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Dettaglio seduta n.364 del 31/10/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


OTTRIA DOMENICO



(I lavori iniziano alle ore 14.06 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2373 presentata da Sinatora inerente a "Carenza di carrozzine presso il Pronto soccorso dell'ospedale Molinette di Torino"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2373.
La parola al Consigliere Sinatora per l'illustrazione.



SINATORA Benito

Grazie, Presidente.
Mi riferisco alla carenza di carrozzine presso il Pronto soccorso dell'ospedale Molinette di Torino, avendo vissuto un'odissea personalmente abbastanza critica.
Premesso che si è appreso della mancanza ormai strutturale di dispositivi noti come carrozzine presso il reparto del pronto soccorso dell'ospedale Molinette di Torino, attualmente tali dispositivi sono disponibili nel numero di sei unità per tutto il reparto.
Rilevato che le suddette carrozzine risultano ormai obsolete e soggette a frequenti interventi di manutenzione, quando non addirittura mancanti delle parti necessarie (reggigamba, braccioli, ecc.) per il trasporto di pazienti con patologie ortopediche (mi sono rotto la gamba e non vi dico cos'è capitato su una sedia di legno); osservato che la situazione anzi descritta risulta foriera di problemi per il personale infermieristico, che specialmente nella fase di triage si trova nell'impossibilità di fornire adeguate risposte e mezzi al paziente in attesa di diagnosi (quindi sei in attesa che ti facciano la visita); ritenuto che la mancanza di questi semplici dispositivi possa essere foriera di danni all'utenza, rendendo il processo assistenziale inadeguato con inevitabile compromissione dell'immagine del presidio nei confronti dell'utenza, il sottoscritto interroga la Giunta regionale per sapere se sia stato programmato l'acquisto di carrozzine in sostituzione delle presenti, al fine di garantire livelli qualitativi minimi di assistenza ai pazienti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sinatora.
Risponde l'Assessore Valmaggia; prego.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
L'Assessorato ha verificato, con la Direzione generale della Città della Salute, che il pronto soccorso dell'ospedale Molinette ha effettivamente in dotazione sei carrozzine dedicate, ma altre 45 carrozzine sono affidate al Servizio Accoglienza interno, che è ubicato nei pressi del DEA e opera in stretto contatto con Direzione sanitaria di presidio, Ufficio Relazione con il Pubblico e pronto soccorso.
Le carrozzine sono dunque tutte a completa disposizione (45 più sei), in caso di necessità in pronto soccorso.
In ogni caso, la Direzione generale della Città della Salute monitorerà la situazione nelle prossime settimane, per valutare l'eventuale necessità d'integrazione della dotazione.
Grazie.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2371 presentata da Appiano, inerente a "Riorganizzazione della rete dei laboratori analisi dell'area omogenea Torino Ovest"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2371.
La parola al Consigliere Appiano per l'illustrazione.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Parliamo della riorganizzazione della rete dei laboratori analisi che, in forza della determinata n. 178 e della delibera n. 50 del 2015, si è deciso debbano essere concentrati in un unico hub, cioè un ospedale di riferimento.
Per quanto riguarda la zona dell'ASL TO3 e zone contermini, si decise che fosse il Mauriziano la sede, il riferimento, l'hub della rete laboratoriale, non già perché il Mauriziano disponesse di un laboratorio moderno, ma perché era già stato identificato come hub della rete emergenziale dei pronto soccorso. Quindi, per conseguenza illogica, cioè senza un significato logico, deve diventare anche la sede dell'accentramento dei laboratori.
In questa fase, l'interrogazione prescinde dal fatto che non è vero che se tutto si accentra la qualità non ne risente; c'è letteratura che afferma come la qualità dell'esame diminuisca, soprattutto per certi esami, con il passare del tempo.
Detto ciò, sappiamo tutti che il Mauriziano non dispone di un laboratorio analisi in grado di recepire tutti gli esami dell'ASL TO3 oltre i propri.
Sappiamo, anzi, che lo stesso laboratorio è assolutamente inadeguato e va ammodernato e messo a norma. Addirittura mi risulta che nel 2016 ci fu una visita dello SPreSAL che fece anche una sanzione rispetto ad un laboratorio ospitato in un sotterraneo.
Occorre, quindi, spendere parecchio denaro, quando invece sia l'ospedale di Rivoli sia l'ospedale di Pinerolo sia l'ospedale San Luigi, che in verità nella DGR n. 50 ha avuto un piccolissimo trattamento di maggior favore rispetto ai centri di riferimento propri interni, dispongono di laboratori nuovi, ammodernati, con macchinari nuovi; quindi una riorganizzazione loro interna, una rete tra questi ospedali, con cui il Mauriziano non ha neppure più contiguità territoriale, perché con la creazione dell'ASL Unica Città di Torino, il Mauriziano è una repubblica negata all'interno della Città di Torino, e non confina neppure più con la zona ovest.
Il Direttore dell'ASL TO3, in una recente lettera ha chiesto conto di che destino avesse la DGR n. 50. In pronta risposta riceve, dal Direttore di Mauriziano, che c'è una disponibilità confermata a ospitare alcuni esami accentrati da aprile, anche se occorre fare assunzioni e lavorare sull'informatica. Insomma, occorre investire soldi. Una riorganizzazione che serve per risparmiare, ma che, in realtà, sta mettendo un po' in agitazione gli ospedali di riferimento e probabilmente il risparmio non lo produrrà.
L'oggetto specifico dell'interrogazione è sapere (perché se lo chiedevo in Assessorato arrivava la risposta al 2013 piuttosto che in tempi utili) quale atto ha autorizzato la spesa di investimento necessaria per ampliare e ammodernare, ove possibile, il laboratorio analisi di Mauriziano, in modo tale che poi potremmo tutti fare delle considerazioni se sia utile opportuno ed economico, oppure si possa fare qualche pensata un po' diversa.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Appiano.
Risponde l'Assessore Valmaggia; prego.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
In merito alla riorganizzazione della rete dei laboratori analisi dell'area omogenea Torino Ovest, si precisa che la Regione Piemonte ha da tempo predisposto una revisione della rete dei laboratori analisi per una razionalizzazione degli stessi, senza peraltro minimamente penalizzare i cittadini.
Si tratta, in sostanza, di una riorganizzazione interna alle Aziende Sanitarie Regionali per migliorare l'efficienza del servizio.
Ciò premesso, il Laboratorio analisi del Mauriziano esplica l'attività di hub per esami specialistici già dal dicembre 2016 senza aver utilizzato risorse aggiuntive, sia in termini di personale che di locali.
Per completare la realizzazione dell'hub relativa agli esami di grande automazione, l'Azienda Mauriziano ha in corso un ammodernamento dei locali del Corelab, con una parziale integrazione delle dotazioni strumentali utilizzando l'attuale contratto di fornitura in service.
Vengo alla domanda puntuale.
La Giunta regionale con deliberazione n. 19-6743 del 13 aprile 2018 ha autorizzato la destinazione dell'utile di esercizio 2016 (pari ad euro 1.8621.000) conseguito dal Mauriziano alla realizzazione del Nuovo Centro Prelievi e al completamento del Laboratorio analisi.
I lavori sono stati aggiudicati dalla Direzione generale nel mese di maggio.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Psichiatria

Interrogazione a risposta immediata n. 2374 presentata da Grimaldi inerente a "Situazione delle comunità terapeutiche di Torino Nord"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2374 presentata dal Consigliere Grimaldi. Risponderà, anche in questo caso l'Assessore Valmaggia.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Nelle cinque comunità terapeutiche presenti a Torino Nord, nelle quali l'applicazione della DGR n. 29 sulla residenzialità psichiatrica sarebbe migliorativa, in particolare dopo le modifiche apportate dalla DGR n. 41 del 2018 (è uno dei pochi casi), a quanto risulta le delibere sono disattese.
Le comunità in oggetto funzionavano storicamente grazie a una collaborazione tripartita fra ASL, che si occupava delle attività sanitarie, cooperative sociali (fra cui la Zenith e la Altramente), che svolgevano le attività educative assistenziali, e le società private Ester e Gruppo Igea, che possedevano i muri e gestivano le attività di carattere alberghiero quali le pulizie e la mensa.
Successivamente, si è giunti a una trasformazione radicale sotto il profilo gestionale e organizzativo: dalla primavera di due anni fa, alle due società private veniva attribuita la titolarità completa delle attività (incluse quelle medico-psichiatriche), mentre l'ASL ritirava il proprio personale.
Questa vicenda è già oggetto di question time proprio in questo Consiglio.
Le due cooperative sociali, divenute, a quel punto, solo fornitrici delle società private, hanno continuato a svolgere le attività di carattere educativo, assistenziale e, in parte, infermieristico, ma a condizioni fortemente mutate. In particolare, la presenza di personale infermieristico, educativo e assistenziale è stata fortemente ridotta e tale si mantiene anche nel nuovo sviluppo di questa trasformazione, con il trasferimento dell'appalto dei servizi educativi, infermieristici e assistenziali alla cooperativa XI Luglio, con sede legale a Roma.
Il personale medico e, ormai, la quota maggioritaria del personale infermieristico sono assunti direttamente dalla società appaltante. Laddove prima vi era la presenza infrasettimanale di quattro o cinque operatori oggi ce ne sono due, per qualche ora (diciamo anche tre). Dove ce n'erano due o tre, la presenza si è ridotta a uno o due.
Dove sussiste la presenza formale nel turno di più unità di personale durante la settimana almeno un'unità è spesso impegnate in attività esterne, il che significa che in comunità rimane, di fatto, una persona singola, in un rapporto operatori-pazienti che tende a essere, molto spesso, uno a sedici, o uno a 18 o 20.
Infatti - è testimoniato dagli operatori e delle operatrici ancora ieri da quando si vive in questo regime, l'intensità delle situazioni di crisi di agitazione, aggressività e conflitto è fortemente intensificata, creando anche situazioni di rischio per gli operatori e per i pazienti stessi.
In alcune strutture, inoltre, a quanto pare non si fanno le riunioni di quipe, se non col personale in quel momento in turno, perché le ore di riunione non vengono retribuite. In altre, risulta che alcune figure professionali siano escluse dalle stesse riunioni. In altre ancora, a quanto riferito dai sindacati anche ieri, la retribuzione di un'ora e mezza di riunione di équipe settimanale esclude l'operatore dal potersi sedere a tavola per mangiare insieme ai pazienti il passo servito a loro e al personale medico e infermieristico.
Non è presente, su cinque comunità, un'auto di servizio. Pertanto, i pazienti non autonomi sono costretti a pagarsi il taxi oppure a rivolgersi ad associazioni di volontari a cui corrispondere le sole spese di trasporto.
In base ai parametri noti, relativi ai costi di funzionamento delle analoghe comunità protette, le OO.SS. ipotizzano un margine di utile per la gestione tra i 30.000 e i 40.000 euro mensili per ciascuna delle cinque comunità.
Se ciò fosse vero, si tratterebbe di una percentuale altissima su un fatturato di poco più di 80.000 euro al mese, quando in un regime di normalità gli Enti pubblici committenti riconoscono alle imprese del settore un margine non superiore a un margine tra il sette e il dieci per cento Nell'interrogazione ricostruisco tutta la vicenda.
Considerato che il numero di operatori e di operatrici presenti durante la settimana allineato con lo standard precedentemente utilizzato solo nel weekend produce la sostanziale assenza delle risorse necessarie allo svolgimento di progetti riabilitativi e risocializzanti; che la carenza di personale, inoltre, comporta un aggravio per gli operatori o le operatrici di turno, in termini di fatica e di stress; di conseguenza l'operatore sarà meno lucido, meno capace di interpretare i segnali di tensione che possono risultare premonitori dell'avvicinarsi di un momento difficile; avrà perci maggiori difficoltà a prevenire le crisi, nonché a gestirle e circoscriverle nel momento in cui dovessero scoppiare; interrogo la Giunta per sapere se intende richiamare la Direzione dell'ASL Città di Torino e del relativo DSM affinché le delibere regionali siano applicate nelle cinque comunità terapeutiche in oggetto.
Per intenderci, Assessore, tutto un mondo si è ribellato per questa delibera. Ma nel caso di Torino Nord poteva essere utile per risanare una situazione ai limiti della gestibilità. Ma oggi è l'unica che non la applica. È incredibile che qualcuno non li richiami all'ordine.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Valmaggia; prego.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Continuo a prestare la parola al collega Saitta.
La direzione della ASL Città di Torino, a mezzo del Dipartimento di Salute Mentale e della Commissione di vigilanza, sta completando il percorso indicato dalle DGR di riordino della residenzialità psichiatrica nei tempi richiamati dalla nota del competente Settore regionale (protocollo n. 22511 del 29 ottobre 2018); quindi, è recentissima, siamo in fase di adeguamento.
Nel frattempo, ha assicurato la continuità dei servizi ai pazienti, così come previsto dalla DGR n. 41-6886 del 18 maggio 2018, nelle more del completamento del processo di autorizzazione, accreditamento e contrattualizzazione delle strutture.
Con riferimento alle dotazioni di personale, si comunica che le istanze pervenute risultano correttamente formulate.
Si precisa, inoltre, che il Dipartimento di Salute Mentale svolge una continua azione di monitoraggio e controllo sul piano clinico.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 2382 presentata da Mighetti inerente a "Chiusura circonvallazione di Tortona"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2382.
La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Un po' alla volée, come si dice in termine calcistico, espongo quest'interrogazione, anche senza supporto, perché la questione è abbastanza semplice. Riguarda la circonvallazione di Tortona che, nel giro di poco tempo, passa, dall'essere uno dei centri della zona della provincia di Alessandria più servita a livello infrastrutturale e viario, a essere una realtà con gravi problemi. Infatti, da una parte, ci sono dei lavori di consolidamento per un braccio della vecchia circonvallazione che dal casello autostradale porta alla parte ovest di Tortona; nello stesso tempo la circonvallazione di recente realizzazione, che pochi anni fa è stata inaugurata dall'Assessore Balocco, ha un cedimento e viene chiusa.
Per questi motivi la scorsa settimana c'è stato parecchio caos viario perché la città di Tortora rimane scollegata dal proprio casello autostradale. Quindi, oltre a questi disagi, c'è un leggero malcontento dovuto al fatto di avere un'opera realizzata pochi anni fa, un'opera collaudata, terminata e pagata. È una delle ultime opere che la Regione Piemonte è riuscita a realizzare con i propri fondi, un'opera viaria importante come si poteva fare fino a pochi anni fa. Questa chiusura per un problema strutturale, pare per un giunto di dilatazione di un viadotto, ha creato un certo malumore.
Nell'approcciarci alla stesura dell'interrogazione, tra l'altro, non abbiamo ben capito quale sia stato l'importo finale del costo dell'opera e come si sia arrivati da un progetto iniziale di 21 milioni a un importo finale che si dovrebbe aggirare sui 40 milioni. Questo chiaramente non è nella domanda dell'interrogazione, perché si chiede come sia possibile che un'opera collaudata solo pochi anni fa abbia questa problematica che ne ha escluso l'utilizzo nei giorni scorsi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mighetti.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
Consigliere Mighetti, ho una risposta che mi ha preparato ovviamente SCR in cui mi si dice che il costo totale dell'opera è stato di euro 22.866.989 e che il ribasso d'asta e l'economia sui lavori è stata di otto milioni dei quali sono stati utilizzati tre milioni e mezzo circa per la messa in sicurezza della rotonda cui anche lei faceva riferimento. Quindi, il totale dell'intervento dovrebbe essere la somma di queste due cifre che ho detto.
Per quanto riguarda l'inconveniente dell'altra settimana, SCR mi comunica che il 25/10 c'è stata una comunicazione da parte della Provincia di Alessandria e del Comune di Tortona circa un dislivellamento o dislivello di tre centimetri che si era creato e che, giustamente, ha messo in allarme il gestore della strada, quindi la Provincia. Per questo motivo, dalla Provincia stessa è stato fermato il traffico su quell'asse. Questo è avvenuto il 25 ottobre e il 26 c'è stato il sopralluogo di tutti gli Enti interessati, compresa l'impresa, e la strada è stata riaperta dalla Provincia il 30 ottobre. Se non erro, è stata chiusa il sabato, domenica e lunedì, il che evidentemente ha creato dei problemi.
Sulla dinamica e sulla causa di questo inconveniente, ci sono degli accertamenti in corso. C'è una relazione che credo sia stata trasmessa alla Provincia ieri o in questi giorni da parte del progettista. L'intervento è stato molto veloce, come dicevo, ed è stata ripristinata completamente la viabilità.
C'è un problema di monitoraggio, a quanto pare, dell'ancoraggio, che dipende da un sistema che impedisce il sollevamento di questa parte che, se ho ben capito, è regolata da una struttura in ferro. A quanto pare, c'è stato uno sfilamento di alcuni bulloni che avrebbe causato questo danno.
Adesso i bulloni ovviamente sono stati rimessi al loro posto e sono stati anche fissati con una saldatura, in modo che non possa più avvenire una cosa del genere. Però alla Provincia è stato chiesto un monitoraggio costante per i primi mesi, in modo da verificare che questo problema non si ripeta, cioè che i bulloni non si sfilino.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2379 presentata da Fluttero inerente a "Depotenziamento del laboratorio analisi di Rivoli"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2379.
Il Consigliere Fluttero dà per illustrata l'interrogazione.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

