le criticità dell'azienda, in relazione sia alla situazione finanziaria, sia alla complessità del gruppo, al fine di appurare la reale gravità della situazione dello stabilimento astigiano e trovare una soluzione adeguata per mantenere i livelli occupazionali e l'attività produttiva dello stabilimento. Inoltre, agiremo anche a livello territoriale.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.09 la Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 10.14)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Caputo, Cerutti, Chiamparino, Conticelli e Ferrari.
Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 13 novembre 2018.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 6 novembre 2018.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dell'ex Consigliere regionale professor Donato Adduci deceduto il 1° novembre 2018


PRESIDENTE

È scomparso il 1° novembre scorso, all'età di 75 anni, Donato Adduci Consigliere regionale nella IV e nella V Legislatura.
Nato il 20 febbraio 1943 a Terranova del Pollino, in Provincia di Potenza laureato in pedagogia, è stato prima insegnante di lettere e poi Preside a Fiano e Robassomero.
Dal 1975 al 1985 e, successivamente, dal 1995 al 2004, è stato Sindaco del Comune di Robassomero.
Eletto nel 1985 Consigliere regionale nella Circoscrizione di Torino, nella lista del Partito Comunista Italiano, è stato componente delle Commissioni cultura e ambiente. Rieletto nella V Legislatura in Consiglio regionale nella lista del Partito Comunista Italiano, nella Circoscrizione di Torino è stato componente delle Commissioni urbanistica e ambiente.
Con il Consiglio regionale del Piemonte ha sempre mantenuto uno stretto rapporto, sostenendo e partecipando attivamente alle iniziative dell'Associazione fra Consiglieri regionali già facenti parte del Consiglio.
I suoi concittadini, gli ex allievi e gli amministratori comunali lo ricordano per le qualità umane e politiche, la dedizione e l'impegno con cui ha ricoperto il suo incarico istituzionale.
Se posso dire una cosa fuori dal contesto, io sono testimone di questa generosità, di quest'onestà e di questa serietà. L'ho conosciuto bene perché, come dicevo alla moglie, l'ho operato due volte all'anca ed è stato un piacere parlare con lui.
Alla moglie Franca e alle figlie Matilde e Letizia desidero rinnovare, a nome dell'Assemblea regionale, le più sentite condoglianze e i sensi della nostra più sincera vicinanza.
Invito i presenti a osservare un minuto di silenzio in memoria del già Consigliere regionale professor Donato Adduci.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.17, riprende alle ore 10.24)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Invito i Consiglieri a prendere posto.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Ricevimento delegazione associazioni di tutela di persone con disabilità intellettiva e/o autismo


PRESIDENTE

Informo che oggi, alle ore 13, presso la Sala delle Bandiere al piano terra verrà ricevuta una delegazione di associazioni che si occupano di tutela dei diritti delle persone con disabilità intellettiva e/o autismo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Un messaggio non usuale, ma credo possa far felice l'intera Aula.
Lo scorso mese abbiamo chiesto a un'azienda del territorio piemontese di rispettare una sentenza di un Tribunale. Da oggi, il signor Franco Minutiello sarà di nuovo in servizio in quell'azienda, anche grazie all'ordine del giorno che tutti insieme abbiamo sottoscritto e votato. È un messaggio non usuale.
Oggi, prima di entrare nel posto di lavoro, questo lavoratore mi ha chiamato per ringraziarci tutti. Credo sia una buona storia, perché un lavoratore, anche se malato di Parkinson, può continuare a lavorare.
Oggi è un bel giorno anche per tutti noi.
Grazie.


Argomento:

Nomine (rinvio)


PRESIDENTE

Comunico che il punto 3) all'o.d.g., relativo a "Nomine", sarà trattato a fine mattinata.


Argomento: Ordinamento regionale

Proseguimento esame disegno di legge n. 294, inerente a "Legge annuale dell'ordinamento regionale. Anno 2018"


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 294, inerente a "Legge annuale dell'ordinamento regionale. Anno 2018", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Nella seduta pomeridiana del 13 novembre 2018 è proseguito l'esame del provvedimento.
Sono stati votati gli articoli fino all'87 undecies e lasciati in sospeso gli articoli 87 bis, 87 ter, 87 quater, 87 quinquies, 87 sexies, 87 novies e 87 decies.
Riprendiamo con l'esame dell'emendamento 66) dell'articolo 87 bis.
ARTICOLO 87 bis Emendamento rubricato n. 66) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 87 ter Emendamento rubricato n. 67) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 68 presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 87 quater Emendamento rubricato n. 69) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 87 quinquies Emendamento rubricato n. 70) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 87 sexies Emendamento rubricato n. 71) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 72) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 87 novies Emendamento rubricato n. 157) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è stato ritirato.
Emendamento rubricato n. 156) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 162) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è stato ritirato.
Emendamento rubricato n. 159) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 160) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 161) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) ARTICOLO 87 decies Emendamento rubricato n. 155) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Vicepresidente Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Nella precedente seduta, l'Assessore Saitta si era riservato di esprimere un parere sugli emendamenti dal n. 66) al n. 155).
Considerando che gli emendamenti 157) e 162) sono stati ritirati dalla proponente, la Consigliera Frediani, con alcune correzioni concordate tra l'Assessore Saitta e la Consigliera Frediani, il parere della Giunta regionale è favorevole per tutti gli emendamenti dal 66) al 155).



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi del Corso di laurea in giurisprudenza e diritto amministrativo dell'Università di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Università di Torino, corso di laurea in giurisprudenza e diritto amministrativo, in visita a Palazzo Lascaris ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Ordinamento regionale

Proseguimento esame disegno di legge n. 294, inerente a "Legge annuale dell'ordinamento regionale. Anno 2018" (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo all'esame del disegno di legge n. 294 e procediamo con la votazione degli emendamenti su cui testé si è pronunciato il Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 66), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 67), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 68), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 69), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 70), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Procediamo con la votazione dell'emendamento n. 71) presentato dalla Consigliera Frediani.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



PRESIDENTE

Parli al microfono.



(Commenti del Consigliere Grimaldi)



PRESIDENTE

Stiamo votando, Grimaldi!



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Non si potrebbe intervenire a votazione aperta, ma in apertura lei ha detto che alcuni emendamenti sono stati modificati, d'intesa con l'Assessore Saitta. Il che va benissimo, il problema però è che non troviamo modifiche apportate, quindi chiederei alla Presidenza che, laddove è intervenuta una modifica.



PRESIDENTE

Ci sono modifiche e vengono specificate.
Collega Frediani, vuole dire qualcosa anche lei su questo?



FREDIANI Francesca

Effettivamente, solo per chiarezza: le modifiche riguardano l'emendamento n. 156) all'articolo 87 novies, dove abbiamo aggiunto, dopo il termine "permanente", le parole "a titolo gratuito". Ricorderete che, rispetto all'attuale composizione della Commissione per la pet therapy, abbiamo modificato la composizione e previsto la possibilità di avvalersi di professionisti esterni, a seconda del tema trattato durante la seduta di Commissione. Quindi la voce "a titolo gratuito" si riferisce alla partecipazione di questi consulenti esterni alla seduta di Commissione e rimane il gettone per i componenti della Commissione, ma non quello per i professionisti esterni.
L'altro emendamento modificato è il n. 155) all'articolo 87 decies rispetto al quale abbiamo semplicemente modificato l'emanazione del regolamento: abbiamo definito l'obbligo di emanare il regolamento da parte della Giunta non più in relazione all'approvazione della legge, com'era indicato adesso, ma rispetto all'approvazione dell'omnibus, quindi è legato all'approvazione del provvedimento attualmente in discussione.
Semplicemente, era sbagliato il termine di riferimento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 71), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 72), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 156), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
L'emendamento n. 162) è stato ritirato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 159), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 160), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 161), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 155), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 87 duodecies Emendamento rubricato n. 213) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

