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Dettaglio seduta n.366 del 06/11/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 14.31 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2369 presentata da Chiapello inerente a "Estendere la durata delle impegnative mediche per esami e visite"


PRESIDENTE

Buongiorno a tutti.
Ricordo che in questo momento il Consiglio non è aperto, ma vi è la risposta da parte della Giunta alle interrogazioni dei Consiglieri, quindi non c'è l'obbligo per i colleghi di essere in aula, se non per gli interroganti e gli Assessori competenti a rispondere.
Esaminiamo dunque l'interrogazione a risposta immediata n. 2369, che risale alla scorsa settimana.
La parola alla Consigliera Chiapello per l'illustrazione.



CHIAPELLO Carla

Grazie, Presidente.
Alcuni medici mi hanno segnalato che le impegnative per le visite specialistiche e gli esami hanno una scadenza che è troppo breve perché ci sono malati cronici che devono effettuare visite e controlli programmati ogni tre mesi. In altre Regioni le scadenze sono più lunghe; ad esempio, in Lombardia, Lazio e Liguria variano da sei a 12 mesi. Una scadenza più estesa faciliterebbe anche la vita a molti malati cronici, evitando loro di andare continuamente dal medico di famiglia per richiedere l'impegnativa.
Sarebbe un'iniziativa a costo zero, utile per andare incontro alle esigenze di molte persone malate e per evitare il sovraffollamento degli studi medici, aspetto non da sottovalutare. Con l'avvicinarsi della brutta stagione, quando il picco influenzale raggiungerà il livello massimo,con questo accorgimento probabilmente i medici riuscirebbero a lavorare meglio e i pazienti non si troverebbero a fare i conti con le lunghe code negli studi. Per questi motivi chiedo alla Regione se intende estendere la scadenza delle impegnative per gli esami e le visite specialistiche.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Ringrazio la Consigliera per la sollecitazione contenuta nella sua interrogazione. Quello della durata delle impegnative per esami e visite specialistiche è un argomento già all'attenzione della Giunta regionale infatti, da qualche settimana l'Assessorato alla sanità sta effettuando delle valutazioni specifiche sul tema anche sulla base dell'esperienza delle altre Regioni.
Mi riservo di fornire qualche risposta puntuale che vada nella direzione che è stata sollecitata una volta terminate tutte queste valutazioni.


Argomento: Nomine - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2387 presentata da Batzella inerente a "Day service infantile del presidio ospedaliero di Susa (TO) Sostituzione pediatre in pensione"


PRESIDENTE

Passiamo alla trattazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 2387.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Dopo la chiusura del punto nascite e la cessazione delle attività di Pronto soccorso ostetrico, ginecologico e pediatrico dell'ospedale di Susa, il 30 novembre 2015 è stato istituito il Day service infantile. Le prestazioni erogate sono esclusivamente di tipo ambulatoriale e sono gestite da due dottoresse pediatre in servizio presso l'ospedale di Susa da oltre trent'anni e da infermiere pediatriche. L'accesso dei piccoli pazienti al suddetto servizio proviene su indicazioni dei medici di famiglia, dei pediatri di libera scelta, dei medici ospedalieri, dei medici dei servizi territoriali, dei medici di Pronto soccorso.
Tra l'altro, per quanto riguarda i medici del pronto soccorso fondamentalmente rispetto agli iter diagnostici che sono iniziati in pronto soccorso per un problema acuto che non richiede il ricovero, richiederanno una visita specialistica o proporranno l'attivazione di un percorso diagnostico-terapeutico specifico.
Il Day service è aperto dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.30 alle 17. Le attività che vengono svolte sono i prelievi esterni ad accesso diretto, gli elettrocardiogrammi ad accesso diretto, ambulatorio allattamento, ecografie renali e delle anche, ambulatorio allergologia, visite neonatali pediatriche.
A maggio 2017 - adesso arriviamo al punto della questione - è andata in pensione una delle due pediatre e ad oggi non è stata sostituita. Dal 1 novembre 2018 (sei giorni fa), è andata in pensione anche la seconda pediatra storica, quella che ha sempre portato avanti le attività del Day service infantile. C'è poi da dire anche che presso la neonatologia e la pediatria dell'ospedale di Rivoli (perché Susa è afferente all'ospedale di Rivoli) i medici pediatri sono già sotto organico, senza considerare la situazione che abbiamo a livello regionale, oltre che nazionale, di carenza di questi particolari specialisti che sono i pediatri.
Oggi interrogo l'Assessore per sapere se sono previste le sostituzioni delle due pediatre collocate in pensione, per garantire così il proseguimento delle attività nel day service infantile dell'ospedale di Susa.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Ho verificato con la Direzione generale dell'ASL quanto affermato nell'interrogazione. Da oltre un anno, l'attività del Day service materno infantile di Susa è garantito da una sola pediatra. La dottoressa, com'è stato ricordato, ha di recente cessato la sua attività a causa del pensionamento, ma l'ASL nel frattempo ha già provveduto a sostituirla con una unità inserita nell'ambito della struttura complessa di pediatria dell'ospedale di Rivoli , il cui responsabile provvede alla copertura quotidiana anche delle attività di Day service materno infantile di Susa.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2389 presentata da Grimaldi inerente a "Futuro del Poliambulatorio di Alpignano"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 2389.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Insieme alla Consigliera Accossato, a giugno dell'anno scorso ci siamo recati in sopralluogo al Poliambulatorio di Alpignano per verificare lo stato a seguito della raccolta firme dei cittadini e di una riunione al vertice da parte dell'ASL TO3.
Nella petizione gli utenti chiedevano: di adottare tutti gli strumenti necessari affinché i servizi cancellati venissero ripristinati, al fine di garantire ai cittadini una sanità pubblica per tutti; di assicurare i servizi con personale; di adeguare i locali ormai fatiscenti. Già, perch il sopralluogo ha evidenziato appunto i problemi strutturali dell'attuale sede e i costi elevati per l'adeguamento superiore ai 300.000 euro.
L'immobile non risulta, infatti, più idoneo per ospitare i servizi che si sono evoluti negli anni: stanze troppo piccole, mancanze di sale d'attesa pavimentazioni da rifare, barriere architettoniche, infiltrazioni, per non parlare degli infissi, dei bagni, insomma locali veramente al limite.
Come Gruppo, abbiamo chiesto di trovare una soluzione entro l'autunno per non privare il territorio del servizio sanitario pubblico. Il Direttore dell'ASL ci ha rassicurato sulla volontà di mantenere i servizi attualmente in essere presso la struttura, sottolineando che il personale medico e di assistenza era stato fino a quel momento sempre sostituito e dichiarando che era al vaglio la possibilità di trasferire in altra sede le attività.
A sua volta, l'Assessore aveva già confermato l'impegno e aggiunto che insieme all'Amministrazione comunale, sarebbe stata effettuata una verifica per individuare altri immobili dove poter ricollocare i servizi, tra cui il consultorio pediatrico e familiare, i servizi specialistici di cardiologia l'otorino-laringoiatra, l'oculistica, l'odontoiatria, la neurologia, la neuropsichiatria infantile, la geriatria, il centro unico di prenotazioni e il centro prelievi.
A seguito di queste vicende, è emersa negli scorsi mesi la possibilità di un trasferimento del poliambulatorio presso il Movicentro, uno stabile di costruzione recente, situato abbastanza centralmente, lontano dagli ingorghi del traffico, privo di barriere, fornito di parcheggi sotterranei esterni e realizzato nel 2008 su terreno messo a disposizione delle Ferrovie; al momento, ci risulta poco utilizzato. Dopo un sopralluogo cui erano presenti il Sindaco di Alpignano e il Direttore generale dell'ASL, si è ipotizzato dunque di trasferirvi il centro di prenotazioni, il centro prelievi e i numerosi ambulatori specialistici, fra cui appunto i consultori di cui parlavo prima.
Da allora, Assessore, a parte questi annunci stampa, non ci risulta, né da parte del Consiglio comunale di Alpignano né da parte della Giunta di Alpignano né da parte di indirizzi dell'ASL o di atti amministrativi dell'ASL, nessuna azione successiva a questa presa di posizione, quindi la interroghiamo per sapere se il Comune di Alpignano ha disposto gli atti necessari per la concessione dei locali.
Vorremmo inoltre sapere a che punto è, anche dal punto di vista dell'ASL l'ipotesi di trasferimento, che immagino debba comunque avere al centro dei lavori di riqualificazione, per quanto l'immobile sia abbastanza recente: per trasferire una struttura con così tante attività, dovrà ovviamente essere messo nelle condizioni di poterlo ospitare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Com'è stato ricordato nell'interrogazione, ho già avuto modo di rispondere su questo tema già altre volte sia in Aula sia attraverso prese di posizione ufficiali, quindi non ho problemi a parlarne, anzi colgo l'occasione per fare un aggiornamento.
A tal fine, ho sentito sia il Sindaco di Alpignano che il Direttore generale dell'ASL TO3: entranti mi confermano che si sta procedendo nel progetto dell'utilizzo dei locali del Movicentro per l'ospedale poliambulatorio, dopo i necessari lavori di adeguamento a carico dell'ASL TO3. Il Sindaco è in attesa di un prossimo incontro con RFI (dovrebbe essere una questione di giorni), poiché è concedente in uso dei locali della strutturata e del parcheggio, per un parere rispetto a questo possibile nuovo impiego.
La vicenda è seguita dal Direttore dell'ASL, ma devo dire anche direttamente, visto il rapporto che ho col Sindaco. Sulla base delle telefonate che ho fatto, mi pare di poter dire che la vicenda - ripeto, mi pare - si stia risolvendo in modo positivo. È chiaro che continueremo a seguirla con attenzione.



PRESIDENTE

Grazie. Sospendiamo un attimo la trattazione delle interrogazioni dell'Assessore Saitta, in attesa dei Consiglieri interessati in aula, per passare a quelle di competenza dell'Assessore Valmaggia.


Argomento: Nomine

Interrogazione a risposta immediata n. 2388 presentata da Accossato inerente a "Nomina del Direttore amministrativo di ARPA Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo alla trattazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 2388.
La parola alla Consigliera Accossato per l'illustrazione.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Voglio porre l'attenzione su un aspetto del governo di ARPA.
Peraltro, nella corrente legislatura, questo Consiglio ha dedicato attenzione al ruolo di ARPA anche con l'approvazione di una nuova legge che ne ha disciplinato e aggiornato il ruolo, gli obblighi e gli impegni; nuova legge che definisce anche la governance dell'Agenzia stessa.
In base a tale normativa, ma in particolar modo in base al nuovo statuto che discende dalla stessa, è previsto che, nei 45 giorni successivi alla nomina del nuovo Direttore generale, questi provveda - presumo sia implicito, in parte viene indicato - ovviamente con modalità di piena pubblicità e trasparenza, alla nomina del Direttore tecnico e del Direttore amministrativo.
Il Direttore tecnico è stato nominato qualche mese fa, invece a oggi non risulta che sia stato nominato il Direttore amministrativo, per cui immagino che rimanga in funzione, in una prorogatio di fatto, il Direttore attuale.
Quindi la domanda è per essere aggiornati sulle motivazioni per cui, anche in una logica di rotazione degli incarichi così come prevedono le misure anticorruzione, non si sia ancora provveduto alla nomina di un nuovo Direttore amministrativo nei tempi previsti dallo Statuto di ARPA.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente, leggo la comunicazione ricevuta in merito dal Direttore Generale di Arpa Piemonte: "Con decreto del 7 marzo 2018, è stato approvato l'avviso pubblico per il conferimento dell'incarico di Direttore amministrativo dell'ARPA Piemonte per soli titoli, pubblicato sul sito istituzionale dell'Agenzia il 15 marzo 2018. Il termine per la presentazione delle candidature è giunto a scadenza decorsi 30 giorni dalla pubblicazione e l'avviso riportava i requisiti generali e specifici previsti dalla normativa per l'individuazione di soggetti con professionalità adeguate alle funzioni da svolgere.
Secondo quanto comunicato dal Direttore generale, entro i termini suddetti sono pervenute all'Agenzia circa 30 istanze per il conferimento dell'incarico di Direttore amministrativo. Con decreto dell'8 maggio 2018 il Direttore generale ha provveduto a individuare il responsabile del procedimento e, con successivo decreto del 14 maggio, nell'esercizio della facoltà prevista dall'avviso, ha proceduto altresì alla nomina di una commissione esterna costituita da tre componenti. Finalità della commissione era quella di individuare, tra le candidature pervenute, i soggetti ritenuti particolarmente idonei alla funzione da ricoprire. Tali candidature dovevano poi essere sottoposte all'attenzione del Direttore generale, per la scelta del soggetto da nominare.
La commissione esterna ha concluso i propri lavori il 28 giugno 2018 consegnando nei giorni successivi la documentazione relativa. Anche in ossequio alle indicazioni della commissione, il Direttore generale riferisce che sono state effettuate, dal responsabile del procedimento, le verifiche e gli approfondimenti sulle dichiarazioni e sulle autocertificazioni contenute nelle candidature pervenute, nonché sui requisiti di ricevibilità delle istanze, alla luce dell'evoluzione della giurisprudenza in materia.
A seguito delle verifiche degli accertamenti istruttori effettuati e ai fini della conclusione dell'iter di nomina del Direttore amministrativo, il Direttore generale ha poi proceduto all'esame documentale delle candidature risultanti ricevibili e utilmente presentate.
Contestualmente, con il completamento del nuovo assetto e la nomina del Direttore tecnico, effettuata l'11 ottobre 2018, il Direttore generale ha quindi provveduto a effettuare colloqui individuali con alcuni dei candidati, in esito ai quali sono emersi elementi utili per procedere all'adozione degli atti consequenziali che, come riferisce il Direttore stesso, sono in corso di formalizzazione e saranno resi noti non appena adottati.
A disposizione per ogni ulteriore approfondimento. Distinti saluti e grazie."


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione a risposta immediata n. 2391 presentata da Caputo, inerente a "Quali sono le tempistiche per la concessione dei contributi a fondo perduto e per l'operatività del fondo di garanzia, finalizzate alla rottamazione dei veicoli commerciali inquinanti"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2391.
La parola alla Consigliera Caputo, per l'illustrazione.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Di recente si è parlato molto di quest'argomento, a seguito del nuovo Accordo di Programma per l'adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell'aria nel bacino padano, sottoscritto dalla nostra Regione insieme ad altre tre Regioni della Pianura Padana (Emilia Romagna, Lombardia e Veneto) lo scorso giugno 2017.
Obiettivo dell'accordo è attuare misure congiunte volte a migliorare la qualità dell'aria nel Nord Italia. L'accordo prevede anche che siano adottati criteri comuni per l'attuazione del programma di finanziamento, al fine di massimizzare l'effetto dell'intervento per contrastare le emissioni inquinanti, proprio per la qualità dell'aria.
Come abbiamo potuto vedere, quest'accordo prevedeva, all'articolo 2, una limitazione della circolazione dal 1° ottobre al 31 marzo di ogni anno, ed è partito dal 1° ottobre di quest'anno. Dal 15 ottobre, nei Comuni sono partite misure di blocco al traffico dei diesel, in relazione ai provvedimenti antismog.
Di recente, il 19 ottobre, la Giunta regionale, con delibera n. 42-7743, ha istituito e avviato un programma regionale di finanziamento per la concessione di contributi per lo sviluppo della mobilità sostenibile nel settore delle piccole, micro e medie imprese, attraverso il rinnovo di veicoli ad uso commerciale N1 e N2.
Sempre in questa delibera è prevista l'assegnazione di risorse che andranno incontro all'acquisto di veicoli commerciali con massa inferiore a 3,5 tonnellate e quelli tra i 3,5 e le 12 tonnellate, utilizzate da queste tipologie di imprese.
La delibera prevede anche una dotazione finanziaria di quattro milioni di euro, di cui due erano già di fondi statali e due di risorse regionali.
A seguito dell'approvazione in Consiglio regionale del disegno di legge approvato il 23 ottobre scorso a favore dell'economia piemontese, sono stati messi a disposizione altri 200 milioni di euro per quanto riguarda risorse disponibili dalla riduzione del capitale sociale di Finpiemonte. Di questi, altri 5,4 milioni destinati proprio alla qualità dell'aria, che si vanno ad aggiungere ai quattro milioni già precedentemente messi a disposizione. Questi cinque milioni e mezzo saranno gestiti da Finpiemonte con un fondo di garanzia.
Siamo consapevoli che, in una situazione di bilancio molto complessa questi provvedimenti sono destinati a imprese spesso definite "soggetti non bancabili", perché hanno delle difficoltà e non riescono ad accedere ai prestiti delle banche.
Naturalmente, la somma che sarà restituita a tasso zero, con le modalità stabilite dall'Amministrazione regionale e dalle associazioni di categoria sarà valutata in un percorso di questi mesi.
Quello che chiediamo all'Assessore è di sapere i tempi per l'attuazione delle misure illustrate, quelle relative alla concessione dei contributi a fondo perduto e l'operatività del fondo di garanzia richiamati nell'interrogazione, proprio finalizzate a sostenere, in questo periodo complicato per l'economia della nostra Regione, le piccole, medie e micro imprese nella rottamazione dei veicoli commerciali inquinanti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Caputo.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Con deliberazione della Giunta del 19 ottobre, la Regione Piemonte ha istituito e dato avvio alla misura per la concessione di contributi per il rinnovo dei veicoli commerciali N1 e N2, individuando i soggetti beneficiari degli interventi ammissibili a finanziamento e i criteri di assegnazione dei contributi, come ha richiamato anche la Consigliera interpellante.
Il bando relativo all'attuazione della misura sarà pubblicato entro la metà del mese di dicembre 2018 e rimarrà attivo fino a esaurimento delle risorse finanziarie e, comunque, non oltre i dodici mesi.
Questo è il bando per il rinnovo dei mezzi.
Per quanto riguarda l'accesso ai fondi di garanzia, si richiamano le misure già attivate dalla Direzione Innovazione, denominate "Accesso al fondo PMI", reperibile sul sito, e Tranched Cover, sempre sul sito, rispetto alle quali è possibile, da parte delle micro, piccole e medie imprese, accedere a finanziamenti a tassi agevolati, nell'ambito delle regole del programma di finanziamento POR-FERS, come previsto nei link richiamati.
Infine, terzo punto, per quanto attiene i 200 milioni richiamati nell'interrogazione, si rimanda agli esiti dell'incontro programmato per il 20 novembre, prossimo venturo, tra le Direzioni regionali coinvolte e le associazioni di categoria delle diverse filiere interessate, nel corso del quale saranno discusse le tipologie d'investimento a messa in garanzia e le modalità di accesso ai suddetti fondi di garanzia.
Grazie.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2394 presentata da Valetti, inerente a "Risorse per le linee ferroviarie sospese e per i potenziamenti delle linee ferroviarie in esercizio del Piemonte"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione a risposta immediata n. 2394, presentata dal Consigliere Valetti, cui risponderà l'Assessore Valmaggia, in assenza dell'Assessore Balocco.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione vuole fare il punto sull'esito di molte dichiarazioni rilasciate in questi quattro anni dalla Giunta, in particolare dall'Assessore Balocco, in merito alla riapertura di alcune delle 14 linee ferroviarie sospese in Piemonte, che rappresentano il 25 per cento di tutte le linee ferroviarie regionali e attualmente non vi circolano treni.
Abbiamo sentito di impegni più o meno formali, più o meno a mezzo stampa dell'Assessore in merito a riaperture parziali o totali di alcune linee tra cui la Saluzzo-Savigliano, la Asti-Alba (almeno nel tratto fino a Castagnole entro metà del 2019, per poi riaprirla integralmente), la Pinerolo-Torre Pellice all'interno del bando ferroviario del Servizio Ferroviario Metropolitano, più altre aperture successive, come dimostra lo studio che è stato fatto anche sulla linea Asti-Chivasso; tutti annunci che noi abbiamo appreso con favore, ma che ora vogliamo vedere se si concretizzano anche dal punto di vista dell'impegno economico.
Noi ci limitiamo a registrare che gli stanziamenti previsti dall'Agenzia della mobilità per i servizi ferroviari regionali nel triennio 2018-2020 sono costanti, nel senso che non si annotano incrementi: dunque, il maggior esborso della Regione per integrare il Fondo nazionale trasporti basta per mantenere l'attuale livello di spesa, che è già in contrazione da dieci anni.
Se tutte le altre linee continuano a viaggiare come fanno oggi, e non vi sono tagli sulle ferrovie, come facciamo con gli stessi soldi ad aprire le ferrovie sospese? Ci immaginiamo due ipotesi: o i nuovi affidamenti prevedono dei contratti più favorevoli verso la Regione, oppure ci sono delle economie di spesa da qualche parte (quindi da qualche parte bisognerà togliere soldi per metterli altrove).
Al momento ci fidiamo del DUP dell'Agenzia della Mobilità, che prevede risorse invariate nel triennio.
Con quest'interrogazione chiediamo quali e quante siano le risorse dedicate per la riapertura delle linee sospese e per il potenziamento del servizio di quelle esistenti. Facciamo altresì presente che la Regione ha anche chiesto degli interventi infrastrutturali in contratto di programma delle Ferrovie a Roma, in ottica di riapertura. Quindi vorremmo che queste riaperture fossero sostenute da un impegno economico concreto.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente, leggo per conto del collega Balocco la risposta.
Per quanto riguarda i costi d'investimento per la riapertura delle linee tali costi sono in linea generale a carico di RFI, in quanto si tratta di linee sospese e non di linee soppresse.
Per quanto riguarda i contributi per l'esercizio, la riapertura della linea Pinerolo-Torre Pellice è prevista all'interno della procedura di affidamento del Servizio Ferroviario Metropolitano attualmente in corso.
Per le altre linee regionali, le risorse necessarie possono essere reperite tramite risparmi derivanti dalla ridefinizione del contratto di servizio dalla riorganizzazione dei servizi, dalla rimodulazione delle linee bus esistenti sulle tratte e da risorse individuate all'interno dei bacini.
A queste risorse si sommeranno ulteriori stanziamenti di bilancio, compresi quelli derivanti da un eventuale aumento del Fondo nazionale trasporti.
Si segnala, inoltre, che per la linea Saluzzo-Savigliano, sulla quale il servizio sarà riattivato a dicembre 2018, i costi iniziali sono gestiti nell'attuale contratto di servizio.
Per la linea Casale-Mortara è previsto un cofinanziamento della Regione Lombardia.
Grazie.



