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Dettaglio seduta n.36 del 22/12/14 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOETI



(Alle ore 10.05 il Vicepresidente Boeti comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.32)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Province

Richiesta, da parte del Consigliere Bono, di comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Maxiemendamento alla legge di stabilità inerente ai tagli alle Province"


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Vorrei chiedere se il Vicepresidente Reschigna può farci la cortesia di dare comunicazioni in merito all'approvazione del maxiemendamento in relazione alla legge di stabilità, approvato nella notte tra il sabato e la domenica scorsa (se non sbaglio), quindi in relazione al commissariamento e alla consegna dei poteri straordinari di Commissario al Presidente della Regione Piemonte Chiamparino e in relazione alla mancata approvazione dell'emendamento che rinviava di due anni il pagamento delle quote capitali dei mutui contratti col MEF. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliera Frediani, può intervenire un esponente per Gruppo e quindi non posso darle la parola.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono approvati i processi verbali delle sedute del 9 dicembre 2014.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Non ci sono Consiglieri in congedo.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Nomine e designazioni effettuate dalla Giunta e dal suo Presidente


PRESIDENTE

Ai sensi dell'articolo 37, comma 2 bis dello Statuto, si dà atto che sono state trasmesse le informative da parte del Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale in merito a n. 1 decreto di nomina della Presidenza della Giunta regionale e a n. 4 deliberazioni di nomina della Giunta regionale.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Province

Comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Maxiemendamento alla legge di stabilità inerente ai tagli alle Province"


PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per le comunicazioni richieste dal Consigliere Bono.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Vorrei innanzitutto cogliere l'occasione di questa comunicazione Presidente, per chiedere, alla luce del numero degli emendamenti depositati sul disegno di legge 66, la convocazione della Conferenza dei Capigruppo per l'inizio della seduta pomeridiana, allo scopo di valutare anche il calendario dei lavori del Consiglio regionale.
Seconda questione. E' stato approvato in Senato il maxiemendamento e in queste ore - credo - sarà approvata la legge di stabilità alla Camera: ci conferma sostanzialmente il livello delle informazioni su cui avevamo già avuto modo di soffermarci nella mattinata di giovedì scorso. E' stata approvata la nomina del Presidente della Giunta regionale come Commissario ad acta per quanto riguarda le operazioni sul decreto legge 35 e questo confermiamo - è un risultato positivo importante. Non è stato approvato il subemendamento presentato da alcuni Senatori del PD, in modo particolare dal Vicepresidente del Gruppo al Senato Stefano Lepri, che prevedeva il pre ammortamento per i finanziamenti sul decreto legge 35 per gli anni 2015 e 2016.
E' chiaro che il giudizio che noi diamo rispetto alla chiusura della legge di stabilità è un giudizio che è in grado di cogliere gli elementi positivi rappresentati dalla nomina del Presidente e dai poteri che vengono affidati.



PRESIDENTE

Consigliere Sozzani e Assessore Balocco, il Vicepresidente sta parlando e c'è troppo brusio: fate la cortesia di fare silenzio, altrimenti è inutile fare la comunicazione.
Prego, Vicepresidente Reschigna, continui pure.



RESCHIGNA Aldo, Vicepresidente della Giunta regionale

C'è un giudizio positivo che diamo in merito alla questione legata ai poteri speciali affidati al Commissario nella figura del Presidente della Regione per quanto riguarda le definizioni delle operazioni sul decreto legge 35; c'è un giudizio positivo per quanto riguarda la norma che era già stata inserita, peraltro, nel testo licenziato dalla Camera che consente la possibile spalmatura fino a trent'anni, fatta salva l'emanazione di un DPCM da parte del Governo.
Per quanto riguarda la copertura delle ricognizioni straordinarie dei residui attivi e passivi c'è un problema irrisolto - ripeto, per noi vitale, soprattutto per il 2015 e 2016 - rappresentato dal fatto che non è stata inserita la norma relativamente al rientro in pre-ammortamento dei finanziamenti sul DL 35.
Venerdì mattina ho avuto un incontro coi vertici della Cassa Depositi e Prestiti. Da quell'incontro risulta confermato il fatto che per i finanziamenti cassa non c'è bisogno di una norma legislativa. L'incontro è stato un incontro iniziale, quindi abbiamo approfondito la questione e ci rivedremo nel mese di gennaio per cercare di arrivare - ci auguriamo - a una definizione relativamente alle posizioni aperte con cassa.
Per quanto concerne il rapporto con il Ministero dell'Economia e Finanze - il Presidente Chiamparino l'ha dichiarato, io non posso che confermare questa valutazione - a partire dal mese di gennaio, ritorneremo a ragionare con il Ministero dell'Economia e Finanze relativamente (soprattutto) alle questioni del pre-ammortamento del DL 35.
Ribadisco un concetto, anche alla luce di tutto ciò che è stato inserito nella legge di stabilità e nel maxiemendamento del Governo. Il Piemonte non ha chiesto soldi: il Piemonte ha chiesto solamente di essere messo nelle condizioni di poter avere gli strumenti capaci di poter garantire nel biennio 2015-2016, anche con una rivisitazione, le politiche necessarie in questo momento per la comunità piemontese e di poter avere nel 2015-2016 il tempo per completare il processo di riorganizzazione della Regione, capace dal 2017 di restituirci un Ente certo con minori risorse ma in grado comunque di rappresentare una realtà di utilità.
Chiudo con un'ulteriore riflessione. Tutte queste considerazioni che sto facendo non sono per niente influenzate dalle conseguenze - ancora tutte da definire, anche queste, nel mese di gennaio - relativamente al taglio dei quattro miliardi di euro nei confronti delle Regioni. Questo infatti, è un problema che stiamo un po' sottovalutando, ma che esiste. E' chiaro che, se a gennaio due di quei quattro miliardi di euro si concretizzassero in un non riconoscimento di aumento sul Fondo Sanitario Nazionale, questo sarebbe uno scenario gestibile, dal mio punto di vista se invece la sanità non fosse toccata da questa riduzione dell'incremento lo scenario diventerebbe ingestibile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per una richiesta di chiarimenti in merito alle comunicazioni del Vicepresidente Reschigna. Lo ringrazio per la comunicazione, che è abbastanza in linea con quanto abbiamo potuto leggere sui principali media nella giornata di domenica.
Parto dall'ultimo tema, per poi arrivare a quello del commissariamento.
Sicuramente un problema serio è quello del taglio delle risorse alle Regioni: quattro miliardi, che forse dovevano essere tre, perché un miliardo doveva essere di sblocco del patto di stabilità verticale. Anche su questo abbiamo ancora delle valutazioni da fare e ne ha da fare il Governo. Sui restanti, eventuali tre miliardi, abbiamo letto la dichiarazione di Chiamparino che diceva "meglio sul Fondo Sanitario Nazionale piuttosto che su altro", anche perché forse, interpretando il pensiero del Presidente (neanche troppo peregrino), è meglio tagliere 150 milioni di euro su un Fondo da otto miliardi piuttosto che 150 milioni di euro su un restante miliardo (o meno) di spesa non vincolata. E' ovvio però, che il tema è comunque complesso e complicato, in quanto noi abbiamo visto sul piano del riequilibrio finanziario che ci ha portato in Commissione il Vicepresidente Reschigna che il fondo sanitario è fermo a sette miliardi e 823 milioni, invece che essere a quasi otto miliardi neanche, quindi, con l'aumento previsto nel 2014.
Siamo molto preoccupati perché sappiamo che il pareggio delle ASL si raggiunge solo con il taglio degli accantonamenti che erano previsti per l'edilizia sanitaria. Se non ci sarà quell'aumento, quindi, nel 2015 sarà molto difficile far pareggiare i conti delle ASL, ma soprattutto trovare i fondi per investimenti in edilizia sanitaria.
Vengo quindi al tema del commissariamento. Abbiamo letto il maxiemendamento riassuntivo e abbiamo scoperto che, delle due Regioni che dovevano usufruire di questo strumento di poteri straordinari conferiti al Presidente della Giunta, è sparita la Campania e quindi è rimasto solo il Piemonte. Non sappiamo bene, dunque, come interpretare questo elemento di una norma per una sola Regione.
Abbiamo appreso che in teoria il Presidente non avrebbe più i poteri di aumentare le aliquote fiscali a proprio piacimento - e su questo chiedo anche conferma - ma solo per la gestione separata della contabilità speciale derivante dalla gestione del DL 35.
In ultimo, poi, mi sento di ribattere, provando a confutarle, alle dichiarazioni del Vicepresidente Reschigna, quando ha detto che la Regione Piemonte non ha chiesto soldi aggiuntivi in più. In realtà comunque il Governo ha richiesto una copertura al rinvio del pagamento delle quote capitale dei mutui. Possiamo vederla come vogliamo, quindi, ma in realtà nel 2015 ci sarebbero soldi in più - o in meno, bisogna vedere da che parte la si guarda - che il Governo avrebbe.
Sappiamo che l'emendamento presentato dal Vicepresidente del Gruppo del PD al Senato Lepri aveva delle coperture, che forse non sono state ritenute congrue. Noi riteniamo che ci possano essere dei capitoli di spesa che riguardano la Regione Piemonte che possono essere considerati congrui o comunque, utilizzabili per una situazione di crisi. Non voglio quindi che si veda la mia come una posizione politica o strumentale, ma riteniamo che quanto stanziato nel fondo per la realizzazione dell'Alta Velocità - sia la Torino-Lione sia il Terzo Valico Milano-Genova - debba essere utilizzato per sanare temporaneamente questa situazione di crisi.
Al di là delle posizioni politiche che sono chiare in questo Consiglio regionale, quindi, chiedo anche a questo proposito una risposta al Vicepresidente Reschigna. Poi credo che il nostro Gruppo alla Camera perché adesso la legge di stabilità passa alla Camera - stia presentando un ordine del giorno in questo senso, perché si utilizzino in via straordinaria ed emergenziale i fondi per la realizzazione delle due linee ad Alta Velocità stanziati nel 2015 per coprire il buco della Regione Piemonte.
Mi spiace, perché altre volte ho già detto - e vado a chiudere - che in una situazione di crisi purtroppo bisogna sanare i buchi anche con le risorse dedicate agli investimenti e mi è stato risposto da diversi colleghi, anche dell'opposizione: "Eh, ma non si possono fermare gli investimenti". Va bene, però i soldi ad oggi noi non li possiamo stampare: purtroppo, come sappiamo, siamo in una situazione di valuta unica, l'euro che non ci permette grandi spazi di manovra.
Noi riteniamo quindi che la Regione Piemonte avrebbe a disposizione la misura per salvare il bilancio 2015, che sarebbe quella di chiedere al Governo - a questo punto immagino nel Milleproroghe, perché non si riuscirà in sede di legge di stabilità - di stornare i fondi dell'Alta Velocità e metterli a disposizione della spesa corrente della Regione Piemonte, per rinviare eventualmente di due anni i mutui aperti con il MEF.
Grazie.



