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Dettaglio seduta n.358 del 16/10/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



(I lavori iniziano alle ore 14.15 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione a risposta immediata n. 2355 presentata da Valetti inerente a "Progetto di discarica per rifiuti speciali nel Comune di Salmour (CN). Il risultato della mancanza di criteri chiari e univoci di localizzazione degli impianti condivisi con i territori"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
È presente l'Assessore Valmaggia, che sostituirà altri colleghi di Giunta.
La prima interrogazione cui possiamo rispondere è la n. 2355, inerente a "Progetto di discarica per rifiuti speciali nel Comune di Salmour (CN). Il risultato della mancanza di criteri chiari e univoci di localizzazione degli impianti condivisi con i territori", presentata dal Consigliere Valetti.
Risponderà l'Assessore Valmaggia, poiché è materia di sua competenza.
La parola al Consigliere Valetti per l'illustrazione.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Quest'interrogazione riguarda il progetto di discarica per rifiuti speciali nel Comune di Salmour; progetto che presenta degli aspetti equivoci, perch sebbene la Regione abbia avuto l'intenzione di proclamare dei criteri univoci per l'identificazione dei siti di discarica di rifiuti speciali non ci sembra che questo tipo di collocazione abbia risposto a un qualunque tipo di criterio. O, perlomeno, non è un criterio che, a nostro avviso, si possa definire "univoco".
Il 17 gennaio 2018 è stata depositata, presso la Provincia di Cuneo l'istanza di pronuncia di compatibilità ambientale e contestuale AIA in merito al progetto di copertura finale di discarica RSU esistente per rifiuti speciali non pericolosi. Tale Comune è già collocazione di una discarica precedente, che, ovviamente, essendo antica rispetto ai criteri moderni di collocazione e di smaltimento relativamente sicuro, ha già avuto problemi di sversamento, quindi ha già rilasciato degli inquinanti nel territorio e nelle falde del Comune.
La popolazione, già a conoscenza delle problematiche relative a questo tipo di siti, si è allertata e con essa anche l'Amministrazione comunale.
Dobbiamo considerare che il Comune ha richiesto un intervento urgente per l'adempimento delle prescrizioni autorizzative presso l'esistente discarica esaurita.
Ha emesso un'ordinanza di ripristino dei luoghi a causa di un accumulo di materiale giacente da trent'anni, a seguito sospesa in attesa della bonifica (dunque, sono ancora in attesa della bonifica).
Ha diffidato la Provincia di Cuneo ad assumere un'ordinanza al fine di addebitare la responsabilità di eventuali spese per la bonifica a chi omettesse di provvedere alla stessa.
Ha inviato una petizione alla Regione Piemonte, sostenuta da 25 Amministrazioni comunali, esprimendo contrarietà al progetto di discarica e chiedendo altrettanto dalla Regione Piemonte.
Il superamento dei limiti del cromo esavalente nelle acque di falda riscontrato nei piezometri di controllo della vecchia discarica è noto già dal 2017, quindi siamo già in presenza di un problema di grosso impatto ambientale e di salute e non siamo a conoscenza di provvedimenti relativi a bonifiche.
Ci sembra doveroso che la Regione si pronunci in proposito, per evitare anche con decisione provinciale, che sia inserita sul territorio una nuova potenziale fonte di inquinamento prima ancora che siano risolti i problemi dovuti alle discariche precedenti.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Valmaggia; prego.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
In premessa, richiamo che la pianificazione regionale dei rifiuti speciali assume un ruolo di indirizzo importante ma non vincolante, come avviene invece, nel caso dei rifiuti urbani. Nello specifico, il Piano regionale dei rifiuti speciali adottato il 16 gennaio 2018 non entra nel merito della realizzazione degli impianti di discariche, ma individua obiettivi e azioni finalizzate alla promozione di una green economy regionale, disincentivando il ricorso allo smaltimento in discarica e valorizzando le potenzialità impiantistiche di riciclo e recupero già presenti sul territorio.
I suddetti obiettivi di piano, e tutti gli aspetti ambientali, vengono trattati nel corso del procedimento di pronuncia di compatibilità che coinvolge, nella Conferenza dei Servizi, tutte le autorità competenti e titolate ad esprimersi e a considerare le ricadute del progetto sulle diverse matrici ambientali.
In merito, per quanto riguarda l'approvazione delle autorizzazioni per gli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti, la competenza risulta in capo alle Province.
Riguardo alla localizzazione degli impianti, il Piano dei rifiuti ha definito i criteri per l'individuazione da parte delle Province delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di recupero e dei luoghi adatti allo smaltimento. Le valutazioni di dettaglio delle proposte localizzative su siti specifici e puntuali devono essere sviluppate compiutamente nell'ambito delle procedure delle fasi di valutazione di impatto ambientale, nonché nelle procedure autorizzative degli impianti.
La fase di valutazione è finalizzata, infatti, all'espressione di un giudizio, rispetto agli interventi e le opere previste dal progetto inerente alla coerenza nei confronti degli obiettivi di salvaguardia tutela e miglioramento della qualità ambientale e qualità della vita nonché della valorizzazione delle risorse nel rispetto delle normative comunitarie nazionali e regionali.
Pertanto, tutti gli aspetti ambientali, ivi inclusi i criteri di localizzazione, e le possibili interazioni tra un nuovo progetto e la situazione pregressa, sono esaminati tecnicamente nella sede della Conferenza dei Servizi e non dalla Regione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali - Contratti ed appalti

Interrogazione a risposta immediata n. 2354 presentata da Bertola, inerente a "Lavori grattacielo della Regione Piemonte - collaudo dei sistemi di riscaldamento/refrigerazione"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2354.
Al posto dell'Assessore al patrimonio, risponderà sempre l'Assessore Valmaggia.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Torniamo su un tema che è già stato oggetto di parecchie nostre interrogazioni e richieste di comunicazioni in Aula e in Commissione.
Questa volta lo facciamo nuovamente per chiedere un aggiornamento sul ritardo nell'ultimazione dei lavori del Palazzo unico della Regione.
È un'opera ormai infinita, nel senso che tutto quello che poteva andare male con quell'opera è stato così, sicuramente. Oltre a quello che poteva andare e che è andato male, persiste anche un'inchiesta della Magistratura.
Le cronache giudiziarie dicono che, probabilmente, è stata un'occasione anche per del malaffare. Ci sono delle richieste di condanna e quello che è sotto la luce dei riflettori e anche all'attenzione delle Procure è la famosa variante (fra virgolette) "migliorativa", perché le virgolette su migliorativa ce le chiedono proprio le cronache giudiziarie. Addirittura se quello che apprendiamo dagli organi di stampa corrisponde a verità ed è esatto, il Procuratore Generale avrebbe detto che l'opera era stata iniziata senza un progetto esecutivo.
C'è una questione e questa è più sul tema dei ritardi, perché l'Assessore Reschigna aveva garantito l'ultimazione dei lavori entro la primavera del 2019. C'è una questione, cioè che ci sono dei collaudi da fare, quello del riscaldamento e quello del raffrescamento, che vanno fatti a uffici vuoti.
Gli ambienti devono essere vuoti, quindi se perdiamo la finestra dei collaudi del riscaldamento - siamo ormai alla stagione invernale 2019-2020 saltiamo di un anno, perché con l'inizio del 2019 si fanno i collaudi per il raffrescamento e successivamente, probabilmente, quelli sul riscaldamento.
Alla luce di questo, ma anche rifacendoci a quello che aveva detto il Vicepresidente Reschigna mesi fa, chiediamo un aggiornamento sui tempi di realizzazione di quest'opera.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
È opportuno precisare in premessa che il collaudo strutturale è già stato redatto e sottoscritto dalle parti. I collaudi impiantistici, inoltre vengono eseguiti anche con le prove funzionali ad avvenuta esecuzione delle parti impiantistiche.
È inoltre opportuno precisare che il cantiere del grattacielo occupa una porzione ormai ridotta dell'area Avio-Oval e non occupa porzioni di suolo pubblico e/o stradale. I disagi lamentati (riduzione dei posti auto difficoltà di transito e congestione viabilità) non sono relativi al cantiere oggetto della presente interrogazione, ma ad altri cantieri.
Per quanto concerne l'interrogazione, ovvero a quanto ammonta il ritardo accumulato per terminare il Palazzo Unico della Regione, si conferma il cronoprogramma redatto dal Direttore dei lavori e inviato alla Vicepresidenza, che prevede l'ultimazione dei lavori nella primavera 2019 come già affermato dall'Assessore Reschigna. A questo va aggiunto il tempo necessario al collaudo tecnico-amministrativo già iniziato, in quanto è in corso d'opera, comprensivo del collaudo degli impianti di climatizzazione che, a contratti e da norme, è previsto in un tempo massimo di 12 mesi. La norma, tuttavia, prevede la possibilità di eseguire questi collaudi impiantistici anche prima della fine dei lavori, ovvero a specifica lavorazione ultimata.
Si allega alla presente la tabella con il cronoprogramma.


Argomento: Volontariato - Protezione civile

Interrogazione a risposta immediata n. 2351 presentata da Graglia, inerente a "Circolare del Dipartimento della Protezione Civile sull'impiego delle organizzazioni di volontariato"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2351.
La parola al Vicepresidente Graglia, in qualità di Consigliere, per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Premettendo la circolare del Dipartimento della Protezione Civile del 6 agosto recante "Manifestazioni pubbliche - precisazione sull'attivazione ed impiego del volontariato di Protezione Civile".
Considerato che detta circolare precisa le attività che possono essere svolte dalle organizzazioni di volontariato della Protezione Civile, così come quelle che non possono essere svolte.
Tenuto conto che queste ultime escluse, poiché non riconducibili agli scenari di rischio e ai compiti della Protezione Civile, sono così indicate: attività di controllo del territorio, tra le quali, in particolare, servizi di controllo agli ingressi e luoghi aperti al pubblico, dove si tengono locali di pubblico spettacolo e intrattenimento attività riservate alle guardie giurate e al personale iscritto all'apposito registro prefettizio, servizi di controllo degli accessi e di instradamento riservato agli steward regolati dal decreto ministeriale 8/8/20077, servizi di assistenza sussidiaria nei porti, aeroporti e nelle stazioni ferroviarie, servizi di vigilanza ed osservazione e protezione delle aree interessate dall'evento mediante controlli e bonifiche controlli nelle aree di rispetto, adozioni di impedimento fisici al transito dei veicoli, interdizione dei percorsi di accesso.
Rilevato che le disposizioni della circolare restringono notevolmente l'ambito di intervento dei volontari della Protezione Civile, la cui attività è sempre stata funzionale e indispensabile a garantire i numerosi aspetti legati al regolare e buon svolgimento di manifestazioni pubbliche.
Considerato ancora che le nuove indicazioni della circolare rischiano di determinare un aggravio di costi a carico dei piccoli Comuni, che saranno costretti a rivolgersi ad altri soggetti a pagamento per avere i servizi che venivano offerti dai volontari della Protezione Civile.
Rilevato, inoltre, che tale situazione penalizza lo sviluppo culturale e turistico delle realtà territoriali di minori dimensioni che, a causa dei maggiori costi che dovrebbero essere sostenuti, ridurranno o non organizzeranno più manifestazioni che, da sempre, rappresentano un forte richiamo di turisti e strumento per far conoscere la tradizione e la cultura piemontese, interroghiamo l'Assessore competente per chiedere come si ritenga di intervenire, soprattutto a sostegno dei piccoli Comuni, al fine di garantire l'organizzazione e lo svolgimento di manifestazioni pubbliche.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore alla protezione civile

Grazie, Presidente.
Negli anni più recenti, per favorire una corretta collaborazione interistituzionale e per promuovere una maggior conoscenza diffusa delle problematiche di protezione civile e una reale consapevolezza del ruolo e delle responsabilità dei Sindaci nel sistema italiano di Protezione Civile il nostro Settore regionale di Protezione Civile ha intrapreso una serie di iniziative concrete, soprattutto di carattere formativo e informativo, per incontrare e conoscere fisicamente i sindaci e i referenti di Protezione Civile dei Comuni del Piemonte.
Nell'ambito di questi corsi è stata sempre sistematicamente affrontata la problematica riguardante i compiti che l'organizzazione di volontariato di Protezione Civile devono svolgere, a supporto delle esigenze degli Enti locali, tra i quali certamente non rientrano quelli relativi alla prevenzione intesa come ordine pubblico.
La circolare del Dipartimento di Protezione Civile del 6 agosto chiarisce bene i compiti che i volontari possono e quelli che non possono svolgere in caso di manifestazioni pubbliche.
L'atteggiamento della Regione Piemonte non può che essere quello di garantire il rispetto delle prescrizioni normative, anche e soprattutto nell'interesse dei Sindaci e degli stessi volontari, per i profili di responsabilità che la stessa sottende.
I volontari possono prestare la propria opera come struttura operativa del sistema di Protezione Civile nei casi previsti dalla legge (eventi a rilevante impatto locale) ed esclusivamente per l'attività d'informazione presidio delle vie di fuga e assistenza alla popolazione.
Possono, altresì, in veste privata - quindi non come struttura operativa di Protezione Civile - assolvere a ulteriori servizi commissionati loro dagli organizzatori, se previsti nel proprio Statuto, soggetti a un legittimo regime fiscale e prestati senza indosso i loghi, gli stemmi e le divise riconducibili alla Protezione Civile, ma indossando opportunamente le pettorine consegnate dagli organizzatori dell'evento.
In tale contesto normativo, a garanzia delle Amministrazioni locali e dei volontari stessi, in caso d'incidenti che dovessero verificarsi per un uso improprio del volontariato, la Regione Piemonte non può che fare in modo che siano rispettate le disposizioni normative regolamentari impartite a livello nazionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Trasporti aerei - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione a risposta immediata n. 2353 presentata da Andrissi inerente a "Rappresentatività Enti piemontesi in Commissione aeroportuale Malpensa e questioni connesse"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2353.
La parola al Consigliere Andrissi per l'illustrazione.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
In questi giorni, in queste ultime settimane, i cittadini e i piemontesi che abitano a ridosso del Ticino hanno vissuto una situazione di grave disagio: i decolli dall'aeroporto di Malpensa sono stati fortemente dirottati verso la sponda piemontese.
Sappiamo che, dopo la ristrutturazione dell'aeroporto e il suo ampliamento nel 1998, il 95 per cento delle rotte veniva indirizzato verso la sponda piemontese. Sappiamo anche che il 95 per cento dei benefici economici ricadevano sulla parte lombarda, essendo l'aeroporto di Malpensa nel territorio della regione Lombardia.
Da allora, sono stati fatti passi in avanti: è stato raggiunto un accordo per cui il 50 per cento dei decolli dovessero essere indirizzati verso il Piemonte e il 50 per cento verso est, verso la Lombardia. Sappiamo che in certi momenti di traffico, la SEA (la società che gestisce l'aeroporto milanese) può spostare le rotte di alcuni aerei e indirizzarli verso la sponda piemontese. Sappiamo anche che vi è un accordo per valutare l'inquinamento acustico e queste valutazioni di inquinamento acustico tra ARPA e SEA non vengono rese note.
Crediamo, quindi, innanzitutto che sia necessaria un'operazione di trasparenza sui dati ambientali, ovvero: l'inquinamento acustico, le cosiddette isofoniche, che incidenza hanno sul territorio piemontese? Lo vorremmo sapere non in base a stime, ma a valutazioni fatte da ARPA. Questa è una valutazione, è un "considerato che" che voglio rivolgerle, Assessore prima di leggere il testo dell'interrogazione.
Riteniamo anche importante che Regione, Provincia ed Enti comunali siano presenti nella Commissione e abbiano lo stesso potere decisionale dei Comuni lombardi, perché non devono esserci i danni per noi e i benefici economici per loro.
Poiché sappiamo che in queste ultime settimane, dopo una ristrutturazione le rotte sono state nuovamente spostate sul Piemonte, interroghiamo l'Assessore per sapere quando e quali azioni intenda porre in essere per risolvere questa situazione dimenticata da troppo tempo, al fine di ristabilire le minime condizioni di vivibilità per i cittadini piemontesi residenti nelle zone interessate dai servizi degli aeromobili incidenti sull'infrastruttura aeroportuale della Malpensa.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Valmaggia per la risposta.