La legge è del 2007, la legge quadro per quanto riguarda la programmazione regionale: "Norme per la programmazione socio-sanitaria e l'assetto del Servizio Sanitario regionale". La richiesta di emendamento che facciamo all'articolo 3, comma 1 è per inserire un vincolo rispetto alla programmazione sanitaria.
Come sappiamo, la Regione Piemonte, in questa legislatura, non ha fatto la programmazione socio-sanitaria, quindi penso sia venuta meno a un suo obbligo legislativo e programmatorio, proprio perché lo dice una norma regionale.
L'ho ricordato tante volte: nella scorsa legislatura, nonostante fossimo in piano di rientro, il Consiglio è riuscito a licenziare una programmazione socio-sanitaria, oggetto di dibattito all'interno dell'Aula.
In questa legislatura, invece, la Giunta regionale ha - scusate il termine un po' forte - scippato, meglio dire ha avvocato a sé una competenza specifica del Consiglio regionale, quindi la programmazione socio sanitaria, con una serie di atti e una serie di delibere su cui il Consiglio non ha potuto dire niente. Il Consiglio regionale non si è potuto esprimere, ha cercato di intervenire nelle sedi competenti o ex post dopo l'approvazione delle delibere, addirittura in alcuni casi con ricorsi nei Tribunali Amministrativi, ma non ha formalmente potuto decidere della programmazione dei posti letto, della programmazione degli ospedali, quindi dell'edilizia ospedaliera perché è stata portata in Aula una delibera in cui tutto era già deciso. E su tutta un'altra serie di tematiche, come quelle sulla psichiatria, abbiamo iniziato a discutere al terzo ricorso al TAR.
Poco ci soddisfa la risposta che dà di solito l'Assessore Saitta dicendo che i ricorsi al TAR li abbiamo vinti tutti. Tuttavia, questo non è un modo di lavorare, nel senso che non si può andare avanti con un contenzioso con la cittadinanza piemontese. La norma regionale non specifica ogni quanti anni si debba fare un Piano socio-sanitario e con questo emendamento noi chiediamo che la Regione debba approvare ogni tre anni un Piano socio sanitario regionale, con tanto di declinazione e aggiornamenti annuali. Mi sembra una norma chiara, una norma condivisibile, tra l'altro non ci obbliga, in questi ultimi sei mesi, ad approvare un Piano socio-sanitario nonostante noi avessimo chiesto di poterlo discutere - per consegnare alla prossima legislatura un Piano socio-sanitario, ma vincolerà la prossima Amministrazione regionale, il prossimo Consiglio appena insediato, a lavorare sul Piano.
Penso che sia un bene per i cittadini piemontesi far sì che la programmazione sanitaria, quindi la principale competenza regionale, sia discussa da Consiglieri di maggioranza e di opposizione e non sia solo oggetto della Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 213) riproponiamo un aggiornamento per quanto riguarda l'adozione del Piano socio-sanitario. Crediamo sia importantissimo che il Consiglio regionale riprenda in mano questa competenza che, purtroppo, in questi anni, gli è stata, come diceva il Consigliere Bono, "scippata".
L'80% della spesa regionale riguarda la spesa sanitaria, quindi crediamo che il Piano socio-sanitario debba passare dal Consiglio regionale e che i Consiglieri regionali, tutti, debbano pretendere che ciò avvenga. È fondamentale anche inserire, come giustamente ha fatto il Consigliere Bono una scadenza entro la quale approvare il Piano socio-sanitario, altrimenti rimaniamo in un tempo vuoto, non definito e va a finire come in questa legislatura, nella quale, purtroppo, in cinque anni il Consiglio regionale non ha approvato un Piano socio-sanitario.
È fondamentale che i Consiglieri regionali si riapproprino di questa competenza, che vengano forniti loro i dati della mobilità passiva, delle piante organiche, dei bilanci delle ASL e delle Aziende Ospedaliere per essere valutati con dati numerici alla mano e relazioni, che devono essere fornite ai Consiglieri regionali.
Effettivamente è difficile rendersi conto della situazione e che cosa sta avvenendo in questa Regione, nella quale in questi cinque anni di legislatura la mobilità passiva è raddoppiata, passando da 45 a 90 milioni ma di fatto noi, non avendo approvato un Piano socio-sanitario, non abbiamo potuto incidere su questo che era uno dei temi forti da affrontare. Non abbiamo potuto, in qualche modo, modificare quello che stava avvenendo con l'approvazione della famosa DGR di riorganizzazione della rete ospedaliera.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento è importante, perché se avessimo avuto il vincolo nella legge regionale, probabilmente non ci troveremmo adesso a dover fronteggiare una riforma sanitaria che ha tolto moltissimo ai territori specialmente quelli marginali e più lontani dai centri. Se restiamo sulle ASL della provincia di Torino vediamo un depauperamento senza precedenti delle strutture ospedaliere, tra l'altro senza un contatto diretto con le persone che vi lavorano.
È un qualcosa che i Consiglieri stessi, sia di minoranza sia di maggioranza, hanno potuto constatare di persona, andando a toccare con mano il risultato di scelte poco oculate fatte dall'attuale Giunta, senza consultarsi con chi gli ospedali li vive, senza consultarsi su quali sono le necessità e, in qualche caso, addirittura facendo tagli che non fanno risparmiare un euro ai costi della sanità piemontese, anzi in alcuni casi ne fanno spendere di più. Pensiamo all'accorpamento dei centri di analisi sull'ASL TO3 che, dai primi studi fatti anche dagli stessi dipendenti e dalle associazioni sindacali, risulta incrementare i costi di trasporto e logistici all'interno delle stesse ASL più di quanto si risparmi chiudendo i laboratori.
In questo la politica può fare, perché se una politica è informata e ascolta tutte le parti può decidere a ragion veduta e non far decidere pochi funzionari con un Assessore chiuso nel suo ufficio, senza parlare con gli operatori, perché questo rischia di fare più danni che altro. Quindi danneggiamo la sanità e i servizi ai cittadini piemontesi, senza risparmiare un euro, il che è ancora più grave, perché cessa pure lo scopo per il quale si è fatta digerire una riforma sanitaria molto pesante.
Se i Consiglieri regionali avessero potuto portare le informazioni in loro possesso alla Giunta per aiutare a decidere e dire la propria opinione su questa riforma, sicuramente l'avrebbero bocciata.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Nell'ambito della discussione di un provvedimento completo e complesso com'è, di solito, un provvedimento omnibus come questo, ci sono degli emendamenti che riguardano anche questioni fondamentali e quindi non modifiche o correzioni de minimis. Questo lo è, perché siamo vicini alla fine di una legislatura che ha visto il Consiglio regionale privato della facoltà riguardante la programmazione sanitaria.
La scusa, la motivazione e il pretesto era la condizione del Piemonte in Piano di rientro per la sanità, dopo tutti i debiti contratti dalle Amministrazioni precedenti. Tra l'altro, è l'unica Regione del Nord a essere in Piano di rientro per la sanità, con una situazione che ha creato una sorta di commissariamento, anche se è un commissariamento anomalo perché poi, di fatto, la Regione è commissaria di sé stessa, ma sicuramente è un togliere al Consiglio regionale la facoltà della programmazione sanitaria, demandandola totalmente a provvedimenti di Giunta che, spesso e volentieri, anzi sempre, abbiamo criticato, come la delibera n. 1-600, come la delibera n. 1-924 e seguenti.
Pensiamo che il Consiglio regionale si debba riappropriare delle sue prerogative; pensiamo che la redazione del nuovo Piano socio-sanitario sia una delle priorità della prossima legislatura, qualsiasi forza politica vada a governare. Riteniamo opportuno determinare in tre anni la durata del Piano socio-sanitario.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Questa è una di quelle cose che abbiamo segnalato dal primo anno di legislatura, cioè il fatto che sul principale tema, almeno dal punto di vista economico-finanziario di gestione regionale, il Consiglio ha avuto più che altro un ruolo di testimonianza e, al limite, d'informazione, ma ben poca possibilità di incidere fattivamente. E questa, anche dal mio punto di vista, è una ferita nell'equilibrio delle responsabilità che competono all'Ente regionale, cioè una parte esecutiva e una parte legislativa.
Un provvedimento relativo alla programmazione sanitaria ha un suo aspetto amministrativo ed esecutivo, ma stante l'impatto che questo provvedimento ha avuto sul mutamento profondo del funzionamento della sanità nella nostra Regione e ne ha cambiato l'organizzazione, perché da esso sono discese tutta una serie di conseguenze, anche di configurazione della sanità, ci sarebbe sembrato importante che avesse una dignità diversa, una possibilità di dibattito e anche di controproposta in sede legislativa o in sede deliberativa del Consiglio regionale, che vede una pluralità di opinioni e non solo la maggioranza di governo. Anzi, neanche la maggioranza di Governo, perché in questo caso il provvedimento di riforma ospedaliera e poi il riordino del territorio sono state decisioni di pura Giunta.
Con quest'emendamento, chiediamo che si ripristini un equilibrio importante e un maggior valore democratico anche ai provvedimenti che riguardano la principale materia regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
È un emendamento molto semplice e molto lineare, che penso il collega Bono abbia centrato nella sua attività emendativa; un emendamento che molti di noi in quest'Aula avrebbero voluto scrivere. È un emendamento che non fa che enunciare una cosa molto semplice: che il Consiglio deve avere un ruolo nella pianificazione sanitaria; un ruolo che gli è stato tolto con la questione riguardante il commissariamento della sanità, con tutti i nostri debiti, con tutte le nostre colpe in quanto Ente Regione che non ha fatto il proprio dovere nel tenere in ordine i conti della sanità, ma una Regione che non può abdicare per sempre a questo ruolo di programmazione.
La Regione ha un Consiglio regionale, la Regione ha dei rappresentanti del territorio, la Regione deve portare la realtà di quanto avviene tutti i giorni nelle nostre Province e nei nostri Comuni qui in quest'Aula e insieme, deve raggiunge la sintesi più idonea a realizzare un progetto di sanità che sia il più possibile aderente ai bisogni dei cittadini.
I bisogni dei cittadini non sono stati assolutamente sentiti nella riforma sanitaria che ha visto la luce con l'inizio di questa legislatura; una riforma sanitaria che ci è stata presentata come un gioco già fatto e un gioco praticamente immodificabile.
Ricordo anche le modalità con cui ci è stata presentata la famosa delibera 1-600 e ricordo che non è stata sicuramente una bella pagina per il Consiglio e per i rapporti tra maggioranza e opposizione, quindi ben venga l'emendamento del collega Bono, che mette una regola su questo tipo di politiche.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io a sostegno di quest'emendamento perché quella scritta dal collega Bono è una modifica importante, che chiede di riportare in Aula la discussione rispetto alle decisioni che si assumono in ambito sanitario un ambito che impatta fortemente sulla vita di tutti i cittadini e che purtroppo, in questi anni è stato oggetto per lo più di delibere di Giunta che non hanno visto un confronto in Consiglio.
Noi chiediamo di riportare le decisioni e la discussione rispetto alle decisioni in Aula; un'Aula che rappresenta non solo diverse visioni politiche, ma anche diverse rappresentanze territoriali. Il fatto di potersi confrontare in Consiglio regionale consente anche di confrontare le diverse sensibilità che ogni territorio chiede siano prese in considerazione.
In sostanza, si tratta di una proposta che chiede di modificare la modalità di programmazione, anche per evitare che a ogni decisione imposta dalla Giunta seguano delle rimostranze - giuste rimostranze - da parte dei cittadini, i quali molto spesso si trovano a dover subire dei tagli di servizi o delle riorganizzazioni che vengono percepite come illogiche e vengono vissute per lo più solo come dei tagli.



PRESIDENTE

Il Consigliere Vignale aveva chiesto di intervenire per la discussione generale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Credo che sia importante stabilire - anche a fine legislatura, quindi è evidente che non avrà un impatto immediato - una regola che consenta al Consiglio regionale di essere titolare della programmazione. In particolar modo, da quando la Regione è uscita dal Piano di rientro, tutto ciò che riguarda la programmazione di un tema così significativo - ancor di più, mi permetto di dire, quella sanitaria, che presenta un forte impatto economico, ma soprattutto un forte impatto sociale - credo che debba essere oggetto di programmazione regionale.
Ciò per un motivo molto banale: non soltanto perché lo vota il Consiglio regionale, che è già un aspetto significativo, poiché è la rappresentanza istituzionale dei cittadini piemontesi, ma perché nel momento in cui lo vota il Consiglio regionale, come ricordavano alcuni colleghi, vi è un mix fra appartenenze di parte e appartenenze territoriali.
Ricordo il lavoro fatto con l'approvazione dell'ultimo Piano socio sanitario del 2012, che venne approvato essendo la Regione in Piano di rientro: si sarebbe potuta fare tranquillamente una delibera di Giunta e invece venne approvato il Piano socio-sanitario; Piano che però ebbe un lungo lavoro sia nelle singole province piemontesi, dove si andò a presentarlo, sia all'interno della IV Commissione consiliare.
Di conseguenza, credo che - lo dico non avendo firmato l'emendamento sancire che un tema di programmazione significativa come quella sanitaria debba avere anche un tempo dato sia un aspetto importante per chiunque governi questa Regione, perché tutela maggiormente il territorio e i cittadini.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 215) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Si tratta solo di una revisione normativa necessaria per aggiornare la legge ad altri adeguamenti normativi che abbiamo introdotto nel tempo.
Sostanzialmente, l'Agenzia regionale dei servizi socio-sanitari non esiste più e quindi, in questo caso, va modificato il comma 4 e l'Agenzia sostituita, se si vuole, con l'IRES, perché mi sembra che l'IRES ormai possa, grazie anche a delle modifiche normative che abbiamo fatto, svolgere compiti e funzioni di ricerca sia per la Giunta che per il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta?



