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Dettaglio seduta n.357 del 16/10/18 - Legislatura n. X - Sedute dal 25 maggio 2014 al 25 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



(Alle ore 10.00 il Presidente Boeti comunica che per la mancanza del numero legale, la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.29)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Chiederei di discutere, se riusciamo, nel pomeriggio, l'ordine del giorno n. 1475, che ha per oggetto "Decreto legge su immigrazione e sicurezza", da poco licenziato.
Grazie.



PRESIDENTE

È stato depositato? Va bene.
Ci sono altre richieste di intervento? Ha chiesto di intervenire la Consigliera Batzella; ne ha facoltà.



BATZELLA Stefania

Grazie, Presidente.
Chiedo anch'io se è possibile.



PRESIDENTE

Chiedo ai Consiglieri di sedersi al loro posto per permettere di iniziare lavori del Consiglio.



BATZELLA Stefania

Chiedo se è possibile discutere nella giornata odierna l'ordine del giorno n. 1377, inerente a "Richiesta di modifica della Dgr n. 45 del 2007 allegato A "Nuove disposizioni in materia di trasporto a mezzo ambulanza'" già inserito nell'ordine dei lavori. Si tratta di un ordine del giorno urgente perché deve essere siglato un Protocollo, quindi ho necessità, se l'Aula acconsente, di poterlo discutere oggi.
Grazie.



PRESIDENTE

La Consigliera chiede di anticipare la discussione dell'ordine del giorno? Di cosa tratta, Consigliera Batzella?



BATZELLA Stefania

È la richiesta di modifica della DGR 47 del 2007. È l'allegato alle nuove disposizioni in materia di trasporto a mezzo autoambulanza. Ecco perché c'è la priorità. Si sta per firmare l'accordo-quadro.
Grazie.



PRESIDENTE

L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Baricco, Ferrari, Ferrentino, Chiamparino, Monaco Reschigna, Rossi Domenico e Rostagno.
Non è presente l'Assessore Saitta.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali della seduta del 9 ottobre 2018.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che è stato approvato il processo verbale del 2ottobre 2018.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione vittime incidenti sul lavoro. Anno 2017


PRESIDENTE

Care colleghe e cari colleghi, domenica 14 ottobre si è celebrata la sessantottesima Giornata Nazionale delle Vittime degli incidenti sul lavoro, giornata che intende onorare la memoria dei caduti sul lavoro.
Anche quest'anno il Consiglio regionale vuole dedicare uno speciale momento di ricordo ai piemontesi che hanno perso la vita sul posto di lavoro.
Ringrazio, anche a nome dell'Assemblea, la Direttrice regionale dell'INAIL dottoressa Alessandra Lanza, e il Presidente piemontese dell'Associazione Nazionale Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, Silvio Olivero, per la loro partecipazione qui oggi.
Dai dati risulta che, in Piemonte, nel 2017 ci sono stati 51 infortuni mortali, quindi sostanzialmente invariati rispetto all'anno precedente. Il numero di questi incidenti, causati dal mancato rispetto di norme esistenti, resta inaccettabile e contrasta palesemente con i valori fondamentali della dignità e integrità della persona umana, garantita dalla nostra Costituzione. Al di là delle statistiche, che segnalano un numero sempre molto alto degli incidenti e delle malattie professionali, se anche una sola persona perdesse la vita sul posto di lavoro o fosse costretta a gravi menomazioni, sarebbe comunque una tragedia intollerabile. Questi eventi sono causati da circostanze che possono e devono essere evitate e richiamano alla responsabilità di tutte le parti politiche, sociali e imprenditoriali. Il nostro pensiero va innanzitutto alle vittime e al profondo dolore dei loro familiari, cui esprimiamo una sincera vicinanza.
In ricordo delle donne e degli uomini residenti in Piemonte, che sono state vittime di incidenti sul lavoro nel 2017, darò lettura dei nomi con l'indicazione della data e del luogo del tragico evento.
Aiazzonati Roberto, 19 gennaio 2017, Priocca; Macrì Giuseppe, 25 gennaio 2017, Gravere; Bersani Claudia, 27 gennaio 2017, Domodossola; Bongiovanni Aurelio, 31 gennaio 2017, Alba; Savina Alberto, 7 marzo 2017, Incisa Scapaccino; Carnevale Valentin, 9 marzo 2017, Felizzano; Casaburi Giovanni 26 marzo 2017, Celle Ligure; Gigliotti Antonio, 26 marzo 2017, Celle Ligure; Barra Paolo, 31 marzo 2017, Cercenasco; Maritano Roberto, 4 aprile 2017, Giaveno; Canepa Simone, 7 marzo 2017, Grugliasco; Cerutti Stefano, 10 aprile 2017, Crodo; Pergola Riccardo, 10 aprile 2017, Moncalieri; Matera Antonio, 11 aprile 2017, Torino; Libardo Giovanni 2 maggio 2017, Mondolfo (Pesaro-Urbino); Bracco Piero Enrico, 5 maggio 2017, Sessame; Canu Paolo, 8 maggio 2017, Val della Torre; Cagnoni Mauro, 9 maggio 2017, Airasca; Martin Natalino 11 maggio 2017, Caselle Torinese; Furia Bruno, 11 maggio 2017 Cercenasco; Raimondo Roberto, 18 maggio 2017, Cerrione; Grasso Tiziano, 21 maggio 2017, Serralunga D'Alba; Campis Luca, 22 maggio 2017, Orbassano Trentin Alberto, 26 maggio 2017, Calliano; Chietera Antonio, 9 giugno 2017 Torino; Scatola Monica, 13 giugno 2017, Casalgrasso; Mantovani Paolo, 14 giugno 2017, Corneliano d'Alba; Giordano Michael, 15 giugno 2017 Scarnafigi; Ursu Catalin, 29 giugno 2017, Garbagna; Cestelli Carlo, 30 giugno 2017, Rocca Grimalda; Li Yongyong, 6 luglio 2017, Cervasca Badalache Aurel, 6 luglio 2017, Savigliano; Colbertaldo Michele, 19 luglio 2017, Alessandria; Papa Biagio, 25 luglio 2017, Bagnolo Cremasco (Cremona) Pellerei Stefano, 3 agosto 2017, Sesto Calende (Varese); Saglietto Bernardo, 3 agosto 2017, Sommariva Bosco; Anicito Guido Franco, 11 agosto 2017, Montechiaro d'Asti; Costantin Loris, 11 agosto 2017, Montechiaro d'Asti; Nuzzo Vitale, 2 settembre 2017, Roccavione; Nada Luigi, 4 settembre 2017, Rodello; Eikej Lahoussine, 26 settembre 2017, Palazzolo Vercellese Barbieri Renzo, 30 settembre 2017, Bubbio; Morano Angelo, 16 ottobre 2017 Grugliasco; Nergjoni Mefail, 30 ottobre 2017, Pontecurone; Diaw Alla Coumba, 5 novembre 2017, Fossano; Stan Manus Marian, 5 novembre 2017 Fossano; Culev Andrei Costantin, 5 novembre 2017, Fossano; Spinola Armando 7 novembre 2017, Alessandria; Macak Naim, 4 dicembre 2017, Bianzè; Torti Giovanni, 10 dicembre 2017, Casteggio (Pavia); D'Adamo Cristopher, 29 dicembre 2017, Villafranca.
Chiedo al Consiglio di osservare un minuto di raccoglimento.



(L'Assemblea, in piedi, osserva un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.39, riprende alle ore 10.42)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

c) Designazione Vicepresidente vicario


PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta regionale, con decreto n. 85 del 12 ottobre 2018, preso atto della temporanea assenza del Presidente e del Vicepresidente nella giornata odierna, ha decretato di attribuire temporaneamente le funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Alberto Valmaggia.


Argomento:

d) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Rapporti con altre Regioni

Proseguimento esame disegno di legge n. 294, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2018"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 294, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2018", di cui al punto 4) all'o.d.g.
prosegue con la discussione dell'articolato e degli emendamenti ad esso riferiti.
Il relatore di maggioranza è il Consigliere Valle; i relatori di minoranza sono i Consiglieri Mighetti e Vignale. Il disegno di legge è stato licenziato a maggioranza il 17 settembre 2018.
Nella seduta pomeridiana del 9 ottobre è proseguito l'esame dell'articolato e degli emendamenti ad esso proposti ed è iniziato l'esame dell'emendamento rubricato n. 104) relativo all'articolo 11.
Dopo l'illustrazione del Consigliere Bono, era iscritto ad intervenire il Consigliere Mighetti, che però non è presente.
L'emendamento recita: "Si mantiene l'obbligo di destinazione del 50% anche per i Comuni alla realizzazione di opere di recupero, riqualificazione ambientale e vigilanza".
ARTICOLO 11 Emendamento rubricato n. 104) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

L'emendamento n. 104) è abrogativo dell'articolo 11. Questo perché siamo di nuovo in uno di quei casi interessanti, nel senso che è chiaro che si pu anche a pensare di fare una manutenzione a una legge già approvata in questa legislatura (parliamo della legge n. 23/2016), però di nuovo lo facciamo in maniera disordinata e con un evidente impatto sulla versione precedente.
Che cosa dice l'articolo 11 adesso? L'articolo 11 dice che gli introiti di cui al comma 6, quindi in relazione alle disposizioni in materia di cave ed attività estrattive, sono finalizzati alla realizzazione di opere di recupero e riqualificazione. Il 50 per cento va alle attività necessarie per la Regione e la Città Metropolitana di Torino e solo più il 25 per cento è per i Comuni.
Ciò che chiediamo con l'emendamento è di mantenere la destinazione del 50 per cento anche per i Comuni, perché sono quelli più direttamente impattati dall'apertura di attività estrattive o dall'esistenza di attività estrattive sul territorio. È evidente che può essere interessante coinvolgere anche altri Enti locali o gli Enti di gestione dei parchi, per riteniamo che spetti comunque alle realtà programmatorie - che può essere la Regione e, nel caso specifico, la Città Metropolitana - e per l'altra parte direttamente ai Comuni, sentendo magari il parere, ma non solo destinando...



PRESIDENTE

Non ha più minuti disponibili, Consigliere Campo. Ricordo che l'intervento di illustrazione l'ha fatto il suo collega di Gruppo Bono.
I prossimi Consiglieri che interverranno avranno due minuti a disposizione.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Il problema del recupero ambientale delle aree di escavazione è un problema molto presente in Piemonte, perché abbiamo centinaia di cave che sono abbandonate a sé stesse e, purtroppo, alcune di esse sono diventate discariche per rifiuti inerti - parlo per il mio territorio in modo particolare, ma è una cosa diffusissima - che poi tali non erano, perch troviamo metalli pesanti e idrocarburi pesanti che vanno a inquinare la falda con tutta una serie di problemi.
Il recupero ambientale che si pensava di fare, in parte facendo diventare la sede di attività estrattiva una discarica per inerti e, in parte procedendo a un recupero ambientale, crea un ulteriore problema. È emblematica la vicenda di Oleggio, dove una cava di media dimensione è diventata una classica discarica per rifiuti inerti, ma in questi materiali di scavo che vengono presentati come inerti, in realtà si cela il problema perché questi materiali di scavo vengono lavati magari da dei passaggi intermedi ed escono con dei codici di riconoscimento che tali non sono anche perché sappiamo che questi codici vengono definiti per autodichiarazione.
Inoltre, i Comuni devono gestire problematiche pesanti: devono far fare le analisi all'ARPA, una volta avete fatte le analisi vi è un continuo dilavamento di questi materiali, perché la falda sale e scende durante l'anno e quindi lava questi materiali e, dopo un certo numero di anni questi materiali si ritrovano solo in parte e magari l'area era destinata ad una fruizione pubblica.
Togliere risorse ai Comuni crediamo sia un errore, perché le cave che vengono ripristinate dal punto di vista ambientale sono veramente pochissime.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Quest'emendamento espone la sensibilità del nostro Gruppo sulle opere di recupero e riqualificazione ambientale e vigilanza rispetto agli Enti locali in utilizzo di cave che impattano sull'ambiente e sull'ecosistema di un certo territorio. Di conseguenza, a volte, vi sono casi in cui, sebbene cerchiamo di ridurre al massimo gli effetti negativi del tipo di economia attuale, non circolare, che richiede un fine vita di alcuni tipi di materiale e di prodotti - spesso si tratta di prodotti inerti e non dannosi all'uomo - si tratta comunque di alterare, in qualche modo, l'ecosistema precedente.
Anche nel caso delle cave, che sono già state alterate una volta riempiendole di altri prodotti, si fa comunque un'altra operazione di modifica, non naturale, ma artificiale a opera dell'uomo.
Pertanto, crediamo che le popolazioni locali debbano comunque rivedere sotto forma di riconoscimento, dei fondi d'indennizzo, ma comunque anche di opere che possano in qualche modo compensare il danno ambientale subito.
Questo è il massimo che si può fare in caso di identificazione di siti, che non hanno alternative più sostenibili. Comunque stiamo sempre non solo negli ambiti della legge, ma lasciamo alle mani della politica la facoltà di decidere se queste operazioni si debbano eseguire oppure no, perché a volte la legge non è sufficiente, ma occorrono tutele maggiori: le persone devono poter decidere del proprio territorio in una certa misura, se non vogliono vederlo modificato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questo pacchetto di emendamenti riguarda le attività estrattive, sulle quali ci eravamo espressi recentemente (lo scorso anno) con una nuova legge, che era frutto di un Tavolo in Commissione, quindi anche di discussioni piuttosto lunghe (non fatico nel dire molto costruttive) tant'è che la soluzione uscita dalla Commissione ha avuto assai poche modifiche in Aula.
L'omnibus, invece, interviene su alcune questioni che riguardano le attività estrattive. In questo caso, noi proponiamo di abrogare l'articolo 11 del provvedimento, che va a toccare il comma 7 dell'articolo 26 della legge n. 23, del 17 novembre 2016, la nostra nuova legge sulle attività estrattive.
Il nostro emendamento è volto al mantenimento del 50 per cento in capo ai Comuni per la realizzazione di opere di recupero e riqualificazione ambientale e vigilanza, mentre l'articolo 11 la limita nella misura del 25 per cento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Il cronometro è fermo, ma io inizio comunque a parlare. Non mi lascerà i 15 secondi risparmiati dal collega Bertola! Grazie!