VALMAGGIA Alberto, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Sia i funzionari della Regione Piemonte sia quelli di ARPA Piemonte sia i rappresentanti dei Comuni piemontesi e la Provincia di Novara partecipano ai lavori della Commissione Aeroportuale di Malpensa, che viene convocata e presieduta dal Direttore aeroportuale.
Purtroppo, però, a partire dal 2009 non è stato consentito ai rappresentanti delle Istituzioni piemontesi di esprimere il proprio parere in merito alla definizione dell'intorno aeroportuale. A seguito della suddetta scelta, l'allora Presidente della Regione Piemonte aveva inviato una nota al Direttore aeroportuale di Malpensa e all'ENAC, precisando che i rappresentanti degli enti e delle Istituzioni piemontesi avrebbero dovuto continuare a partecipare a pieno titolo ai lavori della Commissione aeroportuale, così come avvenuto dal 2005, a seguito del parere espresso dall'Ufficio legislativo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che teneva conto della peculiare collocazione dell'aeroporto.
Il funzionario della Regione Piemonte che ha partecipato alle Commissioni aeroportuali, ogni volta in cui la parte piemontese è stata esclusa dalle votazioni, ha sempre evidenziato la propria contrarietà e fatto verbalizzare la posizione in merito della Regione Piemonte. La scarsa attenzione richiamata anche dal Consigliere interpellante sul territorio piemontese da parte di SEA ha avuto ulteriore conferma nella situazione che si è creata quest'estate.
A seguito dei lavori di manutenzione della pista, i voli sono stati spostati verso le rotte lato Piemonte, senza che fossero informati né i Comuni né la Regione Piemonte né la Provincia di Novara. Le centraline di ARPA Piemonte hanno rilevato i dati anomali, che sono stati illustrati nella riunione dell'Osservatorio di Malpensa del 3 ottobre 2018.
Giova ricordare che, al di fuori dell'intorno aeroportuale che deve essere definito dalla Commissione aeroportuale suddetta, devono essere rispettati i limiti di rumore stabiliti da ciascun Comune, con la classificazione acustica comunale. Conseguentemente, la definizione di tale intorno consentirà un più efficace controllo da parte di ARPA di eventuali situazioni di superamento dei limiti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Valmaggia.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interrogazione a risposta immediata n. 2343 presentata da Ottria, inerente a "Quali risorse per la manutenzione degli alvei dei fiumi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2343.
La parola al Consigliere Segretario Ottria, in qualità di Consigliere, per l'illustrazione.



OTTRIA Domenico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione riguarda la manutenzione degli alvei dei fiumi. Nei giorni scorsi, alcuni Sindaci della Provincia di Alessandria hanno lanciato a mezzo stampa, e l'hanno anche segnalato agli Enti proposti, l'ennesimo allarme sul rischio di esondazioni provocate dalla scarsa pulizia dei fiumi.
Tra questi ne cito alcuni: il Sindaco di Bozzole, per quanto riguarda il ponte in ferro di Valenza, le cui arcate sono ostruite da un muro di detriti e di legname (stamattina su La stampa ho letto che RFI sta provvedendo alla pulizia).
Il Sindaco di Casal Cermelli, in merito al torrente Orba e alla mancata pulizia del Rio Olbicella, che attraversa un'area densamente abitata.
Il Sindaco di Castelnuovo Bormida, che ha allegato anche segnalazioni fotografiche, ha inviato una lettera all'AIPO, nella quale spiega che il letto del fiume Bormida è letteralmente invaso da vegetazione che lascia libera solo un'arcata del ponte. Il Sindaco, oltre al taglio della vegetazione, chiede che venga completato anche l'argine, a difesa dell'abitato che si trova a poche centinaia di metri di distanza.
A questo proposito, la Giunta regionale, nel giugno 2018, aveva previsto un programma straordinario di interventi di manutenzione idraulica. In tale documento si prevede che gli interventi previsti nei corsi d'acqua dove erano già state esperite gare d'asta, che però erano andate tutte deserte e sui quali esiste una necessità di messa in sicurezza, si potevano effettuare nuove gare con canoni d'asta pari a zero.
Il provvedimento riguardava il Po a Casale, il Tanaro ad Alessandria, il Torrente Belbo e altri corsi d'acqua. Inoltre, si stabiliva che per altre 32 località il canone venisse ribassato del 50 per cento rispetto a quanto previsto.
Proprio nei giorni scorsi, anche l'AIPO ha inviato lettere ai proprietari o ai concessionari di questi manufatti, prevalentemente ponti, insistenti sui corsi d'acqua, per precisare che tocca a loro vigilare sulla corretta sezione d'alveo. Oltretutto, il Direttore dell'Agenzia ha evidenziato, su alcuni organi di stampa, le crescenti difficoltà di AIPO, sia dal punto di vista finanziario, dicendo che ha a disposizione solo 1,8 milioni di euro per gli interventi, sia per quanto riguarda le gare per la pulizia di questi alvei, visto che delle quattro gare in cui erano stati suddivisi i lotti sul territorio non ne è stata completata neppure una.
Per questi motivi, interrogo la Giunta per sapere quali azioni e quali risorse s'intende mettere in campo per prevenire la sicurezza su questi corsi d'acqua, in vista anche dalla prossima ormai imminente stagione autunno-inverno, che di solito è la stagione cui il rischio è più evidenziato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ottria.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore alla difesa del suolo

Grazie, Presidente.
Adesso le do conto delle risorse impegnate dalla Regione proprio su questo tipo di intervento. Stiamo parlando, per quanto riguarda il 2017, di tre milioni e 590 mila sulla legge n. 54, che corrispondono a 120 interventi in corso di esecuzione da parte dei Comuni; un milione e 400 mila euro sono stati stanziati direttamente con fondi speciali regionali per altri 51 interventi, sempre su aree non AIPO, mentre AIPO ha stanziato 700 mila euro per il reticolo idrico idrografico, passato di competenza da AIPO alla Regione. Anche questa rete, quindi, non ha AIPO.
Per quanto riguarda il 2018, proprio stamattina è stato approvato, dalla Conferenza istituzionale dell'Autorità di Bacino, un finanziamento per circa due milioni e otto, per la Regione Piemonte, che vanno a interessare 41 interventi piuttosto importanti e significativi.
Questo è quanto dal punto di vista delle risorse. Ovviamente queste risorse non sono sufficienti, ma quello è. Sono risorse in buona misura regionali oltre che risorse nazionale.
A livello nazionale, da diversi mesi ormai, sono ferme le procedure che interessano la definizione di fondi, in particolare per quanto riguarda Rendis, cioè la piattaforma che mette in priorità gli interventi più urgenti e i cui finanziamenti erano stati sostanzialmente definiti dal precedente Governo, che ora sono all'attenzione dell'attuale Governo, ma non si sono ancora sbloccate le risorse (per quello che ne sappiamo neanche con la manovra).
Siamo in una situazione di incertezza per quanto riguarda le risorse disponibili sull'assetto idrogeologico. Stamattina abbiamo ancora sollecitato il Ministero per quanto riguarda, per esempio, l'Accordo di Programma sottoscritto nel dicembre scorso con la Regione Piemonte dal sottoscritto e il Presidente Chiamparino - di cui non abbiamo avuto finora, ulteriori notizie - che riguarda interventi per 55 milioni di euro.
Detto questo, mi soffermerei su una pagina che la struttura della Difesa del Suolo mi ha scritto e che va in totale controtendenza con quanto noi normalmente diciamo rispetto ai depositi in alveo. Ve la leggo: "Quello che viene classificato come accumulo nella maggior parte dei casi è un volume di materiale che il corso d'acqua sposta durante gli eventi, anche annuali più significativi. La presenza di materiale litoide in alveo consente al corso d'acqua di dissipare la propria energia lungo il corso, contribuendo a ridurre l'energia della massa d'acqua a favore della salvaguardia delle sponde e del fondo alveo.
In generale lo straripamento dei fiumi non si può dire essere causato dall'accumulo di materiale litoide in alveo. Le più recenti alluvioni hanno mostrato, dopo il loro passaggio, una situazione di carenza di sedimenti in alveo, che si manifesta nelle profonde erosioni delle sponde e del fondo alveo, con compromissione delle opere di difesa delle sponde e delle opere trasversali.
Il problema della carenza di sedimenti è quello che deve maggiormente preoccupare perché mette a rischio l'efficienza del sistema difensivo presente sul territorio. Il crollo dei ponti, l'interruzione della viabilità, la perdita di terreni agricoli sono generate dall'elevata energia del corso d'acqua, talvolta incrementata dalla presenza di sistemi di opere a monte, come accade in ambito montano-collinare.
L'eccessiva estrazione di litoidi dal letto del fiume ha generato, a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, una modifica repentina del comportamento dei corsi d'acqua, con un approfondimento e un restringimento delle sezioni di deflusso, così come documentato ampiamente in tutti gli studi effettuati in questi anni su svariati fiumi".
Mi rendo conto che questo è il contrario di quanto, normalmente, noi pensiamo e di quanto normalmente pensano i nostri cittadini, anche i nostri Sindaci. Evidentemente - mi pare anche da quanto è scritto e da come viene formulato - questa non è una posizione ideologica, ma è una posizione tecnica. Dopodiché, per carità, tutte le paure e le percezioni possono essere giustamente valutate e approfondite.
Detto tutto ciò è possibile, ovviamente, che localmente la presenza di barre possa indirizzare la corrente concentrandola verso le sponde. In tal caso è utile intervenire con una movimentazione di materiale o, al più quando opportuno, con la realizzazione di opere repellenti che indirizzano la corrente verso il centro alveo. L'accumularsi di materiale litoide e legname in corrispondenza dei ponti, soprattutto in presenza di pile e di sezione ristrette, deve essere evitato per salvaguardare l'officiosità idraulica della struttura. Il gestore dell'infrastruttura deve, quindi provvedervi presentando un progetto specifico agli Uffici competenti di Regione e AIPO, nel caso in cui il corso d'acqua afferisca all'Agenzia.
Come citato nell'interrogazione presentata, AIPO ha recentemente inviato lo fa tutti gli anni - a tutti gli enti proprietari o concessionari di opere e manufatti insistenti sui corsi d'acqua una serie di lettere per sottolineare la loro competenza e responsabilità circa il mantenimento delle corrette sezioni d'alveo fissate al momento della progettazione.
Qualora il materiale sia da asportare dall'alveo si fa riferimento alla recente DGR del 1° giugno, con la quale la Giunta ha approvato un programma straordinario di manutenzione dei corsi d'acqua sia su quelli di competenza regionale che di AIPO, sulla base di segnalazioni delle rispettive Autorità idrauliche, in corrispondenza di opere trasversali o restringimenti di sezioni d'alveo, in cui risultano presenti locali depositi che non possono essere presi in carico dalla corrente a causa della presenza della stessa opera trasversale, oppure tratti di corso d'acqua in corrispondenza di centri abitati in cui, per motivate e verificate esigenze di carattere idraulico, è necessario ripristinare la geometria d'alveo di progetto necessarie per il deflusso delle piene.
Per quanto riguarda le risorse, è come ho detto precedentemente.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2344 presentata da Chiapello inerente a "Interventi di manutenzione nelle stazioni cuneesi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2344.
La parola alla Consigliera Chiapello per l'illustrazione



CHIAPELLO Carla

Grazie, Presidente.
Ritorno sul tema delle stazioni perché, nonostante i reclami e i solleciti poco è stato fatto da un punto di vista della manutenzione. Ricordo che sono centinaia i passeggeri pendolari che tutti i giorni utilizzano le stazioni e che il disagio è molto sentito.
Le stazioni, per la funzione che hanno, dovrebbero avere lo stesso trattamento e le stesse attenzioni che si riservano agli spazi urbani e agli spazi pubblici. Il livello di sicurezza dovrebbe essere garantito, lo dice anche un regolamento dell'Unione Europea che è stato poi recepito dal decreto n. 70 del 2014.
Elenco solo alcuni dei problemi che sono già arcinoti di alcune stazioni nella tratta da Cuneo a Torino.
Nella stazione di Cuneo, di Fossano e Savigliano ci sono delle pensiline con delle infiltrazioni d'acqua e questo creerà degli enormi problemi: con le basse temperature, presto l'acqua si trasformerà in ghiaccio e aumenterà ulteriormente la pericolosità. Alcune rampe delle scale non sono illuminate e a Fossano, da ben tre anni, i bagni sono inagibili.
Mi chiedo se la Regione intenda attivarsi per richiamare RFI a intervenire in tempi brevi e certi. Capisco che, in certi casi, possa essere molto oneroso per RFI intervenire, ma è anche vero che se l'avesse fatto prima le cose sarebbero state molto più semplici.
Grazie