In merito alla riorganizzazione della rete dei laboratori analisi dell'area omogenea Torino Ovest, si precisa che la Regione Piemonte ha da tempo predisposto una revisione della rete dei laboratori analisi per una razionalizzazione degli stessi, senza peraltro minimamente penalizzare i cittadini.
Si tratta, in sostanza, di una riorganizzazione interna alle Aziende Sanitarie Regionali, per migliorare l'efficienza del servizio.
Ciò premesso, il laboratorio analisi del Mauriziano esplica l'attività di hub per esami specialistici già da dicembre 2016 senza aver utilizzato risorse aggiuntive sia in termini di personale che di locali.
Per completare la realizzazione dell'hub relativa agli esami di grande automazione, l'azienda Mauriziano ha in corso un ammodernamento dei locali del Corelab con una parziale integrazione delle dotazioni strumentali utilizzando l'attuale contratto fornitore in service.
La Giunta regionale, con delibera 19-6743 del 13 aprile 2018, ha autorizzato la destinazione dell'utile di esercizio 2016 (pari ad euro 1.800.621) conseguito dal Mauriziano alla realizzazione del nuovo centro prelievi e al completamento del laboratorio analisi.
I lavori sono stati aggiudicati dalla Direzione generale nello scorso mese di maggio.


Argomento: Logistica

Interrogazione a risposta immediata n. 2370 presentata da Molinari inerente a "Esclusione della Zona Logistica Semplificata di cui al DL n. 109/2018 dei siti dell'area del Piemonte Nord Orientale"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2370.
La parola al Consigliere Segretario Molinari, in qualità di Consigliere per l'illustrazione



MOLINARI Gabriele

Una breve illustrazione.
Come si evince dal tenore dell'interrogazione, c'è una preoccupazione relativa al fatto che da quello che emerge dal decreto Genova, la porzione di Piemonte nord-orientale è totalmente esclusa dai siti deputati a essere retroporto, con una prevalenza per quanto riguarda il sito di Piacenza come individuazione di hub del retroporto medesimo.
È evidente che c'è una preoccupazione che deriva dal fatto che, in tutto questo, si individua ulteriormente un pregiudizio che i nostri territori soffrono in questo particolare periodo e di cui si ignora il disegno relativo, che porta a un disinvestimento e, soprattutto, alla disattenzione nei confronti di aree che non devono diventare periferiche, più di quanto non siano già.
Sulla scorta di questo, si chiede all'Assessore se abbia contezza dei motivi che hanno condotto l'amministrazione governativa centrale a questo tipo di soluzione, e ovviamente anche che tipo di atteggiamento intende tenere la Giunta.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore alle infrastrutture

Il Consigliere segnala un aspetto che avevamo visto e contestato. La creazione di questa zona logistica semplificata con questi inserimenti e specialmente, con queste assenze, è evidentemente preoccupante. Si crea una situazione di competizione non equa tra i vari siti e i vari interporti che agiscono direttamente o indirettamente sull'ambito della portualità ligure.
Novara e Orbassano, oltre a essere interporti con una significativa presenza di Finpiemonte Partecipazioni, quindi della Regione Piemonte rappresentano due snodi strategici nelle relazioni con il sistema portuale ligure e nelle relazioni internazionali, essendo situati sui due principali corridoi europei, quello mediterraneo e quello Reno-Alpi.
La loro esclusione dai benefici previsti dal decreto rappresenta l'ennesima penalizzazione messa in atto da questo Governo nei confronti del sistema delle infrastrutture della nostra Regione. In sede di cabina di regia la questione è stata posta dal sottoscritto e dai due Assessori di Liguria e Lombardia, concordando una posizione unitaria per chiedere il superamento della zona di logistica semplificata, ampliandola e inserendo anche Novara Orbassano e altre aree Piemontesi.
Il Viceministro Rixi, rispondendo a un'interrogazione presentata dall'Onorevole Gariglio, ha commentato che il Governo ha fatto una valutazione (legata, si dice, all'esistenza di relazioni commerciali tra il porto di Genova e i retroporti inclusi) e che in futuro si vedrà di correggerla.
È necessaria, quindi, un'azione congiunta e coordinata affinché si provveda a modificare il decreto inserendo gli interporti esclusi.
L'auspicio è che, nei prossimi sviluppi parlamentari, questa esclusione possa essere corretta, o che almeno il Ministero possa rapidamente procedere a tale integrazione per scongiurare un'ulteriore penalizzazione del sistema infrastrutturale e logistico piemontese.


Argomento: Comuni - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 2383 presentata da Andrissi inerente a "Grave situazione patrimoniale economico finanziaria di Seab S.p.A., società preposta per il servizio di igiene urbana nel Biellese"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2383.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
A distanza di qualche anno ritorno a occuparmi delle vicende biellesi in merito alla gestione rifiuti. Quello della Seab, la società in house del Consorzio CoSRAB, è una vicenda evidenziata proprio nel testo del bilancio dal Collegio sindacale.
È una vicenda che mostra una sottovalutazione da parte degli amministratori locali che, di fatto, hanno approvato questo bilancio senza colpo ferire.
Un bilancio su cui, in realtà, il Collegio riferisce: "Non fornisce una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale". Di fatto, non corrisponde alla realtà patrimoniale di Seab.
Il passivo di bilancio, quindi, va aumentato, a quanto dice il Collegio, di un ulteriore milione e mezzo, che porterebbe alla riduzione del capitale sociale sotto il limite legale. Credo che questa sia un'affermazione molto grave. Fa presagire un fallimento oppure un aumento di capitale, ma gli amministratori nulla hanno detto fino a oggi. Questo disavanzo è provocato da utili conteggiati e non più esigibili, da una rivalutazione di 300 mila euro di una controllata che, in realtà, viene definito una plusvalenza.
Vi è anche una difficoltà, perché non vengono svalutate adeguatamente le entrate della TARIP. Pertanto, vi è una situazione che, secondo il Codice Civile, all'articolo 2447, porterebbe o allo scioglimento definitivo (l'entrata in stato di liquidazione) oppure a una ricapitalizzazione.
Diciamo anche un'altra cosa: purtroppo c'è una mala gestione alla base di tutto (purtroppo è sempre quella), perché la gestione caratteristica negativa della società non è dovuta a eventi eccezionali, ma a uno squilibrio tra entrate e uscite. C'è un passivo, di anno in anno, di circa un milione.
Pertanto, Assessore, c'è il rischio che anche a Biella si vada incontro a una situazione come quella dell'ARAL di Alessandria e noi vorremmo che questo fosse evitato. Occorre rendere efficace il controllo di gestione effettuare una programmazione di breve periodo e una pianificazione di lungo periodo, ma non vi è segno, da parte di alcun amministratore, di questa volontà.
Per queste ragioni, siamo fortemente preoccupati e chiediamo all'Assessore regionale cosa intenda fare per intervenire e risolvere questa situazione che andrebbe a gravare sui cittadini, com'è già successo ad Alessandria.
Grazie.