PRESIDENTE

Non è previsto dal Regolamento il recupero dei secondi.
Proceda pure.



FREDIANI Francesca

Dicevo che era rimasto fermo.



PRESIDENTE

Proceda pure.



FREDIANI Francesca

Grazie.
Con quest'emendamento proponiamo l'abrogazione dell'articolo 11, che, nel testo dell'omnibus, va ad agire sulla legge 23 del 2016, che prevede la modifica del comma 7 dell'articolo 26. Questo definisce il modo in cui sono ripartiti gli oneri per i diritti di escavazione.
Attraverso l'abrogazione di quest'articolo, noi chiediamo che vengano mantenuti tra i destinatari degli oneri anche i Comuni. Comuni che, come ricordava il collega Andrissi, sono primariamente coinvolti quando si va ad aprire un sito estrattivo, quindi riteniamo che debbano essere assolutamente destinatari anche di questi oneri che dovrebbero essere utilizzati per il ripristino ambientale.
Numerosi siti sul nostro territorio sono stati attivi e poi sono diventati lo ricordava sempre il collega Andrissi - delle discariche, molto spesso utilizzate per rifiuti inerti e purtroppo a volte anche per occultare dei materiali di difficile smaltimento, perché magari molto inquinanti. Ne abbiamo avuto un esempio anche nel Comune di Sant'Ambrogio, dove sono stati rinvenuti dei fusti contenenti rifiuti derivanti da lavorazioni di fonderia. Il Comune, in quel caso, è stato direttamente interessato, più che altro anche per i risvolti penali, però riteniamo che, proprio perché i Comuni sono gli Enti locali in prima linea su questo fronte, debbano essere destinatari di questi oneri.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto comprensivo "Pavone" di Banchette (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe II D dell'Istituto comprensivo "Pavone", sede di Pavone Canavese), in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Rapporti con altre Regioni

Proseguimento esame disegno di legge n. 294, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2018" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 294.
Emendamento rubricato n. 107) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Bono Campo, Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
In seguito alla presentazione di alcuni emendamenti anche da parte della maggioranza, abbiamo inteso riaprire la discussione sugli oneri per i diritti di escavazione, che sono stati sanciti nuovamente in legge (di questo siamo contenti), all'articolo 26 della legge n. 23/2016. Ho detto "siamo contenti", perché originariamente le tariffe o, meglio, gli oneri per i diritti di escavazione, insieme agli oneri dei canoni di imbottigliamento delle acque minerali, erano in una legge finanziaria - se non ricordo male - del 2006. Vennero poi espunti da quella norma e demandati a dei Regolamenti di Giunta. Averli scritti nuovamente in legge è un'azione politica corretta, nel senso che devono essere oggetto di possibili aggiornamenti da parte del Consiglio regionale e dei Consiglieri regionali.
Pertanto, quando leggiamo l'articolo 26 ("Gli oneri per il diritto di escavazione"), vediamo che questi sono diversificati a seconda delle tipologie dei materiali estratti. Leggo la lettera a), in particolar modo: "Sabbie e ghiaie per calcestruzzi, conglomerati bituminosi, tout-venant per riempimenti e sottofondi, materiali per pietrischi e sabbie da sottoporre a frantumazione". Il totale chiesto per gli oneri di estrazione di sabbia e ghiaia nella nostra regione è 0,51 al metro cubo. È tanto? È poco? Un metro cubo di terra estratta costa 0,51 euro: capiamo che stiamo parlando di cifre molto basse.
Sono dati che si possono trovare anche nel documento di Legambiente del 2017, che fa un raffronto interessante tra gli oneri delle diverse regioni.
Il Piemonte è tra le Regioni che hanno un importo più basso; non l'ultima ma sicuramente nella fascia bassa della lista, e si parla di circa un miliardo di euro di ricavi per le aziende di estrazione e movimentazione delle cave rispetto a un pagamento di solo 35 milioni di canoni.
È, tutto sommato, un'industria molto redditizia, che sfrutta un bene comune, cioè la terra, quindi dovremmo iniziare a riflettere di più su queste modalità. Tra l'altro, si tratta di canoni che andrebbero direttamente introitati in parte dalle Regioni, in parte dai Comuni, in particolare dalle Aree protette, se insistono sulle Aree protette.
Potrebbero essere utilizzati per il territorio stesso, perché sappiamo che molto spesso queste cave lasciano delle ferite, dei buchi aperti nel nostro territorio, nel nostro paesaggio, che dovremmo tutelare.
Molte aree del Piemonte sono tutelate, sono addirittura patrimonio dell'UNESCO, e costruiamo di solito dei laghetti - e vado a chiudere - di cava, perché poi non sappiamo cos'altro farci. Ma, ad esempio, le cave di pietre ornamentali - ne parlerò dopo - lasciano delle vere e proprie ferite nelle montagne.