PRESIDENTE

Non vi sono ulteriori richieste di intervento sulle comunicazioni del Vicepresidente Reschigna.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 66, inerente a "Disposizioni urgenti in materia fiscale e tributaria"


PRESIDENTE

Proseguiamo pertanto l'esame del disegno di legge n. 66, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 1) presentato dai Consiglieri Bono, Bertola Mighetti, Campo, Frediani, Batzella, Andrissi, Valetti.
L'articolo 1 è abrogato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono per l'illustrazione; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
L'emendamento è chiaro nel suo contenuto: è un emendamento abrogativo dell'articolo 1.
L'articolo 1 del disegno di legge n. 66, come licenziato dalla Commissione, infatti, prevede appunto l'inserimento delle nuove addizionali IRPEF con un aumento consistente per le ultime tre fasce. L'ultima fascia è prevista a 2,75, la quarta a 3,32 e l'ultima al 3,33%, che è il massimo di quanto autorizzabile nel 2015.
Partiamo da un'aliquota base dell'1,23 e aumentiamo quindi l'ultimo scaglione di 2,10 punti, il massimo di quanto autorizzabile in questo momento. È ovvio che l'aspettativa di tutti i piemontesi era quella di vedere non già un ulteriore aumento della tassazione da parte di questa Giunta, o perlomeno non subito: prima ci si aspettava un intervento radicale sulla riduzione della spesa e un efficientamento dell'Ente.
Abbiamo assistito per mesi ad una sorta di melina, nel senso che si è fatto un provvedimento considerato "urgente" sulla riduzione del numero delle ATC e poco altro, che permette di risparmiare forse un milione di euro; abbiamo fatto alcuni provvedimenti spot sulla riduzione degli stipendi dei Consiglieri regionali del 10% e abbiamo previsto un contributo di solidarietà quinquennale - era nato come provvedimento triennale, poi si era voluto inserire a tempo indeterminato e, infine, trovando un compromesso con l'Associazione degli ex Consiglieri, si è arrivati a cinque anni - del 6-10% sui vitalizi. Sono riduzioni minime, che non permettono neanche di tracciare una linea di indirizzo verso l'efficienza della macchina burocratica della Regione Piemonte. Da qui, i maggiori introiti sono non già la riduzione delle spese, ma l'aumento della tassazione.
L'aumento dell'addizionale IRPEF dovrebbe cubare per 73 milioni di euro; altri 19 milioni di euro deriveranno dall'aumento del bollo auto, e forse, arriverà qualcosa ancora dai canoni idrici, per arrivare ad un totale di oltre 100 milioni di euro.
Mi rendo conto, ovviamente, che l'emendamento non troverà facile accoglimento, in quanto la manovra si misura su questi paletti, che portano tutti all'aumento della tassazione.
Dunque, come abbiamo già ribadito, il nostro parere sul disegno di legge è complessivamente negativo e cercheremo di emendarlo nel merito con i prossimi emendamenti.



PRESIDENTE

Colleghi, ricordo che sono previsti tre minuti per l'illustrazione del primo firmatario e due minuti per gli altri.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bertola; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente, mi atterrò scrupolosamente ai tempi.
Il contenuto dell'emendamento abrogativo è chiaro. Noi riteniamo che non sia corretto far pagare ancora una volta ai piemontesi l'effetto di vent'anni di cattiva amministrazione della Regione. Noi non siamo d'accordo ad aumentare l'addizionale IRPEF, anche perché, a fronte di questo, come ha già sottolineato il collega Bono, non abbiamo visto altrettanto impegno nel ridurre altre voci di spesa.
Approfitto brevemente di questo tempo per segnalare che c'era l'accordo ad incardinare entrambi i disegni di legge, quindi sia il n. 66 che il n.
67. Ma relativamente al disegno di legge n. 67 non è stata fatta né la relazione di minoranza, né la discussione generale, perché - lo ricordo al termine della scorsa seduta si era evidenziata l'urgenza, da parte del Partito Democratico, a discutere di "manifesti". Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mighetti; ne ha facoltà.



MIGHETTI Paolo

Grazie, Presidente.
Questo emendamento è chiaramente abrogativo in toto, e manifesta la nostra completa contrarietà ad un disegno di recupero del debito della Regione mediante la tassazione continua dei cittadini piemontesi.
Noi siamo contrari a questa politica, così come siamo contrari al non voler prendere in considerazione, in prima istanza, il taglio di tutte le spese inutili della Regione.
Abbiamo una macchina burocratica direi sovradimensionata, non priva di elementi di grande spreco, ma, soprattutto, abbiamo una moltitudine di piccoli sprechi che coinvolgono tutti gli Assessorati e tutte le Direzioni.
Abbiamo rivoli di spesa pubblica incontrollabili: bisognerebbe, per una volta, cominciare a razionalizzare tutte le voci di spesa, e non andare con grande facilità, a mettere le mani in tasca ai piemontesi. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAUS



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Quello che vorrei ribadire, in relazione all'illustrazione dell'emendamento, è proprio uno dei principi che avrebbe dovuto ispirare l'azione del nuovo Governo regionale: di fronte ad una situazione economica piuttosto drammatica, la soluzione non può essere l'aumento dell'imposizione fiscale, sia pure celata dietro alla giustificazione che si vanno a toccare solo gli scaglioni di reddito al di sopra dei 28.000 euro.
Non è una soluzione, perché l'aumento delle tasse è oggi percepito dai cittadini semplicemente come un modo per finanziare le mille spese arbitrarie ed inutili degli Enti pubblici, in particolare a livello regionale.
Non si giustifica l'aumento delle tasse quando, poi, si regalano milioni di euro in ricche "buonuscite", ben oltre quello che poteva essere lecito, per agevolare il pensionamento di 31 dirigenti regionali, peraltro con remunerazioni abbastanza "dorate".
Non si giustifica l'aumento delle tasse quando, nell'ultimo assestamento di bilancio, abbiamo visto decine di voci di spesa per partecipazioni a convegni e per attività che, tutto sommato, devono essere mitigate in una situazione di ristrettezza economica.
Non si giustifica l'aumento delle tasse quando si continuano a spendere i soldi dei contribuenti anche per finanziare opere su cui non si ha il controllo sul costo finale, soprattutto in sanità: 12 milioni buttati in Valle Belbo, e non si sa neanche se si arriverà da qualche parte o se rimarrà uno "scheletro" a futura memoria; parlando della provincia di Cuneo, abbiamo visto l'Ospedale di Verduno, per il quale c'è l'impegno a volerlo terminare - visto che oramai di milioni ne abbiamo già buttati 92! ma ad oggi non si sa quale sia il tetto finale a cui andremo incontro.
Dunque, è assolutamente ingiusto aumentare il prelievo fiscale.