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Il parere della Giunta è favorevole sull'emendamento n. 215).
Per quanto riguarda l'emendamento rubricato n. 213), il parere potrebbe essere favorevole se il termine "triennale" venisse sostituito con il termine "quinquennale".
La ragione è molto semplice: sappiamo quanto sia complessa la fase di predisposizione di un Piano socio-sanitario, ma anche la fase del confronto e della discussione. Rischiamo che, finito uno, se ne debba incominciare subito un altro.
Peraltro, avendo accolto nella seduta precedente un emendamento del Consigliere Bono, che mette in parallelo la validità del Piano socio sanitario con le relazioni annuali di aggiornamento dello stesso, questo dovrebbe garantire la funzionalità del sistema e anche la capacità di questo Piano socio-sanitario di poter essere veramente uno strumento di riferimento nella programmazione socio-sanitaria regionale.
Detto questo, vorrei ancora fare una breve riflessione.
Dire che nei primi anni di questa legislatura il Consiglio regionale è stato espropriato dei propri poteri mi sembra una forzatura lessicale anche sotto il profilo politico. Perché sono i tre anni (fino alla fine del 2016) nei quali, sostanzialmente, la Regione era in Piano di rientro.
Pertanto, il rapporto purtroppo era tra la Regione e neanche il Ministero della Salute, ma con il Ministero dell'Economia e Finanze. Non è un caso che, con la fuoriuscita dal Piano di rientro, il Consiglio regionale sia ritornato protagonista nell'assunzione non di un Piano, ma di atti programmatori significativi che riguardano pezzi importanti della programmazione socio-sanitaria.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Accolgo la richiesta di modifica avanzata dal Vicepresidente Reschigna.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 213), modificato dall'interrogante, riceve quindi il parere positivo della Giunta regionale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 213), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 215), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 87 terdecies Emendamento rubricato n. 214) presentato da Bono, Bertola, Frediani Andrissi, Campo, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento è stato ritirato.
ARTICOLO 87 quaterdecies Emendamento rubricato n. 216) presentato da Bono, Bertola, Frediani Andrissi, Campo, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento decade, in quanto collegato all'emendamento precedente.
ARTICOLO 87 quinquiesdecies Emendamento rubricato n. 209) presentato da Bono, Bertola, Frediani Andrissi, Campo, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo giunti all'analisi dell'articolo 12 ("Contenuti del Piano socio sanitario regionale"). Con quest'articolo si delineano, dunque, i contenuti del Piano, che, dalla prossima legislatura, sarà quinquennale, per cui dovrà essere legato alla singola legislatura.
Si chiede di inserire lo stato di salute della popolazione piemontese partendo, appunto, da un'analisi determinante della salute; le eventuali criticità; i criteri per il dimensionamento ottimale dei servizi, anche per la loro distribuzione territoriale (quindi decidere sulla base di criteri) i criteri generali per l'attivazioni di forme innovative di erogazione delle prestazioni; i criteri generali per l'organizzazione di servizi; i metodi e gli strumenti per il governo delle Aziende Sanitarie Regionali; il quadro delle risorse umane e finanziarie, come diceva prima il collega Andrissi, per raggiungere gli obiettivi; i principi ispiratori per la revisione del sistema di accreditamento dei servizi; il ruolo dei soggetti erogatori privati; i criteri e le modalità di partecipazione o compartecipazione dei cittadini alla spesa; i metodi indicatori per la valutazione del sistema sanitario.
Con quest'emendamento chiediamo di inserire, alla lettera n), gli interventi di edilizia sanitaria, quindi sia manutenzione straordinaria che nuove realizzazioni.
Se la maggioranza volesse accoglierlo, ci sarebbe ancora scritto "previsti nel triennio", ma potremmo modificarlo con "previsti almeno del quinquennio".
È del tutto evidente la motivazione che ha indotto alla presentazione di quest'emendamento, nel senso che c'è la volontà di fa sì che nel Piano socio-sanitario ci sia anche la programmazione edilizia, solo oltre che sanitaria: cioè non solo la parte dei servizi (quindi spesa corrente), ma ovviamente anche la realizzazione e la manutenzione dei "contenitori" all'interno dei quali si svolgono e si erogano i servizi sanitari. Perch senza un'idea chiara di quelli che sono gli investimenti nell'edilizia sanitaria, risulta anche difficile capire come erogare i servizi sanitari.
Molto spesso, una grossa fetta della spesa sanitaria se ne va nella manutenzione straordinaria di immobili vecchi e vetusti.
D'altra parte, anche con la costruzione di nuovi ospedali, soprattutto in project financing (come ci ricorda sempre il nostro collega e Vicepresidente Andrissi), una fetta di spesa se ne andrà per pagare i canoni di concessione a 25 anni.
Del resto, se non ci sono risorse statali, ci sarebbero i mutui, ma sappiamo che con i mutui spenderemmo molto meno rispetto ad un project financing.
In quest'articolo, però, non si parla di project financing, ma si chiede di aggiungere anche la previsione di quali interventi di edilizia sanitaria inserire nel Piano socio-sanitario.
Credo che sia una richiesta condivisibile, affinché non ci siano più Piani di edilizia sanitaria slegati dalla programmazione sanitaria. Una maggioranza che vince le elezioni, entra in Consiglio e presenta un pacchetto in cui c'è il Piano socio-sanitario di erogazione di servizi e il Piano di edilizia sanitaria.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Abbiamo definito prima, con un emendamento accolto dalla Giunta regionale (sia pure con una modifica), che per legge il Consiglio regionale approva ogni cinque anni il Piano socio-sanitario.
È importante lavorare anche sul contenuto che deve avere questo Piano socio sanitario. È chiaro che, soprattutto in un periodo come questo, dove di fatto sono stati messi in cantiere ospedali nuovi, dove probabilmente in futuro - chi lo sa? - ci saranno altri interventi sull'edilizia sanitaria debba comparire all'interno del piano, debba essere una parte integrante anzi una parte importantissima del piano anche la definizione degli interventi di edilizia sanitaria (sia la manutenzione straordinaria sia le nuove costruzioni previste nel territorio regionale).
È chiaro che il "come" andrà definito dal Consiglio regionale (con atti diversi, con deliberazioni), com'è già stato fatto per il Piano di edilizia sanitaria approvato mesi fa, ma i criteri generali e la programmazione degli interventi sull'edilizia sanitaria devono essere parte integrante del Piano socio-sanitario regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 209) è un emendamento molto importante, visti i sei mesi trascorsi tra Commissione e Consiglio a discutere del Piano di edilizia sanitaria. È fondamentale inserire nel Piano socio-sanitario anche la pianificazione degli interventi di edilizia sanitaria, manutenzione straordinaria e nuove costruzioni.
Noi vorremmo capire l'incidenza dei piani economici finanziari dei partenariati pubblici-privati con i quali si vogliono realizzare tutti gli interventi di edilizia sanitaria in Piemonte, in particolar modo quello per il Parco della Salute di Torino e la Città della Salute di Novara. Che impatto avrà il canone di disponibilità previsto per i prossimi 26 anni terminata l'opera (il nuovo ospedale di Novara), i cui lavori dureranno cinque anni? Vi è un carico di svariate decine di milioni per pagare gli oneri finanziari, poiché i privati stanziano il 70% dell'importo economico necessario per realizzare le opere, ma vi è una matrice dei rischi riportati nei piani economici che comporta un'importante crescita degli oneri finanziari. Inoltre, tutta una serie di servizi dovranno essere dati in gestione ai privati e questo comporterà un'ulteriore crescita dei costi.
Che impatto avranno tali costi sui servizi che l'Azienda ospedaliera potrà fornire ai cittadini novaresi e del Quadrante Nord-Est? Noi non lo sappiamo, perché non è stato inserito nel Piano socio-sanitario, non essendo previsto.
Con quest'emendamento, noi lo prevediamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento molto opportuno. Una delle prime critiche che avevamo avanzato alla delibera n. 1-600 e alla successiva, la n. 1-924, era di stabilire degli scenari e dei criteri che non erano commisurati allo stato d'avanzamento della politica sanitaria e della politica d'intervento sui presidi sanitari.
La pianificazione e la sanità sono due branche piuttosto distinte in termini di materie pure, ma devono compenetrarsi quando si vanno a programmare interventi sul territorio che modificano i naturali bacini di utenza che si sono sedimentati nei decenni.
Quello che è mancato alla delibera n. 1-600 è proprio una prospettiva in questo senso; una prospettiva che delinei i flussi di utenze verso gli ospedali, che devono essere correttamente quantificati, ma che devono anche essere correttamente indirizzati.
Invece, si è mascherato come studio propedeutico alla creazione di quella delibera un taglio lineare che ha eliminato gli ospedali nei centri che avevano migliaia di abitanti in meno rispetto al centro più vicino premiando i centri maggiori e non facendo alcun riferimento allo stato di conservazione dei presidi ospedalieri, alle spese per renderli efficienti e agli scenari futuri dello spostamento delle utenze e degli ammalati che si muovono all'interno del Piemonte e che oggi effettuano un vero e proprio pellegrinaggio in alcune aree marginali, per trovare cure idonee ai propri bisogni.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mighetti.
Emendamento rubricato n. 210) presentato da Bono, Bertola, Frediani Andrissi, Campo, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento interviene sull'articolo 12, comma 1, e inserisce il concetto introdotto a livello nazionale dal decreto Balduzzi e dal decreto ministeriale 70, sugli standard ospedalieri.
Di tanto in tanto, la normativa regionale andrebbe aggiornata, soprattutto alla luce dei cambiamenti della normativa nazionale.
Nella legge regionale si parla generalmente di dimensionamento ottimale, di distribuzione territoriale e dell'articolazione della rete dei servizi; si parla anche di organizzazione dei servizi delle Aziende sanitarie, ma non si parla di numero di posti letto.
Poiché la normativa nazionale ha individuato un numero preciso di posti letto per migliaia di abitanti (è previsto un tetto di 3,7 posti letto per 1.000 abitanti; tre per le acuzie e 0,7 per post acuzie), sarebbe il caso che la Giunta regionale, o meglio - chiedo scusa - il Consiglio, con la maggioranza e l'opposizione, presentasse all'interno del Piano socio sanitario regionale la sua previsione di dotazione organica di posti letto rispettando lo standard del DM n. 70 - ASL per ASL, considerando ovviamente, anche la dotazione di posti letto delle Aziende ospedaliere universitarie e non universitarie.
Pertanto, nel momento in cui in una programmazione socio-sanitaria si dice che l'obiettivo dei posti letto è 3,5 per 1.000 abitanti, com'è stato deciso nella DGR 1-600 del novembre 2014, poi modificata dalla DGR 1-624 del gennaio 2015, e sono 2,5 per acuti e uno per post-acuti, è una decisione scritta nero su bianco su un documento di programmazione socio sanitario su cui, tra l'altro, i Consiglieri di opposizione e di maggioranza possono intervenire e dire la loro.
Questo è un dato evidente. È tuttora in corso una lunga discussione, anche con proposte di legge presentate da alcuni colleghi di opposizione, sul fatto che siamo sotto gli standard, molto sotto sulla parte di posti letto per acuti, e sopra sulla parte per post-acuti.
È del tutto evidente che è stato oggetto di una trattativa con i privati non dico illegittima o sbagliata (diciamo che non do valutazioni in questo momento), per mantenere una parte dei posti letto nelle strutture private di post-acuzie, visto che sono state tolte loro una parte di posti letto per acuti.
È una valutazione politica; una scelta politica. Può essere contestata criticata o avallata, ma deve essere oggetto di discussione all'interno del Piano socio-sanitario regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Prima parlavamo dei contenuti fondamentali che dovrebbe avere il Piano socio-sanitario regionale; tra questi riteniamo abbia la sua importanza sicuramente non meno della previsione degli interventi in materia di edilizia sanitaria, anche il numero di posti letti programmati nel triennio o nel periodo, visto che abbiamo detto prima che il Piano è quinquennale suddivisi per acuzie e post-acuzie, per Azienda Sanitaria Regionale e Azienda Sanitaria Regionale.
Si tratta di una previsione già determinata nel Piano e non demandata ad atti successivi della Giunta regionale. Questo perché, dovendo il Consiglio deliberare e riappropriarsi della programmazione sanitaria, la determinazione dei numeri dei posti letto è uno dei temi più importanti dei quali occuparsi.
Lo accennava prima il collega Bono: a livello nazionale, anni fa è stato cambiato il parametro per la determinazione dei posti letto per mille abitanti, che è passato a 3,7 per mille (tre in acuzie e 0,7 per post acuzie).
Sappiamo, altresì, che nella nostra Regione, per quanto riguarda le acuzie siamo sotto il numero di tre per mille programmato, siamo a 2,5.
Il tema dei posti letto è fondamentale ed è sempre uno dei temi più dibattuti anche nella polemica politica quotidiana. Proprio per questo riteniamo debba trovare il suo posto all'interno del Piano socio-sanitario regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento inseriamo, all'interno dell'articolo 12, comma 1 della legge 18 del 2007, anche i numeri dei posti letto programmati nel triennio. Ne abbiamo discusso approfonditamente in Commissione quando venne approvata la DGR di riordino delle strutture ospedaliere.
Effettivamente lo standard regionale, per quanto riguarda i posti in acuzie, è uno standard più basso di quanto AgeNaS indicava, a livello nazionale. Tra l'altro, i posti letto in acuzie in Italia sono decisamente in numero inferiore rispetto a quanto viene praticato in altri Paesi europei: basta andare in Francia o in Germania, dove i numeri sono ben altri.
Crediamo che questa sia una modifica molto importante perché ci consentirebbe di prendere coscienza, nel Piano socio-sanitario, delle necessità ASL per ASL, ASO per ASO del territorio e valutare, anche in base ai picchi di ricoveri, che di solito corrispondono ai periodi influenzali se effettivamente c'è bisogno di un numero di posti letto sul nostro territorio superiore a quanti attualmente previsti.
Attualmente abbiamo situazioni di emergenza, spesso e volentieri, nei periodi di gennaio e febbraio, quando si hanno i picchi dell'influenza.
Abbiamo letti d'emergenza nei pronti soccorso e situazioni non degne di un sistema sanitario che ha fatto una programmazione che gli consente di affrontare qualsiasi fase di maggior criticità regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
La parola al Vicepresidente Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Il parere è negativo sia sull'emendamento 209) sia sull'emendamento 210) per una ragione molto semplice: se noi riprendiamo in mano l'articolo 12 della legge 18/2007, "Norme sulla programmazione socio-sanitaria, riassetto del Servizio sanitario regionale", relativamente ai contenuti del Piano socio-sanitario, si parla di partenza dalle condizioni sullo stato di salute e poi della definizione di criteri. Questo perché non possiamo più concepire la programmazione socio-sanitaria come l'elenco puntuale (lì in quell'ospedale c'è quel posto letto, ecc.), perché oggi i Piani socio sanitari non possono essere costruiti con questo tipo di logiche.
Questo, in modo particolare, per quanto riguarda l'emendamento 210).
Sull'emendamento 209), una parte del Piano socio-sanitario riguarda gli interventi già oggi sull'edilizia sanitaria, ma non possiamo arrivare al livello che parte del Piano socio-sanitario è la rappresentazione anche degli interventi di manutenzione straordinaria. Ogni giorno c'è un intervento di manutenzione straordinaria che riguarda un'Azienda sanitaria perché ogni giorno si è di fronte a situazioni complesse che non sono programmabili, soprattutto in un Piano socio-sanitario che ha una vigenza quinquennale.
O si cambia la legge 18 - possibile, ma non è il contesto dell'omnibus oppure diventa complicato, all'interno di uno Piano socio-sanitario che vive di obiettivi, di condizioni sullo stato di salute, di definizione degli obiettivi e di criteri attraverso cui articolare concretamente la politica socio-sanitario, inserire due pezzi che rappresentano il dettaglio.
Su tutti e due, il parere è negativo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie.
Sull'emendamento 210) ovviamente abbiamo posizioni diverse. Non era la definizione puntuale dei singoli posti letto reparto per reparto, ma all'interno di un'ASL o di un territorio, che potrebbe essere anche un'Area vasta, ci debba essere il giusto riparto di posti letto e penso che in una programmazione sanitaria ci possa essere un Consiglio che dica che se il tetto è 3,7 i posti letto previsti sono 3,7 e poi si articolano.