PRESIDENTE

Altri Consiglieri chiedono di intervenire? Prego, collega Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento, noi vogliamo incentivare e sviluppare una filiera del riciclo. Nel Piano rifiuti speciali siamo riusciti a inserire la demolizione selettiva, che crediamo sia un passo importante verso l'utilizzo di materia seconda e quindi verso la riduzione dell'attività estrattiva che, come diceva il Consigliere Bono, è un'attività che crea delle ferite sul territorio. Tuttavia riteniamo importante andare ad agire anche sugli oneri di escavazione.
Come diceva il collega Bono, gli oneri di escavazione in Piemonte, per quanto riguarda sabbie e ghiaia in modo particolare, sono tra i più bassi a livello nazionale, e questo è sicuramente un non incentivo a utilizzare materie seconde.
Tutte le Nazioni (penso all'Inghilterra, alla Danimarca) hanno sviluppato una filiera del riciclo in modo più attento di quanto abbia fatto l'Italia fino a oggi, utilizzando anche la leva fiscale, ovviamente prevedendo come abbiamo fatto noi nel Piano rifiuti speciali -, l'inserimento di una normativa riguardante la demolizione selettiva, ma ciò non toglie che è importante individuare anche delle leve fiscali finanziarie che in qualche modo consentano ai produttori di ghiaia e sabbia, che spesso sono anche riciclatori, di sviluppare questa filiera. Infatti, è fondamentale poter andare a recuperare i materiali che si possono demolire selettivamente e consentire quindi non di creare ferite, ma di recuperare materiale a beneficio di tutti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Come dicevo prima, la principale legge cardine sulla regolamentazione delle attività estrattive della nostra Regione è stata modificata solo due anni fa, dopo lunga discussione. Anche in quella sede, un po' come facciamo sempre (questo va detto), abbiamo proposto un aumento dei canoni per permettere innanzitutto alla Regione di avere introiti maggiori derivanti comunque dallo sfruttamento di una risorsa, risorsa ovviamente non infinita; in secondo luogo perché, come diceva il collega Andrissi l'aumentare i canoni di escavazione potrebbe e dovrebbe incentivare anche il recupero di materiale che ha dei costi sicuramente inferiori.
Con il nostro emendamento, che porta da 0,51 a 0,60 i diritti di escavazione, intendiamo raggiungere questo doppio obiettivo: aumentare le entrate per la Regione Piemonte senza pesare e gravare sulle tasche dei cittadini, ovviamente; allo stesso tempo, incentivare attività alternative a quella estrattiva per ottenere del materiale da costruzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Qui interveniamo sull'articolo 26 della legge n. 23, che è l'articolo corposo e dettagliato in cui si parla degli oneri per i diritti di escavazione. Al comma 3 si elencano, a seconda dei materiali che vengono estratti, gli oneri che vengono richiesti al metro cubo; la lettera a) è quella che parla di sabbia e ghiaia per calcestruzzi, conglomerati bituminosi, tout-venant per riempimenti e sottofondi, materiali per pietrischi e sabbie da sottoporre a frantumazione.
È evidente che, oltre al discorso inerente alla possibilità di incentivare di più il riuso, visto che tra macerie e altre cose non ci manca il materiale di risulta di altre attività umane, s'intende anche penalizzare quello che è comunque un impatto significativo sull'ambiente determinato dalla rumorosità e dall'inquinamento. In effetti, tutte queste attività richiedono il consumo di ingenti quantità di energia e ciò significa inquinamento con conseguente impatto sul paesaggio, perché qui parliamo di metri cubi.
Provate a immaginare dei cubi di un metro di roccia o altri materiali che vengono estratti da cave spesso a cielo aperto, anzi di solito a cielo aperto, perché purtroppo l'estrazione in miniera, in sotterranea non è più utilizzata. L'estrazione in sotterranea non è più utilizzata perch economicamente forse meno conveniente, anche se ci sono studi che mirano a individuare in questo tipo di estrazione un'attività meno impattante dal punto di vista del paesaggio e dell'inquinamento ambientale.
Per questo motivo, chiediamo un significativo aumento di questo tipo di costi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Un aumento di fondi dovuti agli oneri di utilizzo delle cave serve, secondo la nostra visione, a incrementare le azioni volte a smorzare questa economia "usa e getta" per arrivare a un'economia circolare. In parte ci siamo già scontrati con queste difficoltà, perché abbiamo visto che anche gli obiettivi posti dal Piano rifiuti e dalla legge regionale sui rifiuti urbani - ma anche quelli della legge sui rifiuti speciali e del Piano rifiuti speciali - hanno dei limiti dovuti alle risorse che si cercano di immettere per avviare un'economia circolare più concreta seguendo i dettami dell'Unione Europea.
Noi chiediamo - così come viene fatto in altri settori, ad esempio nell'energia, dove sono stati prelevati fondi dal consumo dei carburanti tradizionali per innescare una crescita delle energie rinnovabili - che i fondi da utilizzo delle cave e in generale di tutte quelle attività che impattano sul territorio vadano a incentivare l'avvio dell'economia circolare. Uno degli esempi è anche sulla mia proposta di legge che chiede una maggiore tutela verso la dispersione dei rifiuti nell'ambiente; poi, a conti fatti, andiamo sempre a battere contro un'impossibilità tecnica o un'impossibilità economica.
Ebbene noi, variando la percentuale di oneri dovuti dall'uso delle cave come discarica, cerchiamo magari di investire questi soldi su un avvio concreto di economia circolare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Quest'emendamento va ad agire sull'articolo 26, comma 3, della legge 23 del 2016, nel punto in cui si va a definire gli oneri per i diritti di escavazione; oneri che, in base al comma 3, sono determinati in base al tipo di materiale estratto.
Il nostro emendamento va ad aumentare gli oneri relativi a sabbie e ghiaia per calcestruzzi, conglomerati bituminosi, tout-venant per riempimenti e sottofondi, materiali per pietrischi e sabbia da sottoporre a frantumazione.
L'importo che noi proponiamo vede un aumento da 51 centesimi a 60 centesimi.
Come già illustrato dai colleghi, il nostro scopo - che spero sia condiviso è di ridurre l'attività estrattiva sul nostro territorio; un'attività che lascia ferite molto pesanti e ben visibili sul nostro territorio.
Per questo motivo, crediamo sia necessario incentivare il riuso dei materiali, riuso assolutamente possibile, ma che purtroppo non viene utilizzato in quanto gli oneri sono troppo bassi, soprattutto nella nostra Regione.
Il collega Andrissi poco fa citava altre Regioni e Paesi stranieri dove gli oneri sono più alti, per cui, chi è titolare del diritto di escavazione, ha meno interesse a praticare l'attività, andando a incentivare quell'attività di riuso che noi auspichiamo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Emendamento rubricato n. 106) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente, così ho modo di continuare il discorso che ho iniziato nell'emendamento precedente.
I rapporti prodotti da Legambiente, ma anche da altre associazioni, hanno dei valori con un ordine di grandezza sul miliardo. Si tratta, però, di valori discordanti, perché abbiamo anche difficoltà ad avere un monitoraggio costante e aggiornato da parte di tutte le Regioni. Alcune Regioni, ad esempio, non hanno ancora fornito il monitoraggio sul numero di cave attive e cave abbandonate.
Nell'ultimo monitoraggio del 2017, che riguarda il 2016, si parla addirittura di tre miliardi di euro di fatturato. Prima citavamo un miliardo di fatturato, ma sembra che con i dati aggiornati si arrivi addirittura a tre miliardi di fatturato.
Ripeto il concetto: fatturato su un'attività produttiva che sostanzialmente si basa sullo sfruttamento del territorio; quindi un'attività produttiva che non aggiunge nulla come valore intellettuale e di trasformazione semplicemente perché è un andare - su sabbia, ghiaia e pietrischi - a cavare e portare via il materiale per produrre materiali bituminosi cementi, asfalti e quant'altro.
È un'attività che, dal nostro punto di vista, dovrebbe produrre introiti maggiori per Comuni, Regioni e aree protette.
Questo è un tema fondamentale, ad esempio si dice "canoni in concessione dappertutto irrisori", ma addirittura in Valle d'Aosta, in Basilicata e in Sardegna, se sarà gratis, cioè proprio fantasmagorico, c'è sempre più boom di export, nel senso che l'Italia è un Paese in cui, direbbe qualcuno, non si costruisce più. Si è costruito tanto e forse a volte anche male tra gli anni Cinquanta e Sessanta, quindi adesso dovremmo fare dei grandi lavori di manutenzione delle nostre principali arterie autostradali, stradali, viarie e ferroviarie, ma è ovvio che già solo il comparto casa si configura come un comparto in cui si parla più di ristrutturazioni che non di costruzione ex novo, anche perché noi siamo un popolo che non cresce più come natalità anzi decresce, quindi il costruito, aggiornato per le norme antisismiche e anti consumo energetico, può essere sufficiente.
Il tema è che noi chiediamo che questi canoni vengano aumentati. Chiedo ai colleghi di maggioranza di prestare attenzione a questi emendamenti e di trovare un dato che possa segnalare un incremento del canone di escavazione (questo porta a 0,55, se non ricordo male). Dobbiamo trovare una quadra per dare un segnale che si sta aumentando gli oneri di detrito ed escavazione perché è un bene comune che viene sfruttato senza aggiungere nessun valore particolare rispetto all'estrazione.
Per questo motivo, è necessario avere un fatturato maggiore per la Regione e i Comuni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
I numeri citati dal Consigliere Bono sono impietosi per il sistema dell'estrazione nazionale, sebbene vi sia stata una crisi dettata da fattori esterni, finanziari in primis. Tutto ciò, però, non toglie che noi dobbiamo darci l'obiettivo positivo di far nascere una filiera del riciclo dei materiali inerti, che consenta di produrre sempre più materiale di alta qualità.
Le associazioni dei costruttori, audite in V Commissione, hanno segnalato proprio l'esigenza di una maggiore certificazione, da parte loro, e di un maggiore riconoscimento di questi materiali, che possono essere utilizzati nell'edilizia.
L'esempio più virtuoso in Italia è quella della Provincia autonoma del Trentino Alto Adige, che ha fatto un piano stralcio proprio sugli inerti un piano molto dettagliato che va a fare una mappatura precisa di tutti gli impianti di riciclo dei materiali e una classificazione di questi impianti in base al tipo di materiale che sono in grado di recuperare.
È chiaro che più si investe in questo settore più si producono materiali di alta qualità, materiali che consentano un apprezzamento e una crescita di tutta la filiera.
Dall'altro lato, però, noi dobbiamo incentivare questa filiera, che consentirebbe alla Regione Piemonte di non avere più la necessità di nuove cave, ma di avere un ritorno occupazionale maggiore, perché ovviamente tutte le operazioni di riciclo richiedono maggiore occupazione e, quindi si otterrebbero molteplici benefici.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento proponiamo una codifica diversa dalla precedente, più contenuta.
È utile ricordare che, a proposito delle varie opzioni che vengono citate al comma 3 dell'articolo 26 della legge n. 23 del 2016 - quella relativa alle sabbie e ghiaie per calcestruzzi - è quella di importo minore. Viene anche un po' da chiedersi perché questo sia meno impattante e quindi debba essere meno toccato dalla leva fiscale, che serve anche a promuovere una diversa tipologia di utilizzo dei materiali, soprattutto in ordine al riutilizzo, e perché debba essere quello più scontato.
Con quest'emendamento avanziamo una proposta sull'aumento a 0,55 centesimi del costo al metro cubo in termini di diritto di escavazione per quello che riguarda ghiaia e calcestruzzo.
Piccola nota tecnica: si usa il termine "tout-venant", ma si poteva usare un termine italiano, che è lo stabilizzato di cava; esistono addirittura più versioni italiane per dire la stessa cosa. Visto che la legge è italiana, poteva meritare dire una cosa del genere.
Altra piccola nota a margine, visto che c'è ancora un po' di tempo a disposizione: a oggi, sostanzialmente, si può comodamente usare il materiale - viene espressamente citato nella legge nazionale - derivante dal recupero di inerti da demolizioni o da altre attività, questo viene considerato un misto di seconda scelta. È evidente che se si spostasse un po' più l'incentivazione verso il recupero e il riuso, probabilmente si riuscirebbe a ottenere materiali concorrenziali e considerabili di miglior scelta, rispetto a quelli naturali che hanno un peggiore impatto ambientale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Andiamo sempre a intervenire sugli onori di escavazione e proponiamo una variazione alla cifra. Sempre cercando di alzare l'importo, che è definito nell'articolo 26, comma 3, lettera a) nella cifra di 51 centesimi proponiamo questa volta un'ulteriore variazione rispetto a quella proposta nell'emendamento precedente, per un importo di 55 centesimi. È l'importo che si riferisce agli oneri per i diritti di escavazione concernenti i materiali della lettera a), comma 3, articolo 26, quindi sabbie e ghiaie per calcestruzzi, conglomerati bituminosi, tout-venant per riempimenti e sottofondi, materiali per pietrischi e sabbie da sottoporre a frantumazione.
Materiali, ovviamente, utilizzati nell'edilizia e che noi vogliamo cercare di rendere meno appetibili ai fini dell'escavazione, proprio per cercare di limitare questa attività molto impattante sul nostro territorio, sempre nell'ottica di un riuso di materiali. Un riuso che si accompagni anche a una logica di riuso delle strutture e delle abitazioni già esistenti quindi cercando di limitare il consumo di suolo e andando a privilegiare il recupero in edilizia.
Sicuramente è un'attività che potrebbe consentire un rilancio dell'edilizia sul nostro territorio, senza impattare ulteriormente e consumando maggiore suolo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questa è una diversa modulazione della proposta che abbiamo avanzato con l'emendamento precedente, di aumentare il canone di escavazione da 0,51 centesimi a 0,60. In questo caso, proponiamo un aumento da 0,51 a 0,55. Un aumento più contenuto. Ciò che resta fermo è quello che abbiamo segnalato prima relativamente alle nostre intenzioni. Intenzioni che animano la presentazione di emendamenti di questo tipo che sono volti, da una parte, a far sì che lo sfruttamento di una risorsa importante veda un riconoscimento adeguato per la nostra regione.
Dall'altra parte, vogliamo stimolare e favorire anche lo sviluppo, la creazione di un'economia circolare, in questo caso riguardante il riutilizzo di materiale. È chiaro che l'aumento delle tariffe diventa un disincentivo per quel tipo di attività, mentre diventa automaticamente un incentivo a riutilizzare materiale. Ed è un po' la filosofia che non solo abbiamo seguito noi, ma che la legislazione regionale sta seguendo, anche su aspetti diversi rispetto all'attività estrattiva. Basti vedere quello che abbiamo previsto nella legge regionale che ha modificato la governance della gestione dei rifiuti urbani nella nostra regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Riprendendo i concetti espressi dal collega Bertola, ci sono due aspetti che possiamo farne incrementando questa cifra da 0,51 a 0,55 centesimi comunque un valore più basso di quello proposte in precedenza - per trovare un compromesso. Tuttavia, resta la possibilità di disincentivare il conferimento in cava e incentivare altri tipi di pratiche.
Anche se, purtroppo, come Regione, non abbiamo grandi strumenti di leva fiscale sulla produzione, mettiamo una leva fiscale sullo smaltimento. In questo modo cerchiamo, comunque, di aggiungere o avvicinarci allo stesso obiettivo, che è quello di favorire diversi trattamenti dei materiali di fine consumo e di fine uso industriale o personale, quindi di rifiuto urbano.
Chiaramente, malgrado vi siano molte tipologie e molte categorie di materiale classificati come inerti, sappiamo che gli effetti non sono mai zero. Vi è sempre, comunque, un effetto negativo, vi sono sempre possibilità d'ingresso di materiale in falda, vi sono possibilità di fuoriuscita di materiale per via aerea, per cui crediamo che disincentivare tramite lo strumento dell'aliquota sia una delle poche cose, ma anche la più efficace, che la Regione può fare bene.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valetti.
Emendamento rubricato n. 105) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Come dicevamo, abbiamo presentato una serie di emendamenti per cercare di sollevare un quesito che, già nella scorsa legislatura e già nei primi anni di questa legislatura, abbiamo sollevato con forza. Abbiamo cercato di portare all'attenzione di questa Giunta la necessità di incrementare i canoni e gli oneri dei diritti di escavazione, per raggiungere alcuni obiettivi.
Il primo, come dicevano i colleghi, è favorire una filiera alternativa complementare, ecologica e sostenibile: quella del riutilizzo dei materiali di scarto, soprattutto della filiera della plastica, che non hanno un mercato perché non rientrano tra le plastiche riutilizzabili, quindi non pagano l'incentivo, la tassa del Consorzio di recupero delle plastiche (COREPLA), oppure perché il mercato è già saturo (nel senso che se continuiamo a produrre scarti plastici, non si trova poi un mercato.) Uno sbocco sul mercato sarebbe, appunto, quello di utilizzarli come alternativa alla sabbia e ad altri derivati di origine naturale. Si è dimostrato, infatti, che hanno anche delle proprietà chimico-fisiche notevoli (ovviamente in alcuni casi superiori, in altri casi uguali a quelle dei materiali di cava) e avrebbero un costo notevolmente minore, tra l'altro avendo un vantaggio ambientale non indifferente (perché molte di queste plastiche vengono dismesse in discarica o in incenerimento, con delle ricadute ambientali di cui si parlava prima).
Dunque, l'idea di incrementare un po' la tassazione sugli oneri di escavazione da una parte porterebbe a questo, oltre al riciclo dei materiali inerti da demolizione delle case (che sono materiali facilmente utilizzabili), e oltre a cercare di aumentare gli introiti per le casse regionali.
Il documento che citavo prima di Legambiente del 2017 parla di un incremento da 30 milioni a oltre 500 milioni. Parliamo, quindi, di una moltiplicazione di circa venti volte degli incassi per il livello nazionale! A livello regionale, invece, dovremmo fare una valutazione perché sarebbe ovviamente un incremento minore, ma sarebbe comunque un intervento importante perché darebbe un preciso segnale, e cioè che la Regione sta andando verso una logica di dismissione.
Non parlo tanto degli oneri per le cave di pietre ornamentali (che aumenteremo nei successivi emendamenti), che hanno una finalità ovviamente diversa, e che sono difficilmente replicabili con la produzione dell'uomo (anche se oggi si può fare tutto). Stiamo parlando, invece, di materiale di basso valore, che è facilmente sostituibile con prodotti non naturali, cioè prodotti derivati dalla plastica.
Penso, quindi, che il messaggio debba essere colto, e che la Regione debba andare in questa direzione.
Chiediamo che vengano recepite queste richieste.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Vorrei partire da un dato veramente importante che, a mio avviso, andrebbe analizzato: mi riferisco al consumo pro capite di cemento.
Prima della crisi dei mutui subprime, il sud dell'Europa viveva in una sorta di "bolla edilizia". La Spagna e l'Italia detenevano un record (l'Italia in modo particolare): 565 chilogrammi di cemento pro capite, un record europeo! Record che stava a testimoniare un'economia gonfiata da mutui concessi molto facilmente anche in Italia.
Dopo la crisi dei mutui subprime anche l'Italia subisce un crollo e non deteniamo più il record di produzione di cemento pro capite; oggi siamo sotto i livelli della Germania, che era inferiore del 50 per cento rispetto ai valori che avevamo prima di questa crisi.
A mio avviso, una crisi di questo tipo andrebbe utilizzata per ripartire in modo completamente diverso rispetto a quello che si è fatto fino a oggi: si dovrebbe pensare, cioè, non al consumo del territorio né all'utilizzo di materie prime estrattive, ma al riutilizzo e al riuso del patrimonio edilizio esistente (in parte, in Regione l'abbiamo anche approvato), a partire dai centri storici, che non facevano parte di quel testo legislativo; bisognerebbe quindi trovare una via per migliorare il recupero edilizio dei centri storici.
È un dato importante che, da una parte, sta a testimoniare una crisi, ma dall'altra, anche la necessità di far nascere un modo di fare attività, di fare occupazione e di tutelare l'ambiente in maniera completamente diversa.
In Piemonte siamo al due per cento degli oneri di escavazione sui ricavi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

