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Dettaglio seduta n.362 del 30/10/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 14.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Trasporti su ferro

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale sulla linea ferroviaria Torino-Lione


PRESIDENTE

Nella seduta di stamattina abbiamo deciso di incominciare i lavori pomeridiani con le comunicazioni sulla linea ferroviaria Torino-Lione del Presidente Chiamparino, al quale do la parola. Prego, Presidente.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Credo di non dover spendere molte parole - anche perché l'ho fatto altre volte - per spiegare a quest'Aula quanto consideri e consideriamo fondamentale e decisiva la connessione ferroviaria fra Torino e Lione opera fondamentale non solo per Torino e il Piemonte, ma per l'intero Nord Italia, come ancora stamattina - autorevolmente - il mio collega e amico Fontana ha testimoniato dalle pagine del Corriere della Sera, ma come avevano avuto modo di fare nelle settimane passate anche altri colleghi come Giovanni Toti.
Riassumo in due parole: è un'opera fondamentale per consentire che le nostre regioni del Nord possano seguire una traiettoria di sviluppo sostenibile - se preferite, di crescita sostenibile - facendo diventare l'assetto logistico di queste nostre regioni un sistema che oggi non è, che connetta il sistema dei porti liguri e adriatici - se guardiamo all'Est con l'Est e l'Ovest dell'Europa, se volete anche oltre l'Europa soprattutto per quanto riguarda l'Est, perché tutti conoscono i progetti di quella che viene definita "la via della seta ferroviaria", e tra Nord e Sud. Quindi, la possibilità di ribaltare l'assetto attuale, che vede i porti italiani del Mediterraneo, ma in generale tutti i porti del Mediterraneo, soccombenti nei confronti dei grandi centri logistici del Nord Europa, che peraltro - avanti di questo passo - anche dal loro punto di vista, corrono il rischio di incominciare a incontrare dei costi di congestionamento. Anche per loro può diventare un problema.
Sostenibile, perché io sfido chiunque a dimostrare che continuare a favorire direttamente o indirettamente lo spostamento di merci e persone con mezzi che siano essi camion, aerei, nel caso di persone, o auto, sia la strada più compatibile con le visioni che devono giustamente puntare alla riduzione delle fonti d'inquinamento, delle modifiche del clima e via discorrendo.
A parte le banalità sul fatto che il flusso di merci sarebbe solo fra Nord e Sud: cosa falsa, dimostrata falsa, perché i milioni di tonnellate che viaggiano fra Italia e Francia sono maggiori dei milioni di tonnellate che viaggiano verso la Svizzera. Maggiori, in termini quantitativi. Quindi è falso. Ma, al di là di questo.



(Commenti fuori microfono)



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Falso quello che viene detto.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Lasciamo parlare il Presidente Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Guardi, anche se m'interrompe, a me non preoccupa. Sono abituato.



PRESIDENTE

Lasciamo parlare il Presidente Chiamparino: avrete il tempo di esprimere i vostri pensieri.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Quindi, sono dati falsi. Ma quello che è ancora maggiormente inoppugnabile è che, mentre i flussi di traffico verso la Svizzera viaggiano per più del 70% su rotaia e per il restante su gomma, verso la Francia il 90% viaggia su gomma e solo una parte infima viaggia su ferrovia. Perché? Non cito più Cavour, perché non voglio indispettire la Consigliera Frediani: ho capito che la Consigliera Frediani (mi scusi se personalizzo, poi non chieda la parola per fatto personale).



(Commenti della Consigliera Frediani)



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Non cito più Cavour, perché so che a voi - come Movimento - Cavour, che si rigiri nella tomba o che venga citato come progettista del tunnel, dà fastidio. Capisco anche perché vi possa dare fastidio ricordare Cavour; lo capisco! Ma, al di là di Cavour, è un tunnel finito nel 1871. Ripeto: 1871.
È un tunnel che già oggi non rispetta le condizioni di sicurezza per i moderni traffici di merci. È un tunnel che, entro dieci anni, rischia di chiudere del tutto.
Come potete pensare che un'infrastruttura di questo genere attiri e faccia crescere traffici? Se mettiamo un tappo, finisce di colpo la comunicazione via ferroviaria fra l'Italia e la Francia. Pertanto, ritengo che l'opera che prevede il tunnel di base sia fondamentale per ragioni di crescita, per ragioni di sostenibilità della crescita, per ragioni di sicurezza, che raramente vengono puntualmente ricordate. Non è più possibile far transitare treni in quel tunnel - ripeto - per queste tre parole: crescita, sostenibilità ambientale della crescita e sicurezza delle merci e delle persone. Ripeto: delle "persone". Una cosa che non riesco a capire è che siamo in Europa, ma fra Italia e Francia dobbiamo muoverci diversamente rispetto al muoversi tra l'Italia e Roma. Questo discorso vale per le merci, ma vale anche per le persone, vale per i giovani, vale per tutti coloro che vogliono spostarsi in Europa nel miglior modo possibile nel modo ambientalmente più sostenibile.
Quanto accaduto ieri a Torino (lo dico "papale papale") è stato uno schiaffo alla città che lavora. Uno schiaffo alla città che lavora. E non c'è bisogno di aggiungere null'altro, perché basta vedere le immagini: non c'era mai stato in Consiglio comunale a Torino, a memoria mia e delle cronache, un fatto così significativo: tutte le massime rappresentanze del mondo della produzione e del lavoro in Sala Rossa A chiedere di riflettere prima di dire "no" ad un'opera considerata fondamentale. Si è voluto andare avanti ugualmente, peraltro anche senza la presenza della Sindaca, e si è dato uno schiaffo a questa città che lavora. È una responsabilità che la Sindaca e la maggioranza che guida la Città hanno voluto assumersi.
Non c'è bisogno di aggiungere commenti; c'è invece bisogno di aggiungere - avviandomi a concludere - un appello e una richiesta pressante al Governo. Occorre uscire da una duplice ambiguità. La prima ambiguità, lo dico rivolgendomi a uno dei due Vice Primi Ministri, Salvini, è che non possono esistere grandi opere di serie A e grandi opere di serie B.
Quanto meno lo si dica; non è possibile continuare ad assistere alla declinazione della Pedemontana veneta, che va bene e sono d'accordo anch'io; della Pedemontana lombarda, che va bene e sono d'accordo; del Terzo valico che si farà, e su questo sono anch'io più che d'accordo, ma poi, quando si arriva alla TAV, si dica "vedremo": è un'ambiguità non più accettabile.
E' bene che la componente salviniana del Governo esca da questa ambiguità e dia una risposta chiara. Non basta dire, come ha detto Giorgetti, "le opere che servono si faranno", è come dire che "quan che Superga a là l capel o ca fa brut o ca fa bel," che tradotto in italiano vuol dire: quando a Superga c'è il cappello o fa brutto o fa bello. Bisogna uscire da questa ambiguità.
L'altra ambiguità è quella che io chiamo la pantomima delle analisi costi-benefici. Ieri "La Stampa", se non ricordo male, ha pubblicato un'intervista al professor Marco Ponti il quale ha detto, senza smentire il titolo che lo mettevo ben in evidenza, che alla fine, sulle grandi opere decide la politica. Se decide la politica, per quale ragione al mondo bisogna aspettare la data "X" dell'analisi costi-benefici? Peraltro qualsiasi economista che abbia sostenuto un esame di Economia1 sa che su opere destinate a durare nei secoli non si possono fare, ma non importa. Se lui stesso, colui che dovrebbe realizzare l'opera, dice che su quell'opera deciderà la politica, la politica decida. D'altronde il Ministro Toninelli oggi, in una dichiarazione riportata dal Corriere.it dice: "Chiederemo alla Francia di bloccare la TAV". Non fa cenno ad analisi costi-benefici, non fa cenno a nulla. Basta con questa ambiguità voluta e condita di una pantomima insopportabile. Si abbia il coraggio di dire: non la vogliamo fare.
Oppure si dica, come io mi auguro, che il tunnel di base si deve fare perché è quanto stanno facendo tutti i Paesi "normali": adeguare i tunnel ferroviari realizzati nel 1800 portandoli a un piano di altezza più favorevole al funzionamento delle moderne ferrovie e, se si ritiene l'avevo già proposto - discutiamo della tratta di adduzione. Non è una novità. Sapendo, per quello che mi riguarda, che discutere della tratta d'adduzione vuol dire tenere conto di due questioni. La prima: l'interporto di Sito non può essere sacrificato. La seconda: non si può pretendere di far passare treni lunghi che transitano ogni due minuti in una zona urbanizzata come l'asse che va da Alpignano a Torino - che chiunque conosce sa cosa vuol dire.
Se ci sono spazi di discussione, c'è la massima disponibilità. La mia posizione è chiara: "sì senza se e senza ma" al tunnel di base, che ci lega all'Europa. I Tavoli ci sono già; si discuta con serenità e tenendo conto delle variabili, per noi importanti, sulla linea di adduzione.
Non chiedo più incontri al Governo. Non li chiedo più anche perché, lo dico con un termine gozzaniamente forte: sono dei maleducati. Non è possibile che sulla linea Asti-Cuneo siano ormai sei mesi che aspetto una risposta dal Ministro Toninelli, o da un qualunque suo sottoposto. I Sindaci delle Langhe hanno già preannunciato che faranno un sit-in al casello di Govone; anche loro hanno capito che gli hanno raccontato solo "balle" nell'incontro fatto a Roma. Ripeto: non chiedo più incontri al Governo.
Domani incontrerò molto volentieri il Vice Primo Ministro Di Maio se come mi auguro, sarà qui con noi e verrà con una proposta risolutiva, come è in suo potere fare, se mantiene le promesse sulla questione Comital, ma non chiederò più incontri. Farò un'altra cosa. Se il Governo risponde positivamente e accetta quel Tavolo di confronto come io ho delineato qui bene, altrimenti chiederò a questo Consiglio di trovare le modalità affinché ci sia in Piemonte una consultazione popolare che consenta di far capire chi è dalla parte dell'Europa e chi è dalla parte della chiusura.
Chi è dalla parte della crescita sostenibile e chi è dalla parte della decrescita infelice.



(Esposizione di cartelli in aula)



PRESIDENTE

Consiglieri, per cortesia, mettete giù i cartelli.
Per cortesia, raccogliete i cartelli altrimenti mi costringete a sospendere il Consiglio.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Abbiamo depositato un ordine del giorno collegato alla richiesta di comunicazioni da parte del Presidente della Giunta. Parlerò per il tempo che ho a disposizione della Torino-Lione, cercando di non andare fuori tema.
Una volta valevano le strette di mano, Presidente, poi, si è passati ai programmi di mandato. Agli albori del nuovo Millennio, un candidato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che poi vinse, s'inventò il "Contratto con gli italiani"; ora siamo al contratto tra le due forze politiche a sostegno dei due Vicepresidenti del Consiglio dei Ministri: cinquantotto pagine, trenta capitoli, che ho riletto con piacere ieri sera.
Colgo l'occasione per ricordare - c'entra poco, anche se è inserito probabilmente, nel Decreto-Genova - il punto 4, quello titolato "Ambiente" e mi auguro si rifletta rispetto al tema dello spandimento dei fanghi nei terreni, ma questa è un'altra discussione, sta dentro il punto 4 di quel contratto, il punto 27, invece, riguarda le grandi opere e le infrastrutture. Scrivono: "Investire risorse per attrezzare i nostri porti con aree retroportuali capaci di garantire lo sdoganamento delle merci che devono essere poi trasportate, grazie all'alta portabilità, alle destinazioni finali. Senza un'adeguata rete di trasporto ad Alta Capacità non potremmo mai vedere riconosciuto il nostro naturale ruolo di leader della logistica in Europa e nel Mediterraneo". Poteva finire così Presidente, ma anziché finire con ".e vissero tutti felici e contenti." rovinano il finale: "Sulla Torino-Lione c'impegniamo a ridiscutere il progetto".
Dopodiché, uno dei contraenti, non un soggetto marginale nel dibattito politico, il Capogruppo alla Camera, oggi, dichiara sui giornali che la Torino-Lione, per lui e per la Lega, si dovrà fare, a prescindere da tutte le analisi del mondo. Si mettano d'accordo! Ma ritornerò fra poco su questa vicenda.
Grandi opere, grandi guai, per Lega e Movimento 5 Stelle.
In quest'aula abbiamo discusso sulle Olimpiadi; mi pare che sia da parte della maggioranza, ma anche da una parte importante dell'opposizione in quest'aula e dell'opinione pubblica piemontese, il giudizio sia stato evidente rispetto a come il Movimento 5 Stelle in particolare, ma anche la Lega, abbiano affrontato questo tema.
Sul Terzo valico aspettiamo tutti l'analisi costi-benefici; sia i rappresentati del mondo produttivo sia i rappresentanti dei lavoratori, qui in sede di Commissione, li ho visti un po' tutti arrabbiati - diciamo così.
Non vorrei fare il lungo elenco, l'ha già detto il Presidente Chiamparino: sulla Asti-Cuneo, dichiarazione di oggi del Sindaco di Alba: "Il 15 novembre, alle 10.00 ci troviamo per interrompere il traffico sulla Cuneo Asti; non accade nulla nonostante l'incontro con Toninelli". Non parliamo della TAP. Il 4 marzo il Movimento 5 Stelle a Melendugno aveva ottenuto il 62,9% dei consensi; diciamo che oltre ad arrivare il gasdotto dall'Azerbaigian arrivano molti meno consensi per il Movimento 5 Stelle.
Sulla Torino-Lione il dibattito è sui giornali, ma l'abbiamo vissuto anche ieri davanti al Municipio di Torino: duecento imprenditori e sindacalisti hanno partecipato al presidio di fronte al Comune; nove Presidenti di Associazioni d'impresa e dichiarazioni di tutti i Sindacati non soltanto degli edili, chiedono di non fermare l'opera - per le ragioni che il Presidente prima ha richiamato e sulle quali non voglio tornare perché le condivido.
Non si capisce qual è la ragione, se non quella ideologica; non si capisce qual è la ragione, se non quella non tanto del contratto per il governo del Paese, quanto per una sorta di mantenimento del consenso o del rapporto con il proprio elettorato, che è quello che io ho visto ieri legittimamente, con le bandiere sventolare dalla parte opposta di chi invece, sosteneva le ragioni del "sì" al progetto.
Il Movimento 5 Stelle "fa" il Movimento 5 Stelle. Ma dov'è la Lega? Dov'è finita la Lega? La Lega che sostiene di badare soprattutto agli interessi del Nord! Cos'è diventata la Lega? Se togliamo gli argomenti che fanno breccia perché movimentati dalla diffusione delle paure, la Lega è diventato un partito di speranza per il Sud assistito, non per quello operoso.
Leggo sui giornali di oggi alcune ipotesi, alcune tracce di lavoro nulla di male, nulla di male, ma "terra gratis al Sud per chi fa tre figli 200 mila euro per chi vuole mettere su casa". Niente di male, ma quella è la Lega che si doveva impegnare in particolare per il Nord; devo dire qual cosina, diciamo, per il territorio Lombardo-Veneto.



PRESIDENTE

Mi scusi, Ravetti.
Colleghi, però non si può parlare così. Il pomeriggio è lungo e la discussione sarà sostenuta, invito a consentire a quelli che intervengono di poter parlare.
Prego.



RAVETTI Domenico

Nonostante le dichiarazioni di Giorgetti, nonostante le dichiarazioni di Molinari, nonostante il silenzio di Salvini, la Lega è diventata un problema per il Piemonte!



(Commenti del Consigliere Sinatora)



RAVETTI Domenico

Concretamente, è diventata un problema per il Piemonte! E lo è diventato perché non.



PRESIDENTE

Collega Sinatora!



(Commenti del Consigliere Sinatora)



PRESIDENTE

Per cortesia! Quando lei avrà la parola, potrà dire.



(Commenti del Consigliere Sinatora)



PRESIDENTE

L'abbiamo segnata fra chi intende intervenire: quando avrà la parola potrà dire quello che pensa.



(Commenti del Consigliere Sinatora)



PRESIDENTE

Ma non è una presa in giro. Sta esprimendo.



(Commenti del Consigliere Sinatora)



PRESIDENTE

Sinatora, lasciamo continuare il Presidente SINATORA Benito (fuori microfono) Sospendiamo! Sospendiamo!



PRESIDENTE

Sinatora, se continua così mi costringe a mandarla fuori dall'Aula! SINATORA Benito (fuori microfono) Fuori ci siamo noi, che entriamo!



PRESIDENTE

Sinatora, però la deve finire adesso, altrimenti la mando fuori dall'Aula.
Potrà parlare quando toccherà a lei! Lasci finire il Presidente Ravetti! Prego, collega Ravetti, prenda pure la parola.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
La Lega è diventata un problema per il Piemonte, perché particolarmente interessata ad alcuni spazi territoriali tra la Lombardia e il Veneto, e a sostenere battaglie che riguardano il Sud assistito e non quello operoso.
Insomma, nella sostanza, noi proviamo a fare nelle condizioni attuali il possibile per i piemontesi e per i loro interessi con molta umiltà, ma con molta determinazione. In questo senso, abbiamo depositato un ordine del giorno in cui chiediamo al Consiglio tutto di sostenere il Presidente Chiamparino in questo difficilissimo confronto con il Governo, in particolare con il Ministro dei trasporti.
Chiudo dicendole, Presidente - non soltanto a lei, ovviamente - che la risoluzione di un contratto si può richiedere quando una parte è inadempiente o quando la prestazione è diventata impossibile, oppure eccessivamente onerosa. Io direi che per le poltrone di Salvini il contratto vale, ma per i piemontesi quel contratto non vale più.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Sarò breve, anche perché di questo tema abbiamo già parlato a lungo in quest'aula, a volte addirittura.



PRESIDENTE

Mi scusi. Invito i Consiglieri a consentire lo svolgimento dell'intervento, altrimenti sospendo il Consiglio. Se vogliamo discutere di questa questione così importante, dobbiamo farlo in maniera corretta, non interrompendo i colleghi che intervengono.
Prego, Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Dicevo che sarò breve, anche perché di questo tema abbiamo parlato a lungo in quest'aula e molte volte, tra l'altro, ho subìto l'ilarità di alcuni colleghi proprio per il mio tirare in ballo l'argomento TAV così spesso.



(Commenti fuori microfono)



FREDIANI Francesca

No, quando qualcosa non c'entra niente è un giudizio soggettivo su cui sorvolo.
Quindi, oggi ci troviamo a parlare nuovamente di questo tema. Ce l'aspettavamo; infatti, ieri, dopo la votazione in Consiglio comunale, ho mandato un messaggio ai colleghi in cui ho detto: "Domani prepariamoci a parlare di TAV", nonostante ci fosse una seduta straordinaria convocata. E convocata perché? Perché l'Assessore Reschigna ha giustamente interesse a portare avanti provvedimenti che in questo momento potrebbero toccare maggiormente i cittadini piemontesi, perché poi dovremo buttarci a capofitto sul bilancio; il fatto di convocare sedute straordinarie dovrebbe servire, per l'appunto, ad arrivare il più rapidamente possibile all'approvazione di questi provvedimenti.
E invece ci troviamo qui, con una richiesta del Presidente Chiamparino che, tra l'altro, ha giustamente pensato di convocare anche la stampa per dare corretta informazione; e quindi - va beh! - prestiamoci a questo dibattito. Noi non ci tiriamo indietro; non ci siamo mai tirati indietro d'altra parte. C'è da chiedersi perché l'atto votato ieri in Consiglio comunale abbia creato così tanto scalpore e suscitato la reazione da parte del cosiddetto "mondo produttivo" - definito in precedenza "la città che lavora". In realtà penso che il tema sia uno solo: siamo in campagna elettorale. E la maggioranza ha deciso di fare del TAV e delle grandi opere un tema di campagna elettorale.
Ritengo che questo tema sarà - spero - presto superato , in modo positivo per chi vuole finalmente liberarsi di questa grande inutile opera.
Inutile non per un motivo ideologico - e mi rivolgo al collega Ravetti - ma per fondate ragioni, che non sto a ripetere in quest'aula. Esiste un libro scritto da un ingegnere valsusino che elenca ben 150 ragioni per dire "no" al TAV.
Chi oggi si chiede ancora per quale motivo il TAV non sia utile è semplicemente non informato, e non è informato perché, magari, per scelta preconcetta del partito cui ha aderito, ha deciso che il TAV sia "cosa buona e giusta".
Poi è successo che al Governo è arrivato, con un contratto di governo il Movimento 5 Stelle - con un'altra forza politica che invece sostiene quest'opera - che da sempre sostiene che l'opera sia inutile e ha quindi deciso di metterla in discussione; non ha deciso di fermarla a prescindere: ha deciso di metterla in discussione.
Ciò significa che finalmente si produrrà un'analisi costi/benefici imparziale e non dagli stessi soggetti che poi si occuperanno di portarla avanti; sarà una costi/benefici che veramente si chiederà se quest'opera sarà utile ai cittadini piemontesi e in generale al Paese.
E questa cosa vi spaventa, vi spaventa tantissimo, perché sapete già anche voi quale sarà l'esito di questa costi/benefici: dimostrerà che i dati su cui si è basata l'opera sono dati non dico falsi, ma diciamo non proprio così reali.



(Commenti fuori microfono)



FREDIANI Francesca

Falsi? Sono dati falsi. Si è stimato un aumento del traffico merci che non si è realizzato; e questo non lo dico io, è una dichiarazione contenuta in un documento ufficiale scritto dal Commissario straordinario di Governo.
Quindi siamo arrivati a un punto in cui è chiaro a tutti che quest'opera è inutile e finalmente verrà abbandonata. E questa cosa vi spaventa. Perché? Perché non avete altro da proporre.
Anche gli imprenditori venuti ieri a protestare, una volta che quest'opera sarà fermata, forse inizieranno a guardarsi un po' intorno e magari si renderanno conto che le loro esigenze non sono quelle che in questi anni avete fatto credere loro e che in realtà non c'è nessun bisogno di spostare merci rapidamente con l'Alta Velocità.



(Commenti fuori microfono)



FREDIANI Francesca

Posso? La Consigliera Caputo è diventata improvvisamente esperta di Alta Velocità e mi interrompe anche mentre parlo!



PRESIDENTE

Per cortesia! Cassiani!



FREDIANI Francesca

Consigliere Cassiani, io non mi reputo un'esperta di Alta Velocità, mi reputo una persona che vive da oltre trent'anni in una valle.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Per cortesia, smettetela.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Consigliere Cassiani.



(Commenti fuori microfono)



FREDIANI Francesca

Bravo.



PRESIDENTE

Invito i colleghi non interessati alla discussione ad uscire dall'aula.



FREDIANI Francesca

Non ci mancherai.
Presidente, non vorrei dire, ma ieri, forse, il Presidente del Consiglio Versaci ha avuto un eccesso di rigore nel rispetto del Regolamento, però sentirsi dire da un Consigliere che dico "cazzate" in aula. mi scusino i Consiglieri per il termine.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Consigliere Cassiani la smetta, per cortesia.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Il Consiglio è sospeso.



(La seduta, sospesa alle ore 15.04 riprende alle ore 15.05)



PRESIDENTE

Potete far accomodare Cassiani fuori per cortesia? Fatelo accomodare fuori. Cassiani è espulso dall'Aula.
Cassiani è espulso dall'Aula.
Prego i Consiglieri Questori di accompagnarlo fuori dall'Aula.
Invito la maggioranza, che ha chiesto di poter discutere di questo argomento chiedendo una relazione al Presidente Chiamparino, di consentire che la discussione sia fatta in maniera civile.
Prego, continui pure Consigliera Frediani, il Consiglio è ripreso.