(Commenti fuori microfono)



BONO Davide

Sì, il dettaglio l'abbiamo fatto nella delibera 1-600 e se l'abbiamo fatto con una delibera di Giunta, vuole anche dire che si può fare con una delibera di Consiglio, con la possibilità per la maggioranza d'intervenire in questo senso. Abbiamo posizioni diverse, però: lo vedremo la prossima legislatura con i colleghi.
Sul 209) il Vicepresidente in parte ha ragione, la manutenzione straordinaria in effetti è di difficile previsione e può succedere che un padiglione abbia un improvviso ammaloramento e si debba intervenire.
Proverei a riformularlo in tal senso: togliere "manutenzione straordinaria" e lasciare soltanto "nuove costruzioni".
Lascio al Consiglio l'interpretazione e il voto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Così modificato può andare bene, perché certamente fanno parte di un Piano socio-sanitario le scelte sulle costruzioni di nuovi ospedali, questo è evidente, ma togliendo le manutenzioni straordinarie.



PRESIDENTE

Procediamo con la modifica del n. 209), con l'accordo della Giunta.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Per evitare di sottrarre competenze al Consiglio, gli ampliamenti sono oggetto di delibera di Consiglio regionale: vi sono molti casi in questa Regione in cui le spese sostenute non per la manutenzione straordinaria quella diciamo spicciola, ma per gli ampliamenti o le ricostruzioni, sono state superiori a quanto avvenuto per la costruzione di altri nosocomi.
Io lo consiglierei, e lo dico anche al Consigliere Bono, ma anche alla Giunta, perché peraltro è quanto abbiamo votato nella delibera in Consiglio, dove non sul piccolo intervento, ma sugli ampliamenti, le nuove costruzioni o gli abbattimenti e le nuove costruzioni (ma rientra nelle nuove costruzioni) la competenza è rimasta, com'è sempre stato, del Consiglio regionale. Altrimenti, appare soltanto che il Consiglio regionale abbia una competenza rispetto al nuovo ospedale, ma non è così, perch evidentemente la gran parte.
Oppure ho compreso male io, non vorrei che accadesse questo, perché la gran parte dell'edilizia sanitaria degli ultimi vent'anni in Piemonte, salvo tre casi, è tutta, diciamo, grande manutenzione straordinaria, chiamiamola così.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola al Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Vorrei chiarire il tema posto dal Consigliere Vignale: non si tratta di definire quali sono le competenze del Consiglio, ma di definire cosa rientra all'interno di un Piano socio-sanitario.
All'interno del Piano socio-sanitario entrano i grandi fatti, peraltro con una dotazione finanziaria che è previsionale e non quella di legge di bilancio. Questo non toglie assolutamente la competenza del Consiglio sugli interventi che hanno una natura un po' più di dettaglio e che devono essere collegati anche a una dotazione finanziaria non di carattere generale, ma di carattere puntuale.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente.
Rileggo l'emendamento n. 209) così com'è stato modificato: "87 quinques decies, modifica alla legge regionale 18 del 6 agosto 2007. Al punto 1 dell'articolo 12, comma 1, sono aggiunte le lettere n bis) Interventi di edilizia sanitaria relativi a nuove costruzioni previsti nel quinquennio".
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 209), come modificato, sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 210), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 87 sexies decies Emendamento rubricato n. 211) presentato da Bono, Bertola, Frediani Andrissi, Campo, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Potrebbe sembrare un emendamento con poco senso, perché si chiede di eliminare la parola "anche", però ha un significato importante.
Nell'articolo 22 della legge 18 del 2007 si parla di "articolazione territoriale degli enti gestori dei servizi socio-assistenziali", quindi si cerca di ricondurre, già da alcune modifiche che sono state fatte successivamente, a unità tra l'articolazione territoriale delle ASL, cioè il Distretto sanitario, e l'articolazione territoriale del socio assistenziale, socio-sanitario. E si dice: "La Regione promuove ed incentiva anche finanziariamente il raggiungimento di tale coincidenza destinando, sentita la Commissione consiliare competente, una significativa incentivazione agli Enti gestori che hanno raggiunto o si impegnano a raggiunge l'obiettivo, di cui al comma 1".
Non sono presenti l'Assessore Saitta e nemmeno l'Assessore Ferrari, ma è presente l'autorevole Vicepresidente Reschigna, quindi un giorno mi piacerebbe conoscere, in IV o in I Commissione, l'entità finanziaria di quest'incentivo. Toglieremo la parola "anche" e chiederemmo che venisse dato un incentivo finanziario.
Sappiamo che c'è molta resistenza e preoccupazione, a livello territoriale nella identità forzata tra dimensione ottimale dell'articolazione territoriale e sanitaria e quella socio-sanitaria. Lo capiamo anche. A volte, nello stesso territorio, ci sono enti gestori virtuosi e a fianco un territorio magari meno virtuoso, che ha accumulato dei debiti. Bisogna capire dalla fusione che cosa ne è del consorzio virtuoso rispetto a quello indebitato. Se la Regione si facesse carico di un incentivo che potrebbe eventualmente, coprire, nell'arco del tempo, il debito del consorzio vicino a quello virtuoso, magari si potrebbero superare queste resistenze.
A livello regionale, siamo tutti d'accordo che un dimensionamento ottimale non eccessivamente ampio, quindi non a modelli eccessivamente ampi come alcune Regioni hanno fatto, ad esempio, sulla creazione di un'unica ASL, un distretto ottimale tra 70-100-150 mila abitanti, coincidente con quello socio-sanitario, potrebbe permettere di avere delle interazioni più efficaci, magari virtuose ed efficienti anche dal punto di vista economico.
Crediamo che, così com'è avvenuto per la fusione e l'unione dei Comuni un'incentivazione finanziaria sia lo strumento giusto per permettere di superare le giuste preoccupazioni del territorio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
La parola al Vicepresidente Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Il parere è negativo, in quanto noi riteniamo che la leva finanziaria sia uno, ma non l'unico, strumento attraverso cui lavorare in un rapporto certo con le realtà territoriali, affinché si possa costruire una coincidenza territoriale tra soggetti gestori delle politiche sociali e distretti sanitari.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 211), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 87 septies decies Emendamento rubricato n. 208) presentato da Bono, Bertola, Frediani Andrissi, Campo, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Emendamento rubricato n. 263) presentato da Bono, Bertola, Frediani Andrissi, Campo, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Sull'emendamento n. 208) cambiamo legge. Non siamo più sulla legge n. 18 del 2007, ma sulla legge regionale n. 1 del 2004, "Norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di servizi sociali" all'articolo 26, sul tema della vigilanza, autorizzazione e accreditamento.
Dopo il comma 4 aggiungiamo il comma 4 quater, che da analisi approfondimenti, studi e valutazioni ci risulta trattare il tema della vigilanza. La vigilanza ha dei grossi limiti sia di risorse umane sia di tempo, di dotazioni organiche e di possibilità di intervento, qualora trovi dei parametri che non sono corrispondenti ai parametri di autorizzazione e accreditamento. Parlo di strutture soprattutto per anziani, ma non solo.
Abbiamo visto che, anche laddove sono state fatte delle indagini penali per maltrattamenti a carico di anziani, non è possibile chiudere una struttura in quanto, com'è del tutto evidente, non è possibile trasportare degli anziani non autosufficienti come se fossero sacchi di patate. Si è visto che nel caso di spostamenti da una struttura all'altra, addirittura, si avevano poi degli exitus in percentuali anche purtroppo elevate. Era meglio allontanare gli operatori che erano sotto indagine per eventuali abusi o maltrattamenti e mantenere gli anziani nella struttura, senza fare nuovi ingressi. Questo è un problema perché, anche dal punto di vista dell'erogazione delle sanzioni, risulta non essere un grande deterrente.
Inoltre, sottolineo che si trovano molte poche vocazioni da parte di operatori che vogliono fare i membri della commissione di vigilanza, perch spesso si è tra l'incudine e il martello: da una parte, l'associazione dei familiari ivi ricoverati che chiedono continuamente attenzioni giustamente; dall'altra, le strutture private che controdenunciano i membri della commissione vigilanza che hanno fatto dei rilievi, dicendo che non erano veri.
Ci risulta che, sostanzialmente, i membri della commissione di vigilanza siano poi un po' in balia degli eventi. Chiediamo che vengano coperti con una tutela assicurativa a carico dell'ASL, anche per queste funzioni.
Spesso sono dirigenti dell'ASL che sono coperti per l'esercizio delle funzioni del loro mandato, ma specifico dell'attività medica dell'ASL.
Per quanto riguarda l'attività di vigilanza, ci risulta, almeno dall'analisi che abbiamo fatto, che non abbiano una copertura totale rispetto al contenzioso con le aziende private che hanno quelle strutture.
Chiediamo che venga data una copertura assicurativa proprio per questi contenziosi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Crediamo sia importante che le commissioni di vigilanza dell'ASL possano svolgere il proprio lavoro. Un lavoro molto delicato e importante sul territorio.
Faccio un esempio di poche settimane fa. Su La Stampa è uscita una sentenza della Corte dei Conti che ha condannato una comunità per minori a risarcire i danni. Danni che sono stati risarciti all'ASL, ma non a quei minori che hanno usufruito dei servizi di quella comunità. Vi è una serie di situazioni al limite della legalità, con comunità per minori non accreditate con il nostro sistema sanitario, ma che ricevono minori accreditati da altre Regioni. Ci sono vicende di RSA dove ci sono stati dei maltrattamenti, cioè una serie di situazioni veramente al limite e che pongono in seria difficoltà le commissioni di vigilanza dell'ASL.
Per questo crediamo che sia importante tutelare gli operatori sanitari che svolgono un ruolo importantissimo e delicato per il sistema sanitario regionale. La loro azione deve essere al riparo da qualsiasi intervento o preoccupazione di azione giuridica e di rivalsa nei loro confronti. Questo consentirebbe agli operatori che svolgono operazioni veramente molto delicate di prestare la loro azione secondo scienza e coscienza, nel modo più indipendente possibile.
Crediamo che sia il minimo dare una copertura assicurativa, perch ovviamente la causa legale di tipo civile potrebbe andarli a toccare nel personale e creare un impedimento alla loro attività professionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Gli emendamenti riguardanti la sanità a questo omnibus sono anche un po' il riassunto di questa legislatura, perché portano in evidenza tutte le questioni di cui abbiamo discusso sulla sanità.
Una delle questioni è proprio quella legata alla vigilanza, questione che è stata, purtroppo, oggetto delle cronache anche nella nostra regione e non solo, però anche nella nostra regione, con alcuni incresciosi episodi che speriamo non si ripetano.
È indubbio che questi episodi e, in generale, le criticità emerse nella vigilanza debbano far riflettere e sfociare in proposte di modifiche legislative, come quella che abbiamo presentato.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, la parola al Vicepresidente Reschigna per il parere della Giunta sull'emendamento n. 208).