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Se non si fosse attivata la Regione, sarebbe decisamente peggio. In effetti, la situazione non è delle più rosee; anzi, mi pare che gli interventi manutentivi stiano rallentando.
Do lettura, comunque, di una memoria che mi ha inviato RFI stesse, riguardo alle stazioni cui lei fa riferimento.
Il piano industriale RFI individua due tipologie di intervento per le 620 stazioni della rete a maggior frequentazione, da attuarsi nell'arco temporale 2017-2026, con interventi per migliorare nelle stazioni la fruibilità, l'accessibilità, la sicurezza, la funzionalità, il decoro l'integrazione con altri mezzi di trasporto, eccetera.
Il piano, che viene definito "Progetto Easy Station RFI", permetterà di completare il rinnovamento delle principali stazioni. Le linee d'intervento sono: miglioramento dell'accessibilità - abbiamo già detto - il miglioramento della funzionalità e del decoro - abbiamo già detto - il miglioramento del servizio informazione al pubblico - sempre notevolmente carente - e l'innalzamento dei marciapiedi (questo sta andando abbastanza avanti).
Innalzando la funzionalità e il valore dei terminal, gli interventi del Progetto Easy Station consentiranno di promuovere l'offerta dei servizi innovativi ancillari che contribuiranno a rendere sempre più le stazioni un luogo con un ruolo sempre più centrale nello sviluppo delle Smart City.
Quali sono gli obiettivi? Progettazione e implementazione del controllo accessi automatizzato nelle 620 principali stazioni; estensione su scala nazionale della soluzione Wi-Life Station; estensione della nuova piattaforma Smart Energy Management; infine, il progetto di restyling, che per quanto riguarda la provincia di Cuneo, riguarda appunto Alba e Bra, in cui gli interventi dei restyling si sono già conclusi; sono invece in corso di attuazione quelli di Mondovì e Fossano, con termine dei lavori previsto nel 2017.
I restyling programmati riguardano la stazione di Carmagnola per l'anno 2020, la stazione di Cuneo per l'anno 2021 e la stazione di Savigliano sempre per il 2021.
Per quanto riguarda la manutenzione ordinaria, parallelamente all'attività di potenziamento e restyling degli impianti, continua l'attività di manutenzione ordinaria di fabbricati e degli spazi aperti al pubblico. In tale contesto, si evidenzia come la segnalazione giunta dai Comitati pendolari circa la problematica relativa allo smaltimento delle acque pluviali sulle pensiline della stazione di Cuneo sia stata presa in carico da questa direzione. L'analisi ha evidenziato una problematica idraulico strutturale relativa alla portata dell'impianto di smaltimento insufficiente in caso di piogge persistenti. È stato pertanto programmato un intervento di impermeabilizzazione atto a evitare impropri deflussi e accumuli d'acqua di prossima cantierizzazione, che sarà realizzato entro dicembre 2018. Speriamo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2346 presentata da Rossi Domenico inerente a "Quale sarà il futuro per la linea ferroviaria Novara-Varallo Sesia?"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2346 presentata dal Consigliere Rossi Domenico, cui risponderà l'Assessore Balocco.
La parola al Consigliere Rossi Domenico per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
L'interrogazione verte sulla storica tratta Novara-Varallo, che unisce la provincia di Novara con la Valsesia.
Questa tratta, purtroppo, per ragioni legate agli eccessivi costi, il 15 settembre 2014 ha visto la sospensione della linea passeggeri (come altre tratte minori), sostituita da un servizio di trasporto autobus.
Chiaramente, questa scelta ha provocato le proteste sia dei pendolari sia dei Sindaci. Si tratta, infatti, di una strada molto stretta, a scarsa viabilità, che ha creato disguidi sia in termini di servizio sia in termini di aggravio del traffico all'interno di piccoli paesi.
Tutto ciò si andava ad aggiungere ai problemi già esistenti di mancanza di manutenzione delle strade per gli scarsi fondi della Provincia. È quindi una situazione che, nel tempo, ha creato sicuramente dei disagi.
In questi anni, come si era già impegnato l'Assessore, si è lavorato per la riapertura della linea. Lo stesso Assessore, in diverse occasioni, ha dichiarato che era intenzione della Regione Piemonte riaprire la tratta Novara-Varallo.
In una conferenza stampa tenutasi a Varallo circa un anno fa si era parlato di una riapertura per il mese di settembre 2018, con addirittura un prolungamento fino a Milano centrale.
Lo stesso Direttore dalla Fondazione FS Cantamessa, in occasione della presentazione del "Calendario delle corse storiche", aveva annunciato che dal 2018 la Valsesia avrebbe rivisto ripristinati i collegamenti con Novara e poi con Milano.
A oggi, però, il servizio passeggeri risulta ancora sospeso e sulla linea viaggiano solamente i treni storici o i treni merci che servono la cartiera Kimberly-Clark a Romagnano Sesia.
Chiaramente, in questi anni i Sindaci e le varie associazioni hanno continuato a richiedere la riapertura della linea.
Quest'interrogazione serve, pertanto, a conoscere il futuro della linea ferroviaria Novara-Varallo Sesia, con particolare riferimento al ripristino del servizio per i passeggeri.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Questa sua interrogazione, in qualche modo, mi mette in imbarazzo, ma le spiego perché (non perché ci siano particolari responsabilità mie o della struttura regionale rispetto a questa questione).
Intanto questa linea è stata sospesa nel settembre 2014 proprio perch l'utenza era decisamente inferiore anche solo lontanamente a coprire il famoso 35 per cento previsto dalle norme nazionali di copertura del costo.
Ed è un problema simile alle altre 14 linee che già nel 2012 e 2013 vennero sospese dalla precedente Amministrazione regionale. Rimase - unica, ma con numeri addirittura peggiori di altre - proprio questa, la Novara-Varallo per motivi che non ho ben capito da un punto di vista tecnico, ma che comunque, evidentemente, erano stati valutati in sede politica.
Questa sospensione, come tutte le altre, è stata sicuramente un vulnus per il territorio e ci siamo già da subito, in qualche modo, messi in linea per ritrovare le possibilità gestionali economiche per ripristinare la linea.
Per questo abbiamo, in occasione di Expo 2015, creato le condizioni affinché si ripristinasse almeno il traffico per quanto riguarda i treni di natura turistica. Ne sono stati fatti parecchi durante Expo 2015 e anche recentemente, anche perché questo ci permetteva di mantenere in servizio la linea stessa che, come si sa, è mantenuta da Novara a Romagnano per esigenze di natura trasportistica merci, ma che per la parte superiore potevano essere ulteriormente degradate con il non uso.
In realtà, qui c'è stata un'incomprensione, perché gli interventi di RFI che pure ci sono stati, e anche piuttosto onerosi, per il mantenimento dell'attività di natura turistica, successivamente non sono stati ritenuti da RFI stessa sufficienti per garantire il trasporto di servizio pubblico normale e cadenzato.
Questa è una posizione che si è ulteriormente irrigidita da parte di RFI negli ultimi tempi che, in parte, è anche giustificata, perché è chiaro che le sospensioni di queste linee sono avvenute prima dei gravi incidenti successi l'anno scorso e l'anno prima sul sistema ferroviario in Italia che hanno causato vittime ed evidentemente un grande allarme dal punto di vista sociale. Quindi, è chiaro che RFI, in qualche modo - direi anche comprensibilmente - giochi la carta della necessità di interventi piuttosto corposi (molto corposi, in alcuni casi) su linee che erano state sospese precedentemente.
Questo è uno dei casi e non è l'unico, purtroppo, in Piemonte. A fronte della necessità di interventi piuttosto onerosi, è chiaro che si rallenta la possibilità di riattivare la linea.
Noi, a fronte di questa posizione - ripeto, in parte comprensibile ma che non ci era stata preannunciata - abbiamo più volte richiamato per iscritto anche RFI ad attivarsi in modo urgente per ricreare le condizioni di trasporto pubblico su questa linea.
Lei fa riferimento anche a un'ipotesi di esercizio che poteva prevedere anche il collegamento diretto Varallo-Novara-Milano. È un'ipotesi che è stata proposta da alcuni, anche dal Comune di Varallo e, in qualche modo anche verificata dall'Agenzia della mobilità, ma che RFI (per quanto riguarda le tracce) e Trenitalia (per quanto riguarda l'esercizio) non avevano ritenuto possibile.
È chiaro che continuiamo a chiedere che l'intervento sia fatto. Abbiamo chiesto già precedentemente che l'intervento fosse attuato per permettere la riattivazione entro la primavera 2019. Stiamo mantenendo questa posizione, ma in questo momento non abbiamo ancora certezze, da parte di RFI, sul fatto che la linea venga messa nelle condizioni di sicurezza oggi previste per riattivarla nella sua piena efficienza.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 2347 presentata da Valle, inerente a "Disservizi linea ferroviaria canavesana Torino-Pont SFM1"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2347.
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
La linea ferroviaria Torino-Pont svolge un servizio importante per il territorio dell'Alta provincia di Torino, del Canavese in particolare. È da alcuni anni oggetto di alcuni disservizi, che sono sicuramente noti a tutti e che sono stati oggetto di diversi interventi sui media e proteste dei cittadini per ritardi, blocchi del servizio e altri disservizi di questo genere.
Lo scorso Governo, insieme alla Regione, ha stanziato 12 milioni per la sua messa in sicurezza, che prevede anche il passaggio della linea dall'attuale gestore alla gestione di RFI, la quale, però, per prendere in gestione dovrebbe sottoscrivere una convenzione con la Regione di cui ancora non vi è traccia e questo sta tenendo bloccato l'investimento.
Pertanto, andiamo a chiedere quali sono ancora le criticità e le problematiche, se ne esistono, che stanno ostacolando la firma di questa convenzione e, quindi, l'inizio dei lavori che sono attesi da quel territorio con grande impazienza.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore ai trasporti

Consigliere Valle, lei sa benissimo quanto stiamo seguendo questa vicenda che sta diventando sempre più grave e preoccupante per tutto quel territorio, anche perché quella linea, quando è stata inserita nell'SFM1, è stata in qualche misura potenziata e la risposta dell'utenza è stata assolutamente positiva. Quindi, quella linea ferroviaria stava e sta ancora dando ottimi risultati dal punto di vista del servizio per il territorio per i pendolari e per i cittadini in tutta quell'area. Lei sa benissimo che ci sono stati parecchi incontri con i Sindaci, con la Presidente della Commissione, Nadia Conticelli, e soprattutto con GTT, perché ovviamente la gestione è di GTT.
Ci sono due ordini di problemi: uno è quello cui fa riferimento lei e cioè la convenzione con RFI per gli interventi che la stessa dovrà fare come Ente attuatore sulla linea per realizzare il famoso SCMT, che è il sistema di sicurezza, nei cui confronti, dopo il gravissimo incidente pugliese, è stato, da parte del Governo di allora e poi di ANFS, deciso che fosse applicato su tutta la rete italiana, anche sulle linee concesse regionali che non avevano ancora questo tipo di apparato di sicurezza.
Bisogna dire che la Canavesana aveva un apparato di sicurezza sicuramente molto più efficace ed efficiente di quello pugliese, a cui è imputabile il grave incidente, però non è ancora l'SCMT. Di qui l'accordo complesso con RFI affinché l'intervento fosse fatto da loro, che hanno tutta la competenza e la struttura per fare questi tipi di interventi. GTT stessa ci aveva spinto in questa direzione. I ritardi da parte di RFI anche in questo caso ci sono stati e, benché l'ultima proposta di convenzione sia stata sostanzialmente condivisa da RFI stessa poco prima dell'estate, oggi non è ancora stata sottoscritta.
Però è chiaro che la sottoscrizione di questa convenzione permetterebbe probabilmente di convincere ANSF (Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria) a derogare ad alcune situazioni cui oggi, invece, GTT deve ancora sottostare e che determinano i famosi 50 chilometri orari, che hanno delle ricadute evidentemente molto pesanti sull'efficienza della linea, non solo sulla tratta fino a Settimo, ma anche sul nodo.
Questa situazione ha anche altre cause: intanto, problemi interni a GTT nel rispondere alle prescrizioni e alle richieste di ANSF in modo compiuto. È chiaro che GTT ha dei problemi: li conosciamo tutti, li abbiamo seguiti in questi mesi e speriamo e contiamo che siano risolti quanto prima, da un punto di vista finanziario. La Regione (credo che tutti lo possano dire) ha fatto ampiamente la propria parte, però ci sono certamente delle ricadute anche sull'efficienza di quel servizio, da parte di GTT. Queste sono aggravate dal fatto che l'Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie, dopo aver dato le prescrizioni, si è anch'essa, in questi mesi bloccata, per varie ragioni: perché è andato in quiescenza il suo Direttore generale e non è stato ancora sostituito (ormai da mesi), ma anche perch c'è stata la decisione - legittimissima - dell'attuale Governo di strutturare l'Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie anche come Agenzia della Sicurezza della Viabilità.
Questo, evidentemente, ha creato qualche scossone nella struttura stessa tant'è che alle richieste e proposte di GTT di adeguamento alle prescrizioni precedentemente fatte, le risposte non stanno arrivando. Tutto ciò ha, ovviamente, delle ripercussioni sul servizio di linea.
Abbiamo cercato di chiedere a Trenitalia d'intervenire per supportare questa situazione, ma, anche per questioni normative, non è possibile attuare quest'intervento. Contiamo che ANSF consenta, quanto prima, anche a fronte della firma ormai prossima (si spera) da parte di RFI del Protocollo che avvia i lavori di messa in sicurezza attraverso l'SCMT della linea, di rivedere le prescrizioni e, quindi, di ritornare a deroghe che permettano nuovamente i 70 chilometri orari, a fronte del mantenimento responsabile (questo dobbiamo dirlo), da parte di GTT, del doppio macchinista.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 2349 presentata da Sinatora inerente a "Situazione occupazionale della ditta 'Nebiolo'"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2349.
Risponderà l'Assessore Balocco, al posto dell'Assessora Pentenero.
La parola al Consigliere Sinatora per l'illustrazione.



SINATORA Benito

Grazie, Presidente.
Egregio Assessore, oggi affrontiamo un'ennesima crisi industriale che attanaglia una società e mette in crisi i lavoratori in essa occupati.
Dopo il dibattito sull'AGCOM Italia, oggi è il turno della Nebiolo. Lo stillicidio di perdita di posti di lavoro nel territorio piemontese assume la forma di una piaga biblica iniziata con la FIAT e proseguita con il comparto dell'automotive. Si sono persi migliaia di posti, senza che la politica abbia posto in essere iniziative idonee a invertire la drammatica tendenza. Non possiamo rassegnarci ad assistere inermi a questo impoverimento dei piemontesi.
Premesso che in questi giorni è emersa in tutta la sua drammaticità la situazione occupazionale dei lavoratori della ditta Nebiolo, questa si somma alle altre recenti crisi che vedono il territorio torinese in forte crisi occupazionale.
Osservato che il depauperamento del patrimonio occupazionale del tessuto piemontese non rispecchia l'inversione di tendenza che emerge in altre regioni limitrofe, ritenuto che le iniziative messe in campo da quest'Amministrazione abbiano fornito modeste risposte, con il risultato che la disoccupazione nella regione è enormemente cresciuta nel corso di questi ultimi anni, il sottoscritto interroga la Giunta regionale per sapere quali provvedimenti intenda adottare per trovare rimedio alla crisi occupazionale che coinvolge la ditta Nebiolo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sinatora.
La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Consigliere Sinatora, come lei sa, la ditta Nebiolo è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Torino il 4 ottobre scorso.
In caso di fallimento, le curatele, in applicazione dell'articolo 72 della legge fallimentare, sospendono i lavoratori in attesa della definizione delle procedure competitive di vendita.
Si è sperato fino a qualche giorno fa che il cosiddetto "Decreto Genova" nonché la Circolare del Ministro del lavoro n. 15 del 4 ottobre 2018 aprissero uno spiraglio per quanto riguarda la percorribilità dello strumento della cassa integrazione per crisi aziendale per cessazione di attività, applicandola in questo caso, che può essere riconosciuto per solo in presenza di determinate condizioni anche da parte dell'azienda in procedura concorsuale, situazione in cui si trova la Nebiolo a seguito del fallimento.
Tuttavia, fermo restando quanto previsto dal decreto legislativo e dalla circolare, attualmente sono in corso approfondimenti a livello governativo in merito ad alcuni aspetti che, di fatto, bloccano il ricorso alla cassa integrazione, pur a fronte di quest'ipotetica apertura da parte del decreto stesso.
Infatti, si prevede che il rimborso non sia più a carico dell'INPS, ma avvenga attraverso maggiori oneri, che in caso di fallimento sarebbero prededucibili in capo alla procedura per le quote di TFR maturate durante il periodo della sua concessione. Questo, evidentemente, blocca la possibilità di agire su questo fronte.
L'Assessorato al lavoro si rende disponibile, qualora ce ne fosse la necessità, a convocare un incontro per supportare le parti nella ricerca di idonee soluzioni atte a salvaguardare i posti di lavoro.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Balocco.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 2352 presentata da Tronzano inerente a "Crisi occupazionale ad Andezeno (TO)"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 2352.
Risponderà l'Assessore Balocco.
La parola al Consigliere Tronzano per l'illustrazione.