PRESIDENTE

Abbiamo terminato le interrogazioni dell'Assessore Valmaggia, per cui passerei ad esaminare quelle dell'Assessore Saitta.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 2395 presentata da Bertola, inerente a "CUR-NUE 112 - gravi disservizi: le persone rischiano la vita e devono attendere tempi indefiniti dalla chiamata al CUR all'arrivo dei soccorsi"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2395 presentata dal Consigliere Segretario Bertola, che la illustra in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Parliamo del nuovo Numero Unico Europeo per i soccorsi recepito con legge n. 124 del 7 agosto 2015, giacché il nostro Paese era anche sotto sanzioni comunitarie.
Abbiamo più volte evidenziato i disservizi relativi al NUE e a settembre 2017 interrogavamo per la prima volta l'Assessore Saitta. Siamo convinti che tutto debba essere gestito con una sala interforze e con personale laico, ma con la presenza di almeno un operatore per settore.
Sulla questione sono stati presentati anche degli esposti alla Magistratura dai Vigili del Fuoco e dal Nursind; ci sono state numerose lamentele anche da parte dei cittadini per il doppio passaggio della chiamata in allerta che viene smistata ai vari operatori (112, 113, 115 o 118).
Avevamo anche audito, in sede di IV Commissione, i sindacati dei Vigili del Fuoco un anno fa (13 novembre 2017), ma ci risulta che la situazione non sia affatto migliorata e lo dimostrano almeno due fatti recenti di cronaca.
Uno è apparso sugli organi di stampa il 2 novembre: "Il papà ha un ictus e la figlia impiega 40 minuti per contattare il 112". Sullo stesso organo di stampa c'era anche una spiegazione relativamente a quel disservizio.
C'è un altro caso che non è comparso sui giornali, ma che è altrettanto grave (tra l'altro, ne siamo venuti a conoscenza anche per via di testimonianze dirette): nella mattinata del giorno successivo, in Via Pastrengo, di fronte al supermercato Borello, un anziano ultrasettantenne è caduto e ha sbattuto la testa con un copioso sanguinamento. Viene immediatamente chiamato il 112 per ricevere i soccorsi. Passano i minuti e mentre i primi soccorsi vengono offerti proprio dai lavoratori del supermercato, interviene una pattuglia della Polizia di Stato che, a distanza di mezz'ora dalla prima chiamata, sollecita i soccorsi che arrivano dopo dieci minuti per portare il signore in ospedale. Tutto questo con il Mauriziano a due minuti di strada dall'accaduto e in questo caso, a differenza di quello che abbiamo segnalato che era comparso sugli organi di stampa, non abbiamo idea di quali siano le giustificazioni adducibili per il disservizio.
Come dicevo, questi eventi testimoniano che la gestione del sistema CUR NUE 112 non funziona ancora al meglio, al contrario di quanto più volte è stato sostenuto. Noi pensiamo che, anche in relazione ai recenti articoli comparsi sulla stampa nazionale che descrivono la sanità piemontese come la migliore in Italia - in quel caso è una griglia tecnica, perché è la griglia dei LEA - noi pensiamo che andrà meglio solo quando non accadranno più episodi del genere. E siamo convinti che andrà meglio quando saranno i cittadini a dirci che effettivamente le cose vanno meglio e non succedono più episodi gravi del genere.
Interroghiamo, quindi, la Giunta regionale per sapere quali azioni intenda intraprendere, alla luce dei nuovi accadimenti, per garantire la sicurezza e la salute dei cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

La preoccupazione comune è quella di garantire sicurezza ai piemontesi attraverso questo servizio. Non voglio riprendere differenze di opinioni che abbiamo sul 112, che sono chiare, però mi rivolgo a un partito che ha responsabilità di governo che noi non abbiamo, ma in ogni caso ci accomuna credo, una cultura di governo.
Questa creazione del 112 e le modalità derivano da un'intesa e da un'indicazione molto precisa da parte del Ministero dell'Interno, che ha ritenuto che questa sia la modalità in grado di concentrare l'attenzione sulle chiamate e sull'emergenza vera. Non per nulla ho già avuto modo di dire - lo ripeto e poi vengo alle questioni che sono state sollevate - che la metà delle telefonate che arrivano al 112 non hanno nulla a che fare con l'emergenza. Quindi, vuol dire che il sistema si concentra sull'emergenza vera, anziché sulle chiamate più disparate e ce ne sono tante (richieste di informazioni su dove si fa il passaporto e cose di questo tipo).
Dopodiché ci sono alcune questioni, questo mi sembra è evidente. Siamo evidentemente interessati a far luce e a evitare che capitino. Ci tengo però, a sottolineare che le osservazioni e gli esposti, a differenza di quanto ha sostenuto il Consigliere Bertola, non sono stati fatti da parte delle Forze dell'ordine che partecipano al 112, ma sono state fatte da alcuni sindacalisti. È una cosa diversa, nel senso che mi risulta attraverso gli incontri fatti (come già detto in Commissione) con l'Arma dei Carabinieri e con la Polizia, che da parte di tutti c'è un apprezzamento, perché c'è una semplificazione e una maggiore concentrazione dell'emergenza sulle questioni vere. Dopodiché c'è una posizione sindacale che è una posizione diversa.
Per onore di verità, credo che bisogna anche sapere - non so se il Consigliere Bertola lo sa - che gli esposti cui ha fatto riferimento sono stati tutti archiviati.



(Commenti del Consigliere Bertola)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Lo so, però non si può brandire una cosa...
Sono stati archiviati e probabilmente, nel momento in cui vengono archiviati, qualche verifica sarà stata fatta. Però il tema è questo. Avevo detto l'ultima volta, non so se in Commissione, che c'era evidentemente la necessità di potenziare il 112.
Per quanto riguarda l'impegno assunto, non posso che confermare quanto già comunicato in Consiglio regionale. La Regione Piemonte ha, infatti potenziato le due centrali operative di Grugliasco e Saluzzo con l'assunzione di 11 nuovi dipendenti. La centrale di Grugliasco ha avuto un aumento di otto nuovi operatori, grazie ai quali l'organico è passato da 34 a 42 unità. La centrale di Saluzzo ha, invece, tre nuovi dipendenti, che hanno fatto salire la dotazione da 34 a 37.
Nelle prossime settimane - anche questo è un impegno che ci eravamo assunti partirà un nuovo corso per tutti gli operatori già formati e in servizio nelle due centrali. Il corso, secondo l'impegno assunto, sarà tenuto dagli operatori delle centrali di secondo livello delle Forze dell'Ordine in emergenza sanitaria impegnati in attività quotidiana. Questo è il cambiamento rispetto al passato, perché è un corso tenuto da chi partecipa al 112. Sulle questioni particolari riferisco ciò che mi è stato riferito dopo una verifica dei tabulati telefonici.
Per quanto riguarda il primo caso che è stato richiamato nell'interrogazione, dai tabulati sui quali, mi dicono, è stata fatta la verifica, la chiamata da cellulare è arrivata alle 18.54 e 36 secondi e la risposta dell'operatore 112 alle ore 18.58 e 01 secondi, cioè tre minuti dopo, e l'inoltro al 118 è stato fatto alle 18.59. Questo dicono i tabulati telefonici, perché sono quelli i riferimenti.
Per quanto riguarda il caso di via Pastrengo angolo via Massena sul mercato, ho chiesto delle verifiche anche per quanto riguarda i tabulati telefonici e quanto prima, appena le avrò, riferirò.


Argomento: Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Interrogazione a risposta immediata n. 2392 presentata da Vignale, inerente a "Uroflussometro dell'ospedale di Borgosesia"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2392.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come correttamente ricordava la Presidenza vi è stato solo un errore nella compilazione e non riguarda l'ospedale di Vercelli, com'è stato scritto, ma l'ospedale di Borgosesia, nel quale ci risulta, e per questo domandiamo se ciò corrisponde a verità, che da alcuni mesi l'uroflussometro sia rotto e che i pazienti debbano rivolgersi ad altre sedi.
Consideriamo anche l'importanza che ha l'uroflussometria, nel senso che rappresenta uno dei test più usati per valutare il flusso dell'urina e con ciò che ne concerne relativamente ad alcune attività di diagnostica come l'iperplasia prostatica benigna, la stenosi dell'uretra e altro, e considerando anche che l'ospedale di Borgosesia il ruolo logistico di ospedale non soltanto del Vercellese, ma di tutta la Valsesia quindi costringendo chi abita in quella valle, laddove non vi sono dei servizi, a dover fare molti chilometri per rivolgersi ad altri ospedali.
Interroghiamo l'Assessore Saitta per sapere intanto se corrisponde a verità quanto ci è stato segnalato da alcuni mesi che è impossibile eseguire il test di uroflussometria nell'ospedale di Borgosesia e, se ciò corrisponde a verità, quale iniziative la Direzione generale e l'Assessorato alla sanità hanno intrapreso per garantire il servizio che prima veniva reso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il collega correttamente mi ha fatto notare che c'era un riferimento all'ospedale di Borgosesia ma anche a quello di Vercelli. Ho la risposta per l'ospedale di Vercelli, anche se l'interrogazione era per l'ospedale di Borgosesia. La prossima volta ci mettiamo in linea.
Innanzitutto, sulle nuove tecnologie, la sanità piemontese sta riprendendo un percorso per nuovi investimenti, grazie ai risultati conseguiti dalle singole Aziende Sanitarie che destinano delle risorse.
La scorsa settimana, per l'esattezza il 25 ottobre, l'ASL di Vercelli ha provveduto a eseguire l'ordine per l'acquisto del nuovo uroflessometro.
L'apparecchio verrà consegnato entro 30 giorni dall'ordine, quindi entro il corrente mese di novembre.
L'ASL di Vercelli si è attivata affinché, se possibile, possa essere consegnato anche prima dei 30 giorni previsti. È stato anche presentato alla Regione un piano di investimenti per sostituire gran parte delle apparecchiature tecnologiche presenti nell'Azienda, in quanto sono diverse quelle che meritano di essere sostituite (non l'ho verificato probabilmente c'è anche l'ospedale di Borgosesia, ma non conosco bene la situazione).
C'è una procedura di esame delle tecnologie da sostituire per via del finanziamento che, normalmente, avviene soprattutto per i piccoli interventi attraverso l'utile di esercizio per investimenti di piccola natura. Non appena gli Uffici completeranno questa valutazione, saranno avviate tutte le procedure necessarie.
In ogni caso, adesso ci sono parecchi flussometri, con diverse caratteristiche, e non sono in grado di dire che tipo di apparecchiatura sia utile per quell'ospedale. Noi abbiamo dato anche l'indicazione alle Aziende Sanitarie, compresa l'ASL di Vercelli, che le piccole attrezzature possono essere attivate con procedure immediate, senza seguire questo percorso che riguarda le attrezzature un po' più complesse.
In ogni caso, la prossima settimana potrò rispondere più precisamente alla domanda sull'ospedale di Borgosesia, ma ho colto quest'occasione perch rientra all'interno di un piano complessivo che è stato fatto da parte dall'Azienda Sanitaria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Per me, ovviamente, è sufficiente una comunicazione, anche non in Aula. È stato affrontato il tema, manca un dato e per me è sufficiente anche un'e mail.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 2386 presentata da Ravello, inerente a "DGR n. 40-7097 del 22 giugno 2018: la Giunta intende avviare un percorso di privatizzazione della sanità regionale?" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Su richiesta dell'interrogante, Consigliere Ravello, all'interrogazione n.
2385 sarà fornita risposta scritta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 2390 presentata da Valle, inerente a "Ambulatorio Transitional Care nella Città della Scienza e della Salute di Torino e in tutti gli hub regionali" (risposta scritta)


PRESIDENTE

Su richiesta dell'interrogante, Consigliere Valle, all'interrogazione n.
2390 sarà fornita risposta scritta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 2393 presentata da Frediani inerente a "Tutela lavoratori CIC di Banchette"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2393.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Buon pomeriggio, Assessora.
Parliamo del CIC, i cui lavoratori, come mi sembra, oggi sono in assemblea.
Avevamo già affrontato il tema qualche tempo fa e probabilmente all'epoca mi aveva risposto l'Assessora De Santis, perché si trattava ancora di una partecipata. C'era già ovviamente aria di crisi, tant'è che, com'è risaputo, a dicembre 2015, il CIC è stato acquistato dal CSP e si è trasformato da azienda consortile di proprietà di enti pubblici in una società consortile a responsabilità limitata, ma a controllo privato.
Quando il CSP acquistò il CIC lo acquistò per una cifra simbolica e prese in carico i lavoratori che, all'epoca, erano 124 e furono garantiti i tre anni di commesse (il CIC lavora soprattutto, per non dire unicamente, su commesse pubbliche).
Purtroppo si è poi verificato un problema a partire dalle indagini che hanno colpito il CSP e che hanno portato a provvedimenti rispetto a figure di vertice, anche all'interno della struttura del CIC. Tuttavia il grosso problema è che, a fine anno, quindi a dicembre, scadono le commesse garantite per il CIC. Adesso il problema andrà a ricadere sull'occupazione dei lavoratori, che sono al momento circa 80 (nel frattempo, alcuni se ne sono andati).
Al momento le principali commesse derivano dal Comune di Ivrea, dal CSI Piemonte e dall'ASL TO4. Pare che all'orizzonte non ci siano altre commesse in arrivo. Tra l'altro, in questi mesi i lavoratori hanno già dovuto sopportare penalizzazione dal punto di vista degli stipendi non erogati come la quattordicesima.
Ricordiamo che nell'interrogazione che feci nel 2015 si chiese quali fossero le prospettive per il CIC e l'Assessora De Santis ribadì che il CIC costituiva una partecipazione indiretta attraverso il CSI Piemonte, che sarebbe rientrato nell'ambito della riorganizzazione delle partecipate.
Manca ancora qualcuno che parli con l'Assessora, mentre intervengo.



(Commenti dell'Assessora Pentenero)



FREDIANI Francesca

Bravissima! In quanto donna riesce a fare 20 cose insieme, però vedere le spalle del collega Corgnati mentre parlo non è proprio entusiasmante! Preferisco vedere in volto l'Assessora! L'Assessora De Santis sottolineò che la Regione stava agendo nella consapevolezza che le soluzioni individuate per il CIC avrebbero dovuto essere portate e implementate all'interno di una condivisione fra gli enti pubblici coinvolti nei servizi svolti dal CIC.
Pertanto, l'interrogazione è finalizzata a sapere se in questi anni si sia avuto modo di trovare una soluzione, interagendo con tutti gli altri enti che hanno offerto commesse al CIC.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
La parola all'Assessora Pentenero per la risposta.



PENTENERO Giovanna, Assessora al lavoro

Tralascio, ovviamente, tutta la storia, perché è già stata evidenziata nel question time.
Parto dal 18 luglio, il periodo all'interno del quale abbiamo scoperto che la situazione stava, via via, degenerando e abbiamo incontrato le organizzazioni sindacali per fare il punto della situazione. Durante l'incontro, le organizzazioni sindacali hanno illustrato la vicenda CSP e CIC, esprimendo forti preoccupazioni per il futuro dei lavoratori delle due imprese, anche a seguito dell'inchiesta della Procura di Torino sul CSP.
Come sappiamo, è una vicenda delicata.
Sempre nel corso dell'incontro è emerso che i lavoratori CIC, dopo l'acquisizione da parte di CSP, si sono ridotti da circa 120 agli attuali 80. Sappiamo che il numero sta scendendo e che le commesse pubbliche non sarebbero state garantite oltre la fine del 2018, anche perché non era più possibile fare affidamenti in house e, nel frattempo, non risultavano acquisite o in acquisizione ulteriori commesse.
La situazione è molto complessa ed è aggravata dal procedimento penale in corso, che in qualche misura ha limitato l'operatività di CSP, non favorendo, conseguentemente, la stabilizzazione delle attività presenti (ad esempio, tentare di mantenere le commesse anche solo partecipando ai bandi o comunque mantenendo l'accreditamento presso CONSIP).
Il Ministero dello Sviluppo Economico si è fatto carico della vicenda CSP essendo questa un'azienda plurilocalizzata, che ha più sedi all'interno del nostro Paese. Ha convocato la stessa per un incontro il 3 agosto, nel corso del quale sono stati chiesti chiarimenti ai rappresentanti dell'azienda sullo stato economico e finanziario della società, perché il tribunale aveva proposto una sorta di accompagnamento prima di arrivare alla procedura fallimentare, dichiarata recentemente.
Questi ultimi hanno dichiarato che le vicende giudiziarie hanno comportato un iniziale sequestro dei conti aziendali ora svincolati e la perdita ovviamente, delle commesse.
È stato nominato, con nomina giudiziaria, un nuovo amministratore delegato ed è stato fissato il successivo incontro per il 19 settembre. L'azienda non ha dato disponibilità a partecipare e si è in attesa della definizione di un nuovo incontro, per poter procedere con gli aggiornamenti.
Questa vicenda, non ancora in corso di definizione, pesa e vincola il CIC in quanto gli assetti dei proprietari sono indeterminati rispetto all'operatività che dovrebbero garantire.
Allo stato attuale, non risultano esserci procedure di licenziamento collettivo, anche se la procedura fallimentare è iniziata.
Recentemente, ci è stato chiesto un nuovo incontro: abbiamo contattato tutti i soggetti pubblici che avevano commesse all'interno di CIC, che ovviamente stanno procedendo alla riassegnazione, ai quali abbiamo chiesto di utilizzare una clausola sociale per cercare di salvare almeno i livelli occupazionali.
Non sarà possibile fare una riassegnazione delle commesse in un'unica tranche: ogni commessa pubblica avrà un destino diverso, però immaginiamo che la clausola sociale consideri tutti i lavoratori che sono nel perimetro.
È evidente che sarebbe importante l'affitto di un ramo d'azienda, in modo che l'attività imprenditoriale possa restare unita. Al momento, non risultano esserci manifestazioni d'interesse su base nazionale, perch come ho detto, è un'azienda plurilocalizzata, ma nemmeno su base locale.
Pertanto, è evidente che le commesse che hanno delle scadenze non potranno aspettare i tempi di un eventuale affitto di un ramo d'azienda.
Grazie.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.25 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.26)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Balocco, Cassiani, Cerutti, Ferrero, Gallo, Mighetti Molinari, Rostagno e Valle.