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Il parere della Giunta è negativo per due ragioni.
La prima è che eventualmente quest'aspetto può essere affrontato in via amministrativa e non in via legislativa e, in secondo luogo, non può essere affrontato in modo episodico.
Cosa intendo dire? Mi rendo perfettamente conto del ruolo e delle responsabilità che hanno i componenti della commissione vigilanza, ma è lo stesso ruolo e la stessa responsabilità che ha qualunque dirigente o funzionario della Regione Piemonte, cui noi non siamo oggi in grado, non per scelta della Regione ma per la condizione, di garantire la copertura assicurativa. Sotto questo profilo, diventa un'autonoma valutazione e onere a carico del singolo dirigente. Potrei portare come esempio casi anche molto delicati, ma non in seduta pubblica.
Il tema, lo capisco, non può essere affrontato in via legislativa. Ci ragioniamo sopra, ma se deve essere affrontato, lo si deve fare in termini complessivi, non creando una nicchia di persone, che certamente hanno una responsabilità ma che, a questo punto, avrebbero una tutela sul piano della propria attività professionale, che invece sarebbe negata ad altri appartenenti alla Pubblica Amministrazione.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 208), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 87 octies decies Emendamento rubricato n. 260) presentato da Bono, Bertola, Frediani Andrissi, Campo, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento tocchiamo un altro tema importante sempre all'interno della vigilanza e accreditamento, cioè quello della presenza di strumenti di controllo in remoto che abbiano una funzione di deterrenza rispetto ad abusi, maltrattamenti e quant'altro. È un tema affrontato già da alcune Regioni, come la Regione Liguria e anche altre Regioni, tra cui l'Emilia Romagna, che sta discutendo nel merito. Inoltre, lo si sta affrontando anche con due disegni di legge alla Camera.
È il tema dell'inserimento della videosorveglianza, sostanzialmente le telecamere all'interno delle strutture che svolgono funzioni socio sanitarie, che possono permettere non tanto di riprendere l'illecito - che è una competenza della magistratura inquirente e della polizia giudiziaria ma soprattutto di prevenire.
Infatti, nel momento in cui, all'interno delle stanze, delle sale comuni e delle infermerie - penso sempre a strutture per anziani, ma anche a centri per minori e quant'altro - ci sono occhi elettronici e telecamere che riprendono lo svolgimento delle funzioni e l'attività all'interno della struttura, forse questa presenza, nei confronti di quel personale - su cui non voglio intervenire da un punto di vista etico e morale, ma solo da un punto di vista politico - che ha degli atteggiamenti che sfociano in reati quindi maltrattamenti, percosse, abusi e quant'altro, può servire da deterrenza. Poi ci devono essere tutte le analisi del caso per capire se il personale ha delle problematiche psicofisiche e quant'altro, ma non entriamo in questo tema.
Credo che con quest'emendamento, inserendo come obbligo all'autorizzazione la presenza di strutture con videocamere, senza oneri per la Regione. Senza oneri per la Regione: l'abbiamo ben specificato nell'emendamento e, se necessario, lo inseriremo anche con un comma specifico, se sarà ritenuto necessario dal Vicepresidente Reschigna o dagli Uffici del Consiglio. In questo modo, sarebbero le strutture stesse a dotarsi di questi strumenti quindi le strutture private che hanno le RSA, che hanno i centri per gli anziani, e le IPAB trasformate in associazioni o in fondazioni e quant'altro, dovrebbero prevedere nei loro piani l'inserimento di telecamere.
Altrimenti, si creerebbero due binari paralleli: uno che per le nuove autorizzazioni dovrebbe inserire le telecamere, mentre quelle già autorizzate non dovrebbero inserirlo. Quindi anticipo già anche l'emendamento successivo, che chiede l'inserimento anche per il mantenimento dell'autorizzazione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Si parlava prima di vigilanza e si parla anche, a maggior ragione, di sicurezza di questi luoghi; c'è anche un dibattito a livello nazionale sulla questione dell'installazione di impianti di videosorveglianza non solo in queste strutture, ma anche dove ci sono dei bambini, perché vi sono altri casi di cronaca a livello nazionale piuttosto sconvolgenti.
Al di là di questo, con l'emendamento in oggetto noi proponiamo che, ai fini dell'autorizzazione e del mantenimento della stessa, le strutture dovranno dotarsi di idonei impianti di videosorveglianza, in linea con le vigenti normative in merito, per garantire la sicurezza degli ospiti e degli operatori.
L'obiettivo, com'è stato evidenziato, non è tanto di accertare delle violazioni, compito che poi spetta ad organi diversi dal nostro ma, se possibile, prevenirle e anche tutelare la struttura in generale da possibili comportamenti non consoni o, peggio ancora, da comportamenti che violano le leggi.



PRESIDENTE

Altri Consiglieri intendono intervenire? Prego, collega Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Purtroppo a livello nazionale si succedono eventi di cronaca, come diceva il Consigliere Bertola, che mettono sempre all'ordine del giorno il tema della videosorveglianza in strutture per anziani, ma anche in scuole materne e strutture adibite alla crescita dei nostri bambini. È un tema delicato.
Sicuramente, come genitore, a me non interessa vedere quello che fa mio figlio durante il giorno, ma mi interessa in qualche modo andare a prevenire atti illeciti o atti che possono sfociare in azioni violente, mai giustificabili dal comportamento di un bambino o dal comportamento di un anziano.
Come diceva il collega Bono, si tratta di un'azione preventiva, cioè di un video che può essere consultato per poi giustificare l'intervento (proprio come extrema ratio) da parte degli organi giudiziari e da parte delle forze dell'ordine, laddove ci fossero segnalazioni di atti di violenza per cui si rendono necessarie delle verifiche. Questo consentirebbe, da un lato sicuramente di prevenire, e, dall'altro lato, di verificare con attenzione quando vi sono delle segnalazioni.



PRESIDENTE

Come? Dica pure, Consigliere Bono.



BONO Davide

Sì, Presidente.
D'accordo col Vicepresidente Reschigna, chiederei la sospensione della trattazione di quest'emendamento e degli altri due successivi, sempre riguardanti la videosorveglianza nella fase di accreditamento, nonché di quello riguardante la sicurezza della continuità assistenziale, di modo che si possa avere la presenza dell'Assessore Saitta.
So che l'Assessore avrebbe dato un parere negativo, però vorrei - se possibile - approfondirne il perché dalla sua viva voce.



PRESIDENTE

I numeri sono il 260), 261) e 262)?



BONO Davide

Sì, e ce n'è ancora uno: l'ultimo, quello che ho depositato ieri mattina.



PRESIDENTE

Va bene.


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Colleghi, passiamo all'esame del punto 2) all'o.d.g., inerente a "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 353 "ASFIM - Azienda speciale della Camera di commercio di Vercelli"- Collegio dei Revisori dei conti - nomina di 1 membro effettivo e di 1 membro supplente

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 355 "Azienda Sanitaria Locale Torino 3" (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 358 "Azienda Sanitaria Locale Torino 4" (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 359 "Azienda Sanitaria Locale di Alessandria" (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente


PRESIDENTE

Rammento che, trattandosi di seconda votazione, ai sensi del secondo capoverso, comma 4, dell'articolo 79, del Regolamento interno del Consiglio regionale, sono eletti i candidati che hanno riportato il maggior numero di voti.
Ricordo infine ai Consiglieri di prestare attenzione ai casi di omonimia e in tale ipotesi, di riportare sulla scheda anche il nome del candidato.