TRONZANO Andrea

Grazie, Presidente.
Naturalmente, la vicenda è molto conosciuta. Credo che proprio in queste ore - forse domani - dovrebbe esserci un tavolo a Roma presso il Ministero sulla situazione della JDE di Andezeno. L'intenzione mia non è tanto quella di risolvere, perché la consapevolezza di avere uno strumento limitato per le necessità è evidente, però il mio intendimento è di mantenere alta l'attenzione sul tema perché, se l'attenzione cala, il rischio che queste persone - non per causa loro, anche perché hanno lavorato benissimo in questi anni e hanno prodotto qualità all'interno della loro azienda perdano il posto di lavoro.
Pertanto, Assessore, vista l'assenza della proprietà dal tavolo richiesto dalla Regione, volevo chiederle, anche in funzione del prossimo tavolo (forse oggi o domani, adesso non ricordo a memoria), che cosa potrebbe succedere per questa azienda di Andezeno, che produce il caffè Hag e il caffè Splendid, e per i suoi 57 lavoratori.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Balocco per la risposta.



BALOCCO Francesco, Assessore regionale

Grazie, Presidente.
Evidentemente, anche in questo caso l'attenzione dell'Assessorato e dell'Assessore è fortissima, data la situazione decisamente preoccupante per il modo in cui si sta evolvendo.
L'Assessorato ha incontrato in più occasioni i lavoratori in presidio davanti ai cancelli della fabbrica e ha invitato le parti a un incontro come lei ricordava, il 3 ottobre scorso, al fine di verificare le cause della crisi e le possibili soluzioni. L'azienda ha manifestato però la propria indisponibilità a partecipare al tavolo regionale, spiegando che avrebbe incontrato le maestranze e le rappresentanze sindacali presso l'Unione Industriale di Torino e che non vi erano motivazioni per recedere dalla procedura di licenziamento collettivo, reso inevitabile, secondo l'azienda, a causa dell'evoluzione del mercato del caffè a seguito di una conseguente revisione dell'organizzazione finanziaria dell'azienda stessa.
Preso atto della posizione dell'azienda, l'Assessorato, concordemente con le organizzazioni sindacali, ha chiesto, trattandosi di una multinazionale la convocazione di un tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico, che mi risulta si terrà il 22 ottobre p.v. e che si spera possa contribuire alla soluzione positiva dalle vicenda. L'Assessorato ovviamente sarà presente all'incontro e continuerà a seguire con la massima attenzione la vicenda ponendo in essere ogni intervento utile volto a consentire il mantenimento della produzione e dei posti di lavoro.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 2342 presentata da Batzella inerente a "Sospensione servizi di densitometria ossea ed ecografia morfologica all'ospedale di Susa"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 2342.
La parola alla Consigliera Batzella per l'illustrazione.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Vorrei ricordare quanto è importante l'ecografia morfologica in gravidanza.
L'ecografia morfologica è un'ecografia che si esegue nel secondo trimestre di gravidanza, in genere tra la ventesima e la ventitreesima settimana di gestazione, ed è, insieme all'ecografia del primo trimestre, il controllo più importante e più complesso della gravidanza.
Perché? Perché si va ad analizzare e a valutare tutta l'anatomia fetale quindi tutti i distretti anatomici del feto e - cosa molto importante - si vanno a valutare anche le eventuali malformazioni del feto che, tra l'altro, se non vengono individuate entro un determinato periodo, la donna non ha più la possibilità di essere sottoposta a un aborto terapeutico qualora decidesse, appunto in caso di malformazione fetale, di interrompere la gravidanza.
Altro elemento importante oggetto di quest'interrogazione, oltre all'ecografia morfologica, è la densitometria ossea. Anche questo è un esame diagnostico importante, che serve a valutare la salute delle ossa nei distretti a maggior rischio di frattura, in particolare la colonna vertebrale e il femore, e supporta il medico nella diagnosi dell'osteoporosi, nella valutazione del rischio di fratture e nel monitoraggio della risposta alla terapia. Questo esame è importante perch non è rivolto solo alle donne, ma è rivolto anche a tutti quegli uomini che hanno comunque una predisposizione o sono affetti da patologie che possono determinare una riduzione della salute delle ossa.
Arriviamo a noi. Da circa un mese non è possibile prenotare ed eseguire l'ecografia morfologica all'ospedale di Susa. Come ben sapete, presso l'ospedale di Susa, dal 30 novembre 2015 non esiste più il punto nascite perché purtroppo è stato chiuso e c'è una batteria di ambulatori che sono denominati "day service materno"; fra questi ambulatori, c'è anche l'ambulatorio dell'ecografia in gravidanza. Chiamando il "day service materno", viene riferito che la prestazione è sospesa a causa della rottura dell'ecografo, ma non vengono fornite indicazioni sulle tempistiche di ripristino del servizio; le donne vengono quindi invitate a rivolgersi a Pinerolo o a Torino, perché all'ospedale di Rivoli il primo posto disponibile è nel 2019.
Queste segnalazioni mi sono state fatte da più donne in gravidanza, ma per poter confermare che ciò fosse veritiero, Assessore, ho personalmente provveduto a telefonare e a fingere di essere una donna in gravidanza chiedendo di prenotare un'ecografia. Non sono quindi solo segnalazioni, ma anche la sottoscritta ha provato a telefonare per chiedere appunto di prenotare un'ecografia e le assicuro, Assessore, che mi è stato detto tutto quello che sto raccontando in questo momento in Aula.
Le donne in gravidanza sono quindi costrette a sbattersi da una parte e dall'altra per cercare una struttura dove poter eseguire l'ecografia facendo anche tanti chilometri e mettendo a rischio pure la loro salute.
Sempre presso l'ospedale di Susa, c'è un altro servizio che è stato sospeso: quello della densitometria ossea. Addirittura risulta che da qualche mese il CUP abbia chiuso le agende di prenotazione e anche in questo caso sembrerebbe che il problema sia legato al macchinario rotto.
Anche qui le indicazioni sono di rivolgersi a San Luigi di Orbassano oppure presso altri ospedali torinesi o strutture convenzionate col servizio sanitario regionale.
Interrogo l'Assessore per conoscere nel dettaglio i motivi della sospensione di questi due servizi e le tempistiche certe sul ripristino delle ecografie morfologiche e delle densitometrie ossee presso l'ospedale di Susa, ricordando che la scorsa settimana l'ASL TO3 ha preannunciato l'acquisto di due nuovi mammografi per Rivoli e Avigliana, che ha messo in atto un piano di abbattimento per le liste di attesa e ricordando che l'ospedale di Susa è stato depauperato più volte dei suoi servizi, compreso il punto nascite nel 2015.



PRESIDENTE

La parola l'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Ho verificato con la Direzione generale dell'ASL TO3 le problematiche sollevate dalla Consigliera nella sua interrogazione.
Per quanto riguarda l'effettuazione delle ecografie morfologiche, va precisato che non è avvenuta alcuna sospensione dell'attività diagnostica a tutela della sicurezza delle donne in stato di gravidanza seguite presso l'ospedale di Susa.
Nella seconda metà del mese di settembre, invece, si è verificato un problema funzionale all'apparecchiatura ecografica, ragione per cui l'ASL ha comunque garantito l'esecuzione delle ecografie morfologiche diagnostiche prenotate in agenda, ma presso l'ospedale di Rivoli, con prenotazione effettuata direttamente dal "Day Service" di Susa ed esecuzione dell'esame nell'assoluto rispetto delle tempistiche previste.
Peraltro, nel piano investimenti dell'ASL TO3 per il 2018 è stato inserito l'acquisto di un nuovo ecografo per gli esami morfologici diagnostici ginecologici per l'ospedale di Susa, acquisto per il quale sono attualmente in corso le procedure di gara.
In attesa della conclusione delle procedure, l'ASL sta provvedendo a sostituire l'apparecchiatura ecografica ostetrico-ginecologica: entro fine mese, dunque, riprenderanno presso il Day Service di Susa tutti gli esami previsti nel monitoraggio della gravidanza nell'ambito ginecologico.
In merito all'esecuzione della densitometria ossea, esame in classe di priorità non urgentemente ma programmabile, l'apparecchiatura in uso presso l'ospedale di Susa sarà ripristinata a breve, pur con una tempistica che è stata determinata dalla difficoltà di reperimento sul mercato del materiale di ricambio. Le pazienti in lista di attesa sono state comunque tutte contattate dal Servizio di Radiologia e saranno ricollocate al riavvio dell'ambulatorio in oggetto.
La difficoltà incontrata nel reperimento del materiale di ricambio ha per indotto l'ASL a valutare soluzioni alternative per la diagnostica dell'osteoporosi, con l'impiego di apparecchiature più attuali e di recentissima immissione sul mercato.
In ogni caso, nel Piano investimenti dell'ASL TO3 per il 2018, che ha un valore di 11 milioni di euro, sono previste acquisizioni per l'ospedale di Susa, in aggiunta all'apparecchiatura ecografica, quale ad esempio un nuovo ecocardiografico e l'intera diagnostica radiologica, tra cui un'apparecchiatura TAC a 64 strati di alta gamma.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2348 presentata da Grimaldi inerente a "Piano straordinario di assunzioni nella sanità"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2348.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come lei sa, venerdì scorso, con l'approvazione di una delibera di Giunta sui tetti di spesa e sui fabbisogni delle aziende sanitarie, l'Assessore ha annunciato il Piano straordinario di 1.400 assunzioni tra la fine di quest'anno e il 2020, che nell'arco di tre anni riporterebbe il numero dei lavoratori del sistema sanitario ai livelli precedenti a quello del Piano di rientro.
Non dirò di nuovo tutte le cose che abbiamo scritto, perché l'Assessore sa bene che il gruppo LeU, così come le forze di maggioranza, da tempo chiedono, dall'uscita del Piano di rientro, questo piano; così come ci siamo uniti nelle scorse ore nel richiedere un dettaglio ASL per ASL, tra l'altro specialità per specialità, per capire quanti e quali tipi di assunzioni si faranno, soprattutto nel campo degli infermieri e ovviamente dei nuovi medici.
Con questo question time, però, vogliamo affrontare anche un secondo tema che, come l'Assessore sa, è un tema centrale in questa discussione. Vi è una distorsione fra le esigenze dei sistemi sanitari e l'offerta formativa.
A fronte di una richiesta della Conferenza delle Regioni di circa 9.400 borse di studio per gli specialisti, ne sono state finanziate oltre 2.000 in meno e nel concorso del sistema sanitario (SSM) del 2018, dei circa 15.000 che hanno partecipato, più della metà resterà fuori dal concorso formativo per insufficienza del numero di borse.
L'accesso ai corsi di formazione in medicina generale, necessario per ottenere contratti a tempo indeterminato, è limitato a poche unità annue pari a un quinto circa degli attuali iscritti alla facoltà di medicina.
Appare evidente che il numero chiuso a Medicina e l'esiguità delle borse per i corsi di specializzanti abbiano prodotto un'endemica carenza. Tra l'altro, l'invecchiamento, la scarsità e il sovraccarico del personale medico stanno già mostrando gravi conseguenze nel sistema pubblico. Tutto questo è oggetto di un ordine del giorno che l'Assessore conosce bene, che chiede al Governo anche la decretazione d'urgenza.
In questo caso, nell'interrogazione chiediamo come nei piani delle assunzioni venga definita una strategia operativa che includa anche il tema della formazione, dell'accesso alla professione e soprattutto - tema non affrontato da nessuno - del rientro dei giovani medici da altre Regioni e soprattutto dall'estero.
Chiudo proprio con questa vicenda: è possibile prevedere dei crediti, anche e soprattutto per tutti quei ragazzi che negli scorsi anni, anche per via del blocco del turnover, hanno preso le nostre borse di studio, si sono specializzati qua e poi sono andati all'estero? Noi vorremmo una sorta di master in back, come ha fatto a un certo punto anche Soru nella Regione Sardegna, cioè troviamo il modo, la capacità comunicativa e l'informativa tramite l'Università degli Studi di Torino e l'Università del Piemonte Orientale, di arrivare a loro, magari anche favorendo, in qualche caso i punteggi, per esempio per aver esercitato all'estero, il proprio rientro.
Noi crediamo che ogni risorsa del nostro territorio che si forma non pu essere sprecata per via delle poche opportunità. Tutti quei ragazzi che non hanno avuto questa opportunità e che negli scorsi anni hanno aumentato a dismisura il numero di richieste di licenza all'estero (perché sono aumentate di più del 300 per cento), noi vogliamo che rientrino, che rientrino in questo Piemonte, anche per dare una svolta al sistema piemontese pubblico.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Il Consigliere Grimaldi solleva un problema che è anche all'o.d.g. del dibattito nazionale.
Come sicuramente avete avuto modo di leggere, è stata una proposta da parte del Governo e poi rettificata, per quanto riguarda l'eliminazione del numero chiuso con una pesante reazione da parte non soltanto del mondo sindacale, ma anche degli ordini professionali.
È chiaro che il tema dal fabbisogno va trattato con serenità, ma anche con una certa determinazione, perché continuano le discussioni, ma di fatto resta questa differenza tra offerta formativa e fabbisogno.
Il problema riguarda l'aumento e il finanziamento delle borse di studio che mi auguro e spero venga fatto nella manovra, tenuto conto anche del fabbisogno futuro. Dopodiché c'è un problema immediato che il Consigliere ha richiamato.
Verificherò, ma non mi pare che, dal punto di vista della norma, nei bandi sia possibile prevedere qualche elemento teso a dare una premialità a chi è andato all'estero, anche per le questioni legate alle difficoltà del nostro sistema sanitario. Tuttavia credo che questo suggerimento di dare un'informazione, attraverso l'Università, a quei medici che, per diversi motivi, sono andati all'estero, con qualche modalità da mettere a punto sicuramente può essere accolto. In questo modo, possono essere informati del percorso per quanto riguarda le assunzioni. Se ci sono delle modalità che lo consentono, sempre all'intero dalla norma nazionale, sicuramente le dovremo valutare.
Il tema riguarda quelli che sono andati all'estero. Forse non è sufficientemente noto che, ahimè, in questo Paese alla ricerca forsennata di modelli propri, di grande autonomia, tantissime Regioni, non soltanto quelle del Nord, ma non noi, hanno indicato nei bandi per i posti aggiuntivi vincoli che non hanno permesso ai nostri medici di andare a lavorare da altre parti. Questo è avvenuto non soltanto nel Veneto, ma anche in Sicilia. Questa frammentazione delle modalità ha determinato una sorta di blocco della situazione. Quando noi abbiamo discusso delle nostre borse aggiuntive che sono state assegnate, con il Presidente Chiamparino e la Giunta ci siamo posti la domanda che cosa fare. È chiaro che non abbiamo adottato il criterio di assegnare le borse aggiuntive soltanto a coloro che sono nati in Piemonte. Il sistema è rigido.
Credo che quando si discuterà del tema delle borse di studio bisognerà favorire una grandissima mobilità, perché la mobilità avvantaggia tutti.
Obiettivamente, devo dire che alcune situazioni critiche di molti che sono andati all'estero si sono determinate perché la mobilità tra le Regioni era sostanzialmente bloccata.
Credo che sul piano della logica bisogna, in qualche maniera, affrontare il problema in termini complessivi, ma anche introducendo elementi di mobilità all'interno del sistema regionale. Dopodiché raccoglieremo tutte le informazioni necessarie per informare chi è andato all'estero. Sentir l'Università, sentirò anche i nostri Uffici per vedere se c'è una soluzione per risolvere il problema, anche per essere un po' più efficaci e non limitarsi a una pura e semplice informazione.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione a risposta immediata n. 2350 presentata da Vignale, inerente a "Quali sono i fabbisogni di personale delle ASL Piemontesi"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
2350.
La parola al Consigliere Vignale per l'illustrazione.



