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Dettaglio seduta n.359 del 23/10/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(La seduta ha inizio alle ore 10.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
A nome dei colleghi e soprattutto della prima firmataria Silvana Accossato chiederei di aggiungere all'o.d.g. la mozione n. 735 in merito a "Preoccupazioni in merito ai contenuti del disegno di legge n. 735" conosciuto come "Pillon".



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 16 ottobre 2018.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Campo, Cassiani, Cerutti, Barazzotto, Ferraris e Pentenero.


Argomento:

c) Audizione Comitato genitori in merito alle graduatorie dei voucher sul diritto allo studio


PRESIDENTE

Comunico che oggi, alle ore 13, in Sala Viglione è prevista l'audizione del Comitato genitori in merito alle graduatorie dei voucher sul diritto allo studio.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 9 ottobre 2018.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa per il ritardo, ma mi sono fermata un attimo fuori, perché sta nascendo un presidio dei lavoratori COMITAL. Chiederei, se è possibile, di incontrarli. So che alle 13 incontreremo le famiglie per i buoni scuola, ma magari possiamo sospendere la seduta mezz'ora prima, per incontrare i lavoratori.



PRESIDENTE

Possiamo incontrarli alle 13.30, subito dopo i genitori.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Sono già stati ricevuti. Comunque, adesso vediamo.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Poiché l'esame dei question time è alle ore 14, diventerebbe un po' difficile per i Consiglieri seguire tutto. È vero che sono già stati ricevuti, però è anche vero che c'è stata un'accelerazione e la loro situazione rischia veramente di precipitare, perché c'è il rischio che venga svuotato l'impianto del petrolio, il che significherebbe la chiusura totale.



PRESIDENTE

Allora, i question time sono alle 14.30, quindi possiamo riceverli alle ore 13.30.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Così mi dice.
Credo che riusciamo a fare tutto.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.04 riprende alle ore 10.05)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che alle ore 12.45 incontreremo i lavoratori della COMITAL e pertanto, anticipiamo la chiusura dei lavori di un quarto d'ora.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame disegno di legge n. 329, inerente a "Modifiche della legge regionale 29 giugno 2018 (Disposizioni urgenti in materia di Bilancio di previsione finanziario 2018-2020)" (atti d'indirizzo collegati: ordine del giorno n. 1483; ordine del giorno n. 1484; ordine del giorno n. 1485; ordine del giorno n. 1486)


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame del disegno di legge n. 329, inerente a "Modifiche della legge regionale 29 giugno 2018, n. 7 (Disposizioni urgenti in materia di Bilancio di previsione finanziario 2018-2020)", di cui al punto 4) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Appiano; relatori di minoranza sono la Consigliera Frediani e il Consigliere Vignale, che non è ancora presente.
La parola al Consigliere Appiano.



APPIANO Andrea, relatore

Grazie, Presidente.
La seduta di oggi è successiva alla seduta di Commissione della giornata di ieri, durante la quale è stato licenziato il disegno di legge oggi in discussione, il quale, sostanzialmente, riscrive un articolo di una legge regionale approvata lo scorso mese di giugno (legge n. 7), per venire incontro ai rilievi di presunta incostituzionalità appalesati dal Governo in sede di impugnativa, dinanzi alla Corte e per superare appunto questi rilievi.
Rispetto al testo iniziale, il testo licenziato si compone di tre articoli mentre originariamente era uno solo, essendo stato presentato e votato proprio durante l'iter in Commissione nella giornata di ieri, un emendamento della minoranza relativo all'espressione del parere della Commissione consiliare competente sui provvedimenti amministrativi di utilizzo delle risorse, di cui all'allegato della legge medesima.
L'articolo 22, quello in questione, della legge 7 del 2018, "Disposizioni urgenti in materia di bilancio di previsione triennale 2018-2020", relativo ai provvedimenti connessi alla cancellazione di Finpiemonte dall'Albo degli intermediari finanziari, è stato oggetto di ricorso alla Corte, ai fini del suo annullamento, con impugnativa deliberata l'8 agosto 2018.
L'approvazione delle modifiche legislative contenute nel presente provvedimento operano una riformulazione del medesimo, finalizzata a far cessare la materia del contendere, precisandone i contenuti e facendone venir meno i profili di criticità tecnica evidenziati, fatta salva invece l'intenzione politica che stava dietro anche alla legge dello scorso mese di giugno, cioè il recupero dei 200 milioni di ricapitalizzazione di Finpiemonte per il dirottamento di queste risorse verso linee di finanziamento del sistema economico piemontese.
In occasione della riscrittura, sono stati aggiornati i dati relativi all'ammontare della riduzione del capitale sociale di Finpiemonte per tenere conto di una sua riduzione per copertura perdite occorsa nel periodo, esplicitando la possibilità di procedere a tale prevista riduzione anche in fasi successive. A conferma della precedente disposizione già approvata, la riscrittura non introduce alcun onere di subentro da parte regionale nel debito per il finanziamento Regione Piemonte espresso dalla Banca BEI, che rimane nella responsabilità di Finpiemonte, la quale ha comunicato l'intenzione di estinguerlo entro l'esercizio in corso.
Il testo dell'articolo 22 della legge n. 7, di cui si propone la sostituzione, origina dalla necessità di procedere alle operazioni connesse alla cancellazione di Finpiemonte dall'Albo degli intermediari finanziari mediante alcuni interventi di carattere propedeutico e consequenziale.
Sotto il primo profilo, risultava necessario, quale condizione posta da Banca d'Italia per il proseguimento dell'attività di cancellazione senza inficiare alcuna prospettiva di continuità dell'attività aziendale effettuata nell'interesse della collettività, che Finpiemonte dovesse eliminare dal proprio stato patrimoniale impieghi e fonti finanziarie connesse al contratto di finanziamento erogato dalla Banca Europea per gli Investimenti, per cui l'intervento patrimoniale di mera natura tecnica impedisse che si creasse una perdita relativa a un adempimento di natura egualmente tecnica.
A livello preliminare, considerato il venir meno delle ragioni per le quali si era autorizzato l'aumento di capitale sociale in Finpiemonte, si rendeva necessario provvedere ad abrogare la norma contenuta nell'articolo 19 della legge di bilancio 2016-2018, la quale autorizzava sia gli aumenti effettuati sia gli ulteriori ancora non eseguiti. Al realizzarsi delle condizioni amministrative per procedere alla riduzione di variazione di capitale sociale, divenne possibile autorizzare la riduzione del capitale medesimo e prevedere che il correlato importo fosse destinato alle leggi di spesa di cui all'allegato E, in modo tale da riprendere nei minori tempi possibili i correlati interventi in favore della comunità economica piemontese.
In relazione ai rilievi ministeriali, mantenendo gli assunti sopra richiamati, è stata significativamente modificata la modalità tecnica di cessione dei crediti alla Regione prevedendo un trasferimento immediato di quelli in assenza di un corrispettivo specifico e prevedendo conseguentemente di bilanciare gli effetti economici acquisendo i fondi istituiti dalla Regione presso Finpiemonte aventi per destinazione la garanzia dei crediti ceduti, che pertanto già geneticamente prevedono di mallevare la società dagli effetti economici correlati al rischio di incasso. I crediti assunti diventano conseguentemente attività finanziaria della Regione senza che su essi maturino diritti della società cedente.
Il testo della legge licenziato in Commissione si compone di tre articoli: il primo è la riscrittura dell'articolo 22 della legge del giugno 2018 l'articolo 2 ribadisce la sostituzione per legge dell'originario allegato E della legge n. 7; l'articolo 3 prevede che, nell'ambito dei provvedimenti amministrativi successivi, vi sia il parere preventivo della Commissione consiliare competente.
In chiusura di questa breve illustrazione, al di là degli accorgimenti e delle riscritture di natura tecnica, vale la pena riprendere l'allegato E in mano - quello da cui origineranno i provvedimenti amministrativi successivi alla riacquisizione dei 200 milioni - per dar conto in forma sintetica della destinazione individuata e immaginata a favore della realtà economica piemontese: 8,5 milioni per azioni di tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali; oltre 18 milioni a favore delle imprese che operano nel campo del turismo; 5,4 milioni per lo sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente; 8,3 milioni per diritti sociali politiche sociali e famiglia; gran parte, cioè 141 milioni, divisi in alcune linee di intervento per lo sviluppo economico e la competitività di industria, piccola e media impresa, artigianato, commercio, ricerca e innovazione; 13 milioni per le politiche di lavoro e formazione professionale; i restanti cinque milioni, a concorrenza dei 200 milioni complessivi, per interventi in materia di fonti energetiche e quindi per la diversificazione nelle medesime.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani, relatrice di minoranza.



FREDIANI Francesca, relatrice

Grazie, Presidente.
Arriviamo alla fine di una questione che ha occupato il Consiglio regionale per diversi mesi con numerose discussioni e che ha avuto delle conseguenze sul sistema economico piemontese dovute alla scelta di trasformare Finpiemonte in un ente con dei compiti diversi da quelli per cui era stato previsto inizialmente.
Ci troviamo qui a discutere una proposta che va a rivedere l'articolo 22 del disegno di legge n. 329 in seguito ai rilievi che ha avanzato il Consiglio dei Ministri nella delibera dell'8 agosto 2018; delibera che pone dei rilievi rispetto alla violazione di alcuni articoli della Costituzione (117, 118 e 119) e che principalmente riguarda il fatto che la Regione abbia trasferito in capo a se stessa dei debiti che erano in capo a Finpiemonte, e questo è il primo rilievo: un indebitamento che non è consentito.
Il secondo rilievo riguarda la violazione dell'articolo 117 della Costituzione, cioè il fatto che tutte le operazioni, comprese quelle di natura patrimoniale, devono transitare prima nella contabilità finanziaria.
Nell'ultimo rilievo, poi, si fa riferimento anche alla violazione dell'articolo 118 della Costituzione, che riguarda l'armonizzazione dei bilanci.
Sono tutti i rilievi che sono già stati evidenziati dal collega Appiano nella sua relazione di maggioranza e a cui si cerca di porre rimedio con questo provvedimento; un provvedimento che arriva al termine di questa vicenda Finpiemonte, che ha avuto anche degli strascichi giudiziari (non ancora conclusi, tra l'altro).
Fin da subito, noi abbiamo evidenziato il rischio di rendere Finpiemonte un soggetto destinato a svolgere un'attività di tipo bancario, quindi di trasformarsi da finanziaria regionale a un soggetto assimilabile a un istituto di credito. I nostri rilievi fin dall'inizio erano soprattutto legati alla difficoltà di controllare l'attività di Finpiemonte, quindi alla possibilità di utilizzo di fondi regionali in maniera non conforme agli obiettivi che dovrebbero essere perseguiti dall'Ente pubblico Regione.
Abbiamo presentato emendamenti anche in fase di modifica dello Statuto di Finpiemonte; abbiamo fatto presente i rischi e i pericoli cui si andava incontro. Non sempre, per usare un eufemismo, abbiamo trovato da parte della Giunta accoglimento alle nostre proposte emendative. Dopo è successo il "patatrac", quindi sono emerse tutte le difficoltà collegate a questa operazione.
Ora, pensando al bene del sistema economico piemontese, non possiamo che scrivere la parola fine sul progetto che la Giunta ha pensato di attuare, e cercare di guardare al futuro, anche muovendoci nel modo più rapido possibile. Questo, ovviamente, a vantaggio delle aziende piemontesi.
È necessario, quindi, trovare il lato positivo di questa operazione.
L'aspetto positivo è che abbiamo a disposizione una somma di 200 milioni che in questo momento possiamo scegliere di destinare al sistema economico piemontese. Anche in questo caso, noi vogliamo fare la nostra parte (per noi, ovviamente, intendo noi come forza di opposizione) e per fare la nostra parte abbiamo chiesto di ampliare la discussione su questo provvedimento, in modo di consentire a tutte le forze politiche di fare delle proposte. Ognuno, quindi, ha cercato e cercherà, anche in questa fase di discussione in Aula, di portare proposte che possano giovare al sistema economico piemontese, chiudendo questa brutta pagina e questo tentativo di trasformare Finpiemonte, e cercando di aprire un'altra pagina che possa dare respiro alle imprese piemontesi.
Noi abbiamo chiesto di esaminare insieme, quindi di avere la Commissione e anche la discussione in Aula, anche il contenuto della tabella; tabella che, al momento, prevede una suddivisione piuttosto generica, com'è giusto che sia, al momento degli interventi. Abbiamo chiesto di partecipare facendo delle proposte, alla suddivisione di questi fondi. Ed è per questo che, rimanendo all'interno delle varie missioni definite nella tabella, noi depositeremo degli atti di indirizzo, per cercare di indirizzare la suddivisione dei fondi e per fare in modo che, all'interno dei bandi che verranno predisposti e che saranno sottoposti alla Commissione per una valutazione congiunta da parte di tutte le forze politiche, siano previsti indirizzi ben precisi che derivino, non solo da decisioni di Giunta, ma anche dal confronto con tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio.
Nei nostri atti di indirizzo, andremo a chiedere di prevedere, all'interno dei bandi, un'attenzione al turismo sostenibile e all'ecoturismo. È un'indicazione che abbiamo già dato durante la discussione di numerosi provvedimenti, anche durante la discussione dell'omnibus; un tema a noi molto caro perché potrebbe rappresentare un'occasione di rilancio del Piemonte, valorizzando il territorio e senza impattare sull'ambiente.
Seguendo la stessa logica, proporremo un atto d'indirizzo che consenta di valorizzare e di dare punteggi aggiuntivi, nei bandi, alle aziende che svolgono attività green, quindi sempre con lo sguardo rivolto all'ambiente.
C'è poi di un atto d'indirizzo relativo alla sostituzione dei veicoli inquinanti.
L'ultimo atto d'indirizzo fa riferimento alle imprese benefit, un tema che abbiamo posto diverse volte alla Giunta e rispetto al quale crediamo che il sistema economico piemontese abbia ancora poca attenzione.
Questi sono i temi che porremo all'attenzione dell'Aula, perché crediamo che da un'esperienza negativa, passata e chiusa, possa nascere un qualcosa di buono per l'economia piemontese. Cerchiamo di cogliere quest'occasione.
Chiediamo che ci sia un confronto aperto e disponibilità, da parte della maggioranza, ad accettare le nostre proposte.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
La parola al secondo relatore di minoranza, Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca, relatore