Argomento: Ordinamento regionale

Esame proposta di deliberazione n. 343, inerente a "Attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione per il riconoscimento di un'autonomia differenziata della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

L'esame della proposta di deliberazione n. 343, di cui al punto 4) all'o.d.g., iniziato nella seduta antimeridiana odierna, prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Dopo l'intervento del Consigliere Sinatora, si è passati all'esame degli emendamenti, che sono stati illustrati sino al n. 27).
Riprendiamo con l'emendamento rubricato n. 40).
Emendamento rubricato n. 40) presentato da Bono, Bertola.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Quest'emendamento sussiste sempre sulla parte relativa alle politiche sanitarie; nello specifico, al fondo di quel capoverso, proponiamo di aggiungere questo testo: "maggiore autonomia nella definizione del sistema di governance delle Aziende sanitarie regionali sia in merito alla rete ospedaliera che territoriale, in particolare in merito al numero di posti letto per mille abitanti e ai numeri minimi di prestazioni per mantenere aperti dei servizi ospedalieri, con particolare riguardo ai punti nascita nelle aree disagiate, il tutto nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza e dell'equilibrio di bilancio".
Questo è stato un tema portante sia della fine della passata legislatura che dell'inizio dell'attuale legislatura: la riduzione del numero di posti letto che, da decreto nazionale Balduzzi, passava a 3,7 (nello specifico tre in acuzie e 0,7 in post acuzie) per 1.000 abitanti, parametro che peraltro nella nostra regione in molti casi non viene rispettato. Così pure il tema dei numeri minimi di prestazione per mantenere aperti dei servizi e qui ci sono i casi di punti nascita che, pur avendo numeri bassi, sono vicini ad altri servizi importanti sul territorio, mentre altri sono in aree disagiate che difficilmente hanno alternative vicine per chi deve recarsi presso un punto nascita.
Con l'emendamento in oggetto, chiediamo di avere più autonomia in questa governance per quanto riguarda la definizione sia dei parametri numerici di posti letto sia dei numeri minimi necessari per mantenere attivo un servizio; ciò chiaramente nell'ottica di migliorare le performance del nostro servizio sanitario regionale sia nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza sia proprio in una valutazione complessiva di qualità del servizio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Emendamento rubricato n. 13) presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Uno di questi emendamenti è stato poi modificato dal collega Bono; non so se questo o uno successivo.



PRESIDENTE

Questo.



BERTOLA Giorgio

Questo, esattamente. Allora c'è una questione su questo emendamento, che tra l'altro va a modificare una parte che è stata modificata in Commissione a seguito di un emendamento presentato dal Gruppo di Forza Italia.
Abbiamo letto con attenzione l'emendamento quando è stato presentato, che di per sé non aveva risvolti particolarmente negativi, ma soprattutto abbiamo considerato anche il dibattito di questi giorni e il combinato disposto di certe dichiarazioni degli ultimi periodi, specie a bocca del Presidente Chiamparino, e su quest'emendamento, su questa previsione all'interno della delibera, insomma, ci viene da fare qualche considerazione.
Quando, in una delibera di richiesta di maggiore autonomia, noi andiamo a scrivere "avere piena autonomia sulla disciplina dei tributi regionali a partire dalle tasse automobilistiche e poi di poter definire criteri applicativi, modalità e tempi ai fini del ricorso all'indebitamento e agli interventi di investimento da parte degli Enti locali e della stessa Regione nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica consolidati a livello regionale" e sentiamo il Presidente Chiamparino dire "se il Governo stralcia il TAV, ce lo paghiamo noi", allora, andandoci poi a leggere questa delibera, diciamo "attenzione, apriamo bene gli occhi e le orecchie perché qui una sorta di accordo tra Forza Italia e Partito Democratico probabilmente farà sì che, cari cittadini piemontesi e care aziende piemontesi, voi andrete a pagare più tasse".
Si sta chiedendo maggiore autonomia per aumentare le tasse ai cittadini e alle imprese piemontesi, questa è la verità. Perché, siccome la coperta è corta - lo sappiamo, no? - siamo tirati nelle risorse regionali per molti servizi essenziali, per cui questi fondi si tolgono ad altro, e allora significa che ci sono, però ci sentiamo dire che per il Parco della Salute e gli Ospedali unici ci vogliono soprattutto i soldi dei privati altrimenti non riusciamo a farli, oppure che la coperta è corta e probabilmente si chiederanno i soldi ai cittadini piemontesi, per cui aumenteranno le tasse.
Il combinato disposto tra certe dichiarazioni di intenti (mi sembra dette con voce ferma) e questa proposta di delibera ci fa pensare questo e noi siamo molto preoccupati, tant'è vero che l'emendamento proposto dal collega Bono dice: "Okay, più autonomia nella modulazione delle tasse, ma a parità di gettito complessivo". E noi non vogliamo aumentare le tasse ai cittadini e alle imprese piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Emendamento rubricato n. 44) presentato da Bono.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 45) presentato da Bono.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Data l'assenza del Consigliere Bono, consideriamo illustrati gli emendamenti.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 3) presentato da Andrissi, Bono, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo passati alla lettera f), da pagina 20 a pagina 24. In questo caso chiediamo la cancellazione di un punto che dice: "Il riconoscimento in capo alla Regione di potestà legislativa in tema di semplificazione dei procedimenti in materia ambientale". Diciamo questo perché non vorremmo che dietro una proposta di semplificazione dei procedimenti, che di per s potrebbe anche essere una semplificazione che probabilmente in molti campi è necessaria, si nascondesse invece, come dire, un ammorbidimento di alcune tutele ambientali, tutele che, non a caso, sono definite da norme nazionali, come il testo unico ambientale o le normative di rango comunitario.
Vorremmo evitare che dietro la semplificazione si nascondesse la possibilità di ammorbidire questo tipo di tutela e, quindi, proponiamo lo stralcio di questo punto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento si chiede di abrogare il punto relativo al riconoscimento in capo alla Regione della potestà legislativa in tema di semplificazione dei procedimenti in materia ambientale. Riteniamo che, un po' per gli stessi motivi che avevo elencato nel capitolo dei trasporti, la Regione non sia adeguata come affidataria di tale compito, perché si rischia una semplificazione rispetto a procedimenti che sarebbero difformi a livello nazionale.
Siamo d'accordo con la semplificazione, però se coordinata a livello nazionale. Infatti, la materia ambientale è già abbastanza spezzettata tra i vari Enti e i problemi ambientali sono tali per cui le Regioni attualmente non sono in grado di affrontarli. Se pensiamo che il bilancio della Regione prevede lo 0,5% degli stanziamenti in materia ambientale capiamo quali politiche incisive possa fare l'Ente in questa materia, tanto più che molte delle direttive che possono incidere in modo determinante sui nostri problemi ambientali non vengono neanche dallo Stato italiano, ma addirittura dall'Unione Europea.
Pensiamo veramente che spezzettare queste competenze a livello regionale sia del tutto inadeguato alle sfide che ci verranno incontro: pensiamo al tema dello smog e della qualità dell'aria; pensiamo al tema dell'inquinamento delle acque, al tema dell'inquinamento in agricoltura tutti temi che purtroppo non possono essere sostenuti dall'Ente, perché non ne ha le capacità economiche e, probabilmente, neanche la forza politica per sostenerle con forza rispetto a tutti gli interessi privati che vengono toccati quando si deve cambiare una normativa che incide sul tema dell'ambiente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Consigliere Bono, da parte della Presidenza non c'era alcuna volontà di non farle illustrare gli emendamenti; non c'è stata nessuna richiesta da parte del suo Gruppo, anche solo di sospendere, quindi non sapevo se lei sarebbe arrivato oppure no, ma non ci sono problemi: con la dottoressa Jannelli abbiamo deciso di tornare indietro sul 40), sul 44) e sul 45) che sono a sua sola firma.
Può illustrarli; prego.
Emendamento rubricato n. 44) presentato da Bono.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 45) presentato da Bono.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Lei è molto gentile e politicamente sostenibile, diciamo così. Diciamo che non mi aspettavo un inizio così rapido: avendo gli uffici lontani, sono venuto di corsa.



PRESIDENTE

Abbiamo finito presto le interrogazioni a risposta immediata.



BONO Davide

Grazie.
Velocemente illustro insieme il 44) e il 45). Ero l'unico firmatario quindi i colleghi non hanno potuto intervenire nel merito.
Semplicemente, con il 44) chiederemmo a nome del Gruppo maggiore autonomia in ordine alla gestione del regime transitorio delle professioni sanitarie rispetto alle nuove norme nazionali. Mi riferisco in particolar modo (nella relazione e nelle motivazioni ci sono alcune imprecisioni) ad alcune figure; ad esempio, abbiamo parlato proprio oggi sul tema degli educatori ma in particolar modo quello dei massofisioterapisti, i quali, anche rispetto al tema degli educatori, riguardano un'applicazione della normativa post 1999 (se non ricordo male l'anno), per la quale non possono operare nelle strutture sanitarie se non hanno il titolo di fisioterapista.
Avendo, inoltre, il titolo di massofisioterapista, che è un titolo appunto precedente al nuovo ordinamento, non possono esercitare neanche l'attività libero professionale, perché in teoria non possono neanche emettere fattura e questo è un grosso problema, perché non possono lavorare se non a rischio di essere denunciati per abuso di professione. Questo riguarda tante altre figure, tra l'altro, che sono in ordine di sanatoria nazionale.
È ovvio che la situazione migliore sarebbe quella di avere una sanatoria nazionale che possa riguardare tutte le categorie, però chiederei ovviamente, se condiviso dalla maggioranza - la possibilità di fare una richiesta di maggiore autonomia in questo senso, in modo che se dovesse capitare su altre figure professionali, la Regione è pronta e ha la competenza di mettere in atto regimi transitori che permettano di sanare queste problematiche.
Con l'emendamento 45) si chiede una maggior autonomia per le Aziende Sanitarie regionali in merito alle procedure di mobilità del personale dipendente.
Esiste una norma sanitaria nazionale - se non sbaglio - introdotta dal precedente Governo, che prevede che il personale sanitario non abbia solo bisogno della richiesta dell'ASL che richiama, ma anche dell'ASL cedente, e lo sa benissimo l'Assessore Saitta, come anche i colleghi. Sostanzialmente è un po' un limite, perché a volte l'ASL cedente dice no, creando complicazioni burocratiche notevoli. Anche qui servirebbe una norma nazionale, però sappiamo bene che, visto che abbiamo che tante questioni di autonomia regionale, consiglierei - se è possibile - all'interno dell'ordinamento regionale di richieste una maggiore autonomia su una norma che vada in questo senso e che possa dare, con una scappatoia normativa e legislativa di competenza regionale, la possibilità alla Regione di normare in questo senso e di avere gli spazi di autonomia rispetto a questo punto del personale.
In ultimo, l'emendamento 40) richiede maggiore autonomia nella definizione del sistema di governance delle Aziende Sanitarie regionali, in merito alla rete ospedaliera e territoriale, in particolare in merito al numero di posti letto per 1.000 abitanti e ai numeri minimi di prestazione, per mantenere aperti dei servizi ospedalieri.
Mi spiego meglio: si sta chiedendo, a livello nazionale, la possibilità di avere delle deroghe rispetto ad alcune aree particolarmente disagiate, ad esempio, per i famosi 500 parti per tenere aperto un punto nascite; credo che la Regione Piemonte abbia delle aree marginali territoriali montane, su cui si possa eventualmente chiedere una deroga, verificando i livelli di sicurezza, il numero di parti cesarei, il numero di complicanze ostetriche mantenendo aperto un presidio, ad esempio un punto nascita (ma potrei fare altri esempi), facendo magari spostare l'équipe. Penso all'ospedale di Susa o di Borgosesia: l'équipe della neonatologia o del punto nascite di Rivoli o di Vercelli si potrebbe spostare a Susa o a Borgosesia.
A oggi Borgosesia rimane aperto, ma sappiamo che è sotto i 500 parti quindi rischia di essere presto tagliato e chiuso.
Pertanto, una maggiore autonomia nei sistemi di governance penso possa essere utile anche sul numero di posti letto.
Dico questo perché è noto e notorio - tra l'altro, alcuni colleghi hanno presentato proposte di legge in questo senso, anche se forse è un po' difficile da applicare - che noi oggi siamo molto sotto il tetto dei posti letto per acuti per 1.000 abitanti: il tetto è tre, noi siamo 2,5.
Il problema sono i posti letto per post acuti, che sono di più del tetto.
Infatti anche il MEF ci ha detto: "Dovete scendere a 0,7". Noi avevamo trovato l'equilibro di 2,5 più uno. È un equilibrio un po' precario infatti, ci è stato chiesto di scendere, nel post-acuto, a 0,7. A quel punto potremmo salire di acuti, però la definizione, a livello di singola ASL, è molto varia e variegata. Sappiamo che su Torino insistono, per forza, più posti letto (tra l'altro, adesso ci sarà una forte riduzione con la realizzazione del nuovo Parco della Salute e della Scienza della Città di Torino), però si potrebbe avere una deroga su base infraregionale o regionale.
A pareggio di bilancio, fatti salvi tutti i parametri economici-finanziari se una Regione riesce a garantire qualità, efficacia ed efficienza economicità e pareggio di bilancio, con uno standard di posti letto in più non credo che la terra si aprirebbe e inghiottirebbe la Regione Piemonte, i politici, gli amministratori e le Aziende sanitarie.
Un minimo di autonomia è anche un punto toccato dall'Assessore Saitta che aveva detto: "Aspettiamo che il Governo riconfermi o non riconfermi i parametri del decreto ministeriale n. 70". A oggi non li ha modificati perché ci sono tante Regioni molto lontane da quei parametri - ripeto: molto lontane da quei parametri - per cui chiediamo, per il nostro piccolo ma importante e amato Piemonte, di poter fare una richiesta di maggior autonomia in questo senso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Emendamento rubricato n. 4) presentato da Andrissi, Bertola, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Le richieste di autonomia, da parte della Regione Piemonte, nel campo ambientale, ci lasciano abbastanza perplessi.
La prima parte di cui chiediamo l'abrogazione è: "La salvaguardia delle prerogative regionali che la norma nazionale sta mettendo in discussione".
Noi non crediamo che la norma nazionale metta in discussione le prerogative dell'ARPA, anzi, le fortifica, perché nella norma nazionale vengono individuate le cosiddette "lepta" cioè il corrispettivo ambientale dei LEA.
Non capiamo come si possa scrivere che la norma nazionale, che identifica l'ISPRA come grande Agenzia nazionale sull'ambiente, possa mettere in discussione l'attività dell'ARPA. Tutt'altro, perché la norma nazionale dà garanzia, come avviene nell'ambito sanitario, di un livello minimo e impone all'ARPA di riconoscere un livello minimo d'indagine sugli aspetti ambientali e regionali e, quindi, di comunicazione all'Ente regionale, di cui l'ARPA è l'Ente strumentale, di una situazione dello stato ambientale.
Sembra quasi che questa richiesta vada in una direzione opposta; così è avvenuto con la riorganizzazione dei laboratori dell'ARPA e con la cancellazione del centro fitofarmaci dell'ARPA, che aveva identificato un metodo a basso costo per individuare il glifosato nell'acqua. Noi abbiamo scardinato questa capacità regionale, che era un riferimento nazionale perché le altre Regioni chiedevano informazioni alla Regione Piemonte su questo fronte.
Mi sembra che anche in questo caso si vada in una direzione opposta a quella di una verifica delle condizioni ambientali, all'ARPA come ente terzo, che consenta alla Regione Piemonte di andare nelle situazioni di criticità ambientali, che vuol dire anche criticità sulla salute.
Voglio ricordare, se parliamo di acque, che le falde acquifere piemontesi sono in una situazione pessima: le indagini sulle falde acquifere superficiali indicano un fortissimo inquinamento da fitofarmaci che noi paghiamo alle multinazionali della chimica, con un piano di sviluppo rurale completamente sbilanciato verso l'agricoltura convenzionale e con un'agricoltura che rispetta l'ambiente, cioè un'agricoltura biologica o biodinamica, che è sotto finanziata, con il 97% dei prodotti biologici comprati in Piemonte che provengono da fuori regione.
Questa è la situazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Emendamento rubricato n. 5) presentato da Andrissi, Bertola, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Anche qua è una frase molto vaga che lascia adito a qualsiasi interpretazione: "L'autonomia nella disciplina dell'organizzazione dei servizi di tutela ambientale".
Non lascia intendere quali servizi si vorrebbe organizzare in maniera diversa e se da tale organizzazione risulterebbero poi servizi più efficaci ed efficienti.
Sono frasi che sinceramente, per quelli che sono commissari nella V Commissione ambiente, creano grandi perplessità. In che direzione si vuole andare? Non viene specificato.
"Autonomia nella disciplina dell'organizzazione" che cosa vuol dire? In qualche modo, non si chiarisce che autonomia si vuole o dov'è che manca l'autonomia. In tema ambientale la Regione Piemonte ha già una grande autonomia, anche dal punto di vista legislativo, nel momento in cui vuole porre parametri più stringenti rispetto a quelli che sono i testi legislativi nazionali. Se, invece, si va in una direzione opposta a quelle che sono le indicazioni dei testi legislativi nazionali, è chiaro che sarà necessaria più autonomia. Ma se la Regione volesse porre dei parametri più stringenti, ad esempio per l'inquinamento atmosferico, per l'inquinamento delle acque o per l'inquinamento dei terreni, lo può fare: non c'è bisogno di scriverlo in una richiesta al Governo italiano! Sinceramente, si fa fatica a comprendere quale sia la motivazione e il fine di queste frasi inserite nella richiesta di autonomia al Governo nazionale.
E se non vi è alcuna spiegazione, non vi è un approfondimento, non vi è, in alcun modo, un'indicazione di una strategia che porti in una certa direzione, noi non possiamo fare altro che presentare un emendamento abrogativo, perché la frase è troppo vaga e lascia adito a qualsiasi tipo di interpretazione.
Se vogliamo aumentare la tutela ambientale, l'autonomia ce l'abbiamo già.
Certo non ce l'abbiamo se, invece, vogliamo diminuirla.
Nel momento in cui la Regione chiede maggiore autonomia, ci troviamo nella situazione di chiedere di abrogare questa frase.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Come non ribadire le parole del collega Andrissi circa il pericolo che corriamo per l'abbassamento dei livelli minimi di tutela ambientale? Abbiamo già gli strumenti per incrementare le risorse marginali sull'ambiente e per incrementare le tutele, e non lo stiamo facendo.
La Regione ha già ampi poteri di controllo ambientale: controlla l'Agenzia regionale per la Protezione dell'Ambiente, che spesso ha le potenzialità per agire, ma non riesce a fare abbastanza perché non viene messa nelle condizioni di poterlo fare, dal momento che la politica non è sufficientemente incisiva e non ritiene, evidentemente, che l'ambiente sia uno dei problemi principali. In realtà lo è, a partire dai grandi problemi della qualità dell'aria e dall'applicazione dei controlli.
Già solo a livello di protocollo del bacino padano per il controllo della qualità dell'aria, la Regione Piemonte non si è adoperata per sfruttare i fondi esistenti in tempi ragionevoli per sostenere una campagna di gestione dell'emergenza smog.
Lo stesso Commissario europeo, in una recente lettera ufficiale inviata ad uno dei Comuni delle Città metropolitana (lettera protocollata), il Comune di Venaria, ha confermato che la Regione Piemonte non sta adottando tutte le misure necessarie per la tutela della qualità dell'aria, e che, di questo passo, vanno confermate le sanzioni europee alla Regione Piemonte (non all'Italia, ma proprio alla Regione Piemonte!). Ciò significa che altre Regioni del Nord e del bacino padano, con gli stessi problemi, stanno operando in modo migliore e più incisivo sul problema.
Con le competenze che abbiamo già non riusciamo a fare quello che si deve.
Avere autonomia di disciplina non pensiamo che possa migliorare le cose.
Anzi, potrebbe peggiorarle, se qualche Giunta, magari, pensa di togliere un po' di lacci e laccioli in virtù di un miglioramento dell'economia o di meno fastidi per le imprese, e ritenga di diminuire ancora le tutele ambientali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo di togliere un altro dei punti presenti alla lettera f) dell'allegato alla proposta di deliberazione che stiamo discutendo oggi. Nello specifico, proponiamo di togliere l'autonomia nella disciplina dell'organizzazione dei servizi di tutela ambientale.
Come hanno ribadito i colleghi, ci sembra una definizione piuttosto vaga.
Nel complesso, la parte relativa all'ambiente contiene delle definizioni che destano preoccupazioni (l'abbiamo detto prima), altre che sono un po' troppo vaghe (non si capisce bene in relazione a cosa siano).
Relativamente alle questioni più importanti dal punto di vista della tutela ambientale attualmente in discussione sul nostro tavolo - mi riferisco, in particolare, all'emergenza relativa alla qualità dell'aria nel bacino padano, ma anche in tutta Italia - crediamo che ci debbano essere più politiche comuni (non solo nel bacino padano, ma coordinate a livello nazionale) che autonomie territoriali, giacché - è una battuta, ma lo diciamo spesso - è difficile mettere dei confini all'aria, anzi è impossibile.
Così come servono politiche di area vasta a livello territoriale (non basta che un Comune sia più severo e restrittivo se l'altro non lo è), servono politiche comuni come minimo a livello di bacino (in questo caso bacino padano), ma anche a livello nazionale.
Pensando alle principali emergenze che ci sono in questo momento, la richiesta di una maggiore autonomia a nostro avviso non è utile, specie se non è ben specificata negli intenti e negli obiettivi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Riprendiamo di nuovo il ragionamento relativo a questo tipo di iniziative.
Il regionalismo è sicuramente un esperimento interessante, che, purtroppo è rimasto largamente incompiuto. Qui parliamo di ambiente, che è una delle competenze molto importanti dal punto di vista regionale, e di tutela del territorio, che si articola in una programmazione di livello regionale e che poi dovrebbe discendere in una gestione a livello provinciale. Sappiamo bene che tutto ciò è rimasto largamente lettera morta. Da un lato perch come al solito, mancano le risorse economiche per tale importante settore.
Di nuovo, caschiamo nella confusione che stiamo facendo con questa PDCR tra quella che doveva essere una delle attuazioni della riforma del 2001 e il fatto che, invece, le maggiori risorse per la gestione di competenze specifiche debbano, per forza, dipendere dalla richiesta di una maggiore autonomia, che era solo un'opzione in più rispetto alle previsioni costituzionali della riforma del 2001.
Di conseguenza, crediamo che, anche per la vaghezza delle terminologie usate, qui si stia facendo sostanzialmente un po' di provocazione e non ci sia un serio intento di affrontare meglio la materia ambiente. Su questo abbiamo profondi dubbi, per cui di nuovo non possiamo che raccomandare di dimostrare prima la capacità di affrontare seriamente le tematiche ambientali, di vederle come un quadro complessivo e non come tanti piccoli provvedimenti, a volte anche estremamente prudenti. Mi riferisco al riordino delle aree protette che ancora aspetta una chiara definizione dell'eventuale ampliamento dei confini e delle aree di contorno, delle aree contigue, così come tante altre cose di cui abbiamo già parlato tante volte, come il piano sull'inquinamento dell'aria che doveva essere.