VIGNALE Gian Luca

Grazie, Presidente.
Nella giornata di venerdì scorso l'Assessore Saitta ha comunicato l'assunzione di 1.400 nuove posizioni del comparto sanitario, fra il 2018 e il 2020. Precedentemente, è stato richiesto alle ASL un piano sui fabbisogni del personale che, peraltro, rientra, o sarebbe dovuto rientrare, già precedentemente, in quello che il decreto legislativo del 2017 individua come necessità del Piano triennale dei fabbisogni del personale.
Per questo motivo, interroghiamo la Giunta regionale per chiedere quale sia la richiesta di nuovo personale per il prossimo biennio, con dati divisi per singola Azienda sanitaria e ogni figura professionale emersa dai piani di fabbisogno del personale e trasmessi dalle Aziende sanitarie piemontesi.
Visto che sono in Aula e ho anche l'attenzione del Presidente del Consiglio, faccio solo presente un aspetto. Nella giornata di ieri ho chiesto alla Segreteria della Giunta regionale la delibera. La risposta è stata che la delibera non c'era. Com'è noto a chiunque sia stato un giorno in un ufficio di governo - sia esso la Giunta o il Consiglio - un atto, ed è sufficiente leggere cosa c'è scritto nell'intranet nelle modalità che gli Assessori devono svolgere per presentare i loro atti, nel momento in cui viene approvato deve essere presso la Segreteria della Giunta regionale e deve essere trasmesso a qualunque Consigliere faccia richiesta.
Se, evidentemente - ma questa è una valutazione - è una modalità di comportamento dell'Assessore comunicare ai giornali e, quando se ne ha voglia, al Consiglio, vi è un aspetto che, invece, non può essere discrezionale, che è quello della pubblicità degli atti. Gli atti non sono della Giunta regionale fin quando ha il titolo o la volontà di trasmettere.
Gli atti sono del Consiglio regionale e dei cittadini piemontesi.
Lo segnalo, anche se non c'entra niente con l'interrogazione, perché è un aspetto assolutamente non corretto, che viola la modalità di presentazione e mantenimento dei documenti come risulta sul sito dalla Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Saitta per la risposta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Consigliere Vignale, le posso assicurare che la delibera c'è, l'ho firmata e l'hanno firmata tutti gli Uffici che ne hanno la responsabilità.
Verificherò chi le ha dato quell'informazione, ma l'ho depositata personalmente e l'abbiamo discussa e approvata.
Non vorrei che si spargesse la voce che abbiamo discusso su un foglio di carta. Non è mia abitudine, perché parliamo di cose serie, che riguardano il personale e riguardano la sanità. A ogni modo, verifico chi le ha dato quell'informazione, sicuramente sbagliata, perché l'abbiamo depositata e ridepositata, visto che è mese che lavoriamo su quella delibera.
Venendo invece al contenuto dell'interrogazione, il Consigliere ha fatto riferimento alle comunicazioni che, come Giunta, abbiamo fatto venerdì ma per completare l'informazione, posso aggiungere che nella giornata di ieri lunedì, abbiamo avuto modo di discutere del tema.
C'è stata una richiesta in Commissione, non soltanto da parte del Consigliere Vignale, ma anche da parte del Consigliere Bono, di avere un'informazione completa sui tetti di spesa e meccanismi di calcolo. Ci siamo assunti un impegno, deciderà il Consigliere Rossi quando ritiene opportuno (mi riferivo alle informazioni per i tetti, eccetera eccetera).
Portiamo, evidentemente, tutta la documentazione che abbiamo già indicato in sede di Commissione e che oggi viene nuovamente precisata.
Come ho detto, è una discussione che abbiamo affrontato ieri in Commissione.
Nel corso della prossima Commissione forniremo tutti i dati e le informazioni richieste.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Questa è la risposta. Naturalmente, se lei non si ritiene soddisfatto Consigliere Vignale, sa che può ripresentare l'interrogazione oppure.



(Commenti del Consigliere Vignale)



PRESIDENTE

Se vuole dire che non è soddisfatto l'ho capito, ma è irrituale.
Prego.



VIGNALE Gian Luca

No, no, è irrituale il comportamento dell'Assessore. Cioè se esiste una cosa che si chiama "interrogazione a risposta immediata" e viene accolta dagli Uffici, anche con la postilla - perché ieri gli Uffici mi hanno chiesto di porre la postilla - è dovere dell'Assessore rispondermi oggi non quando vuole lui, nella sede in cui vuole lui, o quando il Presidente convoca la Commissione.
Agli altri colleghi è stata data risposta? Sì. Allora io chiedo che oggi mi venga data una risposta. Poi il Presidente Rossi convocherà la IV Commissione quando lo riterrà opportuno. Peraltro, ne sono lieto, perché ho fatto richiesta di questa convocazione e ne discuteremo a lungo.
Oggi, come gli altri colleghi, ho chiesto dei dati nudi sui quali fare le valutazioni che ritengo più opportuno fare.
Lo dico anche al Presidente: non è che uno risponde quando vuole e come vuole, per prepararsi la comunicazione come vuole. Perché è la terza volta! Sul tema della psichiatria ha risposto in Commissione; sul tema delle assunzioni doveva risponde e poi non ha risposto in Commissione; sul tema del diabete ha risposto in Commissione; adesso risponde in Commissione.
Mi ascolti: si chiama "quesito a risposta immediata".



(Commenti dell'Assessore Saitta)



VIGNALE Gian Luca

E allora, se lo sa, lo faccia!



(Commenti dell'Assessore Saitta)



VIGNALE Gian Luca

Se glielo fanno fare, è sbagliato. Lei deve rispondere oggi, non quando vuole lei. Però tocca alla Presidenza! Perché, altrimenti, c'è un concetto di fondo: il quesito a risposta immediata è regolamentato dall'articolo 100 del Regolamento.
Il Regolamento contiene le regole di buona convivenza per tutti. Se non vale l'articolo 100, non valgono gli altri articoli! Cioè io parlo fin quando non mi stufo di parlare. E se non mi stufo di parlare fino alle 19 continuerò a parlare fino alle 19! Perché il Regolamento non vale un pezzo, o non vale il pezzo che non piace alla Giunta regionale. Il Regolamento vale tutto! E, allora, io ho diritto ad una risposta. E io parlo fin quando non ottengo una risposta.
Fate quello che credete: interrompetemi, fate quello che credete, ma io non ho modo.
Adesso è presente anche il Presidente Boeti, che, come la Vicepresidente Motta, sono colleghi di cui ho enorme stima per la correttezza: so bene che essere corretti di fronte all'inesistenza di un atto è praticamente impossibile. Però ricordo che esistono i richiami: cioè l'Ufficio di Presidenza - e la Presidenza del Consiglio - è votato (nel vostro caso credo quasi all'unanimità o, comunque, a larghissima maggioranza) per far rispettare il Regolamento.
Se io parlo 12 minuti invece che dieci, giustamente chi presiede mi rammenta che il tempo a mia disposizione è di dieci minuti, non di 12.
E mi fermo. Perché non voglio fare il pagliaccio, perché ne basta uno nell'Aula!



PRESIDENTE

Presidente, abbiamo recepito ed era quello che le avrei detto prima di dare la parola all'Assessore Saitta.
È una questione che, come penso il Presidente Boeti concorderà affronteremo come Ufficio di Presidenza, in modo da garantire agli interroganti le risposte nei tempi che il Regolamento prevede.
La parola all'Assessore Saitta.



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Non voglio assolutamente polemizzare, però bisogna mettersi anche d'accordo con sé stessi: ieri è stata richiesta dal collega Vignale e da altri in Commissione una seduta dedicata con tutta la documentazione necessaria, che non è poca cosa!



(Commenti del Consigliere Vignale)



SAITTA Antonio, Assessore alla sanità

Ho capito! Ho capito! Quando dico che bisogna mettersi d'accordo.
Ieri è stato chiesto questo e a me pareva che fosse una modalità per affrontare la questione.
Viene riproposto di nuovo questo tema in termini più di accesso agli atti.
È evidente che io ritengo che la sede più utile sia quella della Commissione. Se ritiene di fare un'interrogazione al di fuori dalla Commissione ci attrezzeremo, però è chiaro che chiederò qualche ora di tempo per poter fare, evidentemente, una relazione compiuta.



PRESIDENTE

Sì, sarebbe meglio, perché le interrogazioni sono una cosa diversa rispetto alla decisione delle Commissioni. Quindi all'interrogante bisogna dare risposta.
Credo che le parti si siano chiarite e, da questo punto di vista, c'è l'impegno della Presidenza.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.56 la Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(La seduta ha inizio alle ore 15.58)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Chiamparino, Ferrentino, Reschigna Mighetti, Molinari e Pentenero.


Argomento: Ordinamento regionale

Proseguimento esame disegno di legge n. 294, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2018"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 294, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2018", di cui al punto 4) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Nella seduta antimeridiana odierna è proseguita l'illustrazione degli emendamenti rubricati dell'articolo 11.
ARTICOLO 11 Emendamento rubricato n. 116) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Riprendiamo con l'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 116).
Se ricordo bene, era intervenuto il Consigliere Andrissi e immagino che vogliano intervenire anche altri colleghi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Continuiamo con la carrellata di proposte sul tema delle escavazioni e cave e anche il nostro ragionamento che, per certi versi, sarebbe stato interessante di nuovo sviluppare, se si intendeva fare una manutenzione significativa alla legge n. 23. Sarebbe stato interessante farlo in sede di Commissione. Questo, invece, è lo spazio; di vantaggioso c'è la possibilità di discuterne in maniera più ampia con tutto il Consiglio, mentre di svantaggioso ci sono i due minuti di intervento. Però grazie alla ricca proposta che siamo in grado di fare è possibile sviluppare, in maniera un pochino compiuta, i ragionamenti.
Anche in questo caso proponiamo di rimodulare - anche se, proprio con questo emendamento, in versione minima - l'onere di escavazione per una serie di prodotti che vengono usati soprattutto a livello industriale. La versione minima di modifica è mirata proprio al fatto di dare più un'indicazione di politica che a quella di costruire un reale incremento delle risorse disponibili per le politiche stesse. Però, come ho già avuto modo di dire nei precedenti interventi su questo comma, uno degli elementi importanti sarebbe anche quello di indicare una strada. Quindi, non solo dare delle disposizioni fisse nel tempo e che magari producono degli effetti limitati, nel senso che il sistema si adatta e poi prende la strada di minimo sforzo. Invece dare un'indicazione progressiva nel tempo che dia.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Campo, aveva due minuti disponibili.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Non ero intervenuto stamattina su questo emendamento. Siamo sempre alla legge regionale n. 23/2016, una legge importante, una delle leggi più importanti forse di questa legislatura, che ha rivisto la legislazione regionale sul tema delle attività estrattive, che decisamente aveva bisogno di una rinfrescata. Come dicevamo stamattina, è stata oggetto anche di discussioni lunghe in Commissione con un Tavolo di lavoro, al quale hanno partecipato diverse persone del nostro Gruppo, tra le quali evidenzio soprattutto i colleghi Mighetti e Andrissi.
Siamo all'articolo 26, comma 3, e qui proponiamo di cambiare la cifra prevista dalla lettera c), nella quale si parla proprio degli oneri per il diritto di escavazione. Il comma c) parla di argille e calcari per cemento per calce e altri usi industriali, gessi, sabbie silicee e torba, che in Piemonte non si estrae, con un corrispettivo di 0,57 euro al metro cubo. Il nostro emendamento propone di portare da 0,57 a metro cubo a 0,63 a metro cubo l'onere di escavazione per questi materiali.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.
Consigliera Frediani, la vedo concentrata su altro.



FREDIANI Francesca

Sono concentrata su altro, ma non voglio perdere l'occasione per intervenire anch'io su questo importantissimo emendamento che presenta una proposta di modifica degli importi relativi agli oneri di estrazione.
Siamo sull'emendamento n. 112) che interviene sull'articolo 26 della legge n. 23/2016 e che propone, per il canone di estrazione e relativi materiali indicati nella lettera c), la cifra di 63 centesimi anziché 57. Nella lettera c) abbiamo già analizzato questa mattina il contenuto e si parla di argille e calcari per cemento, per calce e altri usi industriali, quindi gessi, sabbie silicee e torba. Parliamo come sempre di materiali che vengono utilizzati principalmente per uso industriale e per edilizia e la nostra intenzione, già manifestata più volte nella discussione anche di questa mattina in relazione al provvedimento che stiamo analizzando, è quella di disincentivare l'attività estrattiva, andando ad incentivare l'attività di riuso.
Quindi, proponiamo, attraverso quest'emendamento, un'ulteriore modifica e una rimodulazione degli importi, proprio per cercare di innalzare il canone e andare in questo modo nella direzione che auspichiamo la Regione voglia prendere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Emendamento rubricato n. 115) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo sempre sugli emendamenti sulla lettera d), quindi la penultima lettera.



PRESIDENTE

Non possiamo dire di aver fatto passi avanti rispetto a stamattina, almeno da un punto di vista numerico.