È piuttosto chiaro - lo hanno evidenziato anche i colleghi che mi hanno preceduto - lo squilibrio che c'è anche nella nostra Regione tra l'introito derivante dalle attività estrattive rispetto alle entrate per la Regione entrate che, lo ripeto, sono relative allo sfruttamento di una risorsa non infinita, e non al produrre un qualcosa.
Quest'emendamento aumenta leggermente l'onere per il diritto di escavazione: ovviamente, siamo partiti da una richiesta più alta, ma riterremmo già positivo l'aumento di due centesimi (da 0,51 a 0,53).
La questione di fondo è relativa sia al Piemonte, sia alla situazione nazionale, com'è già stato evidenziato prima dei colleghi quando hanno citato il rapporto di Legambiente.
A livello nazionale registriamo un miliardo di euro di ricavi e 35 milioni di canoni: è un qualcosa che suona veramente strano! Perché parliamo certamente di attività produttive che danno lavoro e che creano economia ma, allo stesso tempo, parliamo di attività che, attraverso lo sfruttamento di una risorsa, infliggono grosse ferite al territorio, creando un impatto ambientale piuttosto forte.
D'altra parte, è anche ora di invertire il senso di marcia e favorire tutto ciò che potrebbe incentivare il riutilizzo di materiale.
Come dicevo prima, noi riteniamo che intervenire sulla leva delle tariffe possa essere il modo giusto per cominciare ad invertire questa rotta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Continuiamo il ragionamento. Con quest'emendamento proponiamo una modifica più contenuta, che prevede di aumentare di soli due centesimi (portandolo cioè, a 0,53) l'onere per il diritto di escavazione, rimanendo, comunque l'importo più basso tra quelli previsti dal comma 3 dell'articolo 26 della legge 23/2016.
Continua a valere, però, anche il ragionamento che ne consegue, e cioè la necessità di reperire nuove risorse (o ulteriori risorse, per meglio dire) per cercare, da un lato, di disincentivare, e notate che il fatto di aumentare i diritti da un lato e di dedicarli ad incentivare attività più compatibili con l'ambiente ha un effetto rinforzato, perché si indebolisce la parte più negativa e si rafforza quella più positiva.
Ora, anche questo piccolo aumento comporterebbe comunque un significativo recupero di risorse da destinare a tutta quella parte relativa al recupero ambientale, all'incentivazione di metodi diversi e, soprattutto, di riutilizzo di materiale che, ricordo, abbiamo ampiamente utilizzato perché, in realtà, il nostro ambiente e il nostro paesaggio è stato ampiamente scavato. Se si va in un quasi qualsiasi Comune della nostra regione, si vedranno tracce di attività estrattive realizzate in passato mentre in altri Comuni vi sono attività estrattive significative ancora in corso.
È evidente che questo ha un impatto sul tipo di attività produttive, per uno degli obiettivi della politica dovrebbe essere quello di reindirizzare e incentivare la riconversione, perché nulla vieta a chi fa attività estrattiva di dedicarsi al recupero di materiale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Questo è un altro emendamento che va a proporre una rimodulazione della cifra collegata agli oneri di escavazione. Proponiamo una rimodulazione anche con quest'emendamento, semplicemente perché ci interessa far passare il messaggio che stiamo illustrando in questa discussione, che è quello che chiede l'innalzamento degli importi che vengono versati da coloro che possono estrarre alcuni tipi di materiale, che sono esplicitati nell'articolo 26 della legge n. 23/2016, nel comma 3.
In questo caso siamo ancora fermi sulla lettera a), perché stiamo cercando di modulare diversi tipi di proposte per intervenire sugli importi.
Infatti, sono importi che riteniamo essere troppo bassi a fronte di un'attività che va ad impattare pesantemente sul nostro territorio. La finalità è di limitare l'apertura di ulteriori cave sul nostro territorio ed incentivare il riuso dei materiali.
Poco fa il collega Campo parlava della necessità di estendere l'attività di conversione dei siti estrattivi. Noi, attraverso quest'attività emendativa che poi si ripeterà anche rispetto ad altri materiali e con nuove proposte di modulazione degli importi - chiediamo di far passare questo messaggio, cioè che la Regione intende preservare il territorio e limitare l'attività di escavazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento cerchiamo una misura per venire incontro maggiormente a quelle che possono essere esigenze di equilibrio di bilancio dell'Ente.
Quindi, la tariffa viene impostata a 0,53, che serve a cercare la maggioranza più grande possibile su quest'emendamento che, comunque, va a toccare degli interessi costituiti.
Siamo sicuri che siano interessi leciti, come è lecita qualunque attività di chi cerca di gestire l'esistente e noi siamo qui anche per cambiare l'esistente. Per questo crediamo che, perlomeno, si potrebbe tentare con uno 0,02 d'incremento, anche reiterato negli anni, di disincentivare gradualmente questo tipo di conferimento, creando sempre maggiori introiti per un eventuale contributo all'avvio dell'economia circolare.
Oggi, tra l'altro, è stato pubblicato un bel sondaggio su ciò che pensano gli italiani sull'economia circolare e le risposte sono, in qualche caso interessanti e generano ottimismo, nel senso che le persone spesso hanno un'idea di cosa deve essere fatto, ma magari non hanno i mezzi e le istituzioni non le mettono in condizioni di essere virtuosi.
Dalla gestione dei rifiuti alle abitudini energetiche e alle abitudini di mobilità, ci sono tante cose che possiamo fare e, visto che siamo in un provvedimento omnicomprensivo, tentiamo di trattare questo tema, laddove vi è la possibilità di incidere.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 110) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento rubricato n. 110) cambiamo lettera del comma 3 dell'articolo 26 della legge n. 23/2016 su cui andiamo ad intervenire. Il tema della lettera a) era relativo a un materiale inerte a basso costo, su cui c'era un grande ricavo delle aziende e su cui, con un aumento degli oneri per il diritto di escavazione, volevamo creare un incentivo o meglio, un disincentivo all'utilizzo di questo materiale e quindi indirettamente un incentivo all'utilizzo di una filiera alternativa.
In questo caso, interveniamo sulla lettera b), che riguarda le pietre ornamentali. Dicevo prima che le pietre ornamentali hanno un'altra funzione, e lo dice la definizione stessa della lettera, perché sono pietre che dovrebbero avere un valore diverso, visto che servono come ornamento come abbellimento e come materiale di pregio. Per questo pensare di vedere un valore di soli 0,85 al metro cubo, cioè il 60 per cento in più rispetto a sabbia, ghiaia e calcestruzzo, ci sembra francamente un po' poco.
Anche in questo caso ci sono ricavi molto elevati da parte delle aziende nel senso che la vendita, sia all'ingrosso sia al dettaglio è elevatissima.
Quindi, è una filiera che si arricchisce molto, come diceva il collega Bertola, di un'attività sostanzialmente non produttiva, ma solo estrattiva e di sfruttamento del territorio, in quanto non mettono del valore aggiunto rispetto al territorio, anzi possono arrecare dei danneggiamenti al territorio.
Dicevamo che le cave di ghiaia un tempo venivano riempite di rifiuti e diventavano delle discariche, quindi oltre al danno c'era anche la beffa.
Adesso, soprattutto sulle cave di prestito per la realizzazione di grandi infrastrutture, vengono trasformate in laghetti di cava, perch sostanzialmente si arriva quasi alla falda superficiale e comunque diventano laghetti di cava. Quindi, sostanzialmente potrebbero avere anche un certo qual ripristino, anche se non è reale il ripristino ambientale.
Le cave ornamentali, invece, sostanzialmente rimangono delle vere e proprie ferite nelle montagne. Insomma, sul territorio tutti conoscono almeno un'area in cui sono state aperte e continuano a lavorare delle cave di pietre ornamentali (pensiamo soprattutto al territorio dell'Ossola o comunque del Verbano-Cusio-Ossola, il primo che mi viene in mente) e non c'è una possibilità reale di ripristino (l'abbiamo vista raramente nel nostro paese) delle ferite aperte (si vedono proprio le montagne) e quant'altro.
È un'attività utile, forse necessaria: valutiamo, però, la possibilità di tassarla o di stabilire un onere maggiore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
In questo caso, parliamo di pietre ornamentali: un settore che nell'ultimo periodo ha visto un rifiorire dell'attività, soprattutto grazie all'esportazione; un settore che ha un giro d'affari - a quanto ci dicono le relazioni - che è almeno il doppio, complessivamente, a livello italiano, rispetto a quello estrattivo di sabbia e ghiaia.
Anche in questo caso, per quanto riguarda il Piemonte, le percentuali degli oneri di escavazione sono tra le più basse a livello nazionale: in base a quanto riportato in alcune relazioni, mentre riguardo a sabbia e ghiaia parliamo di un 2,6 per cento, per quanto riguarda le pietre ornamentali siamo all'1,7 per cento.
Pertanto, credo sia importante quanto affermava il Consigliere Bono.
Anche questo tipo di attività, ovviamente, ha un forte impatto sul territorio. Riteniamo sia un settore molto impegnativo, che va programmato con molti anni d'anticipo e che ha delle difficoltà nell'attività estrattiva molto complesse. Ciò non toglie che il Piemonte sia, a livello nazionale, tra le ultime Regioni riguardo agli oneri di escavazione per le pietre ornamentali. Se paragonati a regioni come la Toscana, siamo lontani anni luce.
Pertanto, riteniamo che si possa intervenire in questo settore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo sempre sui diritti di escavazione, ma cambiamo la tipologia, poich con questi interventi proponiamo un aumento delle tariffe sulle pietre ornamentali.
Siamo, quindi, sempre all'articolo 26 della legge 23/2016, la nostra legge sulle attività estrattive, ma siamo su un comma diverso. Ovviamente, la filosofia è la stessa che abbiamo delineato prima: cercare di ottenere di più da questo tipo di attività. Anche in questo caso, parliamo di pietre ornamentali e parliamo di quantità sicuramente inferiori rispetto a prima ma parliamo anche di una tipologia di materiale assai più pregiato quindi, da questo punto di vista, è più che giustificabile richiedere un piccolo incremento delle tariffe. In questo modo, potrebbero esserci entrate utili non solo per la Regione, ma anche per i territori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Al di là del fatto che abbiamo già affrontato questo tipo di discussione all'epoca della legge 23, il tema è centrale: quello che dobbiamo continuare a chiederci, che la politica dovrebbe chiedersi, rispondendo con un discorso di leva fiscale, è se noi siamo in grado, con le risorse attuali, di mitigare gli impatti di attività di questo genere.
Questo è il problema di fondo. Da decenni, abbiamo uno sfruttamento abbastanza significativo del territorio, in termini di estrazione di materiali, che ha dato origine a un settore economico che, per carità, ha la sua dignità e la sua necessità di attenzione, ma che non può più prescindere dal fatto di doversi confrontare con gli impatti ambientali e paesaggistici sul territorio che va a sfruttare. Difatti, in passato questi sfruttamenti sono stati spesso indiscriminati.
È importante capire se le risorse a disposizione oggi, che vengono messe a disposizione attraverso la leva fiscale, sono adeguate per intervenire con un cambio di direzione anche a favore delle imprese, perché parliamo di riconversione e perché parliamo di puntare su diverse tipologie.
Oggi è possibile non andare più a estrarre la pietra ornamentale direttamente, o comunque farlo in maniera molto minore, perché con la ricerca e l'innovazione (ho in mente un'azienda che si trova anche vicino a casa mia) si riescono a realizzare materiali con altre tipologie (il calcestruzzo o materiali da costruzione più normali), che hanno le stesse qualità e la stessa estetica della pietra naturale ornamentale.
È, quindi, evidente che un lato potrebbe essere questo; l'altro lato potrebbe essere il riciclo e il riutilizzo di lastre già utilizzate, di pezzi recuperati. Potrebbe esistere un mercato di questo genere.
Si tratta anche di una logica di recupero degli ambienti. Quello che dobbiamo chiederci è: "Li stiamo recuperando veramente gli spazi che vengono lasciati dalle cave abbandonate o esaurite?".
Presidente, mi ha lasciato parlare due minuti e mezzo: la ringrazio.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Siamo passati alla lettera successiva, quindi siamo sempre all'articolo 26 comma 3, lettera b).
Con quest'emendamento, chiediamo una rimodulazione dell'importo collegato al diritto di escavazione, che attualmente è definito nella legge 23 del 2016, per la cifra di 85 centesimi. Anche qui, chiediamo di alzare questo importo e di portarlo fino alla cifra di 93 centesimi. Parliamo non più come nel caso della lettera precedente, di materiali da costruzione, quindi sabbie, ghiaie e tutto quanto elencato nella lettera a) del comma 3 dell'articolo 26, ma di pietre ornamentali, dunque un materiale di maggior pregio, utilizzato ovviamente sempre nell'edilizia, ma chiaramente con un maggior valore.
Si tratta di un valore che noi vorremmo ulteriormente aumentare, sempre seguendo la logica che stiamo illustrando nel momento in cui andiamo a esporre i nostri emendamenti, che è quella di alzare la cifra dovuta per gli oneri di escavazione; alzare questa cifra non per andare a infierire sulle attività produttive che si occupano di escavazione, ma per cercare di promuovere attività alternative, quindi prevedendo un recupero dei siti estrattivi e cercando di incentivare l'attività di riuso dei materiali che potrebbero essere già disponibili per l'utilizzo in edilizia.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MOTTA