MOLINARI GABRIELE



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Con quest'interrogazione, il Consigliere regionale intende conoscere la posizione della Giunta in merito alla problematica in oggetto, al fine di sapere se s'intenda promuovere un dialogo con il Consorzio di Bacino e i Sindaci dei Comuni, al fine di evitare potenziali situazioni future critiche sul servizio di igiene urbana per i cittadini.
La continuità del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani è un elemento di garanzia igienico-sanitaria e ambientale di prioritaria importanza. Le funzioni di organizzazione e controllo di tale servizio sono esercitate dai Comuni biellesi in forma associata.
L'attenzione della Regione Piemonte in proposito non ha mai tralasciato di monitorare le situazioni che possono presentare elementi di criticità a livello territoriale e, pertanto, potenzialmente in grado di scaturire in vere e proprie emergenze, fossero anche solo locali.
Da contatti informali intercorsi sembrerebbe che alcune delle criticità evidenziate nell'interrogazione siano in corso di risoluzione, ma occorrerà effettuare una verifica nei prossimi giorni.
La Regione, in ogni caso, resta disponibile a farsi promotrice di azioni atte a intervenire per individuare concrete e celeri soluzioni sulle criticità relative alla gestione dei rifiuti urbani, sempre nel solco relativo a funzioni e competenze, chiaramente individuate all'interno della legge regionale 1 del 2018, che rappresenta lo strumento con cui agire al fine di programmare con maggiore solidità nel lungo periodo la corretta gestione di questa materia.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2375 presentata da Batzella inerente a "Rete oculistica Città di Torino - Ambulatori ad accesso diretto"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2375.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Mi spiace che non ci sia l'Assessore competente, ma è un piacere che mi risponda l'Assessore Valmaggia, anche se non si occupa di sanità.
Martedì 23 ottobre, rispondendo in Aula alla mia interrogazione in cui chiedevo di conoscere la data di trasferimento del Pronto Soccorso Oftalmico dall'attuale sede di via Juvarra a quella di via Cherasco, nel complesso Molinette-Città della Salute di Torino, l'Assessore Saitta ha dichiarato che nei giorni successivi avrebbe dato informazioni precise al riguardo.
A oggi, però, non c'è ancora una data certa.
Inoltre, l'Assessore, in quella sede - e arriviamo all'oggetto dell'interrogazione - ha annunciato che la Regione sta lavorando insieme alle ASL torinesi alla creazione di una nuova rete oftalmologica per la città di Torino, con ambulatori ad accesso diretto, con l'obiettivo di abbattere le liste d'attesa per le prestazioni oculistiche.
Gli ambulatori ad accesso diretto, secondo quanto annunciato dall'Assessore, saranno creati nei locali di via Juvarra, quando verranno trasferite le attività presso il nuovo pronto soccorso di via Cherasco presso la Città della Salute. Inoltre, i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie torinesi stanno lavorando per istituire altri ambulatori oculistici ad accesso diretto presso la Città della Salute. Quindi, in via Cherasco, oltre a esserci il pronto soccorso con le attività di struttura complessa oculistica, dovrebbe esserci anche un ambulatorio ad accesso diretto. Inoltre, un altro ambulatorio ad accesso diretto presso il San Giovanni Bosco e un altro presso il Mauriziano. I pazienti potranno accedere alle prestazioni oculistiche specialistiche senza prenotazione: basterà presentarsi presso la struttura scelta con la prescrizione del proprio medico di medicina generale.
Questo, secondo quanto dichiarato dall'Assessore.
Nella struttura di via Cherasco, centro di secondo livello, a oggi i medici oculisti sono sei. Secondo le dichiarazioni rilasciate da ANAAO Assomed Piemonte (l'associazione dei medici e dei dirigenti sanitari piemontesi ospedalieri), gli oculisti attualmente in servizio sono già sotto organico in quanto ne servirebbero almeno dieci. I sei oculisti della Città della Salute hanno appreso del progetto delle istituzioni degli ambulatori ad accesso diretto dai giornali, dopo il comunicato dell'Assessore, e non dall'ASL, che li ha informati in un secondo momento. Quindi, prima l'Assessore ha annunciato che ci sarebbero stati gli ambulatori ad accesso diretto e poi i medici sono stati informati. Inoltre, sono sotto organico.
Un altro problema è il nuovo pronto soccorso oculistico non ancora attivo non ancora funzionante, perché non ha oculisti per poter iniziare le attività di pronto soccorso, oltre a non avere infermieri, oltre a non avere OSS e oltre alla mancanza di tutte le apparecchiature necessarie per avviare l'attività di urgenza ed emergenza.
Oggi, interrogo l'Assessore - e concludo - per sapere quanti medici verranno assunti per la realizzazione non solo degli ambulatori ad accesso diretto presso la Città della Salute e nelle altre ASL della città di Torino, ma anche del nuovo pronto soccorso di via Cherasco, in considerazione dell'attuale grave carenza di specialisti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Batzella.
La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Continuo a prestare la voce al collega Saitta: è lui che parla.
Come ho avuto modo di precisare, proprio la scorsa settimana, rispondendo a un'interrogazione presentata dalla stessa Consigliera, le Aziende Sanitarie interessate stanno lavorando alla creazione della nuova rete oculistica della Città di Torino.
I Direttori stanno dunque predisponendo tutte le azioni necessarie all'attivazione della rete, all'ampliamento delle sedi di erogazione su tutta la città e all'istituzione del percorso ad accesso diretto, con l'obiettivo di potenziare l'offerta sul territorio e abbattere le liste d'attesa.
Non sono in grado di rispondere sul numero dei medici; alla prossima puntata.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 2372 presentata da Conticelli inerente a "Completamento delle infrastrutture necessarie per risolvere i gravi problemi di traffico che interessano l'area di Piazza Baldissera a Torino"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2372.
La parola alla Consigliera Conticelli per l'illustrazione.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda il nodo viabile di Piazza Baldissera, che in questi giorni troneggia sulle cronache; è un nodo importante, è la punta del compasso di Torino Nord alla confluenza di ben quattro Circoscrizioni.
In particolare, con i lavori su Corso Grosseto e quindi con la viabilità resa più difficile nella parte Ovest, anche con la parziale apertura seppure con forte ritardo della copertura del Passante, si è riversato su Piazza Baldissera traffico in entrata e in uscita da Torino Nord, anche in relazione, in realtà, con alcune scelte fatte dall'Amministrazione cittadina di interdire al traffico alcune strade, come Corso Giulio Cesare e altri pezzi più verso il centro. Tutto questo ha fatto sì che il traffico automobilistico confluisse totalmente su Piazza Baldissera. La situazione è drammatica. Penso che tutti noi, anzitutto chi abita lì, siamo incappati in questi giorni in questa sorta di trappola mortale.
L'Amministrazione precedente, sul finire della scadenza legislativa, aveva approntato un progetto preliminare insieme alle quattro Circoscrizioni di Torino Nord, che prevedeva un sottopasso in direzione est-ovest, cioè Vigevano-Mortara, e una rotonda tagliata al centro in direzione nord-sud esattamente com'è l'altra rotonda, quella che va su Corso Regina, da dove partono Via Umbria e Via Livorno. Il progetto aveva avuto anche una richiesta di finanziamento da parte del Ministero: 30 milioni per il sottopasso e cinque milioni per la sistemazione della viabilità superficiale. Insieme a questo c'erano i fondi ulteriori per la copertura del quinto lotto A e B del passante da Via Breglio, fino a Corso Grosseto.
Questo fondo è stato sbloccato con l'ausilio della Regione, infatti i lavori per la copertura del Passante nell'ultimo tratto sono andati avanti.
Chiedo all'Assessore Balocco, dato che naturalmente sono interventi infrastrutturali di Città di Torino, però interventi grossi che riguardano il nodo metropolitano e quindi concordati anche con Regione Piemonte, sia prima che dopo, se si sa che fine abbia fatto questo finanziamento.



PRESIDENTE

Grazie, collega Conticelli.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore alla viabilità

Grazie, Presidente.
Confermo quanto la Consigliera ha testé richiamato.
Intanto i dieci milioni per il collegamento superficiale Corso Venezia Corso Grosseto sono in effetti finanziati come FSC di spettanza regionale quindi questa parte è stata coperta sostanzialmente con fondi nazionali, ma di competenza regionale.
Per quanto riguarda gli interventi in particolare su Piazza Baldissera, cui lei fa riferimento, non avendo competenze, come Regione non abbiamo neanche contezza delle richieste che la Città ha ripreso nel tempo nei confronti del passato e dell'attuale Governo.
Ho una tabella che risale al 2017, di cui eravamo stati tenuti al corrente da parte della Città e del Ministero stesso, che in effetti prevedeva degli investimenti su Piazza Baldissera, così come anche su Piazza Bengasi e su Piazza Derna. Quali esiti abbiano avuto, però, queste richieste noi non sappiamo, non abbiamo contezza. Sappiamo che, per quanto riguarda il sistema di trasporto rapido di massa e ferroviario, una parte consistente di investimenti e di risorse nazionali sono state poi indirizzate, come lei sa, al completamento della Linea 1 Collegno-Cascine Vica e a importanti interventi sul materiale rotabile tranviario.
Pertanto, noi non abbiamo, per evidente mancanza di competenze dirette, la conoscenza se ci siano stati ulteriori contatti da parte della Città di Torino nei confronti del Governo, dell'attuale Governo in particolare, per quanto riguarda la possibilità di avere finanziamenti sui tre punti, i tre luoghi cui prima mi riferivo.
Credo che il problema - cerco di interpretare lo spirito della sua interrogazione, che va al di là di questo aspetto, quindi non posso che rispondere in modo limitato per le competenze che la Regione può avere sulle scelte specifiche che la Città può e deve fare nell'affrontare i problemi della mobilità della città - è che Piazza Baldissera è un problema che, con molta probabilità, si può risolvere solo esclusivamente col sottopasso.
Stesso discorso anche per Corso Maroncelli, tema ormai annoso, che continua a essere un problema molto importante e significativo per la mobilità torinese, specialmente in ingresso e in uscita nelle ore di punta.
Il tema è affrontare tutto questo in un quadro coordinato.
Da questo punto di vista, riprendo velocissimamente, ma solo come titolo quanto è stato detto stamattina dal Vicepresidente, relazionando rispetto all'articolo 116 della Costituzione.
Il Vicepresidente ha insistito molto sui temi delle infrastrutture, della logistica e della mobilità in senso ampio, rivendicando alla Regione, anzi alle Regioni coordinate fra di loro in questa visione di macroregione, un disegno che possa affrontare i nodi più importanti della mobilità regionale e i suoi punti di maggiore delicatezza e importanza, quali possono essere quelli della mobilità dell'area metropolitana.
In questo quadro, anche se non lo ha ricordato direttamente, c'è anche il tema della competenza delle Regioni, fra loro coordinate, sul tema delle concessioni autostradali.
È un tema che dovremmo affrontare tutti insieme in modo coordinato, perch credo che lì possa starci anche una forma di risposta a queste esigenze.
Mi spiego meglio. Il tema delle concessioni autostradali tocca l'area torinese, in modo significativo per quanto riguarda il tema della tangenziale di Torino; tema affrontato parecchie volte, che non è separabile in tanti pezzi e pezzetti: c'è il tema del pedaggio, dei caselli, dei parcheggi di attestamento (altro tema estremamente importante per esempio quello di Moncalieri, ma anche la Falchera) e c'è anche il tema di un'infrastrutturazione che in qualche modo compensi il problema della tangenziale torinese, che ha evidentemente delle situazioni di sovraccarico molto importanti, specialmente la tangenziale nord.
Ragionare in termini di concessione autostradale in capo alla Regione potrebbe significare finalmente affrontare in modo coordinato e locale questi temi, riportando anche risorse estremamente importanti, che oggi finiscono non si sa bene dove, alla mobilità dell'area metropolitana.
Occorre, quindi, affrontare temi così importanti e onerosi, purché non siano scollegati fra di loro. Affrontare Maroncelli vuol dire affrontare anche Baldissera, ma vuol dire anche affrontare altre situazioni, come il tema annoso del collegamento nord-sud di Torino, non solo attraverso la struttura della tangenziale, ma anche con strutture di mobilità veloce.
Tutto ciò non è assolutamente in contraddizione con l'altro tema che ci sta a tutti molto a cuore, relativo allo sviluppo del sistema del trasporto pubblico nelle sue varie forme, compreso il pooling and sharing.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Edilizia scolastica

Interrogazione a risposta immediata n. 2384 presentata da Campo, inerente a "Individuazione di sedi appropriate e sicure per gli istituti scolastici di Mondovì"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2384.
La parola al Consigliere Campo per l'illustrazione.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Intendo portare all'attenzione del Consiglio e dell'Assessorato una questione che si trascina di nuovo da parecchi anni, quindi da più legislature, che nel frattempo si è ampliata e aggravata.
Parliamo di una situazione che vede gli Istituti di Scuola superiore del Comune di Mondovì, che ha una storia di eccellenza in termini di queste istituzioni, tutti collocati all'interno dell'area storica.
Gli edifici, con il passare degli anni e con il calare delle disponibilità manutentive, sono diventati inadeguati. Si sono verificati già casi di incapienza e la questione, che partiva nel 2006, vedeva la necessità di distribuire gli studenti, ad esempio del liceo scientifico, su diverse sedi cittadine.
Parliamo di un Comune non grande, quindi pare decisamente un controsenso dover distribuire su diverse sedi gli studenti di un istituto superiore.
Cosa succede? Nel 2006 viene sottoscritta un'intesa istituzionale, tra la Regione e la Provincia, per investimenti sugli edifici scolastici, che include anche la rilocalizzazione, partendo dal liceo scientifico di Mondovì.
Al tal fine, il Comune, la Provincia e l'ASL sottoscrivono un protocollo d'intesa per recuperare la struttura del vecchio ospedale di Mondovì, nel frattempo abbandonato, verso la nuova struttura più moderna e fuori dal centro cittadino.
La situazione si evolve nel tempo. Arriva il 2013 e finalmente il Comune entra in possesso della struttura e nel 2014 la Provincia aggiorna i conti economici.
A fine 2014 finalmente si arriva a definire ulteriormente un accordo di programma tra Regione, Provincia e Comune, per la realizzazione degli interventi. Purtroppo nel frattempo - e lì è la nuova legislatura emergono tutte le problematiche relative ai bilanci della Regione Piemonte e molti degli Accordi di Programma rimangono congelati.
La situazione si trascina ulteriormente, finché nel 2016 la situazione pare sbloccarsi con un'intesa raggiunta con la Regione, per procedere alla sottoscrizione dell'Accordo di Programma. Peccato - queste sono le cose pazzesche che fanno presentare queste interrogazioni, perché sembra che gli Enti non si parlino, se non sporadicamente - che la Provincia di Cuneo chiede più tempo per fare ulteriori verifiche in merito agli aggiornamenti tecnici.



PRESIDENTE

Consigliere Campo, vada alla domanda.



CAMPO Mauro

Sì, pongo la domanda.
Era solo per dire che, nel frattempo, un crollo ha purtroppo coinvolto anche un altro istituto, per cui anche l'Istituto Alberghiero adesso ha gli studenti nomadi addirittura su 11 siti diversi.
Visto che la Regione è coinvolta, chiedo quali siano le intenzioni, la posizione e il ruolo della Regione Piemonte per arrivare finalmente all'individuazione di una soluzione complessiva, che comprenda almeno la definizione di una sede unica per l'Istituto Alberghiero (il più in emergenza) e per il Liceo Scientifico, perché oramai la si aspetta dal 2006.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Risponde l'Assessora Pentenero; prego.