PRESIDENTE

Collega, la invito a rispettare i tempi.



CAMPO Mauro

Vorrei soltanto ribadire un principio: prima si risana la spesa, poi si possono valutare, motivando la richiesta - spiegando, cioè, perché si chiedono i soldi e per spenderli come - eventuali interventi fiscali.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo.
Emendamento rubricato n. 41) presentato dai Consiglieri Sozzani, Pichetto Fratin, Ruffino, Vignale, Porchietto, Berutti: L'articolo 1 del disegno di legge n. 66 è soppresso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale, per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Scusi, Presidente, ma non c'è il wifi.
Può dare lettura del testo?



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio (fuori microfono)

È abrogativo dell'articolo 1.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 41) recita: "L'articolo 1 del disegno di legge n. 66 è soppresso".
Prego, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
La soppressione dell'articolo 1, che è quello che prevede l'aumento dell'addizionale IRPEF per più di 600 mila cittadini piemontesi, è un po' il cuore della contrarietà che intendiamo esprimere sul disegno di legge in questione.
Perché è assolutamente evidente che partire nella riqualificazione della spesa finanziaria dell'Ente da una misura che, in modo anche un po' indistinto, come potremo vedere negli articoli successivi, tassa gran parte dei piemontesi (in questo caso 600 mila) sull'IRPEF, la quasi totalità sull'articolo 2 relativo al bollo, la totalità sull'articolo 3, in merito al bollino sulle caldaie, e una parte consistente di imprese sull'articolo 5.
Pertanto, noi crediamo che l'articolo 1 vada abrogato, anche perché, in questi mesi (ormai sono passati sei mesi dalla vittoria del centrosinistra), ci saremmo attesi misure - e in questo senso sono andate le proposte che abbiamo avanzato - che tendessero a delle razionalizzazioni, ma vere. Infatti, è assolutamente evidente che l'intervento relativo alla razionalizzazione delle ATC o alla riduzione del numero dei componenti del Collegio dei Revisori dei Conti ha rappresentato alcune briciole, in termini di bilancio, e oggi siamo arrivati all'aumento delle tasse.
C'erano il tempo ed il modo per iniziare alcune attività - che sono quelle che abbiamo proposto e che illustreremo nei nostri emendamenti - per far sì che non si prevedano maggiori entrate tassando i cittadini piemontesi, ma, ad esempio, alienando il patrimonio regionale, le società partecipate e tutte le grandi proprietà che questa Regione ha e che possono garantire del gettito. Solo in ultimo si sarebbe potuto attuare un aumento della pressione fiscale. Per questo motivo, chiediamo che l'articolo 1 venga soppresso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Sulla falsariga di ciò che ha appena accennato il Consigliere Vignale ne abbiamo già ampiamente discusso nell'ambito della Commissione individuiamo una serie di misure che possono essere suppletive, ma anche alternative alla legge che andiamo a discutere, nella quale si potrebbe anche utilizzare il metodo che è stato utilizzato dal Governo, in sede centrale.
Oggi abbiamo una legge di stabilità - approvata nella notte tra venerdì e sabato - che contiene una serie di misure e, nell'ambito di queste misure, ci sono una serie di salvaguardie. Forse le salvaguardie sono principali rispetto alle misure: probabilmente i cittadini italiani non sanno che, qualora talune di queste misure non dovessero andare in porto l'IVA nazionale passerebbe dal 21 al 25,5%. E' una misura prevista nell'ambito delle salvaguardie.
Quando in Commissione abbiamo avanzato e cercato di articolare in modo compiuto le nostre proposte, c'è sempre stato risposto che queste sono sicuramente accoglibili ed interessanti, ma che non hanno una capacità di avverarsi in modo assoluto rispetto, invece, all'aumento delle tasse, che è l'attività politica e amministrativa più semplice che si possa condurre in un ambito amministrativo.
Ci sono dei problemi economici e (che problema c'è?) si aumentano le tasse, mentre non si mette mano ad un'attività alternativa di cui questa nazione avrebbe bisogno: ridurre la spesa pubblica.
Io semplifico sempre, magari in modo banale, ma concettualmente efficace: anche se noi riuscissimo ad ottenere l'annullamento dei debiti regionali, piuttosto che nazionali, senza intervenire su una riorganizzazione dello Stato, il giorno dopo si rigenererebbero nuovi debiti, e quindi andremmo a ripristinare in un tempo relativamente breve il discorso dell'intervento di tipo pubblico per risanare nuovamente i debiti.
Questo è l'aspetto concettuale che volevamo sottoporvi, per portare a casa.



PRESIDENTE

Il tempo!



SOZZANI Diego

Non è ancora finito, Presidente.



PRESIDENTE

Mi scuso, cerchiamo di stare nei tempi.
La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Grazie, Presidente.
Farò recuperare il tempo in aggiunta del mio collega Sozzani.
Presidente, considero importante riportare all'attenzione della Giunta e del Consiglio il fatto che questa mattina, oggi ed anche domani il tema degli emendamenti presentati da Forza Italia nasce da un discorso preciso: vogliamo che questa Giunta e questo Consiglio provino ad immaginare un percorso diverso rispetto a quello di incrementare, ancora una volta, le addizionali.
Ieri sera, in un'intervista, il Presidente del Consiglio, Renzi riferiva con grande orgoglio la riduzione di 18 miliardi di euro dell'imposizione fiscale, senza ricordare che i suoi tagli nascono dall'aver ribaltato su tutte le Regioni quello che lui dice di aver tagliato a livello nazionale. E' impossibile pensare che una Regione come il Piemonte non si batta su questo tema, per poter utilizzare percorsi diversi rispetto a quello di un sistematico incremento della tassazione.
I colleghi del Movimento 5 Stelle ricordavano vent'anni di politica sbagliata: può anche darsi, ma c'è sempre un momento in cui bisogna invertire la rotta. Questo è il momento in cui la rotta va invertita, non soltanto facendo un percorso che è sicuramente difficile per tutti, e penso anche per la maggioranza, ma è anche il più semplice (quello di incrementare ancora una volta le aliquote fiscali), ma anche seguendo un percorso alternativo, come quello indicato da Forza Italia, con la presentazione di emendamenti di merito e non di assoluto ostruzionismo.
Occorre condividere un percorso che parta dal presupposto che anche gli emendamenti presentati dall'opposizione devono essere presi in considerazione.