FREDIANI Francesca

Ho ottenuto due risultati: il primo è non sentire più parlare di Cavour (e questa è già cosa che dà un senso al mio mandato); il secondo è vedere espellere Cassiani dall'aula. Un altro risultato che posso annoverare tra le mie vittorie.



PRESIDENTE

Peraltro ricordo - mi scusi ancora, Consigliera Frediani - che l'Ufficio di Presidenza può adottare provvedimenti rispetto ai Consiglieri che non rispettano l'ordine e la moralità all'interno dell'Aula. Questo deve essere chiaro.
Prego, Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Stavo dicendo che io ovviamente non mi considero un'esperta o un tecnico, ma proprio perché in questi anni, questi lunghi anni (oltre vent'anni) di opposizione al TAV, ho avuto modo di leggere documenti, di frequentare le assemblee No TAV e di parlare con tecnici, penso che la mia posizione rispetto al TAV non sia una posizione ideologica o preconcetta ma una posizione che deriva da un ragionamento.
Questo è il discorso che sta alla base della costi-benefici; è vero come diceva il Presidente in precedenza, che le decisioni vengono prese dalla politica, ma questa volta la politica ha scelto di decidere basandosi su un'analisi seria.
E' questo che forse vi spaventa, perché finora avete preso per buono tutto e ci siamo ritrovati con delle analisi costi-benefici. (Sto svuotando l'aula, e questo potrebbe essere un altro bel risultato. Fantastico!) Il Presidente Chiamparino ha definito l'interruzione del TAV una bestemmia.
Non so se il mondo cattolico si sia espresso rispetto a questa sua dichiarazione, però mi sembra un po' troppo definire addirittura una bestemmia fermare questa grande opera. Direi che anche i termini dovrebbero avere e conservare un loro significato.
Oggi ha parlato di "schiaffo a un mondo produttivo, alla città che lavora". Tutti teniamo alla città che lavora, tant'è che noi siamo sempre in piazza, sempre molto attenti e vicino ai lavoratori.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente Chiamparino, anche lei lasci parlare la Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

.che in tutti questi anni stanno perdendo il posto di lavoro, senza che nessuno si scomponga più di tanto.
Ha citato il caso COMITAL; ma quanti altri casi COMITAL abbiamo avuto sul territorio in questi anni? Sono queste le vere emergenze; sono queste le priorità della politica. Non credo di doverglielo insegnare io, per per qualche strano motivo, in questo momento, la totale priorità è diventato il TAV. "Questo momento" ovviamente è un eufemismo, perché da anni non sentiamo parlare d'altro.
Io le vorrei chiedere se non le sembra uno schiaffo maggiore aver militarizzato per anni un territorio; aver impedito, con successive ordinanze, il passaggio a persone che andavano a lavorare nei loro vigneti senza nessun giustificato motivo? Questo non le sembra uno schiaffo? Pensare che c'è una parte del territorio piemontese che è stata.



PRESIDENTE

Parli all'Aula, Consigliera Frediani, più che al Presidente Chiamparino.



FREDIANI Francesca

Anche il Presidente prima si è rivolto a me direttamente, non penso si offenda.



PRESIDENTE

Non è tenuto a rispondere, poi quando.



FREDIANI Francesca

Mi risponderà se potrà.



PRESIDENTE

Quando concluderà, se lo riterrà.



FREDIANI Francesca

Però siccome il Presidente è il Presidente di tutti i piemontesi vorrei sapere cosa pensa del fatto che ci sia una parte di territorio piemontese, nel dettaglio "valsusino", che da anni subisce una militarizzazione mai vista sul nostro territorio. Quell'area è un fortino militarizzato; addirittura abbiamo la concertina, il filo spinato perso nei boschi.
Questa cosa non la disturba? Pensare che c'è una parte di territorio che non è più considerata parte dello Stato Italiano? Quello è uno schiaffo vero e proprio, perché si è scelto di privare i cittadini della loro libertà di poter circolare sul loro territorio, di poter esercitare le loro attività, attività che tra l'altro si svolgono su terreni che sono stati faticosamente recuperati, anche lì con il lavoro, o pensate solo al lavoro che fa comodo a voi? Perché anche le persone che lavorano nei vigneti di Chiomonte lavorano, ma quel tipo di lavoro non lo considerate mai, quelli sono lavoratori che possono essere dimenticati. Non esistano.
Io credo che un Presidente di una Regione dovrebbe preoccuparsi se in una zona del suo territorio la democrazia ha una sospensione di questo tipo. In questi anni non ho mai visto una sola dichiarazione da parte sua su questo tema. Non una.
Io spero che questa sia l'ultima discussione che facciamo in quest'Aula sul tema TAV perché spero che a brevissimo esca questa analisi, questo risultato della costi-benefici. Non ho dubbio che la costi-benefici dirà che quest'opera è inutile, con argomenti inoppugnabili. A quel punto avrà un bel proporre un referendum: il referendum avrebbe dovuto proporlo anni fa, non dopo decenni in cui c'è stato uno squilibrio informativo incredibile, dove si sono sempre fatti passare.



PRESIDENTE

Sono undici minuti, Consigliera Frediani, deve concludere.



FREDIANI Francesca

No, abbia pazienza: il tempo di buttare fuori Cassiani me lo vuole sottrarre?



PRESIDENTE

No, infatti le ho già dato un minuto e mezzo.



FREDIANI Francesca

Dicevo che un referendum a questo punto non avrebbe più senso, avremmo dovuto farlo anni fa. Adesso è troppo comodo appellarsi al popolo e alla democrazia. E' troppo comodo, Presidente, perché ormai avete perso, quindi dovete solo rassegnarvi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

E' stato espulso Cassiani, però chiederei di prendere provvedimenti anche contro le barcacce alla mia destra, che a ogni battuta o risposta sghignazzano. Mi riferisco a quei signori. uno seduto. l'altro lì, in piedi. Le chiederei di prendere provvedimenti, perché sghignazzare, da parte dei collaboratori dei Gruppi, non è tollerabile.
Chiedo quindi di richiamare all'ordine le barcacce, che sono grandemente indisciplinate e chiedo un provvedimento di espulsione anche verso chi fa rumore, sghignazza o ride, perché si deve mantenere un comportamento consono all'Aula.



PRESIDENTE

Tutte le persone che non sono Consiglieri regionali e che si trovano all'interno dell'emiciclo devono stare zitte. Altrimenti, sarò costretto ad allontanarle dall'aula, è chiaro? Non si fanno commenti, né si fa il tifo. I Consiglieri regionali sanno come regolarsi e non c'è bisogno che nessuno aggiunga altro.
Prego, Consigliere Tronzano.



(Il Consigliere Tronzano osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Tronzano.



TRONZANO Andrea

Stavo osservando un minuto di silenzio, Presidente, perché ieri è morta la "città del fare".
Volevo osservare un minuto di silenzio, ma, giustamente, non si capiva il perché.



PRESIDENTE

Era necessario spiegarlo, effettivamente.



TRONZANO Andrea

Ieri è morta la "città del fare" e credo sia morta, Presidente - mi rivolgo anche al Capogruppo Ravetti - per le grandissime ambiguità del PCI PDS-DS. Il brodo di cultura nel quale è nato questo tipo di protesta è derivato anche dalle vostre ambiguità: non tanto vostre, attuali Consiglieri, quanto dalle ambiguità dal 1991 ad oggi, o dal 1991 al 2010 almeno, che una grande parte del centrosinistra ha avuto. Quindi è inutile che ve la prendiate con la Lega Nord (o con la Lega, come si chiama oggi).
È assolutamente inutile.
L'unico che ha diritto a parlare, perché è la storia di questo partito è il Presidente Chiamparino, perché ha sempre avuto una posizione lineare.
Ma il centrosinistra in tutti questi anni ha dimostrato, a partire dalla Presidente Bresso, che il brodo di cultura è nato a causa delle loro ambiguità.
Io credo - Presidente Chiamparino, mi rivolgo a lei - che le infrastrutture siano come il midollo spinale di un corpo umano: se recidiamo il midollo spinale, il corpo si paralizza. Io credo che le infrastrutture siano quello: se noi recidiamo la possibilità di collegarci in questo caso con tutto il resto dell'Europa, o anche soltanto con una parte dell'Italia, credo che realmente si rischi la paralisi.
Quindi il nostro "sì" alla TAV è sempre stato un sì, Presidente. Lo è sempre stato, da decenni. Non ci sono mai state discussioni su questo da parte di Forza Italia, e ancora oggi lo diciamo e lo ribadiamo con grande forza, perché ci crediamo realmente.
Lo dico anche al Presidente Ravetti, che stimo come persona e come politico: la Lega è stata chiarissima.
La Lega non ha certo bisogno dalla mia difesa. Il Vicecapogruppo Sinatora lo ha detto chiaramente anche sugli organi di informazione e su Rai3. Ieri il Presidente Molinari è uscito con una sua intervista molto chiara e molto netta, quindi da parte della Lega Nord (oggi Lega) non ho mai visto ambiguità di nessun tipo, e credo che la Lega questo patto lo manterrà assolutamente. Ieri ne abbiamo avuto la controprova attraverso le loro dichiarazioni.
Ai colleghi del Movimento 5 Stelle dico una cosa: non capisco come facciate a bloccare gli Euro 3, ad allargare la ZTL e a non volere un treno! È questo che non mi spiego! Prima la Consigliera Frediani ha fatto un discorso intelligente, come sovente le succede, all'interno di emendamenti. Però era in antitesi rispetto a quello che oggi lei ha detto sulla TAV: non è pensabile poter diminuire l'inquinamento atmosferico della Pianura Padana continuando a far passare i TIR - centinaia di migliaia di TIR! - che, tra l'altro, possono causare incidenti mortali sulla nostra rete autostradale o stradale. Non riesco a spiegarmi perché loro facciano delle battaglie di un certo tipo e dall'altra parte, non vogliano un treno.
Faccio un'ultima considerazione, poi chiudo, perché realmente non so più cosa dire su questo tema: sai nen, per dirlo in piemontese! L'ultima proposta che ha fatto, Presidente, a mio avviso è sbagliata.
Il Sindaco di Collegno lo ha detto: "Se dovessimo fare quel tratto dovremmo chiedere a centinaia di persone, o forse a migliaia, di spostarsi", quindi non credo che sia la soluzione giusta la proposta che ha formulato (poi, magari, mi risponderà in replica), ossia quella del tratto storico.
Abbiamo presentato un ordine del giorno che ribadisce la nostra posizione.
Una cosa mi rassicura e chiedo al Presidente di correggermi se sbaglio: il voto del Parlamento è sacro.
Io credo che per uscire da questo accordo internazionale ci vada il voto del Parlamento. Quindi, a mio avviso, il Parlamento italiano, votato dai cittadini italiani, non potrà consentire l'uscita da questo percorso che io ritengo irreversibile (perché così deve essere). Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sinatora; ne ha facoltà.



SINATORA Benito

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Posso fare una considerazione prima che intervenga?



SINATORA Benito

Prego.



PRESIDENTE

Ho molta stima della sua correttezza e della sua presenza, e capisco la passione per il suo partito. Però il Consiglio ha delle regole alle quali bisogna attenersi.



SINATORA Benito

Inizio il mio intervento chiedendo scusa al Consigliere Ravetti, perch da calabrese mi lascio andare!



PRESIDENTE

Questo è un difetto, Consigliere Sinatora!



SINATORA Benito

Abbiate pazienza!



(Applausi in aula)



SINATORA Benito

Non intendevo essere cattivo, perché lui, giustamente, qui rappresenta la maggioranza. Io non sono nessuno, però fuori c'è una maggioranza diversa.
Presidente Chiamparino - peraltro lo ha già ribadito il collega Tronzano - non dovrebbe parlare di "ambiguità della Lega", perché noi non siamo mai stati ambigui.
È da poco che seguo la mia Presidente e sto imparando tantissimo, ve lo dico sinceramente, perché ero inesperto di queste tematiche: mi interesso del sociale, del vivere bene, per star tutti bene, per poter avere tutti delle soddisfazioni. Da lei ho imparato cosa vuol dire fare certe cose, e mi comporto di conseguenza.
Oggi mi sono lasciato andare perché proprio. ma chiunque di voi avrebbe reagito. Comunque, l'ambiguità della Lega la puoi cancellare, caro Sergio perché non esiste! Questa è la Lega Nord Piemont.
Abbiamo anche sottoscritto un documento unitario dove appoggiavamo la TAV. E, se leggete bene, sotto le vostre firme c'erano anche la mia e quella dalla Presidente Gancia. Poi interverrà lei, perché non intendo parlare per tutti e due, dal momento che abbiamo libertà di scelta.
Una cosa voglio sottolineare: se riportiamo le notizie, riportiamole reali. La notizia del Capogruppo Giorgetti non è di ieri, ma di stamattina e precisamente alle ore 9.45 in radio, quando ha detto che la TAV si fa. Lo dico agli amici del Movimento 5 Stelle, anche se non abbiamo più né amici né nemici. Al Piemonte servono lavori che diano ricchezza, lavoro occupazione e a uscire dalla crisi; da qualunque parte essi provengano, per quanto mi riguarda, ben vengano, non ho problemi ad accettarli.
Mi ero preparato un discorso, ma sono andato fuori tema. Vi chiedo scusa se mi sono lasciato andare; d'ora in avanti non succederà più, sempre che non mi tiriate per i capelli. Ringrazio ancora il Presidente Chiamparino, cui raccomando che qui non è il caso di parlare di Tavoli, non Tavoli: il Piemonte deve essere unito e ribadire la sua opinione: vedrete che saremo ascoltati. Noi, nel nostro piccolo, almeno per quanto mi riguarda, cercheremo di essere il più utile possibile. Vi ringrazio e chiedo ancora scusa: non volevo offendervi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere, anche della correttezza.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Vorrei, intanto, iniziare sdrammatizzando - tra l'altro, non vedo la Consigliera Frediani e mi spiace perché volevo fare con lei due o tre considerazioni. La prima è che sdrammatizzerei sul fatto di "chi ha già vinto" e "chi ha già perso"; ricordo una frase di un allenatore jugoslavo che diceva "la partita finisce quando arbitro fischia". E da oggi al momento in cui l'arbitro fischierà di tempo ne passerà ancora.
Faccio un'altra breve considerazione: non mi vanterei e non considererei una vittoria far espellere un collega. Altra considerazione: la militarizzazione della Valle è legata probabilmente al modo in cui la lotta alla TAV, in alcuni casi, è stata interpretata; se non ci fosse stato bisogno di presidiare il territorio, entro certi termini di sicurezza.
Anzi, se c'è stato bisogno di farlo è stato perché, forse non da interpreti autentici e in buona fede della lotta, si era spostato il livello dello scontro su altri piani.
Siccome per mia passione arrampico - come molti di voi sanno - e molti degli arrampicatori sono valsusini, mi trovo a frequentare arrampicatori sovversivi. Le ragioni della Val di Susa e della No TAV per alcuni versi le comprendo e cerco di confrontarmi per comprenderle meglio. In alcuni casi bisogna soppesare le motivazioni: la ragione non è mai da un'unica parte le buone ragioni non sono mai solamente da una parte. Si tratta di soppesare quali siano quelle che pesano di più da una parte e fanno fare una scelta piuttosto che un'altra, anche se, per alcune parti del territorio, può essere più difficile affrontare le conseguenze di queste scelte rispetto ad altre.
Ci sono degli elementi - riportati anche dal mio collega Tresso, in Comune, l'altro giorno - che mi hanno permesso di soppesare, come vi dicevo, con il maggiore equilibrio possibile la scelta da fare.
Lo scambio tra Italia-Ovest ed Europa è in crescita e la Torino-Lione è considerata una tratta fondamentale della Rete per l'Unione europea, tanto che questa l'ha finanziata al 40%. Negli ultimi 20 anni il trasporto ferroviario ha perso il 70% dei volumi trasportati, perché la linea ormai è obsoleta, insicura ed inadeguata; non cito Cavour, perché è stato già citato, ma continuo a pensare che sia un riferimento utile per tutti noi e considero che nessun piemontese possa vergognarsi del fatto di parlarne.
Di fatto, quella linea non rappresenta al momento un'alternativa al trasporto su gomma. L'impatto dei TIR ai valichi è grave: 3 milioni di TIR tra Italia e Francia, più 12,7% in 4 anni, mentre dalla Svizzera un milione solamente, con una contrazione del 9%.
La linea storica è inadeguata, oramai esiste da 150 anni ed oggi la possono percorrere solamente mezzi corti e leggeri, che non sono assolutamente competitivi con gli altri sistemi di trasporto, tanto da avere un valore doppio di costo a tonnellata rispetto al tunnel di base.
Infine, ci sono elementi legati ai trattati internazionali che abbiamo stipulato, i quali, anche se non comportano vincoli, comunque rappresentano un elemento significativo. Penso si tratti di una visione della realtà che legittimamente una parte politica può sostenere, che è quella dell'apertura rispetto a quella dell'isolamento.
Concludo con una riflessione. Un momento particolare della storia della nostra città e della nostra Regione, due componenti sociali che normalmente sono su due parti diverse delle barricate, cioè i sindacati e gli imprenditori, decidono di protestare insieme, sia un elemento da tenere in forte considerazione per valutare le proprie scelte rispetto al territorio.
E' vero che queste cose i 5 Stelle le dicono da sempre, è vero che c'era nel programma della campagna elettorale - non lo nego: è legittimo - però è anche vero che se la popolazione e i cittadini di un territorio chiedono con uno schieramento così ampio delle componenti sociali, di riconsiderare la scelta, questa debba essere necessariamente riconsiderata da chi deve amministrare e governare responsabilmente un territorio. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Sono stupito, non tanto perché si tratta di una situazione che ho già visto ripetersi più volte in Consiglio, ma perché devo accettare che sul tema ferroviario e della logistica il Presidente Chiamparino su alcuni aspetti, in particolare, non sa di cosa parla. Non sa di cosa parla, perch le sue affermazioni sono di un'evidente ignoranza sul tema - ignoranza nel senso che "ignora". Essere il Presidente di una Regione richiede molto tempo e si è sempre molto impegnati, e dev'essere stato molto impegnato negli ultimi 20 anni - e anche i suoi colleghi di partito - a tal punto da non studiare. Invece io, che ho molto tempo libero, sono andato a studiare e ho incontrato anche un bel po' di operatori della logistica, per capire quali sono i motivi per cui la logistica ferroviaria in Piemonte e in Italia non decolla.
E' vero, il quantitativo di merci che esce dal Nord è simile a quello che esce da Est: è un dato vero. C'è, però, una piccola differenza: perch quello che esce dal Nord passa molto più su ferrovia rispetto a quello che esce dall'Ovest del Piemonte? Ve lo dico io: non è merito dell'Italia, ma dei Paesi confinanti a Nord, che hanno messo dazi e pedaggi sul trasporto su gomma, cosa che il Piemonte e l'Italia non fanno.
Questo il motivo del mancato trasferimento di merci da gomma a ferro non il TAV. Quest'affermazione è ridicola, come altre affermazioni dei colleghi relativamente al fatto che questa ferrovia, avendo 150 anni, non è adeguata a portare certi tipi o certi quantitativi o certi pesi di merci.
Sono affermazioni ridicole e ignoranti, ma di quell'ignoranza pericolosa che ha tenuto in scacco il Paese per più di vent'anni. È l'ignoranza pericolosa di una politica che non è andata a leggere le cifre e a parlare con i tecnici. Questo ha tenuto in scacco non solo una valle, ma un Paese intero, spendendo miliardi di denari pubblici e militarizzando un territorio.
Questo tipo d'ignoranza pericolosa si poteva risolvere andando a sentire gli operatori. Era molto facile da capire. Gli operatori avrebbero raccontato che sul passante di Torino, invece, bello nuovo di zecca, che non ha 150 anni, è stato bloccato il passaggio di alcuni tipi di merci perché, specialmente dopo la strage di Viareggio, c'è stata una stretta dei controlli sulla sicurezza.
Noto che mi stanno ascoltando, forse, solo i giornalisti; colleghi molto pochi! Il collega Giaccone è molto attento, per il resto mi sembra che tutti conoscano bene la questione, anche il Presidente Chiamparino ovviamente. Non penso che possa riconoscere quest'ignoranza dopo tutti questi anni, visto che non l'ha fatto. Il Presidente parlava.



(Commenti fuori microfono)



VALETTI Federico

Vede, Presidente, quando una persona "ignora" una materia è "ignorante": è un dato di fatto, non un insulto.



PRESIDENTE

Questo dato di fatto è una sua riflessione, naturalmente.