PENTENERO Giovanna, Assessora all'istruzione

Com'è stato già ricordato, la prima intesa istituzionale è stata firmata nel 2006 ed è stata riaggiornata nel 2014.
Come sempre, gli Accordi di Programma identificano progetti strategici che possono e devono essere realizzati all'interno di un territorio.
All'interno del territorio è stata identificata come strategica la realizzazione della nuova sede del Liceo di Mondovì. La cifra è stata confermata nell'accordo del 2014, per una somma di tre milioni e mezzo.
La nuova dizione permetteva di superare le divisioni che erano emerse quando si scelse di intervenire sul Liceo Scientifico di Mondovì e si entrava all'interno di una nuova fase dove veniva meno la convenzione che era stata siglata tra il Comune di Mondovì e l'ASL di riferimento.
Nel frattempo, com'è stato ricordato, c'è stata una frana sull'Istituto Alberghiero di Mondovì, che ha richiesto una revisione (essendo questa una delle dotazioni di risorse immediatamente disponibili) per poter fare un intervento sul Liceo di Mondovì.
Abbiamo fatto una serie di incontri con la Città, la Provincia di Cuneo e l'Istituto Alberghiero, per cercare di trovare una soluzione che permettesse di risolvere le due questioni, cioè l'Alberghiero che ha una situazione di emergenza, e il Liceo che ha una situazione pregressa.
Al momento, non sono state individuate soluzioni. Ricordo, com'è stato già detto prima, che la competenza della programmazione è in capo alla Provincia, ma in questo caso spetta alla Città di Mondovì mettere a disposizione un terreno. C'è stata la disponibilità, da parte del Comune di Mondovì, di mettere a disposizione un'area in cui far insistere un nuovo edificio.
Stiamo cercando di ridefinire, quindi, l'Accordo di Programma. Ma, nel frattempo, confermiamo la dotazione di risorse che si andrebbe ad aggiungere, qualora si effettuassero più interventi, ad altra dotazione di risorse deriva derivante dai mutui BEI. Confermiamo la cifra di tre milioni e mezzo, che dovrebbe essere utilizzata per l'accordo di programma risiglato nel 2014.
È una situazione complessa, che mi auguro possa avere una definizione in tempi brevi, poiché abbiamo una condizione di difficoltà da parte di un istituto dopo il danneggiamento che ha subìto l'anno scorso.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Pentenero.


Argomento: Comuni - Opere pubbliche

Interrogazione a risposta immediata n. 2380 presentata da Vignale, inerente a "Certezza delle disponibilità finanziarie per la realizzazione del programma di finanziamenti agli enti locali di cui alla DGR 7662/2018"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2380, presentata dal Consigliere Vignale, che la illustra; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Come il Vicepresidente sa bene, e come ricorderanno i colleghi, questo Consiglio ha previsto la contrazione di mutui per 83 milioni di euro negli anni 2018 e 2019.
Com'è stato presentato anche in sede di I Commissione, questi 83 milioni sono parte di un piano di investimenti complessivi che abbiamo ricordato nella tabella allegata. Gli interventi riguardano, appunto, l'edilizia scolastica, il socio-assistenziale, l'illuminazione e quant'altro.
Soprattutto, nella delibera e negli atti amministrativi che sono stati fatti è previsto che vi sia un anticipo per ogni annualità pari al 40 per cento. Dunque, fatta la tabella e fatta la graduatoria che, in qualche modo, esisteva (si è potuto dare scorrimento alla graduatoria), se comprendiamo quanto è indicato ad un Comune a cui spetta un contributo di 100.000 euro tocca un anticipo del 40 per cento nel 2018 e un successivo saldo nell'anno successivo, quindi nel 2019.
L'interrogazione verte su un aspetto: si chiede se non si ritenga più opportuno, non avendo ancora siglato il mutuo, mantenere la stessa somma di 83 milioni, ma dividere le assegnazioni individuando la somma destinata per i Comuni nel 2018 e nel 2019. Perché dico questo? Vorremmo solo evitare che, qualora sorgessero problemi nella contrazione dei mutui (che ci risultano essere in altre Regioni), vi sia un Comune che ha certezza, da parte dalla Regione Piemonte, di avere un contributo di 60.000 euro e di ricevere 24.000 euro come anticipo, ma poi non può ricevere il saldo avendo, invece, già appaltato l'opera.
Il timore che manifestiamo - che ci auguriamo, ovviamente, rimanga solo un timore - è questo.
Per questo motivo, abbiamo presentato l'interrogazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
La parola al Vicepresidente Reschigna per la risposta.



RESCHIGNA Aldo, Assessore alle finanze

Grazie, Presidente.
Non ho questo timore né questo genere di preoccupazione. Rispetto a quello a cui faceva riferimento il Presidente Vignale nel suo intervento, è forse bene che chiarisca il meccanismo: noi abbiamo un'autorizzazione a contrarre mutuo per 83 milioni (41,5 quest'anno e 41,5 li contrarremo all'inizio del 2019), poiché ciò corrisponde all'attuazione delle intese tra Stato e Regione circa gli investimenti e i relativi benefici in termini di spazi finanziari.
Perché anticipiamo solo sugli interventi relativi al 2018 la percentuale del 40 per cento? Perché l'intesa Stato-Regione ha due contenuti: uno è quello relativo agli investimenti per 83 milioni, che hanno anche una loro collocazione temporale su un arco di quattro cinque anni; l'altro è un valore di esigibilità, che significa pagamenti da parte della Regione, il quale deve essere conseguito nel 2018.
Per poter rispettare l'accordo Stato-Regioni sull'esigibilità 2018 e quindi sui pagamenti 2018, considerando i tempi in cui si è maturata l'operazione ma l'intesa è stata recepita 15 giorni fa dal Governo, per essere chiaro l'unica strada che avevamo di fronte era quella di alzare la quota di anticipazione che paghiamo prima della fine dell'anno per quegli interventi che abbiamo individuato con una delibera e all'interno dei quali c'è tutta la graduatoria della legge n. 6 del 2018. Ma è solo un'anticipazione, che non significa che successivamente non diamo la restante parte dei soldi, ma significa solo che in questo modo rispettiamo la quota di pagamenti previsti dall'intesa nel 2018.



VIGNALE Gian Luca (fuori microfono)

Non è richiesta la liquidazione?



RESCHGNA Aldo, Assessore al bilancio

No: c'è esigibilità. È quello il problema.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2376 presentata da Ravello, inerente a "Quando verrà aperto il nuovo ospedale di Verduno" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interrogante, Consigliere Ravello, all'interrogazione n.
2376 viene data risposta scritta.


Argomento: Nomine - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2377 presentata da Policaro inerente a "Corte dei Conti sull'ASL di Vercelli" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interrogante, Consigliere Policaro, all'interrogazione n.
2377 viene data risposta scritta.


Argomento: Comuni - Opere pubbliche

Interrogazione a risposta immediata n. 2381 presentata da Graglia, inerente a "Attuazione del programma di finanziamenti degli Enti locali per spese di investimenti di cui alla DGR 37/7662 del 5/10/2018" (risposta scritta)


PRESIDENTE

In assenza dell'interrogante, Consigliere Graglia, all'interrogazione n.
2381 viene data risposta scritta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 2369 presentata da Chiapello, inerente a "Estensione della durata delle impegnative mediche per esami e visite" (rinvio)


PRESIDENTE

L'interrogazione n. 2369 della Consigliera Chiapello viene rinviata alla prossima seduta.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.14 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta ha inizio alle ore 15.18)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Accossato, Baricco, Boeti, Cerutti, Chiamparino Ferraris, Ferrero e Rostagno.
Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento: Ordinamento regionale

Esame disegno di legge n. 294, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2018"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 294, di cui al punto 4) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Nella seduta pomeridiana del 30 ottobre 2018 sono stati votati gli articoli dal 29 quater al 38.
ARTICOLO 39 Emendamento rubricato n. 48) presentato da Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il Consigliere Vignale dà per illustrato l'emendamento.
La parola all'Assessore Valmaggia per il parere della Giunta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore ai parchi

Grazie, Presidente.
Quest'articolo introduce una fattispecie molto semplice che riguarda porzioni di territorio ridotte per individuare particolari endemismi penso a un endemismo botanico, una particolare realtà puntuale - da inserire nella rete ecologica regionale meritevole di segnalazioni, senza però introdurre particolari regole gestionali, quindi non entrando nella categoria vincolistica dei siti, dei SIC e ZPS.
Il parere su quest'emendamento, come per gli altri emendamenti che sono totalmente soppressivi, è negativo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 48), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 39, nel testo originario.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 40



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 49) presentato da Vignale



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Per spiegare la presentazione di questi emendamenti, che sono di carattere soppressivo e non costituiscono una forma ostruzionistica.
Questa legge, come dice il titolo stesso, è una legge di riordino della normativa regionale. Si tratta di articoli utili ad apportare piccole modifiche alle norme, senza presentare una produzione infinita di proposte di legge.
In realtà, in particolar modo sulla legge n. 19, cioè la legge sulle aree protette, abbiamo la modifica di circa 20 articoli, che sono quasi la metà della legge oggi esistente. Ricordo al Consiglio e alla Giunta che questa legge è stata modificata integralmente due anni fa. Per quale motivo, dopo due anni, ci sia modo di rimodificare la norma non è dato sapersi. Due anni fa non è stato fatto un buon lavoro, oppure non viene fatto un buon lavoro oggi.
Soprattutto è, evidentemente, una materia che non compete a una legge di riordino. Questa dovrebbe essere un chiaro disegno di legge che viene presentato in sede di V Commissione e discusso in quella sede. Gli articoli presentano tutta una serie di aspetti che sono, di per sé, negativi, anche se altri no. Evidentemente, l'introduzione del Revisore dei Conti o dell'Arma dei Carabinieri non è un aspetto che s'intende come negativo e ci si doveva soffermare esclusivamente a queste piccole modifiche.
Non soltanto vi è un aspetto di carattere generale per cui cambia la governance degli enti, cioè alcuni strumenti, quali la Conferenza dei Direttori e la Conferenza dei Presidenti, vengono meno. Si introducono invece, altri aspetti che cambiano in modo sostanziale la legge n. 19. Lo vedremo successivamente.
Presidente, anche se su un altro articolo, illustro l'emendamento successivo per poter completare solo in questo caso il ragionamento.
Lo vedremo, poi, all'articolo 48: si cambia completamente la modalità di gestione e di rapporto fra la Regione Piemonte e gli Enti Parco. Lo ricordo, perché in quest'Aula ci sono dei colleghi, come il Consigliere Rostagno, che sono stati Presidenti della Commissione Parchi.
I Parchi hanno due strutture di gestione e confronto territoriale: da una parte, il direttivo del Parco, che è a tutti gli effetti l'organo d'amministrazione, indicato dal territorio, ma nominato dalla Regione Piemonte, e poi la Consulta, che invece tiene insieme tutti i Sindaci di un territorio, proprio per fare del Parco uno strumento di tutela, ma anche di promozione territoriale.
Cosa prevedono questi articoli, in particolar modo alcuni? Prevedono la creazione del Parco unico regionale e soprattutto la soppressione dell'autonomia gestionale delle aree protette. A cosa serve, cioè, pagare lo stipendio a un Presidente? Ma, soprattutto, a cosa serve garantire una finta autonomia alle aree protette nella rappresentanza dei loro territori quando noi all'articolo 48 diciamo che ogni 30 giorni i Presidenti devono trasmettere alla Giunta regionale - al Settore, alla Regione Piemonte tutte le loro deliberazioni, il Settore può intervenire su tutte le deliberazioni e, qualora queste non vengano modificate come richiesto dalla Regione Piemonte, il Presidente può essere commissariato? Allora, fate come in Toscana: la Regione Toscana ha previsto il Parco unico regionale, che ha un Presidente, è, ovviamente, strettamente governato dalla politica che indica quel Presidente, e non è governato dai territori.
Questo è quello che state facendo, ma una misura simile non può essere nascosta all'interno di una legge di riordino.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta regionale?