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Emendamento rubricato n. 109) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Dicevamo della volontà del nostro Gruppo consiliare - ma credo che sia condivisa anche dagli altri Gruppi - di provare a rimettere mano agli oneri dei diritti di escavazione. Su questa serie di emendamenti siamo intervenendo sul tema delle pietre ornamentali, che hanno sicuramente caratterizzato la storia della nostra Regione.
Ne abbiamo parlato, tra l'altro, con un emendamento recentemente approvato sulle cave di Candoglia, sempre nel Verbano-Cusio-Ossola, che sostanzialmente sono le cave storiche che riforniscono le sostituzioni di materiale del Duomo di Milano, quindi hanno una storia proprio secolare; ma sono anche le cave granitiche del Montorfano, il monte che, quando si entra nel Verbano-Cusio-Ossola dall'autostrada o dalla statale, si vede sulla sinistra davanti al lago di Mergozzo, con ferite nella montagna abbastanza evidenti; le cave nel Torinese di Bagnolo Piemonte, che danno la famosa pietra di Luserna, che sostanzialmente è quasi ubiquitaria nelle nostre grandi piazze e nei nostri castelli reali, molto usata nel Settecento e nell'Ottocento, ma tuttora molto utilizzata anche per l'export.
Sicuramente il Piemonte è una terra che dalle pietre ornamentali ha ottenuto una grande ricchezza, soprattutto dal punto di vista paesaggistico, architettonico, culturale, storico, ma anche da un punto di vista economico. Quindi noi siamo a dire che riteniamo, come prima ha detto il collega Andrissi, che si debba pensare di incrementare un po' i guadagni sulle pietre ornamentali.
Guardando il Comune di Bagnolo Piemonte, gli introiti sono di euro 1.979.436 nel 2016 rispetto a incassi per le ditte che hanno estratto per oltre euro 115.000.000, quindi nemmeno il due per cento. Se per la ghiaia eravamo al 2,3 per cento-2,6 per cento, qui siamo all'1,7 per cento: dati francamente risibili, se pensiamo a un possibile introito per un Comune.
Certo, per un Comune piccolo come Bagnolo ricevere comunque due milioni di euro si potrebbe dire che è tanto. Il Comune dovrebbe ricevere, in questo caso, il 70 per cento del canone e il 30 per cento dovrebbe andare alla Regione; si potrebbe pensare di rivedere al rialzo il dato, tanto non proponiamo delle percentuali pazzesche che dovrebbero portare, come tante volte dicono inopinatamente le aziende del settore, alla chiusura del settore, al licenziamento dei lavoratori.
Tra l'altro, il trend è già in diminuzione, perché l'edilizia nel nostro Paese si riduce sempre di più, limitandosi a interventi di manutenzione e vivendo sostanzialmente solo di export, quindi questo incremento non darebbe nessun problema da un punto vista aziendale e potrebbe nel tempo prevedere un riequilibrio rispetto alle esigenze delle Amministrazioni locali, sempre difficoltà con i fondi per fare manutenzione stradale, per le scuole, per il riscaldamento, per lo spazzamento della neve. Inoltre potrebbe dare dei fondi importanti per le nostre Amministrazioni.


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio ai docenti e agli allievi dell'Istituto di Istruzione Superiore "Amaldi-Sraffa" di Orbassano (TO)


PRESIDENTE

Saluto i docenti e gli studenti della classe III L Relazioni Internazionali dell'Istituto di istruzione superiore "Amaldi-Sraffa" di Orbassano in visita a Palazzo Lascaris, ai quali auguro buona permanenza.


Argomento: Ordinamento regionale

Proseguimento esame disegno di legge n. 294, inerente a "Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2018" (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo all'esame dell'emendamento n. 109) del disegno di legge n. 294.
La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Riprendo il filo del discorso e mi ricollego a quanto ha detto prima il Consigliere Bono.
L'attività estrattiva di pietre ornamentali ha ovviamente dei volumi di estrazione inferiori rispetto a sabbia e ghiaia, però ha un ritorno economico decisamente superiore e, come diceva il collega Bono, purtroppo il Piemonte è un fanalino di coda per i canoni di estrazione.
Noi crediamo che un territorio come il Verbano-Cusio-Ossola, territorio che abbiamo vissuto in prima persona perché abbiamo presentato molti emendamenti che hanno consentito di aumentare i canoni idrici devoluti alla Provincia montana del Verbano-Cusio-Ossola, ha delle forti difficoltà nel manutenere le strade. Sappiamo che purtroppo su quel territorio vi sono stati più casi di incidenti anche mortali causati da frane. Riteniamo che in questo settore si possano ricavare delle risorse, ma che sia importante anche fare un pensiero globale di sviluppo strategico.
Guardate, nel riciclo dei materiali inerti - il riciclo consente un aumento dell'occupazione del 30 per cento - le lavorazioni delle pietre ornamentali consentono un ritorno occupazionale da uno a 12 volte superiore rispetto all'attività estrattiva, quindi è strategico e importante per l'Italia, per una regione come il Piemonte, che ha dei settori produttivi di pietre ornamentali che sono un esempio per l'Italia e per il mondo, specializzarsi sempre di più nella lavorazione delle pietre ornamentali, facendo diventare questo settore un settore di riferimento che consenta di creare occupazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo sempre sul tema delle pietre ornamentali, prodotto che nella nostra Regione raggiunge punte di assoluta eccellenza, come già è stato segnalato prima. Anche qui riteniamo possibile, anzi auspicabile, un piccolo intervento rispetto ai diritti di escavazione, quindi rispetto alla possibilità che la Regione e gli Enti territoriali possano ricavare introiti maggiori dallo sfruttamento di questa risorsa naturale.
In questo caso, ovviamente, non c'è l'aspetto segnalato prima dell'incentivare il riutilizzo di materiali, poiché parliamo di materiali pregiati e difficilmente sostituibili con materiali di recupero (non necessariamente, però più difficilmente sostituibili), mentre qui siamo per cercare di garantire maggiori entrate.
Ovviamente si dirà che siamo intervenuti da poco sulla materia delle attività estrattive con una legge nuova, la 23 del 2016, che ha visto anche una lunga discussione, soprattutto in Commissione, con tavoli di lavoro cui hanno partecipato tutte le forze politiche, ma va anche detto che, dal momento che abbiamo visto un intervento della Giunta regionale e della maggioranza all'interno di questa legge 23, abbiamo inteso proporre modifiche che a noi paiono più che opportune.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

È un'altra proposta emendativa sugli importi che vengono definiti per i diritti di escavazione.
Siamo sempre nella legge 23 del 2016 e siamo sempre sull'articolo che va a definire questi canoni, l'articolo 26 comma 3, però siamo passati alla lettera b); lettera che va a definire gli importi relativi all'estrazione quindi agli oneri di escavazione per le pietre ornamentali, oneri attualmente definiti in legge per l'importo di 0,85 al metro cubo.
Nel precedente emendamento abbiamo ipotizzato un aumento di questi oneri in quest'emendamento ipotizziamo un aumento che varia leggermente la cifra.
Proponiamo l'importo di 93 centesimi.
Come stiamo cercando di spiegare illustrando queste nostre proposte emendative, il fine è di limitare l'attività di estrazione, attività molto diffusa sul nostro territorio, con grande impatto dal punto di vista ambientale e del paesaggio.
Una delle possibili soluzioni per cercare di limitare l'attività di estrazione e di orientare l'attività verso il riuso e il riutilizzo di materiale già estratto e già utilizzato, quindi le macerie, è di alzare i canoni per l'estrazioni, quindi cercare di disincentivare e rendere meno appetibile l'attività di escavazione.
Quest'emendamento, che è sempre in questa linea, va a proporre un innalzamento fino alla cifra di 93 centesimi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
In effetti, c'è molto da riflettere, andando a confrontare i canoni estrattivi delle altre Regioni.
L'aveva detto prima il Consigliere Andrissi: ci lamentiamo che la Regione non versa in grandi condizioni economiche, mentre la Toscana e altre Regioni più ricche possono fornire migliori servizi nei trasporti pubblici nella sanità e in altri campi, però, quando poi vediamo che i canoni estrattivi in Toscana sono intorno al cinque per cento, mentre noi abbiamo lo 0,85, questa differenza di sette volte ci deve far riflettere sulla necessità di aumentare un po' i costi per chi estrae materia prima, anche perché la materia prima non è infinita.
Su quest'argomento posso citare il caso delle cave di marmo bianco della mia zona, la Germanasca, cave molto prestigiose che hanno fornito marmi per alcuni dei più grandi Palazzi Reali di Torino e non solo, anche delle Regge, cave dismesse ormai dall'Ottocento, perché la parte sostanziosa del materiale è stata tolta, non è più conveniente farlo e quindi si è tolto anche un indotto su cui la valle e i propri cittadini sono cresciuti e si sono sviluppati. Di conseguenza, tra cave e miniere abbiamo avuto una crescita economica, che però è terminata e ha cominciato a scendere poco a poco nel Novecento.
Non vogliamo certamente tornare ai tempi delle miniere, non è questo il punto, ma il problema è che dobbiamo ricordarci che queste risorse sono finite e che le risorse finite vanno adeguatamente monetizzate, poich abbiamo lo strumento legislativo per poterlo fare e dal momento che questi soldi diventano soldi pubblici da utilizzare per i cittadini per fornire servizi o, ancora, per incrementare quel tasso di sviluppo verso l'economia circolare che dovrebbe ridurre sempre di più la dipendenza dalle materie prime.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Anche con l'emendamento 109) continua la proposta di rimodulazione dei diritti di escavazione. In questo caso lo riduciamo un po' rispetto all'emendamento precedente e riguarda sempre il punto b) del comma 3 dell'articolo 26 della legge 23/2016.
Parliamo di pietre ornamentali e del fatto che, come già citato, i nostri oneri sono tra i più bassi nel panorama italiano e sono comunque necessari riprendo il ragionamento di prima - per tutta una serie di politiche che hanno anche lo scopo di intervenire sul settore.
Da un lato, è vero che c'è il discorso del ripristino ambientale, del recupero delle aree devastate dalle attività di escavazione ed estrazione dall'altro, però, c'è anche un'idea politica che dovrebbe traguardare il medio-lungo periodo e indirizzare progressivamente le aziende, che di queste attività si occupano, senza mutare radicalmente il proprio indirizzo produttivo, verso attività produttive più compatibili con l'ambiente attraverso metodologie di scavo ed estrazioni meno invasive, soprattutto per il punto precedente, il punto a) ad esempio, dove sono particolarmente devastanti.
Qui si tratta di scavare ovunque capiti, praticamente ovunque sia autorizzabile, per tirare fuori materiale anche incoerente (per le pietre ornamentali ovviamente la cosa è un po' più mirata). Sicuramente la legislazione italiana ha già fatto passi avanti importanti nel cercare di minimizzare gli impatti e di puntare al recupero delle aree ma, a livello regionale, probabilmente, possiamo fare molto di più.
Grazie.