Grazie, Presidente.
La discussione che oggi il Consiglio regionale svolge è relativa a un articolo impugnato dal Consiglio dei Ministri, sulla trasformazione di Finpiemonte da banca a finanziaria, fatta nel giugno di quest'anno.
Devo dire che l'impugnativa, al di là del merito, consente a questo Consiglio di discutere, non all'interno di una legge di bilancio, ma all'interno di un disegno di legge dedicato, questo tema.
È evidente, quindi, che vi sono due aspetti (uno magari lo tratteremo, non come relatore, nella discussione generale).
Oggi discutiamo di questo provvedimento per quanto è avvenuto relativamente al problema penale sorto. Non voglio dire che sia stata una fortuna, ma è stato un accadimento che ha messo in luce qual è stata l'inopportunità di trasformare la più grande finanziaria regionale, uno dei più grandi strumenti di sostegno al mondo dell'impresa, in banca. Questo è il primo aspetto.
Vi è un secondo aspetto che invece attiene direttamente al disegno di legge, relativo alla ripartizione dei 200 milioni di euro. Noi oggi cosa stiamo facendo? Stiamo prendendo parte alla capitalizzazione di Finpiemonte, per un totale complessivo che supera i 200 milioni di euro importo da inserire all'interno del bilancio regionale, sempre finalizzato al sostegno dell'impresa. Qual è il limite che noi riteniamo esista all'interno di questo disegno di legge? È che la tabella allegata, quella che indica dove vengono allocate le risorse, ha due grandi limiti.
Il primo è che non fa comprendere al Consiglio regionale quale sarà la filosofia con cui verranno appostate quelle risorse, e mi spiego. Abbiamo una tabella - lo dico per chi ci ascolta e non può vedere la tabella - in cui c'è scritto che per il turismo ci sono dieci milioni, per la legge n.
34, che è quella sulle attività produttive, ci sono 73 milioni e così via cioè di fianco a una norma appone una dotazione economica. Com'è noto a tutti, in particolare ai Consiglieri e alla Giunta che sono più avvezzi a discutere e a gestire le norme regionali, mettere molte risorse all'interno di una norma non è garanzia di buon utilizzo delle risorse. E, attenzione quando parlo di buon utilizzo, ovviamente non parlo di una cattiva gestione dei fondi, ma di una mancanza di strategia nella gestione dei fondi.
Voglio sottolineare un aspetto che, per quanto mi riguarda, è quello principale. Oggi stiamo discutendo un provvedimento che è unico nel suo genere da quasi dieci anni a questa parte; cioè da dieci anni a questa parte, la Regione Piemonte non ha mai avuto 200 milioni di euro di spese per investimenti dedicati al mondo produttivo. Se fossimo un'azienda o se fossimo una famiglia che ha la possibilità di utilizzare risorse ingenti per lo sviluppo aziendale non è che, nella presentazione del bilancio ai soci, un'azienda privata o pubblica indica delle filosofie, ad esempio innovazione dieci milioni, sviluppo tecnologico 15 milioni, sport dieci milioni, ma presenta quello che si definisce un piano industriale. Un piano industriale che anche la banca Finpiemonte presentò alla Commissione consiliare.
Noi ci saremmo aspettati che, di fronte a un'opportunità - perché questa è una gigantesca opportunità per il sistema produttivo piemontese - la Giunta regionale avesse presentato un piano industriale - poi definitelo come meglio credete - in cui dettagliatamente venivano indicate le misure che si sarebbero utilizzate all'interno della norma per favorire non "chi", ma "quali" comparti. Cioè che vi fossero valutazioni strategiche di rilancio degli investimenti per il mondo economico piemontese.
Purtroppo questo non c'è. Oggi il Consiglio regionale, nell'approvare e nell'esprimere un voto di astensione o di contrarietà, qualunque sarà l'opinione che i Gruppi consiliari avranno, fa una sorta di atto di fede.
Il Gruppo che rappresento, il Movimento Nazionale, non esprimerà un voto contrario, ma per un unico motivo: perché nessuno, o almeno io, non è disposto a votare contro lo sblocco di un numero così rilevante di risorse considerando anche il fatto che queste risorse da più di un anno non vengono utilizzate dal mondo dell'impresa. È un atto di fede o, meglio, è un atto di buonsenso e di responsabilità nei confronti del mondo dell'imprenditoria piemontese, che certamente ha grande bisogno di queste risorse, ma non è altro.
In politica ci dovrebbero essere posizioni differenti, che nascono da idee differenti, di concepire anche il governo di questa Regione. Il centrosinistra dovrebbe avere una posizione, che ovviamente espleta nelle norme che presenta, il centrodestra ne dovrebbe avere un'altra e il Movimento 5 Stelle, visto che oggi il nostro scenario politico è tripartito, un'altra ancora. Nella lettura dell'allegato e della norma non riesco a comprendere quale idea di sviluppo del Piemonte abbia questa Giunta.
Devo dire che mi sembra più un compitino: il trasferimento delle risorse dalla banca al bilancio regionale, che però ha un enorme rischio, anzi due enormi rischi.
Il primo è che le risorse non siano usate su strumenti prioritari, perch dare denaro all'impresa è un aspetto importante, ma quando uno dà denaro all'impresa, o quando un'impresa chiede un credito a un istituto bancario non è che lo chiede a caso, lo chiede su un progetto di sviluppo della sua azienda. Mi aspettavo questo, cioè che potessimo esprimerci su un'idea di Piemonte.
Il secondo grande rischio che corriamo è che non importa che siamo a sei mesi dalla campagna elettorale, ma ovviamente anche questo incide. Quando un bilancio regionale per anni asfittico è, in qualche modo, innervato da uno stanziamento economico così significativo (200 milioni), il rischio reale, senza mettere in dubbio la buona fede di nessuno, è che quelle risorse vengano spese male perché l'importante è spenderle. Ovviamente ci sono richieste dal mondo economico, ma non sono tutte prioritarie, vi sono alcune misure che sarebbero più importanti da sostenere rispetto ad altre.
Segnalo solo un aspetto, e per questo ho presentato, insieme ad altri colleghi, quattro emendamenti che illustreremo durante l'esame del disegno di legge e probabilmente presenteremo anche un ordine del giorno: tutte le leggi regionali che riguardano il mondo dell'economia piemontese sono citate all'interno dell'allegato, salvo la legge sul commercio. Non c'è un solo euro destinato alla legge n. 28, per cui da quest'allegato è escluso il mondo del commercio piemontese, cioè il più grande strumento di presenza imprenditoriale all'interno della nostra Regione assieme al mondo artigiano, che è compreso, perché la legge n. 1/2009 è citata. La legge n.
28, invece, all'interno di quest'allegato è dimenticata.



PRESIDENTE

Abbiamo concluso l'illustrazione delle tre relazioni di maggioranza e minoranza.
È aperta la discussione generale.
Sono iscritti a parlare i Consiglieri Gallo, Fluttero, Bono e Ravello.
La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Avendo ascoltato tutte le relazioni di maggioranza e di opposizione, mi preme fare alcune considerazioni e alcune precisazioni.
Ritenevo che questo fosse un disegno di legge non dico tecnico, ma quasi.
Nel senso che, grazie a una revisione della norma che era stata impugnata dal Governo, della quale ringrazio la Giunta regionale per la celerità e la velocità, si arrivasse oggi in Aula per approvare la modifica dell'articolato e rendere immediatamente disponibili 200 milioni di euro per le nostre imprese, e che ci saremmo dovuti fermare probabilmente qua.
La discussione che ho sentito negli interventi precedenti l'avevamo già affrontata ampiamente in occasione del bilancio del 2018: anche in quell'occasione avevamo discusso delle linee di destinazione delle risorse (quindi di questi 200 milioni) nelle Commissioni competenti, quindi sia in II sia in I Commissione, per almeno quattro sedute, se non erro. In quel frangente, avevamo discusso veramente di contenuto e di merito (e non di metodo) su come destinare queste risorse.
Vi ricordo - era già stato detto prima, nell'altra occasione, ma a questo punto lo ripeto - che sono state recepite tutte le indicazioni emerse in Commissione dai vari Gruppi politici.
Questa è la più grande misura di sostegno all'economia piemontese con fondi regionali: i fondi sono stati destinati in base alle indicazioni ovviamente della Giunta regionale, ma delle Commissioni competenti.
Mi lascia perplesso - questa è la prima considerazione - sentir dire che non c'è stato un confronto o la definizione di un piano industriale, di una linea strategica, di una condivisione per la destinazione di queste risorse.
Veniamo al secondo aspetto. Forse occorre ricordare la genesi di questi 200 milioni; anzi, di tutti i 358 milioni. Rammento - ne vale la pena - che Finpiemonte ha un capitale sociale di 358 milioni totalmente versato nei propri conti (sono soldi reali, quindi non competenza, ma cassa).
Con quest'operazione, 158 milioni rimarranno a capitale sociale di Finpiemonte e 200 milioni verranno rimessi in circolo e destinati alle singole misure (leggi regionali che abbiamo in elenco in questo disegno di legge). Ricordo che è stato possibile attuare questa misura (così com'è possibile rifarla oggi) grazie a questa maggioranza e a questa Giunta regionale, che, nella riconciliazione dei crediti e dei debiti straordinari (non intendo entrare in quel tecnicismo), hanno optato per non dare seguito alla restituzione di queste risorse al bilancio della Regione, com'era previsto, ma per lasciarle in Finpiemonte e destinarle tutte al sistema economico piemontese con una grande operazione anche di ottima gestione dei nostri conti pubblici.
È assolutamente legittimo discutere sulla destinazione, sia pure con posizioni diverse - su una misura, su un'altra, su un tema, su una visione di sviluppo del nostro sistema economico - ma ricordiamoci tutti che lo possiamo fare grazie a questa maggioranza e a questa Giunta, che hanno trovato queste risorse e che - udite, udite! - le hanno messe a disposizione realmente. Questa è cassa, sono soldi effettivamente disponibili per le imprese.
Ristabiliti, quindi, questi due aspetti, che nelle relazioni non avevo percepito, soprattutto da parte delle opposizioni, un'ultima considerazione. In questa tabella e in tutte le misure che Finpiemonte ha continuato a mettere in cantiere per il sistema economico piemontese vedo un preciso disegno di sviluppo economico della Regione Piemonte. Perché di questi 200 milioni (adesso non vorrei sbagliare i numeri), circa 100 sono destinati alla legge n. 34/2004. Ricordo a tutti i colleghi, e a me stesso in primis, che a giugno, se non erro, abbiamo approvato il piano di destinazione delle risorse della legge n. 34 in III Commissione, con la destinazione dettagliata delle risorse. Anche in questo caso se n'è dibattuto per almeno due sedute, insieme all'Assessora De Santis, che ci ha spiegato nel dettaglio come andranno destinate e su che misure andranno impegnate queste risorse.
Accanto a queste, ci sono una serie di misure introdotte da Finpiemonte in questi mesi, che - lo ripeto con forza - non si è fermata, ma ha continuato a operare, ovviamente nella forma tradizionale, ossia nella forma di destinazione dei fondi europei che ha in dotazione nel piano 2014-2021.
In questi mesi sono stati aperti numerosi bandi; bandi che seguono una precisa visione dello sviluppo del nostro Piemonte. Vi cito qualche esempio: la Linea C dell'Agenda strategica di ricerca, quindi risorse su ricerca, innovazione e poli di innovazione; sono stati aperti i bandi per l'attrazione degli investimenti (sono aperti tuttora), per portare imprese sul nostro territorio con finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto per ogni addetto che verrà assunto in Regione Piemonte; è stato aperto (e credo anche già chiuso) il voucher per l'internazionalizzazione delle nostre imprese, per promuovere il nostro sistema economico e le nostre imprese nelle fiere internazionali; è operativo ormai da agosto (durerà ancora qualche mese) il Fondo Tranched Cover, che mette in circolazione circa 200 milioni di euro di risorse, grazie alla garanzia pubblica che offriamo noi, come Regione Piemonte, per l'accesso al credito delle piccole e medie imprese con i principali istituti di credito (Sanpaolo, UniCredit e Montepaschi di Siena).
Non faccio la somma delle risorse attivate, perché potrei sbagliare, ma parliamo di centinaia di milioni di euro messi in circolazione in questi mesi, a prescindere dall'approvazione di quest'articolo specifico di questa legge che approveremo oggi e che permetterà di ottenere ulteriori 200 milioni immediatamente disponibili per il sistema economico delle imprese.
Concludo, così rispetterò i tempi. Credo che con quest'operazione sia molto chiaro ed esplicito il disegno che abbiamo in mente per il nostro sistema economico, che è quello di puntare risorse sull'innovazione e sulla tecnologia per far crescere le nostre piccole e medie imprese nei mercati globali e nella competizione globale.
Abbiamo destinato risorse per l'internazionalizzazione delle imprese perché sappiamo che il Piemonte punta sull'export, che è uno degli aspetti principali del nostro prodotto interno lordo. Abbiamo destinato risorse per attrarre investimenti, perché non dobbiamo solo far crescere le nostre imprese, ma dobbiamo attrarre investimenti per far crescere il nostro tessuto produttivo. Abbiamo destinato risorse per l'accesso al credito delle imprese: è un grande e annoso problema per le nostre piccole e medie imprese. Abbiamo messo risorse per il turismo e per il commercio, abbiamo messo risorse anche per le infrastrutture della ricerca.
Il disegno è molto chiaro e completo e, grazie alla misura che approveremo oggi, si completeranno anche le risorse che noi metteremo in circolo in questa ultima parte di legislatura per il nostro sistema economico piemontese. Di questo dovremmo essere tutti contenti e orgogliosi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Non è la prima volta che mi trovo nell'Aula del Consiglio regionale a provare un certo senso di disagio per la spudoratezza e la sfacciataggine con cui viene presa la realtà, viene pescata la storia recente dell'amministrazione di questa Regione e viene modificata come se fosse creta, a immagine e somiglianza del volere e della volontà e di ciò che si vuol fare apparire all'esterno, da parte della maggioranza.
Sentire il collega Gallo sostenere - ho preso nota - che "questa discussione è stata possibile farla grazie a questa maggioranza", credo che sia un'interpretazione della realtà che ci dovrebbe sorprendere, se non avessimo ancora fuori gruppi di vandali armati di forconi che cercano di dare l'assedio al palazzo. È un'interpretazione, onestamente, vergognosa.
Io mi sarei sentito in imbarazzo, fossi stato il collega Gallo, a rappresentarla in questi termini e, onestamente, con tutta la stima che provo nei suoi confronti, Vicepresidente,lei lo sa, mi sarei sentito in imbarazzo se fossi stato in lei ad ascoltarla. C'è un limite a tutto! Se il merito della maggioranza consiste nell'aver portato all'attenzione dell'Aula la discussione oggi all'o.d.g., forse questa maggioranza ha la memoria un po' corta e dimentica alcuni passaggi che hanno portato alla discussione di oggi.
Scusate, Consiglieri, mi tocca ricordarveli. Mi tocca ricordarvi che il merito della maggioranza nell'aver portato la discussione di oggi all'attenzione dell'Aula, sta nel fatto che la maggioranza ha imposto a Finpiemonte, e ai piemontesi, di accettare che Finpiemonte diventasse qualcosa per cui non era mai nata, per cui non era stata pensata, senza che avesse le strutture, il know how e le competenze per diventare.
Forse dimentichiamo che ci sono state - ed è stato riconosciuto dai lavori della Commissione creata ad hoc per approfondire quanto accaduto rispetto alla sottrazione di risorse di Finpiemonte - pesantissime omissioni da parte della Regione nel mancato esercizio di quel potere fondamentale rivolto ad enti come Finpiemonte, che si chiama controllo analogo. Ci sono strutture della Regione che hanno dormito rispetto a quanto accadeva in Finpiemonte, senza accorgersi del disastro che si veniva a creare.
Stiamo dimenticando, forse, caro Consigliere Gallo e cara maggioranza, ma in particolare caro Partito Democratico, che per vostra volontà Finpiemonte è andata verso il baratro e ha bloccato, di fatto, per un anno, il sistema economico di questa Regione. Il sistema economico e il sistema del credito in questa Regione, al di là di quello che ci volete far credere voi.
Tuttavia, credo che soggetti ben più autorevoli di me abbiano sottolineato e rimarcato le pesantissime responsabilità della Giunta regionale. È un fatto recente il giudizio di parifica della Corte dei Conti che, alle decisioni di questa maggioranza, che noi dobbiamo ringraziare per aver portato in Aula oggi questa discussione, ha dedicato quasi tre pagine sul rendiconto 2017 con le quali ha descritto "criticità nell'utilizzo dei fondi destinati all'aumento di capitale e nella correttezza e trasparenza nei rapporti finanziari". Ribadisco, la Corte dei Conti ha criticato la Regione Piemonte, e questa maggioranza, nella correttezza e trasparenza nei rapporti finanziari, parlando poi di "grave perplessità rispetto alla stessa scelta strategica che ha investito la società" - parla di Finpiemonte - "in quanto non supportata da seria valutazione di fattibilità". Alla luce di questo, Consigliere Gallo, non mi ero reso conto che avrei dovuto ringraziarvi. Io c'ho provato, ma non ce l'ho fatta. Colpa mia.
Ultimo, ma non ultimo, sempre la Corte dei Conti ha rimarcato quello che noi e altri colleghi alle mie spalle, prima di me, hanno sostenuto da mesi sollevando - cito ancora la Corte dei Conti - "forti dubbi in ordine all'organizzazione del settore regionale che si occupa degli organismi partecipati, sia in relazione all'attività di indirizzo che a quelli successivi di controllo", arrivando poi ad affermare che "se l'Ente Regione non è in grado di organizzare un adeguato sistema di indirizzo e controllo deve rinunciare a detenere partecipazioni".
Quanto appena letto credo che non richieda e non necessiti alcun commento è una "mazzata" in mezzo agli occhi che la maggioranza si è presa, una sonora mazzata che questa maggioranza si è presa dalla Corte dei Conti.
Avete ancora il coraggio di farci credere che siete stati bravi a riportare indietro 200 milioni tolti dalle casse di questa Regione e temporaneamente, isolati dal resto dell'economia reale che, comunque, non poteva stare ad aspettare le vostre scelte e i vostri errori? Davvero, non ce la posso fare! Non ce la posso fare a continuare a farmi osservare e giudicare da chi, evidentemente, in queste situazioni, è abilissimo a indossare, con una straordinaria nonchalance, una maschera di bronzo che nasconde le espressioni ma, soprattutto, che tenta di nascondere la verità.
Chiudo, Presidente, cercando di dare un segnale positivo a questo intervento. Se dovessi dare retta e continuità all'approccio che ho tenuto fino adesso, dovrei oppormi al tentativo della Giunta di far passare questo provvedimento che, comunque, è la correzione imposta dallo Stato, dal Governo centrale, di una decisione già assunta. Mi dovrei opporre fermamente, dovrei utilizzare tutti i mezzi che il Regolamento mette a disposizione ai Consiglieri per impedire che passi una versione dei fatti evidentemente offensiva, non tanto nei confronti dell'opposizione e nemmeno solo nei confronti della comunità piemontese, quanto nei confronti di qualcosa che sta al di sopra di noi e dei piemontesi stessi: è offensiva nei confronti della verità. Questo non lo farò, perché ritengo che in politica, prima di tutto, si debba saper dare il buon esempio, si debba dare sempre il buon esempio e si debba essere d'esempio.
Vi rimprovero pesantissimi errori, vi rimprovero decisioni profondamente sbagliate, vi rimprovero la leggerezza con la quale avete sperato che le decisioni assunte si realizzassero da sole, senza bisogno d'impegnarsi quotidianamente per verificare gli stati di avanzamento e osservare che quanto deciso assumesse una forma reale.
Vi rimprovero tutto questo, ma credo che il Piemonte non possa continuare ad aspettare. Ritengo che un'iniezione di risorse (evento più che straordinario) non possa che far bene all'economia del territorio. Mi spiace molto che voi, alla fine di tutto, siate riusciti ad avere anche la fortuna di poter iniettare queste risorse a pochi mesi dalle elezioni, ma confido nell'intelligenza e nella capacità dell'elettorato di saper interpretare la verità e leggere la storia recente di questa Regione, per ciò che è stata realmente e non per la volgare interpretazione che qualcuno tenta di dare e ha tentato di dare ancora oggi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravello.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Non voglio interpretare le parole dei colleghi, ma credo che l'ultimo termine espresso dal collega Ravello volesse significare "popolare", da volgo.