PRESIDENTE

Collega Graglia, lei non ha firmato l'emendamento. Vuole intervenire ugualmente? Prego, Consigliere Graglia, ne ha facoltà.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Semplicemente, perché siamo convinti che un generalizzato incremento delle imposte sul reddito delle persone fisiche sia esattamente il contrario di quanto serve per aiutare il Paese ad uscire dalla grave crisi economica ed occupazionale che minaccia un nostro declassamento, non tanto nei giudizi dell'agenzia di rating, quanto nella gerarchia economica delle maggiori nazioni del mondo.
La riduzione dell'imposizione fiscale è, infatti, un'indicazione costante di tutte le autorità pubbliche competenti in materia economica e di tutti i centri di studio: una politica che ogni attore competente dallo Stato all'ultimo dei Comuni, quindi anche la Regione - deve attuare nell'ambito delle scelte di propria competenza.
Non ho bisogno di ricorrere a valutazioni di parte (e nella parte di minoranza) per bocciare una simile manovra. Non bastano le parole usate dal Presidente Renzi, al momento della presentazione della legge di stabilità per commentare le sue proposte, anticipando il fatto che le Regioni avrebbero aumentato la propria tassazione per compensare i tagli governativi, mentre occorreva ridurre gli sprechi e razionalizzare la spesa. Ma, dalle parole di fuoco tra il Presidente Renzi e il Presidente Chiamparino, si è passati alle parole di miele.
Noi, però, non abbiamo dimenticato il giudizio del vostro leader politico e poiché si sta facendo esattamente ciò che il Presidente del Consiglio bollava come un'enormità, ripetiamo che la vostra è una provocazione rispetto alle esigenze del Paese e, in specifico dell'economia piemontese. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Graglia.
Emendamento rubricato n. 42) presentato dai Consiglieri Sozzani, Pichetto Fratin, Ruffino, Vignale, Porchietto, Berutti: Il comma 1, dell'articolo 1, del disegno di legge n. 66 è soppresso.
La parola alla Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera per l'illustrazione.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Penso che questi due giorni saranno contraddistinti da un titolo molto forte. Per noi il tema è "no all'aumento delle tasse, no a nessun tipo di incremento".
Questa è la ragione del nostro impegno e della presentazione degli emendamenti, perché riteniamo che i cittadini ormai non siano più in grado di reggere nessun tipo di aumento di nessun genere.
Riteniamo che gli aumenti, oltre alla messa in crisi del sistema sanitario, oltre agli annunci che sono arrivati dal Governo piuttosto che dagli Enti locali, siano insopportabili.
La nostra proposta è andata in questa direzione. Ci farebbe piacere che venisse presa in considerazione, non in questo contesto ma più avanti, ma certamente la nostra opposizione andrà chiara e netta nella direzione di ripetere e di ribadire il no a nessun tipo di aumento e no a nessun tipo di tassa. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Ruffino.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo emendamento, come altri, ha un fine, quello di cercare di evitare che vengano aumentate le tasse ai cittadini piemontesi.
Noi crediamo, come detto precedentemente, che quella di intervenire sulle politiche di bilancio sia la modalità più semplice e anche più sbagliata, in particolar modo in questo momento, perché riteniamo scellerato quanto è avvenuto negli ultimi anni rispetto alla tassazione locale, a partire da quella delle Amministrazioni comunali e anche delle Amministrazioni regionali.
Se uno valuta, come altri colleghi facevano presente, l'attività anche comunicativa che il Presidente del Consiglio ha fatto, cioè 18 miliardi di euro di riduzione della fiscalità, siamo di fronte ad un cinismo istituzionale al quale non eravamo mai stati abituati precedentemente.
Cioè, la modalità esclusivamente comunicativa del Presidente Renzi è semplice, ma intelligente ed arguta, nel senso che scarica, ovvero dice "io ho ridotto le tasse", sapendo che quattro miliardi di euro di taglio alle Regioni non si riducono e non si trovano negli efficientamenti o nei risparmi, perché significherebbe non conoscere le Amministrazioni regionali.
Significa, com'è avvenuto, un taglio consistente alla sanità e significa tagli consistenti alle possibilità di erogazione dei servizi da parte di tutte le Amministrazioni locali.
Quindi questo si è generato e i cittadini piemontesi l'hanno visto benissimo in questo mese, fra il pagamento della TASI, dell'IMU e della TARI. Questa è la fine della via crucis della tassazione locale nel mese di dicembre.
Con un aumento ancora maggiore dell'addizionale IRPEF è evidente che si scopre, avendo appena pagato - chi ha potuto farlo - le tassazioni locali ed essendo in discussione il nuovo aumento dell'addizionale IRPEF, è assolutamente evidente a tutti - anche a chi non si occupa di politiche di bilancio - con quali modalità sono stati reperiti i 18 miliardi di riduzione delle tasse in busta paga.
Poi magari cercheremo di spiegare anche come gli 80 euro sono un'altra presa in giro, ma lo faremo nella discussione successiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Riguardo a questo aspetto vi è una richiesta, che abbiamo fatto anche in Commissione, ma rispetto a cui purtroppo non abbiamo avuto risposta relativamente alla crescita così alta per quanto riguarda i soggetti che pagano l'IRPEF e i cittadini piemontesi.
Evidentemente questo va a generare una difficoltà economica ulteriore rispetto a quella che già viviamo quotidianamente a tutti i livelli, siano quelli di libera professione siano quelli di lavoro dipendente.
L'aspetto fondamentale era che non è stato reso noto, se non per sommi capi, l'elemento principale, nel senso che è vero che, aumentando le tasse ai cittadini piemontesi, in tempi relativamente brevi, generiamo un circolo sicuramente positivo per le casse della Regione Piemonte, ma non abbiamo elementi politici che contraddistinguano un'azione politica della Giunta rispetto a questa manovra, che va sempre, solo ed esclusivamente a portare via del danaro dalle tasche dei cittadini.
E' con questo spirito che abbiamo presentato questo emendamento e l'abbiamo chiesto con forza nell'ambito della Commissione.
Ci veniva sempre detto che le ipotesi alternative erano assolutamente non considerabili. Di conseguenza, questo ha portato al mantenimento dell'emendamento stesso nell'ambito dell'Aula e la discussione articolata che faremo, spiegando la filosofia di tutti gli emendamenti che sono stati presentati.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
Emendamento rubricato n. 43) presentato dai Consiglieri Sozzani, Pichetto Fratin, Vignale, Ruffino, Porchietto e Berutti: Al comma 1 dell'articolo 1 del disegno di legge n. 66 le parole "Ai fini del raggiungimento degli obiettivi di equilibrio di bilancio nonché" sono soppresse.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 43) cassa le parole "ai fini del raggiungimento degli obiettivi di equilibrio di bilancio nonché", perché è come se si votasse all'interno della legge il principio che, per garantire gli equilibri di bilancio, sia obbligatorio o indispensabile l'aumento delle tasse ai cittadini piemontesi.
Noi crediamo che questo non solo non sia vero per i motivi che abbiamo precedentemente detto, ma lo sia ancora meno rispetto ad un assioma, che indichiamo in legge, che per avere un bilancio equilibrato le tasse devono essere maggiorate.
Vi erano altre possibilità, come poi proveremo ad illustrare in alcuni degli emendamenti successivi e anche sul disegno di legge n. 67. Infatti vi era la possibilità di intervenire sull'aumento delle entrate e non con la modalità più semplice possibile, che era quella dell'aumento della tassazione ai cittadini piemontesi.
Crediamo che, da questo punto di vista, quello che appare un emendamento di forma e non di sostanza, invece sia l'opposto.
Inoltre, vi è un'assoluta evidenza della quale non abbiamo timore di fare riferimento. La nostra volontà è quella che questa legge non venga approvata dal Consiglio regionale entro il 31 dicembre.
Dico "entro il 31 dicembre" perché, come i colleghi sanno e come i piemontesi devono sapere, se entro questa data non viene approvata significa che l'aumento della tassazione parte dal 1° gennaio 2016, oppure il Presidente Chiamparino, se diventerà commissario della Regione Piemonte per quanto riguarda l'equilibrio e la gestione del DL n. 35, potrà autonomamente aumentare la fiscalità - per esempio, ci terremmo che non venissero aumentati il bollo auto e i canoni demaniali idrici - assumendosi anche una responsabilità diretta rispetto ad un intervento che peggiorerà la situazione dei cittadini piemontesi dal 1° gennaio 2015.



PRESIDENTE

Hanno chiesto di intervenire i Consiglieri Sozzani e Porchietto; poi perfino la collega Ruffino e, addirittura, il Consigliere Graglia.
Do ora la parola al Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Con la richiesta di soppressione, al fine del raggiungimento degli obiettivi di equilibrio di bilancio, si chiedeva di non mettere la mano nelle tasche dei piemontesi, come dicevamo poc'anzi. E' il prosieguo dell'attività che, come Gruppo, ci siamo posti come obiettivo, perch riteniamo che dietro alle tasse generate dallo Stato vi sia una presa in giro per i cittadini, in tutti i sensi. Cioè, mentre negli altri Paesi europei quando si parla di tassazione massima si parla di tassazione complessiva che un cittadino deve pagare, in Italia la tassazione è legata alle responsabilità di chi la espone. Mi spiego: se il Governo espone che ci sarà un IRPEF al 43% per chi ha l'aliquota massima, non si tiene conto della TASI e di tutta un'altra serie di tasse che viene aggiunta a quel 43%. Quindi, il livello di tassazione nella nostra nazione oggi supera abbondantemente il 60% e si avvicina al 70%.
Allora, voi capite che nella discussione di un'addizionale di tipo regionale che aumenta ulteriormente le tasse vi sono degli elementi che incidono profondamente nella vita quotidiana di ciascuno di noi. Pensate che ogni anno lavoriamo fino al mese di settembre - probabilmente, facendo bene i conti, arriviamo anche ad ottobre - per pagare interamente i debiti peraltro anche pregressi, che non ci riguardano, ma che, alla fine attanagliano le nostre tasche.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla Consigliera Porchietto.



PORCHIETTO Claudia

Presidente, mi fa piacere che lei apprezzi che tutto il Gruppo di Forza Italia intervenga, vedo che il Natale le fa bene.