PRESIDENTE

Nomino scrutatori i Consiglieri Bertola e Molinari.
Prego la Vicepresidente Motta di procedere all'appello nominale.



(La Vicepresidente Motta effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è terminata.
Sono stati effettuati due appelli nominali.
Si proceda allo spoglio delle schede.



(Si verificano problemi tecnici nel sistema audio dell'aula consiliare)



PRESIDENTE

Consiglieri Bono e Rossi, in questo momento i microfoni della vostra fila hanno dei problemi di corto circuito. Per continuare i lavori del Consiglio, visto che tutti gli altri microfoni funzionano, chiedo ai Consiglieri del Gruppo Movimento 5 Stelle di utilizzare i microfoni dei loro colleghi della fila più avanti.
Non abbiamo alternative. Intanto, i tecnici provano a ripararli.


Argomento: Ordinamento regionale

Proseguimento esame disegno di legge n. 294, inerente a "Legge annuale dell'ordinamento regionale. Anno 2018" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 294 e dei relativi emendamenti.
ARTICOLO 87 vicies Emendamento rubricato n. 274) presentato da Motta, Valle.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola alla Vicepresidente Motta, in qualità di Consigliera, per l'illustrazione.



MOTTA Angela

Grazie, Presidente.
L'emendamento nasce dalla necessità di superare le criticità riscontrate nell'applicazione della legge regionale 11 del 2015, nella parte in cui la legislazione regionale si limita a prevedere il rilascio, da parte dell'autorità sanitaria competente, di una certificazione che consente il trasporto della salma presso l'obitorio o il servizio mortuario delle strutture ospedaliere o presso apposite strutture adibite al commiato, e nei casi in cui il decesso avvenga in abitazioni inadatte per l'osservazione o vi sia espressa richiesta dei familiari o dei conviventi.
In questi casi, l'assenza di richiamo in legge fa sì che sia necessario chiarire che, oltre all'autorizzazione del trasporto della salma rilasciata dall'autorità comunale competente, è sufficiente la certificazione dell'autorità sanitaria.
Lo dico in modo chiaro: se il sabato e la domenica succedono questi casi e il Comune è chiuso, non ci siano problemi di sorta.
Prevediamo, quindi, che la specifica certificazione dell'autorità sanitaria costituisce elemento sufficiente al trasporto della salma; così si supera questo problema.
L'emendamento non comporta oneri a carico del bilancio regionale. Ho parlato con l'Assessore Saitta e c'è l'approvazione anche del Dirigente Corgiat, quindi credo possa essere approvato.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Ho capito l'emendamento e ne chiedo il rinvio a martedì prossimo.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo un attimo di attenzione, altrimenti non riusciamo a proseguire i nostri lavori.
La penultima e l'ultima fila della maggioranza non possono votare. Io chiederò qual è il loro parere. Non occorre rispondere individualmente basta che risponda uno se è contrario o favorevole, a seconda del voto che esprime la maggioranza.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Sono le 12.15 e non è detto che nel pomeriggio si riesca a riparare il guasto, per cui facciamo qualche prova questa mattina e vediamo cosa succede.
Per quanto riguarda i Consiglieri Bono e Andrissi - gli altri possono votare - dovranno esprimersi.
Comunicherò io il vostro voto di maggioranza e di opposizione, non possiamo fare diversamente.
Procediamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 274), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
La penultima e l'ultima fila alla sinistra dell'emiciclo hanno votato in maniera favorevole; così anche i Consiglieri Bono e Andrissi.
ARTICOLO 88 Indìco la votazione palese sull'articolo 88.
Il Consiglio approva.
L'articolo 88 è approvato con il parere favorevole della penultima e ultima fila alla mia sinistra, e con parere favorevole dei Consiglieri Andrissi Bono e Valetti.
ARTICOLO 88 bis Emendamento rubricato n. 1) presentato da Tronzano.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Tronzano per l'illustrazione.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Iniziamo un argomento a mio giudizio abbastanza spinoso, ossia quello relativo al gioco da intrattenimento, gioco legale o gioco d'azzardo, a seconda di quello che ciascuno di noi pensa, però prima di iniziare.



PRESIDENTE

Un attimo solo.
Così non si può discutere! Invito i Consiglieri, se vogliono parlare con i loro collaboratori, a uscire dall'aula.



TRONZANO Andrea

Vorrei l'attenzione del Capogruppo del PD e dei Capigruppo, se è possibile perché quando qualcosa che ci circonda diventa parte dalla realtà cerchiamo di convincerci che questa realtà sia cosa buona e giusta, ma non credo sia sbagliato valutare ulteriormente o cambiare idea; ciascuna idea è flessibile durante la nostra vita, ci sono principi inderogabili senz'altro, ma se magari non siamo convinti di una cosa, ma ci convinciamo che questa cosa è buona perché ci circonda e ormai è sostanzialmente realtà, probabilmente siamo un pochino più in imbarazzo.
Vorrei chiedere al Capogruppo del PD e al Presidente della Giunta, che non c'è, quindi in questo caso al Vicepresidente della Giunta Reschigna, e anche al Presidente del Consiglio, se non sia opportuno magari fare ancora una riflessione nella Conferenza dei Capigruppo.
So che il tema è molto delicato; per quanto mi riguarda, lo dico al Consigliere Bertola, non ci sono aspetti elettoralistici, elettorali o di consenso su questa cosa, perché è un tema scomodo che, forse, danneggia di più chi lo propone piuttosto che aiutarlo nel consenso, Consigliere Bertola. Quindi, che in questa fase, Presidente Boeti, magari potremmo ancora valutare in Conferenza dei Capogruppo se sia il caso di pensare a qualcos'altro.
Personalmente, lo dico al Capogruppo del PD, sono disponibile a ritirare gli emendamenti, non voglio assumermi nessuna paternità su niente. A me interessa fare le battaglie giuste e lei lo sa: se una battaglia è giusta anche se è scomoda, dobbiamo farla, perché facendo così magari ci rendiamo conto, se riusciamo a valutarla con serenità all'interno di una Conferenza dei Capigruppo, che forse la retroattività ci mette un po' in imbarazzo.
Presidente Boeti, non so se quest'ultimo appello sia accolto con favore ieri l'Assessora Pentenero ha fatto un discorso che personalmente ho captato magari non come un'apertura, ma come un'attenzione al tema, come ho captato dagli Uffici, in particolare dal dottor Manna.
Un'attenzione al tema, lui l'ha detto con chiarezza, Capogruppo Ravetti, ha detto che non vogliono fare battaglie ideologiche o contrarie al gioco d'azzardo, al gioco d'intrattenimento tout court, non è questo l'intendimento. Infatti, la Commissione di ieri è stata molto importante perché si è parlato di cura, cosa che il Capogruppo Ravetti ha menzionato giustamente in Commissione: ha parlato di cura, ha parlato d'informazione ha parlato di comunicazione.



PRESIDENTE

Tronzano, ha tre minuti a disposizione.



TRONZANO Andrea

Ha parlato di spot sul gioco d'azzardo.
Credetemi, come Consigliere regionale anch'io credo che le famiglie che hanno questo problema con propri parenti siano da seguire, da tutelare, da curare e aiutare in tutti i modi, ma credo altrettanto che un imprenditore che dal 2004, quando è diventato legittimo e lecito questo settore, abbia fatto degli investimenti e, forse.



PRESIDENTE

Tronzano, ha tre minuti a disposizione e siamo a 4.15. Le regole sono regole.



TRONZANO Andrea

Lo so, Presidente, e chiedo scusa.
Il mio vuole essere un appello.



PRESIDENTE

È chiaro. Il suo pensiero è chiaro.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo perché chiamato in causa, ovviamente, per quelle che sono le mie responsabilità, non voglio andare oltre.
Intanto ha ragione il collega Tronzano quando ci ricorda che la Commissione di ieri è stata utile. Posso anche dire che si è creata una linea di confine tra i ragionamenti e le espressioni verbali o scritte che abbiamo letto e ascoltato in questi mesi su questa vicenda, anche dai Gruppi di questo Consiglio regionale, che prima di ieri si esprimevano in un modo e che, da oggi in poi, dovranno esprimersi in un altro.
Le relazioni dei dirigenti o dei responsabili dei vari Servizi in Commissione hanno evidenziato come questa legge, in qualche misura, stia producendo effetti positivi nei confronti di coloro i quali sono sempre stati al centro delle nostre attenzioni, e cioè le persone che subiscono gli effetti del GAP.
Attendo il giudizio della Giunta sui vari emendamenti e attendo anche non soltanto le intenzioni, ma i decreti del Governo su questa materia, che si fanno attendere e che potrebbero agevolare questa discussione. Mi limito in questa fase a dire che credo che il collega Tronzano, quando si rivolge a me, lo fa con buonsenso, con un appello molto trasparente che io colgo con favore nella trasparenza.
Devo dire che abbiamo discusso ormai tanto di questa vicenda e, almeno per quest'anno e per questo passaggio legislativo, Presidente è arrivato il momento di esprimerci.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ravetti.
La parola all'Assessora Pentenero.