PRESIDENTE

Non ho altre richieste di intervento.
Emendamento rubricato n. 108) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Per i colleghi e la maggioranza che ascoltano con attenzione, in primis il Consigliere Appiano, cerchiamo di convincervi della bontà dei nostri emendamenti, interventi di revisione del disegno di legge n. 294, oggi in discussione.
Un disegno di legge che tocca tanti temi che, proprio per questa definizione, viene definito legge omnibus. In questa parte della legge stiamo affrontando le tematiche delle attività estrattive. Le attività estrattive sulla nostra regione sono, come citato nel rapporto di Legambiente del 2017, sicuramente una parte importante della nostra attività economica. Dico attività economica più che attività economica produttiva, volutamente per le motivazioni che ho addotto prima.
Non si tratta tanto di un'attività che dà un valore aggiunto rispetto all'estrazione di materiali, ma di un'estrazione vera su sabbia e ghiaia a scarsa lavorazione, sulle pietre ornamentali. Una maggiore lavorazione e poi un vendita all'ingrosso o al dettaglio per quanto riguarda soprattutto, le pietre ornamentali.
In quest'emendamento chiediamo ancora di incrementare l'importo degli oneri del diritto di escavazioni per le pietre ornamentali, da 0,85 centesimi a 0.87. Non è un incremento pazzesco, ma crediamo solo che, a meno dell'aggiornamento per quanto riguarda l'inflazione e quindi l'aumento dei prezzi al consumo per le famiglie, debba essere seguito. È da anni che non aggiorniamo questi valori, quindi quantomeno un incremento in questo senso andrebbe fatto.
Noi crediamo che andrebbe fatto un aggiornamento annuale, un incremento progressivo per arrivare a dei valori che permettano un giusto mantenimento sia dell'interesse economico delle aziende che vi operano, sia una preservazione degli interessi economici e finanziari dei Comuni e della Regione su cui insistono queste cave.
Come si diceva prima, l'incasso degli oneri cuba per circa l'1,7 per cento in Regione Piemonte rispetto al valore complessivo della vendita dei materiali. Potremmo facilmente superare il due per cento, anche salire verso altri livelli percentuali, senza compromettere l'attività economica ma semplicemente garantendo che i beni comuni, cioè il territorio, il paesaggio e le nostre aree siano preservate mantenendo l'attività economica e, comunque, sia dato un giusto conguaglio rispetto a un prelievo e un danneggiamento del territorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Il tema è certamente legato alla nostra proposta di aumentare le tariffe, i diritti di escavazione, ma c'è anche una ragione forte a sostegno di questo, oltre alle ragioni che abbiamo descritto prima, che non sono trascurabili: sono parecchi anni che non si ritoccano queste tariffe, a fronte di altri disservizi, o anche di una tassazione vera e propria, che ha avuto per i cittadini piemontesi degli aumenti consistenti.
Parliamo di aumenti che riguardano la vita di tutti i giorni dei cittadini come il bollo auto, l'IRPEF regionale, piuttosto che altro. Quello, invece non è aumentato. Questo, per carità, non significa che noi si voglia far gravare tutto sulle imprese, sicuramente no, ma in questo caso ci sembra che, a distanza di anni, un piccolo incremento, in questo caso relativo all'escavazione per le pietre ornamentali, possa essere considerato assolutamente moderato e proporzionale. Questo è il motivo per cui proponiamo questi emendamenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
La nostra attività emendativa è anche volta a fare un ragionamento complessivo. Valutiamo se, a livello nazionale, fosse imposto un canone estrattivo minimo e uniforme su tutto il territorio nazionale. Questo consentirebbe - come, di fatto, ha fatto l'Inghilterra imponendo un canone nazionale - di fare nascere una filiera del riciclo e del riutilizzo e la creazione di migliaia di posti di lavoro.
In questo modo, avremmo un'uniformità di trattamento a livello nazionale non vi sarebbero comportamenti differenti da Regione a Regione e potremmo anche valutare le entrate che si potrebbero ottenere dall'attività estrattiva di sabbia, ghiaia e pietre ornamentali a livello nazionale.
Tra Regione e Regione vi sono disparità incredibili. Lo possiamo vedere anche nelle pietre ornamentali. Il Piemonte ha un canone dell'1,7 per cento, Regioni non molto distanti da qui hanno dei canoni decisamente superiori. Ci sono degli studi che, addirittura, parlano di miliardi di mancate entrate a livello nazionale, proprio perché non si è voluto intervenire in questo settore. Occorre dare delle linee guida a tutte le Regioni, per un comportamento uniforme, che consenta di creare una filiera del riciclo e del riutilizzo, che consenta di ridurre l'impatto sull'ambiente e creare migliaia di posti di lavoro importanti, puntando su settori fondamentali quale quello del riciclo e della lavorazione delle pietre ornamentali.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Emendamento rubricato n. 113) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Con quest'emendamento passiamo, quasi rapidamente, ad un'altra lettera del comma 3 dell'articolo 26 della legge 23/2016.
Abbiamo abbandonato, con un po' di rimpianti, la lettera b), che si riferiva alle pietre ornamentali, per passare alla lettera c), inerente alle argille, i calcari per cemento, per calce e altri usi industriali gessi, sabbie silicee e torba.
In questo caso, l'importo degli oneri per il diritto di escavazione è pari a 0,57 euro per metro cubo. Con questo'emendamento chiediamo di portarli a 0,65.
Abbiamo altre due proposte meno massimaliste, con un aumento minore e più progressivo, ma chiediamo, comunque, sempre la stessa cosa. Chiediamo innanzitutto, che la Regione ci fornisca dei dettagli aggiornati almeno annualmente, visto che c'è una legge che lo disciplina, su quante sono le cave aperte nel nostro territorio; quante sono le cave dismesse e che tipologia di ripristino ambientale è stato fatto; quante persone lavorano nelle cave attualmente in utilizzo; qual è la tipologia e la quantità di materiale che viene estratta; infine, i canoni che vengono introitati suddivisi tra canoni ai Comuni, alla Regione e alle aree protette.
Questo è il primo dato fondamentale per andare ad intervenire.
Noi crediamo che si debba fare comunque un intervento in incremento. Al di là dei dati che vengono forniti (per fortuna, abbiamo un quadro nazionale di un'associazione che ha presentato dei documenti in questo senso) crediamo sia importante intervenire per fare una "manutenzione" in questo senso del testo normativo .
Peraltro, relativamente alla lettera c) della legge in questione, la Regione Piemonte ha anche un quadro meno chiaro: se su sabbia e ghiaia disponevamo di dati ben precisi (anche sulle pietre ornamentali), sul numero di cave presenti per quanto riguarda i materiali di calcare, argilla e simili (gessi, sabbie silicee e torba) siamo meno informati, esistono meno documenti ufficiali della Regione Piemonte.
Sicuramente il tema è che dobbiamo fare una manutenzione complessiva della norma per raggiungere un buon compromesso tra la giusta preservazione dell'attività economica e dei posti di lavoro (che, come ho detto, non sono a rischio, perché comunque il settore esporta, più che lavorare all'interno della Regione Piemonte) e gli introiti per i bilanci comunali, che sappiamo essere in grande difficoltà.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Siamo ancora sulla legge regionale 23/2016, che regolamenta le attività estrattive della nostra Regione, in particolare al comma 3 dell'articolo 26, che definisce gli oneri per il diritto di escavazione.
L'onere per il diritto di escavazione è determinato in relazione alle varie tipologie di materiale: alla lettera c) abbiamo le argille, i calcari per cemento, per calce e altri usi industriali, gessi, sabbie silicee e torbe per un corrispettivo di euro 0.57 al metro cubo.
Il nostro emendamento, che è il primo di un pacchetto di tre che riguardano questa tipologia di materiali, propone un incremento da 0.57 a 0.65 euro al metro cubo.
Anche qui, siamo nell'ordine di portare queste tariffe a una cifra un po' più proporzionata rispetto ai ricavi che poi vengono ottenuti: solo prima abbiamo citato i dati nazionali, ma poiché la nostra Regione su alcune tipologie ha le tariffe più basse di tutti, riteniamo siano dati abbastanza corrispondenti anche per il Piemonte.
Noi crediamo che questi limitati interventi, ancor più se prendono in considerazione la richiesta più bassa che facciamo, possano essere presi in considerazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con quest'emendamento chiediamo di intervenire sui canoni di estrazione di argille, calcari per cemento, per calce e altri usi industriali. Parliamo anche in questo caso, di un'attività estrattiva significativa in Piemonte (si parla di un quantitativo abbastanza elevato rispetto alle altre Regioni). Dunque, intervenire anche in questo settore potrebbe avere un significativo ritorno economico per la questa Regione.
Ovviamente, non ci si può limitare alla sola leva fiscale, ma pensiamo anche a interventi che altre nazioni hanno già introdotto. L'Inghilterra per esempio, oltre a inserire il risparmio energetico per i nuovi edifici come valore fondamentale - valutato con una normativa molto attenta e ispirata a "CasaClima", che si è sviluppata molto nella zona di Bolzano e del Trentino - ha anche inserito una valutazione sul ciclo di vita dei materiali.
Quindi in norma è entrata quella che è l'economia circolare: quando viene proposto un nuovo edificio, viene anche presentato un dato sui tipi di materiale che sono stati utilizzati, il tipo di estrazione e quanti materiali sono stati riciclati da demolizioni selettive di altri edifici.
Questo consente, da una parte, un risparmio di materiali provenienti da attività estrattiva, ma, dall'altra parte, anche un risparmio in termini ambientali ed energetici. Non solo: consente anche un ritorno occupazionale molto più elevato, con la nascita di una filiera che permetterebbe ai cittadini italiani di trovare lavoro.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
È un altro emendamento che va a insistere sull'articolo 26 ("Oneri per il diritto di escavazione") della legge 23/2016.
In questo caso, parliamo di argilla e di altri materiali utilizzati a vari scopi industriali, dalla cura del corpo e anche in edilizia.
Si tratta, comunque, di materiali che stanno alla base del nostro stile di vita e non si può certo essere contrari all'utilizzo, ma immaginiamo che per sviluppare metodi alternativi al reperimento della materia vergine dobbiamo necessariamente creare nuove possibilità di utilizzo, quindi nuovi tipi di materiali o nuove modalità per ottenere materiali che non vadano a consumare le risorse naturali del pianeta, rendendole non più utilizzabili o riutilizzabili. Questo vale, in particolare, per i materiali che vengono dispersi nell'ambiente, come quelli che sono oggetto di quest'emendamento: calcari da cemento, la calce, i gessi, le sabbie silicee e la torba.
Incrementare questo valore di tassazione dallo 0,57 allo 0,65 serve a innescare questo processo per spostare via via l'attenzione dalle materie prime ad altri tipi di materiali. Siamo sicuri che non esista nulla che la tecnologia e l'ingegno possano fare se la politica decide di farlo. Quindi questo è il luogo dove decidiamo quale strada far prendere alla nostra società e alla nostra economia, senza traumatizzare chiaramente le attività esistenti, ma in un modo graduale e, auspichiamo, progressivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Siamo al punto c) del comma 3 dell'articolo 26 della legge n. 23/2016 quella in cui si va a parlare di materiali ancora più specifici e, in generale, più utilizzati nei processi di tipo industriale, quindi calcari per cemento, per calce, gessi, sabbie silicee e, infine, la torba, che non è un minerale e che è uscita da un po' di anni dall'elenco dei combustibili fossili, ed è un materiale vegetale organico, con anche altri composti organici. Infatti, è un po' strano che venga ricompreso in un punto con calce, gessi eccetera.
Anche su questo il tema è, di nuovo, il fatto di aumentare, come prima proposta, in maniera abbastanza significativa il diritto di escavazione.
Questo per quello che riguarda attività più ancora tipicamente industriali quindi attività che giustamente possono vedere una riconversione e vedono un'impostazione strategica necessaria di questo tipo di attività. Di conseguenza, dal nostro punto di vista, addirittura sarebbe utile - proprio perché si vuole dare un messaggio di necessario cambiamento ed innovazione dei processi industriali e delle pratiche di recupero delle aree escavate o sfruttate in generale - che vi sia un traguardo anche temporale e, quindi un progressivo incremento degli oneri. Un progressivo incremento che deve andare di pari passo - o decremento, perché si potrebbero prevedere meccanismi di incremento e decremento - proprio in relazione a degli obiettivi che ci saremmo dovuti porre anche con il Piano cave.
Purtroppo questa legislatura ha visto delle cose fatte un po' al minimo sindacale sulle tematiche dell'impatto sull'ambiente di certe tipologie di attività produttive. Vedremo se riusciremo a porre rimedio nella prossima legislatura, magari governando noi, in sintonia col Governo nazionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Riparto dall'armonia col Governo nazionale per illustrare questo emendamento, che passa sulla lettera successiva. Siamo sempre sulla legge n. 23/2016, che è oggetto dell'articolo 11 dell'omnibus che stiamo discutendo. Siamo sull'articolo 26, comma 3, e la nostra proposta emendativa va ad agire sulla lettera c). La lettera c) va a definire come materiali estratti le argille e calcari per cemento, per calce e altri usi industriali, gessi, sabbie silicee e torba.
L'importo, attualmente definito in quest'articolo relativo agli oneri per i diritti di escavazione, è di 57 centesimi al metro cubo. Questo nostro emendamento, esattamente com'è accaduto per gli altri materiali previsti all'interno della legge n. 23, va a proporre un innalzamento di questa cifra fino all'importo di 65 centesimi.
Si tratta di un altro passo nell'ottica di andare ad aumentare gli oneri e di rendere meno appetibile l'attività di estrazione sul nostro territorio attività di estrazione che, a nostro avviso, potrebbe essere sostituita da un riuso di materiali già utilizzati nell'ottica di quell'economia circolare che dovrebbe essere il faro che guida tutte le scelte della nostra Regione.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Emendamento rubricato n. 112) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo sempre sulla lettera c), comma 3, dell'articolo 26 della legge n.
23/2016. Sembra un po' una filastrocca, ma è un tema importante, in quanto interveniamo sugli oneri dei diritti di escavazione. È un intervento che ci viene suggerito dagli interventi sia della Giunta sia della maggioranza per andare a riaprire le tematiche affrontate, non più tardi di due anni fa, in questa legge, che è stata frutto, tra l'altro, di un lungo lavoro in un Tavolo che ha visto le varie parti (opposizioni e maggioranza) discutere per cercare di arrivare a una sintesi. Nel momento in cui si rimette mano a quella norma, viene anche a noi il desiderio di reintervenire sul tema e provare a riportare in auge alcune tematiche in alcuni nostri interventi che proponiamo già da tanto tempo, ma rimasti inascoltati.
Su questa lettera citiamo i dati del calcare, argilla, gesso e torba. Com'è stato detto dal collega Campo, nella nostra regione la torba non viene estratta, mentre la produzione di calcare e di argilla, ma anche di gesso è notevole; parliamo di un milione e 100 mila metri cubi di calcare, 322 mila metri cubi di argilla e 190 mila metri cubi di gesso. Quindi, sono numeri importanti che ci collocano all'ottavo posto a livello nazionale per quanto riguarda il calcare, al quarto posto per quanto riguarda l'argilla sempre a livello nazionale e al secondo posto per quanto riguarda l'estrazione di gesso, sempre a livello nazionale.
Su questo, bisognerebbe calcolare che importi dà lo 0,57 euro a tonnellata.
È facile farlo: basta sommare le varie cifre e arriviamo a circa un milione e mezzo per 0,57. Capiamo, così, che stiamo parlando di poco più di 750 mila euro. Sono cifre risibili, se pensiamo a quanto si ottiene rivendendo questi materiali.
Pertanto, pensiamo che la norma debba essere rivista.
Ripeto ancora una volta (lo ripeteremo fino all'ultimo emendamento): riteniamo che si possa lavorare di più su questi temi e senza penalizzare le aziende che, grazie a queste estrazioni di materiali, danno lavoro garantendo anche i ripristini ambientali e la rinaturalizzazione delle aree da cui vengono estratti.
Si può fare l'uno e l'altro: è solo volontà politica. Se c'è la volontà politica, possiamo intervenire e chiediamo all'Assessore d'intervenire accogliendo - ma siamo anche disponibili a emendarle - le misure che incrementano in maniera considerata più corretta gli oneri del diritto di escavazione secondo la maggioranza e la Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Questa è una diversa modulazione dell'aumento che proponiamo, ma ribadisco che da parte nostra c'è tutta la disponibilità a discutere di questo tema con la Giunta regionale, valutando eventualmente anche loro proposte ulteriormente emendative. Vogliamo far valere il principio secondo il quale intervenire con un incremento delle tariffe di escavazione.
La discussione può sembrare anche appesantita da questo tipo di interventi.
È chiaro che quando si parla di un disegno di legge omnibus, che già nella sua presentazione, ma anche nella sua discussione in Aula, diventa così corposo e anche multidisciplinare, perché va a toccare una pluralità di materie della legislazione regionale e approda in Aula con ulteriori proposte di modifica come quelle peraltro già approvate dall'Aula, anche proposte dalla maggioranza e anche sulle attività estrattive (materia sulla quale eravamo intervenuti non più tardi di due anni fa), come opposizioni siamo stimolati a proporre degli interventi in corso d'opera, su questioni che ci stanno a cuore e con interventi che noi pensiamo possano migliorare le leggi di cui stiamo parlando.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valetti.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Devo dire che non credo assolutamente che questo sia tempo perso: parlare di questioni d'importanza ambientale strategica per la nostra regione anche se fatta in una veste emendativa piuttosto lunga, ci permette di attirare l'attenzione sui problemi principali della Regione Piemonte, nella sua strategia verso l'economia circolare. Una strategia che al momento langue; langue molto, perché gli obiettivi di legge attuali si limitano a contenere i danni che vengono provocati da un modello economico industriale e produttivo ormai d'inizio Novecento. Tale modello è cambiato poco, perch non si premiano abbastanza le aziende e le attività innovative che cercano di creare ricchezza e prodotti in maniera più compatibile con l'ambiente cercando di sfruttare meno le risorse e le materie prime. Pertanto crediamo che non se ne parli mai abbastanza.
Il bilancio della Regione Piemonte, specie sul capitolo ambiente, è ancora più sofferente che in altri settori, perché sull'ambiente - per questioni io direi meramente politiche - si è deciso di non puntare come si punta su altre spese che diamo per scontate, come le spese dei trasporti o le spese sanitarie. Ricordo, però, che gran parte delle spese sanitarie sono riducibili grazie a una prevenzione sull'ambiente in cui viviamo, perch gran parte dei problemi e delle patologie che affliggono i cittadini, gli uomini e le donne moderne, in un contesto d'inquinamento di vario tipo spesso autogenerato, pensando che si tratti di un'innovazione tecnologica provengono da una condizione ambientale generata dall'uomo stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Campo.