BONO Davide

Si va sempre avanti nella vita, nella politica non lo so, forse. Diciamo che nella vita si va sempre avanti anche per una questione temporale, non si torna mai indietro.
Siamo quindi su questi emendamenti che riguardano la lettera i) del Regio Decreto che citavo prima, la prima categoria di sostanze o materiali che riguardano minerali utilizzabili per estrazioni metalli, metalloidi e loro composti e anche sostanze per usi energetici, quali grafite, combustibili solidi, liquidi e gassosi.
La lettera c) riguarda i fosfati, sali alcalini e magnesiaci, allumite miche, feldspati, caolino eccetera. Il Regio Decreto è stato in parte sorpassato, anche nella suddivisione successiva da parte della Regione, che ha dato sostanzialmente delle indicazioni chiare sulle prime tre lettere rimandando invece a detto Regio Decreto degli anni Trenta del secolo scorso, relativamente a tutti i non citati nelle precedenti lettere.
Il tema è quello della rivisitazione degli oneri di diritto di escavazione e il dato di Legambiente (il documento che leggevamo prima) è abbastanza emblematico. Ho già avuto modo di dirlo tante volte: nella nostra regione non si estrae la torba, ma si estraggono alcuni altri minerali rientranti in questa categoria. Non abbiamo dati precisi sulla quantità di materiali estratti in questo senso, pertanto è difficile fare una valutazione precisa anche dell'introito. Sarebbe utile avere un riferimento preciso in questo senso.
Anche per questo, chiediamo d'intervenire in maniera organica su tutta la norma, su tutti gli oneri, e poter avere un incremento generalizzato costante di tutte e cinque le categorie in cui sono suddivisi i materiali da cava - da cavazione, da estrazione - per poter intervenire e aumentare gli introiti per la Regione e gli enti interessati e diminuire, se possibile, anche il prelievo di cavazione e puntare su filiere alternative e sostenibili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 115) passiamo alla lettera d) dell'articolo 26, comma 3, della legge 23/2016, che parla di minerali di prima categoria, ai sensi del regio decreto 1443 del 1927.
Siamo un Paese che si regge ancora per buona parte - anche se sempre meno su regi decreti e leggi che hanno ormai un secolo o quasi (in alcuni casi anche di più).
I minerali di prima categoria sono minerali utilizzabili per l'estrazione di metalli, metalloidi e loro composti, grafite, combustibili solidi liquidi e gassosi, rocce asfaltiche e bituminose, fosfati, sali alcalini e magnesiaci, allumite, miche, feldspati, caolino e bentonite, terre da sbianca, argille per porcellana e terraglia forte, terre con grado di refrattarietà superiore a 1630 gradi centigradi, pietre preziose, granati corindone, bauxite, leucite, magnesite, fluorina, minerali di bario e di stronzio, talco, asbesto, marna da cemento, pietre litografiche e sostanze radioattive. Il collega ride su "minerale", ma è così.
Con quest'emendamento proponiamo di portare l'onere di escavazione per questo tipo di materiali da 57 centesimi al metro cubo a 63 centesimi al metro cubo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Eviterò di ripetere l'elenco che ha ricordato il collega.
Chiedo scusa, ma c'è un po' di ilarità tra i banchi dei colleghi! Tornando all'emendamento, chiediamo un incremento del contributo per l'escavazione dei minerali di prima categoria, che passa da 0,57 a 0,63.
Anche qui, siamo nell'ordine del 10 per cento, quindi abbiamo cercato di contenere gli aumenti in modo da non creare contraccolpi ai settori, anche se, per la verità, la maggioranza dei minerali oggetto di questo comma della legge sui materiali da escavazione non riguarda il settore di estrazione piemontese, perché si tratta di minerali che non vengono più estratti nella nostra regione. Si tratta di quantitativi marginali, ma avendo delimitato e chiesto incrementi di contributo per tutti i materiali da escavazione, abbiamo cercato di mantenere la stessa soglia anche per i minerali di valore un po' più alto, perché - a maggior ragione - avendo un ritorno sull'investimento da escavazione più alto, riteniamo che questo quantitativo non possa incidere più di tanto sui fatturati delle aziende del settore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 115) interveniamo sulla lettera d) dell'articolo 26 della legge 23/2016 e chiediamo un adeguamento del canone di estrazione da 0,57 a 0,63. Una modifica contenuta dell'importo, volta ad aumentare i canoni estrattivi.
In questo caso, alla lettera d) abbiamo materiali particolari, che sono indicati in una lunga dissertazione che ha già letto il Consigliere Bertola (non mi voglio addentrare, perché potrei portare via tempo prezioso all'Aula). All'interno di questo lungo elenco vi è anche l'attività estrattiva di materiale gassoso o liquido e so che in Piemonte, soprattutto nell'est della regione (dalle mie parti), sono in corso due progetti di ricerca importanti. Vedremo come andranno a finire e so che i cittadini di alcuni Comuni dell'est della provincia di Novara beneficiano del royalty.
Quest'emendamento potrebbe dare sicuramente un beneficio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Andrissi.
Emendamento rubricato n. 114) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.
La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Questo è l'ultimo emendamento sulla lettera d), una lettera che forse non abbiamo mai approfondito abbastanza in Aula proprio perché riferita a un Regio Decreto oramai di più di ottant'anni fa. Riteniamo comunque che non avere dati a disposizione su questo tema sia ovviamente un problema.
Forse il problema della Regione Piemonte, e credo anche di tante altre Regioni, è che spesso si delibera e si decide senza conoscere correttamente quelli che sono i dati, e questa è una prima valutazione che mi sento di fare. Ripeto, mentre su sabbia, ghiaia, pietrischi, pietre ornamentali argille, calcare e gessi siamo più o meno a conoscenza di quali siano le quantità in gioco e quindi anche degli incassi - posto che vengono forniti più da osservatori indipendenti piuttosto che da osservatori propri della Regione Piemonte - sarebbe il caso di avere dei siti consultabili direttamente online. Anziché fare continuativamente accesso agli atti interrogazioni, accesso agli atti, interrogazioni - spesso alle interrogazioni poi non si dà risposta, all'accesso agli atti si dà risposta dopo mesi - sarebbe molto più utile avere degli open data consultabili anche a livello esterno, quindi non solo dai Consiglieri regionali, ma anche dai cittadini, e fare realmente trasparenza.
Penso che questo sia il più grosso limite delle Pubbliche Amministrazioni: siamo ancora fermi alla Pubblica Amministrazione forse dell'età giolittiana, forse del primo Novecento, in cui c'è il diritto teorico ad avere accesso alle informazioni, ma poi quelle informazioni non si danno realmente. E devo dire che questo sta anche prendendo un po' piede a livello mondiale, europeo e nazionale. Di conseguenza, si deve fare molto sulla trasparenza e sulla corretta informazione, perché spesso si rende difficile l'opera dei Consiglieri, a volte pure degli stessi Assessori poiché il problema è abbastanza diffuso.
Noi, con quest'ultimo emendamento alla lettera d) - si è assentato un attimo, ma so che il collega Appiano non voleva perdersi gli emendamenti sulla successiva lettera e) - terminiamo le modifiche su questa lettera e passiamo alla successiva. Pensiamo comunque che il messaggio sia abbastanza chiaro: noi crediamo che si debba rivedere complessivamente il tema degli oneri del diritto di escavazione e ci aggiungeremmo anche i canoni di imbottigliamento.
Canoni di imbottigliamento: anche questi sono stati banalmente espunti dalla norma e sono passati a un regolamento di Giunta regionale. Anche questo è un altro grande tema di accaparramento - uso questo termine - di risorse pubbliche e di beni comuni a favore di poche grandi aziende che ottengono grandi incassi, anche perché l'acqua viene imbottigliata a 0,1 e rivenduta a 1.000 rispetto ai costi reali, quindi è un grosso problema politico e di gestione dei beni comuni della Regione.



PRESIDENTE

Vi sono altri interventi? Prego, Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento n. 114) chiudiamo gli emendamenti alla lettera d), del comma 3, dell'articolo 23/2016.
È un emendamento che corregge la cifra con una cifra ancora inferiore (si passa da 0,63 a 0,60), però la filosofia è sempre quella di un aumento dei diritti di escavazione; diritti sui quali, come abbiamo visto, il Regio Decreto in questo caso, parlando di minerali di prima categoria, inserisce anche gas, oli e combustibili, quindi abbraccia un settore che ha un'importanza economica. Chiaramente l'Italia non è il Paese degli elefanti, come giustamente dice Luca Pardi, cioè non è il Paese del petrolio, però qualcuno l'ha pensato nella maggioranza che ha preceduto l'attuale: pensava di rilanciare l'economia con un piano estrattivo pesantissimo, sia per mare che per terra.
In realtà, io credo che - come dice questo ricercatore, Luca Pardi, che sarà prossimamente presente nel Novarese a presentare un libro molto interessante, "Picco per capre", che parla proprio del picco del petrolio che è stato superato, tra l'altro, nel caso del petrolio, non del gas metano, quindi forse abbiamo ancora qualche speranza di aumentare gli oneri per quello che riguarda il gas - sia forse più strategico mantenere per il futuro queste poche riserve che abbiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Giustamente il collega Andrissi vi segnalava la mia irruenza nel voler intervenire su quest'emendamento assolutamente cruciale. È evidente che quest'emendamento sottolinea una cosa banale, nel senso che siamo praticamente oramai alle "varie ed eventuali" della legge n. 23, piuttosto che elencare puntualmente i temi su cui vanno a incidere questi oneri tutto sommato ancora di più nella lettera successiva, però in questa minoritari rispetto alle attività prevalenti, ma non per questo meno importanti, soprattutto dal punto di vista dell'impatto sull'ambiente delle escavazioni e delle prese di alcune tipologie di materiali.
Si fa riferimento a un Regio Decreto emanato in epoca fascista; ricordo che abbiamo avuto il governo più lungo della storia d'Italia tra il 1922 e il 1943 e quindi probabilmente di nuovo siamo in una situazione rispetto alla quale già nel 2016 avremmo potuto provare a fare qualche ragionamento in più sulle cose contenute in questa lista e provare a discernere meglio e a rendere un po' più proattivo il nostro intervento sia sulla norma sia sul Piano cave in materia di materiali più particolari di minore quantità estrattiva, ma di probabile maggiore impatto sull'ambiente anche per tecniche di estrazione.
Quest'ultimo emendamento di nuovo rappresenta la versione minimale dell'incremento del diritto di escavazione sempre nell'ottica di stimolare un'evoluzione dei processi produttivi e una maggior sensibilità agli impatti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Mi stavo solo sincerando di quale fosse il numero dell'emendamento, perch è importante capire il contenuto. Siamo sempre sulle nostre proposte emendative in riferimento agli oneri sull'attività estrattiva.
Siamo sulla lettera d) della legge regionale 23 del 2016, articolo 26 comma 3. In questo caso definiamo la tariffa che secondo noi dovrebbe corrispondere ai minerali di prima categoria, ai sensi del regio decreto 1443 del 1927.
L'importo attualmente definito in legge è di 57 centesimi al metro cubo mentre il nostro emendamento propone una cifra leggermente superiore, com'è successo anche in altri emendamenti, di 60 centesimi.
La nostra intenzione - credo che ormai sia abbastanza chiaro - è cercare di alzare i canoni per l'estrazione di tutti i materiali, al fine di ridurre l'attività estrattiva e favorire altri tipi di attività che prevedano, ad esempio, il riuso di materiali, per non impattare troppo sul territorio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Emendamento rubricato n. 119) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo all'ultima lettera del comma 3 dell'articolo 26 della legge 23 del 2016, quindi alle "varie ed eventuali", come diceva il collega Campo, ossia quelli non inclusi nella lettera a), sabbia e ghiaia per calcestruzzo conglomerati bituminosi, ecc.; non inclusi nella lettera b), pietre ornamentali; non inclusi nella lettera c), argilla, calcari e gessi e non inclusi nella la lettera d), minerali di prima categoria, ai sensi del regio decreto del 1927.
Anche questi hanno un valore pari a 0,57 euro al metro cubo, esattamente come la lettera d) e la lettera c).
Secondo noi ci dovrebbe essere una valutazione alla base degli oneri del diritto di escavazione, che dovrebbe derivare sia dalla valutazione della quantità sia degli utilizzi sia della presenza di filiera alternative meno impattanti da un punto di vista energetico, di materiali, di sostenibilità di smaltimento e di costi, sia da una valutazione di guadagni e ricavati.
Una valutazione complessiva, quindi, con un piano strategico della cavazione delle cave regionali, che valuti anche questo. Non è solo una questione di dove localizzarle o non localizzarle (ne abbiamo discusso sulle cave e sulle zone di ricarica delle falde), ma è una questione di cosa farne dopo e, quindi, di come intervenire in questo senso.
Il tema è abbastanza evidente: ci serve di nuovo una regia e una gestione regionale del tema della cavazione che secondo noi, al di là di questa misura di questa legge che è andata a fare una nuova normativa, è poi venuta a mancare, perché a distanza di due anni sono stati presentati ancora emendamenti da parte della Giunta e della maggioranza, e gli incassi sono rimasti come sempre fissi rispetto agli anni precedenti.
Esiste, dunque, qualche problematica.
Ripeto - anche se è difficile discuterne in Aula, è molto più utile discuterne in Commissione, se è possibile extra Commissione, quindi con un tavolo di lavoro esterno - qualche mancanza c'è stata, per i motivi che ho detto, se, con tutta evidenza, la Giunta e la maggioranza hanno presentato emendamenti per modificare ancora questa legge.
Chiediamo anche una differenziazione degli oneri e di fare un'attenta valutazione delle ricadute sul territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento riguarda nuovamente la lettera d) del comma 3 dell'articolo 26 della legge 23 del 2016. Siamo su quei minerali ormai famosi e familiari del Regio Decreto, ma, come diceva il collega Bono, al di là del fatto specifico del voler aumentare gli oneri di escavazione, c'è una questione complessiva che riguarda le attività estrattive.
Fermo restando che, rispetto al passato, probabilmente sotto certi aspetti abbiamo fatto passi in avanti, come un vero e proprio piano regionale, ci sono ancora aspetti per noi irrisolti o che, comunque, meritano una revisione. Alcuni li ha elencati il collega Bono, come ad esempio il fatto di avere, soprattutto per noi Consiglieri, ma non solo, un maggior numero di dati a disposizione.
In questi ultimi tempi abbiamo evidenziato delle criticità relativamente ad alcune localizzazioni, ma certamente è un tema che ci tiene impegnati e lo farà ancora per i prossimi mesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Siamo sempre sull'articolo 26, comma 3, e siamo passati alla lettera e).
Continuiamo con quest'attività emendativa nella difficile ricerca di un miglioramento dei diritti di escavazione, perché crediamo sia importante portare dei benefici a tutta la filiera del riciclo, riequilibrando la possibilità di utilizzare materie seconde che si possono recuperare dall'attività di demolizione selettiva e da una migliore gestione delle cave di estrazione, dove noi crediamo non debba essere data la possibilità come prima scelta, di essere trasformate in discariche per materiali inerti, che invece di essere riciclati vengono abbondantemente buttati e smaltiti in ex cave riempite di questi materiali inerti.
Purtroppo, spesso e volentieri, questi materiali inerti vengono mischiati con materiali che, ai carotaggi dell'ARPA, effettivamente così inerti non risultano essere. La trasformazione delle cave in discarica è un punto che secondo noi, va sicuramente valutato e affrontato con grande serietà.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Emendamento rubricato n. 117) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 118) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