PENTENERO Giovanna, Assessora alla formazione professionale

Grazie, Presidente.
Una considerazione di carattere generale, riferendomi all'intervento del collega Tronzano: ieri in Commissione ho ribadito soltanto le premesse politiche che avevano portato all'approvazione della legge. Premesse politiche che avevano visto la condivisione piena di tutti i Gruppi che hanno approvato il disegno di legge, che ha incontrato più progetti di legge, lo voglio ricordare: progetti di legge e disegni di legge che si sono incontrati e hanno prodotto un testo.
Ieri abbiamo fatto delle valutazioni in merito al tempo che è trascorso e a quello che è successo dalla sua prima applicazione; è innegabile che i benefici nei confronti della popolazione piemontese sono benefici contestualizzati, con una lettura molto attenta dei dati, come anche i tecnici ieri ci hanno ricordato e, quindi, la scelta deve essere assolutamente condivisa, ma non mi pare ci sia il contesto utile per poterla fare.
Nel merito, sui singoli emendamenti, ci sono delle questioni specifiche che non possono essere tenuti in considerazione. Ad esempio, l'emendamento n.
1), in merito alle attività legate alla formazione e all'aggiornamento dei soggetti gestori delle sale da gioco, queste attività, sono già ricomprese nel Piano integrato per la parte inerente alla formazione sia degli operatori ed esercenti delle attività commerciali sia per gli operatori che hanno funzioni di controllo, come la polizia municipale e gli operatori socio-sanitari. Nel merito è già contenuto quanto evidenziato dal Consigliere all'interno della legge, quindi non avrebbe senso emendare ulteriormente l'articolo in oggetto. Su questo esprimo parere negativo.
Vale la pena ancora ricordare un aspetto: il più volte citato decreto contenuto negli emendamenti, è un decreto che fa riferimento all'intesa Conferenza Stato-Regioni, che doveva essere emanato dal MEF e che non è mai stato emanato.
Sull'emendamento n. 1) esprimo parere negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo a dichiarazioni che hanno carattere più generale che specifico relativo agli emendamenti. In particolare, l'emendamento n. 1) non tratta di una modifica particolarmente rilevante. L'impianto degli emendamenti presentati derivano da una ridiscussione della questione riguardante il gioco d'azzardo patologico. Alcune audizioni che abbiamo tenuto in Commissione sia, soprattutto, la Commissione di ieri, hanno certificato la validità e l'utilità della legge che abbiamo approvato, la legge n. 9 del 2016, evidenziando i risultati, in termine di minor perdita di denaro da parte dei cittadini (perché poi bisogna dirla anche semplicemente).
Sicuramente ci sono degli interventi ancora da migliorare per la prevenzione; sicuramente il Consiglio regionale, la Regione Piemonte, ha legiferato in modo coraggioso, quindi siamo di nuovo a respingere le accuse di chi dice che, in realtà, si favorisce il gioco illegale e si favorisce l'illegalità. Da quello che è stato detto nelle audizioni, soprattutto dalla Guardia di Finanza, e da quello che ci dicono i fatti di cronaca, si evince che la criminalità organizzata è interessata soprattutto al gioco legale, in quanto legale. Questo è evidenziato anche da alcune indagini di cronaca.
Oltretutto, ci parrebbe assurdo intervenire andando a modificare. Di fatto se dovessimo approvare alcuni di questi emendamenti e vanificare la norma sulle distanze, parrebbe assurdo, perché si è voluto intervenire e si è voluto approvare una legge del genere proprio perché c'era un'emergenza con rispetto a quello che c'è ora, non con quello che potenzialmente potrebbe arrivare, non con il potenziale aumento degli apparecchi installati sul territorio piemontese, ma già con la situazione attuale.
Se, da livello nazionale, arriveranno normative diverse, se si verificherà che non sono compatibili con la normativa regionale, si approveranno delle modifiche, come si è sempre fatto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tronzano; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Illustro brevemente l'emendamento n. 1).
Si aggiunge soltanto una parola, "programmi". Non ho inteso dall'Assessore il perché non aggiungere, all'interno della legge, il fatto che la Regione possa anche elaborare i programmi. Nella legge attuale questa parola non c'è, ecco perché il tentativo di inserirla all'interno della legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cassiani; ne ha facoltà.



CASSIANI Luca

Faccio anche una dichiarazione di voto che sarà in dissenso dal mio Gruppo su questo tema e così anche sugli altri emendamenti, poi entrerò nel merito quando presenterò il mio emendamento.
Sono d'accordo con il Consigliere Tronzano. Voglio dire una parola nei due minuti a disposizione rispetto a quello che ha detto il Consigliere Bertola. Noi stiamo facendo una valutazione, a 11 mesi dall'entrata in vigore della normativa, che ha tenuto conto di una serie di dati. Le opinioni politiche sono tutte legittime, si può pensare in un certo modo si può avere una posizione: è assolutamente legittimo. Tuttavia, sui numeri e sui dati non si possono fare speculazioni.
Credo che, con grande correttezza, gli intervenuti all'audizione abbiano detto che non si possono utilizzare questi dati al fine di validare o no una scelta politica. L'hanno detto, l'hanno scritto e l'hanno fatto vedere e consegnato a tutti. Se vogliamo far discendere dall'audizione di ieri, in qualche modo, una validazione del distanziometro ai fini di voler, in qualche modo, dare un supporto e autoconvincerci che la legge è servita per diminuire la ludopatia, per diminuire il numero dei malati e quant'altro stiamo sbagliando strada. Bisogna entrare nel merito e valutare quello che fanno gli altri. Un'assemblea intelligente guarda anche quello che succede ai vicini di casa.
La disomogeneità con la quale noi affrontiamo questa vicenda rispetto a tutto il panorama nazionale delle Regioni governate sia dal centrodestra sia dal centrosinistra, indipendentemente dal loro tipo di governo, è qualcosa di speciale. Faccio l'esempio di alcune Regioni come la Puglia, la Calabria, l'Emilia-Romagna, la Toscana e la vicina Liguria. Queste Regioni hanno adottato una legge molto simile alla nostra per quanto riguarda la vicenda fondamentale, che è la possibilità di utilizzare il distanziometro anche retroattivamente per le attività già in concessione, già presenti nei locali e negli esercizi commerciali. Questo è il punto della legge, che io ritengo giusto e utile ai fini di cui si discuteva ieri.
Mettere in campo strategie di comunicazione, mettere finalmente in campo la comunicazione, fare il passaggio nelle scuole e tutto quello che si vuole è perfetto, va benissimo, ma bisogna rendere consapevoli le persone. Ma attenzione a non rendere illegale un'attività che la Costituzione e gli imprenditori possono e debbono fare secondo una legge nazionale! Non l'ho sollevata io la questione, la prima ordinanza d'ingiunzione che è stata fatta sul territorio comunale, impugnata in Aula, ha avuto la risposta da parte di un Magistrato, come tutti abbiamo visto. Non sono la Corte Costituzionale, tantomeno gli altri colleghi, ma quando un Magistrato, in un'ordinanza, solleva quei profili di costituzionalità, io mi fermerei almeno a fare una valutazione. Perché qui la verità in tasca non ce l'ha nessuno, né Cassiani, né Tronzano e tanto meno Bertola nessuno! Però avere la modestia di dire "vediamo cos'è successo e vediamo quali sono i risultati" dobbiamo metterla tutti, altrimenti facciamo un cattivo servizio ai cittadini e a chi ci ha votati, qualsiasi forza politica siamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Due regole ho capito: una che il banco vince sempre e che, se dovessi fare una scommessa, l'unica sicura è che Cassiani, a prescindere dai dati che supportano.



(Commenti del Consigliere Cassiani)



GRIMALDI Marco

Lei dice che sono falsi.
Mi dispiace, Consigliere Cassiani, soprattutto perché lei è un'istituzione pubblica. Lei può dire che i dati non sono riscontrabili dentro la normativa vigente, però intanto ricordiamo, per prima cosa, che i dati sono dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e sono elaborati dall'IRES, quindi non ce li siamo inventati e non li abbiamo estrapolati.
In secondo luogo, abbiamo dato una copertura istituzionale e politica, e lo dico a un'Aula che ha votato all'unanimità questa legge, a chi da anni cioè amministratori pubblici e sindaci, provava, contro tutto e tutti, a mettere distanze e orari per frenare il Far West. E fatemi dire, cari colleghi, che da ieri un pezzo di questo Far West è stato frenato, e lo dicono i dati. E allora i dati che cosa ci dicono esattamente? Che il volume di gioco in Piemonte si è ridotto di oltre mezzo miliardo di euro. È poco? Qualcuno ci dice: "È poco, avete partorito un topolino".
Però datevi una regolata: o non abbiamo prodotto niente perché questi dati sono falsi e non c'entrano niente, oppure abbiamo iniziato a invertire la tendenza. Perché l'altra cosa che ci hanno spiegato, cari colleghi, è che fino all'anno precedente i dati erano in aumento e i piemontesi giocavano di più. Allora che cosa ci dicono? "Falso! Non sapete che si sono spostati su altri giochi". È vero, ma in piccola parte, perché se dovessimo solo guardare il dato delle slot machine, i numeri sarebbero ben oltre il 17% in meno delle giocate. Sono molto più alti.
Se leggete solo il volume di gioco relativo alle slot machine, la riduzione è ancora maggiore: 228 milioni in sei mesi, 456 milioni nell'intero anno.
Allo stesso modo, le perdite legate al gioco delle slot machine sono diminuite nel primo semestre già del 28 per cento.
Lo dico sommessamente: nessuno di noi pretendeva e ha mai detto che con questa legge avrebbe sconfitto le ludopatie o ridotto col distanziametro le ludopatie dal primo anno. Guardate che il punto è esattamente il contrario cioè il punto è: a noi ieri quelle distanze che cosa servono? Servono a dissuadere nuovi giocatori, perché se uno vuole giocare, non è che non troverà il luogo dove giocare e noi non abbiamo proibito niente.
A chi ci dà dei proibizionisti rispondo che noi non abbiamo proibito niente. Abbiamo provato a regolare il Far West e a diminuire l'afflusso perché questo è il paradosso italiano, colleghi: passare da un monopolio da un casinò a ogni 50 metri a una slot machine. Ve lo dice un antiproibizionista.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Non è così, però allora non è che potete fare le due parti in gioco. O abbiamo ridotto il numero di giocate o abbiamo ridotto le perdite come ci hanno detto l'Agenzia, i Monopoli e l'IRES, o non è andata così! E se è andata così e meno gente ha scommesso e meno gente ha buttato via la sua tredicesima è un bene, sì o no? Lo volete riconoscere sì o no?



(Commenti del Consigliere Cassiani)