PRESIDENTE

Concluda, Consigliere.



CAMPO Mauro

Scusi, ma il tema è sicuramente ampio e la vaghezza dei termini meriterebbe una più approfondita trattazione e magari una più profonda definizione anche nel testo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Campo.
Emendamento rubricato n. 6) presentato da Andrissi, Bertola, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Anche con quest'emendamento chiediamo un'abrogazione, ma forse meritava una maggiore discussione in Commissione, però non ce ne voglia l'Assessore perché è sempre un'intenzione migliorativa. Riteniamo che, anche in questo caso, non sia ben esplicitata la volontà di maggiore autonomia nei confronti dei procedimenti di VAS e VIA, però crediamo che, a livello regionale, ci sia un problema. Ed è un problema serio, ovvero quello innanzitutto del fatto che su alcuni territori alcuni tipi di impianti vengono assoggettati a VIA e in altri territori, magari anche contigui, gli stessi tipi di impianti non vengono assoggettati a VIA. Su questo riconosciamo come ci sia una problematica a livello regionale.
Penso - e faccio un esempio concreto, perché mi piace sempre fare esempi concreti - agli impianti a biogas. C'è un proliferare di richieste e di autorizzazioni, ma non si capisce da dove arriva tutta questa sostanza organica, perché comunque le Province hanno già realizzato impianti di compostaggio per avere un'autonomia di gestione; tra l'altro, è una competenza regionale dopo aver approvato la legge regionale n. 1/2018.
Inoltre, vi è anche un altro problema, cioè che su alcuni territori vi è una sommatoria di impianti che diventano insostenibili. Faccio un esempio di cui mi sono occupato parecchio. Pensiamo alla Valle Dora, che è una situazione intollerabile. Lì c'è stata una concentrazione di discariche perché storicamente era una zona di cave e, purtroppo, anziché fare il ripristino ambientale, com'era previsto con fideiussioni per ripristino ambientale, si è preferito perseguire una strada molto remunerativa, che è quella di fare la discarica. Ma il problema è che lì si sono sommate più discariche, che hanno creato un impatto insostenibile sulla falda acquifera che ha portato alla chiusura di alcuni acquedotti e alla presenza di metalli pesanti cancerogeni nella falda acquifera potabile. Questo è successo, perché vi è stata una sommatoria di impianti.
Per questo crediamo - spero che l'Assessore riconosca questa cosa - che in futuro si possa rimediare a possibili nuove Valle Dora, impedendo la sommatoria di diversi impianti, come avviene un po' anche nell'idroelettrico, quando si considera un impianto a sé stante e non si considera tutta l'asta fluviale e numerosi impianti vanno a creare un impatto insostenibile sull'asta fluviale.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
In questo caso chiediamo di cancellare il seguente punto "riconoscimento alla Regione di un'autonomia più ampia nel regolare le modalità con cui piani e progetti devono essere sottoposti a VAS e VIA, in base alla contestualizzazione territoriale delle proposte ad essa sottoposta, in considerazione dei reali impatti che esse possono avere su specifiche realtà territoriali".
Andrebbe bene se fosse specificato che l'intento è quello di una maggiore tutela e non di una minore tutela, anche perché di esempi negativi in questi anni ne abbiamo a bizzeffe. Ha citato correttamente e puntualmente il collega Andrissi il caso della Valle Dora, dove ci sono tante attività viste singolarmente e senza avere una visione di insieme sull'impatto complessivo di tutto il carico ambientale che ha quella zona.
Potrei rispolverare un tema vecchio, ma sempre di moda, anche se è tanto tempo che non ne parliamo più: quello della Servizi Industriali nel territorio vicino all'inceneritore che doveva essere delocalizzata quando ha aperto il Centro Agroalimentare e non è stato fatto. Doveva essere delocalizzata quando si è avviato l'inceneritore, ma non è avvenuto.
Di per sé, la frase non è nemmeno male, non so se siamo noi sospettosi, ma preferiamo avere le cose chiare. Se non c'è la specifica che l'intento è quello di una maggiore tutela, a noi viene qualche timore nei confronti di un possibile ammorbidimento delle tutele ambientali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Effettivamente in tema di autonomia, ma poteva valere per qualunque altro provvedimento in materia ambientale, non siamo disposti ad accettare nessun tipo di intervento che non garantisca un pari livello o un miglioramento delle tutele ambientali. Sulle questioni VIA e VAS vi è il caso esemplare delle sommatorie degli impatti ambientali sul territorio che, spesso, non vengono valutate. Anche gli impianti che continuano a nascere da biomasse sul territorio vengono valutati singolarmente e non con un impatto cumulativo sul territorio.
Nel mentre, dall'altra parte, facciamo il protocollo padano per la qualità dell'aria, mentre continuiamo a fare bruciare biomassa che, ricordo, in Piemonte, valgono il 50 per cento delle emissioni di particolato sottili.
Puntiamo sempre il dito sul traffico, ma ci dimentichiamo che, in realtà questo vale forse per la grande città, ma nelle pianure e, in genere nell'intera regione - dati simili sono confermati anche per la regione Lombardia e la regione Veneto perché siamo tutti in un grande catino della Pianura Padana - le biomasse sono il problema più grande.
Noi continuiamo ad autorizzare impianti, constatando solo le emissioni del singolo e non quello cumulato da più impianti che possono insistere. Se ne possono aprire anche dieci nel giro di dieci chilometri quadrati, tutti singolarmente rispondenti alle normative delle emissioni, ma il cumulo forma una cappa di aria irrespirabile per i cittadini di quel territorio.
Su questo non si fanno passi in avanti. Autonomia o no, cambia poco.
Secondo noi c'è il rischio che la Regione finisca con il sottostare ancora maggiormente ai piccoli interessi privati che stanno in attività, che sono inquinanti, ancora di più di quanto non faccia lo Stato, che già si è dimostrato spesso incapace nell'imporre la tutela ambientale, anche al di sopra di alcuni interessi economici giusti, ma in contrasto con la tutela della salute pubblica.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Emendamento rubricato n. 7) presentato da Andrissi, Bertola, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
L'emendamento 7) è un emendamento importante, perché evidenzia un errore politico e un cambio di strategia a livello nazionale.
Con quest'emendamento chiediamo la modifica di quello che è praticamente un rimangiarsi il decreto "sblocca Italia".
È una retromarcia importante da parte della Giunta Chiamparino. Nel 2015 avevamo chiesto di fare un ricorso alla Corte Costituzionale e voi ce l'avete bocciato. Altre Regioni l'hanno fatto, l'hanno vinto. Adesso vi rimangiate quello che avete affermato fino all'altro giorno e chiedete che le competenze di VIA su impianti di estrazione di idrocarburi vengano ridate alla Regione.
Guardate, crediamo proprio di no. Uno dei primi atti dell'attuale Ministro all'Ambiente, che ho avuto la fortuna di incontrare ieri, è stato quello di "spazzare" la Commissione VIA nazionale. Commissione che era stata additata per i conflitti di interesse. Finalmente verrà nominata una Commissione VIA che non avrà conflitti d'interesse. Finalmente, a livello nazionale, dopo quanto i giornali avevano riportato circa il fatto che la Commissione di Valutazione Impatto Ambientale era ricca di conflitti di interesse, un Ministro ha preso a cuore questo tema e da ultimo pone le condizioni per cui, anche a livello nazionale, si possa avere una Commissione VIA che effettivamente ci dà garanzia della sua opera.
Di questo voglio ringraziare il Ministro Costa, che ho incontrato proprio ieri a Milano. La Regione che cosa fa? Si rimangia quello che aveva bocciato, cioè la nostra richiesta di ricorso contro lo "sblocco Italia".
In un momento a noi favorevole a livello nazionale, viene fatta una proposta in fortissima contraddizione politica con quanto affermato in quest'Aula, dove è stato bocciato il nostro ordine del giorno che chiedeva di intervenire sullo "sblocca Italia", che ha consentito di barattare un inceneritore con la produzione di CSS nell'est del Piemonte. Noi crediamo che anche quello sia stato un grave errore, Assessore.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Emendamento rubricato n. 8) presentato da Andrissi, Bertola, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento 8) chiediamo l'abrogazione della frase "La competenza a disciplinare il recupero di specifiche categorie di rifiuti significative per il territorio piemontese e a valutare, in un'ottica di economia circolare, la possibilità di attribuire la qualifica di non rifiuto a specifici prodotti".
L'intento è chiaro, ma anche in questo caso non è spiegato. Sappiamo che, a livello nazionale, vi è una grossa problematica dopo la modifica di alcune direttive europee, cioè il riconoscimento del cosiddetto end of waste, che sta creando sul territorio nazionale, nelle varie Regioni che compongono l'Italia, una serie di questioni.
Penso all'innovativo impianto, che non è più sperimentale, di riciclo dei pannolini e pannoloni usa e getta, quindi materiale assorbente, che non avendo il riconoscimento di end of waste produce cellulosa e plastica di ottima qualità, ma non ha il riconoscimento di prodotto non rifiuto, ma materia seconda. Questo impianto si trova in grossissima difficoltà per assenza di questo riconoscimento.
In ogni caso, la richiesta non viene esemplificata. Se l'Assessore avesse indicato detto "voglio il riconoscimento, perché ho intenzione di programmare e fare in modo che sul territorio piemontese venga incentivata la realizzazione di impianti di questo tipo per produrre questo tipo di materiali", noi avremmo potuto approvare e riconoscere l'ottima intenzione che porta a un miglioramento e a un riconoscimento effettivo di end of waste in alcune categorie che si possono riciclare, perché ancora oggi purtroppo, questo di tipo di ricicli non vengono fatti a livello regionale.
Tuttavia ciò non è stato fatto, quindi ci troviamo in situazioni di difficoltà perché non è abbastanza chiara la frase.
Purtroppo, la frase non è abbastanza chiara, quindi dobbiamo affermare e riconoscere che quanto è riportato in questo testo lascia sempre un alone di ambiguità, che ci porta ad essere molto perplessi. Sono richieste general generiche, che effettivamente, per essere approvate necessiterebbero di una maggiore semplificazione.
Sfortunatamente, ci troviamo in questa situazione e, per questo motivo chiediamo di abrogare anche questa parte della richiesta di autonomia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questo punto riguarda la competenza disciplinare e il recupero di specifiche categorie di rifiuti, significative per il territorio piemontese, e il fatto di valutare in un'ottica di economia circolare la possibilità di attribuire la qualifica di non rifiuto a specifici prodotti.
Noi chiediamo l'abrogazione di questo punto, perché lo consideriamo ambiguo. Precisiamo: siamo a conoscenza della questione ancora aperta relativa alla cessazione della qualifica di rifiuto, il cosiddetto end of waste, la cui definizione darebbe una spinta importante all'economia circolare nella nostra regione e soprattutto nel nostro Paese, poiché ci sono delle attività che sono già nate o che potenzialmente possono nascere che hanno bisogno di normative chiare, in questo senso.
Poiché si tratta di rifiuti, oltretutto di materiale soggetto anche a commercio, è difficile pensare a normative che siano solo regionali e non nazionali. Siamo, altresì, convinti che questi decreti possano finalmente vedere la luce nei prossimi mesi.
In ogni caso, se pensassimo di dare una definizione personalizzata, a livello regionale, della questione, vorremmo che si fosse più specifici relativamente alle categorie di rifiuti e al modo con cui s'intenderebbe disciplinare il recupero degli stessi, nonché la conseguente fine della qualifica di rifiuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Sulla definizione di ciò che è ancora rifiuto e ciò che non lo è, ai fini di poter portare a riciclo effettivo la maggior parte dei materiali che escono dal ciclo urbano dei rifiuti, ma anche dal ciclo dei rifiuti speciali (rifiuti aziendali già processati dalle imprese), il nostro Gruppo si è impegnato molto sia nel piano regionale dei rifiuti sia nella redazione della legge. Lo stanno facendo anche il Parlamento e il Ministro Costa, dedicando particolare sensibilità al tema dell'end of waste.
Sinceramente, non vogliamo rischiare di complicare questo processo, con il potenziale rischio di peggiorarlo. pertanto, non si tratta di una preclusione assoluta verso l'autonomia regionale e verso una normativa perché quando uno fa le cose da sé, le può fare anche meglio degli altri il problema è che manca un incipit politico che definisca la strada verso la quale si vuole andare, perché di per sé questa competenza potrebbe andare nell'ottica di migliorare le condizioni di riciclo, ma potrebbe anche andare nell'ottica di semplificare le procedure per le aziende oppure agevolare trattamenti del rifiuto residuo che non vanno in un'ottica di riciclo.
Questo non lo possiamo sapere, perché dipende dalla volontà politica della Giunta di quel momento.
Pertanto, in una condizione del problema rifiuti che non è solo nazionale regionale ed europea, ma mondiale, preferiamo avere una regia il più possibile centralizzata sul tema dell'end of waste e ovviamente ci aspettiamo che lo Stato italiano si adegui alle normative dell'economia circolare, anche in seguito agli annunci del Ministro Costa.
Non vogliamo, in questo momento, intervenire su una materia così delicata non essendoci delle direttive politiche molto chiare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
In generale, mantengo tutti i miei dubbi. Questo punto, in particolare sembra una gran bella cosa, ma non mi fido tanto. Perché? Perch banalmente, nel Piano rifiuti che abbiamo approvato in questa legislatura non abbiamo neanche avuto il coraggio d'inserire una strategia di uscita dalla produzione dei CSS, quindi il rifiuto che diventa un non rifiuto perché diventa un combustibile.
È chiaro che qui si fa un evidente riferimento all'economia circolare quindi dovrebbe essere una situazione virtuosa, però, di nuovo, non possiamo non sottolineare quanto, in questo provvedimento, ci sia di controverso o addirittura un pochino in differente traiettoria rispetto all'atteggiamento estremamente prudente, o addirittura opposto, che si è tenuto nei provvedimenti programmatori adottati in questa legislatura.
In precedenza, abbiamo citato la questione delle strade provinciali e dei trasporti: anche riguardo ai rifiuti siamo stati molto timidi, per le competenze che già avevamo rispetto a un ambito che stavamo valutando in aggiornamento, in predisposizione di un piano che mancava da tempo e che in prospettiva, poteva essere sfidante. Invece, abbiamo fatto il solito minimo sindacale, molto prudente e molto attento a non darci degli obiettivi che, in realtà, abbiamo già raggiunto. Quindi, decisamente poco sfidanti.
Per questo motivo, personalmente, in questo caso, ho scarsa fiducia rispetto al fatto che l'autonomia garantisca effettivamente il conseguimento degli obiettivi che sembrano emergere dal testo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo rapidamente su questo punto, poiché i colleghi hanno ragione nel segnalare una serie d'incongruenze rispetto al paragrafo f), relativo all'ambiente.
Il tema della maggiore autonomia sull'ambiente è francamente un qualcosa di pericoloso, nel senso che una maggiore competenza e una maggiore responsabilità possono essere esercitate in un modo positivo, ma anche negativo, e forse l'ambiente è un ambito in cui questo divario, questa divergenza di scenari è più probabile, possibile e pericolosa. Le motivazioni sono abbastanza evidenti.
Sappiamo che c'è anche una pressione a livello nazionale e mondiale per non riconoscere, misconoscere e disconoscere le conseguenze di molti danni ambientali, non solo di quelli del riscaldamento climatico, ma anche di quelli relativi al ciclo dei rifiuti, e riteniamo questa parte particolarmente pericolosa e complicata da spiegare.
Mi sembra che la Regione rischi di infilarsi in un ginepraio di norme che può rendere solo più complicata l'uniformità e l'armonia della gestione del ciclo dei rifiuti, in un'ottica anche di economia circolare a livello nazionale. Credo che sia un po' eccessivo ipotizzare che la Regione debba inventarsi delle distinte categorie di rifiuti significative con una specifica competenza (quali potrebbero essere?) e avere anche la possibilità di attribuire la denominazione di non rifiuto ad alcuni particolari prodotti.
Ecco, sinceramente mi pare un eccesso anche rispetto ad altre parti del provvedimento, per cui chiedo a gran voce di ritirare questo punto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 9) presentato da Andrissi, Bertola, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
La frase "potestà legislativa con riguardo alla disciplina degli scarichi" è, secondo noi, da abrogare completamente, perché anche in questo caso noi possiamo già ridurre i valori degli scarichi, c'è già un'autonomia dal punto di vista legislativo; ovviamente non c'è un'autonomia nella direzione opposta.
A livello regionale, abbiamo un problema sugli scarichi per quanto riguarda i reflui urbani, che sono gli oltre 2.000 impianti su centri abitati al di sotto dei 2.000 abitanti equivalenti, dove i valori limite sono molto più bassi. Secondo me, più che andare in questa direzione, la Regione Piemonte dovrebbe, in qualche modo, fare una grande operazione di collettamento di questi scarichi e portarli in quegli impianti di depurazione serviti da sistemi depurativi adeguati a una Regione moderna che non vuole impattare sui corsi d'acqua. Chiedere invece una maggiore autonomia, a nostro parere è sbagliato, perché potrebbe essere un'autonomia che non porta a un miglioramento delle condizioni ambientali, ma semplicemente a un peggioramento.
Una cosa però riconosciamo essere positiva di questa frase, ovvero laddove si chiede "con particolare riferimento alla disciplina dell'accettazione degli illeciti amministrativi di cui all'articolo 133 del decreto legislativo 152". Su questo fronte crediamo che, per quanto riguarda i reati ambientali, si tratta di un aspetto che ha tutto un percorso giudiziario penale che è al di fuori di questa discussione.
Per quanto riguarda le sanzioni amministrative, se l'Assessore ci viene incontro e in qualche modo inserisce una modifica - come chiede a noi di modificare i nostri emendamenti - possiamo dare la nostra approvazione.
Modifichiamo l'emendamento?