(Commenti del Consigliere Ravello)



BONO Davide

No, infatti non la voglio interpretare.
Poiché tante volte il Partito Democratico, a livello nazionale, ma qualche volta anche a livello regionale, ha attaccato altre forze politiche attribuendo loro il termine "populiste", potremmo dire che questa situazione è un "tutto torna", un movimento ciclico.
A parte quest'inizio, ho ascoltato la relazione del Consigliere Gallo e sono rimasto stupito. È vero che un collega di maggioranza deve cercare di difendere in tutti i modi la baracca che, non dico affonda, ma fa acqua da tutte le parti, quindi deve cercare di parare i colpi, non tanto delle opposizioni, che hanno il loro ruolo e fanno la loro parte politica, quanto della comunità, dell'informazione, dei media. Tuttavia, dichiarare oggi che questo provvedimento su Finpiemonte (poi dirò qualcosa anche sulle tempistiche) è l'esempio di come l'Amministrazione regionale del centrosinistra, a guida del Partito Democratico, è attenta al territorio alle imprese del territorio, a dare soldi e contributi, fondi rotativi fondi di garanzia alle imprese piemontesi, sarebbe cosa da non fare. Mi spiace, ma è un forte - io direi addirittura quasi vile - travisamento della realtà, nel senso che ogni tanto bisogna anche assumersi le proprie responsabilità e dire: "Abbiamo sbagliato".
Quindi, avete sbagliato, perché la nostra forza politica, il nostro Gruppo consiliare, ha provato in tutti i modi - leciti e legittimi, permessi da Regolamento e Statuto consiliare - a dirvi che stavate sbagliando. Stavate sbagliando a percorrere la strada della trasformazione della finanziaria regionale Finpiemonte in un soggetto bancario. L'abbiamo detto, perch conosciamo le capacità di controllo e vigilanza sia della parte politica (i rappresentanti politici, gli Assessori e quant'altro) sia della parte burocratico-amministrativa, non per carenza di volontà o capacità della parte burocratico-amministrativa, ma per carenza di numeri. Mancano, cioè i numeri, le persone, e forse anche qualche strumento. E allora, lì - sì la situazione dipende dalla politica, che non attua le leggi corrette per controllare le azioni, le attività e le perdite (perché ci sono delle perdite) delle società partecipate.
Lo scandalo di Finpiemonte, che è stato all'attenzione dei media per mesi non può essere dimenticato semplicemente con l'emanazione di una nuova legge che stabilisce di dare i soldi che sono stati sottratti per mesi al sistema produttivo regionale, alle aziende, che legittimamente li attendono da diverso tempo.
Lo scandalo di Finpiemonte (sono stati sottratti dei fondi, non si sa come non si sa ancora da chi; la Magistratura inquirente qualche idea ce l'ha e qualche idea ce la siamo fatta anche noi, ma ovviamente non si può dire quindi aspettiamo le sentenze dei tribunali) ha dimostrato - come letto tra l'altro, da alcuni colleghi che mi hanno preceduto nella relazione della Corte dei Conti - una totale impossibilità, non dico neanche incapacità (forse sono fin troppo buono), nella carenza di strumenti, di persone e forse anche capacità e competenze politiche nel controllare quanto veniva fatto con i soldi pubblici.
Questo è di una gravità inaudita: non abbiamo avuto la capacità di controllare cosa veniva realizzato con milioni di soldi pubblici, che sono stati dirottati, tramite banche estere (neanche europee, perché svizzere) in utilizzi che non conosciamo e non abbiamo compreso. Diciamo utilizzi impropri? Diciamo impropri, così non usiamo termini che potrebbero essere considerati non legittimi, anche alla luce del processo che ha avuto inizio oggi.
Pertanto, affermare che finalmente oggi il Piemonte restituisce 200 milioni di euro alla comunità piemontese sarebbe la locuzione giusta. Finalmente cioè, restituiamo questi soldi, perché erano soldi della collettività della cittadinanza e devono tornare al sistema produttivo piemontese.
Non si può fare (e lo dico senza tema di essere smentito) campagna elettorale su questo: la maggioranza è stata sicuramente fortunata (non voglio dire abile), perché avere la fortuna di combinarla grossa come l'hanno combinata il Presidente Chiamparino e la sua Giunta e riuscire a rigirarla mediaticamente in qualcosa di positivo (a sei mesi dal voto arrivano 200 milioni di euro: soldi, come ho detto, sottratti al sistema produttivo; non uso altri termini, ma dico "sottratti", "sospesi", perch inutilizzabili in virtù del fallimento della trasformazione di Finpiemonte in un sistema bancario) è una fortuna.
Non si può, però, tramutare una fortuna in una volontà: non c'è una volontà politica, non c'è una strategia politica, non c'è un'idea di Piemonte che questa maggioranza sta portando finalmente in essere a sei mesi dal voto perché per quattro anni noi non abbiamo capito, al di là del giusto sacrosanto e legittimo impegno del Vicepresidente Reschigna a salvaguardare i conti della Regione Piemonte rispetto ai disastri causati dalle Giunte di centrodestra e di centrosinistra delle precedenti legislature, non abbiamo capito quale fosse l'idea di sviluppo del Piemonte di quest'Amministrazione, se non qualche vaga dichiarazione degli ultimi mesi del Presidente Chiamparino, che è sempre appassionato di grandi opere e grandi buchi nelle montagne.
Al di là di tutto ciò, non l'abbiamo ben capito, neanche rispetto alle prospettive di campagna elettorale di cinque anni fa, in cui si parlava del Piemonte come la Borgogna e di altre metafore che non sono state molto fortunate, ma probabilmente nei prossimi sei mesi il Presidente ci stupirà con altre magnifiche rappresentazioni fantasiose. Tuttavia, ripeto, alla prova dei fatti, quest'Amministrazione in questi cinque anni non ha saputo portare avanti idee di sviluppo del Piemonte e neanche realizzarle in minima parte.
Ripeto, questi 200 milioni di euro sono una restituzione giusta e sacrosanta al sistema produttivo piemontese. Com'è già stato detto dalla collega Frediani, noi abbiamo presentato una serie di ordini del giorno semplicemente per indirizzare i bandi che verranno fatti su una linea di sviluppo sostenibile, anche se, come diciamo spesso, "sviluppo sostenibile" ormai è una definizione vecchia, superata e obsoleta, perché nasce con il rapporto Brundtland del 1987, quindi è di oltre trent'anni fa. Tentiamo almeno di dare un'idea di sviluppo sostenibile nel senso dell'economia circolare, imprese benefit, ecoturismo sostituzione di mezzi a gasolio inquinanti con mezzi meno impattanti; vogliamo dare un'idea nel senso dello sviluppo sostenibile che, nel momento in cui crea una crescita del PIL deve anche però mantenere le condizioni per cui il territorio continui a essere vivibile, resiliente e sostenibile.
Sulle tempistiche, la maggioranza o, meglio, la Giunta aveva proposto addirittura di approvare questo disegno di legge seguendo un iter legislativo, cioè un iter accelerato per il quale non ci sarebbe stata discussione in Aula, ma solo in Commissione. È vero che, per le nostre norme statutarie, era prevista anche una diretta streaming della seduta però riteniamo che questo punto debba essere discusso in aula.
Capiamo che ulteriori ritardi rispetto a quest'erogazione di fondi sarebbe stata fortemente deleteria per il nostro sistema produttivo, quindi in maniera molto responsabile, abbiamo suggerito e convenuto di fare ieri una Commissione lampo, non facendo assolutamente ostruzionismo, per presentare oggi in Aula quattro ordini del giorno e un emendamento. Mi sembra che sia chiara l'intenzione del Gruppo Consiliare del Movimento 5 Stelle, di dimostrarci responsabili per cercare di non peggiorare le condizioni difficili in cui avete messo, come maggioranza, le imprese piemontesi, non rendendo possibile l'erogazione di 200 milioni di euro.
Da parte nostra c'è stato totale spirito di collaborazione, ma non chiedeteci di riscrivere la storia in favore dei vincitori non dico degli ultimi mesi, perché potrebbe sembrare ironico, ma degli ultimi anni: cerchiamo di scrive una storia che sia reale, veritiera e coerente con quello che abbiamo vissuto in questi anni.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi della Scuola media dell'Istituto Comprensivo di Pavone Canavese (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della Scuola media dell'Istituto Comprensivo di Pavone in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame disegno di legge n. 329, inerente a "Modifiche della legge regionale 29 giugno 2018 (Disposizioni urgenti in materia di Bilancio di previsione finanziario 2018-2020)" (atti d'indirizzo collegati: ordine del giorno n. 1483; ordine del giorno n. 1484; ordine del giorno n. 1485; ordine del giorno n. 1486)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 329.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Sono sincero: avevo deciso di non intervenire in discussione generale su questo provvedimento, poiché ero sicuro che l'avrebbe fatto già il mio collega, il Capogruppo Bono e - così come confermo - soprattutto perch vogliamo che questo provvedimento passi, per senso di responsabilità.
Tuttavia, dopo quanto ho ascoltato mi sentirei veramente in colpa se non intervenissi, perché siamo al ribaltamento totale della verità e della realtà! Se un cittadino che non conosce la questione sentisse certi discorsi penserà: "Caspita, che bravi. Questi hanno trovato 200 milioni di euro per il sistema delle imprese piemontesi. Sono bravissimi. Un'Amministrazione straordinaria, perché riesce a trovare linfa nuova, fondi nuovi per le imprese piemontesi. Rivotiamoli, sicuramente, perché sono bravi". Invece non è così. Questi, signori, non sono soldi nuovi! Questa è la certificazione del vostro fallimento! Dal punto di vista normativo, non si può, però se si potesse, questo disegno di legge dovrebbe chiamarsi: "Abbiamo sbagliato. Scusateci. Con questo cerchiamo di rimediare". Questo dovrebbe essere il titolo del disegno di legge.
Quali sono i fondi? Sono quelli che erano in pancia a Finpiemonte. Cosa è successo? Perché mi chiedo cosa sarebbe avvenuto se uno scandalo come quello di Finpiemonte fosse accaduto a un'Amministrazione del Movimento 5 Stelle: ci avrebbero processati in piazza! Qualche articolo di giornale ha fornito la giusta informazione, ma neanche più di tanto, perché si sta cercando di ridurre la questione a una faccenda di cattiva gestione in capo ad alcuni individui. Naturalmente, noi non ci sostituiamo alla Magistratura, che sta andando avanti per conto suo. Ma è il vostro fallimento e non è il fatto che, probabilmente, una persona abbia messo in atto comportamenti poco onesti; il fallimento sta nel fatto di avere questi grandi sogni di gloria, di trasformare Finpiemonte in una banca, quando non funzionavano neanche i minimi controlli! L'indagine conoscitiva che abbiamo fatto in sede di I Commissione congiunta con la III e con la Commissione Legalità hanno evidenziato carenze gravissime. Abbiamo sentito frasi paradossali nelle audizioni avvenute in Commissione! E vi dico anche che quest'indagine conoscitiva bisogna chiuderla. Chiudiamola! È inaccettabile che si sia ancora in ballo da così tanti mesi, non ci sono scuse. Chiudiamola, altrimenti confermate la sensazione che avevamo noi quando lamentavamo la mancata accettazione da parte vostra rispetto a una vera Commissione d'inchiesta, in favore di un'indagine conoscitiva, di qualcosa di più blando. E adesso volete anche farla arenare: è nelle sabbie mobili. Per cortesia, chiudiamola. Questa è la certificazione di un fallimento. Per fortuna, adesso questi fondi vengono ripresi e messi a disposizione, ma non sono fondi nuovi: c'erano già prima e non si potevano usare. Abbiate almeno il coraggio e la decenza di dire: "Abbiamo sbagliato e con questo vogliamo rimediare".
Ieri eravamo in Commissione e ci siamo comportati in modo responsabile abbiamo fatto passare il provvedimento in Commissione e intendiamo farlo passare oggi in Aula, con alcune modifiche (un emendamento alla tabella più degli indirizzi, anche legittimi, su come utilizzare questi fondi), solo per senso di responsabilità, perché sappiamo che questi fondi sono molto importanti per il sistema delle imprese piemontesi. Diversamente meritereste di essere tenuti qui sulla graticola per un mese; un mese in cui noi continuiamo a ripetere queste cose. E ciò per un semplice motivo: perché vogliamo che lo sappiano tutti i cittadini.
Invece queste cose spesso fuori non passano e magari domani sentiremo anche cantar vittoria perché la Giunta Chiamparino è tanto brava: non ha trasformato il Piemonte nella Borgogna o nella Silicon Valley, però ha tirato fuori 200 milioni di euro a meno di un anno dalle elezioni. Non è così, per cui oggi siamo qui per approvare questo provvedimento e liberare queste cifre.
Però, per cortesia, non ribaltiamo la verità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fluttero.