VALETTI Federico

Lo smentisco con i fatti. Il Presidente Chiamparino ha sostenuto che l'attuale tunnel ferroviario della linea storica non possiede i criteri di sicurezza per consentire il passaggio di merci. Questa è una menzogna smentita dalle stesse Ferrovie dello Stato che, con un'opera da 500 milioni di euro, hanno effettuato un adeguamento agli ultimi standard europei in fatto di sicurezza. L'Italia è il Paese d'Europa con gli standard di sicurezza più elevati. Più elevati! Le ferrovie d'Italia sono le più sicure del mondo, hanno così tante norme di sicurezza che spesso ingessano la circolazione. Ingessano la circolazione ferroviaria! Siamo tra le ferrovie più sicure al mondo e i dati statistici sugli incidenti lo dimostrano, e il tunnel del Frejus non fa eccezione.
Quanto alla competitività del trasporto ferroviario rispetto alla gomma, intanto il trasporto ferroviario conviene, il prezzo dei singoli container, a parità di tonnellaggio/merce, è conveniente rispetto alla gomma. La gomma viene utilizzata per una questione di flessibilità, in particolare quando i Paesi, dall'altro lato, non sono attrezzati logisticamente per ricevere le merci su ferro. Questa "rivelazione divina" mi è stata fatta da operatori intermodali di logistica: tutta la Francia centrale e del Sud non è attrezzata per ricevere le merci su ferro, non sta lavorando in questa direzione. È forse ancora più indietro dell'Italia infatti, ha percentuali ridicole di trasporto di merci su ferrovia.
Pertanto, per dare una spintarella ai colleghi transalpini, potremmo fare come l'Austria: imporre una tariffazione a pedaggio sulla gomma che passa verso la Francia. È molto semplice! Gli operatori ammettono che una misura di questo tipo obbligherebbe le aziende a rivolgersi al trasporto ferroviario.
La politica contro lo smog richiede queste cose. Guardi, Presidente che il Piemonte è già stato deferito dall'Unione Europea, perch inadempiente sulla questione smog e questo è stato confermato da un Commissario europeo - un Sindaco della zona - in data 28 ottobre 2018. Il Commissario europeo dichiara che le attuali misure adottate dalla Regione Piemonte confermano le sanzioni, perché non si sta facendo quanto si dovrebbe per muovere le merci da gomma a ferro e per muovere il trasporto da trasporto basato sul petrolio a trasporto basato sull'elettricità.
Questo è stato detto: la Regione è ancora inadempiente. C'è una lettera che penso sia tranquillamente pubblicabile; lo farò quanto prima, anzi ne ho già pubblicato uno stralcio on line, quindi è già pubblica.
Le politiche per spostare le merci su ferro si fanno così, si fanno subito. Non servono opere di vent'anni, non servono opere da sei miliardi.
Anzi, dirò qualcosa in più sulla sicurezza e sulle possibilità di questa nostra vecchia linea storica: il tunnel del Frejus, sul lato francese, è adatto a trasportare su treno qualunque tipo di container, eccetto i TIR per alcuni tipi di sagome, mentre l'Italia ha adeguato recentemente la propria galleria al trasporto di tutti i tipi di merci.
Dopo aver fatto tutti questi investimenti, dispiace un po'. Quasi quasi, invece di pagare due miliardi o più alla Francia per costruire il tunnel nel suo territorio, potremmo consegnarle i soldi per adeguare il Fréjus, lato francese. Spenderemmo molto meno! E non è vero che avere due locomotrici impedisce alle merci di salire: passano benissimo e costano comunque meno della gomma.
I problemi sono infrastrutturali, sul nodo di Torino, che è nuovo ed è stato costruito male, per cui, adesso, non si sa dove far passare le merci.
Infatti, si parlava della Gronda merci: il nuovo passante, terminato nel 2009, non è adeguato al trasporto delle merci, pertanto bisogna costruire la Gronda che passa da fuori: un progetto integrato al TAV. È più utile non mi piace, perché si devasta la città, un territorio, ma è più utile. Ce l'hanno detto le Ferrovie in un incontro riservato. Questo succede quando i tecnici del nostro Paese, le eccellenze italiane, non vengono esposti alle pressioni politiche, basate anche sull'ignoranza e sull'interesse delle aziende - anche legittimo - per esempio, di lavorare.
Per me, l'interesse delle aziende di lavorare sul TAV, dal punto di vista di un Paese, vale tanto quanto pagare qualcuno per riempire e svuotare una buca. Vogliamo far girare l'economia? Riempiamo e svuotiamo una buca, magari non dove ci sono sostanze tossiche, amianto o altro, così non facciamo danni, ma facciamo lavorare le imprese. Va bene! Ci mancherebbe che le imprese non vogliano lavorare! Ma cosa vi aspettavate? Che si schierassero con chi dà loro sei miliardi di appalti o che si schierassero con chi dichiara: "No, questa cosa è inutile e non si fa"? È "ciccia" che gira: mi sembra ovvio che le imprese siano d'accordo. È meno ovvio il perché lo facciate voi: non l'ho ancora capito di preciso perché un'ignoranza istantanea si colma con un po' di conoscenza e approfondimento; un'ignoranza di più di vent'anni è un po' sospetta.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ferrentino; ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente.
Mi rivolgo al Consigliere Valetti: quando organizzavamo i convegni con i tecnici più importanti del Piemonte, il Consigliere era ancora all'asilo nido. Non è questo sicuramente il momento di confutare le affermazioni di un collega.
Ieri la Sindaca ha portato in aula un ordine del giorno che non ha alcun effetto, se non quello di dare a Luigi Di Maio riscontro della sua arte del ribaltamento quando si trova nell'angolo. Visto che fino al giorno prima aveva preso schiaffi per il gasdotto in Puglia, aveva bisogno di un totem per spostare l'attenzione. Altrimenti non si capisce per quale motivo, se la Sindaca voleva metterci la faccia, non si poteva discutere quell'ordine del giorno tre quattro giorni prima, alla presenza della Sindaca che, invece, quel giorno era assente.
Presidente Chiamparino, circa diciotto anni fa, quando ero Presidente della Comunità montana, ho incontrato per ben due volte l'ingegner Marco Ponti. Lo avevo incontrato per affidargli un incarico: studiare il flusso del traffico merci attraverso le Alpi, da Gorizia fino a Ventimiglia. Dopo due colloqui ringraziai l'ingegner Ponti perché continuava a dire - per fortuna ci sono i giornali dell'epoca che lo riportano - che per lui la priorità era data dal trasporto su gomma. Per questo motivo la Comunità montana di allora, con delibera di Consiglio della stessa, diede l'incarico alla Società Polinomia di Milano, che ha consegnato uno studio molto serio e utilizzato per molti anni.
L'ingegnere Marco Ponti è una persona gradevolissima, siamo stati a cena in modo piacevole, ma lui è un fautore del trasporto su gomma. Ripeto sono stato a casa sua a Milano, non ci siamo presi un caffè al bar.
La Valle di Susa è assolutamente favorevole alla Torino-Lione: lo dicono le ultime elezioni. Nel mio comune la lista No TAV ha preso il 7 e il 6,4% cinque anni fa. Così in tutti i Comuni della Valle, con l'eccezione di qualche piccolissimo comune per una forte caratterizzazione di gruppi locali.
Ricordo che un referendum sulla Torino-Lione era già stato indetto da un partito politico vent'anni fa e ci fu una vittoria schiacciante: l'80 era favorevole alla Torino-Lione. Sono strasicuro, Presidente Chiamparino che se avessimo la possibilità di indire un referendum, non solo il Piemonte, ma anche la Valle di Susa sarebbe assolutamente favorevole.
Tant'è che potrei dire, così come il Presidente, che alle ultime manifestazioni ci sono sempre le solite 100 persone, ma con vent'anni in più rispetto a venti anni fa. Anche nella fiaba che raccontiamo, del fortino militarizzato, confondiamo la causa con l'effetto.
La prossima settimana con alcuni parlamentari francesi e con alcuni colleghi del Consiglio della Rhone-Alpes farò di nuovo visita al cantiere di Saint Martin la Porte. A presidiare quel cantiere c'è un vigilante non armato, come può essere un dipendente di una Società qualsiasi che assicura soltanto servizio di portineria, che alza e abbassa la sbarra solo per permettere alle persone di entrare. Si fanno visite continue in quel cantiere. Con la Presidente della II Commissione, Conticelli, è stata organizzata una visita istituzionale della Commissione: mi dispiace che qualche gruppo politico, per scelta, abbia deciso di non prendere visione con i propri occhi dello stesso.
La Torino-Lione, almeno per quanto riguarda la sezione transfrontaliera, è un cantiere da tempo; sono stati scavati diversi chilometri di galleria geognostica e, da un anno e mezzo, vanno avanti i lavori del tunnel principale. Ricordo che in quel cantiere lavorano 530 persone: la società ha deciso di non costruire baracche per gli operai, ma di utilizzare le realtà sul territorio, quali ristoranti, affittacamere alberghi. Grazie a quel cantiere lavora tutto il territorio. Questo per ribadire le ricadute che possono sussistere su un'opera utilissima. La Torino-Lione è un'opera utilissima alla Valle di Susa; una valle che ha lasciato realizzare il raddoppio autostradale del Fréjus quando in tutta Europa, con la Convenzione delle Alpi (di cui mi onoro di far parte del Consiglio direttivo da due anni), tutti i Paesi, erano contro l'aumento delle infrastrutture autostradali e a favore delle infrastrutture ferroviarie.
Noi abbiamo lasciato che venisse realizzato il raddoppio autostradale del Frejus, che entrerà in funzione tra breve, e rappresenterà l'unico attraversamento delle Alpi, senza alcuna limitazione. Il che vuol dire: sistema tangenziale di Torino, sistema autostradale a quattro corsie e doppio senso di marcia per valicare le Alpi su gomma. Dare un incarico costo-benefici ad un fautore trasporto su gomma è come chiedere ad un macellaio se la sua carne è buona.
Lo stesso Marco Ponti, molto simpatico nelle occasioni ludiche, ha chiuso l'intervista dicendo: noi consegneremo una relazione, ma poi, alla fine, chi decide, come è giusto che sia, è la politica.
La Valle di Susa è militarizzata. Presidente Chiamparino, lei ci viene spesso: è tutt'altro che militarizzata. La Valle di Susa ha bisogno di togliere i TIR dalla strada e dell'intermodalità gomma-ferro. Oggi, per poter valicare il Frejus ferroviario c'è bisogno di locomotori di spinta per trasportare fino a 600 tonnellate di merce: con il tunnel di base ne trasportiamo 2000.
Se uno va a interloquire con "Ambrogio Trasporti", il più grande organizzatore di trasporto merci in Europa, vi dirà: "Delle vostre questioni sulla Torino-Lione, sulle infrastrutture ferroviarie o altro a me non interessa nulla, io devo spostare un chilogrammo di merce dal appunto A al punto B, e se lo sposto su questa direttrice, con la gomma mi costa meno e quindi non utilizzerò mai l'attuale ferrovia". Questo è. Se poi alla governance piemontese e a quella nazionale sta bene continuare ad alimentare il trasporto su gomma con ricadute negativissime per l'ambiente della Val di Susa, è una scelta politica. Molte volte la politica si assume queste responsabilità, a torto o a ragione, ma non ripetiamo la barzelletta o le comiche della Val di Susa militarizzata, della Val di Susa No TAV.
Guardate le ultime elezioni, basta fare la somma dei voti assegnati alle forze politiche favorevoli alla Torino-Lione.
Discussioni come queste ne faremo ancora tante. Ieri è stato approvato un ordine del giorno, ovviamente. Un ordine del giorno del Consiglio Comunale di Torino ha importanza dal punto di vista politico e mediatico ma è pur sempre un ordine del giorno. Pertanto, a parte la "scivolata", in un'intervista, dell'ex collega Benvenuto e della Senatrice Maccanti, per quanto riguarda la posizione della Lega, e anche il voto contrario di ieri del capogruppo in Consiglio Comunale, Ricca, che ha votato contro l'ordine del giorno proposto dai loro alleati di Governo, ricordo che coloro che hanno stabilito questo contratto a livello nazionale hanno votato contro.
Quando sento dire che l'analisi affidata a Marco Conti sarà assolutamente oggettiva mi viene da ridere: è notoriamente un ingegnere trasportista favorevole alla trasporto su gomma, come ha sempre espresso in tutta la sua attività professionale e accademica: non ha mai fatto mistero di essere assolutamente favorevole al trasporto su gomma.
Mi auguro che il Consiglio regionale ne discuta più e più volte; voglio anche ricordare che la Torino-Lione non riguarda la città di Torino, la Torino-Lione interessa la Val di Susa, la Regione Piemonte, il sistema Paese: non è una prerogativa della Città di Torino. L'espressione del Consiglio Comunale di Torino, dal punto di vista mediatico e dal punto di vista politico ha un indubbio valore simbolico, ma rimane un ordine del giorno: non enfatizziamolo più di tanto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ferrentino.
La parola alla Consigliera Gancia.



GANCIA Gianna

Grazie, Presidente.
Vorrei solo fare, nella mia ignoranza, come quella, pare, di quasi tutta l'Aula, una precisazione al Consigliere Valetti. Le merci che escono da Nord e che viaggiano su ferro passano dalla Svizzera, che ha costruito due tunnel: uno di 37 chilometri e l'altro di 57 chilometri. La Gronda merci è stata ipotizzata proprio per non far passare le merci in città e indirizzarle opportunamente agli scali.
Passando all'ordine del giorno e alle comunicazioni, ritengo che la Lega nazionale abbia forse fatto un po' il pesce in barile, all'inizio: ma come lei sa, Presidente, governare è difficile ed è corretto trovare dei compromessi prima di arrivare a complete eventuali rotture.
Molte cose sono state dette; intendo precisare che molto spesso ci sono stati dei tafferugli in quella valle e questo è dovuto al fatto che, spesso (ci sono stata più volte) si riunivano proprio in quella valle tutte quelle persone che con la TAV non c'entravano: persone sovversive, come possono confermare anche le forze di polizia, Centri sociali, persone che arrivavano da altre parti, gente che ritrovavamo a protestare in modo poco pacifico in altri luoghi.
A monte, "ma con il senno di poi, non si raggiunge nulla", occorre precisare che forse andava fatto un confronto - questo potrà servire da lezione per tutti - con chi la valle la vive e ci lavora.
Detto questo, la decisione è solo una, dopo aver studiato - non tanto quanto il Ministro Toninelli e i colleghi del Movimento Cinque Stelle che sono qui in Aula, ma dopo aver studiato i dossier, abbiamo potuto notare che o si fa la TAV, oppure non vi sono possibilità di migliorare le ferrovie attuali. Se il traforo resta quello del Frejus e se le pendenze dei percorsi restano le stesse, non si previsto possono prevedere miglioramenti significativi dei tempi di percorrenza e delle capacità di trasporto merci e passeggeri; questo è un dato di fatto anche per chi brandisce la bandiera dell'ecologia e, giustamente, dell'ambiente.
Quindi, senza ironia, questi lavori di miglioramento, di cui s'ipotizza al posto della TAV, significherebbero distruggere tutte le montagne dove passa la linea attuale, rovinando il paesaggio. Cosa che non avviene o comunque, avviene in misura molto più ridotta con la TAV.



(Commenti della Consigliera Frediani)



GANCIA Gianna

Consigliera Frediani, le chiedo cortesemente. Le chiedo cortesemente.
Le chiedo cortesemente.



(Commenti fuori microfono)



GANCIA Gianna

Bene. Io ho ascoltato lei. Le chiedo cortesemente di stare tranquilla e calma.



PRESIDENTE

Consigliera Gancia, parli con la Presidenza e non si preoccupi dei colleghi alle sue spalle. Grazie.



GANCIA Gianna

No, mi preoccupo, perché noi dobbiamo dare e pagare delle tasse a dei cialtroni ignoranti che non hanno mai lavorato: di questo mi preoccupo!



(Applausi in aula)



PRESIDENTE

Presidente! Presidente!



GANCIA Gianna

E dobbiamo sentire questi? Loro possono.



(Accesi commenti in aula)



PRESIDENTE

Presidente Bono! Presidente Bono! Presidente Bono! Il Consiglio è sospeso! Presidente, è fuori!



GANCIA Gianna

Vergognatevi! Vergognatevi!



(Tumulto in aula)



(Il Consiglio, sospeso alle ore ore 15.51 riprende alle ore 15.53)



PRESIDENTE

Il Consiglio riprende. Con il rispetto per ognuno di noi e per le persone presenti in aula, non sono accettabili insulti. Quindi, Presidente Gancia, credo sia inaccettabile. No, non lo do la parola!



(Commenti della Consigliera Gancia)



PRESIDENTE

No, non le do la parola.
Presidente Gancia, chieda scusa o esce anche lei!



(Commenti della Consigliera Gancia)



PRESIDENTE

E allora, fuori anche lei! Il Consiglio è sospeso.



(Il Consiglio, sospeso alle ore 15.54 riprende alle ore 15.55)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Invito i Consiglieri a riprendere posto e invito le persone che sono alle barcacce a fare silenzio, altrimenti le faccio uscire dall'Aula.
Invito i Consiglieri a riprendere posto; riprendiamo i lavori del Consiglio.
Era iscritto a parlare il Consigliere Molinari.
Dica, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Le avrei chiesto una Capigruppo "volante", ma solo per ricostruire un minimo di decenza in aula. Io glielo dico, magari va benissimo.



PRESIDENTE

Magari riusciamo a recuperare.



GRIMALDI Marco

Allora troviamo una modalità per cui i cartelloni, gli applausi, gli insulti e le minacce non si facciano. Punto. E vale per tutti.



PRESIDENTE

Vale per tutti il fatto che non si applaude; vale per tutti il fatto che non si offendono i Consiglieri. Ognuno ha il diritto di esprimere il suo pensiero rispetto a questo tema, mantenendo il rispetto per i colleghi in Consiglio, che siano di maggioranza o che siano di opposizione. E invito questo Consiglio a dare una prova di maturità, perché non si può essere classe dirigente senza riuscire a portare una discussione serena e corretta su questo tema. Questo vale, naturalmente, per tutti.
La parola al Consigliere Molinari per il suo intervento. Se sento una sola parola da parte delle barcacce, vi caccio immediatamente tutti! È chiaro? E non voglio nemmeno che discutiate mentre si sta discutendo! Mighetti, cosa voleva dire? Valetti, dica.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Non approfitterò della sua pazienza; voglio solo precisare che io, come credo anche tutti i colleghi qui presenti, non abbiamo passato un giorno senza lavorare, da quando abbiamo iniziato a fare le "marchette" (fra virgolette); per cui io, prima di essere Consigliere, ho lavorato: non è n un merito né un demerito, c'è anche molta gente che cerca di lavorare e non trova lavoro. Questo in replica alle parole della collega Gancia. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Molinari.



MOLINARI Gabriele

Grazie, Presidente.
Spiace molto un epilogo di questo tipo, anche perché un dibattito su un tema come questo dovrebbe essere profondamente serio e ispirato a criteri di concretezza e rispetto reciproco. È evidente che una continua valutazione dell'altro in termini di realizzazione personale, di vita o culturale e, reciprocamente, anche su livelli d'ignoranza o di ridicolo supposti, non contribuisce a far sì che si creino le condizioni migliori.
Probabilmente, ci vorrebbe uno sforzo da parte di tutti; da parte mia, c'è l'intenzione e la preoccupazione, se possibile, di riportare il tema sul binario, spero molto concreto, di una valutazione che non può essere - in questo caso voglio fare il rappresentante dell'altro Piemonte esclusivamente Torino-centrica.
Da ieri assistiamo a un dibattito profondamente centrato sulla città capoluogo: è ovvio, visto che c'è stato un voto del Consiglio comunale. Ho però, l'impressione che su questo tema ci sia, e non da oggi - ripeto - un profondo accentramento. Invece quello della TAV - e non solo quello della TAV: il tema delle infrastrutture, delle infrastrutture per il Nord a partire dal Piemonte - è un tema che tocca molto anche i territori mediani quelli che insistono tra Torino e Milano; è un tema, come ho già avuto modo di dire in quest'aula, che pone una questione dirimente di collegamento tra la realtà metropolitana di Torino a quella di Milano, e poi tra Torino, in questo caso, e l'Europa, in un corridoio che è a dir poco strategico.
Ritengo che sarebbe importante - anche se mi pare del tutto chiaro che le posizioni reciprocamente contrarie non possono addivenire qui a un ammorbidimento da parte di nessuno, soprattutto in una seduta come questa superando anche gli scontri di questo pomeriggio, arrivare il più possibile, a partire da qui, ad un pronunciamento di coesione rispetto all'importanza di questa infrastruttura.
Personalmente, sono estremamente preoccupato. Non voglio fare un discorso che potrebbe suonare di campanile, da un punto di vista politico sostenendo che è colpa del Governo. Come piemontese, ritengo che l'area del Nord, che è indubitabilmente il traino di questo Paese, il motore di questo Paese, in questa particolare stagione politica si trova pesantemente danneggiata da scelte totalmente scriteriate. Penso, oltre alla questione dalla TAV, al Terzo valico; al retroporto di Genova e all'individuazione di Piacenza.
Penso a una serie di questioni che non possono più essere taciute e soprattutto, non possono più essere taciute all'interno di quest'Aula. Noi rappresentiamo i piemontesi e abbiamo il dovere di rappresentarli in una logica che vada al di là dello schieramento di bandiera. Questioni troppo grandi rispetto alle quali faccio davvero fatica a ritenere che un centrosinistra o un centrodestra possano avere posizioni così diametralmente opposte. Credo sia necessario uno scatto di responsabilità e un richiamo, che in realtà la società civile, ieri, ci ha dato in modo molto chiaro.
Voglio raccontare un aneddoto di questa mattina. Ho parlato con una persona che ieri era presente, un rappresentante delle associazioni, cui è stato polemicamente detto: "Se quest'opera è così importante, pagatevela".
Beh, io penso che all'interno di una dinamica di serietà istituzionale queste siano cose che davvero fanno riflettere, se non accapponare la pelle. La società civile ieri ha dato un segnale; la politica tutta deve raccogliere questo segnale e ci deve essere anche un ragionamento sul livello territoriale di coinvolgimento ed anche, io spero - se così possiamo essere ambiziosi all'interno del Piemonte orientale - di protagonismo.
Questa è una Regione che non finisce a Torino; non finisce, per chi viaggia verso Milano, a Rondissone. E' una Regione grande; è una Regione che ha potenzialità forti e dobbiamo imparare a valorizzarle su tutto il territorio.
Oggi ho voluto presentare un documento condiviso tra tutte le forze, a partire dai Consiglieri del Piemonte orientale, il cosiddetto "Piemonte 2" in modo che questa coesione, questo senso di responsabilità unitario si possa raggiungere.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Non voglio dilungarmi su dettagli tecnici e analisi di traffico, perch sono già stati piuttosto chiari i colleghi - specialmente il collega Valetti che è stato molto preciso - e rischierei di essere noioso, anche se non riuscirei mai a superare, nella noiosità, alcune litanie che abbiamo sentito anche oggi. Vorrei concentrarmi su qualche dettaglio a margine consapevole del fatto che spesso il diavolo si nasconde nei dettagli e alcuni dettagli, forse, raccontano più di una questione rispetto ai fatti e ai dati che di solito esponiamo qui in aula e in altre occasioni.
Quella di oggi questa è una discussione accesa, come molte altre. E' legittimo esprimere in quest'aula idee diverse, a volte persino insultarsi un pochino, non troppo.



PRESIDENTE

Senza esagerare.



BERTOLA Giorgio

Insultarsi un po' senza esagerare; però non è accettabile ricevere delle minacce, come è successo a me, da parte di un Consigliere regionale minacce di violenza fisica, solo per avergli detto che doveva uscire e solo per aver adempiuto al mio ruolo di Questore di Aula, e non tanto per mio gusto - forse per mio gusto farei anche altro.



PRESIDENTE

No, assolutamente; è compito dei Questori accompagnare i Consiglieri fuori.