(Commenti dell'Assessore Valmaggia)



ANDRISSI Gianpaolo

Come dice, Assessore? È accolto? Benissimo, perfetto. Mi fermo qui e taccio per sempre -forse.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Emendamento rubricato n. 10) presentato da Andrissi, Bertola, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Guardate, sul Piano tutela acque l'Assessore lo sa: c'è stata una grossa discussione e in qualche momento un confronto dai toni accesi. Tuttavia crediamo che sul Piano tutela acque questa Regione avrebbe potuto fare molto di più. L'Assessore sa bene a che cosa mi riferisco: in particolar modo alle aree di ricarica.
Sulle aree di ricarica, noi abbiamo chiesto delle prescrizioni ambientali molto importanti, sulla scorta delle richieste fatte da numerosi Comuni (si parla di circa una cinquantina di Comuni sul territorio regionale), e mi riferisco in particolare ai Comuni della Valle Dora e ai Comuni dell'Acquese.
Della Valle Dora abbiamo parlato proprio qualche emendamento fa: è una situazione veramente ai limiti del tollerabile, dove ormai i buoi sono scappati e l'inquinamento, quel "pennacchio" di metalli pesanti, viaggia nella falda profonda e nelle acque potabili (purtroppo così dicono le relazioni) e non c'è modo di bonificare quest'acqua, che purtroppo viene contaminata dall'inquinamento causato dai metalli pesanti, che appunto la rendono non più potabile.
Invece nell'Acquese c'è una forte preoccupazione, perché anche lì vi è una discarica nell'area tampone con le aree di ricarica, quindi anche lì è stata chiesta una prescrizione importante che in qualche modo impedisse la realizzazione di discariche in aree di ricarica.
Lo dico per chi non partecipa alle riunioni della Commissione ambiente: le aree di ricarica sono quelle aree più fragili del territorio regionale dove l'inquinamento, se percola in falda, va direttamente in falda profonda ovvero quella falda da cui noi prendiamo le acque potabili. Quindi sono aree fortissimamente fragili dove determinate attività, a nostro parere vanno evitate.
Con quest'emendamento, sinceramente pensiamo che vada abrogata questa frase, perché non viene specificato che i limiti sono più restrittivi anche in questo caso e, visto il pessimo stato di salute in cui versano i nostri sistemi acquiferi superficiali, che sono l'anticamera di quelli sotterranei, rischiamo di andare incontro a gravi problemi di approvvigionamento di acqua potabile.



PRESIDENTE

Consigliere Segretario Bertola, prego. Siamo ancora al n. 10).



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo di cancellare e stralciare il punto che recita "la determinazione sulla scorta del proprio Piano di tutela delle acque dei limiti a determinati scarichi". Anche qui non viene specificato se i limiti che vogliamo imporre sono più restrittivi giacché, se lo sono meno, non siamo per nulla d'accordo, visto che lo stato di salute dei nostri sistemi acquiferi non è proprio meraviglioso, anche relativamente alla Direttiva Europea 2000/60/CE (Water Framework Directive). Sappiamo che ci sono state delle proroghe rispetto alle sanzioni, ma,anche se i dati non sono aggiornati, permanevano comunque delle situazioni critiche.
Se scriviamo la "determinazione dei limiti" e non specifichiamo, non siamo d'accordo; saremmo d'accordo, invece, se a determinate condizioni pensiamo prevedere anche limiti più severi, proprio per quanto ci siamo detti prima.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Di nuovo a me vengono in mente esempi deteriori, che non possono che farci dubitare dell'intento positivo di tale misura. A me viene in mente il caso in cui, in deroga alle varie prescrizioni, grazie a una delibera di Giunta regionale di epoca Bresso, per un intero mese si è scaricato direttamente negli alvei fluviali di Cuneo (in Gesso e a Valle) lo scarico di tutte le fognature del comprensorio cuneese di raccolta dei reflui urbani e questo per la manutenzione al depuratore, con danni rilevanti e con impatti che in parte, non sono neanche stati valutabili, perché quel mese purtroppo risultò poco piovoso, per cui alcune tratte, quali quella in Gesso, non avevano portata e quindi gli scarichi sono finiti dentro il letto e non portati via dalle acque e in esse diluiti.
Questo è un evidente comportamento deteriore. Noi facemmo all'epoca una segnalazione forte e anche una manifestazione, portando l'acqua direttamente imbottigliata alla fonte che veniva scaricata dal depuratore bypassato, nei pressi di Cuneo, a un evento cuneese cui partecipavano il Presidente Chiamparino e l'Assessore Valmaggia.
Questo esempio ci pare calzante del fatto che se noi non andiamo a specificare in maniera chiara in che modo pensiamo d'intervenire sui limiti all'inquinamento delle nostre acque, una maggior autonomia comporta degli enormi pericoli, perché io posso anche credere che questa Giunta e che questa maggioranza abbiano degli intenti positivi, ma se la volta prossima governasse il centrodestra, che dell'ambiente generalmente se ne strafrega mi aspetto situazioni gravemente peggiorative da un eventuale percorso di maggiore autonomia su questo tema.



(Commenti del Consigliere Cassiani)



CAMPO Mauro

Pertanto, non possiamo che essere molto perplessi per questa proposta quindi presentiamo quest'emendamento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
A testimonianza che il tema è sentito e delicato, vi è un rischio concreto d'influenza di lobby, diciamolo pure, di lobby economiche che hanno attività industriali ed economiche con impatti sull'ambiente su un Ente che è più debole contrattualmente rispetto a uno Stato, evidentemente, perch abbiamo una Regione che non può tutelare certi interessi sul territorio perché più l'Ente è piccolo, più è incline ai venti delle pressioni lobbistiche.
Non c'è niente di strano, le pressioni lobbistiche sono anche pressioni totalmente legittime e legali, sono portatori d'interessi che cercano d'influenzare le politiche in una direzione piuttosto che l'altra, ma l'ambiente è un po' la casa comune di tutti e la sua tutela non può vedersi influenzata da interessi particolari.
Sulla determinazione di legislazione e del Piano di tutela delle acque e dei limiti a determinati scarichi, siamo contrari alla gestione interamente caricata alla Regione Piemonte per gli stessi motivi già elencati ai punti precedenti.
I controlli vanno bene, perché è positivo che vi sia una legislazione separata dal controllo, quindi che siano due enti diversi a fare la legge e a disporre i controlli; se è lo stesso ente, magari un Ente locale di piccole dimensioni, è più problematico, anche perché la nostra regione non eccelle affatto nella qualità delle acque.



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
Emendamento rubricato n. 46 presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Il n. 46) va a modificare, alle pagine 21 e 24, la lettera f) e chiarisce alcune delle questioni che sono state pure oggetto degli emendamenti da parte dei Consiglieri del Movimento 5 Stelle.
La modifica riguarda la soppressione del punto "la determinazione sulla scorta del proprio Piano di tutela delle acque e dei limiti determinati degli scarichi" che viene sostituito con le parole "la determinazione sulla scorta del Piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po e del Piano di tutela delle acque dei valori limiti di emissione di determinati scarichi, in funzione del raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici e comunque nel rispetto dei limiti, di cui alla normativa nazionale".



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Emendamento rubricato n. 11) presentato da Andrissi, Bertola, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Credo che in queste frasi ci siano degli errori, sono convinto di questo perché? Andiamo a vedere i vari punti che vogliamo abrogare "alla gestione di bonifiche e discariche". Va beh, Assessore, qui mi sembra che siamo in grande difficoltà: a livello regionale ci sono più siti da bonificare che Comuni.
Non credo, quindi, che sia da richiedere maggiore autonomia in questa direzione, perché sinceramente, dal punto di vista delle bonifiche, è vero che l'attività regionale è stata fermata da un'assenza di risorse, però, se parliamo di obiettivi raggiunti al termine di questa Giunta Chiamparino possiamo dire che, al 99 per cento (non vorrei sbagliarmi per qualche decimale di percentuale), le bonifiche non sono state raggiunte.
Per quanto riguarda le discariche, è una competenza che ci siamo dati con la legge regionale n. 1. L'ATO regionale avrà questa competenza, però io sottolineo una cosa: la Regione ha toppato pesantemente nella verifica della validità di alcune fideiussioni. Spero che si cambi registro su questo fronte.
"Alla pianificazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti". Questa competenza è già di competenza regionale, quindi non capisco perch introdurre questa frase. La legge 1 riconosce questa competenza, sia per quanto riguarda i rifiuti indifferenziati sia per quanto riguarda l'organico. Non capisco perché occorra scrivere questa frase.
"All'indicazione delle misure atte ad incoraggiare la razionalizzazione della raccolta, della cernita e del riciclaggio dei rifiuti, in deroga a quanto previsto dall'articolo 195". Qua ci vorrebbe un manuale interpretativo e sinceramente non capisco su che direzione si voglia andare, perché ci siamo già dotati di un Piano rifiuti solidi urbani; un Piano rifiuti speciali e di una legge sui rifiuti. Cos'è che ci è mancato nell'individuare le migliori tecniche di raccolta differenziata, di cernita e di selezione? Sinceramente non capisco.
"Alla determinazione di criteri generali ai fini dell'elaborazione di Piani regionali". Ma come? Abbiamo appena approvato il Piano regionale dei rifiuti solidi urbani e speciali e ora chiediamo maggiori competenze? Manca qualcosa a quel Piano? Non mi sembra sia mai stato indicato che mancasse qualcosa durante la discussione generale di questi Piani, anzi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Anzitutto volevo dire che ci rallegriamo per la presentazione, da parte della Giunta regionale, dell'emendamento n. 46), che è un recepimento delle nostre osservazioni, poiché va a modificare quella parte della lettera f) che noi volevamo stralciare proprio perché non chiara.
Si definisce che la determinazione dei valori limiti è in funzione del raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici e, comunque, nel rispetto dei limiti della normativa nazionale. Questo è positivo.
Bene, molto bene, voteremo.



(Commenti del Vicepresidente Reschigna)



BERTOLA Giorgio

No, lo so, mi fa piacere che il Vicepresidente Reschigna dica questo perché siccome la natura selvaggia così com'è è pericolosa - l'ha detto il Presidente Chiamparino due o tre anni fa - allora sappiamo che, da questo punto di vista, occorre stare sempre molto attenti.
Per quanto riguarda l'emendamento n. 11), su quella parte abbiamo luci e ombre.
Sul punto h), "A contrasto degli effetti dei cambiamenti climatici, su tutti alluvioni e siccità, con discipline normative regionali di prospettiva pluriennale coerenti con le specificità territoriali su cui tali effetti si manifestano"; bene, è molto positiva e siamo d'accordissimo.
Invece abbiamo, così come ha descritto in modo puntuale il collega Andrissi, dei dubbi sulle definizioni di cui alle lettere superiori, ed è per questo che abbiamo presentato l'emendamento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Emendamento rubricato n. 48) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

È un emendamento che precisa il concetto. Alla lettera f), il punto "Alla gestione delle acque (ad esempio in materia di canoni rivieraschi dei Bacini Imbriferi Montani" è modificato come segue: "Alla gestione delle acque (ad esempio in materia di canoni rivieraschi e canoni di Bacini Imbriferi Montani".
Non è un emendamento sostanziale, ma chiarisce meglio la forma.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Emendamento rubricato n. 47) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

La lettera f) è sostituita con la seguente formulazione: "Alla pianificazione dell'impianto di smaltimento rifiuti, in particolare nella definizione di compensazione ambientale ritagliate sulle realtà territoriali e adeguate a supportare la fase pianificatoria".



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Emendamento rubricato n. 12) presentato da Andrissi, Bertola, Bono, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 12) chiediamo l'abrogazione della frase: "Il riconoscimento in capo alla Regione del diritto al risarcimento del danno ambientale nell'ipotesi di accertamento di una correlazione diretta fra lo stesso e il territorio regionale che subisce il danno, ferme restando le esclusione di ipotesi di portata sovra regionale, in seguito all'abrogazione dell'articolo 18".
A nostro parere, si poteva scrivere una frase più chiara, perché non è ben esplicitato che il risarcimento per danno ambientale debba andare effettivamente alla Regione Piemonte.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Emendamento rubricato n. 14) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Tra l'altro, volevo chiedere alla Presidenza delle indicazioni a proposito di un mio emendamento alla lettera e), che forse è saltato anche quello all'inizio.



(Commenti del Consigliere Bertola)



BONO Davide

Ho risolto, mi ha risposto il collega Bertola.
Siamo alla parte relativa ai fondi di previdenza complementare integrativa.
Fortunatamente, è stata accolta in Commissione la nostra richiesta di emendamento, per cui il punto risulta notevolmente cambiato. Resta il fatto che, proprio nel momento in cui facciamo della convegnistica sui quarant'anni del sistema sanitario pubblico - lo dico visto che è tornato a presiedere il Presidente del Consiglio Boeti - andiamo a prevedere una richiesta di maggiore autonomia sui fondi di previdenza complementare integrativa.
La riscrittura garantisce il rispetto dalla norma nazionale, grazie agli emendamenti del Movimento 5 Stelle, che aveva segnalato come questa fosse una pregiudiziale rispetto all'esito positivo in Aula, in termini di tempistica del provvedimento. Oggi, quindi, si rispetta la legge n.
502/1992, che prevede la possibilità, in capo ai datori di lavoro e alle organizzazioni sindacali, di stabilire la sottoscrizione di contratti di previdenza integrativa complementare.
In questo si vorrebbe inserire la Regione, però con delle modalità non molto chiare. Si parla di possibilità, per la Regione, di "individuare condizioni e forme di conversione e/o adesione e/o adeguamento dei fondi sanitari in essere, affinché tali risorse confluiscano senza pregiudizio per il beneficiario nell'ambito di istituiti o istituendi fondi sanitari promossi dalla Regione Piemonte".
Su questo avevo già espresso dei dubbi in Commissione. Ma perché mai un cittadino che ha già la pensione - non voglio parlare male delle nostre casse nazionali - e che non può prelevare quei soldi prima o anticiparli (peraltro, ogni anno cambiano le norme nazionali sull'età di pensionamento eccetera), e ha un fondo integrativo suo, gestito da una cassa privata dovrebbe andare a inserire quei soldi in un fondo promosso dalla Regione Piemonte, che, magari, non ha le stesse possibilità di movimentazione di quelle risorse? Francamente, lo troviamo incomprensibile.
In più, si chiede di "individuare condizioni più favorevoli di esenzioni fiscali sia per i datori di lavoro, sia per i lavoratori".
Ben vengano: poi ci spiegherà il prossimo Presidente della Giunta regionale (o anche questo), o l'Assessore al bilancio come troveremo le risorse per applicare delle esenzioni fiscali al datore di lavoro o al lavoratore che stipula questi contatti di previdenza complementare integrativa.
La sanità dal 1978 è pubblica con un sistema nazionale (modello Bismarck modello Beveridge). Cerchiamo di andare avanti in quest'ottica, e non verso un modello con assicurazioni che integrano il sistema sanitario pubblico.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
In effetti, quando sento parlare di fondi integrativi mi viene una sorta di "brividino", perché, come tanti, ho vissuto il passaggio del TFR al fondo.
Prima di quel passaggio, nell'azienda in cui lavoravo (e in cui ancora lavorerò, forse) avevamo il fondo pensione integrativo, che, quando era libero e al di fuori del contesto normativo nazionale, rendeva il cinque per cento, il sei per cento o il sette per cento all'anno.
Poi c'è stato il passaggio al fondo, tra l'altro obbligatorio per coloro che avevano già aderito ad un fondo (anche solo parzialmente, con una quota ridotta al cinque per cento del nostro TFR). Mi ritrovai improvvisamente espropriato dell'intero TFR annuo, che passò automaticamente al fondo pensione integrativa, che, da quel momento, non si è più schiodato, in termini di rendimento, dal minimo di legge.
Vorrei far notare come la previsione di costituire dei fondi integrativi per legge si configuri, in realtà, come un contenitore che, proprio perch deve garantire dei rendimenti minimi a tutti e coprire l'incremento di costi, non garantisce più niente, perché è per tutti. È un po' come per l'assicurazione RC auto: poiché è obbligatoria, perché tutti la devono stipulare, i prezzi non caleranno mai. Queste sono le fregature! I fondi integrativi sono integrativi se sono volontari, se c'è un libero mercato da cui puoi scegliere. Il Pubblico, a mio modestissimo parere dovrebbe occuparsi di garantire quello che dice la Costituzione, cioè la copertura sanitaria gratuita universale per tutti i cittadini italiani.
Questo dovrebbe essere garantito.
Questa cosa per me non ha nessun senso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
La manovra sui fondi integrativi, a mio avviso, è un errore politico pesante. A livello nazionale abbiamo circa otto milioni di persone che rinunciano alle cure e alle diagnosi perché non hanno soldi. Vorrei capire quindi, se l'inserimento di un fondo integrativo consentirebbe a queste persone di poter accedere alle cure.
Non prendiamoci in giro, perché questi fondi integrativi vanno ad aumentare le tutele a chi già ha accesso alle cure e alle diagnosi in ospedale insomma a chi riesce comunque a curarsi attualmente.
Ci troviamo in una situazione dove il sistema sanitario non è universale.
La richiesta che fate voi aumenta le diseguaglianze! Sono molto severo anche nei confronti dei metalmeccanici, che hanno sempre fatto contratti guardando molto lontano e che, invece, hanno ceduto a una richiesta di un fondo integrativo per le cure con i privati. A mio avviso, è un errore. È un errore grosso! Noi dobbiamo andare in tutt'altra direzione.
O nella richiesta di autonomia inserite che il fondo integrativo consentirà a circa 600.000 persone.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Consigliere Andrissi, mi scusi, non vorrei disturbare il clima cordiale che alberga nel Movimento 5 Stelle, ma dovrebbe rivolgersi all'Aula.