FLUTTERO Andrea

Grazie, Presidente.
Anch'io mi allineo un po' alle considerazioni dei colleghi delle opposizioni. Per senso di responsabilità, è evidente che il nostro Gruppo voterà in maniera favorevole a questo provvedimento, ma è altrettanto evidente che non possiamo condividere i toni trionfalistici con i quali il collega Gallo ha rappresentato una scelta, che è una scelta tardiva, che cerca di rappezzare una situazione che ha creato grossi danni al sistema economico della nostra Regione; una scelta che, compiendosi sostanzialmente alla fine di una legislatura della nostra Regione, è anche un pesante giudizio negativo sull'operato di questa Giunta e di questa maggioranza rispetto all'obiettivo che tutti dovremmo avere, che è quello di far tornare a crescere la nostra Regione, la quale - come tutti sappiamo - è oggi l'ultima sotto il punto di vista di tutti gli indicatori macroeconomici tra le Regioni del Nord produttivo.
Ora, se la Regione Piemonte è in fondo alla graduatoria delle Regioni del Nord produttivo un motivo ci sarà, e se in questi ormai quasi cinque anni trascorsi non ha cambiato posizione il motivo è anche nelle tante scelte sbagliate di questa Amministrazione e, in particolare, in quella che ha generato la delibera che andremo ad approvare oggi, ovvero la scelta, nel febbraio del 2016, di dirottare ingenti risorse destinate al sostegno e allo sviluppo della nostra economia e del nostro sistema produttivo alla costituzione di un'ennesima banca pubblica.
Ne abbiamo sentito parlare questa mattina, ne abbiamo parlato altre volte in Aula. Si è parlato anche sui giornali della cattiva capacità di controllo sulla gestione di questa banca, che però paradossalmente non è nemmeno l'errore più grave e più pesante che si può attribuire a questa maggioranza. Certamente è un errore grave quello di non aver costruito un meccanismo di controllo affidabile che impedisse quanto è successo. Ma l'errore più grande - lo abbiamo detto più volte - è stato proprio quello di scegliere di costruire una banca e di dedicare quindi tempo e risorse congelandole all'inutilizzo; risorse che invece erano indispensabili, se indirizzate opportunamente e in maniera mirata allo sviluppo della nostra Regione.
Si arriva oggi a un provvedimento che consente nuovamente di sbloccare la situazione che si era arrestata a seguito dell'impugnativa da parte del Governo della delibera assunta nel mese di luglio, prima delle vacanze estive, nel tentativo estremo di far giungere parte di queste risorse al sistema produttivo. È di tutta evidenza che è tardi, è troppo tardi e che si è sprecato tanto tempo; così come è di tutta evidenza che si arriva in una maniera non particolarmente mirata, nel senso che la nostra impressione è che le scelte non siano figlie di una logica pianificata, dove si sono individuati gli obiettivi di crescita e di sviluppo e dove si sono individuati gli asset sui quali s'intende investire, ma si spara un po' nel mucchio.
Quindi noi, per senso di responsabilità - come dicevo prima - voteremo a favore perché speriamo che, sparando nel mucchio, un po' di queste risorse finiscano anche in qualche settore che si riveli davvero strategico per lo sviluppo della nostra Regione.
Altre risorse finiranno disperse magari in rivoli che non sono particolarmente strategici; noi ci auguriamo che poche finiscano nei rivoli della campagna elettorale e dei sostegni a pioggia finalizzati principalmente a conquistare consenso, perché sarebbero due volte sprecate: non solo perché arrivate in ritardo, ma anche perché - essendo ormai sempre più limitate le risorse pubbliche - non arriverebbero a segno, cioè non arriverebbero a sostenere quei settori che magari in questi anni avreste dovuto scegliere come settori strategici per lo sviluppo della nostra Regione.
Si tratta di un lavoro che non è stato fatto, inseguendo l'illusione che possedendo una banca - illusione che, ahimè, già altre volte nella storia della nostra politica nazionale ha creato problemi a qualche forza politica si potesse dare una svolta alla politica economica e alla politica di sviluppo della nostra Regione. Tutto è invece miseramente fallito e oggi in extremis, queste risorse potranno arrivare - forse nei prossimi mesi al sistema economico della nostra Regione.
Per quanto ci riguarda, noi ci auguriamo, come dicevo prima, che almeno alcuni di questi colpi finiscano a segno, magari anche solo per sbaglio perché sulla quantità della dispersione a pioggia delle risorse qualcosa di buono pure arriverà; certamente non è stato un modo saggio né lungimirante di gestire queste risorse pubbliche, che invece potevano, se accuratamente scelte e accuratamente selezionate e indirizzate, portare a effetti benefici decisamente superiori.
Speriamo. È per questo motivo che daremo voto favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Interverrò sulla linea, rimarcando alcuni aspetti generali già illustrati dai miei colleghi, approfondendo alcune tematiche che seguo di più, per cercare di trasformare quello che, non dimentichiamoci, è un fallimento di quest'Amministrazione, in un'opportunità. Un'opportunità di crescita per il Piemonte e di tutela di alcuni degli aspetti che riteniamo più trascurati dalle Amministrazioni attuali e precedenti, su alcune delle quali paghiamo figure non proprio buone, anche verso l'esterno, verso l'Italia e verso l'Europa.
Mi riferisco, in particolare, ai temi dell'ambiente, della mobilità e del sostegno alle piccole e medie imprese che, già fortemente provate da un tessuto economico negativo in Piemonte, quindi in chiara depressione, si vedono spesso mortificate da eventi che ci sfuggono un po' dalle mani, come le questioni ambientali, che sono nei titoli dei giornali di questi giorni che hanno visto tutti gli Enti locali impegnati in una politica molto difficile, perché contrappone interessi molto forti: l'interesse al lavoro alla crescita, alla stabilità e all'occupazione. L'interesse, comunque, a mantenere uno stile di vita e la propria attività e interessi, per noi non meno importanti, ambientali, di tutela della salute e anche di tutela delle casse pubbliche. Ricordiamo che la questione dell'inquinamento ambientale nella Pianura Padana non è una barzelletta, è un qualcosa su cui pendono miliardi di multe su mancati fondi europei come sanzioni.
Parliamo, quindi, di una scelta che ormai non è più rinviabile neanche dal punto di vista economico. Non è solo una questione di salute umana e di beni non misurabili economicamente o, meglio, che sono misurabili ma non ci piace misurare questioni di salute e di ambiente in termini economici altrimenti scadiamo in una retorica che rischia veramente di deprezzare il reale valore della vita umana e dei beni che non sono materiali, ma riguardano la vita, la sofferenza e le difficoltà delle persone.
Passiamo ad alcune proposte che proponiamo.
Alcune delle proposte che presentiamo, su cui ho inteso ripiegare, vanno nell'ordine di migliorare proposte già fatte dalla Giunta, mentre altre sono proposte nuove tout-court.
Ne abbiamo parlato in Commissione, con l'apprezzamento che l'Assessore Reschigna ha dichiarato di aver ricevuto e accolto alcuni dei suggerimenti avuti dal Gruppo del Movimento 5 Stelle in merito alle misure ambientali e di sostegno alle attività che sono obbligate a cambiare il proprio mezzo, a causa dei blocchi ambientali. Ci rivolgiamo a quella platea di commercianti e artigiani che possiedono veicoli commerciali e non potrebbero più lavorare, da quest'inverno, con i blocchi ambientali.
La misura ha aspetti interessanti, ma abbiamo da subito segnalato come i fondi messi a disposizione siano insufficienti a coprire gli ammanchi e i danni fatti al settore, da parte dei blocchi ambientali; blocchi che riteniamo giusti, ma riteniamo intempestive e poche le risorse dedicate a contrastare i danni ai piccoli imprenditori.
Per questo, le misure su cui ci concentriamo sono proposte di aumento dei fondi dedicati alla sostituzione di mezzi, con l'ampliamento già dichiarato dall'Assessore Reschigna, accolto dalla Giunta e dagli Uffici regionali della possibilità, per chi ha un veicolo di un certo valore ed è difficile da cambiare, di prevedere la sostituzione di motori inquinanti con altri non inquinanti.
In sostanza, si prevede la sostituzione dell'alimentazione a gasolio, di vario tipo, e di benzina di vecchia data, soggetti a blocchi, con alimentazioni di altro tipo. Queste operazioni sono spesso sconvenienti e poco applicabili sulle automobili che normalmente, quando hanno una certa età e quindi sono soggette ai blocchi, hanno un valore residuo minimo. Se non è effettivo, conviene poco fare questo tipo di operazioni. Se pensiamo ad aziende che basano le loro attività su mezzi commerciali e mezzi con forti personalizzazione anche costose, a volte la sostituzione dell'alimentazione è un qualcosa che mette in salvaguardia le casse dell'azienda.
Questa misura, inoltre, offrirebbe maggiori potenzialità dal punto di vista della copertura a quei pochi fondi che abbiamo, perché concentriamo le risorse su interventi di più bassa entità economica. Diverso è consentire una rateizzazione o un finanziamento a lungo termine per la sostituzione di mezzi costosi: con la stessa cifra finanziamo quasi interamente degli interventi di rinnovo del parco mezzi.
Questo magari farà poco piacere alle case costruttrici, che ovviamente aspettano sempre - specie in vista della crisi delle vendite - incentivi pubblici per la sostituzione dei veicoli, ma noi preferiamo, quando possibile, sostituire le motorizzazioni mantenendo i veicoli, quando è possibile. Questo senz'altro può generare un altro tipo di mercato, che però non è assolutamente inferiore, come potenziale, che è quello del revamping e del retrofit, settori che hanno una più alta sostenibilità ambientale perché mirano a conservare i mezzi che sono ancora in grado di circolare, sostituendo solo la parte che è il problema.
Inoltre auspichiamo, anche se non in questa misura (ma speriamo di poterne parlare anche nei bilanci successivi), misure che vadano ad allargare la platea di questi interventi, ovvero occuparsi anche di tutti quei cittadini che non hanno veicoli commerciali, ma che hanno situazioni, sia socio economiche sia per il lavoro che fanno, che impedisce loro di sostituire il proprio mezzo e di fare nella vita cose essenziali, come andare al lavoro o portare i figli a scuola, a causa di questi blocchi, perché non pu permettersi la sostituzione di mezzi.
È un argomento molto delicato. Noi preferiremmo maggiori investimenti sul trasporto pubblico e preferiremmo che si proseguisse sulla via dell'efficientamento e, dov'è possibile, fornire un'alternativa all'auto ai cittadini. È chiaro che, laddove non è ancora possibile, dobbiamo essere molto cauti nell'andare a incidere sulla vita delle persone.
Questo è un qualcosa che è all'o.d.g. in Regione e viene discussa anche a livello governativo centrale. Speriamo vivamente che su quest'argomento si superino le differenze di tipo politico e si punti a soluzioni reali sempre in un'ottica non di depressione economica, ma di crescita e di stimolo dell'economia. Secondo noi, questo tipo di interventi efficientano la spesa complessiva del Paese, fanno risparmiare le famiglie e dirottano gli acquisti su spese che non sono di materie prime (spese petrolifere e di energia), ma sono spese di altro tipo. Quindi, insieme ai risparmi fatti magari, si può tornare a investire e ad acquistare prodotti che vengono fatti in Italia, finanziando la nostra micro e macro economia interna e, in questo modo, dipendere sempre meno da risorse esterne, che francamente sono anche soggette alle fluttuazioni dei mercati. Su questo sappiamo qualcosa perché spesso sono anche usate, in ottica politica, per influenzare le politiche interne dei Paesi. È un qualcosa che ritengo molto pericoloso per cui bisogna essere intelligenti e valorizzare al massimo le risorse interne, che in Italia non mancano e specialmente in Piemonte non mancano.