BERTOLA Giorgio

Quest'atteggiamento violento, non accettabile, la dice lunga anche su preoccupazioni per una realtà che probabilmente sta cambiando.
E' accettabile avere opinioni diverse, anche cattive opinioni l'uno dell'altro - può capitare - però dare del "cialtrone" a delle persone, mi sembra un po' esagerato.
Come Gruppo 5 Stelle siamo i più presenti in Aula e nelle Commissioni ci siamo; siamo solitamente lucidi e sul pezzo rispetto a quanto diciamo sentirsi dare del "cialtrone" da certi pulpiti è un po'... fa un po' specie.
Da certi ambienti si sente dire: "Non avete mai lavorato": ma chi appartiene a un'élite, chi fa parte di un'élite, ha in sfregio e in fastidio persone che appartengono a classi sociali un po' più basse, che a volte faticano a trovare una collocazione di vita, un lavoro o magari hanno, come in alcuni casi, bisogno di un sostegno.
Recentemente ho anche sentito dire, da un rappresentante di Forza Italia, che i soldi per il reddito di cittadinanza sono buttati via.
Certamente chi appartiene a un'élite o chi è ricco, pensa che i soldi per il reddito di cittadinanza siano buttati via, perché non vanno a lui, ma ad altri.
Sento poi un continuo atteggiamento di scandalo. C'è qualcuno ancora scandalizzato che al Governo di questo Paese ci siano due forze politiche tra di loro molto diverse, che hanno fatto un contratto. E,' appunto, un contratto: un qualcosa di talmente chiaro che ciascuno può andarlo a leggere, criticarlo e anche trovarsi in profondo disaccordo. Capisco che a qualcuno possa non andare giù questa novità, che non appartiene al nostro Paese, ma ad altre realtà che spesso sono citate come esempio da usare per indicare efficienza, buona politica o altro. Sicuramente è più trasparente che fare degli accordi del "Nazareno", o cose simili, con chi fino a due minuti prima si diceva avesse rovinato il Paese. Ovviamente, mi riferisco a un passato politico che non c'è più, che è quello di Renzi.
Voglio fare una battuta a Chiamparino - non intendo offendere ed è anche andato via - posso capire che fare il Presidente della Regione Piemonte stanchi. È stressante. Poi capita che si perdano un po' i colpi, e la matematica va a farsi benedire.
Oppure devo pensare che il Presidente Chiamparino sia preveggente: se io avessi saputo, sei mesi fa, che Toninelli sarebbe diventato Ministro dei trasporti, visto che dice sono sei mesi che Toninelli non gli risponde sarei stato rinfrancato prima, perché avrei già saputo, alla fine di aprile, che ci sarebbe stato questo Governo con Toninelli. Ovviamente, è una battuta, perché può capitare di enunciare cifre un po' a caso. Pu assolutamente capitare.
Volevo invece fare una sottolineatura su quanto ha detto il Presidente Chiamparino, che ha tirato fuori il referendum, la consultazione popolare.
Me ne rallegro, perché non più tardi di due settimane fa, in una seduta di Commissione, mentre si parlava della delibera regionale che adotteremo in Consiglio regionale sull'autonomia, avevo detto (peraltro, l'avevo già puntualizzato e lo ripeterò di nuovo) che, a mio avviso, c'era un errore di metodo grave. Perché su un tema così importante, probabilmente dovevano essere sentiti anche i cittadini, come peraltro hanno fatto altre Regioni.
Il Presidente Chiamparino, salvo poi correggere il tiro perché si è accorto che forse era un po' fuori fuoco con quanto aveva dichiarato, ha precisato che il referendum, comunque, è una cosa simbolica. E per correggere il tiro è andato scomodare la semiologia, ma ormai il pasticcetto era fatto.
Oggi invece apprendiamo che sul TAV si vuole addirittura una consultazione popolare. Quasi trent'anni dopo, rispetto a quando si è iniziato a parlare di TAV, salta fuori la consultazione popolare. È interessante, perché potrebbe essere, da parte vostra, un segno di guarigione - ma questa è la mia opinione! - rispetto alla forma di demofobia che vi ha ammorbati e vi ha colpito da qualche anno a questa parte e che si è aggravata dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Una vera forma di demofobia, terrore, paura e anche fastidio rispetto a quelle che possono essere le consultazioni popolari.
Vedo anche una certa agitazione, che è tipica - lo dicevo la volta scorsa - di chi ha un atteggiamento fideistico verso qualcosa. Non è razionale la vostra agitazione, ma deriva, appunto, da una fede, e non da una previsione basata su fatti concreti e sudati. Vi si mette in discussione la fede che avete verso il TAV e vi agitate molto. Ho sentito anche dichiarazioni contrastanti oggi, perché da una parte si dice: "Tanto è solo un ordine del giorno. Non conta nulla. Non è cambiato nulla".
Anch'io, sommessamente, per quanto riguarda la forza politica che ho l'onore di rappresentare, ammetto che non è una novità, perché diciamo da anni che siamo contrari al TAV e sempre da anni produciamo degli atti.
Finalmente, abbiamo anche un'istituzione, dove, essendo in maggioranza questi atti riusciamo a farli approvare (altrimenti, sarebbero passati atti di indirizzo simili anche in altre istituzioni negli anni precedenti!).
Ma, allora, se non conta nulla, perché vi preoccupate così tanto? Ve lo chiedo veramente: perché vi agitate così tanto? Politicamente, io vi condanno tutti, centrodestra e centrosinistra. Ma non tanto perché volete il TAV: ripeto che non sono d'accordo, ma arriverà questa analisi costi/benefici, ci saranno delle decisioni e vedremo cosa succederà. Dicevo che vi condanno non tanto perché volete il TAV, anche se non sono d'accordo, ma perché in nome di questa fede al TAV, avete mandato in vacca tutto il resto per vent'anni! Cioè non si è fatto più nulla! A mio avviso, la vittoria non sarà solo fare o non fare il TAV - per quanto io speri che non si faccia - ma cambiare passo in questa Regione ridare speranza al Piemonte, anche per il lavoro, anche per i giovani che qualcuno definisce "cialtroni" o "persone che non hanno mai lavorato" anche per quelli che non appartengono alla vostra élite, anche per loro! La vittoria per tutti sarà dare una speranza a queste persone; una speranza concreta, su dei fatti, e non una fede che ormai non convince quasi più nessuno.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Intanto voglio esordire spiegando perché credo sia importante che si realizzi l'Alta Velocità fra Torino e Lione (o Parigi). Il motivo è molto banale: chiunque prenda una cartina dell'Europa (e non dell'Italia) comprenderà bene che un'opera di collegamento veloce di merci e persone inevitabilmente non si ferma solo perché fra Torino e il confine con la Francia non si conclude quel pezzo d'opera. Semplicemente, verrebbe scavalcata al di sopra delle Alpi.
Questo, però, da un punto di vista logistico, porterebbe ad un isolamento della nostra Regione, che, invece, sempre dal punto di vista della logistica, potrebbe cogliere un'enorme opportunità, cioè il fatto di essere la Regione che ospita il tratto che da Genova va verso Rotterdam rispetto a quello che da Est va verso Ovest.
Sono cose che sono state dette molte volte, ma io voglio ripeterle.
Perché, altrimenti, sembra che la discussione sulla necessità o meno di fare l'Alta Velocità verta non tanto sul fatto che l'opera sia necessaria all'interno della nostra Regione e di tutto il Nord-Ovest, ma verta quasi su una valutazione ragionieristica, come quando si deve acquistare un'automobile: si fa la comparazione fra modelli simili, quello che costa un po' di più, quello che costa un po' di meno, quello che ha più optional e quant'altro. No. Qui siamo davanti ad una scelta politica di sviluppo di un territorio. Ed è comprensibile che ci sia chi è contrario. Però dovrebbe avere il coraggio, senza infingimenti, di dire che è contrario a quel tipo di opzione, ma non dicendo: "La linea storica è in grado di trasportare ancora".
Gran parte della classe politica (anche il Movimento 5 Stelle) si reca a Roma utilizzando l'Alta Velocità. Prima che ci fosse il treno veloce andava a Roma col treno? No, usava l'aereo. Perché va col treno? Perché ha consentito di unire due città molto lontane fra loro in un tempo breve.
Allora faccio presente che, per esempio, la nostra città e la nostra Regione ha una stretta correlazione di carattere economico ed industriale con la Francia, con Rhône-Alpes e con Parigi e quindi una tratta veloce che non riguardi solo le merci, ma anche le persone, è indispensabile all'interno della nostra area. Altrimenti, il gioco delle ipocrisie è gigantesco: la collega Frediani, con la quale peraltro su altri temi ho anche un buon rapporto di carattere politico quando si tratta del tema spicciolo, ma. Devo dire la verità, e lo dico al Presidente del Consiglio: io non sopporto un aspetto, cioè che vi siano temi su cui le regole si possono non rispettare. Lo dico, perché altrimenti mi sento tutelato, nel momento in cui credo che qualcuno della parte politica a cui appartengo sia stato leso, non di alzare la mano e, magari in modo anche sgarbato come qualche volta faccio, rivolgermi alla Presidenza del Consiglio, ma di alzarmi e battere i pugni ed urlare. Perché se questo è consentito, è consentito sempre. E io credo non debba essere consentito: la butto lì.



PRESIDENTE

Non è consentito mai.



VIGNALE Gian Luca

Non è consentito mai e quindi, magari, quando e se farete un Ufficio di Presidenza, verificate se l'atteggiamento del collega Bono nei confronti del collega Monaco o della Presidenza non sia stato più violento di quello del collega Cassiani - che era di fianco a me - nei confronti del collega Bertola.



PRESIDENTE

Infatti, lo valuteremo.



VIGNALE Gian Luca

Ma non lo dico perché uno mi è più o meno simpatico. Lo dico soltanto perché le regole devono essere regole per tutti. Poi uno le viola e nella mia vita, qualche volta, le ho violate sapendo di farlo, ma consapevole del fatto che ritenevo giusto violarle perché mi sembravano non corrette - ma sapevo che le stavo violando e non pensavo di essere nel giusto.
Detto ciò, credo occorra sgombrare il campo - l'ha detto qualche collega - e mi permetto di dire che non tutti hanno la coscienza tanto pulita come l'area politica cui appartengo, e qui mi fermo. Ricordo che la prima marcia No TAV fu nel 1995 a Sant'Ambrogio di Susa, non accadde né a Givoletto né in Borgata Parella, e credo che quella marcia fosse promossa da un collega oggi in Consiglio regionale e che, per molto tempo, da Presidente della Comunità montana cavalcò quell'iniziativa, promuovendo in ogni Consiglio comunale, da Collegno a Bardonecchia, lo stesso ordine del giorno che i Sindaci non potevano, in qualche modo, non approvare, pena essere bollati come i sindaci Sì TAV.
Questa è la situazione che abbiamo vissuto all'interno della Val di Susa, non ne abbiamo vissuta un'altra. Che poi in Val di Susa vi siano persone contrarie alla TAV, è un dato di fatto. Io non penso che siano solo cento scalmanati; penso vi sia una parte importante della Valle contraria a quell'opera - come vi è sempre contrarietà rispetto alla realizzazione di grandi opere.
Voglio ricordare che in questa città - lo dico perché in quel momento facevo il Presidente di una Circoscrizione interessata dalle grandi opere nel quartiere che avevo l'onore di amministrare, che era ucciso dalla realizzazione della metropolitana e del passante ferroviario, moltissimi cittadini erano contrari alla metropolitana e al passante ferroviario. Ma tendenzialmente cosa fa la politica? Cito Medail e non Cavour, così la collega Frediani non si arrabbia: la politica fa quello che fece Medail imprenditore lionese nato a Bardonecchia, che ebbe l'intuizione di realizzare il Traforo del Frejus. E allora la politica, o almeno la classe dirigente di una realtà che da stato locale è diventato Stato nazionale deve traguardare quelle che sono le legittime arrabbiature locali di una popolazione. E' sempre stato fatto tutto benissimo? No, nel senso che in alcuni casi il collega Ferrentino, che prima citavo, aveva ragione nel dire che c'è stato un momento in cui la gestione della costruzione della linea è stata troppo muscolare e si è dialogato troppo poco con i territori. Da lì è nato l'Osservatorio e quant'altro. Però all'ipocrisia c'è un limite! Cioè non è che se discutiamo di qualunque cosa all'interno di questo Consiglio possiamo discutere liberamente, mentre se si discute di Alta Velocità i paradigmi sono opposti.
Se esiste una parte di territorio in cui c'è il filo spinato - e come l'ha visitata la collega Frediani l'ho visitata anche io, meno volte di sicuro - non è perché qualcuno si è inventato che era indispensabile militarizzare quell'area. È nato dal fatto che un po' di persone, che non erano solo contrarie all'Alta Velocità e che hanno deciso di violare l'ordinamento giudiziario del nostro Paese, hanno deciso di aggredire. Io sono stato contrario, ho fatto battaglie contro iniziative, ma non mi sono sognato di tentare di bloccare con la forza un'iniziativa, perché quando uno agisce con la forza, sa che lo fa violando la legge, con tutto ciò che ne consegue. Quindi, se a qualcuno poi viene dato del violento è perché il Movimento No TAV si è fatto anche rappresentare da una frangia di violenti non lo dico soltanto io, ma lo dicono le cronache giudiziarie.
Se vedo uno con una grande pietra in mano che poi scaglia contro le Forze dell'ordine, che poi sia stato condannato o meno a me non interessa: quello è evidentemente un violento. Perché non è accaduto per caso che si fece una norma, votata da questo Consiglio regionale a larga maggioranza in cui si è previsto che non ci dovessero essere le baracche di cantiere ma gli operai dovessero vivere e mangiare all'interno del territorio perché è stato fatto prendendo l'esempio francese e si è cercato di fare tutto questo. Ma di nuovo: è stato per anni impossibile, perché il fatto che chi operava si dovesse barricare all'interno di un luogo e coloro che lavoravano per l'Alta velocità siano stati aggrediti o i loro furgoni dati alle fiamme, non è accaduto per caso. È accaduto perché all'interno del Movimento - se uno avesse voglia una volta di dirlo, non sarebbe mai tardi c'era e c'è una frangia di violenti che ha utilizzato lo strumento della violenza come strumento di lotta politica, come in questo Paese accade da tantissimo tempo. Ma quella non è contrarietà ad un'opera, è uno strumento di superamento dell'ordinamento democratico.
Mi fermo qui, ma ricordo soltanto che se uno analizzale ultime elezioni, chi si è candidato facendo una grande battaglia per la TAV non è stato eletto; chi si è candidato essendo favorevole alla TAV è stato eletto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Conticelli.



CONTICELLI Nadia

Grazie, Presidente Anch'io chiedo scusa per i toni fuori luogo che abbiamo utilizzato però è difficile mantenere un certo self control quando si sente fare dell'ironia sulla pelle dei piemontesi, quando si sentono delle opinioni (anche meno che opinioni) spacciate per analisi tecniche in una specie di campagna elettorale perenne. Anche questa, giocata sulle spalle dei nostri concittadini e dei nostri corregionali.
È questa l'ignoranza, però, a differenza dell'ignoranza di chi ignora questa è un'ignoranza non innocente, ma truffaldina, perché è l'ignoranza che subordina l'interesse generale al particolare, quindi all'interesse di un Movimento che ha fatto di questa lotta la base portante, il piedistallo del proprio consenso, per fortuna sempre più circoscritto.
Questo è il senso dell'ordine del giorno: inutile dal punto di vista amministrativo, inutile politicamente, se non per parlare ad una ristrettissima base di fedelissimi, tutti ormai datati come età. Come ha già detto il collega Ferrentino, bastava guardare chi c'era ieri davanti al Comune di Torino, chi chiedeva che le opere venissero completate e chi ha tirato fuori le bandiere lise dei No TAV. È solo propaganda, però chi è presente nelle Istituzioni non può fare solo propaganda.
Ieri abbiamo visto anche la pantomima in Consiglio comunale, a Torino di un dibattito senza contraddittorio: è intervenuta un'unica parte politica; uno dopo l'altro, da soli, confrontandosi da soli. Potevano farlo anche nel salotto di casa, invece hanno affittato la Sala Rossa.
Si è parlato della vecchia ferrovia. Anch'io non entrerò nel merito dei dati tecnici, perché onestamente è un po' difficile interloquire: scappano sempre, quando ne parliamo! Pazienza: la stessa cosa è stata fatta durante il sopralluogo, la stessa cosa è stata fatta in Commissione.
La vecchia ferrovia è curva e pendente. Si è parlato dell'adeguamento del 2011 - certo - per container, ma non allo standard europeo e chi ha parlato in quest'Aula lo sa bene. Sulla vecchia ferrovia servono due locomotive a traino, a volte una terza, per spingere. Locomotive che, poi tornano a vuoto. Questi sono costi e tempi che non rendono il nostro Stato e la nostra regione competitivi. Si trasportano al massimo 400 tonnellate alla volta, quando i tunnel svizzeri ne caricano 1600, con una sola locomotiva. Noi - ripeto - 400, con tre locomotive.
Oggi transitano 30 treni al giorno. Sono pochissimi, certo, non perch non ci sia la richiesta, ma perché la ferrovia non ne può contenere di più.
Potrebbero diventare 50, si potrebbe passare da sei milioni di tonnellate a 40. Questa è un'infrastruttura, questo è il valore di un'infrastruttura non un valore simbolico.
Viviamo in un mondo sempre più piccolo: facciamo finta di essere all'interno di una boccia come quelle con dentro la neve, che si scuotono facciamo finta di non esserci accorti che il raddoppio del Canale di Suez ha portato il traffico con il Pireo da 700 mila tonnellate a 4 milioni e mezzo, che negli ultimi anni c'è stato un aumento del commercio con la Francia del 38%, con un saldo attivo di 25 miliardi. Parliamo, inoltre, di posti di lavoro.
Come Commissione, abbiamo fatto un sopralluogo (l'hanno già ricordato i colleghi): prima siamo andati nella parte francese, a Saint Jean de Maurienne, dove abbiamo visto un cantiere moderno, attento all'ambiente abbiamo visto un territorio che ha ritrovato anche lavoro e sviluppo (dei 450 addetti, 200 sono locali), abbiamo visto un vecchio capannone, una segheria dismessa tornare a lavorare, abbiamo visto il tunnel, peraltro, un pezzo è già realizzato, e poi siamo tornati nella parte italiana, come ladri.
Nella parte italiana, il cantiere l'abbiamo visto dalla collina, dietro il filo spinato, presidiati. I pochi imprenditori che hanno tentato di aderire a un modello di cui la Regione è stata anche protagonista e che avrebbe voluto portare anche qui quello stesso sviluppo, sono stati minacciati dalla criminalità organizzata, non da libere associazioni di cittadini, anche se così si vuole spacciare il movimento. Questo condanna il Piemonte, la regione e i nostri cittadini alla residualità.
Io auspico anche che, prima o poi, qualcuno voglia prendersi il mal di pancia di indagare sui finanziamenti a questo movimento libero di cittadini. Forse lo era quando è nato, ma oggi è un movimento che ha trasformato la Valle di Susa in una palestra europea di addestramento di gruppi armati e sovversivi, che ha svenduto il nostro territorio a gruppi che con il territorio non c'entrano niente, per fare la loro guerriglia per addestrarsi. Siamo territorio di addestramento: la nostra valle è territorio di addestramento. Questi sono quelli che hanno a cuore la Valle di Susa! Dicevo: abbiamo visto il tunnel, perché il tunnel, per oltre il 40%, è scavato e l'altra parte - la galleria della Maddalena, quella che era la galleria esplorativa e che diventerà galleria di sicurezza - è finita.
Chi oggi dice che si può decidere se costruire o non costruire il tunnel per l'Alta Velocità sta mentendo in maniera deliberata. Sta mentendo, perché non siamo all'anno zero: il tunnel c'è, l'opera è realizzata per il 50%. Ci sarebbero dei costi altissimi - altissimi - a fermarla, o pensiamo - come ho sentito dire quest'estate in Val di Susa di poter usare la galleria per coltivare i funghi?



(Commenti fuori microfono)



CONTICELLI Nadia

No, non l'hai detto tu: è stato detto in un dibattito.
Tutto questo, sempre sulle spalle, non solo delle nostre imprese e dello sviluppo economico, ma anche dei nostri giovani e del nostro futuro perché sulle strade, insieme alle merci, passano anche le idee, passa anche la cultura, passa il futuro del Paese.
Noi ci mettiamo la faccia, certo; come Consiglio regionale spero che la metteremo anche con un ordine del giorno. Ci mettiamo la faccia per i 450 posti già creati nel cantiere di lavoro, ci mettiamo la faccia per non condannare questa regione e questo Paese all'isolamento e alla retrocessione economica. Non siamo, però, sempre e solo in un eterno reality, perché questa condanna pesa già oggi, in particolare su quest'area metropolitana, perché la scenetta di ieri in Consiglio comunale non ha alcun effetto dal punto di vista amministrativo, ma ha il sicuro effetto di scoraggiare e far scappare gli investitori. Ha il sicuro effetto di condannare questa città a tenersi i buchi neri delle sue fabbriche dismesse e infatti i grossi progetti d'infrastrutturazione della città sono stati abbandonati.
Va bene il referendum: ma quante volte ancora i piemontesi si devono esprimere? Si sono espressi nelle sedi istituzionali e con il voto: il Movimento che sostiene l'interruzione della TAV rappresenta il 30% di questo Paese. Ripeto, il 30%. Tutti gli altri partiti e movimenti sostengono la necessità logica e coerente di portare a termine lo sviluppo infrastrutturale del nostro Paese.
Non si può e non è accettabile che questo si dica in sedi istituzionali, che si possa sempre tornare alla casella numero 1 come nel gioco dell'oca perché questo comporta dei costi. Costa delle penalità, già oggi, che pagano i nostri cittadini. Dobbiamo dirlo e non possiamo nasconderci. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Allemano; ne ha facoltà.