ANDRISSI Gianpaolo

Mi scusi.
. dicevo: decine di migliaia di pazienti in Piemonte non riescono ad accedere alle cure. O voi modificate la richiesta, inserendo che i fondi integrativi copriranno integralmente le spese per chi non può accedere ai fondi integrativi, o noi chiederemo l'abrogazione di questa parte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo al punto g) dell'allegato e in questo caso chiediamo di cancellare il testo "Fondi sanitari integrativi", perché non condividiamo l'idea di una maggiore autonomia regionale per incentivare i fondi sanitari integrativi.
Questo non va nella direzione di una sanità universalistica; anzi, come sottolineava il collega Andrissi, rischia di aumentare le disuguaglianze.
Di questo abbiamo già discusso in Commissione e, tra l'altro, questa parte della delibera arriva in Aula diversa da com'era arrivata in Commissione proprio anche con il recepimento di nostri emendamenti. Questa parte è rimasta, giacché c'è stata una discussione ed alcune nostre proposte di modifica sono state accolte, altre no, com'è normale che sia.
Rimaniamo in forte disaccordo con questa previsione e quindi chiediamo di cancellare questa parte.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Emendamento rubricato n. 15) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento insiste sempre sullo stesso tema, proprio perché riveste molta importanza. Faccio fatica a ipotizzare che la maggioranza anche su questo tema rimanga silente, nel senso che anche in Commissione noi abbiamo sollevato questo tema e dai banchi della maggioranza c'è stato silenzio.
Ripeto ancora una volta: è vero che la legge permette la creazione di fondi sanitari integrativi, ma le premesse del testo originario erano "noi non siamo più in grado di garantire la copertura dell'assistenza agli anziani" e mi riferisco ai LEA, non agli extra LEA, poi bisognerebbe fare un ragionamento tra LEA ed extra LEA. Quindi, andiamo a prevedere una forma di assicurazione integrativa per gli anziani non autosufficienti all'inizio.
Devo dire che siamo soddisfatti di aver fatto fare marcia indietro agli Assessori su questo punto, perché non era chiaro chi dovesse assicurarsi.
Cioè, se l'anziano è già non autosufficiente, come cavolo faceva - chiedo scusa per la parola non proprio di spessore - ad assicurarsi se aveva già ottant'anni e magari era già non sufficiente? Il massimale sarebbe stato altissimo. Quindi, si è deciso di ritornare indietro e di pensare ai lavoratori.
Come si fa a far passare una norma oggi, nel 2018, in cui tutti gli studiosi del mondo del lavoro dicono che un domani (già oggi) non ci saranno più lavori sicuri e stabili? Uno direbbe che siamo alla precarietà oppure, dicendolo in inglese che un po' ti frega, alla flex-security, alla flessibilità che dovrebbe darti sicurezza se ti formi in continuazione.
Sappiamo che poi non è così.
Come facciamo a pensare che già oggi ci sono una marea di lavori che hanno stipendi assolutamente sottopagati. Siamo di fronte a centinaia di migliaia di poor workers, cioè di persone che lavorano e sono povere. In più dovremmo avere un'ulteriore fascia di persone che non solo lavorano, ma vengono anche retribuite bene, ma hanno anche la possibilità di avere un datore di lavoro che gli fa un'assicurazione integrativa in più per il futuro quando, si auspica, arriveranno alla pensione, che non sappiamo quando esattamente sarà, ma magari saranno a rischio non autosufficienza e allora verrà loro garantita una vecchiaia tranquilla e serena.
Francamente mi sembra un po' difficile e complicato ipotizzarlo ora. Forse negli anni '60-'70 poteva avere un senso, ma in quel periodo avevamo strumenti diversi anche dal punto di vista contributivo e fiscale e l'INPS e le altre casse pubbliche forse avevano delle condizioni migliori.
Dobbiamo ripensare complessivamente il sistema però - glielo dico Presidente Chiamparino - senza abdicare al privato, perché mi sembra che si stia abdicando totalmente al privato. Cioè, noi non ce la facciamo e facciamo entrare le assicurazioni, ma mi spiega una cosa il Presidente Chiamparino? Le assicurazioni fanno beneficenza o fanno giustamente il loro lavoro e fanno profit? Mi sembra che facciano profit, quindi è ovvio che scommettono su cosa? Se tu fai l'assicurazione sulla macchina, scommettono sul fatto che tu guidi bene, non guidi da ubriaco o sotto effetto di stupefacenti e non vai a sbattere. Scommettere sul fatto che non diventi anziano e non autosufficiente è un po' pericoloso! Vi lascio con questa battuta, che però deve far riflettere: scommettiamo che non diventiamo anziani e non autosufficienti!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Effettivamente questa richiesta aumenta le disparità già presenti anche in Piemonte, perché andiamo a utilizzare soldi pubblici per quelle fasce di lavoratori, come diceva il Vicepresidente Bono, che hanno un lavoro che consente loro di accedere a dei fondi integrativi e, quindi, che hanno contratti a tempo indeterminato. Tutti i lavoratori che - purtroppo abbiamo visto "Report" della scorsa settimana - hanno anche un livello di formazione elevato ma fanno lavori fortemente sottopagati, ad esempio nell'editoria, lavoratori che sono fortemente precarizzati e che continuano per decine di anni a essere precarizzati.
Anche i lavori più umili spesso e volentieri ormai, purtroppo, sono fortemente precarizzati, per non parlare poi dei disoccupati. Tutti questi soggetti non possono accedere a questi fondi integrativi, a queste forme assicurative integrative. Non hanno diritto ad avere un aiuto da parte del sistema sanitario regionale che vada a integrare, come previsto da questa richiesta di maggiore autonomia, il loro fondo assicurativo. Quindi, noi diamo soldi pubblici, come richiesto in questo testo, a persone che rispetto ad altre fasce che non accedono alle cure sanitarie spesso e volentieri, perché così dicono i report, già accedono alle cure sanitarie creando un'ulteriore disparità fra chi non può accedere e chi vi accede.
I tempi sono passati e non capisco perché passare dal comunismo al neoliberismo. Ci sono delle forme intermedie che evitano di cadere dalla padella alla brace.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Non possiamo che riprendere questo tema, proprio per la problematica di fondo. Il collega Bono citava il fatto di una scommessa persa in partenza quindi è difficile da assicurare. Noi facciamo sempre riferimento, anche per quello che riguarda le pensioni, all'aspettativa di vita, ma il problema è l'aspettativa di vita sana, che è molto più bassa. I dati nazionali ci dicono che l'aspettativa di vita sana è intorno ai 64 anni differenziata chiaramente per le aree del Paese.
Se noi dobbiamo pensare che abbiamo un periodo di non salute tra i 64 e gli 82 anni (dipende se maschio o femmina e dalle aree del Paese) dell'aspettativa di vita complessiva, è evidente che, in quel range, c'è una percentuale di non autosufficienza significativa. Diventa molto difficile pensare che, laddove un sistema previdenziale pubblico, come anche dichiarato nella prima versione del documento, non ce la fa con la fiscalità generale - con la compartecipazione dei cittadini ai costi per quella che dovrebbe essere "l'assicurazione" di tutti quanti noi, garantita anche dalla nostra Costituzione e della nostra società - debba arrivare la copertura di un privato. Finiamo come in America dove, magari, lo fai e al primo inconveniente serio ti pagano il trattamento, ma poi l'assicurazione te la scordi per il resto della tua vita, quindi esci subito dal sistema.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Intervengo a sostegno di quanto già detto dai colleghi.
Crediamo che questo passaggio del provvedimento sull'autonomia sia grave e da sottolineare. Speriamo anche di risvegliare l'attenzione della maggioranza che vede tra le sue fila delle persone che, molto spesso, sono piuttosto sensibili al fatto di garantire i servizi sanitari, e non solo in questo caso sparliamo di assistenza sanitaria - anche alle fasce deboli.
Invece ci sembra che questa richiesta vada proprio nella direzione opposta vada nella direzione di lasciare sempre più spazio ai privati, di non dare uguale sostegno e possibilità di accesso ai servizi della sanità a tutti i cittadini allo stesso modo e con uguali diritti e non vada a sostegno di coloro che si trovano in difficoltà economica.
Purtroppo, abbiamo una serie di persone nella nostra regione che, per vari motivi, sono rimaste senza reddito, quindi hanno perso il lavoro, ma non pensiamo soltanto a queste persone. Ci sono persone che in modo cronico ormai, vivono una situazione di difficoltà e di precariato. Pensiamo soprattutto ai giovani che devono comunque costruirsi un futuro e pensare anche a quel futuro in cui non saranno più giovani e, probabilmente potrebbero non essere più pienamente autosufficienti.
Tutte queste considerazioni dovrebbero far pensare a un rafforzamento della sanità pubblica, alla possibilità di offrire a tutti lo stesso livello di assistenza e non alla possibilità di dare ampio spazio al privato, in modo da intervenire a sostegno di chi ha bisogno di avvalersi del servizio sanitario.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Emendamento rubricato n. 16 presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
È l'ultimo emendamento sul tema e penso anche l'ultimo sulla delibera.
Il tema dei fondi sanitari integrativi è un tema molto importante; penso che il futuro della sanità pubblica e della tenuta sociale del nostro Paese passi da questo tema. Non da questo punto e non da questa delibera, ma ci sarà un percorso di discussione con il Governo. Mi spiace sottolineare ancora una volta il silenzio dei colleghi di maggioranza sul punto.
Diceva il Consigliere Andrissi che, in effetti, si creerà un'ulteriore diversità nell'assistenza sanitaria alle persone; andiamo, sostanzialmente verso il modello americano. Obama per otto anni - ma sappiamo che non aveva le mani libere neanche lui, in quanto aveva ricevuto pesanti finanziamenti dalle agenzie delle assicurazioni e dal mondo farmaceutico - ha provato a portare l'America verso il modello europeo, quindi socialdemocratico.
Noi, con un modello sanitario socialdemocratico, quindi di sistema universalistico, stiamo andando verso il modello misto. Non già il modello prettamente privato assicurativo, ma andiamo verso un modello misto. Il modello misto acuirà delle differenze tra chi potrà permettersi di pagare l'assicurazione (l'assicurazione si paga, non regalano nulla, se le assicurazioni fanno pagare un premio è perché quel premio remunererà il rischio che loro valutano sugli anziani).
Come diceva giustamente il collega Campo, l'Italia è il Paese con la seconda maggiore aspettativa di vita al mondo, dopo il Giappone, ma sfortunatamente, siamo anche tra le peggiori con l'aspettativa di vita sana. Invece gli svedesi, nonostante una sostenuta propensione al consumo di alcool, hanno un'aspettativa di vita sana di 10-12 anni in più di noi.
L'italiano medio si ammala intorno ai 58-60 anni, non di acuzie e nemmeno di un'influenza, ma di una patologia cronica. Lo svedese medio, invece, si ammala intorno ai settant'anni. Capite bene che c'è una differenza.
Dobbiamo capire il perché, dobbiamo capire se abbiamo, ad esempio, una forte sedentarietà, se stiamo tendendo anche noi al modello di alimentazione americano e non più alla nostra dieta mediterranea, al sovrappeso, al tabagismo.
Ricordo che la Pianura Padana è una delle aree più inquinate al mondo insieme all'area del Belgio, dell'Olanda, del Benelux e alcune aree della Bulgaria. Abbiamo le terre dei fuochi e tante cose che incidono, ma andare verso questo è veramente pericoloso.
Vorrei aggiungere altro, ma ce lo riserveremo per altri interventi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Effettivamente l'aspettativa di vita sana in Italia è molto bassa.
Purtroppo passano gli anni e si abbassa sempre di più. È un carico chimico che abbiamo ereditato, ma che stiamo incentivando con un'agricoltura convenzionale basata sulla chimica. Noi usiamo le sostanze chimiche in agricoltura tre volte rispetto alla Germania, che ha un'estensione territoriale almeno pari a quella italiana. Questo è inspiegabile, perch abbiamo un clima che dovrebbe favorire un'agricoltura che utilizzi meno sostanze chimiche. Invece, abbiamo questa contraddizione, con i PSR che purtroppo, finanziano questo tipo di agricoltura e non un'agricoltura che abbia un impatto inferiore.
Nell'alimentazione ci arriva un cocktail di sostanze chimiche, abbiamo un inquinamento atmosferico tra i più elevati a livello mondiale, abbiamo una serie di produzioni fortemente impattanti sul territorio, che creano problematiche notevoli. Lo vediamo dai monitoraggi, dalle patologie nell'età infantile evolutiva; penso allo spettro dell'autismo e allo stesso autismo - in fortissima crescita - e ad altri disturbi di tipo cronico penso al Piano per la salute mentale a livello di malattie mentali degenerative, ecc.
Questa è la situazione. In questa situazione, cosa si vuole fare? Si vogliono introdurre fondi sanitari integrativi con l'intervento di privati che dovrebbero aiutare i pazienti sempre più cronicizzati a coprire le loro spese sanitarie, dimenticando una fascia importante di popolazione che non avrà mai accesso a questi fondi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
L'introduzione.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Valetti.
Consigliere Sinatora, lei non è firmatario dell'emendamento; se vuole intervenire, deve chiedere ai proponenti se può firmarlo. Può intervenire in discussione generale, ma non su questo. Tra poco inizieremo la discussione generale e, se vuole intervenire, può farlo.
Prego, Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
La spinta verso i fondi sanitari integrativi, e quindi la sanità privata, è un approccio che noi contestiamo per due motivi.
Il primo è perché così ammettiamo il fallimento della sanità pubblica quindi non si riesce a gestire la domanda sanitaria dei cittadini italiani e quindi piemontesi, con le strutture pubbliche. Il secondo aspetto importante è che si fa spendere sempre di più per la spesa sanitaria invece di prendere in mano la situazione, come Stato, con politiche di prevenzione sanitaria.
Questa non è un'azione politica che si espleta in questo provvedimento, ma è un'azione politica che avrebbe bisogno di un lungo corso e lavoro sui vari temi di cui la Regione si occupa, in base ai suoi poteri giurisdizionali: ambiente, prevenzione, educazione e informazione.
Di questo si è parlato molto, ma politiche incisive ne sono state fatte poche. Pertanto, come sosteneva il Consigliere Bono, occorre andare a incidere su tutti quei fattori che in Italia causano una cronicità delle malattie, malgrado un'aspettativa di vita lunga, prendendo come esempio quei Paesi che sono partiti da una posizione svantaggiata, ma che sono migliorati.
In Italia, in questo ambito, stiamo peggiorando e non possiamo limitarci a curare gli aspetti finali e i sintomi: dobbiamo agire investendo sulle cause.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Quello che ho riscontrato negli anni è che, generalmente, l'Italia segue alcune tendenze americane dopo un decennio. È evidente che il deterioramento dell'ambiente comporta gravi conseguenze sulla salute questo l'abbiamo visto in America, dove si è anche avuto un calo dell'aspettativa di vita e negli ultimi anni abbiamo incominciato a vederlo anche in Italia.
Nel 2017 c'è stata un'anomalia statistica, con una mortalità più elevata rispetto al previsto e l'aspettativa di vita, in realtà, si sta stabilizzando senza ulteriori crescite, per quanto si cerchi di negarlo e occultarlo, altrimenti crolla tutto il discorso degli adeguamenti pensionistici.
Non possiamo che sottolineare, pertanto, che la logica del fondo integrativo per la sanità diventerà un boomerang molto pericoloso, se non si affrontano tutti gli altri temi: la prevenzione e, quindi, il fatto di gestire il fondo sanitario in maniera più autonoma, senza tutti i vincoli.
In realtà, il discorso dovrebbe essere di un altro tipo: si dovrebbe investire maggiormente in prevenzione, per evitare quella situazione in cui ci si ammala malamente intorno ai 60 anni (il collega Bono ha fornito cifre ancora più preoccupanti) e poi, grazie alla medicina e a un sistema sanitario che, tutto sommato, funziona ancora bene, ma che comunque mostra cedimenti, ci si tiene in piedi con lo scotch fino agli 80 e più anni.
Da questo punto di vista, bisogna affrontare prima altre questioni e poi forse, si può pensare.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Ha due minuti: sono due minuti e venti secondi.



CAMPO Mauro

Si può pensare a situazioni integrative per la medicina personalizzata, che è un altro tema.



PRESIDENTE

Grazie, collega Campo.
Emendamento rubricato n. 41) presentato dalla Giunta regionale.
Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Vicepresidente Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

L'emendamento n. 41) interviene sul deliberato, con l'impegno da parte della Giunta regionale a mantenere una costanza di rapporto con il Consiglio regionale durante le fasi della trattativa con il Governo.



PRESIDENTE

Gli emendamenti sono terminati.
Prima di incominciare la discussione generale, chiedo ai Capigruppo se è possibile riunire oggi la Conferenza dei Capigruppo, alle ore 18.30.
Potremmo chiudere il Consiglio mezz'ora prima, perché domani non c'è il Vicepresidente della Giunta regionale.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Alle 18 è troppo presto; sarebbe più opportuno riunirci alle 18.30 altrimenti non abbiamo nemmeno il tempo di votare gli emendamenti.
Se siete d'accordo, convochiamo la Conferenza dei Capigruppo alle ore 18.30.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sinatora; ne ha facoltà.



SINATORA Benito

Chiedo scusa, ma è tutto il giorno che sento parlare di una questione.



PRESIDENTE

Non chieda scusa, Consigliere Sinatora, non c'è problema.



SINATORA Benito

Voglio intervenire per far capire una questione: io sono d'accordo, si parla di autonomia, ma mi dovete spiegare cosa c'entra l'autonomia con l'aspettativa di vita, ecc. Qui si sta parlando del perché noi chiediamo l'autonomia della Regione Piemonte. La chiediamo per avere più opportunità di migliorare le condizioni di vita dei piemontesi e lasciare meno peso al Governo centrale. Perché credo che, se diluiamo le cose, alcune si fanno meglio e bene, e da noi ce le possiamo gestire ancora meglio.
Perché dico questo? Perché parlare di autonomia magari non è un'offesa però bisogna anche capire di cosa si parla. Io non sono un maestro, per provengo da una corrente politica che in fatto di autonomia non prende lezioni da nessuno. Già ci hanno detto che non va bene, che non siamo all'altezza, che non le sappiamo gestire, che se facciamo autonomia in Piemonte la sanità non va bene, la cultura non va bene: allora, ragazzi qui dobbiamo metterci d'accordo. Siamo d'accordo a fare questo discorso, o no? Noi siamo nella Costituzione e parliamo dell'articolo 116, che prevede delle norme che la Regione Piemonte può assumersi (non le dobbiamo accettare); non creiamo un danno a nessuno, non vogliamo essere superiori o inferiori, però vogliamo essere in grado di gestire le nostre risorse nel migliore dei modi. E io credo che, con le persone, le capacità e le conoscenze, possiamo farlo.
Qui vengono fuori i lavori delle grandi strutture, le grandi imprese e tutte quelle cose che oggi non vanno bene: noi, in Piemonte, potremmo essere in grado (ritengo che tra tutti siamo in grado) di poter fare una cosa migliore. Quindi una maggiore autonomia in Piemonte è la minima cosa che secondo me si può fare.
Ripeto che io, a nome mio e come Lega Nord Piemonte, sono pienamente d'accordo sulla completa autonomia del Piemonte. Siamo nell'ambito dell'articolo 116 della Costituzione (che richiamo sempre), per cui non facciamo una cosa anticostituzionale; non parlo di secessione o di rivoluzione, parlo di alcune norme contemplate nella Costituzione che vengono riconosciute al Piemonte per poter gestire meglio la nostra vita.
Anche perché non è vero che si arriva a ottant'anni come dei ruderi. Io arrivo a ottant'anni e me la cavo ancora bene; non vorrei offendervi, per sono in gran forma. Ho lavorato 42 anni in fabbrica, presso le acciaierie ragazzi, non vi prendo in giro; nella tipografia si lavorava col piombo fuso e si moriva di saturnismo, una malattia che forse, senza offesa magari bisogna leggerla sui giornali, anche se sei medico.