VALMAGGIA Alberto, Assessore ai parchi

Rubo qualche minuto, solo per spiegare la ratio di queste modifiche.
Alcune modifiche sono squisitamente tecniche, nel senso che abbiamo inserito nel sistema regionale dei Parchi, al posto di un'entità interna per il controllo dei bilanci che si chiamava UCIRCA, la figura del Revisore dei conti. Pertanto, gli articoli 41, 42, 43 e altri successivi adeguano la norma a questa nuova realtà.
L'articolo 45, invece, recepisce le modifiche rispetto al Corpo forestale dello Stato e introduce l'Arma dei Carabinieri al posto del Corpo forestale dello Stato.
La Carta della Natura regionale: l'articolo 40 è stato aggiornato rispetto alle modifiche pianificatorie, in particolare al Piano paesaggistico regionale, quindi sono adeguamenti che recepiscono le modifiche avvenute nel frattempo.
Un'ultima precisazione sull'articolo 48, che richiamava il collega Vignale.
L'articolo 48 riscrive integralmente l'articolo 29, non perché ha contenuti nuovi e diversi dal passato ma, essendoci diversi interventi puntuali, per evitare di presentare tanti singoli emendamenti, si è preferito riproporre in un unico emendamento l'intero articolo 29.
Vengo, nello specifico, ai due commi dei quali il Consigliere Vignale chiede l'abrogazione: i commi 7 e 8. Sono due commi che riguardano la parte di articolo che non ha subito modifiche. Sono i medesimi della legge precedente, operativi da diversi anni, e riscritti per la scelta, come ho già detto, di evitare tanti piccoli emendamenti e di riproporli tutti insieme in un nuovo art. 29 Confermo il parere contrario sugli emendamenti, ma volevo spiegare la motivazione, perché è importante rispetto all'intervento del Consigliere Vignale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 49), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 40, nel testo originario.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 41



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 50) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 50), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 41, nel testo originario.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 42



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 51) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento interviene, di nuovo, per cassare l'articolo 42.
Non tutti i casi, ovviamente, degli emendamenti presentati riguardano la contrarietà, perché in realtà quest'articolo vede l'assegnazione degli obiettivi ai dirigenti dell'ente, quindi sono alcune piccole modifiche che non sono, ovviamente, sostanziali rispetto alla proposta di legge.
Tuttavia, le contrarietà rimangono riguardo ai due aspetti di cui dicevamo precedentemente.
Questo disegno di legge ha un'altra parte che riguarda molti articoli (meno di quelli della legge 19) della legge 3 del 2010, ma due anni fa non abbiamo fatto una revisione della legge 3 del 2010, mentre della legge 19 abbiamo fatto la revisione due anni fa, stando peraltro molte settimane in Commissione con un confronto fra la Commissione, il Consiglio regionale e gli Enti territoriali, cosa che con queste volute scorciatoie dell'omnibus non sono ovviamente possibili.
Prima non sono intervenuto sull'aspetto relativo ad altri elementi territoriali importanti per la biodiversità e penso sia la quinta volta che tale emendamento viene presentato. Tutte le altre volte era sempre stato respinto, come anche nell'ultima presentazione del disegno di legge di revisione della legge 19, con l'introduzione - consentitemi il termine - di una stupidaggine, nel senso che la nostra norma, ma soprattutto le norme nazionali, individua in un numero consistente di istituti quelle che sono le oasi, le aree protette e tutte le modalità con cui individuare uno strumento di cui si prevede non solo come individuarlo, ma come tutelarlo.
Che cosa sono le altre aree ed elementi territoriali importanti per le biodiversità? Tutto e niente, è assolutamente evidente, nel senso che qualunque strumento, qualunque area, qualunque soggetto può essere oggetto di questa lettera c bis) dell'articolo 2, comma 2 della norma, senza alcuna valutazione di carattere scientifico. Allora sono di nuovo scorciatoie che non possono essere ammesse.
Io non credo che sia in ogni caso una modalità corretta di comportamento nei confronti del Consiglio e nei confronti di quei colleghi che per tanto tempo hanno discusso in sede di V Commissione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 51), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 42, nel testo originario.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 43



PRESIDENTE

Sull'articolo 43 insiste l'emendamento n. 52), che decade, essendo stato respinto l'emendamento n. 50); pertanto, non può essere messo in votazione.



PRESIDENTE

Procediamo, quindi, con la votazione dell'articolo 43.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 43.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 44



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 53) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 54) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 55) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento nasce per i motivi detti precedentemente, però all'articolo 20, comma 5, della legge n. 19, si individua la possibilità che ad altri dirigenti possano essere conferiti incarichi di responsabilità di struttura o di staff.
Quest'aspetto, legato alla responsabilità di struttura, viene cassato dalla norma. Non capiamo, salvo il poter pensare che questo sia legato al numero estremamente ridotto di personale esistente all'interno delle aree parco quale sia la finalità.
Noi crediamo che una norma non debba essere correlata alla situazione esistente, ma deve essere mantenuta in modo tale che consenta, come in tutta l'organizzazione pubblica, a un dirigente di avere un incarico di responsabile di struttura o di staff. Questo non avviene solo all'interno degli Enti parco, ma viene all'interno di qualunque struttura amministrativa.
In realtà, è la dimostrazione di come le modifiche apportate dalla norma siano estremamente funzionali a chi opera oggi all'interno del sistema delle Aree protette, e non sia una norma che vede il sistema delle Aree protette come uno strumento di tutela e promozione del Piemonte.
È molto "fatta in casa" per la situazione che oggi viviamo e non si dà un profilo che intenda, da una parte, valorizzare il territorio, dall'altra valorizzare gli Enti parco, se non in una dinamica che ha molto contraddistinto questa legislatura, che è quella di un sostanziale immobilismo voluto, perché è un immobilismo museale.
Se qualcuno avesse anche solo voglia di vedere quali sono state le iniziative della Regione, soprattutto della Giunta regionale, ma anche degli Enti delle Aree protette nel corso degli anni, cioè dalle prime leggi istitutive dei parchi a oggi, si renderebbe conto che, pur nei limiti di un sistema eccessivamente museale, il sistema dei parchi è stato un sistema che ha comunque prodotto molte iniziative, attività, capacità d'attrazione e quant'altro.
Se guardate - anche solo digitando banalmente su Google - le iniziative avvenute in questi anni, ve ne sono alcune che non sono solo attività museale, ma anche di promozione, che però non riguardano neanche solo una delibera di questa Giunta regionale, ma riguardano attività di alcuni territori.
Noi c'interessa che siano all'interno della legge vigente, perché già quando discutemmo la legge 19 proponemmo una modifica della norma, perch la legge 19 fa, del rapporto fra la Regione Piemonte ed Enti strumentali (quali le Aree protette), l'unico ibrido, mentre le altre realtà sono a tutti gli effetti Enti autonomi per un motivo banale, perché il Presidente è il legale responsabile. Quando il Presidente è il legale responsabile della gestione economica e sul personale dipendente, è evidente che è uno strumento autonomo dalla Regione Piemonte, salvo ovviamente avere una relazione che nasce dal fatto che gli Enti parco vivono in gran parte per il trasferimento che la Regione Piemonte fa.
L'aver voluto e il voler mantenere una relazione che invece è di diretta gestione, da parte della Regione Piemonte, di tutte le Aree protette piemontesi, è un aspetto che mortifica il territorio e fa sì che invece di essere strumenti di promozione del territorio, saranno sempre meno strumenti di promozione e sempre più strumenti di musealizzazione del territorio, che piace all'Assessore e ovviamente a questa Giunta, che ha condiviso non soltanto questi aspetti, ma anche la legge 19, che però non è utile neppure ai tanti Sindaci che vi hanno chiesto di modificare in tal senso la norma.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta sui tre emendamenti è contrario.
Procediamo alla votazione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 53), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 54), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 55), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 44, nel testo originario.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 45



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 45.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 46



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 56) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento intende cassare, ovviamente, l'articolo presentato, per due ordini di motivi.
Il primo, perché vi è un ulteriore appesantimento, se già questo fosse possibile, nella modalità di gestione dei terreni compresi all'interno di un'area protetta (qui, addirittura ci estendiamo alle aree contigue dotate di Piano d'area).
In secondo luogo, perché non si fa un ragionamento razionale rispetto all'utilità dell'articolo 26.
L'articolo 26 è relativo al Piano d'area, che venne introdotto nel 2009.
Sono passati nove anni e non c'è un solo Piano d'area dei vecchi parchi o delle vecchie aree protette ante legge del 2009 che sia stato modificato.
Questo perché? Perché la Regione non ha le risorse economiche da trasferire alle Amministrazioni comunali. Quindi noi abbiamo dei Piani d'area pensati sui singoli parchi, che, aggregati, son diventati Enti di gestione di aree protette più ampi, che sono assolutamente superati.
Sarebbe come se imponessimo a un'Amministrazione comunale la modifica del piano regolatore, ma poi non gli dessimo - perché è un ente di diretta emanazione - le risorse per aggiornarlo.
Oggi i Piani d'area andrebbero cassati o resi semplici nella loro attuazione. Perché è evidente che lo strumento così com'è stato pensato è iperburocratico: è sufficiente vedere l'articolo (ha 12 commi, anzi di più perché ha dei bis), che ha una filosofia assolutamente rigida di quella che è l'area del parco, non pensando che, poi, la stessa è un terreno soggetto a pianificazione regionale: ha un piano regolatore, rispetta il Piano paesaggistico, rispetta il regolamento unico comunale; cioè ha tutta una serie di strumenti urbanistici che rispetta, ma - attenzione - il Piano d'area supera tutti quegli strumenti urbanistici. Un'amministrazione comunale può modificare il proprio piano regolatore, inutilmente. Perch tanto ha un Piano d'area che non viene modificato magari da 12 anni, per cui la modifica che l'Amministrazione comunale fa è assolutamente inutile.
Può un Ente Parco modificare il Piano d'area? No. Perché? Perché non ha le risorse per farlo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 56), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 46, nel testo originario.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 47



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 47.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 48



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 57) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 243) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 244) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Sono tre emendamenti strettamente correlati fra loro.
L'articolo 29 della legge, così come viene modificato, secondo noi fa venire un po' meno l'aspetto istituzionale della Conferenza dei Presidenti dei Parchi. In più, con una definizione così puntuale relativamente ai commi 7-8 e 9 fa venire meno la stessa autonomia degli Enti parco ed è sufficiente vedere che cosa prevedono gli emendamenti. Poco importa che questi articoli fossero, in parte, già esistenti nelle legislazioni precedenti, dove rammento, salvo una piccola modifica avvenuta nel 2011, è sempre tutta la stessa farina. Questa legge nacque col centrosinistra nel 2009, ebbe una leggerissima modifica nel 2011, altre due sostanziali modifiche nel 2015 e quella di oggi.
Perché è una norma che inevitabilmente risulta dirigista? Perché pensate a qualunque altro soggetto che sia in qualche modo autonomo, ma su cui la Regione abbia ovviamente un potere, ad esempio quello di nomina del Presidente. Prevede questo. Visto che c'è l'Assessore Ferrari, se facessimo l'esempio con le ATC, che cosa dovrebbe fare un'ATC se fosse uguale al parco? Ogni 30 giorni, come prevede il comma 7 dell'articolo 29, "la Regione può chiedere la trasmissione di ulteriori atti necessari all'espletamento di funzione", salvo quelli che invece correttamente vengono trasmessi (bilanci di previsioni, le variazioni, l'assestamento di bilancio e il conto consuntivo). Inoltre: "A tal fine, gli Enti di gestione trasmettono alla Regione l'elenco mensile delle determinazioni dirigenziali".
Fate voi l'esempio che volete, se non volete fare quello delle ATC, ma ogni mese è come se ci comportassimo nella stessa modalità con cui ci comportiamo con soggetti autonomi e chiedessimo a tutti coloro i quali, in qualche modo, finanziamo o soggetti verso i quali normiamo, che mensilmente trasmettano alla Regione tutte le delibere che i dirigenti fanno.
Anche questa è una modalità di semplificazione (di cui parlavamo stamattina) meravigliosa e anche di sussidiarietà meravigliosa. Cioè io ti costituisco parco, ti do un Ente di gestione, ti affianco all'Ente di gestione la comunità dei Sindaci, però poi tu mi mandi tutto ciò che fai con l'autonomia che ti ho dato. Perché? Perché, come dice il comma 8 "nell'esercizio dei poteri di cui al presente articolo la Regione formula direttive e rilievi a cui gli Enti di gestione si conformano tempestivamente". Per cui non solo trasmettono, ma ovviamente c'è chi legge tutto, e dopo aver letto tutto, se qualcosa non va bene, nel rispetto dell'autonomia di chi ha preso una decisione, si richiede una modifica. E ricordiamo che, quando si fa una determina dirigenziale, è quasi sempre su mandato del Consiglio d'Amministrazione, il quale si confronta con l'Assemblea dei Sindaci.
Quindi, nel rispetto di quest'autonomia si richiede una modifica e si deve conformare tempestivamente, cioè deve modificare in fretta l'atto che ha presentato. Altrimenti che cosa accade? Accade, come si dice al comma 9: "La mancata osservanza dei provvedimenti di indirizzo e delle direttive emanate e il mancato recepimento di rilievi formulati in ordine ai provvedimenti adottati dagli Enti di gestione, possono essere valutati ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 30", che è quello relativo al commissariamento.
Allora, se questa è la modalità di gestione che sostanzialmente fa una gestione unica dei Parchi regionali - e quando c'è una gestione unica si perdono quelle peculiarità che le nostre aree protette hanno, non fosse altro per la differenza territoriale, da quelli appenninici a quelli fluviali a quelli alpini - se in qualche modo non s'interviene tempestivamente si può essere commissariati.
Attenzione, è corretto che la Regione eserciti un controllo ed è corretto che la Regione lo eserciti sugli atti di cui al comma 6. È evidente che l'Ente deve trasmettere alla Regione. Adesso stiamo discutendo il consolidato, ma è evidente che se c'è un Ente parco che ha uno sbilancio a fine anno o anche nel corso dell'anno, è corretto che la Regione intervenga per evitare di trovarsi in pancia i debiti che un terzo soggetto fa.
Tuttavia, qui non stiamo parlando di bilancio né di variazioni né di assestamento e nemmeno del conto consuntivo, ma stiamo parlando di altre determinazioni. Chiunque sia stato un giorno all'interno di un ente, di un soggetto pubblico - i parchi sono, a tutti gli effetti, soggetti pubblici sa che non parliamo di bilancio preventivo. Se non parliamo di variazioni di bilancio, se non parliamo di conto consuntivo, stiamo parlando di scelte libere che i singoli enti di gestione hanno preso nel rispetto della norma.
Non piacciono alla Regione? Chi se ne frega! Nel senso che la Regione ha nominato un Consiglio d'amministrazione che è libero di fare scelte che riguardano il suo territorio e che possono non piacere alla Regione Piemonte.
Per un breve periodo, ho ricoperto la carica di Assessore ai parchi e a me non piaceva come gestivano le aree protette i Presidenti e i Direttori dei parchi, ma visto che trovavo, ahimè, alcuni consigli direttivi, per la verità non sempre, e la comunità dei Sindaci che, in qualche modo condividevano quelle scelte museali di gestione, me le facevo andare bene perché è un soggetto autonomo e, come tale, poteva operare.
Potremmo dire ciò che, invece, in questi anni, non è stato rispettato dagli stessi Enti parco e sulle quali la Regione - penso al regolamento faunistico e all'articolo 33 della legge n. 19 - non ha mosso un dito mentre la norma dice chiaramente che chi non applica le disciplina previste dall'articolo 33 deve avere una riduzione dei trasferimenti. Se pago tanti danni all'interno della mia area protetta perché non faccio controllo della fauna, non sono io Regione che devo pagare, ti trasferisco meno risorse perché, per colpa della tua mancata capacità di controllo, io Regione che trasferisco alle Province le risorse per pagare i danni agli agricoltori sono costretta a pagare di più.
È avvenuta una sola indicazione di minore trasferimento di risorse erariali verso chi, non utilizzando il Regolamento faunistico, ha ridotto i danni all'interno di questa Regione? La risposta è no. È evidente che c'è un grado di ideologia all'interno di queste norme che fanno sì che i nostri Enti parco non siano soggetti completamente autonomi e che anche il rispetto della norma così puntuale e tempestiva avvenga solo quando piace.