ALLEMANO Paolo

Grazie, Presidente.
Ritengo che oggi troppe volte si sia usata la parola "ignoranti". Penso che un atteggiamento solipsistico, cioè di chi risolve ogni realtà in s medesimo, oltre a non addirsi ad una Aula parlamentare, abbia anche due effetti collaterali piuttosto negativi. Il primo è considerare ignoranti oltre al Parlamento di Bruxelles, quello francese e quello italiano un'infinità di persone che hanno passato vent'anni a prendere deliberazioni e a fare studi tecnici. Può darsi che qualcuno qui abbia l'illuminazione e abbia capito tutto, ma dubito sempre che uno, da solo, pensi che la soluzione sia quella opposta a quella che in vent'anni è stata strutturata.
Scusate, ma tutte queste certezze tolgono ogni credibilità residua, se mai ce l'aveva, all'approfondimento in corso presso il Ministero guidato dal Ministro Toninelli. Avete detto apertamente che quest'opera non si farà perché siete sicuri che non serve. Allora perché ci prendete anche in giro dicendo che c'è un approfondito esame in corso? Questa cosa mi sembra che faccia parte di una farsa che potreste risparmiarci perché è ridicola se avete già la soluzione.
Con il beneficio del dubbio, altrimenti sarei in contraddizione con la premessa, ritengo che quest'opera abbia ragione di essere, ritengo che se un errore c'è stato, è stato nella comunicazione. Per motivi indiretti ho un membro della mia famiglia che vive in Germania e ha partecipato, negli ultimi anni, a dei laboratori che il Governo tedesco, l'università, hanno voluto in tutta la dorsale della Germania interessata dal rifacimento delle linee elettriche. La Germania ha rinunciato al nucleare e deve cambiare gli elettrodotti che devono essere adattati alle energie eoliche del nord.
Questa è un'opera di enorme impatto, la prima cosa che hanno fatto in Germania è stata quella di chiamare dei tecnici, guidati dalle università per andare nelle comunità e vedere che impatto aveva l'opera e come poteva essere modificata. Se avessimo speso un decimo dei soldi che stiamo spendendo nella sicurezza dei cantieri in questo tipo di lavoro probabilmente, oggi, avremmo molti problemi in meno. Ma non è detto che non si possa ancora fare un'operazione di questo tipo, piuttosto che andare avanti con i Sì Tav contrapposti ai No Tav.
Concludo dicendo che, semmai, in passato, ho avuto qualche simpatia per la decrescita felice, visto che viene rappresentata nei fatti come un declino infelice, io non dedicherò mai più il mio tempo a letture che riguardano la decrescita felice, anche perché la vedo declinata in modo molto opportunistico. Questo è stato detto dal Presidente. Non si può usare una misura per la TAP e una misura per la TAV, non si può usare una Regione come camera di compensazione. Tutto questo con la decrescita ha poco a che fare e sicuramente nulla con la felicità.
Ringrazio per questa discussione e il Presidente per la sua comunicazione; voterò convintamente a favore dell'ordine del giorno, nella consapevolezza che il Piemonte, non soltanto Torino e la Valle Susa. hanno da oggi, più elementi per considerare quest'opera sicura, sostenibile e conditio sine qua non per la crescita del Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Intanto non mi stupisce questa discussione, mi stupisce solo il fatto che non si siano ricordati i passaggi precedenti, anche della comunità torinese, sulla vicenda. Mi aveva fatto ben più concentrare sulle attività del Consiglio comunale la prima presa di posizione, a dicembre di due anni fa, sull'uscita dell'Osservatorio in cui si esplicitava la posizione del Comune di Torino. Si diceva, ancora più nettamente, che la Città di Torino era contraria e avrebbe avversato, in ogni luogo istituzionale, così c'era scritto, la realizzazione dell'opera.
Mi fa più strano, invece, quello che è successo nelle scorse ore. Credo che l'inversione a U di una parte dei contraenti dell'accordo di governo sulla Tap abbia portato a questa accelerazione. Di questo tipo di opzione politica tutto si può fare, meno che un bersaglio il Movimento 5 Stelle torinese che, come parte della sinistra in questa città e in questa comunità, da sempre, è contrario a quest'opera.
Faccio parte di un movimento che ha posizioni diverse su quest'opera.
Devo dire la verità non è la prima volta che mi capita. Vedo davanti a me l'Assessora Monica Cerutti, alla mia sinistra il Consigliere Antonio Ferrentino: eravamo in SeL e, ancora prima, nei Democratici di Sinistra c'erano posizioni molto diverse. Vi dico perché, per tanti anni, ho pensato che quest'opera non fosse così strategica, ma non sono mai stato un No TAV da Valle di Susa (la contraddizione me la tengo). Non sono un No TAV valsusino, lo sa bene il movimento No TAV. E' un po' diverso essere No TAV in Valle Susa che nel resto d'Italia. Penso sia una tipicità molto diversa da quella che ha raccontato la Consigliera Conticelli.
Non credevo al danno ambientale in quanto tale, credo sia, come sempre molto più dannoso per una valle come la Valle Susa l'attraversamento di quell'autostrada e il raddoppio di quell'autostrada. Non credevo, e non credo, che le grandi opere siano solo "mangiatoia", come si usa nella dinamica attuale della discussione politica. D'altra, parte, devo dire la verità, a tutti gli ecologisti o ai fintamente ecologisti Sì TAV rimprovero il fatto che in questi vent'anni non si è fatto niente per convincere le ragioni di chi pensava che la TAV fosse un'infrastruttura troppo pesante e troppo economicamente dispendiosa e, soprattutto, che arrivava, come dire da un'inversione della piramide: molti ecologisti dicevano da tempo che sarebbe stato necessario partire dal nodo torinese, lo dicono i dati ancora oggi - quelli sì incontrovertibili - a fronte di 2.700 passaggi di TIR in Val Susa, ogni giorno, ci sono almeno 240 mila mezzi che trafficano le nostre tangenziali. Se tutta la retorica investita sulla TAV si fosse investita per completare le opere torinesi, a partire dalla prima e dalla seconda linea metropolitana, altra contraddizione che nessun giornale ha notato in queste ore... La Città di Torino presenta in Regione Piemonte l'ultimo passaggio di avanzamento sulla seconda linea di metropolitana sapete quanto è finanziata dal pubblico? Pare meno del 50%. A me piacerebbe che in questo tipo di discussione, in cui il Consiglio regionale approverà un documento che, in alternativa a quello della Città (è già successo tutto a dicembre di due anni fa), per esempio, si discutesse seriamente se l'intenzione è quella espressa da Toninelli; quella - se capisco bene - di sospendere, tra l'altro, neanche d'interrompere l'opera. E questo fa parte delle mie ragioni, diciamo, per cui sono stato per tanti anni e per cui io non finanzierei prioritariamente la TAV, lo dico sinceramente.
Vorrei proprio capire se questa inversione di tendenza possa servire effettivamente al nostro Paese, per costruire la seconda linea di metropolitana a spese pubbliche? Se sì, ve lo dico sinceramente, non c'è questione di schieramenti, sarò a favore di quest'ipotesi. È così? È possibile, visto che io non credo che ci siano penali su questa vicenda, di sicuro ci sono già degli esborsi pubblici. Non sono 8 miliardi, sono forse 400/600 milioni già spesi dall'Unione Europea? È possibile far tutto questo, senza mettere in sicurezza quell'opera e lo stato d'avanzamento dei lavori? Anche questo spero che venga edotto nelle prossime ore, quando il Governo chiuderà questa partita, se capisco bene.
Penso sarebbe interessante capire quanto la vicenda Unione Europea sia stata utilizzata strumentalmente in questa vicenda; non sono quasi per niente d'accordo con la narrazione dominante che tutta questa vicenda sia legata ai finanziamenti dell'Unione Europea: i finanziamenti dell'Unione Europea sono, tutto sommato, molto esigui rispetto al costo totale dell'opera. Per questo negli anni - forse, Antonio ha cambiato idea, io no ho sempre pensato che se la TAV fosse stata così strategica, si doveva partire dal nodo torinese. Certo mi direte voi che c'erano accordi internazionali: ricordo solo che il cronoprogramma è sballato di almeno sei/sette anni. Certo c'erano delle partite che non dovevamo perdere ricordo però che il 60% degli oneri rischia, alla fine di questa vicenda di essere tutto sulle spalle italiane e che il contributo europeo non sia di fatto, più del 20% dell'intera opera.
A me piacerebbe tanto, come ho già detto tante volte anche al Presidente Chiamparino, che davanti a una nuvola così nera che copre dalle Alpi fino al Veneto, la vicenda della TAV fosse uno dei punti. Se tutta questa narrazione che continuiamo a sentire, se quella contrapposizione che ho visto, ancora ieri, davanti al Comune fosse stata riversata sul trasporto pubblico locale, se quello stesso impegno fosse stato attuato per disincentivare la gomma, oggi sarebbe più comprensibile chi è il vero fronte degli ambientalisti e chi è il vero fronte dei progressisti e se questo fronte è lo stesso; nel mio mondo il fronte degli ambientalisti e il fronte dei progressisti dovrebbe stare dalla stessa parte.
A voi, che ho sentito molto certi, a differenza di me con i miei dubbi in questa discussione, un invito almeno a capire di che cosa stiamo parlando fino in fondo; a chi ha provato a studiare e non dà dell'ignorante a nessun altro di coloro che sono intervenuti, almeno ha ancora il dubbio di capire perché un'opera su ferro, che dovrebbe essere così strategica in un mondo come quello di oggi, sia diventato, invece, anche un simbolo degli sprechi nel pubblico. Sarà che l'Alta Velocità è gonfiata da Milano fin qui di oltre del 200% dei suoi costi? Sarà che ancora oggi discutiamo di un pezzo del nodo, senza aver sciolto nessun altro dubbio sul tema della gomma? Neanche sulla governance; e sapete benissimo che in Valle c'è qualcuno che fa il bello e il cattivo tempo sulla gomma e che nessuno ha voluto, sul tema dell'autostrada, accendere i riflettori. Neanche un pezzo del Movimento.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Sì, guardi le do del lei, se non vuoi che ti dia del tu: mi pare fossimo dalla stessa parte quando accendevamo quei riflettori, e non mi pare che gran parte né del movimento Sì TAV, né del movimento No TAV abbiano messo in discussione il raddoppio della doppia canna.
Lo dico ai nostri cari Consiglieri: il problema non è cosa dirà oggi la Regione Piemonte, e lo dico anche al Presidente Chiamparino, che oggi invoca un referendum. Quando lo chiedevamo noi dieci anni fa, si diceva che era già tutto fatto. Dieci anni fa! Quando noi chiedevamo di fare quel.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Sì, sì, ma adesso facciamolo. Se il popolo piemontese sceglierà di fare la TAV, dirò che.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Sì, è quello che stavo per dire, Presidente.



PRESIDENTE

Lasciamo concludere il Consigliere Grimaldi.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Non si accalori; si è già accalorato troppo, guardi.



PRESIDENTE

Ha dieci minuti, Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Si accalora da vent'anni su questo tema. Stavo semplicemente dicendo che, visto che c'è chi si accalora da vent'anni, si poteva accalorare e chiedere coalizioni civiche ben più ampie su problemi ben più ampi che ha il nostro trasporto merci, il nostro trasporto su gomma e soprattutto tutto il trasporto pendolare. Perché le risorse c'entrano. Io non sono fra quelli che dicono che dieci chilometri di TAV equivalgono alla seconda linea di metropolitana, ma sarà ben un punto di vista per capire se questa è solo retorica o no; rivoltarla verso un Governo che pare vada verso la sospensione e dire: "Bene, i miliardi che risparmiamo sulla TAV li mettiamo nella seconda linea di metropolitana", allora vi chiedo di convergere su quello che state dicendo, ritirare quello che avete detto la scorsa settimana, chiedendo il 60% dei finanziamenti privati, ed essere onesti: "Sospendiamo la TAV e i soldi che volevamo mettere sulla TAV li metteremo sulle infrastrutture del trasporto merci e soprattutto del trasporto pubblico torinese". Io, per quanto possa rappresentare la posizione di un singolo, sarò dalla vostra parte. Se non è così e se è solo un bluff elettorale: guardate che vi si ritorcerà di nuovo contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Prima ho alzato la mano nel momento di massima concitazione, diciamo ho alzato la mano perché, al di là delle valutazioni politiche sul tema che è stato portato oggi in Consiglio, ritengo che occorra fare una valutazione su quello che il Consiglio sta facendo in questi ultimi mesi e che farà prossimamente.
Credo che oggi si sia toccato abbastanza il fondo e penso che la maggioranza si trovi a un bivio; a un bivio tra il fare e il fare campagna elettorale, perché abbiamo degli appuntamenti importanti: dobbiamo approvare un assestamento di bilancio, dobbiamo approvare un previsionale dobbiamo approvare dei documenti importanti in I Commissione, dobbiamo portare alla Regione degli elementi importanti prima della scadenza di questo mandato. E invece ci abbandoniamo ciclicamente in queste comunicazioni in aula che fanno perdere dalla mezza giornata alla giornata completa a tutti i Consiglieri regionali.
Penso che dobbiate ancora entrare nell'ottica che, anche se c'è un Governo nazionale che non è più del vostro colore, voi siete ancora maggioranza - per poco, ma lo siete - quindi vi richiamo a far sì che il nostro tempo - che è un breve tempo ancora su questi scranni - sia un tempo ben impiegato e non un tempo utilizzato per fare provocazioni all'avversario politico: provocazioni che, di fatto, chiamano sempre in causa il Governo nazionale, provocazioni che chiamano in causa il Consiglio comunale di Torino: sempre provocazioni altre rispetto a questo consesso.
Ritengo che si sia toccato il fondo anche con le parole. Si è toccato il fondo perché penso che in quest'Aula ci siano tanti Consiglieri che fanno il loro lavoro, tanti Consiglieri che hanno fatto della politica il loro lavoro, tanti Consiglieri che hanno fatto il loro lavoro prima di fare la politica. Personalmente ho sempre lavorato: ho lavorato quando studiavo ho lavorato fino all'ultimo giorno prima di iniziare quest'avventura e ricomincerò a lavorare il giorno dopo che quest'avventura sarà finita.
Io ho una professione e credo che il fatto di ricevere delle accuse di essere una persona che non ha mai lavorato leda irrimediabilmente in primis la mia reputazione e, in secondo luogo, la fiducia riposta in me dai miei clienti durante gli anni. Queste persone potrebbero essersi considerate prese in giro e poi queste persone potrebbero non essere più nelle condizioni di darmi fiducia quando io mi rimetterò a lavorare, perché io mi rimetterò a lavorare finito questo mandato.
Di conseguenza, credo che ci sia stata una doppia mancanza di rispetto: una mancanza di rispetto da chi ha proferito parole fuori luogo e una mancanza di rispetto da chi, goffamente - e ritengo che goffamente sia la parola adeguata per il caso - ha applaudito a una dichiarazione del genere.
Quindi, nei prossimi giorni cercherò di individuare quali sono le azioni che posso mettere in campo per tutelare la mia vita professionale.
D'altro canto, si sono sentiti altri tipi di accuse: accuse di movimento terroristico, ad esempio. Qui in Val Susa sembra che, a giudizio del Partito Democratico, ci sia un movimento terroristico. Penso che la violenza non sia mai giustificata, non ho mai giustificato atti violenti né in Val Susa né sul Terzo Valico, dove la mia attività politica si esplica con maggior vigore e con maggior attenzione, ma penso proprio che quest'accostamento a campo di addestramento, come se a Torino fossimo alle porte dell'Afghanistan, sia chiaramente sballato, diciamo così.
Più sul tema, vorrei fare una sola riflessione; una riflessione che nasce dalle parole del Presidente. Il Presidente, in un passaggio del suo discorso, faceva riferimento ai porti italiani e a quello che può fare di buono il TAV per i porti italiani. Vede, Presidente, io la invito a pensare a questo piccolo particolare: oltre le Alpi, ci sono tanti porti: ci sono porti sull'Atlantico, porti sul Mediterraneo, alcuni diretti concorrenti dei nostri porti liguri. Se noi pensiamo a uno sviluppo della logistica che sia nell'interesse del nostro Paese, probabilmente, avremmo valutato che questo progetto abbia una sua utilità logistica - e mi metto con la visuale dei suoi occhi - e che funzioni veramente, probabilmente sarebbe un progetto concorrente alle attività dei porti italiani, quindi Marsiglia farà concorrenza al porto di Genova con maggior vigore. Questo lo dice la geografia, non è che lo dicono grandi calcoli. È una semplice valutazione.
Vorrei finire con una considerazione sui progetti in generale, Terzo Valico e TAV che affascinano grandemente le platee politiche da anni. La gente - voi dite - è con noi, tutti vogliono il TAV, tutti vogliono il Terzo Valico;: per capire questi progetti, bisogna approfondirli molto bisogna studiare molto, ed io, che mi occupo da alcuni anni di Terzo Valico, non ho mai avuto un colloquio politico di livello su questo tema.
Su questo tema ci sono stati solo colloqui politici, che non avevano chiara la vera portata di questa opera. Non avevano chiaro il Progetto; non avevano chiare le implicazioni; non avevano chiare neanche quali fossero le esternalità negative; esternalità negative che rendono il progetto del Terzo Valico un progetto a sé stante, staccato da un contesto.
Vi faccio l'esempio più classico: il progetto che sbaglia strada. Ci riempiamo la bocca di corridoio Genova-Rotterdam, ma Genova-Rotterdam non passa da Milano. E' come andare a infognarci nel centro storico per attraversare una grande città. E' la stessa identica situazione.
Io vi invito a un dialogo sereno sulle questioni che ci competono in questo Consiglio, un dialogo che serva a qualcosa per i piemontesi e di lasciare la campagna elettorale fuori da quest'Aula, perché i piemontesi non si meritano un finale di legislatura come questo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Chiapello; ne ha facoltà.



CHIAPELLO Carla

Penso sia doverosa una considerazione: il Gruppo della Lega Nord almeno qua in Regione, non ha mai avuto una posizione ambigua, perch quando si presenta un ordine del giorno è tra i primi firmatari.
Non vorrei entrare nelle questioni tecniche, mi limito a fare alcune considerazioni.
Non conosco Marco Ponti, ho letto una sua intervista ieri su "La Stampa", secondo cui il trasporto su gomma costa circa 40 miliardi, mentre quello su ferrovia 8. Lo Stato, quindi, guadagna 40 miliardi dal trasporto su gomma e ne spende 8 per quello su ferro.
Io mi chiedo come faccia un Movimento, come quello dei 5 Stelle, che si dichiara dalla parte dei cittadini, a stare in questo caso contro i cittadini, perché fra i cittadini e lo Stato sceglie di far risparmiare lo Stato.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Monaco; ne ha facoltà.



MONACO Alfredo

Grazie, Presidente.
Volevo cominciare il mio intervento da quella che è stata una delle battute, o uno dei passaggi più importanti del tonico intervento del Presidente Chiamparino.
Secondo il Presidente, a questo punto il tunnel di base è un elemento indispensabile per la crescita futura e per dotare la Regione Piemonte di uno strumento infrastrutturale di rilievo e d'importanza primaria. Il Presidente si è dichiarato - e credo che questo sia un passaggio che vada rimarcato in modo forte - disponibile a valutare eventuali temi che possano variare dal progetto originale, fatto il tunnel di base.
Quest'aspetto va recepito e apprezzato; secondo me, merita il plauso anche dei più acerrimi avversari. Fino a qualche mese fa, qualcuno ha voluto a tutti affrontare la questione in termini di "sì o no", senza dare un'interpretazione o cercare una soluzione che fosse la migliore possibile.
Sembra quasi che l'accordo tacito che si sta stabilendo fra due forze politiche è di dire: io faccio le mie cose, tu fai le tue cose, senza ostacolarci a vicenda. Ma il prezzo lo pagherà, per quanto riguarda le grandi opere, il Piemonte.
Sembra abbastanza palese che la TAV sia lo strumento che probabilmente sarà messo sul piatto della bilancia per raggiungere la mediazione fra le due forze cui il Presidente Chiamparino ha fatto riferimento, ossia i due Vicepremier, come per dire: mentre voi ve la "bamblinate" e vi giocate la TAV, il prezzo lo pagano solo ed esclusivamente i piemontesi.
Il tunnel di base va fatto, ma fatto quello, ricordiamo che abbiamo già speso e investito un miliardo e mezzo di euro. Per non buttare quel miliardo e mezzo, vediamo se è migliorabile qualcosa e se si può fare di più.
Mi sembra di aver compreso questo dall'intervento, ma se la risposta migliore e più seria che possiamo avere del Ministro Toninelli è l'immagine che ci fornisce il venerdì sera Maurizio Crozza, forse lei, Presidente avrà difficoltà ad avere risposte serie.
Se lo chiede a Crozza, forse le dirà cose più interessanti rispetto al silenzio, che evidentemente non può replicare nulla più del silenzio.
E' interessante notare come un'opera infrastrutturale, che certamente diventa un corridoio importante per il territorio padano, rappresenta uno sbocco importante, come deve essere, di collegamento per il porto di Genova e dei porti del Nord-Ovest, ma anche del Nord-Est, come di collegamento Nord-Sud.
Io sfido tutti quelli della decrescita felice, perché evidentemente sono felici di essere in decrescita, a prendere oggi un mezzo di trasporto che li porti in giro per l'Italia, ma che impieghi, come una volta, 10, 12 o 14 ore.
Mi immagino che tutti vadano a prendere un Frecciarossa se devono viaggiare nel Nord Italia o andare verso il Sud, ma poi si lamentano che non ci sono ulteriori Frecciarossa o Italo verso Reggio Calabria.
Il vero tema è che queste opere si fermano a 200 chilometri a sud di Roma e non vanno oltre, per il momento. Consideriamo invece che gran parte degli italiani immigrati a nord e in Piemonte negli anni '60, avrebbero piacere di tornare più rapidamente nelle terre d'origine.
Oggi è molto comodo, però evidentemente, per opportunità politica, si decide di lasciare il Piemonte in arretratezza per favorire lo sviluppo di altre Regioni.
Io credo che sbaglino. Stanno sbagliando i conti in modo clamoroso.
Ormai la macroregione del Nord è un fatto; non si può considerare il piccolo confine. Se qualcuno sta immaginando di far crescere il Nord-Est e la Lombardia a spese del Piemonte, magari ciò avverrà in un tempo molto breve, ma a lungo termine ne avrebbero un detrimento anche loro.
Non si può fare il parassita su un territorio limitrofo pensando di averne un vantaggio a lungo termine. Sarà brevissimo. Si sveglino e facciano bene i conti. Se hanno piacere di continuare a far crescere la Lombardia e il Nord-Est, dovrebbero avere la lungimiranza di far crescere anche il Nord-Ovest, e non immaginare che, poiché ha un colore politico diverso, bisogna affossarlo e dimenticarlo, credendo che le elezioni possano dire chissà cosa.
Però, Presidente, devo fare un'annotazione di tipo personale: non è la prima volta che ricevo insulti e minacce stando al mio banco. È almeno la seconda volta, che io ricordi a memoria breve. Quest'oggi mi sono limitato a guardare e a sorridere, annuendo alla battuta della Presidente Gancia che - attenzione - non condivido nemmeno pienamente. Perché quando lei si è rivolta dicendo: "Mi rifiuto di pensare che le mie tasse servano a pagare i cialtroni o i nullafacenti" - grosso modo le parole verbalizzate dovrebbero essere quelle - non concordo con lei e non credo che sia esattamente così.
Le sue tasse, così come quelle di tutti coloro che lavorano, servono a finanziare quella roba lì. Ma non mi sembra che abbia fatto dei nomi quindi chiunque abbia alzato la mano dicendo "Io lavoro" o "Io non lavoro".
Nessuno gli ha chiesto: "Fammi vedere quanto hai lavorato o se lavori". Per carità, io ritengo che tutti coloro che lavorano, o che cercano lavoro o che fanno lavoretti, meritino dignità. Ma tutti meritano dignità se si svegliano al mattino e svolgono il proprio lavoro.
Ma non condivido quello che ha detto perché non solo vuole sottrarsi a pagare quello, ma anche al fatto che dovrà pagare i debiti per fare quello.
Perché c'è un debito oltre a quello che si paga. Perché non è che oggi ci stanno chiedendo di pagare qualche euro per aiutare e per essere solidali.
Si dice: "Tu paghi oggi le tasse per dare nessuna crescita, per distribuire un po' di soldi, così. Allo stesso tempo, mi devi anche pagare i debiti". E chi li pagherà? Quelli che non ne hanno o quelli che si svegliano la mattina e glieli prendi all'origine? Poiché si è parlato di élite, vorrei porre due piccoli esempi.
Mia madre, che è una nonnina di 84 anni che ha una pensione mensile di 850 euro, compresa la reversibilità, è molto incazzata, Presidente. Perch non può immaginare che dopo aver lavorato dai 16 anni fino ai 70, quasi, e prendendo 850 euro di pensione compresa la reversibilità, qualcuno che forse non ha fatto mai niente prenderà un reddito di pensione o un reddito di cittadinanza di 780 euro. Mi ha detto: "Scusa, ma perché tutta la vita ho dovuto pagare e ho dovuto lavorare?". Questa è la prima rimostranza, e non mi sembra che si parli di "èlite" con questo stipendio.
Veniamo al secondo esempio. Stamattina, prima di venire in Consiglio mi son fermato, come da tradizione, a fare la spesa al banco di frutta e verdura. Mi avvicina una signora che vende frutta e verdura, un'immigrata che lavora in Italia e che proviene da un Paese europeo, e sapendo che mi occupo di politica, mi dice: "Ma lei è Consigliere a Torino?", alzando il dito. "Ma lei non è che ha votato No TAV?". Io ho risposto: "No, guardi, io sono in Consiglio regionale ed è in corso il dibattito. Ma sono col Presidente Chiamparino". Mi ha risposto: "Bene. Perché questi ci rovinano!".
Io non credo che una persona che vende ad un banco di mercato di corso Racconigi possa essere considerata "élite", che vuole snobbare la gente che lavora o che cerca lavoro.
Ho portato due piccoli esempi, capitati nelle scorse ore (uno pochissime ore fa) che credo siano emblematici di quale possa essere l'umore e la preoccupazione di tanta gente che si sta svegliando e sta scoprendo che tante promesse e tante speranze cui tutti siamo appellati e speriamo che possano realizzarsi si stiano rivelando fuffa pericolosa per quello che è il destino e il futuro del Paese.
Presidente, io credo che sia il caso che lei intervenga anche sugli inqualificabili eventi accaduti oggi; faccia un'indagine accurata e prenda dei provvedimenti. Perché non è pensabile che se un Consigliere sorride o finge di applaudire (finge, perché non le batte nemmeno le mani) debba essere minacciato fino al suo banco. E non è la prima volta.
La prima volta non è successo niente, ma la seconda volta mi sono sentito insultare. Sa che cosa mi viene da pensare? Lo dico affettuosamente: forse, la cultura che ha animato il dibattito di oggi è quella di Beppe Grillo che qualche giorno fa, da un palco, ha insultato autistici, persone in difficoltà, fratelli più deboli e fragili. E il suo popolo di lecchini era sotto il palco ad applaudire! Io mi sono permesso e non è una cattiva parola, Presidente - di mettere .
vaffanculobeppegrillo che è un linguaggio comprensibile a loro e a tutti!



PRESIDENTE

No no, questo non.



MONACO Alfredo

No, è pubblico! Mi sono permesso di riferire quanto è pubblico.



PRESIDENTE

Termini il suo intervento, anche perché sono già trascorsi 10 minuti.



MONACO Alfredo

Forse non gli è piaciuto. Sarà per questo che si è rivolto a me.
La ringrazio, Presidente. E vada pure avanti, Presidente Chiamparino.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Accossato; ne ha facoltà.