Quindi, è buono tutto ciò che va a sostenere la piccola imprenditoria e le piccole attività d'eccellenza piemontesi e su questa linea ci siamo mossi come Gruppo Movimento 5 Stelle per cercare di trasformare questo che è chiaramente un fallimento, quello della banca pubblica Finpiemonte, in un'opportunità di miglioramento. Come opposizione non ci tiriamo indietro di fronte a questa sfida, per cercare di contenere i danni e fare qualcosa di buono per i nostri cittadini.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, la parola al Vicepresidente Reschigna, per una replica.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Molto brevemente, innanzitutto per dare atto e ringraziare dell'atteggiamento responsabile che il Consiglio regionale nella sua interezza ha assunto nei confronti di questo provvedimento, che ha come obiettivo quello di rimettere in moto risorse importanti sul sistema economico. Quindi, do atto di questo atteggiamento, che considero un valore da condividere complessivamente.
Farò pochissime riflessioni rispetto a quanto è emerso nelle relazioni e nel dibattito generale. Vorrei che fosse chiaro - senza divagare sul tema tanto avremo modo di ritornarci - che il sogno non era la trasformazione di Finpiemonte in una banca. Finpiemonte era un soggetto di intermediazione finanziaria e la modifica del testo unico sulla banca rendeva impraticabile la prosecuzione di Finpiemonte con le modalità che la stessa aveva sempre praticato.
Voglio ricordare al Consiglio regionale che uno dei punti del provvedimento che stiamo assumendo è proprio la regolazione dei rapporti sul prestito BEI che era stato contratto da Finpiemonte, in un momento in cui non c'era stata la ricapitalizzazione, non c'era stato l'assoggettamento di Finpiemonte sotto il regime di vigilanza della Banca d'Italia. Pertanto, il punto era trovare uno strumento, inevitabile, che consentisse a Finpiemonte di continuare, in parte, a fare quello che sempre aveva fatto e, in parte di rafforzare questo ruolo. Il sogno non era quello di avere una banca: lo strumento era quello di immaginare, rispetto a modifiche significative e importanti che avrebbero minato l'attività di Finpiemonte, con quale strumento Finpiemonte potesse diventare un soggetto che avesse anche la funzione di intermediazione finanziaria.
Seconda riflessione, molto sintetica: non voglio fare l'esegeta del Consigliere Gallo. Il Consigliere Gallo si riferiva all'operazione fatta da quest'Amministrazione regionale per recuperare delle risorse che erano tutti i fondi rotativi rientrati nelle legislature precedenti che, voglio ricordare, erano stati destinati non al reinvestimento sul sistema economico, ma a garantire gli equilibri di bilancio in quegli anni sulla spesa corrente. Il merito è stato quello di aver ridistribuito e reimmesso quelle risorse sul sistema economico. Lo si è tentato di fare con quell'operazione di ricapitalizzazione di Finpiemonte e lo si fa oggi con questo strumento, ma questa era la portata. A partire dal comportamento e dagli atteggiamenti assunti dal Presidente Chiamparino attorno a questa vicenda, sempre improntati alla massima trasparenza e fermezza, non c'era alcuna intenzione di coprire un'operazione i cui connotati sono ben noti a ciascuno di noi e che sono stati oggetto di ripetuti momenti di confronto anche in Consiglio regionale.
La terza riflessione riguarda la destinazione delle risorse. Noi non buttiamo risorse su molti assi di intervento, perché abbiamo la consapevolezza che la dispersione delle risorse non determinerebbe nessuna ricaduta positiva sul sistema economico piemontese. Abbiamo, invece bisogno di massimizzare gli effetti di queste iniezioni di risorse su pochi assi di intervento.
Da dove nasce la tabella? Lo ripeto, perché abbiamo già avuto modo di ragionare e discutere. I riferimenti sono fondamentalmente tre. Il primo è il piano industriale di Finpiemonte, che non poteva più essere attuato dalla stessa per le ragioni che tutti sappiamo. Gli obiettivi di quel piano industriale si cerca, con adeguamenti, di raggiungerli attraverso gli strumenti delle leggi regionali, ma quei riferimenti e quegli obiettivi di sostegno al sistema economico erano indicati.
Secondo riferimento importante: il Piano triennale sulle attività produttive che l'Assessora De Santis ha presentato e sul quale si è discusso e ci si è confrontati con la Commissione. Non a caso, la stragrande maggioranza delle risorse sono destinate sulla legge n. 34, ed è quello il riferimento dentro il quale muovere gli obiettivi.
Il terzo ragionamento - lo dico in anticipo rispetto anche ad alcuni emendamenti proposti - riguarda l'integrazione di assi che trovano già dei finanziamenti all'interno delle UPB e dei capitoli della legge di bilancio.
Faccio un esempio, visto che è stato oggetto di un intervento del Consigliere Vignale e di un suo emendamento che tra poco illustrerà. Quando parliamo di interventi sulla tutela della qualità dell'aria - e abbiamo ben presente che stiamo parlando di interventi sulla sostituzione del parco circolante da parte delle imprese commerciali ed artigiane - oggi abbiamo due strumenti: quattro milioni di euro che sono nella legge di bilancio votata (due di contributi statali e due di risorse della Regione) e oltre cinque milioni 400 mila euro che derivano da questo provvedimento.
Qual è la complementarietà tra l'una e l'altra azione? Che i quattro milioni di euro saranno destinati ad interventi a fondo perso, perché siamo convinti che senza una quota di interventi a fondo perso, ben difficilmente otterremmo degli elementi significativi.
I cinque milioni e 400 mila euro di questo provvedimento vengono posti o su fondi rotativi o su fondi di garanzia. Perché nel confronto con le associazioni economiche è stata rappresentata alla Regione la necessità di una quota di contributo a fondo perso, ma anche il tema della bancabilità di molti soggetti e, quindi, della loro capacità di sostenere questo tipo di operazione.
Per essere chiari (d'altronde, verrebbero svelate velocemente, e non rifletterebbero un senso di responsabilità da parte di questa Amministrazione), in questa tabella non ci sono "marchette elettorali". C'è l'applicazione e l'allocazione di risorse secondo alcuni riferimenti programmatici molto precisi, che sono stati rappresentati.
Ora, poiché si vuole gestire anche questa fase importante all'insegna della massima trasparenza, ieri in I Commissione non ho avuto alcuna difficoltà ad accogliere un emendamento presentato dal Consigliere Vignale, che sostanzialmente, chiedeva - è nel testo del disegno di legge - che prima dei bandi ci siano preventivamente momenti di confronto tra gli Assessori e la Commissione consiliare. Perché noi vogliamo gestire questa fase delicata e importante con questo tipo di atteggiamento e con questo tipo di obiettivo.
Grazie della disponibilità.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Reschigna.
Dichiaro conclusa la discussione generale.
Procediamo con l'esame dell'articolato e iniziamo dall'articolo 1, sul quale insistono cinque emendamenti.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 3) presentato da Vignale, Bona.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 3) non aggiunge né sposta risorse rispetto alla tabella semplicemente ne modifica la tipologia.
All'interno dei 200 milioni ci sono risorse destinate al fondo rotativo altre destinate a fondi di garanzia e altre ancora a contributi a fondo perduto.
Nella misura legata al turismo ci sono 18.250.000 euro, ma solo due sono destinati a misure a fondo perduto.
Noi crediamo che una misura come questa, pari a dieci milioni di euro, che oggi è prevista come fondo rotativo (quindi finalizzata a ridurre il costo del denaro e a garantire la bancabilità di alcuni soggetti), sia inutile in particolar modo nella quantità. Perché - lo ricordava lo stesso Vicepresidente - una parte consistente delle risorse con cui è stata capitalizzata Finpiemonte derivava proprio da rientri di fondi rotativi che, però, poi non sono stati assegnati. Invece quando i fondi rotativi funzionavano, erano un continuo riutilizzo (anzi, ogni tanto il bilancio della Regione doveva inserire nuove risorse per garantirne l'utilizzo).
Che cosa fa il nostro emendamento? Trasforma i dieci milioni di euro da risorse a garanzia per la costituzione di un fondo rotativo, che, a nostro avviso, non varrebbe utilizzato (se non altro in questo valore), in contributi. E lo fa con due modalità: una percentuale a fondo perduto perché è assolutamente evidente che il sistema della ricettività piemontese avrebbe bisogno di contributi a fondo perduto per migliorare la ricettività stessa; e una parte consistente della ricettività (esistente e non esistente, cioè posti letto che dovremmo fare e che non ci sono) in realtà non verrà migliorata solo con fondi rotativi, che sono uno strumento oggi troppo debole.
Pertanto, come ricordava anche il Vicepresidente, all'interno della cornice di una presentazione estremamente limitata di emendamenti e di una volontà di far approvare la norma, sia pure con voti diversi, ritengo che questo così come un altro che illustrerò successivamente, sia un emendamento che non cambia la cornice generale della norma, ma sia certamente migliorativo per il mondo a cui si rivolge.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 4) presentato da Vignale, Bona.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 4) riguarda il tema della sostituzione o conversione dei veicoli imprenditoriali (quelli di imprese artigiane, commerciali e industriali) che oggi sono bloccati dalle delibere che, prima la Giunta regionale con l'accordo padano, poi le singole Amministrazioni con le loro ordinanze, hanno adottato e che si ripercuotono su centinaia di migliaia di piemontesi e, fra questi, su decine e decine di migliaia di micro e piccole imprese.
È vero che l'Amministrazione regionale, con questo provvedimento, aggiunge ai quattro milioni già stanziati (due dal Governo e due dall'Amministrazione regionale) 5.424.000 euro, che, sommati, darebbero luogo a una cifra importante. Ma consentirebbe davvero al mondo produttivo di sostituire o di convertire le auto oggi bloccate. Perché è evidente che quattro milioni non sono sufficienti.
Cosa fa il nostro emendamento? Di nuovo, non interviene modificando le tabelle. Ma, come quello precedente, interviene modificando la finalità dell'intervento.
Nella tabella sono previsti 5.424.000 euro di fondi a garanzia, per cui non prevedono l'erogazione di un contributo a un'impresa che voglia acquistare un'auto meno inquinante, oppure la voglia convertire inserendo un dispositivo anti- inquinante. Ma questo spinge una parte del mondo imprenditoriale piemontese verso il sistema bancario. Questo strumento invece, dovrebbe dare garanzie per l'ottenimento del credito.
Sappiamo bene che, in qualche modo, Finpiemonte, quando concede garanzie in qualche modo si sostituisce all'istituto bancario. Credo che, invece oggi sia prioritario prevedere l'erogazione di contributi finalizzati alla sostituzione o alla conversione di auto. Sottolineo non cambia un euro. Non c'è un euro in più stanziato. Questo risponde a un'esigenza di urgenza risponde a quelle decine di migliaia di imprese piemontesi che sono bloccate, non perché siano inquinanti, non perché non abbiano una coscienza ambientale, ma semplicemente perché non hanno le risorse per cambiare i loro automezzi.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto professionale per i servizi commerciali e turistici "C.I. Giulio" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti dell'Istituto professionale per i servizi commerciali e turistici "C.I. Giulio" di Torino in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame disegno di legge n. 329, inerente a "Modifiche della legge regionale 29 giugno 2018 (Disposizioni urgenti in materia di Bilancio di previsione finanziario 2018-2020)" (atti d'indirizzo collegati: ordine del giorno n. 1483; ordine del giorno n. 1484; ordine del giorno n. 1485; ordine del giorno n. 1486) (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo all'esame del disegno di legge n. 329.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Fluttero; ne ha facoltà.