PRESIDENTE

Sono stati illustrati gli emendamenti n. 57), n. 243) e n. 244).
L'emendamento n. 230) a prima firma Consigliere Rostagno è stato ritirato così come l'emendamento rubricato n. 230.1).
Emendamento rubricato n. 246) presentato da Rostagno, Ferrentino e Valle.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Ferrentino per l'illustrazione.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento in oggetto, si chiede soltanto di riconsiderare il coinvolgimento del sistema degli enti di gestione per l'avvalimento dei funzionari degli enti per le funzioni riconducibili al sistema delle aree protette.
Si tratta di riprendere nuovamente, come prevede la legge n. 19, il coinvolgimento degli enti di gestione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ferrentino.
Emendamento rubricato n. 26) presentato da Accossato.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La Consigliera Accossato non è presente, quindi diamo per illustrato l'emendamento.
La parola all'Assessore Valmaggia per il parere della Giunta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore ai parchi

Il parere della Giunta è positivo sull'emendamento rubricato n. 26) della Consigliera Accossato e sull'emendamento rubricato n. 246) che è stato testé illustrato dal Consigliere Ferrentino.
Sugli emendamenti del Consigliere Vignale segnalo solo che quest'articolo riscritto per comodità, ha diverse piccole modifiche. Una è legata al fatto che introducendo la figura dei Revisore dei Conti, in particolare il comma 5 che riguarda quest'aspetto, è stato introdotta in modo più semplice la Conferenza dei Presidenti e richiamata al comma 2 la possibilità, da parte della Giunta, di incontrare i Presidenti dei Parchi, togliendo l'istituzionalizzazione della Conferenza dei Presidenti. Ricordo che questi due commi, che hanno indotto il Consigliere Vignale anche a fare le sue osservazioni, erano già presenti nel testo iniziale.
Tuttavia, se il Consigliere ritiene, nell'emendamento n. 243), per la seconda parte, se vogliamo togliere le parole "la trasmissione alla Regione dell'elenco mensile delle determinazioni dirigenziali", non c'è nessun problema.
Sugli emendamenti del Consigliere Vignale la Giunta non è favorevole.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale in discussione generale.



VIGNALE Gian Luca

Non in replica. Faccio solo presente un aspetto che riguarda l'emendamento n. 26), che va un po' sempre nello stesso solco.
L'emendamento n. 26) individua una nuova fattispecie, cioè quella che qualora venga meno un dirigente per i motivi i più differenti - come la quiescenza, visto che in questi anni ne abbiamo avute tante - le funzioni sono svolte da un altro dirigente del sistema delle aree naturali individuato con deliberazione della Giunta regionale. La funzione dirigenziale, come la stessa legge regionale prevede, può essere funzione delegata. Alcuni parchi, per molto tempo, sono andati avanti senza la presenza del dirigente e, devo dire, il relativo lavoro è stato svolto molto bene.
La modalità per cui prima c'era "acquisito il parere" e adesso c'è solo "sentito il parere" (uno può sentire il parere e fregarsene!), obbliga la Giunta a nominare un nuovo dirigente all'interno dell'ente. E, di nuovo appare normale? Sì, sarebbe normale se stessimo parlando di dipendenti della Giunta regionale. Non è assolutamente normale che la Giunta intervenga, anche rispetto alle modalità di scelta del personale, con una delibera di Giunta, su chi deve andare a fare o non fare il dirigente all'interno di un ente autonomo.
Davvero, a me sembra che fareste meglio a fare il Parco unico del Piemonte con un direttore e una singola struttura. Teniamo le Comunità dei Sindaci che, in qualche modo, si confrontano e rappresentano le esigenze locali.
Io non porto questi argomenti per fare opposizione. Il collega Rostagno che, per dovere di maggioranza o per scelta propria (non m'interessa), ha ritirato due emendamenti, aveva presentato due emendamenti esattamente identici ai miei: cassavano i commi 8 e 9.
Il Consigliere Rostagno ha fatto anche il Presidente di una Comunità dei Sindaci e del Parco e sa quanto le realtà territoriali tengano a un'autonomia territoriale, che è anche la forza delle nostre aree protette.
Io non so davvero comprendere queste scelte, però - come si dice? aggiustatevi! Avete più lavoro da fare, più interventi da fare, andate contro le prerogative di rispetto di un concetto basico di sussidiarietà: fate ciò che credete!



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 57), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 243), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 230) è ritirato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 244), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 230.1) è ritirato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 246), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 26), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 48), così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 49



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 247) presentato da Rostagno, Valle, Ferrentino.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 248) presentato da Rostagno, Valle, Ferrentino.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrentino per l'illustrazione.



FERRENTINO Antonio

Entrambi gli emendamenti prevedono di reinserire il coinvolgimento degli Enti locali nel meccanismo decisionale.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta regionale?



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Il parere è favorevole.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 247), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 248), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 49, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 50



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 50.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 51



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 58) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 58), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 51, nel testo originario.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 52



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 59) presentato da Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 34) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è già stato illustrato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 59), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 34).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 52, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Sia riportato a verbale la non partecipazione al voto dei Consiglieri Bono e Andrissi sulla votazione dell'articolo 51.



PRESIDENTE

ARTICOLO 52 bis



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 249) presentato da Ravello, Vignale, Policaro.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento viene dato per illustrato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 249), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 53



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 53.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 53 bis



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 32) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per l'illustrazione.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie.
È solo un recepimento di quanto abbiamo votato prima, per mettere a posto il testo. È una conseguenza dell'emendamento precedente.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non essendoci richieste di intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 32).
Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo)



PRESIDENTE

ARTICOLO 53 ter



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 33) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per l'illustrazione.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie.
È solo un recepimento di quanto abbiamo votato prima per mettere a posto il testo. È una conseguenza dell'emendamento precedente.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci richieste di intervento, procediamo con la votazione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 33).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 53 quater



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 137) presentato da Vignale e Graglia.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento 137) prevede la sospensione dalla sanzione di mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata.
Stiamo parlando di una norma regionale del 2002 del centrodestra - non modificata nell'arco degli anni - che prevedeva correttamente, quando è stata votata per far sì che i Comuni piemontesi aumentassero la loro percentuale di raccolta differenziata, che vi fosse una sanzione fra la percentuale non raggiunta, il numero degli abitanti e un valore economico (che poi nel caso è stato determinato in 0,3 euro).
Va detto che, quando la norma è stata fatta, noi parlavamo, prima, di un 25% e poi un 35% di raccolta differenziata. Arrivando al 65% di raccolta differenziata ci si è trovati nella situazione in cui un numero limitato di Comuni, ma comunque significativo, perché sono una trentina di Comuni nell'area del Torinese e altri nell'area piemontese (però è la Città metropolitana che è intervenuta relativamente agli anni 2013 e 2014), non hanno potuto raggiungere quelle percentuali né potranno mai. Vi sono alcuni Comuni montani con un numero assolutamente significativo di frazioni che il sistema "porta a porta" non potranno mai farlo, o con un'incidenza turistica tale per cui non si riesce.
Stiamo parlando di una cifra che non cambia il bilancio della Città metropolitana, cioè circa 300.000 euro nell'arco di un triennio, ma che cambia significativamente i conti delle Amministrazioni comunali. Il Comune più colpito ha una sanzione di 150.000 euro, che, ridotta di un terzo, così come prevede l'emendamento approvato poco fa, dovrà pagare 50.000 euro. Ma è un Comune di 3.000 abitanti. Vi sono Comuni di 300 abitanti che hanno sanzioni di 10.000 euro, che sono assolutamente non riconoscibili da parte di quelle Amministrazioni comunali, ma che, come tali, le devono iscrivere a "debito", perché, evidentemente, devono prevedere nel loro bilancio una variazione che ne garantisca il pagamento.
Io credo che sia semplicemente un aspetto di buonsenso: l'obiettivo che la legge si era posta è stato raggiunto. Nella grandissima parte dei nostri Comuni le percentuali di raccolta differenziata sono quelle date dalla norma nazionale. Non credo che si debba penalizzare un numero così piccolo di Comuni in modo così significativo.
La norma chiede una sospensione del pagamento e rimanda alla Giunta regionale, come dice il comma 2, utilizzando gli Osservatori regionali, di garantire equità fra le percentuali di raccolta differenziata e le sanzioni con proprio atto deliberativo.
Abbiamo apportato una modifica - lo dico per i colleghi - perché la deroga non va apportata alla legge 24/2002, che è stata abrogata, ma alla legge 1/2018.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
La parola all'Assessore Valmaggia, per esprimere il parere della Giunta regionale.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Due parole solo per spiegare come si ritenga non accoglibile l'emendamento.
Poiché è in corso un grosso e importante lavoro col Piano regionale dei rifiuti e con la legge 1, dove ci si è dati degli obiettivi anche rilevanti, e dove ci sono dei territori che si sono dati da fare e hanno investito, dire in modo preventivo "abbiamo scherzato, togliamo le sanzioni e non le consideriamo" non ci sembra corretto.
In questa fase, non riteniamo di accogliere quest'emendamento, salvo continuare a stimolare e accompagnare il percorso dei diversi territori, e valutare, quando sarà il momento opportuno, eventuali soluzioni alternative. Eviterei di dire: "Guarda che tanto - per usare una similitudine scolastica - il sei politico è garantito a tutti, quindi a fine anno sai già che sei promosso". Semmai si potrà dire: "Datti da fare.
Poi vedremo come muoverci".



PRESIDENTE

Il Consigliere Vignale chiede l'appello nominale sull'emendamento n. 137).
Indìco la votazione nominale sull'emendamento n. 137) sul quale la Giunta regionale ha espresso il parere contrario.
Il Consiglio non approva.