ACCOSSATO Silvana

Grazie, Presidente.
Credo di non avere particolari affermazioni che possano richiamare l'uditorio, e nemmeno aggiungere ulteriori considerazioni in un dibattito che, non solo oggi ma negli ultimi vent'anni, è stato molto articolato e con posizioni - ahimè - sempre più radicalizzate da ambo le parti, e dove tutto è stato ormai detto.
Ci tengo, però, a condividere con quest'Aula la mia posizione, che è quella di una persona e di un'amministratrice che è sempre stata a favore di quest'opera - a favore della TAV - e che lo è ancora oggi. Anzi, per la precisione, devo rilevare che nella fase iniziale, quando il progetto fu presentato alle comunità locali (o, meglio, non "presentato" ma "imposto" alle comunità locali) come una linea tracciata su una cartina che univa due punti, ho condiviso con altri Amministratori (Antonio siede qui in Consiglio) e con i cittadini un'interlocuzione e anche un'opposizione per modificare quell'approccio e quel progetto. Ma ripeto che chiamarlo "progetto" è sicuramente esagerato, perché non lo era. Era un'intenzione anche presuntuosa e proditoria nei confronti dei cittadini e delle comunità locali. Parliamo di una situazione che soltanto nel mio territorio, ad esempio, quindi a Collegno, tagliava quattro volte la tangenziale e una piana agricola di grande interesse.
Detto questo, in una visione laica, pragmatica e anche un po' positivistica dello sviluppo della società, ho ritenuto di combattere una battaglia per migliorare un progetto e per richiedere interlocuzioni. Vidi quindi come un successo la Cabina di regia o il Comitato di indirizzo (non ricordo più il nome esatto) assegnato al coordinamento dell'allora Assessore Rivalta, e poi la definizione dell'Osservatorio, cioè di un luogo di incontro e confronto tra le diverse posizioni.
Ho sostenuto e portato avanti un'interlocuzione sempre attenta, con la partecipazione ai Tavoli di lavoro della Regione nelle diverse fasi, a difesa del mio territorio, del territorio che rappresentavo come Sindaca ma comunque a quello della Comunità più ampia del territorio piemontese e anche agli interessi più generali, non in modo fideistico, non in modo acritico a prescindere, e anche attenta a sentire le diverse opinioni quando motivate e sensate.
Oggi faccio parte del Gruppo di Liberi e Uguali, all'interno del quale ci sono posizioni diverse, ma ciò non mi imbarazza, perché per anni sono stata nei DS e nel Partito Democratico, dove altrettanto c'erano posizioni diverse. Quindi, se potevo condividere e convivere con i No TAV nel Partito Democratico, lo posso fare anche in un movimento nuovo che, con tutte le fatiche, si sta proponendo e che sta ragionando sul territorio. E trovo legittime le diverse posizioni e le rispetto. Probabilmente anche la situazione politica di questi anni, e quindi la condivisione con posizioni diverse, non ha aiutato lo sviluppo regolare di un'opera. Sicuramente è stato motivo di lungaggini, di incertezze e magari anche di fatiche nel definire una strada decisa e condivisa.
Detto questo, quindi per manifestare la mia posizione, pur con un atteggiamento, come dicevo, non fideistico e quindi disponibile a capire e a comprendere ulteriori valutazioni, riprendo le dichiarazioni del Professor Ponti citate prima dalla collega Chiapello, perché le voglio risottolineare. Ho poche aspettative, se non nulle, da questa valutazione e da questo studio affidato ad un esperto, ad un coordinatore che con testuali parole motiva o, in qualche modo, indirizza quelli che saranno i risultati del suo lavoro, a partire da un presupposto: "il trasporto su gomma rende allo Stato 40 miliardi, il trasporto su ferro costa 8 miliardi e quindi traete voi le conseguenze". Non credo che lo sviluppo di un territorio e la valutazione dei benefici per un'area o un territorio, e soprattutto i costi ambientali, possano essere riassunti in questa posizione e barattati da questo tipo di analisi, che mi sembra di poter dire sia un po' prevenuta. Mentre io credo davvero al passaggio del trasporto e delle merci e anche all'incentivare il trasporto delle persone su rotaia. Credo che bisogna fare il possibile perché questo avvenga, e che quindi, se forse qualcosa è mancato in questi anni - e mi sento di dirlo e su questo condivido le posizioni e molte delle osservazioni fatte dal collega Grimaldi - dovevamo essere più incisivi nel limitare e nel rendere più ostico il trasporto su gomma. In tutti questi anni non abbiamo fatto un intervento, anzi continuiamo a sostenere il prezzo del carburante per il trasporto su gomma. Certo, la categoria degli autotrasportatori è degna di interesse, come tutte le categorie in questo Paese, però non l'abbiamo fatto. Non ci sono vincoli, non ci sono contingentamenti al trasporto su gomma, come invece hanno messo altri Paesi europei.
Queste azioni dovevano essere avviate, devono essere il contraltare perché davvero il passaggio sul ferro avvenga in modo deciso e sia una strategia. Così come c'è il tema del trasporto pubblico locale. Accanto al Progetto dell'Alta Velocità si è spesso detto alle comunità locali che c'era, non solo in termini di compensazione perché questo sarebbe davvero poca cosa e sarebbe svilente, il trasporto pubblico locale, il collegamento della cintura di Torino solo come compensazione per un'opera. Io credo che se un'opera è utile, non ha bisogno di compensazione; ha bisogno, invece di un intervento deciso e quotidiano.
Ieri ero a Settimo in una riunione con il Circolo di quella zona a parlare di come far sì che tutto il territorio, il nord e il nord-est di questa città riesca ad arrivare a Torino con i mezzi pubblici e non con l'auto, come sostanzialmente è costretta ora. Richiedono un potenziamento della ferrovia storica, richiedono nuove fermate per accedere ed avere un interscambio con l'auto fuori Torino, per non intasare la città. Credo che servano scelte decise in questo senso, perché dobbiamo poter trasformare le linee storiche in vere e proprie RER, cioè in trasporto pubblico locale in ferrovie che, ogni 15 minuti, dalla città portino fuori. Devono andare a Chivasso, devono andare ad Avigliana, devono andare nelle altre parti della città. Quindi, la rete del trasporto pubblico metropolitano assolutamente non ha raggiunto i suoi obiettivi e su questo, Presidente, chiedo davvero lo stesso impegno che sta mettendo sulla realizzazione della TAV. Le chiedo anche un'attenzione, perché le mediazioni giustamente sono necessarie e lo dico proprio io che non ho un atteggiamento fideistico, e quindi ben venga una rivisitazione ed un ragionamento sul Progetto. Chiedo, però, a lei e a quest'Aula un'attenzione al tema dell'utilizzo della linea storica nel tratto a valle verso la città di Torino, perché - su questo mi sono sempre battuta da Sindaca - la zona di Collegno, in questo momento, così com'è non è nelle condizioni di ospitare questo tipo di infrastruttura. N possiamo pensare di mettere a rischio decine di abitazioni e i relativi abitanti per un progetto di questo tipo. Se i progettisti sono nelle condizioni di dare soluzioni innovative, di qualità e che impattano, come hanno fatto in altre parti, ovviamente con lo stesso atteggiamento disponibile al confronto ed aperto alle soluzioni, lo potremmo verificare.
Però chiedo a tutti di prestare molta attenzione su questa partita.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Quello che colpisce della discussione di oggi, oltre ad essere l'ennesima ripetizione e variazione sul tema, è il fatto che, purtroppo, di interventi nel merito della questione e dell'ordine del giorno in discussione se ne sono sentiti pochi. Si è sentita, invece, purtroppo un po' troppo l'usuale tendenza alla delegittimazione dell'avversario politico: cosa che trovo e esecrabile, qualunque parte politica lo faccia.
Prendere in giro il Ministro, dicendo che la sua migliore rappresentazione è quella di Crozza, è dal mio punto di vista inaccettabile; i comici fanno la loro parte, ed è giusto che sottolineino incoerenze, idiosincrasie conflittualità o gli aspetti anche fisici e caratteriali che, attraverso l'esagerazione comica, possono essere frutto di ilarità, ma ben diverso è affermare in un'Assemblea pubblica che quella è la realtà della persona che compone il Governo di un Paese.
Questo noi non l'abbiamo mai fatto, almeno da quello che so io, così come non è una caratteristica del Movimento 5 Stelle la violenza. Non lo è mai stata e vi sfido a parlare di membri del Movimento 5 Stelle che abbiano aggredito qualcuno. A me risulta che, solitamente, le botte le prendiamo noi, sia in Parlamento sia durante le manifestazioni, compreso il Consiglio regionale, nella precedente legislatura.
Pertanto, dire che un Movimento ha i campi di addestramento per gruppi violenti in Val di Susa è qualcosa di assolutamente inaccettabile. Io non so se valga la pena andare a vedere se ci sono estremi per qualche altro tipo d'azione: dal mio punto di vista, un po' d'interlocuzione vivace non ci sta male. Io dico sempre che un sano "vaffanculo" non si nega a nessuno quindi, dal mio punto di vista si potrebbe anche arrivare a qualche tono un po' più vispo, che renda la discussione più interessante e vivace, ma attenzione - senza superare i limiti del rispetto per gli altri.
Ci sono contesti in cui "vaffanculo" è una parola che può rappresentare una proposta di rottura senza implicazioni volgari, perché ricordo che le parole possono essere volgari anche se sono educate: dipende dall'uso che se ne fa. E noi, che in politica delle parole ne facciamo uno strumento dovremmo essere quelli che hanno maggiore coscienza di tutti.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Campo, io non avevo capito che l'intervento della Consigliera Conticelli fosse riferito al Movimento 5 Stelle.



CAMPO Mauro

Comunque è registrato, quindi avremo.



PRESIDENTE

Era riferito al movimento in Val di Susa contro la TAV, ma non al Movimento 5 Stelle, altrimenti sarei intervenuto.



CAMPO Mauro

In ogni caso, non mi sembra ci siano campi di addestramento di Al Qaeda in Val di Susa! Quindi, mi pare che l'esagerazione sia leggermente eccessiva.
Ma veniamo alle altre questioni. Un'altra cosa che mi lascia perplesso è che - laddove si parla nel merito della situazione - invece di cercare degli elementi per un confronto, si vadano a cercare gli elementi per lo scontro. Possiamo anche dire che non ci piace il termine "ignoranza", ma dal mio punto di vista può anche succedere che un Presidente di Regione sia ignorante rispetto ad alcuni aspetti tecnici di un'opera. Potrebbe essere così, senza voler connotare la questione come un insulto: non è a conoscenza. Possiamo dire, allora.



(Commenti fuori microfono)



CAMPO Mauro

Per carità. Comunque.



PRESIDENTE

Vada avanti, Consigliere Campo. In Italia viene usato con questa accezione.



CAMPO Mauro

Al di là di questo, la questione che va rimarcata - e io questo non lo nascondo - da entrambe le parti, purtroppo, è che questo tipo di ordini del giorno (l'ha sottolineato bene il collega Mighetti) sono scritti esclusivamente per fare provocazione. Ne abbiamo visti tanti nel corso di questa legislatura: dai manifesti con il mirino ad altre attività strane.
Cosa c'entravamo noi su questo? Ma ci sono anche altre questioni utilizzate sempre per provocare: attività governative o del Comune di Torino o comunque, del Movimento 5 Stelle.
Vi piaccia o meno - ed è legittimo che non vi piaccia - esiste una parte politica che porta avanti ciò che ha proposto. Noi, le cose che stiamo portando avanti a livello comunale, a livello regionale - in opposizione - e a livello nazionale, adesso, come parte di un contratto di Governo (faticosamente - lo riconosco - e magari solo in parte), sono le cose che abbiamo detto che avremmo realizzato, per le quali ci siamo proposti agli elettori. Dopodiché, tanti ci criticano dicendo che non lo stiamo facendo. Perché? Perché disgraziatamente ci si scontra con la realtà e questo lo scoprimmo il primo giorno di governo del primo eletto del Movimento 5 Stelle - il Sindaco Pizzarotti - il quale aveva detto: "Spegnerò l'inceneritore", ma se la prese nei denti, perché l'inceneritore non poteva essere spento. Per quello, ha anche pagato caramente all'interno del Movimento.
Pian pianino stiamo imparando a confrontarci con il discorso di cosa si promette e di cosa si può realizzare, anche perché - scusate, ma ci sono dei perché - purtroppo (questo è quello che è capitato alla nostra Sindaca a Torino) - nonostante quella che dovrebbe essere la trasparenza di un ente pubblico (l'accesso agli atti, la disponibilità delle informazioni corrette), quando si entra in un ruolo di Governo vengono fuori documenti che non sono mai stati disponibili prima. È così, è vero: ci siamo confrontati anche noi, in opposizione, con questi problemi.
Ricordo che nei primi giorni della legislatura (nel 2014), una delle prime cose che feci fu cercare di capire quanto si era speso e quanto si sarebbe speso per l'ospedale di Verduno: non era possibile scoprirlo. Andai ad un incontro ad Alba in cui c'era tutto il pantheon di coloro che seguivano il progetto, compreso il responsabile unico del procedimento ecc. ecc., e - a domanda specifica - non ottenni risposta chiara.
Risultato: dovetti andare a prendere i faldoni, perché anche la richiesta di accesso agli atti dopo 60 giorni non aveva avuto ancora risposta.
Questi sono problemi concreti, perché sarebbe giusto - in un sistema democratico - che, laddove ci sono opposizioni e maggioranze che cambiano nel tempo, gli atti, i documenti e i dati fossero tutti disponibili.
La stessa cosa succede riguardo all'Asti-Cuneo, che il Presidente Chiamparino ha citato. Sapete che non si riesce a capire cosa si pu ottenere o si vuole fare in relazione alla ridefinizione del progetto? Non si è ancora riusciti a fare un incontro con il concessionario. Questo fatto l'ho detto ad Alba e mi è stato risposto: "Ah, ma Quaglia" - che non è il concessionario, ma il Presidente della Società Autostrade Asti-Cuneo - "è pronto a partire per Roma". Peccato che non è il concessionario. Quindi non pensate che questi fatti non succedano. Magari, se incontrasse il Presidente Chiamparino - come lui chiede da tanto tempo - le cose si sbloccherebbero più velocemente.
Ma torniamo alla questione del TAV, che già di per sé, come definizione, è sbagliata in partenza, perché il progetto si chiama "Nuova linea Torino-Lione" e non è più da parecchio tempo una tratta ad Alta Velocità; semmai è una linea mista passeggeri e merci.
Pertanto, partiamo già da dati sbagliati in partenza.
Vorrei capire perché il primo documento di valutazione costi-benefici è stato fatto nel 2015 da LTF. Documento criticato e poi, addirittura smentito perché si basava su presupposti sbagliati di evoluzione del traffico, come ha ammesso anche di recente la Commissione Europea. Il progetto parte a metà degli anni '90, quando si cominciò a parlare di tratta ad Alta Velocità tra Torino-Lione. Non vogliamo di nuovo discutere di tutta la parte tecnica già ampiamente dibattuta con tanto di libroni e studi di ogni sorta, ma quello che ho sempre contestato a tutto il discorso è che da parte governativa, prima di questo Governo, non è mai arrivato un documento chiaro, realizzato da un'entità indipendente che spiegasse il perché e il per come di questa infrastruttura. Questo non vale solo per la Torino-Lione ferroviaria, ma vale anche per cose che si sono cancellate.
Vengo da una provincia in cui è sparita, sostanzialmente, la tratta internazionale Torino-Cuneo-Nizza che, ricordo, nello stesso vertice in cui si voleva fare partire tutto il tema TAV, si è fatto l'accordo intergovernativo con la Francia, si diceva "dobbiamo risolvere anche quel problema", si sono stanziati 29 milioni, ma la questione è morta lì. Si sono fatte delle manutenzioni, ma sul rilancio, sul farla ripartire...
niente. Le altre cose vengono dimenticate. Esiste solo la Torino-Lione.
Vorrei che i temi si affrontassero in modo concreto. Vogliamo mantenere il Piemonte collegato all'Europa e al resto dell'Italia?



PRESIDENTE

Deve concludere, Consigliere.



CAMPO Mauro

Concludo dicendo che ordini del giorno del genere sono inutili, sono controproducenti, ci fanno perdere tempo e noi non possiamo assolutamente pensare di votarli. Sono semplicemente polemici.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Appiano; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
Ero incerto se chiedere la parola, quest'oggi, soprattutto per come si è sviluppato il dibattito dopo l'intervento del Presidente. La cosa che mi rende più felice è che questo pomeriggio non ci fossero in visita delle scolaresche perché avremmo dato, noi Consiglieri, un pessimo esempio di come si rappresenta una comunità all'interno di un'Aula istituzionale.
Tuttavia il dibattito ha coinvolto tantissimi Consiglieri, ho sentito tante cose e vorrei portare anch'io il mio piccolo contributo, non già tecnico perché tecnico non sono, certamente non all'altezza di altri interventi, ma di "protagonista" istituzionale di un pezzettino di questa vicenda, vivendo ed avendo amministrato un Paese non troppo lontano dalle aree interessate al corridoio di cui stiamo parlando. Che questo tema sia stato, negli anni, utilizzato dal punto di vista strumentale, spesso e volentieri in modo lontano dalla concretezza e dal pragmatismo, è un dato di fatto. Proprio i social mi hanno ricordato oggi che qualche anno fa comparve quel famoso manifesto a cui veniva fatto riferimento anche prima dove, a seguito della votazione negativa da parte di molti di noi di un ordine del giorno presentato da una certa parte politica presente in quest'Aula (ordine del giorno sulla cui votazione venne chiesto il voto in forma palese, in modo che risultasse da tabulati chi aveva votato come e non solo l'aggregato numerico), qualcuno fuori da quest'Aula utilizzò quel tabulato per farne un manifesto, un bel mirino con le nostre facce. Il motto me lo ricordo perché mi incuriosì: "nella vita datti un obiettivo" e c'era l'obiettivo di un'arma.
Questa è testimonianza che, di vergini, su questo versante, ce ne sono davvero ben pochi. Personalmente ho sempre nutrito, come su tutti i temi importanti e delicati, dubbi più che certezze. Proprio per questo ho salutato la nascita dell'Osservatorio in senso positivo e favorevole.
Quella era una sede istituzionale dove tecnici e politici potevano confrontarsi e approfondire la questione.
L'ordine del giorno di ieri ha un risvolto simbolico politico e di parte e non serve a nulla rispetto alle dinamiche opportunistiche governative nazionali, dove ci sarà un ping-pong, un gioco di forza su chi deve far valere le proprie posizioni (tornerò in conclusione proprio su questo). Ciò che mi lascia basito è che in un paese serio, come il nostro Paese Italia non è, si discute dell'opportunità di un'opera quando non è aperto alcun cantiere. Ma quando i cantieri sono aperti e un tratto di quell'opera, dal punto di vista del tunnel geognostico, dal punto di vista proprio della cantierizzazione, sono già in corso - e sono in corso in forza di più trattati internazionali che consacrano la parola che i Governi e gli Stati danno l'uno rispetto all'altro - al netto del valore dell'opera, il fatto che si pensi di poter rimettere in discussione, a cose cominciate, tutto quanto, questo sì che è il segnale di poca serietà di un Paese. Altro che lo spread! Questo è il vero indice di un Paese non credibile a livello internazionale. Già solo questa basterebbe come ragione oggi per dire: evitiamo di farci queste figure.
Si dirà: si vuole insistere su un'opera di cui non si è mai valutata l'opportunità oppure no? Qui voglio dare la piccola testimonianza. Quando nacque l'Osservatorio vennero posti i temi e si fece la scaletta dei temi.
Ricordo che l'Osservatorio, peraltro, nacque dopo le vicende di Venaus che tutti conosciamo, dopo quella linea tracciata sulla mappa che ricordava la collega Accossato dove la Torino-Lione, in realtà, era la Lione-Milano che tagliava fuori Torino. Una linea completamente nuova, assolutamente avulsa da qualsiasi ragionamento di area metropolitana, di regioni o politica di trasporto seria. Dopo quella brutta pagina, che finì anche con la presenza dell'esercito, con un tentativo di militarizzazione e anche con parecchie botte che vennero date nella nottata tra il 5 e il 6 dicembre di quell'anno, si voltò pagina e si iniziò a discutere.
Nella scaletta definita nell'Osservatorio venne richiesto espressamente che si analizzasse la cosiddetta opzione zero. Che cos'era l'opzione zero? Era la valutazione comparativa non solo di ipotesi di nuovi tracciati ferroviari e di nuovi corridoi, ma anche l'impatto, da qui ai prossimi decenni, del fare nulla, cioè del potenziare una linea esistente, senza fare nuovi tunnel e senza fare nuovi tracciati, utilizzando il tracciato storico.
Oggi parliamo di costi-benefici, una locuzione non particolarmente chiara; vorrei testimoniare che il confronto tra il fare nulla e fare opere o corridoi in forma diversa è stata affrontata e studiata: ci sono volumi dedicati a questo, di cui si può fare dono a chi non l'avesse in quest'Aula.
Cos'era emerso da quello studio? Era emersa una condizione non competitiva, complessivamente parlando, del nostro sistema infrastrutturale; l'impossibilità di ragionare di infrastrutture in modo sconnesso da una politica dei trasporti- Non basta realizzare un'opera bisogna anche pianificare a livello politico come dirottare, incentivare certi traffici piuttosto che altri. Non basta dire aumentiamo il costo del gasolio, della benzina o dei pedaggi e così automaticamente il traffico di merci andrà sul treno, perché se quell'infrastruttura ferroviaria non è competitiva e non è moderna, questo passaggio non avverrà.
Si disse - anche questo mi sembra abbastanza evidente - che l'opzione zero praticata da noi sarebbe stata completamente diversa da tutte le altre politiche misurate sugli altri accessi da e per l'Italia lungo l'arco alpino, ovunque si ragiona e si costruiscono tunnel di base; ma l'unico posto dove il tunnel di base è un mostro ecologicamente pericoloso e distruttivo è la nostra regione! Questo è abbastanza curioso anche di per sé.
Si misurarono i dati di traffico di merci e già allora, com'è stato confermato successivamente, emerse - al di là dei dati da e per Francia e Italia lungo le Alpi - che stava crescendo esponenzialmente il traffico su navi provenienti dal Canale di Suez, e si arrivava al paradosso che merci rivolte alla parte meridionale dell'Europa, invece che attraccare nei porti liguri, attraccavano sempre più nei porti del Nord Europa, per tornare giù attraverso il treno. Questo è un ulteriore paradosso curioso, su cui quantomeno ragionare. Questo interessava più l'Area Metropolitana Sud, ma in realtà la Città di Torino stessa; poi, abbiamo un interporto e uno scalo ferroviario attualmente abbastanza desertificati, salvo alcune inversioni di tendenza degli ultimi anni, in cui alle condizioni esistenti si è cercato di fare un piccolo salto di qualità. Tagliar fuori quello scalo vorrebbe dire desertificare l'area metropolitana torinese e l'area Sud.
Da anni non si parla più di TAV, come diceva prima il collega Campo (mi fa piacere che l'abbia detto lui), perché in realtà, si parla di un corridoio e di una linea ad Alta Capacità. In quel corridoio il ragionamento sul traffico ferroviario di pendolari è assolutamente strategico, per questo in questi anni si è lottato con forza, perch proprio in quell'interporto si è iniziato ad attestare l'ultima stazione (o la prima, a seconda del punto di osservazione) del servizio ferroviario metropolitano n. 5 e qualche giorno fa, proprio per questo furore ideologico, un'altra manina ha cercato di smontare anche questa possibilità, riportando le lancette indietro e magari rivalutando quell'opera che tutta l'area Sud di Torino chiede e invoca a gran voce, per dare una svolta nel trasporto dei pendolari. Quindi un ragionamento a livello ferroviario a 360 gradi.
Credo che ragionare su una riconversione di traffico da gomma a ferro sia, in prospettiva, molto più incisivo, per esempio, di blocchi di traffico in relazione all'inquinamento atmosferico; credo che sia ora di smetterla di usare strumentalmente per attaccarsi in modo reciproco il tema dell'Alta Capacità; se si vuole tornare indietro violando anche dei trattati, ben venga una consultazione pubblica, come quella annunciata e così la parola "fine" la diranno gli elettori, visto che la classe politica si sarà rimangiata anni di attività e di promesse consacrate in Trattati internazionali.