(Commenti del Presidente)



PORCHIETTO Claudia

Siamo contenti di essere anche taumaturgici, questo non me lo aveva ancora detto nessuno.
Presidente, vorrei riportare un attimo l'attenzione su quanto oggi i principali organi di stampa stanno riportando sulle prime pagine, che credo tutti quanti voi abbiate letto: abbiamo una nuova categoria che possiamo definire come "i nuovi poveri", cioè i giovani professionisti sotto i quarant'anni, che hanno redditi molto bassi.
Lo sottolineo perché vedo che il nostro Presidente del Consiglio è già oltre, dice già che, finita la legge di stabilità, lui è già sui diritti.
Invece, io mi fermerei ancora un attimo sulla legge di stabilità, che, tra l'altro, aggiunge un'ulteriore imposizione previdenziale, cioè un incremento al 30% dell'aliquota previdenziale per i professionisti che non hanno una cassa previdenza e che versano alla gestione separata.
Sommando quanto stiamo andando a fare adesso - che noi non accettiamo vale a dire incrementare ulteriormente le aliquote fiscali regionali significa chiudere una stagione in cui assolutamente non è vero che abbiamo diminuito l'imposizione fiscale, la stiamo incrementando sotto mentite spoglie.
Su questo non possiamo immaginare che si prosegua a ragionare senza considerare delle alternative. Lo ribadiamo, le alternative ci sono, sono alternative che sono state pensate e proposte nel corso delle settimane che riteniamo debbano essere prese in considerazione. Sia oggi che domani nell'esame di tutti gli emendamenti presentati - Presidente, magari tedieremo qualcuno - noi ricorderemo questo passaggio: le aliquote si possono non incrementare e credo che sia importante che anche la Giunta regionale prenda atto di un percorso che si può fare insieme.



PRESIDENTE

Grazie, collega Porchietto.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola Media Statale "U. Foscolo" di Torino


PRESIDENTE

Prima di dare la parola alla Vicepresidente Ruffino, saluto i ragazzi della Scuola Media Statale "U. Foscolo" di Torino, ai quali auguro buona giornata e buona visita a Palazzo Lascaris.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 66, inerente a "Disposizioni urgenti in materia fiscale e tributaria" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame degli emendamenti all'articolo 1 del disegno di legge n. 66.
Ha chiesto di intervenire la Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Ho avuto il piacere di salutare i ragazzi quando sono stati in visita ai nostri Uffici: devo dire che sono davvero molto interessati e a loro ovviamente, credo debba andare l'augurio più bello di quest'Aula, proprio per il valore di cui sono portatrici queste nuove generazioni, che si ritrovano in quest'Aula in un momento difficile e complesso.
Oggi parliamo di aumento delle tasse e di un messaggio chiaro proveniente dal Gruppo di Forza Italia, che è legato invece ad una richiesta di inversione di tendenza, perché riteniamo che comunque sarà difficile per il Governo della Regione Piemonte raggiungere gli obiettivi prefissati in termini di incasso delle tasse. Il motivo è molto semplice: oggi, gli imprenditori, gli artigiani e i commercianti per pagare le tasse utilizzano i fidi bancari, perché c'è un progressivo blocco di ogni attività; le attività vengono chiuse e non se ne aprono delle nuove, da cui, ovviamente, deriva una riduzione dei posti di lavoro.
La situazione è preoccupante perché, conseguentemente, avremo un crollo degli incassi sull'IVA, ma abbiamo anche un crollo di chi paga le tasse.
Gli enti locali sanno benissimo - e qui ci sono parecchi ex Sindaci che continuano ad operare nei loro Comuni - che non si paga la tassa sui rifiuti, perché non ci sono i soldi a disposizione, pur correndo il rischio di ricevere un atto di pignoramento.
Tutto questo ci fa capire una volta di più la nostra posizione e il valore della nostra proposta. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola al Consigliere Graglia.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Semplicemente, siamo convinti che l'equilibrio di bilancio si persegua anche e soprattutto in questa congiuntura sul versante delle spese riducendo le spese generali di organizzazione e dell'apparato razionalizzando quelle di gestione e del funzionamento, comprimendo seriamente quelle non obbligatorie e non incrementando e raddoppiando costose figure di alta dirigenza, quale, per esempio, quella del nuovo segretario della Giunta regionale.
Pongo anche l'attenzione, come ho già fatto in Commissione, sulla nuova figura dell'amministratore unico di Sviluppo Piemonte Turismo, ne avevo già parlato sia con il Governatore che con il Vicepresidente. Mi dispiace molto in questo frangente, in cui ognuno sta cercando di compiere la sua parte in un momento di grave crisi, appurare che con la delibera del 31 luglio 2014 l'Assessorato al turismo abbia individuato un nuovo amministratore unico con un compenso annuale di 50 mila euro, mentre prima tale ruolo era svolto da un interno a costo zero.
Mi è stato detto che non è più possibile avere questa figura a costo zero, però mi piace rimarcare che tra zero e 50 mila euro ci sia una bella differenza.
Per quanto riguarda la discussione su certi emendamenti - alcuni dell'assestamento di bilancio sono anche stati accettati - ricordo sempre quello sugli scuolabus dei comuni montani. La nostra richiesta era di 500 mila euro ed è stata accettata quella di 300 mila euro. Allora, 50 mila euro in più su una spesa di 30 mila euro poteva significare uno scuolabus in più per un comune montano, per garantire diritto allo studio e sicurezza. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola al Consigliere Berutti.



BERUTTI Massimo

Grazie, Presidente.
L'emendamento 43) sopprimerebbe una frase che dice "ai fini del raggiungimento degli obbiettivi di equilibrio di bilancio". Questo vuole dire che, obiettivamente, aumentare le aliquote avendo il fine del riequilibrio di bilancio non è mai una strategia così virtuosa, nel senso che chiaramente si va a toccare il cittadino e, naturalmente, trattando l'articolo 1, che è quello che ha attinenza con l'aumento dell'aliquota IRPEF, è chiaramente consono.
Credo che ci sia la necessità, ma soprattutto l'obbligo morale in un momento come questo, che è certamente difficile per questo Ente, ma nello stesso tempo è anche particolarmente difficile per i cittadini piemontesi di intervenire con altre azioni, con altre proposte, tra l'altro, da noi fatte "in termini di 67". Ritengo quindi che sarebbe probabilmente un pochino più lineare, ma soprattutto responsabile poter non intervenire sull'aumento dell'IRPEF.
Questo emendamento interviene proprio in questi termini, ma soprattutto sul fatto che non ha senso intervenire sugli aumenti per sanare i bilanci.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Berutti.
Emendamento rubricato n. 50) presentato dai Consiglieri Sozzani Porchietto, Berutti. Pichetto Fratin, Vignale, Ruffino: Al comma 1, dell'articolo 1 del disegno di legge n. 66, le parole "è determinata per scaglioni di reddito applicando, al netto degli oneri deducibili, le seguenti maggiorazioni all'aliquota dell'addizionale regionale all'IRPEF di base" sono sostituite dalle seguenti: "è complessivamente aumentata, determinata per scaglioni di reddito, con le seguenti modalità" La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Sostanzialmente l'emendamento n. 50) traduce in un italiano più comprensibile quello che è l'effetto della norma.
La norma dice che le nuove aliquote sono determinate per scaglioni di reddito applicando una serie di maggiorazioni. Per carità, anche questa è di per sé comprensibile, ma la sostituiamo con "e complessivamente aumentata". Nel senso che è quanto avviene nell'articolo 1 del disegno di legge n. 66, così come chiediamo che venga modificata la rubrica dove non vi sono disposizioni urgenti in materia finanziaria, ma sono disposizioni urgenti di aumento della tassazione regionale. Di questo stiamo parlando e credo che le cose vadano anche all'interno di una norma chiamata con i loro nomi, perché le leggi siano il più possibile intelligibili. E' evidente che crediamo che questo, come altri emendamenti che abbiamo presentato, abbia di per sé una finalità utile, però è assolutamente evidente che l'obiettivo che il nostro Gruppo consiliare si pone e si è posto anche in sede di Commissione consiliare è quello di fare in modo che le tasse non vengano aumentate nuovamente.
Non lo abbiamo fatto solo con una modalità di contrarietà, perch essere contrario all'aumento dell'imposizione fiscale credo sia un aspetto comunque positivo, in particolar modo in un momento come questo, ma abbiamo cercato di proporre spacchettando quella che era una nostra proposta di legge in singoli emendamenti, con alcune modalità per garantire le stesse entrate senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini e degli imprenditori piemontesi.
Allora, crediamo che questa modalità vada sostenuta anche riprendendo alcune indicazioni che la Giunta regionale aveva dato rispetto alla stesura dell'assestamento di bilancio e complessivamente della legge di bilancio dicendo che siamo disponibili a ragionare con il Consiglio e, quindi, anche con le opposizioni, a un'unica condizione: che i saldi siano in qualche modo invariati.
Abbiamo cercato di fare proposte che garantiscano lo stesso numero di entrate, quindi saldi invariati, senza prevedere l'aumento della tassazione ai cittadini piemontesi, ma non sono state accolte in particolar modo nel disegno di legge n. 66. grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola al Consigliere Sozzani.