(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

ARTICOLO 53 quinquies



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 207) presentato da Andrissi, Frediani, Bono Bertola, Campo, Valetti e Mighetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
L'emendamento riguarda la gestione dei fanghi e fa riferimento a quanto stabilito dal decreto Genova con l'articolo 41. È un articolo molto importante, perché si era creata una situazione di difficoltà in tutte le Regioni nella gestione dei fanghi di depurazione.
Questo articolo prevede un limite di 1.000 mg/kg di idrocarburi per sostanza secca; nella seconda parte fa riferimento a delle sostanze cancerogene (che non devono superare il tre per cento, ricostruendo il riferimento), in modo particolare idrocarburi aromatici, come diossine, PCB e toluene.
La nostra proposta fa riferimento a una tecnologia che è tra le più sperimentate a livello nazionale e internazionale, che è l'ossidazione a umido. L'ossidazione a umido utilizza la temperatura e la pressione: si viaggia a una temperatura da 100 a 300 gradi, in base alle sostanze che si vogliono catalizzare; anche la pressione varia, ovviamente, in base alle sostanze che si vogliono catalizzare.
So che in Lombardia questi impianti sono già utilizzati da alcuni gestori integrati. Per esempio, nell'est milanese c'è un'importante relazione che ho girato al Settore Ambiente, dove è dimostrato che questa tecnologia abbatte i livelli di diossina presenti nei fanghi.
Considerato che i fanghi piemontesi al 60 per cento vengono portati fuori regione e versati direttamente sui campi agricoli, credo che sia importante disporre di un dato molto più dettagliato. Infatti, le tabelle che mi sono state fornite a oggi riportano solo il dato dei metalli pesanti, ma non tutte quelle sostanze che sono richieste dal decreto n. 99/1992.
Da un lato, chiediamo alla Regione di fare uno sforzo; dall'altro, poich il decreto è stato emanato, credo che questa Regione non debba aspettare il momento della conversione in legge dello stesso, ma possa porre le basi per affrontare una situazione che potrebbe creare delle difficoltà. In primis dovrebbe chiedere che siano forniti i dati completi in riferimento a quanto chiede il decreto; in secundis, dovrebbe predisporre a livello normativo dei possibili interventi che consentano di ridurre la presenza di sostanze cancerogene in modo altamente significativo con l'abbattimento fino a valori percentuali superiori al 99 per cento, senza dover poi ricorre all'incenerimento. Quindi andiamo in una direzione di end of waste, cioè recupero di materia, non di incenerimento e quindi di concentrazione di inquinanti.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per rinforzare la richiesta emendativa del collega Andrissi. In effetti, le tempistiche di conversione di un decreto sono abbastanza ristrette: parliamo di 60 giorni, ma riteniamo che la Regione possa già muoversi in questa direzione. Sappiamo che c'è stata un po' di polemica su questo articolo del decreto Genova e direi una novità, forse perché mi sembra che quasi tutti gli articoli dei decreti prodotti da questo Governo e anche delle leggi siano spesso manipolati e strumentalizzati per farne un uso politico di contrasto a quelle che sono le reali intenzioni del Governo in questa direzione. Penso anche al tema che è stato ridenominato condono Ischia, che in realtà un condono non è, e in questo caso anche al tema dei reflui, dei fanghi derivanti da depurazione.
Chiediamo che venga anticipata con una norma regionale la normativa che è stata inserita nel decreto Genova, prima della conversione in decreto, che vada a tutelare sostanzialmente le nostre coltivazioni, quindi i nostri terreni agricoli, in modo che non ci sia lo spandimento dei fanghi di depurazione che contengono quantità di cancerogeni, in particolar modo idrocarburi, derivati e diossine, superiori ai limiti previsti dalla normativa nazionale ed europea. Quindi, è una misura di buonsenso.
Abbiamo visto in alcune trasmissioni televisive che alcuni agricoltori, non nel nostro Paese o anche nel nostro Paese, utilizzano questi fanghi come concimanti, che però provocano un impoverimento qualitativo e un danneggiamento, anche con un rischio di cancerogenicità dei nostri suoli e poi dei nostri prodotti. Pertanto, stiamo molto attenti, questo è un altro indirizzo di progresso, di sviluppo e di crescita felice che, come ha ricordato il collega Bertola questa mattina, deve essere preso e portato avanti.



MOLINARI GABRIELE



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bono.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento interveniamo su un tema importante come quello della gestione dei fanghi di depurazione. Come già ricordato, su quest'argomento c'è una recente disposizione normativa, quella inserita all'articolo 41 del decreto legge n. 109 del 28 settembre 2018, il cosiddetto decreto Genova che originariamente si chiamava decreto urgenze. Su questo è stato fatto il solito terrorismo mediatico e anche il solito allarmismo, puntando anche sul fatto che è un tema molto tecnico. Infatti, ad esempio, molti hanno confuso i fanghi con il suolo, che sono due cose diverse.
In armonia con questo, noi chiediamo di inserire all'interno del nostro omnibus una previsione derivante dall'articolo 41 di questo decreto legge e diciamo: "Al fine di rendere utilizzabili e sicuri i fanghi da depurazione la Regione Piemonte dispone che, qualora i valori relativi al parametro e la ricerca di marker di cancerogenicità siano superiori a quelli definiti dalla nota L contenuta nell'allegato 6 del Regolamento CE 1272/2008, i fanghi devono essere trattati con tecnologie innovative, come l'ossidazione ad umido idonea ad abbattere in maniera significativa gli idrocarburi e altre sostanze pericolose come le diossine".
Ovviamente è una norma con finalità di tutela ambientale per andare verso tecnologie innovative, come già descritto in maniera piuttosto chiara dal collega Andrissi.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, la parola all'Assessore Valmaggia per il parere della Giunta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Ci sono due questioni su questo emendamento, la prima di tipo formale. La norma cui si fa riferimento è un decreto legge che deve ancora essere recepito. Essendo un decreto legge che deve essere ancora convertito e pare dalle notizie di stampa, ancora suscettibile di variazioni, non è opportuno che la Regione legiferi in questa fase.
Però c'è una questione più sostanziale, nel senso che nella proposta di emendamento si fa riferimento a una specifica tecnologia e non si ritiene corretto che una norma regionale faccia riferimento a una specifica tecnologia, a maggior ragione se di tipo innovativo e sperimentale non ancora sufficientemente diffusa.
Per questi due motivi, il parere della Giunta non è favorevole.



PRESIDENTE

Non essendoci dichiarazioni di voto, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 207), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 54



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 54.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 55



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 55.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 56



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 56.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 57



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 163) presentato da Mighetti, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti per l'illustrazione.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Abbiamo inteso ritirare l'emendamento comprendendo il senso della modifica apportata alla normativa. Chiaramente su questo testo, sulla legge forestale, stiamo anche attendendo un naturale evolversi della situazione.
Proprio quest'anno, in periodo non elettorale, ma post-elettorale è emerso fuori un decreto legislativo, un testo unico forestale, che fa un processo inverso. Accoglie a livello statale qualche principio che noi avevamo forse anticipato come Regione Piemonte, essendo una Regione che su questi temi è andata parecchio avanti.
Detto questo, ci sono dei tempi tecnici per mettere in campo dei decreti attuativi e dei DPCM che specifichino alcune questioni. Presumiamo anche che si debba operare a chiarificare alcune parti del testo che, anche durante l'analisi del testo unico sull'agricoltura, abbiamo definito non perfettamente chiare. Nella fattispecie, le parti relative alle questioni dei terreni abbandonati e incolti e ai poteri sostitutivi della Regione.
Su quest'area d'intervento penso che dovremmo, come Regione Piemonte legiferare nei prossimi mesi, magari non sarà più questa legislatura ma la successiva; operare di nuovo su questo testo cercando di fare chiarezza su un tema molto importante dal punto di vista non solo della forestazione.
Dal punto di vista della manutenzione del territorio, abbiamo proprio bisogno di intervenire sulla legge forestale per chiarire alcuni ambiti e gli ambiti.



PRESIDENTE

Consigliere Appiano, la prego di essere più contenuto, altrimenti giustamente - il Consigliere Mighetti riprende questa Presidenza.
Non dialogate tra di voi, Consiglieri, perché poi la situazione degenera come in altre occasioni e ritorniamo agli onori dalla cronaca.



MIGHETTI Paolo

Concludo dicendo che il nostro voto su questi articoli, che sono articoli di parziale adeguamento della nostra normativa al percorso dalla legge forestale nazionale in itinere, sarà positivo. Effettivamente, noi dobbiamo fare un percorso parallelo e far sì che gli operatori di questo settore possano agire senza dover avere dei problemi per non avere a disposizione uno strumento legislativo adeguato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 57.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 58



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 58.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 59



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 59.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 60



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 60.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 60 bis



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 96) presentato da Graglia e Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 97) presentato da Graglia e Vignale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione congiunta degli emendamenti.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Sono due emendamenti che insistono sulla legge 56, entrambi all'articolo 17. Il primo, riguarda una modifica normativa recentemente attuata da questo Consiglio regionale: la riforma del Piano casa, che prevede sia compito delle Amministrazioni comunali individuare, Comune per Comune ossia dei 1.200 Comuni piemontesi, quali edifici sono oggetto di ipotetica riqualificazione e quali no.
Poiché questo comporterà un aggravio per le Amministrazioni comunali praticamente insostenibile - ma è nella norma - l'emendamento prevede che le deliberazioni finalizzate all'individuazione degli edifici oggetto di beneficio, previsti dal comma 12 dell'articolo 17, della legge 56/77, siano escluse dall'obbligo delle procedure di VAS. Se non viene indicato, non è di per sé certo, nel senso che questa procedura può essere esclusa per l'individuazione di un piccolo numero di edifici; è evidente che in medi e grandi Comuni questo potrebbe essere oggetto di una valutazione ambientale strategica.
Il secondo emendamento, il n. 97), prevede lo stralcio della destinazione delle attività estrattive all'interno dell'articolo 17), per un motivo semplice: un'attività estrattiva, nel momento in cui diventa tale ed è autorizzata, comporta una variante di piano regolatore, che, con la legge 23, deve essere vigente nel momento in cui viene rilasciata la concessione.
Nel momento in cui la concessione è finita e non vi sia un rinnovo, l'area torna a essere un'area a tutti gli effetti agricola, perché la legge prevede un obbligo di rinaturalizzazione su quell'area, quindi torna a essere un'area agricola.
Pertanto, è importante che vi sia anche un ritorno, da un punto di vista urbanistico, alla situazione preesistente all'attività estrattiva.



OTTRIA DOMENICO



PRESIDENTE

Il parere della Giunta regionale, Assessore Valmaggia?



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Due parole di spiegazione.
Sul primo emendamento, il n. 96), direi che è già così. Vorrei tranquillizzare i proponenti, perché le deliberazioni in questione sono modifiche che non costituiscono varianti, come prevede l'articolo 17, comma 12, e - come non varianti - automaticamente già di per sé non sono sottoposte all'obbligo della procedura di VAS. Abbiamo costruito un percorso tecnico che chiarisse ed evitasse quest'aggravio. Quindi, non c'è bisogno di richiamarlo ed esplicitarlo.
Pertanto, il parere è negativo, perché è già così e concordiamo con l'osservazione fatta.
In merito al secondo emendamento, il n. 97), non siamo d'accordo. Il piano regolatore disciplina l'area di cava, ma deve disciplinarla dalla a alla zeta, cioè anche la fase di recupero e di rinaturalizzazione deve essere approvata con variante urbanistica al piano regolatore. Molti dei problemi che abbiamo in Piemonte - e guardo il Consigliere Andrissi, per guardare uno dei Consiglieri - dipendono forse dal fatto che all'origine dell'autorizzazione non c'era un progetto circolare che prevedesse anche il riuso.
Per questo motivo, anche sull'emendamento n. 97) il parere non è favorevole.
Grazie.



PRESIDENTE

Se non ci sono altre dichiarazioni, procediamo con le votazioni, con il parere negativo della Giunta.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 96), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 97), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 60 ter



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 16) presentato da Vignale, Ravello.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 17) presentato da Vignale, Ravello.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Illustro entrambi gli emendamenti.
Sono emendamenti che intervengono sulla legge urbanistica relativi all'articolo 25 bis, cioè quello che riguarda i contributi per la realizzazione d'interventi finalizzati alla sistemazione temporanea di salariati agricoli.
I due emendamenti hanno una parte comune, che è il comma 2, laddove si dice che per salariati agricoli stagionali s'intendono cittadini italiani e comunitari, ovvero con regolare permesso di soggiorno, cioè le persone che salvo differenti forme contrattuali anomale, nel senso di non previste dalla contrattualistica sul lavoro (come, per esempio, gli stage che la Regione e lo Stato hanno messo in piedi sotto forma di tirocini formativi) sono gli unici soggetti che possono svolgere un lavoro e, pertanto dovrebbero essere gli unici soggetti che possono essere ospitati.
Lo dico perché chiunque abbia letto le cronache e l'Assessore Valmaggia ovviamente, le ha lette, della provincia di Cuneo, sa bene che in più Comuni della provincia di Cuneo, in cui sono stati realizzate strutture temporanee per accogliere salariati, in realtà, vi erano situazioni non rispettose della legge dello Stato.
Per questo si dice, all'emendamento n. 16), che in caso di accertamento i contributi eventualmente concessi saranno revocati e che la Regione ne richiederà immediata restituzione dalle imprese agricole. Il n. 17) riguarda soggetti, come quelli previsti dall'articolo 25 bis della legge 56 del 1977 che, invece, non realizzino all'interno della propria azienda migliorie per ospitare, ma strutture temporanee finalizzate all'ospitalità.
Ci pare che non sia altro che sancire, all'interno di una norma regionale il rispetto delle leggi dello Stato.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Il parere della Giunta, oltre che tecnico anche politico, non è favorevole perché la disciplina urbanistica (legge 56), che ammette la possibilità di ristrutturare e realizzare strutture edilizie per l'accoglimento e la sistemazione temporanea di salariati definisce i requisiti edilizi e igienico-sanitari che i locali devono rispettare e, di conseguenza, c'è il finanziamento.
L'emendamento elimina il rispetto dei requisiti igienico-sanitari dei locali e introduce un requisito soggettivo sul possesso, da parte dei salariati agricoli, come dice il testo, della cittadinanza italiana e comunitaria. È evidente che questi requisiti soggettivi esulano dalla disciplina urbanistica, mentre è importante che nella disciplina urbanistica sia mantenuto il rispetto dei requisiti igienico-sanitari dei locali.
Per entrambi gli emendamenti, il parere è contrario.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.
La parola al Consigliere Vignale, per dichiarazione di voto.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Faccio solo presente che questi emendamenti andrebbero letti con più attenzione.
"Sono consentiti interventi di adeguamento igienico-sanitari", quindi è evidente che l'obbligo del rispetto igienico-sanitario è indicato all'interno di una legge urbanistica. Devo anche dire che, se anche non fosse indicato, essendo all'interno della legge 57, è un di più quello che indichiamo nell'articolo 25 bis, però non ci dobbiamo nascondere davanti al fatto che noi abbiamo trovato uno strumento, che è la legge urbanistica per fare una cosa che di urbanistico non ha nulla. Quanti soggetti imprenditori agricoli abbiamo finanziato per rimettere a posto i loro locali e ospitare salariati agricoli? Zero, o un numero assolutamente limitato.
Che cosa attiene a questa legge? Di cosa parliamo rispetto a questa norma? Parliamo di una norma dedicata per finanziare soggetti, in questo caso Coldiretti, che realizzano strutture temporanee in cui si ospitano salariati.
Che cosa dice l'emendamento? L'emendamento dice, da un punto di vista meramente della tutela del denaro pubblico, che se io faccio una norma per ospitare salariati che evitano di stare in condizioni di maggiore difficoltà, ma all'interno di quel capannone non ci sono salariati che lavorano presso le aziende agricole, ma persone che non lavorano presso le aziende agricole, una percentuale totale o parziale di quel contributo deve essere revocato perché non rispetta la legge.
Potete anche non votare gli emendamenti, tant'è che non avete fatto nonostante le stesse amministrazioni, o parte di amministrazioni comunali ve lo chiedessero, gli adeguati controlli, ma se uno si reca, nel periodo della raccolta, all'interno di quelle realtà - ripeto: è sufficiente leggere gli organi di stampa - si rende conto che noi finanziamo quello che accade: finanziamo a occhi chiusi. Dopodiché, non ci interessiamo su chi sta lì dentro di giorno, di sera o di notte.
Visto che il denaro non è dell'Assessore Valmaggia, ma è denaro dei contribuenti, e noi abbiamo fatto la norma utilizzando denaro dei contribuenti per dare migliore soddisfazione ai salariati agricoli chiunque essi siano (italiani, comunitari o extracomunitari con permesso di soggiorno), credo sia doveroso procedere, come facciamo in ogni altro caso qualora non vi siano i requisiti, a chiedere indietro una parte del contributo.
Dopodiché, entriamo in una dinamica che è meramente di pura ipocrisia perché davanti a un emendamento come questo non si potrebbe che votare a favore, e invece si tocca un tema che riguarda il mondo di cittadini extracomunitari, spesso non regolari, e di richiedenti asilo.
Questo è il motivo ed è l'unico: persone che non avrebbero titolo, ai sensi della norma, di stare nei luoghi che noi finanziamo col denaro dei piemontesi.
Fatela con i vostri soldi la carità, non la fate con quella dei piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 16), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 17), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 60 quater