FLUTTERO Andrea

Grazie, Presidente.
Per mettere in evidenza l'altra faccia della medaglia dell'emendamento illustrato dal Consigliere Vignale.
Il Consigliere Vignale ha illustrato l'emendamento presentandolo come principalmente a vantaggio delle piccole e medie imprese che sono bloccate da una serie di provvedimenti e ha messo in evidenza come, se vogliamo davvero che il parco auto, il parco furgoncini e furgoni di queste attività venga rinnovato, sia indispensabile che parliamo di contributi, non di sostegno e non di fondi di garanzia. L'unico modo per sbloccare e per convincere a effettuare questo cambiamento di automezzi, è che ci sia un reale contributo.
Intervengo per mettere in evidenza l'altra faccia della medaglia, che è nell'interesse di tutti i cittadini piemontesi e di azioni concrete per ridurre l'inquinamento atmosferico nella nostra regione.
Sappiamo tutti, al di là delle "procedure" di infrazione e di danno ambientale, dei danni alla salute che l'aria della Pianura Padana provoca ai nostri concittadini. Un'azione concreta non sarà risolutiva, ma un'azione concreta, tra le tante che dobbiamo mettere in campo, è sicuramente questa. La nostra intenzione è, con quest'emendamento, di trasformare la destinazione di questo fondo, da fondo di garanzia, a fondo per contributi reali e concreti, perché ogni furgone inquinante in meno che girerà nei nostri territori nei prossimi mesi e nei prossimi anni, sarà un grande vantaggio per tutti i cittadini piemontesi.
Certamente è una misura a vantaggio delle piccole imprese, ma sicuramente è una misura a vantaggio di tutti i cittadini piemontesi che hanno diritto di avere un'aria migliore.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
A supporto di questa proposta, volevo invitare la Giunta a una riflessione serena rispetto a un tema - parlo dell'inquinamento atmosferico e della qualità dell'aria - su cui spesso si sono confrontate posizioni dettate da ideologie contrapposte che, di fatto, hanno portato a scelte e decisioni molte volte distanti dall'interesse di una comunità.
Credo che un'iniziativa di questo tipo, cioè utilizzando uno strumento finanziario, superando quindi la modalità che la Giunta ha previsto, possa essere un elemento di distinzione dell'approccio di questa Giunta ma soprattutto, di questo Ente e delle strutture a esso collegate, come ad esempio Finpiemonte, che si contrappone ad altri tipi di approcci molto più ideologici che vedono, più che altro, come risposta al problema della qualità dell'aria e inquinamento atmosferico, iniziative che si manifestano con blocchi del traffico, con limitazioni alla mobilità privata, con estensioni o, addirittura, con introduzioni di gabelle per l'accesso ad alcune aree della città.
Credo ci siano due modelli a confronto.
Uno è un modello positivo che prevede, anche attraverso l'aiuto economico e finanziario alla comunità piemontese, la possibilità di migliorare un parco veicoli al quale, è indiscutibile, vada assegnata una parte importante di responsabilità nei livelli di inquinamento che si registrano.
L'altro un modello che, invece, interviene rispetto un problema, generando altri problemi.
Ritengo che possa essere una decisione qualificante, da parte della Giunta che mette la Regione Piemonte in una posizione sicuramente più favorevole nell'adozione di provvedimenti utili ad aiutare il miglioramento della qualità dell'aria e, di conseguenza, migliorare le condizioni di salute della comunità piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravello.
Emendamento rubricato n. 2) presentato da Vignale, Bona.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 2) individua una categoria che, in qualche modo, non è stata indicata all'interno delle norme, che è quella delle imprese di risalita piemontesi. La legge n. 2 del 2009, com'è noto, sostiene l'innevamento programmato, la sicurezza e quant'altro, con maggiore difficoltà sostiene, se non negli Accordi di Programma che sono stati fatti, gli investimenti.
Noi crediamo che, invece, una misura (in questo caso per sei milioni di euro) sia indispensabile, perché i nostri competitori stanziano risorse ben superiori rispetto a quelle stanziate dalla Regione Piemonte. Hanno anche politiche di bilancio e bilanci ben differenti da quelli della Regione Piemonte, però è evidente che se noi pensiamo ai vicini francesi, alla Valle d'Aosta, al Trentino-Alto Adige, alla Lombardia, troviamo interventi da parte delle politiche regionali ben superiori a quelli della Regione Piemonte.
Detto questo, riteniamo sia importante per un motivo: sul nostro territorio esiste un potenziale strumento di sviluppo economico, che va intercettato.
Ogni anno, cioè (parlando solo dell'impresa della neve, che è certamente il più grande sostegno economico per le realtà montane), arrivano nella nostra regione circa un milione di turisti che vanno a sciare; di questi, solo 300 mila si fermano in Piemonte, perché mancano soprattutto posti letto e perché c'è la necessità di potenziare e migliorare le stazioni di risalita.
È evidente che anche i sei milioni che abbiamo indicato non sono sufficienti per un significativo piano di miglioramento delle nostre realtà, alcune delle quali sono anche pubbliche, però è importante inserire all'interno della tabella un'area dell'imprenditoria piemontese che è assolutamente significativa per una parte consistente del nostro territorio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
Emendamento rubricato n. 6) presentato da Valetti, Andrissi, Bertola, Bono Campo, Frediani, Mighetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa, se mi illustra il titolo vado a braccio.



PRESIDENTE

Emendamento all'Allegato E, Missione 14.



VALETTI Federico

Grazie.
Con quest'emendamento, chiediamo un incremento dei fondi per il sostegno delle misure sulla qualità dell'aria. In concreto, quest'aumento serve a compensare un fondo che attualmente non è sufficiente, seppure l'ambito sia già ristretto: a sostegno dei veicoli commerciali per la loro sostituzione adesso anche per la sostituzione dei motori. Riteniamo che la stima di circa 2.000-3.000 veicoli coperti dalle misure regionali sia decisamente sottodimensionata rispetto ai veicoli colpiti dalle misure antismog.
Con quest'emendamento, utilizzando i fondi disponibili all'interno di questa partita del bilancio regionale, cerchiamo di arrivare a una cifra quasi doppia di sostituzioni. Ovviamente, queste misure dovranno essere integrate con le misure nazionali che sono in arrivo e che anche la Città di Torino intende prendere in carico, ampliate ai veicoli privati non commerciali.
Riteniamo che questo tipo di operazione debba diventare strutturale e che occorra valutare anche tutte le tecnologie di ibridazione e di modifica di veicoli esistenti, per massimizzare l'effetto degli incentivi. In questo modo, banalmente, possiamo coprire una fetta più vasta di persone che non andando a sostituire i veicoli tout court, anche perché siamo in una fase di transizione anche nel trasporto pubblico, dove non ci sono ancora livelli di economicità sufficienti per passare all'elettrico. Sono misure tampone, temporanee e intermedie, che, con una spesa contenuta, possono essere un trampolino per investire su altre tecnologie.
Auspichiamo che questo avvenga e l'abbiamo detto anche in occasione del bando regionale per l'acquisto di autobus, dove abbiamo criticato la scelta di tornare all'utilizzo dei diesel. Speriamo che questo tipo di rinnovo sia escluso nelle prossime misure e si punti verso altri tipi di motorizzazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come affermato dal collega Valetti e anche dal Vicepresidente Reschigna nella sua risposta in discussione generale, l'ambito degli incentivi per la trasformazione dei vincoli inquinanti (mi si permetterà una riflessione un po' ironica), quelli alimentati a gasolio, che sono stati venduti per anni dalle case automobilistiche come meno inquinanti rispetto a quelli a benzina (quindi, fatta questa premessa dovuta) avrà due misure: due milioni più due milioni di fondi statali (quindi quattro milioni) e cinque milioni e 400 mila euro di fondi regionali derivati dall'operazione Finpiemonte.
Dal nostro punto di vista, la misura non è sufficiente a coprire il bisogno di sostituzione dei veicoli. Se consideriamo i contributi a fondo perduto (quattro milioni), abbiamo 4.000 euro in media a veicolo (sono 1.000 veicoli). È ovvio che, in Piemonte, i mezzi commerciali a gasolio pre Euro 5, cioè non aventi il filtro antiparticolato, sono molti di più. Non ricordo il numero esatto, ma sono sicuramente più di 10.000, quindi servirebbe un importo decisamente maggiore.
Riteniamo che il fondo di garanzia sia uno strumento utile, poiché permette di dilazionare l'acquisto del mezzo. Credo che nessun commerciante abbia la possibilità di spendere 60-70-80 mila euro cash, immediatamente, per comprare un veicolo nuovo, quindi il fondo di garanzia è utile per far sì che gli interessi siano sostanzialmente nulli, quindi il costo sia rateizzato a interessi zero.
Secondo noi, però, occorre un ulteriore stanziamento, pertanto abbiamo pensato - e chiudo - uno switch di risorse dalla Missione 14, "Sviluppo economico e competitività", alla Missione 9, "Ambiente", considerando che sarebbero le stesse aziende per cui erano stanziati 70 milioni di euro, che vengono spostati in favore delle stesse aziende, ma per la trasformazione dei veicoli inquinanti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Credo che questo sia un tema fondamentale. Dopo il "dieselgate" dei mesi passati, dopo le "scontistiche" da parte delle case automobilistiche sui diesel tedeschi, abbiamo visto i costi delle automobili diesel fortemente ribassati; inoltre, oggi vediamo che le case automobilistiche più conosciute in Italia fanno una campagna pubblicitaria aggressiva sulla vendita delle auto diesel, che grazie all'accordo all'interno del bacino padano, hanno difficoltà d'immissione nel nostro mercato, perché il consumatore si sta dirigendo su altre scelte.
Ovviamente, riteniamo importante che ci siano risorse e il nostro emendamento chiede un aumento dei fondi. Crediamo però che l'accordo padano si debba ampliare, inserendo una scadenza oltre la quale non è più possibile portare avanti una motorizzazione che in Pianura Padana ha degli effetti devastanti. In V Commissione, l'ARPA ha detto chiaramente che nelle aree urbane l'85 per cento delle micropolveri sono causate dal traffico privato con motorizzazione diesel. Quindi, la scelta, che aveva abbagliato un po' tutti col fatto che si potevano percorrere più chilometri con un litro di gasolio, riducendo le emissioni di gas climalteranti, di fatto si è dimostrata fortemente deleteria per l'ambiente e per la salute.
Poiché il Piemonte rischia 90 milioni di sanzioni dall'Unione Europea credo che su questo fronte la Regione debba investire e debba farlo in modo assennato e nel modo più celere. Sulle micropolveri - diciamolo pure con tranquillità, perché se ne parla da oltre vent'anni - è assurdo che, in Italia, con la situazione morfologica come quella della Pianura Padana, dal dieselgate abbiamo vissuto ancora una forte immissione di nuovi mezzi diesel sul nostro territorio; la Pianura Padana non può accogliere questo tipo di motorizzazione per movimentare privatamente le persone.
Allora, su questo bisogna che la politica faccia un passo in più. Vanno bene questi fondi, va bene aumentarli come noi proponiamo, perché noi sosteniamo quest'emendamento, però credo che la politica debba mettere una scadenza, per dare un'indicazione ai consumatori, per dare un messaggio chiaro: su quella strada non si può andare avanti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Emendamento rubricato n. 7) presentato da Vignale, Fluttero, Rossi L.
Tronzano.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 7), così come il precedente relativo alla legge 2 del 2009, interviene sulla legge 28 del 1999, cioè la legge sul commercio.
Ciò che abbiamo trovato strano è che i 200 milioni di euro sostengano, in qualche modo, tutte le aree dello sviluppo economico del Piemonte, compreso il commercio relativo, però, alla legge 34, tuttavia l'unica norma relativa allo sviluppo economico che non è citata all'interno di questo disegno di legge è proprio la legge sul commercio, la n. 28 del 1999. Crediamo invece, che stanziare sei milioni di euro potrebbe non essere sufficiente ma crediamo comunque importante stanziare risorse per il commercio di vicinato.
Ricordo che, negli anni passati, la Regione Piemonte adottò misure a sostegno del commercio di vicinato, oltre che della piccola distribuzione perché oltre a essere uno strumento di occupazione, è anche uno strumento di presenza su tutto il territorio, a partire dai piccoli Comuni, in cui molto spesso il servizio di commercio di vicinato è un vero e proprio presidio sociale, ma anche nelle grandi città, perché le aree con un commercio vivo rendono quelle aree più sicure e più frequentabili, anche migliori, nel senso che vi è una presenza quotidiana delle persone.
Crediamo che una misura che tenga conto della legge 28 sul commercio sia indispensabile all'interno di una legge sulle attività produttive.
Ovviamente, le scelte della Giunta possono essere declinate come si crede: con le migliorie dei sistemi commerciali, con gli investimenti in favore dei centri commerciali e artigianali naturali, in molte parti, cioè, che la legge 28 prevede, ma che qui dentro non sono citate.
Il timore è che, lasciando solo il riferimento alla legge 34, non possano rientrare alcuni aspetti importanti, che sono nella legge 28, di rivitalizzazione commerciale a favore delle imprese e di sostegno delle imprese commerciali nelle aree marginali e quant'altro.



PRESIDENTE

Grazie, collega Vignale.
La parola al Consigliere Rossi Luca.



ROSSI Luca Angelo

Grazie, Presidente.
Brevemente, per rafforzare gli ultimi passaggi del collega Vignale.
Credo che tutti noi, girando nel territorio, ci accorgiamo come in una Regione come il Piemonte, che ha circa 1.200 Comuni, molti dei quali piccoli o piccolissimi e molti dei quali suddivisi in molteplici frazioni il presidio in certi gruppi di case sparse, che magari si fa fatica a definire come frazione, può essere definito dalla presenza di un piccolo esercizio commerciale che sopravvive faticosamente. Questo è lo spirito con il quale abbiamo firmato questo emendamento.
Riteniamo importante, nel momento in cui ci sono dei fondi da ridistribuire a sostegno delle attività produttive, avere un occhio di riguardo anche per questi piccoli esercizi, che spesso costituiscono l'unico motivo per cui ancora qualche gruppo di case abbia la dignità di frazione e che possa essere considerato ancora un centro abitato che non sia a rischio di spopolamento, che sempre più in alcune nostre valli e in alcune nostre zone disagiate si manifesta.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bona.



BONA Angelo Luca

Grazie, Presidente.
L'emendamento va nell'ottica di tutelare il piccolo e piccolissimo commercio nelle aree rurali e più svantaggiate, comprese quelle di montagna, come peraltro è recepito anche all'interno del nuovo provvedimento sullo sviluppo rurale che in questo periodo è in discussione nella III Commissione.
Insieme al comparto agricolo, s'intende tutelare e valorizzare anche il piccolo e piccolissimo commercio e l'artigianato come presidio delle zone rurali. Le microimprese, anche individuali, che resistono nelle borgate e nelle frazioni, sono l'ultimo presidio (come dice la stessa parola) a costituire un motivo di permanenza e di vita all'interno di quei territori quindi da parte della Regione sarebbe importante dare un segnale ai piccoli centri all'interno di una distribuzione di risorse così importanti rilevanti: sarebbe veramente un segnale incoraggiante, oltretutto nel solco di quello che già sta maturando all'interno della legislazione regionale.