PRESIDENTE

Grazie, collega Appiano.
La parola alla Consigliera Batzella.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Il mio intervento sarà breve, perché di cose ne sono state dette e ridette, però permettetemi di esprimere le mie considerazioni in merito.
Credo che quanto accaduto oggi in quest'Aula non sia un comportamento degno di un'Istituzione che rappresenta tutti i cittadini, quindi mi sento in dovere di chiedere scusa a tutti i cittadini piemontesi, per tutto quello che ho visto e tutto quello che ho sentito, per tutta la violenza che ho colto oggi in quest'Aula e mi vergogno veramente tanto dei toni che sono stati usati, delle aggressioni, e degli insulti e delle minacce. Il tutto è veramente vergognoso e inaccettabile, soprattutto perché arriva da coloro che dovrebbero dare il buon esempio: siamo noi che rappresentiamo l'Assemblea legislativa del Piemonte.
Proprio questa mattina, poco prima che iniziasse a parlare il Presidente Chiamparino per esprimere le sue considerazioni sul TAV, con alcune colleghe stavamo organizzando le attività inerenti al 25 novembre "Giornata contro la violenza sulle donne". È veramente vergognoso che questa violenza sia esplosa in Consiglio regionale, che è sempre stato ed è in prima linea contro ogni forma di violenza. Sicuramente, non facciamo una bella figura dinanzi ai cittadini, dinanzi a tutti coloro che ci ascoltano ricordiamoci che siamo in streaming - fortunatamente non c'erano studenti durante questo dibattito molto aggressivo e violento, altrimenti avremmo fatto altresì una magra figura.
Detto questo, credo che sia noto e lo ribadisco, io non ho cambiato idea, la mia posizione è sempre contraria all'opera, però io credo ci debba essere un confronto democratico, un dibattito democratico, soprattutto che ci sia il rispetto, perché ci sono delle idee diverse e credo che in democrazia ciascuno è libero di avere le proprie opinioni e di esprimere i propri pensieri, però senza mancare di rispetto per le idee altrui.
Credo che i comportamenti di oggi siano del tutto inaccettabili e, tra l'altro, rendono il confronto privo di ogni significato. Questo confronto è del tutto inutile se ci si scanna agli uni contro gli altri, non avendo rispetto o insultandosi, soprattutto - lo ripeto - da parte di chi dovrebbe dare per primo il buon esempio.
Il mio intervento finisce qui. Devo dire che sono molto delusa e amareggiata per tutto quello che si è verificato oggi nell'Aula legislativa del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Caputo per l'ultimo intervento; poi daremo la parola al Presidente della Giunta Chiamparino.



CAPUTO Valentina

Grazie, Presidente.
Solo alcune brevi considerazioni, visto che la collega Frediani prima diceva che ero intervenuta come se fossi esperta di TAV. Non dico di essere esperta di TAV e non ho questa presunzione che oggi ho sentito qui in Aula invece mi piego assolutamente di fronte al sapere di tanti colleghi esperti del Movimento 5 Stelle.
Ad ogni modo, ho partecipato alla Commissione - e ringrazio la collega Conticelli - quando è stata qui convocata. Abbiamo avuto l'opportunità di prendere parte al sopralluogo per renderci veramente conto di quello che è il cantiere dall'altra parte del nostro confine e di ciò che invece rappresenta qui: quasi il nulla sul cantiere di Chiomonte. Questo è dovuto naturalmente a numerosi fattori, sui quali ritornerò.
Quello che è sicuramente importante è che essere No TAV vuol dire impedire la mobilità di persone, merci, imprese e isolare il nostro Paese (non soltanto il Piemonte) dalle reti che sviluppano il continente. Il TAV è considerato, come abbiamo detto, il corridoio del Mediterraneo ricordiamo che incrocia sette dei nove assi prioritari, coinvolge il 18 della popolazione europea e rappresenta il 17% del PIL comunitario. La Russia e la Cina stanno andando avanti, noi saremo sempre isolati: questa è la politica del NO.
Quando abbiamo avuto l'opportunità di fare questa Commissione, abbiamo incontrato i 530 lavoratori - li citava il collega Ferrentino - che lavorano su tre turni: con questi si crea occupazione e si creano micro economie, perché sono state fatte delle scelte ben precise che non in tutti i cantieri anche nel resto dei Paesi d'Europa vengono adottate e ciò ha creato perfino dell'indotto per il territorio. Credo che questo sia stato anche un tassello importante, allorquando si è optato per questa scelta perché non sempre si pensa invece che il TAV possa portare anche delle opportunità per il sistema alberghiero piuttosto che enogastronomico del posto.
Ritengo che questo sia fondamentale e devo dire che, quando siamo stati a Chiomonte, ci siamo resi conto delle difficoltà di procedere su questi lavori, perché spesso i lavoratori - dei quali sparliamo, ma solitamente si scende in campo a fianco dei lavoratori perché le imprese chiudono - sono stessi coloro che corrono dei rischi ben precisi quando ci sono gli attacchi a quei cantieri (bombe carta). Non soltanto i lavoratori che sono lì impiegati corrono dei rischi, ma anche tutti i militari: si mette a repentaglio la loro vita. Ma - come diceva la collega Batzella - bisogna svolgere con serietà il proprio lavoro e magari non cercare di far correre questi rischi a chi invece cerca semplicemente di svolgere il proprio dovere.
Se oggi noi non avessimo i treni ad alta velocità, mi domando se i colleghi che spesso si fanno i selfie dicendo che viaggiano come normali cittadini sui Frecciarossa, utilizzino per andare a Milano ancora l'Interregionale: a me non pare, visto che sui vostri social corrono decisamente altre foto. Sì, il vostro premier Di Maio utilizza il Frecciarossa.
Se il Frecciarossa non ci fosse (anche per voi), oggi non ci sarebbe questo sviluppo. Chi, come me, faceva la pendolare e andava a lavorare a Milano utilizzando ancora l'Interregionale, oggi deve dire grazie alle politiche e a chi ha governato la mia città prima per aver avuto una visione di sviluppo per questa città, perché con la politica dei NO non c'è sviluppo.
Ieri è stato messo in scena un teatrino nel nostro Comune, tra l'altro a poca distanza da altri momenti e altri teatrini che si sono verificati e dove, sempre a causa della politica del NO, abbiamo perso anche l'opportunità di essere città delle Olimpiadi. Tutto questo - lo diceva il Presidente Chiamparino - è decrescita.
Con la politica del NO non si governa. Credo che probabilmente si tratti soltanto di avere paura di gestire delle responsabilità o delle scelte complicate, perché altrimenti ci si mette in gioco e si cerca di superare quelli che voi definite "limiti degli altri". Viceversa, vuol dire che, a questo punto, non c'è una visione di sviluppo e di crescita per il Paese.
Ma, d'altra parte, anche i cantieri e le infrastrutture creano lavoro ma credo che obiettivamente sia difficile da comprendere per chi naturalmente sponsorizza il reddito di cittadinanza. Io invece faccio riferimento all'articolo 1 della Costituzione, che mette davanti il lavoro per cui ritengo che queste siano tutte opportunità. Anche perché, quando parliamo di trasporti e infrastrutture, basta pensare che tutte quelle provenienti dal Medio Oriente favoriscono la linea di Rotterdam, perch arrivano con i container a Rotterdam per poi giungere nel nostro Paese attraverso i treni di alta velocità. Questo invece consentirebbe, con l'alta velocità, di poter collegare e rendere più fruibile e migliorare tutti i nostri porti liguri, essendo sicuramente un miglior sistema di interconnessione.
Quindi credo che sia assolutamente assurdo pensare di poter continuare ad andare avanti e governare semplicemente con poche idee chiare. Quando anche la collega prima tirava in ballo i cattolici, ricordo che non siamo noi a sedere al Governo con chi ha sponsorizzato Vangeli e rosari senza però conoscere il contenuto di ciò che vi era dentro. Per cui, da questo punto di vista, credo che alcune volte occorra prima pensare un attimo alla scelta che è stata fatta: poter governare e decidere insieme quali siano le vostre scelte.
Qui la Lega ha avuto una posizione ben precisa dall'inizio: si è sempre detta favorevole per la TAV e credo che l'abbia ribadito; l'ha ribadito anche ieri in Consiglio comunale. Da questo punto di vista, nel vostro contratto di Governo era riportato che bisognava rivedere i costi/benefici e noi auspichiamo naturalmente che il Ministro Toninelli, con tutte le sue altissime competenze in materia, sia però abbastanza veloce nel fornire questa dettagliata ricerca.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Chiamparino.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Grazie. Un dibattito così ampio merita alcune risposte più brevi e puntuali possibili.
Inizio subito interloquendo con il Presidente Mighetti perché io non credo, a differenza sua, che abbiamo perso il pomeriggio e non credo che la TAV sia una cosa diversa dall'interesse del Piemonte: concordo non è l'unica, ma è certamente una delle cose più importanti di cui bisogna occuparsi oggi, se si vogliono fare gli interessi del Piemonte.
Nessuno può negare - e ognuno deve assumersi le proprie responsabilità che ieri a Torino è successo un fatto politico importante. Si può essere d'accordo o non d'accordo, però non lo si può sottovalutare, perché è vero che un ordine del giorno non ha nessuna conseguenza immediata, ma dato che come è chiaro a tutti, alla fine non saranno i calcoli del professor Marco Ponti a decidere, ma saranno le valutazioni politiche, l'ordine del giorno di una Città, che è uno dei due terminali di una connessione che rappresenta l'opera da realizzare, conta.
Politicamente conta, e nessuno lo può sottovalutare, né da una parte n dall'altra, assumendosene fino in fondo le proprie responsabilità.
Sarebbe stato fuori dal mondo se il Consiglio regionale oggi non si fosse occupato di quello che succede nella principale città del Piemonte su un tema che rappresenta uno dei temi più importanti per il futuro del Piemonte.
Secondo. Ha ragione il consigliere Bertola; mi sono sbagliato (forse quando parlo di Toninelli mi emoziono), sono solo cinque mesi che aspetto (faranno cinque mesi lunedì prossimo). Ha ragione, ma le assicuro che forse sono stato tradito dall'emozione, non certamente dalla stanchezza.
Questo lo dico anche perché nel dibattito è affiorato, qua e là, il "dopo elezioni".
Attingo dall'infinita saggezza delle bocciofile, per dire che i punti si contano quando le bocce sono ferme e non prima. Finché le bocce rotolano, non si possono contare i punti.
Terzo punto. Sono ignorante. Lo confesso apertamente e anche al Consigliere Valetti. Non dico di esserne contento, però, vedete l'ignoranza si può soddisfare: si studia e si impara (poi dirò una cosa che ho imparato oggi). La saccenteria e la presunzione hanno un grande rischio: uno capisce di essere saccente e presuntuoso solo quando batte la testa.
Questo può far più male che non studiare e imparare.
Io oggi ho imparato da lei, Consigliere Valetti, che certamente non da solo, ma anche per l'illuminata guida del Ministero delle Infrastrutture che le Ferrovie italiane sono le più sicure al mondo. Io ne sono felice. Mi auguro di non apprendere, fra qualche tempo, che i treni arrivano tutti in orario, perché vorrei evitare assonanze che potrebbero essere oltraggiose e non voglio farle.
Ripeto, l'ignoranza si può soddisfare imparando; io credo che finch c'è da imparare c'è vita. Quando uno sa già tutto, è finito.
Vengo al quarto punto, rispondendo indirettamente alla Consigliera Frediani.
Chi è un po' più anziano ricorderà, ma non bisogna essere tanto vecchi che c'è una data che segna lo spartiacque nella vicenda TAV Valle di Susa (e Ferrentino, quando avrà finito di telefonare, mi potrà testimoniare): se non ricordo male, l'8 dicembre 2005, perché mi ricordo che era all'inizio di dicembre.
Non ho nessuna difficoltà a dire che sono sempre stato - e ringrazio Tronzano che me l'ha riconosciuto - favorevole alla TAV, anche quando c'era il progetto precedente.
Inizialmente io e il collega Ferrentino eravamo su sponde opposte.
Successivamente sono stati coinvolti tutti con delle responsabilità ed è stato affinando un metodo partecipativo sul progetto. Le Comunità sono state coinvolte e ascoltate fino in fondo, il che è stato indispensabile adottando anche in Piemonte, come i francesi ci hanno insegnato, anche una legislazione apposita.
Il 2005 - credo che Antonio mi sia buon testimone - dopo gli sconti di Venaus partimmo per andare a Roma, convocati dal Governo. Ricordo, come se fosse ieri, che in aereo, interloquendo a bordo, eravamo arrivati a proporre l'Osservatorio come lo strumento col quale pensavamo (e abbiamo pensato giusto) si sarebbe potuto determinare una svolta nella partecipazione di tutte le popolazioni e delle comunità interessate al progetto, anche per cambiarlo, tant'è che con quel metodo il progetto fu cambiato.
Non possiamo far finta di non sapere che prima del 2005 il progetto usciva non dov'è previsto che esca adesso, ma a Venaus, escludendo sostanzialmente Torino, come un tunnel quasi ininterrotto che attraversava tutta la collina del Musinè, uscendo nella zona del Parco dei Laghetti di Casellette.
Dico cose sbagliate? Sono un po' ignorante, ma qualcosa mi ricordo.
Quel progetto fu radicalmente cambiato, perché corse sulla destra orografica anziché sulla sinistra, prevedendo di passare a Torino e coinvolgendo il centro intermodale.
I motivi del cambiamento di atteggiamento stanno nel fatto che c'è stato un processo effettivo che ha posto rimedio a dei limiti che c'erano stati.
Allora, Consigliera Frediani, non dico che prima le violenze fossero giustificate, ma prima c'era una comunità intera che voleva essere ascoltata. Io rispetto tutti, ma lei non può negare che, successivamente alcuni gruppi hanno utilizzato la violenza, non solo verbale, testimoniata non solo da documentazioni varie, ma anche dalla Magistratura. Dalla Magistratura.
Una volta che un progetto viene avviato con il coinvolgimento dei sindaci, lo Stato ha il diritto e il dovere di difendere la propria volontà, espressa democraticamente per realizzare un'opera, da quei gruppi in alcuni casi di facinorosi, che vogliono mettere in discussione la realizzazione dell'opera.
Approfitto per esprimere la piena e incondizionata solidarietà alle Forze dell'ordine che da tempo sono obbligate a lavorare in condizioni difficili, per impedire che gruppetti di violenti mettano in discussione la sicurezza del cantiere, degli operai, dei lavoratori e delle lavoratrici che lì operano.
Quinto punto e mi rivolgo al Consigliere Tronzano. Forse mi sono spiegato male, però credo che siamo d'accordo. Si può discutere, ma non sul tunnel di base, perché il tunnel di base è quello, altrimenti non si fa. Si può discutere sulla linea di adduzione, ma come? Con due condizioni: una che non venga tagliato fuori l'Interporto SITO; due, se capisco bene, che nella tratta urbanizzata non si può pensare di utilizzare l'attuale linea per far correre dei treni lunghi 500 metri che passano ogni minuto.
Se ci sono altre soluzioni, che evitino la collina morenica e che rispondano a questi due requisiti, sediamoci ad un tavolo e discutiamone.
Non vedo cosa c'entri la Metropolitana, sinceramente. Tuttavia nonostante qualche parlamentare in sede di parere di Commissione trasporti e ambiente alla Camera abbia cercato di cancellarlo, grazie ai fondi della TAV si è riusciti a far partire la linea quinta del Servizio Ferroviario Metropolitano che collega Torino, Grugliasco e San Luigi; nonostante qualcuno abbia cercato, per ragioni.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Ma non è possibile!



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Non è possibile? È possibile! Perché è stato cambiato il parere, ero io al telefono! E devo dare atto all'onorevole Maccanti, oltre che all'onorevole Gariglio, di aver contribuito a far cancellare quella parte che nel parere avrebbe messo in discussione il Servizio Ferroviario Metropolitano.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Le intercettazioni non sono previste.



CHIAMPARINO Sergio, Presidente della Giunta regionale

Veniamo all'ultimo aspetto, sempre da ignorante: il referendum non c'è bisogno di farlo. Vorrei essere chiaro su questo. Perché il "sì" all'opera c'è già, e da tempo.
Se il Governo decide di bloccare i lavori. Anzi, se TELT vuole, ha tutte le condizioni per procedere con l'appalto delle opere.
Capisco che, essendo una società pubblica, stia ad aspettare un'indicazione chiara dal Governo, che non c'è. Ma se vuole, può operare.
Quindi non c'è bisogno di sentire il parere di nessuno. Ma se il Governo blocca l'opera - lo dico molto chiaramente - e se il Parlamento approva questo blocco (perché non può essere solo il Governo, ma deve passare anche in Parlamento, perché stiamo parlando di un accordo internazionale), io troverò, a livello piemontese e a livello del Nord Italia, tutti i modi per far sentire pubblicamente la volontà del popolo piemontese, che, a stragrande maggioranza, è sicuramente a favore di quest'opera.
Infine voglio dare atto al mio avversario e amico, Benito Sinatora, che quando ho parlato di "ambiguità della Lega" ho citato nomi e cognomi. Ho detto che Salvini, nell'elencare le opere, quando arriva alla TAV dice: "Vedremo". Io chiedo a Salvini di dire "sì", come dice "sì" al Terzo Valico, come dice "sì" alla Pedemontana veneta, come dice "sì" alle altre opere.
Non ho mai messo in dubbio non solo l'onestà politica e personale del Consigliere Sinatora, ma nemmeno la chiarezza con la quale sia il Consigliere Sinatora sia la Presidente Gancia, si sono sempre espressi in quest'aula.



PRESIDENTE

Ci sono due ordini del giorno sullo stesso tema: ordine del giorno n. 1489, presentato dal Presidente Ravetti, avente ad oggetto "No al blocco dei lavori della Torino-Lione" ordine del giorno n. 1490 l'altro dal Consigliere Tronzano, avente ad oggetto "Asse ferroviario Torino-Lione".
Iniziamo l'esame del primo atto di indirizzo.
Consigliere Ravetti, desidera illustrarlo o ritiene sufficiente la discussione svolta fino a questo momento?



RAVETTI Domenico

Solo una dichiarazione di voto, per esprimere, ovviamente, il voto favorevole del Gruppo del Partito Democratico sull'atto di indirizzo presentato.
Esprimiamo anche voto favorevole all'ordine del giorno presentato dal collega Tronzano, sul quale credo che ci siano due lievi proposte di modifica.



PRESIDENTE

Consigliere Tronzano, desidera aggiungere qualcosa?



PRESIDENTE

Consigliere Tronzano, desidera aggiungere qualcosa?



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Dal punto di vista tecnico, come faccio a presentare i due piccoli emendamenti?



PRESIDENTE

Si può avvicinare al banco della Presidenza e correggerli.



TRONZANO Andrea

Vengo e correggo. Grazie.



PRESIDENTE

Informo i Consiglieri che i due atti di indirizzo sono caricati come ultimo punto all'o.d.g. della seduta pomeridiana.
Consigliere Tronzano, intervenga pure; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Solo per il verbale, preciso che ho apportato due piccole modifiche.
Nel "considerato che", al primo capoverso, aggiungo anche "inoltre non è stato ricevuto neanche il Presidente della Regione", che mi pare giusto sottolineare, perché è la massima autorità regionale (non ci sono questioni di appartenenza politica in questo senso). Il Presidente della Regione è quasi come un Ministro, se non di più.
Nell'ultima pagina, in uno dei capoversi finali, sostituisco le parole "la Valle di Susa, la Bassa Valle e la Città di Torino" con "la Pianura Padana è pervasa da un pesante inquinamento", in senso generale.



PRESIDENTE

Ci sono richieste di intervento sui due atti di indirizzo? Possiamo fare una discussione unica.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Nell'ordine del giorno del Consigliere Tronzano, nel "considerato che".



PRESIDENTE

Scusi, è una discussione congiunta, può esprimersi se vuole.



FREDIANI Francesca

Dicevo che nel "Considerato che." dell'ordine del giorno del collega Tronzano faccio solo notare che si dice "misteriosa valutazione costi benefici". Poi nel secondo punto "Il Ministro ha recepito un dossier inviato alla Sindaca di Torino predisposto da tecnici che non rappresentano minimamente i Comuni e i loro interessi ambientali ed economici". Faccio solo presente che la Commissione tecnica è una Commissione incaricata dai Comuni, quindi è totalmente falso che non rappresenta i Comuni, perché c'è un atto che incarica la Commissione tecnica di svolgere un'attività.
Inoltre, si parla di "dichiarazioni palesemente già conclusive di una finta.



PRESIDENTE

Non riesco a sentire quello che dice la Consigliera Frediani. Invito i Consiglieri e gli Assessori a non parlare tra loro e soprattutto a non parlare tra di loro ad alta voce.



FREDIANI Francesca

Poi vi è l'ultimo aspetto, che ho letto velocemente quindi faccio solo presente questi punti che mi sembrano proprio palesemente inopportuni: ".
conclusive di una finta Commissione costi-benefici.". Cosa significa "una finta Commissione costi-benefici"? Io mi auguro che un Consiglio regionale serio non voti un atto del genere, con delle premesse simili. Al di là di quello che può essere il voto del mio Gruppo, le premesse di questo atto sono assolutamente inaccettabili e anche irrispettose di un'attività di Governo. Per quanto si possa non condividere la posizione del Governo queste premesse, oltre ad essere infondate - perché, ripeto, la Commissione tecnica è una Commissione formalmente incaricata da numerosi Comuni e anche dall'Unione dei Comuni - rappresentano proprio un atto molto provocatorio e spero che il Consiglio non lo voti, al di là di quello che sarà il voto del mio Gruppo, ovviamente negativo.



PRESIDENTE

In discussione generale ha chiesto la parola il Consigliere Ferrentino ne ha facoltà.