PRESIDENTE

Sinatora, parli all'Aula.



SINATORA Benito

No, siccome hanno parlato loro, io guardo in faccia con chi parlo, non mi vergogno. Io dico quello che penso; poi, se non va bene, dovete solo dirlo e sto zitto. Ricordatevi però che qui sull'autonomia siamo i primi firmatari, ragazzi, sia ben chiaro, perché siamo in grado di sapere cosa facciamo e ne avete la prova.
Ragazzi, devo sempre farvi le solite.
No. Chi meglio di lei o di me può parlare di autonomia? Senza offesa.
Scusi, Presidente Chiamparino.



PRESIDENTE

No, non deve scusarsi: non c'è ragione per scusarsi.



SINATORA Benito

Mi rivolgevo a Sergio: ieri sera l'ho visto e gliel'ho detto.
Ragazzi, quando una cosa è giusta, è giusta. Gli ho detto: "Hai fatto bene". Ha fatto bene, punto. Poi, se a me mi criticano, non me ne frega niente, ragazzi. Scusate.



PRESIDENTE

Però quest'amicizia con Sergio.
Mah, non importa. Va bene.
Ha chiesto la parola la Consigliera Gancia; ne ha facoltà.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Volevo ricordare che a settembre del 2017, come Gruppo della Lega Nord abbiamo presentato una proposta di legge per l'istituzione del referendum consultivo per l'autonomia del Piemonte: un percorso che impegnava il Consiglio regionale a un dialogo aperto e trasparente con la cittadinanza uno strumento di libertà e di autodeterminazione dei cittadini e uno spazio di partecipazione e confronto con gli Enti locali, le Province, il Comune i rappresentanti delle realtà imprenditoriali, delle parti sociali e delle autonomie funzionali e territoriali. Perché l'autonomia è, sì, un fatto fiscale, ma anche un fatto culturale, che deve partire dal basso secondo un principio di sussidiarietà che richiede tempo e partecipazione.
Probabilmente tutto questo non c'è stato e lo stesso documento presentato che comunque voteremo e che in minima parte abbiamo contribuito a formulare, lo dimostra. Vi è però un aspetto positivo nell'avvio da parte della Regione Piemonte del procedimento di richiesta al Governo della Repubblica Italiana di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia ai sensi dell'articolo 116 della Costituzione.
L'aspetto positivo è che finalmente il Piemonte ha cessato di rimanere ancorato a uno dei più antichi pregiudizi della tradizione dominante ovvero ritenere che anche in questa Regione l'articolazione regionale fosse una ripartizione solo amministrativa.
Questo pregiudizio non venne smentito neanche dalla riforma costituzionale del 2001, che, ricorderete, fu approvata a fine legislatura con solo quattro voti di maggioranza, perché quella riforma nacque - lo sappiamo tutti - con il vizio di origine di essere guidata dalla ricerca - fallita peraltro - del consenso elettorale delle Regioni del Nord e non da una volontà di cambiare la forma di Stato nella direzione di un federalismo autentico nei valori e coerente nei meccanismi di funzionamento.
La riforma del 2001 ha creato una situazione di sovrapposizione dei livelli legislativi e amministrativi assolutamente disfunzionale sia per il governo della cosa pubblica che per il governo dell'economia. La riforma del Governo Renzi è stata la prova che il cosiddetto federalismo della riforma del 2001 non era il punto di arrivo di un'evoluzione della sinistra verso il più ampio autogoverno, tant'è che la riforma riportava l'autogoverno regionale in molti punti fondamentali addirittura indietro rispetto alla Costituzione del 1948.
Quindi oggi è, per il Piemonte, una giornata importante, perché ci fa piacere che la maggioranza (seppure di sinistra) che governa la nostra Regione ha deciso di abbandonare i presupposti stessi che l'avevano portata in tempi davvero recenti ad appoggiare la riforma centralistica voluta dal Governo Renzi, e questo è un risultato politico importante che, a nome del Gruppo che presiedo, voglio fortemente sottolineare.
Mi auguro che questo cambiamento da parte di certa politica piemontese non sia una conversione dettata da contingenze elettorali o dalla ricerca di nuova centralità politica, che sembra ormai impossibile, perché sono cambiate le situazioni e proprio per questo sia un cambiamento profondo di visione - lo ribadisco - nel senso di un federalismo autentico. Ovviamente come ho detto, tutto è perfettibile e ci saranno in questo progetto delle richieste che potranno essere destinate a essere accolte oppure no o solo accolte parzialmente da parte del Governo, perché si tratta di una richiesta di ampia portata.
L'importante è che - vorrei ricordare - la riforma costituzionale voluta dal Governo Berlusconi-Bossi.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliera Gancia, per la discussione generale ogni Consigliere ha a disposizione tre minuti e lei ha già parlato per 5.30; se vuole unire anche la dichiarazione di voto, può splafonare un po'.
Lo dico anche a tutti gli altri per evitare che tutti pensino di poter parlare per cinque minuti. Non si può fare.



GANCIA Gianna

Splafono, perché faccio la dichiarazione di voto, che peraltro ho già preannunciato.
La riforma costituzionale voluta dal Governo Berlusconi-Bossi seguiva esattamente il vero modello federale per quanto riguarda le grandi reti di trasporto. Il disastro funzionale dell'attuale situazione delle ripartizioni delle competenze è davanti a tutti e la soluzione non pu essere una torsione della situazione attuale che porti sotto il livello regionale quello che regionale non è.
Sono considerazioni logiche che possono essere fatte per molte materie e per molti emendamenti che abbiamo sottoscritto, perché questa riforma deve andare di pari passo con una Costruzione che è ancora in vigore e che non è una Costituzione federale - si pensi qui al modello tedesco - perché la nostra Costituzione, lo sapete, non permette di spostare sulle Regioni la competenza effettiva in materia di diritti fondamentali all'istruzione.
In ogni caso, riteniamo che questo sia, come ho anticipato nella prima parte, un momento importante; il nostro voto sarà favorevole.



PRESIDENTE

C'è una richiesta da parte del Vicepresidente della Giunta Reschigna per un'immediata convocazione della Conferenza dei Capigruppo, quindi andiamo subito in sala A.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.30, riprende alle ore 17.43)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Eravamo in tema di discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.
Ricordo che sono tre i minuti a disposizione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente, mi atterrò scrupolosamente ai tempi previsti dal Regolamento.
Innanzitutto volevo rispondere al Consigliere Sinatora, che nel frattempo non c'è più, che semplicemente noi abbiamo letto la proposta di deliberazione, giacché i provvedimenti si leggono, e proponiamo modifiche che poi vengono discusse in Commissione e in Aula. Questo è il lavoro da Consigliere regionale; lo facciamo da quattro anni, poi capisco che ci sono Gruppi come il suo che in questi quattro anni non l'hanno fatto, o l'hanno fatto molto meno, ma noi lavoriamo così.
Non giudichiamo i provvedimenti solo dal titolo, quindi non è che se nel titolo c'è scritto "autonomia" va bene a prescindere o non va bene a prescindere, a seconda dell'ideologia che ha quella forza politica.
L'abbiamo letto nel dettaglio e abbiamo proposto delle modifiche. In alcune parti si parla anche di dati sociali, economici, macroeconomici e di popolazione, quindi anche su quello andiamo a discutere.
Come abbiamo già detto nella discussione sugli emendamenti, non abbiamo una posizione aprioristicamente contraria alla deliberazione; abbiamo diverse perplessità sia sul metodo, poiché siamo arrivati a questa deliberazione tardi e male, quindi non ascoltando e togliendoci la possibilità di ascoltare i cittadini piemontesi (come hanno fatto invece altre Regioni) sia sul merito.
Evidenzio una questione su tutte, giacché voglio stare nei tre minuti a mia disposizione: probabilmente nelle intenzioni di Forza Italia e del Partito Democratico c'era quella di aumentare le tasse ai cittadini e alle imprese piemontesi, magari per fare infrastrutture come il TAV, giacché sia la Giunta regionale sia buona parte dell'opposizione dicono di voler autonomia anche dal punto di vista dell'imposizione di tributi, per finanziare tutta una serie di operazioni.
Oggi noi siamo ad avvisare i cittadini piemontesi: sappiate che Forza Italia e il Partito Democratico vogliono aumentare le tasse ai cittadini e alle imprese piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bona; ne ha facoltà.



BONA Angelo Luca

Grazie.
Per cominciare dagli ultimi ragionamenti che fanno seguito ad alcune considerazioni ed emendamenti di alcuni colleghi, volevo rimarcare che quella che oggi è in discussione è una richiesta di maggiore autonomia quindi un processo autorizzatorio per concordare forme di autonomia diretta su determinate competenze.
Dire che alcune questioni è meglio non portarle in competenza alla Regione francamente è molto poco comprensibile. Se ci sono possibilità di avere sul territorio, quindi a diretto contatto con i cittadini e con le nostre imprese, competenze per le quali sono previsti trasferimenti diretti, o il trattenimento di risorse direttamente sul territorio, è un controsenso dire che non si vuole applicare queste competenze.
Addirittura questa mattina abbiamo sentito un emendamento per togliere la possibilità del reclutamento regionale dei docenti. Questo danneggia in modo pesante i docenti piemontesi, perché la Lombardia e il Veneto hanno dato questa possibilità, mentre qui in Consiglio regionale si vuole privare di una possibilità, come se ci fossero docenti si serie B in Piemonte.
Questi sono ragionamenti poco comprensibili.
Noi ovviamente rimarchiamo e rivendichiamo il fatto di aver tolto dalle secche il discorso dell'autonomia differenziata in Piemonte, con l'ordine del giorno di luglio. Diamo atto al Presidente e al Vicepresidente di avere operato correttamente con un dialogo costante, anche con nostri emendamenti presentati in modo costruttivo, soprattutto per stare al passo delle altre Regioni che stanno attuando questo tipo di processo.
Questi emendamenti sono stati raccolti. Crediamo di portare al voto un provvedimento che sicuramente va nell'ottica di migliorare la vita dei piemontesi e delle nostre imprese e, soprattutto, per dare possibilità di crescita negli anni futuri e per tenere il passo delle altre Regioni più vicine che hanno già cominciato questo processo e sicuramente vedono il Piemonte arrancare in questo momento, per tutti gli indicatori puntualmente riportati nella delibera.
La nostra è una scelta di grande responsabilità. Per quello che riguarda le infrastrutture o la governance territoriale, spendere meglio i soldi non vuol dire che si chiedono soldi in più. Ci sono delle regole, basta guardare come si stanno strutturando le altre Regioni che hanno già avviato questo processo.
Concludo lasciando la parola al mio Capogruppo per la dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tronzano; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Rapidamente, solo per dire che per noi la battaglia federalista non è stata una battaglia campata per aria o senza la forza degli ideali che stavano dietro. Il centrodestra si è sempre caratterizzato, per cui ancora oggi la nostra responsabilità - lo dico al Presidente Chiamparino e al Vicepresidente Reschigna, che hanno avuto la possibilità di ascoltarlo alla Capigruppo - è di privilegiare la questione dell'autonomia, perch prossimamente il Governo deciderà rispetto al nostro ordine del giorno.
Una proposta del Consiglio regionale, nella gerarchia delle fonti, è senz'altro superiore a un ordine del giorno, seppure del Consiglio regionale.
Conseguentemente, privilegiare l'autonomia significa mantenere coerenza rispetto agli anni passati a discutere di autonomia regionale non certo per pusillanimità o per favorire qualcosa, perché non è così.
Sorrido - per essere eufemistico - al fatto di dire che cercheremo di aumentare le tasse. L'ultima volontà nostra - parlo, ovviamente, per il mio partito - è quella di aumentare le tasse a carico dei cittadini.
La prima volontà nostra è fare il TAV: questo, mettetevelo in testa, lo faremo! Il TAV si farà!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Siamo lieti di sapere che la prima priorità del Gruppo di Forza Italia (non so se insieme al centrodestra o meno) sono i "buchi" nelle montagne. Siamo contenti. Noi, invece, abbiamo altre priorità. Ma è importante almeno distinguersi su questi punti. Sicuramente sarà molto chiaro anche agli elettori.
Noi riteniamo che basti leggere la delibera per vedere che l'emendamento approvato a prima firma del Consigliere Bona (da non confondere col sottoscritto, il cui nome termina con la "o") richiede maggiore autonomia nella disciplina dei tributi regionali. È per questo che abbiamo presentato un emendamento che richiede parità di gettito fiscale (vogliamo vedere poi, se verrà approvato o meno).
Una maggiore autonomia nella disciplina dei tributi regionali implica sostanzialmente, il fatto di poterli aumentare o diminuire. Quindi ha ragione il collega Tronzano, quando afferma che, storicamente, Forza Italia dice determinate cose (poi bisogna vedere, nella realtà, che cosa fa). Per è ovvio che quello c'è scritto. Oggi, quando uno pensa alla Regione Piemonte e alle sue difficoltà di bilancio, dirà: "Questi arrivano riferito al centrodestra o al centrosinistra che ha approvato l'emendamento e pensano di aumentare le tasse".
Vi ricordo che abbiamo avuto già un aumento di tasse nella scorsa legislatura e due in questa, quindi non è una novità assoluta: è stata aumentata l'addizionale IRPEF due volte, è aumentato il bollo auto ed è svanita l'esenzione totale per le auto a metano e a GPL (ma, in questo caso, mi trovo in conflitto di interesse, per cui non posso parlare) quindi non si può negare che gli aumenti ci siano stati. Non nascondiamo almeno la verità.
Venendo al provvedimento, è ovvio che, come abbiamo detto, noi siamo favorevoli a una discussione ampia, seria, intelligente e sostenibile con il Governo sui temi dell'autonomia. Il tema dell'autonomia è previsto dalla nostra Costituzione (articolo 116), quindi non siamo assolutamente contrari. È ovvio che, a seconda di come viene declinata, questa autonomia comporta dei posizionamenti.
Mi sembra che questa autonomia sia stata un po' rincorsa dal Presidente Chiamparino, col fiatone, perché eravamo un po' in ritardo rispetto alle Regioni che erano partite prima e che sono state più veloci. Questo ha costretto anche noi, sostanzialmente, a correre, cosa che di norma non si fa.
Bisogna prendere atto che il Movimento 5 Stelle, che voleva discute su questo provvedimento - peraltro, rilevo che a parte il collega Bona del centrodestra, non sono pervenuti altri emendamenti, quindi sarebbe stato approvato tout court, senza intervenire nel merito del testo - ha portato delle proposte emendative: alcune sono state raccolte, altre no. Ad esempio, sui fondi sanitari integrativi siamo contrari, anche con questa formulazione. Quindi dobbiamo fare un combinato disposto di alcune cose cui siamo favorevoli e di altre a cui siamo contrari. È ovvio, quindi, che il voto non potrà essere favorevole. Interverremo comunque successivamente in fase di dichiarazione di voto.
Rimangono alcune perplessità di fondo. Non strumentalizziamo, però, questa autonomia per "sparate" che abbiamo sentito fare dal Presidente Chiamparino e, adesso, anche da alcuni autorevoli colleghi di maggioranza su fantomatici subentri a livello nazionale su opere di interesse strategico nazionale. Perché, altrimenti, ci viene da ridere: insomma, prendiamocela un po' più calma. Volevo citare un detto piemontese, ma era un po' volgare.



PRESIDENTE

Prima di porre in votazione gli emendamenti, darei la parola al Vicepresidente Reschigna per esprimere il parere della Giunta regionale in merito agli stessi.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

La Giunta esprime parere contrario sugli emendamenti rubricati dal n. 28) al n. 35), aventi come primo firmatario il Consigliere Valetti, per le stesse ragioni che abbiamo avuto modo di illustrare in Commissione.
La Giunta esprime parere contrario anche sull'emendamento n. 42), la cui prima firmataria è la Consigliera Frediani, in quanto non condividiamo l'eliminazione del ruolo dell'Agenzia Piemonte Lavoro.
Esprime invece parere favorevole sull'emendamento n. 43), la cui prima firmataria è la Consigliera Frediani.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) L'emendamento n. 42) è ritirato.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

L'emendamento n. 42) è ritirato, mentre sull'emendamento n. 43) il parere della Giunta regionale è favorevole.
Sugli emendamenti n. 37), 38) e 36) la Giunta esprime parere contrario.
Sull'emendamento n. 1) il parere è favorevole.
Chiediamo che venga ritirato l'emendamento n. 2), la cui prima firmataria è la Consigliera Accossato, perché queste funzioni in parte sono già di esclusiva competenza della Regione, e in parte sono richieste nella deliberazione in oggetto.
Sugli emendamenti n. 39), 17) e 21) il parere della Giunta è contrario.
L'emendamento n. 19), riformulato dal Consigliere Bono, incontra il parere favorevole della Giunta.
Sugli emendamenti n. 20), 22) e 23) il parere è contrario.
Sull'emendamento n. 18), il cui primo firmatario è il Consigliere Bono, il parere è favorevole.
Sull'emendamento n. 24) il parere è contrario.
Sull'emendamento n. 25) il parere è favorevole.
Sugli emendamenti n. 26), 27) e 40) il parere è contrario.
Sull'emendamento n. 44) il parere è favorevole.
Sull'emendamento n. 45) il parere è contrario. Sull'emendamento n. 13) così com'è riformulato, il parere è favorevole.
Sugli emendamenti n. 3), 4), 5), 6), 7) e 8) il parere è contrario.
Sull'emendamento n. 9), il cui primo firmatario è il Consigliere Andrissi il parere è favorevole.
Sull'emendamento n. 10) il parere è contrario.
Per tutti gli emendamenti della Giunta, ovviamente il parere è favorevole.
Sugli emendamenti n. 11), 12), 14), 15) e 16) il parere è contrario.
Mi permetto solo di fare un'ultima considerazione, vista la discussione che c'è stata alla fine sulla questione del fondo integrativo.
La riformulazione, così com'è stata approvata dalla Commissione, fa esclusivo riferimento al decreto legislativo n. 502/1992, quindi non è una formulazione che mette in discussione il diritto universale alle prestazioni sanitarie.
Ricordo che il decreto legislativo n. 52/92 prevede unicamente che i fondi integrativi possono riguardare quelle prestazioni sanitarie non coperte dal fondo sanitario (le prestazioni odontoiatriche) e sul tema dell'integrazione socio-sanitaria può riguardare la parte della tutela sociale e non la parte dell'intervento sanitario. Questo lo dico, perch vorrei che fosse chiaro che non stiamo svendendo la sanità pubblica a favore dei privati o delle compagnie assicurative ma, ragionando in prospettiva su questo tema, si propone di dotarci di uno strumento che preveda la regionalizzazione di un fondo già previsto dalla legislazione nazionale.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 28), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 30), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 31), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 32), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 33), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 34), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 29), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 35), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 42) è ritirato dai proponenti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 43), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 37), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 38), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 36), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 2) è ritirato dai proponenti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 39), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 21), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 19), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 20), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 22), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 23), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 18), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 24), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 25), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 26), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 27), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 40), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 44), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 45), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 13), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 8), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 9), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 10), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 46), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 11), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 48).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 47).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 12), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 41).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per dichiarazione di voto.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Per esprimere un parere favorevole sul provvedimento che, come già detto in apertura, non è il miglior provvedimento possibile, ma è un buon provvedimento. Ci sono delle parti che potevano essere migliorate, relative alla specificità della nostra regione, quali, per esempio, le aree alpine e appenniniche.
Sappiamo che questa non è la conclusione di un percorso, ma l'inizio pertanto consideriamo importante che il Consiglio regionale dia inizio a tale percorso, mi permetto di dire al di là di chi governa, perché se si crede nella possibilità di avere maggiore autonomia all'interno dei Consigli regionali, questo vale tanto che governi una forza politica piuttosto che un'altra. Diversamente, se ci si comporta in base a chi sta guidando una Giunta regionale in quel momento, non si arriva mai a nulla e forse anche questo è il motivo per cui la modifica dell'articolo 116 della Costituzione, avvenuta nel 2001, non ha portato a un federalismo differenziato.
Pertanto, il nostro voto è convintamente favorevole, ben sapendo che da questo momento in poi si apre la vera necessità di contrattazione con il Governo nazionale, non solo in termini di ciò che è scritto all'interno del documento, ma soprattutto rispetto alle dotazioni finanziarie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Noi, come detto.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Bono.
Consigliere Andrissi, siamo quasi alla fine della seduta, però lei dovrebbe indossare la giacca.