PRESIDENTE

Abbiamo illustrato tutti gli emendamenti.
La parola all'Assessore Reschigna, per esprimere il parere della Giunta regionale.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
Molto sinteticamente, la Giunta regionale dà parere negativo a tutti gli emendamenti. Tuttavia, per rispetto ai Consiglieri regionali, credo di dover motivare tale parere molto velocemente.
Primo elemento che ritroviamo in alcuni emendamenti: discussione tra fondi rotativi, fondi garanzia, contributi a fondo perso.
L'ho spiegato ieri in Commissione e lo ribadisco volentieri questa mattina in Aula: non a caso, nell'articolo 1 del disegno di legge che stiamo esaminando, ci siamo dati un margine di flessibilità, perché anche a noi appartiene la convinzione che, se continua una fase di bassi tassi di interesse - e Dio ce ne scampi rispetto a un loro innalzamento, da non escludere però, nei prossimi mesi e nelle prossime settimane - il meccanismo dei fondi rotativi è difficilmente incentivante.
Questa è una discussione aperta che abbiamo con le associazioni economiche ma che apparterrà anche ai dibattiti nelle Commissioni quando esamineremo i singoli bandi: l'individuazione di un mix attraverso il quale cercare sostanzialmente di costruire dei provvedimenti che abbiano una loro appetibilità sul mercato. Quindi questa discussione rimane aperta e non è preclusa dall'atto che approviamo oggi.
Seconda questione che appartiene a due emendamenti, uno presentato dal Consigliere Vignale e l'altro presentato dal Movimento 5 Stelle: Piano sulla qualità dell'aria. Si può fare sempre di più, sia ben chiaro, okay? Ma tra le risorse che abbiamo a bilancio e le risorse che questo provvedimento assegna noi destiniamo 9.451.000 euro.
Voglio ricordare che in questo momento - ciò non esclude che anche in quelle Regioni ci siano delle fasi di ripensamento in corso - Lombardia ed Emilia Romagna destinano quattro milioni a testa su quest'asse di intervento: due milioni di contributo statale e due milioni di contributo regionale. Noi sappiamo che il parco circolante in Lombardia è un parco molto più sostenuto rispetto a quello piemontese. Sia ben chiaro che si pu fare di più, che il tema è prioritario, urgente e va affrontato, per abbiamo la consapevolezza che stiamo mettendo su questo asse di intervento una serie di risorse importanti.
Terzo tema: investimenti sugli impianti di risalita. Vale la riflessione che facevo in sede di replica: le scelte che esprimiamo in questo disegno di legge si conciliano anche con le scelte che abbiamo assunto relativamente ad altre allocazioni di risorse nella legge di bilancio.
Voglio ricordare che, tra il 2017 e il 2018, agli investimenti sul turismo invernale noi abbiamo destinato oltre 31 milioni di euro di risorse, perch questo è un fattore che consideriamo importante per quanto riguarda lo sviluppo dell'offerta turistica complessiva del nostro territorio e il rafforzamento del turismo montano, concepito non solamente come una separazione tra inverno ed estate, ma come una dimensione assolutamente unitaria. Quindi le risorse, sotto questo profilo, con altri canali di finanziamento, sono tutte risorse regionali che nella legge di bilancio ci sono e sono importanti e consistenti.
Tema del commercio. Sulla tabella E, notate che all'asse d'intervento della legge n. 34 e della legge n. 1 del commercio vengono assegnati 17.300.000 euro. Allora, qual è la logica che abbiamo assunto (e non a caso, c'è il riferimento sia alla n. 34, che è la legge cornice, sia alla n. 1, che è invece la legge più aderente alla dimensione commerciale e artigianale)? Quella di finanziare poche leggi regionali, ed è una scelta un'impostazione che abbiamo condiviso con le associazioni economiche piemontesi in un confronto che abbiamo avuto, perché questo ci consente di avere grande flessibilità. È chiaro che qui non trovate la voce "commercio vicinato": trovate la voce "legge n. 34 e legge n. 1" e trovate l'allocazione sull'asse di intervento sul commercio non di 6 milioni di euro, ma di 17.300.000 euro. Questo per motivare il parere negativo che noi diamo.
Lo stesso ragionamento vale sulla legge n. 18 e sull'alberghiero. Qui l'emendamento proponeva sostanzialmente di spostare risorse da fondi rotativi, fondi garanzia a contributi a fondo perso. Ebbene, vale il ragionamento che ho fatto prima: noi non escludiamo - ma la fase di confronto in Commissione è quanto mai utile proprio per coinvolgere il Consiglio regionale nella flessibilità della gestione di queste misure che anche sotto questo profilo ci debba essere un pezzo di intervento inteso come fondo rotativo e un pezzo di intervento inteso come contributo a fondo perso.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Ovviamente voterò a favore degli emendamenti che insieme ad altri colleghi del centrodestra abbiamo presentato, ma mi permetto di fare solo due considerazioni che non vogliono essere una chiusa, ma per spiegare i motivi.
È evidente che all'interno degli emendamenti presentati ve ne sono alcuni un po' più pesanti e altri meno.
Vorrei sottolineare due aspetti. È vero che la legge consente alla Giunta di modificare la dotazione e di spostarla addirittura nelle annualità - ed è corretto - in modo da evitare di avere un avanzo nel bilancio generale però sul cambio auto, in cui si è già fatta la delibera che stabilisce i criteri, avere 5,4 milioni a garanzia significa un volano di almeno quattro volte che non sarebbe mai garantito, cioè non sarebbe mai richiesto.
Per questo credo che sarebbe stato utile, anche con quantità economiche diverse rispetto a quelle che abbiamo indicato, inserirlo. Mi permetto di dire che si faccia in un altro momento o quando crede, però, lo dico al Vicepresidente, nell'appostazione di 17 milioni di euro nella voce "commercio" viene citata la legge 34 (legge generalista sulle attività produttive), viene citata la legge 1 (legge sull'artigianato), ma non viene citata la legge 28. Anch'io condivido che debbano essere poche le leggi da finanziare, ma la legge sul commercio è proprio stata dimenticata.
Se volete, potete modificare anche solo citando la legge 28 senza modifiche, altrimenti sembrerebbe davvero mortificare un settore.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vignale.
Prima di procedere alla votazione, due minuti di sospensione per la modifica richiesta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.10 riprende alle ore 12.11)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Procediamo con le votazioni.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 3), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 4), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 6), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 7), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 1.
ARTICOLO 1 bis Emendamento rubricato n. 5) presentato da Vignale, Bona.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento non è alla tabella ma all'articolato e, ancorch riteniamo che sarebbe importante la sua approvazione, vuole essere una modalità differente di intendere l'utilizzo dei fondi regionali. Parto un po' da lontano, ma sto nei tre minuti. Crediamo che il nostro territorio debba competere con gli stessi strumenti che hanno altri territori. Altri territori, nel superare il limite che la direttiva europea sugli aiuti di Stato pone, hanno creato fondi che, in un sistema misto fra investimento pubblico e privato, riescono in qualche modo ad attrarre nuove opportunità occupazionali.
L'emendamento, che si chiama "Alberghi Piemonte", intende non istituire ma utilizzare, all'interno di una società partecipata della Regione Piemonte una società di Finpiemonte Partecipazioni, per realizzare posti letto alberghieri. Questo come? Per creare un capitale misto, che fino al 25 per cento può essere pubblico e sopra il 25 per cento è necessariamente privato, per la realizzazione di medie e grandi strutture alberghiere quello che manca nella nostra regione.
Ricordiamo sempre che, se non altro nell'area montana, il rapporto di presenza di posti letto della Regione Piemonte rispetto ad altre è un posto letto in Piemonte, sette in Valle d'Aosta, 11 in Trentino Alto Adige, da 20 a 60 in Francia, a seconda dei differenti Dipartimenti. È evidente che senza un investimento significativo sulla ricettività, continueremo ad avere il dato che ricordavo in un intervento precedente, cioè 700 mila turisti della neve - ma non ci sono solo quelli della neve - che non si fermano in Piemonte, ma vanno in altre Regioni, nonostante atterrino a Caselle.
Credo che un investimento non può essere legato al de minimis, perch quando uno fa un investimento da dieci milioni, i 300 mila euro che il de minimis pone come contributo a fondo perduto, non può essere ovviamente uno strumento di attrazione. I nostri vicini francesi fanno esattamente quello in quasi ogni Dipartimento o a livello regionale costruiscono fondi misti pubblico-privati, con cui finanziano grandi investimenti.
Sarebbe ora di ricominciare a usare bene le nostre risorse, per creare sviluppo economico, tutela del territorio e tutto ciò che è possibile fare avendo risorse a disposizione e coinvolgendo i soggetti privati. Perch come i colleghi possono vedere, il Fondo può arrivare al massimo al 25 per cento, quindi significa che deve venire un investitore a mettere il rimanente 75 per cento. Crediamo sia non solo una suggestione, ma uno strumento utile, che ovviamente poniamo all'attenzione dei colleghi, anche magari per riflessioni future.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bona; ne ha facoltà.



BONA Angelo Luca

Grazie, Presidente.
Ho apposto anch'io la firma all'emendamento del collega Vignale, proprio perché si tratta di una proposta che va nell'ottica di lavorare in un settore, quello propriamente alberghiero, che vede il Piemonte con un certo tipo di arretratezza e che rischia di farlo finire fuori dalla competitività europea, proprio come diceva il collega Vignale.
Ultimamente si è lavorato molto e anche bene nella riqualificazione del settore extralberghiero. Le grandi concentrazioni dell'alberghiero vanno solitamente più verso le città o in alcuni punti ben specifici, mentre c'è tutto il settore che sta in mezzo, che poi è il grosso corpo dell'accoglienza alberghiera, che deve essere riqualificato e deve trovare delle strutture più moderne e competitive sul mercato internazionale.
Questa proposta va proprio nel senso di sperimentare anche una nuova proposta che va a superare dei vincoli in Europa, ma che può diventare molto interessante per gli investimenti dei privati che, effettivamente mettono il grosso del capitale di rischio. Crediamo che sia un segnale importante e potrebbe essere anche una svolta nell'utilizzo del volano regionale per far crescere il settore alberghiero, rendendolo competitivo sui mercati, come richiede l'attualità del flusso turistico.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Reschigna per il parere della Giunta.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

Il parere della Giunta è negativo, perché riteniamo prematura una discussione di questo tipo.
Dopodiché. vorrei aggiungere un elemento; seppure con questo disegno di legge operiamo una riduzione del capitale sociale di Finpiemonte, ricordo all'Aula che comunque Finpiemonte ha un capitale sociale di 156 milioni di euro, poco più o poco meno di cinque volte il capitale sociale che aveva prima delle operazioni di ricapitalizzazione. Questo capitale sociale non può essere utilizzato per operazioni di natura finanziaria, ma può essere utilizzato per operazioni di partecipazione da parte della finanziaria regionale in capitale di rischio. Questo con tutte le cautele del caso perché non vorremmo trovarci in una situazione analoga a quella che abbiamo visto.
Abbiamo mantenuto questo livello di capitalizzazione a Finpiemonte, in questa fase, perché non escludiamo, nelle politiche di sostegno di alcuni sistemi territoriali, soprattutto quelli un po' più fragili, che ci possa essere (su questo, come su altri ambiti di intervento) un possibile intervento da parte della finanza regionale su questo genere di politiche su cui però vorremmo ragionare attentamente prima di assumere provvedimenti legislativi.



PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 5), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 2 Su questo articolo non insistono emendamenti, per cui se non vi sono dichiarazioni di voto, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 Anche su questo articolo non insistono emendamenti, per cui se non vi sono dichiarazioni di voto, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 3 bis Emendamento rubricato n. 1) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Se non vi sono richieste di intervento sulla dichiarazione d'urgenza, la pongo in votazione.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ci sono quattro atti di indirizzo collegati.
Ordine del giorno n. 1483, presentato da Bertola, Andrissi, Bono, Frediani Mighetti e Valetti, avente a oggetto "Modifiche alla legge regionale 29 giugno 2018, n. 7 (Disposizioni urgenti in materia di bilancio di previsione finanziario 2018-2020): maggiori punteggi nei bandi per le attività imprenditoriali che hanno un impatto positivo sull'ambiente".
La parola al Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
È un tema molto importante per il futuro delle attività produttive della nostra Regione. Conosciamo tutti le difficoltà alle quali sta andando incontro da anni la nostra manifattura, in generale: mi riferisco ai posti di lavoro persi e alle aziende che, purtroppo, hanno delocalizzato o che continuano a delocalizzare (in alcuni casi, anche aziende che per anni hanno incamerato contributi pubblici).
Certo, non gettiamo la spugna da questo punto di vista, ma vogliamo lavorare affinché il settore manifatturiero in Piemonte continui a essere vivo e presente anche nelle sue rappresentazioni principali.
Siamo molto contenti che il 13 dicembre si possa tenere una seduta di Consiglio regionale aperto, insieme al Consiglio comunale di Torino, sulla questione relativa ai futuri progetti del Gruppo FCA per il Piemonte. Ma vogliamo lavorare anche su delle alternative, per cui andiamo avanti con lo sguardo e cerchiamo di pensare a quale possa essere il futuro migliore per le attività produttive nella nostra Regione.
È chiaro che riusciremo ad avere uno sguardo più positivo verso il futuro se punteremo maggiormente (rispetto a quanto si faccia oggi) sulle società improntate alla green economy, ossia all'economia circolare. Abbiamo posto diversi esempi, non solo qui in Aula, ma anche nelle discussioni in Commissione (ad esempio, quando si parlava di gestione dei rifiuti), sullo sviluppo di filiere di gestione dei rifiuti che portino a un miglior riciclo delle plastiche non da imballaggio. Ma questo è solo un esempio.
Noi vogliamo collegare questa nostra visione programmatica al provvedimento che viene approvato oggi in Aula.
Considerato che nella parte che rivede l'allegato E della legge regionale 7/2018 sono previsti 141,2 milioni sulla missione 14 "Sviluppo economico e competitività", con questo atto d'indirizzo chiediamo che la Giunta regionale s'impegni a garantire che i bandi finalizzati a stanziare le risorse di cui all'allegato E della legge regionale 7/2018, come modificata dall'articolo 2 del disegno di legge che abbiamo oggi in discussione, siano strutturati per privilegiare l'accesso alle imprese che si occupino di sviluppo e installazione di energie rinnovabili, di riduzione dei consumi energetici, di riciclo, riuso e riprogettazione di materiali, nonché di quelle inserite nel contesto dell'economia circolare.
Noi vogliamo cogliere quest'occasione per sviluppare anche questo tipo di attività produttive nella nostra Regione.