CAMPO Mauro

Grazie, Presidente.
Anche con quest'articolo prevediamo un'ulteriore rimodulazione. Come dicevo, potrebbe addirittura essere oggetto di una modifica: invece di sceglierne una o bocciarle tutte, potremmo prenderle tutte e costruire una progressività nel tempo, in ascesa o in discesa, proprio per cercare di indirizzare meglio, tramite le politiche, le strategie e le politiche industriali. In particolare, su questa lettera del comma 3 dell'articolo 26, che riguarda più strettamente le attività estrattive a finalità preminentemente industriale.
Come ha ricordato il collega Bono, i numeri sono abbastanza impressionanti: stiamo parlando di palazzi, come volumetria, di materiali che vengono estratti dal nostro territorio, dalle montagne, dai greti dei fiumi o da aree che costituiscono il nostro paesaggio; paesaggio che - lo ricordiamo vanamente ogni volta che si parla di sfruttamento del territorio - è tutelato anche dalla nostra Costituzione. Paesaggio, panorama e ambiente che purtroppo in Piemonte vedono ancora un avanzamento progressivo, che pare inarrestabile, del consumo di risorse naturali non arginato in maniera significativa da opere di mitigazione o recupero.
Abbiamo bonifiche in corso da decenni, ma non abbiamo ancora risolto appieno il tema delle discariche chiuse. Continuiamo a ricevere richieste di aprire nuove discariche di inerti (è il caso di Salmour nella mia provincia), quando invece gli inerti non dovremmo metterli in discarica, ma dovremmo ragionare su come riutilizzarli, proprio perché sono inerti.
Era il tema della lettera a), di cui abbiamo parlato prima. Quindi è per questo che noi non possiamo che insistere sull'utilizzare tutte le leve possibili, tra cui quella fiscale, oggetto di questi emendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Quello che noi proponiamo complessivamente, mettendo insieme tutti gli emendamenti che abbiamo presentato finora, è un cambiamento strategico e fondamentale di quello che è stato il business come si faceva fino a oggi in Piemonte per far diventare il Piemonte un riferimento anche nazionale.
Crediamo che nel settore dell'attività estrattiva si possa decisamente creare un numero significativo di posti di lavoro. Crediamo che i dati della raccolta differenziata, del riciclo e del recupero dei materiali inerti sia un dato gonfiato (come c'era stato detto in Commissione ambiente) dal fatto che vi sono stoccaggi altamente significativi che vengono computati come riciclo di materiali inerti.
Sappiamo che l'attività estrattiva, soprattutto di sabbia e ghiaia, è fortemente calata negli anni e che l'attività di demolizione è ormai sovrapponibile all'attività estrattiva di milioni di tonnellate all'anno a livello nazionale, e che intervenire in questo settore è un'azione fondamentale, se si vuole ridurre l'impatto ambientale e migliorare il ritorno occupazionale anche in questo settore. Per fare ciò, bisogna procedere celermente a una certificazione dei materiali riciclati, a investire nella lavorazione delle pietre ornamentali e a certificare gli edifici non solo più sul risparmio energetico, ma anche sull'utilizzo di materiali riciclati.
Con queste azioni strategiche complessivamente - adesso in due minuti non si può dire tutto - possiamo cambiare quello che viene chiamato il business usual, migliorare l'intera filiera e far nascere un settore, che è quello del riciclo, anche in questo campo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Non sto a illustrare l'emendamento, che ovviamente ricalca un po' gli emendamenti presentati finora, proponendo un'ulteriore rimodulazione degli importi collegati agli oneri per i diritti di escavazione. La rimodulazione è verso l'alto e la logica l'abbiamo abbondantemente spiegata illustrando anche gli emendamenti precedenti.
L'idea che stava illustrando poco fa il collega Andrissi, che purtroppo non ha avuto tutto il tempo necessario per esporla, ma sicuramente avrà modo di approfondire la sua visione illustrando gli emendamenti successivi, è una visione che condividiamo pienamente come Gruppo. Si tratta di una visione molto interessante: l'idea di creare un'economia basata sul riuso, sul riciclo anche in edilizia.
La proposta di certificare edifici anche in base all'utilizzo di materiali riciclati è sicuramente una proposta molto interessante, che potrebbe dare grande impulso a questo tipo di attività, evitando che ci sia ulteriore sfruttamento di attività produttive, quindi un proliferare di attività produttive che praticano un'attività di estrazione di materiali, e che ci sia invece la nascita di attività produttive incentrate proprio sul riutilizzo, sul riuso di materiali.
Se tutto questo fosse poi unito anche al recupero di edifici, anziché a nuove edificazioni che comportano un ulteriore consumo di suolo, si creerebbe sicuramente un'economia virtuosa, che potrebbe dare nuovo impulso anche alla nostra edilizia, senza andare ad impattare sull'ambiente e sul territorio.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
Emendamento rubricato n. 111) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Grazie, Presidente.
Siamo sempre sulla lettera c), comma 3, dell'articolo 26, della legge regionale n. 23/2016, e arriviamo all'emendamento con la richiesta di incremento sull'onere del diritto di escavazione per calcare, argilla e gessi più contenuto, cioè più vicino alla cifra attuale. Attualmente l'importo è di 0,57 euro al metro cubo; con quest'emendamento chiediamo sostanzialmente 0,60 euro al metro cubo, quindi un incremento di tre centesimi, che però su una tonnellata e mezzo comporterebbe un importo comunque importante.
Si tratta ovviamente di un'ottica di incremento progressivo, perché tutti gli incrementi devono essere progressivi nel tempo. La nostra ottica sarebbe quella di passare da un peso dell'1,5 per cento rispetto all'introito per salire magari verso il 55 per cento, quindi di triplicare sostanzialmente gli introiti per quanto riguarda l'escavazione, magari con delle diversificazioni tra materiali più di pregio e materiali meno di pregio.
Ovviamente bisogna anche capire qual è l'incidenza sull'utile, sulla marginalità dell'azienda che poi va a rivendere il materiale, perché c'è ovviamente una filiera e vi è tutta una serie di valutazioni da fare. Ecco servirebbe un'analisi di questo tipo; noi abbiamo sempre chiesto, sia in questa legislatura sia in quella scorsa, di avere i dati rispetto ai ricavi, rispetto al numero di cave, rispetto alle filiere alternative, ma purtroppo non ci sono mai stati forniti. Alla fine, non sappiamo se la Regione è in possesso o meno di tali dati né tantomeno se esiste una parte delle strutture assessorili dedicate dall'Assessore all'analisi di questi impatti e di queste ricadute.
A ogni modo, penso che potrebbe essere una forma utile per andare a dare un po' di ossigeno ai Comuni che hanno la fortuna/sfortuna di avere delle cave al loro interno, perché un conto sono gli interventi sulle montagne che hanno graniti, marmi e quant'altro (quindi hanno pietre ornamentali). Altro conto è la pianura che spesso è di origine alluvionale, che ha sabbia ghiaia e pietrisco, considerando anche tutto il tempo del dragaggio dei fiumi che, insomma, è un tema molto delicato e che ovviamente, da un lato potrebbe essere utile per evitare alcuni fenomeni alluvionali, ma dall'altro sappiamo che andrebbe a compromettere un ecosistema, un habitat dedicato già fortemente compromesso per colpa degli scarichi industriali degli inquinamenti vari dei nostri fiumi e dei nostri laghi.
Quindi è una materia che andrebbe complessivamente rivista e noi chiediamo che vengano presi in considerazione i nostri emendamenti e possa trovarsi una sintesi in grado di migliorare, incrementandole lievemente, le tariffe degli oneri dei diritti di escavazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Andrissi.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Con l'emendamento 111) siamo sempre alla lettera c) e cerchiamo di modificare leggermente la cifra, portandola da 0,57 a 0,60. Anche in questo caso facciamo una cifra tonda, aumentandola leggermente. L'obiettivo è di aumentare gli oneri di escavazione per le attività estrattive, per creare una filiera nel riciclo e nel riutilizzo dei materiali secondi.
Crediamo che questo sia fondamentale; come crediamo sia fondamentale non consentire a chi fa un'attività estrattiva, e quindi crea una ferita al nostro bellissimo ambiente, che queste attività estrattive vengano poi trasformate in discariche.
Un aspetto importante è inserire anche "prescrizione ambientale", che la legge 23 dal 2016 non ha fatto, per limitare la trasformazione delle cave e delle attività estrattive in discariche.
Noi avevamo già presentato emendamenti su questo fronte, ma purtroppo sono stati bocciati e non avevo ritenuto strategico inserirlo in questo omnibus.
Però crediamo sia fondamentale lavorare anche al miglioramento su questo fronte, ossia le prescrizioni ambientali, oltre a quanto abbiamo già detto negli interventi precedenti, ovvero intervenire con oneri di escavazione certificazione dei materiali, materie seconde e materiali che vanno a riciclo, certificazione delle case che vengono realizzate con materiali di riciclo e anche una fiscalità per il materiale che viene messo in discariche per inerti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Campo; ne ha facoltà.