SOZZANI Diego

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda l'IRPEF, con un'analisi più dettagliata e più complessiva che in questo emendamento abbiamo cercato di proporre, e anche con più calma, perché ci siamo trovati a dover discutere di un disegno di legge in tempi veramente molto ristretti, sarebbe stato possibile magari ridefinire anche gli scaglioni che potevano valutare un'incidenza relativamente al pagamento dell'IRPEF veramente alle persone più abbienti nell'ambito della nostra Regione, invece si è preferito procedere con un aumento tout court delle aliquote, quale è stato eseguito, tale per cui si va a colpire un numero più grande di cittadini.
Con una disamina probabilmente più corretta, anche nell'ambito della Commissione sarebbe stato possibile rivedere un aumento, probabilmente necessario per la nostra Regione, ma più corretto per i nostri cittadini.
In questa logica era stato presentato questo emendamento al disegno di legge con uno spirito di aiuto alla maggioranza e di aiuto nei lavori in Commissione, ma purtroppo non è stato accettato. Con lo stesso spirito con cui lo abbiamo enunciato, annunceremo anche successivamente gli altri emendamenti che hanno la stessa e identica finalità.



PRESIDENTE

Grazie, collega Sozzani.
La parola al Consigliere Graglia.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Dei cinque scaglioni di reddito previsti per l'addizionale, il primo e il secondo rimangono immutati, il terzo aumenta del 40 e 70%, il quarto del 91 e 74%, il quinto del 90 e 91%.
Rispetto agli scaglioni IRPEF quello del 38% aumenta dell'1,31%, quello del 41% aumenta del 2,44% e quello del 43% aumenta del 2,33%.
La pressione, comunque insostenibile, si incrementa nel modo maggiore sul terzo scaglione di reddito dai 28 mila ai 55 mila euro e conferma la volontà di aggredire senza pudore la platea del ceto medio, con particolare accanimento sui lavoratori dipendenti.
Montanelli affermava che i comunisti amano talmente i poveri che tutte le volte che vanno al potere li moltiplicano. Sembra che i loro epigoni non abbiano cambiato queste abitudini.
Il formale rispetto della progressività dell'imposizione si concretizza, in realtà, in un contesto di legislazione fiscale teoricamente impostata correttamente in tal senso, ma praticamente caratterizzata da elusione ed evasione fiscale massive in una perpetua aggravata, irreversibile ed ingiusta enorme pressione sui ceti medi a reddito dipendente fisso. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Qui non è un problema di scaglioni; il vero problema è l'aumento di carattere generale, perché 73 milioni non sono certo noccioline.
Il vero problema è che una grossa incidenza comincia ad esserci per le fasce non basse. Questo va riconosciuto. Nelle fasce più basse non c'è l'aumento però, nel momento in cui si sale, pensare che si tratta di fasce che possano sostenere il pagamento, non è comunque una giustificazione.
In questi anni, parlando in termini generali, si è inciso in modo pesante su quelle fasce che oggi, da un punto di vista del reddito, sono diventate fasce povere, da fasce medie che erano.
Stiamo assistendo ad un assottigliamento e ad un indebolimento della fascia media, che era quella che sosteneva il sistema nazionale.
Il problema è che se oggi iniziamo ad incidere su quelle fasce che hanno ancora un po' di reddito, e quindi di potere d'acquisto, continuiamo ad erodere quel sistema che oggi è l'unico che ha ancora un po' di capacità commerciale.
Se si continua ad erodere un sistema basato sulla domanda e sull'offerta, quindi sulla capacità di spesa, questo si indebolisce sempre di più, esaurendo la possibilità di spesa.
Credo che questa non sia una politica da fare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Vicepresidente Ruffino in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Il nostro Gruppo sta chiedendo al Governo regionale e alla maggioranza di essere ascoltato, perché immagina che la politica debba avere una lungimiranza ed essere in grado di guardare avanti, di programmare e di progettare.
Tuttavia, oggi ci rendiamo conto che ci sono alcuni esempi in negativo: c'è un guardare avanti che porta ad un aumento di 80 euro in busta paga dei dipendenti, ma 80 euro non coperti, che pare debbano poi essere coperti con la creazione di un nuovo balzello, ossia l'IMU sui terreni agricoli.
Anche in questo caso, però, si fatica a fare entrare questi soldi e si procrastinano i tempi, perché ci si rende conto che forse solo nel Medioevo si immaginavano tasse e balzelli di questo tipo. Da ultimo, quello che ha stupito tantissimo è l'aumento dell'IVA sul pellet.
A fronte di questi esempi in negativo, che ovviamente vanno a ricadere sulle famiglie, il nostro ancorato appello sulle proposte è di accogliere i nostri emendamenti e il nostro "no" all'aumento delle tasse.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Ruffino.
Emendamento rubricato n. 49) presentato dai Consiglieri Sozzani Porchietto, Berutti. Pichetto Fratin, Vignale, Ruffino: La lettera a) del comma 1 dell'articolo 1 del disegno di legge n. 66, è soppressa.
Ha chiesto la parola il Consigliere Vignale per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Questo emendamento intende cassare una parte del comma 1 che aumenta complessivamente la tassazione.
Noi crediamo che quest'emendamento, come altri, sia utile per la discussione che stiamo facendo, non tanto e non sempre nel merito puntuale della discussione, quanto per cercare, come abbiamo detto in altri interventi e come ripeteremo in molti altri ancora, di evitare che vengano aumentate le tasse ai cittadini piemontesi; non solo per i motivi già ricordati, ma anche per una serie di motivazioni di carattere generale.
Se questo fosse l'unico provvedimento che inasprisce la tassazione ai cittadini piemontesi, sarebbe difficile da sostenere comunque, ma sarebbe una sorta di una tantum o una sorta di tassa di scopo. In realtà, in questi giorni assistiamo ad un Governo regionale che presenta un disegno di legge che stiamo discutendo adesso - che aumenta le imposte e ad un Governo nazionale che ha aumentato le imposte, per esempio, in agricoltura e sul riscaldamento.
L'aumento dell'IVA dal 10 al 22%, da parte del Governo nazionale sull'utilizzo del pellet, farà sì che migliaia di cittadini piemontesi vedano, con una semplice approvazione di un articolo della legge di stabilità, aumentata del 12% la loro spesa invernale.
Allo stesso modo, mi riferisco anche agli aumenti che vi sono appena stati, sulla tassazione a livello comunale.
E' evidente che l'insieme degli incrementi di tassazione, siano essi IVA o siano essi tassazione (come in questo caso relativa all'addizionale IRPEF), fa sì che vi sia ormai una tassazione locale o nazionale non più sostenibile per i cittadini italiani, nel nostro caso per i cittadini piemontesi.
Crediamo che le modifiche proposte, come quella in discussione nell'emendamento in oggetto, siano utili per significare, nell'unica maniera possibile, cioè quella dell'espressione della contrarietà, come questo disegno di legge non vada a migliorare la situazione dei cittadini piemontesi, ma vada, da qui a pochi giorni, a peggiorarla.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sozzani; ne ha facoltà.



SOZZANI Diego

Dopo il Consigliere Vignale mi associo per completare il pensiero perché i tre minuti a disposizione non bastano. L'emendamento che propone la soppressione del comma a) significa che per i redditi fino a 15 mila euro non si applichi nemmeno l'aumento dello 0,39%.
Adesso spieghiamo la differenza dell'interpretazione, di cui avevamo già detto in Commissione.
Siccome, a fini INPS, la nuova povertà, in termini di reddito, è di 30 mila euro, come da notizie giornalistiche di questa mattina, è chiaro che con l'aumento delle tasse si va ad incidere anche su persone che apparentemente possono avere un reddito dignitoso. Oggi, con i costi della vita e con le tasse già applicate quotidianamente, anche chi guadagna più di 15 mila euro ha grosse difficoltà.
Il fatto che ci possa essere la soppressione, perché non sono state aumentate, come più volte detto in Commissione, del comma a), ma soprattutto il fatto che ci possa essere una considerazione sulle nuove povertà a livello nazionale, penso possa essere sicuramente una considerazione che, al di là della legge che si sta discutendo, si possa far propria anche in discussione generale che la Regione deve fare anche in un ambito più complessivo della materia legislativa della quale la Regione stessa si sta occupando.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Vicepresidente Ruffino, che interviene in qualità di Consigliera; ne ha facoltà.