BONO Davide

Siamo un po' anarchici, qua!



PRESIDENTE

Sta meglio con la giacca, Andrissi! È più carino! Prego, Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Dicevo che su questo provvedimento non potremo dare un parere positivo però non daremo comunque un voto contrario, non tanto per fiducia nell'operato di questa Amministrazione - per ovvi motivi che abbiamo provato anche a spiegare durante questi giorni, ma non abbiamo fiducia neanche su questo provvedimento di richiesta di maggiore autonomia - ma perché sappiamo che c'è una fase di confronto e di dialogo con il livello nazionale a cui affidiamo la speranza di addivenire a una sintesi o a una conciliazione che tenga in conto opposte esigenze: da una parte quella dell'unità nazionale e quindi quella della solidarietà tra Regioni più ricche e Regioni meno ricche, e il Piemonte non è nel novero delle Regioni più ricche, ma di quelle meno ricche; dall'altra, i temi della sussidiarietà.
Vedo il Presidente che scuote la testa. Siamo la Regione fanalino del Nord Italia, poi naturalmente non siamo ai livelli della Basilicata o del Molise (purtroppo per loro), ma siamo comunque fanalino di coda dell'Italia settentrionale.
Poi, dicevo, ovviamente i temi della sussidiarietà orizzontale e verticale che sono sanciti nella nostra Costituzione, (ma anche nella nostra Carta): dopo la riforma del 2001, c'è l'articolo 116 sul regionalismo differenziato.
Quindi è una strada che noi pensiamo si debba percorrere perché le Regioni oramai sono a un bivio: o restano come istituzioni che sono utili, servono ai cittadini e non sono solo una spesa di amministrazione, di costi della politica, di costi di funzionari e quant'altro e quindi si evolvono verso un qualcosa che porti maggiore responsabilità della classe politica, ma maggiore anche capacità di intervenire sul territorio, oppure penso che i cittadini ne possano fare a meno.
Dal nostro punto di vista, il non votare contro rispetto alla contrarietà verso alcuni contenuti del documento significa proprio questo: dare comunque mandato ai livelli regionale e nazionale di addivenire a una sintesi che permetta alle Regioni di avere un senso, di avere più forza per essere vicine ai cittadini e provare a cambiare in meglio le cose, non in peggio.
Su questo abbiamo espresso alcune contrarietà - non le ripeterò, anche perché mi mancano 20 secondi al termine - che cito solo per grandi temi: sanità, che faticosamente cerca di trovare un pareggio di bilancio e di trovare anche un rilancio per investire, non solo edilizia e tecnologie, ma anche in personale; infrastrutture, ma credo che con questa delibera si vogliano strumentalizzare alcuni temi di ambito nazionale; fondi integrativi. Forse questi sono i temi principali.
Crediamo comunque che si potrà, se si vorrà e si metterà da parte la giacchetta della parte politica cui tutti noi apparteniamo, trovare una buona soluzione che, a prescindere dai colori politici di coloro i quali amministreranno questa Regione nei prossimi anni, possa essere un buon segnale e un buon viatico per migliorare la condizione dei piemontesi.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? Prego, Consigliere Tronzano.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Intervengo rapidamente per dire che siamo naturalmente favorevoli, ma soprattutto per sottolineare che in pochi mesi, non per noi, ma per il Piemonte, come Gruppo e come coalizione, siamo riusciti a fare due cose interessanti e importanti: sulla questione dell'urbanistica, accelerare il dibattito e, attraverso il collega Bona, sulla questione del federalismo riprendere un dibattito che si era un po' arenato nel gennaio di quest'anno.
Quindi, con questo ordine del giorno, che voteremo.
Tra l'altro, Presidente del Consiglio, l'impegno suo di votare al primo punto il nostro ordine del giorno inviato questa sera per ragioni oggettive, e cioè che questo provvedimento era necessario.



PRESIDENTE

Abbiamo trovato un accordo e sarà rispettato: su questo non c'è il minimo dubbio.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente: ha fatto bene a sottolinearlo.
Comunque dicevo che, grazie al collega Bona, con questo ordine del giorno siamo riusciti a risvegliare un dibattito che è fondamentale per il Piemonte.
Per quanto riguarda il principio di sussidiarietà, ritengo che in quest'Aula non tutti siano favorevoli: io ci credo fermamente e penso che chi è più vicino ai cittadini possa fare meglio alcune cose che, magari riescono meno bene a chi è più lontano. Certamente questo è uno dei principi cardine della nostra azione sul federalismo e pertanto votiamo convintamente, prendendoci il merito - non per noi, ma per il Piemonte - di aver sollecitato e fatto scrivere questa delibera che oggi approviamo e che, attraverso il Presidente Chiamparino, porteremo al Governo battendo i pugni per cercare di ottenere ciò che è giusto ottenere.



PRESIDENTE

Consigliere Barazzotto, vuole intervenire? Prenda pure la parola: la maggioranza ha gli stessi diritti dell'opposizione.



BARAZZOTTO Vittorio

Grazie, Presidente.
I colleghi, incautamente, hanno affidato a me la dichiarazione di voto e quindi si assumono anche loro questa responsabilità.



PRESIDENTE

Non c'è problema.



BARAZZOTTO Vittorio

Dico solo che ho iniziato a insegnare scienza delle finanze nel 1985 e l'ho fatto per alcuni anni. Chiedo scusa pubblicamente agli allievi perch parlando del federalismo, dicevo loro: "Guardate, questi sono gli ultimi anni, perché poi si andrà sempre di più verso l'autonomia federale e verso l'autonomia fiscale".
Ebbene, mi sono reso conto (già da tempo) che per degli anni ho raccontato un po' delle storielle, perché la situazione non è cambiata; addirittura si è tornati indietro e si è arrivati a una situazione pressoché totalmente centralizzata.
Credo che oggi sia un po' scontata questa parola, ma comunque si scrive una buona pagina in questa legislatura per la Regione Piemonte, e lo dice uno che non è mai stato proprio un difensore totale dell'autonomia. Arrivando dal mondo repubblicano, ero contrario alle Province; credo invece che le Regioni abbiano una loro funzione di raccordo e credo all'Unione dei Comuni. Ma lasciamo perdere quello che io credo o quello che non credo.
Parlandone con il mio Gruppo, ritengo che la Giunta abbia fatto e abbia avviato un ottimo processo e anche il confronto è stato molto positivo.
L'ultima volta ho ascoltato anche con molta attenzione il collega Fluttero che a mio avvio ha detto delle cose molto intelligenti e nelle quali mi ritrovo moltissimo. Il mondo cambia velocemente e noi abbiamo uno Stato che, invece, non riesce assolutamente né a seguire la marcia di una società che è in evoluzione, tantomeno l'Europa e tantomeno l'altro mondo che sta al di là del Pacifico e dell'Atlantico.
Fino a un secolo fa, l'Europa era una potenza, almeno dal punto di vista demografico: si era un quarto dalla popolazione mondiale. Tra vent'anni saremo poco meno di un ventesimo. L'aspetto demografico sta diventando un problema e l'Italia da sola non ce la fa.
Stamattina sono state fatte delle considerazioni sui Centri per l'impiego.
Allora possiamo dire onestamente che, se noi ci confrontiamo con l'Inghilterra o con la Germania, siamo indietro anni luce: 8.000 dipendenti contro 100.000. Anche se la comparazione andrebbe "ritarata" sui dipendenti dell'INPS, sul sistema siamo comunque indietro anni luce: pensate che in Inghilterra i Direttori generali - lo dicevo stamattina alla collega Accossato - vengono licenziati nel caso in cui non ottengano determinati risultati. Da noi al massimo si fa assistenza, e lo dico con il massimo rispetto, ma questo perché non ci sono gli elaborati, non ci sono i sistemi, non c'è una connessione col tessuto sociale.
La Regione può colmare queste lacune nazionali: può colmare l'aspetto delle concessioni autostradali, può colmare all'aspetto dalla sanità. Non è vero che il Piemonte non sta andando bene, e lo dice uno che è abbastanza "critico" - uso un eufemismo - nei confronti della sanità, perché credo che l'asticella deve essere posta e perché credo che l'individualismo debba fare un passo indietro; quindi, non emergono solo i direttori generali, ma deve emergere la sanità. Tuttavia, non hanno senso la mobilità attiva e passiva, la lotta tra il Piemonte, la Lombardia e la Liguria quando sappiamo che i pazienti vanno e allora il sistema va integrato, ma non per una soddisfazione nostra d'autonomia, ma per il bene del paziente.
E così per i trasporti: la questione sul porto di Genova - lo sapete tutti l'ha detto il Presidente - ha un'influenza addirittura europea perché, come diceva Vignale, da Suez alcune le navi non vengono neanche più a Genova e preferiscono andare verso Gibilterra; bisogna dire che il problema di Genova va a minare l'economia piemontese, quindi siamo stramaledettamente connessi.
Il problema dell'ambiente non si ferma nelle colline liguri, perché tocca quelle piemontesi e quelle francesi; a volte pensiamo di essere l'ombelico del mondo, ma non siamo l'ombelico del mondo: bisogna mirare in alto e guardare alla Luna. Questo è un passo importantissimo che noi andiamo a intraprendere. Occorrerà che il Governo collabori, ma solamente attraverso un'autonomia e l'esaltazione dell'identità, non come anteposte, non come segno di contrapposizione, ma come segno di esaltazione e di ricchezza.
Assolutamente, il futuro di politici, governanti, amministratori e legislatori dev'essere basato sull'alleanza, solo così noi faremo il bene (lo dico anche a livello nazionale) dei cittadini, se no saremmo vecchi vecchi e stravecchi, com'è d'altronde la popolazione e lo siamo, perché non siamo giovani, ma almeno nella mentalità occorre che ci ringiovaniamo un pochettino. Io plaudo a questa soluzione che va a incidere nella cultura va a incidere nei trasporti, va a incidere nella sanità, ma soprattutto significa iniziare una pagina nuova.
È il momento di cantare vittoria? No. Oggi è giorno del taglio del nastro noi, per quel poco che ci spetta, dobbiamo cercare d'incidere il più possibile sul Governo, ma la palla spetta adesso al Governo, accogliendo queste grida di speranza, queste urla che arrivano dalle periferie affinché il Piemonte non rimanga un qualcosa in alto a sinistra, ma rigiochi un suo ruolo fondamentale, perché ha tutte le potenzialità per farlo. In alto a sinistra dal punto di vista geografico e non politico.
In conclusione, non possiamo altro che esprimere la nostra più viva soddisfazione per questo provvedimento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Barazzotto.
La parola al Consigliere Sinatora.



SINATORA Benito

Grazie, Presidente.
Brevemente, a proposito della devolution del 2006, prima si è parlato di devolution: nel 2016 cos'è successo? Sono stati fatti due referendum opposti e il Sud ha detto no a entrambi. Quindi, di che cosa stiamo parlando? Solo questo, veloce veloce. L'avete capito? Se no lo ripeto.



(Commenti fuori microfono)



SINATORA Benito

Penso che si sia capito cosa volevo dire.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sinatora.
La parola al Presidente della Giunta, Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Credo sia doveroso, da parte mia, intervenire per un ringraziamento a tutto il Consiglio che ha accompagnato in modo critico, ma costruttivo e in tempi celeri, questo provvedimento. Un ringraziamento lo vorrei fare naturalmente ad Aldo Reschigna e ai colleghi di Giunta che hanno lavorato, anche faticosamente, per coordinare le norme e, da questo punto di vista, terrei a fare un ringraziamento particolare in questa sede all'Ufficio legislativo della Giunta, che è stato lo strumento operativo fondamentale per arrivare a comporre il testo.
Credo abbiano ragione la Consigliera Gancia e il Consigliere Bona che hanno esordito nei loro interventi parlando di un momento importante per il Piemonte; ne sono convinto anch'io non solo per i contenuti del provvedimento, ma perché questo può segnare una ripresa di protagonismo a livello nazionale della nostra Regione. Lo dico in anche riferimento alle valutazioni, direi positive ed eccellenti, per certi aspetti, che sono venute da parte del Governo sul sistema sanitario pubblico piemontese, per l'anno 2016 e, da quel che si è appreso da fonti di stampa autorevoli anche per il 2017, anzi ancora di più.
Cominciamo a mettere insieme una serie di tasselli che segnano un ruolo e un protagonismo a livello nazionale del Piemonte che non va sottovalutato.
Certamente - qualcuno ha detto "un po' col fiatone", adesso non ricordo chi, forse Bono - è vero, d'altra parte siamo partiti con un bel po' di zavorra ed è più difficile quando si comincia una corsa un po' zavorrati da una situazione di bilancio che non consentiva di fare gli "stupendi" in Italia, quando sapevi che facevi fatica a far fronte alle tue obbligazioni.
Una volta che il futuro della Regione dal punto di vista finanziario è stato messo su basi solide, abbiamo ritenuto di accelerare, come succede a volte nelle competizioni podistiche, e abbiamo recuperato il passo col gruppetto di testa. Quindi ammetto il fiatone iniziale e credo di aver spiegato anche perché. Però, naturalmente, come succede nelle competizioni podistiche, bisogna vedere se i primi reggono e se noi teniamo il passo.
L'impegno che noi assumiamo è appunto tenere il passo e, se è possibile magari anche accelerare.
Una considerazione la voglio fare prendendo spunto dall'intervento del Consigliere Andrissi, parlando, forse più che al Gruppo del Movimento 5 Stelle, al Gruppo della sinistra di Liberi e Uguali in tutte le sue articolazioni, che hanno espresso dubbi e valutazioni critiche su un punto del documento, che è quello che riguarda il fondo integrativo.
Consigliere Andrissi, uso la sua espressione al contrario: lei ha detto che vorremmo introdurre un modello americano, anziché un modello socialdemocratico. Mi pare non abbia colto il punto, mi permetto di dirlo perché se al limite dovessi fare una critica, direi che quello che noi cerchiamo di introdurre è forse un modello troppo socialdemocratico. È un modello che si basa sui tre presupposti classici delle politiche classiche socialdemocratiche - le parti sociali, gli imprenditori e le organizzazioni sindacali, le Autonomie locali, cioè le Regioni o i Länd in tedesco - che hanno il ruolo di favorire la messa a disposizione delle risorse che le altre parti sociali producono, che in questo caso sono gli aspetti che nei contratti collettivi nazionali di lavoro vengono già previsti per finanziare non la sanità, come ha ben chiarito il Vicepresidente Reschigna ma materie sociali e materie escluse dai LEA.
In un ambito di autonomia regionale si può tentare; nulla vieta che si tenti - è questo è il senso dell'autonomia - di mettere a disposizione anche per quei settori sociali che, per ragioni negoziali di loro condizioni di lavoro, non possono accedere. Almeno in parte.
Questo è uno dei possibili sensi della costituzione di un fondo; quindi è l'esatto opposto di quello che lei ha cercato di dire.
Potrei fare altri esempi sull'importanza del documento, ma non voglio farvi perdere tempo e non voglio abusare delle prerogative del Presidente.
Sui beni culturali cito sempre l'esempio del Museo Egizio, un esempio di esercizio di autonomia e flessibilità gestionale, che ha consentito di introdurre il modello, come ben si ricorda chi aveva già responsabilità autonome allora, di gestione della Fondazione, che ha permesso di attingere a capitali privati e di trovare modalità nuove per scegliere i direttori per far sì che un deposito straordinario di cultura diventasse anche fruibile non solo da coloro che sanno tutto dell'egittologia.
C'è un tema che considero strategico e che sarà rafforzato dall'ordine del giorno che mi auguro sia approvato nella prossima seduta, presentato dai Consiglieri Bona e Tronzano.
Qui non è tanto questione di TAV, ma è questione che nel documento introduciamo il principio che su tutta una serie di materie infrastrutturali che dovranno essere definite, sia possibile, in una logica di macroregioni - attenzione, in una logica di macroregione e non di singole Regioni - definire modalità autonome di gestione di infrastrutture considerate strategiche, in cui non c'è solo questo totem ossessivo per alcuni della TAV, ma c'è.



(Commenti della Consigliera Frediani)



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

No, no, l'ossessione è vostra che non riuscite a pronunciare.
Prego?



(Commenti della Consigliera Frediani)



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

No, per me è un totem positivo; ogni volta che parlate di TAV ritorno giovane, quindi già di per sé questo è positivo; già di per sé questo è psicologicamente positivo, ma ci sono altre strutture. Pensate al sistema degli aeroporti. L'ho detto in un convegno: per quale ragione non è possibile pensare a modalità di governance non gestionali, ma di tipo politico leggero, per coordinare meglio le politiche aeroportuali, in un'area come quella del Nord-Ovest d'Italia? È solo un altro esempio, ce ne possono essere altri, ma non voglio indulgere.
Finisco dicendo questo. Qualcuno ha detto - forse Tronzano - che bisogna battere i pugni; anche Barazzotto ha detto che adesso inizia la fase vera.
È vero, ma io finisco dicendo che il buongiorno si vede dal mattino.
Ci tengo a dirlo e voglio ringraziare pubblicamente la Ministra Stefani perché a una richiesta di incontro fatta mercoledì scorso - non c'è nessun intento polemico: non parlo a nuora perché suocera intenda, tanto per essere chiari - prima ancora che il Consiglio approvasse, abbiamo avuto un appuntamento per domani.
Mi pare di capire che c'è, almeno da parte della Ministra Stefani un'intenzione di lavorare seriamente che, per quanto ci riguarda, sarà sicuramente corrisposto.
Ringrazio il Consiglio e la Ministra per la sollecitudine con cui ci riceverà domani al Ministero.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Chiamparino.
Indìco la votazione palese sulla proposta di deliberazione n. 343, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Una comunicazione ai Consiglieri: la Conferenza dei Capigruppo è fissata per domani. Se invece vogliamo farla un quarto d'ora adesso, io sono disponibile.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Benissimo, allora ci ritroviamo in sala A.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.45)



PRESIDENTE

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