L'emendamento in oggetto chiede alla lettera e), del comma 3, dell'articolo 26, della legge n.23 del 2016 il passaggio da 0,57 a 0,60 centesimi degli oneri di escavazione per quanto riguarda tutti i materiali non ricompresi nelle lettere a), b), c), d) ed e) (non c'è neanche da ripetere che tipologie di materiali sono, quelli che restano).
Siamo quindi alla conclusione degli emendamenti sull'articolo 11. Gli emendamenti sono stati illustrati in maniera complessiva dal Gruppo, anche per significare l'importanza della nostra richiesta sul tema. Ci saranno altri temi illustrati in maniera altrettanto insistente, se non di più.
È ovvio che, all'interno di una legge omnibus, più si allargano le materie che vengono trattate, più si possono allargare anche le richieste delle opposizioni e magari l'insistenza con cui le opposizioni fanno quelle richieste. Ci sta, è nella logica della discussione, soprattutto quando vengono presentati emendamenti in Aula che non erano stati presentati in Commissione. Ci si trova di fronte a modifiche che non si possono più concertare, modificare, migliorare depotenziare, se sono modifiche considerate potenzialmente pericolose o quant'altro. Ci si trova poi costretti, gioco-forza, a fare sentire con più forza (non forza fisica) con più vis oratoria, la propria contrarietà ad alcuni emendamenti approvati o, comunque, la propria voglia di provare a modificare alcuni punti che, secondo noi, rappresentano un po' una vergogna regionale.
Prendiamo l'esempio della sabbia, ghiaia e pietrisco, quello su cui secondo noi, crediamo si dovrebbe intervenire in maniera immediata. È una vergogna regionale, perché rappresenta meno del due per cento degli incassi totali che vengono fatti, su un prodotto che viene trovato pronto all'uso in natura e viene solo prelevato e rivenduto a 100 o 1000 volte tanto. Mi sembra, francamente, un qualcosa su cui dovremo intervenire.
Ci sono Regioni che sono messe peggio, ma ci sono anche Regioni che trattano meglio la materia, anche con un'ottica di recupero risorse. Siamo sempre a piangere miseria sulle mancate entrate dal livello nazionale e mancati trasferimenti, ma se non facciamo nulla su quelle poche misure in cui possiamo intervenire e decidere noi come Regione, allora non ci possiamo più lamentare del fatto che lo Stato - brutto e cattivo - non ci passa i trasferimenti dovuti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Per rimarcare che, tutto sommato, al di là dell'attività emendativa piuttosto intensa e ostruzionistica, gli emendamenti che mutano le quote sui contributi per estrazioni non cambiano in modo sostanziale la struttura dell'omnibus.
Crediamo che, tutto sommato, si vada anche in una direzione coerente con alcuni principi annunciati dalla Regione e alcune necessità che sono quelle, ovviamente, di un bilancio che è sempre con ristrettezza di risorse e che richiede aiuti spesso esterni da parte dello Stato per riuscire a coprire i propri fabbisogni. Interveniamo su un settore della Regione particolarmente trascurato dal punto di vista del bilancio, che è quello dell'ambiente, il cui bilancio ha ancora una cifra risibile pari a frazione percentuale dell'intero bilancio regionale e ha bisogno, invece, di interventi molto incisivi per mutare uno di quei settori che influiscono, o influiranno sempre di più, sulla vita dei cittadini, non solo italiani, ma del mondo.
In questo caso, andando anche a influire sul percorso verso l'economia circolare, abbiamo degli introiti in più da usare come meglio crediamo dentro un capitolo di bilancio, quello dell'ambiente, che è assai povero di risorse. Questo causa alla Regione essere poco incisiva nelle politiche ambientali, delegando praticamente tutto alle istituzioni superiori, quindi al Governo centrale e all'Unione Europea nella maggioranza dei casi, sia dal punto di vista decisionale, ma anche dal punto di vista dell'assegnazione di fondi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente Con quest'emendamento chiudiamo la serie di emendamenti che abbiamo presentato all'articolo 11. Crediamo di aver fatto una presentazione sicuramente estesa e completa delle nostre proposte su questo fronte.
Pensiamo, come prima ha sottolineato il Consigliere Bono che, in particolar modo su sabbia e ghiaia, ma non solo su sabbia e ghiaia, la Regione Piemonte potrebbe aggiornare e intervenire sui canoni di escavazione.
In questo modo, potrebbe recuperare importanti risorse e adeguarsi a dei livelli di canoni estrattivi, pur sempre moderati, ma più sostanziosi e significativi, al fine di creare una filiera del riciclo che, sebbene i dati presentati quando abbiamo discusso approfonditamente del nuovo Piano regionale Rifiuti Speciali per quanto riguarda gli inerti parlino di una raccolta differenziata e di un recupero significativo di questi materiali in Piemonte, sappiamo che questi dati sono drogati da stoccaggi pesantissimi diffusi sul territorio.
Noi crediamo che tutta la filiera debba fare un salto di qualità sia dal lato delle certificazioni di queste materie seconde, sia dal lato delle demolizioni selettive, sia nel limitare la trasformazione delle cave in discariche, e quindi penalizzare l'utilizzo degli inerti quali materiali per discarica, sia dal lato della leva fiscale per ridurre l'attività estrattiva.
Con la crisi del 2008 i materiali estratti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi. Abbiamo apprezzato l'intervento, ma adesso è ora di chiudere.
Prima di procedere con le votazioni, darei la parola all'Assessora De Santis, per esprimere il parere della Giunta regionale sugli emendamenti testé illustrati.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora alle attività produttive Grazie, Presidente.
Mi dispiace per tutto il lavoro che è stato profuso dai Consiglieri del Movimento 5 Stelle, ma il parere della Giunta su questo gruppo di emendamenti non può che essere negativo.
La legge sulle cave è stata ampiamente concertata con le categorie e con una serie di stakeholder sul territorio. Riteniamo che modificare in Aula (e senza alcun preavviso) un tema sensibile qual è, complessivamente quello degli oneri e dei canoni, sarebbe altamente inopportuno.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora De Santis.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 104), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 107), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 106), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 105), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 110), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 109), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 108), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 113), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 112), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 111), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 116), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 115), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 114), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 119), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 118), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 117), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 11, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 Indìco la votazione palese sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 bis Emendamento rubricato n. 95) presentato da Rossi Domenico, Valle.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
È collegato a quello che abbiamo presentato la volta scorsa. Semplicemente dice che il Regolamento, all'interno del quale poi si vanno a specificare quali sono e quanti sono i criteri per le modifiche di piccola entità viene adottato dalla Giunta entro 90 giorni dall'approvazione dell'articolo così come modificato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora De Santis per il parere della Giunta.
DE SANTIS Giuseppina, Assessora regionale Il parere della Giunta è favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 95), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 12 ter Emendamento rubricato n. 15) presentato da Ravello, Graglia, Policaro Vignale.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Ravello per l'illustrazione.



RAVELLO Roberto Sergio

Intervengo solo per ricordare innanzitutto che quest'emendamento interviene su una modifica della legge 28 e punta a rimuovere alcuni elementi che avevano generato altrettante anomalie nelle modalità di finanziamento, ma soprattutto di rendicontazione di attività finanziate ex legge 28.
È stato ripresentato con le modifiche suggerite dall'Assessorato competente, che approfitto dell'occasione per ringraziare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Parigi per il parere della Giunta.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Grazie, Presidente.
L'emendamento, nella sua nuova formulazione, è da accogliere.



PRESIDENTE

Sospendo brevemente i lavori del Consiglio regionale, perché l'emendamento è stato riscritto e non si capisce bene.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.56, riprende alle ore 17.08)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Invito i Consiglieri a prendere posto.
Il Consigliere Appiano ha chiesto la parola per dichiarazione di voto sull'emendamento; ne ha facoltà.



APPIANO Andrea

Grazie, Presidente.
È vero che l'"omnibus" è un contenitore dove sta un po' di tutto, tuttavia qua andiamo a toccare una legge che, dal punto di vista dei principi culturali che stanno a valle e a monte dalla legge medesima, è molto delicata.
Quindi, non avendo avuto modo di discutere nel merito di questo tema, la nostra indicazione è di non votare a favore dell'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto Sergio

Grazie, Presidente.
Devo dire che ci sono due o tre cose che mi lasciano un po' perplesso.



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, il Consigliere Ravello non riesce a parlare in questo modo.
Il Consiglio è ripreso, siete più belli con la giacca: così avrebbe detto il mio predecessore. Lasciamo che il collega Ravello possa dire quello che pensa, grazie.



RAVELLO Roberto Sergio

Vorrei condividere con l'Aula questo senso di perplessità rispetto ad alcune cose che ho visto e che ho sentito nell'ultimo quarto d'ora.
Prima di tutto, ho osservato l'atteggiamento di un Presidente del Consiglio; figura che, nell'esercizio di funzioni d'interesse di tutta l'Assemblea, dovrebbe garantire, con un atteggiamento terzo, i diritti e assicurarsi dell'esercizio dei doveri di tutti i Consiglieri indipendentemente dal colore politico dell'appartenenza degli stessi. Ma evidentemente lei, Presidente, che ha fatto della partigianeria non solo uno slogan a insediamento, ma anche un esercizio concreto, materiale delle sue funzioni - cosa che abbiamo avuto modo di osservare in ripetute occasioni - ancora una volta ha voluto non smentirsi, però mi lasci segnalare quanto sia quantomeno curioso vederla scendere dal suo scranno scendere tra noi mortali.



PRESIDENTE

Il Consiglio era sospeso, come lei sa, collega Ravello.



RAVELLO Roberto Sergio

E confrontarsi con funzionari, tecnici e dirigenti di un Assessorato piuttosto che di un altro.



(Commenti del Consigliere Appiano)



RAVELLO Roberto Sergio

Ma lei è l'avvocato difensore del Presidente Boeti?



PRESIDENTE

No, no, lo lasci dire, Ravello, io non ho bisogno di avvocati.



RAVELLO Roberto Sergio

Il secondo elemento che mi lascia perplesso è il fatto che vengo a scoprire oggi che un provvedimento di legge denominato - almeno in gergo tra di noi "omnibus", è un provvedimento sul quale si può intervenire per alcuni argomenti e per altri no. Allora non chiamiamolo "omnibus". Io ho fatto il liceo classico ed è tanto che non mastico più il latino, però mi pare che il termine evochi un concetto abbastanza ampio che può quindi permettere che questo strumento sia utilizzato, nell'interesse della comunità piemontese, su molti fronti e su molti argomenti, senza limitazioni tematiche. È quello che ho sentito sostenere dal Consigliere Appiano.
Il terzo elemento, che è un elemento di natura politica (e poi mi taccio Presidente), è che non ho potuto non osservare che la maggioranza, il principale Gruppo di maggioranza, il Gruppo che esprime la gran parte degli Assessori di questa Giunta, ha espresso una posizione contraria rispetto a quella espressa dalla Giunta regionale.
Questo è un dato politico che resterà agli atti e che evito di commentare.
Lo farò poi a mezzo stampa a margine di quest'intervento, perché in questa sede credo si possa commentare da solo.
Non so se la spiegazione sia una mancanza di serietà da parte dell'Assessore, che almeno nei nostri confronti, nei confronti di chi ha presentato l'emendamento, è stata estremamente seria, puntuale e corretta o se è una mancanza di serietà da parte del Gruppo di maggioranza già citata.



PRESIDENTE

Dopo l'intervento del Consigliere Vignale, avrò l'obbligo di rispondere alle sue osservazioni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vignale; ne ha facoltà.



VIGNALE Gianluca

Grazie, Presidente.
È evidente che abbiamo osservato una modalità nuova di discussione di emendamenti, che non è soltanto quella di illustrazione dell'emendamento di parere della Giunta o di espressione, ma è una terza modalità, che è quella in cui, nel caso in cui non ci sia una condivisione fra una parte e l'altra dell'Aula - non la maggioranza e la Giunta, ma una parte e l'altra dell'Aula - si può sospendere il Consiglio e chiedere al primo firmatario una modifica dell'emendamento.
Questa terza modalità noi la utilizzeremo ogni qual volta riterremo utile avere un approfondimento in corso di seduta.
È evidente che utilizzeremo lo stesso strumento utilizzato per questo emendamento.
Tuttavia, voglio tornare al merito, per cui credo sia un errore non votare a favore dell'emendamento.
Quest'emendamento cosa prevede? Prevede che non ci siano figli e figliastri. In tutta la ex legge 58, in tutti i contributi che la Regione Piemonte eroga, li dà con finalità di ricerca, studio e quant'altro. La Regione Piemonte non prevede, se non in percentuale estremamente minima (se non ricordo male, il dieci per cento), la possibilità di utilizzare i propri contributi per pagare personale e sedi.
Il senso è ben comprensibile da parte di tutti, soprattutto da chi ci ascolta: la nostra finalità è di creare eventi, studi, iniziative e ricerche; non è di pagare dipendenti e muri.
Qui però - perché c'è un "però" - stiamo parlando degli Istituti Storici della Resistenza in Piemonte e dell'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza in Torino.
Non è un aspetto di diverso concetto di valutazione della storia; è solo un diverso concetto che si ha della Pubblica Amministrazione. Uno si pu occupare di qualunque tema, anche il più importante come in questo caso, ma non riteniamo che ci possa essere nessuno che sia sopra la legge. Nessuno.
La norma deve essere uguale per tutti. La norma deve essere anche uguale pensate un po' - per gli Istituti Storici della Resistenza, per cui ci pareva che l'emendamento presentato fosse estremamente corretto.
Facciamo soltanto presente come sia anomalo e non necessario presentare questo'emendamento, perché è sufficiente rifarsi alle leggi regionali per prevedere che la legge debba essere uguale per tutti.
Stavamo parlando di questo ed esclusivamente di questo, però rileviamo che vi sono altri aspetti di cui si può parlare e altri no. Invito il collega Appiano, che è il collega che segue i lavori, visto che è anche laureato in legge (non so se faccia anche l'avvocato), una tesi difensiva un po' più consona, non nella discussione in Commissione, ma negli.



(Commenti del Consigliere Appiano)



VIGNALE Gianluca

Ecco, se si vuole applicare questo sì, non altro, perché negli emendamenti che discuteremo, aggiuntivi rispetto ai 111 articoli, c'è di tutto.
È evidente, quindi, che una legge di riordino, meglio nota come "omnibus" ossia che si occupa di qualunque argomento, si deve occupare di qualunque cosa, in particolar modo se quel "qualunque cosa" tende a parificare qualunque soggetto, ai sensi delle stesse norme.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Su quest'emendamento, Presidente, come Gruppo avremmo bisogno di qualche minuto di sospensione.