RUFFINO Daniela

Grazie, Presidente.
Riparto dall'esatto punto in cui è fermato il Consigliere Sozzani quando parlava di impoverimento generale: questa è la realtà con cui ci dobbiamo raffrontare. Penso anche che sia una frustrazione non indifferente non poter far fronte alle spese. Questo è il motivo più importante per cui il Gruppo di Forza Italia osteggia il disegno di legge n. 66 e la sua approvazione.
Riteniamo che la conseguenze di queste scelte, al di là dell'impoverimento, è l'innalzamento dei numeri di chi, oggi, per riuscire a mettere insieme un pranzo e una cena, si rivolge al banco alimentare piuttosto che ai servizi. Ed è perfettamente inutile che ricordi a quest'Aula che l'azione genererà soltanto un aumento di richiesta e quindi anche di costi di quei servizi che servono a sostenere i nuclei in difficoltà.
Ed è per questo che noi auspichiamo una modalità diversa di affrontare questi problemi. Certamente ci sarà un innalzamento di costi per questi servizi e, ovviamente, frustrazione e difficoltà per i piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Berutti; ne ha facoltà.



BERUTTI Massimo

Sui redditi fino a 15 mila euro lo 0,39% è comunque già un'incidenza importante. E' chiaro che è in relazione a quello che sta avvenendo, alla situazione generale di crisi a livello sociale, quindi sarebbe opportuno iniziare ad invertire la tendenza. Iniziare ad abbattere le aliquote, non solo non aumentarle. Almeno in alcuni casi, almeno su queste fasce.
La necessità è quella di dare un segnale, seppure minimo, a mondi che ormai sono alla canna del gas. Questo potrebbe essere un primo segnale importante su fasce che, tra l'altro, sono sempre maggiori. Magari una famiglia che ha doppio reddito, improvvisamente si trova solo con un reddito e su queste fasce, sulla fascia dei 15 mila euro, rischia di essere in forte difficoltà.
Sarebbe un passaggio che non inciderebbe su grandi numeri a livello di impegno, a livello di somma generale, ma darebbe un segnale molto importante a mondi in forte difficoltà.



PRESIDENTE

Consiglieri del Movimento 5 Stelle, gli emendamenti n. 7), 6), 2), 3) 5) e 4) sono irricevibili perché ogni emendamento contiene cinque emendamenti. Dovrebbero essere articolati in modo diverso.
L'emendamento n. 7) contiene cinque emendamenti... O li considero irricevibili, oppure fate un ragionamento complessivo.
BERTOLA Giorgio (fuori microfono) Un ragionamento complessivo.



PRESIDENTE

Va bene, allora fate un ragionamento complessivo, così non li rigetto.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
E' emerso un problema di redazione negli emendamenti. Ha ragione.
Bisognava scrivere "l'articolo 1 è così sostituito", ma purtroppo non abbiamo controllato bene la redazione dell'emendamento.
Ringrazio per poter discutere il senso generale degli emendamenti.
Interverranno anche alcuni colleghi per avere un po' il senso degli emendamenti in sé.
Se è possibile, faremo anche delle modifiche al testo in modo che siano accoglibili. Basta scrivere "si modifica l'articolo 1, l'articolo 1 è così sostituito e l'emendamento diventa ricevibile". Togliendo le lettere a) b) c) d) ed e) sono così sostituite.
Presidente, se fosse così gentile, visto che siamo quasi vicino a Natale, cambieremmo il testo dell'emendamento, così che diventa accoglibile e votabile (immagino in modo negativo).



PRESIDENTE

Non perché è Natale, ma proprio perché sono gentile nei vostri confronti, vi metto nelle condizioni di cambiare il testo degli emendamenti.