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 41) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 41).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva. (voto esteso al nuovo articolo)



PRESIDENTE

ARTICOLO 61



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 61.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 62



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Su quest'articolo ci rimane qualche perplessità, nel senso che andiamo a modificare la legge regionale n. 24/96 sul sostegno finanziario ai Comuni per l'adeguamento obbligatorio della strumentazione urbanistica.
Il comma 1 bis aggiunge: "I Comuni con popolazione superiore ai 5000 abitanti sono finanziati per le finalità previste dal comma 1, se lo consentono le risorse finanziarie stanziate dalla Regione". Noi andiamo a inserire: "Dopo aver concluso i programmi di finanziamento a favore dei Comuni con popolazione inferiore a 5000 abitanti".
Quello che voglio dire è che, con i soldi che stanziamo, quest'articolo probabilmente sarà pleonastico, nel senso che abbiamo tanti Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti che hanno bisogno di un intervento finanziario della Regione per adeguare i propri strumenti urbanistici. Effettivamente mi sembra poco realistico pensare che si riesca a finanziare anche quelli sopra i 5.000 abitanti.
Se in un'annualità dovessero esserci pochi Comuni che hanno presentato domanda, in virtù del fatto che non pensano di essere finanziati, date le poche risorse, e in quel caso finanziamo un Comune con popolazione superiore a 5.000 abitanti, sicuramente l'anno dopo avremo una penuria di risorse per i Comuni più piccoli.
Mi sembra che il legislatore a quel tempo avesse avuto lungimiranza, nel senso che i Comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti hanno anche delle risorse aggiuntive che possono consentirgli di far da sé, mentre per i Comuni più piccoli è oltremodo necessario un aiuto della Regione.
Noi non condividiamo questo articolo e il nostro voto sarà contrario.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
Indìco la votazione palese sull'articolo 62.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 63



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 63.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 64



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 64.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 65



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 35) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 36) presentato dalla Giunta regionale.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per l'illustrazione.



PRESIDENTE

VALMAGGIA Alberto, Assessore alla programmazione territoriale e paesaggistica



PRESIDENTE

Sono gli emendamenti relativi all'Osservatorio regionale del paesaggio che, a seguito dell'approvazione del Piano paesaggistico, viene istituito anche in relazione alla Rete degli osservatori piemontesi del paesaggio quindi all'apporto propositivo delle realtà di volontariato che sono operative sul territorio regionale. Si tratta, quindi, di un altro passo nell'attuazione del Piano Paesaggistico per la realtà piemontese.
Il primo emendamento introduce, appunto, l'Osservatorio; l'altro promuove con la Rete degli Osservatori del paesaggio, attività di sensibilizzazione informazione, educazione e comunicazione sui temi del paesaggio.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 35).
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 36).



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 65, così come emendato.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 65 bis



PRESIDENTE

Gli emendamenti rubricati n. 10) e n. 30) sono ritirati dai proponenti.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 250) presentato da Rostagno, Valle, Ravello.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Tale emendamento è dato per illustrato dal proponente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

A me pare un po' singolare che con degli emendamenti si vada ad agire su un elemento molto importante per la valutazione paesaggistica degli interventi sul territorio e che questi emendamenti vengano portati in Aula e non vengano neanche illustrati. Con questi emendamenti si decide che le Commissioni paesaggistiche cambino la loro composizione all'interno delle specificità delle singole persone che la compongono.
La Commissione paesaggistica è una Commissione importante, che lavora sul giudizio rispetto ai progetti soggetti ad autorizzazione. Dare a questa Commissione così poco tempo di analisi per stabilire chi ne possa far parte, mi sembra riduttivo e mi sembra pericoloso per la nostra Regione.
Pericoloso perché nelle Commissioni paesaggistiche ci possono essere professionisti competenti, che danno giudizi il più possibile oggettivi oppure ci possono essere persone incompetenti, che danno giudizi soggettivi. Poi ci possono essere persone non troppo oneste, che danno giudizi compatibili con i propri interessi.
Per questo, prima di partire con un emendamento non illustrato e modificare il nostro modo di comporre le Commissioni paesaggistiche, mi farei due scrupoli e, invece di allargare solo la platea, farei una disamina un po' più sensata di quelle che sono le prerogative per diventare un commissario della Commissione paesaggistica. Prima di tutto sull'opportunità di certi soggetti di agire nel campo d'azione del proprio lavoro, quindi quali sono le commistioni tra un professionista che lavora in un determinato ambito e che poi va a giudicare i progetti dei colleghi in quell'ambito, e poi andare a vedere quali sono le competenze. Perché poi dire che accettiamo nella Commissione paesaggistica dei diplomati che abbiano fatto un corso di formazione, mi sembra molto larga come definizione. Per fare un corso di formazione arriva un qualsiasi ente, fa un corso da quattro ore e si diventa specializzato come uno che ha fatto pianificazione paesaggistica tutta la vita.
Mi sembra un po' eccessivo, quindi riflettiamoci un attimo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 250), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

L'articolo 65 bis viene istituito dall'emendamento testé approvato.



PRESIDENTE

ARTICOLO 65 ter



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 204) presentato da Rostagno e Valle.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

L'emendamento del collega intende intervenire sulla legge regionale n.
16/2018 inerente a "Misure per il riuso". La prima di queste due modifiche mira ad eliminare nel comma 2 l'articolo 4 "Specificazione prevalente artigianale, produttiva o direzionale", parlando più in generale di edifici ad altra destinazione.
La seconda e la terza modifica incidono, invece, sull'articolo 4 della premenzionata legge, consentendo gli ispessimenti dei muri o degli esoscheletri per gli interventi di adeguamento statico, quindi andando in deroga a quelle distanze che si supererebbero ispessendo le strutture.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

In linea generale, trovo che con una legge approvata pochi giorni fa e con un tavolo di lavoro che è durato qualche mese, intervenire oggi con l'omnibus sia poco sensato. Nello specifico, direi che le due modifiche relative al cosiddetto ispessimento mi sembrano superflue, nel senso che praticamente tutti i piani regolatori prevedono che le modifiche relative agli interventi di adeguamento sismico non siano considerate come aumento di volumetria. In più, abbiamo gli ispessimenti che sono dovuti all'adeguamento e che derivano dal pacchetto energetico e qualche volta, se non sempre, corrispondono all'ispessimento dovuto all'intervento sismico.
Quindi, è un problema che praticamente non esiste.
D'altra parte, abbiamo l'ampliamento per gli edifici ad altra destinazione che non è un ampliamento tout court, perché in realtà le destinazioni erano quasi tutte ricomprese, ma c'era una destinazione che non era ricompresa che era la destinazione commerciale. Il tavolo di lavoro si era soffermato su questa questione e aveva deciso quanto segue: sul commerciale non si sarebbe agito, perché sul commerciale c'è una legge che disciplina le densità e le superfici degli insediamenti commerciali, c'è una legge che ha attinenza urbanistica, tant'è che ha molti riferimenti con la legge n. 56 ma è una legge che non intendevamo ricomprendere nella legge sul riuso.
Oggi, a distanza di un mese, modifichiamo questo punto e a me sembra poco corretto. Sembra poco corretto, perché se il tavolo di lavoro e poi il Consiglio regionale avevano deciso di non intervenire sulla destinazione commerciale, mi sembra che con un emendamento posto nell'omnibus non si possa intervenire su una questione correttiva, ma su una questione di merito e di metodo che si era data all'interno di un tavolo di lavoro e di un processo concertato, com'è stato quello della legge sul riuso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo in dissenso dal collega Mighetti per sottolineare alcune cose.
Spiace sempre dovere trovare degli emendamenti all'ultimo minuto in Aula da parte della maggioranza, perché risulta difficile analizzarli, poterli subemendare e quant'altro. Per la maggioranza è più facile quando siamo noi a presentare emendamenti all'ultimo, perché basta bocciarli. Diventa più facile.
Sono un po' stupefatto dall'emendamento precedente. Ascoltavo il Consigliere Mighetti e se non avessi avuto accesso a Intranet non avrei creduto alle parole del Consigliere. Sono andato a rileggere: francamente il fatto che si possano inserire dei membri nella Commissione tecnica che hanno fatto un convegno organizzato dalla Regione sul paesaggio, mi sembra quantomeno riduttivo.
Su questo ancora di più. Ricordo che la legge n. 16 è vigente dal 4 ottobre 2018, non è passato neanche un mese. In questo sono in dissenso con il Consigliere Mighetti. Sono passati 27 giorni, neanche un mese, e noi interveniamo nuovamente sulla legge. Succede, capita, ma era stato oggetto anche di un tavolo, non è stata una legge approvata in fretta e furia (cosa che non capita spesso in Consiglio regionale). Non si può intervenire nuovamente dopo 27 giorni, magari potevamo pensarci prima. Condivido quanto detto dal Consigliere Mighetti: mi sembra che l'intervento non sia così fondamentale. Forse non cambierà nulla.
Chiudo con una battuta: c'era chi voleva eliminare la seconda Camera a livello nazionale. Forse dovremmo inserire una seconda Camera di controllo anche nelle Regioni. Potrebbe essere un'iniziativa di riforma costituzionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per il parere della Giunta.
VALMAGGIA Alberto, Assessore alla programmazione territoriale e paesaggistica Chiedo scusa, ma è un tema su cui non abbiamo avuto tempo per l'approfondimento e pertanto non siamo in grado di esprimerci. Chiedo la sospensione dell'esame di questo emendamento per approfondimenti e la sua trattazione nella prossima seduta di Consiglio Regionale. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Valle, lo sospendiamo? Chiede la votazione o lo ritira? Sospendiamo la trattazione dell'emendamento, che sarà ripreso successivamente.
L'articolo 65 ter, con l'emendamento n. 204) è sospeso.



PRESIDENTE

ARTICOLO 65 quater



PRESIDENTE

L'emendamento n. 204.1) è sospeso; è la continuazione dell'emendamento precedente.



PRESIDENTE

L'articolo era stato diviso in due parti.



(Commenti del Consigliere Valle)



PRESIDENTE

L'Assessore Valmaggia chiede un approfondimento anche su quest'emendamento.
Quindi l'articolo 65 quater è sospeso.
L'emendamento n. 227), che introduce l'articolo 65 quinquies, è ritirato.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valle; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Ci siamo parlati prima con l'Assessore, ma evidentemente ci siamo capiti solo in parte.
L'emendamento n. 227) è ritirato, mentre gli emendamenti n. 231) e 231.1) li sospendiamo anch'essi, giacché abbiamo sospeso i precedenti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valle.
ARTICOLO 66



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 66.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 67



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 67.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 68



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 68.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 69



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 69.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 70



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 70.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 71



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 71.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 72



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 72.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 73



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 73.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 74



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 74.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 75



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 75.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

C'è una richiesta di chiudere il Consiglio con la votazione di quest'articolo, visto anche il maltempo, per permettere a tutti i colleghi di rientrare in sicurezza.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

È una motivazione molto nobile.
Ora c'è la Conferenza dei Capigruppo; siamo in attesa del Presidente Boeti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.56)



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