CAMPO Mauro

Continua la panoramica di opzioni che stiamo presentando sul tema dei diritti di escavazione, ovviamente legati al tema del ripristino ambientale e delle politiche industriali inerenti all'indirizzamento di un settore che sicuramente non deve sparire, perché comunque necessario per le attività di infrastrutturazione e per le attività di tipo industriale di produzione di materiali, ma che deve affrontare, come tutti gli altri, il grandissimo tema della conservazione dell'ambiente, della tutela e del ripristino.
Non basta conservare quello che c'è rimasto o tutelarlo, per quanto già sarebbe importante riuscirci, ma dovremmo tentare di rimediare ad alcuni pesanti danni inflitti durante il periodo di sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali, periodo che per certi versi continua ancora oggi nelle Regioni in cui addirittura l'estrazione-escavazione non è soggetta ad alcun onere, dal punto di vista regionale o pubblico.
Da questo punto di vista, è evidente che la leva fiscale, la leva degli oneri, è elemento fondamentale, soprattutto perché ha una doppia forza: primo, la forza dell'influire sulle scelte di politica industriale proprio attraverso l'aumento dei costi di produzione dei materiali o diminuzione in caso si voglia incentivare qualche tipo di processo; secondo, fornisce risorse agli Enti pubblici, al territorio, alle politiche pubbliche da attuarsi con il territorio, sia pubblico sia con il tessuto produttivo stesso, mirati ai ripristini, alla tutela e alle conversioni dei processi produttivi stessi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Se non ricordo male, questo è l'ultimo emendamento alla lettera c) del comma 3 dell'articolo 26 dalla legge 23 del 2016. È una delle tipologie di materiali ottenuti dall'attività estrattiva, rispetto ai quali chiediamo un limitato intervento sulle tariffe di escavazione.
Pensiamo possa essere necessario, anche com'è stato detto prima, per una vision. Non si tratta solo di pensare - correttamente - di riservare qualcosa in più alle casse della Regione su un'attività così importante, ma anche un cambiamento di una vision, cioè chiederci quanto si debba ottenere e quanto sia sostenibile un'attività che sfrutta risorse naturali e quindi, cercare di tassarla e, di conseguenza, di avere il giusto introito da quel tipo di attività.
Riteniamo, sulla scorta di esperienze nazionali diverse dalla nostra, ma anche di legislazioni di altri Paesi che sono molto diverse da questo punto di vista, che un piccolo intervento possa essere più che giustificato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BOETI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valetti; ne ha facoltà.



VALETTI Federico

Grazie, Presidente.
Non posso che ribadire che questo aumento da 0,57 a 0,60 va in linea con gli emendamenti precedenti. Se lo calcoliamo in misura percentuale parliamo di meno del cinque per cento di aumento. È dunque una misura che va vista in un'ottica di reiterazione e incremento graduale delle aliquote per le estrazioni. Pensiamo che questa cifra sia veramente contenibile e sopportabile dagli operatori che lavorano in questo settore.
Spesso, il costo della materia prima è uno dei costi più bassi dell'intero ciclo produttivo; questo non è in linea e non è giusto, perché se il costo delle materie prime è irrilevante rispetto al totale, come i costi della manodopera, i costi di lavorazione e i costi burocratici, questa materia prima non ha un vero costo se non decidiamo di cambiarlo in modo convenzionale, come soggetto istituzionale o come soggetto regolatore dell'estrazione di materie prime.
Se questa componente della lavorazione di prodotti finiti è così bassa, è chiaro che è difficile fare economia circolare, perché le aziende non saranno portate ad adottare diversi sistemi. Tuttavia, si tratta di un'extra gettito potenziale per la Regione per incentivare questo tipo di politica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Non so se sia l'ultimo della serie di emendamenti riferiti agli oneri per il diritto di escavazione, comunque lo illustriamo prima della pausa del Consiglio, perché non so se ci sarà poi modo di illustrarne altri.
Interveniamo sempre sull'importo collegato ai materiali definiti nell'articolo 26, comma 3, lettera c), quindi quello che fa riferimento ad argille e calcari per cemento, per calce e altri usi industriali, gessi sabbia, silice e torba.
L'importo attualmente definito in legge è di 57 centesimi. Con questo nostro emendamento proponiamo un'ulteriore rimodulazione, aumentando l'importo fino a 60 centesimi. Questa è la nostra proposta, che va inserita nella cornice di proposte che fanno riferimento a un'idea di economia circolare legata anche all'edilizia, una possibilità di sviluppo e di economia virtuosa che potrebbe consentire di evitare nuove ferite sul nostro territorio, di chiudere quelle esistenti e cercare di indirizzare le attività produttive verso il riciclo e il riuso dei materiali. Cercando anche di impiegare questi materiali non tanto in nuove costruzioni che andrebbero a incidere sull'utilizzo del suolo, ma di utilizzarli per recuperare edifici già esistenti.
Si creerebbe proprio un'economia virtuosa, che sicuramente darebbe grande impulso alla nostra edilizia, senza impattare ulteriormente sull'ambiente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
Emendamento rubricato n. 116) presentato da Bono, Andrissi, Bertola, Campo Frediani, Mighetti, Valetti.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono per l'illustrazione.



BONO Davide

Ci eravamo dimenticati della lettera d). La lettera d) è sicuramente una lettera fondamentale, oggetto di altri emendamenti.
Siamo sempre all'articolo 26 della legge n.23 del 2016. Parliamo degli oneri per il diritto di escavazione e siamo sui minerali di prima categoria, ai sensi del regio decreto n. 1443 del 1997.
Al di là dell'individuazione delle singole lettere sul tema, noi crediamo come abbiamo detto prima, che tutto l'articolo e un po' tutto il senso della legge vada rivisto. Serve un incremento dell'onere del diritto di escavazione, che un tempo si chiamava tariffa, per garantire maggiori entrate per i Comuni e per la Regione.
Leggevo una delibera della Regione degli anni precedenti e sostanzialmente, i parametri sono rimasti intatti. Non si è modificato l'importo degli oneri del diritto di escavazione, quindi, secondo noi sarebbe assolutamente fondamentale intervenire oggi in una legge omnibus.
Credo che, prossimamente, non avremo più tempo per fare interventi su questo tipo di leggi. È vero che potremmo, forse, farlo all'interno del bilancio, nel senso che il bilancio comporterebbe un incremento di entrate regionali, ma forse non avremo tempo di farlo e non sappiamo se, nel bilancio di assestamento-previsionale del prossimo anno, avremo lo spazio per fare questi interventi. Oggi ci pare, comunque, un tema importante da introdurre.
Il Vicepresidente Reschigna aveva detto, tra l'altro, che nella legge omnibus non avrebbe accolto nessun emendamento che comportasse un aumento di spesa. In questo caso, non c'è un aumento di spesa, ma c'è un aumento di entrata, quindi potrebbe essere propedeutico anche all'assestamento di bilancio e/o al previsionale e utile, in questo senso, per avere entrate maggiori.
Chiediamo, ancora una volta, di poter intervenire e migliorare questa normativa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Andrissi; ne ha facoltà.



ANDRISSI Gianpaolo

Grazie, Presidente.
Complessivamente i numeri che abbiamo snocciolato in questa seduta sono ormai evidenti a tutti. Il Piemonte ha degli oneri di escavazione che sono tra i più bassi a livello nazionale; abbiamo una filiera che apparentemente, ha dei livelli di riciclo per quanto riguarda i materiali provenienti dalla demolizione selettiva, approvata nel Piano Rifiuti Speciali.
Abbiamo dei numeri che, probabilmente, sono gonfiati a dire proprio da chi ci ha esposto in Commissione. Nel senso che vi sono degli stoccaggi imponenti di materiali che vengono considerati come differenziati e riciclati ma, in realtà, sono lì fermi da anni. Abbiamo la difficoltà del settore della filiera del riciclo, nel senso che richiede una maggiore qualificazione, certificazione e riconoscimento da tutto il settore produttivo. Abbiamo avuto un calo rilevante dell'attività estrattiva a seguito della crisi dei subprime e del crollo di quella che era una bolla speculativa nell'edilizia in Italia come in Spagna e in altre realtà del sud Europa.
Siamo in una situazione dove possiamo cambiare l'attività concepita fino a oggi, basata su un consumo di suolo estremo, su una produzione di cemento estremo. Avevamo una produzione del cemento più elevata in Europa.
Ripensare a un modello basato sull'economia circolare, basato su una leva fiscale che attualmente è regionale, diventa fondamentale, per migliorare tutto il settore.
Non ultima, la prescrizione ambientale per la trasformazione delle cave in discariche.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Andrissi.
Il Consiglio termina qui. Riprenderemo oggi pomeriggio, alle ore 14, con la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



PRESIDENTE

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