BONO Davide

L'emendamento n. 7) chiede di sostituire l'articolo 1 andando ad abbassare di 0,1% le prime due fasce, mantenendo inalterate le altre modifiche presentate dalla Giunta. E' un emendamento identico a quanto presentato in Commissione. Ricordiamo che, in questo caso, si avrebbe un incremento di gettito fiscale minore di quanto atteso dalla Giunta, quindi non 73 milioni di euro, ma 23. Ci rendiamo conto che è una riduzione cospicua. Riteniamo che i primi due scaglioni di reddito siano quelli che abbisognano di più di una riduzione dell'imposizione fiscale.
E' vero che i primi due scaglioni comprendono tutti i redditi, o quasi tutti redditi, anche chi prende 100 o 200 mila euro versa sui primi 15 mila euro in base all'aliquota. In questo modo avrebbe un beneficio anche il piemontese che guadagna 100-200 mila euro. Nell'ottica complessiva, ci sembrerebbe una tassazione più equa rispetto a quanto proposto dal Vicepresidente Reschigna.
Nell'emendamento n. 6) - anche questo da modificare - chiediamo di abbassare solo la prima aliquota del primo scaglione, mantenendo invariate le altre. In questo modo, il gettito non arriverebbe a un miliardo e 215 come stimato, ma a un miliardo e 180. Invece di 73 milioni di gettito ulteriore e aggiuntivo, ne avremmo 37.
Il ragionamento è il medesimo di quanto fatto prima. Riteniamo che almeno il primo scaglione debba essere ridotto anche in maniera simbolica ma ricordiamo che 0,1% su 15 mila euro, sono comunque 15 euro all'anno. Pu essere valutata simbolica come spesa, ma sappiamo che 15 euro in più in busta paga in un anno, vuol dire magari riuscire a pagare una bolletta in più. Non è una manovra complessivamente iniqua. E' una misura sicuramente interessante.
Con l'emendamento n. 5) chiediamo di modificare potendo rendere accoglibile l'emendamento, in cui chiediamo di abbassare la seconda fascia.
Abbiamo fatto un ragionamento di questo tipo. Da zero a 8.000 euro c'è la "no tax area", un'area che non è tassata. Rimarrebbero scoperti da otto a 15 mila euro, con una tassazione che non viene ridotta. Su questa fascia ci sono i famosi 80 euro di Renzi, arrivano fino a 26 mila anche se da 24 a 26 mila sono ridotti, quindi chiederemmo di abbassare dello 0,10% da 15 mila a 28 mila, quindi comprendendo anche una piccola fascia che non è ricompressa nell'aumento renziano. Parliamo di 0,1% fino a 28 mila euro, il che vorrebbe dire 28 euro in più in busta paga in un anno. Anche qui parliamo magari della possibilità di pagare una bolletta, che sicuramente non è poca cosa per quanto riguarda le famiglie piemontesi, considerando la situazione di crisi esistente oggi in Piemonte e in Italia.
Vi è poi l'emendamento n. 4), con il quale chiediamo di abbassare la terza fascia di uno 0,25%, portandola a 2,5 anziché 2,75. Questo permetterebbe di abbassare un po' l'imposizione fiscale sulla terza fascia che - ricordiamo - va da 28 mila a 55 mila euro: non sono assolutamente persone benestanti, perché 28 mila euro è un reddito nella media e anche 55 mila euro: se pensiamo che si può trattare di una famiglia monoreddito con figli, è uno stipendio che permette la sopravvivenza (avendo a carico il coniuge, magari due figli, le spese della casa, le bollette, il mutuo e quant'altro, io non andrei a caricare eccessivamente e ulteriormente).
Pensiamo che una riduzione dello 0,25% su un reddito di 50 mila euro vuol dire 125 euro in più a fine anno, che inizia a essere una cifra interessante. In questo caso, il gettito fiscale arriverebbe a 1,2 miliardi (cifra tonda), quindi perderebbe solo 15 milioni di euro rispetto a quanto stimato dal Vicepresidente Reschigna col suo aumento; riduzione di gettito fiscale che potremmo andare a coprire con altri efficientamenti della Regione Piemonte.
L'emendamento n. 3) ha come obiettivo un'invarianza di entrate (sono i primi ad invarianza di nuove entrate di gettito fiscale). Chiediamo di ridurre la prima fascia di 0,5% e praticamente di aumentare di altrettanto la terza fascia: questo permetterebbe di avere un gettito fiscale invariato sui 73 milioni di euro.
L'ultimo emendamento è il n. 2). Anche questo è a saldi invariati rispetto a quanto atteso dalla Giunta con l'articolo 1. Questo emendamento abbassa sia la prima che la seconda fascia in maniera anche consistente e aumenta - ovviamente, dovendo avere invarianza di gettito fiscale almeno sull'addizionale IRPEF - la terza fascia in maniera consistente, per portare appunto ai 73 milioni di gettito fiscale.
Chiudo con l'illustrazione degli emendamenti e ringrazio il Presidente.
Noi abbiamo voluto fare una serie di emendamenti che fossero, da una parte più equi dal punto di vista della distribuzione e anche del carico fiscale chiedendo di ridurre i primi due scaglioni, e poi una serie di emendamenti invece ad invarianza di spesa che rimodulavano le prime tre fasce per cercare di ottenere un uguale gettito fiscale.
Sta ovviamente alla maggioranza, a questo punto, oltre che al Vicepresidente - che potrà dare un parere, ma la maggioranza è ovviamente libera, a prescindere dal parere del suo Assessore, di votare in maniera conforme o difforme - di decidere se poter andare verso una maggiore equità ridistribuiva, oppure se accogliere semplicemente la proposta tout court fatta dal Vicepresidente Reschigna.
I nostri sono emendamenti pienamente di merito, di contenuto, di sostanza - non che altri non lo fossero - che vogliono dare una linea e spiegare all'Aula come, con un po' più di coraggio e con un po' più di volontà, si potevano fare anche altre modifiche.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 237) (sostituisce il n. 7, irricevibile) presentato dai Consiglieri Bertola, Bono, Campo e Frediani: "Si riscrive il comma 1, dell'articolo 1: 1. Ai fini del raggiungimento degli obiettivi di equilibrio di bilancio nonché per la copertura degli oneri finanziari derivanti dalle anticipazioni di liquidità previste degli articoli 2 e 3 del decreto legge 8 aprila 2013, n. 35 (Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della Pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento dei tributi degli enti locali), convertito con modificazioni dalla legge 6 giugno 2013, n.
64, a decorrere dal 1 gennaio 2015 l'addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), di cui all'articolo 6 del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle Province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario) è determinata per scaglioni di reddito applicando, al netto degli oneri deducibili, le seguenti maggiorazioni all'aliquota dell'addizionale regionale all'IRPEF di base: a) per i redditi sino a 15.000,00 euro: 0,29 per cento b) per i redditi oltre 15.000,00 euro e sino a 28.000,00 euro: 0,80 per cento c) per i redditi oltre 28.000,00 euro e sino a 55.000,00 euro: 1,52 per cento d) per i redditi oltre 55.000,00 euro e sino a 75.000,00 euro: 2,09 per cento e) per i redditi oltre 75.000,00 euro: 2,10 per cento".
Emendamento rubricato n. 236) (sostituisce il n. 6 irricevibile) presentato dai Consiglieri Bertola, Bono, Campo e Frediani "Si riscrive il comma 1, dell'articolo 1: 1. Ai fini del raggiungimento degli obiettivi di equilibrio di bilancio nonché per la copertura degli oneri finanziari derivanti dalle anticipazioni di liquidità previste degli articoli 2 e 3 del decreto legge 8 aprila 2013, n. 35 (Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della Pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento dei tributi degli enti locali), convertito con modificazioni dalla legge 6 giugno 2013, n.
64, a decorrere dal 1 gennaio 2015 l'addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), di cui all'articolo 6 del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle Province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario) è determinata per scaglioni di reddito applicando, al netto degli oneri deducibili, le seguenti maggiorazioni all'aliquota dell'addizionale regionale all'IRPEF di base: a) per i redditi sino a 15.000,00 euro: 0,29 per cento b) per i redditi oltre 15.000,00 euro e sino a 28.000,00 euro: 0,90 per cento c) per i redditi oltre 28.000,00 euro e sino a 55.000,00 euro: 1,52 per cento d) per i redditi oltre 55.000,00 euro e sino a 75.000,00 euro: 2,09 per cento e) per i redditi oltre 75.000,00 euro: 2,10 per cento.
Emendamento rubricato n. 232) (sostituisce il n. 2 irricevibile) presentato dai Consiglieri Bertola, Bono, Campo e Frediani "Si riscrive il comma 1, dell'articolo 1: 1. Ai fini del raggiungimento degli obiettivi di equilibrio di bilancio nonché per la copertura degli oneri finanziari derivanti dalle anticipazioni di liquidità previste degli articoli 2 e 3 del decreto legge 8 aprila 2013, n. 35 (Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della Pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento dei tributi degli enti locali), convertito con modificazioni dalla legge 6 giugno 2013, n.
64, a decorrere dal 1 gennaio 2015 l'addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), di cui all'articolo 6 del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle Province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario) è determinata per scaglioni di reddito applicando, al netto degli oneri deducibili, le seguenti maggiorazioni all'aliquota dell'addizionale regionale all'IRPEF di base: a) per i redditi sino a 15.000,00 euro: 0,31 per cento b) per i redditi oltre 15.000,00 euro e sino a 28.000,00 euro: 0,83 per cento c) per i redditi oltre 28.000,00 euro e sino a 55.000,00 euro: 2,07 per cento d) per i redditi oltre 55.000,00 euro e sino a 75.000,00 euro: 2,09 per cento e) per i redditi oltre 75.000,00 euro: 2,10 per cento.
Emendamento rubricato n. 233) (sostituisce il n. 3 irricevibile) presentato dai Consiglieri Bertola, Bono, Campo e Frediani "Si riscrive il comma 1, dell'articolo 1: 1. Ai fini del raggiungimento degli obiettivi di equilibrio di bilancio nonché per la copertura degli oneri finanziari derivanti dalle anticipazioni di liquidità previste degli articoli 2 e 3 del decreto legge 8 aprila 2013, n. 35 (Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della Pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento dei tributi degli enti locali), convertito con modificazioni dalla legge 6 giugno 2013, n.
64, a decorrere dal 1 gennaio 2015 l'addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), di cui all'articolo 6 del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle Province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario) è determinata per scaglioni di reddito applicando, al netto degli oneri deducibili, le seguenti maggiorazioni all'aliquota dell'addizionale regionale all'IRPEF di base: a) per i redditi sino a 15.000,00 euro: 0,35 per cento b) per i redditi oltre 15.000,00 euro e sino a 28.000,00 euro: 0,90 per cento c) per i redditi oltre 28.000,00 euro e sino a 55.000,00 euro: 1,72 per cento d) per i redditi oltre 55.000,00 euro e sino a 75.000,00 euro: 2,09 per cento e) per i redditi oltre 75.000,00 euro: 2,10 per cento".
Emendamento rubricato n. 235) (sostituisce il n. 5 irricevibile) presentato dai Consiglieri Bertola, Bono, Campo e Frediani "Si riscrive il comma 1, dell'articolo 1: 1. Ai fini del raggiungimento degli obiettivi di equilibrio di bilancio nonché per la copertura degli oneri finanziari derivanti dalle anticipazioni di liquidità previste degli articoli 2 e 3 del decreto legge 8 aprila 2013, n. 35 (Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della Pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento dei tributi degli enti locali), convertito con modificazioni dalla legge 6 giugno 2013, n.
64, a decorrere dal 1 gennaio 2015 l'addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), di cui all'articolo 6 del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle Province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario) è determinata per scaglioni di reddito applicando, al netto degli oneri deducibili, le seguenti maggiorazioni all'aliquota dell'addizionale regionale all'IRPEF di base: a) per i redditi sino a 15.000,00 euro: 0,39 per cento b) per i redditi oltre 15.000,00 euro e sino a 28.000,00 euro: 0,80 per cento c) per i redditi oltre 28.000,00 euro e sino a 55.000,00 euro: 1,52 per cento d) per i redditi oltre 55.000,00 euro e sino a 75.000,00 euro: 2,09 per cento e) per i redditi oltre 75.000,00 euro: 2,10 per cento".
Emendamento rubricato n. 234) (sostituisce il n. 2 irricevibile) presentato dai Consiglieri Bertola, Bono, Campo e Frediani "Si riscrive il comma 1, dell'articolo 1: 1. Ai fini del raggiungimento degli obiettivi di equilibrio di bilancio nonché per la copertura degli oneri finanziari derivanti dalle anticipazioni di liquidità previste degli articoli 2 e 3 del decreto legge 8 aprila 2013, n. 35 (Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della Pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento dei tributi degli enti locali), convertito con modificazioni dalla legge 6 giugno 2013, n.
64, a decorrere dal 1 gennaio 2015 l'addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), di cui all'articolo 6 del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68 (disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle Province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario) è determinata per scaglioni di reddito applicando, al netto degli oneri deducibili, le seguenti maggiorazioni all'aliquota dell'addizionale regionale all'IRPEF di base: a) per i redditi sino a 15.000,00 euro: 0,39 per cento b) per i redditi oltre 15.000,00 euro e sino a 28.000,00 euro: 0,90 per cento c) per i redditi oltre 28.000,00 euro e sino a 55.000,00 euro: 1,27 per cento d) per i redditi oltre 55.000,00 euro e sino a 75.000,00 euro: 2,09 per cento e) per i redditi oltre 75.000,00 euro: 2,10 per cento".



PRESIDENTE

Consiglieri, suggerirei di convocare una riunione dei Capigruppo alle ore 14.30, così i colleghi non Capigruppo possono arrivare con un minimo di elasticità in più, quindi anche verso le 15.15-15.30 (dipende da quando finirà la Conferenza).
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.02)



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