PRESIDENTE

Va bene, allora sospendiamo per il tempo necessario.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.17 riprende alle ore 17.22)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Invito i Consiglieri a riprendere posto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Prima della sospensione della seduta stavo suggerendo al Consigliere Appiano - che non sbaglia mai, come dice sempre lui - che forse ha sbagliato almeno nell'interlocuzione.
Il problema non è tanto se la modifica ci sta o meno nella legge omnibus come, giustamente, ci faceva notare il Consigliere Ravello. Ci mancherebbe altro che sia una forza di maggioranza a delineare quello che ci sta o no.
Giustamente, a parte le tematiche relative alla spesa o alla materia elettorale, dove non è possibile apportare modifiche con l'omnibus, che non è proprio una legge organica, abbiamo sempre fatto interventi di questo tipo.
Faccio una considerazione più di carattere politico, soprattutto nelle motivazioni. Lo dico al Consigliere Ravello, ma soprattutto al Consigliere Vignale che ci ha tenuto a dare la sua opinione. Sembra che ci sia un particolare.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Certo, intendevo interpretazione, non intervento.
La questione ci ha fatto chiarire, ancora di più - tra l'altro, nelle motivazioni si capisce bene - che questa materia va ricondotta alla più generale materia dei contributi. Sebbene questa vicenda sia già così soprattutto sulla parte finanziaria, nel senso che anche nella legge si dice "un adeguato", ma se poi non ci sono risorse finanziarie, non viene purtroppo sostenuta. Togliere quel tipo di spese e finalità non aggiunge niente, anzi, al massimo, in qualche modo, rischia di dare meno forza a quelle istituzioni.
Per questo motivo, dal punto di vista di merito, non condivido e quindi anche se l'Assessore ha proposto una riscrittura tecnicamente migliore, non sono d'accordo dal punto di vista semplicemente politico.
Volevo dirlo a verbale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Ho chiesto una sospensione di cinque minuti. giusto per chiarire il passaggio e per comprendere le ragioni dell'Assessore, che sono compatibili con l'intervento che ha fatto il Consigliere Appiano. Aggiungo all'intervento del Consigliere Grimaldi la considerazione che noi riteniamo assolutamente compatibile, anche se questo è un giudizio tecnico l'emendamento presentato dai colleghi con la legge omnibus.
Riteniamo, tuttavia, che le ragioni a supporto dell'emendamento siano ragioni che non ci convincono. Per questo motivo, riteniamo di esprimerci negativamente rispetto a quest'emendamento.



PRESIDENTE

Solo per rispondere correttamente al Consigliere Ravello.
La prima è su una questione tecnica, Consigliere Ravello. Non è la prima volta che il Consiglio regionale viene sospeso per questioni di riscrittura dell'emendamento. È successo tante volte anche con il Movimento 5 Stelle: se non si capisce bene com'è modificato un emendamento, si sospende qualche minuto il Consiglio e lo si modifica.
Durante la sospensione della seduta il Presidente del Consiglio, che è un Consigliere regionale eletto, su un argomento che conosce e del quale sente la responsabilità, ha il diritto e il dovere di esprimere quello che pensa.
Caso vuole che il partito cui appartengo la pensi esattamente come la penso io, quindi l'orientamento rispetto a quest'emendamento si è modificato.
Consigliere Vignale, non so cosa intenda lei per figli e figliastri, ma credo che figliastri non ce ne siano in questo Paese. Conosco i figli e i figli sono quelli che hanno consentito, a tutti noi, di sedere in quest'Aula consiliare in un Paese libero e democratico. Se fosse andata in maniera diversa, probabilmente, quest'opportunità non l'avremmo avuta.
Questa è una ragione in più per non modificare la legge che regola gli Istituti storici della Resistenza a mio avviso.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravello; ne ha facoltà.



RAVELLO Roberto Sergio

Devo chiedere alla Giunta una cosa, ma non la chiedo come cortesia, la chiedo nell'interesse di tutti.
Al di là delle considerazioni che lei ha appena fatto, che, secondo me rappresentano un richiamo assolutamente fuori luogo rispetto all'oggetto della questione, l'aver permesso l'esercizio della democrazia, a mio avviso, non dovrebbe portare con sé la possibilità di superare la legge o comunque, di avere una corsia preferenziale rispetto alla legge, e generare delle disparità.
I "figliastri" sono quelle associazioni che tirano a campare dalla mattina alla sera, che presentano un progetto e che possono ottenere un contributo che, peraltro, non copre neanche tutte le spese di quanto messo a progetto ma che è parziale rispetto alle attività che andranno a svolgere, e che, se va bene, un anno dopo vedranno; ma vedranno dopo un controllo, com'è giusto che sia, estremamente attento da parte degli Uffici sulla rendicontazione che queste associazioni avranno mandato avanti nel frattempo.
I "figli", invece, sono quelli che, a prescindere, hanno dei contributi con i quali possono pagare il personale, pagare gli affitti delle strutture organizzare degli eventi fondamentali per la cultura; soprattutto per la cultura legata alla storia della Resistenza. Ad esempio, ne cito una a caso: "Storia di un mito. Atlantide e i continenti perduti visti dall'archeologia ufficiale". Questa è una delle tante attività fatte e finanziate a monte, non a valle. Ecco, questi sono i figli.
Detto questo, chiedo di sospendere la votazione, tanto l'omnibus è evidente che non lo si chiuderà oggi.
Chiedo di portare alla prossima seduta la votazione su questi emendamenti senza aprire ulteriori dibattiti (prometto che non parlerò più!). Ma chiedo che da qui alla settimana prossima la Giunta ci faccia una relazione e ci metta per iscritto che le modalità con le quali gli Istituti Storici per la Resistenza oggi ricevono i contributi con i quali pagano le proprie spese di funzionamento siano lecite e siano perfettamente coerenti con tutte le normative vigenti.
Credo che sia legittimo chiedere un approfondimento di legittimità da parte della Giunta.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Lasciamo che il collega Ravello termini il suo intervento.



RAVELLO Roberto Sergio

Almeno questo credo che possa non essere negato, sempre che siamo in una democrazia non a corrente alternata, ma senza confini di sorta.



PRESIDENTE

Guardi, non è mai successo che si bloccasse la votazione su un emendamento per dare il tempo alla Giunta di presentare.
Lei, come Consigliere, ha il diritto di esercitare l'accesso agli atti naturalmente, e di fare quello che tutta la democrazia di questo Paese, per fortuna, consente.
Se lei nutre dei dubbi sul modo con il quale gli Istituti storici della Resistenza rendicontano il loro finanziamento, ne chiederà ragione all'Assessore e l'Assessore le darà, nei tempi e nei modi consentiti dal nostro Regolamento, tutto quello che le serve.
L'emendamento lo poniamo in votazione oggi, perché non è connesso ad altre cose.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 15), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 12 quater Emendamento rubricato n. 14) presentato da Ravello, Vignale e Policaro.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Il Consigliere Ravello lo dà per illustrato.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 14), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 13 Indìco la votazione palese sull'articolo 13.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 13 bis Emendamento rubricato n. 138) presentato da Frediani, Bono, Andrissi Bertola, Campo, Mighetti e Valetti.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Ha chiesto la parola il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Possiamo chiedere una sospensione di due minuti dell'attività dall'Aula?



PRESIDENTE

Non c'è problema.



BONO Davide

Grazie.



PRESIDENTE

I lavori sono sospesi per alcuni minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.33, riprende alle ore 17.40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione dell'emendamento n.
138).



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento va a proporre una modifica sull'articolo 1, comma 2 della legge 24/90, che è quella che fa riferimento alla "Tutela e promozione del patrimonio dei valori storici sociali e culturali delle società di mutuo soccorso". In particolare, proponiamo una sostituzione del comma 2, che attualmente recita: "A tal fine, la Regione favorisce la diffusione della conoscenza e l'illustrazione della storia e delle attività dei soggetti di cui al comma 1, disponendo interventi finanziari per il recupero e l'utilizzo sociale degli immobili, degli arredi e dei beni culturali di proprietà o in uso perpetuo dei suddetti sodalizi, nonché la promozione di iniziative di carattere mutualistico".
Noi vorremmo proporre una riscrittura in questo senso per meglio definire le finalità: "A tal fine, la Regione favorisce e promuove la diffusione della conoscenza e l'illustrazione della storia e delle attività dei soggetti di cui al comma 1, il concreto perseguimento della funzione di promozione sociale e di servizio svolto dai soggetti di cui al comma 1 anche attraverso iniziative a sostegno di un welfare di comunità, il recupero e l'utilizzo sociale degli immobili, degli arredi e dei beni culturali di proprietà o in uso perpetuo dei suddetti sodalizi". In ultimo c'è però un errore di ripetizione della lettera, che autoemendo, cioè c'è due volte la lettera c): "Lo sviluppo di società che abbiano lo scopo primario di favorire iniziative di carattere mutualistico".
Quello che proponiamo è di andare a suddividere i vari ambiti d'intervento delle società di mutuo soccorso, per meglio definire la loro attività.
Quindi, dettagliare meglio il ruolo della Regione in attuazione delle finalità che sono previste dalla legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Parigi per il parere della Giunta.



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Il parere della Giunta è negativo. Preferiamo aspettare l'arrivo del Codice del terzo settore che definirà le attività e lo status delle SMS.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 138), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere negativo.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento rubricato n. 124) è irricevibile, in quanto privo di contenuto normativo. L'acronimo SMS non può essere sostituito da SOMS quindi secondo gli Uffici non è accoglibile.
Emendamento rubricato n. 139) presentato da presentato da Frediani Andrissi, Bertola, Bono, Campo, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Con quest'emendamento proponiamo di sostituire al comma 2 dell'articolo 12 del DDL 294 la cifra 80 con 70, in entrambi i casi previsti. Questo, perch i contributi per la ristrutturazione e la manutenzione straordinaria degli immobili di proprietà delle società di mutuo soccorso in cui essi hanno sede e svolgono l'attività sociale, per il rinnovo degli arredi, degli impianti e dei beni strumentali connessi all'attività sociale non possono essere pari all'80 per cento delle spese sostenute, ma devono essere inferiori.
È, quindi, un emendamento che va ad agire sulla cifra destinata al finanziamento delle società di mutuo soccorso per i loro interventi riferiti alle sedi in cui svolgono le attività e anche per tutto quello che riguarda il rinnovo degli arredi, degli impianti e dei beni che sono connessi allo svolgimento di queste attività.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Emendamento rubricato n. 125) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Lo do per illustrato, perché l'emendamento precedente illustrato dalla collega Frediani ha già riassunto le motivazioni per le quali noi chiediamo di ridurre la percentuale dei contributi che possono essere richiesti da parte del SMS. Con quest'emendamento proponiamo il 50 per cento.
Sottolineo che il precedente emendamento, che gli Uffici non hanno ritenuto accoglibile (ne avevamo discusso martedì scorso), è vero che forse non aveva un contenuto normativo, però continuo a sottolineare che in lingua italiana pronuncia tre consonanti senza una vocale in mezzo risulta difficile. So che SOMS sta per società operaia di mutuo soccorso, mentre SMS è società di mutuo soccorso, ma quell'acronimo mi ricorda più short message, text, cioè più l'sms che ci mandavamo qualche anno fa (oggi usiamo altri strumenti), quindi era una questione non legislativa, ma di facilità di pronuncia. Poi, se siamo d'accordo, possiamo intervenire anche senza un emendamento legislativo su questo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bono.
Emendamento rubricato n. 126) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Bono Campo, Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 127) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Bono Campo, Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 139), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 125), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

Gli altri due emendamenti, il n. 122) e il n. 127), vengono ritirati.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 14, nel testo originario.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 140) è privo di contenuto normativo, quindi non possiamo accettare nemmeno questo, è irricevibile.



PRESIDENTE

ARTICOLO 15



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese sull'articolo 15.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

ARTICOLO 15 bis



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 141) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Interveniamo sempre sulla legge n. 24 del 1990 e proponiamo l'aggiunta di un articolo 3 bis, che così definisce i requisiti per l'accesso ai contributi: "Accedono ai contributi di cui all'articolo 2 le società operanti nel territorio regionale in possesso dei seguenti requisiti: a) atto costitutivo risultante da atto notarile e, comunque, conformità dello statuto sociale".
Questo è quello che abbiamo modificato, però non risulta la modifica a penna; su questo c'è stata una modifica in accordo con gli Uffici: che si faceva riferimento comunque a quanto definito già nell'articolo 1. Quindi: "a) atto costitutivo risultante da atto notarile e, comunque, conformità dello statuto sociale e della composizione degli organi sociali ai caratteri e alle finalità di cui alla 3818 del 1886; b) iscrizione al Registro delle imprese nella sezione delle imprese sociali, nonché all'Albo delle società cooperative, ai sensi dell'articolo 23, comma 1, del decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179 (Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese), convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221 nonché del decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 6 marzo 2013 d) numero minimo di soci negli ultimi tre anni antecedenti alla richiesta di finanziamento risultante dal libro soci aggiornato, non inferiore a quindici unità; e) istituzione e tenuta dei libri dell'Assemblea dei soci del Consiglio di amministrazione e dei Sindaci comprovante attività continuativa e partecipata degli organi sociali".
Abbiamo creduto che fosse necessario e opportuno modificare la legge n.
24/1990 definendo meglio nel dettaglio i requisiti di accesso ai contributi che ho per l'appunto appena indicato.



PRESIDENTE

Allora, l'articolo 3 bis ("Requisiti per l'accesso ai contributi") diventerebbe così: "Accedono ai contributi di cui all'articolo 2 le società di cui all'articolo 1 operanti nel territorio regionale, in possesso dei seguenti requisiti.".
Il parere della Giunta?



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Negativo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 141), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
ARTICOLO 16 Emendamento rubricato n. 142) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

L'emendamento è dato per illustrato.



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 143) presentato da Frediani, Andrissi, Bertola Bono, Campo, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente perché il tempo stringe e non ho capito se la seduta viene chiusa alle ore 18.
Con quest'emendamento aggiungiamo un comma nel quale si vanno a specificare i documenti che devono essere presentati per corredare la richiesta di contributo. Questi documenti sono: attestazione relativa all'eventuale partecipazione di altri soggetti; programma annuale di attività; eventuale documentazione integrativa richiesta con specifico provvedimento regionale.



PRESIDENTE

Assessora Parigi, qual è il parere sugli emendamenti n. 142) e n. 143)?



PARIGI Antonella, Assessora alla cultura

Sono da respingere.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 142), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 143), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'articolo 16, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bono; ne ha facoltà.



BONO Davide

Chiederei, se è possibile, una chiusura anticipata della seduta di Consiglio alle ore 18, visto che sugli ultimi articoli siamo andati più veloci e quindi penso che ci siamo già portati un po' più avanti rispetto agli articoli.



PRESIDENTE

Se l'Aula è d'accordo, non ci sono problemi.



(L'Assemblea, tacitamente, acconsente)



PRESIDENTE

Perfetto. Possiamo chiudere qui il Consiglio regionale; buona serata a tutti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.01)



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