GRIMALDI Marco

Non lo volete riconoscere? Facciamo così: noi abbiamo sfidato le istituzioni che non si volevano muovere. Un Governo poteva impugnarlo e non l'ha fatto, ok? Un giudice, diceva Cassiani, forse - perché non è ancora scritto - rimanderà alla Corte Costituzionale e noi aspetteremo quell'esito per capire se potevamo intervenire o no. Dico solo che vale per il Comune di Torino, vale per altri Comuni in Italia che, in questi anni, hanno adottato quel tipo di soluzione. Non è così? Abbiamo sbagliato? Ce ne assumeremo la responsabilità qualora sia scritto nero su bianco.
Dopodiché, fino ad allora noi solo possiamo dire di aver invertito la tendenza con un voto all'unanimità e, di sicuro, non sarà la pressione di due o tre Consiglieri che farà tornare indietro quest'Aula.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 88 ter Emendamento rubricato n. 3) presentato da Tronzano.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Tronzano per l'illustrazione.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Naturalmente sarà un dibattito un po' anche sulle dichiarazioni precedenti.
Riconosco l'onestà intellettuale al Consigliere Grimaldi, che conosco da almeno un decennio da quando eravamo al Comune di Torino.
Collega, la considero una persona onesta intellettualmente, però mi permetta di dissentire completamente dalle sue dichiarazioni. Io le dico quello che ho trascritto rispetto a quanto diceva il dottor Giarre, che mi pare essere per voi il paladino in assoluto dei dati di questo mondo del gioco patologico, d'intrattenimento o d'azzardo, a seconda delle posizioni.
Il dottor Giarre dice: "Nessuno può dire per ora che ci sia riduzione o meno del gioco problematico o patologico o che ci sia una crescita o meno del gioco online". Però ha detto che nessuno può dire che ci sia riduzione o meno del gioco problematico o patologico. Quindi, uno degli elementi essenziali sui quali si basa la legge, che non è da confutare ed è anzi da mantenere, perché è uno dei principi assoluti, si sposa male con le sue dichiarazioni, Consigliere Grimaldi, poiché purtroppo non è come dice lei.
Cosa potremmo fare con questo emendamento n. 2)? Potremmo provare a rispettare un principio sacrosanto del diritto: la non retroattività delle leggi. Perché io devo dire al TAV "continuiamo", quando i 5 Stelle vogliono togliere o eliminare i contratti, gli accordi internazionali e i voti del Parlamento, mentre poi diciamo "ah, la retroattività va bene" su una legge che è stata approvata nel 2004? Che differenza c'è fra il TAV e un settore economico? Io non riesco a capire la differenza. Ma se il gioco d'azzardo è legale dal 2004, perché dobbiamo intervenire retroattivamente? Continuando con le leggi retroattive, mettiamo in discussione il sistema imprenditoriale italiano: è questo che voglio farvi capire. Se l'imprenditore si mette di buzzo buono, investe i propri soldi, fa un lavoro perché c'è un principio di affidamento da parte dello Stato, perch mai dobbiamo mettere in discussione ciò? È questo quello a cui faccio appello.
Io dico: proviamo a ragionare su quello che sarà e non su quello che è stato, anche perché su quello che è stato ci sono persone che hanno fatto investimenti enormi. Non vi ricordo per pietà, per sentimento o per cercare di convincervi, che alcuni si sono anche suicidati a seguito di interventi dovuti a leggi retroattive. E, se continuiamo così, anche le multe diventeranno retroattive: prendiamo 100.000 di multa, oggi paghiamo 100 euro, domani interveniamo con una legge e la portiamo a 150 euro, dopodich dobbiamo pagare 50 euro di differenza. Continuiamo così! Anche sulle pensioni dico lo stesso: iniziano a toccare quelle dei privilegiati, da 4.500 euro, poi toccheranno anche quelle da 1.200 euro.
Allora, se riusciamo a ragionare su un principio, che è quello - e ho chiuso, Presidente - della irretroattività, secondo me facciamo un servizio allo Stato, ai cittadini, all'imprenditoria e al sistema economico italiano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Si riesce a mettere in mezzo il TAV anche parlando di gioco d'azzardo patologico! Al di là di questo, se dovessi invece seguire questo filo logico e parlare di un modello economico, potrei dire che condanniamo fortemente un modello economico che ha fatto sì che oggi ci sia questo problema, che oggi ci sia questa piaga sociale: un mondo, una politica di centrodestra e di centrosinistra che in vent'anni ha trovato come unica soluzione quella del gioco d'azzardo.
Sempre per citare Cavour - perché anche parlando di TAV si cita Cavour e allora lo cito anch'io - egli diceva che le lotterie sono una tassa sugli sprovveduti. Ebbene, si è passati dalle lotterie come tassa sugli sprovveduti a una tassa sul disagio, perché le persone affette da gioco d'azzardo patologico sono persone che hanno tanti disagi.
Infine, visto che si parla di suicidi, vorrei parlare anche dei suicidi delle persone che si sono tolte la vita perché si erano indebitate ed erano in mano agli usurai. Tutto questo non per retroattività della legge: per via di un'economia che avete creato, basata sul disagio e sul gioco d'azzardo!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Collega Tronzano, lasci che il Consigliere Bertola svolga il suo intervento.
Avremmo dovuto fare la discussione generale dopo la presentazione dei due emendamenti, per cui con Bertola abbiamo commesso un errore, ma se diamo la parola anche a lei ne commettiamo un altro. Lei ha avrà la possibilità di intervenire dopo, in discussione generale.
Adesso presentiamo l'altro emendamento, che è il suo.
La parola al Consigliere Cassiani.



CASSIANI Luca

Grazie, Presidente.
Senza alcuna volontà di arrivare a litigi o a sollevare questioni che non servono a nessuno, due cose devo dirle sui dati che ieri ci hanno dato fornito. Grimaldi li cita leggendoli, secondo me, in maniera fuorviante mentre in realtà si parla di un calo annuo intorno al 5% del totale: difatti si dice che vi è stato un calo di 500 milioni in due anni. In realtà, si fa confusione tra il giocato e il perso. Questa confusione è frutto di poca conoscenza e poca attenzione dei dati che sono stati forniti ieri.
Chi invece i dati li conosce, li ha spiegati dicendo che il giocato è cinque miliardi e il perso è un miliardo. Non si possono fare queste proporzioni sugli anni successivi, tant'è che alla fine la differenza dall'anno precedente è non oltre 50 milioni di euro sul gioco legale. Ma noi sappiamo - e l'abbiamo in qualche modo anche verificato attraverso l'audizione del Generale Comandante della Guardia di Finanza della Regione Piemonte - che soltanto nei primi mesi dell'anno 2018 sono stati oltre 150 i sequestri di apparecchi abusivi collegati senza un minimo di contatto con l'Agenzia delle entrate, quindi sono parecchi non collegati al Ministero con i quali si gioca abusivamente; sono quelli di cui parlava il Consigliere Tronzano e che spesso ovviamente sono, come la Guardia di Finanza e le Forze dell'Ordine ci fanno notare tutti i giorni sul giornale di appannaggio della criminalità.
Ora, sul distanziometro mi tocca citare un'interessante perizia del consulente tecnico d'ufficio, professor Cesare Pozzi, incaricato dalla VI Sezione del Consiglio di Stato (non un organo di parte o un istituto di ricerca regionale, ma il Consiglio di Stato di questo Paese), il quale, in una relazione interessante depositata il 21 luglio 2018 a Roma al Consiglio di Stato VI Sezione, parla degli effetti del distanziometro.
Invito tutti a verificare, chi ha voglia e tempo, ma vi assicuro che il professor Cesare Pozzi, che cito a verbale, è uno dei massimi esperti su questo tipo di vicende a livello nazionale. Egli spiega scientificamente come il distanziometro è assolutamente un flop dal punto di vista del contrasto al gioco d'azzardo patologico. Non lo dico io: lo dice lui e lo dice il Consiglio di Stato. Ecco perché moltissime delle sentenze stanno andando in quella direzione.
Nessuno nega - ripeto - il fatto che bisogna iniziare a fare delle attività di contrasto al gioco d'azzardo patologico - badate, sono il primo a farlo da sempre attraverso il logo No Slot e attraverso una seria ed efficace comunicazione rispetto ai giovani che si avvicinano al gioco.
Tuttavia, sapere e vedere che noi, attraverso questa legge, abbiamo spostato il giocato dalle AWP alle VLT o ai gratta e vinci o al lotto istantaneo e in qualche modo abbiamo arricchito le grandi multinazionali sfavorendo i piccoli imprenditori del territorio che hanno tre o quatto dipendenti che stanno mettendo, in qualche modo, in cassa integrazione, non mi sta bene. Non si può, perché non sempre il contratto del commercio dovrebbe saperlo meglio di me, Assessore - può garantire quegli ammortizzatori sociali. Ce l'hanno spiegato anche gli imprenditori, quando li abbiamo auditi.
Credo che questo sia uno dei problemi che il Consiglio regionale deve porsi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cassiani.
Emendamento rubricato n. 4) presentato da Tronzano.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Tronzano per l'illustrazione.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Naturalmente rispetto le considerazione del Consigliere Bertola, per quando parliamo del passato, dobbiamo ricordare quello che c'era prima del 1994: quello era il Far West! Dobbiamo altresì rammentare quello che è successo negli ultimi due anni quando il 30% delle AWP sono state ridotte, perché lì sì c'era un problema Consigliere Grimaldi.
È vero il ragionamento, nel senso di dire che era un Far West e c'erano troppe cose. Ma lo ammettono gli stessi imprenditori. Perché, come al solito, in Italia non c'è mai la via di mezzo: o tutto o niente! È questo che io vorrei scongiurare oggi. In realtà, non è sempre così, perché c'è anche la via di mezzo.
Allora, se prima era il Far West, per cui ogni bar aveva cinque o dieci macchinette, con quella riduzione abbastanza drastica si è posto un limite e si è fatta una sorta di pulizia all'interno di quel settore.
Dopodiché, oggettivamente, dire che il gioco è diminuito, è sbagliato! Perché il gioco non è diminuito: è diminuito del 3% credo, o del 5% per cento. Ci si è semplicemente spostati sulle VLT.
Il Movimento 5 Stelle fa le battaglie contro le multinazionali Consigliere Bertola, mi rivolgo anche a lei - e mi trova anche d'accordo perché molte volte sono spietate. Le multinazionali guardano soltanto ai numeri e non alle persone, per cui condivido certe vostre battaglie, perch anche noi dobbiamo cercare di ragionare in un sistema liberale e non liberista, dove la deregolamentazione è assoluta; perché le persone sono persone! Ma, allora, come sosteneva il Consigliere Cassiani, perché cercare di limitarli per forza quando sappiamo con certezza che i piccoli imprenditori del territorio non possono sfuggire ai controlli, né alla legge regionale che prevede la loro formazione nei confronti di chi è affetto da gioco patologico? Perché cercare, con una legge, di punire interamente dei piccoli imprenditori che mantengono le loro famiglie, quando, invece, il gioco online spopola? Guardate che possiamo giocare online anche quando abbiamo 15 anni, perché se il genitore non controlla il ragazzo, il ragazzo va su internet e gioca online! Le scommesse calcistiche vanno alla grande anche tra i minorenni: sono online, basta aprire il cellulare! Perché, Consiglieri, non ci possiamo ragionare? Condivido la riflessione dall'Assessora Pentenero: è stata votata all'unanimità (anche il Consigliere Grimaldi l'ha detto). È vero, e io nutro rispetto per quella decisione, la capisco. Però, visto che la realtà ci pone di fronte a un muro, possiamo valutare, per favore, che quello che è il passato deve poter continuare a lavorare, e quello che è il futuro può essere regolamentato? Sennò interveniamo sulla retroattività! Quest'articolo agisce sul distanziometro e il distanziometro è quello che ha citato il Consigliere Cassiani.
Il distanziometro non funziona. Perché dobbiamo continuare a mantenerlo se è inefficace? Il giocatore d'azzardo - quello patologico - prende e va lontano a giocare, non gioca sotto casa! Prende e va lontano, va in Lombardia, va in Liguria o va al Casino di Saint Vincent, se riesce a sopravvivere alla crisi! Non va certo sotto casa!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Tronzano.



TRONZANO Andrea

Prego.


Argomento: Nomine

Nomine - Proclamazione degli eletti


PRESIDENTE

Relativamente al punto 3) all'o.d.g., che reca "Nomine", in base allo scrutinio effettuato, possiamo procedere alla proclamazione degli eletti delle seguenti nomine: Proposta di deliberazione n. 353 "ASFIM - Azienda speciale della Camera di commercio di Vercelli"- Collegio dei Revisori dei conti - nomina di 1 membro effettivo e di 1 membro supplente Proclamo nominato quale membro supplente il signor Ricciardello Marco.
Proposta di deliberazione n. 355 "Azienda Sanitaria Locale Torino 3" (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente Proclamo individuato quale componente con funzioni di Presidente il signor De Gregorio Alberto.
Proposta di deliberazione n. 358 "Azienda Sanitaria Locale Torino 4" (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente Proclamo individuata quale componente con funzioni di Presidente la signora Lombardi Marinella.
Proposta di deliberazione n. 359 "Azienda Sanitaria Locale di Alessandria" (articolo 1, comma 2, l.r. 15/2014) - Collegio sindacale - individuazione di 1 componente con funzione di Presidente Proclamo individuato quale componente con funzioni di Presidente il signor Scarsi Fabio.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ricordo che alle ore 13, in Sala delle Bandiere, incontreremo le associazioni che si occupano di tutela dei diritti delle persone con disabilità intellettiva e autismo.
Alle ore 14.30 riprenderemo i lavori con la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



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