FERRENTINO Antonio

Grazie, Presidente. Io, invece, lo voto con molta convinzione e voto entrambi gli ordini del giorno. Ci dobbiamo mettere d'accordo però: qualche Comune non va all'Osservatorio perché è di parte. Adesso viene nominata una Commissione che ovviamente è finta - mi riconosco perfettamente in questa dizione - perché dopo ben sette analisi costi-benefici, non c'è stato alcun coinvolgimento dei territori. Quindi, delle due l'una: o chi non partecipa all'Osservatorio si autoesclude, e l'Osservatorio ha sempre permesso la partecipazione di tutti e in quella sede sono stati fatti tutti gli approfondimenti possibili. Non è che adesso un Ministro nomina una Commissione e mette chi vuole lui e non possiamo nemmeno dire che è finta! Concordo con il collega Tronzano che è assolutamente finta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tronzano; ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea

Nel rispetto delle considerazioni della Consigliera Frediani, aggiungo che chi vuole affidare le autostrade e la ricostruzione di un ponte allo Stato non può non riconoscere gli organi che lo Stato ha nominato. Questo è il punto. Nessuno ha la verità in tasca, ma io credo che ci siano degli organi nominati in passato che abbiano la valenza, ed esclusivamente loro di poter determinare certi percorsi o certe valutazioni. Se questo non avviene, permettetemi - con rispetto sempre, perché il termine magari è un pochino esagerato ma chiaramente rende l'idea - e consentitemi di non essere d'accordo con la considerazione della Consigliera Frediani e di lasciare il termine che ho utilizzato.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1489, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
La Consigliera Batzella dichiara di esprimere voto contrario su tale ordine del giorno.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1490, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Calamità naturali

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Danni alluvionali"


PRESIDENTE

L'Assessore Valmaggia è disponibile a rendere le comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Danni alluvionali" richieste dal Movimento 5 Stelle.
Prego, Assessore.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla protezione civile

Grazie, Presidente.
Non siamo ancora alla quantificazione dei danni. Siamo ad una comunicazione su quanto avvenuto in queste 36-48 ore, partendo da domenica pomeriggio alle ore 16, nel momento in cui è stata aperta la sala operativa di Protezione Civile regionale, a seguito delle previsioni che ARPA, da un punto di vista meteorologico, aveva fatto per questa ondata di maltempo che si è abbattuta su tutta l'Italia.
La configurazione meteoidrologica prevista, a partire da domenica 28 ha determinato da parte del Centro Funzionale Regionale un bollettino di allerta. Si parte sempre con la segnalazione dell'allerta a tutte le realtà regionali. Il bollettino di allerta contenente la previsione dei fenomeni piovosi e temporaleschi sulla quasi totalità del territorio regionale, con particolari livelli di allerta arancione (livello 2) sui settori alpini settentrionali, in particolare il VCO, ed appenninici della Regione. Mentre l'allerta gialla è sul resto della Regione.
Anche per lunedì 29 il Centro Funzionale Regionale ha emesso un bollettino giornaliero di allerta, mantenendo il livello di allerta arancione. La sala operativa che è stata attivata da domenica pomeriggio ore 16, ha raccolto complessivamente 105 segnalazioni che hanno riguardato 61 Comuni in tutte le 8 province piemontesi. Le principali criticità segnalate sono connesse a locali fenomeni di allagamento, frane e anche vento intenso.
L'evoluzione dei fenomeni ha fortemente interessato anche la rete viaria principale e secondaria, con interruzioni, talvolta anche solo provvisorie, di 32 tratti di strada.
In seguito al forte vento, che ha divelto il tetto di un'abitazione, si è resa necessaria l'evacuazione di tre persone a Lanzo Torinese, che hanno trovato un'autonoma sistemazione presso parenti.
La situazione, che desta tuttora preoccupazione anche in funzione delle condizioni meteorologiche attese nei prossimi giorni, è legata al principio di erosione di un tratto di circa 500 metri di argine presso il Comune di Sillavengo e Carpignano Sesia, in provincia di Novara. Già da ieri pomeriggio sono sul posto i tecnici di AIPO, che stanno provvedendo ai lavori di pronto intervento per il ripristino dello stato dei luoghi e delle condizioni di sicurezza, insieme ai Comuni interessati, alla Provincia e alla Prefettura di Novara, anche perché in prossimità di questo sito sono presenti due cascine che sono state oggetto di provvedimento cautelativo, teso a salvaguardare gli occupanti mediante trasferimento ai piani alti delle proprie abitazioni.
Complessivamente, sono stati impiegati 675 volontari appartenenti alle organizzazioni di Protezione Civile del sistema regionale. Sono stati anche attivati 19 COM (Centri Operativi Misti) e 16 COC (Centri Operativi Comunali), in ambito regionale.
Segnalo, inoltre, un dato ancora più significativo riguardante il livello nazionale, perché sono oltre una decina le persone decedute in questi giorni, a seguito degli eventi accaduti nel resto delle regioni italiane. Nel breefing che viene fatto quotidianamente anche con il Centro Operativo presso il Dipartimento della Protezione Civile nazionale, dove concorrono tutte le Regioni - quindi nel corso della videoconferenza di ieri sera con le Regioni - è stata offerta dalla Regione Piemonte la disponibilità a inviare un contingente di uomini, mezzi e attrezzature in aiuto della Regione Veneto, che ne aveva manifestato la necessità. Il contingente, composto da un funzionario regionale, 45 volontari del Coordinamento regionale di Protezione Civile e da 15 automezzi, è in viaggio (a quest'ora sarà arrivato) dal primo pomeriggio alla volta di Belluno, dove è previsto l'ammassamento dei soccorritori per il successivo avviamento alle zone da presidiare.
Pertanto, da un lato, si mantiene il controllo del territorio piemontese e, dall'altro, abbiamo risposto positivamente ad una richiesta della Regione Veneto, attraverso il Dipartimento Nazionale, ed è stato inviato un contingente a supporto, nella realtà bellunese.
Questo è quanto. Chiaramente, sui danni e sulla quantificazione è ancora presto, anche perché il meteo parla di una nuova ondata di maltempo nella giornata di domani e dopodomani, quindi si mantiene la massima allerta sulla nostra regione, ma anche nel resto d'Italia.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Sarà perché vengo da una provincia che come sigla ha AL, che non è alluvione, ma Alessandria, e che, tra i suoi Comuni, comprende un Comune (prima erano due) che si chiama Alluvioni Piovera, ma questo è un tema che mi è particolarmente non dico caro, perché sono sempre eventi spiacevoli ma che m'interessa molto e che penso dovrebbe interessare anche gli altri colleghi di questo consesso.
Prima guardavo il collega Ottria, che - come me - viene disgraziatamente da questa provincia sempre un po' con i piedi nell'acqua.
Ci guardavamo un po' sconsolati, perché effettivamente questo Consiglio anche adesso che sto facendo un po' le pulci a quanta poca attenzione viene riversata su questo tema - continua imperterrito a farsi i fatti propri (il Consiglio, in generale).
Poi, mi si dice che bisogna impiegare tutto il giorno a parlare di TAV che - insomma - i problemi del Piemonte sono quelli e l'alluvione viene dopo, viene alle 18.13, tra il disinteresse totale. Meno male che finirò di fare il Consigliere, perché è veramente logorante stare in quest'Aula a portare temi del territorio, cercare di risolvere qualche problema e vedere scarso interesse per il territorio piemontese che non sia solo Torino.
Detto questo, voglio tornare al tema del maltempo.
Ringrazio l'Assessore Valmaggia per la comunicazione; Assessore che invece - ha un po' più cari i temi del territorio che non sia quello strettamente cintato dai confini della provincia di Torino.
Voglio porre all'attenzione dell'Assessore alcune problematiche che si sono verificate nella giornata di ieri e voglio anche sollecitare una presa di conoscenza rispetto ai danni che si possono essere verificati alle infrastrutture energetiche, cioè tutte le infrastrutture su pali, sia energetiche che di telecomunicazione, che nella giornata di ieri hanno avuto diversi problemi di danneggiamento. Addirittura, in una deviazione sulla strada provinciale della Valle Bormida, ho potuto appurare, con grande sgomento, i pali della linea elettrica completamente abbattuti sulla strada.
Pertanto, è una situazione grave, dettata non tanto dal problema delle precipitazioni, ma dal problema del vento. Infatti, una tromba d'aria si è abbattuta su tutta la zona tra Alessandria e Acqui e anche sulle colline.
Penso che i danni veri e propri si debbano quantificare sulle linee infrastrutturali e aeree, sulle coltivazioni, nonché a tutte le coperture delle case e delle aziende.
Nei prossimi giorni emergerà il vero danno al territorio portato da questa ondata di maltempo. Un'ondata di maltempo assai anomala, siamo abituati a confrontarci con alluvioni che colpiscono un determinato territorio di cui vediamo subito gli effetti. Questo è un fenomeno nuovo perché una tromba d'aria al mese di ottobre, quasi novembre, è qualcosa di inusuale. Lo è anche in altri mesi per il nostro territorio e per alcuni versi, ma lo è ancora di più in questo periodo. Probabilmente dobbiamo abituarci a questo clima che è cambiato e dobbiamo anche porre rimedio sia ai danni sia alle nostre modalità di costruire sul territorio. Ho notizia di molti tetti scoperchiati, molti danni agli alberi attorno alle abitazioni e lungo le vie delle città. Penso che dopo una prima presa d'atto dei danni più visibili attraversando il territorio, emergeranno anche i danni all'agricoltura, che penso non siano di lieve entità. Danni sia alle culture arboree sia alle culture che hanno subito allagamenti nelle aree più vicine alle aree golenali.
Ringrazio l'Assessore per l'attenzione portata sull'argomento ringrazio gli Assessori per il lavoro svolto nella giornata di ieri.
Speriamo che la giornata di domani non ci porti nuove cattive notizie ma nel caso ci fosse veramente da agire, spero che la Regione Piemonte sia pronta a lavorare per dare sollievo al territorio che, ancora una volta, è messo a dura prova.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Volevo evidenziare che i terreni ormai sono saturi di acqua, lo zero termico, fortunatamente, si è abbassato (ho sentito che è sceso da 2005 a 1200), quindi i bacini imbriferi si sono ridotti. Tuttavia i fiumi e i corsi d'acqua sono molto carichi ancora in questa giornata e credo anche domani.
Volevo chiedere all'Assessore: avete fatto delle previsioni di portata di possibili esondazioni? Di attivazione di aree di laminazione? Sono previste delle portate in forte aumento domani e in che zona?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla protezione civile

Grazie, Presidente.
Parto da quest'ultima domanda. In effetti. una delle preoccupazioni di questa stagione che passa dall'autunno all'inverno è la temperatura. Più lo zero termico è alto - vuol dire che nevica sopra una quota molto alta più, quello che scende, può creare dei problemi non soltanto nella fascia pedemontana, ma anche in pianura. In effetti lo zero termico è sceso tra i 1300 e i 1700 metri e lo si sente anche dalle temperature da noi percepite.
Questo mette in sicurezza il sistema idrografico. Manteniamo l'allerta.
La riflessione che volevo fare a seguito dell'intervento del Consigliere Mighetti è questa. Effettivamente siamo in un periodo di cambiamenti climatici, di situazioni particolari. Il Consigliere ha accennato alle trombe d'aria, ma vorrei ricordare che un anno fa nel territorio alessandrino e astigiano, a seguito di una siccità prolungata per tutto il mese estivo, abbiamo ottenuto lo stato di calamità naturale e sono stati assegnati al Piemonte oltre nove milioni di euro per il ripristino dei danni subiti. La maggior parte delle risorse assegnate oltre sette milioni, sono stati destinati, all'alessandrino e nell'astigiano per consolidare e rendere più stabile e più sicura la rete idropotabile.
Dopo il momento dell'emergenza, c'è il momento della verifica dei danni e quello del ripristino a seguito della dichiarazione di calamità naturale che ha permesso di accelerare i tempi di realizzazione. Quindi in questo anno si è lavorato molto nell'alessandrino per prevenire i danni da siccità.
Oggi siamo, invece, sulle problematiche del dissesto idrogeologico e del vento. Abbiamo un sistema di prevenzione ormai affinato e di questo devo ringraziare tutti gli operatori di ARPA che, su questo tema, hanno acquisito una professionalità e quindi anche una precisione nelle previsioni che, sicuramente, è molto importante per tutto il sistema della Protezione Civile.
Voglio ringraziare anche tutti i volontari e i nostri tecnici. Quando dico che si apre la sala operativa regionale, dico che h24 ci sono operatori che sabato, domenica, Natale e Capodanno sono lì a disposizione per la nostra popolazione. Manteniamo l'attenzione per gli eventi futuri ma ribadisco il grazie a tutto un sistema che è integrato tra realtà professionali regionali, e non solo, e volontariato che dà una risposta puntuale, rapida e anche molto capillare alle nostre comunità e ai nostri territori.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non ho più richieste di intervento, torniamo all'esame del disegno di legge n. 294.


Argomento: Ordinamento regionale

Esame disegno di legge n. 294, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2018"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 294, prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
ARTICOLO 29 quater Emendamento rubricato n. 225) presentato da Valetti, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Mighetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Avevamo previsto la fine dei lavori di Consiglio alle ore 19.00.
Esaminiamo tre o quattro emendamenti.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Con tutto il rispetto per un Capogruppo espulso, oggi, non può dire quello che.
Andiamo avanti. Valetti, vuole presentare l'emendamento?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Non abbiamo mai deciso di finire prima. Non abbiamo discusso di questo.
La Conferenza dei Capigruppo è domani, così Bono domani potrà partecipare.
Lo facciamo per lui, anche perché sappiamo che vuole essere presente.
La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento inseriamo le Associazioni dei disabili, di cui alla legge 37 del 2000, tra la platea degli stakeholders definite all'articolo 13 legge n. 1 del 2000; il testo che si vuole aggiungere è il seguente: ".nonché le Associazioni dei disabili, insieme agli altri soggetti già consultati per la pianificazione".



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

Grazie, collega Valetti.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Proseguo anch'io sull'emendamento del collega Valenti, che oggi abbiamo appreso avere una grande colpa per essere giovane: un collega Consigliere del PD ha detto che: "Quando noi facevamo le riunioni tu eri ancora all'asilo". Beh, sì, era ancora all'asilo perché è giovane; sarà questa una colpa! Capisco che, per qualcuno, se i leader politici non hanno settant'anni o ottant'anni non vanno bene, però c'è anche gente giovane poverini, che hanno diritto di vivere anche loro.
Dicevo, vorremmo inserire le Associazioni dei disabili all'interno delle categorie da consultare e da considerare come stakeholders nella definizione di questi Piani - si è detto questa mattina - anche nell'ottica di uniformarsi alla legislazione nazionale, che per fortuna, in maniera piuttosto uniforme, permette il coinvolgimento delle Associazioni in tutte le decisioni importanti, specie quelle che riguardano servizi fondamentali per i cittadini, come il Trasporto Pubblico Locale, che dev'essere adeguato anche alla piena fruizione da parte dei disabili, sia per i mezzi che per tutte le infrastrutture correlate al trasporto pubblico locale, proprio come dicevo questa mattina - nell'ottica di far sì che il trasporto pubblico sia un trasporto omnibus, nell'accezione originaria del termine quando nelle città si è passati da un trasporto di tipo più elitario a un trasporto pubblico; parliamo di un paio di secoli fa.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Frequentando i treni tutti i giorni, in questi anni, ho vissuto la predisposizione all'accesso per i disabili sulla linea Torino-Milano, che credo sia tra le dieci linee più frequentate da pendolari d'Italia.
Per esempio, la stazione di Novara ha due accessi, uno verso il centro e l'altro verso il quartiere retrostante, che è Sant'Agabio; in questo accesso non è ancora attivo l'ascensore per i disabili. Questo fa specie e credo sia una vergogna che ci dobbiamo portare dietro: le nostre ferrovie importantissime, non hanno ancora l'accesso per le persone che hanno necessità dell'uso di una carrozzella. L'ascensore è lì, è stato realizzato, ma non è concluso e non è attivo. Ogni sera, passo davanti a questo ascensore sperando che prima della fine del mio mandato venga attivato, perché dal 2014 ad oggi sono passati un po' di anni e ciò non è ancora avvenuto.
Inserire le Associazioni dei disabili tra gli stakeholder, nella pianificazione regionale, credo sia un fatto importantissimo, perché fino a oggi non hanno avuto voce. Devo dire che non c'è solo la situazione di Novara, vi è infatti una denuncia importante su Vercelli fatta da un attivista di Gattinara a nome dall'Associazione dei disabili. Vi è una serie di difficoltà, tutt'oggi, anche se sembra quasi paradossale, per quando ci si scontra con la realtà fa male, perché in quest'Aula si fanno discorsi che fanno voli pindarici, molto alti però poi questi si scontrano con una realtà in cui ancora non si riesce ad attivare un ascensore. Questo credo che sia una vergogna regionale cui bisogna porre rimedio nel più breve tempo possibile.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
La parola al Consigliere Mighetti.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Mi sembra opportuno l'emendamento proposto dal collega Valetti, che ho cofirmato, perché stabilisce un concetto basilare, secondo cui quelle persone che - gioco forza - devono usufruire di mezzi, che alle volte non possono neanche essere mezzi propri, debbano avere voce in capitolo, per poter far vedere agli altri quello che non ci è perfettamente noto; le persone che non hanno disabilità non hanno l'occhio giusto per vedere tutte quelle mancanze di un servizio di trasporto pubblico, commisurato a persone che non hanno problemi motori.
In ogni angolo, se si prova a rappresentare quali siano le difficoltà di una persona in carrozzina o con ridotte capacità motorie, possiamo vedere delle storture progettuali, storture che riguardano i mezzi vetusti non adatti ai portatori di handicap, ma anche recenti realizzazioni, che non sono state progettate e realizzate con l'opportuna dovizia di particolari e di accorgimenti atti a superare le barriere architettoniche.



PRESIDENTE

Grazie, collega Mighetti.
La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con questo emendamento, chiediamo anche l'inserimento della rappresentanza della disabilità tra gli stakeholder in relazione alla definizione dei Piani settoriali del trasporto pubblico, ritenendola una cosa di assoluta banalità in questo anno 2018 e ciò proprio in relazione al fatto che è oramai da lungo tempo che si parla di barriere architettoniche che si parla di difficoltà di accesso, che si parla di vetustà dei mezzi e quindi di sostituzione degli stessi per permettere l'accessibilità da parte di persone che hanno problemi ad accedere ai mezzi pubblici.
A nostro parere, è evidente che l'assenza delle rappresentanze della disabilità in sede di predisposizione o di definizione dei Piani settoriali è un elemento che ha portato a ritardi e manchevolezze nell'adeguamento del sistema di trasporto pubblico regionale rispetto alla disabilità. Perché? Perché, come al solito, quando le cose vengono predisposte da chi non vive quotidianamente le difficoltà, ma vede il problema magari semplicemente come una questione di adempimento normativo o di soluzione di questioni che però dipendono dalla programmazione, dalla disponibilità di risorse e da mille condizioni, il tema non viene considerato come un'esigenza chiara e irrimandabile. Per questo oggi è importante che passi questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Questo emendamento si basa sulla convinzione che sia necessario coinvolgere gli utenti dei servizi di mobilità per capire quali possano essere le criticità. Tra l'altro, visto che oggi parliamo di età e di esperienza, mi collego a quello che diceva poco fa il collega Bertola e dico che, quando il collega Valetti finiva l'asilo, io iniziavo a fare la pendolare e quindi devo dire che. Sì, sono vecchia, ma orgogliosamente vecchia.
Sono più di trent'anni che utilizzo il trasporto pubblico locale, prima verso Susa e poi verso Milano (come la collega Caputo), non certo sui Frecciarossa, ma sui famosi Interregionali che portavano spesso e volentieri ritardo, e poi su treni per andare un po' in tutta Italia in trasferta. Siccome sono una persona che in vita sua ha sempre lavorato checché ne dica la collega Gancia, ho esperienza di trasporto un po' in tutto il territorio nazionale; almeno finché ho potuto lavorare, questa è stata la mia esperienza.
L'emendamento in questione chiede di coinvolgere nell'Osservatorio regionale della mobilità le Associazioni dei disabili, che sicuramente possono portare la loro esperienza concreta e mettere in evidenza delle difficoltà che molto spesso non appaiano agli occhi delle persone che non hanno disabilità, quindi bisogna vivere la disabilità o comunque confrontarsi con la disabilità e parlare con chi la vive quotidianamente per capire quali possano essere gli ostacoli che si incontrano.
Crediamo che sia assolutamente doveroso rendere partecipi le Associazioni dei disabili nell'Osservatorio regionale, coinvolgendole e anche informandole sui dati e recependo le loro osservazioni nel momento in cui si affrontano i processi decisionali.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta?



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Il parere è favorevole.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 225), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 29 quinquies



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 226) presentato da Valetti, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Frediani, Mighetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente Questo emendamento riprende.



PRESIDENTE

Con tutto il rispetto, signori, il collega Valetti vorrebbe intervenire: forse non è preoccupato dai numeri della maggioranza. Prego Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Questo emendamento, all'articolo 15, comma 2, della legge n. 1/2000 dopo le parole "del trasporto pubblico locale deve essere destinata a" aggiunge le seguenti parole: "garantire l'accessibilità, fruizione e sicurezza dei mezzi adibiti a trasporto pubblico locale e delle infrastrutture ad esso correlate da parte delle persone disabili".
È un emendamento senza oneri, che rientra chiaramente nelle peculiarità dei contratti di servizio tra la Regione e le aziende del trasporto pubblico, quindi non è impegnativo dal punto vista economico, almeno non direttamente, ma è impegnativo dal punto vista della qualità del servizio fornito.
Aggiungiamo che, se questo emendamento viene inserito, ovviamente dai contratti e successive modificazioni dei contratti in essere tra le compagnie che eserciscono il TPL su gomma sia urbano che extraurbano, ma anche le compagnie dei treni, vi è ovviamente una garanzia di maggiore qualità fornita, come già specificato precedentemente nelle more della Carta dei servizi, che diventa un riferimento.
Infatti, con i suoi principi, la Carta dei servizi (emendamenti precedenti) viene a essere parte integrante della programmazione regionale e parte integrante della legge regionale quadro sui trasporti, quindi speriamo anche parte dei prossimi contratti di servizio, di cui ne abbiamo due imminenti: quello sul servizio ferroviario metropolitano e quello sui rinnovi dei contratti con Trenitalia sul bacino regionale sulle ferrovie locali e regionali veloci.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola al Consigliere segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Proseguiamo nell'illustrazione dei nostri emendamenti al disegno di legge n. 294. Siamo sempre alla legge regionale n. 1/2000, la nostra norma di riferimento per il trasporto pubblico locale, e in questo caso proponiamo una modifica all'articolo 15 della legge, in armonia con quanto già previsto in emendamenti precedenti.
Anche questa è una modifica che non comporta oneri per le casse della Regione, proprio secondo la scelta che abbiamo fatto, in questo omnibus, di trattare soprattutto questioni che vanno a migliorare la nostra legislazione regionale o, almeno, cercano di migliorarla (da questo punto di vista ciascuno ha le sue legittime opinioni).
In un disegno di legge con più di cento articoli, ovviamente parecchi non trovano il nostro consenso e abbiamo cercato di migliorarli. In questo caso, in armonia con gli emendamenti e gli articoli precedenti, riteniamo di dover apportare questa miglioria alla legge regionale n. 1 del 2000 legge che in questi anni abbiamo rivisto più volte e modificata in alcune sue parti sostanziali.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, parere della Giunta? Parere favorevole.
Procediamo alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 226), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 30 Indìco la votazione palese sull'articolo 30.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 30 bis Emendamento rubricato n. 131) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola all'Assessore Reschigna per l'illustrazione.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

E' un emendamento che interviene sulle procedure espropriative da attivarsi sulle aree di laminazione dei corsi fluviali, stabilendo anche le modalità attraverso le quali corrispondere delle indennità ai proprietari dei siti.



PRESIDENTE

Non essendoci richieste di intervento, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 131).
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 31 Indìco la votazione palese sull'articolo 31.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 32 Indìco la votazione palese sull'articolo 32.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 33 Indìco la votazione palese sull'articolo 33.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 34 Indìco la votazione palese sull'articolo 34.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 35 Indìco la votazione palese sull'articolo 35.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 36 Indìco la votazione palese sull'articolo 36.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 36 bis Emendamento rubricato n. 130) presentato da Graglia, Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) L'emendamento viene dato per illustrato.



PRESIDENTE

La parola alla Giunta per il parere.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Il parere non è positivo.



PRESIDENTE

Quindi parere negativo della Giunta Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 130), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 37 Indìco la votazione palese sull'articolo 37.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 38 Indìco la votazione palese sull'articolo 38.
Il Consiglio approva.
Il Consiglio regionale finisce qui.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.57)



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