PRESIDENTE

Ordine del giorno n. 1484 presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Frediani Mighetti e Valetti, avente a oggetto "Modifiche alla legge regionale 29 giugno 2018, n. 7 (Disposizioni urgenti in materia di bilancio di previsione finanziario 2018-2020)"; Contributi a sostengo all'ecoturismo".
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Sarò rapido, poiché alle 12.45 abbiamo l'incontro con i lavoratori della Comital. Quest'ordine del giorno può essere esplicato rapidamente e pu avere un consenso alla sua approvazione.
Nel disegno di legge n. 329 è stato inserito un articolo che prevede la possibilità di discutere in Commissione Consiliare competente i bandi che verranno effettuati rispetto ai soldi che vengono impegnati con questa norma di legge e destinati a fondi rotativi di garanzia o contributi a fondo perduto alle imprese nei vari settori, di cui all'allegato e) della legge 7/ 2018 così rivisto da questa norma.
Crediamo che si debba dare un punteggio premiante alle aziende che si occupano di turismo in un'ottica sostenibile, il cosiddetto ecoturismo: percorsi di trekking nelle nostre montagne o all'interno di territori naturali, percorsi in bicicletta, itinerari faunistici all'interno dei parchi naturali e aree protette, itinerari di sviluppo e riconoscenza delle nostre eccellenze enogastronomiche, presidi slow food in aree rurali o aree abitate all'interno di zone protette e non, attività didattiche rivolte sia ai più piccoli che agli adulti per riconoscere le piante, gli animali e le usanze tipiche e tradizionali del nostro territorio; in generale, itinerari anche di interesse culturale e/o religioso che nella nostra regione sono molto diffusi.
Valutare una serie di punteggi legati alla compatibilità ambientale degli interventi, che siano di ristrutturazione o di creazione anche di offerta ricettiva turistico alberghiera come si diceva negli emendamenti precedenti, ma che abbiano un occhio alla sostenibilità energetica ambientale e paesaggistica, come condizione fondamentale. Apporti di benefici per la protezione ambientale e per la promozione della popolazione locale che, come sappiamo, sempre di più, tende a sparire nelle nostre aree montane e marginali, sia perché c'è una concentrazione ulteriore verso la città, sia perché c'è una denatalità, quindi un invecchiamento della popolazione. Sostanzialmente, la popolazione anziana nelle nostre vallate alpine non viene sostanzialmente sostituita.
Accrescimento in generale della consapevolezza ambientale e conservazione della natura come un territorio e un ambiente proficuo e adeguato, anche allo sviluppo economico e alla persistenza sul territorio di una popolazione che possa avere anche i mezzi economici e produttivi per vivere e crescere come nuclei familiari e non dovere essere costretti ad lasciare un territorio abbandonato a sé stesso perché mancano gli incentivi, mancano anche i soldi per garantire accessibilità ai servizi (penso alla rete internet e quant'altro).
Una serie di misure che permettano di premiare gli interventi di ecoturismo in questa direzione, così come segnato dall'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Ordine del giorno n. 1485 presentato da Frediani, Andrissi, Bertola, Bono Mighetti e Valetti, avente a oggetto "Modifiche alla legge regionale 29 giugno 2018, n. 7 (Disposizioni urgenti in materia di bilancio di previsione finanziario 2018-2020)": Maggiori punteggi nei bandi per le società benefit".
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Con quest'ordine del giorno riprendiamo un discorso che abbiamo iniziato qualche tempo fa con l'Assessora De Santis in merito alla diffusione delle imprese benefit. Le società benefit sono state introdotte dalla finanziaria del 2016 e rappresentano una nuova forma giuridica per le imprese. Una forma giuridica che, in base alla risposta a un'interrogazione nel 2015, a tutt'oggi, la Regione non ha pienamente ancora riconosciuto o, perlomeno non ha previsto all'interno delle linee di finanziamento, anche solo come indicazione.
Le imprese benefit hanno delle caratteristiche particolari: sono aziende a scopo di lucro. Questo è importante dirlo, perché si tratta di un tipo di azienda che persegue, comunque, il profitto. Cos'hanno di diverso rispetto alle imprese cosiddette tradizionali? Hanno degli obblighi che sono definiti proprio nel loro statuto e che fanno riferimento, in particolare allo scopo, alla responsabilità e alla trasparenza.
Per quanto riguarda lo scopo, in particolare, le società benefit si impegnano a creare un impatto positivo sulla società e sull'ambiente.
Questo è qualcosa che può essere sicuramente utile sul nostro territorio considerando che recentemente abbiamo visto numerosi casi di aziende che non hanno avuto un impatto molto positivo sulla società. Sono aziende soprattutto, che mirano al profitto e non tanto all'impatto sul sociale.
Per quello che riguarda le responsabilità, le società benefit si impegnano a considerare l'impatto della società, sulle società e l'ambiente per creare valore sostenibile nel lungo periodo.
Per quello che riguarda, invece, la trasparenza, che cosa devono fare le società benefit? Devono pubblicare, innanzitutto, i loro risultati in maniera trasparente e rispettare obiettivi molto ben definiti. Abbiamo delle esperienze cui guardare, esperienze che arrivano dagli Stati Uniti.
Nella normativa italiana, invece, abbiamo la definizione all'interno della legge finanziaria, ma non abbiamo ancora una diffusione così capillare sul nostro territorio.
Crediamo, quindi, che sia arrivato il momento che la Regione inizi a guardare a questo modello di società, inizi a considerare questo modello di società come un modello possibile per garantire uno sviluppo economico diverso sul territorio. Per diverso intendo uno sviluppo economico che porti anche ricadute positive sulla società e sull'ambiente.
Attraverso quest'atto di indirizzo, noi chiediamo che nei bandi che verranno previsti, in futuro, per distribuire la cifra di 200 milioni siano considerate, in via preferenziale, almeno all'interno di alcuni bandi, le società che sceglieranno di adeguare il loro statuto e di essere, quindi riconosciute come società benefit. Questo anche per adeguarsi alle normative nazionali che prevedono l'introduzione di questa forma societaria.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Ordine del giorno n. 1486 presentato da Valetti, Andrissi, Bono, Frediani e Mighetti, avente a oggetto "Modifiche alla legge regionale 29 giugno 2018 n. 7 (Disposizioni urgenti in materia di bilancio di previsione finanziario 2018-2020). Misure di incentivazione per la sostituzione dei mezzi inquinanti per ridurre l'inquinamento atmosferico in Regione Piemonte".
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, presidente.
Quest'ordine del giorno è stato pensato prima della contingenza di questa misura e si riferiva ad alcuni principi che noi abbiamo voluto stabilire nel criterio di sostegno alle misure antismog e ai cittadini che devono cambiare mezzo a causa dei blocchi antismog.
In particolare, chiediamo che, come principio, l'Amministrazione regionale nell'erogazione dei fondi per le sostituzioni, inizi a privilegiare esclusivamente le motorizzazioni pulite, con un grado di proporzionalità basato sulle emissioni inquinanti (per emissioni inquinanti intendiamo sia emissioni climalteranti sia emissioni di particolati sottili e quant'altro), che sono oggetto di misure a livello del bacino padano.
Questo, abbinato alla misura proposta dal nostro Gruppo e accolta dalla Giunta regionale sulla sostituzione dei motori. Non ultimo, estendere tali misure alla sostituzione del parco veicoli del trasporto pubblico.
Pertanto, lo stesso tipo di misura applicata alla sostituzione di veicoli privati e dei veicoli pubblici. L'unica esclusione che chiediamo è quella del rinnovo dei mezzi a gasolio con altri mezzi a gasolio più nuovi, perch intendiamo porre fine a questo tipo di tecnologia, in particolare nel trasporto pubblico e nelle aree urbane. La consideriamo incompatibile con la vita urbana, specialmente, viste le nostre caratteristiche geomorfologiche, delle città piemontesi e del bacino padano.
Grazie.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta sugli ordini del giorno? Prego, Vicepresidente Reschigna.



RESCHIGNA Aldo, Assessore al bilancio

La Giunta esprime parere negativo sugli ordini del giorno, pur riconoscendo che evidenziano delle tematiche e delle sensibilità che verranno certamente tenute in considerazione nel momento della predisposizione dei bandi e nel confronto con il Consiglio regionale in sede di Commissione consiliare competente.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Fluttero; ne ha facoltà.



FLUTTERO Andrea

Chiedo scusa, Presidente.
Procede con la votazione del provvedimento?



(Commenti del Presidente Boeti)



FLUTTERO Andrea

Va bene. Era una dichiarazione di voto sul provvedimento.
Allora attendo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Solo una breve replica.
Preso atto del parere del Vicepresidente Reschigna, non comprendiamo come possa non concordare la sensibilità con l'indirizzo di un atto che non chiede risorse, ma criteri di rimodulazione verso mezzi meno inquinanti senza alcun obbligo di attuazione da parte della Giunta. Non comprendiamo come si possa abbinare quest'opinione nel respingere un atto che, di fatto non richiede alcun impegno contingente, ma solo un indirizzo di massima.
Siamo molto dispiaciuti e - ripeto - non comprendiamo questo tipo di posizione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Presidente, chiedo un minuto di sospensione.



PRESIDENTE

Va bene. Ricordo, però, che alle 12.45 abbiamo,così come richiesto dal Movimento 5 Stelle, l'audizione della Comital e, poi, un'altra audizione.
Inoltre, dobbiamo votare questa mattina il provvedimento.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.43, riprende alle ore 12.47)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Abbiamo avuto una breve discussione, fuori microfono, con il Vicepresidente Reschigna e con la Giunta: ovviamente, non vogliamo entrare nel meccanismo della costituzione dei bandi, anche se è ovvio che si fa politica anche così, nel senso che, a seconda di come sono costituiti i bandi l'erogazione di fondi si indirizza o meno in un senso o nell'altro.
Ho parlato con i colleghi e non abbiamo il tempo di fare una valutazione complessiva, quindi parlerò a titolo personale in questo caso: sono disponibile relativamente al mio ordine giorno, a trasformare da "garantire" a "valutare"; i colleghi del Gruppo valuteranno loro sul da frasi. Certo è che, ripeto, ci spiace, perché era stato concordato, anche in Conferenza dei Capigruppo, che l'attività emendativa venisse traslata sull'attività d'indirizzo.
Se ci viene negata la possibilità di fare un'attività d'indirizzo ritorniamo a quanto detto, cioè che non abbiamo possibilità d'intervenire su questo provvedimento.



PRESIDENTE

Prego, si avvicini per correggere l'emendamento: da "garantire" a "valutare".
Il parere dell'Assessore Reschigna è favorevole sull'emendamento che modifica da "garantire" a "valutare", sugli altri no.
Anche Frediani fa la stessa cosa: modifica da "garantire" a "valutare".
L'orientamento della Giunta è favorevole sugli ordini del giorno n. 1484 e n. 1485.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1483, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1484, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1485, con parere favorevole della Giunta, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 1486, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fluttero, per dichiarazione di voto.



FLUTTERO Andrea

Grazie, Presidente.
Solo in dichiarazione di voto, per prendere.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

No, lo votiamo adesso.
Stiamo votando e lo finiamo adesso, abbiate pazienza.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

È un'Assemblea legislativa che delibera.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Lei ha chiesto, però se poi continuano le discussioni, è chiaro che non si può, legittimamente, peraltro. Però stiamo votando e lo concludiamo.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Sì. Infatti, andiamo avanti. Il Consiglio regionale deve finire alle ore 13, quindi ci sono ancora dieci minuti.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

Lo so che l'abbiamo concordato, ma credo sia opportuno concludere il disegno di legge.
Fluttero, lei non interviene più, vero? La ringrazio.
Lei è entrato nello spirito, anche se è arrivato in ritardo, del Consiglio regionale.
La parola al Consigliere Fluttero.



FLUTTERO Andrea

Solo trenta secondi per dire che, in termini di dichiarazione di voto, alla luce del fatto che nessuno degli emendamenti che abbiamo sottoscritto è stato assunto in modo positivo da parte della maggioranza e della Giunta il nostro desiderio di esprimerci in modo favorevole rispetto a questo provvedimento, proprio per non danneggiare il sistema economico piemontese si concretizzerà con la non partecipazione al voto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Fluttero.
La parola al Consigliere Vignale.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Non comprendo che cosa cambia se la legge l'approviamo alle 13 o alle 15.30, però questa è una sua considerazione.
Ci tenevo a fare una considerazione in dichiarazione di voto; è stato evidente a tutti che, tanto nella Commissione Consiliare di ieri, quanto nella discussione di oggi in Aula, i Gruppi consiliari certamente del centrodestra, ma di tutta l'opposizione, hanno fatto prevalere il senso di responsabilità rispetto a quella che sarebbe stata una semplicissima modalità per significare le criticità che le scelte di questa maggioranza hanno fatto, prima con la scelta di trasformare Finpiemonte da finanziaria a banca, poi anche con la generalità di questo provvedimento Tengo a sottolineare quest'aspetto, perché dovrebbe essere una modalità che, rispetto a un prevalente interesse generale, muove tutte le formazioni politiche. Devo dire che non accade sempre questo in Consiglio regionale e che in molti casi, invece, Gruppi di opposizione svolgono o vogliono svolgere il loro ruolo cercando di mettere davanti all'interesse generale la critica a chi sta governando. Viceversa, io sono lieto di aver rappresentato una posizione che, pur entrando nel merito del provvedimento e avendo provato a modificarlo con pochi emendamenti, in qualche modo ha fatto appello al senso di responsabilità.
Il mio sarà quindi un voto di presenza, semplicemente perché in questo Consiglio regionale l'astensione, com'è noto, equivale a un voto negativo.
Ovviamente siamo favorevoli al fatto che un disegno di legge in qualche modo liberi 200 milioni di euro a favore del mondo delle imprese, ma non condividiamo null'altro, se non questo principio, perché riteniamo il disegno di legge troppo vacuo. Si tratta di un provvedimento che non interviene rispetto a un Piano che, avendo 200 milioni di euro da spendere avrebbe dovuto essere uno strumento di accompagnamento del disegno di legge. E certamente, nell'ambito dell'utilizzo delle risorse, in particolar modo quando le risorse sono scarse come quelle che hanno contraddistinto i bilanci regionali degli ultimi anni, credo che la programmazione e l'individuazione delle priorità siano lo strumento più importante.
Non possiamo non cogliere positivamente come l'articolo che è stato aggiunto, quello che fa sì che la Giunta porti in Commissione i bandi prima di pubblicarli, in qualche modo rappresenti uno strumento di garanzia per il Consiglio regionale. Tra l'altro, essendo noi a cavallo fa due legislature, riguarda chiunque: riguarda una tutela che viene data al Consiglio regionale e non a questa opposizione o a questa maggioranza.
Questo è certamente un aspetto positivo.
Rimangono tutte le considerazioni non positive che abbiamo fatto tanto a giugno quanto in Commissione quanto nella giornata di oggi, motivo per cui il voto che il Movimento Nazionale esprimerà sarà un voto di presenza.



PRESIDENTE

Collega Ravello, voleva intervenire? No, mi scusi: c'era prima la Consigliera Frediani.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Colleghi, chiudo qui il Consiglio, però trovo, se posso permettermi di esprimere un pensiero, che, nonostante la decisione di finire i lavori alle 12.45 senza che ciò fosse previsto, si può lavorare per concludere il disegno di legge cominciato e discusso se mancano solo due o tre minuti.
Sarà che faccio un altro mestiere da un'altra parte e sono abituato a concludere quello che comincio e mi rendo conto che non è un'opinione diffusa, però forse si poteva concludere il provvedimento.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.59)



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